“L’Iraq avrà Starbucks, torta e baseball”

“«Bisogna preservare l’Occidente», dice Camillo Ruini congedandosi dagli ospiti che lo vanno a trovare in questi giorni di guerra […]. Davanti alla frattura politica interna che sta colpendo gli Stati Uniti e a fronte della «carenza di leadership» in Europa, serve fare affidamento sul patto Atlantico, che continua a «tenere unite le sponde dell’Oceano.”

L’esortazione del cardinal Ruini per «preservare l’Occidente»: «Non si può non stare dalla parte di Israele»

La Brown University ha da poco concluso uno studio sulla mortalità in eccesso causata dalla guerra per l’Occidente che gli Stati Uniti lanciarono una ventina di anni fa: tra morti ammazzati e vittime di carestie, pestilenze e disastri ambientali direttamente causati dalla guerra, si stima qualcosa come 4,5 milioni di persone.

Per avere un termine di confronto, nella Seconda guerra mondiale, l’Italia ha perso meno di mezzo milione tra militari e civili.

Bomb Saddam è una canzoncina, vecchia una ventina di anni, archetipica come le cartoline con le fidanzatine che nel 1914 salutavano i morosi che partivano per le trincee.

E’ un’incarnazione perfetta dello Spirito di Guerra ai suoi esordi con le sue certezze, la fantasia di un Individuo-Nemico senza storia, la cui eliminazione porterà all’utopia (quale sia l’utopia, poi lo dice in modo esplicito il testo).

Gli infiniti strascichi inattesi che ogni guerra porta con sé, nemmeno immaginati.

Dopo, arriverà un suono molto diverso: nella “prima guerra con l’ipod“, i soldati statunitensi inviati a uccidere sconosciuti in luoghi sconosciuti si caricavano ascoltando il metal estremo di The Slayer (“i massacratori”):

“Holes burn deep in your chest
Raked by machine gun fire
Screaming soul sent out to die
Living mandatory suicide”

The Slayer ha anche il pregio di avere, come Vernon Lee, riconosciuto il vero Mandante:

Learn the sacred words of praise, hail Satan

Bomb Saddam ci presenta ancora lo stadio infantile dell’omicidio seriale.

Da ascoltare con attenzione, guardando anche le immagini dell’animazione.

Traduzione e sotto, testo originale.

Ehi Saddam, la tua tirannia è finita,
La coalizione alata ora applicherà la [risoluzione ONU] 1441
Bombe bome bombe bombe su Saddam,

Opprimendo il suo popolo che paghiamo alla pompa,
Dobbiamo liberare il mondo da questo dolore nelle chiappe.
Saddam è una presa in giro per ogni nazione araba,
E sta facendo il dito medio all’amministrazione Bush,
Avrebbe dovuto imparare la lezione dalla prima guerra del Golfo,
Non riesco a credere che questo imbecille ne implori altre,
Ecco perché
Bombe bome bombe bombe su Saddam,

Non diremo perché non abbiamo dato voti diversi,
Saddam sorseggia vino fresco e arrostisce capre.
Musicisti e attori ci dicono cosa pensare,
E i ragazzi di N’sync ci danno buoni consigli.
Bombe bome bombe bombe su Saddam,

Saddam è il brufolo sul sedere del suo popolo,
Le nostre forze lo bombarderanno [fino a buttarlo fuori] dall’Asse del Male.
Desidererà di non aver mai incontrato il rosso, il bianco e il blu,
Lo rinchiuderemo in prigione dove la sua fortuna farà kaboom!
Bombe bome bombe bombe su Saddam,
Quando il mondo del suo popolo sarà una volta per tutte,
l’Iraq avrà Starbucks, torta e baseball.
Ehi Saddam, l’Iraq avrà la libertà!

Hey Saddam your tyranny is done,
The coalition of the wing will now enforce 14-41
Bomb bomb bomb bomb bomb Saddam, bomb bomb bomb bomb bomb Saddam
Oppressing his people we pay at the pump,
We must rid the world of this pain in the rump.
Saddam is a mockery of every Arab nation,
And giving the finger to the Bush administration,
Should have learned his lesson from the first Gulf War,
Can’t believe this moron is begging for more,
That’s why we
Bomb bomb bomb bomb bomb Saddam, bomb bomb bomb bomb bomb
Saddam
We won’t tell why we didn’t give different votes,
Saddam sips fresh wine and he barbecues goats.
Musicians and actors they tell us what to think,
And good advice from the boys of N’sync.
Bomb bomb bomb bomb bomb Saddam, bomb bomb bomb bomb bomb Saddam
Saddam is the pimple on the butt of his people,
Our forces will bomb him from the Axis of Evil.
He’ll wish that he never met the red, white, and blue,
We’ll lock him in prison where his luck is kaboom!
Bomb bomb bomb bomb bomb Saddam, bomb bomb bomb bomb bomb Saddam
When the world of his people will once and for all,
Iraq will have Starbucks, pie, and baseball.
Bomb bomb bomb bomb bomb Saddam, bomb bomb
bomb bomb bomb Saddam
Hey Saddam, Iraq will have Freedom,
Bomb bomb bomb bomb bomb Saddam, bomb bomb bomb bomb bomb Saddam

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1.233 risposte a “L’Iraq avrà Starbucks, torta e baseball”

  1. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    “bomb”

    A parte che non sapevo di questo vocabolo “rump” (ogni giorno si impara qualcosa!), a leggere questo post sembra davvero che da quando non c’è più l’URSS a fare da katechon il tentativo degli imperialisti di sbocconcellare pezzo a pezzo quei territori che prima non controllavano non conosca requie: da Abu Ghraib a Guantanamo, dall’UCK ai sionisti, dai contras ai banderisti “the song remains the same”.

    Almeno finché il resto del mondo li lascia fare.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Miguel Martinez scrive:

      Per ADV

      ““rump””

      Si diciamo è qualcosa come “fondoschiena”, forse più che “chiappe”.

    • Francesco scrive:

      Non conoscevi il “rump Parliament” di Cromwell?

      Molto male

    • Giangà scrive:

      Non c’è più l’URSS a fare da katechon è vero. Ora il posto lo ha preso la Federazione Russa, e spero che in futuro il katechon diventi multipolare.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ giangá

        “multipolare”

        Molti lo sperano. Non so tuttavia quanto sarebbe stabile.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          Dai, una piccola ipotesi è ben possibile.

          Non sarebbe stabile per un cazzo, sarebbe un periodo eccezionalmente favorevole per l’industria bellica, quindi il mio posto di lavoro dovrebbe essere al sicuro per parecchi anni.

          Però trovo affascinante questa lettura della politica USA come espansionismo militare. Perchè ribalta la mia lettura tradizionale dell’interventismo USA come confusa reazione alla “sovversione comunista orchestrata da Mosca” ma ha qualche pezza d’appoggio nei fatti.

          Poche, che c’è troppa confusione nella politica USA e vien da pensare a Pavlov più a che Lenin.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ francesco

            “espansionismo”

            Più che espansionismo, per amor di precisione si dovrebbe parlare – allungando il brodo di parecchio – di rimozione preventiva delle possibile minacce al monopolio USA del controllo delle rotte marittime commerciali.

            In effetti c’e’ poco da espandersi, quando si è già la principale potenza del pianeta, almeno fino a che i fondali marini e li spazio interplanetario non diventeranno tecnicamente colonizzabili.

            Finché il petrolio e le altre materie prime rimangono accessibili e vanno pagati in dollari USA, tutti dovranno procacciarsi i dollari USA per comprare petrolio e materie prime. Questo fatto è un’ottima garanzia di cui gli USA godono, e che li aiuta nel mantenere la più dispendiosa e colossale macchina militare della storia…che a sua volta viene impiegata per mantenere il controllo delle vie del petrolio e delle altre materie prime.

            In questo senso è verissimo quanto affermano da sempre i governi USA, che cioè la loro proiezione militare oltremare è essenziale alla difesa degli USA.

            Rimuovere gli scampoli rimasti del nemico battuto (i satelliti dell’ex URSS) diventa così alla lunga fondamentale.

            Solo che e’ anche sempre più difficile.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              Piano: perchè mai stravincere dovrebbe essere fondamentale? Putin da fastidio all’Impero Usano circa tanto quanto Salvini.

              E non hai risposto al tema “più guerre o no con crisi dell’impero?”

              Ciao

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “stravincere”

                Per una parte degli Statunitensi almeno, gli USA sono la “nazione indispensabile” che per volere divino deve esercitare la leadership su tutto il mondo.

                Ma ammettiamo pure che costoro siano solo una minoranza senza importanza.

                Il punto è che non si fa quasi mai la guerra a una minaccia reale, ma a ciò che potrebbe provocare una minaccia per il futuro. È la trappola di Tucidide, ben spiegata da Richardson e altri. Non ci si arma per aggredire, ma per prevenire eventuali aggressioni con la nostra deterrenza. Siccome anche gli altri fanno lo stesso, il riarmo prosegue autoalimentandosi finché il minimo incidente provoca la valanga.

                Con ciò rispondo anche alla domanda “più o meno guerre”: non e’ che un mondo multipolare sarebbe più pacifico dell’attuale, è che nulla è piu’ pericoloso per la pace di una grande potenza egemone che sente o crede di sentire sul collo il fiato dei concorrenti che le si avvicinano.

                Se Napoleone non attaccava la Russia oggi parleremmo tutti francese. Lo ha fatto perché ne temeva una possibile tresca cogli Inglesi, quando in realtà lo zar magari non ci pensava neanche. E così l’imperatore d’Europa è finito a Sant’Elena.

                Tu dirai magari che io volere o volare do’ sempre la colpa agli USA. Al che ti risponderò: per forza, sono loro i più grossi di tutti e quindi quelli con più da perdere, perciò i più pericolosi.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                >>> Se Napoleone non attaccava la Russia oggi parleremmo tutti francese. Lo ha fatto perché ne temeva una possibile tresca cogli Inglesi, quando in realtà lo zar magari non ci pensava neanche.

                ???? potrei sbagliare ma io ho studiato cose leggermente diverse da questa ricostruzione.

                Ah, l’Impero Britannico, antesignano di quello Usano, mica passava il tempo a scatenare guerre, anzi sopiva e tacitava, conscio che lo status quo era a suo favore. I nipotini Yankees sarebbero così più stupidi?

  2. Mauricius Tarvisii scrive:

    Ma baseball, libertà ed ipercolesterolemia erano stati loro offerti, solo che quei beduini subumani li hanno rifiutati.

    • PinoMamet scrive:

      Beh vengo da una provincia dove il baseball è abbastanza popolare: non è tanto male…
      😉

    • Francesco scrive:

      E’ voluto o è una gaffe questa tua citazione di “libertà”?

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Devo spiegartela?

        Nella testa degli americani i grandi ideali e le stronzate della loro vita quotidiana si confondono sempre un poco (prendo un paio di esempi pop: in Star Trek il pacchetto utopistico della Federazione viaggia con il baseball e la root beer, il “Cuba Libre” è quello con la Coca-Cola, il McDonald in Russia ha assunto un valore iconico, ecc.), per cui mi sembrava molto parodisticamente americano associare baseball, libertà ed ipercolesterolemia (quella da junk food).

        • Francesco scrive:

          Ehm, temo di non aver capito. Stai dicendo che li americani obbligano i popoli a loro sottomessi a bere Cora Cola, a giocare a baseball e a essere liberi?

          Io vedo le cose in modo leggermene differente: siccome gli americani portano la libertà, ai popoli liberati piace anche l’altra roba americana, compreso McDonalds e il basket.

          Cosa che scatena la furia dei reazionari locali.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “siccome gli americani portano la libertà, ai popoli liberati piace anche l’altra roba americana, compreso McDonalds e il basket”

            Ecco, sto dicendo proprio questo: che gli americani pensano che funzioni esattamente così come pensi tu.

            • Francesco scrive:

              No, funziona esattamente così nel mondo reale.

              Poi il 99% dei popoli “sottomessi” torna a mangiare la sua roba e a fare i suoi sport, mantenendo una buona opinione degli americani.

              Altri invece si mettono a giocare a basket.

              Dura la vita eh?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                ” mantenendo una buona opinione degli americani.”

                Potresti precisare per favore di quali americani stai parlando?

                Dei peruviani, dei canadesi, dei cubani, dei giamaicani, degli statunitensi, dei colombiani o dei brasiliani?

                Sai, noi americani siamo di tante nazionalità.

              • Roberto scrive:

                Dai Miguel, prova ad indovinare: portano coca cola, McDonald, baseball e basket e pensano di esportare democrazia…chi saranno mai?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “chi saranno mai?”

                Presumo quindi che si intendesse americani statunitensi, non americani cileni, americani messicani o americani colombiani?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “dura la vita”

                Nel cinema a vedere John Wayne no di certo.

                Poi uno esce, incontra un collega di ritorno dal Messico e dal Perù e lo sente raccontare di quanto siamo odiati i “gringos”.

                Sente un collega Portoghese, che gli dice la stessa cosa del suo paese.

                Apre il giornale, e legge che due terzi dell’umanità ignorano le sanzioni cretine a Putin.

                Dopo di che, è vero, torna a casa e scopre che Rai2 è diventata una succursale di FoxNews.

                Per quanto mi piacciano i western, tuttavia, non considero Rai2 una conferma indipendente valida del tuo johnwaynismo.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Roberto scrive:

                Miguel

                “Presumo”

                Great mimes think alike! Anche io avevo letto questi indizi (coca cola, basket, baseball, esportazione democrazia) come se si riferisse agli americani statunitensi (colombiani no, si parla di coca cola non coca, messicani e cileni nemmeno, si parla di basket non calcio)

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “come se si riferisse agli americani statunitensi”

                E allora, precisare sempre di quali “americani” si sta parlando (dico a Francesco, non a te).

                E’ sufficiente dire “statunitensi”, che ci vuole?

              • roberto scrive:

                minds non mimes
                🙂

              • Francesco scrive:

                Caro Miguel,

                tu hai perfettamente ragione ma il buon ADV ha capito benissimo di chi si stava parlando, poi ha come al solito sbarellato.

                Però gli concedo un punto: c’è una parte di mondo, di tutto il mondo, che ama gli USA per la libertà e il progresso e la Coca Cola. E c’è una parte di mondo che li odia.

                Solo che è molto difficile capire se lo odia per quegli stessi motivi o per l’imperialismo USA. O se è incapace di distinguere le due cose.

                Io, essendo un italiano, il cui ultimo impero serio è terminato n DC, sono poco sensibile al tema dell’anti-imperialismo. Ormai ci ho fatto il callo, diciamo, e poi dovrei pure buttare a mare Roma per compiacere quella gente.

                Mi tengo un Impero che prevede i diritti politici e civili e che pratica l’economia di mercato. C’è di peggio.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “tu hai perfettamente ragione”

                Bene, cerchiamo di usare “statunitensi” per i cittadini di una parte dell’America, “americani” per gli abitanti dell’America in generale.

              • roberto scrive:

                Miguel

                “E allora, precisare sempre di quali “americani” si sta parlando”

                scusa ma perché quando è totalmente ovvio come in questo caso?

                è semplicemente una nuova ubbia linguistica che si aggiunge a
                – non usare indefiniti
                – non scrivere “giudicare” o “condannare” al di fuori delle aule di tribunale
                – non usare la parola “fascismo” se non riguarda un preciso periodo storico in un preciso paese
                – non usare antisemita per chi non ce l’ha con tutti i popoli semiti
                ?

                o c’è una ragione (e per me una ragione = si rende difficile la cominicazione)?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “è semplicemente una nuova ubbia linguistica che si aggiunge a”

                Immaginati se nel mondo tutti usassero “Europa” come sinonimo di “Germania”.

                Tipo, “nel 1915, l’Italia entrò in guerra contro l’Europa”…”nel 1939, l’Europa invase la Polonia”.

                A me girerebbero, a te evidentemente no, ognuno ha la sua sensibilità.

              • roberto scrive:

                Miguel

                eddai guarda quante volte tu stesso hai usato “america” per USA o “americano” per statunitense (hai pure un tag “religione americana”)
                🙂

                vabbé ci adegueremo ma….

                “Nel post precedente, vi ho parlato del cantante folk statunitense, Oliver Anthony. Da precisare, che ne ho scoperto l’esistenza di Oliver Anthony grazie a un altro AMERICANO, ben diverso, David Rovics, che seguo ormai da anni….”

                https://kelebeklerblog.com/2023/08/29/god-bless-america-2/

                “Chi ama profondamente l’America, odia l’impero americano.”

                https://kelebeklerblog.com/2023/08/28/god-bless-america-1/

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “eddai guarda quante volte tu stesso hai usato “america” per USA o “americano” per statunitense (hai pure un tag “religione americana”)”

                touché!

  3. PinoMamet scrive:

    Per un paragone:
    “Ho bombardato Sidone tutti i giorni”
    https://www.youtube.com/watch?v=EmBvRfZKDwM

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ pino Mamet

      “giorni”

      Non è cambiato granché.

      Però ho apprezzato l’errore di stampa! “Bierut” – al posto di “Beirut” – era il capo della Polonia stalinista.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  4. Andrea Di Vita scrive:

    @ tutti

    Vecchia ma sempre attuale

    https://www.facebook.com/100076061545347/videos/942423090358340/?sfnsn=scwspmo

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  5. Ros scrive:

    …piccolo ma inerente (inerente in qualche modo con qualche “Tutto” esperibile e comunicabile ad altri che si suppone esistano per davvero come si suppone
    – CHI??? COME???? QUANDO????? MA PER DAVVERO ACCUSSI? MI DICI?????? –
    d’esistere noialtri pure per davvero🥴😵🤪)

    https://www.indiscreto.org/la-favola-delle-neuroscienze-rivela-la-loro-nudita/

    Quindi tutti i: Douglas R. Hofstadter, Daniel C. Dennett, Gerald M. Edelman, Giacomo Rizzolatti, Giorgio Vallortigara, John R. Searle, Massimo Marraffa, Stanislas Dehaene, Richard L. Gregory, Richard Masland, Rob DeSalle, Ian Tattersall, Antonio DR. Damasio… …cioé veramente tutti sti robi che letto (parola grossa) con timore e tremore?
    Con velato, costante rossor di guance da ingenuotto fanciullino di montagna or ora sceso…
    TuttePalle! y perdìta de tiempo?

    Oibòh!😮😯😕

    Meno male che non c’ho capito un cazzo😀!

    Christof Koch “Sentirsi vivi”, che cos’è la coscienza (L’INDISCRETO)

    Anil Seth. L’identità è un’allucinazione (L’INDISCRETO)

    Riccardo Manzotti. Io non sono il mio colon, la teoria della mente allargata (L’INDISCRETO).

    Riccardo Manzotti. L’esperienza. Perché i neuroni non spiegano tutto (2008, Codice).

    Riccardo Manzotti. La mente allargata, Perché la coscienza e il mondo sono la stessa cosa (2020, Il Saggiatore); quest’ultimo vale la leggiuta (per piacevole sollazzo perlomeno)
    https://www.ibs.it/mente-allargata-perche-coscienza-mondo-libro-riccardo-manzotti/e/9788842824893

    mai ‘na sicurezza, un punto fermo, un terreno compatto…
    …oggi ‘na minchiata, domani ‘n’altra; uguale e contraria😔😥😥😥

    Cioè voglio dire parliamo di tutto quello che esperiamo!!!
    Se c’è?! Non c’è?! Ci fa?!

    Noi Noi (Io Io!) (Qui e Ora!) (a sditalinare il tastierino, tutto bagnato)

    E’ PER DAVVERO?🙄🙄🙄🙄
    SUCCEDE?

  6. Ros scrive:

    davvero raga’ non si fa cosi però!

    …e noi “cosi” che siamo,
    che poi dice che è capace che manco siamo, siamo mai stati,
    e mai saremo…

    cincischiamo di guerre, buoni e cattivi, passato presente e futuro

    tutti seri e impettiti e indignati e preoccupati e impegnati

    Pazienza😊

  7. Fuzzy scrive:

    Quali condizioni, esperienze, strutture e forme potremmo trovare in una società che offra a tutti condizioni di vita di alta qualità e che sia giusta, sostenibile e ammirevole? Ecco un elenco su cui penso che saremmo più o meno d’accordo.

    Buona salute.
    Avere cibo sufficiente e di buona qualità.
    Avere un alloggio sufficiente e indumenti di base, ecc.
    Avere amici.
    Avere significato e scopo, cose interessanti da fare.
    Appartenere e partecipare a una comunità che è solidale e preoccupata per il benessere di tutti.
    Un senso basilare di collettività, non una competizione individualistica in cui il vincitore prende tutto.
    Sii una persona stimata, apprezzata e rispettata, soprattutto per il tuo contributo alla comunità.
    Sentirsi al sicuro da avversità evitabili come la disoccupazione, la povertà, la violenza e la disintegrazione sociale.
    Libertà dallo stress, dall’ansia e dalle preoccupazioni, in particolare riguardo al reddito insufficiente, al ritmo di vita, al superlavoro, all’isolamento e alla solitudine, alla depressione, alle condizioni di vita spiacevoli, al traffico, alla disintegrazione sociale.
    Libertà/autonomia nella propria vita e nel proprio lavoro.
    Non dover lavorare duro o lottare; un ritmo rilassato, tempo per pensare, parlare, ricreare, crescere spiritualmente .
    Avere opportunità di attività creative, artigianato, arte, giardinaggio, scrittura.
    Sii vicino alla natura. Vivi in ​​un bellissimo ambiente.
    Avere fonti di recupero in cui ricaricare le energie , come il giardinaggio, gli hobby, la compagnia, il paesaggio.
    Avere un senso di appartenenza al luogo, a una casa.
    Familiarità e stabilità; assenza di minacce di sconvolgimento, causate soprattutto dallo sviluppo e dalla recessione economica.
    Avere tradizioni, una cultura, celebrazioni, rituali significativi.
    Orgoglio per la famiglia, la città, la società, le istituzioni, la nazione; riconoscimento che i nostri costumi sono fondamentalmente ammirevoli… ci preoccupiamo, cerchiamo di ridurre al minimo l’egoismo, lo svantaggio, la disuguaglianza, il dominio e le forme tutto per il vincitore . Il nostro modo di pensare e discutere è razionale, rispettoso e maturo.
    La tranquillità. Una certa capacità di stare bene con le cose, con se stessi, con la propria società, con il pianeta. Motivi per essere ottimisti.
    Nessuna di queste condizioni richiede un reddito elevato, ricchezza, proprietà o un PIL elevato

    https://www.15-15-15.org/webzine/2023/02/02/desmontando-el-desarrollo/

    “Quindi questo deve essere l’obiettivo dello sviluppo; un mondo sostenibile e giusto in un contesto di risorse molto limitato non può essere concepito in altri termini che non hanno stili di vita e sistemi materialmente semplici. È l’unico modo per disattivare problemi come la scarsità mondiale delle risorse, la distruzione ecologica, la privazione della popolazione dei paesi poveri, la diseguaglianza, i conflitti delle risorse e il deterioramento della coesione sociale”.

    L’Occidente va in direzione esattamente opposta.
    Poi il cardinal tal dei tali può dire quello che vuole.

    • roberto scrive:

      fuzzy

      “Nessuna di queste condizioni richiede un reddito elevato, ricchezza-, proprietà o un PIL elevato”

      secondo me tutte richiedono soldi, ricchezza, proprietà PIL all’eccezione di
      – Avere amici
      – Sii una persona stimata, apprezzata e rispettata
      – Avere tradizioni, una cultura, celebrazioni, rituali significativi (cosa della quale per altro mi interesso molto poco)
      – Orgoglio per la famiglia, la città, la società, le istituzioni, la nazione (ma questo è un sentimento soggettivo)

      • Fuzzy scrive:

        Soldi, ricchezza, proprietà, Pil.
        È una questione su cui si può discutere per anni.
        Trainer dà per scontato una certa organizzazione produttiva basata sull’essenziale. Cita la famigerata casa in terra cruda e altro. È uno che ha fatto tutti i calcoli del caso. E io li ho belli, stampati e archiviati in un quadernone dove tengo gli articoli più interessanti.
        Certo, però se a uno non gli gusta di riscaldare una sola stanza o di usare il frigorifero solo in estate eccetera, allora serve il Pil e tutto l’apparato che ne consegue e che tipicamente si esaurisce in fretta.
        Vado. Mi aspetta il vaccino antinfluenzale.

    • Francesco scrive:

      Scusa ma lo scrivente, uno a metà tra Baci Perugina e Donna Moderna e intervista ai Manneskine, chi è? giusto per essere certo di non stare sullo stesso piano astrale con siffatto personaggio!

      Come diceva qualcuno, i problemi complessi hanno sempre una soluzione semplice, convincente e totalmente sbagliata. O insensata.

  8. il modulo del dissenso informato scrive:

    Mi sono guardato un paio di volte il videoclip di Bomb Saddam e quello di Bomb Sidone.
    Il film da cui è tratto il secondo non l’ho visto, e dell’autore del primo non so niente.
    Cerco di immaginare cosa mi vogliono trasmettere gli autori, su che mood sono.
    Quello di Sidone mi sembra una cosa di disincanto, la realtà della guerra è un macello insensato,ecc .
    Il secondo mi pare ambiguo, a me resta il dubbio che anzichè essere un brano “infantilmente guerrafondaio” sia una cosa parodistica, cioè magari mi sono perso dei dettagli o non li so interpretare, ma è talmente caricaturale, col suo calypso alla fake Harry Bellafonte.

  9. tomar scrive:

    Un tal Tzvi Sukkot è stato scelto come capo della sottocommissione parlamentare per la Cisgiordania della Knesset.
    Chissà che finalmente non si risolva anche il problema della Cisgiordania oltre a quello di Gaza.

  10. tomar scrive:

    Mi è venuto da chiedermi cosa penserebbe della scelta di Zerocalcare l’autore di quello che per me (che non sono esperto di fumetti) è il capolavoro assoluto di quel genere: sto parlando di Maus e di Art Spiegelman.
    Così a naso (il naso di Maus) credo che solidarizzerebbe senza esitazione.

    • roberto scrive:

      Tomar

      non ne ho idea, ma condivido il gudizio…ehm….il parere “capolavoro assoluto”

      • tomar scrive:

        “non ne ho idea”
        Quindi non escluderesti che l’autore di Maus potrebbe esprimere non una posizione come quella che ho ipotizzato e invece uscire con un giudizio tipo “mi dispiace molto che anche Zerocalcare si sia fatto prendere dall’antisemitismo montante”?

        • roberto scrive:

          tomar,

          chi è che ha scritto “mi dispiace molto che anche Zerocalcare si sia fatto prendere dall’antisemitismo montante”?

          su spiegelman ho scritto “non ne ho idea ”

          ora in questo sempre più strano blog anche l’affermazione più banale può scatenare una ridda di ipotesi, contestazioni, polemiche davvero faticosa, quindi mi limito a dire che con la frase “non ne ho idea” voglio semplicemente dire che non so se Spiegelman sarebbe andato a lucca o no

          “non ne ho idea” nel senso classico “non lo so”…
          in inglese: “no idea”
          in francese “aucune idée”
          in tedesco “Keine Ahnung”
          in greco “den to xero”

          cioè non lo so nel senso “non lo so”

          spero che sia chiaro

          • Miguel Martinez scrive:

            Per roberto

            “ora in questo sempre più strano blog anche l’affermazione più banale può scatenare una ridda di ipotesi, contestazioni, polemiche davvero faticosa”

            Vedi, c’è un modo di comunicare quando si esce per strada, e ci si sorride tra persone che si guardano in faccia, e si dicono banalità tipo “come va?” “tutto bene, grazie!” e ci si sente meglio dopo, per tutta la comunicazione non orale che c’è stata, e che dice cose profondo.

            Quando si è qui, tra persone che non si guardano in faccia, scambiarsi banalità è una perdita di tempo.

            Diventa interessante invece esplorare tutte le cose che non sono banali, che non sono scontate, vedere di fare scoperte nuove.

            E uno dei luoghi dove si fanno le scoperte più interessanti, è proprio nello sbulcaltare le cose che ci sembrano ovvie: ad esempio il linguaggio che usiamo, nel caso tuo.

            Ma anche la non-neutralità di tutte le cose che diamo per scontate: il flusso delle merci, l’automobile, i dispositivi elettronici, la pubblicità. Che forgiano il nostro mondo, molto di più della “politica”.

            4,5 milioni di morti nelle guerra per la Civiltà invocata implicitamente dal cardinale Ruini (e poi si parla male delle Crociate!) nella storia non avranno nulla di simile all’impatto che ha la diffusione dei microprocessori.

    • PinoMamet scrive:

      “Mi è venuto da chiedermi cosa penserebbe della scelta di Zerocalcare l’autore di quello che per me (che non sono esperto di fumetti) è il capolavoro assoluto di quel genere: sto parlando di Maus e di Art Spiegelman.”

      Non lo so neanche io
      (c’è un modo facile di saperlo: chiederglielo)

      ma… chi se ne frega di cosa penserebbe Art Spiegelman?

      Non capisco perché il suo parere debba essere più autorevole di quello di chiunque altro, compreso il mio fruttivendolo.

      • tomar scrive:

        Pino: ma… chi se ne frega di cosa penserebbe Art Spiegelman?
        Non capisco perché il suo parere debba essere più autorevole di quello di chiunque altro, compreso il mio fruttivendolo.

        Ma davvero tu presti al parere di un grande spirito riflessivo la stessa autorevolezza intellettuale e morale che presteresti a chiunque altro, quindi non solo al tuo fruttivendolo, che magari è anche lui uno spirito riflessivo, ma che so, a Salvini?
        Va là che sei un burlone.

        • PinoMamet scrive:

          Mah, boh, diciamo che non condivido la tua sensibilità.
          Non credo tanto nei maîtres à penser.

          Certo Zerocalcare è un fumettista, Art Spiegelman pure, se si duscutesse di fumetti capirei…

          Su Gaza, mah.

  11. Miguel Martinez scrive:

    La Destra liberal-gollista (Les Républicains, affiliati al Partito Popolare Europeo) in Francia chiede che la “offesa allo stato d’Israele” venga punita con due anni di carcere e 75.000 euro di multa, con una proposta di modifica a una legge esistente, presentata al Senato:

    https://www.senat.fr/leg/ppl23-021.html

    SÉNAT

    SESSION ORDINAIRE DE 2023-2024

    Enregistré à la Présidence du Sénat le 10 octobre 2023

    PROPOSITION DE LOI

    pour compléter le cadre pénal sanctionnant l’antisionisme,

    présentée

    Par MM. Stéphane LE RUDULIER, Bruno BELIN, Mmes Catherine BELRHITI, Martine BERTHET, MM. Gilbert BOUCHET, Max BRISSON, Mme Sabine DREXLER, MM. Christophe-André FRASSA, Joël GUERRIAU, Mme Lauriane JOSENDE, M. Roger KAROUTCHI, Mme Florence LASSARADE, MM. Jean-François LONGEOT, Olivier PACCAUD, Stéphane PIEDNOIR et Pierre Jean ROCHETTE,

    Sénateurs et Sénatrices

    (Envoyée à la commission des lois constitutionnelles, de législation, du suffrage universel, du Règlement et d’administration générale, sous réserve de la constitution éventuelle d’une commission spéciale dans les conditions prévues par le Règlement.)

    Proposition de loi pour compléter le cadre pénal sanctionnant l’antisionisme

    Article unique

    L’article 25 de la loi du 29 juillet 1881 sur la liberté de la presse est ainsi rétabli :

    « Art. 25. – Seront punis d’un an d’emprisonnement et de 45 000 euros d’amende ceux qui auront contesté, par un des moyens énoncés à l’article 23, l’existence de l’État d’Israël.

    « L’injure commise envers l’État d’Israël, par l’un des moyens énoncés au même article 23, est punie de deux ans d’emprisonnement et de 75 000 euros d’amende.

    « Ceux qui, par les mêmes moyens, auront directement provoqué à la haine ou à la violence à l’égard de l’État d’Israël seront punis de cinq ans d’emprisonnement et de 100 000 euros d’amende. »

  12. tomar scrive:

    Miguel: “offesa allo stato d’Israele”.
    Mi chiedo se nella legislazione di qualche Paese al mondo esista una legge che punisce un proprio cittadino perché esprime idee molto critiche su un altro Paese.
    Direi di no. Che non vuol dire che governi autoritari, semiautoritari o anche “democratici” non abbiano la tendenza a colpire chi si mostra ostile a stati amici: per esempio in Bielorussia chi criticasse o attaccasse apertamente la Russia di Putin non credo che se la passerebbe bene. Ma verrebbe sanzionato tirando fuori tutti i motivi che tradizionalmente vengono tirati per queste circostanze (turbativa di questo o di quello ecc.). Non credo cioè che nella legislazione bielorussa ci sia una legge che dice “vietato criticare la Russia”.
    Insomma i francesi, come al solito, vogliono fare i primi della classe, faro di civiltà.

    • Roberto scrive:

      In Italia per esempio è penalmente sanzionato l’oltraggio alla bandiera o a simboli di un altro stato (non mi far cercare l’articolo del codice penale, c’è google)
      Tipo, brucio la bandiera di Israele? Multa… ma vale ovviamente per tutti gli stati non solo Israele

      Curiosamente una giurisprudenza recente l’ha esteso pure alla bandiera UE, cosa per me davvero molto discutibile, non essendo l’UE uno stato e il diritto penale non può certo essere interpretato in maniera estensiva

    • Roberto scrive:

      Poi credo che un po’ dappertutto sia penalmente rilevante insultare i capi di stato stranieri

      Probabilmente però questa bizzarra proposta della destra francese è effettivamente un unicum

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “Probabilmente però questa bizzarra proposta della destra francese è effettivamente un unicum”

        Ho scritto sbrigativamente “destra”, ma questi fanno parte della stessa formazione europea della Von der Leyen e di Forza Italia, non sono mica Casa Pound.

        Premesso questo, secondo te, giurista :-), cosa può comprendere il concetto giuridico di “injure”?

        • Roberto scrive:

          Miguel

          Infatti sia la von der leyden che forza Italia sono destra….casa pound sarà estrema destra

        • Roberto scrive:

          Miguel

          In diritto francese injure è l’insulto quando non attribuisce un fatto determinato

          Se dico “Israele è uno stato di merda” è una injure
          Se dico “Israele pratica l’apartheid” secondo me no (sarebbe diffamation…e se il testo è quello che hai pubblicato i soloni se lo sono scordato)

          • Miguel Martinez scrive:

            Per roberto

            “In diritto francese injure è l’insulto quando non attribuisce un fatto determinato”

            Grazie!

            “e se il testo è quello che hai pubblicato i soloni se lo sono scordato”

            E’ il testo che si trova sul sito del Senato francese.

            Immaginando anche Parigi come una piccola Firenze 🙂 (in realtà so poco di politica francese)

            sospetto che abbiano redatto il testo per il tempo di farsi un selfie insieme e un comunicato stampa, per sorpassare a destra la Le Pen nei media: non fosse mai che i Cattivi Estremisti scippassero il voto islamofobo che spetta di diritto ai Moderati!

    • giuseppe motta scrive:

      ho letto che la bandiera con la svastica sia diventata quella ufficiale del III Reich perché in questo modo i paesi esteri avrebbero punito chi la oltraggiava

      dei giovani negli U.S.A. erano stati da poco assolti perché avevano oltraggiato quella che era all’epoca soltanto la bandiera di un partito

      non so se sia vero

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Negli USA puoi bruciare la bandiera americana (o di qualsiasi altro paese): è considerato esercizio della libertà di espressione. Per questo motivo, dal momento che la protezione delle bandiere straniere è sottoposta al principio di reciprocità, tutto il mondo può bruciare la bandiera USA.

      • roberto scrive:

        non conosco la storia ma un elemento mi fa dubitare della sua veridicità: negli stati uniti il diritto all’espressione del pensiero prevale sulla sensibilità di una bandiera e quindi addirittura bruciare la bandiera degli stati uniti è ammesso (figuriamoci quella degli altri, o quella nazista)

      • roberto scrive:

        ah tomar,
        scusa avevo letto troppo velocemente, parli di anni 30…

        non sono sicuro allora, perché in effetti questo bilanciamento a favore della manifestazione della libertà di pensiero è molto più recente, all’epoca della guerra in vietnam

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        “non so se sia vero”

        La Wiki in inglese la presenta con formula dubitativa, mentre il cambio è avvenuto l’anno successivo la sostituzione della bandiera presidenziale, quindi forse il cambio ha più a che vedere con la morte di Hindenburg (e il coincidente aumento di peso del Partito nell’equilibrio tra nazisti e vecchi aristocratici) che con un oscuro incidente avvenuto oltreoceano.
        Poi ogni posto del mondo è convinto di essere al centro della Storia.

        • Moi scrive:

          ogni posto del mondo è convinto di essere al centro della Storia.

          ———————–

          … chi più chi meno a torto ! 😀

      • habsburgicus scrive:

        @giuseppe motta
        ho letto che la bandiera con la svastica sia diventata quella ufficiale del III Reich perché in questo modo i paesi esteri avrebbero punito chi la oltraggiava

        sì, è vero…
        il 12/3/1933 il governo a guida NS (ma ancora comprensivo del DNVP e di altri partiti di destra, subito dopo la vittoria elettorale del 5/3/1933 in cui il NSDAP ebbe 288 seggi -non la maggioranza assoluta- e il Blocco Nero-Bianco-Rosso ebbe 52 seggi in modo da dare al gabinetto Hitler la maggioranza assoluta, ma il KPD -pur di fatto impedito nella propaganda dall’incendio del Reichstag- ebbe ancora sulla carta 81 seggi !) restaurò la bandiera imperiale (Schwarz-Weiss-Rote Fahne “nero-bianco-rossa”) al posto della bandiera del 1848 e di Weimar (e oggi della Bundesrepublik) Schwarz-Rot-Gold Fahne “nero-rosso-oro”,
        la bandiera con la svastica restò meramente -per il momento. la bandiera di un partito, il NSDAP ancorché sempre più invasivo;
        venne poi l’accelerazione del giugno 1933…il 22/6/1933 l’SPD che aveva un’ala dura (molto anti-NS) in esilio a Praha ma anche un’ala moderata in Germania che si prodigava in (vane) assicurazioni di lealtà al Reich venne proibita..i deputati SPD furono dichiarati decaduti ipso facto e privati pure di ogni indennità (i deputati KPD erano già stati dichiarati decaduti -e quando possibile arrestati- sin dal marzo 1933 tanto che MAI un deputato KPD riuscì a prendere servizio in quel Parlamento) e lo stesso accadde ai deputati del DStP che furono eletti con i voti dell’SPD (SPD e DStP furono gli unici due partiti che votarono contro la legge dei pieni poteri del 24/3/1933 vera architrave del nascente regime NS..è nota la sfuriata di Hitler che più o meno urlò all’SPD “non so che farmene dei vostri voti….siete fuori dalla Storia e ancora la capita..la Germania sarà libera ma non per merito vostro !”); Hugenberg fu estromesso dal DNVP, il DNVP venne indotto a sciogliersi e presto si sciolsero “spontaneamente” il BVP (bavaresi), lo ZP (Centro, per ultimo) e il DVP (Deutsche Volkspartei, stresemanniani); infine il 14/7/1933 venne promulgata la legge che puniva con dieci anni di carcere chiunque avesse fondato un partito diverso dal NSDAP, proclamato partito unico [en passant, i deputati DNVP, DVP, ZP e BVP, differenza di quelli SPD e DStP e prima di quelli KPD, non furono dichiarati decaduti ma mantenuti come “ospiti” con stipendio e diritti vari..questo solo fino alle elezioni a lista unica del 12/11/1933 che riempirono il Reichstag di soli NS tranne 3-4 “privilegiati”);
        da allora la bandiera con la svastica diventò di fatto ufficiale ma non de iure;
        ciò avverrà solo con una delle Leggi di Norimberga (eh sì, non trattarono solo di ebrei), la Reichsflaggegesetz del 15/9/1935, dopo quei fatti di oltraggio negli USA;
        da allora la bandiera del NSDAP fu anche la bandiera del Deutsches Reich sino al maggio 1945..
        mi è ignoto, e pare sia ignoto a quasi tutti peraltro :D, se il Grande Ammiraglio Doenitz (Presidente del Reich dal 1/5/1945 al 23/5/1945) abbia restaurato la bandiera imperiale al posto della bandiera con la svastica, insomma non so se alla mattina del 23/5/1945 a Flensburg così come nelle sedi diplomatiche tedesche nell’Asia giapponese (ad esempio a Shanghai, nel Manciukuò e in Giappone) sventolasse ancora la svastica o la bandiera neo-bianco-rossa…però, forse, si potrà dormire lo stesso, che ne dite ? 😀 😀

  13. tomar scrive:

    Nel commentare questo nuovo reato di “offesa allo stato d’Israele” io non pensavo tanto a storie di bandiere bruciate ma al fatto che questa è una proposta di legge pour compléter le cadre pénal sanctionnant l’antisionisme, ovvero per ottenere che l’antisionismo diventi un crimine come l’antisemitismo.
    E questa non è una gran bella notizia, perché per “sanzionare l’antisionismo” potrà essere considerato un crimine qualunque posizione fortemente critica nei confronti di Israele e della sua politica. Anche quella di un sincero antisionista come Moni Ovadia.

    • Moi scrive:

      Alessandro Di Battista , ribattezzato “Imam Al Dibbah” da Libero, si è indignato parecchio , su questo …

      • Moi scrive:

        https://www.youtube.com/watch?v=OIMQBtJws0g

        – Sono le incredibili parole che la professoressa ha diretto verso un Di Battista attonito. La Di Cesare si scaglia contro l’ex 5stelle anche per la manifestazione contro la guerra a Gaza che considera come una manifestazione antisemita. Di Battista ricorda alla Di Cesare, notoriamente di sinistra, le durissime parole del presidente brasiliano Lula contro l’attacco e la strage che si sta perpetuando a Gaza, con la Di Cesare che cerca ripetutamente di interromperlo e si rivolge così alla professoressa – “Se uno non può replicare evidentemente è perché non avete argomenti. Mi meraviglia la professoressa che di fronte ad una strage stia citando un ragazzo che ha strappato la bandiera d’Israele. Di fronte a 8mila morti la professoressa parla di una bandiera strappata. Si vergogni!” –

  14. Moi scrive:

    @ PINO / TUTTI/E/*

    Sta prepotentemente tornando di moda, “virale” come se fosse nuova, una canzone (un poch) piò vècia ca mé 😉 che spiega molte cose sulle origini del FiloIslamismo di Sx, come FiloPalestinismo Ipertrofico … a sua volta un Parallelismo con l’ ” Underdog ” (comprensibilmente !) più amato di sempre nella Storia : il Vietnam !

    [sequitur]

  15. Moi scrive:

    Palestina [La rossa Palestina] (1973) di Umberto Fiori

    https://www.youtube.com/watch?v=90AAcSvJAl0

    popolarissima fra i Gen Z Tiktokkari , specie Islamici 2nda Generazione … in effetti sembra composta da pochi giorni ! Conoscendo la Storia d’ Italia , l’ AntiFaSSSismo, ecc … è la Canzone della Taqiya Perfetta :

    poco, anzi nulla (!) , importa SE a Gaza & Paesi Islamici Bizzarri PersonaggiU 🙂 LGBTQ+ e Atei farebbero una brutta fine sùbito … a differenza di Israele !

    • Moi scrive:

      TESTO

      Laggiù nel Medioriente, come un bufalo ferito
      Infuria il pirata americano,
      Ma nei campi, sulle dune, sono armati anche i bambini,
      Ogni donna impugna il suo fucile,
      No, non fan paura i carri armati d’Israele:
      La tua terra tu la devi liberare.

      Abbiamo alzato il rosso, il verde, il bianco e il nero,
      Stretto in pugno la bandiera: i colori di Al-Fatah.
      Abbiamo alzato la bandiera partigiana della Rossa Palestina
      Accanto a quella del Vietnam!

      Li chiamano «banditi» i giornali dei padroni
      Che chiamavano «assassini» i partigiani,
      Noi non crederemo ai bollettini israeliani,
      Al tiranno giordano traditore.
      Quante volte ci hanno detto «E’ finita in Palestina»
      E ancora cantavamo la canzone.

      Abbiamo alzato il rosso, il verde, il bianco e il nero,
      Stretto in pugno la bandiera: i colori di Al-Fatah.
      Abbiamo alzato la bandiera partigiana della Rossa Palestina
      Accanto a quella del Vietnam!

      Al di là di questo mare c’è un popolo fratello:
      Ogni lotta aiuta un altra lotta,
      Ogni colpo sparato sul nemico sionista
      In Italia colpisce chi comanda.
      Coi popoli in rivolta si muove oggi la storia,
      Rivoluzione, fino alla vittoria!

      Abbiamo alzato il rosso, il verde, il bianco e il nero,
      Stretto in pugno la bandiera: i colori di Al-Fatah.
      Abbiamo alzato la bandiera partigiana della Rossa Palestina
      Accanto a quella del Vietnam

      ———————–

      Islamicamente parlando, una Taqiya sopraffina a Costo Zero !

      • Miguel Martinez scrive:

        per Moi

        “Laggiù nel Medioriente, come un bufalo ferito
        Infuria il pirata americano,”

        Non lo conoscevo, grazie!

        • Moi scrive:

          @ MIGUEL

          E’ il Potere della Magia (sapendo quanto sputtanata è la parola …) di Internet :

          da un momento all’ altro, se le circostanze dell’ attualità lo consentono … qualsiasi cosa dapprima “dimenticata per sempre” può riemergere apparentemente dal nulla ! Ben poco importa il contesto iniziale : se ne crea uno nuovo , e quella cosa può sembrare più “attuale” _ come in questo caso _ mezzo secolo dopo rispetto a quando effettivamente uscì in origine !

        • Moi scrive:

          Io stesso non ho propriamente ricordato il testo, magari sentito l’ultima volta in età prescolare a uno “Stènd” ProPalestina a qualche Festa dell’ Unità chissà quando … però lo stile musicale e il modo di cantare “a comizio” 🙂 qualche vaghissimo ricordo me lo ha “sbloccato”.

          Ben altra cosa rispetto al 15enne Marocchino Musulmano di oggi (!) che l’ ha scoperta da meno di un mesetto dal nulla in internet e la posta per solidarietà a Fratelli fisicamente lontanissimi ma che , sapendo l’ Arabo, può istantaneamente contattare / monitorare in qualsiasi momento.

        • Moi scrive:

          D’altronde anche Alessandro Di Battista è diventato famoso in tutto il mondo Arabo dopo essere stato sottotitolato in Arabo su Tiktok da qualche giovane Italo-“Arabo/a” …

  16. Moi scrive:

    Gira un memino, dopo il Caso Telefonata , con Kim Jong Un che chiede :

    A- “Plonto, Govelno Cocomeli ?”

    B- “No, Governo Meloni …”

    A- “Scusate, io sbagliato flutta !”

    … un po’ cringe, ma in Italia tutto fa brodo !

  17. fuzzy scrive:

    https://www.agrifoodtoday.it/innovazione/dna-orzo-Crea.html#_ga=2.199277485.2079288683.1699076070-1831741257.1699076070
    Ed ecco che inizia la guerra all’orzo.
    Presto sarà rinchiuso in una riserva dove sopravviverà a stento solo in virtù di aiuti umanitari. Al suo posto ci sarà il più tecnologico “Orzo immangiabile”.

    • Fuzzy scrive:

      Ah, mi era sfuggito il nome.
      Si chiamerà “L’orzo del futuro”
      Sono in corso le procedure per la santificazione.
      Poi chi lo sputera’ nel piatto potrà rischiare una condanna penale con fino a due anni di reclusione.

      • Fuzzy scrive:

        https://ejmagnier.com/2023/11/02/what-is-the-role-expected-of-hezbollah-in-the-gaza-war/

        Ieri il discorso del leader di Hezbollah
        C’è una sorta di unità strategica tra Hezbollah e Hamas.
        E quindi?

        La leadership di Hezbollah ritiene che la perdita delle capacità di resistenza di Gaza incoraggerebbe Israele e forse porterebbe a una coalizione più ampia, sostenuta dagli Stati Uniti sia finanziariamente che militarmente, volta a neutralizzare il potere di Hezbollah nella regione. Una simile coalizione cercherebbe di smantellare il formidabile arsenale del gruppo e di diminuirne l’influenza in Libano e in tutto il Medio Oriente.

        In questo contesto, il destino di Gaza non è solo una questione di solidarietà per Hezbollah ma un imperativo strategico. Il gruppo riconosce che la forza dell’asse della resistenza risiede nella sua unità. Qualsiasi indebolimento di una componente, sia a Gaza, in Libano o altrove, ha ripercussioni sull’insieme.

        Con l’evolversi della situazione a Gaza, le decisioni di Hezbollah saranno influenzate da considerazioni tattiche immediate e dal panorama strategico più ampio. La storia dei due tori serve da monito: nel gioco ad alto rischio della geopolitica regionale, i guadagni a breve termine possono portare a vulnerabilità a lungo termine.

        A meno che non ci siano trattative segrete in atto (pare ci siano) le possibilità di uscire da questo inghippo sono ben poche.
        E poi c’è questo Netanyahu che sembrerebbe una mina vagante.

  18. Mauricius Tarvisii scrive:

    Attenzione, democratici: contrordine!

    https://www.ilmessaggero.it/AMP/persone/edith_bruck_migranti_antisemitismo_zerocalcare-7733851.html

    La Francia che nei decenni ha importato manodopera africana dalle sue ex colonie per rimpolpare la propria demografia diventa “abbiamo tollerato l’accoglienza dei profughi e di tutti coloro che poveracci affogavano nel mare”.

    Finalmente il Capitano smette di essere un ridicolo frequentatore di sagre della porchetta e diventa un lungimirante leader politico. “Prima ce l’avevamo con Salvini e Meloni, ora pure noi stiamo cambiando idea, è una cosa grave. Sono sempre stata per accettare i migranti, adesso non la penso più così… Più ne arrivano e più antisemitismo portano”.

    La ricetta è chiara, perché “è una cosa da barbari, una volta c’erano due eserciti che si misuravano”: bisogna creare subito la Palestina, armarla fino ai denti perché possa costituire un esercito e a quel punto finalmente avremo un conflitto non “da barbari”.

    “Ormai tutti sono contro Israele”. Anche Italo Calvino.
    Ma quest’ultima è forse frutto di un accostamento involontariamente comico fatto dal redattore nella sua sintesi.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per MT

      “Attenzione, democratici: contrordine!”

      Abbiamo una novantaduenne, traumatizzata a 13 anni, diventata un po’ un idolo perché un quarto di secolo dopo il suo trauma ha scritto qualcosa. Intortata da un giornalista oggi perché dica che lei è sconvolta e confusa, e ah… sì, gli immigrati.

      Quello che voglio sottolineare è che la poveretta è anche meno colpevole di Oriana Fallaci. Il vero colpevole è il giornalista, e ancora di più, il mandante del giornalista.

  19. Moi scrive:

    @ FUZZY & FURBY

    Al vòstar amigh Elone Muschio 🙂 :

    https://www.motorbox.com/auto/magazine/vivere-auto/tesla-supercharger-alimentati-a-gasolio-in-california

    In California, una stazione di ricarica per auto elettriche Tesla Supercharger ha un generatore Diesel ad alimentare le colonnine

    • Fuzzy scrive:

      Furby è diventato un vero gufo e ora vive nel bosco a Gradara. Ha sposato la gufetta del teatro dell’aria.
      La sua auto Jaguar E Diabolik è rimasta ferma a Gradara e non so quante multe per divieto di sosta abbia già preso.
      Ma lui dice che tanto paga Roberto.
      Io, se vuoi il mio parere sulla Tesla e sul suo padrone, ti dirò che posso anche farne a meno.
      Recentemente mi sono espresso a favore della “velomobile” a pedalata assistita. Fa l’equivalente di 800 chilometri con un litro, ma ai 30 all’ora.

      • Moi scrive:

        ma ai 30 all’ora.

        ————–

        Può fare il Testiomonial per Matteo Lepore ! … Se per Peucezio è un incubo già Giuseppe Sala, non oso pensare Matt Lepore !

    • Fuzzy scrive:

      Prendete i giovani di Ultima generazione. Sono magnifici. Rischiano la vita, la mettono in gioco per denunciare la follia del tempo, le scelte assurde belluine e distruttive di chi governa il mondo e se ne frega del futuro di tutti. Sono stati processati e condannati per aver usato la vernice lavabile di fronte alle scelte indelebili che rendono i nostri territori più fragili, più devastati, più incivili.

      Sono stati processati e condannati per aver simbolicamente bloccato strade, facendo perdere tempo agli automobilisti; quelle stesse strade finite sott’acqua, con le macchine impazzite a galleggiare, per una doppia politica di disinteresse per i cambiamenti climatici (Greta era gretina…) e di distruzione continua del suolo che sembra inarrestabile.
      https://www.remocontro.it/2023/11/05/lultima-generazione-e-il-potere-bamboccio/

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Fuzzy

        “Prendete i giovani di Ultima generazione. Sono magnifici. ”

        Sono d’accordo.

        Ma hanno agito per colpire l’opinione pubblica.

        E l’opinione pubblica ha notato soprattutto gli incomprensibili attacchi alle opere d’arte.

        Leggendo tra le righe, si capisce che hanno usato materiali non dannosi, ma la gente non legge tra le righe. E certo non si capisce assolutamente cosa chiedano – sono dovuto andare in rete per sapere che chiedono i tagli ai sussidi alle industrie fossili, ma non ho ancora capito cosa c’entra la Primavera di Botticelli.

        Per il televisivo medio, “gli ambientalisti” (si generalizza sempre) quindi vogliono distruggere i simboli della civiltà umana, probabilmente perché vogliono farci tornare nelle caverne.

        Insomma, quelli di Ultima Generazione per me sono ottime persone, in assoluta buona fede, coraggiose, che hanno fatto un danno pazzesco alle cause ambientali.

        • PinoMamet scrive:

          “Insomma, quelli di Ultima Generazione per me sono ottime persone, in assoluta buona fede, coraggiose, che hanno fatto un danno pazzesco alle cause ambientali.”

          Sono d’accordo sull’ultima parte: hanno fatto un danno pazzesco alle cause ambientali.

          Secondo me sono anche in malafede.

          Non è che non credano alla loro causa: ma si rifiutano di credere che la loro causa possa essere meglio difesa in altri modi, perchè gli altri modi sono meno spettacolari e non li vedrebbero protagonisti.

          Non ditemi che non avete mai frequentato un gruppo di appartenenti a un movimento universitario- aspiranti politici sotto i venticinque anni- gruppo di idealisti protestatari per qualche motivo…

          Non ci credo.

          I miei amici, anni fa, andavano a una specie di “campeggio ecologico” in Sardegna.
          Ovviamente di problemi ambientali non risolvevano proprio un cazzo, anzi, magari con la loro logica li aggravavano
          (traghetto per la Sardegna + auto per raggiungere località in culo ai lupi…)

          Tutti ragazzi, perlopiù femmine a dire il vero e anche carine, guidati/scelti dal leader indiscutisso e indiscutibile sui cinquanta/sessant’anni, la cui parola era legge: niente detersivi! e vabbè. Niente spazzolino! e lì la logica comincia a cedere… niente carta igienica (l’ultima volta che ho controllato era fatta di carta…) ma pulirsi il culo con l’acqua del pozzo…
          Non mi invento mica niente.

          Ho anche conosciuto il sedicente leader, ma è morto e non posso parlarne male, perciò dirò il meglio che posso ricordandolo come persona di rara antipatia.

          Poi, mi raccontò un amico che ci andò trascinato dalla fidanzatina, ora sua moglie, vennero dei simpatici indigeni in camioncino, casualmente con un fucile da caccia sul sedile del passeggero, e “invitarono” caldamente la ragazze, e anche obtorto collo i ragazzi, a seguirli a una festa paesana non ecologica, ma a base di vino, Ichnusa e porceddu: dove peraltro si divertirono, alla faccia del cinquantenne, nonostante i pesanti tentativi di seduzione dei locali.

          sarebbe bello darvi una versione politicamente corretta: sed magis amica veritas.

          Ovviamente quando me lo raccontarono io sperai che la storia finisse in modo diverso, magari con una fucilata a pallini nel culo del cinquantenne.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per PinoMamet

            “Ovviamente quando me lo raccontarono io sperai che la storia finisse in modo diverso, magari con una fucilata a pallini nel culo del cinquantenne.”

            In effetti, mi sembra la perfetta descrizione di certi ambienti 🙂

            Esiste infatti un momento in cui una causa assolutamente buona e condivisibile, diventa il giocattolo di qualche narcisista che riesce a far fallire la causa, mentre non combina nemmeno un granché per se stesso.

            La Sinistra temo sia piena di persone di questo tipo: per me l’ambientalismo non è “di Sinistra”, ma certamente c’è una sovrapposizione antropologica con questo tipo di persone.

            Il problema è che c’è davvero poco che possiamo fare “per l’ambiente”, e quindi spesso si fanno cose sceniche e inutili.

            • Roberto scrive:

              Miguel,
              L’ambientalismo non dovrebbe essere di sinistra e sono d’accordo ma è un fatto che per la destra è come il drappo rosso per il toro

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “L’ambientalismo non dovrebbe essere di sinistra e sono d’accordo ma è un fatto che per la destra è come il drappo rosso per il toro”

                Infatti!

                Prima chiacchierano di Difendere la Tradizione, poi difendono chi spiana i boschi e cementifica le pianure.

                Non che nei fatti la Sinistra realmente esistente sia tanto diversa: qui per distruggere la Piana a nordovest di Firenze, sono strettamente uniti Lega e PD fiorentino (contrari però il PD di Sesto e di Campi). Come sono nella maggior parte delle scelte che riguardano l’ambiente in Toscana.

                La differenza è che il PD magari parla di Cemento Ecofriendly e Sviluppo, la Lega di Posti di Lavoro e Sviluppo.

        • Peucezio scrive:

          Miguel,
          “E l’opinione pubblica ha notato soprattutto gli incomprensibili attacchi alle opere d’arte.”

          Ma una scelta così non è affatto neutra.
          E d’accordo che siamo su un piano simbolico, perché non sono mai atti che fanno danni reali.
          Ma i gesti simbolici hanno un preciso significato.

      • Roberto scrive:

        Fuzzy

        “Sono magnifici.”

        Sono una massa di idioti inutili, narcisisti, fastidiosi, provo di empatia

        Perché?
        1. Inutili: hai mai sentito di qualcuno che abbia avuto non dico un cambiamento di un minimo aspetto di vita, ma semplicemente un pensiero, anche di 5 secondi, per l’ambiente grazie a questi tizi? Ovviamente no…da questo punto di vista mille volte meglio Greta, che qualche messaggio è riuscita a farlo passare (e ti assicuro che insieme ai tanti ragazzi che la percuotano ce ne sono che grazie a lei hanno iniziato ad avere un minimo pensiero ecologico…tipo i miei figli)
        2. Idioti: perché non si rendono conto del punto 1
        3. Narcisisti: perché ovviamente il solo scopo delle l’iro azioni è far vedere al mondo quanto sono belli
        4. Fastidiosi: non c’è molto da dire. Io spero sempre che chi tifa per sto mentecatti sia bloccato un giorno in macchina tornando a casa quando gli scappa la pipì…sai quando mancano 5 km e pensi “dai ce la faccio” iniziando a rilassarti. Ecco in quel momento bloccato 1 ora in tangenziale
        5. Totalmente privi di empatia: vedi punto 4…ma pensa che quelli bloccato non sono “automobilisti” ma persone che stanno trascinando le loro vite. C’è chi torna a casa a vedere la famiglia, chi sta andando a fare la spesa, chi va a lavorare e rischia il posto, chi deve prendere un aereo, chi ha un appuntamento dal dentista…ma ai tizi che gli frega?

        Mi chiedo solo se al prossimo che si incolla sul cemento non sia meglio lasciarlo lì a riflettere…sotto la pioggia, solo, senza telecamere

      • Roberto scrive:

        Dimenticavo dannosi

        Quanto costa alla società mandare polizia, ambulanze? Scrostare opere d’arte, pulire muri?

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ fuzzy

        “sono magnifici”

        Come un calcio negli zebedei.

        Io manco li manderei in galera.

        Vogliono la visibilità?

        Bene.

        Allora sotto le telecamere in mondovisione farei togliere loro ogni milligrammo di vernice che hanno spruzzato.

        Con la lingua.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

  20. Miguel Martinez scrive:

    So che qualcuno pensa che la Sinistra, specie quelli vicini alla Schlein, siano Fanatici Ambientalisti.

    Voglio rassicurarli.

    Il capo schleiniano della Toscana è Emiliano Fossi, ex-sindaco di Campi Bisenzio.

    Campi Bisenzio è il comune più colpito dall’alluvione in questi giorni.

    Campi Bisenzio, leggo oggi sul Corriere della Sera, è il comune che in questi anni (sindaco Fossi) ha avuto la massima cementificazione/impermeabilizzazione del suolo di tutta la Toscana.

    Già nel 2016, un report dell’Ispra diceva che “l’impermeabilizzazione del suolo comporta un rischio accresciuto di inondazioni, contribuisce ai cambiamenti climatici, provoca la perdita di terreni agricoli e fertili (..) e la perdita della capacita di regolazione dei cicli nature»

    Quindi i nostri antimbientalisti si rilassino: dove comanda la Sinistra, non si fanno fare il lavaggio del cervello dagli ambientalisti!

    Ecco un estratto dell’articolo

    *****

    Campi Bisenzio record per il suolo consumato (con l’ex sindaco dem) Secondo l’Ispra nel 2021-22 «cementiticati» 9 ettari

    Più di Campi, in Toscana, si è costruito solo a Cavriglia (Arezzo) e a Pisa II dossier di Simone Innocenti CAMPI BISENZIO (FIRENZE) Campi Bisenzio è il comune in provincia di Firenze che tra il 2021 e il 2022 ha registrato il maggiore incremento di consumo di suolo annuale: 8,8 ettari netti. E, in questo senso, il terzo comune in Toscana per consumo di suolo: lo precedono Cavriglia (Arezzo) e Pisa.

    Il dato è contenuto nel dossier dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca dell’ambiente, l’ente di ricerca pubblico del ministero dell’Ambiente. Una premessa importante: il consumo di suolo netto (secondo la definizione della Commissione europea del 2016) viene valutato attraverso il bilancio tra il consumo di suolo e l’aumento di superfici agricole, naturali e seminaturali dovuto a interventi di recupero, demolizione, deimpermeabilizzazione, rinaturalizzazione o altro.

    Nell’ultimo report, redatto lo scorso ottobre, Ispra spiega che

    • Peucezio scrive:

      Ma guarda che l’ambientalismo è proprio questo.
      Fare i danni sostanziali e poi pulirsi la coscienza facendo ecologismo d’accatto.
      Non quello dei ragazzini di Ultima Generazione, quello mediatico, ricattatorio, quello che “lodicelascienza”, ecc.
      Quello per cui continuiamo con scelte strutturali che distruggono il pianeta ma imponiamo la macchina elettrica così nelle nostre belle e pulite città occidentali l’aria è più salubre e scarichiamo il danno altrove.

      Per risolvere il problema del riscaldamento globale e tutto il resto ci vogliono scelte strutturali che possono fare solo i grandi stati non completamente assoggettati a logiche economiche, ma in grado in parte di dirigerle, come la Cina.
      Dove non ci sono i ragazzi di Ultima Generazione, né i media colpevolizzanti e ricattatori, né la mania fighetta delle macchine elettiche, ma il governo decide degli standard per le industrie e se un dirigente sbaglia lo sbattono dentro.

      • paniscus scrive:

        “Ma guarda che l’ambientalismo è proprio questo.
        Fare i danni sostanziali e poi pulirsi la coscienza facendo ecologismo d’accatto.”
        ————————–
        Ma non diciamo fesserie.

        Un bel ragionamento pretestuoso per dimostrare che comunque, a prescindere, l’ambientalismo è male perché si sa a priori che gli ambientalisti sono tutti ipocriti… e quindi è sempre meglio vantarsi del consumo sfrenato, delle plastiche usa e getta e dell’aria condizionata sparata a mille, pur di fare dispetto a Greta Thunberg, a Vandana Shiva e ai vegetariani.

        • Peucezio scrive:

          Ma no, il punto è che
          1) si tratta di palliativi, che danno l’illusione di risolvere il problema senza intervenire sui problemi strutturali;
          2) il problema va risolto a monte. Se lo stato vieta alle industrie di produrre gli imballaggi di plastica, nessuno deve smaltirli: le sorti del pianeta non possono essere affidate alla buona volontà dei singoli, se no stiamo freschi.

          Ti immagini se la sicurezza sociale fosse affidata alla buona volontà dei singoli di non ammazzare e rubare, anziché alle forze di polizia, carceri e anche a porte, serrature, caveau, cassaforti, ecc.?

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Peucezio

            ” il problema va risolto a monte.”

            Ma infatti. Appena qualcuno però fa una legge che vieta la plastica usa e getta, o che vieta il taglio industriale dei boschi, o che riduce l’uso delle auto in città, ecco che c’è chi si ribella.

            • Peucezio scrive:

              Vietare la plastica usa e getta crea delle seccature, ma credo dia un contributo prezioso all’ambiente.

              Non si capisce invece in che senso le macchine in città peggiorino il riscaldamento globale più che le macchine fuori città.

              Quindi siamo sempre lì: si tratta di proteggere i delicati polmoni dei benestanti abitanti dei centri cittadini.
              Che vadano affanculo.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Quindi siamo sempre lì: si tratta di proteggere i delicati polmoni dei benestanti abitanti dei centri cittadini.
                Che vadano affanculo.”

                Non so se sono benestante, ma grazie lo stesso dell’invito.

              • Peucezio scrive:

                Io abito in una zona trafficatissima, non lontano dal centro e vicino all’imbocco di un’autostrada importante.
                Ti assicuro che sotto casa mia passano molte più macchine che sotto la tua.
                C’è da dire che nel mio caso c’è di mezzo un cortile, ma, insomma, parliamo di piena zona urbana milanese.
                Ti assicuro che se parliamo in termini di salute individuale e non di equilibrio climatico del pianeta, dalla circolazione selvaggia delle macchine ho molto da smenarci.

                Ma tanto fra un po’ saranno tutte elettriche e vedrai che s’inventeranno altre scuse per non farle circolare.

            • Peucezio scrive:

              Comunque, vedi, si parte sempre da ciò che crea più disagio ai cittadini.

              D’accordo vietare le plastiche usa e getta, nel senso del bicchiere di plastica: laveremo più spesso quello di vetro (inquinando comunque, ma vabbè).

              Ma i cazzi degli imballaggi??
              Sono una seccatura enorme anche per il consumatore, che deve impazzire per aprire una cazzo di scatola di qualunque tipo, alle volte con l’ausilio di forbici e il rischio di amputarsi qualche arto e poi deve preoccuparsi di buttare via il tutto.
              Un leggero imballaggio di carta riciclata o riciclabile sarebbe più comodo, facile da aprire e da smaltire, ma danneggerebbe i produttori di plastica che quel demenet di Salvini difende.
              Si riconvertano!
              Che facciamo, ci teniamo la pena di morte per non licenziare il boia?

  21. tomar scrive:

    Quelli di Ultima Generazione.
    Vedo che l’esecrazione per le loro azioni ha qui unito commensali di destra, di centro e di sinistra, benpensanti e malpensanti.
    Potrei unirmi anch’io, perlomeno condividendo il giudizio di Miguel.
    Ma poi mi sforzo di entrare nella soggettività esistenziale di un bravo ragazzo o di una brava ragazza che nel 2023 ha 18 anni, cioè di due che non compiono queste azioni “che hanno fatto un danno pazzesco alle cause ambientali” per il fatto che sono semplicemente degli idioti narcisisti in cerca di visibilità… e mi sembra che abbiano qualcosa in comune con Hamas e con i palestinesi che l’appoggiano. Che sarà mai?

    • Roberto scrive:

      La stupidità? Il fatto che le loro azioni non facciano che peggiorare la vita altrui?
      E che non se ne rendano conto, o peggio me sento che se ne freghino? Non ci vedo altri punti in comune

      • Peucezio scrive:

        Roberto,
        tu però dovresti spiegarmi qual è l’alternativa, per i palestinesi, alla lotta armata.

        Tu che sei filo-ucraino, una volta invasa l’Ucraina come doveva rispondere? Aprendo negoziati, ma senza sparare un colpo?

        • Roberto scrive:

          Peucezio,

          Ha portato a qualcosa la lotta armata dei palestinesi?
          Cioè non 6 mesi di lotta armata, ma quanti, 40 anni…e dopo 40 anni di guerre, attacchi, terrorismo…hanno avuto qualcosa?

          Si credo che gli ucraini abbiamo il diritto di difendere il loro territorio, ma ad un certo punto se i russi vincono la guerra che fai….guerriglia per sempre?

          • Miguel Martinez scrive:

            Per roberto

            “Si credo che gli ucraini abbiamo il diritto di difendere il loro territorio, ma ad un certo punto se i russi vincono la guerra che fai….guerriglia per sempre?”

            Non stiamo parlando di vincere o perdere una guerra, è successo mille volte nella storia.

            L’ipotesi è che i russi rinchiudano gli ucraini in 165 minuscole enclave sigillate con posti di blocco, senza risorse e con gruppi di estremisti russi che ogni tanto arrivano nelle case degli ucraini e si portano via tutto, sostenuti dall’esercito.

            E che due o tre generazioni di ucraini crescano in questo clima.

            Non saprei cosa suggerire di fare, ma mi sembra normale che non si rassegnerebbero.

            • Roberto scrive:

              Miguel,
              la butto lì sicuramente nessuno l’ha mai pensata…ma è del tutto fantascientifico che gli israeliani si scavino dai maroni in Cisgiordania come hanno fatto a Gaza, e che i palestinesi vivano tra Gaza e Cisgiordania senza pensare che devono per forza scacciare gli israeliani?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Roberto

                “ma è del tutto fantascientifico che gli israeliani si scavino dai maroni in Cisgiordania come hanno fatto a Gaza, e che i palestinesi vivano tra Gaza e Cisgiordania senza pensare che devono per forza scacciare gli israeliani?”

                Era quello che temevano gli israeliani già all’epoca degli accordi di Oslo, per cui hanno fatto inserire la famosa clausola che assicurava a Israele il controllo delle aree che Israele riteneva “militarmente importanti”, e in cui poi hanno inserito i coloni. Ormai ci sono circa 700.000 coloni insediati in Cisgiordania. Vedo piuttosto improbabile che qualcuno userà l’esercito israeliano per cacciare 700.000 ebrei dalle loro case!

                E’ stato fatto nel Sinai e a Gaza, ma se mi ricordo bene erano poche migliaia di coloni.

              • Peucezio scrive:

                Roberto,
                “ma è del tutto fantascientifico che gli israeliani si scavino dai maroni in Cisgiordania come hanno fatto a Gaza”

                Sì. Ci sono i coloni. Si farebbero uccidere pur di non andarsene. E comunque nessun primo ministro israeliano farebbe a meno del loro consenso, anche perché hanno la solidarietà di larga parte del resto della società civile.

              • PinoMamet scrive:

                I coloni c’erano anche a Gaza. Li hanno portati via a forza.

                Avevano il consenso di metà (non stiamo a guardare il capello) della popolazione, e il dissenso dell’altra.

              • Peucezio scrive:

                Pino,

                certo.
                Ma quello è un pezzettino.
                Se lo facessero con tutti quelli della Cisgiordania ci sarebbe una guerra civile e secondo me il capo del governo che lo facesse verrebbe davvero impalato in piazza, non in senso figurato.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Se lo facessero con tutti quelli della Cisgiordania ci sarebbe una guerra civile e secondo me il capo del governo che lo facesse verrebbe davvero impalato in piazza, non in senso figurato.”

                E’ da oltre un quarto di secolo che lo Stato israeliano sostiene massicciamente i coloni della Cisgiordania. Che sono ormai più del 10% dei cittadini israeliani.

                Non credo proprio – specie dopo aver vinto la guerra contro i deltaplani di Gaza – che lo Stato vorrà darsi la zappa sui piedi, senza nessun motivo.

                Per cui credo che dobbiamo partire dalla realtà dell’ultimo quarto di secolo.

                164 micro-enclave, più ciò che resterà di Gaza.

          • Peucezio scrive:

            Roberto,
            io credo che se non ci fosse stata la lotta armata palestinese, adesso non ci sarebbe neanche mezzo palestinese fra il Mediterraneo e il Giordano, esclusi quelli con cittadinanza israeliana: Israele si sarebbe pappato tutto e basta. E forse si sarebbe anche espanso ulteriormente.

            Non dimentichiamo neanche che la guerriglia palestinese si inserisce anche in un gioco geopolitico più grande: probabilmente se non fosse stato per l’Iran e la Siria oggi i Palestinesi non esisterebbero più o sarebbero chissà dove; ma il cosiddetto terrorismo palestinese è anche un braccio armato di questi paesi: c’è un vantaggio reciproco che comunque impedisce a Israele non dico di dilagare (dilaga comunque), ma almeno di non prendersi tutti gli spazi senza incontrare nessuna resistenza.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “io credo che se non ci fosse stata la lotta armata palestinese, adesso non ci sarebbe neanche mezzo palestinese fra il Mediterraneo e il Giordano, esclusi quelli con cittadinanza israeliana: Israele si sarebbe pappato tutto e basta. E forse si sarebbe anche espanso ulteriormente.”

              Magari questo no, però sicuramente le colonie a Gaza non sarebbero state evacuate e ne sarebbe sorta anche qualcuna di più.

              • Lucia scrive:

                “probabilmente se non fosse stato per l’Iran e la Siria oggi i Palestinesi non esisterebbero più o sarebbero chissà dove”
                Magari alcuni sarebbero cittadini iraniani e siriani e giordani, altri cittadini isrealiani arabi, in tutti i casi con piena cittadinanza. Non è detto che sarebbe andata così, però sarebbe stato uno scenario possibile. Soprattutto, si sarebbe potuto accettare che alcune persone mettano radici altrove (come gli ebrei scacciati dai paesi arabi o dall’Iran, per esempio, o come me insomma in modi tragici, un po’ tristi o per nulla problematici) e che altre nel corso della loro vita si trovino, pur non emigrando, cittadini di uno stato che al tempo della loro nascita non esisteva (come tantissimi in Europa centro orientale e balcanica, per esempio).
                Non è detto che sarebbe andata così, ma peggio di com’è ora è difficile sarebbe andata.

              • roberto scrive:

                la vedo anche io come lucia…poi magari ci sbagliamo e gli israeliani avrebbero sterminato i palestinesi, ma davvero non vedo perché

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “a vedo anche io come lucia…poi magari ci sbagliamo e gli israeliani avrebbero sterminato i palestinesi, ma davvero non vedo perché”

                Sono d’accordo. Nessuno si diverte a “sterminare” un altro popolo, l’importante è toglierselo dalle scatole.

                La Germania ha cercato di deportare gli ebrei all’estero ovunque fosse – anche Madagascar – e ha attuato la “soluzione finale” quando, causa guerra, non se li prendeve più nessuno (a partire dagli Stati Uniti).

                Attribuire “odio” e “sete di sangue” all’Altro è sempre errato.

              • Peucezio scrive:

                Non ho mai pensato che sarebbero stati sterminati.
                Se uno non ti minaccia, non lo uccidi, lo mandi via.

                E non vedo, Lucia, cosa ci sarebbe di positivo nel fatto che un intero popolo sia deportato dalla sua terra.
                E soprattutto di giusto.
                Chi trova tollerabile una cosa del genere dovrebbe essere cacciato a sua volta da casa sua senza lamentarsi, compreso tutto l’osceno giornalistume di destra e non.

                E se poi gli ebrei decidessero di espandersi oltre il Giordano?
                Chi può sentirsi sicuro? Potrebbero arrivare ovunque: sono militarmente incommensurabilmente più potenti di qualunque paese islamico.
                Gli unici con cui devono stare attenti sono i pakistani, che hanno l’atomica, ma tanto sono troppo lontani e c’è in mezzo l’India 😀

              • Lucia scrive:

                “un intero popolo sia deportato dalla sua terra”
                Ma io non credo che li avrebbero deportati tutti. Mi pare possibile (non probabile) che, mentre una parte se ne sarebbe andata per sempre (come fanno tanti, quindi non scaldiamoci, magari con quartieri tipo Chinatown ma palestinesi a Teheran, Rabat e Istanbul…) altri avrebbero ottenuto diritti civili forse passando per un periodo tipo apartheid, il che è orribile però quanto a lungo avrebbe potuto durare? Fino al 2023??
                E forse, data la maggior ricchezza di Israele rispetto ai propri vicini, gli arabi isrealiani sarebbero stati molto contenti di mantenere lo status quo di paese non musulmano ma non troppo una volta ottenuto i diritti civili.
                Sono tutti what if, non voglio convincerti che siano più credibili dei tuoi ma … neanche meno 😉
                Che poi Siria e Iran siano agenti di stabilità o che financo svolgano un ruolo di protezione del popolo palestinese…mmmmmm….

              • Peucezio scrive:

                Lucia,
                “mentre una parte se ne sarebbe andata per sempre (come fanno tanti, quindi non scaldiamoci, ”

                Fammi capire, a te pare normale che uno emigri perché un altro più forte e prepotente ha occupato la sua terra?

                Allora, te lo dico:
                io se degli stranieri volessero impadronirsi dell’Italia mi sentirei morlamente autorizzato a sterminarli tutti, fino all’ultimo uomo.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ roberto

            “lotta armata dei palestinesi”

            Quale alternativa hanno?

            I film western li vedono anche loro.

            Se devono perdere tutto comunque perché i sionisti li considerano come i cowboy consideravano i pellerossa, tanto vale portarsi nella tomba qualche scalpo.

            Prima di finire sottoterra o – se va bene – in una riserva come i discendenti di Geronimo, anch’io imparerei a usare un deltaplano e a sgozzare i futuri assassini dei miei figli.

            Tu no?

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • roberto scrive:

              Andrea

              non saprei, come ben sai ci sono “pellerossa” che vivono maluccio nelle riserve, altri che ci vivono bene, altri che vivono maluccio fuori ed altri bene…tutti accomunati dal fatto di essere vivi…

              e no, non credo che andrei a sgozzare neonati (anche se prendo nota che tu ed andreotti lo fareste), anzi di questo sono del tutto certo

              • Francesco scrive:

                A me dà da pensare la totale impermeabilità di Andrea e Miguel ai fatti.

                In guerra, il vincitore smette di ammazzare il vinto quando questo si arrende. E ricomincia se scopre che l’altro ha fatto solo finta.

                Il trucco è non farsi sconfiggere dai Mongoli, tutto lì. Oppure essere i cinesi, troppi da sterminare anche per i Mongoli.

                Il resto mi sembrano chiacchiere a vuoto.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “e no, non credo che andrei a sgozzare neonati (anche se prendo nota che tu ed andreotti lo fareste), anzi di questo sono del tutto certo”

                E’ la fortuna di non avere dna arabo 🙂

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “In guerra, il vincitore smette di ammazzare il vinto quando questo si arrende”

                Secondo me tutto si regge sull’ambiguità delle parole “guerra”, “vinto” e “arrendersi”.

                Gengis Khan non poteva che sterminare le tribù nomadi che rifiutavano di cessare di esistere come popoli e di trasformarsi in schiavi per i mongoli: ed eccolo inseguire di cumani in Ungheria. Perché? Perché nelle steppe non c’è territorio da controllare, ma pascoli da occupare e la tua sola permanenza in vita occupa risorse di pascolo.
                Al contrario, Gengis Khan accetta la resa della città cinese che domani non paga più le tasse al sovrano Song, ma ai mongoli: la vita per loro continuerà più o meno come prima.

                È abbastanza chiaro che la città cinese può aprire le porte, mentre i cumani non avranno questo lusso.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “non saprei, come ben sai ci sono “pellerossa” che vivono maluccio nelle riserve, altri che ci vivono bene, altri che vivono maluccio fuori ed altri bene…tutti accomunati dal fatto di essere vivi…”

                Sono anche pochini.

                Immaginati che la metà della popolazione dell’area statunitense fosse rinchiusa dentro quelle riserve, con posti di blocco, da mezzo secolo, senza il diritto di votare (per il governo degli Stati Uniti) e senza alcun diritto di fronte ai tribunali statunitensi.

                Vabbe’, mica sono europei, però…

              • Roberto scrive:

                Miguel

                “Immagina”

                Come ben sai i pellerossa se la sono passata anche peggio, ma appunto ci sono ancora

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Come ben sai i pellerossa se la sono passata anche peggio, ma appunto ci sono ancora”

                Veramente ho detto un’altra cosa, probabilmente non era chiaro il concetto di “area statunitense.

                Per inventare delle cifre, facciamo 200 milioni di cittadini statunitensi con pieni diritti, liberi di girare tutto il paese e pure il mondo, e 150 milioni rinchiuse nelle riserve senza diritti, a parte quello per alcuni di fare i manovali sotto strettissimo controllo, con rientro obbligatorio poi nelle riserve. E più chiaro così?

                “Immaginati che la metà della popolazione dell’area statunitense fosse rinchiusa dentro quelle riserve, con posti di blocco, da mezzo secolo, senza il diritto di votare (per il governo degli Stati Uniti) e senza alcun diritto di fronte ai tribunali statunitensi.”

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “fatti”

                Appunto, i fatti.

                I fatti mostrano che la guerra di Israele ai Palestinesi non è mai finita.

                Hamas è supportata proprio per l’incapacità dell’autorità nazionale Palestinese di fermare l’aggressione.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Roberto scrive:

                Miguel

                “più chiaro così?”

                Era chiarissimo come era chiarissimo anche quello che ho detto io

                Giusto che non siamo d’accordo, capita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Giusto che non siamo d’accordo, capita”

                Non sono d’accordo di non essere d’accordo 🙂

                Sono d’accordo con te che i nativi americani esistono ancora, in piccolo numero in piccole riserve, e con gli stessi diritti degli altri cittadini statunitensi.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Davvero stiamo comparando gli amerindi, che vivono nelle briciole di un territorio vastissimo e largamente spopolato, goccia demografica in un mare di coloni, ai palestinesi, che sono tanti e ammassati in quel fazzoletto di terra (dove quindi è difficile trovare briciole) tra il Giordano e il mare?

    • PinoMamet scrive:

      Mah, esecrazione mi pare esagerato.
      Sono dei normalissimi giovanotti un po’ esaltati. Poi passa.

      Non gli voglio così male da paragonarli ai terroristi di Hamas.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per PinoMamet

        “Non gli voglio così male da paragonarli ai terroristi di Hamas.”

        Penso che dipenda tutto dalla vita che fai.

        • Fuzzy scrive:

          Le persone che protestano per il clima hanno ragioni sacrosante. I dati sono allarmanti, le dichiarazioni del segretario generale dell’Onu sono chiare: “Azione collettiva o suicidio collettivo”
          Luca Mercalli, climatologo e divulgatore scientifico italiano

          Gli attivisti di Ultima Generazione hanno ragione e sanno comunicare con efficacia. Quando si trova un canale che viene ripreso da tutti i media mainstream e sui social vuol dire che il processo di comunicazione ha funzionato e funziona mantenendo questo status.
          Lella Mazzoli, docente di sociologia della comunicazione all’università “Carlo Bo” di Urbino

          Dal sito di “ultima generazione”
          Sono bravi

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Fuzzy

            “Gli attivisti di Ultima Generazione hanno ragione e sanno comunicare con efficacia. Quando si trova un canale che viene ripreso da tutti i media mainstream e sui social vuol dire che il processo di comunicazione ha funzionato e funziona mantenendo questo status.”

            Concordo con Mercalli, che siamo messi male.

            Capisco chi vuole comunicare il problema, facendo qualcosa di clamoroso.

            Bene. A parte qualche ecologista molto convinto in partenza, non ho MAI sentito una persona dire, “caspita, ho visto quello che hanno fatto quei ragazzi buttando la vernice su Palazzo Vecchio, e mi sono accorto che siamo vicini alla catastrofe climatica e voglio fare qualcosa per salvare il pianeta!”

            Manca qualunque immaginabile connessione logica.

            Avessero rapito e torturato a morte in diretta il CEO della Exxon, avrebbero avuto molti più consensi.

            • Miguel Martinez scrive:

              “Manca qualunque immaginabile connessione logica.”

              Quelli di Ultima Generazione è vero che hanno saputo fare azioni che hanno “bucato lo schermo”: ha pienamente ragione la prof. Mazzoli.

              Anche l’Isis le ha fatte (sto parlando dell’impatto mediatico, non del dolore reale inflitto).

              L’Isis è riuscito a rendere simpatici gli immigrati musulmani a grandi numeri di europei?

              • Miguel Martinez scrive:

                “azioni che hanno “bucato lo schermo””

                Tra l’altro, quelli di UG pare che abbiano fatto danni reali (ovviamente senza intenzione) alla facciata di Palazzo Vecchio.

                Lo dico con un certo affetto, conosco persone vicine a UG, non giudico affatto le loro intenzioni.

              • Fuzzy scrive:

                https://greenreport.it/news/clima/carovita-sostenibilita-e-cambiamento-climatico-sono-le-tre-principali-preoccupazioni-degli-italiani/
                Pare che gli italiani siano sempre più sensibili riguardo a certe questioni.
                Tra l’altro ogni volta che passa una perturbazione succede un disastro. E di conseguenza qualcosa sta cominciando a girare al contrario nella testa di molta gente.
                E chi può dar voce a tutto questo
                girare al contrario
                se non i prodi manifestanti di Ultima Generazione?

              • PinoMamet scrive:

                …chiunque altro?

              • Peucezio scrive:

                Diciamo chenella testa di molta gente si fa strada l’idea che qualcosa stia cominciando a girare al contrario malgrado quelli di Ultima Generazione.

                Fosse per loro l’ecologismo verrebbe preso sul serio non quanto il terrapiattismo. Di meno!

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Fosse per loro l’ecologismo verrebbe preso sul serio non quanto il terrapiattismo. Di meno!”

                poi a me dispiace, perché so che sono persone “pulite”.

                Purtroppo sono diventati gli ambientalisti preferiti di Salvini.

              • Fuzzy scrive:

                Girare al contrario:
                “Il punto è capire come invertire la rotta rompendo quella sorta di rimozione collettiva, che chiamano anche «dissonanza cognitiva», che permette alle persone di andare avanti con il business as usual nonostante ciò che accade al pianeta”.
                https://ilmanifesto.it/la-persistenza-di-ultima-generazione

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Fuzzy

                Ultima Generazione

                Allora, ripartiamo.

                Metto le mani sul fuoco (senza incollarcele) che quelli di UG siano ottime persone.

                Hanno totalmente ragione a dire che quella ambientale sia la questione cruciale.

                Condivido la loro unica richiesta, “stop a tutti i sussidi pubblici ai combustibili fossili.

                Bene.

                In che modo queste cose sacrosante vengono comunicate facendo leggere alle persone titoli che dicono che un gruppo ha preso di mira la Primavera di Botticelli, Palazzo Vecchio, la Fontana di Trevi e un quadro di Van Gogh?

                Io sono dalla parte loro, sono una di quell persone su mille che approfondisce le cose, bene, io ancora non l’ho capito.

              • Peucezio scrive:

                Miguel,
                “poi a me dispiace, perché so che sono persone “pulite”.”

                Come al solito sei troppo indulgente.
                Un deficiente fa molti più danni di un malvagio.
                E, soprattutto, non è assolvibile, perché qui parliamo di idiozia dolosa: non sono minorati psichici, oligofrenici, sottosviluppati o roba del genere, sono ragazzi istruiti.

                Poi, certo, la gente veramente peggiore è altra e presi uno per uno non saranno neanche così malvagi.
                È il fenomeno sociale che è dannoso. E quando persone in sé non cattive alimentano a vicenda il proprio conformismo e spirito gregario esprimono il peggio di sé, come la maggior parte dei militanti.
                Il militante è di base militante di qualcosa si sbagliato. Perché ha la presunzione di capire cosa è meglio per gli altri.
                Poi eccezionalmente c’è il militante di una causa giusta, ma è un caso raro.

              • Fuzzy scrive:

                In che modo queste cose sacrosante vengono comunicate facendo leggere alle persone titoli che dicono che un gruppo ha preso di mira la Primavera di Botticelli, Palazzo Vecchio, la Fontana di Trevi e un quadro di Van Gogh?

                Cercano, tramite gesti eclatanti “di un certo tipo” di smuovere le
                persone da quella specie di malattia psichica collettiva che è la dissonanza cognitiva.
                Per cui ci si illude di far parte di una civiltà con tanto di opere d’arte consacrate quando in realtà questa stessa civiltà sta spingendo tutta la terra, e non solo l’uomo, verso la sesta estinzione di massa.
                È come se dicessero “se non si corregge la rotta, tutte queste opere di ingegno non sono valse a niente”.
                Io l’ho percepita così fin dal primo momento, a livello istintivo. E ritengo siano bravi appunto perché sanno comunicare senza discorsi, ma solo col gesto in sé.

              • PinoMamet scrive:

                Beh, diciamo che sei uno dei pochi che l’hanno capita così.
                L’unico che conosco…

                E saper comunicare a una persona sola non è un grandissimo risultato…

              • roberto scrive:

                fuzzy

                “sanno comunicare senza discorsi, ma solo col gesto in sé.”

                saper comunicare vuol dire far passare un messaggio

                se io faccio un rutto durante una ceriomonia religiosa in odium ecclaesiae faccio passare il messaggio

                se io intendevo protestare contro i costi ambientali del trasporto di peperoni dall’olanda, nessuno capisce

                allo stesso modo se io vedo un pirla che si incolla la mano sulla tangenziale, il messaggio che passa è che un pirla mi fa arrivare in ritardo a casa

              • Fuzzy scrive:

                Mamet
                https://www.ecoo.it/articolo/ultima-generazione-sondaggi-proteste-cosa-pensano-italiani/113646/
                Qui ci sono dei numeri
                I risultati hanno dimostrato che la maggior parte dei giovani, circa 2 su 3 del campione, si trova d’accordo sulle cause per cui Ultima Generazione si batte, come il cambiamento climatico, ma non condivide le modalità delle proteste. In particolare, meno del 25% degli intervistati approva queste azioni

                E quindi
                -quasi il 25% dei giovani approva le modalità di protesta

                -circa 2 su 3 del campione, si trovano d’accordo sulle cause per cui Ultima Generazione si batte

                Dei vecchi non si sa niente.
                Io che son vecchiotto, mi trovo d’accordo sia sulle cause che sulle modalità di protesta.

                Attendo i risultati del tuo personale sondaggio.
                Ho già pronti il block notes e la
                matita.

              • PinoMamet scrive:

                Credo di avertelo già scritto sopra.

                Imparo dal tuo sondaggio, che accetto con beneficio di inventario riservandomi ulteriori critiche a quando avrò modo e tempo, che piudell’ 85 per cento dei giovani disapprova le modalità di Ultima generazione.

                Bel risultato, non c’è che dire…

            • Fuzzy scrive:

              Mamet
              Meno del 25% che approva le azioni non significa che l’85% le disapprova.
              Perché altrimenti salta fuori il 110%

              Nella tua risposta precedente, così esaustiva mi scrivevi che solo una persona approvava, e cioè io.

              Detto questo, il fatto secondo me interessante è che circa 2 giovani su 3
              approvano la causa per cui vengono fatte queste azioni. Nessuno dice che approvava la causa ma dopo le azioni di ultima generazione non l’approva più. E lì in mezzo ci sarebbe da approfondire.
              Ultima cosa, dicevo che dei vecchi non si sa niente, invece a una rilettura più accurata trovo pure un campione generico di popolazione analizzata in base ai commenti sul web.
              Allora, vediamo cosa dice….

        • tomar scrive:

          Miguel: “Penso che dipenda tutto dalla vita che fai.”

          Sicuramente, e anche che essendo, tra tutte le generazioni umane, quella che ha avuto in sorte di essere nata intorno all’anno 2000, si ritrova, intorno ai vent’anni di avere le prospettive di pianeta futuro che sappiamo. Anche se sono i giovani di qui, i privilegiati che per ora hanno solo il problema di dover emigrare per trovare un lavoro decente o quello di non poter metter su casa.
          Che vadano un po’ fuori di testa è quindi umanamente comprensibile. E quindi di non mi sento di trattarli con astio e disprezzo.
          Ciò detto, sono più che d’accordo che gli imbrattatori e gli stradebloccatori vadano molto severamente sgridati per il nocumento che creano al movimento, come per altro ha subito fatto Greta, sempre più gandhilenin della nostra epoca, che ha radicalmente criticato questi infantili estremismi.

  22. Miguel Martinez scrive:

    Allora,

    Salvini, davanti a qualche centinaio di persone:

    1) attacca i “fascisti”

    2) si schiera con le “giuste” rivendicazioni lgbtq (sì, compresa la “t”, lui voleva la castrazione chimica degli stupratori, adesso pare che rivendichi anche quella dei bambini con problemi)

    3) mette come musica “Imagine” (niente paradiso/niente nazioni/niente religioni, il mondo sarà uno solo…):

    *****

    https://www.milanotoday.it/politica/manifestazione-lega-4-novembre-2023.html
    La piazza della Lega è un mezzo flop, Salvini all’altro corteo: “Siete voi i fascisti”

    Stefano Pagliarini Responsabile redazione 04 novembre 2023 20:00

    Matteo Salvini cita Cesare Beccaria e parla di “giusta” battaglia riferendosi a chi si impegna per i diritti Lgbtq. Le parole d’ordine, ripetute come un mantra, sono “pace” e “libertà”. Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del merito, cita espressamente il “pensiero liberale”. E poi la musica, fra cui “Imagine” di John Lennon, ad accogliere i militanti arrivati da tutto il nord Italia. È una Lega che riscopre gli antichi sapori di un movimento popolare, laico e liberale, quella scesa in piazza sabato 4 novembre a Milano per manifestare a difesa di Israele (nella guerra con Hamas) e, in generale, dei valori occidentali. Lo fa richiamando qualche centinaio di persone. Un mezzo flop se si pensa che ne erano attese circa 3mila e che, dall’altra parte di una Milano blindata, il corteo pro Palestina conta 4mila presenti.

    • Francesco scrive:

      Salvini con Milano non ci ha mai preso, del resto è stato lui a consegnarla alla “sinistra” pur di fottere la Moratti.

      Salvini sta affogando nella sua mxxxa e la cosa mi fa un immenso piacere, a prescindere dalla mancanza di conseguenze positive.

      Io mi sono già scordato di Salvini, peraltro.

  23. PinoMamet scrive:

    Nessuno me lo chiede, e a nessuno importa, ma sento di dover dire la mia su Gaza.

    Come ho già detto, non credo di dover dipendere dal parere di persone autorevoli o famose: io sono abbastanza autorevole per me stesso.
    Gli altri pensino quello che vogliono.

    Allora, credo che l’unica posizione possibile sia- e lo dico da non cattolico- quella del Papa.
    Basta! Piantatela! Voi di Hamas liberate gli ostaggi; e voi militari di Israele fatela finita con la ritorsione.
    Nessuna delle due azioni (tenersi gli ostaggi, ammesso che siano ancora vivi, e procedere alla distruzione delle basi di Hamas, e quindi di Gaza perché quella è, in fondo, la base di Hamas, tutta intera) sortirà qualche effetto positivo; o sortirà qualche effetto, del tutto, che non sia il prolungamento del conflitto.

    Purtroppo il mio appello cadrà nel vuoto, come quello del Papa o di chiunque altro, ma non importa: trovo che sia l’unica posizione decente da tenere.

    Condannare la reazione israeliana senza ricordare la brutalità di Hamas è poco diverso (e sono serio) dall’ “accusa del sangue” dell’antico antigiudaismo;
    e ricordare in eterno l’infamia dei terroristi come giustificazione per qualunque reazione militare che colpisca anche vittime civili, lo trovo moralmente guercio e ingiusto.

    entrambe le posizioni sono da guerci, in realtà, “e dove andrà un cieco che conduce un altro cieco?” è scritto in un certo libro di sapienza ebraica che i cristiani leggono tutte le domeniche…

    • Miguel Martinez scrive:

      Per PinoMamet

      “in realtà, “e dove andrà un cieco che conduce un altro cieco?” è scritto in un certo libro di sapienza ebraica che i cristiani leggono tutte le domeniche…”

      Grazie, e condivido. Compresa la nota di pessimismo.

      Ieri ho visto una mamma splendida, che conosco da tanti anni, americana e molto impegnata nella comuntià ebraica.

      Una persona assieme alla quale abbiamo vissuto tante cose, e ci siamo parlati per un momento di tutt’altro.

      Una di quelle persone che se come i gatti, non usassimo il linguaggio umano, ci potremmo capire subito; ma essendo umani, avevo il terrore che uscisse la domanda, “cosa pensi di ciò che sta succedendo in Medio Oriente?”

      Dove magari basta una parola per bruciarsi tutto.

      O magari anche no, forse ci capiremmo subito, o forse ci capiremmo dopo aver litigato e ripensato e affinato ciascuno il suo punto di vista.

      Ma queste dialettiche non succedono mai, quando si parla di grandi masse di persone che in un istante devono decidere per chi tifare, o meglio ancora (come te) per andare oltre il tifare.

    • daouda scrive:

      A Pino, mi permetto: “Ecco un autentico e certo israelita in cui non vi è inganno e frode”

      Per il resto. i palestinesi non esistono, il sionismo è da minim e quello stato è semplicemente il prodotto necessario alla strategia scaltra della morsa a tenaglia bipolare su cui condensare le derive dei frignoni che ce cascheno, giacché ogni popolano non è esente da colpa pur stando in basso, se davero un cojone rincitrullito è capace de crede alle retoriche sul caso.
      Alché, Francisco le “buone arie” giusto dar culo le può fà, ppé scrive e pé capisse.
      A dilla la dice , ma mica uno può da retta ad uno che incontra l’agente Kirill a Cuba

    • tomar scrive:

      Pino Mamet:
      “Nessuno me lo chiede, e a nessuno importa, ma sento di dover dire la mia su Gaza.
      … Allora, credo che l’unica posizione possibile sia- e lo dico da non cattolico- quella del Papa.”
      Va bene, il Papa ha detto che l’unica soluzione è quella dei due Stati. Ma qui, soprattutto in questi giorni, è in larga compagnia, da Blinken in giù. Dirlo costa poco (oggi).
      Entriamo però nel merito: due Stati per esempio vuol dire (per l’asino che son io) una Palestina indipendente dentro i territori occupati da Israele nel 1967, con il ritorno a casa dei 700.000 coloni in Cisgiordania… o vuol dire cosa? Perché qui casca l’asino, da Blinken in giù, perciò (scusa se te lo chiedo) che asino sei tu?

      • PinoMamet scrive:

        Prima di tutto non prenderti confidenze.
        Secondo, non prenderti confidenze.
        Terzo, non prenderti confidenze con me.

        Detto questo, io non ho parlato di due Stati o di uno solo.
        Per quanto mi riguarda la discussione finisce qui, quando vorrai domandarmi EDUCATAMENTE qualcosa su ciò che ho scritto magari potrei anche risponderti.

  24. tomar scrive:

    Scusami Pino, davvero non capisco dove son stato maleducato e mi son preso illecite confidenze, ma comunque mi scuso al buio. Vorresti però per favore formulare EDUCATAMENTE la domanda che ti rivolgevo ineducatamente?

    l’asino Tomar

    • PinoMamet scrive:

      Scusami, se non volevi offendermi, scuse accettate e super accettate. Problema risolto e un sincero abbraccio.

      Però io davvero non ho parlato di Stato unico o due Stati. Citavo il Papa in riferimento al suo appello per la pace.

      E anche su questo, sono convinto, e l’ho scritto, che non verrà accolto da nessuno.

      Solo che se proprio devo schierarmi: e su questo tema, tanto più da ebreo, devo schierarmi: credo che l’unica posizione decente, umana e ragionevole sia chiedere la pace, anche se nessuno ci ascolterà.

      Sul problema degli Stati, che dire? Io farei uno Stato unico con pari diritti per tutti. Ho già scritto anche questo, poi possiamo perdere giorni a definire i particolari, ma in fondo, perché?
      Tanto nessuno ci ascolterà anche in questo caso.

      • tomar scrive:

        a Pino Mamet

        Ricambio il sincero abbraccio.
        Dici: “Io farei uno Stato unico con pari diritti per tutti. ”
        Personalmente come asino potrei essere d’accordo anche con questa soluzione, ma sinceramente mi sembra ancor meno praticabile realisticamente di quella dei due Stati, perché anche ammesso (e anche concesso) che fosse accettata dai Palestinesi, uno Stato unico con pari diritti per tutti non potrebbe ovviamente essere uno Stato ebraico ma solo, come ovunque, uno stato di tutti i suoi cittadini, accettando quindi anche l’eventualità che l’etnia ebraica si possa trovare un giorno minoranza. E qui la vedo parecchio dura.

        • daouda scrive:

          Scusa Tomar ma tu dove lo vedi lo stato giudeo in Giordania Marittima?
          E non è che se l’allogeno egizio-siro-libanese-giordano di religione agarena ( anche i drusi sono arabi ma se la passano molto bene ) fosse un giorno maggioranza non avresti il fatto che sarebbero loro, invece a riconsiderare tutti gli altri dhimmi, come è scontato sarebbe.

          Poi dove vedi te l’etnia giudea così millantata fra tutte le stirpi e nazioni che possono dichiararsi religiosamente tali? Non perché c’è una discendenza da Sem, Eber ed Abramo , hai un giudaismo tribalista, giacché la questione dei semiti è semplicemente una realtà di centralità naturale e di investitura, che la Bibbia stessa imprevedibilizza alquanto.

          La soluzione che proporrei io è dividere il territorio un po’ giù, un po’ sù e molto concederlo a chi sta ad Est, ossia i “giordani”.
          Ma Pino giustamente ti rammenta: non ci ascolta nessuno per la pace, figurati per trovare la soluzione.

          Se sei sgamato in realtà tutte le parti in causa godono e giubilano della situazione attuale, senza scusare giammai i popolani che pur subiscono più di tutti e seguono le narrative dell’odio e dell’estetismo ideologico di riferimento, che li qualificano come complici della faccenda, faccenda che non è mai stata risolta perché non si deve risolvere, faccenda che da un senso alla loro vita per cui giubilano e godono anche loro, ovviamente ed assiomaticamente male.
          Poi ao se vuoi continuà a giocà al geopolitico come va di moda da 20 anni a sta parte, continua…

  25. Fuzzy scrive:

    https://www.remocontro.it/2023/11/08/new-york-times-lamerica-in-forte-crisi-con-israele-sui-crimini-di-guerra/
    Tra Israele e Stati Uniti volano gli stracci.
    E quindi?
    Temono di non farcela?
    Perdita di elezioni, perdita di credibilità militare.
    Pure in Ucraina c’è della disperazione.
    Mah.

  26. Andrea Di Vita scrive:

    @ Roberto

    “certo”

    A parte il fatto che i neonati Palestinesi ammazzati da Israele col fosforo bianco sono cronaca testimoniata da più parti, mentre di quelli Israeliani ammazzati da Hamas conferme non ce ne sono, che tu dica è assolutamente comprensibile.

    Anzi, guarda, lo direi anch’io.

    Non siamo mica vissuti sessantacinque anni in un lager, noi.

    Comunque se sono un ladro e vado a occupare casa d’altri, mi aspetto che chi ci viveva prima reagisca male. Se poi ci porto pure i figli, me la vado a cercare.

    È un po’ come con i pionieri che occupavano le terre da cui i Comanche erano stati scacciati a ferro e fuoco. I bambini scalpati li mettevano in conto, prima o poi.

    I morti, certo, sono tutti uguali.

    Le cause per cui sono morti, no.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • PinoMamet scrive:

      “A parte il fatto che i neonati Palestinesi ammazzati da Israele col fosforo bianco sono cronaca testimoniata da più parti, mentre di quelli Israeliani ammazzati da Hamas conferme non ce ne sono”

      No.
      Non ci sono prove dei “40 bambini decapitati” da Hamas in un singolo attacco. Che invece bambini e neonati siano stati uccisi durante l’attacco di Hamas è provato e fuori di dubbio.
      Altri, lo ricordo, sono ancora tra gli ostaggi (circa 30 bambini sui più di 200 ostaggi)
      https://en.wikipedia.org/wiki/Kidnappings_during_the_2023_Israel–Hamas_war

      ” I morti, certo, sono tutti uguali.

      Le cause per cui sono morti, no.”

      Questo è vero.

      I civili israeliani sono morti durante un attacco terroristico.
      I civili palestinesi sono morti durante la reazione militare all’attacco stesso.

      Gli agggettivi (giustificato, ingiustificato, abnomre, comprensibile ecc.) metteteli a piacere.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ pino Mamet

        “attacco terroristico”

        I civili Israeliani sono morti durante un’operazione bellica che ha colpito dei militari e dei civili all’interno di una resistenza militare a un’occupazione militare di sessantacinque anni.

        I civili Palestinesi sono morti durante il bombardamento deliberato di scuole, ambulanze e ospedali a titolo di rappresaglia e durante la sospensione della corrente elettrica a questi ultimi. Oppure assassinati a freddo in Cisgiordania, dove non c’è neppure Hamas.

        Non oso pensare quale sarebbe oggi il totale dei civili Palestinesi ammazzati se non ci fossero gli ostaggi.

        E non parliamo neanche di ostaggi, o cominciamo a tirare fuori le migliaia di Palestinesi incarcerati senza processo nelle carceri Israeliane.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          Andrea

          ma ti rendi conto di quello che scrivi?

          “operazione bellica” un cazzo, non giocare con le parole. O mi trovi delle informazioni che smentiscono tutto quello che si sa, o non puoi chiamare così l’attacco di Hamas.

          “a titolo di rappresaglia” col cazzo, le forze armate israeliane continuano ad accusare Hamas di inserire le proprie strutture apposta in mezzo agli edifici civili. e a pubblicare le fotografie. ti pregherei di smentirli prima di parlare di rappresaglia. le convenzioni internazionali proibiscono di sparare alla ambulanze quanto di usarle come trasporti truppe.

          “in Cisgiordania, dove non c’è neppure Hamas.” questo lo dici tu, posso chiederti in base a cosa?

          “Non oso pensare quale sarebbe oggi il totale dei civili Palestinesi ammazzati se non ci fossero gli ostaggi.” bon, qui siamo nella pura speculazione, anche se apre la strada alla domanda “perchè Hamas ha attaccato, che scopo ha questo piano, cosa intende fare con gli ostaggi?”

          “le migliaia di Palestinesi incarcerati senza processo nelle carceri Israeliane.” che però non sono ostaggi ma sospetti di resistenza armata. Che ammetterai non è il massimo, da un punto di vista israeliano. Chiederei a Pino quale è la precisione di questi sospetti, quello che so è che l’attuale capo di Hamas era stato preso ed è stato sciaguratamente liberato.

          Questo per la vecchia questione dell’aderenza delle parole ai fatti.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Ma sì, spari sull’ospedale perché c’è la base di Hamas, spari sulle ambulanze perché le usano le cellule di Hamas, spari su moschee e chiese perché ci si rifugia Hamas, spari sui giornalisti perché fanno propaganda per Hamas e spari sull’ONU perché sostiene Hamas.
            C’è sempre una buona ragione e la curva sud pronta a crederci.

            • Francesco scrive:

              Io mi tengo almeno uno spazio per il dubbio, in mancanza di testimoni credibili e coi precedenti dei palestinesi.

              Poi se il Segretario dell’ONU continua a ripetere che ci sono crimini di guerra inizio a pensare che possa avere motivi per dirlo ma lui non è il portavoce di Hamas.

              Però quello che vedo in giro è un acritico prendere per vero il 100% delle cose che dichiara Hamas.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Veramente ogni volta che viene detto qualcosa dalle autorità palestinesi viene sottolineato che sono controllate da Hamas.

              • Francesco scrive:

                Non mi pare, si vede che i nostri due universi paralleli non sono abbastanza vicini.

                Nel mio la notazione “controllate da Hamas” è scritta in piccolo, a fondo pagina, senza l’aggiunta “organizzazione nota per la spregiudicatezza”.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Io guardo il sito dell’Ansa. Tu guardi cosa? I siti cinesi che usavi per l’Ucraina?

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Comunque è buffo che se la superintelligence che si è fatta fottere da tre disperati sui deltaplani ci dice che dentro un’ambulanza c’erano terroristi noi dobbiamo crederci senza indugio perché non sbaglia mai…

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ francesco

            “resistenza”

            Francesco, facciamo così. Dammi un sito Dropbox dove ti posso mandare la quantità di siti, testimonianze, dichiarazioni delle persone e delle istituzioni più diverse, dall’ONU a Amnesty International alle varie chiese cristiane a Medici senza Frontiere a Human Rights Watch a chi vuoi tu che accettano la natura criminale di una cosa che è ovvia per tutti tranne che per te (in buonafede), per Sallusti, Ferrara, Biden e per Salvini (no): che a Gaza l’unica nazione al mondo che tiene sotto sequestro e deruba impunemente un intero popolo da sessantacinque anni sta commettendo l’ennesima serie di crimini contro l’umanità. Una nazione, tra l’altro, nata anche da quegli stessi atti che adesso compie Hamas e che vengono definiti “terroristici” solo se li compie Hamas. Come se colpire una scuola perché sotto (forse) ci sono dei terroristi non fosse un atto terroristico.

            Ma ti prego, risparmiami e risparmiaci l’ennesimo stracciamento di vesti. Non se ne può più. Se voglio la propaganda di Netanyahu mi compro la TV.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              Come diceva qualcuno, la questione Terra Santa è siffatta che c’è gente che accende la TV e ci trova “la propaganda di Netanyahu”.

              Il che mi pare francamente difficile, a meno di immaginare problemi oculistico-auditivo molto ma molto gravi.

              Tipo quelli che portano a scrivere “l’unica nazione al mondo che tiene sotto sequestro e deruba impunemente un intero popolo da sessantacinque anni”.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Francesco

            “operazione bellica” un cazzo, non giocare con le parole.”

            Io non capisco quale sia il problema, o la necessità di “moraleggiare” la cosa.

            Qui abbiamo un progetto – quello storico sionista – che per definizione si realizza a spese di un altro popolo.

            Mica per cattiveria, ma se ho deciso che casa tua è casa mia, ti devo buttare fuori, o quantomeno rinchiuderti in cantina a vita se non te ne vai, o ammazzarti.

            L’altro non ci sta. E da lì per forza che finisce in un massacro, non è che ci siano particolari “colpe” da una parte o dall’altra. Mica è una partita di calcio dove esistono i falli e ti concedono i rigori.

            Poi chi ha più mezzi, massacra ovviamente meglio, ma non è per questo più cattivo.

            • Miguel Martinez scrive:

              “Poi chi ha più mezzi, massacra ovviamente meglio, ma non è per questo più cattivo.”

              Io posso capire perfettamente i motivi della resistenza palestinese.

              Ma capisco anche che bombardare un ospedale è un modo molto intelligente per convincere gli altri che è meglio andarsene.

              Se io avessi dei parenti in ospedale, e mi dicessero, “li massacriamo se non te ne vai”, io me ne andrei.

              Insomma, non ha molto senso accusare gli israeliani di “atrocità” o di “crimini di guerra”; vogliono vincere, mica perdere.

              • Francesco scrive:

                Strano, perchè persino il libro “interessante” riporta di moltissime volte in cui sono alcuni Israeliani ad accusare di crimini e atrocità e errori politici quegli altri Israeliani che seguono la tua logica.

                Eppure anche i primi vogliono vincere.

        • PinoMamet scrive:

          “I civili Israeliani sono morti durante un’operazione bellica che..”

          che consisteva nell’entrare nei villaggi, casa per casa, e uccidere, stuprare e rapire civili.

          Non ci vedo nulla di militare, per quante mimetiche e galloni possano mettersi addosso i terroristi per darsi un tono.

          Non mi lascerò trascinare a parlare di Goti o di Longobardi, mi dispiace.

          • Francesco scrive:

            C’è un bilancio del 7 ottobre? che distingua, appunto, tra vittime civili e militari?

            e quanto è stata una missione suicida? quanti degli attaccanti sono morti quel giorno?

            Grazie

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ PinoMamet

            “stuprare”

            Lo dicono gli Israeliani, naturalmente, e tutti lo ripetono.

            Quando lo diranno Amnesty, HRW, le varie chiese e ONG come lo dicono dei Palestinesi da decenni ci crederò.

            Io quello che vedo è la mappa di Limes con gli insediamenti Ebraici e i fazzoletti di terra in cui sono stati costretti a vivere i Palestinesi. E da molti, molto prima del 7 ottobre 2023.

            Per me fa fede quello.

            https://cdn.gelestatic.it/limesonline/www/2021/06/5_Coriandoli_di_Cisgiordania_edito521.jpg

            https://youtu.be/S43D6MWqvKY?si=OTWTd4mOXkKPSIz3

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • PinoMamet scrive:

              Hai ragione, scusa, di stupri trovo solo link che parlano di relazioni della polizia israeliana, sicuramente si sarà inventata tutto, sentiamo cosa ne dice Hamas, invece, che è tanto autorevole 😉

              La mappa degli insediamenti invece non ho abbastanza fantasia da capire cosa c’entri.
              Puoi risparmiarti la risposta retorica perché, insomma, va bene tutto ma caro mio…

              • Peucezio scrive:

                In queste cose nessuno è autorevole, sono tutte propagande contrapposte, mi pare ovvio.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “In queste cose nessuno è autorevole, sono tutte propagande contrapposte, mi pare ovvio.”

                ma infatti.

                E’ che lo scopo di una guerra è vincere, non di perdere.

                Per vincere, devi o sterminare il nemico, o incutere in lui un grado tale di trauma e di terrore da ridurlo a un vegetale.

                Non è che i narcos messicani tagliano a pezzettini i loro prigionieri davanti alle telecamere peché “i messicani sono sadici per natura”.

                E’ che in quel particolare contesto, è il modo più efficace per incutere il terrore nei propri avversari, e non fanno parte di un sistema giuridico che almeno in teoria vieti azioni del genere: infatti gli Stati che compiono azioni tremende per terrorizzare le popolazioni, devono comunque smentire di averle fatte.

                Questo vale in particolare quando non si ha di fronte un esercito regolare in divisa (come nella guerra Iran-Iraq o in quella russo-ucraina). Le guerre oggi sono quasi tutte “asimmetriche”, in pratica un esercito contro una popolazione civile, come ai tempi della resistenza italiana. E quindi non ha senso accusare l’esercito di “crimini di guerra”.

              • Miguel Martinez scrive:

                La guerra è uno spettacolo in due sensi:

                1) la popolazione avversaria deve uscire traumatizzata da ciò che vede, anzi deve immaginare il nemico ancora più terribile di ciò che è

                2) ma di fronte agli spettatori estranei, bisogna ribaltare la cosa, e accusare gli altri di tutte le atrocità.

                E’ un meccanismo necessario, vincolante per le parti.

              • roberto scrive:

                miguel e tutti

                “Non è che i narcos messicani tagliano a pezzettini i loro prigionieri davanti alle telecamere peché “i messicani sono sadici per natura”.”

                io sono un esserino semplice e non portato per le discussioni filosofiche sui massimi sistemi…e come tale mi sento di poter dire che nell’esempio di miguel non è che *i messicani* sono sadici per natura, ma *il narcos* che taglia a pezzettini il prigioniero davanti alla televisione è sicuramente un sadico

                così come non dico che i palestinesi sono sadici per natura ma certo quelli che portano in giro il cadavere di una ragazza e ci sputano sopra (a questa crederà anche ADV perché l’abbiamo vista tutti), si sono dei sadici

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                ” non è che *i messicani* sono sadici per natura, ma *il narcos* che taglia a pezzettini il prigioniero davanti alla televisione è sicuramente un sadico”

                Ora, esiste una situazione in cui c’è un prodotto enormemente lucrativo (la droga) che si può vendere solo in maniera illegale e a rischio della propria vita.

                Ogni volta che c’è una situazione di questo tipo, sappiamo che inevitabilmente emergerà un tipo particolare di comportamento:

                1) persone disposte a rischiare il tutto per il tutto, vita propria compresa

                2) persone che non hanno bisogno di essere approvate dal “mondo”, ma hanno bisogno di essere temute dai propri avversari

                3) per essere temuti dai propri avversari, devono creare un clima di terrore assoluto attorno a se stesse.

                Quindi, la frontiera-filtro porta ai video di massacri.

                Non credo che sia molto interessante sapere se gli individui che fanno i video appartengano a quella minuscola minoranza degli esseri umani che sono clinicamente “sadici” o meglio psicopatici, cioè che non possono fare a meno di provocare dolore e uccidere: e quindi sarebbero in qualche modo “giustificate”.

                Francamente, trovo più interessante capire il contesto.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Pino Mamet

                “fantasia”

                La mappa degli insediamenti è qualcosa di difficilmente falsificabile. Descrive qualcosa di molto più antico di Hamas, nella cui credibilità ho fiducia meno di te (e infatti non la cito mai). Soprattutto, la mappa descrive benissimo quello che Martinez chiama “il contesto” della situazione.

                Francamente, invece, della credibilità di quello che dice una polizia che copre sistematicamente le violenze dei coloni perpetrate ai danni degli abitanti precedenti mi preoccupo il giusto.

                Più o meno, cioè, quanto mi preoccuperei se Kadyrov (quello di Grozny) accusasse Zelensky di essere un criminale. Magari nella fattispecie ha pure ragione, ma alla sua sola parola non credo granché. Da che pulpito…

                Va bene che va di moda la colpevolizzazione delle vittime; ma se la vittima di violenze ripetute ogni tanto tira un calcio ben assestato dove so io diciamo che non mi strappo i capelli.

                Mi viene in mente quando il ladro che ha sequestrato i proprietari di una villa per torturarli e far confessare loro dove tengono la cassaforte denuncia il figlio della coppia che gli ha rotto la mandibola con un pugno ben assestato.

                Certo, siamo tutti d’accordo: sarebbe stato meglio che non ci fossero stati né il calcio né il pugno. Molto meglio, senza dubbio; perché di solito ci vanno di mezzo degli innocenti.

                Ma hai presente quella faccenda della pagliuzza e della trave?

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • PinoMamet scrive:

                “La mappa degli insediamenti è qualcosa di difficilmente falsificabile”

                Ah, non ho dubbi su questo, il mio dubbio è sulla rilevanza col discorso .

                “Hamas ha commesso degli stupri!”
                “Non è vero: guarda la mappa degli insediamenti!”
                😉

              • PinoMamet scrive:

                ” Va bene che va di moda la colpevolizzazione delle vittime”

                Quando hai ragione hai ragione 😉

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Pino mamet

                “stupri”

                Vale anche per te: quando hai ragione hai ragione. 🙂

                Avevo perso completamente di vista la faccenda degli stupri, nella foga della risposta.

                Essendo io padre di figlia femmina, puoi immaginare la nausea che mi danno.

                Ovviamente non importa che bandiera abbiano vittime e colpevoli. So perfettamente cosa fare nel caso in cui uno stupratore mi passi fra le mani.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

                P.S. Una volta ho assistito – senza poter davvero far nulla – non a uno stupro, ma a una molestia. Ho cercato di aiutare la vittima, dopo il fatto. Non ne dimentico la faccia, lo sguardo, il tremito.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “Avevo perso completamente di vista la faccenda degli stupri, nella foga della risposta.”

                Credo che in genere gli stupri, in guerra, abbiano un forte rapporto, in un senso e nell’altro, con il rapporto “superiori/inferiori”.

                I casi europei più noti sono sicuramente,

                La Jacquerie del Trecento, quando i contadini violentavano le mogli dei proprietari terrieri,

                poi quando gli ufficiali francesi autorizzarono alle truppe marocchine lo stupro di donne europee, in questo caso disgraziatassime contadinelle laziali. Facile immaginare cosa potesse significare per quei ragazzi, “io devo obbedire a voi cristiani/europei, ma vi trombo le vostre donne”.

                Qualcosa di simile posso immaginare poi con i russi che hanno violentato ogni tedesca accessibile durante l’avanzata del 44-45.

                In Congo, stuprare le donne bianche è stato uno dei primi atti di rivolta; ma so anche – per testimonianze indirette – che quando i mercenari (in parte italiani) dovettero ritirarsi dal Congo, fecero anche loro tanti stupri di “negrette”.

                Ma poi per ovvi motivi, lo stupro immaginato è anche uno dei motori più forti di mobilitazione maschile:

              • Peucezio scrive:

                Miguel,
                “Non credo che sia molto interessante sapere se gli individui che fanno i video appartengano a quella minuscola minoranza degli esseri umani che sono clinicamente “sadici” o meglio psicopatici, cioè che non possono fare a meno di provocare dolore e uccidere: e quindi sarebbero in qualche modo “giustificate”.
                Francamente, trovo più interessante capire il contesto.”

                Totalmente d’accordo.

                Io credo che l’idea di Roberto, in buona fede, parta da un assunto sbagliato.
                Che è la patologizzazione di ciò che ipocritamente l’Occidente “civile” mette sotto il tappeto e appalta agli altri.

                Nel mondo ogni giorno succedono cose orrende quanto o più di quelle che quelli di Hamas hanno fatto recentemente. E senza ribalta mediatica. In tante parti del mondo ci si scanna facendo cose mostruose.
                E questo è funzionale agli interessi economici dell’Occidente, perché in genere questi conflitti sono legati a grossi interessi, materie prime, ecc. e nessuno stato o multinazionale occidentale può sporcarsi le mani in prima persona e mandare suoi uomini a massacrare bambini nel tale paese africano per accaparrarsi la tale risorsa indispensabile per i telefonini, le batterie o quant’altro.

                In questo modo noi abbiamo esternalizzato la brutalità e ci siamo per nostra fortuna disabituati ad essa.
                Quanto capita che in una di quelle faglie di conflittualità aperta fra l’Occidente e il resto del mondo (capita anche che alcuni smettano di massacrarsi fra loro per fare i nostri interessi e si scontrino con noi), tale brutalità non possiamo nasconderla, perché qualcuno dei nostri ne è vittima diretta.
                E allora la patologizziamo per esorcizzarla, perché non possiamo ammettere che purtroppo è una cosa normale e che oltretutto non ha nulla a che fare con le ragioni e i torti nel merito di una parte o dell’altra.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Nel mondo ogni giorno succedono cose orrende quanto o più di quelle che quelli di Hamas hanno fatto recentemente.”

                Quanto sia orrendo qualcosa, è difficile stabilirlo.

                Ma certamente in termini quantitativi, ciò che succede da sessant’anni nel Congo – nazione grande quanto l’Europa occidentale e con più abitanti della Germania – è infinitamente peggio di ciò che succede in Palestina/Israele.

                Avete mai visto la bandiera congolese esposta su qualche palazzo comunale?

              • Peucezio scrive:

                Non rileggo mai…
                Ho lasciato una frase incompiuta.
                Ma penso che il senso sia chiaro.

              • roberto scrive:

                peucezio

                “o credo che l’idea di Roberto, in buona fede, parta da un assunto sbagliato”

                mmmmmh non ho pensato praticamente a nulla di tutto ciò (magari la prossima volta chiedi 😉 )

                io parto da un assunto e cioè che le scimmie della specie sapiens abbiano sviluppato alcune caratteristiche comune, una delle quali è un certo tipo di empatia nei confronti dei loro simili (in misura più o meno forte ovviamente) ed in particolare dei loro simili fragili (vecchi e bambini essenzialmente)…e che con il passare dei secoli, e il mescolamento delle culture, certi tratti siano ormai universali.

                uno che tortura un proprio simile è al di fuori di questi tratti universali

                so benissimo che è un discorso con una approssimazione ENORME, perché mette nello stesso calderone lo svedese che non penserbbe nemmeno di dare una sculacciata al proprio figlio al lo zingaro che considera normale prendere a cinghiate i figli, l’americano che mette a morte i condannati di nascosto e l’iraniano che lo fa in pubblico…ma penso che in fin dei conti a nessuno piaccia cavare gli occhi ad un cristiano che urla di dolore e paura, e se a qualcuno piace, beh è fuori dal calderone

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “ma penso che in fin dei conti a nessuno piaccia cavare gli occhi ad un cristiano che urla di dolore e paura, e se a qualcuno piace, beh è fuori dal calderone”

                So invece che esiste gente cui piace fare cose del genere. Piace talmente tanto che sono disposti a rovinare la vita anche a se stessi, in un impulso incontrollabile a farlo.

                E se vogliamo parlare di “giudizio”, è una questione davvero difficile: perché sono certamente persone “fatte così”, probabilmente nate con qualche circuito cerebrale strano. E infatti, mi sono sempre chiesto, se si riuscisse verso l’età di tre anni a identificare i portatori di queste caratteristiche, si dovrebbero mettere a morte o comunque isolare per sempre?

                Ma lo stesso fatto che queste persone abbiano un impulso incontrollabile, significa che abbiamo il diritto di “condannarle” o sono come quello che non ha il controllo dei propri muscoli e la fa per strada?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “uno che tortura un proprio simile è al di fuori di questi tratti universali”

                Io non capisco però bene dove vuoi arrivare.

                Tu stai facendo un’operazione militare in cui devi eliminare l’ostacolo Miguel.

                Fai differenza morale (parliamo in questi termini) tra l’ipotesi di cospargere Miguel di benzina e dargli fuoco con un accendino, e l’ipotesi invece di bruciarlo vivo da dieci metri di distanza con un lanciafiamme?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “io parto da un assunto e cioè che le scimmie della specie sapiens abbiano sviluppato alcune caratteristiche comune”

                Però se io non uso la tua teoria, ma quella di Peucezio, riesco a dare un’interpretazione ai fatti senza negare l’umanità di nessun essere umano, per cui credo che stia in piedi meglio.

              • Peucezio scrive:

                Roberto,
                “mmmmmh non ho pensato praticamente a nulla di tutto ciò (magari la prossima volta chiedi 😉 ) ”

                Infatti non dico che tu l’abbia formulata in questi termini, dico che ciò che affermi denuncia una sensibilità orientata implicitamente in questo senso, che ne sei volente o nolente influenzato.
                Magari sbaglio…

                Comunque venendo al merito, visto che hai citato gli zingari, molti anni fa, da adolescente, lessi un bel po’ di libri su di loro; per lo più indagini sociologiche molto descrittive e a tratti anche aneddotiche ma serie.
                E si riportava una testimonianza che mi colpì: pare che nelle società d’Ancien Régime uno dei modi in cui venivano impiegati è come boia e l’autore della tesimonianza diceva che pareva non fossero nati per fare altro, per lo zelo e la perizia che ci mettevano nel torturare e uccidere.

                Ora, io non penso affatto che gli zingari non siano empatici e siano tutti psicopatici.
                Anzi, probabilmente sono molto più empatici di noi, più passionali, meno razionali, più viscerali ed emotivi.
                Nel bene e nel male.
                Le società premoderne hanno proprio una sensibilità diversamente orientata, estrema in tutto. Lo stesso individuo può essere capace di gesti di amore e abnegazione per noi inimmaginabili, come di crudeltà che ci farebbe accapponare la pelle.
                Pensa anche ai guerrieri germanici, agli Unni, ai Mongoli… Forse che non fossero empatici?
                Ma funzionavano in un certo senso a compartimenti stagni, tutto era definito da confini netti, da sentimenti estremi, radicali.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Si potrebbe rispondere che l’attacco era la risposta a quello che Israele faceva da decenni a Gaza e in Cisgiordania e che quello a sua volta era ecc. ecc.

  27. Miguel Martinez scrive:

    Per l’amor di Dio!

    Oggi su Repubblica:

    Allarme terrorismo a Fiumicino: egiziano scrive “I Love Allah” a bordo, e il pilota atterra subito a Roma. Con tanto di cecchini

    di Marco Carta, Giuseppe Scarpa
    Allarme terrorismo a Fiumicino: egiziano scrive “I Love Allah” a bordo, e il pilota atterra subito a Roma. Con tanto di cecchini
    Momenti di panico martedì pomeriggio per l’atterraggio improvviso del volo A321 diretto al Cairo della compagnia Vueling. A scatenare l’allerta antiterrorismo è stato un passeggero di 29 anni che si era imbarcato a Parigi

    09 NOVEMBRE 2023 ALLE 01:00

    Scrive “I Love Allah” sul modulo per assumere medicinali in volo e scatta l’allarme antiterrorismo ad alta quota. Il comandante che dirotta l’aereo per timore di un fondamentalista islamico a bordo.

    E i tiratori scelti sulla pista di atterraggio pronti a sparare in caso di pericolo. Momenti di panico martedì pomeriggio all’aeroporto di Fiumicino per l’atterraggio improvviso del volo A321 diretto al Cairo della compagnia Vueling.

    A scatenare l’allerta antiterrorismo è stato un passeggero egiziano di 29 anni, che si era imbarcato a Parigi alle 11, 40.

    Il giovane si sarebbe sentito male una volta a bordo facendo ritardare la partenza di tre ore.

    Urla e molestie agli altri passeggeri, che le hostess di bordo hanno cercato di contenere proponendo all’uomo di prendere alcuni dei medicinali disponibili nella cassetta medica a bordo dell’aereo.

    Insieme ai farmaci, al 29enne egiziano è stato chiesto di compilare anche il modulo per il consenso informato con sui si assumeva la responsabilità dell’assunzione.

    Un documento su cui l’uomo, oltre alle proprie generalità, ha scritto anche “I Love Allah”, facendo tremare tutto l’equipaggio.

    Alla vista della scritta le hostess hanno immediatamente avvisato il pilota dell’aereo, che senza esitazioni ha deciso di cambiare il piano di volo.

    Temendo di avere a bordo un fondamentalista islamico, l’uomo ha allertato la sala radar poi ha dirottato il volo, cambiando la destinazione. Non più Il Cairo ma Roma.

    La traiettoria è visibile anche sul sito Flightradar 24, che offre i tracciamenti dei voli in tempo reale. L’aereo, partito dall’aeroporto di Parigi Orly, stava sorvolando l’isola di Brazza, in Croazia, quando ha improvvisamente virato verso l’aeroporto di Fiumicino, dove ha fatto scalo nel pomeriggio.

    Ad attendere l’egiziano, oltre agli agenti della Polaria, c’erano anche i tiratori scelti pronti ad intervenire in caso di pericolo. Il 29enne egiziano, che nel frattempo era diventato ancora più nervoso, è stato subito isolato e controllato.

    Poi, dopo l’intervento degli agenti della Polaria, è emerso l’equivoco. Il giovane non era un terrorista islamico ma, nonostante questo, il comandante non lo ha più voluto a bordo. Tanto che l’aereo è ripartito verso Il Cairo lasciando a terra l’egiziano.

    • roberto scrive:

      miguel

      mi rendo ben conto che in questa notizia c’è ababstanza da eccitare le penne di repubblica ed i suoi lettori, ma siamo d’accordo vero che già “Urla e molestie agli altri passeggeri” possono essere più che sufficienti a far deviare la rotta di una aereo? leggo qui che succede una volta al mese in europa (e scommetto che succede molto più spesso negli USA)

      poi certo, con i tempi che corrono hanno preso delle precauzioni che con il senno di poi sembrano risibili ma credo che si possa dire con il senno di poi ad ogni precauzione

      https://www.eraa.org/sites/default/files/era_disruptive_passengers_brochure_final.pdf

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        ” ma siamo d’accordo vero che già “Urla e molestie agli altri passeggeri” possono essere più che sufficienti a far deviare la rotta di una aereo?”

        Assolutamente sì, hanno fatto benissimo.

        Il tocco meraviglioso però è proprio quello del giornalista, che trasforma tutto in un capolavoro.

  28. Francesco scrive:

    >>> Allora, te lo dico:
    io se degli stranieri volessero impadronirsi dell’Italia mi sentirei morlamente autorizzato a sterminarli tutti, fino all’ultimo uomo.

    E bravo il nostro Peucezio, che scopre l’acqua calda.

    Temo che però non sia questo il problema, bensì che i Goti hanno GIA’ occupato l’Italia e il popolo italiano non ha nessuna possibilità di sterminarli fino all’ultimo, nè di sconfiggerli in guerra, nè di affrontarli in battaglia aperta. Deve decidere cosa fare avendo un 55% di abitanti della penisola che sono Goti.

    Ti dedichi ad attentati che possono al massimo infastidire i Goti e spingerli a opprimere di più gli Italici? che dimostrano che non c’è possibilità di pacifica convivenza e, dato che sono i Goti ad avere il coltello dalla parte del manico, giustificano l’oppressione? e questo sapendo che i Goti lasciano vivere tra di loro milioni di Italici con diritti pari ai Goti stessi e non hanno piani di sterminio per gli altri?

    • Francesco scrive:

      PS se non si fosse capito, con la premessa sono d’accordo, mica ho fatto naja per caso. è che c’è molto di più di quella legittima scelta di difendere la propria patria.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ francesco

      “Gori”

      Ottime domande, e lo dico senza ironia.

      La mia risposta, per quello che vale, è SI’.

      E non per odio preconcetto o per motivi religiosi, ma per una semplice questione di sopravvivenza.

      Anche quando non faccio attentati, per anni – anzi, che dico, per decenni consecutivi – mi tolgono ora una casa qua, ora una sorgente là, ora un uliveto qui, ora un passaggio lì.

      Devo camminare a piedi per andare da casa mia al mio campo, perché solo i Goti possono usare il carro. Tutti i giorni rimango bloccato da un posto di blocco dei Goti che mi fanno perdere ore nella perquisizione. All’andata e al ritorno. Per prendere l’acqua al pozzo devo chiedere permesso ai Goti. Se taglio attraverso i campi qualunque Goto può tagliarmi la gola o scagliarmi una freccia impunemente. Se mio figlio ha la febbre devo raggiungere a piedi il medico in città con mio figlio in braccio, e superare altri posti di blocco sotto il sole col bambino che si lamenta. Ogni tanto qualche mio conoscente sparisce e non se ne sa più nulla. Quando i Goti costruiscono un nuovo villaggio – e lo fanno ogni anno – nella terra dove prima non c’erano buttano i rifiuti sul mio campo. Se mi capita di trovarmi una famiglia di Goti vicino alla mia casa questa diventa la discarica dove loro buttano la spazzatura, che poi devo raccogliere io e buttare via. Ogni tanto un Goto ubriaco gioca a tiro a segno coi miei parenti, o un gruppetto di giovinastri Goti si dedica allo stupro di gruppo, sotto gli occhi dei militari Goti che mi tengono a distanza con le loro lance.

      E ogni anno, piano piano, un pezzetto alla volta, la terra dove vivo io diminuisce e aumenta quella dei Goti, dove io non ho più il permesso di passare.

      Questo è quello che mi portano la moderazione e la pace.

      E nel frattempo da fuori immigrano altri Goti, che prendono la mia terra.

      E il capo dei Goti continua a dire al mondo quanto siamo pericolosi per la sopravvivenza dei Goti, e ci paragona a chi sterminò i suoi bisnonni quasi un secolo fa in paesi lontanissimi da casa mia. E quelli che hanno studiato negli altri Paesi annuiscono pensosi, e lodano quanto sono corretti e democratico i Goti nelle loro votazioni, che decidono cosa i Goti possono fare a casa mia.

      Certo, lasciando tutto alle spalle potrei dargliela vinta: lasciare la mia terra e scappare a Bisanzio. Bisanzio che non mi vuole: e li posso anche capire, ha già le sue fatte da pelare e di certo non vuole aiutare i Goti a scaricare il barile.

      E secondo te io non dovrei prima o poi cercare di prenderli di sorpresa e sgozzarne un po’? Dovrei lasciare che i Goti si godano in pace quello che hanno rubato a me, au miei padri e ai miei figli? Finire alcolizzato in qualche riserva, come quegli altri che hanno subito lo stesso trattamento dagli amichetti d’oltreoceano dei Goti?

      Almeno, perso per perso, avrò spaventato un po’ di Goti di fuori, e li avrò dissuasi dal venire qui.

      E nel frattempo i miei figli, e i loro figli e i loro nipoti cresceranno.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        Però non credo che la situazione sia questa. Davvero c’è mai stato un tempo in cui i palestinesi hanno fatto buon viso a cattivo gioco?

        Tu continui a parlare di “mancanza di alternative” e di “lento genocidio” (parole mie) ma io guardo ai dati demografici e vedo tutt’altro. E dall’altra parte del confine i mei compatrioti italici sono trattati dai Goti meglio che io dai miei capi – per non parlare dei paesi “italici” oltre il fiume.

        Insomma, il Regno di Gerusalemme rimane la prima scelta ma la pace la seconda, per me.

        PS sai che alla retorica del “Finire alcolizzato in qualche riserva” ci credevo anche io, un tempo?

        • Francesco scrive:

          PPS ti ricordo che a capo dei Goti c’è stato anche un certo Rabin, poi la “resistenza” degli Italici ha stravolto il panorama politico dei Goti.

          • Andrea Di Vita scrive:

            # Francesco

            “Rabin”

            Rabin fu ammazzato da un fanatico melchita anti-ariano 😉

            E chi ne ha preso il posto ha cancellato la sua opera con longobarda determinazione 🙂

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              Sì ma il fatto che un uomo come Rabin fosse diventato Primo Ministro dimostra quale era il grado di “apertura” della società israeliana nel suo complesso.

              E alla chiusura successiva hanno dato una grandissima mano gli Italici, dentro e fuori i confini. Poi si lamentano. E fin qui pazienza.

              Ma anche tu gli vai dietro!

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “apertura”

                Una rondine non fa primavera.

                Tanto più quando la seguono dei corvacci (***).

                Gli stessi accordi del 2007 che segnarono il ritiro dei (peraltro pochissimi) coloni Israeliani da Gaza furono vanificati nel momento in cui Israele (alla faccia della ‘volontà di pace’) pretese di decidere insindacabilmente quali insediamenti avessero valore di interesse militare e quali no, di fatto perpetuando la situazione precedente.

                Siamo sempre lì: la pace presuppone il ritiro dell’oppressore dai territori occupati illegalmente, che ne è una precondizione e non un risultato futuro. Come diceva Appio Claudio Cieco, ‘prima si ritiri Pirro dall’Italia e solo poi potremo parlare di pace’.

                La cosa buffa (non strana, no: buffa) è che se la stessa intransigenza la mostra Zelensky allora tutti lì a sostenerlo e a dire che ha ragione, anche se dopo il golpe di Majdan Kiev ha veramente preso a cannonate la sua stessa popolazione russòfona nel Donbass per otto anni.

                Mentre se lo fanno i Palestinesi, che da sessantacinque (65!) anni si vedono sottrarre terra e case, allora li si accusa di ‘aver fatto fallire il processo di pace’.

                Come a dire che se i cowboy hanno sterminato i Comanche non è perché volevano le loro terre, macché. Erano quei cattivoni di Comanche a fare le imboscare alle carovane degli eroici pionieri 😉

                Mi spiace, io non sono equidistante. Sto dalla parte dei bombardati, che siano russòfoni del Donbass contro i banderisti o che siano Palestinesi contro i sionisti. Senza se e senza ma.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

                P.S. (***) Quei corvacci, ti ricordo, sono stati eletti democraticamente. Il Palestinese medio ha molto meno potere sulle decisioni della dirigenza di Hamas di quanto ne abbia l’Israeliano medio sulle decisioni del governo Israeliano. Il che ridicolizza le pretese di responsabilità collettive dei Palestinesi, che anche se esistessero sarebbero molto inferiori a quelle degli Israeliani.

                P.P.S. Hai notato come Putin abbia improvvisamente cessato di essere una minaccia per il mondo libero? Non se ne sente più parlare. Cos’è, non vuole più arrivare a Lisbona? Di colpo tutta la stampa e tutta la televisione hanno cambiato all’unisono Nemico Pubblico Numero Uno.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                ” il ritiro dei (peraltro pochissimi) coloni Israeliani da Gaza”

                erano un po’ meno di 7000 in tutto, quindi un centesimo degli attuali coloni della Cisgiordania:

                https://en.wikipedia.org/wiki/Population_statistics_for_Israeli_Gaza_Strip_settlements

                Tra l’altro, ogni famiglia, per andarsene ha ricevuto la cifra di 200.000 dollari:

                https://en.wikipedia.org/wiki/Israeli_disengagement_from_Gaza

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ francesco

          “alcolizzato”

          Credo che anche nei Territori guardino i western.

          E dubito amino fare la fine dei pellerossa

          “trattati meglio”

          Divide et impera. Finché dura. Anche in Sudafrica un tempo i cafri erano trattati meglio dei bantu. Potevano persino fare gli avvocati: Gandhi cominciò lì.

          “demografici”

          Giustissimo. Esiste una parola araba che – Martinez mi corregga se sbaglio – indica la resistenza passiva, la tenacia della radice abbarbicata alla roccia anche quando c’è siccità, la resilienza pacifica di chi non lascia la propria terra, la resistenza degli ulivi, l’ostinazione delle pietre, la caparbietà di chi ricostruisce la casa distrutta. “Sumud”. È il sumud che garantisce la crescita demografica Palestinese, che rende possibile la rimonta dopo l’invasione delle aliyah. La resistenza attiva, il “terrorismo”, serve solo a rallentare le aliyah, a dare tempo al sumud di fare frutti.

          Fuzzy te lo spieghera’ meglio di me: è difficile sradicare definitivamente tutte le piante senza isterilire al contempo la terra che si vuole sottrarre loro. Da qui la frustrazione e di Israele, che con tutti i suoi massacri ogni volta deve ricominciare da capo.

          Il tempo e’ galantuomo.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            Scusa ma se si può praticare il Sumud, vuol dire che si viene trattati decentemente.

            Dillo ai pellerossa, di provare a farlo (penso alle 5 tribù civilizzate, che hanno lo stesso fatto una brutta fine).

            Dillo agli armeni o agli ebrei.

            Capisco che una persona dotata di umanità sia scandalizzata da quello che succede in Palestina (tu no, sei un compagno e hai doveri di analisi spassionata e nessun diritto a dei sentimenti). Ma questo non può azzerare l’analisi.

            Tra l’altro, gli Israeliani non hanno bisogno di nessun palestinese vivo, per cui la spiegazione del mancato sterminio latita.

  29. Moi scrive:

    @ ANDREA DI VITA

    https://notizie.virgilio.it/portuali-di-genova-non-vogliono-caricare-armi-per-israele-su-navi-stop-anche-a-barcellona-e-sydney-il-motivo-1592830

    Portuali di Genova non vogliono caricare armi per Israele su navi, stop anche a Barcellona e Sydney: il motivo

    Previsto a Genova un presidio indetto dai portuali contro l’invio di armi a Israele. Proteste anche in altri scali internazionali, dal Belgio agli Usa

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ moi

      “portuali”

      Sì, lo sapevo, grazie!

      Simili notizie giungono anche da Barcellona!

      Era successo lo stesso con le navi che portavano in Arabia Saudita i missili che macellavano gli Yemeniti.

      E ancora prima i portuali (ho visto le foto) mandavano cibo ai Vietnamiti bombardati dagli imperialisti.

      C’è ancora speranza per l’umanità! 🙂🙂

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        Direi di no, se questa è la base.

        Si può mica spedire i portuali in Vietnam, per un sei mesi di istruzione?

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Possiamo spedire te a Gaza per sei ore?

          • Francesco scrive:

            Io mica sto rompendo i coglioni.

            Però potremmo fare un giochino divertente: selle casse di armi scriviamo “Per Gaza – HAMAS” e vediamo cosa fanno i pacifisti da porto?

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Francesco

              “Però potremmo fare un giochino divertente: selle casse di armi scriviamo “Per Gaza – HAMAS” e vediamo cosa fanno i pacifisti da porto?”

              Credo che ci penserebbe la polizia a fermare il carico molto prima che se ne accorgano i portuali.

              • Francesco scrive:

                Così però mi rovini il giochino.

                Non mi interessa tanto sapere quello che le autorità pensano di Hamas, credo sia noto; è quello che emerge dal basso, dalla società civile, dal popolo!

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                In genere le forme di organizzazione spontanea discendono da una percepita inazione delle autorità.

              • Francesco scrive:

                Tipo i Pogrom? e i linciaggi dei negri? e la caccia agli zingari?

                Non per nulla abbiamo inventato le autorità e le leggi.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Se le autorità avessero sterminato gli ebrei, non ci sarebbero stati i pogrom: quando dite “le persone vorrebbero solo vivere in pace” volete dire “le persone sono felici di delegare le incombenze sgradevoli per farsi gli affari propri”. Questo cessa se manca un delegato.

  30. tomar scrive:

    Miguel:
    “Francamente, trovo più interessante capire il contesto.”

    Almeno a questa tavola.

    • Miguel Martinez scrive:

      ““Francamente, trovo più interessante capire il contesto.””

      Non ho mai visto un atto di “sadismo” nella vita politica fiorentina.

      Mentre atti che chiamiamo “sadici” sono all’ordine del giorno in altre situazioni.

      Ne deduco quindi che l’importante sia la situazione. Una città ricchissima che campa delle risorse del resto del mondo, con un grandissimo ceto medio, nutrito da un flusso turistico immenso, pieno di poliziotti e carabinieri e vigili urbani e avvocati, in pace da ottant’anni, si presta a molte magagne, ma il sadismo non serve a niente.

      In Messico, invece…

      Infatti, o è una certa situazione che attira i sadici perché sono utili in quel contesto;

      oppure in certe situazioni, tutti possono diventare sadici, e quindi non ha senso dire che “quello è un sadico”.

      Tra l’altro, ho conosciuto (per fortuna solo superficialmente) un vero psicopatico o “sadico”, una persona che non poteva non uccidere.

      Ma se “non poteva fare diversamente”, vuol dire che è inutile un giudizio morale.

      Nel momento stesso in cui dici che qualcuno “è” un sadico, stai dicendo che non ha colpa, era nel suo dna. Poi magari lo fucili lo stesso per toglierlo di mezzo. Se puoi.

  31. Miguel Martinez scrive:

    Tra l’altro, ho testimonianze dirette che i tedeschi in Toscana impiccavano i soldati tedeschi che molestavano le donne italiane.

    E le ragazze andavano a lavorare per i tedeschi (lavando i panni e cucinando) senza correre rischi.

    Cosa che indica un rapporto più strutturato, un controllo gerarchico più forte: immagino che nemmeno l’esercito israeliano si dedichi a stupri.

  32. Miguel Martinez scrive:

    Comunque, per i “filopalestinesi” qui che elencano le atrocità attribuibili agli israeliani, contro le atrocità che i “filoisraeliani” attribuiscono ai palestinesi…

    Ma pensiamo un attimo.

    Qual è lo scopo di OGNI operazione militare, da una parte o dall’altra?

    Vedo due possibilità:

    1) sterminare totalmente il nemico; che se non porta la divisa, vuol dire sterminare l’intera popolazione in mezzo a cui si annida il nemico, presente (adulti) e futuro (bimbetti). Come peraltro prescrive saggiamente, e più volte, il libro sacro di ebrei e cristiani (quello dei musulmani è molto più politicamente corretto).

    2) incutere un tale cieco terrore di finire morti ammazzati, o comunque per tutto il resto della vita senza un occhio, senza un braccio, di avere per sempre in mente il ricordo dei propri bambini bruciati vivi nella culla, da indurre in ogni nemico uno stato di asservimento psicologico totale e di obbedienza verso il vincitore.

    Tutto il resto è pura finzione, e quindi non esiste alcun “corretto comportamento” da chiedere a un esercito, che schizzinosamente evita di compiere “crimini di guerra”, come se non fosse già un crimine di guerra mandare a vita sulla sedia a rotelle un diciottenne: che è la norma della guerra “buona”, quella tra eserciti perfettini che sparano solo al nemico in divisa.

    • PinoMamet scrive:

      Boh…
      non saprei, non la vedo così.

      Cioè, secondo me le operazioni militari possono avere anche uno scopo, preciso e limitato, per il quale alcuni comportamenti di volta in volta possono essere utili o dannosi;
      cioè, se mi presento come “liberatore dal regime dittatoriale che avevate prima”, è dannoso che faccia delle atrocità, mentre se mi presento come “il più forte che comanda perché lo hanno deciso degli dèi ferocissimi” allora è utile, ma questa modalità è fuori moda dai tempi di Sargon 😉
      (o dei Comanche che stanno simpatici ad ADV 😉 )

      Ma soprattutto:
      le operazioni militari avranno uno scopo, ma la guerra no.

      La guerra non ha uno scopo più di quanto lo abbiano i litigi nei parcheggi o i rituali riproduttivi delle giraffe, ammesso che ne abbiano.

      La guerra è parte della natura umana, è una cosa che è sempre esistita e sempre esisterà, e solo l’ingiustificato ottimismo positivista, e uno spesso strato di ipocrisia, può credere che un’umanità nuova e migliore possa vivere sempre in pace.

      La guerra esiste, esiste “Marte” ed esiste “Minerva” come princìpi, come spiriti ispiratori, archetipi del comportamento umano, esiste l’astuzia, il dolo, la correttezza, l’eroismo, esistono i concetti di “onore” e “sacrificio” e quello di “slealtà” e “crudeltà”, non perché se li è inventati Omero, ma Omero li canta perché stanno dentro le persone.

      Chi crede che queste cose siano “sciocchezze dei fascisti” sbaglia di grosso, e si ritroverà a combattere guerre ancora più feroci e brutali.

      • Moi scrive:

        Allora devi fare anche una società che si tiene stretti il razzismo; il maschilismo; il suprematismo culturale “Bianco” ; i cori da stadio auspicanti il genocidio “naturale” mediante Etna / Vesuvio / Po ; l’ omotransfobia; film comici in cui “negri”, “froci”, “travoni” e “mignotte” sono parole normalissime; ecc …

        • Moi scrive:

          … e già che ci siamo, per le Sgallettate Wannabe Wonder Woman che vogliono far carriera nell’ Esercito (per vantarsi con le amiche di “Comandare i Maschietti”) , un bel Test Rei-Mamiya :

          https://www.youtube.com/watch?v=kf8c5JhIMc4

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ moi

          “che si tiene stretti”

          Non “che si tiene stretti” razzismo, ecc. (non dimentichiamo il fascismo e il sionismo 🙂 ) ma che rimane consapevole che sono in ultima analisi ineliminabili e che si deve poterne limitare i danni. Esattamente come i terremoti, che non si possono evitare né prevedere ma contro i cui effetti si può e si deve costruire edifici antisismici.

          Contro la guerra la migliore prevenzione è la vigilanza contro le ideologie che la fomentano e la giustificano – le religioni per le guerre sante e le Crociate, l’ur-fascismo per le pulizie etniche, il liberismo per le guerre imperialistiche.

          Come il prezzo della resilienza alle catastrofi naturali è il controllo capillare del rispetto delle normative della protezione civile, così il prezzo della libertà (anche dalle conseguenze della guerra) è l’eterna vigilanza.

          Ora e sempre Resistenza, appunto. Dove qui va sottolineato il “sempre”.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            Tu sei pazzo furioso 😀

            Prima ci posti la dimostrazione statistica della inevitabilità delle guerre in base alla pressione della neve negli ultimi 5.000 anni.

            Poi ci imponi il Fascismo della “ora e sempre Resistenza” contro le innocue sovrastrutture delle guerre, che hai dimostrato essere mosche cocchiere che non spostano di un centimetro le valanghe.

            Quindi il tuo ideale è l’oppressione durante i periodi di pace e crepare lo stesso in guerra.

            Dovrei andare al Santuario e accendere cento candele per ringraziare del fatto che hai meno potere di una mosca. Anzi, facciamo duecento.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per PinoMamet

        “La guerra esiste, esiste “Marte” ed esiste “Minerva” come princìpi, come spiriti ispiratori, archetipi del comportamento umano”

        Concordo in pieno.

        Ma questa verità profonda convive con l’obiettivo di affermarsi e di vincere, attraverso quelle che tu chiami “operazioni militari”. Dove valgono i due principi che dici tu (o mi presento come “liberatore” o come “dominatore”). Solo che il secondo temo che non sia estinto con Sargon, anche se spesso si maschera da secondo: mi sembra ovvio che lo scopo fondamentale delle operazioni militari russoucraine sia quello di creare un tale numero di ragazzi ucrainorussi storpiati, accecati, zoppi a vita e un tale numero di vedove traumatizzate, da far crollare la voglia di combattere. E queste sono atrocità anche seguono perfettamente le “leggi di guerra” di moda al momento.

        • Francesco scrive:

          E quale è lo scopo della guerra, che porta alle operazioni militari?

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ francesco

            “scopo”

            Perché deve esserci un qualche scopo? Il terremoto ha forse uno scopo? Se ne ha uno, direbbe Orwell, li scopo della guerra è quello di porre le basi per le guerre successive.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              Il terremoto serve a sfogare le pressioni dovute alla tettonica a placche. Dal nostro punto di vista, creando le condizioni per un lungo periodo senza terremoti.

              Le guerre mica servono a riequilibrare le società dopo un troppo lungo periodo di tendenza alla Pareto? creando le condizioni per un successivo periodo di pace, quindi di Pareto, quindi di guerra. Ma con tempi ragionevoli, si spera.

    • Roberto scrive:

      Miguel

      A leggere te o ADV o Peucezio ho l’impressione che l’ultimo secolo di storia sia passato inutilmente

      Per intenderci, non ho delle grandi aspettative sul cosiddetto “diritto internazionale dei conflitti armati”…già il diritto internazionale è una cosa che si avvicina più alla filosofia che al diritto, figuriamoci poi “dei conflitti armati”
      …al massimo potrà avere una vaga influenza su governi/politici che devono rispondere in qualche modo ad una opinione pubblica, e poi per giudicare gli sconfitti

      però almeno ci da un parametro per giudicare (scusa l’utilizzo di una parola tabù) quello che succede e poter dire “questo è un barbaro e questo un militare”

      Ps post da prendere davvero alla lettera. Ho scritto un parametro: non tutti i parametri. Ho scritto che serve davvero a poco, non che sono regole sacre ed immutabili

      Davvero *alla lettera*

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “però almeno ci da un parametro per giudicare (scusa l’utilizzo di una parola tabù) quello che succede e poter dire “questo è un barbaro e questo un militare”

        Beh, di solito è l’esistenza di un uomo in divisa, maggiorenne, regolarmente reclutato da uno Stato internazionalmente riconosciuto.

        • roberto scrive:

          miguel

          “di solito”

          questa è più o meno la definizione giuridica…in un campo dove come provavo a spiegare, il diritto conta davvero poco

          • Miguel Martinez scrive:

            Per roberto

            “questa è più o meno la definizione giuridica…”

            Infatti per questo l’esercito tedesco nella seconda guerra mondiale, quando prendeva prigionieri i militari inglesi in divisa, li nutriva e permetteva anche di avere una corrispondenza con la famiglia mediata dalla Croce Rossa.

            Con i partigiani italiani, senza divisa e senza stato, si comportava in modo leggermente diverso.

            • Francesco scrive:

              Credo con tutti i partigiani e credo non fosse una pratica solo dei tedeschi, però.

              I combattenti in divisa andrebbero trattati “coi guanti bianchi” perchè loro rispettano le regole e permettono agli altri di fare lo stesso.

              I combattenti senza divisa, nel momento in cui non rispettano una delle regole base della guerra, portano anche l’altra parte fuori dalla guerra con delle regole.

              Mi sembra che funzioni così, salvo casi eccezionali in cui la differenza di forza a favore di quelli in divisa è tale che possono combattere anche tenendo i guanti bianchi (e penso agli stati europei e ai terroristi negli anni ’70, e mica sempre).

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                I tedeschi passarono regolarmente per le armi i prigionieri italiani in divisa finché dei tedeschi non furono a loro volta catturati e allora la Germania temette la reciprocità.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “I tedeschi passarono regolarmente per le armi i prigionieri italiani in divisa”

                Vero, l’incredibile battaglia di Piombino!

                Se ben ricordo (ma mi posso sbagliare) il problema stava nel fatto che i tedeschi non riconoscevano l’Italia come uno stato nemico, quindi chi si “metteva una divisa italiana” stava pugnalando alle spalle un loro alleato.

              • Francesco scrive:

                Dopo il “tradimento” dell’8 settembre però. Che crea una situazione anomala.

                Non voglio parare il culo ai tedeschi, solo che non sono gli unici militari con le mani sporche e fingerlo acceca.

              • Peucezio scrive:

                Che poi lo hanno fatto anche gli italiani coi tedeschi, il gen. Bellomo docet (poi ha fatto una brutta fine per altre ragioni).

      • Peucezio scrive:

        Roberto,
        “però almeno ci da un parametro per giudicare (scusa l’utilizzo di una parola tabù) quello che succede e poter dire “questo è un barbaro e questo un militare””

        Ma guarda che sono d’accordo con te.
        Quello che addito è l’ipocrisia.
        Perché l’Occidente, in particolare gli USA (su Israele stendiamo un velo pietoso, bombarda stati sovrani a tradimento, fa quello che vuole con chi vuole) sono stati i primi a venire meno in modo brutale a queste regole.

        Il Novecento ha rappresentato, almeno in Occidente (altrove forse erano già “disinvolti”, ma non ne ho idea) l’imbarbarimento della guerra, la caduta in disuso della dichiarazione di guerra, il bombardamento indiscriminato sui civili…
        Nell’Ottocento e fino alla I Guerra Mondiale compresa qualche minima regola c’era ancora. Forse anche per mancanza di mezzi distruttivi troppo potenti.

        • Francesco scrive:

          1) temo che la mancanza di mezzi abbia avuto una grandissima parte in tutta quella bella civiltà della guerra

          2) se per barbarie parliamo dei bombardamenti sulle città, i teorici sono italiani (e francesi?), la pratica inizia con gli inglesi (meno coi tedeschi, che hanno dimenticato di costruire i bombardieri e poi vorrebbero bombardare Londra)

          3) l’ipocrisia è molto meglio della disinvoltura. permette di rimettere in auge la norma alla prima occasione.

          • Peucezio scrive:

            D’accordo sul punto 3, purché non diventi il modo di convivere così bene con lo sporco, avendolo nascosto, da continuare a produrne per generazioni.

            • Francesco scrive:

              d’accordo con te ma come diceva Papa Benedetto XVI “a ogni generazione si ricomincia daccapo” la lotta allo sporco.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Francesco

            “francesi?”

            Giulio Douhet (‘La guerra aerea’) era Italiano, e Italiano fu il primo bombardamento aereo (durante la guerra di Libia fu efficacemente disperso un distaccamento nemico dal pilota Giulio Gavotti lanciando bombe a mano da un biplano ad Ayn Zara).

            Tanto per capire quello che Douhet prevedeva già all’epoca (anche se questo testo è successivo):

            «Basta immaginare ciò che accadrebbe, fra la popolazione civile dei centri abitati, quando si diffondesse la notizia che i centri presi di mira dal nemico vengono completamente distrutti, senza lasciare scampo ad alcuno. I bersagli delle offese aeree saranno quindi, in genere, superfici di determinate estensioni sulle quali esistano fabbricati normali, abitazioni, stabilimenti ecc. ed una determinata popolazione. Per distruggere tali bersagli occorre impiegare i tre tipi di bombe: esplodenti, incendiarie e velenose, proporzionandole convenientemente. Le esplosive servono per produrre le prime rovine, le incendiarie per determinare i focolari di incendio, le velenose per impedire che gli incendi vengano domati dall’opera di alcuno. L’azione venefica deve essere tale da permanere per lungo tempo, per giornate intere, e ciò può ottenersi sia mediante la qualità dei materiali impiegati, sia impiegando proiettili con spolette variamente ritardate.»

            https://it.wikipedia.org/wiki/Giulio_Douhet

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              Grazie, in effetti ricordavo un cognome francese di un italiano ma chissà perchè ci aggiungevo dei francesi francesi (che invece erano pionieri parlando di uso dei carri armati).

              Il Douhet era una visionario, oltre che un aspirante macellaio, che ha decisamente preso lucciole per lanterne.
              I bombardamenti non hanno avuto gli effetti da lui previsti, pur causando sofferenze e distruzioni immani.

              “Bella” l’idea delle bombe velenose, un vero simpaticone il tizio.

            • Miguel Martinez scrive:

              per ADV

              “Douhet”

              Per fortuna, mezzo secolo dopo, un altro genio italico avrebbe segnato i cieli:

              “Così ho fatto il dirottamento aereo più lungo della storia”

              di Marco Consoli
              Raffaele Minichiello in una foto del 1971 (Alamy / Ipa)Raffaele Minichiello in una foto del 1971 (Alamy / Ipa)
              Nel 1969 un ex marine, l’italiano Raffaele Minichiello, si impossessò di un Boeing per 19 ore. Ora la sua vicenda è in un libro, in una pellicola e in questa intervista
              20 FEBBRAIO 2023

              “Anche se per molti sembravo esserlo diventato, non mi sono mai considerato un eroe, ma l’esatto contrario. Ho sbagliato, mettendo in pericolo la vita di tante persone”. Sono trascorsi oltre 50 anni. Raffaele Minichiello ne aveva quattordici quando si trasferì con la famiglia negli Stati Uniti, e venti il 31 ottobre 1969. Giorno in cui mise in atto quello che sarebbe diventato il più lungo dirottamento della storia dell’aviazione: oltre 19 ore durante le quali, dopo essersi imbarcato con un fucile su un Boeing 707 della TWA in volo notturno da Los Angeles a San Francisco, prese in ostaggio passeggeri ed equipaggio, chiedendo di atterrare al Cairo. Causa rifornimento di carburante, l’aereo fece scalo a Denver, dove tutti furono lasciati scendere tranne i piloti e una hostess; poi a New York, quindi nel Maine e in Irlanda, per atterrare infine non al Cairo ma a Roma, dove il giovane fuggì su un’auto guidata da un poliziotto a cui a un certo punto intimò di fermare il veicolo per scappare nelle campagne. Rifugiatosi nel Santuario della Madonna del Divino Amore, fu riconosciuto da un prete che lo denunciò e lo fece arrestare. “Mia madre mi diceva sempre: in caso di bisogno, chiedi a un sacerdote. Vedi che succede a fidarsi”, disse Minichiello dopo la cattura.

              Alex Infascelli, paura e delirio sognando California
              di Gino Castaldo
              01 Luglio 2022

              A ricordare oggi quell’incredibile avventura è il documentario di Alex Infascelli Kill Me If You Can. Ispirato al libro di Pier Luigi Vercesi Il marine (Mondadori), sarà nei cinema il 27, 28 febbraio e il 1° marzo, dopo essere stato presentato alla Festa del Cinema di Roma. “Si disse che dovevo andare a trovare la mia fidanzata a Napoli, ma non era vero”, mi racconta Raffaele, o Ralph, come lo chiamano a Seattle dove ora vive. “La realtà è che volevo mettere in scena un gesto di protesta nei confronti dell’America. È vero, era il Paese che mi aveva accolto dopo il terremoto dell’Irpinia del 1962 che ci aveva lasciato senza casa. Ma una volta lì mio padre, che era anziano e non parlava inglese, non riuscì a trovare lavoro e così la mia adolescenza l’ho vissuta facendo la fame vera. Per questo a 18 anni chiesi ai miei il permesso di arruolarmi per andare in Vietnam. Ma dopo aver combattuto un anno, ed essere stato decorato, al mio ritorno mi sentii tradito”.

              E perché mai?
              “Scoprii che mancavano 200 dollari dalla mia paga di reduce, e quando protestai un colonnello mi disse che ero il solito italiano furbo”.
              A quel punto, ubriaco, lei entrò nello spaccio militare per prendersi ciò che le era stato tolto, ma fu arrestato. E sarebbe dovuto andare di fronte alla Corte marziale…
              “Era una palese ingiustizia. La nazione che avevo difeso in Vietnam mi aveva voltato le spalle. Così decisi di fare un gesto eclatante, anche se non credevo che sarei mai riuscito a dirottare un aereo. All’inizio dissi che volevo atterrare al Cairo, ma era una scusa per arrivare a Roma. Sul volo, una volta fatti scendere i passeggeri, c’era un’atmosfera rilassata: ricordo che mi misi in prima classe a chiacchierare col comandante. A un certo punto dovetti andare in bagno, mi alzai dimenticando lì il fucile”.
              E come mai il comandante non lo impugnò prima che lei tornasse?
              “Glielo chiesi. Mi disse: non sono un assassino. Ma credo avesse anche capito che io quel giorno non volevo ammazzare nessuno”.
              E in Vietnam, invece, aveva ucciso?
              “Diciamo che ho sparato”.
              Il titolo del documentario è la frase, “prova a uccidermi”, che lei portava scritta sull’elmetto.
              “Sì, mentre sul fucile avevo scritto birth control (controllo delle nascite, ndr). Non avevo paura di nessuno: nei marines ti fanno il lavaggio del cervello. Però devo dire che non ci insegnavano solo a togliere la vita dei nemici, ma anche a rispettare quella dei civili”.
              Che ricordi ha della guerra?
              “Belli e brutti. L’amicizia indimenticabile con i commilitoni, ma anche il momento terribile in cui venni evacuato perché stavo malissimo: intorno a me, in elicottero, c’erano solo sacche di cadaveri. Ma una cosa sul Vietnam ci tengo a dirla”.
              Cosa?
              “Il sessanta per cento di ciò che è stato scritto sono bugie. Io ci sono stato, 13 mesi, e ho partecipato a 26 operazioni in prima linea: beh, non ho mai visto un soldato americano che torturava un civile o violentava una donna. Né l’ho mai sentito raccontare. La guerra è orribile da ambo le parti. Per me, oggi, non c’è nessuna differenza tra una madre ucraina o russa che piange il figlio morto”.
              Torniamo al dirottamento. Arrestato a Roma, lei fu processato e se la cavò con una condanna a tre anni e mezzo: ne scontò solo uno e mezzo.
              “Quando uscii, a Melito Iripino mi accolsero con grandi onori. Ero diventato il simbolo dell’antiamericanismo”.
              La leggenda narra che la sua protesta abbia addirittura ispirato il personaggio di Rambo…
              “Voglio ribadirlo: non avevo fatto nulla di eroico”.
              Nel film viene raccontata anche la sua vita, diciamo altrettanto rocambolesca dopo il dirottamento. Quando, negli anni 80, sua moglie morì durante il travaglio, progettò un attentato a un convegno di medici. Cosa la convinse a desistere?
              “L’incontro con Dio. Un ragazzo mi regalò il Vangelo e leggendolo trovai il passo “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Capii così che dovevo perdonare. In fondo la mia storia dimostra che tutti hanno diritto di sbagliare e rialzarsi. Comunque credo nella Bibbia e non nelle religioni, che sono come i partiti politici e allontanano le persone da Dio”.
              Lei oggi è un cristiano evangelico. Crede che i suoi ostaggi l’abbiano perdonata?
              “Nel 2009 incontrai Wenzel Williams, il secondo pilota, e la hostess Charlene Delmonico a una riunione organizzata dai marines. Ho chiesto loro perdono e ci siamo abbracciati”.
              Gli Stati Uniti hanno cercato di farla estradare, poi le hanno concesso la grazia, ma il suo fascicolo è stato secretato. Nel documentario si ipotizza che lei, che si è rifatto una vita a Seattle, sia stato a lungo un agente segreto al servizio degli Usa.
              “Mi hanno riabilitato per via del mio servizio in Vietnam. Non ho fatto favori a nessuno e non ho mai tradito né la Costituzione italiana né quella americana. Non so perché il mio fascicolo è top secret. L’unico reato è stato quel dirottamento. Ma l’ho capito: lei non mi crede affatto, vero?”.
              Sul Venerdì del 17 febbraio 2023

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “Consoli”

                🙂 🙂

                Capitasse adesso tutti, da Feltri a Parenzo al nostro Francesco, ne esigerebbero l’internamento a vita a Guantanamo.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Martinez

      “OGNI”

      Il che fa fuori le ubbie dei giuristi che da secoli vorrebbero incasellare la guerra nelle loro categorie.

      Von Clausewitz sembra dare una classificazione leggermente diversa, ma compatibile, con la tua. Distingue fra:

      A) guerre volte allo sterminio del nemico

      B) guerre volte alla disarticolazione delle difese del nemico.

      Le prime sono ad esempio quelle di Gengis Khan contro le città ribelli. Sono possibili solo in presenza di mezzi di comunicazione che trasmettano le informazioni molto più velocemente del movimento dei combattenti sul campo, perché solo in questo caso ci si può coordinare al punto da prevenire fughe del nemico da una parte quando li si attacca dall’altra. Su grandi distanze, i cavalieri di Gengis Khan portavano ordini a velocità molto maggiore del movimento delle truppe. Al tempo di Von Clausewitz l’artiglieria leggera trainata non era molto più lenta delle staffette a cavallo (che comunque non erano veloci come quelle Mongole) e dunque lo sterminio completo diventava impossibile. Von Clausewitz implicitamente predice che se il progresso tecnico avesse di nuovo portato a comunicazioni più veloci si sarebbe tornati ai tempi dei Mongoli. Te uti conto che è morto dello stesso colera che ha ucciso Hegel, nel 1831, ci ha azzeccato in pieno.

      Le seconde raggiungono lo scopo quando impediscono una ulteriore efficace difesa da parte del nemico. Così, il nemico ha due alternative: o di arrende, o subirà danni via via maggiori. Il vincitore induce così il vinto a ubbidire ai suoi comandi senza distruggerlo, il che è utile se si vuole per esempio sfruttare le sue risorse economiche. Il vincitore ottiene li scopo se ha identificato per tempo il giusto contesto in cui il nemico opera, coi suoi punti di forza e le sue debolezze, e la vittoria gli è utile se sono chiari gli obiettivi da raggiungere, le risorse da arrivare a sfruttare, le politiche da fare implementare al vinto. In altre parole, il vincitore vince davvero se ha alle spalle una corretta analisi politica della situazione. Senza di essa tutte le vittorie sul campo alla fine sono inutili. Da qui la frase “la guerra e’ la grammatica, ma la politica è il linguaggio”, volgarizzata come “la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi” +che Von Clausewutz non ha mai scritto). Prototipo del vincitore di questa guerra è Napoleone, il cui indiscusso genio militare ha perso solo quando ha sbagliato politica verso la Russia illudendosi che i mugiki sarebbero accorsi entusiasti sotto il tricolore Francese che li liberava da quello che per lui era il giogo zarista. Il secondo fattore che sconfigge questo tipo di modo di fare la guerra è il rifiuto da parte dello sconfitto sul campo di arrendersi, ossia l’accettare danni sempre crescenti pur di non alzare bandiera bianca. Può essere non violento, come il “sumud” Arabo o la “ahimsa” Gandhiana, oppure violento, e allora si ha la guerriglia. Viene sconfitto alla lunga solo con la politica: il vincitore sul campo restituisce parte del bottino al vinto pur di non arrivare a perdere tutto

      Il bombardamento terroristico dei civili sembra essere una mistura di entrambi i tipi di guerra, mentre lager, deportazioni e pulizie etniche tipo Naq’ba sono un chiaro esempio del primo tipo.

      Avendo chiara la distinzione di Von Clausewitz, vediamo come gli attentati terroristici tendano a innescare una reazione violenta che spinga il nemico a infognarsi in una situazione di tipo Napoleonico da cui non può uscire. Gavrilo Princip, le BR e Hamas fanno parte di questa categoria. Il primo ha avuto successo, le seconde no, Hamas…staremo a vedere.

      Certo, potrebbero innescare una reazione tipo Gengis Khan. Ma al solito decide il contesto politico.

      Agli occhi di molti posteri, infatti, è verissimo chevl’orrore di Dresda è più che compensato da quello di Auschwitz.

      Ma quello di questi giorni a Gaza sta oscurando quello del 7 ottobre già agli occhi di molti contemporanei.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        Quanto la fai lunga, per nascondere che la Naqba non è la Shoah, in realtà.

        E non serve neppure uno psicologo per notare che agli occhi di molti contemporaneo l’orrore del 7 ottobre è come il passaggio di una nuvola in cielo. Per cui si inventano lunghe e contorte e inutili giustificazioni, avendo già ben chiaro dove si vuole arrivare.

  33. Moi scrive:

    Se perfino Olmert ci fa la figura del (relativo) pacifista …

    https://www.corriere.it/esteri/23_novembre_08/olmert-intervista-israele-428df148-7dab-11ee-8bbd-2076da079d53.shtml

    L’ex premier di Israele Olmert: «Si rischia una guerra regionale per colpa dei fanatici al governo»

    L’ex leader del partito Kadima: «Netanyahu e i ministri estremisti vogliono annettersi i territori occupati. Invece nella Striscia serve una forza internazionale. Se vogliamo esistere dobbiamo separarci dai palestinesi»

  34. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Ma perché la Questione Israele-Palestina è così “popolare” in termini da Tifo da Stadio Occidentale ? … Da prima, molto (!) prima , che iniziassero le immigrazioni “Svuota-Africa”, intendo.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ moi

      “perché”

      La butto lì: razzismo verso i non-Europei?

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • PinoMamet scrive:

        Non ho mica capito…

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ pino.mamet

          “capito”

          Intendo: razzismo verso tutte le culture intese come “non europee”, fra cui primeggia l’Oriente a maggioranza islamica. La diffidenza contro i Turchi nella UE è ad esempio sempre stata molto maggiore di quella contro l'”idraulico Polacco”.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            Beh, forse il fatto che la Turchia abbia il doppio di abitanti e sia guidata da un vero autocrate ha contato un poco. Magari anche parecchi secoli di guerre ininterrotte.

            Dopo tutto la UE non è semplicemente un mercato comune.

          • PinoMamet scrive:

            Sarò scemo ma continuo a non capire cosa c’entra con Israele- Palestina…

            • Francesco scrive:

              Dato lo Spettatore Medio Occidentale:

              40% tifa Israele perchè si identifica con i bianchi civili in lotta coi selvaggi

              40% tifa Palestina perchè si identifica con gli eroici resistenti

              20% rutta perchè ha bevuto una birra fredda e non gliene frega un cazzo

              Ciao!

              • PinoMamet scrive:

                Beh, così è chiaro…

                E io manco bevo granché la birra… 😉

              • Francesco scrive:

                Io la amo, da qualche anno! beh, se io bevo la birra, a te cosa posso offrire?

              • PinoMamet scrive:

                Ci penseremo 😉

                comunque, guarda, pensandoci bene non credo che il razzismo c’entri granché.

                Cioè, forse alcuni sostenitori di Israele sono razzisti verso gli arabi, ma non credo che siano la maggioranza: il razzismo verso gli arabi è troppo cugino del razzismo verso gli ebrei perché funzioni bene come movente, nel contesto.

                Poi non è quello l’argomento che si sente tirare fuori.

                No, io credo che ci sia sotto dell’altro, cioè l’immaginario cristiano e la primogenitura sul medesimo.

                Ma continuo sotto per comodità.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Pino Mamet

                “comunque, guarda, pensandoci bene non credo che il razzismo c’entri granché.”

                Sono d’accordo.

                Oltretutto, in italiano questo confuso termine ha due significati diversissimi:

                1) teoria secondo la genetica determina comportamenti diversi in diversi gruppi etnici

                2) la paura di gente sconosciuta.

                Posso immaginarmi che in Israele, il punto 1) conti poco; il punto 2) nemmeno tanto; ma che ci sia un’enorme paura di perdere il controllo di un territorio conquistato a fatica, che non è razzismo.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “Dato lo Spettatore Medio Occidentale:”

                OMDAF!

      • Moi scrive:

        Credo che perfino Sizzi in persona, compasso craniometrico alla mano, troverebbe molto più “Europoide” il Palestinese medio del Congolese o Rohingya (altrettanto Musulmano di un Palestinese) medio … perciò : “ipotesi da scartare”, come direbbero in un Laboratorio Scientifico. 🙂

      • Moi scrive:

        a proposito di persecuzioni razziali : il nuovo film di Giorgio Diritti parlerà degli Jenisch … che io sappia, il secondo in assoluto dopo quello di Valentina Pedicini.

    • Moi scrive:

      Forse l’ unica spiegazione logica è che Israele è considerato (a torto per certi versi, forse un po’ a ragione per altri …) una succursale fuori sede degli USA : e allora via di “romanticizzazioni” … dove gli Israeliani sono i “Visi Pallidi” e i Palestinesi i “Pellerossa” 🙂 fra Sergio Leone e Michela Murgia :-,D !

      • Francesco scrive:

        Credo Andrea intenda anche il contrario: il tifo degli occidentali si divide tra chi ama i cow boys e chi gli indiani.

        Ma in Rwanda non ci sono nè cowboys nè indiani e quindi chi se ne frega. Non c’è possibilità di identificazione.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ francesco

          “Andrea”

          Esatto!

          Io ad esempio ho sempre seguito le notizie di politica internazionale, come hobby. Eppure in Ruanda ci ho messo moltissimo tempo a capire chi erano gli hutu e chi erano i tutsi. Ci sono arrivato solo quando ho capito che i tutsi erano i Watussi della nota canzone degli anni Sessanta. Figuriamoci chi di politica non si interessa granché.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

  35. Moi scrive:

    Fun Fact : a Parigi tornano i Maghen David sui muri … ohibò, l’ AntiSionismo !

    https://www.iltempo.it/esteri/2023/10/31/news/stelle-david-banche-edifici-parigi-contro-ebrei-francia-37387257/

  36. Fuzzy scrive:

    https://www.remocontro.it/2023/11/10/non-solo-gaza-i-coloni-in-cisgiordania-sono-fuori-controllo/
    I coloni fuori controllo.
    Ale’ evvai!
    Mi sembra logico, in un momento come questo.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Fuzzy

      “I coloni fuori controllo.”

      Notare nella foto di famiglia: nessuna divisa, tutti – babbo, mamma, figliole e bimbetti – armati e pronti a uccidere.

      Pone una riflessione interessante sui soliti temi: chi è “militare”, chi “civile”. Se il bambino spara, commette un “crimine di guerra”? Se si spara al bambino, si commette un “crimine di guerra”?

    • Fuzzy scrive:

      https://lesakerfrancophone.fr/lamitie-arabo-iranienne-est-une-realite-geopolitique

      Finora gli Stati Uniti hanno praticato il divide et impera, un po’ come facevano gli inglesi nella loro politica coloniale.
      Poi la Cina ha messo d’accordo Iran e Arabia Saudita.
      E ora gli arabi non sono più divisi.
      E questo è il punto fondamentale secondo M.K. Bhadrakumar, che ha scritto
      l’articolo di cui sopra il link.
      Modestamente condivido la visione d’insieme.
      Israele deve moderare l’arroganza, soprattutto in Cisgiordania, altrimenti creerà dei grossi problemi a se stesso e al mondo.
      Si. Oggi mi sento internazionale.

      • Francesco scrive:

        Chi è MKB? il solito stratega indiano che spiega al mondo il mondo?

        Però il punto è interessante: l’odio tra arabi e persiani, sunniti e sciti, è una chiave di volta del Medio Oriente (scusate il termine) da secoli. Se si riesce a cambiare questi elementi, può cambiare molto.

        PS non credo possa succedere. Un pollaio, tre aspiranti galli, è una situazione già definita. Anche se ora c’è una volpe nel pollaio, sono galli troppo esperti per non pensare oltre la volpe.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Francesco

          ” l’odio tra arabi e persiani, sunniti e sciti, è una chiave di volta del Medio Oriente (scusate il termine) da secoli. Se si riesce a cambiare questi elementi, può cambiare molto.”

          Non è la prima volta che sento parlare di “odi secolari” parlando del Medio Oriente, poi si scopre che sono questioni recenti.

          E’ vero che la Persia è sempre stata antagonista dell’Impero Ottomano, ma stiamo parlando di sultani e re, mica della gente comune che le guerre le subiva e basta. Gli arabi vicino alla Persia erano gli sciiti dell’Iraq.

          • Francesco scrive:

            Sì, abbastanza arabi da essere ancora iracheni e non persiani. Nonostante la ritirata americana e la sconfitta dell’ISIS.

            In generale, non ho mai condiviso la tua idea per cui i confini sono SOLO nella testa di sultani e re. Ci sono anche nella testa della gente comune.

            Posso garantire che l’odio contro i tedeschi esiste davvero, per quanto obsoleto. Ma basta dare una grattatina e si risveglia. Nel popolo, non solo negli intellettuali imparati che leggono i libri.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Francesco

              “In generale, non ho mai condiviso la tua idea per cui i confini sono SOLO nella testa di sultani e re.”

              Capisco quello che tu dici, c’è del vero.

              Ma immaginati un mondo di confini, dove il 95% della gente è analfabeta.

              Il 5% che rimane, recita il Corano in arabo e scrive poesie in persiano.

              Poi si sa che nel villaggio A parlano un po’ come nel villaggio B ma mica tanto, se vai nel villaggio C non si capisce niente, ma nel villaggio D…

              • Francesco scrive:

                analfabeta non è la stessa cosa di ignorante

                anche un analfabeta sa che gli Ebrei, i Tedeschi e i Francesi sono gente cattiva. quasi come i Pisani.

                e partecipa con iniziale entusiasmo alle guerre.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Ottomani e Safavidi erano solo la nuova incarnazione dello scontro tra il bacino imperiale mediterraneo orientale (Balcani-Grecia-Levante-Egitto) e quello Iranico (Grande Persia-Mesopotamia).

  37. Moi scrive:

    https://www.huffingtonpost.it/politica/2023/11/08/news/liliana_segre_mi_sembra_di_aver_vissuto_invano-14072134/

    Liliana Segre: “Mi sembra di aver vissuto invano”

    La senatrice a vita convoca la Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio per domani

  38. Moi scrive:

    Milano, fischi a Sala alla cerimonia in sinagoga per la liberazione degli ostaggi. Il capo della comunità: “Non si fa, rispettiamo il sindaco”

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/11/08/milano-fischi-a-sala-alla-cerimonia-in-sinagoga-per-la-liberazione-degli-ostaggi-il-capo-della-comunita-non-si-fa-rispettiamo-il-sindaco/7346914/

    • Francesco scrive:

      Interessante (?)

      la parola “sionista” viene ripetuta 92 volte in una sinossi che presenta un libro su Israele.

      Israele invece appare solo 3 volte.

      Scelta curiosa dei termini?

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ francesco

        “curiosa”

        Non necessariamente.

        In un libro Sovietico di storia dell’URSS la parola “marxismo-leninismo” è sicuramente una delle più frequenti.

        Può succedere, quando uno Stato si intende come la realizzazione di una ideologia.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          Chiederei a Pino quanto la parola “sionista” sia ancora in uso in Israele.

          E quanto nella pubblicistica araba dedita alla proclamazione del Piano A.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ francesco

            “piano A”

            Al tempo.

            L’URSS proclamava di voler realizzare il socialismo, ma non c’è mica riuscita. Tant’è che se ne riempiva ostentatamente la bocca, e che si parla ancora oggi di “socialismo reale” per distinguerlo dall’originale di Marx

            Israele l’ideale sionista l’ha realizzato davvero, per cui il famoso slogan non c’è più bisogno di ripeterlo, è stato ormai interiorizzato ed è sparito dal discorso pubblico. Non esiste un “sionismo reale” distinti dall’originale di Weizmann e Jabotinski.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            P.S.
            Particolare interessante: in origine lo slogan “una terra senza un popolo per un popolo senza una terra” era uno slogan non dei sionisti, ma di quelli che Martinez chiama “cristianisti”, o ,”cristiano-sionisti”, quei religiosi anglosassoni che vedevano nella restaurazione dello stato di Israele in Palestina la realizzazione di profezie bibliche.

    • Peucezio scrive:

      Tanto se li pappa lo stato, che li usa per pagare il debito (cioè ingrassare gli speculatori), finanziare le armi all’Ucraina, ecc.: noi non vedremo una lira.

      • Francesco scrive:

        Oh, guarda che è facilissimo non ingrassare gli speculatori: basta non fare debiti.

        Fatti quelli, lamentarsi mi pare ingiustificabile.

        • Lucia scrive:

          Quello che dice Francesco in linea di massima sarebbe giusto per quanto riguarda i singoli individui, mentre i debiti di uno stato (fermo restando i controlli sul cd. “magna magna”) sono dovuti a una spesa pubblica che di per sé è benemerita, tipo scuola e sanità, impianto idrico, biblioteche e musei, …
          Ne consegue che con l’affermazione di Peucezio che pagare il debito pubblico significhi di per sé dare soldi agli speculatori non sono affatto d’accordo. Temo però che abbia ragione sulle scarse possibilità che quei soldi vengano utilizzati per contrastare gli effetti nocivi di Airbnb, tipo per edilizia sociale o affitti calmierati.

          • Francesco scrive:

            Non sono d’accordo: uno Stato incassa in tasse molti soldi e deve scegliere come spenderli.

            Se sceglie di fare tutto subito e si indebita, è una scelta politica legittima ma poi non si rompano i coglioni agli speculatori!

            • Lucia scrive:

              “poi non si rompano i coglioni agli speculatori!”
              😀

              È proprio qui che non sono del tutto d’accordo, nel senso alcune spese (tipo le olimpiadi a Milano e Cortina 🙈) possono aspettare tipo per sempre, la maggior parte delle spese di uno stato però no.

              • Francesco scrive:

                Chiedo scusa: per tutto intendevo tutte le spese benemerite!

                Le boiate no, quelle anche mai.

                Colpa mia!

            • Peucezio scrive:

              Gli speculatori sono inutili parassiti.
              NOn è che non gli si deve rompere i coglioni, andrebbero proprio eliminati, come si eliminano la rogna, la scabbia, i pidocchi e le pulci.

              • Francesco scrive:

                Peucezio,

                fossero inutili parassiti, non andresti a cercarli per avere un prestito.

                E se li eliminassi davvero ti faresti dei danni all’economia pazzeschi.

              • Peucezio scrive:

                Infatti non mi sono mai fatto prestare niente dalle banche.
                Sono io che obtorto collo presto loro i miei soldi.

                Sai come diciamo in Puglia?
                Ce le mbrìiste ièvene bbuène, se mbrestàvene le megghiìire.

                Se vuoi te lo traduco.

        • Peucezio scrive:

          Francesco, in virtù del tuo cattolicesimo modernista, lassista e liberaloide-giacobino confondi il prestito con l’usura.
          Se io ti presto un libro, non me lo restituisci con delle pagine di testo in più prima non presenti.

          • Francesco scrive:

            Perchè tu e io siamo amici.

            Se presto una pala a Pino, che mi è antipatico, mi faccio pagare! e se presto soldi a Roberto, che è ricco, voglio gli interessi.

            L’idea che gli interessi siano in sè un male è pura follia economica. Pensa a cosa hanno dovuto inventare i musulmani per arrivare agli interessi anche loro.

            • Peucezio scrive:

              È una questione di antipatia comunque.

              Beh, che lo stato italiano sia antipatico, te ne posso dare atto.

              Sarà follia economica, ma è saggezza morale.

              • Francesco scrive:

                Oddio, non credo tu abbia idea di quanto sia pesante quello che hai scritto!

                E forse terribilmente vero.

      • Lucia scrive:

        Però almeno non si fa concorrenza sleale ad alberghi, campeggi e altre strutture che distruggono il diritto all’abitare. Anche io avendo bambini piccoli a volte ho utilizzato Airbnb perché ci serviva più spazio e una cucina, però mi rendo conto del problema e cerco di smettere …

        • roberto scrive:

          Lucia

          “e cerco di smettere …”

          io cerco più che altro di usare Airbnb genuini, cioè gestiti da privati che fanno quel che gli pare di casa loro. non è sempre facile capire la differenza, ma in genere già se vedi le foto e vedi stanze senza foto, anonime, senza libri, senza giocattoli, o soprammobili puoi essere certa che sono case dove non abita nessuno

          poi se quando clicchi sul nome del proprietario vedi che gestisce varie case, un dubbio è più che legittimo

          per il resto se io vado in vacanza un mese e decido di affittare casa mia non vedo che male ci sia. non credo che sia una concorrenza sleale con gli alberghi, offro un (non)servizio totalmente diverso

          • Lucia scrive:

            Grazie della dritta, Roberto 🙂
            Se pagano le tasse comunque è un bel passo in avanti

            • roberto scrive:

              su questo non ci piove!
              🙂

            • Peucezio scrive:

              Beh, no, semmai sarebbe un passo indietro, ma riuscire una volta tanto a farle pagare a una multinazionale miliardaria anziché al pizzicagnolo di sotto casa che fa fatica a pagare l’affitto del locale mi pare ottimo.

              Se solo lo si facesse sempre e non fosse una cosa sporadica ma strutturale…

          • Miguel Martinez scrive:

            per roberto

            “io cerco più che altro di usare Airbnb genuini, cioè gestiti da privati che fanno quel che gli pare di casa loro”

            Splendido commento, condivido tutto. Anzi, io quando viaggio non ho nemmeno preso tutte le precauzioni che prendi tu.

            Tu e io quando facciamo gli anonimi in rete, siamo spesso agli antipodi; ma sono sicuro che se ci conoscessimo direttamente, saremmo d’accordo sulla maggior parte delle cose.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Lucia

          “Anche io avendo bambini piccoli a volte ho utilizzato Airbnb perché ci serviva più spazio e una cucina, però mi rendo conto del problema e cerco di smettere …”

          Mi commuovo quando sento parlare di bimbi…

          Io ho usato spesso Booking.com, e infatti non credo che il problema sia chi cerca di viaggiare e far conoscere il mondo ai figlioli.

          • Lucia scrive:

            Allora a Natale possiamo passare per Firenze e magari ai Nidiaci senza temere il tuo sguardo sprezzante? 😀
            Sarà da circa 20 anni, ero tipo alle medie o inizio liceo, che non vado a Firenze!

          • habsburgicus scrive:

            @Miguel
            Booking.com

            il problema c’é nei luoghi ove Booking non opera (Iran, Belarus, Russia); per Belarus e Russia c’é Ostrovok [ma non è semplice pagare in anticipo-il che è pure “cosa buona e giusta, intendiamoci”- cosicché uno deve pagare in loco il che, per la Russia, significa avere contanti giacché le nostre carte non valgono più, laddove in Belarus le nostre carte sono accettate o quanto meno i bancomat in quanto ho prelevato 200 rubli bielorussi a Hrodna senza problemi], per l’Iran o si va alla buona in loco [ed è fattibile, eh…uno troverà frotte di taxisti pronte a portarti ad un mehmunkhané dell’amico dell’amico :D] oppure si usa 1stQyest (solo per hotel di lusso che là costano molto meno dell’Italia) e in quel caso si può pagare dall’Italia anzi forse SI DEVE; per qualche ragione, pure nelle Samoa Americane (Pago Pago, nome inquietante :D) Booking non funziona e ho dovuto ricorrere a Expedia

            • Roberto scrive:

              Sei stato nelle Samoa Americane!?!
              Figata!

              • habsburgicus scrive:

                si, due settimane fa…..dalle Samoa (Apia) alle Samoa Americane (Pago Pago) ci sono 24 h, si passa la linea di cambiamento di data..
                sono partito da Faleolo, l’aeroporto di Apia nelle Samoa, alle 10.30 di martedì 7 novembre e dopo mezz’ora di volo sono arrivato a Pago Pago alle 11.00 di lunedì 6 novembre 😀
                le Samoa americane, fra l’indifferenza di tutti :D, sono forse l’ultima colonia….
                infatti non hanno alcun diritto, non sono cittadini americani (a differenza di Puerto Rico) ma hanno il dollaro e i soldati USA 😀 ho visto una soldatessa dello Iowa
                anche dal punto di vista formale, occorre un “Ok Board” speciale che costa 20 $ del tutto analogo all’ESTA che però non è l’ESTA che in sé non basta 😀 a differenza dell’ESTA vale per un solo viaggio e ha data fissa
                Pago Pago resta l’unico posto ove NON mi hanno controllato i bagagli all’aeroporto e ove mi hanno timbrato il passaporto in uscita al di qua della linea di controllo (sic !) cosicché sono stato alcune ore -perché c’era un predicatore evangelico in arrivo e bi voli hanno tardato- con un timbro di uscita ma pienamento “libero” di eclissarmi ew ritornare in città..cose che coapitano solo ove Biden comanda e la CIA impera 😀 😀 e poi ci lamentiamo che glia mwricani fanno ovunque, e sempre, la figura dei fessi 😀 insomma, uno avrebbe potuto essere una spia di Putin, ottener4e il timbro che ne certifica l’uscita, tornare indietro, eclissarsi, assumere una nuova identità e organizzare una rete di sabotaggio alla Marina USA 😀 😀 😀 😀
                le Samoa libere, invece, sono Polinesia pura, con le donne con il fiore all’orecchio..come forse era Tahiti 100 anni fa all’epoca di Gauguin ! la moneta è il tale e gli ATM funzionano con un vergognoso salasso del 20 % !!!!

              • habsburgicus scrive:

                scusare gli errori di battitura

              • Roberto scrive:

                Habsb

                Fantastico!

                Alle Hawaii in un paesino sperduto avevamo incontrato una vecchietta che era una ebrea tedesca fuggita dalla Germania nazista con la famiglia per andare alle Samoa Americane (ci disse “in Europe there was a bad guy…you heard of him? Hitler”…). Aveva vissuto lì tutta la vita e si era trasferita da qualche anno alle Hawaii perché “Samoa is in the middle of no where”.

                Mi è rimasta la curiosità perché alle Samoa Americane? Come gli è venuto in mente? Come ci sono arrivati?

              • habsburgicus scrive:

                @Roberto
                forse ha semplicemente cercato un luogo isolato e oscuro…
                e, diciamolo, non ha sbagliato 😀
                per dire, a Pago Pago -che non trovi su Booking e su Trip.com- arrivi solo con Samoa Airlines e Talofa Airways (su questa ci ho volato io) su aerucoli stile biplano (ti pesano pure prima di imbarcarti :D) e ti fanno le carte d’imbarco scritte a mano 😀 OGGI..chissà ai tempi suoi !

                P.S 1
                alle Samoa libere (ex-tedesche, poi mandato neozelandese indi dal 1/1/1962 indipendenti entro il Commonwealth sotto un regime ibrido che NON prevedeva la sovranità della defunta Elisabetta..Monarchia tribale ? Repubblica con presidente a vita ? il ritratto del Capo con titoli samoani c’é sulle monete da 1 tala) si arriva più facilmente ma non troppo..
                ci volano anche Fiji Airlines (i ho volato io all’andata), Virgin Ausatralia (ci ho volato io al ritono), Air New Zealand,,ma insomma non c’é ressa neppure lì

                P.S 2
                nelle Samoa c’é un tempio baha’i !

                P.S 3
                sulla moneta da 1 dollaro figiano del 2010 ho visto il ritratto di Elisabetta II eppure le Figi sono Repubblica dal 1987… le Figi che non sono riuscite a liberarsi della Union Jack (una seduta in Parlamento per adottare una nuova bandiera finì a sediate fra indù e figiani che si odiano..e si decise di mantenere lo status quo !), non riescono a liberarsi della Monarchia britannica neppure sulle monete

                P.S 4
                al Parlamento di Wellington ho visto il Gran Simbolo “Dieu rt mon Drour” e “Honni soit qui ma y pense” più iscrizioni in onore di Elisabetta II che prende però il titolo di Queen of New Zealand e non ha i titoli “divisivi” di Fidei Defensor e Gratia Dei Regina (la Nuova Zelanda è laica a differenza dell’Inghilterra)…forse, permettetemi di essere maligno, anche perché in Nuova Zelanda non sanno il latino 😀

                P.S 5
                da Singapore in poi si guida dappertutto sulla sinistra (là è la normalità, per loro noi siamo gente strana a guidare sulla destra :D) con l’eccezione dellew Samoa americane ove si guida come da noi, ma si hanno le miglia (20 mph !!!! a passo d’uomo !!!) laddove nelle Samoa (guida a sinistra) si hanno miglia e km (35 mph/55 kmh, la loro conversione) e in Australia e Nuova Zelanda i laburisti riuscirono a introdurre in passato il km e il litro nonostante l’opposizione violentissima dei conservatori che videro in ciò la fine del mondo 😀

                P.S 6
                Carlo III è trasparente..nessuno lo ricorda !

                P.S 7
                i laburisti in Nuova Zelanda hanno dato ai Maori grande spazio..ci sono Maori in dogana (come quello che mi ha fatto passare dalla linea preferenziale Express Lane), nella polizia ecc..e il Maori compare sulle banconote e nella segnaletica; in Australia gli aborigeni hanno avuto qualche diritto ma pochi; i più sfigati restano i poveri indiani USA del tutto emarginati tuttora

                P.S 8
                a Singapore è tutto elettronico, ti danno pure il visto gratuito elettronico, i passaporti non li timbrano manco morti 😀 e mi hanno letteralmente mandato a quel paese quando ho chiesto 😀 in Australia non timbrano e manco mi hanno chiesto il visto (eppure ci sono entrato 3 volte, a Melbourne, Brisbane -la più efficiente- e Sydney, la più caciarona) ma a mia richiesta a Melbourne il timbro me l’hanno fatto senza problemi; in Nuova Zelanda situazione kafkiana 😀 noi italiani siamo discriminati (sic ! vero) e non siamo nella linea preferenziale (a differenza di francesi e tedeschi più austriaci e svizzeri) dunque dobbiamo fare il controllo manuale (invece a Singapore e in Australia siamo fra i privilegiati, a Brisbane mi hanno fatto passare da solo in meno di 3 minuti mentre una folla di samoani e isolani del Pacifico era controllata in modo estremo ad altri sportelli !)..a me han fatto passare per fare prima (ritengo) dallo sportello passaporti diplomatici (sic !), quella mi ha messo un visto (che per la Nuova Zelanda non occorre ! mi ha fatto piacere, lo riconosco :D) e ha pure sbagliato la data perché sono entrato il 10 e ha messo il 9 novembre 😀 per il resto nessun problema, anzi il Maori citato mi ha fatto passare alla dogana (2° 3° step) in due secondi 😀 il 3° step è il controllo biometrico, in teoria duro ma avendo io la sigla EL (Express Lane) grazie al Maori :D, mi han fatto segno di andarmene senza alcuna formalità 😀
                Samoa e Samoa americane timbrano

                P.S 9
                il Qatar non ha timbrato ma solo perché in transito, la prassi araba è timbrare..l’aeroporto Hamad di Doha è splendido, grandissimo e super-efficiente..il Corano, lì, è in prescrizione 😀 e si trova da bere, volendo….al ritorno avevo solo 1 ora e mezzo per la coincidenza, un nero della Security mi ha visto, mi ha caricato su una loro jeep mi ha portato direttamente al controllo bagagli, due minuti, poi un suo colòega mi ha portato con un’altra jeep al gate giusto (sarei stato capace di trovarlo anch’io 😀 però ringrazio..in effetti è labirintico !)..tutto gratis e di loro iniziativa…l’Emiro del Qatar, va detto, ci tiene a far bella figura 😀 c’é un duty free pazzesco, un giardino verde 😀 ma tempo ne ho avuto poco ! sennò, chi ci arrivava a Milano ?

              • habsburgicus scrive:

                scusate
                Dieu et mon Droit
                Honni soit qui mal y pense !
                non gli obbrobri di sopra 😀

              • habsburgicus scrive:

                P.S 10
                in Nuova Zelanda ho fatto anche il traghetto sullo Stretto di Cook con un vento !!!!
                da Wellington arrivi dopo 3 ore e mezza a Picton nell’isola del Sud più britannica e protestante (e anche più bella ! c’é pure la neve verso l’incantevole Kaikoura -nome Maori- non lontano da Nelson);
                l’autista del bus, un vero Old British dal punto di vista fisico (inglese fino al midollo, con i baffi stile British Empire), mi ha pure fatto una fermata personale per me davanti al mio hotel (in realtà un motel) a Christchurch ! qui in Italia bisogna essere Ministri per avere tali privilegi almeno sui treni 😀 😀 😀

              • habsburgicus scrive:

                P.S 11
                a Pago Pago un taxista indigeno mi ha visto a piedi, mi ha caricato e non ha voluto nulla !
                mi era già capitato in Azerbaigian che non mi avevano fatto pagare il biglietto perché erano contento che uno straniero si recasse da loro e vedere il loro paese “calunniato dagli Armeni” 😀 😀
                mi manca ancora, ormai, che una mignotta me la dia gratis in qualche luogo oscuro e poi avrò visto tutto 😀 😀 😀 😀

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Peucezio

        “Tanto se li pappa lo stato, che li usa per pagare il debito (cioè ingrassare gli speculatori), finanziare le armi all’Ucraina, ecc.: noi non vedremo una lira.”

        Guarda che viviamo in un sistema incredibilmente complesso, che comprende tutto.

        Non ho mai realizzato un mio sogno, quello di fare una visita guidata per i bambini al posto in cui il Comune trasforma l’acqua dei cessi nell’acqua che beviamo.

        Io sono per la sussidiarietà: noi come cittadini attivi possiamo fare cose straordinarie, non possiamo fare i miracoli, tipo trasformare l’acqua di fogna in acqua potabile. Lì ci vogliono le istituzioni.

        Ma possiamo anche ribellarci al fatto che i nostri soldi vengano usati per uccidere gente in Ucraina.

        • Peucezio scrive:

          Certo.
          Io non sono contro lo stato. Non mi fa impazzire, ma qualcuno che redistribuisca e faccia le infrastrutture nella società moderna (che a sua volta può piacere o non piacere) ci vuole.
          Il fatto è che l’Italia ormai fa sempre meno l’uno e l’altro.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Lucia

      “OT Miguel una buona notizia, no? 🙂”

      per due motivi…

      1) in sé

      2) non riguarda isropalest!

  39. Fuzzy scrive:

    https://www.youtube.com/live/sL4whHM2oZQ?feature=shared
    Canale you tube per orticoltori.
    Ma non si discute di solo orto.
    In questo video l’argomento è scottante.
    I nuovi ogm (tea) spacciati per prodotti di altissima precisione, sono un mistimbroglio che scombussola il DNA e può produrre effetti avversi sulle piante anche a sorpresa dopo diverse generazioni della pianta stessa (nel video la spiegazione corretta e ben espressa in termini scientifici).
    Ci sono degli interessi tenuti ben nascosti sotto una patina di finta scientificità.
    Questi nuovi ogm stanno passando zitti zitti nell’indifferenza generale.
    E questo fino alla metà del filmato.
    L’altra metà devo ancora vederla, ma mi immagino già delle conseguenze apocalittiche. Tipo la storia di Re Mida.
    Si. Sono sicuro che finirà così.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Cioè che la Lega continua a chiacchierare da decenni di gabbie salariali? Non è una notizia.

      • Francesco scrive:

        Beh, erano anni che non sentivo parlare di gabbie salariali neppure dalla Lega. Finalmente qualcosa si muove!

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ moi

          “creato”

          OAAM

          Esattamente!

          E meno male!!

          Perché alla fine fine una terza via non esiste.

          O sei uno convinto di essere Illuminato da Qualche Indiscutibile Rivelazione Dall’Alto…

          (e a quel punto essere Pillon, Khamenei, il mago Otelma o l’amichetto di Pinochet è un dettaglio)

          …o vivi libero da tali ubbíe.

          Tertium non datur.

          E siccome lo Stato deve fare convivere pacificamente persone di fedi diverse, finisce per forza col dover essere laico e abbracciare nella scuola pubblica la seconda alternativa.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ francesco

      “buona notizia”

      Non ho capito. La buona notizia è che i legaioli si sputtanano?

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        No, che tornano alla realtà. Meno nazional-socialismo, più fatti.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ francesco

          “realtà”

          Credevo che le gabbie salariali fossero un incubo del passato, tipo il mangiare di magro il venerdi’.

          Questi non sanno quello che fanno. Ma non vedo il motivo di perdonarli perché è un’ignoranza in malafede, interessata, volontaria

          Ma in fondo è meglio così. Tutto, pur di evitare il veltroniano “ma anche…”

          Tanto va la gatta al lardo…

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            Le gabbie salarialo sono una geniale invenzione linguistica e dialettica.

            Ma anche una immediata conseguenza di come è fatta l’economia italiana.

            Averle abolite nell’illusione che la realtà (economia) sia modificabile dalle parole (politica) è peggio di un crimine, è un errore marchiano. E lo si paga carissimo.

  40. tomar scrive:

    Almeno 174 palestinesi e tre israeliani sono stati uccisi in Cisgiordania dal 7 ottobre.

    Lasciando da parte Gaza, che è un’altra Contabilità, qui il rapporto è 58 a 1.
    Procedendo con questo ritmo, quindi anche escludendo che la contabilità non possa essere ulteriormente migliorata, per togliersi dai piedi l’ultimo palestinese da quelle parti Israele dovrebbe sacrificare circa suoi 30.000 cittadini ebrei, ovvero circa lo 0,4% di questa attuale popolazione, una cifra in fondo esigua se si pensa che l’Urss per liberarsi dei nazisti perse oltre il 13% della sua popolazione. E senza poi dire che, sempre con questo ritmo, per sbrigare tutta la faccenda ci vorranno comunque circa 2000 anni, tre morti al mese, una routine, chi se ne accorge più? Figuriamoci il mondo, finché ha interesse a girar la testa da un’altra parte.
    E cosa volete che siano altri 2000 anni per chi ne ha aspettati altrettanti per tornare a prendersi la terra che Dio gli ha destinato?
    Vabbè, è intanto uscito l’ultimo numero di Limes: GUERRA GRANDE IN TERRASANTA (guerra grande grande guerra, ahi ahi).
    Vado a leggere quel che dice Caracciolo, che leggo comunque con gran piacere dell’orecchio, cosa purtroppo rara leggendo di queste cose.

    • Francesco scrive:

      Finalmente un conteggio serio! all’attuale ritmo, gli Israeliani avranno svuotato la Cisgiordania tra 2.000 anni.

      Al netto delle nascite di nuovi palestinesi di Cisgiordania, però.

  41. PinoMamet scrive:

    Ci si chiedeva più sopra: come mai Israele-Palestina è ancora un tema così forte e sentito, molto più di altri conflitti.

    Tra le varie cause (mi pare siano diverse) credo che una sia l’immaginario cristiano.

    Il filo-israelianesimo (?) è di importazione americana: in Italia è una novità. Per gli USA, non c’è problema, tutto si tiene:

    Israele sono gli ebrei, gli ebrei sono quelli che si leggono nella Bible, modello e archetipo dei Padri Pellegrini, ma anche degli afroamericani in cerca di libertà, gli ebrei vivono tra noi, stanno nei loro quartieri di ultra ortodossi bizzarri di New York o nelle villone dei ricchi di Hollywood, possono starci anche sul cazzo ma sono americani, e “noi americani abbiamo vinto la guerra contro Hitler per salvare gli ebrei”.

    I palestinesi? chi li conosce, sono arabi e quindi un popolo strano, poco diffuso in America sive Mondo, e gli arabi verrano dall’Arabia, i Giudei (Jews) dalla Giudea, problema risolto gli arabi tornino in Arabia.
    (Davvero, questa frase l’ho letta non so quante volte).

    Per il mondo cattolico e latino, e specialmente (spiegherò perché) per l’Italia, il problema è diverso.

    Prima di tutto, per gli italiani gli ebrei non sono gli Ebrei; sono semmai i Giudei, di cui si è sempre detto peste e corna, che prendono il nome da Giuda, e l’unico Giuda che si conosce è il traditore di Cristo.
    Pare che ci sia stato un altro Giuda, ma sta scritto in quei libroni strani che nessuno legge mai e chissene.

    Di Cristo si sa che abitava lontanissimo, in Terra Santa, dove morì Cristo appunto, come si dice in certi dialetti per indicare un posto lontano;
    ma era roba di antichi romani, comunque, roba nostra.

    Adesso si chiama Palestina, l’ho sentito in TV, e quindi Cristo era palestinese, e infatti è stato ucciso dagli ebrei, dai giudei, tutto si tiene.
    (Anche il “Cristo palestinese” è un piatto forte dei filo-palestinesi nostrani, non manca mai).
    I palestinesi si dà il caso che adesso parlino arabo, vabbè, nessuno perfetto, quindi anche Cristo forse arabo o comunque di quelle parti là, vallo a sapere.

    ma questi ebrei così cattivi che hanno ucciso a Cristo, possono cambiare? Certo che possono, alla fine erano ebrei anche i discepoli di Cristo, così ha detto il prete, ma sono diventati cristiani e infatti nell’ultima cena ci dipingo un bel pane fatto come quello di casa mia e magari una bella fetta di prosciutto, perché se sei cristiano
    (e in Italia “cristiano” vuol dire “uomo, persona come tutte le altre”) fai come tutti i cristiani e il prosciutto te lo mangi.
    Se non lo mangi sei molto sospetto: perché non vuoi fare come tutti gli altri? Credi di essere speciale?

    e infatti gli ebrei che non sono diventati cristiani, tanto più in Italia dove a nessuno interessava la limpieza de sangre e dove a nessuno è mai fregato niente delle presunte razze, quelli che non sono diventati cristiani “come tutti i cristiani” devono proprio essere incalliti, persone che si sentono speciali, persone che chissà cosa vogliono da noi e dal mondo.

    • Peucezio scrive:

      Ahahah, in effetti è un’ottima descrizione, molto fedele.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Pino Mamet

      “Tra le varie cause (mi pare siano diverse) credo che una sia l’immaginario cristiano.”

      Fantastico!

      Una piccola limatura, non una critica.

      Almeno a Firenze, il 90% delle persone non sono “cattoliche”, a parte festeggiare il Natale e forse mangiare l’agnello a Natale.

      L’8% sa vagamente che “Mosè era un bravo cristiano” (poi conoscono anche Adamo ed Eva e forse forse hanno sentito parlare di Re Salomone che aveva dei be’ palazzi).

      Il 2% ragiona come dici tu.

      La butto lì, immaginandomi cose che non so di persone che conosco solo in parte, e senza voler intaccare il tuo ragionamento generale.

      • Peucezio scrive:

        Miguel,
        tieni conto sempre che la Toscana è talmente italiana da non essere italiana.

      • Roberto scrive:

        Miguel

        “Almeno a Firenze, il 90% delle persone non sono “cattoliche”, a parte festeggiare il Natale e forse mangiare l’agnello a Natale.”

        A parte che l’agnello I cattolici lo mangiano a Pasqua 😁 il 100% dei fiorentini è cresciuto in una città piena di chiese, sta a casa la domenica, è in vacanza per le feste cattoliche, ha visto un prete almeno parlare in televisione, e sa che gli ebrei sono tirchi (da voi non si dice “dai non fare il rabbino”, per dire “non fare il tirchio”? A Bologna è comunissimo) e che sono loro che comandano

        No, siete come tutti gli italiani: dei pesci che nuotano in un acquario cattolico. Poi è evidente che da voi le chiese sono vuote, mentre in altre parti d’Italia tutto il paese va a messa la domenica ed in processione dietro al parroco, ma il sottofondo culturale quello è per tutti

        • Miguel Martinez scrive:

          Per roberto

          “A parte che l’agnello I cattolici lo mangiano a Pasqua”

          ri-touché!

          detto questo… mai sentito parlare male degli ebrei a Firenze, nemmeno come battuta. Qui ce l’hanno tutti con i Massoni, che secondo loro tengono la città in mano, ma non li ho mai sentiti associare agli ebrei.

          Vero quello che dici sulle vacanze, il sottofondo culturale ecc., ma mica associano la cosa agli ebrei.

          Invece il 10% che sono cattolici sono convinti che gli ebrei siano il popolo speciale amato da La Pira e dalla Fioretta Mazzei (perfetta la descrizione di Pino Mamet, tante Anna Frank salvate dai bravi italiani e dalle suore coraggiose).

          • Roberto scrive:

            Miguel

            “ ma mica associano la cosa agli ebrei.”

            Certo! sono io che sono uscito dal discorso “ebrei” per discutere di “il 90% dei fiorentini non sono cattolici”…avrei dovuto essere più chiaro

            Per curiosità, l’espressione “rabbino” = tirchio è solo bolognese? A Bologna è (era? Mi riferisco fino al periodo in cui ci ho abitato, cioè 20 anni fa) talmente comune che pensavo fosse usata dappertutto

            • PinoMamet scrive:

              Da queste parti l’ho sentita usare solo da giovanotti universitari, in modo volutamente ironico (“faccio finta di essere antisemita ma in realtà è solo uno scherzo”) e direi solo dopo il periodo di popolarità di Moni Ovadia e dei suoi spettacoli a tema yiddish (anni Novanta).

              ma forse prima ero troppo piccolo semplicemente e non ci facevo caso, ma davvero non credo di averla mai sentita…

              Ogni tanto mi capita il discorso “Hitler ce l’aveva con gli ebrei, che brutta persona! Però gli ebrei erano tutti ricchi…” ma si riferisce agli ebrei della Germania, esseri mitici visti solo nei film, e non a quel tale che suo nonno era ebreo o a quell’altro che ha cognome di città e suo padre vendeva abiti usati…

              Come nota a margine, un’espressione che invece ricordo di quando andavo a scuola, e che non ha mai capito bene a cosa facesse riferimento, è “cazzo di Buddha!”
              Mi ha sempre fatto ridere, anche perché il buddhismo è piuttosto diffuso qua intorno…

            • Miguel Martinez scrive:

              Per roberto

              “Certo! sono io che sono uscito dal discorso “ebrei” per discutere di “il 90% dei fiorentini non sono cattolici””

              Ah ecco, allora siamo d’accordo!

          • PinoMamet scrive:

            In generale qui non ho mai sentito parlare male dagli anziani degli ebrei.
            Nè bene.
            Eppure non erano certo una rarità (dico “dagli anziani”, perché adesso invece gli ebrei sono una rarità, e ci sono molti più studenti israeliani che ebrei locali…), in ogni paese c’era il suo quartiere ebraico (una viuzza eh? mica New York) e la sua sinagoga.

            Ma sento parlare pochissimo anche di massoni (ogni tanto salta fuori che qualche ricco o semi-ricco o aspirante ricco è massone o si vocifera che lo sia).

            le prime frasi chiaramente antisemite che ho sentito mi sono capitate a Cividale del Friuli…

            • Miguel Martinez scrive:

              Per PinoMamet

              ” in ogni paese c’era il suo quartiere ebraico (una viuzza eh? mica New York) e la sua sinagoga”

              Caspita!

              Mettendo insieme poche cose vaghe, visto che non ne sento quasi mai parlare… mi immagino “l’ebreo fiorentino” come un signore dell’Ottocento dalla lunga barba, rigorosamente risorgimentale, con un figlio che dirige un’azienda e un altro che insegna scienze naturali all’università, con dotte dispute darwiniste.

              Invece i Massoni a Firenze sono un’ossessione: non so quanto ci sia di vero, i pochi Massoni che conosco io sono ottime persone, ma esiste sempre questa idea che loro decidano tutto, “qui è tutta una Massoneria!” , “si sa che questa città è in mano ai Massoni!” Di solito però non accompagnato da affermazioni concrete (tipo, “Tizio, della Loggia X, ha fatto vincere l’appalto a Caio, membro anche lui della Loggia X”, non l’ho mai sentito).

      • Roberto scrive:

        Ps leggo sopra l’incubo di ADV “mangiare di magro il venerdì” e mi viene in mente che vengo da una famiglia di atei (genitori, i nonni erano cattolici praticanti), sono io stesso ateo eppure…da sempre mangio di magro il venerdì…certo se mi invitano ad un barbecue il venerdì ci vado, ma se cucino io, istintivamente carne non ne faccio mai

  42. tomar scrive:

    Pino
    “Prima di tutto, per gli italiani gli ebrei non sono gli Ebrei; sono semmai i Giudei, di cui si è sempre detto peste e corna”
    A me sembra che questa immagine possa forse essere valida per gli italiani di 100 anni fa.
    Ma già per quelli della mia generazione, nati nei primi anni dopo il 1945, non solo la parola Giudei era praticamente sparita dal vocabolario della comunicazione o di quel che si leggeva nella stampa generalista, ma si usava solo e soltanto il termine Ebrei, immediatamente associato, soprattutto dopo il 1967, a Olocausto, Anna Frank e, a ondate ricorrenti come l’ultima in corso, Israele.

    • PinoMamet scrive:

      In questo hai ragione, ma quanti lo associano invece ai discepoli di Cristo o a Cristo stesso?

      Esiste un immaginario per il quale non esisterei a riesumare il termine “cattocomunista”, per il quale è indiscutibile che Cristo sia palestinese.

      Che Cristo fosse, a tutti gli effetti, un ebreo praticante, risiedente in un territorio che si chiamava già Giudea o Israele, e che facesse tutti quanti quei riti strani degli ebrei (tallit, tefillin, feste varie), che l’Ultima Cena fosse a tutti gli effetti un seder di Pesach ebraico, è qualcosa che direi- per usare un eufemismo- esula totalmente dall’immaginario italico, compreso quello delle persone colte.

      Che non sono tante, sul soggetto.

      • Peucezio scrive:

        Cristo palestinese…

        Il bello è che una boiata del genere l’ho sentita dire anche alla mia professoressa del ginnasio, un’ebrea coltissima (quanto severissima). Nel suo caso però credo fosse anticristianesimo, non nobilitazione dei palestinesi.

        Certo, chi nasce in Palestina in un certo senso è palestinese, ma mi pare un modo confuso e impreciso di esprimersi.

        • PinoMamet scrive:

          Uno dei maggiori esportatori di Cristo palestinese che conosco è un mio contatto di Facebook, un tale molto comunista che ha l’hobby dei presepi.
          Un comunista costruttore di presepi…

          Sarà un po’ come la puttana ottimista e di sinistra di Lucio Dalla? Non so, ma davvero il mondo è bello perché è vario.

          In fondo tu hai avuto la professoressa di ginnasio ebrea severissima (questo spiega tante cose! 😀 – scherzo eh?)
          io ho avuto il professore di greco fascio e musulmano e poco severo (ma incuteva rispetto lo stesso)…

          era destino che ci conoscessimo! 😀

          • Miguel Martinez scrive:

            er Pino Mamet

            “Uno dei maggiori esportatori di Cristo palestinese che conosco è un mio contatto di Facebook”

            Credo che in merito, esistano tre teorie.

            Che Cristo fosse israeliano

            Che Cristo fosse palestinese

            Che Cristo fosse italiano.

            Io opto per la terza.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Martinez

              “opto per la terza”

              Anch’io. 🙂

              In fondo visse coi genitori fino a trent’anni e la mamma era convintissima che fosse un Dio.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • paniscus scrive:

                “Che Cristo fosse italiano.”
                “In fondo visse coi genitori fino a trent’anni e la mamma era convintissima che fosse un Dio.”
                ——

                Ce n’erano diverse versioni, la prima che mi viene in mente è quella secondo cui Cristo sarebbe stato un nero americano, perché:

                – chiamava tutti “fratello”;

                – non aveva mai avuto un lavoro fisso;

                – sua madre non aveva mai capito bene chi fosse il suo vero padre naturale-

            • Peucezio scrive:

              Io direi proprio romano.

              Qui sarai tu poco tempo silvano

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                No, perché suddito di un regno ellenistico cliente. Tra l’altro governato da una dinastia ebrea di fresco, originaria dell’Idumea e con nomi greci 😀

              • PinoMamet scrive:

                I nomi greci credo fossero piuttosto comuni anche nelle famiglie sacerdotali, perlomeno, e un paio sono “scivolati ” anche tra i Maestri del Talmud.

                Che poi è pieno di grecismi…

              • Peucezio scrive:

                Mauricius,
                stai scherzando, spero…
                È ovvio che Gesù non ha mai avuto la cittadinanza romana.
                Il discorso di Dante è simbolico, mi pareva ovvio.
                L’universalismo romano come allegoria dell’universalismo cristiano.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Stavo solo fornendo elementi ulteriori per dare nuove originali interpretazioni.
                Nel I secolo i romani non erano ancora universalisti, anche se nella medievale concezione della translatio imperii (persiani-greci-romani) il passaggio era già avvenuto. Però questo non toglie che Gesù appartenesse al mondo ellenistico, per cui potremmo dire che fosse greco… o macedone.
                O alban… illirico 😀

              • Peucezio scrive:

                Sul piano storico certo.

                Ma una teofania trascende la contingenza.

          • Peucezio scrive:

            Pino,
            “era destino che ci conoscessimo! 😀”

            Ahahah, vero!

            Comunque io già da prima non li amavo, ma devo dire che questa professoressa non è riuscita a spegnermi l’amore per il greco e il latino, che, dato il personaggio, significa che all’epoca era davvero molto molto forte.

    • PinoMamet scrive:

      Inoltre gli italiani e il loro modo di vedere le cose non sono nati ieri notte sotto un fungo.

      Sono il risultato di un processo che è iniziato 100 anni fa, appunto, e anche ben prima.

      • il modulo del dissenso informato scrive:

        Io sono del 65 e vengo da una famiglia cattolica.

        Immagino che la mia esperienza familiare sia un po’ diversa dalla media ( che poi la media non esiste, ma vabbè ) perchè si avevano parenti ebrei assimilati sia da parte paterna che materna , che dopo il 43 si erano comunque dovuti nascondere per timore di finire nei lager.
        Con il fatto che mio nonno era stato partigiano e aveva passato i guai ,da bambino sono cresciuto con i racconti di mia nonna sugli orrori del nazifascismo, nel senso che mia nonna non aveva una grande coscienza politica, diciamo che non gliene fregava molto, però aveva un certo talento nel ripercorrere i (suoi ) drammi di quei tempi , e nella sua mente amici e nemici erano chiari.

        A dirla tutta è vero che ogni tanto usava in dialetto espressioni antigiudaiche che , come suggerisce Pino, immagino siano il retaggio popolare dell’antigiudaismo cattolico, ma gli Ebrei per lei erano il povero dott.Levi che era un amico di famiglia e che i nazisti avevano trascinato in un lager da cui poi non era più tornato.
        Nel racconto di mia nonna c’era anche un’aggravante della crudeltà ,dato che i nazisti l’avevano portato via anche se era sciancato ed andava in giro col bastone.

        Dal punto di vista dell’educazione cattolica ( che non amavo ) fuori dalla famiglia da bimbo ,non mi ricordo che mi siano stati passati messaggi antiebraici, magari perchè ero abbastanza refrattario in generale alla noia di quello che mi volevano insegnare, ma non credo.
        Mi riconosco abbastanza in quello che dice Tomar, gli Ebrei fino ad un momento che non saprei specificare nell'”insegnamento collettivo” erano Anna Frank, l’Olocausto, si era molto lontani cronologicamente dall’istituire il giorno della memoria ma i discorsi che venivano trasmessi educativamente mi sembra che fossero più o meno di quel tipo.

      • PinoMamet scrive:

        Bene, accolgo la critica, e correggo così:
        “Per gli italiani gli ebrei erano passati da essere i cugini di Giuda a essere lo strano popolo di Anna Frank, che i nazisti per qualche motivo perseguitavano mentre gli italiani brava gente salvavano (compreso quel vicino di casa antipatico, nella metà del paese dove davvero esistevano ancora gli ebrei).

        In nessun caso veniva da associarli al medio Oriente e al mitico paese italiano del presepio, dove nacque Gesù “.

  43. Miguel Martinez scrive:

    Per qualche motivo, alcuni commenti vengono bloccati automaticamente… due o tre di Peucezio, uno di Pino Mamet.

    Di solito, l’unico problema è che in un commento ci sono troppi link; forse poi alcuni fa ho messo tra i filtri anche alcune parole tipiche dello spam, ma non mi ricordo.

    Comunque non vi preoccupate, sblocco i commenti appena vedo il problema.

  44. Miguel Martinez scrive:

    Sono sconvolto.

    In questo video, vedo Joe Biden con la sua aria simpatica da nonno che dice che se non ci fosse Israele, gli Stati Uniti l’avrebbero dovuta inventare:

    https://www.youtube.com/watch?v=2HZs-v0PR44

    Ma la cosa terribile è vedere nella seconda parte dello stesso video Biden nel 1986 (-meno 37 anni fa), incredibilmente più brutto e odioso di quanto sia odioso, che proclama, “Israele è il migliore investimento da 3 miliardi di dollari che abbiamo fatto! Se non ci fosse avremmo dovuto inventarla!” con una voce da spacciatore immobiliare.

    A volte la vecchiaia migliora incredibilmente le persone.

    • tomar scrive:

      Miguel:
      “Sono sconvolto.”
      I due video sono davvero sconvolgenti, anche perché la frase, così come giunge ora a noi nel linguaggio pacato e quasi sognante del simpatico nonno, si presta a essere citata con sussiego da più di un commentatore come la frase storica di questo presidente (tipo il Ich bin ein Berliner di Kennedy).

    • Ros scrive:

      @Miguel: “… Biden … A volte la vecchiaia migliora incredibilmente le persone…”

      Essì! Eggià! Così pare😀
      Tanto esteticamente (affina i tratti e smorza la rozzezza cafona innata),
      quanto nel carattere (crollo del testosterone, sarcopenia…).
      Nel ’87 sembrava una iena testadicazzo DOP
      problematica di suo con rabbia e tigna quali gadget, simpaticamente, annessi alla personcina☠🤡🤑😬.

      Oggidì diremmo che è un simpatico e bonario, elegante nonnetto WASP giusto un tantino rincoglionito, ma tranquillo e balocco☺☺☺.

      Menomalaccio che c’ha il figlio “Cacciatore” a portare fiero e capace il retaggio saccheggiatore della Jolly Roger di famiglia😎

      In tal senso gli è ìta assai meglio che al Bush senior col figlio abbabbionato e abbonazzato.

      ‘na pena!😔

      • Moi scrive:

        Nel ’87 sembrava una iena testadicazzo DOP

        —————–

        C’era ancora la Guerra Fredda … altro che Woke, in America ! 😉

        Cmq, come notano alcuni ALT Right, piaccia o no … la Woke adotta metodi (!) Sovietoidi per l’ Egemonia Culturale !

    • PinoMamet scrive:

      Oltre all’antipatia di Biden giovane (ma quello vecchio lo trovo migliore solo perché è rimambito e sembra innocuo…) noto che la sua frase, che negli USA sembra filosionista, suona antisionista nel resto del mondo…

      Gli USA hanno inventato (col famoso voto comprato all’ONU) un paese per fare i loro interessi in Medio Oriente?
      Israele è finanziato dagli USA perché è per loro un investimento?

      Togliete la faccia di Biden, metteteci Khamenei o il capo di Hamas: la frase avrebbero potuta dirla benissimo loro…

    • paniscus scrive:

      “Joe Biden con la sua aria simpatica da nonno che dice che se non ci fosse Israele, gli Stati Uniti l’avrebbero dovuta inventare“—-

      Ah, perché è solo un periodo ipotetico (in senso grammaticale)?
      Non è esattamente come è andata davvero?

    • Francesco scrive:

      Non potresti fornire un minimo di contesto? poi 3 miliardi di dollari, pure nel 1987, sono spicci.

      Credo che l’Egitto costi un miliardo l’anno da quando ha firmato la pace, per dirne una.

      Ciao

  45. Fuzzy scrive:

    https://www.ilpost.it/2023/11/11/ospedali-gaza-live/?homepagePosition=3
    -Chi bombarda gli ospedali?
    -Cosa hanno combinato gli elicotteri israeliani durante la risposta all’attacco di Hamas?
    -Prese di roccaforti. Bisogna proprio crederci?
    -Basi militari USA sotto attacco, si valuta il rimpatrio delle famiglie dei militari.
    Ma niente di particolare degno di nota.
    Leggi il giornale al bar, con caffè e brioche. Sulla strada passano auto e mezzi pesanti. All’interno l’aria è cinque volte più inquinata che all’esterno.
    Tutto a posto.

  46. tomar scrive:

    Miguel:
    “Qui ce l’hanno tutti con i Massoni, che secondo loro tengono la città in mano”

    Da quanto mi dice mio fratello, che ha frequentazioni negli ambienti del potere locale, sembra che in effetti qui a Firenze non si muove foglia che masson non voglia.

    Vari qui: “Cazzo di Buddha!”
    Confermo: l’espressione, va a sapere come è nata, era (non so ora) diffusa anche a Milano e anche a me è scappata qualche volta (magari perché mi era caduto un piatto) facendo arrabbiare mia moglie, che proviene da una famiglia di tradizione blandamente buddista.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per tomar

      ““Cazzo di Buddha!””

      L’ho sentito dire da giovane in ambienti diciamo fricchettoni/alternativi romani.

      • Moi scrive:

        In Italia, curiosamente, a livello popolare tra non-Fricchettoni, il Buddha magro ascetico originario che vediamo raffiguratissimo in Thailandia (un po’ più tarchiato, ma non troppo in Giappone) ancor più che in India … è o è stato spesso confuso con il suo “adattamento” popolare Cinese di Budai : un uomo pingue sempre sorridente o ridente, istintivamente più simpatico fra i popoli Mediterranei.

        😉

        • Moi scrive:

          Ecco, penso che molta gente che dice (o diceva) “Cazzo di Buddha !” … inconsapevolmente intende (o intendeva) in verità “Cazzo di Budai !”

          … me lo sento 😉 !

          • roberto scrive:

            moi

            effettivamente quando penso a buddha, penso sempre ad una figura decisamente pingue, rilassata e sorridente, da cui una battuta che faccio volentieri su me stesso è che ho un fisico da asceta, ma l’asceta è buddha 🙂

    • Peucezio scrive:

      Tomar,
      in Italia esistono famiglie di tradizione buddhista?

      Comunque non vedo proprio il problema: al buddismo mi sembra estraneo questo culto personale, non mi sembra questo il senso della dottrina buddista.

      • PinoMamet scrive:

        Abitando vicino a un ormai tradizionale tempio buddhista (e manco l’unico in provincia!) ti confermo che sì, esistono ormai famiglie di tradizione buddhista in Italia.
        Ma il primo monaco buddhista italiano credo sia di fine Ottocento…

      • tomar scrive:

        Peucezio:
        “Tomar,
        in Italia esistono famiglie di tradizione buddhista?”
        Su questo ti ha risposto Pino Mamet, io non saprei, ma sciolgo l’equivoco per quanto riguarda mia moglie: è giapponese.

      • paniscus scrive:

        “Comunque non vedo proprio il problema: al buddismo mi sembra estraneo questo culto personale, non mi sembra questo il senso della dottrina buddista.”—-

        E aggiungo che una buona parte di quelli che si dichiarano “buddisti” in Italia sono seguaci della Soka Gakkai, che non è proprio rappresentativa della tradizione buddista in generale…

        • PinoMamet scrive:

          Io conosco i buddhisti zen, che sono parte dell’Unione Buddhista Italiana, che ha la sua Intesa con lo Stato;
          sono buddhisti… normali.
          Ci sono due templi buddhisti zen in provincia.

          Mi pare che i seguaci della Soka Gakkai (che non mancano neanche da queste parti) non siano parte dell’UBI e di certo hanno delle idee piuttosto strane…

          mi sembrano, per far capire, un po’ i Testimoni di Geova buddhisti…

        • PinoMamet scrive:

          Comunque per uno storico delle religioni credo che sia affascinante la trasformazione del pensiero buddhista in Cina e ancora di più in Giappone…

          oltretutto c’è da impazzire dietro la storia delle varie correnti e denominazioni, roba che le eresie cristiane dei primi secoli gli fanno un baffo…

      • Ros scrive:

        Buddismo, Taoismo, Zen, Scinto e affini:
        C. G. Jung è stato un fine cultore ed estimatore delle dottrine religiose e filosofiche orientali, ma…

        https://www.jungitalia.it/2014/04/26/le-pratiche-orientali-secondo-lo-psichiatra-c-g-jung/

        “…L’io può sempre pensare tutto ciò che vuole, raccontarsela all’infinito, senza tener conto che la base su cui poggia – cioè la sua matrice inconscia – può pensarla in maniera del tutto diversa. Un occidentale non potrà mai auto-dichiararsi Buddhista o Induista (o simili) se è nato qui, se è cresciuto e costituitosi da generazioni a partire dalla cultura occidentale prettamente intrisa di tutt’altre tradizioni culturali-religiosi, in quanto l’inconscio personale – che è autonomo – produrrà e sarà costituito da matrici occidentali – e cristiane – fin nel midollo, e quindi l’inconscio in tal senso produrrà sempre dinamiche e simbologie tipicamente cristiane. Prove cliniche a tal riguardo sono riscontrabili anche in bambini o adulti che nascendo in un tipico contesto religioso-culturale emigrano in altri continenti e continuano però a produrre autonomamente simboli e dinamiche della loro cultura di origine…”

        « (…) Evitai invece attentamente d’incontrare i cosiddetti “santoni”, e ciò perchè dovevo elaborare la ia verità, e non accettare da altri ciò che non avrei potuto raggiungere con le mie forze. Mi sarebbe parso un furto se avessi appreso dai santoni la loro verità per farla mia. La loro saggezza appartiene a loro, e a me appartiene soltanto ciò che procede da me stesso. Come europeo non posso prendere nulla in prestito dall’Oriente, ma devo plasmare la mia vita da me stesso, secondo quanto mi suggerisce il mio intimo o mi apporta la natura.»
        (Jung, in “Ricordi, Sogni, Riflessioni“)

        “…Pur ritenendo importantissime e indispensabili le pratiche orientali, Jung spiega qui – in termini prettamente psicologici – l’importanza di rimanere ben saldi alle premesse culturali occidentali in cui nasciamo, e da cui non potremo MAI alienarci, soprattutto quando decidiamo di affacciarci e abbracciare tecniche e pratiche di mondi a noi “lontani” (seppur così vicini se considerati da una prospettiva di inconscio collettivo). Per finire è bene sottolineare dunque come Jung sia a favore dell’integrazione e della conoscenza, per noi occidentali, del mondo orientale, ma appunto con doverose sottolineature…”

        • PinoMamet scrive:

          “..Come europeo non posso prendere nulla in prestito dall’Oriente”

          mmm
          e perché?
          Ogni tanto dorme anche Omero, e qui Jung diciamo che non mi sembra all’apice della sua svegliezza 😉

          ma in realtà ci sono tanti aspetti che mi lasciano perplesso, un po’n troppi.

          • Ros scrive:

            @PinoMamet:
            “… Ogni tanto dorme anche Omero, e qui Jung diciamo che non mi sembra all’apice della sua svegliezza 😉 ma in realtà ci sono tanti aspetti che mi lasciano perplesso, un po’n troppi…”

            Sul Tao e il Wu wei : “Il segreto del fiore d’oro. Un libro di vita cinese” Carl Gustav Jung – e Richard Wilhelm – è una goduria.
            Jung per primo (facendo imbestialire zio Freud) non pensava di poter costruire sulla Psyche inattaccabili dogmi.

            Svulazzava!🤪

            …la vispa Teresa🥴😵😚

            Rimanevano sempre e comunque mille dubbi, postille e ripensamenti;
            e imputava ciò ai noti e soliti capricci dell’ “Anima”

            “Animula vagula, blandula,
            Hospes comesque corporis,
            Quæ nunc abibis in loca
            Pallidula, rigida, nudula,
            Nec, ut soles, dabis iocos”

            E spesso aveva il rovello – tipicamente “animico” – di star facendo “solo” Arte,
            e manco per niente scienza, medicina o consimili

            James Hillman “L’anima del mondo”.
            James Hillman ” Intervista su amore, anima e psiche”.
            James Hillman “Anima. Anatomia di una nozione personificata”.
            James Hillman “Il codice dell’anima”

            sotto da C. G. Jung “Ricordi, sogni, riflessioni”:

            “…Nelle mie tenebre (horridas nostrae mentis purga tenebras, dice l’Aurora Consurgens)…

            “…Mentre annotavo le mie fantasie una volta mi chiesi: «Che cosa sto facendo realmente? Certamente ciò non ha nulla a che vedere con la scienza. Ma allora che cos’è?». Al che una voce in me disse: «È arte». Fui sorpreso, non mi era mai passato per la testa che le mie fantasie potessero avere a che fare con l’arte. Allora pensai: «Forse il mio inconscio ha dato forma a una personalità che non sono io, e che potrebbe esprimersi con le sue proprie vedute». Sapevo per certo che la voce proveniva da una donna, e vi riconoscevo la voce di una paziente, una intelligente psicopatica che aveva per me un forte transfert, e che mi si era impressa nella mente come una figura viva.
            Certamente ciò che stavo facendo non era scienza. Che cos’altro poteva essere allora, se non era arte? Sembrava che in tutto il mondo non ci fossero che queste due possibilità! Questa è la maniera di ragionare tipicamente femminile.
            Con molta enfasi, e decisamente restìo, dissi a questa voce che le mie fantasie non avevano nulla a che fare con l’arte. Allora la voce tacque, e io continuai a scrivere. Poi ci fu un altro assalto, e si ripeté la stessa asserzione: «Questa è arte». E nuovamente io protestai: «No, non è arte! Al contrario, è natura». Mi disponevo a un ripetuto contrastante assalto, ma poiché non accadeva nulla, riflettei che la «donna in me» non possedeva un centro della parola, e così le proposi di servirsi della mia lingua. Accettò la mia proposta e subito espose il suo punto di vista con un lungo discorso.

            Mi interessava straordinariamente il fatto che una donna, dal mio interno, dovesse interferire nei miei pensieri. Probabilmente, pensai, doveva essere l’«anima», nel senso primitivo, e cominciai a meditare sulle ragioni per le quali era stato dato il nome «anima». Perché era stata indicata con un nome femminile? In seguito giunsi a capire che questa figura femminile interna rappresenta una parte tipica, e archetipica, nell’inconscio dell’uomo, e la indicai col nome di «anima», mentre chiamai «animus» la figura corrispondente nell’inconscio della donna.
            Dapprima mi colpì soprattutto l’aspetto negativo dell’«anima». Me ne sentivo un po’ impaurito, come di fronte a una invisibile presenza. Poi pensai di comportarmi con lei diversamente, e di considerare le descrizioni delle mie fantasie come lettere che indirizzassi a lei, come se, per così dire, scrivessi a una parte di me stesso, la quale però sostenesse un punto di vista diverso da quello della mia coscienza. Ne ebbi risposte sorprendenti e insolite. Mi pareva di essere un paziente che si facesse analizzare da uno spirito femminile! Ogni sera scrivevo coscienziosamente le mie annotazioni, e poi pensavo: «Se non scrivo all’“anima”, non può intendere le mie fantasie». Ma c’era anche un altro motivo che determinava la mia coscienziosità: l’«anima» non poteva così fraintendere le mie fantasie, e non poteva quindi servirsene per i suoi intrighi. C’è una gran differenza tra l’avere in mente di raccontare qualcosa e lo scriverla effettivamente. Nelle mie «lettere» cercavo di essere onesto il più possibile, seguendo la vecchia massima greca: «Dona tutto ciò che possiedi, e allora ti sarà dato».
            Solo un po’ per volta appresi a distinguere tra i miei pensieri e il contenuto della voce. Quando, per esempio, mi voleva attribuire luoghi comuni, dicevo: «È giusto. Sono proprio questi i pensieri e i sentimenti che prima avevo. Ma non deve essere così fino alla fine dei miei giorni! A che servirebbe questa umiliazione?».
            Ciò che importa soprattutto è saper distinguere tra la coscienza e i contenuti dell’inconscio. Bisogna che uno riesca a isolare quest’ultimo, per così dire, e ci si riesce facilmente personificandolo e istituendo poi un rapporto tra lui e la coscienza. Solo così gli si può togliere il potere che diversamente avrebbe sulla coscienza. Una tale tecnica inoltre non presenta una particolare difficoltà, dal momento che i contenuti dell’inconscio posseggono un certo grado di autonomia. Ben più difficile, invece, è saper accettare il fatto stesso dell’autonomia dell’inconscio: eppure è proprio in questa accettazione che consiste la possibilità di dominarlo. La paziente, la cui voce parlava dentro di me, esercitava realmente un nefasto influsso sugli uomini. Era riuscita a persuadere un mio collega che era un artista incompreso. Quegli lo credette e ne fu distrutto. La ragione del suo fallimento? Non viveva della propria stima, ma dell’approvazione degli altri. Questo è pericoloso. E l’ha reso incerto e accessibile alle insinuazioni dell’«anima»; perché ciò che essa dice ha spesso una qualche forza di seduzione e un’astuzia infernale.
            Se queste fantasie dell’inconscio mi fossero apparse come arte, allora avrei potuto guardarle come se fossero le immagini di un film: non avrebbero avuto il potere di convincere più che qualsiasi altra appercezione dei sensi e non ne sarebbe sorto alcun obbligo morale. L’«anima» allora avrebbe potuto facilmente indurmi a credere di essere un artista incompreso, e di avere il diritto di trascurare la realtà grazie alla mia cosiddetta natura artistica. Ma in tal caso se avessi seguito la sua voce un bel giorno molto probabilmente mi avrebbe detto: «Credi davvero che le sciocchezze che fai siano arte? Nemmeno per sogno!». Così le ambiguità dell’«anima» – messaggero dell’inconscio – possono letteralmente annientare un uomo. Alla resa dei conti il fattore decisivo è sempre la coscienza, che è capace di intendere le manifestazioni dell’inconscio e di prendere posizione di fronte a esse.

            Ma l’«anima» ha anche un aspetto positivo. È lei che comunica le immagini dell’inconscio alla coscienza, e in ciò sta il suo pregio. Per decenni mi sono sempre rivolto all’«anima» quando ho sentito che il mio comportamento emotivo era turbato e mi sentivo inquieto. Allora voleva dire che c’era qualcosa nell’inconscio, e quindi chiedevo all’«anima»: «Che c’è di nuovo adesso? Cosa vedi? Vorrei saperlo!». Dopo qualche resistenza regolarmente produceva un’immagine, e non appena questa compariva, il senso di inquietudine o di oppressione svaniva. Tutta l’energia delle mie emozioni si tramutava in curiosità e interesse per l’immagine; quindi ne parlavo con l’«anima», poiché dovevo cercare di intendere l’immagine come meglio potevo, proprio come con i sogni.
            Ormai non ho più bisogno di questi colloqui con l’«anima», perché non ho più tali emozioni; ma se ne avessi, le tratterei allo stesso modo. Oggi ho diretta coscienza delle idee dell’anima perché ho imparato ad accogliere i contenuti dell’inconscio e a capirli. So come devo comportarmi verso le immagini interne; posso leggerne il significato direttamente nei miei sogni, e perciò non ho più bisogno di un intermediario.
            Scrissi queste fantasie dapprima nel «Libro nero», più tardi le trascrissi nel «Libro rosso»…”

            Ti era (a volte e assai onestamente) più confuso che persuaso🤔

            Picasso diceva che non cercava ma trovava;
            Jung sempre cercava e se trovava,
            quello che trovava era quello che trovava che gli pareva ora si e o e o ora no ora tutteddùe😵🥴

            La Psyche è ambigua, come le sabbie mobili.

            E’ beffarda!😎😉😁

            Ciao😀
            Ros

            • Ros scrive:

              ps
              a leggere le sue bellissime “Opere”
              https://www.ibs.it/opere-complete-ediz-integrale-ebook-carl-gustav-jung/e/9788833974293

              un’e book a 149,99 € ???😎😎😎 ma so’ pazzi!!!😵
              fatemi un fischio😉

              e io nella gioventù entusiastichemente beota quasi tutte le ho lette;
              oggi mi viene il latte alle ginocchia al solo pensiero (ma mica solo con lui! Col latte ci vado di paro?)

              uno dice: “che culo però che era lui il medico e non il paziente sbalconato e sciroccatello!”
              perché, uno dice, si perché cioé le differenze… tante volte…🤨🧐

      • Peucezio scrive:

        Bella ‘sta cosa.
        Tutti mi hanno risposto sulla prima parte, e vi ringrazio.
        Ma nessuno sulla seconda, che era quella più interessante.

        • Ros scrive:

          @Peucezio: “…al buddismo mi sembra estraneo questo culto personale, non mi sembra questo il senso della dottrina buddista…

          Beh, se il senso parrebbe essere la liberazione dall’illusione dell’IO, e quindi dal dolore, samsàra e reincarnazioni a venire…
          il culto personale, proprio o del guru, va negato.
          Buddha diceva che bisognava che i suoi seguaci (che non fossero tali) si liberassero da Buddha.
          Ma questa cosa qui l’afferma ogni misticismo: dai Veda a Meister Eckhart Angelus Silesius, Hildegarda di Bingen, Sufi;
          Castaneda pure…

          L’IO fa schifo un po’ a tutti.

          • Ros scrive:

            L’IO fa schifo un po’ a tutti (povera bestia minorata in maggioranza😟☹😢)

            L’orgoglio, la Superbia…
            “Vanitas vanitatum et omnia vanitas” del Qohelet: “…corri e fottitene dell’orgoglio ne ha rovinati più lui che il petrolio…”
            https://www.youtube.com/watch?v=9RcnpRI0Jww

            L ‘ebraico “havel havalim”
            “è solo un soffio
            l’uomo che vive e la mia
            esistenza davanti a te è un nulla”;
            hevel’ e ain = l’inesistenza, il non essere, l’essere niente, non ente.

            L’ Hybris Classica eh!
            Nemesis è sempre ciò che consegue: vendetta degli dei incacchiati.

            Schifo a tutti tranne che alla psicologia e psicoterapia – e psicanalisi pure – di matrice USA, che tende ha un suo rafforzamento e consolidamento.
            Un’ovvietà questa, che manco c’è bisogno di ricordarla!😉

            • Ros scrive:

              …di matrice USA…

              L’eccezionalità americana (American exceptionalism), l’unica indispensabile “City upon a Hill” in “A model of Christian Charity” di John Winthrop😎

              Sale della terra e luce del mondo😍😍😍

              sceriffo giusto, buono e misericordioso🤠😇

              ora e sempre sian lodati!
              https://www.youtube.com/watch?v=_jsaeIidyGE

          • Ros scrive:

            «Se m’imbatto per la strada con Budda, che faccio?», domandò un discepolo al suo guru (o maestro) «Ammazzalo!», fu la risposta.

        • PinoMamet scrive:

          Beh Peuce’ rispondo sulla parte su cui posso dire qualcosa…
          Per il resto ti rimando ai più preparati di me!

  47. tomar scrive:

    “mangiare di magro il venerdì”
    Confermo quanto detto da altri: non era né incubo né devozione ma semplicemente costume assunto dalla tradizione senza pensarci più di tanto. Così era anche nella mia famiglia, padre orgogliosamente ateo e madre che disperatamente cercava di credere anche se non metteva mai piede in chiesa.

  48. Moi scrive:

    @ ROS

    Secondo il Messori, però, quel che chiamiamo oggi “Occidente” in senso politico di Dx vs Sx, deriverebbe dalla Secolarizzazione Inerziale (senza più Dio) rispettivamente del Donatismo e Pelagianesimo … due eresie concernenti il Peccato Originale, concetto inventato dai Teologi che cmq NON è presente nel Testo Ebraico.

    • Ros scrive:

      Di Messori, in un’altra vita, ho letto “La luce e le tenebre”, e “Pensare la storia. Una lettura cattolica dell’avventura umana”

      Non saprei dire cosa ne ricordo in succo🤔😏
      Donatismo e Pelagianesimo? Dici?
      Due eresie gnosticheggianti, quindi🧐

      La prima “giustizialista” e manettara: tutto è impuro per gli impuri, e i puri – gli eletti – va’ trovali!!!😎 ma van bene solo loro e cosìssia!

      La seconda, au contraire, sbracata
      (liberi tutti, la Grazia si trova a ogni crocevia, volendo, e potendo; e quindi, futtitinni!).

      Libertina libertaria, liberista (in potenza) che avrebbe poscia ispirato, pauliciani, bogomili, fratelli del libero spirito e dolciniani zozzi e sporcaccioni… e la casa delle libertà 😏😄 di Don Baget Bozzo buonanima?

      L’ammiravo😀 in un certo qual modo.
      E l’ammiro nelle notti di luna piena.

      Destra e Sinistra secolarizzati con la “Morte di Dio”?

      Molto interessante, devo rispolverarne benbene i concetti,
      e le concette per par condicio

      • Ros scrive:

        Destra e Sinistra secolarizzati con la “Morte di Dio”?

        In merito al Peccato Originale il ciò sopra…

        A elucubrarci estemporaneamente alla bersagliera, è – o pare – un po’ un casinino🤔🙄
        ora come ora… con l’estate di San Martino biscotti e Marsala (all’uovo, vischioso impiastro anglo-siculo a imitare il Porto portoghese liquoroso… il Madera…)

        mumble mumble…

        Però applicandomiviciti…

        • Ros scrive:

          “La nebbia a gl’irti colli
          piovigginando sale,
          e sotto il maestrale
          urla e biancheggia il mar;

          ma per le vie del borgo
          dal ribollir de’ tini
          va l’aspro odor de i vini
          l’anime a rallegrar.

          Gira su’ ceppi accesi
          lo spiedo scoppiettando:
          sta il cacciator fischiando
          su l’uscio a rimirar

          tra le rossastre nubi
          stormi d’uccelli neri
          com’esuli pensieri,
          nel vespero migrar”

          Ah Fiorello, che poeta!😊

      • Ros scrive:

        Libero Arbitrio pelagiano “tutto è puro per i puri” e puri siam tutti nella Grazia (poiché gratia qua creati sumus)

        VS☠

        Donatismo savanaroliano gianseinista puritano beccamorto toccapalle Ante litteram

        Pare facile ma in realtà è difficile!
        E’ scivoloso.
        Viscido con tutte le dita unte, odorose e appiccicaticcie
        dire chi sarebbero i Destri e chi i Sinistri fra le due posizioni
        che spesso, e ambiguamente e a convenienza, se le scambiano,
        ne fanno appropiazione ipocritamente indebita

        …e vessillo banderuola

        • Ros scrive:

          …chi sarebbero i Destri e chi i Sinistri fra le due posizioni
          che spesso, e ambiguamente e a convenienza, se le scambiano…

          I “carri di Tespi” dei politici – guitti e giullari a righe galle e verdi accese – in debita Maschera=Persona dal latino Persōna (maschera appunto!😎),
          e dall’etrusco Phersu, pare, (maschera dell’attore, personaggio),
          e dal greco πρóσωπον (prósôpon) del “caratterista”.

          https://www.ibs.it/dal-rito-al-teatro-libro-victor-turner/e/9788815247896

          Che poi, guarda unpo’:
          “…le parole prosopon e hypostasis furono citate solamente nei decreti del Concilio di Calcedonia del 451, che fu anche il primo concilio ad impiegare ousia (sostanza) e physis (natura) come sinonimi in riferimento a Gesù Cristo. La parola prósôpon fu enunciata come proprietà del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, ciascuno caratterizzato da unipersonalità…”
          e ti torniamo, chissà come chissà perché, al Miafisismo di Moi e Mauricius😉😊

          Che poi, cos’è che volevo dire?🤔🤨😏

          …Trágos (capro) e á(i)dô (cantare): trago(i)día
          il “canto del capro”.

          Sul “Giullarismo, Sciamanesimo, Trickster, Trágos, Shiva e Dioniso, il “Doppio” e la “Crudeltà” di Artaud,
          Metodo e “psicotecnica”di Stanislavskij,
          poi Strasberg
          … el’ Odin Teatret di Eugenio Barba, il teatro povero di Jerzy Grotowski, quello fisico del Living Theater…

          …il tutto nella salsa collante dei Misteri di Eleusi col Kykeon e su cosa Soma poi fosse…
          e compagnia bella e girotondo sulla Strada felliniana 8 volte e mezzo…

          Il tutto delirato grafomaniacamente per “Storia dello spettacolo e Percezione” nel magdaleniano all’Università di Göbekli Tepe;
          ci ho scritto la Tesi finale di Laurea.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ moi

      “Occidente”

      https://www.facebook.com/share/v/sQCG8eQRaHYvg3sd/

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  49. Moi scrive:

    Il tesoro nascosto di Gaza che renderebbe ricchi i palestinesi.

    E nessuno sfrutta

    C’è un giacimento di gas al largo della Striscia che potrebbe emancipare la Palestina da Israele e dagli aiuti internazionali. Fu scoperto oltre 20 anni fa ma i lavori non sono mai partiti. Tra l’ostruzionismo di Tel Aviv e i rischi legati ad Hamas

    https://www.today.it/mondo/gas-tesoro-nascosto-gaza.html

  50. Fuzzy scrive:

    https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2023/11/11/wp-fu-lucraina-a-bombardare-il-nord-stream-2_dcd0f5a8-0efa-4a45-be69-b19f36e730b0.html

    Fu l’Ucraina a bombardare il Nord Stream.
    E noi a questo punto, cosa dovremmo dire del nostro doveroso
    impegno per sostenere la povera Ucraina….
    -“Cheffadigaa”.
    -Si, almeno su questo siamo d’accordo.

    • Francesco scrive:

      Anche ammesso che sia vero, questo cambia molto del fatto che l’Ucraina è invasa dalla Russia?

      E da prima del sabotaggio al gasdotto, mi pare.

      Preferisco la posizione di Pino che semplicemente dice che non gliene frega nulla dell’Ucraina, qualunque cosa ivi accada.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Cambia sul fatto che l’Ucraina abbia aggredito l’Unione Europea.

      • PinoMamet scrive:

        Beh, non è che non me ne frega nulla, dai…

        direi che invece:
        -non credo che se l’Ucraina tornerà, in parte o interamente, sotto il potere russo, questo costituisca una minaccia per l’Italia o l’Occidente o l’Europa;

        -non credo il governo ucraino sia completamente innocente nella questione;

        -non credo che gli ucraini starebbero meglio, o più liberi, sotto Zelenski che sotto Putin (e probabilmente per le minoranze, non solo russa, vale proprio il contrario)

        -non credo che l’Italia dovrebbe anteporre ciecamente gli interessi amer… ehm, ucraini, ai propri;

        per finire, come nota a margine:

        -non credo che due subacquei calati da una barca a vela possano aver fatto saltare il gasdotto. Belli i film di Janes Bond, ma…
        mi aspetto che perlomeno qualcuno molto ben informato gli abbia fatto sapere dove trovarlo, ‘sto gasdotto, tanto per cominciare…

        • PinoMamet scrive:

          Copio e incollo:

          “Secondo la Stralsund Mining Authority, responsabile della sicurezza tecnica in Germania, il gasdotto Nord Stream 2 si trova a una profondità di 70 metri e le altre due linee Nord Stream 1 a una profondità di circa 88 metri”

          Leggo anche, da Wikipedia:
          “Una immersione profonda è una immersione subacquea praticata ad una profondità compresa tra i 25[1]-30[2] e i 40 metri[1][2], per quanto riguarda l’ambito delle immersioni sportive.

          Nelle immersioni ricreative viene conteggiata come immersione profonda oltre i 18 metri (ovvero la profondità massima del brevetto di 2⁰livello).

          Lo stesso tipo di definizione viene applicato, anche se con minor frequenza, nell’ambito delle immersioni tecniche (oltre i 60 metri di profondità) e per le immersioni supportate dalla superficie (oltre i 100 metri).”

          quelle oltre i 100 metri sono i palombari con gli scafandri.

          Per le immersioni tecniche, clicco sul link e leggo:
          “Una immersione tecnica è una forma di immersione subacquea che va oltre i limiti di sicurezza dell’immersione sportiva, ad esempio profondità o durata. L’immersione tecnica richiede un addestramento avanzato, una grande esperienza ed attrezzatura specifica.”

          Ora, incuriosito, vad oa vedere la solita Wikipedia dove parla dei subacquei del Com.Sub.In, che probabilmente (diciamolo con un filo di orgoglio patriottico) sono i migliori del mondo e quelli senz’altr ocon maggiore esperienza.
          “L’immersione fino a 300 metri è possibile con l’ausilio di impianti integrati imbarcati sulle navi del Gruppo navale speciale, con impiego di miscele respiratorie ad elio-ossigeno e con tecniche di intervento in saturazione.

          Il soccorso ai sommergibili sinistrati viene effettuato con una Campana McCann fino a 130 m, un minisommergibile Drass-Galeazzi SRV-300 o per mezzo immersioni con scafandro rigido articolato (ADS) fino ai 300 metri.”

          Insomma, la barca a vela con a bordo 6 dopolavoristi ucraini mi sembra sempre meno probabile…

        • Francesco scrive:

          1) in forte disaccordo
          2) chi è completamente innocente? questione mal posta
          3) decisamente discutibile, al massimo si potrebbe iniziare a parlarne per i russofili. che gli ucraini siano già oggi molto più liberi dei russi è evidente.
          4) del tutto d’accordo. peccato che lo scontro politico sia su quali siano i nostri interessi come italiani
          5) del tutto d’accordo con te!

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ francesco

            “1”

            Un sostenitore della NATO par tuo, non ignora certo che la NATO vuol essere un’alleanza difensiva dei propri membri, anche ovviamente per quanto riguarda le infrastrutture.

            Qui c’è un membro NATO una cui infrastruttura essenziale è stata attaccata da un membro non NATO.

            O l’Alleanza vale solo se è contro Mosca?

            😉

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              Guarda che anche io so arrampicarmi sugli specchi!

              Ho già scritto che considero il North Stream e la politica energetica della Merkel un tradimento e un attacco alla NATO.

              Quindi possiamo considerare il suo sabotaggio in questa situazione come una mossa militare difensiva, un pò come bruciare le navi dopo lo sbarco …

              😀

              PS certo che hai ragione ma se il governo e il 100% dell’establishment crucco tace vuol dire che si sono resi conto della cazzata che era stata mettersi nelle mani di Putin.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “tradinento”

                Avresti ragione se Berlino si fosse schierata con Mosca contro Kiev.

                Ma al momento dell’attentato a Kiev stavano già arrivando armi Tedesche.

                A pensar male si fa peccato, ma qui viene proprio da pensare che il vero nemico della Germania (e nostro) non stia a Mosca.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Insomma, bella alleanza difensiva: se tu vieni attaccato non ti difende perché basta bollarti come traditore per considerare sciolti i patti. Anzi, nemmeno sciolti: tu resti vincolato.

              • Francesco scrive:

                Scusate ma continuate a ignorare il gorilla da 400 kg nella stanza: la scelta strategica della Germania di legarsi alla Russia.

                Leggermente in dissonanza con la partecipazione alla NATO.

                Magari facevano benissimo ma forse avrebbero dovuto essere coerenti e andarsene dall’alleanza, prima del giro di walzer.

                A me pare volessero la botte piena e la moglie ubriaca.

              • giuseppe motta scrive:

                se davvero le forze armate ucraine hanno fatto saltare un gasdotto tedesco, sospetto che il gorilla nella stanza sia l’attentato al gasdotto

                anche bello grosso oltretutto

              • PinoMamet scrive:

                “Scusate ma continuate a ignorare il gorilla da 400 kg nella stanza: la scelta strategica della Germania di legarsi alla Russia.

                Leggermente in dissonanza con la partecipazione alla NATO.”

                La NATO non era nata in opposizione alla Russia, ma all’URSS.
                La NATO non aveva nulla contro la Russia
                (altrimenti- orrore!- stai dando ragione a Putin…)
                e le relazioni formali e di collaborazione con la Russia da parte della NATO sono proseguite fino al 2014.

                Perchè mai la Germania non avrebbe dovuto comprare gas dalla Russia?
                (come, per inciso, facevano tutti i paesi europei?)

              • Francesco scrive:

                x Pino

                1) la Russia di Putin vive nella nostalgia di quando c’era l’URSS e cerca di restaurare, per quel che si può, quel vecchio impero. Questo è un problema per l’Europa. Per fortuna c’è la NATO.

                2) comprare gas dalla Russia è cosa buona e giusta. comprare così tanto gas dalla Russia da diventarne dipendenti è una cosa brutta e sbagliata.

                x Giuseppe Motta

                Se credessimo davvero che è stata un’iniziativa ucraina sarebbe almeno un bello scimpanzè incazzato nella stanza. Ma non il gorilla.

                Però, come dice Pino, non ci crediamo mica.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Invece bruciare carbone va bene, anche se la Germania ha firmato i vari impegni per la riduzione delle emissioni insieme agli altri paesi Nato?
                Perché qui mi pare che come la fai sbagli, sia sempre possibile accusarti di tradimento e che quindi questa alleanza che non ti difende assomigli di più ad una sudditanza.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “NATO”

                Tienti forte: per una volta devo spezzare una lancia in favore degli USA.

                La NATO era un’alleanza antiComunista, non antiRussa. Tant’è che quanto Hoxha e Tito si staccarono da Mosca la NATO si guardò bene dal cercare di cooptarli in qualche modo contro Mosca.

                Caduto il Muro di Berlino, l’avarizia degli Europei Occidentali nei confronti dei loro vicini orientali (l’ “idraulico Polacco”) ha sciupato l’occasione di un superamento della NATO perché ha spinto Polacchi, Lituani ecc. a cercarne la tutela contro un eventuale ritorno in forze di una Russia inebetita dal crollo del Muro. E sottolineo che ad esempio nessuno in Polonia si è mai fatto illusioni che invaso di attacco Russo l’aiuto venisse da altri che gli USA: se la ricordano bene la “drôle de guerre” del 1939.

                A sua volta ciò ha creato l’occasione per alcuni circoli USA di provare il colpaccio: fare con la Russia – “una pompa di benzina con l’atomica” – quello che si era fatto con le “rivoluzioni colorate”, l'”esportazione di democrazia” ecc. Il che ha spinto a respingere tutti i tentativi di accordo messi in piedi (anche dopo Pratica di Mare) da una Russia che si stava lentamente risollevando dal caos, con li zar di turno che faceva fuori i boiardi di turno.

                E siccome l’occasione fa l’uomo ladro, anche dopo che in Abkhazia l’altolà Russo era chiaro a tutti si è organizzato quel bel golpe a Majdan e si sono persino inviate le truppe a fare le grandi manovre in un Paese formalmente neutrale.

                Al che e’ scattata la Baia dei Porci col segno invertito.

                Che i Russi siano spesso paranoici frustrati e che molti di loro sogno l’Impero è fuori di dubbio. Anche l’espansionismo USA lo è.

                Ma la causa prima del dramma attuale è l’infingardaggine degli Europei Occidentali

                (La stessa, per inciso, che nel dopoguerra sbologno’ sugli incolpevoli Palestinesi il prezzo dei sensi di colpa per la Shoah e l’antisemitismo che l’aveva preceduta).

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Arbitro, questa è una protesta formale. Mandarmi affanculo va benissimo ma porca troia fatelo per quello che dico!

                Ho già ampiamente litigato con MT sul tema dell’energia nucleare e della follia tedesca e adesso da A ME del carbonaio!

                Io che ho firmato per avere la centrale sotto casa 😀

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                La Germania aveva due alternative: gas o carbone. A quanto pare doveva scegliere il carbone.

              • roberto scrive:

                mauricius

                “La Germania aveva due alternative:”

                fino a ieri avevano anche l’energia nucleare, poi hanno deciso di non usarla…

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Il nucleare è un altro discorso, visto che è a sua volta un tema politico, comunque la si pensi.
                Oppure dici che un paese deve rinunciare ad avere una posizione politica su un tema interno per ordine di scuderia? Perché anche questo mi ricorda più la sudditanza che l’alleanza.

              • roberto scrive:

                mauricius

                “Oppure dici”

                ma perché devo spiegare ogni parola con tremila parole? mi sembra molto chiaro quello che ho scritto

                fino a ieri la germania aveva…quanto…20%? della sua elettricità prodotta dal nucleare.
                poi hanno scelto di non usarlo più

                dire che hanno solo carbone e gas non è vero perché hanno scelto di rinunciare al nucleare

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                1) spero che sul restante 80% tu sia d’accordo con me
                2) spero che tu non sostenga la tesi complottarda per l’antinuclearismo sarebbe in qualche modo legato alla Russia

              • Francesco scrive:

                Beh, per spiegare l’antinuclearismo tedesco esistono due scuole: quella “buona” sospetta la mano di Mosca, quella “cattiva” prende atto del totale rincoglionimento di larga parte dei tedeschi.

                🙂

                Ah, a favore di quella cattiva c’è l’incredibile quantità di investimenti tedeschi nel solare e nell’eolico, per NON avere in cambio energia elettrica. Qui forse potremmo sospettare una manina cinese …

                😉

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                E la cosa migliore è che poi è l’atlantume a lanciare in giro accuse di complottismo.

              • PinoMamet scrive:

                “Questo è un problema per l’Europa.”

                No…

  51. tomar scrive:

    Manifestazione ieri del PD a Roma.
    Indovina indovinello: qual è nei commenti alla manifestazione sul FQ il nome che ricorre di gran lunga di più?

    • Moi scrive:

      Il Popolo delle ZTL acclama a gran voce la Shelly … i Professionisti della Politica temono di vedersi partire le poltroncine da sotto le terga perché i voti Arcobaleno sono meno (!) di quelli dei Simpatizzanti Democristiani !

    • Miguel Martinez scrive:

      Per tomar

      “qual è nei commenti alla manifestazione sul FQ il nome che ricorre di gran lunga di più?”

      Non guardo, ma immagino la Schlein. Però mi sa che la risposta è troppo banale.

      • tomar scrive:

        Miguel: Però mi sa che la risposta Schlein è troppo banale.
        Non è quello, è che probabilmente non hai una gran conoscenza della tipologia dei commentatori sul FQ riguardo a vicende di area Pdgrillinaverdisinistri… ma hai visto qual è la risposta esatta, no?

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Tomar

          ” ma hai visto qual è la risposta esatta, no?”

          No!

          Conte?

          • tomar scrive:

            Miguel: Per Tomar

            ” ma hai visto qual è la risposta esatta, no?”

            No!

            Conte?

            No: il Gatto con gli stivali.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ tomar

              “Gatto”

              Renzi?

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • paniscus scrive:

                “Gatto”

                Renzi?

                ————-
                i due esemplari felini di casa sono offesissimi.

              • tomar scrive:

                Gatto (con gli stivali):
                Renzi?
                No, al secolo Aboubakar Soumahoro.

                Si vede che anche tu, come Miguel, sei poco addentro allo spirito dei commentatori di destra sul FQ (Soumahoro è il nome che ricorre nei commenti di gran lunga più di ogni altro, anche se non c’entrava niente con quella manifestazione).

              • Peucezio scrive:

                Già, i soliti moralisti cazzoni.
                Credono che il problema del mondo sia la corruzione.
                Una volta imposta l’onestà basta guerre, miseria, riscaldamento globale…

  52. Ros scrive:

    ot.

    forse😉
    Ma Ricco di conseguenze che faranno deprimere e accidiare non solo i luddisti d’ogni epoca e tara.

    Siamo l’epoca delle Immagini; converrete!
    è indubbio!
    Parliamo, scriviamo, commentiamo,
    e immaginiamo…

    Interagiamo con gli altri e con il mondo per, e con, le immagini.
    Segni e Simboli, Semiotica e Simbologia.
    Oggi assai più d’ieri.

    Ora!

    Un tempo, once upon a time, le immagini, noi, le immaginavamo e poi, noi, materializzavamo.
    La tecnica usata: a mano, carboncino, sanguigna, matite, tempera, acquerello, olio, encausto, affresco, mosaico, pastello, 3D, grafica digitale… e chi più ne ha più ne metta…
    la tecnica era ininfluente, diventava a volte Maniera, a volte STILE)

    Dicevo le IDEAVAMO (Eureka!🤩) immaginavamo e materializzavamo da noi.

    Ma già con l’avvento della Fotografia, le cose cambiano.
    Tanti “artisti” si suicidano, appendendo i pennelli con la vocazione al chiodo.

    Capirono, d’un tratto folgorati, che
    “All in all you’re just another brick in the wall”:

    ritrattisti, vedutisti, divengono loro malgrado apocalittici confusi, persi e disintegrati…
    MALEDETTI! Maler Mit Tod 💀☠🤡

    …e non solo perciò nacquero le Avanguardie, le sperimentazioni.
    Tanto di forma che di contenuto, di Significante che di Significato.
    come nuova necessità espressiva indipendente dalla serialità della tecnologia, dalla morte dell’ Aura.

    Già, ridìcio, con l’avvento della Fotografia cambiarono non poco questi presupposti, ma la cosa è lunga da riassumere e merita un’articolata disamina a parte, che tanti altri hanno pur fatto; invano. Hanno razionalizzato,
    e,
    certificato💀

    La perdita dell’ “Aura”, tanto dell’opera che dell’ Artista.

    Mai più ad essere sacro e sacrificato, outsider e sciamano, saturnino e mercuriale, stagionato all’inferno e maledetto dal “Natale sulla terra”.

    Matin
    N’eus-je pas une fois une jeunesse aimable, héroïque, fabuleuse, à écrire sur des feuilles d’or, – trop de chance! Par quel crime, par quelle erreur, ai-je mérité ma faiblesse actuelle? Vous qui prétendez que des bêtes poussent des sanglots de chagrin, que des malades désespèrent, que des morts rêvent mal, tâchez de raconter ma chute et mon sommeil. Moi, je ne puis pas plus m’expliquer que le mendiant avec ses continuels Pater et Ave Maria. Je ne sais plus parler!
    Pourtant, aujourd’hui, je crois avoir fini la relation de mon enfer. C’était bien l’enfer; l’ancien, celui dont le fils de l’homme ouvrit les portes.
    Du même désert, à la même nuit, toujours mes yeux las se réveillent à l’étoile d’argent, toujours, sans que s’émeuvent les Rois de la vie, les trois mages, le coeur, l’âme, l’esprit. Quand irons-nous, par delà les grèves et les monts, saluer la naissance du travail nouveau, la sagesse nouvelle, la fuite des tyrans et des démons, la fin de la superstition, adorer – les premiers! – Noël sur la terre!
    Le chant des cieux, la marche des peuples! Esclaves5, ne maudissons pas la vie.

    Bastino per cominciare la certificazione💀 :
    Walter Benjamin “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”.
    Hans Sedlmayr “Perdita del centro”.
    Wilhem Worringer “Astrazione ed empatia”.

    Ma l’Arte, seriale, in catena di montaggio, tecnologica, senz’ Aura o meno, era ancora cosa nostra. E noi L’Artisti. Eramo😧😳😇🤡

    Umana “Immaginazione Creatrice”: Henry Corbin “L’ immaginazione creatrice. Le radici del sufismo”
    https://www.ibs.it/immaginazione-creatrice-radici-del-sufismo-libro-henry-corbin/e/9788842071181

    Il “Mundus imaginalis” di Miguel nostrum
    “Ho molti spazi dentro: peccato riempirli con un solo mondo.”
    Rusudan Jorjoliani
    https://kelebeklerblog.com/mundus-imaginalis/

    … era ancora cosa nostra.
    Umana.
    Anima.
    Anima Umana.

    Oggi, aurora di un funereo com’è giusto che sia metà novembre:
    https://www.aranzulla.it/come-creare-immagini-con-intelligenza-artificiale-1509933.html

    https://www.artguru.ai/it/

    https://keinpfusch.net/la-fine-dello-spirito-libero/

    Parole chiave, un click e aspetti che l’ IA t’impasti l’immagine,
    saccheggiando, bruciando e inaridendo,
    per infine – e al FINE😎, forse – annichilirlo definitivamente l’immaginario animico che ci facea umani e comunicanti con noi e l’altri strunz.

    Vabbé!!!
    Così sia se dev’essere. ‘Mbriacamoci con l’amaro calice.

    L’Arte – l’ AURA😇 – ce l’avevamo giocata col seriale riproducibile e il mercato farlocchiante;

    ora tocca all’Artista imbarcarsi per Citera e per davvero
    come melanconici Pierrot del tisico Watteau.

    τραγῳδία: canto per il capro nell’agone – che scompare, in Estasi sgozzato,
    a Ovest del tramonto;
    ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro…

    come il cavaliere solitario, The Lone Ranger😎😇

    Ito! – Fu – con tutte “Le radici del romanticismo” di Isaiah Berlin

    Son fasi!
    Son fasi?

    Fu vera gloria? Ai passeri l’ardua sentenza😏

    Quie es el Mar
    lo sabrè
    el dia’ que sucede a la Agonia

    • Ros scrive:

      …el dia’ (è) ULTERIOR que sucede a la Agonia. Perdonad 🙂
      J. L. B. pure😉

      …non ci Sacrificherà più niente e nisciuno…
      niente più Matin e Noël sur la terre

      niente più Citere immaginate, e arcobaleni d’altri mondi dove tutti morimmo a stento
      https://www.youtube.com/watch?v=Z69EM6uBFSE

      “Die Toteninsel” felice, e le Citere tante s’apprestano davvero.

      Ciao nì!🙂

      Frères humains qui apres nous vivez
      N’ayez les cuers contre nous endurciz,
      Car, se pitié de nous pauvres avez,
      Dieu en aura plus tost de vous merciz.
      Vous nous voyez cy attachez cinq, six
      Quant de la chair, que trop avons nourrie,
      Elle est pieça devoree et pourrie,
      Et nous les os, devenons cendre et pouldre.
      De nostre mal personne ne s’en rie:
      Mais priez Dieu que tous nous veuille absouldre!

      Se frères vous clamons, pas n’en devez
      Avoir desdain, quoy que fusmes occiz
      Par justice. Toutesfois, vous savez
      Que tous hommes n’ont pas le sens rassiz;
      Excusez nous, puis que sommes transis,
      Envers le filz de la Vierge Marie,
      Que sa grâce ne soit pour nous tarie,
      Nous préservant de l’infernale fouldre.
      Nous sommes mors, ame ne nous harie;
      Mais priez Dieu que tous nous vueille absouldre!

      La pluye nous a débuez et lavez,
      Et le soleil desséchez et noirciz:
      Pies, corbeaulx nous ont les yeulx cavez
      Et arraché la barbe et les sourciz.
      Jamais nul temps nous ne sommes assis;
      Puis ça, puis la, comme le vent varie,
      A son plaisir sans cesser nous charie,
      Plus becquetez d’oiseaulx que dez à couldre.
      Ne soyez donc de nostre confrarie;
      Mais priez Dieu que tous nous vueille absouldre!

      Prince Jhesus, qui sur tous a maistrie,
      Garde qu’Enfer n’ait de nous seigneurie:
      A luy n’avons que faire ne que souldre.
      Hommes, icy n’a point de mocquerie;
      Mais priez Dieu que tous nous vueille absouldre.

  53. Ros scrive:

    Les Épéese…
    le Perfide Grand d’Espagne
    Le Hussard bleu enfants tristes e l’histoire d’un amour di
    D’Artagnan l’Étrangère, amoureux ou cinq ans avant,
    che les écrivains sont-ils bêtes!

    e
    …Tutto è grazia😊😏🤡💀 (Journal d’un curé de campagne)

  54. Ros scrive:

    Chista la dedico a Neshamah: l’animuccia mia candida Teresa querula e zuzzurellona spicciola lopprésa lopprésa!!!
    E non l’avevo presa😢
    Vuelve corazón, vuelve a la casetta piccolina in Canada’ seduto in penombra nella sedia di Lilla’ …stava immobile nel letto con le gambe inesistenti
    e una piaga sulla bocca che seccava il suo sorriso
    mi parlava rassegnato con la lingua di chi spera
    di chi sa che e’ prenotato sulla Sedia di lilla’
    Ogni volta che rideva si stracciavano le labbra
    e il sapore che ne usciva era di stagione amara…

    como el lánguido canto del cisne de un soldadito de plomo 👄🎁💝💌❌💤

    Ave, Caesar, morituri te salutant , e fancul🎈
    https://www.youtube.com/watch?v=2ycuwJKiQ6c&t=19s

  55. Ros scrive:

    Le Pendu & Le Mat & Le Diable = Le Toile 💘❤💖

    MontSalvat: FinisTerre, La Maison Dieu,
    e la Candida Rosa🤡😇.
    …In forma dunque di candida rosa mi si mostrava la milizia santa che nel suo sangue Cristo fece sposa…

    Die Rose ist ohne Warum.
    Sie blühet, weil sie blühet.
    Sie achtet nicht ihrer selbst,
    fragt nicht, ob man sie siehet.

    ora mi ri-taccio🤫 Sssst…

    La cosa di ‘sta IA che ti fa da se a milioni di milioni le immagini però…
    futtitinni, tanto non ne uscirai vivo!😎😁

  56. Ros scrive:

    Tutto è grazia😏😊
    …Grazia, Graziella e grazie a ‘o cazzo?

    Ma tutto è GRAZIA❤
    Holy! Holy! Holy! Holy! Holy! Holy! Holy! Holy! Holy! Holy! Holy! Holy! Holy! Holy! Holy!

    The world is holy! The soul is holy! The skin is holy! The nose is holy! The tongue and cock and hand and asshole holy!

    Everything is holy! everybody’s holy! everywhere is holy! everyday is in eternity! Everyman’s an angel!

    The bum’s as holy as the seraphim! the madman is holy as you my soul are holy!

    The typewriter is holy the poem is holy the voice is holy the hearers are holy the ecstasy is holy!

    Holy Peter holy Allen holy Solomon holy Lucien holy Kerouac holy Huncke holy Burroughs holy Cassady holy the unknown buggered and suffering beggars holy the hideous human angels!

    Holy my mother in the insane asylum! Holy the cocks of the grandfathers of Kansas!

    Holy the groaning saxophone! Holy the bop apocalypse! Holy the jazzbands marijuana hipsters peace & junk & drums!

    Holy the solitudes of skyscrapers and pavements! Holy the cafeterias filled with the millions! Holy the mysterious rivers of tears under the streets!

    Holy the lone juggernaut! Holy the vast lamb of the middle class! Holy the crazy shepherds of rebellion! Who digs Los Angeles IS Los Angeles!

    Holy New York Holy San Francisco Holy Peoria & Seattle Holy Paris Holy Tangiers Holy Moscow Holy Istanbul!

    Holy time in eternity holy eternity in time holy the clocks in space holy the fourth dimension holy the fifth International holy the Angel in Moloch!

    Holy the sea holy the desert holy the railroad holy the locomotive holy the visions holy the hallucinations holy the miracles holy the eyeball holy the abyss!

    Holy forgiveness! mercy! charity! faith! Holy! Ours! bodies! suffering! magnanimity!

    Holy the supernatural extra brilliant intelligent kindness of the soul!

    ora mi riri-taccio e per davvvero🤫 Sssst…

  57. Ros scrive:

    da un paro di giorni a commentare pare di turbare la quiete del camposanto😇👁️👻

    Tutti silenti, vacui, laconici…

    si sente che è novembre, che il sole agonizza e quasi quasi muore.
    Soffre, agonizza. Rantola.

    Che tra breve se Dio vuole è morto.

    Ma ad averci la fede che fa camminare sull’acqua dice che il ventidue dicembre ti rinasce, come la coda delle lucertole.

    Come l’Ouroboro dell’ eterno ritorno di corsi e ricorsi, corse e rincorse a trastullare

  58. Fuzzy scrive:

    https://www.rinnovabili.it/agrifood/carne-coltivata-e-hamburger-veg-e-vera-crisi/
    La carne coltivata è morta sul nascere
    https://oilprice.com/Alternative-Energy/Nuclear-Power/Will-The-World-See-A-U-turn-In-Nuclear-Energy.html
    https://scenarieconomici.it/battuta-di-arresto-per-i-reattori-nucleari-di-nuscale-cancellato-grosso-progetto-negli-usa-lazione-cade/
    Il nucleare agonizza. I nuovi SMR non sono competitivi nei costi.
    L’auto a guida autonoma si schianta addosso ai platani
    Manca il rame.
    Manca la sabbia di fiume
    La Cisgiordania è fuori controllo
    È il momento giusto perché si verifichi
    Ta taaan… IL MIRACOLO!
    Non può non esserci il miracolo.
    Tutti lo stanno aspettando.
    Dove sarà andato a cacciarsi quel fannullone? Quel bamboccione del miracolo.
    Dove sta Zazza’ o Madonna miija!
    N’diamolo a truva’ n’diamolo a truva’ n’diamolo a truva’.
    Zan, zan!

    • Fuzzy scrive:

      Aarcabboia, mi si è spezzata un’altra pala eolica.
      Il pannello solare l’ho mandato in discarica perché si è preso la grandine

      • Fuzzy scrive:

        Il MIRACOLO ha qualcosa a che fare con l’intelligenza artificiale?
        Ho comprato persino Focuscper cercare di capirci qualcosa
        Ma niente.
        Meglio dare retta a quel genio pazzo di Dimitry Orlov
        1. L’intelligenza artificiale in realtà non esiste. Nella migliore delle ipotesi, questo è un nome molto fuorviante: sì, è artificiale; no, non è per niente intelligente. Un nome così fuorviante rasenta la frode. L’intelligenza artificiale è un sistema di riconoscimento/completamento di pattern. Non può essere intelligente perché manca di ciò che i fenomenologi chiamano incarnazione, cioè la somma totale delle esperienze accumulate durante una vita trascorsa in un corpo umano e dotato di un cervello sufficientemente potente.

        2. L’intelligenza artificiale diventa più stupida nel tempo. Innanzitutto, manca di giudizio critico e non è in grado di distinguere le creazioni umane dai risultati dei sistemi di intelligenza artificiale. Quindi più viene utilizzato, più diventa soggetto a errori. In definitiva, diventa un sistema di amplificazione del rumore.

        3. I sistemi di intelligenza artificiale non riescono a percepire i limiti della loro base di conoscenze. Quando viene posta una domanda che non è loro familiare, danno risposte casuali.

        • Ros scrive:

          @Fuzzy: “…L’intelligenza artificiale in realtà non esiste. Nella migliore delle ipotesi, questo è un nome molto fuorviante: sì, è artificiale; no, non è per niente intelligente… …manca di ciò che i fenomenologi chiamano incarnazione…
          …L’intelligenza artificiale diventa più stupida nel tempo… …In definitiva, diventa un sistema di amplificazione del rumore…”

          E’ proprio questo il problema, perché esiste!
          Pur “non esistendo”.

          Esiste cresce s’allarga sbraca ingloba cancella annulla☢☣⚠

          Sostituisce.

          Stupida com’è!
          Non “esiste”, è stupida, inadeguata…
          e ci sostituisce lo stesso😎
          è la Via segnata.
          Non “esiste,” ma C’E’!

          • Ros scrive:

            …ed è, pure, fottutamente democratica😈👽🐵

            come ‘a livella!

            • Ros scrive:

              mediocremente insulsamente facililoneriasticamente democratica🐵🐵🐵

              “…Lurido porco(A)! Come ti permetti
              paragonarti a me ch’ebbi natali
              illustri, nobilissimi e perfetti,
              da fare invidia a Principi Reali?”.
              “Tu qua’ Natale, Pasca e Ppifania!!!
              T”o vvuo’ mettere ‘ncapo ‘int’a cervella
              che staje malato ancora e’ fantasia?
              ‘A morte ‘o ssaje ched”e? È una livella.
              ‘Nu rre,’nu maggistrato,’nu grand’ommo,
              trasenno stu canciello ha fatt’o punto
              c’ha perzo tutto,’a vita e pure ‘o nomme:
              tu nu t’hè fatto ancora chistu cunto?
              Perciò,stamme a ssenti, nun fa”o restivo,
              suppuorteme vicino, che te ‘mporta?
              Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive:
              nuje simmo serie. Appartenimmo à
              morte!”

              da Georges Bernanos: “Les Grands cimetières sous la joie lune de Satan l’imposture”

  59. Miguel Martinez scrive:

    So che non c’entra niente, ma io abito a Firenze.

    Dove stanno succedendo cose di minima importanza mondiale, ma bruttissime sul piano di ciò che realmente viviamo.

    A Firenze, esistono politici piaccioni, che cercano di arruffianarsi tutti, a partire dai più potenti; ed esiste qualche rara persona, magari senza un forte schieramento ideologico, che si interessa davvero di quello che succede.

    Allora, c’è una persona che è oggettivamente diverse dalle altre: per intelligenza, magari per ambizione, ma sopratutto per capacità di capire e di risolvere le situazioni.

    Lei ha appena 41 anni, e la ritrovi ovunque perché negli innumerevoli e cruciali assessorati che ha detenuto, ha sempre saputo affrontare piccoli e enormi problemi. E ne sento parlare ovunque, “avevo detto alla Cecilia quello che succede da noi, e ci ha trovato la soluzione”.

    Ora, il Partito Unico ha ali di Destra e di Sinistra, che si fanno la guerra feroce.

    Una mia amica molto idealista si è impegnata nell’Ala Sinistra, ha vinto la Schlein, sotto forma locale di un giovane che mi sta pure simpatico.

    La Sinistra ha stravinto contro la Destra, grazie al voto di tanti idealisti.

    E nel giro di pochi giorni hanno concordato insieme, Destra e Sinistra, di far fuori in qualunque modo Lei. Prima con un comunicato stampa senza nemmeno averla informata, poi con un complesso intrigo dentro il Partito.

    Stasera io e la mia amica idealista, a lungo sul telefono…

    La cosa ci rattrista è vedere persone di cui ci fidavamo, che si fidavano anche di Lei, darle addosso.

    Che cosa mostruosa la “Politica”.

    • giuseppe motta scrive:

      come mai hanno deciso di farla fuori?

      • Miguel Martinez scrive:

        Per giuseppe motta

        “come mai hanno deciso di farla fuori?”

        Non si è mai capito bene. Ma trovo interessante una cosa – per alcuni la Schlein era l’Idealista che avrebbe salvato la Sinistra dalla Palude; per altri, la Schlein era la Fanatica che voleva Distruggere la Famiglia; nei fatti, che lo voglia o no, è nella Palude come tutti gli altri.

    • Ros scrive:

      @Miguel: “Che cosa mostruosa la “Politica”.

      Sembrerebbe che la politica – oggi più che mai – non sia terreno dove le persone “pulite” possano farci vigna.
      O soltanto partecipare.

      Credo, ci vogliano le persone diconsi “pulite”
      ma che hanno, insieme all’idealismo e infantile candore,
      connaturati come il segno di Caino e il campanaccio del lebbroso,
      il pelo sullo stomaco, l’arte psicopatologica della guerra,
      tanta vanità carismatica da Trickster.
      …e competitività capacemente subdola da giocatore di Poker.

      E, nonostante la nefandezza terragna e sottoterragna di ciò sopra,
      restino – chissà come chissà perché😇😊 – fondamentalmente “pulite”.

      Sane nel canale con lo Spirito, a sentire bene, forte e chiaro, dove e come soffia e vuole.

      E’ una combinazione di fattori assai rara, temo.

      Ed è ancora più raro è che si interessi di politica;
      che forse vedrebbe solo come: “…quante stupide galline che si azzuffano per niente”…
      Il nostro raro Mr. Tamburino sul ponte sventolerebbe assai presto – e assai schifato – la bandiera bianca.

      Matteo 10,16-18
      “16 Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. 17 E guardatevi dagli uomini, perché vi metteranno in mano dei tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe 18 e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per servire di testimonianza davanti a loro e ai Gentili.”

      Ma non disperiamo; che le persone “pulite” e di combinazione “rara” come una Chimera “buona” tuttavia esistono, e talvolta
      (sia pure ogni mill’anni) emergono a fare la differenza storica.

      Una Chimera, che per “Mysterium coniunctionis”, “Coniugium spagiricum” di “Nozze chimiche”:
      «Una sera prima del giorno di Pasqua sedevo al tavolo, e (come era mia abitudine) mi intrattenevo a lungo con il Creatore raccolto in umile preghiera. Pensavo ai molti grandi Misteri che il Padre nella Luce nella sua Maestà mi aveva mostrato in buona parte ed ero pronto a preparare nel mio cuore, grazie al mio caro Agnello Pasquale, una piccola fetta immacolata di pane azzimo.»

      si individua e forma a esistere.

      Una Chimera-Bellerofonte col cavallo bianco alato di Pegaso.

      Chimera-Bellerofonte “Coniugium spagiricum” per “Mysterium coniunctionis” appunto!👁⚜🔱🖤💖

      Giunti (non la, pur ottima, casa editrice) – Per Gratiae, forse? –
      al Rubedo;
      “al Rosso” della Grande Opera.

      E sia pure che sia ogni mill’anni solo 🙂

      Basta che non sia poi non si confonda agi occhi del volgo di Barabba con Sorat- Storax 😉😎
      questo dovrebbe venir prima.

      • Ros scrive:

        Basta che non sia poi che si confonda agli occhi abbovinati del popolo carne da cannone di Barabba con Sorat- Storax 😉😎
        questoquà dovrebbe venir prima.

        mi autocorreggo le bozze, che sono pezzente e autarchico…
        …ma pare ancora più balordamente ermetico con tocco pedante e tristanzuolo☹😩🥺
        Come diceva El Ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha
        al fido Sancio : “…finiamola qua, che a rimestarla è peggio”

        Per la tua amica, e sempre di Cervantes-Don Chisciotte:
        “se il governatore vien via ricco dal suo governo, di lui si dirà che è stato un ladro; e se vien via povero, che è stato un dappoco e uno stupido”

        Mica se ne esce facile!😎

        Un Santo con la Grazia e con la Tara a segno, marchio in fronte,
        vestito a righe gialle e verdi vi ci vuole…
        …un tenero infante in culla con la barba, fame, e i denti aguzzi.

        Roba fra “Puer Aeternus”, bestiario freak-medievale.

        Da teca a campana in vetro colorato nella Wunderkammer del Castello di Neuschwanstein.

        Robe per trastullo d’un Re-Dio schizzato e perdigiorno quale l’Helmut Berger viscontiano alias Ludwig II° di Wittelsbach, misto al pisquano arcimboldesco a pera Rodolfo II° d’Asburgo.

        e- soprattutto – con l’ideale e puravergine Quest della “Rosabella” di Citizen Kane🌼🎪🎈
        https://www.youtube.com/watch?v=jfRp_S-4nWQ

        GelsominaZampanò Sigizia e Rebis da coincidentia oppositorum.

        Se spuntasse mai all’orizzonte chiamatemi che me lo voglio vedere lo spettacolo😉😀

      • Miguel Martinez scrive:

        Per ros

        “Credo, ci vogliano le persone ”

        Perfetto!

  60. Peucezio scrive:

    Una nota sull’appello degli accademici contro le università israeliane.

    Secondo me fa capire quanto è inquinata la nostra società e come ormai si ragioni per opposti perbenismi.
    Che senso ha prendersela con le università? Sono forse i docenti universitari a bombardare Gaza? Anzi, fra di loro ce ne sono molti che criticano il governo e le sue scelte militari.

    Ma si ragiona per “contaminazione”. Israele è cattivo, quindi sono cattive anche le università israeliane.
    No. Uno stato può perseguire una politica criminale, ma non c’entrano nulla le sue università, tantomeno se vengono messe tutte insieme, non distinguendo le posizioni.
    Ma l’idea è sempre quella di delegittimare l’avversario in modo fanatico e indifferenziato.

    Così se una insegnante scrive frasi naziste su facebook viene sospesa come insegnante. No. Deve venire sospesa (secondo i valori correnti, amnesso che siano giusti, ma facciamo finta che lo siano) se insegna il nazismo ai suoi alunni.

    E così per tutto. Non si criticano gli atti, ma le persone. E chi le appoggia. E chi appoggia chi le appoggia, in una catena virtualmente infinita.

    Sembra quasi che la sinistra si stia dimostrando filopalestinese per un riflesso condizionato, pavloviano, per bandiera identitaria, più che per convinzione, e con il solito fanatismo perbenista che la caratterizza in tutte le sue battaglie.
    Dispiace, perché la battaglia in sé è condivisibilissima e la sottoscrivo non una, ma un milione di volte.
    Ma comincio a sentirmi in una compagnia imbarazzante.
    E mi dispiace, perché sui Palestinesi non transigo: qualunque cosa dica chiunque, sono un popolo oppresso e degno di essere dfeso.
    Speriamo almeno che questa mobilitazione mondiale serva a qualcosa (ma sono scettico: sono decenni che la gente manifesta per i Palestinesi e sono decenni che Israele li massacra a gogò come e quanto vuole: parafrasando Stalin, quante divisioni corazzate hanno i manifestanti pro Palestina?).

    • Peucezio scrive:

      Tra l’altro un mio amico che lavora in ambito accademico mi raccontaqdi tanti suoi colleghi del tutto organici alle politiche governative sul covid (confinamenti, coprifuochi, greenpass) e, credo, anche sull’Ucraina, che hanno firmato l’appello contro le università israeliane senza nemmeno leggerlo.

      Collaborare con un’università israeliana, cioè fare scambio culturale, che dovrebbe essere ciò che fanno tutte le università del mondo, ti rende un reprobo, ti contamina appunto.
      Ci sono i puri e gli intoccabili.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Ma infatti invece di fare queste stronzate, che sono persino inutili in quanto, poiché radicali, non saranno mai attuate, è meglio fare qualcosa di molto più mirato, cioè colpire le attività di ricerca e sviluppo legate alla difesa, boicottare le attività accademiche che sfruttano o si esplicano nelle colonie e, in generale, nei territori occupati (pardon, “contesi”, anche se non si sa bene con quale altro paese)…
        Però, se non si vuole fare nulla di utile, ma qualcosa di molto dannoso, è meglio dire “boicottiamo le università israeliane”.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ mauricius tarvisii

          “Però”

          Concordo completamente. E non è neanche il primo caso.

          Penso alla ‘solidarietà col Tibet’ contro il governo di Pechino, e in passato alla ‘solidarietà con l’ANC’ contro l’apartheid de governo di Pretoria – e similmente in Rhodesia. Con annessi convegni, manifestazioni, cortei ecc.

          Poi continuiamo a comprare le terre rare e le celle fotovoltaiche dalla Cina, così come compravamo l’oro Sudafricano e Rhodesiano per la nostra oreficeria.

          Da ragazzo partecipai a una festa con parecchia gente altolocata. Uno degli invitati era un ragazzo straniero della mia età, alto, biondo e occhi azzurri: l’unico Rhodesiano che ho mai incontrato in vita mia. Parlava del servizio militare da lui prestato nel suo paese. Parlava inglese, e quelli di noi che imparavano inglese facevano a gara per chiacchierare con lui. Una delle danarose signorine presenti non trovò di meglio che ironizzare sulla moralità dei compiti delle forze armate di Salisbury, notoriamente dedite alla repressione delle proteste dei neri. Il ragazzo, molto signorilmente, gelo’ i presenti notando col suo accento oxfordiano come fosse elegante la collanina d’oro che la signorina sfoggiata, realizzata con materie prime verosimilmente provenienti dalle stesse miniere dove quei neri dovevano lavorare.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            Beh, Andrea, i regimi bianchi di Rhodesia e Sud Africa alla fine sono caduti.

            Lo Zimbabwe è trionfalmente uno dei paesi più poveri e corrotti d’Africa (ma con bellissimi parchi per turisti), il Sud Africa non ancora ma pare ci stiano lavorando.

            Ma questo è secondario: alla fine i regimi sono caduti e credo che boicottaggi e riprovazione abbiano avuto un loro peso.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Secondo te è una buona preconizzazione: la Rhodesia era un paradiso, mentre ora che i negri sono al potere fa schifo. Lo stesso accadrebbe alle colonie israeliane qualora tornassero nelle mani dei beduini.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ mauricius tarvisii

                “preconizzazione”

                Se e’ così, allora Francesco ha probabilmente ragione.

                Ma non significa nulla. Se sarà casino e sporcizia, sarà il loro casino e sporcizia, quello dei Palestinesi (come oggi lo è dei Zimbabweani). Meglio quello, dell’ordine e della pulizia di una prigione imposti dai carcerieri. Le persone sanno sbagliare benissimo da sole; non c’è bisogno di aiutarle.

                (Un’altra ricordo delle elementari. A lezione di geografia, il maestro ci spiego’ che uno dei motivi che i Portoghesi adducevano all’epoca per il loro possesso dell’Angola era che “i neri non erano capaci di governarsi da soli”. L’intera classe si arrabbio’ moltissimo di fronte a tale prepotenza).

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Credo che la scusa sui negri incapaci sia ancora in auge, tra i razzisti statunitensi.

                Per l’Africa non so quanto sarebbe una scusa ma NESSUNO vuole provarsi a governarla, basta un accordo con chi ha il potere per prendersi quello che serve.

                Per MT: io non ho scritto che la Rhodesia fosse un paradiso, sospetto fosse meglio dello Zimbabwe ma non ne so abbastanza per dire nulla con ragionevole certezza.

                Sulle colonie israeliane, credo non dovrebbero esistere. O annessione e diritti per i palestinesi annessi o levarsi dalle palle.

                Saluti

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “sospetto fosse meglio dello Zimbabwe”

                Basta ipotizzare il peggio con te e ci si azzecca 😀

              • PinoMamet scrive:

                Penso che possiamo dire con certezza che era meglio, se eri del colore giusto 😉

              • Francesco scrive:

                No no, chè i bianchi sono quasi tutti scappati

                Intendo peggio per i neri, a meno di essere del gruppetto (ristretto) di Robert Mugabe

                Che è un mito, nel suo campo

              • PinoMamet scrive:

                Guarda, dello Zimbabwe non so nulla.
                Per meglio dire, quello che so deriva da un romanzetto di uno scrittore di operette neocoloniali, anticomunista convinto e di lingua inglese, letto sotto l’ombrello diecimila anni fa. Il tizio si chiamava Wilbur Smith ed era nativo non dello Zimbabwe ma dello Zambia, ma bianco ovviamente.
                Il romanzetto che lessi parlava dello Zimbabwe che avevano appena ottenuto l’indipendenza dopo una guerriglia feroce, portata avanti da due fazioni, lo ZANU (nella realtà era la fazione di Mugabe, ma il libercolo non lo nominava mai) e lo ZAPU.

                Il romanzo, sotto l’esile trama avventurosa (ovviamente protagonista assoluto un bianco, reduce dall’esercito rhodesiano ma con aiutante il fedelissimo negro 😉 )
                era solo una lode all’etnia Ndebele, che era stata favorita dagli inglesi per tutto il periodo coloniale (in base ai loro peculiari criteri e pregiudizi razzisti, cosa che ovviamente lo Smith tace) e tutto un’accusa ai cattivi Shona, che oltre a piacere meno agli inglesi (che pare abbiano, more solito, diviso le etnie molto più di quanto lo fossero prima della colonizzazione) hanno avuto anche il cattivo gusto, per rivalsa, di diventare comunisti.

                Non manca il cattivissimo russo, che si serve degli Shona per espandere la sfera di influenza sovietica nella regione…
                (naturalmente il russo è descritto come razzista… mentre tutto il romanzo è un florilegio di razzismo praticamente da pagina 1, ma è razzismo inglese quindi “buono”).

                Guarda, mi viene il sospetto che potresti averlo scritto tu, Francesco, sotto falso nome 😉

              • PinoMamet scrive:

                Visto che il protagonista bianco è, pensa un po’! uno scrittore di romanzi
                (oltre che reduce de guera, “si nun c’era la guera io quest’ora stavo a Londra, i londrini vanno pazzi per me”, superfigo, scopatore di belle pilotesse ecc.)
                il nostro autore, quello vero, non manca di inserire anche il personaggio dell’avido e maneggione editore newyorkese, naturalmente ebreo 😉

              • Francesco scrive:

                Credo di non aver mai letto Wilbur Smith ma credo anche che abbia venduto milioni di copie dei suoi libri.

                Sulla Rhodesia, io non ne so nulla ma DUE mie cugini ci sono appena tornati. Erano lì da bambini ai vecchi tempi, si sono presi il mal d’Africa e hanno sempre seguito le vicende di quel paese.

                🙂

              • PinoMamet scrive:

                ” credo anche che abbia venduto milioni di copie dei suoi libri.”

                Sì, temo che sia così 😉

    • Peucezio scrive:

      Aggiungo,
      quello che colpisce è la delegittimazione reciproca degli avversari.
      Ognuna delle due parti vuole demonizzare l’altra.
      I filopalestinesi sono apologeti del terrorismo, i filoisraeliani sono fiancheggiatori dei criminali di guerra.
      Nessuno sa riconoscere le ragioni dell’altro, relativizzarle, tutto è assolutizzato, ricondotto a una sfera morale metafisica, nella quale non ci sono mezze misure, giudizi articolati.

    • Roberto scrive:

      Saranno 30 anni che l’università italiana vuole boicottare quella israeliana

      2016
      https://www.lacittafutura.it/esteri/decolla-in-italia-il-boicottaggio-accademico-di-israele.html

    • Ros scrive:

      Peucezio”…Ma comincio a sentirmi in una compagnia imbarazzante…”

      😁😁😁😁😁😁😁

      mi ricordi una frase detta dal protagonista de “Le Hussard bleu” di Roger Nimier. Mi fai proprio pensare a lui per quello che me ne posso “creare” con la Mente.

      Libro del 1950 scritto stupendamente, e inqualificabile ideologicamente.
      E’ lui, Nimier, che in Gallimard ha preteso la ristampa sdoganata del reietto,
      di Louis-Ferdinand Céline, e fanculo alle fesserie passate, che quando uno scrive così…

      Un’antimoderno dei migliori Nimier:
      “Quando gli abitanti del pianeta saranno un po’ più esigenti, mi farò naturalizzare essere umano. Intanto, preferisco rimanere per loro fascista, anche se la cosa è stravagante e faticosa”

      Da leggere tutta l’opera di Nimier, merita!😀
      Ciao

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Peucezio

      “Che senso ha prendersela con le università? Sono forse i docenti universitari a bombardare Gaza? Anzi, fra di loro ce ne sono molti che criticano il governo e le sue scelte militari.”

      Concordo con tutto il tuo commento.

      • Francesco scrive:

        Pure io, per quello che conta. E anche con quello successivo sul fatto che l’assolutismo moralista impedisce di trovare soluzioni diverse dal massacro totale dell’avversario.

        Il che nel caso di Putin è la cosa giusta ma mica si può usare sempre e solo il martello!

        Putin ho scritto, non la Russia. Che anche se non avesse la Bomba non andrebbe massacrata nè demonizzata. Ma sconfitta militarmente in Ucraina sì, perbacco.

  61. Fuzzy scrive:

    https://oilprice.com/Energy/Energy-General/Diesel-Crisis-Eases-With-Slowdown-In-US-Manufacturing.html

    Eh, eh, bella questa.
    Siccome cala l’attività manifatturiera, è scongiurata la crisi del diesel
    “C’è sempre un lato positivo”
    In effetti.

  62. Andrea Di Vita scrive:

    @ tutti (Decisamente NON OT!)

    Ultime notizie da Oceania

    https://www.lastampa.it/politica/2023/11/15/news/partito_alemanno-13861555/?ref=LSHA-BH-P4-S1-T1

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Francesco scrive:

      Non vedo la notizia, però. Un gruppo di imbecilli, di cui molti politicanti dismessi dalla terza fila, fanno una stronzata.

      E’ una notizia questa?

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ francesco

        “questa?”

        Non il fatto in sé, ma come viene riportato. Sembra un tazebao della Rivoluzione Culturale, coi ritratti dei “nemici del popolo” bene in vista. Manca solo l’indirizzo di casa e il numero di telefono dei reprobi. E naturalmente nessun accenno a un confronto di idee; in compenso, è subito uscito un corsivo di Gramellini che ironizza (!) su Moni Ovadia futuro possibile ministro della Cultura.

        Oceania, appunto.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          Con permesso, il confronto di idee con i rosso-bruni fattelo tu.

          Io mi limito al disprezzo per le pseudo-idee. Non ci si confronta con le idee dei trumpiani, al più si studia da dove provengono e come porvi rimedio.

          E il fatto che manchino gli indirizzi di casa è la giusta misura. Mica sono del FQ.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Francesco

            “disprezzo”

            Attento a ciò che desideri, dicevano i Greci: potrebbe avverarsi.

            Se desideri tanto non confrontarti coi trumpiani, i rossobruni, i “pacifinti” ecc. un domani potresti trovarti tu dalla parte di quelli che la maggioranza non vuole sentire.

            Se uno ha torto marcio lascialo parlare: si sputtanerà con le sue stesse parole. Valeva per Veltroni e per berlusconi, varrà a maggior ragione per i trumpiani.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “domani potresti trovarti tu dalla parte di quelli che la maggioranza non vuole sentire”

              No, per quello basta stare sempre dalla parte del più forte e non si corre nessun rischio.

            • Francesco scrive:

              Andrea

              sono un “degasperiano”, non si fila nessuno da quando ero giovane e bello.

              Ho benissimo presente la situazione.

              E dopo Trump non credo più al “si sputtanerà con le sue stesse parole”.

            • Peucezio scrive:

              Francesco,
              che poi questa tua ossessione di Trump…

              In pratica significa che gli Stati Uniti devono fare più guerre possibili e contemporaneamente devono morire di fame perché le indsutrie devono essere tutte in Cina.

              Stringi stringi di questo si tratta, il resto è folclore, come Biden che s’impappina, inciampa, si addormenta, straparla…

              Non si capisce perché se le guerre imperialiste le fanno gli americani va bene e Trump è un pazzo perché vuole smettere di farle, se le fanno gli italiani in Etiopia sono dei pazzi megalomani.

              • Francesco scrive:

                Quali guerre imperialiste?

                Il problema è che tu ci credi davvero, alla lettura della storia fatta dei quotidiani del ventennio, e la applichi anche all’oggi.

                Biden sta facendo politiche di reindustrializzazione USA sotto il segno dell’interventismo più sfrenato, tra l’altro, perchè la Cina comunista ha fatto capire a che gioco sta giocando. O meglio cercando di giocare, perchè quando i governi caricano a testa bassa contro le leggi dell’economia vincono sempre le seconde.

                Quasi sempre, oggi mi sento buono.

              • PinoMamet scrive:

                ” Quali guerre imperialiste?”

                ..tutte?

              • Francesco scrive:

                Nessuna, tranne l’invasione di Grenada???

                😉

        • roberto scrive:

          ADV

          “come viene riportato.”

          io capisco voler vedere complotti dappertutto e giustificazione delle proprie idee in ogni granello di polvere ma…rizzo e alemanno si incontrano per un qualche progetto politico comune, sono un sedicente comunista e un destro. Invitano moni ovadia. sulla stampa postano tre foto e la didascalia….tu davvero ci vedi un tatsebao con i nemici del popolo!?!
          è ridicolo…

          • Peucezio scrive:

            Roberto,
            “un sedicente comunista e un destro”

            Tu ragioni con categorie di un secolo fa che erano delle stupidaggini già allora.

            Interessante comunque questa allergia verso gli unici che, sia pure velleitariamente e senza nessuna reale prospettiva politica, dissentono dalle posizioni identiche di tutto l’arco politico (maggioranza, opposizione, pentastelluti, sinistra, ecc.), posizioni peraltro chiarissimamente antinazionali.

            In sostanza la democrazia va bene alla sola condizione che tutti professino e facciano le stesse cose, altrimenti non è più democrazia.

            • Roberto scrive:

              Scusa Peucezio,
              ma se uno mi sta antipatico perché ha idee antitetiche alle mie, vuol dire che non sono democratico perché non mi piacciono le idee diverse dalle mie!?!

              Non è una questione di democrazia o no, è una questione di avere idee diametralmente opposte, e se permetti le mie valgono tanto quanto le sue (e io credo che siano anche molto migliori)

              • Peucezio scrive:

                Beh, no, in te traspare del livore, dell’insofferenza, una sorta di delegittimazione politica.

              • roberto scrive:

                ok ho capito, peucezio

                o hai delle idee antisistema o sei antidemocratico…

                non mi sembra molto democratico pero…

              • Peucezio scrive:

                No.
                Sei democratico se accetti e apprezzi il pluralismo delle idee e delle prassi politiche.
                Quello vero, sostanziale.

              • roberto scrive:

                peucezio

                io accetto il pluralismo delle idee, ma ci sono idee che *per me* sono sbagliate con varie gradazioni (da sciocchezzuole a cazzatone gigantesche), e mi sembra abbastanza normale, nel gioco democratico, che io voglia contrastare le idee che ritengo snagliate.

                per me rizzo può dire tutto quello che vuole, ma se dice cose che per me sono assurde, credo proprio che sia totalmente democratico permettermi di provare antipatia per le sue assurdità

              • Peucezio scrive:

                Roberto,
                questo è ovvio e pacifico.

                È l’accanimento che mi sorprende.

                Insomma, se tutto lo spettro politico dice e fa le stesse cose (il che peraltro dovrebbe preoccupare in sé), un partitino marginale al masismo dovrebbe essere considerato folclore, non attirarsi delle critiche così sentite.

                E poi sarei curioso nel merito.
                A me Rizzo pare un comunista in senso anni ’50, cioè Togliatti e non Fedez, abbasso l’imperialismo e il neoliberismo, difendiamo i lavoratori, i ceti poveri e non smantelliamo lo stato sociale.
                Si può dissentire su sfumature, ma non vedo cosa ci sarebbe di così terribile.
                Per inciso, io condivido ogni virgola.

              • roberto scrive:

                peucezio

                “E poi sarei curioso nel merito.”

                vabbé mo’ dovrei ritirare fuori quello schifo di due pagine di “programma” che aveva presentato italia sovrana e popolare….

                dovresti immaginare cosa penso di un partito che ha come obbiettivo l’uscita dell’italia da UE, euro e…OMS (sic!)

              • Lucia scrive:

                “in te traspare del livore, dell’insofferenza”
                Io è anche per questo che leggo il blog 😂

              • Lucia scrive:

                Però ha dimenticato tedio e sanfedismo (ok, non curatevi di me e passate avanti)

              • Peucezio scrive:

                Roberto,
                ma quali sarebbero i vantaggi dell’appartenenza alla Ue e all’euro?
                In cosa gli svizzeri sarebbero svantaggiati rispetto all’Italia?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ peucezio

                “svizzeri”

                Non avendo né la nostra evasione fiscale, né i ritardi della nostra macchina giudiziaria, né le lentezze della nostra burocrazia e nemmeno l’incapacità cronica di sfruttare i finanziamenti disponibili (cioè in pratica non avendo avuto mezzo secolo di DC), gli Svizzeri non solo non sono svantaggiati rispetto all’Italia, ma sono anni luce davanti a noi.

                E’ proprio a questo che sono serviti la nostra appartenenza all’UE e la nostra adozione dell’euro: a come stavamo combinati, senza queste cose ora saremmo ‘padroni in casa nostra’ come lo è il Venezuela. Ma senza il petrolio.

                Ho l’età per ricordarmi bene i ‘bei tempi’ della lira con l’inflazione al 25% (anzi, la ‘stagflazione’, come si diceva allora).

                Mai più.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Peucezio scrive:

                Andrea,
                veramente negli anni ’90 io non ricordo affatto ‘sta grande inflazione eppure c’era ancora la lira.
                Semmai c’è stata col passaggio all’euro (prezzi praticamente raddoppiati) e oggi con l’euro (non per colpa dell’euro in sé, ma per il problema energetico, ecc.: a quanto pare ci vuol altro che una moneta a contenere l’inflazione).

                Tra l’altro l’inflazione degli anni ’70 sai benissimo che non era un problema: l’economia tirava, malgrado si parlasse ossessivamente di crisi, il lavoro si trovava, gli stipendi aumentavano in proporzione, insomma, non direi che negli anni ’70-’80 gli italiani si siano impoveriti, ma semmai il contrario.
                Mentre dal 200o in poi sì; c’è l’erosione del ceto medio, l’aumento dei poveri, ecc.

              • Francesco scrive:

                Peucezio, la tue analisi economiche sono peggio di quelle politiche di Andrea …

                io tenevo qualche capello non bianco, prima di leggere voi due!

                🙁

              • Peucezio scrive:

                Io non faccio analisi economiche: non credo nell’economia.
                Il constato dei dati di fatto.

            • Francesco scrive:

              Ehm, capisco il tuo punto di vista ma, molto spesso, quello che solo lui va nel senso giusto sta andando contro mano.

              Molto, molto spesso.

              Quelle che tu chiami posizioni nazionali sono le vecchie e patetiche bugie imperiali del fascismo regime, quello ridicolo, tronfio, assassino di etiopi. Ben venga che quasi nessuno ne abbia nostalgia.

              • Roberto scrive:

                Ma soprattutto dire che si tratta di vecchie patetiche bugie imperiali non è antidemocratico, è una rispettabilissima opinione politica

              • Peucezio scrive:

                Francesco,
                fammi capire, presidiare quel minimo di patrimonio e ricchezza nazionale che ci è rimasto è imperialismo?

                Beh, se resistere alla guerra francese all’Eni in Libia, ciò che non ha fatto il nostro governo a suo tempo (compreso Berlusconi) e che avrebbe dovuto fare qualsiasi governo serio è un atto di imperialismo, allora ben venga l’imperialismo.

                Se opporsi alla distruzione dell’economia europea dovuta alle sanzioni all’unico paese che ha idrocarburi a un prezzo conveniente per noi è imperialismo, ben venga l’imperialismo.
                Se pagare le bollette in una misura umana e non folle si chiama imperialismo, viva l’imperialismo.

                E non vedo il nesso con l’Etiopia, che sostanzialmente non ci è servita a nulla.

              • Francesco scrive:

                perchè essere stupidi ma boriosi porta alla violenza, per questo mi è venuta in mente l’invasione dell’Etiopia

                e pensa che sulla Libia sono d’accordo te! sai se almeno i francesi ci hanno fregato il petrolio o se nell’anarchia non ha vinto nessuno?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “nessuno”

                Nell’anarchia non ha vinto nessuno.

                Non si è infatti formato in Libia un governo basato sugli islamisti che a Bengasi si ribellarono a Gheddafi, a favore dei quali si sono mossi i Francesi (che appunto eliminarono il rais).

                Molti giacimenti sono in mano ad Haftar, sostenuto dall’Egitto e dagli Emirati Arabi Uniti in funzione anti Sarraj e quindi anti Turca e anti Fratelli Musulmani e islamisti in genere. E l’Egitto – proprio come l’Arabia Saudita, sua grande alleata – è il principale cliente dei nostri mercanti d’armi, oltre che partner dell’ENI per il gas (nonostante lo sgambetto Regeni tesoci dagli Inglesi).

                In più, il nemico principale di Haftar oltre agli islamisti, Sarraj, è appoggiato formalmente dall’UE ed è cliente dell’Ansaldo.

                Insomma, alla faccia di Parigi teniamo sempre i piedi in due scarpe.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “la democrazia va bene alla sola condizione che tutti professino e facciano le stesse cose”

              Ma non è vero che ci sia totale omologazione: è bastato che gli israeliani ammazzassero cinquemila bambini e facessero crepare i neonati nelle incubatrici e la narrazione delle loro gesta non ha più preso la piega “ucraina” che aveva prima.

              • Peucezio scrive:

                Non ho capito se sei ironico o serio.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Sono serissimo: è vero che la copertura mediatica non è scesa ai livelli di quella sull’Ucraina e credo che sia abbastanza palese il motivo.

              • Francesco scrive:

                Beh, che Hamas stia vincendo a mani basse la partita truccata della comunicazione è vero!

              • PinoMamet scrive:

                Quello della comunicazione è un tema interessante.

                Cioè, tutti i (semplifichiamo) filo-palestinesi mi stanno dicendo che i media italiani sono troppo filo-israeliani.

                Ma visto che gli unici filo-israeliani che conosco sono in pratica gli israeliani, o i membri della mia comunità ebraica (di nuovo, in parte israeliani), mi pare che si possa dar ragione a Francesco:

                è una partita truccata (da entrambe le parti) e Hamas la sta vincendo.

              • PinoMamet scrive:

                “mia” nel senso della mia cittadina, mice me la sono comprata!

    • roberto scrive:

      ADV

      beh che rizzo non avesse nulla ma proprio nulla di comunista non è una novità.

      il fatto che si alleino le varei fecce mi sembra cosa buona e giusta, stanno tutti insieme e almeno li si vede e li si evita subito

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Roberto

        “fecce”

        Moni Ovadia è “feccia”?

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • roberto scrive:

          ADV

          non ho nessuna opinione particolare su moni ovadia (che per altro se non ti limiti alle foto ma leggi l’unica riga “all’ultimo si sfila”.

          ho una opinione abbastanza precisa e decisamente negativa su alemanno e rizzo

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ roberto

            “alemanno”

            Io non amo per niente alemanno, venero Moni Ovadia e non ho idee particolari su Rizzo…

            …ma trovo davvero indecente questa moda giornalistica delle liste di prescrizione di chi dissente, a ragione o a torto non importa. Manca solo la scritta WANTED sotto.

            L’ha cominciata il Corriere coi ‘pacifinti’ (che poi naturalmente si è visto che avevano ragione da vendere, ma questo è un altro discorso).

            L’unico motivo, molto Genovese in verità, per cui vado ancora sui siti dei quotidiani è il compiacimento nella contemplazione di quanti euro non butto via evitando di comprarli.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • roberto scrive:

              ma davvero fai!?!

              questi organizzano un evento per fondare un movimento politico e tu parli di liste di proscrizione?

              è vero o non è vero che anche ovadia e la basile avevano all’inizio detto di si e poi si sono sfilati?

              davvero non so cosa ci vedi di strano….

              • roberto scrive:

                guarda la locandina originale…

                https://www.open.online/2023/11/14/gianni-alemanno-forum-indipendenza-italiana-ospiti-si-sfilano/

                in cosa sbaglia la stampa a mettere la foto dei protagonisti?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ roberto

                “in che cosa”

                Allora (santa pazienza! 😉 😉 ):

                a) Il fatto di accomunare sotto la stessa etichetta di ‘rosso-bruni’ Alemanno e Moni Ovadia quando – come ricordi tu – quest’ultimo si è dissociato è indice di scarsissima serietà.

                b) Qualificare ‘rosso-bruno’ la persona che dissente da USA e UE è già di per se stesso un chiaro atto di propaganda, per tre diversi motivi:

                b.1) L’aggettivo ‘bruno’ fa riferimento alle ‘camicie brune’ del nazismo, per cui si gioca di soppiatto la Hitlercard senza dirlo. Inoltre, già solo cercare ‘rossobruno’ su Google ti dà tutta una serie di pagine, fra cui quella di Wikipedia ‘fascismo di sinistra’ e quella dell’intervista di Repubblica (!) al trotzkista Ferrando, in cui si identificano ‘rossobruni’, filoPutiniani e stalinisti.

                https://it.wikipedia.org/wiki/Fascismo_di_sinistra

                https://www.repubblica.it/politica/2022/04/04/news/russobruni_e_sinistra_intervista_marco_ferrando_fenomeno_esteso_figlio_dello_stalinismo-344057961/

                Mamma li turchi, insomma. Capisco che una cosa del genere la dicano in nostro Francesco, e la Verità e il Foglio, ma da un giornale che credevo serio mi aspetto di meglio.

                b.2) Si dà per scontato che il lettore sappia già cosa vuol dire ‘rossobruno’: qualcosa di brutto, in tutti i casi, senza bisogno di approfondimenti. Se uno pero’ va a vedere i vari significati del termine in Internet, scopre subito che il dissenso verso USA e UE è l’unica cosa che accomuna alemanno e Rizzo. Ma tanto chi va oltre ai titoli?

                b.3) “Meloni rischia l’assedio a destra”. Adesso Rizzo è di destra? Ma che razza di informazione è questa?

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Peucezio scrive:

                Il mio sospetto è che Alemanno serva ad addomesticare una già velleitaria e marginale entità antisistema, che sia inviato come infiltrato.

                Un mafioso del genere, che ha rovinato Roma svendendola al suo sistema di clientele, che è stato con Fini e gentaglia simile, non si capisce a che titolo ora vuole fare il sovranista.

                D’altronde la Meloni fece la stessa cosa. Fuoriuscì da Fini per creare un finianesimo più moderato, meno di sinistra.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “ma leggi l’unica riga “all’ultimo si sfila””

            In due (tra cui Ovadia) hanno detto che li hanno tipo presi in giro non dicendogli cosa fosse il convegno. Ci posso anche credere, visto che è tutto organizzato da Alemagno.

            • Roberto scrive:

              Mauricius

              Anche io posso crederci, anche se diciamo che resto un po’ perplesso dall’ingenuità di personaggi pubblici che non sono certo l’ultima verginella del paesello e cadono nei trappoloni

              Ma non escludo che la voglia di protagonismo prenda il sopravvento sulla prudenza, anzi mi sembra la cosa più probabile

  63. il modulo del dissenso informato scrive:

    C’è la feccia piccola, che si può tranquillamente evitare perchè non conta nulla , e c’è la feccia grande che regge le redini del sistema, che però non si può chiamare feccia, questo implicherebbe tra le varie cose che il sistema è marcio, e una conclusione del genere sarebbe destabilizzante, dove andremmo a finire di questo passo ?
    Quando a qualcuno della feccia piccola capiterà di entrare nella parte alta del sistema ( succede anche questo) , automaticamente cesserà di essere feccia, gli si costruirà persino una verginità posticcia.

    • Ros scrive:

      @il modulo del dissenso informato “…Quando a qualcuno della feccia piccola capiterà di entrare nella parte alta del sistema ( succede anche questo) , automaticamente cesserà di essere feccia…”

      ah modulo! vedi d’andarci pianpianino, con tatto e delicatezza fine e una bella sventolata di borotalco pure quando scrivi, eh;
      che quando lampìi la gente bene deve parere carezza, e con le fusa bruufunchiiianti a fare l’atmosfera😽😻💘.

      Se qualcuno-cosa amme’ mi paga lo stipendio giusto, i ricchi premi e cotillon,
      e mi fa stare in I° Classe, in qualche modo a respirarne l’aria buona e sana, la montagna incantata…
      …a me, che ci ragiono con la capa e non col culo, mi pare logico che ‘sto qualcuno-cosa non può essere lui feccia.
      E’ un qualcuno-cosa buono, apprescindere.

      Modulo, ma tu come minchia mi ragioni tu?🤪🥴☠

      La feccia sisa’ che sono sempre l’altri; l’altri, i giacobini morti di fame e rompilicoglioni per strunzaggine tarata, che mi manderebbero a spasso e fine della festa;
      l’imfami!
      Per prender il posticino caldo al sole mio,
      e poscia preso, farti la stessa cosa mia uguale o peggio, anzi sicuro peggio, perché sono strunz!!!
      Che ti cambiano i suonatori ma la musica ti resta sempre la stessa musica!

      In I° Classe ci stanno sempre i buoni e giusti, se ci sto pure io: è Grazia; è merito;
      è Classe!
      che se ci sto io è così, garantito al limone😎
      Sempre! E comunque!

      Mica che ora mi sbalcòno mi faccio SanFrancisco ignudo con le pudenda di fuori in piazza e mi metto ad ascoltare (manco fossero tipo umani a pari amme’🤢) feccia che si lagna con le pezze al culo sporco – dice😉 – e mi vuole a spasso per meschina fetente miserabile verdeveleno d’invidiaccia sociale?

      E’ colpa tua – e vostra . che sei – siete – un’inetto!
      Boni a niente, solo a chiagnere pe’ fottere! e a sfasciare le cose.

      e siete pure strunz!💩
      Ma STRUNZ!
      Io so buono sai, ma te l’hai cercata, e fattelo dire, stacci…

      E impara!

  64. tomar scrive:

    Francesco:
    “Sulle colonie israeliane, credo non dovrebbero esistere.”
    Mi sembra che su questo punto, se ho capito tutti i commenti, vi sia accordo tra tutti commensali e mi sembra una buona base per dibattere utilmente tra noi.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ tomar

      “buona”

      Concordo al 100%.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

    • Lucia scrive:

      Sì, credo che su questo punto (colonie israeliane in Cisgiordania) si sia tutti d’accordo 🙂

    • PinoMamet scrive:

      Sì sono d’accordo anch’io.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Tomar

      ““Sulle colonie israeliane, credo non dovrebbero esistere.”
      Mi sembra che su questo punto, se ho capito tutti i commenti, vi sia accordo tra tutti commensali e mi sembra una buona base per dibattere utilmente tra noi.”

      Però nelle colonie ci abita il 10% della popolazione israeliana (e dell’elettorato), sono lì da mezzo secolo e diventano sempre di più, lo Stato ha costruito per loro un’immensa infrastruttura militare e civile.

      Che a noi lettori di questo blog non piacciano è del tutto irrilevante.

      Dobbiamo partire dal presupposto che nessuno imporrà loro di andarsene.

      • Miguel Martinez scrive:

        “Dobbiamo partire dal presupposto che nessuno imporrà loro di andarsene.”

        Aggiungiamo che a livello simbolico – che è fondamentale in questo particolare contesto – mentre Gaza non fu mai ebraica in tempi biblici, la “Giudea e Samaria”, cioè le terre occupate dai coloni, ne furono il cuore.

        Per dire, avrebbe più senso se Israele si tenesse la Cisgiordania e mollasse tutto il resto 🙂

        Qualsiasi ragionamento sul futuro della Palestina deve partire dall’esistenza delle colonie, non dalla loro rimozione.

        • Lucia scrive:

          “Qualsiasi ragionamento sul futuro della Palestina deve partire dall’esistenza delle colonie, non dalla loro rimozione.”
          Non sono d’accordo… certo, l’opinione degli utenti di questo blog in quanto tali non conta niente (il tizio della Digos sicuramente sarà d’accordo) però come rappresentanti di un ampio spettro politico siamo indicativi della probabilità che anche gli stati più vicini ad Israele* non possono supportare tutto, dato l’elettorato/l’opinione pubblica.
          * A mio parere, essere in buoni rapporti con Israele è di per sé giusto. Poi io sarei anche per un piano B per portare tutta la popolazione israeliana in Europa, soprattutto in Italia. Pieno di kibbutz fra la Calabria e le Marche, con qualcosa in Piemonte 😀

          • Ros scrive:

            @Lucia: “… certo, l’opinione degli utenti di questo blog in quanto tali non conta niente (il tizio della Digos sicuramente sarà d’accordo)…”

            C’è un tizio della Digos???
            Qui, nei paraggi? E chi fosse mai?
            Caccia la foto. Faccela vedere.

            E poi, sei sicura che è d’accordo?
            Sono strani credo, infidi; ambigui, di un viscidume unto e appiccicoso.

            Fidati! sono Jean Valjean che per caso e tigna ti diventa Joseph Fouché coi raggi Gamma a mutargli il DNA…

            …e vilain di Balza sono; d’ogni illusions perdues nella Comédie humaine.

            Sono Vautrin! 😈🤡
            Il “Trompe-la-Mort”💀

            Stavrogin sono pure ed in Personae!
            Achtung! Banditi!
            Banditi Veri!
            a Orgosolo trasformati in sbirri.

            Lanzichenecchi neri di “Der abenteuerliche Simplicissimus” del H.J.Ch. von Grimmelshausen ☠
            Freikorps salomoniani col certificato statale, forse affasullato, pure.

            Vilain Villon Marlowe e “Secret agent” di Conrad.
            Tipacci fini insomma.

            Credo ah🙄!
            Ho visto un sacco di film😊

            https://www.ibs.it/sbirro-giornalista-infiltrato-racconta-polizia-ebook-valentin-gendrot/e/9788865948507

            https://www.ibs.it/maiale-storia-di-cugino-poco-ebook-michel-pastoureau/e/9788868332433

            • PinoMamet scrive:

              Credo somigli di più allo “statale distintissimo” preceduto da cinque A sulle inserzioni del Messaggero, che da come scrivi devi conoscere bene 😉

              • Ros scrive:

                @PinoMamet: “…Credo somigli di più allo “statale distintissimo” preceduto da cinque A sulle inserzioni del Messaggero, che da come scrivi devi conoscere bene 😉…”

                L’ingegnere inquadernato dici, coi suoi miti del somaro😀
                e dici bene!😎😉

                Piglia lui,
                Ferdydurke, Céline & L’Arbasino… dacci una sformaggiata fine a spolvero di Beckett a caso d’Happy Days e finiamo la Partita di lusso
                senza aspettare nessuno😀

              • Ros scrive:

                Gombrowicz sia chiaro “tradotto” – che è tradotto è dir poco e niente – di recente da Michele Mari per il Saggiatore, che rispetto al pur dignitoso compitino precedente (Feltrinelli ’91) è un Miracolo.

                Mari (prendo “Leggenda privata” a caso… che dove prendi, prendi prendi bene) è una garanzia è puro STILE, l’ultimo dei mohicani.

                E’ a, miserabile e ultimo schiavo di Cesare, parere mio l’erede, di codelli sopra😀

                Beckett rifatto dai Fruttero & Lucentini, o non gira mica.

                O li fai tradurre dai cavalli di razza, in vena o meglio passare.

                E Céline nella versione di Giorgio Caproni: Mort à crédit soltanto ha fatto, peccato; ma SUBLIME!❤

                Anche tradotto da Ernesto Ferrero però con Voyage au bout de la nuit gira e funzia
                …e Gianni Celati, e Giovanni Raboni, e Ceronetti, poi …

                Insomma il reietto te l’hanno poi tradotto la creme de La creme😎

                E Gadda tradotto da “L’Ingegnere in blu” dei Fratelli d’Italia magari😀
                immagina la cosa!

              • Ros scrive:

                “…Gombrowicz sia chiaro “tradotto” – che è tradotto è dir poco e niente – di recente da Michele Mari…”

                Rettifichiamo:
                Gombrowicz reinventato
                e re-interpretato da Michele Mari e la bravissima Irene Salvatori😋

                https://www.ibs.it/ferdydurke-libro-witold-gombrowicz/e/9788842824084#cc-anchor-dettagli

              • Lucia scrive:

                @Ros: sul tizio della Digos 🫥 riporto le illazioni di Pino!

              • PinoMamet scrive:

                Il funzionario della DIGOS che “lurka” è un vecchio personaggio dell’immaginario del blog, non so chi lo ha inventato e non è escluso che esista davvero!
                Chi lo sa?

                Qualcuno ha ipotizzato che fosse Moi!!

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Ma certo che c’è la Digos! Ho anche sentito che sta cercando un certo ristorante “da Romeo” o qualcosa del genere 😉 a Bologna per microfonarlo.

      • tomar scrive:

        Miguel: “Dobbiamo partire dal presupposto che nessuno imporrà loro di andarsene.”
        Partiamo pure da questo presupposto, ma se non aggiungiamo qualche “a meno che”, il dibattito è già finito, Mondo Cane, cala la tela.
        Capisco che che non sia facile trovare degli “a meno che”, ma proprio la consapevolezza della nostra comunque irrilevanza credo dovrebbe renderci più propensi all’immaginazione di possibile evoluzioni positive che spezzino la spirale della TGM, anche perché credo che almeno il principio speranza accomuni in vario modo tutti i commensali.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Tomar

          “Partiamo pure da questo presupposto, ma se non aggiungiamo qualche “a meno che”, il dibattito è già finito, Mondo Cane, cala la tela.”

          Perché? Casomai il dibattito può cambiare.

          Io sono abituato a scoprire che una cosa che mi sembrava ovvia, non si può fare perché esiste una precisa legge che lo vieta; e per questo cerco un’altra via, che poi risulta magari molto più interessante di quella che sembra scontata ma non è percorribile.

          Nessuno può costringere Israele a fare alcunché.

          Israele ha tutto l’interesse a non tagliarsi il braccio delle colonie.

          Gli Stati Uniti hanno tutto l’interesse a mantenere la tensione in un’area che ha reso miliardi per l’industria militare.

          Quindi gli Stati Uniti non faranno mai nulla per “promuovere la pace” in Palestina.

          Questi sono punti fermi da cui partire, non sono cose cui dobbiamo arrivare per sentirci bloccati.

          • Francesco scrive:

            Su Israele temo si possa essere d’accordo, più per problemi di acqua che per altro.

            Sugli USA sono convinto tu sia in errore e credo già Nasser ti smentisse.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Dici che gli USA abbiano minacciato Israele di sanzioni se non la pianta immediatamente di fare strage? Me li sono persi.

              • Francesco scrive:

                Dico che certi giochetti puoi farli con i tuoi amichetti.

                Non con me.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Ti sei detto in disaccordo con un’affermazione con un oscuro riferimento ad un tale morto oltre mezzo secolo fa. Però l’affermazione riguardava il fatto che gli USA non hanno nessun interesse a fermare i conflitti in Medio Oriente, per cui ti chiedevo se avessi realmente qualche notizia in senso contrario. Dato che dissentivi con l’affermazione, naturalmente.

  65. tomar scrive:

    C’è qualcuno tra i commensali che, invitato a un dibattito sulla guerra in Palestina, non parteciperebbe se qualcuno dei commensali ha idee molto diverse dalle sue?
    O, lasciando perdere Gramellini, qualcuno qui riesce a credere che Ovadia possa davvero essere interessato ai progetti politici di Alemanno?
    Quindi di che stiamo parlando?

    • roberto scrive:

      tomar

      “Quindi di che stiamo parlando?”

      io sto parlando della bislacca idea di andrea secondo il quale il fatto di pubblicare le foto di personaggi noti accomunati in qualche modo dallo stesso evento sia una sorta di lista di proscrizione….

    • roberto scrive:

      poi si, in effetti non avrei nessuna voglia di partecipare ad un dibattito sulla guerra in palestina, tanto è uno di quegli argomenti dove nessuno cambierà mai nemmeno una virgola delle proprie idee

      • Francesco scrive:

        io ci sono appena stato, organizzato dai Gesuiti

        essendo le due persone che parlavano intelligenti, ne è valsa la pena

        ci fossero stati, che so, Agnoletto o Ovadia, sarei rimasto a casa

        piuttosto andrei ad ascoltare il portavoce di Hamas, sarebbe interessante

  66. tomar scrive:

    Roberto: “tanto è uno di quegli argomenti dove nessuno cambierà mai nemmeno una virgola delle proprie idee”.
    Possibile e persino probabile. Ma sarebbe infondato averne la certezza. E di sicuro non ce l’ha Ovadia, che non si fa scrupolo di predicare in partes infidelium.
    Mi vengono in mente le ultime parole delle Tesi di filosofia della storia, che sono anche le ultime lasciate scritte da Walter Benjamin, a proposito della concezione del tempo presso gli ebrei, ai quali “era vietato investigare il futuro. La Thora e la preghiera li istruiscono invece nella memoria. Ciò li liberava dal fascino del futuro, a cui soggiacciono quelli che cercano informazioni presso gli indovini. Ma non per questo il futuro diventò per gli ebrei un tempo omogeneo e vuoto. Poiché ogni secondo, in esso, era la piccola porta da cui può entrare il Messia.”

  67. Fuzzy scrive:

    https://www.wallstreetitalia.com/opinioni/brics-lidea-che-piace-allislam-dei-petrolieri/
    R5 non è un nuovo modello Renault.
    È una moneta. L’articolo è vecchio di qualche mese.

    • Moi scrive:

      Israele manda un tweet alla comunità LGBTIQ+ a proposito di Hamas dopo la bandiera queer-palestinese
      Per Netanyahu questa è una guerra del bene contro il male e la comunità queer dovrebbe schierarsi con Israele.

      https://www.gay.it/israele-manda-un-tweet-alla-comunita-lgbtiq-a-proposito-di-hamas-dopo-la-bandiera-queer-palestinese

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        “Come mai ci sono così tanti ‘queer PER la Palestina’, ma assolutamente nessun ‘queer IN Palestina’”

        Non lo so, ma questa provvidenziale assenza permette di bombardare a tappeto senza mettere in pericolo nessuna vita queer, suppongo.

        • PinoMamet scrive:

          “Non lo so”
          Io qualche sospetto ce l’avrei 😉 ma a parte questo, è da tempo che Israele è accusato di pink-washing…
          è ora che si dipingano un po’ di rosa anche i palestinesi 😉

          • Peucezio scrive:

            Voglio vedere se a un certo punto diventa una teocrazia rabbinica (la china è quella) che fine fanno codesti “rosa”.

            • Moi scrive:

              Ti ricordo che il pensiero Ebraico spazia dal Levitico a Judith Butler … 🙂

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Peucezio

              “Voglio vedere se a un certo punto diventa una teocrazia rabbinica (la china è quella) che fine fanno codesti “rosa”.”

              Non so se all’interno della cultura ebraica esista lo stesso atteggiamento verso l’omosessualità che c’è nel mondo arabo e ancora di più iraniano (ma pare non in quello turco).

              • Francesco scrive:

                Paolo, che mi pare fosse un rabbino, è molto ostile.

                Di più non so.

              • Moi scrive:

                Paolo chi ? … Saulo San Paolo di Tarso ?

              • PinoMamet scrive:

                Se intendi- dico a Miguel- quell’atteggiamento per cui l’omosessualità una roba più o meno tradizionale in certi ambienti, che “io preferisco le donne ma sono gusti, so che a quel vecchio professore o musicista piacciono i ragazzi e ogni tanto ne prende uno come protetto”, oppure “i veri uomini si amano tra di loro, le donne servono per riprodursi ma sono noiose e querule “, oppure “il corpo dei ragazzi è più pulito e più puro di quello delle donne che sono soggette a impurità ed emettono liquidi strani”…

                No, direi che non è una cosa diffusa nell’Ebraismo inteso come cultura, come tradizione arrivata sino a noi e tantomeno come normativa; che è molto tollerante e stranamente (stupirà Peucezio) POCO sessuofobica in materia di sesso eterosessuale.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Pino Mamet

                “Se intendi- dico a Miguel- quell’atteggiamento per cui l’omosessualità una roba più o meno tradizionale in certi ambienti”

                Aggiungendo, “meglio farsela tra maschi che rischiare di sverginare una femmina”.

                Il risultato è che in Egitto è normale vedere due uomini che si tengono per mano, inimmaginabile una coppia etero che lo fa.

              • Peucezio scrive:

                Miguel,
                “Non so se all’interno della cultura ebraica esista lo stesso atteggiamento verso l’omosessualità che c’è nel mondo arabo e ancora di più iraniano (ma pare non in quello turco).”

                La cultura ha un fondo universale.
                Poi si declina nelle specificità locali ed etniche.

              • Peucezio scrive:

                Miguel e Pino,
                con “rosa” non intendevo gli omosessuali, ma l’eterosessualizzazione secondo un modello borghese ottocentesco dell’omosessualità, che è poi la vera innovazione.

              • Lucia scrive:

                “molto tollerante e stranamente (stupirà Peucezio) POCO sessuofobica in materia di sesso eterosessuale.”
                Beh, una religione che si trasmette in modo matrilineare mi dà l’idea della moglie del rabbino che gli dice “senti caro, tu purtroppo sembri essere sterile ma qui bisogna rimpolpare la stirpe d’Isacco, quindi lasciami fare un giro nel vicinato che fra poco torno ” 😊
                Fra l’altro i due ebrei americani che ho conosciuto, non imparentati tra loro, erano biondissimi con occhi cerulei quindi qualche salto della quaglia ci sarà pur stato no?

              • PinoMamet scrive:

                Per Lucia: tra gli ebrei perlomeno ashkenaziti i capelli biondi e gli occhi azzurri non sono una rarità, anzi…
                (Ma a dire il vero ho conosciuto arabi e addirittura nord africani biondi e ho un’allieva tunisina con gli occhi azzurri… ma si tratta in effetti di rarità).

                Più che a occasionali scappatine credo ci siano di mezzo l’assimilazione di gruppi di giudaizzanti russi e prima ancora la grande diffusione dell’Ebraismo nell’impero romano

              • Lucia scrive:

                Pino
                Sì, immaginavo che la mia visione di balebuste goderecce e di kibbutzim hippies fosse realistica almeno quanto la ricerca del genio ebraico e dei misteri cabalistici di quelli che vengono in pellegrinaggio alla tua sinagoga. Peccato, era un bel sogno 🙁

                Però questa storia dell’assimilazione attiva di gruppi di giudaizzanti russi sembra interessante, sapresti consigliare qualche libro o articolo al riguardo?

        • Miguel Martinez scrive:

          Per MT

          ““Come mai ci sono così tanti ‘queer PER la Palestina’, ma assolutamente nessun ‘queer IN Palestina’””

          Forse sono tutti andati in Egitto.

          Dove l’omosessualità maschile è vista con la massima tranquillità. Anzi, come nell’antica Grecia, direi che fa meno scandalo dei rapporti irregolari tra maschi e femmine.

          Poi, certo, in teoria non si dovrebbe, ma ci sono cose ben peggiori, tipo mangiare carne di maiale.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ moi

        “LGBT”

        https://fb.watch/okD25lf6tO/

        Ciao!

        Andrea Di Vita

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “Nel nome dell’amore”

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “An Israeli soldier flies the pride flag in the middle of Gaza”

      La cosa interessante non è il colore della bandiera.

      E’ lo slogan IN THE NAME OF LOVE contro quello sfondo. Guardate bene…

      • Lucia scrive:

        Sì, quell’ in the name of love è raggelante, è una delle migliori pubblicità per gli ultraconservatori degli ultimi decenni

        • Lucia scrive:

          Che però, ripensandoci, come qualcuno qui fece notare tempo addietro, se c’è una cosa che gli ultraconservatori odiano più della comunità LGBTQetc sono i musulmani (o insomma è una bella gara) ..bel cortocircuito! Quindi per fortuna quest’argomento contro le fairies, per quanto offerto su un piatto d’argento, non credo verrà utilizzato .

          • Moi scrive:

            @ LUCIA

            se c’è una cosa che gli ultraconservatori odiano più della comunità LGBTQetc sono i musulmani

            [cit.]
            —————–

            Ti sbagli: Gianfranco Amato ha tenuto una conferenza in un Centro Islamico a Milano, ottenendo applausi a scroscio … e ha pure coinvolto “Mamme Islamiche e Papà Islamici” (Mica Genitori Uni e Genitrici Due) in una manifestazione anti Gender : Musulmani e Cattolici a cantare le canzoni di Povia assieme !

            PS

            NON confondere Silvana De Mari ed Elisabetta Frezza con Daniela Santanché e Oriana Fallaci !

            • Moi scrive:

              E neppure devi confondere “l’ Elisa del Gender” 🙂 (amica di Miguel) con Hoara Borselli !

              … Ebbene, sì : la mitica Biondina Scontrosa del filmazzo Panarea è diventata Giornalista di Libero !

            • Lucia scrive:

              “Musulmani e Cattolici a cantare le canzoni di Povia assieme !”

              No no NO queste cose non le voglio sapere, Moi

              • Lucia scrive:

                E non volevo neanche immaginarmi Francesco con la faccia e la voce di Guido Nicheli ogni volta che leggo un suo commento, come invece ormai sarà inevitabile.

              • Francesco scrive:

                Non vorrei chiederlo ma … chi è Guido Nicheli?

                il nome mi è completamente nuovo

              • Lucia scrive:

                È il tuo spirito guida secondo Moi, un attore specializzato nel ruolo del bauscia (il bauscia è il lombardo arricchito, no?) degli anni 80-90. Guarda poco sopra l’ultimo video postato.
                Fra l’altro in questo e altri video tratti dai film in cui compare è incredibile il grado di razzismo e misoginia.

              • roberto scrive:

                Lucia

                “Fra l’altro in questo e altri video tratti dai film in cui compare è incredibile il grado di razzismo e misoginia”

                confesso che per me è incredibile la totale, assoluta, drammatica assenza di comicità.

                non sono affatto contro una battuta razzista o misogina (o andro…androfoba? come si dice? 🙂 ) ma deve far ridere.
                mi domando chi abbia mai potuto anche solamente sorridere per quei film

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Lucia

            “Che però, ripensandoci, come qualcuno qui fece notare tempo addietro, se c’è una cosa che gli ultraconservatori odiano più della comunità LGBTQetc sono i musulmani (o insomma è una bella gara) ..bel cortocircuito!”

            Mi sembra che chiunque cerchi di vedere le cose che portano acqua al suo mulino, e a non vedere (magari in perfetta buona fede) quelle che non lo fanno.

            Ora, “Sinistra” è un calderone immenso, dove si trova di tutto.

            Ma se dovessi pensare a uno “di sinistra”, archetipico, direi che la prima cosa che vede è la Destra (un miscuglio di leghisti che si raccontano barzellette sconce, SS che infilano la gente nelle camere a gas, imprenditori che inquinano, ecc.).

            La Destra la vede enorme che INCOMBE sull’orizzonte e rischia di sterminare qualunque cosa di bello ci sia al mondo.

            Il resto non lo vede proprio: non ha la minima idea di culture extraeuropee, di altre antropologie.

            Vede che l’Orcodestro ce l’ha con gli immigrati, e quindi li difende in quanto persone, e quindi difende (a ragione) anche il diritto dei credenti a fare una moschea.

            Ma non è detto che i credenti che fanno una moschea siano di Sinistra…

            • Miguel Martinez scrive:

              “Ma se dovessi pensare a uno “di sinistra””

              Nella mia esperienza, chi si definisce di Sinistra ha in genere una maggiore flessibilità mentale per capire intellettualmente le “altre antropologie”.

              Chi si definisce di Destra, ha spesso una maggiore flessibilità emotiva per capire visceralmente le “altre antropologie”.

              Ho usato qualche volta gli amici zingari come cartina di tornasole: i Sinistri erano molto più disponibili a fare qualcosa per loro; gli zingari erano grati, ma non li sentivano vicini, mentre si capivano subito con i Destri.

              E parlo non di gente come Francesco 🙂 parlo di militanti della Lega, ma anche di gente orgogliosamente fascista.

              Se avete visto quello splendido film francese, La crise, capirete perché.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Lucia

            “odiano più della comunità LGBTQetc”

            Non mi cascare sulla “comunità”!!!

            Dai, è la peggiore americanata possibile: l’idea che una qualche caratteristica particolare (colore della pelle, tendenza sessuale, fede religiosa) ti metta automaticamente in un gruppo aggressivo di persone che non hanno nient’altro in comune tra di loro.

            Vernon Lee, la mia maestra inglese su tutto ciò che riguarda la guerra, era innanzitutto una Persona, una scrittrice, una persona profondamente saggia. Poi le piacevano le donne.

            Rita Brunetti era una brillante astrofisica fiorentina, fedelissima fascista, era una Persona. Poi le piacevano le donne.

            Conosco una politica cattolica di cui taccio il nome, che convive con una donna in una casa proprietà della Chiesa.

            Perché queste tre persone, con i loro pregi e difetti, dovrebbero fare parte di una “comunità” assieme a Leonardo Da Vinci e il prete molestatore di bambini maschi?

            La nostra Comunità è fatta da persone che si guardano negli occhi, fisicamente. Qualcuno maledice i preti e qualcuno frequenta la parrocchia o la chiesa battista o la moschea o la sinagoga; qualcuno sicuramente avrà preferenze sessuali di questo o di quell’altro tipo…

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Martinez

              “fisicamente”

              Ma la politica è precisamente l’arte di ottenere il possibile anche senza bisogno di guardarsi fisicamente.

              Le Persone che si guardano negli occhi possono odiarsi o amarsi, essere amici per la pelle o nemici mortali. Hanno rapporti interpersonali, appunto.

              Le Comunità che fanno da lobby nei corridoi delle Istituzioni mica si guardano negli occhi. Esprimono interessi collettivi e generali, dunque impersonali, non interpersonali: non avendo occhi, non guardano in faccia a nessuno.

              Si interfacciano quindi a meraviglia con la politica – che quando cerca di controllarle le riduce a corporazioni o a cinghie di trasmissione.

              Ed è la politica che decide le sorti di tutti. Guardarsi negli occhi serve al più alla maggiore o minore felicità personale – nonostante la politica. Caso estremo: pensi che Bismarck, Cavour o Andreotti guardassero negli occhi le persone che coinvolgevano nelle loro decisioni? (L’asocialità degli statisti alla Bismarck è vista da Chesterton nel suo “Orthodoxy” come un sintomo di sociopatia).

              Sarebbe il contrario se l’essere umano fosse un essere sociale. Invece, è un animale politico. Come animale ha bisogni; come politico li mette insieme con persone dai bisogni simili perché l’unione fa la forza.

              La socialità è altra cosa. L’esempio tipico è il cameratismo fra veterani, che gli stessi protagonisti tengono a mantenere ben distinto dalla politica. Un altro esempio è l’agape Cristiana (“Date a Cesare quel che è di Cesare…”).

              Chi confonde i due piani o è un illuso, o è un ciellino o è un fanatico. O magari una combinazione dei tre.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • Lucia scrive:

              “la peggiore americanata”

              Uhm, non sono sicura di aver capito. Che le persone non etero (o chi simpatizza per loro, per i loro diritti – tipo me) si riconoscano in interessi comuni – in determinati contesti e ovviamente non marciando compatti – e che alcuni di loro possano pure incontrarsi e sviluppare un gergo e un’estetica condivise, e quindi riconoscersi in una specie di comunità, non lo trovo campato in aria né abominevole. Poi, il lobbysmo politico è una cosa e la vita quotidiana un’altra, una persona è solo in parte il suo gruppo d’interesse – a parte i fanatici, come nota ADV.
              Ma la “comunità LGBTetc” nel senso che le davo sopra è più come li vedono gruppi d’interesse opposto conservatori, quindi una generalizzazione sul piano politico-mediatico (pure legale?).

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Se è la guerra del Bene contro il Male cosa si può auspicare di diverso dalla totale distruzione del Male? Da una parte i Buoni, sorridenti e colorati, inclusivi tanto da scrivere in più lingue, che operano in nome dell’Amore (ovviamente Eros/Amor, non Agape/Charitas, ma questo si è perso già nella KJV), dall’altro il grigio dei palazzoni, gli odiatori, la sabbia e la desolazione quasi infernale del luogo dove il Male risiede.

      • Moi scrive:

        “In The Name of Love” … scritto pure in Arabo, per evitare che si possa fraintendere !

      • tomar scrive:

        Miguel:
        “La cosa interessante non è il colore della bandiera.

        E’ lo slogan IN THE NAME OF LOVE contro quello sfondo.”

        La cosa agghiacciante è che questa sia una foto diffusa ufficialmente dall’IDF, segno che la classe dirigente israeliana è così ottenebrata dalla sua hybris da pensare che un’immagine come questa sarebbe stata accolta positivamente da tutte le comunità LGBT del mondo.
        Ma qualcuno sa se ci sia stata qualche reazione da parte della comunità LGBT israeliana?

  68. Moi scrive:

    Sindaco musulmano in Michigan vieta le bandiere del Pride, panico tra i liberal
    Quando fu eletto venne esaltato dalla sinistra perché simbolo del multiculturalismo anti Trump. Adesso che, come islam comanda, censura gli lgbtq, tanti si sentono traditi. Cortocircuito politicamente corretto

    https://www.tempi.it/sindaco-musulmano-in-michigan-vieta-le-bandiere-del-pride-panico-tra-i-liberal/

  69. Moi scrive:

    Two Michigan former officials sue city over ‘unconstitutional’ Pride flag ban
    Cathy Stackpoole and Russ Gordon were fired after flying Pride flag from city-owned flagpole in violation of Hamtramck’s resolution

    https://www.theguardian.com/us-news/2023/nov/11/pride-flag-ban-lawsuit-hamtramck-michigan

  70. Ros scrive:

    L’Ingegnere (in Blu):
    «celibatario solo come uno stecco», «non ha mai proliferato né intrattenuto progenie alcuna, neppure in senso lato…»

    “…Eppure, in quella mesta pratica letteraria di paginette «ben scritte» e di giardinetti ordinatini, di velleità rientrate e di reverenze funzionali, di animucce belle e di candeline spente, alle Giubbe Rosse, la derisoria violenza della sua scrittura esplodeva esasperata ed esplicita, davanti alle feluche e alle pantofole, contestando insieme il linguaggio e la parodia, e le osservanze per i realismi e i crocianesimi, tra il ron-ron rondesco-neoclassico-fascistello e il pio-pio pretino-crepuscolare-ermetico, in schegge di incandescente (espressionistica, pirotecnica) espressività… Proprio come per Rabelais o Céline e Joyce che gli sarebbero poi stati accostati, «a braccio» e «a orecchio», i suoi messaggi fanno a pezzi ogni codice: spiritate e irritate, le sue invenzioni verbali dileggiano significati e significanti; devastano ogni funzione o finalità comunicativa; rappresentano innanzitutto se stesse, e i propri fantasmi, in un foisonnement inaudito e implacabile di spettacolari idioletti… Senza ‘metafore’ di tutt’altro, o stanchi ‘fils rouges’ o facili ‘flâneries’ per voi piccini… Ma da questi spezzoni affettivamente inventariati e tesoreggiati – vocaboli dialettali e stranieri, termini scientifici e triviali, vezzi eruditi, definizioni tecniche, deformazioni macaroniche, neologismi saporitissimi, stilemi personalissimi, omofonie-calembour, grotteschi ossimori, onomatopee sgangherate, tautologie barocche e brianzole, inimitabili invettive ipocondriache… – una critica più giovane e sofisticata (Citati, Gramigna, Guglielmi…) sarebbe risalita attraverso un’appassionata analisi stilcritica ed extra-ideologica alla vertiginosa complessità dei macchinosi interessi intellettuali dell’Ingegnere: la Storia e il Positivismo, Einstein e Leibniz, Spinoza e Michelet, e le matematiche e una filologia ‘selvaggia’ e una psicanalisi ‘meccanica’ e un’oscura fenomenologia del povero Inconscio «umiliato e offeso»… E una concrezione palpitante e dolente della nostra fisiologia culturale: Parini e Dossi, Manzoni e Marinetti, i Verri e D’Annunzio, Porta e Rajberti e il Romanticismo e il Positivismo e la Scapigliatura poco amata e il traumatico impatto con due realtà atroci quali la Grande Guerra e Roma… Così, nel magma delirante dove anche molti recensori «di mezzo» scorgevano tutt’al più coacervi o congerie di tipo neurotico o materico, un nuovo saggista sapienziale come Gian Carlo Roscioni arriva piuttosto a individuare nel groviglio e nel pasticcio un’oscura tecnica conoscitiva e un’arcana fisiologia dell’Universo. Appunto. La complessa ricchezza linguistica e tematica dell’opera gaddiana, così visceralmente composta e tramata, e sardanapalesca, e pantagruelica, continua a sollecitare una pluralità di letture, a diversi livelli, lungo differenti parametri, secondo i più svariati presupposti e pregiudizi: a costo di razionalizzare fin troppo lucidamente attraverso nitidi procedimenti di schede e referti quel suo atrabiliare viluppo di fantasticate irrisioni e di furie «compossibili»… Addirittura, i mirabili «disegni milanesi» dall’Adalgisa alla Cognizione del dolore possono presentarsi ai nuovi lettori d’oggi come una disperata morfologia crepuscolare-espressionistica della decadenza della borghesia illuministica e poi romantica e poi nazionalistica e industriale (e sempre ‘patriottica’) in una Lombardia che dopo il Duce e Craxi delega la propria immagine e rappresentanza non più a Corso Venezia o a Foro Bonaparte o al Cappuccio, ma ai ragionieri e geometri del Longone e Segrino già abominati dal Nostro. Non per nulla, gl’interessi enciclopedici dell’Ingegnere coincidono (fino al delirio di riversare tutta la Funzione nell’Espressione) coi manifesti tracciati due secoli fa dagli impeccabili fratelli Verri e da Cesare Beccaria, risoluti a insultare programmaticamente la Crusca in nome di Galileo e di Newton, cioè a sviluppare una cultura extra-letteraria cosmopolita e un pensiero intellettuale «assolutamente moderno» a dispetto della grammatica arcaica dei Pedanti, trasgredendo al purismo imbecille che caldeggia l’impiego di qualsiasi grulleria del Piovano Arlotto per definire prodotti e nozioni del nostro tempo; e approva l’uso del greco antico per indicare un qualche cosa che non esiste (il nettare, l’ambrosia, il cocchio invece del taxi), mentre respinge qualunque termine inglese moderno relativo a qualche cosa che è intensamente lì (come il gin-and-tonic), senza rammemorare che qualunque parola poteva suonare scandalosamente ‘moderna’ quando venne usata per la prima volta da un Autore Classico approvato dal Tommaseo-Bellini… e finendo, poi, col preferire «prova di selezione attitudinale» a «test»… Insomma, «c’era già tutto» in quel chiarissimo progetto del «Caffè», che invece di sublimare la Letteratura chiudendola a chiave in una soffitta-Parnaso piena di Citeree e Didimee e Tantalidi, le riservava una sua piccola area accanto alla Musica e al Commercio, all’Inghilterra e alla Storia e al Progresso, però tenendo tutte le porte aperte fra i diversi istituti della Cultura, e funzionando come struttura portante nelle idee della società civile lombarda fino al 1914, sottesa al Romanticismo e al Manzoni, al Porta e al Positivismo e alla Scapigliatura, al Socialismo e a «Celeste Aida» e al Lavurà. Tuttavia, la grande disgrazia dell’Ottocento italiano – prima, la catastrofica ondata di rincoglionimento verso la metà secolo, poi, la costante mancanza di continuità e di ricambio fra le generazioni successive – finisce per colpire, con sconcertante crudezza, fra i ‘veleni’ del Decadentismo e i massacri della Grande Guerra, soprattutto questa classe paleo-borghese illuminata e imprenditoriale, ma evidentemente molto meno vitale e più stupida dei ceti che le corrispondono in Francia e in Inghilterra, capaci invece di perpetuarsi energicamente, industriosamente, da un secolo all’altro, attraverso il culto della tirchieria o mediante la pratica della spregiudicatezza, ma anche con una propria cultura seria, buona memoria, scuole ben fatte, libri letti… Da questo drammatico sabordage nasce – eminentemente fin de race (cioè «di razza fine», per le vere sciorette) – il Gadda ingegnere manqué e trionfale stilista.

    • Ros scrive:

      “La panoplia della sua vocazione letteraria si apre certamente coi nomi di Parini e Manzoni; e l’antecedente immediato (poco amato) rimane l’incantevole, tragico, ambiguo Carlo Dossi. Come Musil, evidentemente, i giovani Dossi e Gadda non sapevano resistere ad alcuna teoria. S’innamoravano delle idee, delle ipotesi, per saggiare tutti i temi dalla fisica alla metafisica. Ma come Cattaneo, erano «prima lombardi e poi italiani». Dunque, intellettuali eclettici destinatari insieme di due legati avvinghianti e incompatibili – la curiosità enciclopedica degli illuministi neo-partenonici, lo struggimento romantico più deliquescente e ossianico – e spinti da queste due pulsioni ‘desideranti’ in fondo alla più frastornata neurosi Jugendstil milanese. Le Note azzurre già registrano tutti i sintomi della grande crisi del Geist lombardo attraverso ammirevoli espedienti di struttura frammentaria e di parola espressiva (a monte della pratica gaddiana dell’incompiutezza, cioè drammatica messa in opera del principio variantistico per cui non esiste già la Stesura Definitiva, bensì, fra le tante fasi successive, o strutture ‘aperte’ o ‘in progress’ possibili, una fase o struttura o stesura più ‘giusta’, per l’autore, provvisoriamente). Ma bastano pochi anni, dopo Dossi, e il giovane Gadda si affaccia a una «grande Milano» ancora tradizionale (e tutta positivista) e già futurista (e interamente industriale): operosissima, ordinatissima, e intensamente Liberty, e travagliata da una crisi di transizione e di crescita tragicamente ambigua. Non ne conoscerà che il dolore. I discendenti degli Illuministi e dei Romantici abitano ormai certi macabri appartamenti ‘padronali’ o atroci villette a torrette dove ardono costantemente i lumini davanti ai Ritratti fra il tanfo e la polvere, e nessuno oserebbe spostare gli oggetti appartenuti alla nonna morta. I prodotti freschi arrivano direttamente in casa dalla campagna, per orgoglio di piccoli proprietari terrieri, per sordida taccagneria borghese, per diffidenza alimentare verso le mani altrui; però nei meandri dei corridoi e delle camere buie, il feticismo del «potrebbe venire ancora buono, mettiamolo da parte» accumula tananà e tanavèi, vecchie bottiglie e spicchi d’aglio e scampoli di pigiami e scatoline vuote, riempiendo accuratamente di spaghi riavvolti e di turaccioli usati ogni angolo e ripiano dietro tendoni pesanti: ripostiglio e magazzino e repertoyre come la Librairie de Sainct Victor visitata da Pantagruel. Di che cosa si parla, a tavola? di spese fatte, e di economie da fare; di parenti, generalmente da disapprovare, o da compatire; di matrimoni disgraziati, di figli malcresciuti, di carriere fallite e rovesci finanziari, di malattie dolorose e inguaribili; di loculi, tombe, cappelle, urne, lapidi, monumenti, lumini perpetui. E soprattutto, gran signorilità: che coincide con gran tirchieria. Anche emotiva, e morale. E lo schema d’ogni conversazione ripercorre pedantemente, da capo, le strutture immutabili della rassegnazione sventurata: siamo venuti a questo mondo per soffrire, poveretta, ha finito di soffrire, sarà il Buon Dio che ci avrà voluto punire per qualche mancanza, in questo mondo bisogna aver pazienza… sempre sacrifizi, fioretti, rinunzie per farGli piacere… E intorno, chicchere, cuccume, federe, fodere, ghingheri, gangheri, giuggiole, vanvere, traveggole; e gramaglie, medaglie, vestaglie, con santuari, e sacrari, e ossari; e le medesime strutture ripetute nella vita pubblica: eretta la stele, posta la pietra, consacrato il cippo; e simmetricamente, poco dopo, abbattuto il cippo, infranta la lapide, lordata la stele, profanato il memento… L’opus dell’Ingegnere nascerà allora dagli interdetti agonici e dai tabù tetanici delle famiglie appiccicate e recluse che borbottano meccanicamente rosari, al buio per economia, e considerano ogni spesa una calamità, ogni scampanellata un annunzio di sventura, ogni viaggio uno sperpero inammissibile, ogni divertimento una vergogna insensata; e tengono come solo metro di giudizio che cosa ne penserebbero gli altri, i vicini, le vicine, le zie, le cugine, le vecchine, e una certa famiglia di conoscenza che funziona (da decenni, reciprocamente) come esempio, come controllo, come giudice; e giudicano sommamente sconsiderato e colpevole chi segue una propria vocazione artistica o umana, invece di sacrificarsi com’è doveroso, di soffrire giacché è prescritto, di ubbidire a chi ne sa più di te, di mostrare finalmente con privazioni dolorose e inutili un po’ di riconoscenza a chi ti ha messo al mondo e ha fatto tanti sacrifici per te, di dare un po’ di soddisfazione ai tuoi cari che avranno i capelli bianchi anche per colpa tua, di pensare al futuro, di non star con la testa fra le nuvole, di ragionare coi piedi per terra, di non essere maleducato e inopportuno chiamando sempre le cose col loro nome, e poi di riflettere seriamente, lo scribacchiare ha sempre dato tanti dispiaceri e soddisfazioni nessuna, e poi perché voler fare a ogni costo gli originali, i diversi dagli altri, quelli che si vogliono far notare ad ogni costo? Dunque, abbracciare soprattutto controvoglia una professione solida, anche per domare la volontà e il carattere. Le soddisfazioni, arriveranno poi. In quanto ai dispiaceri, si sa, ce n’è per tutti. E i sacrifici? Quelli verranno ricompensati nell’Altro Mondo, si sa… Si sa!..”

      Mi fermo qui, mi freno, mi spegno… o me lo rileggo e cito tutto😋😋😋

  71. Moi scrive:

    Il Crosettone manderà su la Shelly, al prossimo giro ? … Con ‘ste premesse !

    https://www.affaritaliani.it/politica/crosetto-vuole-una-riserva-di-militari-dobbiamo-essere-pronti-al-peggio-886741.html

    Crosetto vuole una riserva di militari: “Dobbiamo essere pronti al peggio…”
    Il ministro della Difesa: “Serve una struttura attivabile in caso di guerra. Le nostre forze armate vanno rivoluzionate, l’età media é altissima”

    • Moi scrive:

      “Serve una struttura attivabile in caso di guerra. Le nostre forze armate vanno rivoluzionate, l’età media é altissima”

      ——————–

      Oppure fanno diventare Italiani e arruolano all’ istante tutti i giovani Africani, appena mettono i piedi a mollo a Lampedusa ?!

    • Ros scrive:

      @Moi: “…Crosetto vuole una riserva di militari: “Dobbiamo essere pronti al peggio…” “…Serve una struttura attivabile in caso di guerra…”

      Crosetto 🤔, non so bene perché, mi sembrava intelligente, sensibile, sveglio, umano. Non lo so perché.
      L’unico simpatico in quella mandria sgarrupata di zebre grigie senza strisce al governo.

      Forse che è alto e grosso=gigante buono? Boh🙄
      Pareva…… ragionevole, ecco!
      Ho preso un granchio! Un granchio morto marcio andato a male.
      Eppure mi pareva… …un’eccezione, nel caravanserraglio

      A sentirti i giornalisti, ultimamente pare sparare cazzate al ritmo di munizioni 7,62 × 51 mm NATO d’una MG 42/59 al minuto.

      Ovvero 800 colpi=800 cazzate; al minuto. Ottima media, continui così; spezzeremo le reni alla Grecia Colmenares.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Moi

      “Crosetto”

      Beh, ma è un segreto di Pulcinella. Ogni tanto salta fuori.

      A parte alcune strutture di eccellenza e alcuni reparti di tutto rispetto (Comsubin, Tuscania e simili) le nostre FF.AA. hanno lo stesso difetto di prima dell’ultima guerra: un sacco di quasi pensionati promossi d’ufficio. Ce n’è da sfoltire.

      Lo si vede molto bene andando a vedere l’ordinamento dell’Esercito previsto dai regolamenti e confrontandolo con la realtà. Vale la pena approfondire un poco la questione, di solito ignorata dai civili.

      Breve ma necessaria premessa: la tradizionale struttura dell’Esercito (risalente a Napoleone) prevede che ci siano 3 plotoni per ogni compagnia, 3 compagnie per battaglione, 3 battaglioni per brigata, 3 brigate per divisione, 3 divisioni per corpo d’armata e 3 corpi d’armata per armata. (In Artiglieria compagnie e battaglioni si chiamano rispettivamente batterie e gruppi; i Carabinieri hanno ancora altre denominazioni). A comando di un plotone, una compagnia, un battaglione, una brigata, una divisione, un corpo d’armata e un’armata ci sono rispettivamente un sottotenente, un capitano (assistito da un tenente), un tenente colonnello (assistito da un maggiore), un generale di brigata (assistito da un colonnello), di divisione, di corpo d’armata e un capo di Stato Maggiore. Questo in teoria; in pratica tagli e accorpamenti hanno finito col mischiare tutto, per cui ci sono divisioni con due brigate e un gruppo, ecc. (Ciò spiega il permanere di strane numerazioni nel denominare i reparti: ad esempio il IV Gruppo d’Artiglieria Bondone faceva parte della III Armata mentre non esiste alcuna I Armata. Inoltre a ciascun livello il 3 può diventare 4 se viene affiancata un reparto di Comando e Servizi per la cucina, i magazzini, le latrine ecc.). Ne segue che come regola generale si deve avere un numero di tenenti colonnello molto inferiore a quello dei sottotenenti: idealmente la proporzione è di 1 a 9. Fin qui tutto bene.

      Ma alcuni anni fa si era arrivati al punto che il numero dei tenenti colonnello era UGUALE a quello dei sottotenenti. Chiaramente gli incarichi della maggior parte di questi Ufficiali erano solo sinecure. Ci sono talmente tanti Ufficiali in sovrannumero che quelli che rivestono effettivamente ruoli di comando hanno le spalline appositamente bordate di rosso, per distinguerli.

      Nota bene: questo non è solo un problema Italiano. Persino nella US Army degli anni ’50 era lo stesso, tant’è vero che nel suo romanzo di fantascienza dell’epoca “Fanteria dello Spazio” l’autore Robert Heinlein, un ex ufficiale, racconta scandalizzato di come “nell’America del XX secolo” si dovessero appunto distinguere con le spalline bordate di rosso gli ufficiali che comandavano davvero.

      Solo che il budget USA per la difesa è immensamente maggiore del nostro, per cui lo spreco incide di meno sull’efficienza complessiva dell’Esercito.

      Non solo paghiamo in Italia meno del 2% del PIL per la Difesa, ma buona parte di questa somma non va neanche per missili, munizioni o altro: se ne va per stipendi, mense, acquartieramenti ecc. A titolo d’esempio, un krapfen al Circolo Ufficiali arriva a costare il 20% di quello che costa al bar fuori dalla caserma. (E a tutt’oggi, si sappia, non abbiamo alcun corazzato più moderno del mezzo leggero Ariete, vecchio di decenni, che serve giusto per i pattugliamenti; per non parlare del numero di droni, di sistemi d’arma dotati di fuoco di controbatteria, di missili da crociera – anche non ipersonici, per carità! – ecc.).

      Crosetto sfonda una porta aperta.

      Ma ancora prima di pensare ad aumentare le spese per la Difesa, i nostri Governi non durano mai abbastanza a lungo per effettuare una seria riorganizzazione della spesa militare, che oggi come oggi sembra servire più gli interessi delle aziende che quelli istituzionali.

      Oggi come oggi aumentare i finanziamenti significa solo aumentare gli sprechi.

      Faccio un ultimo esempio: l’Italia è leader nella produzione di ottiche di precisione per l’astronautica, è uno dei pochi Paesi al mondo in grado di produrre un razzo vettore in casa (il Vega) ed è proprietaria di una base equatoriale di lancio, la piattaforma San Marco. Con poca spesa potremmo coordinare la Difesa e l’Agenzia Spaziale Italiana per lanciare un satellite geostazionario per l’osservazione del Mediterraneo centrale. Un tale satellite può immediatamente avvistare i barconi che partono dalla Libia e dalla Tunisia per le nostre coste, così come un tempo avrebbe potuto avvistare quelli provenienti dall’Albania. Oggi l’avvistamento dei barconi lo si fa con le navi già in mare o cogli elicotteri, con spese non indifferenti e ritardi notevoli sia nell’azione di soccorso sia in quella – eventuale – di repressione, cattura degli scafisti ecc. In tutti i casi – che si voglia salvare i migranti o li si voglia respingere – il satellite è la soluzione più economica per il contribuente Italiano.

      E allora perché non lo si fa?

      Viene da pensare che la risposta sia nella surreale giustificazione offerta dal sindaco di un Comune della costiera Amalfitana dopo che un ristorante abusivo al 100% collocato a mezza costa della scogliera era crollato ammazzando una persona: i vigili urbani non avevano mai contestato l’illegalità perché passando sulla scogliera con la macchina non avevano mai visto il ristorante (!).

      Come vede i barconi, il satellite vede benissimo anche le migliaia di costruzioni abusive sulle coste Italiane. Troppa gente che vota viene sputtanata.

      E allora meglio tenerci i barconi, e continuare a comprare voti distribuendo stipendi e krapfen a prezzo di favore.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        L’Ariete è un MBT, non un mezzo leggero, però.

        La panoplia di alti ufficiali nelle forze armate è ben nota, almeno a chi ha avuto la ventura di fare naja. E pure il fatto che per decenni sono state un serbatoio di occupazione e voti senza veri scopi operativi, come molto del parastato e dello Stato italiano.

        Bizzarra l’idea di usare un satellite per vedere le case … hai mai sentito parlare degli aereoplani? basterebbero quelli, volendo. Ma non si vuole. Sia mai che certe ubbie secessionistiche vengano rinfocolate da alcune foto prese ad alta quota!

        😉

        Ciao

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Francesco

          “aeroplani”

          Aeroplani? Costano troppo, a parità di prestazioni. Tieni conto che mettere in orbita bassa un Kg di carico pagante costa ventimila euro, ed è quindi alla portata persino di un liceo. (Infatti è già capitato il caso di un liceo Italiano che ha mandato un satellite in orbita). In orbita geostazionaria costa certo di più, ma sempre molto meno del pieno di un solo volo d’aereo.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            Però gli aerei già volano per i fatti loro, aggiungere un POD con una macchina fotografica dovrebbe essere quasi gratis.

            O anche usare le case abusive per fare addestramento alla ricognizione per scenari di guerre asimmetriche … anche se io sarei tentato di usarle anche per l’addestramento al bombardamento.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Francesco

        “MBT”

        Vero. Ho scritto una cosa inesatta.

        Ma la sostanza, ahimè, non cambia.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

  72. Moi scrive:

    Fra l’ altro, guardate cosa sta passando in sordina … Elezione Diretta Premier

    https://www.iltempo.it/politica/2023/11/15/news/premierato-sergio-mattarella-firma-decreto-legge-37549042/

    Premierato, Mattarella firma il decreto legge

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      È un disegno di legge, non un decreto legge.

    • Francesco scrive:

      IN SORDINA???

      dai Moi, ne parlano tutti i giornali e i mass media

      è il Cavallo di Troia dell’alleanza tra rossi e gialli, un bel Cartello di No a prescindere che nasconderà ogni problema

  73. Moi scrive:

    Niente ritorno alla leva: la nuova riserva militare composta da diecimila volontari già addestrati

    https://www.repubblica.it/politica/2023/11/16/news/riforma_crosetto_esercito_riservisti_militari_leva-420466292/

    ———-

    PS la Dx deve capire che ogni volta che parla di “Leva” / “Arruolamento” … perde voti.

    • Francesco scrive:

      io sarei molto favorevole, anche se alla fine sarebbe giusto un solo voto

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Moi

      “riserva”

      E chi paga?

      Potremmo imitare gli Ottomani, la Spagna, l’Inghilterra e la Francia: prendere i migranti più cazzuti e trasformarli in una Legione Straniera. La facciamo addestrare in Sardegna nei poligoni che ci sono già, e fra una guerra e l’altra li mandiamo in Aspromonte a coadiuvare i Carabinieri Cacciatori di Calabria contro la ‘ndrangheta. Dopo quindici anni di onorato servizio diamo loro la cittadinanza.

      Così non dovremmo neanche preoccuparci di pagare granché. Solo che a quel punto toglieremmo il tappeto sotto i piedi a chi lucra voti sulle raccomandazioni in Italia (so di raccomandati persino alla Scuola di Guerra). Quindi non se ne farà niente.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        ORRRAADV!

        come fanno da sempre gli Americani (!?!) che danno la cittadinanza a chi fa il militare.

        finora senza conseguenze negative tipo Impero Romano d’Occidente.

  74. Peucezio scrive:

    Andrea (ma anche gli altri),
    invece m’interessa il tuo parere sull’argomento che ora ti dico.

    Ricordi il discorso di Popper per cui non si può dare agibilità politica ai soggetti antidemocratici perché romperebbero la democrazia?
    L’ho sempre trovato paradossale e in fondo uno scacco al pluralismo puro: se c’è un’eccezione, hai distrutto il pluralismo, che non può essere condizionato.
    Ma al di là di questo discorso di principio, lui la applicava ai fascismi.

    Ma, ti chiedo, come mai nessuno la applica all’Islam?
    Non dico affatto che l’Islam sia incompatibile con la democrazia, ma sicuramente tante sue interpretazioni sono incompatibili con la libertà individuale, la parità di individui e sessi, la libertà di culto (prendi il divieto di apostasia per esempio, incompatibile con qualsiasi ordinamento liberale moderno), ecc.
    Come mai il problema viene sollevato solo dalle destre più violentemente identitarie e non dai liberali popperiani?

    • Peucezio scrive:

      Ovviamente non sono così ingenuo da non avere una mia risposta, ma ogni tanto è giusto anche chiedere conto, anche solo idealmente (qui dentro non scrive Popper), a chi sostiene delle idee, facendo finta che sia in buona fede, dandogli credito come se sostenesse quelle idee per quelle idee, non per un fine diverso.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ peucezio

      “Islam”

      Beh, quanti popperiani conosci in Italia? 🙂

      Ovviamente la religione in sé non è un problema più di quanto lo siano le altre religioni.

      Fuori d’Italia, però, ricordo che non solo nella liberale Inghilterra le proposte di applicare la Shari’a a posto della legge di Sua Maestà a chi professa la fede islamica sono state respinte, ma che in Francia si è arrivati addirittura a proibire lo chador in classe come simbolo di discriminazione. E non perché si avverta che una qualche Tradizione è minacciata (“vogliono abolire il presepe!”) come cianciano i legaioli da noi. Ma perché con lo chador in classe si mette implicitamente in discussione, sottolineando una irrilevante differenza culturale fuori dal luogo pubblico che le è consono (la moschea), l’assoluta eguaglianza di fronte alla sola legge che conta fra persone civili, quella dello Stato laico.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • tomar scrive:

        Andrea Di Vita:
        “con lo chador in classe si mette implicitamente in discussione, sottolineando una irrilevante differenza culturale fuori dal luogo pubblico che le è consono (la moschea), l’assoluta eguaglianza di fronte alla sola legge che conta fra persone civili, quella dello Stato laico.”
        Anzitutto mi stupisce un po’ che secondo te una donna musulmana osservante potrebbe legittimamente indossare il chador, senza cioè che sia una non consona sottolineatura di una irrilevante differenza culturale… solo in moschea?
        Quindi non consono neanche per strada, al supermarket?
        E che quindi potrebbe richiedere un’analoga e legittima richiesta laicista di divieto?
        Scherzi a parte, questa cosa di stabilire, fatti salvi un minimo di decoro e di pudore, come si va vestiti a scuola, intervenendo su quel confine così incerto che sono le sottolineature delle identità e delle differenze, è una via scivolosa in cui non si sa dove ci si può fermare, pensiamo anche ad altre possibili sottolineature: un ragazzo o una ragazza sottolineano la loro per loro non irrilevante identità culturale rapandosi a zero e facendosi per esempio tatuare sul cranio una grossa svastica o una bella falce e martello. Li metterebbero all’ultimo banco, certo, ma comunque la loro presenza a scuola sarebbe senz’altro più perturbante per l’atmosfera laica di quella di una ragazza col chador?
        Che si fa?

        • Moi scrive:

          Hanno creato un mondo che NON offre più alternative spirituali concrete (!) in Occidente fra UAAR e Islam !

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ moi

            “UAAR”

            Ti ho risposto, ma la mia risposta ey finita molto più in alto – non so perché. Cercala cercando la parola OAAM che essa contiene.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

          • Ros scrive:

            @Moi: “…Hanno creato un mondo che NON offre più alternative spirituali concrete (!) in Occidente fra UAAR e Islam ! …”

            Direi e menomale, grazie a Dio.
            Quelle (le alternative spiritose) sono cose che si devono fare da SOLI.

            Nisba gruppo, dogma, compagnia socializzante e chiesistiche variegate tutti i gusti.
            Vade retro! No buone no buone!
            SOLI soletti.

            Al buio, sotto le coperte, mani a posto.

            Credo😊

            Si parte da soli interiormente (spesso nostro malgrado)
            e (se è il caso) si torna in compagnia
            (Celeste o Ctonia; a Culo a volte; se mai ci fosse reale differenza giunti li… “Footnote to Howl” Holy! 😉).

            Solve et Coagula.
            Coagula et Solve.

            Il Nocciolo (più avanti infine viene😉😎)

            Che poi – credo😊 – che dai Sufi: Ibn Arabi, Gialal al-Din Rumi, Al Ghazali, Sohravardi…

            a Eckhart, Angelus Silesesius, Taauler, Suso, Hildegard of Bingen, Jakob Böhme …

            a Martin Buber…

            a Thomas Merton:
            “Io, Signore Iddio, non ho nessuna idea di dove sto andando.
            Non vedo la strada che mi sta davanti.
            Non posso sapere con certezza dove andrò a finire.
            Secondo verità, non conosco neppure me stesso
            e il fatto che penso di seguire la tua volontà non significa che lo stia davvero facendo.
            Ma sono sinceramente convinto che in realtà ti piaccia il mio desiderio di piacerti
            e spero di averlo in tutte le cose, spero di non fare mai nulla senza tale desiderio.
            So che, se agirò così, la tua volontà mi condurrà per la giusta via,
            quantunque io possa non capirne nulla.
            Avrò sempre fiducia in te,
            anche quando potrà sembrarmi di essere perduto e avvolto nell’ombra della morte.
            Non avrò paura,
            perché tu sei con me e so che non mi lasci solo di fronte ai pericoli”

            a Gautama Buddha, Lao-Tzi, Bankei, Chao-chou…

            A “The Pilgrim’s Progress” di John Bunyan.

            A”L’abbandono alla Provvidenza divina” di Jean-Pierre de Caussade: “Se dovessimo indicare il libro occidentale più affine alla sapienza cinese del Tao tê ching o di Chuang-tzu, sarebbe questo di Jean-Pierre de Caussade. Qui troviamo, in termini naturalmente del tutto diversi, una percezione quanto mai netta di quella corrente nascosta e indominabile che circola nel mondo e i Cinesi chiamarono Tao…”

            http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/misticacristiana/decaussade.htm

            A “Il viaggiatore incantato” di Nikolaj Leskov.

            A “Racconti di un pellegrino russo” Nemytov “…Franny e Zooey, pubblicato nel 1961 da J.D. Salinger. Franny, una giovane studentessa universitaria è affascinata dal racconto, che considera simile alle tecniche ascetiche dell’induismo e del buddismo. Franny e Zooey fu un best seller internazionale e diffuse la conoscenza del Racconto di un pellegrino russo fra persone con le più varie origini e convinzioni religiose…”

            A San Giovanni della Croce – Doctor Mysticus – e la sua Noche Oscura onde fare la “Salita del Monte Carmelo”:
            “Nada y Todo”, “L’anima che vuole salire sul monte della perfezione deve rinunciare a tutte le cose”.
            “Per giungere a gustare il tutto, non cercare il gusto in niente.
            Per giungere al possesso del tutto, non voler possedere niente.
            Per giungere ad essere tutto, non voler essere niente.
            Per giungere alla conoscenza del tutto, non cercare di sapere qualche cosa in niente.
            Per venire a ciò che ora non godi, devi passare per dove non godi.
            Per giungere a ciò che non sai, devi passare per dove non sai.
            Per giungere al possesso di ciò che non hai, devi passare per dove ora niente hai.
            Per giungere a ciò che non sei, devi passare per dove ora non sei.”
            https://ciudadseva.com/texto/noche-oscura/

            In seguito ripreso da T.S. Eliot nei “Quattro quartetti”:
            “In order to arrive there,
            to arrive where you are, to get from where you are not,
            you must go by a way wherein there is no ecstasy.
            In order to arrive at what you do not know
            you must go by the way which is the way of ignorance.
            In order to possess what you do not possess
            you must go by the way of dispossession.
            In order to arrive at what you are not
            you must go through the way in which you are not.
            And what you do not know is the only thing you know
            and what you own is what you do not own
            and where you are is where you are not.”

            “The Dark Night of the Soul”; Dal NIGREDO (Corvo d’un Saturno, Caos, Putrefactio, Sol niger, Piombo, Opera al Nero: SOLVE)
            “Corpus debet solvi in medio aëre subtilissimo: corpus item propria caliditate & humiditate solvitur: ubi anima media natura in colore nigredinis ubique in toto vitro principatum tenet, quam naturæ nigredinem caput corvi, aut Solem nigrum prisci Philosophi nominabant.”
            Di Marsilio Ficino “Theatrum Chemicum”.

            “E un Sole Nero, nello spazio, inghiottirà il Sole, la Luna e tutti i pianeti che girano intorno al Sole” Giordano Bruno “De l’infinito universo e mondi”.

            “Mi sono avvicinato alla frontiera della morte, ho messo piede oltre la soglia di Persefone, ho viaggiato attraverso tutti gli elementi e sono tornato, ho visto il Sole di mezzanotte scintillante di luce bianca, sono giunto fino agli Dèi del mondo superiore e degli inferi, e li ho adorati da vicino” Apuleio “Le Metamorfosi”

            All’ ALBEDO, quindi al CITRINITAS (Xanthosis).

            Per giungere (una passiata di salute se Dio vuole) al RUBEDO (Iosis, Cinabro, Rebis, Nozze alchemiche, Lapis Philosophorum: COAGULA).
            • Nigredo
            • Albedo
            • Citrinitas
            • Rubedo

            Facile!😋

            “Quand’anche camminassi nella valle dell’ombra della morte, io non temerei alcun male, perché tu sei con me e io sono la più lurida accarognata e infame bestia di tutta la fottuta valle”

            Dicevo: Il NOCCIOLO – alternative spirituali concrete – è Uno.
            Credo😊

            A riveder le stelle e la Candida Rosa: “In forma dunque di candida rosa / mi si mostrava la milizia santa / che nel suo sangue Cristo fece sposa”

            e ci s’incammina soli e a caso come un pellegrino cherubico:
            ” La ROSA è senza perché, fiorisce perché fiorisce, a se stessa non bada, che tu la guardi non chiede”
            …”Star soli è necessario. E se non sei volgare, dovunque potrai stare
            in luogo solitario”
            …”Fermati, dove corri? Il cielo è dentro te! Se cerchi Dio altrove, lo perdi sempre più”

            Credo😊
            Da soli e un po’ a cazzo

            • Ros scrive:

              “La conoscenza di Dio non si può ottenere cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano la trovano” Bayazid al-Bistami

              “Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un accattone” Yun Men
              Credo😊

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ tomar

          “musulmana”

          Al supermercato sei un privato cittadino che si fa i fatti suoi. Se vuoi andarci vestito da cosplay di Clarabella nessuno può dirti nulla.

          A scuola o in caserma sei partecipe dell’esercizio di una funzione pubblica di uno Stato laico, proprio come se fossi uno scrutatore al seggio elettorale. Quando fai lo scrutatore al seggio durante le elezioni non puoi metterti la spilla di un partito addosso, e lo stesso se fai il giudice nell’udienza di un processo o il capoposto al distacco della guardia in caserma. Non conosco persone che abbiano mai visto un ragazzo a scuola sostenere un’interrogazione con una spilla di un partito politico al bavero della giacca o sulla T-shirt; perché dovremmo tollerare lo chador?

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Roberto scrive:

            Andrea

            “perché dovremmo tollerare lo chador?”

            Forse perché non è la stessa cosa di una spilla di un partito politico (ammesso e non concesso che gli studenti debbano essere politicamente neutrali…mi sembra una assurdità)?

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            C’è una differenza di fondo tra la spilla di un partito e il velo islamico: la prima non è un obbligo morale per chi la porta, il secondo sì. Vietare il primo significa restringere le opzioni dell’individuo, vietare il secondo significa privare il cittadino di un diritto fondamentale, mettendolo davanti all’alternativa tra la frequenza della scuola e la propria fede religiosa.
            E quindi violo il principio di eguaglianza sostanziale davanti alla legge (il cittadino che ha una religione che lo costringe a portare il velo è trattato in maniera deteriore rispetto agli altri), nonché violo quel principio per cui ai capaci e ai meritevoli vada garantita la possibilità di raggiungere i livelli più alti dell’istruzione a prescindere dal reddito (visto che la studentessa musulmana sarà costretta ad andare alla scuola paritaria… finché se lo potrà permettere economicamente).

            • Moi scrive:

              … Sai quanto gliene frega alle istituzioni, in un Paese Islamico, se chi non è Musulmano è trattato in modo deteriore ? 😀 😀 😀

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ mauricius tarvisii & Roberto

              “chador”

              Siamo certamente tutti d’accordo che lo Stato non può riconoscere la legittimità di una discriminazione, né tantomeno tollerarla nelle proprie sedi.

              L’obbligo dello chador, che impedisce a una donna che lo desidera… di prendere aria, banalmente, è una discriminazione bella e buona, anzi direi quasi la discriminazione per eccellenza. Il fatto di essere una prescrizione religiosa non la rende certo meno discriminatoria. Lo Stato non può mica seguire le ubbíe delle religioni; è già discutibile che tolga la carne di maiale dalle mense dove ci sono musulmani.

              Non è lo chador di per sé ad essere discriminatorio: è il fatto che le donne di un certo gruppi sociale (e solo loro, si badi, e non anche, ad esempio, i maschi di quello o di altri gruppi) siano obbligate a portarlo, che rende necessario alla scuola pubblica il vietarlo in classe.

              Non diremmo forse lo stesso se una studentessa Cristiana avesse l’obbligo di indossare il cilicio in classe, o magari di farsi interrogate esclusivamente in bikini?

              E per quelle versioni rigorose dell’Islam che vietano alle ragazze di parlare con estranei maschi in assenza del padre o del fratello o del marito che vogliamo fare, convochiamo i parenti in classe ad ogni interrogazione?

              Cosa diremmo se uno studente dei Caraibi potesse frequentare le lezioni solo con una catena al collo (o su banchi separati dagli altri, come in certe scuole Statunitensi fino a non molti decenni fa)?

              E già che ci siamo: se magari regolassimo le date delle interrogazioni sulla base dell’oroscopo dell’interrogando? Se accettiamo lo chador per rispettare un tabù religioso, per quale motivo mai ci permettiamo di obbligare all’interrogazione l’allievo che quel giorno si vede sconsigliare dall’oroscopo ogni discorso pubblico per via di Saturno in opposizione a Giove?

              Questi esempi sono paradossali, certo: ma mostrano bene, credo, che se si comincia a concedere un dito ai nemici della laicità inevitabilmente si prenderanno tutto il braccio.

              Nessuno Stato civile può farsi in disparte davanti alle discriminazioni. Rispettare ciò che non merita rispetto significa negarlo a chi deve subirle.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              P.S. E no, Roberto, a lezione non si fa propaganda politica, o almeno non si dovrebbe, neanche in Italiano a. Ci sono le assemblee studentesche di classe e di istituto, per questo.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Guarda che professare la fede musulmana non è discriminatorio, così come non è discriminatorio prendere i voti. E’ discriminatorio far discendere da questi fatti personali, costituzionalmente garantito, conseguenze pregiudizievoli per il cittadino.

                Questo de iure condito. Poi quando instaurerete il vostro regime personale in cui chi non si adegua ai vostri desiderata viene giustiziato sul posto, ne riparliamo.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ mauricius tarvisii

                “professare”

                Giustissimo.

                Infatti non ho parlato di “fede”. Ci sono moltissimi aspetti dell’Islam che non sono affatto discriminatori. Credo anzi che l’obbligo dello chador per le donne non sia neppure prescritto nel Corano. E simili considerazioni valgono di certo anche per altre religioni.

                Io mi sono limitato a parlare di discriminazioni. Se accetto che una ragazza nata in una famiglia musulmana non si faccia interrogare senza lo chador, allora devo anche accettare che un ragazzo nato sotto il segno dello Scorpione non si faccia interrogare perché quel giorno i Pesci sono in quadratura con Venere.

                O tutti o nessuno.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “allora devo anche accettare che un ragazzo nato sotto il segno dello Scorpione non si faccia interrogare perché quel giorno i Pesci sono in quadratura con Venere. ”

                No, lo puoi interrogare. Basta che tu non gli impedisca di portare al collo una collanina che rappresenta uno scorpione che si mangia un pesce.

              • Miguel Martinez scrive:

                Infatti, la natura discriminatoria della legge francese sta nel fatto che NON impedisce a una ragazza francese di mettersi la gonna o i pantaloni, o magari anche un velo in testa purché NON sia musulmana.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Riesci a citarmi la norma che equiparerebbe le due cose?

              • Roberto scrive:

                Andrea

                “Non è lo chador di per sé ad essere discriminatorio: è il fatto che le donne di un certo gruppi sociale (e solo loro, si badi, e non anche, ad esempio, i maschi di quello o di altri gruppi) siano obbligate a portarlo, che rende necessario alla scuola pubblica il vietarlo in classe”

                Nello stesso gruppo sociale può capitare che gli uomini debbano farsi crescere la barba…cosa facciamo, vietiamo la barba?

                Io credo che la mia soluzione sia molto più semplice: ognuno si veste come cavolo gli pare

              • Roberto scrive:

                Ps come ben sai ho fatto le scuole a Bologna…un paio (dico per dire, perché nel corso degli anni erano sicuramente di più) di compagni/e di classe veniva regolarmente con spille falce e martello, magliette con la testa di Lenin/Marx/che Guevara, berretti con la stella rossa e nessuno ha mai avuto niente da ridire

                Avremmo avuto da ridire se le stesse cose le avessero portate gli insegnanti, cosa che ovviamente non è mai successa

                Ma come dicevo per la Francia (dove ribadisco, sbagliano) le istituzioni devono essere neutrali non le persone. La scuola è laica, non gli studenti. La giustizia non vede politica o religione, non chi frequenta i tribunali

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “è il fatto che le donne di un certo gruppi sociale (e solo loro, si badi, e non anche, ad esempio, i maschi di quello o di altri gruppi) siano obbligate a portarlo”

                Ahem, stiamo parlando della Francia, mica dell’Iran.

                Nessuno chiede alla scuola francese di obbligare le ragazze con antenati algerini a indossare il hijab (il chador no, di persiane non credo ce ne siano tante!).

                E’ come il diritto del ragazzo musulmano o vegetariano alla mensa di saltare il piatto con le salsicce.

                Mentre sospetto che ADV lo obbligherebbe a consumarlo.

              • paniscus scrive:

                “indossare il hijab (il chador no, di persiane non credo ce ne siano tante!).”——

                Oltretutto, mi sembra che il chador vero e proprio (cioè, una specie di mantellone nero o blu scuro, che copre quasi tutto il corpo tranne la faccia, le mani e i piedi, e che si può indossare anche sopra ad altri vestiti ordinari) non vada più di moda nemmeno in Iran.

                Nonostante tutte le repressioni e i conflitti di piazza, anche recenti, mi pare che quasi tutte le immagini provenienti dall’Iran mostrino donne con camicie, magliette, maglioni, pantaloni e giubbotti sostanzialmente simili a quelli delle europee, e con un foulard sui capelli paragonabile a quello delle donne marocchine o egiziane.

                Di chador veri e propri, quelli che indossavano le loro mamme o le loro nonne 40 anni fa, se ne vedono pochissimi.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “collanina”

                Vedo che continuo a non farmi capire.

                Collanina e chador di per sé sono irrilevanti.

                Ma se la scuola non può permettere che la famiglia di una studentessa le impedisca di farsi interrogare perché Saturno è in quadratura coi Pesci, non arrivo a capire come possa permettere che le possa impedire di farsi interrogare senza un velo che le copra la faccia.

                L’arbitrio è esattamente lo stesso, ed è intollerabile allo stesso modo.

                Attenti, perché qui e’ davvero in gioco un principio base di civiltà.

                Si comincia col velo e si finisce col pretendere programmi di studio differenziati a seconda del credo religioso e dell’etnia.

                Si comincia con l’accettare che le famiglie dettino loro l’abbigliamento delle allieve nell’edificio scolastico e si finisce con l’evitare di insegnare Darwin perché in classe c’è la figlia di un Testimone di Geova.

                La scuola pubblica NON è al servizio delle idee delle famiglie.

                Altrimenti, guarda, facciamo prima: aboliamola direttamente e torniamo ai precettori privati.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “Ma se la scuola non può permettere che la famiglia di una studentessa le impedisca di farsi interrogare”

                No, non stiamo parlando di famiglie.

                Stiamo parlando di studentesse.

                C’è una ragazza che è profondamente convinta che una collanina con la figura di uno scorpione le faccia stare bene, e la porta al collo.

                La ragazza a scuola si comporta perfettamente, e quando viene interrogata in scienze risponde esattamente secondo il programma, anche quando le domande vertono sull’astronomia.

                Il professore si accorge della collanina, e chiama la polizia per buttarla fuori dalla scuola perché non sono ammesse le persone che “credono all’astrologia”.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “professore”

                Il professore non sbatte fuori nessuno.

                Quando il professore fa l’appello all’inizio della lezione, si accorge che Tizio è assente.

                Qualcuno commenta che Tizio è del Sagittario, e che per questo non ha il permesso dei suoi di venire a scuola perché il Sole è nel segno dei Pesci.

                Il professore cosa fa? Fa finta di niente?

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “Quando il professore fa l’appello all’inizio della lezione, si accorge che Tizio è assente.”

                Invece Fatima è presente, e pronta a rispondere alle domande del professore. E a dire che la Terra gira attorno al Sole.

                Che problema c’è?

              • PinoMamet scrive:

                Portare la discussione verso l’assurdo è un vecchio artificio retorico.
                Può avere la sua utilità in un trattato morale o filosofico, anzi, direi che è pure frequente;

                è inutile e fuorviante in una discussione pratica.

                La realtà è che non esiste la studentessa che non si fa interrogare senza velo; se lo vuole indossare, viene già velata da casa.
                E la studentessa che crede agli oroscopi si fa interrogare lo stesso anche se l’oroscopo le ha detto che avrebbe preso un brutto voto: ma gli oroscopi non lo dicono mai.

                E- su questo ADV ha ragione- i professori non sbattono fuori nessuno per queste ragioni. E neanche per altre, direi.

              • Roberto scrive:

                Andrea

                “ non arrivo a capire come possa permettere che le possa impedire di farsi interrogare senza un velo che le copra la faccia.”

                Innanzitutto ti invito a seguire il saggio consiglio di pino, è una buona idea avere i piedi ancorati alla realtà

                Nel merito, la questione è sempre la solita: stabilire un equilibrio fra diritto diversi e confligenti

                Molto semplicemente, la scuola è uguale per tutti ma gli studenti non sono tutti uguali.

                Chissenefrega di come si veste tizio caio o Sempronia mettendo un limite minimo (volto scoperto e non mi viene in mente altro)…ma al tempo stesso tizio caio e sempronia seguono le stesse lezioni, con gli stessi professori (quindi nessuna storia tipo “non voglio essere interrogato da una donna”)

                Ripeto: le istituzioni *devono* essere laiche, le persone no, possono credere nello zodiaco, nell’amico invisibile o in quello che gli pare. La divisa la portano i militari non i civili. I magistrati hanno dei limiti di eleggibilità, non chi è sottoposto a giudizio

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Molto semplicemente, la scuola è uguale per tutti ma gli studenti non sono tutti uguali.”

                D’accordo dalla A alla Z!

              • paniscus scrive:

                ADV:
                “di farsi interrogare senza un velo che le copra la faccia. “—

                Il velo di cui stiamo parlando NON copre la faccia, copre solo i capelli.

                Il velo che rende irriconoscibile la faccia è GIA’ vietato, e non solo a scuola ma anche altrove.

                Personalmente, io non ho bisogno di vedere la sfumatura di colore dei capelli o l’acconciatura di un’alunna, quando la interrogo sul calcolo combinatorio o sulle leggi di Newton

                (tipo quella di poche ore fa, italianissima e anche avvalentesi del corso di religione cattolica, che ostentava capelli lunghi, fluenti e liberi, ma che mi ha fatto scena muta lo stesso e si è beccata un’insufficienza grave lo stesso).

              • paniscus scrive:

                “Qualcuno commenta che Tizio è del Sagittario, e che per questo non ha il permesso dei suoi di venire a scuola perché il Sole è nel segno dei Pesci.

                Il professore cosa fa? Fa finta di niente?”—-

                Vedi tu quale potrebbe essere la scelta:

                – o fa finta di niente, e viene accusato di aver ignorato un terribile segnale di pericolo per la serenità del ragazzo, causato dalle idee strampalate dei genitori (che comunque non sono reato, visto che un margine limitato di assenze per motivi personali o familiari è perfettamente consentito);

                – oppure NON fa finta di niente e si attiva per approfondire se c’è qualcosa di vero nelle chiacchiere dei compagni, e allora viene accusato di aver indebitamente usato delle informazioni ricevute da minorenni a proposito di cavoli privati familiari di un altro minorenne.

                Come si muove sbaglia, e come si muove rischia.

                In ogni caso, non c’è nessun obbligo di motivare il perché NON si è interrogata una persona assente: non la si è interrogata semplicemente perché si è constatato che nnon c’era, e che quindi non era possibile nemmeno chiamarla.

                La si interroga la volta dopo, e se c’è un fondato sospetto che l’assenza sia stata strategica, si trova il modo di farle domande o esercizi più difficili, visto che ha avuto anche il vantaggio di avere a disposizione più giorni per ripassare, e di essere a conoscenza di che cosa è stato chiesto agli altri.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ paniscus

                “indebitamente”

                Appunto. Sta qui il guaio: se il/la docente cerca di approfondire il perché dell’assenza rischia pure conseguenze legali. Francamente non lo trovo affatto giusto. Ma mi rendo conto di essere in minoranza 🙁

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • roberto scrive:

                Andrea

                “se il/la docente cerca di approfondire il perché dell’assenza rischia pure conseguenze legali”

                tipo?
                cosa rischia?

              • Lucia scrive:

                “Francamente non lo trovo affatto giusto. Ma mi rendo conto di essere in minoranza”
                Ma perché? Paniscus ha chiarito che non ci sono problemi per un limitato numero di assenze, mentre se le assenze divengono molte poi ci sono conseguenze e strumenti per il docente. Che, come sempre chiarito da Paniscus, sul lato dello studio si avvale di “tecniche pedagogiche” diciamo, ma ovviamente al docente non deve importare il velo bensì se la studentessa sa le cose o no.
                Sul lato della religione e di altre strampalate credenze, boh ma a parte insegnare le scienze naturali, matematiche e in generale a ragionare cosa deve fare il docente? Ecco, forse discutere con gli alunni della libertà di e dalla religione di ciascun individuo e della laicità dello stato – anche se con un governo che stanzia centinaia di milioni per il giubileo sarebbe probabilmente tracciato di voler fare politica.
                Comunque grazie Paniscus per le tue esaurienti (e per me rassicuranti) risposte!

          • paniscus scrive:

            Per una musulmana osservante, il velo sui capelli non è un’ostentazione di ideologia per far notare a tutti gli altri di essere musulmana e quindi per identificarsi come membro di una specifica parte socio-politica (che sfida la maggioranza non musulmana)… ma è un’abitudine personale che deriva da un precetto religioso per sé, NON per farlo vedere agli altri.

            Io lamenterei problemi di principio solo in caso di abbigliamenti tradizionali che rendano irriconoscibile la faccia, ma non è il caso del velo sui capelli.

            Chi non ha alcuna familiarità con la religione islamica può legittimamente pensare che quel precetto sia stupido e assurdo, e disapprovarlo…

            …ma non può pretendere di sapere meglio del’interessata per quale motivo questa porta il velo o no.

            E’ una cosa minoritaria, e quindi considerata anomala e destabilizzante dalla maggioranza?

            E chi se ne frega, anch’io faccio la figura della anomala e destabilizzante perché non ho lo smartphone.

            Nella scuola dove lavoro io, credo che le musulmane con hijab sui capelli (che sono pochissime, ma qualcuna c’è) siano comunque di più rispetto alla gente che non ha lo smartphone, categoria in cui credo di essere quasi unica.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ paniscus

              “smartphone”

              Il problema non è la religione. Il problema è che ci sono famiglie che piuttosto che lasciare che la figlia vada a scuola senza chador le fanno saltare la scuola.

              E questo è intollerabile.

              Prima allora va eliminata la discriminazione a scuola: esattamente come nessuno si sogna di discriminare un allievo perché è del segno del Capricorno non si può lasciare che alcune allieve per poter studiare siano obbligate a vestirsi in un certo modo.

              Ovviamente non basta; poi dovranno intervenire i servizi sociali, ecc. La laicità e’ civiltà sempre, non solo fra le aule scolastiche.

              Una volta gli allievi andavano a scuola con una divisa, tutti uguali. Io il grembiulino alle elementari lo odiavo. Oggi mi rendo conto che forse non era una cattiva idea.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • paniscus scrive:

                “Prima allora va eliminata la discriminazione a scuola: ”
                ——————-

                E infatti la scuola NON la discrimina, se le permette di portare il velo: la discriminerebbe se facesse il contrario, ossia “o ti togli il velo o ti accomodi fuori”.

                Quanto all’argomentazione sul grembiulino o sulla divisa scolastica uguale per tutti, ne abbiamo già parlato pochi giorni fa: secondo me aveva un senso mezzo secolo fa (ossia prima dell’avvento della grande produzione di massa e grande distribuzione planetaria di capi di abbigliamento fortemente omologati e a costi abbastanza bassi), adesso le differenze di censo non si manifestano più dai vestiti, almeno per gli adolescenti

                che magari tirano fuori ostentazioni costose quando vanno alle feste o nei locali, ma che a scuola si vestono più o meno tutti uguali.

              • paniscus scrive:

                “Ovviamente non basta; poi dovranno intervenire i servizi sociali, ecc. “——

                Quindi i servizi sociali dovrebbero intervenire ogni volta che dei genitori di un minorenne sono responsabili (o anche solo sospettati) di voler imporre al figlio una qualsiasi cosa che lui/lei preferirebbe non fare, o viceversa vietargli qualcosa che invece vorrebbe fare… ma che comunque non implica un reato, né un abuso, né un pericolo concreto e che non danneggia nessun altro?

                Credevo che ai genitori fosse ancora consentito, entro certi limiti, ed entro una certa età, di stabilire delle regole di comportamento e di stile di vita per i figli minorenni.

                Tra cui anche il diritto di avere una qualche voce in capitolo su alimentazione, abbigliamento, frequentazioni, orari e roba simile.

                Se si pensa che dovrebbero essere inviati ai servizi sociali tutti i genitori delle ragazze che portano il velo, allora bisognerebbe mandarli, che so, anche ai genitori che scelgono di non comprare il motorino ai figli, o di non concedere lo smartphone fino a un’età significativamente superiore a quella media che si vede in giro, o di non permettere loro di andare in discoteca.

                Se il problema sta nella potenziale emarginazione e discriminazione dal gruppo, sono abbastanza certa che essere l’unico di tutta la classe a non avere lo smartphone sia molto più discriminante che essere l’unica di tutta la classe a portare il velo,

                ma se i genitori sono sinceramente convinti che non sia ancora il caso di dare a un bambino uno smartphone con connessione illimitata a tutto l’universo mondo, hanno il diritto di NON darglielo e di scegliere a quale età sia adeguato.

                Eppure non credo che si scomodino i servizi sociali per questo.

              • roberto scrive:

                Andrea

                “Il problema è che ci sono famiglie che piuttosto che lasciare che la figlia vada a scuola senza chador le fanno saltare la scuola.”

                appunto e non ti sembra che la soluzione di vietare il velo a scuola abbia come effetto che quelle famiglie non mandino le ragazzine a scuola?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Roberto

                “non mandare”

                Apposta ho parlato di “assistenti sociali”. 😉

                Non è la prima volta che vengono liberate ragazze dal fanatismo delle famiglie.

                La laicità è il grimaldello con ciò la civiltà scaccia l’oscurantismo.

                E se no lo Stato che lo paghiamo a fare?

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Andrea Di Vita scrive:

                # paniscus

                “NON”

                Se la scuola (o l’esercito, o la polizia…) è acquiescente di fronte a una discriminazione se ne fa complice.

                Ed è poco ma sicuro: vincolare l’accesso alla vita pubblica di una ragazza a un velo è una discriminazione bella e buona.

                Se hai visto “Padre padrone”, o hai letto il libro, vedi come l’istituzione pubblica – in quel caso la naja – agisce per via del proprio egualitarismo di partenza proprio come un grimaldello che rompe la noce delle consuetudini familiari in cui il protagonista sarebbe stato altrimenti imprigionato tutta la vita. È una storia vera.

                Se ti inviamo a questo ruolo dello Stato allora tutte le volte che una ragazza scappa di casa perche’ rifiuta il matrimonio combinatole dai genitori dovremmo ricosegnarla agli stessi.

                Una PlayStation non incide sull’istruzione. Il vincolo dello chador sì.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

            • Peucezio scrive:

              Pan,
              non so come tu non riesca a vedere la matrice patriarcale e oppressiva del coprire una parte, oltretutto bella e sensuale, del corpo.
              E non me ne frega un cazzo di utilizzare i luoghi comuni della cultura femminista: se sono giusti perché non li devo usare?
              E l’oppressione si interiorizza, si introietta.
              Credi che le donne degli anni ’50, tolta una minoranza di militanti colte, disapprovassero la disparità di sessi a favore dell’uomo, il fatto che la verginità fosse un valore per le donne e una vergogna per gli uomini, che l’adulterio maschile fosse tollerato se non ammirato de facto e quello femminile stigmatizzato de jure e de facto?
              Non solo non lo disapprovavano, ma consideravano una troia la ragazza che perdesse la verginità prima del matrimonio o l’adultera.
              E questa sarebbe una scelta libera da rispettare? Non lo so. So che non è stata giudicata tale dalle generazioni seguenti, sono cambiate le leggi e i costumi.
              Non riesco proprio a capire cosa vi sia di nobile o di rispettabile in questi retaggi, in questi cascami oppressivi.

              • Ros scrive:

                @Peucezio & Andrea Di Vita

                e fategli fare quello che vogliono come credono e dove gli pare;

                eddai!😀

                Relax hermanos😎

                So’ ragazzi!

              • paniscus scrive:

                “non so come tu non riesca a vedere la matrice patriarcale e oppressiva”—-

                Io invece non so come tu non riesca a immaginare la possibilità di sensibilità personali diverse da individuo a individuo e di motivazioni diverse per cui si fa o non si fa una certa cosa.

                L’assunto di base è questo:

                a) è evidente che sia assolutamente impossibile che esista una donna musulmana che accetta di portare il velo per scelta, è ovvio che sono tutte costrette,

                b) ma sono così indottrinate e così instupidite che nemmeno lo sanno, di essere costrette, e quindi dobbiamo spiegarglielo noi, per il loro bene,

                c) e sempre per il loro bene, dobbiamo vietarglielo per autorità, cioè noi che siamo bravi e democratici e non sopportiamo che siano costrette, dobbiamo costringere a toglierlo anche quelle che lo portano volentieri, o che comunque non se ne fanno un problema.

                Ma non ti sembra un bel controsenso e un bell’accrocco di famigerato “mansplaining” de noantri?

              • paniscus scrive:

                “E questa sarebbe una scelta libera da rispettare? Non lo so. So che non è stata giudicata tale dalle generazioni seguenti, sono cambiate le leggi e i costumi.”—

                E infatti le cose sono cambiate perché spontaneamente e gradualmente sono cambiate le condizioni sociali, la cultura e la sensibilità collettiva, NON perché è arrivato qualcuno che dall’alto ha obbligato per legge quelle donne e quelle famiglie a cambiare idea.

                Peraltro, mi fa un po’ sorridere il fatto che tu, dopo anni che ci fai il pippone su quanto fosse in realtà più libera, più ruspante e più esuberante la società di un paio di generazioni passate (nonostante gli apparenti divieti e tabù bacchettoni che però secondo te erano solo dei pro-forma ampiamente disattesi),

                adesso ti allinei perfettamente alla visione di quegli anni come tristi, oppressivi, e per fortuna superati…

              • Moi scrive:

                No, a me sembra ciò che dovrebbe propagandare la UAAR se (!) fosse coerente e vivesse calata nella realtà a sé coeva … anziché far finita di vivere perennemente negli Anni 1980s .

              • Peucezio scrive:

                Paniscus,
                l’idea di libera scelta è un’idea liberale, formalistica, legalistica e ingenua: è evidente che siamo tutti condizionati dalla nostra cultura, dal nostro milieu sociale, ecc.
                Un sistema liberale garantisce solo la libertà formale, ma non interviene, né può farlo, su tutto quel sistema di condizionamenti sottili, impliciti, interiorizzati, che si tramandano e strutturano fin dall’infanzia le nostre vite.

                Ciò non toglie che possiamo, anzi, dobbiamo, se vogliamo capire davvero le cose e non restare su un piano astratto di principio, entrare nel merito di tali scelte, che non sono neutre e hanno precisi significati e implicazioni.

                E il pudore solo femminile di coprire parti del corpo in sé belle e attraenti ha una chiara matrice patriarcale, legata al senso del possesso esclusivo dell’uomo verso la sua donna, rispetto al quale anche lo sguardo costituisce un’infrazione.
                Sicuramente non è qualcosa di spontaneo nella sensibilità femminile, altrimenti sarebbe universale e non culturale.

                Con ciò, sto svalutando la cultura? Evidentemente no. Ma ci sono culture e culture.
                E proprio perché non sono un liberale, me ne frego del principio astratto e formale di libertà individuale: mi sento in diritto di esprimermi nel merito dei modelli culturali e sociali.
                Se la laicità dello stato e la tolleranza verso tutte le religioni crea un modello di società in cui non mi riconosco, mi sento legittimato a contrastarla e ben venga il fino liberalismo, in realtà stato etico giacobino francese, disprezzabile quasi per tutto, ma che almeno preserva un barlume di civiltà europea.

                È vero che sono un nostalgico del passato, ma nei suoi aspetti liberi, non in quelli repressi.
                Non sopporto il bigottismo politicamente corretto di oggi, ma nemmeno tutte le forme e i cascami di pruderie borghese dell’Ottocento.

              • Peucezio scrive:

                Circa il fatto che il costume cambia spontaneamente,
                d’accordo, allora possiamo discutere se i divieti d’autorità, brutali siano utili o controproducenti.
                Sicuramente sono a favore di forme di deculturalizzazione degli islamici nei paesi di tradizione non islamica, attraverso la trasmissione “morbida” di modelli sentiti come “fighi”, vincenti.
                Ma dove non arriva il soft power…
                Sarà interessante valutare fra un paio di generazioni la rieducazione che fanno in Cina con gli Uiguri. A volte queste cose funzionano.
                Sicuramente funzionano in Asia.
                Ma tieni conto che la Francia è un po’ asiatica, con questa mania dell’accentramento, della burocrazia, del controllo, dello stato pervasivo.
                Sono secoli che impongono le cose violentemente e ci riescono, hanno distrutto ahimè tutte le lingue locali.
                Almeno una volta tanto quest’omologazione violenta che ha fatto enormi danni servirà forse a estirpare la mala pianta di una religione semitica importata.

            • Ros scrive:

              @Paniscus: “…E chi se ne frega, anch’io faccio la figura della anomala e destabilizzante perché non ho lo smartphone…”

              Uau sorella!!!😚☺❤
              Manco io ce l’ho! Mai avuto.
              Mai pensatoci.

              … c’ho qualcosina fra computer e tablet:
              Core I7, 32 giga, assemblati in proprio…
              Ma smartphone nisba! Nonnonnò!
              a casa mia non si usa.

              Che ci facierei poi co’ ‘sta cosetta eunuca castratella smoscia fruscia e tikkitokka?

              Senza giga, e senza Forza; che non gira:
              “May the Force be with you”
              Young Jedi Knights 😏

              mi pare che pure Miguel non l’abbia se non sbaglio

              E’ il nuovo marchio di Caino questo😎

          • Peucezio scrive:

            Andrea,
            io sono contro il velo per ragioni intrinseche.
            Mi va bene in chiesa, perché quello è un momento rituale: è come la pianeta per il celebrante.

            Ma a scuola i ragazzi ci passano la maggior parte del tempo e non per loro volontà: non è un mestiere che hanno scelto.
            Io come sai la abolirei, ma se proprio ci dev’essere, ognuno deve potersi abbigliare come vuole.
            Uno scolaro non rappresenta lo stato, non rappresenta un’istituzione, non rappresenta nulla. È solo un povero ragazzo come gli altri, che avrebbe voluto giocare spensierato, scopare, stare all’aria aperta e lo costringiamo in una prigione per metà e passa della giornata.

      • Peucezio scrive:

        Andrea,
        e vabbè, si può vietare quello che si vuole finché si è maggioranza.

        Ma a parte che sappiamo che le minoranze organizzate contano molto, ma il giorno in cui diventassero maggioranza?

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ peucezio

          “maggioranza”

          Proprio perché domani possono diventare maggioranza le minoranze di oggi, è interesse della maggioranza di oggi evitare qualunque asservimento del pubblico a questa o quella fazione, sia essa politica o religiosa.

          Non è statolatria, questa: è solo usare saggiamente lo Stato come una zeppa che impedisca oggi a uno domani a un’altra di occupare lo spazio pubblico coi propri simboli di parte.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Peucezio scrive:

            Ma tanto non lo fa.
            E comunque le leggi si cambiano.
            L’unico modo per evitare un simile pericolo è non ammettere immigrazione mussulmana di massa.
            In Cina fanno la rieducazione forzata degli Uiguri.
            Da noi purtroppo queste cose non si possono fare.

            • Ros scrive:

              @Peucezio: “…In Cina fanno la rieducazione forzata degli Uiguri…”

              Pero! Che Forza li cinesi del fu celestem’péro! Piccoli gialli ma cazzuti😉😎

              …vedi Bruce Lee!

              E le femmine meritano😻😻😻,
              a volte pure meglio delle baltiche di Hasburcicus

              …cinesine manciù miao coreane giapponesine vietnamite mongole e ainu…😘😏❤

              da che mondo e mondo si sa che la bambolina asiatica tira

              • Ros scrive:

                … e tira pure uigura

                mi spegno, che mi pare di trollare ora 🤨

                sapete com’è …le albe silenti e il naufragare in questo mare

    • Moi scrive:

      Negli ultimi 55 anni, o giù di lì, la Cultura Occidentale è passata dal Delirio di Onnipotenza al Delirio di Onnicolpevolezza … se prima il Resto del Mondo era irrilevante in positivo, poi lo è divenuto in negativo !

      • Peucezio scrive:

        Moi,
        ma è solo una morale capovolta, perché si è tornati a un violento suprematismo razzista, solo però avente come ideologia ufficiale questo nichilismo autodistruttore.
        I nostri hanno sempre ragionie, sono belli, puliti e profumati in quanto democratici. E se sono minoranze, omosessuali, negri, cinesi, qualsiasi cosa, meglio ancora.
        Ma i negri veri, quelli dell’Africa, sono tutti delle merde, maschilisti, omofobi, antidemocratici, razzisti (fa sempre brodo), retrogradi, ecc. ecc. ecc.

      • Peucezio scrive:

        È quello che non riesce a capire quel pirla di Rampini, che è uno che fa sempre analisi interessanti, ma cade nel paradosso di difendere l’Occidente contro la Russia e criticare al tempo stesso l’ideologia woke dell’Occidente, che in Russia non esiste, anzi, c’è proprio quell’orgoglio di nazione bianca e cristiana il cui disprezzo lui critica nei woke.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Ma Rampini fa un ragionamento coerente. Lui dice:
          – l’Occidente è in guerra
          – deve quindi mobilitare tutte le proprie energie materiali e ideali in questa guerra
          – il wokismo è un’ideologia che rende deboli nella guerra
          – dunque il wokismo è un male dell’Occidente

          Se il terzino fa schifo, lo togli dalla formazione, perché è la maglia che conta. Quindi non ha importanza chi o cosa costituisce in concreto l’Occidente, in quanto l’importante è che i colori a stelle e strisce vincano la partita.

          • Peucezio scrive:

            E perché mai il wokismo renderebbe deboli nella guerra?
            Quando mai l’ideologia di regime è un elemento di debolezza, semmai è un elemento di coesione, di motivazione.
            Infatti armano l’Ucraina perché ha Kiev fanno il gaypride a Mosca no.

            No, Rampini non capisce un cazzo.
            O, meglio, o è in cattiva fede o è accecato dallo spirito di parte, che gli fa commettere svarioni, pur non essendo un pirla.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Peucezio

              “E perché mai il wokismo renderebbe deboli nella guerra?”

              Immagina di dover mandare un branco di liceali a morire in trincea.

              Se sono abituati a prendere gli schiaffoni dai genitori e hanno paura di essere presi a frustate se sbagliano, faranno ottima carne da cannone.

              Se sono abituati a chiamare l’avvocato ogni volta che qualcuno usa il pronome sbagliato o assume atteggiamenti poco inclusivi, non faranno ottima carne da cannone.

              L’errore di Rampini sta nel pensare che le guerre si facciano con la carne da cannone, almeno per noi delle retrovie nato.

              Le guerre occidentali si fanno oggi sostenendo che il nostro governo, con le sue superarmi elettroniche, sta difendendo il nostro diritto di chiamare l’avvocato sempre, contro dei mostri cattivi; e per difendere questo diritto, ti chiedono di accettare di pagare tante tasse in più e tanti tagli alle spese sociali. Mica ti chiedono di scendere in trincea, ci pensano le macchine che paghiamo.

              • Francesco scrive:

                >>> L’errore di Rampini sta nel pensare che le guerre si facciano con la carne da cannone, almeno per noi delle retrovie nato.

                Veramente le guerre si fanno proprio così, altrimenti si perdono. E credo che un ripassino della guerra del Vietnam sarebbe utile al riguardo.

                Pensare che altri combatteranno le nostre guerre è idiota, oltre che rischioso. Almeno se non hai inventato davvero i Terminator.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “Pensare che altri combatteranno le nostre guerre è idiota, oltre che rischioso. ”

                Premesso che noi di guerre non ne abbiamo, e quindi non esistono “nostre” guerre… presumo che quel “noi” indichi Francesco e i suoi amici.

                Ma io non penso che Francesco sia idiota perché non è partito volontario per l’Ucraina.

              • Peucezio scrive:

                Miguel,
                però tu m’insegni che i woke esercitano anche la violenza fisica.
                Non ho mai sentito di cattolici e attivisti del family day che vanno a fare spedizioni punitive ai gaypride, mentre il contrario sì.

                Oggi li impieghi all’interno dell’Occidente, domani contro gli ayatollah in supporto delle ragazzine vessate dal velo.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Oggi li impieghi all’interno dell’Occidente, domani contro gli ayatollah in supporto delle ragazzine vessate dal velo.”

                Ma dai, è un conto tirare i sassi da lontano e urlare slogan e tornare a casa in tempo per la cena, e un altro fare turni di otto ore sotto il sole iracheno (50 gradi) con addosso armature e armi dal peso di decine di chili, a perquisire i passanti che parlano solo arabo, urlando loro ordini in inglese, e ammazzandoli se non obbediscono, e tornare alla mensa la sera a mangiare lo stesso rancio della sera prima. E figuriamoci se il vicesottosottosottocomandante ha tempo da perdere a sapere se sei allergico al glutine o non ti piacciono le barzellette sui pugliesi.

                Un po’ in questo ha ragione Francesco: quando lui partirà volontario per il fronte ucraino, dovrà vivere così.

              • Peucezio scrive:

                Secondo me sottovalutate la carica intrinsecamente violenta del conformismo.

                Il conformismo non è passività, è aggressività contro la diversità, contro il dissenso.
                La sua espressione massima è il linciaggio.

                L’ideologia woke a me pare un potentissimo cemento identitario per l’Occidente.

                Semmai il problema è un altro.
                E cioè che la forza di una civiltà e di un ppolo geopolitico non dipende solo dall’aggressività in sé, ma anche dalle capacità, dall’impegno, dal fatto che ci sono scienziati, tecnici, persone competenti, che tengono in piedi e migliorano l’infrastruttura.
                Una gioventù di capricciosi infantili incapaci di impegno e applicazione e abituati a non gestire la frustrazione e il sacrificio non sanno fare un cazzo, quindi poi mancano le competenze, le capacità.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Una gioventù di capricciosi infantili incapaci di impegno e applicazione e abituati a non gestire la frustrazione e il sacrificio non sanno fare un cazzo, quindi poi mancano le competenze, le capacità”

                Certo.

                Ma aggiungi la capacità di sopportazione.

                Tanti anni fa conobbi un allievo carabiniere, che mi raccontò che quando c’era la libera uscita, un ufficiale passava per controllare lo stato delle loro divise.

                E disse all’allievo, che aveva le scarpe perfettamente lucide, “hai le scarpe sporche!”

                Quello disse, “nossignore!”

                E l’ufficiale gli passò il proprio piede sulla sua scarpa, sporcandogliela.

                E gli disse, “no, hai le scarpe sporche! non esci!”

                L’allievo carabiniere disse “sissignore!” e mi spiegò una cosa a cui non avevo pensato: che fu la lezione che gli insegnò la pazienza: lui che avrebbe avuto un’arma in mano capace di uccidere, doveva imparare soprattutto a non reagire davanti alle peggiori provocazioni.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “provocazioni”

                Fanno la stessa identica cosa cogli allievi Ufficiali anche oggi, e per lo stesso motivo: addestramento.

                Quando ti sparano addosso, in certe situazioni imparare a non reagire può fare la differenza fra la vita e la morte tua e delle persone che ti sono affidate.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “Fanno la stessa identica cosa cogli allievi Ufficiali anche oggi, e per lo stesso motivo: addestramento.”

                Davvero?

                E non ci sono scandali e denunce?

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ francesco

              “le guerre si fanno così”

              Mi permetto una piccola correzione: le guerre si fanno FARE così.

              Ufficialmente, in Ucraina non è mai morto un solo soldato USA. Solo che dapprima Biden e suo figlio hanno coperto le aziende USA che hanno fatto un po’ di land grabbing vincolando gli oligarchi locali al carro USA. Poi, al momento in cui a furia di armare i banderisti hanno spinto Putin ad attaccare per non rischiare di trovarsi altri missili USA nei cessi del Cremlino, hanno mandato gli áscari di livello più basso (gli Ucraini) a fare da carne da cannone e gli áscari a livello più alto (noi) a massacrarci l’economia.

              Nel Medio Oriente è più difficile, perché anche gli altri (Iran in primis) fanno lo stesso.

              Ma il giochino rimane quello.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

          • PinoMamet scrive:

            “E perché mai il wokismo renderebbe deboli nella guerra?”

            Io non lo so perché hanno sospeso la naja prima, ma da racconti di amici-parenti-famigliari direi che i 9 decimi dell’addestramento militare consistono nello sradicare i germi del “wokismo” tra i militari.

            L’altro decimo consiste nel pulire il fucile e rifare la branda 😉

            • Peucezio scrive:

              Questo all’epoca.
              Oggi nell’esercito ci sono le donne, i ricchioni…
              Anche l’esercito mi sembra un luogo di riproduzione delle ideologie dominanti. Patriarcali quando vigevano quelle, politicamente corrette oggi.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Oggi nell’esercito ci sono le donne, i ricchioni…”

                E’ come il passaggio dalla caccia paleolitica ai macelli industriali.

                La caccia paleolitica richiede uomini con le contropalle.

                Il macello industriali richiede ingegneri, contabili, agenti pubblicitari, e pochissimi bestioni sottopagati.

                Però uccide con un’efficacia infinitamente maggiore.

              • PinoMamet scrive:

                Mah, l’archeologia mi pare mostri che nel neolitico non ci fosse grande differenziazione sessuale, più o meno tutti facevano tutto; se c’era da cacciare il bufalo, tutti a caccia di bufalo, se c’era da raccogliere i funghi, tutti a raccogliere i funghi.

                Così dicono gli archelogi e la mia amica femminista che fa il tiro con l’arco.

                Ma nelle società native americane mi pare invece che i ruoli sessuali siano piuttosto distinti…
                (su Boscimani e simili mi arrendo…)

            • PinoMamet scrive:

              Sui ricchioni nell’esercito, beh… 😉

              https://www.youtube.com/watch?v=QRWkNhKUzmk

              • Peucezio scrive:

                Pazzesco che Abatantuono dica “mamma”.
                D’altronde si ha l’idea che gli attori siano sempre giovani…
                Mi spiego: è un uso dei milanesi attempati, soprattutto parlando in dialetto, ma non immaginavo che fosse salito alla ribalta del cinema nazionale, sia pure tramite un milanese che generazionalmente è ascrivibile a quell’umanità (e sicuramente parla decentemente il dialetto).

              • PinoMamet scrive:

                Beh tieni conto che all’apoca di Mediterraneo Abatantuono, come attore, era già diventato famoso, morto e dimenticato (come “terrunciello”) e risorto non senza fatica…

                altro che sempre giovani!

              • PinoMamet scrive:

                Comunque mi pare che Abatantuoio parli, in effetti, più che decentemente il dialetto milanese;
                credo anzi abbia affermato che a casa sua, da piccolo, si parlava in milanese più che in italiano.

              • Peucezio scrive:

                Circa la tua obiezione, non mi è chiarissimo il nesso, ma in ogni caso il punto è l’istituzionalizzazione.
                L’omosessualità nei contesti militari di un tempo era in un certo senso un eccesso di virilità, certo non era una roba da bambini viziati ed effemminati.

              • Peucezio scrive:

                Che poi mi fa sempre ridere vedere Abatantuono nei film storici, con quell’accentaccio da milanese degli anni ’50, un po’ nasale, proprio uno modo di parlare che durante la seconda guerra mondiale non avresti mai sentito in un milanese, che ha tutto un altro suono, come ritmo, pronuncia, vocalità…
                Un gioco così lo puoi fare con dei romani, ma non con dei milanesi, in cui ogni vent’anni cambia completamente il modo di parlare.

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                “credo anzi abbia affermato che a casa sua, da piccolo, si parlava in milanese più che in italiano.”

                È plausibilissimo, malgrado l’origine meridionale in linea paterna.
                Certo, è il milanese di quelle generazioni lì, le ultime dialettofone, ma è sempre milanese.

              • PinoMamet scrive:

                Questo è interessante.
                A memoria, ricordo distintamente che il dialetto parmense (e suppongo parmigiano, ma mia nonna parmigiana odiava il dialetto parmigiano e non lo pralava) era piuttosto diverso da quello di oggi, e più “duro”
                (“C’me”, come, anzichè “me” ecc.)
                e anche più chiaro e distinto.

                Un altro fenomeno estinto è il raschio (quella roba tipo “vocal fry”, come si chiama?) dei vecchi parmigiani di città uomini- non si sente più da decenni (e i parmigiani di città hanno perso completamente le n nasalizzate in fine di parola: non le sentono più e non le scrivono più)

                Il milanese com’è cambiato?

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                allora, ci sono alcuni fenomeni fonetici ma te li spiego in privato.

                Poi ci sono semplificazioni morfologiche.
                Ormai è raro sentir dire dò dònn, trè dònn, si sente duu dònn, trii dònn, usando anche al femminile i numerali maschili, influenzati dall’italiano, che per il numerale distingue il genere solo per l’1.
                Inoltre per esempio si tende a usare ghe nel senso di ‘ci’ non solo come avverbio ma come pronome obliquo di I pl., invece di me o ne, per cui ‘lui ci chiama’, anziché lù ne ciama o me ciama diventa ghe ciama.
                Inoltre tende a perdersi l’alternanza -in, itt fra singolare e plurale (es. el fiolin, i fiolitt), ma si tende a usare sempre -in oppure -itt quando una parola la si dice quasi sempre al plurale: il suffisso in pratica si lessicalizza.

                Poi ci sono gli italianismi lessicali: nessuno credo che dica più festa per indicare la domenica, ma si dice domenica o domenega.
                Però lì l’erosione è relativa: ciò che viene a mancare più che le parole sono i referenti: dove ci sono più i droghieri, da chiamarli fondeghee?
                O i scioster, cioè i depositi di legna, carbone, lungo i navigli e le rogge…?

                Io comunque la differenza macroscopica la noto nell’italiano.
                I nati a Milano negli anni ’30 parlano molto diversamente da quelli nati all’inizio del secolo (che ricordo bene e che non avevano quella pronuncia nasale stile Guido Nicheli), così come c’è un modo di parlare di quelli giovani negli anni ’70 (nasali anche loro, ma diversi, più strascicati) o quelli degli ’80 (meno nasali, strascicatissimi, con tendenza a prolungare le vocali fino all’inverosimile e a pronunciare ‘o’ quasi fosse ‘uo’ (tipo ‘i rappuòrti’) le generazioni successive, ancora diverse, che parlano velocemente.

  75. tomar scrive:

    Pino Mamet.
    “è una partita truccata (da entrambe le parti) e Hamas la sta vincendo”.
    Più che altro la sta perdendo Israele (e certo Hamas contava che i fascisti al governo avrebbero agito come stanno agendo): quello che sta succedendo a Gaza da 40 giorni è qualcosa di troppo grosso perché il mondo dell’informazione occidentale, anche di quella dichiaratamente filoisraeliana, possa guardare da un’altra parte, come fa da 50 anni, e per quanto possa, nei più compiacenti, attenuare, omettere ecc., ogni giorno la notizia Gaza non può essere nascosta e dopo 40 giorni e migliaia di bambini fatti a pezzi mi sembra la cosa umanamente più naturale che la grande maggioranza delle persone, madri, padri, nonne, nonni, sorelle, fratelli, provi anzitutto compassione per queste innocenti vittime e orrore e riprovazione per chi le uccide.
    Questa condotta strategicamente suicida di Israele rispetto all’opinione pubblica internazionale sembra preoccupare più d’uno anche nell’amministrazione usana: immagino abbiate letto tutti la lettera dei 400.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ tomar

      “Hamas”

      Vero. È triste notare come la strapotenza militare diventi subito hybris, desiderio di stravincere. Se Israele offrisse ai Palestinesi un’alternativa credibile al continuare di essere vittima di una pulizia etnica la ragion d’essere di Hamas sparirebbe domani. Invece un primo ministro in difficoltà all’interno sfoga la frustrazione del suo elettorato sporcando di sangue innocente la propria bandiera, creando al contempo risentimento per un’eternità di terrorismo e vendette. Tutte le volte che Israele ha usato la forza ha ammazzato un po’ di gente poi è tornato al punto di partenza. È come diceva Tito Livio di Annibale: sa vincere, non sa usare la vittoria.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        >>> Se Israele offrisse ai Palestinesi un’alternativa credibile al continuare di essere vittima di una pulizia etnica la ragion d’essere di Hamas sparirebbe domani.

        Mi pare sia stato verificato che è falso. E che chi si occupa del problema rilevi come non sia neppure possibile, a oggi, definire il problema in termini accettabili a entrambe le parti, figurati trovare alternative credibili al conflitto.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “Mi pare sia stato verificato che è falso”

          Io per verifica intendo la prova sperimentale. Quando è avvenuta questa prova sperimentale?

          • Francesco scrive:

            Quando Rabin era Primo Ministro. Ha offerto ai palestinesi così tanto che lo hanno ammazzato, i suoi.

            Se anche quello era inaccettabile, lo scontro fino alla distruzione di uno dei due popoli è inevitabile, temo.

            E allora mi sentirei libero di tifare per chi mi è più simpatico.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Come al solito giochi coi termini pensando che siamo tutti degli atlantisti coglioni. Le colonie erano lì, i militari israeliani pure, lo Stato palestinese non è nato. Che alternativa avrebbero vissuto i palestinesi in quel periodo?

              • Francesco scrive:

                Accettare l’offerta di Rabin?

                Davvero, io non capisco.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Allora ho ragione che hai la comprensione degli esseri umani di un fermacarte.
                Si parlava di una vita alternativa offerta ai palestinesi come persone e tu parli di una trattativa tra il governo israeliano e Arafat, che non ha cambiato di un dito la vita reale dei palestinesi come persone. Ma tu imperterrito ripeti che durante quella trattativa i palestinesi avrebbero sperimentato una vita diversa che avrebbero rifiutato.
                Ora la domanda è: non capisci una sega di proposito o ti mancano gli strumenti intellettuali?

              • Peucezio scrive:

                Ma no, Francesco lo fa apposta, si diverte.

              • Francesco scrive:

                Di solito se sto in un tunnel e vedo una luce mi dirigo verso la luce, non inizio a lamentarmi perchè non vedo se c’è la SPA … davvero trovo ridicolo lo standard che fate applicare ai vostri palestinesi immaginari!

                Fortuna che Mandela non era della vostra razza sennò c’era ancora l’apartheid.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Mandela…”

                Non eri tu a dire che era meglio quando i bianchi erano al potere, in Rhodesia?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “SPA”

                Dopo che Rabin fu ammazzato dai suoi, ai Palestinesi chi restò a trattare? Quelli come Menachem Begin: l’ex capo dell’Irgun con contatti con la banda Stern, quelli dell’hotel David e di Deir Yassin.

                Io tutta questa ansia di colpevolizzare le vittime che subiscono una colonizzazione e una pulizia etnica da decenni proprio non arrivo a capirla.

                Va bene il johnwaynismo, ma qui è davvero troppo.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                x MT

                non capisco l’utilità analitica di confondere Zimbabwe e Sudafrica.

                Io vi accuso di massimalismo e sottolineo come il realismo di Mandela sia stata la benedizione del Sudafrica tutto, pur non potendo garantire gli esiti di lungo periodo della fine dell’apartheid. Ancora non decisi, mi pare.

                x ADV

                i palestinesi avevano già mandato in vacca il negoziato prima che Rabin fosse ucciso. E, chiedo conferma a Pino, fu dopo quell’omicidio e un’edizione dell’Intifada che la maggioranza degli Israeliani rinunciò alla speranza di negoziare con i palestinesi, se ricordo bene.

                Qui si tratta di colpevolizzare i colpevoli, per una volta.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “vacca”

                L’attentato a Rabin seguì la sua firma degli accordi di Camp David, insieme con Arafat.

                Non sono stati dei Palestinesi a uccidere Arafat per quell’accordo, ma degli Ebrei a uccidere Rabin (considerato a ragione un traditore del sionismo).

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • PinoMamet scrive:

                A ragione??

  76. Peucezio scrive:

    Miguel,
    “Nella mia esperienza, chi si definisce di Sinistra ha in genere una maggiore flessibilità mentale per capire intellettualmente le “altre antropologie”.

    Chi si definisce di Destra, ha spesso una maggiore flessibilità emotiva per capire visceralmente le “altre antropologie”.”

    Stupenda!
    È verissimo!

    • Moi scrive:

      Ma infatti, per me, l’ Islam è profondamente di Destra, nella sostanza … però nella forma, almeno oggi, ha ereditato spesso (con clamorose eccezioni, tipo gli Sceicconi 😀 …) l’ immaginario del Proletariato Ottocentesco di Sx : quello che Eric Zemmour chiama “Islamo-Gauchisme” …

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ moi

          “islamogauchisme”

          Che pena. Il solito fiutare il vento per saltare in tempi sul carro del vincitore. Ora che la Le Pen si avvicina all’Eliseo, si inventa il solito pericolo fasullo per delegittimare in anticipo chiunque rifiuti islamofobia e razzismo. Un antipasto transalpino al furoreggiare nostrano di quelli alla Veneziani che da noi cianciano di “pensiero unico viziato dall’ideologia marxista”. Davvero siamo alla distruzione della Ragione.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            Andrea

            guarda le date prima di scrivere cazzate!

            😀

            pure poeta sono

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ francesco

              “le date”

              Non ho capito.

              È cambiato qualcosa in questi ultimi tempi?

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                >>> Il solito fiutare il vento per saltare in tempi sul carro del vincitore.

                Il salto opportunistico, se fosse stato tale, sarebbe comunque dovuto avvenire molti anni fa.

                E invece le posizioni che tu cerchi di stigmatizzare sono ancora precedenti all’ascesa della destra.

                Perchè lo schifo che fanno i rosso-bruni è un dato oggettivo, che risale almeno ai tentativi di creare gruppetti nazi-maoisti ma forse al discorso di Togliatti ai “compagni in camicia nera”.

                Il punto di forza massimo della borghesia è la faccia reale dei suoi avversari. Che poi è detto male, diciamo la faccia intellettuale.

                Le facce reali sono molto più simili di quanto si pensi.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Moi

        “per me, l’ Islam è profondamente di Destra, nella sostanza ”

        Boh… l’Islam porta all’estremo degli elementi già presenti nella cultura ebraica e in quella cristiana: l’uguaglianza radicale delle persone, “dei credenti e delle credenti” come dice spesso il Corano, di fronte a Dio; il rifiuto di un’autorità umana; la negazione della “muruwwa”, lo spirito “maschio di clan” degli arabi; l’assenza di distinzioni razziali.

        Allo stesso tempo, separa nettamente i ruoli di maschi e femmine, distingue il puro e l’impuro, consacra la proprietà privata.

        Faccio fatica a definirlo nei nostri termini politici moderni.

        • Moi scrive:

          @ MIGUEL

          Ma infatti credo che un Italico e un Beduino / Negro tamarri che si allenano nella stessa palestra di uno sport da combattimento … possano sviluppare un’ amicizia più sincera degli omologhi intellettuali professionisti che si contattano solo a eventi culturali “cool” e “smart” e dirette on line a migliaia e migliaia di km di distanza.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Moi

            “Ma infatti credo che un Italico e un Beduino / Negro tamarri che si allenano nella stessa palestra di uno sport da combattimento”

            Dalla palestra dei Bianchi dove si allenano i neri confermo 🙂

        • Moi scrive:

          … è vero anche che ormai in Occidente il “senso della misura” è andato da un pezzo. 🙂

          • Moi scrive:

            Su Dx e Sx … insomma, per me Vannacci (*) è potenzialmente un buon Imam.

            (*)

            Quello vero, NON il mostro che han creato i fans della Murgia, facendone un campione di vendite editoriali …

            • Ros scrive:

              Moi scrive: “Su Dx e Sx … insomma, per me Vannacci (*) è potenzialmente un buon Imam” “Quello vero, NON il mostro che han creato i fans della Murgia…”

              Vannacci😀
              da ex folgorino assaltatore – che voglia o meno – non riesco a non sentire per lui un cameratesco affetto da Spirito di Corpo😁

              …Giovinezza, giovinezza
              Primavera di bellezza
              Nella vita e nell’asprezza
              Il tuo canto squilla e va…

              E’ stato – è ancora, mi pare – un ottimo Generale e un bravo soldato.
              Ce ne fossero così!

              Mica ufficiale inutile di cui ci parlava Andrea Di Vita

              https://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Vannacci

              Moi, se Vannacci diventa Imam subito m’arruol

              voglio dire mi converto😎

              • Moi scrive:

                I media di Sx che riportano scandalizzati la famigerata frase su quando il Nostro, in métro a Parigi, si appoggiava ai “negri” per sentire la loro pelle “strana” al tatto, simulando d’ inciampare … omettono che era il 1975: a sette anni !

            • Ros scrive:

              @Moi: “I media di Sx che riportano scandalizzati…”

              I media di Sx si fottano (si facciano fottere dai goumier con tutto il goum che almeno si sollazzano un pochetto e si rilassano) coi destri.

              Provino un po’ loro se ci a fanno a entrarci nel 9º Reggimento.

              Provino, provino pure.
              Più facile e d’assai nei Seal che mica siamo su netflix😎

              Il SAS? magari e ancora
              Mi c’inchino con tanto di cappella, l’albioni hanno le corna dure quelli

  77. Ros scrive:

    il suddetto seguiva a @Paniscus: “…E chi se ne frega, anch’io faccio la figura della anomala e destabilizzante perché non ho lo smartphone…”

    i commenti a volte hanno il viziaccio di finire dove vogliono😉
    scusate

    • Ros scrive:

      …e si sdoppiano pure delle volte, i commenti dico😒😒😒
      ci sono uguali uguali pure sopra al posto loro; boh!

      pardon, i due sopra e questoqua’ si possono pure, cortesemente, cancellare, se si vuole😀

      torno a taciermi

  78. Moi scrive:

    @ ANDREA DI VITA / ROS / TUTT-i-e-Ə

    🙂

    Eric Zemmour, avendo “nasato” 🙂 che la Meloni potrebbe divenire “la Meloni d’ Oltralpe” … l’ ha accusata di essere anche lei un’ ingenua e sprovveduta illusa “Buonista” che crede che possa davvero esistere una roba tipo “Islam Français”…

    https://www.youtube.com/watch?v=Y6bzjeNCK9Y

    Eric Zemmour chez Pascal Praud : Emmanuel Macron a peur de sa rue arabe

    (Analisi, 57 min : 08 sec)

    Zemmour explique sa différence avec Le Pen qui drague trop les islamogauchistes de Mélenchon…

    https://www.youtube.com/watch?v=yFLmdhvtnxI

    (Sintesi, 8 min : 23 sec)

    • Moi scrive:

      Contrariamente ai suoi avversari , piaccia o no , Zemmour conosce molto meglio la Storia di Francia … che sembrano avere in mente un futuro da plasmare “a tabula rasa” ! Magari con i “de Souche”, sì ; con gli “Oriundi “NON-Musulmani sì; ma … gli Oriundi Musulmani ?

      Ebbene, di nuovo piaccia o no , gli Oriundi Musulmani più sono giovani (!) più sono ostili (!) alla République … i loro genitori e nonni paradossalmente (!) si sentivano più “Français” di loro, Giovani e “Globalizzati” !

      • Moi scrive:

        che sembrano avere in mente un futuro da plasmare “a tabula rasa” !

        —–

        gli avversari di Zemmour [rif.] .

        Ripeto : con quella che nei bar verrebbe definita “la gente normali” 🙂 , avranno pure ragione , ma con i Musulmani _ soprattutto i Giovani Veri 🙂 _”i han sbajè indirézzi”, come si dice(va) da queste parti.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Moi

        “Ebbene, di nuovo piaccia o no , gli Oriundi Musulmani più sono giovani (!) più sono ostili (!) alla République …”

        1) La Francia si è costruita con le braccia degli algerini e dei marocchini (infatti ho letto che fino a non tanti decenni fa, erano i sindacati a opporsi alla “troppa” immigrazione)

        2) La Francia ha costruito ghetti per sistemare queste braccia (Pennac ha scritto cose splendide sul passaggio dai quartieri misti a ghetti)

        3) in alcuni di questi ghetti, gran parte delle giovani generazioni (La Haine è di quasi 30 anni fa) poltrisce in un misto di ambizione, delinquenza, spaccio, teppismo che diventa anche contropotere mafioso sul territorio

        4) qualcuno ogni tanto si dedica a massacri suicidi fondati sul risentimento, modello Isis

        Bene, gli Zemmour che via di uscita propongono?

        Più galera?

        Più ragazze buttate fuori scuola perché non si vestono come noi?

        Zemmour cerca di fare il ganzo con i souchiens, per cui di affrontare i veri problemi sicuramente non gliene importa nulla, anzi ci campa; ma credo che la cosa sensata in questo caso sia l’autoemancipazione, che può nascere attorno a formazioni politiche come la France Insoumise, a moschee, a collettivi, a cooperative… Gente che con grinta costruttiva rivendica cose concrete.

        E in questo caso, è davvero poco furbo partire umiliando proprio cose come il hijab che fanno parte di questo sentire.

        • Moi scrive:

          Zemmour che a sua volta NON è proprio “Souchienissimo” 🙂 :

          Ebbene sì : Zemmour è un Ebreo di origine Berbera Algerina NON un “Gaulois” , come dicono i ” Beurs & Renois ” di Banlieue.

          Politicamente si sente l’ Erede Storico Diretto (oltre 50 anni dopo) del Generale de Gaulle, fin dal 1970: quando aveva 12 anni e lui 80 … avendolo sempre visto come un nonno severo ma giusto.

          Zemmour ha altresì “triggherato” 🙂 gli (altri) Ebrei di Francia dichiarando che il Maresciallo Pétain preservò degli Ebrei Francesi in quanto Francesi: l’ identità principale (!) se un Ebreo vuol vivere in Francia.

  79. Miguel Martinez scrive:

    Tra l’altro, a Firenze abbiamo una moschea con una dirigenza molto attenta.

    La S. è una signora egiziana che a quarant’anni e passa ha deciso di mettersi il hijab, nonostante le ironie del marito (un brav’uomo) e ha messo in piedi un sacco di iniziative, tipo far conoscere la moschea ai non musulmani, o organizzare lezioni di arabo per i ragazzi di seconda generazione, o fare una visita all’Accademia per dire come un musulmano vede l’arte sacra (non è banale), o preparare un pellegrinaggio di sole donne alla Mecca.

    Si sa che le ragazze adolescenti sono mine vaganti 🙂 , figuriamoci quando nascono in famiglie che provengono da altri luoghi; e S. riesce a fare un lavoro eccezionale mediando tra loro, le famiglie, gli insegnanti. Spiegando ai genitori perché una ragazza NON vuole portare il hijab, ma anche all’insegnante perché un’altra ragazza lo VUOLE portare.

    Fortunatamente a Firenze abbiamo antiche tradizioni cattocomuniste, per cui i rapporti con le istituzioni sono decenti, solo i leghisti rompono occasionalmente, ma i musulmani sono pazienti.

    • Miguel Martinez scrive:

      “solo i leghisti rompono occasionalmente, ma i musulmani sono pazienti.”

      Che se fosse per i leghisti, i musulmani fiorentini se ne starebbero a pregare di nascosto in scantinati abusivi, aspettando la visita della polizia e caricandosi di rabbia mentre si lamentano delle offese degli insegnanti alle loro figlie.

      Tanto, più problemi ci sono con i migranti, più voti per la Lega…

      • Francesco scrive:

        Confesso che sul tema delle moschee sono fortemente antileghista.

        Fosse per me ci sarebbe almeno una moschea per ogni comunità di musulmani. E un poliziotto della DIGOS. E un certo ricambio di imam, se metà della metà dei sospetti che girano sono corretti.

        Ma con molta discrezione e rispetto.

  80. Ros scrive:

    Per Guénon una religione vale l’altra, ovvero tutte minchiate!

    Detto e appurato ciò:

    “A Parigi, in un indeterminato ma prossimo futuro, vive François, studioso di Huysmans, che ha scelto di dedicarsi alla carriera universitaria. Perso ormai qualsiasi entusiasmo verso l’insegnamento, la sua vita procede diligente, tranquilla e impermeabile ai grandi drammi della storia, infiammata solo da fugaci avventure con alcune studentesse, che hanno sovente la durata di un corso di studi.
    Ma qualcosa sta cambiando. La Francia è in piena campagna elettorale, le presidenziali vivono il loro momento cruciale. I tradizionali equilibri mutano. Nuove forze entrano in gioco, spaccano il sistema consolidato e lo fanno crollare. È un’implosione improvvisa ma senza scosse, che cresce e si sviluppa come un incubo che travolge anche François. Sottomissione è il romanzo più visionario e insieme realista di Michel Houellebecq, capace di trascinare su un terreno ambiguo e sfuggente il lettore che, come il protagonista, François, vedrà il mondo intorno a sé, improvvisamente e inesorabilmente, stravolgersi.”

    Michel Houellebecq in “Sottomissione”, ti trova la comoda quadra:
    Il convento passa l’Islam oggidì?
    Bien!😀😉😙
    Sottomettiti e fatti Mussul’umano che se non ti agiti troppo poi vedi che ti piace e te la godi.
    “Calati juncu ca passa la china”.

    E’ comoda la sottomissione, calda calda e calza come un guanto.

    In origine facevamo l’animisti con lo sciamano,
    l’altro ieri i pagani,
    ieri i cristiani e, o, protestanti zuzzurelloni vari…

    …i più engagé persino buddisti e zen🙄😲 che è roba da chiodi proprio!!!

    e se domani mussul’umani embe’! che ci fa! Che male c’è?
    Si cambia e non ti muore nessuno, tutto fa brodo e ci si abitua.

    La vedo come Houellebecq, ci metterei la firma.
    Sicuro che ce la godremmo un mondo la Shari’a 😎

    Sul serio😑

    Ne sentiamo una voglia matta, l’urgenza, la necessità di una qualsivoglia Regola, di un Tao.
    Etico e morale; fanculo relativismi, pensiero debole…
    il postmoderno ha fatto il tempo, ci siamo divertiti evvéro, ma ora basta.

    Una “strada battuta”, un cammino che conduce a una fonte a cui potersi certo abbeverare.
    Una qualunquia.
    Condivisa. Affratellante. Cameratesca e compagnona; a piacere con le parole andate a male.

    Il manuale di istruzioni!!! Porco mondo.
    Diciamocelo che vogliamo le istruzioni coi disegnini chiari.

    Che ‘sta ciarla della cosa lì, la libertà,
    è sopravvalutata – fumo, una fregatura! Un parolone tronfio – non si sa dove andarci, ci si perde;
    è scomoda, non ci si capisce niente…

    e non si sa mai bene che cosa farci, e che cosa fare;
    Una faticaccia!😒😕☹

    Ammettiamolo!
    La libertà ci ha stufato😀

    “Sottomissione”, bellissime le pagine su Huysmans

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Ma ne siamo sicuri? A me parenche vogliamo tanto ordine e disciplina… per gli altri. Ma semplicemente come parte del nostro pacchetto di capricciosità consumistica.

      • Ros scrive:

        @Mauricius “…Ma ne siamo sicuri?…”

        Parrebbe che ci siamo tutti un po’ persi, e persi ci sentiamo. Male🥺
        Tutti.

        Non sappiamo più dove andare e dove andiamo. Confusi.

        Mica bello tutto ciò!🙄🤔🥺

        Non lo so se a tutti piacerebbe un manuale di istruzioni condiviso e chiaro; a me talvolta manca.
        Un fine.

        E io sono una persona media, così comunemente esemplare😊
        Una spugna dello zeitgeist.

        E quindi forse,
        se va bene a me,
        buona camicia a tutti😃

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Ros

      “Il convento passa l’Islam oggidì?
      Bien!😀😉😙
      Sottomettiti e fatti Mussul’umano che se non ti agiti troppo poi vedi che ti piace e te la godi.”

      E’ uno scenario che non condivido per nulla.

      Vedo che l’immigrazione massiccia comporta problemi enormi, strettamente legati all’urbanistica che divide i quartieri in ghetti per poveri (stranieri) e per ricchi (autoctoni).

      Vedo che un sacco di gente nei ghetti finisce male, e che fanno un sacco di piccoli dispetti (scippi, spaccio, spintoni e altre “s”) a chi non è nei ghetti; e crea un enorme problema di sovraffollamento delle carceri e di spreco di fiumi di soldi pubblici.

      Vedo che a volte, gli sfigati si danno un’identità che li preserva dalla droga e dalla criminalità comune. Questa identità può essere sana (come l’evangelismo tra gli immigrati latinoamericani, o la moschea di Firenze) o malata (come certe sette nigeriane o come l’Isis).

      Ma da lì a fantasticare che questa marmaglia possa imporsi sulle industrie, sulla finanza, sugli apparati statali, sul sistema militare, sui grandi flussi speculativi, cio farsi “potere”… ci vuole tutta la creatività di un romanziere.

      • Miguel Martinez scrive:

        Quelle che sicuramente possono nascere sono le camorre su base clan, e il fatto di provenire dallo stesso villaggio e vivere isolati nello stesso grattacielo è utile, che sia a Caivano o a Marsiglia.

        La camorra è etnicamente calabrese, muove miliardi in tutta Europa, controlla il settore della ristorazione in tante città importanti. Però i camorristi a Stoccolma non hanno mai imposto a nessuno l’uso del dialetto calabrese o il culto della Madonna.

        • Ros scrive:

          Miguel: “…Però i camorristi a Stoccolma non hanno mai imposto a nessuno l’uso del dialetto calabrese o il culto della Madonna…”

          Oh Miguel, la camorra mica che è una Religione e Fede adesso!
          L’Islam (i monoteismi del libro – tranne uno – in genere) INCLUDE. E’ ecumenico

          La mafia, la camorra, è clan for business;
          necessariamente e volutamente ESCLUDE.

      • Peucezio scrive:

        Miguel,
        perché mai l’evalneglismo fra i latinoamericani sarebbe sano?
        A me sembrano forme di manipolazione, che creano persone senza un vero giudizio critico libero, ma represse e piene di regole interiorizzate.
        Certo che è meglio quello che diventare un delinquente, uno sbandato, un senza tetto o un drogato, ma è una falsa soluzione: trasformi il deviante in un automa. È un modo di non risolvere il problema.

        • Peucezio scrive:

          Tra l’altro proprio tu hai una consapevolezza fortissima dei meccanismi insani delle sette.
          Le sette attirano proprio gli sbandati.
          Che siano la persona insicura, sola e senza riferimenti o invece l’antisociale deviante e delinquenziale.
          E li inquadrano, li tirano fuori dalla loro condizione di sbandamento, danno loro degli scopi, un senso della vita, una rete sociale molto coesa, dei vincoli.
          Ma a che prezzo? Creando delle non persone.

        • Ros scrive:

          Peucezio: “…Miguel, perché mai l’evalneglismo fra i latinoamericani sarebbe sano?…” “…E li inquadrano, li tirano fuori dalla loro condizione di sbandamento, danno loro degli scopi, un senso della vita, una rete sociale molto coesa, dei vincoli.
          Ma a che prezzo? Creando delle non persone…”

          mi viene da dire perché è imporsi delle Regole
          https://ora-et-labora.net/regole.html

          Una via, un u Buon Viatico e Portolano.

          Regole qualsiasi a preferenza o caso;
          ma Regole!
          https://www.ibs.it/altissima-poverta-regole-monastiche-forma-libro-giorgio-agamben/e/9788854505452

          religiose, militari, sportive, quello che ti pare

          IMPORSI beninteso, non farsi imporre;
          voglio dire: dipende da te alla fine, dalla tua testa e buccia

          cioè che ne so’ io!

          • Ros scrive:

            “Che cos’è una regola, se essa sembra confondersi senza residui con la vita? E che cos’è una vita umana, se in ogni suo gesto, in ogni sua parola, in ogni suo silenzio non può più essere distinta dalla regola? È a queste domande che il nuovo libro di Agamben cerca di dare una risposta attraverso un’appassionata rilettura di quel fenomeno affascinante e sterminato che è il monachesimo occidentale da Pacomio a San Francesco. Se il libro ricostruisce nei particolari la vita dei monaci nella loro ossessiva attenzione alla scansione temporale e alla regola, alle tecniche ascetiche e alla liturgia, la tesi di Agamben è, però, che la vera novità del monachesimo non sta nella confusione fra la vita e la norma, ma nella scoperta di una nuova dimensione, in cui forse per la prima volta la “vita” come tale si afferma nella sua autonomia e la rivendicazione dell'”altissima povertà” e dell'”uso” lancia al diritto una sfida con cui il nostro tempo deve ancora fare i conti. “Come pensare una forma-di-vita, cioè una vita umana del tutto sottratta alla presa del diritto e un uso dei corpi e del mondo che non si sostanzi mai in un’appropriazione? Come pensare la vita come ciò di cui non si dà mai proprietà, ma soltanto un uso comune?”

          • Ros scrive:

            …con le Regole – che ti scegli e dai – la volontà si forma, si rafforza.
            Ti crei, ti individui

            • Ros scrive:

              …Ti crei, ti individui…

              è complicato🤔
              dipenderà dai giorni, dalle nostre cose…

              • Ros scrive:

                “Quando diventi donna è normale avere delle domande “imbarazzanti” che ti ronzano per la testa, domande che ti vergogni di fare alla mamma, perché sono “cose personali”, ma nessuna delle tue amiche ha delle risposte da darti, anzi, spesso hanno anche loro altre domande da fare. Domande sulla sessualità, sul corpo della donna, sul ciclo mestruale… un mondo complicato quello femminile, decisamente lunatico, ma meraviglioso. Questo manualetto, facile da consultare, è un modo simpatico e divertente per aiutarti a rispondere ad alcune di queste domande. Vi troverai consigli utili e creativi per imparare a conoscere il tuo corpo in questo momento di trasformazione da bambina a donna; scoprirai come prenderti cura della tua femminilità con rispetto e delicatezza; imparerai a utilizzare rimedi e ricette naturali in grado di lenire i disturbi più comuni dovuti al ciclo mestruale senza bisogno di ricorrere a medicinali e rimedi drastici. Diventare donna significa scoprire pian piano che dentro a ognuna di noi ci sono dei segreti stupendi, unici, che vanno difesi dalle mode, dagli stereotipi e dalla frenesia della modernità. Scopri com’è bello diventare donna nel rispetto dei tempi e dei modi che la natura richiede”

                Un Buon Viatico, un Portolano, ecco!😊
                Anzi un Santissimo Viatico.
                https://opusdei.org/it/article/tema-24-1-lunzione-degli-infermi/

              • Moi scrive:

                diventi donna

                ——–

                NON è che ” diventi donna ” … transizioni dal corpo sbagliato a quello giusto. 🙂

              • Moi scrive:

                Cmq c’ è un video di Alessandro Zan che tira le orecchie alla RAI per aver parlato di Gender con un linguaggio NON consono !

                SE lo ritrovo, avrò premura di deliziarvene ! 🙂

              • Moi scrive:

                … ma è su Tiktok (il mio Cronovisore del Futuro), sa caccia di Gen Z , NON su Youtube !

              • Moi scrive:

                … è collaudatissimo : “se vuoi vedere anzitempo la quotidianità di un futuro lontanissimo, guarda le avanguardie più strambe di oggi”.

                A meno che non prevalga davvero l’ Islam, e in tal caso si ripiomba negli Anni 1950s … nella più progressista delle ipotesi ! 😉

  81. Ros scrive:

    @miguel: “…ci vuole tutta la creatività di un romanziere…”

    😄 a volte ci prendono e le cose ci sorprendono

  82. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Conosci Jasbir K. Puar, Docente Universitaria USA di origine “Hindustana” e l’ ideologia Homonationalism ?

    https://www.youtube.com/watch?v=8owhHA_rKX8

    https://en.wikipedia.org/wiki/Jasbir_Puar

  83. Moi scrive:

    Homonationalism

    https://www.youtube.com/watch?v=fs9KHXtVyso

    Definizione letta con accento Hindustano …

    ————————

    https://www.youtube.com/watch?v=9l3shYm6Jao

    [7 min ca]

    Is society always progressing towards acceptance and tolerance? Does history always overcome the oppressor? Or is queer liberation always built on the back of someone else?

    Shon Faye (MtF Activist, ndr) examines the concept of ‘homonationalism’, first proposed by Jasbir Puar in 2007. Puar argued that Western LGBT movements are often bound up with upholding the racist sovereignty of the nation state. How are we to consider her work a decade on? This year Trump attempted to roll back LGBT rights and others in Europe attempted to co-opt parts of queer liberation politics for nationalist ends. How does the critique of homonationalism help us to understand this?

  84. Moi scrive:

    Parrà strano a molti, ma NON a Pino Mamet … Haredim smaccatamente Pro Palestina !

    https://www.youtube.com/shorts/HH0Lr2nM2qY

  85. Moi scrive:

    Valeria Fonte: «Tutti gli uomini pensano come pensa un femminicida»

    https://www.vanityfair.it/article/valeria-fonte-incontro-femminicida

    • Francesco scrive:

      Ma dove la hai trovata la scrivente? se lui è una tragedia, lei è una farsa.

      • Moi scrive:

        Qua : la critica (dalla parte degli uomini, ad opera di una donna) è più lunga dell’ articolo , ma vale la pena !

        https://www.youtube.com/watch?v=Uif6t8OecrI

        Vanity Fair intervista un “femminicida”

        • Moi scrive:

          Sottolineo “dalla parte degli uomini” , NON “dalla parte dei femminicidi” …

          • Ros scrive:

            @ Moi 😀

            Non pigliamo a facile esempio sempre i più fulminati e scombiccherati del mazzo.
            L’uomo che morde in cane.

            C’è gente – uomini e donne – che si pone il “quest” in modo serio, pacato, equidistante (e spesso pure ironico, divertente e sdrammatizzante) mai contro una parte in guerra, e mai a dividere e classificare a priori e pregiudizio di giornata.

            Esiste! T’esistono, ma, ahinoi, fanno poco spettacolo e teatrino. Gli manca la caciara da plebàglia.

            Io che ho vissuto un’intensa parte del mio imprinting e cammino d’ambita consapevolezza dentro caserme e camerate, campi d’addestramento e palestre d’ardimento,
            tra maschere di maschi Alfa col dovere e la necessità di darsi pugni sul petto come i gorilla mane e sera.

            Tra gente che deve picchiare a sangue perché gli è parso d’essere guardata male. Altrimenti crollano tutti gli altarini ed è finita

            Lee Alan Dugatkin “Giochi di potere” (Codice)
            https://www.ibs.it/giochi-di-potere-lotte-per-libro-lee-alan-dugatkin/e/9791254500729

            sia mai li si pigliasse per finocchi!😳😳😳😳
            TERRIBILE la cosa!🥺
            Come si sopravvive?

            …del continuo: ” AH FACCI TARZAN!!!!🤠😎😁

            Dovere d’essere sempiternamente MASSICCI & INCAZZATI.
            MASCHi! (MASCHera?)

            a dominare, a comandare… o ad ubbidire disciplinati marcando bene.
            Nel branco e l’orda

            …e perciò SEMPRE tanto – ma tanto – INSICURI terrorizzati traumatizzati scioccati da ‘sta soma PESA da portarsi sempre sulla schiena come un mulo.

            Pure i meglio messi, pure loro: i crudi e grezzi🙄
            Pure loro, e i primi, forse, loro😉

            https://www.ibs.it/mito-della-virilita-libro-olivia-gazale/e/9788827230633

            Olivia Gazalé “Il mito della virilità”

            • Ros scrive:

              Olivia Gazalé “Il mito della virilità”
              “E se gli uomini, come le donne, fossero da sempre vittime del mito della virilità? Il libro di Olivia Gazalè affronta questo stereotipo attraverso un affascinante ed esaustivo percorso nelle nostre radici filosofiche e culturali. Per consolidare il proprio dominio sul sesso femminile, il maschio, fin dalle origini della civiltà, ha teorizzato la propria supremazia costruendo questo mito. Un discorso che ha determinato l’inferiorità della donna nella sua essenza, ma anche quella dell’altro uomo (lo straniero, il “subumano”, il “pederasta”…). È così che questa narrazione ha storicamente legittimato la sottovalutazione della donna e l’oppressione dell’uomo sull’uomo. Questo modello dell’onnipotenza guerriera, politica e sessuale è da un secolo in piena decostruzione, a tal punto che certi spiriti nostalgici lamentano una crisi della virilità e accusano il femminismo di aver privato l’uomo della sovranità naturale. In realtà l’emancipazione delle donne non ne è la causa. La virilità è caduta nella propria trappola, una trappola che l’uomo, volendo rinchiudervi la donna, ha teso a se stesso. Facendo del mito della superiorità maschile il fondamento dell’ordine sociale, politico, religioso, economico e sessuale, valorizzando la forza, il gusto del potere, l’appetito di conquista e l’istinto guerriero, gli uomini hanno giustificato e organizzato l’asservimento delle donne, ma si sono anche condannati a reprimere le proprie emozioni, a temere l’impotenza e a biasimare l’effeminatezza, coltivando allo stesso tempo il gusto della violenza e della morte eroica. Olivia Gazalè ci presenta una acuta analisi sociologica e filosofica che farà discutere. Una storia del femminile e del maschile, dalla preistoria all’epoca contemporanea, che reinterpreta in modo originale il tema della guerra dei sessi. È la crisi del modello tradizionale di virilità vista come necessaria in un senso funzionale – corrisponde a un bisogno impellente di affrancarsi da norme coercitive e discriminatorie – e in senso filosofico: non poteva non avvenire”

              Il saggio è davvero intelligente, colto, divertente da leggere e disintossicarsi;

              e rilassarsi un poco, tante volte
              Non dovere dimostrare niente, senza la mascherata d’ordinanza…

              che LEGGEREZZZA!😉😀
              poi, pare di volare

              • Ros scrive:

                “…Ma cosa vuol dire “essere un uomo”? Il modello di esaltazione della virilità porta con sé la consegna di aderire ad una serie di obblighi comportamentali e morali, ma anche di confermare e dimostrare costantemente la loro perfetta interiorizzazione, in modo che la virilità costituisca una sorta di prestazione imposta: mentre le ragazze sono definite come paurose, deboli e piagnucolose, dai ragazzi ci si aspetta che siano forti e coraggiosi. La virilità deve costantemente esser “performata”, ed è all’interno di quest’obbligo performativo che possiamo inquadrare la cultura dello stupro e tutti i fenomeni di violenza maschile nei confronti delle donne e di chi non viene considerato “abbastanza uomo”. Ma perché l’uomo avrebbe costantemente bisogno di dimostrare la propria virilità? Pensiamo alla diffusione sempre maggiore del Viagra per scongiurare il timore dell’impotenza sessuale, o più semplicemente al bisogno di avere tanti soldi, una macchina potente, o il telefono con le prestazioni più elevate.
                L’uomo è inquieto riguardo alla sua identità di genere sessuata, si sente costantemente minacciato ed è condannato a dimostrare il suo vigore di essere uomo. Olivia Gazalè scrive che la parola testicoli rimarca questa necessità, in quanto testis vuol dire proprio testimone: l’uomo ha costantemente bisogno di testimoniare la sua virilità, poiché aleggia sempre il timore che essa possa essere messa in dubbio. La crisi del modello tradizionale di virilità sta quindi, pian piano, smontando l’illusione onnipotente della figura maschile, facendo cadere l’uomo nella trappola che egli stesso ha costruito. Questa crisi si porta dietro delle ripercussioni sociali che si manifestano anche nel disorientamento dei padri: qual è il ruolo della figura paterna nella nostra epoca? A lungo il padre ha rappresentato la colonna portante della famiglia, detentore del potere, della moglie, dei figli, dei soldi e del cognome.
                Ma adesso, con la crisi del modello della virilità, citando Recalcati potremmo chiederci “cosa resta del padre?”. Osserva Recalcati che nell’epoca “ipermoderna”quel che resta del padre è il fatto che non è più lui la figura ideale e idealizzata che possa indicare cosa sia “una vita giusta o il criterio universale della felicità” perché nessuno al mondo possiede questo sapere. Quello che il padre può trasmettere è la sua testimonianza dell’impossibilità stessa di questo sapere, dell’impotenza e della fragilità umana che non si estingue attraverso il dominio, la supremazia ed il feroce odio tra gli uomini…”

                Dall’altra parte (ma neanche tanto, a ben vedere😉😎),
                pure lucido, ben scritto e argomentato, lo psicoterapeuta junghiano Claudio Risé “Il maschio selvatico. La forza vitale dell’istinto maschile”
                https://www.ibs.it/maschio-selvatico-forza-vitale-dell-libro-claudio-rise/e/9788821594359

                Olivia Gazalé e Claudio Risé:
                “Il mito della virilità” e “Il maschio selvatico”.

                Uno se li legge entrambi e, magari, t’esce dal recinto e s’apre un poco

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Ros

                ““…Ma cosa vuol dire “essere un uomo”?”

                Qui c’è la mia riflessione di qualche annetto fa:

                https://kelebeklerblog.com/2008/10/14/la-violenza-segreta/

              • Ros scrive:

                “…validazione da parte di altri maschi. Perché l’ossessione più grande per gli uomini non sono le donne, ma gli altri uomini…”

                Giàggià!😏

              • Ros scrive:

                Quando si capirà chiusi nel branco che il branco castra?
                T’accappona.

                Che un maschio resta maschio pure senza scimmiare a per forza fronzolame da caserma.

                Addirittura pure – è MEGLIO – se tira fuori e vive in pieno giorno la sua interiore controparte femminile d’Anima Junghiana – Hillmaniana.

                Che la Virilità Vera non è quella da caserma,
                è tutt’altro.

                Ri-leggiamo Le memorie “Storia della mia vita” di Giacomo Casanova: non c’è niente, manco un rigo dove fa il cazzone alfa.
                Era lontano anni luce dal cazzone alfa! Lui.

                E resta eccome maschio, testosteronico, audace, arrapato e sempre innamorato;
                pure in questo frivolofiorito
                Jean-Honoréfragonardo Boucher’modo.

                Di più anzi pare!
                Che ti diventa più sicuro,sveglio e fascinoso😏

              • Moi scrive:

                @ MIGUEL

                Riflessioni risalenti ad un Passato Oscuro, ancora dominato dall’ EteroCisBinaridsmo 🙂 …

        • Lucia scrive:

          Yasmina Pani è molto brava!
          L’articolo del vanity fair invece mi pare una roba attira clic, ovvero un articolo di merda pubblicato proprio perché diventi virale commentando che roba di merda di trova in giro.
          Spero.

          • Ros scrive:

            Lucia “…Yasmina Pani è molto brava!…

            Vero; non la conoscevo mica!
            pure bella😋❤🎈

            https://yasminapani.it/category/letteratura/
            comincio da qui e vedo come va, ma pare che andrà benone😀

            matti lei è la “simpaticissima” verve di Guia Sorcini😎😎😎
            https://www.ibs.it/schwa-soluzione-senza-problema-scienza-ebook-yasmina-pani/e/9791280843050

            https://www.ibs.it/libri/autori/guia-soncini
            consiglierei “Questi sono i 50. La fine dell’età adulta” per cominciare.

            e ti rallegri la giornata.

            Ecchissà magari pure t’innamori😻

            Ciao

            • Ros scrive:

              Questo piacerà un casino a Moi e Peucezio, ma anche a tutti gli altri, magari😀
              https://www.ibs.it/era-della-suscettibilita-ebook-guia-soncini/e/9788829710980

              • Ros scrive:

                @paniscus “…anche questo:
                https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858146989—

                Pare interessante, e l’ho da leggere da un po’ ma non mi decido o, mi, dico di trovare il tempo🤔

                (sarà troppo serioso? indignato? ed engagé? La tipa non mi pare il tipo)

                Un poco per l’argomento quindi:

                L’uomo che morde il cane con tutto il menù del giorno, l’attualità già li per scadere e andata a male,
                gender et similia, politica, virus e vaccini, femminicidi e guerre di giornata …

                Vedo di saltarli a pie’ pari. Chiudo gli occhi, tappo le orecchie e faccio “blhlleblhlleblhlleblhlle…” fin quando passa.

                Che non me lo dovrebbero dettare i Media il mio immaginario onirico, se posso😉

                Inattuale li voglio essere!!!😎

                Casualmente o causalmente?
                (Wu wei) e Sincronicamente di Coincidenza voglio sognare e pensare e immaginare, la MIA Realta!

                La MIA, non la loro😀

                Evitare le fissazioni paranoidi e tormentoni che scadono l’indomani come le mozzarelle scrause colore blu di puffo.

                Le ossessioni e paranoie in cui lo Zeitgeist s’impegna l’Ippocampo con l’Amigdala a infognarti, a farti agitacchiare e ballare d’emozioni limbiche con la musica che lui ti ha scelto e comandato. come un orso incatenato alla fiera dell’est.

                La Costanza Rizzacasa D’Orsogna?
                Mi sono divertito un mondo col suo “Non superare le dosi consigliate”
                https://www.amazon.it/superare-consigliate-Costanza-Rizzacasa-DOrsogna/dp/8823524180

                https://www.sololibri.net/Non-superare-le-dosi-consigliate-Rizzacasa-Orsogna.html#:~:text=In%20Non%20superare%20le%20dosi%20consigliate%20si%20racconta,vicende%2C%20arriva%20a%20pesare%20sopra%20i%20cento%20chili.

                che ho pronto da rileggere e poi ancora😋
                Quando un libro – un autore – ti diverte, e prende, lo rileggi tante volte e ti diverti come e più della prima volta scoprendo ironie nuove.

                Poi c’è che ha scritto la storia del suo gattino disabile Milo, micetto che non sapeva saltare ma ci s’impegnava a essere come gli altri gatti…

                E non lo leggo. Ancora😟

                “Gatti molto speciali” di Doris Lessing, tempo a dietro mi ha devastato e ancora brucia😢
                Temo di starci troppo intrastanzuolito per semane intere. Anni…

                Temo di perdere la beota fiducia nella vita come cosa buona e santa che tutto e tutti aggiusta, instrada ed accarezza ed ama come MADRE con Divina Provvidenza e Amore di Misericordia.

                Le Storie con gli animali sofferenti – l’Archetipo dell’Innocenza” mi traumatizzano che vorrei essere morto o alzheimertato almeno.

                “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Kundera?
                PARTE SETTIMA: IL SORRISO DI KARENIN:
                “…Karenin zoppicava da una zampa. Tomáš si chinò su di lui e gliela palpò. Sulla coscia scoprì una pallina…”
                “…Ma questa volta non era riuscito a padroneggiarsi quando, nel bel mezzo della notte, aveva ripreso tutt’a un tratto piena coscienza. Chissà da quali stanze tornava! Chissà con quali fantasmi aveva lottato! Quando aveva visto che era a casa e aveva riconosciuto le persone a lui più vicine, non aveva resistito al desiderio di condividere con loro la sua terribile gioia, la gioia del ritorno e della rinascita…” p. 306.
                “…L’amore tra l’uomo e il cane è idilliaco. In esso non ci sono né conflitti né scene strazianti, in esso non c’è evoluzione.
                Karenin circondava Tereza e Tomas con la propria vita fondata sulla ripetizione e si attendeva da loro la stessa cosa…” p. 320.

                La morte del loro cane, Karenin, mi è stata psicologicamente devastante, e ai voglia a dirti è solo un romanzo, non è mica successo…
                …succede paro paro e peggio nella porcavitavera:

                Mi è successo: e fa e farà ancora male. lo farà per sempre.

                Tornando al libro della Rizzacasa:
                “Scorrettissimi”;
                la Soncini sfotte con graffiante e ironica eleganza, manco per un attimo li prende un minimo sul serio i scimmiottini, figurarsi se ne ha timore o paranoiche apocalittiche ossessioni😎
                é aria lucida fresca.

                La Rizzacasa – che scrive per il corrierone; come ti sono prevenuto a volte🙄🤨 – sull’argomento un poco mi frena.
                E se poi è seria, o peggio impegnata😳😳😳!!? da una parte o l’atra della cavolatà di giornata😮😯😧!!?

                Magari e per ora rileggo con rinnovato piacere “Non superare le dosi consigliate”,
                mi darà forse la spinta per leggere “Scorrettissimi”.
                E chissà che non mi sorprenda in positivo e leggerezza diderottiana da nipote di Rameau 😋😎

                Riguardo al Micio Milo t’aspetterà ancora un poco, credo, sono in convalescenza emotiva.

                Ciao😀
                Ros

                ps.Paniscus e l’altri,

                c’è pure la Mastracola nel paniere:
                https://www.ibs.it/manifesto-del-libero-pensiero-ebook-paola-mastrocola-luca-ricolfi/e/9788834610121

                e il troppo serioso e peso a piombo Veneziani
                https://www.ibs.it/cappa-per-critica-del-presente-ebook-marcello-veneziani/e/9788829715121

                L’ho apprezzo mah sull’attualità… 😕🤨

                Stesso discorso e stesso mare per lei, lui, ( Mastracola, Veneziani) che per la Rizzacasa .

                In tal robe mi fido solo di Guaia Sorcioni alias Guia Soncini😄

          • paniscus scrive:

            “Yasmina Pani è molto brava!”—–

            Quella contraria alle desinenze femminili per i nomi di professioni? O meglio, contraria alle desinenze femminili solo per le professioni prestigiose, perché quelle sfigate, o comunque molto comuni, se le fa andare bene!

            • Lucia scrive:

              Uh, questa non la so 😮
              Del tipo che dà ragione alla dicitura “presidente Meloni”??
              Sigh

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Lucia

                “Del tipo che dà ragione alla dicitura “presidente Meloni”??”

                Io direi, “la presidente Meloni”, come direi “lo scrivente/la scrivente”. Direi anche “la studente”, se non si fosse radicata la forma “studentessa”, non so bene perché. E direi anche “avvocata” o “sindaca”.

                Il problema me lo pongo con “assessore” che a Firenze almeno al femminile è “assessora”, dove “-ore” non è una “e” indefinita tipo latino “-ens” ma il maschile “-or” tipo “actor”, per cui dovrebbe diventrare “-rice”, ma non è pronunciabile. Un commentatore anni fa propose qui un etimologicamente corretto ma bizzarro “asseditrice”.

              • roberto scrive:

                Miguel

                “Io direi, “la presidente Meloni”,”

                e sbaglieresti perché la Meloni vuole essere chiamata “il presidente del consiglio” proprio così…al maschile.
                fra l’altro nel protocollo della presidenza del consiglio viene definita “il signor presidente del Consiglio” e così ci si rivolge a lei nelle occasioni ufficiali

                (esempio)
                https://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/ministro/18-01-2023/inaugurato-lottavo-corso-concorso-sna-dirigenti-pubblici

                tra l’altro ne approfitto per ricordare che su queste pagine è stata ampiamente perculata la boldrini perché voleva essere chiamata “la presidente della camera”…io qualcosa al signor presidente del consiglio la direi, nevvero moi?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “e sbaglieresti perché la Meloni vuole essere chiamata “il presidente del consiglio”

                Sì mi ricordo. Hai letto qualche giustificazione della cosa? Cioè capisco le critiche a frasi tipo “le deputate e i deputati sono invitate e invitati ad aprirsi alle problematiche delle immigrate e degli immigrati”, ma perché la persona (femmina) che “si siede” davanti agli altri deve essere “il” presidente?

              • Peucezio scrive:

                Vale il ruolo.
                Ma nel suo caso credo l’abbia fatto per anticonformismo, per contrapposizione.
                Se lo fosse diventata vent’anni fa, senza la mania delle desinenze e dei generi grammaticali, probabilmente la cosa le sarebbe risultata indifferente e non si sarebbe posta il problema di specificarlo.

              • Roberto scrive:

                Miguel,

                Come dice Peucezio per la Meloni è semplice voglia di fare l’opposto dell’odiata sinistra (che se avesse detto la pasta al pomodoro è buona la destra mangerebbe solo grilli)
                Per il protocollo della presidenza del consiglio credo che sua appunto semplicemente la funzione e la Meloni che non ha detto niente

              • Lucia scrive:

                “la Meloni vuole essere chiamata “il presidente del consiglio” proprio così…al maschile.”

                Sì scusate io questo intendevo, in effetti non ho pensato che si può dire anche LA presidente (io direi presidentessa).

                Della Pani apprezzo molto:
                i video sulla scuola (agghiacciante quello sui concorsi per diventare insegnanti in materie umanistiche) e come si tenta di “far amare” ai fanciulli determinate materie – fallendo miseramente, dacché si propongono minchiate (si spera anzi che gli studenti abbiano la lucidità di non prenderle sul serio);
                sulla deriva mediatica-istituzionale delle questioni di genere, tipo il video postato da Moi;
                per quanto riguarda le questioni linguistiche, non sapevo la storia dei nomi di lavoro al maschile, però trovo abbastanza ragionevole quando critica il tentativo di imporre quella “e” rovesciata, scusate non ricordo come si chiama. Soprattutto perché i cambiamenti linguistici non funzionano così.
                Che una lingua istituzionale cerchi di essere inclusiva con qualche mezzo lieve (tipo il tedesco “LeserInnen”, “StundentInnen”,..) ci può pure stare, così come in un contesto in cui ci sono dieci donne e due uomini sarebbe a mio parere bello ci si potesse rivolgere al femmile senza risolini verso i maschi “devirilizzati”. Però ammetto che a me verrebbe, in quel contesto, naturale usare il maschile.

                Ah, e non c’è di che Roberto.

              • Roberto scrive:

                Lucia

                “LeserInnen”

                Che è quello che fanno anche in francese con l’orripilante ortografia inclusiva (étudiant•e•s) che a parte che fa sanguinare gli occhi, si scontra con un problema radicale: come cavolo le leggo quelle parole storpiate?

              • paniscus scrive:

                Se si parla di quella scemenza clamorosa che è la shwa, sono d’accordo anche con la Pani.

                Io parlavo solo delle flessioni femminili dei nomi di professione o di ruolo pubblico, quando hanno forme perfettamente plausibili. E in particolare, mi fa specie il fatto che siano messe in discussione solo per professioni di alto livello o ruoli di rappresentanza prestigiosi, NON per quelli ordinari e/o “umili”.

                Quello che non capisco è per quale motivo si debba avversare il termine “ingegnera” quando troviamo normalissima l’ “infermiera”, o si debba storcere il naso davanti alla “notaia”, quando invece l’ “operaia” o la “fioraia” ce le facciamo andare bene da secoli. Tutto qui.

                E la storia secondo cui si fa così per affermare che “la cosa più importante è il ruolo e non la persona”, mi convince ancora meno. Sarebbe sensata se quel modo di indicare il ruolo fosse veramente neutrale e senza alcun riferimento al genere, ma non è così. Che piaccia o no, l’espressione “il presidente” o “il direttore” o simili, non è neutra, è esplicitamente maschile.

                Per quale motivo, se quel ruolo lo occupa un uomo, deve essere normalmente chiamato con un termine maschile (cioè, che sarebbe comunque adatto a lui, senza anomalia), mentre se lo occupa una donna deve adattarsi a una vera e propria dissonanza (o addirittura, essere orgogliosa di quella dissonanza, come se fosse un attestato di vera parità, quando invece è il contrario)…

                …è questo che non mi torna.

              • paniscus scrive:

                Lucia: “in effetti non ho pensato che si può dire anche LA presidente (io direi presidentessa).”
                ———-

                E perché mai, presidentessa? Tu dici “la commerciantessa” o “l’insegnantessa”? 🙂

                C’è un’artista che tempo fa si faceva chiamare “cantantessa”, ma quella lo faceva per ironia…

              • Miguel Martinez scrive:

                per paniscus

                “C’è un’artista che tempo fa si faceva chiamare “cantantessa”, ma quella lo faceva per ironia…”

                Mi ricorda l'”articolessa”. https://www.treccani.it/vocabolario/articolessa/

                Mi hai fatto venire in mente “professore/professoressa”, mi sembra analogo ad “assessore”, si potrebbe dire “assessoressa”? Forse sono semplicemente troppe “s”. Infatti in spagnolo si dice “Profesora”.

              • Peucezio scrive:

                Vabbè, ma non è che c’è il limite delle ‘s’.
                Come diceva Totò: abbondiamo, se no ci dicono che siamo provinciali!

              • Lucia scrive:

                Roberto,
                “come cavolo le leggo quelle parole storpiate?”
                In tedesco l’ho sentito oggi alla radio: dicendo StudentInnen la giornalista ha pronunciato la T leggermente più dura e ha fatto poi una brevissima pausa fra “ent” e “innen”
                Paniscus,
                “perché mai, presidentessa? Tu dici “la commerciantessa” o “l’insegnantessa”? ”
                Boh, io non ho problemi ad usare la presidente anziché presidentessa (cercando nel sito dell’accademia della crusca sembra che in effetti oggidì si utilizzi presidente mentre presidentessa è antiquato), però non capisco proprio lo stupore. La parola presidentessa esiste, si trova nei dizionari, e ci sono tante parole simili come studentessa o dottoressa. Quindi non ha proprio senso accostarlo ad una parola inventata come cantantessa. Ma non vi preoccupate, da oggi utilizzo presidente con l’articolo maschile o femminile 🙂

                “Io parlavo solo delle flessioni femminili dei nomi di professione o di ruolo pubblico, quando hanno forme perfettamente plausibili.”
                Sì, chiaro questa è una fesseria.

              • paniscus scrive:

                Lucia:

                “però non capisco proprio lo stupore. La parola presidentessa esiste, si trova nei dizionari, e ci sono tante parole simili come studentessa o dottoressa. Quindi non ha proprio senso accostarlo ad una parola inventata come cantantessa. ”
                ——-

                Ma quindi il problema starebbe solo nel fatto che una parola sta già sui dizionari mentre un’altra no? (o almeno, su ALCUNI dizionari, altri no, e come si fa a stabilire quale è valido e quale no?)

                Cioè, “presidentessa” va bene perché è una parola normale e già esistente, mentre “cantantessa” non è una parola esistente ma INVENTATA?

                Ma anche la parola “presidentessa” è stata inventata, qualche decennio fa, prima ancora non c’era…

              • Lucia scrive:

                Scusa Paniscus, sarà sicuramente un limite mio ma non ti seguo più. Credevo che il problema fosse utilizzare articoli, pronomi o desinenze a mentula canis. Quindi sì, petaloso, cantantessa, lo schwa o il presidente Meloni sono un problema non nel senso di terrore e traggedia bensì nel senso che non vorrei usarli e non vorrei fossero imposti. Poi ognunə faccia come meglio creda 🙂

              • Roberto scrive:

                Lucia

                “In tedesco l’ho sentito oggi alla radio: dicendo StudentInnen la giornalista ha pronunciato la T leggermente più dura e ha fatto poi una brevissima pausa fra “ent” e “innen””

                Interessante ma…accidenti….comunque in francese proprio non saprei come fare a leggere

              • Roberto scrive:

                Paniscus

                “Ma quindi il problema starebbe solo nel fatto che una parola sta già sui dizionari mentre un’altra no? ”

                Se togli “solo” siamo d’accordo, contando che i dizionari non sono caduti dall’Olimpo ma riflettono la lingua che si parla (ed infatti non c’è petaloso e nemmeno asseditrice)

                Poi per carità tra 5 anni tutti diranno “l’asseditrice ha fatto un discorso petaloso” e ci ritroviamo tutto nei dizionari

              • paniscus scrive:

                per Roberto:

                “Se togli “solo” siamo d’accordo, contando che i dizionari non sono caduti dall’Olimpo ma riflettono la lingua che si parla (ed infatti non c’è petaloso e nemmeno asseditrice)”——

                Ok, ma se si parte dal presupposto che una “nuova” parola non si dovrebbe usare fino a che non è diffusamente attestata nei dizionari, allora non se ne esce più,

                perché è evidente che per il dizionario il criterio è quello opposto, cioè i redattori e i revisori di dizionari inseriscono una nuova parola quando si constata che è di fatto è già diffusa nella pratica.

                E se dovesse restare la regola che non si deve usare una parola finché non abbiamo la certificazione (sancita da un dizionario) che sia GIA’ diffusa, come fa a diffondersi, e ad essere inserita nei dizionari?

                Oltretutto, per la maggior parte dei nomi di professione, il problema non si pone proprio, perché non si tratta di “parole inventate”, ma di normali varianti di desinenza di parole che esistevano già,

                ma che in passato non avevano il femminile perché non era mai capitato di doverlo usare, non esistendo professioniste donne in quella categoria.

                La parola era potenzialmente già esistente, era grammaticalmente e foneticamente pronta per essere coniata in modo del tutto naturale, ma non si usava nella pratica, perché non esisteva la cosa o la persona da essa rappresentata. Appena questa è esistita, è diventata legittima (e necessaria) anche la parola, con flessione “naturale” e già molto nota in altri contesti, quindi non certo INVENTATA.

                Non è che quando hanno cominciato a diffondersi le donne laureate in ingegneria, si è inventata dal nulla una parola strana, tipo, che so, “teknofemina”: si è presa la parola al maschile che esisteva già (ingegnere), si è osservato che ce ne sono tante del tutto analoghe, con il femminile già diffuso, tipo infermiere/infermiera o cameriere/cameriera, e si è fatto lo stesso passaggio. Quindi la parola non è “inventata”, si è semplicemente palesata ma era già assolutamente pronta per l’uso anche prima.

                Mi viene in mente un paragone con la tabella di Mendeleev e con gli elementi che sono stati osservati solo in tempi successivi, ma per i quali esisteva già una casella vuota già pronta, con tutte le caratteristiche già prevedibili: non è che il nuovo elemento sia stato “inventato”, è solo diventato visibile e studiabile, ma il suo posto legittimo ce l’aveva già!

            • PinoMamet scrive:

              Scopro della sua esistenza grazie a questo blog, però ho letto il sito linkato da Ros e mi pare dica cose molte ragionevoli su Leopardi, o meglio sul modo in cui (non) è studiato a scuola.

              • Moi scrive:

                @ PINO

                Leopardi, che io sappia, è stato assieme a Dante tra i pochi profondi conoscitori della lingua Ebraica fra i più “Fatti a Scuola” della letteratura Italiana …

              • PinoMamet scrive:

                Sì, è vero;
                purtroppo a scuola si leggono tre cose in croce e si fa finta di far critica letteraria ripetendo la fola delle “tre” o “quattro fasi del pessimismo leopardiano”;

                ma è un problema generale: la classe di concorso di chi insegna italiano richiede conosce troppo vaste e irraggiungibili da chi abbia appena concluso l’0università: gli si chiede di sapersi destreggiare tra la mitologia sumera e Sibilla Aleramo passando per il Barocco e il formalismo russo…

                ovvio che, a parte la tesi di laurea e un paio di bei monografici, si finisca per memorizzare solo formulette, che verranno ripetute pedissequamente e, peggio, richieste paro paro agli studenti.

                la classe di concorso andrebbe spezzettata;

                ma sopratutto andrebbe cambiato il modo di insegnare…
                ma sarebbe un discorso lungo e neppure io ho le idee chiare.

            • roberto scrive:

              paniscus e altri

              “Quella contraria alle desinenze femminili per i nomi di professioni?”

              scopro il personaggio oggi grazie a ros.
              devo dire che la trovo molto interessante, ma mi incuriosisce questa reazione, molto comune al giorno d’oggi: prendere una cosa qualsiasi per ridicolizzare una qualsiasi persona.
              eppure dovrebbe essere chiaro che non esistono persone perfette, non ci sono idoli, tutti ogni tanto dicono una cazzata…facevo qualche tempo fa l’esempio di barbero: il fatto che è un po’ ciuccio per quello che riguarda le istituzioni UE e per di più ne parla in pubblico senza rendersi conto della propia ciucciaccine, non ne fa, ai miei occhi, un personaggio inviso, anzi, continuo ad ascoltarlo con interesse e piacere (giusto faccio un po’ più attenzione)

              • Ros scrive:

                @roberto “…scopro il personaggio oggi grazie a ros.
                devo dire che la trovo molto interessante…”

                Vi riferite a Yasmina Pani?
                E’ Lucia che è stata a sdoganarla, in merito all’articolo di VanityFair credo, postato prima da Moi, sono innocente! Puro siccome un angiolo mammà mi fece.
                Pigliatevela con lei😀

                Lucia scrive:
                17/11/2023 alle 10:10 pm
                “Yasmina Pani è molto brava!”

              • roberto scrive:

                e allora grazie a lucia!

  86. Moi scrive:

    A proposito di Stramberie del Medio Oriente 🙂 :

    https://www.leggo.it/esteri/news/nilo_rosso_piaga_egitto_spiegazione_oggi_16_11_2023-7759928.html

    il Nilo torna rosso come ai Vecchi Tempi 🙂

  87. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Michael Ende fa breccia nel dibattito pubblico Italiano … purtroppo NON in materia di antichi anfiteatri ove far giocare i bambini ! 🙂

    https://www.valledaostaglocal.it/2023/11/16/leggi-notizia/argomenti/ultimora/articolo/atreju-fiorello-ironizza-su-schlein-lha-cercato-su-google-maps-e.html

    Atreju, Fiorello ironizza su Schlein: “L’ha cercato su Google Maps e…”

  88. Fuzzy scrive:

    L’aeronautica israeliana ha iniziato ad operare fino a 40 km di distanza all’interno del Libano. I membri del governo ora parlano apertamente della necessità che l’esercito israeliano si rivolga a Hezbollah una volta che Hamas sarà stato “annientato”.

    Ovviamente la Casa Bianca cerca di evitare questo scivolamento verso una guerra regionale totale, ma i fronti libanese e iracheno si stanno surriscaldando: domenica i movimenti iracheni hanno nuovamente lanciato missili contro la base americana di Shaddadi.

    Della serie
    «Se ci sono due o più modi di fare una cosa,
    e uno di questi modi può condurre a una catastrofe,
    allora qualcuno la farà in quel modo.»

  89. Fuzzy scrive:

    L’intelligenza artificiale è uno strumento al servizio del Super-organismo.
    Potrebbe essere prima di tutto strumentalizzata per fini militari o al servizio dei miliardari.
    Non farà altro che peggiorare la nostra situazione.
    https://youtu.be/zY29LjWYHIo?feature=shared

  90. Moi scrive:

    Giovani morti ammazzati : né Palestinesi, né Israeliani … né Russi, né Ucraini.

    Panamá : due attivisti di Ultima Generazione sono stati uccisi a fucilate da un “Gringo”
    77enne

    https://www.repubblica.it/esteri/2023/11/10/news/panama_2_ambientalisti_uccisi_da_un_automobilista_per_traffico_bloccato-420027197/

    Kenneth Darlington, ex avvocato 77 enne con precedenti penali, ha colpito durante un sit-in di protesta contro il rinnovo delle concessioni alle società minerarie per lo sfruttamento di rame

  91. Moi scrive:

    Per curiosità, l’espressione “rabbino” = tirchio è solo bolognese? A Bologna è (era? Mi riferisco fino al periodo in cui ci ho abitato, cioè 20 anni fa) talmente comune che pensavo fosse usata dappertutto

    ————–

    Credo che a Bologna OGGI sia RARA come nel resto d’ Italia … volete dei gricci , degli “Ubaldi” Mingardiani 😀 ? Gli Olandesi, ch’ i adròven “Tikkie” per pochi spicci !

    • Moi scrive:

      Tikkie è una App di microdebiti / micricrediti … popolarissima nei Paesi Bassi.

      • Roberto scrive:

        Si ne abbiamo anche una qui in Lussemburgo, si chiama payconiq

        Davvero comodissima

        • Roberto scrive:

          Ma non capisco il legame con la tirchiaggine…

          • Miguel Martinez scrive:

            Per roberto

            “Ma non capisco il legame con la tirchiaggine…”

            hai letto Slezkine? Certo, parla della Russia, ma il meccanismo è plausibile.

            Con le persone che frequenti tutti i giorni o con cui sei parente, hai un legame che richiede un ampio margine di gratuità. Io aiuto mio cugino nel momento di bisogno, sperando che lui aiuti me quando sono nei guai; aiuto mio nonno senza aspettarmi niente da lui, ma sperando che quando sarò nonno, qualcun altro aiuterà me.

            Appartenere a una comunità diversa, con tanto di divieti incrociati di matrimonio e di condivisione di cibo, rende questo tipo di flusso impossibile.

            Per cui – ai tempi andati – l’ebreo al cristiano non dava nulla a gratis, ma non si aspettava nemmeno nulla dal cristiano che non fosse scritto in un contratto.

            Quindi sembrava “tirchio”. Mentre magari all’interno della comunità ebraica vigevano le stesse regole di reciproco aiuto tipiche della comunità cristiana.

            • Roberto scrive:

              Ok Miguel

              Ma moi diceva che l’applicazione tikkie (che serve a mandarsi anche pochi spicci) è una cosa da tirchi e non capisco perché

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Ma moi diceva che l’applicazione tikkie (che serve a mandarsi anche pochi spicci) è una cosa da tirchi e non capisco perché”

                Scusa, mi ero perso!

            • PinoMamet scrive:

              Non l’ho capito, però propongo di sviluppare l’applicazione Tirkie, che quando stai per acquistare qualcosa ti chiede “ma ne hai davvero bisogno? E che te ne fai? Guarda che devi ancora pagare il bollo della macchina! Se aspetti due mesi poi magari questa cosa la trovi che costa meno…”

            • paniscus scrive:

              Io credo che l’associazione “ebrei uguale tirchi” sia derivata dal fatto che nei secoli passati, almeno nello stato pontificio ma probabilmente anche in altre regioni, era vietato ai cristiani di fare il mestiere di cambiavalute o di banco di prestiti a interesse, per cui gli ebrei (che erano l’unica minoranza non cristiana significativa) si erano ricavati quella “nicchia ecologica” in cui potevano muoversi liberamente.

              • roberto scrive:

                si penso anche io che sia così

              • Peucezio scrive:

                Ancora con ‘sta storia degli ebrei banchieri perché i cristiani così colà…
                E durante la cattività babilonese come mai gestivano già i soldi? Lo dice Liverani, mica Blondet…

                Questo voler ridurre l’indole alla contingenza…

                Una cultura come quella ebraica, formalista, razionalista, cerebrale, è una cultura del controllo.
                E come tale è portata all’avarizia, che è una forma di controllo.

              • PinoMamet scrive:

                Beh, la cattività babilonese è finita al tempo di Ciro il Grande.

                Mi parrebbe un po’ strano che un gruppo umano abbia mantenuto le stesse caratteristiche per tutto questo tempo 😉

                Io penso che gli italiani siano radicalmente cambiati dopo la Seconda Guerra Mondiale, pensa te…
                e credo che i francesi siano nati con Napoleone, ma più probabilmente con Napoleone Terzo .

                ma non divaghiamo:
                l’unica cosa che hanno in comune gli ebrei di oggi (ciooè dell’altro ieri… gli ebrei di oggi sono almeno per metà gli ebrei israeliani, che sono una cosa molto diversa ancora…)

                e quelli del tempo di Ciro sia l’essere “in esilio”, e quindi doversi ritagliare una nicchia in quello che oggi chiameremmo “il terziario” o “la speculazione finanziaria”.

                Non certo il razionalismo e la cerebralità…

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                “Mi parrebbe un po’ strano che un gruppo umano abbia mantenuto le stesse caratteristiche per tutto questo tempo 😉”

                Ma gli ebrei non sono un gruppo umano, sono un’entità metastorica.
                Possibile che ci leggiamo da anni e non riesco a fartelo capire?

              • PinoMamet scrive:

                Sarà che io frequento persone, e non entità metastoriche…

              • Peucezio scrive:

                Però ai tempi dei babilonesi non c’eri.

                Comunque, per quanto strano possa sembrare, anch’io frequento persone. 😀

              • PinoMamet scrive:

                Guarda, te lo dico sinceramente: io proprio non capisco cosa sia un’entità metastorica.

                Ho molti dubbi nei riguardi dei concetti che non possono essere spiegati con una frase semplice e (cir)concisa 😉

                Me lo spieghi una volta per tutte?

                Guarda, potrei anche chiederti “perché gli ebrei sì, e i cinesi e gli zulù no?”

                ma nella domanda è già contenuta anche la mia perplessità:
                gli ebrei sono un’entità metastorica- qualunque cosa sia- perché qualcuno ce li vuole vedere .

                Nessuno ha mai creato, in Occidente, un complottismo sugli zulù o sui cinesi, perché in Occidente non c’erano abbastanza zulù o cinesi per farlo.

                Mentre gli ebrei c’erano, ed erano convenientemente diversi.

                ma questo ci dice qualcosa dell’Europa, non degli ebrei, e tantomeno del loro status di “entità metastorica”…

    • Peucezio scrive:

      Moi,
      “Per curiosità, l’espressione “rabbino” = tirchio è solo bolognese? A Bologna è (era? Mi riferisco fino al periodo in cui ci ho abitato, cioè 20 anni fa) talmente comune che pensavo fosse usata dappertutto”

      A Milano l’ho sempre sentito.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Per curiosità, l’espressione “rabbino” = tirchio è solo bolognese?”

      Credo di averla sentita a Roma, molti anni fa

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ moi

      “rabbino”

      A Genova “rabbino=tirchio” la sentivo ancora quando andavo al liceo, decenni fa 😞

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Moi scrive:

        Credevo andaste fieri della vostra (!) parsimonia, senza scomodarne di altrui … a Genova 😉 !

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ moi

          “parsimonia”

          Gli Ebrei ebbero un trattamento decisamente di favore a Genova rispetto al resto d’Italia – almeno finché la Superba non finì nell’orbita Spagnola. Il primo documento che ne garantisce i diritti risale a Teodorico. Il problema che ebbe la Superba cogli Ebrei fu il riuscire a fare pagare loro le tasse; la cosa fu risolta con un massiccio coinvolgimento degli Ebrei più ricchi nell’amministrazione, tanto che appunto un ufficiale Genovese in Corsica era Abramo Israel.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ moi & paniscus

            La proibizione religiosa dell’usura a Genova fu largamente ignorata, tanto che qui nacque il Banco di San Giorgio. Questo può aiutare a spiegare l’assenza di una tradizione Genovese di antisemitismo. Quando invece il Papà impose una decima ingiusta che la Superba logicamente non volle pagare, fu minacciato con successo (nel Trecento!) uno scisma: e il Papa ritirò la richiesta.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “https://www.ilpost.it/2023/11/17/unione-europea-divieto-esportazioni-rifiuti-plastica/”

      Ecco, queste sono le cose che mi rendono europeeggiante, con parecchi tentennamenti

    • PinoMamet scrive:

      Lo so che suona brutto dirlo (ma NON è offensivo!) ma il problema degli aspiranti transgender è nella loro mente, non nei loro genitali, che di solito funzionano benissimo per lo scopo che gli assegnato la natura…

      e invece di costosi e soprattutto dolorosi interventi fisici, che comunque non li renderanno mai identici in tutto al sesso “desiderato”, avrebbero bisogno di un serio aiuto psicologico o psichiatrico.

      L’idea che si possa essere “nati nel corpo sbagliato”- anziché “identificarsi con il sesso opposto per una serie di problematiche probabilmente sviluppatesi nell’infanzia”- mi sembra un dogma indimostrabile, ma che bisogna accettare per forza, a costo di mutilare migliaia di sfortunati…

      • mirkhond scrive:

        Concordo con Pino.

      • Moi scrive:

        Discorso ragionevole … basta NON illudersi “quadrimensionalmente” [cit.] di suonare “Sinistrorsi” , però ! 😉

      • Lucia scrive:

        A me viene il magone a pensare che, con tutto quello che il sistema sanitario paga (giustissimamente!) per controlli e medicinali, sport per i bambini (e anche meno bambini..almeno qui in Germania), poi una persona possa scientemente abusare così del proprio corpom con interventi e ormoni.
        Mentre invece una cultura queer sana dovrebbe portare avanti il discorso che non c’è corpo sbagliato per un determinato atteggiamento (certo considerando la nocività di dipendenze da alcol nicotina zuccheri droghe pesanti etc) e che se a un penedotato piace mettersi la gonna e il rossetto, faccia pure senza paura, non deve per questo operarsi santiddio.

        • Moi scrive:

          … è un milieu culturale in continuo fermento, in continua evoluzione, a volte mi sembra di scorgere (spero in modo non troppo complottista …) quasi una “obsolescenza” programmata !

        • PinoMamet scrive:

          Se un penedotato vuole mettersi gonna e rossetto, a me può sembrare simpatico, strambo, creativo, ma soprattutto…
          chissenefrega di quello che sembra a me, contento lui contenti tutti.

          Quando invece per sentirsi bene occorre operare trasformazioni dolorose e irreversibili sul proprio corpo, beh, penso che lì ci sia proprio qualcosa che non va e occorra fermarsi e riflettere.

          Vale per i/le trans, che sono il caso più comune, ma anche per quei tizi di cui ogni tanto capita di leggere, che si operano per assomigliare al personaggio famoso (di solito con risultati catastrofici) o per diventare “alieni”, “transumani” eccetera.

          • Moi scrive:

            diventare “alieni”, “transumani” eccetera.

            —————

            Sì, ne ho visto qualcuno … davvero impressionanti , spesso si fanno la “mudéffica” 😉 corporale con “animal features”, tipo particolari dentature, orecchie, nasi , lenti a contatto fisse , tipo l’ occhio completamente nero anche nel bianco o l’ occhio giallo-verde con pupilla a fessura da rettile, inserti di bozze sottocutanee, ecc …

            NON mi sorprende che alcuni personaggi appaiano “taggati” con “Why The Western World Needs Islam !” Quel che è peggio , è NON riuscire a dargli torto 😀 😀

          • Ros scrive:

            @PinoMamet: “…Quando invece per sentirsi bene occorre operare trasformazioni dolorose e irreversibili sul proprio corpo, beh, penso che lì ci sia proprio qualcosa che non va e occorra fermarsi e riflettere…”

            Pare che il sacrosanto fenomeno progressista dei Diritti e Minoranze sembri andare iconograficamente a mo’ di gambero.

            Che sembri a volte un ritorno alle tante tribù ancestrali
            (aurignaciano-maddaleniano) d’atavica memoria, ognuna con le sue archetipiche e caratterizzanti iniziazioni-mutilazioni, il suo simbolico aspetto che deve “vessillare” il Clan e le GERARCHIE preposte.

            Rivestirne le funzioni (le Caste?) i GRADI.

            Da un corpo libero individuo-individuale che può
            – e deve – tranquillamente essere aperto e anonimo per un destino ignoto,
            a un corpo che diviene ineliminabile e FINITA dichiarazione fisica di IDENTITA’ di GRUPPO (Setta?) e, o, IDEA.

            Di “giuramento”.
            Fede, laica o religiosa che poi nei fatti sia.

            Torniamo, pare, alle enclave , orde, chefferie: tribù dei colli lunghi, donne giraffa dei Kayan Lahwi, dei Nez Percés, Mursi africani dai palati deformati…

            https://www.bing.com/images/search?q=body+art+come+identificazione+tribale%2c+sociale%2c+di+gruppo&qpvt=Body+Art+come+identificazione+tribale%2c+sociale%2c+di+gruppo&form=IGRE&first=1

            Tramite scarificazioni, tatuaggi, mutilazioni, iniziazioni…

            “Body Art” estreme da cui l’apostasia è impossibile e indietro non si torna. A
            ttis e Galli, Coribanti di Cibele nel “Dies sanguinis” (ne avevamo già parlato)

            Vedi: Bruno Bettelheim “Ferite simboliche: un’interpretazione psicoanalitica dei riti puberali”

            https://www.bossy.it/la-rivolta-dei-corpi-il-valore-sociale-della-body-art.html

            “Murtadd”!!! a provarci.
            Stratificazione e differenziazione sociale-tribale, disuguaglianze e gerarchie ataviche nei gruppi umani.
            Da:
            https://www.liberopensiero.eu/30/04/2020/cultura/body-art-corpo-come-espressione-di-se/
            a il corpo come espressione funzionale e “vessillare” del gruppo
            https://www.kainowska.com/sito/fedeli-alla-linea/

              • Ros scrive:

                https://www.ibs.it/ferite-simboliche-interpretazione-psicoanalitica-dei-libro-bruno-bettelheim/e/9788887939873

                Non c’entra vabbe’,
                ma è bellissimo il suo classico:
                “Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe”😀😀😀

              • Ros scrive:

                “Io sono convinto che tutti gli uomini condividono certi sentimenti, certi desideri, certe angosce che sono comuni non soltanto alle varie tribù preletterate (come pure ai bambini, agli adulti psicotici e ai primitivi), ma a tutti noi.

                Sia la pratica della psicoanalisi sia il lavoro con gli schizofrenici, tutti appartenenti alla società occidentale contemporanea, mi hanno convinto che si può e si deve effettivamente scoprire le medesime tendenze in tutti gli uomini.

                Mentre nei bambini e in alcuni schizofrenici sono più facilmente visibili, esse possono essere accuratamente nascoste negli adulti “normali” del mondo occidentale.

                Lungi dal voler stabilire un parallelo fra gli uomini primitivi (preletterati o altro) e i giovani schizofrenici,

                ho cercato di mostrare fino a che punto i desideri primitivi di tutti gli uomini siano analoghi,

                E questo è più manifesto fra gli adolescenti schizofrenici (che hanno opposto un radicale rifiuto all’adattamento in seno alla società occidentale contemporanea con le sue particolari esigenze) e coloro i quali non hanno mai dovuto porsi il problema di rifiutare simili esigenze, dato il loro comportamento concordante con quelle della società in cui vivono.” (Bruno Bettelheim).

            • Ros scrive:

              https://www.youtube.com/watch?v=lN4gVDbYrog
              “The Warriors”.

              Sembrerebbe il contrario dello Statalismo forte e uniformemente. laico agognato dal nostro Andrea Di Vita😎

              o, chissà? Avremo entrambe le Vie a piacere😎

              Il I° per la gente “BENE” l’Elysium marziano o chissà dove di Elon Musk
              per Grazia di chi può⚜.

              La seconda via alternativa:
              una TAZ (Temporary Autonomous Zone) senza la T ☠☢☣⚠

              Dove sei libero d’arrangiarti, conciarti, inselvatichirti, insettarti e ammazzare e farti ammazzare come meglio t’aggrada.

              Mad Max…

              La “Manhattan lager”, ma riserva in larga scala di “1997: Fuga da New York”.
              per i sovrannumero, disadattati, superflui, outsider eccentrici, ecceterei.
              Lasciati fuori dal recinto della limitata “Zona Residenziale Protetta”.

              Non sembra neanche tanto fantascienza😉😎 ormai, sembra pane quotidiano di tante Megalopoli del III° mondo

              Paul Theroux ha descritto un mondo assai simile nel romanzo “O-Zone” (1986).

              Ma anche Houellebecq in “La possibilità di un’isola”:
              “…Daniel (Daniel1) e Daniel24 vivono in epoche molto differenti, ma condividono gli stessi geni…
              …Daniel24 è un suo lontano discendente, ed è un NEOUMANO, il frutto di un’avanzata biotecnologia che ha reso possibile la creazione di copie quasi conformi di una persona, ottenendo per i pochi eletti una parvenza di immortalità, mentre il resto dell’umanità è regredito a una condizione animalesca, e tribale propiziata da una serie di conflitti e crisi ecologiche devastanti…”

          • Lucia scrive:

            Però il mio è un giudizio di pancia, mi rendo conto che dovrei informarmi un po’ su come la disforia di genere sia stata riconosciuta dal consesso medico e come/se le terapie conseguenti – non tanto psocanalistiche ma appunto ormonali/chirurgiche – siano state incorporate dai vari “uffici” sanitari nazionali come servizi convenzionati/offerti.
            Vabbuò, buon lunedì a tutti..

  92. tomar scrive:

    Miguel: “Direi anche “la studente”, se non si fosse radicata la forma “studentessa”, non so bene perché.”
    In effetti non si sa bene perché, sarebbe come se da “lo scrivente” ricavassimo “la scriventessa”.
    Lo stesso per “poetessa”: e perché non diciamo anche “la atletessa”?
    Ho già osservato qui che le forme “la studente” e “la poeta” stanno sempre più prendendo piede (per esempio sulla rivista Internazionale sono lo standard): l’orecchio un po’ resiste, ma non ci vedo nessuna offesa alla lingua.

  93. Moi scrive:

    The real reason why the Dutch are so stingy
    The Dutch proudly count every penny, with the mobile app Tikkie their weapon of choice. Our resident expert unpicks their parsimoniousness

    https://www.telegraph.co.uk/travel/destinations/europe/netherlands/real-reason-dutch-stingy/

  94. Moi scrive:

    Dài, régaz’ , capisco NON voler peccare di “Bàias Cognitivo” , tanto “triggherante” oggidì, MA … se, ad esempio, il Caffè Sospeso è una tradizione di Napoli anziché di Milano … ci sarà un motivo, no ? 😉

    … E pensate che sia più facile “esportarla” in Spagna o in Olanda ? 😉

    PS

    “Sans généraliser, on ne peut pas penser”
    [cit.]

    Charles de Gaulle

    • Roberto scrive:

      Moi
      Se vuoi dire che gli olandesi sono patologicamente tirchi, con me sfondi una porta aperta.
      Quello che non capisco è perché secondo te una cosa che serve a pagare piccolo debito fra privati sua simbolo di tirchieria
      Io la uso in continuazione e…boh? Tipo
      “senti non ho tempo di scendere alla mensa mi prendi un panino?”
      “Certo!”
      ….
      ”quanto ti devo?”
      “4.90”
      “tieni ti mando un tikkie…pling…”

      Cosa c’è di strano?

      • Moi scrive:

        Be’, nel mondo un po’ più Mediterraneo (perfino vicino alle Alpi) ci si sdebita pure tipo : “mi hai offerto il caffè bar, ti offro la birretta al pub” … quasi come se fosse “baratto”. 😉

        • Roberto scrive:

          Moi,

          Mah…io sono molto più mediterraneo di te e non ho il minimo problema con “stavolta offro io e domani pure”, ma ci sono situazioni e situazioni, persone e persone.
          Una cosa è offrire un caffè o una colazione ad un collega, una cosa sono piccoli servizi chiesti o offerti a persone con le quali si ha meno confidenza, no?

        • Moi scrive:

          Cmq, a quanto ne so, la App “Tirkie”:-D di Pino sarebbe parecchio utile alla Working Class Statunitense !

        • Roberto scrive:

          I casi sono infiniti…è compleanno di una collega?
          Dai ragazzi, vado a comprare fiorellini e torta e poi dividiamo (tikkie tikkie ta)

          Siamo in cinque a pranzo?
          Dai belli, no problem non stiamo ad incasinare il cameriere, pago io e poi dividiamo per cinque (tikkie tikkie ta)

          C’è da comprare le magliette per allenamento per la squadra?
          Ok faccio un salto a decathlon per tutti e poi mi rimborsate (tikkie tikkie ta)

          • Moi scrive:

            Sì, certo : le cose vanno un po’ contestualizzate, ma certe culture , per ragioni credo Storiche e NON genetiche 😀 , tendono ad essere più avide / generose , anche a parità di abbondanza / carenza.

  95. Miguel Martinez scrive:

    OT

    Sono un appassionato collezionista di frammenti di discorsi catturati per caso per strada.

    Oggi sento due signori che passano e colgo solo questa frase:

    “Si è fatto dall’Islanda a Firenze a piedi”.

  96. Moi scrive:

    Yasmina Pani (non ne ho fatto il nome per evitare Ipsa 🙂 Dixit) è emersa come Anti-Murgia … Donna Vs Donna & Sarda Vs Sarda . Interessante la sua autodefinizione di Nerd, che essendo lei ancora giovane è stata de-stigmatizzata :

    “Sono sempre stata una nerd delle materie umanistiche: preferivo un libro a un cartone animato.”
    [cit.]

    https://yasminapani.it/chi-sono/

  97. Miguel Martinez scrive:

    Una curiosità…

    Io uso diversi browser, di solito Firefox, per alcuni siti Waterfox, con tutti gli adblocker e container del caso.

    Come discarica uso Edge, il browser di Bill Gates, per poste italiane che mi funziona solo lì, per un profilo per guardare Facebook e poco altro. E proprio per questo, non metto nessun tipo di estensione.

    Quindi, quando apro Edge, mi si apre una roba orrida, carica di notizie click-bait, con tre caratteristiche diverse:

    1) notizie sanguinarie di cronaca nera italiana

    2) notizie che fanno finta di riguardare la Toscana almeno nel titolo

    3) notizie tipo “scienziato americano scopre il rimedio per la calvizie!” “prestigioso economista spiega come diventare miliardario con i bitcoin”

    La cosa che mi colpisce è che le notizie di tipo 1) sembrano scelte dall’ufficio stampa della Lega: tipico titolo di oggi, “Roma Termini nella morsa delle gang degli stranieri”. Ma ce ne sono tanti.

    Ora, non credo certo che ci sia Bill Gates dietro Salvini, quindi la spiegazione deve essere il contrario: il pubblico italiano vuole demonizzare gli stranieri, quindi Edge che guadagna con clic pubblicitari, dà al pubblico italiano ciò che vuole. Come in fondo glielo dà Salvini.

    Non prendete questa come una mia presa di posizione sull’immane questione delle migrazioni planetarie, prendetela solo per ciò che ho effettivamente detto.

    • Roberto scrive:

      Miguel

      “il pubblico italiano vuole demonizzare gli stranieri”

      Beh dopo anni di giustificazioni marxiste sei arrivato a questa conclusione, meglio tardi che mai
      🙂 🙂 🙂

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Roberto

        “giustificazioni marxiste”

        …giustificazioni che rimangono valide, peraltro.

        Anche se sul lungo termine e’ chiaro che solo una massiccia immigrazione previene il declino demografico e che solo la piena integrazione dei migranti previene la loro ghettizzazione e la relativa esplosione della criminalità, sul breve termine sono solo i lavoratori dipendenti assunti in modo regolare a guadagnare da tale integrazione, perché solo tale integrazione non indebolisce la loro posizione sul mercato del lavoro.

        Tutto il mondo dei bottegai da una parte e dei lavoratori precari dall’altra vede l’afflusso di poveracci da sistemare come una diretta minaccia alla proprietà (i primi) e al proprio posto di lavoro (i secondi); tutto il padronato vuole solo un esercito di braccia di riserva a basso costo.

        E siccome viviamo in tempi in cui il lavoro dipendente in regola è sotto schiaffo, ecco che in Italia al di fuori della carità organizzata solo il sindacato si adopera per facilitare la necessaria accoglienza e regolarizzazione dei migranti.

        Ne risulta che “il popolo vuole demonizzare gli stranieri”.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Miguel Martinez scrive:

          Per ADV

          “Ne risulta che “il popolo vuole demonizzare gli stranieri”.”

          Sì, ci sta.

          • Miguel Martinez scrive:

            ““Ne risulta che “il popolo vuole demonizzare gli stranieri”.”

            Sì, ci sta.”

            Comunque aggiungerei anche l’immenso ruolo che gioca la cronaca nera.

            Viviamo in uno dei paesi oggi meno violenti del pianeta, dove persino la camorra quasi non uccide più e la violenza politica è estinta.

            Ma lo spazio che i media dedicano alla violenza è probabilmente maggiore di quarant’anni fa (alzi la mano chi ricorda la guerra di camorra che fece 1000 morti in un anno a Napoli, altroché “anni di piombo”), proprio per ragioni mediatiche primordiali: la gente non capisce il rigassificatore, ma capisce la vetrina spaccata dal delinquentello, e i media sono molto più in concorrenza tra di loro.

            E fa presa su un pubblico di anziani terrorizzati di venire aggrediti e scippati e di vedere le proprie nipotine violentate.

            E ovviamente i reati di “normale” violenza (scippi, spaccio, stupri) tendono a compierli giovani maschi sbandati, categorie dove ci sono tanti “stranieri”. E quindi quei pochi reati violenti che ci sono, sono effettivamente spesso opera di stranieri; così tanto da creare l’impressione che lo siano tutti; e che tutti gli stranieri siano pericolosi.

            Ma questo non lo considero “razzismo”.

            • roberto scrive:

              Miguel

              su questo sono quasi del tutto d’accordo, ed il quasi si riferisce a “pubblico di anziani terrorizzati”, perché secondo me fa presa su giovani, anziani, uomini, donne…un po’ tutti

            • Ros scrive:

              Miguel “…alzi la mano chi ricorda la guerra di camorra che fece 1000 morti in un anno a Napoli, altroché “anni di piombo”…

              io ti vivevo bambinetto a giocare per la strada a Bagheria, quando la guerra di mafia ne sparava un paio al giorno in Corso Umberto o corso Butera.

              Quanta sanguinolenta macelleria che abbiamo visto stesa su un laghetto rossorosso – curiosi ed eccitati – noi bambini allora😇😊

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Martinez

              “ci sta”

              Non solo.

              C’è anche l’invecchiamento della popolazione. Molti anziani che spesso vivono da soli e che giustamente temono di più il giovane scippatore del grande palazzinaro, che pure oggettivamente è più pericoloso. Nel palazzo dove viveva mia madre io fino a trent’anni ero il più giovane. E ancora oggi gli unici non pensionati sono due famiglie, una di ecuadoriani.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

    • Francesco scrive:

      Confermo che l’apertura di Edge scatena l’inferno, cosa peraltro confermata se accendo la televisione generalista per sbaglio. O se mi capita di sfogliare il Corriere della Sera.

      Ma ho perso ogni speranza dalla sfida Trump-Clinton, considerando che il male che accade là poi arriva da noi (e infatti Meloni/Salvini vs Schein/Conti).

      Come diceva MT, la decadenza dell’Impero Romano iniziò a manifestarsi nell’incapacità di fare ordinaria manutenzione degli acquedotti, da noi delle strade e del traffico.

      Dovrò comprare ai figli una pressa per ricarica?

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ francesco

        “presa”

        Io ho un caricabatterie per telefonino a celle fotovoltaiche. Non si sa mai.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

      • roberto scrive:

        francesco

        “Confermo che l’apertura di Edge scatena l’inferno”

        pensa che da me è il browser per default al lavoro (ed è praticamente impossibile usarne un’altro)….però non ho nessun problema, immagino che ci sia l’iradiddio di firewalls, adblokers and so on

        • Francesco scrive:

          Sì, anche qui è “consigliato” ma se eviti la pagina iniziale e Bing te la cavi. Ma se per sbaglio passi di lì …

  98. Moi scrive:

    @ LUCIA

    Tu , per caso, lo sai che origine ha il meme di (far finta di) bere un caffè (latte) da una tazza “mug” con fare sprezzante (vagamente) ironico ? Io no, non ancora almeno …

  99. Moi scrive:

    Forse una vaga reminiscenza / emulazione dei “Caffés” Illuministi, però in versione sputtanati 😉 all’ Americana ? 🙂

  100. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Un commentatore anni fa propose qui un etimologicamente corretto ma bizzarro “asseditrice”.

    —————

    La regola, troppo raffinata per il parlante medio (uso non marcato 🙂 …) di oggi, consiste nel ricavare il Femminile NON direttamente dal Maschile BENSI’ dal verbo all’ infinito :

    “Assedere” , togli la desinenza “ere” aggiungi “itrice” = “asseditrice” ; ma ripeto : regola troppo raffinata, non la sente (quasi più nessuno) come meccanismo spontaneo (!) di codificazione grammaticale linguistica !

  101. Ros scrive:

    https://www.kainowska.com/sito/al-nostro-amato-padre-caino/
    OT, però è interessante.

    Era tanto che i slovascki bracia Kainowska non postavano più niente;
    ero preoccupato🤔😏

    …un ofiara krwi forse? 😎😁

  102. Miguel Martinez scrive:

    Sul meccanismo dei “delinquenti stranieri”, approfondisco la faccenda delle “gang di stranieri” alla Stazione Termini.

    Da una fonte non sospetta, nel senso che è ultraxenofoba:

    https://voxnews.info/2023/11/19/stazione-termini-passanti-accoltellati-da-gang-di-stranieri/

    La gang esiste, è cattivissima, solo per fregarti un cellulare ti prendono pure a coltellate, pare che siano “africani”.

    E’ anche vero che sarebbero in tre, e che in tre rapine hanno attaccato una volta un egiziano, una volta un bengalese e una volta un non meglio precisato “studente”.

  103. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi e Peucezio

    Quando Julius Evola mandava via i suoi discepoli, perché doveva vedere le Bluebell Girls alla televisione:

    https://www.ilgiornale.it/news/paralisi-gambe-evola-si-rialz-e-barone-divenne-socievole-e-2242574.html

    https://youtu.be/3kXw5r6Ul_A?feature=shared

  104. Peucezio scrive:

    Che ne pensate della vittoria di Milei in Argentina?

    https://www.corriere.it/esteri/23_novembre_20/privatizzazioni-tappeto-proteste-argentina-il-trionfo-milei-6e61823e-87a2-11ee-a0e2-1e188114736c.shtml

    A me non mi convince, anzi, temo sia una sciagura.
    Intanto correrà subito a leccare il culo a USA e Israele.
    Il Trump dei miei coglioni, leccaculo di quel comunista di Biden.

    Ma a parte quello io ho molta simpatia per il libertarismo, ma dove meno mi convince è sul piano economico, soprattutto in un contesto di paesi poveri.

    Nei paesi ricchi si sta bene e semmai si pagano troppe tasse: si sta bene malgrado lo stato.
    Ma in quelli poveri lo stato sociale è un sia pure minimo argine alla povertà assoluta, alla crescita senza freni delle diseguaglianze.

    No, in quei paesi francamente preferisco un sistema anche comunista estremo.
    D’altronde in America Latina la destra ha sempre fatto danni, ha sempre svenduto le ricchezze agli yankee.

    • PinoMamet scrive:

      Io l’ho conosciuto tipo un mesetto fa, quando saltò all’onore delle cronache per una battutaccia a sfondo sessuale in un programma televisivo, piuttosto squallida.

      L’ho visto, con la sua pettinatura improbabile, i suoi slogan d’accatto e la sua visione economica da Reagan ubriaco, e ho pensato: “Guarda che coglione! Per fortuna gli argentini gli daranno al massimo il 2%, a uno così…”

      • Peucezio scrive:

        Sarebbero da indagare le ragioni del suo successo…
        Poi magari riesce a fare bene. Io sono molto scettico…

        • Francesco scrive:

          Forse la storia economica dell’Argentina degli ultimi 100 anni?

          E perchè non leggete il Manifesto e Avvenire, che vi fareste una utile cultura?

          Male, molto male.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Peucezio

      “Milei”

      Che se non era per la UE, l’euro, (e quindi Prodi, Ciampi, Monti e il PD che ci hanno tirato dentro) ora in Italia staremmo peggio dell’Argentina. Quelli sono Italiani al 60% ma senza l’Europa.

      Quando hanno finito di massacrare gli Araucani e i Mapuche sono diventati i fornitori di carne dell’Impero Britannico: una casta di proprietari terrieri ricchissimi su un mare di peones con la divisione in casta ereditata dagli Spagnoli, ma ricchi coi soldi pagati dagli Inglesi per la carne e le ferrovie costruite dagli Inglesi. Se vedete la rete ferroviaria Argentina è una immensa raggiera che fa perno sulla capitale e congiunge ad essa le più lontane province, tutto per portare la carne dalle haciendas grandi come provincie al mare e di lì a Londra e alle colonie che ne dipendevano.

      Con la crisi del ’29 prima, la seconda guerra mondiale poi, la fine dell’impero britannico, la fine degli investimenti Tedeschi che avevano cercato una sponda oltreoceano e la crescente concorrenza della carne in scatola USA l’Argentina è passata di bancarotta in bancarotta. Oggi sono già a nove.

      I superricchi sono rimasti tali e si sono mantenuti il potere a botte di clientele sulla massa dei descamisados: Peròn ha sempre dato un colpo al cerchio e uno alla botte, come il suo idolo mussolini. Risultato: uno Stato ipertrofico, clientelare e inefficiente, un nazionalismo grottesco e buffone che rima ha fatto la voce grossa col Cile per la terra del Fuoco poi si è definitivamente e meritatamente sputtanato alle Malvinas (pardon, Falkland).

      Un amico mio, provetto sciatore benestante e parlante un ottimo spagnolo, è stato a Bariloche: stazione sciistica pessima, strade sporchissime, e la gente che lo assicurava che a gettare la spazzatura per le strade erano i Cileni che arrivavano di notte scavalcando appositamente le Ande per fare dispetto all’Argentina insozzandone le strade.

      Così sono passati da un estremo all’altro, oscillando dal terrorismo alla dittatura, dal peronismo all’ultraliberismo. Mi sa che siano già passati per un tentativo di dollarizzazione dell’economia: serve a garantire il debito verso le multinazionali che si sono già prese gas e acqua in molte province, ma al costo di fare esplodere le bollette e di moltiplicare la miseria – oltre naturalmente ad affossare quel poco di industria esportatrice nazionale che si era sviluppata ai tempo dell’assoluta egemonia dell’economia dell’allevamento di bovini.

      Prima pubblicavano le foto della Thatcher con la benda sull’occhio come i pirati. Adesso eleggono un émulo della Thatcher. La ruota gira. Del resto, dopo i pasticci dei Kirchner è comprensibile.

      Da fisico, a parte una notevole scuola di fisica teorica (di cui fino a vent’anni fa nessuno avrebbe mai immaginato l’esistenza, poi è esplosa con Maldacena e altri) ricordo che sotto Peròn un Tedesco aveva annunciato al mondo che su un’isola al largo della Patagonia aveva realizzato la prima fusione nucleare controllata. Tutti a drizzare le orecchie, ma naturalmente era una millanteria. Però J. L. Borges scrive di ricordare bene gli sfottò dei suoi amici Uruguaiani, che a Buenos Ayres gli chiedevano com’era andata poi con la fusione nucleare.

      Chi pensasse che io abbia il dente avvelenato avrebbe ragione. Un mio antenato da parte di mio padre collaborò da ingegnere alla progettazione del faro di Ushuahìa, e sembra anche che abbia ucciso con un colpo d’ascia un nativo che aveva brutte intenzioni. Per me – che adoro sia Borges sia il tango sia i fumetti di Oesterheld e Breccia – l’Argentina è un po’ come l’isola che non c’è. Fa rabbia vedere che ventinove milioni di abitanti etnicamente omogenei in un territorio ricchissimo di risorse naturali vasto sette volte l’Italia non abbiano mai trovato un punto di equilibrio stabile.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Peucezio scrive:

        Andrea,
        “Che se non era per la UE, l’euro, (e quindi Prodi, Ciampi, Monti e il PD che ci hanno tirato dentro) ora in Italia staremmo peggio dell’Argentina. Quelli sono Italiani al 60% ma senza l’Europa.”

        Saremmo un paese prospero, una specie di paradiso.
        L’euro ci è stato imposto perché l’Europa doveva impoverirsi a favore degli Stati Uniti, perdere, dopo quella geopolitica e militare del ’45, anche l’autonomia e la forza economica e industriale.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ peucezio

          “paradiso”

          Io in quel ‘paradiso’ ci ho vissuto quarantadue anni.

          Ti dico solo due parole;

          MAI PIÙ

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Peucezio scrive:

            Ah, beh, ognuno ha i suoi gusti.
            Se uno, a un’Italia con meno disparità sociali, con la speranza per il futuro, con le opportunità di ascesa sociale, preferisce un’Italia di ricchi rapaci, di ceto medio che si proletarizza e di proletariato senza speranze che si immiserisce, con uno stato sociale che viene via via smantellato, una sanità che si privatizza, ecc., contento lui…
            Mi auguro per te che tu sia molto ricco.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ peucezio

              “Italia”

              Guarda che l’Italia di oggi è nello stato in cui si trova come diretta conseguenza delle caratteristiche dell’Italia pre-euro che rimpiangi.

              E per una volta non parlo come al solito dell’onnipresente e perdurante evasione fiscale.

              Mi basta ricordare i ritardi nella giustizia civile e penale, la cronica incapacità di sfruttare i finanziamenti disponibili, le lungaggini della burocrazia, la permissività dilagante e l’inciviltà diffusa nei comportamenti privati, la speculazione edilizia…anche semplicemente la densità dei graffiti su muri.

              Tutte cose che con l’euro e la UE non c’entrano nulla. Bruxelles non ci ha mai ordinato di avere l’evasione fiscale e il clientelismo e la corruzione che abbiamo. Quelle sono tutte cosa nostra (oltre che Cosa Nostra).

              L’unico difetto di UE ed euro è di costituire un capro espiatorio ideale per la nostra arretratezza, che è di molto antecedente.

              Se ti capita, riguardati il film di Luciano Salce, ‘Il bel paese’, con Paolo Villaggio che per una volta non fa il Fantozzi ma recita nel ruolo di un emigrato che vuole rimpatriare.

              Descrive bene cos’era l’Italia che rimpiangi e che ricordo fin troppo bene.

              L’euro è stata un’opportunità di migliorare, come sono migliorati Portogallo e Irlanda.

              Noi e la Grecia abbiamo preferito seguire i cialtroni, e ne paghiamo giustamente le conseguenze.

              Non c’è più molto tempo, temo, per ricuperare il tempo perduto.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Peucezio scrive:

                Portogallo e Irlanda erano poveri in canna, non potevano che migliorare.
                Noi siamo la settima potenzia industriale del mondo e ci stanno cannibalizzando.
                E ciò che dici tu mi pare implausibile.
                L’espropriazione dell’Italia è cominciata con le privatizzazioni nei primi anni ’90. A Craxi e Andreotti si può al massimo rimproverare di non essersi opposti seriamente.
                Poi è arrivata tangentopoli e ha annientato quella classe politica ancora troppo recalcitrante, per sostituirla con una completamente prona ai dettami d’oltreoceano (di cui l’Ue e l’euro, al di là delle apparenze, sono costole: non si sarebbero fatte contro lo zio Sam, che in Europa occidentale dispone e decide).
                E ormai sono passati trent’anni e passa da allora. Non si capisce in che senso i disastri continui sarebbero ancora colpa di Craxi e Andreotti.
                Anche l’allineamento filo-ucraino della Meloni, che significa costo degli idrocarburi alle stelle, è colpa di Craxi?

              • Francesco scrive:

                Caro Andrea

                scordi solo il convitato di pietra, il gorilla da 500 kg, il masso che blocca ogni via

                l’immenso debito pubblico, accumulato dal CSX in poi per non lasciare ai soli comunisti le rivendicazioni “sociali”

                e tutte le sue conseguenze, comprese quelle culturali

                vedo un perfetto concorso di colpa a tre: popolo italiano, politici DC, politici e sindacalisti rossi

              • Francesco scrive:

                >>> Non si capisce in che senso i disastri continui sarebbero ancora colpa di Craxi e Andreotti.

                Beh, basterebbe notare che i problemi risalgono a prima di Craxi, quando Andreotti era un politico tra i tanti. E’ roba vecchia, la nostra.

              • Peucezio scrive:

                Ma quelli di oggi sono altri disastri.
                A me non pare che l’Italia negli anni ’80 andasse male, anzi, mi sembra fosse un paese del bengodi.
                È oggi che va tutto a rotoli.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ peucezio & Francesco

                Rispondo insieme a entrambi perché l’argomento è unico

                “non potevano che migliorare”

                Falso. La Grecia era altrettanto povera, e mica è migliorata.

                “privatizzazioni”

                Le privatizzazioni sono state decise perché dopo la crisi del Serpente Monetario Europeo era impossibile mantenere la fiducia dei detentori dei titoli di Stato nella solvibilità dello stesso.
                Sono state fatte coi piedi -pensiamo ad Autostrade! – perché gestite per la maggior parte del tempo dai soliti noti (no, non dalla sinistra).

                L’unico caso in cui le privatizzazioni anno portato davvero un minimo di liberalizzazione del mercato è stato quello delle ‘lenzuolate’ di Bersani, quello che ha abolito la tassa di passaggio di gestore dei telefonini e ha introdotto le parafarmacie. Già quando in seguito si provò a estendere la cosa ai tassisti si scatenò una mezza rivoluzione istigata dalla destra. (Ancora oggi, del resto, basta vedere la posizione della destra sugli stabilimenti balneari).

                La sfiducia nella solvibilità dello Stato è dovuta al perdurare dello spaventoso debito pubblico: qui ha ragione Francesco.

                “CSX”

                Basta andare su Wikipedia

                https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Debitopubblico-PIL.png#/media/File:Debitopubblico-PIL.png

                Il debito pubblico (in rapporto al PIL) è stato DIMINUITO dal CSX dopo Tangentopoli. Aveva cominciato a crescere cogli ultimi governi del pentapentito prima di Tangentopoli. Dopo Tangentopoli è diminuito con i governi da D’Amato a D’Alema. E’ sistematicamente aumentato coi governi berlusconi.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Andrea Di Vita scrive:

                anno=hanno (ovviamente!)

      • habsburgicus scrive:

        Quando hanno finito di massacrare gli Araucani e i Mapuche

        che siano stati massacrati è purtroppo vero…
        ma non sono stati i cileni ?
        si mantenga il copyright dei massacri ! 😀

    • Roberto scrive:

      Peucezio

      Non ne sapevo nulla finché non ho visto quell’intervista che credo abbiamo visto tutti e mi è sembrato un pazzo. Poi la somiglianza con cetto la qualunque non giova…

      Ma insomma troppo poco per dire qualsiasi cosa.

      Noto con un sorriso che su queste pagine a fine estate era stata salutata con grande entusiasmo la notizia dell’allargamento dei BRICS in chiave bipolare e antidollaro, e adesso uno dei paesi che avevano preso parte a quell’allargamento parla di dollarizzazione della sua economia

      • Peucezio scrive:

        È questo che mi preoccupa.

        E anche se Trump si è congratulato con lui a me paiono figure opposte.
        Trump è una quinta colonna, un emissario del BRICS dentro l’Occidente.
        Nel senso che vuole l’isolazionismo, l’America agli americani e niente gendarmi del mondo, cioè esattamente ciò che vuole il BRICS.
        In effetti le faglie sono trasversali.
        Ma i personaggi rovinosi come Biden lavorano per polarizzare il mondo.

        Il guaio di questi filo-americani è che amano un’America alla Alberto Sordi, un loro costrutto.
        Loro non amano l’America, amano il servilismo, che è un’altra cosa. Il servo cerca per definizione un padrone, ma in realtà non gli frega un cazzo del padrone, ma solo di assecondare il proprio istinto servile.
        I filoamericani non capiscono un cazzo, non sanno nulla dell’America, sono sideralmente lontani dal bifolco dell’Alabama, dall’operaio del Michigan, ma anche dal jazzista nero di New York o dal programmatorre della Silicon Valley.
        È un mondo che nemmeno intuiscono. Hanno un’idera fumettistica dell’America. Sono figure caricaturali da paese coloniale.

        • Ros scrive:

          Peucezio; “…E anche se Trump si è congratulato con lui a me paiono figure opposte.
          Trump è una quinta colonna, un emissario del BRICS dentro l’Occidente.
          Nel senso che vuole l’isolazionismo, l’America agli americani e niente gendarmi del mondo, cioè esattamente ciò che vuole il BRICS..”

          Ora, Peucezio, non mi fare l’ingenuo;
          Trump vuole il consenso come tutti gli altri, e dice quello che gli e lo può dare a seconda di come tira il vento😀
          Cambierebbe idee e propositi – se mai ne ha – in un nanosecondo come qualsiasi altra banderuola politica.

          Poi è vero che è (o pare) appoggiato da gente di un certo “peso” che vorrebbe per propria convenienza quel che tu dici…
          e dalla massa popolare stanca delle fregnette woke e radical chic, anche.

          …ma non farà la differenza, e non guarderà in faccia a nessuno, se il vento lo richiede😎

          Gli affari sono affari!

          Ciao
          Ros

          • Ros scrive:

            Riguardo all’argentino, poi

            Guardati qualche video dei suoi discorsi, è una caricatura di un freak!

            Gli evangelisti da commedia e farsa che tanto deplòri gli fanno un baffo a questo buffoncello scapigliato a modo; a modo dell’inglese trombato e oramai scaduto lì: Boris Johnson😁

            Al confronto, Vanna Marchi – col Do Nascimiento appresso – pare sobria, compassata😑😶😁

            • Ros scrive:

              mi scusi il Boris Johnson😔, che al confronto dell’argentino è Winston Churchill curato da Lord Brummell

              Ma come si fa??? Mi dico!🙄🙄🙄
              a eleggere quel coso?!
              Ma gli argentini se le cercano, proprio!

              Sarà l’ascendenza simpaticamente tarata dei tanti emigrati italici?😋😉😁

              Sarà che l’han provate tutte????

              stronzo + stronzo meno,, fusse che fusse la vorta ‘bona!

          • Peucezio scrive:

            Ros,
            “Trump vuole il consenso come tutti gli altri, e dice quello che gli e lo può dare a seconda di come tira il vento😀”

            Se fosse come dici a ogni elezione i diversi candidati direbbero le stesse cose, invece in genere dicono cose opposte (anche se poi fanno più o meno le stesse, ma non sempre).

            • roberto scrive:

              peucezio

              “invece in genere dicono cose opposte ”

              certo, ma questo è un fenomeno che ormai si vede un po’ dappertutto e che è quello della regolarità assoluta dell’alternanza

              io vado al governo promettendo più sole per tutti

              dopo cinque anni di pioggia, l’opposizione fa una campagna elettorale basandosi sul fatto che non ho mantenuto nessuna promessa, e promettendo a sua volta 5 anni di pioggia

              vincono ma sfiga ci sono 5 anni di siccità e allora non mantengono le promesse

              e così a libitum

              quello che è interessante è chiedersi perché nessuna forza politica riesce a non perdere il consenso ottenuto in un certo momento

              certo possiamo dire che i politici di tutto il mondo sono cialtroni, ma non la trovo una spiegazione soddisfacente

              più probabile è che ormai nessuno riesce a soddisfare gli elettori per
              1. palle troppo grosse in fase elettorale
              2. difficoltà oggettivamente insormontabili (cioè io posso dire quello che voglio, ma non fermerò certo l’immigrazione)
              3. incapacità a raccontare la realtà (e magari incomprensione della realtà)

              ma non ho nessuna certezza su questi punti, tranne sul primo

              • Peucezio scrive:

                Uhm…
                Intanto viene da chiedersi perché una parte dell’elettorato vuole la pioggia e un’altra il sole.
                E comunque si sa quanta è una e quanta è l’altra: se il 51% vuole il sole perché i politici non sono tutti “solisti”, ma ci sono anche i “pioggisti”?

                Circa la domanda finale che poni, secondo me c’è un quarto punto, che è l’unico decisivo.
                L’Italia non ha sovranità, quindi i politici fanno quello che dicono Ue e USA, o, meglio, quell’establishment economico-finanziario, mediatico e tecnico che c’è dietro la politica europea e americana.
                Quindi la contrapposizione è una finzione: ognuno promette mari e monti, anzi, alcuni mari, altri monti, ma poi fanno tutti la stessa cosa, decisa altrove, fuori dalle urne.

              • roberto scrive:

                peucezio

                “L’Italia non ha sovranità, quindi i politici fanno quello che dicono Ue e USA,”

                su questo, ti sorprenderà, ma sono abbastanza d’accordo! infatti la metto nel mio punto 2

                dico abbastanza e non completamente perché ci sono comunque enormi settori nei quali l’italia può sicuramente fare quel che le pare (ne sparo tre: organizzazione di scuola, sanità e giustizia)

                aggiungo che è una delle cose per le quali vale la pena restare nell’UE: cercare di influire su decisioni che altrimenti subiremmo e basta.

                pensa alla svizzzera: se il 50% dei prodotti che esportano è esportato in UE, devono semplicemente conformarsi a tutte le esigenze UE (ok ok, sto semplificando moltissimo, perché ci sono un sacco di regole a seconda dei settori)

              • Francesco scrive:

                Peucezio

                ma non c’entrano gli imperi, perchè la stessa cosa capita a Berlino, a Pechino, a Washington.

                i politici promettono l’impossibile, con relative strade varie quanto false per arrivarci, poi la realtà vince sempre e il popolo vota un altro politico bugiardo

              • Peucezio scrive:

                Francesco,
                esiste un certo margine di demagogia.
                E ci sono le cose impossibili o difficili per tutti.
                Detto ciò, un politico americano ha delle leve reali, un politico italiano no.

              • Francesco scrive:

                Sbagliato: un POLITICO italiano ha le sue leve, un IMBECILLE italiano ha le sue scuse.

                Ciao!

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Roberto

        “dollarizzazione”

        Come dice il proverbio, meglio soli che male accompagnati.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          di nuovo: la grande storia dell’inflazione ha tre protagonisti

          la Germania di Weimar
          lo Zimbabwe di Mugabe
          l’Argentina

          mica hanno pensato al dollaro per caso o per servilismo, e quando lo hanno mollato per social-nazionalismo sono tornati ai conti pubblici in totale disordine

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Francesco

            “Argentina”

            Sì.

            Credo che un paese che ha totalizzato NOVE bancarotte in duecento anni sia un unicum nella storia dell’economia.

            Comunque so che con la prima dollarizzazione hanno avuto i primi casi di morti per fame.

            Non sono un economista, ma immagino che pensare di curare i guai dell’economia unicamente con la politica monetaria sia parecchio ingenuo (o in malafede).

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Tra l’altro politica monetaria a cazzo di cane, visto che impieghi una moneta che “vive” in un’economia completamente diversa dalla tua.

            • Francesco scrive:

              Immagino, anzi so, che l’idea è impedire la pratica della spendi a palla e stampa moneta a manetta, che è uno dei grandi classici dei governi argentini.

              Una volta reso impossibile quello, resta da fare tutto il resto. E’ come svuotare tutte le bottiglie nel lavandino per smettere di bere: un gesto simbolico ma devi ancora ricostruire la tua vita.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Sì, è come svuotare tutte le bottiglie… incluse quelle d’acqua. E dato che hai sete vai al bar a farti uno spritz.

                Fuor di metafora, perdi la possibilità di usare la leva monetaria a vantaggio dell’economia reale, mentre la finanza pazza resta sempre un’opzione.

              • Francesco scrive:

                Per un alcolista, rinunciare a farsi un goccetto ogni tanto è una necessità.

                Per l’Argentina, convincere tutti che ha smesso di stampare moneta è altrettanto necessario, direi.

                Ciao

  105. Fuzzy scrive:

    https://youtu.be/-gacpvcARe8?feature=shared
    L’Inguscezia
    https://it.m.wikipedia.org/wiki/Inguscezia

    Certo che la conoscevo.
    Vuoi che non conoscessi l’Inguscezia?

  106. Mauricius Tarvisii scrive:

    Argentina

    https://www.ilsole24ore.com/art/l-argentina-cancella-imposte-redditi-99percento-lavoratori-paga-solo-chi-guadagna-oltre-5mila-dollari-mese-AFXv3u2

    Parliamo del paese che ha abolito l’Irpef e che è diventato proverbiale per la sua bancarotta.

  107. Peucezio scrive:

    Comunque al di là delle nostre simpatie o antipatie, l’impressione è che è in atto proprio un rimescolamento di carte, un qualche cambiamento di assetti.

    Voglio dire, fino a pochi mesi fa il quadro era molto chiaro.
    C’era una perfetta coincidenza di categorie valoriali e sociali da una parte e di schemi geopolitici dall’altra.
    Un po’ il discorso che si faceva sulle teorie (sbagliate, almeno in quel momento) di Rampini.

    In pratica c’era una perfetta coincidenza fra
    – Occidente geopolitico (non tanto nel senso della soggezione agli USA – c’è stato Trump – quando nel senso di adesione a un establishment atlantista-europeista – Trump era anti-atlantista – legato allo stato profondo americano e ai ceti dirigenti europei occidentali);
    – cultura progressista, omosessualista, politicamente corretta, immigrazionista, ecc.

    In effetti chi si schierava contro l’una cosa si schierava contro l’altra (Orbán, lo stesso Putin, lo stesso Trump, in qualche misura la Le Pen, Salvini…).

    Questo mondo occidental-progressista era istericamente chiusurista e vaccinista sul covid (il covid va fermato a costo del rinunciare a qualsiasi libertà individuale), scientista in modo caricaturale, dogmatizzando le mode mediatiche identificate con “Lascienza”, ecologista ma in un senso neoscientista e non fricchettone-alternativo-naturalista (il peggio che si possa immaginare: la rinuncia alle comodità e al benessere non in nome di un ritorno alla natura vagamente new age e spirituale, ma di una distopia pauperista con carne artificiale; il passo successivo è il cannibalismo come in quel film inglese degli anni ’70 di cui non ricordo il titolo, in cui tutti vivevano in sordidi tuguri e non esistevano più il cielo azzurro, la natura, i boschi, gli animali, ma solo un mondo di cemento e un cielo grigio) e istericamente rivendicativo circa la libertà di scegliersi il proprio sesso (e comprare bambini) come si cambia un vestito, vissuta non tanto come libertà di opzioni, ma come repressione violenta di ogni dissenso in merito (non m’interessa davvero essere del sesso che mi gira, ma poter impedire a te di eccepire).

    Ora sembra un pop’ incrinarsi questo blocco geopolitico-culturale.
    Israele è l’avamposto più strategico e simbolico dell’Occidente alle porte dell’Asia, ma i woke e tutto il mondo dell’attivismo di sinistra è con i Palestinesi.
    E d’altra parte in Argentina viene fuori un antiabortista, antiwoke, politicamente scorretto e ultralibertario, che è fanaticamente occidentalista e anti-terzomondista.
    Qualcosa si sta riconfigurando, sarà interessante vederne gli esiti.

    • Francesco scrive:

      la confusione tipica della decomposizione?

      • Ros scrive:

        Francesco “la confusione tipica della decomposizione?”

        😄😁
        con annesso l’allegro brulicare dentro e intorno di larve cerulee e mosche ftalo blu-verde fosforescente

      • Fuzzy scrive:

        Prima che si decomponga tenteranno la strada iper-tecnologica avventata.
        Nuovi Ogm, nanotecnologie ovunque, Intelligenza artificiale, e tutto ciò di cui non si conoscono minimamenre gli effetti collaterali.
        Poi la fine del mondo.
        Come dice quella vignetta?
        “Sì, il pianeta è stato distrutto. Ma per un bellissimo momento abbiamo creato molto valore per gli azionisti”.

        • Fuzzy scrive:

          Segue: iper-tecnologie avventate
          https://aspoitalia.wordpress.com/2023/11/19/gli-obiettivi-dellaccordo-di-parigi-sono-morti/
          Per non parlare poi del CCS (Cattura e stoccaggio del carbonio)
          Perché potrebbe non funzionare è spiegato nell’articolo.
          L’unica soluzione, ebbene sì, ne esiste una, risiede in scenari di decrescita economica.
          (vedi nota 11)

          • Francesco scrive:

            Che la soluzione sia la Fine del Mondo è di pochissima soddisfazione, ne converrai.

            La CCS mi pare una stronzata pazzesca, però.

            Tutto sommato mi accodo ad Andrea sul tema.

            • Fuzzy scrive:

              Beh, la decrescita la vivono quotidianamente nel mezzo mondo che non è mai cresciuto. È brutta, ma non ci si muore. La si può migliorare.
              Diciamo che almeno dal punto di vista tecnico sarebbe fattibile. Poco alla volta, decresci oggi, decresci domani, aggiusta, rimedia, modifica…ed ecco fatto.
              Scongiurata la catastrofe.

              • Fuzzy scrive:

                https://www.greenme.it/ambiente/emissioni-di-co2-1-piu-ricco-pianeta-inquina-quanto-due-terzi-umanita/
                Che poi io sono abituato a dire metà, ma i dati parlano di due terzi della popolazione mondiale
                che già non fanno danni particolari.
                Chi soffrirebbe terribilmente forse fino alla morte per causa della decrescita è quel povero uno per cento dei ricchi.
                Poveretti. Aiutiamoli.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Fuzzy

                “Che poi io sono abituato a dire metà, ma i dati parlano di due terzi della popolazione mondiale
                che già non fanno danni particolari.”

                Avevo già visto questa statistica.

                Francamente mi sembra molto strana: non credo che lo yacht privato del proprietario della Stellantis possa provocare più danni della Stellantis stessa, intesa come enorme complesso di fabbriche sparse in tutto il pianeta (con preferenza per luoghi dove i controlli sono minimi).

                Poi se dici che la Stellantis nel suo insieme fa enormi danni, lo capisco. Ma comprende tutti gli operai alle loro catene di montaggio.

              • Francesco scrive:

                >>> È brutta, ma non ci si muore.

                E’ abbastanza brutta da voler emigrare da un’altra parte, quali che siano i rischi.

                Personalmente e moralisticamente sarei d’accordo ma la testa mi dice di no, che non è la strada giusta.

              • Fuzzy scrive:

                L’uno per cento

                Si le statistiche a volte vengono tirate per il collo.
                Comunque togli un po’ di speculazione sul grano, qualche latifondo, qualche guerra per procura e magari anche quelli che ora devono emigrare potranno stare a casa loro.
                I ricchissimi soffriranno come delle bestie. Una cosa intollerabile per le nostre coscienze. Toccherà recapitargli a casa ogni tanto un aereo privato o un panfilo per consolarli.

              • Francesco scrive:

                Diciamo che Oxfam sembra produrre numeri preconfezionati per far acqua al proprio mulino.

                Non mi ispirano esattamente fiducia.

                PS e io non ci sono, in quell’1% che additano all’odio pubblico in perfetto stile staliniano!

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Francesco

              “CCS”

              Lo è, una stronzata pazzesca.

              Eccome, se lo è.

              Lo si capisce così: la produzione di CO2 è spontanea, basta bruciare qualcosa contenente carbonio (carbone, legna, benzina…) e si ottiene CO2. Ora, ovviamente ‘bruciare’ è un modo per ottenere energia (termica).

              Siccome nulla si crea e nulla si distrugge, eliminare la CO2 non consente di ottenere energia ma richiede di spendere energia.

              E questa energia necessaria alla CCS come la ricaviamo?

              Se la si ottiene con sistemi a basso rendimento (leggi: rinnovabili) allora per ottenere l’energia necessaria alla CCS bisogna buttare nell’ambiente ancora più calore da qualche altra parte.

              Se la si ottiene con sistemi ad alto rendimento, allora:
              – o si usa il nucleare (e allora perché produrre CO2 dalla combustione e non cominciare col produrre energia nucleare fin da subito?)
              – o si brucia altra roba che contiene carbonio – e quindi si emette altra CO2. Solo che siccome nessun processo ha un’efficienza perfetta finisce che butto nell’ambiente più CO2 di quella che catturo.

              Insomma: la CCS è l’equivalente di sollevarsi da terra tirandosi per le stringhe delle scarpe.

              La CCS è utile solo a chi la sviluppa per mungere la mammella dei finanziamenti pubblici decisi da politici che vogliono far bella figura approfittando dell’ignoranza delle persone.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

      • Peucezio scrive:

        Qui non c’entra tanto la decomposizione, quanto la ricomposizione di strutture nuove (o vecchie).

        Forse si stanno ricompattando identitarismi tradizionali.
        Cioè non è detto che l’Occidente, siccome ha espresso il nichilismo negli ultimi decenni, non possa più esprimere altro in saecula saeculorum.
        Non è occidentale solo la Boldrini: Vannacci mica è russo.
        Ma è ancora prestissimo per trarre conclusioni.

        • Francesco scrive:

          Toh, sono quasi d’accordo.

          Anche Ronald Reagan è Occidente, mica solo Vittorio Agnoletto.

          Però ammetterai che un pirla come Lollobrigida non è altro che decomposizione in atto.

  108. Mauricius Tarvisii scrive:

    Qualcuno mi spiega la parola “sorellə” che leggo in questi giorni?

  109. Miguel Martinez scrive:

    OT

    per curiosità, ho messo su Google “donna accoltella marito” (senza le virgolette).

    Ovviamente mi vengono anche numerosi casi di “donna accoltellata dal marito”; non c’è un ordine cronologico, e probabilmente lo stesso fatto ricorre più volte.

    Inoltre da google non viene fuori subito se è stato un caso di legittima difesa, o no.

    In ogni caso ecco ciò che trovo in prima pagina:

    Litigano per una coperta, moglie accoltella il marito
    Il Messaggero
    https://www.ilmessaggero.it › Roma › Metropoli
    9 nov 2023 — Litigano per una coperta, moglie accoltella il marito: la donna arrestata per tentato omicidio. Il diverbio degenerato tra una coppia di …

    Moglie accoltella marito ferendolo gravemente, arrestata
    RaiNews
    https://www.rainews.it › tgr › lazio › articoli › 2023/09
    24 set 2023 — Secondo quanto ricostruito, la donna di 48 anni, che soffrirebbe anche di disturbi mentali, avrebbe sferrato alcuni fendenti al braccio e all’ …

    Milano, donna genovese accoltella a morte il marito nel …
    Telenord
    https://telenord.it › milano-donna-genovese-accoltella-…
    Dalle prime indagini risulterebbe che la donna ha accoltellato il marito mentre dormiva, colpendolo più volte alla spalla e alla gola per poi …

    Il marito la lascia, lei lo accoltella alla gola e fugge: arrestata
    Fanpage
    https://www.fanpage.it › napoli › il-marito-la-lascia-lei…
    10 nov 2023 — Arrestata una 42enne incensurata a Giugliano: ha ferito alla gola l’ex compagno, “reo” di averla lasciata.

    Moglie accoltella marito 49enne: è successo a …
    Castelli Notizie
    https://www.castellinotizie.it › 2023/09/24 › moglie-ac…
    24 set 2023 — La donna, da una prima ricostruzione, avrebbe aggredito il congiunto con due coltellate al braccio e all’addome. Il 118 è intervenuto per …

    “Aiuto, mamma ci picchia”. A 18 anni il figlio chiama la …
    la Repubblica
    https://torino.repubblica.it › cronaca › 2023/07/18 › news
    18 lug 2023 — Una torinese di 55 anni è stata arrestata per tentato omicidio dopo aver ferito il marito con una coltellata alla schiena.

    Milano: donna accoltella marito nel sonno e poi si uccide
    tfnews.it
    https://tfnews.it › milano-donna-accoltella-marito-nel-s…
    7 nov 2023 — In un tragico evento a Corbetta, in provincia di Milano, una donna ha accoltellato a morte suo marito mentre dormiva e successivamente si è …

    Acquaviva delle Fonti (BA). Arrestata donna che accoltella …
    lavipera.it
    https://www.lavipera.it › cronaca-nera › acquaviva-del…
    Arrestata donna che accoltella marito. DiMimmo Donghia. Ago 3, 2019 … Infatti, la moglie dell’Armigero avrebbe contestato all’altra donna un rimprovero …

    Torre Annunziata, follia davanti al bar: accecata dalla …
    Il Mattino
    https://www.ilmattino.it › Napoli › Area metropolitana
    1 mag 2023 — … accoltella il marito. Accoltella il marito accecata dalla gelosia … Al culmine di una lite per motivi di gelosia, la donna ha accoltellato più …

    Accoltella il marito dopo aver visto la foto con l’amante, ma …
    Il Mattino
    https://www.ilmattino.it › Lifestyle › Persone
    26 gen 2021 — Ha accoltellato il marito dopo aver visto una foto di lui con l’amante, ma in realtà era lei da giovane. Una donna è stata arrestata in …

    Lite in casa, donna accoltella il marito all’addome – Latina News
    latinanews.eu
    https://www.latinanews.eu › lite-in-casa-donna-accoltel…
    24 set 2023 — Una lite tra le mura casalinghe culminata con una coltellata inferta ai danni del marito. Teatro della tragedia sfiorata, con l’uomo comunque …

    Accoltella il marito, l’aggressione nell’appartamento della …
    La Provincia di Cremona
    https://www.laprovinciacr.it › news › cronaca › accolt…
    12 giu 2023 — Il coniuge non sarebbe in gravi condizioni. I carabinieri dovranno anche capire se questa esplosione di violenza sia un fulmine a ciel …

    Accoltella il marito 76enne e poi chiama i soccorsi, arrestata …
    today.it
    https://www.today.it › moglie-accoltella-marito-arcore
    2 mar 2023 — Una donna di 34 anni, keniota, è stata arrestata mercoledì sera ad Arcore (Monza) per tentato omicidio. L’allarme è scattato quando la 34enne ha …

    Accoltella il marito, arrestata una 55enne a Torino
    CronacaQui.it
    https://torinocronaca.it › news › accoltella-il-marito-ar…
    17 lug 2023 — E’ successo in via Nitti, la donna è accusata di tentato omicidio.

    Moglie accoltella il marito a cena, salvato dagli amici che …
    Il Gazzettino
    https://www.ilgazzettino.it › Nordest › Venezia
    2 nov 2022 — Per fortuna i fendenti sferrati dalla donna, una 35enne, non sono penetrati in profondità e l’uomo soccorso dal personale del Suem e …

    Accoltella il marito dopo aver visto sul suo telefono foto hot …
    Il Fatto Quotidiano
    https://www.ilfattoquotidiano.it › 2021/01/27 › accolte…
    27 gen 2021 — … donna che faceva sesso con lui nelle foto esplicite conservate sul suo cellulare era proprio lei da giovane e non certo un’amante. di F. Q. …

    Lesmo: ubriaca accoltella il marito, chiama i soccorsi e …
    Il Cittadino di Monza e Brianza
    https://www.ilcittadinomb.it › news › cronaca › lesmo-…
    2 mar 2023 — La donna di 34 anni in un impeto d’ira e sotto gli effetti dell’alcol ha accoltellato il marito nel petto ed è stata arrestata per tentato …

    Si ubriaca e accoltella il marito di 76 anni a Lesmo, poi …
    Virgilio Notizie
    https://notizie.virgilio.it › … › CRONACA NERA
    2 mar 2023 — Una donna ha accoltellato al petto il marito e poi ha allertato i soccorsi: è successo a Lesmo, nella provincia di Monza e della Brianza.

    Torre Annunziata, violenza domestica: donna accoltella il …
    Lo Strillone
    https://lostrillone.tv › torre-annunziata-violenza-domes…
    Torre Annunziata, violenza domestica: donna accoltella il marito · Lite per motivi passionali in via XXIV maggio. L’uomo trasportato in ospedale · Torre del …

    Castellammare – Donna accoltellata: si è costituito il marito
    StabiaChannel.it
    https://www.stabiachannel.it › Cronaca › castellammar…
    Martedì 20 novembre, Anna Scala era appena uscita dalla scuola «Karol Wojtyla» del rione «Postiglione», dopo aver accompagnato in classe sua figlia. Il marito l …

    Accoltella il marito dopo mesi di maltrattamenti e …
    MessinaToday
    https://www.messinatoday.it › cronaca › patti-donna-a…
    14 gen 2021 — La vittima viveva da tempo in uno stato di tensione e paura per i comportamenti della donna. I carabinieri hanno evitato il peggio.

    Brescia, accoltella il marito che si rifugia in bagno: lei cerca …
    La Stampa
    https://www.lastampa.it › milano › 2022/05/01 › news
    1 mag 2022 — MILANO. Ferito e spaventato, è riuscito a sfuggire alla furia della moglie chiudendosi in bagno. Una donna di 55 anni di Provaglio d’Iseo, …

    Lite in famiglia: moglie accoltella il marito | News
    Sardegna Live
    https://www.sardegnalive.net › Rubriche › In Sardegna
    4 set 2018 — Al culmine di una lite scoppiata nel pomeriggio di ieri tra due coniugi, una donna di 40 anni, originaria del comasco, avrebbe accoltellato …

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    13 gen 2014 — Ma, prima che la tragedia potesse consumarsi del tutto, la lucidità ha preso il sopravvento, con la donna che ha posato il coltello: sarebbe …

    Via Barontini, lite familiare degenera: donna accoltella marito
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    26 apr 2011 — Via Barontini, lite familiare degenera: donna accoltella marito … Bighellonare al bar è costato caro ad un uomo, residente in periferia di …

    Accoltella il marito dopo un litigio, arrestata 55enne per …
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    17 lug 2023 — Dopo l’ennesimo litigio ha colpito il marito con un coltello, ferendolo. Protagonista una donna di 55 anni, che nel pomeriggio di ieri …

    Moglie e madre accoltella il marito a Rosà: denunciata
    laPiazzaWeb
    https://www.lapiazzaweb.it › Vicentino › Vicenza
    Ieri in tarda mattinata a Rosà una donna di 33 anni ha accoltellato il marito di 44 anni procurandogli una ferita sulla spalla sinistra guaribile in 15 giorni.

    Moglie accoltella il marito a Mortegliano
    Studio Nord News
    https://www.studionord.news › moglie-accoltella-marit…
    5 ago 2017 — Al culmine della discussione, attorno alle ore 6.00 la donna avrebbe afferrato un coltello da cucina e si sarebbe scagliata contro il marito, …

    Litigio all’alba, la moglie accoltella il marito
    Varese News
    https://www.varesenews.it › … › Varese Laghi
    5 giu 2019 — L’uomo, un 39enne, è stato preso in cura all’ospedale di circolo a Varese con una ferita all’addome. Condizioni non gravi. La donna …

    lite famigliare, donna accoltella il marito per difendersi
    Gazzetta d’Alba
    https://www.gazzettadalba.it › 2021/06 › torino-mado…
    29 giu 2021 — I Carabinieri del nucleo radiomobile sono intervenuti, nella notte scorsa, per sedare una lite familiare scoppiata in un appartamento di …

    Lite domestica a Trento, donna accoltella marito – Cronaca
    l’Adige
    https://www.ladige.it › cronaca › 2010/06/19 › lite-do…
    19 giu 2010 — È stata denunciata per lesioni una donna di 38 anni di Trento che ha ferito il marito con un coltello durante una lite.

    Tenta di accoltellare il marito, in passato lo aveva picchiato
    Giornale di Brescia
    https://www.giornaledibrescia.it › sebino-e-franciacorta
    1 mag 2022 — Così non è stato. La donna, dallo stesso cassetto, ha estratto anche una mannaia da cucina, di quelle per tranciare la carne e le verdure, ed ha …

    Accoltella il marito al culmine di un litigio: arrestata ad Aprilia
    LatinaToday
    https://www.latinatoday.it › cronaca › coltellate-marito…
    24 set 2023 — Arrestata ad Aprilia una donna di 48 anni ora ricoverata in ospedale e piantonata dai carabinieri. L’uomo è in prognosi riservata.

    Provaglio d’Iseo, accoltella marito: moglie arrestata per …
    Il Giorno
    https://www.ilgiorno.it › Cronaca
    30 apr 2022 — L’uomo è ferito solo a una mano, in manette la donna di 55 anni. BEATRICE RASPA. Cronaca. Carabinieri …

    Accoltella marito Monza e chiama i soccorsi
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    2 mar 2023 — La donna, invece, sarebbe stata trasferita presso il carcere di San Vittore di Milano. È accusata di tentato omicidio. Accoltella marito nel …

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    25 set 2023 — Moglie già affetta da gravi problematiche psichiatriche, accoltella varie volte il marito durante una lite in casa. La donna, 48enne, è stata …

    Napoli, violenta lite tra marito e moglie: la donna lo …
    TeleclubItalia
    https://www.teleclubitalia.it › napoli-accoltella-il-marito
    28 lug 2021 — Napoli, violenta lite tra marito e moglie: la donna lo accoltella alla gola.

    • Miguel Martinez scrive:

      ““donna accoltella marito” ”

      Non pretendo di trarre una morale specifica. E nemmeno dire che molti omicidi non siano ampiamente giustificati.

      Semplicemente è interessante come i maschi vittime non abbiano diritto allo status di vittima, e quindi non fanno notizia al di là dell’attimo di cronaca.

  110. mirkhond scrive:

    E’ per l’ideologia che vuole la donna sempre e solo vittima, e l’uomo sempre cattivo…..

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Mirkhond

      “E’ per l’ideologia che vuole la donna sempre e solo vittima, e l’uomo sempre cattivo…..”

      No, credo che sia un’altra cosa.

      I media ci raccontano una storia, da cui ci chiedono sempre di trarre una morale: ogni fatto di cronaca è un “problema” che avrebbe una facile “soluzione” – più scippi? Più polizia!

      I maschi sono grandi e grossi, le femminucce delicate e piccoline, per cui i delitti “tra i sessi” si ridurrebbero a zero se i maschi venissero “frenati”.

      Il fatto che avvengano omicidi anche nell’altro senso – in numero molto piccolo, ma anche i “femminicidi” sono davvero pochi su una popolazione di 60 milioni di italiani – introduce un elemento di disturbo: ci ricorda la passionalità umana, l’intensità con cui viviamo le emozioni, che non a caso raggiungono l’estremo nei rapporti con “l’altro”: il nemico in guerra, l’amante nel rapporto tra i sessi.

      In entrambi, la ragione è un ostacolo, o al massimo un mezzo per raggiungere un risultato che non è razionale.

      La “ragione” da sola ci dice che non ci conviene rischiare anni e anni di carcere solo per esserci sfogati; ma non regge e non può reggere sempre, ovunque, in tutti i casi.

      • Peucezio scrive:

        Miguel,
        “I maschi sono grandi e grossi, le femminucce delicate e piccoline, per cui i delitti “tra i sessi” si ridurrebbero a zero se i maschi venissero “frenati”.”

        Questo è verissimo ed è il motivo per cui sono rarissimi invece i “maschicidi”, insieme al fatto che la donna è meno portata per natura, oltre che per forza muscolare e stazza, alla violenza fisica.

        Ma l’insistenza sulla vittimizzazione della donna in quanto donna ha una radice ideologica.
        L’altro giorno in televisone vedevo uno di destra far notare a una femminista che quando la vittima appartiene a un’altra cultura, non c’è quest’insistenza del mondo progressista (cioè del mondo tout court, dell’unica ideologia ammessa; la destra si caratterizza solo per adeguarsi con un po’ di ritardo e recalcitrando) sul patriarcato oppressivo e violento.

        Tu ogni volta sostieni di no, ma a me pare chiaro che la sinistra, quando entrano in conflitto femminismo e multiculturalismo, sceglie il secondo. Intendo sul piano ideologico, verbale, non delle scelte pratiche, che dipendono da mille fattori e compromessi con la realtà.
        E l’unica spiegazione che mi viene in mente è che pensano che il femminismo scardini il retaggio culturale tradizionale meno dell’importazione di modelli culturali allogeni.
        Retaggio culturale che peraltro non esiste più, è un loro nemico fittizio, immaginario, come il fascismo o l’antisemitismo.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “quando entrano in conflitto femminismo e multiculturalismo”

          Ma è come il derby trans-terf: tu scegli il campo dove non si trovano i tuoi avversari.

          • Peucezio scrive:

            Beh, ma nulla vieterebbe alla destra specularmente di essere critica sì rispetto all’immigrazione, ma non quando reimporta elementi culturali tradizionali.

            La Santanchè, ma anche quelli di destra maschi, mica dicono: “eh, noi siamo di tradizione cristiana, ma, insomma, ‘sti stranieri che arrivano in Italia sono più sani, più legati alla famiglia tradizionale, è giusto difendere il loro diritto a vivere secondo questi valori”. No. Dicono invece: “ecco, gli islamici patriarcali, violenti, retrogradi”.

            Probabilmente perché la destra fa suo un modello borghese di società, respingendone però gli eccessi in senso progressista.

            Tu stai dando per scontato che sia la destra quindi ad aver dettato l’agenda (noi siamo contro gli immigrati e per difendere l’emancipazione femminile quando la insidiano) e la sinistra, per contrapposizione, ad aver scelto l’immigrato maschilista contro la femminista identitaria europea.

            Non saprei, francamente…

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Sull’immigrazione sì, è la destra ad aver dettato l’agenda: se alla destra degli immigrati non gliene fregasse niente, non gliene fregherebbe niente nemmeno alla sinistra.

              • Peucezio scrive:

                Uhm, lo pensi davvero?

                Non ho mai considerato quest’ipotesi.
                Ma nemmeno la trovo così implausibile, anzi, magari è giusta.

                In sostanza tu ribalti il discorso di Miguel sulla subalternità della destra alla sinistra: sarebbe la sinistra, almeno in alcuni temi, ad adeguarsi, in forma rovesciata e speculare, alla destra, subendone l’agenda.

                Interessante…

              • Peucezio scrive:

                Peraltro – su questo penso che siamo tutti d’accordo – sono posizioni puramente simboliche.
                Non ho mai visto fiumi di immigrati entrare sotto i governi di sinistra, non più che sotto gli altri, e non ho visto questo fiume seccarsi fino ad azzerarsi sotto quelli di destra: mi pare proprio una variabile indifferente.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Ma pensa a come è cambiata l’ossessione sull’immigrazione al passaggio tra Conte I e Conte II: si è semplicemente smesso di parlarne, perché non c’era Salvini a postare tutto il giorno su quell’argomento e non c’erano gli altri che contropostavano sull’aprire i porti.

              • Peucezio scrive:

                In effetti hai ragione.

                L’immigrazione non è un’ossessione della sinistra, perché ognuno nella politica di oggi si ossessiona per ciò che combatte, non per ciò che gli piace (in questo Miguel ha ragionissima), quindi l’ossessione della sinistra è il fascismo, il razzismo, l’omofobia, Putin, il sovranismo, il populismo, il riscaldamento globale, i no-vax (gli ultimi cinque sono la bestia nera di un mondo egemone più esteso della sinistra). Della giustizia sociale o del disagio non gli frega un cazzo e vabbè…

                L’ossessione della destra è l’immigrazione.
                Quindi lì è la destra a creare la bestia nera e la sinistra a difenderla per reazione.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Quindi lì è la destra a creare la bestia nera e la sinistra a difenderla per reazione.”

                Esatto.

                Gli Islamisti pensano che “i Cristiani” ce l’abbiano con loro perché vogliono riprendere le Crociate.

                La Destra (uso sempre la maiuscola, perché parlo di enti immaginari) si immagina che i musulmani li vogliano invadere per conquistare il mondo.

                La Sinistra pensa che la Destra voglia sterminare i generici “migranti” perché credono alla Teoria della Razza.

                Tutti contenti così.

              • Peucezio scrive:

                Ah, dimenticavo il patriarcato.

                Quello nella loro fantasia, mica quello vero, di cui, volenti o nolenti, partecipano anche loro (dall’Età dei Metalli in poi siamo tutti “patriarcali”, comprese le femministe più sfegatate).

              • Peucezio scrive:

                Miguel,
                però ammetterai che al di là di queste polarizzazioni e creazioni di nemici immaginari, il mondo funziona anche secondo logiche di conflitto?

                Io non so se il ragazzino che i maometti hanno ucciso in Francia solo perché partecipava a una festa di paese venisse percepito da loro come un crociato.
                Ma continuo a sostenere che in questi monoteismi della trascendenza, nemici della mediazione, vi sia un seme di violenza.
                Leggere questo dato non significa essere contrappositivi a tutti i costi, ma saper interpretare la realtà.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Peucezio

          “Tu ogni volta sostieni di no, ma a me pare chiaro che la sinistra, quando entrano in conflitto femminismo e multiculturalismo, sceglie il secondo. ”

          Credo che tutti scegliamo quali mali vedere. Succede in questi giorni, dove metà della gente vede solo la “cattiveria” dei palestinesi e l’altra solo la “cattiveria” degli israeliani, ed entrambi si scandalizzano del fatto che i loro avversari non vedano le cose come le vedono loro.

          Conosco molte femministe che scelgono di “vedere” il male dell’Islam.

          E conosco molte che non ci pensano più di tanto, perché scelgono di “vedere” solo il male della Destra italiana/europea, il resto del mondo quasi non esiste per loro. Quando un tizio strano qui a Firenze ha dato di matto e ha sparato su un povero venditore ambulante senegalese, nessuno si è accorto che l’ambulante lasciava due vedove e dieci figli 🙂

          E tu scegli di “vedere” il secondo tipo di femministe.

          • Peucezio scrive:

            Miguel,
            “E tu scegli di “vedere” il secondo tipo di femministe.”

            No.
            Non c’entra quello che vedo io.
            Ma il fatto, inoppugnabile, che oggi una femminista del primo tipo viene vista come reazionaria, come di destra, stile Santanchè.

            Il discorso mediatico mainstream non dà legittimità a questo tipo di femminismo, come a quello che ritiene una violenza maschile che domani mattina io, con la barba e tutto, mi alzo e vado nel bagno delle donne perché mi è saltato il ghiribizzo di considerarmi donna.
            Sono posizioni femministe screditate, delegittimate a livello del progressismo “legittimo”, imperante nell’Occidente di oggi.

            E questo è un dato di fatto al di là delle mie simpatie o opinioni personali.

            Ed è interessante comprenderne il perché, al di là del fatto che sono atteggiamenti simbolici, verbali, astratti.
            Perché i simboli sono sintomatici e hanno comunque un potere sull’immaginario e quindi sulla storia. E meritano di essere analizzati e decodificati.

            • Peucezio scrive:

              Cioè è vero che c’è la vita vera, che è fatta di mille situazioni, di ragazze vessate dai genitori islamici, di ragazze islamiche che vogliono rivendicarlo coi compagni di scuola italiani e vengono vessate per questo motivo, che c’è il transessuale vero che si sente dscriminato, così come il ragazzino pirla che si sente offeso perché il suo pappagallo usa ancora il vecchio nome dell’altro sesso e un milione di altre situazioni.

              Ma esiste l’ideologia di regime.
              Ed è importante, non perché abbia il potere di plasmare in modo immediato e totale la realtà, ma perché
              1) fa capire una serie di cose;
              2) ha comunque delle conseguenze, anche se non plasma la realtà da un giorno all’altro a sua immagine e somiglianza.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Ma esiste l’ideologia di regime.”

                Direi che è parecchio più complesso.

                Esiste un’ideologia di fondo occidentale:

                1) “Non esiste alcun valore al di fuori dell’Individuo rigorosamente di specie umana”

                2) “La proprietà privata dell’Individuo su ogni cosa esistente è sacra e va difesa con la violenza”

                Da cui deriva tanto il diritto di “destra” del bagnino sulla spiaggia, quanto il diritto di “sinistra” del bambino di dieci anni di farsi somministrare ormoni del sesso opposto.

              • Peucezio scrive:

                Miguel,
                stiamo parlando di due cose diverse però.

                Il tuo è un discorso induttivo-interpretativo, il mio meramente descrittivo.

                Io constato che c’è un conformismo generale, non quello del fruttivendolo, ma quello della parte vincente, egemone della società.
                Che non significa nemmeno
                – “ciò che pensa l’avvocato o il primario o il professore ordinario”, bada,
                ma ciò che fa parte di un retroterra dato per scontato dai media mainstream e dai ceti dirigenti, indipendentemente dalle sfumature delle loro idee personali.
                C’è cioè un patrimonio di idee e sensibilità, chiamiamolo “progressista”, che è l’ideologia de facto, anche se non c’è un testo ufficiale di riferimento, una sorta di libro sacro, dell’Occidente contemporaneo nei suoi settori più avanzati.
                Non mi negherai questo dato, spero.

                Poi possiamo interpretarlo variamente.

              • Peucezio scrive:

                Miguel,
                “1) “Non esiste alcun valore al di fuori dell’Individuo rigorosamente di specie umana””

                Peraltro, venendo al merito di questa interpretazione, come si spiega il moralismo ossessivo sull’evasione fiscale?

                Non sono così sicuro ci sia un’interpretazione univoca dell’ideologia corrente, anche perché cambia col tempo, quindi si deve comunque dare conto di questi cambiamenti.

                Perché la borghesia dell’Ottocento, che sempre modernità era, si attaccava tanto al perbenismo della famiglia patriarcale e oggi questo è screditato e sostituito da altri perbenismi molto diversi (almeno apparentemente)?

                Si può cercare il comune denominatore, d’accordo.
                Ma non saprei dire se sia davvero questo individualismo radicale che dici.

                E tutta la retorica antiautomobilistica sull’uso dei mezzi pubblici?
                Cos’ha di individualista?

                E lo statalismo della Germania nazionalsocialista, della Russia stalinista, della Cina maoista o, in forma più attenuata, della Francia o dell’Italia di oggi?
                Non fanno parte della parabola della modernità?
                Eppure sono ultracollettivisti.

                Ammenoché tu non ti riferisci a un mondo molto recente, contemporaneo, diciamo convenzionalmente post-sessantottino o post Muro di Berlino.

                Ma anche lì le cose non sono univoche.

                Cosa c’è di individualista nella suscettibilità e nel rispetto ossessivo dovuto non agli individui, ma solo ai gruppi, alle minoranze?

                Se uno dice “vaffanculo, sei un pezzo di merda” a Peucezio o a Miguel va bene, ma se dice “vaffanculo ai froci, li odio”, orrore, stigma, anatema.
                Che c’è di individualista in questo?

              • roberto scrive:

                peucezio

                “come si spiega il moralismo ossessivo sull’evasione fiscale?”

                molto semplicemente con il fatto, non moralistico ma proprio materiale, che chi evade ti mette letteralmente le mani in tasca e ruba soldi tuoi

                hai presente la strada sulla quale scorrazzate liberi tu e l’evasore fiscale? l’hai pagata tu ma la usa pure lui

                oppure quando vai in ospedale? l’ospedale lo paghi tu ma non l’evasore che lo usa (e che magari ti passa pure avanti)

                io sono assolutamente disposto a discutere sul quantum delle tasse da pagare, su chi le deve pagare di più e chi di meno, sulle modalità, ma ricordo sempre che uno che usa servizi non pagati da lui, ma da me, ruba a me.

                non ha nulla a che vedere con il moralismo

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “non ha nulla a che vedere con il moralismo”

                Sono d’accordo.

                Chiaramente le tasse vanno a finanziare tre tipi di cose:

                1) cose in linea di principio buone, tipo sanità pubblica, poliziotti che arrestano stupratori

                2) cose che piacciono a molti, ma possono essere nocive per altri versi (carceri, autostrade, aeroporti, poliziotti che presidiano partite di calcio)

                3) cose chiaramente nocive (contributi ai carburanti fossili, poliziotti che sfrattano vecchiette, spese militari, Olimpiadi invernali, miliardi alla Fiat-Stellantis che poi licenzia 15.000 lavoratori)

                Ma anche se guardiamo lo Stato come “altro-da-noi”, lo possiamo vedere come un’azienda che fa i propri interessi: non è per “moralismo” che nei grandi magazzini mettono gli aggeggi antitaccheggio e le telecamere, è perché non vogliono rimettere quattrini.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ peucezio

                “moralismo eccessivo”

                Eccessivo?

                ECCESSIVO???

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • roberto scrive:

                andrea

                “Eccessivo?”

                credo che pensasse a te…

                🙂

              • Peucezio scrive:

                Andrea,
                mettitelo bene in testa:

                le tasse sono MALE.

                E, come tutti i mali, hanno un margine di inevitabilità.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “le tasse sono MALE.

                E, come tutti i mali, hanno un margine di inevitabilità.”

                Mi piacciono sempre le tue riflessioni, perché abbiamo sempre bisogno di uno sguardo insolito sul mondo.

                Detto questo, senza “tasse” non ci sarebbe alcuna organizzazione umana, almeno da quando il denaro ha reso intercambiabile tutto. Altra questione fondamentale…

              • Peucezio scrive:

                Roberto,
                no.
                Bisogna distinguere le questioni pratiche dalla retorica.
                Le questioni pratiche che tu poni sono giustissime. Ma infatti tu non fai retorica.
                La retorica è un indice dei valori e delle idiosincrasie di una società.

                Una società incentrata sull’individualismo radicale non fa la retorica sull’evasione.
                Che non significa che elimini del tutto le tasse (penso sia impossibile).

              • Peucezio scrive:

                Miguel,
                “non è per “moralismo” che nei grandi magazzini mettono gli aggeggi antitaccheggio e le telecamere, è perché non vogliono rimettere quattrini.”

                Oooh, ecco che ci capiamo!
                Io non parlavo della tassazione, parlavo del moralismo, della retorica ad essa collegata.
                Che oltretutto non è che crei magicamente più gettito.
                Semmai crea più insofferenza nel negoziante vessato e gli fa venire voglia di evadere ancora di più.
                Con la retorica e il moralismo non si combatte mai un cazzo e non si costruisce mai un cazzo.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Io non parlavo della tassazione, parlavo del moralismo, della retorica ad essa collegata.”

                Beh, la gente pagata per scrivere articoli tutti i giorni, devono pur scrivere qualcosa. E in genere scrivono cose che “giudicano”, dove loro stanno dalla parte dei giudici e gli altri stanno dalla parte dei condannati.

                Ma non è “moralismo”.

                E’ uno dei meccanismi fondamentali dei media stessi.

              • paniscus scrive:

                “E tutta la retorica antiautomobilistica sull’uso dei mezzi pubblici?
                Cos’ha di individualista?”—-

                Dopo anni che ci delizi con le tue teorie secondo cui la pressione sociale per ridurre l’uso delle automobili private sarebbe mirata solo ad accontentare i capriccetti narcisisti dei ricchi residenti nelle ZTL, adesso cambi completamente idea?

              • Peucezio scrive:

                Miguel,
                non mi convince.

                Se uno dice una cosa vuol dire che ci crede.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Se uno dice una cosa vuol dire che ci crede.”

                Permettimi di fare il saccente, poi ci sono cose che tu sai meglio di me 🙂

                Nel mondo reale, le persone credono davvero a ciò che conviene loro.

                Il responsabile sicurezza dell’Esselunga, mentre piazza le telecamere, crede davvero che la Proprietà Privata sia sacra, anzi che favorisca il benessere universale.

              • Peucezio scrive:

                Pan,
                questa non l’ho capita.

                I ricchi sono individui e i poveri no?
                E che sono, un corpo unico?

                L’ostilità verso l’automobile è un’ostilità antivitalista.
                E l’antivitalismo, come tutte le ideologie egemoni, è appannaggio dei ceti alti: sono i ricchi a fare i fighetti vegetariani, salutisti, perfettini, non il popolo, che s’ingozza, fuma, si ubriaca, inquina.
                E l’antivitalismo è collettivista, perché vuole tarpare le ali all’espansione individuale, non in nome di una condivisione sana, ma di una mortificazione opprimente degli slanci personali.

              • Peucezio scrive:

                Miguel,
                vedi che siamo d’accordo?
                È esattamente quello che penso io.

                E tra l’altro non è un dato uguale nella stessa misura in ogni società: oggi vale molto più di ieri: un tempo la gente un minimo sapeva astrarsi dal proprio ruolo, oggettivare il mondo.

      • Fuzzy scrive:

        la donna sempre e solo vittima, e l’uomo sempre cattivo…..”
        Non nelle favole.
        Più tardi Dickens nel Circolo Pickwick ironizza spesso sulla svenevole natura femminile.
        Bertoldo si deve difendere dalla moglie del Re Alboino, che è una vipera.
        Bertoldo, il primo vegano letterario forse di tutti i tempi.
        Notare come cambio argomento

        Il re Alboino era così ammirato dall’ingegno del contadino da volerlo sempre accanto a sé, pertanto gli impose di vivere a corte. Questa vita non era adatta a Bertoldo, che aspirava a tornare a zappare la terra e a mangiare i cibi semplici a cui era abituato (soprattutto rape e fagioli). Il re non comprese le motivazioni di Bertoldo, che finì per ammalarsi e morire a causa della vita di corte.

        In questa tomba tenebrosa e oscura,
        Giace un villan di sì deforme aspetto,
        Che più d’orso che d’uomo avea figura,
        Ma di tant’ alto e nobil’intelletto,
        Che stupir fece il Mondo e la Natura.
        Mentr’ egli visse, fu Bertoldo detto,
        Fu grato al Re, morì con aspri duoli
        Per non poter mangiar rape e fagiuoli.

        Notevole pure la sua scaltra moglie Marcolfa.

  111. Miguel Martinez scrive:

    Affascinante come funzionano le statistiche.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/11/20/nel-transgender-day-of-remembrance-pensiamo-a-come-combattere-violenze-e-transicidi/7356647/

    Allora,

    “la transfobia uccide soprattutto le donne trans. Delle 320 persone uccise quest’anno, il 94% sono donne. E, di questo 90%, l’80% sono donne razzializzate.”

    ” l’Italia è il paese, in Europa, che uccide più persone transgender insieme alla Turchia. ”

    Assolutamente vero (a parte la grammatica, non è “l’Italia che uccide”, bensì “in Italia si uccide”, e che non è che 94 sia uguale a 90).

    Un commentatore però ricorda che si tratta di 320 omicidi in tutto il mondo (e mi sembrano anche pochi, a quel punto).

    “Una rapida ricerca in rete, e si scopre che le vittime trans di omicidio in Europa, secondo gli ultimi dati (2022) sono 2 in Italia e Turchia, una in pochi altri stati, per un totale di vittime inferiore a 10. Una vita non è mai irrilevante, ma questi dati, statisticamente, lo sono eccome. inoltre, il 73% nel mondo di questi omicidi è stato commesso in America latina, 31% nel solo Brasile.Fonti? In primis Osservatoriodiritti.it. ”

    Cioè un centinaio di omicidi riguarda prostituti brasiliani, presumibilmente di pelle abbastanza scura in media da farli definire “razzializzati”.

    E dove la vittima può essere anche vittima di un magnaccia che deve riaffermare la propria autorità.

    Poi dire che il 94% delle vittime sono “donne trans”, vuol dire che il 94% sono maschi biologici.

    • Peucezio scrive:

      Ma che vuol dire “donne”? Indica la partenza o l’arrivo?

      L’idea del sesso come desideratum anziché come fatto non è solo sincronica, ma retroattiva?
      Cioè se improvvisamente decido di essere donna, vale da questo momento o significa che lo ero anche prima, ma non lo sapevo?
      E se poi cambio idea di nuovo rimodifico una seconda volta il passato?

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        L’arrivo.

        • Peucezio scrive:

          Quindi il gioco del vittimismo è truccato.
          Chiunque può passare al sesso vittimizzato liberamente.

        • paniscus scrive:

          E dai, questa è facile!

          Fino a un po’ di tempo fa non era ancora formulata in maniera esplicita, ma adesso sono ormai diversi anni che ci fanno una capa così sul fatto che la “donna trans” designa esclusivamente l’ex maschio dichiarato femmina, e che l’ “uomo trans” invece designa l’ex femmina dichiarata maschio!

          Peraltro, io non ho alcun problema etico o emotivo se una persona vuole intraprendere la transizione di genere e cambiare identità, ma non sopporto il fatto di falsificare il passato e pretendere che in realtà l’identità nuova sia quella che c’è sempre stata.

          L’hai voluta cambiare, e DILLO, cavolo… perché mai doversi vergognare di quello che si era prima, e offendersi se qualcun altro se lo ricorda?

          Se si va a guardare su wikipedia, o su qualsiasi altro articolo biografico, si trovano sistematicamente giochi di parole carpiati e risibili, del tipo (inventato, ma verosimile) “PincoPallina è un’attrice italiana. Debutta per la prima volta al cinema a 16 anni, interpretando il ruolo di un fante della Prima Guerra Mondiale, poi raggiunge la notorietà a 23 anni con il ruolo di un giovane parroco…

          Poi magari, dopo la transizione, ha fatto parti femminili, ma bisogna far finta che sia sempre stata femmina anche quando interpretava un soldato del 1917 o un prete degli anni cinquanta… un vero delirio.

          • Peucezio scrive:

            Pan,
            “Fino a un po’ di tempo fa non era ancora formulata in maniera esplicita, ma adesso sono ormai diversi anni che ci fanno una capa così sul fatto che la “donna trans” designa esclusivamente l’ex maschio dichiarato femmina, e che l’ “uomo trans” invece designa l’ex femmina dichiarata maschio! ”

            Sì, lo sapevo.
            Trovo più semplice dire “travone”, che in realtà indica il travestito, ma secondo me rende meglio l’idea 😀

            Scherzi a parte, sì.
            Che poi fa ridere, perché se insistono tanto sull’essere trans vuol dire che prima erano di un sesso diverso e siccome, checché ne dicano, i sessi sono due, non cinquanta, non ci vuole molto a indovinarlo, conoscendo quello di approdo.

  112. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Un personaggio che in Italia non dice nulla di che, ma che la tua parte Statunitense dovrebbe conoscere bene : John Carver … diventa una nuova maschera da serial killer in uno “slasher movie”. In fondo, prima o poi dovevano dissacrare anche il Thanksgiving , vista la Rivoluzione Culturale Woke :

    https://en.wikipedia.org/wiki/Thanksgiving_(2023_film)

    In Italia (e in Europa culturalmente Cattolica in generale …) si coglie poco l’ effetto dissacrante …

  113. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Il tuo è un discorso induttivo-interpretativo, il mio meramente descrittivo.”

    E io descrivo il fatto che tu (anche giustamente) vedi la pagliuzza nell’occhio sinistro, che sicuramente c’è.

    Detto questo, per me è enormemente difficile guardare il mondo in termini di pagliuzze altrui, che ho le grane mie.

    Stiamo cercando disperatamente di cucire frammenti di vita, mettere insieme persone sull’abisso, provare a salvare il salvabile, cuocere la ribollita nei pentoloni, trovare come fare in modo che la splendida ragazza californiana che fa la ceramista in Santa Croce possa trovare come fare un pezzo insieme al bronzista Duccio…

    E mi interessa alla fine la maniera in cui i due mondi si guardano e si capiscono al volo.

    La vita è breve e ci sono montagne da costruire.

    • Peucezio scrive:

      Secondo me mi hai proprio frainteso.

      Ogni civiltà ha una sua ideologia.
      Che non rispecchia la sua vita fattuale. Ma ne è il prodotto e a sua volta la influenza. È un pezzo della vita. Molto astratto, indiretto, libresco, se vuoi.
      Ma è l’ideologia del potere, quindi ha un interesse intrinseco, legato alle tecniche manipolatorie, dell’egemonia, ecc.

      Tutto questo non c’entra nulla con le mie simpatie politiche o ideologiche.
      Che poi oggi l’ideologia ufficiale dell’Occidente sia in un certo senso ascrivibile alla sinistra è un altro conto. Ma alla sinistra in un senso abbastanza peculiare, che non c’entra nulla con la sinistra italiana degli anni ’60 per esempio.
      Meglio forse parlare di “progressismo”, giusto per avere un’etichetta di comodo che capiamo tutti.
      Così come il cristianesimo era la dottrina ufficiale nel Medioevo europeo (semplifico).

      Poi, certo, a me non piace. Perché non mi piace il potere, non mi piacciono le idee dominanti, non mi piace il conformismo, non mi piacciono i ceti egemoni e inoltre non mi piace, per molti versi, il mondo contemporaneo.
      Ma qui non c’entravano nulla i “gusti”.
      Io cercavo di analizzare un fenomeno.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Peucezio

        “poi, certo, a me non piace. Perché non mi piace il potere, non mi piacciono le idee dominanti, non mi piace il conformismo, non mi piacciono i ceti egemoni e inoltre non mi piace, per molti versi, il mondo contemporaneo.”

        però, se è breve gioire, bisogna morire, vuoi morire con in testa tutto ciò che non ti piace?

        Lo stesso vale ovviamente per il sinistro.

        Tempo fa mi capitò di cercare di iscrivermi a una roba, che chiedeva di condividere i suoi “valori”.

        “I nostri valori sono l’antifascismo, l’antisessismo, l’anticapitalismo e l’antiautoratirismo”.

        Cioè l’unica cosa a cui credono questi è che odiano qualcosa.

        • Miguel Martinez scrive:

          “Cioè l’unica cosa a cui credono questi è che odiano qualcosa.”

          E allora, nella mia piccola impotenza, mi chiedo in cosa credo.

          C’è l’eco dell’Arno sulla facciata di San Frediano, ci sono gli artigiani che lavorano il cuoio e il bronzo e riparano i Della Robbia, c’è la mamma egiziana avvocata che fa le pulizie nelle case e sta per essere sfrattata, c’è il vecchio comunista in fila davanti alla parrocchia per chiedere il pacco alimentare, ci sono i pappagalli tra gli alberi a Boboli, c’è il ragazzo mezzo nero e mezzo sanfredianino autistico che ti sorride e viene molestato, ma sa fare musica, c’è l’infermiera combattiva che suona la chitarra in parrocchia, e ci sono i tabernacoli antichi, le nostre madonne, gli alberi e i gatti cui vogliamo bene.

          Allora tutte queste antipatie, tutto questo essere contro qualcosa o qualcuno, svanisce.

        • Peucezio scrive:

          Miguel,
          ho l’impressione che tu credi che la mia vita si esaurisca non dico qui nei commenti del blog, ma nel mondo di idee, pensieri e analisi che qui esprimo.
          Qui semplicemente si cercano di capire le cose e capita anche di esprimere delle adesioni o marcare delle distanze.

          Ma io mica nella vita mi occupo di ciò che non mi piace.
          Altrimenti sarei un militante politico, invece sai bene quanto ne sia sideralmente distante.
          Io mi occupo solo di ciò che mi piace. E perfino troppo.
          In fondo sono un edonista.

        • Peucezio scrive:

          E comunque qui facevo un’analisi. Sei tu che hai introdotto il tema delle preferenze personali.

          E le analisi invece m’interessano parecchio, perché sono un strumento, più o meno perfetto o manchevole, di decodifica del reale.

  114. Miguel Martinez scrive:

    Che alla fine, tutto il nostro esser contro, è contro mortali quanto noi:

    Oh come t’inganni
    se pensi che gl’anni
    non han da finire,
    bisogna morire.

    È un sogno la vita
    che par sì gradita,
    è breve gioire,
    bisogna morire.
    Non val medicina,
    non giova la China,
    non si può guarire,
    bisogna morire.

    Non vaglion sberate,
    minarie, bravate
    che caglia l’ardire,
    bisogna morire.
    Dottrina che giova,
    parola non trova
    Che plachi l’ardire,
    bisogna morire.

    Non si trova modo
    di scoglier ‘sto nodo,
    non val il fuggire,
    bisogna morire.
    Commun’è statuto,
    non vale l’astuto
    ‘sto colpo schermire,
    bisogna morire.

    La morte crudele
    a tutti è infedele,
    ognuno svergogna,
    morire bisogna.
    È pur o pazzia
    o gran frenesia,
    par dirsi menzogna,
    morire bisogna.

    Si more cantando,
    si more sonando
    la Cetra, o Sampogna,
    morire bisogna.
    Si muore danzando,
    bevendo, mangiando;
    con quella carogna
    morire bisogna.

    I Giovani, i putti
    e gl’Huomini tutti
    s’hann’a incenerire,
    bisogna morire.
    I sani, gl’infermi,
    i bravi, gl’inermi
    tutt’hann’a finire,
    bisogna morire.

    E quando che meno
    ti pensi, nel seno
    ti vien a finire,
    bisogna morire.
    Se tu non vi pensi
    hai persi li sensi,
    sei morto e puoi dire:
    bisogna morire.

    • Miguel Martinez scrive:

      “Che alla fine, tutto il nostro esser contro, è contro mortali quanto noi:”

      Ma se noi siamo mortali, e quelli che crediamo i nostri avversari non sono diversi da noi, perché regalare la nostra vita a loro, pensando sempre a loro?

      Pensiamo alle cose che amiamo, a come difenderle, curarle, farle vivere.

      • Peucezio scrive:

        Ho l’impressione che tu ormai mi abbia attribuito lo schema dell’uomo di parte (pur considerandomi un “uomo di parte” moltissime spanne sopra gli altri “uomini di parte”, beninteso) e interpreti quello che scrivo sempre alla luce di questo schema.

        Io, più che un uomo di parte, ho le mie idiosincrasie.
        E non sopporto tutto ciò che vuole plasmare il mondo secondo un’idea e giudica negativo ciò che non vi si conforma.
        Che tutto ciò si chiami Età Assiale, protestantesimo, illuminismo, marxismo, politicamente corretto.
        Tutto ciò insomma che, anziché aprirsi al mondo con curiosità, lo vuole adeguare ai propri modelli.

        Tutti i miei discorsi, giudizi, idiosincrasie alla fine sono riconducibili a questo semplicissimo principio.

        La destra e la sinistra sono epifenomeni, etichette contingenti, di comodo e oltretutto sai bene quanto ultimamente io sia sideralmente distante dal giochetto delle parti.
        Quali parti poi:
        – i filo-ucraini e i filoucraini,
        – i filo-israeliani e i filo-israeliani.
        In quest’ultimo caso almeno ci sono delle sfumature e guarda caso sono talmente di parte che in queste sfumature sono più in distonia con la parte che in teoria sarebbe la mia affiliazione politica (o lo è stata) che con l’altra.

    • Peucezio scrive:

      È un bellissimo esempio di musica barocca.
      Anche sul piano tematico (come quelle chiese del Purgatorio, piene di cape di morto sulla facciata e altrove).

      https://www.youtube.com/watch?v=wpAxBZSXW28

      Molto cristiano.
      Un orientale non darebbe tutta ‘st’importanza alla morte, non più che all’addormentarsi o a mille altri cambiamenti di stato che viviamo continuamente.

      • Ros scrive:

        @Peucezio: “Si muore danzando, bevendo, mangiando, Con quella carogna morire bisogna.”

        meravigliosa😀😀😀
        grazie, mi mancava.

        Me la segno, e me la metto nello smartfon – che non ho – come suoneria.
        Davvero; l’ho già ascoltata 10 volte con goduria.

        “…Un orientale non darebbe tutta ‘st’importanza alla morte, non più che all’addormentarsi o a mille altri cambiamenti di stato che viviamo continuamente…”

        non ci giurerei🤔;
        certamente che uno spagnolo, un messicano un siciliano…
        …ce la godiamo un mondo con ‘ste robe.

        Vienici a Palermo, la Morte è in ogni dove barocca e celebrata a festa e fiori neri ed appassiti ad arte.

        La Santa Santissima Madre Morte Nostra💀
        Lo diceva pure Vitaliano Brancati in “Don Giovanni in Sicilia” (bellissimo!), o non so dove…

        La MORTE ci arrapa forte annòi!!!
        https://it.wikipedia.org/wiki/Trionfo_della_Morte_(Palermo)

        Vitaliano Brancati ragazzi miei😎; e chi lo legge più!
        è dimenticato e perso, uno dei più grandi.
        cosa si perdono? Ma come ti godono?

        Paolo il caldo e il bell’Antonio, dico, mica poco!
        Solo l’ultimo tango a Zagarol regge il confronto.

        • Ros scrive:

          @Peucezio: “…E non sopporto tutto ciò che vuole plasmare il mondo secondo un’idea e giudica negativo ciò che non vi si conforma.
          Che tutto ciò si chiami Età Assiale, protestantesimo, illuminismo, marxismo, politicamente corretto.
          Tutto ciò insomma che, anziché aprirsi al mondo con curiosità, lo vuole adeguare ai propri modelli…”

          bellissimo epitaffio, di ‘sti tempi allegri😀

    • Peucezio scrive:

      E ciò di cui parlo ha conseguenze pratiche precise.

      Perché la nostra comune amica (anche se io l’ho vista una sola volta), anche se è femminista e lesbica, non avrà mai accesso, temo, alle grandi case editrici e quelle come lei vengono ostracizzate.
      Perché il suo è un femminismo non legittimato dall’ideologia oggi di moda.

      Quanto al “femminismo” alla Santanchè, ha tutta la ribalta mediatica che vuoi. Ma come orientamento regressivo, popolare, impresentabile, come uno che va a una cena elegante con i jeans, dice le parolacce, fa i rutti, mangia con le mani.

      Poi io non credo che il mondo sia plasmato né dal femminismo mainstream, quello colluso con i transattivisti e simili, né dalla Santanchè.
      Il mondo reale è plasmato da altre dinamiche. Dal fatto che in Italia lo stato e l’autorità sono blande, la Chiesa è comunque forte e campa molto di assistenza degli allogeni e quindi nessuno si preoccupa seriamente, al di là degli strepiti di una parte e dell’altra, di tenere fuori gli immigrati. Non in nome dell’ieologia antirazzista e internazionalista, ma banalmente per lo stesso motivo per cui in Italia se finisci dentro esci presto anche per delitti gravi, per cui tutto è morbido, indulgente, tutto funziona secondo compromessi.
      In paesi in cui l’attivismo di sinistra anche immigrazionista è molto più violento, gli immigrati vengono buttati in mare a cannonate.

      Ma questo non significa che le idee siano irrilevanti. Le idee hanno un’altra funzione e agiscono in modo più indiretto e diverso.

      • Ros scrive:

        Peucezio: “…Quanto al “femminismo…”

        https://www.alibionline.it/recensione-sexual-personae-camille-paglia/

        quasi 1000 pagine di intelligenza e gioia, fidati!

        Una femminista da amare❤❤❤

        • Ros scrive:

          “…Se la donna è il vischiume originario, il miasma femmineo e vampiresco, il femminile risulta agli occhi di Paglia un’operazione di maquillage pensata per addomesticare la forza primitiva che insieme crea e distrugge – intimamente polimorfa. A essa l’uomo reagisce per fuggire dalla legge del corpo (naturalmente violenta). Il modo più seducente e simbolicamente incisivo per farlo è l’arte, la quale tentando una forma invoca un ordine, “non necessariamente giusto o benevolo”, precisa Paglia.

          Ché “l’arte non ha nulla a che fare con la moralità”, principio che l’ossessione perbenista odierna dimentica (e il mercato editoriale, per stare all’attualità, testimonia con l’asfittica tipologia romanzesca che orienta, da noi, il Premio Strega)…”
          recenss. Sexual Personae

          La Donna intesa – Cibele Ctonia Demetra e Iside Madonna delle Grazie – come parte integrante e fondamentale anche del Maschio
          https://www.youtube.com/watch?v=t2f9AjQ2ebc

          • Ros scrive:

            Mi rispondo:

            “…Tutto il ragionamento di Paglia, che poi scorre fra la Grecia e Shakespeare, Goethe e i romantici, Wilde e Elvis Presley, oggi (fra woke, cancel culture e vittimismo diffuso) appare ancora più deflagrante di trent’anni fa. Negli ultimi decenni il suo femminismo libertario ha lasciato il passo a deviazioni insieme progressiste e bigotte – da una Kate Millett che avrebbe dato fuoco (come i nazisti) ai libri di scrittori colpevoli di essere maschi, bianchi e occidentali, a un’Andrea Dworkin con la sua convinzione di una sessualità “innocente” ottenuta una volta ucciso il patriarcato, o al gender di una Judith Butler che nega qualsiasi matrice biologica nella definizione della nostra sessualità.
            Invece, per Paglia, transgender ma molto critica sul #MeToo, “l’erotismo è un regno infestato da fantasmi, luogo di dannazione e d’incanto”, non demoniaco (quello è il frutto dello sguardo repressivo e paranoide delle religioni), ma demonico, come l’inconscio di Freud (per la sua natura ctonia non ha da fare con il bene o con il male, semmai, come insegna Baudelaire, con la crudeltà).

            Contro il “relativismo molle” e il paradigma vittimario (e paradossalmente intollerante, triste – passivo-aggressivo si direbbe oggi) cresciuto come ultima propaggine dell’ingenuità rousseauiana convinta che bandendo l’ineguaglianza e le ingiustizie sociali si potesse tornare a una immaginifica età dell’oro ricca di armonia e felicità, l’opera smisuratamente erudita e potente di Paglia, condivisibile o meno in alcuni suoi assunti, riesuma Sade o la volontà di potenza del buon Nietzsche, per sottolineare “il conflitto ineludibile dell’uomo con la natura e con il fato…”
            Michele Lupo

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Ros

              “nvece, per Paglia, transgender ma molto critica sul #MeToo, “l’erotismo è un regno infestato da fantasmi, luogo di dannazione e d’incanto”, non demoniaco (quello è il frutto dello sguardo repressivo e paranoide delle religioni), ma demonico, come l’inconscio di Freud (per la sua natura ctonia non ha da fare con il bene o con il male, semmai, come insegna Baudelaire, con la crudeltà).”

              Affascinante!

            • paniscus scrive:

              “Invece, per Paglia, transgender ma molto critica sul #MeToo, “—-

              In base a quale evidenza Camille Paglia sarebbe “transgender”?

              Dopo decenni di militanza femminista, si è dichiarata maschio?

              Oppure era nata maschio e si è fatta una carriera strepitosa come femmina, e l’ha rivelato solo adesso che ha quasi 80 anni?

              Vi assicuro che non capisco.

              • Ros scrive:

                @paniscus “…Vi assicuro che non capisco”

                è complicato invero…
                e non è che importi poi granché…
                anzi per nulla!
                queste gossippate cose che manco io che la conosco forse un poco bene (virtualmente) ti sapevo.

                Leggi il libro – umile mi permetto – “Sexual Personae”
                (fattelo mandare da Miguel😉)

                Lunghetto (ma ci vale tutto) che chiarisce, direi, meglio di millemila giri incongrui sul web😀

                ciao
                Ros

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Paniscus

                “Dopo decenni di militanza femminista, si è dichiarata maschio?”

                In realtà, pare che in un’intervista, lei – nata biologicamente donna – dice che “non si è mai sentita donna” e per questo si sente un po’ trans, ma non le piacciono i transattivisti ed è contro la medicalizzazione della pubertà.

            • Ros scrive:

              “… riesuma Sade o la volontà di potenza del buon Nietzsche…”

              Michele Lupo dimentica giusto Bataille e Artaud, del mazzo. Mica poco.
              L’Artaud del teatro della Crudeltà, ma soprattutto dell’ “Eliogabalo. L’anarchico incoronato” Adelphi.
              Imperatore (fosse l’unico 😎) picchiatello come Jerry Lewis & Dean Martin (Dino Crocetti) assieme; di cui si sta parlando qui nel blog come trans ante litteram vittima di razzismo secondo eminenti dottorati.
              MondoCane, ormai, di matti, che ci sono o ci fanno…
              Poco cambia😎

  115. Miguel Martinez scrive:

    Giro qui quanto scrive Andrea Zhok su Telegram, mi sembra interessante:

    Andrea Zhok, [2023-11-22 16:47]
    Ci sono temi più importanti e preferirei tacere su tutto il circo che è partito dalla vicenda dell’ultimo omicidio volontario di una donna. Preferirei tacere anche per preservare la salute psichica, perché ogni qual volta ci si scontra con il muro ideologico costruito dai media correnti la frustrazione è inevitabile.

    Ma alla luce del fatto che il ministro Valditara sta davvero prendendo sul serio le fiabe ideologiche correnti, una parola mi sembra necessaria.
    Speravo in uno scherzo, ma leggo che il ministro dell’istruzione, in una pregevole armonia di intenti con l’opposizione, sta davvero proponendo un’ora a settimana di “educazione alle relazioni” nella scuola secondaria. Non solo, la proposta prevede anche l’intervento in queste ore di educazione sentimentale di “influencer, cantanti e attori per ridurre le distanze con i giovani e coinvolgerli”.

    Forse fraintendiamo l’intervento del ministro, che probabilmente ha il solo scopo di incrementare l’afflusso alle scuole private. Come spiegare altrimenti questa ulteriore accentuazione della tendenza della scuola pubblica a diventare un interminabile catechismo dell’ovvio, che ripete in bianco e nero gli stessi contenuti che si ritrovano, a colori, su una rivista media da parrucchiere? Tra ramanzine moralistiche, alternanze scuola-lavoro e consulti psicologici gli spazi per insegnare qualcosa di sostanziale nella scuola pubblica si stanno riducendo a feritoie.

    Ma purtroppo questo è solo piccola parte del problema.
    Il problema più grosso è che l’interpretazione ufficiale degli eventi delittuosi aventi per oggetto donne ha subito da tempo un sequestro ideologico. Esiste una singola lettura che anche persone intelligenti e al di sopra di ogni sospetto ripetono pappagallescamente, come se fosse una sorta di verità acclarata. E questa lettura non è semplicemente sbagliata, che sarebbe il meno, ma è proprio socialmente dannosa, anzi dannosa per le stesse dinamiche che si immagina di voler correggere.

    Provo a spiegarmi in breve.
    La lettura d’ordinanza di questi eventi delittuosi è la seguente. Si tratterebbe di espressioni di un’atavica, arcaica (patriarcale), concezione subordinante della donna che la concepisce come una proprietà, un oggetto a disposizione, e che perciò non ne accetta l’indipendenza e la punisce con la violenza e persino con la morte.
    Dunque, dissimulato sotto la superficie di un mondo moderno e formalmente egalitario serpeggerebbe ancora questo “residuo patriarcale”, tenace e ostico da sconfiggere, che richiede perciò una rieducazione della popolazione – e della popolazione maschile in ispecie.

    Ora, io credo che questa lettura delle violenze e degli omicidi spesso per futili motivi che oggi riscontriamo, tra cui anche quelli che hanno per oggetto donne, non c’entri assolutamente nulla con alcuna presunta “cultura patriarcale”. E credo che le ricette che vengono proposte, lungi dall’essere risolutive, possano soltanto aggravere il problema.
    Perché mai?

    Partiamo da un po’ di pulizia terminologica e mentale. Tutti si riempiono la bocca di “patriarcato” senza avere per lo più alcuna idea di ciò di cui si tratta. Ora, l’unico senso antropologicamente accettabile della nozione di “patriarcato” (che non va confuso con la patrilinearità della discendenza) è il modello sociale diffuso un tempo in molte civiltà dedite all’agricoltura o alla pastorizia, dove l’ultima autorità cui ricorrere per i dissidi interni e per i rapporti verso l’esterno era rappresentato dal maschio più anziano del gruppo (patriarca). Queste strutture sociali erano (e in alcune parti del mondo ancora sono) caratterizzate da una sostanziale assenza delle legislazione pubblica, da forti nessi comunitari all’interno di famiglie estese connesse, che dovevano risolvere molte questioni oggi risolte dalla giustizia ordinaria. Gli ordinamenti patriarcali sono tipicamente preindustriali e definiti da ordinamenti famigliari estremamente solidi e vincolanti.

    Andrea Zhok, [2023-11-22 16:47]
    La prima domanda che dovrebbe venire in mente è: cosa diavolo c’entra questa forma sociale con il mondo occidentale odierno? Ovviamente non c’entra assolutamente nulla, ma questa impostazione del problema nasce negli anni ’70, in cui l’idea che ci fossero ancora residui patriarcali da abbattere era il principale oggetto polemico del second-wave feminism. Oggi, mezzo secolo dopo, stiamo ancora qua a berci un’interpretazione che era tirata per i capelli allora e che oggi è letteralmente fluttuante nel vuoto.

    A questo punto c’è sempre qualcuno che se ne viene fuori dicendo che sono questioni filologiche, di lana caprina, che se non va bene il termine patriarcato chiamiamolo maschilismo che va bene uguale.
    Solo che il problema non è meramente terminologico, ma è legato a quale si ritiene essere la radice causale di violenze e assassini odierni. Se si evoca il “patriarcato” o simili si evoca l’immagine di un residuo ostico del passato che stentiamo ancora a lasciarci dietro le spalle. Dunque per superarlo dovremmo procedere ulteriormente con l’abbattimento di qualunque simile residuo del passato: bando al familismo, bando all’autorità paterna, bando al normativismo, sempre in odore di autoritarismo, ecc.

    Ora, prima di esporre quella che credo essere un’interpretazione più plausibile, provo a sottoporre all’attenzione qualche fatto empirico.

    Se il problema delle violenze si radica nei residui patriarcali in una qualche versione, allora i paesi che hanno società maggiormente modernizzate, con minori vincoli famigliari e con una posizione di maggiore indipendenza delle donne dovrebbero essere esenti da questo problema, o almeno presentarlo in misura molto minore.

    Ma è davvero così?

    Curiosamente ciò che si profila è esattamente l’opposto.

    Se guardiamo alle violenze domestiche vediamo che (dati di un paio di anni fa) i primi paesi per denunce di violenza subita dalle donne sono quattro paesi proverbialmente emancipati: Danimarca (52% delle donne lamentano di aver subito violenza), Finlandia (47%), Svezia (46%), Olanda (45%), in coda classifica in Europa troviamo la Polonia (16%).
    Naturalmente qui c’è la replica pronta: si tratterebbe di un mero effetto statistico, dovuto al fatto che in quei paesi, proprio grazie alla maggiore emancipazione, le donne denunciano di più.
    Può darsi.
    Allora per tagliare la testa al toro andiamo a vedere la categoria degli omicidi volontari di donne (cosiddetti “femminicidi”), che registra eventi non soggetti a filtri interpretativi.
    Qui, secondo i dati Eurostat aggiornati al 2019, il profilo appare leggermente diverso, ma non troppo.
    In testa in questa macabra classifica stanno costantemente i paesi baltici (Lettonia, Lituania, Estonia), insieme a Malta e Cipro, con Finlandia, Danimarca, e Norvegia poco sotto e Svezia a metà classifica. All’estremo opposto, costantemente agli ultimi tre posti troviamo Italia, Grecia e Irlanda, che si scambiano solo di posto di anno in anno.
    Per un confronto numerico, l’Italia presenta un dato di 0,36 “femminicidi” ogni 100.000 abitanti, la Norvegia 0,61, la Germania 0,66, la Francia 0,82,la Danimarca 0,91, la Finlandia 0,93, la Lituania 1,24.

    Ora, cosa hanno in comune Italia, Irlanda, Grecia?
    Non molto, salvo il fatto di essere tutte società con un ruolo tradizionalmente molto forte delle famiglie, società di cui spesso si è lamentata la limitata modernizzazione, anche per il peso significativo delle istituzioni religiose.

    Cosa hanno in comune gran parte dei paesi del Nord e in parte dell’Est Europa? Sono società che hanno subito processi estremamente accelerati di modernizzazione, con laicizzazione forzosa, e frantumazione (riconosciuta al loro stesso interno) delle unità famigliari.

    Andrea Zhok, [2023-11-22 16:47]
    Ecco, una volta messi giù questi dati, per quanto sommari, io credo che un’intepretazione molto più sensata delle eventuali radici culturali della violenza e dell’omicidio per futili motivi di donne sia rintracciabile nell’esatto opposto del “patriarcato”.
    Lungi dall’aver a che fare con ordinamenti famigliari estesi, vincolanti, con elevata normatività, tipici del patriarcato, ci troviamo di fronte a contesti dove le forme famigliari sono dissolte o in via di dissoluzione, dove i giovani crescono educati più da tik-tok e dai video trap che dalle famiglie, società dove peraltro da tempo la figura del padre latita ed è spesso definita dagli psicologi come effimera. In questi contesti, “modernizzati ed emancipati” si allevano in maggior misura identità fragili, disorientate, anaffettive, che si sentono costantemente sopraffatte dalle circostanze, e che perciò, occasionalmente, possono più facilmente ricorrere alla violenza, che è il tipico modo di reagire a situazioni di sofferenza che non si è in grado di comprendere né affrontare.

    Molti altri aspetti andrebbero approfonditi, ma se, come io credo, questa è una lettura assai più probabile dei fatti, le strategie che stiamo adottando per affrontare il problema vanno precisamente nella direzione dell’ennesimo aggravio dei problemi.
    Questo in attesa delle lezioni di educazione sentimentale di Sfera Ebbasta.

    • Francesco scrive:

      Concordo pienamente, tranne che con l’ipotesi ottimistica che il ministro sia in cattiva fede e lavori per le scuole paritarie.

      Secondo me è proprio coglione, come larga parte della classe dirigente che la Giorgia sta tentando di usare.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        “tranne che con l’ipotesi ottimistica che il ministro sia in cattiva fede e lavori per le scuole paritarie”

        🙂 Credo che sia un’ironica battuta.

        Condivido anch’io molto di cià che dice Zhok.

        • Francesco scrive:

          Qui è pieno di storici: il fatto che tutte le fazioni politiche siano formate da perfetti imbecilli è un sintomo di decadenza di una nazione?

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            No, credo sia segno del fatto che i modelli utilizzati per interpretare la realtà semplicemente non funzionino.

            • Francesco scrive:

              Scusa ma mi sopravvaluti. Cosa vuol dire?

              Che nessuna delle fazioni politiche ha più idee in grado di spiegare la realtà?

              Che è un tema molto interessante ma mi pare eludere la mia domanda: questi sono dei perfetti imbecilli, non sono solo “in ritardo sui tempi”. O dici che il mio è un errore di prospettiva?

              Ciao

    • Ros scrive:

      @Miguel: “Andrea Zhok”

      Trovo il tutto ragionevole e condivisibile.

      Il cosiddetto patriarcato sembrerebbe piuttosto tendere ad una “cavalleresca” difesa della Donna: Madre, Moglie, Sorella, Figlia, Terra, Patria, Virtus, Onore.

      VIR romana.

      ma, Andrea Zhok, mi sa, di voce che urla ” orribili deliri” e “eretiche blasfemie” nel deserto😏

      Pazzo!

      Se vuol farsi mettere in croce in sala mensa dalla folla, si accomodi pure😎

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Martinez

      “Zhok”

      Uno potrebbe forse leggere gli stessi dati in modo diverso.

      Ammettiamo che esista lo stesso fondo di ‘cultura patriarcale’ (nel senso denunciato dalle femministe) tanto in Italia quanto ad esempio in Lituania.

      Se la violenza contro le donne è generata dall’insofferenza della cultura patriarcale nei confronti dell’emancipazione femminile (a casa, sul lavoro ecc.) allora tale violenza sarà tanto maggiore quanto più avanzato il livello raggiunto dall’emancipazione femminile.

      Se è così, e se ad esempio le donne in Lituania sono più emancipate delle donne in Italia, allora si prevede che ci siano più violenze contro le donne in Lituania che in Italia.

      Quindi – al contrario di quanto sostiene Zhok – la tesi femminista della permanenza della cultura patriarcale come causa delle violenze alle donne è confermata, non smentita, dalle statistiche.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        Ehm, però poi la devi trovare, la cultura patriarcale. In Lituania.

        Sennò stai facendo ideologia e non scienza. Tipo quello che trovava i fascisti dappertutto.

        Senza contare che la cultura patriarcale non è la forza di gravità, col tempo la cultura cambia. E in tempi di TV cambia in fretta, quello che può cambiare.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Francesco

          “scienza”

          Francesco, guarda che è così che si fa scienza: facendo ipotesi su quello che non si conosce. Io non ho la minima idea di come misurare la presenza della cultura patriarcale nell’inconscio dei Lituani e degli Italiani. Magari è una delle forme dell’inconscio collettivo di Jung: non lo so. Però posso ipotizzare che tale cultura patriarcale vi sia e dedurre da questa ipotesi delle conseguenze, che a loro volta formeranno la base per delle predizioni falsificabili (tipo quella della maggiore incidenza dei femminicidi in Lituania rispetto all’Italia).

          I neutrini sono stati scoperti così, molto tempo prima che fosse effettivamente trovato un modo per rilevarli.

          In effetti è vero, è proprio come il fascismo. Io non posso misurare direttamente la presenza del fascismo nel cervello delle persone, al contrario di quanto posso fare ad esempio col meningococco. Però posso ipotizzare che il fascismo sia più diffuso in Italia che per esempio in Nuova Zelanda, e dedurne che considerando gli insiemi dei presidenti delle assemblee parlamentari dei due paesi sia più facile trovare in Italia che in Nuova Zelanda un presidente di una Camera del Parlamento che a casa si tiene una collezione di busti del duce. Poi vado a vedere e scopro che è vero.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            Ma questa è correlazione, non causazione!!!

            Un errore da principianti, peggio, da anglosassoni!!!!!!

            Per verificare una teoria devi poter confermare direttamente quello che la teoria afferma, se ci si basa solo su conseguenze indirette si piglieranno sempre cantonate clamorose (o si confermeranno ideologie). Il fisica il mondo è più semplice e “altri elementi” non entrano in gioco ma nelle scienza sociali quello che dico è vitale.

            Ciao

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Francesco

              “correlazione”

              Ci sono fior di tecniche statistiche che consentono di distinguere fra ‘causation’ e ‘correlation’, non preoccuparti. 🙂

              Però funzionano solo in alcuni casi, che si verificano tutti quando si hanno tantissimi dati.

              Quando questi mancano allora nel 99% dei casi le conseguenze dirette e inequivocabili non sono disponibili, e si va avanti a furia di evidenze indirette e di confronti incrociati. E’ per questo che Popper insiste così tanto sul fatto che le affermazioni degli scienziati non devono essere verificabili, ma falsificabili.

              Tu credi che qualcuno abbia “visto” il bosone di Higgs? O il nucleo della terra? O il Big Bang? (No, la radiazione di fondo NON è il Big Bang, è più recente di almeno trecentomila anni). Credi che Copernico abbia “visto” che è la Terra a girare intorno al Sole?

              Guarda le onde gravitazionali. Fino a qualche anno fa erano talmente elusive che non ci credeva nemmeno Einstein, per le quali erano un semplice artificio matematico dei suoi stessi calcoli. (Il bello è che siccome invece Feynman e altri ci credevano, si arrivò al punto che la Physical Review rifiutò di pubblicare un lavoro di Einstein in cui il Tedesco le negava, causando una feroce arrabbiatura in quest’ultimo).

              Naturalmente può benissimo capitare che una congettura produca altre congetture che si avviticchino su se stesse all’infinito perché non producono predizioni falsificabili con le osservazioni ma solo tautologie. Succede continuamente. Fu così col flogisto, ed è probabilmente così (ma qui lo dico e qui lo nego 🙂 ) con le varie teorie delle stringhe, che (come mi diceva un fisico all’INFN) “è dal tempo della guerra dei Sei Giorni che ci promettono di arrivare a calcolare partendo da primi principi la massa dell’elettrone…” 😉

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Per tutto quello che riesco a capire, concordo con te.

                Ma una teoria non verificabile se non per effetti indiretti che potrebbero avere altre 177 spiegazioni … non mi serve. A meno che non ne sia già convinto e cerchi di sostenerla con qualsiasi argomento riesca a inventarmi.

                Già ai tempi di Socrate si faceva così!

                😀

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “potrebbero”

                Ecco, allora quando qualcuno tira fuori una delle altre 177 spiegazioni si fa un bel confronto fra le predizioni della nostra teoria e della spiegazione nuova, si vede quale delle due predizioni ci azzecca di meno coi fatti e la si butta via. Avanti un altro.

                E’ come un campionato ad eliminazione diretta: ne resterà soltanto uno. Quando leggi che la scienza ha spiegato un fenomeno vuol dire che si è giocato un campionato e una spiegazione ha vinto lo scudetto, cioè che nessun’altra spiegazione ha prodotto predizioni meno in disaccordo coi fatti.

                (Finché non interverranno nuovi fatti a smentire il campione. Allora si ricomincia da capo).

                L’importante è che le predizioni di ciascuna spiegazione siano falsificabili, in modo da sapere, confrontando le due teorie, di volta in volta quale scartare. Nel campionato è essenziale poter contare quanti goal ha beccato una squadra.

                Ecco perché ipotesi senza predizioni (come quelle dell’ufologia o della parapsicologia, e secondo Popper anche della psicanalisi, c del marxismo) non sono scienza: non giocano nel campionato perché non si può sapere quando perdono: sono come squadre di basket che entrano in campo senza il canestro. Possono diventare scienza nel momento in cui producono predizioni che possono essere confrontate con altre.

                Ad esempio, l’ufologia diventerà scienza quando lo studio degli UFO consentirà di predire: ‘tutti gli UFO che hanno una forma a sigaro sono azzurri’. E magari lo farà perché partirà da una stramba ipotesi sul daltonismo degli omini verdi. Allora si va a vedere tutti gli avvistamenti di UFO a forma di sigaro e si vede che effettivamente sono tutti azzurri. Salta su un meteorologo che dice: ma no, è un effetto ottico, basta che piova e il colore diventa marrone. Allora si va a vedere che no, anche quando piove gli UFO-sigari sono azzurri.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                per ADV

                “E’ come un campionato ad eliminazione diretta: ne resterà soltanto uno.”

                Io su questi temi ho passato varie fasi.

                A un certo punto sono stato molto vicino a ciò che dici, perché sembra fare piazza pulita di tutta la fuffa emotiva/identitaria/moralista che c’è in giro.

                Lo “scientismo” è il terzo polo:

                1) “esistono solo due sessi”

                2) “no, uno è del genere che si sente” (che ha già cambiato la parola ma guai a chi lo segnala)

                3) “bene, andiamo a prelevare il DNA e vediamo se *l* tizi* che si sente di genere F pur essendo stato “registrato alla nascita” come di sesso M, ha qualcosa che lo accomuni a quelle “registrate alla nascita” come di sesso F.

                Allo stesso modo, lo “scientismo” potrebbe scoprire, non che “i bianchi siano superiori”, ma che effettivamente alcuni molisani, geneticamente isolati, hanno sviluppato una particolarissima abilità innata a suonare il violino.

                Ma dove mi fermo è proprio con la vittoria dell’ “uno”. Che molto facilmente porta via tutto il resto.

  116. Peucezio scrive:

    Mah…
    La spiegazione di delitti come quello recente è banale:
    al di là di una componente di violenza fisiologica in ogni società, accade che un’umanità viziata, educata secondo un modello permissivo, non è stata abituata a gestire la frustrazione e quindi alla minima avversità reagisce in modo scomposto.
    Il problema riguarda ambo i sessi (o i diecimila sessi di moda oggi). Solo che i maschi sono più forti fisicamente e hanno un’indole più aggressiva.

    Se ci fate caso la violenza si sta privatizzando.
    Ce n’è molta di meno, si spara meno, ci sono meno omicidi.
    Ma quella poca che c’è o è fra persone che si conoscono o riguarda gruppi di molto giovani ed è essenzialmente teppismo.
    La criminalità comune in senso classico segna il passo, è in regresso.
    In pratica c’è una deprofessionalizzazione della violenza (il criminale a suo modo è un professionista).
    In linea con la generale perdita di competenze: non c’è più la gente che sa fare le cose e tutti si improvvisano tutto.

    In tutto ciò il patriarcato non c’entra nulla.
    Ma non perché è una cosa del passato, come dice Zhok.
    Ma perché da cinquemila anni a questa parte tutto è patriarcato. I detrattori del patriarcato sono i più patriarcali di tutti. Donne comprese.
    Forse il mondo non è mai stato così patriarcale quanto lo è oggi.

    • Roberto scrive:

      Peucezio

      “ educata secondo un modello permissivo,”

      Confesso che da maschio patriarcale mi ha molto colpito in quella storia tristissima che la tizia aveva mille motivi per stare davvero alla larga dal tizio e non lo ha fatto

      Più che un modello permissivo mi pare un modello che crea persone cieche rispetto ai fatti (non so se si possa parlare di modello)

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Peucezio

      “La spiegazione di delitti come quello recente è banale:”

      Non so se ho capito quello che dici del “patriarcato”, per il resto sono d’accordo.

  117. Peucezio scrive:

    Miguel,

    invece ti voglio fare una domanda, date le tue posizioni sul transumanesimo.

    Mettiamo per assurdo che si trovasse il gene della violenza e si potesse produrre un’manità che ne fosse priva.
    Cioè non portata a nessuna forma di violenza fisica. Niente guerre, omicidi, criminalità, risse, nulla di tutto ciò.

    Tu saresti contrario?

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Peucezio

      “Tu saresti contrario?”

      Senza ragionarci troppo, a pelle, direi sì, sarei contrario.

      La prima cosa che mi viene in mente (ma capisco che così sfuggo un po’ alla tua domanda) è che le cose non vengono mai da sole. Ragionando in termini solo biologici, immagino che attorno a una cosa enorme come “la violenza”, ci sia un esercito 🙂 di geni diversi con compiti indispensabili.Fantasticando, ad esempio, se togli “la violenza”, il corpo potrebbe smettere di produrre anticorpi, e lo scopriremmo solo quando è troppo tardi.

      • Peucezio scrive:

        Beh, questo non è nell’ipotesi che ti ho posto.
        È ovvio che se una simile alterazione avesse, per così dire, effetti collaterali negativi, uno la respinge.

      • Peucezio scrive:

        Ma è comunque sintomatica la tua risposta.
        Ci sono specie animali, anche mammiferi, miti.

        Dice, ma se l’uomo perde la violenza perde una parte della sua specificità.

        Sì, ma la specificità dell’uomo direi che è l’intelligenza nel senso della capacità di trasmettere intergenerazionalmente un patrimonio di acquisizioni non genetico e di modificare profondamente l’ambiente esterno.
        Non di essere violento (lo sono tante altre specie).

        Quindi se si toglie la violenza, non si toglie nulla della vera specificità umana.

        • Francesco scrive:

          Non sono d’accordo.

          Non credo esista nessun organismo che sia mite, siamo tutti impegnati in una lotta furiosa per le risorse e per riprodurci.

          Se guardi due alberi cresciuti vicini, hai la storia della loro guerra per prendere più sole.

          Se togli la violenza all’umanità, è come se gli togliessi un braccio. Certo, saremmo ancora uomini ma monchi, mancherebbe qualcosa.

          Senza contare che lo stesso concetto di “violenza fisica” è molto ambiguo.

          Tu scrivi “niente omicidi” e la cosa è di una totale ingenuità!

          Ci sono infinite forme di violenza “non fisica”.

          • Peucezio scrive:

            Quella è un’altra faccenda però.

            Ti assicuro che le donne ucraine o i bambini di Gaza preferirebbero un milione di volte subire una violenza psicologica.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ peucezio

      “Niente guerre”

      Tu mi inviti a nozze 🙂

      Esiste una quantità di film e di romanzi – di fantascienza e non – che trattano precisamente questo problema.

      In metà dei romanzi di Heinlein – come “Fanteria dello spazio” (!) – e del valido Lester del Rey, nonchè nel “Voortrekkers” di Poul Anderson la violenza è il carattere genetico che consente la sopravvivenza dell’umanità. E’ vero che i razionali personaggi del Ciclo della Fondazione di Asimov citano Benjamin Franklin (‘la violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci’) ma solo perché alla violenza fisica sostituiscono la machiavellica manipolazione delle coscienze (la Seconda Fondazione) quando non addirittura il dominio mentale diretto tramite telepatia. In Sturgeon, la violenza della massa isola i reietti (vuoi perché handicappati, come in “Nascita del superuomo”, o perché trans come in “Venere più X”) che solo così diventano il primo passo della futura evoluzione biologica della razza umana. In ultima analisi l’eliminazione della violenza tramite la tecnologia e la pedagogia, pure se possibile in linea di principio, rende più fragile la società, non più sana: un esempio è il “Demolition Man” di Stallone.

      Ma anche fuori della fantascienza, al cinema ne “Il seme della violenza” un fisico finito per un taglio alle sovvenzioni alla ricerca (!) ad insegnare in una classe alla ‘Io speravo che me la cavo’ libera dopo mille disavventure una intera classe da un’atmosfera da incubo facendo arrestare il malvagio studente che con la sua violenza era appunto il seme della violenza del titolo: biblicamente, tolto il réprobo tutto si aggiusta.

      All’estremo opposto della scala sociale, nei quartieri ricchi della città, l’apparentemente sdolcinatissimo “Té e simpatia” di Vincente Minnelli (il padre di Liza) descrive il bullismo macho e il continuo catcalling come il naturale comportamento degli studenti maschi di un college misto con la plateale complicità delle famiglie, al punto che i protagonisti della storia, un ragazzo apparentemente poco virile e la sua sensibile insegnante, sono considerati loro malgrado impegnati in una tresca con conseguente scandalo. E’ notevole che la simpatia dello spettatore venga rivolta ai protagonisti perché vittime innocenti ingiustamente accusati, non perché meno violenti dell’ambiente che li circonda.

      Le clamorose scazzottate sono le scene clou di musical e commedie anche di altissimo livello (“Bulli e pupe”, ” Sette spose per sette fratelli”, “Un uomo tranquillo”; la loro carica apotropaica è ripresa dai nostri Bud Spencer e Terence Hill con successo meritato e imperituro).

      Queste sono tutte opere Statunitensi, si dirà, e quindi ispirate al mito della Frontiera e dell’OK Corral. In esse la violenza è sempre ineliminabile e spesso positiva (“Il giustiziere della notte”).

      In Europa, c’è il celeberrimo “Arancia meccanica” di Burgess. In esso si elimina con una tecnica di lavaggio del cervello (la ‘cura Ludovico’) la violenza dal cervello di un teppista stupratore e assassino solo per renderlo a tal punto vittima dei suoi ex compagni di merende che alla fine la violenza gli viene reinnestata nel cervello.

      Meno noto ma più terrificante è la novella “Un gioco da bambini” di Ballard (quello de “L’impero de Sole”) dove i ragazzini di un quartiere ‘bene’ attentamente privato di ogni deviazione e di ogni violenza sostituiscono nell’insensibilità generale la violenza al sesso come nuova pornografia.

      Fuori dall’anglosfera, negli altri paesi europei, l’eliminazione radicale della violenza è in realtà l’eliminazione radicale – essa stessa violenta – del violento di turno, come da tradizione dell’Apocalisse. L’ispirazione della religione fa sì che spesso la violenza sia un modo per fare emergere in controluce la possibilità della redenzione. Ci sono un’infinità di esempi, dai Fratelli Karamazov ai Promessi Sposi. Proprio la fede religiosa nel libero arbitrio spinge Hobbes, Swift e Kant a ritenere ineliminabile la violenza.

      Ce ne saranno sicuramente chissà quante altre, ma un’unica, immensa eccezione a questo andazzo mi viene in mente: “Un borghese piccolo piccolo” di Monicelli con Alberto Sordi e la Shelley Winters. La violenza, che vi si scatena per una vendetta, finisce con l’animare il protagonista anche dopo che la vendetta si è consumata; ma in realtà è presente fin dall’inizio, nel pesciolino decapitato del primo fotogramma, nei continui rimproveri alla moglie il cui unico spazio personale si riduce a pratiche superstiziose, nel completo appiattimento di un figlio mediocre sui sogni di un padre più mediocre di lui, nella piccineria di un mondo fatto di raccomandazioni che finiscono per sconfiggere pure la religione. La violenza è radicale, onnipresente, ineliminabile e irredimibile: sembra di stare in un lager senza altane, senza cani lupo e senza fine.

      Mi pare proprio che a parte Monicelli e alcuni autori Inglesi (Burgess, Ballard, lo Swift di “Una modesta proposta”) non ci si rassegni a considerare la violenza un fatto tanto ineliminabile quanto negativo proprio della vita umana, e si senta invece sempre il bisogno a) o di esorcizzarla, di trasferire il suo stigma su un Altro b) o di valorizzarla, da trasformarla in disvalore in valore (“l’unico Indiano buono è l’Indiano morto”).

      Questo spiega forse il nostro balbettare di fronte alla cronaca, il nostro rifugiarci nella richiesta di una ‘educazione all’affettività’ o magari viceversa di ‘galera a vita e buttate via la chiave’.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Siamo sicuri che sia una bella società quella dove il borseggiato non può recuperare ciò che gli è stato tolto con destrezza o dove il truffato non può recuperare quello che ha perso col raggiro? Perché l’uso della forza legittima in quei casi è l’unica cosa che impedisce l’angheria del fatto compiuto.

      • Francesco scrive:

        Eh no basta! per quanto tempo vuoi andare avanti a fare affermazioni con cui sono d’accordo?

        Mi distruggi le certezze, mi distruggi!

        😀

        • Ros scrive:

          @Francesco & Mauricius

          Non che avessi un opinione precisa,
          ma di te e Mauricius avevo capito poco e male. Sorry🙄

          E invece mi state sorprendendo al meglio😄
          ‘azz, non avevo mica capito niente!

          Peucezio, mi sa che il “fighetto borghesuccio” qua dentro alla finfine sei tu😁😁😁
          Con tanta sincera simpatia eh!😎😉

  118. Moi scrive:

    Responsabilità Individuale, vale ancora ?

    Figlio del patriarcato e omicidio di Stato. Così le parole di Elena Cecchettin danno scandalo
    La sorella di Gliulia Cecchettin dice parole che i movimenti femministi e le associazioni che si occupano di donne vittime di violenza dicono da sempre

    https://www.iodonna.it/attualita/costume-e-societa/2023/11/22/elena-cecchettin-giulia-sorella-parole-scandalose-femminista-figlio-patriarcato-omicidio-di-stato/

    • Francesco scrive:

      rispondere a un omicidio con una serie di stronzate mi pare un altro segno di decadenza generale.

      andare in piazza dietro a grandi lenzuoli con su scritte dette stronzate anche peggio.

      di buono, nei periodi di decadenza, c’è il fatto che la diserzione non è più una colpa: non c’è nessun fronte da difendere, come non c’è niente da conquistare.

  119. Moi scrive:

    “Gli uomini devono fare mea culpa. Anche chi non ha mai fatto niente, chi non ha mai torto un capello a una donna. Sono sicura che nella vita di ogni uomo c’è stato almeno un episodio in cui ha mancato di rispetto a una donna solo perché donna. Fatevi un esame di coscienza, imparate da questo episodio e iniziate a richiamare anche gli altri vostri amici” .Le parole della sorella di Giulia Cecchettin, Elena

    https://www.lastampa.it/cronaca/2023/11/20/video/elena_la_sorella_di_giulia_cecchettin_ecco_perche_tutti_gli_uomini_devono_fare_mea_culpa_anche_chi_non_ha_mai_torto_un_c-13874531/

  120. Moi scrive:

    Sostituire ” Uomini ” con ” Musulmani ” … Elena Cecchettin diventa Oriana Fallaci … Estrema Sx diventa Estrema Dx !

  121. Moi scrive:

    “Not All Men But Always a Man” …

    VS

    “Not All Muslims But Always A Muslim” …

  122. Peucezio scrive:

    Miguel (e tutti),

    qualche cenno su patriarcato, femminismo, ecc.

    Il patriarcato non è solo un modello sociale o famigliare. In questo senso la definizione di Zhok non dico non sia pertinente, ma è riduttiva.
    Io definirei patriarcale un modello di società improntata a valori maschili.
    Che non significa che il maschio comanda e la donna obbedisce, ma qualcosa di molto più profondo, per certi versi archetipico.

    Proviamo a immaginare una società di sole donne o in cui gli uomini hanno un ruolo marginale e non contribuiscono a plasmarla.
    Sarebbe una società molto statica, piuttosto pacifica, in cui non cambia mai nulla, dove le cose avvengono in modo metodico e prevedibile, ma con pochi guizzi di originalità. La donna è così: è molto diligente, prende sul serio i suoi compiti, sa essere efficientissima, ma non ama sconvolgere gli assetti, rivoltare tutto per aria, ribaltare i modelli vigenti. La donna è più empatica e accomodante; può alimentare anche forme di rivalità e invidia, ma tende comunque a trovare una mediazione, un compromesso: non è radicale, rivoluzionaria.

    Mi pare evidente come la modernità, il capitalismo, la civiltà industriale e postindustriale, con lo slancio prometeico di cui sono espressione, rappresentino la quintessenza dello spirito mascolino.
    E siccome il maschile, essendo dinamico e rivoluzionario, violento e sovvertitore, deve negare tutto, nega anche sé stesso. Questo è il femminismo.

    Il femminismo NON È un’invenzione delle donne per riequilibrare i ruoli. Lo è a un livello molto esteriore. Il femminismo è il naturale esito dello spirito rivoluzionario maschile. E viene portato avanti dalle donne perché la donna è più passiva, ricettiva ai modelli dominanti. Oltretutto per statuto il femminismo si rivolge alla donna, quindi almeno formalmente deve essere portato avanti dalle donne.
    Il che non contraddice il fatto che storicamente il femminismo sia stato creato e alimentato dalle donne. Il nesso col maschile è indiretto: le donne hanno introiettato lo Zeitgeist, l’atmosfera di trasformazione dei ruoli, di cambiamento sociale radicale, tipica di una mentalità mascolina, e ne hanno sviluppato il femminismo, interpretando in realtà una sensibilità di tipo patriarcale.

    Tra l’altro il femminismo è un’ideologia.
    La donna di suo non è ideologica, è pratica, radicata nelle cose, nelle persone, nella terra, nella specificità delle situazioni concrete.
    L’uomo è ideologico, ama l’astrazione, la fuga dal reale.
    La donna diventa ideologica per conformismo, per adeguamento: capisce di essere in una scoeità basata sull’astrazione e sulle idee, anziché sulle cose, e ci si adegua, paradossalmente proprio per adesione alla concretezza: anche opporsi all’ideologia in senso astratto ed esplicito è una forma di ideologia; le donne, come i ceti popolari, come i popoli del sud, ecc., non sono reazionarie: il reazionarismo è contro-ideologia. Sono pratiche. Non contestano l’astrazione, la svuotano dall’interno aderendovi formalmente.
    E così è per il femminismo. Le donne vi aderiscono non perché siano rivoluzionarie, ma, al contrario, perché fa parte del perbenismo contemporaneo e la donna tende ad accettare lo statu quo. Cercando semmai di agire sulla sua realtà spicciola, che è poi l’unica vera.

  123. Peucezio scrive:

    Aggiungo,
    è vero che oggi si ha la percezione di una certa svrilizzazione della società.
    Si pensi al futurismo e all’esaltazione che si fa oggi della lentezza, della dolcezza, della natura…
    Oggi è un valore viaggiare a trenta all’ora, mentre i futuristi avevano il mito della velocità.

    Io credo che lo spirito rivoluzionario e mascolino alla lunga consumi sé stesso. A forza di negare e negarsi, si brucia, si autodistrugge.
    In fondo è la parabola fisiologica di ogni civiltà.
    I giovani d’oggi, tolti gli immigrati di seconda e terza generazione, che alimentano il teppismo delle cosiddette baby gang, sono miti, sensibili e anche piuttosto passivi, per certi versi femminili.

    Bisogna però stare attenti a non cadere in un equivoco.
    Che è poi il paradosso dei fiocchi di neve.
    Tutti ‘sti ragazzini “fluidi”, dall’identità sessuale indefinita (che è comunque quasi sempre efebica e indistinta: non è che il modello dominante sono donne che diventano enormi, mascoline, pelose, col vocione, ma è semmai un tipo indistinto dai tratti femminei e infantili) hanno molto di femminile.
    Ma ereditano uno spirito aggressivo e rivoluzionario (quindi mascolino) nella misura in cui sono espressione di trasformazioni radicali dei modelli sociali e a loro volta diventano militanti e protestatari.
    Ciò non toglie che io avrei molta meno paura di incontrare uno di questi “fluidi”, per quanto agguerrito, che un militante degli anni ’70, che se ti va bene ti prende a sprangate, se ti va male ti spara direttamente.

    In questo senso forse c’è un autentico tramonto del maschile? Parrebbe di sì.
    Ma il filtrare ideologicamente la realtà come si sta facendo in questi giorni esprime residui di tipico spirito ideologico militante maschile.
    Ma è un po’ una poltiglia rimasticata, sono un po’ i residui di ideologismi anni ’70 che vanno avanti per inerzia, per banalizzazione… il radicalismo diventa conformismo, perbenismo diffuso. Questo non è maschile.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Peucezio

      “è vero che oggi si ha la percezione di una certa svrilizzazione della società.”

      Sono d’accordo, a patto che si pensi che il “ruolo maschile” (semplifico) si è staccato dal contenitore umano, cui rimane solo quello “femminile”.

      Qualche immagine: l’Uomo che fa il suo progetto, si orienta con le stelle, va a caccia nel bosco, sbaraglia i concorrenti e riporta alla caverna la carcassa del cervo, è stato sostituito (nelle varie tappe) dal computer, dalla bussola, dall’automobile, da armi sofisticatissime e da una catena di montaggio del massacro.

      E lui seduto al volante dell’auto a guida autonoma gira i pollici proprio come la femmina a suo fianco.

      Insomma, viviamo in una società ferocemente maschile, dove l’asfalto ha preso il posto del bosco; ma che non ha più bisogno di maschi umani biologici se non per alcune funzioni particolari (tipo dirigere le grandi aziende che hanno creato questo mondo “maschile”, che lì abbiamo ancora quasi tutti maschi).

      • Peucezio scrive:

        Ma tu vedi davvero una cesura così profonda?
        A me pare che l’uomo un tempo usasse la selce, oggi il computer e gli aerei da guerra, ma, insomma, stiamo là.

        • Francesco scrive:

          In effetti, nell’immaginario che conosco io è tipicamente maschile amare giocare con le cose e inventare nuovi oggetti.

          Mentre le donne sarebbero indifferenti, lo trovano ridicolo, una gran perdita di tempo, un dedicarsi ad attività fittizie e onanistiche, una perdita rispetto alla coltivazione delle relazioni tra persone.

          E gli uomini sono tronfiamente felici dei loro accrocchi e si sentono come se avessero fatto loro tutto quello che fanno gli accrocchi (da radere al suolo una città a eseguire calcoli complessi a andare a Roma in due ore).

          Mi sento più peuceziano su questo punto.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Peucezio

          “Ma tu vedi davvero una cesura così profonda?”

          Direi proprio di sì.

          Prova a far legna nel bosco, e poi invece ad accendere il termosifone.

          • Miguel Martinez scrive:

            “Prova a far legna nel bosco, e poi invece ad accendere il termosifone.”

            Oppure: affrontare a colpi di spada un avversario, e invece cercare di stroncarlo a forza di tweet dallo smarfo.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Peucezio

              “Oppure: affrontare a colpi di spada un avversario, e invece cercare di stroncarlo a forza di tweet dallo smarfo.”

              Molto semplicemente, per fare il primo ci vogliono sia un fisico da maschi che un “carattere da maschi” (che non so quanto sia culturale e quanto innato, ma è quello che ci vuole); per il secondo, no; anzi, ci si può limitare a quelli che un tempo erano considerati comportamenti “femminili”, esprimendo emozioni, commozione, ecc.

              Stiamo parlando per stereotipi, ma prima di lamentarsi che “non ci sono più gli uomini di una volta”, ricordiamoci che essenzialmente, non ce n’è più bisogno, salvo in certi mestieri (boscaiolo, buttafuori, truffatore internazionale).

            • Miguel Martinez scrive:

              “Oppure: affrontare a colpi di spada un avversario, e invece cercare di stroncarlo a forza di tweet dallo smarfo.”

              Almeno in teoria, oggi nessun maschi deve difendere se stesso o i suoi averi o i suoi cari: a questo ci pensano gli allarmi, gli avvocati, le telecamere, i droni, i carri armati, le carceri, la firma digitale…

              Che nel loro insieme di organizzazione, precisione, mancanza di pietà, efficacia, forza fisica sono infinitamente più “maschili” di tutti i guerrieri del passato.

              • Peucezio scrive:

                Appunto, la maschilità si è solo spostata.

                Ma a me, più che le conseguenze, della tecnologia, interessano le cause.
                Perché c’è stata la rivoluzione industriale, che tipo di uomo l’ha prodotta?
                Perché altrimenti constatiamo il fatto ma non la causa.

                Poi, certo, a sua volta la tecnologia ha conseguenze.
                Però poi bisogna vedere. L’aggressività si può esprimere in tante forme.
                Il cacciatore paleolitico più forte e aggressivo è davvero così diverso dal maschio alfa arrampicatore e determinato di un’azienda di oggi?
                Certo, noi non sapremmo fare i cacciatori paleolitici, ma è un fatto di abitudine.

                Bada, non sto affermando un universalismo antropologico.
                Dico che non so se davvero la tecnica sia così decisiva.

                Alla fin fine le parabole delle civiltà sono simili.
                Anche i romani hanno sperimentato la decadenza dei costumi, l’infiacchimento, la perdita dei valori eroici di abnegazione, sprezzo della morte, l’amore per la vita comoda…
                Eppure non avevano né i termosifoni, né l’elettricità, né il computer.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Il cacciatore paleolitico più forte e aggressivo è davvero così diverso dal maschio alfa arrampicatore e determinato di un’azienda di oggi?”

                Ma sono d’accordo.

                Semplicemente, dico che la tecnologia maschile, voluta da maschi, ha privato i maschi in genere del loro ruolo.

                E infatti, i ruoli “maschili” oggi sono esattamente quelli dell’arrampicatore aziendale, dell’atleta megapompato, del trapper e robaccia simile.

              • Francesco scrive:

                Del manutentore e riparatore di oggetti? mi pare che per il momento permanga una forte differenza di genere in questo campo.

                Il maschio della specie è molto più di frequente addetto a queste mansioni.

                E anche a fare il progettista, di detti aggeggi.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “Del manutentore e riparatore di oggetti? mi pare che per il momento permanga una forte differenza di genere in questo campo.”

                Vero!

                Ho conosciuto una sola muratrice, ma era lesbica e sembrava un uomo!

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Martinez

        “ferocemente maschile”

        Errata corrige: viviamo in una società CHE FU ferocemente maschile.

        E’ da vedere se gli esseri umani di oggi hanno ancora la stessa fame (intesa anche in senso metaforico) dei nostri predecessori.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

  124. Moi scrive:

    Stanislas Rigault sur BFM : Thomas est victime d’un Francocide

    https://www.youtube.com/watch?v=0UkMpGsmdyw

  125. Lucia scrive:

    Interessante, anche se mi pare che non spieghi alcunché su numeri degli intervistati e su come è stato svolto il sondaggio
    https://www.arabbarometer.org/media-news/what-palestinians-really-think-of-hamas/

    • Moi scrive:

      Ma infatti molto Tifo da Stadio per Hamas è frutto di un Romanticismo Guerriero di gente che NON deve combattere personalmente questa guerra “intermittente” da 75 anni !

    • Maffeia scrive:

      Se scarichi, alla fine della pagina, “What Palestinians really think of Hamas”, il sondaggio è spiegato un minimo. Per esempio, da i numeri: 790 persone in Cisgiordania e 400 a Gaza.
      Pare che al momento del sondaggio (nella settimana prima dell’attacco di Hamas), i Palestinesi avessero leggermente più fiducia in Fatah che in Hamas. Scarsa fiducia in entrambi, comunque, ma questo credo che sia comune in tutto il mondo verso qualunque politico.

  126. Moi scrive:

    La Dx Nazionalista Italiana esulta per la vittoria di Geert Wilders secondo le logiche del tifo da stadio, MA … fino a poco tempo fa, Geert Wilders si aggirava per l’ Olanda con al collo il cartello antiPNR “Geen cent naar Italie” ! / “Nemmeno un cent all’ Italia” !

  127. Moi scrive:

    PAESI BASSI
    Quando Wilders diceva di non dare neppure un centesimo all’Italia

    Il Partito per la libertà ha vinto le elezioni nei Paesi Bassi e la Lega ha esultato. Ma nel 2020 il leader dello schieramento olandese era contrario ad aiutare gli altri Paesi europei contro la crisi causata dalla pandemia

    https://pagellapolitica.it/articoli/wilders-centesimo-italia-elezioni-paesi-bassi

    • Moi scrive:

      Roberto sarà quello che se ne ricorda meglio …

    • Peucezio scrive:

      Che cazzo ha da eslutare la Lega, diventata europeista, atlantista, immigrazionista, istituzionale, filoucraina, filoislamica, vaccinista, chiusurista…?
      Stia al suo posto coi suoi nuovi amici draghiani e comunisti!

      • Moi scrive:

        Sindrome del Tifo da Stadio … un lusso che sempre meno gente si può permettere !

        https://it.euronews.com/2023/11/23/i-partiti-europei-di-estrema-destra-festeggiano-la-vittoria-di-geert-wilders-in-olanda

        I partiti europei di estrema destra festeggiano la vittoria di Geert Wilders in Olanda

      • Francesco scrive:

        Caro P.

        la Lega di Salvini rimane fieramente sovranista, quindi in guerra con tutti gli altri sovranisti, oltre che con tutti i partiti politici europeisti. Vaste programme! a cui si aggiunge la lotta fratricida con gli altri partiti italiani sovranisti.

        Ma lo rimane nell’unico modo in cui il sovranismo esiste: a chiacchiere.

        Volere di più è come pensare di farsi una sega e procreare.

        • Peucezio scrive:

          Ahahaha, sovranista filoucraina!
          Tanto vale chiudere scuole, ospedali, smettere di pagare le pensioni e prendere e regalare direttamente il gettito fiscale italiano al Pentagono.

        • Peucezio scrive:

          E le chiacchiere poi in cosa cinsisterebbero?
          Non è più sovranista neanche a chiacchiere, dice che Putin è un criminale…

          • Francesco scrive:

            beh, è vero, no? immagino che sforzandosi molto qualche volta Salvini riesca a dire qualcosa di vero.

            poi deve riposarsi a lungo.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        “Esultare la Lega…”

        La sinistra sembra averla presa male e tanto basta.

        • Peucezio scrive:

          Sì, ma non mi è chiaro in cosa la Lega ormai sia diversa dalla sinistra, per cui deve gioire quando la sinistra si dispiace.

          • PinoMamet scrive:

            L’Ucraina però non è l’unico criterio con cui giudicare un partito, e mi pare che su immigrazione, scioperi, tassazione ecc. le posizioni della Lega siano ancora agli antipodi di quelle della sinistra…

            Poi la Lega mi ha sempre fatto schifo, e Salvini pure, ma di Salvini si può dire che è un trasformista, nel senso che cerca sempre di fiutare da che parti tiri il vento: a volte il trucco gli riesce e prende il vento in poppa, a volte è troppo scoperto (come la giravolta da putinista a filo-ucraino, in effetti) e lo prende in culo.

            • Peucezio scrive:

              Non è l’Ucraina in sé.

              L’essenza della Lega salviniana era il populismo-sovranismo, declinato nel senso dell’interesse nazionale, per il quale la politica estera è strategica.
              Salvini lo ha rinnegato totalmente, se non a parole, nei fatti.
              Non perché lo pensi: nel suo caso, come hai giustamente detto, è trasformismo. Ma maldestro, da politico imbecille, che non sa proprio come si fa politica.

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