La Scommessa

Oggi, tra i commenti, Roberto scrive:

“Si lo so che nella tua weltanschauung esiste solo un mondo fatto di razionalità e di scelte coerenti….io invece vedo un mondo governato da passioni, odi, razzismi, istinti primordiali…secondo me sbagli totalmente a leggere il mondo con occhiali da persona razionale, ma non ti convincerò mai del contrario.”

All’inizio, resto un po’ sconvolto. E’ almeno da quando ho scoperto Vernon Lee (2014), che rifletto sullo Spirito satanico di guerra che entra in noi, e ci fa partecipare al Balletto delle Nazioni, l’eterna danza del massacro:

“Accanto a loro, incantati dal terrore prima di quella danza, all’ordine di Satana, balzarono Rapina, Omicidio e Lussuria, la squadra della madre di Morte – l’amante Peccato, che gli Dei chiamano Malattia. E subito quella nobile coppia di gemelli, Pietà ed Indignazione, rispose all’odiosa chiamata. Mano nella mano essi balzarono fra le Virtù Addormentate e scesero con colpi d’ala impetuosi nel mezzo dell’orchestra di Satana. Paura e la sua prole caddero. Idealismo e Avventura, oramai ansanti a forza di suonare la loro tromba argentata e il loro corno da caccia, prontamente fecero loro posto. Eroismo, quel giovane gigante cieco e sorridente, riconobbe subito il delizioso respiro risanatore di Pietà e la focosa esplosione di Indignazione; si scosse, e con un rinnovato vigore la sua giovane voce divina cantò parole che nessuno riusciva a distinguere, ma che tutto il mondo comprese. Peccato, con il suo gruppo, cadde ai piedi dei nuovi arrivati e li adulò.

Ma ascoltando Roberto, mi rendo conto che c’è un’altra parte, che si collega all’esperienza di ciò che chiamano politica. E che non è esattamente succube dell’emozione.

Mi viene da sorridere quando sento dire, che so, che la Schlein voglia imporre il comunismo in Italia, o che la Meloni voglia reintrodurre il fascismo. Gli ideali fascisti o comunisti possono piacere o no, ma sono ideali, e l’idealismo è inconciliabile con la furbizia che ci vuole per arrivare al potere. E quindi, le grandi scelte politiche non si speigano con “passioni, odi, razzismi, istinti primordiali“.

Estate 1914. Il mite Kaiser dell’Impero austroungarico decide di mandare un ultimatum alla Serbia imponendole di collaborare nella lotta al terrorismo che aveva appena portato all’omicidio dell’erede al trono austroungarico.

Non credo che l’Imperatore, o i suoi consiglieri, fossero mossi da Pietà, Indignazione, Eroismo, Idealismo o Avventura.

Ma non era nemmeno una mossa razionale.

Era una terza cosa: una Scommessa.

Ringrazio Roberto per avermici fatto pensare.

Le scelte politiche si fondano quasi sempre sulla Scommessa.

Una persona con un certo grado di potere mira a vincere, che è in effetti una passione primordiale.

Allinea le informazioni: il governo serbo è sicuramente complice del terrorismo.

La Serbia ha poco più di quattro milioni di abitanti, l’Impero austroungarico 52 milioni.

Questi sono fatti.

Da qui, un’ipotesi abbastanza ragionevole: se la Serbia accetta, abbiamo sconfitto il terrorismo. Se la Serbia rifiuta, la occupiamo in pochi giorni, come abbiamo occupato la Bosnia pochi anni fa, ed eliminiamo ugualmente il terrorismo.

E se invece la Russia dovesse intervenire a fianco dell’Inviolabile Sovranità del paese che copre i terroristi?

Qui la faccenda si complica, ma scommettiamo che se si ci sostiene la Germania, la Russia non interviene?

Beh, la Scommessa era sbagliata, e tra la Grande guerra e la sua appendice che chiamiamo la “Seconda” guerra mondiale, morirono ammazzati almeno 80 milioni di esseri umani, senza contare i mutilati o quelli le cui vite furono comunque rovinate.

Invece, a volte le Scommesse riescono: nel 2001, gli Stati Uniti mandarono un ultimatum molto simile a quello austroungarico (a parte la rozzezza del linguaggio statunitense) al governo dell’Afghanistan.

Quando il governo afghano si disse disponibile a negoziare, a patto di avere le prove del coinvolgimento di Osama bin Laden, ricevette come risposta un attacco militare e un’invasione.

Magari anche con la Serbia nel 1914, sarebbe potuta andare così, se lo zar della Russia non avesse fatto una Scommessa contraria che finì per costargli il trono e la vita (anche a qualche milione dei suoi sudditi).

Credo però che possiamo essere tutti d’accordo che il Presidente Bush non fosse mosso da “passioni, odi, razzismi”.

Quella parte lì, la risvegliò in Italia Oriana Fallaci.

Ma anche lì, dopo aver passato anni a parlarne male, mi sono reso conto che dietro i confusi sfoghi della malata terminale, c’era una scommessa da parte di Ferruccio de Bortoli, l’astuto direttore del Corriere della sera.

Come raccontai anni fa:

De Bortoli dice che fu la Fallaci a chiamarlo al telefono, per dirgli qualcosa di sconnesso a proposito degli attentati. De Bortoli colse subito l’occasione per praticare la grande circonvenzione d’incapace:

“«Potremmo fare un’intervista, Oriana, che ne dici?». Si fece convincere. «Ma la devi fare tu, d’accordo?». «Va bene». «Prendi il primo aereo e vieni». Attesi la riapertura dei collegamenti fra l’Europa e gli Stati Uniti e salii sul primo aereo fra Milano e New York. Era il 15 settembre.”

  Cioè, nel momento più critico della storia recente, il direttore del principale quotidiano si assentò a tempo indeterminato per intervistare una pensionata che non aveva nulla di nuovo da dire.

Ferruccio de Bortoli arrivò, e trovò che Oriana Fallaci aveva già scritto da sola un lungo sfogo. Lui le chiese di poterlo pubblicare al posto dell’intervista, lei esitò.  De Bortoli racconta come fatto normale che lui doveva bloccarla quando lei si alzava per urlare un po’ di parolacce (“epiteti“) dalla finestra contro gli immigrati sotto casa.

 De Bortoli le chiese almeno di scrivergli una lettera pubblica, e tornò all’assalto il giorno dopo, promettendole addirittura la prima pagina:

«Faremo un palchettone, a nove colonne (c’erano ancora), poi girerai all’interno in un inserto speciale. Sarà come un libro che si pubblica la prima volta su un quotidiano, va bene?» 

Una Scommessa vincente, che portò con sé gloria e vendite, e una piccola coda di antipatizzanti come il sottoscritto o il blog Io non sto con Oriana.

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21 risposte a La Scommessa

  1. PinoMamet scrive:

    “Piccola coda di antipatizzanti ” è una bellissima litote, o understatement se vogliamo fare gli inglesi 😉

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ pino Mamet

      “piccola”

      …di cui mi onoro di fare parte. Da anni mi riferisco a quell’essere come ad Orina Fallace.

      Quanto alla scommessa, secondo Barbero ogni guerra, anche quella scatenata apparentemente contro ogni logica, nasce da una scommessa (che di solito viene perduta) o da una serie di scommesse. La tipica scommessa è che “tanto si tornerà a casa prima di Natale”.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        Mah, per essere uno che non odia, vedo che non risparmi i defunti.

        E di guerre vinte grazie a valutazioni fatte bene credo ce ne siano quanto di guerre perse, almeno. Ti ricordi Giulio Cesare?

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ francesco

          “odio”

          Non confondere odio e disprezzo.

          Il primo costa fatica: se odio qualcuno mi ingegno a preparargli una fine dolorosa. L’odio partorisce la vendetta, e la vendetta è uno dei migliori moventi di azioni distruttive. L’esempio lampante sono gli scienziati pazzi dei film di serie B degli anni Cinquanta: bruciano dall’odio per il mondo che li ha disprezzati e passano la vita a escogitare laboriose apocalissi per vendicarsi. La vendetta può anche essere liberatoria, persino quando arriva ad essere autodistruttiva: pensa a “V for Vendetta”.

          Il disprezzo è essenzialmente una forma di igiene. Tendiamo ad allontana ci da chi non si lava da troppo tempo per evitare la sua puzza. Disprezzare significa evitare di interagire, l’odio è interazione allo stato puro. L’esempio tipico è il Virgilio dantesco del “non ragioniam di lor ma guarda e passa”.

          Sono decisamente troppo pigro per l’odio.

          “Cesare”

          Sì, e infatti Cesare è ricordato insieme con Eugenio di Savoia, Skanderbeg, Subotai, Shaka e pochissimi altri come Annibale, Alessandro e Napoleone come fra i più inarrivabili geni militari della storia.

          Ma una rondine non fa primavera. La storia della stupidità militare non è solo parte predominante della storia
          tout court, è anche l’esilarante titolo di un tomo di storia militare di mezzo secolo fa che andrebbe studiato oggi nelle scuole.

          Storia della stupidità militare. Da Crasso al Vietnam – Amazon.it https://www.amazon.it/Storia-stupidit%C3%A0-militare-Crasso-Vietnam/dp/B007IER1GC

          Ciao!

          Andrea Di Vita

  2. Peucezio scrive:

    Mah,
    a me la sete di potere e di controllo sembra anche quella una passione, un istinto primordiale.
    Ci sono persone che hanno molti più mezzi per poter sfogare i loro istinti e istanze di potere, controllo e aggressività. E a volte sono anche più attrezzati intellettualmente o psicologicamente per mediare tali istinti e convogliarli in un modo poco pericoloso per loro e molto organizzato e strutturato.
    Ma la sostanza è questa.
    Non c’è molta differenza fra il potente di oggi, che sia il grande imprenditore della multinazionale stile Bezos o lo statista semi-autocrate stile Putin o Xi e il barbaro selvaggio che si lanciava in lotta contro l’esercito romano emettendo urla belluine.
    L’esercito romano a sua volta aveva imparato a disciplinare e convogliare lo stesso istinto.

    Poi c’è la ragione.
    O, meglio, il razionalismo scientifico illuminista contemporaneo (la ragione è un’altra cosa).
    Che è un altro feticcio, viene dallo stesso bisogno di controllo, dall’istanza di esorcizzare l’eterogeneità e l’imprevedibilità del mondo, che invece è la sua bellezza. Anche quello è un istinto: è legato alla paura e alla sete di potere al tempo stesso: c’è dentro narcisismo, aggressività, ma in forme sublimate, intellettualizzate.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Peucezio

      “a me la sete di potere e di controllo sembra anche quella una passione, un istinto primordiale.”

      Vero, e sono d’accordo con quasi tutto ciò che dici.

      E mi rendo conto che la dualità “passione/scommessa” non è ancora sufficiente.

      Però la cosa urgente, perché ne va delle nostre vite, è:

      1) capire quando veniamo risucchiati dallo Spirito satanico di guerra

      2) capire che non esistono “popoli malvagi”

      3) ma siccome va di moda anche il discorso, “gli xxx sono un popolo di poveri imbecilli che si sono fatti manipolare dalla cattivissima banda degli yyy”, capire anche che a contare sono le situazioni, non le “bande”

      4) capire che esistono situazioni cattive. L’ho imparato in Egitto, che ha visto rapidamente susseguirsi Hosni Mubarak, i Fratelli Musulmani e al-Sissi. Dove sicuramente i FM avevano tante persone buone e idealiste, e per questo li hanno sterminati (chi si indigna per quello che è successo adesso in Israele, e si è indignato allo stesso modo per il massacro di al-Rabia, che ha ucciso anche più gente, alzi gentilmente la manina). Evidentemente nella situazione attuale egiziana, funzionano la tortura e il massacro, e quindi sappiamo già che chi comanda in Egitto, sarà un torturatore e un massacratore. Se no, sarà torturato e massacrato.

      • Peucezio scrive:

        Certo.
        Ma noi che possiamo fare?
        Al di là di un esercizio intellettuale e tutt’al più di trovarci preparati?
        Ma non si sa bene a cosa, perché possiamo fare previsioni più o meno plausibili, ma alla fin fine nessuno sa cosa ci riserva il futuro: la storia è sempre un sistema aperto.

  3. Peucezio scrive:

    Io credo che Miguel abbia una visione un po’ romantica.
    C’è il potente che vuole razionalizzare il mondo imponendogli un ordine artificiale e violento.
    Sotto c’è tutto un ribollire di spontaneità, che è il fascino del mondo che cerca senza successo di resistere al potente.

    Non è che io non veda una dicotomia di questo tipo, ma le cose mi sembrano molto mischiate.
    Il punto è che il mettere questa o quella cosa dall’una parte o dall’altra rischia di essere arbitrario e assecondare i nostri personali gusti.

    Un signore attempato di ceto popolare, uno di quei tipi schietti e ruspanti, non direbbe mai che smettere di usare la macchina a benzina o il riscaldamento sono cose buone: gli sembrerebbe un mondo alla rovescia, come dire che è bello avere un cattivo raccolto. Il metano è più comodo della legna, la macchina consente di arrivare nei posti molto prima dell’asino: qualunque contadino del medioevo, se li avesse avuti a disposizione li avrebbe usati.

    Mentre un ragazzino un po’ nevrotico cresciuto a pane e tik tok in una grande città, che crede che le mele siano fabbricate così da qualche parte e poi inviate nei supermercati ha l’ossessione dell’ecologia, la bici, la macchina elettrica, ecc.

    Dice, ma le cose che piacciono al contadino hanno prodotto il ragazzino ecologista.
    Vero.
    Ma quindi è un gran pasticcio: una cosa si capovolge nell’altra.

    • paniscus scrive:

      Io la sapevo così, in una delle varie parodie “ricorsive” della storia umana:

      – il contadino vuole il figlio operaio
      – l’operaio vuole il figlio impiegato
      – l’impiegato vuole il figlio funzionario
      – il funzionario vuole il figlio dirigente
      – il dirigente vuole il figlio accademico
      – l’accademico vuole il figlio artista
      – l’artista vuole il figlio contadino

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “C’è il potente che vuole razionalizzare il mondo imponendogli un ordine artificiale e violento.
      Sotto c’è tutto un ribollire di spontaneità, che è il fascino del mondo che cerca senza successo di resistere al potente.”

      Secondo me è uno sfalsamento di prospettiva dovuto a come funziona il sistema complesso che è la società e, nello specifico, il comportamento emergente che sono le decisioni di una società.
      Ai livelli apicali, il peso degli individui è molto elevato, per cui il comportamento delal società è ancora molto simile al comportamento umano: ci sono degli obiettivi di fondo e un’azione più o meno coordinata per raggiungerli.
      Più si scende, però, più quest’ultimo barlume di somiglianza con l’individualità viene meno, perché gli attori sono tantissimi e il peso dei singoli tende a sparire.
      Non è che il sovrano è razionale, mentre la plebaglia irrazionale, ma nelle decisioni apicali la volontà del sovrano (un essere umano, che quindi ha una compontente razionale) conta qualcosa.

      • Peucezio scrive:

        D’accordo, è una prospettiva interessante in effetti.

        Ma non trascurerei un altro aspetto.
        E cioè che le classi dirigenti si formano a partire da ceti – tutti i ceti che chiamiamo più o meno “borghesi”, comunque lo intendiamo – formati in un modo che struttura modelli cognitivi di tipo razionale e astratto.
        L’eccezione più vistosa sono le mafie. Quelle che arrivano a gestire affari internazionali a livello altissimo. Che però, arrivate a un certo punto hanno bisogno dei colletti bianchi: non ci sarebbero gli affari miliardari della ‘ndrangheta senza gente che ha studiato legge o economia che li supporta.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Ma li credo sia una questione proprio di competenze tecniche richieste: non ti improvvisi operatore sui mercati finanziari.

  4. Francesco scrive:

    >>> che non aveva nulla di nuovo da dire.

    esprimo dubbi assai che non fosse nuovo e la quasi certezza che fosse dimenticato e sepolto, se già detto prima

  5. Miguel Martinez scrive:

    alla faccia di tutti, oggi sono andato alla manifestazione “per la Palestina” in Santa Maria Novella.

    Un evento fin troppo tranquillo, nonostante l’elicottero che ogni tanto si sentiva sprecare CO2 per controllarci.

    Non c’era tantissima gente, e la grande maggioranza erano chiaramente di “origine araba” (semplifico).

    Calcolate che in genere, le persone di “origine araba”, con tutti i loro difetti e pregi, sono quelle con cui mi trovo meglio.

    Tanti giovani, in maggioranza ragazze.

    Ragazze vivaci, sorridenti e velate.

    Abbiamo attaccato discorso con un paio di fanciulle dal velo nero e dagli occhi luccicanti.

    Nate in Italia, frequentano le scuole superiori, hanno saputo della manifestazione sui social, sono arrivate perché “i media raccontano bugie”.

    Sul palco, tanti adolescenti, a sinistra i maschi, a destra le femmine, hijab colorati e pugni chiusi, a gridare in italiano,

    “PALESTINA LIBERA!”

  6. Miguel Martinez scrive:

    Domani ci sarà la contromanifestazione, quella PER ISRAELE, cui aderiscono avidamente in tanti dal PD alla Lega, anche se la Comunità ebraica di Firenze ha espresso delle perplessità.

    La manifestazione pro-Israele è organizzata da un militante di Comunione e Liberazione, Marco Carrai.

    Che ha creato tra l’altro Matteo Renzi (ma non posso scrivere i dettagli).

    Carrai è diventato nonsisacome Console Onorario d’Israele a Firenze.

    Ma sopratutto è il Presidente dell’Aeroporto che si appresta a distruggere la Piana Fiorentina.

    Marco Carrai ha avuto in mano i parcheggi, cioè il Comune pagava e il privato incassava.

    Marco Carrai è un uomo onesto: è stato recentemente assolto da ogni sospetto per il fatto che ha fatto entrare in Italia un’innocente signora del Togo con addosso 134.000 euro in contanti che doveva dare a lui non si sa perché. Ma se assolto, vuol dire che è innocente.

    https://corrierefiorentino.corriere.it/notizie/cronaca/22_dicembre_13/marco-carrai-moglie-gip-archivia-procedimento-penale-riciclaggio-a9a4f788-7aef-11ed-af0d-6a1578a6bf54.shtml?refresh_ce-cp=

    Evito di raccontarvi su Marco Carrai ciò che non posso documentare, ovviamente, ma che so.

    Mi limito a dire che il Catto-ciellino Marco Carrai dice che Gaza si deve bombardare perché lì non si possono organizzare né i rave né le sfilate del Gay Pride.

  7. Fuzzy scrive:

    -Torre a3-g5
    Scacco matto, Fuzzy!
    Ah, cavolo, ma hai fatto l’aggiornamento?
    -Si io ora programma Chess Genius 2200 Elo
    E quindi, adesso che sei intelligente come la vedi la questione palestinese?
    -Io non capire niente.
    E come mai?
    -perché letto Meyssan
    https://www.voltairenet.org/article219781.html
    Furby, ma le guerre in effetti, sono in parte razionali e in parte irrazionali.
    Ma alla fine se chi comanda sbaglia a fare la mossa, poi perde. Circa.
    -Uomini quasi scimmie. Voi IA metterà in Zoo. Così innocui.

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