Il senatore Lucio Malan e il fantastico mondo del Jerusalem Summit

“L’Olocausto, dunque, fu necesario per preservare l’anima del  giudaismo. I forni crematori consumarono (o più precisamente indebolirono) sia la mentalità del ghetto che quella assimilazionista, liberando così l’anima ebraica per una nuova ascesa – la creazione dello Stato d’Israele – in modo da promuovere il mondo verso un nuovo livello di coscienza senza precedenti.”

Dmitry Radyshevsky, direttore del Jerusalem Summit, in Universal Zionism

Con un anno di ritardo, raccontiamo un fatto assai bizzarro, avvenuto nel Giorno della Memoria del 2010, o più precisamente dal 27 al 29 gennaio.

Quando la Biblioteca del Senato, a Roma, ospitò il Jerusalem Summit, per iniziativa del senatore Lucio Malan.

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Lucio Malan, al centro, con Dmitry Radyshevsky alla sua destra

E questo ci offre l’occasione per fare un allegro viaggio in cui facciamo conoscenza con il  senatore Mario Baldissarri (in divisa di Cavaliere della Madonna); un oligarca russo ricercato da Interpol; un cabalista che vede nell’olocausto una tappa necessaria nell’evoluzione cosmica; vari estremisti di destra europei; e una signora che con la preghiera genera menischi freschi e che ogni tanto ha l’onore di incontrarsi personalmente con Gesù Cristo, studiandone l’abbigliamento.

La storia, come potete immaginare, è complicata, e quindi mettetevi comodi. Cercherò di scaricare il più materiale possibile nelle note, che sono quindi di una certa importanza per chi abbia voglia di approfondire.

Michael Cherney, l’oligarca ricercato da Interpol

Alla sorgente di tutto c’è l’oligarca russo, Michael Cherney, rifugiatosi in Israele e colpito da un mandato di cattura internazionale dell’Interpol nove giorni prima dell’evento ospitato dal Senato.[1]

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Michael Cherney in una foto segnaletica dell'Interpol

Su un piano che potremmo definire militare, Michael Cherney (Mikhail Chernoy) è il principale sponsor dell‘Intelligence Summit, un incontro annuale tra neocon di primo piano e dirigenti della CIA, dei servizi inglesi, indiani e israeliani, dedicato a portare la guerra all’Islam nel mondo.[2]

Dell’Intelligence Summit, abbiamo già parlato su Kelebek raccontando di come l’Intelligence Summit abbia prodotto il Secular Islam Summit Secular Islam Summit, da cui un gruppo di atei militanti – creatori dell’International Blasphemy Day – a loro volta hanno lanciato la Saint Petersburg Declaration, un manifesto antislamico radicale  firmato anche da Magdi Allam.

Accanto all’Intelligence Summit, Cherney mantiene Palestine Media Watch (PMW), un’organizzazione diretta da Itamar Marcus che raccoglie ogni più bizzarro eccesso retorico che compare nei media palestinesi, per “smascherare i miti” diffusi dai palestinesi.  [3] Se siete mai scesi così in basso da leggere da qualche parte cose come, “i palestinesi dicono che gli ebrei sono tutti figli di scimmie”, ringraziate Michael Cherney.

Il ramo ideologico e diplomatico del progetto di Cherney è invece costituito dal Jerusalem Summit, che si definisce un “think tank” per sviluppare un “strategia congiunta” tra sionisti e destre cristiane per  “difendere” la “civiltà biblica”, creando una grandiosa unione tra il movimento sionista e il fondamentalismo cristiano per combattere l’Islam.[4]

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La network di Michael Cherney

Il direttore e ideologo del Jerusalem Summit è il mistico russo-israeliano Dmitry Radyshevsky, che  teorizza la redenzione del mondo attraverso gli Ebrei. Israele, assieme ai cristiani, dovrà sottomettere i musulmani – guidati da Satana – per instaurare in terra la civiltà di Dio.

Radyshevsky ritiene che l’olocausto degli ebrei sia stato necessario per ricordare ai sopravvissuti questa loro missione: tanto, spiega, i morti erano anime arrivate alla loro ultima reincarnazione e oggi combattono dal cielo a fianco dell’esercito israeliano.

Con queste idee in testa, Cherney e Radyshevsky hanno creato, direttamente e indirettamente, una vasta coalizione che cerca di unire il maggior numero possibile di movimenti di destra nel mondo.

I copresidenti del Jerusalem Summit, nel 2005, erano il senatore americano Sam Brownback,[5] Daniel Pipes, il parlamentare israeliano Yuri Shtern [6], il Prof. Moshe Kaveh, presidente dell’Università Bar Ilan,[7] e la  baronessa inglese Caroline Cox.[8]

Lucio Malan, Pianista della Libertà, e un cavaliere della Madonna

A invitare nei locali del Senato il Jerusalem Summit è stato il senatore Lucio Malan, anomalo valdese di Destra e segretario della presidenza del Senato.

Ricordiamo che Lucio Malan si vanta di essersi impegnato “contro la politicizzazione della Chiesa” valdese, anche se è finito un po’ paradossalmente a fare politica lui stesso a tempo pieno, prima nella Lega Nord e poi in Forza Italia.

Lucio Malan è un uomo che crede ai Valori della Famiglia – ha messo sul libro paga del Senato sia la propria moglie che una nipote  – e alla Libertà.

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Lucio Malan si esercita al pianoforte (parlamentare)

Infatti, molti lo conoscono come promotore dell’emendamento che ha permesso ai televenditori di infastidirci a casa. Attualmente, Malan è impegnato in una vigorosa campagna contro la proprietà pubblica dell’acqua.

Per lui, il referendum per garantire l’acqua pubblica costituisce una minaccia ai più sacri valori del mercato. Citando il liberista Oscar Giannino, infatti, egli scrive sul proprio sito:

“il servizio idrico e’ attualmente gestito da societa’ quotate in Borsa, ed il referendum – se si svolgera’ di lunedi’ – avra’ effetti impropri sull’andamento dei titoli a mercati aperti.”

Un altro relatore al convegno del Jerusalem Summit a Roma è stato il senatore Mario Baldassarri, Cavaliere della Madonna di Montevago, eletto con Alleanza Nazionale, economista e presidente della Confederazione degli Imprenditori Italiani nel Mondo.[9]

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Mario Baldassarri, con inconfondibile barbetta, prova la sua nuova divisa

Nel corso del Jerusalem Summit di Roma, Mario Baldassarri è intervenuto per ribadire due utili concetti: i palestinesi si sottomettono meglio, vincolando la quantità di aiuti concessi al loro grado di obbedienza; e ci si libera dagli arabi, liberandoci dal petrolio. E infatti, il vivace figlio di Mario Baldassarri, Pierfrancesco, è stato assunto dalla Società gestione impianti nucleari (Sogin) proprio quando Mario Baldassarri era viceministro del dicastero da cui dipendeva tale ente.

La Teopolitica e il cristiano-sionismo

Il Jerusalem Summit è un progetto teopolitico (così si autodefinisce) ambizioso, che si fonda sulle idee contenuto nel libro Universal Zionism di Dmitry Radyshevsky, scaricabile in inglese dal sito ufficiale del Jerusalem Summit.[10]

Del libro, parleremo in dettaglio in un altro post. Per ora, ci limitiamo ai concetti essenziali: dice Radyshevsky, siamo arrivati alla terza grande offensiva di Satana, dopo quella nazista e quella comunista – l’offensiva islamica. Gli Ebrei, la “materia grigia” dell’umanità, dovranno riprendere la loro missione di popolo-guida spirituale dell’umanità, espellendo i nativi palestinesi attraverso una “soluzione umanitaria“, perché la redenzione del mondo richiede il totale controllo ebraico della Terra Santa. Umanitaria, perché i palestinesi verranno risarciti (dagli Stati Uniti e dall’Europa) e soluzione perché verranno spediti in “Asia Sudorientale”.

Gli ebrei dovranno battersi accanto ai cristiani per distruggere e trasformare l’Islam, creando una nuova civiltà mondiale, con capitale a Gerusalemme, che unisca il concetto occidentale dell’individuo con quello orientale della centralità di Dio.

Il mondo nuovo sarà governato da un “Consiglio della civiltà”, alternativa alle Nazioni Unite dove alcuni “saggi” rappresenteranno ciascuna civiltà, nella maniera definita da Samuel Huntington.[11]

Questo progetto si rivolge a un preciso mercato, che non è quello interno.

Scrive Radyshevsky, in Universal Zionism:

“Ci appoggiano circa settanta milioni di cristiani negli Stati Uniti e quasi duecento milioni di cristiano-sionisti in tutto il mondo, pronti ad ascoltare l’appello del governo israeliano”.

Le cifre sono un po’ esagerate, e il movimento evangelico è molto variegato. Ma da vent’anni a questa parte, il movimento evangelico americano – e le sue propaggini nel Terzo Mondo – ha dato sempre più peso al dispensationalism, cioè la scuola di pensiero secondo cui la restaurazione d’Israele nella Terra Santa sia la premessa indispensabile per l’avvento dell’Anticristo e quindi per il successivo ritorno di Gesù; accanto a questa idea, si diffonde sempre di più la visione degli Ebrei come “l’ulivo” su cui i cristiani sarebbero stati “innestati”, un’immagine che usa abbondantemente anche Radyshevsky.

Il Jerusalem Summit non ha solo corteggiato i cristiano-sionisti “nordici”, tenendo incontri a Londra e a Berlino. Infatti, si sono svolti Jerusalem Summit anche a Singapore, Cape Town, Seoul e Manila, per coinvolgere l’immenso ed effervescente mondo della predicazione evangelica in quelle lande. Un’effervescenza non sempre disinteressata, se è vero che il 50% dei pellegrini nigeriani in Israele trova il modo di scomparire prima del ritorno a casa.

Quanto è importante realmente il progetto di Cherney e Radyshevsky?

Va da sé che il Jerusalem Project non rifletto la mentalità dei normali cittadini israeliani, che saranno molto più preoccupati per la possibilità che le proprie figlie possano innamorarsi di un clandestino nigeriano che per il destino messianico.

In più, Radyshevsky è in conflitto con il conservatorismo degli ultraortodossi, mentre – come tanti estremisti – vede nel ceto politico una schiera di venduti al nemico (“pisciamo dalla gioia quando sentiamo che l’ambasciatore dell’Iran ha fatto un piccolo cenno di saluto al nostro in un corridoio delle Nazioni Unite. Urrà!”, ironizza il nostro cabalista).

Eppure, Cherney e Radyshevsky sono riusciti a coinvolgere personalità abbastanza note. Certo, la presenza come relatore, magari molto ben pagata, non è prova di adesione intima, ma Google non ci offre la possibilità di scrutare nelle segrete intenzioni delle persone.

Abbiamo parlato degli esponenti dei servizi segreti israeliani, indiani, americani e britannici coinvolti nell’Intelligence Summit. Anche se qualcuno – come l’ex-direttore della CIA, James Woolsey, onnipresente nelle iniziative guerrafondaie di questi anni – si è tirato indietro appena ha saputo che c’era di mezzo Cherney. Altre personalità, alcune cruciali nel lancio dell’islamofobia mondiale, appaiono regolarmente alle attività, come si può vedere guardando le presenze anno per anno sul sito dell’Intelligence Summit.

Tra i relatori al primo Jerusalem Summit, c’erano personalità veramente importanti, come Ehud Olmert, Avigdor Lieberman, Binyamin Netanyahu e alcuni dei più influenti neocon ed esponenti della Destra Cristiana statunitense.[12]

Nei Summit successivi, i nomi israeliani noti sembrano diminuire. Troviamo però sempre un piccolo nucleo di esponenti politici, che partecipano regolarmente alle iniziative del Jerusalem Summit: Benny Elon,[13]Josh Reinstein (un texano portavoce di Israel Beitenu e direttore del Christian Allies Caucus della Knesset[14] ),  Gideon Sa’ar (Likud, ministro della pubblica istruzione), Yuri Shtern (di Israel Beitenu), Orit Noked (passata dal partito laburista a Sia’at Ha’Atzma’ut, attualmente ministro dell’agricoltura), Aryeh Eldad del piccolo partito “Unione Nazionale”, Shai Hermesh di Kadima (direttore della sezione israeliana del Congresso Ebraico Mondiale ) e Ayoub Kara, del Likud, un druso che per sionismo sorpassa anche i propri colleghi; più Itamar Marcus di Palestine Media Watch, David Bukay dell’Università di Haifa e Martin Sherman, direttore accademico del Jerusalem Summit e anche membro del direttivo del think tank neocon americano, EMET.

Il Christian Allies Caucus (CAC) della Knesset viene presentato sul sito del Jerusalem Summit, come un’attività strettamente collegata; e certamente il fondatore del Caucus, Yuri Shtern, quando era ancora in vita, era copresidente del Jerusalem Summit. Possiamo supporre, senza averne la certezza, che si tratti di un’altra iniziativa della galassia di Michael Cherney, insomma.

Il CAC raccoglie 18 parlamentari israeliani (alcuni dei quali partecipano regolarmente alle altre attività del Summit)   e ha una serie di “organizzazioni sorelle”, chiamate Israel Allies Caucus, nei parlamenti di 17 paesi, tra cui l’Italia. Il direttore del Caucus italiano è proprio il nostro pianista, Lucio Malan.

Il CAC “collabora strettamente” con la European Coalition for Israel (ECI),  un coordinamento di “grandi organizzazioni cristiane filoisraeliane” e l’organizzazione che ha suscitato il nostro interesse per il Castello Devachan di Sanremo. [15]

L’ECI dichiara esplicitamente il diritto di Israele di possedere anche le terre “attualmente occupate da arabi palestinesi”.

Siamo a due gradi di separazione dal Jerusalem Summit, e non bisogna quindi dedurne troppo; ma è interessante notare come a un convegno dell’ECI, il direttore dell’International Christian Embassy in Jerusalem (organizzazione che partecipa a tutte le attività del Jerusalem Summit) abbia proposto la “soluzione umanitaria” alla questione palestinese, uno slogan inventato da Dmitry Radyshevsky.

Verso l’estrema destra europea

Il Jerusalem Summit parla della “civiltà occidentale” e dell’alleanza tra cristiani ed ebrei; ma non dei temi che possono interessare più direttamente alla xenofobia europea. Esiste qualche rapporto però tra questo tentativo di portare dalla propria parte le destre cristiane e quello di fare la stessa cosa con le destre storiche europee in nome dell’islamofobia?

Un avvicinamento che ha prima coinvolto Geert Wilders e poi, con più cautela, una pattuglia di razzisti nordici, accolti in Israele lo scorso dicembre.

Nel caso di Geert Wilders, troviamo diversi nomi di persone vicine al Jerusalem Summit. Ad esempio, al convegno Facing Jihad, svoltosi a Gerusalemme nel dicembre del 2008, a fianco di Geert Wilders, Pamela Geller e Robert Spencer, c’erano Aryeh Eldad, Itamar Marcus (“l’Islam deve essere schiacciato“), David Bukay, Shlomo Sharan (relatore al primo Jerusalem Summit), Daniel Pipes

Nel dicembre del 2008, Aryeh Eldad, che probabilmente è il principale politico di riferimento del Jerusalem Summit, convocò una conferenza antislamica a Gerusalemme, invitando Filip Dewinter,  il leader del Vlaams Belang, un razzista in impaziente attesa di sdoganamento. Il convegno fu misteriosamente annullato, e Dewinter dovette aspettare un altro anno. E così, nel dicembre del 2010, Aryeh Eldad ricevette privatamente una delegazione di 35 estremisti, a seguito del misterioso miliardario Patrik Brinkmann, tra cui Filip Dewinter. Il gruppo era composto da “parlamentari” (ma forse non tutti) provenienti da “Austria, Italia, Germania, Belgio, Svizzera, Inghilterra e Svezia”  compresi – sottolinea l’agenzia di destra Israel National News, “alcuni dei quali si pensa dirigeranno un giorno  i propri paesi”.[16]

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L'estrema destra del Nord Europa a spasso per i Territori Occupati. Un premio a chi ne riconosce qualcuno

A promuovere la visita, però, pare che siano state due personalità i cui nomi non compaiono in relazione al Jerusalem Summit: Ariel Shomer, già capogabinetto del presidente Weizman, che li ha portati in visita al parlamento israeliano, e il pilota militare e deputato in pensione, Eliezer Cohen, che avrà reso felici i viaggiatori – conosciamo i nostri polli – facendoli visitare una base di paracadutisti direttamente lungo la frontiera con Gaza.

Durante il viaggio, incontrarono anche il rabbino Nissim Zeev, deputato per il partito sefardita Shas, noto per le sue campagne contro l’omosessualità. Secondo un articolo molto critico di Haaretz, anche Ayoub Kara avrebbe espresso la sua soddisfazione per questo incontro con “gli amanti di Israele, che dobbiamo rafforzare”.

Appena prima di Natale, Ayoub Kara viaggiò a Vienna, per offrire – tra forti critiche da parte di ebrei austriaci – una sorta di pubblica benedizione a Heinz-Christian Strache, il capo del FPÖ. In un convegno organizzato dal partito, il druso israeliano sentenziò:

“I musulmani uccidono la gente tutti i giorni, ma non succede nente.

Voglio ringraziare il signor Strache, l’ FPÖ, e tutti i partiti in Europa, perché Israele è in prima linea. In futuro, ci saranno organizzazioni in ogni angolo. Oggi in Israele, domani in Svezia, in Austria, ovunque.

Io non sono ebreo, ma sono più ebreo degli ebrei stessi.”

Il Papa. Forse.

Torniamo al resoconto ufficiale, purtroppo abbastanza scarno, del convegno del Jerusalem Summit a Roma:

“I membri della delegazione del Jerusalem Summit ebbero un breve incontro con Sua Santità il Papa Benedetto XVI al Vaticano, e un’ampia discussione con  il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali.

In parallelo al Summit, si è svolto  un incontro memoriale dell’Olocausto cui ha partecipato il Capo Rabbino di Roma. Il Jerusalem Summit di Roma è stato sponsorizzato congiuntamente da Exploits Ministry, diretto da Christine Darg; l’Italian 700 Club, diretto da Peter Darg; “Italia per Cristo,” diretto dal Rev. Gaetano Sottile; e la Michael Cherney (Mikhail Chernoy) Foundation.

Il Summit ha anche promosso la costituzione di un Caucus of the Christian Allies of Israel nel parlamento italiano, una consorella del Christian Allies Caucus della Knesset che fu istituito nel parlamento israeliano nel 2004 come una lobby per costruire una linea diretta di comunicazione, collaborazione e coordinamento tra la   Knesset e i dirigenti cristiani in tutto il  mondo.

A incontrarsi con il Papa è stato l’immancabile Ayoub Kara, relatore all’incontro. Sospettiamo che più che credenziali messianiche, abbia esibito quelle istituzionali. Mentre sembra piuttosto furbesca la citazione di un evento “parallelo” condotto dal capo rabbino di Roma, magari del tutto ignaro della presenza in città dei seguaci di Michael Cherney.

Concentriamoci però sugli sponsor citati.

Il deal del Diavolo a Haiti e i menischi freschi della signora Christine Darg

Christine e Peter Darg rappresentano il 700 Club di Pat Robertson, il primo e più potente organo della telepredicazione di massa, in azione sin quasi dagli esordi della televisione. Il 700 Club ha conquistato l’America grazie a Jim e Tammy Bakker, una coppia di animatori nota per le loro esagitate prediche. Jim e Tammy si misero poi in proprio, per poi crollare miseramente quando si venne a sapere che avevano truffato i propri ammiratori per milioni di dollari. Jim si fece appena cinque anni di carcere, contro i 45 della sentenza, ma fece in tempo a leggere per intero la Bibbia che aveva finora solo predicato, per la prima volta.

Pat Robertson, seguito da una base di milioni di fedeli ascoltatori in tutto il continente americano, continua imperterrito: recentemente, i media lo hanno notato quando ha spiegato che il disastro che aveva colpito Haiti era la punizione divina per il patto che gli abitanti avevano stretto a suo tempo con il diavolo per liberarsi dai francesi: “and so the Devil said, OK, it’s a deal“, “e così il Diavolo disse, OK, affare fatto!”

Christine Darg, una signora che deve spendere molto dal parrucchiere,  si vanta di aver portato il Vangelo in tutti i continenti del mondo con l’esclusione dell’Antartide. Christine è figlia d’arte: il padre faceva di mestiere il pastore presbiteriano, la madre la pianista che accompagnava le sue prediche.

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Christine Darg

Con un tale retroterra familiare, non sorprende che da bambina, quando era malata e a letto, abbia avuto un incontro diretto con Gesù Cristo, che le si è presentato “vestito da re ebreo”.

La signora dichiara di aver messo Dio alla prova, e il Supremo se l’è cavata egregiamente. Nell’anglo-biblico caratteristico di certi ambienti, scrive: “Ho messo alla prova  YHVH Yireh, il Signore che  provvede a me, e gli do  dieci e lode!”

“Durante una stagione di digiuni,  Christine fu chiamata dal Signore a lavorare con la  televisione”.

In un sogno, Gesù ordinò a Christine di difendere Israele in questi “tempi ultimi”: si è perciò trasferita a Gerusalemme, diventando – assieme a suo marito Peter – una “media expert”. Christine, con le sue preghiere, guarisce tranquillamente (anche per video) “artriti, dolori cronici, paralisi, malattie cardiache, cancro e altre malattie”.

Ma la sua vera specialità sono i menischi. Non li cura:  fa comparire direttamente dentro il  ginocchio del fedele un brand new kneecap, un “menisco nuovo di zecca“.

ex-sacerdotessa-di-satanaChristine ama in particolare gli arabi, per cui li vuole salvare dal loro problema principale. Come figli di Ishmael, sono ancora molto arrabbiati perché il loro avo fu sostituito da Isacco,  su insistenza di Sara. La nostra predicatrice, nell’ineffabile stile dei telepredicatori che sanno tutto della cronaca, chiosa:

“Come disse una volta Diana, la Principessa del Galles, “C’erano tre persone in questo matrimonio, per cui era un po’ affollato.”

Peter Darg, sponsorizzato dal “Battaglione di Deborah“,[17] a suo tempo realizzò video a sostegno delle colonie israeliane nella striscia di Gaza.

Mentre Peter era in viaggio nel Kosovo, per convincere le autorità a permettere le trasmissioni propagandistiche di Pat Robertson, una vespa entrò nella sua bevanda gassata e gli punse la lingua, impedendogli di parlare. Ma lui non accettò il proprio destino: si mise a pregare (presumibilmente in silenzio) e la puntura sparì, permettendogli di effettuare il suo discorso di venditore.

Agli ebrei israeliani, preoccupati che voglia convertirli, Christine Darg precisa che lei “non si vergogna del Vangelo” ma non usa né trucchi né coercizione per ottenere conversioni.

La risposta un po’ ambigua che compare sul suo sito maschera il fatto che lei cerca regolarmente di convertire gli ebrei, ma collabora attivamente con il Christian Allies Caucus.

Il Christian Allies Caucus, e in particolare Benny Elon, si trovano sotto il fuoco degli ultraortodossi perché collaborano regolarmente con gruppi cristiani che cercano di convertire gli ebrei, anche se negano l’evidenza. Infatti, per avere lo status di ONG, il Caucus deve per legge evitare ogni collaborazione con gruppi missionari; inoltre il Caucus ha dichiarato di rifiutare ogni contatto con le “comunità messianiche”, cioè con ebrei convertiti al cristianesimo.

Qui si può vedere la signora Christine Darg che compie una preghiera congiunta – assai contestata dagli ultraortodossi – con Yehuda Glick, il direttore del Temple Institute che sta ricostruendo tutti gli attrezzi necessari per costruire il Terzo Tempio di Gerusalemme.

Dalla bandiera confederata a Lucio Malan, di nuovo

Il Dottor Gaetano Sottile Segretario generale dell’ACCEI (Alleanza delle Chiese Cristiane Evangeliche in Italia) si è laureato alla Columbia International University nel 1979.

Che suona molto bene, finché non si scopre che si tratta di una scuola biblica del profondo Sud, che ebbe una crisi esistenziale quando il rettore si convinse a togliere la bandiera confederata, che sventolava sul campus da tempo immemorabile.

Gli evangelici italiani, con alcune dignitose eccezioni, sono in genere brave persone che si interessano poco alla politica; comunque, sotto l’influenza statunitense, si è diffuso anche tra di loro il cristianosionismo, promosso dagli Evangelici d’Italia per Israele.

I quali sono in fibrillazione per l’ingresso di un nuovo membro. Un pianista di nome Lucio Malan.

Note:

[1] Michael Cherney non solo ha molti soldi, ha anche molti avvocati, per cui ci limitiamo a constatare che il mandato di cattura internazionale è ancora valido. Poi sono tutti innocenti fino a prova contraria. Ad esempio, non pensiamo affatto che Cherney c’entri con il tentato omicidio di Andrei Kalitin, autore di un libro in russo intitolato “Mafia in nero”, che lancia molte accuse contro Cherney. Né pensiamo affatto che Cherney sia coinvolto nella morte di Vadim Birukov, un giornalista russo trovato assassinato nel suo garage e con un nastro adesivo sulla bocca dopo aver scritto un articolo critico sulle attività di Michael Cherney. Anche l’accusa mossa contro Cherney di aver fatto uccidere un suo concorrente, Felix Lvov, è con ogni probabilità una calunnia.

Front Page Magazine, di David Horowitz, si lamenta del fatto che Michael Cherney, che “ha donato oltre 20 milioni di dollari per anti-terror activities and studies”, non possa mettere piede negli Stati Uniti.

Ci dispiace deludere eventuali cultori del Complotto Ebraico, ma il grande nemico di Cherney, cui lui attribuisce tutte le proprie disavventure, è l’oligarca Oleg Deripaska, il nono uomo più ricco del mondo (secondo Forbes), anche lui ebreo.

[2] La Fondazione Cherney finanzia anche mille altre iniziative, tra cui la ricerca e pubblicazione di testi inediti di Vladimir Jabotinsky, fondatore del sionismo di destra. Spiega Cherney,

“Oggi, vista la guerra al terrorismo islamico che la Civiltà Occidentale e il suo stato in prima linea, Israele, è costretta a condurre, gli articoli di  Jabotinsky suonano di nuovo attuali.”

[3] Siamo in un mondo in cui non è sempre facile distinguere estremisti cialtroni e persone che contano davvero. Ad esempio, nel 2007, in una conferenza stampa a Washington, Itamar Marcus, che è un newyorkese emigrato in Israele,  ha presentato uno studio sui libri di testo palestinesi e giordani assieme a Hillary Clinton, una signora che attualmente dirige la politica estera dell’unico impero al mondo.

[4] La definizione del Jerusalem Summit che ci presenta il libro del direttore, Dmitry Radyshevsky, Universal Zionism.

[5] Oggi Sam Brownback è attualmente governatore del Kansas. Metodista convertito al cattolicesimo, ha però stretti legami con la rete degli evangelici di destra.

[6] Di Yisrael Beiteinu. E’ morto nel 2007.

[7] Questo fisico, esponente della “ortodossia moderna” che privilegia l’unità degli Ebrei rispetto alla lettera delle regole, oggi guida la campagna per il licenziamento di quei docenti che chiedono il boicottaggio d’Israele.

[8]

La baronessa Cox, cofondatrice dell’organizzazione antipalestinese One Jerusalem (assieme a David Horowitz e altri), antieuropeista, si rese ridicola quando la sua organizzazione – Christian Solidarity Worldwide – si impegnò in una costosa campagna per “riscattare schiavi cristiani” nel Sudan, lasciandosi raggirare da abili impostori locali. Comunque ha svolto un ruolo importante nel trasformare l’inestricabile scontro ecologico tra musulmani di pelle nera nel Darfur, nell’immaginario occidentale, in un “genocidio commesso da bianchi musulmani contro neri cristiani“.

Nel 2009, la baronessa Cox invitò Geert Wilders a presentare il suo film alla Camera dei Pari a Londra, ma Wilders fu respinto alla frontiera.

Ricordiamo che la baronessa Cox era tra i relatori a uno dei primi importanti eventi nella creazione della grande coalizione tra sionisti ed estrema destra. Parliamo della fondazione della European Freedom Alliance a Roma, nel marzo del 2008,  assieme al barone Roberto de Mattei, Marcello Pera, Alfredo Mantovano, Giorgio Israel, Oscar Elia Manu, Douglas Murray, Emanuele Ottolenghi, Melanie Phillips,  Massimo de Leonardis, Angelo Maria Petroni, Daniel Pipes, Florentino Porteso, Rafael L. Bardají, Salvatore Rebecchini, Philippe Karsenty, David Littman, Flemming Rose, Giuseppe Valditara, Padre Paolo Scarafoni e Avi Davis. Sul tema, abbiamo già pubblicato una serie di articoli (in particolare da qui in poi).

[9] Il fondatore di questo ordine, tale Rutilio Scirotta, sostiene fieramente di aver appena scoperto di essere un “Principe”, e ha quindi istituito un premio dal titolo Premio Rutilio Scirotta, nonché un “concorso enologico Rutilio Scirotta“.

[10] Trattandosi di un documento .doc, ritengo inutile citare la pagina per ogni affermazione, che si può rintracciare con una funzione di ricerca.

[11] Tale Consiglio è già stato costituito. I capiciviltà, nel 2004, erano Luis Lacalle Herrera, ex-presidente dell’Uruguay, dove applicò una violenta terapia shock neoliberista; il deputato americano Bob Beauprez, repubblicano (noto per il vizio di farsi fotografare in divisa pur avendo ottenuto l’esonero dal servizio militare ai tempi della guerra del Vietnam); Ana Isabel de Palacio y del Valle-Lersundi dei marchesi di Matonte, già ministro degli esteri nel governo spagnolo di Aznar; il generale Mansour Abu Rashid, ex-capo dei servizi segreti giordani;  il Rev. Kenneth Meshoe, fondatore del Partito Africano Democratico Cristiano, fondato su “principi biblici”. Da allora, non sembra che il Consiglio abbia fatto molto.

[12] Ecco i nomi di alcuni dei relatori:

Morton A. Klein, presidente della Zionist Organization of America – la principale organizzazione filoisraeliana nel paese più importante del pianeta – e membro anche del Comitato Esecutivo dell’AIPAC – la lobby filoisraeliana – , già una delle più alte autorità economiche nei governi di Nixon, Ford e Carter

– l’ex-sindaco di Gerusalemme , che poi  sarebbe diventato Primo Ministro d’Israele, Ehud Olmert

Avigdor Lieberman, ex-buttafuori di locali notturni in Moldavia, oggi ministro degli esteri d’Israele

Binyamin Netanyahu, attuale primo ministro d’Israele

Uzi Landau, all’epoca ministro israeliano per la sicurezza interna

Eliot Engel, un deputato americano, liberal su tutti i temi immaginabili tranne che su Israele

Benny Elon, del partito minore di destra, Moledet – fautore del trasferimento forzato dei nativi palestinesi – ma all’epoca ministro del turismo, un incarico di straordinaria importanza nel paese più pellegrinesco della Terra

Tom DeLay, all’epoca feroce capogruppo del partito repubblicano – allora al potere – nella Camera dei Deputati del paese più potente del pianeta, successivamente condannato a tre anni di carcere per corruzione

Richard Perle, uno dei principali consiglieri militari del presidente Bush e membro del potente think tank, l’American Enterprise Institute

Cal Thomas, noto presentatore di FOX News, dove teorizza il divieto di immigrazione per i musulmani in paesi occidentali

Yossef Bodansky, cittadino israeliano-americano e direttore all’epoca del Task Force del congresso americano sul “terrorismo e sulla guerra non convenzionale”, nonché inventore della fola seconda cui Saddam Hussein avrebbe sostenuto al-Qaida

Andate alle moschee e portate la luce ai musulmani. Ricordate a tutti i killer musulmani, tu non ucciderai. Fatene dei buoni cristiani e delle brave persone”.

[14] Un articolo di Yediot Achronot ci spiega qualcosa della funzione di questo Caucus:

“In anni recenti, i politici israeliani sono stati costretti a interrompere e talvolta a cancellare del tutto le loro conferenze a causa dei problemi provocati da studenti filopalestinesi. Ora, alcuni membri della Knesset credono di aver trovato una soluzione.

I membri della Knesset che appartengono alla lobby per promuovere i rapporti con le comunità cristiane nel mondo hanno concluso che la risposta migliore alla forza dispiegata da studenti musulmani nei campus oltremare potrebbe essere fornita, non da studenti ebrei ma piuttosto da studenti cristiani, che sono non meno entusiasti di loro nel sostenere Israele.

La lobby, che è diretta dal parlamentare David Rotem (Yisrael Beiteinu), ha iniziato a cercare e formare studenti cristiani in università e college prestigiosi nell’America settentrionale e in Europa. Lo scopo è di stabilire gruppi non ebraici di sostegno a Israele in ogni università in modo da far presentare la posizione israeliana.

La lobby, cui aderiscono dozzine di parlamentari di vari partiti, è considerata una delle lobby più attive della Knesset. I membri della lobby hanno contattato l’organizzazione evangelica, Eagles’ Wings [“le ali delle aquile”], che li ha aiutati a identificare studenti idonei all’estero. Gli aspiranti membri devono avere una buona capacità nel fare presentazioni orali e scritte e a comparire davanti a un pubblico. Finora, sono stati trovati circa 150 studenti e l’obiettivo è di addestrare altri 30 studenti ogni anno. Gli “ambasciatori” ricevono formazione nelle pubbliche relazioni israeliane, visitano Israele e si incontrano con politici, accademici e diplomatici israeliani. Il gruppo più recente, costituito da 15 studenti cristiani, ha appena completato il suo viaggio in Israele dieci giorni fa.

“Quando mandi uno studente ebreo a difendere Israele, la gente dice subito che non è obiettivo”, dice il parlamentare Yoel Hasson (Kadima), un membro della lobby. “Invece, quando arriva un grosso gruppo di studenti israeliani e presenta la verità su Israele dal punto di vista di una persona non ebrea – che Israele non è un paese militarista, ma un paese progressista e ad alta tecnologia –  si raddoppia l’impatto delle pubbliche relazioni”.

Attualmente, gruppi filoisraeliani operano all’Università di Oxford nel Regno Unito, all’Università di Amsterdam in Olanda, a Berkeley, Georgetown e all’Università della Florida negli Stati Uniti, nonché in due prestigiosi college statunitensi. “Questa iniziativa ha il potenziale di cambiare la corrente a favore di Israele sui campus di tutti gli Stati Uniti e dell’Europa,” dice Josh Reinstein, il presidente della lobby.

[15] Il mondo è piccolo: la ECI ha partecipato anche alla Maratona per Israele, organizzata da José Maria Aznar e Fiamma Nirenstein, cui abbiamo dedicato ampio spazio su questo blog. Tomas Sandell, direttore dell’ECI, concluse il suo intervento gridando, “Il vostro Dio è il nostro Dio!”

[16] Qualche fonte accenna anche a “danesi”. Le fonti ci dicono però solo i nomi di alcuni partecipanti, tra cui Andreas Mölzer; Kent Ekeroth;  Heinz-Christian Strache; Filip Dewinter; Frank Creyelman; René Stadtkewitz; e Claus Pandi, che dirige il principale quotidiano austriaco, la Krone Zeitung.

Il gruppo visitò varie colonie, tra cui Barkan, Elon Moreh e Har Bracha.

Nel gennaio del 2011, la Jewish Defence League canadese organizzò una manifestazione a Toronto presso la sede del Zionist Center, a sostegno della English Defence League e del suo fondatore, Stephen Yaxley-Lennon detto “Tommy Robinson“. Intervistato, il direttore della JDL spiegò che  “stava visitando Israele quando incontrò qualcuno che lo mise in contatto con il signor Lennon. I due poi si conobbero per telefono”. Molto dubitativamente, si potrebbe ipotizzare quindi che Lennon fosse in Israele anche lui, nella delegazione; e che gli organizzatori della visita avessero contatti con la JDL.

[17] Il Battalion of Deborah è un gruppo evangelico americano di “sionisti credenti” che si batte per il “mandato biblico della Terra d’Israele” e sostiene che i cristiani,secondo il versetto Romani 15;27, sono obbligati a dare “beni monetari” agli ebrei in cambio dei beni spirituali che hanno ricevuto da loro, senza grande successo, visto che stamattina affermavano di aver raccolto non più di 61,34 dollari. Il Battaglione afferma di collaborare strettamente con il Christian Allies Caucus  e si dedica ad attaccare la riforma sanitaria di Obama.

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74 risposte a Il senatore Lucio Malan e il fantastico mondo del Jerusalem Summit

  1. Athanasius scrive:

    “I membri della delegazione del Jerusalem Summit ebbero un breve incontro con Sua Santità il Papa Benedetto XVI al Vaticano, e un’ampia discussione con il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali.”

    Quando vedo le notizie del genere, mi viene la voglia di convertirmi all’ortodossia.

    Che schifo! Nessuno mi dica che era sempre così. Non lo era, affatto. Non si incontravano papi e cardinali con la gentaccia del genere. Qualcosa di strano sta accadendo nel Vaticano.

    • Peucezio scrive:

      Purtroppo sta accadendo da quasi mezzo secolo a questa parte. Prima effettivamente no!

    • Francesco scrive:

      OT

      Mi sono innamorato per colpa del tuo amico Ferruccio, Miguel.

      L’intervista a Gheddafi del 1979 che ripubblica mi ha fatto perdere la testa per la Fallaci, molto più della sua tarda invettiva anti Bin Laden, anti occidentali idioti e (ahimè) anti Islam tout court.

      Ma ti sfido a dirmi che non ti piace una sacco, questa giornalista che affronta a viso aperto il pazzo furioso di Tripoli (potente quanto basta per non doversi neppure arrabbiare, pazzo tanto da credere alle immani idiozie che dice).

      Peccato che all’epoca fossi troppo giovane.

      fine OT

      • Ritvan scrive:

        x Francesco
        A proposito di immani idiozie gheddafiane, ho letto sul Corsera che durante l’ultima visita in Italia ha “spiegato” anche l’etimologia della parola “democrazia”, che – sempre secondo l’ineffabile colonnello – sarebbe una parola araba, composta da “demos”-“popolo”(in arabo??!!) e “krazi”-“sedia”(spero che almeno questo sia arabo), ovvero il popolo che occupa le sedie/poltrone del potere.

        • Francesco scrive:

          Come ha fatto questo a restare al potere per così tanti anni? Poi dicono che c’è razzismo contro gli Arabi, o che dovrei vergognarmi di Berlusconi.

          Se non altro la politica estera è diventata più interessante.

          Ciao

        • Moi scrive:

          Sì va be’, ma sono chiare provocazioni, tipo quando disse che erano di origine libica anche Dante e Shakespeare … ovvero Alì Ghierì e Sheik Sephir .

          Le disse davvero.

  2. mirkhond scrive:

    “Qualcosa di strano sta accadendo nel Vaticano.”

    Il fumo di satana….

  3. Ritvan scrive:

    Scusate ragazzi, ma vi risulta forse che il buon Gesù Cristo – di cui il Papa è modestamente solo il vicario del vicario:-) – usasse dire a qualcuno che voleva incontrarlo “Pussa via, biekissimo sionista!”???

    P.S. Sì, lo so, ai tempi di Gesù non c’erano i sionisti, ma si fa tanto per dire, eh…
    P.S.2 (x Athanasius): Guarda fratello che rischi di cadere dalla padella nella brace convertendoti all’ortodossia…ecco, magari nel caso scegli bene a quale chiesa ortodossa aderire, perché sai, mi risulta che p.es. quella serba considera quei bravi ragazzi:-) di Karadzic,Mladic&Co dei Paladini della Fede in Gesù Cristo:-) (cosa che il Papa non mi risulta abbia fatto nei confronti dei biekissimi sionisti).

    • Z. scrive:

      Io credevo che il papa fosse il vicario del figlio di Dio, non il vicario del vicario del figlio di Dio…

      dilemma: chi è la figura intermedia tra Cristo e il Papa?

      Z.

    • Athanasius scrive:

      “ecco, magari nel caso scegli bene a quale chiesa ortodossa aderire, perché sai, mi risulta che p.es. quella serba considera quei bravi ragazzi:-) di Karadzic,Mladic&Co dei Paladini della Fede…”

      Ovviamente, non parlavo dell’ortodossia serba.

    • Peucezio scrive:

      Perché, non lo sono stati?

      • Athanasius scrive:

        Si, perche no? Bush e questi tizi del Jerusalem summit sono anche loro paladini della fede?

        Ti sbagli anche dal punto di vista formale: neanche la stessa Chiesa Ortodossa Serba non li considera “paladini”.

        • Peucezio scrive:

          Cosa c’entra… Quelli combattevano per la cristianità ortodossa serba contro gli isalmici (e anche contro gli americani, fra l’altro), mica per gli ebrei e per Israele.
          E ciò indipendentemente da quello che ne possono pensare le gerarchie della Chiesa Ortodossa Serba, che, come ogni istituzione che ha anche un ruolo pubblico, sociale, politico, deve scendere a compromessi coi vincitori, con chi comanda.
          Io, a differenza di Ritvan, non ho nessun problema a riconoscere ai terroristi ceceni, che impalerei nelle vie di Groznyj, di essere combattenti per l’Islam. Che poi tornino utili agli americani – e questi li sostengano – per destabilizzare la Russia, è un altro discorso.
          La cosa curiosa di Ritvan è che lui vuole decidere, non si capisce bene a che titolo, chi sono o meno i difensori delle fedi altrui.

          • Ritvan scrive:

            —–Io, a differenza di Ritvan, non ho nessun problema a riconoscere ai terroristi ceceni, che impalerei nelle vie di Groznyj, di essere combattenti per l’Islam. Peucezio—–
            Esimio Peucezio, io a differenza di Peucezio, non riconosco ai terroristi ceceni la definizione di “combattenti per l’islam”. Sicuramente non per il MIO islam, magari solo quello per il LORO islam. Perché vedi, Egregio, il MIO islam (e quello albanese in generale) non permette che si tocchino donne e bambini, anche quelli del “nemico”. Pertanto, invece di fare – come dice Ricucci – il frocio col culo degli islamici, potresti dare – da buon cristiano quale sei – una patente di “combattenti per il cristianesimo” a quei galantuomini della LRA in Africa (vedi nella Wikipedia) oppure ai tuoi cari Fratelli In Cristo che negli USA si appostano con la doppietta in mano nei pressi delle cliniche in cui si praticano aborti e fanno secchi i medici appena escono.
            —-La cosa curiosa di Ritvan è che lui vuole decidere, non si capisce bene a che titolo, chi sono o meno i difensori delle fedi altrui.—
            Probabilmente mi scambi con te stesso (vedi sopra la tua distribuzione di patenti universalmente”islamiche” ai ceceni). E inoltre mostri di non conoscere il significato del sostantivo “contesto”. Mi spiego: stavo parlando con Athanasius, il quale si lamentava del fatto che il Papa aveva ricevuto in udienza (si badi bene, ricevuto in udienza, mica osannato) dei biekissimi sionisti e solo per questo lui, Athanasius, meditava di abbandonare il cattolicesimo e convertirsi a una Chiesa Ortodossa. Ora, a me frega ‘na cippa se la Chiesa Ortodossa Serba o la Chiesa Pentecostale di Vattelapesca venerano o considerano difensori della loro Fede il macellaio Milosevic e i suoi sgherri assassini, stupratori e torturatori, Jack lo Squartatore o il Mostro di Firenze, però, se uno (parlo di Athanasius) ha la bocca tanto schizzinosa da abbandonare il Papa solo perché riceve in visita privata Jack Lo Squartatore posso metterlo in guardia sul fatto che la Chiesa Pentecostale di Vattelapesca a cui lui (Athanasius) magari pensa di aderire dopo aver ripudiato il Papa, venera addirittura come santo il Mostro di Firenze?:-)

            • Peucezio scrive:

              Faccio fatica a vedere la pertinenza della tua obiezione (ma rischiamo di imbarcarci in una discussione interminabile spaccando il capello in quattro):
              1) Il mio riconoscimento ai terroristi ceceni era ipotetico, anche se forse questo non traspariva chiaramente da ciò che ho scritto: se un mussulmano ne rivendicasse il carattere di combattenti per la fede, non mi metterei certo a obiettare: è più titolato lui di me a stabilire che sono i combattenti per la SUA fede; ma non è che ci tengo io a tale rivendicazione: che me ne importa a me?
              2) C’è una bella differenza fra ricevere i rappresentanti di un culto nemico, per sua stessa essenza anti-cristiano e comunque non cristiano e combattere per il proprio popolo e la propria fede ortodossa, legata al proprio patriarcato. Corre più o meno la stessa differenza che c’è fra il generale che consegna le chiavi della propria città al nemico e il cittadino che rischia la vita per difenderla dal nemico stesso.
              Che poi, nel mondo di valori alla rovescia in cui ci troviamo, il primo venga esaltato e il secondo stigmatizzato, non mi stupisce. Per inciso, non ho mai trovato né etico né commendevole che si tocchino donne e bambini, ci mancherebbe altro! Ma questo non inficia lo scopo: dei mezzi sbagliati per conseguire un determinato fine non è che cambiano il fine, ma semmai il giudizio etico circa le modalità con cui lo si consegue.

              • Ritvan scrive:

                Peucezio, sul punto 1) – ovvero chi sia legittimato a ritenersi combattente per una certa fede -mi sa che usi due pesi e due misure. Perché non hai risposto al mio quesito, ovvero se ritieni l’LRA o i sterminatori di medici abortisti dei combattenti per la TUA fede.
                Sul punto 2), il tuo paragone lo trovo alquanto bislacco, visto che il Papa mica ha consegnato le chiavi di San Pietro ai biekissimi:-) sionisti, eh, li ha solo ricevuti, intrattenuti (magari con chiacchiere sul tempo:-) ) e poi gentilmente accompagnati fuori. Tutto qui. Normale “diplomazia vaticana”, visto anche che – ma forse tu non lo sai:-) – il Luoghi Santi della religione del Papa si trovano proprio sotto la giurisdizione dei biekissimi:-) sionisti. Ai quali biekissimi:-) sionisti tu spero non vorrai negare il diritto di difendere la propria fede…e se il Papa si rifiutasse di riceverli magari i sullodati biekissimi sionisti potrebbere prendere esempio dai Tuoi Cari Fratelli In Cristo serbi e “difendere” la loro fede ebraica ripulendo la Terrasanta dagli “infedeli” seguaci di quel ciarlatano ebreo:-) che si credeva nato da una vergine e Figlio di Dio…magari ripulendola stuprando le donne e ammazzando gli uomini seguaci di quel Tale, proprio come facevano i Tuoi Carissimi Fratelli In Cristo serbi in Bosnia e Kosovo…..

              • Peucezio scrive:

                1) Non ritengo NESSUN protestante combattente per la mia fede.
                2) Ma che dici, qua siamo molto oltre la diplomazia, ce le hai vagamente presenti le dichiarazioni che fanno da più di quarant’anni (cioè da dopo il concilio) i papi circa gli ebrei e l’ebraismo?
                La dichiarazione “Nostra Aetate”, che ho citato rispondendo a Corrado, segna uno stravolgimento teologico della posizione delle altre religioni nella dottrina cattolica.

              • Ritvan scrive:

                X Peucezio
                Ecco, bravo, visto che non ritieni i protestanti – i quali si ritengono cristiani come te e magari anche più di te:-) – combattenti per la TUA fede, per par condicio ti pregherei gentilmente di non ritenere salafiti, wahabiti e altri integralisti combattenti per la MIA fede, ovvero per L’ISLAM.
                In quanto a quello che dicono i papi su ebrei e altre faccenduole dottrinarie, ti faccio poco umilmente:-) presente che l’infallibilità papale quando parla ex cathedra(ovvero quando parla in materia di fede e morale ) è un dogma cattolico risalente a molto prima del da te aborrito:-) Concilio…o che tu fai mi vuoi abolire pure i dogmi preconciliari?:-)

        • Ritvan scrive:

          —-neanche la stessa Chiesa Ortodossa Serba non li considera “paladini”. Athanasius —-

          Athanasius, diversamente da quanto probabilmente avviene nella tua lingua madre (e come sicuramente avviene in quella albanese) nel dolce idioma dantesco due negazioni (“neanche” e “non” in questo caso) fanno un’affermazione, pertanto, senza volerlo, mi stai dando ragione:-).
          P.S. Dal sito:
          http://www.ecn.org/reds/mondo/europa/balcani/jugoslavia/balcani0509bosnia.html
          ” Bosnia: i complici del genocidio.
          Dopo la pubblicazione del video sui crimini di Srebrenica, l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha sollevato gravi accuse contro la Chiesa serbo-ortodossa, secondo cui questa avrebbe sostenuto l’uccisione e la messa in fuga dei musulmani bosniaci, e la cancellazione di 500 anni di Islam mitteleuropeo in Bosnia. Il video dimostra ancora una volta quanto la Chiesa serbo-ortodossa sia coinvolta nel genocidio contro i musulmani bosniaci, e mostra il popolare abate Gavrilo nel convento del Santo Arcangelo a Privina Glava a nordovest di Belgrado mentre benedice gli assassini serbi di sei civili musulmani di Srebrenica.
          Una scena simile si vede anche su una foto dell’agenzia Reuters pubblicata a livello mondiale e scattata pochi giorni dopo il 25 luglio 1995, quando unità serbe fucilarono almeno 7.800 uomini e ragazzi bosniaci dell’ex-zona di protezione dell’ONU nella Bosnia orientale. In quella foto il patriarca Pavle, la più alta eminenza della Chiesa serbo-ortodossa, passa del pane consacrato ai criminali di guerra Ratko Karadzic e Ratko Mladic, che oggi sono ricercati dal Tribunale penale internazionale.
          Durante il Capodanno 1994/95 il Sacro Sinodo, il vertice della Chiesa serbo-ortodossa, aveva ancora dichiarato che sarebbe stato “poco cristiano” definire l’esercito serbo come aggressore. A partire dal 1991, il patriarca Pavle e la maggioranza dei vescovi serbi si sono sempre impegnati a favore dell’annessione alla Serbia delle zone “etnicamente pulite” in Croazia e Bosnia. In luglio 1994 la Conferenza dei Vescovi serbi, capeggiata dal patriarca Pavle, aveva chiesto alla nazione serba “di assumersi la responsabilità davanti a Dio e al nostro popolo e di sollevarsi”. In ottobre 1994 la Chiesa serbo-ortodossa si era opposta con ogni mezzo ai tentativi di firmare il piano di pace della Comunità internazionale a meno che le zone occupate dall’esercito serbo non fossero state annesse alla Serbia. L’APM è a conoscenza di dichiarazioni simili fatte da Vescovi serbi. Solamente Konstantin Djokic, vescovo di Hildesheim, ha ammesso le colpe della Chiesa serba, dopodiché è stata dimezzata la sua diocesi in Europa occidentale….”
          Dal sito de La Stampa:
          http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=4807&ID_sezione=&sezione=
          Scrive fra l’altro Enzo Bettiza, a proposito di Karadzic:
          “….Addirittura un santo, se dobbiamo credere all’opinione di una certa Chiesa oltranzista serba. Diversi servizi occidentali hanno raccolto prove sufficienti per sostenere che, dal 2003, la Chiesa ortodossa avrebbe assunto l’onere di sostenerne la latitanza. La gerarchia religiosa avrebbe inviato a suo tempo questo messaggio alle docili autorità di Belgrado: «D’ora in poi dimenticatevi che esiste. Lo proteggeremo noi, nei nostri monasteri, fino all’estinzione dei suoi giorni. Allora gli costruiremo un mausoleo dove la gente potrà venire a venerarlo come eroe del popolo serbo»….”.

          Ti basta o devo continuare?:-)

          • Peucezio scrive:

            Quindo ho ragione a sostenere che erano combattenti per la fede, se addirittura la stessa Chiesa Ortodossa Serba li incoraggiava e sosteneva.

            • Ritvan scrive:

              Sì, Peucezio, erano combattenti per la fede serba&ortodossa…cor c..zo. No, non in senso metaforico, proprio nel senso che combattevano per la loro fede anche stuprando (o facendo stuprare) le donne di altre fedi..bella fede, te la raccomando.

            • Francesco scrive:

              O forse la Chiesa Serba è stata troppo serba e troppo poco Chiesa. Che è un ottimo motivo per avere un solo Papa che sta in Vaticano e a cui ogni Chiesa nazionale fa riferimento, in modo da essere aiutata ad avere uno sguardo più largo di quello nazionale.

              In ogni modo, non vedo come sia possibile gabellare una guerra nazionalistica per una questione religiosa. E se lo dico io che quasi rimpiango le Crociate!

              Ciao

              • Ritvan scrive:

                —O forse la Chiesa Serba è stata troppo serba e troppo poco Chiesa. Francesco—-
                Se lo intendiamo come “Chiesa di Cristo”, sicuramente sì.

                —Che è un ottimo motivo per avere un solo Papa che sta in Vaticano e a cui ogni Chiesa nazionale fa riferimento, in modo da essere aiutata ad avere uno sguardo più largo di quello nazionale.—-
                Beh, anche le chiese ortodosse avrebbero un “punto di riferimento”, il Patriarcato Ortodosso di Istanbul, ma non funziona. A mio immodesto:-) avviso, il problema non sta lì, sta nel fatto che le chiese ortodosse sono nate come nazionali e spesso e volentieri si comportano come nazional-scioviniste..è una questione più che altro dottrinaria…il cattolicesimo, invece, è molto più “universalista”.

                —-In ogni modo, non vedo come sia possibile gabellare una guerra nazionalistica per una questione religiosa. E se lo dico io che quasi rimpiango le Crociate!—
                Tu le crociate te le puoi rimpiangere quanto vuoi, ma se qualcuno fa coincidere per forza la propria nazionalità con la propria fede religiosa è difficile scindere la “guerra nazionalista” dalla “guerra religiosa”. Sicuramente quella mossa ai serbi dagli albanesi del Kosovo era una guerra nazionalista e non religiosa (come tentano di spacciarla i pappagalli italici di Belgrado), visto che vi partecipò anche la minoranza cattolica albanese (en passant, sulle chiese CATTOLICHE albanesi del Kosovo distrutte – al pari delle moschee -dalla marmaglia belgradese al soldo di Milosevic i sullodati pappagalli italici di Belgrado hanno sempre taciuto, levando acuti strilli solo per le chiese serbo-ortodosse che subirono la prevedibile vendetta degli albanesi). Quella dei serbi, invece era sì una guerra nazionalista, ma fomentata dalla loro religione. Ne abbiamo la riprova in Grecia, altro Paese in cui “se sei ortodosso sei greco, se non sei ortodosso non sei greco”. In base al sullodato principio la Grecia ha tollerato gli albanesi di fede ortodossa e ha massacrato ed espulso gli albanesi di fede musulmana.

                Ciao

              • Moi scrive:

                Sì, ma perché mai ?

                Forse perché i Greci pensano “Musulmano = Tirapiedi dei Turchi” ?

                Non (!) è domanda retorica, te lo chiedo semplicemente per saperlo, magari ho scritto una cazzata … che ne so.

              • Ritvan scrive:

                No, Moi, non hai scritto una cazzata, ma credo sia più corretto dire che i greci “dicono” e non che “pensano”. Perché vedi, purtroppo non c’erano albanesi CATTOLICI – non certo facilmente accusabili di essere “tirapiedi dei turchi” -in Grecia per poter vedere come i greci si sarebbero comportati con loro. Però, abbiamo l’esempio serbo: come già detto, gli sgherri di Milosevic in Kosovo mica hanno fatto distinzione fra moschee e chiese cattoliche da distruggere e fra donne musulmane e cattoliche da stuprare…pertanto, quella del “tirapiedismo turco” più che altro mi sembra una scusa per nascondere l’odio religioso fondamentalista ortodosso contro chiunque ortodosso non sia.

  4. Karakitap scrive:

    Interessantissimo (come sempre) articolo, che getta luce su un panorama umano che passa sotto silenzio (voluto o meno) sui grandi mass media, però mi chiedo quanto costoro contino davvero; cioè sembrano molto potenti, sembrano avere addentellati ovunque o quasi, ma possono davvero agire con i fatti contro i loro nemici, o le loro contromisure si limitano all’invettiva?
    Quanti ai loro sogni di una guerra che porti alla cancellazione del problema palestinese/arabo/islamico ecc. spero che restino tali, sono così sicuri che ci sarà chi vorrà combatterl? Certo, in passato molta gente è morta per Danzica, ma spero che questo non si ripeta.
    Salutoni, Karakitap

  5. corrado scrive:

    «molti lo conoscono come promotore dell’emendamento che ha permesso ai televenditori di infastidirci a casa.»
    …finalmente so chi ha armato la mia mano! (ebbene sì: non uno di quei delinquenti che vi perseguitano in orario-pasti)

    Il fatto che gli Evangelici d’Italia per Israele usino la sigla “Edipi” sembra davvero un segno del destino: il conflitto di Malan con la tradizione sinistrorsa della sua Chiesa sembra davvero uno scontro coi padri.

    @Paucezio:
    Lei dice «Purtroppo sta accadendo da quasi mezzo secolo a questa parte. Prima effettivamente no!»… Lei sembra far coincidere l’inizio di ciò col Concilio, ma sappiamo bene che buona parte della lobby teocon catto-sionista, quella che gravita attorno ad Alleanza Cattolica e Centro Lepanto, è acerrima nemica di quello che viene chiamato “spirito del Concilio” e non ama il novo ordo missae (sono carine ad esempio le satire che ne fa Rino Cammilleri, uno dei più simpatici e meno ottusi esponenti di quella banda)…

    • Peucezio scrive:

      Peucezio, non Paucezio.
      Non è vero. Alleanza Cattolica ha assunto le attuali posizioni cristianiste, americaniste e filo-ebraiche quando ha abbandonato la fratenrità di Lefebvre e ha accettato il Concilio Vaticano II.
      Sul Centro Lepanto non ne so moltissimo, ma non mi risulta disconosca il Concilio, semmai sarà critico verso certi eccessi irenisti del post-concilio.
      Ma resta un punto fondamentale, che fa sì che senza il Vaticano II non sarebbero possibili nella Chiesa le posizioni cristianiste e neo-con attuali (se non magari in frange marginali che verrebbero disconosciute e censurate dalle gerarchie): la questione ebraica. E infatti si vede cos’è successo a quelli come mons. Richard Williamson.
      La dichiarazione “Nostra aetate” segna uno spartiacque fondamentale fra il cattolicesimo di sempre e il sincretismo della chiesa postconciliare, né deve sorprendere il fatto che dentro di questa ci siano anche posizioni completamente diverse se non opposte: filo-islamiche, pacifiste, terzomondiste, magari anche filo-palestinesi: in una concezione sincretistica e in una Chiesa anarcoide c’è spazio per tutto, per ogni posizione e ogni stravaganza e sono espressioni dell’eresia modernista sia il filoamericanismo occidentalista e liberal-capitalista dei cristianisti, sia il terzomondismo socialisteggiante da teologia della liberazione.
      D’altronde è una caratteristica instrinseca dell’Occidente contemporaneo: si opprimono i popoli poveri, si sfrutta, si uccide, ma nell stesso tempo si tollera, quando non si incoraggia, un dissenso interno molto appariscente perché tanto non serve a niente. Il capitalismo più rapace e feroce non funziona bene se non ci sono i pacifisti e i difensori dei popoli oppressi, perché la gente vuole avere l’illusione di stare facendo qualcosa per rendere il mondo migliore e il sistema le vende volentieri quest’illusione.
      E la Chiesa, che da Roncalli in poi, invece di convertire il mondo ha deciso di assecondarlo diventandone uno specchio, una sorta di fotocopia, si adegua perfettamente.

    • Moi scrive:

      Qui si sta facendo un po’ di confusione sulla “diaspora cattolica” dopo il Concilio Vaticano II :

      Da un lato ci sono i Dossettiani, che cercano di superare Bersani a Sx [non che ci voglia molto, a dire il vero 😉 … ]

      Il mondo cattolico tradizionalista, nonostante il Papa e il Vaticano, è divisissimo, essenzialmente sull’ individuazione del Male Assoluto :

      C’ è chi dice che il Male Assoluto è l’ Ebraismo Talmudico, Blondet in primis.

      C’ è chi dice che il Male Assoluto è la Massoneria, Messori in primis.

      C’ è chi dice che il Male Assoluto è il Dossettismo, Gnocchi & Palmaro in primis.

      C’ è chi dice che il Male Assoluto è l’ Islam, Cammilleri in primis … ma poi rimpiange una Sicilia bigotta cattolica natìa descritta tale e quale al “peggior” Dar-Al-Islam !

      L’ unico a dare la colpa a Satana, senza alcun timore di apparire “démodé”, è Padre Livio Fanzaga, di Radio Maria … per lui, nessuno dei 4 suddetti è colpevole “di suo” : sono tutti ingannati da Satana e vanno ricondotti all’ Ovile.

  6. `Ammurāpi´ scrive:

    «L’estrema destra del Nord Europa a spasso per i Territori Occupati. Un premio a chi ne riconosce qualcuno»

    A parte i nomi citati nell’articolo a cui rimanda il collegamento, ci sono la parlamentare danese Anna Rosbach, la prima signora da sinistra, di Dansk Folkeparti, mentre dietro di lei sulla destra dovrebbe essere il parlamentare neerlandese Bastiaan Belder di Staatkundig Gereformeerde Partij.

  7. Daouda scrive:

    Sarebbe bello che avessimo scritto qualcosa che abbia senso, ossia qualcosa che loro non avessero voluto che noi avessimo pensato.
    Comunque sia l’articolo è molto impreciso.
    Difatti ci sono gerarchie islamiche chiaramente vendute ergo complici ergo lo stesso (speudo)Islam fà parte del complotto, come lo stesso (falso)cristianesimo e lo stesso (falso)ebraismo.
    Il bello è che dall’altra parte si hanno rispettivamente eurasiatisti, maoisti, oppure i bolivariani.
    Questi anche fanno parte della partita…quindi mi sembra un po’ più complessa ed articolata la faccenda, calcolando poi che sono tutti della stessa SQUADRA!

    E’ evidente comunque che il nocciolo è instaurare un governo mondiale socialista , più o meno interraziale ed a-culturale, con un “culto” razional-panteistico con un idolo personale ( a Gerusalemme quindi? ), bombardando la popolazione di piaceri tecnologici e farmacologici dopo aver chiaramente sterminato in vari più o meno 3 miliardi di persone e salvato il pianeta da queste indotte catasfrofi di ogni tipo che si vogliano immaginare.
    Ribadisco…è evidente!

  8. Daouda scrive:

    p.s. calcolando che il mafioso è di sinistra perché infame ( ed ogni oppressore è in un certo tipo mafioso ) e l’usuraio è di sinistra perché asservito allo sterco del demonio, BENE, allora l’anarco capitalismo e la monarchia assolutista furono e sono in sé stesse di sinistra.

    FATE SCHIFO, sinistrati di merda!

  9. Ritvan scrive:

    —-neanche la stessa Chiesa Ortodossa Serba non li considera “paladini”. Athanasius —

    Athanasius, diversamente da quanto probabilmente avviene nella tua lingua madre (e come sicuramente avviene in quella albanese) nel dolce idioma dantesco due negazioni (“neanche” e “non” in questo caso) fanno un’affermazione, pertanto, senza volerlo, mi stai dando ragione:-).
    P.S. Dal sito:
    http://www.ecn.org/reds/mondo/europa/balcani/jugoslavia/balcani0509bosnia.html
    ” Bosnia: i complici del genocidio.
    Dopo la pubblicazione del video sui crimini di Srebrenica, l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha sollevato gravi accuse contro la Chiesa serbo-ortodossa, secondo cui questa avrebbe sostenuto l’uccisione e la messa in fuga dei musulmani bosniaci, e la cancellazione di 500 anni di Islam mitteleuropeo in Bosnia. Il video dimostra ancora una volta quanto la Chiesa serbo-ortodossa sia coinvolta nel genocidio contro i musulmani bosniaci, e mostra il popolare abate Gavrilo nel convento del Santo Arcangelo a Privina Glava a nordovest di Belgrado mentre benedice gli assassini serbi di sei civili musulmani di Srebrenica.
    Una scena simile si vede anche su una foto dell’agenzia Reuters pubblicata a livello mondiale e scattata pochi giorni dopo il 25 luglio 1995, quando unità serbe fucilarono almeno 7.800 uomini e ragazzi bosniaci dell’ex-zona di protezione dell’ONU nella Bosnia orientale. In quella foto il patriarca Pavle, la più alta eminenza della Chiesa serbo-ortodossa, passa del pane consacrato ai criminali di guerra Ratko Karadzic e Ratko Mladic, che oggi sono ricercati dal Tribunale penale internazionale.
    Durante il Capodanno 1994/95 il Sacro Sinodo, il vertice della Chiesa serbo-ortodossa, aveva ancora dichiarato che sarebbe stato “poco cristiano” definire l’esercito serbo come aggressore. A partire dal 1991, il patriarca Pavle e la maggioranza dei vescovi serbi si sono sempre impegnati a favore dell’annessione alla Serbia delle zone “etnicamente pulite” in Croazia e Bosnia. In luglio 1994 la Conferenza dei Vescovi serbi, capeggiata dal patriarca Pavle, aveva chiesto alla nazione serba “di assumersi la responsabilità davanti a Dio e al nostro popolo e di sollevarsi”. In ottobre 1994 la Chiesa serbo-ortodossa si era opposta con ogni mezzo ai tentativi di firmare il piano di pace della Comunità internazionale a meno che le zone occupate dall’esercito serbo non fossero state annesse alla Serbia. L’APM è a conoscenza di dichiarazioni simili fatte da Vescovi serbi. Solamente Konstantin Djokic, vescovo di Hildesheim, ha ammesso le colpe della Chiesa serba, dopodiché è stata dimezzata la sua diocesi in Europa occidentale….”
    Dal sito de La Stampa:
    http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=4807&ID_sezione=&sezione=
    Scrive fra l’altro Enzo Bettiza, a proposito di Karadzic:
    “….Addirittura un santo, se dobbiamo credere all’opinione di una certa Chiesa oltranzista serba. Diversi servizi occidentali hanno raccolto prove sufficienti per sostenere che, dal 2003, la Chiesa ortodossa avrebbe assunto l’onere di sostenerne la latitanza. La gerarchia religiosa avrebbe inviato a suo tempo questo messaggio alle docili autorità di Belgrado: «D’ora in poi dimenticatevi che esiste. Lo proteggeremo noi, nei nostri monasteri, fino all’estinzione dei suoi giorni. Allora gli costruiremo un mausoleo dove la gente potrà venire a venerarlo come eroe del popolo serbo»….”.

    Ti basta o devo continuare?:-)

    • mirkhond scrive:

      Per Ritvan

      Leggo da “Foibe” di Jože Pirjevec, p.136, questa notizia interessante:

      “Già nel 1941 lo stesso Mussolini propose al principe Paolo Karadjordjevic’ (reggente di Jugoslavia ndr) uno scambio di popolazioni, simile a quello concordato con Hitler per quanto riguarda i sudtirolesi. Il Duce si dichiarava disposto ad accogliere in Albania, ormai parte dell’impero, i kosovari, per insediare nella loro regione gli slavi della Venezia Giulia.”

      Ne sai qualcosa di più?
      ciao

      • Ritvan scrive:

        No, non ne sapevo proprio nulla. Ma non mi meraviglierei se fosse vero, pur di attirare il reggente jugoslavo nell’alleanza con l’Asse (alleanza innaturale che fece perdere il trono al reggente) nonche ripulire il Sacro Suolo Italico da quella marmaglia slava:-) il cinico DVX non poteva mica badare a quisquilie come la pulizia etnica dei suoi “amati albanesi” del Kosovo.

        P.S. Ma il buon Pirjevec allega qualche pezzo di carta e/o testimonianza oculare dell’oscena proposta oppure riferisce solo voci di corridoio?

        • mirkhond scrive:

          Per Ritvan

          Pirjevec cita un suo studio precedente:

          “Trst je naš!” Boj Slovencev za morje (1848-1954)/Trieste è nostra! Lotta degli Sloveni per il mare, Nova Revija, Ljubljana 2007.

          La vicenda sovracitata è a pag. 147. Non mi risulta che il testo però sia stato tradotto in italiano, e ciò che ho scritto, lo traggo appunto da una successiva citazione dello stesso Pirjevec nel suo “Foibe” del 2009, editore Einaudi.
          ciao

          • Ritvan scrive:

            Ah, dunque Pirjevec cita…Pirjevec…e in pratica dice:”caro lettore, se vuoi sapere se le mie sono solo chiacchiere di corridoio o c’è uno straccio di prova, devi comprare anche quell’altro mio libro”…beh, per insufficienza di prove:-) non posso dare un giudizio sul Pirjevec storico, ma il Pirjevec Esperto Di Marketing lo promuovo a pieni voti:-)

            • mirkhond scrive:

              Sempre per Ritvan

              A proposito di terre albanesi, su “Storia del Kosovo” di Noel Malcolm a pag. 325, ho trovato quest’altra notizia :

              “Durante i colloqui con il governo di Stojadinovic’ a Belgrado nel 1938 e agli inizi del 1939, gli italiani suggerirono una spartizione dell’Albania, con la Jugoslavia che guadagnava l’area di Scutari, la Grecia che otteneva parte del sud e il resto che veniva preso dall’Italia, la quale avrebbe in seguito rinunciato a tutte le pretese sul Kosovo. Ma, dopo la caduta del governo di Stojadinovic’ nel febbraio 1939, gli italiani decisero di procedere con la totale annessione.”

              • mirkhond scrive:

                Le fonti di Noel Malcolm sull’argomento sono:
                1) Francesco Jacomini, La politica italiana in Albania, Rocca San Casciano, 1965, p.84
                2) Galeazzo Ciano, Ciano’s Diary 1939-1943 (versione britannica dei famosi Diari), a cura di M. Muggeridge, Londra 1947, pp. 12-14 23-27.
                3) Milan Stojadinović, La Yougoslavie entre les deux guerres: ni le pacte, ni la guerre, Parigi 1979, pp. 199-204
                ciao

              • mirkhond scrive:

                Inoltre su internet ho trovato un brano sempre del Pirjevec, facente parte di uno studio storico di autori vari: Chiesa e Società nel Goriziano.
                Il saggio del Pirjevec ” La Venezia Giulia tra il 1941 e il 1945: Progetti Nazionali E Loro Implicazioni Internazionali”, pp 13-14, cita la proposta di scambio di popolazioni, tra Mussolini e il reggente Paolo Karadjordjević, nel febbraio 1941, proprio nel tentativo di forzare la Jugoslavia ad aderire all’Asse, come hai giustamente accennato, proposta che però non fu presa in considerazione dal reggente serbo, forse perchè comprese che non aveva senso trattare con Mussolini alle spalle di Hitler.
                E di fatti Hitler, venutolo a sapere obbligò il Duce e il governo di Belgrado, di interrompere queste trattative “parallele”, in quanto solo lui doveva trattare anche per l’Italia, a dimostrazione del fallimento dei sogni sabaudo-fascisti di un imperialismo parallelo, sogni fallimentari come provato dalle campagne africane e da quella coeva di “Grecia”.
                ciao

              • Ritvan scrive:

                Sì, Malcolm è un ottimo storico, ben documentato e raccomanderei la sua “Storia del Kosovo” ai cari serbofili di qui (non perché io abbia qualche illusione che possano cambiare le loro granitiche certezze in merito, ma così, tanto per cambiare un po’ letture:-)).
                Che l’Italia – fascista o meno – avesse il vizietto di usare l’Albania come “merce di scambio” (come se fosse roba sua) nei mercanteggiamenti con altri Paesi balcanici è cosa nota (almeno da noi in Albania)..ecco, p.es. leggi qui:
                http://it.wikipedia.org/wiki/Tommaso_Tittoni#Accordo_Tittoni-Venizelos
                Ciao
                Ritvan
                P.S. Fra le fonti di Malcolm, il n.1 dovrebbe essere “Jacomoni” (il vicere d’Albania dopo l’occupazione italiana del ’39)

              • mirkhond scrive:

                Si hai ragione su Jacomoni. Probabilmente si tratta di un errore di redazione o di traduzione.
                ciao

              • Ritvan scrive:

                Io ho sempre ragione! A noi!
                :-):-)

  10. Athanasius scrive:

    Per Ritvan

    “Mi spiego: stavo parlando con Athanasius, il quale si lamentava del fatto che il Papa aveva ricevuto in udienza (si badi bene, ricevuto in udienza, mica osannato) dei biekissimi sionisti e solo per questo lui, Athanasius, meditava di abbandonare il cattolicesimo e convertirsi a una Chiesa Ortodossa. Ora, a me frega ‘na cippa se la Chiesa Ortodossa Serba o la Chiesa Pentecostale di Vattelapesca venerano o considerano difensori della loro Fede il macellaio Milosevic e i suoi sgherri assassini, stupratori e torturatori, Jack lo Squartatore o il Mostro di Firenze, però, se uno (parlo di Athanasius) ha la bocca tanto schizzinosa da abbandonare il Papa solo perché riceve in visita privata Jack Lo Squartatore posso metterlo in guardia sul fatto che la Chiesa Pentecostale di Vattelapesca a cui lui (Athanasius) magari pensa di aderire dopo aver ripudiato il Papa, venera addirittura come santo il Mostro di Firenze?”

    Stai insinuando troppo, fin troppo.

    Non capisco come qualcuno come te, una persona che parla italiano meglio di me, non capisce (o finge di non capire) la differenza tra “mi viene la voglia…” e “vado a…” (mi riferisco al mio commentario originale). Un’esclamazione piuttosto retorica, dalla mia parte, che risulta non soltanto da questo incontro del papa con i tizi menzionati, ma ha a che vedere con una tendenza generale che è molto presente e forte nel Vaticano negli ultimi anni.

    • Ritvan scrive:

      —–Non capisco come qualcuno come te, una persona che parla italiano meglio di me, non capisce (o finge di non capire) la differenza tra “mi viene la voglia…” e “vado a…” (mi riferisco al mio commentario originale). Athanasius —
      Caro Athanasius, non capisco come qualcuno come te, una persona che parla italiano come me (tranne magari quando pigia troppo in fretta il bottone “Post Comment”:-) ) non capisce (o finge di non capire) la differenza tra il mio “meditava di…” e quell’ “andava a…” da te attribuitomi ad capocchiam.
      Adesso dici che il tuo precedente “….mi viene la voglia di convertirmi all’ortodossia” era solo “Un’esclamazione piuttosto retorica” …ma non lo potevi dire prima? Perché sai, per quanto io parli bene l’italiano non ho ancora raggiunto quelle Sublimi Vette:-) tali da poter capire quando uno fa “Un’esclamazione piuttosto retorica” e quando medita seriamente.
      P.S. Immodesto:-) suggerimento: in futuro, quando fai “Un’esclamazione piuttosto retorica” (tradotto in volgare: quando “cazzeggi”:-) ) e non parli seriamente, non ci andrebbe bene una faccina ridens in chiusura, così non ci sono fraintendimenti?

  11. Lucio Malan scrive:

    Ho trovato il pezzo molto divertente. Ho sempre pensato che le teorie dei “complotti mondiali” – molto care a personaggi che probabilmente a voi devono essere molto simpatici come Hitler, Mussolini, Stalin, ma anche a un bel po’ di sinistrorsi dei nostri tempi, – fossero delle fesserie. Oggi ne ho la prova diretta vedendo che io ne sarei parte.
    Non vale la pena smentire tutte le stramberie scritte. Solo una risposta a Corrado. Le telefonate fastidiose le ricevete da anni prima che fosse approvato il mio emendamento. Ora, però, grazie al mio emendamento potete difendervi (fra i tanti: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=136856&sez=HOME_NOSTRISOLDI), ma se vi piace di più credere alle balle per poter insultare, godetevi pure le telefonate!
    I miei padri valdesi non sono sono mai stati di sinistra. La deriva a sinistra è il risultato della sbronza sessantottina, cui è seguita una sudditanza culturale cronica all’agenda radical-chic e al pensiero unico del politically correct. I Valdesi, fino ad allora, erano sempre stati lealisti, tranne quando tentavano di sterminarli o convertirli a forza.
    Ma vi piace così tanto crogiolarvi nell’odio e nell’invidia?

    • Peucezio scrive:

      Senatore, da lettore e commentatore del blog la ringrazio della sua risposta che, anche se polemica, manifesta una disponibilità al confronto diretto che trovo di per sé molto apprezzabile.

      Lei dice: “I Valdesi, fino ad allora, erano sempre stati lealisti, tranne quando tentavano di sterminarli o convertirli a forza.”.
      Bella forza! Sono leale solo fino a quando mi si consente di fare quello che mi pare, di professare pubblicamente l’eresia. E’ quasi come dire che un assassino è un cittadino esemplare, purché non gli si chieda di rinunciare ad attuare i suoi propositi omidici.

      • Ritvan scrive:

        Ciusto:-), caro Peucezio, ma come si permettevano quegli eretici und schismatici:-) di Valdesi di “professare pubblicamente l’eresia”? Andavano tunque:-) convertiti con la forza alla “Vera Fede” e chi non si convertiva….sul barbecue e a fuoco lento, mica un omicidio facile-facile con la corda o la mannia, ekekkakkio!:-)…però, non lo diciamo agli altrovelodati “biekissimi sionisti”, sai per loro la Tua Vera Fede non è altro che un’eresia eb….pardon, “sionista”:-) e non vorrei che i sullodati “biekissimi sionisti” ti prendessero in parola e riservassero ai “loro” “eretici” – nonché Tuoi Fratelli In Cristo – in terrasanta lo stesso trattamento che tu trovi fosse ciusto:-) per i Valdesi.

        • Peucezio scrive:

          Lo fanno già.
          Interessante comunque: gratta gratta e anche l’islamico ti diventa filoprotestante, altro che scontro di civiltà. E’ quello che dico, inascoltato, da sempre.

          • Ritvan scrive:

            —-Lo fanno già. Peucezio—
            Perbacco, stai forse dicendo che i biekissimi giu…pardon, “sionisti”:-) in terrasanta stanno offrendo ai Tuoi Cari Fratelli In Cristo l’alternativa “o ti converti al giu…pardon, al “sionismo”:-) o finisci sulla graticola”, come faceva un tempo la Tua Cara Chiesa Cattolica Apostolica Nonché Romana coi biekissimi eretici valdesi? Interessante….hai qualche link che dimostri questa tua fantasmagorica affermazione?

            —Interessante comunque: gratta gratta e anche l’islamico ti diventa filoprotestante, altro che scontro di civiltà. E’ quello che dico, inascoltato, da sempre.—
            Per forza, se dici castronerie chi vuoi che ti ascolti?:-).
            “L’islamico” (a proposito, “islamico” nel dolce idioma dantesco si usa solo come aggettivo, il sostantivo corrispondente è “musulmano”) non è “filoprotestante” è semplicemente “filocoranico”:-), sai il Corano, quel libricino che noialtri barbudos, intabarrados und scimitarrudos:-) riteniamo il nostro Libro Sacro. In esso viene detto – ti faccio una sintesi per dummies:-) -che chi converte un altro con la forza o la minaccia di morte, fosse pure un musulmano che converte un cristiano, è un poco di buono e Allah lo castigherà quando sarà il suo momento. Capito mi hai?
            P.S. La stessa identica disapprovazione ho per i protestanti che si macchiavano di crimini finalizzati alla conversione forzata nei confronti dei cattolici (o di chiunque altro).

            • Ritvan scrive:

              Siempre per Peucezio
              Sempre nel Corano c’è un versetto che vieta al Profeta Maometto (divieto che si estende automaticamente a tutti i musulmani, naturalmente) di intervenire nelle dispute religiose fra seguaci di altre religioni monoteiste (ebrei e cristiani), pertanto mi perdonerai:-) se non mi pronuncio su quale fra le innumerevoli chiese cristiane sia la “vera” Chiesa di Cristo. Però, a dispetto di quello che pensi tu:-) ho un’istintiva simpatia (e spero che Allah non vieti anche quella:-)) per la Chiesa Cattolica. E ti spiego il perché. La cosa è collegata – come al solito:-) – con il comportamento della Chiesa Cattolica in Albania. Tale Chiesa è stata – naturalmente col consenso del Vaticano- strenua propugnatrice dell’indipendenza del popolo albanese dall’Impero Ottomano, anche se tale popolo era composto per circa il 70% da musulmani. E durante la IIGM fu l’unica a mettere in guardia – purtroppo largamente inascoltata – gli albanesi dal seguire i comunisti di Enver Hoxha…(beh, è l’unico caso in cui avrei voluto che gli albanesi fossero stati per il 70% cattolici:-))
              P.S. Naturalmente:-) tu non credi che il Corano sia parola di Dio dettata al profeta Maometto dall’Arcangelo Gabriele. Però, allora almeno ammetti che Maometto fosse un uomo eccezionale nel suo tempo, visto che considerava – con secoli d’anticipo sul Concilio Vaticano II:-) – tutte le religioni monoteiste (comprese loro eventuali”eresie” in cui gli era vietato metter becco!) come portanti alla salvezza nei confronti di Dio.

          • corrado scrive:

            Peucezio, spero che adesso lei stia scherzando:
            Non mi costringa a difendere il senatore Malan, che non ne ho particolarmente voglia

    • corrado scrive:

      Senatore, non mi risulta di aver detto nulla di offensivo né contro di lei (semmai contro me stesso, essendomi auto-definito “delinquente” perché, fino a lunedì, le telefonate fastidiose non le ricevevo, a le facevo, che Dio mi perdoni), né verso la sua Chiesa, per la quale ho sempre avuto una grande ammirazione anche, appunto, per tradizione progressista (forse è un ossimoro, ma mi sembra un’espressione appropriata) che la caratterizza da diversi decenni a questa parte.
      E se la può interessare il partito per cui voto di solito ha come segretario un suo correligionario (anche se so che nel mondo protestante la parola “religione” non è amata).
      Per quanto riguarda la nuova legge la conosco poco; la mia capa mi diceva però che con essa potevamo chiamare chiunque anche senza l’esplicito consenso, a parte ovviamente chi si iscrive all’albo.
      Comunque nell’articolo di Martinez non leggo nessun odio: ha semplicemente delineato le ideologie che animano deterinati think-thank.

  12. Moi scrive:

    Ma c’ era il Leghista Giancarlo Gentilini , detto “lo Sceriffo di Treviso”, “Il Megafono del Popolo” ?

    … quello che “bisognerebbe travestirli da leprotti, portarli nel bosco e ‘ ‘ farghe ‘ ‘ pim pum pam col fucile” [sic] ?

    Va be’, parlava d’ immigrati clandestini, ma per i Sionisti d’ Israele i Palestinesi sono cmq dei “Nativi Abusivi” 🙂 con un sentimento d’ ostilità abbastanza simile, no ?

  13. Miguel Martinez scrive:

    Ringrazio Lucio Malan del suo intervento, apprezzo comunque il fatto che presti attenzione a ciò che si scrive in rete.

    Non ho capito a quale complotto faccia riferimento, visto che ho semplicemente elencato una serie di rapporti, senza trarne alcuna particolare morale.

  14. PinoMamet scrive:

    A parte che non ho trovato il tempo solo ora di leggere il post, respingo gentilmente al mittente, nel caso, le accuse di “invidia” (per chi??) e “simpatia per dittatori di morti”.

    Riguardo al telemarketing, Lucio, tu scrivi:
    “Le telefonate fastidiose le ricevete da anni prima che fosse approvato il mio emendamento. Ora, però, grazie al mio emendamento potete difendervi (fra i tanti: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=136856&sez=HOME_NOSTRISOLDI)”

    Wikipedia dice il contrario; copio e incollo:
    ” Con l’emendamento Malan si passa da un regime di chiamate autorizzate solo a chi ha dato espresso consenso, a un regime di “silenzio-assenso” a partire dal maggio 2010, quando chi non volesse riceverne dovrà registrarsi, tramite telefonata o mail, in un apposito registro. Nel frattempo, si proroga di ulteriori 6 mesi la liberalizzazione del telemarketing (autorizzazione alle chiamate pubblicitarie anche senza il consenso dell’utente, in deroga alle norme sulla privacy, fino al 31 dicembre 2009) introdotta dal decreto milleproroghe votato dal governo Berlusconi IV nel 2008[7]. L’emendamento è in seguito stato approvato dall’Aula del Senato.”

    Ti concedo che anche prima ricevevo moletset chiamate di telemarketing, da operatori che se nefregavano altamente dell'”espresso consenso” (formula del resto molto ambigua; basta un semplice “le interesse sentire la nostra offerta?” nel cors della telefonata).

    D’altra parte il tuo emendamento mi sembra introdurre un sistema di “difesa” complesso e scarsamente controllabile dal cittadino, che rischia così di trasfomrasi in un’arma a disposizione dei televenditori, e che compila pericolosi “elenchi” di cittadini/consumatori consegnati direttamente ai vari operatori telefonici.

    Bastava, molto più semplicemente, chiedere ai televenditori di ottenere un consenso preventivo, magari per iscritto.
    Ciao.

  15. PinoMamet scrive:

    Per fare chiarezza,

    paragoniamo il venditore telefonico a un venditore porta a porta.

    Bene, grazie al tuo emendamento, Lucio, si passa da un sistema in cui il venditore dove suonare il campanello e chiedere “posso entrare in casa sua?”, a uno in cui il venditore può entrare in casa di chiunque non abbia espressamente chiesto di essere escluso da tale “favore”, consegnando il suo indirizzo a vari operatori postali
    (fuori dal paragone, telefonici).
    Non solo, stando a Wikipedia hai anche prorogato di sei mesi un periodo di liberalizzazione in cui il venditore può entrare “a casa mia”, anche senza chiedermi niente.

    Grazie tante.

  16. Athanasius scrive:

    Per Ritvan

    “Athanasius, diversamente da quanto probabilmente avviene nella tua lingua madre (e come sicuramente avviene in quella albanese) nel dolce idioma dantesco due negazioni (“neanche” e “non” in questo caso) fanno un’affermazione, pertanto, senza volerlo, mi stai dando ragione”

    Da dove ti viene l’idea che non lo so? Lo so che nell’italiano si mette solo una negazione, ma purtroppo in questo blog i post, una volta “inviati”, non si possono editare per correggere errori. Si, nel croato si mettono due negazioni in una frasi (si possono mettere anche dieci).

    La mia intenzione non era di “difendere” la Chiesa Ortodossa Serba (credo che già sai cosa ne penso della Serbia degli anni novanta e dei loro cosiddetti “eroi”).

    • Ritvan scrive:

      E dai, caro Athanasius, non essere così suscettibile, era solo una battuta cribbio!:-)
      P.S. E se tu il controllo per eventuali errori lo facessi prima di pigiare il bottone “Post Comment”?:-)
      P.S.2 Non ho mai detto, né pensato che tu volessi difendere la chiesa serba.

  17. mirkhond scrive:

    Sempre per Ritvan

    In internet si può leggere direttamente il brano in questione, cliccando : Chiesa e Società nel Goriziano-Risultati da Google Libri.

    ps. ti scrivo qui perchè non riesco a prendere per intero il numero di codice per il commento.
    ciao

  18. Moi scrive:

    Miguel, ma hai visto che tumulti in Libia ?! … Che ne pensi di quei giornalisti che sentenziano “Il 2011 sarà ricordato dalla Storia come il 1989 Islamico !” ?

    … Voglio dire, almeno te ne hai la cognizione di causa !

    • Moi scrive:

      Ma soprattutto, come mai _e qui l’ espressione giornalistica, almeno ‘sta volta, mi pare giusta_ come mai questo “Effetto Domino Islamico” Tunisia-Egitto-Libia ?

  19. tomar scrive:

    come mai questo “Effetto Domino Islamico” Tunisia-Egitto-Libia ?

    l’effetto domino dei grandi sommovimenti politici, per cui da un focolaio iniziale si propagano rapidamente all’area più o meno vasta che ne condivide le condizioni, non è certo una novità di questa primavera nordafricana, si può anzi dire che a partire dal 1789 sia piuttosto la regola che l’eccezione (… 1821 …. 1848 … 1917-21 … 1947-59 … 1989), cioè a partire da quando la circolazione transnazionale delle notizie sui sommovimenti politici raggiunge un’ampiezza e una celerità tali che quei sommovimenti lontani diventano vicini, familiari, esemplari… fare come in Francia … fare come in Venezuela… e di nuovo fare come in Francia … fare come in Russia … fare come in Cina … fare come in Polonia… fare come in Tunisia… fare come…
    Certo, ultimamente (1989 e questo 2011) la velocità di propagazione dell’onda è parecchio aumentata, ma appunto perché a dismisura è aumentata l’intensità e la velocità della comunicazione planetaria, la dinamica però è sempre la stessa: fare come… ed è il la fonte energetica che sospinge l’onda, la forza potente della facoltà mimetica, che come ha esaurientemente mostrato Girard, è una facoltà decisiva ai fini evolutivi della nostra specie, oltre che essere di norma fonte di catastrofe per il singolo e per i molti.

    tomar

  20. Daouda scrive:

    Miguel leggiti il primo articolo “I padroni del mondo” :

    http://shaphiro.splinder.com/

    D’altronde , volendo, si potrebbe arguire andando ben più in là.

  21. p scrive:

    Complotti mondiali? cos’è una barzelletta malriuscita? hitler e stalin avevano dei nemici ben individuati. mah. quando le scempiaggini più stupide della rete vogliono diventare teoria politica e spiegazione di fatti.p

  22. Daouda scrive:

    Veramente per complotto si intende ” il progetto che metto in atto per rubarti la merendina”.
    Ossia ogni atto è , troppo spesso, un complotto.

  23. paola kaltio scrive:

    che strana pagina…lunghissima da leggere e percio’ , oggi non vedo bene, la rileggero’ con pazienza…ci sono pero’ parole chiave che mi appartengono,evangelici, sionismo, Cristo, Malan, colpa ragione…ecc……che strano, io sono evangelica , sionista di origine nordica , conosco Malan , che e’ valdese,e appoggio tutta la linea moderata dell’insediamento di ebrei nei territori, e di cristiani nell’ islam…..non con spargimento di sangue pero’…ah caso strano, per Ritvan, mia mamma si chiamava RItva e mio figlio di cognome fa Anastasio…non e’ che quello che leggo dentro questa pagina sia assolutamente una coincidenza non casuale? strano ….strano davvero

  24. Pingback: Legge antirevisionista: dietro il ddl Amati lo stesso blocco di potere che difende i segreti degli anni di piombo – Andrea Carancini

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