Geert Wilders e la libertà sua e nostra

Chi è il primo ministro dell’Olanda? Non saprei.

Invece, chi è l’uomo politico olandese vivente più famoso? Questa è facile: Geert Wilders, anche se gode del sostegno di meno del 6% dell’elettorato.

Il governo inglese ha appena vietato a Geert Wilders di entrare nel paese per presentare il suo film Fitna.

Era stato invitato dall’antieuropeista Lord Pearson di Rannoch e dalla baronessa Caroline Cox di Queensbury, attivissima quest’ultima nell’impegno contro il Sudan, cofondatrice della One Jerusalem Organisation, che mira a "mantenere una Gerusalemme unita come capitale indivisa d’Israele" e copresidente del Jerusalem Summit del 2005, un evento che meriterebbe un post a parte.

Giovedì prossimo, Geert Wilders si dovrebbe rifare a Roma:

"A invitare in Italia il deputato olandese è stato il presidente del circolo della Libertà (Pdl) di Imola Armando Manocchia, che gli assegnerà il premio «Oriana Fallaci» a Roma, al Grand Hotel Palatino, nel corso di «una serata elegante con cena».

Non pago, Manocchia ha chiesto al deputato romagnolo della Lega Nord Gianluca Pini (quello dei manifesti Romagna cristiana Mai musulmana e dei proclami "mobilitiamoci contro queste bestie" in riferimento alla moschea di Bologna) di domandare un’ autorizzazione alla Camera per una proiezione in sala stampa del suo film antislamico «Fitna»."

Evidentemente i leghisti non si mettono d’accordo tra di loro: già a gennaio si leggeva che avevano in progetto di far venire Wilders al parlamento a febbraio.

Se volete provare a imboscarvi alla conferenza che Wilders terrà il 19 febbraio, telefonate – come suggerisce lo stesso Manocchia – al 339 8704071 oppure scrivete a unaviaxoriana@unaviaxoriana.it. Si consiglia di non citare questo blog come fonte, visto che Armando Manocchia digrigna i denti e si agita tutto quando sente parlare di noi.
 

Geert Wilders si merita in effetti un premio intestato a quella che lui definisce il suo "idolo", Oriana Fallaci. Un culto che lo avvicina ad altri personaggi di cui abbiamo parlato in questo blog: Roberto Sandalo  e Matteo Renzi.

Anche se non ben accetto in Inghilterra, Geert Wilders ha libero accesso a Israele, un paese che "lui chiama casa" e dove si è recato decine di volte per "incontrare esperti di sicurezza, politici e vecchi amici".

Tra questi amici personali, a suo dire, Ariel Sharon (nella fase ancora cannibale e prevegetale) e Ehud Olmert. Da buon difensore delle libertà occidentali, Geert Wilders propone di introdurre anche in Olanda la "detenzione amministrativa" israeliana, cioè la possibilità di tenere in carcere persone di etnia diversa senza processo o prove.

Lo scorso 14 dicembre, Geert Wilders è stato uno dei relatori al convegno "Facing Jihad", promosso dal think tank Ariel Center for Policy Research (ACPR). [1]

Geert Wilders è più noto del primo ministro olandese perché ha applicato la regola d’oro dei parvenu della politica ai tempi del Flusso Globale. Basta sparare una proposta che faccia notizia, per la sua originalità e aggressività. Oggi il 50% dei miti olandesi si dichiara contrario alla decisione di processarlo, e da allora pare che la sua popolarità sia molto aumentata.

Nel capitalismo totale, non esiste più spazio per progetti ragionati, perché la direzione della società è affidata interamente alle mitiche "forze del mercato". Ma il risultato non è il semplice conformismo. Casomai, è una feroce competizione tra individui urlanti, come il wrestling che tanto incanta i teledipendenti.

Ed ecco che Geert Wilders ha la trovata mediaticamente vincente: ha chiesto la messa al bando del Corano. In realtà ha chiesto anche che si ponga fine all’immigrazione islamica in Olanda e si espellano – dietro risarcimento – i musulmani già residenti nel paese.

Ma la richiesta di mettere al bando il Corano è brillante, perché insieme semplicissima, terribilmente offensiva e del tutto irrealizzabile.

Con questa richiesta, Geert Wilders ci rivela il volto oscuro, se non schizofrenico, del liberalismo: il suo partito chiede meno stato per i nostri, con grandi tagli fiscali; e più stato (repressivo) per i loro.

Geert Wilders è stato escluso dall’Inghilterra per insindacabile decisione amministrativa. Un esempio di indipendenza dall’Europa, che dovrebbe far gioire gli euroscettici amici di Wilders.

Però, attenzione. Si tende sempre di più a risolvere ogni conflitto allo stesso modo: divieto, deportazione e carcere. E le scuse sono sempre le stesse: l’espressione di opinioni che qualcun altro potrà trovare "offensive", sospette intenzioni che non si sono mai manifestate come fatti, oppure qualche vaga forma di "associazione".

Tutte cose che i seguaci e gli affini di Geert Wilders promuovono e desiderano, per poi mandare urli acuti quando tocca anche a loro.

Ma non è mai saggio stuzzicare il leviatano che dorme, perché prima o poi travolgerà ogni opinione.

Non bisogna gioire quando succedono queste cose, nemmeno ai propri peggiori avversari.

Se proprio bisogna fargli qualcosa a Geert Wilders, suggerirei un adattamento del tentativo della CIA di sviluppare qualche diavoleria in grado di far cascare la barba a Fidel Castro.

Qualcosa a che fare con la vanitosa chioma bionda dell’olandese.

wilders.israel


Note:

[1]  Altri relatori erano Arieh Eldad (membro del parlamento israeliano), Prof. John Lewis (seguace di Ayn Rand, almeno nella sua controversa variante attuale, visiting professor di scienze politiche alla Duke University, scrive regolarmente per la rivista Capitalism Magazine), David Bukay dell’università di Haifa, Itamar Marcus (residente nella colonia di Efrat, dirige Palestinian Media Watch, collabora con i nostri vecchi conoscenti di Aish HaTorah), Prof. Shlomo Sharan (psicologo dell’università di Tel Aviv) e Daniel Pipes (del Middle East Forum e di Campus Watch e membro della "Speciale Task Force in materia di Terrorismo e Tecnologia" al Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti).
   

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31 risposte a Geert Wilders e la libertà sua e nostra

  1. utente anonimo scrive:

    Speriamo che a qualche circolo “antagonista” romano non venga in mente di dare l’assalto al Grand Hotel Palatino…

    Questa storia mi fa venire in mente quella della “clandestinità” del Mein Kampf in Italia. Io non l’ho mai letto per intero, ma molti anni fa mi era capitato di leggerne, non ricordo dove, alcuni capitoli dove c’erano brani che mi avevano “affascinato” per la loro abilità retorica di parlare dal punto di vista “dell’uomo della strada”. Più recentemente, forse dieci anni fa, avevo cercato di procurarmene una copia, perché dal mio ricordo ero sicuro di trovarvi delle citazioni che, sottoposte a un quiz, sarebbero state attribuite da quasi tutti (e soprattutto dai suoi seguaci) a Berlusconi. Niente da fare: non riuscii a trovare una libreria che vendesse il Mein kampf. Avrei dovuto rivolgermi a qualche sito neonazi e lasciai perdere.

    Ora, io penso che il Mein kampf non solo dovrebbe poter circolare liberamente, ma dovrebbe essere obbligatoriamente studiato come testo nelle scuole superiori, nell’ambito di una seria politica culturale di conservazione della memoria, perché da lì c’è molto più da imparare che da tante chiacchiere fumose sulla “bestia nazista”.

    tomar

  2. kelebek scrive:

    Per Tomar n. 1

    Ho letto il Mein Kampf moltissimi anni fa, in tedesco, che per me richiedeva un certo sforzo, quindi non potevo vivere a pieno l’esperienza dell'”uomo della strada” cui ti riferisci.

    A tanti anni di distanza, ricostruisco qualche sensazione.

    Più che Berlusconi – che dice simpaticherie pubblicitarie – mi vengono in mente Bossi e la Fallaci.

    Bossi per le sue analisi geopolitiche e strategiche (Bossi, quando funzionava, era assai diverso da come i media lo rappresentavano: http://www.kelebekler.com/bossit.htm

    e la Fallaci invece per l’odio pervasivo e psicotico verso tenebrosi semiti invasori, che non c’entra con l’islamofobia pecoreccia dei leghisti.

    Comunque (forse anche per problemi linguistici) ho l’impressione di un testo che oggi non interesserebbe nessuno, a causa della fissazione con fatti politici tedeschi dei suoi tempi.

    Poco più eccitante che leggere invettive contro Alcide De Gasperi oggi, insomma. E pure riguardanti un paese che non è il nostro.

    Miguel Martinez

  3. utente anonimo scrive:

    Non so se sia vero, perché sto citando a memoria, ma ho sentito che a suo tempo fu proprio un ebreo a proporre il libro alla Bompiani affinché fosse tradotto, perché pensava che certe cose si dovessero comunque conoscere. Quel che è certo è che chi voglia leggerlo oggi, senza impelagarsi con siti neonazisti & C. ha a disposizione anche l’edizione Kaos con prefazione di Giorgio Galli e postfazione del presidente dell’Associazione Nazionale Deportati (Aned).

    Un saluto da Marcello Teofilatto

  4. falecius scrive:

    Il sito dell’ARIwatch è interessantissimo. Però direi che l’introduzione è sconvolgente. Dire che Ayn Rand, con tutto il rispetto, sia il culmine del meglio del pensiero occidentale, ecco, mi pare un po’ forte.

  5. kelebek scrive:

    Per Marcello n. 3

    Mi sembra di ricordare che quella delle edizioni Kaos è un’edizione abbreviata, ma non so cos’hanno tolto.

    Forse però mi confondo, non essendo un argomento che mi interessi più di tanto.

    Miguel Martinez

  6. Peucezio scrive:

    Non conosco quella della Kaos, se non per il fatto che è curata da Giorgio Galli.

    L’edizione che so per certo essere integrale e fedele, in quanto riprende il testo della traduzione Bompiani degli anni ’30, è quella edita da Sentinella d’Italia. Non so dove sia reperibile, fuori dai circuiti “neonazi”, per usare la vostra definizione. Io l’ho acquistata a Predappio.

    Penso che digitando su Google il titolo e il nome dell’editore sia facilissimo poterla acquistare, sempre che non temiate, appunto, di foraggiare in questo modo qualche “neonazi” con due o tre euro.

    Non escludo ci sia anche qualche versione integrale online, ma visitando il sito, c’è il rischio che, grazie a un accesso in più sul contatore, qualche banner possa far guadagnare al gestore “neonazi” qualche centesimo.

    Scusate l’ironia, ma mi capita di acquistare libri e altro materiale da librerie o editrici comuniste o vicine all’estrema sinistra e, soprattutto se non ho alternative praticabili, non mi sto certo a porre il problema di stare foraggiando i “rossi”, non foss’altro perché non sarà certo l’acquisto mio insieme a quello di altre venti persone in tutta Italia ad arricchire questo o quel gruppo.

  7. utente anonimo scrive:

    volevo ringraziare Miguel Martinez per l’articolo che ho appena letto.

    Massimo

  8. kelebek scrive:

    Per Falecius n. 4

    La critica all’ARI è efficace proprio perché mossa da un credente. Sono quasi sempre le critiche più acute.

    Miguel Martinez

  9. kelebek scrive:

    Per Peucezio n. 6

    Sì, credo che l’editoria minoritaria (di qualunque tendenza) sia per definizione in perdita, e quindi non si arricchisce certamente nessuno, al massimo se le limitano le perdite.

    Miguel Martinez

  10. utente anonimo scrive:

    Per Miguel, n. 5: l’edizione Kaos è di oltre 500 pagine, quindi se hanno tagliato qualcosa sarà qualche riferimento a eventi dell’epoca poco comprensibili oggi. L’edizione Sentinella d’Italia è la ristampa della Bompiani, ce n’è una di una casa editrice di Varese, La Lucciola, che però è ridotta e del tutto scadente (è quella che comparve in una libreria romana suscitando le ire di Alessandro Portelli e di Organizer Pacifici). Si parla di un’edizione Ar, ma sul loro sito non compare ancora. Così, giusto per completezza, perché anch’io ho di meglio da leggere 🙂

    Marcello Teofilatto

  11. controlL scrive:

    Direi che tutta l’editoria politica corra seri rischi d’andare in perdita. Editori riuniti aveva in progetto l’opera omnia (quella già edita) di marx-engels in 50 volumi, ma è andata prima in crisi e i volumi sono trenta e qualcosa, adesso non ricordo. La crisi fu dovuta al fatto che il partito pci poi pds non poté più foraggiare la casa editrice, e pare, ho sentito una storia che qui non racconto perché non mi pare opportuno fare nomi su qualcosa che conosco solo e unicamente per sentito dire, ma pare che, diciamo così, a questa chiusura dei rubinetti non sia estraneo il clima “turbolento” dei primi anni ’90, quello passato sotto il nome di “rivoluzione giudiziaria”. Di certo c’è che il partito se n’è disfatto della casa e il progetto è morto.

    Più recente la morte del progetto della graphos, in crisi nerissima, per quanto ne so, di raccogliere in 9 volumi tutti gli scritti di bordiga riguardanti la fase giovanile della sua militanza, dall’11 al ’26, a cura di luigi gerosa. Non una pubblicazione militante, ma con criteri classicamente accademici. Le cose sono ferme al secondo volume, mentre so che il terzo da parte dello studioso sarebbe anche pronto, ma non c’è più chi lo pubblichi.

    Editori riuniti a parte, che ha un’altra storia, non c’è davvero il rischio d’arricchire qualcuno a comprare qualche testo, del resto spesso introvabile nei cataloghi delle grandi case, da queste piccole case a metà tra la militanza e l’editoria commerciale. Non parliamo neppure delle pubblicazioni di gruppi strettamente militanti, concepite come parte del materiale di diffusione e propaganda.p

  12. falecius scrive:

    Miguel: credente? Non sapevo che i randiti fossero diventati una religione (se è così io fondo il culto del principe Kropotkin 😀 )

  13. kelebek scrive:

    Ho cancellato alcuni commenti per il bene degli stessi commentatori – avevo detto a chi voleva andare a sentire Geert Wilders, di non menzionare questo blog come fonte della notizia… ma ovviamente gli amici di Wilders leggono questo blog, e anche i commenti!

    Scrivetemi eventualmente in privato.

    Miguel Martinez

  14. utente anonimo scrive:

    Non so i motivi che ti hanno spinto a togliere i commenti, e saranno senz’altro buoni caro Miguel, ma che il tuo blog sia seguito anche dagli amici di Wilders non dovrebbe essere per te una novità (io è da poco che lo seguo e da meno che intervengo, ma sono andato a vedere con interesse molti vecchi post – commenti inclusi – e mi sono fatto l’idea che, anche se gli aficionados non sono più di una dozzina, al tuo blog è riconosciuta – giustamente – una più vasta autorevolezza ed è regolarmente tenuto d’occhio da “destri” di varia natura).

    Ora, le informazioni che davi per “provare a imboscarsi” alla conferenza di Wilders, avevano secondo me un significato di gusto goliardico per lo scherzo e non potevi essere seriamente convinto quando invitavi a non citare la fonte.

    D’altra parte, chi se non un fan si sottoporrebbe, per il solo gusto di ascoltare un Wilders, alla faticosa e forse rischiosa trafila di rigidi controlli che prevedibilmente saranno organizzati attorno all’evento?

    E se non fosse solo per ascoltare, per cosa? Per magari alzarsi in piedi a un certo punto e mettersi a inveire conto il tipo? Non ti vedo a suggerire un tal genere di “testimonianza”.

    Quindi ti scriva chi vuole in privato, ma personalmente credo più utile discutere qui, “sotto gli occhi dell’Occidente”, di quale sia il modo migliore di contrastare i virus ideologici che comunque – al di là che entrambi siamo d’accordo che sia sbagliato vietare per legge – circolano liberamente.

    tomar

  15. JohnZorn scrive:

    Solo alcune cose:

    1) Sono d’accordo con Miguel quando dice “Non bisogna gioire quando succedono queste cose, nemmeno ai propri peggiori avversari.”

    2) Non ricordo chi fosse lo studioso Ebreo che propose la traduzione del Mein Kampf, mi pare fosse prima ancora della Seconda Guerra mondiale.

    3) @ Falecius: Scusa,dove ci sarebbe scritto che la Rand “sia il culmine del meglio del pensiero occidentale” ? Io non l’ho letto proprio…

    Il fatto che raccolga elementi del “Culmine” (termine comunque inesatto,a par mio) della filosofia occidentale in un suo pensero non rende quest’ultimo un “Culmine”.

    4) @ Miguel una domanda: dov’è a tuo parere la distinzione tra il “Rand pensiero” originale e la “Variante contemporanea”?

    5) @ Miguel anche una tiratina alle orecchie: da te mi aspettavo di meglio,parlando di complottismo: perché non ricordare che la Rand era ebrea e così tanti altri suoi seguaci contemporanei? 😉

    Saluti

    JZ

  16. PinoMamet scrive:

    E io che pensavo che la Fallaci avesse dei problemi…

    ‘sta Rand era matta da legare proprio.

    Che sfiga per lei che Dio esista… :-))

  17. kelebek scrive:

    Per John Zorn n. 15

    4) Non sono un grande conoscitore del pensiero di Ayn Rand. Ho l’impressione comunque che – come in tutte le organizzazioni settarie – ci sia una bella differenza tra ciò che ha detto e scritto lei e il circolo di neocon fissati con il Medio Oriente che oggi si definiscono i suoi eredi.

    5) Non so bene quali rapporti esistano tra Ayn Rand e l’ebraismo.

    Posso presumere che nel suo ateismo ci siano elementi di reazione a una cultura di provenienza; forse – ma è un argomento complesso – un elemento messianico nel “trovare una soluzione a tutto”; e con ogni probabilità, un senso umano di affinità con persone che hanno in qualche modo lo stesso retroterra.

    Comunque, a me il giudaismo interessa poco. Sono interessato al sionismo, o alle comunità e organizzazioni ebraiche nella misura in cui si fanno portavoce di Israele.

    Sicuramente oggi l’organizzazione che raccoglie l’eredità di Ayn Rand mette in primo piano il sostegno a Israele, e tutto il resto all’ultimo posto.

    Mi dicono che Ayn Rand, pur simpatizzando per Israele, non avesse assolutamente simili priorità.

    Miguel Martinez

  18. JohnZorn scrive:

    Ciao Miguel.

    Per quel che ne so io si potrebbe dire che la Rand arrivava al sostegno per Israele (mi pare abbastanza esplicito) come “logica conseguenza” della sua visione del mondo.

    I suoi sostenitori attuali si può dire seguano il “percorso al contrario”.

    Il che non vuol dire stiano necessariamente “travisando” il suo pensiero:anche io (salvo il romanzo “Anathem” io non conosco abbastanza la Rand, per cui non posso esprimere un giudizio troppo forte,posso solo aggiungere che, dai tempi della Rand, molte cose son cambiate, per cui mi è difficile definire quando vicino o lontani al suo pensiero siano i suoi seguaci attuali…

    (a differenza di Paolo che ama le generalizzazioni “questo è pazzo” “quella è scema”, sarei curioso a questo punto di conoscer meglio il suo background culturale e filosofico,tanto per capirci)

    Saluti

    JZ

  19. utente anonimo scrive:

    Ah, la Rand è quella di Atlas Shuggered?

    Alla faccia! C’azzecca con Niezsche o Machiavelli come i cavoli a merenda. Mi provoca una profonda tristezza constatare che una tale mentecatta venga spacciata per filosofa…

    E.M.

  20. JohnZorn scrive:

    >Mi provoca una profonda tristezza constatare che una tale mentecatta venga spacciata per filosofa… < Immagino per te a Machiavelli ed Nietzsche si possa paragonare Said (fermo restando che nessuno ha paragonato la Rand a loro) 😀 JZ

  21. PinoMamet scrive:

    A’ Zorn

    letto il link che parlava della Rand, che non conoscebo, avuta l’impressione che si trattasse di una squilibrata pericolosa, scritta l’impressione.

    Lo trovi molto strano? 🙂

    Sai, mi ricordo di certi tuoi interventi del tipo nuke ‘em all quando non esplicitamente razzisti (subito giustificati con la “provocazione”);

    perciò, come dire, nun ce prova’

    🙂

    Cordialissimamente

  22. JohnZorn scrive:

    >avuta l’impressione che si trattasse di una squilibrata pericolosa< Perchè ultraliberista?
    Dipende dall’ideologia.

    L’essere squilibrato pericoloso non è un parametro per essere (o non essere) classificato filosofo.

    (così rispondo anche all’altro saccente qui sotto)

    Per taluni lo era Marx, non per questo cessa di essere uno dei più grandi di sempre (IMHO).

    BTW: sappi che non abbiamo la “prospettiva storica”, essendo noialtri più o meno a lei contemporanei…

    I nostri eredi sapranno come classificarla, se minore o maggiore, importante o meno,etc.

    Un po’ il discorso a Miguel che facevo su Toni Negri (che a me piace molto) a suo tempo…

    Saluti

    JZ

  23. PinoMamet scrive:

    Non ho simpatie per l’ultraliberismo ma non è questo a turbarmi

    (non ho mai avuto l’impressione che Reagan fosse uno squilibrato e quel pochissimo che so di Friedman mi fa immaginare una persona assolutamente razionale);

    quanto l’esaltazione per l’egoismo, che con tutta la buona volontà riesco a trovare comprensibile solo se proviene, appunto, da una persona problematica e non del tutto compos sui;

    e un palese disprezzo per i non abbienti, che traspare con evidenza da quello che si legge nel link.

    Più che a sufficienza per giustificare, vei suoi confronti, la tua curiosità, ma anche, permettimi, la mia repulsione.

    Non ci si può dedicare a tutto e non io voglia di dedicarmi allo studio della Rand, tutto qua. Mi limito a trovarla antipatica, se è ancora permesso.

    Ciao

  24. JohnZorn scrive:

    >quanto l’esaltazione per l’egoismo, che con tutta la buona volontà riesco a trovare comprensibile solo se proviene, appunto, da una persona problematica e non del tutto compos sui; < Bisognerebbe studiare meglio l’etimologia del termine “Egoismo” e (nel caso della Rand) cercare di capire cosa rappresenta in ambito filosofico. >e un palese disprezzo per i non abbienti, che traspare con evidenza da quello che si legge nel link. < Dove? Io non l’ho trovato… >Non ci si può dedicare a tutto e non io voglia di dedicarmi allo studio della Rand, tutto qua.< ottimo, un po’ diverso da classificare come “Matto” e privo di dignità di conoscenza qualcosa che ci è lontano e che, per stessa ammissione, non c’interessa conoscere meglio Saluti
    JZ

  25. utente anonimo scrive:

    Nessuno dice che Edward Said si debba o si possa paragonare a Nietzsche o Machiavelli :). Di sicuro è un filosofo post-metafisico, e già in questo è indubbio che di Nietzsche debba aver colto almeno qualcosa. Lo stesso non si può dire dell’inedita teologia atea fanatica della Rand. Ricordo che la persona che me la fece conoscere mi parlò con entusiasmo, per esempio, della sua posizione rispetto alle contraddizioni: non esistono. Tertium non datur. Una posizione simile, a meno che non si discuta di logica matematica, in cui può anche avere senso, fa ridere a crepapelle chiunque abbia una conoscenza anche solo manualistica dell’ultimo secolo e mezzo di filosofia (almeno quella continentale), che nella contraddizione, per così dire, ci sguazza.

    Questo senza considerare che la tipa in questione parte da premesse antropologiche del tutto strampalate, come dimostra il senso comune, prima che le neuroscienze (la scoperta dei neuroni a specchio impone di considerare l’empatia come un dato basiliare della formazione della psiche umana; d’altronde lo sapeva già il buon Hegel, e il suo “discepolo barbuto” ebbe a dire, a proposito dei vari modelli contrattualisti di stampo hobbesiano di cui la Rand è una lontanissima figliastra degenere, che si trattava di “robinsonate” avulse da ogni possibile mondo della vita).

    In confonto, Toni Negri, pur essendo una specie di barzelletta vivente, è già molto più serio (il fatto stesso che sia spesso citato polemicamente dimostra la sua ricezione in campo accademico). Persino la Fallaci, in virtù della sua brillante carriera giornalistica, non può essere certo accostata a una simile scribacchina.

    Mi sbilancio: addirittura Zorn è riuscito a dare all’umanità qualcosa di più di questa Rand.

    Se servisse per forza una prospettiva storica per filtrare i vari fenomeni da baraccone, poveri noi…

    E.M.

  26. PinoMamet scrive:

    “Bisognerebbe studiare meglio l’etimologia del termine “Egoismo” e (nel caso della Rand) cercare di capire cosa rappresenta in ambito filosofico. ”

    Non mi sembra un’etimologia molto complicata, sai?

    Cosa la Rand ci vedesse o volesse vederci, non lo so; io, in una fan dell’egoismo che riteneva un grave errore aiutare le vittime di una calamità naturale, ci vedo pura e semplice stronzaggine.

    “Dove? Io non l’ho trovato… ”

    Cerca meglio.

    Per una critica più articolata della mia, ti rimando all’ottimo E. M.

    ciao!

  27. JohnZorn scrive:

    >Lo stesso non si può dire dell’inedita teologia atea fanatica della Rand.< Mica che uno per avere senso in ambito filosofico deve aver preso spunto da Nietzsche… >. Una posizione simile, a meno che non si discuta di logica matematica, in cui può anche avere senso, fa ridere a crepapelle chiunque abbia una conoscenza anche solo manualistica dell’ultimo secolo e mezzo di filosofia (almeno quella continentale), che nella contraddizione, per così dire, ci sguazza.< Sei troppo colto per non sapere che la filosofia non si limita ad una “Linea Retta”… Uno può fare dei prodigiosi salti all’indietro.
    Intendiamoci: di quell’ultimo secolo e mezzo (e anche un pochino di più, quasi due oserei dire) di contraddizione potrei mai fare a meno. Non per questo etichetto chi ce la fa…

    >premesse antropologiche del tutto strampalate< Parli dell’egoismo inteso dalla Rand come virtù? Non mi pare assolutamente in contraddizione con quel che tu dici… Su Toni Negri? A me piace, che ti devo dire, se lui è una barzelletta vivente lo sono il 90% dei pensatori suoi contemporanei (E.S. in primis 🙂 ). >addirittura Zorn è riuscito a dare all’umanità qualcosa di più di questa Rand.< Guarda che non sono ammiratore della Rand, e neanche troppo degli anarcoliberisti americani (Che hanno pure lei tra i modelli di riferimento, ma anche cose un tantino più elevate come la scuola di Vienna,etc…), semplicemente non accetto classificazioni su base ANCHE ideologica (vedi il tuo citare il barbuto discepolo di Hegel) e di semplificazioni… @ P
    >Cosa la Rand ci vedesse o volesse vederci, non lo so; io, in una fan dell’egoismo che riteneva un grave errore aiutare le vittime di una calamità naturale, ci vedo pura e semplice stronzaggine. < Hai mai letto qualche testo di filosofia? Te lo chiedo perché se tu riesci a classificare un pensiero basandoti su queste cose, potresti fare lo stesso su un sacco di pensatori (autentici pilastri culturali credo…) che hanno scritto bestialità pure loro (fermo restando che rimane sempre una versione di punti di vista)… >Cerca meglio. < Più che disprezzo per i meno abbienti c’è disprezzo (legittimo) per chi non fa un cazzo per non esserlo, una bella differenza… >

    Per una critica più articolata della mia, ti rimando all’ottimo E. M. < Troppo comodo 😉 Saluti
    JZ

  28. PinoMamet scrive:

    @JZ

    non ci vuole un genio, né uno più colto di me, per distinguere la sparata e la bestialità studiata per stupire (ma anche, io credo, “voce dal cor fuggita”) dal pensiero che questa sparata estremizza e sintetizza.

    Nè la boutade è invenzione o esclusività della Rand.

    Sicuramente il suo pensiero, mi auguro per lei, era più articolato di “i poveri non meritano un cazzo perché non producono”.

    Non di molto però, a quanto ho letto.

    Uno può mettersi a giustificare quello che vuole.

    Fino ai sofisti ci sono arrivato anch’io, e almeno avevano il buon gusto di svelare le carte del loro gioco.

    La Rand no: lei sembra crederci davvero, quando giustifica e loda l’egoismo.

    Ora, se uno tra tutto quello che si sente spinto a giustificare, sceglie proprio l’egoismo, io ci vedo, di base, stronzaggine fatta e finita.

    Avrà avuto le sue giustificazioni: ne parlasse col suo psicanalista.

    L’individualismo è senza dubbio una caratteristica umana: anche l’altruismo lo è, però.

    La Rand sembrava volesse, a quanto vedo, che l’uomo rinunciasse a questa parte importante, e per consenso umanime, più lodevole di se stesso, per adeguarsi alla sua personale visione del mondo;

    e in definitiva per darle, così mi pare, giustificazione dell’essere gretta e di bassi istinti.

    Quasi tutti quelli che han voluto “l’umo nuovo”, a parte costruirlo peggiore del vecchio, lo hanno fatto con quei regimi basati sull’imposizione e la violenza che lei, a parole, diceva di detestare (il che mal si sposa con l’indole violenta e rapace dei suoi “eroi”, più rivelatoria delle parole di circostanza contro i regimi e le armi);

    figuriamoci la proposta di un modello così infame quanto quello proposto dalla Rand in cosa potesse sfociare, col tempo.

    Da qui, il mio giudizio sulla sua pericolosità.

    naturalmente, ti ripeto, posso benissimo sbagliarmi.

    Mi fa schifo lo stesso, e non ho voglia di conoscerla meglio, anzi, godrei se fosse dimeticata, come credo meriti di essere.

    E con ciò chiudo.

    Ciao!

  29. utente anonimo scrive:

    Io intendevo John Zorn quello vero =O

    Federico l’ho visto citato da qualche parte, in proposito. Che non c’entri niente siamo d’accordo 🙂

    Comunque, ritorno sulla questione, perchè secondo me non è stato centrato bene il punto.

    La Rand giunge alle stesse conclusioni di Nozik, con la differenza che quest’ultimo le argomenta (un po’ avventurosamente), lei le dà per scontate a partire da una nebbiosa confusione fra antropologia ed etica. Qual è il rapporto fra l’individualismo e il bene? Se il primato è in una presunta natura individualista dell’uomo, c’è bisogno di un serio argomento antropologico, che nella Rand manca. Se è nel bene, allora parliamo di metafisica.

    Da quanto ne so (ma ne so poco, quindi se qualcuno può correggermi ben venga), Nozick non parte da nessuna delle premesse di cui sopra, bensì da una “teoria della giustizia” all’insegna del “male minore” di non essere assoggettati a forze estranee. Anche questa è una posizione problematica, per molti motivi, ma è sicuramente più chiara e scientifica.

    Insomma, non è che non si possa definire filosofa, ma è autrice di una filosofia banale, male argomentata, e di natura un po’ “prêt-à-porter”, come testimonia il grande successo editoriale.

    E.M.

  30. utente anonimo scrive:

    Daniel Pipes? che è, un soprannome?

    voglio dire, il pipes non è quell’organo che si usa circoncidere?

    Z.

  31. JohnZorn scrive:

    >Insomma, non è che non si possa definire filosofa, ma è autrice di una filosofia banale, male argomentata, e di natura un po’ “prêt-à-porter”, come testimonia il grande successo editoriale. < Questo è già più comprensibile… Saluti
    JZ

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