Firenze, Vitamorte

Sono allo sportello numero uno dell’ufficio postale dove il luglio di qualche anno fa misero alla porta Gesù in persona.

Devo fare una pratica complessa. Ci metterò esattamente un’ora, perché manca un codice, poi manca un Pin, poi la cosa che sparano sulle carte non riconosce qualcosa, poi non mi ricordo il mio codice Ateco.

Una decina di clienti dentro all’aria condizionata, fuori un caldo soffocante.

All’ingresso c’è una signora di mezza età, vestita di nero, il cui lavoro consiste nello stare in piedi in silenzio diverse ore al giorno con una pistola alla cintura, aspettando il Rapinatore che non arriva mai. O lei lo ammazzerà, o lui ammazzerà lei, o non succederà assolutamente nulla.

A un certo punto, la mia pratica si arena del tutto, e io e la ragazza allo sportello passiamo una mezz’oretta ad ascoltare i dialoghi attorno a noi.

Allo sportello numero tre, c’è il nuovo direttore, giovane, muscoloso e dall’accento romano, in maglietta e con i capelli con un ciuffo che non fa esattamente un codino.

Arriva una signora anziana ma in forma, che vuole donare il contenuto del proprio libretto di risparmio al nipote, ma parla troppo complicato e dice, “voglio farne il mio beneficiario“.

Il Direttore, con voce tonante, spiega a lei (e a tutti i presenti):

“Senti, Ciccia, te ce poi mette chi te pare come beneficiario, anche Gesù Bambino, oppure ce metti er badante se è l’amante tuo, ma nun è che i sordi vanno subito al beneficiario, devi morì prima…

Se non c’hai fretta de’ tirà il calzino, chi te lo fa fare?”

Poi il Direttore lascia lo sportello per risolvere qualche altra questione (lo sento dire, “mo m’incazzo!“), ritorna con un’altra dipendente, cui spiega alcune operazioni e aggiunge, “aho, invece de stà qua, te inviterei a cena stasera!”

Si rivolge poi sorridendo alla Signora con la Pistola che aspetta il Rapinatore, “Ciao Ciccia!”

In quel momento si apre la porta e sento uno spiccato accento napoletano che mi chiama, “Michi, come stai?”

L’unica persona al mondo che mi chiama così è Gigi che viene da Scampia, e che ho conosciuto quando era appena uscito di galera e vendeva cianfrusaglie, mentre la notte si infilava in stazione per dormire sui treni, poi quando capitava lo ospitavano all’Albergo Popolare.

Sempre con un sorriso, con ragionamenti equilibrati, e la capacità di ascoltare, e un’idea molto politica, nel senso che piace a me, delle cose. Mi descriveva l’inaspettata vita solidale e comunitaria di Scampia, e quante associazioni vere c’erano che facevano cose buone, e a un certo punto mi aveva fatto venire l’idea di fare un gemellaggio, non tra Firenze e New York, ma tra Oltrarno e Scampia, alla faccia.

La mattina, gli ospiti dell’Albergo Popolare vengono cacciati fuori e passano la giornata a oziare in Piazza Tasso, a parte lui che si inventava i mestieri e si entusiasmava; e lui in quella piazza si guardava attorno e gli venivano tanti progetti per sistemarla e tenerla pulita, ma i suoi colleghi non se lo filavano.

“E tu che fai qui?”, gli chiedo.

“Son venuto alle poste per vendere le mozzarelle di bufala ai miei clienti!”

E mi indica uno scatolone che si porta dietro.

“Caspita… fammi vedere!” e gliene compro subito due, mentre sto a fare la fila.

“Mi raccomando, non li mettere in frigo! E’ lo sbaglio che fanno tutti, si rovinano se lo fai… Hai visto come sono andate le elezioni? Renzi qui ha cominciato il gioco sporco, l’ha portato avanti Nardella, e adesso lo completa la Funaro!”

si lamenta, citando i tre sindaci in fila di Firenze.

Il Direttore con un gran sorriso annuncia a tutti i presenti,

“aho, nun dite in giro che Gigi ci vende le mozzarelle di contrabbando!”

A questo punto la ragazza che sta facendo la pratica per me scoppia a ridere, e persino Ciccia (quella con la pistola, non la nonna) mi lancia uno sguardo divertito.

Torno a casa e vengo a sapere che mentre facevo la fila, è morta la Niška Mačka, la gatta che nacque in Serbia, ospite di una famiglia di marmisti, dove il capostipite era stato sul monte Athos.

La mamma della Niška fu uccisa da un’auto, e le piccole gattine furono allevate da un gatto maschio zio che se ne prendeva cura.

La Niška è quella che si vede di meno, in basso a destra, sotto la mole dello Zio.

La Niška entrò clandestina in Italia, con noi, senza avere le idee molto chiare sulle frontiere.

I magnifici occhi verdi e gli straordinari baffi bianchi, una diffidenza un po’ selvatica e quella cosa strana di sapere che c’era una persona gatto che capiva tutto tranne le parole, e questo che ti fa chiedere quale sia il segreto di questo mostruoso dono di noi umani…

Entra adesso in una borsa di tela, non pesa quasi niente, con il caldo che c’è, il corpo non si è ancora del tutto irrigidito.

Portiamo il peso che non pesa, c’è la mezza Luna e vedo un paio di pipistrelli.

C’è da lavorare di pala e di zappa, e la Laura mi ricorda che quello è il luogo dove seppelliscono le camicie scozzesi...

La memoria è fatta di queste cose: io ne ho un pezzo che ho raccontato qui, Laura ne ha un altro, e me lo rammenta.

L’Ultimo degli Uomini Antichi (abbiamo seppellito anche lui) aveva lasciata l’Ultima Gatta su una sedia, avvolta in una camicia scozzese, sotto un ombrello.

E mentre la seppellivamo, sono arrivati dei bimbetti, e ci han chiesto cosa stavamo facendo.

“Quando le camicie scozzesi son molto vecchie, si seppelliscono!”

“Ma io vedo una coda!”

“No, non è una coda, è una camicia scozzese un po’ sbrindellata!”

Dentro sento qualcosa di terribile, ma mi rendo conto che questa cosa terribile fa parte dell’esperienza di tutti noi, mammiferi almeno.

Siamo Vitamorte.

Ma ha senso solo se c’è anche qualcuno con cui parlare mentre fai la fila, e un Gatto Zio che ti accudisce, e quando esci dal carcere trovare amici, e un albero con cui condividere le cose più profonde, e gente da abbracciare, e luoghi da sentire nostri, e degli antenati che ti hanno regalato le parole per dirlo, e dei figlioli cui trasmettere le parole.

Questa voce è stata pubblicata in esperienze di Miguel Martinez, Firenze, mundus imaginalis e contrassegnata con , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

490 risposte a Firenze, Vitamorte

  1. PinoMamet scrive:

    Te sei troppo poetico.

    Non dovresti occuparti di economia!!

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Pino Mamet

      “Te sei troppo poetico.

      Non dovresti occuparti di economia!!”

      Non so se sono poetico.

      Se “economia” significa, “come governare la casa”, beh, credo che gli ingredienti fondamentali siano quelli.

      • Peucezio scrive:

        Miguel,
        stai attento, che Pino è allergico ai significati letterali!

        • PinoMamet scrive:

          Ah sì? Non lo sapevo.

          Comunque io sostengo che convenga usare le parole nel senso che comunemente gli si dà.

          Esisteva anche- e in effetti era bellissimo, arcaico- “economia domestica” per indicare appunto il governare la casa, fare di conto per le spese, gestire la dispensa e la cucina ecc.

          la ridondanza del termine faceva intuire che ormai nessuno, dicendo “economia” sic et simpliciter, pensava alla casa…

          come non ci pensiamo quando diciamo ecologia o ecumene o ecumenico.

    • PinoMamet scrive:

      Non lo intendevo mica come offesa!
      A parte che non credo esista un mondo dove “poetico” è un’offesa…

      invece l’economia secondo me è schifosa e fa male alla pelle. Quella scienza noiosa che insegnano nelle facoltà di Economia & Commercio.

    • Francesco scrive:

      Se non ci fossero anche i poeti, a occuparsi di economia, sarebbe una tragedia!

      Una lotta tra statistici e cinici e più nessuno che sa alzare lo sguardo al quadro completo, generale, che solo da un senso a ogni dettaglio, a ogni statistica, anche a ogni cinismo/tristezza/limite

      E senza vera economia come li fermiamo gli spendaccioni? chi salverebbe il mondo?

  2. Miguel Martinez scrive:

    Una cosa che vorrei far capire… il Direttore potrebbe venire impiccato e messo in croce oggi per ogni singola parola che ho citato.

    Vorrei che fosse chiaro che nel mondo reale, dove verba volant e si capiscant, si coglieva qualcosa di molto diverso da quello che potrebbe cogliere il giudice o il titolista….

    Il Direttore era sicuramente un po’ narcisista, ma cercava di comunicare in maniera profondamente autentica con tutti, superando tutti i formalismi. Per dire, anche quando diceva, andiamo a cena stasera, non era quello che i Politicamente Corretti ci possono leggere, era un modo per alleggerire una situazione.

    • Roberto scrive:

      E non di può essere profondamente autentici, qualunque cosa questa strana espressione possa voler dire, mantenendo un briciolo di forme? A meno che non sia il solito autentico borioso romano

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “Una cosa che vorrei far capire… il Direttore potrebbe venire impiccato e messo in croce oggi per ogni singola parola che ho citato”

      Non saprei, nel senso che ho visto direttori delle poste fare impunemente cose molto peggiori che chiamare “Ciccio” chi li circonda. Poi è vero che la macchina mediatica a volte prende qualcuno e lo massacra per cose che normalmente verrebbero ignorate, ma è un rischio molto basso data la limitatezza dello spazio (per dire, ne massacra uno alla settimana? Vuol dire che può massacrarne solo 52 all’anno).

    • PinoMamet scrive:

      Se parliamo di persone comuni, e non di personaggi famosi o politici, tutto dipende dalla presenza del Cagacazzo.

      Se c’è Il Cagacazzo, allora “ascolta Ciccio” diventa una tremenda offesa, è bodyshaming, non è professionale, e io La denuncio! ci rivedremo in Tribunale!
      (se trovano un giudice intelligente, “il fatto non sussiste”… ma i cretini stanno ovunque…)

      Invece per i famosi e i politici, Il Cagacazzo esiste d’ufficio, sotto forma di stampa, avversari, programmi scandalistici, blog di Bene Informati e Paladini vari ecc. …

      • Peucezio scrive:

        Credo che “ciccio” non c’entri nulla con la vergogna del corpo.
        A Milano è come dire “bello”, “caro”, “piccolo”…
        Una mia cugina acquisita alta e magrissima in famiglia era soprannominata “la Ciccia”.

        Non so a Roma, ma dalle frasi riferite da Miguel non credo volesse dire “grassona”.

        Che poi, se anche fosse, dipende dall’atteggiamento, dallo spirito che ci metti.

        Tornando agli usi allocutivi strani, a Bari si usa perfino u grè, la grò, con apocope vocativa, in senso generico, malgrado le due parole significhino rispettivamente “grasso” e “grassa”.

        • roberto scrive:

          non credo che il grasso abbia nulla a che vedere con il Ciccia, è un po come quando gli americani (specialmente nel sud) ti dicono “honey” (tesoro)

          è giusto che se entro in un ufficio pubblico io dico “buongiorno” e vorrei non sentirmi rispondere da un autentico “ah bello!” o “cicciuzze, che te pozzo fa?” sennò mi viene di rispondere con un altrettanto autentico “vedi de annartene affanculo”

          (vivo in un paese dove lo standard minimo è “bonjour monsieur” “aurevoir monsieur”…faccio un po’ fatica a tollerare i “ah cicciobello”)

          • Peucezio scrive:

            Beh, sì, anch’io trovo un po’ fastidioso ‘sto modo di fare.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per roberto

            “vivo in un paese dove lo standard minimo è “bonjour monsieur” “aurevoir monsieur”…faccio un po’ fatica a tollerare i “ah cicciobello””

            🙂

            Direi che su questo specifico tema, si sta meglio a Firenze. Dove il lei è un pronome piuttosto raro, ma che si usa di solito agli sportelli.

            • Francesco scrive:

              nel mio paese ideale, la buona educazione e l’intelligenza non sono in contrasto

              e a Varese il venditore abusivo di frutta calabrese ha finito per aprire un negozio regolare, grazie al giro di clientela che aveva nel parcheggio del cimitero

            • roberto scrive:

              ” si sta meglio a Firenze.”

              si…ah i pronomi indefiniti….io personalmente sto benissimo in un posto dove appunto mi trattano con gentilezza e cortesia, e appunto ogni volta che torno in italia e che mi danno del tu in un negozio, mi scoccio.

              non siamo amici, non ci conosciamo, manteniamo le forme

              • Francesco scrive:

                manteniamo pure le distanze, mica solo le forme

                se diventeremo amici, si cambierà ma per ora passi dritti e ben distesi

                concordo pienamente

              • PinoMamet scrive:

                Mi aggiungo al novero.

                Non c’è niente di male del “lei”- è un modo di mostrare rispetto, tranne che nei commenti di internet, dove serve allo scopo contrario.

                Ma per fortuna il mondo non è internet…

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Non c’è niente di male del “lei”- è un modo di mostrare rispetto, tranne che nei commenti di internet”

                Questo secondo me è problematico: personalmente ci ho messo anni a cercare di capire come funzionano le formule di cortesia e i pronomi quando si hanno rapporti attraverso più di un veicolo (dal vivo ci diamo del lei, nella corrispondenza privata ci diamo del lei, negli spazi internet pubblici del tu…) e non sono nemmeno sicuro di aver ricostruito la regola correttamente.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT/Roberto

                ““Non c’è niente di male del “lei”- è un modo di mostrare rispetto, tranne che nei commenti di internet””

                🙂

                Non sono d’accordo però sul “rispetto”.

                Il “rispetto” è qualcosa che si costruisce con la relazione, ed è esattamente la funzione storica del pronome “voi”, che ho sentito vivo in Sicilia, ma mi dicono che anche in Toscana, i contadini dessero del “voi” ai propri nonni.

                Il Lei per me è il pronome della disumanizzazione:

                “io non conosco questa persona, non voglio averci nulla a che fare, non la considero in quanto essere umano; lo considero in quanto portatore di denaro che mi compra qualcosa; in quanto portatore di prodotto che mi vende qualcosa; in quanto funzionario di un sistema in grado di multarmi o arrestarmi”.

                Il Lei per me è quindi il pronome che nega l’umanità dell’altro, trasformandolo in una funzione economica o istituzionale.

              • Francesco scrive:

                Miguel

                hai descritto esattamente il metodo che si usa per selezionare i rompicoglioni dal resto dell’umanità

                ma col procedere della relazione il “lei” diventa anche altro, fino alla sua naturale evoluzione in “ci prediamo una birra stasera” (se è un lui) o “me la dai stasera” (se è una lei)

                però senza il freddo “lei” iniziale, come lo tieni a bada il rc con cui non vuoi avere nulla a che fare in più del minimo indispensabile? e che usa il “tu” come strumento di sopraffazione?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “però senza il freddo “lei” iniziale, come lo tieni a bada il rc con cui non vuoi avere nulla a che fare in più del minimo indispensabile?”

                Infatti, lo uso anch’io, proprio per questo motivo. Ci sono persone che voglio escludere dalla mia vita, cui do del “lei”. Non le rispetto né le disprezzo, le considero funzioni economico-istituzionali.

                E per quel nulla che spetta a me giudicare il prossimo, credo che il direttore delle poste (che poi ho scoperto fa anche il cantante) abbia esagerato. Non tanto nel dare del “tu”, quanto nelle altre cose che ha detto.

              • paniscus scrive:

                “Non c’è niente di male del “lei”- è un modo di mostrare rispetto, tranne che nei commenti di internet, dove serve allo scopo contrario.”—-

                Per quanto mi riguarda, sono perfettamente consapevole che sui blog o forum liberi di internet, vige da più di 30 anni la norma di darsi tutti del tu, sia che si firmi con il vero nome e cognome, sia che si usi un nickname non immediatamente riconoscibile.

                (ovviamente le cose cambiano in caso di email formali di lavoro, o di inizio di tentativo di contatti con persone non conosciute prima, ma qua si stava parlando di blogo o forum APERTI ai commenti di tutti)

                Per cui, quelli che danno del lei (o peggio ancora, quelli che PRETENDONO che gli si dia del lei) su un blog o forum libero, in cui magari è normale usare un nickname chiaramente non riconoscibile,

                dimostrano solo di essere dei parvenu della rete, che non hanno idea di cosa sia un blog o un forum, e che magari hanno scoperto l’esistenza di internet solo dallo smartphone e solo da facebook, senza la minima alfabetizzazione informatica precedente.

                E sia chiaro che non ne faccio una questione generazionale, perché i più giovani (purtroppo) è normale che abbiano conosciuto l’accesso a internet solo dallo smarphone senza aver mai usato prima un computer, ma di sicuro non sono gli stessi che pretendono il LEI, anzi, danno del tu a tutti, anche nella vita privata reale.

                Me la prendo con il cogliombero di mezza età che scopre l’esistenza dei forum liberi quando esistono già da 30 anni, e che si inq*zza perché su tali forum non gli danno del lei.

              • Roberto scrive:

                Miguel
                “ Il Lei per me è quindi il pronome che nega l’umanità dell’altro, trasformandolo in una funzione economica o istituzionale.”

                Per me proprio il contrario. Il lei è il pronome del rispetto a prescindere dalla funzione economica o istituzionale. D’altronde nota, il tu può funzionare dandolo a senso unico: il professore universitario da del tu a studenti e ricercatori che gli daranno del lei finché non autorizzati al tu…ma se lo stesso professore da del lei, ecco che tutti sono automaticamente sullo stesso piano

              • Roberto scrive:

                Paniscus

                “ dimostrano solo di essere dei parvenu della rete”

                Mi presento, sono un parvenu della rete 🙂
                Io do ovviamente del tu quando uso un nickname, ma le rarissime volte che uso un social con il mio nome al di fuori della cerchia di amici, agli sconosciuti do del lei.

                Per esempio non ho resistito a lasciare un commento sotto alla foto di alemanno che non sa bere alla bottiglia, scrivendo “ma lei non si sente in imbarazzo a confessare pubblicamente di non saper bere alla bottiglia? E le scarpe se le sa allacciare”

                🙂

            • Lucia scrive:

              “Direi che su questo specifico tema, si sta meglio a Firenze”

              Io sto benissimo in un paese dove in contesti in cui non ci si conosce tutti ma proprio tutti, dai 18 anni in su, vengono chiamati signore e signora. Poi naturalmente il vecchio signore che mi chiama “Schwerterchen” (sorellina, ma nel senso di infermiera – fra l’altro non sono propriamente un’infermiera ma non importa) o “junge Dame” mi fa tenerezza e rido con lui, ci mancherebbe.
              Sarà formale ma indica uguaglianza fra tutte le persone e ci tengo abbastanza.

              • Roberto scrive:

                Sono d’accordo, qui sono mosieur per tutti

              • paniscus scrive:

                Io sono sempre stata talmente abituata alla normalità che ci si sia sempre dati del tu soprattutto in base alle fasce di età e non dei ruoli sociali… che ancora adesso, a mezzo secolo suonato, faccio un’enorme fatica a dare del lei a dei coetanei o a persone più giovani, anche nei casi in cui il lavoro o il ruolo lo richiede.

                Certo che se serve lo faccio, ma ammetto che non mi viene per niente spontaneo, e che devo fare uno sforzo notevole per riuscirci…

              • PinoMamet scrive:

                Per me è il contrario…

                naturalmente davo del tu ai compagni di scuola, ma negli ambienti di lavoro mi adeguo all’uso:

                quando ho iniziato a fare il professore ho visto che (almeno da noi) vige il tu- indipendentemente dall’età- e mi sono adeguato;

                invece con i bidelli e con il preside ci si dà del lei, a meno di conoscenze personali.

                Sono anche molto a disagio quando vado a pagare al bar e vedo il disnvolto di turno, davanti a me, che dà del tu al cassiere o alla cassiera;
                io gli/le do del lei, di base.

                Idem con i camerieri, anzi, trovo piuttosto maleducati quei clienti che usano sempre il tu con i camerieri: chi gli dà il diritto a questa famigliarità?

              • paniscus scrive:

                “quando ho iniziato a fare il professore ho visto che (almeno da noi) vige il tu- indipendentemente dall’età- “—-

                Ma questo non è normalissimo tra colleghi dello stesso ruolo e dello stesso livello, in tutti i lavori? Mica solo nell’insegnamento!

              • PinoMamet scrive:

                Sì ma io non faccio tutti i lavori del mondo…

              • Moi scrive:

                Ma infatti i pronomi di cortesia lasciano il tempo che trovano … bisognerebbe darsi del tu e strolgare “titoli di esperienza” da usare in segno di rispetto :

                “shihan”, “sensei”, “senpai”, “kohai” , ecc …
                tipo, come esempio : non importa che le parole siano proprio quelle.

                😉

              • Lucia scrive:

                “Ma questo non è normalissimo tra colleghi dello stesso ruolo e dello stesso livello, in tutti i lavori?”

                Direi di sì.

              • Peucezio scrive:

                Io sono un po’ come Paniscus,
                il lei mi mette a disagio, faccio fatica.

                Tranne con estranei totali, dove invece faccio molta fatica a dare il tu.
                Cioè al ristorante, al negozio, dove ormai tutti ti danno del tu.

                Ma in tutti i rapporti che presuppongono interazioni non fuggevoli proprio faccio fatica.
                D’altronde ho frequentazioni di gente molto più grande di me, in virtù dei miei hobby e più in generale della mia maggiore facilità comunicativa con gente delle vecchie generazioni, ma do del tu a tutti e loro a me.
                Perché è gente che a sua volta mi è stata presentata da gente con cui mi do del tu e che con loro si dà del tu, quindi vale la proprietà transitiva.
                Per cui mi risulta del tutto naturale dare del tu a gente anche di novant’anni e passa.

                Quando invece li ho cercati io senza intermediati (parlo di artisti, personaggi così) la cosa è venuta abbastanza da sé, anche se magari si è esordito col lei.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Io sono un po’ come Paniscus,
                il lei mi mette a disagio, faccio fatica.”

                La tua esperienza somiglia molto alla mia.

                Poi dipende da chi frequentiamo: io frequento soprattutto gente del quartiere, amici, amici di amici (come quelli che descrivi tu), gente con cui esiste comunque una relazione effettiva o comunque potenziale, un interesse condiviso – come dicevo, qui è scontato darsi del tu con i politici (sindaco compreso), ma anche con i funzionari con cui si ha più a che fare; o con il postino o il panettiere perché li vedi spesso, o i proprietari dei negozi.

                Mentre magari si dà del lei all’idraulico che non si è mai vista prima.

                Mentre spesso gente meridionale, cui io darei del tu, mi dà del lei, è anche una questione regionale.

              • Peucezio scrive:

                D’altronde il lombardo è talvolta riservato, ma è informale.

              • Lucia scrive:

                Ma non vi pare, dando del tu a persone sconosciute che in quel momento stanno operando in modo “sottoposto” (in tutti i campi del servizio a pagamento, per dire, dal cassiere al bidello) dar loro del tu è un modo condiscendente, irrispettoso di rivolgersi? A me pare di segnalare “io posso trattarti come un ragazzino tanto è lo squilibrio di potere tra noi”. Devo dire che d’altronde non faccio tanto caso, soprattutto in Italia, se il mio interlocutore mi dà del tu – però in Italia non mi trovo praticamente mai in contesto di lavoro.
                (In Germania fra sconosciuti non succede e stop)
                Da questa discussione ne deduco che la metà delle persone a cui mi rivolgo quando sono a sud delle Alpi mi considera un’algida stronza [cit.] 😀

              • Roberto scrive:

                Lucia

                Sono d’accordo (con te, non con quelli dell’algida stronza 😁)

              • Roberto scrive:

                Paniscus e pino

                “Ma questo non è normalissimo tra colleghi”

                Credo in effetti che sia normale fra colleghi un po’ dappertutto

                Come aneddoto, alla corte di giustizia il protocollo vuole che i giudici fra di loro facciano quel che gli pare ma quando sono alla riunione generale (il martedì alle 17.00…) è obbligatorio il voi e la cosiddetta formula a tre parole: “monsieur la juge” “madame la juge” “monsieur le greffier” che diventa a quattro per “monsieur l’avocat général”. Dai racconti, tutti si attengono scrupolosamente a questa cosa

              • Peucezio scrive:

                Una volta a una prova di dottorato (che vinsi, per fortuna) mi trovai un commissario che conoscevo e con cui mi davo del tu.

                D’altronde essendo attempato e avendo intrapreso tale percorso con una maturità personale e intellettuale e delle competenze pregresse solide, gente in posizione formalmente molto superiore a me mi trattava in modo molto paritario.

                In quell’occasione non capitò di dover usare reciprocamente forme allocutive, se non ricordo male, ma credo saremmo ricorsi a un finto “lei”.

        • Miguel Martinez scrive:

          “Non so a Roma, ma dalle frasi riferite da Miguel non credo volesse dire “grassona”.”

          Confermo, è un po’ come qui a Firenze ti chiamano “caro”.

      • PinoMamet scrive:

        Mia zia (in realtà cugina di seconda grado, ma molto più grande) dal bellissimo nome di Palmira, era per tutti “La Cicci”.

        Sì, so anch’io che Ciccio non c’entra nulla col grasso, ma al Cagacazzo non basta mica come spiegazione…

        (La Cicci è la figlia della povera Rosalina, la Rosälba arcinemica monarchica di mio nonno comunista…)

    • PinoMamet scrive:

      “ascolta Ciccio” è come “cioa bella!” che in presenza de La Cagacazzo diventa catcalling-che-deve-essere-un-reato…

  3. Miguel Martinez scrive:

    A proposito di Gesù, anche se fu cacciato tempo fa dall’ufficio postale, l’ho visto pochi mesi fa in Piazza Santo Spirito, in mezzo alla massa di giovani che facevano movida serale…

    Il Gesù zingaro ballava in mezzo alla folla, benedicendo tutti, con piedi che volavano leggeri, mosse inattese, saltando in mezzo ai gruppi di umani, che si scansavano…

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Martinez

      “Gesù zingaro”

      Mi ricorda una frase trovata fra gli appunti di Nietzsche dopo la sua morte:

      ‘Dobbiamo passare da essere quelli che pregano a essere quelli che benedicono’

      Se Nietzsche avesse conosciuto il tuo Gesù danzante forse non sarebbe impazzito.

      O forse sarebbe impazzito lo stesso, ma prima lo avrebbe reso immortale con uno dei suoi aforismi o in un dialogo con Zarathustra.

      • Ros scrive:

        Andrea Di Vita: “Se Nietzsche avesse conosciuto il tuo Gesù danzante forse non sarebbe impazzito”

        e non impazzendo non leggiuto avuto l’Ecce Homo e i Ditirambi di Dioniso.
        e lui non avrebbe avuto il suo “Dasein”.
        E non sarebbe
        – mai –
        “esistito”.

        “Ich bin mit meinem Dasein zufrieden”

        “…Ancora una volta, se Ecce homo è l’opera che vuol rendere conto di «come si diventa ciò che si è», se la follia di Torino è anzitutto il manifestarsi di una pratica che tutto il precedente pensiero di Nietzsche ha costruito, non meraviglierà trovare un testo che, all’inizio di questo percorso, sembra delinearne già tutte le fasi con felice inconsapevolezza …

        “…È la via della simulazione attiva, consapevole, ludica, quella che poi egli stesso avrebbe percorso
        – e qui troviamo forse la sola descrizione adeguata che possa introdurci all’ultimo passo di Nietzsche, quale ci si manifesta nei biglietti della follia:
        «Quella immensa impalcatura e intravatura di concetti, a cui l’uomo bisognoso si aggrappa per salvarsi nel corso della vita, per l’intelletto liberato è solo un supporto e un giocattolo per i suoi temerari artifici:
        e se egli la frantuma, la rimescola e la ricompone di nuovo ironicamente, accoppiando ciò che vi è di più estraneo e dividendo ciò che vi è di più prossimo, facendo ciò egli rivela che non gli servono quegli espedienti del bisogno e che egli non è più guidato da concetti ma da intuizioni.

        Non c’è una via regolare che conduca da queste intuizioni nella terra degli schemi spettrali e delle astrazioni…

        (Il funanbolo, il danzante ebbro e bugiardo, l’innocente,
        il commediante e baro, l’inpiccato di ballata, le fou il matto,
        il capro del volontario e destinato al sacrificio martire)

        Dioniso il Crocifisso.

        l’Ecce Homo, appunto.

        stralci, quelli sopra, da “Monologo fatale”,
        postfazione di Roberto Calasso in “Ecce Homo” Adelphi.

        vedi anche
        Heinrich Detering “L’anticristo e il crocifisso. L’ultimo Nietzsche” 2012, Carocci.

        e pure “Frammenti postumi 1888-1889” di Sossio Giametta, Adelphi, 1974.

        https://lartedeipazzi.blog/2020/11/08/nietzsche-luomo-pazzo/

        ma soprattutto
        Anacleto Verrecchia “La catastrofe di Nietzsche a Torino”
        1978, Einaudi;

        che è struggente assai… a Torino col cavallo;
        piangeva tante lacrime, Nietzsche,
        ma tante che bagnava anche il cavallo!
        – Povero lui!
        – E povero anche il cavallo!
        – Ah, beh; si`, beh. 🥺

        https://www.ibs.it/catastrofe-di-nietzsche-a-torino-libro-anacleto-verrecchia/e/9788806353605

        Bellissima😙
        – ma proprio proprio, mica al solito per dire e per scenografia verbale –
        bellissima l’introduzione a “Nietzsche” nei tascabili economici 1000 lire Newton Compton del 1993 di Marco Vannini:

        “…L’eclisse dello spirito.
        La déroute de la mystique e la conseguente eclisse dello spirito è la vera, grande tragedia contemporanea…

        Dürftige Zeit, “tempo di povertà”, appariva già il suo tempo ad Hölderlin, più di due secoli fa, ovvero da quando l’ Illuminismo aveva reso impossibile ad un uomo colto e onesto la credenza religiosa cristiana.

        Non molti decenni dopo, Nietzsche confermava la “morte di Dio” come l’evento più drammatico che la storia stesse vivendo e preannunciava, lucidamente, quello che doveva di conseguenza avvenire e che ai nostri giorni è avvenuto, ovvero il diffondersi del nichilismo, il cui segno più evidente è quella sofferenza che, seguendo la definizione comune, chiameremo, provvisoriamente, psichica: la psicologia e la teologia, oggi alleate…”

        “…L’attuale homo oeconomicus , completamente alienato,
        non più nel valore-Dio, ma nel valore-denaro, è il frutto ultimo, lontano nel tempo ma non concettualmente, di Lutero e di Calvino, del loro ritorno al Dio dell’ Antico Testamento,
        al Dio-Altro (anzi, “totalmente altro”), alius, e perciò stesso alienans.

        Non più ascesi, non più mistica, non più assimilazione dell’anima a Dio, homoíosis theô, e men che meno theíosis, come pensavano i Padri greci seguendo Platone, da conseguirsi seguendo la «filosofia di Cristo».

        Solo fede, intesa come mera credenza, che lascia completamente aperta la strada al sociale, di cui l’economia è elemento essenziale.

        “…negando in toto un cristianesimo originario contraddistinto dall’ “ideale ascetico”, e con ciò profondamente vicino al buddismo e alla stessa filosofia Schopenhauer…”

        “…l’Anticristo” nietzschiano che è in effetti soltanto un antipaolo…”

        Oggi il cristianesimo vuole riformarsi, rimuovendo la “fonte greca”, abbeverandosi solo a quella biblica, ma in questo modo scompare come cristianesimo e diventa
        – o ridiventa –
        una variante dell’ebraismo, ovvero una religione tutta politica, ove Gesù è solo un profeta e il regno di Dio consiste nella giustizia sociale.

        Il primato passa dall’anima al corpo, per cui scompare la dottrina greco-platonica dell’immortalità dell’anima e la si sostituisce con quella della resurrezione dei corpi.

        (…come vide Simone Weil, Platone non è solo il coniatore del termine “teologia” ma il fondatore della mistica occidentale:
        basti accennare al Teeteto, al Convito, al Fedone…)

        Di conseguenza, le Chiese predicano l’accordo sia con l’ebraismo,
        sia con l’islamismo, sostenendo che le tre religioni adorano il medesimo Dio, e così se ne va il cristianesimo, religione della divino-umanità…”

        …accordo pure recentemente generosamente esteso
        (che ci frega!) all’animismo e sciamanismo che non ci dobbiamo fare mancare niente del sincretinismo ammischiato dentro il pentolone del finchè dura fa verdura e rtutto è bene quel che finisce a pace e bene…😇
        e s’aspetta a breve pure il satanismo acido californiano di LaVey e Black Metal inner circle-Svarte Sirkel norvegese

        «Loro – i Cristiani – devono sentire che c’è una forza oscura,
        un potere malvagio con il quale devono fare i conti, che…
        li faccia diventare molto più estremi.
        Noi crediamo inoltre che quando brucia una chiesa non sono solo i fedeli a soffrirne, ma anche la gente in generale.
        Immagina una meravigliosa chiesa antica in legno… cosa succede quando brucia?
        I cristiani si disperano, la casa di Dio va in fiamme, e le persone comuni soffrono perché qualcosa di bello è andato distrutto.

        Così diffondiamo dolore e disperazione, che è sempre una buona cosa» Øystein Aarseth.

        e dulcis nel fondo l’insulina diabetica e sfasciata delle apiregine matriarcali “La sorcière” di Michelet poi Wicca di Gerald Gardner e Margaret Alice Murray del loro dio dio cornuto

        “…Perdendo la mistica, le Chiese hanno perduto lo spirito e la conoscenza dell’anima, e di conseguenza anche la cura delle anime, passata alla psicologia e alla psichiatria.

        “…Ma solo cancellando l’io psicologico, ovvero vincendo quell’attaccamento al soggetto che costituisce una vera e propria idolatria dello psichico, che si fa esperienza dello Spirito…”

        “…allora, nel distacco, si scopre che tutto è bene, tutto è Grazia (Bernanos “diario di un curato di campagna”)

        e che enza conoscenza di spirito e d’anima e senza cura d’anime, alle Chiese non è rimasta che la retorica, un vacuo sentimentalismo che si appoggia sul mito, sulla ymaginatio di una presunta conoscenza di Dio e del suo “disegno”.

        Ma con la presunta conoscenza di Dio non v’è più distacco
        (l’ “uomo povero in ispirito” del sermone eckhartiano “nulla sa”), ovvero non v’è più l’ abnegatio sui ipsius che il vangelo richiede…”

        https://www.ebay.it/itm/145279883907?customid=&toolid=10050

        insomma Nietzsche doveva, e voleva, per forza e per dasein d’eterno ritorno ouroboro circolare, proseguire nella traccia già segnata di Hölderlin nella sua torre:

        “…Petite veille d’ivresse, sainte! quand ce ne serait que pour le masque dont tu nous as gratifié. Nous t’affirmons, méthode! Nous n’oublions pas que tu as glorifié hier chacun de nos âges. Nous avons foi au poison. Nous savons donner notre vie tout entière tous les jours.

        Voici le temps des Assassins…”

        “…Je devins un opéra fabuleux;
        je vis que tous les êtres ont une fatalité de bonheur:

        l’action n’est pas la vie, mais une façon de gâcher quelque force, un énervement.
        La morale est la faiblesse de la cervelle.

        À chaque être, plusieurs autres vies me semblaient dues.

        Ce monsieur ne sait ce qu’il fait: il est un ange.
        Cette famille est une nichée de chiens. Devant plusieurs hommes, je causai tout haut avec un moment d’une de leurs autres vies.

        – Ainsi, j’ai aimé un porc.

        Aucun des sophismes de la folie,
        – la folie qu’on enferme, n’a été oublié par moi:
        je pourrais les redire tous, je tiens le système.

        Ma santé fut menacée.
        La terreur venait. Je tombais dans des sommeils de plusieurs jours, et, levé, je continuais les rêves les plus tristes.
        J’étais mûr pour le trépas, et par une route de dangers ma faiblesse me menait aux confins du monde et de la Cimmérie, patrie de l’ombre et des tourbillons.

        Je dus voyager, distraire les enchantements assemblés sur mon cerveau.

        Sur la mer, que j’aimais comme si elle eût dû me laver d’une souillure, je voyais se lever la croix consolatrice.

        J’avais été damné par l’arc-en-ciel.

        Le Bonheur était ma fatalité, mon remords, mon ver:
        ma vie serait toujours trop immense pour être dévouée à la force et à la beauté…”

        Et le printemps m’a apporté l’affreux rire de l’idiot”

        sopra da: “Also sprach Zarathustra. Ein buch für alle und keinen”, o pressappoco🙄

        pressapoco dopo il nono rigo mi sa che mi sono perduto quello che volevo dire (sulla follia di Nietzsche come Dasein)
        per quello che è venuto

        • Francesco scrive:

          beh, ti è venuto molto bene!

          se solo io fossi meno pigro e meno scolastico, potrei trarre grande giovamento della tua dionisiaca esuberanza

          un bacio

  4. Giada scrive:

    Vita e Morte. Pianto e Riso.
    Incrociati, in congiunzione, disassociati.
    Tutto in questa tua pagina, Miguel.
    Il Quotidiano delle piccole cose Grandi, che fanno speciali e ilari i momenti, i posti anonimi, a tratti brutali, che diventano ‘uno di noi’…
    E la Sacralità del corpo in una coda ovvero Il Mistero.
    Ti abbraccio,
    Giada

  5. roberto scrive:

    ““Son venuto alle poste per vendere le mozzarelle di bufala ai miei clienti!””

    il mitioc mozzarellaro!

    nel gran ducato si vociferava di camioncini che portando mozzarelle a bruxelles, si fermano sull’autostrada a spacciarne qualche chilo ad alcuni fortunati che, tramite segretissimi gruppi di acquisti clandestini su whatsapp, riescono a sapere dove e quando si fermano

    poi adesso hanno aperto almeno due supermercati italiani dove si trovano a giorni fissi delle mozzarelle fantastiche e non devi più andare a sbatterti in culo al mondo per intercettare il mozzarellaro

    🙂

  6. Mauricius Tarvisii scrive:

    “aspettando il Rapinatore che non arriva mai. O lei lo ammazzerà, o lui ammazzerà lei, o non succederà assolutamente nulla”

    Ma no: è da un pezzo che non ci si aspetta più che la guardia giurata spari davvero ai ladri.

    • PinoMamet scrive:

      Infatti.
      Penso che se lo farebbe, passerebbe pure dei guai.

      Non lo dico per polemica qualunquista, anche se sia chiaro che per me se fai il ladro farti sparare addosso rientra nei rischi del mestiere;
      lo dico perché in effetti, anche giustamente, non puoi sparare addosso al primo venuto, anche se sta compiendo una rapina; e un rapinatore come si deve- ma forse scarseggiano anche loro- sa che non conviene affatto essere il primo a sparare; per cui se tutto va come dovrebbe, non succederà assolutamente niente.

      Poi ci sono anche i casi in cui non tutto va come dovrebbe…

      vedo un video del bravo Manuel Spadaccini (magari Moi lo conosce) ex carabiniere che si occupa di autodifesa;

      a Lugano dei rapinatori prendono di mira una nota gioielleria, ma passano due poliziotti svizzeri (vabbè, a noi italiani fanno sempre pensare ad Aldo Giovanni e Giacomo…) e li fermano…
      uno tenta di scappare, il poliziotto lo abbranca, nasce una colluttazione e dalla pistola del poliziotto parte un colpo… che per fortuna non ha colpito nessuno…

    • Ros scrive:

      Mauricius Tarvisii: “aspettando il Rapinatore che non arriva mai. O lei lo ammazzerà, o lui ammazzerà lei, o non succederà assolutamente nulla”

      “Ma no: è da un pezzo che non ci si aspetta più che la guardia giurata spari davvero ai ladri”

      Regole di ingaggio della guardia giurata:
      se vedi un ladro che sta lavorando, un aggressore che sta aggredendo,
      un generico normale delinquente intento a delinquere, che cosa devi fare?

      Non scendi dalla macchina, c’hai la radio e con la radio chiami la polizia o i carabinieri; e poi anche la tua stessa centrale.
      Amen, e torna a dormire.

      Se sei adibito ai furgoni portavalori e ti assaltano sparando,
      devi fare sempre le cose di cui prima e intanto spara pure tu però.
      Giusto per fare casino senza colpire nessuno, che magari si scantano e se ne vanno.

      La stessa cosa fai con la pistola se fai vigilanza notturna e qualche cornuto impazzito piglia e ti spara.
      Spara pure tu, ma vedi di sparare a cazzo in alto, come che sopra nel furgone,
      guarda però – non si sa mai – che non non passi un angelo o un aereo, mentre che spari in alto. Mi raccomando!

      E soprattutto stai attento non ferire i ladri o i strafatti sbalconati;
      non farli sṭruppiare facendoli inciampare rompendosi una gamba

      …o avere, sia mai, la rogna, la scalogna d’ammazzarli😳!

      che poi sei fottuto e sono tutti cazzi tuoi e noi, la ditta, non ti conosciamo;
      ‘mbecille!😒

      https://www.anivp.it/wp-content/uploads/2019/09/Le_norme_di_riferimento_della_Vigilanza_Privata.pdf

      • PinoMamet scrive:

        “si scantano”

        nel senso siciliano di “spaventarsi”, suppongo;

        a Parma (e, scopro, in realtà anche in Italia correggiuto) “scantarsi” vale “rendersi meno ingenui o sprovveduti- diventare più intelligenti o furbi- togliersi d’impaccio”

        • Ros scrive:

          Pino: ““si scantano”

          nel senso siciliano di “spaventarsi”, suppongo;

          a Parma (e, scopro, in realtà anche in Italia correggiuto) “scantarsi” vale “rendersi meno ingenui o sprovveduti- diventare più intelligenti o furbi- togliersi d’impaccio”

          Infatti supponi bene sia nel primo che nel secondo caso.

          Scantare per i Treccani:
          Rendere meno impacciato, far acquisire disinvoltura e malizia
          (vedi l’uso analogo di scafare).
          “Usciva dalle mani della giustizia anche sveltito, o come dicevano, SCANTATO” (Bacchelli).

          Scantare siciliano:
          “Indica l’appagno di essere stati appena colpiti da una paura improvvisa.
          La sua etimologia è sbagliatamente associata alla voce latina excanto, in italiano significante l’atto di attirare a sé con degli incantesimi.

          Per tale ragione si è pensato allora all’uso del vocabolo greco Scandalon, l’italiano scandalo ma associabile anche all’effetto psicologico sortito da un gesto o da un’azione di carattere repentino:
          «minchia satai ‘ntall’aria!»
          Minchia mi è preso un colpo!

          Nel sostantivo scàntu indica per l’appunto uno spavento suscitato da un evento imprevedibile e freudianamente Perturbante “Das Unheimliche”

          «È detto Unheimliche tutto ciò che dovrebbe restare segreto, nascosto, e che è invece affiorato»

          Friedrich Schelling.

          Un altro modo per descrivere l’atto di provare una forte paura è il lemma Spagnàrisi.
          (nel palermitano usato poco o niente, o magari solo dai viddanazzi dell’entroterra delle Madonie appalache)

          Spesso usate in maniera intercambiabile
          (a Palermo, ripeto, però no!) le due parole hanno un significato quasi uguale, anche se dal punto di vista dell’etimologia non si assomigliano.

          Spagnàrsi deriverebbe dal latino ex e pavere,
          che hanno dato vita alle forme intensive expaventāre e poi expamentāre, con il significato per l’appunto di spaventarsi.

          Dopodiché, da qui si sarebbe sviluppato il gallurese spamintá, dalla cui forma si è poi formata la versione ridotta e sincopata spagnàrisi, comune non solo nella Trinacria ma anche in alcune aree della Calabria e, con alcune variazioni, anche nel dialetto lucano e pugliese – per non parlare poi delle occorrenze spagnole e portoghesi di espantarse.

          Una paura che parla quasi la stessa lingua in diverse parti del mondo, e che a modo suo troviamo nell’italiano medievale, in cui è attestato già dal 1300 il verbo spantare.

          Scantàrsi e spagnàrsi, infatti, sono termini segnati da un’intensa connotazione emotiva, che oltre ad avere delle conseguenze interiori si manifesta con gesti fisici eclatanti e improvvisi, spesso accompagnati da una mano poggiata all’altezza del cuore e l’autra a coprire la bocca
          (matrimìaaaaaa!!!🫢) come a melodrammaticamente rimarcare lo stato d’animo avvenuto cui ci si è,
          tutto a un tratto, scantato”

          Anche appàgnato viene usato, leggo dal “Vocabolario siciliano-italiano” di tal Antonino Traina 1868,
          Palermo, Giuseppe Pedone Lauriel editore,
          volumone di 6 chili che fregai dalla bibblioteca comunale di Bagheria all’illud tempus miticus metastoricum degli Eroi e degli Antenati

          https://it.wikisource.org/wiki/File:Antonino_Traina_-_Nuovo_vocabolario_siciliano-italiano.pdf

          Appàgniato pare derivare da Pan
          (vedi il sostantivo panico, timor panico o terror panico);

          Pan quello che è morto, urlando, assieme il paganesimo per fare posto al nuovo venuto, il cristianesimo.

          Infatti: ‘Pan il grande’ sembra essere un nome in codice, non certo il dio Pan.
          Nome in codice di Gesù Cristo morto sotto il regno di Tiberio.

          Che Pan, in quell’epoca, fosse da intendersi Gesù, furono in molti a pensarlo, e per primi i protocristiani del tempo, vedi Eusebio di Cesarea, Teodoreto di Cirro,
          ma anche le teorie moderne sostenute, non senza motivi plausibili, da Luigi Barello
          “La morte di Pan. Psicologia morale del mito” Fratelli Bocca 1908;
          o da Laura Balestra “Cristo e l’Übermensch nell’opera di Friedrich W. Nietzsche”

          Plutarco, in “De defectu oraculorum” riporta la cronaca di un episodio narratogli da un certo Epiterse, padre del retore Emiliano, in cui vi è l’annuncio, dopo divenuto rapidamente famoso: “Il grande Pan è morto”
          ‘Il grande Pan è morto‘
          (Ὁ μέγας Πὰν τέθνηκεν).

          “…Ci fu un misterioso caso di omicidio, quasi due millenni fa, ma sarebbe meglio chiamarlo ‘deicidio’, ossia l’uccisione di un dio; o meglio un deuccio demoncello orribile, al punto che persino la madre, alla sua nascita, si spaventò e lo abbandonò alle selve (Fauno e Silvano) di cui divenne Re e simbolo incontrastato nell’ora meridiana”

          • Pierpaolo Pracca “Il meriggio nell’opera letteraria di Pavese”

          https://aispes.net/biblioteca/stati-altri-di-coscienza/il-meriggio-nellopera-letteraria-di-pavese/

          • “Il demone meridiano” Andrea Morstabilini,
          2016 il Saggiatore

          • James Hillman “Saggio su Pan” 1972 Adelphi

          “…come spiega il professor Ronald Hutton nel suo fondamentale studio sulla Wicca
          – “The Triumph of the Moon: A History of Modern Pagan Witchcraft” 1999 –
          a partire dall’epoca romantica, soprattutto in Inghilterra, la figura di Pan venne però enormemente rivalutata

          • Arthur Machen “The Great God Pan” 1894.

          In un mondo avviato verso l’industrializzazione e la distruzione progressiva dell’ambiente naturale,
          come reazione vi fu una ricerca della purezza delle origini e così il Pan romantico divenne il dio della natura per antonomasia.

          Il successivo passaggio di rivalutazione viene spiegato
          da Hutton con i lavori dell’antropologa Margaret Murray.

          Il dio divenne il fulcro degli studi dell’autrice, in particolare di una sua tesi molto controversa:

          Pan sarebbe stato al centro di un culto pagano, sopravvissuto all’avvento del Cristianesimo,
          un culto poi catalogato e perseguitato dall’inquisizione come stregonesco.

          In seguito a queste premesse, la figura di Pan venne quindi sincretizzata con quella di altre divinità cornute come Dioniso e Cernunnos, divenendo la divinità principale dell’odierna religione Wicca.

          Francesca Matteoni:
          • “Essere strega, oggi”

          • “Non sottovalutate le fate”

          • “Tra ripugnanza e fascino: la melma come simbolo universale”

          • “Il famiglio della strega”

          • Paolo Battistel “Lu Barban, il diavolo e le streghe”

          • Paolo Battistel “Il dio cornuto. Dai culti di fertilità pagani alla neostregoneria. La religione ancestrale che sopravvisse al cristianesimo e all’inquisizione”

          • Jules Michelet “La Strega” 1980, Einaudi

          https://www.effequ.it/famiglio/

          https://www.indiscreto.org/essere-strega-oggi/

          https://axismundi.blog/2019/03/20/fairies-streghe-e-dee-il-nutrimento-sottile-e-il-rinnovamento-delle-ossa/

          …e quindi “si scantano è spaventano in siciliano;

          e “si scafano, si smaliziano” dalle tue parti in Emilia e per i Treccani anche altrove.

          …E Pan-ico pare che centri pure🙄

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Ros

            “Machen”

            Vabbè, ma Arthur Machen il gran dio Pan lo tira fuori solo come velo del Male, quello autentico, non quello ‘visto con occhiali sociali’.

            Che poi, gratta gratta, questo Male radicale o si manifesta con innominabili perversioni sessuali – Machen è pur sempre un vittoriano – o con stregonesche operazioni di manipolazione biologica in versione dottor Jekyll – come ne ‘La polvere bianca’.

            Mica è il Male del Satana di Vernon Lee.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Ros scrive:

              Andrea Di Vita:
              “Che poi, gratta gratta, questo Male radicale o si manifesta con innominabili perversioni sessuali – Machen è pur sempre un vittoriano…”

              Pan è accomunato al Satiro dionisiaco, prima Sileno il vecchio dio rustico, centauro mezzo cavallo e sagittario,
              Dio del vino dell’ubriachezza, antecedente a Dioniso, e che segue come digliolanza a Pan.

              È ll’ingrifato caprone dei boschi.
              È Silvanus.

              vedi: “Satiro o il diavolo Silvano divinizzato” di Goethe.

              Accomunato pure a Príapo fallico Maniaco e violentatore della fertilità.
              Che spaventa le ninfe e le figliole mentre si lavano alla sorgente tutte candidamente ignude.

              Le spaventa (nel panico meridiano) aprendosi l’impermeabile.

              Il Pan sia sensuale fauno
              (faunus lupercus) che Satiro allupato diventerà più tardi tra gli artisti il voyeur vecchione che sbircia la Susanna al bagno.

              Pan è Dio “tutto” infatti!

              Susanna e i silenzi satiri Vecchioni,
              tema onnipresente dipinto da Artemisia Gentileschi, Caravaggio, Tintoretto, Lorenzo Lotto;e altri ancora.

              L’Amor sacro e l’Amor profano assieme,
              In seguito, Pan, fra Nabis e decadenti
              “a rebours” simbolisti sarà di casa.

              “Spring Evening” ,
              “Pan frightening a shepherd”
              Arnold Böcklin, 1879, 1860.

              Quel Böcklin dell’isola dei morti
              che con il suo Pan ispirerà la Metafisica di Giorgio de Chirico, dove ne
              “L’ora del démone meridiano”,
              – la definizione è di suo fratello Alberto Savinio – elucubra fissando il continuo danzare e bisticciare della luce e l’ombra in quell’attimo fatale dell’ora dell’Enigma
              (“Enigma dell’ora” 1911 di De Chirico)

              https://images.app.goo.gl/7HVtNqryEqXjMEAX7

              tempo sospeso dell’esistenza, dove a sentire ancora Nietzsche, ogni attimo esaurisce la totalità dell’essenza,
              perché tutto è attimo, nell’eterno ritorno.

              l’ora di Pan: 14 e 55 a precisare
              Il Meriggio. Appunto.

              https://artsandculture.google.com/asset/spring-evening/GQFaP3pYB7Lwfg?hl=it&avm=2

              Perversioni sessuali, e non solo vittoriane, a iosa.
              Vittoriane di Carmilla la vampira di
              Le Fanu, e la Belle Dame sans merci di Keats.

              Ottime le abbondanti, quindi le perversioni paniche.

              “…Male, quello autentico, non quello ‘visto con occhiali sociali’…”
              …Mica è il Male del Satana di Vernon Lee ?”

              Male “autentico” contrapposto a “con occhiali sociali” ???

              Il Male di Vernon Lee è sociale o metafisico, e immanente o trascendente?
              Mi pare essere connesso alla “guerra ingannatrice”.

              E quello di Machen com’è situato e costruito?

              “guerra ingannatrice”
              ne scriveva tempo a dietro Miguel su Violetta Page Lee “The ballet of the nations”

              “…la guerra che è normale
              (ed è bella anche se fa male facendoci fare l’amore dalle infermiere nell’ambulanza di Hemingway)
              La guerra è un dato costante di tutta la storia umana.

              https://kelebeklerblog.com/2023/10/11/inno-ad-ares/

              “Quel Maestro di Ballo Morte, che fa comunella con Satana, grande Impresario del mondo, per fare danzare le nazioni e riaprire il teatro dell’Occidente”

              Dalle macchinazioni dei due marpioni paradossalmente ci salva solo l’ Ares dell’inno omerico.
              Marte che della guerra è Dio:

              “l’Inno ad Ares propone l’unica via sensata per superare la guerra.

              Inno che mai rinnega Ares,
              “che sarebbe come privarsi delle cose più belle che abbiamo”
              – la bella guerra con l’amore delle sex’infermiere col costumino da igienista dentale.

              L’inno omerico ci dice di usare tutta la forza e la violenza di Ares, per non cadere vittima dell’inganno bellico”.

              A “piegare la passione ingannatrice”, che è l’elemento satanico della guerra”

              “…e la tua forza marziale, affinché io possa scacciare da me la viltà odiosa
              e piegare nella mia mente la passione ingannatrice dell’anima e frenare la travolgente forza della furia che spinge a gettarmi nella mischia crudele;
              ma tu invece il coraggio, o beato, concedimi, e di rispettare le inviolabili leggi di pace sfuggendo al tumulto dei nemici e all’inesorabile morte”

              https://www.adelphi.it/libro/9788845919541

              Che dolevo dire !?🤔

              Il Male “autentico” contrapposto a “con occhiali sociali” ???

              Il Male “autentico” è sociale o metafisico?
              Materiale o spirituale?
              e immanente o trascendente?

              Solite domande🙄

              E solitamente si torna un’altra volta al Machen dei veri peccatori e i veri santi che devono e vogliono assaltare il cielo,
              poiché “il cielo è dei violenti”,

              e va strupato.

  7. Francesco scrive:

    Parlando di ciccio e cari amici …

    1) chi è questo Vance, ex-povero, ex-marine, senatore?

    2) a parte Musk, chi altri della Silicon Valley sta con Trump?

    3) e i francesi? vogliamo dimenticare le lotte al coltello e all’ascia tra i “vincitori” del secondo turno? sia al centro che a sinistra pare volino gli stracci e di brutto.

    Saluti e baci

  8. Peucezio scrive:

    Pino
    (ed eventuali altri interessat9,
    O.T.,

    Mi chiedesti mesi fa di porvare a esporre una mia Weltanschauung.
    Non me ne sono dimenticato.
    Ma posso esporti quella passata: ormai ho un pensiero molto meno organico e ho messo in discussione tante cose.

    Provo a sintetizzare.
    Il punto è un’irriducibilità ontologica della cultura alla natura, la prima identificata con lo Spirito, la seconda con la Materia e quindi rispettivamente con Soggetto e Oggetto, in senso idealista, cioè è il soggetto che pone l’oggetto uscendo da sé stesso, negandosi.
    In sostanza la civiltà, cioè l’uomo che doma la natura e le dà forma, sarebbe l’integrazione che lo spirito compie della materia in una sintesi superiore rispetto allo spirito in senso originario (Dio prima della creazione del mondo, direbbe il filosofo di Stoccarda) e alla natura come materia bruta.

    La Civiltà trova la sua perfezione nel neolitico, mentre il paleolitico sarebbe l’uomo ancora soggiogato dalla natura, quindi a uno stadio ferino.
    A partire dall’Età dei Metalli e dalla scrittura, fino a oggi, saremmo in una nuova antitesi, il cui culmine + la modernità, in virtù di una sorta di riemersione del paleolitico: sulle civilà materne e agricole, cioè produttive, si sarebbero imposti i selvaggi popoli di pastori guerrieri (semiti, indoeuropei, altaici) che, imponendo nuovamente un mondo competitivo e violento, ci avrebbero riportato a uno stadio ferino, di alienazione rispetto alle nostre tensioni spirituali.
    Il tutto con alti e bassi, reintegrazioni e nuove cesure, nella tipica dialettica fra cività agricole stanziali e società non egualitarie dominate da élite guerriere.
    L’ebraismo, il cristianesimo e la scienza moderna rappresentano il culmine di questa alienazione, in quanto desacralizzano il mondo, trascendentizzano lo spirito e di conseguenza impongono il materialismo, riducendo la cultura alla natura.

    Potresti chiedermi: dove sta la nuova sintesi? Non è nemmeno detto che ci sia, cioè che la dialettica soggiaccia a una logica temporale che esiste a prescindere dalla dialettica e in cui questa s’inserisce: la perfezione potrebbe essere nel passato. D’altronde è la dialettica a creare il tempo, non viceversa.

    Questa in estrema sintesi è stata la mia idea del mondo più o meno dall’adolescenza, con qualche integrazione, fino a pochissimo tempo fa.
    Oggi avrei qualche problema a istituire una cesura così netta fra natura e cultura e anche a pensare che tutto ciò che c’è dopo la tradizione sia di per sé irredimibilmente inferiore: sono anche più ottimista.
    In sostanza la cultura (in senso antropologico, come cultura dei popoli) per quanto importante non direi più sia la misura e il punto di arrivo di tutto.
    Ma ora ho un pensiero molto più in fieri e meno organico e concluso.

    • Peucezio scrive:

      Aggiungo che la civiltà italiana (diciamo medievale-rinascimentale) sarebbe una sorta di nuova sintesi, quanto di più vicino ci sia alla civiltà dopo la fine del neolitico, in quanto sarebbe il punto più alto di complessità e integrazione, avendo riassorbito l’elemento prima indoeuropeo poi germanico (e sul piano spirituale semitico-cristiano) in una civiltà di enorme ricchezza, varietà e armonia.

    • Francesco scrive:

      >>> La Civiltà trova la sua perfezione nel neolitico, mentre il paleolitico sarebbe l’uomo ancora soggiogato dalla natura, quindi a uno stadio ferino.

      Mah, io sono sempre molto scettico quando viene identificata un’Età dell’Oro e oggi si vive male perchè non siamo più lì. Vale anche per i miei amici cattolici tradizionalisti e la loro idealizzazione del Medioevo cristiano: tanta roba, certo, ma anche tante schifezze.

      Per quanto mi piacciano la cultura e la storia e i dibattiti. a ogni uomo è data una vita da vivere, nè il passato nè il futuro sono decisivi, lo è il presente.

      Per moltissime cose la Storia ricomincia a ogni nascita d’uomo, per moltissime cose non ci capiamo un cazzo (natura&cultura). Eppure, alla fine, capiamo quale è il nostro compito che da senso alla nostra vita. Per tutto il resto, c’è la biblioteca o la nonna o il sakè.

      Ciao!

      • Peucezio scrive:

        Sono sostanzialmente d’accordo.
        Secondo me il passato ci serve per reintegrare i pezzi che abbiamo perso per strada, non per ritornarci sic et simpliciter negando quello che c’è in mezzo.

        Circa i cattolici tradizionalisti, non credere, non idealizzano nessun’epoca in realtà. C’è il Magistero della Chiesa, che si chiarisce e approfondisce (mentre prima è in parte implicito), ma che tramanda verità eterne. Il Concilio Vaticano II lo ha negato in odium Christi, ponendosi fuori dal cristianesimo e dalla Chiesa.
        Storicamente preferiscono tutte le epoche teocratiche rispetto all’illuminismo, rivoluzioni e modernità laica, questo sì.
        Come Chiesa direi che il loro modello è la Chiesa fra il Vaticano I e il Vaticano II, cioè la Chiesa accentrata otto-novecentesca. Senza rinnegare nulla di tutto ciò che c’è prima, ma considerano quello il compimento.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Ma questo magistero della Chiesa di cui parli e di cui tu sei il vero interprete, mentre Roma sarebbe traviata, include la storia di Dio che obbliga l’uomo ad adorarlo?

          • Peucezio scrive:

            Mauricius,
            da quanti anni mi leggi?
            Dovrei pure risponderti?

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Guarda che sono serio: la Chiesa esiste proprio perché una percentuale consistente di fedeli non ha e non può avere la preparazione teologica necessaria per affrontare certi temi. L’errore decisamente grossolano che avevi commesso in quell’occasione è una controprova che sarebbe meglio non cercare di sostituirsi alla Chiesa.
              Che è una cosa ben diversa dal dibattere all’interno della Chiesa.

              • Peucezio scrive:

                Io non sostituisco nulla, mi limito a constatare che due affermazioni reciprocamente contraddittorie non stanno insieme.

                Dovrebbe essere un problema molto più per te, che per me, con i tuoi alambicchi logici.

                Io sono uno storicista, dovrei fottermene e dire che la Chiesa si adegua allo Spirito del Tempo, che trascende e supera la logica astratta e il principio di non contraddizione.

              • Peucezio scrive:

                Circa poi le mie critiche generali al cristianesimo, che cosa c’entrano con l’insegnamento della Chiesa e, a maggior ragione, con i sedevacantisti, che non insegnano nulla, ma si limitano a rimandare ai testi della Chiesa di sempre.

                Quindi se sbagliano loro, ha sbagliato la Chiesa dalle origini agli anni ’60 del ‘900.

    • PinoMamet scrive:

      Mah…

      è la tua visione, Peucezio, e sono felice di leggerla…

      che dire? è valida, come tutte le visioni: il loro scopo, per così dire, è di avere un senso per chi le formula; un senso oggettivo delle cose non esiste o non possiamo conoscerlo, infatti.

      Non posso neanche dire di essere in disaccordo (sì, forse lo sono, ma non è questo che importa…): è proprio che sono argomenti che mi sono lontanissimi.

      Natura e Cultura, Spirito e Materia, sono concetti che mi paiono abbastanza vuoti e insignificanti
      (parlo per me; per altri saranno senz’altro fondamentali, non voglio sminuirli).

      E senza un dibattito su questi concetti, quello sulle epoche rischia di ridursi al gioco della “era preferita” o “secolo preferito”, e penso che ne possiamo benissimo fare a meno.

      Ovviamente non credo che sia esistita un’umanità specificamente neolitica o boh, medievale.
      I cambiamenti ci sono stati e ci saranno, ma trovo che siano motivati da cose fisiche, concrete.

      Comunque mi limito a dire che l’idea della società agricola e in qualche misura “femminile” se non femminista sostituita dall’arrivo di nomadi guerreschi patriarcali mi pare un vecchio mito abbastanza smentito.

      Sì, abbaimo un sacco di Veneri preistoriche, quasi tutte… ciccie e qualcuna anche magra; come abbiamo pitture preistoriche di cacciatori itifallici e dèi (?) maschili e altri che francamente non si sa come interpretare…

      e probabilmente i Greci hanno ereditato dai loro predecessori alban.. ah no, restiamo nella realtà: popoli pre-greci che non si sa chi fossero, e Cicladici e Minoici, l’idea di base di quelle che poi sono diventate le tante divinità greche femmine (e forse in origine era solo una, o un paio).

      ma anche i Norreni hanno avuto il loro pantheon femminile, e non si può certo dire che lo abbiano ereditato dai “mediterranei”…

      idem mi pare un mito di comodo quello della distinzione tra elites guerriere e popolazioni contadine pacifiche: molto recente, anche (non risale più indietro del Medioevo avanzato…
      basta leggere qualunque greco e latino per ricavare un’idea del mondo molto diversa, e la stessa cosa vale per i cinesi, anche fino a tempi recentissimi…)

      • PinoMamet scrive:

        “E senza un dibattito su questi concetti”

        Non fraintendermi: non voglio sminuirne l’importanza o dire che fai male a interessartene;

        dico che per me, per la mia personale sensibilità, sono concetti che hanno la stessa validità di quello di Tao o del Ka egiziano o che so io..

        Sono tutti modi prettamente umani di vedere la realtà, e Spirito e Materia o Natura Vs Cultura personalmente mi tengono meno del Tao, appunto, o del Nirvana.

        • PinoMamet scrive:

          Errata: tangono. Il telefonino ignorava il verbo 😉

        • Peucezio scrive:

          Invece i concetti di Tao e Nirvana (non so nulla del Ka egiziano), per quel poco che ne so, li trovo concreti ed effettivi.

          Ma spiegami una cosa.
          Astraendoci ora dal discorso sui popoli e le epoche storiche, che comunque per me è più un discorso archetipico che un’analisi storica, ma… lasciandolo un attimo completamente da parte…

          tu trovi proprio poco interessante la filosofia o è un certo particolare tipo di approccio ad essa, quale il mio, che non ti convince?

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Secondo me questa non è filosofia, ma la sua degenerazione contemporanea.

            • Peucezio scrive:

              Già, tu credi che la filosofia siano giochetti logici, per cui hai orrore della teoria della storia.

              È il problema di tutte le filosofie prestoriciste: sono astratte, odiano il mondo reale.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                No, io credo che la filosofia stia nel metodo, non nel merito delle questioni trattate. E il metodo è quello razionale: in filosofia deve esserci la possibilità di confronto, perché ciascuno deve poter seguire i ragionamenti dell’altro, dalle premesse alle conclusioni. Se questo non è possibile, perché l’altro parte da premesse inverificabili o butta lì direttamente le conclusioni, allora non siamo nel campo del sapere filosofico, ma di quello sapienziale. Che è altro.

              • Peucezio scrive:

                Ecco, questo è proprio un errore filosofico, anzi, direi L’errore.

                Non nel senso che non si possano costruire filosofie interessanti partendo da questo metodo, ma nel senso che saranno sempre monche, astratte.

                La vera filosofia non dev’essere né esoterismo o irrazionalismo o approccio sapienziale (hanno altre funzioni), né metodo razionale astratto.
                Dev’essere razionalità calata nella storicità.
                In sostanza ci dev’essere un punto, un approdo in cui metodo e contenuto si fondono ontologicamente.
                Per questo metodo e oggetto non possono esistere due piani ontologici irriducibili.

                In fondo lo avevano capito anche gli antichi, non c’è bisogno dell’Ottocento.
                Le Idee platoniche non sono astrazioni metodologiche. Il divenire eracliteo stessa cosa.
                Ma, direi anche, l’Essere degli eleatici.
                Sono tutti concetti che trascendono la distinzione fra metodo razionale ed essenza degli oggetti indagati.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                La filosofia non deve essere interessante: deve essere argomentata.

                Comunque, se è un errore filosofico, allora dovresti potermelo dimostrare in termini per entrambi condivisibili e comprensibili: non basta espormi la tesi opposta.

              • Peucezio scrive:

                Mauricius,
                “La filosofia non deve essere interessante: deve essere argomentata.”

                Assolutamente no.
                La filosofia dev’essere feconda, deve avere un potere esplicativo del mondo, una pertinenza.

                Come al solito ragioni in termini di dimostrabilità, come se fosse un problema di adesione al vero, ma la filosofia si occupa proprio di porre i fondamenti della conoscibilità del mondo, quindi il vero è semmai un punto di arrivo e non vedo come si possa presupporlo.

                Lo stesso vale per la seconda obiezione.
                Io non devo dimostrare nulla: non è un teorema.
                Io pongo obiezioni di merito e credo tu le abbia capite benissimo. E tanto basta.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Se non vuoi argomentare, allora non è filosofia: mi stai chiedendo di accettare qualcosa senza una motivazione razionale, per cui siamo nel campo della sapienza o della mitologia.

              • Peucezio scrive:

                Mi pare una petitio principii.
                Nessuna filosofia è dimostrabile, altrimenti avrebbero tutte torto tranne una, invece le filosofie non hanno torto o ragione, sono modelli interpretativi.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                E chi lo dice che non sia così? Ma per capire chi abbia ragione bisogna esaminare gli argomenti.

              • Francesco scrive:

                però mi sembra che le varie scuole filosofiche si succedano l’un l’altra più per cambio di mode e di spirito del tempo che per “falsificazione”, come capita invece alle teorie scientifiche

                o mi sbaglio? io sono tomista perchè mi pare che funzioni, e molto bene, anche se è passato di moda esserlo

                Ciao

              • PinoMamet scrive:

                “ma la filosofia si occupa proprio di porre i fondamenti della conoscibilità del mondo, quindi il vero è semmai un punto di arrivo e non vedo come si possa presupporlo.”

                in questo la vedo abbastanza come Peucezio, fermo restando come le categorie della logica (“vero”, “falso”, fondamentalmente) devono potersi applicare al discorso filosofico, perché sono gli strumenti che abbiamo.

                Ma mi pare di dover fare un mega ripasso di Kant e onestamente non ne ho le forze, con questo caldo poi!
                🙂

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                @ Pino

                La filosofia si occupa anche del problema della conoscibilità, ma non si riduce a quello. Mica esiste solo la gnoseologia!
                Ma, soprattutto, mica ogni volta che si affronta un problema filosofico si è costretti ad affrontare anche tutti gli altri se questo non è necessario per ottenere le basi comuni per la discussione. Se siamo d’accordo sul superamento del dubbio cartesiano, perché riporlorlo mentre parliamo di etica?

                @ Francesco
                Però le mode intellettuali in genere non sono completamente arbitrarie: c’è una ragione per cui il pensiero evolve in un certo modo.

              • Francesco scrive:

                Lo sai di essere più avanti di me in questo campo: quale ragioni vedi tu per questo cambiamento?

                Secondo me, la moda segue il potere. Negli abiti.

                Non vorrei lo facesse anche in ambiti di maggiore rilevanza.

                Ciao

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Bisognerebbe vedere caso per caso, tra l’altro anche capire se l’arrivo del nuovo è determinato dallo sputtanamento del vecchio o se sia il contrario. O se anche qui cambi caso per caso.
                E distinguerei anche tra le idee alla moda ed il sistema di pensiero alla moda: il secondo immagino si affermi perché adatto a costruire un’impalcatura organica per le prime.

              • Peucezio scrive:

                Mauricius,
                “Ma per capire chi abbia ragione bisogna esaminare gli argomenti.”

                Ma io NON voglio avere ragione!
                Semplicemente fornisco la mia interpretazione delle cose.
                Che non è giusta, è la mia.
                E sono scettico sul fatto che ce ne sia una “giusta”.

                Però mi riservo anche di formulare giudizi di valore, di fecondità culturale.
                Ma senza pretese di assolutezza e apoditticità.

                Circa le mode, banalmente la visione che l’uomo ha del mondo è determinata anche e soprattutto dal suo contesto storico, dal suo retroterra di riferimento.
                Non vedo come potrebbe essere altrimenti.

                Con tutto ciò,
                è perfettamente lecito argomentare e controargomentare e tanti filosofi l’hanno fatto.
                Ma sempre purché si decida di mettersi su quel terreno, si voglia fondare il proprio pensiero in termini di dimostrailità, plausibilità o anche coerenza logica interna.

                Io ragiono da storicista, quindi non mi metto su quel terreno, su cui ho anche proprio obiezioni a monte: lo ritengo utile ma trascendibile.

              • Francesco scrive:

                >>> La filosofia non deve essere interessante: deve essere argomentata

                su questo singolo punto della questione sono d’accordo con MT

                senza argomenti, ragionamenti, logica, non è più filosofia. al massimo è il buon Nicce, che però finisce nell’armadio di fianco alle camicie, finisce schiavo delle mode e nelle biblioteche delle principesse annoiate.

                ed essendo oggetto della filosofia la ricerca della verità, il metodo non può essere diverso. sennò siamo al relativismo assoluto e proprio nel campo più importante: saremmo in un lager con Andrea kapò (pure lui prigioniero), a accordare il titolo di verità condivisibile solo alle materie scientifiche

        • Peucezio scrive:

          Ammetterai comunque che natura e cultura sono concetti molto chiari e di senso comune: c’è chi si commuove vedendo lo skyline di New York e chi ha orrore di tutto quel vetro e metallo e ama il bosco e il ruscello.
          Con tutti i possibili orientamenti intermedi, ovviamente, ma sono due cose così chiaramente distinte…

          • PinoMamet scrive:

            Sì, certo, ma sono comunque concetti dentro la nostra testa;
            e va benissimo;

            diciamo semplicemente che non sono tra i concetti a cui dedico più tempo.

            • Peucezio scrive:

              Ma come nella nostra testa?

              Il fatto che una cosa l’abbiano fatta gli uomini o meno è un fatto oggettivo, concreto, esterno, non sta nella nostra testa.

              I cani non costruiscono automobili.
              Io almeno non ne ho mai visti 😀

            • PinoMamet scrive:

              Ma cani, automobili, dati oggettivi…

              è comunque tutta roba che è nella tua testa.

              Anche nella mia eh?

              Però una differenza tra cani, automobili, da una parte, ew dati oggettivi dall’altra, è che un cane esiste anche fuori dalla nostra testa.

              Nella nostra testa c’è il concetto di “cane”, che può essere anche molto diverso da una persona all’altra o da un popolo all’altro…

              Invece il concetto di “dati oggettivi” è appunto un concetto: una cosa concepita dalla testa;
              ed è quindi solo nella nostra testa.

              Fuori di casa puoi incontrare alberi, frutta, uccellini…
              il concetto di Natura invece sta dentro la testa.

              • Peucezio scrive:

                Uhm,
                non mi è molto chiaro cosa vuoi dire.

                Vuoi forse dire che siccome l’artificialità e la naturalità sono categorie, non singoli enti, sono nella nostra testa?
                Boh…
                Io qui non ponevo la questione della categorizzazione e del suo statuto di realtà.

                Che esistano cose artificiali e naturali non solo è un dato di senso comune, ma è un dato oggettivo.

                Cioè una cosa è il mondo inorganico, una cosa la vita, una cosa l’antropizzazione, cioè la comparsa dell’uomo che plasma il mondo in una misura e modalità inedita.

                Non c’è dubbio che se vai nel dettaglio minuti puoi dire che i confini fra queste tre cose non sono nettissimi (ci saranno strutture chimiche ibride, che non è chiarissimo se considerare vita o meno, così come ci sono competenze nel modificare l’ambiente esterno che alcuni animali superiori si tramandano senza che siano necessariamente iscritte nei loro geni: cose rudimentali, ma qualche caso mi risulta esista)
                ma, insomma, direi che nella sostanza sono davvero tre modalità diverse di organizzazione della materia.

                Non ho ben capito quindi la tua eccezione.

        • Peucezio scrive:

          Circa invece le epoche, i popoli, ecc.,

          “ma anche i Norreni hanno avuto il loro pantheon femminile, e non si può certo dire che lo abbiano ereditato dai “mediterranei”…”

          Perché mai?
          Mica gli indoeuropei vengono dalla Scandinavia (anche se a Hitler ciò probabilmente dispiace).
          Quindi prima c’erano popoli preindoeuropei.
          In parte forse finnici. In parte forse “mediterranei”, cioè neolitici, di agricoltori.

          • PinoMamet scrive:

            Mah… questi agricoltori neolitici a quanto pare venivano dall’Anatolia e dall’area iranica (due gruppi distinti geneticamente);

            per un po’ di tempo qualcuno, credo i nordicisti, negava che dall’Anatolia fossero arrivate proprio le persone, e supponeva che si fossero diffuse solo le tecniche agricole;

            invece la genetica dice che arrivarono proprio ondate di gruppi umani.

            e trovarono in Europa altre popolazioni (i cacciatori raccoglitori dell’Europa occidentale, e quelli dell’Europa orientale) con i quali si mescolarono.

            Più tardi, arrivarono i parlanti indoeuropeo, che qualcuno identifica con la cultura Yamnaya e derivate.

            L’apporto genetico degli indoeuropei mi pare che sia più elevato, percentualmente, nei paesi baltici- compresi quelli che NON parlano attualmente lingue indoeuropee…

            tra i più bassi, il mondo mediterraneo.

            Non so quantificare l’apporto degli agricoltori anatolici e iranici in Scandinavia ma credo sia molto basso… (credo che il massimo sia in Sardegna, a ovest della Grecia)

            • Peucezio scrive:

              Certamente.

              Comunque non dimentichiamo mai che non esistono culture pure e che certi archetipi sono più o meno universali.

              Per questo ti dico che per me i popoli rappresentano più archetipi che entità storiche: è chiaro che sul piano storico la realtà è estremamente sfumata e contraddittoria.

              • PinoMamet scrive:

                Verissimo

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Comunque non dimentichiamo mai che non esistono culture pure e che certi archetipi sono più o meno universali.”

                Mi sembra che tu abbia posto prima come fondamento della realtà, la Natura da una parte, la Cultura dall’altra.

                Ma gli Archetipi allora dove stanno?

                Ad esempio, esiste un Archetipo della Guerra (il Marte di Hillman) che ispira sia gli scimpanzè, sia gli umani?

                In quel caso abbiamo una forza che va oltre la tua distinzione primordiale.

              • Peucezio scrive:

                L’archetipo è culturale, ma tieni sempre conto che stiamo parlando di una visione che ho rivisto.

              • Peucezio scrive:

                Comunque visto che me lo hai chiesto, approfondisco.

                Un tempo ti avrei detto che fuori dalla cultura non vi sono archetipi.

                Oggi ti direi che sì, gli archetipi sono umani e quindi essenzialmente culturali, ma che al tempo stesso sono immagini, sintesi, rappresentazioni simboliche di categorie che possono trascendere l’umano.

        • PinoMamet scrive:

          “Invece i concetti di Tao e Nirvana (non so nulla del Ka egiziano), per quel poco che ne so, li trovo concreti ed effettivi.”

          Anch’io; anzi, direi che mi è capitato di pensare molto di più al Nirvana che all’opposizione Natura/Cultura;

          Il Tao è una cosa diversa, nel senso che mentre il pensiero indiano tende alla precisione e alla dissezione per così dire chirurgica, mentre quello cinese tende alla sintesi e all’evocazione, e quindi questo Tao lo si deve ricavare “lateralmente” da descrizioni empiriche ed esperienziali… oltre tutto scritte in una lingua arcaica e poco comprensibile ai cinesi stessi…

          (curiosamente, anche il sanscrito ha una grammatica molto precisa e altamente flessiva, mentre il cinese, arcaico specialmente, per il poco che ne so, ha una grammatica piuttosto “vaga”, nel senso che almeno in teoria ignora genere, numero, caso, modi e tempi verbali ecc.- naturalmente ci sono strategie per ovviare a tutto ciò, ma resta una grammatica estremamente “permissiva” e che rende facile l’oscurità del linguaggio quando desiderata)

    • Ros scrive:

      Peucezio: “Il punto è un’irriducibilità ontologica della cultura alla natura…
      …In sostanza la civiltà, cioè l’uomo che doma la natura e le dà forma, sarebbe l’integrazione che lo spirito compie della materia in una sintesi superiore rispetto allo spirito in senso originario (Dio prima della creazione del mondo, direbbe il filosofo di Stoccarda) e alla natura come materia bruta….”

      Ne tratta Lévi-Strauss ne: “Il crudo e il cotto”

      https://www.ibs.it/crudo-cotto-libro-claude-levi-strauss/e/9788842822486

      Del ruolo fondamentale delle operazioni culinarie in quanto mediatrici tra il cielo e la terra, la vita e la morte, la natura e la società, in virtù dell’azione del fuoco.

      L’addomesticato regalo di Prometeo.

      Secondo Strauss il processo di cottura, l’azione del fuoco su un corpo crudo, equivale alla creazione di un corpo a mezza via tra il naturale e il culturale, quindi diventa un elemento mediatore.

      Che dovrebbe essere la tua sintesi hegeliana:

      “…In sostanza la civiltà, cioè l’uomo che doma la natura e le dà forma, sarebbe l’integrazione che lo spirito compie della materia in una sintesi superiore rispetto allo spirito in senso originario e alla natura come materia bruta…”

      Tensione tra natura e cultura con il passaggio dallo stadio naturale a quello culturale è elaborato dalle società attraverso la creazione collettiva del un Mito.

      Quindi Strauss pone al centro di questa sintesi la Mitopoiesi e non l’Idealismo tedesco o crociano.

      Mitopoiesi come racconto avente le seguenti caratteristiche:
      sia ritenuto profondamente “Vero” dalla società che lo narra.

      “Vero” da intendersi dove la verità non è necessaria perché è posto in un tempo mitico (Mircea Eliade) diverso dal tempo storico.
      Tempo mitico del Sogno Sacro contrapposto a quello storico/profano.

      l’ illo tempore;
      tempo ontologico, parmenideo:
      sempre eguale a se stesso, non muta, né si esaurisce.

      “Solo il sacro, come dimensione circolare del tempo, qualitativamente inteso e non quantitativo e cronologico, può conferire l’eternità in cui gli opposti coincidono in vista della rinascita”
      Coincidentia oppositorum, «unione dei contrari»

      vedi Nicola Cusano “Dialoghi dell’idiota”

      e

      • Carl Gustav Jung “Mysterium Coniunctionis. Ricerche sulla sperimentazione e composizione degli opposti psichici nell’alchimia”

      • Johann Valentinus Andreae “Le nozze chimiche di Christian Rosenkreutz”

      • Arnaldo da Villanova “Rosarium philosophorum”

      Nozze chimiche > Hieròs gámos > “matrimonio divino”.
      La Sizigia che partorisce il Rebis l’Androgino, l’archetipo della Coincidentia Oppositorum di Cusano.

      Ermes e Afrodite > Ermafrodito.

      • Elémire Zolla “L’androgino: l’umana nostalgia dell’interezza”
      1981, Red edizioni

      https://www.ibs.it/umana-nostalgia-della-completezza-androgino-ebook-elemire-zolla/e/9788829716364

      • Simone Furlani “Tempo lineare e tempo circolare in Mircea Eliade”

      https://books.fbk.eu/media/pubblicazioni/allegati/Furlani.pdf

      • Corrado Marchi “Il fenomeno del religioso nelle analisi di Mircea Eliade”

      Non è necessario, dunque, che il racconto sia reale o immaginario,
      la verità secolare e razionale – reale – è una disquisizione inappropiata e futile da farsi.

      Vedi di Bruce Chatwin “Le vie dei canti” con la narrazione cantata

      – e danzata pure, ad esempio le danzatrici Devadasi indiane,
      e di Rukmini Devi che fonda il teosofico indù tempio del “Kalakshetra” ,
      luogo sacro delle arti, a Madras. E nel Bharatanatyam (scritto da Bharata in sanscrito per l’appunto) in cui la rappresentazione nel “dreamtime” dei Deva (dèi), dei Daitya (demoni) è espressa attraverso i gesti ritualizzati del corpo, e dove Shiva Nataraja il Signore dei danzatori con la sua danza crea tutto l’universo –

      narrazione, dicevo, cantata nell’epoca ancestrale del “dreamtime” da cui tutto
      si crea e discende; il tempo sospeso
      (l’ora di Pan e del Meriggio ancora, dell’angoscia e del terrore sordo e Perturbante, “L’urlo” di Munch).

      Tempo mitico, sacro e onirico di Eliade:

      L’Altro tempo nell’Altrove, l’Anywhere out of the world di Baudelaire >
      « n’importe où ! n’importe où ! pourvu que ce soit hors de ce monde !»
      altro rispetto a quello quotidiano:

      «…il tuo oggi è l’eternità. Perciò generasti coeterno con te Colui, cui dicesti: “Oggi ti generai”. Tu creasti tutti i tempi, e prima di tutti i tempi tu sei, e senza alcun tempo non vi era tempo… chi vorrà dirmi che non sono solo tre i tempi, ossia il passato, il presente e il futuro, ma che vi è solo quello presente

      (presente dell’attimo sospeso, e ouroboro, nastro di Möbius anche, e in qualche modo, miracolo della lemniscata e “infinito” simbolizzato dall’8 orizzontale)

      presente perché gli altri due non sono …quel presente che esce da un luogo occulto»
      S. Agostino, Le Confessioni.

      Mondo delle Idee iperuranio, caleidoscopio frattalico
      «Si ritiene che in qualche modo i frattali abbiano delle corrispondenze con la struttura della mente umana, è per questo che la gente li trova così familiari. Questa familiarità è ancora un mistero e più si approfondisce l’argomento più il mistero aumenta»
      Benoît Mandelbrot.

      vedi pure “Kunstformen der Natur” di Ernst Haeckel

      http://www.renegadetribune.com/wp-content/uploads/2018/08/tumblr_nhqf1wtbVy1t3i99fo6_1280.jpg

      Mandala metastorico-fisico situato in un’epoca di sogno primordiale in cui la realtà è ancora fluida, non definita,
      e pertanto tutto vi accade sempre adesso

      La sintesi sta nel Mito temporale Altrove?

  9. habsburgicus scrive:

    OT e disclaimer: chiedo venia se l’argomento potrà “sporcare” questo ottimo, poetico e interessantissimo thread, ma già si è citato Priapo 😀

    https://www.xohannarose.com/consideration
    queste sono le “donazioni” che una escort norvegese pretende in quell’algido Regno nordico (a Londra e soprattutto negli USA pretende di più)…effetti del proibizionismo voluto dai laburisti/socialdemocratici….come già dissi, ottenendo lo scherno dei più, l’unico effetto non è stato quello di eliminare la prostituzione bensì quello di renderla appannaggio dei soli ricchi..pure in Norvegia, dove si guadagna molto (solo da Roberto e a Zurigo FORSE si guadagna di più), è evidente che l’uomo medio non può spendere l’equivalente di 640 E per 1 ora e mezza con costei, senza togliere nulla alla sue grazie 😀 se oggi Marx tornasse in vita, studierebbe anche la “questione sessuale” e direbbe forse che fra i privilegi dei capitalisti vi è anche quello di trombarsi belle donne a pago, opportunità che in diversi paesi è ormai preclusa non solo ai proletari ma anche alla piccola borghesia 😀 e un vero “rifondazionista” potrebbe avere la (geniale ?) idea di ripartire non dal Verbo di Marx-Engels-Lenin-Stalin-Mao-Kim Il Sung bensì dalla proposta di riaprire i “casini” a prezzi popolari 😀 😀 😀 insomma più Marcuse e meno Marx, anzi forse più Silvio (ma con Olgettine a prezzi calmierati 😀 😀 :D)

    • Ros scrive:

      habsburgicus: “chiedo venia se l’argomento potrà “sporcare” questo ottimo, poetico e interessantissimo thread, ma già si è citato Priapo 😀 ”

      fascinum tintinnabulum priapo🖕

      https://lacasadelrecreador.com/img/cms/Fresco%20de%20Pr%C3%ADapo%20en%20la%20casa%20de%20los%20Vettii,%20Pompeya.jpg

      Tranquillo habs😎 non l’hai certo sporcato! che ci sta a fagiolo.

      L’hai solo mandato a puttane!😁

      …si spera a costo popolare e accluso nel paniere Istat al consumo,
      che è la nuova imprescindibile inderogabile impreteribile lotta di classe a farsi al grido di:

      “even we miserable people want to allow ourselves to go to whores because we are very horny”
      sfilando coi cartelli di protesta in gran parata per la Quaresima e la Fallofaria

      «Ritiratevi, fate posto
      al dio! Perché egli vuole
      enorme, retto, turgido,
      procedere nel mezzo.»

      pregando accorati, lieti e mesti:

      “Salve o Priapo, Padre fecondo, di orti custode, violatore.
      Ti invoco, rubizzo, dissipatore, spermatico
      Tu che semini la vita.
      Defloratore, sgomento di vergini, igneo, fallopodo,
      fugatore di ladri e di uccelli, signore del fico, magmatico.
      Vieni a noi, possiedici col calore del tuo fuoco, dacci l’ardore
      che ti pervade, o comburente.
      Svela i misteri del fallo nascosti dal ricurvo falcetto,
      ambidestro, flagello di cinedi. Irrumatore,
      rostro marino, muto, ematico, signore dell’asino,
      vieni ai nostri santi spasmi.
      Signore dell’Orgia, sacrifica i nostri atti, vivifica le nostre menti
      Osceno, Itifallo, Iectatore, Salvatore!”

      Pare che pure Libero Priapo di Lampsaco Mutuno Tutuno a Roma derivasse dallo zio Pan il “tutto” e semper lui:

      come il pannazionalismo, panamericanismo, panarabismo, pangermanismo, panceltismo, panslavismo, panturchismo d’alleanza turanica;

      paniberismo di Andorra, Spagna e Portogallo;

      paniranismo tutti assieme appassionatamente ammucchiati dei popoli
      persiani, azeri, lurs, gilaki, mazanderani, curdi, zazas, talysh, tagiki, pashtun, hazara, osseti e persino beluci…

      il pantheon di tutti quanti gli dei,
      la pandemia … e così via ci siamo capiti.

      Che (l’ultima e chiudiamo) poi pare che ci sia pure un Pan dal greco > “tutti” ,

      e poi un’altro > dal greco paein “pascolare” il dio pastore

      Un’altro ancora è Pan da Phanes > “luce” (il Fauno) chiamato anche,
      chissà mai perché, Protogonos ovvero “il primo nato” poiché è il più antico degli Olimpi et in Arcadia ego;
      il primo re dell’universo perché era già e sempre “tutto” lui solo
      🤔

      vedi Roberto Calasso “Le nozze di Cadmo e Armonia” 1991 Adelphi

      https://www.ibs.it/nozze-di-cadmo-armonia-ebook-roberto-calasso/e/9788845972980

      insomma, un gran casino da sbrogliare.

      ora però mi tàcito

    • Lucia scrive:

      “Quello di trombarsi belle donne a pago, opportunità che in diversi paesi è ormai preclusa non solo ai proletari ma anche alla piccola borghesia”

      Spiaze, i proletari e la piccola borghesia dovranno darsi da fare a sviluppare una personalità interessante e/o ad rendersi bellocci 🙂

    • Moi scrive:

      La prostituzione potrebbe tornare legale solo se lo chiedessero loro stesse … che a volte ritengono che la legalizzazione le potrebbe tutelare ne di più , soprattutto da brutti incontri.

      Spesso le femministe SWERF parlano in loro vece in quanto donne … cosa vera ma NON appartengono al sottoinsieme chiamato in causa.

      • Lucia scrive:

        Penso che ormai sia assodato che la legalizzazione, come con praticamente ogni altra cosa, aumenterebbe la tutela delle persone che si prostituiscono e permetterebbe loro di cambiare anche più facilmente mestiere qualora lo volessero.

  10. Moi scrive:

    Senti, Ciccia

    [ cit. ]

    Mi sa che questo basta e avanza per configurare un reato di mansplaining !

    • Lucia scrive:

      Più che mansplaining, piuttosto irrispettoso – ugualmente se fosse un uomo e lo chiamasse ciccio, il maschilismo non c’entra niente se non nel caso che il tipo in questione si rivolgesse con ciccia alle donne e signore/nome o cognome agli uomini. Spero sia indicativo del grado di amicizia tra colleghi, ma io comunque non mi lascerei chiamare in generale così (nè mi permetterei di farlo a mia volta) ed è molto spiacevole che le tizie in questione probabilmente non se la sentano di dirgli niente perché costui è un loro superiore.

      • Moi scrive:

        Purtroppo molte giovani donne debbono star zitte anche per apprezzamenti estetici inopportuni, da parte dei capi sul lavoro.

  11. Mauricius Tarvisii scrive:

    https://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2024/07/18/von-der-leyen-serve-unue-forte-il-destino-dipende-da-noi_60849afc-2b7c-46b5-9e9e-47b02ddbcfa7.html

    La Von der Leyen ci informa che il suo programma sono “meno burocrazia e rendicontazione, più fiducia”. Da notare che lei ha già iniziato nel proprio precedente mandato ad applicare questi principi a se stessa, rifiutando i lacci e lacciuoli della rendicontazione ai cittadini e prendendosi una delega in bianco sulla fiducia.

  12. habsburgicus scrive:

    votata la risoluzione europea di sostegno all’Ucraina..effetti pratici, prossimi allo zero…la Lega ha votato contro come c’era d’aspettarsi (ha votato come la Salis :D)..malumore in FdI, specialmente i crosettiani, però si sono poi adeguati..malumore ancora più forte nel PD

  13. Moi scrive:

    @PEUCEZIO

    Le Massonerie occidentali hanno “addomesticato” tutte le religioni, ma con l’ Islam non possono farcela … possono solo illudersi di fare “integrazione” in attesa di essere spazzate via : quando scatta il quorum Islamico per passare dalla fase di vittimismo aggressivo passivo a quella di islamizzazione attiva aggressiva.

    Il Pensiero PostModerno Egemone ha prodotto dal punto di vista Islamico degli Utili Idioti Perfetti.

    È un dato di fatto oggettivo.

    … Nevvero @ HABS ?

    • habsburgicus scrive:

      @Moi
      io ho qualche dubbio che non possano farcela…..riconosco peraltro che si tratta di un compito molto arduo e irto di ostacoli, al confronto del quale l’eliminazione del potere della possente Chiesa Cattolica quale ancora esisteva a metà Settecento nella parte rimasta cattolica dell’Europa è stato un gioco da ragazzi ! *

      Voltaire amava dire, più o meno “mi sono stancato di sentir dire che sono stati sufficienti dodici uomini per realizzare tutto questo: ebbene, io dimostrerò che basta un uomo solo per distruggere tutto !
      e, se ben guardiamo sine ira et studio, a porre fine al Cristianesimo [l’unico vero Cristianesimo è quello cattolico romano, da ritenersi estinto se non a Verrua Savoia e in pochi altri isolotti] sono stati sufficienti 3 uomini, anzi quattro: Voltaire, Pombal, Cavour…e Montini 😀

      • habsburgicus scrive:

        e, tranne il primo (più nelle boutades che nella realtà), nessuno degli altri tre voleva ciò…eterogenesi dei fini 😀

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Habs

        ” sono stati sufficienti 3 uomini, anzi quattro: Voltaire, Pombal, Cavour…e Montini ”

        Colgo la battuta e il riferimento a Verrua Savoia.

        Ma da non cattolico (e quindi con limitato diritto di intervento) credo che la questione sia posta male.

        Io ci penso incessantemente, a come doveva essere il mondo quando, appena mezzo secolo fa, il Seminario Arcivescovile della Toscana, di fronte a casa mia, aveva 500 giovani ospiti; e nella chiesa di San Frediano, in questo comunistissimo rione, c’erano 1000 bambini a fare il catechismo.

        Mi sembra ovvio che quel mondo faceva riferimento a una serie di pilastri, che sono andati totalmente dimenticati. Senza che nessuno avesse letto le teorie o gli editti di Voltaire, Pombal, Cavour o Montini.

        Sono andati dimenticati, perché al posto dello spettacolo (in senso etimologico) delle immagini dei Santi, delle storie del Vangelo, è arrivato prepotente lo spettacolo incessante di Sanremo e della pubblicità televisiva, che ha scardinato l’immaginario italiano.

        Berlusconi ha solo concluso l’opera, ma ha decristianizzato l’Italia cento volte più di Cavour.

        • Peucezio scrive:

          Ma Voltaire era l’ideologo di una borghesia capitalista settecentesca che poi, a catena, ha prodotto una serie di cose fino alla televisione e il resto.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per peucezio

            “Ma Voltaire era l’ideologo di una borghesia capitalista settecentesca che poi, a catena, ha prodotto una serie di cose fino alla televisione e il resto.”

            La “borghesia capitalista settecentesca” nasce in Inghilterra, non in Francia. Interessantissimi su questo i libri di Darnton.

        • Francesco scrive:

          Miguel

          confondi le cause con gli effetti o, per fare un paragone estremamente banale, la valanga Berlusconi nasce dalla palla di neve illuminista

          Ciao

    • Peucezio scrive:

      Moi,
      mah, credo che l’Islam, al di là delle apparenze, sia pienamente compatibile col nichilismo laicista occidentale.
      Non sarà un problema.

  14. Moi scrive:

    @ PEUCEZIO

    ormai la filosofia fa solo decostruzionismi …

  15. Moi scrive:

    https://www.reuters.com/sports/olympics/transgender-swimmer-lia-thomas-loses-cas-case-overturn-world-aquatics-ban-2024-06-12/

    @ MIGUEL

    Inspiegabilmente 😉 , è successo … la nuotatrice Lia Thomas fuori dall’ Olimpiadi Parigine !

  16. Moi scrive:

    @ ROBERTO

    Ma cos’è la storia dell’ eurodeputata Rumena che si è presentata in museruola e con un’ icona ortodossa cristica ?! Che voleva significare , a che pro ?!

    • Roberto scrive:

      Non ho seguito la cosa e non ne so niente

      Posso dirti che al parlamento europeo sono abbastanza severi con le pagliacciate e c’è un codice di condotta draconiano (non so se ti ricordi ma un deputato spagnolo un po’ di tempo fa non ha potuto parlare con la keffiah)

      Personalmente preferirei una via di mezzo tra vietare keffiah (che mi sembra politicamente disdicevole) e permettere pagliacciate tipo il taglio della mortadella (che mi sembra istituzionalmente vergognoso), ma capisco che sia difficile trovare una via di mezzo tra permetto tutto e non permetto nulla e alla fine forse permetto tutto sarebbe quasi meglio

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Diana Iovanovici Sosoaca”

      Leggo:

      mentre chiedeva a von der Leyen, in vista di un voto a favore per un bis alla guida della Commissione, di «fare tutto il possibile per includere l’interruzione volontaria di gravidanza nella carta dei diritti fondamentali dell’Ue»

      Ora, non so nulla della questione.

      Ma mi sembra strano che una “estremista di destra” venga cacciata dal parlamento… perché chiede il diritto all’aborto.

  17. Francesco scrive:

    Domandina quasi OT: cosa ha spinto la Meloni a un gesto stupido come votare contro la Von der Leyen?

    L’unica mossa intelligente era votare a favore e poi cercare di battere cassa sulle singole questioni, come faranno i Verdi. Adesso Giorgia è una qualsiasi delle Destre Sceme e Irrilevanti, buone giusto per far ridere quando le trovano con i soldi di Putin in tasca.

    E non è la prima volta che la destra fa questo errore.

    Boh

    • paniscus scrive:

      ” Adesso Giorgia è una qualsiasi delle Destre Sceme e Irrilevanti, buone giusto per far ridere quando le trovano con i soldi di Putin in tasca.”—

      E non è meglio così?
      Forse ci aiuterà a togliercela dai piedi prima del previsto…

      • Lucia scrive:

        Anche io sono rimasta sbigottita è da mesi che sanno anche i sassi che la VDL verrà rieletta. Ringrazio Paniscus per aiutarci a vedere il lato positivo della questione, io invece mi ero un po’ rattristata perché sembra dimostrare che anche la Meloni, solitamente ritenuta astuta e scafata, si dimostra brava solo a farsi eleggere poi il baratro di tontaggine.

        • Francesco scrive:

          Ecco, forse occorre rassegnarsi a questa constatazione: Giorgia non è intelligente, è il resto della concorrenza che è ancora più stupido. Ma quando esce dal suo cortile, i limiti emergono disastrosamente.

          • PinoMamet scrive:

            OMDAF

            il che è doppiamente triste: nello scenario politico italiano, l’intelligente è la Meloni…
            annamo bene!!

            • Francesco scrive:

              è che vogliamo fare gli americani … loro c’hanno solo politici rincoglioniti? e noi subito gli andiamo dietro!

              😀

        • Moi scrive:

          Insomma, c’ è aria di Mattarella che mette su la Shelly ?

          La prima cosa che farà Elly sarà una Purga Staliniana delle TERF che ancora nel 2024 si annidano nel PD … e sarà solo l’ inizio !

          Chi NON conosce i neologismi woke (quasi tutti over 40 , fino agli over
          100) li apprenderà direttamente in Tribunale sotto processo, e tanto
          peggio per loro !

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Moi

            “La prima cosa che farà Elly sarà una Purga Staliniana delle TERF che ancora nel 2024 si annidano nel PD … e sarà solo l’ inizio !”

            Secondo me, attribuite troppo idealismo alla Elly.

            Se da giovane magari poteva credere in qualcosa, adesso è segretaria del PD.

            Che è un mestiere che crede sveltezza nel fare manovre e una buona capacità di fiutare dove tira il vento.

      • Peucezio scrive:

        Paniscus,
        “Forse ci aiuterà a togliercela dai piedi prima del previsto…”

        In che modo?

        • Moi scrive:

          Vedi sopra … e vedrai quante altre femministe TERF rimaste agli anni 90 rimpiangeranno la Meloni : la Schlein vuole “mettere in pari”, l’ Italia … tipo CEPU, 20 anni in 1 !

          😉😁

  18. tomar scrive:

    Miguel: “Il Lei per me è quindi il pronome che nega l’umanità dell’altro, trasformandolo in una funzione economica o istituzionale.”
    D’accordo con queste connotazioni ideologiche del Lei, ma il lei ha anche una connotazione funzionale di rispetto identica a quella che aveva il Voi almeno fino alla prima guerra mondiale rivolgendosi a persone sconosciute o cui non si era in intimità e amicizia: “Voi signore potreste indicarmi la strada per… voi signora credete che sia necessario…”.
    Penso ad esempio alla coppia che, dopo mesi di rumorosi lavori, si è recentemente stabilita sopra di me e nei cui confronti ho provato subito simpatia (il proprietario precedente era uno stronzo): ciononostante mi è sembrato inevitabile ricorrere al Lei nella comunicazione con loro, pur mettendo in questa comunicazione uno spirito che aspirava al tu.
    Nessuna funzione economica o istituzionale tra noi (si vabbè condomini) e credo nessuna reciproca negazione di umanità, ma solo rispetto della inevitabile infinita distanza da cui ci si presenta una persona del tutto sconosciuta.
    Poi certo si può parlare sempre come Gesù, ma non è da tutti.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Tomar

      “Nessuna funzione economica o istituzionale tra noi (si vabbè condomini) e credo nessuna reciproca negazione di umanità, ma solo rispetto della inevitabile infinita distanza da cui ci si presenta una persona del tutto sconosciuta.”

      Certo, e hai fatto benissimo.

      Ma volevo smontare questa brutta affermazione, “pronome di rispetto”.

      Il rispetto ce l’ho per qualcuno di cui so qualcosa.

      Il “Lei” è un legittimo Pronome di Distanza, che uso spesso e volentieri anch’io.

      • Moi scrive:

        @MIGUEL

        Almeno il Lei Italiano è un pronome che NON richiede di portarselo giro sulla spilla ! 😀

      • Roberto scrive:

        Miguel

        “ Il rispetto ce l’ho per qualcuno di cui so qualcosa.”

        Cioè un totale sconosciuto per te non merita rispetto finché non sai qualcosa di lui?

        • Miguel Martinez scrive:

          Per roberto

          “Cioè un totale sconosciuto per te non merita rispetto finché non sai qualcosa di lui?”

          Non capisco proprio cosa tu intenda per “rispetto”.

          La Treccani dà questa definizione:

          “Sentimento e atteggiamento di riguardo, di stima e di deferenza, devota e spesso affettuosa, verso una persona”

          Se è uno sconosciuto, posso stare attento a non aggredirlo, a non sfruttarlo, ma non ho “stima devota e spesso affettuosa”, non posso proprio averla.

          Continuo a non capire cosa tu intenda per “rispetto”.

          • Roberto scrive:

            Miguel,
            Intendo quello che intendiamo noi italiani comunemente quando diciamo “rispetto” utilizzato nel contesto in cui lo sto utilizzando io…riguardo, attenzione, gentilezza

            Tu invece cosa intendi per rispetto?
            Ho solo capito che per te gli sconosciuti non lo meritano

            • Miguel Martinez scrive:

              Per roberto

              “Tu invece cosa intendi per rispetto?
              Ho solo capito che per te gli sconosciuti non lo meritano”

              Mi rifiuto di pensare che tu non abbia capito niente di quello che ho scritto.

              Poi se ti vuoi divertire a giocare sulle parole, nulla in contrario.

              • Roberto scrive:

                Io gioco con le parole Miguel!?!

                🙂

                Questa l’è di molto bellina….

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Io gioco con le parole Miguel!?!”

                Mi sembra che tu lo faccia regolarmente, non ci trovo nulla di male.

              • Roberto scrive:

                Scusa Miguel,
                A me sembra invece che tu lo faccia *sempre* e trovo che sia un modo di discutere che rende davvero faticose e sterili le discussioni

                Riguarda la discussione sul lei.
                Iniziamo con tu che dici che è un pronome “che nega l’umanità delle persone trasformandole in una funzione economica” (ellamadonna!)

                Ti rispondo “è un pronome di rispetto” facendo degli esempi che pure il criceto capirebbe

                Mi rispondi
                1. Che lei e voi francesi sarebbero una cosa diversissima e quindi i miei esempi non valgono
                2. Mi chiedi due volte cosa vuol dire “per me”
                rispetto…”per me” come se chissà cosa stessi inventando

                ….e io gioco con le parole

                L’hai semplicemente sparata grossissima con “il lei nega l’umanità” e quando ti è stato fatto notare hai sollevato una cortina fumogena di domande assurde e osservazioni speciose (il voi esteso…)

                Bastava dire “a Firenze si usa così” o “io uso il lei solo per mantenere le distanze”….invece no “il lei nega l’umanità e non è il voi esteso”

        • PinoMamet scrive:

          Vabbè Miguel, la Treccani la sappiamo legegre anche noi, nun ce provà 😉

          ” 2. a. Sentimento che porta a riconoscere i diritti, il decoro, la dignità e la personalità stessa di qualcuno, e quindi ad astenersi da ogni manifestazione che possa offenderli”

  19. Miguel Martinez scrive:

    Sul Sistema Mondo di Peucezio

    Apprezzo molto il fatto che Peucezio lo affermi: è raro oggi che qualcuno dica, “io credo in questo”, dice quasi sempre, “io sono contro”, come il provider alternativo che fornisce i suoi servizi gratuitamente a chi “condivde i valori dell’antifascismo, dell’antisessismo e dell’antirazzismo”.

    E’ troppo facile vivere di luce riflessa, dicendo di “non essere” qualcosa.

    E a questo punto faccio anch’io quello che “nega”.

    Mi sembra che la tesi di Peucezio abbia due parti completamente diverse:

    1) una tesi filosofica di fondo, su “cultura-natura”, interessante, ma impossibile da criticare.

    2) una serie di affermazioni storiche molto precise, con tanto di presa di posizione (“questi mi piacciono, quelli no”) che invece è assolutamente falsificabile nel senso popperiano.

    Per dire, Peucezio parla spesso dei “semiti nomadi monoteisti”.

    Bene, quasi-semiti (linguisticamente) erano i contadini e costruttori politeisti dell’Antico Egitto;

    Semiti erano i babilonesi politeistissimi, con le loro città.

    Poi è anche vero che quando molto tardi, alcuni semiti hanno scoperto l’utilità del cammello, sono riusciti anche a diventare pastori nomadi. Ma erano una minoranza tra i semitofoni.

    E volendo possiamo divertirci a leggere tutto l’Antico Testamento come un’invettiva antisemita contro le innumerevoli divinità dei contadini cananei.

    • Peucezio scrive:

      Ma non può essere banalmente che i semiti originari si sono innestati su popolazioni neolitiche presistenti e che ciò che di agricolo e stanziale c’è nelle culture “semitiche” non è altro che il fatto che questi contadini hanno appreso le lingue semitiche, allo stesso modo di come i contadini mediterranei si sono indoeuropeizzati con l’arrivo di quelli che oggi chiamiamo Jamnaja (no, con buona pace di tutta la letteratura internazionale anglocentrica, dal russo si traslittera così, non con la Y)?

      • mirkhond scrive:

        Quello che dici vale per la Mesopotamia, con i Sumeri assorbiti dai semitici Accadi.

        • Peucezio scrive:

          Beh, questo ci è documentato.
          Ma che ne sappiamo che in epoca preistorica, non documentata, anche nel resto della Mezzaluna Fertile o comunqu del Vicino Oriente non ci fossero popoli neolitici presemiti?

          D’altronde la rivoluzione neolitica è nata lì e o dobbiamo pensare che l’abbiano fatta i semiti, oppure ci dev’essere stato qualcun altro.
          Ma se l’hanno fatta i semiti, o dobbiamo pensare che si sia trasmessa in Anatolia culturalmente, senza migrazioni rilevanti di popoli, oppure i conti non tornerebbero, perché in Anatolia troviamo lingue preindoeuropee non semitiche prima e indoeuropee dopo e, inoltre, se è vero come è vero che l’agricoltura si è diffusa in Europa dall’Anatolia, per diffusione antropica, dovremmo trovare tracce semitiche nei sostrati preindoeuropei europei, cosa che non è (al massimo ci sono voci panmediterranee, come “vino”, ecc.) e nessuna lingua preindoeuropea d’Europa a noi nota ha parentela col semitico.
          Ma siccome l’agricoltura sappiamo che si diffonde per lenta diffusione antropica, perché genera un incremento demografico, è improbabile che gli agricoltori anatolici fossero discendenti di altri che non siano quelli della Mezzaluna Fertile (sia pure con rimasugli dei paleolitici precedenti, come dappertutto), se ne ricava che è ragionevole ritenere che gli agricoltori neolitici originari della mesopitamia e dell’area siro-palestinese NON fossero semiti.

    • mirkhond scrive:

      “Bene, quasi-semiti (linguisticamente) erano i contadini e costruttori politeisti dell’Antico Egitto;”

      Ma gli antichi Egizi non erano linguisticamente imparentati (alla lontana) con i Berberi?

      • Peucezio scrive:

        Sì.
        Ma la cosa va spiegata.

        Comunemente si distinguono semiti e camiti, come fossero due tronconi di un’unica famiglia linguistica.

        I primi sappiamo chi sono, i secondi comprendono antichi egizi, libii, berberi e una serie di altre sottofamiglie.

        In realtà però “camiti” è un’etichetta di comodo per una serie di famiglie che sono imparentate fra loro non più di quanto non lo siano con la famiglia semitica.
        In sostanza c’è un’unica famiglia camito-semitica (oggi definita afroasiatica, che non vuol dir nulla), fatta di vari sottogruppi, fra cui il semitico, il berbero e via discorrendo.

        • Moi scrive:

          “Camiti” è una parola che non piace a nessuno … per gli Ebrei è dispregiativo per “Arabi” … per gli Arabi è un eufemismo per “Negri”.

          Più o meno la so così …

        • habsburgicus scrive:

          si, vero..infatti oggi usano “Afrasian” o “Afro-Asiatic” per definire quello di cui ha parlato Peucezio …alcuni ci aggiungono le lingue ciadiche, altri le lingue omotiche (Etiopia del sud); che io sappia, e da non linguista ne so infinitamente meno di Peucezio, le “lingue afro-asiatiche” in tono maggiore comprenderebbero 6 gruppi:
          1.lingue semitiche
          2.antico egiziano e copto, ramo estinto (volendo potremmo chiamarlo “egiziano” da non confondere però con il dialetto arabo parlato sul Nilo con la nota particolarità che la “j” si pronuncia “g” ad esempio Jamal diviene come è noto Gamal)
          2.lingue berbere
          3.lingue cuscitiche
          4.lingue ciadiche
          6.lingue omotiche
          i russi hanno mantenuto più a lungo il termine “semito-camitiche” (noi preferivamo “camito-semitiche”..
          il linguista sovietico Igor’ D’jakonov (membro del Partito) pubblicò nel 1965 un’opera, molto ben fatta, intitolata Semitokhamitskie Jazyki “Le lingue semito-camitiche” che descrive esattamente la famiglia oggi definitiva “afro-asiatica” di cui le lingue semitiche sono magna pars ma non l’unica pars

          • Peucezio scrive:

            Habsb,
            ” da non linguista ne so infinitamente meno di Peucezio”

            Io non so nulla sulla famiglia semito-camitica, tranne elementi di classificazione interna molto generale.

      • Peucezio scrive:

        In questo senso effettivamente gli egizi una parentela, non stretta, coi semiti ce l’avevano. Così come ce l’hanno anche i Berberi.

  20. Roberto scrive:

    Miguel

    « Il “rispetto” è qualcosa che si costruisce con la relazione,« 

    Sono totalmente in disaccordo! Il rispetto è dovuto a chiunque fino a prova contraria. Se incontri una persona per strada io gli devo rispetto anche senza aver avuto la minima relazione

    • PinoMamet scrive:

      Come spesso, la vedo come Roberto.

      Ci mancherebbe altro che per dirmi buongiorno l’impiegata delle Poste debba aspettare che io le abbia portato la macchina dal meccanico, tenuto il bambino e magari spazzato casa.
      O per dirlo io a lei.

      Casomai è il “tu”, la famigliarità, che ha bisogno di essere costruita, e non si concede al primo venuto…

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “Sono totalmente in disaccordo! Il rispetto è dovuto a chiunque fino a prova contraria. ”

      Evidentemente è una questione di come intendiamo la parola “rispetto”.

      Tu mi sembra che intenda qualcosa come “non aggressione”, e sono d’accordo: anch’io sono contrario all’idea di aggredire gli sconosciuti e le persone che non mi interessano.

      • Roberto scrive:

        Come intendo rispetto….direi come lo intendono le persone comuni, non capisco cosa vuoi dire con “non aggressione”

        Vedo la donna delle pulizie in ufficio? Le dico “Bonjour Madame, comment allez vous?”
        Incontro la presidente del parlamento? Le dico “Bonjour Madame, comment allez vous?”

        Di del lei allo studente che viene in visita, al direttore generale del personale, all’usciere che mi accoglie la mattina e all’avvocato con il quale sto litigando

        Poi ovviamente, appena c’è un po’ di confidenza passo al tu, ma confidenza vuol dire passare dal cerchio degli estranei a quello degli amici (non so se hai presente l’idea di uchi e soto in giapponese)

        • Miguel Martinez scrive:

          Per roberto

          “Vedo la donna delle pulizie in ufficio? Le dico “Bonjour Madame, comment allez vous?”
          Incontro la presidente del parlamento? Le dico “Bonjour Madame, comment allez vous?””

          Ma “vous” non è il “lei” italiano; è il “voi” esteso.

          • Roberto scrive:

            Perdonami, ma l’uso è perfettamente identico (intendo per noi comuni mortali che parliamo per strada, immagino che per linguisti e filosofi o intellettuali in generale siano cose totalmente diverse)

            Comunque traduci pure in italiano gli esempi, darei del lei

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “Ma “vous” non è il “lei” italiano; è il “voi” esteso.”

            Che differenza c’è? Dico nella testa dei parlanti di oggi, non nella testa dei parlanti di quattrocento anni fa.

            • Roberto scrive:

              Nessuna

            • Miguel Martinez scrive:

              Per MT

              “Che differenza c’è? Dico nella testa dei parlanti di oggi, non nella testa dei parlanti di quattrocento anni fa.”

              Probabilmente.

              Il punto che volevo sottolineare era per me la scoperta del “terzo pronome”, il “voi”, in Sicilia.

              Mi ha aperto un mondo, e ne sento la mancanza in italiano.

              E’ da quel “voi” che nasce ovviamente anche il “vous” francese, che però viene usato (come giustamente dici) come il “lei” italiano.

              Ho notato però che sia in Francia che in Romania, questo “pronome di cortesia” viene usato molto, molto di più di quanto si usi almeno a Firenze il “lei”.

              Per dire, a Firenze non esiste che si usi il “lei” con i politici.

            • PinoMamet scrive:

              Allora, facciamo un po’ d’ordine.

              In Italia tradizionalmente la distinzione era:

              “Lei” (chi era questa signora lei? “la signoria vostra”) era il grado massimo di cortesia;

              “Voi” era il grado intermedio, e si usava per le persone di un certo riguardo, compresi genitori e nonni in tutt’Italia fino agli anni Cinquanta circa;

              “tu” si usava per le persone di grande intimità/famigliarità, o con le quali ci si riteneva in diritto di prendersi delle libertà: i famigliari, gli amici, la servitù… o Dio!
              (ma in molte preghiere di vecchi libri di preghiere, breviari, santini ecc. mi pare di aver trovato il “voi”…)

              Il “voi” è quasi scomparso dall’uso, specie centro-settentrionale, ma lo ricordo distintamente usato da parenti, anche in dialetto; è rimasto più comune in Meridione, e mi capita di sentirlo usare qualche volta da persone di origine meridionale.

              Il “lei” è il modo comunemente accettato di rivolgersi alle persone in modo educato.

              Se poi a Firenze vogliono dare del tu a tutti (ma non mi pare…) beh, un altro motivo per tenere in antipatia i fiorentini.

              • Moi scrive:

                Il “Lei” ha perso moltissimo carisma con Fantozzi e l’ immaginario del cittadino vessato.

                Dare del “tu” a chiunque, perfino l’ ossimoro “tu, signore che desideri ?” del cameriere al ristorante … mi risulta essere tipicamente “Marchigia….” , pardon “Piceno” !

              • Moi scrive:

                Personalmente non mi piace per nulla il Lei, per sudette ragioni … mentre mi piace il Voi.

                Soprattutto se usato alla MediterrOnica 😉 per cui si accompagna al Nome e NON al Cognome.

                O “Lei Signor Esposito” o “Voi Don Ciro” … ad esempio.
                😉

              • Moi scrive:

                Anche ai Romani piace molto dare il “tu” indiscriminato fra sconosciuti, spesso inventando nomignoli lì per lì …

              • Moi scrive:

                A Bologna si sentiva “tu compagno” fra sconosciuti alle feste dell’ unità e ai comizi … poi il Secolo Breve [cit.] finì.

              • Moi scrive:

                Un mio amico di infanzia e adolescenza che amava i fumetti “dei Paperi’ della Disney si chiedeva talvolta : “ma perché i personaggi si danno dep voi da terroni !?” 😁😉

                PS

                Sua madre Ferrarese e suo padre Ragusano … eh !

              • PinoMamet scrive:

                Non ricordo particolarmente che i paperi della Disney si dessero del voi…
                forse a qualche personaggio in qualche storia, boh.

                Comunque non è “da terroni”.

              • habsburgicus scrive:

                quando il cessato regime negli anni del suo massimo fulgore staraciano faceva campagna contro il “Lei” definendolo “servile e straniero” non aveva tutti i torti:
                il “Lei” si usa in castigliano (Usted) e ancor più in portoghese -massime nella variante brasiliana- Você che non è altro che il sicilianissimo “Vossia” (in Brasile Você umilia il “tu”, rarissimo)
                il “Lei” si usa nel mondo germanofono “Sie”

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                ” Non ricordo particolarmente che i paperi della Disney si dessero del voi…
                forse a qualche personaggio in qualche storia, boh.”

                Nei fumetti di Paperino, Paperone, ecc. si dava solo il voi come forma di cortesia, mai il lei.

              • PinoMamet scrive:

                Mi fido di te, non li leggo da quarant’anni…

                Ero naturalmente un fan di Paperino, Topolino non mi esaltava come personaggio…

              • PinoMamet scrive:

                In Hindi c’è la stessa tripartizione:

                Ap (corrisponde a Lei)

                Tum (letteralmente voi) che è la forma più usata

                Tu (letteralmente tu, anche pronuncia identica) usato nell’intimità (e gli indiani NON sono propensi a concederla), in opere di religione..
                o per mandare a quel paese qualcuno.

              • Moi scrive:

                Preferisco i titoli di esperienza alla Giapponese … chi ha fatto Judo / Karate / Aikido ne ha già esperienza, appunto.

                😉

              • PinoMamet scrive:

                Io feci kung fu, il maestro era molto simpatico e ci si dava del tu;

                poi feci un po’ di kendo (mi piacque così così) con dei tizi che si prendevano un po’ troppo sul serio;

                poi provai due lezioni di aikido (carino, molto frainteso, non fa per me);

                avevo già conosciuto dagli Zen dei praticanti di aikido e mi erano sembrati degli esaltati supponenti cosplayer dei samurai…

                invece quelli che conobbi a lezione erano dei tranquilloni, più sul lato umile che altro.

                Dal vivo, non ho mai sentito nessuno dire sensei, sempai, shifu o che altro, e se lo avessi sentito gli avrei riso in faccia.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Pino Mamet

                “Se poi a Firenze vogliono dare del tu a tutti”

                Concordo con tutto quello che hai detto, tranne su questo: mi sono spiegato male infatti. Non è che a Firenze tutti vogliono dare del tu a tutti; semplicemente, la percentuale di persone cui si dà del tu è maggiore che al sud.

              • Peucezio scrive:

                Miguel,
                per forza, a sud sono tutti iperformali, che due coglioni!

                Poi dicono che i settentrionali sono scostanti, freddi…

              • habsburgicus scrive:

                in piemontese c’è solo il Lei (chiàl), usato abbastanza e sempre in occasioni formali (oggi meno, anche perché in quelle occasioni si userebbe l’italiano)… il “voi” non si usa MAI a differenza del francese (e del Mezzogiorno ausonico)..voiàuti “voi” è il “voi” plurale (vous autres)

              • PinoMamet scrive:

                Daje cor Mezzogiorno…

                mi ricordo stra bene mio papà che usava il voi per la suocera, per esempio…

            • Roberto scrive:

              Pino

              “Voi…lo ricordo distintamente usato da parenti, anche in dialetto; è rimasto più comune in Meridione,”

              Beh le mie nonne e la loro generazione davano del voi a tutti esattamente come io do del lei…tant’è che finché quella generazione era in vita davamo anche noi del voi alle persone anziane (a Napoli, non ho mai dato del voi in italiano a nord di Napoli)

  21. Peucezio scrive:

    Comunque, ragazzi,
    io ho solo tentato di esporre una mia vecchia visione del mondo, perché è quella più organica, pur coi suoi limiti, perché Pino tempo fa espresse curiosità in questo senso.

    Non ho mai avuto la pretesa di voler convincere qualcuno e, soprattutto, NON È PIÙ quello che penso. Non nel senso che rinnego tutto, ma che ho relativizzato e reso molto più sfumato il tutto.

    Quindi prendetelo davvero come un bell’esercizio (o brutto, secondo le preferenze) di pensiero.

    In qualche misura orienta ancora tanti miei giudizi, ma non per una sorta di adesione a una logica deduttiva, che a partire da un sistema dogmatico ricava inferenze sulle singole cose, ma perché i miei giudizi sono espressione del mio particolare approccio e modo di sentire e ragionare, così come la mia Weltanschauung, più o meno organica, rivista, relativizzata, ridimensionata.

    • Roberto scrive:

      Avercela una visione del mondo organica….per me è già tanto sapere dove vado a cena domani

      • Peucezio scrive:

        Ma guarda che non l’ha ordinato il dottore.

        Io ho la tendenza a sistematizzare i concetti, ma è una mia particolare tendenza appunto.

        • Roberto scrive:

          Certo, ma davvero mi piacerebbe avercela anche io una visione del mondo così organica e sistematica…forse quando sarò in pensione proverò a mettermici, adesso non mi viene

          • Peucezio scrive:

            Io però non è che mi ci sono messo: mi è venuta da sé. Se no non c’è gusto, diventa un impegno 😀

            Però tu sei ateo e materialista, no?
            Quindi hai già una tua visione.

            • Roberto scrive:

              “Ateo e materialista”

              Giusto…aggiungerei epicureo

              sono così poco portato a questo tipo di ragionamenti che nemmeno mi rendo conto di farli 😁

            • Francesco scrive:

              ma ci sono atei non materialisti?

              anche se mi paiono più interessanti dei materialisti NON atei!

              • Peucezio scrive:

                Credo di sì.
                Ci può essere una visione spirituale del mondo senza un essere supremo.

                In un certo senso si dice del buddismo che è ateo.

                C’è anche da dire che nel signifiato corrente “ateo” è diventato sinonimo di “non religioso”, per cui in genere, pensando a un buddista, non lo definiamo “ateo”.

                Non credo invece possa esistere un materialismo non ateo: faccio fatica a immaginare un ente supremo fatto di materia. Anche perché se è supremo, può anche modificare le leggi fisiche, e questo il materialismo non lo contempla.

        • Francesco scrive:

          credo sia importante farlo, Peucezio, se non altro per accorgersi se uno ha posizioni tra loro contradditorie

          che non è bellissimo, secondo me

          ciao

  22. Moi scrive:

    Sì ma al difuori di un preciso contesto formale … darsi del “Lei” implica di voler mantenere freddamente le distanze.

  23. Moi scrive:

    Biden ha il Covid … scusa per mandare avanti Kamala Harris ?

    • habsburgicus scrive:

      può essere

    • Moi scrive:

      Harris hits the campaign trail in North Carolina as Biden isolates for COVID

      https://www.npr.org/2024/07/18/g-s1-11932/biden-covid-harris

      • Moi scrive:

        Mi pare che abbiano tempo fino al 22 Agosto, o circa :
        tuttavia secondo me Joe Biden finirà per “abdicare” … e non vedo realisticamente (!) chi, se non Kamala Harris.

        Kamala Harris che NON escludo possa vincere e fare degli USA una simil-Barbieland del film ;-D …

      • Moi scrive:

        Nancy Pelosi invita Biden a rinunciare … quanto di meno “Americano” si possa immaginare di fare, nevvero Miguel ?

        https://justthenews.com/politics-policy/elections/pelosi-privately-told-biden-polls-show-he-wont-win-november-report

        Pelosi privately told Biden polls show he won’t win in November: Report
        Pelosi joins a growing list of Democrats who are encouraging Biden to step aside

        • habsburgicus scrive:

          @Moi
          se veramente i DEM gli contrapporranno Kamala Harris,
          sarà la campagna elettorale più ideologica dal 1860 !
          ma ci pensate ? un “true American”, tycoon, bianco, protestante, maschilista CONTRO una nera, apertamente ai limiti del marxismo (o forse oltre :D), laica, genderista !
          saranno scintille !
          manco nel 1860 nella lotta epica tra Abraham Lincoln (REP, antischiavista), Bell (Constitutional Union, un ex-Whig dell’Upper South, tendenzialmente proschiavista ma “con juicio”), Alexander Douglas (DEM del nord,. tendenzialmente proschiavista “moderato”) e Breckinridge (DEM del sud, fanaticamente proschiavista, già vice-presidente uscente sotto il DEM James Buchanan, Pennsylvania, “soft” verso gli schiavisti) vi furono differenze così abissali ! e allora finì con la guerra civile
          pensiamo invece ad elezioni veramente americane, come quelle del 1920 fra Warren Harding (REP, vincerà) e James Cox (DEM)..chi avrebbe potuto notare una seria differenza fra i due ? 😀 😀 😀

          • Francesco scrive:

            la Harris una marxista? sei sicuro, prof?

            vabbè che in America ti danno la patente di socialista anche solo per esserti lavato le mani prima di mangiare, però marxista mi pare difficile

            in cambio in Europa ti danno del John Wayne se non hai il bonifico di Putin o Xi da mostrare!

            • Francesco scrive:

              ma i figli NON portano le colpe dei padri!

              mamma mia, ti sei wokizzato?

              😀

              • paniscus scrive:

                No, semplicemente penso che si intendesse dire che la Harris, nonostante la pelle scura, non ha nulla a che fare con il vissuto storico e identitario mainstream delle vere masse dei “neri americani”, e quindi con i loro ideali, le loro rivendicazioni e i loro simboli.

                Negli Stati Uniti, identificarsi come appartenente alla “razza” nera non vuol dire fare a gara a chi ha la pelle più scura (anzi, la maggior parte dei “neri” noti, influenti e socialmente visibili sono dei meticci chiarissimi):

                vuol dire identificarsi con un passato storico di antenati rapiti dall’Africa per essere schiavizzati, seguito poi da discriminazioni e segregazioni vergognose per i dscendenti che sono continuate per decenni anche dopo la scomparsa della schiavitù, quartieri diversi, scuole diverse e dinamiche sociali diverse, con conseguente creazione di una “casta” specifica di svantaggiati cronici, e ricerca di riscatto e di uguaglianza.

                Se la signora Harris non è di origine africana ma indiana e caraibica, e oltretutto di famiglia privilegiata e borghese che in passato aveva anche partecipato al commercio di schiavi,

                ovviamente non è giusto che debba pagare lei per le colpe dei trisavoli, ma sta di fatto che non ha niente in comune con la storia e le caratteristiche condivise dei “neri americani”.

                Esattamente come non ce l’ha Obama, che di afro-americano “etnico” non ha assolutamente nulla, essendo figlio di una donna borghese colta e benestante di famiglia statunitense bianchissima, e di un uomo nato in Africa e trasferitosi negli USA pochi decenni fa, che sicuramente non ha avuto antenati incatenati sulle navi negriere o nonne costrette a lasciare il posto a sedere ai bianchi in autobus…

              • Miguel Martinez scrive:

                Per paniscus

                “ovviamente non è giusto che debba pagare lei per le colpe dei trisavoli, ma sta di fatto che non ha niente in comune con la storia e le caratteristiche condivise dei “neri americani”. ”

                Esatto!!!

              • Roberto scrive:

                Paniscus e Miguel

                “ non ha niente in comune con la storia e le caratteristiche condivise dei “neri americani”.

                La Harris, come Obama, hanno in comune con i neri americani, il fatto che appena una generazione fa non sarebbero potuti andare in certe scuole, non potevano sedersi in certi posti sul bus, ed era impossibile pensare che diventassero POTUS….senza contare che negli Stati del sud rischiavano la pelle se incontravano un poliziotto di cattivo umore (…questo anche oggi in realtà)

              • paniscus scrive:

                per Roberto:

                “La Harris, come Obama, hanno in comune con i neri americani, il fatto che appena una generazione fa non sarebbero potuti andare in certe scuole, non potevano sedersi in certi posti sul bus”—-

                Kamala Harris e Barack Obama (nessuno dei due con un vissuto storico di antenati schiavi o di zii spacciatori nei ghetti neri di periferia urbana) hanno circa 60 anni,

                …e non mi risulta che (quando avevano 20 anni) sia stato loro impedito di iscriversi all’università e di fare delle carriere strepitose.

                Ma appunto, questi dovrebbero essere dettagli di vita privata, e non di affermazione di gruppo “razziale”, espressione che non è nemmeno accettabile.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Infatti mica appartengono alla generazione prima della loro. Ma per definizione…

              • habsburgicus scrive:

                (riferendomi a quanto ha detto Roberto, con cui sono sostanzialmente d’accordo, con una piccola puntualizzazione…questa che sto per fare)

                forse “una” generazione è esagerato, almeno per le grandi (e “liberal”) metropoli dell’East Coast e della West Coast (ove i due studiarono), ma non certo per il Sud… mi ricordo io stesso (e ho meno anni di ambedue, tanto Obama quanto Kamala) che la Louisiana aveva appena abolito una legge che definiva “non bianco” chiunque avesse 1/32 di “sangue nero” ed essere definito “colored” non era un complimento, fidatevi 😀 una dozzina di anni dopo, sempre in Louisiana, David Duke del Ku Klux Klan (uomo per certi versi interessante :D) fece molto parlare di sè..e arriviamo a una trentina di anni fa, storicamente una bazzeccola
                se tuttavia scriviamo “due generazioni” anziché “una”, allora quanto ha scritto Roberto diventa verissimo IN TOTO !
                ancora negli anni ’40 e nei primi ’50 potevi essere ricco quanto vuoi, potevi avere la pelle bianchissima, ma se eri definito “nero” restavi
                “nero”..anche a New York ! e non diventavi certo presidente USA (Obama) o vicepresidente USA (Kamala)

              • Roberto scrive:

                Habsb

                “Due generazioni fa”

                Vada per la correzione, ma forse per capirci meglio avrei dovuto dire “fino alla fine degli anni 60”…forse paniscus e Miguel sono troppo giovani per ricordarsi che la fine *ufficiale* della segregazione razziale negli USA è il 1964 (civil rights act). Ma quella è la legge…possiamo dire che nel 1964 finiscono discriminazione e razzismo con un colpo di bacchetta magica? Ovviamente no….e ovviamente essere di origini indiane o africane, poco cambia agli occhi di chi vede i colori delle persone

                Su questo tema consiglio a tutti la visione del bellissimo glory roads, l’epopea della prima squadra di basket universitaria a schierare un quintetto all blacks (affronteranno anche Kansas del mitico jo jo white che poi farà una carriera da professionista giocando nei Celtics), ricordando che la storia è del 1966, quando ufficialmente non esisteva più la segregazione

              • Roberto scrive:

                Ricordo per rimanere in tema palla a spicchi che bill Russel (eroe dei Boston Celtics per oltre un decennio, vincitore di 7 campionati di fila a Boston e undici in totale) ricorda come negli anni 60 gli avessero rifiutato di vendergli una casa…Boston non Louisiana o Kentucky….

                https://www.slamonline.com/the-magazine/bill-russells-lifelong-fight-against-racism/

                Dire che Harris e Obama non hanno nulla a che fare con il vissuto storico ed identitario di tutti gli altri neri mi pare quanto meno azzardato, e non vedere la cosa principale: sono neri

              • paniscus scrive:

                “e non vedere la cosa principale: sono neri”—–

                Negli Stati Uniti (in cui scrivere sui documenti l’appartenenza di “razza” è normale,

                sono considerati NERI anche quelli discendenti di indiani o di aborigeni australiani (che sono parecchio scuri, ma non c’entrano niente con i neri dell’Africa arrivati con la tratta degli schiavi)?

              • paniscus scrive:

                E comunque Kamala Harris, in tutte le foto che ho trovato sui motori di ricerca, ha la pelle chiara quanto me. Obama no, ma la Harris sì.

              • PinoMamet scrive:

                Oh, beh, è sufficientemente nera per gli americani, in ogni caso 😉

                Più che altro mi infastidisce che molti immigrati vogliano fare i neri anche da noi, come se fossimo in America.

                Tra i ragazzotti delle medie di origine non-strettamente-italiana so che va di moda darsi del “negro” o vantarsi di essere “negri”- anche nord africani più chiari di me, oppure filippini o cinesi che non c’entrano assolutamente niente con i neri…

                e ho dovuto ricordare a un mio studente sikh, che si considerava “non bianco”, che era abbastanza bianco per Hitler allora lo è per tutti 😉

              • paniscus scrive:

                “e ho dovuto ricordare a un mio studente sikh, che si considerava “non bianco”, che era abbastanza bianco per Hitler allora lo è per tutti”—-

                Questa non l’ho capita, spiega meglio…

              • paniscus scrive:

                “Più che altro mi infastidisce che molti immigrati vogliano fare i neri anche da noi, come se fossimo in America. (….) Tra i ragazzotti delle medie di origine non-strettamente-italiana (….)—–

                Evidentemente questo avviene perché tutta la loro cultura modaiola sull’argomento arriva dai social, e in particolare da gruppi e chat sui social provenienti da fonti americane, probabilmente tradotte male.

              • PinoMamet scrive:

                Questo mio studente sikh (ne ho avuti mille… ) diceva cose tipo “voi bianchi” ecc.
                parlando con i suoi compagni.

                Non litigavano eh? Stavano semplicemente scambiando idee.

                Gli ho detto che era bianco anche lui
                (e in effetti ho sempre considerato gli indiani bianchi, tanto più che ho fatto il Classico dove te le menano con il latino, il greco e quanto somiglino al sanscrito; e mi ha stupito:
                1- scoprire che alcuni italiani non la pensino così
                2- scoprire, soprattutto, che gli indiani credano di essere “di colore”- perché glielo hanno insegnato gli inglesi)

                Lui se ne mostra stupito.

                Gli dico che Hitler li considerava ariani, anzi, che il termine ariani viene proprio dalle parti sue;

                e se sono bianchi per Hitler, beh, sono bianchi per tutti…

  24. Moi scrive:

    @ MIGUEL/PANISCUS

    Ci siamo: il gender è assurto a mutazione genetica ipso facto, talmente li hanno bombardati di propaganda :

    https://www.lescienze.it/news/2024/07/17/news/sesso_genere_cervello_bambini-16475798/

    Nel cervello dei giovanissimi il sesso e il genere sono legati a circuiti diversi

    • paniscus scrive:

      Se anche la rivista “Le Scienze” si è dovuta adeguare all’uso dell’espressione ridicola (e sbagliata anche grammaticalmente, oltre che concretamente) di “sesso assegnato alla nascita“, siamo veramente al baratro.

      • Francesco scrive:

        stiamo cadendo e da tempo

        possiamo giusto dirci “fin qui tutto bene” in attesa di un bello schianto fragoroso

        guerre perse perchè i comandanti litigavano sui loro pronomi ne abbiamo?

        • Moi scrive:

          Se, va be’ … ho sentito fenomeni cosmopoliti in odium sui affermare che l’ Impero Romano con la Storia d’ Italia non c’ entra nulla : fu una meravigliosa Collaborazione Mediterranea Euro-Araba … sì, “in compenso” :-() c’ è chi definisce a posteriori “Αrabi” i Cartaginesi !

      • Moi scrive:

        Obiezione classica 😀 :

        “Le TERF sono ferme alla biologia delle elementari e “Siamo Fatti Così” … il sesso biologico è un costrutto sociale ! Le TERF non sanno che esistono le persone intersex con altri corredi cromosomici : fra XX e XY , intercorre uno “spectrum” con anche cromosomi in eccesso o in difetto.

        SE le TERF conoscessero la matematica oltre le divisioni a due cifre , saprebbero che esiste la Statistica … ”

        Discorsi che si possono sentire o leggere veramente … con tanto di vanto che il mondo neurotipico fascidtoide divide, respinge, esclude, il mondo invece Adhd /
        autistico (orgogliosamente diagnosticato ed esibito) unisce, include e accoglie.

        • paniscus scrive:

          E adesso cosa cavolo c’entrano i casi (rari) di anomalie cromosomiche effettive, che esistono, e che appunto sono rari, ma del tutto identificabili… con le rivendicazioni in base alla costruzione sociale?????

          Scusate se prima o poi faccio il “temino”, ma ci tengo, perché un po’ di esami di genetica al corso di Scienze Naturali li ho fatti. Ma non mi va di dilungarmi oggi…

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “E adesso cosa cavolo c’entrano”

            Mettiamo che io voglia dimostrare che in Italia non esiste nessuna regola per cui la circolazione a doppio senso di marcia preveda che i veicoli debbano mantenere la destra della carreggiata. Cosa farò? Inizierò a tirare fuori tutte le eccezioni alla regola, che siano patologiche (“una volta ho visto un tizio tenere la sinistra”) o che siano dovute a situazioni particolarissime (ad esempio, nei varchi per l’inversione di marcia in autostrada due veicoli del servizio autostradale che dovessero incrociarsi verosimilmente terrebbero la sinistra per non tagliarsi la strada).
            Ha senso? No. Permette di tenere botta nelle discussioni? Sì.

        • paniscus scrive:

          “SE le TERF conoscessero la matematica oltre le divisioni a due cifre , saprebbero che esiste la Statistica … ””—

          Francamente, credo che le conoscenze generali di matematica delle cosiddette TERF, per quanto non eccellenti, siano sempre maggiori di quelle dell’attivista woketransfluido medio,

          se non altro per motivi anagrafici (cioè, le TERF hanno passato i loro anni giovanili in un sistema scolastico in cui se non arrrivavi agli obiettivi minimi richiesti ti bocciavano… non in un sistema in cui sono fieri e commossi di offrirti la “carriera alias”, e già che ci sono ti fanno pure il protocollo BES con esoneri e facilitazioni varie).

          In ogni caso, penso che l’ignoranza in matematica delle TERF rientri in pieno nella media di ignoranza in matematica di tutta la popolazione generale, che siano attivisti o no, e che siano maschi, femmine o cantanti, come chiosava De André…

      • Peucezio scrive:

        Pan,
        vedi perché io mantengo le mie riserve sul ruolo antropico nel cambiamento climatico, sull’evoluzionismo…

        Perché se anche la scienza più accreditata, che dovrebbe essere oggettiva e asettica, si adegua alle mode culturali e alle fisime diffuse, che credibilità le si può dare?
        Cioè, non è che si inventa tutto, per carità, ma è bene prendere le cose con un minimo di beneficio d’inventario, soprattutto in temi rilevanti sul piano valoriale, sociale o filosofico.

  25. PinoMamet scrive:

    “a porre fine al Cristianesimo [l’unico vero Cristianesimo è quello cattolico romano, da ritenersi estinto ”

    Cattolici del blog!
    questa me la spiegate?

    Non il fatto che il Cattolicesimo sarebbe estinto; quello è un fatto vostro interno, per così dire, e sono sicuro che mentre molti di voi saranno anche d’accordo sul fatto che sia estinto, a indagare salterebbero fuori almeno tre o quattro definizioni diverse di “estinzione”, anche completamente contraddittorie tra loro…

    No, la dichiarazione (tipica di Habs) che il Cattolicesimo romano sarebbe l’unico vero Cristianesimo…

    che vuol dire “vero”??? e perché sarebbe tale?? Mi sfugge.

    • Moi scrive:

      SE in questo Paese l’ Islam non ci fosse … non me ne fregherebbe un cazzo ! 😃

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Vero

      Per la Chiesa, è vero nel senso di veridico: il cattolicesimo è la versione del cristianesimo con il corpus di dottrine più corretto.
      Per quelli che possiamo definire “cattolici culturali”, è vero nel senso che è quello che più si avvicina alla loro definizione di cristianesimo. Cioè, in concreto, quello che si immaginano loro quando pensano al cristianesimo (tipo, “per me la vera mozzarella è quella campana”). Per Habsburgicus – per dire – sono tutte balle (una volta lo assimilò a Tex), ma se legge la parola “critianesimo” lui pensa a quello cattolico.

    • Francesco scrive:

      Beh

      gli anglicani, con il Re a capo formale della Chiesa, fanno orrore. poi quanto a dottrina erano abbastanza accettabili

      i luterani e calvinisti, con la predestinazione e la Sola Scriptura, sono deliranti

      gli ortodossi sono tanto carini ma si sono legati mani e piedi al mondo, ognuno la sua nazione, scadendo nel misticismo

      diciamo che restiamo solo noi cattolici “per esclusione”

      😀

      • paniscus scrive:

        “gli anglicani, con il Re a capo formale della Chiesa, fanno orrore. “—-
        Anche a me fa orrore la commistione indebita tra chiesa e stato, e l’identificazione di una chiesa con una nazione specifica.

        Però immagino che, quando in Italia c’era la “religione di Stato”, tu te la facessi andare bene e pensavi che fosse giusto, e immagino che tu ci sia anche rimasto piuttosto male quando il concetto è stato abolito.

  26. Peucezio scrive:

    Beh, si potrebbe dire che la Chiesa romana è l’unica che discende direttamente da Cristo, cioè da Pietro. Le altre si sono comunque tutte, in un modo o nell’altro, distaccate o sono più recenti.

    • PinoMamet scrive:

      Mmm è un criterio, però penso che gli ortodossi per esempio ti direbbero che sono stati i cattolici a staccarsi…

      E del resto credo che neppure la Chiesa cattolica, nel suo (perdonatemi) imperialismo culturale del Sei-Settecento, si sia mai spinta a definirsi l’unica nata dagli apostoli, semmai la principale per importanza…

      • Francesco scrive:

        No, l’unica rimasta fedele ai dettami originali del Signore.

        Anche la supremazia del Papa discende dal Vangelo, per i cattolici.

        Le altre confessioni cristiane si caratterizzano per aver “tradito” una parte delle indicazioni lasciateci dal Signore Gesù Cristo, nella visione cattolica

        Ciao

        • Moi scrive:

          Il Cristianesimo Neurotipico di Francesco … 😉

        • paniscus scrive:

          Francesco:

          “No, l’unica rimasta fedele ai dettami originali del Signore.

          Le altre confessioni cristiane si caratterizzano per aver “tradito” una parte delle indicazioni lasciateci dal Signore Gesù Cristo, nella visione cattolica”–

          Ti svelerò un segreto: ANCHE altre confessioni cristiane, non solo quella cattolica, sono convintissime di essere “l’unica” che ha davvero interpretato correttamente gli insegnamento di Cristo e che quindi tutte le altre sbaglino (chi in modo più grave, chi meno grave, con livelli diversi di possibilità di mediazione, ma di sicuro il pensiero è quello).

          • PinoMamet scrive:

            Più o meno è questo che mi colpisce..

            cioè, che la Chiesa cattolica dica di essere l’unica originale, è ovvio;
            lo dicono tutte, adducendo una ragione o l’altra.

            Che lo sostengano i cattolici, anche è ovvio.

            Che invece venga riproposto, da cattolici a volte… diciamo… culturali, non come un dogma di fede o una convinzione personale, ma come un vero e proprio truismo, questo mi stupisce parecchio.

            • Francesco scrive:

              se truismo vuole dire “verità ben nota” non posso che appoggiarli!

              certo che tutti tentano di tirare l’acqua al proprio mulino ma … noi cattolici ne abbiamo ben donde, le altre confessioni molto meno

              (del resto, se non ci credessi cosa sarei cattolico a fare?)

              🙂

              • paniscus scrive:

                “(del resto, se non ci credessi cosa sarei cattolico a fare?)”—

                Non mi permetterei mai di insinuare accuse simili verso di te, non avendone motivo,

                ma ti ricordo che il mondo (e in particolare l’Italia) è strapieno di gente che si dichiara cattolica e che si adegua ai comportamenti di facciata considerati da cattolici,

                ma che personalmente alla dottrina cattolica NON ci crede davvero.

      • Peucezio scrive:

        Pino,
        sì, però il patriarcato di Costantinopoli è nato dopo quello di Roma.

        Però è vero che sul piano dottrinale i novatori sono stati i latini, non i greci.

        Distinguerei,
        le chiese scaturite dai vari patriarcati sono antiche quanto quella romana e non ne rappresentano una scissione. Poi c’è il problema della primazia.
        Però sono cattolici, calcedoniani (quindi ortodossi) oppure copti, monofisiti… di solito lo stesso patriarcato ha tre patriarchi, secondo le tre fedi.
        E in effetti monofisismo e nestorianesimo sono innovazioni (però si potrebbe dire che la definizione calcedoniana viene dopo, quindi è difficile stabilirlo).

        Invece tutto il resto, cioè tutte le sette protestanti, vengono da scismi, quindi non discendono direttamente dalla Chiesa primitiva fondata da Gesù.

  27. Moi scrive:

    @ Lucia

    Sono d’accordo che è antipatica la asimmetria (!) nell’ uso del Lei …per questo, ripeto, farei “tu” universale , poi con la persona collega più esperta di te dirai “senpai” ..
    o se lo è meno, “kohai”.

  28. Moi scrive:

    La Scienza di Paolo Sizzi,

    Consigliere Leghista “nei guai” per aver scritto “negroide” [sic] …

  29. Moi scrive:

    La Scienza di Paolo Sizzi,

    PARDON è all’ opposizione, a Mantova

    https://www.google.com/amp/s/www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/30/neoide-il-segretario-della-lega-a-mantova-fa-propaganda-sui-social-contro-il-sindaco-prendendosela-con-un-bambino/7568471/amp/

    “Negroide”: il segretario della Lega a Mantova fa propaganda sui social contro il sindaco prendendosela con un bambino

    • Moi scrive:

      il rappresentante del Carroccio ha avuto anche lo spirito di tenere il punto: “Ho usato termini corretti della lingua italiana. Caucasoide, negroide, mongoloide, australoide sono termini corretti della nostra lingua e non hanno significato offensivo”. E poi ancora: “È la lingua italiana, quella che ci ha insegnato Dante. Si può ancora dire Dante o si offende qualcuno?”.

      [cit.]

    • PinoMamet scrive:

      Il segretario della Lega sarebbe quel brutto cinquantenne pettinato male che si fa le foto al cesso?
      Si può ancora dire cesso, o si offende qualcuno? 😉

      No, dico, vogliamo perdere tempo a rispondere a uno che si fa le foto al cesso?

      • tomar scrive:

        Pino Mamet:“Si può ancora dire cesso, o si offende qualcuno? ”

        Eccome che si può dire, anzi è colto: cesso dal latino (re)cessum… ritirata!

  30. Peucezio scrive:

    Una domanda agli uomini di legge del blog.

    In un mondo ideale il carcere non esisterebbe e ultimamente scrivevo, come ipotesi estrema, che si potrebbe sostituire in tutti i casi coi domiciliari.
    Senza arrivare a questo estremo

    come mai non si usano i domiciliari come unica misura di carcerazione preventiva?
    Voglio dire, tu, stato, non sai ancora se un cittadino è colpevole o meno. Avendo la possibilità di renderlo innocuo per la società e di evitare che scappi grazie ai domiciliari (con braccialetto o comunque con un controllo rigorosissimo), perché devi infliggergli una misura vessatoria e crudele come il carcere, sapedno che potrebbe poi risultare innocente? Non sarebbe anche un modo per liberare spazio nelle carceri sovraffollate, ridurre i costi per lo stato, ecc.?

    • Roberto scrive:

      Ma infatti la custodia cautelare in carcere è (o dovrebbe essere) l’extrema ratio!

      Capisco che tu ne abbia una percezione diversa perché sui giornali si parla solo di quelli finiti in carcere ed è anche vero che ci sono magistrati molto disinvolti con il carcere, ma non è affatto la regola

      Per la storia del Qatar gate tuttj avete sentito della carcerazione e della kaili (indegna per modi e durata) e di giorgi (indegna per durata), ma immagino che nessuno ha sentito di altri che o sono stati ai domiciliari o hanno avuto misure ancora più blande (tipo divietò di espatrio)

      • Peucezio scrive:

        Vabbè, ma lì non era in Italia, non ci riguarda.

        Ma quindi un giudice deve dare delle motivazioni per far fare la custodia cautelare in carcere anziché ai domiciliari? Cioè i secondi sono la scelta per difetto?

          • Peucezio scrive:

            Grazie.
            Non è ben chiaro quali siano le condizioni per questa extrema ratio.
            Cioè in che cosa un imputato sarebbe potenzialmente pericoloso in casa propria.
            E tantomeno è chiaro il principio per cui si debba fare la custodia cautelare in carcere per i reati di associazione mafiosa, visto che stiamo parlando comunque di un presunto innocente fino a prova contraria, cioè di un presunto non-mafioso.

            Mi pare che, anche con questa formulazione, ci sia comunque un orientamento vessatorio e gratuitamente punitivo.

            • Francesco scrive:

              Avrei qualche dubbio sul gratuitamente: ci sono un sacco di criminali professionisti o fuori di testa per cui i domiciliari sono licenza di uccidere.

              Come rilevi anche tu, la prigione funziona come pena per i colletti bianchi, i borghesi che hanno provato a fare i furbi. Ma per i criminali proletari è più o meno vita normale, ben poco afflittiva, deterrente, figurati rieducativa.

              Per i mafiosi fa curriculum ed è obbligatoria, mi pare.

              Ciao

              • Peucezio scrive:

                D’accordo.
                Ma intanto in questo modo ti trovi il giudice a cui gira (perché considera che sia un caso da extrema ratio) di dare la custodia cautelare in carcere al colletto bianco, che magari è un poevo impiegatuccio che poi si rivela innocente,

                ma in ogni caso, se usi tanto di braccialetto, il tizio dev’essere molto veloce ad andare a uccidere la sua vittima, perché gli piombano addosso non appena rilevano il distanziamento da casa.

                Quanto ai mafiosi, ripeto, uno lo è dopo sentenza passata in giudicato.

            • Roberto scrive:

              Peucezio
              “Cioè in che cosa un imputato sarebbe potenzialmente pericoloso in casa propria.”

              Riassumo il riassunto
              Devi avere tre presupposti
              1. Durata della pena prevista (vai ai cautelari solo se la pena prevista è superiore nel massimo a tre anni = solo per reati gravi)
              2. Gravi indizi di colpevolezza
              3. Utilità della misura (per esempio se hai agito per legittima difesa, niente cautelare)

              Poi se tutti e tre i requisiti sono presenti, deve esserci almeno uno di questi elementi
              A) pericolo di fuga
              B) pericolo di inquinamento delle prove
              C) rischio di reiterazione del reato o pericolo sociale (capirsi che se ho ucciso mia moglie non mi lasceranno tranquillo a casa con i miei figli)

              Cosa ci trovi di vessatorio e gratuitamente punitivo?

              • Peucezio scrive:

                Beh, se la cosa è fatta bene uno non può fuggire o viene immediatamente riacciuffato, tranne farsi tagliare un piede.

                Inquinamento delle prove idem.

                Il caso della moglie è molto particolare: gli si può dire: o hai un’altra casa dove stare, dai genitori, da un amico, hai un altro immobile tuo, oppure figlio bello, te ne vai in gattabuia. Oppure si allontana la moglie, la si manda dalla madre.
                Mi pare un caso estremo molto specifico.

                Resta il caso dell’associazione mafiosa. Cioè tu punisci l’essere semplicemente sospettato, come se questo fosse ipso facto un marchio d’infamia.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Beh, se la cosa è fatta bene uno non può fuggire o viene immediatamente riacciuffato, tranne farsi tagliare un piede”

                In che modo il fatto che un giudice mi dica di stare a casa garantisce che io resti a casa e non mi dilegui o non vada a scannare la mia vittima fortuitamente sfuggita al primo tentativo di omicidio?

              • Peucezio scrive:

                Dicesi braccialetto elettronico.

            • paniscus scrive:

              “Cioè in che cosa un imputato sarebbe potenzialmente pericoloso in casa propria.”—–

              Non è che sia pericoloso perché sta in casa propria,

              il problema è che se sta in casa propria è MOLTO più difficile controllare i suoi effettivi contatti personali con eventuali complici di reato o portatori di interessi comuni, visto che avrebbe disponibilità infinita di contattare altre persone o di usare liberamente comunicazioni digitali con chiunque, grazie a qualche scappatoia garantita da familiari e amici.

              E’ ovvio che mi aspetto che i numeri telefonici di un condannato agli arresti domiciliari siano tracciati, ma rimane comunque facilissimo procurarsene degli altri nuovi intestati a chissà chi, e modificati di continuo, o avere contatti personali con gente esterna semplicemente affacciandosi dalla finestra. Non si possono mettere agenti di vigilanza fissa 24 ore su 24 sotto ogni casa di ogni singolo delinquentello cronico.

              Per cui, semplicemente, in carcere è più facile controllare, tutto lì.

              • Peucezio scrive:

                Un mio amico si è fatto alcuni mesi di domiciliari. Io non avevo modo di telefonargli, scrivergli su whatsapp, su telegra… se gli scrivevo il mio messaggio restava con una sola spunta grigia, cioè non lo aveva ricevuto…

                E così tutti gli altri.
                Gli avevano sequestrato pc, telefono… tutto.

              • Roberto scrive:

                Peucezio

                Vabbè dai ma stando a casa le possibilità di contatti con l’esterno sono infinite, mi pare così evidente che non credo sia da discutere

                Poi è chiaro che un ladro di polli se ne starà buono ma prova a pensare un presunto criminale un filo più scafato

        • Roberto scrive:

          Peucezio

          “Vabbè, ma lì non era in Italia, non ci riguarda.”

          Cozzolino per esempio era in Italia e ha avuto solo domiciliari

  31. Moi scrive:

    @HABSBURGICUS

    Se la politica funzionasse a Like degli Influencer anziché a Suffragio Universale … Kamala Harris avrebbe già vinto.

    Cmq NON escludo che Kamala Harris possa vincere, se (!) candidata ufficialmente !

    • Francesco scrive:

      dopo 4 anni di eclissi totale in cui non ha combinato nulla? non viene il sospetto che sia una discreta incapace, semplicemente?

      • Peucezio scrive:

        Speriamo che anche gli americani lo capiscano.

        Io comunque tifo fino all’ultimo per un mancato ritiro di Biden.

        Anche perché pensate se dovesse vincere! Quattro anni con un vecchio rimbambito alla Casa Bianca! Cosa si potrebbe chiedere di più?

        • Francesco scrive:

          Rimbambito quando si tratta di essere veloci a parlare ma di testa molto più lucido e meno dilettantesco di Trump.

          Per ora almeno. Uno che magari si sbaglia a dire Putin invece di Zelenski ma che sa benissimo chi è l’amico e chi i il nemico.

          E che non sottovaluta la Cina.

          • Peucezio scrive:

            Sì, a tu ti immagini altri quattro anni con un presidente USA che a tutti gli incontri internazionali straparla, fa discorsi privi di senso compiuto, si confonde, si dimentica le cose, i nomi, quando non cade, scorreggia, si addormenta, stringe la mano ai fantasmi, se ne va dalla parte sbagliata…

            • Francesco scrive:

              Tutti dettagli, se le idee le ha chiare e si confonde su cose che lo staff può sistemare.

              Poi non penso affatto a 4 anni, mi serve solo per impedire che Donald vinca. Mi fa paura per la democrazia USA, e molta.

              • Peucezio scrive:

                Cazzo, niente guerre per quattro anni, sai che incubo??

              • Peucezio scrive:

                France’, ma fammi capire, a te della democrazia americana che cavolo te ne frega?
                Mica sei americano.

                A parte che voialtri chiamate “democrazia” quella cosa che serve per NON far governare il popolo. Con buona pace di Pino, è un capovolgimento del concetto, ma tant’è, basta intendersi sui termini.

                Ma perché temi tanto che il popolo americano cominci a decidere al posto dell’apparato? Cosa deciderebbe di così pericoloso per te?

              • PinoMamet scrive:

                “Con buona pace di Pino”

                Stavolta cosa c’entro?? 😀

              • Peucezio scrive:

                Tu non sostieni che non bisogna attenersi al significato composizionale delle parole?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “paura”

                E perchè?

                Fu Trump, da POTUS, a far ritirare gli USA dal trattato che limitava i missili a medio raggio.

                E’ grazie a lui che fra due anni potranno tornare gli euromissili.

                La cosa dovrebbe renderti felice.

                Ha fatto anche assassinare il generale Iraniano Sulemaini.

                Ha riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • PinoMamet scrive:

                “Tu non sostieni che non bisogna attenersi al significato composizionale delle parole?”

                Sostengo una cosa molto più semplice: che la lingua è fatta per capirsi…
                😉

                Quindi, parlando normalmente, semplicemente, possiamo dire che gli Stati Uniti d’America sono una democrazia: c’è il suffragio universale e il governo viene eletto dal popolo.

                Poi possiamo dire “ma in realtà il sistema elettorale statunitense funziona male, le condizioni sociali ecc. ecc. per cui l’America non è davvero una democrazia” e il ragionamento ci sta tutto.

                Ma insomma, non è che questo li renda una monarchia teocratica 😉

              • Francesco scrive:

                >> Cazzo, niente guerre per quattro anni, sai che incubo??

                Questa la ho sentito molto spesso ed è divertentissima, nella sua infantile fiducia/paura dell’Amrika.

                Abbiamo da due anni una guerra qua vicino scatenata da Putin e questi pensano alle colpe dell’Amrika … come se fosse l’unico attore sul paloscenico.

                Sveglia, oso dire.

                Perchè ho paura? perchè ci sono già stati periodi di isolazionismo USA e non sono stati molto brillanti per noi.

                PS già i greci sapevano che il governo del popolo può andare a vassilisse come quello del re o dei nobili.

                PPS il ritorno degli euromissili? ma se Trump vuole andarsene dall’Europa? come se gli USA non fossero il meno peggio tra tutti i possibili amici da avere

              • PinoMamet scrive:

                Un pensiero franceschiano:

                sapete che mi sta profondamente sulle palle Zelensky e la sua mania di dettare ordini ai paesi che lo stanno aiutando, o che secondo lui dovrebbero farlo.
                (Da noi non si dice, ma altri Stati lo mandano tranquillamente a quel paese: l’ultima l’India…)

                sapete che trovo che i governi ucraini si siano costantemente distinti per corruzione e bullismo verso le minoranze politiche o etniche, nel peggiore degli stili dell’Est Europa.

                Detto questo, che rende chiaro che parlo cum ira et studio

                ma chi cazzo glielo ha fatto fare a Putin di invadere l’Ucraina??
                Che cosa aveva in testa?
                Davvero non mi capacito.

                pensava davvero che l’Ucraina sarebbe stata ammessa all’Unione Europea? A parte che sarebbe successo semmai alle calende greche, ma anche fosse stato??

                Temeva che l’Ucraina entrasse nella NATO?
                Idem come sopra.

                Sì, gli inglesi della gestione Boris Johnson andavano ogni tanto a fare qualche comparsata vicina alla Crimea, ma siamo seri, non sono entrati in guerra quando i russi erano a pochi chilometri da Kiev, figuriamoci se avevano voglia di entrare in guerra per la Crimea!
                E con la Crimea occupata dai russi (o liberata? alla fine era roba russa, diGiamolo) col cavolo che l’Ucraina sarebbe entrata nella NATO…

                davvero non mi capacito.

                Forse la senilità gioca brutti scherzi non solo in America…

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “ma chi cazzo glielo ha fatto fare a Putin di invadere l’Ucraina??”

                Più o meno la stessa cosa che avrebbe spinto Kennedy a farci estinguere come specie per la storia di Cuba: la politica internazionale è un grande gioco di bluff finché non si passa la linea rossa per cui devi dimostrare che non stai costantemente bluffando.
                Qui pensava che sarebbe stata molto più semplice perché:
                1. aveva sopravvalutato il sostegno che avrebbe ricevuto in Ucraina
                2. aveva sottovalutato la presenza NATO in Ucraina (quantitativo di armi, addestratori, ecc.)
                3. aveva sottovalutato la stabilità delle istituzioni ucraine

                Infatti i nazionalisti russi gli rimproverano di non aver scatenato la guerra nel 2014 o giù di lì.

              • Francesco scrive:

                >>> questo li renda una monarchia teocratica

                mah, dopo aver sentito la lettura che Donald e famiglia danno dell’attentato e della sua salvezza qualche dubbio mi sta venendo!

              • Peucezio scrive:

                Mauricius,
                “Infatti i nazionalisti russi gli rimproverano di non aver scatenato la guerra nel 2014 o giù di lì.”

                Non c’è bisogno dei nazionalisti, è semplice buon senso.
                Doveva mandare i carriarmati quando Janukovič era ancora in sella per supportarlo e schiacciare le rivolte.

            • paniscus scrive:

              E infatti il problema vero non è la definizione precisa del suo livello di lucidità attuale, semmai è la DERIVATA di questo livello rispetto al tempo.

              A me personalmente non fa paura in assoluto il fatto che un 82enne possa occasionalmente accusare qualche calo di memoria o di orientamento spaziale, ma rimanendo ancora sostanzialmente lucido… mi fa paura la rapidità con cui queste evidenti defaillance siano sempre andate ad aumentare, e diventate tanto più frequenti nel giro di pochissimi mesi.

              Il che vuol dire che, se anche adesso fosse ancora in grado di tenere botta, potrebbe non esserlo più nel giro di altri sei mesi, senza nessuna possibilità di reggere un mandato di 4 anni.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ pino Mamet

                “senilità”

                Che Putin abbia sottovalutato la resistenza di chi alla guerra si è preparato per otto anni è poco ma sicuro.

                Però ci sono due proverbi che spiegano bene la situazione.

                Il primo è “tanto va la fatta al lardo che ci lascia lo zampino”. Il secondo è “la goccia scava la pietra”.

                Nel 2007, assolutamente non provocati, gli USA abbandonano il trattato START antimissili.

                Negli anni successivi installano basi antimissili in Polonia e in Romania, con la risibile scusa di voler difendere l’Europa dall’Iran (sic).

                Prima ancora si bombarda la filoRussa Belgrado con la scusa di proteggere il Kosovo (che sta a centinaia di Km di distanza).

                Nel 2009 la Georgia governata da uno con passaporto Georgiano e USA (Saakashvili) manda i carri armati in Ossezia e Abkhazia che rifiutano il Georgiano come unica lingua ufficiale, e la repressione viene fermata dai Russi.

                Nel 2014 un golpe nazista a Majdan fa saltare gli accordi raggiunti fra governo filorusso (democraticamente eletto) e opposizione. I Russi mettono al sicuro la loro base navale di Sebastopoli. Mezzo Donbass russofono si ribella ai golpisti. Questi si mettono a bombardarlo. Sale su un nuovo governo che promette di pacificare il paese e la prima cosa che fa è chiamare la NATO (durante la pandemia!).

                Putin attacca.

                C’è da stupirsi che non l’abbia fatto prima. Questa è la crisi di Cuba moltiplicata per mille.

                I Russi sbagliano completamente strategia: il loro tentativo di fare le cose all’americana mettendo su un governo satellite fallisce subito.

                Ah, e negli anni precedenti (dimenticavo) gli USA con Trump si ritirano pure dal trattato sui missili a medio raggio. Tanto per chiarire.

                Scattano le sanzioni, che dovrebbero far fallire i Russi, far loro finire i missili, ricorrere alle lavatrici per i circuiti elettronici e combattere con le pale.

                Nel frattempo Mosca stringe accordi con mezzo mondo (che logicamente snobba le nostre sanzioni cretine) e passa all’usato sicuro, la tecnica della grattugia: giorno dopo giorno, bomba dopo bomba, smantella Kiev.

                La goccia scava la pietra, dopo che la gatta NATO ci ha lasciato lo zampino.

                Ciao!
                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Andrea

                dimmi che ti pagano per scrivere cose come queste! che ti hanno rapito il gatto e minacciano di non dargli la pappa umida se non lo fai

                sarebbe tanto ma tanto meglio

                pensare che un uomo libero possa mentire a se stesso così tanto solo per fanatismo fa tristezza

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “gatto”

                Purtroppo sono allergico al pelo di molti gatti, animali che adoro.

                Però ho una buona memoria a lungo termine.

                Se vuoi te ne presto un po’. 😉

                Ciao!

                Andrea Di Vita

      • Roberto scrive:

        Francesco

        Non ti viene il sospetto che biden l’abbia nascosta per non avere ombra?

        • Francesco scrive:

          No, affatto. Doveva servire a Biden come collegamento con la parte più giovane e progressista dell’elettorato, è stata un disastro in quello che ha fatto e la hanno nascosta per quello.

          Almeno questo è quanto era conoscenza comune per i primi tre anni di presidenza, quando del rincoglionimento di Biden non si parlava mai.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Ma da quando il vicepresidente conta qualcosa?

          • Francesco scrive:

            è un pò diverso in questo caso: la Harris doveva essere la stampella di Biden fin dall’inizio

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Cioè confliggere con lui sui vari dossier? Se si fa un ticket che include due ali troppo distanti, allora o il vicepresidente sparisce, oppure si litiga a giorni alterni.

              • Francesco scrive:

                no, doveva fare un sacco di cose e apparire sui giornali, per costruirsi la candidatura a questo giro

                i patti erano questi, a leggere la stampa dell’epoca

                mica ho detto che lei è di sinistra, faceva mica la capa della polizia?

                e sui temi liberal anche Biden è rosso come il culo di un babbuino

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Ah, quindi stai parlando solo di esposizione mediatica. Avevo capito che ce l’avessi col combinare qualcosa.

              • Francesco scrive:

                Vuoi intavolare una discussione filosofica sulla differenza tra le due cose nella politica contemporanea?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                No, niente di filosofico. Ma non è scontato che tutti sappiano cosa tu intenda per “combinare” quando si parla di politici.

  32. Moi scrive:

    https://www.ndtv.com/world-news/can-kamala-harris-beat-donald-trump-if-joe-biden-drops-out-what-opinion-polls-say-6065223

    Could Kamala Harris Beat Donald Trump If Joe Biden Drops Out? What Opinion Polls Say
    Recent polls suggest that Kamala Harris could perform better than Joe Biden in a hypothetical matchup against former President Donald Trump.

    • Francesco scrive:

      Sono due cose molto diverse, vincere o fare meglio di uno che passa per un totale rimbambito.

      • habsburgicus scrive:

        io se fossi nella “cupola” DEM :D, per vincere riesumerei come extrema ratio il vecchio Bill, una mossa a sorpresa e spiazzante [ignoro però le sue condizioni di salute che presumo buone]
        William Jefferson Clinton, pres gen 1993-2001 (DEM) ha, credo, la stessa età di Trump..fu un presidente in gamba e popolare… è astuto e al tempo stesso, quando le spara grosse (scientemente), riesce ad apparire
        “ingenuo” 😀 inoltre non attira verso di sé l’odium che la consorte Hillary suscita in quasi tutti 😀 è moderato e sudista, quindi in grado di prendere voti a destra, ma ha al suo attivo una politica pro-neri che dovrebbe farlo votare faute de mieux nei “ghetti”..come scandali di donne siamo ai livelli di Donald (che però scegliendosi Melanie in luogo dell’arpia Hillary vince 2 a 0 :D) quindi si eliderebbero a vicenda..
        pure con l’Est, WJC è adatto..fu lui a insistere con gli ucraini perché si sbarazzassero delle armi nucleari (errore fatale !) e firmassero il memorandum-capestro di Budapest ad maiorem Moscoviae gloriam (5 dicembre 1994) dunque non può essere tacciato di russofobia ma al contempo fu lui ad iniziare l’espansione della NATO nelle terre già socialiste* insomma in lui Putin troverebbe un interlocutore simpatetico ma non scemo…
        vi è un precedente di un presidente eletto e poi non immediatamente rieletto, si tratta di Grover Cleveland (DEM), eletto nel 1884 (pres 4/3/1885-1889, il 1° DEM dalla guerra civile), sconfitto nel 1888 dal REP Harrison e rieletto nel 1892 (pres 4/3/1893-1897)…Clinton sarebbe il primo a farsi rieleggere dopo i due mandati consecutivi (limite che ai tempi di Cleveland non esisteva) e passato un arco di tempo considerevole, ma c’è sempre una prima volta

        *sotto Clinton entrarono i 3 paesi più “europei” illo tempore del vecchio Patto di Varsavia (Poonia, Cechia e Ungheria) ma fu lui a porre le prime basi addirittura dell’ingresso dei Baltici (che avverrà nel 2004 sotto George W. Bush)

        • Francesco scrive:

          Clinton? quello che ha “dormito” mentre la Cina gli toglieva la sedia da sotto il culo?

          io pensavo più a Obama … ma lei mi ha aperto un nuovo scenario, grazie prof

          PS sempre dato del lei ai prof, compresa tutta l’università

          • habsburgicus scrive:

            Obama potrebbe anche…tuttavia Clinton in quanto “white” e “southern” potrebbe togliere più voti a Trump fra i rednecks e fra i borghesi “whites”….
            vedremo…..ma una seconda presidenza Trump resta lo scenario più probabile al momento

  33. Moi scrive:

    In Bolognese ho sentito quasi sempre dare del “té” … “tu”. Raramente “vó” di cortesia MA distinto da “vuèter”, pronome personale II plur. Ma pressocché sempre “té” … anche perché erano praticamente fra loro sempre o familiari o amicizie. Ma in ogni caso l’ uso del dialetto è una cosa remota, sempre nostalgica e impossibile da attualizzare venendo presi sul serio. C’è più che altro un gergo “simpaticone” che Italianizza il dialetto e usa espressioni ” strane ” non di rado di oscura etimologia.

  34. Moi scrive:

    @ PINO / MIGUEL

    Secondo me ciò che rende davvero (!) diversi USA e Europa è … il Secondo Emendamento. Fra l’ altro è di recente emersa la notizia che in USA hanno strolgato delle macchinette tipo merendine / caffè / tè … che però cicciano fuori 🙂 scatole di proiettili !

  35. Moi scrive:

    Sostengo una cosa molto più semplice: che la lingua è fatta per capirsi…

    ————–

    Giusto, ma può anche essere reinventata per trasformare la realtà sociale … talvolta davvero surreali e divertenti ! 😉

  36. Moi scrive:

    https://youtu.be/9f7vFJzXF8M?si=_N_TZ7CSn7S5s6hO

    Imperdibile : Hulk Hogan sostiene Donald Trump ancora con l’ orecchia bendata … alla Convènscion Repubblicana !

    • Francesco scrive:

      una volta avrei scommesso che HH spostava molto, adesso mi sa che è storia antica anche Oltre Atlantico

    • PinoMamet scrive:

      Visto che Moi gentilmente lo ha postato, ho ascoltato il discorsetto intero di Hulk Hogan (una decina di minuti, in un inglese molto semplice):

      beh, non è un capolavoro di eloquenza, diciamo. In genere gli intrattenitori americani, compresi quelli di livello mlto basso come i wrestler, sanno fare di meglio.

      L’unico momento che ho apprezzato è stato quando è uscito dal personaggio e ha ricordato che lui non si chiama davvero Hulk Hogan, e che è appunto un entertainer, ma che dà il suo appoggio a Trump anche come persona.

      • Ros scrive:

        “L’unico momento che ho apprezzato è stato quando è uscito dal personaggio e ha ricordato che lui non si chiama davvero Hulk Hogan, e che è appunto un entertainer”

        Terrence Gene Bollea, figlio di Ruth V. Moody Bollea (di origini italo-franco-panamensi) e di Pietro Bollea Jr., a sua volta figlio di Pietro Bollea Sr., un immigrato italiano nato nel 1886 a Cigliano in provincia di Vercelli.

        sempre ci dobbiamo fare riconoscere😒

      • PinoMamet scrive:

        Ricordo che quando era popolare tra i ragazzetti in Italia io avevo già passato l’età per appassionarmi a quelle robe…

        ho vaghi ricordi invece di una cosa che in Italia era ancora chiamata, arcaicamente, “catch”, la trasmettevano strategicamente all’orario in cui i ragazzini tornavano dalle elementari su qualche infame TV locale, ed era poi il “puroresu” (“pro-wrestling”) giapponese, con tanto di Antonio Inoki.
        Match che mi sembravano cattivissimi, ancora di più quelli femminili.

        Poi ci fu la popolarità di quello americano, chiamato finalmente “wrestling” (tanto in Italia tutti l’inglese lo sanno alla cazzo, e non c’era la possibilità di confonderlo con le discipline olimpiche della “lotta” libera o greco-romana- alle quali non assomigliava ormai nemmeno più)

        e che mi sembrava una buffonata pazzesca: ma appunto ero troppo grandicello. So di coetanei ai quali piaceva, ma, caro mio…

        • Roberto scrive:

          A me infatti divertiva moltissimo (ovviamente come teatro non come lotta), e Hulk Hogan è uno dei miei eroi di adolescente 🙂

          • Ros scrive:

            Roberto: “Hulk Hogan è uno dei miei eroi di adolescente 🙂”

            per l’affratellante culminanza da palo della luce, immagino😄

        • PinoMamet scrive:

          Ecco, appunto il suo aspetti di grande teatro con personaggi “buoni” e “cattivi” non mi ha mai acchiappato…

          poi avevo la concorrenza delle arti marziali…

          Hulk Hogan lo conoscevo anch’io, ovviamente, chi non lo conosceva?

          • Roberto scrive:

            Devo ammettere che riguardato ora è una cosa davvero ridicola… ho provato a farlo vedere a mio figlio (di nascosto, come se gli proponessi di farci una canna insieme) e mi ha detto che la mia infanzia deve essere stata molto dura 😁😁😁

          • Ros scrive:

            PinoMamet: “Ecco, appunto il suo aspetti di grande teatro con personaggi “buoni” e “cattivi”…

            Giusto per saputellare saccentando
            (ma è uno scritto rimasto “famoso” nell semiologia, qualunque cosa sia di trent’anni e passa fa)

            Nel suo saggio “Miti d’oggi”, Roland Barthes scrive pagine attualissime
            – poiché Classiche –
            sul catch-wrestling (sullo sport spettacolo, e sulla contrapposizione politica come catch)

            Sotto qualche stralcio (scusate la lunghezza, ho tagliato più che potevo)

            “…La virtù del catch è di essere uno spettacolo eccessivo, ed esagerato.

            Vi troviamo un’enfasi che doveva essere quella dei teatri antichi.

            Del resto il catch è uno spettacolo all’aperto, perché è il carattere gagliardo e verticale del campo luminoso, e non il cielo
            (valore romantico riservato alle feste mondane), che costituisce l’essenziale del circo e dell’arena;

            anche dal fondo delle più luride sale il catch partecipa della natura dei grandi spettacoli solari, teatro greco e corride:
            in questo come in quelli una luce senza ombre elabora un’emozione senza segreti.

            …Così la funzione del lottatore non è di vincere, ma di compiere esattamente i gesti che ci si aspettano da lui come “carattere” e “maschera”.

            Si dice che il judo contenga una segreta parte di simbolicità; anche nell’azione si tratta di gesti contenuti, precisi ma brevi, disegnati con giustezza ma in una linea senza volume.

            Al contrario il catch propone gesti eccessivi, sfruttati fino al parossismo della loro significazione.

            Nel judo, a terra un uomo ci sta a malapena, rotola su se stesso, si sottrae, schiva la sconfitta, o, se questa è evidente, esce immediatamente dal gioco;
            nel catch, a terra un uomo ci sta in modo esagerato, riempiendo fino in fondo la vista degli spettatori con l’intollerabile spettacolo della sua impotenza.

            …Questa funzione di enfasi è ben la stessa del teatro antico, il cui meccanismo, la cui lingua e accessori (maschere e coturni) concorrevano alla spiegazione esageratamente visibile di una Necessità.

            Il gesto del lottatore vinto che rende manifesta al mondo la sua sconfitta e lungi dal mascherarla l’accentua e tiene come una nota allungata, corrisponde alla maschera antica che deve rendere manifesto il tono tragico dello spettacolo.

            Al catch, come sugli antichi teatri, non si ha vergogna del proprio dolore, si è capaci di piangere, si ha il gusto delle lacrime.

            Ogni segno del catch è dunque dotato di una chiarezza totale, perché bisogna sempre capire tutto, immediatamente.

            Appena gli avversari sono sul quadrato, il pubblico è investito dall’evidenza dei ruoli.
            Come a teatro, ogni tipo fisico esprime all’eccesso la parte che è stata assegnata al lottatore.

            …Thauvin, cinquantenne obeso e in disfacimento, la cui specie di bruttezza asessuata ispira sempre soprannomi femminili, mette in mostra nella sua stessa carne i caratteri dell’ignobile, perché il suo ruolo è di raffigurare tutto ciò che, nel concetto classico di salaud (concetto chiave di ogni incontro di catch),
            si presenta come organicamente ripugnante.

            La nausea volontariamente provocata da Thauvin va dunque molto lontano nell’ordine dei segni:

            non solo ci si serve della bruttezza per rappresentare la bassezza, ma in più questa bruttezza è interamente concentrata in una qualità particolarmente repellente della materia:

            il cedimento squallido di una carne morta
            (il pubblico chiama Thauvin «la carnaccia»),
            in modo che la condanna appassionata della folla non scaturisce più dal suo giudizio ma si leva dalla più profonda regione del suo istinto.

            …I lottatori hanno perciò un fisico altrettanto perentorio che i personaggi della Commedia dell’arte, i quali scoprono in anticipo, nei loro costami e atteggiamenti, il contenuto futuro delle loro parti…

            …Si tratta dunque di una vera e propria Commedia Umana, dove le più sottili gradazioni sociali della passione
            (fatuità, senso del proprio diritto e del «ripagamento», crudeltà raffinata) incontrano sempre, fortunatamente, il segno più chiaro che le possa raccogliere, esprimere e portare trionfalmente fino ai confini della sala.

            Su questo piano si capisce che non importi più che la passione sia autentica.

            Il pubblico reclama solo l’immagine della passione, non la passione in sé.

            Nel catch non c’è problema di verità come non c’è a teatro…

            …certi lottatori, grandi attori, divertono allo stesso grado di un personaggio di Molière, perché riescono a imporre una lettura immediata della loro interiorità…

            …In tal modo viene elargito al pubblico il grande spettacolo del Dolore, della Disfatta e della Giustizia.

            Il catch espone il dolore umano con tutta l’amplificazione delle maschere tragiche…

            presenta la figura eccessiva della Sofferenza; come una Pietà primitiva, lascia vedere il volto esageratamente deformato da un’afflizione intollerabile.

            Si capisce che nel catch il pudore sarebbe fuori luogo e posto

            …l’inerzia del vinto permette al vincitore (momentaneo) di confermarsi nella sua crudeltà e di trasmettere al pubblico la terrificante ignavia dell’aguzzino sicuro del susseguirsi dei propri gesti:
            strofinare rudemente il muso dell’avversario impotente o raschiare la sua colonna vertebrale con pugno profondo e regolare, compiere almeno la superficie visiva di questi gesti:

            il catch è il solo sport che dia un’immagine tanto esteriore della tortura.

            Ma, ancora una volta, solo l’immagine è nel campo del gioco, e lo spettatore non desidera allatto la sofferenza reale del lottatore, gusta solo la perfezione di un’iconografia.

            Non è vero che il catch sia uno spettacolo sadico: è soltanto uno spettacolo intelligibile.

            …Nel catch, contrariamente al judo, la Sconfitta non è un segno convenzionale abbandonato appena ottenuto; non è uno scioglimento, bensì, al contrario, una durata, una esibizione che riprende gli antichi miti della Sofferenza e dell’Umiliazione pubblica:
            la croce e la gogna.

            Il lottatore è come crocifisso alla luce del giorno, agli occhi di tutti.

            Ho sentito dire di un lottatore steso a terra: «Ecco, il piccolo Gesù è morto in croce», e questa frase ironica scopriva le radici profonde di uno spettacolo in cui si compiono gli stessi gesti delle più antiche purificazioni.

            Ma il catch ha soprattutto il compito di mimare un concetto puramente morale: la giustizia.

            L’idea di ripagamento è essenziale al catch e il «Fagli male» della folla significa prima di tutto un «Fagliela pagare».

            Si tratta dunque, senza dubbio, di una giustizia immanente.

            Più è vile l’azione del salaud, più il colpo che gli è giustamente reso riempie il pubblico di soddisfazione:
            se il traditore – che è naturalmente un pavido
            – si rifugia dietro le corde facendo capire la realtà del suo torto con una mimica sfrontata, ne viene spietatamente riacciuffato, e la folla delira di fronte alla violazione della regola in nome di un meritato castigo.

            …il catch è prima di tutto una serie quantitativa di compensazioni (occhio per occhio, dente per dente).

            Questo spiega come i rovesciamenti di situazione posseggano agli occhi degli appassionati del catch una sorta di bellezza morale: essi ne godono come di una vicenda romanzesca ben a proposito, e più è grande il contrasto tra la riuscita di un colpo e il mutare della sorte, più è vicina al crollo la fortuna di un contendente e più il mimodramma è giudicato soddisfacente.

            …Estrapolato, il catch regolare non potrebbe portare che al pugilato, o al judo, mentre il catch vero e proprio deve la sua originalità a tutti gli eccessi che ne fanno uno spettacolo e non uno sport.

            La fine di un incontro di pugilato o di judo è secca come il punto conclusivo di una dimostrazione.

            Il ritmo del catch è tutto diverso, giacché il suo senso naturale è quello dell’amplificazione retorica: l’enfasi delle passioni, il rinnovarsi dei parossismi, l’esasperazione delle repliche, non possono naturalmente sfociare che nella effusione più barocca.

            Certi incontri, e tra i più riusciti, si coronano di una gazzarra finale, sorta di fantasia sfrenata in cui sono aboliti regolamenti, leggi specifiche, censura arbitrale e limiti del quadrato, travolti in un disordine trionfante che straripa nella sala e trascina alla rinfusa i lottatori, i secondi, l’arbitro e gli spettatori.

            È già stato notato che in America il catch raffigura una sorta di mitologica lotta tra il Bene e il Male…

            …Ciò che il pubblico cerca, qui, è la costruzione progressiva di un’immagine eminentemente morale: quella del perfetto farabutto.

            Si va al catch per assistere alle avventure rinnovate di un grande protagonista, personaggio unico, permanente e multiforme come Guignol o Scapin, inventivo di figure inattese e tuttavia sempre fedele alla sua parte.

            Il farabutto si rivela come un carattere di Molière o un ritratto di La Bruyère, cioè come un’entità classica, come un’essenza, i cui atti non sono che epifenomeni significativi distribuiti nel tempo.

            …Che cos’è dunque un farabutto per questo pubblico in patte composto, sembra, di irregolari?

            Essenzialmente un instabile, che ammette le regole solo quando gli sono utili e trasgredisce la continuità formale degli atteggiamenti.

            È un uomo imprevedibile, quindi asociale.

            …I lottatori, uomini di grande esperienza, sanno perfettamente inflettere gli episodi spontanei del combattimento verso l’immagine che il pubblico si è fatto dei temi meravigliosi della sua mitologia.

            Un lottatore può irritare o disgustare, mai deludere, perché compie sempre fino in fondo, per una progressiva solidificazione dei segni, quello che il pubblico si aspetta da lui.

            Nel catch niente esiste se non totalmente, non c’è nessun simbolo, nessuna allusione, tutto è dato esaurientemente; non lasciando niente in ombra, il gesto taglia via tutti i sensi parassiti e presenta cerimonialmente al pubblico una pura e completa significazione…

            …Quando l’eroe o il farabutto del dramma, l’uomo che è stato visto qualche minuto prima invasato da un furore morale, ingrandito alla misura dì una sorta di segno metafisico, lascia la sala del catch, impassibile, anonimo, con una valigetta appesa a un braccio e all’altro braccio la moglie, nessuno può dubitare che il catch possegga la capacità di trasmutazione propria dello Spettacolo e del Culto.

            Sul quadrato e nel fondo stesso della loro volontaria ignominia i lottatori rimangono degli dèi, perché, per pochi minuti, essi sono la chiave che apre la Natura, il gesto puro che separa il Bene dal Male e svela la figura di una Giustizia finalmente intelligibile”

            https://www.leparoleelecose.it/?p=20977

        • Ros scrive:

          Pino: “ho vaghi ricordi invece di una cosa che in Italia era ancora chiamata, arcaicamente, “catch””

          io ricordo “L’uomo tigre” e l’emulazione del cartone fatta da noi ragazzini a scuola.

          Regolarmente, ogni giorno, all’uscita c’era “l’incontro del secolo”.

          Dove ci riempivamo altrettanto regolarmente di vere e sacrosante botte.

          Braccia e dita rotte, denti saltati, genitori che ti davano poi il resto a casa, erano all’ordine del giorno.

          Alla ricreazione uno ne sfidava un’altro, e ci si vedeva fuori, con tutti gli altri a fare da pubblico testimoniante e ludìbriante.

          Io, quando che mi toccava farlo, che non mi potevo esimere, che non ero riuscito a – del tutto – scomparire mimetizzndomi coi muri
          (mi si chiamava “il fantasma”, perché regolarmente qualcuno che era stato in classe con me per 2-3 anni a un certo punto mi guardava e mi diceva: “ma tu sei nuovo”.

          Avrei sfruttato poi adeguatamente la capacità mimetica acquisita da soldato militare)

          Io, dicevo, quando mi toccava farlo sfidavo sempre il campione in carica; il più forte, più temuto e il più cattivo.

          Così se perdevo non c’era niente di male, anzi:
          “hai avuto un gran coraggio a metterti contro di lui!”

          Se, per qualche miracolo beffardo della vita, gli e le davo, diventavo l’eroe.

          Insomma, così facendo incevo in ogni caso.

          Mentre se sfidavi la facile scamorza e – disgrazia! –
          la facile scamorza te le dava, tanto valeva che ti avviavi da solo a smaltirti nel primo bidone della monnezza che trovavi… avevi chiuso …non ti saresti arripigliato mai più🥺

          Diventavi quello che le aveva prese dal “cinquatalire”.

          Cinquantalire era il più frescone e minchia di mare coi piselli della classe;
          così unanimamente appellato perché di più non valeva al botteghino della vita.

          E’ esistito per davvero, poveraccio😳
          Nessuno ha mai saputo il suo nome vero a quanto so.

          Diventavi l’eroe sfidando il più quotato, vincendo o meno.
          Il problema era che poi ti sfidavano gli altri che volevano emergere, visto che ti eri fatto notare in ogni caso.

          Ti sfidavano i cattivi e malacarne originali DOC.

          … e come veloce eri per culo stato assunto in cielo,
          veloce altrettantamente ti spiaccicavano sulla ghiaia portandotene a casa un sacco e una sporta.

          Era una vita difficile🙄

          https://www.youtube.com/watch?v=TGHfAFfss4M

          • Moi scrive:

            NON ha avuto l’ardire di farne una nuova … l’ originale cmq spaccava :

            https://youtu.be/ttndwyst-Xo?si=lG-_WFJFmSZrnRs_

            … sound un po’ Spaghetti 🍝 🤠 Western .

            C’ è da dire che la voce melliflua, inquietante, beffarda , cinica di Nino Scardina come Mr X ha contribuito a farne un cult.

            • Moi scrive:

              Quello era puroresu (プロレス) … parola ancora “strana” in Italia nel 2024, figurarsi nel 1980 o giù di là.

              • Moi scrive:

                Pro (w)res(tling) … Nipponizzato e trascritto in katakana. Per la spettacolarizzazione e forte caratterizzazione antropologicamente carnevalesca , si ispirarono alla Lucha Libre Mexicana … purtroppo poco “esportata” mediaticamente, nonostante la supereroizzazione dei Luchadores (e anche alcune Luchadoras, per la gioia femminista e NON 😜..) in non pochi film d’ azione Messicani Anni 1960s .

            • Moi scrive:

              Intendo che Giorgio Vanni ha semplicemente reinterpretato con pochissimi arrangiamenti la canzone sigla Italiana dei Cavalieri del Re.

          • Moi scrive:

            Il termine Catch deriva da “Catch as Catch Can” dei Pionieri Statunitensi … ne fu campione un tizio altissimo perfino oggi e longilineo , un certo Abraham Lincoln … e no : NON fu un omonimo !

          • Moi scrive:

            Il puroresu (プロレス), pardon “Catch”, era trasmesso da TeleSanterno e TeleMare … almeno in Emilia Romagna.

          • Moi scrive:

            Cmq a fine carriera alcuni su “riciclavano” nel Tokusatsu e nei Supersentai , a cartellarsi distruggendo plastici di città on maschera e calzamaglia vs colleghi attori in pesantissimi costumoni da kaiju !

          • PinoMamet scrive:

            “Mentre se sfidavi la facile scamorza e – disgrazia! –
            la facile scamorza te le dava”

            è quello che non capisco del giovanotto che ha sfidato Tyson…

            Se vince, vince con il Tyson di adesso, mica con quello di 30 anni fa…

            se perde, perde con un signore di quasi 60 anni…

            • Ros scrive:

              PinoMamet: “…quello che non capisco del giovanotto che ha sfidato Tyson…

              Leggo:

              “…Mike Tyson affronterà Jake Paul, uno dei 10 YouTuber più pagati al mondo, che, negli ultimi anni, ha deciso di dedicarsi al pugilato
              (😁🥴dedicarsi a fare quello che fa pugilato N.D.A.)
              In realtà, l'”ascesa” di Paul nel mondo della boxe è avvenuta per gioco, proprio a partire dai suoi video su YouTube: solo di recente, l’influencer ha deciso di voler fare della boxe il suo lavoro…”

              Ho come l’impressione che l’incontro sia uno spettacolo in streaming concordato dai due per essere solo tale.

              Ora,
              Tyson ha quasi cinquant’anni,
              ma ha esperienza, automatismi consolidati, e pedigree;

              L’altro è uno yutuber che gioca a fare finta d’essere un pugile.

              Se l’incontro fosse solo un tantinello reale il yutuber se la vedrebbe assai brutta. Ma brutta🙄

              Non essendo un vero pugile, e non essendo un vero incontro, va benissimo; che l’obbiettivo è suscitare i cinque minuti di interesse dai follower per uno e in po’ d’ossigeno pecuniaro per il vecchio campione.

              Tyson?
              Sarà in bolletta e la borsa gli farà comodo. Fanculo l’orgoglio è oramai oltre queste fesserie adolescenziali.

              Se si tiene alla parte, e non perde il controllo ammazzandolo per sbaglio, è tutto grasso ch cola per entrambi.

              Se l’ammazza per errore, poco male. Gli va bene uguale; e anche a noi, che vedremo un bello spettacolo 🙂

              • Moi scrive:

                @ROS

                Tyson ha quasi 60 anni … NON quasi 50 !

                Tyson NON ha difficoltà economiche: ha una fattoria che coltiva legalmente (!) “canva” 😉 a scopo terapeutico e ci fa su circa 450 000 $ al mese.

                Un altro che vuol sfidare Tyson è Franco De Martiis … che però NON è un fitness influencer come Jake Paul : Franco De Martiis è un autentico fighter fra boxe e mma !

              • PinoMamet scrive:

                A parte le correzioni di Moi, Jake Paul qualche incontro da pugile professionista l’ha fatto…

                la sua sfida a Tyson mi pare più che altro un modo facile per diventare popolare, farsi un “nome”, scalare posizioni e ottenere magari un match con un pugile di quelli in voga oggi…

                resta una strategia squallida, comunque
                (giustamente il nipote di Cassius Clay, pugile di non prima grandezza ma onesto, aveva rifiutato la sfida di Jake Paul, che ha dovuto “ripiegare” su Tyson…
                Il nipote di Muhammad Ali è giovane e non si vuole sputtanare con incontri scemi, mentre Tyson è vecchio e non ha nulla da perdere).

            • Ros scrive:

              Moi:
              “@ROS

              Tyson ha quasi 60 anni … NON quasi 50
              …e ci fa su circa 450 000 $ al mese.

              Un altro che vuol sfidare Tyson è Franco De Martiis … che però NON un fitness influencer come Jake Paul : Franco De Martiis è un autentico fighter fra boxe e mma !”

              Se Tyson non ha bisogno di soldi perché lo fa? Chissà 🤔

              Per la crisi di mezza età?

              Che la Chevrolet rossa tutta cromata e l’ha già…

              Per combattere ancora una volta come botta di vita e canto del cigno?

              Allora dovrebbe fare meglio al caso suo l’altro, Franco de Martiis, mica lo yutuber?

              Però l’altro, il de Martiis, gli può fare male per davvero, a quel che sembra;

              e suoi anni (50 era refuso) tornano a contare tutti quanti…

              Boh! Vacci a sapere 🙄

              • PinoMamet scrive:

                “Se Tyson non ha bisogno di soldi perché lo fa?”

                Perché è un coglione.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Fai notizia…

              • Moi scrive:

                “Se Tyson non ha bisogno di soldi perché lo fa?”

                [cit ]

                ___________________________

                Quelli come Tyson, sono
                persone semplici (spesso in senso buono …) e ti diranno più o meno la stessa cosa, tutti e sempre :

                “Un Cuore Guerriero, è per sempre !”

              • Moi scrive:

                @ROS

                Lo Spirito Guerriero o ce l’ hai a livello genetico … oppure NON puoi dartelo !

                Noi si è più o meno intellettuali, per definizione quindi ne siamo privi.

              • Ros scrive:

                Moi:
                @ROS
                Lo Spirito Guerriero o ce l’ hai a livello genetico … oppure NON puoi dartelo !

                Noi si è più o meno intellettuali, per definizione quindi ne siamo privi”

                non ne sarei così sicuro🤔

                Conosco gente ibrida che si dilettava e si diletta ancora col culturame a cui piaceva
                (e piace) altrettanto la rissa, il rischio e cose così;

                che non gli fregava di darle o pigliarle, si divertiva in eguale modo.
                e senza avercela con nessuno.

                Con lo spirito del gioco marziale.

                Conosco bene uno che, per dirne una, non si capacitava di non riuscire a mettere a terra un ciccione di 140 chili, e che passo un anno intero a cercare di farlo e a farsi conseguentemente spiaccicare per terra dal ciccione.

                Non si capacitava, si faceva sfasciava ossa e costole.

                Una volta, afferrato, sollevato e sbattuto a terra si ritrovo con il dito medio della mano destra a zig zag, a saetta;
                una cosa che faceva impressione che non si poteva guardare;

                ‘sto qua si rimise in piedi,
                s’affero il dito con l’altra mano a pugno chiuso e se lo tiro aggrizzandolo d’un colpo;
                e poi ti caricò di nuovo il ciccione come un toro.
                Il ciccione stavolta si mise paura.

                Il dito (che non si fece ne ingessare e ne mai curare)
                gli è rimasto storticagnolo e goticagnolo come un ramo secco espressionista d’inverno.

                Gli fa un male boia quando cambia il tempo e quando non lo muove dopo venticinquanni.

                L’anulare della stessa mano ce l’ha mezzo amputato
                – l’ultima falange sola –
                che se lo è sfracellato durante un addestramento;
                se lo ha fasciato alla garibaldina
                – era da solo che doveva arrivare in un certo tempo a una certa destinazione –
                mettendolo prima nella neve
                – c’era la neve, pure, e era notte, pure –
                per anestetizzarlo un poco eliminando poi la parte maciullata che tanto non si poteva recuperere,
                e continuò sino ad arrivare per tempo a destinazione.

                Manco quell’anulare si fece poi fare vedere, e gli è rimasto brutto a guardarsi male.

                Ma entrambi i diti sono ancora buoni all’esercizio delle proprie funzioni.

                La mano destra che tiene i diti scassati se l’è rotta, le nocche,
                (indovina come) che ne ha perso il conto.

                Era giovine trentenne, e dove che era si poteva, e spesso, doveva fare.

                ‘sto qua, dicevo, fin da piccolino si diletta con la culturaggine, collezzionava monete e francobolli;

                decanteggiava maudit con l’arte e tutte ste robe qua.

                Ancora oggi a cinquantanni se gli capita l’occasione lecita e giustificata,
                che so difendere una fanciulla aggredita dai bravi o dai vilain,

                ancora oggi se gli capitasse gli verrebbe l’acquolina in bocca e un sorrisetto di goduria

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Ros

                “Conosco gente ibrida”

                🙂

              • Moi scrive:

                In Italiano si è formato l’ ibrido Nippo-Toscano di “kataiòli” usato anche come insulto fra Karateka di diversi stili … in pratica chi fa un sacco di “scenette” Vs chi “si corca” sul serio. 😀

              • Moi scrive:

                Il suffisso è intuitivo e con rima non casuale 😃 … la radice “kata”
                型 o 形 (かた) indica un “modello formale” , “tipo”…

              • PinoMamet scrive:

                Chi critica in questo modo i “katà” evidentemente non ha capito cosa sono.

                Ma non è un problema: anche tanti che li fanno non lo hanno capito 😉

                (Se si usasse la lingua italiana- e “arte marziale”, ricordo, è una bella espressione italiana, e pure antica, non giapponese- sarebbe tutto molto più chiaro:

                i katà o taolu o qualunque altra lingua a piacimento sono semplicemente esercizi; sequenze o combinazioni di movimenti.
                Servono esattamente come le combinazioni del pugilato o come qualunque altra sequenza di movimenti;
                non sono formule magiche, non sono danze propiziatorie, non sono dogmi su cui fare guerre di religione “tu pratichi la sequenza in un ordine sbagliato!”- “noo, sei tu che metti il piede due centimetri più indietrooo”- e spesso non sono neanche particolarmente antichi; né gli orientali si fanno scrupoli a crearne di nuovi).

  37. tomar scrive:

    Paniscus; “Kamala Harris e Barack Obama … hanno circa 60 anni,

    …e non mi risulta che (quando avevano 20 anni) sia stato loro impedito di iscriversi all’università e di fare delle carriere strepitose.”

    Ma certo, Harris e Obama quando avevano l’età per iscriversi all”università erano gli anni 80, Roberto parlava dei loro genitori negli anni 50 e 60, se vivevano negli stati del sud, dove non potevano neanche votare. Il Civil Rights Act è solo del 1964 e i Voting Rights Act del 1965. Chiunque ha lì la pelle abbronzata è comunque portato a serbare questa memoria.

    • Roberto scrive:

      Tomar

      Ecco…ho scritto sopra senza averti letto e sono totalmente d’accordo

      aggiungerei il fair housing act del 1968, ma come dicevo sopra, non è che cancelli la segregazione con un tratto di penna. Il tratto di penna prende atto che la società è cambiata o sta cambiando ma non è una bacchetta magica

    • Peucezio scrive:

      Kamala Harris e Obama non c’entrano nulla con la storia dei negri americani e dei loro diritti negati e poi via via ottenuti.
      Una è mezza indiana e mezza non ricordo di dove, un altro ha origini africane recenti per un lato, gente dai genitori e nonni non americani, che non sanno nulla delle conquiste della popolazione di colore negli anni ’60, cioè dei discendenti degli schiavi, negli USA già da generazioni.

      • Roberto scrive:

        Peucezio

        Ma secondo te, un qualsiasi razzista dell’Alabama, vedendo la Harris penserà “questa è mezza indiana e ha fatto le migliori scuole” o “è una negra”?

        • Peucezio scrive:

          Roberto,
          tomaro ha scritto: “Chiunque ha lì la pelle abbronzata è comunque portato a serbare questa memoria.”

          Cosa c’entra questo con il razzista dell’Alabama?
          La memoria di cosa?

        • Miguel Martinez scrive:

          per Roberto

          “Ma secondo te, un qualsiasi razzista dell’Alabama, vedendo la Harris penserà “questa è mezza indiana e ha fatto le migliori scuole” o “è una negra”?”

          Probabilmente hai ragione. Ma gli Stati Uniti sono cinquanta stati, e anche l’Alabama non è una cosa sola.

      • Roberto scrive:

        Mi a che stai facendo un discorso troppo intellettuale per la media americana

      • PinoMamet scrive:

        Ma che c’entra? In America sono neri. Chiedi a qualunque americano medio e te lo confermerà…

        Del resto, nigeriani, senegalesi ed eritrei sono diversissimi tra loro, e non si vogliono neanche tanto bene.
        Chiedi a qualunque italiano, e ti dirà che sono tutti africani, a casa loro vivono nelle capanne e si nutrono di sole banane.

        Per dire, non è che siamo meglio…

      • PinoMamet scrive:

        Roberto mi ha preceduto

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Paniscus

        “sono considerati NERI anche quelli discendenti di indiani o di aborigeni australiani ”

        No.

        Da americano 🙂 rispondo, ciò che contava era l’onta di avere un avo schiavo. Che si permetteva pure di rubare il lavoro ai bianchi poveri.

        Ovviamente il colore della pelle era importante, ma in quanto segno di schiavitù.

        E comunque stiamo parlando della parte degli Stati Uniti dove i neri c’erano, fino alla grande migrazione verso nord degli anni Trenta.

        Chiaramente una Principessa Indiana tipo la Harris, o magari anche un Imprenditore Arabo dalla Pelle Scura, come il babbo di Obama, se fossero arrivate in un paesino dell’Alabama non so come li avrebbero trattati, semplicemente perché non sapevano che esistesse l’India;

        ma a New York penso che avrebbero dato loro la suite migliore dell’albergo.

    • Peucezio scrive:

      Solo l’idiozia la crassa ignoranza americana ragionano per sfumature cromatiche e ritengono che tutti quelli senza la pelle bianchissima siano tutti uguali e abbiano la stessa provenienza e storia.

      • Roberto scrive:

        Ah ecco…ho scritto senza leggere questo.

        Siccome viviamo nel mondo reale, l’obbiezione la Harris è indiana e non c’entra nulla con la storia degli afroamericani, che senso ha? Sottolineo…nel mondo reale, negli usa del 2024

  38. habsburgicus scrive:

    OT @tutti
    se vi interessa (io ci sono già stato, non credo che vorrò avvalermi dell’opportunità anche se meriterebbe), sappiate che Lukashenka da oggi (anzi “ieri”, venerdì 19 luglio) ha abolito i visti per gli ingressi via terra sino al 31 dicembre 2024….
    questa è una rivoluzione..era opinione di molti che MAI la Bielorussia avrebbe abolito i visti (via terra) prima che lo facesse Putin (campa cavallo !) e invece non è stato così..
    delle terre ove dominò il leninismo e in cui vegliava l’Intourist -l’ente ufficiale sovietico del turismo, creato nel 1929 e sempre retto da un generale della NKVD/KGB scelto per la sua durezza ideologica- il cui compito era far vedere quello che DOVEVA essere visto e soprattutto NON FAR VEDERE IL MOLTO CHE NON DOVEVA ESSERE VISTO, il visto sussiste in 3 Paesi:
    1,Turkmenistan (visto difficile, à la stalinienne…ho chiesto, ma mi hanno sparato prezzi folli solo per avere una LOI, lettera d’invito, che è “condicio sine qua non” per entrare da tristi nel “paradiso turkmeno” dove le guide sono obbligatorie e non è concesso a noi fare neppure una passeggiata tranquilli..qualcuno avrebbe ottenuto un visto di transito per l’Iran, senza LOI, ma forse sono leggende metropolitane 😀 vi è pure un testt COVID obbligatorio che ti fanno loro !!!! )
    2,Russia (visto facile elettronico introdotto da poco, 4 giorni, 191 AED=50 euro mal contati, ma non valido per gli ingressi da tutte le frontiere…dall’Estonia vale, testato a cdue frontiere diverse) l’anno scorso sono entrato col visto tradizionale, bello da vedersi quando è stickerizzato sul passaporto, più macchinoso (invito “farlocco” che ti costa almeno 12 E, viaggio a Milano previo invito, mille altri documenti e costo ben maggiore, sui 130 E ) ma non impossibile neppure per individui e infatti ce l’ho fatta
    3,Azerbaigian (visto facile elettronico, 26 USD, 3 giorni) ci sono stato
    possiamo entrare senza visto in
    i.Moldova (financo con la carta d’identità, cosa che non consiglio) +Transnistria ove farebbero un visto loro sull’atto….quando ci andrò vi dirò 😀
    ii.Ucraina, dal 2005
    iii.Georgia (basta la carta d’identità ma il governo georgiano potrebbe abolire questo privilegio)
    iv.Armenia
    v.Qazaqstan, dal 2017
    vi.Kyrgyzstan, da almeno una dozzina d’anni
    vii.Uzbekistan, dal 2019
    viii.Tagikistan, dal 1/1/2022 (ma se volete entrare in Tagikistabn dal Gorno-Badakhshan -e voi mi direte “non siamo così pazzi da entrare su srade sterrate a 4000 metri 😀 – occorre un permesso speciale per il GBAO Gorno-Badakhshan Avtonomnaja oblast’, cap. Khorog dove c’é il Pik Kommunizma cui il regime tagica ha cambiato nome in Qullai Ismoil Somoni “Picco Ismail Samani”)
    ix.Belarus, dal 19 luglio 2024
    il Baltico ha abolito del tutto Marx ed è roba nostra, europea..ovviamente anche in Baltico si entra senza visto, anzi senza niente
    la Belarus diventa quindi facilmente accessibile…..
    quindi se volete farvi un tour nella Respublika Belarus (magari spingendovi sino a Viciebsk, Polack, Mahiliow, Niasvizh e Homiel) Nazione affascinante ove purtroppo il comunismo non è mai finito, non perdete tempo 😀 la moneta è il rublo bielorusso chebsi può avere ai bancomat (non voci di seconda mano, li presi io stesso con mio stupore a Hrodna il 16 settembre 2023 ! 200 rubli che sono 60 euro, bastati per hotel, taxi, pasto a base di patate fritte 😀 [Peucezio conosce i miei gusti “eretici”, anche Mauricius], vodka che i polacchi poi mi confischeranno una settimana dopo e ne ho pure avanzati :D)
    https://mfa.gov.by/en/press/news_mfa/f52b67856b84f2d5.html

    • Roberto scrive:

      Interessantissimo!
      Ma che senso ha secondo te abolire i visto per sei mesi? Capisco mantenerli e abolirli, ma…una finestra di sei mesi a che serve?

      • habsburgicus scrive:

        per salvare la faccia…poi farà una proroga (come i cinesi che li hanno aboliti sino al 30/11/2024 e sono già passati al 31/12/2025)..
        a meno che abbia veramente bisogno di soldi “forti” !
        en passant, è degno di nota POLITICAMENTE che in modi diversi Cina, Russia e Belarus abbiano unilateralmente semplificato le procedure di ingresso, proprio quando sono attaccati (la Cina molto meno); ricapitoliamo
        1.la Cina non è amatissima dagli USA (seguiti da alcuni europei) e i cinesi decidono di concedere unilateralmente ad ALCUNI europei di entrare senza visto da ogni frontiera, ciò di cui mi sono avvalso (i cinesi però hanno escluso dal privilegio la Lituania -troppo favorevole a Taiwan- e alcuni altri)..la cortesia non è reciproca, mi rammento bene quando sono tornato da Chongqing con Hainan Airlines, alla Malpensa…i cinesi (praticamente il 99, 99 % dei passeggeri) mandati da una parte, a me hanno detto “ah, lei è italiano, passi qui” e in un secondo fatto tutto 😀
        2.la Russia è attaccata, insultata e discriminata, non a torto eh 😀 (la Finlandia ha chiuso le frontiere, la Lettonia dichiara che non accetterà visti Schengen di russi ecc) e che ti fa Putin ? senza arrivare ad abolire il visto, introduce un visto semplice (SENZA INVITO) ottenibile in pochi giorni, di cui si parlava da anni ma financo ai tempi d’oro dell'”amicizia” con
        Silvio quando la Russia era “cool” era restato mero progetto..e ora è realtà (non vale per americani e britannici)
        3.la Belarus è attaccata, derisa, umiliata (i lettoni proprio ieri hanno vietato l’ingresso di auto bielorusse, un mio amico proprio in ‘sti giorni si è fatto 14 ore di attesa alla dogana lituana) e Lukashenka abolisce il visto per noi..seppur solo fino al 31 dicembre, rebus sic stantibus
        come spiegare questo ?
        per i cinesi, attenzione all’Europa (cosa ottima, interessa anche a noi)
        per russi e bielorussi, però ? necessità di racimolare qualche soldo purchessia ? se così fosse, sarebbero messi peggio di quanto si crede !
        onestà vuole che vi dica, però, che almeno San Pietroburgo e Pskov paiono normalissime, senza segno di crisi

  39. Moi scrive:

    @ PINO

    NON mi funzia il link , ma si trova facilmente: in occasione delle Olimpiadi, ritirata una pubblicità ADIDAS con la Modella Palestinese Bella Habib (o nome simile, scusate …) ispirata agli Attentati di Monaco di Baviera 1972

  40. Roberto scrive:

    OT come volevasi dimostrare il limite a 30 a Bologna non solo non ha causato disastri ma salva qualche vita (5 morti in questo semestre invece che 7,5 negli stessi periodo in passato)

    Trovare l’articolo sul post “Come sta andando la “città 30” a Bologna”
    Non riesco a linkarlo

    • Peucezio scrive:

      Più inquinamento e tempi prolungati di spostamento.

      Due morti e mezzo (non mi è chiarissimo il mezzo morto…), molto indicativo…

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Veramente gli inquinanti si riducono, stando all’articolo.

        L’inquinamento, infatti, non è funzione dei tempi di spostamento, ma principalmente del carburante consumato. Che a sua volta non è funzione dei tempi di spostamento, ma di distanza percorsa e tempi in cui si sta fermi.
        E’ dimostrato che un flusso di traffico che va a velocità più costante ha meno probabilità di fermarsi (condivisi qualcosa a suo tempo).

        • Peucezio scrive:

          Certo, non collegavo affatto l’inquinamento ai tempi di spostamento, ma ai giri del motore. Cioè se vai più piano vai a una marcia più bassa, ma il percorso è lo stesso, quindi inquini di più.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Ma non è che la macchina parte a 50 all’ora e ti basta che il motore giri per mantenere quella velocità: la macchina deve raggiungere la velocità di crociare e più questa è elevata e più è l’energia richiesta. E’ proprio un problema di fisica.
            E qui si torna al problema di partenza: in città non riesci a mantenere i 50 km/h stabili, ma periodicamente devi fermarti (semafori, precedenze, passaggio di pedoni, quello che ti precede che si ferma per parcheggiare…). E quindi i consumi aumentano maggiormente perché periodicamente devi riportare l’auto da 0 a 50 invece che da 0 a 30.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Mi dà il paywall

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Eccolo

                https://www.open.online/2024/07/10/limite-30-milano-studio-mit-fc/

                Insomma, è un fraintendimento: un’auto che su strada extraurbana mantiene i 70 km/h medi (quindi regolari) inquina meno di una che mantiene i 30 km/h medi (discorso dei giri del motore).
                Tuttavia

                “l’analisi effettuata è solo «macroscopica», e non consente di tenere conto «dell’intensità delle accelerazioni e decelerazioni», che si riduce all’abbassarsi della velocità e dunque comporta una diminuzione complessiva delle emissioni, come ampiamente attestato dalla letteratura scientifica in merito”

                “Dunque, conclude l’esperto del MIT ribadendo quanto dichiarato nella presentazione delle ricerca all’Urban Mobility Council, «combinando gli effetti primari simulati e gli effetti secondari sopra riportati ma per cui non è ancora stata effettuata una simulazione, prevediamo che l’impatto complessivo della riduzione dei limiti di velocità possa portare ad una riduzione netta dell’emissione dei gas. Questo sarebbe consistente con i risultati osservati in altre città Europee oggetto di riduzione totale o parziale dei limiti di velocità a 30km/h in cui è stata riportata una riduzione media del dell’emissione di gas. Nello stesso studio vengono riportati dati osservati di riduzione degli incidenti (23%), mortalità (37%), e feriti (38%)».”

              • Peucezio scrive:

                “consistente con”…

                Io sono per l’istituzione di pene corporali per chi parla o scrive così.

                Che cazzo vuol dire “consistente con”??

                Ma possibile che la gente è rincoglionita a tal punto che se impara una lingua straniera, non riesce a evitare di fare calchi continui storpiano la sua stessa lingua madre??

              • Peucezio scrive:

                Circa il merito,
                può essere.

                D’altronde quando i mezzi erano a trazione animale si inquinava pochissimo.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Che cazzo vuol dire “consistente con”??”

                E’ al MIT. ormai tradurrà regolarmente dall’inglese all’italiano…

              • Peucezio scrive:

                Ma scriva direttamente in inglese, se non è capace di usare l’italiano (e secondo me non si disimpara: vuol dire che non lo sapeva neanche prima).

              • Moi scrive:

                To consist with

              • Moi scrive:

                Sarà già al mit da … una decade !

                😃😀😄😁

              • Lucia scrive:

                “e secondo me non si disimpara: vuol dire che non lo sapeva neanche prima”

                E però sbagli (a parte questa roba fastidiosissima da drama queen di prendersela a morte per errori veniali):
                “Per molto tempo, la domanda centrale della linguistica è stata come si apprende una lingua. Negli ultimi anni, però, è emerso un nuovo campo di studi chiamato “erosione linguistica”. Il focus non è l’apprendimento, ma l’oblio: cos’è che fa perdere una lingua?

                Alle persone che si trasferiscono in altri paesi capita spesso di dimenticare alcuni termini della loro lingua, di usare strani giri di parole o di parlare con un accento straniero. Questa impermanenza ha spinto i linguisti a rimettere in discussione alcuni aspetti dell’apprendimento di una lingua. Anziché considerare il bilinguismo come un processo cumulativo in cui ogni lingua è complementare all’altra, alcuni studiosi le vedono come sorelle che cercano di attirare l’attenzione dei genitori. Quando ne arriva una nuova, scatta la competizione. “Non c’è un’età in cui una lingua, anche quella nativa, si è talmente consolidata nel cervello da non poter essere scalzata o trasformata da un’altra”, scrive Sedivy. “Come una famiglia che accoglie un nuovo figlio, la mente non può accogliere una nuova lingua senza che abbia un impatto sulle altre già presenti”.”
                https://www.internazionale.it/magazine/madeleine-schwartz/2024/07/11/perdere-la-madrelingua

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Lucia

                “a. Negli ultimi anni, però, è emerso un nuovo campo di studi chiamato “erosione linguistica”.

                Bello, grazie!

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Mauricius Tarvisii

                “MIT”

                🙂 🙂 🙂

                Non credo che qui MIT stia per ”Massachusetts Institute of Technology”.

                Credo che stia per “Ministero delle Infrastrutture e Trasporti”.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

                P.S. Il MIT (Ministero) è il dicastero di salvini, da sempre contrario al limite dei 30 Km/h.

              • Roberto scrive:

                Lucia

                Interessante grazie (e corrisponde in pieno alla mia vita 🙁 )

  41. Miguel Martinez scrive:

    Su Telegram leggo un brano… il problema di Telegram è che non ci sono mai i link, che permettono di controllare le fonti.

    Inoltre, le affermazioni senza sfumature mi lasciano sempre nel dubbio.

    Ma SE le cose stanno come dice questo brano, mi sembra molto significativo:

    La Corte europea stabilisce che Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha agito in violazione della legge europea mantenendo un’eccessiva segretezza sui contratti per il vaccino contro il COVID-19.

    Ursula von der Leyen è sposata con Heiko von der Leyen, un medico tedesco che è direttore di Orgenesis, una società di proprietà di Pfizer.

    Orgenesis è specializzata in terapie cellulari e geniche ed è stata un pioniere nello sviluppo di vaccini COVID.

    Si tratta della stessa azienda con cui Ursula von der Leyen ha firmato un contratto da 71 miliardi di euro per l’acquisto di 4,6 miliardi di dosi del vaccino anti-COVID.

    • Moi scrive:

      Io sono nauseato da notizie sul Covid … soprattutto in Italia è tutto un augurare e festeggiare morti fra Nord e Sud prima , Pro Vax e No Vax poi.

      Ultimamente i No Vax diffondono con certezza che ogni morte improvvisa è dovuta ai vaccini … inocculati apposta per sterminare l3 persone come da Piano del Club di Roma e i suoi 500 milioni di Eletti, unici degni di vivere sul pianeta.

      • Moi scrive:

        E SE NON è il Covid, Sud che festeggia le alluvioni al Nord … Nord che come ripicca spera che il Marsilii esploda completamente la mattina del 16 Agosto quando tutti i Terroni sono a casa dei parenti.

        • Moi scrive:

          La scelta scellerata del vaccino “facoltativo con ricatto / premio” ja fatto crollare la già scarsa fiducia nella scienza ! Sempre più persone credono che lo Sbarco sulla Luna del 1969 sia un falso e che la Terra sia una sorta d’ immensa pizza immobile sotto una cupola energetica e con attorno una specie di cornicione di ghiaccio (Antartide) !

          • Moi scrive:

            Forse che ci vorrebbe un Lockdown di Internet e dei Social ?!

          • Moi scrive:

            Dovevano o renderlo obbligatorio con l’ esercito e la polizia oppure NON fare il Green Pass … così han dato la mazzata finale a un Paese già lacerato fra Nord e Sud.

            … Il Centro NON esiste 😀😃😁 ., viene o ignorato o insultato da entrambe le altre due parti.

          • paniscus scrive:

            Sempre più persone credono che lo Sbarco sulla Luna del 1969 sia un falso “—

            Veramente la fissazione negazionista nel complotto lunare (o comunque, l’attivismo pubblico per divulgarla) è decisamente diminuita rispetto a una decina d’anni fa. Quasi non se ne sente parlare più.

            Alla maggior parte della gente non frega assolutamente più niente di sapere se è vero o no che alcuni umani abbiano passeggiato sulla Luna mezzo secolo fa, e la prendono come una qualsiasi narrazione storica fra le tante, a cui si può credere o non credere, tanto non cambia nulla…

            Piuttosto, se devo dire la mia, faccio presente che di astronauti che hanno passeggiato sulla Luna nelle prime imprese degli anni 60 e 70, ce ne sono rimasi in vita esattamente QUATTRO, il più vecchio ha 94 anni e il più giovane (anzi, “il meno vecchio”) ne ha 88.

            Perché all’epoca venivano selezionati non tra gli scienziati, ma tra i piloti militari di massima esperienza, e quindi erano già quasi tutti almeno sui 35-40 anni di età.

            Se davvero (ma penso che sia implausibile) si realizzerà nel giro di uno o due anni il primo nuovo volo umano verso la Luna…

            …io spero con tutto il cuore che almeno uno di questi quattro sia ancora in vita al momento del nuovo lancio, e capace di stringere la mano agli astronauti nuovi, passando una sorta di testimone.

            • Roberto scrive:

              Paniscus

              « è decisamente diminuita rispetto a una decina d’anni fa. Quasi non se ne sente parlare più.”

              Lo dici perché non frequenti social….

              • Moi scrive:

                Anche il Terrapiattismo è in aumento …

              • Moi scrive:

                Molti sono video di memo con musichette buffe e risate sguaiate probabilmente fatte al computer

              • Moi scrive:

                Memi

              • Roberto scrive:

                Moi

                Perché lo sciachimismo? Pensavo fosse una cazzata ultra dimenticata ed invece….

              • paniscus scrive:

                “Lo dici perché non frequenti social….”—-

                DIciamo che 10 anni fa la fissazione sul negazionismo lunare era talmente diffusa, e talmente coperta dalle notizie “mainstream”, che la sapevano tutti, anche quelli che non frequentavano i social (o almeno, che non andavano a cercarsi di proposito dei gruppi social complottisti),

                mentre adesso non se la fila più nessuno, e quindi la conoscono SOLO quelli che frequentano i social, e in particolare quel tipo di canali e gruppi sui social in cui si sono rintanati i quattro gatti di complottisti che ancora ci credono davvero.

              • Roberto scrive:

                Paniscus,

                Ti faccio un esempio:

                Su FB seguo una pagina per astronomi dilettanti (l’associazione che la tiene sono invece professionisti) .

                Pubblicano 1-2 cose al giorno, essenzialmente cosa c’è da vedere in cielo stanotte e foto del giorno prima.

                In genere ci sono una decina di commenti sotto ogni post e tutti di gente più o meno appassionata che o fanno domande o danno consigli. Al massimo capirà qualche domanda un po’ ingenua ma nulla di che…

                Ieri hanno pubblicato una cosa per ricordare lo sbarco sulla luna e sono all’improvviso sbucati tizi mai sentiti prima a scrivere cazzate….ora mi dici che questa gente è scomparsa e girano solo in qualche posto sperduto del web

                Io spero che tu abbia ragione ma ci credo davvero poco…

              • PinoMamet scrive:

                Ci sono degli argomenti trigger che scatenano orde di frustrati.

                Rimane un mistero dove si nascondano nel frattempo: forse fanno le ronde in attesa che qualcuno nomini il loro argomento preferito…

                Sbarco sulla Luna? arrivano i negazionisti.

                Canzone/ricetta/arte greca? arrivano gli albanesi.

                Impero romano? Frotte di persiani e di turchi.

                Religione cristiana? “La chiesa cattolica nasconde la verità che sta dentro i vangeli apocrifi!!” che loro chiaramente non hanno mai aperto;

                Religione ebraica/musica yiddish/tutto quanto? “Gli ebrei dominano il mondo e i veri nazisti sono loro!1!”

                “Quest’inverno mi sono fatto il vaccino per l’influenza”? ecco che arrivano i noncielodicono, è tutto un magnamagna, mio cugino ha fatto il vaccino del covid e gli attaccava il cucchiaino da caffè sul braccio
                (questa me l’hanno raccontata sul serio! a voce! guardandomi in faccia! come esperienza vissuta in prima persona!! per dire, a cosa arriva la capacità di autoconvinzione…)

              • paniscus scrive:

                “ora mi dici che questa gente è scomparsa e girano solo in qualche posto sperduto del web
                Io spero che tu abbia ragione ma ci credo davvero poco…”—

                Io ho solo detto (parlando appunto da NON frequentatrice di facebook o di altre piattaforme simili) che una decina di anni fa queste teorie erano talmente alla moda e talmente citate nei media mainstream, che le conoscevano tutti, compresi quelli che non frequentavano i social…

                …mentre adesso sui media mainstream (o sui siti indipendenti ma generalisti) non esistono più, e quindi per venire a sapere che esistono ancora, bisogna proprio andarsele a cercare di proposito, oppure frequentare qualche gruppo specifico a tema.

                PROPRIO perché non frequento i social, ma frequento altre fonti di informazione, percepisco la differenza:

                una decina di anni fa, pur senza frequentare quel tipo di social, incontravo continuamente articoli e commenti sul tema del “non siamo mai stati sulla Luna”, mentre adesso non ricordo di averne mai più visto nemmeno uno da 4 o 5 anni.

                Non so se c’entrino i periodi di pandemia, in cui i complottisti si sono rivolti ad altro, ma comunque la popolarità pubblica del negazionismo lunare si è davvero spenta…

            • Moi scrive:

              Sono convinti che i Poteri Forti abbiano confessato, parlando di Cloud Seeding !

              PURTROPPO la sfiducia nelle istituzioni comporta sfiducia anche nella scienza : è un piano inclinato che ruzzola giù veloce, dalle politiche del Ministero della Sanità (meglio uno Stregone della Papua Nuovs Guinea che Roberto Speranza …) alle basi di chimica, fisica, biologia , geologia, astronomia, ecc …

      • paniscus scrive:

        “Ultimamente i No Vax diffondono con certezza che ogni morte improvvisa è dovuta ai vaccini”—

        ULTIMAMENTE? Ma se la si sente da 4 anni!
        Come se le morti improvvise non fossero mai esistite prima…

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Moi

        “Ultimamente i No Vax diffondono con certezza che ogni morte improvvisa è dovuta ai vaccini … ”

        Infatti, sono scemenze.

        Quello che conta è che è stato fatto, con i soldi nostri, un contratto segreto con una multinazionale, con utilizzo della polizia per imporci un prodotto, e che il marito della signora che ha firmato il contratto era uno del giro.

        Essendo in ballo 71 miliardi, sarei veramente sorpreso che tutti i ricercatori interpellati non fossero concordi che il vaccino fosse “efficace” e “indispensabile”.

        Anch’io se mi offrono 71 miliardi dichiaro che una traduzione è perfetta…

    • Roberto scrive:

      Miguel
      La sentenza è quella (anzi quelle) che segnalavo mercoledì

      Ovviamente non parlano della VDL, ma vabbè è un dettaglio 😁

      Come dicevo, la commissione si è presa delle sberle, ma ha anche avuto ragione su alcuni punti (gli anticipi versati per esempio che secondo il tribunale la commissione ha fatto bene a non pubblicare)

      Ps davvero orgenesis ha sviluppato vaccini contro il covid? E ne ha venduti 4 miliardi di dosi??? Io mi ricordavo moderna, pfizer e astrazeneca…

      PPS qui dovresti trovare qualche informazione più precisa di quelle che leggi su Telegram, è la corte dei conti
      https://op.europa.eu/webpub/eca/special-reports/covid19-vaccines-19-2022/it/

      • Roberto scrive:

        Vedo su Wikipedia che orgenesis (la cui esistenza mi era ignora fino a pochi minuti fa) cercava di investire e sviluppare antivirali…più o meno la strategia opposta dei vaccini….

        https://fr.wikipedia.org/wiki/Orgenesis

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        “Come dicevo, la commissione si è presa delle sberle, ma ha anche avuto ragione su alcuni punti”

        In realtà ha vinto su tutta la linea: se l’obiettivo è tenere segrete informazioni il più a lungo possibile (e tre anni e mezzo sono tanti, visto il rischio di fuga di notizie che ormai è connaturato alla gestione della cosa pubblica), ce l’ha fatta in pieno, la vittoria parziale permette di vendere la porcata come una “non poi così tanto porcata” a quella miserrima percentuale di opinione pubblica che è interessata e nessuno ha pagato politicamente il prezzo della malefatta.
        Se fossi in Orsolina lo rifarei anche domani.

  42. Moi scrive:

    Sugli avi del Donald e della Kamala … Miguel ha ragione in termini di Appeal Vittimistico del Simblolismo Woke . Che condanna le Generazioni almeno quanto il Levitico !

  43. habsburgicus scrive:

    io ho sempre ritenuto particolarmente stolido il “negazionismo lunare”….
    innanzitutto non si vede perché gli USA abbiano fatto tutto ‘sto ambaradan..siamo nel 1969, non più negli spensierati anni kennedyani, c’era il Vietnam, la corsa allo spazio era importante ma tutto sommato neanche molto…
    tuttavia l’argomento che IMHO taglia la testa al toro sta nel silenzio dei sovietici che mai negarono l’allunaggio….non volevano esporsi in prima persona con la loro Pravda “La Verità” e le loro Izvestija “Notizie” ? benissimo, bastava lasciar scrivere Neues Deutschland (“Nuova Germania”, Germania Est), Granma (Cuba), Rudé Právo (“Il Diritto Rosso”, Cecoslovacchia), Rabotničesko Delo (“La questione operaia”, Bulgaria)
    è un po’ come la questione del carteggio Mussolini-Churchill che in alcuni milieux è dato per sicuro
    ammettiamo che sia esistito….
    i fautori dell’esistenza del carteggio però tendono a credere che Mussolini sia stato AL POTERE continuamente..ma sappiamo che ci fu uno iato, dal 25 luglio all’8 (12) settembre 1943..possibile che Badoglio non sapesse nulla di ‘sto carteggio ? eppure alla Monarchia avrebbe fatto comodo avere documenti con cui trattare con Churchill ! ebbene, in quei giorni, nessuno pare aver minimamente pensato al carteggio..neppure Churchill 😀
    quindi allunaggio SI
    carteggio NO (anche se Churchill secondo me veramente promise more Brettonum all’Italia nel giugno 1940 qualche spoglia francese in cambio del nostro “non intervento”….e ciò potrebbe spiegare l’ostilità di de Gaulle verso gli albionici nel dopoguerra :D)

    • habsburgicus scrive:

      insomma, se noi italiani fossimo stati furbi :D, ci saremmo pappati gratis
      i.Gorizia e Trento nel maggio 1915 (dati da Vienna)
      ii.Nizza e forse Gibuti nel giugno 1940 (estorti da Churchill ai francesi)
      ma noi siamo fessi 😀 e ci siamo beccati due guerre mondiali

      • tomar scrive:

        habsburgicus: ma noi siamo fessi 😀 e ci siamo beccati due guerre mondiali.
        E il bello è che a capo dei fessi eran sempre gli stessi…. le radiose giornate di maggio… l’ora segnata dal destino batte sul cielo della nostra patria, l’ora delle decisioni irrevocabili ecc. … dici che non c’è il non c’è il 2 senza il 3?

    • PinoMamet scrive:

      “tuttavia l’argomento che IMHO taglia la testa al toro sta nel silenzio dei sovietici che mai negarono l’allunaggio…”

      l’ho sempre pensato anch’io, e d’ora in poi posso vantarmi di avere avuto un’intuizione in comune con il bravo&preparatissimo Habs!
      (sono serio, non ironico)

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “nel silenzio dei sovietici ”

      Ma proprio il silenzio radio: nel senso che nella fase dell’allunaggio lo mantennero con la loro sonda nei paraggi per non rischiare di creare interferenze che potessero mettere a rischio le operazioni.

  44. PinoMamet scrive:

    OTissimo domanda per Miguel!

    un caro amico mi sottopone uno screenshot di un filmato proporzionale delle linee aree turche.

    C’è una scacchiera con i pezzi bianchi che tengono sotto scacco quelli neri (ella fattispecie un cavallo che minaccia il re e un alfiere… rappresentato come da convenzione all’inglese, “bishop”)

    “Fly with Europe’s best”… sorvolando 😉 sulla definizione un po’… cavalleresca di Europa, ma cosa cavolo vuol dire?

    Perché il simbolismo degli scacchi? Cosa mi sta a significare? Pensano di aver inventato gli scacchi? Pensando di “aver messo sotto scacco” l’Europa? Il cavallo bianco significa qualcosa per loro? Ce l’hanno con un re o un vescoivo in particolare?

    Boh?? Brancolo nel buio.

  45. PinoMamet scrive:

    Altro OT in tema di “negri” (tanto ormai questo è un post “vecchio”)

    oggi ho visto per caso un pezzo di una vecchia commedia di Louis de Funès, degli anni Sessanta, di quelle che mandavano in tv quando ero piccolo
    (all’epoca, chissà perché, Louis de Funès mi stava particolarmente simpatico, anche se poi non è che facesse tutto ‘sto ridere…)

    beh, Checco Zalone non ha inventato niente… anzi, alcune battute sul cameriere nero giocate sul “non razzismo” del protagonista mi sembrano proprio fotocopiate…

    c’è da dire che la Francia è multietnica da molto prima dell’Italia, però pare avere affrontato il problema del “non si può più dire niente!” anche prima di noi, quindi non è che sia tutta colpa del politicamente corretto…

    (c’è però da dire che il film francese col tale che ha tre figlie da sposare e finiscono una al nero, una all’ebreo e una all’arabo, è di pochi anni fa, relativamente… quindi non hanno fatto neanche tanti passi in avanti 😉 )

    PS
    No, il film non era Le folli avventure di rabbi Jacob, se proprio volete saperlo 😉
    (la mia amica che sta a Parigi mi dice che è ancora popolare, lo mandano ancora!)

    • Roberto scrive:

      Confermo, rabbi Jacob è popolarissimo, come qualsiasi cosa di de Funès (che a me fa cagare, a parte la grande vadrouille…ma deve essere l’equivalente di fantozzi che piace solo a noi italiani)

      • PinoMamet scrive:

        Il discorso sugli umorismi “nazionali” è molto ampio, secondo me, e spazia dalla linguistica alla sociologia…

        e a me, lo ammetto, come argomento interessa molto di più dell’ecologia!

        Purtroppo ho poco tempo…

  46. Moi scrive:

    @ PINO

    Il film recente sulle figlie di Clavier, è già una trilogia : nel secondo hanno introdotto la sorella lesbica dell ‘ Ivoriano … il ruolo ingrato dell’ omofobia lo han dato al padre nero, messo in riga però dalla moglie nera.

    Nel 3 hanno introdotto i genitori multietnici di tutti gli sposi …

    la costante, il Leitmotiv è che < NON importa la " razza"_ in ogni variante etnoculturale i "maschi" sono stronzi sempre propensi al conflitto e all' ostilità … le "femmine" invece alla convivenza e condivisione

    • Roberto scrive:

      Il primo era molto divertente

      • Moi scrive:

        Finché è una novità, è sempre più divertente … cmq penso che 3 siano sufficienti: nel secondo includono la LGBTQ+ (sarebbe stato stucchevole se il più omofobo fosse stato il papà “de souche” Claude …) , nel terzo tutti i genitori “esotici”.

  47. Miguel Martinez scrive:

    Vedo che la Svezia ha reintrodotto una forma di leva militare, e altri paesi europei stanno per seguire l’esempio:

    https://www.politico.eu/article/europe-eyes-sweden-conscription-model-to-solve-troop-shortage-boris-pistorius/

    • habsburgicus scrive:

      e la Svezia non combatte dai tempi di Carl XIII del Palatinato (1809-1818), di infausta memoria ! mai ha combattuto con l’attuale dinastia bernadottica (dal 1818)

  48. Moi scrive:

    A quanto pare le due Principessine Maria Carolina e Maria Chiara (2003 e 2005) di Borbone – Due Sicilie , a forza di vedere video NeoBorbonici Terroni VS Polentoni sui social (specie Tiktok !) … ci han preso davvwro gusto, e vorrebbero sul serio riavere il loro Regno.

    MAi pare però che i loro modelli di Nobiltà siano più i film sla Disney che NON le loro effettive Illustri Ave !

    PS

    Fra l’ altro sono biondine “velinoidi ” e avrebbero (!) in potenza dei “requisiti” più che validi per “Soloventilatori” [cit.]

  49. Miguel Martinez scrive:

    Per Habs…

    Sto sfogliando THE “RED ” DRAGON AND THE BLACK SHIRTS di
    SIR PERCIVAL PHILLIPS, K.B.E.

    Dovrebbe trattarsi di un giornalista americano, diventato famoso però lavorando in Inghilterra.

    ******
    This volume contains the first complete and authentic English
    account of the famous Fascisti movement. It is the result of a
    mission on which “ The Daily Mail ” despatched its Special Corre
    spondent, Sir Percival Phillips, well known to the British public for
    his brilliant work on the West front during the war, which was
    rewarded by the British Government with a K .B .E . He examined
    the organisation and working of the Fascisti in the Italian cities and
    in Rome. He even inspected documents which, so far, have not
    been published, such as the secret orders and the rules of discipline.

    The results of his investigation were published in a series of
    articles in “ The Daily Mail,” which have attracted extraordinary
    attention. They are here reproduced in full. In almost every line
    they contain information which is new to the British public.

    They deal with one of the noblest and most stirring chapters in the history of our times— the rescue of Italy from the cruel despotism of the
    Bolsheviks and Communists by the Fascisti under Signor Mussolini.

    In itself the salvation of Italy is an event of commanding importance, far more important than anything that has happened since the armistice. It is full of hope and instruction for the world. The Fascisti have proved that, if everything else fails, if a cowardly Government abdicates before disorder and crime, and if democracy goes to pieces, a nation with any virility can yet be saved by its able-bodied youth and patriots, acting under a man. An antidote has been discovered to Communism. A means has been found of destroying the poison spread by the Red propaganda and paralysing those who preach the class-war.

    For the first time in half a century there is a democratic force in the field stronger than the Socialism and Communism of Marx

  50. Moi scrive:

    NON so se avete visto le immagini del pestaggio dei due gay a Roma :

    una cosa mi ha impressionato, davvero ! Nel gruppo degli aggressori c’è anche una ragazza

    😳

    NON SOLO : avete visto com’ è (s)vestita ?! Ha un bikini nero con tanga e stivaloni neri al ginocchio !

    Sembra che voglia sfogare un “fetish” di volerli punire per ciò che sono … tipo sadomaso nazistoide.

    … Anzi, niente “sembra che” !

    😳

    • PinoMamet scrive:

      …ma va’ là, che c’entra adesso il fetish…

      ho visto il filmatino, di cui non sapevo niente fino al tuo commento.

      Suppongo che la ragazza sia una cubista, visto l’abbigliamento. Mi sono ignoti i motivi della lite; comunque almeno uno dei due aggrediti (maglietta nera) ha spintonato con una certa veemenza la raffinatona, per cui i drudi della principessina intervengono… prendendo a pugni l’altro, che quando è sufficientemente stordito prende un paio di insignificanti sberle anche da miss buon gusto.

      nel frattempo l’altro viene preso anche a cinghiate, o qualcosa del genere: cade, ma trascina a terra anche uno degli aggressori.

      Arriva anche il terzo Grande Eroe e Miss Simpatia a dargli una mano, e in quattro non riescono ad avere la meglio su uno solo, caduto a terra; anzi, riesce a far cadere anche la Stivalata.

      interviene uno per farlo rialzare (non mi è ben chiaro se è maglietta bianca o un’altra maglietta bianca) si becca un pugno, ma evidentemnte chi glielo ha tirato non è un Tyson, perché maglietta bianca ritorna e rialza maglietta nera.

      Mah.
      Come film, è una vera schifezza.

      Di certo possiamo dire che:
      -il gay con la maglietta nera è più agguerrito dei quattro aggressori
      -probabilmente stavano discutendo da prima per motivi a noi ignoti
      -il fetish non c’entra assolutamente niente

  51. Moi scrive:

    Non so, dipende se è un incontro casuale o un agguato premeditato … cmq è CONTRO l’ immaginario comune politically corretto che ci sia anche una donna parte attiva in un pestaggio omofobo.

    Il fatto che anche una ragazza sia
    coinvolta renderà la narrativa mediatica un po’meno misandrica del solito.

    PERÒ non so chi siano le persone coinvolte.

    INOLTRE passa diversa gente che NON interviene e tira dritto per i cazzi suoi.

    • PinoMamet scrive:

      ” INOLTRE passa diversa gente che NON interviene e tira dritto per i cazzi suoi.”

      …e cosa c’è di strano in tutto ciò? 😉

      Se vuoi la mia opinione, da persona che non sa nulla di come sono andati i fatti, non credo che la ragazza fosse lì “perchè ce l’aveva coi gay”.

      Credo che fosse lì perché fidanzata di qualcuno degli aggressori, o perché c’è stata una lite in precedenza durante le quali sono volate come d’uso parole grosse e insulti, e non fatico a credere che qualcuno fosse rivolto a lei.

      Non è per colpevolizzare le vittime (ma una di queste vittime la ha spintonata proprio bene, femmina o non femmina…) ma solo l’idea che mi sono fatto io vedendo la dinamica dei fatti.

  52. habsburgicus scrive:

    nello Zimbabwe eletta Miss una bianca, come ai vecchi tempi anteriori al 18 aprile 1980 quando c’era ancora la Rhodesia 😀
    https://youtu.be/wbacZPhpe_Y
    sono verosimilmente i primi effetti della caduta, alcuni anni fa, di Robert Mugabe, Guida dello Zimbabwe Socialista e notoriamente ostile alla minoranza bianca 😀

    • PinoMamet scrive:

      Per i miei gusti… mah… non mi dice niente, diciamo.

      Mi chiedo se il costume africano con mezza zebra indosso e zagaglia in mano sia di pure invenzione o sia di qualche popolo locale, tipo i Matabele che piacevano tanto a Wilbur Smith o i Mashona che invece gli stavano sul cazzo…

      (gli inglesi sono i più grandi razzisti del mondo, proprio nel senso etimologico del termine, e sono sempre i primi ad accusare gli altri di razzismo…)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *