Monterchi, la Madonna e il Grande Delitto

Monterchi è un paesino come tanti, arrampicato su una collina in provincia di Arezzo.

E’ noto unicamente per il meraviglioso affresco della Madonna del Parto di Piero della Francesca, riscoperto a fine Ottocento in una chiesetta abbandonata di campagna.

Giù a valle, c’è un piccolo monumento ai caduti, come in tutti i paesini d’Europa.

Come in tutti i paesini d’Europa, la stele è divisa in due parti, per le due grandi, insensate stragi.

E come nella maggior parte dei paesini d’Europa, sul lato dove il sole non batte mai, l’elenco dei morti nella prima guerra mondiale, la Grande Guerra che hanno abilmente rimosso dall’invenzione della “memoria storica”, occupa molto più spazio dell’elenco di quelli morti nella sua postilla.

La differenza non è dovuta alla popolazione, che nel 1914 era più o meno uguale a quella del 1940, sempre attorno ai 3.300 abitanti. Uno, due tre morti assassinati in ogni famiglia.

Camminiamo tutti i giorni, senza accorgercene, per strade intitolate ai massacratori e alle loro opere – via Antonio Salandra, viale Sidney Sonnino, corso Luigi Cadorna, piazza Vittorio Veneto.

I vincitori sanno perdonarsi, e pure immortalarsi.

Monterchi monumento ai caduti

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138 risposte a Monterchi, la Madonna e il Grande Delitto

  1. mirkhond scrive:

    I vincitori sanno perdonarsi, e pure immortalarsi.

    In verità da qualche anno a questa parte, almeno nell’immaginario cinematografico, si può notare anche l’assenza di una parte dei vinti della seconda guerra mondiale, e cioè i fascisti.
    Se proprio non si può renderli presentabili, li si cancella del tutto come se non fossero mai esistiti.
    Qualche giorno fa la rai ha mandato in onda una fiction tedesca, peraltro tagliata nella versione italiana, sulla controversa figura di Suor Pascalina, governante, perpetua e collaboratrice del Nunzio Eugenio Pacelli, poi Papa Pio XII.
    D’accordo che la fiction, tratta da un romanzo era incentrata sul rapporto tra Pacelli e la suora tedesca, ma sembra che in Italia non ci fosse proprio il fascismo, anzi non ci fosse nemmeno un governo italiano, insomma sembra che l’Italia e il Vaticano fossero la stessa cosa….
    Gli unici antagonisti qui sono sempre e solo i Nazisti, fin dal fallito putsch di Monaco del 1923…..
    Inoltre, nella versione tagliata italiana, non compare neppure l’assalto comunista alla Nunziatura di Monaco di Baviera del 1919….
    In sostanza la storia di ieri viene scritta e riscritta alla luce delle esigenze dell’OGGI….

  2. Francesco scrive:

    Mirkhond

    anni fa ero appassionato di un gioco da tavolo di guerra, di fattura inglese, che riproduceva la Seconda Guerra Mondiale.

    Beh, c’erano i grandi protagonisti, gli eserciti tedesco, russo, statunitense, e le comparse, tipo i romeni. Gli italiani manco per nulla, si dovava andarli a cercare nella apposita espansione.

    E’ che il solo Mussolini ci vide in grado di partecipare …

    PS Miguel, qui al Nord la differenza tra gli elenchi non mi pare così netta, sarà effetto della spedizione in Russia e delle perdite degli alpini su quel fronte?

  3. Miguel Martinez scrive:

    per Francesco

    “PS Miguel, qui al Nord la differenza tra gli elenchi non mi pare così netta, sarà effetto della spedizione in Russia e delle perdite degli alpini su quel fronte?”

    Ipotesi interessante. Non saprei: a me sembra che quasi ovunque, salvo in Germania (vedi ad esempio un’immagine che ho linkato nell’articolo), prevalgono, spesso in rapporto di 2/3 a 1, i morti nella prima guerra mondiale, salvo per motivi demografici (ad esempio certi quartieri allora nuovi di Roma, dove ovviamente i morti nella Seconda guerra mondiale sono di più).

    In Francia la differenza poi è ancora maggiore.

    Il fenomeno che dici tu potrebbe anche essere dovuto a una maggiore durata della guerra al Nord, ma la differenza in fondo è solo di qualche mese.

    Poi forse erano di più i morti nei bombardamenti alleati e nei rastrellamenti tedeschi, nonché i deportati per lavoro che non fecero ritorno.

    • Francesco scrive:

      >> erano di più i morti nei bombardamenti alleati e nei rastrellamenti tedeschi, nonché i deportati per lavoro

      che però direi non appaioni negli elenchi dei caduti sui monumenti, che sono tutti soldati

      darò un’occhiata la prima volta che vado a Messa in parrocchia …

      ciao

      PS i militari francesi quasi non parteciparono alla seconda guerra mondiale, ci credo che morirono in pochi

      • PinoMamet scrive:

        Però Francesco in Russia non andarono solo gli Alpini, anche se non conosco le cifre relative;
        inoltre gli Alpini sono sempre stati reclutati prevalentemente nelle zone di reclutamento alpino tradizionale (che sono quasi tutte al Nord) ma non solo lì…
        quindi non saprei

  4. maria scrive:

    “In verità da qualche anno a questa parte, almeno nell’immaginario cinematografico, si può notare anche l’assenza di una parte dei vinti della seconda guerra mondiale, e cioè i fascisti”

    Mirk,
    i vinti sono stati assenti anche nella vita vera, sul fronte russo morirono centinaia di migliaia di fascisti e non fascisti, moltissimi di loro furono fatti prigionieri e tuttavia per oltre cinquanta anni nessuno in italia si è curato di quei “dispersi”, come non fossero mai esistiti, c’è voluta l’implosione dell’ Unione Sovietica con la conseguente apertura degli archivi segreti per ritrovare tracce di quei soldati, che destra e sinistra avevano lasciato immersi in un lunghissimo oblio per motivi esclusivamente politici.

    Quando nel 1994 sono arrivate le lettere del Ministero della difesa alle famiglie ,molte mogli e mamme erano già morte.

    La storia la scrivono i vincitori che si fanno depositari e arbitri anche della memoria!

    • Francesco scrive:

      scusi, compagna, faccia una ricerchina su Guareschi in rete e scoprirà che dei prigionieri italiani in Russia ci si occupò eccome, in alcune parti della società italiana.

    • mirkhond scrive:

      Per Maria

      Concordo. Quel che volevo sottolineare è come la storia di ieri sia letta nelle fiction e nell’immaginario che da esse scaturisce alla luce dell’oggi…
      Esempio: nell’ultimo decennio i film sulla seconda guerra mondiale si somigliano un po’ tutti, da una parte un biekissimo apparato nazista teso a far fuori gli Ebrei, e dall’altra tutti gli altri, gente del popolo, preti, papi e suore tesi a salvarli gli Ebrei.
      Tutti gli altri semplicemente NON ESISTONO.
      Non esistono i fascisti, soprattutto per i loro crimini, non esitono i comunisti e la resistenza che, piaccia o no, fu in MAGGIORANZA comunista con tutte le ombre che pur ci furono, e fu la resistenza PIU’ DURA, sia sul campo che per la repressione….
      E non esistono le ALTRE VITTIME della seconda guerra mondiale, vittime che, evidentemente non servono alla rappresentazione ODIERNA che si vuol dare di quella tragedia, tranne per una discutibile e caricaturale fiction sulle foibe, dove anche qui i fascisti NON ESISTONO e i comunisti titini sono TUTTI degli Slavi psicopatici il cui unico obiettivo è far fuori il maggior numero di Italiani, TUTTI puri e immacolati…..

      • Francesco scrive:

        ehm, forse più che dei film stai parlando delle “fikzion” che trasmette Mamma Rai … però dillo che vuoi farti del male!

        😀

      • paniscus scrive:

        “ehm, forse più che dei film stai parlando delle “fikzion” che trasmette Mamma Rai … però dillo che vuoi farti del male!!”
        —————————————
        Devo ammettere che è la stessa identica reazione che ho avuto qualche ora fa, quando un’amica mi parlava di ciò che aveva visto ieri sera in un programma televisivo considerato “per famiglie”, e addirittura “educativo”, e che l’aveva fatta star male, per via delle sceneggiate apparentemente realistiche, ma di fatto disturbanti, che metteva in scena (si parlava di dinamiche familiari e di interazioni tra genitori e figli).

        E io che insistevo a dire: “Ma perché continuavi a guardarlo? Non potevi spegnere tutto e fregartene altamente? Tanto, oltretutto, si sa che è tutto un copione recitato, non sono mica problemi veri di famiglie vere!”

        Peraltro, rai, mediaset, o la7, o quant’altro, non cambia nulla, eh: se lo spettacolo è deprimente, disturbante o seccante, che bisogno c’è di seguirlo?

        Lisa

      • Moi scrive:

        @ MIRKHOND

        Dici “Il Cuore nel Pozzo” ? C’è un’ unica scena in cui il Compagno Novak dice “Adesso tocca a Noi !” … Poi va be’, c’è la polemica da parte di quegli Italiani che ancora oggi dicono che di “Fascisti” , ritenuti “altro da sé” i Titini dovevano infoibarne di più e _ questa l’ho letta davvero in “zona indymedia”_ con tanto di “femmine e cuccioli compresi” [sic] !

        E’la mentalità da Eterno Indomani del 25 Aprile 1945, riesplosa negli Anni Settanta con canzonette come (già ricordata) questa di Fausto Amodei :

        http://www.youtube.com/watch?v=IZjfenGJKRA

  5. maria scrive:

    no caro , falla tu la ricerca, ma seria, su questo tema ,e guarda già che ci sono ti fornisco anche il titolo del primo studio fatto, appunto, dopo l’apertura degli archivi segreti di cui parlavo.
    Il libro è, I prigionieri italiani in Russia di Maria Teresa Giusti, edizione Il Mulino , Biblioteca storica, uscito nel 2003.

    E non chiamarmi compagna, questo può farlo solo Ritvan:-)

    Buona lettura!

    • Francesco scrive:

      chiedo scusa per l’epiteto 😉

      ma ribadisco che c’è chi non ha avuto bisogno di aspettare l’apertura degli archivi sovietici perchè c’era stato o parlava con i reduci e le famiglie dei dispersi :\

      il bisogno di accordarsi col PCI e i rapporti di forza internazionali spinsero la DC a mettere da parte la questione 🙁

  6. Karakitap scrive:

    Al mio paese, il monumento ai caduti è costituito da una specie di obelisco alle cui pareti sono affisse delle lastre di marmo con i nomi dei caduti di tutte le guerre (però non c’è una distinzione tra le due guerre, evidentemente si è voluto unificare il sacrificio dato alla patria), queste lastre si trovano molto piuttosto in alto, diciamo che se uno vuole può tranquillamente ignorarle, e magari usare il basamento per scritte a vario contenuto, sulla sommità dell’obelisco vi è una statua mostrante un soldato caduto sorretto da un compagno, e su un lato della base quella di una giovane donna (la personificazione della vittoria) che ha nella mano una spada (di cui è rimasta solo l’elsa, il resto dell’arma è stato rubato anni fa e nessuno ha mai pensato di restaurarla, quando la vedo mi piange il cuore di non avere qualche euro in più, offrirei di tasca mia la somma necessaria, non perché sia particolarmente patriottico, anzi, ma questa indolenza anche nel fare un cosa da nulla come questa disturba, ma purtroppo le cose vanno così, per fare un altro esempio, l’orologio della collegiata segna le 6 e 30 da un trentennio….), ho sempre pensato che inserire i nomi in alto fosse un messaggio del tipo “eleviamo coloro che si sono sacrificati in guerra al di sopra della realtà quotidiana”, peccato che così siano illeggibili o quasi.

    Fose l’ho già detto, ma in questo periodo sto seguendo un anime che si chiama Hetalia, che vede protagoniste nazioni personificate, da una parte ci sono gli alleati (USA, Inghilterra, Russia, Cina e…sì, anche Francia) dall’altra l’Asse (Giappone, Germania e Italia), ebbene negli episodi in cui vi sono degli scontri Giappone estrae la katana, Germania la p38 e Italia…la bandiera bianca, vien quasi da sorridere (amaramente) pensando a quello che il fascismo avrebbe voluto per l’Italia.

    Comunque è vero, il passato viene cambiato in funzione dell’oggi, anzi, direi che solo in tale veste può esistere.
    Ciao

    • paniscus scrive:

      sulla sommità dell’obelisco vi è una statua mostrante un soldato caduto sorretto da un compagno, e su un lato della base quella di una giovane donna (la personificazione della vittoria) che ha nella mano una spada

      Ecco, personalmente tra le due immagini non ci vedo proprio NIENTE in comune.

      Al mio bisnonno non fregava nulla della vittoria con la spada, ma dopo essere rimasto seriamente ferito in una ritirata drammatica (non proprio quella di Caporetto, ma una battaglia minore dello stesso periodo) si salvò proprio perché un compagno rischiò la vita a sua volta, rimanendo indietro per aiutarlo. Penso sinceramente che a nessuno dei due, né all’invalido né al soccorritore, importasse nulla della retorica della vittoria.

      Poi visse fino agli anni Cinquanta, con un piede scempiato e una testa lucidissima. Un tavolino di legno che aveva costruito a mano prima ancora della Grande Guerra, adesso sta nella cameretta dei miei figli.

      Lisa

  7. Miguel Martinez scrive:

    Non so se esiste già, sono sommerso dal lavoro, ma sarebbe interessante fare una raccolta di foto di queste lapidi, una sorta di contromonumento al Progresso del Novecento.

    Interessanti anche le rare lapidi alle spedizioni in Africa.

    In caso, mandatemi foto.

    • roberto scrive:

      con piacere ti mando qualche foto di quelle che vedo qui nel granducato. i morti si contano sempre sulle dita di una mano, ma è perché i lussemburghesi erano pochi anche allora 🙂

      • Karakitap scrive:

        Io anni fa ebbi il modo di vedere il monumento alla resistenza lussemburghese (che a quel che ne so ebbe una caratteristica peculiare perché i nazisti volevano annetterlo sic et simpliciter, dato che considerava gli abitanti dei germanici che si ostinavano a parlare in francese e nel dialetto locale), una specie di labirinto nei cui pressi c’era un’ara su cui ardeva una fiamma, e nei pressi la lapide che spiegava al viandante il perché di quella costruzione, ammetto che ne fui abbastanza colpito.
        Ciao

      • Roberto scrive:

        Sai che credo di non averlo mai visto? E si che il granducato è piccolino e ci vivo da quasi dieci anni … È il monumento di wiltz in memoria dello sciopero contro la coscrizione?

  8. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    “In verità da qualche anno a questa parte, almeno nell’immaginario cinematografico, si può notare anche l’assenza di una parte dei vinti della seconda guerra mondiale, e cioè i fascisti.”

    Il problema, che non ho mai visto trattare da nessuno, a me sembra molto semplice.

    I sistemi europei attuali nascono quasi tutti “contro” il fascismo e e il nazismo, in vari modi, e su questo fondano la propria storia, in negativo.

    In Italia, il mito della Resistenza aveva una doppia funzione:

    1) da una parte, il racconto (lasciamo perdere quanto fondato storicamente) di un gruppo di uomini e donne che – senza divise e sbattendosene della legalità e delle istituzioni – hanno preso le armi per combattere con attentati e bombe sia un invasore, sia le ingiustizie sociali

    2) dall’altra, il racconto del PCI come partito fondante della Repubblica, e quindi una rivendicazione da parte del PCI di poter essere trattato come una brava e rispettabile colonna portante dell’0rdine costituito.

    Il primo mito è a lungo andare insostenibile, perché mina alle basi ogni istituzione e legittima il mostro del “terrorismo”. E infatti, la questione fondamentale – la resistenza armata, illegale, non istituzionale, come può essere legittimata dallo Stato? – è stata abilmente evasa in mezzo secolo di retorica: non credo che esista nemmeno un inquadramento giuridico della resistenza armata.

    Il secondo mito oggi è inutile, visto che gli ex-comunisti sono ormai totalmente istituzionalizzati.

    Ecco che sparisce l’antifascismo, salvo per pittoresche frange che si limitano a fare a botte contro altre pittoresche frange.

    E viene sostituito da un mito totalmente diverso, che è quello dei Barbari Pazzi Tedeschi contro i Bravi Italiani e gli Ebrei, salvati entrambi dall’Esercito degli Stati Uniti.

  9. maria scrive:

    ma ribadisco che c’è chi non ha avuto bisogno di aspettare l’apertura degli archivi sovietici perchè c’era stato o parlava con i reduci e le famiglie dei dispersi :\Francesco

    maria
    il problema non era parlare con le famiglie dei dispersi, o la memorialistica dei reduci che c’è sempre stata, il diario di Nuto Revelli racconta molte cose, come del resto Rigoni Stern, il problema era politico, era di sapere ufficialmente,per quanto possibile, dove , come e quando fossero morti o dispersi migliaia e migliaia di soldati e dove soprattutto fossero sepolti. Mi riferisco ovviamente ai prigionieri non ai dispersi veri morti in battaglia o nella ritirata dopo la sconfitta, la cui storia non potrà mai essere per evidenti motivi ricostruita del tutto.

    Dal 1992 si sa, si conoscono i luoghi, i campi di prigionia, la vita che vi si svolgeva, insomma si conosce finalmente una parte di storia ricostruita appunto su una documentazione ufficiale precisa.

    francesco
    il bisogno di accordarsi col PCI e i rapporti di forza internazionali spinsero la DC a mettere da parte la questione

    maria
    scusa ed io cosa avevo detto parlando di destra e sinistra? la guerra fredda impedì che se ne parlasse a livello ufficiale, tra stati, e tra governi voglio dire.
    Probabilmente se non fosse cambiato il quadro internazionale quella storia sarebbe rimasta sconosciuta per altri decenni.

  10. necroclerico scrive:

    Attenzione. Che magari spostano la lapide altrove…. volevano farlo persino con la Madonna di Monterchi, fortuna che ci si è messa di mezzo la comunità locale a difenderla e a farla restare lì dove deve stare!

  11. habsburgicus scrive:

    non c’é dubbio (ed é già stato detto) che la I GM, oggi quasi dimenticata, é stata, per gli italiani molto più sanguinosa della II GM (e ciò é ancor più corretto se intendiamo la guerra “vera”, che dura dalla mezzanotte sull’11 giugno 1940 alla sera del nefasto XXV luglio 1943…si, non mi sono sbagliato, i 45 giorni sino all’8 settembre sono ormai altra cosa, preludio del caotico “dopo”…Mussolini ebbe ragione almeno in questo, anche se per un’elementare prudenza politica non avrebbe dovuto dirlo; la guerra fu veramente una “guerra fascista”, anche se la sconfitta, come Mussolini stesso provò a dire nel grande e obliato discorso del 2/12/1942, si ripercosse sull’intero popolo italiano, nonostante le beote illusioni degli antifascisti di “professione”; specialmente il Nord subì molte vittime nel 1943-1945 in condizioni ormai diverse, data la “guerra civile”, l’occupazione tedesca, i selvaggi bombardamenti angloamericani che in verità avevano colpito il Mezzogiorno sin dall’autunno 1942…)
    per quanto io non sia assolutamente fascista (se a qualcuno interessa spiegherò perché ho chiamato “nefasto” il 25 luglio) sono fra coloro che le guerre preferiscono vincerle e non perderle e non amo i traditori anche quando si ammantano di bella retorica…ciò premesso e per quanto sia duro a dirsi, ritengo che il fascismo fallì clamorosamente proprio nell’organizzare la SUA guerra e ciò per mancanza di fermezza o se volete di “crudeltà”;
    l’Italietta laicissima del 1915-1918, denigrata dai fascisti come debole, impose la sua sciagurata, non necessaria e assurda guerra ad maiorem Magni Orientis gloriam senza guardare in faccia a nessuno e usò frequentemente la fucilazione e altri duri mezzi; l’Italia fascista, in teoria durissima, si squagliò come neve al sole a partire dalla primavera 1943 (pensiamo agli scioperi del marzo 1943 in cui si infiltrarono agitatori comunisti; il regime capitolò su tutto…nell’estate 1917 il “debole” Boselli invece fece sparare sulla folla a Torino !)
    a livello europeo, la I GM fu probabilmente “meno” sanguinosa della II anche in Russia (oltre che in Germania, come già accennato)..ma lì il leninismo ha fatto piazza pulita e quella guerra non fu più ricordata per decenni

  12. mirkhond scrive:

    C’è del vero nel fatto che il Fascismo fosse molto più “tenero” verso le manifestazioni di protesta del “bel” regime sabaudo-liberale tra 1861 e 1922.
    E infatti dopo il 25 luglio 1943, Badoglio e Roatta ripresero la bella tradizione prefascista di sparare sui manifestanti…. Eh, il sabaudian style….
    La prima guerra mondiale fu vinta soprattutto perché l’Italia era dalla parte “giusta” quella dell’Intesa, e col SOSTANZIALE aiuto delle fresche forze usane nel 1917-18, con oltre un milione di soldati sul fronte occidentale.
    Da ciò il peso acquisito da Wilson nel ridefinire l’assetto europeo centro-orientale nel 1918-1921, coi DISASTRI che conosciamo….
    ps. in cosa per te, il 25 luglio 1943 fu nefasto?
    ciao!

  13. mirkhond scrive:

    Inoltre se il Fascismo fu tenero in Italia, non lo fu certo nelle colonie africane, ne tantomeno nei territori balcanici annessi e occupati dal 1941-43 tra Slovenia e “Grecia”.
    Qui i bei vecchi metodi di Cialdini, di Pinelli e di La Marmora furono solo “perfezionati”, vedasi l’utilizzo di gas in Libia e Abissinia…..
    Credo che l’Italia collasasse nel 1943 perché non aveva i mezzi per sostenere il sogno imperialista sabaudo-fascista di uno spazio mediterraneo dalla Spagna all’Egeo, non perché ci fossero troppi “pappamolle” tra le fila del suo esercito….

    • Francesco scrive:

      “che l’Italia collasasse nel 1943 perché non aveva i mezzi per sostenere il sogno imperialista sabaudo-fascista”

      per una volta concordo pienamente con Mirkhond, anche se c’è l’aggravante che non solo l’Italia fascista (e sabauda) fu sconfitta disastrosamente in una guerra che aveva cercato con tutte le sue forze, ma la classe dirigente, e molto livello intermedio, sul più bello pensò bene di darsela a gambe.

      fatto che credo non abbia molti altri esempi in tutta la storia umana

      ciao

  14. mirkhond scrive:

    errata corrige: collassasse

  15. maria scrive:

    per quanto io non sia assolutamente fascista (se a qualcuno interessa spiegherò perché ho chiamato “nefasto” il 25 luglio) sono fra coloro che le guerre preferiscono vincerle e non perderle e non amo i traditori anche quando si ammantano di bella retorica…ciò premesso e per quanto sia duro a dirsi, ritengo che il fascismo fallì clamorosamente proprio nell’organizzare la SUA guerra e ciò per mancanza di fermezza o se volete di “crudeltà”;

    maria
    vorrei mi spiegassi perché consideri nefasto il 25 luglio, riguardo poi alla carenza organizzativa della guerra voluta dal fascismo, scusa eh, credo sarebbe stato assai meglio non farla!!

  16. Sculacciatopi scrive:

    I russi verso gli aggressori italiani ebbero un ammirevole atteggiamento analitico e discriminatorio a seconda della forza armata in questione.
    – i fanti e gli alpini venivano trattati in modo compassionevole quanto lo permettavano le terribili marce del “davai”
    – le camice e nere ed i bersaglieri invece venivano di solito accoppati sul posto.
    Questo sia per ragioni politiche, sia per il comportamento “differenziato” con i civili russi nel periodo di occupazione nazista e fascista di Santa Madre Russia, i fanti e gli alpini arrivarono addirittura a mietere ed a lasciare il frutto per le sole donne, vecchi e bambini rimasti.
    Colonne di Alpini armati ed a piedi (a “unghie” come diceva il pio povero babbo) veniva superate da slitte e da blindati sovietici e si ignoravano a vicenda salvo qualche vicenda al limite dell’incredibile dove i russi chiedevano “dove sono i tedeschi?” del che venivano prontamente informati con piacere.

  17. habsburgicus scrive:

    per mirkhond e maria (e tutti coloro che sono interessati)
    ciao ad ambedue e a tutti…
    considero nefasto il 25 luglio sia per il “timing” che per il “modus operandi”
    non essendo io fascista, ammetto senza troppe difficoltà che in determinate condizioni POTEVA sorgere la necessità per il bene dell’Italia di concludere la pace con gli anglosassoni e anche gli orbi vedevano che “conditio sine qua non” (ma non sufficiente !) era la deposizione del Duce…mai i circoli dirigenti angloamericani (più potenti anche dei loro “fiduciari” Churchill e Roosevelt) avrebbero trattato con il Capo del Fascismo perché lo odiavano in quanto rappresentava tutto ciò che essi non comprendevano, non volevano né potevano comprendere e neppure discutere, in altre parole rappresentava in un certo senso il “sangue” contro l’”oro” (anche quest’altra definizione fascista fu azzeccata, seppur viziata dalla roboante retorica che alla fine annoiò tutti nel Ventennio)
    ciò premesso, un 25 luglio, se ritenuto necessario da S.M il Re Nostro Signore (per usare le formule auliche, desuete fin dal 1848… :D), DOVEVA avvenire PRIMA oppure doveva avvenire DOPO
    1. PRIMA. Dopo il tradimento di Vichy (8/11/1942, sbarco in Nord Africa francese) e soprattutto ad inizio 1943 (anche in conseguenza del duro colpo inferto a Stalingrado ai tedeschi), appariva ormai chiaro che la guerra era perduta e che presto si sarebbe avvicinata al sacro suolo d’Italia, specialmente dopo la dolorosissima, per tutti i patrioti, perdita della Libia nostra (Bengasi cadde per la terza e ultima volta al nemico il 20/11/1942 e Tripoli cadde il 23/1/1943); orbene, una deposizione del Duce a febbraio o inizio marzo 1943 (quando non c’erano quasi tedeschi in Italia, inter alia), con il territorio intatto, SE “contrattata” prima con gli anglosassoni (più su questo fra poco, quando verrò al “modus operandi”), poteva essere opportuna, anzi benefica
    2. DOPO. Al 25 luglio nulla era ancora perduto irreparabilmente; naturalmente io collego il 25 luglio al 10 luglio, sbarco nemico in Sicilia…se i generali, che ormai pensavano solo a sbarazzarsi di Mussolini, avessero avuto voglia di combattere la campagna di Sicilia, eterna infamia per le nostre pur gloriose armi (é ora di finirla con il mito dell’Italia “stracciona”…i moderni galli furono fatti fuori dai tedeschi in 40 gg e nessuno lo ricorda ! noi resistemmo tre anni contro l’Inghilterra !), non sarebbe stata una passeggiata per gli sbruffoni anglosassoni (in pratica combatterono solo le 2 divisioni tedesche…ciò fu taciuto all’epoca e purtroppo in genere anche a Salò…solo Farinacci lo denunciò in un articolo infuocato su “Il Regime Fascista” di fine ottobre 1943; in alcuni luoghi la rinascente mafia assunse il potere e sparò contro gli alleati tedeschi ! anche questo poteva e doveva essere evitato, con severe misure profilattiche contro tutti i siciliani sospetti e anche i non-siciliani, ça va sans dire….Stalin non si sarebbe fatto prendere in giro come il buon Mussolini; l’Italia laicissima del 1915-1918, temendo l’attaccamento agli Asburgo del clero nel Goriziano e in Trentino preparò misure repressive che poi non si resero, in buona parte, necessarie; ecco un’altra prova, e mi spiace dirlo, della superiorità di quell’Italia rispetto a quella mussoliniana, in campo bellico);
    comunque l’Italia poteva vivere anche senza la Sicilia per il momento;
    bisognava lasciare a Mussolini altri 3 mesi perché potesse portare a termine le trattative con il Giappone (proprio il 25 luglio il Duce vide l’Ambasciatore del Tenno, Hidaka Shinrokuro che rivide a Salò dove presentò le nuove credenziali l’8/3/1944); Mussolini aveva capito sin da fine 1942 (e più tardi lo capirà anche Goebbels nonostante il suo antibolscevismo) che l’unica possibilità per il Reich e per l’Italia era la pace, comunque dura, con i Sovieti (nel luglio 1943 i tedeschi occupavano ancora Bielorussia ed Ucraina e pezzi di Russia) con il trasferimento di tutto le risorse germaniche contro gli angloamericani, in quanto Churchill e Roosevelt volevano la distruzione dei fascismi a qualunque prezzo, fosse anche la cessione di metà Europa a Stalin, come si vide a Jalta (4-11/2/1943) e con loro non si poteva trattare specie dopo la proclamazione a Casablanca della “resa incondizionata” (fine gennaio 1943);
    cosa c’entrava il Giappone ? c’entrava perché i nipponici, in pace con i Sovieti, avevano gli stessi interessi; se Mussolini fosse riuscito a convincere Tojo dell’interesse estremo del Sol Levante ad avere degli alleati europri privi del fronte sovietico e dunque più efficienti contro il nemico comune anglosassone (anche a rischio di una guerra con l’URSS in sé non gradita a Tokyo) il Giappone avrebbe potuto esercitare una mediazione armata con i Sovieti, proponendo la pace fra Mosca e Berlino sulla base di buone condizioni per Stalin, minacciando in caso contario(come bluff) un intervento nipponico contro i Sovieti (magari, in segreto, ci si sarebbe anche potuto spartire la Cina, con lo Xinjiang, il Qinghai e il Tibet a Mosca, alla faccia di Mao, Chiang e dei lama :D); il difficile, oltre a convincere Stalin, era convincere Hitler e solo Mussoini poteva, forse, farcela; dunque al Duce doveva essere lasciato altro tempo e in quel periodo ingegnarsi a rispedire nel Kentucky in qualche bara quanti più soldati USaA possibile per far capire a Roosevelt e ai nordamericani che l’amicizia italiana bisognava pur pagarla qualcosa, non era gratuita, altrimenti si correvano rischi…
    se Mussolini falliva (l’impresa era titanica !), di fronte alla catastrofe sicura, il Re poteva di fronte alla Storia accettare tutto e fare un 25 luglio con successivo armistizio, anche duro
    vengo al “modus operandi”
    Mussolini era odiato a Londra e New York, istericamente, dunque non bisognava offrirlo gratis come stupidamente si fece il 25 luglio; bisognava trattare in segreto con il nemico tramite diplomatici sicuri per il Re ed abili (e ce n’erano !) e strappare agli anglosassoni almeno due condizioni segrete: il mantenimento di Casa Savoia in ogni caso (questo interessa solo ai Savoia) e i confini del 1924, magari con Nizza (qualora le questioni francesi, nel 1943 ancors non chiare, si fossero ingarbugliate), più le colonie (e questo interessa a tutti); solo dopo aver ottenuto il placet anglosassone a queste condizioni segrete, si sarebbe dovuto fare il colpo di stato, deporre il Duce, mettere al potere l’antifascismo e magari cambiare subito fronte (come fecero i romeni il 23 agosto 1944…essi lo preparano prima, trattando con gli alleati inclusi i sovietici ! che poi abbiano fatto bene é un altro discorso :D), per quanto ciò non mi piaccia moralmente
    noi invece rovesciammo Mussolini al buio, facemmo un grandissimo regalo al nemico e non ottenemmo nulla !
    una terza ragione perché critico il XXV luglio riguarda il periodo successivo; Basdoglio nella sua furia antifascista liberò tutti i prigionieri politici, quasi tutti comunisti e socialisti; l’Italia aveva ogni diritto di tenere in carcere almeno i comunisti in quanto in guerra con l’URSS dal 22/6/1941 (la Francia radicale di Daladier arrestò i deputati comunisti nel dicembre 1939-gennaio 1940 senza essere in guerra con l’URSS e Darlan non li liberò dopo l’8 novembre 1942 e neppure Giraud sino al marzo 1943, in un contesto ormai diverso); pure il Re, da un passo di Puntoni, criticò la furia epuratrice del marchese di Caporetto (nulla, in confronto alle epurazioni del 1944-1945..il Regio Senato fu epurato quasi tutto e ciò avrebbe causato molti problemi se la Monarchia fosse stata mantenuta :D)
    mi scuso di essere stato così prolisso, ma spero di avere esposto in modo chiaro il mio punto di vista
    ciao a tutti

    per Maria
    certo, anch’io concordo che in guerra era meglio non entrarci…ma l’occasione fa l’uomo ladro e talora pure bellicoso…Mussolini aveva qualche razionaolità nel rischiare, gli andò male e tutti lo criticano; Cavour rischiò più volte cominciando dalla Crimea, gli andò bene e tutti lo osannano…c’est la vie

  18. mirkhond scrive:

    Mah, francamente non credo proprio che l’Italia fosse in grado d’imporre alcunchè in queste trattative se non subire la resa incondizionata, come poi successe…
    Quali posizioni di forza aveva l’Italia nel 1942-43, quando fin dal 1940 NON era in grado di condurre una guerra parallela alla Germania?
    Penso alla buffonata di Mentone nel 1940 e al disastro contro la Rumeli nell’inverno 1940-41 alla quale avremmo dovuto spezzare le reni mentre furono i Romei a spezzarcele a noi, che se non arrivavano i Tedeschi saremmo stati ricacciati oltre il Canale d’Otranto….
    Il ribaltone del 25 luglio 1943 e quello dell’8 settembre alla fine giovarono all’Italia molto più di quel che si pensa, innanzitutto risparmiandole uno SMEMBRAMENTO come per la Germania, inossidabilmente legata ad Hitler fino alla fine….
    Certo perse l’impero coloniale e alcuni territori di frontiera, questi ultimi in parte abitati da gente che NON si sentiva italiana, ma conservò intatto il territorio metropolitano, seppur occupato da basi usane tuttora presenti, ma chi perde paga, purtroppo….
    Nella storia italiana vera e non solo, vincono le puttane trasformiste e gattopardesche alla badoglio, non gli eroi fedeli fino alla fine, purtroppo….
    Questi ultimi vengono ricordati a titolo personale, ma politicamente non servono a nulla, come dimostrano le resistenze fino alla fine di Germania e Giappone, trattati MOLTO PIU’ DURAMENTE rispetto all’Italietta dei voltagabbana….

  19. mirkhond scrive:

    Quanto alla Libia, l’avremmo persa ugualmente, magari più tardi tra gli anni ’50 e ’70, come è capitato con gli altri imperi coloniali….
    Cavour OGGI non è universalmente stimato, a nord come a sud, sia per il macello di Crimea del 1853-56 che per il resto, e comunque quel che ottenne lo ottenne perché leccava il padrone “giusto”, cioè quello più forte, cosa che i Savoia hanno sempre fatto fino al 1943.
    Se infine persero il trono ciò non fu dovuto all’8 settembre di per se, ma per non aver potuto e saputo prevedere le CONSEGUENZE di quel gesto, a partire dalla fuga a Brindisi e dal lasciare allo sbando una nazione e un esercito disseminato ancora su vari fronti (solo nei Balcani erano dislocati 670000 uomini!).
    E soprattutto non poterono prevedere una lunga guerra tra eserciti stranieri e la conseguente guerra civile tra italiani schierati con entrambi i padroni STRANIERI nel 1943-1945. E da questa guerra, la nascita di un forte movimento comunista e repubblicano al nord, il quale nel 1946 non poteva esser del tutto ignorato dai nuovi padroni dell’Italia…
    Se l’Inghilterra era per la conservazione della monarchia, gli Usa no, almeno non incondizionatamente, ed erano gli Usa a CONTARE ormai e non l’Inghilterra sul viale del declino….
    Vittorio Emanuele II, col senno di poi, avrebbe dovuto abdicare già l’8 settembre 1943 e lasciare il trono al figlio Umberto, come già aveva fatto il suo avo Carlo Alberto nel 1849. Questo forse, avrebbe salvato la monarchia….
    ciao!

  20. Karakitap scrive:

    Per Roberto,
    rispondo qui perché non riesco a cavarmela bene con i reply.
    Il monumento l’ho visto in un parco cittadino di Lussemburgo città, ora purtroppo non ricordo bene il luogo perché l’ho visto anni fa, nel passato decennio, mi stupì anche perché vedendolo da lontano ero convinto che si trattasse solo di un semplice esempio di arte moderna.
    Alla stazione c’è anche un altro momumento, dedicato appunto alla resistenza dei ferrovieri del granducato.
    Ciao

  21. mirkhond scrive:

    Peraltro, rai, mediaset, o la7, o quant’altro, non cambia nulla, eh: se lo spettacolo è deprimente, disturbante o seccante, che bisogno c’è di seguirlo?

    Condivido il giudizio negativo sulla tivvù italiana in genere, però a volte affacciarsi su questa finestra del qualunquismo puo’ aiutarci a comprendere meglio certe dinamiche dell’immaginario massmediatico, soprattutto quando non si ha a che fare con persone dotte e abituate al ragionamento critico, ma a persone più semplici, soprattutto dai 50 anni in su, e per le quali l’unica forma di “cultura” è quella che apprendono dalla tivvù.
    Come è capitato di osservare a chi ha insegnato ad alunni che potrebbero essere i suoi genitori e i suoi nonni….
    ciao

  22. mirkhond scrive:

    Per Moi

    La madre dei fanatici è sempre incinta in tutte le latitudini politiche.
    Niente di cui meravigliarsi…
    Il fatto è che, ribadiamolo sempre, la ricostruzione cinematografica e televisiva del ieri, è sempre strumentale alle esigenze dell’OGGI…
    La cagata “Il cuore nel pozzo” non fa eccezione…
    Certo non sarebbe male uno sceneggiato che, pur con gli inevitabili aspetti romanzeschi tipo storie d’amore ecc. mostrasse il più possibile cosa accadde in quelle tormentate contrade di frontiera tra 1918 e 1956…
    Ma evidentemente, questo dev’essere troppo per chi divide il mondo in buoni e cattivi, netti e definiti, senza zone d’ombra e zone grigie nel mezzo come nella realtà….
    ciao!

  23. Pietro scrive:

    Se poi ti interessa piu’ in generale la costruzione della memoria relativamente alla prima guerra mondiale rispolvero la mia vecchia passione e ti fornisco un bel po’ di materiale…

  24. maria scrive:

    Vittorio Emanuele II, col senno di poi, avrebbe dovuto abdicare già l’8 settembre 1943 e lasciare il trono al figlio Umberto, come già aveva fatto il suo avo Carlo Alberto nel 1849. Questo forse, avrebbe salvato la monarchia….
    ciao!

    maria
    meno male che non lo fece, adesso avremmo come re l’ultimo rampollo di casa savoia, un totale imbecille:-)

    • mirkhond scrive:

      La mia era una risposta ad Habsburgicus.
      Per quanto mi riguarda, la mia profonda avversione ai Savoia credo che sia nota in questo blog, per cui se la monarchia sono i Savoia, preferisco la repubblica.
      Emanuele Filiberto puo’ essere solo il re del varietà….
      ciao!

    • Francesco scrive:

      magari la carica avrebbe fatto (o obbligato a fingere) l’uomo

      e io mi sarei risparmiato un certo numero di presidenti della repubblica da ulcera perforante, non fossi ormai assuefatto al peggio 🙂

      • PinoMamet scrive:

        ” magari la carica avrebbe fatto (o obbligato a fingere) l’uomo”

        Il signor B e la sua troupe di pagliacci non ti hanno insegnato niente?

        ” e io mi sarei risparmiato un certo numero di presidenti della repubblica da ulcera perforante, non fossi ormai assuefatto al peggio”
        Tra il peggiore dei presidenti e il migliore dei re, sceglo sempre il peggiore dei presidenti;
        figuriamoci se mi chiede di scegliere tra Pertini e emanuele scemoberto…

      • mirkhond scrive:

        figuriamoci se mi chiede di scegliere tra Pertini e emanuele scemoberto…

        Concordo al 100%!

        ciao!

  25. maria scrive:

    I russi verso gli aggressori italiani ebbero un ammirevole atteggiamento analitico e discriminatorio a seconda della forza armata in questione

    maria
    Infatti tra i tedeschi in prigionia risulta che in percentuale ci siano stati meno morti che fra gli italiani, e questo perché i tedeschi furono oggetto di esecuzioni sommarie al momento della cattura.

  26. mirkhond scrive:

    Chissà se un domani faranno una fiction su questa roba qua :

    FISICA/MENTE

    Ritorniamo ancora sulla questione degli “italiani brava gente”. Ho mostrato in diversi articoli in questa sezione che gli italiani furono dei criminali come tutti gli altri in tutte le guerre che sono in sé criminali. Ho raccontato e riportato documenti degli eccidi italiani in Africa, in Libia, in Somalia, in Etiopia ed Eritrea. Ho riportato e raccontato le atrocità degli italiani nei Balcani, contro la popolazione jugoslava. Ho raccontato e riportato documenti sui bombardamenti italiani sopra Barcellona.

    Insomma un rosario di crimini fascisti ed italiani in genere. Cos’è che differenzia tutto questo dai crimini, ad esempio, tedeschi ?

    Per le cose che dice Focardi più sotto, in Italia non abbiamo avuto un Processo di Norimberga con la grave conseguenza che si è indotta nei cittadini una convinzione falsa, quella dell’operato buono ed addirittura umano del nostro esercito. Altra conseguenza non meno perniciosa è stata quella di non aver fatto epurazioni ai vertici dello Stato (ed a questo ha aiutato la geniale amnistia di Togliatti ai criminali fascisti delle squadracce operanti sul territorio nazionale). Così ci siamo tenuti quella infame magistratura e qui capi di esercito, ministero degli interni e tutti i funzionari che avevano giurato fedeltà al regime. Ed oggi tutto questo lo misuriamo come eredità nascosta ma molto presente nella mentalità di molti vertici dello Stato.

    Osservo di passaggio che qui si parla anche di Rai che non trasmette mai questi documenti, fatto gravissimo, anche se ora non scandalizza più, perché accaduto ai tempi del Centro Sinistra. E si parla apertamente ancora dei nostri immensi crimini in Jugoslavia a seguito dei quali vi fu la reazione di croati e sloveni con le foibe reclamate come scandalo mondiale da una classe politica ignorante dell’ABC della storia. Ma che questa sia la posizione dei fascistelli presuntuosi tanto quanto incapaci di intendere e volere è incomprensibile come tale visione del mondo sia del Presidente della Repubblica che ormai da due anni crea gravi problemi con i nostri vicini con fantasiose ricostruzioni storiche di quegli anni disgraziati. Tralascio anche Fassino schieratosi con Gasparri nel volere il giorno della memoria, quello delle foibe. E’ giusto ricordare l’orrore delle foibe, anche se è un fatto minore rispetto ai campi di concentramento mattatoio messi su da italiani e tedeschi in Jugoslavia. Ma noi sappiamo che il Presidente della Repubblica riconosce sempre i suoi errori e sappiamo che, come per l’Ungheria, si ravvederà sull’attuale contestualizzazione delle foibe fra una trentina d’anni.

    Roberto Renzetti

    GRECIA 1943: quei fascisti stile SS

    Domenikon come Marzabotto. Oltre 150 uomini fucilati per rappresaglia. Ora un documentario alza il velo sulle stragi del nostro esercito. Occultate.

    di Enrico Arosio da l’Espresso n° 9 del 6 marzo 2008

    I partigiani avevano fatto fuoco dalla collinetta, quando il convoglio aveva rallentato in curva, a un chilometro dal Villaggio di Domenikon. Erano morti nove soldati italiani. Dunque i greci andavano puniti: non i partigiani, i civili, Domenikon andava distrutta. Per dare a tutti «una salutare lezione», come scrisse poi il generale Cesare Benelli, che comandava la divisione Pinerolo. «Qui al villaggio, prima, i soldati italiani venivano per un’ora o due, flirtavano con le donne, poi se ne andavano. A Elassona avevano fidanzate ufficiali. Erano dei dongiovanni», racconta un contadino davanti alla cinepresa. Prima, sì. Non il 16 febbraio 1943. Quel giorno gli italiani brava gente si trasformarono in bestie.

    L’eccidio di Domenikon, la piccola Marzaabotto di Tessaglia, è un crimine italiano dimenticato. In stile nazista, solo un po’ meno scientifico. Fu il primo massacro di civili in Grecia durante l’occupazione, e stabilì un modello. Il primo pomeriggio gli uomini della Pinerolo circondarono il villaggio, rastrellarono la popolazione e fecero un primo raduno sulla piazza centrale. Poi dal cielo arrivarono i caccia col fascio littorio. Scesero bassi, rombando, scaricando le loro bombe incendiarie. Case, fienili, stalle bruciarono tra le urla delle donne, i muggiti lugubri delle vacche. Gli italiani gliel’avevano detto, raccontano i vecchi paesani: «Vi bruceremo tutti». Il maestro, che capiva la nostra lingua, avvertì: «Mamma. Ci ammazzano tutti». Molti non avevano mai visto un aereo. Al tramonto, raccontano i figli degli uccisi, le famiglie di Domenikon furono portate sulla curva dei partigiani. Dopo esser stati separati dalle donne, tra pianti e calci, tutti i maschi sopra i 14 anni, fu ordinato, sarebbero stati trasferiti a Larisa per interrogatori. Menzogna. All’una di notte del 17 gli italiani li fucilarono nel giro di un’ora, e i contadini dovettero ammassarli in fosse comuni. «Anche mio padre e i suoi tre fratelli», ricorda un vecchio rintracciato da Stathis Psomiadis, insegnante e figlio di una vittima che si è dedicato alla ricostruzione dell’eccidio, indicando la collina di lentischi e mini. La notte e l’indomani i soldati della Pinerolo assassinarono per strada e per i campi pastori e paesani che si erano nascosti: fecero 150 morti.

    È tutto ricostruito nel documentario “La guerra sporca di Mussolini”, diretto cl Giovanni Donfrancesco e prodotto dal! GA&A Productions di Roma e dalla televisione greca Err, che andrà in onda il 14 marzo su History Channel (canale 405 di Sky), La Rai si è disinteressata al progetto. Il film, che riapre una pagina odiosa dell’Italia fascista, si basa su ricerche recenti della storica Lidia Santarelli. La docente al Centre for European and Mediterranean Studies della New York University, parlarndo con “L’espresso” di Domenikon e dei massacri italiani in Tessaglia, Epiro, Macedonia, li definisce “un buco nero nella storiografia”. Che cosa sa il grande pubblico della campagna di Grecia di Mussolini ? Ricorda il presidente Ciampi, le commosse rievocazioni della tragedia di Cefaalonia, il generale Gandin e la divisione Acqui, le emozioni cinematografiche di “Mediterraneo” e del “Capitano Corelli”, con gli italiani abbronzati, generosi. portati a fraternizzare. Una proposta di legge (Galante e altri) presentata alla Camera il 24 novembre 2006 per istituire una Giornata della memoria delle vittime del fascismo accenna all’eccidio di Domenikon; ma è un’eccezione.

    Italiani brava gente? Per nulla. «Domenikon», dichiara la Santarelli nel film, «fu il primo di una serie di episodi repressivi nella primavera-estate 1943. Il generale Carlo Geloso, comandante delle forze italiane di occupazione, emanò una circolare sulla lotta ai ribelli il cui principio cardine era la responsabilità collettiva. Per annientare il movimento partigiano andavano annientate le comunità locali» . L’ordine si tradusse in rastrellamenti, fucilazioni, incendi, requisizione e distruzione di riserve alimentari. A Domenikon seguirono eccidi in Tessaglia e nella Grecia interna: 30 giorni dopo 60 civili fucilati a Tsaritsani. Poi a Domokos, Farsala, Oxinià. Le autorità greche segnalarono stupri di massa.
    Azioni di cui praticamente non esistono immagini, memorie sepolte negli archivi militari. il comando tedesco in Macedonia arrivò a protestare con gli italiani per il ripetersi delle violenze contro i civili. Nel film il diario del soldato Guido Zuliani racconta di rastrellamenti e torture. Il capo della polizia di Elassona, Nikolaos Bavaris, scrisse una lettera di denuncia ai comandi italiani e alla Croce rossa internazionale: «Vi vantate di essere il Paese più civile d’Europa. ma crimini come questi sono commessi solo da barbari». Fu internato, torturato, deportato in Italia. La figlia: “Un incubo”.

    Gli italiani imitarono i tedeschi, ma senza la loro tecnica. Nel campo di concentramento di Luisa, a nord di Volos dove nacque Giorgio de Chirico, furono fucilati per rappresaglia oltre mille prigionieri greci. Molti morirono, ricorda “La guerra sporca di Mussolini”, di fame. denutrizione, epidemie. Le brande con i materassi di foglie di granturco erano infestate dalle pulci. L’occupazione (sino al settembre ’43 gli italiani amministrarono due terzi della Grecia, un terzo i tedeschi) si caratterizzò per le prevaricazioni continue ai danni di innocenti. La Tessaglia era il granaio greco. L’esercito italiano eseguiva confische, saccheggi, sequestri. Introdotta la valuta di occupazione, il mercato nero andò alle stelle. La razione di pane si ridusse a 30 grammi al giorno. Il film mostra abitanti di Atene morti di fame gettati come stracci agli angoli delle strade. «Nel solo inverno 1941», ricorda la professoressa Santarelli a “L’espresso”, «da carestia indotta dall’amministrazione italiana fece tra i 40 e i 50 mila morti. Nell’intero periodo morirono di fame e malattie tra i 200 e i 300 mila greci. Un altro capitolo poco studiato è la prostituzione: migliaia di donne prese per fame e reclutate in bordelli per soddisfare soldati e ufficiali italiani». Nel 1946 il ministero greco della Previdenza sociale, nel censire i danni di guerra, calcolò che 400 villaggi avevano subito distruzioni parziali o totali: 200 di questi causati da unità italiane e tedesche, 200 dai soli italiani.

    La Grecia rimossa ci costringe a riflettere. Come dice nel film lo storico Lurz Klinkhammer, il massimo studioso di atrocità tedesche in Italia: «La leggenda del bravo italiano non è completamente inventata. Ciò che è inventato è che tale immagine fosse l’aspetto dominante nell’occupazione di quei territori». I generali Geloso e Benelli altro non fecero che applicare le linee guida del generale Roatta in Jugoslavia, che teorizzò la strategia «testa per dente». Klinkhammer dichiara che le fucilazioni italiane in Slovenia, nella provincia di Lubiana. ebbero le stesse dimensioni delle fucilazioni tedesche in Alta Italia dopo l’8 settembre. Oltre 100 mila slavi transitarono per i campi di concentramento italiani in Jugoslavia. Nell’isola di Rab, di cui il film mostra cadaveri scheletrici, morì il 20 per cento dei prigionieri. Klinkhammer usa per l’esercito di Mussolini, ricordando i crimini in Etiopia e Cirenaica con l’impiego di gas contro i civili, il termine “programma di eliminazione”. E se dopo il 1945 Badoglio e Graziani furono i primi due criminali di guerra elencati dalle autorità etiopi, per la Grecia e i Balcani furono sollevate analoghe richieste per i generali Roatta, Ambrosio, Robotti e Gambara.
    A Londra la Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra ricevette una lista con più di 1.500 segnalazioni di criminali di guerra italiani. Perché tutto andò insabbiato? Ecco un’altra rimozione nazionale. Nel 1946 era cambiato tutto: l’Europa spaccata in due tra Alleati e blocco sovietico. L’Italia di
    De Gasperi rientrava nella strategia di compattamento occidentale contro Stalin. Il nostro governo rifiutò la consegna dei responsabili di atrocità alla Grecia. Mentre De Gasperi istituiva una commissione d’inchiesta, chiedeva a Washington di temporeggiare. Stessa richiesta da Lord Halifax per il governo britannico, pur vicino alla Grecia, dove infuriava la guerra civile tra monarchici e comunisti. In breve: l’Italia rinunciò a chiedere estradizione e processo per i criminali nazisti (ricordate “l’armadio della vergogna”), la Grecia fece lo stesso con l’Italia. La Guerra fredda fu la pietra tombale alle richieste di giustizia (vedere intervista a Filippo Focardi qui sotto).

    Domenikon oggi è un paesino circondato dalla macchia, da ginepri, cardi e rosmarini. I tramonti lo tingono di rosa come nel 1943. I patrioti come Stathis Psomiadis hanno cercato di sollevare il velo dell’oblio, e questo documentario è un tributo agli innocenti. la realtà però è amara. Domenikon, riconosciuta città martire nel 1998, non è diventata memoria collettiva, come da noi Marzabotto. Molti greci non conoscono queste vicende. Perché già nel 1948, con la rinuncia del governo a chiedere l’estradizione dei criminali italiani, la questione si chiuse. I processi non furono mai istruiti. Anni dopo anche il Tribunale di Larisa archiviò il caso. E di Domenikon resta la memoria di pochi, gente semplice, poco rnediatica, come si dice oggi. E un tramonto rosa malinconico. Sopra il villaggio, sopra la giustizia e la storia.

    IN NOME DELLA REALPOLlTIK

    colloquio con Filippo Focardi

    Perché di Domenikon e dei massacri italiani in Grecia ancora oggi non si sa nulla? Risponde lo storico Filippo Focardi dell’Università di Padova.

    «Ci si lavora in pochi, più o meno dal 2000. Si è studiata abbastanza l’Africa orientale, poco la Jugoslavia e la Grecia. Domenikon è a tutti gli effetti una strage sconosciuta».

    Esiste una differenza tecnica tra strage italiana e strage tedesca?

    «La differenza sostanziale, rispetto a Marzabotto, sta nel fatto che gli italiani trucidarono solo i maschi sopra i 14 anni. Klinkhammer parla del “codice maschile della guerra”. Se vogliamo, Domenikon è paragonabile alla strage tedesca di Civitella Valdichiana, estate 1944».

    Perché gli alleati protessero l’Italia dalle richieste sui crimini di guerra?

    «Primo motivo: lo status internazionale dell’Italia, che si differenziò dalla Germania dopo 1’8 settembre con il riconoscimento della cobelligeranza. Tutti i partiti italiani, dalla Dc al Pci, già dal maggio 1944, chiesero che i criminali di guerra fossero giudicati e puniti in Italia. Secondo: la politica degli angloamericani nella logica nascente della Guerra fredda. La Gran Bretagna, che era intenzionata a punire gli italiani per i crimini contro i prigionieri inglesi, col governo Attlee finì per proteggere Badoglio e la sua cerchia. Washington era impegnata a procrastinare, circa le richieste greche e jugoslave, dopo l’occupazione di Tito della Venezia Giulia, e gli inglesi si avvicinarono alle posizioni Usa anche per non indebolire il governo italiano. Nel 1946, in vista del trattato di pace, si impose una politica di stallo, con accordi diplomatici riservati».

    Temporeggiò anche il governo De Gasperi rispetto all’estradizione dei criminali nazisti .

    «Infatti. I criminali di guerra tedeschi processati in Italia, tra il 1947 e il 1962, furono pochissimi: appena 13 sentenze. Il nostro governo volle evitare un’ondata di procedimenti contro i tedeschi anche per proteggere i criminali italiani da un effetto boomerang. In Francia vi furono centinaia di processi, in Olanda oltre 200, in Danimarca 77. In Italia non si ebbero sentenze capitali, l’ergastolo a Kappler, Reder e a un contumace. E anche Mischa Seifert arriva tardi».

    Le stesse autorità greche si arresero presto.

    «Che io ricordi, l’unico criminale italiano processato dai greci fu Giovanni Ravalli, del servizio informazioni della divisione Pinerolo, coinvolto nelle repressioni antipartigiane. Arrestato. giudicato dal tribunale di Atene. condannato all’ergastolo nel 1946. si salvò perché era stato compagno di scuola di Francesco Bartolotta, capo di gabinetto di De Gasperi: grazie all’azione del governo italiano fu graziato dal re nel 1950. Nella memoria collettiva greca i crimini italiani furono oscurati da due fattori: prima dalle atrocità tedesche, poi dalla sanguinosa guerra civile».

    E. A.

    da http://www.fisicamente.net/MEMORIA/index-1607.htm

    • Francesco scrive:

      >> Nella memoria collettiva greca i crimini italiani furono oscurati da due fattori: prima dalle atrocità tedesche, poi dalla sanguinosa guerra civile

      che distratti questi greci! fortuna che ci sono gli storici italiani ..

      non voglio essere frainteso: le atrocità e i massacri di civili sono azioni abiette e meritevoli di punizione, anche se commesse durante una guerra. ma il tono di certi storici è veramente fastidioso.

      ok, vado a cercarmi una bandiera della pace da appendere al balcone

    • Primadellesabbie scrive:

      La RAI ha acquistato un documentario della durata di un paio di ore e dal titolo ” Fascist Legacy ” che vidi trasmesso dalla BBC (credo fosse il 2000 o 2001) che tratta per esteso, con dovizia di particolari, la storia dei 100 e più dossiers esaminati ed accettati come attendibili dalla apposita Commissione Internazionale costituita all’uopo a Londra. Questi dossiers contengono la descrizione delle imprese compiute da altrettanti criminali di guerra italiani e furono inoltrati da Paesi che reclamavano la consegna di questi lugubri, e non tutti secondari, personaggi. Mi dicono che il predetto documentario sia stato trasmesso una volta a notte inoltrata. É inutile dibattere su chi abbia compiuto le azioni più atroci durante una guerra: una guerra produce comportamenti atroci; é più utile cercare di capire CHI HA INCOMINCIATO perché quello é il responsabile di tutte le atrocità: così mi diceva un vecchio absburgico (nato sotto l’Impero), scomparso da qualche anno, di cui ho goduto gli attenti racconti e l’amicizia.
      PS- Non capisco perché una frase sia scomparsa dal precedente post.

      • Z. scrive:

        Chi ha incominciato?

        Nella prima guerra mondiale hanno incominciato tutti. E’ opinione comune della storiografia contemporanea che nessuno degli attori abbia fatto niente per evitare che una crisi tra due paesi si trasformasse in una guerra mondiale.

        La seconda è iniziata (in Europa) quando Francia e Regno Unito hanno dichiarato guerra alla Germania. Con molta calma, dopo averle permesso di violare tutti i trattati e di ingoiare una buona fetta d’Europa. Direi che le responsabilità delle democrazie europee sono state enormi, così come – naturalmente – quelle della Germania.

        Il responsabile di tutte le atrocità non è chi ha cominciato la guerra, ma chi l’ha persa. Infatti si incolpa la Germania per entrambe le guerre mondiali e per le numerose atrocità commesse durante le medesime; sulle atrocità commesse dall’Unione Sovietica si sorvolava finché l’URSS non è stata a sua volta sconfitta dalla storia; sulle atrocità commesse dagli Alleati occidentali si sorvola tuttora.

        Z.

  27. Miguel Martinez scrive:

    Sui crimini italiani e altrui…

    Probabilmente c’erano diversi fattori.

    Non credo che ci fosse una grossa differenza tra contadini arruolati di varie nazioni.

    Immagino che gli italiani fossero però più indisciplinati dei tedeschi, cioè più propensi a stuprare e rubare e allo stesso tempo meno pronti a eseguire rappresaglie per uno Stato in cui non credevano particolarmente. E forse anche i soldati russi erano così.

    Può darsi anche che i tedeschi e i sovietici fossero più efficienti invece nel compiere atti di violenza deliberata e organizzata: so che almeno in Italia, gli stessi comandi tedeschi che organizzavano rappresaglie, impiccavano i propri soldati che stupravano, mentre dubito che un comandante italiano lo avrebbe fatto.

    Insomma, come al solito, sovietici e tedeschi avevano uno sguardo più politico, finalizzato all’eliminazione radicale di ogni “problema” e non al divertimento personale.

    Questa, almeno, è la vaga impressione che ho, con dati sbilanciati: so di più sull’Etiopia, ad esempio, che sulla Grecia.

    • PinoMamet scrive:

      Anche qui in mancanza di dati certi credo sia difficile fare confronti, anche perchè sono in gioco diversi fattori;

      per esempio ho letto che alcuni comandanti tedeschi avevano un atteggiamento piuttosto permissivo nei confronti degli appartenenti ai “battaglioni punitivi”, spesso criminali incalliti già nella vita civile; qualcuno li vedeva quasi come l’idealizzazione del “germano primitivo” che dà libero sfogo ai propri istinti di supremazia;

      d’altro canto, ho sentito il racconto di un ufficiale medico italiano, internato in un campo di prigionia tedesco, che reclamava cure per un internato malato; il soldato tedesco si rifiutò di farlo presente al suo ufficiale, l’ufficiale medico italiano presentò la sua lamentela all’ufficiale tedesco, e questo spedì seduta stante il suo soldato in prigionia… (con grandissimo stupore dell’italiano).

    • habsburgicus scrive:

      per Miguel Martinez
      nonostante la fama di “dongiovanni” degli italiani (e fin qui nulla di male, anzi …D) che potrebbe far pensare ad un certo coinvolgimento di militi italiani in stupri nelle guerre, per quanto ne so gli stupri commessi da soldati italiani furono sempre rarissimi in quanto tale nefando atto era condannato dalla mentalità e dalla cultura cattolica;
      é verissimo che i tedeschi punivano con la morte gli stupri, anche quelli commessi all’Est dove come é noto vigevano “norme morali” differenti;
      é triste dirlo e può essere scioccante per alcuni apprenderlo (ma non per te, che hai sempre dimostrato e dimostri grande apertura d’animo ! …) ma in testa alla classifica degli stupri, in entrambe le guerre mondiali, ci sono i “buoni” per definizione
      dopo la I GM vi furono gli stupri contro le donne tedesche da parte dei soldati di colore francese (che scandalizzarono molto le truppe USA allora ancora in gran parte bianche e segregatissime)
      nel 1944 vi furono gli stupri, vergognosamente incoraggiati dal turpe Juin che mi rifiuto di considerare un militare, da parte dei soliti francesi di “colore” (massime marocchini e nordafricani in genere) in provincia di Littoria (Latina)
      i sovietici poi raggiunsero vette insormontabili nello stupro contro donne tedesche (incitati apertamente da Il’ja Ehrenburg), ungheresi e financo romene (nonostante il tradimento di Re Michele il 23 agosto 1944 avesse dato gratuitamente al Cremlino lo sventurato paese, che dovette poi sorbirsi 45 anni di comunismo, i cui effetti si fanno sentire ancora oggi)
      dopo la disfatta, un gruppo di donne tedesche su un treno venne stuprato da miitari negri USA in un tunnel in Germania occupata….negli USA di allora, dove una certa lobby non era ancora onnipotente, certi fatti potevano essere ancora denunciati; non dubito che ci siano stati anche diversi casi di stupri da parte di nordamericani bianchi, ma gli USA di allora erano razzistissimi e questi erano più difficili da denunciare…

  28. mirkhond scrive:

    sovietici e tedeschi avevano uno sguardo più politico, finalizzato all’eliminazione radicale di ogni “problema” e non al divertimento personale.

    Forse questa è la chiave per comprendere il giudizio contrastante sulle truppe italiane nei Balcani, ieri viste come “brava gente” oggi come “nazistelli di serie B”, tali solo per congenite inefficienze….

    • maria scrive:

      Il fascista Alemanno dichiara guerra agli ebrei

      maria
      essendo antifascista non posso che essere dalla parte dei centurioni:-)))

      • Francesco scrive:

        mai agire per pregiudiziali ideologiche!

        per quanto incredibile, in questo caso parrebbe aver ragione il camerato Alemanno …

        🙂

      • PinoMamet scrive:

        Francesco

        a quanto ho letto, i “centurioni” avrebbero detto di essere disponibili a esercitare il loro mestiere in modo regolamentato, pagando le tasse; a questo punto, non vedo proprio di cosa accusarli…
        le aree archeologiche italiane hanno problemi ben diversi!

        PS
        Non eri tu quello contrario alla “musealizzazione”? 😉

      • roberto scrive:

        poi si critica l’UE che stabilirebbe le regole sulle lunghezze dei cetrioli…

        qui invece per fare una foto davanti al colosseo devi essere vestito in modo filologicamente corretto con il bollino “centurione DOP” e l’approvazione di qualche sovrintendente, il tutto ovviamente dopo un corso di formazione professionale

        ma faciteme ‘o piacere….

        “Oltre a luoghi ben precisi, i gladiatori dovranno accettare di vestirsi curati in ogni dettaglio anche perché verranno tutti inseriti nella nuova dicitura di ”figure storiche” e avranno un patentino numerato che potrà esser ritirato in caso di violazioni.”
        (…)
        “Non ho partecipato alla riunione che c’è stata – ha spiegato Broccoli – ma sono stato immediatamente informato, perché la Sovrintendenza capitolina parteciperà alla formazione di queste figure: il centurione non deve avere i camperos e sopra l’auriga, ma indumenti che ricordino com’era in realtà”.

        “Sono assolutamente d’accordo con il sovrintendente Broccoli, la vicenda dei centurioni al Colosseo non deve essere drammatizzata e occorre lavorare per una soluzione. Tuttavia il rischio di fare un pasticcio c’è e bisogna esserne consapevoli. Oltre alla formazione individuale e al giusto abbigliamento di queste persone che non possono certo presentarsi con il gladio in mano e le scarpe da ginnastica ai piedi, bisognerà prevedere un loro profilo professionale perché non svolgono questo mestiere gratis e allora occorre comprendere bene quali siano i loro introiti e i relativi obblighi anche di natura fiscale che scaturiscono perché se loro pretendono di essere riconosciuti non possono lavorare in nero come credo accada oggi visto che loro stessi lamentano un’assenza di regole” ha aggiunto il deputato del Pdl Francesco Giro

        http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/04/10/news/colosseo-33058149/

  29. Miguel Martinez scrive:

    Sempre a proposito dei centurioni, il Ministero dei Beni culturali nega il loro Diritto all’Esistenza:

    ”il ministero dei Beni culturali è pronto a fare ricorso alla forza pubblica – annuncia il segretario generale del Mibac, Antonia Pasqua Recchia – Si tratta di occupazione di suolo pubblico, è una cosa che non si può ammettere”. Centurioni e figuranti, spiega Recchia, devono rimanere fuori dall’area archeologica.”

    • Marcello Teofilatto scrive:

      Chissà se col tempo anche questi territori occupati diventeranno “contesi” :-).

    • Ritvan scrive:

      —Sempre a proposito dei centurioni, il Ministero dei Beni culturali nega il loro Diritto all’Esistenza. Miguel—

      Appunto, Miguel, è il MIBAC e la Sopraintendenza Nazionale ad aver sollevato il vespaio, non il “kamerata” Alemanno, il quale a mio immodesto:-) avviso avrebbe fatto volentieri a meno di questa rogna che in qualunque modo finisca non gli farebbe guadagnare alcunché.

      P.S. Ho letto da qualche parte che nella faccenda ci poteva essere lo zampino di quel bieko kapitalista globalizzante:-) di Della Valle, in veste di sponsor del restauro del Colosseo.

    • Peucezio scrive:

      Che scemi, basterebbe che urlassero all’antisemitismo e Alemanno dovrebbe chiedere scusa in ginocchio allo stato d’Israele, alle Nazioni Unite e probabilmente anche ai marziani.

      • Ritvan scrive:

        —Che scemi, basterebbe che urlassero all’antisemitismo e Alemanno dovrebbe chiedere scusa in ginocchio…Peucezio—

        Beh, no, non solo non urlano all’ “antisemitismo” ma nei resoconti giornalistici non si parla mai dell’ebraicità dei “centurioni”. Secondo me lo fanno per non intaccare il mito dell’Ebreo-Che-Col-Sudore-Della-Fronte-Trasforma-I-Deserti-In-Giardini presentando degli ebrei che se ne stanno stravaccati al Colosseo a spennare turisti, come se fossero degli arabi fancazzisti:-):-)

      • Peucezio scrive:

        Appunto, non lo dicono i giornalisti, ma dovrebbero dirlo gli interessati!
        Una volta che poi la notizia viene fuori, hai voglia a nasconderla.
        Io ci scommetto che Fini, Alemanno, Merlo e il resto della feccia non hanno idea che si tratti di ebrei, altrimenti si butterebbero bocconi a baciare loro i piedi.
        In gente come quella lo zelo nel servire il padrone, o chiunque essi credono che col padrone abbia anche una lontana relazione o parentela, è più forte di qualunque altro istinto: venderebbero la loro madre e i loro figli per compiacerlo.

  30. habsburgicus scrive:

    per mirkhond
    ho visto il lungo articolo da te postato FISICA /MENTE…penso (e spero) che non sia tuo !
    non credo che tu possa rimpiangere che in Italia non sia avvenuto alcun “processo di Norimberga” (e io aggiungerei di Tokyo)…grazie al cielo, fra tante sventure, il destino ci risparmiò quella farsa giuridica, criticata all’epoca anche dal sen. REP Robert Taft e dal giovane DEM John Fitzgerald Kennedy !…
    non posso condividere poi la rappresentazione a tinte fosche dei soldati italiani; molte accuse agli italiani, e tu questo lo comprendi benissimo, sono di origine calunniosa e antifascista, dunque da prendere con le molle;
    io tendo a scrollare le spalle ogni volta che mi parlano di (presunte) “atrocità” contro i popoli dell’ex-Jugoslavia in quanto il 95% furono inventate da Tito e diffuse in Italia dal PCI che grazie al cielo, un tempo, limitava la sua egemonia culturale all’Emilia e alla Toscana e a qualche quartiere di Torino e di Genova (dove però c’era il Card. Siri a far da contrappeso :D), dunque non si diffusero nel nostro popolo; ammesso che ci siano state (il che deploro vivamente) bisogna tenere conto di precedenti atrocità, in genere verissime e orrende,contro soldati italiani ma su questo la propaganda anti-italiana glissa sempre ! (e di cosa siano capaxi i balcanici lo abbiamo visto di recente …)
    mi sento di escludere un utilizzo dei gas in Libia, si tratta di una fandonia messa in giro da Londra e pubblicata sui giornali del Cairo con l’evidente intento di diffamare l’Italia fra gli arabi (al limite può esserci stato un uso “una tantum” per volontà del CSM Badoglio, “ad experimentum”; questo sarebbe un grave crimine, da addebitare però al :. Badoglio e non all’Italia né al fascismo)
    lo stesso vale per l’Abissina; qui sembra certo che Badoglio (sempre lui :D) li fece usare ma per volontà sua e solo in casi isolati (tu mi dirai che forse esistono documenti ufficiali, ma i documenti di S.M devono prevedere tutto ! non mi stupirei che, prima del 1939, in qualche cassetto di West Point ci fosse un piano dettagliato per la guera contro l’Impero britannico :D); lo stesso Montanelli più volte ribadì che gli italiani non usarono gas in Etiopia e lui c’era mentre io, te e Del Boca no…
    quindi non crediamo a tutto quanto detto contro l’Italia, per giunta fascista (e dunque vice-“male assoluto”)…tu stesso, che ami la grande dinastia dei Borbone, ti indigni a sentire ripetere la solita solfa di calunnie anti-bortboniche (un tempo canoniche)…dunque perché non ammettere che, allo stesso modo dei Borbone, anche l’Italia fu sistematicamente calunniata, all’epoca e dopo (anche dalla sinistra italica postbellica per meri, presunti, “interessi di bottega”)
    ciao !

  31. mirkhond scrive:

    Per Habsburgicus

    L’articolo non l’ho scritto io, ma condivido ciò che è detto, perchè fondato su studi storici e su testimonianze raccolte sul posto…
    Anzi, riguardo alla Rumeli, gli studi sono ancora agli inizi…
    Per quanto riguarda il comportamento delle popolazioni balcaniche verso i “boni taljani”, bisognerebbe ricordare CHI E’ L’AGRRESSORE e chi l’aggredito.
    A me risulta che sia stata l’Italia ad invadere e occupare i Balcani e non il contrario, così come il Regno di Sardegna con le Due Sicilie 80 anni prima.
    E nell’uno come nell’altro caso il sabaudian style fu davvero impeccabile…
    Che certe atrocità siano invenzioni comuniste è tutto da dimostrare, visto che nei primi 50 anni della repubblica antifascista nata dalla resistenza di certe atrocità NON SE NE E’ MAI PARLATO, e lo provano i vari film “italiani brava gente” e il libro dello storico COMUNISTA trieestino Mario Pacor (1913-1984), Italia e Balcani, dal Risorgimento alla Resistenza, Feltrinelli Editore 1968.
    Pacor che fu partigiano COMUNISTA in collegamento coi titini, nel suo testo afferma SEMPRE che i soldati italiani furono in maggioranza buoni con le popolazioni tra Slovenia e “Grecia”, tranne pochi biekissimi fascisti…
    Questo per sottolineare come le atrocità italiane fossero invenzioni comuniste…
    Roatta,Robotti, Graziani, Badoglio, Benelli, Geloso ecc. furono solo i DEGNI CONTINUATORI di La Marmora, Cialdini, Pinelli, Govone, Fumel, Milon, Negri e altri NON miei eroi della sporca epopea tricolorata con la croce sconsacrata…
    Montanelli, come detto prima da Maria, si è ricreduto di fronte alle PROVE portate da Del Boca, sui gas usati in Abissinia e anche in Libia (vedasi lo studio di Eric Salerno al proposito)
    Infine i biekissimi Borbone- Napoli non hanno invaso altri paesi, i Savoia sì….
    ciao!

  32. mirkhond scrive:

    Sempre sui buoni Italiani in Abissinia

    Mio padre mi raccontava che suo padre, cioè mio nonno che non ho mai conosciuto, sottoufficiale dell’Areonautica militare in Africa Orientale nel 1935-1940, mio nonno dicevo raccontava a mio padre che lo ha raccontato a me, che il “buon” Graziani fingeva di liberare i ribelli Abissini e poi li sparava alle spalle….
    Che grande eroe!
    Per gente così eroica a occupare, devastare e ASSASSINARE gente colpevole solo di non volersi sottomettere all’invasore, altro che Norimberga ci sarebbe voluta!
    E che gli Alleati, per ovvie ragioni di politica internazionale, sono stati troppo teneri nel non giustiziare certa feccia sabaudo-fascista, e condannare alla rimozione vicende così vergognose….

  33. mirkhond scrive:

    Inoltre sulle “eroiche gesta” italiane in Slovenia, c’è il diario di don Pietro Brignoli, cappellano militare della II Armata italiana operante nella Slovenia annessa all’Italia, diario riguardante gli eventi del 1942…
    Don Pietro non è un biekissimo kompagnero, ed è ostile ai comunisti tanto da riconoscere che in Slovenia le vere ostilità contro l’Italia iniziarono dopo il 22 giugno 1941, con l’invasione dell’Urss.
    Riconosce anche che le rappresaglie inizialmente furono la risposta agli attacchi dei guerriglieri comunisti. E tuttavia questa strategia si rivela sempre per quello che é: un modo cretino-criminale di FARSI ODIARE SEMPRE DI PIU’ dalle popolazioni sottomesse, in quanto tu sei lo STRANIERO e INVASORE…
    Se queste cose si capissero, quante tragedie si eviterebbero, ma purtroppo la storia…ma che c’insegna? (canticchierebbe Simone Cristicchi…)

  34. maria scrive:

    “le aree archeologiche italiane hanno problemi ben diversi!”

    maria
    parole sante Pino:-)
    Certo nel caso dei centurioni ce ne vuole di faccia tosta per parlare di abusivismo in una città dove hanno fatto di tutto e di più.

    • Ritvan scrive:

      Splendido esempio di “benaltrismo”:-)

    • PinoMamet scrive:

      Sì Ritvan è vero, ci ho pensato anche io che suonava come “benaltrismo”;

      però fatto sta che conosco un pochino gli archeologi e i loro problemi, e tra questi NON rientrano certo i figuranti in costume romano.
      Parlare di “degrado del patrimonio archeologico” in riferimento ai “centurioni” è pura aria fritta, semplice “fumus” (visto che siamo in tema latino…) da gettare negli occhi del pubblico.

      Nota maligna: vista l’insistenza con cui parlano di camperos, scarpe da ginnastica eccetera; non è che vogliono trasformare anche i centurioni in testimonial “Tod’s”? Gli fa un bel paio di sandaloni firmati Della Valle, e se vogliono lavorà devono mettere quelli??

  35. Karakitap scrive:

    Io ho sempre considerato i processi di Norimberga e di Tokyo degli abomini, non certo per solidarietà agli inquisiti, ma perché mai nella storia il vincitore si era permesso quesa libertà sul vinto, certo i vinti hanno sempre avuto sorte poco benevola: ornare il trionfo dei vincitori, finire nelle cave o nei campi (e in caso di rivolta, crocifissione lungo le vie consolari o altra sorte infausta da far preferire il suicidio collettivo), scaldargli il letto ecc., ma a nessuno mai era venuta in mente quest’idea di un processo, tanto si sa da sempre che i vinti hanno torto.
    Nelle mie fantasie ucroniche a volte mi sono divertito a pensare come avrebbe potuto essere una divisione dell’Italia tra gli alleati (ai sovietici forse sarebbe toccato un pezzo simile al Regno Italico napoleonico, alla Francia l’ex Regno di Sardegna compresa l’isola omonima, agli anglo- americani il resto, da notare che in un’eventuale Roma divisa quello sovietico sarebbe stata un’enclave in quello alleato, vi immaginate da una parte la Roma di Pio XII da una parte e a pochi metri una guarnigione sovietica?), per fortuna (forse proprio grazie alla passione italica per il voltare gabbana) l’Italia perse relativamente poco (e quanto alle colonie, sarebbero state perse comunque, forse abbiamo risparmiato dei caduti nelle eventuali guerre di liberazione).
    Posso anche immaginare che gli italiani non abbiano compiuti crudeltà verso i balcanici (tanto ci riescono benissimo da soli…) ma sta di fatto che i quadri dirigenti le avrebbero sicuramente avallate.
    Tempo fa sentii parlare di reclami che l’allora Jugoslavia fece all’Italia su questo tema, ma la magistratura militare all’epoca insabbiò tutto (un po’ come ha fatto per le stragi naziste, i cui documenti erano nascosti in un armadio inutilizzati).

    PS.Io “Il cuore nel pozzo” non l’ho visto, fedele alla mia tradizione di voluta ignoranza verso fiction e affini, ricordo però che vidi in una TV privata (di quelle che fanno parte di un network di varie emittenti a livello locale) un dibattito con vari ospiti sulla questione adriatica, tra questi era presente Di Pietro (non so a che titolo, forse a causa della comunità croata in Molise) che ad un docente che diceva che il film sembrava la brutta copia di quelli sulla persecuzione degli ebrei e che gli italiani in Jugoslavia avevano compiuto atti non proprio commenedevoli l’ex PM rispose “lo so che l’Italia ha compiuto atti ingiusti nel suo paese, ma questo non autorizza a vendicarsi di innocenti”, ed il cattedratico, con nonchalance: “guardi che sono italiano”.
    PPS. Chissà se in Germania producono fiction sull’esodo dei tedeschi dei Sudeti, degli slesiani e dei baltici.

    Ciao

  36. mirkhond scrive:

    Per Karakitap

    Anni fa quando insegnavo all’università della terza età, scoppiò una bagarre in aula tra due mie alunne proprio in merito alle vicende narrate ne “Il cuore ne pozzo” andato in onda qualche giorno prima.
    Un’alunna, accesa sostenitrice dell’unità d’Italia sabauda e sorda a qualsiasi revisione del mito degli italiani (sempre) brava gente, si appoggiava a quanto visto nella fiction per fare la sua solita geremiade.
    Alché un’altra mia alunna, nata in un paese del Carso oggi sloveno, allora italiano, figlia di un commissario di polizia trasferito con la famiglia dalla Puglia, lì ai confini con la Jugoslavia di allora (anni’30 del XX secolo), questa mia alunna dicevo, parlava bene della sua infanzia tra gli Sloveni e di come la sua famiglia fosse ben voluta dalla popolazione indigena.
    Però di fronte a ciò che disse l’alunna di prima, sbottò dicendo che le foibe e annessi e connessi erano la conseguenza del comportamento non proprio idilliaco delle truppe italiane nei territori sloveno-croati annessi nel 1941-1943.
    L’ alunna fanatica dell’unità d’Italia tentò di replicare, ma la seconda rispose che lei c’era ed era stata testimone di orrori, tra cui STUPRI ai danni di slovene e croate ad opera dei soldati italiani….
    L’alunna di prima, rimasta senza parole, abbandonò l’aula non partecipando più alle successive lezioni del sottoscritto…
    Il quale in questo acceso dibattito tacque per ascoltare questa testimonianza di chi C’ERA e che non era certo influenzata da propagande comuniste…
    Questa alunna nata sul Carso disse che la popolazione slovena aiutò sempre la sua famiglia e nel 1945 li aiutarono pure a rifugiarsi nell’Italia occupata dagli Alleati, permettendogli persino di tornare per riprendersi il mobilio….
    ciao

  37. Karakitap scrive:

    Per Mirkhond,
    grazie mille per questo gustoso aneddoto, a me poi fa rabbia vedere come la tragedia delle foibe sia strumentalizzata, tempo fa al mio paese in occasione della “Giornata del Ricordo” ho visto un manifesto, opera di qualche gruppo di estrema destra, che diceva più o meno così “20.000 morti, 200.000 esuli, chi ha venduto l’Italia allora allora la sta vendendo anche oggi”, eppure erano stati proprio i loro “padri” (se non biologici, ideologici), a volere l’invasione della Jugoslavia, senza la quale non credo che tale tragedia sarebbe avvenuta.
    Ciao

    PS. Scusa l’immenso OT nonché l’immonda curiosità, ma cosa insegnavi? Non ho dubbi che se riversavi nelle lezioni la facondia e la cultura presente nei tuoi post dovevi essere un ottimo docente.

  38. Peucezio scrive:

    Secoindo me non c’entrano né il popolo sloveno, né gli italiani (gli stupri dei soldati non giustificano le foibe, perché nelle foibe non sono stati gettati i soldati, ma gente comune, donne, bambini, vecchi), ma quel maiale di Tito e la sua ideologia comunista e nazionalista per una nazione inesistente, inventata a tavolino dopo la Grande Guerra.
    E i comunisti italiani in tutto questo (e non solo in questo) hanno una responsabilità enorme.

    • habsburgicus scrive:

      parole sante, Peucezio…concordo con te !
      inoltre un po’ di sano antititoismo rilassa sempre un po’ 😀
      ciao

      P.S: la creazione della Jugoslavia (melius Jugoserbia) nel 1918 fu uno dei più grandi errori, anzi crimini, della storia, in quanto l’idea stessa era assurda (vi erano invero croati jugoslavisti e anche sloveni ma solo fra i massoni…e anche questi cambiarono presto idea dopo aver sperimentate le delizie del serbismo, già all’inizio degli anni ’20 !)
      ho poi sempre trovato particolarmente ingiusto il premio dato dopo la I GM ai Serbi, iniziatori della più grande catastrofe dell’umanità in seguito al vile e infame attentato del 28 giugno 1914 (senza per questo voler scusare il ruolo nefasto di Sazonov e delle cricche militari che spinsero il debole Nicola II a rischiare tutto per un pugno di banditi balcanici, oltretutto regicidi, non obliamo il giugno 1903 !… né dimentico le gravissime responsabile del radicale Poincaré e del suo uomo a San Pietroburgo, l’altrimenti “simpatico” Maurice Paléologue né molte altre cose di cui non posso parlare qui per non divenire fin troppo prolisso)

      P.S: banditi balcanici si riferisce al regime e al governo allora al potere a Belgrado, ovviamente NON all’intero popolo serbo…mi pare evidente, ma spiegare meglio non é mai inutile…

      • Ritvan scrive:

        Caro habsburgicus
        Lungi da un albanese par mio prendere le difese dei biekissimi:-) serbi, però la verità va detta per intero anche quando non ci garba.
        1. A me risulta che l’idea di fare la Jugoslavia fu accolta con favore dall’intera classe politica croata, slovena e perfino bosniaca (altro che quattro gatti massoni) visto che l’alternativa al salire sul “carro del vincitore” serbo sarebbe stata quella di pagare pesanti tributi territoriali – in quanto “austroungarici” sconfitti – a certi vincitori della IGM, all’Italia in primis. E quella di salire sul carro del vincitore per non essere trattato da perdente mica è una prerogativa solo degli italiani, eh!:-)
        2. Se permetti, gli “iniziatori della più grande catastrofe dell’umanità” furono i tuoi cari “habsburgici”. Perché vedi, non è che se p.es. un infame neonazista tedesco ammazza domani il nipote di Napolitano in gita turistica (magari per “vendicare” il “tradimento” italico durante la IIGM) l’Italia dovrebbe sentirsi obbligata a mandare un ultimatum inaccettabile alla Germania e poi dichiararle guerra, eh!:-)

        P.S. Se vogliamo, invece, parlare delle VERE colpe dei serbi, un albanese par mio ne sarebbe lieto:-).

  39. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Secoindo me non c’entrano….”

    Secondo me invece:

    1) c’entra una forte divisione in classi all’interno di una popolazione inestricabilmente mista: chi aveva terre e soldi, “faceva l’italiano”, chi faticava “faceva lo slavo”.

    2) c’entra un fattore dimenticato: cioè che il saccheggio dei beni italiani ha permesso un rapido arricchimento ad alcuni funzionari di partito e avventurieri, come sarebbe poi successo anche in Bosnia negli anni Novanta

    3) il comunismo in quanto tale c’entra davvero poco, direi; e comunque non so quanto fossero “comunisti” i figli di contadini senza alcuna ideologia precedente.

    4) in un primo tempo, i “titini” hanno trattato anche con notevole ferocia buona parte della popolazione slovena

    5) diamo atto a Tito, comunque, di aver provato a creare uno Stato multietnico, un po’ quello che avrebbe voluto essere l’impero austroungarico.

    • PinoMamet scrive:

      Sulla Slovenia non saprei pronunciarmi, ma giudicando dall’Emilia il punto 3 non mi convince del tutto… qui non solo i figli, ma anche i contadini stessi, erano comunistissimi e molto convinti.
      Ma probabilmente dipende da quando/come è arrivata l’ideologia socialista-comunista, può essere che in Slovenia le modalità siano state diversissime.

      Invece il punto 1 mi incuriosisce molto, credo che spieghi molto delle dinamiche di appartenenza “etnica” negli Imperi.

  40. mirkhond scrive:

    Concordo con l’analisi di Martinez.
    Peucezio, nel 1941-1943 (non sto parlando dei territori annessi all’Italia dal 1918), i “boni taljani” hanno massacrato, saccheggiato, internato in LAGER come quello di Arbe/Rab, qualcosa come 35000 Sloveni.
    Inoltre dal diario del cappellano militare don Pietro Brignoli, veniamo a sapere che tra i fucilati sloveni ad opera del glorioso regio esercito italiano, TUTTI chiedevano di morire con i conforti religiosi, e se questi non venivano dati era SOLO per volontà dell’ufficiale italiano di turno (siamo nella primavera-autunno 1942!)
    Insomma stando a don Brignoli, i drugovi sloveni giustiziati dal regio esercito italiano dovevano essere quanto meno dei comunisti molto superficiali….
    E in ciò ribadisco di concordare col dottor Martinez sulla scarsa presa “ideologica” del comunismo su zone contadine rimaste ad un immaginario ancora austroungarico….
    Infine la testimonianza dell’informatore della polizia politica italiana Silvestri* del 1923, il quale afferma che nel retroterra di Trieste di recente annessione all’Italia, gli Sloveni solidarizzavano col Comunismo SOLO per ostilità al nuovo ordine italiano……
    ciao!

    * Silvestri, stando a recenti e controverse ricerche degli storici Dario Biocca e Mauro Canali, non sarebbe che lo pseudonimo sotto il quale si celava Secondino Tranquilli, poi noto come Ignazio Silone, figura essa stessa controversa e tormentata, e buon conoscitore dell’ambiente di frontiera giuliano-fiumano, per esserci vissuto nel 1921-1922 e per avervi anche trovato il primo amore della sua vita, Gabriella Seidenfeld, ebrea ashkhenazita fiumana-ungherese…..

  41. Miguel Martinez scrive:

    Per Pino Mamet

    “Sulla Slovenia non saprei pronunciarmi, ma giudicando dall’Emilia il punto 3 non mi convince del tutto… qui non solo i figli, ma anche i contadini stessi, erano comunistissimi e molto convinti.”

    Certo, ma perché i padri, i nonni e i bisnonni erano socialisti e affini almeno dal 1880, con tutta una cultura e istituzioni proprie.

    Che magari potremmo rovesciare il discorso, e dire che ciò che in Italia si chiamava “comunismo” era in realtà una forma di toscoemilismo che si esprimeva con parole socialiste.

    E per quel poco che ne so, in Slovenia, Serbia e Croazia, le culture contadine erano molto diverse.

  42. mirkhond scrive:

    Per Karakitap

    Parlavo più o meno delle stesse cose di cui parlo qui.
    E devo dire che gli alunni più affezionati, quelli che seguivano con più assiduita i corsi di storia, erano quelli più umili, tra cui alcune signore semi o totalmente analfabete…
    E questo per chi ti sta scrivendo è stata una non piccola soddisfazione….
    ciao!

    • Karakitap scrive:

      Grazie mille della gentilissima risposta, quanto al livello culturale degli interlocutori, anch’io ho notato che molto spesso sono proprio gli “ignoranti” (nel senso puro e semplice di “coloro che ignorano”) ad essere più disponibili e propensi al dialogo e all’appprendimento dei colti o sedicenti tali.
      Ciao

  43. Primadellesabbie scrive:

    É inutile dibattere su chi abbia compiuto le azioni più atroci durante una guerra: una guerra produce comportamenti atroci; é più utile cercare di capire CHI HA INCOMINCIATO perché quello é il responsabile di tutte le atrocità: così mi diceva un vecchio absburgico (nato sotto l’Impero), scomparso da qualche anno, di cui ho goduto gli attenti racconti e l’amicizia.
    PS- Non capisco perché una frase sia scomparsa dal precedente post.

  44. mirkhond scrive:

    Non solo capire CHI ha cominciato per primo, ma anche PERCHE’….
    ciao!

  45. habsburgicus scrive:

    per Ritvan
    Caro Ritvan,
    sarei felice di parlare delle vere “colpe” dei Serbi (presumo che ti riferisca in primo luogo al Kosovo e al trattamento degli albanesi, ma non solo…) e credo che anche altri frequentatori di questo ottimo blog sarebbero interessati…
    solo due cose sul 1914 e sul 1918 (parto dalla data più recente)
    fine 1918: certo, ho volutamente estremizzato e non c’é dubbio che nelle condizioni del tardo autunno 1918 moltissimi croati, sloveni, bosniaci “scelsero” l’opzione jugoslava per evitare pene ulteriori (e infatti l’Italia liberale si vide defraudata…avrebbe voluto ben altro e dovette, dopo due anni di schermaglie diplomatiche, accontentarsi di quanto ottenne con il Trattato di Rapallo del 12/11/1920…aggiungo subito che nonostante la mia antipatia, direi quasi “antropologica” per il conte Sforza, costui non meritava di essere svillaneggiato in tal modo da fascisti e nazionalisti per quel fatto: il Trattato di Rapallo era infatti abbastanza buono anche se restava da risolvere la questione di Fiume, che Mussolini “sistemò” il 27/1/1924 con Momčilo Ninčić, uomo di fiducia di Aleksandar I, 1921-ob. 9/10/1934)
    1914: non concordo che il principale responsabile della catastrofe fu la Duplice Monarchia…come tu sai c’é una sterminata bibliografia sulla “vexata quaestio” delle responsabilità nello scoppio della I GM e i maggiori storici (non-francesi dopo il 1945 anche alcuni francesi) hanno convenuto che se la politica della Ballplatz non mancò di errori e bêtises (e per questo la responsabilità storica del conte Berchtold é grande) certamente non volle la guerra europea, la responsabilità primaria della quale ricade sulla Russia (non sul povero Nicola II che fu abbindolato e che, come talora capita in questo mondo crudele, pagherà per tutti mentre Sazonov, molto più colpevole di lui, la scampò in esilio) e sulla Francia di Poincaré “la guerre”, in ogni caso non della Germania (ad esempio tesi simili, un po’ più antiasburgiche delle mie in quanto l’autore era un liberal nordamericano, furono sostenute da Sydney Bradshaw Fay la cui opera del 1930 resta fondamentale; lo stesso Albertini nel 1943, a parte qualche gratuita malignità antiasburgica inevitabile in chi contribuì in gran parte a gettare nel 1915 l’Italia nel carnaio, non dice, a leggerlo bene, cose molto differenti, seppur accentua le presunte responsabilità della Germania, ma per il periodo immediatamente successivo quando la guerra da europea diventò mondiale);
    sarei veramente contento se si aprisse un dibattito sulle origini della Grande Guerra e, per quel poco che so, vi parteciperei molto volentieri;
    in sintesi, e poi concludo, ritengo che dobbiamo distinguere 3 guerre in una, con responsabilità volta a volta differenti
    1. guerra fra Austria-Ungheria e Serbia: responsabilità principale a Vienna (pur tenendo conto di quelle enormi del regime serbo: insomma Princip riceveva ordini da Belgrado dove sapevano tutto, anche se i filo-serbi amano negarlo ! se gli USA invasero l’Iraq che non c’entrava nulla con l’11 settembre, mi pare che Francesco Giuseppe nel dichiarare guerra alla Serbia qualche ragione ce l’aveva ! l’esempio che fai non é pertinente, non si tratta di ammazzare un tedesco a caso per “vendetta”…)
    2. guerra europea: responsabilità maggiore della Russia, spalleggiata dalla Francia di Poincaré (la cui visita a San Pietroburgo a metà luglio 1914 é certamente stata nefasta per l’umanità e anche per i poilus francesi…per una critica francese al radicale Poincaré si veda il coraggioso Georges Demartial “La légende des démocraties pacifiques”, 1939, alla vigilia di un’altra guerra che questo libro non poté purtroppo prevenire)
    3. guerra mondiale: secondo me responsabilità maggiore dell’Inghilterra (in prticale di Grey e del solito Churchill) ma capisco (voglio essere magnanimo :D) coloro che invece assegnano la responsabiità maggiore alla Germania
    ciao !

    • Responsabilità russe e francesi? Se onorare un’alleanza significa essere colpevoli…
      La colpa è austriaca e solo austriaca: dichiarare guerra ad un alleato della Russia (che da sempre considerava i Balcani un giardino di casa) a che conseguenze poteva portare se non ad una dichiarazione di guerra dalla Russia? E Francia e Russia erano a loro volta alleate, come Inghilterra e Francia: la reazione a catena era assicurata.
      Forse gli austriaci speravano che i russi lasciassero loro fagocitare la Serbia perché un cittadino della Bosnia (allora asburgica e non serba) aveva ammazzato un asburgo? O speravano che la Francia tradisse la Russia?
      Oppure, più verosimilmente, contavano sulla forza dell’alleato tedesco che avrebbe dovuto bissare Sedan? La responsabilità dovrebbe essere ricercata nell’eccessiva autoconfidenza degli Imperi Centrali.

      • habsburgicus scrive:

        nessuno voleva fagocitare la Serbia e del resto il PM ungherese Tisza vi si oppose fermamente nella riunione del Consiglio dei Ministri comune del 14/7/1914
        la Russia avrebbe sempre potuto intervenire diplomaticamente per “consigliare” Vienna a non tirare tropo la corda e a non punire troppo la Serbia (che meritava di essere castigata…nessuna Grande Potenza avrebbe tollerato per così tanto tempo un vicino così molesto, aggressivo e per giunta colluso con il terrorismo), del resto, verso il 29/7/1914 (a guerra austro-serba già dichiarata, 28/7/1914), la Germania propose il cosiddetto “alt a Belgrado” ma, oltre ad errori della Ballplatz (da stigmatizzare) la proposta finì nel nulla per l’affrettata mobilitazione russa che VOLEVA dire la guerra…i militaristi russi vicini al G.D Nikolaj Nikolaevic portano questa enorme responsabilità (fra l’altro il gen. Januskevic ingannò Nicola II che ripensandoci aveva ordinato di annullare l’ordine dichiarando falsamente che non era più possibile); l’Austria-Ungheria é al più responsabile solo di una guerra balcanica che avebbe potuto restare circoscritta (dopo l’ingresso a Belgrado ci sarebbe stata una bella conferenza diplomatica e i Serbi se le sarebbero cavata con poco, ma avrebbero imparato ad essere più prudenti nel loro “irredentismo” e presto tutti sarebbero tornati felici e contenti); la responsabilità della guerra europea é della Russia e solo della Russia che mandò l’Europa in fiamme senza motivo (la Serbia era importante alla Russia solo “sentimentalmente”, per gli slavofili; non c’era alcun interesse concreto, come riconobbe il conte Witte, esimio uomo di Stato, purtroppo morto ad inizio 1915…Intelligence Service ?); i militaristi russi però non avrebbero osato senza gli incoroggiamenti del bellicista Poincaré, pronto a rovinare il mondo, pur di riavere l’Alsazia-Lorena…ecco qui la responsabilità transalpina, più indiretta…invece l’Inghilterra (per quanto io non ami Albione) in questa fase non c’entra….sottoscrivo il giudizio di Tirpitz importante proprio per l’anglofobia dell’uomo, secondo cui sino ad una certa data (lui dice, mi sembra, 25 luglio—si può discutere, diciamo anche 27 luglio) l’Inghilterra sinceramente avrebbe voluto il mantenimento della pace, ma a questo punto, accortasi dei madornali errori della diplomazia germanica (che nessuno nega, tantomeno io :D), decise di cogliere l’occasione per eliminare freddamente “more anglico” la Germania nelle migliori condizioni possibili per l’Intesa (diplomatiche e, si pensava, anche militari) e PRIMA che la flotta tedesca fosse completata (il che avrebe garantito al Reich l’immunità, così dice il grande Tirpitz e così, modestamente, dico pure io), operando scaltramente per rendere irreversibile la guerra (non torniamo per favore al Belgio, innanzittutto siamo già ad inizio agosto, poi é ovvio che fu solo un pretesto…)
        ciao a tutti

      • Ritvan scrive:

        Caro habsburgicus, non posso che concordare in tutto e per tutto con quanto scritto da Mauricius Tarvisii. La tua risposta a lui non mi convince affatto, detto con tutto il rispetto per la caterva di storici che citi.
        Tu scrivi “la Serbia era importante alla Russia solo “sentimentalmente”, per gli slavofili; non c’era alcun interesse concreto…”. E’ vero, però il tuo argomento mi sembra troppo…ehmmmm…come dire…marxisteggiante, ecco. Ovvero TUTTE le guerre si farebbero solo ed esclusivamente per ciucciare petrolio:-). Non è così: si fanno guerre anche per la difesa del prestigio internazionale, per la protezione di cosiddette “sfere di influenza” da cui non si ricava un centesimo, essendo tale influenza solo “spirituale” ecc. Tu dimentichi l’importanza che aveva nella Russia zarista la Santa Madre Chiesa Ortodossa che nel passato aveva lanciato la Russia in diverse avventure belliche contro l’Impero Ottomano solo per “proteggere” i cari ortodossi (non russi) che vivevano in quell’Impero. E tu credi che la sullodata Santa ecc., ecc., avrebbe gradito una seppur “limitata” (fino a Belgrado? ma si sa che poi l’appetito vien mangiando, eh, lo sapevano pure i mugiki:-) ) carneficina austroungarica a danno dei suoi cari ortodossi serbi? E il prestigio della Santa Madre Russia – già intaccatto, ricordiamocelo, qualche anno prima contro i giapponesi- che fine avrebbe fatto se non avesse mosso un dito in aiuto della Serbia AGGREDITA, a cui aveva garantito protezione contro ogni aggressione, “passeggiate fino a Belgrado” comprese, immagino?
        A quel punto la Russia era OBBLIGATA a scendere in guerra, l’Austroungheria, invece, aveva altre opzioni, compresa quella di fare una bella retata di veri o presunti:-) complici&fiancheggiatori serbi di Princip in Bosnia, processarli, condannarli a morte (anche sopprimendo qualche cavillo leguleio sull’età, tipo quello che non consentì la condanna a morte del suddetto criminale) e giustiziarli nelle piazze bosniache (così i cari serbo-bosniaci avrebbero imparato a star buoni), piuttosto che gettare l’intera Europa in guerra.

    • Ritvan scrive:

      —Caro Ritvan, sarei felice di parlare delle vere “colpe” dei Serbi (presumo che ti riferisca in primo luogo al Kosovo e al trattamento degli albanesi, ma non solo…) e credo che anche altri frequentatori di questo ottimo blog sarebbero interessati…habsburgicus—
      Mah, tranne mirkhond – con cui, secondo me, tu condividi la professione di storico, io sono solo un immodesto:-) dilettante di storia – dubito che gli altri abbiano gran voglia di parlare di colpe della Serbia, sai qui si è (quasi) tutti “antimperialisti” (ovvero antiamerikani&antiNATO) e perciò eventuali colpe dei serbi vengono sempre offuscate dai biekissimi:-) bombardamenti NATO su Belgrado….
      Sì, per quanto ne so, da albanese, le principali colpe della Serbia sono state nel Kosovo. A cominciare dalle guerre balcaniche a seguito delle quali la Serbia conquistò il Kosovo, guerre in cui i serbi si macchiarono di innumerevoli atrocità nei confronti degli albanesi, considerati dei “traditori della fede ortodossa” e “collaborazionisti dei turchi”.
      A questo proposito è significativa la testimonianza – seppur indiretta – di una figlia della Perfida Albione:-), l’etnografa Edith Durham, andata entusiasta nei Balcani per descrivere la Gloriosa Riscossa dei Fratelli in Cristo slavi contro gli “infedeli ottomani” e poi tornata con una visione completamente diversa della faccenda e scrivendo dei libri per i quali si è meritata da parte degli albanesi l’appellativo di “Regina delle Montagne Albanesi”. Scrive in uno dei suoi libri che lei, risiedendo in Montenegro, aveva chiesto alle autorità di Belgrado un permesso per recarsi nelle zone di guerra (Kosovo incluso), permesso che le fu sempre negato. Un giorno, parlando con un suo conoscente, ufficiale montenegrino che era appena ritornato dalla zona di guerra, si lamentava di questo fatto. E l’ufficiale le rispose:”Signora, ma come le possono dare il permesso di andare a vedere le atrocità che i serbi commettono sulla popolazione civile per poi magari scriverle sui giornali inglesi? Io sono disgustato e inorridito da quello che ho visto, soldati serbi con ceste piene di occhi cavati ai civili uccisi a sangue freddo!”.
      Poi, fra le due guerre, i serbi iniziarono la pulizia etnica del Kosovo (spedendo forzatamente gli albanesi musulmani in Turchia, in “conto turchi”) e la colonizzazione con coloni serbi nelle terre sottratte agli albanesi in una feroce parodia razzista di una “riforma agraria” (roba simile pare abbiano fatto nel contempo anche nei confronti dei musulmani della Bosnia, almeno da quel che scrive la Wiki in inglese). E per il momento:-) mi fermo qui….

      —-sarei veramente contento se si aprisse un dibattito sulle origini della Grande Guerra e, per quel poco che so, vi parteciperei molto volentieri;
      in sintesi, e poi concludo, ritengo che dobbiamo distinguere 3 guerre in una, con responsabilità volta a volta differenti
      1. guerra fra Austria-Ungheria e Serbia: responsabilità principale a Vienna—
      Meno male che ammetti almeno questo:-)

      —(pur tenendo conto di quelle enormi del regime serbo: insomma Princip riceveva ordini da Belgrado dove sapevano tutto, anche se i filo-serbi amano negarlo!—
      Scusa, ma non dovrebbero essere, invece, i “filononserbi”:-) a PROVARLO? Intendo con documenti e testimonianze inoppugnabili, eh, non con chiacchiere da bar…

      —se gli USA invasero l’Iraq che non c’entrava nulla con l’11 settembre, mi pare che Francesco Giuseppe nel dichiarare guerra alla Serbia qualche ragione ce l’aveva!—
      Sì, ma almeno gli USA agitarono le fiale di antrace di Saddam:-), il buon Cecco Beppe uno straccio di prova che collegasse Princip col governo di Belgrado non la esibì mai, eh!
      Per non parlare del già detto “calcolo di rischio” sull’eventualità di una “reazione a catena” a seguito delle alleanze dell’aggredito che ogni buon governante dovrebbe fare (e Bush sull’Iraq la fece) …ma probabilmente l’età avanzata (parlo di quella di Cecco Beppe) a volte gioca brutti scherzi:-)

      —l’esempio che fai non é pertinente, non si tratta di ammazzare un tedesco a caso per “vendetta”…)—
      No, l’esempio è pertinentissimo, invece. Ma se non ti garba, te ne faccio un altro, sempre asburgico:-). Quando certi terroristi sudtirolesi facevano certi attentati nelle loro valli – anche se non arrivarono ad ammazzare qualche nipote di qualche presidente della Repubblica Italiana – l’Italia mica dichiarò guerra all’Austria, eh! E magari di chiacchiere da bar colleganti i suddetti terroristi col governo viennese ce n’erano a iosa:-).

      —2. guerra europea:….3. guerra mondiale: secondo me responsabilità maggiore dell’Inghilterra (in prticale di Grey e del solito Churchill) ma capisco (voglio essere magnanimo ) coloro che invece assegnano la responsabiità maggiore alla Germania—-

      Non capisco la divisione…ma la Gran Bretagna non faceva parte dell’Europa??!!
      Poi, se ti riferisci all’intervento americano, beh, qui non si tratta di essere “magnanimi” bensì un minimo obiettivi: è stato effettivamente il Kaiser ad averlo “voluto”, con la sua insensata guerra dichiarata al naviglio statunitense (per non parlare del famigerato “telegramma Zimmermann”).

      Ciao

      P.S. Quanto sopra sempre in omaggio al detto “amicus Plato sed magis amica veritas”. La monarchia asburgica mi sta simpatica per due motivi. 1) E’ stato un bel modello di convivenza interetnica/interreligiosa; 2) E’ stato – fra gli Stati europei – l’unico amico sincero degli albanesi e della loro questione nazionale (vabbeh, in funzione “antislava”, ma nessuno è perfetto:-) ).

      • mirkhond scrive:

        Concordo con l’analisi di Ritvan (simpatie asburgiche comprese), aggiungendo solo che i Serbi nel 1912-13 ai prigionieri Albanesi musulmani tagliarono anche i nasi, come riportato da Edith Durham.
        ciao!

      • habsburgicus scrive:

        Caro Ritvan,
        innanzitutto parto da dove concordiamo ! 😀
        ti dico subito che sono completamente d’accordo con la tua valutazione della “politica” serba nel Kosovo;
        personalmente, pur essendo perfettamente al corrente delle geremiadi serbe (Kosovo serbo sino all’emigrazione dei Serbi nel 1690-1691 voluta dal Patriarca di Peć Arsenije III Crnojević e ulteriore emigrazione nel 1737 voluta dal Patriarca di Peć Arsenije IV…come é noto il Patriarcato serbo di Peć, voluto nel 1557 dal Vizir Mehmet Sokolović=Soqollu per il fratello rimasto cristiano Miloš fu abolito nel 1766 nell’ambito della reazione “fanariota” che portò nel 1767 anche all’abolizione dell’Arcivescivato bulgaro di Ohrid, nell’attuale Macedonia ai confini con l’Albania, fondato da Basilio II nel lontanissimo 1018), ritengo che il Kosovo ora (e almeno da metà XIX secolo, per essere prudenti) sia albanese e che nel 1912 avrebbe dovuto essere assegnato all’Albania, indipendente dal 28/11/1912 per opera di Ismail Bey Qemali
        come sai il Kosovo fu restituito all’Albania nel 1941 per volontà dell’Italia di Mussolini (come anche la Ciamuria greca, cioé l’Epiro del nord)…gli albanesi anticomunisti dovrebbero ammettere il ruolo positivo svolto allora dall’Italia (mi rendo conto che l’unione personale con i Savoia era indigesta agli albanesi, ma era sempre molto meglio del folle regime del Parti Puna e Shqipërisë, perdonami la grafia probabilmente errata !, che, se crediamo ad Enver Hoxha, iniziò l’8/11/1941 la “resistenza” contro gli italiani e contro il legittimo governo di Tirana dove ci fu, a modesto parere di straniero, almeno un uomo notevole come Mustafa Kruja, senza dimenticare Maliq Bushatlli…ho invece, forse a torto, un’opinione non molto grande di Shefqet Vërlaci ed Eqrem Libohova)
        e veniamo al 1914
        non posso darti completamente torto, ma continuo a censurare aspramente l’azione russa (e non per ostilità verso lo zarismo, é proprio per il contrario :D…)
        in ogni caso un governo russo degno di questo nome non avrebbe rischiato una guerra generale per salvare un regime due volte regicida…e nel giugno 1903, ne converrai, le prove ci sono ad abundantiam ! io ti capirei se la Russia avesse fatto un discorso del genere a Vienna “noi non possiamo permettervi di umiliare la Serbia, attenti, non sottovalutate la determinazione della Madre Russia…ma ci siamo stufati della pseudo-dinastia criminale dei Karađorđević, mettiamoci d’accordo, e scegliamo insieme, perché quanto avviene a Belgrado non può lasciarci indifferenti, una nuova dinastia per la Serbia che sia soddisfacente per ambedue le parti; una volta raggiunto l’accordo, uniremo i nostri sforzi per organizzare il golpe e sarà facile, perché i serbi hanno bisogno dell’amicizia nostra, scilicet russa !”; se la Russia avesse parlato così e Vienna avesse insistito per la guerra, allora anch’io censurerei in modo asperrimo la Monarchia asburgica (che stimo, come evidente dal nick…e sono contento che la stimi anche tu); MAI però i Russi fecero un’ouverture di questo genere che avrebbe certamente accontentato Franz Josef e Tisza (se non Conrad)
        i legami di Gavrilo Princip e degli altri (Ćabrinović et alii, tutti massoni) non sono chiacchere da bar, sono provati (processo contro gli attentatori di fine 1914; processo serbo contro Dimitrijević=Apis, cui fu chiusa la bocca, a Salonicco nel 1917 per volontà del Reggente Aleksandar che, nemesi storica, sarà vittima lui stesso di terroristi il 9/10/1934 a Marsiglia insiene al radicale e massonissimo Barthou; storiografia tedesca interbellica, che era seria ed erudita, cito Wegerer, i Berliner Monatshefte ecc; documenti trovati a Belgrado dai tedeschi nel 1941 ecc; ammetto che gli austro-ungarici nel luglio 1914 queste cose non le sapevano anche se non pubblicarono tutto quanto conoscevano, andarono per intuito logico e ci azzeccarono !)
        su terminologia “guerra europea”….non considero l’Inghilterra pienamente Europa e loro stessi sono d’accordo con me ! (in ogni caso nel 1914 l’Impero Britannico era molto di più); per guerra europea intendo Francia e Russia vs Germania, Austria-Ungheria e Serbia (i tre fronti. ovest, est, balcanico)
        per guerra mondiale intendo guerra su tutto il globo, con conseguente orrendo blocco (iniziato ad inizio 1915 da Londra contro le abitudini precedenti, sia detto !) e operazioni (meno importanti) in Africa e Oriente (con spoliazione delle colonie tedesche)…non c’entra nulla l’intervento USA del 1917, cui voglio solo accennare;
        i tedeschi fecero benissimo a riprendere la guerra sottomarina (già decisa nel febbraio 1915 come rappresaglia per il blocco inglese e sospesa tre mesi dopo in seguito all’affondamento del “Lusitania”, su cui Londra fece una propaganda capziosa e perfino mendace); l’unico errore (e sono di nuovo d’accordo con Tirpitz) fu aver atteso troppo, sino al 1917; la guerra sottomarina andava ripresa senza pietà nella primavera 1916 (quando la Germania era al massimo della produzione e l’Intesa non era ancora pronta) e bisognava rispondere all’ipocrita Wilson più o meno così (parole mie, non le ho prese da una nota dell’epoca :D) “la Germania fu sempre amica degli USA e lo dimostrò durante la guerra di secessione, a differenza di molti fra i nostri nemici; anche oggi la Germania vuole solo l’amicizia con gli USA ma non può permettere che i bimbi tedeschi muoiano per il brutale blocco inglese, dunque con sommo rammarico il governo del Reich é costretto a intraprendere la guerra sottomarina indiscriminata; confidiamo che il popolo americano, se correttamente informato, comprenderà le gravi ragioni che ci spingono a questo passo, ma se una stampa ostile e venduta ai banchieri di Londra facitori di morte e prolungatori della guerra, spingesse l’eroico e nobile popolo americano contro di noi, il Reich non indietreggerà mai fiducioso della giustizia della sua causa e di quella dei suoi valorosi alleati, sicuro della Vittoria !) probabilmente Wilson nel 1916, anno elettorale con il voto anglofobo irlandese (é l’anno della “rivolta di Pasqua”) avrebbe esitato e la Germania era salva ! che fece invece Bethmann-Hollweg ? cacciò Tirpitz nel marzo 1916 (con gran gioia del nemico) e nel maggio si calò le braghe di fronte ad un Wilson ebbro di arroganza, dando fra l’altro agli USA il pretesto, con la violazione il 31/1/1917 degli impegni tedeschi del maggio 1916, di denunciare “urbi et orbi” la malafede tedesca
        ciao !

      • Ritvan scrive:

        Caro habsburgicus
        Innazitutto ti faccio i complimenti per le tue conoscenze storiche riguardanti i Balcani. Poi ti vorrei segnalare – presumo tu conosca il tedesco – le Memorie del politico albanese Eqrem Bey Vlora (Ekrem Bey Vlora, Lebenserinnerungen, vol. 1 -2 Munich: R. Oldenbourg 1968-1973), nipote del grande Ismail Bey Vlora (Qemali) e suo stretto collaboratore, libro recentemente tradotto anche in albanese e da cui ho imparato moltissime cose taciute/stravolte dalla storiografia comunista.
        Tornando a quello che scrivi, osservo:
        1. Purtroppo i rapporti di forze nella Conferenza degli Ambasciatori di Londra (1913) che sancì il riconoscimento dell’Albania indipendente da parte delle Grandi Potenze erano a sfavore di un’assegnazione del Kosovo all’Albania. La Santa Madre Russia protettrice dei serbi pretendeva addirittura che alla Serbia fosse assegnata anche buona parte dell’Albania del nord, la Francia amica della Russia approvava, figuriamoci se il Kosovo poteva essere assegnato all’Albania…
        Vladan Djordjevic, medico serbo laureatosi e specializzatosi a Vienna ed ex Primo Ministro della Serbia, pubblicò a Lipsia proprio all’inizio del 1913 un libello (“Albanesen und die Grossmächte”, Leipzig, 1913) in cui sosteneva – fra l’altro – che gli albanesi altro non erano che i rimasugli di una popolazione “subumana” dei Balcani, popolazione arboricola e provvista di coda. E sosteneva anche – con la sua faccia “scientifica” come il deretano:-) – di aver visto, durante la sua attività di medico, tanti albanesi con la coda:-). Era lapalissiano che il sullodato libello fosse stato pubblicato in quel periodo, proprio per orientare in un certo senso filoserbo e antialbanese la suddetta Conferenza: infatti, tutti i principali giornali europei lo avevano recensito e amplificato in diversi modi.
        Ebbene, un episodio presente in tutti i libri di storia albanesi (e ovviamente:-) ignorato in quelli del resto d’Europa) racconta che mentre la seduta sull’Albania della Conferenza stava per avere inizio, il Presidente della Conferenza e Ministro degli Esteri inglese, vede il rappresentante albanese Ismail Bey Vlora (primo ministro del governo provvisiorio del neonato Stato, ex diplomatico ed ex deputato dell’Impero Ottomano) in piedi che si rigirava fra le mani la propria poltrona. E lo interpella:
        “-Sig. Vlora, cosa fa in piedi a rigirarsi la poltrona fra le mani, si sieda, prego, che dobbiamo cominciare!
        – Mi scusi, Eccellenza, ma stavo cercando il buco.
        – Buco? Quale buco?
        – Il buco per infilarci la mia coda, Eccellenza, non vorrei che mi si sciupi sedendomici sopra. Però, purtroppo, vedo che, nonostante le tante raccomandazioni pervenute, nessuno vi ha provveduto a farne uno….”
        Grassa risata del britannico, che – da buon britannico – pare apprezzasse tanto lo humour. E alcuni storici albanesi sostengono che proprio la simpatia creatasi fra lui e Vlora, grazie a quella battuta di spirito, indusse l’Inghilterra ad appoggiare un compromesso meno sfavorevole agli albanesi di quanto ci si potesse aspettare in quel periodo e con quei rapporti di forze.
        2. Da albanese anticomunismo (non “anticomunista”, ho conosciuto tanti comunisti brava gente) non posso assegnare alcun “ruolo positivo” all’Italia mussoliniana nei confronti dell’Albania occupata. E per due buoni motivi:
        a) In “cambio” del Kosovo e della Ciamuria il caro DVX chiese al governo albanese “fantoccio”:-) la cessione all’Italia (per 99 anni) della pianura paludosa albanese occidentale chiamata Myzeqe (Muzakia). Gli italiani avrebbero provveduto alla bonifica (stile Littoria) e poi vi avrebbero stabilito 2 milioni di coloni italiani. Ora, capirai che 2 milioni di italiani fra 1,5 milioni di albanesi (Kosovo e Ciamuria compresi) avrebbe significato in pochi decenni la scomparsa del popolo albanese, “fagocitato” dai coloni italici. E lo capirono anche i membri del suddetto governo “fantoccio” che si dimostrò meno “fantoccio” di quel che sembrava, minacciando le dimissioni in blocco qualora l’Italia avesse insistito nella richiesta. Poi il DVX volle “spezzare le reni alla Grecia” e lasciò perdere – per forza di cose – le sue voglie “bonificatrici/colonizzatrici” sulla Muzakia….
        b) Paradossalmente – ma non troppo – il fetentissimo regime del “Partia e Punës e Shqipërisë” (questa è la grafia corretta) lo dobbiamo proprio all’invasione italiana e all’annessione dell’Albania all’impero dei Savoia. Quel farabutto di Hoxha costruì il suo esercito partigiano – come ben dici ben 3 anni dopo l’invasione! e naturalmente solo dopo che l’Asse aveva attaccato l’URSS e gli arrivò l’ordine da Mosca di fare “resistenza” – nella regione di Valona, coi figli dei patrioti “lab” (e i loro soldi) che avevano scacciato l’esercito italiano che occupava la regione nel 1920, patrioti a cui seppe titillare tanto bene l’orgoglio patriottico, seppur a “scoppio ritardato”.
        3. Il fetentissimo PPSH (il Partito di Hoxha) ha sparso tanto letame a piene mani su Mustafa Kruja, Maliq Bushati, Shefqet Vërlaci ed Eqrem Libohova e sui loro discendenti rimasti fra le sue unghie (e anche sangue, su questi, non solo letame) che non me la sento di fare distinguo fra di loro. Probabilmente la differenza che tu noti è dovuta al fatto che Kruja e Bushati erano degli intellettuali “occidentalizzati”, mentre Verlaci e Libohova avevano un bel “Bey” fra il nome e il cognome ed erano più..per così dire “conservatori”…
        4. In quanto al “discorsetto” che la Russia avrebbe dovuto fare a Vienna per evitare la guerra, ti faccio poco umilmente:-) osservare che il problema non era della Russia, era di Vienna e, pertanto, avrebbe dovuto essere Vienna a fare un “discorsetto” del genere alla Russia in modo da risolvere il “problema Serbia” senza gettare i due imperi in un conflitto. Non lo fece, pertanto la colpa resta di Vienna.
        5. L’organizzazione “Giovane Bosnia” a cui era affiliato Princip non era composta solo da serbi ma anche da croati e da bosniaci musulmani. Che ci fossero pure massoni poi non vedo cosa c’entri con le presunte responsabilità del governo di Belgrado…
        6. Abbi pazienza ma io continuo a trovare questa divisione in “guerra europea” e “guerra mondiale” di lana caprina. Perché se franco-inglesi e tedeschi se le davano di santa ragione in Europa, come potevano le rispettive colonie sparse per il mondo baciarsi ed abbracciarsi fra di loro??!! In quanto all’ “orrendo blocco”, non mi risulta che gli anglo-francesi colassero a picco naviglio battente bandiera neutrale, come minacciò di fare la Germania con il naviglio americano. E io credo che se la Germania avesse iniziato prima la sua folle caccia pei mari non avrebbe fatto altro che anticipare l’entrata in guerra degli USA e, di conseguenza, la propria fine:-). Tutto qui.
        7. Niente da dire sul “telegramma Zimmermann”?:-)

        Ciao

      • mirkhond scrive:

        Per Ritvan

        Quanti furono effettivamente gli Italiani inviati da Mussolini in Albania come coloni nel 1939-1943, oltre a quelli già presenti prima?
        ciao

      • Ritvan scrive:

        @ mirkhond
        Non mi risulta che ci fossero coloni italiani in Albania prima dell’invasione…a parte qualche caso sporadico come l’azienda agricola di Llakatund (distretto di Valona), proprietà di un certo Cav. Orlando che l’aveva comprata dai latifondisti della famiglia Vlora, ma in cui la manodopera non qualificata era albanese.
        E dopo l’invasione il DVX mica voleva sborsare soldi per comprare le terre in cui mandare i coloni italici e lo Stato albanese disponeva solo dei terreni paludosi della Muzakia…Ecco perché il DVX propose quel patto scellerato che fu vanificato solo dalla guerra.

        P.S. Si lo so che la Durham parlava anche di orecchie tagliate dai serbi, ma non ho voluto infierire:-).

  46. Miguel Martinez scrive:

    Per Habsburgicus

    Hai letto La quarta guerra mondiale di Costanzo Preve? http://www.insegnadelveltro.it/catalogo/metropoli/preve_quarta_guerra_mondiale.htm

    Dissento da alcune sue posizioni “eurasiatiche”, ma condivido in pieno le sue analisi delle due guerre mondiali, che mi sembrano tra le migliori che mi siano capitate di leggere.

    • habsburgicus scrive:

      grazie

      • habsburgicus scrive:

        sempre per Miguel Martinez
        finora ho letto solo recensioni, non il libro…apprezzo molto Preve e molte sue posizioni mi trovano d’accordo; ho letto e trovato molto interessante quanto scritto da Preve su alcune correnti di marxismo (maoismo, bordighismo ecc) che tu lodevolmente hai messo sul tuo sito…
        ciao

    • mirkhond scrive:

      L’analisi di Preve è interessante.
      L’unica falla è proprio l’eurasismo.
      Chi lo dovrebbe realizzare? La Russia? La Cina? La Turchia allargata allo spazio centroasiatico ex sovietico? L’Iran?
      La mia sensazione è che l’impero usa finirà solo per implosione, per collasso interno nell’impossibilità di imporre il proprio dominio al mondo.
      Ma allo stato attuale, questa mi sembra un’ipotesi davvero remotissima nel tempo, proprio perciò che lo stesso Preve afferma sulla presa del modello americano, come si può vedere tra giovani e meno giovani ormai fortemente assimilati a modelli culturali, musicali, di abbigliamento, di espressioni del linguaggio grazie alla capillare diffusione dei programmi di mtv, mediaset ecc.

      • habsburgicus scrive:

        la forza di attrazione del modello USA é certamente uno dei maggiori atouts che possiedono coloro che hanno il potere a Washington…la stessa gioventà iraniana subisce in gran parte questo fascino ed é tutto dire…
        Preve forse esagera nell’eurasiatismo, ma ritengo che una Russia forte potrebbe almeno porre dei seri limiti all’arroganza USA, del resto contraria agli stessi veri interessi nordamericani come da anni ripete, inascoltato, il “true American” Pat Buchanan, cattolico e repubblicano veramente conservatore, anti-churchilliano (e anti-rooseveltiano) e abbastanza insensible alle accuse di essere “poco devoto” veso l’ “unica democrazia del Medio Oriente”, meta di continui pellegrinaggi dei politici europei e non solo, per cercare “investiture”
        se Gromyko fosse ancora stato vivo MAI gli USA avrebbero potuto distruggere l’Iraq
        ciao

      • mirkhond scrive:

        Concordo sull’attrazione per una Russia forte (non comunista) come antemurale all’americanismo, ma quest’ultimo può essere veramente fermato solo se nei cuori e nelle menti degli “eurasiatici” vengono respinti i modelli proposti da mtv, le tamarreidi alla jersey shore, i grandi fratelli e le isole dei fumosi ecc.
        Cosa ripeto che non mi sembra realizzabile, a meno di ricorrere a misure dittatoriali tipo quelle iraniane. Cosa che con internet e la tv satellitare è impossibile (da qui la feroce e disperata reazione neoluddista dei talebani nella Kabul del 1996…)
        ciao!

  47. jam scrive:

    ..hanno tutti incominciato per primi, cercare la colpa in un’altro non serve molto, é sempre la solita impasse.
    La guerra appartiene all’anima famelica, golosa, ingorda, all’anima quando é ancora lontanissima dallo Spirito, cioé dalla vera sua essenza, x’ l’essenza dell’Anima é lo Spirito, lontana dallo Spirito, l’anima é decisamente satanica.
    A questo stadio l’anima e lo pseudo-guerriero che la rappresenta, attore di questa guerra ha bisogno di compire gesti infami, x soddisfare gli appetiti oscuri, gli appetiti dello pseudo-uomo che non ha la più pallida idea di che cosa sia Giustizia o Verità, o Rispetto ecc…
    In questa logica, x questi tipi, ubriachi di violenza, stuprare non é un atto scandaloso ed ignobile, ma una celebrazione, un atto di “potenza” senza il quale la guerra non avrebbe senso. La guerra per loro é gratificante anche x’ permette di perpetuare le volontà sataniche della morte, ingustizia, atrocità. Il banchetto di questi pseudo-guerrieri sono anche le donne dei vinti o di nemici, da consumare come un rito appetitoso di libidine amplificata dal gesto violento. La violenza del gesto aumenta il piacere ed il loro desiderio di invincibilità. Un desiderio di fecondare attraverso la violenza, come apoteosi di vittoria. In realtà sono delle marionette nella mano del male. Ecco perché ogni guerra soprattutto moderna é un bluff, é un rito satanico che vuole distruggere l’Umanità, perché mette in moto ed alimenta gli istinti più bassi e degradanti dell’uomo……
    ciao

  48. mirkhond scrive:

    La guerra purtroppo è parte del mistero del male in cui la storia umana è avvolta fin dai primordi, purtroppo…
    ciao

    • jam scrive:

      …i veri Santi, sono coloro che hanno anche peccato, i veri Uomini sono coloro che hanno conosciuto anche l’errore. Allo stesso modo i popoli-umanità per liberarsi della guerra in certi momenti storici l’ attraversano! Non é un mistero, é una legge matematico- strategica, che invita pero’ a fare delle scelte, a lasciare il male ed abbracciare il bene…
      shanti, salaam, ciao

  49. habsburgicus scrive:

    per Miguel Martinez
    Caro Miguel,
    ho visto solo adesso il tuo post relativo al 4 novembre “festa degli assassini” (allora non frequentavo ancora il tuo ottimo blog)
    sono pienamente d’accordo che la guerra per la Libia (dichiarazione di guerra italiana alla Turchia del 29/9/1911) ebbe un ruolo importantissimo nell’avvelenare l’atmosfera politica europea, “preparando” le guerre balcaniche del 1912-1913, a loro volta causa diretta del Grande Delitto
    convengo con te che la I GM fu per molti aspetti peggiore della seconda, perché nasce tutto da lì e che fu causata non da biechissimi dittatori ma da Stati parlamentari o almeno costituzionali (la stessa Russia imperiale, la più lontana dalla “democrazia” del volgo aveva pur sempre una Duma e un Consiglio dell’Impero)

    P.S:
    il fatto che io adotti una posizione molto filo-tedesca e pro-asburgica sulle IMMEDIATE origini della guerra (luglio 1914) non vuol dire che io ignori le cause profonde e precedenti, dove TUTTI hanno delle colpe (la Germania forse meno, a meno che la stupidità sia una colpa : D a partire dalle dimissioni imposte a Birmack nel marzo 1890 Wilhelm II non ne azzeccò una in politica estera :D)
    appunto per l’enorme importanza della questione, ripetendo quanto da me già detto a costo di tediare tutti e te per primo, vedrei con grande interesse un dibattito a tutto campo, che coinvolga il maggior numero di persone, sul luglio-agosto 1914, l’intervento USA del 1917, i falliti tentativi di pace ecc…forse però ritieni che questo post non sia il luogo adatto…benissimo, aspetteremo con impazienza un tuo post sull’argomento, per poi “sbizzarrirci” nei commenti
    ciao

  50. mirkhond scrive:

    Per Habsburgicus

    Riguardo alle cause dello scoppio della prima guerra mondiale non ho approfondito bene la questione. Comunque se stiamo a ciò che appare, fu la dichiarazione di guerra austriaca alla Serbia nel luglio 1914 a far scattare il folle meccanismo bellico, in virtù del sistema delle coalizioni alleate di allora, l’Intesa e la Triplice.
    Ritvan ha ragione quando ritiene l’intervento russo inevitabile in virtù della tutela delle popolazioni ortodosse dei Balcani (con l’eccezione della Bulgaria filotedesca).
    Non dimentichiamo cosa successe in “Grecia” nel 1915-1917 col paese spaccato in due governi, quello di Atene e Morea col re filotedesco e quello di Salonicco e della Rumeli recentemente strappata agli Ottomani in mano al filo-intesa Venizelos!
    Se poi vuoi dire che erano i Serbi col loro irredentismo esasperato ad essere una fonte perenne di problemi, non posso che concordare con te (e questo lo pensa anche Ritvan da buon albanese!).
    Purtroppo nel 1914, a differenza dei precedenti conflitti balcanici ottocenteschi, la Russia era alleata di Francia e Inghilterra, per cui a Vienna avrebbero forse dovuto valutare con maggior attenzione le mosse da farsi…
    Ma ovviamente parlo col senno di poi e a scusante del governo austriaco bisogna osservare che nel 1914 non era certo nell’agenda politica dell’Intesa fare a pezzi l’Austria-Ungheria, come dimostra il patto di Londra del 26 aprile 1915.
    Fu solo il tardivo e risolutorio dalla parte dell’Intesa, intervento statunitense del 1917-18 e la folle politica di Wilson a determinare il vero DISASTRO.
    Ma, Wilson essendo il VERO vincitore della guerra e non essendo vincolato ai precedenti accordi dell’Intesa come il trattato di Londra del 1915 sovracitato, potè esercitare tutta l’arroganza del vincitore con le conseguenze nefaste che conosciamo….
    ciao!

  51. mirkhond scrive:

    la I GM fu per molti aspetti peggiore della seconda

    Beh sì, se pensiamo agli sconvolgimenti sociali e culturali che ha provocato tra cui le cause del secondo conflitto mondiale…
    Mi viene in mente un romanzo a me caro, La Disubbidienza di Alberto Moravia, scritto nel 1941-1948, ma la cui ambientazione verosimilmente riflette il periodo dell’adolescenza dello scrittore, nei primi anni ’20 (il protagonista del romanzo, Luca Mansi è infatti uno studente di liceo classico di 15-16 anni, appartenente ad una famiglia benestante alto borghese).
    Ora Luca, osservando il suo atlante storico in un periodo intorno al novembre del 1923, guarda sconvolto i mutamenti della carta politica dell’Europa, con “tanti regni diventate repubbliche” secondo le parole del romanzo.
    Insomma nel 1945 il dopoguerra appariva carico di tensioni e il comunismo aveva un potere, un’autorevolezza e un’estensione territoriale che non aveva vent’anni prima. Ma perlomeno nel 1945 si aveva a che fare con un terrore “collaudato” perché già vecchio di un trentennio.
    Negli anni successivi al 1918 invece era una novità e quindi terrorizzava molto di più, tanto da generare i vari fascismi e il nazismo….
    ciao!

    • mirkhond scrive:

      Naturalmente il pericolo comunista era tale per quegli ambienti che avevano solo da rimetterci dall’istaurazione di un regime bolscevico, mentre per altri era vissuto come una liberazione “messianica” soprattutto per NON averlo potuto sperimentare di persona, come la triste sorte di tanti compagni italiani fuggiti in Urss per sottrarsi al fascismo e VITTIME delle purghe staliniane degli anni ’30….
      ciao!

  52. habsburgicus scrive:

    @Ritvan
    ciao
    grazie per l’apprezzamento
    solo due parole sul telegramma Zimmermann, il resto domani 😀
    il “telegramma Zimmermann” é posteriore al 3/2/1917 (rottura delle relazioni diplomatiche da parte di Wilson; l’Ambasciatore tedesco conte Johann Bernstorff partì il 10/2/1917 e arrivò a Berlino solo verso il 14/3/1917 proprio mentre stava crollando la Santa Russia; l’Amb. USA Gerard comunicò la rottura, penso proprio a Zimmermann, il 5/2/1917…fra l’altro, ma questo forse può essere di interesse solo a chi é appassionato di “technicalities” diplomatiche, la rottura provocò un terremoto nelle protezioni diplomatiche in quanto Germania e Austria-Ungheria, che evidentemente non ritenevano Washington così ostile, avevano affidato la protezione dei propri interessi in molti paesi dell’Intesa proprio a Washington e molti paesi dell’Intesa avevano affidato la protezione dei loro interessi a Berlino, Vienna e Costantinopoli agli USA);
    cioé risale ad un’epoca in cui la guerra era vicina (nessuno credeva che Wilson si sarebbe limitsto ala rottura, era solo per “preparare” pian piano il popolo in buona parte antibellicista) dunque il Reich avrà pure avuto il diritto di proteggersi, creando grane in Messico..
    che poi l’idea sia stata folle, sono d’accordissimo con te (io sono germanofilo, ma ammetto senza problemi che i tedeschi, in politica, sono dei fessi :D) innanzitutto perché il Messico sconvolto dalla Revolucion non poteva essere di aiuto (stava approvando la Costituzione anticlericale carranzista del 1917) ma anche perché era ovvio che gli inglesi l’avrebbero intercettato, come fu….e Wilson lo utilizzò per aizzare il popolino come McKinley fece nel 1898 contro la Spagna e come é divenuto ora abitudine, dunqueil telegramma affrettò la guerra !!! (ma non la provocò, era già decisa sin dalla ripresa della guerra sottomarina, credo…fra l’altro Ludendorff ammette candidamente nelle sue Memorie che se svesse saputo a gennaio 1917 dell’imminente crollo della Russia imperiale si sarebbe opposto alla guerra sottomarina !)
    ciao !

    P.S: il mio “favore” per l’assegnazione del Kosovo all’Albania nel 1913 era un auspicio, valido in un mondo ideale; so benissimo che nella realtà la Conferenza di Londra (Grey, il francese Paul Cambon, il russo Benkendorf, l’italiano Imperiali, l’asburgico Mensdorff-Pouilly, i tedesco Lichnowsky) non poteva decidere altrimenti, anzi come giustamente ricordi i russo-francesi avrebbero assegnato alla Serbia ben altro (e al Montenegro Scutari che già nell’apr-mag 1913 fu salvata solo per il duro intervento asburgico su Re Nikola)

    • habsburgicus scrive:

      @Ritvan
      continuazione 1
      innanzitutto grazie per la segnalazione del libro di Eqrem Bey Vlora che vedrò di leggere quando potrò reperirlo…
      solo due parole sul periodo “ducesco” in Albania e poi di nuovo alla guerra sottomarina e questioni connesse
      quello che dici é vero, resta il fatto che-per le ragioni che tu citi-a partire dalla fine 1940 Mussolini abbandonò i piani (folli e ingiusti, non ho remore a dirlo :D) di colonizzazione della Muzakia, mentre diede il Kosovo e la Ciamuria nel 1941 (fra l’altro proprio oggi, 71 anni fa, alla sera del 17/4/1941, il gen. serbo Kalafatović firmava la resa alla Serbia, dopo 11 giorni e mezzo) cosicché almeno da quel punto gli interessi albanesi ed italiani vennero a coincidere, secondo me; inoltre nel 1942, su istanza di Mustafa Kruja venne modificata la bandiera albanese che tornò di tipo tradizionale (nel 1939 era stata inserito in modo troppo vistoso il simbolo sabaudo ed i fasci littori…Ciano accenna alla modifica, voluta giustamente dagli albanesi, nel diario)…dunque italiani e albanesi avevano tutte le ragioni per restare uniti, come scriveva l’ufficioso “Tomori” eppure é proprio dal 1942 che la resistenza anti-italiana guidata da Hoxha e dal PPSh divenne più forte…io comprendo il patriottismo di molti albanesi (specialmente di quelli di Valona “eredi” del 1920) e so perfettamente che non avevano la sfera di cristallo e non potevano conoscere il futuro, ma a distanza di 70 anni credo che si possa dire che fu un errore storico da parte di molti albanesi il non essersi riuniti attorno al governo legittimo filo-italiano di Tirana, magari per migliorare le cose (approfittando della crescente crisi dell’Italia fascista) all’interno del “sistema”e su una piattaforma anti-comunista (a proposito, se sei d’accordo, mi piacerebbe scambiare opinioni sull’Albania comunista, argomento che mi affascina nonostante l’indubbia tristezza del’argomento, a partire dalla “purga” di Sejfulla Malishova nel 1946, che reputo, forse a torto, l’unica persona sensata nei vertici del comunismo albanese, sino al “mistero” della purga di Mehmet Shehu nel dicembre 1981…senza dimenticare quelle di Xoxe nel 1948, di Liri Gega nel 1956, di Liri Belishova nel 1960, di Bekir Balluqu nel 1974…sotto il compagno Enver, segno allievo del compagno Stalin, le “purghe” facevano parte della vita, come il maltempo 😀 credo che anche a Mirkhond l’argomento interessi)

      • habsburgicus scrive:

        @Ritvan
        continuazione 2
        innanzitutto mi scuso per alcuni errori ortografici del post precedente, purtroppo le tastiere talora giocano brutti scherzi…
        veniamo ad USA e Germania
        io sono fermamente convinto che gli USA non furono mai sinceramente neutrali nella Grande Guerra (seppur non raggiunsero mai la smaccata partigianeria degli USA di Roosevelt nel periodo masggio 1940-dicembre 1941), se non nei primissimi mesi (e Wilson e le élites dell’Est, anglofile, neppure allora); la Germania doveva quindi fare i suoi conti
        l’intervento inglese subito all’inizio del conflitto (sera del 4/8/1914, dichiarazione di guerra dell’Amb. Goschen a Jagow) fu un colpo durissimo per il Kaiser, l’OHL e tutta la classe dirigente germanica anzi per la Nazione tutta, che reagì con uno scomposto quanto ineffettivo odio contro la perfida Inghilterra (“inno all’odio” di Lissauer, fra l’altro un “non ariano” per usare la terminologia della II GM, ecc)
        ancora il 29/7/1914 Berlino credeva che Londra poteva non intervenire, almeno subito (ambiguo discorso di Grey a Lichnowsky, Ambasciatore tedesco che era molto antiasburgico)
        quando fallì la blitzkrieg all’Ovest (battaglia della Marna, inizio settembre 1914) e terminò la “corsa al mare” in Belgio (fine ottobre 1914) divenne evidente che la guerra sarebbe divenuta di posizione e sarebbe durata anni…
        qui entra in gioco l’Inghilterra “Britannia rules the waves”…Londra era in grado di affamare letteralmente la Germania e porla in ginocchio con il tempo e ad inizio 1915 (un blocco più limitato c’era sin dallo scoppio delle ostilità) Londra, in accordo con Parigi, varò il blocco assoluto (che colpiva anche i neutrali…ma il signor Wilson non proferì parola, alla faccia della neutralità nordamericana !), contro la prassi umanitaria di oltre mezzo secolo e contro la lettera di una convenzione del 1909 (non ratificata, é vero, dunque farisaicamente Londra aveva la coscienza a posto !)….se non si tiene conto di questo fatto, oggi taciuto (anche dai tedeschi perché dal 1945 alla Germania sono stati inflitti sensi di colpa e perché lo ripeto, i tedeschi sono fessi, per quanto li stimi :D) ma un tempo denunciato (ci sono molti libri tedeschi anche anteriori al 1933, dunque Adolf non c’entra :D) non si possono capire le reazioni del Reich
        nel febbraio 1915, di fronte all’immane pericolo (e senza consultare Tirpitz che riteneva che la Germania non avesse ancora abbastanza sottomarini al momento e preferiva attendere per non spuntare gli effetti della nuova arma) la Germania decise di ricorrere all’arma sottomarina ed iniziò una guerra sottomarina quasi indiscriminata, PREVIO avviso a tutti i neutrali
        gli USA se ne fregarono (scusatemi il termine), cittadini USA continuarono ad imbarcarsi per l’Europa su navi inglesi e si giunse al tragico episodio del Lusitania (inizio maggio 1915), quando morirono molti cittadini USA (ma il Lusitania non era inerme, come disse la stampa menzognera e al soldo di Londra…era carica di armi destinate all’Intesa ! i consoli tedeschi avevano ammonito i nordamericani a non imbarcarsi sul Lusitania, parole al vento)…apriti cielo…solita campagna di stampa, tedeschi dipinti come Unni, dimissioni nel giugno del Segretario di Stato William Jennings Bryan un “true American” che avrebbe voluto essere equanime e protestare anche contro il blocco inglese (per Berlino andava benissimo) e sua sostituzione ad opera del nefasto Wilson con Robert Lansing, totalmente agli ordini di quei poteri che volevano la guerra ad delendam Germaniam…la Germania fece marcia indietro, parziale…
        in autunno 1915 la stampa montò il caso del’Ambasciatore austro-ungarico Konstantin Dumba (un valacco !), accusato di “spionaggio” che fu dichiarato “persona non grata” da Wilson e l’Ambasciata I. e R. restò affidata ad un semplice Incaricato d’Affari…questo mentre i diplomatici del’Intesa facevano il bello e il cattivo tempo fra l’indifferenza olimpica del signor Wilson
        nel marzo 1916 Wilhelm II cacciò Tirpitz che lo esortava a ragione alla linea dura verso l’America e anche per intrighi meschini tutti di corte
        poco dopo, dopo un ennesimo affondamento, Wilson con arroganza brutale pretese dalla Germania la cessazione immediata della guerra sottomarina indiscriminata, minacciando la rottura diplomatica…incredibile dictu, Bethmann-Hollweg si piegò, dando fra l’altro a Wilson un atout per la rottura qualora i tedeschi fossero rivenuti sulla loro decisione, come avvenne alcuni mesi dopo..Tirpitz giustamente dice che quella sciagurata decisione fu l’inizio della disfatta tedesca (come la Germania avrebe dovuto rispondere a Wilson ho già scritto in un post precedente)…comunque nel 1916, anno elettorale, Wilson poteva al più rompere le relazioni ma non dichiarare guerra…fu un grave errore per il Reich cedere, che si rivelò fatale (se pensiamo che addiritura nel 1917, da febbraio a giugno, il Reich andò vicino a piegare l’Inghilterra aiutata dagli USA, cosa avrebbe ottenuto nel 1916, a Intesa meno pronta ?)
        l’Alto Comando, spinto dalla Kriegsmarine, non amava rinunciare all’arma sottomarina e cercò di ribaltare la decisione del Cancelliere; in un Consiglio della Corona del 29-30 agosto 1916 i nuovi capi militari, Hindenburg e Ludendorff, ottennero dal Cancelliere un OK condizionato, all’epoca opportuna (il periodo attuale non pareva adatto..per quanto oggi sembri ridicolo, l’OHL dopo l’intervento romeno, temeva l’intervento dell’Olanda e della Danimarca, e non voleva cercarsi altre grane :D)
        il periodo “opportuno” giunse nel gennauo 1917, a partire dal 1/2/1917. e sappiamo quel che che successe…fu un errore ? forse sì, ma i tedeschi avevano le loro buone ragioni e non si parli per favore di neutralità nordamericana…essa era già stata abbandonata e da lungo tempo, per volere di Wilson e della sua cricca
        nel 1929-1938 vi fu negli USA un’ondata revisionistica e furono prodotti molti buoni libri che svelavano i veri motivi di Wilson (influenza dei banchieri che avevano prestato all’Intesa, anglofilia delle élites ecc), un autore mi pare si chiami Millia…
        vedrò se riesco a trovare una, per quanto scarna, bibliografia anche per venire incontro a quanto scritto da Miguel
        sui rapporti fra Cancelliere e militari resta fondamentsle l’opera di Gerhard Ritter “I militari e la politica nella Germania moderna”, disponibile in italiano…l’autore é a favore di Bethmann-Hollweg e critica sia Tirpitz che il gruppo Hindenbug-Ludendorff (io invece propendo per Tirpitz e non faccio un gran conto di Theobald von Bethmann-Hollweg)
        ciao !

      • Ritvan scrive:

        @ habsburgicus 1, 2 e 3 🙂
        —I nazionalisti albanesi non osteggiarono il governo imposto dagli italiani (quanto “legittimo”, poi è discutibile:-) ) a prescindere da roba di lana caprina come lo stemma dei Savoia sulla bandiera ed apprezzarono la riunione di Kosovo e Ciamuria all’Albania (quella sì roba seria): per questo furono accusati da Enver Hoxha&Co di “collaborazionismo”, combattuti e infine sterminati.
        —La “resistenza” di Hoxha – dove il PKSH, il Partito di Hoxha fondato l’8 novembre 1941, era cammuffato dietro un “Fronte di Liberazione Nazionale” facendosi paravento dei soliti “utili idioti” patrioti in buonafede – non “divenne più forte a partire dal 1942”, essa iniziò proprio nel 1942. Anzi, fino all’attacco tedesco a “mamma URSS” (giugno 1941) i comunisti albanesi non avevano detto mezza parola contro l’invasione italiana e la perdita dell’indipendenza e con una faccia da culo strabiliante avevano perfino ipotizzato pubblicamente effetti benefici sulla “causa del proletariato”, nel senso che l’Italia avrebbe industrializzato l’Albania (sì, cor piffero:-) ) e creato così un forte proletariato, premessa necessaria per il sorgere del Sol dell’Avvenir!!!:-)
        — Certo che col senno di poi (di cui tu sai son piene le fosse:-) ) i patrioti albanesi non avrebbero dovuto sentire le sirene di Hoxha che fino a poco prima lodava la futura “industrializzazione” dell’Albania ad opera dell’Italia, però il fatto del trattamento dell’Albania come una “colonia europea” non poteva andar giù ai Gloriosi Eredi di Valona-1920. Dopo l’8 settembre, i tedeschi annullarono tutto, ripristinarono l’indipendenza dell’Albania (mica l’anessero al III Reich, eh!), confermarono l’unione col Kosovo (Mitrovica esclusa, per ragioni strategiche) e Ciamuria ed ottennero così la collaborazione di molti altri patrioti albanesi che si erano rifiutati di collaborare con gli italiani “colonizzatori”…però era ormai tardi, Hoxha aveva creato il proprio esercito, ben rifornito da angloamericani e dalle armi sottratte all’esercito italiano in rotta.
        —Sarà un piacere anche per me scambiare opinioni sull’Albania (comunista e non) con una persona così ben informata su di essa come te. A questo proposito, no, non ti sbagli, Sejfullah Maleshova (anche poeta, con lo pseudonimo di Lame Kodra) era una brava persona, un socialdemocratico e proprio per questo fu epurato dallo stalinista Hoxha. E tutte le altre purghe che citi rientravano nella “norma” per quel gran figlio di…Stalin:-), anche se – diversamente dal caso di Maleshova – a mio immodesto:-) avviso i “purgati” non erano migliori del “purgante” e al suo posto con tutta probabilità avrebbero fatto lo stesso. E forse anche Hoxha – di cui tutto si può dire tranne che fosse uno stupido – riconosceva la suddetta differenza, poiché tutti gli altri “purgati” li fece fuori, mentre Maleshova fu lasciato in vita, anche se a fare il guardiano di porci in una fattoria vicino a Fier…..
        —Passando ai biekissimi Imperialisti Usani:-), nessuno sano di mente potrebbe ritenerli “sinceramente neutrali nella Grande Guerra”, ma ti faccio poco umilmente:-) osservare che per il Reich transformare tali “neutrali insinceri” in “sincerissimi nemici” non fu proprio – come anche tu ammetti -una trovata geniale, eh!:-)
        —Naturalmente non intendevo negare la posizione dell’Austroungheria nei confronti di Scutari, ci mancherebbe, solo ricordare che il Montenegro se ne fregava altamente – come dimostrò durante il blocco navale messo in atto dalle Grandi Potenze, Russia esclusa, con le navi da guerra delle Potenze a bloccare le coste del Montenegro – e solo quando mamma Russia l’ordinò il Montenegro rinunciò a Scutari. Tutto qui.

        Ciao

    • Ritvan scrive:

      Caro habsburgicus
      non ho obiezioni in merito alla tua interpretazione del “telegramma zimmermann” (anche perché tu sei habsburgicus, mica hohenzollernicus:-) ).
      In quanto al tuo “il mio “favore” per l’assegnazione del Kosovo all’Albania nel 1913 era un auspicio, valido in un mondo ideale” pare che tu concorda in pieno con quel gran figlio di…Perfida Albione:-) che fu Grey, il quale nella primavera del 1913 così parlò nel Parlamento britannico nell’ambito di un’interpellanza sull’assedio montenegrino di Scutari:”Noi sappiamo che fra qualche tempo i nostri figli vedranno in tutto questo (le decisioni della Conferenza degli Ambasciatori-ndr.) una grande ingiustizia. Essi si meraviglieranno del fatto che terre abitate prevalentemente o totalmente da albanesi sono state date ai loro vicini. Si, questo è ingiusto, ma io spero che essi capiranno che gli equilibri delle Grandi Potenze non potevano esser fatti saltare per un piccolo Paese chiamato Albania”. Poi egli aggiunse che la guerra dei montenegrini a Scutari non era una guerra di liberazione, bensì una vera e propria guerra di conquista e di annessione e, come tale, era disapprovata da tutte le Grandi Potenze.

      P.S. Mi dispiace che nel tuo mondo ideale asburgico:-) tu attribuisca il ritiro del Montenegro da Scutari – che aveva conquistato dopo un duro assedio e pesanti bombardamenti sulla popolazione civile, nonché a seguito del tradimento di quel fetentone di Esad Pascià Toptani – a un non meglio precisato “duro intervento asburgico su Re Nikola”. L’intervento duro su Nikola ci fu, ma fu quello dell’omonimo zar della Santa Madre Russia, la quale a seguito di un “mercato delle vacche”:-) in seno alla Conferenza in cambio di Scutari ottenne per la sua amata Serbia – a cui evidentemente teneva più che al Montenegro – la città kosovara di Gjakova (Djakovica), precedentemente assegnata all’Albania.

      Ciao

      • habsburgicus scrive:

        si, ma anche l’Austria-Ungheria operò per il ritiro montenegrino da Scutari…l’intervento russo, fondamentale dati i legami della Rusia con il Montenegro, fu concordato prima con le altre Potenze, fra cui Vienna…
        allora Vienna e SPB sapevano ancora parlarsi, purtroppo non trovarono più la parola a fine luglio 1914 (era però assente, per vacanza, l’Ambasciatore russo, tale Šebeko che non valeva granché…anche queste piccolezze purtroppo avevano una loro importanza nel mondo di allora, senza le nostre tecnologie
        é vero che per qualche ragione la Russia teneva più alla Serbia, nonostante il matrimonio di due montenegrine, sorelle della nostra Regina Elena, nell’entourage imperiale, fra cui Milica, slavofila impenitente, moglie del G.D Nikolaj Nikolaevič, comandante in capo nel 1914-1915

  53. Pietro scrive:

    Consiglio vivamente Le origini della prima guerra mondiale di James Joll, una lucida analisi di tutti i fattori che concorsero allo scoppio della guerra.

  54. Miguel Martinez scrive:

    Per Habsburgicus

    “appunto per l’enorme importanza della questione, ripetendo quanto da me già detto a costo di tediare tutti e te per primo, vedrei con grande interesse un dibattito a tutto campo, che coinvolga il maggior numero di persone, sul luglio-agosto 1914, l’intervento USA del 1917,”

    Esatto!

    Quasi tutto ciò che ho letto sulle origini della guerra riguardano il 1914, al massimo il 1915 (Italia), pochissimo il 1917.

    Ho anche cercato in giro qualche libro sull’intervento statunitense, quasi nulla…

    Eppure è l’unico dei contendenti di allora che si possa dire goda ancora oggi di buona salute; e credo che nel 1917 nasca lo “Stato” americano.

  55. Ritvan scrive:

    —-Chi ha incominciato? Nella prima guerra mondiale hanno incominciato tutti. E’ opinione comune della storiografia contemporanea che nessuno degli attori abbia fatto niente per evitare che una crisi tra due paesi si trasformasse in una guerra mondiale. Z.—-
    Ehmmm….che tutti i partecipanti abbiano creduto di fare un affare:-) nell’entrare in guerra è un conto (e mi pare che sia questa la tua cara “opinione comune della storiografia contemporanea”) e stabilire chi ha cominciato la guerra è un altro. E i fatti dicono che è stata l’Austroungheria a cominciare. Punto.

    —La seconda è iniziata (in Europa) quando Francia e Regno Unito hanno dichiarato guerra alla Germania.—
    Minchia, e io che credevo che fosse iniziata quando Baffetto e Baffone aggredirono la Polonia e se la spartirono! Probabilmente sono stato traviato anch’io dalla “opinione comune della storiografia contemporanea”:-).

    —-Con molta calma, dopo averle permesso di violare tutti i trattati e di ingoiare una buona fetta d’Europa.—
    Ah, dici che Francia e GB avrebbero dovuto dichiarare guerra alla Germania già l’anno prima, per la Cecoslovacchia? E cosa cambiava, li avresti accusati sempre di esser stati loro i guerrafondai:-)

    —-Direi che le responsabilità delle democrazie europee sono state enormi, così come – naturalmente – quelle della Germania.—
    Massì, solo il buon Baffone era innocente come un agnellino:-)

    —Il responsabile di tutte le atrocità non è chi ha cominciato la guerra, ma chi l’ha persa.—
    Beh, in questo caso le due entità coincidono perfettamente:-).

    —-Infatti si incolpa la Germania per entrambe le guerre mondiali—
    No, per la prima si incolpa – e giustamente – l’Austroungheria.

    —e per le numerose atrocità commesse durante le medesime;—
    No, solo per quelle commesse nella seconda. O Auschwitz e le Fosse Ardeatine (per fare solo due esempi) sono una biekissima invenzione del Komplotto Demo-Pluto-Pippo-Paperino-Masson-Giudaico?:-)

    —-sulle atrocità commesse dall’Unione Sovietica si sorvolava finché l’URSS non è stata a sua volta sconfitta dalla storia;—
    Dipende da che giornali leggevi tu all’epoca….certo che se ti aspettavi di leggere delle atrocità dell’Armata Rossa sull’ Unità stavi fresco, eh!:-)

    —-sulle atrocità commesse dagli Alleati occidentali si sorvola tuttora.—
    Ah, dici che c’è tuttora un Komplotto Demo-Pluto-Pippo-Paperino-Masson-Giudaico che attribuisce pubblicamente l’incendio di Dresda semplicemente a una riedizione di Sodoma&Gomorra da parte del buon JHWH?:-)

  56. habsburgicus scrive:

    Caro Ritvan,
    quale é la tua opinione sulle vere cause dell’irreversibile rottura fra il PPSh e il KPSS nel 1959-1961 ?
    senza dubbio molto é noto;
    come si sa, Enver Hoxha aveva visto di estremo malumore la destalinizzazione, iniziata da Chruščëv al XX Congresso del KPSS (febbraio 1956) e, unico fra tutti i leader comunisti aveva rifiutato di condannare, seppur blandamente Stalin (Mao nel 1956-1957 criticò Stalin…anche se più tardì amò scordarlo !); in questo contesto si colloca verosimilmente la purga di Liri Gega e del suo gruppo che avrebbe voluto, probabilmente, rovesciare Hoxha e allineare la posizione dell’Albania popolare ai nuovi padroni del Cremlino
    tuttavia i rapporti fra Albania e URSS sino al 1959 restarono, in superficie, buoni e nel 1959 vi fu la famosa, e a quanto pare decisiva, visita di Chruščëv in Albania (ci fu anche la visita di Peng Te-huai, purgato da Mao appena ritornato in patria e sostituito dal duro Lin Piao…comunque tale visita era indizio di un precoce interesse di Pechino per Tirana, già in un’epoca in cui il dissidio fra KPSS e PCC non era ancora stato reso pubblico…)
    poi improvvisamente la rottura che divenne in poco tempo pubblica e soprattutto irreversibile, sino all’interruzione completa delle relazioni diplomatiche da parte di Mosca nel dicembre 1961, passo inaudito e che non fu mai ripetuto nei confronti di un altro paese comunista (neppure fra URSS e Cina durante gli anni del peggiore confronto, neppure fra Cina e Vietnam all’epoca degli scontri di frontiera del febbraio 1979 e aggiungerei, neppure fra l’URSS di Stalin e la Jugoslavia di Tito così come non ci fu una formale rottura diplomatica fra Tito e il suo arcinemico Hoxha !); può un dissidio così profondo spiegarsi solo con l’odio personale di Chruščëv per Hoxha e viceversa ? e se sì, perché la rottura continuò sotto Brežnev (1964-1982), Andropov (1982-1984) e Černenko (1984-1985) per sanarsi solo all’epoca di Ramiz Alia e di Gorbačëv alla vigilia del crollo del comunismo ?
    colpisce anche la durezza dei toni adottati (il dissidio cino-sovietico, ben più importante per il momdo, si mantenne nei primi anni, diciamo nel 1960-1963 su toni melliflui, pienamente decodificabili solo dagli addetti ai lavori)…già nel giugno 1960 al III Congresso del PMR (Partidul Muncitoresc Romîn, ovvero Partito Operaio Romeno) Chruščëv attaccò duramente il PPSh, fra lo sconcerto del’anfitrione Gheorghiu-Dej, forse con l’obiettivo recondito di impressionare i cinesi, presenti con Chou En-lai, del tipo “parlare a nuora perché suocera intenda”
    poco dopo ci fu la purga di Liri Belishova, tornata da Pechino ove, a quanto sembra-e con grande ingenuità- parlò contro Hoxha ed esortò i cinesi a restare uniti all’URSS dove passò sulla via del ritorno ed incontrò, credo, Chruščëv (forse lei credeva di aver fatto fesso Hoxha che si dimostrò ancora una volta più scaltro e pronto :D)
    a fine 1960 ci fu l’ultima visita di Hoxha, Shehu, Hysni Kapo e altri bonzi rossi in URSS dove ci fu un autentico alterco con Chruščëv e Mikojan, particolarmente odiato da Hoxha
    nel 1961 “Zëri i Popullit” iniziò ad ignorare gli avvenimenti sovietici fra cui il XXII Congresso del KPSS (ottobre 1961) dove Chruščëv pronunciò la scomunica maggiore contro l’assente Hoxha, alla presenza di Togliatti e di tutti i capi marxisti dell’universo, con un linguaggio durissimo, rimproverando aspramente a Hoxha i crimini e le esecuzioni di molti “compagni” solo perché fedeli all’URSS (e citò la Belishova e mi pare anche la Gega)…fu quello il Congresso che sancì la definitiva damnatio memoriae di Stalin, la cui stessa città eponima divenne Volgograd..i cinesi se ne andarono, ma Chruščëv li punzecchiò solo, senza infierire; a dicembre 1961 la rottura diplomatica che Mosca non volle (o non riuscì) a imporre alle altre democrazie popolari
    dunque in due anni e mezzo si passò dai rapporti fraterni all’inimicizia pià assoluta…io mi chiedo ? quanto ho appena riassunto é tutto o c’é dell’altro ?
    ciao !

    • Ritvan scrive:

      Caro habsburgicus
      Il tuo riassunto è degno di uno storico albanese:-)
      Vedo di rispondere alle tue domande.
      1) “quale é la tua opinione sulle vere cause dell’irreversibile rottura fra il PPSh e il KPSS nel 1959-1961?”
      Una sola vera causa: la preoccupazione di Hoxha per la propria poltrona.

      2) “può un dissidio così profondo spiegarsi solo con l’odio personale di Chruščëv per Hoxha e viceversa?”
      Sì. Come già detto, Hoxha non poteva che odiare a morte Chruscev intenzionato a togliergli la poltrona e Chruscev, dal canto suo, non poteva che ripagare con la stessa moneta un insignificante tirannello di un paesucolo dalle dimensioni di una cacca di mosca:-) sul mappamondo che osava cotrapporsi al Volere del Capo della Superpotenza Mondiale, nonché Mecca del Comunismo Mondiale. Pur non essendo un paranoico criminale come Stalin (e come Hoxha)l’apparentemente pacioccoso:-) Chruscev aveva il suo bel caratterino, nonché la sua bella megalomania slavo/ortodosso/comunista e l’episodio della “scarpata” all’ONU lo dimostra. Insomma, per Chruscev un conto era litigare con Mao e la grande Cina e un altro era subire un tale affronto:-) da un vermiciattolo a capo di una “cacca di mosca”:-).

      3) “e se sì, perché la rottura continuò sotto Brežnev (1964-1982), Andropov (1982-1984) e Černenko (1984-1985) per sanarsi solo all’epoca di Ramiz Alia e di Gorbačëv alla vigilia del crollo del comunismo?”
      Perché Hoxha si era spinto tanto avanti nelle sue invettive contro l’URSS e il suo “revisionismo social-imperialista” che una eventuale marcia indietro riconciliatoria coi successori di Chruscev lo avrebbe sputtanato urbi et orbi, rivelando quel che noialtri sapevamo, ovvero che la rottura era avvenuta solo perché Chruscev gli voleva togliere l’amatissima poltrona e non per ragioni “ideologiche”.

      4) “quanto ho appena riassunto é tutto o c’é dell’altro ?”
      Qualche piccola aggiunta.
      a) Prima della sua visita del ’59 in Albania Chruscev ne fece una in Jugoslavia, per tentare di riconciliarsi con Tito. Ed è certo che una delle condizioni irrinunciabili postegli da Tito fu la testa di Enver Hoxha. E questo Hoxha lo seppe tramite i suoi canali:-).
      b) Durante la sua visita a Tirana Chruscev imbastì a Hoxha in privato (e Hoxha ne dà resoconto nelle sue memorie pubblicate ai primi anni dell’80, quando era totalmente rincoglionito) un discorsetto sulla necessità di “svecchiare” le dirigenze fino ai massimi livelli dei partiti “fratelli”. Hoxha – che come detto non era affatto uno stupido – capì l’antifona, collegò anche la richiesta di Tito e decise di “giocare d’anticipo”, denunciando Chruscev e la sua “cricca revisionista”.
      Ciao
      P.S. A proposito della rottura delle relazioni diplomatiche fra l’URSS e l’Albania, ti racconto un episodio riferitomi da un mio amico diplomatico albanese (che qui ho già raccontato quando tu non eri ancora dei nostri). I sovietici volevano conservare il possesso della loro sede diplomatica a Tirana, ma l’Albania rispose picche. I sovietici portarono la querelle al tribunale dell’Aia, sostenendo che l’edificio era stato loro donato dall’Albania. Il rappresentante dell’Albania chiese di vedere l’atto di donazione e poi disse “Questo atto non è legalmente valido, poiché porta solo la firma di Enver Hoxha, il quale è solo il Primo Segretario del CC del Partito del Lavoro d’Albania, mentre l’edificio in questione era proprietà dello Stato, non del Partito, pertanto se la controparte non ha un documento identico ma firmato da Haxhi Lleshi, facente funzioni del Presidente della Repubblica e il solo autorizzato ad effettuare simili donazioni, la richiesta della controparte è da rigettarsi”. E i giudici dell’Aia diedero ragione all’Albania:-):-)

      • habsburgicus scrive:

        Caro Ritvan,
        grazie per la risposta…
        aneddoto veramente gustoso e tipico del formalismo comunista, di cui in altre occasioni si era “avvantaggiata” l’URSS; si può dire che quella volta “i pifferi (sovietici) andarono per suonare e furono suonati” 😀
        ciao

      • Z. scrive:

        Ma diedero ragione all’Albania sulla base di questa argomentazione, o in base al fatto che la richiesta sovietica era arbitraria a prescindere?

        Intendo, non ho mai sentito dire che in caso di rottura delle relazioni diplomatiche uno Stato conservi la proprietà dell’edificio che conteneva una propria ambasciata, ma del resto sono ignorante al riguardo.

        Z.

      • Ritvan scrive:

        —-Caro Ritvan, grazie per la risposta…habsburgicus—
        Di nulla, è sempre un piacere per me. Però, non mi hai detto che ne pensi della mia spiegazione sulla causa della rottura…

        —-aneddoto veramente gustoso e tipico del formalismo comunista, di cui in altre occasioni si era “avvantaggiata” l’URSS; si può dire che quella volta “i pifferi (sovietici) andarono per suonare e furono suonati”—
        Già, furono giustamente vittime del sistema – “dualismo” Partito Stato – da loro stessi inventato.

        Ciao

      • Ritvan scrive:

        —Ma diedero ragione all’Albania sulla base di questa argomentazione, o in base al fatto che la richiesta sovietica era arbitraria a prescindere? Z.—
        Non ho letto la sentenza e so solo quello che mi ha riferito l’amico diplomatico e che ho trascritto qui integralmente. Però, da ignorante in materia leguleia rispetto a te, ti faccio poco umilmente:-) presente che se la richiesta sovietica fosse stata “irricevibile” o, come dici tu, “arbitraria a prescindere” la corte avrebbe dovuto rigettarla senza entrare nel merito di chi fosse effettivamente la proprietà dell’edificio, non ti pare?

        —Intendo, non ho mai sentito dire che in caso di rottura delle relazioni diplomatiche uno Stato conservi la proprietà dell’edificio che conteneva una propria ambasciata, ma del resto sono ignorante al riguardo.—
        Siempre da più ignorante di te in materia:-) francamente non vedo il collegamento fra la rottura delle relazioni diplomatiche fra due Paesi – un atto politico che sfugge ad ogni competenza tribunalizia internazionale – e l’approppriarsi da parte di uno Stato di beni legalmente appartenenti ad un altro Stato esistenti sul territorio del primo. Poi, credo che se due Stati si mettono d’accordo per offrirsi reciprocamente in “comodato d’uso” la sede della rappresentanza diplomatica, una volta rotte le relazioni ognuna delle parti sgombra la propria sede e torna a casa senza rompere ulteriormente. Ma se uno Stato HA COMPRATO (dall’altro Stato o da privati) o ha ricevuto in dono, in eredità o in ogni altro modo LEGALE la proprietà dell’edificio in cui ha sede la propria rappresentanza diplomatica, privarlo della proprietà equivale – siempre a mio immodesto avviso da ignorante:-) – a un furto.

        P.S. Un altro esempio, siempre dall’Albania. La sede dell’ambasciata degli USA a Tirana fu costruita dagli americani all’inizio degli anni ’30 del secolo scorso, su un terreno regolarmente acquistato da loro. Il regime di Hoxha non ristabilì le relazioni diplomatiche con gli “imperialisti”:-), però non negò loro la proprietà della sede, in cui fu insediata l’Ambasciata d’Italia (non so con quali accordi finanziari fra USA e Italia). Nel 1991, quando furono ristabilite le relazioni diplomatiche USA-Albania, gli italiani dovettero sloggiare e cercare un’altra sede poiché di quella di cui sopra ripresero possesso gli americani, legittimi proprietari.

      • Z. scrive:

        Ritvan,

        di queste cose ne sai certamente più di tutti noi, ci mancherebbe. Mi stupiva solo il formalismo del Tribunale internazionale sulla carica ufficiale di Hoxha, ma per quanto ne so può pure essere qualcosa di assolutamente normale.

        Z.

      • roberto scrive:

        Ritvan,
        mi ha incuriosito la storia dell’ambasciata dell’URSS (vabbé in generale tutta la discussone fra te e hasburgicus è straordinariamente interessante, ma io so’ leguleio…)
        però non ho trovato nessuna sentenza, sei sicuro che si trattasse proprio della corte dell’aja e non di un arbitrato?

      • Ritvan scrive:

        @ Z. e Roberto
        Ripeto per la 256-esima volta:-) che l’episodio mi è stato raccontato da un amico diplomatico (è stato anche rappresentante dell’Albania di Hoxha all’ONU) e così ve l’ho raccontato…ambasciator non porta pena, cribbio!:-)
        Il mio amico ha parlato di “tribunale dell’Aia”, questo lo ricordo bene, ma non escludo- anzi, fidandomi ciecamente:-) di Robelux ne sono ormai sicuro – che si sia trattato, invece, di un arbitrato ad hoc, sempre in ambito ONU.

    • habsburgicus scrive:

      Caro Ritvan,
      concordo con la tua spiegazione delle cause della rottura, da ricercare (come dici) in primis nel desiderio forsennato di Hoxha di mantenere il potere, anche contro l’URSS quando l’uomo si accorse (non era stupido, lo abbiamo già detto mille volte …) che Chruščëv voleva sacrificarlo all’odiato Tito (e agli antistalinisti, spesso di freschissima data, dell’intero mondo comunista) donde l’odio forsennato per il leader sovietico (che questi, non tanto cordialmente ricambiò), spinto ad un punto tale da impedirgli di fare retromarcia dopo l’ottobre 1964, a meno di voler perdere la faccia (e anche in questo sono d’accordo con te)
      ciao !

      per Z. e Ritvan
      quando due Nazioni rompono le relazioni diplomatiche, in tempo di pace o in tempo di guerra, é consuetudine che affidino la protezione dei loro interessi ad una Potenza terza; ad esempio nell’agosto 1914 la Russia affidò la protezione dei suoi interessi a Berlino all’Ambaciatore di Spagna, Polo y Bernabé, dopo la partenza, tra i fischi, dell’Ambasciatore Sverbeev il 2/8/1914; la Potenza protettrice si prende cura fra l’altro dell’edificio dell’Ambasciata, ma questo non incide sulla proprietà, che può essere sia dello Stato estero (come nel caso di Palazzo Venezia, già proprietà della Serenissima donde il nome sino al 1797 e poi, a parte i burrascosi anni napoleonici, austriaca e sede dell’Ambasciata I. e R. presso la Santa Sede) o solo in affitto; in caso di rottura, e specialmente di guerra, uno Stato può decidere di avocare a sé le proprietà dello Stato nemico inclusi gli edifici diplomatici, ma si é al limite del diritto: l’Italia laica a fine agosto 1916 confiscò Palazzo Venezia, attribuendolo allo Stato italiano, tra i forti lai di protesta di Vienna; in un certo senso la questione fu risolta solo con la Vittoria, altrimenti Palazzo Venezia sarebbe austriaco ancora oggigiorno;
      un altro esempio, la sede dell’Ambasciata tedesca a Roma-Quirinale (Villa Wedekind, credo) fu nel 1945, in seguito alla “debellatio” germanica, incamerata dall’Inghilterra e mi sembra sia tuttora di proprietà inglese
      mi vengono in mente due motivi per spiegare la sorte della Legazione USA a Tirana: 1. fu confiscata da Mussolini (1939 ? o più probabile dic 1941) ma dal momento che l’Italia perse la guerra é improbabile come possa essere rimasta nelle mani degli italiani; 2. gli USA affidarono all’Italia la protezione dei loro interessi in Albania (dal 1949, quando De Gasperi ristabilì i rapporti con Tirana) e magari, dal momento che Tirana era una sede “difficile” sotto quel figlio di…Stalin (mi piace la definizine :D) consentirono agli italiani di usarla anche ai loro scopi finché nel 1991, a relazioni riprese, Washington intimò lo sfratto e gli italiani ovviamente ubbidirono con zelo
      per l’URSS non saprei; il Cremlino, il 12/12/1961, affidò la protesione dei propri interessi in Albania alla Cecoslovacchia socialista del compagno Novotný; é possibile che l’edifico dell’Ambasciata sovietica fosse solo in affitto e restasse di proprietà albanese SINO alla famosa donazione vittoriosamente impugnata dagli albanesi (se avessero vinto i sovietici, l’edificio sarebbe passato in proprietà dell’URSS ma al momento vi si sarebbero insediati i cecoslovacchi fino al ristabilimento delle relazioni)…la questione é però oscura e confesso che, sebbene conosca abbastanza bene le questioni puramente diplomatiche, conosco invece molto poco le questioni giuridiche di diritto internazionale relative alle proprietà ecc, dunque chiedo scusa di eventuali (anzi probabili) errori e imprecisioni
      ciao a tutti

      @Ritvan
      visto che siamo in tema di rotture, che mi dici di quella, quasi altrettanto clamorosa ma un po’ più soft nei toni, con la Cina ?
      se non sbaglio venne annunciata nel 1978, dopo la vittoria del nuovo corso in Cina, ma era nell’aria sin dal 1974 quando fu purgato Beqir Balluku
      ho letto le opere di Hoxha sulla Cina (disponibili anche in italiano), chiaramente una ricostruzione a posteriori, dove é duro e sarcastico con i cinesi e lo stesso Mao, da lui ben servito nella famosa “lettera al compagno Hysni Kapo” (1979, penso) e dipinto come “non marxista” !
      ciao

      • habsburgicus scrive:

        P.S
        nel caso di Palazzo Venezia la questione si complicava perché si intrecciava con la “questione romana”, ancora non risolta
        Palazzo Venezia fu sede dell’Ambasciata veneta presso la Santa Sede e poi del’Ambasciata asburgica presso la Santa Sede, allorché c’era uno Stato pontificio; dopo il 1870 Roma divenne italiana ma l’Ambasciata restò sempre PRESSO la Santa Sede, ora priva di territorio(siamo prima del 1929); sia Vienna che il Vaticano protestarono duramente nel 1916 in quanto si trattava dal loro punto di vista di “res inter alios acta”
        anche a Costantinopoli l’Ambasciata I. e R. da ultimo retta dal marchese italo-ungherese Pallavicini János (1906-1918) era un edifico già appartenente alla Serenissima; per ordine di Sforza, nominato Alto Commissario italiano dell’Intesa nella Turchia vinta, gli italiani se ne impadronirono a fine 1918, approfittando della dissoluzione della Duplice Monarchia (altrimenti non sarebbe stato così facile :D)

      • Ritvan scrive:

        @ habsburgicus
        1. Sull’ambasciata americana a Tirana credo anch’io – e mi pare di averlo detto – che sia la 2, ovvero, come dici tu “…gli USA affidarono all’Italia la protezione dei loro interessi in Albania (dal 1949, quando De Gasperi ristabilì i rapporti con Tirana) e… consentirono agli italiani di usarla anche ai loro scopi…”.
        2. Sulla rottura con la Cina. Penso che in questo caso la poltrona di Hoxha non fosse in discussione: i cinesi erano pragmatici e non avevano il “monopolio” delle poltrone dei Partiti “fratelli”, come l’aveva Mosca. Però, Hoxha avrebbe dovuto segure la linea cinese di riavvicinamento con i “revisionisti” e soprattutto con i biekissimi Imperialisti Amerikani, ovvero ingoiare tutte le infamie che aveva sputato su di essi in passato. Inoltre, io credo che in quel tempo – e mi pare di averne accennato – il nostro amato:-) Tirannosauro Rosso era ormai in preda al delirio paranoico-rincoglionatorio e si credeva l’Unico Messia del Marxismo-Leninismo applicato in terra:-), pertanto fare il bis coi cinesi gli venne per così dire naturale….
        3. Le opere di Hoxha sulla Cina (disponibili anche in italiano) (ma davvero hai avuto il fegato di leggere tali immondizie?!:-), non solo sono – come ben dici – “chiaramente una ricostruzione a posteriori” ma anche sicuramente selezionate e manipolate dalla moglie e dallo staff dell’ Istituto di Studi Marxisti-Leninisti che lei dirigeva e che pubblicava le sue opere (lui, come già detto era ormai rinco).
        4. I casi dei palazzi che l’Austria aveva sottratto alla Serenissima in giro per il mondo e che poi l’Italia sottrasse a sua volta all’Austria credo non facciano testo. Siccome erano stati acquisiti in seguito a un’invasione sono stati persi in seguito a un’altra…insomma, la dura legge del contrappasso:-).

        Ciao

      • habsburgicus scrive:

        @Ritvan
        grazie per la risposta; anch’io sostanzialmente condivido quanto tu dici…Hoxha veramente si riteneva ormai l’unico “puro” marxista-leninista del mondo e questa paranoia probabilmente si rafforzò dopo la purga di MehmetShehu (tardo 1981), forse la più misteriosa in quanto Shehu era stato suo complice in crimini e purghe almeno dal 1954, per il fatto che non c’era alcun paese “socialista” eretico con cui rompere (a differenza delle altre volte) e per l’assurdità delle imputazioni che gli furono rivolte post mortem (collaborazione eodem tempore con USA, URSS e Jugoslavia….mancava solo Israele e magari l’OVRA del vecchio Dux !)….concordo anche sul ruolo importante (in quegli ultimi anni) della moglie, credo si chiamasse Naxhmije o qualcosa di simile (probabilmente fu lei a “pompare” Ramiz Alia e a farlo divenire successore di Enver, immagino)
        invece una leggera divergenza sull’Austria (se mi chiamo hansburgicus ci sarà pure una ragione :D); i palazzi di Venezia l’Austria li ebbe de iure e non per invasione, in quanto ottenne da Napoleone la Repubblica Veneta a Csmpoformio (17/10/1797) e di nuovo al Congresso di Vienna (atto finale, 9/6/1815); inoltre i suoi Sovrani portarono dal 1815 al 1866 il titolo di Re del Lombardo-Veneto e Ferdinando I fu anche incoronato a Milano con la Corona Ferrea il 6/9/1838; é vero che nel 1866 Venezia passò all’Italia, ma la debole Italietta (sconfitta sul campo e in mare, vedasi Lissa, 20/7/1866) non poté contestare i diritti asburgici, mantenuti (almeno ex silentio) nella pace di Vienna del 3/10/1866, negoziata da Menabrea, savoiardo rimasto fedele all’Italia dopo la dolorosa cessione del 1860; dunque l’Austria aveva pieno diritto su quegli edifici che pertanto fanno testo…

      • Ritvan scrive:

        Caro habsburgicus, sono io che ringrazio te per l’interesse che dimostri nei confronti dell’Albania.
        Sì, come ben dici l’eliminazione del Primo Ministro Mehmet Shehu resta un mistero e fu accusato di essere al servizio dei servizi segreti di mezzo mondo, fin da quando era volontario nelle brigate internazionali in Spagna: infatti la definizione datagli da Hoxha – ovviamente post mortem – fu “poliagente”. Da noi la cosa viene interpretata – paranoia e rincoglionimento di Hoxha a parte – come una mossa astuta della “gatta nera” (cosi veniva chiamata la vedova di Hoxha, Nexhmije) che non voleva rischiare, dopo la prossima morte del marito (morì, come ben sai, solo 4 anni dopo) di restare in balia di un criminale psicopatico – nonché degno compare di Hoxha in sanguinose purghe -come Shehu. Infatti, hai ragione anche sul fatto che fu lei a “pompare” Ramiz Alia, il quale avrà tutti i difetti di ‘sto mondo, ma non era mai stato un criminale e un epuratore.
        Ciao

        P.S. Per la serie “in cauda venenum”:-)
        A prescindere dal fatto di lana caprina:-) su come l’Austria s’impossessò delle spoglie della Serenissima, visto che il Regno di Vittorio Emanuele II poi s’impossessò a sua volta di tali spoglie nel lombardoveneto, perché avrebbe dovuto rinunciare a un pezzetto delle suddette spoglie – Palazzo Venezia – che si trovava, invece, a Roma…toh, proprio nella sua capitale??!! Dai, su, sii un habsburgicus “moderato”, cribbio!:-)

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