Souad Sbai, l’onorevole troll, un avvelenamento e un niqab

Conosco la signora Souad Sbai da quando era piccola così.

Cioè, precisamente dal settembre del 2005.

La signora Souad Sbai, in quei giorni, lavorava alla Angelo Costa, concessionaria italiana della Western Union di Roma, dove dirigeva una rivista – al Maghrebiya – creato per fidelizzare gli immigrati marocchini alla grande multinazionale del traffico internazionale di denaro.

In quei giorni, il blog di Sherif el-Sebaie fu inondato da una raffica di sgrammaticati messaggi di insulti e minacce, con varie firme – “Yassine il marocchino”, “Rachida”, “Sami”, “Giovanna di Trento”, “Stefano”, “Karima di Lecce”, “Mohamed”, “Andrea”, “Nadia di Saluzzo”, “Aziz di Roma”, “Omar”, “Redouane”, “Massimo”. I concetti – e il linguaggio – erano del genere:

“non rispondete piu a questo blob, gli date solo un intersse che non merita e publicita sacra. sappiamo tutti chi e’ questa gente, pagata da qualche servizio Americano”, “CARI MUSULMANI FALSI VEGONGNATEVI SIETE DIVENTATI MUSULMANI PER TROVARE UNA LAVORO”, “voi siete dei santoni che fregano i soldi a pauvera gente e muslumana”,”a torino sono andato con tante put… con il velo .. il giorno vanno con il velo, la sera mini gonna. ora basta con i falsi musulmani”.”a Torino dicono che non ti piacione le donne e vero?”

Tutti provenivano dagli stessi due IP, uno per i messaggi in orario di ufficio, l’altro per i messaggi serali.

Una sorpresa notevole per Sherif el-Sebaie, quindi, quando venne fuori che il primo IP corrispondeva agli uffici della Western Union, il secondo alla casa della signora Souad Sbai. La sorpresa, per me, consiste nel fatto che una signora diventata cittadina italiana all’età di vent’anni, abbia ancora tanti problemi con la lingua.

In seguito, Souad Sbai ha collaborato a lungo con Adriana Bolchini, meglio nota come Maga Lisistrata, una simpaticissima ex-barista che attualmente si mantiene occupandosi di “Corsi professionali e consulti privati di astrologia – parapsicologia – radiestesia – arti divinatorie – psicologia esperienziale“.  Che comunque ci interessa qui, non nella sua veste di autrice di una pratica Guida alla magia bianca, in vendita nelle migliori stazioni ferroviarie d’Italia, ma come combattiva islamofoba.

Quindi ci ha fatto piacere sapere che una persona come Souad Sbai, che seguivamo da tanto tempo fosse riuscita a entrare in parlamento. Adesso infatti è l’Onorevole Souad Sbai.

O meglio, questa promozione ha fatto piacere sia a me che agli elettori di centrodestra che l’hanno eletta. Ad esempio, ai nostri vecchi amici di Alleanza Cattolica.

Souad Sbai è piaciuta decisamente meno ai marocchini in Italia, che hanno aperto una pagina su Facebook   intitolata “Souad Sbai, non voglio che mi rappresenti  سعاد السباعي، لا أريد أن تمثليني”

In parlamento, l’onorevole Sbai ha prodotto un comunicato stampa al giorno, dimostrando di avere a cuore la sorte dei più deboli, come quando ha dichiarato:

“Beh, soccorrendo Ruby, ragazza in difficoltà, Berlusconi ha dimostrato di essere sensibile e di avere a cuore le persone più deboli, certo soprattutto se belle”.

In questi avventurosi anni, Souad Sbai è anche riuscita a farsi avvelenare dagli integralisti islamici, almeno a suo dire. Infatti, ha partecipato a una cena alla sede dei propri aspiranti portaborse, il Centro Culturale Averroè di Roma. Si è sentita male dopo aver mangiato una cucchiaiata di cuscus da un piattone collettivo, senza che nessun altro abbia accusato alcun problema. La signora Sbai sostiene, in un comunicato,che “l’esperto di medicina tropicale Kevin M. Cahill e il tossicologo Lewis Goldfank” avrebbero avanzato l’ipotesi che lei fosse stata avvelenata per aver ingerito “acido idrocloridico“, che è semplicemente una sostanza che i succhi gastrici secernono per sciogliere la carne che mangiamo.

Comunque, pur essendosi sentita male in un circolo costituito esclusivamente dai suoi seguaci, “I sospetti della deputata si addensano sull’area del radicalismo islamico“, Souad Sbai spiega in un comunicato.

Adesso, Souad Sbai si dedica soprattutto a vietare alle donne musulmane di indossare il niqab (che lei, che ha problemi forse anche con l’arabo, chiama burqa), entrando così nella pittoresca compagnia di Nello Rega.

E così, l’altro giorno, Souad Sbai ha emesso quello che – a occhio e croce – dovrebbe essere il suo duemillesimo comunicato stampa:

“I dati che l’Associazione ’Touche pas a’ la Constitution’ pubblica relativamente alla legge anti burqa in Francia ne testimoniano il successo e la necessita’ anche in Italia. Oltre meta’ delle donne musulmane che lo indossavano oggi torna a vedere la luce della primavera”.

Normalmente i marocchini conoscono perfettamente il francese. Souad Sbai deve essersi abbastanza integrata da dimenticarselo. Anche se scrive ancora “pauvera gente”.

Infatti, l’associazione  Touche pas à ma Constitution (“ma“, non “la“) è un’organizzazione messa in piedi dal ricco e giovane imprenditore francese Rachid Nekkaz. Che non è affatto un islamista, tutt’altro; ma da libertario si oppone alla campagna di Sarkozy per mettere fuorilegge il “burqa”, di cui abbiamo già parlato qui, in riferimento alla Francia e all’Italia.

Rachid Nekkaz si è offerto di pagare tutte le eventuali multe che saranno imposte alle indossatrici di niqab. Siccome il suo sito ha avuto un’enorme diffusione in Francia, e dovrebbe essere ormai noto a quasi tutti i musulmani, crediamo che siano abbastanza attendibili. E fin qui, concordiamo con l’0norevole Souad Sbai.

Il 4 maggio, Claude Guéant, il ministro degli interni francese che propone il divieto di ogni simbolo religioso da parte di “utenti di servizi pubblici” (niente crocifissi al collo quando si va in metropolitana), si è vantato che la polizia avrebbe “verbalizzato” “ventisette o ventotto” portatrici di niqab.

Il 9 maggio del 2011, Touche pas à ma Constitution ha tenuto una conferenza stampa a Parigi, sostenendo che nemmeno una multa era stata comminata sul territorio francese: semplicemente, alcune donne erano state fermate, redarguite e rilasciate dalla polizia, senza altre conseguenze.

Insomma, Sarkozy vuole farsi vedere più duro di Marine Le Pen tra l’elettorato souchien, ma non ha la minima intenzione di farsi nemici gli elettori musulmani.

Le cose – e le statistiche – sono cambiate qualche giorno dopo.

Stéphanie, una musulmana francese di Nice, madre singola convertita all’Islam, è stata fermata dalla polizia e multata all’inizio per l’irrisoria cifra di € 35, che Rachid Nekkaz è corso a pagare.

Poi c’è stata una svolta improvvisa, che è ancora da chiarire: il magistrato avrebbe deciso di condannare Stéphanie a una multa di ben 30.000 euro più un anno di carcere, in base all’articolo R225-4-10 della legge n°2010-1192 dell’11 ottobre 2010, art. 4.

Si tratta della pena prevista per chi obbliga qualcuno a indossare il niqab. Per ora, in attesa di ulteriori chiarimenti, siamo costretti a sospettare che Stéphanie sia colpevole di aver obbligata se stessa.

Rachid Nekkaz può, ovviamente, pagare la multa ma non potrà farsi l’anno di carcere al posto di Stéphanie.

Nota:

[1] Adriana Bolchini sostiene di avere “L’aurea in psicologia” [sic]. Che ci sembra la migliore presentazione del personaggio.

stephanie-nice

Stéphanie di Nice, alla faccia vostra

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20 risposte a Souad Sbai, l’onorevole troll, un avvelenamento e un niqab

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  2. Moi scrive:

    In effetti Marine Le Pen ha paradossalmente ragione : il FN non lo è “razzista”, no !

    Accetta che i cittadini possano essere di qualunque origine etnica purché abbiano un ” modus vivendi sicut Deus non daretur “, per dirla con il formulario dfelle encicliche !

    L’ Antislamismo di Dx di oggi _piaccia o no_ assomiglia moltissimo all’ Anticlericalismo di Sx di un secolo fa … stesso “modus operandi”.

  3. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    il FN non lo è “razzista”, no !

    In effetti, il FN è erede di una tradizione imperiale, che manca totalmente in Italia. E che attorno al culto dello Stato unisce sia i seguaci di Giovanna d’Arco che quelli di Robespierre.

    Senza voler giocare la Hitler card, comunque si tratta anche dell’eredità di Vichy, quando abbastanza abilmente, il ceto dirigente dello Stato ha tirato fuori la Francia dalla guerra e ha salvato pure l’impero, almeno per alcuni anni.

    E dietro, c’è tutta una cultura ambigua del rapporto con gli Indigènes, da una parte ridotti ai lavori forzati e a carne da cannone, dall’altra percepiti come “leali francesi”.

    In questo senso, la cultura degli Identitaires, gli amici di Borghezio, è molto più moderna, perché basata sulla comunità locale che rigetta radicalmente lo straniero e diffida pure dello Stato.

  4. Moi scrive:

    Ma dove son finiti quei video che documentano il paradosso dei “Beurs” Lepenisti ?

    http://www.youtube.com/watch?v=lQNTAZT875k

    http://www.youtube.com/watch?v=6Za15LhiZME

    http://www.youtube.com/watch?v=mi0DD1B0Jds

    … perché sennò mica mi credereste 😉 🙂

  5. Moi scrive:

    Ma perché i link di video vanno in attesa di moderazione ?

  6. Francesco scrive:

    SOLO un anno di carcere? ma la storia non insegna mai nulla?

    o 20 anni di Siberia, con rinnovo automatico, o una Legion d’Onore

    ci sono casi in cui le mezze misure sono suicide – leggasi la storia delle Forche Caudine

    PS nel caso, sceglierei l’opzione 1

  7. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi e Giovanni

    Quando avrò capito come funzionano i commenti…

    Tra l’altro, quelli di giovanni vanno sempre in moderazione, e non so perché.

  8. Agostino scrive:

    Per Miguel,

    fino a ieri non lo conoscevo neanche io. Mi ci ha fatto arrivare As’ad Abu-Khalil (AngryArab) tramite il sito FP (Foreign Policy).
    Ciao

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