“E abbasso tutti i re, tranne Re Ludd!”

Su Repubblica, vedo che una certa Elena Stancanelli denuncia:

eterosessuali, maschi, nostalgici: ecco gli italiani secondo le tracce (inattuali) del tema alla Maturità.”

Correzione del 28 giugno, ho preso un clamoroso granchio, pare. 

Ho scambiato Elena Stancanelli, saltuaria scrittrice su Repubblica che però si è costruita una voce su Wikipedia, con l'omonima ricercatrice senior in economia presso il Centro nazionale di ricerca francese (CNRS) e molte altre cose, che non si è costruita una voce su Wikipedia, presumo perché aveva di meglio da fare.

Mi prostro ai piedi dell'economista, e cancello diversi riferimenti ironici. Grazie a chi mi ha fatto notare il granchio!

Sospetto che l’autrice abbia messo insieme diverse cose verissime per poi raggrupparle secondo la sua personale costellazione:

“vedi quella stella, e quell’altra a cento milioni di anni luce di distanza dalla prima, e quell’altra lontana, ecco quelle sono il Toro! No quella stella che a te sembra farne parte è invece dell’Ariete, non c’entra niente!”

Facciamo sempre così, siamo umani.

Ma poi apro la piccola esca leggibile con cui Repubblica cerca di tentarci ad abbonarci:

I lettori saranno rimasti colpiti da quel “borghese”, grigio ceto cui la signora Stancanelli, “grazie al cielo”, non appartiene.

Ma molto più interessante per me è leggere in un unico brano:

Nessun accenno alla crisi ambientale… Italia “anche un po’ luddista“.

La signora Stancanelli evidentemente crede alla economia, unica scienza a fare a meno della fisica.

Io mi sono laureato in lingue orientali, una scienza che, al contrario, è ligia alla fisica; e quindi mi permetto di aiutarla a capire perché ha fatto un accostamente sciocco.

La crisi ambientale non è dovuta a un meteorite piovuto dal cielo.

E’ dovuta al fatto che l’umanità estrae risorse dal pianeta e le trasforma, prima in prodotti e successivamente in rifiuti.

Normalmente, grazie all’energia/sacrificio del Sole, la biosfera rigenera lentamente le risorse e smaltisce i rifiuti e anche noi umani, in modi stranissimi, di cui non sappiamo quasi nulla.

La crisi ambientale avviene quando l’umanità accelera il processo di trasformazione, più velocemente di quanto la biosfera possa ricostituirsi.

Infatti, la nostra è una società fondata sul prendere più di ciò che si dà. La differenza è quella che gli economisti chiamano crescita. Noi la chiamiamo usura.

L’accelerazione dipende dall’immissione di quantità sempre maggiori di energia nel sistema.

L’energia viene convogliata dall’applicazione dell’ingegno (le tecnoscienze) a macchine sempre più efficienti.

Attenzione, più è efficiente l’energia, più è certa la catastrofe.

L’energia infatti crea ordine localizzato – prodotti, macchine, apparati statali, bottiglie di plastica, informazioni, magliette per turisti, cattedre di economia, telecamere, influencer, giornalismo, la Santanchè, satelliti, poliziotti, embrioni clonati – al costo di un disordine che è necessariamente maggiore dell’ordine creato.

Seconda legge della termodinamica, formulata più o meno mentre Marx scriveva il Manifesto. Marx ci ha azzeccato spesso, ma Lord Kelvin ci ha azzeccato, letteralmente, sempre.
Sir William Thomson, Baron Kelvin of Largs. Non inganni il mantello rosso, ha dimostrato che Superman non esiste.

Le forme che il disordine può assumere sono infinite e imprevedibili.

Invece ciò che è perfettamente prevedibile è il disordine stesso.

Se ci concentriamo solo di volta in volta su singoli sintomi (microplastiche? acidificazione dei mari? veleni nell’acqua? bimbetti schiavi nel Congo? cementificazione? aumento del CO2? amianto? rimbambimento da smarfo? morti per incidenti stradali?) rischiamo di perdere di vista questo fatto fondante.

La crisi ambientale è quindi semplicemente l'effetto delle tecnoscienze e delle macchine, che usano energia per estrarre risorse dal pianeta, trasformandole prima in prodotti e poi in rifiuti, a velocità crescente. 

Possiamo immaginare diverse vie di uscita dalla crisi ambientale.

Quella ovvia consisterebbe nel porre un freno alle tecnoscienze e alle macchine, nonché alla “crescita”. Magari cominciando con il ridurre il numero di voli aerei della dottoressa Stancanelli tra “Francia, Italia, Regno Unito, Danimarca e Paesi Bassi.”

Però è altrettanto ovvio che la grande maggioranza dell’umanità non rinuncerà al proprio interesse individuale e a breve termine, al costo della vita dei propri figli e nipoti.

E quindi l’altra proposta seria consiste nell’accelerare al massimo il processo distruttivo.

Immettendo nuove fonti energetiche ancora più efficienti, “controllando” – cioè annientando in maniera definitiva l’intera biosfera, manipolando il clima attraverso la geoingegneria, entrando dentro il DNA e cambiandolo, saccheggiando nuove risorse ancora inesplorate, magari su altri pianeti, creando un sistema totale di informazione tra satelliti e scansione informatica, e ingegnerizzando l’umano stesso, facendone un simbionte della Macchina, in grado di sopravvivere per secoli in un metaverso nel deserto che lui stesso ha creato.

E’ una proposta seria, portata avanti da tante persone estremamente capaci e con enormi mezzi: noi lo chiamiamo transumanesimo, perché ciò che ne uscirà non sarà più umano.

Ma di solito, loro la chiamano Transizione Verde.

La terza proposta consiste nel guardare molto male le casalinghe che non si ricordano che gli scontrini che lo Stato ci obbliga a collezionare vanno buttati nel misto e non nella carta, e questo Salverà il Pianeta.

E quindi siamo del gatto?

Non lo so.

Diciamo che sono tempi interessanti.

Però esiste un bell’esempio storico di qualcuno che ci ha provato ad affrontare l’essenza stessa del processo: alcuni artigiani inglesi all’inizio dell’Ottocento, appunti i seguaci di King Ludd.

Hanno guardato il disordine che nasceva nei telai automatici che riducevano la creatività, che facevano prodotti sempre più scadenti, che spogliavano gli artigiani stessi del loro lavoro, e trasformavano persone libere in ingranaggi della Grande Macchina.

E hanno sfidato l’impiccagione, per questo.

Io non so se c’era del “luddismo” nei temi di maturità.

Spero vivamente di sì.

“And down with all kings but King Ludd! When the web that we weave is complete, And the shuttle exchanged for the sword, We will fling the winding-sheet O’er the despot at our feet, And dye it deep in the gore he has pour’d.”

“E abbasso tutti i re, tranne Re Ludd! Quando il telo che tessiamo sarà completo, e la spola scambiata per la spada, getteremo il sudario sul despota ai nostri piedi, e lo tingeremo nel sangue che lui ha versato”.

Lord Byron

Nota finale…

Senza disturbare i poeti persiani, ecco Angelo Branduardi che spiega la fisica anche agli economisti:

Scende verso il basso tutto quello che sale
Qualche volta è un trucco che però non vale
E rimane appeso qualche istante su ma poi torna giù
Anche il peso lieve di una piuma scende
Se c’è un soffio d’aria che se la riprende
Per follia di vento può salire su ma poi torna giù

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202 risposte a “E abbasso tutti i re, tranne Re Ludd!”

  1. paniscus scrive:

    Lord Kelvin, che oggettivamente aveva una bella testa e che ci ha azzeccato SPESSO, ma non SEMPRE, le sue brave cantonate le aveva prese comunque.

    Per esempio, aveva avversato di brutto il modello biologico evoluzionistico di Darwin,

    non certo per bacchettoneria creazionistica religiosa, ma perché pensava sinceramente che il sistema solare, e quindi la Terra, non potessero essere tanto antichi da aver avuto il tempo di sviluppare spontaneamente tante varianti della selezione naturale e tanta esplosione di biodiversità complessa.

    Il signore di Kelvin (che era poi un titolo nobiliare, il suo vero nome era William Thomson) pensava sinceramente che la Terra non potesse avere più di 20-30 milioni di anni, invece dei 4-5 miliardi attestati adesso. Ma era pienamente giustificato, perché non conosceva né la radioattività naturale terrestre, né i meccanismi di produzione di energia nel Sole…

    • Moi scrive:

      Lavoisier , ghigliottinato, compì il suo ultimissimo _ macabro, drastico ma interessante _ esperimento di fisiologia umana : incaricò un servo di contare quanti occhiolini da un secondo l’uno avrebbe fatto con la testa recisa dal corpo : 2o, pare.

      • paniscus scrive:

        Questa mi sembra una macabra ed edificante leggenda metropolitana.

        Pare che ci siano stati dei tentativi simili di misurare per quanti secondi o minuti la testa di un ghigliottinato potesse mantenere un residuo di sopravvivenza e di coscienza,

        ma risalenti a circa 100 anni dopo la fine di Lavoisier, in piena epoca di fisiologia vittoriana/lombrosiana…

  2. Moi scrive:

    20 , “vingt” …

  3. Fuzzy scrive:

    https://www.newstatesman.com/encounter/2022/05/george-monbiot-agriculture-is-arguably-the-most-destructive-industry-on-earth
    L’industria più distruttiva del pianeta è l’agricoltura. Ma sembrerebbe intoccabile.

    https://www.resilience.org/stories/2023-06-19/kris-de-decker-looking-back-towards-a-human-powered-future/
    Quando la tecnologia non fa grossi danni.
    (C’è anche il pdf con l’intervista. Si può scaricare).
    Quindi io sarei luddista solo in una certa misura. Questo io….non è un fatto solamente soggettivo, ne va della specie umana.

    • Fuzzy scrive:

      La nostra ignoranza e mancanza di curiosità sui dettagli della produzione alimentare è la cosa più notevole dato che, come ha osservato Monbiot quando abbiamo parlato su Zoom, “come nutriamo il mondo senza divorare il pianeta è forse la più grande situazione difficile che dobbiamo affrontare”. Eppure il processo decisionale sull’agricoltura e l’uso del suolo è offuscato da ciò che Monbiot definisce “pensiero magico” – una tendenza a romanticizzare la campagna e le pratiche agrarie.

      Si. Mi sono accorto che l’articolo non è visualizzabile per intero a meno che non si disabiliti Java. Quindi ne ho copincollato una parte.

    • firmato winston scrive:

      fuzzy:
      “agricoltura”

      miguel:
      “La crisi ambientale non è dovuta ad un meteorite piovuto dal cielo, e’ dovuta al fatto che l’umanità estrae risorse dal pianeta e le trasforma, prima in prodotti e successivamente in rifiuti.”

      Miguel “dimentica” che qualsiasi animale, anzi qualsiasi essere vivente sulla terra estrae piu’ risorse che puo’ per produrre piu’ copie di se stesso che puo’. E “dimentica” che la tecnologia dell’uomo e’ parte intima ad estensione dell’uomo nella sua pulsione vitale, non e’ un meteorite che piove dal cielo.

      L’unico modo valido per risolvere il problema quindi e’ l’autocastrazione, come stiamo praticando alla grande in occidente con questi discorsi che in fondo sono patologicamente narcisisti, ma alla lunga i veri castrati (che non sono quelli che predicano l’autocastrazione altrui) non lasciano traccia, si autoelidono per definizione.

      Non lo dico perche’ mi piace, lo dico per esperienza.

      • Fuzzy scrive:

        Winston
        Basta parlarti addosso. Non puoi dimostrare niente di quello che affermi.
        È una semplice questione di gestione del rischio. E cosa c’entra il narcisismo? Qui restiamo anonimi anche per evitare simili fraintendimenti.
        Leggi Taleb. Antifragile. E non fare il furbo
        Non credo ci sia sul Mulo. Te lo devi proprio comprare.

  4. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    “ciò che è perfettamente prevedibile è il disordine stesso”

    No.

    Ciò che è perfettamente prevedibile è la quantità minima di disordine che produciamo per ottenere una data quantità di lavoro utile.

    Dove “lavoro utile” è letteralmente il peso che siamo capaci di sollevare a un metro da terra.

    Un saggio disse che tutto quello che ci serve ce lo dà la terra. Il guaio è che bisogna chinarsi a raccoglierlo. Ecco, il lavoro utile è appunto proporzionale al peso che solleviamo da terra alla nostra bocca.

    Il rapporto fra questi lavoro utile e l’energia necessaria per ottenerlo (strappata appunto all’ambiente) è chiamato “efficienza” Più bassa l’efficienza, maggiore il disordine prodotto nel processo di trasformazione di energia sottratta all’ambiente in lavoro utile.

    Kelvin è uno di quelli che ha dimostrato che l’efficienza non può mai superare un valore massimo, detto oggi “efficienza di Carnot”, e che l’efficienza di Carnot è sempre inferiore a 1.

    Questo equivale a dire che ogni processo di trasformazione di energia ambientale in lavoro utile produce sempre disordine, e che questo disordine non è mai inferiore a un valore minimo, valore che si ottiene solo quando l’efficienza raggiunge il valore dell’efficienza di Carnot.

    E siccome piove sul bagnato, fu più dimostrato che l”efficienza è uguale all’efficienza di Carnot solo per processi infinitamente lenti. Per qualunque processo che dura un tempo finito, l’efficienza e sempre minore dell’efficienza di Carnot.

    Allora delle due l’una: o riduciamo il nostro bisogno di lavoro utile o aumentiamo l’efficienza di Carnot cercando di farla arrivare il più possibile vicino a 1, di modo che ci sia margine per elevare l’efficienza vera (che non può mai superare l’efficienza di Carnot) e ridurre quindi il disordine prodotto.

    Quindi non è vero che “più è efficiente l’energia più è certa la catastrofe”.

    La catastrofe si allontana nel tempo (a parità di lavoro utile) proprio aumentandola, l’efficienza.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Martinez

      Rileggendo, mi rendo conto che ho usato toppe parole.

      Diciamo così:

      Al mondo si usano 153000 TWh l’anno. Fanno 17,5 TW di potenza. Con un’efficienza del 30% nell’ambiente sotto forma di inquinamento (termico) ci vanno 35 TW.

      La biosfera pesa 550 miliardi di tonnellate. Con un tasso metabolico del protoplasma pari a poco meno di 1 W/Kg (corrispondenti a 2000 Cal per un uomo di 70 Kg circa) fanno 550 TW. I quali finiscono tutti nell’ambiente, per omeostasi.

      35 è il 6% di 350.

      In pratica oggi incidiamo coi nostri consumi come se la biosfera fosse il 6% più grossa di quello che è.

      Raddoppiando l’efficienza potremmo incidere per il 3% , pur rispettando il vincolo di un’efficienza minore di 1.

      https://www.google.com/search?q=quanto+oesano+tutti+i+viventi&oq=quanto+oesano+tutti+i+viventi&aqs=chrome..69i57j0i546l4.25920j0j7&client=ms-android-cubot&sourceid=chrome-mobile&ie=UTF-8&chrome_dse_attribution=1

      https://it.wikipedia.org/wiki/Metabolismo_basale

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Miguel Martinez scrive:

        Per ADV

        “Raddoppiando l’efficienza potremmo incidere per il 3% , pur rispettando il vincolo di un’efficienza minore di 1.”

        Vedi, dici esattamente quello che dico io.

        • Miguel Martinez scrive:

          Se io metto cinquemila schiavi a lavorare dieci anni, potranno costruire una diga.

          Metto una sola gru a lavorare un anno, e posso costruire una diga.

          Energeticamente, molto più efficiente.

          Bene, l’anno prossimo, la stessa gru sarà utilizzata per costruire un’altra diga.

          E dopo dieci anni, ci saranno dieci dighe.

          Cioè dieci disastri ambientali, per tanti motivi che non sto a elaborare. Mentre il sistema inefficiente ha potuto creare un solo disastro.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Martinez

            “dighe”

            Il numero di dighe dipende dalla richiesta di energia.

            Il Ghana dopo l’indipendenza pagò coi prestiti della Banca Mondiale una ditta Inglese perché costruisse una diga sul fiume Volta, per alimentare le fonderie di bauxite di cui il paese è ricchissimo per produrre alluminio da rivendere agli Inglesi e ripagare il debito.

            Oggi quella diga, esaurite le miniere, alimenta non solo l’intero Ghana, ma anche l’Alto Volta e buona parte dei paesi confinanti.

            La fuga occupa il 3,4% del territorio Ghanese e la sua costruzione richiede lo sfratto forzato di 40000 abitanti.

            Per contro, ogni idea Etiopica di costruire una diga sul Nilo per alimentare l’economia locale in pieno sviluppo cogli investimenti Cinesi e nonostante le varie guerre si scontra con la fiera opposizione di SudSudan, Sudan ed Egitto, che rischierebbero di restare a secco.

            Che facciamo?

            Sterminiamo gli Africani per non fare le dighe o pensiamo a qualche fonte meno impattante come il nucleare da fissione e da fusione?

            Ciao!

            Andrea Di Vita

    • Antonino scrive:

      Dunque, se metti un bimbetto nell’aia e questo si mette in bocca la terra, non gli schiaffeggiare la manina. Sta giustamente ottimizzando la sua efficienza. Impariamo da lui.

      • Antonino scrive:

        Oppure, impariamo dai vermi…

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Antonino

          “vermi”

          È l’argomento di Odun, che risale alla fine degli anni Cinquanta.

          E’ sbagliato.

          I sistemi viventi sono selezionati dall’evoluzione per realizzare reazioni chimiche in modo molto efficiente (cioè con un minimo consumo di energia per macro olevola prodotta), ma non sono efficienti per niente quando si tratta di produrre lavoro utile, nel senso cioè di sollevare pesi.

          Un classico esempio è la quercia.

          Essa solleva una tonnellata d’acqua dalle radici alla punta delle foglie, per una decina di metri in altezza. Solo che una goccia d’acqua per fare questo viaggio ci mette due settimane. L’efficienza, cioè il rapporto fra il lavoro utile di sollevamento di tutta quell’acqua per dieci metri e l’energia solare captata dalle foglie nello stesso lasso di tempo, è ridicolmente piccola, dell’ordine dello 0,01%.

          Anche un ghepardo ha un’efficienza che non supera qualche %: infatti, per la maggior parte della sua vita se ne sta perfettamente immobile.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

    • Miguel Martinez scrive:

      Per ADV

      “La catastrofe si allontana nel tempo (a parità di lavoro utile) proprio aumentandola, l’efficienza.”

      Credo che siamo d’accordo sul principio, il problema è che mi sembra che tu non veda l’elemento fondamentale.

      Brucio in maniera inefficiente la legna, la maggior parte se ne va in vapore acqueo e fumo e cenere, che sono il tipo di “disordine” a cui pensi tu. Quindi alla fine posso produrre solo 100. Ma produrre = distruggere risorse e trasformare in rifiuti a lungo andare, e quindi la produzione si aggiunge al disordine.

      Brucio in maniera molto più efficiente il carbone. E quindi se io mi fermassi una volta ottenuto 100, inquinerei meno e farei molto meno danno. E avresti ragione tu.

      E invece no: cerco di ottenere il massimo dal carbone, e quindi produco 1000. E quindi creo disordine, non per 100, ma per 1000.

      E’ questa la mia obiezione “sistemica” all’energia nucleare, non entro in merito agli eventuali rischi diretti.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Martinez

        “fondamentale”

        Allora il punto dolente non è l’aumento dell’efficienza come mi sembravi dire tu, ma il contenimento dei consumi.

        Un mio collega all’Università ebbe giustamente a dire quarant’anni fa: “va bene fare la fusione, ma se poi decuplichiamo i consumi ci ritroviamo con l’inquinamento di prima se non peggio”.

        In effetti, se pensiamo che oggi ad esempio il Pakistan ha sette volte più abitanti di quando divenne indipendente…

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Miguel Martinez scrive:

          Per ADV

          “Allora il punto dolente non è l’aumento dell’efficienza come mi sembravi dire tu, ma il contenimento dei consumi.”

          Diciamo, il contenimento del processo di trasformazione di risorse in prodotti e poi in rifiuti, ciò che chiamiamo “consumi” ne è ovviamente una parte fondamentale.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Martinez

            “rifiuti”

            La produzione dei rifiuti richiede ovviamente energia. Questa energia è conteggiata appunto nel calcolo dell’efficienza. Non dell’efficienza della singola fonte energetica, ovviamente, ma in quella di tutto il sistema (è quello che si chiama “impronta ambientale”).

            Ovviamente non possiamo ridurre l’impronta ambientale se non aumentiamo l’efficienza delle fonti energetiche.

            E torniamo nel mio carrugio: no fonti energetiche efficienti, no allontanamento della catastrofe.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Miguel Martinez scrive:

              Per ADV

              “Ovviamente non possiamo ridurre l’impronta ambientale se non aumentiamo l’efficienza delle fonti energetiche. ”

              Ma io capisco benissimo il tuo ragionamento.

              Quello che faccio fatica a comunicare – anche per incompetenza mia – è questo.

              Che ogni aumento di efficienza, si tradurrà nell’applicazione di più energia al compito che alla fine è distruttivo.

              L’esempio che ho fatto prima (delle dighe) è probabilmente viziato dal fatto che le dighe in effetti producono a loro volta energia.

              Immagina una fonte energetica così efficiente da essere quasi gratuita.

              Immagina applicare questa energia a sbucaltare le Alpi Apuane per cavarne le ultime gocce di marmo rimaste; e a mandare avanti le navi che portano questo marmo in Arabia Saudita; e a mandare avanti le gru che costruiscono palazzi in marmo di Carrara a Riyadh.

              Questa fonte di energia miracolosa sarà benefica o malefica nei riguardi delle Alpi Apuane, o della stessa Arabia Saudita?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “distruttivo”

                Un ingegnere Italiano di Torino, Umberto Lucia, che non conosco ma di cui ho letto parecchi articoli, è convinto che ogni sistema evolva in modo da raggiungere uno stato dove butta nell’ambiente esterno quanta più entropia possibile quanto più in fretta possibile.

                Se ha ragione – e secondo me almeno in alcuni casi ce l’ha – allora qualunque cosa succeda alla lunga le Apuane sono condannate, visto che viviamo su questo pianeta.

                Sul lungo termine per salvare le Apuane (e il resto) l’unica è colonizzare lo spazio, dove di spazio appunto per la nostra spazzatura c’è n’è quanto si vuole (a meno di non rimanere intasati nell’orbita bassa dai frammenti di satelliti).

                Del resto lo spazio è l’unico rifugio della nostra specie contro gli effetti dell’eruzione di qualche supercaldera, che prima o poi inevitabilmente avverrà.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “Sul lungo termine per salvare le Apuane (e il resto) l’unica è colonizzare lo spazio, dove di spazio appunto per la nostra spazzatura c’è n’è quanto si vuole”

                Un’intelligente presa di posizione antiambientalista, che ha il merito della chiarezza.

                Ma secondo me è errato usare qui il pronome “noi”, perché il saccheggio non è rivolto solo verso l’esterno: anche l’uomo è oggetto di una radicale colonizzazione, che da una parte ne trasforma il corpo e dall’altra ne proietta la mente in qualcosa che adesso appena intuiamo sotto forma di “metaverso”.

                Ovviamente non siamo in grado di profetizzare la forma che prenderà; possiamo però dire con discreta certezza che ciò che ne uscirà non sarà umano, sarà l’appendice di una macchina che si distacca e si impossessa dello stesso ingegno umano che l’ha creata.

                Non è minimamente importante se questa macchina avrà “coscienza”. L’importante è che si comporti come se la avesse, cioè faccia in sostanza il proprio interesse, che non è certo il mio o il tuo.

                Anche un banale computer in grado di identificare dei guasti al proprio interno e risolverli già lo fa.

              • Miguel Martinez scrive:

                E su questo tema del “transumano”, credo che abbiano poco da dire i predicatori “green”.

            • Fuzzy scrive:

              Efficienza più sufficienza, la combinazione vincente.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “saccheggio”

                Che l’essere umano cambi radicalmente nel corso della storia non è nulla di nuovo.

                Penso solo a come lo schiavo era considerato nell’antichità: pura macchina.

                Più tardi si sarebbe discusso accanitamente per decidere se gli indios avessero un’anima.

                Oggi la dottrina cattolica dell’essere umano che comincia ad esistere al momento del concepimento è riconosciuta da metà del genere umano come arbitraria.

                In tutti i casi la risposta alla domanda “cos’è l’uomo” dipende dalla tecnologia disponibile.

                Come si insegnava una volta in Polonia, “l’essere lo determinano le condizioni”.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “Che l’essere umano cambi radicalmente nel corso della storia non è nulla di nuovo.”

                Certo, ma:

                1) hai citato le percezioni dell’essere umano, non la trasformazione fisica dell’essere umano

                2) non prendi in considerazione poi l’acelerazione delle trasformazioni: mentre per passare dalla nudità ai vestiti, possiamo immaginare che ci siano voluti millenni, la nascita di un rapporto stretto e incessante tra la mano umana e un apparato di sorveglianza digitale risale a nemmeno 20 anni fa.

                Siamo già agli innesti cerebrali uomo-macchina, ovviamente all’inizio giustificati con motivazioni mediche; innesti che ancora riguardano una trentina scarsa di individui.

                Ma da lì siamo già agli esperimenti sugli animali per permettere di leggerne il cervello: la tecnologia quindi è già in via di sviluppo, a frenarne l’applicazione sull’essere umano sono soltanto i soliti cinchischiamenti “etici” che presto saranno dimenticati e poi ridicolizzati.

                https://medium.com/@ppreddy576/metaverse-through-brain-computer-interfaces-f13621e7fd67

                “The metaverse is essentially fusing the real world with the digital world, and is a simulated digital environment. Metaverse can also be viewed as a platform where people can feel the real through animated encounter of the digital world. Metaverse that brings the augmented reality of the virtual world and intends to give us next-level platforms that is even more immersive. So, Metaverse plans to make our work more natural, legitimate and realistic, be it meetings, working, entertainment or connecting with others.

                All over the world researchers, scientists, entrepreneurs and corporations are eagerly pursuing new and innovative applications for advanced technologies. “

              • Miguel Martinez scrive:

                Interessante questa tesina, sul potenziale degli innesti cerebrali per i giochi virtuali (gaming metaverse):

                https://dergipark.org.tr/en/download/article-file/2501148

                Ovviamente per aiutare “disabled people”, cosa pensavate?

                “This study contributes to our understanding of the Metaverse by presenting a case study of the implementation of brain-computer interface supported game-based engagement in a Virtual Environment (VE). In VE, individuals can communicate with anyone, anywhere, anytime, without any limits. This situation will increase the barrier-free living standards of disabled people in a more accessible environment”

              • Francesco scrive:

                >>> In tutti i casi la risposta alla domanda “cos’è l’uomo” dipende dalla tecnologia disponibile.

                Solo a me questa affermazione pare una colossale stronzata priva di qualsiasi appiglio storico o teorico?

                Compresi quelli portati a mò di esempio e che non c’entrano un cavolo.

        • paniscus scrive:

          per Andrea: e secondo te, in tutte le teorie (applicabili o non applicabili) sulle possibilità future di produzione di energia… quale altro obiettivo ci sarebbe se non quello di aumentare i consumi sempre e comunque (con relativi scarti da smaltire) ?????

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Paniscus

            “sempre”

            I consumi aumenteranno in ogni caso. Anche se per assurdo domani la crescita demografica si arresta, miliardi di esseri umani vogliono consumare come noi. Già solo fornire acqua e luce elettrica a tutti fa schizzate i consumi.

            Possiamo farlo con fonti efficienti o grazie n fonti meno efficienti.

            Dipende da quanti rifiuti vogliamo produrre.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

  5. Antonino scrive:

    Sin dai tempi di Kelvin e Carnot s’era capito (ma l’economia ancora finge di non volerne sapere, per non dover cambiare se stessa ab initio) che ogni sfruttamento energetico ha i suoi insormontabili limiti nel secondo principio, non solo nel primo (cioè nella disponibilità di risorse energetiche a prescindere dalla loro difficoltà di sfruttamento).
    Da quando il secondo principio lo s’è formulato in termini statistici, s’è capito che l’energia non è tutta la questione in ballo. Anzi, può perfino essere solo una “conseguenza” del flusso di informazione. Insomma, anche quando ci sussurriamo nell’orecchio un pettegolezzo… muoviamo un mondo altrimenti immobile e provochiamo disordine.
    Gloria a chi invece sussurra in modo coerente tra i diversi orecchi, almeno in un giardino d’Oltrarno. La coerenza è forse l’unica risorsa che può vincere il disordine. Peccato che sia una risorsa quantistica. Non c’è verso: il secondo principio probabilmente lo si viola solo a scala quantistica, inoltre la violazione non può che essere molto transiente e sempre meno probabile man mano che gli orecchi si moltiplicano…

    • Antonino scrive:

      Il proliferare delle definizioni per l’entropia, nella fisica moderna, allude a questo: se il flusso delle informazioni è la chiave microscopica per capire cosa ci impedisce macroscopicamente di sbucaltare il mondo senza far casino, allora la serratura e la chiave stessa dipendono dal fabbro. Questo sa come ha codificato le informazioni: quale linguaggio per i nostri sussurri, quale definizione per l’entropia, quale manifestarsi (non solo energetico) per il secondo principio.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Antonino

        “casino”

        No.

        L’entropia “originale”, quella di Gibbs, Boltzmann, Kelvin ecc., ha un’unica importante proprietà: che in un sistema composto di moltissime parti e privo di scambi di materia ed energia con l’esterno aumenta finché il sistema non raggiunge uno stato di equilibrio (cioè uno stato da cui non evolve più) dal punto di vista meccanico, chimico e termico; in tale equilibrio l’entropia è massima. La cosa importante è che l’entropia gode di questa proprietà indipendentemente da come sono fatte le equazioni del moto che descrivono l’evoluzione delle singole parti del sistema. Ne segue la possibilità di ottenere informazioni sul sistema all’equilibrio senza dover risolvere un numero spropositato di equazioni del moto.

        La cosa ha avuto un tale successo da essere copiata fuori della fisica, tipicamente in teoria dell’informazione (Shannon).

        In fisica, ci si è a lungo chiesti: non è che per caso esiste un qualcosa di analogo all’entropia di Gibbs-Boltzmann anche fuori dall’equilibrio?

        La risposta è negativa.

        Ciò non toglie che esistano numerose generalizzazioni matematiche dell’entropia di Gibbs-Boltzmann (Rényi, Kanikiadis, Tsallis…) dove si definiscono altrettante “entropie” il cui massimo descrive utili soluzioni di intere classi di problemi.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Antonino scrive:

          Ci focalizziamo sempre sull’energia, perchè vediamo che non la possiamo creare ma solo cambiare di forma. E ne leggiamo un limite macroscopico nel principio entropico della termodinamica.
          Se ci focalizzassimo su qualcos’altro di estensivo che “non si può creare”, ci sarebbero altri “equilibri” da descrivere massimizzando qualche altra entropia, secondo qualche altra variabile intensiva che non è più la temperatura.

          Insomma, con qualche codifica alternativa i nostri sussurri potrebbero non essere a perdere, quando l’orecchio si “scalda” dimenticando quel che ha sentito.

          • Antonino scrive:

            Per i fisici statistici come AdV, per esempio:
            https://www.nature.com/articles/s41467-021-21272-7.pdf
            dove è lo stesso organizzarsi in strutture che suggerisce di andare oltre Gibbs-Boltzmann e Shannon.
            Belle poi le “crisi d’identità nello spazio alchemico” di
            https://www.nature.com/articles/s41467-018-07977-2
            nel quale la forma degli individui è l’altra “temperatura” su cui basare gli equilibri delle fasi dopo una transizione…
            E sono solo esempi…

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Antonino

              “Alchemico”

              Grazie per i paper!

              Il primo sembra un classico esempio di “maximal entropy”: si postula che ci siano delle strutture e se ne calcola l’entropia, ma non si ricava l’esistenza delle strutture dalle proprietà dell’entropia. (Per contro, all’equilibrio si dimostra partendo dalle proprietà dell’entropia ad esempio che ogni aumento di pressione riduce il volume di un corpo all’equilibrio).

              Il secondo, titolo fantasioso a parte, è la discussione approfondita di un calcolo numerico in una particolare classe di sistemi.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Antonino

      “Sin dai… in ballo”

      Vero.

      “Anzi… informazione”

      È il contrario.

      Proprio partendo dal Secondo Principio, nel 1961 Landauer ha dimostrato che per distruggere un bit di informazione si trasforma una quantità di energia ordinata in energia disordinata (calore). Questa quantità non è mai inferiore a una soglia minima. Tale soglia è proporzionale alla temperatura del sistema.

      “Insomma… quantistica”

      Vero.

      “Non c’è verso …quantistica”

      Falso. Il Secondo Principio vale in sistemi composti da un grandissimo (tendente all’infinito) numero di componenti. Questi sistemi possono benissimo richiedere una trattazione quantistica: ad es. i superconduttori, i superfluidi, i condensati di Bose-Einstein, il nocciolo di una stella di neutroni, gli elettroni in un metallo. O sono sistemi composti di particelle molto leggere come gli elettroni in un metallo o sono molto densi (il nocciolo di una stella di neutroni) o sono molto freddi (superconduttori, superfluidi, condensati di Bose-Einstein). Per questo ultimi ciò ben si accorda col risultato di Landauer: se la coerenza si perde allora si perde informazione e il sistema si scalda.

      “Inoltre… moltiplicano…”

      Vero.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Antonino scrive:

        <>

        <>
        c’è un “può” che non cozza con Landauer. Anzi, quest’ultimo parla proprio di energia necessariamente dissipata cancellando informazione: esattamente la “conseguenza” che io intendo. Semplicemente, invito a non leggere tutto in soli termini di energia. Se ci si chiedesse anche com’è codificata quell’informazione (da noi ma soprattutto dalla Natura stessa), si vedrebbero tante altre conseguenze…
        I programmi naturali non sono tutti scritti in Basic.

        <>
        I sistemi quantistici eppure macroscopici non contraddicono i cosiddetti teoremi di fluttuazione/dissipazione, se correttamente formulati. Infatti, “quantistico” non significa per forza “piccolo” o “con pochi componenti”.
        Un stella non crea ordine, anche se ogni singola sua reazione nucleare lo fa per un quid. E’ solo qualche coerenza tra gli stati quantistici a mantenere l’ordine, nel caso di una stella anche nella forma di un equilibrio che dura svariati milioni di anni. Finchè la barca va…
        Quel che conosciamo come “principio di indeterminazione”, ampliato rispetto a quello noto fino a qualche decennio fa, suggerisce i limiti entro cui opera la coerenza. Di solito un limite limita l’altro, e non solo…

  6. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    La Natura è del tutto indifferente agli psicodrammi umani : molto emblematico, come molti giornalisti / intellettuali / internettari vari in questi giorno hanno notato, il fatto che gente con dei miliardi di euro è morta negli abissi come topi in trappola … come i “migranti” più disperati e impoveriti. I primi per vedere un relitto quasi del tutto consumato stando in una lattina … i secondi su vecchi pescherecci dismessi e riciclati a barconi che sfidano il concetto di “portata” in fisica e in nautica.

    • Moi scrive:

      @ ANDREA DI VITA

      A proposito , ho sentito dire e letto che il “Titan” per andare a vedere quel che resta del “Titanic” (… non sarebbe meglio cambiare immaginario mitologico, che quello lì porta vagamente sfiga ?!) … il Titan sarebbe stato fatto di fibra di carbonio !

      Ma non è ingegneristicamente folle ? … Io a Zena 🙂 visitai l’ interno del Nazario Sauro … e quello era bello “tamugno” in acciaio !

      ——————-

      Esperimento “casereccio” per capire davvero, con dei fatti esperibili, com’è andata :

      https://www.youtube.com/watch?v=2wC4fyRA6cM

      6 min : 22 sec

  7. Moi scrive:

    @ ANDREA DI VITA

    Riporto il commento illuminante di un utente :

    Ho passato diversi anni in marina come volontario, il nostromo della mia nave (uomo che ammiro e che rispetto tutt’ora) mi ha insegnato un famoso detto marinaresco:
    “Il mare, poche persone possono permettersi di dare del TU al mare, e quelle poche persone non lo fanno”

    [cit.]

  8. Miguel Martinez scrive:

    Viste le competenze di ADV, abbiamo imboccato una strada un po’ particolare (e molto interessante) nella discussione…

    Ma siamo d’accordo tutti che la nostra Economista Non Borghese e Non Bianca ha qualche problema, quando accusa contemporaneamente qualcun altro (che io non ho intenzione di difendere) di essere “luddista” ma di “non dire una parola sulla crisi ambientale”?

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Martinez

      “Luddista”

      Forse hai ragione, ma per rispondere mi manca un’informazione: i luddisti erano motivati dal rispetto dell’ambiente o dalla paura di perdere il salario?

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Miguel Martinez scrive:

        Per ADV

        “Forse hai ragione, ma per rispondere mi manca un’informazione: i luddisti erano motivati dal rispetto dell’ambiente o dalla paura di perdere il salario?”

        Da quel poco che so, erano motivati dalla morte di un’Arte.

        Che significa, da una parte, la paura di perdere il salario; dall’altra la coscienza (e credo che ci sia negli atti di molti processi dove la signora Stancarelli sarebbe stata dalla parte dei giudici che condannavano a morte o alla deportazione in Australia) della perdita della ricchezza, della diversità.

        Di “ambiente” ancora non parlava nessuno, ma il concetto era esattamente quello.

        • Francesco scrive:

          Tutte le Arti muoiono, quando diventano obsolete.

          Penso ai cavatori di selce e ai domatori di cavalli e ai conduttori di buoi e ai costruttori di archi e ai maestri di spada.

          E non vedo nulla di terribile, neppure di grandioso, in questo fatto.

  9. Mauricius Tarvisii scrive:

    E quindi Alarico sta marciando sulla Terza Roma. Capiremo se è il 403 o il 410.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Sarà passata la linea Stilicone: paga i barbari e tienili a disposizione per domani.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ mauricius tarvisii

        “Stilicone”

        Trovata in Rete:

        ⚡️⚡️⚡️ Messaggio urgente dal servizio stampa del Presidente della Repubblica di Bielorussia.

        Questa mattina, il presidente russo Vladimir Putin ha informato il suo omologo bielorusso sulla situazione nel sud della Russia con la compagnia militare privata Wagner. I capi di stato hanno concordato azioni congiunte.
        A seguito degli accordi, il presidente della Bielorussia, dopo aver ulteriormente specificato la situazione attraverso i propri canali, e in accordo con il presidente della Russia, ha avuto colloqui con il capo della Wagner PMC Yevgeny Prigozhin.
        I negoziati sono proseguiti per tutta la giornata. Di conseguenza, sono giunti a un accordo sull’inammissibilità di scatenare un sanguinoso massacro sul territorio della Russia. Yevgeny Prigozhin ha accettato la proposta del presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko di fermare il movimento di persone armate della compagnia Wagner sul territorio della Russia e di compiere ulteriori passi per allentare le tensioni.
        Al momento, è sul tavolo un’opzione assolutamente redditizia e accettabile per risolvere la situazione, con garanzie di sicurezza per i combattenti Wagner PMC.
        Come riportato in precedenza, anche nella giornata odierna il Presidente della Bielorussia ha tenuto due incontri con il blocco di potere del Paese su questa situazione.

        https://t.me/lu_di_z/22526

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          La Moscatelli dice che Lukashenko potrebbe essere stato usato come paravento per non attribuire meriti e demeriti per la soluzione della crisi a pezzi particolari degli apparati russi, in modo da evitare ulteriori sputtanamenti.

          Comunque, anche a golpe in corso, gli ucraini pare che non abbiano sfondato. Il che la dice lunga sulla sopravvalutazione delle forze armate ucraine da parte di molti analisti nostrani più allineati (ma non solo) che si saranno bevuti la propria stessa propaganda.

          • Francesco scrive:

            Davvero hai trovato qualcuno che prevedesse una facile e veloce controffensiva ucraina?

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Sì, guardati l’intervista (fiume) al colonnello Stirpe fatta da Campochiari: lo vedi addirittura incredulo (proprio nel senso che farfuglia qualcosa sulla loro autenticità) davanti alle immagini che testimoniano l’incompetenza dei carristi ucraini.

              • Francesco scrive:

                posso chiederti chi sono questi signori?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Capisco che conosci solo commentatori cinesi, ma perdona noi comuni mortali che usiamo risorse italiano 😀

              • Francesco scrive:

                Ripeto: chi sono costoro?

                Grazie

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Campochiari è un commentatore militare (molto filoucraino: è mezzo polacco) abbastanza gettonato: è il curatore di Parabellum e collabora anche con Limes. Anche se non sono sempre d’accordo con le sue conclusioni, lo trovo sempre molto interessante: se vuoi capire la controffensiva ucraina dell’anno scorso, ti consiglio di vedere il suo approfondimento con Mussetti fatto PRIMA della controffensiva.
                Stirpe è l’ennesimo ufficiale in pensione atlantista che pontifica da mesi sull’imminente sconfitta russa. Gode di credito illimitato nella parte dell’infosfera che la pensa come te.

              • Francesco scrive:

                uno che collabora con Limes inizia molto male ma se mi capitasse vedrò di leggere

                di questi pontefici anti russi conosco solo uno che scrive (e bene) su Quora e il capo della Wagner quando parla del ministro della Difesa russo!

                grazie della risposta

            • PinoMamet scrive:

              “Davvero hai trovato qualcuno che prevedesse una facile e veloce controffensiva ucraina?”

              Mmm a parte un certo Francesco? 😉

              • Francesco scrive:

                Eh no, questa non te la faccio passare, caro Pino.

                Non ho mai pensato nè detto che potesse essere facile.

                Un conto è dire che è auspicabile e anzi necessaria per una vera pace in Europa, un altro conto dire che militarmente sia facile.

                Per quello che ne so, chi si difende è in vantaggio e di armi pesanti gli ucraini ne hanno ricevute pochissime.

                I carri armati si contano a decine a dir tanto! roba da Regio Esercito.

                Ciao

              • PinoMamet scrive:

                Mah, io ricordo un conteggio di un centinaio circa di carri occidentali.
                Lo lessi se non sbaglio sul sito Analisi Difesa, che ho imparato su questo blog.

                Più un fantastiliardo di altri aiuti militari assortiti.

                Che poi loro li usino alla sovietica, era da mettere in conto.

      • PinoMamet scrive:

        Mah, più che Alarico e Stilicone, che comunque restano esempi azzeccati, viene da pensare a Mario, Silla, Cinna… Catalina, Pompeo, Cesare…
        Insomma la convulsa e lunga fase di guerre civili che preludono alla nascita dell’impero.

        Poi di marce di Roma ne ricordo un’altra 😉 , che il re avrebbe potuto fermare se avesse voluto…

  10. Miguel Martinez scrive:

    Un argomento su cui di solito si va a finire a coltellate qui :-), ma io penso che sia importante distinguere il giudizio morale dalla previsione; e capire anche che si possono avverare più previsioni insieme.

    Giudizio morale: mi fa orrore sia il collasso della biodiversità, sia la “transumanizzazione”.

    Previsione azzardata: avverranno tutte e due insieme perché si alimentano a vicenda– più si avvicina la catastrofe indotta dalla tecnosfera, più si accelererà l’azione della tecnosfera per “affrontare” la catastrofe.

  11. Miguel Martinez scrive:

    “Previsione azzardata: avverranno tutte e due insieme perché si alimentano a vicenda– più si avvicina la catastrofe indotta dalla tecnosfera, più si accelererà l’azione della tecnosfera per “affrontare” la catastrofe.”

    Chiaramente questo crea non pochi problemi di scelta. Sento fortissimamente la “questione ambientale”.

    Posso fare mille piccole cose – tipo non avere l’auto o lo smarfo, o cercare di smaltire “correttamente” i rifiuti, ma sulle questioni che incidono davvero…

  12. Miguel Martinez scrive:

    Pensiamo ai ragazzi di Ultima Generazione, che sentono quanto me la questione ambientale, e sono disposti a rischiare molto di più di me.

    Con le loro azioni…

    Se vanno bene, spingeranno i governi a “fare qualcosa di decisivo”, e la prospettiva è terrificante, perché sappiamo che questo “qualcosa” assumerà la forma di immensi investimenti/indebitamenti/sbucaltamenti/controlli;

    se vanno male, faranno infuriare tante persone che li considerano “vandali” e dicono che “solo i pazzi credono che ci sia una crisi ambientale”.

    A questo punto su una questione estremamente controversa come questa sono costretto alla neutralità, che poi viene scambiata per spregevole “indifferenza”, mentre magari mi fa soffrire e arrabbiare parecchio 🙁

    • Roberto scrive:

      Miguel

      “ Con le loro azioni…”

      Puramente estetiche

    • PinoMamet scrive:

      I ragazzi di Ultima Generazione sono bravissimi a farsi odiare e a screditare la loro (nobilissima) causa.

      Se fossi un dietrologo complottista, mi verrebbe da credere che sono pagati dalle più inquinatrici e spietate delle multinazionali.

      Non lo sono, e mi limito a ritenerlo dei volenterosi cretini.

      • Francesco scrive:

        secondo un mio amico nuclearista, Greenpeace è pubblicamente finanziata dai petrolieri

        che sanno riconoscere i veri nemici e non temono affatto ventole e pannelli solari

        ma non so se sia vero

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Gombloddoh!1!

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ francesco

          “petrolieri”

          È esattamente quello che sosteneva Haroun Tazieff, il vulcanologo Francese.

          Sinceramente non so che pensate. Prove, non ne conosco. Ma del resto, cui prodest la fuffa antinucleare?

          Ciao!

          Andrea Di Vita

      • Alam al-mithal scrive:

        “Se fossi un dietrologo complottista, mi verrebbe da credere che sono pagati dalle più inquinatrici e spietate delle multinazionali.

        Non lo sono, e mi limito a ritenerlo dei volenterosi cretini.”

        Le due cose non sono in contraddizione.

  13. Miguel Martinez scrive:

    E’ interessante vedere come si sovrappongono poi le ondate…

    1) una trentina di persone malate al mondo ha degli impianti cerebrali per aiutarle a vivere meglio. E questo già sdogana il principio. Noi siam sani, non ne abbiamo bisogno…

    2) contemporaneamente, si lavora fino in fondo con gli animali per arrivare molto oltre.

    3) ci fa una certa impressione a tutti, ovviamente, l’idea dello Stato che arriva e ci mette in testa un Leggipensieri elettronico; e da questo improbabile pericolo, ci salvano tutti i Comitati di Bioetica e simili, per carità…

    4) ma se io trovassi più comodo aprire la porta di casa con il pensiero, piuttosto che con una chiave, non sarebbe un mio Diritto? Ah già, ci sono quei vecchi reazionari dei Comitati di Bioetica che me lo impediscono…

    5) e se invece di ficcarmi qualcosa DENTRO la testa, avessi appoggiato ALLA testa un simpatico lettore di onde cerebrali?

    E a questo punto, il gioco è fatto: qualcosa che cambia radicalmente la natura umana, che ne permette il controllo totale, passa come “mio diritto”.

    https://www.wired.com/story/nextmind-noninvasive-brain-computer-interface/

    6) Ora, arrivati nel giro di pochissimi anni a questa frontiera, ecco la prossima. Voglio avere il Nextmind a due versi, avrò pure il diritto di vedermi un film senza dovermi portare dietro uno schermo TV?

  14. Andrea Di Vita scrive:

    @ tutti

    OT ma mica tanto

    Trovata in Rete

    “Giorgia Meloni presa a pesci in faccia anche ieri, in uno dei giorni più importanti degli ultimi ottant’anni non solo per l’Europa, ma per il mondo intero.

    Non si riusciva a capire come sarebbe andata a finire la marcia verso Mosca di Prigozhin, non si sapeva nulla di nulla. Poteva succedere qualsiasi cosa da un momento all’altro che avrebbe proiettato un continente verso il baratro esponendolo all’interrogativo nucleare. Insomma, un giorno cruciale.

    Quando la partita diventa così complessa, allora entra in campo ed è di fondamentale importanza il “peso politico internazionale” dei leader di quei paesi che dovrebbero e potrebbero cambiare le carte in tavola, visto che dalle loro decisioni dipende il destino dell’intera umanità. Allora il capo bastone Biden convoca per l’occasione un briefing con urgenza per parlare della questione che vede coinvolta la Russia.

    Sapete chi ha invitato in questo briefing? Macron, Scholz e Sunak; rispettivamente Francia, Germania e Inghilterra. La Meloni non c’era, non è stata invitata e a quanto pare ai giornalisti, intellettuali, asini che si sentono fenomeni da grande schermo e giornaloni di casa nostra non sembra interessare particolarmente l’assenza di Giorgia. Questa esclusione ci mette davanti a un fatto che è impossible nascondere visto che ancora qualcuno cerca di mascherarlo: la Meloni non conta assolutamente una beata mazza!

    Non conta nulla perché il suo parere risulta alquanto superfluo in quanto lei non ha un parere, ha semplicemente un copione che ripete orgogliosamente e con alto senso del dovere come una scolaretta modello. L’Italia è ancora un grande paese, è una delle 10 economie più grandi al mondo e la terza nell’UE. Pertanto avrebbe diritto e dovrebbe avere voce in capito nelle questioni non solo che contano, ma che la riguardano direttamente. La differenza sta nel saper sfruttare in campo internazionale i punti di forza del proprio paese.

    Meloni, forse più di tutti i predecessori e al pari di Mario Draghi, ha fatto cieca professione di fede verso gli Stati Uniti d’America, ha deciso di piegarsi diventando di fatto il 51 esimo Stato delle stelle e strisce. Le chiacchere stanno a zero come sta a zero il sovranismo che va tanto sbandierando da vent’anni a questa parte. L’hanno votata per difendere “l’interesse nazionale” Italiano, ci siamo trovati una presidente che difende l’interesse nazionale delle stelle e strisce e si sta zitta, assieme ai suoi lacchè, anche quando viene trattata da gregaria dei gregari. E in questo, bisogna dirlo forte e chiaro, trova buona compagnia e sponda facile in casa PD. Questi ultimi fanno casino per nulla, ma davanti alle questioni serie fischiettano e fanno finta di nulla.

    Ero consapevole che avremmo fatto una brutta fine poiché abbiamo la classe politica peggiore mai vista in Italia, ma almeno avrei sperato di farla preservando un pizzico di dignità. Niente di niente, né salvezza tantomeno dignità…”

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • habsburgicus scrive:

      vorrei essere molto cauto e prudente….
      penso che bisognerebbe vedere con calma e acribia se ci sono dei veri precedenti, ripetuti (NON una tantum….che Craxi una volta possa essere stato sentito, in circostanze analoghe, ci sta ma va a enorme merito suo..e non a demerito degli altri)
      infatti Francia e Gran Bretagna sono per definizione invitati A OGNI INCONTRO in quanto vincitori della guerra e ipso facto componenti del Consiglio di Sicurezza;
      il principale sconfitto, la Germania, è spesso [NON sempre !] invitata in quanto principale Potenza europea;
      noi che titoli abbiamo (purtroppo !) per essere invitati ? questo a prescindere dal colore politico, ad onta della propaganda
      la Spagna, con un governo di sinistra, non è stata invitata, per dire

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ habsburgicus

        “Spagna”

        La Spagna ha un PIL che più o meno et la metà del nostro. E l’Italia ospita quasi tante basi NATO quante la Germania, oltre ad avere una posizione strategica unica (la “portaerei nel Mediterraneo”).

        No.

        Il fatto è che ai cagnolini scodinzolanti basta il biscottino.

        O la medaglietta, come a draghi.

        Quando mai si consultano gli áscari?

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          Cazzata clamorosa e non stupisce tu te la sia bevuta.

          L’Italia, non la Meloni, non conta un cazzo. Per precisa scelta sua – un governo all’anno, nessuna scelta mai, politica di bassissimo livello o ancora meno.

          E partigianeria estrema e miserabile, totale mancanza di senso della nazione, fanatismo da fazione ottuso e italo-lesionista.

          Fa molto ridere che si provi a imputare a un singolo governante quello che è una caratteristica strutturale!

          Almeno ai tempi di Andreotti l’eccesso di intelligenza suppliva al resto e si veniva ascoltati.

          La citazione fascista della portaerei inaffondabile, manco sapendo che era la foglia di fico della mancanza di soldi per costruire vere portaerei, è assai divertente.

          Chi è l’Autore? Maramaldo? Vauro? Toninelli?

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Francesco

            “Italia”

            Precisamente.

            Forse ti è sfuggita la propaganda dell’attuale governo, stando alla quale solo col la Meloni premier l’Italia avrebbe ripreso un posto di rilievo nello scacchiere internazionale… 🙂

            Con governanti così, chi ha bisogno di Putin?

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              Io no, non ho bisogno di Putin, su di te inizio a farmi delle domande.

              Sulla propaganda dell’attuale governo, posso confessare senza remore che preferisco perdere tempo a litigare su meriti e demeriti di Ettore Messina nella stagione dell’Olimpia Milano. E a ragion veduta!

              Se ti senti più bello e alto perchè anche con la Meloni l’Italia non conta quanto UK, Francia e Germania, buon per te.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “propaganda”

                E’ appena il caso di ricordare che l’attuale governo è composto da gente sdoganata dal corruttore di senatori e finanziatore della mafia la cui propaganda sui Comunisti bambinòfagi hai sistematicamente avallato per tutti questi anni in questo blog.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Hai già messo tu il titolo adatto, forse potevi precisare anche “di qualità merdosa”.

                Ma data la fonte della propaganda, forse era superfluo.

                😉

            • habsburgicus scrive:

              @Francesco @tutti

              Francesco ha, come sempre -limitatamente a queste cose :D- ragione..
              chi si rammenta più l’obliato vertice delle Bermude di c.a 1976 ?
              fu invitato il tedesco Schmidt (SPD), il massonissimo Giscard d’Estaing, il Labour Callaghan e noi no !..fu in quell’occasione che gli USA (ma anche Schmidt) attaccarono violentemente Moro
              nei milieux complottisti si è scritto che allora fu decida la fine -anche umana non solo politica- di Aldo Moro, avvenuta due anni dopo, come tutti sanno..
              ciò è lungi dall’essere certo e tantomeno provato..ma l’irrilevanza dell’Italia era già chiara pure allora, con una classe politica che valeva 1000 rispetto a quella odierna ! (non solo la DC e il governo..anche il PCI, con Berlinguer, Pajetta, Chiaromonte ecc. dava mille punti alla Schlein, con tutto il rispetto :D)

              • Francesco scrive:

                E vorrei sottolineare che non traggo alcun piacere dell’irrilevanza italiana, che anzi mi offende.

                Ma rifiuto di usarla come arma per la lotta nella merda tra fazioni italiote!

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ habsburgicus

                “Bermude”

                Io ho l’età per ricordarmene.

                E non stupisce. Come per più di un secolo le repubbliche centroamericane erano giustamente chiamate ‘repubbliche delle banane’ perché di fatto succubi della United Fruits, così è dal dopoguerra che l’Italia è la ‘Bulgaria dell’Occidente’, alias lo zerbino di Washington.

                E se no come faceva il ‘regime della forchetta’ democristiano prima e pentapentito poi a mantenersi in sella per decenni?

                Logico che chiunque desse anche solo l’impressione di smarcarsi – come Mattei o Moro – facesse la fine di un Arbenz Guatemalteco o di un Mossadegh Iraniano.

                La storia del progresso dell’Italia è la storia della lotta (di classe, appunto) della parte produttiva del Paese (innovatori, lavoratori, scienziati… il ‘culturame’ di Scelba) contro il combinato disposto di mafie, evasori, corporazioni, clero e clientele varie che hanno mantenuto l’appoggio di Washington in cambio della svendita oltreoceano dei nostri interessi, al grido di ‘i Comunisti mangiano i bambini!’

                E infatti da noi il primo, vero, grande scossone alla crosta del marciume lo si è avuto negli anni Settanta dopo la batosta Vietnamita, mentre il regresso sociale cominciato col ‘riflusso’ e proseguito col corruttore di senatori è esploso con la caduta del Muro di Berlino.

                Ora il pendolo comincia a muoversi di nuovo in senso opposto, ma data la nostra condizione marginale è solo fra qualche anno che avrà effetto da noi.

                Per ora ci teniamo legaioli & Co.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “offende”

                Ma per favore!

                Ma se hai sempre sostenuto la nostra ultradecennale fedeltà cagnolinesca a Washington!

                Adesso fai l’offeso?

                I cagnolini li si premia col biscottino, come la medaglietta che nonno biden ha dato a draghi. Mica li si invita per discutere questioni importanti.

                Te lo ricordi o no quello che successe col ‘gruppo di contatto’ per la Bosnia, dove Dini dovette addirittura minacciare di negare le basi alla NATO perché nessuno se lo filava quando si discuteva su che cosa fare?

                O quando il corruttore di senatori rifiutò l’invito di Teheran a partecipare al gruppo di contatto sul nucleare, perchè ‘quello che fanno gli USA va sempre bene’?

                Guarda che ‘sentienti non fit iniuria’.

                O, come dicevano i nostri pastori al Sud, ‘chi pecora si fa il lupo se lo mangia’.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Andrea

                sono sinceramente preoccupato all’idea che tu creda a quello che scrivi.

                Anche perchè non ho fatto studi di psicologia e quindi non ho strumenti per affrontarlo.

                Auguri

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “preoccupato”

                Potrei risponderti che io sono sinceramente preoccupato per la tua mancanza di memoria.

                Ma probabilmente è meglio così.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Allora ti risponderò seriamente: la tua memoria è eccezionalmente selettiva, secondo il più classico dei modelli “voglio solo conferme ai miei pregiudizi”.

                Mentre la mia cerca di tenere i piedi in più scarpe possibili.

                😉

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “piedi”

                Te l’ho già scritto: tu hai l’abitudine di criticare l’interlocutore quando non ti vuoi dar la pena di confutare le sue idee.

                Non ha importanza la memoria che ho io. Importano i fatti che ho riportato.

                Confuta quelli.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Detesto perdere tempo per nulla.

                Su una miriade di fatti, che vanno in tutte le direzioni, ne scegli pochissimi perchè vanno in quella di tuo gradimento.

                E quando li spieghi, cadi regolarmente nel ridicolo.

                La complessità della situazione politica italiana dal Dopoguerra? Mafia&Preti contro Eroi del Libero Pensiero.

                Ma chiaro che ti mando a cagare per direttissima senza perdere tempo!

                🙂

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “cagare”

                Come volevasi dimostrare.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Andrea

                temo che tu davvero pensi di fornire fatti e interpretazioni degni di commenti seri e argomentati.

                ma chiedi troppo alla mia carità fraterna, perchè io altrettanto davvero li metto alla voce “deliri”.

                ci manca solo “assiale”, che non ho idea di cosa voglia dire, ma il livello è quello.

                Ciao

  15. Fuzzy scrive:

    https://www.rinnovabili.it/energia/politiche-energetiche/emissioni-di-gas-serra-energy-institute/
    Adesso si possono fare tutte le variazioni sul tema possibili e immaginabili. Ma sto cavolo di gas serra continua ad aumentare.
    Le rinnovabili o quant’altro non si sostituiscono ai fossili, ma si sommano.
    E il tempo passa.
    Poi certe regioni della terra diventeranno invivibili o lo sono già, quindi guerre e profughi e se ci sono i profughi ci saranno anche i governi di ultra destra che prometteranno di risolvere la faccenda a modo loro e vinceranno facilmente le elezioni.
    E questo solo per cominciare.
    Scritto meglio:
    https://www.monbiot.com/2023/06/21/thriving-on-catastrophe/

    • Fuzzy scrive:

      https://www.grantennistoscana.it/articolo/in-questo-popolo-si-vive-fino-a-130-anni-e-si-fanno-figli-fino-a-60-il-segreto-e-tutto-in-un-comunissimo-alimento/21392/amp/
      Oh, oh. Questa degli Hunza mi ha sempre insospettito. C’è un libro, scritto mi pare sulla base di osservazioni fatte da un antropologo che ha vissuto con questo gruppo etnico sperduto tra le montagne himalayane, mi pare. Gli Hunza all’epoca facevano una vita durissima, coltivando dei terrazzamenti a strapiombo su ripide vallate. In inverno non avevano di che riscaldarsi. In primavera restavano con quasi niente da mangiare. Eppure erano sempre di ottimo umore e campavano, pare, fino a 120 anni.
      Nel tempo, sono venuti a contatto con altre popolazioni e le loro abitudini si sono un po’
      ammorbidite, dice il libro, con conseguente aumento delle malattie.

      • Fuzzy scrive:

        Ed ecco il punto dolente.
        La Sanità. In occidente è curativa anziché preventiva. Utilizza macchine sofisticatissime, farmaceutica ed è concepita per il profitto. Negli Stati Uniti rappresenta il 10% delle emissioni.
        Dopo gli 80 anni non si capisce se valga la pena di vivere qualche anno in più, considerando che le cure mediche a quel punto diventano una specie di tortura.
        Io sono a favore dell’eutanasia.
        Nessuno che prenda in considerazione seriamente le malattie del benessere, l’eccessiva nutrizione, l’alimentazione di scarsa qualità, mancanza di movimento, stress, abuso di sostanze ecc.
        La prevenzione non porta soldi a nessuno.

        • roberto scrive:

          fuzzy

          ” In occidente è curativa anziché preventiva. ”

          scusa ma questa non te la faccio passare…sono anni che si parla di medicina preventiva…screening di ogni tipo, test, esami…e cosa sono i vaccini se non medicina preventiva?

          quanto alle malattie del benessere, lasciamo stare, obesità, stress e abuso di sostanze sono ormai i filoni più banali, vai da un qualsiasi medico generico e subito ti parla di peso o stress

          suvvia

          • Fuzzy scrive:

            Forse non vivendo in Italia non ti sei accorto che oramai i medici sono diventati pochi e sovrastati dal numero dei pazienti.
            Il mio medico ha una sedia con la molla sotto che quando shiaccia un pedale catapulta il paziente fuori dal soffitto.
            Poi a indurre le persone a mangiare male troppo, a stressarsi e ammazzarsi in auto ecc è tutto il sistema di vita che gli gira intorno .
            Si. Il medico ti dice che devi dimagrire, ma come medicina preventiva mi sembra poco.
            Es insegnare ai bambini a fare un orto, a raccogliere le verdure, a cucinarle, a fare delle escursioni in bicicletta e cose del genere, questa secondo me è prevenzione.
            Attività, peraltro sociali, che inducono ad imparare a rapportarsi correttamente con gli altri. Ma fare queste cose seriamente, non al margine di attività competitive e finalizzate a selezionare i migliori per farne i futuri dirigenti e gli altri restare degli scarti umani. C’era un certo Mayr, un evoluzionista di primo piano, che diceva che i bambini vanno indottrinati al rispetto della natura e quant’altro, perché altrimenti verranno indottrinati dalla società dei consumi.

            • Francesco scrive:

              Mi sa che il maoismo è passato di moda ma se le previsioni di collasso globale sono corrette avrai la tua rivincita presto.

              PS io le escursioni in bicicletta le faccio, vale come CV da Guardia Rossa?

              • Fuzzy scrive:

                Eh, no, no.
                Il maoismo ha soppresso il taoismo. È il secondo quello buono. Giusto per restare in Cina. Assecondare la natura. Indottrinamento in questo senso. Ma senza esagerare.

              • Francesco scrive:

                Vabbè ma senza esagerare che giusto c’è?

              • Fuzzy scrive:

                Senza esagerare nell’assecondare la natura come fosse statica. L’universo, in fondo, è creativo. E l’uomo ne fa parte.
                (Sempre un grande biologo Suart Kauffmann.
                https://www.goodreads.com/book/show/2029664.Reinventing_the_Sacred). Forse c’è anche una edizione tradotta.
                Pericolo. Credo sia un vegetariano. O comunque punta da quella parte.

              • Francesco scrive:

                Vedi che una dieta tendente al vegetariano fa male al cervello?

                😉

                PS l’universo, tranne che nei fumetti, non è una Persona.

              • Fuzzy scrive:

                Una Persona?
                Non mi pare che Kauffmann abbia mai scritto una roba del genere. C’è un’evoluzione creativa osservabile, ma è impersonale.

              • Fuzzy scrive:

                Cervello
                È un sistema complesso.
                https://it.m.wikipedia.org/wiki/Sistema_complesso
                Tanti sono i sistemi complessi e tuttimostrano simili caratteristiche Mi pare che qualcuno abbia definito “l’emergenza” il più grande mistero della scienza.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Fuzzy

                “emergenza”

                Fuzzy, ti ringrazio perché il tuo post mi dà modo di notare una cosa che credo importante.

                Ecco, è proprio esaminando come qualcuno parla di ‘emergenza’ che si apprezza chiaramente l’utilità della definizione data da Chesterton parola ‘imbroglione’.

                E’ ormai assodato che poche regole semplici di interazione fra le componenti di un sistema alla lunga danno origine a comportamenti di stupefacente complessità: il sito che hai postato riporta parecchi esempi.

                Ne aggiungo uno io: ben prima dell’avvento dei computer, fu dimostrato che lo sviluppo delle convoluzioni dell’aorta e dei vasi ad essa afferenti nell’embrione si può descrivere invocando un principio di minima resistenza. In altre parole il sistema circolatorio si sviluppa in maniera tale da affaticare il cuore il meno possibile dato il compito di irrorare di sangue tutto l’organismo.

                E’ anche vero che molte proprietà sono comuni a molti ‘sistemi complessi’ citate nel sito.

                (Parise ci ha preso un Nobel).

                NON è necessariamente vero invece che a strutture ‘complesse’ simili corrispondono simili regole semplici di interazione fra le componenti del sistema.

                Ad esempio, l’incredibile comportamento della muffa policefala alla ricerca del cibo

                https://it.wikipedia.org/wiki/Physarum_polycephalum

                e la sorprendente presenza di una tempesta polare esagonale su Saturno

                https://images.app.goo.gl/UaCizKQj9cWD8n7F6

                sono indubbiamente entrambi il risultato di una ‘complessità’.

                Ma non per questo si postula un principio comune, uno stesso insieme di regole elementari di interazione fra le componenti dei due sistemi.

                Chi lo facesse, naturalmente, sarebbe libero di farlo, ma avrebbe l’onere della prova: l’obbligo cioè di fornire previsioni falsificabili.

                Ebbene, è notevole quanto siano frequenti quelli (gli ‘imbroglioni di Chesterton’ appunto) che ogni tanto saltano su a dire che loro hanno capito tutto e che ti invitano a comprare i loro libri se vuoi capire i segreti della vita, dell’Universo e tutto quanto.

                Disabituando le persone a controllare le fonti – e in generale a pensare con la propria testa – gli imbroglioni di Chesterton hanno un effetto corrosivo sulla società.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Peucezio scrive:

                Andrea,
                io mi ricordo che negli anni ’80 anche gente relativamente istruita leggeva in modo abbastanza indiscriminato e le preoccupazioni di controllo delle fonti erano di oscuri filologi e topi di biblioteca, mentre adesso è un’ossessione: si vedono bufale dappertutto, insidie a una presunta verità, si deve sempre verificare tutto.
                In realtà è soltanto successo che la gente legge di più, che c’è perisno internet e quindi si ha meno controllo sulle idee che si diffondono e si reagisce istituendo rozzamente una sorta di verità di regime, di solito approssimativa e contraddittoria.
                Perché se è vero che il livello di cultura media dei ceti alti si è accresciuto, quello di quelli colti è sceso, per cui al pensiero critico si è sostituita la tifoseria, seguaci del pensiero unico vs complottisti e dissidenti vari, fino ai terrapiattisti.

              • Fuzzy scrive:

                Ma ti riferisci a Kauffmann?

              • Fuzzy scrive:

                Chiedevo a Di Vita, se si riferiva a Kauffmann.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Fuzzy

                “Kaufmann”

                Non avendolo mai letto e non essendo un biologo, non mi posso pronunciare.

                Io pensavo più che altro ai vari New-Age portinai quantistici e biodinamici dei chakra alla ricerca di verità sepolte e civiltà perdute.

                Ce n’è più di quanto si pensi.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “le preoccupazioni di controllo delle fonti erano di oscuri filologi e topi di biblioteca”

                È lo standard umano: tutto quello che ti arriva e non confligge con ciò che sai (o credi di sapere) di base lo dai per buono, salvo qualche eccezione. In comunità piccolissime, dove le informazioni utili non viaggiano troppo, può persino essere molto vantaggioso, perché è utile a condividere rapidamente la conoscenza.
                Quello che ci frega è che viviamo in una società completamente diversa rispetto a quella “di partenza”.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ peucezio

              “tifoseria”

              Non soltanto hai ragione e concordo con te, ma aggiungo pure che la cialtroneria e la tifoseria ci sono sempre state anche fra le persone più istruite.

              Guareschi, Orwell e Chesterton ne hanno inanellato esempi su esempi.

              Chesterton scriveva non solo prima di Internet, ma anche della motorizzazione di massa e delle vacanze low-cost; eppure la sua fulminante definizione vale ancora adesso.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Ipotesi: fino a un pò di tempo fa, farsi pubblicare e quindi poter esser letti era costoso e difficile, dovevi simulare una certa serietà e competenza. Oggi che è molto economico, la qualità della cialtroneria è crollata.

      • paniscus scrive:

        Ovviamente la storia dei 120 anni è una bufala. E’ vero che si sono osservate, in posti impervi e duri, delle popolazioni con molti anziani in ottima salute, ma si trattava di normali ottantenni, al massimo novantenni, non certo di supercentenari estremi…

        • Fuzzy scrive:

          Diciamo che in un ambiente molto selettivo, è probabile che sopravvivano solo i più forti.
          E da quelli una discendenza più sana.
          Anch’io penso che arrivino a 80-90 anni, ma generalmente più in buona salute di noi “sanitarizzati”.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “Diciamo che in un ambiente molto selettivo, è probabile che sopravvivano solo i più forti.
            E da quelli una discendenza più sana.”

            No, non funziona affatto così. Questo è uno dei più grandi fraintendimenti dell’evoluzionismo.
            La selezione premia quelli che mettono al mondo figli che poi mettono al mondo nipoti, per cui quello che succede quando sei vecchio e i giochi sono fatti influisce pochissimo.
            L’idea che le caratteristiche che aiutano a sopravvivere in un ambiente ostile siano le stesse che aiutano a rimanere in salute in tarda età è a sua volta assolutamente gratuita.

            • Fuzzy scrive:

              Ci credo se documenti un minimo quello che scrivi. Sarei tentato a pensare che se uno è debole fin da piccolo, potrebbe non farcela prima dell’età riproduttiva.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Debole fin da piccolo”
                E ancora salti logici.
                “Debole” non significa niente, perché significa troppo, esattamente come “forte”.
                Resisti bene alle carestie perché tendi ad accumulare molto grasso? E allora sarai più esposto a problemi cardiovascolari da vecchio: scambio vantaggiosissimo, perché è meglio arrivare in età riproduttiva e morire relativamente giovani che morire ancora prima, ma sicuramente non favorirà la proliferazione di centenari.
                Non è un’ipotesi inventata: è un problema che hanno i peruviani.

                Dunque quello che fin da piccolo sopravviveva alle annate dure, quelle fredde, piovose e con poco cibo, viene stroncato da un infarto quando gli è appena nato il nipotino: “fitness” (perché gli idioti di casa nostra non sono riusciti a farsi andare bene “adattamento”, né hanno voluto coniare “adattezza”) ottima, longevità penosa.

              • Fuzzy scrive:

                Un bambino con problemi cardiaci o respiratori ecc sottoposto a condizioni di vita durissime e mancando di cure mediche, arriverebbe all’età riproduttiva?
                Basta. Oggi troppi commenti

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                E’ una questione di percentuali: solo una piccola percentuale degli individui arriva all’età adulta nelle società premoderne ed i tratti vantaggiosi sono quelli che aumentano le probabilità di sopravvivenza in quella fase critica. Su questo avviene la selezione.

                Poi se questo distrugge le fantasticherie su come si vive bene e a lungo senza la biekiSSima medicina moderna, allora sì, smetti pure di rispondere.

            • Fuzzy scrive:

              Tarvisii
              Non smetto di rispondere.
              È che ieri avevo un po’ imperversato e non mi andava di imbarcarmi in una questione così complicata.
              A te sembra tutto semplice perché tiri in ballo delle fantomatiche percentuali, io invece noto che gli Hunza, alla faccia delle percentuali, hanno tutta l’aria di vivere a lungo, 80 anni, più o meno come noi, ma senza sanità. E in più pare siano sempre di un umore splendido.
              Quindi le tue teorie di cui non trovo documentazione, con le loro percentuali a favore della morte precoce, non mi convincono.
              La sanità con la Kappa te la sei pure inventata e non trova riscontro in ciò che penso io sulla sanità. Tieni presente che a me gli estremi non piacciono e cerco sempre la via di mezzo.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Stai confondendo due dati diversi:
                – l’aspettativa di vita alla nascita, ovvero quanto mediamente uno vive
                – quanto uno può sperare al massimo di vivere

                Il secondo valore nella storia è cresciuto relativamente poco (di novantenni ce n’erano anche nell’antichità, anche se molti di meno di oggi), mentre è il primo che fa la differenza. E non lo vedi in faccia, visto che si ricava dalla gente già morta.

              • Fuzzy scrive:

                Tarvisii
                L’aspettativa di vita alla nascita degli Hunza all’epoca di quando è stato condotto lo studio su di loro, non è nota. Tu la sai? E se la sai, cazzarola, scrivila. Altrimenti te la stai inventando.

              • Fuzzy scrive:

                Leggo nel libro “Gli Hunza” ed libreria editrice fiorentina, che già nel 1979 il territorio degli Hunza era stato colonizzato dal Pakistan. Una strada asfaltata attraversava i campi più belli della zona. Vi si coltivava the nero e riso bianco.
                Sulla salute degli Hunza sono stati condotti vari studi tra gli anni 50′ e 70′ e riportano alti e bassi rispetto a cambiamenti dietetici (più zuccheri) e introduzione di medicinali.
                Tutte le osservazioni testimoniano di un buon stato di salute e al massimo qualche carie in età infantile.
                Prima o poi rileggerò il libro.
                Disgraziatamente non ho messo sottolineature nei punti salienti.

              • Fuzzy scrive:

                No, “al massimo”, per carità, mi correggo. La patologia più diffusa nell’ambito di uno stato generale di salute da ritenersi ancora buona, erano le carie infantili.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Fuzzy, è l’eccezione che richiede prova, non la regola: tu sostieni che questi abbiano un’aspettativa di vita comparabile a quella del primo mondo nonostante vivano nel terzo. Bene, chi lo ha detto? E con che dati?

              • Fuzzy scrive:

                Ho citato questo libro “Gli Hunza” di Ralph Bircher che a sua volta fa riferimento alle osservazioni di un medico di stato dell’India britannica, tale Mc Carrison e a un linguista, tal LR Lorimer che ha soggiornato con questo popolo per conoscerne il linguaggio.
                Le loro osservazioni concordano pur non avendo mai avuto occasione di conoscersi.
                Nel 1938 il dott GT Whench pubblica “Weel of health” che contiene i resoconti di Mc Carrison, e Lorimer.
                Nel 1958 un libro scritto da JH Tobe che si informò dal medico Youssouf Khan
                Nel 1971 una spedizione svedese guidata dal medico K O Aly
                Il libro si ferma agli anni ottanta, ma già gli Hunza erano stati raggiunti dalla civiltà e soprattutto da una strada che passava sui loro terreni.
                Sono andato a vedere le conclusioni riguardo alla particolare condizione di salute di questo popolo e non piaceranno. Infatti si indicano come principali fattori la dieta vegetariana, l’attività fisica e i lunghi periodi di digiuno.
                Comunque, per evitare crisi di disperazione dirò pure che i medici si possono sbagliare.
                Adesso, Tarvisii, mi hai già fatto lavorare abbastanza e ti invito a cambiare argomento.
                Nel 1971

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Ok, quindi in sostanza nessuno studio quantitativo su dati affidabili: solo quello che due tizi raccontavano negli anni ’50.
                Grazie per la precisazione.

              • paniscus scrive:

                “Sulla salute degli Hunza sono stati condotti vari studi tra gli anni 50′ e 70′ e riportano alti e bassi “—-

                Scusate se insisto su un dettaglio importante: se i primi studi risalgono agli anni cinquanta e il libro agli anni settanta, vuol dire che i più anziani dei soggetti esaminati (ammettendo che qualcuno avesse in realtà circa 90 anni ma ne dichiarasse 120), erano nati a metà dell’ottocento.

                Bene, siamo sicuri che in un posto del genere, a metà dell’ottocento, ci fosse già un sistema di anagrafe ufficiale con documentazione quantitativa rigorosa, e soprattutto CONTINUATIVA per tutta la vita? O ci si era fidati solo delle testimonianze di nipoti e bisnipoti, probabilmente in maggioranza analfabeti e legati solo a tradizioni orali?

                Perché attualmente, per convalidare un caso di longevità estrema (diciamo, sopra ai 110) ci vogliono almeno TRE documenti ufficiali scritti, indipendenti l’uno dall’altro, e rilasciati in contemporanea alla data trascritta, o con poco scarto.

                Se qualcuno vuole far riconoscere ufficialmente il fatto che la propria bisnonna Adelina, ancora in vita, sia nata nel 1910 e che abbia quindi 113 anni, ci vorrebbero (ad esempio):

                – la fonte diretta della pagina di un libro dell’anagrafe ORIGINALE in cui si registrava la sua nascita, scritta direttamente nel 1910;

                – analoga fonte diretta di un certificato di matrimonio scritto nel 1933, in cui c’è scritto che la signorina Adelina, in età di anni 23, si è sposata con il signorino Antonio, in età di anni 27;

                – una scheda ORIGINALE del censimento dell’anno 1951, in cui c’è scritto che nella casa XXXX abitava la famiglia YYYY, composta dal capofamiglia Antonio, di anni 45, da sua moglie Adelina, di anni 41, e dai loro tre figli Giovanna, di anni 16, Filippo di anni 14 e Rita di anni 7, più la suocera vedova, di anni 70, che porta lo stesso nome che figurava nel certificato di nascita di Adelina come nome della madre.

                Funziona così.

                Un certificato rilasciato in fotocopia digitale nel 1997 in cui si dice che la signora aveva già 87 anni all’epoca, da solo non vale un fico secco. E una testimonianza solo orale vale ancora meno.

                SCUSATE LA LUNGAGGINE, ma quando si tratta di cose che so bene, ci tengo a esporle bene.

              • Fuzzy scrive:

                “un medico di stato dell’India britannica, tale Mc Carrison e a un linguista, tal LR Lorimer che ha soggiornato con questo popolo”
                Siamo tra le due guerre mondiali.
                Le loro osservazioni vengono pubblicate nel 1938 dal dott Wrench, allievo di Mc Carrison, che nel frattempo era diventato medico personale del viceré. E quindi non era un medico qualunque.
                Nel libro la storia dei 120 anni non viene per niente enfatizzata, piuttosto viene posto in rilievo lo stato di salute quasi perfetto di queste persone, che morivano per la gran parte di vecchiaia.

              • Fuzzy scrive:

                “Nessuno sa veramente quanto vivano gli Hunza. Alcune voci parlano di un’età media intorno ai 120 anni. I medici non si sono concentrati troppo sull’età massima documentata, ma su un altro fatto, veramente straordinario.

                Quello che colpisce dei resoconti sugli Hunza è che la popolazione anziana è generalmente molto più in forma di quella di paesi come il nostro, piena di vitalità e non è soggetta a tutte le malattie che invece conosciamo da questa parte del mondo”

                Io poi non ho capito bene perché, avendo linkato un articolo che dice che nessuno sa veramente quanto vivono gli Hunza, devo dimostrare che vivono fino a 120 anni.
                La questione era relativa allo stato di salute di queste persone,
                che è stata documentata a partire dagli anni 30′. Poi si sono fatte varie ipotesi genetiche alla buona tra me e Tarvisii che è sicuramente un genetista, che tra l’altro non vengono neppure prese in considerazione dal libro
                e dall’articolo da cui è partita la discussione, sicché sono andato a rileggermi cosa dicevano questi rapporti e tutti erano incentrati su alimentazione, attività fisica intensa e digiuno forzato primaverile. Inoltre nella loro dieta c’è poco sale e niente zucchero. Basta. Io mi riferivo alla possibilità di vivere in salute con meno cure sanitarie.
                E che sarà mai?

        • Peucezio scrive:

          Beh, oggi arrivare a sfiorare o superare i cento è diventata cosa sempre meno rara anche da noi, che pure abbiamo sì una buona assistenza medica, ma facciamo una vita molto meno salubre.
          Non vedo cosa ci sia di strano che ci arrivini questi qui.

          Nell’Italia di oggi morire a 85 anni vuol dire morire giovane.

          • paniscus scrive:

            Arrivare a 100 o a sfiorare i 100 effettivamente NON E’ una cosa rarissima (almeno in paesi relativamente benestanti con assistenza medica seria).

            Ma arrivare ai 120 è una cosa che (forse) è stata documentata una sola volta in tutta la storia umana, e anche quell’unico caso è stato oggetto di pesanti controversie.

            Prima di accettare pedestremente la teoria secondo cui tra gli Hunza del Pakistan e tra gli abitanti di Vilcabamba in Ecuador sia normale campare fino a 120 anni, sarebbe opportuno un supplemento di indagine.

            • Fuzzy scrive:

              Gli Hunza suggeriscono la cosa più scandalosa e irricevibile per l’uomo e la donna occidentali. Che in certe condizioni, probabilmente si può vivere una vita normale anche senza sanità.
              E anche con uno stile di vita ridotto all’essenziale si può essere sempre di buon umore.
              E noi invece siamo sempre incazzati. Winston poi, non ne parliamo.
              😇

              • Miguel Martinez scrive:

                per Fuzzy

                “Gli Hunza suggeriscono la cosa più scandalosa”

                Nei prossimi giorni, farò da interprete qui a Firenze per Helena Norberg Hodge

                https://www.localfutures.org/about/who-we-are/helena-norberg-hodge/

                Una volta da volontario, un’altra mi faccio retribuire perché paga il Confartigianato 🙂

                https://www.comune.fi.it/comunicati-stampa/al-le-le-piazze-dei-libri

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ fuzzy

                “sanità”

                Finché non ci si ammala, certo.

                Altrimenti si fa come la giraffa di ‘Madagascar’: ci si mette in una buca dell’agonia e vi si aspetta la fine.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • paniscus scrive:

                Io non sono per niente incazzata, semplicemente mi attengo al pirincipio base che, se qualcuno espone un’affermazione oggettivamente straordinaria e che non ha mai avuto alcun ricsontro di evidenza prima,

                SPETTA A LUI portare delle prove in positivo di ciò che afferma, e non è che invece abbia il diritto di essere creduto sulla parola e spetti ai critici “dimostrare il contrario”.

                L’argomentazione dell’indagine scientifica non è uguale a quella dell’indagine giudiziaria, in cui si è innocenti fino a prova contraria e spetta all’accusa dimostrare la colpevolezza. Se io dichiaro che la mia gatta vola, sono io che devo dimostrare che vola, ad esempio mostrandola ad altre persone mentre vola, o registrando dei filmati chiari e non contraffatti in cui la si vede volare.

                Ora, siccome di casi di persona che abbia superato i 120 anni ne sono stati segnalati solo DUE in tutta la storia umana documentata (i patriarchi della Bibbia non contano), di cui uno ufficialmente smentito, e l’altra con ancora grossi dubbi sull’autenticità,

                mi pare ovvio che se si descrive una popoloazione in cui quasi tutti arrivano a 120 anni, e che magari non ha nemmeno un registro dell’anagrafe, o comunque ce l’ha solo da tempi recentissimi e di sicuro 120 anni fa non ce l’aveva, la probabilità di bufala (o di cantonata clamorosa dello scopritore) è parecchio forte.

                E MOLTO forti dovrebbero essere le prove, che invece non ci sono.

              • paniscus scrive:

                Ah, aggiungo un altro elemento tipico di sbufalamento: per ragioni genetiche che non sono ancora del tutto chiarite, gli ultracentenari verificati sono quasi tutte donne(*).

                Nei mitici villaggi del Caucaso, dell’Himalaya o del Perù, che sarebbero stati segnalati come fucina di ultracentenari, questo rapporto era spesso ribaltato, o comunque riportato alla parità.

                Una popolazione singola in cui i supervecchietti maschi sono di più delle femmine, dovrebbe sempre mettere in sospetto, perché in netto contrasto con la media mondiale.

                Inoltre: con le donne è molto più facile smascherare falsità o errori, in base all’età dei familiari stretti. Se una signora di un villaggio tibetano dichiara 120 anni ma è accudita da una figlia che non ne dimostra più di 50, è evidente che c’è qualcosa che non va…

                ————-
                (*)Non ho il tempo di andare a recuperare i dati ufficiali, ma mi pare di ricordare che la probabilità di arrivare a 100 anni sia già di per sé circa 10 volte maggiore per le femmine che per i maschi, e la probabilità di arrivare a 110 per una persona che abbia già raggiunto i 100, sia di circa 20 o 25 volte maggiore per le femmine. DATI DA RICONTROLLARE!!!!!!

            • Peucezio scrive:

              Pan,
              d’accordo, anche a me mi puzza.

              Ma quale sarebbe allora il limite fisiologico, ammesso che esista?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Potrebbe non esistere un limite “duro”, ma semplicemente più invecchi e più aumenta il rischio, finché questo non si concretizza.

              • Peucezio scrive:

                Però questo statisticamente dovrebbe voler dire che una persona su un miliardo arriva a 200 anni.
                Oppure che nessuno ci è arrivato perché siamo stati e siamo troppo pochi sulla faccia della terra perché questo evento abbia sufficienti probabilità di verificarsi.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Prendi il 100% di probabilità di morire come un asintoto: anche se di giorno in giorno la probabilità di morire aumenta sempre di più, non c’è l’ora esatta oltre la quale nessuno può vivere un minuto di più.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Peucezio

                “probabilità”

                Hai sollevato una questione di metodo molto importante.

                Su argomenti simili ho appena pubblicato un paio di articoli, per cui forse ti posso rispondere sensatamente io.

                Esistono alcuni limiti validi per tutti e per sempre (ad es. non si può raggiungere esattamente la temperatura dello zero assoluto, non si può superare la velocità della luce nel vuoto…) ed alcuni limiti che forse non sono così universali ma che lo sono per tutti gli scopi pratici (ad es. non sono mai stati osservati individui che vivano più di diecimila anni…).

                In tutti i casi, comunque, non si può estrapolare a casi vicini al limite gli studi probabilistici che sono validi per la maggior parte dei casi in esame, senza incorrere nei problemi che appunto hai evidenziato tu.

                E’ proprio un teorema (“dei valori estremi”, o “di Pickens”) della teoria matematica della probabilità. In soldoni, il comportamento dei sistemi in condizioni estreme non è necessariamente simile a quello che si estrapolerebbe partendo dal loro comportamento solito. E ovviamente è sempre tale da rispettare quei limiti.

                (Così, studiando un gas perfetto a temperatura ambiente in un pistone si potrebbe provare a dimostrare che alcune, anche se pochissime, molecole del gas arrivano a furia di subire urti a superare la velocità della luce: ma è garantito che la dimostrazione sarebbe sbagliata.).

                Un’applicazione concreta sono i grandi terremoti. Si può prevedere ragionevolmente in che zona si verificheranno; ma per quanto uno possa studiare tutti i tracciati sismici del passato non si può prevedere a partire da quei tracciati quando si verificheranno, appunto perché sono troppo grandi.

                Magari ci saranno altri sistemi di previsione dei grandi sismi (l’ultima moda sono precursori sotto forma di onde radio che sarebbero state captate da satelliti prima del disastro in Turchia, o variazioni sospette dell’accelerazione di gravità terrestre prima dello tsunami di Fukushima… nulla di confermato). Ma di certo non basati sull’analisi statistica dei casi precedenti.

                Quindi no, partendo dai dati noti non si può prevedere statisticamente che una persona su un miliardo arriva a duecento anni. E’ proprio intrinsecamente insensato.

                Per prevedere che una persona possa arrivare a duecento anni senza averlo mai osservato, sarebbe necessario innanzitutto dimostrare (per via non statistica) che il limite della vita umana è, che so, di trecento anni. Si può pensare di farlo con un qualche modello dell’invecchiamento che produca previsioni falsificabili indipendentemente. per esempio, un tale modello potrebbe prevedere il numero medio di nei che l’epidermide di un anziano sviluppa nel corso degli anni, fornendo così una previsione che i dermatologi possono falsificare se sbagliata. Superato con successo tale test, il modello potrebbe ad esempio prevedere che ogni dieci generazioni una persona su un milione raggiunge i duecento anni. A quel punto si calcola quanti bicentenari ci sono in questo momento sulla Terra e si controlla l’anagrafe di tutti (se possibile).

                Ma con la statistica da sola comunque non ci si arriva.

                Tra l’altro, è questo il motivo per cui la parapsicologia, tanto di moda quando ero ragazzo io, è sparita dall’orizzonte scientifico. Le ‘prove’ a favore erano tutte e sole affermazioni di carattere statistico, ed è mancata una sola solida evidenza.

                ‘Extraordinary claims require extraordinary evidence’, diceva Carl Sagan.

                La statistica da sola non basta a provare nulla.

                Al più suggerisce le ipotesi che, sviluppate in un modello, portano alla fine a previsioni falsificabili, dunque sensate.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

  16. roberto scrive:

    segnalo OT per ridere la surreale polemica dei nostri destri regnanti che si inventano un baubau e lo combattono

    https://www.ilpost.it/2023/06/26/croci-vetta-montagne-cai/

    e contribuisco anche io: a me piace andare in montagna e ci metterei meno cose artificiali possibili (niente lapidi, memoriali, croci, obelischi, niente di niente). arrivare su un cocuzzolo che in genere è stretto e poco spazioso e dover evitare croci e bandiere è abbastanza fastidioso.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Nel comunicato del CAI si legge:

      “Che poi, a ben guardare, è lo stesso metro che il sodalizio ha adottato con i rifugi e con le vie ferrate, prendendosi cura delle strutture esistenti e, al contempo, dichiarandosi contrario alla realizzazione di nuovi innesti.”

      Ed era esattamente quello che avevo pensato subito anch’io: strano che non abbiano fatto le stesse polemiche mentre il CAI diceva anche “niente più ferrate” e “niente più rifugi” (in generale, il CAI è per il “niente più”… o almeno per la forte limitazione di strutture nuove su una montagna sempre più pesantemente antropizzata): evidentemente non gli è mai passato per l’anticamera del cervello che qualcuno volesse chiudere i rifugi già esistenti…

  17. Fuzzy scrive:

    “New-Age portinai quantistici e biodinamici dei chakra alla ricerca di verità sepolte e civiltà perdute”.

    Si, allora sarebbe il filone del “Tao della fisica”. Ma ricordo di averlo letto da giovane e di non averci capito niente. Capra è sempre stato un pessimo divulgatore. Tra l’altro sentivo in un’intervista, che si è pentito di questo libro e che ora si occupa di altro.
    Ma il taoismo resta valido. Si basa sulla cultura contadina cinese. Roba solida

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ fuzzy

      “taoismo”

      Il Tao-Te-Ching è roba serissima, ci mancherebbe altro.

      Non so abbastanza del taoismo per dire qualcosa di sensato sul resto.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  18. Mauricius Tarvisii scrive:

    Oggi leggo numerose testate che titolano un apparente virgolettato di Putin. La fonte (italiana) credo sia l’Ansa, che diligentemente scrive:

    “Putin, ‘rischiavamo di perdere tutte le conquiste in Ucraina’

    Poi se vai a vedere lui non ha mai parlato di conquiste, comprensibilmente (in genere le fonti russe parlano di “liberazione di…”, ma qui ha parlato semplicemente di “risultati ottenuti”), per cui il virgolettato non è altro che il punto di vista di chi scrive sulla posizione di chi viene menzionato.
    Insomma, ricorda un po’ certa letteratura, come pure certa bassa cronachistica, del Medioevo, in cui non ci si sforzava neppure di cercare di capire il punto di vista del nemico, ma gli si poteva mettere persino in bocca una frase come “noi siamo infedeli” e roba del genere 😀
    Un ulteriore passo sulla strada del declino del pensiero complesso.

    • Francesco scrive:

      Cioè questi fanno una sintesi perfetta e tu ci trovi le prove del declino del pensiero complesso?

      E’ evidente che Putin pensa di aver realizzato significative conquiste in Ucraina e di meritare un posto tra i grandi Zar, no?

      😀

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Ah, quindi posso sintetizzare questa tua risposta così

        Francesco: ‘la nostra stampa fa ottima propaganda e tu questo lo consideri declino. Putin ritiene di aver liberato una grande parte di Ucraina e di meritare un posto tra i benefattori della storia’

        • Francesco scrive:

          “risultati ottenuti” = “conquiste”

          non mi spingo oltre, non mi pare necessario.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Così le percepisci tu e sicuramente hai ragione, perché il tuo punto di vista è quello Vero e Giusto. Ma non è così che dice di percepirle lui.

            • Francesco scrive:

              Secondo me, invece, lo sa benissimo. Solo che di solito si ricorda di parlare “bene” e di rado gli sfugge la verità.

              PS sì, su alcune cose penso che il mio punto di vista sia corretto. Credo sia necessario per vivere.

    • PinoMamet scrive:

      Sugli Zar non ho idea, ma mi pare incontestabile che Putin abbia riportato significative conquiste in Ucraina.

      • Francesco scrive:

        OAPM!

        adesso però è ora di togliergliele.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Te lo ripeto da un anno e mezzo: vai.

          • giuseppe motta scrive:

            non mi sembra una gran risposta però

            Francesco come chiunque della nostra età sarebbe solo di impaccio alla causa

            del resto credo che all’Italia servirebbero più medici ma non è bene che ci vada io

            • Francesco scrive:

              troppo buono

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Ok, ma allora la sua frase diventa “ora qualcun altro deve togliergliele”.

              • Francesco scrive:

                va benissimo anche “la NATO deve togliergliele”

                direi una riedizione del maoista “colpirne uno per educarne 100”

                che è poi lo stesso gioco di Putin e forse la vera posta in palio in questa guerra

                io posso solo pagare le tasse e votare i partiti giusti, se li trovo

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ mauricius tarvisii

      “complesso”

      A proposito del declino del pensiero complesso, trovo questo in Rete:

      ‘Dopo i discorsi di ieri e di oggi di Putin, è chiaro che a tutti gli effetti pratici la Wagner non esiste più come forza militare autonoma. I suoi reparti saranno smembrati, buona parte degli effettivi giubilati (con onore, ci mancherebbe), l’equipaggiamento pesante requisito e assegnato alla Rosgvardiya (questo probabilmente è un sovrappiù di cattiveria da parte di Putin, visto che Prigožin, come estrema mediazione, aveva proposto di inserire la Wagner nell’organizzazione della Rosgvardiya). I wagneriti che andranno in Bielorussia lo faranno, secondo le parole di Lukashenko, come istruttori per l’esercito bielorusso, vista la loro enorme esperienza sul campo. Non è ancora chiaro che fine farà Prigožin – fine politica, ovviamente, non pare vogliano eliminarlo, ma come capopopolo è finito. Del resto Putin, oltre che nell’onore, lo ha colpito anche nel portafoglio, rivelando che dal maggio 2022 al maggio 2023 il governo russo ha finanziato la Wagner per un totale di 86 miliardi di rubli, mentre la compagnia di catering di Prigožin, la Concorde, ha incassato dal Ministero della Difesa altri 80 miliardi. Alla faccia del disinteressato cavaliere di ventura.
      Ad ogni modo, sia le parole di Putin che quelle di Lukashenko hanno definitivamente sgombrato il campo da equivoci e fraintendimenti: la situazione è stata ritenuta preoccupante e l’ipotesi di usare la forza è stata seriamente presa in considerazione, non perché Prigožin potesse conquistare Mosca, ovviamente, ma perché potevano derivare conseguenze pericolose per la tenuta dell’esercito e del paese. Qualcuno ai piani alti poteva unirsi ai rivoltosi? Non si sa e non viene detto, ovviamente. Certamente è possibile, ma non è successo, o se è successo anche costoro sono subito rientrati nei ranghi (ma non credo sia successo). Possibile poi che Prigožin sia stato comprato dai servizi occidentali? Non credo molto nemmeno a questo. È un uomo d’affari e i suoi affari li fa, o li faceva, in Russia. Io continuo a credere che abbia fatto quest’alzata d’ingegno perché ormai gli era chiaro che stava perdendo il controllo della gallina dalle uova d’oro, che la legge del 10 giugno era solo l’ultimo anello di una catena che a quello tendeva (prima il divieto di reclutare detenuti, poi il rifiuto di continuare a considerare la Wagner come il primo destinatario di rifornimenti e munizioni, poi i distinguo sul ruolo svolto anche dall’esercito e dell’aviazione nei successi sul campo, eccetera), e che era possibile che i servizi segreti stessero per agire contro di lui a breve. Ha provato a negoziare da una posizione di forza sperando di ricevere più consenso di quanto non abbia ricevuto, magari anche dall’Ucraina e dall’Occidente, e ha perso.
      Ad ogni modo, implicato o meno, l’Occidente ci ha creduto, ci ha creduto eccome. E ora è molto deluso, e non solo perché non sono morti dei civili russi o perché le FFAA russe non sono implose. Fateci caso, è tornato tutto l’armamentario retorico dell’inizio del conflitto: Putin solo, Putin isolato, Putin impazzito, Putin rabbioso, Putin all’angolo, Putin umiliato, Putin che ha perso il controllo della situazione. Putin, Putin, Putin, Putin. Come se la Russia fosse Putin. Come se eliminato Putin i problemi per la NATO si risolvano magicamente. E come se l’unica strategia percorribile fosse solo questa: sperare che la Russia, in un modo o nell’altro, si autodistrugga e abbandoni il campo. E in effetti questa è la strategia. Non ce n’è un’altra. Questo è tutto il gran piano. Palla lunga in area e sperare fortissimo.’

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        Ma lo hai scritto tu o Cardini? perchè il livello è quello.

        Desolante.

        Faccio solo notare che:

        1) “non esiste più” “saranno smembrati” mi sembra abbia un piccolo problema di consecutio temporum. Gli anglofoni parlano di wishful thinking.
        2) la Wagner è la politica estera russa in Africa, sarà “interessante” vedere cosa succederà là
        3) Prigozin sarà anche finito, per ora è vivo e, pare, libero. Dopo aver sfidato Putin. Mi pare sia il primo a durare così tanto.
        4) la Wagner inserita nell’esercito russo sarebbe altrettanto efficace? io ho qualche piccolo dubbio
        5) l’Occidente … qui siamo alla coda di paglia dello scrivente.

        PS e poi così cancelli l’opzione che la Wagner in Bielorussia sia pronta alla Grande offensiva finale per la Liberazione Totale dell’Ucraina!

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Francesco

          “Cardini”

          Sono lusingato che tu mi consideri a livello di Cardini.

          1. E’ una predizione, destinata probabilmente (come tutte) ad essere smentita.

          2. Vero.

          3. Putin è paziente, temo.

          4. Vero.

          5. perché? Il punto debole dell’Occidente (abbreviazione per ‘USA + vassalli’) è proprio il non avere un piano B. Questa non è una debolezza militare, ma politica. Essendo adesso l’aggressore, Putin può fermare l’avanzata quando vuole. Al contrario, qualunque esito della guerra che non sia una ritirata dei Russi dal 100% del territorio occupato da febbraio 2022 per l’Occidente è una sconfitta. (E’ come quando a bridge hai vinto la licitazione perché hai scommesso molto di più di quello che le carte che hai intenzione di usare lo consentono: poi non sai come tirarti fuori). E quando la forza militare non è accompagnata da una politica convincente si va incontro alla disfatta.

          PS. Ti dirò, non ci avevo affatto pensato. A me la Wagner in Bielorussia sembra più un deterrente verso un eventuale ingresso in guerra di Polonia e Paesi Baltici ‘indipendentemente’ dalla NATO in modo da non attivare l’art. 5. Wagner è indubbiamente temprata dai combattimenti ed è appena uscita dalla vittoria di Bakhmut. I Paesi Baltici, a parte alcuni battaglioni di fanteria con armamento leggero, hanno già mandato (inutilmente) a Kiev i loro blindati, e infatti adesso puntano tutta la loro difesa terrestre su tattiche di guerriglia e su squadre di fucilieri alla macchia nelle foreste, sul modello della Finlandia del 1940. La Polonia diventerà certo un Paese armato fino ai denti, ma ci vorranno anni. Nel frattempo, alla strombazzatissima (credimi) bellicosità di Varsavia corrispondono forze di terra con carenze imbarazzanti, specialmente per eccesso di burocrazia. Un esempio fra tutti: i reduci Polacchi dell’Afghanistan mutilati dagli IED Talibani sono stati curati dai medici militari USA a Ramstein, e rispediti in seguito a Varsavia per via aerea. Sbarcati dall’aereo con sedie a rotelle, stampelle e tutto, hanno dovuto chiamarsi il taxi e pagarselo di tasca propria per andare a casa, perché al Ministero della Difesa nessuno aveva provveduto ad andarli a prendere. Oggi come oggi, se Polacchi, Lettoni, Lituani ed Estoni dovessero intervenire in soccorso di Kiev, la Wagner li spazzerebbe facilmente via. Dopo tutto, fra Grodno e Białystok non ci sono neanche settanta Km, e il corridoio di Suwałki è a un tiro di schioppo.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            il punto 3 è contraddetto dai fatti: mi pare che Putin con gli oppositori abbia mostrato poca pazienza, se con Prigozny deve ostentarla forse ha qualche difficoltà.

            il punto 5 confonde, volutamente, propaganda e realtà. anche se la NATO dicesse di voler sbattere la Russia fuori da tutta l’Ucraina, quello che vuole davvero potrebbe essere diverso. ammesso che lo sappiano davvero, i coglioni.

            mi commuove sempre la tua Fede nella superiorità dell’Armata Rossa, sembri un reduce della battaglia di Berlino portato alla sfilata

  19. Mauricius Tarvisii scrive:

    Sintetizzandola: “Tranquillo, Santo Padre, possiamo scriverli noi i discorsi!”

    https://www.farodiroma.it/larcivescovo-di-kiev-ritiene-che-il-papa-non-comprende-appieno-il-dolore-dellucraina-e-lucraina-non-comprende-il-papa-s-c/

    “Tutti noi in Ucraina – ha spiegato l’arcivescovo uniate a Francesco, nell’occasione – sentiamo che oggi il Papa non comprende appieno il dolore dell’Ucraina e l’Ucraina non comprende il Papa. Non capisce certi suoi gesti, certe sue azioni. Ho detto ciò direttamente a lui, in quell’incontro. Gli ho detto: lascia che ti aiutiamo noi, se necessario. Possiamo aiutare anche a creare un pool di giornalisti che ti aiutino ad articolare correttamente il tuo messaggio, ciò che vuoi trasmettere all’Ucraina”.

    • Peucezio scrive:

      Facciano un cazzo di scisma e non rompano i coglioni.
      Mica l’ha ordinato il medico di essere in comunione con Roma.

  20. Andrea Bovenga scrive:

    ATTENZIONE! OMONIMIA!
    Miguel questa volta hai preso un granchio 🙂
    La Elena Stancanelli che ha scritto su Repubblica non e’ l’economista ma una scrittrice di romanzi https://it.wikipedia.org/wiki/Elena_Stancanelli
    Un caro saluto

  21. Fuzzy scrive:

    Francesco in un commento che non ritrovo facilmemte diceva che un tizio gli aveva spifferato che i petrolieri non sono per niente impensieriti dalle rinnovabili. Anzi, ne traggono dei vantaggi.
    E per forza, finché si aggiungono al petrolio anziché sostituirlo….In fondo anche per produrre le rinnovabili occorre del petrolio e tanto.
    https://www.rinnovabili.it/energia/sistemi-di-accumulo/piu-grande-fabbrica-di-batterie-termiche/
    Io poi come ho già detto non sono un perfetto luddista. Ad esempio apprezzo il solare termico e ancora di più le batterie termiche. Poi ci vuol misura. Pure il solare da balcone non disprezzerei, ma chi lo produce deve capire quello che vuole il cliente. Quindi vorrei un sistema che mi consentisse di tenere accese le luci per qualche ora dopo il tramonto ed eventualmente qualche semplice apparecchio elettronico. Tipo radio. E adesso che l’industria mi conosce aspetto il prodotto.

  22. Moi scrive:

    Sì, ma … che noia sarebbe starsene per ben 120 anni sempre lì nella Valle dello Hunza a nasare il culo agli Yak , no ? 🙂

    • Fuzzy scrive:

      Se fosse una noia li avrebbero trovati annoiati. Invece sembra siano sempre di ottimo umore.
      Poi se non vuoi annoiarti puoi sempre farti venire il diabete. Vedrai che poi ti godi.

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