La guerra e i funghi

Come sanno ormai anche i proprietari di fuoristrada, è in corso un pericoloso cambiamento climatico, strettamente legato alle emissioni di CO2 nell’atmosfera.

Finché il Covid non li ha rimandati tutti a scambiarsi messaggi su Whatsapp, qualche milione di giovani ha protestato per le strade del mondo al grido,

“Fate qualcosa!”

Non ne fate una colpa a nessuno, la nostra specie è così: l'ultima manifestazione per il clima a cui ho assistito, pioveva, era il Black Friday, e mentre una decina di attivisti megafonavano in Piazza della Repubblica, qualche migliaio di ragazzi che avevano fatto forca a scuola sono entrati nel negozio della Apple per vedere l'ultimo modello di smartofono

Le buone intenzioni sono indubbie, e infatti l’Inferno, essendone lastricato, gode di modernissime infrastrutture.

Fare qualcosa significa fare la Guerra, la Guerra significa immense quantità di soldi pubblici versati in tasche private in condizioni di controllo minimo (“che stai a cincischiare, è un’emergenza!“).

I più entusiasti statalisti, appassionati di novità rivoluzionarie, sono da sempre i grandi capitalisti.

Una serie di proposte riguarda la geoingegneria, con soluzioni creative quanto la bomba su Hiroshima.

Ad esempio, visto che il bianco riflette, rendiamo più candido il mondo abbattendo tutti i boschi nelle zone nevose, oppure riempiamo i campi di grano modificato geneticamente per renderlo albino.

Un’altra proposta consiste nell’oscurare letteralmente il cielo, riempiendo l’atmosfera di particelle di anidride solforosa sparate con i cannoni o lanciate da aerei militari.

Progetti lontani per ora dal realizzarsi, ma che rivelano un atteggiamento mentale che si riconosce subito.

Ora, esiste già un dispositivo in grado di affrontare la questione delle emissioni di CO2: anzi lo ha risolto eoni fa, trasformando completamente l’atmosfera in cui viviamo.

Si chiama rete fungina micorrizica, funziona da mezzo miliardo di anni, assorbe ogni anno tanto CO2 quanto ne producono gli Stati Uniti e non costa nulla.

Ne parla un bell’articolo di Toby Kiers e Merlin Sheldrake su The Guardian.

Confesso una cosa: anche se a scuola ci hanno insegnato che i funghi sono un regno a parte, io almeno quando sento natura penso a un alberello dalle foglie tutte verdi.

Con magari sotto qualche piccolo funghetto colorato.

Invece, i funghi non sono piante e non sono nemmeno verdi, e vivono quasi totalmente sottoterra, per cui li ignoriamo totalmente. Non sono sicuro che mi ricorderò domani il termine rete fungina micorrizica, che indica l’intima associazione tra funghi (mykos) e le radici delle piante, da cui dipende praticamente tutto.

Quindi apprendo a bocca aperta che nei dieci centimetri superiori del suolo, questa rete è lunga quanto la metà della nostra galassia. E assorbe incessantemente carbonio, nutrendo l’intero sistema di vita dell’unico pianeta nell’universo in cui sappiamo esserci (per ora) vita.

Il nostro pianeta sembra molto grande, ma la vita dipende dal suolo, e il suolo è una crosta sottilissima, e di cui non sappiamo quasi nulla.

La rete fungina micorrizica al microscopio

Tranne che lo stesso tecnosistema che si propone di bombardare il cielo lo sta avvelenando con pesticidi, fertilizzanti e fungicidi, lo sta cementificando, sta eliminando le innumerevoli varietà di piante che interagiscono con la rete fungina.

E se salta la rete fungina micorrizica, tutto ciò che vi cresce sopra è destinato a finire male, compresi OGM superproduttivi o foreste di alberi-soldatino rigorosamente identici piantati a milioni.

La maggior parte dei suoli del mondo è oggi profondamente degradato; e il rilascio dello 0,1% del carbonio immagazzinato dal suolo europeo equivale alle emissioni di cento milioni di automobili.

A quel punto comprendiamo che è assurdo bombardare il cielo e annientare i boschi siberiani, o al contrario piantare un trilione di alberi, come propone quacuno; è assurdo anche pensare di affrontare la questione partendo dalla sola riduzione delle emissioni delle auto.

E’ assurda tutta la logica della Guerra.

Riprendo qui una cosa che raccontai in un altro contesto.

Mi viene in mente un giorno, nelle campagne vicino a Siracusa, che c’era un pastore che faceva la ricotta.

Che è una faccenda lunga e complessa; e un uomo di città cercò di aiutarlo.

Allora il pastore gli disse,

“lassa u munnu com’è.”

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73 risposte a La guerra e i funghi

  1. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    “assorbe ogni anno tanto CO2 quanto ne producono gli Stati Uniti”

    …quindi non basta a risolvere il problema della CO2, visto che gli USA non arrivano al 30% delle emissioni totali. Siamo verosimilmente già oltre la capacità dei funghi (e dell’intera biosfera, del resto) di riassorbire un aumento così rapido della CO2.

    “non costa nulla”

    …quindi nessuno ci investirà sopra, perché di solito i guadagni si associano a dei costi. Se non costa nulla vuol dire che ce l’hanno tutti; se ce l’hanno tutti non c’è nessuno cui venderlo; se non si vende non ci si guadagna sopra; e se non ci si guadagna sopra nessuno investirà per svilupparlo.

    “Un’altra proposta consiste nell’oscurare letteralmente il cielo, riempiendo l’atmosfera di particelle di anidride solforosa sparate con i cannoni o lanciate da aerei militari.”

    Di gran lunga troppo complicato. Un conflitto (ad esempio fra India e Pakistan) con l’utilizzo di non più di un centesimo di tutte le testate nucleari esistenti solleverebbe, stando ai risultati di recenti simulazioni pubblicate su riviste scientifiche, abbastanza pulviscolo nella stratosfera da simulare l’effetto simultaneo di tante eruzioni vulcaniche, raffreddando l’atmosfera di 1,5 °C per un decennio e portando a un crollo dei raccolti che a sua volta diminuirebbe di un miliardo la popolazione umana del pianeta. A differenza di altre forme di ‘geoingegneria’, si tratta di una tecnologia già testata e disponibile che non richiede investimenti particolari (gli arsenali ci sono già). Mi chiedo se qualche politico sotto sotto non ci stia già pensando.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  2. Ros scrive:

    Merlin Sheldrake “L’ordine nascosto. La vita segreta dei funghi” 2020, Marsilio

    https://www.ibs.it/ordine-nascosto-vita-segreta-dei-libro-merlin-sheldrake/e/9788829705665

    Questo è un bel libro che magari già conosci.

    Oltre all’ecologia e all’ambiente, poi , se ne riscontrano millenari usi anche per l’ecologia della mente😎

    Funghi-gnomi-elfi…Robert Kirk “The Secret Commonwealth of Elves, Fauns and Fairies”

    Il regno segreto, Il giardino segreto, il paese di Oz, quello oltre lo specchio e pure delle meraviglie, l’Anywhere out of the world, ai piedi dell’arcobaleno…

    I Puffi! Che badaben son blu (bluificazione al tocco delle specie Psilocybe) che lo stregone Gargamella vuol catturare per i suoi riti e magiche pozioni

    L’Amanita Muscaria! Cosa sarebbero le fiabe senza l’Amanita Muscaria?

    • 'Alam al-mithal scrive:

      Eheh, il figlio del vecchio Rupert. Con più di un’influenza da McKenna mi pare. Ne ho sentito parlare ma non l’ho letto, almeno per ora. Tu sì? Com’è? (nel caso tu l’abbia letto?)

      • Ros scrive:

        @’Alam al-mithal

        Merlin Sheldrake! Il nome è croce e destino. Pare inventato 😁

        Per adesso ho letto solo il capitolo sull’etnomicologia, e sbocconcellato qua e là. Non s’allarga alla McKenna, tranquillo, resta più sul Samorini Giorgio😀, vola basso e ben documentato. Credibilità, reputazione…
        I giovini ci tengono, ci credono…

        Il libro sembra scorrevole anche per i digiuni o poco intereressati all’argomento, piacevole;
        pare voler – fin troppo – evitare i voli pindarici del padre che forse reputa imbarazzanti o compromettenti, chissà! 😀. Il nome basta.

        Si tiene troppo a chiappe strette delle volte

  3. fuzzy scrive:

    Oh, questo articolo è musica per le orecchie dell’ortolano per diletto Fuzzy!
    Il quale già nel remoto 2012 lesse questo libro
    https://www.lef.firenze.it/it/libro/alle-radici-dell-agricoltura
    e ne restò segnato per sempre. E ha pure messo in pratica. Poi qualche volta cerca di convincere gli agricoltori più tradizionalisti e viene insultato senza ritegno.
    Cosa serve ai funghi? 1 Radici di piante spontanee da cui ricavare nutrimento e 2 aria.
    E soprattutto affinché non muoiano, essendo appunto aerobi, bisogna evitare di seppellirli negli strati più profondi del terreno, come avviene con l’aratura, che rivolta la zolla.
    E poi niente concime, niente sostanza organica, pochissimo diserbo, solo in certi periodi, lasciando crescere le erbe spontanee per il resto del tempo.
    E chi può fare agricoltura in questo modo? L’agroindustria? No. È un metodo di coltivazione che si presta particolarmente a una attività agricola a conduzione famigliare.
    Ma il problema è che la gran parte delle persone guarda alla tecnologia come risoluzione di tutti i problemi, mentre si sa che superando una certa soglia di complessità, ogni tecnologia aggiunge problemi sempre più complessi, finché non collassa tutto il sistema.

    • Francesco scrive:

      ripeto una mia antica domanda: l’aratura non è pratica universale da quando esiste l’agricoltura? cosa è questa sua demonizzazione?

      grazie e ciao

      • Fuzzy scrive:

        http://www.ilnuovoagricoltore.it/restituiamo-vitalita-ai-terreni-agricoli-lo-chiede-leuropa-e-lo-pretende-il-portafogli/
        Ti consiglio di farti un giro nel sito.
        Queste sono le soluzioni tecnologiche ai tradizionali problemi dell’agricoltura.
        Poi c’è chi dice che in realtà il sistema migliore sarebbe fare circa le stesse cose ma in piccolo magari anche mettendo in contatto diretto il produttore con il consumatore.
        https://www.resilience.org/stories/2021-12-02/of-grain-and-gulags-a-note-on-work-labour-and-self-ownership/

        • Francesco scrive:

          il contatto diretto tra produttore e consumatore credo si chiami “Alto Medioevo”

          non era proprio un’epoca di grandissimo splendore, a meno di essere un lupo

          • Fuzzy scrive:

            Diffido della Storia dislocata avanti e indietro con lo stampino.
            Ci sono attualmente molte aziende agricole che in qualche modo operano già sul territorio, magari appoggiandosi al turismo.
            Ma poi il problema di fondo, relativamente al commercio su larga scala delle derrate alimentari, è di tipo energetico. Navi, camion, grandi magazzini, refrigerazione.
            Lo sai, penso, come siamo messi con il gasolio, il gas la benzina….
            Certo, nessuno ha la soluzione in tasca, ma qui si tratta di scegliere il meno peggio in tempi neanche tanto lunghi.

            • Francesco scrive:

              quello si imporrà, immagino, solo me lo aspetto molto peggio di quello che pensi tu

              rendimenti bassissimi e lavoro duro, con le città a crepare di fame, che di solito porta a soluzioni politiche estreme quanto inefficaci

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Ci sta. Invece di avere un unico camion che porta la verdura in città, facciano diecimila automobili che portano ciascuna un sacchetto di insalata.

            • Fuzzy scrive:

              Qui dalle mie parti molti agricoltori mettono fuori il banchetto e vendono al dettaglio frutta, verdura, riso, farro, pasta, vino, miele ecc.
              Roba biologica che se non è autoprodotta, viene comunque dal circondario. Ottima qualità, costo ragionevole, molta clientela.
              Ma io parlo per l’Emilia Romagna.
              Passando talvolta per altre regioni adiacenti, non ho mai visto niente del genere, se non per le ciliegie sui colli Euganei.

              • PinoMamet scrive:

                Ma per curiosità dove stai?

                Io non ho mai visto niente del genere, però so che ci sono molti mercati “a chilometro zero” e ho amici universitari che facevano una roba chiamata tipo “la spesa solidale” per cui un tizio gli portava delle verdure, e regolarmente gli appioppava quelle che non piacevano a loro, ultime rimaste.

                Ma ammetto di non essermene mai interessato molto.

                Vedo che anche nel cortile di una chiesa, davanti al quale passo per lavoro, c’è un mercatino di un’azienda agricola.
                Boh?

              • Francesco scrive:

                in ogni caso, le verdure e la frutta devono arrivare dal produttore all’affamato

                non è che il moto dell’affamato verso la fattoria produce meno inquinamento che il moto in senso opposto, facilmente è il contrario, come nota Mauricius

                carretto trainato dal mulo?

              • Fuzzy scrive:

                Tempo fa mi arrivava per mail un pdf che credo si chiamasse “Vivere sostenibile” dove, tra le varie cose da fricchettoni c’era il calendario dei mercatini contadini. Piccoli mercati che si tenevano qua e là nella zona del bolognese, nei giorni festivi.
                Insomma, c’è l’usanza.
                Devo dire che quelli che mettono fuori i banchetti sono in gran parte posizionati lungo strade provinciali piuttosto trafficate. E si capisce il motivo.
                Poi ci sono pure i normali negozi
                fi frutta e verdura che non vanno certo ad approvvigionarsi
                in Sud Africa. E infine ci sono i contadini che regalano ai conoscenti che so, i cachi che altrimenti resterebbero sull’albero, o le prugne per fare la marmellata. Mia madre riceve ogni anno delle zucche da una sua amica. Io regalo kiwi, perché pur coltivandoli, non riesco a mangiarli.
                Insomma, basta guardarsi un po’
                intorno e qualcosa si trova.

              • PinoMamet scrive:

                “Poi ci sono pure i normali negozi
                fi frutta e verdura che non vanno certo ad approvvigionarsi
                in Sud Africa. ”

                Non ne sarei troppo sicuro…

              • Fuzzy scrive:

                Beh, dove vado io qualche volta, si vede ogni tanto un tipico contadino che arriva con il Fiorino e scarica le cassette.
                Ma poi la verdura fresca la senti dal sapore. Per la frutta non saprei. Di sicuro le arance non sono un prodotto locale.
                Tra l’altro i poveri produttori di arance sono vittima di un particolare tipo di contrattazione detto mi pare ‘a doppia asta” dove i loro margini di guadagno sono ridotti al minimo immaginabile.

              • Francesco scrive:

                Scusa se rompo ancora ma il Fiorino di 400 anni fa non è esattamente il Veicolo Verde dell’Anno, lo sai?

                ciao

                PS io adoro quei mercatini ma per brutali questioni di sapore del cibo

              • Fuzzy scrive:

                https://formiche.net/2021/11/crisi-energetica-alimentare-fertilizzante/
                Non è il Fiorino il problema, e neanche i lupi. Tra non molto si vedrà l’effetto della carenza di fertilizzanti.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Francesco

            “non era proprio un’epoca di grandissimo splendore, a meno di essere un lupo”

            Diciamo che l’epoca che ci attende non sarà di grandissimo splendore.

            Cerchiamo di entrarci nella maniera più decente possibile.

            Per citare un altro detto siciliano fondamentale,

            càlati juncu, ca passa a china“: calati, giunco, che passa la piena.

            Che mi sembra anche uno splendido slogan antimilitarista.

            Da mettere a confronto con quello che possiamo definire lo slogan della Guerra (contro il Terrorismo, la Fame, il Covid, il Cambiamento Climatico):

            Sparagli Piero, sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora

            • Francesco scrive:

              perchè Piero era addestrato male e sparava storto!

              da quando hanno invento le armi a ripetizione, l’inquinamento da piombo è esploso sui campi di battaglia

  4. Mauricius Tarvisii scrive:

    “o al contrario piantare un trilione di alberi”

    Gli alberi catturano il carbonio, i funghi lo stoccano e basta, ma l’assorbimento in sé è dovuto agli alberi. Inoltre senza piante il fungo simbionte non può sopravvivere, ma non è vero il contrario.

  5. roberto scrive:

    ricetta per la ricotta, facile e relativamente veloce

    suggerisco solo di riscaldare un po’ di più il latte prima di aggiungere il limone, perché vengono più velocemente i grumi e ovviamente si può comprare il caglio invece di usare il limone che personalmente non mi piace molto. mi hanno suggerito di sostituire il limone con l’aceto di riso ma non ho mai provato

    https://www.eataly.net/it_it/magazine/guide/come-cucinare/come-fare-ricotta-veloce

    suggerimento per il pastore “fatti i fatti tuoi” oppure “non giudicare un libro dalla copertina”
    🙂

  6. Francesco scrive:

    “lassa u munnu com’è.”

    E alla fine, porca txxxx, mi tocca sempre trovarmi spalla a spalla con Andrea.

    No, no, no. Nulla è più contrario alla mia natura come essere umano di questa idea, compresa l’estinzione totale per disastro artificiale.

    Io esisto se cambio il mondo – esisto bene se cambio il mondo bene è verissimo ma è “ontologicamente” un secondo livello.

    Poi ci sarebbe la questione di “PERCHE’ il mondo è come è e CHI lo fa così”

    L’unico problema con Andrea è che da tutte risposte sbagliate alle domande giuste.

    😀

    • roberto scrive:

      Io sto in una via di mezzo. Mi piace cambiare quando mi pare necessario

      • Francesco scrive:

        dillo a me, che sono pigro di natura intima!

        ma almeno metà dei “lassa u mundu” sono ladri e profittatori, non saggi che seguono la corrente del fiume ed evitano di perire a causa delle piene

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Francesco

          “profittatori”

          Concordo… e soprattutto sono gente che se lo può permettere, come il Luigi XV di “dopo di me il diluvio”.

          Oppure poveracci talmente poveri da non avere speranza di riscatto, che si consolano con un fatalismo che non costa nulla.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

    • PinoMamet scrive:

      Ma io non tirerei troppe conclusioni da una frase estemporanea di un tizio esasperato da un altro tizio che gli vuol dare una mano e fa solo dei casini 😉

  7. Fuzzy scrive:

    https://www.rinnovabili.it/agrifood/ecoschemi-nuova-pac/
    La solita furbizia d’accatto degli italiani.

  8. Mauricius Tarvisii scrive:

    Uno dei cardini ideologici del femminismo di sinistra è l’esistenza di un legame strettissimo tra Chiesa e capitalismo. Ogni tanto qualche decerebrata se ne esce con “prove” di questo legame.
    Buono spettacolo.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/12/05/5-dicembre-caccia-alla-streghe-violenze-per-5-secoli-fondate-sul-mito-costruito-per-rafforzare-il-patriarcato-e-le-gerarchie-del-capitalismo/6416041/

    • PinoMamet scrive:

      Bellissimo: uno di quegli articoli che è impossibile smentire, perché non si capisce di cosa stiano parlando.

      La nascita del capitalismo? L’economia del Rinascimento? Il ruolo delle donne nel Medioevo? Parla di tutto e di niente, dagli accenni alla stregoneria nei testi latini
      (ma che pigrizia! avrebbe potuto risalire benissimo ai babilonesi, grandi appassionati di storie di fantasmi, negromanzia ed esorcismi) all’ultima donna condannata come strega, ci informa… nella Svizzera calvinista del XVIII secolo.
      Quindi colpa della Chiesa cattolica rinascimentale 😉

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Pino Mamet

        “Quindi colpa della Chiesa cattolica rinascimentale”

        non mi sembra che dica esattamente questo: dice che la societa che si sta trasformando, ha bisogno di marginalizzare il lavoro non monetario femminile; e lo fa attraverso le ideologie in vigore all’epoca, cioe il cristianesimo.

        Boh, io la trovo interessante la tesi, anche se ci vorrebbero conoscenze enormi per discuterne sul serio.

        • PinoMamet scrive:

          Non discuto del libro della Federici, che non ho letto;

          parlo dell’articolo sul libro, che ho letto e di cui non ci ho capito niente.

          A naso comunque l’idea che il capitalismo sia una “guerra alle donne” mi pare una scemenza.

    • Moi scrive:

      … ma manco un’ antica capsuletta spaziale in un bassorilievo di sboranta secoli fa ?! 😉

    • Peucezio scrive:

      Ma non si può fare una legge che vieti categoricamente ai giornalisti di parlare di storia?

      Anzi, che vieti loro di parlare tout court?

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Peucezio

        “legge che vieti ai giornalisti di parlare di storia”

        La Federici non è una giornalista, è una storica. Poi ho sempre dei dubbi sugli storici che sono dichiaratamente “qualcosa”, nel caso suo “femminista e marxista”.

        • PinoMamet scrive:

          L’articolo non lo ha scritto la Federici, però, ma tal Olimpia Capitano.

        • PinoMamet scrive:

          E mi auguro che sia sua, e non della Federici, una frase come ” All’interno di questo modello emerge una gerarchia sociale che colloca le donne in posizione subordinata rispetto agli uomini e ne svaluta il lavoro riproduttivo, raccontato come mansione naturale e non come elemento necessario al capitalismo, che ne trae forza lavoro e indirettamente profitto.

          Che io, nella mia ignoranza maschile e patriarcale, interpreto come: secondo ,’sta tizia fare i figli non è cosa naturale ma è un lavoro, e se lo è inventato il capitalismo.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per MT

      “Buono spettacolo.”

      Se ho capito bene, la Federici dice che si passa alla vita strutturata, “borghese”, fondata sul denaro, uscendo da sistemi piu legati al lavoro riproduttivo, e per farlo si mettono in riga le donne.

      La tesi ha una qualche logica, bisogna vedere se ha un minimo di rapporto con la storia sociale: non so la Federici, ma il limite spesso di questo tipo di storiografia testuale è che trascura i fatti sociali ed economici.

      Banti, in un altro contesto ovviamente, ha fatto una simile critica alla storiografia marxista del Risorgimento, e Robert Darnton a quella della Rivoluzione francese: il mito della “ascesa della borghesia che ha bisogno di un mercato unitario” non regge di fronte ai fatti socio-economici.

  9. Moi scrive:

    @ MAURICIUS

    Chi è il Maestrone di Yoga No Vax che vuol curare il Covid con la Respirazione del Sacro Om ? … Per esistere, esiste; il nome però NON lo so.

  10. Moi scrive:

    https://www.ildolomiti.it/blog/riccardo-petroni/dai-vaccini-pericolosi-al-covid-usato-per-imporre-una-dittatura-luciferina-pluto-giudaico-massonica-il-cardinal-vigano-e-linquietante-manifesto-dei-cattolici-conservatori

    Dai vaccini ”pericolosi”, al Covid ”usato” per imporre una dittatura luciferina ”pluto-giudaico-massonica”: il Cardinal Viganò e l’inquietante Manifesto dei cattolici conservatori

  11. mirkhond scrive:

    Non mi risulta che Viganò sia cardinale.

    • Moi scrive:

      Credo che sia stato scomunicato e per ripicca a Bergoglio (da lui ritenuto Eretico su di un Soglio Vacante) si è riciclato Lefebfrivano !

    • Miguel Martinez scrive:

      Titolo:

      “Dai vaccini ”pericolosi”, al Covid ”usato” per imporre una dittatura luciferina ”pluto-giudaico-massonica”:”

      Poi vai a leggere e scopri che

      “Viganò nel suo discorso non usa mai la parola “ebrei”, ma cita testualmente le famiglie ebree Rothschild, Rockefeller e Warburg, che definisce “ben note” e “oligarchie internazionali di banchieri e di usurai”.

      I Rockefeller non sono ebrei, è il giornalista complottista che pensa che lo siano.

      Anzi, rincara la dose (notare che “ebraica” non è virgolettato)

      “Ecco che questa “dittatura universale” per Viganò coincide con “l’emergenza pandemica”, e cita l’ebraica “Fondazione Rockefeller””

      Le tesi di Viganò sono a dir poco discutibili, ma il giornalista ci mette parecchio di suo.

      • Miguel Martinez scrive:

        Avrei moltissimo da ridire sui presunti “mandanti” di Viganò, ma certo se sostituiamo il concetto “hanno inventato la pandemia per” con il concetto “stanno sfruttando la pandemia per” (e togliendo gli accenni molto cattolici al controllo demografico attraverso la sterilizzazione), non è del tutto sbagliato quello che dice:

        : “Imporre le misure di controllo della popolazione, cancellare con il lock-down ed il greenpass la piccola media impresa a tutto vantaggio di pochi gruppi internazionali, demolire l’istruzione con la didattica a distanza, abbassare il costo della manodopera e del costo dipendente con lo smart-working, privatizzare le sanità pubbliche a vantaggio dei big-farma, consentire ai governi di usare lo stato di emergenza per legiferare in deroga al diritto ed imporre i cosiddetti vaccini all’intera popolazione, rendendo i cittadini tracciabili in tutti i loro movimenti, rendendoli malati cronici o sterili. Tutto ciò che l’elite voleva fare l’han fatto. Un immane crimine nei confronti dell’umanità”.

  12. mirkhond scrive:

    Non mi risulta tale scomunica, stando almeno a wikipedia.

  13. Andrea Di Vita scrive:

    @ tutti

    Certo di far cosa gradita, posto il seguente link:

    http://www.massimofini.it/articoli-recenti/2119-il-politically-correct-distrugge-l-italiano

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • roberto scrive:

      massimo fini ha un potere straordinario, mi rende simpatiche tutte le cose contro le quali lui scrive…per dire, fino a cinque minuti fa detestavo la scrittura inclusiva
      🙂

  14. Miguel Martinez scrive:

    Qui trovo una recensione dell’amica Daniela Danna al libro della Federici

    http://www.danieladanna.it/wordpress/il-grande-calibano-di-silvia-federici-e-leopoldina-fortunati/

    purtroppo il link al libro non funziona, vi fo sapere…

    Interessante la difesa del Medioevo.

    Comunque uno sguardo profondamente diverso da quello solito “progressista-contro-reazionario”

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Il problema è che non c’è nessuna correlazione tra accumulazione e caccia alle streghe. L’inizio dell’accumulazione avviene in Italia in pieno Medioevo, cioè in un periodo ed in un luogo che con l’isteria sulle streghe c’entrano pochissimo. Non c’è una vera discontinuità tra l’accumulazione medievale e quella rinascimentale.
      In mancanza di correlazione, mi sembra difficilissimo sospettare un nesso di causalità e l’unico motivo per cui le femministe di sinistra lo fanno è perché cercando di giustificare a posteriori una propria posizione ideologica. Ma non si fa storia in questo modo.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per MT

        “Il problema è che non c’è nessuna correlazione tra accumulazione e caccia alle streghe.”

        E’ quello che sospetto sia il punto debole della Federici. O meglio, anche se trova delle autentiche correlazioni singole, non è detto che ci sia una correlazione più generale.

        Casomai ci potrebbe essere (ma ne riparlo quando avrò letto il libro) una correlazione tra le “organizzazioni” in generale: chiesa, stato, impresa, le burocrazie letterate e calcolanti che cominciano a stringere sulla vita vissuta.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Anche qui i conti non tornano. La caccia alle streghe è un fenomeno “dal basso”: sono le comunità a fare a pretendere i processi e sono le istituzioni più vicine alle comunità stesse a condurre i processi. Le istituzioni “lontane” e burocratizzate costituiscono, invece, un ostacolo e dove sono più forti, come inquisizione centralizzata o come apparato statale più sviluppato, c’è stato un atteggiamento di profonda ostilità nei confronti di questi processi: i veneziani privarono di privilegi in materia di amministrazione della giustizia la Val Camonica e la Suprema Inquisizione spagnola usò un’isteria basca che coinvolse il tribunale locale per accentrare una serie di procedimenti. E questo spiega anche la maggiore incidenza della caccia nei paesi protestanti.
          In generale, mi pare che queste autrici raccontino quello che vorrebbero che fosse vero e che tutto il credito di cui godono derivi solo da quanto sia pervasivamente radicata la loro ideologia di riferimento.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per MT

            “La caccia alle streghe è un fenomeno “dal basso”:”

            non pretendo di avere le tue competenze in materia, e non ho ancora letto il libro della Federici.

            Comunque la Capitano (che non è la Federici) nel suo articolo cita decisioni “dall’alto”.

            Può darsi che fossero un’adesione a una spinta dal basso, ma (a parte il Malleus) stiamo parlando di documenti pontifici.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Il Malleus Maleficarum non è un documento pontificio: non è stato redatto dalla cancelleria papale.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Tra l’altro sono state messe in discussione un bel po’ di cose sul Malleus Maleficarum, dall’approbatio (recentemente si è sostenuto che sia un falso) alla stessa paternità (si dibatte se realmente uno dei due firmatari ne fosse autore o se fosse stato messo dentro solo per dare autorevolezza all’opera).

  15. mirkhond scrive:

    Peucezio

    c’è una mail per te.

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