Medioevo, modernità e corpi femminili

Si discuteva tra i commenti di un articolo di Olimpia Capitano, dal titolo un po’ pesante, 5 dicembre: caccia alla streghe. Violenze per 5 secoli fondate sul mito costruito per rafforzare il patriarcato (e le gerarchie del capitalismo).

L’articolo prende spunto dalle tesi della sociologa Silvia Federici, espresse tra l’altro in un libro famoso, Il grande Calibano. Storia del corpo sociale ribelle nella prima fase del capitale. Che confesso di non aver ancora letto (lo potete scaricare a questo link).

Per la Federici, la modernità implica la trasformazione del corpo – con tutte le sue implicazioni vitali – in macchina produttiva. Una riflessione che va in senso contrario a tutta la fuffa dell’autoelogio progressista cui siamo stati sottoposti sin dall’infanzia.

Bisognerebbe avere una cultura storica pari alla sua per poter accertare se oggettivamente tutti gli indizi che lei raccoglie abbiano il senso che attribuisce loro.

Ma dal mondo della vita siamo passati all’età dell’acciaio, per arrivare all’età della plastica attuale: e il passaggio dalla vita all’acciaio è stato certamente almeno simile a ciò che racconta la Federici.

Condivido con voi quanto ne scrive l’amica Daniela Danna, che nel proprio curriculum si autodefinisce così:

Ricercatore confermato in Sociologia generale (SPS 07) presso il Dipartimento di storia, società e studi sull’uomo dell’Università del Salento. Sospesa dall’1.12.21 al 30.5.2022 per grave insubordinazione, ovvero aver lasciato i propri studenti, fermi e distanziati ai banchi, liberi di scegliere se coprirsi la bocca con un pezzo di stoffa/plastica o no.

Trovo importanti brani del libro della Federici, che Daniela cita nell’articolo.

In fondo, sappiamo che un “altro mondo è possibile”, solo perché è già esistito.

Il grande Calibano, apparso nel 1984 e il cui sottotitolo è Storia del corpo sociale ribelle nella prima fase del capitale, è una lettura obbligata per comprendere noi stess* nell’epoca capitalistica in cui viviamo.

Mette in prospettiva il nostro modo di vivere profondamente individualistico, ossessionato dal lavoro e timoroso del piacere confrontandolo non con un “altro mondo possibile” ancora tutto da inventare, ma con quello che era lo stile di vita delle epoche precapitalistiche, in particolare del tanto vituperato medioevo.

Il sessocidio della caccia alle streghe, la distruzione della conoscenza dei mezzi anticoncezionali, la feroce persecuzione dell’aborto, l’alienazione ed estraneità nel rapporto tra individuo e proprio corpo sono alcuni dei peggioramenti della vita sociale e individuale nel passaggio dal “mondo del valore d’uso” a quello del valore di scambio. Come scrivono le autrici:

“L’individuo medioevale, con le sue caratteristiche psicologiche e fisiche, – l’attaccamento/distacco per la vita, la sua conoscenza e accettazione della morte, una disponibilità al gioco che lo fa apparire ai nostri occhi infantile, delle barriere emotive meno spesse delle nostre, un atteggiamento più immediato e manifesto nei confronti della violenza, ecc. – muore nei tanti sudari del nuovo modo di produzione.

Muore nei laboratori della manifattura, per una giornata sempre più gonfia di pluslavoro all’ombra di un tempo ormai meccanizzato, all’interno di uno spazio sempre più violentemente predeterminato, dietro gli steccati delle enclosures, sotto la sferza delle crisi e del rialzo dei prezzi, col marchio del vagabondo, del criminale, del povero. 

Muore anche tra le fiamme dei roghi, nella macchinizzazione del corpo, sotto il dominio della ragione, nella distruzione della magia, dentro le museruole e le cinture di castità, nello sviluppo della prostituzione, negli editti contro le amiche, nelle leggi contro le danze e le feste, nell’emergere della privacy, dietro la nascita dell’infanzia, di fronte al decollo dell’autorità paterna, nel labirinto del self-control” (pagg. 7-8).

La trasformazione dei corpi in macchine per la produzione è documentata con sezioni sui bambini, sulle buone maniere, sulla struttura delle abitazioni, sui mille modi in cui l’individuo è stato progressivamente isolato, nel tentativo di dare vita all’homo oeconomicus che agisce in modo puramente razionale (almeno così crede…). Scopriamo che i legami sociali erano molto più forti, che il sesso non era tabuizzato, che le donne erano molto più rispettate, mentre la caccia alla streghe ha segnato il cambiamento di regime e l’affermarsi dell’accumulazione del capitale come scopo sociale a cui tutto subordinare allora in Europa come oggi in Africa, come scrive Federici nell’introduzione a Caliban and the witch e sull’International Journal of Women’s Studies dell’ottobre 2008 (http://www.bridgew.edu/soas/ jiws/Oct08/Federici.pdf). Con il passaggio al capitalismo:

“Tanto per l’uomo che per la donna il corpo è posto come non valore, come la macchina naturale per eccellenza. Nei confronti del corpo femminile inoltre vi è la determinazione da parte del capitale di farlo lavorare a pieno ritmo anche per quello che concerne la produzione della nuova forza-lavoro. Lo sviluppo della popolazione si fonda sul funzionamento dell’utero come macchina che si può mettere in moto anche ad insaputa e contro la volontà della donna” (pag. 8).


L’attenzione alla magia e al paranormale è l’unica sbavatura personalmente non condivisibile, che si riconnette ai percorsi di ricerca anche di altri storici-filosofi come Giorgio Galli e Luciano Parinetto.

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446 risposte a Medioevo, modernità e corpi femminili

  1. Mauricius Tarvisii scrive:

    A casa ho un vecchio libro il cui titolo è “La transizione dal feudalesimo al capitalismo”, che vi linko sotto. Si tratta di una raccolta di articoli apparsi qua e là, ciascuno in risposta agli altri, dove gli autori si accapigliano tra di loro per decidere quando e come sarebbe avvenuta questa supposta transizione.
    Dopo non so quante pagine di articoli di sociologi e ideologi marxisti, si trova un articolo di risposta scritto finalmente da uno storico, Lefebvre, il quale in poche righe ed in forma elegante esprimeva un concetto semplice: erano tutte cazzate fondate più su una schematizzazione ideologica che su un vero studio della realtà storica.

    Ecco, credo che, per le ragioni che ho scritto dall’altra parte e che, con calma, riporterò anche qui, si possa dire lo stesso: sono tutte cazzate fondate più su una schematizzazione ideologica che su qualsiasi tentativo di comprensione della realtà storica.

    https://www.ibs.it/transizione-dal-feudalesimo-al-capitalismo-libri-vintage-vari/e/2566890013776

    • Francesco scrive:

      A volte lo amo, MT!

      Io ero tentato di far notare che “museruole e cinture di castità” sono invenzioni ottocentesche di pervertiti moderni che si eccitavano con racconti immaginari sul Medioevo.

      Ma il suo lapidario “sono tutte cazzate” è degno di Clint.

  2. Mauricius Tarvisii scrive:

    “ovvero aver lasciato i propri studenti, fermi e distanziati ai banchi, liberi di scegliere se coprirsi la bocca con un pezzo di stoffa/plastica o no.”

    La nostra decide di essere competente in epidemiologia e stabilisce quali misure di prevenzione sono necessarie e quali no contro la diffusione di un virus.
    Comincio a pensare che la giornalista non abbia affatto travisato le sue opinioni: persone completamente alienate dalla realtà, che vivono prigioniere dei propri schemi ideologici e che sono abituate a non scontrarsi mai con un riscontro negativo (puoi scrivere impunemente cazzate femministe sulla società di oggi, per cui a fortiori puoi farlo sulla società di cinquecento anni fa), sono particolarmente propense a fare cattiva storiografia ideologizzata. Un aspetto positivo del Covid è che, davanti all’evidenza, sta facendo venire a galla chi è abituato a negarla impunemente.

    • Miguel Martinez scrive:

      per MT

      “Comincio a pensare che la giornalista non abbia affatto travisato le sue opinioni:”

      precisazione – qui abbiamo a che fare con tre persone distinte: la Olimpia Capitano, di cui non so nulla; la storica Silvia Federici; la sociologa Daniela Danna, che ha fatto una recensione del libro della Federici.

      Conosco abbastanza bene il lavoro della Daniela sugli effetti demografici della rivoluzione industriale, quindi un periodo successivo di parecchio alla caccia alle streghe che interessa la Capitano.

      Da capire quanto la Federici parli della caccia alle streghe nel suo libro, una volta letto, ne riparliamo.

    • roberto scrive:

      gurada, stavo per scrivere la stessa cosa…in più premette ” le competenze dei docenti universitari non devono sconfinare nell’ambito sanitario” per poi appunto sconfinare nell’ambito sanitario

      l’ennesimo esempio di persona troppo intelligente, non come le pecore….

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “” le competenze dei docenti universitari non devono sconfinare nell’ambito sanitario” per poi appunto sconfinare nell’ambito sanitario”

        Veramente è il contrario: lei dice di avere le competenze per parlare di sociologia, non di come la gente si deve comportare per prevenire il Covid.

        Come non ha la competenza per fare la multa a chi parcheggia in sosta vietata.

        Mica ha detto, “toglietevi le maschere!”. Semplicemente a un esame (a luglio, a Lecce, in una grande aula, con le finestre tutte aperte, nel periodo dell’anno in cui le infezioni sono naturalmente al minimo) non ha insistito nell’obbligare chi non lo voleva a stare per ore con la maschera.

        L’altro giorno ho dato l’esame di proficiency della Cambridge tanto per avere un pezzo di carta – e ti assicuro che anche a dicembre, ti fiacca intellettualmente in modo incredibile, stavo per addormentarmi a più riprese.

        • roberto scrive:

          scrive:

          *studenti con difficoltà respiratorie* perché evidentemente ha competenze per diagnosticare difficoltà respiratorie

          *fermi al banco e distanziati* perché evidentementente sa che basta anche se sei in una stanza chiusa

          “città scarsamente toccata dalla Covid-19” perché evidentemente sa che se è scarsamente toccata stai sicuro con le misure che lei crede utili

          “Inutile dire che non c’è stato nessun contagio”, ovviamente ci fidiamo sulla parola ma ancora una volta si basa sulle sue competenze per decidere che le sue scelte sono giuste (avesse detto “abbiamoa vuto ‘na botta di culo” avrei capito meglio”

          “la mascherina – per chi ci crede, e per essere efficace – è infatti un trattamento sanitario” ora, se è un trattamento sanitario perché autorizzi a toglierla dopo aver spiegato che non hai competenza in materia sanitaria?

          sient’amme quando un amico sbaglia gli rendi servizio a dire “guarda che stai sbagliando” invece che dargli sempre ragione

        • roberto scrive:

          “stavo per addormentarmi a più riprese.”

          certo, lo capisco! io ho fatto delle udienze di 5-6 ore di fila ed in più con la FFP2 che era obbligatoria….e so di chirurghi che l’hanno utilizzata per 12 ore di fila mantenendo la concentrazione

        • Peucezio scrive:

          Roberto e Mauricius,
          qui la cosa è molto semplice.
          Se sono un docente lo stato non ha il diritto di chiedermi di fare il poliziotto.
          E c’è un enorme differenza fra il volersi sostituire ai medici e voler fare il medico senza averne titoli e invece non essere in sintonia con la medicalizzazione della società e la trasformazione del mondo in un immenso ospedale a cielo aperto.
          È opinabile che
          1) si debbano utilizzare dispositivi medici dappertutto,
          2) che un docente debba preoccuparsi di fare l’infermiere o il paramedico, che sorveglia l’applicazione e l’uso di tali dispositivi.

          Siamo proprio una società di vecchi viziati ipocondiraci di merda, che siccome non hanno figli vogliono campare dieci anni in più fottendosene di distruggere l’economia, la socialità, rovinare l’infanzia e l’adolescenza di quel poco di generazione giovane che c’è, compremetterne la formazione con la ridicola didattica a distanza.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “Se sono un docente lo stato non ha il diritto di chiedermi di fare il poliziotto.”

            Davvero? E questo sarebbe vero dal punto di vista giuridico, da quello morale o da entrambi?

            • Peucezio scrive:

              Non lo so.
              Una sociologa non è tenuta ad essere giurista.
              Ma proprio per questo non è tenuta a svolgere compiti che non sono quelli della sua professione.
              Non è che siccome non sono un avvocato, arriva qualcuno e ha il diritto di impormi di andare a pulire i cessi.

              • Peucezio scrive:

                Saranno legittime sul piano giuridico.
                Questo dimostra che le leggi sono fatte male.
                Tra l’altro si avrebbe quantomeno diritto all’obiezione di coscienza laddove tale mansione si scontrasse con intimi convincimenti o con propri scrupoli etici.

              • Peucezio scrive:

                Peraltro sarebbe da capire come funzionano codeste “mansioni accessorei”.
                Sono definite nel contratto? O nella tipologia di contratto?
                Oppure in virtù di esse chiunque può chiederti qualunque cosa, compreso davvero pulire i cessi?

              • Francesco scrive:

                Peucezio,

                hai presente quando si dice che l’Italia è morta soffocata da una iper-normatività formalistica e burocratica e astratta e sindacalistica? ecco, sei tu adesso.

                🙂

              • roberto scrive:

                peucezio

                “Peraltro sarebbe da capire come funzionano codeste “mansioni accessorei”.”

                mauricius ti risponderà meglio ma no, non sono incluse nel contratto ma sono tutte quelle mansioni oggettivamente connesse alle proprie mansioni e che ti vengono chieste occasionalmente

                per dire, ho una segretaria che mi prepara i fascicoli, è malata, e stavolta me lo preparo da solo anche se si tratta di passare due ore a stampare, graffettare, bucherellare, classificare fogli di carta e fare una serie di operazioni amministrative abbastanza pallose

          • roberto scrive:

            Pëucezio

            “Se sono un docente lo stato non ha il diritto di chiedermi di fare il poliziotto.”

            se la tipa avesse detto questo l’avrei anche capita (non dico che sarei stato d’accordo, ma almeno è un argomento che ha una certa logica), ma non dice questo, come puoi vedere tu stesso

    • Miguel Martinez scrive:

      per MT

      ” che sono abituate a non scontrarsi mai con un riscontro negativo”

      Su questo almeno ti posso smentire.

      Sono nell’occhio del ciclone, per tanti motivi.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Ah, sì, oggi sono nell’occhio del ciclone perché hanno cominciato a giocare con la vita delle persone. E sono sconvolte perché non sono abituate a rendere conto.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per MT

          “Ah, sì, oggi sono nell’occhio del ciclone perché hanno cominciato a giocare con la vita delle persone.”

          Ti preparo la camomilla 🙂

          Le femministe radicali non mi risulta che giochino con la vita delle persone (le confondi pare con la signora Elona Kalesha https://www.leggo.it/italia/cronache/firenze_coniugi_uccisi_ex_fidanzata_figlio_processo_la_37enne_albanese-6361922.html ).

          Hanno da sempre difficoltà con i marxisti ortodossi; sono in conflitto con i “libertari” su temi come la manipolazione genetica o l’utero in affitto; hanno problemi con il transattivismo e con le grandi organizzazioni LGBT e affini; hanno problemi con i “progressisti” di ogni specie; e ovviamente hanno conflitti con le destre e i “reazionari” e le religioni monoteiste e dintorni.

          Mica sono “sconvolte” ad avere problemi.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Ah, essere in disaccordo significa avere problemi.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per MT

              “Ah, essere in disaccordo significa avere problemi.”

              Ah, essere in disaccordo significa “giocare con la vita delle persone”.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                No, dire la propria a caso sulle mascherine significa giocare con la vita delle persone.

            • Peucezio scrive:

              Mauricius,
              non diciamo idiozie: il transattivismo radicale oggi è mainstream, il femminismo classico no, quindi mettersi contro i transessuali (compresi gli uomini con la barba che vogliono pisciare nel bagno delle donne) significa farsi terra bruciata attorno e incorrere nelle ire dell’isteria di matrice americana, mentre nessuno corre rischi per esprimere le posizioni ultraconformiste che anche tu sostieni qui dentro.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Infatti l’ultimo pacchetto di riforme strombazzato sui giornali riguardava i trans… ah, no, riguardava i femminicidi. Eppure avevo capito che quelle altre non contavano una cippa, da quel che scrivevi!

              • Peucezio scrive:

                La legge Zan riguardava i trans.
                Comunque cosa c’entra l’attività legislativa italiana?
                Si sa che l’Italia arriva in ritardo e a maggior ragione la politica, rispetto ai giornalisti, che sono molto ricettivi rispetto al conformismo corrente.

                Comunque prendo atto che per te l’uccisione delle donne non è un problema.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Comunque prendo atto che per te l’uccisione delle donne non è un problema.”

                Non sapevo che avessero depenalizzato l’omicidio.

              • Peucezio scrive:

                Se è per quello non hanno nemmeno depenalizzato insulti, aggressioni fisiche e discriminazioni, indipendentemente dal fatto che chi le subisce sia etero o omosessuale

              • Francesco scrive:

                infatti, caro P., sono una puttanata sia la lagna sui femminicidi sia la legge Zan

                entrambe segni di decadenza intellettuale ancora prima che morale!

                entrambe da azzerare

            • Peucezio scrive:

              Che poi chi è in sintonia con questi fenomeni radicali accusi qualcuno di essere allergico al dissenso e poco dialogante è proprio grottesco.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                A me non me ne frega niente del dialogo. Semplicemente delle tizie sparano cazzate in libertà che se fossero di segno opposto sarebbero condannate, ma che dato che sono di una delle ideologie “giuste” hanno piena cittadinanza. Poi si lamentano perché:
                – ci sono ideologie diverse dalla loro in giro che contendono il diritto alla cazzata
                – non possono essere al di sopra della legge

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “ci sono ideologie diverse dalla loro in giro”

                non ho nessuna intenzione da grande di diventare un Femministo Radicalo.

                Ma certo che ci sono ideologie diverse dalla loro in giro, anzi sono decisamente la maggioranza.

              • Peucezio scrive:

                Mauricius,
                “se fossero di segno opposto sarebbero condannate, ma che dato che sono di una delle ideologie “giuste” hanno piena cittadinanza.”

                Cazzo, parli tu di ideologie “giuste”! 😀 😀 😀

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Ma certo che ci sono ideologie diverse dalla loro in giro, anzi sono decisamente la maggioranza.”

                Mi dispiace, ma in una società pluralista è normale essere in minoranza su numerosi aspetti dell’esistenza.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Mi dispiace, ma in una società pluralista è normale essere in minoranza su numerosi aspetti dell’esistenza.”

                Giusto, infatti non hanno mai sostenuto di rappresentare un’idea intoccabile perché maggioritaria.

              • 'Alam al-Mithal scrive:

                ” infatti non hanno mai sostenuto di rappresentare un’idea intoccabile perché maggioritaria.”

                No, ma una delle cose che non mi piacciono è che sono un esempio perfetto di blocco ideologico, per cui quello che non rientra nella loro visione del mondo è nemico e falso. Questo fa sì che le prospettive interessanti che a volte possono offrire siano più utili malgrado loro.

          • Francesco scrive:

            Miguel

            pur non avendoti mai conosciuto di persona, mi sento di escludere che tu sia una ragazzina di 12 anni.

            Quindi non hai il diritto di spacciare per problemi le seghe mentali ideologiche e neppure le discussioni politiche fatte per diletto.

            A buon intenditor ….

  3. Miguel Martinez scrive:

    Per MT

    “sono particolarmente propense a fare cattiva storiografia ideologizzata”

    A parte il tono sempre polemico, qui tocchi un punto interessante.

    Credo che non sia facile fare storiografia senza passione.

    In fondo, la storia è tutto ciò che esseri umani reali hanno vissuto, sentito, temuto, amato, desiderato, immaginato.

    E solo se questo ci interessa, se ce ne sentiamo in qualche modo partecipe, la storia ci può interessare davvero.

    Certo, in ogni momento c’è il rischio di sostituire le nostre passioni alle loro, e quindi di non ascoltare tutto.

    Ma già il fatto di avere una passione ci mette in sintonia con una parte delle passioni reali passate, e permette spesso di scoprire nuovi orizzonti sfuggiti agli altri.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      ” il fatto di avere una passione ci mette in sintonia con una parte delle passioni reali passate”

      Cioè la passione per l’ideologia femminista era realmente diffusa nel Cinquecento? Io avrei i miei dubbi.

  4. Miguel Martinez scrive:

    Penso a Foucault, che aveva un sacco di idee e comportamenti discutibilissimi, ma quanto ha colto del passaggio nei sistemi punitivi europei, che per altri erano semplici dati.

    O Needham, che si era innamorato del tremendo regime di Mao, ma ha praticamente scoperto la scienza cinese.

    Poi ci ha immesso il materialismo filosofico occidentale, gli è sfuggita la visione del mondo sottostante, insomma ci sono un sacco di imperfezioni che sono facili da criticare con il senno di poi.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Ma io non sono contro le passioni o le letture ideologiche in sé. Io sono contro la trasformazione della propria ideologia in ricostruzione storiografica prescindendo completamente dai fatti. Perché allora non stai cercando di capire cosa sia successo, ma stai scrivendo un romanzo di fantasia perché è l’unica cosa che pensi che ti darà sicuramente ragione.

      • Francesco scrive:

        OMAMT!

        io adoro i romanzi, invidio il Duca che sa scrivere, vorrei farlo anche io … un’Ucronia in cui l’impero romano occidentale si riprende nel V secolo e dura per secoli e secoli, aiutando i cugini d’Oriente a sconfiggere gli Arabi!

        ma non lo proporrei come testo di storia e neppure di sociologia

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Be’, ma c’è la versione vera, se vuoi: viene mandato in Italia da Costantinopoli un ex console, tale Teodorico, che la riconquista e recupera anche la Provenza e la penisola iberica. Organizza spettacoli al Colosseo, i senatori lo chiamano “augusto”, Ennodio lo chiama imperatore, Cassiodoro “princeps” e tutti i documenti ufficiali definiscono ciò che governa “la Res Publica”.
          Alla fine i cugini d’oriente decidono di far saltare tutto…

          • Francesco scrive:

            racconta, dai, questa bella pensata dei Romaioi!

            così finisco di deprimermi, tra dolori all’anca e spese impreviste

            😀

        • PinoMamet scrive:

          Però Francè se lo scrivi io lo leggo volentieri!

          • Francesco scrive:

            chiediamo al Duca, che ha studiato

            io sono un dilettante, mi sogno la dinastia dei Curti sive Berluscones, grandissimi propalatori di cazzate che fanno risorgere lo spirito di Roma a bugie e buone pratiche contabili, magari un erudito che scopre la nocività del piombo, un eroico comandante di cavalleria romana che capisce la staffa …

    • 'Alam al-Mithal scrive:

      Miguel, scrivo qui delle cose riguardo ad un paio di frasi che hai detto sopra.

      “O Needham, che si era innamorato del tremendo regime di Mao, ma ha praticamente scoperto la scienza cinese.
      Poi ci ha immesso il materialismo filosofico occidentale”

      Hai detto niente, alla faccia della snaturazione.

      “Credo che non sia facile fare storiografia senza passione.”

      Infatti è impossibile. Ed ogni epoca scriverà le proprie interepretazioni degli altri periodi storici in base alle proprie ossessioni (Carr dice qualcosa del genere, mi pare). Però penso ci si dovrebbe confrontare con altre prospettive di indagine, altrimenti accade come nel libro di cui parla Mauricius sopra; non è che il marxismo, per fare un esempio, non abbia mai prodotto letture socio-economiche interessanti sulla storia, è che gli schemi rigidi e riduzionisti tendono a renderli inutili, quando non dannosi (cioè si apprende a leggere la storia non più a partire dalla propria prospettiva ma esclusivamente a partire dai propri pregiudizi ideologici; e quanto detto del marxismo vale sicuramente per il femminismo). Comunque anche la storia come disciplina ha i suoi limiti e non sempre le buone intuizioni sono del tutto sbagliate solo perchè non possono essere racchiuse nell’attuale quadro storico (il che non vuol dire “liberi tutti” è un’equilibrio assai delicato).

      “Penso a Foucault, che aveva un sacco di idee e comportamenti discutibilissimi, ma quanto ha colto del passaggio nei sistemi punitivi europei, che per altri erano semplici dati.”

      Un’intuizione nel formarsi dell’era moderna, che per altro può essere vista da molteplici prospettive (DARIO MELOSSI, MASSIMO PAVARINI
      Carcere e fabbrica
      Alle origini del sistema penitenziario
      https://www.mulino.it/isbn/9788815278067), ok, dà spunti interessanti; anche importanti. Ma temo che Foucault (e Deleuze. E altri) abbia contribuito alla formazione di un campo ideologico particolarmente pernicioso. La cosa divertente è che dopo certe letture marxiste (https://www.ibs.it/nietzscheani-di-sinistra-deleuze-foucault-libro-jan-rehmann/e/9788886973984) mi pare l’abbia azzeccata bene anche Avvenire (sì, parla di Deleuze, ma…) https://www.avvenire.it/agora/pagine/deleuze-capitalismo-derrida-foucault

      E proprio su questo, quello che dice Danna “Mette in prospettiva il nostro modo di vivere profondamente individualistico, ossessionato dal lavoro e timoroso del piacere” mi pare un colossale abbaglio. Sembra parli della borghesia ottocentesca. Di fatto il sistema attuale batte costantemente, ossessivamente, il tasto sul piacere; c’è sì un controllo tecno-burocratico sull’esistenza, che è quello mi pare ti interessi, ma è in rapporto di equilibrio dinamico con l’ideologia individualista ed edonista più sfrenata. Ci sono situazioni diverse nei vari strati socio-economici, ma la tendenza è quella, la spinta è quella. Altro che “timoroso del piacere”. Semmai il piacere dovrebbe riprendere un senso dall’affermazione del limite, ma questo concetto è in direzione contraria alla spinta attuale.

      • 'Alam al-Mithal scrive:

        “Miguel, scrivo qui delle cose riguardo ad un paio di frasi che hai detto sopra.”

        O sotto? Il commento appare a metà invece che alla fine, boh.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Alam

        “Sembra parli della borghesia ottocentesca. Di fatto il sistema attuale batte costantemente, ossessivamente, il tasto sul piacere; ”

        E’ un punto ricorrente di discussione con Peucezio… tagliando con l’accetta, tu e io la pensiamo in un modo; Peucezio e Daniela in un altro.

      • Peucezio scrive:

        ‘Alam,
        “ma è in rapporto di equilibrio dinamico con l’ideologia individualista ed edonista più sfrenata. ”

        Ma questo era vero negli anni ’80.
        Non certo oggi.
        Oggi il sistema punta a farti sentire in colpa.

        • 'Alam al-mithal scrive:

          Da un lato, e a seconda dell’ordine del giorno (“greenwashing”, ecc.). Dall’altro continua la spinta accelerata sulla “macchina desiderante”. Per questo ho parlato di equilibrio dinamico tra tecnocontrollo ed edonismo sfrenato (di cui il moralismo pilotato è un contraltare).

          • Peucezio scrive:

            Sì, però ogni giorno un po’ di piacere viene eroso a favore di un po’ di controllo e moralismo.

            • 'Alam al-mithal scrive:

              Sì, sì, però, citando il Francesco del post precedente, con cui concordo, (“il fatalismo è una brutta bestia, è la degenerazione della serietà, come lo stupro è la degenerazione del corteggiamento”) il moralismo non è l’etica, è la sua degenerazione. Ed è il contraltare speculare, sincronistico, dell’edonismo nichilista.

              • 'Alam al-mithal scrive:

                E, tanto per capirci, edonismo nichilista e vero piacere sono antitetici. Non solo astrattamente, ne ho avuto conferma gli ultimi mesi; evito di parlarne anche perchè l’aneddotica non è una prova, però lo accenno per dire che non si tratta di sola teoria, è una cosa che ho sperimentato, anche di recente.

              • Francesco scrive:

                sono stato citato! la cosa è decisamente imbarazzante

                grazie mille

                Francesco il timido

                PS trovo che OGGI ci sia una perfetta contraddizione, nelle pagine delle stessa rivista, tra l’articolo su come godere di più e quello castrante che lo segue. però di solito vige ancora la regole “a noi godere, a voi tagliare palle”.
                Solo che questa logica finisce negli articoli sui sex-toys

                🙁

  5. Mauricius Tarvisii scrive:

    Proviamo ad analizzare razionalmente questo coacervo di stronz… di interessanti tesi storiografiche.

    “Il sessocidio della caccia alle streghe”

    Boh! Però è un inizio d’impatto.

    “la distruzione della conoscenza dei mezzi anticoncezionali”

    Eh? Cioè?

    “la feroce persecuzione dell’aborto”

    Nel senso che lo Stato moderno è riuscito a rendere perseguibile ciò che prima non si riusciva a perseguire, anche se era comunque ritenuto sbagliato? Ma parliamo di quasi tutto, allora.

    “l’alienazione ed estraneità nel rapporto tra individuo e proprio corpo ”

    Non ho nemmeno idea di cosa voglia dire. Ma cominciamo con i contenuti.

    ““L’individuo medioevale, con le sue caratteristiche psicologiche e fisiche, – l’attaccamento/distacco per la vita, la sua conoscenza e accettazione della morte”

    Allora, l’inizio del cambiamento è avvenuto ancora all’inizio del Trecento, ben prima della Peste. Non si sa benissimo a cosa sia dovuta (l’ultima ipotesi che ho sentito è quella formulata da Chiara Frugoni per cui la paura della morte sarebbe stata un suppletivo di quella dell’inferno, che era stata stemperata dal purgatorio), ma certamente non al capitalismo, visto che le danze macabre compaiono anche in zone marginali dove non si può certo parlare di protocapitalismo.

    “una disponibilità al gioco che lo fa apparire ai nostri occhi infantile”

    Questa è continuata per tutta l’età moderna. Insomma, l’ossessione per la morte e la fine di un certo rapporto col gioco sono distanti centinaia di anni tra loro.

    “delle barriere emotive meno spesse delle nostre”

    Questo è vero, ma non saprei datare nemmeno in modo approssimativo il passaggio da un modello all’altro. Forse è post-rinascimentale? Credo che sia, comunque, un momento diverso rispetto ai due altri fenomeni citati. Non ci sarebbe da stupirsi: le datazioni sono noiose e la nostra non se ne occupa.

    “un atteggiamento più immediato e manifesto nei confronti della violenza”

    La violenza è semplicemente qualcosa a cui ci si abitua. Aumentando il controllo sociale e diminuendo la violenza, semplicemente la società si disabitua ad essa e la trova sempre più condannabile ed esorcizzabile. Ma anche nel XI secolo la violenza a cui era abituato un cluniacense era diversa rispetto a quella del brigante bandito che viveva in una grotta.

    “muore nei tanti sudari del nuovo modo di produzione”

    Ecco. Uno storico serio si porrebbe problemi di datazione dei fenomeni citati, ma lei no. Lei riconduce tutto all’Arché. Ma è giusto: perché farsi domande quando l’Ideologia ci ha già fornito le Risposte?

    “Muore nei laboratori della manifattura, per una giornata sempre più gonfia di pluslavoro all’ombra di un tempo ormai meccanizzato”

    Immagino si stia riferendo all’orologio meccanico? In genere affascina molto i teorici quella macchina, nata come un aggeggio che serviva a suonare le campane delle chiese. Chiese?! Un’altra prova del rapporto tra KIE$A PATRIARKALE E KAPITALI$MO!

    “dietro gli steccati delle enclosures”

    Altro evergreen.

    “sotto la sferza delle crisi e del rialzo dei prezzi”

    Immagino si stia riferendo a due fenomeni storici correlati: la crisi del mondo mediterraneo dovuta allo spostamento delle rotte commerciali e la svalutazione dovuta all’arrivo del metallo prezioso americano. Peccato che riguardino, più che altro, aree che sono rimaste indietro nello sviluppo del capitalismo.

    ” col marchio del vagabondo, del criminale, del povero”

    Qua mi ha perso. Parla della criminalizzazione del vagabondaggio, fenomeno iniziato nelle città del Trecento? Capita, ogni volta che il sentimento comunitario si rafforza, che chi è percepito come estraneo alla comunità perché suo parassita venga emarginato.

    “Muore anche tra le fiamme dei roghi, nella macchinizzazione del corpo, sotto il dominio della ragione, nella distruzione della magia”

    Aspetta, la caccia alle streghe e l’illuminismo nella stessa frase?

    “dentro le museruole e le cinture di castità”

    😆
    Ma è una specie di scherzo?

    “nello sviluppo della prostituzione”

    ???

    ” negli editti contro le amiche, nelle leggi contro le danze e le feste, nell’emergere della privacy, dietro la nascita dell’infanzia, di fronte al decollo dell’autorità paterna, nel labirinto del self-control”

    E nel fatto che non ci siano più le stagioni di una volta, nei sequel di Guerre Stellari che fanno cagare, nei risultati calcistici della propria squadra del cuore…

    “(pagg. 7-8)”

    In due pagine ha riassunto cinque secoli di storia mondiale.

    “La trasformazione dei corpi in macchine per la produzione è documentata con sezioni sui bambini, sulle buone maniere, sulla struttura delle abitazioni, sui mille modi in cui l’individuo è stato progressivamente isolato, nel tentativo di dare vita all’homo oeconomicus che agisce in modo puramente razionale”

    Una splendida lezione di metodo: tu parti da quello che significa qualcosa secondo te e lo trasformi nell’intenzione profonda che ha mosso chi ha VOLUTO determinati macrofenomeni storici.

    “mentre la caccia alla streghe ha segnato il cambiamento di regime e l’affermarsi dell’accumulazione del capitale come scopo sociale a cui tutto subordinare”

    Bella frase. Riempie, se non altro.

    “L’attenzione alla magia e al paranormale è l’unica sbavatura personalmente non condivisibile”

    Mi piace il distinguo.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per MT

      “In due pagine ha riassunto cinque secoli di storia mondiale.”

      Il libro della Federici consta di 306 pagine.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        306 pagine su cinture di castità e fine della magia? Interessante…

        • Miguel Martinez scrive:

          Per MT

          “306 pagine su cinture di castità e fine della magia? Interessante…”

          Capisco che appena senti “femminismo” ti innervosisci.

          Ma qui stai polemizzando con tre persone contemporaneamente:

          1) un articolo divulgativo della Capitano, che hai letto

          2) una sommaria recensione della Danna – che hai letto – di un libro della Federici

          3) il libro della Federici, che presumo tu NON abbia letto.

          E per dire che il libro della Federici sono “str…” ecc., la accusi di aver voluto riassumere la storia di cinque secoli in due pagine, di non portare le prove di ciò che dice, ecc.

          Boh…

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Hai riportato una sintesi/recensione di un libro che immagino sia veridica. In questo testo si mettono in bocca all’autrice del libro assurdità tali da fare impallidire, nonché palesi falsi storici (cinture di castità in primis).
            Vuoi concedere il beneficio del dubbio all’autrice del libro? Benissimo, allora devi sostenere che chi ha scritto il testo che hai riportato non solo ha sparato un mucchio di stronzate, ma lo ha fatto anche tradendo in modo spettacolare il pensiero dell’autrice del libro. Pensiero di cui allora non sappiamo assolutamente nulla, visto che divergerebbe sostanzialmente da quanto qui riportato.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per MT

              “In questo testo si mettono in bocca all’autrice del libro assurdità tali da fare impallidire, nonché palesi falsi storici (cinture di castità in primis).”

              Non so come tu visualizzi i miei post.

              La parte che scrive Daniela l’ho messa in corsivo, dentro quel testo (che tu qui non critichi e non citi), c’è un brano, in caratteri normali, aperto e chiuso da virgolette, con citazione dei numeri delle pagine sotto.

              Questo brano si trova all’inizio del libro della Federici (quindi è della Federici), come una sorta di abstract. Cui seguono dopo 305 pagine di documentazione storica, con una gran quantità di note e fonti.

              Tu invece polemizzi con la Danna, accusandola di “sparare un mucchio di stronzate”, ma non citi la Danna, citi la Federici.

              La tua polemica è quindi direttamente con la Federici. E avresti tutto il diritto di farla DOPO aver letto la documentazione che lei presenta.

              Funziona così, anche senza camomilla.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Io non me la prendo con nessuno. Io me la prendo con le frasi che leggo e basta, chiunque ne sia l’autore.
                Ricollega le frasi alla rispettiva autrice ed ecco con chi sto polemizzando di volta in volta.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Ricollega le frasi alla rispettiva autrice ed ecco con chi sto polemizzando di volta in volta.”

                No.

                Tu te la prendi con un brano “abstract” della stessa Federici, dicendo che dice str… e che non porta le prove.

                Le prove (se ci sono, agli esperti valutare) si trovano all’interno del libro, e non devono essere portate da chi scrive una breve rencensione, e nemmeno in quello che chiamo informalmente l'”abstract”.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Io non dico che non porta le prove. Io dico che i suoi argomenti sono propri falsi.

    • 'Alam al-Mithal scrive:

      “Ecco. Uno storico serio si porrebbe problemi di datazione dei fenomeni citati, ma lei no. Lei riconduce tutto all’Arché.”

      Io non la vedrei neanche una cosa sbagliata, questa della ricerca dell’Arché, nel senso di una proposta di lettura di senso complessivo ma non riduzionista dei processi e fenomeni; il problema, semmai, è quando questo tentativo prescinde del tutto dai dati storici (cioè datazioni, processi sociali ed economici e relativa analisi degli sviluppi, ecc.), quando proietta senza prove solide il risultato nelle intenzioni coscienti degli attori storici o quando si spaccia per un lavoro storiografico, che è cosa diversa.

      “L’attenzione alla magia e al paranormale è l’unica sbavatura personalmente non condivisibile”

      Guarda caso, è proprio quella che a me piace 😉

      “la caccia alle streghe e l’illuminismo nella stessa frase?”

      Ci sono varie ricerche storiche sui lati che consideresti “irrazionalistici” all’ombra dell’illuminismo, che in realtà ne sono parte costituente (ad esempio apporto di seguaci di Shebbatay Tzevi, studiato da Scholem, sette cristiane, esoterismo…).

      Sulla violenza la questione è tanto storico-sociale che filosofica, e riguarderebbe anche discorsi come l’esistenza o meno di universali (e il loro eventuale “incarnarsi nella storia concreta”)… meglio lasciare perdere. Comunque anche se Frugoni è una buona storica sociale e delle idee, non penso che la sua teoria, nè nessun’altra, possa rinchiudere questioni così multifattoriali in una spiegazione univoca. Oltre al fatto che qui ci sarebbe proprio una discordanza di opinioni metafisica, heh.

      “Immagino si stia riferendo a due fenomeni storici correlati: la crisi del mondo mediterraneo dovuta allo spostamento delle rotte commerciali e la svalutazione dovuta all’arrivo del metallo prezioso americano. Peccato che riguardino, più che altro, aree che sono rimaste indietro nello sviluppo del capitalismo.”

      Questa non tanto la capisco. La pioggia d’argento che gli spagnoli portano in Europa e i suoi effetti iniziano a metà del XV secolo e il processo dura nei secoli seguenti e ha conseguenze profonde per molti paesi. C’è un bel libro di Cipolla sull’argomento (https://www.ibs.it/conquistadores-pirati-mercatanti-saga-dell-libro-carlo-m-cipolla/e/9788815234247).

      Comunque il punto è che mi pare che la tua critica sia giusta, nel senso che l’autrice sembra fare una versione impressionistica della storia, riconducendo troppe cose in maniera approssimativa alla sua intuizione. Ma mi sembra anche che tu sia troppo rigido nella suddetta critica (le enclosures sono in effetti parte del processo storico che cumula nel capitalismo, evergreen o meno) tanto da scartare anche alcune cose non del tutto campate in aria (che naturalmente, se fondate andrebbero approfondite altrimenti).

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        ” non penso che la sua teoria, nè nessun’altra, possa rinchiudere questioni così multifattoriali in una spiegazione univoca”

        Ma infatti non convince molto nemmeno me. Anche perché lei sembra ritenere che sia qualcosa di calato dall’alto, ma il fenomeno mi pare troppo pervasivo nella società per essere una “operazione di marketing”. Più che altro perché in genere alla Chiesa quelle robe non riuscivano poi così bene e in così poco tempo!

        “le enclosures sono in effetti parte del processo storico”

        Questo sì, ma a me pare che enclosures ed orologi meccanici siano in questo contesto più un artificio retorico che un argomento: butto dentro due cose vere, ma assolutamente marginali nel mio ragionamento (facci caso: sono inserite lì, nell’elenco tra le tante, ma non se ne fa nulla), così al lettore si accende la lampadina e mi segue.

      • 'Alam al-mithal scrive:

        Parson, l’ho riletto ora per caso: XVI secolo, non XV, ovviamente.

    • paniscus scrive:

      ““la feroce persecuzione dell’aborto”

      Nel senso che lo Stato moderno è riuscito a rendere perseguibile ciò che prima non si riusciva a perseguire, anche se era comunque ritenuto sbagliato? ”
      ———————

      A me non risulta che nelle società tradizionali-arcaiche-premoderne (che vuol dire un sacco di cose diverse in epoche diverse) fosse così diffusa la demonizzazione dell’aborto con le motivazioni etiche di oggi, ossia della “difesa del diritto alla vita” del nascituro, o la discussione se il feto fosse una persona a pieno titolo o no.

      Al massimo, l’aborto poteva essere malvisto perché considerato una pratica molto pericolosa per l’incolumità della donna (che quindi era considerata incosciente a rischiare, specialmente se aveva già altri figli che potevano restare orfani), oppure perché (in alcuni ambienti più perbenisti della media) lo si associava all’idea di scostumatezza sessuale, cioè alle prostitute, alle adultere o alle donne che avevano rapporti liberi e promiscui… ma l’idea dell’aborto come delitto in sé perché “il diritto alla vita è sacro fin dal primo istante di concepimento” è MOLTO recente.

      E in particolare, si diffonde soltanto dopo l’avvento della medicina moderna e dei mezzi scientifici per accertare la gravidanza in fase sempre più precoce.

      In una società in cui non ci sono test di gravidanza, non ci sono ecografie, e la maggior parte delle donne non fa assolutamente nulla per monitorare l’andamento del ciclo, la donna può non accorgersi di essere incinta fino al terzo o quarto mese, e comunque non si viene considerate “socialmente” davvero incinte fino a che non si vede la pancia, o fino a che non si è sentito il bambino muoversi. Fino a quel momento, non viene percepita una grossa differenza tra l’essere davvero incinta e avere il ciclo bloccato per via di qualche altro disturbo, e quindi nelle varie forme di medicina empirica/tradizionale non c’è una grossa differenza tra il bere un intruglio “che faccia tornare le mestruazioni” o che faccia abortire.

      Guardate qua:

      https://daily.jstor.org/abortion-remedies-medieval-catholic-nun/?utm_term=Abortion%20Remedies%20from%20a%20Medieval%20Catholic%20Nun%28%21%29&utm_campaign=jstordaily_10142021&utm_content=email&utm_source=Act-On+Software&utm_medium=email

      • Moi scrive:

        Oppure, in Economia di Guerra, specie in società a basso livello di tecnologia bellica … abortire è un tradimento perché significa sottrarre Soldati alla Patria, tradendola !

        • paniscus scrive:

          “eppure, in Economia di Guerra, specie in società a basso livello di tecnologia bellica … abortire è un tradimento perché significa sottrarre Soldati alla Patria, tradendola!”
          ————

          Per quanto mi ricordo, nella società dell’antica Roma, l’aborto era punibile solo su richiesta del marito dell’interessata o dei suoi familiari, che potevano lamentare una deprivazione di un’opportunità in più di discendenza legittima (il che poteva anche ricadere nella fattispecie di sui sopra, cioè sottrarre risorse giovani alla patria).

          Ma l’aborto di una donna libera (o di una donna sposata che abortiva in accordo con il marito, magari perché di figli ne avevano già troppi e non riuscivano a mantenerne altri) non era punito.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        L’aborto era peccato, nel Medioevo. Che fosse un peccato meno vicino all’omicidio e più vicino alla contraccezione non ci piove, ma era sempre peccato.
        La capacità di perseguire davvero i peccati (trasformandoli in reati) era veramente limitata, nel Medioevo. Poi la modernità ha potuto aumentare la capacità punitiva delle istituzioni, ma l’aborto non è mai stato un omicidio: quando era reato in Italia non era neppure un delitto contro la persona, ma contro la sanità della stirpe (sic).

        • paniscus scrive:

          “L’aborto era peccato, nel Medioevo. Che fosse un peccato meno vicino all’omicidio e più vicino alla contraccezione non ci piove, ma era sempre peccato.”——

          Bene: e allora come si spiega che una rispettabilissima badessa cattolica, considerata un’autorità sia per le sue conoscenze erboristiche e terapeutiche, sia per la sua rispettabilità religiosa, e poi anche fatta SANTA, includesse tra le sue prescrizioni anche rimedi abortivi?

          Non credo che all’epoca ci fossero le rivendicazioni di ambienti cristiani progressisti e inclusivi con un occhio amichevole al relativismo… quindi come si spiegherebbe?
          aspetto interpretazioni

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Cercare di trasformare i metalli in oro era considerato peccato (avidità), ma Tommaso d’Aquino ci lascia una ricetta della pietra filosofale che la tradizione avrebbe attribuito a San Domenico. La conoscenza teorica di qualcosa non era considerata peccato.

  6. PinoMamet scrive:

    In effetti l’accenno alle cinture di castità, conosciutissimo falso storico, se lo poteva risparmiare.

    Magari inserito nel suo contesto, nel libro ha un senso: se nell’Ottocento facevano false cinture di castità medievali, questo senz’altro dice qualcosa di come il Medioevo fosse visto nell’Ottocento.

    Dubito però che dobbiamo vederlo così anche noi…

    • Miguel Martinez scrive:

      Per PinoMamet

      “In effetti l’accenno alle cinture di castità, conosciutissimo falso storico, se lo poteva risparmiare.”

      Allora, faccio io la fatica ad analizzare le fonti.

      Ho sia il libro in italiano (pdf “fotografico”, quindi non puoi cercare le parole), sia in inglese, in limpido .epub.

      Nella versione italiana, il riferimento alla cintura di castità nel brano “abstract” c’è, ma non so se ci si ritorna dopo, perché il formato non permette di cercare.

      Nell’edizione inglese tutto il brano sembra mancare.

      L’unico riferimento a “Girdle of chastity” è nella bibliografia, dove viene citato senza altro commento “Dingwall, E. G. (1931). The Girdle of Chastity. London: Routledge and Sons.” Un libro che vedo che si può scaricare da Archive.org per chi fosse interessato: https://ia902904.us.archive.org/3/items/in.ernet.dli.2015.173741/2015.173741.The-Girdle-Of-Chastity.pdf

      https://ia902904.us.archive.org/3/items/in.ernet.dli.2015.173741/2015.173741.The-Girdle-Of-Chastity.pdf

      • Francesco scrive:

        insomma, siamo nella migliore delle ipotesi a una recensione fatta alla cazzo di cane?

        credo che il livello di verosimiglianza dell’ipotesi MT rimanga al 99%, SENZA bisogno di leggere il libro

        leggendolo arriveremmo al 200% ma avendo sprecato un sacco di tempo

        ciao!

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Osservo solo che l’autore del libro in bibliografia sostiene l’effettivo uso della cintura di castità.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per MT

          “Osservo solo che l’autore del libro in bibliografia sostiene l’effettivo uso della cintura di castità.”

          Premesso che la frase c’è davvero nell’edizione italiana, dov’è che nella bibliografia italiana lo sosterrebbe? (dimmi la pagina, che come ti dicevo nel pdf non riesco a trovare i riferimenti)

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Hai detto che in bibliografia c’è il libro che hai linkato. Se vedi cosa dice quel libro (salta pure alle conclusioni) vedi che l’autore parla della cintura di castità come se fosse una roba realmente diffusa e utilizzata.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per MT

              “salta pure alle conclusioni”

              Grazie, lo farò… avevo guardato l’inizio, in cui parlava di “scarsa documentazione”.

            • paniscus scrive:

              Non conosco citazioni precise, ma a quanto mi ricordo esisteva anche un’interpretazione “intermedia”, ossia che potesse trattarsi di espedienti di protezione indossati volutamente dalle donne in situazioni ad alto rischio di stupro, ad esempio quando andavano in viaggio, o in caso di disordini sociali, tumulti e razzie.

              Evidentemente, prima della conquista delle Americhe, lo spray al peperoncino era fuori questione ^_^

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Per il Medioevo, però, semplicemente non ci sono cinture di castità conservate e tutto quello che abbiamo sono falsi storici successivi.
                Habsburgicus magari sa qualcosa di più sul periodo successivo.

            • PinoMamet scrive:

              Mi pare accertato che alcune donne la usassero per questo scopo nell’Ottocento.

              Ho letto anche di un caso recente in Inghilterra, dove una tizia sostiene di sentirsi più sicura indossando una cintura di castità (per inciso, un oggetto comprato tra gli articoli “sex toys”) dopo aver subito uno stupro.

              Leggendo su Wikipedia, scopro che le rappresentazioni più antiche di oggetti simili risalirebbero al Cinquecento, ma la foto non c’è e vanno presi in parola.

  7. Miguel Martinez scrive:

    Per MT

    “No, dire la propria a caso sulle mascherine significa giocare con la vita delle persone.”

    per favore…

    1) Lecce, luglio 2021. Qualche studente in aula, ben distanziato, finestre spalancate. Un paio di studenti senza maschera, tutti seduti.

    2) Firenze, fine novembre 2021. Al ristorante, cartello fuori “capienza massima 76 persone”, fila lungo la strada, tutto pieno.

    Cloropass per entrare.

    Finestre sigillate, visto che fa freddo e piove.

    I 76 possono togliersi tutti la mascherina finché stanno seduti, se la devono mettere appena si alzano in piedi.

    “Giocare con la vita…”

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Ok, quindi confermi che la nostra abbia fatto una personalissima valutazione del rischio e abbia deciso che le regole fossero da disapplicare in quel caso specifico.

      • Miguel Martinez scrive:

        Veniamoci incontro

        🙂
        se mi confermi che la situazione a Firenze – perfettamente conforme alle regole attuali – era cento volte più pericolosa, e che quindi le regole sono idiote e non hanno nulla a che fare con il “salvare le vite”…

        io ti confermo che la mia amica ha fatto una valutazione del rischio e ha deciso che non era necessario applicare rigorosamente le suddette regole idiote.

        • Miguel Martinez scrive:

          Ho scritto “idiote”.

          Diciamo che sono arbitrarie e basate su criteri che non hanno nulla a che vedere con la salvaguardia della salute. Poi capisco che si possano bastonare gli studenti che comunque devono dare degli esami nel proprio interesse, e non si possono bastonare i clienti dei ristoranti se no ci sarà la rivoluzione.

          • roberto scrive:

            più che altro gli studenti devono andare a fare gli esami i clienti del ristorante non sono per niente obbligati ad andarci

            ma a parte questo miguel, ti invito a riflettere su una cosa

            direi che a parte qualche fanatico notutto dovremmo essere tutti d’accordo sul fatto che le mascherine oltre ad essere una grandissima, enorme rottura di scatole, hanno una qualche utilità

            un’altra cosa sulla quale possiamo essere d’accordo, immagino, è che non puoi chiudere per sempre ristoranti e bar

            una terza cosa che *spero* ci possa trovare d’accordo è che “il meglio è il nemico del bene” e che comunque si deve trovare un minimo di compromessi tra varie esigenze

            ora, sommando tutte queste cose io trovo che
            1. mascherine per fare gli esami siano un sacrificio tutto sommato non drammatico
            2. al ristorante o ti togli le mascherine o non ci vai e quindi il ristorante chiude, quindi ha una logica dire “riduci i posti, e speriamo in dio”
            3. in discoteca ci dovrebbero andare con le mascherine

            d’accordo?

            ciò detto, se anche non siamo d’accordo su 2 e 3, o se anche 1 non è coerente con 3, francamente non spetta alla tua amica dirlo

            • Miguel Martinez scrive:

              Per roberto

              “d’accordo?”

              è abbastanza ragionevole ciò che dici, poi ho un debole per i ristoratori fiorentini.

              Però preciserei:

              1) quando il pericolo è praticamente pari a zero (vabbè, il Covid ti può arrivare anche dal vicino di casa che starnutisce, i pallini escono dal camino, entrano dalla serratura di casa tua e ti stroncano…) credo che la persona che come me si addormenta dopo dieci minuti che tiene la maschera, abbia il diritto di fare un esame comparabile a quello che ha fatto suo fratello due anni fa, quando poteva ossigenare il cervello. Lo dico in base alla mia esperienza, come raccontavo dell’esame di proficiency: da madrelingua, rischierei la bocciatura per rimbambimento e sonnolenza.

              2) “speriamo in Dio” va anche bene: ma non è un discorso epidemiologico, scientifico, è un discorso politico-economico.

              3) in discoteca ci si può togliere la mascherina appena si balla, secondo quanto stabilisce lo stesso governo che punisce la Daniela. E quelle migliaia di persone appiccicate come sardine al chiuso, senza finestre aperte e senza mascherine, sono tutte in qualche forma di movimento.

              • roberto scrive:

                quindi il tuo argomento è che siccome la regola delle discoteche è palesemente assurda, Daniela fa bene a fregarsene della regola che si applica a lei?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “quindi il tuo argomento è che siccome la regola delle discoteche è palesemente assurda”

                Intanto la regola della discoteca credo che ci dimostra che le Regole non hanno una base scientifica/medica, ma politica.

                E che una persona intelligente fa benissimo a scegliere caso per caso come agire.

                Lo faccio anch’io in ogni momento, levandomi la mascherina per strada, mettendomela quando incrocio gente mascherosa, togliendomela con familiari.

              • roberto scrive:

                Scusa il procedimento maieutico, ma tu sostieni che se una regola è palesemente assurda, tutte le regole sono prive di base scientifica/medica?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Scusa il procedimento maieutico, ma tu sostieni che se una regola è palesemente assurda, tutte le regole sono prive di base scientifica/medica?”

                mi piacciono i procedimenti maieutici 🙂

                No, credo che le regole siano umane e si fingano divine.

                Quindi dietro, ci sono certamente spesso dei buoni suggerimenti.

                Ma quando si arriva ad assolvere il proprietario della discoteca Alcatraz perché Rispetta le Regole mettendo tremila persone senza maschera a dieci centimetri l’una dall’altra in uno spazio chiuso, mentre si condanna la Daniela perché ha permesso a due ragazzi di togliersi la maschera pur essendo distanziati e con le finestre aperte…

                A questo punto rivendico il diritto di scegliere quando aderire ragionevolmente alle regole, e quando no.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “mentre si condanna la Daniela perché ha permesso a due ragazzi di togliersi la maschera pur essendo distanziati e con le finestre aperte”

                Evidentemente i loro compagni non condividevano l’idea della docente. Che ha semplicemente abusato della propria posizione di potere per imporre illecitamente la propria volontà.

                Poi si può spacciare la prepotenza per martirio.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Evidentemente i loro compagni non condividevano l’idea della docente. ”

                no, nessuno di loro ha avuto il minimo problema (e nemmeno la minima conseguenza dopo).

                Semplicemente, il rettore stava facendo il giro delle aule, e ha scovato gli Smascherati.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Questo è quello che racconta lei, suppongo. Del resto, ho sempre sentito gli oppressori giustificarsi dicendo “andava bene a tutti”.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Questo è quello che racconta lei, suppongo.”

                Credo che dobbiamo tutti imparare a distinguere gli “avversari” (quelli che la pensano diversamente da noi) dai “cattivi”.

                Raccontavo di ADV, che io ritengo un avversario radicale, forse quello più nettamente opposto a quasi qualunque cosa io pensi.

                Bene, lo conosco di persona, e mi arrabbierei se qualcuno insinuasse che mentisse, o scrivesse qualcosa come “questo è quello che racconta lui, suppongo”.

                Permettimi di avere lo stesso riguardo per una persona come Daniela che stimo profondamente.

                Come tutti noi, può sbagliare nelle sue scelte.

                Ma non accetto che si metta in discussione la sua buona fede.

                E’ un confine sottile, ma importante.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Ma è Daniela ad essere stata sospesa? O la Federici?
                Cioè, non che mi cambi la vita, però non puoi dirmi di mettere in discussione la buona fede di Tizia se parliamo di una cosa che riferisce Caia.

              • Miguel Martinez scrive:

                per MT

                “Ma è Daniela ad essere stata sospesa”

                sì.

                infatti il discorso ha preso due strade senza un particolare rapporto tra di loro.

                1) la critica alle tesi della Federici sul medioevo

                2) la critica alla Daniela che a luglio, con le finestre aperte, non ha vietato a qualche studente di togliersi la maschera.

                Non ho idea di cosa pensi la Federici in merito a mascherine e cloropassi e dintorni.

              • 'Alam al-Mithal scrive:

                Mh. L’ufficio sicurezza della mia università è infestato da responsabili che non fanno neanche accedere all’ufficio (e si è in mano al cielo per la risposta via mail) urlando che c’è un’epidemia in corso. A tre metri, un chiostro pieno di gente senza mascherina. In aula, docenti schizzate/i sulla mascherina vs docenti “mettetela, dai, va fatto”. Senza esprimermi sull’utilità o meno delle mascherine, direi che le norme sono profondamente schizofreniche, “politiche” come dice Miguel, e che l’adesione ad esse, in assenza di un discorso affidabili va dal “lo faccio perchè devo, non perchè serve” al fanatismo (di convinzione o di pura obbedienza alle regole? Caso per caso, immagino).

                Miguel ““speriamo in Dio” va anche bene: ma non è un discorso epidemiologico, scientifico, è un discorso politico-economico.” Solo per un marxista 🙂

  8. Miguel Martinez scrive:

    “giocare con la vita”

    Discoteca Alcatraz di Milano qualche sera fa (foto presa direttamente dalla loro pagina Facebook, per loro è un vanto):

    • Miguel Martinez scrive:

      Per MT

      Anzi alzo il prezzo e mi gioco pure la carta Alcatraz… dove Tutto era in Regola. Che capisco come nessun politico si vorrebbe mettere contro in un colpo solo tanti elettori. Tutti sicuramente dotati di Cloropass!

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Tu puoi non andarci, eh. E per andarci ora c’è l’obbligo vaccinale.

      Mentre se mi impedisci di andare a lezione perché la docente, che rappresenta l’Amministrazione, non ga rispettare le regole a mia tutela, allora stai calpestando i miei diritti. E’ la stessa ragione per cui non c’è l’obbligo di vaccino per frequentare le lezioni.
      Però capisco che la nostra non ha riflettuto su tutte le implicazioni della sua decisione: la sua ideologia le impedisce di fare il suo lavoro, per cui come potrebbe permetterle di usurpare correttamente il lavoro di qualcun altro?

      • 'Alam al-Mithal scrive:

        Veramente c’è l’obbligo di vaccino. obbligo presentazione Carta verde.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Va bene anche il certificato da tampone, che io sappia: lo studente non ha l’obbligo di quello rafforzato.

          • 'Alam al-Mithal scrive:

            Non saprei dirti, a noi chiedono esclusivamente la carta verde. Però non è detto che sulla carta sia possibile passare con il tampone, anche se data la materia sanitaria ne dubito.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              La certificazione verde base si ottiene in tre modi: vaccino, tampone e guarigione. Il controllore non può nemmeno sapere come l’hai ottenuta, ma vede solo una spunta verde se è valida e una rossa se è non valida.

  9. Peucezio scrive:

    Sull’articolo in generale,
    Mauricius non è che abbia torto nel vederci un gran mischione, con approssimazioni, affermazoni un po’ arbitrarie, sovrapposizione di cronologie e tempistiche diversissime.

    A me pare che la tesi di fondo parta da un’intuizione non peregrina, ma andrebbe fondata in modo più serio e ancorato ai dati.

    Peraltro la liberalizzazione dell’aborto in tutte le società avanzate contemporanee come si spiegherebbe? Si è abbandonato il capitalismo.

    Circa il collegamento fra capitalismo e disciplinamento della corporeità, a me pare fondato, ma sono un po’ scettico sulla riconduzione del secondo al primo: direi semmai l’opposto.
    Il capitalismo è il modello economico funzionale a un controllo e a un disciplinamento della corporeità e dell’esuberanza ad essa collegata.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “Peraltro la liberalizzazione dell’aborto in tutte le società avanzate contemporanee come si spiegherebbe? Si è abbandonato il capitalismo.”

      Il capitalismo voleva vietare l’aborto, ma l’eroica lotta delle femministe ha ottenuto questa prima grande vittoria contro il patriarcato capitalista.

      • Peucezio scrive:

        Ahahah!
        Che poi in effetti, per quanto folle posse sembrare, la “narrazione”, come va di moda dire ora, è questa.

        Negli anni ’70 le femministe mischiavano lotta contro i padroni a lotta al patriarcato che impediva loro di uccidere i figli nella pancia.
        Ma d’altronde è così un po’ per tutto, come bene comprese Preve: i diritti spacciati per lotta contro il capitalismo furono funzionali al consumismo capitalista: il figlio è un bene di consumo: se al negozio cambio idea, non compro più il prodotto e se anche l’ho comprato e pagato ma non lo voglio più, lo butto nel primo cassonetto a portata di mano.

    • Francesco scrive:

      <<< ma andrebbe fondata in modo più serio e ancorato ai dati.

      dici poco, capisci che una tesi può anche piacerci ma se è fondata in modo ridicolo e ignorando i dati (e le date) il problema è grave assai

    • Miguel Martinez scrive:

      Per peucezio

      “Peraltro la liberalizzazione dell’aborto in tutte le società avanzate contemporanee come si spiegherebbe? Si è abbandonato il capitalismo.”

      sarebbe interessante approfondire.

      Approssimativamente, e senza una particolare formazione in merito, sparo le mie incertezze:

      1) aborto abbastanza tollerato in tutte le società “tradizionali” (a partire dagli zingari che ho conosciuto io, per cui era una scelta abbastanza normale), perché la vita è precaria, dura, la morte non è la cosa peggiore, perché finché “l’anima non entra nel corpo” è un pezzo della mamma

      2) aborto vietatissimo nei sistemi più “strutturati”, credo a partire dal Cinquecento ma non sono affatto sicuro, quindi in tutta la “età dell’acciaio”.

      3) aborto liberalizzato nell’Età della Plastica, perché è un Diritto della Cliente.

      E’ solo un’ipotesi, che butto lì.

      • Peucezio scrive:

        Circa il primo caso, probabilmente si faceva fatica a empatizzare con ciò che non si vedeva.
        Non dimentichiamo che anche l’idea della tutela dell’infanzia è recente.
        L’adulto, strutturato, capace di una rete di scambi, di un ruolo definito nella società, magari marito, padre, nonno, ecc., ha un grande valore.
        Un omuncolo in fieri, ancora da completare, che tre volte su quattro muore prima dei nove anni, insomma, se lo perdiamo amen.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Peucezio

          “Un omuncolo in fieri, ancora da completare, che tre volte su quattro muore prima dei nove anni, insomma, se lo perdiamo amen.”

          Esatto.

          per questo mi sento molto lontano dall’idolatria neocattolica della “Vita”.

          Che non è intesa come Vita vera, ciò che accomuna micorrizi e lombrichi e gatti e umani e batteri, ma come una sorta di adorazione della sopravvivenza umana a prescindere dal contenuto.

          • Peucezio scrive:

            Da quando c’è il covid comincio ad essere un po’ d’accordo con te su questo 🙂

            Resta il fatto che noi siamo lontanissimi da quel contesto e quelle strutture. Non siamo inseriti in un universo organico che rende ragione di tutto.
            Senza l’esistenza biologica che ci resta?

      • Peucezio scrive:

        Quello che davvero è insensato è questo fatto di stabilire diritti per tutti in quanto esseri umano, compreso il tizio che vegeta, ecc. e non per il nascituro: questa cesura arbitraria per cui quella è l’unica categoria non titolare di diritti.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Peucezio

          “questa cesura arbitraria per cui quella è l’unica categoria non titolare di diritti.”

          E’ il totalitarismo della modernità.

          Non esiste più alcuna decisione “caso per caso”, esistono regole assolute, universali.

          L’aborto è SEMPRE vietato.

          No, è SEMPRE permesso.

          Tenere in vita umani vegetanti con aggeggi tecnologici è un OBBLIGO, se non lo fai ad oltranza sei passibile di venire licenziato dall’ordine dei medici.

          No, si cambia, chiunque firmi un foglio dicendo, “voglio morire!” deve essere fucilato sul posto.

          • Peucezio scrive:

            Però sono cose che partono dal basso.
            Il diritto all’aborto è stato lanciato dalle militanti femministe, non dai politici della DC.

  10. rosa scrive:

    quali sono le credenziali mediche del sig Maurizio di Tarvisio per sostenere l’uso delle mascherine?

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      L’aver frequentato con profitto la scuola dell’obbligo, direi. Sai, da quando abbiamo abbandonato la teoria umorale, sappiamo che le malattie infettive sono causate da esserini piccoli piccoli, alcuni dei quali vengono chiamati “virus”. In particolare, un coronaVIRUS è la causa di quell’epidemia di cui sicuramente avrai sentito parlare. Bene, visto che questi cosini chiamati virus li diffondiamo noi respirando e sputacchiando in giro, se tu metti un filtro tra le tue vie respiratorie e il mondo esterno, allora rendi la vita più difficile agli esserini che se ne vanno in giro.
      Ho usato concetti troppo difficili?

      • Miguel Martinez scrive:

        Per MT

        “Ho usato concetti troppo difficili?”

        Per niente.

        Se adesso le spieghi per favore a chi ha dettato le regole per il ristorante fiorentino e la discoteca Alcatraz…

        • Francesco scrive:

          Guarda che quello non dimostra nulla, anzi al massimo ottieni una conferenza sul trade off tra malattia e crisi economica.

          ciao!

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Francesco

            “trade off tra malattia e crisi economica”

            Infatti… da qualche parte bisogna far vedere che si vieta, per cui si vieta quando il rischio è zero (luglio, studenti, Lecce) e si permette quando ci sono di mezzo interessi economici (ristoranti, discoteche in situazioni mille volte più pericolose).

            Rendersi conto che si tratta di scelte del tutto politiche, che non hanno nulla a che fare con la salute, non vuol dire “giocare con le vite”.

            • Francesco scrive:

              sbagliato.

              se anche in alcuni casi la “cattiva politica” la ha vinta sulla “buona politica” che segue i consigli della scienza, non per questo la scienza può essere sostituita col “DIY” e il “come mi pare”.

              mia modesta proposta: stare lontani dalle discoteche E seguire le regole.

              non credo che i certificati di purezza ideologica proteggano dal Covid (e tu non puoi neppure accampare le misteriose vie della Provvidenza ;))

              Ciao

      • rosa scrive:

        bene, metterò subito delle inferriate alle finestre per tenere lontane mosche e zanzare

  11. Francesco scrive:

    Altro paio di indizi

    “il sessocidio della caccia alle streghe” quando sappiamo che detta caccia se la prendeva con donne e con uomini

    “è una lettura obbligata per comprendere noi stess*” dove alla cazzata dell’asterisco si unisce il ricattino morale della “lettura obbligata”

    so’ stronze, altrochè

  12. Miguel Martinez scrive:

    Una cosa curiosa è come io mi ritrovi spesso a difendere (non a “sostenere”, semplicemente a “difendere”) tesi che non sono le mie, per la quantità di aggressioni che subiscono.

    Qualche post fa, mi sono trovato a difendere dagli attacchi (non a “sostenere”) alcune tesi dei No Cloropass…

    Adesso mi trovo ugualmente a difendere dagli attacchi (non a “sostenere”) le tesi delle femministe radicali.

    Che ovviamente non sono mie, per un banale motivo biologico; e anche perché non penso che nessuno possieda la verità, nemmeno le RadFem.

    Ma che credo possano farci vedere tante cose sotto una luce diversa.

    Sospetto che dietro l’astio verso le femministe radicali ci sia qualcos’altro, che non riesco bene a mettere a fuoco.

    Probabilmente qualcuno se le immagina, come umanamente non sono.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      A me non me ne frega niente di come è la persona che sostiene certe idee. Semplicemente se la tua ideologia, oltre ad essere fallata all’inverosimile, mi individua anche come nemico, allora ci proverò il doppio del gusto a smascherarne gli errori.

      Qui, comunque, non era un problema di ideologia in sé, ma di ideologia che fa scrivere sciocchezze storiografiche. E non me ne frega niente se le sciocchezze le ha scritte Tizia, Caia o Sempronia: sciocchezze restano, a prescindere dalla distribuzione delle colpe che è uno sport che in questa occasione mi attrae poco.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per MT

        “Semplicemente se la tua ideologia, oltre ad essere fallata all’inverosimile, mi individua anche come nemico,”

        Il famoso Antimauriciustarvisismo!

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Mettiamo pure che io scriva per livore. La domanda è: le falle che evidenzio di volta in volta sono reali o immaginarie? Questo mio livore mi porta a commettere errori di valutazione, oppure incide solo sulle modalità espositive?

          • Miguel Martinez scrive:

            Per MT

            “Questo mio livore mi porta a commettere errori di valutazione, oppure incide solo sulle modalità espositive?”

            Giusto, un po’ di livore è sempre legittimo. Se la Confindustria di Firenze fa un proclama a favore dell’espansione dell’aeroporto, penso che 1) abbiano torto e 2) che mi stiano antipatici.

            Poi, boh, mentre capisco perché si possa avercela con chi vuole espandere un aeroporto, faccio fatica a capire chi ce l’ha con le femministe radicali, ma immagino che ci possano essere dei motivi validi.

            Sul contenuto.

            A me gli avvocati del diavolo piacciono, quindi un’equilibrata critica alle tesi più azzardate della Federici mi va benissimo, basta che si colga il senso di fondo: modernità come controllo burocratico dei corpi individualizzati, è così o no?

            Però prima di dire “str…” preferirei forse anche un’analisi critica dei singoli dati che lei porta a suffragio della sua tesi. Anch’io sospetto che siano letture parziali, rampe di lancio per una visione più generale del mondo. Ma andrebbero letti, prima di stroncarli.

            Anche perché tu, oltre a 1) criticare e 2) arrabbiarti (che è cosa assai diversa), non presenti una tua visione del mondo diversa.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “Però prima di dire “str…” preferirei forse anche un’analisi critica dei singoli dati che lei porta a suffragio della sua tesi”

              Quella l’ho scritta subito dopo. Non ho letto risposte puntuali, se non un’osservazione sul numero di pagine del libro.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Non ho letto risposte puntuali, se non un’osservazione sul numero di pagine del libro.”

                Certo, per difendere le tesi del libro (cosa che nel dettaglio mi interessa fino a un certo punto) dovrei leggerlo al posto tuo, tirare fuori tutti gli argomenti che lei sostiene senza necessariamente sostenerle io. Avendo nel frattempo un sacco di lavoro da fare.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Ti risparmio la lettura: dice cose sbagliate.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “non presenti una tua visione del mondo diversa”

              E quindi? Visto che non presento la mia visione del mondo alternativa, allora quelle degli altri diventano improvvisamente corrette? O riesco a incasellare il mondo (che è un casino e che faccio fatica a capire nella quasi totalità dei casi) in categorie organiche ed onnicomprensive, oppure devo chiudere gli occhi davanti alle categorie palesemente sballate degli altri?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Visto che non presento la mia visione del mondo alternativa, allora quelle degli altri diventano improvvisamente corrette? ”

                assolutamente no.

                Ma se io sono un antirazzista e dico

                1) gli esseri umani sono tutti uguali a prescindere dalla loro etnia (TESI CENTRALE)

                2) tiro fuori un esempio (ESEMPIO), tipo il senegalese che è stato ammazzato sul Ponte Vespucci

                3) tu mi rispondi (giustamente) dicendo che quello fu ammazzato da un pazzo

                bene, mi chiedo cosa vuoi dimostrare: vuoi dimostrare che quel particolare esempio è impreciso (e chissenefrega), oppure vuoi contestare la TESI CENTRALE, che è quello che mi interessa?

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “Antimauriciustarvisismo”

          A volte capita di far parte di una categoria più ampia. In questo caso, una di cui fai parte anche tu.

          Se leggi la roba più estrema scritta dal femminismo contiene proprio riferimenti all’eliminazione di tale categoria, con la redazione di veri e propri manifesti dove questo desiderio viene esplicitato e argomentato.
          Ma non devi nemmeno correre troppo nel radicale. Quest’estate ho letto un romanzo, edito quest’anno, di un’autrice italiana che viene fuori dal giro di quella roba incomprensibile chiamata “Carmilla On Line” (nel senso che non sono mai riuscito a leggere un articolo pubblicato là dentro dall’inizio alla fine capendoci qualcosa). In pratica la trama è striminzita ed è solo l’occasione per raccontarci la supposta utopia dell’autrice: un mondo senza individui di sesso maschile, che riesce a vivere, proprio per questo, in pace e in armonia con la natura.
          Il curatore della collana, anche lui di Carmilla On Line e autore di buona parte degli articoli che non sono mai riuscito a capire, mi ha confermato che sì, secondo lui quella roba là è proprio un’utopia e che in quanto maschio lui capisce che non ha tutti i torti l’autrice a considerare il suo sesso un problema.

          Sono due gatti? Sì. Devo andarci piano dialetticamente con loro perché sono due gatti? Direi di no. Perché poi? Per pietà? Perché devo salvaguardare la specie a rischio?

          • Miguel Martinez scrive:

            Per MT

            “Se leggi la roba più estrema scritta dal femminismo contiene proprio riferimenti all’eliminazione di tale categoria”

            Certo.

            Anche se leggi la roba più estrema scritta dai proVax c’è da svaccinarsi.

            Pensa se dovessimo decidere come rapportarci con gli immigrati egiziani, in base ai proclami dell’Isis.

            Capita: gente disturbata scrive cose disturbate.

            In un paese di 60 milioni di individui, di sciroccati se ne possono trovare ovunque.

            Francamente le femministe radicali che conosco io sono tutte persone umanamente equilibrate.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Infatti io mica mi dichiaro d’accordo con chi dice che i no-vax non dovrebbero essere curati. Esattamente come le femministe fanno sentire la propria voce contro i provvedimenti di questi giorni sul femminicidio. Ah, no, non lo fanno.

              • Peucezio scrive:

                Io però non ho capito ‘sta ossessione sul femminicidio.

                Fino ad ora è successo che una donna picchiata anche molto violentemente va a denunciare, magari poi ritratta non solo per paura, ma anche perché spesso ci sono forme di assoggettamento psicologico (per il quale non sempre assolvo la donna: in certi ceti e ambienti ci sono donne che ritengono naturale e quasi giusto che gli uomini le picchino), finché arriva la volta che il tizio la uccide.
                E conosco gente che, facendo volontariato, è venuta in contatto spesso con situazioni di questo tipo.
                Per cui si è pensato che forse si può cercare di evitare questi epiloghi tragici, per esempio facendo sì che una volta scattata la denuncia, questa cammini sulle sue gambe.
                Poi si può eccepire, discutere, ma non mi pare che il problema non esistesse.

                Non ho idea però se la cosa riguardi il sesso esplicitamente.
                Cioè se una donna è una cintura nera di karate alta un metro e novanta e lui è un tipo mingherlino e mansueto, non so se la tutela sia identica, purché riguardi la parte debole.
                Se valesse solo per le donne sarebbe palesemente discriminatoria e come tale, immagino, incostituzionale.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Io però non ho capito ‘sta ossessione sul femminicidio.”

                Condivido le tue riflessioni.

                Sicuramente, in Italia direi che non esiste più la violenza maschile “culturale”, in stile pakistano. Per cui un uomo mite e gentile, con enorme dispiacere, si trova a dover fuori la propria figlia perché ha disonorato il clan.

                Però indubbiamente ci sono molti casi (non moltissimi, siamo sessanta milioni in Italia) di maschi che sbottano, che scoppiano, che non si controllano, che in trenta secondi accoltellano a morte la loro compagna.

                E’ successo a una mia splendida amica, che scriveva poesie bellissime con disegni con inchiostro turchese.

                Non direi che è “maschilismo” in senso astratto: è il fatto di avere un coltello in mano e non capirci più niente ed essere fisicamente più forti.

                Poi ci sono casi terribili di maschi ossessionati, che pedinano le loro ex compagne: penso a una simpatica signora brasiliana che viveva vicino a me, con la figlia… e l’ex-compagno che rintracciava sistematicamente tutti gli abitanti del quartiere, è arrivato anche a me, e mi ha chiamato con voce insinuante, “scusi, sono un suo vicino di casa, vorrei farle sapere che la signora X si prostituisce, magari dà fastidio anche con i clienti che riceve…” “mi dica, lei come si chiama?” e riattacca.

                Capisco di più l’accoltellatore esaltato. Però non è certo una serie di seminari tenuti da psicologiche precarie che possa risolvere realtà di questo tipo.

              • Miguel Martinez scrive:

                Ora, se io fossi un legislatore, non saprei bene cosa farci.

                Per il primo tipo di “femminicida” – quello che sbotta e dà trenta coltellate e poi si butta dal tetto dicendo, “ho fatto una cazzata!” – non saprei assolutamente cosa farci.

                Il secondo tipo è più preoccupante. Certo, agisce in base a un profondo dolore interiore, un’ossessione spaventosa. Che alla fine è il male che il Buddha che aveva colto 2500 anni fa, la paura di perdere un bene.

                Facile dire che “le donne non sono oggetti”: il bene a cui non si vuole rinunciare non è la donna, ma il rapporto con la donna, le certezze della vita, la propria identità.

                Come rapportare quella cosa miserabile che è il sistema legale italiano a tutto questo?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Io però non ho capito ‘sta ossessione sul femminicidio.”

                L’ossessione veramente è di chi ne parla continuamente, grida all’emergenza e ottiene leggi speciali con la scusa dell’emergenza. Se però qualcuno alza la mano e fa notare che si tratta di un’ossessione degna del peggiore securitarismo, condito tra l’altro in salsa sessista, tu vieni a dire che sarebbe ossessionato?

              • Peucezio scrive:

                Mauricius,
                “L’ossessione veramente è di chi ne parla continuamente, grida all’emergenza e ottiene leggi speciali con la scusa dell’emergenza. ”

                Mi ricorda vagamente qualcosa…

              • Peucezio scrive:

                Miguel,
                tanto per far incazzare ancora di più il nostro Mauricius,
                secondo me esiste anche, benché in Italia ormai numericamente marginale, il tipo del maschio che sotto sotto ritiene la donna un suo possesso (non nel senso di un possesso reciproco: non c’è niente di male che uno ritenga “sua” la persona che ama, ma proprio unilaterale) e ritiene in fondo suo diritto pestarla come un tamburo.

          • Peucezio scrive:

            “un mondo senza individui di sesso maschile, che riesce a vivere, proprio per questo, in pace e in armonia con la natura.”

            Ciò che mi mancherebbe davvero in un mondo del genere sono i rutti, le scorregge, le imprecazioni, le battute sporche e le canzonacce scurrili.

            • Francesco scrive:

              e secondo te perchè ci sono le lesbiche “butch”?

              perchè mancherebbero anche alle femmine, fosse solo come motivo per cazziare qualcuno

              la cosa più ridicola di una simile Utopia non è la riproduzione (magari qualcosa che funziona senza spermatozoi se lo inventano davvero) ma la pace e l’armonia …

    • roberto scrive:

      miguel

      “Una cosa curiosa è come io mi ritrovi spesso a difendere (non a “sostenere”, semplicemente a “difendere”) tesi che non sono le mie, per la quantità di aggressioni che subiscono.”

      Sai una cosa?
      le difendi talmente bene, con tale assoluto zelo che è un po’ difficile credere che si tratti di “tesi non tue”…cioè è chiaro che tu non ne sei l’autore, ma non sono così certo che sotto sotto, un pochino quelle tesi non le stai in realtà sostenendo

      🙂

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “cioè è chiaro che tu non ne sei l’autore, ma non sono così certo che sotto sotto, un pochino quelle tesi non le stai in realtà sostenendo”

        Io trovo estremamente interessante la tesi di fondo dietro la tesi di fondo, cioè che la modernità consista in larghissima parte nel Controllo, nella burocratizzazione astratta, nella guerra alla vita reale. E quindi ai corpi, e che questa sia la stessa guerra che si conduce contro le “reti fungine microrriziali” e contro i dialetti e contro i giardini rionali e contro gli aironi della Piana.

        Poi può essere benissimo che si possa dire molto contro le singole dimostrazioni, e mi sembra anche giusto confutare gli esempi sbagliati.

        Ma lo si deve fare tenendo sempre il quadro globale.

        In questo mi trovo molto bene con ADV, che contesta qualsiasi cosa io dica, non per il dettaglio, ma per il principio di fondo.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “la modernità consista in larghissima parte nel Controllo, nella burocratizzazione astratta, nella guerra alla vita reale”

          Ma è veramente questa la tesi di fondo? Secondo me no: il loro arché è il capitalismo, non la burocratizzazione. Magari ha punti di contatto con la tua tesi di fondo, ma sono superficiali, non di fondo.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per MT

            “Ma è veramente questa la tesi di fondo?”

            Discutiamone, comunque è questo il punto interessante.

            In realtà “modernità” e il passaggio (Marx!) da M-D-M a D-M-D1 sono la stessa cosa.

            Solo io ci vedo qualcosa di più ampio di un semplice evento economico.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              La nostra (chiunque sia, poco importa: parlo di idee, non di persone) individua lo spartiacque alla fine del Medioevo (XIV-XVI secolo), perché deve metterci in mezzo la caccia alle streghe.
              Bene, vogliamo parlare di dominio, controllo e burocrazia? Bene, allora perché non mettiamo lo spartiacque nel XIII secolo (consolidamento delle monarchie “nazionali”)? Perché non nel XVII secolo (assolutismo e metodo sperimentale)? Perché non nel XVIII-inizio XIX (prima rivoluzione industriale, illuminismo, ecc.)?

              Perché forse la nostra non cerca la stessa cosa che stai cercando tu.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Perché forse la nostra non cerca la stessa cosa che stai cercando tu.”

                Invece credo che cerchiamo proprio le stesse cose.

                Che io, con l’esperienza del Nidiaci, individuo un po’ eccessivamente nella recinzione dei Commons.

                Che lei, come femminista, individua un po’ eccessivamente nella recinzione delle donne.

                Poi, come persona poco matematicodotato, io individuo soprattutto nel controllo numerico di Fibonacci Pisano.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Che lei, come femminista, individua un po’ eccessivamente nella recinzione delle donne.”

                Che è un po’ come dire che il localaro la individua un po’ eccessivamente nella recinzione della movida.
                No, non è per niente la stessa cosa.

              • Francesco scrive:

                Dai Miguel, spacciare quattro patacche sulla caccia alle streghe per “recinzione delle donne” non ti pare ridicolo?

                Se vogliamo essere seri, credo si debba partire dalle Lettere di San Paolo.

                E poi studiare le norme in vigore nell’Europa negli ultimi 2.000 anni.

                Se lo si fa un minimo seriamente, si giunge per prima cosa alla decisione di cestinare il femminismo come una colossale buffonata, nel migliore dei casi un abbaglio.

                Ciao!

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Martinez

          “qualsiasi”

          Falso.

          (…appunto 🙂 )

          Ciao!

          Andrea Di Vita

    • 'Alam al-Mithal scrive:

      “Una cosa curiosa è come io mi ritrovi spesso a difendere (non a “sostenere”, semplicemente a “difendere”) tesi che non sono le mie, per la quantità di aggressioni che subiscono.”

      Una cosa curiosa, però, è anche che provi il bisogno di farlo, secondo me. Una cosa è se concordi, in maniera almeno sostanziale con quelle tesi. Altrimenti, perchè?
      Può essere che le trovi stimolanti? Però allora capirei che tu condivida le riflessioni che ti stimolano, non tanto che le difenda. Forse gli attacchi ti sembrano pregiudiziali? In questo caso mi pare che alcuni lo siano e altri no, anche da parte di una stessa persona (Andrea). Bada non c’è giudizio, cerco di capire.

      “Probabilmente qualcuno se le immagina, come umanamente non sono.”

      Ti dirò, quando facevo parte di partito trockista mi sono bevuto tesi di feminismo di varia e radicale gradazione e teoria queer (sì, ora sembrano in conflitto, all’epoca ricordo Danna ad Attac insieme ad una femminista di area queer). E’ proprio la frequentazione umana che mi ha tolto definitivamente dalla testa che le donne siano in qualunque cosa meglio degli uomini e che mi ha convinto che gli/le stronzi/e sono equidistribuiti/e e che quelli/quelle che usano discorsi magniloquenti per mascherare la stronzaggine sono ancora più insopportabili. Naturalmente va in entrambe le gradazioni, anche se non si è d’accordo con qualcuno, non vuol dire che non ci siano persone valide tra gli esponenti di una data idea. Però anche se bisogna sempre ricordarsi di questo e avere a che fare con le persone caso per caso senza pregiudizi, quando si discute del valore di un’idea bisogna necessariamente entrare nel merito. Ora, le critiche a questa visione sono corrette? Questa è la domanda, penso.

  13. PinoMamet scrive:

    Però a me devono spiegare se ‘sto terribile corpo delle donne, di cui gli uomini avrebbero tanta paura, è stato oppresso da:

    -i kattivi Kurgan che hanno distrutto la pacifica civiltà femminista (mai) esistita;

    -i cattivi Indoeuropei che hanno invaso Creta con le sue dee tette al vento;

    -i cattivi Semiti che hanno scritto la Bibbia e il Corano;

    -i cattivi Cristiani che hanno scritto il Medioevo;

    -il Capitalismo che ha distrutto il Medioevo;

    -i Bianchi che hanno distrutto le Sagge Società Tribali

    -le società tribali che infibulano le donne;

    -l’agricoltura che diversifica i ruoli;

    -il Capitalismo, num. 2, che impone a tutti gli stessi ruoli…

    Questo delitto ha un po’ troppi indiziati 😉

    e in fondo ne ha uno solo, che a ‘sto punto non è appare un indiziato ma un’ossessione;

    ed è sempre lui, l’uomo maschio, colpevole di una sola cosa della quale non potrà discolparsi mai d fronte alle femministe, cioè di essere maschio.

    Ed esattamente come per le guerre razziali americane, che sono sempre sul punto di esplodere e a volte esplodono davvero, io voglio bene a tutti, ma sto dalla parte mia, mi dispiace.

    • PinoMamet scrive:

      Poi voglio spezzare una lancia sulla schiena della parola “sessocidio”.

      No eh? Basta cazzate con la lingua italiana. Non provateci. Ci siamo già fatti andar giù “femminicidio”, e vabbè.
      Adesso basta.

      “Sessocidio” cos’è, l’uccisione del legittimo e naturale desiderio sessuale? Dell’espressione della sessualità umana? Del desiderio riproduttivo?

      Allora sul banco degli imputati voglio, principalmente, le femministe.

      “Ah ma nel Millequattro la Chiesa diceva…”

      Senz’altro, ma si dà il caso che perlappunto non viva nel Millequattro.

      Io vivo oggi, dove un atto di maleducazione e molestia (la mano sul culo della giornalista) merita un’accusa, nientemeno, che di violenza sessuale.

      Dove si discute se far diventare reato,- e in alcuni paesi credo già lo sia- il ragazzotto che urla “a bbona” alla ragazza che passa, comportamento che esiste da prima della nascita dei primi ominidi.
      Tanto varrebbe mettere in galera pavoni e fringuelli.

      E questa ventata di repressione antisessuale non viene dalla Chiesa, non viene dalle “società semitiche del deserto”, non viene dal Capitalismo…
      viene dalle femministe.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per PinoMamet

        “Poi voglio spezzare una lancia sulla schiena della parola “sessocidio”.”

        Credo che sia della Daniela, non della Federici (non ci posso giurare).

        Non piace molto nemmeno a me, ma credo che Daniela stia cercando di evitare di usare la parolaccia Genere/Gender.

        Daniela è cosciente e fiera di essere donna, di sesso femminile, “amante delle donne”, e trova irritante tutta la retorica della “violenza di genere”, nonché la fuffa LGBTSPQRINPS+

      • roberto scrive:

        “ Ci siamo già fatti andar giù “femminicidio”

        No, io no

    • Peucezio scrive:

      Pino,
      “Però a me devono spiegare se ‘sto terribile corpo delle donne, di cui gli uomini avrebbero tanta paura, è stato oppresso da:”

      Secondo me si può ridurre la questione all’osso.
      L’uomo è più forte fisicamente della donna. Almeno mediamente. Nettamente più forte.
      Quindi la donna è stata tanto più oppressa, quanto più una società si basava sulla forza fisica.
      Quindi non è del tutto peregrino pensare che una società agricola, più pianificata e meno basata sulla violenza bruta fosse un pochino meno sbilanciata verso uno strapotere maschile oppressivo rispetto a una basata sulla caccia o sulla pastorizia nomade.
      Anche se bisognerebbe verificare e analizzare molti fattori.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Può essere, però le società che vivono di caccia vivono anche di raccolta, quindi boh!

      • mirkhond scrive:

        Le società turche nomadi dell’Asia Centrale, erano molto rispettose del ruolo della donna, questo anche dopo la conversione dei Turchi all’Islam, come testimoniato dal viaggiatore marocchino Ibn Battuta (1304-1377), il Marco Polo dell’Islam.
        Dunque non sempre nomadismo fa rima con maschilismo.

        • Moi scrive:

          Io credo che sarebbe più calzante paragonar Ibn Battuta a Erodoto … SE proprio.

          • mirkhond scrive:

            Anche ad Erodoto, certo. Però l’itinerario da lui compiuto e i lunghi anni lontano da casa, a contatto con varie culture asiatiche e africane, lo rendono in qualche modo più vicino a Marco Polo.
            Anche cronologicamente.

      • 'Alam al-Mithal scrive:

        “L’uomo è più forte fisicamente della donna. Almeno mediamente. Nettamente più forte.”

        Mai stato in una palestra di kickboxing, eh? Mena certi colpi il “sesso debole”…

        • PinoMamet scrive:

          Beh, e a parità di allenamento perché non ci sono campionati misti di kickboxing, allora?

          O di qualunque altro sport.

          Poi sicuramente una donna giovane e allenata è in grado di picchiare un uomo meno giovane e/o meno allenato, e non troppo più grande di lei.
          Non ci sono dubbi su questo.

          • 'Alam al-mithal scrive:

            Ad un certo livello sì, penso. Ma ti assicuro, abbassare la guardia durante uno sparring con kickboxer sufficientemente agguerrita è cosa che si può pagare caro.

          • PinoMamet scrive:

            Vabbè, non voglio ripetere lo stesso concetto.

            • 'Alam al-mithal scrive:

              No, no, hai ragione, soprattutto a livello agonistico; dicevo che nessun avversario andrebbe mai sottovalutato. E che non credo che la questione si possa ridurre “all’osso” di Peucezio di cui sopra.

              Riguardo “Questo delitto ha un po’ troppi indiziati”

              in uno dei “mercoledì di Pippo” che uscivano sui Topolino degli anni ’90, Pippo scrive un giallo in cui sono tutti colpevoli tranne sè stesso e Topolino. In risposta ad una battuta ironica di Topolino, poi, gli viene in mente di scriverne uno ambientato in uno stadio “100.000 spettatori, 100.00 colpevoli”.
              Su questo specifico argomento mi sa che ci si sta avviando in quella direzione.

            • PinoMamet scrive:

              Non so come sia ora, ma per molto tempo credo che Topolino sia stata una delle migliori pubblicazioni in Italia.

              E non lo dico ironicamente!

              Da Topolino ho imparato cosa sono le azioni (in senso economico), cos’è l’usucapione, la storia di mezzo mondo comprese parti mai affrontate a scuola, e potrei continuare per un bel po’…

              Quando gli autori di Topolino hanno scritto dicendo a politici e giornalisti “smettetela di usare come esempio negativo “dove lo hai imparato, su Topolino?”” avevano tutte le ragioni del mondo.

              Molti giornalisti, e quasi tutti i politici, sono parecchio al di sotto del livello di Topolino!

              • 'Alam al-mithal scrive:

                Quello di adesso è un disastro, almeno a giudicare dalle poche volte che l’ho letto (ma sono passati un paio d’anni, magari è miglirato), ma quello anni fine 80/’90 e primi anni 2000 era fantastico, con le storie di Rodolfo Cimino come apice, e rileggo spesso quelle storie (anche dei periodi precedenti, a dire il vero).

                Pensavo, ma non so se è un discorso sensato, che tra le altre cose, quello che intendo con “la questione non è riducibile all’osso di Peucezio” è che la kickboxing è uno sport con regole, mentre in scontri senza regole, magari assaltando l’avversario di notte in una ribellione organizzata, un’inferiorità fisica relativa, come quella di cui stiamo parlando, non dovrebbe essere determinante; l’armamento e la preparazione sono più importanti e ci sarebbe bisogno del tempo e dell’opportunità di impossessarsene. Ora, perchè non ci sono state, o non ci sono state sufficientemente, ribellioni “femminili” in società patriarcali, specie in contesto di società le cui modalità di controllo erano meno pervasive di, diciamo, quella romana? “Semplice” mancanza di “coscienza di genere”? Non tanto mi convince. La questione mi sembra veramente complessa e non “riducibile all’osso”. Ma sono pensieri così, non so se hanno qualche valore.

              • roberto scrive:

                Pino

                “Non so come sia ora, ma per molto tempo credo che Topolino sia stata una delle migliori pubblicazioni in Italia.”

                d’accordissimo!
                detto da uno che ha una collezione completa (tranne due annate per una storia familiare ingarbugliata che non racconterò) dal 1978 al 2012

                ho smesso nel 2012-3 perché era diventato un vero schifo tra storie assurde, un italiano penoso, pubblicità a non finire e un moralismo ecologico veramente infantile

                ma rileggo regolarmente i vecchi con enorme piacere

                PS la storia dell’usucapione è quella della pallina da golf vero?
                l’usucapione non funziona per niente così
                🙂

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                C’è da dire che dentro la nostra testa si ragiona per unità familiari, per cui è difficile da immaginare (se non in una commedia di Aristofane) che un pezzo di famiglia si ribelli ed in modo organico contro un altro. Nei casi in cui succede, la famiglia si semplicemente cessa di essere tale (ci si separa, i figli se ne vanno di casa e via dicendo).
                Quindi, visto che il conflitto, stringi stringi, è sempre tra famiglie, non ci sarà mai il maschi contro femmine o il giovani contro vecchi (il famoso mito dello scontro generazionale di cui si riempiono la bocca quelli che parlano di pensioni). Almeno su scala sociale, poi è ovvio che puoi sempre litigare con tuo nonno.

              • 'Alam al-mithal scrive:

                “l’usucapione non funziona per niente così”

                Cavolo! Con tutte le palline che ho nascosto da quando l’ho letta sperando…

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ PinoMamet

                “Topolino”

                Mia madre aveva tutti i numeri
                a partire dal primissimo uscito con Nerbini, ma andarono perduti con la guerra. Ne compro’ per anni a me a piccolo, rilegandomene i più belli.

                “Zio Paperone e le lenticchie di Babilonia” : dove si si capisce cosa sono le speculazioni di Borsa e cos’è il traffico dei reperti archeologici

                “Paperino e la macchina che va senza benzina” : ispirato al vero progetto Ford di un’automobile a energia nucleare (la Nucleon)

                “Zio Paperone e il Bombastium” : dove si spiega che cos’è la Guerra Fredda fra il Capitale e l’Ideologia, e perché il Capitale vince sempre

                (vi si legge l’immortale dialogo che segue: ‘Per il Bombastium, il mio governo, il governo della Grande Brutopia, offre un triliardo di dollari e tutti i lavandini del suo popolo felice!’ ‘E quanti lavandini ha il tuo popolo felice?’ ‘Cinque!’ ‘E allora io, Paperon de’ Paperoni, offro un triliardo di dollari e SEI lavandini!’)

                “Zio Paperone e i gamberi in salmì” : dove si spiega cos’è il dissenso e come i dissidenti possono essere ricattati sulla pelle dei loro cari (nella fattispecie, il gatto del Professor Bronislao Pof, autore della ricetta dei gamberi in salmì che può stravolgere gli equilibri gastronomici mondiali)

                “Topolino e l’unghia di Kalì” : esilarante parodia dello hitchcockiano Notorious

                “Paperino e la farfalla di Colombo” : la prima volta che ho visto un esempio di epigenetica

                “Paperino inarrivabile genio” : dove si ironizza sulla mania (sessant’anni fa) dei test per misurare il quoziente d’intelligenza

                (‘Questo cartello sulla portata massima del ponte porta segnato un 1, poi c’è una macchia! Potro’ mai passare col mio carico di 11 tonnellate’ ‘Ma certo, buon uomo, basta usare il cervello! Non può mica segnare meno di uno zero! Dunque la portata massima e’ di 10 toonellate. Voi, con un po’ di ‘lasco’, potete passare tranquillo…’ CRAAAAC)

                “Zio Paperone e l’ultimo balabù” (sui misteri della memoria a lungo termine negli anziani)

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                ““Topolino””

                io sono cresciuto senza, l’ho scoperto verso i 13 anni, con grande interesse. Poi ho scoperto Alan Ford, grande amore!

                Una cosa che non ho mai capito è chi faceva Topolino.

                Cioè sapevo vagamente che Mickey Mouse e Uncle Scrooge erano americani.

                Ma che Topolino e Zio Paperone li facevano degli artisti di Venezia, e che era una roba italianissima.

                Non ho mai capito.

              • PinoMamet scrive:

                “PS la storia dell’usucapione è quella della pallina da golf vero?
                l’usucapione non funziona per niente così ”

                Sì, è quella 😉

                e so che non funziona così 😉

                ma era un modo divertente di spiegare il concetto a un bambino
                (in realtà poi mi è capitato davvero di far valere l’usucapione per un immobile, ma ormai ero grande…)

                Tornando ai sessi, a parte le considerazioni di Mauricius, per restare nel tema dello scontro fisico, mah…

                un mio amico insegna autodifesa/krav magà (non diteglielo, ma io sono molto scettico sul krav magà) comunque una roba intelligente che dice è che l’autodifesa non comincia e non finisce in strada (di solito comincia a casa, nel migliore dei casi, e finisce in tribunale nel peggiore)

                Tutto ciò è molto interessante (forse no 😀 ) ma non ha tanto a che fare con ipotetiche ribellioni femminili, che non avrebbero avuto senso comunque.

                A parte le citate commedie di Aristofane, la cosa più simile nel mondo antico è il mito delle amazzoni, che forse prende spunto anche da un ruolo della donna più elastico e libero in alcune culture scitiche, ma che, come è presentato nei miti greci, è semplicemente una fantasia sessuale, di difficile se non impossibile realizzazione nella vita pratica.

              • 'Alam al-mithal scrive:

                “Zio Paperone e le lenticchie di Babilonia” è un capolavoro di Romano Scarpa; è notevole anche il finale sospeso… alla John Carpenter, quasi 🙂

                “Paperino e la farfalla di Colombo” mi ha colpito visualmente. Non la leggo da molto, ma la farfalla la ricordo.

                Poi vabbè, Tra Scarpa, quel cinico di Guido Martina (e la sua esagerazione di tutti i lati negativi dei personaggi), Cimino (le storie di Nonna Papera, in cui si affronta anche il tema della morte). Grandi storie. Poi la fotosintesi l’ho appresa la prima volta da “Zio Paperone e l’operazione foglia”.

                Miguel, è semplice, senza scendere nei dettagli; c’è un ramo editoriale italiano della Disney, che ha fatto molte ottime storie, alcune anche pubblicate oltreoceano. Ce ne sono anche di altri paesi (se non sbaglio le storie di Josè Carioca che pubblicavano qui erano fatte effettivamente in Brasile).

              • roberto scrive:

                “Ma che Topolino e Zio Paperone li facevano degli artisti di Venezia, e che era una roba italianissima.”

                credo che effettivamente a partire almeno dagli anni settanta gli autori erano quasi esclusivamente italiani

              • 'Alam al-mithal scrive:

                @ Pino, infatti, per questo mi sembra che qualsiasi schematizzazione della questione risulti più un fanta-racconto speculativo che altro.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “veneziani”

                L’80% dei fumetti di Topolino quando ero piccolo era venduto in Italia. Da noi la versione cartacea ha avuto un impatto molto superiore a quella che ha avuto negli stessi USA.

                Certo, statunitense è il mitico Carl Barks (autore fra l’altro delle spettacolari storie dove i paperi si buttano alla ricerca di Eldorado o del Polo, e inventore del personaggio di Pico de Paperis che più che Einstein satireggia Freud (geniale la sua diagnosi della sfortuna di Paperino, da lui attribuita a un biberon che gli è andato di traverso da piccolo).

                Ma buona parte delle opere che ho citato sono made in Verona.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • PinoMamet scrive:

                Mi pare che la Disney avesse sostanzialmente appaltato il lavoro a diverse succursali nel mondo, che – nonostante indicazioni piuttosto precise e rispettate- finirono inevitabilmente per creare versioni leggermente diverse degli stessi personaggi;

                e a volte personaggi completamente nuovi.

                La “succursale” italiana credo fosse molto quotata e importata in altri paesi.

                La scrittura era di assoluta qualità, o perlomeno lo è stata a lungo.

                Un’amica ha lavorato per un periodo, ormai un paio di decenni fa, come sceneggiatrice per Topolino, e per raggiungere l’obiettivo ha dovuto frequentare una serissima e impegnativa “accademia Disney” che richiedeva una conoscenza tecnica piuttosto approfondita e garantiva standard di qualità.

                Non so cosa sia poi andato storto nel periodo recente, da cui leggo qui che Topolino si sta risollevando: probabilmente la concorrenza dei manga e un certo esodo di disegnatori e sceneggiatori collaudati verso altri lidi.

      • paniscus scrive:

        “Quindi non è del tutto peregrino pensare che una società agricola, più pianificata e meno basata sulla violenza bruta fosse un pochino meno sbilanciata verso uno strapotere maschile oppressivo rispetto a una basata sulla caccia o sulla pastorizia nomade.”
        ——

        Veramente a me risulta il contrario: in una società nomade di cacciatori-raccoglitori, in cui non si possiede niente di formale perché non si può accantonare nulla a lungo termine e ognuno possiede solo quello che è in grado di portarsi addosso giorno per giorno, ci sono meno differenze di ruoli di genere, rispetto a una società stanziale in cui si accumulano proprietà familiari e si presta una grande attenzione ai legami di matrimonio, di discendenza e di legittimità…

        Ovviamente non vuol dire che non ci siano violenze e maltrattamenti, in ogni caso è chiaro che se c’è un conflitto personale tra un uomo e una donna, è più facile che lei abbia la peggio perché è più debole fisicamente, ma l’ossessione patologica per il controllo sociale della riproduzione (e quindi per la segregazione delle femmine e la loro concezione come proprietà dei maschi e merce di scambio tra famiglie) è molto meno marcata.

        • Peucezio scrive:

          Non mi è chiaro perché però.
          In una società stanziale le cose sono facilmente controllabili, ma in una nomade gli unici nessi sono quelli di sangue, famigliari, non territoriali, quindi assumono ancora più importanza.

          • paniscus scrive:

            Ho accennato al motivo, esattamente qui sopra:

            perché solo con la civiltà agricola stanziale si pone il problema dell’accumulo di proprietà e della formalizzazione del concetto di trasmissione ereditaria (e relative regole di suddivisione), e quindi l’ansia patologica del tracciare con certezza la discendenza dei figli;

            e solo con la civiltà agricola stanziale si manifesta la possibilità concreta di tenere le donne controllate dentro ambienti ristretti… cosa che ovviamente non è possibile in una tribù nomade in cui tutti percorrono decine di chilometri al giorno possedendo solo quello che si portano addosso in quel momento (o quello che hanno appena raccolto e che deve essere consumato prima possibile, altrimenti non c’è modo di conservarlo).

            Peraltro, mi pare di aver capito che nelle tribù nomadi veramente “primitive” l’appartenenza familiare è più spesso di tipo matrilineare che patrilineare (il che non vuol dire che sia in vigore un “matriarcato”, vuol dire semplicemente che si sta più vicini ai parenti da parte di femmina che da parte di maschio, per normale abitudine pratica). E inoltre, la comunità è abbastanza piccola per potersi considerare praticamente TUTTI parenti.

            Per cui, in una comunità simile a quella dei boscimani (anche se questa parola non si deve più usare), al maschio medio non frega niente che sua sorella, nel corso della vita, abbia figli da più uomini diversi, tanto sono sempre nipoti suoi, e magari uno concepito con il cugino di primo grado e uno con quello di secondo, quindi sempre gli stessi parenti hanno, e comunque non è possibile laasciare loro niente in eredità. Perché farsi tanti di quei problemi? ^_^

            • Peucezio scrive:

              Beh, anche i nomadi possono accumulare proprietà.
              E inoltre proprio il fatto che certe cose siano più facili da fare può suscitare preoccupazioni restrittive e repressive.
              Insomma, non mi sembra così pacifico.

              Perché mai non si può dire “boscimani”?
              Altra parola cancellata dal ministero orwelliano?
              Ma che se ne vadano a fare dove non batte il sole…

  14. Miguel Martinez scrive:

    E comunque premesso che qui esiste la Tolleranza 100%…

    che credo che prendersi le critiche faccia sempre crescere…

    che nessuno ha il monopolio della verità…

    che abbiamo tutti bisogno del Giullare di Corte che ci ricordi quanto siamo mortali e fallibili…

    io alla Daniela voglio un bene immenso, fosse solo perché mi è venuta a trovare una volta con uno zaino pesantissimo.

    Che era pieno di olive che lei aveva raccolto sugli alberi, per regalarmi.

    Per cui, liberissimi di criticarne le tesi in modo anche radicale, ma sappiate che umanamente, è una persona straordinaria.

    E non solo perché regala olive, ma perché ascolta, impara, è curiosa, è disposta a cambiare idea…

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Ma ci credo. E’ pieno di brave persone con idee che vanno dal discutibile allo spaventoso.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per MT

        “Ma ci credo. E’ pieno di brave persone con idee che vanno dal discutibile allo spaventoso.”

        Attenzione.

        Se tu mi dici, “io ritengo che le donne siano esseri meno intelligenti”, è una tesi interessante, su cui si può discutere.

        Se dici, “è quello che racconta lei”, con il sottinteso che tu che non c’eri, sai che lei sta raccontando apposta delle balle, non se ne può discutere.

        Concedimi dei limiti da censore e gestore del sito.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Però scusami se spacco il capello in quattro, ma mettiamo che in una stanza ci siamo io, Tizio e Caio. Tizio non sopporta il fumo e Caio si accende una sigaretta, ma Tizio non ha il coraggio di protestare contro il fatto compiuto.
          Io non vedo proteste, qundi mi convinco che a Tizio non dia fastidio il fumo e ti riferisco che Caio fumava e a Tizio andava bene.
          Ti sto mentendo? Sono in mala fede? Sono sincero? Racconto balle? Oppure semplicemente ti sto riferendo una mia opinione in buona fede di ciò che pensano gli altri che è frutto di una mia deduzione?

          Bada che nell’esempio io sono un testimone a caso, su cui non ricadeva nessun obbligo di legge, vero o supposto che sia.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per MT

            “erò scusami se spacco il capello in quattro”

            puoi anche spaccarlo in sedici, tutto è possibile.

            Se spacchi in trentadue il cappello, trovi che c’è persino qualcosa di ridire sulla legalissima situazione della discoteca Alcatraz, per cui nessuno verrà sicuramente sospeso.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              ” trovi che c’è persino qualcosa di ridire”

              Ma è assolutamente possibile.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Ma è assolutamente possibile.”

                Beh, allora se ci tieni a stroncare gli studenti che a luglio, ben distanziati, stanno a fare l’esame a Lecce, fai qualcosa sulle tremila sardine rinchiuse a Milano… Obietta, arrabbiati, tenendo presente che legalmente hanno ragione.

      • Peucezio scrive:

        Mauricius,
        “Ma ci credo. E’ pieno di brave persone con idee che vanno dal discutibile allo spaventoso.”

        Che poi, stringi stringi, la sua colpa è essere contraria a utero in affitto e più in generale bambino come bene di consumo e al fatto che i maschi possano andare a violentare le donne in carcere dichiarandosi donne.
        E di essere donna, lesbica e femminista, senza essere isterica e rivendicativa.
        Pensa che cose aberranti!

        • Peucezio scrive:

          Aggiungo,
          di essere dialogante e aperta con fascisti e chiunque sia lontano ideologicamente da lei.
          Lo dico perché, oltre ad averla letta, l’ho conosciuta anch’io di persona: non parlo per sentito dire.

      • Francesco scrive:

        >> E’ pieno di brave persone con idee che vanno dal discutibile allo spaventoso.

        infatti spesso mi chiedo cosa significhi questo fatto … forse le idee sono sopravvalutate? ma un orrore come la Rivoluzione francese fu possibile solo per le idee degli Illuministi

        non mi ci raccapezzo

        e non possiedo uliveti!

    • PinoMamet scrive:

      “io alla Daniela voglio un bene immenso, fosse solo perché mi è venuta a trovare una volta con uno zaino pesantissimo.

      Che era pieno di olive che lei aveva raccolto sugli alberi, per regalarmi.”

      Bellissimo! (davvero)

      Ma mai quanto venire a scroccare un pranzo del tutto inaspettatamente, rompendo le palle e non portando neppure niente in cambio!
      😉

    • roberto scrive:

      “ Per cui, liberissimi di criticarne le tesi in modo anche radicale, ma sappiate che umanamente, è una persona straordinaria”

      Ma noi non la conosciamo e commentiamo solo quello che scrive/fa

      • roberto scrive:

        Rectius, alcune delle cose che scrive/fa, quelle di cui ci parli…del resto non sappiamo nulla e non vedo proprio cosa potremmo dire

  15. roberto scrive:

    OT

    Qualche tempo fa paniscus so stupiva del fatto che testiamo i pargoli molto regolarmente (2-3 volte a settimana)
    Da questa settimana nelle scuole elementari lussemburghesi i bambini si testano (auto test) *ogni giorno*
    La ragione è che in questo momento 30% delle infezioni attive sono tra i bambini tra 0 e 11 anni (cioè i non vaccinati e che non si possono vaccinare)

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “La ragione è che in questo momento 30% delle infezioni attive sono tra i bambini tra 0 e 11 anni (cioè i non vaccinati e che non si possono vaccinare)”

      E allora?

      Voglio dire, quanti milioni di specie di esserini invisibili convivono con noi, anzi sono inseparabili da noi, anzi non esisteremmo se non ci fossero anche loro, anzi sono noi?

      Questi “infettati attivi” stanno male?

      • roberto scrive:

        No certo non serve a niente, è solo una specie di grosso raffreddore ed è tutto un complotto di big pharma per vendere vaccini e dei governi per tracciarci

        • Peucezio scrive:

          Al di là dei complotti più o meno fantascientifici, effettivamente sì, è un grosso raffreddore.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            No. Un raffreddore è un’affezione delle vie respiratorie superiori. Il Covid può provocare anche polmonite primaria, per cui non rientra in questa definizione.

              • Fuzzy scrive:

                https://www.quantamagazine.org/will-we-ever-eradicate-covid-19-20211130/

                C’è anche il problema della diminuzione dell’immunità nel tempo. La vaccinazione per la poliomielite, il vaiolo e il morbillo si traduce in un’immunità a lungo termine, potenzialmente permanente. Con i coronavirus in generale, sappiamo che l’ immunità può diminuire rapidamente , lasciando gli individui suscettibili alla reinfezione. Lo stiamo già assistendo ora con SARS-CoV-2, sia in individui vaccinati che precedentemente infetti. 

                La soluzione a questi problemi sono semplicemente vaccinazioni aggiuntive, ma ciò richiede una campagna vaccinale globale regolare che dovrebbe superare gli sforzi di vaccinazione nel 2021, che a loro volta sono stati realizzati solo con finanziamenti di emergenza e hanno ancora lasciato molti non vaccinati, sia perché hanno rifiutato il vaccino. o perché non è ancora disponibile per loro. 

                L’eliminazione sarebbe più facile se avessimo vaccini di seconda generazione che potrebbero fornire un’immunità a lungo termine e una migliore protezione dalle infezioni “sfondabili”, ma non è chiaro se un vaccino contro il coronavirus possa farlo, dato che anche l’infezione non lo fa. 

                Fortunatamente, la combinazione di vaccinazione, immunità indotta dalle infezioni e nuovi trattamenti dovrebbe ridurre il rischio di gravi infezioni e morte per COVID nel tempo. La vaccinazione annuale può essere necessaria per mantenere alta l’immunità e per rispondere a qualsiasi variazione del virus circolante, come con l’influenza. Alcuni individui possono anche scegliere di indossare maschere in tempi di aumento delle infezioni. 

                (Le cose che vengono dette a metà).

              • roberto scrive:

                Quindi
                – se lo prendi per tempo
                – se non hai altre patologie
                – se sei giovane (aggiungo io)

                Ti fai tre settimane di malattia delle quali alcuni giorni con la bombola d’ossigeno vicino al letto

                Il tutto sul suo caso specifico (forse ha avuto culo? Forse è stato sfigato? Conosco gente che è stata positiva senza avere nemmeno i sintomi del raffreddore)

                Il tutto per evitare dei forse effetti collaterali o a lungo termine del vaccino, senza sapere nulla degli effetti a lungo termine del virus stesso (hai presente la varicella che resta latente per decenni?)

                Però apprezzo “mi fido della scienza”…che ha lo stesso effetto comico come se io scrivessi “mi fido delle preghiere”

              • PinoMamet scrive:

                “Quindi
                – se lo prendi per tempo
                – se non hai altre patologie
                – se sei giovane (aggiungo io)

                Ti fai tre settimane di malattia delle quali alcuni giorni con la bombola d’ossigeno vicino al letto”

                Mmm

                e che fine hanno fatto gli asintomatici, questi spaventosi untori che fino all’anno scorso erano legione, e bisognava stanare casa per casa?

                Per esperienza spannometrica di studenti in DAD l’anno scorso, perché contagiati loro o i loro genitori, più amici e conoscenti, direi che i sintomi del coronavirus variano da zero a morte.

                Per i giovani, in effetti, di solito si tratta di zero sintomi, o di una influenza, qualche volta una brutta influenza.

                Una mia amica l’ha descritta come una bruttissima influenza, che comunque ha passato a letto a casa sua.

              • PinoMamet scrive:

                Ah beh vedo che lo scrivi già tu!

              • Peucezio scrive:

                Invece mi chiedo come mai non si è pensato a sviluppare in laboratorio una versione del covid-19 innocua, tipo raffreddorino, come forse si spera potrebbe essere (incrociamo le dita) la variante omicron, ma molto più capace di diffondersi, in modo che soppianti da sé le altre varianti, pericolose e di fatto risolva il problema.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                È il modello del virus vivo attenuato (Sabin, per intenderci), che richiede molto più tempo per essere sviluppato rispetto ai vaccini a mRNA. E non dà certezza di avere una copertura più estesa.

              • Peucezio scrive:

                Mauricius,
                in sostanza mi stai dicendo che ci penserà la natura molto prima.
                Speriamo…

              • Peucezio scrive:

                Comunque sarebbe una bellissima arma contro i tanto odiati no-vax:
                nella funzione è un vaccino, ma se ti capita ti capita, vuoi o non vuoi.

            • Peucezio scrive:

              Mauricius,
              “No. Un raffreddore è un’affezione delle vie respiratorie superiori. Il Covid può provocare anche polmonite primaria, per cui non rientra in questa definizione.”

              Certo. Parlavo in senso figurato!
              Tieni conto che la polmonite primaria riguarda una piccola percentuale di chi lo contrae.

    • paniscus scrive:

      “Da questa settimana nelle scuole elementari lussemburghesi i bambini si testano (auto test) *ogni giorno*”
      —–
      E ogni volta che c’è un unico caso positivo va in quarantena tutta la classe, e così via a cascata? Un nuovo anno intero di didattica TUTTA a distanza non velo toglie nessuno…

      • roberto scrive:

        No ci sono una serie di misure che vengono prese gradualmente
        Non me le ricordo a memoria ma più o meno si va da 1 caso (obbligo di mascherine in classe) a 5 casi (DAD per tutta la classe)

      • roberto scrive:

        Per il momento non ci sono stati casi in classe di mia figlia e al massimo 1 alla volta da mio figlio, quindi toccando ferro finora niente DAD.
        So che alle elementari è molto più complicato ma le classi in Dad sono poche

        • paniscus scrive:

          “Per il momento non ci sono stati casi in classe di mia figlia e al massimo 1 alla volta da mio figlio, quindi toccando ferro finora niente DAD.”
          —————

          Comunque il problema non viene rimosso: anche se ci fosse un solo studente in quarantena bisognerebbe attivare la DAD individuale comunque, con ripercussioni pesantissime sull’efficacia della didattica per tutti. Ti assicuro che fare lezione contemporaneamente a un gruppo che si ha davanti in classe, e a un gruppo che sta a casa ma che rivendica il diritto allo stesso identico trattamento degli altri, è ingestibile.

          L’anno scolastico scorso ho dovuto farlo TUTTI i giorni per circa sei mesi di seguito, anche quando non c’era nessuna quarantena individuale, ma semplicemente perché tutte le classi facevano i turni giorno per giorno, ed era sempre normale trovarsi mezza classe in aula e mezza a casa.

          Un incubo, non hanno imparato praticamente niente, nemmeno quelli che studiavano di più.

          • roberto scrive:

            “Comunque il problema non viene rimosso: anche se ci fosse un solo studente in quarantena bisognerebbe attivare la DAD individuale”

            e perché? in tempi normali voi fate una DAD ogni volta che uno studente è assente?

            qui no, lo studente assente perché in quarantena, è assente e amen, recupera come può esattamente come se fosse una malattia qualsiasi

            • paniscus scrive:

              “e perché? in tempi normali voi fate una DAD ogni volta che uno studente è assente?

              qui no, lo studente assente perché in quarantena, è assente e amen, recupera come può esattamente come se fosse una malattia qualsiasi”
              —-

              Ah, te ne sei accorto ora?

              Nelle scuole italiane è obbligatorio attivare la DAD per qualsiasi esigenza individuale dovuta all’emergenza covid, quindi per qualsiasi quarantena personale o di piccoli gruppi.

              Ovviamente questo ha innescato una baraonda di richieste infinite di attvazione della DAD individuale per qualsiasi altro motivo, compresi:

              – normali influenze,
              – mal di pancia,
              – mal di denti,
              – storta alla caviglia,
              – disagi psicologici di qualsiasi genere,
              – necessità del babysitteraggio di fratellini minori in quarantena (NON malati, ma solo in quarantena) mentre i genitori devono andare al lavoro,
              – ghiacciate sulle strade extraurbane,
              – sciopero dei mezzi pubblici,
              – guasto del motorino…
              …e quant’altro.

              Ovviamente non sempre la spuntano, ma ci provano sempre. In alcune scuole si tiene duro e si attiva la DAD solo per ragioni effettivamente connesse al covid, ma in altre c’è lo sbraco assoluto e viene concessa per qualsiasi scusa assortita.

              Però, oggettivamente, se lo studente è in quarantena per covid ha diritto alla DAD (se è malato NO, se ne sta a casa in malattia regolarmente e fa delle assenze normali… ma se è in isolamento precauzionale in attesa di tampone, non gli si può dire di no).

              Per cui, ne basta uno, e siamo obbligati alla pantomima delle lezioni in classe visibili online e facilmente registrabili…

              • roberto scrive:

                “Ah, te ne sei accorto ora?”

                avrai forse notato nel corso di questi anni che non vivo in italia e in effetti qualcosa mi può sfuggire

                ciò detto non è che perché in italia delirate che lo stesso delirio di applica a tutto il mondo e confermo che se uno studente sta cinque giorni a casa perché ha l’appendicite, la peste, il covid o perché si è rotto una gamba, nel mondo normale non si organizza una DAD

              • roberto scrive:

                comunque,
                fermo restando che organizzare una DAD per ogni cosa è folle, nel secondo decennio del XXI secolo, dopo che tutti si sono attrezzati con ogni tipo di materiale, mettere una videocamera in classe giusto per permettere ad uno che ha una caviglia rotta o che è in quarantena non malato, non mi sembra questo sforzo organizzativo assurdo….

                e ripeto, non dico fare una lezione speciale per tutti i casi (presenti e assenti) che mi sembra oggettivamente assurdo, ma semplicemente trasmettere la lezione on line per gli assenti…basta volerlo e pure se non è una soluzione perfetta, come dico sempre “il meglio è il nemico del bene”

                ma già lo so…la praivasiiii! ma sei pazzooooo! il contratto non lo permetteeee!

                però l’anno scorso quando le regole erano diverse, nella scuola dei miei figli l’hanno fatto (alcuni prof, altri si sono rifiutati in nome della praivasssssiiii) ed effettivamente per i ragazzi a casa ma perfettamente in salute è stato molto meglio che niente

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                ” mettere una videocamera in classe giusto per permettere ad uno che ha una caviglia rotta o che è in quarantena non malato, non mi sembra questo sforzo organizzativo assurdo….”

                da non insegnante

                1) credo che significhi cambiare totalmente la modalità della didattica. O guardi lo schermo, o guardi gli studenti. O stai fermo in cattedra, o ti muovi per la classe.

                2) sì, la praivassi ci sta. Per il banalissimo motivo dell’insegnante che viene immortalato per aver avuto quel giorno due calzini di colore spaiato e lo si racconta fino in Alaska; e per il motivo assai più profondo che si permette alle multinazionali di sapere tutto ciò che succede persino dentro un’aula dove nessun altro è ammesso.

              • Miguel Martinez scrive:

                per roberto

                “mettere la videocamera in classe”

                Cioè l’alunno Martinez viene sorpreso che sta copiando, la profe gli dice, “Martinez, bastaaaa!” con vociaccia antipatica…

                I genitori che guardano (ma chiunque a quel punto potrebbe essere collegato) ritagliano il brano, togliendo ovviamente la parte in cui Martinez viene scoperto a copiare, e denunciano la profe per aver traumatizzato il povero piccolo Martinez con il suo urlo.

              • roberto scrive:

                Miguel

                « credo che significhi cambiare totalmente la modalità della didattica »

                Ho esplicitamente detto due volte che non è certo una DAD perenne che propongo.

                Mi limito ad una cosa veramente basic: tieni accesa una telecamera e vivi normale.

                Nei casi che ho visto con i miei occhi, l’immagine a volte era inutile, il suono non sempre perfetto, proprio perché li segnante accendeva team o quel che usavano e poi faceva lezione come se niente fosse….ma l’alternativa era…niente…

                Quindi i figlioli da bravi figli miei si sono detti, vabbè meglio poco che niente

                Sulla praivassi, è due anni che mezzo mondo lavora con le telecamere e non è bello ma non è drammatico (ho perso il conto delle udienze fatte in questo modo: nessuno ha protestato perché un giudice sbadigliava, un avvocato aveva i calzini spaiati ed un altro sbagliava un congiuntivo)

                Ma lo so che a scuola questo non è possibile

              • paniscus scrive:

                per Roberto:

                “Nei casi che ho visto con i miei occhi, l’immagine a volte era inutile, il suono non sempre perfetto, proprio perché li segnante accendeva team o quel che usavano e poi faceva lezione come se niente fosse….ma l’alternativa era…niente…”
                —-

                questo è perché tu pensi che la lezione in classe di un liceo o di una scuola media sia identica a una conferenza universitaria, in cui il professore fa un comizio unilaterale o presenta delle slide direttamente su schermo, mentre tutti stanno zitti e/o prendono appunti in maniera autonoma, per cui se anche ci fosse qualcuno che segue a distanza non ci sarebbe tutta questa grande differenza.

                NON funziona così.

              • PinoMamet scrive:

                Allora, io parlo per scuola mia:

                la DAD è attivabile solo in caso da quarantena per Covid.

                Ginocchia sbucciate, appendiciti, visite a nonni in Albania o in Calabria: nisba.

                Un regolamento volendo discutibile (perchè, il covid è più malattia di un’altra?), sed lex.

                Naturalmente ogni classe ha computer con videocamera, da ben prima del covid.

              • PinoMamet scrive:

                Anche nell’anno scolastico passato, quando la DAD è stata attivata per tutte le classi in diversi periodi, non ci sono mai stati veri problemi di pràivassi, che io sappia.

                Il problema vero erano le copiature nelle verifiche online…

              • roberto scrive:

                Carissima paniscus,

                Sono andato a scuola fra i 6 e i 18 anni
                Negli ultimi 11 anni della mia vita ho avuto almeno un figlio a scuola
                Sono figlio di un’insegnante

                Si, credo di sapere la differenza fra una lezione universitaria e una lezione a scuola

                Ora che abbiamo chiarito questo punto, ragioniamo

                Tizio ha 14 anni, è prigioniero a casa per sei giorni pur non avendo nulla
                Cosa farà?
                Te lo dico, passa la mattinata a letto, cazzeggia con i videogiochi o con un libro…alle 16.00 finisce la scuola, cerca di mettersi in contatto con i suoi amici per capire cosa hanno fatto.

                Proposta di roberto
                Esiste un mezzo per permettere a tizio di dare un vago senso alla giornata, sentire lezioni, avere una vaga idea di cosa succede.
                È altamente imperfetto? Certo…l’insegnante si muove per i banchi e tizio non vede più e probabilmente sente a tratti.
                L’insegnante chiama qualcuno alla lavagna e tizio non vede.
                Fa una domanda alla classe e tizio non può interagire

                Siamo d’accordo che è una schifezza giusto?

                Ma qual è l’alternativa?
                Il nulla come dicevo sopra

                Ora questa cosa l’ho proprio vista, come dicevo, e boh, non mi è sembrato così assurdo (in tutti e due i casi con materie letterarie)

  16. Moi scrive:

    Fra l’ altro, ha fatto molto più scalpore il Tifoso “Viola” che ha palpato il culo alla Giornalista Sportiva Locale Greta Beccaglia (e relativa reazione di Filippo Facci fra i colleghi …) che NON il caso di Saman Abbas !

    Sta’ a vedere che il Femminismo è tornato alle origini Bianche Borghesi “Caucasiche” para-razziste !

  17. Moi scrive:

    SE il Biologico è del tutto scindibile dal Sociale … la polemica VS le TERF, allora è il Culmine (!) del Femminismo (e difatti così la vedono le giovini Lesbiche Vegane Woke SJW dai capelli verdi/viola/blu che venerano la Ferragni), altro che la di esso Fine ! 😉

    • PinoMamet scrive:

      Moi, la Ferragni di solito è il modello delle aspiranti influencer e socialite che aspirano ad andare nei posti fighi & esclusivi e campare di rendita nel lusso.

      Può darsi che, esattamente come la Ferragni e il suo insignificante marito, abbiano idee vagamente liberal/qualunquiste, ma a parte questo

      non c’entrano assolutamente niente con le “lesbiche vegane con i capelli colorati” .

      Per inciso ho un’amicona lesbica, grande amante della carne, che odia la Ferragni;

      ho un’amica vegana che fa la maestra di canto, è molto comunista, e odia la Ferragni;

      ho un’amica che potrei definire senza tema di errare radical chic, e odia la Ferragni…

      ho una collega comunistona con trascorsi punk, che credo odi la Ferragni, e sicuramente la ignora profondamente;

      insomma, conosco solo gente che odia la Ferragni! 😉

      • Moi scrive:

        Però ultimamente si erge a Paladina della Comunità Arcobaleno, VS Pio e Amedeo … assieme a Fedez, naturalmente. Tuttavia NON ho capito SE i Ferragnez, sempre “presi in mezzo” per il Frivolovogliano “Maturare alla Jovanotti” (da “Gimme Five” a “Io penso Positivo” 😉 … nel giro d’ una Estate, senza Internet, riuscì a mutare radicalmente il Personaggio … ) oppure no ” !

      • PinoMamet scrive:

        Solo perché va di moda farlo.

        Non che io creda che in privato Ferragni e mogliettino disprezzino i gay
        (lui forse sì, ma mi sembra un tipo docile: è pronto a pensare quello che i suoi autori gli dicono di pensare, si indigna a comando, chiede scusa a comando, ha la lacrima facile quando pensa di aver fatto una cazzata, non perché abbia davvero cambiato idea, ma perché teme la perdita di popolarità- come nel caso della festa in supermercato con spreco di cibarie)

        no, è che adesso il mainstream è così, e loro lo seguono.

        Negli anni Cinquanta li avrebbero disprezzati, senza cambiare di una virgola.

        Francamente stento a credere che qualcuno possa ammirare la Ferragni più di quanto si ammiri una Barbie, che in fondo è quella che è, con tanto di Ken bambolotto tatuato al fianco.

        • PinoMamet scrive:

          Devi immaginarti la Ferragni come una che ha sempre avuto una sola domanda fondamentale. come diventare famosa e ricca senza saper fare niente, disponendo di una mediocre bellezza e di un discutibile gusto in fatto di abbigliamento.

          Ha perseguito il suo scopo con ammirevole costanza, in anticipo rispetto ad altre in Italia, ed è sostanzialmente arrivata dove voleva arrivare.
          Ha una sua linea di abbigliamento pacchiano e costoso, che molte ragazze e donne davvero ammirano (e ci vuole molta abnegazione…) e comprano, ha un marito abbastanza famoso, ha avuto successo.

          Lui, come il 99% dei rapper italiani, era uno che non aveva capito nulla del rap americano e non c”entrava nulla con il rap americano, se non per il fatto che forse una volta ha attraversato un brutto quartiere e da bambino non gli hanno comprato il pony, quindi può sentirsi in diritto di fare la scena del duro che vuole solo i soldi e disprezza tutto il resto (l’ignoranza aiuta), ma siamo sempre in Italia quindi il tutto deve essere condito da mamme, sani valori e uno spesso strato di buonismo.
          J-Ax ci metteva anche le suore, per non farsi mancare niente.

          Era destino che stessero insieme, ma se analizzi la situazione, ad unirli è la ricerca spasmodica di fama e successo, mica le battaglie per i diritti…

          oh, stiamo parlando della Ferragni e consorte, mica di Che Guevara!

          • Peucezio scrive:

            Ottima descrizione (questo e i post precedenti sulla coppia di imbecilli).

            Forse eccepirei sulla mediocre bellezza: figa è figa.

            • habsburgicus scrive:

              non è male, sono d’accordo con Peucezio….
              c’é di meglio, ma c’é molto di peggio

            • PinoMamet scrive:

              Mediocre non vuol dire brutta: vuol dire mediocre.

              Trovo che sia una bella ragazza lombarda; alta, magra, bionda (suppongo castana tinta).
              Trucco e parrucco fanno il resto, senza contare il fatto che quello che vediamo noi sono foto e filmati.

              Vi assicuro che con un bravo fotografo persino il sottoscritto potrebbe sembrare passabile 😉

              non dimenticatevi che ho lavorato nel cinema, per un po’ 😉

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                “Mediocre non vuol dire brutta: vuol dire mediocre.”

                No, ma io dico proprio che è una figa spaziale!
                O almeno lo era. Comincia ad avere qualche annetto, a parte i tatuaggi e schifezze varie.

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                “Vi assicuro che con un bravo fotografo persino il sottoscritto potrebbe sembrare passabile 😉 ”

                Eh, ma se manca la materia prima…

              • PinoMamet scrive:

                Voglio andare in fiducia e dire che sia bellissima al naturale.
                Perché no?

                Ma basta cercare un attimo su youtube per vedere come il trucco faccia veri e propri miracoli…

                Comunque, a parte le poche attrici conosciute da me, che erano carucce anche dal vivo (non faccio nomi) mio cugggino che lavora per Mediaset mi racconta di una bellona italiana, una che qualche anno fa era considerata LA strafiga per eccellenza (di nuovo, non faccio) che lui dal vivo manco ha riconosciuto, la prima volta che l’ha vista… e l’ha vista proprio quando era in auge!

                Comunque è obiettivo: per esempio mi dice che Dua Lipa è una gran bella figliola anche dal vivo.

              • Peucezio scrive:

                Uhm , già, accade anche questo in effetti.

              • paniscus scrive:

                io comunque sono abbastanza d’accordo con Pino: per essere carina, è carina, ma appunto di una bellezza banale.

                E quello che è più sorprendente è che riesce a sembrare finta pur avendo un tipo di bellezza banale.

                Di solito quelle che “sembrano finte” (e che magari in parte lo sono davvero, grazie alla chirurgia estetica e a trucco e acconciature molto innaturali) sono appunto donne dall’aspetto molto appariscente, e dettagli forti volutamente evidenziati… questa sembra finta pur avendo l’aria di una bambolina slavata!

              • PinoMamet scrive:

                Infatti, fa la stessa impressione anche a me.

                Comunque se c’è qualcosa di ammirevole in lei, è come abbia saputo sfruttare al massimo il fatto di avere pochissimi talenti.

                Ci sono cantanti che si dedicano alla loro attività non perché gli piaccia il canto, ma per diventare famosi (direi che è l’esempio di suo marito): ma almeno cantano.

                Ci sono persone che sfruttano la loro arguzia o facilità di battuta o un certo talento nella scrittura, sempre allo scopo di essere famosi.

                Ma lei non canta, non balla, non è figlia di qualche altro famoso, resto convinto che non sia dal vero neppure esageratamente bella, e senz’altro non particolare, non si è mai proposta come oggetto sessuale più di quanto lo sia qualunque manichino, non è specialista di battute o di opinioni controcorrente, non fa niente!

                Ci vuole un certo talento nel non averne nessuno, lo dico seriamente.

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                “Ci sono cantanti che si dedicano alla loro attività non perché gli piaccia il canto, ma per diventare famosi (direi che è l’esempio di suo marito)”

                Che poi viene qualche perplessità a considerare “canto” il rap.
                A suo modo è forse musica perché segue un ritmo.
                Ma cantare significa che c’è una melodia, non che parli a ritmo con delle rime. Quella al massimo è poesia a metro libero (senza entrare in giudizi qualitativi).

              • roberto scrive:

                Pino

                “Ci vuole un certo talento nel non averne nessuno, lo dico seriamente.”

                in genere sono molto d’accordo, ma per la nostra biondina credo che abbia quanto meno un notevolissimo senso degli affari e fiuto per la pubblicità

              • PinoMamet scrive:

                D’accordissimo.

                Del resto poi moltissimi rapper sentono il bisogno di infilare una melodia, di solito cantata da una voce femminile, nei loro pezzi, e di solito la melodia è l’unica parte gradevole.

                Quest’estate, ignaro di tutto, ho sentito per radio quella canzone tormentone, quella che “ma poi me ne restano mille”.

                A un certo punto mi sono detto “va’ che bella voce femminile, e com’è intonata!”
                Era Orietta Berti…

                PS
                Invece quest’autunno per radio sentivo una specie di trapper che declamava una frase sconclusionata tipo
                “sei più grande di ciò che non riuscirò mai a dire”

                (è più grande di quanto tu possa dire, o non riuscirai mai a dire quanto è grande? minchia sei come quello indeciso al semaforo: scegli un colore e passa! scegli una figura retorica e usala!)

                poi concludeva
                “anche se io con le parole ci so fare…”
                Si vede.

      • roberto scrive:

        Pino

        Non per fare il bastian contrario ma la ferragni mi sta simpatica

        Mi sembra una tipa sveglia, gioca(va) a basket, è tamarrissima ed è caruccia forte

        Il marito è invece davvero insignificante, secondo me lo tiene come un barboncino

  18. Miguel Martinez scrive:

    OT

    Leggo che l’Europa è intervenuta sulla questione dei rider alla fame e sotto frusta “autonomi”, che dovrebbero, almeno in certi casi, venire assunti.

    Benissimo.

    Solo che Uber risponde:

    «Temiamo che la proposta della Commissione Ue metta a rischio migliaia di posti di lavoro, paralizzando le piccole imprese a seguito della pandemia e danneggiando i servizi vitali su cui fanno affidamento i consumatori di tutta Europa».

    E ha ragione.

    Infatti, leggo sul Fatto Quotidiano uno studio da cui emerge che:

    “la retribuzione media di un precario è 8.500 euro a fronte dei 24.500 di chi ha il lavoro stabile”

    Da cui deduciamo l’ovvio: non che bisogna sfruttare gli autonomi, ma che la comodità del tutto-subito-a-casa non è sostenibile, perché per mettere in regola i lavoratori bisognerebbe triplicare la loro retribuzione.

    O ti alzi dalla poltrona e vai a comprarti le cose, o paghi (come è giusto) il doppio.

    Lo dico da persona che fa talvolta acquisti su Amazon, quindi non sto alzando il ditino imparatore, sto constatando un fatto.

    • roberto scrive:

      beh immagino che uber “abbia ragione” ma che alla fine per non chiudere si addatterà, no?

      capisco voler sempre difendere gli schiavisti perché “è logico”, e che i turbocapitalisti non saranno contenti, ma a me sembra una buona notizia

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “capisco voler sempre difendere gli schiavisti perché “è logico””

        Com’è difficile capirsi!

        Ho detto l’esatto contrario.

        Cioè che Uber (e affini) forniscono un servizio “comodo ed economico” rubando sul costo del lavoro: che quando in un pianeta dalle risorse limitate troviamo improvvisamente cose “comode ed economiche” c’è quasi sempre il trucco.

        Adesso o non si adeguano (trovando altri trucchi), o si adeguano. E se si adeguano saranno effettivamente costretti a ridurre e insieme a rincarare i servizi “comodi ed economici”.

        E proprio come te, considero questa una buona notizia.

        • Miguel Martinez scrive:

          Chiaramente ho scritto di getto, e non sono sicuro a che cosa si riferiscono le cifre fornite dal Fatto Quotidiano.

          Ma anche se Uber e cugini dovessero solo raddoppiare quanto pagano ai loro schiavi, ci sarà un notevole (e per me auspicabilissimo) aumento dei prezzi dei loro servizi.

          • Miguel Martinez scrive:

            E ovviamente Uber, nel suo comunicato, dice cose sostanzialmente vere: se non possono più usare forzalavoro schiava, dovranno:

            1) far pagare molto di più i loro servizi

            2) i loro servizi diventeranno quindi meno interessanti, e dovranno eliminare molti posti di lavoro

            3) senza schiavi che corrono rischiando la vita per portare le merci a casa delle persone, si danneggeranno “i servizi vitali su cui fanno affidamento i consumatori di tutta Europa”.

            Bene. A parte il punto 2, mi sembrano tutte buone notizie.

            Il contrario di “difendere gli schiavisti”, insomma.

  19. Miguel Martinez scrive:

    Ecco cosa dice il Fatto Quotidiano:

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/12/07/lavoro-i-dipendenti-oltre-il-livello-pre-covid-ma-con-meno-contratti-stabili-e-piu-precari-e-gli-occupati-over-50-superano-i-30-40enni/6416789/

    Un’evoluzione che, come ha evidenziato l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche, inevitabilmente allarga la platea dei working poor, le persone che nonostante abbiano un posto non arrivano a fine mese e hanno bisogno del sostegno del welfare. Perché la retribuzione media di un lavoratore precario (dati Inps 2020) è di 8.500 euro che scendono 5.600 per gli stagionali, a fronte dei 24.500 di chi ha il lavoro stabile.

    • Miguel Martinez scrive:

      In altre parole, il “precario” (non so esattamente cosa significhi, ma presumo che i rider rientrino in questa categoria) guadagna appena un terzo di chi ha un “lavoro stabile”.

      E questo spiega in modo chiaro perché ci possono arrivare a casa pizze, cene e gadget elettronici da 9.99 euro fatti in Cina con coltan congolese…

      Tanto comodo e costa così poco!

      • Miguel Martinez scrive:

        Poi è chiaro che l’effetto positivo sarà breve, perché ovunque nel mondo si sta lavorando sui droni. Che sono complessi, rischiosi, necessitano diverse modifiche normative, ma a lungo andare costano infinitamente meno del lavoro umano.

        https://www.amazon.com/Amazon-Prime-Air/b?node=8037720011

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Martinez

          “umano”

          Osservando le sterminate masse di giovani disoccupati alla periferia di Kinshasa, nel suo “Ebano” Kapuściński si chiede cosa fare di tutta quella gente, cosa far loro fare. Il disaccoppiamento fra vita e lavoro lo individuava come il principale problema del futuro. Non solo in Africa. Tale disaccoppiamento è forzato, perché il capitale è più mobile del lavoro e così il primo rende superfluo il secondo. Adam Smith e Marx hanno in comune il fatto di vedere il motore della ricchezza (delle nazioni delle classi) nel lavoro umano; ma la sovrappopolazione, l’intelligenza artificiale e la mobilità del capitale finanziario vanificano questo loro assunto. Se l’abbondanza produce noia, nemmeno la povertà la esclude; anzi, la implica quando si riduce a inedia. E la noia alla lunga è mortalmente pericolosa, perché induce all’autodistruzione. Chi si annoia si ama poco, e chi ama poco se stesso finisce con amare poco il prossimo. Il comandamento evangelico “ama il prossimo tuo come se stesso” qui fa cilecca: non a caso l’accidia è vizio capitale. In un suo riuscito monologo, il comico Guzzanti si chiede che anche se è certo bellissimo che Internet ci metta in contatto con l’aborigeno dell’Australia, il problema è che cosa dirsi con l’aborigeno dell’Australia. Nel 2050 il mondo avrà bisogno di 12 volte più energia pulita di quanto se ne produca oggi. E’ possibile raggiungere questo obiettivo con un’umanità che se pure diventa meno affamata sarà probabilmente più pigra? Se la fame umana di emozioni non viene saziata dalla solidarietà, lo sarà dall’odio. Bouthoul individua nell’eccesso di giovane popolazione sottoccupata il principale fattore di rischio per l’innesco di una guerra. Sola igiene del mondo?

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • 'Alam al-mithal scrive:

            “Ama il prossimo tuo come te stesso” fa cilecca solo se non ci si sforza di applicarlo anche in situazioni esterne negative. Mica è detto debba essere facile. Amare sè stessi (costruire la statua di sè stessi plotiniana) e conseguentemente amare il prossimo è un’esercizio spirituale di tutta una vita.

            Poi, con tutta l’utilità delle analisi politiche, con tutta la propaganda e le manipolazioni da parte degli interessi economici, un fattore importante, resta l’etica che si manifesta a livello individuale (senza che questo voglia dire che i fenomeni a livello sociale siano poco importanti, anzi); è probabile che la situazione si aggravi proprio per cumulo di scelte individuali negative. Per esempio, ognuno ha la possibilità di non farsi portare tutto a casa in tempi rapidissimi (cosa che se praticata in massa avrebbe un impatto, con anche tutte le difficoltà di forzare un tale impatto in un sistema basato sull’esatto opposto); pochi, anzi pochissimi, lo faranno, con tutta probabilità, non importa quanto a parole tengano “all’ambiente”. Ma, ancora una volta, nulla di meccanico in questo. probabilistico a grandi linee.

            • 'Alam al-mithal scrive:

              Infatti nell’area di sinistra “estrema” sembra esserci una contrapposizione artificiale tra politica ed etica (forse sulla scorta di Lenin, ma non solo, credo). Ad esempio qui (https://www.sinistrainrete.info/politica/21742-fabrizio-capoccetti-come-spiegare-il-popolo-neoliberale-la-politica-al-tempo-della-sua-polverizzazione.html#comments) si dice “da un punto di vista morale (spesso scambiato per politica, quella stessa politica ridotta a morale che rappresenta il più riuscito successo del neoliberalismo […]”.

              Ma credo che qui si confondano morale e moralismo. E’ una delle vecchie polemiche tra marxisti e kantiani (che ha coinvolto anche marxisti che hanno cercato di immettere temi kantiani nella loro teoria e prassi politica). Il punto, credo, è che la traduzione della morale sul piano politico è molto complessa e problematica, ma è una questione inevitabile. La giusta polemica contro la riduzione della politica a moralismo sussume (eheh) a questo l’intero ambito morale e, così facendo, lascia scoperto un campo fondamentale di scelta e azione dell’essere umano (che non sempre e non solo agisce per interesse).

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ ‘Alam al-mithal

                “morale”

                Sospetto che la morale regga il comportamento umano quando si tratta di rapportarsi al proprio prossimo, inteso proprio fisicamente nel senso di essere umano vicino nello spazio e nel tempo con cui si instaura un rapporto psicologico preciso positivo o negativo, di amore o odio… un rapporto interpersonale, intendo.

                Il primatologo Dunbar ha mostrato che il numero massimo di individui della stessa specie con cui si riesce ad avere un rapporto costante connotato emotivamente non è infinito, ma sale col numero di neuroni della corteccia frontale. Estrapolando i suoi dati allo homo sapiens si arriva a circa 200.

                Quando un essere umano si rapporta a un numero molto maggiore di 200 persone allora intervengono processi collettivi che -essendone la risultante media- non sono più riconducibili a singole scelte individuali prese una per una.

                E’ un po’ come quando un atomo di carbonio interagisce con uno di ossigeno per formare monossido di carbonio: non è particolarmente rilevante la descrizione dei gradi di libertà dei quark del suo nucleo. O, per fare un paragone forse più azzeccato, è come quando una molecola d’acqua si unisce a tante altre per costituire un iceberg.

                La collettività può magari esibire comportamenti complessi che sono il risultato di scelte individuali. Ma gli individui sono ciechi ai risultati collettivi su larga scala delle loro scelte su piccola scala, un po’ come gli stormi di uccelli che fanno le loro evoluzioni in cielo generando complesse figure in cielo (ne ho vista di recente una sopra Santa Maria Novella a Firenze) senza che alcun individuo veda altro che il proprio simile al suo fianco.

                Cambiando la scala, cambiano le leggi del comportamento, non perché cambino gli individui coinvolti ma perché cambia il loro numero: la quantità diventa qualità. Allora si ha la politica.

                Machiavelli centra il punto nei suoi Discorsi sopra la prima decade di Tito Livio. Con numerosi esempi della storia romana (Livio sostiene a piè sospinto l’idea che il bene dello Stato si basi sulla virtù dei singoli), Machiavelli dimostra che uno Stato che si voglia basare sulla morale dei singoli è instabile, perché gli individui sono liberi, per cui sono incostanti, mentre la politica ha da essere stabile per essere efficace.

                La morale e la politica agiscono così sempre su piani paralleli ma differenti, a causa del differente numero delle persone coinvolte.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • 'Alam al-mithal scrive:

                “Il primatologo Dunbar ha mostrato che il numero massimo di individui della stessa specie con cui si riesce ad avere un rapporto costante connotato emotivamente non è infinito, ma sale col numero di neuroni della corteccia frontale. Estrapolando i suoi dati allo homo sapiens si arriva a circa 200.”

                Questo tipo di studi non vale nulla. Ho già mandato dei link a Moi, e ce ne sono molti altri, sulla debolezza degli studi neuroscentifici quando da ciò che i neuroni effettivamente fanno (integrazione sensoriale, comunicazione tra cervello e parti del corpo, ecc.) si passa alla presunzione, perchè tale è, di definire cose relative alla coscienza. Siamo al livello dell’esperimento di Libet, se non sotto: e, guarda caso

                https://www.theatlantic.com/health/archive/2019/09/free-will-bereitschaftspotential/597736/

                Ma non ce ne è bisogno, su questo bastava Israel http://gisrael.blogspot.com/2012/03/lo-scippo-del-libero-arbitrio.html questo tipo di studi sono cialtronate.

                La coscienza, già, quel “problemino” di cui parla Chalmers, non proprio un idealista.
                Non mi aspetto che tu cambi idea, ma ci sono prospettive diverse (un esempio https://www.ibs.it/irreducible-mind-toward-psychology-for-libro-inglese-vari/e/9781442202061); in ogni caso lo “studio” di un primatologo non mi dice nulla sull’argomento in corso.

                Ho già detto che la politica non può ridursi alla morale del singolo, ma la relazione tra la morale e il piano politico, per quanto problematica, esiste e non può essere elusa. E le politiche che si rifanno a Machiavelli hanno sempre il problema dell’eterogenesi tra mezzi e fini, Gramsci non escluso (di questo parla brevemente, in maniera convincente, Preve, non proprio uno che mette la morale al di sopra del piano politico).

                L’integrazione tra i piani è di problematica interpretazione, non diversamente dal volo degli uccelli, ma la quantità non diventa qualità tout-court; è un’idea aprioristica diffusa, legata ad una determinata metafisica. La trasformazione qualitativa potrebbe essere data non dall’accumulo quantitativo in sè ma dalla relazione tra questo, le qualità di ciò che viene accumulato (persone, in questo caso) e le interazioni con l’esterno (potenzialità e limiti ambientali, ecc.), tutto ciò senza necessità di una prospettiva riduzionistica; la psicostoriografia è fantascienza (e richiede un bel po’ di sospensione dell’incredulità quando, dopo la geniale idea dell’apparizione del Mule che la manda al diavolo, si scopre che Seldon ha guarda pianificato per quel caso imprevisto… di cui non avrebbe potuto conoscere l’apparizione specifica). O anche si potrebbe invece dire che la qualità, anzi le possibilità qualitative, siano potenziali e che le effettive scelte storiche ne manifestino alcune e non altre. Potremmo usare l’immagine del collasso della funzione d’onda, ma sai usare gli atomi e il mondo subatomico quando si parla di persone e società presta il fianco a fraintendimenti sia della fisica che dell’umanità; senza contare che cosa effettivamente accade a livello subatomico, a quali processi le equazioni si riferiscono, è soggetto ad interpretazione.

                Quindi, in definitiva, senza ridurre un piano all’altro, per me il rapporto tra individuale e collettivo e tra morale e politica (che vi rientra, ma non del tutto) non può essere eluso nè ridotto riducendo ideologicamente il personale al politico (soluzione marxista) nè il politico al personale (soluzione liberale… a parole almeno, in pratica oscillando in equilibrio dinamico tra profondo controllo e e atomismo individualista del consumatore). E nessuno studio discutibile può ridurre il problema ai neuroni, ai geni, o qualunque altra riduzionistica fuffa (riducendo la politica alle neuroscienze come si augurava quel cialtrone di Damasio).

  20. Miguel Martinez scrive:

    Per MT

    “Esattamente come le femministe fanno sentire la propria voce contro i provvedimenti di questi giorni sul femminicidio. Ah, no, non lo fanno.”

    Ammetto di non aver seguito.

    Cosa c’è che non va?

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Non saprei da dove partire, ma dati i comunicati stampa (ormai il cittadino è una sorta di suddito che si ritrova i decreti in gazzetta), si parla della trasformazione del fermo di polizia in qualcosa di simile alla custodia cautelare (tornando indietro di qualche decennio in materia di procedura civile), di violare pesantemente i diritti del condannato che ha scontato la pena, il cui rilascio sarà oggetto di pubblicità a favore della persona offesa (nemmeno per i condannati per tentato omicidio esiste una cosa del genere, oggi), si parla di estensioni degli effetti dell’ammonizione, trasformando in aggravante la sussistenza di un provvedinento amministrativo assunto inaudita altera parte… e immagino che non sia vero che le pene per i medesimi reati saranno differenziate a seconda del sesso dell’offensore e dell’offeso, ma chi può dirlo?
      Insomma, barbarie che le associazioni femministe salutano con il solito “non è abbastanza”.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per MT

        “Non saprei da dove partire”

        Insomma, il potenziale untore va stroncato subito 🙂

        Grazie, in effetti sembra abbastanza preoccupante.

        Calcola che io non seguo le vicende delle femministe-tipo-opinioniste-di-Repubblica, quelle che conosco io sono molto più vicino al mondo anarchico, dove non si vedono di buon occhio magistrati, legislatori e sbirri.

      • Peucezio scrive:

        Mauricius,
        “Insomma, barbarie che le associazioni femministe salutano con il solito “non è abbastanza”.”

        Ma questo vale per tutto, fa parte di un imbarbarimento generale.
        Solo che a te dà fastidio solo in questo caso, mentre se al posto delle associazioni femministe ci sono quelle di omosessuali o transessuali, hanno ragione a prescindere.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Non mi pare che gli omosessuali estorcano un decreto ogni due anni in cui si brutalizza il diritto penale inventando nuovi istituti.

          • Peucezio scrive:

            … azz! E che altro devono fare?

          • Peucezio scrive:

            Peraltro è interessante che da una parte c’è metà della popolazione: direi che le sue ragioni non sono esattamente marginali.

            Dall’altra un piccolo gruppo, che ha diritto come tutti a essere rispettato (per come la vedo io non come gruppo, ma nei suoi individui), ma che sta tenendo in scacco la società e che ha monopolizzato i dibattiti televisivi (molto più del femminicidio).

  21. Fuzzy scrive:

    E se la prossima epidemia fosse batterica?
    In realtà è già in corso. Se in Italia nel 2018 sono morte 11mila persone per gravi infezioni batteriche resistenti agli antibiotici, cifra stimata per difetto dai CDC europei
    https://www.avvenire.it/amp/attualita/pagine/un-ora-di-flebo-e-il-covid-sparisce-monoclonali-la-grande-speranza
    Notevole articolo.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Lì sarà tipo la fine, nel senso che senza antibiotici efficaci si crepa pure per la rimozione di un dente…

  22. Miguel Martinez scrive:

    Boh…

    https://www.avvenire.it/amp/attualita/pagine/un-ora-di-flebo-e-il-covid-sparisce-monoclonali-la-grande-speranza
    Intervista. «Un’ora di flebo e il Covid sparisce». Monoclonali, la grande speranza
    Lucia Bellaspiga lunedì 6 dicembre 2021

    Evelina Tacconelli

    «Una sola dose di anticorpi monoclonali, somministrata al paziente con Covid-19 nei primi tre giorni di infezione, in una sola ora riduce di oltre l´80% il rischio di ricovero ospedaliero: non solo evita la malattia severa, quindi la terapia intensiva o addirittura il decesso, ma costa infinitamente meno di un ricovero. Eppure in Italia in alcune regioni i monoclonali non sono stati utilizzati, addirittura sono stati trasferiti in altre regioni per evitare che scadessero». Uno spreco incomprensibile, che però non avviene nei reparti gestiti da Evelina Tacconelli, 54 anni, professore ordinario di Malattie infettive e direttore della clinica di Malattie infettive dell’azienda ospedaliera universitaria di Verona, responsabile del gruppo di ricerca sulle infezioni resistenti agli antibiotici dell’università di Tübingen in Germania.

  23. Miguel Martinez scrive:

    Che bello sentire le autentiche voci degli imprenditori, quando non devono fare i Politicorretti:

    https://torino.repubblica.it/cronaca/2021/11/18/news/rider_vincono_a_torino_causa_uber_eats-326872128/

    • 'Alam al-mithal scrive:

      E’ bello, sì. E lo svelamento dell’essenza di maschera/make-up del Politically Correct dà due spettacoli osè al prezzo di uno.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Uber è scuola Renatino, più che scuola politicanente corretto: lavora tanto, lavora sempre e non chiedere un cazzo per te, perché il lavoro è già il tuo premio.

      C’era una pubblicità di una di queste società di fattorini che suonava tipo “perché pagare la palestra quando puoi venire pagato per pedalare da noi?”. E qualcuno commentò: perché pagare la palestra quando puoi remare gratis sulle galere del Sultano?

    • PinoMamet scrive:

      D’accordo con Alam e Mauricius

      • Moi scrive:

        Ma la cosa ancor più assurda è che se facessero il Reality della crociera _ motivata per il fitness_ da Vogatori (scena vista in tanti film “Sandaloni” 😉 degli Anni Sessanta) col DJ famoso a battere il ritmo col tamburo … tanta gioventù straviziata figlia di papà sgomiterebbe per partecipare !

  24. Moi scrive:

    A proposito di Renatino …

    Renatino e gli spot sbagliati: “Succede quando le aziende vivono in una bolla”
    Annamaria Testa [ sorella di Chicco , suppongo … ndr] : “Chiunque può fare errori, ma nella comunicazione pubblicitaria fa più impressione”

    https://www.huffingtonpost.it/entry/renatino-e-le-pubblicita-sbagliate-succede-quando-le-aziende-vivono-in-una-bolla_it_61aa36f0e4b0f398af207664

    • Moi scrive:

      In effetti , Fresi e Genovesi a ribattere che “chi s’ indigna non conosce il linguaggio cinematografico della finzione” … mi sa che han messo laclassica “pezza che sta peggio del buco”, come si dice da queste parti (ma suppongo anche a Roma 😉 …) .

      • Moi scrive:

        Con Renatino, la “Ragazza Migrante” (poltically correct 2 in 1 😉 …) è un po’ sul “cringino” 😉 anche lei :

        le han dato un (ghignoso) Accento Roma Nord come segno d’integrazione … nel peggio !

        … premesso ch’è decisamente bella, è un’ attrice-modella “mulatta” (si sarebbe detto una volta) ma cmq “black” di sicuro in USA.

        Ebbene : sulla base del principio che “l’ Africa è un Tuttuno Indistinto (… pure a tavola !) ” in stile AfroAmericano … l’ han fatta diventare Maghrebina, Figlia diun Kebabbaro che vuole essere la Prima Donna (in ambo i sensi 😉 …) Chef del Kebabab con la Kebabberia Stellata [sic] ! … Ch’è involontariamente (!!!) razzista , del tipo “Mo ‘sa vut ch la faga, se non Kebab, ‘sta Negra-Bedunia” 😉 ?

        Manco di farla, che so, Eritrea (a Bologna un paio di ristoranti Eritrei ci sono) … se so’ sforzad’i ! 😉

        https://it.wikipedia.org/wiki/Cucina_eritrea

        • Moi scrive:

          … Ovvio che Renatno “ha rubato la scena” a ogni altro (e ce ne sono, ce ne sono …) personaggio / situazione da”cringe” 😉 , come dicono i Millennials !

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “Succede quando le aziende vivono in una bolla”

      Succede quando l’egemonia culturale appartiene ai padroni che la mattina pretendono che l’operaio viva dentro lo stabilimento, include le domeniche e le feste comandante, manco fosse nel loro stato di famiglia, ma poi alla sera si lamentano perché non possono licenziare e perché “assumere qualcuno a tempo indeterminato è come sposarselo”.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per MT

        “Succede quando l’egemonia culturale appartiene ai padroni che la mattina pretendono che l’operaio viva dentro lo stabilimento”

        Sì però come polemizzavo prima con Roberto, è questo che permette di avere accesso a cazzatine a poco prezzo.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          E’ una legge di mercato: il libero mercato permette di avere le risorse in modo efficiente, cioè al prezzo più basso possibile. E magliette e ore di lavoro sono ugualmente risorse sul mercato.

          Comunque non sono sicurissimo che la presenza costante sia realmente un problema di costi. Anzi, spesso non concedere le ferie e far fare straordinari inutilmente costa e basta ed è solo un’esibizione di potere da parte del padrone.

  25. Moi scrive:

    @ ‘Alam al-mithal

    Ricordiamo con piacere,qui in Emilia Romagna (nel caso, a Carpi) il caso di Rossella Setti, e nessuno ne sminuisce il valore … però attenzione : è stato un caso eccezionale e fortunato a suo modo. Più che altro, complici gli action movies, bisogna evitare di illudere le donneche dofendersi sia facile !

    • 'Alam al-mithal scrive:

      Non conoscevo, interessante; gli action movies nel creare eroine perfette sono pura idiozia. Ma di non sottovalutare una donna in combattimento ho esperienza diretta: da un paio di mesi ho ripreso kickboxing 🙂

      • 'Alam al-mithal scrive:

        Inoltre, Moi, difendersi davvero non è facile per nessuno. Specialment se presi di sorpresa, nemmeno a parlarne se gli avversari sono in un numero superiore.

  26. Moi scrive:

    https://www.la7.it/embedded/la7?w=640&h=360&tid=player&content=412331

    Greta Beccaglia “Ho deciso di denunciare e ho ricevuto minacce ma anche tanta solidarietà”

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Funziona così: le donne sono giuste & sante per definizione, sono più intelligenti ed equilibrate e hanno preferibilmente ragione rispetto agli uomini. Dunque se io ho 70 donne che mi danno ragione, sulla base della loro parola è più probabile che abbia ragione.
      La realtà è assolutamente secondaria nella battaglia degli immaginari.

  27. Moi scrive:

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/12/01/filippo-facci-sospeso-da-facebook-per-il-post-su-greta-beccaglia-lui-me-ne-fotto-mi-autodichiaro-sessista/6412009/

    Filippo Facci sospeso da Facebook per il post su Greta Beccaglia. Lui: “Me ne fotto, mi autodichiaro sessista”

  28. Miguel Martinez scrive:

    Copincollo brutalmente, senza controllare, ma mi ricordo vagamente che la citazione è assolutamente autentica.

    Sono frasi del Buddha, che rispondono meglio dei poliziotti alla questione dei “femminicidi” e a molto, molto altro:

    ““Coloro che confondono l’essenziale con il superfluo, che si nutrono d’immaginazione, mai perverranno all’essenza. Coloro invece che riconoscono l’essenziale e il superfluo come tali, ritrovano la vera natura e giungono all’essenza. Un uomo giusto è colui che discrimina tra ciò che è reale e ciò che non lo è. Impermanenti sono tutte le cose di questo mondo, il saggio che ha compreso questa verità si libera dalla sofferenza. Questa è la Via verso la purificazione. Veglia su te stesso come su una città fortificata ai confini del regno. Non lasciare che un solo momento trascorra nell’inconsapevolezza. Coloro che si lasciano sfuggire il momento presente precipitano nell’oscurità. L’ignorante agisce distrattamente, il saggio custodisce l’attenzione come il suo tesoro più prezioso. L’attenzione è la via che conduce all’immortalità, l’inconsapevolezza è il cammino verso la morte. Chi pratica uno stato d’attenzione costante non perisce. Chi vive inconsapevolmente è come se fosse già morto. Come un’alluvione trascina via un villaggio addormentato, così la morte rapisce colui che coglie i fiori del piacere, preso nel sonno dell’inconsapevolezza. È difficile la vita dell’asceta, ma è anche difficile vivere nel mondo. Doloroso è vivere in mezzo agli inconsapevoli, e vagare nel vortice della vita e della morte. Non metterti in cammino se non vuoi soffrire.”

  29. Miguel Martinez scrive:

    Ecco, chi dà trenta coltellata alla propria compagna (splendida sirocchia dall’inchiostro turchese!) e poi si butta dal tetto, non ha capito questo:

    “L’ignorante agisce distrattamente, il saggio custodisce l’attenzione come il suo tesoro più prezioso. “

  30. Moi scrive:

    Cmq pare che Andrea Serrani, peraver toccatoil culo a Greta Beccaglia rischi da 6 a 12 anni … mi pare che gente che hafattodi molto peggio (anche su delle donne) abbia scontato molto meno, se non addirittura nulla.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Andrea Serrani”

      Interessante che lui è nome-e-cognome, mentre la controparte è Greta, come se facesse parte della mia famiglia.

      Le mie impressioni:

      1) La Greta Non Mi Ricordo il Cognome è antipatica in partenza, in quanto giornalista

      2) Ogni volta che vedo un giornalista (salvo due o tre ottime eccezioni) mi viene da mettere mano alla pistola che non ho

      3) Andrea (lo posso chiamare per nome?) non ha “molestato”, nel senso che non ha cercato rapporti sessuali non consenzienti – ha dato uno schiaffetto veloce e leggero.

      4) non sono Andrea, ma immagino che abbia pensato questo – “questa str… con il suo microfono, che fa la saputella, la voglio umiliare… in un attimo, prima di collegare cervello a futura fedina penale, le donne si umiliano con uno schiaffetto sulle chiappe”.

      Il reato vero è di Giornalistofobia.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        “Andrea (lo posso chiamare per nome?) non ha “molestato”, nel senso che non ha cercato rapporti sessuali non consenzienti – ha dato uno schiaffetto veloce e leggero.”

        Cercare il rapporto sessuale sarebbe tentare una violenza, mentre la molestia è proprio il comportamento sgradevole a sfondo sessuale.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per MT

          “Cercare il rapporto sessuale sarebbe tentare una violenza, mentre la molestia è proprio il comportamento sgradevole a sfondo sessuale.”

          boh, cosa vuol dire “a sfondo sessuale”?

          Il rapporto sessuale è un tentativo di riprodurre darwinianamente la propria discendenza, non mi risulta che nessuno si sia riprodotto per uno schiaffo.

          • Miguel Martinez scrive:

            Sia chiaro, mi vengono in mente almeno tre giornalisti (tutti della cronaca locale fiorentina) che sono persone perbene e a cui – maschi o femmine che siano – non mi verrebbe mai in mente di dare una sculacciata.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            A sfondo sessuale significa che il gesto è sessualmente connotato. Lo schiaffo “goliardico” lo è: è proprio il motivo per cui è considerato goliardico!

            • roberto scrive:

              mi aspettavo la domanda “che significa sessualmente connotato”
              🙂

              • Moi scrive:

                Le Avvocatine da Youtube / Socials per InstruVire le Casalinghe (… molto più efficace del Praticantato in uno Studio Legale) han già spiegato che i termini “Goliardia” e “Folclore” NON sono contemplati giuridicamente in materia di Violenza Sesuale.

          • 'Alam al-mithal scrive:

            “Il rapporto sessuale è un tentativo di riprodurre darwinianamente la propria discendenza”

            Ti prego, Miguel, almeno tu…

      • Miguel Martinez scrive:

        Qualche anno fa, ho testimoniato in tribunale per un processo per un omicidio a cui avevo assistito.

        Uscendo dall’aula, dopo essere stato interrogato in modo abbastanza viscido da un avvocato, mi sono trovato davanti una feccia umana, che mi ficca un microfono in bocca, e mi dice, “dica, deve essere stata una serata terribile quella che lei ha vissuto?”

        Gli ho risposto, “la sua domanda dimostra quanto lei è imbecille”, ma uno schiaffo sulle chiappe glielo avrei dato volentieri.

      • roberto scrive:

        Magari sei anni sono tanti ma il tizio ha umiliato pubblicamente una che stava lavorando….io due frustate gliele darei

        • PinoMamet scrive:

          Mettendomi nei panni della giornalista, sono d’accordo con Roberto.

          Sei anni di galera?
          Naturalmente non li farà davvero , però andiamo… è esagerato.

          Due frustate sulle chiappe? giusto contrappasso.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Sono due anni: per le molestie le pene edittali sono ridotte di due terzi.
            Solo che i giornali scrivono a vanvera, come al solito.

        • Peucezio scrive:

          Al di là dei sei anni è proprio la risonanza mediatica che è sproporzionata, negli stessi giorni in cui ci sono stati veri stupri.
          Questo mi fa pensare che davvero il politicamente corretto stia imponendo una morale capovolta.

          • roberto scrive:

            peucezio è ovvio che una manata sul culo è meno peggio che uno stupro che è meno peggio di un omicidio che è meno peggio di una guerra che è meno peggio di una invasione aliena….

            ciò detto, veramente trovo il gesto volgare e soprattutto umiliante per chi lo ha subito (mentre lavorava in diretta televisiva) e onestamente non mi sarebbe piaciuto per nulla essere nei panni della tizia.

            se mio figlio facesse una cosa del genere una abbondante sessione di calcio in culo con il mio piedino 48 non gliela leverebbe nessuno

            • Miguel Martinez scrive:

              Per roberto

              “£che è meno peggio di una invasione aliena”

              che è meno peggio di qualcuno che fa finta di avere capito tutto con un microfono in mano per trasformare tutto ciò che la telecamera inquadra in eccitanti esche per la pubblicità…

              Non che non esistano giornalisti anche bravi, ma il loro lavoro consiste nel farsi gli affari tuoi per arricchire i loro datori di lavoro trasformando la vita della gente in “storie”.

              E di fronte a loro puoi solo scappare, se reagisci finisci per commettere un reato.

              Si dedicassero a scrivere romanzi, nessuno li odierebbe.

              • roberto scrive:

                ma scherzi o credi veramente che il cafone se la sia presa con la giornalista invece che con la donna?

                cioè secondo te se il giornalista fosse stato un maschio il cafone gli avrebbe sputato in faccia?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “ma scherzi o credi veramente che il cafone se la sia presa con la giornalista invece che con la donna?”

                In questo caso particolare ovviamente non lo so io e non lo sai nemmeno tu.

                Ma ho visto dal vivo centinaia di situazioni simili, con reazioni simili.

                Funziona sempre così.

                Tizio senza cultura, ma con forti passioni, si trova davanti Fighetto Saputello Studiato che in trenta secondi lo rende ridicolo davanti al mondo, perché si esprime male, perché viene inserito in un contesto che lo sputtana.

                Prossimo Fighetto Saputello Studiato con microfono in mano che vede, scappa la voglia di dargli una lezione con le proprie armi, che non sono un microfono e una telecamera.

                Questa volta sarà magari stata l’eccezione, forse il nostro tizio a differenza di tutti gli altri della sua specie è un’eccezione.

              • Miguel Martinez scrive:

                Calcola che poi il calcio è tutta una vita di passioni sovrabbondanti, con pochi ragionamenti, in cui l’avversario ha sempre torto, per cui prima o poi qualunque Fighetto Saputello Studiato con microfono e telecamerasi creerà uno stuolo di nemici.

                Comunque ripeto, sono cose a cui ho assistito dal vivo tante, tante volte.

                E spesso si generalizza: se vai a un corteo dei centri sociali che sta chiedendo la chiusura di una sede di Casa Pound, non è che te la cavi con il fatto che sei di Fratelli d’Italia – sempre fascio di m… sei, giustamente o no. Idem per il giornalista (“no guarda io sono di Toscana TV, quello che ha fatto fare la figura dello scemo al tuo migliore amico era di TV 38”).

                Aggiungi poi che il tifoso, o l’estremista politico, o il cattolico ultraconservatore, o l’anarchico, “fa le cose gratis”, mentre il giornalista è considerato un mercenario pagato per falsificare cose che a te (giustamente o no) sembrano evidenti.

              • Miguel Martinez scrive:

                infine, un giornalista pretende il monologo, come lo sbirro: “io qui faccio le domande”. Non puoi ragionarci, e sai che tutto ciò che gli dici verrà usato contro di te (ammenoché tu non incarni qualche causa che lui sta cercando di mettere in buona luce, solo allora ti aiuta).

                Non puoi quindi comunicare con un giornalista, non c’è modo di rispondergli, lui magicamente ti può trasformare in mostro, in imbecille con due pennellate, ma tu non puoi fargli nulla che non sia un reato.

              • Miguel Martinez scrive:

                Considera poi il contesto in cui vengono inseriti i frammenti di intervista.

                “La città invasa da teppisti… paura… sdegno… condanna… ma sentiamo cosa dicono i teppisti” e due secondi dove si vede il più bruttino di tutti che dice “spacco tutto!” Brano del tutto autentico, peccato che hanno censurato tutte le cose più ragionevoli che hanno detto altri. E tutti quegli altri quando sentono la parola “giornalista”…

              • Miguel Martinez scrive:

                Ovviamente mi metto nei panni di chi si sente quotidianamente umiliato dai giornalisti.

                Personalmente, saprei come rispondere e comunque appartengo alla minoranza abbastanza colta da potermi sfogare scrivendo su un blog: non serve a nulla ovviamente, ma non rischi sei anni di carcere.

                La fortuna di essere laureati e avere la casa piena di libri, insomma.

              • roberto scrive:

                sai che ho spesso criticato la stampa italiana in particolare ma….francamente a leggere certe cose i giornalisti mi stanno improvvisamente simpatici

                forse come dicevi tu difendo persone che n,on difenderei solo “per la quantità di aggressioni che subiscono”

              • roberto scrive:

                miguel,

                non ti sembra un po’ un’esagerazione di parole e di bytes per giustificare una pacca sul culo?

                🙂

                ammetto che sono un pochino sensibile alla cosa, avendo una figlia vorrei che non vivesse in una società in cui il primo coglione che passa può metterle una mano sul sedere in diretta TV e andarsene tranquillo fra le risate generali

                purtroppo il mondo è fatto così e poco ci si può fare, se non si decidesse di applicare la soluzione da me proposta (due frustate date in pubblico e siamo pari)…certo la vana minaccia di sei anni di prigione fa ridere pure i pupazzi di neve

              • PinoMamet scrive:

                In effetti penso anch’io che volessero semplicemente toccare il culo a una tizia.

                E riaffermo il mio appoggio alla pena descritta da Roberto:
                due frustate sul culo, e passa la paura.

                Non penso affatto che il tizio “ce l’avesse su” con i giornalisti;

                credo invece che sia stato male-educato da decenni di giornalismo sportivo, calcistico specialmente, che ha presentato le giornaliste come oggetti del desiderio maschile, scegliendole solo in base all’avvenenza fisica e lasciandole vestite (non era il caso dell’inviata) in modo volutamente provocante negli studi televisivi.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per PinoMamet

                “In effetti penso anch’io che volessero semplicemente toccare il culo a una tizia.”

                Non lo sappiamo.

                E ovviamente il diretto interessato ha detto “non so cosa mi abbia preso”, perché non può dire, né “volevo violentare la giornalista”, né “odio i giornalisti perché sono delle m…”, cosa che gli avrebbe fatto raddoppiare la pena.

                D’altra parte nemmeno i giornalisti possono ipotizzare che tante, tante persone odino i giornalisti in quanto tali, perché richiederebbe un’enorme riflessione sul loro stesso lavoro.

                Tipo suonare il citofono di quello che ha appena perso un parente caro e chiede, “ci dica ci dica cosa prova!”

                Non tutti i giornalisti sono così, ma è nella natura umana generalizzare.

              • Peucezio scrive:

                Sui giornalisti,

                avete ragione.
                Non si danno pacche sul culo: è sconveniente!
                La prossima volta una bella bastonatura come si faceva un tempo con la gente molesta e bugiarda.
                Io per ripulire l’Italia dai giornalisti contemplerei anche soluzioni più drastiche, ma poi Z. comincerebbe a dirmi che sono un sanguinario che voglio il grandguignolesco! Ah, ma Z. non commenta più…

              • PinoMamet scrive:

                Peucè, è una giornalista sportiva.

                Sportiva.

                Stava commentando Empoli-Fiorentina.

                Mettiamo le cose nella loro dimensione, eh, prima di cominciare a invocare il Santo Manganello e l’olio di ricino 😉

              • Miguel Martinez scrive:

                Per PinoMamet

                “Sportiva.

                Stava commentando Empoli-Fiorentina.”

                E secondo te non ci sono giornalisti che commentano le partite in un modo che a una delle parti, sembrino di parte?

              • PinoMamet scrive:

                Non seguo il calcio, ma la mia stima nei confronti dei giornalisti italiani è bassissima.

                Ma non per questo gli toccherei il culo 😉

              • PinoMamet scrive:

                “E ovviamente il diretto interessato ha detto “non so cosa mi abbia preso”, perché non può dire, né “volevo violentare la giornalista”, né “odio i giornalisti perché sono delle m…”, cosa che gli avrebbe fatto raddoppiare la pena.”

                Secondo me non voleva violentare la giornalista, nè il gesto appare motivato da odio per il giornalismo.

                Voleva solo toccare un culo di una bella sconosciuta.

                Pessima abitudine, che non punirei con due anni di galera, né lascerei del tutto impunita.

                Poi possiamo discutere quanto vogliamo su quanto faccia schifo il giornalismo italiano o internazionale, e credo che ognuno di noi possa portare vari esempi…

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                “Mettiamo le cose nella loro dimensione, eh, prima di cominciare a invocare il Santo Manganello e l’olio di ricino 😉

                D’accordo, ma vuoi lasciare al circo mediatico il monopolio dell’iperbole e della reazione spropositata? 🙂

              • Peucezio scrive:

                Pino e tutti,
                “Pessima abitudine, che non punirei con due anni di galera, né lascerei del tutto impunita.”

                Sporcare la fedina penale per una pacca sul culo mi sembra uno sproposito.
                Mentre troverei proporzionata una sanzione amministrativa (non di diecimila euro! Ragionevole).
                O magari un risarcimento in sede civile.
                Qui la cosa è pubblica, coram populo, quindi è anche più umiliante (anche se alla tipa, visti gli sviluppi, non sarà sembrato vero, ma questo è un altro discorso).

              • PinoMamet scrive:

                Sono d’accordo con te.

              • Peucezio scrive:

                Aggiungo che fa parte di quelle situazioni che in condizioni normali si regolano autonomamente fra le persone.
                Se ti dico “stronzo” commetto reato d’ingiuria, perseguibile penalmente.
                Ma per fortuna credo che una volta su un milione uno “stronzo” finisca in tribunale. Ce la si cava con delle scuse o contraccambiando il complimento.
                Certo, se lo dico davanti alle telecamere è un altro conto, come in questo caso.

            • Peucezio scrive:

              Roberto,
              “peucezio è ovvio che una manata sul culo è meno peggio che uno stupro che è meno peggio di un omicidio che è meno peggio di una guerra che è meno peggio di una invasione aliena….
              ciò detto, veramente trovo il gesto volgare e soprattutto umiliante per chi lo ha subito (mentre lavorava in diretta televisiva) e onestamente non mi sarebbe piaciuto per nulla essere nei panni della tizia.”

              Sai che proprio non vedo la pertinenza della risposta?
              Io ho parlato di sproporzione mediatica.
              Non riesci a cogliere che c’è un innalzamento della soglia di suscettibilità per i gesti simbolici rispetto alle cose gravi?

              • roberto scrive:

                peucezio

                “Io ho parlato di sproporzione mediatica.”

                hai ragione, avevo letto di fretta il tuo commento e capito male

                ritiro integralmente la mia obbiezione!

              • Peucezio scrive:

                Il bello di discutere con una persona intellettualmente onesta 🙂

              • 'Alam al-mithal scrive:

                Sul resto non mi esprimo, ma riguardo

                “Non riesci a cogliere che c’è un innalzamento della soglia di suscettibilità per i gesti simbolici rispetto alle cose gravi?”

                I simboli sono sempre importanti; non è che il problema è che gesti di importanza relativa (cioè da valutare relativamente al contesto, non “universali” o anche di primaria importanza rappresentativa all’interno di una cultura, nello specifico la nostra) vengono sempre più elevati a gesti simbolici?

              • Peucezio scrive:

                Uhm, non solo.
                Nei periodi di fanatizzazione i simboli diventano importanti, perché sono catalizzatori dell’isteria collettiva.
                Nelle epoche normali hanno il loro ruolo, si rispettano, ma c’è un senso delle gerarchie e delle proporzioni.

                Inoltre conta molto il potere di istituire simboli.
                Nel Mondo gli Stati Uniti, fra guerre dirette, combattute per conto terzi e conseguenze indirette della loro colonizzazione economica hanno fatto una quantità di morti di vari ordini di grandezza rispetto all’11 settembre, però di quello si è parlato dieci volte tanto.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            ” la risonanza mediatica che è sproporzionata”

            Un po’ perché lo ha fatto in diretta, quindi i giornalisti non dovevano fare nessuno sforzo per trovare la notizia, ma potevano direttamente scatenare il dibbattito, un po’ per colleganza, un po’ perché il tizio ha svagliato strategia: invece di tacere e farsi dimenticare (un paio di settimane e il dibattito pubblico dimentica sempre tutto, ma proprio tutto), ha deciso di passare al contrattacco con interviste, manifestazioni di soliderietà ed altre sciocchezze che hanno contribuito a tenere viva la questione.

            • Peucezio scrive:

              Sicuramente c’è tutto ciò che dici.
              Che va comunque stigmatizzato: siccome hai in mano un microfono ne approfitti per parlare dei cavoli della tua categoria o di una tua collega, ma vabbè…

              Ma c’è anche il fatto che si va perdendo il senso delle proporzioni delle cose.
              Gli eredi di quelli che difendevano Stalin, autore di genocidi, ora si scandalizzano perché Putin forse ha commissionato l’omicidio di qualche giornalista.
              E così per tutto.
              È una logica molto americana: se il problema è l’infrazione non esiste la quantità, ma il principio della disobbedienza. Se il male è un’entità metafisica e non un comportamento dannoso non m’interessa quantificare i danni.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Ma secondo me è molto più semplice: si parla di quello che si parla, a prescindere da tutto. Nel senso che l’evento che guadagna il titolo è più importante dell’evento che non lo guadagna, a prescindere da qualsiasi valutazione su quanto successo in sé.

              • Peucezio scrive:

                E in base a cosa un evento guadagna il titolo?
                E comunque non è vero.
                Ci sono titoli che richiamano altri titoli, dibattiti, strascichi e titoli che rimangono lì.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Tante cose. Può essere il fatto che sia avvenuto tutto davanti alle telecamere (come nel nostro caso), può essere che non sia successo niente di più interessante nella giornata, oppure può essere che si ritenga che la notizia interessi il pubblico, perché parte di un supposto fenomeno più ampio e popolare, per esempio. La gravità oggettiva è solo uno dei fattori che conferiscono rilevanza.

                Secondo me ti dimentichi di una cosa: una testata vive vendendo notizie e più è convinta che una notizia venderà e più le darà risalto.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Tante cose”

                OADATMT!

                Occasione annuale di accordo totale con MT!

              • Peucezio scrive:

                Sì, sì, non nego tutto ciò.
                Ma non toglie la sproporzione.

                E se la sproporzione fosse solo dovuta a un fatto mediatico-scandalistico, avrebbe fatto storcere il naso ai bempensanti.
                Che invece ritengono che la ribalta mediatica di una sciocchezza del genere sia del tutto meritata, appunto per il motivo che ti spiegavo.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Roberto

          “Magari sei anni sono tanti ma il tizio ha umiliato pubblicamente una che stava lavorando”

          da quando in qua fare il giornalista sarebbe un “lavoro”?

  31. Moi scrive:

    In Italia direi che non esiste più la violenza maschile “culturale”, in stile pakistano. Per cui un uomo mite e gentile, con enorme dispiacere, si trova a dover fuori la propria figlia perché ha disonorato il clan.

    ———

    Sicuramente tra le Femministe il suddetto “Femminicida Mite e Gentile” fa meno notizia di Andrea Serrani (incappato nel concetto Maoista del Colpirne Uno per Educarne Cento) …

  32. Moi scrive:

    TEMPI ODIERNI

    Amministratore delegato licenzia 900 dipendenti della sua azienda con una call su Zoom

    Il ceo di Better.com, Vishal Garg, ha annunciato così la sua decisione.

    https://www.today.it/mondo/licenziamento-chiamata-zoom-better.html

    Il video sta facendo il giro dei social tra lo sconforto delle persone messe alla porta

  33. Moi scrive:

    NON metto il link perché il Caso GretaBeccaglia Vs Andrea Serrani (da qualche anno si cercava il Mostro della Mano Morta : fonalmente è stato trovato in “fragranza” 😉 di reato in senso giornalistico !) il conduttore TV Giorgio Micheletti è stato tagliato ad arte dagli altri “media” per farlo sembrare complice del molestatore, quando invece intendeva di “non prendersela” in senso di non far degenerare la situazione , aspettare e denunciare … per fortuna Greta lo ha ricordato.

    Cmq la Beccaglia è diventata celeberrima perché ha ricevuto la solidarietà di Conte, della Boldrini, pure della Meloni (più moderata vs il Mostro … che è accusato di “Violenza” NON “Molestia” Sessuale … con tanto di Avvocatine NeoLaureate a caccia di notorietà con i Tutorial da Internet per Casalinghe da “instruVire” 😉 sulla differenza Molestia VS Violenza … ovvero il semplice contatto fisico è già Violenza !), della Gruber,dell’ Annunziata che han definito “Collega” una totale sconosciuta (se non a livello locale di settore sportivo) prima di quella mano sul culo.

    • Moi scrive:

      NON metto il link perché il Caso GretaBeccaglia Vs Andrea Serrani … è fra lepochissime Alternative al Covid del momento … solo Renatino si è riuscito a imporre , anche se per una causa dallo Zeitgeist odierno ritenuta molto meno grave della pacca sul culo … e cioè lo Schiavismo Aziendale ipso facto !

    • Moi scrive:

      insomma : la Narrazione, lo Story Telling (come dicono adesso …) Femminista esige che Greta la Vittima sia Tutte le Donne e Andrea il CarenéficiO 😉 Tutti gli Uomini … NON c’è stata la Solidarietà fra MasKietti ? … Poco male, la si confeziona ad hoc con un montaggio !

      Intanto, come da prassi, anche Micheletti è stato insultato e minacciato / augurato di morte (!) sui Socials ! Nonché sospeso, per qualcosa che NON ha fatto … ma intanto la mini rete televisiva Toscana ha compiaciuto i VIPs 😉 e le Femministe, e adesso anche chi NON tifa Fiorentina sa in tutta Italia che esiste !

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      ““Collega” una totale sconosciuta”

      Ma una persona che fa il mio stesso lavoro è un mio collega anche se non la conosco. E’ un utilizzo proprio del termine.

    • roberto scrive:

      moi

      “han definito “Collega” una totale sconosciuta ”

      non so che lavoro tu faccia ma io se scrivo ad un tizio che non ho mai visto ma che so che fa il mio lavoro, inizio sempre con “Gentile collega”

  34. Moi scrive:

    @ PINO

    Fedez, che io sappia … è figlio di un Ex Capo Magazziniere (“Terrone Integrato” Lavoratore, vedi il cognome “Lucia” …) sua madre, invece, voleva diventare la Manager dei Cantanti “Veri” 😉 ma nessuno l’ ha mai cagata … allora, sentendo, il suo Piccolo Federico strimpellare di gusto con gli strumenti musicali “giocattolosi” della Bontempi (o similari …) ha deciso di pensare solo a lui, presentandolo al Mondo come un Genio ! … Sul serio, mi risulta che sia andata così.

    • PinoMamet scrive:

      Beh, poteva anche essere il figlio della Madonna (Veronica Ciccone) ma resta sempre un tizio insignificante con niente da dire.

      La Ferragni ha preso alla lettera l’insegnamento di Coco Chanel, per la quale l’uomo, vesta come gli pare, resta sempre un accessorio della donna, e si è presa l’accessorio perfetto per lei, che, ricordiamolo, nasce come tamarra da internet, mica come arbiter elegantiarum.

  35. Moi scrive:

    E assieme allo Spettro del Lòcchdàun che di nuovo s’ aggira :

    —————————-

    https://www.adnkronos.com/vaccino-covid-bassetti-no-vax-mandare-carabinieri-a-prenderli_1hoZqszAowXxDD6WfLcUIq?refresh_ce

    ….. Vaccino covid, Bassetti: “No vax? Mandare carabinieri a prenderli”

    ———————————–

    …che Gran Comunicatore, eh ? 😉

  36. Miguel Martinez scrive:

    Interessante esempio di come un giornalista possa scrivere un articolo dignitoso su un tema di quelli che normalmente scatenano i Fighetti Saputelli:

    https://www.repubblica.it/cronaca/2021/12/08/news/esercismo_vicenza_ragazza_fedeli_padre_giuseppe_bernardi-329388126/

    Insomma, non è necessario considerare le persone con cui si ha a che fare delle m…. per fare il giornalista di cronaca.

    Anche se aiuta.

  37. Miguel Martinez scrive:

    Morto il fondatore del Partito Islamico Britannico:

    https://theduran.com/david-pidcock-1942-2021/

    Personaggio interessante…

  38. Moi scrive:

    @ MAURICIUS & ROBERTO

    Appunto : è come se uno sconosciuto Friggitore di Patatine di McDonald’s , insultato e umiliato davanti alle telecamere venisse presentato come “Collega” dallo Staff di Master Chef in segno di solidarietà. Tutto giusto in termini semantici, ma solitamente un VIP chiama pubblicamente “Colleghi” altri VIP che lo siano.

    Ne facevo un discorso di visibilità mediatica :

    … un conto è se un giocatore di Calcio della “Promozione” chiama “collega” un Campione di Serie A ; un altro conto è se un Campione di Serie A della Serie A chiama “collega” un giocatore della “Promozione”. Il vantaggio di guadagnarci in popolarità è incommensurabilmente maggiore nel secondo caso.

    Insomma :

    SE Greta Beccaglia nomina Lilli Gruber, alla Gruber non cambia nulla. SE INVECE Lilli Gruber nomina Greta Beccaglia, la Beccaglia diventa subito universalmente nota in Italia (magari con le Femministe via Internet nel Mondo) mentre un secondo prima della pacca sul culo SOLO chi segue il Calcio su Toscana TV sapeva dell’ esistenza di Greta Beccaglia !

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “SE Greta Beccaglia nomina Lilli Gruber, alla Gruber non cambia nulla. SE INVECE Lilli Gruber nomina Greta Beccaglia, la Beccaglia diventa subito universalmente nota in Italia”

      Non so quanto vengano pagati i giornalisti tv che seguono la Fiorentina-Empoli.

      So che i giornalisti carta/sito della Nazione vengono pagati sette euro l’articolo, se sei sul Corriere Fiorentino arrivi a dieci.

      Quanto viene pagata Lilli Gruber?

  39. Moi scrive:

    Andrea, studente trans che per la scuola è ancora “Anna”

    L’ennesimo caso di carriera alias negata ad uno studente; e mentre la preside “prende tempo”, il ragazzo tramite i social ha condiviso il suo pensiero e lanciato un appello

    https://www.skuola.net/scuola/andrea-studente-trans-che-per-la-scuola-e-ancora-anna.html

  40. Moi scrive:

    So che dovrebbe essere uno Scandalo, MA … suona così bene ! 😉

    —————————————————

    https://www.skuola.net/scuola/scuole-clandestine-no-vax-nei-boschi-in-alto-adige.html

    Boom di scuole clandestine no-vax nei boschi in Alto Adige

    Nella regione è boom di istruzione parentale: più di 600 bambini non vanno alla scuola pubblica, e fanno lezione nei boschi. La procura ha aperto un’indagine

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Boom di scuole clandestine no-vax nei boschi in Alto Adige”

      confermo, esistono 🙂

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Potevano mandarli direttamente in miniera: almeno avrebbero portato a casa reddito, alla faccia dello Stato che pretende di indottrinarli tra i banchi della scuola di regime.

    • paniscus scrive:

      Non avrei nulla in contrario alla scuola parentale se poi queste creature (che ovviamente non hanno imparato niente) venissero GIUSTAMENTE bocciate senza pietà quando dovranno sostenere l’esame integrativo per passare alle medie o alle superiori, ma nessuno oserà mai bocciarle perché “so’ regazzini”, perché “sarebbe un trauma”, perché “non è colpa loro se hanno genitori sciroccati” e perché bisogna essere inclusivi.

      Io ho avuto il piacere di ritrovarmene un paio, che erano approdati in un normale liceo statale dopo essersi fatti tutte le elementari e le medie in una sorta di parco giochi steineriano. Non avevano mai visto un problema di matematica in vita loro, si addormentavano in classe, non avevano idea di cosa fosse un registro, non sapevano che si dovesse studiare per conto proprio anche a casa, pretendevano di entrare e uscire liberamente a qualsiasi orario a caso. Però erano andati a fare un esame da privatisti in una scuola media vera, e avevano ottenuto il titolo per potersi iscrivere allle superiori.

      Uno ha rinunciato dopo pochi mesi e si è rifugiato in una scuola privata ancora più infima della steineriana (che però, per chissà quale scandalosa tangente o raccomandazione, era riuscita a ottenere la parificazione), e quindi è andato avanti tranquillamente lì, continuando a non imparare niente. L’altro, superato l’iniziale trauma, si è messo a studiare, e qualcosa ha combinato, ma con una fatica enorme.

    • PinoMamet scrive:

      Gli steineriani!!

      Lascia perdere… Ho avuto una ex steineriana in classe, bravissima ragazzina ma insufficiente in tutto… Al momento della prevedibilissima e stracomunicata bocciatura, la madre si è lamentata (eufemismo) perché “la scuola non la ha accolta”.
      Poi la ha iscritta a un diplomificio… Alla faccia di tutte le idee steineriane su tempi e modalità dell’apprendimento.

      Va detto per correttezza che credo di aver avuto un’altra ex steineriana in un’altra classe, bravissima e preparatissima, ma credo che ci abbia messo moltissimo di suo, di doti personali, e probabilmente una dose massiccia di ripetizioni private estive pre iscrizione.

      Ho visto i quaderni di grammatica degli steineriani: disegni, storie sul vento e il sole, schemini, tutto tranne la grammatica…
      Non oso pensare la matematica!

  41. Moi scrive:

    @ MAURICIUS

    … a proposito di “testata”, mi viene in mente ora che quello della famiglia Spada, a Ostia, che in diretta ne ha tirata una 🙂 forte al giornalista, è stato stigmatizzato e rischia infinitamente meno del Sor Serrani ! Però si sa : roba fra MaSSKKKi 😉 , è normale : tipo i mufloni “salvàdighi” 😉 in calore a Superquark !

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Si parlo a lungo anche di quello e finalmente dopo quel fatto qualcuno osò parlare usando i giusti termini dei clan del litorale romano.
      Il tipo si è preso sei anni, che è più di quello che rischia il nostro (2-4, edittalmente).

  42. Moi scrive:

    FANTASTICO !

    Arriva l’ Eugenetica Preventiva, Ideologica anziché Razziale 😀

    https://www.iltempo.it/politica/2021/12/08/news/michela-marzano-non-devi-fare-figli-nonno-fascista-eroina-sinistra-mamma-trasmettere-qualcosa-sbagliato-29719262/

    L’assurdità di Michela Marzano :

    per la paladina della sinistra non devi fare figli se hai il nonno fascista

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “per la paladina della sinistra non devi fare figli se hai il nonno fascista”

      la notizia era arrivata anche a me, e senza la mediazione del giornale di destra 🙂

      Io sono invece fierissimo di aver avuto antenati cannibali e dediti ai sacrifici umani.

      Se no che messicano sarei?

      • Moi scrive:

        La filosofa ed ex deputata del Partito Democratico ha presentato il suo ultimo testo:

        “Stirpe e vergogna”.

        La tesi del libro è, come racconta la stessa Marzano, “il nonno fascista, una vergogna che mi ha impedito di diventare mamma”.

        https://www.mondadoristore.it/Stirpe-e-vergogna-Michela-Marzano/eai978881715970/

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Moi

          “La tesi del libro è, come racconta la stessa Marzano, “il nonno fascista, una vergogna che mi ha impedito di diventare mamma”. ”

          Meglio messihano e hannibale, che fascista e nonno della Marzano!

          • Miguel Martinez scrive:

            Anzi, c’ho pure l’avi massoni e colonizzatori del New Jersey!

            E magari oltre a indios cannibali, c’ho pure gli avi ammazzamussulmani spagnoli…

            ma a differenza della Marzano, non ho parenti piddini, e quindi capisco che non si voglia riprodurre.

            (Some of my best friends are Piddinis, though!)

          • Peucezio scrive:

            Miguel,
            “Meglio messihano e hannibale, che fascista e nonno della Marzano!”

            NOOOOOOOOOO!
            La gorgia toscana in contesto di RFS, dopo la congiunzione ‘e’, da te proprio no!!!!!!!!!

    • mirkhond scrive:

      “per la paladina della sinistra non devi fare figli se hai il nonno fascista”

      Se si seguisse questo consiglio, il popolo italiano si estinguerebbe nel giro di una generazione.

    • PinoMamet scrive:

      Ma questa tizia o mente o ha problemi psichiatrici.
      O entrambe le cose.

      Fatti curare, cara.

      • paniscus scrive:

        Veramente la signora aveva già dichiarato a più riprese le altre motivazioni (completamente diverse) che l’avevano spinta a rinunciare ad avere figli, che non c’entravano assolutamente niente col nonno fascista.

        Prima aveva dichiarato di non sentirsi adatta alla maternità perché sopraffatta per molti anni giovanili da gravi disturbi alimentari e poi dal condizionamento continuativo di altrettanti anni di psicanalisi;

        poi, aveva dichiarato di non aver avuto l’opportunità di diventare mamma, perché più volte infognata in relazioni distruttive con uomini sposati o (peggio ancora) con uomini invasivi e abusanti;

        dopo ancora, avendo finalmente trovato il compagno giusto, aveva dichiarato di aver dovuto rinunciare alla maternità perché lui aveva già avuto figli da un’unione precedente e non ne voleva altri;

        infine, ha tenuto a precisare che in realtà la scelta era condivisa, perché se lei ci avesse tenuto veramente TANTO ad avere un figlio, avrebbe fatto di tutto per provarci e il marito l’avrebbe accettato… ma alla fine si è resa conto che in fondo non ci teneva così tanto, e quindi ha deciso di lasciare le cose come stavano.

        Nessuna di queste argomentazioni ha la sia pur minima attinenza con il fatto di aver avuto il nonno fascista.

        In compenso, ultimamente si dichiara fierissima di poter almeno coccolare un bambino piccolo di famiglia… essendo diventata zia, da parte del fratello, che è gay dichiarato e conclamato. Non è chiaro in che modo questo sia avvenuto, se con una forma di genitorialità allargata ma trasparente, o con una cruda procedura di utero in affitto.

        In un certo senso, mi dispiace parecchio per lei, perché mi pare evidente che dei rimpianti grossi ce li abbia eccome, e che però si senta obbligata a far finta di nasconderli per mantenere la sua immagine consolidata…

        • PinoMamet scrive:

          Poraccia, comunque.

          Ma ‘sta storia del nonno fascista allora fa parte della sua immagine? boh.

          • paniscus scrive:

            “Ma ‘sta storia del nonno fascista allora fa parte della sua immagine? boh.”
            ———–

            Non s se faccia parte della sua immagine generale, perché è una cosa venuta fuori solo pochi mesi fa.

            Non mi risulta che ne avesse mai parlato nelle sue pubblicazioni precedenti.

  43. Moi scrive:

    Michela Marzano: “In famiglia ho fatto i conti con la storia” –

    https://invidio.xamh.de/watch?v=WF10CZ9ORDc

    16 min : 15 sec

    Oggi è un altro giorno

    puntata del 06/10/2021

  44. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi (traduzione DeepL)
    https://futurism.com/neoscope/assisted-suicide-chamber-switzerland
    Camera per il suicidio assistito approvata dalle autorità in Svizzera

    La Svizzera è uno dei pochi paesi che supporta il suicidio assistito dal medico. Tuttavia, una società vuole togliere i medici dal processo e permettere ai pazienti di uccidersi premendo un pulsante.

    Exit International, una no-profit dedicata alla difesa del suicidio assistito, ha sviluppato una camera di suicidio stampata in 3D chiamata Sarco, secondo la Swiss Broadcasting Corporation (SBC). La capsula ha recentemente ottenuto l’approvazione legale in Svizzera, ed è impostata per essere lanciata nel paese il prossimo anno.

    Sarco permette ai pazienti di sdraiarsi comodamente al suo interno. Quando sono pronti a morire, premono un pulsante che riempie la camera con gas azoto, con il risultato di ciò che la no-profit dice che sarà una morte indolore tramite privazione di ossigeno in 30 secondi.

    “Non c’è panico, nessuna sensazione di soffocamento”, ha detto alla SBC il dottor Philip Nitschke, fondatore di Exit International.

    La camera può anche essere trasportata in luoghi diversi, permettendo ai pazienti di scegliere dove vogliono morire – come una spiaggia, una foresta o la propria casa.

    Mentre il pensiero di una vera e propria cabina per il suicidio è affascinante di per sé – ed evoca numerosi punti di contatto nella cultura popolare – forse la parte che fa alzare le sopracciglia è l’obiettivo dell’azienda di de-medicalizzare il processo di suicidio.

    Per ottenere un suicidio medicalmente assistito in Svizzera, attualmente è necessario che un medico confermi la tua capacità mentale e poi ti prescriva del pentobarbital di sodio liquido, un farmaco che può ucciderti in due o cinque minuti.

    Tuttavia, Exit International vuole creare un test di capacità mentale online alimentato dall’intelligenza artificiale. Se “passi”, ti dà un codice che ti permette di accedere a Sarco. Questo è ancora nelle fasi concettuali, però.

    “Vogliamo rimuovere qualsiasi tipo di revisione psichiatrica dal processo e permettere all’individuo di controllare il metodo da solo”, ha detto Nitschke all’emittente.

    Il suicidio assistito e l’eutanasia sono ancora questioni incredibilmente controverse. Mentre alcuni potrebbero essere contrari alla capsula di suicidio Sarco, darà alla gente una nuova opzione per uscire alle proprie condizioni – e, alla fine della vita, questo è un concetto convincente.

    • 'Alam al-mithal scrive:

      In diretta da King in Yellow di Chambers, con rappresentazione contemporanea in Providence di Alan Moore, ecco a voi la “lethal chambers”.

      https://readcomiconline.li/Comic/Providence/Issue-1?id=73123#7

      https://readcomiconline.li/Comic/Providence/Issue-1?id=73123#16

      Fantastico, come i paesi più liberali/liberisti mostrino sotto il make-up di tolleranza e libertà la loro vera ispirazione: l’orrore cosmico. Di nuovo, viva le
      “culture ideologiche”, con tutti i loro difetti, invece.

      • Ros scrive:

        Non incolpiamo, però, troppo e di tutto, il progressismo liberista transumano o quello che è, che forse non è il caso.

        Il passato, culture ideologiche o meno, – spesso fantasiosamente idealizzato A colori pastellati e petalosi, e sempre curiosamente coincidente con la propria infanzia e gioventù prepuberale – non era un letto di petali di rose.

        Capitava che la vita valesse poco o nulla, che i bambini faticassero in fabbrica, zolfatare o miniere, e i vecchi morire soli d’inedia.

        Gli orfani, o rapiti o abbandonati, capitava venissero sfregiati e resi invalidi per chiedere più efficacemente l’elemosina, vedi “l’uomo che ride” di Victor Hugo.
        Succede ancor oggi in tanti posti del terzo mondo.

        C’era la schiavitù tanto per i bianchi quanto per i neri, i rossi e i gialli; gli arcobaleno poi, a meno di non farsi preti o sciamani, non ne parliamo proprio…

        E’ anche la discussa tesi di Steven Pinker ne: “Il declino della violenza. Perché quella che stiamo vivendo e probabilmente l’epoca più pacifica della storia”,

        https://www.ibs.it/declino-della-violenza-perche-quella-libro-steven-pinker/e/9788804626312

        e direi che è anche la più umana e umanizzante, almeno nel vituperato occidente ipogonadico e femminilizzato, se Dio vuole😃.

        Leggerei anche Serafino Amabile Guastella “La parità e le storie morali dei nostri villani” edito da Flaccovio, saggio storico sulla vita dei contadini siciliani di fine ottocento, e su come fosse norma abbandonare per le campagne i padri
        (le Madri, curiosamente, pare di no, forse a causa del famigerato matriarcato siciliano che Sciascia incolpava dell’origine e diffusione della Mentalità mafiosa: “Ritengo che molti mali della Sicilia siano imputabili al dominio femminile…la donna consiglia viltà, prudenza, opportunismo. E l’uomo obbedisce” :
        https://espresso.repubblica.it/visioni/2021/01/07/news/leonardo-sciascia-intervistato-franca-leosini-1.357501 )
        e gli anziani in genere non più autosufficienti nel procurarsi il pasto.

        In tante società contadine e tradizionali era buona norma per l’anziano (non cerano le pensioni) che volontariamente si avviasse a perdersi nella foresta o sui monti, e l’infanticidio – leggere le cronache delle parrocchie e canoniche di “incidenti” in culla, o soffocati “per sbaglio” nel lettone – era evento quotidiano a incrementare la famosa mortalità infantile.

        Mio padre mi raccontava spesso storie dove i figli solevano portare il vecchio padre in campagna e li lo lasciavano dicendogli “torneremo poi a prenderti”, e l’anziano rispondeva “anch’io ho detto così a mio padre…”

        Se c’è la possibilità di un marchingegno per – volontariamente – d’andarsene tranquillamente è tutto grasso che cola a mio parere, mica il diavolo…

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Ros

          “In tante società contadine e tradizionali era buona norma”

          affascinanti i tuoi racconti, come sempre, grazie!

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “le Madri, curiosamente, pare di no, ”

          Potrebbe esserci una componente di ruolo sociale, nel senso che devi eliminare il padre per ottenere pienamente il ruolo di capofamiglia con relativa disponibilità del matrimonio, mentre la madre è una presenza meno ingombrante, almeno sul piano meramente formale (lasciando perdere il potere informale esercitato)?

          • Ros scrive:

            “…Potrebbe esserci una componente di ruolo sociale, nel senso che devi eliminare il padre per ottenere pienamente il ruolo di capofamiglia…”

            Be, a sentire Freud da: “Totem e Tabù”, “L’uomo Mosè ed il monoteismo”, e “Il Disagio nella civiltà e L’avvenire di un’illusione”, c’è questa sua nota teoria del parricidio atavico che inizierebbe la civiltà.

            Il padre padrone dell’orda che gode del monopolio sessuale assoluto sulle proprie
            femmine e sulle proprie figlie, ucciso dai suoi stessi figli frustrati e ribelli, desiderosi di sottrargli il monopolio delle donne, e della violenza.

            Dopo di che il senso di colpa porta i fratelli assassini ad astenersi dall’unione incestuosa con le donne del clan e a far risorgere il padre ucciso sotto forma di totem-feticcio (a farla breve)

            Teoria che viene da quella darwiniana dell’orda primordiale, dove al pari degli altri primati, i nostri progenitori sarebbero vissuti in branchi, dominati da un capo-maschio-Alfa, un padre tirannico e geloso, che possedeva le donne del clan e le teneva gelosamente lontane dagli altri maschi.

            Ma qui parliamo di vecchi padri inermi oramai bocche inutili da dover sfamare quando il cibo è poco e la vita è dura.

            La madre, la donna, se pur anziana nelle culture contadine, del sud mi pare in special maniera, rimane, un fulcro, una presenza attiva della casa, e spesso addirittura dirimente.

            Senza si è persi, la casa crolla.

            Vedi in proposito il film Di Pasolini “La terra vista dalla luna” episodio di “Le streghe” del 1967: La madre più che combatterla o ucciderla la si accetta volentieri e ringraziando il cielo pure se è un fantasma emerso dal regno dei morti😃

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Ma più che al possesso delle femmine io penso al ruolo sociale del capofamiglia verso l’esterno. Raggiunta una certa età, il capofamiglia non può continuare a svolgere quel ruolo di agenzia (si traduce così “agency”?) esterna e quindi è più naturale fare il ragionamento “bocca inutile – rimozione”. La madre, invece, non ha questo ruolo da perdere e il suo “deprezzamento” nella vecchiaia è meno accentuato.

              • Ros scrive:

                “…Raggiunta una certa età, il capofamiglia non può continuare a svolgere quel ruolo di agenzia…”

                Parrebbe che il padre perdendo – con l’età o la fine del lavoro, di quel “verso l’esterno” – quell’unico suo ruolo di famiglia ritagliatosi (di portare dal fuori i soldi, il cibo, in casa) divenga figura fastidiosa e superflua, li a ciondolare tra le quattro mura come un peso morto…
                Un ospite indesiderato privo sia d’utilità che soprattutto di un Ruolo. Di una precisa e necessaria figura.

                La casa, il divano oggi si direbbe, non pare essere stato il suo posto “naturale”, lo si accetta e sopporta oggi se pensionato e quindi con un utile entrata finanziaria, altrimenti e per lui spesso un dramma.

                Oggi come ieri.

                “…La madre, invece, non ha questo ruolo da perdere e il suo “deprezzamento” nella vecchiaia è meno accentuato…”

                Infatti 😀 il suo ruolo è (era) prettamente “familiare”, è (era) la Casa, il genio del focolare.

                La Madre era e resta un simbolo e figura archetipa pesante; si parla di Complesso materno (edipico o di Elettra) mica di paterno

  45. Ros scrive:

    Mi sovviene il John Donne del “Biathanatos”
    Di cui nelle sue “Finzioni” Borges scrive: “Quest’idea barocca s’intravede dietro il Biathanatos: quella di un dio che edifica l’universo per edificare il proprio patibolo”.

    https://en.wikipedia.org/wiki/Biathanatos

    o “Philipp Mainländer, il suicidio come redenzione dall’esistenza”

    https://imalpensanti.it/2017/04/philipp-mainlander-suicidio-redenzione-dallesistenza/

    Io come io, sarei più che favorevole all’eutanasia per qualsivoglia motivazione personale,
    più scema meglio è;
    e finirla una buona volta di parlare della cosa solo come cosa per i malati incurabili.
    Basta discriminazioni e privilegi.

    E i sani che si svegliano scazzati? Che sono i figli della schifosa, loro?
    A loro ci deve toccare pedalare fino alla dipartita naturale, alla fine pena,
    all’evangelico “non uscirete di qui fin quando non avrete pagato fino all’ultimo centesimo” ci deve?

    Quando la si finirà con questa superstizione atavica, pretesca mania animale, istinto e fissazione di voler campare?
    Il vero progresso civilizzatore delle magnifiche sorti e progressive è qui che si vedrà e toccherà con mano; finalmente oracivuole!

    Direte: perché legiferare in tal senso? Ognuno è libero di farlo “in nero” se e quando vuole.
    Non è così.
    Oggi non più! Parrebbe esserci una guerra istituzionale in atto contro il suicidio, il disimpegno vitale, il ti saluto e vafancul.

    E quell’arcinota poesia: “Resumé ” (in “Tanto vale vivere” di Dorothy Parker*) è diventata quanto mai attuale;
    se per qualche motivo tuo qualunque vuoi svignartela nell’eterno obblio devi mettere in conto lunghe e atroci sofferenze senza sicurezza di riuscita, o avere armi da fuoco, specialistiche conoscenze mediche o chimiche.

    Come si fa il cianuro? Con le mandorle? E se non ti capaciti opti a farci il torrone delle feste.

    Averci amorevoli amici da assoldare per spararti alla schiena come in “Le Diable probablement” di Robert Bresson…Bellissimo finale d’un bellissimo film…

    Fatti legalmente fuori tutti i farmaci, sonniferi, barbiturici – Nembutal di Marilyn – che procuravano una letale overdose, fatti fuori i classici, cari forni a gas in cucina ove mettevi la testolina e soavemente t’abbioccavi, messe barriere e grate in ogni edificio, ponte, cavalcavia abbastanza alto, stretta sulle armi da fuoco, via le vecchie marmitte sostituite con le catalitiche e quindi fine del trapasso nel garage ben tappato…

    Fino a qualche decennio orsono – appurato col pallottoliere statistico e conteggiato – pare che ci si suicidasse assai più spesso e volentieri poiché i mezzi per il: “non voglio giocare più che mi sono rotto le palle, e me ne voglio tornare a casina bella!” pulito, coscienzioso e indolore erano reperibili comodamente a domicilio.

    Oggi non più; oggi ammazzarsi è diventato un impresa che non si augura e raccomanda a nessuno; un casino di complicazioni che ti fanno presto passare la voglia.
    Resta giusto l’impiccarsi alla trave (vietare e far sparire ogni laccio, corda, cavo, trave è logisticamente un tantinello difficoltoso) che in genere provoca troppo scagazzo; ci si suicida per sfuggire al dolore della vita e della coscienza, e parecchi minuti di orribile sensazione di soffocamento non fanno certo gola ai tanti.

    Puoi sempre andare in qualche piazza di spaccio a cercare eroina per un’overdose alla “Pompeo” di Andrea Pazienza, ma non conoscendo magari alcuno e senza la dimestichezza d’uopo, garantito che non trovi niente, trovi sbirri (che ti sfottono) o birbantelli che ti danno la sòla di bicarbonato.

    C’è il metodo esquimese che esci di notte sottozero in déshabillé ‘mbriaco impasticcato e t’addormenti (diconsi sia la morte più dolce diconsi), ma se è estate e c’hai una certa urgenza?

    Se si è portati e bravini col faidaté ci si può fare una ghigliottina casalinga tipo Ikea…
    Personalizzarla, creativamente decorarla…

    Altre modalità escapiste sono del tipo atroce e sanguinolento – alla Yukio Mishima, alla «viuleeenza!!!» abatantuonana – e sono, per la maggior parte dei papabili utenti e consumatori della possibilità biathanatosian-donniana, assolutamente deterrenti (eccheccazzo siam persone civili che pagano le tasse noi qua, mica vichinghi del Walhalla!😒 il sangue fa impressione, microbi e batteri, non è igienico!)

    Robe che van bene giusto per i raptus di psicosi da sciroccati acuti ma non per una dipartita tranquilla e ponderata, borghese e per bene;
    da personcine equilibrate e a modo che non vogliono sporcare o impressionare l’altri (“cosa penseranno di me?”), i parenti, i vicini (come epitaffiava Pavese “please, non fate troppi pettegolezzi”)

    Quindi questa macchina parrebbe andare in felice, arbitraria, liberista e anarco libertaria (ripeto che bisogna abolire ogni ragione e motivazione al gesto; basta un “so cazzi mia!” e vai) controtendenza, (io ci credo sempre poco che pastori e legislatori permettano alle greggi di telarsela a piacer e qualsivoglia motivo loro; in Belgio, Olanda, Svizzera forse…paesi pratici e pragmatici) eppure civiltà – una civilizzazione compiuta – vorrebbe che tal marchingegno lo si mettesse in ogni piazza o centro commerciale come i bancomat le macchine per le fototessere, inserisci la tua tessera (verde😃 giustamente!) e l’Iban per lo smaltimento, la pratica alla Contarina, ed od eventuali esequie religiose a piacere…
    ….e, buon proseguimento e cari saluti a tutti😎

    • Francesco scrive:

      secondo me basta provare ad attraversare sulle strisce

      e un proiettile da una tonnellata, anche se a soli 75 km/h, dovrebbe fare il servizio richiesto

      buon anno nuovo!

  46. Francesco scrive:

    >>> modernità come controllo burocratico dei corpi individualizzati, è così o no?

    Beh, già così la tesi ha un grosso problema, il controllo è molto più facile sui gruppi che sui singoli elementi del gruppo. Vuoi impedire alla gente di scopare felice? nulla è meglio dell’Islam sunnita estremista, in cui il controllo è sociale più che burocratico.

    L’individualismo prevede una sfera di autonomia – puoi scopare come vuoi con chi vuoi – e sofistica mezzi di controllo indiretto – il Sacro Denaro.

    Ma in generale l’elenco di “idee” alla base del libro è veramente un catalogo di stronzate e dire di più è spreco di energie.

  47. Moi scrive:

    Ogni senso della misura, della proporzione … è perduto : sul serio !

    https://www.repubblica.it/commenti/autore/maurizio_crosetti/

    Le molestie sotto la curva alla giornalista di Toscana Tv: anche la mancata difesa può essere un abuso. Non fermare la mano che palpeggia o uccide significa esserle alleati

    di Maurizio Crosetti

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Alleati di chi?

    • Peucezio scrive:

      Dovete capire una volta per tutte che il caposaldo dell’etica contemporanea è la colpa come cifra esistenziale e morale, come condizione umana ineliminabile e inestinguibile: esisto dunque sono colpevole.
      Il cristianesimo colpevolizza ma contemporaneamente ti propone tutti gli strumenti per riscattarti dalla colpa, fino alla beatitudine eterna.
      Per la cultura progressista non esiste riscatto, né remissione.

      Oggi puoi aderire alle versioni più radicali delle idee mainstream, ma puoi al tempo stesso mettere in atto un comportamento o esprimere un’idea che fra qualche anno sarà considerata offensiva e immorale.
      E poiché, diversamente dai sistemi giuridici civili, questa logica prevede la retroattività, non avrai scampo né perdono.

  48. Moi scrive:

    Non fermare la mano che palpeggia o uccide significa esserle alleati

    ——————–

  49. Moi scrive:

    @ LISA / PINO

    Carriera Alias per Studenti Trans & Come Attivarla

    https://invidio.xamh.de/watch?v=dPv9yVuAM98

    Rete Insegnanti Educatrici LGBTQI

    1 min : 25 sec

  50. Miguel Martinez scrive:

    Viva l’Europa (e non lo dico spesso):

    https://news.itsfoss.com/eu-open-source-software/
    The European Commission Will Make its Software Solutions Open Source for Public Benefit

    The EU Commission is known for its strong take on privacy and open-source. A year ago, they asked their staff to use Signal for messaging instead of WhatsApp.

    • Francesco scrive:

      Beh, speriamo che funzioni bene, sono un pelino timoroso sugli Open Source e mi tocca lavorare con Eurostat

      userò la posta cartacea!

      🙂

  51. Francesco scrive:

    >>> Nei confronti del corpo femminile inoltre vi è la determinazione da parte del capitale di farlo lavorare a pieno ritmo anche per quello che concerne la produzione della nuova forza-lavoro. Lo sviluppo della popolazione si fonda sul funzionamento dell’utero come macchina che si può mettere in moto anche ad insaputa e contro la volontà della donna” (pag. 8).

    mi era sfuggita questa chicca: dove si diceva che non sono tutte stronzate?

    😀

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francesco

      “mi era sfuggita questa chicca”

      Metti da parte il peculiare linguaggio marxista-femminista, e pensa che l’aborto (entro certi limiti) non è vietato nell’Islam, che non aveva preoccupazioni in stile rivoluzione francese di mamme che partoriscono soldati per la patria.

  52. Peucezio scrive:

    A proposito di aborto,
    in pratica il principio è che ho una assoluta autodeterminazione sul mio corpo, anche a discapito dell’incolumità e della vita altrui.
    Non dovrebbe valere sempre quindi?
    Non vi ricorda qualcosa?

    • Moi scrive:

      […]

      San Tommaso d’Aquino aderì alla riflessione sull’epigenismo ispirandosi ad Aristotele. Non considerava quindi l’aborto un crimine. Con il Decretum Gratiani (1140) e fino al 1869 il diritto canonico cattolico distinse tra feto “inanimato” e feto “animato”.

      […]

      Un’interruzione volontaria della gravidanza è sempre comunque stata giudicata un peccato e come tale punita con una penitenza, tuttavia veniva considerata un assassinio solo nel caso in cui il feto che la subisse fosse “animato”. La distinzione tra feto inanimato e feto animato venne abolita da Papa Pio IX nel 1869, in base all’idea che l’anima esista sin dal momento del concepimento.

      […]

      —————

      https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_dell%27aborto

  53. Moi scrive:

    Nessuno, né Femministe né Simps, sembra capire che se toccare un culo deve diventare grave come stuprare … il vero criminale, a parità o quasi di rischio, stuprerà.

    • Peucezio scrive:

      No.
      Diventerà PIÙ grave che stuprare.

      Ti sfugge la gerarchia:
      la pacca sul culo è più grave dello stupro.
      Che è più grave dell’omicidio.
      Che è più grave del genocidio.

      Putin avrà forse commissionato qualche omicidio politico.
      Stalin ha solo ucciso due milioni di contadini russi e ucraini: in fondo è un bravo cristo.

  54. Peucezio scrive:

    La morale è: se vuoi metterti al riparo da qualsiasi rischio e critica devi fare fuori almeno un paio di milioni di cristiani.
    Però diciamo che con qualche decina di milioni sei al riparo da qualsiasi critica.

  55. Moi scrive:

    Crozza e l’ Ideologia Inesistente 😉 che il sentire è sostanza e la biologia è “accidente” … però almeno lui ha la coerenza di andar fino in fondo, invece le TERF come ‘ste Amiche di Miguel 😉 invece sono ipocrite : la Finestra di Overton NON si ferma ai Desiderata di LorSignorE !

    https://invidio.xamh.de/watch?v=6bluKjKnkXo

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