L’Impero e il suo Indotto

Impero è una parola che fa pensare agli antichi Romani, o ai britannici padroni dei mari.

Eppure il concetto è semplice.

Prendiamo Firenze, perché la conosco e quindi non rischio di sbagliare, ma è del mondo che stiamo parlando.

La Città Metropolitana di Firenze ha un milione di abitanti.

Il Comune di Firenze (che da ora in poi chiameremo “Centro“, da non confondere con il suo centro storico), in rosso sulla mappa, ne ha 360.000.

Quindi in quello che chiamerò l’Impero fiorentino, un abitante su tre fa parte del Centro, due della Periferia.

Ovviamente, le interazioni in cui è coinvolto un sistema del genere nel ventunesimo secolo sono di una complessità inimmaginabile, per cui semplifico rozzamente la questione fondamentale.

Il Centro (anzi, circa la terza parte di uno dei suoi cinque “quartieri” ufficiali) ingurgita ogni anno 14 milioni di turisti, cioè circa 40 volte il numero degli abitanti.

La Firenze turistica corrisponde all’incirca alla parte del Q(uartiere) 1 dove si legge la scritta “Centro storico”. Che sarebbe quasi invisibile sulla mappa dell’Impero Fiorentino

Questi turisti vengono trasformati, da una parte in denaro, dall’altra in rifiuti, e vanno infine defecati, cioè rimandati a casa loro.

Questa procedura richiede una bocca, che è (tra l’altro) l’aeroporto; un ano, che è lo stesso aeroporto; e una discarica.

Coppo di Marcovaldo, urbanista e antropologo del Dugento, ci presenta così il Supremo Imperatore all’opera

Bocca, ano e discarica devono stare in Periferia.

Infatti, l’aeroporto sta a Peretola, dove scarica tonnellate di cemento, rumore e pericoli innanzitutto su un’oasi straordinaria, la Piana Fiorentina.

Solo che la pista dell’aeroporto è piccola (boccuccia di rosa) e non riesce a ingurgitare abbastanza.

Per cui hanno deciso di espanderla con una gigantesca nuova pista che sbucalterà l’ultimo polmone verde a ovest di Firenze, puntando esattamente su un’oasi dove ogni anno arrivano i fenicotteri, e poi sui popolosi comuni di Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio.

I fenicotteri della Piana, foto di Wild Peregrine

Il presidente di Toscana Aeroporti è Marco Carrai, che riesce ecumenicamente a conciliare la propria vicinanza a Comunione e Liberazione con il ruolo di console onorario di Israele per la regione italiana di Lombardia, Toscana e Emilia Romagna.

Ma l’azionista di maggioranza di Toscana Aeroporti è un extracomunitario, tale Eduardo Eurnekian, miliardario argentino. L’attuale presidente dell’Argentina, il pittoresco Javier Milei, è stato il suo principale consulente economico; e il nostro ex-sindaco Dario Nardella, in un impeto di generosità, ha regalato ad Eduardo Eurnekian le chiavi della città.

Nardella mica ha dato le chiavi della nostra città all’extracomunitario perché sta per distruggere il polmone di Firenze, no, ma per il suo

“contributo encomiabile, in veste di presidente della Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg, a favore della promozione dei valori della solidarietà, della pace e del coraggio civico, capisaldi etici dei soccorritori dell’Olocausto e di quanti ancora oggi con coraggio si battono contro ogni forma di razzismo e di pregiudizio”.

Che il politicamente corretto santifica così.

Come sapete, Destra e Sinistra litigano volentieri a proposito di senza fissa dimora, di offese ai gay e di vetrine rotte, ma quando si tratta di roba seria, PD e Lega sostengono entrambi con uguale entusiasmo il progetto di Carrai di sbucaltare la Piana.

Una delle discariche si chiama Casa Passerini, e si trova ovviamente in Periferia, nel Comune di Sesto Fiorentino. Ha avuto una storia molto complessa, che non voglio riassumere qui… ma fatto sta che il Centro ha promesso di pagare ai comuni di Sesto Fiorentino e di Campi Bisenzio una indennità di disagio ambientale” di mezzo milione di euro l’anno che non paga dal 2019.

Sarebbe interessante confrontare le dimensioni del Duomo di Firenze con quelle della discarica di Case Passerini

L’altro giorno, è partita da Firenze la gara ciclistica, Tour de France.

Io capisco che la gente adori guardare queste cose in televisione, ma pensiamo un attimo a cosa significa.

La Francia non è esattamente dietro l’angolo, ma pare che i Ludi li avesse chiesto prima Renzi e poi Nardella (e adesso che hanno litigato tra di loro, li rivendicano entrambi).

E questo ci riporta all’altra faccia di ogni impero: che mentre mangia e defeca esseri umani, l’Impero deve anche costruire Colossei, con la relativa invenzione di tradizioni:

Il Grand Départ sarà una celebrazione del ciclismo e della cultura italiana, con la passione della città per questo sport e la sua ricca storia e le sue tradizioni che si uniscono per creare un’esperienza indimenticabile.

Scrollataci di dosso la fuffa e la passione, e tradotto in termini concreti…

il Consiglio Metropolitano di Firenze (in mano al PD che ci ha appena Salvati dal Fascismo) ha deciso di prendere i nostri soldi, e regalarli agli organizzatori del Tour de France (la ditta privata Amaury Sport Organisation), pur di far piovere sugli imprenditori che sfruttano Firenze una bella manciata di soldi.

“L’impegno economico della Città Metropolitana è stimato in euro 1.586.000 tra 2023 e 2024 a cui si aggiungono 417.259,92 euro tra costi di promozione e per affidamenti vari tra 2023 e 2024.”

Firenze ha vinto l’offerta della famiglia Amaury, e chi vince l’offerta deve anche assumersi tutti i costi, che di solito arrivano al doppio.

(ribadisco, "Città Metropolitana" vuol dire per i due terzi, luoghi che i turisti li vedono solo quando volano sopra le loro teste).

L’idea come al solito che il pubblico paga, ma poi qualche privato si arricchisce: le cifre variano secondo le fantasie dei giornalisti, qualcuno sogna un “indotto per Firenze di 54 milioni di euro” e l’arrivo di ben “780 mila persone“, con “aumenti di alberghi e affitti brevi.”

Non so come sia andata in realtà.

L’evento avrà davvero regalato 54 milioni di euro ai fiorentini che sfrattano da casa le vecchiette di novantasei anni per farne “affitti brevi”?

Ha davvero regalato 54 milioni alle finanziarie internazionali che si comprano palazzo su palazzo in centro per farne dormitori per turisti?

Ha davvero riversato i rifiuti di 780.000 turisti, raccolti con le mie tasse, impacchettati e scaricati sulla Periferia?

Un titolo di qualche anno fa riassume l’Indotto per la Periferia:

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19 risposte a L’Impero e il suo Indotto

  1. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    “discarica”

    Ne “L’insostenibile leggerezza dell’essere” Kundera afferma categoricamente che la principale questione dell’umanità è lo sterco.

    Sono d’accordo con Kundera, perché lo sterco è il modo con cui l’entropia ci ricorda che qualunque cosa noi si faccia lei aumenta sempre.

    Finché non è chiaro che fine fa, chi lo deve raccogliere e in generale come smaltirlo ogni discorso politico, etico e filosofico è vano.

    La vera ricchezza, il vero potere, non sta nei soldi, nel sesso o in una vita lunga, sana e felice. No. Sta nello stabilire chi porta via lo sterco. Chi decide questo – che davvero decide questo – decide tutto.

    A pensarci bene, la rimozione dello sterco è la vera incarnazione della fatica di Sisifo: oltre ad essere disgustosa la materia che va maneggiata, è una fatica perpetuantesi sempre uguale senza alcuna prospettiva di miglioramento e di acquisto di un qualche senso che possa gratificare chi la pratica.

    Ed è ineliminabile.

    Le utopie Rinascimentali e moderne, le tragedie Greche, le opere del teatro borghese si riconoscono subito perché non parlano di gabinetti. L’unica toilette che compare nell’intero teatro Greco è quella in cui Agamennone viene sgozzato; l’unica che compare in tutta la pittura (non licenziosa) Francese è quella in cui è stato assassinato Marat. A catechismo si ha cura di ricordare che gli angeli sono puro spirito: non hanno di questi problemi, loro, ma noi sì. La rimozione inefficiente dell’onnipresente sterco è all’origine della industria profumiera Francese.

    La civiltà – ogni civiltà – richiede innanzitutto un’efficiente rimozione dello sterco. Dove mancano un Tamigi o un Gange o un Mekong, si provvede: Roma cresce intorno alla propria Cloaca Massima, i Khmer intorno ai larghi fossati d’Angkor Wat. Anche ammesso che lo sterco venga raccolto e riciclato – ad esempio per farne concime o gas combustibile – lo stesso riciclo produce ricchezza, dunque – in ultima analisi – aumento di sterco. (Parlo di ‘sterco’ e non genericamente di ‘rifiuti’ perché si può vivere nella propria spazzatura, ma non si può vivere senza defecare). Un sistema complesso raggiungerà una qualche stabilità, almeno temporanea, quando butterà nel modo più efficiente possibile nell’ambiente che lo circonda una sempre maggiore quantità di sterco. E’ altamente simbolico che la Corea del Nord lanci letteralmente pallonate di sterco a sud della zona demilitarizzata.

    Ora, immaginiamo una città nella vasta pianura. Le sue mura offrono protezione contro i predoni; i suoi mercati rigurgitano di ricchezze; il suo sterco finisce in qualche modo, naturale o artificiale, oltre le mura. All’orizzonte un’altra città gemella. non contano divinità, ideologie, forme di governo: l’una si accorgerà ben presto di stare nello stesso ambiente che è la discarica dello sterco dell’altra. E più una si accrescerà, più aumenterà la quantità di sterco che finirà dove sta l’altra.

    Ho parlato di due città distinte per comodità; ma con qualche opportuna generalizzazione potevo parlare di Città Metropolitana e di Centro Storico.

    Inevitabilmente, prima o poi nel clima di sotterranea ma sempre presente tensione o scoppierà una guerra fra le due città per qualche incidente o la paura dei governanti di una città di finire vittime dell’aggressione a sorpresa dell’altra città condurrà ad attaccare per primi. La civiltà ne verrà parzialmente distrutta, tornerà la pace e con essa i commerci, la ricchezza, la crescita della popolazione e del suo sterco. E il ciclo ricomincia.

    Ecco così che Kundera si giustificato: analizzando lo sterco abbiamo ricostruito la filosofia della storia di Tucidide.

    ‘La principale caratteristica della natura umana è il desiderio inesauribile di accrescimento, che non può essere né limitato né contrastato se non da una forza uguale e contraria. L’accrescimento (αὔξησις, “áuxesis”), ossia la tendenza ad aumentare la propria potenza, è il tratto caratteristico e indissolubile della società umana organizzata politicamente: di conseguenza, quando, all’interno di un territorio circoscritto geograficamente, si vengono formando due centri di potere – nel caso greco le due poleis di Sparta e Atene – è certo che queste due entità tenderanno ad accrescere la propria forza, ad espandersi, a sottomettere le poleis più deboli, finché le reciproche sfere di influenza entreranno inevitabilmente in conflitto. Non sono possibili altri esiti, se non la guerra di annientamento: trattati di pace, accordi di convivenza, alleanze potranno avere luogo, ma solo per tempi e modi limitati, perché il desiderio di accrescimento non può che comportare il desiderio di annientare il rivale.’

    https://it.wikipedia.org/wiki/Tucidide

    Se interpretiamo l’αὔξησις come ‘ineliminabile e continua necessità di smaltire lo sterco’ (sterco che aumenta in quantità man mano che la gente mangia meglio e compra prodotti da posti sempre più lontani, dando così lavoro a sempre più altra gente che a sua volta defeca) allora Tucidide segue da Kundera.

    Certo, si può immaginare in linea di principio che i governanti di una città dicano ai propri cittadini: ‘basta, adesso fermiamoci qui’. Aspiranti al suicidio ce ne sono sempre. Simili governanti dovrebbero infatti affrontare la rabbia dei membri di quella maggioranza che, trovandosi a dividere le briciole della ricchezza disponibile (Pareto, Pareto) desidera – comprensibilmente – migliorare la propria condizione e quella dei propri figli. Ecco che il desiderio di giustizia dei poveri diventa il primo motore della tendenza all’accrescimento – dello sterco. Per un ricco è più conveniente accontentare i poveri producendo più ricchezza da distribuire che distribuendo quella che ha già.

    Così, se – quando – l’aeroporto scaccerà i fenicotteri sarà più per la necessità di qualche precario Argentino di pagarsi la pensione che per l’insensibile avidità di qualche Fiorentino ad honorem. Perché il miliardario Argentino che guadagnerà dall’aeroporto i soldi li investirà in Borsa, contribuendo a far salire quegli indici su cui sono parametrati i titoli che fanno guadagnare il fondo speculativo che integra la pensione privata di quel precario, consentendo al fondo di corrispondere comunque la pensione che il precario ha prenotato coi suoi versamenti pur continuando a guadagnarci.

    Nel film “Alla ricerca di Nemo” gli animali dell’acquario costringono il proprietario a cambiarne l’acqua sabotandone lo smaltimento del loro stesso sterco. Mancando un idraulico/Provvidenza che ci cambi l’acqua, noi umani abbiamo avuto finora negli intermittenti conflitti una scomoda ma efficace autoregolazione. Se tutti i soldi che stiamo spendendo in armi (da cambiare tutte per definizione entro pochi anni anche se rimaste inutilizzate come nuove) li spendessimo in sanità, asili nido e pensioni sai quanto sterco in più produrremmo?

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Miguel Martinez scrive:

      Per ADV

      “Ecco che il desiderio di giustizia dei poveri diventa il primo motore della tendenza all’accrescimento – dello sterco. Per un ricco è più conveniente accontentare i poveri producendo più ricchezza da distribuire che distribuendo quella che ha già.”

      Un commento assolutamente straordinario, grazie!

      Tra l’altro, hai spiegato esattamente la risorse politica della Destra: ovunque contano sul “povero che non vuole decrescere”.

    • Ros scrive:

      “Un commento assolutamente straordinario, grazie!”

      Già, concordo😀
      Commento monumento, e si legge che scorre liscio che è un piacere.

      Lo sterco dell’insostenibile leggerezza dell’essere ha per kundera un significato metafisico.

      Allo sterco serve il Kitsch.
      Stanno in simbiosi.

      Il kitsch è l’assoluta rimozione della merda.

      La sua negazione.
      In senso tanto letterale quanto figurato.
      ” il Kitsch elimina dal proprio campo visivo tutto ciò che nell’esistenza umana è essenzialmente inaccettabile”

      “Il Kitsch si pone come l’ideale estetico dell’accordo categorico con l’essere.
      Il riferimento alla merda è giustificato perchè l’uomo ha un disaccordo metafisico con la merda.

      In quanto
      il momento della defecazione è la prova quotidiana dell’inaccettabilità della Creazione”

      “il concetto di Kitsch è necessariamente associato all’eliminazione dell’inaccettabile.

      Nel regno del Kitsch impera la dittatura del cuore; il politicamente corretto.

      I sentimenti – sentimentalismi o meglio –
      che suscitati dal Kitsch devono essere tali – bassi banali tozzi – da poter essere condivisi dalla maggioranza di persone”

      Vuole e bisogna della folla sotto il balcone. Delle bandiere.

      “Kundera preconizza che la fratellanza di tutti gli uomini della terra sarà possibile solo sulla base del Kitsch!”

      “Il Kitsch è totalitario, bandisce dalla vita tutto quello che per-turba e inquieta:
      ogni espressione di individualismo, inconscio, dubbio e ironia è considerato deleterio ed è messo fuori in periferia.

      Estrema periferia delle discariche, aereoporti certo!

      ma anche dei macelli, le prigioni, gli ospedali gli obitori;
      i camposanti e i manicomi.

      “…sospetta e inaccettabile soprattutto è l’ironia,
      poiché nel regno del Kitsch ogni cosa deve essere presa con assoluta seriosità”

      Ogni cosa è suscettibile all’estremo.

      Insomma il kitsch è il bisogno imprescindibile della negazione della merda nella vita onde tenere in piedi il carrozzone della civiltà del Capitale, e della continua crescita della produzione.

      Produzione che deve essere un continuo giro d’Ouroboro, un serpente che si morde la coda nel suo eterno ritorno.

      Del resto la comunione-identificazione della merda con il denaro è nota.
      Nella psicoanalisi, nei sogni, la merda significa il denaro; denaro che si perde o arriva.

      Pestare merda porta soldi nella credenza popolare.

      Andrea Mecacci “il kitsch”

      https://www.ibs.it/kitsch-libro-andrea-mecacci/e/9788815250681

      Gillo Dorfles “Il Kitsch. Antologia del cattivo gusto”

      https://www.ibs.it/kitsch-antologia-del-cattivo-gusto-libro-gillo-dorfles/e/9788830104198
      di Gillo Dorfles (Autore)

      Lo deporta in nel limitare di periferia

      Discariche, ma anche i macelli e le prigioni. Il camposanto e gli obitori.

      Il Kitsch in tutta la sua grazia:

      “…contributo encomiabile, in veste di presidente della Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg, a favore della promozione dei valori della solidarietà, della pace e del coraggio civico, capisaldi etici dei soccorritori dell’Olocausto e di quanti ancora oggi con coraggio si battono contro ogni forma di razzismo e di pregiudizio”.

    • Francesco scrive:

      Tempo fa lessi della Milano rinascimentale.

      Dove sbucava la fogna che portava la merda della città, i campi erano così rigogliosi che si potevano fare 12 raccolti d’erba l’anno, per nutrire le bestie da latte.

      Insomma, affondati sia Kundera che Tucidide dalle caprette di Heidi.

      😀

      • Ros scrive:

        Francesco

        “Del resto la comunione-identificazione della merda con il denaro è nota.
        Nella psicoanalisi, nei sogni, la merda significa il denaro; denaro che si perde o arriva.

        Pestare merda porta soldi nella credenza e tradizione popolare”

        La merda è ambivalente.
        È bene e male.

        Probabilmente perché arricchisce e rende fertile il terreno, e quindi anche le tasche del contadino e dell’indotto intorno.

        Probabilmente perché simboleggia Plutone:
        Plùtos, che in greco, significa ricchezza. Plutone è il Dio che custodisce tutte le immense ricchezze della terra.
        Nascoste sottoterra.

        Sottoterra = Ctonie. Inconsce. Rimosse. Ombre negate-negative. Pericolose. Impure. Sporche. Malate. Infette.

        Radioattive.

        Plutone il ricco – plutocrazia – e l’invisibibile sovrano del regno dell’oltretomba.

        Ambiguo e ambivalente poiché per la cristianità diviene Satana Mammona Dio dell’Inferno.

        Del ricco che di lui è più facile il cammello a entrare in cielo.

        Materia materiale vs cielo spirituale.

        Dei trenta denari di Giuda.
        Del tradimento per antonomasia.

        Che corrompe e tenta.

        “Lo sterco del diavolo.
        Il denaro nel Medioevo” Laterza
        di Jacques Le Goff

        https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788842098683

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ francesco

        “bestie da latte”

        Perché, le bestie da latte non defecano?

        (Sei sempre il solito economista! Consideri il mondo come se fosse infinito… 😉)

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          Perchè il mondo è finito solo se ci si mette a guardarlo dalla seggiola di Dio!

          Posso accettarlo da un teologo, forse da un filosofo o un matematico.

          All’atto pratico, però, il mondo è grande. Molto grande.

          Non infrangibile ma grande.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Francesco

            “il mondo è grande. Molto grande.”

            “Mondo” ha almeno due significati… quello ampio, poetico, di “tutto ciò che esiste”, di “creato”.

            Quello ristretto di Pianetino Terra, anzi della biosfera di Pianetino Terra, qualche metro sotto la superficie e qualche chilometro sopra, dove ci campano giusto i gabbiani, dove le risorse si rinnovano grazie a un lunghissimo lavoro di milioni di anni di energia solare.

  2. Miguel Martinez scrive:

    Finalmente!

    https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2024/07/03/christophe-guilluy-le-elite-hanno-voltato-le-spalle-ai-francesi-il-voto-a-rn-e-ribellione/7609643/amp/

    Christophe Guilluy dice la cosa ovvia che nessuno da noi vuole ammettere, parlando del successo della Le Pen in Francia, e ricordando come questo riflette il movimento dei Gilets Jaunes:

    “Guilluy è l’autore del discusso libro No society: La fin de la classe moyenne occidentale, e ha teorizzato che il movimento dei gilet gialli fosse l’espressione di una “Francia periferica” impoverita, senza rappresentanza politica e fuori dai radar del mainstream culturale, che protesta contro le metropoli che accumulano ricchezza. “È già successo con il referendum sulla Brexit o con Donald Trump. La gente sceglie l’opzione più lontana dall’establishment non perché creda che risolverà i loro problemi, ma per esprimere questi problemi, per testimoniare di esistere”.”

    Non esiste una demagogia populista che fa il lavaggio dei cervelli dei poveri stupidi:

    ” La protesta, questa ondata populista, è un movimento carsico che emerge quando può e assesta come può dei colpi contro l’establishment. È slegato dalla politica tradizionale ed è sempre più autonomo nelle sue valutazioni. Gli appartenenti alle classi popolari e medie non ascoltano più i dibattiti televisivi, non leggono i giornali. Fanno da soli, partendo dalle loro condizioni di vita. Vedono la ricchezza concentrarsi in città diventate troppo care per loro, per la gentrificazione. È un processo iniziato negli anni 80, con lo sviluppo di un modello economico incentrato sulla metropoli come polo di produzione di ricchezza attraverso il terziario.”

    • Miguel Martinez scrive:

      “Non esiste una demagogia populista che fa il lavaggio dei cervelli dei poveri stupidi:”

      Il ceto medio in via di liquidazione non vota “per”, ma “contro”.

      Vota quindi “per” quella che sembra la parte più demonizzata dalle attuali élite: se i media dicono che Tizio è pericoloso, se se ne parla come scandalo che va isolato, se le “persone perbene” fanno cortei contro, è la prova che Tizio è la persona da votare.

      • Miguel Martinez scrive:

        “se i media dicono che Tizio è pericoloso, se se ne parla come scandalo che va isolato, se le “persone perbene” fanno cortei contro, è la prova che Tizio è la persona da votare.”

        Quindi, più cortei contro Tizio e più Salviamoci la Civiltà dall’Onda Nera che ci Distruggerà; più voti per Tizio; quindi ancora più cortei contro Tizio; quindi ancora più voti per Tizio.

        A prescindere da qualunque cosa faccia Tizio, che può essere un imbranato incompetente.

        Altro esempio di Motore Perpetuo a Energia Avversaria.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Martinez

          “perpetuo”

          Da sempre le rivolte dei poveri o hanno fallito (Ciompi, jacqueries, Tuchini, gli inglesi del 1381…) o hanno finito con lo sostituire la vecchia élite con una nuova (i Manchu). L’idea borghese della democrazia elettiva come alternanza di governanti liberamente scelti da un elettorato reso consapevole da un’informazione obiettiva che comprende grazie a un’educazione diffusa si dimostra come l’illusione denunciata da Marx; chi vota può giusto scegliere fra rimbambiti e pregiudicati, che la loro condizione rende privi di autonomia perché ricattabili. La democrazia formale si rivela per quello che è: una forma, appunto, non diversa dal Sacro Romano Impero quando Napoleone lo aboli’. Se continua così, gli Oltrarno del futuro saranno i nuovi monasteri in un mondo dominato da potentati locali armati fino ai denti (“ultima ratio regime”, appunto).

          Abate Martinez…suona bene, no?

          Ciao!

          Ciao!

          • Miguel Martinez scrive:

            Per ADV

            “Da sempre le rivolte dei poveri o hanno fallito (Ciompi, jacqueries, Tuchini, gli inglesi del 1381…) o hanno finito con lo sostituire la vecchia élite con una nuova (i Manchu)”

            C’è del vero…

    • roberto scrive:

      Miguel

      sono d’accordo quasi su tutto, ma evidenzio una cosa sulla quale dissento fortemente
      “è sempre più autonomo nelle sue valutazioni”

      non è affatto più autonomo!
      ha semplicemente sostituito il faro guida: prima poteva essere repubblica, il TG1, o bruno vespa ora invece è franchino noncielodicono che ha 200.000 followers su twitter (e di franchini noncielodicono ce ne sono davvero tanti in giro)

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ roberto

        “autonomo”

        D’accordo, ma forse Martinez intendeva dire ‘autonomo rispetto agli orientamenti espressi dai governanti che pure si suppone abbia eletto democraticamente’.

        I franchini noncielodicono sono tanti e tanto influenti, ma sono un sintomo, come la febbre quando ci si ammala. Anche ai tempi della presa della Bastiglia si moltiplicavano i fogli volanti che gradivano contro questo e contro quello e che venivano seguiti avidamente dal popolo. Poi il Termidoro arriva lo stesso.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “non è affatto più autonomo!”

        Condivido, ma in un altro senso.

        Tizio è un operaio anziano, abituato a un benessere maggiore di quello di cui godeva il Re Sole, tra riscaldamento e vacanze al mare.

        Adesso gli stanno chiudendo la fabbrica.

        Non sa cosa sia l’imperialismo, o la seconda legge della termodinamica, e anche se lo sapesse, non sarebbe una grande consolazione.

        Sa però che a Parigi l’ha preso in giro Macron e “tutto il sistema”, che sono le banche, i partiti, quelli che hanno studiato di più e lo guardano dall’alto con il ditino imparatore.

        Ha molta “autonomia” nel senso che ha una totale libertà di ascoltare infiniti punti di vista sul suo smarfo.

        Sceglie quella che bastona di più Parigi; e si sente confermato, quando sente che a Parigi entrano in crisi isterica.

        • Miguel Martinez scrive:

          “Sceglie quella che bastona di più Parigi; e si sente confermato, quando sente che a Parigi entrano in crisi isterica.”

          Concordo totalmente con Roberto che Franchino Noncielodicono (carino il nome!) sia una capra, magari pure furbetta.

          Ma il messaggio importante di Guilluy è che Franchino da solo non ha alcun ascendente su Tizio: non si impone perché “Dio è dalla sua”, o perché ha i soldi, o perché ricatta Tizio; e nemmeno perché lo convince con le sue tesi, o perché monopolizza l’informazione, anzi…

          Lo convince perché fa finta di essere ribelle; e la gente odiosa che conta davvero, conferma tutti i giorni che Franchino è il vero ribelle, demonizzandolo.

          Se “la stampa” (arcaico termine che utilizzo per definire il mondo di quelli che si fanno sentire dall’Alto) dicesse, “Franchino dice alcune cose interessanti, esagera su questo e quello, ma francamente non ci interessa non più di tanto…” Franchino farebbe la fine dell’ultimo ufologo di provincia.

          E l’ultimo ufologo di provincia diventerebbe presidente della Repubblica, se “la stampa” dicesse che l’ufologia minaccia alle fondamenta i Nostri Valori.

    • Francesco scrive:

      Insomma, a me pare proprio la definizione di “poveri stupidi col cervello lavato che si mettono al servizio di demagoghi populisti”.

      Dove “poveri” ci vede d’accordo parzialmente (per me poveri rispetto a un passato idealizzato e alle promesse della pubblicità, molto ricchi rispetto ai bulgari e ai serbi).

      “Stupidi” come quelli che pensano di avere diritti da accampare dallo Stato, quasi questo fosse una generosa divinità dalle tasche senza fondo.

      E così via

      Ciao!

  3. daniela scrive:

    si vede che siete tutti abitanti del Centro, benché dissidenti
    lo sterco non è il problema
    la merda non è un rifiuto, ma una risorsa (generalmente parlando, poi ogni accumulo è un problema)
    i rifiuti sono: plastica, emissioni elettromagnetiche, materiali artificiali della chimica di sintesi compresi i farmaci, i detersivi, i cosmetici, residui gassosi e materiali della combustione e forse etc, ma sono già categorie belle numerose
    quello che produciamo con l’industria e consumiamo – spesso obbligati a farlo
    invito a informarsi meglio

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