L’arcobaleno e la Palestina

“Do you remember
The day the Bedouins came to town?
I still remember
The women waiting still as stone,
Their silent shapes cocooned in black
Against the whitewashed walls that echoed back the sun
To blind the eyes.
Ghosts from another world.””

Leon Rosselson, The Last Chance

Esco di casa al tramonto.

Ha appena finito di piovere.

In cielo, l’arcobaleno più straordinario che io abbia mai visto – sul Ponte alla Carraia, lo vedo sorgere a Santa Maria Novella e scendere dritto dietro il Ponte Vecchio, prima di San Miniato: è proprio vero che l’arcobaleno sembra toccare terra in un luogo preciso.

Poi l’arcobaleno si sdoppia, e sul ponte tra i turisti che scattano foto, mi fermo.

Sto andando proprio in Santa Maria Novella, dove nasce l’arcobaleno, a vedere il presidio per la Palestina.

In Germania o in Francia ti manganellano so provi a fare una cosa del genere, e quindi se ne accorge tutto il mondo, in Italia si può e quindi è tutto tranquillo.

Sento dagli altoparlanti le parole di unaadiikum

La grande maggioranza dei manifestanti sono di lingua araba, con qualche senegalese.

Siccome sono abituato a manifestazioni di vecchietti, mi colpisce che sono in gran parte giovani, e ci sono tante ragazze: studentesse liceali, che parlano italiano perfettamente, e con un lieve hijab in testa.

E' una cosa che mi ricorda tanti anni fa, in Egitto: la militanza delle giovani donne. Penso spesso alla Magda tanto credente, con il suo anonimo hijab, che mi raccontava di come si fosse politicizzata guardando dalla finestra di una casa di persone di ceto medio la vita dei poveri. Vorrei risentirla, oltre le barriere dei nostri mondi, se nel frattempo non l'hanno ancora ammazzata.

C’è anche un ragazzino down di famiglia marocchina di lingua berbera (con un fratello biondo e dagli occhi azzurri), che è cresciuto nel nostro giardino, che agita la bandiera palestinese.

Poi una parte minoritaria di italiani. In genere dell’area che chiamano di “estrema sinistra”.

I discorsi sono semplici, emotivi, e di parte.

E qui mi pongo un problema.

Chiunque conosca la storia della Palestina (cioè l’1% degli europei) non può che essere d’accordo. E’ una delle cause più ovvie della storia contemporanea.

Ma proprio perché è ovvia, pochi la pensano fino in fondo.

Ci si buttano, e da ottant’anni fanno la fine che fanno.

Forse se i palestinesi tutti – cittadini israeliani, membri delle 164 enclave del cosiddetto West Bank chiusi dai posti di blocco, gente di Gaza dove il 42 delle case sono già state gravemente danneggiate dalle bombe in questi giorni, gente costretta nei campi del Libano – invece di battere la testa contro il cemento e farsela spaccare generazione dopo generazione, dicessero…

Noi in mano abbiamo sassi, voi bombe atomiche.

I vostri amici sono la NATO, i nostri quattro sciroccati estremisti di sinistra.

Vi perdoniamo ottant’anni di orrore, perché nessun uomo può essere giudice di un altro.

Non cerchiamo vendetta.

Cerchiamo soltanto parità di cittadinanza nel luogo in cui siamo nati, o da cui i nostri avi sono stati espropriati.

Non andrà così, lo so.

Leon Rosselson è un cantautore inglese, di quasi novant’anni.

Ha raccontato tante storie, e ha scritto anche una canzone che riassume tutta la vicenda dolorosa del sionismo, The Last Chance, un dialogo tra sradicati profughi del dopoguerra, in un improbabile locale notturno nel deserto del Negev.

E che spiega perché alla fine, la violenza prevale sempre.

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459 risposte a L’arcobaleno e la Palestina

  1. mirkhond scrive:

    “la violenza prevale sempre.”

    Temo che tu abbia ragione, purtroppo……

  2. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    “sempre”

    Bellissimo post.

    Primo, perché prova che l’umanità sopravvive all’imperialismo.

    Secondo, perché – all’insaputa probabilmente delle persone citate nel post – esiste un bel lavoro di Clauset et al., confermato in parte da una ricerca indipendente di Bardi et al., che illustra con le cifre la chiusa del post: risulta che la distribuzione e la frequenza delle guerre è costante almeno da parecchie migliaia di anni a questa parte. Democrazia, dittatura, religione, tecnologia… cambiano le modalità particolari, non la distribuzione generale.

    Quanto a me, per quel che vale mi sono convinto che le guerre stiano alla storia degli esseri umani come i terremoti alla storia della Terra.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Miguel Martinez scrive:

      Per ADV

      “Quanto a me, per quel che vale mi sono convinto che le guerre stiano alla storia degli esseri umani come i terremoti alla storia della Terra. ”

      E’ vero.

      E infatti battersi “contro la guerra” è efficace più o meno quanto il sogno cataro di imporre la castità a tutta la specie umana.

      Ma l’unica cosa che possiamo fare è non crederci alla guerra.

      Inno ad Ares:

      ascoltami, protettore dei mortali, donatore di baldanzosa giovinezza
      e riversa dall’alto sulla mia vita la tua luce mite
      e la tua forza marziale, affinché io possa
      scacciare da me la viltà odiosa
      e piegare nella mia mente la passione ingannatrice dell’anima
      e frenare la travolgente forza della furia che spinge
      a gettarmi nella mischia crudele; ma tu invece il coraggio,
      o beato, concedimi, e di rispettare le inviolabili leggi di pace
      sfuggendo al tumulto dei nemici e all’inesorabile morte.

    • Francesco scrive:

      >>> mi sono convinto che le guerre stiano alla storia degli esseri umani come i terremoti alla storia della Terra.

      temo di essere della stessa idea, anche se non posso esserlo per motivi religiosi

  3. Mauricius Tarvisii scrive:

    “Cerchiamo soltanto parità di cittadinanza nel luogo in cui siamo nati, o da cui i nostri avi sono stati espropriati”

    Richiesta respinta: significa che Israele seguirà una parabola sudafricana.

    Tra parentesi, sarebbe comunque meglio di una parabola rhodesiana, ma perché ci dovrebbe per forza essere una parabola?

  4. Daouda scrive:

    Beh necessito di scrivere che

    A) i palestinesi non esistono ergo mi sá che sta storia chiara é poco reale

    B) é falso che i “palestinesi” non abbiano amici. Non solo i supporters loro sono molti di più, ma l’establishment occidentale é esattamente con loro, proprio perché accettano la loro morte ed oppressione. Tutti i cripto comunisti ( compresi pseudo liberali e neofasci sono ) sanno bene che devono sacrificarli per la causa

    C) il fatto che finalmente gli agareni assieme ai loro compari soviet e vari derivati deviati si alleno contro i Giordano marittimi dimostra che é pronta la conquista dell’Europa, cosa che per l’appunto era decisa anch’essa e che solo le faide come gli imprevisti come gli sviluppi dinamici apontanei della vita hanno rallentato.
    É evidente che gli agareni si dimostrano totalmente pupazzi come giusto che sia assieme a tutti gli altri che gli danno solidarietá, che però in quanto autoctoni amano pijallo al culto, e lo perderanno da loro, poi dopo, visto che gli agareni sono dei molli perversi e pederasri con gli schiavi.
    Fanno parte del processo. Gli agareni sono anch’essi solo parte del piano dissolutivo

    D) é inutile dire che la Giordania Marittima é uno stato illegittimo vedi stampo illumistico giacobino per scrive

    E) è altrettanto ovvio ed assiomatico che quella terra va divisa fra libanesi, egizi, siti e Giordano senza falsi popoli e false pretese messianistiche

    F) sia il sionismo che gli agareni giocano esattamente dalla parte della grande bipolarità fra tavola rotonda di Rhodes destra vs Fabiani sinistroidi di qua rispetto a troskysti e stalinisti di la a sinistra e destra uguale.
    Se i popoli che manifestano non comprendono questo, parlando ed agendo, sbagliano ipso facto e peggiorano le cose il che significa che é comodo dire che la merca é in alto dimenticando quella accanto.
    La povertá come la discriminazione non giustificano nessuno.

  5. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    “L’unica cosa che possiamo fare è non”

    L’unica cosa che possiamo fare è non credere alla propaganda. Perché non possiamo non credere alla guerra. Già il fatto che paghiamo – chi non può evitarlo – le tasse e ci facciamo la pensione integrativa ci coinvolge in un dispositivo statale e finanziario che nella “industria della difesa” ha un pilastro fondamentale.

    Il ‘finché c’è guerra c’è presenza’ di Sordi non è solo un titolo di un film, è letteralmente la realtà di tutti i giorni. La possibilità pratica di realizzare le nostre speranze si basa sulla disponibilità di un reddito, e praticamente ogni produzione di reddito oggi è legata alla produzione e al commercio di strumenti di morte. Basti considerare l’aumento vertiginoso delle spese militari nel mondo, ben superiore alla crescita del PIL di molti paesi.

    La nostra fede nel futuro è ciò che ci sostiene nel quotidiano, e il nostro futuro implica che da qualche parte qualcuno venga ammazzato.

    Banalmente: chi sottoscrive un fondo pensione integrativo presta soldi a chi si impegna a corrispondergli un interesse per la vecchiaia. Quei soldi li danno a chi ci gioca in borsa, speculando sulle sue fluttuazioni. E fra i “Blue Chips” le industrie di armamenti e le loro sussidiarie sono regolarmente rappresentate. La mia pensione integrativa di domani la stanno pagando le guerre di oggi.

    Per usare la metafora dei terremoti,: il pane che mangio la mattina a colazione viene dal grano cresciuto in qualche terreno fertile, ma quel terreno viene in ultima analisi dalle eruzioni vulcaniche che senza la tettonica e i relativi terremoti non esisterebbero. Non a caso l’umanità e’ nata vicino a una faglia e si assiepa da sempre lungo le faglie. Gli stessi terremoti che ne sterminano i figli innocenti le danno la possibilità di sfamarsi.

    Cogito, ergo sum. La guerra è la madre di tutte le cose, e di tutte è regina.

    Vivo, dunque sparo.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Ros scrive:

      la guerra (gli armamenti et varia),
      la droga (con tutto l’indotto intorno a generarsi, compresi Sanità, Sert, comunità, cliniche private di recupero… et similia varie), sono voci che contano triliardi nel conto che fa il totale della serva.

      Con la tratta degli schiavi (neri e bianchi, vedi slavi e mercato medievale millenario che aveva sede più o meno nell’attuale Ucraina- Rus’), che era una gran bella fetta di bilancio, ci siamo (sono) riusciti poiché più conveniente il lavoro salariato, meno spese, meno grane, salario minimo – ma minimo minimo😥, piccino picciò – ma anche no, nemmeno quello?

      Toglile (l’armi, guerra e droga) in qualche strano-magico modo e ti casca tutta la torre dei tarocchi.
      E assisteremo a qualcosa di tipo oltre l’orizzonte, un mondo dove, per parafrasare Mark Fisher, immagineremmo e vivremmo la fine del mondo che non – o con – la fine del capitalismo.

    • Fuzzy scrive:

      Leggo su “Il Post”
      Ben-Gvir contro l’accordo sugli aiuti umanitari a Gaza
      Domenica sera Itamar Ben-Gvir, leader del partito di estrema destra israeliano Potere Ebraico e ministro della Pubblica sicurezza, ha scritto su X (Twitter) un comunicato molto critico nei confronti dell’accordo tra Stati Uniti e Israele che prevede che gli aiuti umanitari a Gaza continuino ad arrivare anche nei prossimi giorni con «un flusso continuo».

      Ben Gvir ha scritto che «qualsiasi accordo di “aiuti continui a Gaza” che non includa la liberazione di tutti i nostri ostaggi è solo una continuazione dell’idea che ci ha portati a dove siamo ora. Gli aiuti umanitari devono esserci solo in cambio della liberazione di tutti gli ostaggi».

      E quindi c’è persino qualcuno più “estremo”
      di Netanyahu.
      Dunque acqua, cibo e medicine ai palestinesi solo se vengono rilasciati gli ostaggi?
      Questo è il punto.

      • Fuzzy scrive:

        https://www.remocontro.it/2023/10/23/non-solo-gaza-piano-di-attacco-in-libano-bloccato-da-biden-svela-il-nyt/
        Poi c’è il ministro della difesa di Israele che è
        tutto un programma.
        Piano di attacco a in Libano

        “Quando è arrivata la notizia alla Casa Bianca, narrano che si sia scatenato un pandemonio. Dal Dipartimento di Stato, al Pentagono, al Consiglio per la Sicurezza nazionale, evidente a tutti lo straordinario azzardo della sfida ai militanti sciiti in Libano a Siria, e soprattutto all’Iran, eterno nemico chiave per Israele. A quel punto, si è messa in moto la macchina della ‘persuasione americana’ con tutto il suo peso, con Antony Blinken, prima, a fare da ‘corriere’ e, infine, con la presenza dello stesso Biden, che ha voluto rimarcare nel suo discorso «la necessità di non farsi vincere dalla rabbia»”

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ fuzzy

        “estremo”

        Come direbbe Razzi-Crozza, “questo non credo”.

        È un gioco delle parti.

        Poliziotto buono vs. poliziotto cattivo.

        Serve a fare sembrare Netanyahu un moderato. Così quando va da Biden a piangere miseria e chiedere altre armi può dire: “lo vedi? A stento riesco a tenere a bada i miei. Fa’ come ti chiedo, altrimenti rischiamo un macello anche peggiore”.

        In realtà, a guardare solo la questione degli ostaggi e a ragionare come il ministro della “difesa” che chiama “animali” tutti i Palestinesi colpevoli di non avere ancora deposto Hamas (!) ha ragione il Ben.

        Perché rischiare che altri riservisti vengano catturati o uccisi quando si può agevolmente ricattare un intero popolo? È la logica delle sanzioni USA: affamo il popolo nemico perché si ribelli, affamo Gaza finché non risputa fuori gli ostaggi.

        Solo che altre cataste di bambini morti richiamerebbero da vicino quelle che abbiamo visto in “Schindler’s list”.

        Meglio, molto meglio che masse di straccioni si accalchino di propria volontà alle porte del nostro giardino, lasciando libera la loro terra agli occupanti.

        È la tattica prebellica di Goebbels: “vi piacciono tanto questi animali? Teneteveli!”.

        Solo dopo sarà possibile lo sterminio.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Fuzzy scrive:

          https://lesakerfrancophone.fr/le-dilemme-strategique-de-netanyahou

          Per quanto ho potuto leggere finora, laggiù è
          tutto concatenato. Muovi una foglia e viene fuori il finimondo.
          Il fatto è che la tanto declamata superiorità militare israeliana se la sognano solo loro.
          La stessa Hamas nel suo piccolo è già in grado di far impantanare l’esercito di Israele. Non parliamo poi degli Hezbollah, guerriglieri esperti e pieni di missili posti in sotterranei impenetrabili.
          Israele ha sempre compiuto azioni di guerra rapidissime, perché è un paese piccolo, non ha risorse per affrontare una lunga guerra.
          A meno che non entri in scena l’America. Ma questo si spera non accada mai

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            L’America in questo momento non ha la capacità di entrare da nessuna parte: ha deciso di andare in all-in in Ucraina, tentando nel frattempo di barcamenarsi nel Pacifico.

          • Fuzzy scrive:

            Da Ansa
            Israele avrebbe deciso di “ritardare” l’offensiva di terra in attesa dell’arrivo di altre forze Usa nella regione. Lo ha riferito la Radio militare israeliana secondo cui gli Usa hanno fatto sapere a Israele la loro intenzione di schierare altre forze in Medio Oriente in vista dell’operazione di terra a causa delle minacce dell’Iran di agire su vari fronti.

            Tarvisii, ma tu sei proprio sicuro di quello che affermi?
            Mai che tu scriva un “forse”?

    • Miguel Martinez scrive:

      Per ADV

      “La mia pensione integrativa di domani la stanno pagando le guerre di oggi.”

      Verissimo!

    • Peucezio scrive:

      Andrea,
      sai che proprio non sono d’accordo?

      È proprio disfunzionale.
      Le armi faranno pure fare affari d’oro, certo. Ma se gli stessi affari si potessero fare con cose che costruiscono anziché distruggere, sarebbe un vantaggio per tutti.

      Poi mi puoi dire che come c’è il kosmos c’è il chaos, che la materia tende a presentarsi non solo in forme aggregate ma anche disaggergate, che Empedocle parla di amore, ma anche di odio (e Freud di eros, ma anche di thanatos).
      Ma il nostro scopo è andare dal chaos al kosmos, mica il contrario.
      Constatare l’esistenza di una cosa mica significa constatare che è utile. Ma può significare doverne constatare l’esistenza per superarla.
      Mettiamo pure che esista un ordine cosmico necessario che prevede anche l’esistenza della disaggregazione.
      Che poi se vuoi è il mistero filosofico ed esistenziale dell’esistenza del male e del dolore.
      Ma serve proprio a farsi superare, mica a rafforzarsi.
      Se no che facciamo, Tafazzi?

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ peucezio

        “distruggere”

        Adesso non cominciamo col “wishful thinking”: qua l’illuminata giacobino sono io! 😉😉

        Distruggere è molto più facile che costruire, come dimostrano chiaramente tanto l’esperienza comune quanto la termodinamica.

        In più, noi discendiamo da primati che per milioni di anni sono sopravvissuti in piccoli gruppi coordinati contro un nemico comune.

        Più indietro si va con gli scavi archeologici, più si conferma l’idea che lo sterminio di gruppi di propri simili è stata una delle primissime attività umane. Non so più se in Perù o in Germania hanno trovato mucchi di scheletri col cranio sfondato da attrezzi acuminati risalenti a diecimila anni fa o giù di lì; uno di questi era una donna incinta cui sono state spezzate le ginocchia prima di finirla.

        Non sono un paleontologo; ma non mi stupirei se si dimostrasse che le necessità belliche sono state una delle spinte principali che ha favorito la nascita del linguaggio e dell’intelligenza.

        In fondo, cosa c’è di più sintetico di un ordine dato da un capopattuglia, e cosa di più necessario alla sopravvivenza del singolo che l’obbedienza a quell’ordine? E cosa c’è di più fondamentale che il corretto conteggio degli uomini abili al servizio e di quelli inabili, e delle relative dotazioni di amigdale, viveri, acqua e punte di freccia? Sul campo l’organizzazione è sempre più importante della tecnologia, tanto che Napoleone dice che “un esercito di soldati vince sempre su un’armata di guerrieri”.
        La notoria stupidità militare cos’altro è se non la prova della naturale vicinanza fra la vita militare e la natura umana (almeno per come si è andata configurando dalla preistoria in poi)?

        Non solo l’unico vero progresso umano – quello scientifico – non ci libera da questa nostra natura, ma si sviluppa grazie a questa. Dei trecentomila e passa fisici che c’erano al mondo quando mi sono laureato io, metà sviluppava nuove armi. Non mi stupirei se la percentuale fosse aumentata.

        Mi viene in mente che la % di dottorati in fisica del plasma sulla totalità dei PhD raggiunge il suo record non in USA, ma nella Repubblica Islamica dell’Iran.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Peucezio scrive:

          Andrea,
          “Adesso non cominciamo col “wishful thinking”: qua l’illuminata giacobino sono io! 😉😉”

          Non scherziamo, io difendo la civiltà contro la barbarie, l’ordine contro il disordine.
          I Romani la guerra direi che la sapevano fare piuttosto bene. Ma dicevano “si vis pacem para bellum”, cioè lo scopo era la pace, l’ordine. La guerra era un’inevitabile concessione al caos, in un mondo ostile, non un fine e quindi, se c’è, meglio vincerla che perderla.
          L’impero cinese la aborriva proprio: turba l’ordine e la pace della società.
          Le civiltà contadine la consideravano alla stregua della carestia o della pestilenza: puro lato oscuro, demoniaco del mondo, agente distuttivo, che non produce nulla.

          E nel Neolitico abbiamo molte evidenze del fatto che la guerra non si praticasse. La guerra non la fanno i produttori, la fanno i parassiti.

          La guerra non fa parte della fisiologia, ma della patologia.
          C’è la malattia, la morte e c’è la guerra.

          Ma ti ricordo che l’ordine, il kosmos, ha un potere incredibile, malgrado la fragilità delle strutture complesse e la facilità con cui possono venire distrutte e ricadere nell’indistinto.
          Perché se noi, strutture complessissime, esistiamo, è perché, se vogliamo ragionare in termini evoluzionistici, miliardi di anni di progressiva complessizzazione delle strutture hanno potuto più della tendenza disgregante, degli incidenti, dei meteoriti e di tutto il resto e alla fine, lentissimamente, si è arrivati a noi e perfino alla civiltà.
          Hai presente che infrastrutture e che organizzazione ci vogliono perché tu trovi il cibo al supermercato e lo porti a casa per mangiarlo? Quello è il miracolo, non lo scatenbamento di istinti distruttivi, che sono del tutto sterili e dannosi.
          Malgrado tutto c’è una tendenza immanente all’uomo a voler sopravvivere e ristrutturare la società, per cui, perfino durante e dopo guerre distruttive cerca di organizzarsi per la sopravvivenza, per avere cibo, acqua, ecc., ricostruisce, fa…
          Non evoluzionisticamente si può dire che c’è un principio formale che tende ab origine a organizzare la materia contro il principio dissolutore: il mondo tende a organizzarsi secondo delle forme ordinate, strutturate. E il caos non riesce a impedirlo.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ peucezio

            “patologia”

            Tu mi stai diventando seguace di Teilhard de Chardin! 😉 Ma quale “tendenza immanente”! Manco Toynbee aveva una visione immanentistica della Provvidenza nella storia come la tua.

            Restiamo al caro vecchio storicismo riduzionista di Tucidide. Quando due póleis crescono, finiscono col farsi paura l’un l’altra, finché la cosa non si risolve con una guerra. Termodinamicamente, diremo che effettivamente ciascuna pólis crescendo e organizzandosi diminuisce, è vero, la propria produzione di disordine e appare come un centro di civiltà ordinatrice, ma solo al prezzo di aumentare il disordine, il consumo di risorse, lo spreco (oggi diremmo: l’inquinamento, l’esternalizzazione dei costi) a carico dell’ambiente circostante…di cui fa parte l’altra póleis, che a sua volta fa lo stesso. Secondo te arriveranno a fidarsi l”una dell’altra e a collaborare, le élites delle due póleis che sono ciascuna destinatarie del consenso dei propri governati? O non finiranno piuttosto per seguire la via che sembra più breve, cercando di eliminarsi l’un l’altra?

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Peucezio scrive:

              Dovresti chiarirmi meglio il punto.

              Mi suona molto “distruzione creativa”.
              Come dire: tanto peggio tanto meglio.

              E inoltre mi suona come la tipica ipostatizzazione, per cui un dato contingente diventa universale.
              La guerra non è culturalmente neutra. I produttori puri non la fanno. È legata alla pastorizia nomade, alla scoperta dei metalli o a retaggi paleolitici.
              Ed è etnicamente caratterizzata, legata, almeno in Occidente, all’egemonia dei popoli indoeuropei e semitici.
              La guerra è legata all’archetipo uranico, paterno, maschile, patriarcale, che è tipico di alcune culture.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ peucezio

                “produttori puri”

                Questa non la capisco proprio.

                Le società manifatturiere sono fra le più guerriere in assoluto: basta vedere l’Ottocento in Europa.

                “etnicamente caratterizzata”

                I più spaventosi macelli della storia non sono quelli Europei, ma (in termini assoluti) quelli Cinesi dell’epoca dei Regni Combattenti (appunto), e (in termini di percentuale sulla popolazione) i conflitti tribali della Nuova Guinea all’epoca dell’inizio della colonizzazione da parte degli Europei (cito Jared Diamond).

                E il genocidio meglio riuscito, che fa sembrare Pol Pot, Heydrich e Talaat Pasha dei poppanti, lo hanno organizzato i Maori a danno dei Moriori, in Oceania.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

                Più in generale, mi vengono in mente pochi progressi umani che prescindano del tutto dall’ambito militare.

                Come ipotizza Eco nel suo ‘Diario Minimo’, persino l’inventore dell’amigdala di pietra scheggiata avrà avuto – dopo – i sensi di colpa di Oppenheimer.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Peucezio

        “Le armi faranno pure fare affari d’oro, certo. Ma se gli stessi affari si potessero fare con cose che costruiscono anziché distruggere, sarebbe un vantaggio per tutti.”

        Non esattamente.

        Le armi vengono comprate dagli Stati, quindi sfuggono ai limiti del mercato.

        Le armi vengono prodotte in regime di segreto, quindi sfuggono a montagne di noiosa burocrazia.

        Le armi o si usano (e quindi si esauriscono e bisogna ricaricare), o non si usano: e in quel caso diventano rapidamente obsolete, e quindi un nuovo appalto è garantito lo stesso.

        Nel caso particolare degli Stati Uniti, poi i contribuenti non devono nemmeno pagare, perché tutto viene fatto sfruttando il fatto che tutto il mondo ha bisogno di investire in buoni del tesoro statunitensi per mantenere il dollaro come strumento di scambio internazionale.

        • Peucezio scrive:

          Vabbè, ma queste sono logiche tautologiche.
          Creo per distruggere.
          Arricchiscono molto alcuni, ma non producono nulla nel complesso.
          Ma se lo scopo è concentrare la ricchezza, sarebbe mille volte più semplice una tassazione al contrario: i poveri pagano i ricchi. Che poi di fatto c’è già, perché il piccolo commericante viene strozzato dallo stato che finanzia questa le grandi concentrazioni di ricchezza coi suoi appalti, ecc.
          Dice: ma non puoi mettere in modo esplicito una tassazione alla rovescia.
          Allora torniamo al mio punto: l’uomo è scemo perché non si è organizzato in modo ottimale.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ peucezio

            “ma se lo scopo”

            Vedi, è qui che secondo me ti sbagli.

            Non c’è uno scopo.

            Credi che le termiti abbiano “lo scopo” di costruire quei complicatissimi e robustissimi termitai che ospitano migliaia di individui e resistono alle intemperie e agli zoccoli de grandi ungulati?

            Credi che da qualche parte ci sia una termite regina col caschetto antinfortunistico in testa che diriga i lavori con i piani di costruzione in carta millimetrata sul tecnigrafo?

            Credi che ci sia una coscienza intelligente dietro al fungo che raggiunge l’acqua srotolando le ife attorno agli ostacoli più diversi risolvendo complicatissimi problemi di ottimizzazione che manco un supercomputer quantistico sa ancora affrontare?

            Credi che i castori timbrino il cartellino dal caposquadra prima di costruire le loro dighe con una velocità sconosciuta agli umani?

            Si tratta di automatismi selezionati da miliardi di anni di evoluzione, diciamo noi.

            E allora perché per le guerre dovrebbe essere diverso?

            Ciao

            Andrea Di Vita

            • Peucezio scrive:

              Cioè le guerre sarebbero nel genoma umano?
              Allora è ora, come in tutto il resto, di trascendere la natura.

              Diversamente dai castori, noi non abbiamo l’ingegneria nel DNA, infatti le dighe e i ponti si fanno in modo diverso in luoghi diversi… sono un portato di competenze tramandate non biologicamente. I geni ci danno solo una generica predisposizione, ma ci sono voluti milioni di anni o, quantomeno, decine di migliaia se parliamo del sapiens, per arrivare a dighe e ponti.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ peucezio

                “genoma”

                Non è necessario che le guerre siano scritte nel genoma umano, così come non si vede come il progetto dettagliato di un termitaio con le sue centinaia di cunicoli impermeabili sia scritto nel genoma della termite. Non c’è una guerra uguale a un’altra, infatti, così come non esiste un termitaio uguale a un altro.

                Non mi risulta che esista una prova di una ‘coscienza progettista’ di un termitaio. Questo è il risultato di un insieme di mosse elementari e scoordinate di milioni di individui simili. Tanto varrebbe dire che una valanga è qualcosa di diverso dalla risultante di semplici movimenti di tantissimi cristalli di neve, quasi esistesse una ‘mente superiore’ che preordina le valanghe. Non è che non esiste: semplicemente, non è necessaria.

                Per la guerra è probabilmente lo stesso. E’ vero che la cultura è quello che ci differenzia da un animale (anche se adesso anche per molti animali, e non solo ormai per i primati, si parla di ‘cultura’); ma è anche vero che la cultura ha qualche centinaio di secoli di anzianità, mentre l’eredità dell’evoluzione biologica che ci accomuna all’animale è il frutto di qualche milione di secoli.

                Intendiamoci, non è che il rifiuto della guerra sia ‘innaturale’ e ‘impossibile’. Tutt’altro.

                A parte il caso di Gandhi, vittorioso quando l’Inghilterra era maggiormente indifesa contro l’arma gandhiana dell’informazione nonviolenta, c’è il caso della legge di Nanuku, che per secoli ha retto a comunità Moriori delle isole Chatham.

                Ma proprio il caso dei Moriori dimostra quanto il rifiuto della guerra sia un pericolo letale per una comunità

                https://www.rivistaetnie.com/moriori-isole-chatam-genocidio-84509/

                E quanto a Gandhi, le parole di Orwell suonano definitive alle mie orecchie

                https://en.wikipedia.org/wiki/Reflections_on_Gandhi

                Comunque la questione che sollevi rimane apertissima.

                Ad esempio, nella parte finale del suo feroce attacco al politologo USA James Burnham

                https://en.wikipedia.org/wiki/Second_Thoughts_on_James_Burnham

                Orwell sottolinea come l’atteggiamento del pensiero politico sia rimasto oàrmai da secoli lo stesso formulato da Machiavelli, ossia si riassume nelle due frasi (citando l’autore) “Politics is essentially the same in all ages. Political behaviour is different from other kinds of behaviour.” Orwell contesta questi due assiomi, almeno nel mondo moderno: ma il punto è che entrambi sono confermati in pieno dalle ricerche recenti. In primo luogo la frequenza e la distribuzione delle guerre è sostanzialmente indipendente dal sistema politico, dalla religione e dal reddito medio pro -capite dei contendenti. In secondo luogo i comportamenti che intercorrono nei rapporti fra il singolo individuo e la collettività di individui in umero molto maggiore del numero di di Dunbar sono radicalmente diversi da quelli che intercorrono fra due singoli individui

                https://it.wikipedia.org/wiki/Numero_di_Dunbar

                ‘Trascendere la natura’ è il sogno transumanista. Personalmente, sono convinto che noi possiamo ‘trascendere la natura’ nella stessa misura nella quale possiamo sollevarci da terra sollevandoci per le stringhe delle scarpe, come faceva il Barone di Munchhausen quando voleva andare sulla Luna.

                Se ti può interessare, ho approfondito il tema qui

                https://www.pulplibri.it/un-quacchero-contro-isaac-asimov/

                prendendo spunto dalla biografia di un grande matematico e dall’opera di un non meno grande scrittore di fantascienza.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

            • Peucezio scrive:

              Comunque, Andrea,
              per certi versi sei più fascista di me 😀
              Non capisco bene la tua avversione verso il fascismo.

              E nemmeno in fondo verso una modernità che coniughi in senso razionalista e laico e soprattutto in senso progressivo e lineare.

              Mi sembri invece un cultore degli istinti primitivi, di una sorta di palingenesi attraverso la distruzione, di un’idea ciclica e prometeica della storia.

              • roberto scrive:

                peucezio

                “per certi versi sei più fascista di me”

                🙂

                beh senza voler personalizzare la questione, tra stalinismo è fascismo ci sono sicuramente punti in comune

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ peucezio

                “fascista”

                Come sai, personalmente intendo il fascismo nel senso del’ur-fascismo de “Il fascismo eterno” di Umberto Eco. E in una prospettiva marxiana vedo questo ur-fascismo come un atteggiamento volto alla difesa della proprietà privata dei mezzi di produzione.

                Ma questa è una razionalizzazione a posteriori.

                A me personalmente quello che dà profondamente fastidio del fascismo è la sua esaltazione dell’irrazionale, dell’azione fine a se stessa, di una Tradizione di cartapesta – che poi sono tre modi diversi di dire la stessa cosa.

                I fascisti, sia quelli vecchi sia i pallidi imitatori di oggi (che se incontrassero le camicie nere e gli arditi ne verrebbero abbondantemente perculati), mi sembrano i cosplay di un fumetto al Luccacomics.

                E non è neanche un fumetto granché divertente.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

                Ciao!

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ peucezio

                “E nemmeno in fondo verso una modernità che coniughi in senso razionalista e laico e soprattutto in senso progressivo e lineare”

                Per me ‘progressivo’, a parte il senso musicologico del termine (così posso discutere se il rock del Banco del Mutuo Soccorso è più o meno progressivo di quello di Ian Anderson), è una parola che si applica solo ed esclusivamente ai risultati del metodo scientifico.

                Metodo l’utilizzo dei cui risultati è secondo me l’unica chance di sopravvivenza che ha la specie umana – unica, ma bella grossa, in effetti.

                La ‘modernità’ che concepisco è quella deamicisiana, che rafforza la scuola pubblica e difende dalla superstizione.

                Per il resto concordo completamente con Salvatore Quasimodo

                Sei ancora quello della pietra e della fionda,

                uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,

                con le ali maligne, le meridiane di morte,

                t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,

                alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,

                con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,

                senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,

                come sempre, come uccisero i padri, come uccisero

                gli animali che ti videro per la prima volta.

                E questo sangue odora come nel giorno

                Quando il fratello disse all’altro fratello:

                «Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,

                è giunta fino a te, dentro la tua giornata.

                Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue

                Salite dalla terra, dimenticate i padri:

                le loro tombe affondano nella cenere,

                gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • PinoMamet scrive:

                “a sua esaltazione dell’irrazionale, dell’azione fine a se stessa, di una Tradizione di cartapesta – che poi sono tre modi diversi di dire la stessa cosa.”

                mmm

                no?

                E proprio nel fatto che NON mi sembrano tre modi per dire la stessa cosa (proprio per niente);

                e che, meno decisamente, non li trovo separatamente così detestabili;

                sta la mia contestazione alla teoria di Eco, che mi è sempre sembrata abbastanza traballante.

                Se applicata fino in fondo, risulta fascista tutto:
                è fascista Manzoni e sono fascisti i boy scout, sono fascisti i film western e sono fascisti i film western revisionisti, sono fascisti i motti fascisti e sono fascisti i canti della Resistenza, è fascista Kipling ed è fascista Gandhi, è fascista Kennedy ed è fascista Malcom X, è fascista Castro ed è fascista Che Guevara, è fascista il latino ed è fascista non far studiare il latino, è fascista il Romanticismo ed è fascista il Futurismo…
                bibunt centum, bibunt mille…

                caspita, è il trionfo del Fascismo!

                Ecco perché lo chiama “eterno” 😉

                ma forse, se mezzo mondo, o per meglio dire tutto il mondo fino ai figli dei fiori (forse9 esclusi non va, forse è il metro di giudizio di Eco che va un po’ rivisto…

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ pino Mamet

                “Ur fascismo”

                A me sembra proprio il contrario: Eco individua sei criteri che sono soddisfatti TUTTI CONTEMPORANEAMENTE da ciò che il senso comune identifica come ‘fascista’ indipendentemente dalla presenza di orbace e camicie nere:

                – il culto di una qualche Traduzione vera o presunta (le “piccole patrie”, la mitologia nibelungica, lo stravillaggio, l'”io sono Giorgia madre cristiana”, la “famiglia tradizionale”)

                – il culto del Capo

                – la xenofobia (l’ossessione per la purezza razziale, il migrante visto automaticamente come delinquente potenziale)

                – il disprezzo verso istituzioni e cultura non allineata (“quando se ti parlare di cultura impugno la mia pistola”, “il fascismo è azione”, “toghe rosse”, “Magistrati buonisti”)

                – il complottismo (i “poteri forti”, il “piano Kalergi di sostituzione etnica”, il “complotto demoplutogiudaico per il dominio del mondo”)

                – l’appello alle classi medie impoverite (“dalla crisi voluta dalle banche”, “dal tradimento di novembre”, “dai burocrati di Bruxelles”, “dalle troppe tasse”)

                Il monopolio dell’informazione, la violenza verbale e fisica, la delegittimazione dell’avversario sono solo conseguenze. Logico che se credi di essere insidiato dalle minoranze le ghettizzi; logico che se la famiglia tradizionale è messa in crisi dal femminismo e famiglie di fatto ostenti machismo e omofobia; logico che se qualcuno mette in dubbio la provvidenziale natura del tuo Capo lo censuri.

                Nessuno degli esempi che hai portato soddisfa tutti e sei questi requisiti insieme.

                La destra attuale è arrivata a soddisfarne da noi quattro o cinque insieme (essenzialmente, manca il Capo: Salvini e Meloni sono ridicoli). Perciò si parla di pericolo fascista e non di fascismo tout court.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Mi sembri che manchino del tutto gli elementi dirimenti del fascismo:

                1) l’idea che la Patria Unita si deve stringere attorno all’esercito in guerra e che ogni dubbio sulla guerra è un tradimento

                2) L’idea che i conflitti di classe sono una minaccia al benessere nazionale e quindi vanno presi a manganellate gli operai e i contadini che scioperano.

                Non vedo questi due punti nelle tesi di Eco; vedo invece altri con cui concordo e non concordo:

                1) “culto della tradizione”. Certo, ma tutta l’Italia era imbevuta di retorica risorgimental/romana all’epoca. E poi era una retorica di “civiltà”, non certo di “stravillaggio” (poi è vero che ci furono in Toscana alcuni autori minoritari della corrente “strapaese”, ma non erano certamente la cultura fascista prevalente, che era sempre centrata sulla “gloria dell’impero romano”, con Cesare contro Asterix insomma).

                2) “culto del capo”. Indubbiamente.

                3) “xenofobia”. Boh, giusto verso i sudtirolesi e gli sloveni (non conta quella contro gli etiopi, che era nella media mondiale dell’epoca). Credo che Eco facesse confusione con il nazismo, che aveva fatto del razzismo un’ideologia

                4) “disprezzo verso cultura e istituzioni non allineati”. Sì, molto direi. La ruspa di Renzi fa eco all’aula sorda e grigia.

                5) “complottismo”. Boh, non mi sembra che ci fosse: era un quasi-monopolio cattolico all’epoca. C’era una certa ambiguità verso la massoneria, che metterei però più nella categoria dei potenziali rivali; anche perché tanti dei primi fascisti provenivano dalle logge. Credo che si faccia confusione con il nazismo. Certo, l’idea che i socialisti-pacifisti fossero “al soldo dell’impero austroungarico” c’era, come oggi appena uno dice no alla guerra, dicono che ti paga Putin. Ma allora c’è il complottismo ovunque.

                6) “appello alle classi medie impoverite”. Boh, se leggi gli editoriali di Mussolini sul Popolo d’Italia, si trova qualche riferimento “agli scioperi che creano problemi ai lavoratori” e sicuramente hanno giustificato le violenze contro i contadini in nome della “gente comune che vive in città”. Ma non mi sembra un elemento trainante della retorica fascista. Credo che si faccia confusione con il nazismo.

    • Andrea Di Vita scrive:

      “c’è presenza”=”c’è speranza”

      (mannaggia al correttore ortografico)

    • Francesco scrive:

      >>> praticamente ogni produzione di reddito oggi è legata alla produzione e al commercio di strumenti di morte

      Anche no, a guardare i dati.

      E i dati che riporti sulla incapacità dell’Occidente di rifornire gli ucraini in misura adeguata alla guerra sono una riprova della riduzione dimensionale dell’industria militare.

      Interessante quello che scrivi sull’agricoltura vulcanica ma … non era invece un roba di stare vicino ai fiumi? Egitto, Mezzaluna fertile, fiumi cinesi e indiani eccetera? anche lì sotto sotto ci sono le faglie?

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ francesco

        “incapacità”

        Allora, già ai tempi di Kennedy la toilette di un B52 costava qualche decina di milioni di dollari: lo sciacquone era garantito funzionante anche a qualche Km da un’esplosione di 1 megaton.

        Spendere tanti soldi non vuol dire necessariamente avere tanti armi, ma avere armi molto costose.

        Quanto ai fiumi: il Nilo i suoi sedimenti li porta dall’acrocoro Etiopico, che è originato dalla tettonica della limitrofa Rift Valley (quella di Lucy e della gola di Olduvai). Per Tigri, Eufrate, Mekong, Tevere e Indo vale lo stesso discorso.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          grazie delle informazioni agricole

          sul B52: ma un cazzo di cesso chimico senza uscita all’esterno non costava un fantastilione in meno? a me mi pare tecnicamente una stronzata

          PS il B52 va per il secolo di servizio, gran bella bestia

  6. Ros scrive:

    Agareni???🤔🤔🤔

    “AGARENI [forse, di Agar].
    A quanto pare popolazione dedita alla pastorizia che abitava in tende a Est di Galaad. Ai giorni del re Saul gli israeliti che vivevano a Est del Giordano sconfissero gli agareni, prendendo 100.000 prigionieri, e anche migliaia di cammelli, asini e pecore. (1Cr 5:10, 18-22) Il salmista elencò gli agareni fra gli altri nemici di Israele, quali edomiti, moabiti, ammoniti e amalechiti. (Sl 83:2-7) Comunque, durante il regno di Davide, Iaziz l’agareno era responsabile dei greggi del re. — 1Cr 27:31.

    Molti studiosi ritengono che gli agareni siano gli Agràioi menzionati negli antichi trattati di geografia di Strabone, Tolomeo e Plinio il Vecchio. Che fossero discendenti di Agar, come alcuni suppongono, non può essere stabilito con sicurezza”.

    “Agareni-Saraceni:
    Nome col quale nel Medioevo cristiano europeo sono stati designati genericamente gli Arabi. Il vocabolo, con questa accezione, è del tutto ignoto alla tradizione storica e letteraria degli Arabi stessi: la sua più antica attestazione (prescindendo da due passi di Dioscuride e di Plinio il cui testo è controverso) si ha nella geografia di Tolomeo e più tardi presso Stefano di Bisanzio, il quale peraltro risalirebbe agli di Uranio, e quindi all’età ellenistica. Comunque sia, presso gli autori più antichi il nome di Saraceni (Σαρακηνοί) non designa l’intero popolo arabo, ma soltanto una popolazione stanziata sulle coste del golfo di ‘Αραβικά Aqaba, nella parte meridionale della penisola del Sinai. Insieme con essi e come loro vicini sono spesso menzionati i Taoeni (Ταενοί), i quali s’identificano facilmente con la grande tribù (ben nota alla tradizione indigena) dei Ṭayy’: e come il nome di questi, che confinavano con le regioni abitate dai Siri, ha assunto in siriaco il significato generale di “Arabi” (che dal siriaco si è trasferito al persiano e di là fino al cinese), così il nome dei Saraceni, il cui uso si fa frequente negli scrittori dei due ultimi secoli dell’età antica, finì col designare l’intera stirpe degli Arabi nomadi; con un processo di estensione parallelo a quello che ha esteso, nel latino, il significato di Graeci e, nel francese, quello di Allemands. La tribù antica dei Saraceni sopravviverebbe tuttavia, secondo alcuni, negli odierni Sawāriqah (forma di plurale che presuppone un singolare Sāriqī), stanziati sulla costa del Mediterraneo a E. del Sinai. Non manca tuttavia (così ancora A. Musil, The Northern Ḥeǧâz, New York 1926 pp. 311-12) chi mantiene l’antica etimologia da sharqī “orientale”, termine col quale gli Arabi del deserto settentrionale designano tuttora i nomadi razziatori (appunto perché le regioni desertiche, dove hanno sede le tribù dedite al brigantaggio, si trovano a oriente della zona coltivata); e tale etimologia, che mette in rilievo il carattere di predoni dei nomadi, concorda nel senso con l’altra, che ebbe fortuna in passato, secondo cui Saraceni deriverebbe dal verbo saraqa “rubare”. Sennonché l’una e l’altra sono insostenibili, in quanto non tengono conto che l’appellativo di “Saraceni”, in questa accezione, non si trova nella lingua araba.

    Un semplice scherzo etimologico di San Girolamo, secondo il quale i Saraceni meriterebbero piuttosto di chiamarsi “Agareni”, quali discendenti da Agar concubina di Abramo e non da Sara sua moglie legittima, ha accreditato nella letteratura latina medievale il termine Agareni come sinonimo di Saraceni. Tuttavia tale correzione pseudo-erudita non ha mai avuto fortuna nell’uso popolare; mentre diffusissimo, come si è detto, è l’uso di “Saraceni”, il quale è entrato, tra l’altro, come elemento di nomi comuni, quale p. es. “grano saraceno” ecc. Sarrazins chiama comunemente la poesia epica francese gli Arabi di Spagna, e da essa il termine è penetrato nella poesia cavalleresca italiana; “Saracini” sono, per tutto il Medioevo, gli Arabi, anzi i musulmani tutti, coi quali la cristianità ebbe a combattere durante le Crociate (v., p. es., Dante, Inf., XXVII°, 87: “e non con Saracin né con Giudei”).

    In significato più ristretto s’indicano col nome di Saraceni quei nuclei di Arabi, provenienti dall’Africa settentrionale, i quali, dopo l’occupazione della Sicilia, nel sec. IX° e X°, fecero spedizioni e stabilirono stazioni militari lungo le coste dell’Italia meridionale, della Liguria e della Provenza (famosa tra tutte quella di Frassineto; v.), spingendosi, in cerca di bottino, fino ai valichi alpini e in Svizzera.

    Bibl.: B. Moritz, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., I A, coll. 2388-90; J. H. Mordtmann, in Encyclopédie de l’Islam, IV, 181; M. Amari, Storia dei musulmani di Sicilia, 2ª ed., Catania 1933-35, I, 187 e passim.”

    Le uniche cose che potrebbe averci a che fare con il termine da te, caro Daouda, usato.
    Ovvio che gradirei – se credi😃 – ulteriori informazioni, e sul termine e su:
    “…il fatto che finalmente gli agareni assieme ai loro compari soviet e vari derivati deviati si alleino contro i Giordano marittimi dimostra che é pronta la conquista dell’Europa…”

    “…sia il sionismo che gli agareni giocano esattamente dalla parte della grande bipolarità fra tavola rotonda di Rhodes destra vs Fabiani sinistroidi di qua rispetto a troskysti e stalinisti di la a sinistra e destra uguale…”

    “…è altrettanto ovvio ed assiomatico che quella terra va divisa fra libanesi, egizi, siti e Giordano senza falsi popoli e false pretese messianistiche…”

    Gli israeliti chi sarebbero nel mazzo? Mi sfugge se Agareni (preso per quello che ti vuole significare nel discorso; in passato usavi a tal proposito il termine ismaeliti, o edomiti? Mi pare, o sbaglio?) o altro ?🤔🤔🤔

    • Ros scrive:

      La cosa pare ben più sfiziosa e intricata della telenovela argentina “Per Elisa” che segue su tele2000 mia madre prima del Santo Rosario a Massabiel nella grotta di Lourdes

      • Ros scrive:

        https://www.adelphi.it/libro/9788845908873
        https://www.ibs.it/dagli-ebrei-salvezza-ebook-leon-bloy/e/9788845980770

        a proposito di telenovele, questa è una sciccheria da leccarti poi i diti😀

        Ma tutto Léon Bloy ti merita e sollazza

        • Ros scrive:

          “Il disperato”: che goduria😚🤗😘
          https://www.ibs.it/disperato-libro-leon-bloy/e/9788832822229

          lo ammette pure Diva e Donna!!!

          Con Bloy Ceronetti e Quinzio ci si abbagnano le carni arse dalla canicola agostina manco fosse una jacuzzi in giardino di sera con concerto di Chopin e cicale;
          pure Sgalambro voleva partecipare e ha partecipato altrove…

          Blondet mi sa che sbrocca e sclera di brutto al sol sentirlo nominare.

            • Ros scrive:

              Stralci da: AVV. ARCANGELO PAPI, Gli Adelphi della dissoluzione, 2001 :
              https://misteridiassisi.it/gli-adelphi-della-dissoluzione-2/

              “…Nella collana della biblioteca dei Maestri Cattolici si allineavano negli anni ‘60 anche i libri di Leon Bloy, polemista, romanziere e giornalista francese (1846-1917): inizialmente era un pittore, indirizzato poi verso la letteratura e la fede cattolica da Barbey d’Aurevilly, col quale condivise intransigenza religiosa e odio feroce contro ogni forma di pensiero e di ideale del suo secolo. (Su Bloy, vedi Blondet, capitolo XX°, pagg. 208 ss.;
              in particolare, il libello Dagli ebrei la salvezza scritto da Bloy nell’arroventarsi in Francia del famoso processo Dreyfus, ripubblicato di fresco nel 1993, dalla casa editrice Adelphi )…”

              “…Ma torniamo a Bloy. Secondo Blondet: Palesemente, nessuno ha letto Bloy fino in fondo, nessuno ha visto il vero suo aculeo di scorpione, il motivo autentico per cui Calasso (una figura principale dell’Adelphi) l’ha ripubblicato.
              Come altri mistici (basti qui pensare a Gioacchino da Fiore), Leon Bloy scandiva la storia in tre fasi: riteneva Cristo – il Figlio – solo la penultima rivelazione; attendeva e propugnava l’avvento della terza figura, il Paracleto”(Blondet, pag.210).

              Anche l’apocalittico “clochard super-cattolico” Leon Bloy, monarchico e reazionario, credeva insomma che Cristo “deve essere superato”. E così annunciava, all’albeggiare di una nuova era, votata a un “nuovo dio oscuro”.
              Un “dio” che Leon Bloy chiamava “il Liberatore vagabondo” (vedi direttamente il saggio di Blondet per altri particolari interessanti e sconvolgenti)…”

              “…(pag. 220) della frase famosa la salvezza viene dagli Ebrei, che Gesù rivolge alla Samaritana (Gv., 4, 22), volgendola tuttavia, Ceronetti, a ben altro significato (cfr. pag.221); così afferma Blondet: “con coerenza adelphiana”.

              “…Insomma, il “Paracleto” che Leon Bloy attendeva sarebbe Lucifero in persona (pag.211)…”

              • daouda scrive:

                Agar è madre di Ismaele, ed essendo bastardi, come i kethuraiti, vanno identificati col nome della madre.
                Gli agareni non sono gli arabi di per sè per quanto anche, ma i cosidetti islamici di qualunque etnia.
                I kethuraiti non sono gli arii di per sé per quanto anche, ma i cossidetti brahmanici di qualunque etnia.

                Si può dire che alcune frange della massoneria sono in realtà islamiche ormai, come per quanto riguarda il dominio comunista sottotraccia dell’epoca, è l’islam il mezzo principe in questa fase. Che lo combattano è proprio per far credere che siano tosti, non posso spiegarti tutto, mi spiace.
                Posso solo scriverti che l’islam è assieme al buddismo un’arma e la loro consistenza come era parziale prima ( in quanto culti fiacchi e fittizi ) oggi è addirittura nefanda.

                Il perno della morsa è a Londra, hai gli statunitensi da una parte ed i russi dall’altra, che sono tutti genericamente edomiti dunque pagani. I satanisti a loro interno sono i loro ispiratori, ma questi possono essere anche il barbone accanto al pianerottolo di casa tua. I pagani reputano di riportarci all’oro epocale o reputano di dover conservare il salvabile per il prossimo passaggio.
                La loro colpevolezza non è data dalla loro cecità ma dal fatto che dicano “vedo”, e si disinteressano de male che foraggiano secondo la pseudodivinizzazione che vorrebbero.

                E’ chiaro che il sionismo è un grande inganno contro i giudei stessi, ecco perché è assolutamente palese che gli agareni ed i sionisti in realtà siano compari.

                In passato usavo Ismaeliti da Ismaele come Jokhsaniti da Joksan e gli altri.

                Ora torniamo ai giudei. Essi sono solo gli “ortodossi” in varie declinazioni e chiaramente per non essere eretici od apostati devono essere antisionisti.
                E’ evidente che riformati, conservatori, ed anche i secolari non sono affatto giudei giacché la matrilinearietà è una finzione.

                Coloro che simulano di esserlo sono la via di Edom, ossia praticamente tutta la grande narrazione del gomblotto, giacché il cabalismo contraddicente e negante l’haikalot e la merkavah, deviato nel sefer-Zohar e nel sefer-Hasidim, è precipuamente pagano se non satanico e si è alleato con tutti i residui dei pagani anti-romani d’altronde, che in odio a Roma ed al suo riconoscimento del Cristo, hanno creato una carica osteggiante in mille rivoli di cui chiaramente la massoneria è solo un bacino di reclutamento non contando quasi niente.

                Non è un’accezione pseudo erudita. E’ storia biblica.

              • daouda scrive:

                e tu sei uno stronzo perché non dovevo risponne.

                Quindi: la Giordania Marittima è occupata da uno stato illegittimo le cui popolazioni , genericamente sono tutte immigrate, essendo una landa ben poco considerata sotto la Sublime Porta. Le foto di come fosse conservata Gerusalemme dagli agareni dei primi del novecento lasciano sconcertati nonostante tutta la loro prosopopea al riguardo.

                Non posso schierarmi a favore di un popolo la cui esistenza fittizia è parte della strategia come il sionismo.
                Sono esattamente compari.
                Inoltre molte checche isteriche agarene che fanno del fanatismo il proprio disonore, hanno meno rispetto da parte mia di un profano della giordana marittima alla occidentale che si vuole solo fare i fatti suoi in quella terra occupata.

                Ugualmente non ho alcuna solidarietà per un povero e discriminato che alla luce di ciò scusa le proprie schifezze pratiche e critiche come non condanno un ricco e famoso che non si pone male.

                Ogni persona vale per sè e la sua situazione.
                Me ne sbatto il cazzo delle vostre etichette.

                Gli agareni sono tendenzialmente, ti ripeto, infiltrati da tempo dai soviet.
                La cosa ti sembrerà strana ma d’altronde tu credi la Russia non sia più tale o che gli Usa siano liberisti.
                Stai bene così.

                Ciao

          • Ros scrive:

            ps
            …Con Bloy Ceronetti e Quinzio ci si abbagnano le carni…

            scusassero la mancata virgola a confondere l’anagogica interpretazione☹, Con il Bloy, (ovvero con la lettura e commento di Bloy) Ceronetti e Quinzio ci si abbagnano le carni eccetera, voleasi dire

            • Ros scrive:

              Che poi a leggere Bloy al buon Blondet ci piglia certo un cortocircuito cerebrale.
              Pare (dico pare, si badi ben, pare😀) antigiudiaco, a volte, quanto e più di lui; quindi il nemico del mio nemico mi a da essere amico? None😏
              Macché! Manco per nulla! Vada retro!

              Bloy non lo etichetti e impacchi e disinneschi da nessuna delle parti in causa (aberrante per tutte e tutti ad ogni modo, in qualche maniera ti sputa uno scatarro verdegiallo in faccia, e ti ci manda), scivola e sguscia liscivo dalle mani unte d’una qualunque interpretazione, ghenga, eresia e, o, giusta fede e ti svolazza via pisciandoti in testa.

              Che tipini che ti nascevano ‘na volta!😎

    • habsburgicus scrive:

      @Daouda@Ros
      non entro, e non voglio entrare, nella questione…
      però forse non è del tutto inopportuno sottolineare che l’uso da parte di Daouda del termine “agareni”, ben lungi dall’essere una stramberia, ha una storia importante dietro (che Daouda certamente conosce)… infatti la famosa islamologa anglosassone Patricia Crone, ora defunta, intitolò il suo libro “revisionista”, (basato in primis sulle rarissime fonti NON islamiche coeve, più antiche della tradizione storiografia islamica non anteriore a metà VIII secolo d.C e giuntaci in specimina non anteriori al IX secolo d.C, dunque in età abbaside quando i giochi erano fatti) relativo alla nascita dell’Islam “Hagarism. The Making of the Islamic World”, edito nel 1977 a Cambridge (co-autore era Michael Cook)..
      per la Crone, due decenni dopo corroborata dall’americano Robert G. Hoyland (autore di un libro fondamentale, il non plus ultra nel campo, “Seeing Islam as other saw it. A survey and evaluation of Christian, Jewish and Zoroastrian writings on early Islam”, Princeton, N.J, 1997, in cui fra l’altro si nota che la presunta tolleranza islamica già ai primi tempi era un mito 😀 chiedetelo al mite cristiano Elia di Damasco, martirizzato nel 779 d.C esattamente il 14 febbraio dell’anno del mondo 6397, regnando il fanatico Califfo Al-Mahdi successore dal 775 d.C di quell’Al-Mansur che fondò Baghdad nel 762 d.C e lo stesso -parlo di Al Mahdi. che apprendendo a Raqqa, il nome vi dice nulla ?, che esisteva nei dintorni una tribù araba cristiana si scandalizzò che un arabo potesse essere cristiano e ordinò che accettassero l’Islam seduta stante pena la morte..questo nel 780/781 d.C e non sotto il Califfo Al Baghdadi nel 2013/2014 d.C 😀 ), l’Islam come lo conosciamo noi sarebbe creazione di ‘Abd al-Malik (685-705 d.C) e solo da quest’epoca (c.a 72 AH, 691 d.C) comparirebbero le prime espressioni di fede islamica nei monumenti (Cupola della Roccia a Gerusalemme)..nei settanta anni precedenti vi era qualcosa di indistinto, giudaizzante ma anche in parte cristianizzante, l’agarismo..le rarissime fonti non-islamiche anteriori ad ‘Abd al-Malik non sembrano conoscere l’Islam e tanto la Crone quanto Hoyland mi pare vadano vicino a provarlo..anche se -e lo dico per Mauricius- conoscono bene le scoppole che Bisanzio si prese da qualcuno -che volendo era Arabo, ma non era ancora “Islam” 😀
      bon

      • habsburgicus scrive:

        ça va sans dire, in molti stati islamici farsi cogliere con i libri di Crone e Hoyland è punibile con la morte

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        “che volendo era Arabo, ma non era ancora “Islam” ”

        Boh, mi sembra tanto la storia per cui il cristianesimo lo avrebbe fondato San Paolo.

        • habsburgicus scrive:

          Boh, mi sembra tanto la storia per cui il cristianesimo lo avrebbe fondato San Paolo.

          l’ho pensato anch’io 😀 😀

        • PinoMamet scrive:

          Scusate, ma chi l’avrebbe fondato invece?

          • mirkhond scrive:

            Gesù Cristo

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Dal momento che le lettere attribuite a Paolo sono rivolte ad aderenti ad un movimento che sembra essere già esistente, chiunque ma non Paolo.

          • PinoMamet scrive:

            Mmm

            non so se sono proprio d’accordo.

            San Paolo scrive a delle comunità già esistenti, ma queste comunità non sembrano avere le idee molto chiare.

            Sono unite dall’idea che questo Gesù sia il Messia, certo: ma si tratta di un’idea ebraica diffusa, che questo Messia deve arrivare o è arrivato, e che deve pur essere qualcuno.

            Tra i miei contatti di Instagram ce n’è una che è convintissima che l’ultima Rebbe della dinastia dei Lubavitch sia il Messia, e non è certo l’unica…
            nondimeno, se mi chiedete, o le chiedete, cosa è, la risposta è ebrea, mica “rebbeita”.

            Tra i cristiani primitivi, diciamo così, ci sono- lo sappiamo appunto dalle lettere di San Paolo- tanto ebrei che non ebrei; questi dovevano essere in maggioranza i “timorosi di Dio”, cioè quanti, nel mondo romano o altrove, frequentavano le comunità ebraiche e adottavano regole o stili di vita in parte ebraici, senza diventare ebrei
            (in soldoni: non si circoncidevano).

            San Paolo stabilisce che sono uguali agli altri.
            San Paolo stabilisce che la circoncisione non è più necessaria.
            San Paolo stabilisce che le regole alimentari ebraiche non sono più in vigore.
            San Paolo stabilisce esplicitamente la natura sia umana che divina di Cristo.
            San Paolo parla per primo di una seconda venuta di Cristo…

            insomma, se San Paolo non ha creato il Cristianesimo, beh… diciamo che lo ha definito bene bene?

            • PinoMamet scrive:

              Errata: si tratta dell’ ultimo Rebbe, ovviamente.

            • mirkhond scrive:

              Lo ha definito su una base già esistente. Del resto nei Vangeli Gesù viene respinto dal Sinedrio e dunque condannato a morte perché proclamatosi consustanziale a Dio.
              E questo era inaccettabile per le autorità religiose giudaiche.
              E poi c’è la Resurrezione, che costringe il gruppetto di discepoli che non si erano certo distinti per coraggio nell’ora della passione e morte del Maestro, a predicare il Messaggio inaudito che Gesù è risorto dalla morte, e proprio per questo messaggio, mettono in subbuglio il mondo giudaico di allora.
              Lo stesso San Paolo inizialmente fu un persecutore dei primi cristiani, quasi tutti giudei come lui del resto.
              Fu solo dopo la sua conversione che divenne l’Apostolo delle Genti.
              E dunque contribuì a dare una più precisa e distinta fisionomia alla giovane Fede, ma non ad inventarsela di sana pianta.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “San Paolo stabilisce che sono uguali agli altri.
              San Paolo stabilisce che la circoncisione non è più necessaria.
              San Paolo stabilisce che le regole alimentari ebraiche non sono più in vigore.
              San Paolo stabilisce esplicitamente la natura sia umana che divina di Cristo.
              San Paolo parla per primo di una seconda venuta di Cristo…”

              Questo sembrerebbe vero a condizione di accettare due punti secondo me estremamente discutibili:
              – l’epistolario Paolino sarebbe l’unica traccia del cristianesimo originario (per cui gli Atti sarebbero fantasiosi e i Vangeli non ne parliamo: la Seconda Venuta è in questi ultimi…)
              – l’epistolario Paolino sarebbe l’unica fonte non pesantemente interpolati (sì, gli Atti ci dicono che tutto quello che dici era stato già stato quantomeno proposto prima di Paolo, ma gli Atti sono interpolati e aggiustati a posteriori, per cui non contano, mentre l’epistolario paolino è integro e non è che qualcuno lo ha aggiustato a posteriori)
              Dico “sembrerebbe” perché Paolo si propone solo come voce autorevole a sostegno di tesi già diffuse, per cui non è che la mancata necessità della circoncisione (per dire) è una cosa che si è inventato lui: è la posizione che ha abbracciato lui. Ma che quindi gli preesisteva.
              Tra l’altro pure se Paolo raccomandava di scegliere vescovi con una sola moglie, la Chiesa se ne è strafregata fin da molto presto.

            • PinoMamet scrive:

              Mmm per pronunciarmi sugli Atti degli Apostoli dovrei conoscerli meglio; mi fido di te e ti concedo il punto.

              Che i Vangeli siano, se non interpolati, perlomeno modificati in tempi posteriori alla loro composizione, trovo che sia quasi una certezza.

              Parlo dei Vangeli canonici; ma appunto anche la stessa formazione del Canone è stata un processo laborioso, a cui non si pensava al tempo di Paolo e sicuramente non al tempo di Cristo.

              Il dibattito sulla circoncisione esisteva sì: nel mondo ebraico…

              • mirkhond scrive:

                “Che i Vangeli siano, se non interpolati, perlomeno modificati in tempi posteriori alla loro composizione, trovo che sia quasi una certezza.”

                Francamente tutto sembrano tranne che testi modificati, soprattutto per le realtà imbarazzanti che contengono, per esempio proprio gli stessi Apostoli che fanno la figura dei duri di comprendonio e dei codardi al momento dell’arresto di Gesù.
                In riferimento ai Vangeli Canonici.
                Non a caso, sia pure dopo un lungo periodo di tempo, la Chiesa scelse solo quei 4 testi, scartando gli Apocrifi.
                Evidentemente perché, dovendo fare una selezione, li trovava più credibili rispetto alle fabulazioni degli Apocrifi.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Che i Vangeli siano, se non interpolati, perlomeno modificati in tempi posteriori alla loro composizione, trovo che sia quasi una certezza”

                Va bene, ma allora perché invece Paolo non sarebbe stato interpolato a posteriori per confermare quanto deciso… dopo Paolo?
                L’interpolazione nella storiografia sul cristianesimo mi è sempre sembrato l’asso-piglia-tutto: è andata come dico io perché tutte le fonti diverse da quelle che uso per dimostrare quello che dico sono irrimediabilmente interpolate ovunque mi serve che lo siano.

              • PinoMamet scrive:

                “Francamente tutto sembrano tranne che testi modificati”

                Mah… pensa la parte con “tu sei Pietro e su pietra edificherò la mia chiesa”: Gesù parla di chiesa quando nessuno dei suoi discepoli abbia idea di cosa stia dicendo…

                naturalmente possiamo pensare che Gesù abbia storicamente pronunciato una frase simile (“tu sei la pietra su cui fonderò la mia comunità”) ma il fatto che nel testo che ci è arrivato si usi la parola ekklesìa mi pare perlomeno sospetto…

                poi sono d’accordo che l’adattamento, se c’è stato, è stato parziale e incompleto e ha lasciato ampi spazi di ambiguità:

                l’episodio, ogni tanto citato dal nostro Francesco, della guarigione della donna cananea alla quale Gesù dice di essere stato inviato per gli appartenenti al popolo di Israele e non per gli altri; che stride con l’universalismo del messaggio cristiano;

                oppure l’insistenza con la quale Gesù afferma di rispettare il dettato della Torah, che stride con l’abolizione delle leggi giudaiche operate già nel primo cristianesimo;

                sono tutti particolari che sì, possono essere spiegati senza minare la coerenza del messaggio cristiano, ma che sicuramente un censore o ri-scrittore più occhiuto avrebbe eliminato o “pettinato”…

              • PinoMamet scrive:

                “L’interpolazione nella storiografia sul cristianesimo mi è sempre sembrato l’asso-piglia-tutto”

                Sì ma che la storia testuale dei Vangeli sia complicata e laboriosa non è un’ipotesi mia: ho per regola di non contraddire la religione altrui.

                Ma di quasi tutti gli studiosi dei Vangeli, compresi molti cattolici…

                faccio un esempio tratto banalmente da Wikipedia:
                https://it.wikipedia.org/wiki/Pericope_dell%27adultera

              • habsburgicus scrive:

                il dotto van Manen, protestante olandese del XIX secolo (figlio, nipote e discendente di pastori calvinisti) ha peraltro sostenuto che le lettere di Paolo non sarebbero..di Paolo (TUTTE, e non solo 4 come fece il dotto Baur verso il 1850..o 7 come ufficiosamente dice, o “tollera”, la Chiesa dopo il Concilio)..
                van Manen non si spinse ad affermare la non esistenza di San Paolo…per van Manen San Paolo esistette..non è ben chiaro il suo ruolo e il contributo dato (avrebbe fatto nulla !), ma esistette 😀
                qualcuno -il solito americano, ai nostri giorni- é andato oltre van Manen e ha sostenuto che San Paolo sarebbe un mito..mai esistito 😀
                allora, sommessamente uno si chiede..ma ‘sto Cristianesimo, allora, chi l’ha inventato ? 😀 Barbablù ? 😀

              • habsburgicus scrive:

                grande estimatore della critica ultra-radicale (Pannella non c’entra :D) di van Manen, fu quel Dr. G.A. van den Bergh van Eysinga -oggi obliato da quasi tutti (financo Messori manco si degnò di citarlo e sbertucciarlo)- che scrisse un libro in olandese sulla non esistenza di Cristo (o almeno del Gesù dei Vangeli) che io lessi solo nella traduzione inglese edita nel 1912 a cura di S.B. Slack e intitolata “Radical Views about the New Testament”….l’iper-criticismo, lo confeso, è mokti affascinante e appartiene a una stagione oggi passata in cui metodi simili si applicavano a Roma (Ettore Pais ! prima della svolta) e alla Grecia (l’ineguagliato Beloch…
                che van den Bergh van Eysinga sia oggi ignoto anche presso l’UAAR 😀 .dimostra che veramente “sic transit gloria mundi” !

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Sì ma che la storia testuale dei Vangeli sia complicata e laboriosa non è un’ipotesi mia”

                Certo che non è tua, ma, come ci ricorda anche Habsburgicus, è stata applicata a tutto, anche a Paolo. Quindi perché applicarla a tutto tranne che a Paolo? A cui, tra l’altro, anticamente attribuivano di tutto, per cui perché dobbiamo attribuirgli noi di più di quello che gli attribuivano loro?
                Io dico che va benissimo essere metodologicamente scettici (non sto parlando da cattolico, ma con l’agnosticismo metodologico di chi si approccia ad una fonte antica), ma facciamolo coerentemente (non, cioè, dosando lo scetticismo a seconda di quello che analizziamo in ogni dato momento) e ragionevolmente (non accettiamo o respingiamo tutto in blocco, anche a costo di creare voragini per cui religioni diffuse saltano fuori dal nulla dall’oggi al domani perché abbiamo fatto a pezzi tutte le fonti che possono dirci di cosa ci fosse ieri).

              • Moi scrive:

                @ MAURICIUS

                Ti rispondo in Stile UAAR 🙂 :

                c’è Amico Immaginario e Amico Immaginario, con alcuni si rischia la pellaccia più che con altri ”

                🙂

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Ti rispondo in Stile UAAR”

                Nel senso che è un’uscita in stile UAAR, che unisce, cioè, la minchiata fattuale alla totale incoerenza con la discussione? Oppure non ho colto qualcosa?

  7. Moi scrive:

    Fra un inevitabile perculamento “memico” Meloni VS Giambruno parodistico dell’ Esselunga e l’ altro … un video abbastanza noto mostra una manifestazione pro Palestina in India sventolando “bandiera Italiana” … NON proprio !

    https://www.today.it/mondo/manifestazione-pro-hamas-bandiere-italia-perche.html

    Manifestano pro Hamas con le bandiere dell’Italia: c’è una spiegazione

    • Moi scrive:

      In India, o in “Bharat”, se preferite 🙂 !

    • habsburgicus scrive:

      il Kerala fra l’altro è uno Stato di “sinistra” (il PC è/era fortissimo, solo in West Bengala era più forte) con molti cristiani di lingua malayalam, una delle quattro lingue dravidiche (le altre sono il kannada in Karnataka dove c’é Bengaluru ex-Bangalore, il tamil in Tamil Nadu ove c’é Chennai ex-Madras, il telugu in Andhra Pradesh dove c’é Hyderabad e Golconda illo tempore sede del Nizam musulmanissimo che fu spossessato manu militari dal “buono” Nehru nel 1948 perché non voleva entrare in India e desiderava crearsi uno Stato suo, accanto ai due nemici, India e Pakistan),
      ci sono anche musulmani;
      nel bazar di Dubai, a Deira, sono entrato a febbraio in un negozio posseduto (gestito ?) da un musulmano indiano del Kerala e sembra vi siano tanti indiani a Dubai (compreso un barbiere che mi ha fatto una barba discreta :D), soprattutto musulmani del Kerala e forse di altri Stati che sono più a loro agio in un milieu occidentalizzato ma pur sempre islamico quale resta quello di Dubai, ma non mancano gli indù (a Dubai vi è un tempio indù, l’unico nel Golfo e presumo in tutto il mondo islamico, che purtroppo non ho visto);
      i tassisti a Dubai sono del Subcontinente, ma in genere non indiani bensì pakistani (ne ho trovati anche di Peshawar, quasi in Afghanistan !): non sono mai egiziani;
      un egiziano in Kuwait, dove invece Careem (la loro Uber, prende però anche i contanti, tanto ti fregano in un modo o nell’altro, occorre dotarsi di fatalismo orientale 😀 :D) è monopolio egizio :D, mi ha spiegato l’arcano e credo non abbia torto in essenza: a sentir lui, nel Basso Golfo (dal Bahrain in giù) l’inglese domina [ed è vero]; gli egiziani di norma sanno poco l’inglese e dunque vanno in Kuwait che è più “arabo” [ed è vero anche questo, visto con i miei occhi: l’inglese è conosciuto ma insomma 😀 in Kuwait si è in un paese arabo, a Dubai talvolta uno può dubitarne :D]; il tipo era stato pure in Italia e aveva parenti /amici nella mia provincia ! e poi si dice che il mondo è grande 😀
      en passant, ciò dimostra che la Storia -questa grande misconosciuta non apprezzata come sarebbe giusto- a qualcosa serve:
      il Kuwait (Alto Golfo) ha tutt’altra storia dal Basso Golfo (Bahrain, Qatar, Emirati Arabi Uniti, con l’Oman che è sull’Oceano Indiano)
      il Kuwait fu ottomano (sotto il pascià di Bassora, uno dei tre pascialati che formeranno l’Iraq..Saddam mica aveva tutti i torti eh 😀 :D) prima di cadere sotto influenza di Londra e divenne indipendente già nel 1961;
      il (Basso) Golfo fu sotto influenza britannica, anzi indo-britannica (si usava la rupia e dipendeva sino al 1947/1948 non dal Foreign Office ma dall’India Office) e divenne indipendente solo nel 1971 !
      il Kuwait appoggiò (a parole, come tutti gli arabi) la causa palestinese e partecipò alla vita araba: stabilì relazioni con Mosca già nei primi anni e cercò di smarcarsi dagli USA (prima del 1990), divenendo fedelissimo di Washington solo dopo la restaurazione degli Al-Sabah per grazia di Bush senior nel 1991 (vulgo, I guerra del Golfo)
      il (Basso) Golfo rifiutò ogni tipo di relazione con Mosca sino a Gorbaciov -oggi invece Putin è un mito là e la Russia è presente, molto presente-, mostrò indifferenza ai palestinesi e fu pro-britannico e poscia pro-americano sin dall’indipendenza senza mai deflettere

  8. Ros scrive:

    daouda : “…e tu sei uno stronzo perché non dovevo risponne…”

    e tu sei gentilissimo ad averlo pur fatto😀
    sei stato chiaro e assai interessante, grazie.
    Ciao a te😀

  9. Peucezio scrive:

    Miguel,
    tu però mi devi spiegare una cosa.

    Quando io dico che stiamo andando verso una società iper-repressiva perché gruppi minoritari impongono una cappa di censura dittatoriale, mi dici che è tutto legato a un bisogno consumistico ed edonistico per cui ogni istanza compresa la più infantile e irreale viene legittimata, per cui se mi salta in mente di essere un marziano, devo essere considerato tale.
    Non mi convince, perché se pochi gruppi minoritari creano una cappa di censura per cui non si può più scherzare su nulla e si deve stare attenti a tutto ciò che si dice, nell’insieme aumenta la repressione, non la libertà, quindi faccio fatica a leggere il tutto nella chiave di uno spensierato consumismo da viziati che non vogliono limiti: mi pare che oggi il limite sia la cifra dell’Occidente.

    Poi ci sono i limiti imposti dall’ecologia. E lì ammetti che non si tratta di accrescere il consumismo e l’edonismo, ma che effettivamente vanno nel senso opposto, ma lo attribuisci a una necessità intrinseca, oggettiva, di cui perfino il grande capitale e le multinazionali si sono accorte e devono porre qualche minimo freno per non colare tutti a picco (anche se poi sostieni che avverrà comunque perché questo modello è cieco, irreformabile e autodistruttivo).
    E va bene.

    Ma come inquadri il conformismo repressivo, violento e manicheo che da qualche anno a questa parte si è imposto nel dibattito pubblico italiano, come si è visto su covid, Ucraina, questione palestinese?
    Lì non c’entrano minoranze isterizzate o ragioni oggettive cogenti. È pura regressione repressiva, conformismo pubblico, chiusura di spazi di pluralismo.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ peucezio

      “italiano”

      Qui forse posso dire qualcosa io.

      Probabilmente concordi con me sul fatto che l’Italia dal 1945 è un protettorato de jure se non de facto. Ciò ha incentivato l’irresponsabilità delle classi dirigenti, che con la ‘rarissima, quasi una avis’ di un Mattei hanno abdicato a qualunque politica estera autonoma. (E no, non considero tale nè le sparate mistiche di La Pira sul Vietnam nè le complicità andreottiane con Gheddafi nè i colloqui di D’Alema con Hezbollah, anche se adesso ad avercene!). E’ stato tutto un continuo nascondersi dietro il dito della NATO prima e del “ce lo chiede l’Europa” poi. Dal berlusconi che rinuncia a partecipare al gruppo di contatto con l’Iran perchè “gli USA hanno sempre ragione” e che tradisce gli stessi impegni di amicizia presi con Gheddafi partecipando all’aggressione NATO contro la Libia scendendo giù giù fino al livello del Draghi del “volete la pace o i condizionatori” si è andati di male in peggio. Il massimo che si è riusciti a ottenere pigolando un po’ meno debolmente del solito è stato l’allentamento postCovid dei vincoli UE del ‘patto di stabilità’, grazie al vituperato Conte. L’irrilevanza Italiana non è nè economica nè militare, è l’ignoranza vile e spocchiosa delle sue classi dirigenti (e ci metto dentro pure l’ultimo PD, si badi).

      Immaginando di essere d’accordo su tale premessa, vado avanti.

      Il collaborazionismo, anche il più abietto, è in effetti una scelta vincente purché il padrone cui devotamente si offre la propria quotidiana fettina di posteriore paghi.

      E non dico ‘pagare’ in moneta, come col Piano Marshall. Dico in senso lato: offrendo una protezione valida, una guida ferma, una linea di condotta chiara e comprensibile.

      Tutte cose che progressivamente gli USA hanno smesso di fornire. E che non si vede come possano ricominciare a fornire, soprattutto.

      Già caduta Saigon, gli USA entrarono in un periodo di innegabile difficoltà: si salvarono alla grande perché il loro avversario dell’epoca, l’URSS brezhneviana, era in crescenti difficoltà anche più degli USA, in quella crisi che si sarebbe rivelata letale quindici anni dopo.

      Oggi non è più così. Gli USA vengono da una serie impressionante di sconfitte politiche se non strettamente militari, dall’aver consegnato l’Iraq agli amichetti di Teheran senza che questa abbia dovuto sparare un colpo alle figuracce epocali in Somalia prima e in Afghanistan poi, dal fallimento della “controffensiva” dei nazisti che leggono Kant fino all’instaurarsi di governi certamente non filo-USA in America Latina e alle pernacchie ricevute da mezzo mondo quando si è preteso di fare le sanzioni a Putin. Ultimissima novità: Biden ha tolto le sanzioni al Venezuela (!). Praticamente l’ultima indiscussa vittoria USA è la “liberazione” di Grenada.

      Allora che fanno gli abbaianti cagnolini nostrani? Quello che sanno fare meglio: ringhiano. Chi dice qualcosa fuori dal circo viene lasciato parlare cinque minuti poi viene svillaneggiato senza che gli si opponga altro che slogan ripetuti all’infinito. Lo stracciamento di vesti ha sostituito il dibattito. Una Tribuna Politica come quelle di una volta, con i tempi contingentati e fatti rispettare da un moderatore, è impossibile.

      Naturalmente mica è cominciato oggi. Lo si è visto quando ai tempi delle leggi ad personam, dei girotondi e molto prima della nipotina di Mubarak si prendeva un antiberlusconiano possibilmente estremista e tronfio come Bertinotti e lo si portava televisivamente in giro mostrandolo come tipico esemplare della ‘sinistra Comunista’ cui lanciare metaforicamente buuuu e noccioline.

      Visto l’ultradecennale successo berlusconiano, la cosa ha fatto scuola (vedessi come è ridotta la TV Polacca). Con la pandemia e la gente chiusa in casa la cosa è peggiorata. Coi nazisti che leggono Kant prima e Gaza poi la cosa è esplosa.

      Aggiungi che nel frattempo i principali giornali fanno capo tutti a un solo proprietario, la GEDI di cui sono azionisti gli Agnelli direttamente e per interposta persona alcune delle principali fabbriche d’armi, e la frittata è fatta.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Andrea Di Vita scrive:

        Ecco due filmati che spiegano meglio quanto intendevo dire. Anche se chi parla è di sinistra, cita per lo più dei conservatori USA.

        https://fb.watch/nRh70rb7kc/

        https://fb.watch/nRiDByYroy/

      • Peucezio scrive:

        Andrea,
        tu hai correttamente, al netto di qualche eccesso antiberlusconiano, individuato le cause geopolitiche di ciò che sta accadendo.
        Ma secondo me sono cause contingenti.

        Qui non c’è solo un riorientamento di merito dei ceti dirigenti, c’è proprio una trasformazione cognitiva e antropologica.
        Cioè questi sono allergici al dissenso, impermeabili alla complessità, hanno visioni schematiche, rozze.
        Questo tracollo culturale ha cause strutturali.

        Che io attribuisco al Sessantotto e postsessantotto (che non è una causa a sua volta caduta dal cielo, è soltanto un’etichetta per definire l’allentamento della capacità educativa in conseguenza del boom e della società del benessere), cioè al fatto che ora, per la prima volta, per ragioni anagrafiche, abbiamo una classe dirigente formatasi dopo quella rivoluzione e quindi non abituata a un sapere denso, fatto di oggetti, di informazioni strutturate, ma che sono state formate secondo un’idea del sapere improvvisata, intuitiva, in cui non c’è lo sforzo di compenetrarsi nell’alterità, ma tutto dev’essere assecondante, semplice, deve piacere.
        È chiaro che un modello formativo così sviluppa un’insofferenza verso il dissenso, verso tutto ciò che non ci dà ragione, che richiede uno sforzo di immedesimazione in ragioni altre.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ peucezio

          “dissenso”

          Non credo che sia aumentata l’arrogante intolleranza. Quella c’e’ sempre stata. Penso da un lato a Scelba e al suo “culturame”, dall’altro allo snobismo dei veri radical-chic, quelli che Villaggio svillaneggia nella sua prefazione del 1972 a “Fantozzi” con la storiella di “Poteve Opevaio”. E anche prima, le vignette di Guareschi sono di una ferocia staliniana (col segno contrario).

          Penso sia aumentata (coi social) la visibilità dell’intolleranza. (Come di tutto il resto, d’altronde. Ma con l’intolleranza fa più male).

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Peucezio scrive:

            La spiegazione di Miguel, quindi.

            Io invece vedo una netta differenza nei modelli cognitivi secondo le generazioni.

            Io me li ricordo i politici della Prima Repubblica. Tu sei più grande di me, te li ricordi anche meglio.
            Già soltanto il linguaggio, la ricchezza del lessico dava il senso di gente capace di processare la complessità e l’alterità, capace di un pensiero raffinato, non unilaterale, non schematico.

            Poi ci sono sempre le eccezioni, le figure grossolane, ecc.

            I miei amici docenti universitari questo tracollo lo notano chiarissimamente nell’ambito accademico. Ti parlo di umanisti, storici, cioè di quella che dovrebbe essere la crema, l’intelligencija, il mondo che produce gli intellettuali critici.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ peucezio

              “politici”

              E’ la chiara applicazione del monito dei Greci: ‘attento a ciò che desideri, potresti essere esaudito’ 🙂

              Quando sentivo De Mita, Longo o Fanfani reprimevo a stento uno sbadiglio: e io ero uno da tre quotidiani al giorno.

              Speravo sempre che venisse un politico che parlasse come mangia.

              Poi è venuta Tangentopoli, e dopo di lei i rappresentanti di tutta l’Italia furbetta che era fiorita decenni fregando il prossimo e che temeva di non poter più continuare a farlo ‘per colpa dei Comunisti e delle toghe rosse’.

              E i politici che votava quell’Italia. più che parlare come mangiava parlava come ruttava. Fra una barzelletta spinta e una strizzatina d’occhi.

              Insomma, dalla presa per il posteriore alla mano sul medesimo. (Sempre col mio portafoglio come obiettivo finale, comunque).

              Poi mi volto, e sento i segretari del Partito parlare di ‘esternalizzazione’ e assicurarmi che ‘I care’!

              Non so chi sia peggio.

              Comunque di giornali non ne leggo più.

              Oh, da prima ancora che il Corriere pubblicasse la foto della Mariangela Melato nel necrologio della Monica Vitti: da quando io sono apparso nella cronaca della mia città come il superstite di un inesistente incidente aereo.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Peucezio scrive:

                Andrea,
                “E’ la chiara applicazione del monito dei Greci: ‘attento a ciò che desideri, potresti essere esaudito’ 🙂 ”

                Quindi è tutta colpa tua! 😀

              • Moi scrive:

                I Θεοί si sono sempre divertiti a “trollare” 😉 gli Umani …

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Moi

                “I Θεοί si sono sempre divertiti a “trollare” 😉 gli Umani …”

                Fantastico!

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Peucezio

      “Ma come inquadri il conformismo repressivo, violento e manicheo che da qualche anno a questa parte si è imposto nel dibattito pubblico italiano, come si è visto su covid, Ucraina, questione palestinese?”

      Sicuramente un elemento senza precedenti è “l’acquario di Facebook” (cit.), cioè il fatto che per la prima volta siamo tutti visibili a tutti gli altri. E quindi scateniamo immediatamente le reazioni isteriche di tutti gli altri.

      Non esiste l’oratorio dove si prega, l’osteria dove si bestemmia, il circolo dell’MSI dove si canta Faccetta Nera, la sezione del PCI dove si brinda a Stalin, e dove alla fine tutti vivono in sostanziale pace perché non vedono ciò che altrimenti scatenerebbe i loro istinti omicidi.

      • Peucezio scrive:

        Cioè tu dici che questa fanatizzazione mediatica e intellettuale sia un riflesso della fanatizzazione telematica?
        Cioè che dal basso i meccanismi polarizzatori della rete e dei “social” percolano in senso ascendente verso i media mainstream e i ceti dirigenti?

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Peucezio

          “Cioè tu dici che questa fanatizzazione mediatica e intellettuale sia un riflesso della fanatizzazione telematica?”

          Ci sono innumerevoli fattori che convergono.

          Gli oltrarnini non contano un tubo.

          Io sono a capo della lobby degli oltrarnini, dopo aver fatto fuori i miei concorrenti interni.

          Cerco di fare notizia tutti i giorni, denunciando casi di Oltrarnofobia.

          Però più gente stronco perché hanno detto una barzelletta innocua contro gli oltrarnini, più punti vittima prendo, ma anche più faccio paura, il che non guasta mai: riesco dopo un po’ a far perdere il lavoro alla gente, qualcuno lo porto al suicidio, e qui c’entra il fatto che tutti i giorni mi studio maniacalmente Facebook per cercare qualcuno da far fuori.

          Allo stesso tempo, devo stare molto attento a non finire massacrato anch’io. E quindi sto molto attento a percepire tutte le vibrazioni nella ragnatela. Capisco immediatamente quando c’è qualcuno cattivo quanto me, ma ancora più potente, e cerco di allearmici. Ecco che tutte le lobby formano alla fine un fronte unico.

          Piano piano, mi costruisco un sistema anche economico, se non mi fanno vincere un bando, li accuso di oltrarnofobia; se me lo fanno vincere, ho più soldi per fare ancora più lobby.

          • Peucezio scrive:

            Quindi sarebbe la moltiplicazione delle comunicazioni di tutti con tutti favorita dalla tecnologia che creerebbe questa tendenza alla semplificazione e al manicheismo?

          • Peucezio scrive:

            E la demonizzazione dei non vaccinati? E di Putin?
            Viene dallo stesso meccanismo che hai descritto?

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Peucezio

              “E la demonizzazione dei non vaccinati? E di Putin?
              Viene dallo stesso meccanismo che hai descritto?”

              Non c’è mai una “causa unica”, di nessun fenomeno.

              La “la moltiplicazione delle comunicazioni di tutti con tutti” agevola la semplificazione e il manicheismo.

              Poi esistono i rapporti di forza: in questa parte del mondo, ci sono fortissimi interessi antirussi.

              Per quanto riguarda la questione vaccini Covid, c’è un problema reale (il Covid) mitizzato e trasformato in catastrofe universale. Un po’ come fa ilmeteo.it con ogni acquazzone, perché i media hanno bisogno di clic.

              Dentro questo psicodramma, si inseriscono di nuovo i rapporti di forza: il Covid è stato l’appalto del secolo, ha fatto guadagnare di più e più velocemente alle imprese farmaceutiche della guerra, che è tutto dire.

              Quindi panico “naturale”; bisogno mediatico di drammatizzare; occasione pazzesca di guadagno per le imprese farmaceutiche; accelerazione estrema del controllo, che a tutti i controllori piace…

              • Peucezio scrive:

                Mah…
                Mi sembra che manchi la specificità fondamentale, siamo sempre lì.
                E credo che gli aspetti che dici, compresa la tecnologia, i social, ecc. siano collaterali.
                Mentre noto proprio che gli attuali quaranti, cinquanta, sessanta e settantenni di oggi fanno un’enorme fatica a relativizzare, capire le ragioni dell’altro, capire le cose complesse, mettersi da un punto di vista diverso dal proprio, analizzare la realtà in modo poco emotivo e molto sereno e spazzionato.
                E credo che la cosa da capire non sia cos’è successo negli ultimi vent’anni ma in quel torno di anni in cui queste persone erano bambini o adolescenti, in cui si sono formati.

  10. Francesco scrive:

    >>> Vi perdoniamo ottant’anni di orrore, perché nessun uomo può essere giudice di un altro.

    Non cerchiamo vendetta.

    Cerchiamo soltanto parità di cittadinanza nel luogo in cui siamo nati, o da cui i nostri avi sono stati espropriati.

    è uno scherzo, vero? perchè da sostenitore del Regno di Gerusalemme mi stai facendo diventare un fiammonirenstein, sappilo che è colpa tua.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      E’ come quando dicevi che erano gli altri a farti votare Berlusconi?

    • Lucia scrive:

      Vabbè, ha scritto anche “Chiunque conosca la storia della Palestina (cioè l’1% degli europei) non può che essere d’accordo. E’ una delle cause più ovvie della storia contemporanea”.
      È chiaro che qui un po’ trolla. Però che i palestinesi chiedessero cittadinanza anziché riappropriazione esclusiva (cosa in generale impossibile ovunque e nel caso specifico non si sa su quali basi, dacché gli ebrei nell’impero ottomano e in Palestina stessa c’erano) è un’idea bellissima.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Lucia

        “è un’idea bellissima.”

        Grazie!

        Non è certo mia, l’ho ripresa soprattutto da alcuni israeliani “ebrei” (virgolette, per la vaghezza di definizioni etnico-religiose).

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francesco

      “è uno scherzo, vero?”

      Ma una volta che ti venisse voglia di fare un controragionamento, invece di una battuta incomprensibile?

      • Francesco scrive:

        Miguel,

        scusa ma quello non è un ragionamento, è una specie di sogno antiisraeliano.

        Io sono limitato e dovrei anche lavorare, per smontare riga per riga una cosa che anche tu sai essere un’immane stronzata dovrei lavorare parecchio tempo.

        Oppure sono troppo stupido: se dico che i palestinesi, perse tutte le guerre e avendo coscienza che sotto Israele non è la morte DEVONO arrendersi, mi pare di dire una totale banalità. La Storia è fatta di sconfitti che si sono arresi e hanno subito la vita sotto i vincitori. Da italiano è la mia storia dal 476 AD almeno.

        E questa cosa pare sia una follia. Siccome io lo dico seriamente e mi pare evidentissimo, si vede che sono davvero troppo limitato.

        Dopo l’8 settembre l’Italia si è arresa alla forze nemiche soverchianti. E dopo il 25 aprile pure i fascisti lo hanno fatto. Combattere dopo la sconfitta vuol dire morire e basta.

        Sarò estremista: i popoli sottomessi agli Aztechi non si sono estinti, pur dovendo subire sacrifici umani per secoli. Gli schiavi africani nelle Americhe non sono morti tutti, i loro discendenti vivono a decine di milioni. I russi sono sopravvissuti ai bolscevichi. I cinesi al maoismo.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “Da italiano è la mia storia dal 476 AD almeno”

          Non sapevo che ci fosse un recinto intorno a Milano con militari stranieri tutto intorno per evitare che usciate. Vedi che ogni tanto ci dai buone notizie!

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Francesco

          “se dico che i palestinesi, perse tutte le guerre e avendo coscienza che sotto Israele non è la morte DEVONO arrendersi, mi pare di dire una totale banalità.”

          Bene.

          E dopo che si sono arresi?

          Restano privi per sempre, loro e i loro discendenti, dei diritti civili e rinchiusi nelle 164 micro-enclave più Gaza che è lungo quanto da Segrate ad Abbiategrasso, e larga quanto lo spazio racchiuso dalla Tangenziale?

          https://www.corriere.it/esteri/23_ottobre_17/quanto-grande-striscia-gaza-citta-italiane-ab11594a-68fb-11ee-9c9c-ce3429611a2d.shtml

          Non mi sembra che gli italiani siano stati trattati così dopo l’8 settembre.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ francesco

          “DEVONO”

          Fantastico. È davvero il colmo.

          Questo sì che è fare gli omosessuali passivi con l’orifizio anale altrui!

          Quando Orsini, Di Battista, Santoro e Montanari scrivevano che i nazisti lettori di Kant dovevano smettere di bombardare civili nel Donbass e arrendersi pena ulteriori distruzioni a danno degli Ucraini si dava loro del pacifinto ipocrita putiniano.

          E questo anche se Putin non ha messo cinque milioni di persone in gabbia per sessantacinque anni confinandone tre in 126 villaggi non comunicanti e due in una prigione a cielo aperto e non ha passato sessantacinque anni di fila rubando ogni giorno ai prigionieri la loro terra e le loro case un pezzetto alla volta. E anche se i Palestinesi non hanno mai fatto un colpo di stato neonazista ai danni degli Ebrei rovesciando un presidente democraticamente eletto e bruciandone vivi gli oppositori come e’ successo a Odessa

          E adesso che per una volta e’ chiarissimo chi è l’oppresso e chi è l’oppressore e che gli oppressi veri si ribellano allora gli oppressi dovrebbero arrendersi? LORO?

          E che alternativa hanno? L’Egitto? E perche’ se li dovrebbe prendere l’Egitto, quando loro sono i derubati e Israele il ladro?

          Capisco la johnwainite per cui gli scagnozzi degli USA hanno sempre ragione, Francesco, ma tu sei arrivato al bispensiero Orwelliano!

          Ciao

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            Andrea

            sono preoccupato per te: dimmi che Putin ti paga e mi tranquillizzo

            sei l’unico al mondo che ancora da dei nazisti agli ucraini “in generale” e usa questa roba per giustificare l’invasione russa

            dimmi che sono tanti, i soldi che ti spingono a queste dichiarazioni

            grazie

            PS la Russia NON ha vinto; Israele sì. questo fa molta differenza ma tu ci potresti arrivare da solo, ne sono certo.

        • habsburgicus scrive:

          I cinesi al maoismo.

          I cambogiani al compagno Pol Pot, nella “Kampuchea democratica”
          P.S poi un giorno qualcuno mi spiegherà perché tutti i regimi più tirannici si autodefiniscano “democratici” e/o “popolari” 😀 vedi Corea ecc 😀

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ francesco

            “nazisti”

            I fatti sono quelli che sono, dalla Volinia al rigo di Odessa passa di per il golpe di Majdan fino al bombardamento del Donbass. A credere alla favoletta dell’Ucraina verginella aggredita dall’orco sono rimasti solo i governi di USA e vassalli. Basta vedere quanti paesi applicano le sanzioni.

            “Russia”

            Se questa della Russia è una sconfitta, evviva le sconfitte.

            “Israele”

            Se con uno dei più armati eserciti del mondo una potenza nucleare non riesce neanche a dimostrare di salvaguardare la vita di suoi giovani cittadini che vanno a una festa, dire che ha vinto mi pare esagerato.

            Certo, se invece consideriamo vincere ammazzare bambini col fosforo, allora hai ragione.

            E anche così, ammazzano bambini? L’hanno già fatto in passato. Si e’ visto che non funziona: i loro parenti li vendicano oggi, e lo faranno a che in futuro. Chi la dura la vince.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              >>> Basta vedere quanti paesi applicano le sanzioni.

              perchè vorresti farmi credere che i governi dei paesi non occidentali avrebbero il minimo problema con paesi nazisti o comunisti? temo sia una pia illusione, è una pruderie di noi occidentali e neppure noi ci crediamo troppo.

              ma vorrei farti i miei complimenti: usare la rivoluzione di Piazza Majdan come prova di nazismo è degno di Starace.

              la tua malafede sta diventando ogni giorno più evidente

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “la tua malafede sta diventando ogni giorno più evidente”

                Qui è permesso sostenere le tesi più diverse e forti, perché sono comunque stimolanti.

                Non è accettabile accusare qualcuno di “malafede” perché presuppone che chi commenta in questo posto del tutto inutile e ininfluente agirebbe per qualche secondo fine.

                E per dire una cosa simile, bisogna essere un po’ in malafede… 🙂

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “malafede”

                Vedi, il tuo ripetere apprezzamenti personali più che denunciare la tua carenza di argomenti, la illustra.

                Se non so cosa dire su un argomento io taccio, più per pigrizia – lo ammetto – che per onestà. Ma se penso di sapere cosa dire non ho bisogno di trincerarmi dietro il dito di una presunta malafede altrui. So sbagliare benissimo da solo.

                Per carità, Francesco, sei in buona compagnia: da Parenzo a Sgarbi a Severgnini il tuo modo di argomentare non contro le idee dell’interlocutore ma contro l’interlocutore direttamente ha fatto scuola in Italia almeno dai tempi di Ghedini e delle leggi ad personam.

                Comunque se ti scoccia andar su Wikipedia (!) e leggerti la storia di Majdan resta pure all’attualità.

                Vai a vedere quanti Stati hanno votato all’ONU la risoluzione per il cessate il fuoco per Gaza Solo USA, Israele e alcuni vassalli hanno votato contro. E nemmeno tutti: l’Italia, in un rarissimo guizzo di dignità, si è almeno astenuta (!)

                Si può anche smettere con questa servitù volontaria verso l’imperialismo, sai? Non dobbiamo fare tutti per forza come l’amichetto di Pinochet, come Bergoglio dimostra (stupendo anche me, in effetti).

                Ormai l’antifona dei “difensori dell’unica democrazia del medio oriente” ha stufato tutti. Sia perché e’ sempre la stessa, e la monotonia è mortale anche nelle fake news, né basta certo l’ottimo Spielberg a rimpannucciarla con uno “Schindler’s list”s; ma soprattutto perché il doppiopesismo osceno che nasconde e’ sotto gli occhi di tutto il mondo.

                In Cisgiordania, la Palestina senza Hamas, l’anno scorso trenta civili Palestinesi sono stati ammazzati dai coni Ebrei sotto gli occhi della polizia Israeliana. Hai sentito Parenzo parlarne? Il Foglio? RaiDue?

                Ignorare i morti altrui di tutti i giorni e poi stracciarsi le vesti quando l’ergastolano che abbiamo condannato innocente scappa e sgozza qualcuno dei nostri è peggio che indecente.

                È ridicolo.

                Ciao

                Andrea Di Vita

                P.S. leggo oggi che il nuovo ambasciatore USA a Roma ha subito chiesto, appena arrivato, quando ci sarà la votazione parlamentare per azzerare il patto sulla Via della Seta con la Cina. Gli hanno fatto sapere, imbarazzatissimi, che e’ decisione che spetta al nostro Governo. Vedere i sovranisti de ‘noantri farsela sotto davanti al padrone? Per tutto il resto c’è Mastercard…!

  11. Moi scrive:

    “Acquario di Facebook” (cit.), cioè il fatto che per la prima volta siamo tutti visibili a tutti gli altri

    ————

    … Esatto ! Qualunque cosa hai in mente, puoi trovare abbastanza altra gente da costruirti una EchoChamber (altro concetto fondamentale) e atteggiarsi a “Vittima Difensiva Predestinata del Nemico Preferito” è l’ opzione più gettonata, più divertente.

  12. Miguel Martinez scrive:

    Probabilmente in mezzo a tutti questi commenti, è sfuggita una domanda importante che ho posto a Francesco, la riposto:

    Per Francesco

    “se dico che i palestinesi, perse tutte le guerre e avendo coscienza che sotto Israele non è la morte DEVONO arrendersi, mi pare di dire una totale banalità.”

    Bene.

    E dopo che si sono arresi?

    Restano privi per sempre, loro e i loro discendenti, dei diritti civili e rinchiusi nelle 164 micro-enclave più Gaza che è lungo quanto da Segrate ad Abbiategrasso, e larga quanto lo spazio racchiuso dalla Tangenziale?

    https://www.corriere.it/esteri/23_ottobre_17/quanto-grande-striscia-gaza-citta-italiane-ab11594a-68fb-11ee-9c9c-ce3429611a2d.shtml

    Non mi sembra che gli italiani siano stati trattati così dopo l’8 settembre.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      E dopo finalmente ci sarà pace.
      Per gli israeliani e il Carro Democratico (TM), intendo.

    • Lucia scrive:

      Eh, ma forse una risposta è che dopo l’armistizio gli italiani non hanno posto in atto continui atti di rappresaglia e terrorismo nelle città usane? Al netto degli interessi di alcuni gruppi isrealiani perché la soluzione dello stato unico o dei due stati non ci fosse, a me pare che la risposta stia nella retorica assurda dei Paesi arabi confinanti contro Israele e nella intifada dei primi anni 2000…una ondata di terrorismo così ha portato ad un decoupling delle due società israeliana e palestinese, e d’altronde come si fa a far girare liberamente gente che un giorno sì e uno no fa saltare in aria autobus e bar? Certo che dall’esterno la cura sembra esacerbare il problema, purtroppo si è cristallizzata una reazione securitaria che inizialmente aveva molto senso.
      Poi certo le occupazioni in territorio palestinese sono incredibili… ma come, perché??

      Mi ha molto colpito come nei romanzi isrealiani che ho letto (quindi una mia impressione, eh*), si vede proprio una cesura prima e dopo la seconda intifada: prima ci sono spesso personaggi palestinesi, magari non protagonisti ma con una loro complessità e profondità, poi questi praticamente scompaiono, sono marginali e senza nome quando ci sono. In un autore come Yehoshua è un’evoluzione incredibile, e lui era uno di sinistra..

      *Cercando un po’ sull’argomento, un articolo di Haaretz tipo del 2010 scriveva proprio di questa tendenza.

    • Francesco scrive:

      piano Miguel, tu non sei Andrea o MT e certe cose non te le faccio passare.

      scrivi con nonchalance “per sempre” quando la demografia e i precedenti storici delle democrazie suggeriscono tutt’altro e scusa se è poco.

      se non erro, a fronte di attentati dei “partigiani” nazisti in Germania ci furono rappresaglie e mi pare che la cosa sia addirittura prevista dalle leggi di guerra

      che se fossero idiote non avrebbero nessuna possibilità di essere accettate. giusto?

      quante generazioni di “mutismo e rassegnazione” servirebbero ai palestinesi per ottenere quello che con la violenza non hanno nessuna speranza di otttenere?

      Pino, che in Israele ci è stato, ci ha dipinto un quadro abbastanza interessante della situazione degli arabi cittadini di Israele.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco.

        Togliamo il “per sempre”.

        Se ho capito bene, tu proponi che per il prossimo futuro, le persone di etnia palestinese che non hanno la fortuna di nascere con la cittadinanza israeliana siano rinchiuse in 165 micro-enclave, circondate da posti di blocco e non ne escano.

        Si devono abituare a crescere così e a far crescere i loro figli così e devono farsi passare l’idea che la cosa possa cambiare.

        Poi magari tra trent’anni, chissà cosa succederà, per cui trasformiamo “sempre” in “per il futuro prevedibile”.

        Adesso ci siamo?

        Il parallelo con la seconda guerra mondiale non ha senso sul fronte occidentale, dove non è stata una guerra etnica: nessuno ha pensato di rinchiudere gli italofoni in 165 micro-enclave e sostituire il resto della popolazione con inglesi.

        • Francesco scrive:

          >>> e devono farsi passare l’idea che la cosa possa cambiare.

          questo no ma questa idea deve essere come il detto ebraico “l’anno prossimo a Gerusalemme”, che se non sbaglio hanno ripetuto per quasi 2.000 anni, spesso in situazioni terribili. hai mai sentito parlare di resistenza ebraica contro i cosacchi?

          per il fronte occidentale, di piani di riduzione della Germania a una serie di protettorati e di spostamenti di popolazione a milioni ne abbiamo, giusto?

          • Miguel Martinez scrive:

            per Francesco

            “questo no ma questa idea deve essere come il detto ebraico “l’anno prossimo a Gerusalemme”, ”

            Finalmente, abbiamo raggiunto il compromesso e siamo d’accordo.

            Per te i 6 milioni (attuali) di palestinesi senza diritti civili devono accontentarsi di vivere in 165 micro-enclave dietro posti di blocco e filo spinato, accanto a 7 milioni di ebrei e 2 milioni di palestinesi invece con diritti civili.

            Non deve essere necessariamente per sempre, ma può “essere come il detto ebraico l’anno prossimo a Gerusalemme”, quindi per tutte le generazioni prevedibili.

            E se si ribellano, è giusto bombardarli tutti perché “poi, a ben vedere, in guerra si ammazzano i nemici, mica solo i soldati nemici, o sbaglio?”.

            Perfetto, ci siamo capiti.

            Grazie!

            • Francesco scrive:

              Oh, cavolo, non era tanto difficile.

              Bastava applicare i principi che sono stati usati universalmente negli ultimi 15.000 anni da tutta l’umanità.

              PS potresti togliere “tutti”? non per farmi un favore ma per correttezza. Grazie. Non sono un fan di Israele ma AD OGGI ci vanno con i guanti, rispetto a quanto fatto negli altri casi dagli altri stati.

              Penso agli italiani in Libia e Etiopia, per fare il sovranista.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “In risposta a Miguel Martinez.

                Oh, cavolo, non era tanto difficile.

                Bastava applicare i principi che sono stati usati universalmente negli ultimi 15.000 anni da tutta l’umanità.

                PS potresti togliere “tutti”?”

                Benissimo. Ecco il testo emendato:

                Per Francesco, i 6 milioni (attuali) di palestinesi senza diritti civili devono accontentarsi di vivere in 165 micro-enclave dietro posti di blocco e filo spinato, accanto a 7 milioni di ebrei e 2 milioni di palestinesi invece con diritti civili.

                Non deve essere necessariamente per sempre, ma può “essere come il detto ebraico l’anno prossimo a Gerusalemme”, quindi per tutte le generazioni prevedibili.

                E se si ribellano, è giusto bombardarli tutti perché “poi, a ben vedere, in guerra si ammazzano i nemici, mica solo i soldati nemici, o sbaglio?”.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ francesco

        “nessuna speranza”

        Di ottenere che cosa? Fammi capire.

        Quando mai Israele ha voluto concedere davvero qualcosa?

        “Una terra senza un popolo per un popolo senza una terra”: questo è il motto del sionismo. E senza sionismo non esiste lo stato di Israele.

        Se non ammazzano chi li vuole ammazzare i Palestinesi cosa possono mai sperare di ottenere?

        Ma ci rendiamo conto che stiamo giustificando un genocidio sì o no?

        E qui leggo pure di come sarebbe cambiata l’opinione pubblica israeliana.

        Ma chissenefrega dell’opinione pubblica di uno stato che fonda la propria sicurezza sull’imprigionamento e la spoliazione degli altri.

        Ammazzano uno, dieci, cento Palestinesi?

        Altri ne verranno.

        Era Lincoln, se non sbaglio, che diceva che una nazione fondata sulla sopraffazione alla lunga non regge.

        E quanto alle intenzioni degli Israeliani, che democraticamente hanno eletto questa classe dirigente qui, basti sentire questi simpatici personaggi:

        https://fb.watch/nWxP5GG4uU/

        https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid0bUfNX6PRiPj5DdeZqi8Adcsj9aU6qwLAChyJ4eAqPH4rB7zvNyNRanixyznwvgL6l&id=100000514489758

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Miguel Martinez scrive:

          Per ADV

          “E quanto alle intenzioni degli Israeliani, che democraticamente hanno eletto questa classe dirigente qui, basti sentire questi simpatici personaggi:”

          Non vado spesso sul libro dei Ceffi… so per esperienza che in ogni schieramento esistente, puoi trovare gente che dice cose orribili in rete: anni fa, mi divertii a fare una raccolta degli insulti e le minacce personali contro di me da parte di persone che magari sono nei fatti ottime persone. https://kelebeklerblog.com/tag/moderati/ http://www.kelebekler.com/occ/moderati.htm (no, non mi sono mai abbassato a denunciare nessuno).

          Sappiamo per esperienza storica, che quando lo Spirito di Guerra si imposessa delle persone, quasi tutti cedono alla tentazione; e quindi se vogliamo la maggioranza di tutte le popolazioni del pianeta è “cattiva”.

          Di ingiustizie il mondo è pieno. E se nel villaggio dove si parla arabo da secoli, arriva un tizio arrivato fresco fresco da New York con il mitra e caccia via gli abitanti dal pozzo, non è peggio di ciò che succede tutti i giorni nel Congo.

          Quello che è orribile, è che noi abbiamo un governo che ci obbliga a tifare per il tizio di New York. Mentre tace sul Congo.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Martinez

            “orribile”

            Concordo.

            Specie perché il governo dà per scontato che noi si aderisca a tale tifo e al relativo silenzio, stracciandosi le vesti se uno osa alzare il dito per dire che le cose forse stanno diversamente da come il governo ci racconta.

            Ricordo pero’ che su base di quella tentazione che tu citi lo Stato di Israele ci campa da prima ancora di nascere: ancora più dell’URSS e della Città del Vaticano, eredi di Stati preesistenti, lo Stato di Israele è un’ideologia (il sionismo) che ha condotto alla creazione di uno Stato che prima non esisteva, è una assoluta eccezione nella storia. (Tant’è vero che esistono Ebrei che negano la legittimità dello Stato di Israele e preferiscono aspettare il Messia). Come ha risuscitato una lingua liturgica antica per farne una lingua viva di nuovo dopo millenni, così ha preso un motto nato in epoca coloniale (una terra senza un popolo per un popolo senza una terra) e a furia di kibbutz, di tecnologia e di Deir Yassin l’ha trasformato in realtà.

            In questo senso è verissimo che prima di Israele non è mai esistito uno Stato Palestinese; uno Stato Palestinese è appunto una garanzia riconosciuta internazionalmente contro le conseguenze ultime di uno Stato sorto letteralmente dal nulla. Sono gli Israeliani ad avere creato la coscienza statuale della Palestina proprio come sono gli Asburgo ad avere creato quella degli Svizzeri e gli Spagnoli ad avere creato quella degli Olandesi.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Miguel Martinez scrive:

              Per ADV

              “In questo senso è verissimo che prima di Israele non è mai esistito uno Stato Palestinese; uno Stato Palestinese è appunto una garanzia riconosciuta internazionalmente contro le conseguenze ultime di uno Stato sorto letteralmente dal nulla.”

              Verissimo.

        • Francesco scrive:

          >> Quando mai Israele ha voluto concedere davvero qualcosa?

          >> Se non ammazzano chi li vuole ammazzare i Palestinesi cosa possono mai sperare di ottenere?

          >> Ma ci rendiamo conto che stiamo giustificando un genocidio sì o no?

          Beh, per me qui siamo a una bella confessione di antisemitismo e di giustificazione del terrorismo, oltre a qualche simpatica bugia.

          Che dire, complimenti!

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ francesco

            “antisemitismo”

            Ammettiamo che tu abbia ragione.

            In tal caso, hai appena dimostrato che la maggioranza dell’umanità (compresi alcuni Ebrei) è antisemita e vuole il genocidio degli Ebrei. (Cito a memoria l’editoriale del Secolo XIX di stamattina).

            Il che fa di Hitler l’influencer di maggior successo (postumo) della Storia.

            E visto che il Mein Kampf e’ da un pezzo che ha smesso di essere un bestseller, ti suggerisco di chiederti perché.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Miguel Martinez scrive:

              Per ADV

              “Se non so cosa dire su un argomento io taccio, più per pigrizia – lo ammetto – che per onestà. Ma se penso di sapere cosa dire non ho bisogno di trincerarmi dietro il dito di una presunta malafede altrui. So sbagliare benissimo da solo. ”

              Penso che anche tu e Francesco sarete d’accordo che in 417 anni di blog, non abbiamo mai censurato nessuno per le idee che esprime, per le sue simpatie, per ciò che sogna. Ultraliberismo, marxismoleninismo, neonazismo, sionismo, islamismo… Persino i lucchesi qui hanno diritto di parola.

              Quello che non mi piace (anche se solo rarissimamente l’ho censurato) è il sostituire l’astio e l’aggressione personale, al ragionamento.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per capirci, se qualcuno qui scrive, “auspico lo sterminio fisico di tutti i palestinesi”, io rispondo:

                tesi interessante, ragionamoci.

                Se qualcuno scrive, “tu sei un mostro criminale che auspica lo sterminio di tutti i palestinesi”, io rispondo:

                càlmati! Non aggrediamo nessuno!

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “mai”

                Concordo.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              >>> In tal caso, hai appena dimostrato che la maggioranza dell’umanità (compresi alcuni Ebrei) è antisemita e vuole il genocidio degli Ebrei.

              Perchè, c’erano dei dubbi sul tema? credi davvero che gli israeliani siano paranoici e non realisti?

              Ma in che mondo vivi?

  13. Peucezio scrive:

    Pino e Roberto (e tutti gli altri occidentofili),

    In Francia e in Germania è vietato manifestare in piazza per la Palestina.

    io vorrei capire fin dove si può spostare l’asticella.

    – Ci vietano di uscire di casa, cosa che in tempo di pace non hanno fatto nemmeno Mussolini e Hitler; dice, ma è un’emergenza, poi rientra, ecc.

    – Uno viene licenziato perché dice che esiste il sesso biologico. Eh, ma un privato fa quello che vuole, licenzia chi gli pare, la democrazia e la libertà non c’entrano.

    – Il sistema mediatico è sempre più fanatizzato e manicheo. Eh, ma sono legittime opinioni, nessuno vieta di esprimere quelle opposte: se c’è conformismo il giornalismo lo rispecchia.

    – Ora non si può più manifestare in piazza. Eh, ma poi s’infliltrano terroristi islamici, è un fatto di sicurezza pubblica.

    – Domani ci sarà la censura su tutto, sui libri, sui media, sul mondo accademico e scientifico. Eh, ma ci vuole un minimo di controllo, poi c’è il pericolo delle fake news

    – Poi arriveranno i rastrellamenti, i processi sommari, la legge marziale, le esecuzioni. Eh, ma è per la sicurezza dei cittadini, per l’ordine sociale.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ peucezio

      “asticella”

      Fino a dove?

      Te lo dico io. Per rispondere bisogna prima capire perché si alza l’asticella. L’asticella si alza perché ci si prepara alla terza guerra mondiale. E bisogna mobilitare l’opinione pubblica, che oggi si esalta più per le corna della premier che contro la sua piaggeria e che va indirizzata verso il Male assoluto di turno.

      Prima i quotidiani erano pieni di notizie sulla malasanità. Ora sembrano pubblicità di fabbriche d’armi. La malasanità, la corruzione…sparito tutto o quasi.

      Se siamo in un cortile di fiori, allora si avvicina il momento della potatura e di falciare il prato, non si può più stare spaparanzati a guardare l’erba che cresce.

      Ho un collega Russo. Mi dice che da loro la situazione è la stessa nostra, solo a parti invertite.

      Sai quando smetterà di salire l’asticella? Quando non servirà più. Quando la guerra sarà passata.

      Così ricominceranno il buon senso e la ricostruzione, con quello che sarà rimasto per quelli che saranno rimasti. L’asticella sarà lasciata cadere, per qualche tempo.

      Mia figlia ora sta in Svizzera. Non è mai lontana più di pochi minuti da un rifugio antiatomico. Le ho raccomandato di memorizzare dove sono. Sto piu’ tranquillo.

      Solo i pronipoti – che non vedrò – si ritroveranno nella mia posizione prebellica di oggi.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Peucezio scrive:

        Mah…
        Per carità, ormai le classi dirigenti sono così deficienti che ci si può aspettare di tutto.
        Però un minimo di istinto di sopravvivenza credo ce l’abbiano anche i più deficienti.

        Io credo semplicemente che siamo alla parabola discendente di una civiltà.

    • Roberto scrive:

      Peucezio,

      Che dire? Potrei farti una lista lunga fino alla Svizzera delle cose che non mi vanno bene della società tedesca e francese (si non mi piace il divieto di manifestare, non mi piace il divieto del velo a scuola…)

      Ciò detto, non ho dubbi sul fatto che la società europea oggi siamo infinitamente più libera rispetto ad una qualsiasi società mediorientale, o ad una qualsiasi teocrazia.
      Domani ci saranno i rastrellamenti? Secondo me sbagli ma in ogni caso oggi non è domani

      • Ros scrive:

        @Roberto: “…Ciò detto, non ho dubbi sul fatto che la società europea oggi siamo infinitamente più libera rispetto ad una qualsiasi società mediorientale, o ad una qualsiasi teocrazia…”

        d’accordo😀!
        … ma quando t’impediscono di parlare o scrivere è perché le parole hanno ancora un senso, una forza, una capacità di effettivo disturbo e cambiamento … che nella società europea di oggi non hanno più.

        Oggi che sono chiacchiere a vuoto, prive di Potere, e senza rischio
        – senza Spirito ed Anima poiché senza rischio –
        che non fanno e servono a niente se non come sfogatoio per gli scontenti allagnananti a prescindere.

        lo stesso vale per i costumi: la repressione sessuale degli anni’ 50-’60 in Italia arrapava forte!!! Vedi il Cinema, la censura, la proibizione.

        T’arrapava una caviglia… una coscia … una storia …
        non si poteva andare in tuta da ginnastica senza mutande perché in qualsiasi momento si poteva palesare il “cobra” …

        a scuola era un tormento: “professorè non mi chiami alla lavagna che per ora non mi posso alzare perchè… perché… perché mio padre non vuole, ecco!

        era ejaculatio praecox, e da lontano 😜🤩🤪🤪🤪

        il porno-prezzemolo odierno a techetè pare anestetizzare i sensi e le voglie rendendoci eunuchi per un regno dei cieli polveroso e tarmato oramai in soffitta sotto i fumetti di Martin Mystère e i scialli uncinettati della nonna.

        Le cose hanno sempre un pro e un contro aihnoi!
        la coperta sempre troppo corta, che se la moglie è ubriaca la botte è vuota.

        Così è la vita; mai contenti che si sa si stava sempre assai meglio quando si stava troppo peggio e si desiderava stare un poco molto-meglio …

        mai ‘na gioia!!!🙄😕😞

        ‘nci fa nulla va!😢
        Ciao😀

        • Ros scrive:

          “Là dove c’è il pericolo, cresce anche ciò che salva”
          Friedrich Hölderlin; dalla sua balenga sbalconata torre sulle rive del Neckar a nomèa di Scardanelli sotto lo scirocco trentennale e passa

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Roberto

        “infinitamente”

        Una volta ne ero convinto anch’io.

        Poi pian piano mi sono reso conto che lo spazio per decisioni davvero democratiche si sta restringendo.

        Non parlo solo delle questioni fondamentali della guerra e della pace (dalle bombe all’idrogeno a Ghedi e Aviano fino all’infame “volete la pace o i condizionatori?”).

        No, parlo proprio di cose spicciole, come la destinazione d’uso di un ex convento in Oltrarno o la regolamentazione del lardo di Colonnata.

        Per fare un esempio che ti sarà familiare, se in democrazia l’assemblea degli eletti può mandare a casa i governanti allora la UE non è una democrazia

        https://youtu.be/NgM75qFvACs?si=UzzSCyYIwGZaYDvu

        E quando la narrazione ufficiale appare in contrasto con altre allora tanto peggio per queste ultime

        https://www.today.it/europa/attualita/rt-sputnik-chiusura-giornali-russi.html

        Allora mi chiedo::con una democrazia così chi ha bisogno della Psicopolizia?

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • roberto scrive:

          Andrea

          “i governanti”

          lungi da me l’idea di voler difendere in qualche modo il carattere democratico dell’UE (non perché non ci credo ma perché ognuno ha le sue idee scolpite nel marmo e la discussione sarebbe inutile)

          ma vorrei solo che tu provassi a riflettere su chi sono i governanti, perché se non individui chi sono i governanti è difficile stabilire chi deve mandare a casa chi

          PS incidentalmente attiro la tua attenzione sull’articolo 234 TFUE che barbero sembra ignorare (è sicuramente uno straordinario divulgatore e mi sta simpatico, ma a volte anche omero si fa un sonnellino)

          per semplicità troverai qui il trattato
          https://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:12012E/TXT:it:PDF

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Roberto

            “234”

            Sì, è l’articolo usato quando fu sbattuto fuori buttiglione.

            Però non è una risposta; la Commissione propone, il Consiglio dei Ministri decide. La Commissione emette direttive, ma sono solo appunto direttive, non decisioni.

            Comunque, dico, sembra fatto apposta. Caschi male, proprio oggi

            https://twitter.com/iescolar/status/1714568751721717970

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Roberto scrive:

              Andrea

              Cazzo no!

              L’articolo di Buttiglione è il 17TUE, il 234TFUE è esattamente il meccanismo di mozione di censura che secondo barbero non esisterebbe!

              Sai cosa vuol dire mozione di censura vero? Leggi l’articolo e lo capirai e vedrai che l’assemblea degli eletti può mandare a casa la commissione (se per te, come per barbero, la commissione coincide con il governo)

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Roberto

                “Commissione”

                Allora, io sapevo che (correggimi se sbaglio):

                Il Parlamento è eletto, e può mandare a casa la Commissione

                La Commissione è composta di persone scelte tramite una trattativa fra i governi nazionali, ed ha poteri esecutivi e di indirizzo su alcune materie (ad es. la pesca) previste dai Trattati (per esempio NON decide su molte questioni di politica internazionale, tipo la gestione dei migranti, la difesa ecc )

                Il grosso delle decisioni politiche lo prende il Consiglio dei Ministri dei paesi membri: se si deve decidere sui francobolli si riuniscono i ministri dei francobolli dei vari paesi ecc.

                Di fatto dunque il Parlamento può sfiduciare la Commissione, ma tanto le decisioni di fondo continuano ad essere prese dai governi nazionali.

                (Il che significa in pratica che Francia e Germania si mettono d’accordo fra di loro e gli altri possono o accettare o rifiutare quelli che hanno detto Parigi e Bonn).

                E questa sarebbe un’istituzione democratica?

                Non mi stupisce che in pochi la considerino tale. E te lo dice un ex europeista convinto.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • roberto scrive:

                andrea,

                1. non c’è nessun bisogno che ti dichiari (ex) “europeista convinto”, vivo come tutti noi circondato da persone che per un motivo o un altro detestano la UE

                2. più o meno una volta ogni sei mesi abbiamo la stessa discussione

                sono circa trent’anni che il parlamento è codecisore, e con il passare del tempo le materie che sono oggetto di codecisione sono sempre di più, fino ad essere attualmente la regola quasi assoluta (mancano ancora settori importanti come la fiscalità, e ovviamente tutto quello che è ancora sostanzialmente intergovernativo, come la politica estera…ma in fin dei conti come dico sempre la UE non è uno stato…)

                coa vuol dire codecisione?
                che gli atti sono discussi in parlamento e devono essere adottati congiuntamente da parlamento e consiglio. per fare il tuo esempio i ministri dei francobollo possono fare quel che vogliono ma poi l’atto *deve* passare in parlamento ed essere adottato (o modificato o sarà respinto)

                non mi dilungo ulteriormente, qui trovi spiegate in modo semplice ed esaustivo le regole, ti invito a leggerle

                https://www.consilium.europa.eu/it/council-eu/decision-making/ordinary-legislative-procedure/

              • roberto scrive:

                andrea

                riprendiamo quindi dalla tua frase

                “in democrazia l’assemblea degli eletti può mandare a casa i governanti allora la UE non è una democrazia”

                nel sistema UE

                1. il parlamento può mandare a casa la commissione (anche se barbero non lo sa e tu lo avevi dimenticato)

                2. i parlamenti nazionali possono mandare a casa i loro governi

                chi sono i governanti che non possono essere mandati a casa?

            • Roberto scrive:

              La commissione emette direttive….
              Il consiglio dei ministri decide….

              Andrea scusa ma prima di aprire la bocca con questa sicumera sarebbe bene almeno farsi un giro su Wikipedia per sapere cosa fanno commissione, consiglio e parlamento…sennò inizio a parlare io di fisica nucleare

              Comunque non hai risposto al mio invito: chi sono i governanti che l’assemblea degli eletti non può mandare a casa?
              Barbero dice, sbagliando, che è la commissione

            • Roberto scrive:

              Andrea,

              Sul Tweet…il presidente supplente ha spiegato dopo l’intervento del deputato di avergli imposto di togliersi la sciarpa in applicazione dell’articolo 10 del regolamento del parlamento (una cosa sul decoro dei dibattiti)…secondo me ha sbagliato sia giuridicamente che politicamente, ma tant’é

              Lo spagnolo ha comunque potuto fare tranquillamente il suo discorso che puoi leggere qui (o cliccando sulla finestra a sinistra puoi vederlo, c’è anche l’interpretazione in tutte le lingue ufficiali)

              https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/CRE-9-2023-10-18-INT-3-027-0000_ES.html

              Non vedo su cosa casco male

            • Roberto scrive:

              Tra l’altro se hai tempo qui trovi tutto il dibattito e vedrai che a dispetto della terribile censura pro Israele ce ne è per tutti i gusti
              (Come al solito per le lingue che non conosci clicca la finestra sotto il nome e ascolta in italiano)

              https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/CRE-9-2023-10-18-ITM-002_ES.html

              • Andrea Di Vita scrive:

                # Roberto

                “terribile”

                Senti, se ti lascia indifferente il divieto preventivo di manifestazioni a favore di una parte e non dell’altra non si cosa dirti.

                Quanto all’eurodeputato, scommettiamo che tutto questo decoro dei dibattiti non era messo in pericolo se avesse sciorinato una bella stella di David 🔯 ?

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • roberto scrive:

                andrea

                “se ti lascia indifferente il divieto preventivo di manifestazioni a favore di una parte”

                se vuoi parlare con me devi leggere quello che scrivo.
                ho scritto esattamente queste parole:

                “secondo me ha sbagliato sia giuridicamente che politicamente,”

                chiaro?

                poi, nella sostanza, immagino che tu abbia letto il mini discorso che il tipo ha fatto e che ti ho linkato.

                certo non gli hanno permesso di mettersi la sciarpetta (e ripeto È SBAGLIATO SIA GIURIDICAMENTE CHE POLITICAMENTE), ma non puoi seriamente dire che non ha potuto manifestare la sua simpatia (anzi la sua antipatia per israele, definito “regime genocida che ha trasformato la banda di gaza nel ghetto di varsavia”). Non lo puoi dire perché è materialmente falso

              • roberto scrive:

                andrea

                “Quanto all’eurodeputato, scommettiamo”

                mi va bene, il sito del parlamento lo conosci, libero di vedere se trovi gente con la stella di david (chissà cosa intendi, quella che imponevano i nazisti?)

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Roberto

                “Nazisti”

                Aridaje con ‘sta Hitlercard.

                Ancora con questa storia degli Ebrei perseguitati? Quando stanno macellando un popolo?

                (E no, io mi riferivo a quella della bandiera di Israele, azzurra in cambi bianco. Quella coi nazisti era gialla. Il daltonismo è una brutta cosa, anche in politica).

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • roberto scrive:

                andrea

                “Aridaje con ‘sta Hitlercard”

                detto da uno che distribuisce patenti di nazistità come io porto croissant a colazione in ufficio

                😀

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ roberto

                “croissant”

                Non ti facevo così taccagno!

                😉

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Peucezio scrive:

                Roberto,
                ““secondo me ha sbagliato sia giuridicamente che politicamente,””

                Non è solo sbagliato, è il segno gravissimo di una deriva autoritaria.

                E tutti quelli che gridano continuamente al pericolo di ritorno al fascismo non hanno detto niente per confinamenti e coprifuochi e non dicono niente di queste mostruosità.

              • Roberto scrive:

                Peucezio

                Madonna santa addirittura mostruosità!
                Il suo discorso l’ha fatto e amen….

              • PinoMamet scrive:

                Totalmente no: il matto sanguinario c’è tra loro, come tra chiunque.
                E decenni di guerre e terrorismi hanno contribuito ad aumentarne numeri e cattiveria.

                Ma sono lontanissimi da rappresentare l’israeliano tipico…

              • PinoMamet scrive:

                Chiarivo un mio altro intervento…

      • Peucezio scrive:

        Roberto,
        “Ciò detto, non ho dubbi sul fatto che la società europea oggi siamo infinitamente più libera rispetto ad una qualsiasi società mediorientale, o ad una qualsiasi teocrazia.”

        D’accordo, non nego questo.
        Ma non è questo il punto.
        Il punto è quanto è dannosa e in cattiva fede questa retorica identitaria.
        Cioè l’esaltazione dell’Occidente viene da quelli che lo stanno rendendo sempre meno libero.

        Questo ossessivo autoincensamento, molto tipico peraltro in questo periodo dei politici e dei media di destra, che non dovrebbero starti simpatici, crea solo le premesse per una regressione sempre maggiore, cioè per una progressiva erosione di quelle libertà che tu rivendichi.

        Se davvero siamo i più liberi, che bisogno c’è di inorgorglirese infantilmente con un disprezzo ingiusto verso altri che sono meno liberi perché non possono permetterselo e non possono permetterselo per il fatto che noi li sfruttiamo e li manteniamo poveri?

        Dobbiamo essere orgogliosi di essere la parte grassa e privilegiata del mondo, che può quindi baloccarsi con la sua libertà e altri lussi, per il fatto che abbiamo per due secoli buoni depredato tutto il resto del mondo?

        A me pare un’0scenità. Immorale e soprattutto impudente.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ peucezio

          “impudente”

          OAAP!

          Non avrei saputo esprimermi meglio.

          Più che ‘impudente’, direi tuttavia ‘stupido’.

          Come dimostra la favola della lepre e della tartaruga, chi si loda si imbroda.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          >>> Se davvero siamo i più liberi, che bisogno c’è di inorgorglirese infantilmente con un disprezzo ingiusto verso altri che sono meno liberi perché non possono permetterselo e non possono permetterselo per il fatto che noi li sfruttiamo e li manteniamo poveri?

          ohi, compagno, manda il CV all’Unità che assumono!

          chiedo scusa a Emilio Fede, credevo sparasse stronzate nel suo TG ma vedo che invece era di alto livello

    • Miguel Martinez scrive:

      Per peucezio

      “In Francia e in Germania è vietato manifestare in piazza per la Palestina.”

      Una cosa particolarmente spregevole è il comportamento delle destre statunitensi. Che fino al 7 ottobre si sono lamentate anche giustamente della “cancel culture” di Sinistra.

      E adesso c’è un think tank “conservatore” come Accuracy in the Media che manda in giro un camion davanti a Harvard con i nomi di tutti i firmatari di un appello pro-Palestina e invita le ditte a non dare loro lavoro; mentre il governatore della Florida ha vietato le organizzazioni filopalestinesi nelle università statali.

  14. Moi scrive:

    @ ANDREA DI VITA

    Morto sotto le bombe a Gaza Abrahm Saidam, avrebbe dovuto esibirsi a Genova
    Il progetto teatrale bloccato dalla guerra, dodici palestinesi avevano preparato uno spettacolo sulla storia del loro popolo, ispirato all’Odissea

    https://www.rainews.it/tgr/liguria/video/2023/10/morto-sotto-le-bombe-a-gaza-abrahm-saidam-avrebbe-dovuto-esibirsi-a-genova-e2da3638-3297-4587-8895-5f1ff4f9791f.html

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Moi

      “Saidam”

      🙁 🙁

      Quando penso che da La Spezia partì l’Exodus, e che all’epoca i Comunisti appoggiavano i sionisti pur di far dispetto all’Inghilterra… 🙁

      Quos Deus perdere vult, dementat.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • tomar scrive:

        “e che all’epoca i Comunisti appoggiavano i sionisti pur di far dispetto all’Inghilterra…”

        e sì c’è anche lo zampino di Stalin nella vittoria degli israeliani nel 48, perché se anche l’immagine di potenza dei quattro eserciti arabi contro la sola Israele è abbastanza posticcia (sembra fossero tutti e 4 scalcagnati e per nulla coordinati tra loro) pare tuttavia che a un certo punto avrebbero potuto prevalere se (mentre gli USA si dichiaravano equidistanti e con altri partecipavano all’embargo delle armi) non ci fosse stata una fornitura segreta di armi agli israeliani via Cecoslovacchia.

        • Lucia scrive:

          Armi che, lessi una volta, erano di fabbriche naziste in Cecoslovacchia. Quindi l’esercito israeliano si trovò a combattere con armi fornite di svastica! D’altronde dal lato degli arabi sembra abbiano combattuto dei tedeschi nazisti storici…. Sentire frasi in tedesco fra i nemici avrebbe però galvanizzato e dato forza agli israeliani!

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Lucia

            “Armi che, lessi una volta, erano di fabbriche naziste in Cecoslovacchia. ”

            fantastico, questa non la sapevo!

            • Francesco scrive:

              “naziste” … è noto che la Germania si prese tutto quello che poteva, della Cecoslovacchia, con i suoi carri armati ci armò un paio di divisioni corazzate

              che ci fossero svastiche sulle armi … mi pare roba da Marvel però!

        • PinoMamet scrive:

          Io sapevo che avevano usato i Messerschmit costruiti su licenza in Cecoslovacchia, un po’ inferiori per motivi tecnici agli originali tedeschi ma comunque ottimi;

          sicuramente anche altre armi.

          Il tedesco lo parlavano ampiamente moltissimi ebrei israeliani, probabilmente meglio dell’ebraico ancora…

          • Lucia scrive:

            Pino, sicuramente, questo però non contraddirebbe quanto affermato nel libro che ora non ho sottomano, ma secondo cui avrebbero riconosciuto tedeschi fra gli arabi. Poi magari si trattava di tre arcinazi, non mi pare specificasse. Se interessa provvederò la bibliografia, non che fosse niente di che il libro in generale.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Lucia

              ” ma secondo cui avrebbero riconosciuto tedeschi fra gli arabi”

              Sicuramente ci sono stati giovani tedeschi sbandati in molti luoghi del mondo in quegli anni.

              Dall’esercito francese in Vietnam, ai monasteri Zen in Giappone.

              Non ci vedo nulla di particolarmente strano.

            • PinoMamet scrive:

              Ma no Lucia, mi fido, non c’è assolutamente bisogno della bibliografia…

              tra l’altro avevo letto anch’io qualcosa in proposito.

    • Fuzzy scrive:

      Mio figlio che è spesso a Parigi mi racconta che ultimamente nella città c’è un dispiegamento di polizia impressionante. Come se la città fosse in guerra.
      Non so come sia a Francoforte che però mi risulta essere come Parigi una metropoli fortemente multiculturale.

      • roberto scrive:

        parigi purtroppo è così da almeno vent’anni…credo che sia la città più militarizzata che ho visto (il centro almeno, appena ti allontani un pochino dal centro sparisce la polizia)

        francoforte non è nulla in confronto, ma ci volo spesso e ho spesso notato una particolare antipatia dei controlli alla frontiera (parlo ovviamente di voli extra schengen)

  15. mirkhond scrive:

    “Mah… pensa la parte con “tu sei Pietro e su pietra edificherò la mia chiesa”: Gesù parla di chiesa quando nessuno dei suoi discepoli abbia idea di cosa stia dicendo…

    naturalmente possiamo pensare che Gesù abbia storicamente pronunciato una frase simile (“tu sei la pietra su cui fonderò la mia comunità”) ma il fatto che nel testo che ci è arrivato si usi la parola ekklesìa mi pare perlomeno sospetto…”

    Ma in questo caso ekklesìa può semplicemente indicare l’assemblea, senza necessariamente avere il senso di “chiesa” com’è diventato poi.

    “l’episodio, ogni tanto citato dal nostro Francesco, della guarigione della donna cananea alla quale Gesù dice di essere stato inviato per gli appartenenti al popolo di Israele e non per gli altri; che stride con l’universalismo del messaggio cristiano;”

    Ma no, quello di Gesù è un modo per mettere alla prova la fede della donna pagana. Infatti poi le fa la grazia che lei Gli aveva richiesto.

    Comunque il fatto che i 4 Vangeli Canonici siano stati trasmessi fedelmente dalla Chiesa nel corso dei secoli, pur contenendo delle contraddizioni, è indizio che quei testi erano considerati affidabili.
    Se fossero stati inventati, sarebbero stati aggiustati meglio…..

    • Francesco scrive:

      OAM!!!!

      sono troppo scritti “male” per essere stati inventati, la coerenza è una caratteristica delle bugie ben studiate

    • PinoMamet scrive:

      “Ma no, quello di Gesù è un modo per mettere alla prova la fede della donna pagana.”

      Lasciando da parte il resto della questione sui Vangeli (ripeto, non sono qui per contraddire la fede altrui, non è il mio sport, mi piace discutere ma ok) però questa mi sembra un’interpretazione un po’ di comodo.

      Certo, le fa il miracolo, ma non c’è una parte dove dica “scherzavo, in realtà non sono venuto solo o principalmente per Israele, ma per tutti uguale”…

      • mirkhond scrive:

        Se Gesù limita il suo ministero terreno al solo Israele, non significa che rifiuti di incontrare e miracolare anche eretici (samaritani) e pagani (la donna cananea, il centurione, i greci che chiedono di vederlo).
        Anzi loda questa gente come più fiduciosi in Lui rispetto ai Giudei in genere.

        • PinoMamet scrive:

          Ecco, a una lettura laica, e senza polemiche eh? Queste parole sembrano in contraddizione con l’episodio precedente, e sanno tanto di “aggiustato ” in chiave antigiudaica quando ormai le comunità erano divise o in via di divisione.

          • PinoMamet scrive:

            O forse anche no, in effetti.
            Mi riferisco all’episodio del centurione: “neppure in Israele ho trovato una fede così grande “.
            Ma non mette in discussione la primogenitura di Israele..

          • mirkhond scrive:

            Mah, questa storia degli aggiustamenti in chiave antigiudaica non mi convince. Se si voleva davvero aggiustare i Vangeli, perché presentare Gesù come ebreo e discendente di Davide?

            • PinoMamet scrive:

              Beh alla fine se è per questo il Cristianesimo poteva presentarsi come religione del tutto nuova
              Invece vuole presentarsi come il “nuovo ” Israele…

              • Francesco scrive:

                non credo, Gesù ha sempre sottolineato la propria “ortodossia” come ebreo

                in più era il Messia

      • mirkhond scrive:

        “in realtà non sono venuto solo o principalmente per Israele, ma per tutti uguale”…

        Lo dice dopo la Sua resurrezione.

    • Peucezio scrive:

      Mirkhond,
      “Se fossero stati inventati, sarebbero stati aggiustati meglio…..”

      Però non ho capito a quale commento rispondevi, perché nel tuo non l’hai citato.

  16. Peucezio scrive:

    Pino,
    in un commento palravi dei giovani israeliani che conosci, piuttosto moderati e lontani dallo stereotipo dell’israeliano brutale e sanguinario che vorrebbe incenerire a forza di bombe tutti i civili palestinesi.
    Ho presto atto che forse c’è una trasformazione sociale in atto.

    Ma mi chiedo se la cosa non vada in due sensi opposti.
    Da una parte una radicalizzazione dell’ebraismo ortodosso ed estremista, molto più debole, immagino, negli anni ’60, per dire, e dall’altra un’insofferenza dei settori più colti e cosmoopoliti della popolazione verso certi eccessi nazionalistici e autoritari.

    Mi chiedo cioè se Israele non sia sul punto critico della trasformazione in una teocrazia giudaica o invece in uno stato con gli stessi scrupoli umanitari che avrebbe, per esempio, un paese europeo occidentale.
    E se la forte polarizzazione fra un governo di estrema destra che ha tentato una regressione in senso autoritario e le veementi proteste di piazza contro di esso non siano il segno di questa spaccatura.

    Un mio amico ieri mi faceva notare come, se la gioventù progressista fa sempre meno figli, è naturale che alla fine ci troveremo solo con ebrei ultraortodossi, che invece ne fanno tanti. È un po’ quello che sta accadendo in altre parti del mondo.
    Ma al tempo stesso c’è ancora una gioventù numericamente forte più progressista, figlia della prolificità dei suoi genitori.

    • PinoMamet scrive:

      “Ho presto atto che forse c’è una trasformazione sociale in atto.”

      Credo di no; anzi i giovani laici di oggi sono più militaristi e di destra dei loro genitori
      (parlo perlomeno delle persone che conosco io).

      I loro genitori erano degli hippies fatti e finiti (ho visto le foto…) e ancora adesso parlando mantengono vivi in buona parte quegli ideali;
      i figli sembrano assai più cinici e disincantati.

      In realtà quella dell’israeliano “assetato di sangue” è un’immagine sbagliata punto e basta, una deformazione della realtà: una realtà in cui l’esercito ha un forte peso nella società, ma non vuol mica dire che per questo tutti non pensino ad altro che a mitra e bombe a meno, né che odino i palestinesi o che non vedano l’ora di ammazzarli…

      Gli haredim poi sono un settore piuttosto distaccato della società e non saprei molto che dirne.

      • Peucezio scrive:

        Boh…
        Certo è che gente come la Nirenstein non dà quest’idea.

        E le scelte militari di Israele, da sempre, non vanno in questa direzione. Dovremmo pensare che l’esercito agisce senza il consenso popolare?

        • Moi scrive:

          Se conosci e leggi sia Moni Ovadia sia Fiamma Nirenstein … fai fatica a parlare di “Ebrei” come realtà monolitica ! 🙂

        • PinoMamet scrive:

          Avere una politica di destra non significa essere dei pazzoidi assettati di sangue.

          Dovresti ben saperlo! 😉

          E la Nirenstein sta a Israele come la Fallaci all’Italia…

          • Peucezio scrive:

            Cioè anche in Israele è vista come una vecchia fanatica rancorosa?

            Non ho capito però che c’entra la politica di destra o di sinistra.

            Io so che ogni volta che in Israele è morto qualcuno per mano palestinese, in genere, destra o sinistra che ci fosse, sono stati uccisi il doppio, il triplo, il decuplo e anche più dei palestinesi, compresi donne, vecchi e bambini.
            Se questo non significa avere vertici politici ed esercito fatti di psicopatici sanguinari non saprei come altro definirli.

            • PinoMamet scrive:

              Solo che non è vero.

              • Peucezio scrive:

                Che cosa non è vero?
                L’aritmetica non è un’opinione…

              • PinoMamet scrive:

                L’aritmetica no, i numeri presentati dai media sì, e quelli che crede l’ascoltatore medio (magari basati su poco più di un’impressione) ancora di più…

                Ma aldilà dei numeri, è proprio che agli israeliani manca totalmente questa “volontà di sterminio ” o “sete di sangue palestinese ” che gli italiani gli attribuiscono con tanta larghezza e tanta, direi, assoluta certezza del tutto scevra dal bisogno di un confronto…

                Se i vertici israeliani fossero fatti da psicopatici sanguinari (tipo i nostri amici di Hamas, per i quali si trovano sempre tante scusanti… ) Gaza sarebbe finita da dieci anni almeno…

              • Miguel Martinez scrive:

                Per PinoMamet

                “Ma aldilà dei numeri, è proprio che agli israeliani manca totalmente questa “volontà di sterminio ” o “sete di sangue palestinese ””

                Ma infatti, io non ragiono mai in base alla presunta “sete di sangue”, che è semplicemente la solita accusa che tutti lanciano contro gli ALTRI.

                Le passioni belliche sono trasversali alla specie umana, e ricalcano sempre gli stessi meccanismi, che abbiamo ampiamente analizzato in questi giorni.

                Certo, esistono individui che sono realmente psicopatici. E che possono trovarsi ovunque, in qualunque schieramento. Ma sono davvero pochi, e hanno un bisogno fisico di uccidere e fare male, per cui possono fare i torturatori, ma difficilmente li trovi dietro una scrivania.

                Per cui quando sento qualcuno dire che i “nostri avversari” sono “assetati di sangue”, capisco qualcosa dei problemi di chi lo dice, ma nulla di come siano davvero gli “avversari”.

              • Miguel Martinez scrive:

                Sulla sete di sangue.

                La “sete di sangue” non può essere un effetto, deve essere LA causa. Non può essere per motivi sociali, per vendicare dei torti subiti o altro, altrimenti il presunto “assetato” cessa di essere un mostro e viene “giustificato”.

                Quindi nascono esseri umani diversi dagli altri, assetati di sangue.

                Come lucidamente scriveva il signore che ho citato nell’ultimo post https://kelebeklerblog.com/2023/10/26/25346/, se un “popolo” è affetto da “sete di sangue”, l’unica cosa sensata da fare è estirparlo come un tumore e sterminarlo.

                Oggi affermare questo pare brutto, e quindi si usa sempre un “gruppo” immaginario di persone, che casualmente sono tutte nate “assetate di sangue”. Non sono “i tedeschi”, ma “i nazisti”; non “i palestinesi”, ma “Hamas”; non “gli ebrei” ma “i sionisti”; non i “vietnamiti” ma “i comunisti”.

                Cosa che semplicemente sposta la questione: l’unica soluzione sensata sarebbe una forma di intelligenza artificiale che riconoscesse nella culla i futuri “assetati” e li mandasse umanamente nella camera a gas.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ pino mamet

                “non è vero”

                Magari hai ragione, ma temo sia irrilevante.

                La superiorità militare è inutile se non si riesce a tradurla nel raggiungimento di obiettivi politici.

                Come diceva von Clausewitz, “la guerra è la grammatica, ma il linguaggio è la politica”. Se non sai cosa dire, hai voglia a infilare congiuntivi e consecutio temporum senza fare errori.

                Ed è qui che casca l’asino. Israele è come Ercole che combatte contro l’idra di Lerna, che a ogni testa tagliata ne faceva crescere un’altra.

                Solo che, a differenza di Ercole, Israele non può colpire l’idra al cuore e acquisire così una vittoria definitiva.

                Perchè?

                Perchè l’idra è proprio Israele – o per essere precisi, l’idea sionista ‘una terra senza un popolo per un popolo senza terra’.

                E’ il sionismo che genera il terrorismo come risposta, non viceversa. Nei ghetti di Leopoli o di Vilnius non esistevano Hamas e Hezbollah.

                Questo, nelle linee generali.

                Nella fattispecie, trovo che la situazione sia riassunta bene qui (e ci si trovano anche parecchi altri spunti interessanti)

                https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/10/27/gaza-e-un-vicolo-cieco-per-usa-e-israele-una-sfida-dagli-esiti-incerti/7335245/

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                “L’aritmetica no, i numeri presentati dai media sì, e quelli che crede l’ascoltatore medio (magari basati su poco più di un’impressione) ancora di più…”

                Bene, dimmi i numeri che hai tu, non inquinati dalla cialtronaggine mediatica, che dimostrano che più o meno il saldo è equo.

                “agli israeliani manca totalmente questa “volontà di sterminio ” o “sete di sangue palestinese ” che gli italiani gli attribuiscono con tanta larghezza e tanta, direi, assoluta certezza del tutto scevra dal bisogno di un confronto…”

                Questa è una petitio principii indimostrabile, smentita dai fatti.
                Se uno mi uccide, non ha senso dire che non vuole uccidere.

                “Se i vertici israeliani fossero fatti da psicopatici sanguinari (tipo i nostri amici di Hamas, per i quali si trovano sempre tante scusanti… ) Gaza sarebbe finita da dieci anni almeno…”

                Sai bene che non possono per la reazione internazionale che ci sarebbe e per non infiammare il mondo islamico oltre una certa misura che diverrebbe ingestibile anche per gli alleati e la geopolitica mondiale.

              • PinoMamet scrive:

                “Questa è una petitio principii indimostrabile”

                Peuce’, per favore, non parlarmi di idee indimostrabili tu, che ogni tre per due porti ad esempio la volontà dissolutrice di non chiarite élite occidentali…

                E che dimostri una salda e sana avversione per le statistiche.

                Io conosco diversi israeliani, la maggioranza dei quali ha fatto il militare là, un paio in “corpi speciali “…

                E nessuno odia gli arabi o auspica il loro sterminio.

                Per quanto riguarda i numeri, boh, sii più specifico e vedrò cosa posso fare.

              • Francesco scrive:

                >>> E’ il sionismo che genera il terrorismo come risposta, non viceversa.

                Beh, no. Altrimenti ogni popolo sconfitto da un invasore si sarebbe dato al terrorismo. Invece succede solo in pochi casi. E se incontri sulla tua strada un Putin non funziona neppure perchè è più terrorista di te.

                >>> Nei ghetti di Leopoli o di Vilnius non esistevano Hamas e Hezbollah.

                Perchè gli ebrei accettavano la propria sottomissione in cambio di una buona speranza di sopravvivere? perchè non c’era nessun Qatar a pagare o RII ad armare? come lo spieghi?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “Altrimenti ogni popolo sconfitto da un invasore si sarebbe dato al terrorismo”

                Non mi vengono in mente molti casi simili in tempi recenti.

                Dove la popolazione A si trova improvvisamente i marziani in casa e viene rinchiusa in 165 piccoli ghetti senza diritti, pur essendo più o meno nello stesso numero dei marziani che occupano il 90% del territorio.

                Se ti viene in mente un caso analogo, dimmelo.

              • Francesco scrive:

                Miguel,

                perdona la mia limitatezza ma non capisco quel “in tempi recenti” che motivo abbia.

                Certo, potrei dirti che i polacchi hanno lasciato i territori divenuti russi e i tedeschi quelli divenuti polacchi, per cui il problema non si è posto. Chi è rimasto è diventato russo o polacco e in buon silenzio, mi pare.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “sionismo”

                Il tuo argomento è fallace, e ti spiego perché.

                Prendiamo l’esempio che conosco meglio, quello dei Polacchi.

                Anche nel peggior periodo zarista, quello dopo la fallita insurrezione del 1863, i Polacchi non solo hanno sempre potuto continuare a lavorare la propria terra e studiare nelle proprie scuole coi propri preti nella propria lingua (pensiamo a “Quo vadis”, che è il bestseller internazionale Polacco dell’epoca), ma i contadini potevano continuare a usare l’acqua delle fonti e dei fiumi e i benestanti potevano andare in giro per il mondo, da Chopin a Malinowski (che ha contribuito a fondare l’antropologia culturale) alla futura madame Curie.

                Come dice l’inno nazionale Polacco “la Polonia non è ancora morta perché noi viviamo”.

                Non ci sono state continue infiltrazioni di contadini Russi che giorno dopo giorno portavano via ai Polacchi qui un campo, lì una sorgente, lì un cavalcavia… frammentando il paese in centoventisei enclaves non comunicanti separate da posti di blocco. E ammazzando o peggio il Polacco che qui o là protesta con la copertura della polizia.

                La situazione non è mai sostanzialmente cambiata, neppure con governi Israeliani meno dichiaratamente estremisti di questo.

                Il tutto anche in assenza del pretesto di una resistenza armata Polacca (AKA “terrorismo”) ché quanto ti ho detto avviene pure in Cisgiordania dove Hamas è assente, dove l’anno scorso sono state ammazzate decine di civili Palestinesi e dove governa un’autorità nazionale Palestinese considerata collaborazionista che rinvia le elezioni da un anno all’altro dato che le ultime le vinse Hamas che fu rovesciata guarda caso da un golpe interpalestinese.

                Perché un colono venga fermato dalla polizia deve aver preso un bambino palestinese, avergli fatto bere della benzina e dato fuoco, come avvenuto l’anno scorso. E anche così non è detto che venga condannato, data la solidarietà espressa in blocco dagli altri coloni.

                Tornando alla Polonia, dal Taras Bul’ba di Gogol’ ai Fratelli Karamazov di Dostojevskij esiste certo una vena antiPolacca nella cultura Russa del periodo zarista. Ma mai nessun zarista ha mai sostenuto che la Polonia fosse una “terra senza un popolo” disponibile a un “popolo (Russo) senza una terra”. Il messianismo Russo della Terza Roma può essere magari megalomane – e lo vediamo tristemente in questi giorni – ma non ha mai raggiunto la radicalità del sionismo.

                Il sionismo in un ultima analisi è la predicazione di una pulizia etnica. “Una terra senza un popolo per un popolo senza una terra” è l’equivalente del motto di Milosevic’ “dove c’è stato un Serbo lì è Serbia”. E lo Stato di Israele si fonda sul sionismo proprio come l’Unione Sovietica si fondava sul marxismo-leninismo.

                Anche se domani Netanyahu cedesse il posto a un qualunque “pacifista”, la situazione – e qui Netanyahu ha perfettamente ragione – non cambierebbe, non più di quanto l’URSS sia diventata più “democratica” con Gorbaciov. Quella contro Hamas è veramente una questione di sopravvivenza dello Stato di Israele. Perché una questione di sopravvivenza per lo Stato di Israele è lo sradicamento finale di ogni precedente abitante della Palestina, come con le mura di Gerico. Se al posto di Hamas ci metti una Autorità Palestinese compiacente la situazione non cambia, come in Cisgiordania. Prima di cambiare lo Stato di Israele si spacca, ed è qui la sua debolezza di fondo. Essere condannato a vincere sempre non è un buon metodo per sopravvivere durevolmente, come insegna Napoleone.

                I Palestinesi appoggiano Hamas? Certamente. Come diceva Andreotti, se vivessi cinquant’anni in un campo di concentramento anche tu diventeresti “terrorista”.

                E metto sempre “terrorista” fra virgolette, perché la storia mi insegna che il “terrorista” di oggi è il patriota di domani.

                Citofonare Umberto Orsini (il mazziniano, non l’attore)

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • mirkhond scrive:

                Felice, non Umberto, Andrea.

              • Francesco scrive:

                Andrea

                il mio ragionamento sarebbe fallace se Stalin non avesse spostato di 200 km i confini di Polonia e Germania.

                Ed è applicabile agli schiavi africani nelle Americhe o ai Pellerossa in Nord America.

                E lo predicherei agli ucraini se l’offensiva russa fosse andata come previsto da Putin.

                Combattere deve avere un senso, altrimenti si devono deporre le armi.

  17. Peucezio scrive:

    Una domanda agli storici del blog, ma anche a Pino e a chiunque sia esperto in merito.

    Secondo voi perché a suo tempo, nel ’48 o giù di lì, hanno scelto il nome “Israele” e non “Giuda”?
    Cioè si sono rifatti al regno sentito come più spurio, rispetto all’altro.

    • PinoMamet scrive:

      Confermo Mirkhond qua sotto. Giuda è stato preso in considerazione, ma scartato perchè credo indicasse solo una parte del territorio (la Giudea appunto) e della popolazione antica, per quanto la più significativa;

      mentre Israele era il secondo nome di Giacobbe e nella Bibbia è sempre usato come etnonimo di tutti gli ebrei.

      • Moi scrive:

        Tutti gli Ebrei che si sono aggiunti, visto che inizialmente Giacobbe era in conflitto perfino con il gemello Esaù …

        • Moi scrive:

          E Dibba aspira a stare all’ Italia come Moni Ovadia a Israele; nei video assieme, si compiacciono l’ uno dell’ altro.

  18. mirkhond scrive:

    Credo che con Israele, non intendessero tanto il Regno settentrionale e pagano, quanto la discendezza da Giacobbe che nella Bibbia è chiamato Israele e considerato il mitico padre dell’intera stirpe ebraica. Nella rielaborazione biblica la frattura tra i regni di Israele e Giuda viene attribuita al peccato di idolatria da parte di Salomone, per via delle sue mogli non israelite e idolatre.
    In sostanza il pur laicissimo sionismo non poteva non ispirarsi alla Bibbia per creare il suo stato in Palestina.

  19. Peucezio scrive:

    Tra l’altro un mio amico notava una curiosa analogia fra il maggiore laicismo, a suo dire, della società israeliana delle città del nord, rispetto a Gerusalemme e alle aree merdionali, più rigoriste ed estremiste, e la distribuzione geografica dei due regni antichi.

  20. Moi scrive:

    Libero definisce Alessandro Di Battista Mullah Dibbah [sic]

    https://www.silenziefalsita.it/2023/10/26/libero-contro-di-battista-il-mullah-dibbah-la-replica-lo-fanno-per-criminalizzare-e-intimorire-ma-con-me-non-funziona-piu/

    … la replica

    https://www.youtube.com/watch?v=K2yd2yjYHKY

    Gli attacchi dei giornali non mi intimoriscono. Continuiamo a informare!

  21. Peucezio scrive:

    Devo comunque dare atto di una cosa a Roberto e Pino.

    E cioè che i media a ‘sto giro non sono così completamente appiattiti.
    Lo sono quelli di destra, in modo vergognoso.
    Ma per il resto c’è una molto maggiore articolazione di posizioni.

    Prendo atto che se eccepire sull’Ucraina e Zelenskij è un’eresia cui si reagisce in modo isterico, eccepire su Israele è molto mal visto, rischi persino il posto di lavoro, ma ha ancora cittadinanza a livello mainsetram.

    Quello che è molto interessante è ciò che dice Rampini, se è vero, e cioè che gli studenti woke delle società americane sarebbero filo-Hamas (non filo-palestinesi, si badi, lui dice proprio filo-Hamas) e che per questo motivo Soros e gli altri magnati ebrei avrebbero smesso di finanziarle.

    Può fare parte delle normali incrinature di un’ideologia dominante.
    Ma se questo fanatico identitarismo occidentalista che da un po’ di tempo si è imposto cominciasse a guardare con sospetto il politicamente corretto si consumerebbe un divorzio fecondo.
    Se proprio devo vivere sotto un soffocante regime provinciale e razzista (sempre che non mi decida a scapparmene altrove), meglio che non sia almeno basato su valori alla rovescia, ma di buon senso.
    Ma sono molto scettico.
    Che si fa, si dice alla gente che può tornare a scherzare sui culattoni? In un’epoca in cui tutto viene preso sul serio e censurato e la censura è bella purchessia?

    • Peucezio scrive:

      “università americane”, non “società”.

      Beh, d’altronde sono private, in un certo senso sono delle società 🙂

    • Peucezio scrive:

      Per inciso, se davvero fallissero le università americane, per quello che sono diventate oggi, credo sarebbe un inestimabile servigio reso al mondo.
      Gli americani devono fare i cow boy. Lascino perdere ‘ste robe.

      • Moi scrive:

        … ineccepibile ! 😉

      • Francesco scrive:

        Non sono del tutto d’accordo che gli statunitensi debbano fare solo i cow boy (troppi danni farebbero*) ma sulle università attuali, almeno quelle delle elites, credo proprio sarebbe un servigio al mondo intero.

        In ogni società, non devono essere le classi inferiori a guidare ma quelle superiori a ciò deputate.

        • Peucezio scrive:

          Il problema degli americani è che vogliono avere classi superiori senza esserci tagliati.
          Sono cozzali e devono fare i cozzali. Pretendendo di fare i signori risultano volgari e ridicoli.

          Poi viene fuori un Miguel, che un signore lo è davvero, diverse spanne anche sopra un borghese medio italiano, che rivendica la sua “americanità”, ma è wasp sì e no per un quarto e non è un caso che poi è attratto da autori e ambienti inglesi, molto più che americani.

          Poi, certo, qualche signore ci sarà anche in America.
          Ma le classi dirigenti mi sembrano più o meno stile Bush (o lo stesso Trump, che mi sta simpatico proprio perché è ruspante, ma nel suo caso innocuo, non guerrafondaio).

          • Francesco scrive:

            Bush padre? Kissinger? Ike? i Kennedy e i Roosevelt? Ike?

            duri quanto ti pare ma decisamente “signori”

            senza dei quali avresti un branco di cozzali con l’atomica e non sarebbe una cosa buona.

            e l’evoluzione pare essere quella, il che preoccupa molto.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Peucezio

            “ma è wasp sì e no per un quarto e non è un caso che poi è attratto da autori e ambienti inglesi, molto più che americani.”

            E quella parte wasp è proprio puritana e quindi “colta” 🙂

            • Peucezio scrive:

              Ovviamente schematizzavo: gli unici americani che conosco sono persone di grande finezza e garbo.

              Ma spiegami il nesso fra puritano e colto.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Ma spiegami il nesso fra puritano e colto.”

                I puritani erano artigiani, spesso di discreta cultura.

                E hanno creato le prime università sul modello di quelle europee, e un mondo intellettuale che ha sempre guardato verso l’Europa. Infatti è nell’angolo nordest degli Stati Uniti che nascono il 90% dei pensatori statunitensi, e tutti quelli che poi si sono ricollegati all’Europa nell’Ottocento.

                Se vogliamo, fu una sorta di “aristocrazia” statunitense.

              • Peucezio scrive:

                E il sud?
                Anche lì c’erano élite colte e raffinate.
                Anche perché essendo essenzialmente proprietari terrieri con tanto di schiavi, avevano l’agio di occuparsi di cose belle e gratuite, senza l’affanno del lavoro e della competizione tipico del capitalismo del nord.
                Il mio amico americano sudista dice che ancora fino ai tempi di suo nonno avevano quel bell’inglese pulito e lessicalmente ricco che altrove si è perso e che fa da contraltare col bifolco dell’Alabama, un po’ come il raffinato umanista napoletano o sociliano contrasta con lo scugnizzo del basso dei Quartieri Spagnoli.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “E il sud?
                Anche lì c’erano élite colte e raffinate.”

                Interessante, ne so molto poco.

              • Francesco scrive:

                x Miguel

                ma i Puritani sono sopravvissuti al processo alle streghe di Salem? o la reazione li ha “spazzati via”, lasciandone solo il nome?

                dopo tutto quella specie di teocrazia mi pare sia finita col Settecento

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Peucezio

      “Ma se questo fanatico identitarismo occidentalista che da un po’ di tempo si è imposto cominciasse a guardare con sospetto il politicamente corretto si consumerebbe un divorzio fecondo.”

      Al di là se ci piace o no, questo “divorzio” in parte c’è.

      Direi che quasi nessuno in Occidente è “filoHamas”, semplicemente perché gli occidentali non capiscono nulla di culture diverse dalla loro, e quindi la storia e le logiche del mondo islamico – che va dal Senegal alle Filippine – sfuggono loro completamente. Ovviamente fa eccezione chi possiede, per studio o per grazia divina, “l’occhio antropologico”.

      Ci sono per fortuna in Occidente però molte persone autocritiche; e ci sono anche persone che sono sempre “dalla parte del più debole”, che è una posizione confusa e rischiosa. Perché ti porta spesso a tifare per demagoghi e manipolatori.

      Io ho notato in questi giorni che in effetti, la cosiddetta estrema sinistra è “filopalestinese”: considerate che è gente di estrema sinistra, e quindi sono contro il colonialismo, l’imperialismo, la guerra, ecc., ma hanno solo un’idea vaga di cosa ci sia dall’altra parte.

      • Peucezio scrive:

        Beh,
        d’accordo su tutto, ma non vedo il rapporto col “divorzio”.
        Il politicamente corretto è l’ideologia ufficiale dell’Occidente.
        Nella retorica occidentalista Zelenskij va difeso perché a Kiev, diversamente da Mosca, si fanno i gay pride.

        La gente di estrema sinistra che frequenti tu è gente per bene, forse un po’ utopista o velleitaria (anzi, togliamo il forse), ma non conta niente.

        Invece gli studenti isterici delle università americane, che si alzano una mattina e decidono di sentirsi donna-che-si-sente-uomo-che-si-sente-ricchione-che-si-sente-cavallo, come tu stesso m’insegni contano eccome.

        • Lucia scrive:

          “Il politicamente corretto è l’ideologia ufficiale dell’Occidente”
          Io avrei detto che la ricerca di correttezza è tipica delle teocrazie o dei regimi che si autodefiniscono “democratici” nel nome ufficiale 😀 , com’ebbe a notare Habsburgicus poco fa…
          Mentre l’Occidente è più sul “whatever it works” e, dopo Norimberga (maronn, a leggere Peucezio sembra che i maxi storici avessero ragione), un minimo sindacale di dignità altrui e di libertà altrui, soprattutto a realizzare il proprio progetto di vita – quindi torniamo al cercare metodi che funzionino, primariamente per l’individuo ma la società non è fatta da individui? Roba da occidentali?

          Che gli studenti fanatici americani contino qualcosa lo dici tu, a me pare uno degli artifici retorici che ADV denuncia nei media nostrani, il prendere casi estremi e rintronare come se il mondo fosse composto solo da quelli.

          OT. Che mi sembra un po’ anche il metodo dell’altrimenti molto interessante ADV negli ultimi post, da cui si deduce che la “tecnica di propaganda di Goebbels®” consistesse nel ripetere una bugia infinite volte e affermare di leggere Kant.
          E che qualunque tedesco abbia esternato preoccupazione per i palestinesi nelle ultime settimane sia finito nelle patrie galere.

          Ah, ma siamo noi che prendiamo pochi rari esempi dall’Iran e facciamo di tutta l’erba un fascio. [Che in molti casi è vero, ma evidentemente non solo sull’Iran]

          Ok, mi ha un po’ amareggiata leggere del “piano dissipatore degli ebrei” quando non sono “violenti, gretti, fanaticamente identitaristi” (ma proprio in quanto ebrei, eh), insomma manca solo che si dica che ce l’hanno nel sangue se questo non è diluito di almeno 3:1

          Cercavo in questi giorni di trovare in questo blog buoni ragionamenti sulla guerra in Israele. Come sempre delle buone divagazioni come i viaggi di Habsburgicus, lo Shia in Iran, le bazze di San Paolo o l’ignoranza di …Barbero 😅 sull’unione Europea ci sono sempre. Ma sulla questione palestinese mi sembra che anche qui si tenda a deragliare e disumanizzare gli altri.

          Concluderei l’inutile tirata notturna chiedendomi che senso abbia dipingere un 14enne ebreo dell’est Europa in piena seconda guerra mondiale come truce collaboratore nazista. Non tanto Miguel ma come storiella spuria che gira nell’internet. Sarà che per caso ho letto i sommersi e i salvati una settimana prima dell’attacco di Hamas, ma quanta tristezza…ok basta, che scado nella retorica mentre il libro di Levi è tutt’altro che moraleggiante.

          • Peucezio scrive:

            Lucia,
            attenzione,
            quando dico che il politicamente corretto è l’ideologia ufficiale dell’Occidente, mi riferisco agli ultimi anni.

            Mi pare evidente che ormai la retorica di regime si occupi praticamente solo dei pronomi da usare per i culattoni, i transessuali e la gente che ha deciso che non si sente di nessun sesso finora noto.
            Il resto è relegato a cosa secondaria.
            Ditemi che non è vero.

          • Roberto scrive:

            Lucia

            Love you sister…bellissimo intervento

            Preciso solo che barbero mi sta molto simpatico, lo trovo un ottimo divulgatore ma come chiunque ogni tanto sbaglia

            🙂

            • Lucia scrive:

              Sì, Barbero lo ascolto volentieri pure io senza adorarlo… Volevo solo attribuire a lui solo l’ignoranza che accomuna svariati di noi 😃
              Grazie dei link

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Lucia

            “Concluderei l’inutile tirata notturna chiedendomi che senso abbia dipingere un 14enne ebreo dell’est Europa in piena seconda guerra mondiale come truce collaboratore nazista. Non tanto Miguel ma come storiella spuria che gira nell’internet. ”

            Totalmente d’accordo con te. Ho citato ironicamente il fatto.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Peucezio

          “ideologia”

          L’ideologia ufficiale dell’Occidente sono gli USA.

          Il giorno che negli USA la moda del politicamente corretto passa vedrai i nostri politici e i nostri intellettuali sfilare coi cappucci del Ku Kux Klan.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Peucezio scrive:

            Ah, ma non c’è dubbio su questo.

            Io quando parlo di Occidente intendo gli USA, perché si sa che noi siamo colonia.

            • Francesco scrive:

              e “si sa” che gli arbitri sono juventini.

              benedetti figliuoli, vi venisse mai un dubbio sulle peggiori minchiate!

              invece, più una cosa è grossa e ridicola, più seriamente ci credete.

              • Peucezio scrive:

                Hai ragione: sono gli USA una colonia nostra.
                È la Meloni a dettare la linea a Biden.

              • Francesco scrive:

                nessuna delle due, e lo sai benissimo

              • Peucezio scrive:

                Francesco,
                ma sai che davvero non riesco a capire se credi nelle cose che dici o le dici per interpretare un personaggio surreale?

              • Francesco scrive:

                Serissimo: affermare che siamo una colonia è una buffonata.

                Il fatto che lo affermino personaggi che aspiravano al nostro essere colonia tedesca o russa è un sovrappiù.

                Mi sento come se qualcuno ripetesse, migliaia di volte, che Francesco è una ragazza bionda. Più che dire che non è vero che posso fare?

    • Miguel Martinez scrive:

      per peucezio

      Su Soros:

      Lo sai che non considero “l’antisemitismo” il problema dei problemi, ma in effetti molti di quelli che attaccano Soros (anche a ragione) tendono a fare come il buon Blondet, e dire, “fa così perché è ebreo”.

      Soros non è mai stato sionista, a parte fare il rastrellatore di ebrei per conto delle SS da ragazzo, non credo che abbia mai avuto a che fare con “gli ebrei”. E penso che Israele sia uno dei paesi dove ha meno simpatizzanti.

      Casomai è stato antisovietico e poi antirusso.

      Mi dà l’impressione comunque della persona che ci crede davvero in ciò che fa, un’idea di democrazia liberale-laica, una specie di super Roberto 🙂

      Ma è da molti mesi che ha cominciato a tagliare i fondi alle migliaia di organizzazioni (alcune delle quali conosco e che mi stanno anche simpatiche) che lui finanziava. Molto prima di quest’ultima guerra.

      • Miguel Martinez scrive:

        Sempre su Soros:

        Credo che sia facile confondere la maniera in cui certa gente diventa miliardaria, e i loro ideali.

        In realtà, più soldi hai (magari fatti in maniera cattivissima), più sei libero di fare le cose in cui credi.

        Anche di illuderti di poter salvare il mondo.

        Soros ha fatto miliardi in maniera truffaldina; ma questo non vuol dire che se lui finanzia una causa, lo sta facendo per fare altri miliardi: forse sogna di lasciare un segno nel mondo, come in fondo lo sognerei anch’io.

        • Peucezio scrive:

          Guarda che l’essenza dell’ebraicità per come io la intendo non è Netanyahu, è Soros.
          Cioè l’ebreo NON è filo-ebreo, è dissolutore e basta.
          Lo fanno da più di duemila anni.
          Poi c’è un ebraismo nazionale e popolare, non laico e cosmpolita, che invece è violento, gretto, fanaticamente identitarista. Ma non è quello più dannoso.
          Direi semmai che un’identità ebraica è servita agli ebrei nei secoli per non dissolversi fra le genti e sparire come popolo, in modo da continuare, una piccola élite più colta e consapevole, a fare i dissolutori.
          I dissolutori poi si de-ebraicizzano, hanno figli ormai gentili, ecc., ma non esisterebbero se non come prodotto eccentrico di quell’humus.

          Ovviamente tutto ciò non presuppone nessuna mente individuale consapevole. Già Julius Evola, autore da cui nel complesso diffido, notava giustamente, proprio in riferimento agli ebrei, che esistono intenzioni e piani collettivi, di un popolo, che trascendono gli individui, che non li sanno: esiste una volontò del gruppo non riducibile alla somma delle volontà dei singoli membri.

          Inoltre ho sempre sostenuto che a certi livelli i soldi sono un mezzo e che il vero problema del mondo sono gli idealisti (non in senso tecnico filosofico, ma nell’accezione comune del termine, delle persone che ci credono: Dio ce ne scampi e preservi! Non facendolo per interesse ma per convizione sono i più zelanti e fanatici).

          • tomar scrive:

            Peucezio.
            “ l’ebreo NON è filo-ebreo, è dissolutore e basta.
            Lo fanno da più di duemila anni.”
            Proprio perché non ti ritengo affatto una persona stupida mi chiedo come ti possa abbandonare a simili scempiaggini: “l’ebreo… lo fanno”.
            Nella mia formazione intellettuale, morale ed estetica hanno avuto un ruolo fondamentale cinque figure in vario modo sorte dal mondo ebraico: Marx, Proust, Kafka, Kraus e Benjamin.
            Ti consiglio una loro frequentazione. Cominciando da uno qualsiasi.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ tomar

              “scempiaggini”

              OAAT!

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • Peucezio scrive:

              Tomar,
              grazie al cavolo…

              Si vede che leggi il blog da poco tempo.

              • tomar scrive:

                Peucezio:
                “Si vede che leggi il blog da poco tempo.”
                Ti sbagli, lo “leggo” da più di vent’anni, ma per la stragrande maggioranza del tempo l’ho appunto letto e basta, anche se con regolarità, senza mai intervenire.
                Mi consideravo insomma un partecipante “in sonno”.
                Precisazione a parte, colgo l’occasione per ricordare un sesto grande ebreo il cui modo di pensare ha avuto una forte influenza nella mia formazione: Franco Fortini, che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente e che ho indirettamente citato qui qualche giorno fa usando l’espressione “fare i cani del Sinai” nel significato che diede a questa espressione Fortini nel pamphlet I cani del Sinai, da lui scritto nel 1967 a ridosso della guerra dei sei giorni e che gli procurò “isolamento e odi tenaci”.

              • Peucezio scrive:

                Tomar,
                meno male che sei arrivato tu a dirmi che ci sono stati tanti ebrei geniali cui dobbiamo molto!
                Altrimenti non lo avrei mai immaginato! 😀

                Perdona l’ironia, ma potrei farti una bella lista di alcuni che sono stati fondamentali nella mia formazione intellettuale, estetica e, direi, esistenziale. In campi diversissimi della cultura, della scienza, dell’arte, della letteratura, ecc.
                E sono una piccola parte di tanti altri che non conosco e che apprezzerei sicuramente molto.

          • Francesco scrive:

            >>> esiste una volontà del gruppo non riducibile alla somma delle volontà dei singoli membri.

            Mi pare un assunto sommamente imbecille, non esiste nulla che non si incarni nei singoli. I nomi collettivi sono utili riassunti, non entità a se stanti.

            Ciao

  22. Andrea Di Vita scrive:

    @ tutti

    La butto lì.

    Non c’è dubbio che sul campo Israele vince.

    Ma che se ne fa, se non riesce a ricavare un vantaggio politico dalla vittoria?

    Livio diceva di Annibale: sa vincere, non sa sfruttare la vittoria.

    E si sa che fine ha fatto Annibale.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • PinoMamet scrive:

      Questo mi sembra un po’ wishful thinking.

      Aldilà del casino di Gaza- la cui causa prima, ricordiamolo, è Hamas- la politica israeliana mi sembra chiara, per quanto non ufficiale: rompere le scatole ai palestinesi a bassa intensità, ma continuamente, finché tutti i non integrabili decidano di andarsene (una famiglia alla volta) in Europa, in qualche paese arabo o affanculo con chi vuo’ tu.

      I restanti pochi avranno la cittadinanza israeliana come i loro cugini che già ce l’hanno.

      • PinoMamet scrive:

        Più che Annibale, mi ricordano i Romani al tempo dei Gracchi e della guerra sociale

      • Francesco scrive:

        QUESTO mi sembra molto wishful thinking. Se non erro, la popolazione palestinese continua a crescere, nonostante le rotture di scatole. E non mi pare tenda a emigrare granchè.

        Ci vorrebbe un piano B.

        Assunto che il piano A degli arabi pare restare “ebrei a mare e Palestina libera”

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Francesco

          “Ci vorrebbe un piano B.”

          Piano B o Zyklon B?

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Martinez

            “B”

            Concordo

            Ciao!

            Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            beh, se fosse nelle corde degli israeliani lo avrebbero già fatto, non credi?

            magari un bel piano A(zteco), usando i palestinesi per cruentissimi sacrifici umani ma nel pieno rispetto della tradizione?

            😉

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ francesco

              “avrebbero”

              Perché, le decine di morti civili Palestinesi all’anno in Cisgiordania per mano di coloni Israeliani impuniti cosa sono?

              Anche gli Aztechi mica sacrificavano le loro vittime tutte in una volta, di solito.

              Ah, e la Cisgiordania è la Palestina senza Hamas. Non hanno manco questa scusa.

              La conquista del Lebensraum non ne ha bisogno.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                >>> le decine di morti civili Palestinesi all’anno in Cisgiordania per mano di coloni Israeliani impuniti cosa sono?

                per te cosa sarebbero, scusa ma non ho capito bene.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ francesco

          “emigrare”

          Concordo.

          Anche perché dopo i problemi incontrati da Giordania e Libano con l’afflusso di milioni di profughi scacciati dalla pulizia etnica nota come Naq’ba non ci sono molti Paesi disposti ad accogliere i Palestinesi, a cominciare dall’Egitto il cui governo nasce dall’aver sopraffatto quegli stessi Fratelli Musulmani che hanno generato Hamas.

          Insomma, è un po’ come quando si pensava di spedire gli Ebrei a fanc… volevo dire in Madagascar o nel Birobizhan.

          ‘Una terra senza un popolo per un popolo senza una terra’ non lascia alternative, del resto.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

      • Miguel Martinez scrive:

        Per PinoMamet

        “la politica israeliana mi sembra chiara, per quanto non ufficiale”

        Esattamente quello che penso io.

        E trovo anche normale che crescere in questo modo, generazione dopo generazione, non conduca a una felice accettazione.

  23. Andrea Di Vita scrive:

    @ chiunque possa interessare

    Al che, la mia personale relazione di fedele elettore del PD-DS-PDS-PCI che durava dal 1980 a oggi è giunta al capolinea.

    https://www.corriere.it/politica/23_ottobre_27/schlein-pd-manifestazione-pace-5e1ed0cc-7436-11ee-9f65-66f00d5f7a1b.shtm

    Certo che per essere arrivati a schifare persino me ce n’è voluta. Ma la Schlein c’è riuscita.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Francesco scrive:

      cosa ha fatto la povera Elly? io sono disgustato dalla timidezza del PD in politica estera da quando c’è lei, un triste ritorno a posizioni terziste inaccettabili

      ma tu????

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Francesco

        “cosa ha fatto”

        La Schlein ha detto che gli esponenti del PD che parteciperanno alla manifestazione di domani contro lo sterminio lo faranno a titolo personale. Il testo dell’articolo dice:

        ‘Schlein e la manifestazione per la pace: chi di noi andrà, lo farà a titolo personale
        di Maria Teresa Meli
        I big del partito non sfileranno con Conte: non c’è chiarezza su Hamas
        Schlein e la manifestazione per la pace: chi di noi andrà, lo farà a titolo personale

        Il Pd non aderisce alla manifestazione sul Medio Oriente organizzata oggi da «Pace e disarmo» a cui partecipa invece Giuseppe Conte. Alla fine di un lungo giro d’orizzonte col gruppo di consultazione informale sulla politica estera (composto tra gli altri da Lorenzo Guerini, Lia Quartapelle, Alessandro Alfieri ed Enzo Amendola), Elly Schlein ha deciso: chi andrà alla fiaccolata per la pace lo farà a titolo personale, anche perché la piattaforma di quell’iniziativa non prende le distanze da Hamas. E c’è di più nel programma, nero su bianco, c’è l’appoggio alle prese di posizione del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, quelle stesse prese di posizione che mercoledì hanno fatto litigare il Pd che doveva presentare la sua mozione in Parlamento. Il responsabile Esteri del partito Peppe Provenzano, che oggi sarà a Firenze per un’iniziativa dem sul Medio Oriente e che perciò non sarà in piazza, la spiega così: «Non è prevista la partecipazione dei partiti ma dei singoli cittadini, e sicuramente ce ne saranno tanti del Pd». Un modo per ribadire che il Partito democratico non ci sarà, ma, nel contempo, per non alienarsi le simpatie dei pacifisti su cui Conte vuole mettere il cappello in vista delle elezioni europee dell’anno prossimo. Schlein, che ieri era a Bruxelles, dopo i colloqui con il gruppo di consultazione a cui si affida da qualche mese in qua perché quando si tratta di politica estera preferisce guardare oltre la sua cerchia ristretta, parla ormai di «pausa umanitaria» e non più di «cessate il fuoco» (primo punto all’ordine del giorno della manifestazione). Emanuele Fiano plaude a questa scelta e dice. «Schlein ha avuto una posizione più netta di quella che avrebbero avuto altri segretari». Morale della favola, i big dem non si faranno vedere. A parte i Guerini e gli Alfieri, che, ovviamente non avrebbero mai preso parte a un’iniziativa del genere, non ci saranno Chiara Braga (a Venezia per un’iniziativa del Pd sulla casa), Andrea Orlando (a Manchester con Bernie Sanders e altri leader della sinistra occidentale), Graziano Delrio (a La Spezia per un’iniziativa politica). Non saranno presenti Stefano Bonaccini e Dario Nardella, entrambi troppo occupati altrove. Non solo: persino Arturo Scotto non ci sarà («Sono fuori Roma») e financo Marta Bonafoni preferisce presidiare uno stabile occupato a Roma che deve essere sgomberato. Insomma, ognuno ha una scusa per non esserci. Alla fine, della segreteria dem potrebbero essere presenti Marina Sereni e Marco Furfaro. Ma anche quest’ultimo fino all’altro ieri sera non aveva deciso se andare a Venezia o restare a Roma per la manifestazione. Non ci sarà invece Laura Boldrini che pure mercoledì si è battuta come una leonessa per mettere nella risoluzione del Pd qualche parola che non sconfessasse Guterres. Ma persino Conte, che sta scaldando i motori, ha chiesto agli organizzatori di imporre il silenzio e l’assenza di bandiere per evitare cori pro Hamas e contro Israele.’

        In pratica il cerchiobottismo della dirigenza PD ha superato persino quello dei 101 tiratori che affossarono l’elezione di Prodi al Quirinale. Risultare nei fatti persino più sionisti del Segretario Generale dell’ONU è il colmo, e senza manco prendersi la responsabilità delle proprie opinioni sancendo una linea chiara. Nulla nell’attuale comportamento di tale dirigenza rispecchia il mio modo di vedere, per cui smetto di votare PD. Mi dà la nausea. E come me sono in tanti, almeno stando a quanto ho visto sui social.

        Comunque: spes ultima dea!

        https://www.ilpost.it/2023/10/25/israele-invasione-di-terra/

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          Direi tutto il contrario! a me la nausea la da questa vergognosa prudenza del PD, che dovrebbe sputtanare pesantemente la sedicente “manifestazione per la pace”.

          Mi sa che si potrebbe tracciare una bella linea sul “via gli Ebrei dalla Palestina” e dividersi con nettezza. E se i simpatizzanti di Hamas andranno altrove, questa volta il meglio così è decisamente opportuno!

  24. Miguel Martinez scrive:

    Per qualche misterioso motivo, Peucezio non riesce a postare la seconda parte della sua risposta a Tomar, per cui mi ha chiesto di inserirglielo io:

    ******
    (peucezio scrive:)

    Te ne cito solo qualcuno.
    – Graziadio Isaia Ascoli, fondatore della disciplina di cui mi occupo da sempre, per passione prima e più che per lavoro;

    – Carlo Levi,
    che ha dato una resa letteraria immensa a un mondo che amo, per origini famigliari meridionali. Sono stato ad Aliano apposta per vedere il luogo e visitare la sua tomba.

    – Sigmund Freud,
    mi ha fatto capire dell’uomo forse più di qualsiasi altro;

    – Alexander Lowen,
    suo allievo indiretto attraverso un altro ebreo, Wilhelm Reich, che ha sviluppato una classificazione dei caratteri per molti versi illuminante;

    – Franz Kafka, da te citato,
    (non c’è bisogno di aggiungere alcunché);

    – Italo Svevo,
    (idem);

    ma anche nell’ambito di un’arte “minore”, si fa per dire (probabilmente solo perché esiste da meno tempo),

    – i fratelli Coen:
    sono i registi americani che più amo in assoluto, anche più di Scorsese, Coppola, ecc.

    – Alejandro Jodorowsky,
    figura affascinante, carismatica, che trascende il cinema.

    È un elenco brevissimo. A quanti altri autori devo direttamente o indirettamente parte di quello che sono e della mia formazione intellettuale?
    Non finiremmo più.
    E tanti di valore non li conosco o non li ho frequentati.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ tutti

      Come dire le cose che tutti sanno ma che molti fanno finta di sapere, facendo persino sorridere (amaramente)

      https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid02fHbPu6xSDRdgxmMGacVF4RV2eG8avxGyKbaKa5MJyEkbJG7upvULyyrDUDr44RhTl&id=100017782548197&sfnsn=scwspwa

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Miguel Martinez scrive:

        Per ADV

        “Come dire le cose che tutti sanno ma che molti fanno finta di sapere, facendo persino sorridere (amaramente)”

        E’ la cosa più azzeccata che io abbia visto finora sul conflitto, grazie!

    • Lucia scrive:

      Sì, Barbero lo ascolto volentieri pure io senza adorarlo… Volevo solo attribuire a lui solo l’ignoranza che accomuna svariati di noi 😃
      Grazie dei link

      • Lucia scrive:

        Wtf?
        Qui volevo scrivere a Peucezio
        “E tanti di valore non li conosco o non li ho frequentati.”
        Ma secondo me se dato quello che hai scritto sugli ebrei a loro tutti staresti/saresti stato piuttosto sulle bàle

        • Peucezio scrive:

          E che me ne frega a me?
          Francamente non mi sono mai posto il problema se starei simpatico o meno agli autori che leggo.

          • Lucia scrive:

            A parte la mia battutina, non mi pare peregrino soffermarsi a pensare se persone che noi riteniamo di valore per capacità e insegnamenti ci considererebbero degli stronzi o dei poveri imbecilli.
            Solitamente non lo faccio, però non mi sembra una cattiva idea.

            E poi, non è così che fanno anche i credenti con le loro divinità e i loro profeti?

            • Lucia scrive:

              Volevo scrivere battutona, maronn’ com’è leziosetto il mio correttore ortografico

            • Miguel Martinez scrive:

              Pre Lucia

              ” non mi pare peregrino soffermarsi a pensare se persone che noi riteniamo di valore per capacità e insegnamenti ci considererebbero degli stronzi o dei poveri imbecilli.”

              Bella domanda!

            • Peucezio scrive:

              Invece a me pare peregrino sì, non offenderti.

              Perché ogni persona è frutto di un contesto, di una storia, anche le persone più geniali hanno i loro limiti e pregiudizi, come me, te e tutti, e si prende da loro ciò che hanno da dare.

              Se io mi fossi trovato a parlare con Fellini, probabilmente mi avrebbe trovato un detestabile fascista reazionario (quale in effetti sono, tranne detestabile, perché la gente che mi conosce mi trova invece simpatico 🙂 ) e io avrei trovato lui politicamente e ideologicamente debole, poco convincente e non troppo originale.
              Ma Fellini era un artista geniale, inarrivabile, che ci ha regalato cose che arricchiscono la mia vita, come quella di un’infinità di altre persone.

              Il punto è che il valore intellettuale delle persone non è qualcosa di analizzabile secondo categorie morali.
              Un grande artista o un intellettuale lucido e geniale possono essere dei gran pezzi di merda.
              E allora valgono meno come intellettuali e artisti? Manco per sogno!
              E il loro compito è valutare le persone comuni? O altri intellettuali e artisti?
              No. Non è lì che esprimono il loro genio e il loro giuidizio è irrilevante.

              Infatti tantissime figure di immenso spessore intellettuale o artistico hanno espresso reciprocamente disprezzo, eppure erano tutte grandi.

              Siccome a Shopenhauer stava sulle palle Hegel, allora uno dei due non vale un cazzo? E no, non direi.

              • Lucia scrive:

                Allora, solo una piccola precisazione: non intendevo se ci troverebbero/li troveremmo simpatici, intendo come ci giudicherebbero sulla base quegli “insegnamenti” o ragionamenti per cui noi diamo loro valore.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Lucia

                “intendo come ci giudicherebbero sulla base quegli “insegnamenti” o ragionamenti per cui noi diamo loro valore.”

                Infatti, ci sono persone che mi hanno dato un insegnamento enorme, che mi è rimasto tutta la vita, con una sola frase. Magari fuori contesto. Una frase che io ho interpretato a modo del tutto mio.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Siccome a Shopenhauer stava sulle palle Hegel, allora uno dei due non vale un cazzo? E no, non direi.”

                Allo stesso modo, io mi sento vicino sia a Ruskin che a Vernon Lee, che ha polemizzato tantissimo con Ruskin.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              ” se persone che noi riteniamo di valore per capacità e insegnamenti ci considererebbero degli stronzi o dei poveri imbecilli”

              Secondo me è il problema della cancel culture al contrario: invece di chiedersi “com’era come persona tale personaggio storico?” ci chiediamo “come sarei io come persona secondo tale personaggio storico?”. In entrambi i sensi la risposta è più una curiosità erudita che qualcosa di significativo nel mio rapporto con il personaggio storico in questione.

              • Peucezio scrive:

                Buona osservazione.

                Sono approcci che peccano entrambi di mancata contestualizzazione: in sostanza non storicizzano le produzioni culturali, si appiattisce quella distanza ermeneutica ineliminabile che Gadamer giustamente individuava.
                Ma il discorso si può estendere anche agli autori contemporanei.
                Senza voler eccedere in senso postmoderno, esiste un’intentio operis che trascende la persona dell’autore e noi con essa dialoghiamo, più che con una persona.

  25. Miguel Martinez scrive:

    Alfio Bardolla, maestro spirituale del signore che – ricorderete – scippò la ludoteca ai bambini di San Frediano, scrive nella sua newsletter:

    ***

    Ucraina, Palestina, Israele… perché una brutta guerra fa (anche) arricchire molte persone?

    Purtroppo i brutti eventi ci sono sempre stati su questo pianeta (e sempre ci saranno). Condanno profondamente la violenza e vorrei che i nostri figli possano vivere un mondo migliore, più felice.

    Tuttavia un fatto mi ha sempre affascinato: come degli eventi, anche negativi, influenzano i grandi mercati internazionali (e come qualcuno sfrutta queste variazioni per arricchirsi).

    Vorrei mostrarti come nascono queste opportunità e come (le persone con le giuste informazioni) possono sfruttare le variazioni di prezzo nei mercati per guadagnare.

    Per questo il 7 novembre 2023, alle 19:00, ho preparato un Video Dossier in diretta LiveStreaming su Zoom: “Come le guerre permettono ad alcune persone (con le giuste informazioni) di fare speculazione e arricchirsi”.

    PRENOTA IL TUO POSTO

    Ecco cosa imparerai…

    Quali sono le informazioni segrete e di potere che fanno la differenza.

    Quali sono i sistemi che puoi utilizzare per poter fare speculazione quando un mercato va male.

    Quali sono gli eventi che influenzano i mercati e come riconoscerli.

    Come sfruttare a proprio vantaggio la variazione dei prezzi delle valute e delle materie prime.

    Perché non è conveniente che questa conoscenza sia di pubblico dominio.

    E molto altro ancora…

    PRENOTA IL TUO POSTO

    Ci vediamo il 7 Novembre.

    Alla tua libertà finanziaria,

    Alfio Bardolla
    Financial Coach, Imprenditore e Autore Bestseller.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @martinez

      “newsletter”

      Finché c’è guerra c’è speranza, direbbe Sordi.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      P.S. Fuor di metafora: se la distribuzione della ricchezza nella popolazione segue il principio di Pareto, allora si dimostra che dopo una qualsiasi perturbazione la distribuzione della ricchezza ritorna a soddisfare Pareto con la perturbazione che si evolve come una valanga. E’ come un pendio innevato, coi pochi ricchi in cima e i più poveri a valle: aumentando la ricchezza totale (la neve) la pendenza del pendio sale (i ricchi diventano sempre più ricchi in rapporto ai poveri, che si arricchiscono anche loro un poco ma sonio molti di più). Raggiunta una certa pendenza, scatta la valanga che porta via dal pendio un po’ di neve verso valle (distrugge la ricchezza). La frequenza delle valanghe, a parità di tutto il resto, dipende solo dalla pendenza del pendio. Se identifichiamo ogni valanga con una guerra e la ricchezza distrutta col numero di vittime (ammazzare una persona richiede una certa quantità di risorse) allora si dimostra che la frequenza delle valanghe (delle guerre) segue esattamente la legge osservata da Richardson (più alto il numero di vittime, meno frequente la valanga). Delle implicazioni di tutto ciò parlo in modo non tecnico in

      https://www.pulplibri.it/un-quacchero-contro-isaac-asimov/

      • habsburgicus scrive:

        Finché c’è guerra c’è speranza, direbbe Sordi

        resta un capolavoro della nostra cinematografia..
        la scena finale è il non plus ultra..del tutto veridica per chi conosce il mondo—-mogli e figli, con la puzza sotto il naso e modi da radical-chic, non appena si rendono conto che se Chiocchetti abbandona il lavoro dovranno abbassare di molto il loro tenore di vita, pure in anticipo lo svegliano, altro che lasciarlo dormire 😀 😀
        insieme a “riusciranno i nostri Eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa ?” e “a bello, onesto, emigrato in Australia sposerebbe compaesana illibata” rappresenta la trilogia dei sogni, ineguagliabile..ed ineguagliata
        quando l’itaglia era ancora Italia !

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ habsburgicus

          “cinematografia”

          Concordo in tutto. Aggiungo che la scena finale ha messo in ombra tutto il resto del film, che invece merita di suo.

          La scena in cui Sordi millanta la vendita di un prodotto che non ha per conto di un affarista che non conosce e nelle cui grazie vuole entrare l’ho vista verificarsi nella realtà, anche se non con delle armi.

          Ma una parte geniale è anche quella dove Sordi imbroglia un cacicco africano facendogli vedere un’esplosione di bidoni di benzina e lo convince che gli ha appena fornito una bomba atomica. Il tutto al grido di “Vive l’atomique africane!”

          La forza nel film, oltre che nell’indimenticabile e famosissimo finale, sta proprio nel mostrare che l’altra faccia del successo è spesso la cialtroneria.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            Beh, Bill Gates mica ha iniziato vendendo a IBM un sistema operativo che non aveva (ancora)?

            A volte la faccia di tolla è del genio, non del cialtrone.

      • Ros scrive:

        @Andrea Di Vita
        Bel Blog, non ne avevo idea che c’era😀

        sapendo che è tuo, e con la curiosaggine comaresca che mi contraddistingue, ci passerò delle piacevoli ore a scartabbellarlo come si deve
        Ciao😀

      • Francesco scrive:

        >>> se la distribuzione della ricchezza nella popolazione segue il principio di Pareto,

        1) il “se” si verifica o meno?

        2) se sì, c’è anche una spiegazione?

        sennò siamo nella normale patafisica

    • tomar scrive:

      Alfio Bardolla:
      “Purtroppo i brutti eventi ci sono sempre stati su questo pianeta (e sempre ci saranno).”
      Grande prosa dove in quel “purtroppo” vediamo in apertura Bardolla presentarsi con gli occhi untuosamente levati al cielo per esprimere cristiana rassegnazione alle inevitabili nefandezze del mondo, postura subito abbandonata guardando fisso l’investitore e garantendo che i brutti eventi “sempre ci saranno”.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ tutti

      OT ma mica tanto

      Aggiornamento

      https://youtu.be/8Rk4TTVwUZo?si=bC3A6V49l3ff7_br

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        “Kiev è alle corde”

        sperando che sia solo la millesima riproposizione di questo desiderio di Putin, la cui prima iterazione risale al giorno stesso dell’attacco, invito tutti a trarne le conseguenze, se fosse vero.

        con un minimo di serietà.

        Buona serata

  26. Miguel Martinez scrive:

    Peucezio elenca i suoi “maestri ebrei”…

    Non so bene cosa sia “un ebreo”, ma provo anch’io a fare il mio piccolo elenco.

    James Hillman
    cui devo un sacco di riflessioni sul sacro, sui miti, sull’essenza più profonda dell’essere umani

    Nicholas Epstein
    il migliore storico dell’Oltrarno che ci ha fatto riscoprire tante cose

    James Howard Kunstler
    che mi ha fatto capire cose fondamentali sulle città

    David Rovics
    il cantautore anarchico

    Devra Davis
    che mi ha fatto capire il lato oscuro dell’elettromagnetismo

    Essad Bey/Lev Nussimbaum
    il cantore della Russia e del Caucaso e dei mondi distrutti dalla modernità

    Pyotr Nikolayevich Krasnov
    https://kelebeklerblog.com/2011/09/27/storia-sconosciuta-di-pyotr-nikolayevich-krasnov-unesperienza-di-roberto-giammanco/

    GL
    che fece la maschera da morto a Heydrich, il Protettore della Boemia Moravia

    • paniscus scrive:

      Il mio nonno materno (nato nel 1920) aveva avuto la madre nata a Pitigliano, cioè nel nucleo dove c’era una delle comunità ebraiche più grandi e solide di tutta la Toscana, forse seconda solo a quella di Livorno, e questa mia bisnonna aveva un cognome di tipo geografico-cittadino, di quelli tipici delle famiglie ebraiche.

      Però nella mia famiglia non ho MAI sentito parlare di eventuali ascendenze ebraiche. Anzi, mio nonno stesso (a differenza di quelli del ramo paterno, che erano tutt’altri pesci) era sempre stato un cattolico convintissimo, da giovane aveva anche studiato in seminario, e per tutta la vita aveva mantenuto un’adesione fortissima a questa identità. Però si era sempre mantenuto sul vago riguardo alle origini dei suoi genitori e nonni.

      Ho sempre avuto il sospetto che questa mia antenata provenisse da una famiglia ebraica di Pitigliano, e che avesse fatto scoppiare un piccolo scandalo locale, convertendosi al cattolicesimo per sposare un cristiano… e che quindi, fosse stata “rimossa” nella memoria, sia dalla famiglia d’origine che si vergognava della figlia apostata, sia dalla famiglia acquisita che si vergognava di ammettere che la nuora, la cognata o la mamma fosse nata ebrea.

      Ma oggettivamente non so se sia vero, è solo una supposizione…

    • Ros scrive:

      la cultura e letteratura yiddish e chassidica – chesed (gentilezza) – tutta!

      le avanguardie storiche, l’arte moderna, il Modernismo, la scuola di Montmartre e Montparnasse in buona misura, Modigliani, Chagall, Soutine … potrei continuare per ore …

      e poi Martin Buber, Elie Wiesel, Isaac Bashevis Singer e fratello, Gershom Scholem, Carlo Ginzburg e Natalia, Walter Benjamin, Shem Tov, Moshe Idel (“Gli ebrei di Saturno” tra gli altri, bellissimo!)
      Joseph Roth.

      Saul Bellow Saul Bellow Saul Bellow Saul Bellow Saul Bellow Saul Bellow Saul Bellow Saul Bellow Saul Bellow Saul Bellow Saul Bellow Saul Bellow …
      ci siamo capiti: “Herzog” “il dono di Humboldt” “il re della pioggia”… dove pigli pigli, pigli bene e saporito Genio😄😀😍

      ah! e poi SAUL BELLOW.

      Carlo Michelstaedter 😀

      Ricorderei – e spesso rileggo con rinnovato gusto – un saggio che ci ha presentato Miguel tempo a dietro:
      Yuri Slezkine “Il secolo ebraico”.
      https://www.libraccio.it/libro/9788854504509/yuri-slezkine/secolo-ebraico.html#:~:text=Denso%20di%20intuizioni%20illuminanti%20e%20trasgressive%2C%20scorrevole%20nell%27esposizione,della%20questione%20moderna%20nel%20suo%20complesso.%22%20%28Daniel%20Lazare%29.

      e Mario Costa “Ebraismo e arte contemporanea. Clement Greenberg, Arthur Danto, Isidore Isou, Abraham Moles ” una sciccheria!
      https://www.ibs.it/ebraismo-arte-contemporanea-clement-greenberg-libro-mario-costa/e/9788857565750

      di fretta e brio me ne dimentico a carrettate😀

    • PinoMamet scrive:

      Ammazza quanti nomi!

      Si vede che gli ebrei stronzi e ignoranti li conosco tutti io 😉

      A parte gli scherzi, è curioso che Peucezio, che riconosce tutti questi grandi maestri del pensiero ebrei, poi pensa che Gli Ebrei vogliano sovvertire e dominare il mondo;

      io, che conosco i membri della mia piccola comunità e un certo numero di israeliani, e schivo come la peste i concerti klezmer e le conferenze su Chouchani, penso che siano, come dire…. umani 😉

      • Peucezio scrive:

        Non sovvertire e dominare.
        Dominare e sovvertire.
        Il dominio è un mezzo, la sovversione è il fine.

        • Ros scrive:

          @Peucezio “…Non sovvertire e dominare.
          Dominare e sovvertire.
          Il dominio è un mezzo, la sovversione è il fine…”

          qual è il motivo di tale fine?

          E il sovvertire, il cambiare, il “progredire” e rivoluzionare – nel bene come nel male, spesso è soggettivo – è necessariamente cosa cattiva?
          O è in qualche modo naturale? Cosa che succede!
          Deve.
          Altrimenti niente storia… niente film … e sai che palle!

          Vita ce ne una sola e passa pure presto nulla lasciando infondo, cavalchiamola ‘sta minchia di tigre, e come sia sia.
          Guardiamoci lo – e nello – spettacolo

          • Ros scrive:

            “…Il dominio è un mezzo, la sovversione è il fine…”

            Ci potremmo vedere un atteggiamento prometeico in ciò😀

            Prometeo ha fatto male, o per male?
            Pandora – curiosona – che ti scoperchia il pithos e i suoi malnati spiriti maligni?
            Secondo Esiodo; e la sua versione.
            Forse ha fatto male. Ma in fondo perdonabile, comprensibile; Ermes la guidava.

            Ma il buono e generoso e un po’ babbione Prometeo?
            Avventato, doveva essere più come il fratello Epimeteo il tentennante – che poi ti sposa pure la Pandora che ti scoperchia il vaso e fa un macello eterno – ?

            Ognuno è quello che è e ha da fare quello che fa?
            😄 la sua necessaria parte nella scena.

            • Ros scrive:

              @Peucezio:
              “…A me quei personaggi non hanno dato degli insegnamenti e tantomeno degli insegnamenti sul piano assiologico, di cosa cioè è “buono” o “cattivo”.
              È proprio un piano che m’interessa pochissimo.
              A me interessa aprirmi alla varietà e alla ricchezza del mondo, alle sue vette come ai suoi abissi, alle sue sublimità e brutture, alle sue affascinanti contraddizioni…”

              e quindi dov’ è il problema dell’eventuale “sovvertimento”?
              “Haud igitur penitus pereunt quaecumque videntur,
              quando alit ex alio reficit natura nec ullam rem gigni patitur nisi morte adiuta aliena.”

              “…Omnis cum in tenebris vita laboret. Progredimur quo ducit quemque voluptas.”

              “…De nilo fieri nil posse videmus.”

              Lucrezio, De rerum natura.

              • Peucezio scrive:

                Tema impegnativo, con calma poi ti do qualche spunto.

                Ti accenno che c’entra il principio di morte freudiano, inteso come disgregazione in senso empedocleo.
                Cioè il mondo tende all’ordine, al kosmos, ma c’è anche il caos.
                Che è anche attivo, pur essendo in sé mera resistenza alla tendenza all’ordine.
                Pensa alle cellule tumorali. Muore l’organismo in cui si diffondono e quindi anche loro. Eppure si riproducono freneticamente.

              • Peucezio scrive:

                Circa l’ultimo punto, la mia apertura alla totalità.

                Sembra contraddittorio, lo so.
                E in fondo dev’esserlo, se l’apertura è proprio anche alla contraddizione.

                Ma l’apertura a ciò che impoverisce, destruttura e quindi semplifica la molteplicità è apertura a che?
                L’apertura è per definizione apertura all’alterità: se ti apri a te stesso non ti apri, resti chiuso.
                Ma ciò che destruttura e distrugge la complessità semplifica, uniforma, omologa, quindi elimina l’alterità.

        • Francesco scrive:

          La sovversione è il fine … ammetto che ho moltissimi problemi con questo concetto.

          Escluso qualche malato mentale desideroso di suicidarsi, la sovversione e la dissoluzione non sono mai fini in sè.

          I soldi, il potere, la libertà, la figa, la giustizia, il successo .. questi possono essere dei fini

          • PinoMamet scrive:

            OMDAF

            • Peucezio scrive:

              Il suicidio e la malattia psichiatrica sono le forme estreme e più vistose di un disagio disfunzionale endemico direi nemmeno a questa o quella società, ma alla stessa condizione umana.

              I potenti di cui parliamo hanno soldi di cui non riuscirebbero a spendere un millesimo nemmeno usando l’aereo privato tutti i giorni più volte al giorno.
              Il potere serve a fare delle cose e il successo anche. Quindi se lo usi per fare cose non costruttive ma distruttive, che senso ha?

              • Francesco scrive:

                Però la pulsione di morte non è l’unica dell’essere umano e credo sia minoritario nell’uomo sano.

              • Peucezio scrive:

                Certo.
                Infatti esiste anche la salute e se la società esiste ancora è perché probabilmente la patologia non è così forte da distruggerla.

                Ma qui si parlava di agenti dissolutori.
                Non hanno ancora distrutto il mondo e speriamo non ci riescano mai, ma ci provano ogni giorno.

    • giuseppe motta scrive:

      qual è il lato oscuro dell’elettromagnetismo?

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Martinez

          “elettromagnetismo”

          Finalmente dei dati numerici; ti ringrazio, perché è difficile trovarne. Allora, si dice di osservare un incremento statisticamente significativo di tumori nel cervello dei topi per campi di 50 V/m cui si è esposti per 19 ore consecutive. Un vecchio cellulare GSM a 4 cm dall’antenna (cioè, in pratica, nel centro del cranio se si fa una telefonata) dava 60 V/m. Uno smartphone 4G arriva a 5 V/m. Conta molto l’ambiente e le sue proprietà di riflessione delle microonde. In metropolitana sono misurati 2.2 V/m, in treno all’aperto 1.5 V/m, ma sull’alta velocità Roma-Bologna (dove l’ambiente è sigillato) si sale a 100 V/m. La brutta notizia è che nel tempo di esposizione va messo in conto anche quello passato senza parlare, su internet, facebook ecc. La bella notizia è che questi sono valori massimi: se appena il telefonino si allontana, l’ampiezza del campo elettrico nel cranio crolla.

          https://www.inquinamento-italia.com/come-misurare-esposizione-al-campo-elettromagnetico-di-un-telefonino-intensita-campo-elettrico-del-cellulare-in-volt-metro/

          https://it.quora.com/Quanto-%C3%A8-nocivo-esporsi-alle-onde-elettromagnetiche-del-5G/answer/Andrea-Di-Vita?ch=3&oid=226930434&share=b0210455&srid=pLss4&target_type=answer

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Martinez

            Ho citato vecchie risposte (da cui quel “finalmente dati numerici”)

            Non mi risulta ci siano novità.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

          • Miguel Martinez scrive:

            Per ADV

            “Finalmente dei dati numerici; ti ringrazio, perché è difficile trovarne”

            E’ quello che mi piace della Davis.

            Il problema non è tanto il singolo strumento, quanto la sua incessante moltiplicazione: pensiamo al passaggio dal telefonino formato panino tenuto in borsa, allo smartwatch.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Martinez

              “moltiplicazione”

              E’ la somma che fa il totale, direbbe Totò.

              Magari e’ possibile che dieci telefonini da 1 Watt producano effetti sul vivente maggiori e/o diversi da quelli prodotti da un singolo telefonino da 10 Watt.

              Solo che finora nessuno lo ha mai visto, almeno a quanto ne so io.

              Insomma, è un po’ come per il nucleare. Tutti oggi (tranne qualche spericolato turista ansioso di emozioni forti) hanno paura di andare vicino a Chernobyl, e nessuno di andare in Piazza San Pietro, o in una cantina laziale, o su un volo di linea. Tutti posti dove la radioattività che bombarda l’organismo è maggiore o uguale a quella di Chernobyl.

              Quando la Daryl sollevò la questione fece benissimo a sollecitare prudenza.

              Ma al mondo ormai ci sono più telefonini che esseri umani; e se ci fossero state conseguenze sulla salute si sarebbe visto.

              Dico, in fondo tutta la biosfera è una macchina elettromagnetica! 🙂

              Ciao!

              Andrea Di Vita

      • Ros scrive:

        @giuseppe motta: “qual è il lato oscuro dell’elettromagnetismo?”

        Fantàsia???
        Die Kindliche Kaiserin: Porella infanta 😥😥😥!
        nel suo padiglione della Magnolia dici che è minacciata dal “Nulla” cattivo?
        L’informe e oscuro che avanza e tutto cancella in espansione acellerata? E gli fa la bua☹
        Materia che non emette luce, nullificante “energia del vuoto”?
        Annirvanante.

        Che la Storia non sia poi Infinita!!!?😮😲😵🥴💀🤡😇

        https://www.youtube.com/watch?v=lHytjEj7B9g&list=RDH-aM3BT8qHg&index=7

        • Ros scrive:

          io (s)ragiono – preferibilmente – con l’emisfero destro,
          Miguel e Andrea ragionano con il sinistro (giustamente si direbbe😉 epperò…)

          e giuseppe motta???
          si esplichi perdinci! Chiarisca un po’ la sua posizione!😀

  27. Peucezio scrive:

    Lucia,
    “Allora, solo una piccola precisazione: non intendevo se ci troverebbero/li troveremmo simpatici, intendo come ci giudicherebbero sulla base quegli “insegnamenti” o ragionamenti per cui noi diamo loro valore.”

    Il punto è che tu ragioni secondo una logica morale o, per usare un termine più neutro, assiologica.

    A me quei personaggi non hanno dato degli insegnamenti e tantomeno degli insegnamenti sul piano assiologico, di cosa cioè è “buono” o “cattivo”.
    È proprio un piano che m’interessa pochissimo.
    A me interessa aprirmi alla varietà e alla ricchezza del mondo, alle sue vette come ai suoi abissi, alle sue sublimità e brutture, alle sue affascinanti contraddizioni.
    E le grandi menti per me sono un mezzo prezioso, indispensabile per controbuire a ciò.

    Pensa ai film dei fratelli Coen. Per certi versi cinici, nichilisti, giocano con i generi, li decostruiscono, li rimontano, li parodizzano senza parodizzarli… E lo fanno genialmente.
    Non esiste un mondo ideale a misura dei fratelli Coen e se mai esiste, probabilmente non sarebbe il mio mondo ideale. Ma questo per me è irrilevante.
    Per me potrebbero essere pure antropofagi, ma restano grandi artisti.

    Carlo Levi.
    Qual è la visione del mondo sottesa alla sua descrizione del mondo contadino lucano? Forse un’ideale di giustizia sociale? Sicuramente lui aveva un anelito in questo senso, ma il romanzo e la sua vita ad Aliano da cui è scaturito sono molto di più. Sono un amore immenso per quel mondo, comunque si sia generato e proprio perché è povero e diseredato. E non avremmo quel romanzo e quell’avventura esistenziale e umana senza quel mondo di oppressi e marginali.
    Significa che in nome dell’arte dobbiamo tenere la gente nella miseria? Non ho la risposta, probabilmente no, non è qui il punto.

    Il punto è che giudicare l’arte, ma anche la scienza, la cultura in genere, secondo i parametri del “bene” è una semplificazione grossolana e spesso distrugge la cultura stessa, la piega a logiche edificanti, sciocche, unilaterali, moralistiche, perbeniste.

    Chi dovrei essere io per piacere a Carlo Levi? Un contadino lucano degli anni ’30? Un intellettuale torinese illuminato che propugna la giustizia sociale? Un pittore bravo come lui? Per me è irrilevante, è una questione del tutto mal posta.

    Oltretutto, se anche un’esperienza intellettuale fosse per me trasformativa (ma non sta mica necessariamente in questo il suo valore), mica significa che lo è nel senso che i miei valori debbano arrivare a coincidere con quelli dell’autore di tale opera.
    Ma semmai che mi devono fornire stimoli, spunti.

    La cultura e il pensiero critico dovrebbero servire a porre dubbi, più che a trasmettere valori definiti (altrimenti sono indottrinamento, non cultura), e hanno tanto più valore quanto più l’esito finale è imprevedibile e lontano dagli intendimenti, ammesso che ce ne siano, di chi li ha elaborati.

    Se io avrò trasmesso un’idea a una persona, questa persona vi avrà riflettuto, avrà cambiato la sua visione delle cose e l’avrà fatta approdare paradossalmente, partendo dalla mia sollecitazione, a un’idea opposta alla mia, avrò fatto qualcosa di molto più fecondo che se l’avessi semplicemente convinta della mia idea, perché avrò incrementato il pluralismo di idee e il pensiero critico, anziché contribuire al conformismo creando un mio clone.

  28. Peucezio scrive:

    Vale per tutti.

    Come bisognerebbe essere e quali valori propugnare per essere in sintonia con Italo Svevo? La nevrosi di Zeno Cosini?

    Freud.
    Ha demolito la consapevolezza dell’uomo ottocentesco, ma se vuoi dell’uomo occidentale a partire dai Greci, insegnandoci che siamo un fascio di pulsioni inconsce, contraddittorie, prelogiche e soprattutto amorali.
    Qual è l’insegnamento morale da trarne? L’incesto?

    Ascoli ha fondato la scienza dialettologica italiana.
    È una disciplina affascinante quanto tecnica. Mi è utilissima, perché, sia pure in forme molto riviste e aggiornate, dobbiamo rifarci al suo insegnamento. Ma in cosa dovremmo esservi coerenti se non nel puro spirito d’indagine, di ricerca? Che c’è di morale o di extra-scientifico?

    Lowen. Lui effettivamente era un po’ più moralista. È stato anche un po’ il suo limite.
    Da uomo un po’ all’antica considerava l’omosessualità una deviazione da un flusso sano e integrato dell’energia libidica, essenzialmente una struttura nevrotica.
    Si può essere d’accordo (io non ho tabù politicamente corretti in nessun senso) o meno.
    Ma il suo valore è nell’aver classificato i caratteri ed elaborato un approccio terapeutico molto interessante e nuovo perché basato sul corpo.
    Lui le persone le aggiustava con lavoro terapeutico, mica coi libri. I libri sono uno strumento conoscitivo. E non ti rendeva una persona migliore secondo canoni morali precostituiti, ma più libera da condizionamenti nevrotici, più sana.

    Kafka,
    beh, lasciamo perdere. Difficile trovare uno scrittore più pessimista, novecentesco e problematico fino al surreale.

    Jodorovsky. Se guardi un po’ di suoi film ti fai un’idea.
    In ogni caso i suoi film un po’ come tutta la sua produzione e la sua parabola esistenziale sono incentrati essenzialmente su una cosa: un cammino iniziatico e tutte le simbologie e allegorie ad esso collegate. Questa è la sua cifra estetica e personale.
    Quindi? Se uno vuole cogliere la cosa su un piano puramente estetico, è già molto stimolante.
    Se vuole raccogliere la sfida, dovrebbe iniziare un proprio cammino iniziatico. Che, non essendo un insegnamento preconfezionato, ma in fondo una scoperta di sé, non ha esiti precostituiti, ma imprevedibili e non vincolati a nessun canone morale già stabilito. Altrimenti non è un cammino iniziatico, è un mero ammaestramento morale, che funziona sul piano della persuasione intellettuale, non della trasformazione profonda.

  29. Peucezio scrive:

    Semmai mi si potrebbe muovere un’altra obiezione.

    Dice: ma come fai a compiacerti di tutta questa amoralità un po’ cinica di questi autori ebrei e poi criticare gli ebrei in quanto nichilisti e dissolutori?

    • PinoMamet scrive:

      Come ebbe a dire- almeno secondo Paolo Villaggio- Ugo Tognazzi in una nota trasmissione televisiva:

      “Mi scusi, dottor Costanzo, ma data la mia ignoranza, non ho ancora capito un cazzo “.

    • Lucia scrive:

      Oddio, Peucezio grazie mi basta quello che ha scritto Miguel per capire di aver formulato un’idea alquanto stupida. Ovvero, se qualcosa di quanto proviene da qualcuno ci rimane impresso (anche contro o senza l’intenzione dell’autore, fra l’altro), noi ragioniamo e ci “evolviamo” sull’idea senza bisogno di immaginare Levi (Carlo o Primo o …Ludovico, il nostro barista preferito 😃 ) che ci guarda a braccia conserte e scuote la testa…

      Scusate, rimane la visione per me corroborante del “Pantheon giudaico” di Peucezio che lo manda in coro a chitemmuorti dopo la sua uscita sul carattere disippatore

      • Lucia scrive:

        Va’ però che bella carrellata, grazie!

      • Roberto scrive:

        Lucia

        “Scusate, rimane la visione per me corroborante del “Pantheon giudaico” di Peucezio che lo manda in coro a chitemmuorti dopo la sua uscita sul carattere disippatore”

        🤣🤣🤣

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Lucia

        “Oddio, Peucezio grazie mi basta quello che ha scritto Miguel per capire di aver formulato un’idea alquanto stupida.”

        Invece no, è stata molto stimolante. Poi come i pensatori ebrei di cui si parlava, ci ha portati altrove 🙂 ma è bene così.

        • Peucezio scrive:

          Condivido.
          Quella di Lucia mi è parsa un’idea un po’ eccentrica, ma stimolante, nel senso che ha stimolato un’interessante discussione.

  30. tomar scrive:

    Umorismo nero. Israele annuncia: uccisi i capi delle forze aeree e navali di Hamas.
    Ovvero i comandanti dei deltaplani e quelli dei gommoni.
    Ma quanti uditori/lettori realizzano immediatamente che di questo si sta parlando?

    • Francesco scrive:

      Non so i gommoni ma pare che i deltaplani abbiano agito con grande successo, nell’attacco contro i civili del 7 u.s.

      La notizia ha quindi una sua importanza. Forse in Israele è anche immediatamente comprensibile.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Ricorda un po’ quel militare israeliani in Cisgiordania intervistato nel programma della Maggioni che, camoeggiando davanti a un veicolo corazzato dell’esercito, si lamentava perché i palestinesi tirano sassi…

      • tomar scrive:

        Francesco: “pare che i deltaplani abbiano agito con grande successo … La notizia ha quindi una sua importanza.

        Non ho detto che le espressioni “forze aeree e forze navali“ siano tecnicamente scorrette.
        Mi lascia basito che tu la trovi una notizia con una sua importanza piuttosto che cogliere l’atra comicità dell’annuncio.

  31. Miguel Martinez scrive:

    Sono reduce dall’ascolto di un testo narrato sconvolgente, Daniel Kahn – The Jew in You:

    https://youtu.be/lajx6ApuEwQ?feature=shared

    La cosa interessante è che Daniel Kahn dice in fondo le stesse cose che dice Peucezio, anche se dal punto di vista diametralmente opposto.

    E da anglomessicanoltrarnino, mi trovo moltissimo nella visione dell’ “ebreo che è dentro di te”.

    Dove l’essere-ebreo (“ma se preferisci, dagli un altro nome”) trascende anche il sionismo, e diventa il (anzi “la”) Messia che è in noi.

    • PinoMamet scrive:

      “So maybe it’s reductive what I’m trying to pursue.
      It’s philo-semitism in a cheap semantic ruse.”

      dice il testo a un certo punto.

      Che è un po’ come dire:
      “Daniel Kahn dice in fondo le stesse cose che dice Peucezio, anche se dal punto di vista diametralmente opposto.”

      Che è esattamente il motivo per cui non ascolto “roba ebraica” 😉

      E per cui sono diffidente delle tante persone (potrei fornire tre o quattro identikit tipici) che vengono in sinagoga a rompere i… a scoprire la meravigliosa sapienza ebraica.
      Che non è più meravigliosa di tutte le altre e che potrebbero trovare gratis e senza disturbi, e senza disturbare, in biblioteca.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per PinoMamet

        “E per cui sono diffidente delle tante persone (potrei fornire tre o quattro identikit tipici) che vengono in sinagoga a rompere i… a scoprire la meravigliosa sapienza ebraica.”

        Però forse il Jew è inside you… nel senso che si tratta di persone che sentono dentro di sé quella cosa archetipica/messianica ecc. che a volte si respira in certe cose “ebraiche” (e magari anche in mille altri luoghi).

        Un po’ come io posso restare incantato ascoltando un proverbio dialettale italiano, che mi scatena tutto un mondo interiore cui il povero idraulico che me l’ha raccontato non ha mai pensato.

        Insomma, torniamo alla questione posta dall’ottima Lucia.

        • Lucia scrive:

          Per Pino: qualche anno fa una blogger en passant ebrea (nel senso che di questo accenna a volte, ma non è che centrale nel suo blog/pagina facebook), affermò che a lei stavano particolarmente antipatici quei non ebrei che sembrano avere molto a cuore la questione ebraica in quanto prontissimi a riportarle, rammaricati, che l’antisemitismo sta aumentando e l’Europa non è più sicura e che questo o quello so è rivelato nostalgico ai pogrom… insomma, che la situazione per lei in quanto ebrea era negativa tendente al pessimo. Soprattutto perché questo tipo di uccellacci del malaugurio le sembrano tradire una certa Schadenfreude dietro i “poverina!” “Ma che tempi, signora mia!”… Hai anche tu esperienze analoghe?

        • PinoMamet scrive:

          La Schadenfreude no, non direi.
          Mi infastidisce l’idea che gli ebrei siano in qualche misura persone “speciali”. Che con tutte le migliori intenzioni, è comunque il prodromo dell’antisemitismo.
          Ma soprattutto è falso.

          Credo che questa posizione (“che fantastici questi misteriosi ebrei!”) nasca in Italia come idea di importazione dal mondo protestante o di lingua inglese.

          Ma non vorrei poi allargarmi troppo in ipotesi.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Pino Mamet

            “Mi infastidisce l’idea che gli ebrei siano in qualche misura persone “speciali”. ”

            Capisco.

            Però tanti anni fa scoprii che ebrei e kurdi nel mondo erano circa nello stesso numero (nel frattempo, i kurdi sono raddoppiati, gli ebrei no).

            Quanti kurdi “significativi” nella storia o nel mondo attuale conosciamo di fama?

            Quanti ebrei?

            Però guardando più da vicino, scopriamo anche che tra Cristo e i Rothschild, di ebrei “significativi” ce ne sono stati pochissimi, cosa che spesso dimentichiamo; e anche prima, sono significativi soprattutto a causa di Cristo.

            E se la condizione di unica minoranza religiosa ammessa nella Cristianità è sicuramente particolare, non ha prodotto né mostri né geni: non erano “speciali” quindi nel senso di Peucezio/Kahn.

          • Roberto scrive:

            Miguel,

            Azzardo due ipotesi
            1. I kurdi non hanno mai vissuto in una regione del mondo dove ci si è particolarmente interessati a filosofia, psicologia & finanza
            2. Secoli di divieti in Europa ad esercitare quella o quell’altra professione hanno spinto gli ebrei alla nicchia “studio”

            Ciò detto condivido in pieno quanto dice pino sulla non eccezionalità (almeno i non tantissimi ebrei che conosco e frequento sono molto normali, ristoratori & avvocati)

          • PinoMamet scrive:

            “Quanti kurdi “significativi” nella storia o nel mondo attuale conosciamo di fama?”

            i kurdi abitano una zona sfigata, come tantissimi altri popoli.
            Non è che abbiano avuto tante possibilità di diventare significativi.

            E tra Cristo (che è forse l’ unico ebreo significativo del mondo antico per i non ebrei) e Marx, di ebrei significativi per il mondo semplicemente non ce ne sono stati.

            (Posso citare diversi filosofi o mistici, sì, che sono significativi solo per gli ebrei e non dicono cose diverse dai filosofi e dai mistici cristiani o musulmani).

            Dopo l’emancipazione, beh, diversi ebrei hanno cominciato a potersi fare strada nelle varie discipline, e provenendo da un background che valorizzava lo studio hanno prodotto anche diversi personaggi significativi.

            Ma non c’è nessuna specificità ebraica.

            Negli Stati Uniti, il “tradizionale” medico ebreo è ormai sostituito dal medico indiano…

            • PinoMamet scrive:

              Poi se qualcuno dovesse ancora credere che gli ebrei sono, boh, dei tipi intellettuali, o chissà particolarmente intelligenti, o con una peculiare sensibilità o ironia…

              basta fargli conoscere un numero sufficiente di israeliani e cambia idea subito 😉

              • Ros scrive:

                PinoMamet: “…Poi se qualcuno dovesse ancora credere che gli ebrei sono, boh, dei tipi intellettuali, o chissà particolarmente intelligenti, o con una peculiare sensibilità o ironia…”

                questa cosa dell’intelligenza e ironia ebraica la leggevo ogni tot di pagine nella trilogia “Sexus-Plexus-Nexus” di Henry Miller.
                Un vero tormentone… La sua Mona😘🥰😍

                Philip Roth sull’arrapaggine alla judìa c’ha fatto un palazzo di specchi: “Lamento di Portnoy” “Il teatro di Sabbath”…

                Ma c’ha giocato parecchio anche Woody Allen… Moni Ovadia …

                … poi Howard Jacobson ci si è buttato a pesce😉😀
                https://www.rivistastudio.com/lenigma-di-finkler-di-howard-jacobson/

                vedi “Su con la vita”, “L’ enigma di Finkler”, “Il mio nome è Shylock”; romanzi dove l’ “eccezionalità” intellettiva ebraica è il perno di tutta la narrazione.

                Insomma un po’ di colpa di ‘sta cosa che denunci ce l’avete pure voi😀

              • Ros scrive:

                da
                https://www.rivistastudio.com/lenigma-di-finkler-di-howard-jacobson/

                “…Ma soprattutto Sam Finkler è ebreo, il primo ebreo che Julian Tresolve abbia mai conosciuto. Ragion per cui, dalle elementari in poi, Tresolve decide di chiamare finkler tutti gli ebrei: parla di “questione dei finkler”, di “complotto finkleriano” e di “essere intelligente come un finkler.” Dalle vicende dei due protagonisti, Finkler e il non-finkler, dalla loro amicizia e dalla loro rivalità nasce una riflessione perpetua sull’identità ebraica, pardon, sulla finklericità, che molto più della Bbc è il vero leitmotiv del romanzo.
                Anzi, più che leitmotiv la finklericità (chiamatela “questione dei finkler”) è il tema dominante del romanzo. Forse un po’ troppo dominante. E qui è il caso di mettere le mani avanti, perché la finklericità resta un tema intrigante, difficile da decifrare, e per questo degno di essere affrontato di petto come fa Jacobson. A proposito lo aveva già difeso Alessandro Piperno, ai tempi di Kalooki Nights (2008).”
                “…Ma non siete stanchi di parlarvi addosso? Per quanto tempo ancora ci ferirete i timpani con il vostro esibizionismo ebraico? Per voi non esiste argomento più interessante?
Ecco il genere di domande che ogni scrittore ebreo prima o poi si sentirà rivolgere. Tanto che i più solerti tra noi, giocando d’anticipo, se le auto-infliggono. E tra questi certo anche Howard Jacobson, a giudicare dal suo Kalooki Nights (Cargo, pagine 568, euro 20, traduzione di Milena Zemira Ciccimarra), romanzo che s’iscrive in quel genere ipercollaudato che va sotto il nome di “romanzo ebraico”…”

                “…Beninteso, Jacobson gioca benissimo con gli stereotipi che i non-finkler attribuiscono ai finkler: i finkler sono più intelligenti, i finkler hanno un senso dell’umorismo pungente (qualcuno si ricorda l’episodio dei Griffin in cui Peter ingaggia “due tizi ebrei” perché gli forniscano la battuta pronta?), i finkler hanno più successo negli affari, i finkler sono migliori al gioco d’azzardo, i finkler cercano spasmodicamente l’approvazione dei non-finkler, i finkler sono i peggiori nemici dei finkler.

                E Jacobson gioca ancora meglio, con un’ironia a dir poco spietata, con i luoghi comuni che i finkler si meritano e/o che si sentono in dovere di incarnare. Imperdibile il capitolo in cui Sam Finkler si riunisce al club, intitolato non a caso Groucho Marx, con gli altri ASHamed Jews, ovvero una società di finkler che si vergognano di Israele ma unicamente in quanto finkler. Perché la vergogna è “una specialità finkler…”

                nda
                seguirebbe dal commento mio sotto che non ha l’opzione risposta

              • Peucezio scrive:

                Pino e Roberto,
                nella mia esperienza ‘sta cosa della normalità ebraica non mi torna.
                Non posso entrare troppo nei dettagli, ma ho conosciuto diverse persone di origine ebraica in tutto o in parte (me ne vengono in mente almeno sei); alcune di esse sono persone stimabili, con cui intrattengo rapporti di buona conoscenza e, in qualche caso, perfino di amicizia.
                Di nessuna di esse posso dire che non abbia almeno un tratto definibile come ebraico.

                O, meglio posso dirlo di una ragazza con cui per qualche breve tempo sono uscito: pur essendo di padre ebraico, da quanto diceva, non aveva nulla che definirei ebraico: era una normale ragazza ucraina.
                E infatti poi è saltato fuori che era adottata: l’ha scoperto molti anni dopo.

                Ovviamente è un campione limitatissimo che non dimostra granché, come d’altronde i conoscenti ebrei di Roberto e gli amici militari o quant’altri di Pino.

              • PinoMamet scrive:

                “Di nessuna di esse posso dire che non abbia almeno un tratto definibile come ebraico.”

                ho capito Peucè, ma per te tre quarti, o più, del mondo moderno e contemporaneo sono tratti ebraici…

                davvero, senza polemica, ma mi sembri un filino ossessionato.

                Mi ricordi la mia amica universitaria bresciana leghista, quella che discettava di Insubri e di Orobici (mi pare, vatti a ricordare i nomi) e dei rispettivi tratti, e che ogni tot mi chiedeva di quale popolo fossi…
                e io “boh, italiano”, e lei si incazzava 😉

              • PinoMamet scrive:

                Ti assicuro peraltro che ho conosciuto un russo israeliano, ebreo, che per un po’ rompeva le pal… frequentava la nostra comunità ebraica, e non aveva assolutamente nulla di “ebraico” in qualunque senso tu possa intendere. era semplicemente russo.
                E rompicoglioni, pure.

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                “ho capito Peucè, ma per te tre quarti, o più, del mondo moderno e contemporaneo sono tratti ebraici…”

                Beh, no, ti parlo di caratteristiche personali che non riscontro mai nei gentili in forme così evidenti.

                Con ciò, non mi meraviglia quello che mi dici: sono talmente mischiati, a maggior ragione poi nell’ex Unione Sovietica, che non mi sorprende per nulla che ci sia l’ebreo russo che di ebreo in fondo non ha nulla.

                Io ho conosciuto un tipo opposto, un russo di origini ebraiche, che ora vive in Israele, che è il tipico ebreo fatto e finito, persino somaticamente, ma se ci parli è in identitarista russo, credo faccia anche tutti i digiuni e le pratiche ortodosse (cristiane intendo).

              • Peucezio scrive:

                Un tipo peraltro completamente innocuo, un artista molto bravo.

                Una volta gli feci tutta una spiegazione sull’origine dell’ebraico e la sua collocazione nell’ambito delle lingue semitiche, che ascoltò con molto interesse.

            • habsburgicus scrive:

              che è forse l’ unico ebreo significativo del mondo antico per i non ebrei

              insieme a Shaul allievo di Rabbi Gamaliel, per gli amici Paolo di Tarso 😀

          • Peucezio scrive:

            Pino,
            “Credo che questa posizione (“che fantastici questi misteriosi ebrei!”) nasca in Italia come idea di importazione dal mondo protestante o di lingua inglese.”

            Credo anch’io.

            E, non per ribadire la solita ossessione, ma è anche uno degli odiosi sottoprodotti del cattolicesimo postconciliare, con la retorica dei “fratelli maggiori” e il resto delle cagate sincretistiche ed ecumenistiche. E soprattutto protestantizzanti.
            Una volta i cattolici manco leggevano la Bibbia.

  32. Ros scrive:

    posto la risposta a Peucezio qua poiché sopra mi son perso il posto dov’ero appostato a rispostare i post😉😋

    @Peucezio scrive: “…Tema impegnativo, con calma poi ti do qualche spunto.
    Ti accenno che c’entra il principio di morte freudiano, inteso come disgregazione in senso empedocleo. Cioè il mondo tende all’ordine, al kosmos, ma c’è anche il caos.
    Che è anche attivo, pur essendo in sé mera resistenza alla tendenza all’ordine.
    Pensa alle cellule tumorali. Muore l’organismo in cui si diffondono e quindi anche loro. Eppure si riproducono freneticamente.”
    “Circa l’ultimo punto, la mia apertura alla totalità. Sembra contraddittorio, lo so.
    E in fondo dev’esserlo, se l’apertura è proprio anche alla contraddizione.
    Ma l’apertura a ciò che impoverisce, destruttura e quindi semplifica la molteplicità è apertura a che? L’apertura è per definizione apertura all’alterità: se ti apri a te stesso non ti apri, resti chiuso. Ma ciò che destruttura e distrugge la complessità semplifica, uniforma, omologa, quindi elimina l’alterità.”

    Ora!😀
    Capisco bene quel che intendi. Credimi. E non ti nascondo che sono combattuto dal come pensarla in proposito: se ciò di sopra e bene e male, giusto, sbagliato, necessario,
    inevitabile, percorso eccetera eccetera.

    Ma perché attribuisci queste intenzioni escatologiche nichilizzanti agli ebrei? Proprio a loro?

    Leon Bloy gli attribuiva, invero, la salvezza metafisica dello spirito dell’uomo. Infine infine infine ai tempi.

    Io, quando penso a una famiglia ebrea vedo quella de ” Le avventure di Augie March”
    di Saul Bellow,
    https://www.ibs.it/avventure-di-augie-march-libro-saul-bellow/e/9788804720539

    quelle raccontate dai Singer … insomma famiglie normalissime che si arrabattono come tutti noi, ma da espatriati poveri e visti pure pittorescamente ambigui se va bene e non discriminati malamente come altre etnie strane;
    italiani compresi!😎 (“Gli italiani sono bianchi? “- di Guglielmo Jennifer Salerno Salvatore, Il Saggiatore, 2006)
    https://mojumanuli.noblogs.org/post/2016/12/03/gli-italiani-sono-bianchi-come-lamerica-ha-costruito-la-razza-pdf/

    Voglio dire non penso a Soros o allo scudo rosso dei Rothschild… a 0,000%

    come quando penso ai cristiani d’ogni cernita penso agli albanesi ortodossi della piana omonima in Sicilia (Piana degli albanesi: fanno i migliori cannoli della tradizione, tanti anni a dietro ho avuto una ragazza per degli anni nella loro enclave), penso a famiglie normali irlandesi cattoliche e arancioni, battisti e presbiteriani campagnoli dei romanzi di Cormac Mccarthy
    https://www.ibs.it/figlio-di-dio-ebook-cormac-mccarthy/e/9788858402238
    a Flannery O’Connor😀
    https://www.ibs.it/saggezza-nel-sangue-libro-flannery-o-connor/e/9788833892917?inventoryId=300657632&queryId=7502e386d4f9383d72d97073bf0dde56
    https://www.ibs.it/brav-uomo-difficile-da-trovare-libro-flannery-o-connor/e/9788833892306?inventoryId=263034844&queryId=7502e386d4f9383d72d97073bf0dde56

    come credo faccia anche tu.

    Non penso ai Bush, Kennedy, Windsor, Trump…
    alla classifica di Forbes insomma, odierna e passata che sia.

    Sono i ricconi, una percentuale potente ma lillipuziana;
    ed entrambe sono caratterizzate non dalla loro fede o etnia ma dalla loro ricchezza e fortuna.
    Dalla loro comune esclusiva CLASSE sociale.

    Intenzioni in merito al principio di morte freudiano… “…che destruttura e distrugge la complessità semplifica, uniforma, omologa, quindi elimina l’alterità…”

    e porta all’indifferenziato odierno, al “Nulla” che avanza oscuro e annullando ne “La storia incantata”.

    Ma perché, ripeto, attribuisci ciò a loro? e non al buon Kali Yuga, o ai ricconi speculatori in genere? o alla “maledetta sfortuna” di Vasco Rossi?

    Nell’arte Moderna e Contemporanea – le avanguardie che hanno destrutturato fino a cercarne la morte definitiva (futuristi, Dada, Duchamp, Malevič con il ” Suprematismo”, gli informali, gestuali, d’azione e concettuali… e vattelapesca vari

    non erano mica solo ebrei, Tutt’altro! Quest’ultimi era una piccolissima – spesso talentuosa e spesso no – parte insomma.

    Se, poi, leggi Moshe Idel erede di Gershom Scholem vedrai che quel che a loro attribuisci è un Eresia grottesca da combattersi come da noi cristiani bogomili, dolciniani, fratelli del libero spirito e via dicendo.
    Gli ebrei ortodossi credo ne inorridiscano.

    https://www.adelphi.it/catalogo/autore/1345

    https://www.ibs.it/ebrei-di-saturno-shabbat-sabba-libro-moshe-idel/e/9788880574552?inventoryId=46835529&queryId=a1cc18c7a1dd011b80ecc804e3796ab7

    Con sincera simpatia😀 Ciao
    Ros

    • Peucezio scrive:

      Questione enorme.

      In realtà non penso all’ebreo reale, che comprende pure i poveri cristi del ghetto di Roma che fanno i centurioni al Colosseo per i turisti e che la Raggi voleva pure cacciare (non ricordo se l’abbia fatto) come tante altre persone normali.
      Penso all’ebreo come distillato delle caratteristiche salienti e specifiche dell’ebraicità quale contributo alla storia umana, penso all’ebreo archetipico, in sostanza all’ebreo metafisico.
      Identificabile tutt’al più in una piccola élite di grandissimi capitalisti e di intellettuali dissolutori. Nessuno dei quali tra l’altro preso individualmente esaurisce o corrisponde archetipicamente ad esso, forse nemmeno Soros (ma ci va molto vicino, come il suo maestro Popper).

      Il problema dell’ebraismo è il trascendentismo, che è una forma di materialismo mascherato.
      Ne abbiamo parlato molte volte qui dentro: se distruggi tutte le mediazioni col sacro e trasformi la religione in un sistema razionale o, peggio, in un anelito individuale avulso da ogni forma istituzionalizzata, comunitaria e immanente di spiritualità, elimini il sacro e il numinoso dalla natura e dal mondo e restano solo le macerie della materia. Da qui anche lo scientismo, il riduzionismo, ecc.
      È il problema del protestantesimo, dell’Islam, del giudaismo dopo la distruzione del tempio, che elimina gli ultimi residui di sacro. Tali dottrine sono alla base della modernità come distruzione della mediazione e del pluralismo del mondo.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Peucezio

        “Penso all’ebreo come distillato delle caratteristiche salienti e specifiche dell’ebraicità quale contributo alla storia umana, penso all’ebreo archetipico, in sostanza all’ebreo metafisico.”

        Quello che tu chiami lo “ebreo archetipico” è un interessante oggetto di riflessione.

        Ma siccome non coincide, come tu stessi dici, con la maggior parte degli ebrei realmente esistenti,

        e siccome può incarnarsi in chi non è ebreo,

        perché chiamarlo “l’ebreo archetipico” e non, che so, il “lombardo archetipico” o qualunque altra cosa?

        Fare questa distinzione permetterebbe di togliere di mezzo un sacco di false associazioni che complicano soltanto la riflessione su un’ipotesi che di per sé potrebbe anche essere interessante.

        • Peucezio scrive:

          Beh, ma che c’entra: senza religione ebraica, cristianesimo, marxismo e una serie di altre cose il mondo sarebbe completamente diverso.
          Esiste un ruolo oggettivo dell’ebreo nella storia.

          • PinoMamet scrive:

            Sì, dell’ebreo Gesù di Nazareth 😉

            E del tizio di origine ebraica Karl Marx.

            • Peucezio scrive:

              Ciò che c’è di dissolutore nel cristianesimo viene dalla sua matrice ebraica: Gesù glie ne diceva di tutti i colori.

              E l’ho già spiegato: il trascendentismo, la religione astratta, il monoteismo radicale e semplificatore, l’odio per la mediazione, per il sacro. Non sono creazioni di un individuo, sono la sensibilità di un popolo.

              L’ebreo Karl Marx un corno: il marxismo mondiale è stato ebraico.

              E inoltre ha base veterotestamentaria il protestantesimo, soprattutto nella versione puritana, che è la base della modernità borghese: lì si consuma la rottura con Roma e col mondo medievale.

              Non si tratta certo di individui in sé, ma di storia culturale, del sentire di un popolo.

            • Peucezio scrive:

              Pensa al ruolo della diffusione di massa della scrittura: quanto la tendenza all’astrazione e allo sradicamento da un mondo di cose si deve a quella rivoluzione.

              Ma la scrittura non più relegata a un minuscolo ceto di scribi e funzionari a cosa si deve? All’alfabeto, una genuina elaborazione cananaica: quelli che noi chiamiamo Fenici, ma che sostanzialmente erano la stessa lingua ed etnia degli ebrei.

              E le religioni del Libro hanno rafforzato questa tendenza. I culti tradizionali politeisti e naturalisti fondamentalmente sono di trasmissione orale.

            • PinoMamet scrive:

              Mah, davvero, mi sembra che tu metta insieme delle cose un po’ a caso…

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Peucezio

            “Beh, ma che c’entra: senza religione ebraica, cristianesimo, marxismo e una serie di altre cose il mondo sarebbe completamente diverso.”

            La religione ebraica mi sembra che senza il cristianesimo sarebbe stata del tutto insignificante. E il cristianesimo non l’hanno fatto gli ebrei, se non alcuni all’inizio.

            Poi passano quasi duemila anni in cui “gli ebrei” non fanno storia.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Peucezio

              “Poi passano quasi duemila anni in cui “gli ebrei” non fanno storia.”

              Anni in cui noi toscani abbiamo tirato fuori i numeri che stanno alla base di praticamente tutto il mondo moderno (assai più del cristianesimo), abbiamo inventato il sistema bancario, scoperto la prospettiva, indagato l’anatomia umana, riscoperto la storia antica, pagato la scoperta dell’America, anzi le abbiamo dato pure il nome, abbiamo capito come funziona il sistema solare, inventato il termometro, il telefono e il motore a scoppio…

              Sì lo so, i pignoli possono dire che i numeri li abbiamo copiati dagli arabi o che Copernico ecc…. Però possiamo fare lo stesso gioco con qualunque “eccezionalià ebraica” (ad es, il monoteismo l’avrebbe inventato Akhenaton, Marx si ispirò a Hegel e Adam Smith…).

              Oppure possiamo dire che il Popolo Toscano sia un Popolo con un Destino Speciale, oh.

  33. Ros scrive:

    continuo da:
    “…Nell’arte Moderna e Contemporanea – le avanguardie che hanno destrutturato fino a cercarne la morte definitiva (futuristi, Dada, Duchamp, Malevič con il ” Suprematismo”, gli informali, gestuali, d’azione e concettuali… e vattelapesca vari non erano mica solo ebrei, Tutt’altro! Quest’ultimi era una piccolissima – spesso talentuosa e spesso no – parte insomma…”

    scrivevo sopra.

    Ora, prendi la letteratura e il romanzo, e la loro annichilazione:
    James Joyce (Finnegans Wake), cattolico romano rinnegato, e non😎😉 a giornate conscie e inconscie.

    William S. Burroughs (un po’ tutto: da “Il pasto nudo” a “la macchina morbida” “Nova express” e via cantando…) anarchico tossicomane White Anglo-Saxon Protestant di buona famiglia.

    Brion Gysin (idem come sopra e un po’ tutto pure lui e amico collaboratore di Burroughs)

    Alain Robbe-Grillet (e l’illeggibile Nouveau roman) ateo o agnostico, credo; ma comunque francese.
    Mi fermo qui che no ti voglio tediare con le liste, ma il Nichilismo non segue mica alla freudiana Pulsione di morte, ma alla Melanconia Classica
    https://www.ibs.it/meglio-non-essere-nati-condizione-libro-umberto-curi/e/9788833918402

    , all’Accidia condannata dalla chiesa (Ildegarda di Bingen, tra le altre condannava duro) ed eremi medievali.

    Listetta 😀:

    Georges Minois. Storia del mal di vivere. Dalla malinconia alla depressione (Dedalo).

    Jean Starobinski. L’inchiostro della malinconia (Einaudi).

    Julia Kristeva. Sole nero. Depressione e melanconia (Donzelli).

    Mark Fisher. Spettri della mia vita. Scritti su depressione, hauntologia e futuri perduti (Minimum fax).

    Robert Burton. Anatomia della malinconia, a cura di Jean Starobinski (Marsilio).

    Erwin Panofsky, Raymond Klibansky, Fritz Saxl. Saturno e la melanconia (Einaudi).

    Andrew Solomon. Il demone di mezzogiorno (Mondadori).

    Alain de Botton. Varietà della malinconia (Guanda).

    Claudio Kulesko. Storia del pessimismo
    https://www.indiscreto.org/storia-del-pessimismo/
    https://www.indiscreto.org/tag/claudio-kulesko/

    Gary Greenberg. Storia segreta del male oscuro (Bollati Boringhieri).

    Enzo Cocco. La melanconia nell’età dei lumi (Mimesis).

    Eugenio Borgna. Malinconia (Feltrinelli).

    Aurelio Musi. Malinconia barocca (Neri Pozza).

    Georgi Gospodinov. Fisica della malinconia (Voland).

    Mircea Cărtărescu. Melancolia (La nave di Teseo).

    Neil Novello. Apocalisse. Modernità e fine del mondo (Liguori).

    Roberto Gigliucci. La melanconia. Dal monaco medievale al poeta crepuscolare (Bur).

    Rudolf Wittkower. Nati sotto Saturno (Einaudi).

    Gershom Scholem. Il nichilismo come fenomeno religioso (Giuntina).

    Karl Löwith. Il Nichilismo europeo (Laterza).

    Franco Volpi. Il nichilismo (Laterza).

    Emanuele Severino. Essenza del nichilismo (Adelphi).

    Carlo Scilironi. Nichilismo, sacro e mistero (Cleup).

    Federico Vercellone. Introduzione a il nichilismo (Laterza).

    Karl Löwith, Leo Strauss. Dialogo sulla modernità (Donzelli).

    Ernst Jünger. Oltre la linea (Adelphi).

    Franca D’Agostini. Logica del nichilismo (Laterza)

    Basta qui! Per carità!😀

    Dico, che centrano loro e solo loro con il Cupio dissolvi e forse – ad essere, pure, positivisti – carenze di Serotonina, Dopamina, Noradrenalina.

    https://www.indiscreto.org/bojack/

    Ciao😀
    Ros

    • Ros scrive:

      “…Dico, che centrano loro e solo loro con il Cupio dissolvi e forse – ad essere, pure, positivisti – carenze di Serotonina, Dopamina, Noradrenalina?…”

      loro intendo i “tuoi” ebrei😉

    • Peucezio scrive:

      Ros,
      d’accordo.
      Sono i prodotti della temperie.
      Ma la temperie viene dalla modernità figlia del capitalismo di stampo puritano (come ben c’insegna Max Weber), che è una filiazione diretta dello spirito ebraico.
      In ogni caso trovo che negli intellettuali (ma anche banalmente opinionisti, imprenditori, ecc.) ebrei ci sia spessissimo un sovrappiù di spirito distruttivo e anche di cattiva fede, di abilità mistificatoria.
      Le rivoluzioni marxiste, per dire, le hanno fatte loro.
      Mentre riconosco che hanno avuto un ruolo minimo o inesistente nelle rivoluzioni liberali borghesi: l’illuminismo non è loro. Lo è nel senso estremamente indiretto che ho spiegato prima.

      • PinoMamet scrive:

        “Le rivoluzioni marxiste, per dire, le hanno fatte loro.
        Mentre riconosco che hanno avuto un ruolo minimo o inesistente nelle rivoluzioni liberali borghesi: l’illuminismo non è loro.”

        C’è un motivo molto banale per questo, però…

        • Peucezio scrive:

          Per quale delle due cose?

        • PinoMamet scrive:

          Per entrambe, e sei abbastanza sveglio da non avere bisogno di suggerimenti…

          • Peucezio scrive:

            Che nel ‘700 non contavano niente ed erano relegati nei ghetti, mentre nel Novecento erano già emancipati, forti, ricchi, controllavano la finanza americana, che finanziò la rivoluzione bolscevica, ecc.

            Ma questo spiega la seconda cosa, non la prima.
            La prima a me pare banale: una grande potenza cristiana dava fastidio, bisognava imporre il materialismo ateo.

            • PinoMamet scrive:

              “La prima a me pare banale: una grande potenza cristiana dava fastidio, bisognava imporre il materialismo ateo.”

              E gli dava fastidio anche anche il misticismo ebraico? 😉

              Guarda che nei gulag non andavano solo i cristiani, gli ebrei russi ricordano spesso e volentieri che durante il Comunismo erano perseguitati quasi quanto da Hitler, se seguitavano a essere religiosi…

              la cosa, Peucezio, è molto più semplice (per modo di dire):
              la Russia comprendeva allora un sacco di territori lituani, ucraini, polacchi ecc. in cui era storicamente stanziata la popolazione ebraica orientale.

              Che era piuttosto numerosa (altrimenti Hitler non li avrebbe ammmazzati a milioni…)

              Molti di questi, che per farla breve avevano trovato un’occupazione appunto nella crescente industrializzazione, si erano riuniti in un sindacato (il famoso Bund) che aveva come scopi anche la lotta contro l’antisemitismo, oltre a ideali socialisti.

              Il Bund fu poi assorbito dal movimento socialista generale e infine proibito quando il comunismo prese il potere…

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                “Guarda che nei gulag non andavano solo i cristiani, gli ebrei russi ricordano spesso e volentieri che durante il Comunismo erano perseguitati quasi quanto da Hitler, se seguitavano a essere religiosi…”

                Con Stalin, che ha degiudaizzato e ri-nazionalistizzato l’Unione Sovietica.

                Ma continuo a non capire la tua spiegazione.
                Se il marxismo fosse stato davvero solo l’espressione della volontà di riscatto di operai e ceti sfruttati, le rivoluzioni marxiste le avrebbero fatte i gentili, gli operai russi, per dire.
                Glie ebrei erano per lo più portatori, insieme a parte dei ceti borghesi russi debosciati, di una visione nichilistica antinazionale, antireligiosa e rivoluzionaria o comunque sovversiva (non solo dello stato, ma delle istituzioni sociali di base, la religione appunto, la famiglia, infatti i bolscevichi istituiscono immediatemente il divorzio).

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Gli ebrei erano una minoranza di borghesi che stavano male e quindi inevitabilmente andavano a sinistra. Come gli LGBT in tempi più recenti, se vogliamo.
                Essendo borghesi, però, avevano quel livello di istruzione più elevato che gli permetteva di essere più influenti dell’operaio medio nel movimento socialista.

                Sarebbe interessante vedere quanto fossero rappresentati, invece, nei movimenti anarchici che erano radicati nelle campagne. Le simpatie di Habsburgicus per l’Ucraina una mezza idea me la danno.

              • PinoMamet scrive:

                A parte condividere nella sostanza le riflessioni di Mauricius;

                mi sutpisce una cosa, Peucezio, del tuo modo di porre la questione.

                Cioè, tu assolutizzi il valore che un’azione ha per te , dando per scontato che abbia “oggettivamente” lo stesso valore per tutti.

                Prendi il divorzio. per te è un elemento negativo, dissolutore ecc.
                “Quindi” chi lo propugna deve necessariamente farlo perchè vuole dissolvere la famiglia;
                e quale persona normale lo vorrebbe?

                perciò non deve essere una persona normale, ma appunto una persona “speciale”, che per qualche vizio o, permettimi lo scherzo, difetto di fabbrica, deve volere il male della società anziché il suo bene.

                mentre magari semplicemente pensa (come migliaia di persone…) che il divorzio sia un bene per la società (non mi dilungo sui motivi: non stiamo discutendo di divorzio, ma della maniera in cui ti costruisci il tuo “nemico”…)

              • Miguel Martinez scrive:

                Per PinoMamet

                “mi sutpisce una cosa, Peucezio, del tuo modo di porre la questione.”

                Condivido, ma credo che sia un meccanismo trasversale.

                Io vedo il proprietario di un bar un po’ nevrotico, che ha messo da parte i soldi per comprarsi la villa al mare, ma si trova un’ispezione del fisco per alcuni scontrini non emessi dodici anni fa (e pensava che bastava conservare la documentazione per cinque anni, ingenuo!), ci sono recensioni negative su TripAdvisor fatte in serie dal tizio che vuole aprire il bar di fronte a lui, c’è un nigeriano che dà di matto e spaventa i clienti, il Comune gli nega il dehors… e allora vota Lega e magari su Facebook si sfoga contro quelli che ti mettono le tasse solo per vessarti e dare i soldi agli stranieri che sono tutti delinquenti.

                Altri ci vedono la “cultura dell’Odio”, il “non aver fatto i conti con la storia del Novecento”, la mancanza di una “mentalità democratica e aperta”, “l’Urfascismo” e altre cose che il povero barista manca sa cosa significhino.

              • Miguel Martinez scrive:

                “quelli che ti mettono le tasse solo per vessarti e dare i soldi agli stranieri che sono tutti delinquenti.”

                Che a pensarci è anche qui lo stesso meccanismo: attribuire motivi ideali a chi invece si arrabatta giorno per giorno ad affrontare dei problemi.

              • PinoMamet scrive:

                Sono d’accordo

  34. Ros scrive:

    ps
    continuo, la mia risposta a Peucezio, da un commento appena precedente ma ancora in moderazione.
    Se passa ci capiamo meglio😎

  35. habsburgicus scrive:

    oggi sono 100 anni della Repubblica turca…illis diebus era il 29 teshrin-i evvel 1339, oggi è il 29 Ekim 2023 (teshrin-i evvel=Ekim c’est-à-dire Ottobre, dopo la “purga” della lingua :D; 1339=1923 d.C)
    se qualche turco ci legge auguri vivissimi !

  36. Fuzzy scrive:

    https://www.lastampa.it/scienza/2023/10/24/news/topi_vita_marte-13806479/
    I topi potrebbero vivere anche su Marte.
    A pensarci bene è una roba da matti.

    • Fuzzy scrive:

      Tipo uno potrebbe chiedersi se i topi che potrebbero sopravvivere su Marte, potrebbero sopravvivere a Gaza.
      Secondo me quelli che erano sopravvissuti sono già stati mangiati.
      Dico sul serio

      • PinoMamet scrive:

        Mi pare un po’ un’esagerazione…

        • Fuzzy scrive:

          Israele ha riaperto la seconda delle tre condutture idriche che forniscono acqua alla Striscia di Gaza, consentendo ora a un totale di circa 28,5 milioni di litri al giorno di fluire nel territorio gestito da Hamas. Lo riporta Tiems of Israel. La fornitura totale di 28,5 milioni di litri al giorno rappresenta poco più della metà dei circa 49 milioni di litri al giorno forniti da Israele prima della guerra. Il 9 ottobre, Israele ha tagliato le condutture dell’acqua, secondo un funzionario del Cogat (Coordinator of Government Activities in the Territories) ma la settimana scorsa ha riaperto uno dei gasdotti meridionali con un flusso ridotto. Secondo il coordinatore ora ci sono acqua e cibo sufficienti per soddisfare le esigenze umanitarie di Gaza, aggiungendo che l’agenzia monitora costantemente la situazione nel territorio.

          21 minuti fa

          È un’esagerazione.

    • Moi scrive:

      Quelli erano i Biker Mice From Mars 😀

      https://www.youtube.com/watch?v=QytoDhwTBfs

      la Schlein ha rivelato nell’ intervista Pre Vittoria su Bonaccini ad Alessandro Masala che piacevano anche a lei …

  37. Ros scrive:

    I cannoli + buoni e + siciliani di tutta la trinacria intera li fanno gli albanesi arbëreshë “da chiana”, di Piana 😀
    https://it.wikipedia.org/wiki/Piana_degli_Albanesi
    alla faccia delle identità!

    E lo posso soggettivamente garantire.
    https://www.scattidigusto.it/2023/01/28/cannoli-piana-degli-albanesi-fatti-in-casa-extrabar/

    https://www.scattidigusto.it/2021/01/17/cannoli-siciliani-la-classifica-delle-10-migliori-pasticcerie-in-sicilia/

    • Ros scrive:

      …il posto è pure meraviglioso😍 e le fanciulle con qualcosa esotico-sfizioso, di selvatico e zingaro-gnocchicheggiante.
      Anche questo lo garantisco di prima mano😀

    • PinoMamet scrive:

      Un compagno di scuola era di Piana!
      Garantisco sulla bontà dei cannoli.

      Tentò inutilmente, in gita, di insegnarmi una canzone in arbereshe.

      Molto simpatico (altro che i finkler! 😉 ) per motivi suoi adesso se ne è tornato giù.

      • Ros scrive:

        @PinoMamet: “…Un compagno di scuola era di Piana!”

        io invece sono più di vent’anni che sto su (al nord nord della penisola, e in giringiro) e non torno giù.

        E – mi sa – non credo proprio che ci tornerò mai più.

  38. Peucezio scrive:

    Andrea,
    “A me personalmente quello che dà profondamente fastidio del fascismo è la sua esaltazione dell’irrazionale, dell’azione fine a se stessa, di una Tradizione di cartapesta – che poi sono tre modi diversi di dire la stessa cosa.”

    Lasciami dire che la tua è un’interpretazione quantomeno molto personale del fascismo.
    Se definisco una cosa nel modo che mi gira, anziché per quello che è, per forza poi che posso criticarla.

    Ma quello che mi sorprende è perché respingi l’esaltazione dell’irrazionale per poi abbracciare quest’idea di una funzione catartica e rigeneratrice della violenza bellica.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ peucezio

      “catartica”

      Innanzitutto non è la visione mia ma quella di Umberto Eco. Sono lusingatissimo che tu l’abbia attribuita a me. 😉

      In secondo luogo, non ho parlato affatto di catarsi. Non sono mica il Corridoni di “guerra sola igiene del mondo”. Ho detto e ripeto che la distribuzione delle guerre in funzione del numero delle vittime non è cambiata nei corso dei millenni, perciò ritengo quantomeno dubbio che possa cambiare in un futuro prevedibile. Non è che il meteorologo che predice uragani predica la funzione catartica di un uragano. Indubbiamente la nostra intelligenza si è evoluta in modo danon lasciarci soccombere facilmente agli uragani; pare sensato immaginare lo stesso per le guerre.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Peucezio scrive:

        Sai che proprio non mi è chiaro?

        E se anche la guerra fosse non un auspicio ma una necessità, il bellicismo fascista non sarebbe un utile antidoto contro l’illusione opposta?

        Parlo per assurdo: non sono affatto bellicista e non è l’aspetto del fascismo in cui più mi riconosco.

        Quello che mi chiedo è a che serve il progresso se rimaniamo delle bestie che continuano a distruggersi a vicenda. Meglio almeno distruggersi con le clave che con la bomba atomica, almeno qualcuno sopravvive.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ peucezio

          “non è chiaro”

          La guerra è presente in tutta la storia umana, giusto?

          È stata osservata in forme simili a quella umana persino fra gli scimpanzé.

          Allora sono io che ti chiedo: vogliamo raccontarci la favoletta di un mondo senza guerre, che mai è esistito e che verosimilmente non esisterà in un prevedibile futuro, o vogliamo diventare il più resilienti (parola abusata, ma quando ce vo’ ce vo’) possibile alle guerre che comunque ci saranno?

          Tu vivi in un paese sismico. Che fai, la novena a Padre Pio perché ci salvi dal terremoto o costruisci una casa antisismica? Bada che la casa antisismica non allontana il terremoto, ne riduce il danno.

          Il che spiega tra l’altro, in concreto, perché sono nettamente contro la cagnolinesca acquiescenza Italiana a Washington ad esempio su Ucraina e Israele: perché rende casa Italia non più, ma meno antisismica.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Peucezio scrive:

            Andrea,
            “La guerra è presente in tutta la storia umana, giusto? ”

            Sbagliato.
            Raccontami un po’ delle guerre neolitiche.

            La guerra è un portato di popoli specifici con strutture sociali di tipo patriarcale ed economie di tipo pastorale.
            Essenzialmente i semiti e gli indoeuropei. Da noi. Altrove i loro corrispettivi pastori nomadi. Sicuramente gli altaici, forse più di tutti.

            Oggi peraltro la guerra vera, quella mondiale, non le scaramucce locali, non possiamo più permettercela, perché comporterebbe l’estinzione dell’umanità e di ogni forma di vita (o quasi) sulla terra.

            • PinoMamet scrive:

              ” Sbagliato.
              Raccontami un po’ delle guerre neolitiche”

              Grazie al cazzo, Peuce ‘, si chiama pre-istoria per un motivo!

              Comunque i popoli nativo americani, i polinesiani ecc. facevano fior di guerre prima dei metalli, e non erano né semiti né indieuropei…

              • Peucezio scrive:

                Ma se nella preistoria non si scrive, come cazzo si fa a sapere che c’erano le guerre? 😀

                Scherzi a parte, le guerre lasciano anche tracce archeologiche.

              • PinoMamet scrive:

                Ricordo lontani articoli dove appunto se ne parla.

                Ma dei nativi americani e dei polinesiani si sa bene.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Peucezio

              “La guerra è un portato di popoli specifici con strutture sociali di tipo patriarcale ed economie di tipo pastorale.”

              Non credo che i nahua o gli irochesi fossero pastori.

              Ma non lo erano particolarmente nemmeno gli indoeuropei, quando si poteva ancora parlare di una cultura unica: certamente le parole base indoeuropee comprendono quelle della pastorizia, ma anche quelle dell’agricoltura. E certamente appena entrano nella storia, i singoli popoli di lingue indoeuropee – iranici, indiani, greci, romani, ittiti, celti, slavi, ecc. non compaiono come pastori (poi qualche singolo riferimenti si può trovare sempre).

              E i semiti compaiono come i cittadini babilonesi…

              • Peucezio scrive:

                Miguel,

                Gli indoeuropei erano anche agricoltori, certo.

                Comunque colpisce come gli studi di genetica sembrano riesumare i vecchi, un po’ schematici luoghi comuni su popoli seminomadi guerrieri e società relativamente pacifiche di produttori.

                “E i semiti compaiono come i cittadini babilonesi…”

                Beh, no.
                I semiti babilonesi compaiono come Amorrei, cioè popoli dell’ovest, del deserto, che premevano sulle città sumere e poi accadiche, infatti poi si accadicizzano, ma in origine parlano un idioma semitico occidentale.

                Ma la stessa cosa avviene con gli “accadici” secoli prima: gruppi umani di pastori a struttura sociale gentilizia penetrano nelle città stato sumere e piano piano sìimpongono.
                In ogni caso, malgrado questo paradosso per cui le nazioni semitiche storiche prendono nomi dalle città (Akkad, Babilonia, Assur) i semiti non hanno inventato le città, è un tipo di struttura che hanno mutuato da popoli non semitici.

              • Peucezio scrive:

                Mi spiego meglio:
                come forse saprete, quando parliamo di lingua “babilonese” o “assira” (che è la stessa cosa) non parliamo della lingua dei popoli che in origine hanno creato le strutture politiche che chiamiamo “impero babilonese” e “assiro”, ma parliamo della lingua accadica, cioè di quei semiti orientali che per primi si sono sovrapposti e imposti sui sumeri (non semiti) e che gli amorrei, in origine semiti occidentali, hanno acquisito, assorbendo la lingua dei popoli invasi, molto più evoluti.

                Nel Vicino Oriente è spesso andato così, pensate all’aramaico, lingua del tardo impero assiro e di quello neobabilonese, ma che era la lingua di popoli del nord della Mezzaluna fertile (diciamo fra il nord della Mesopotamia e della Siria) che non hanno mai creato strutture politiche loro importanti, ma sono stati sottomessi.

              • PinoMamet scrive:

                Mmmm non ho capito come fa la genetica a dire se un popolo era più o meno pacifico…

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                non da sola, insieme a tracce archeologiche.

                Comunque, se in una popolazione a un certo punto arrivano dei maschi, il genoma dei maschi autoctoni sparisce e i discendenti sono tutti figli di maschi importati e donne locali, è difficile pensare a una popolazione pacifica.
                Patriarcato e guerra vanno sempre insieme, con buona pace delle amazzoni (che infatti sono per definizione mascoline).

  39. Peucezio scrive:

    Inoltre,
    credi nella scienza, ma nell’uomo delle caverne.
    Cioè la scienza deve solo dare all’uomo strumenti per distruggersi con più efficienza (si è visto con l’atomica). E quindi consentirebbe all’uomo di sopravvivere (grazie a un olocausto nucleare, che dai per imminente e sembra quasi che sotto sotto auspichi).
    E che ce ne facciamo della scuola pubblica una volta che grazie alla tua scienza che ci fa sopravvivere portandoci all’olocausto nucleare saremo tutti morti?

    • Francesco scrive:

      Non per nulla il nostro Andrea è un marxista e un positivista.

      E non sto scherzando nè intendo insultarlo, niente affatto.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        “Non per nulla il nostro Andrea è un marxista e un positivista.

        E non sto scherzando nè intendo insultarlo, niente affatto.”

        M la sono presa con te quando hai detto che era “in malafede”, non perché lo hai incasellato in una maniera che mi sembra plausibile, come adesso. Non ti preoccupare, non offendi 🙂

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ peucezio

      “credi”

      Aridaje con ‘sto ‘credi’.

      Dall’uomo delle caverne (che ci ha lasciato Lascaux e Göbekli Tepe) a noi no sono passati manco centomila anni. Sul piano dell’evoluzione meno di un battito di ciglia. Vorrei ben vedere “che non credessi all’uomo delle caverne”: siamo noi!

      L’unica cosa che ci distingue è il progresso scientifico e tecnico, o, per meglio dire, l’atteggiamento mentale che ha consentito quel progresso.

      Per il resto Quasimodo più che poesia fa cronaca.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Peucezio scrive:

        A parte che secondo me è il progresso che genera l’atteggiamento mentale, non il contrario.
        In ogni caso il progresso scientifico crea comodità, cioè, alla lunghissima, gente incapace di fare la guerra.
        È diseducativo, ma è un bene.

        • tomar scrive:

          Peucezio:
          “In ogni caso il progresso scientifico crea comodità, cioè, alla lunghissima, gente incapace di fare la guerra.”

          Non ne sono molto convinto, credo anzi che la ricerca di maggior comodità (una spinta umana fondamentale e universale che sperimento su di me ogni giorno) sia il motore antropologico di fondo che spinge alla maggior parte delle guerre.
          Dalle invasioni cosiddette barbariche alla conquista del West, alla “grande proletaria si è mossa”, al Lebensraum nazista, ai coloni israeliani in Cisgiordania sono tutte storie di gente che fondamentalmente vuole stare più comoda a spese d’altri.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Tomar

            “Peucezio:
            “In ogni caso il progresso scientifico crea comodità, cioè, alla lunghissima, gente incapace di fare la guerra.”

            Aggiungo una cosa.

            Chi ha la Vita Comoda e una certa età in cui sono passati i furori giovanili, è MOLTO contrario alla guerra.

            Cioè a quei pazzi criminali che vogliono, loro sì, la guerra!

            E quindi chi fa la Vita Comoda spera tantissimo che i nostri robot li possano sterminare e farci vivere in pace.

            Si vis pacem, para bellum, anzi paga bellum!

            • Peucezio scrive:

              E quando tutti avranno robot abbastanza sofisticati?

              Gli esempi di tomar sono comunque società preconsumistiche.

              • tomar scrive:

                Peucezio:
                “Gli esempi di tomar sono comunque società preconsumistiche.”
                Guarda che proprio la società consumista è quella che ha sviluppato la ricerca della comodità più di ogni altra precedente: a che pro vengono accettate le guerre del petrolio se non pensando “così avremo la benzina, così avremo il riscaldamento garantito”.
                E perché è così difficile la battaglia contro l’uso dissennato della plastica se non per il fatto che che è “così comoda, così pratica”. E qui la guerra per star più comodi la stiamo facendo anzitutto a tutti gli animali degli oceani, una guerra sempre più distruttiva e autodistruttiva.

    • Francesco scrive:

      Infatti sulle colonie il mio parere coincide con quello di Hamas: vanno distrutte tutte. Cosa che non succederà anche per le azioni di Hamas, che hanno molto contribuito a radicalizzare gli israeliani e a far diventare mainstream le posizioni di pochi esaltati.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ francesco

        “distrutte”

        Esatto

        Peccato che le colonie abbiano iniziato a espandersi dopo il 1967, mentre Hamas nasce circa quarant’anni dopo.

        Non è Hamas che ha esacerbato gli animi degli Israeliani; è Israele che ha esacerbato gli animi dei Palestinesi.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        P.S. Proprio Israele appoggiò all’inizio la nascita di Hamas per frantumare il fronte Palestinese fino allora egemonizzato dall’OLP. Israele ha voluto copiare il divide et impera dei Romani, ma senza il loro parcere victis il debellare superbos è controproducente. Vincere scis, victoria uti nescis.

  40. Moi scrive:

    SE ci fosse onestà intellettuale, tutte le parti in causa dovrebbero lasciare fuori il Cristianesimo e i “Crociati” (WTF ?!) dalla retorica su questa guerra : adesso (!) , il Cristianesimo non è che un distributore universale di buoni sentimenti universali e a-storici … tipo Harry Potter 🙂 , esautorandone l’ autrice ! ;-D .

  41. Peucezio scrive:

    Pino,
    “Io conosco diversi israeliani, la maggioranza dei quali ha fatto il militare là, un paio in “corpi speciali “…
    E nessuno odia gli arabi o auspica il loro sterminio. ”

    Io però guardo i fatti, con tutti il rispetto per i tuoi amici militari.
    Sai, se uno mi viene a dire: “no, ma io ho un amico nell’Isis e ti assicuro che è un tipo docile e mansueto…”, per carità, posso pure credergli, ma poi restano gli ammazzamenti e tutto il resto.

    Comunque io non credo che sia una questione di odio per gli arabi, ma per i gentili in genere.

    • PinoMamet scrive:

      Ma va là.
      Forse il tuo “ebreo archetipico” odierà i gentili.
      Con tutto il bene: è una creazione tua, te lo puoi immaginare come vuoi.

      Gli ebrei veri sono un filo più… veri. 😉

  42. Ros scrive:

    @Peucezio😀

    A me viene il sospetto che tu, Peucezio, nell’alimentare la propria proiezione dell’Archetipo (Ombra junghiana) “ebreo” quale dissolutore delle civiltà e diversità –
    cosa che farebbe poi per vezzo e per fatale-escatologico destino – sia, anche oramai subconsciamente, portato da alcune circostanze.
    Provo ad elencarle:

    Anni ’20, e ’30; l’ebreo esce è uscito da quasi un secolo dal ghetto e dallo Shtetl, con tutte le sue ricchissime potenzialità poco o mai espresse (ricchissime poiché inespresse) è si è fatto strada nell’arte, nelle libere professioni… e pure nella finanza.

    Questo successo provoca non poche invidie e malumori che tenderanno a trasformarli in capri espiatori in seguito con il venir fuori di problemi che sempre si sa vengono fuori.

    Alcuni pampleth, libelli, ecc, resi pubblici tempo a dietro per altre motivazioni che non li riguardavano: Sergyei Nilus “Protocolli dei savi di Sion”:

    vedi Sergio Romano, molto attendibile a tal proposito nei “I falsi protocolli” (Tea).

    I Protocolli, un libello satirico nato contro il liberalismo e fakeato dopo ad arte per diventare un complotto sinarchico giudaita.

    La fonte originaria dell’opera è un pamphlet del 1864 intitolato “Dialogue aux enfers entre Machiavel et Montesquieu”.
    (non citerei – citandolo – al proposito il romanzo “Il cimitero di Praga” di Eco – Bompiani – per una certa faciloneria e parzialità del nostro in tali campi).

    “In quei tempi” (come sovente s’esprime la “Buona Novella”😀) vengono sdoganate parecchie chincaglierie fuori tempo e fuori contesto a far ulteriore (cattivo) brodo: Martin Lutero “Degli ebrei e delle loro menzogne” Einaudi, tragl’altri.

    E scritti freschi novi novi che il tema è caldo (Dreyfuss) di tendenza (l’ebreo – in genere e impressione relativa – ha successo, è il vincente, è visto come il “potere forte” del momento (per adesso, e erroneamente, poiché la stragrande maggioranza s’arrabatta come può)
    e quindi è nobile e giusto dargli al vincente arraffone, ladro di orfani e vedove!

    Dai socialisti gli ebrei vengono assimilati al Capitalismo tramite il Protestantesimo di Weber:
    Michele Battini “Il socialismo degli imbecilli” (Bollati Boringhieri).

    Vengono assimilati alla “modernità” che non a tutti – luddisti materiali e metafisici della Tradizione – sappiamo piacciono i cambiamenti, visti sempre come ulteriore decadenza e allontanamento dalla mitica esodiana “età dell’Oro” e di Saturno:
    Hannah Arendt “Ebraismo e modernità” (Feltrinelli).

    Francesca Trivellato ” Ebrei e capitalismo” (Laterza)

    Dall’altra parte vengono, altresì, visti come causa del Bolscevismo:
    Paul Hanebrink “Uno spettro s’aggira per l’Europa” Einaudi.

    In altri misticheggianti ambienti vengono riverdite aberranti correnti eretiche lontane parenti dell’Ebraismo come fossero accettate e seguite:
    Jacob Frank e il Frankismo, Sabbataisti di Sabbathai Zevi, Donmeh, …
    non mi ci dilungo, il tema merita molte pagine😉😎

    Daniele Mansuino “Jacob Frank e il Frankismo”
    https://www.riflessioni.it/esoterismo/jacob-frank-frankismo.htm
    basti per cominciare ad esserne curiosi.

    Il Talmud viene spesso tradotto a stralci fuori contesto e interpretato a cazzo e a fantasia:
    Harry Freedman. storia del Talmud. Proibito, censurato e bruciato (Bollati Boringhieri),
    Elie Wiesel “Sei riflessioni sul Talmud” (Giunti).

    Esce “L’ebreo internazionale” di Henry Ford… (ce ne sarebbe da dirne, ma… il tempo.,.. la lunghezza che ne verrebbe… mi fanno, per adesso ,desistere).
    https://ia601005.us.archive.org/16/items/lebreointernazionale/L%27EBREO%20INTERNAZIONALE.pdf
    e qua Peucezio gongolando ci va a nozze😉

    Celine scrive “Bagatelle per un massacro”, ritenendo gli “ebrei della Finanza” i fautori della guerra – la II° mondiale – che vede approssimarsi; lui che l’ha fatta, odia profondamente la guerra (Louis-Ferdinand Céline “Guerra” Adelphi).
    Celine non immaginava certo olocausti e persecuzioni di innocenti, lui era contro i “poteri forti”, almeno lo erano a suo vedere. Era una brava persona terrorizzata dalla guerra a venire, toppando e sragionando un po’. Come poteva immaginare?

    Anche su Celine e il suo “Bagatelle” ce ne sarebbe da dire…

    Infine una piccola bibliografia per saperne di più nel caso:

    Abraham B. Yehoshua “Antisemitismo e sionismo” (Einaudi).
    Amos Luzzatto “Il posto degli ebrei” (Garzanti).
    Amos Oz “Gli Ebrei e le parole. Alle radici dell’identità ebraica” (Feltrinelli).
    Daniel Fishman “Il grande nascondimento. La straordinaria storia degli ebrei di Mashad (Giuntina).
    Delphine Horvilleur “Riflessioni sulla questione antisemita” (Einaudi).
    Elena Loewenthal “Gli ebrei, questi sconosciuti” (Baldini & Castoldi).
    Daniele Menozzi. «Giudaica perfidia». Uno stereotipo antisemita fra liturgia e storia (Il Mulino).
    Hannah Arendt “Ebraismo e modernità” (Feltrinelli).
    Émile H. Malet “Freud e l’uomo ebreo. La chiara coscienza di un’identità interiore” (Inschibboleth).
    Franz Rosenzweig “Che cosa significa essere ebrei” (Castelvecchi).
    Gaia Servadio. Giudei (Bompiani).
    Fritz A. Rothschild “Il cristianesimo secondo gli ebrei (Claudiana).
    Georges Bensoussan “Gli ebrei del mondo arabo” (Giuntina).
    Elio Toaff “Perfidi giudei, fratelli maggiori” (Il Mulino).
    Elena Loewenthal “Scrivere di se. Identità ebraiche allo specchio” (Einaudi)
    Abraham B. Yehoshua “Il labirinto dell’identità” (Einaudi)
    Simon Schama “La storia degli ebrei” (Mondadori)
    Yuri Slezkine “Il secolo ebraico” (Einaudi).
    Shlomo Sand. L’invenzione del popolo ebraico (Rizzoli, Bur)
    Sergio Quinzio “Radici ebraiche del moderno” (Adelphi).
    Sergio Romano “I falsi protocolli” (Tea).
    Roberto Finzi “Il pregiudizio. Ebrei e questione ebraica in Marx, Lombroso, Croce” (Bompiani).
    Roberto Finzi “Breve storia della questione antisemita” (Bompiani).
    Michael Löwy “Figure della cultura ebraica mitteleuropea” (Bollati Boringhieri).
    Michele Battini ” Il socialismo degli imbecilli” (Bollati Boringhieri).
    Vladimir Goldkorn “La scelta di Abramo” (Bollati Boringhieri).
    Umberto Eco citerei “Il cimitero di Praga” (Bompiani)
    Götz Aly “Perché i Tedeschi. Perché gli Ebrei” (Einaudi).
    Jean-François Lyotard “Heidegger e gli ebrei” (Feltrinelli)

    la smetto qui!
    Ciao😀
    Ros

    ps
    Il caro e buon Peucezio ci è forse, ahimè😥, rimasto alla subconscia impressione-imprinting dei “Protocolli”? Antiliberalisti, e dell'”ebreo internazionale” di Henry Ford?😀

    sto tralasciando un sacco di cosette per semplificare e non scrivere incomprensibili “papiri”, come si suole dire in rete;
    magari alla prossima😀

    • Ros scrive:

      Riassumendo e strizzando ben bene la pezza,
      gli ebrei (come pure altre minoranze: Cagots, zingari eccetera – https://www.ibs.it/figli-di-lucifero-segreto-perduto-libro-enrica-perucchietti-paolo-battistel/e/9788833361031?inventoryId=152861137&queryId=63273aefe5a9ee7e77d817e495a918a2 -) hanno avuto la rognosa malasorte d’essere perennemente usati come parafulmine alle porcate altrui. E spesso, ingenuamente, di farcisi usare.

      Capri espiatori da additare come colpevoli ed untori, e sfogare malanimi e violenze.

      Onde salvare le chiappe, e i sacchi colmi di bottino, ai veri responsabili.

      Bellissima la storia dei Cagots 😀

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Ros

        “hanno avuto la rognosa malasorte d’essere perennemente usati come parafulmine alle porcate altrui. E spesso, ingenuamente, di farcisi usare.”

        Io invece la penso come Slezkine.

        Ci sono funzioni sociali fondamentali che devono essere svolte da estranei; e ci deve essere una reciproca diffidenza per mantenere questa estraneità. Non è che sono i “cattivi slavi” che se la prendono con i “poveri ebrei”, così perché gli gira.

        E’ che per mantenere il rapporto tra contadini e fornitori di servizi urbani/finanziari, è necessario che entrambi diffidino radicalmente dell’altro. Gli ebrei non solo vengono “rinchiusi”; rinchiudono se stessi con una lingua completamente diversa (lo yiddish), abbigliamento diverso, dieta incompatibile, divieto di matrimoni misti, circoncisione.

        E’ una polarità forte che spesso forma scintille e qualche volta corti circuiti.

        C’è sicuramente qualche somiglianza con la storia degli zingari (per altri versi molto differente): non a caso le donne zingare si vestono in maniera immediatamente e volutamente visibile, i matrimoni misti vengono puniti, conservano una lingua antica.

        • Ros scrive:

          Per Miguel

          D’accordissimo😃 con la tua disamina.

          Difatti, anche, scrivevo : “…e spesso, ingenuamente, di farcisi usare…”

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “Ci sono funzioni sociali fondamentali che devono essere svolte da estranei”

          Però in Italia questa funzione di intermediazione da parte di estranei non c’è veramente stata: gli ebrei hanno perso la loro nicchia di mercato dopo l’Alto Medioevo, gli zingari non hanno mai avuto un vero e proprio ruolo sociale riservato (il parassitismo non lo è), gruppi minoritari come i valdesi facevano più che altro comunità a sé…

          • Miguel Martinez scrive:

            Per MT

            “Però in Italia questa funzione di intermediazione da parte di estranei non c’è veramente stata”

            In linea di massima ti do ragione. Però in parte ci sono stati i circensi, quelli che portavano in giro gli orsi, gli zampognari; e credo che ci fossero dei tabù riguardanti gli artigiani e i fabbri itineranti. Ma è da approfondire.

            • PinoMamet scrive:

              Gli orsari (che poi portavano in giro anche scimmie, cammelli ecc.) erano una tradizione del “mio” Appennino…

              Sui “magnani ” o calderai ambulanti credo ci fossero credenze che li accomunavano agli zingari (e chissà che qualche parentela non si sia formata davvero) ma sono idee ormai perse nelle nebbie dei ricordi dei più anziani, anzi, ormai dei loro genitori…

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Zampognari e orsai, però, mi sembrano lavori evitati più per motivi economici che sociali: se possi faccio altro perché il gioco non vale la candela.
              Mentre prestito a interesse e riscossione sono attività ad alto valore aggiunto (che quindi permettono a chi le esercita di accumulare ricchezza), ma devastanti dal punto di vista sociale.

            • Peucezio scrive:

              Miguel,
              ma i circensi non hanno distrutto la religione e imposto al mondo una visione materialista.

          • PinoMamet scrive:

            In Italia peraltro mancava anche una vera differenziazione nell’abbigliamento (il “cappello ebraico ” o il “cappello rosso ” in certi periodi storici o altri segni distintivi dovevano anzi essere imposti a bella posta)
            e di lingua (il giudaico romanesco è una forma arcaica di romanesco con prestiti ebraici, idem altre parlate in altre parti della Penisola).

            Mentre invece per esempio la funzione di intermediari- svolgitori di servizi mancava nei famosi shtetl dell’Europa orientale, dove erano tutti ebrei e quindi facevano tutto…

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Non ho le idee molto chiare sul punto, ma mi pare che in genere in Italia:
              – l’antigiudaismo e la ghettizzazione siano qualcosa di imposto abbastanza artificialmente per motivi di proselitismo religioso (“noi predichiamo a loro, ma loro non devo poterlo fare con noi”), ma che manchi la frattura etnica che invece c’era in Europa orientale;
              – l’Italia, terra di città, non ha mai patito negli ultimi mille anni l’assenza di un ceto “mercuriale”, anzi;
              – gli Stati italiani, cattolici in modo relativamente omogeneo, non sfoltivano periodicamente la propria borghesia cristiana per il cuius regio eius religio;
              – l’Italia è nata anche con l’idea dell’emancipazione (“abbiamo degli italiani a cui non è permesso essere pienamente italiani dai preti e dai parrucconi”, cioè ebrei e valdesi), per cui abbiamo personaggi tipo il fondatore del Piccolo di Trieste che erano patrioti, irredentisti e poi fascisti al 100% (il nostro vantava colloqui settimanali con Mussolini) e che se provavi a dire loro che erano di razza/nazionalità israelitica c’era la possibilità che chiedessero un intervento d’urgenza delle camicie nere. Per te. Almeno finché è durata;
              – l’antisemitismo ideologico sia stato di importazione, ovvero che l’Italia abbia guardato l’estero e copiato (come al solito) per diventare un paese normale;
              – che l’antisemitismo abbia trovato del terreno fertile nell’antigiudaismo cattolico, ma fino ad un certo punto (Pio XI e la sua enciclica sono il culmine di questo incontro lì diventato scontro).

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Non ho le idee molto chiare sul punto, ma mi pare che in genere in Italia:”

                Mi torna tutto!

              • PinoMamet scrive:

                Anche a me

              • Lucia scrive:

                “tipo il fondatore del Piccolo di Trieste che erano patrioti, irredentisti e poi fascisti al 100% ”
                O il podestà di Ferrara, l’avvocato Ravenna, fino al 1938.
                Fra l’altro, essendoci state le bonifiche ferraresi più o meno in concomitanza con l’unità d’Italia (da Wikipedia “Bonifiche Ferraresi venne costituita in Inghilterra nel 1871 col nome di Ferrarese Land Reclamation Company Limited”) svariati proprietari terrieri poi erano ebrei.
                (Ne approfitto per ringraziare Pino delle risposte datemi nei giorni scorsi, e insomma in generale – si sa che solo pochi intellettuali iniziati, ovvero Ebrei, possiedono le chiavi del Misterioso Mondo Cabalistico 😁)

              • Peucezio scrive:

                Quella di Mauricius mi pare una buona sintesi.

                Il fatto stesso che nel basso Medioevo gli italiani, spesso chiamati “lombardi”, cioè “longobardi”, venissero identificati come mercanti (cosa vera fondamentalmente per i toscani)…
                La società italiana è troppo varia e complessa per aver bisogno di agenti esterni che si specializzino in compiti estranei agli italiani stessi.

  43. Fuzzy scrive:

    https://www.greenme.it/salute-e-alimentazione/mangiare-sostenibile/corea-del-sud-piano-nazionale-alimentazione-a-base-vegetale/

    Dopo la Danimarca pure la Corea del Sud.
    Piano nazionale alimentazione a base vegetale.
    C’è qualcosa di strano, va detto, comunque per il momento fuochi d’artificio.
    🗯💥💥💥💫👍

    • Fuzzy scrive:

      https://ilfattoalimentare.it/carne-rossa-diabete.html

      Non vuoi beccarti il diabete?
      Bene, sono uscite nuove ricerche

      tre grandi studi di popolazione statunitensi, due condotti su un campione di infermiere (Nurses’ Health Study I e II) e uno realizzato su medici e professionisti sanitari maschi (Health Professionals Follow-up Study). Si tratta in totale di circa 216mila persone seguite in media per 36 anni, cioè per un tempo adeguato per studiare l’influenza di diversi fattori e della dieta sulla salute

      La conclusione dei ricercatori è stata dunque che è meglio non andare oltre una sola porzione di carne rossa alla settimana.

      Uomo avvisato mezzo salvato

      • Fuzzy scrive:

        Ah, sabato in ristorante sito in oasi naturalistica il cameriere chiede a una grande tavolata “chi sono i vegetariani?”
        Metà alzano la mano. Al tavolo vicino io e mia moglie alziamo la mano per solidarietà. In altro tavolo due astenuti.
        Esito del confronto: vegetariani in maggioranza.
        Questi son fatti epocali

  44. tomar scrive:

    Nel famoso discorso della Grande Proletaria Pascoli a un certo punto dice che la missione in Libia era anche a tutela della civiltà e dei diritti umani nei confronti dei «Beduini-Arabi che non usano violare e mutilare soltanto cadaveri».
    Me lo vedrei bene come commentatore anche in questi giorni.

    • giuseppe motta scrive:

      è anche il senso di Faccetta nera

      gli eroi italiani caduti per liberare gli abissini dalla schiavitù

      le guerre umanitarie in Italia trovano radici antiche…

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