“Deportazioni su larga scala”

E’ affascinante vedere come la guerra di Gaza stia sdoganando le peggiori pulsioni europee.

Salvini che passa i suoi giorni sullo smarfo a postare selfie sul più globalista degli strumenti, il ciucciadati Facebook, organizza per il quattro novembre (festa di quando gli italici usarono il gas yprite per ammazzare i ragazzini austroungarici) una giornata di esaltazione di Oriana Fallaci, la povera malata terminale che Ferruccio de Bortoli riuscì a turlupinare.

“Bisogna fermare qualsiasi nuovo permesso di costruzione di moschee, di centri culturali camuffati, e di avere una ricognizione di chi finanzia alcuni luoghi e di chi conduce le preghiere”. Come l’imam di Pisa, secondo il quale “quella palestinese è resistenza”.

Ma poi arriva lesto a sorpassare a destra Salvini, il cancelliere socialista della Germania, Olaf Scholz.

Una premessa.

Sappiamo che il Molise nel 1860 aveva più abitanti di oggi, e non certo perché i molisani non fanno figli.

Aveva più abitanti di oggi, perché la grande maggioranza dei molisani sono emigrati nelle città – da Roma a Milano – dove si stava meglio.

Allo stesso modo, chi come me è nato in Messico e ha vissuto in Egitto sa benissimo che il 90% dei messicani e degli egiziani, se potessero, emigrerebbero domani verso dove si sta meglio, dove esistono ospedali pubblici e classi con meno di cinquanta alunni e altre meraviglie del genere.

Che si sta meglio, perché è in quei luoghi che si concentra tutto quel bendiddio che si è saccheggiato al nostro piccolo pianeta.

Figuriamoci se il Congo intero – che è grande quanto l’Europa occidentale – non emigrerebbe domani mattina in Germania, se ne avesse la possibilità.

Solo che di mezzo ci sono le bande libiche che i migranti maschi li riducono in schiavitù e li ammazzano, e le donne le stuprano.

Poi se passi le bande libiche, c’è una buona possibilità di finire annegati tra i pesci del Mediterraneo.

Tutto questo complica la vita ai politici di Sinistra, che devono anche farsi vedere umani. E certo, sempre e comunque antifascisti.

Per fortuna arriva Israele, con un messaggio liberatorio.

Se nasci in Germania, sei già colpevole, perché anche se hai sedici anni nel 2023, sei stato aguzzino ad Auschwitz, fai parte in eterno del popolo giudeocida.

Ma se tu colpisci un nemico di Israele, uno staterello mediorientale che per qualche incomprensibile motivo è riuscito a simboleggiare “gli ebrei”, puoi forse sperare di essere assolto.

I nemici di Israele sono certo in primo luogo gli arabofoni, ma poi per estensione tutti i miserabili e i diseredati della Terra, tutta quella gentaglia incivile, contro cui l’Occidente conduce spedizioni di saccheggio dai tempi di Vasco da Gama e Cristoforo Colombo.

Ecco che la leva Israele, permette di ribaltare il mondo.

Ne approfitta al volo il cancelliere socialista della Germania, Olaf Scholz.

Che chiede “deportazioni su larga scala“, “Abschiebungen im großen Stil“.

Tecnicamente non ha torto: il 99% dei richiedenti asilo in Europa non sono sofisticati intellettuali che sono stati condannati in patria per le loro idee.

“Dobbiamo espellere di più e più velocemente”, ha detto Scholz. A tal fine, le autorità devono essere “disponibili 24 ore su 24, in modo che qualcuno possa davvero essere espulso quando la Polizia federale lo preleva”.

Il Cancelliere federale Olaf Scholz (SPD) ha chiesto un approccio molto più coerente all’espulsione dei migranti senza prospettive di permanenza. “Dobbiamo finalmente deportare su larga scala coloro che non hanno il diritto di rimanere in Germania”, ha dichiarato Scholz a Der Spiegel. Chi non ha prospettive di rimanere in Germania perché non può invocare motivi di protezione deve “tornare indietro”.

E poi la chicca:

“La nostra politica non si basa sul risentimento. Dobbiamo essere duri quando qualcuno non ha diritto di rimanere. Dobbiamo essere aperti e moderni allo stesso tempo, perché abbiamo bisogno di lavoratori provenienti da altri Paesi”, ha detto Scholz. Ora si tratta di tenere insieme la società. Chi vuole un’immigrazione illimitata deve “essere abbastanza onesto da dire che in tal caso non saremmo in grado di mantenere il nostro stato sociale come lo abbiamo oggi”.

Traduciamo.

Se la Germania accogliesse tutti quelli che stanno annegando nel mondo, “non saremmo in grado di mantenere il nostro stato sociale”. Difficile dargli torto.

Ma quindi, dobbiamo essere duri verso chi non ci serve a niente.

Però” dobbiamo essere aperti e moderni allo stesso tempo, perché abbiamo bisogno di lavoratori provenienti da altri Paesi.

Non mi voglio giocare la Hitler-card, ma la Germania durante la Seconda guerra mondiale è stata uno dei paesi più aperti all’immigrazione di “lavoratori provenienti da altri Paesi”: quelli che non volevano emigrare a lavorare in Germania, li rastrellavano addirittura.

Ma Scholz (come anche i nazisti) sa distinguere bene tra il bisogno del disperato e il bisogno del sistema capitalistico occidentale.

Per il primo, la Abschiebung, lo “spingere via”.

Per il secondo, bisogna essere offen und modern.

Questa voce è stata pubblicata in Europa, Israele Palestina Canaan, Medio Oriente, Sinistre e comunisti, Storia, imperi e domini e contrassegnata con , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

22 risposte a “Deportazioni su larga scala”

  1. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    C’è una sola cosa che fa più paura della rabbia del povero sfruttato contro il ricco sfruttatore, quella che fa dire alla Scrittura (Eccl. 5, 12): “dolce è il sonno del lavoratore, abbia egli poco o molto da mangiare; ma la sazietà del ricco non lo lascia dormire”.

    Questa cosa, sconosciuta forse alla Bibbia, è la rabbia del ricco che ha paura di diventare povero. (Giobbe, cui capita una sorte simile, non si lamenta, ed è per questa sua sovrumana pazienza che alla fine è ricompensato dal Signore)

    La descrive benissimo Jack London nel capitolo 5 del suo “The Iron Heel”: “the cave-man in evening dress”.

    https://en.wikisource.org/wiki/The_iron_heel/chapter_5

    Le frasi del Tedesco sono così somiglianti a quelle note dei nazisti da sembrare uno scherzo… se non fosse che le sento ogni giorno quasi parola per parola da carissimi amici laureati e in carriera.

    Finita la guerra, si ricomincerà a costruire (fallout permettendo).

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  2. Francesco scrive:

    Deve essere la prima volta che sono d’accordo con Scholz, che solitamente detesto con tutto il cuore.

    “Ora si tratta di tenere insieme la società.” è una frase saggia e intelligente, non per niente lui mica è impegnato a pettinare le bambole, cerca di tenere AFD lontana.

    Peccato che la cosa che si propone rimanga impossibile e quindi il futuro assomigli, effettivamente, al passato.

    PS Andrea, che guerra? quelle finiscono, magari dopo 100 anni. Questo problema lo vedo di maggiore portata.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Francesco

      “che guerra?”

      La guerra mondiale a pezzi, quella di cui parla il Papa e nella quale siamo già tutti stati arruolati nostro malgrado.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        Non lo ho mai perdonato, il Papa, per questa frasetta da giornalista.

        Non solo perchè nega la Guerra Fredda, che mi pare storicamente insostenibile. E offensivo per chi ha fatto la sua parte.

        Ma anche perchè questa fantomatica guerra mondiale tra ricchi e poveri è una roba da moralisti da osteria, buona per noi occidentali a sentirsi ancora al centro del mondo – sia pure nel ruolo dei cattivi – e nascondere che stiamo perdendo quella posizione.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Francesco

          “Papa”

          Ma prima di lui non era stato Ratzinger a dire che si stata uscendo da una situazione postbellica e si stava entrando in una situazione prebellica?

          Non sottovaluto affatto la finezza della capacità di analisi politica del Vaticano. La mia stima intellettuale per questi due Pontefici, nonostante le mie convinzioni contrarie alla loro dottrina, è dovuta proprio alla lucidità della loro visione delle cose del mondo. Lucidità rarissima in questi tempi di Grande Fratello.

          Dubito che né Bergoglio né Ratzinger si riferissero a una guerra dei ricchi contro i poveri: quella si chiama ‘lotta di classe’ e c’è sempre stata.

          Credo che sia Ratzinger sia Bergoglio pensassero a un futuro conflitto USA-Cina. Un conflitto prevedibile nel prossimo futuro per Ratzinger e già cominciato per il suo successore Bergoglio.

          Un conflitto combattuto per adesso solo a pezzi e bocconi per interposti Iran, Corea, Africa, Ucraina ecc. e dove Atene e i suoi vassalli della lega di Delo (cioè rispettivamente Washington, NATO e similari) si schierano contro Sparta e potenze minori più o meno coalizzate come Corinto, Megara ecc. (cioè rispettivamente Cina e BRICS, Iran ecc.).

          Ciao!

          Andrea Di Vita

  3. Fuzzy scrive:

    https://www.remocontro.it/2023/10/25/il-segretario-onu-condanna-hamas-ma-difende-la-palestina-e-scatena-lira-di-israele/
    Ah, meno male che c’è Piero Orteca.
    Dunque Israele rischia di fare il passo più lungo della gamba. Gli Stati Uniti sono talmente “inconfusionated” che deve intervenire persino Obama per correggere il casino fotonico che Biden ha messo insieme.
    Io nel mio piccolo continuo a chiedermi cosa succederebbe se l’Iran fosse costretto a intervenire nel conflitto.
    Certo, guerra regionale, ma lo stretto di Hormuz dove passa circa la metà del petrolio mondiale, resterà praticabile?
    Sono questioni che vanno ben oltre Israele e i Palestinesi. Ci vuole tatto, dico io. Muoversi in punta di piedi. Questi vanno con gli scarponi chiodati.

    • Fuzzy scrive:

      Fuori tema totale e di cattivo gusto ma a fin di bene

      Auto elettriche a forma di carrozza
      https://solar.lowtechmagazine.com/2010/05/the-status-quo-of-electric-cars-better-
      batteries-same-range/

      L’auto elettrica ha una lunga storia.
      Se oggi uno si sente di volerla a forma di carrozza e con batterie al piombo non c’è problema. Le auto elettriche prodotte agli inizi del 900′ sono ancora funzionali.
      Io però la consiglierei agli anziani.
      Per i giovani è molto meglio la velomobile (quella che non piace a Francesco perché dice che assomiglia a una supposta, mentre in realtà assomiglia a una formula uno a pedali con microscopica batteria)

      Tra i commenti

      Ti sei perso una cosa piuttosto importante della Tesla”

      No, non l’ho fatto. Devi confrontare le mele con le mele. Stai parlando di un record ipermiling. Quindi devi confrontarlo con i record ipermiling dell’inizio del XX secolo:

      Già nel 1899 due ingegneri americani percorsero 100 miglia (160 km) con una singola carica. Nel 1909, Emil Gruenfeldt della Baker Motor Vehicle Company percorse 259 km con una singola carica a bordo della sua Baker Electric Roadster. Due anni dopo, superò il suo traguardo precedente percorrendo 324 km senza ricaricare le batterie. I dati dei record francesi indicano un’autonomia di 307 km (190,76 miglia) già nel 1901, fissata a una velocità media di 17 km/h da Louis Krieger, un record che rimase fino al 1942. Quindi, anche se la Tesla mostra progresso, non è così spettacolare come ci si aspetterebbe.

      Per quanto riguarda il secondo punto, l’elettronica. È interessante che tu ne parli, perché fa sembrare le batterie di oggi ancora peggiori rispetto ai loro predecessori, non migliori. Le batterie agli ioni di litio possono esistere solo grazie all’elettronica. Le batterie al piombo non ne avevano bisogno. Ciò non giova all’energia incorporata nelle batterie odierne, perché la produzione dell’elettronica richiede molta energia. Vedi questo articolo per maggiori informazioni:

      http://www.lowtechmagazine.com/2009/06/the-monster-footprint-of-digital-technology

      • Fuzzy scrive:

        https://solar.lowtechmagazine.com/2010/05/the-status-quo-of-electric-cars-better-batteries-same-range/
        Il primo link completo che si apre ed è su sito web statico a ridotto consumo energetico, infatti tutti i file stanno sul computer come normali file, poi vengono caricati con un normale copia incolla su un server Ftp. Che è un programmino su cui si incollano i file che a quel punto saranno online. Se vuoi togliere il file lo cancelli
        Almeno ai miei tempi si faceva così
        Adesso c’è Wordoress che è dinamico e permette di ricevere e pubblicare messaggi in tempo reale ecc, ma consuma un tot di energia

        • Fuzzy scrive:

          Il Fritchle è stato progettato pensando ai socialite delle Montagne Rocciose. Gli ampi sedili e i soffitti alti davano alle donne benestanti, con i loro abiti ampi, cappelli a tesa larga e molti accessori, la libertà di muoversi senza sentirsi costrette. L’immensa potenza della batteria di Fritchle spingeva rapidamente le auto su ripide montagne, rendendole ideali per coloro che desideravano andare in giro nel tempo libero. Molly Brown veniva spesso vista girare per Denver con la sua amata Fritchle.
          https://history.denverlibrary.org/news/brief-brilliant-reign-fritchle-colorados-first-electric-car
          Robe da matti. Erano pure lussuose.
          Basta

          • Fuzzy scrive:

            Occidente, ti sei abituato a girare in autostrada con la Jaguar E Diabolik contromano.
            Non va bene.
            Aveva ragione il vecchio Fritchle. Cinquanta all’ora ma di lusso. Non sedili in pelle, però.
            Meglio di peluche.

    • Francesco scrive:

      “se l’Iran fosse costretto a intervenire nel conflitto” suona un pochino strano.

      E non dico altro.

      🙂

  4. Andrea Di Vita scrive:

    @ tutti

    Achtung Jihad!

    I nostri Più Sacri Valori sono a rischio!

    https://www.repubblica.it/politica/2023/10/24/news/calciatori_islam_palestina_fdi_ecr_europa-418652487/

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  5. Andrea Di Vita scrive:

    @ tutti

    Trovata in Rete. Profetica, quasi.

    Nel 2019 la RAND Corporation ha pubblicato un saggio fondamentale per comprendere la recente strategia USA nei confronti della Russia, intitolato “Extending Russia: Competing from Advantageous Ground” (lo trovate qui: https://www.rand.org/pubs/research_reports/RR3063.html). C’erano, ovviamente, anche alcune controindicazioni. La più importante di tutte, ben segnalata dagli autori del saggio e totalmente ignorata dall’amministrazione Biden, era che “le misure geopolitiche per indurre la Russia ad estendersi eccessivamente sono probabilmente poco pratiche, o rischiano conseguenze di second’ordine”, soprattutto perché “molte delle misure geopolitiche obbligherebbero gli Stati Uniti a operare in aree che sono più vicine alla Russia e dove esercitare influenza sarebbe quindi più economico e più facile per la Russia che per gli Stati Uniti”.

    Il saggio ovviamente non l’ha letto nessuno di quelli che oggi sdottorano sul conflitto, o ancora meglio avranno letto solo il titolo e avranno dedotto che la strategia USA era quella e andava bene. Deve però averlo finalmente letto qualche giornalista dell’Economist (https://www.economist.com/international/2023/10/24/can-america-handle-two-wars-and-maybe-a-third), e si deve essere reso conto che al gioco dell’overextending il tuo avversario si può giocare non solo in due, ma anche in tre o in quattro. Come vediamo appunto oggi.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  6. maria heibel scrive:

    Spunti interessanti. Guerre e ancora guerre di appropriazione e dominio dettano i giochi, le persone sono spinte avanti e indietro sulla scacchiera globale, compresi gli israeliani. Sì, sono stati milioni gli immigrati che hanno aiutato la Germania negli anni trenta a diventare bellicosa, poi milioni di rifugiati che hanno aiutato a ricostruire una Germania distrutta e a creare le proprie case. Poi sono arrivati gli immigrati dal Sud Europa al Nord per trovare un mondo migliore. Un incredibile flusso di fiumi di persone in un time-lapse cinematografico, e questo solo in Germania.

  7. Fuzzy scrive:

    E adesso andiamo giù pesanti
    Ha dichiarato il segretario della nota organizzazione terroristica ONU
    “Proteggere i civili non significa ordinare a più di un milione di persone di evacuare verso il sud, dove non ci sono ripari, cibo, acqua, medicine, carburante, e poi continuare a bombardare il sud”.
    Serviva tatto, prudenza, muoversi in punta di piedi
    Anche perché
    “Se Hezbollah scatenesse la sua armata di missili contro le infrastrutture e le zone industriali di Israele, l’entità sionista sarebbe finita”.

    Questo è un po’ l’estratto dell’articolo dell’impeccabile Moon of Alabama.

    È questo l’interesse di Israele?
    Essere cancellato come entità?
    In una recente intervista dalla Gruber lo storico (storico?) Harari, diceva che in questo momento Israele è troppo accecato dall’odio per compiere scelte razionali.

    • Francesco scrive:

      “Se Hezbollah scatenesse la sua armata di missili contro le infrastrutture e le zone industriali di Israele, l’entità sionista sarebbe finita”.

      Questa di chi è?

      • Fuzzy scrive:

        https://tg24.sky.it/mondo/2023/10/24/medioriente-arsenale-razzi-missili-hezbollah
        Oddio, io non sono mai andato a contare i missili di Hezbollah, ma insomma gira voce
        Così come gira voce che armamenti destinati
        all’Ucraina siano finiti sul mercato nero e adesso, bellissima questa, figurino tra gli armamenti di Hezbollah.

        Comunque, sì, sono tutte voci. Mettiamole alla prova, così tanto per curiosità. Il mondo dello spettacolo potrebbe trarne beneficio.
        Sai quante dirette pomeridiane e quanti film?

        Israele, dal canto suo, intercetta i razzi con il sistema Iron Dome. Nel corso della precedente crisi israelo-palestinese nel maggio 2023, su 1.469 razzi lanciati da Gaza 330 non sono arrivati a destinazione e 682 sono stati identificati da Iron Dome come non pericolosi – ad esempio perché diretti su zone disabitate -, mentre 437 sono stati intercettati. Una piccola parte può succedere non venga intercettata, ed è proprio questa parte che può diventare pericolosa per Israele: se la potenza di fuoco dall’altra parte fosse di migliaia di ordigni – come nel caso delle stime che riguardano Hezbollah – si rischierebbe la saturazione della capacità di contrasto da parte di Iron Dome.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Francesco

        “di chi è”

        Te lo dico io, antisionista dichiarato: è di un imbecille.

        Un secondo prima di finire, l’entità sionista lancerebbe le sue atomiche su Qom e Isfahan. E questo gli ayatollah non lo vogliono.

        Mi chiedo piuttosto come potrebbe reagire Israele a un attacco come quello descritto splendidamente qui (è difficilissimo leggere testi così rigorosi e facilmente comprensibili al riguardo!)

        https://www.babs.admin.ch/content/babs-internet/it/aufgabenbabs/gefaehrdrisiken/natgefaehrdanalyse/gefaehrddossier/_jcr_content/contentPar/accordion/accordionItems/gesellschaftsbedingt/accordionPar/downloadlist/downloadItems/243_1619699523215.download/33-Dirty-Bomb-GD-it.pdf

        Stando al testo, con 5 grammi di Cesio137 (un decimo di quelli usati nelle capsule a uso ospedaliero) e cinque Kg di nitrato d’ammonio si possono infliggere danni per miliardi di euro e fare crollare il mercato immobiliare in una grande città per decenni.

        https://www-pub.iaea.org/MTCD/Publications/PDF/Pub1278_web.pdf

        https://it.wikipedia.org/wiki/Cesio-137

        Un insieme di attacchi anonimi in posti diversi scelti a caso può moltiplicare l’effetto psicologico e demotivare la aliyah per molto tempo, scombinando la bilancia demografica a tutto vantaggio dei Palestinesi. Fare arrivare il cesio da Natanz alla valle della Bekaa attraverso la Siria non dovrebbe essere un problema.

        Il fatto che non si sia ancora fatto e che non sembra si stia facendo vuol dire che o ci sono accordi sottobanco che non ci vengono detti (stile il Quarto Protocollo) oppure che ci si riposiziona aspettando il momento giusto per sferrare un attacco più definitivo (in accordo alla mia analogia preferita fra le guerre e i terremoti).

        https://it.wikipedia.org/wiki/Quarto_protocollo

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Fuzzy scrive:

          Di Vita
          Moon of Alabama non è un imbecille.
          Ragiona secondo il criterio delle armi convenzionali
          Certo, se vi si sovrappone la logica delle armi nucleari allora cambia tutto.
          Di solito si dice che un attacco nucleare tira l’altro e che se si comincia non si sa bene dove si va (anche noi) a finire.
          E questo era uno dei cavalli di battaglia di Francesco nei bei tempi antichi di quando si discuteva dell’Ucraina.

  8. Mauricius Tarvisii scrive:

    Il riallineamento dell’Armenia ha portato alla soluzione di un conflitto a spesendegli armeni in Azerbaijan. Del resto, garantite le Sacre Frontiere Internazionalmente riconosciute USA ed eurotirapiedi sono contenti, Turchia e Israele brindano all’alleato vittorioso e io governo di Yerevan ha fatto contenti i propri nuovo sponsor.

    https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2023/10/26/armenia-accordo-di-pace-con-lazerbaigian-a-novembre_364339d8-6724-463e-8094-8509538d2cf2.html

    Ma se qualcuno parla di cessate il fuoco in Ucraina lungo il fronte che è sostanzialmente invariato da un anno è un traditore.

  9. KARL scrive:

    A proposito di deportazioni mi pare che stati come Australia, Nuova Zelanda e Canada, abbiano sempre agito in maniera cinica e perfettamente funzionale ai propri interessi in materia di immigrati, accogliendo chi gli serviva e respingendo tutti gli altri. Ma la cosa bella è che sono anche riusciti a pubblicizzarsi come il paradiso dell’accoglienza e del melting-pot. Potere del marketing !

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *