“Offriamo i prezzi flessibili, trasparenti e competitivi nel mercato della prestazione di servizi della medicina riproduttiva

Ieri un commentatore ha segnalato un interessante sito di smerciauteri, la CMC-Canadian Medical Care Inc., con sede a Toronto.

Il sito si presenta così:

Offerte speciali… sconti… prezzi

Insomma, non perdono tempo con la fuffa dei diritti LGBTSPQR. Infatti, devono comunicare con la crema dell’imprenditoria occidentale. In massima parte, ricordiamo, eterossesuale, la questione dell’utero in affitto non coincide per nulla con le questioni riguardanti chi prova attrazione per persone del proprio sesso.

Non devono avere pagato molto il traduttore in italiano, che ha uno stile diciamo ruspante – per questo faccio un link alle pagine come erano all’11 di agosto di quest’anno, sperando con non passino troppo presto con una nuova revisione.

Cominciamo con il link ad our team:

“Ognuno di noi è convinto che non ci siano situazioni senza speranza e qualsiasi problema può essere risolto. Qualunque cosa accada, arriveremo a un compromesso e troveremo una via d’uscita da qualsiasi situazione, anche la più difficile.

Ogni cliente è importante per noi!”

Passiamo alle offerte speciali:

“2. Rimborsamento del 100% delle somme versate in caso di non verificarsi della gravidanza entro i 12 mesi nei programmi con la donatrice di ovuli  e con la conferma della fertilità del padre.

3. Siamo lieti di collaborare con Voi. Se consigliate i nostri servizi agli amici e loro diventeranno i nostri clienti, saremo lieti di offrirvi un premio di 1000 euro.”

Poi arriva la Collaborazione, che a quanto pare è con i medici che vogliono arrotondare lo stipendio:

“Sicuramente, tra i vostri pazienti, clienti, conoscenti, ci sono le coppie e le persone single che da lungo tempo lottato senza successo con l’infertilità […]. Gli specialisti di Canadian Medical Care hanno le conoscenze necessarie, le più moderne attrezzature e l’esperienza sufficiente per aiutare a risolvere questo problema doloroso. Inoltre, vi compenseremo generosamente e con gratitudine le vostre buone raccomandazioni.”

Perché scegliere proprio questa ditta canadese, chiedono al cliente italiano o cinese?

L’Agenzia dispone di una base ampia e costantemente aggiornata di potenziali madri surrogate e donatrici di ovociti che hanno passato gli esami medici e psicologici. Ciò ridurrà al minimo il tempo d’attesa e permetterà di accedere più velocemente al programma di maternità surrogata.

Offriamo i prezzi flessibili, trasparenti e competitivi nel mercato della prestazione di servizi della medicina riproduttiva.

Avrete l’opportunità di prendere in considerazione il vostro “interesse” durante la formazione del valore del contratto e includerlo nella somma totale.

Siamo pronti a fornire uno sconto per i vostri clienti (pazienti, conoscenti) nei limiti dell’importo della vostra commissione, ciò potrà essere un serio sollievo finanziario durante la pianificazione del budget per il programma di maternità surrogata.”

Siccome la putiara vole i piccioli, arriviamo ai prezzi (“costo della maternità surrogata commerciale”):

Ora, state per dare 100 e passa mila euro a un’impresa canadese da remoto, e vi chiedete giustamente, “e se l’utero della disoccupata ucraina non funziona?“:

“Cosa succede se la gravidanza non si verifica? Dobbiamo di nuovo saldare il costo totale del programma?

Continuiamo i tentativi del trasferimento embrionale nel¬l’utero della madre surrogata senza nessun prezzo aggiuntivo fin¬ché abbiamo gli embrio¬ni crioconservati. Se due tentativi con la stessa madre surrogata non hanno portato ad un esito positivo avete tutto il diritto di sostituirla.”

Ecco, abbiamo il Diritto di Sostituirla.

La pagina dei prezzi è leggermente cambiata rispetto all’ultimo salvataggio su Archive.org, per cui vi trascrivo alcune dei brani più interessanti:

“I nostri servizi con prezzi fissi ci permette di regolare meglio il processo di interazione con clienti e semplifica la pianificazione delle spese. Sono interessati nella successo della operazione e garantiamo un ritorno di soldi per famiglie in caso di maternità non riuscita entro 30 mesi. Copriamo anche i costi di trasferimento verso i paesi prescelti. Tutto ciò dimostra la nostra determinazione a realizzare l’obiettivo primario di assistire a creare una nuova famiglia felice.”

Una divagazione geografica:

“C’è un altro paeso, dove molti clienti possono richiedere i servizi per avere proprio ragazzino, L’Albania. Questo servizio è disponibile anche per i single.”

Va notato che non с’è una legislazione ufficiale formata su gli servizi di madre surrogata, ma i servizi stessi abbiano luogo. Il prezzo è relativamente basso e l’accessibilità a tutti i clienti rendono questo paese popolare. Inoltre, FIVET non avviene nell’ Albania, ma nei paesi confinanti e questa procedura richiederà un trasferimento separato.”

Poi arriva un brano di pura poesia:

L’Albania è scelta magnifica per la sua accessibilità, flessibilità e prezzi bassi. Eppure, le autorità del paese forniscono solamente certificato di nascita con la postilla dell’Aia, quindi l’adozione dovrà avvenire nel proprio paese. L’Albania è diventata comò anche una alternativa effettiva alla Russia, dove i servizi sono indisponibili”

Ma colpisce particolarmente la pagina intitolata, senza troppi giri di parole, utero in affitto:

“In passato, questo problema ha avuto molti problemi legali, a causa della mancanza di specifiche delle regole per l’affitto di un utero. Tuttavia, oggi la situazione è completamente diversa. Il processo di affitto dell’utero è regolato e svolto secondo chiare regole legislative.”

In caso abbiate dubbi sulle affittatrici, ci pensa CMC a stroncarle in tribunale, che al punto sei promette di

“6. Fissare il prezzo finale per il servizio di noleggio dell’utero. Firma di un contratto in presenza di un notaio presso l’ufficio Gust life di Barcellona o firma di un contratto da remoto.”

“Gust Life” pare che sia “GestLife”, che presumiamo abbia una schiera di avvocati in grado di rimettere al posto suo qualunque signora ucraina scassaballe. Anche “da remoto”.

Il team, che qui si parla in anglobale:

“Il nostro team è composto da più di 40 donatori di utero professionali di età compresa tra 22 e 36 anni con caratteristiche individuali. Canadian Medical Care conduce un processo approfondito di raccolta di informazioni sulla salute del donatore per assicurarsi che il candidato alla maternità surrogata sia adatto alla soluzione.”

Ora, immaginiamo che le professioniste in questione siano donatrici piuttosto che donatori, ma evidentemente le embrionofore sono più brave dei traduttori.

E qui un colpetto di ideologia, dove si dipinge un Mondo Più Bello e Inclusivo:

“La condanna della maternità surrogata viene da gruppi femministi che confrontano tale lavoro con la vendita del proprio corpo per uno scopo egoistico.

Sebbene l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia riconosciuto la maternità surrogata come una soluzione moderna e solida al problema delle persone con infertilità.

È chiaro che una donna non è qualcosa che può essere affittato, come il suo utero, le donne incinte sono donne che non rinunciano al loro utero, ma piuttosto alla loro capacità di rimanere incinta per le persone che vogliono iniziare la propria famiglia. I sostenitori di questo metodo di medicina stanno cercando di introdurre questa filosofia alle masse mondiali e sollecitano la popolazione a riconoscere questo metodo come ottimale in tali situazioni e non andare oltre i valori morali.”

Non ho capito, ma comunque mettono in guardia gli acquirenti:

“È importante notare che i geni della madre surrogata vengono trasmessi anche al bambino. Per questo motivo, esiste la possibilità di malattie genetiche nel bambino. Sempre prima di affittare un utero, il medico controlla attentamente la salute e le condizioni fisiologiche della utero in affitto per assicurarsi che la madre surrogata sia fisicamente e mentalmente pronta per la gravidanza.”

E tutti i dubbi si sciolgono con un paragone che vale oro:

“La maternità surrogata è in gran parte illegale in Europa. Una risoluzione del Parlamento europeo adottata nel 2015 afferma che questa pratica mina la dignità delle donne utilizzando il corpo riproduttivo come merce, che è una forma di violenza contro le donne.

Tali rapporti mettono in discussione i motivi delle donne di essere una madre surrogata. Gli oppositori dicono che la componente finanziaria del pagamento per la gravidanza nega qualsiasi senso di altruismo concomitante. Ma nessuno mette in dubbio un soldato per essere un patriota e voler essere pagato. Entrambi possono essere motivi veri e ben fondati.”

E’ un capolavoro, direi.

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255 risposte a “Offriamo i prezzi flessibili, trasparenti e competitivi nel mercato della prestazione di servizi della medicina riproduttiva

  1. Mauricius Tarvisii scrive:

    Vedi che loro sono più inclusivi di te? Se chi ci mette l’utero si sente un donatore, noi lo chiamiamo donatore.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ mauricius tarvisii

      “donatore”

      …anche se la parola più corretta sarebbe “fornitore”. Il donatore dona, cioè dato qualcosa gratis.

      Se avremo in futuro uomini che partoriscono, non mi stupirei di veder loro affittare l’utero.

      Si è arrivati a fabbricare la morte. Perché non fabbricare la vita?

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Moi scrive:

        Be’, è un “noleggio” dell’ utero … i tempi sono quelli che sono(in media 9, a volte solo 7 … i “settimini”) per ovvi motivi.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per ADV

        “Si è arrivati a fabbricare la morte.”

        Cosa intendi? A parte l’ovvio che “fabbrico” la morte di qualcuno tagliandogli la gola con un pugnale di ossidiana. Ma credo che tu intenda qualcosa di più “moderno”.

  2. Roberto scrive:

    Viviamo in una società dove nessuno batte ciglio a vedere delle schiave obbligate a prostituirsi per strada, non c’è molto da stupirsi se si pubblicizzano queste escort

  3. Moi scrive:

    Cmq arriverà prima o poi l’ exoutero artificiale , tipo Bacta Tank di Star Wars (Guerre Stellari) … buona parte dei problemi sparirà da sé, come quando i trattori sostituirono i buoi.

  4. Moi scrive:

    Cmq chi impone il proprio glossario all’ avversario … ha già vinto !

    • Moi scrive:

      SE dci di essere

      Contro Utero in Affitto … puoi ANCHE passare per persona preoccupata dell’ uso di altri esseri umani come bestie d’ allevamento. Anche il “gergo” è lo stesso.

      Contro Gestazione per Altri … puoi SOLO passare per persona che vuole negare la felicità genitoriale ad “accoppiamenti” che in Natura (nel senso di isola deserta o livello tecnologico bassissimo della società) sarebbero infecondi. E diventi “ipocrita” SE NON vivi come un animale : già la selce scheggiata “da Ominide” NON esiste in Natura !

      😀

  5. paniscus scrive:

    Come farebbero i “geni della madre surrogata” a trasferirsi al bambino, se l’ovulo non era suo? Posso capirlo se la donatrice di ovulo è la stessa che poi porta avanti la gravidanza, ma di solito NON avviene così… e anzi i sostenitori della tecnica ci tengono moltissimo a specificare che la donatrice di ovulo e quella di “cova” debbano essere due donne diverse, proprio per evitare eccessivi coinvolgimenti affettivi.

    Al massimo potrebbero esserci degli scambi di fattori immunitari durante la gravidanza o il parto, ma non certo scambi di GENI!

    • Moi scrive:

      scambi di fattori immunitari durante la gravidanza o il parto

      ——————————

      Oh … questo è un aspetto scientificamente interessante, potresti per favore fare almeno un paio di esempi ?

      • paniscus scrive:

        i “fattori immunitari” non sono GENI.

        • Moi scrive:

          Appunto, qualche esempio a livello immunitario ? … Mi pare che ci possano essere problemi a livello “combinatorio” se la “Breeder” (“Fattrice”) ha un gruppo sanguigno troppo diverso …

          • Moi scrive:

            Però, con quel che costa, si presumono esami medici + del DNA accuratissimi per verificare la compatibilità biologica della Breeder he dovrà partorire il Final BioProduct , rispetto al Fertilized Egg della Giver !

            … o komekazz si dice !

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Moi

        “scambi di fattori immunitari durante la gravidanza o il parto

        ——————————

        Oh … questo è un aspetto scientificamente interessante, potresti per favore fare almeno un paio di esempi ?”

        La mia competenza è pari a zero, ma è una cosa di cui ho sentito molto parlare, ad esempio dall’antropologa Stefania Consigliere.

  6. Moi scrive:

    Reato Universale, propone il BieKiSSimo 🙂 Governo ItaliKo …

    … il Resto d’ Immondo 🙂 li / “ci” percula con l’ AI _ anzi ” éiài” _ Féis’e Su’òppe (Face Swap) :

    https://www.youtube.com/watch?v=rn8V0zB3Q1c

  7. daouda scrive:

    D’altronde Roberto ha la giusta lungimiranza. Se ormai è diventato normale che la prole sia tutta bastarda ( illegittima e frammischiata ), lamentarsi dunque di ciò è altamente puerile.

    Ma d’altronde non vale neanche la pena di farci sopra ricami. Se un figlio oggi è frocio il padre è contento, e lo sarà se diventa trans, e lo sarà farà nascere il nipote in scatola, come è stato contento quando lo abortiva, se gli fosse girato.

    Ognuno pensi a sè stesso, che Marx ha dato solo pillole deformi per far credere che si potesse combattere il sistema essendone un emissario.

  8. paniscus scrive:

    “Se ormai è diventato normale che la prole sia tutta bastarda ( illegittima e frammischiata ),”—-

    Ah, perché questa sarebbe una novità moderna?

    E’ almeno dall’Età del Ferro che in Italia siamo tutti rimescolati e bastardi…

    • Daouda scrive:

      Beh é almeno dall’etá del ferro che esistono utensili artificiali ed atteggiamenti profani.

      Ma visto che genericamente ci si mescolava meno è non ci si spostava irreligiosamente di norma, no, hai torto.

    • Peucezio scrive:

      Pan,
      “E’ almeno dall’Età del Ferro che in Italia siamo tutti rimescolati e bastardi…”

      Correggi: fino all’Età del Ferro.

      • Peucezio scrive:

        Comunque, sì, non c’entra nulla, non è questo il problema.
        1) Il problema è che non si portano via i bambini alle madri che li partoriscono,
        2) non li si danno a coppie prive di un uomo o di una donna, perché sono due aspetti che si complementano. Ma, soprattutto, non li si danno a uomini, perché la presenza materna è strutturante per la formazione della personalità e dell’affettività di chiunque.

        Se poi pensiamo che le persone siano robottini che hanno una fisiologia ma non un’umanità, lasciamoli crescere da soli fino a 18 anni, solo con dispositivi che gli procurano il cibo e le eventuali medicine e vediamo cosa salta fuori.

        • paniscus scrive:

          “2) non li si danno a coppie prive di un uomo o di una donna, perché sono due aspetti che si complementano. Ma, soprattutto, non li si danno a uomini,”—-

          Io sono critica contro l’utero in affitto per altre ragioni, ma non certo per una presunta incapacità genitoriale automatica dei maschi o delle persone single, che considero del tutto immaginaria.

          Anzi, considererei un grande atto di civiltà se anche a questo tipo di nuclei familiari si potesse consentire di adottare. Tanto poi la verifica dell’idoneità è personale, come la si fa già adesso anche per le regolari coppie sposate. Magari le modalità dell’efficacia di questa “scrematura” possono essere dubbie, ma comunque lo si fa già.

          Secondo me TUTTI dovrebbero avere la possibilità di fare domanda di adozione, coppie sposate, coppie conviventi, coppie gay, persone single, poi quale famiglia è più adatta per la situazione di ogni singolo bambino lo si vede dopo. Al massimo capisco che ci sia un limite di età (che comunque nel tempo è notevolmente cambiato) o qualche preclusione per chi ha seri problemi di salute, ma lo stato civile non dovrebbe entrarci nulla.

          • paniscus scrive:

            Ah, aggiungo che la convinzione che “una coppia omosessuale o un genitore da solo non possano essere adatti per principio” sia sostanzialmente una bufala, è pienamente dimostrato da una normativa che c’è già,

            e che permette GIA’ l’adozione a persone singole… ma solo nel caso di bambini “fuori mercato”, cioè quelli gravemente disabili, quelli gravemente traumatizzati, o quelli tolti a famiglie violente e/o delinquenti quando sono già adolescenti problematici.

            Allora, in quel caso, anche la persona single può adottare, e anche l’eventuale coppia gay (visto che poi il secondo partner può completare l’adozione inizialmente fatta da uno solo).

            Non ci si nota una bella dose di ipocrisia?

            Cioè, il bambino “normale” ha assoluto bisogno di due genitori standard, mentre quello disabile, malato, o gravemente disadattato, che ha bisogno di più assistenza, più attenzioni, più controllo, più accompagnamento, e più tempo materiale a disposizione da parte degli adulti, può tranquillamente accontentarsi di un genitore solo, e addirittura maschio… ma non è un po’ contraddittorio?

          • roberto scrive:

            sono totalmente d’accordo

  9. Moi scrive:

    Aó, a Ddaù … mo’ ‘sto General Vannacci te sta rubbà ‘a scèna :

    https://tg.la7.it/cronaca/il-libro-shock-del-generale-vannacci-gay-non-siete-normali-lesercito-prende-le-distanze-17-08-2023-191400

    … ha detto che li frosci NUN so’ ggènte normali ! 😀

    • Moi scrive:

      Pare che nel suo libro incriminato “Il Mondo al Contrario” (in suggestivo bustrofedismo speculare di copertina) abbia preso di mira la “povera” (cioè in senso etico ma NON ecnomico …) Paolona 🙂 Egonu , con argomenti sull’ “Italicità” da Anni ’30 “aggiornati” (… si vedono le virgolette, no ?) in cui sproloquia di geni (ma penso che sia già tanto SE il Generale Vannacci ha visto la puntata di “Siamo Fatti Così” ) anziché di fattezze somatiche …

      • Roberto scrive:

        La cosa che mi fa cadere le braccia non è tanto un generale fascistoide (e che sarà mai, certo non il primo certo non l’ultimo) ma che il generale fascistoide non ha nemmeno le palle per rivendicare le proprie idee e si trincera subito dietro la patetica scusa “hanno strumentalizzato delle frasi fuori contesto”

        Che schifo

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Ma i fasci è da un pezzo che si sono trasformati in una lagna continua.

          • Roberto scrive:

            Si certo ma questo è un glorioso generale del glorioso esercito italiano, uno si aspetterebbe un po’ meno piagnistei

            • Miguel Martinez scrive:

              Per roberto

              “Si certo ma questo è un glorioso generale del glorioso esercito italiano”

              Ma la domanda interessante è: un funzionario pubblico (generale, insegnante, parlamentare, PO risorse umane di un Comune) può o no pubblicare le proprie opinioni su qualche tema?

              “Io sono Giorgia”, l’autobiografia della Meloni, è uscita quando era solo deputata, ma non è stata ritirata dalle librerie quando è diventata presidente del consiglio.

              Il dubbio sorge soprattutto quando si tratta di qualcosa che riguarda direttamente il suo incarico – ho appena letto un divertentissimo “romanzo” di un insegnante di scuola media, sotto pseudonimo, che fa chiaramente un discorso di parte sulla scuola: racconta episodi allucinanti, e lancia tra le righe critiche durissime alla gestione attuale della scuola.

              Io sarei favorevole a permettergli di scrivere (se non altro perché mi sono divertito tantissimo a leggerlo), ma la domanda resta.

              • Roberto scrive:

                La domanda è interessante e la risposta non è semplice perché devi mettere sui piatti della bilancia tante cose: la libertà di espressione da una parte, il dovere di imparzialità, di fedeltà, il dovere di compiere le proprie funzioni con “disciplina e onore” come dice la costituzione….

                C’è una giurisprudenza della corte europea dei diritti dell’uomo, della corte di giustizia (per i funzionari UE), nazionale estremamente ricca e variegata e secondo me il principio è (lo dico in maniera super semplice) “vai caso per caso”

                Il dovere di imparzialità di un magistrato è uguale a quello di un impiegato delle poste? Sicuramente no

                E dire “davvero provo ribrezzo a pensare ad un rapporto omosessuale” non è la stessa cosa che dire “i froci fanno schifo e vanno curati”

                Capirai quindi che una risposta astratta alla tua domanda è impossibile

                Concretamente nel caso del generale, io non ho dubbi che vada cacciato a calci in culo

              • Roberto scrive:

                Non ho letto il libro dell’insegnante , ma da insegnate criticare la gestione della scuola non mi sembra violare nessuno dei doveri di cui sopra…altro sarebbe scrivere un pamphlet nel quale dico che i terroni non dovrebbero essere ammessi nelle scuole del nord Italia, o che il mio preside è un orrendo finocchio e mi fa ribrezzo stare seduto vicino a lui

              • Miguel Martinez scrive:

                per Roberto

                1) i terroni non dovrebbero essere ammessi nelle scuole del nord Italia

                Si tratterebbe di una proposta che riguarda la gestione della scuola.

                Come se un responsabile di carte geografiche (quale il generale Vannacci) dicesse che le mappe dell’universo devono essere geocentriche e non eliocentriche.

                Ma il generale Vannacci non mi sembra accusato di aver sostenuto tesi geografiche.

                Diciamo che è piuttosto come se l’insegnante nel suo romanzo avesse sostenuto che gli iPhone made in China sono tutti scrausi.

                2) “o che il mio preside è un orrendo finocchio e mi fa ribrezzo stare seduto vicino a lui”

                Beh, qui siamo sulla diffamazione personale.

              • Roberto scrive:

                Miguel

                “Si tratterebbe di una proposta che riguarda la gestione della scuola.”

                Farei un po’ fatica a pensare a quel professore ipotetico come imparziale….

                Ma non ti perdere a discutere gli esempi, è il principio generale la cosa importante (il principio essendo “la libertà di espressione va bilanciata vado per caso e non puoi dare una risposta generale e astratta»

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                ““la libertà di espressione va bilanciata vado per caso e non puoi dare una risposta generale e astratta»”

                Immagino che un geografo militare che scrive:

                “Miguel Martinez invece di rompere le scatole a noi italiani con il suo blog amico dei terroristi islamici, avrebbe fatto meglio a restarsene in Messico con i suoi amici narcos a fare la siesta sotto il sombrero”

                non crei particolari contraddizioni con il suo ruolo (e non avrebbe dato il minimo fastidio nemmeno a me, sono grande e grosso e non ho bisogno di essere difeso dagli antirazzisti che ti coccolano dall’alto).

                Un geografo militare che scrive:

                Non uccidere

                invece andrebbe licenziato subito, perché mette in dubbio l’essenza del proprio mestiere, proprio come l’insegnante che istiga all’analfabetismo o il medico che si rifiuta di fare i vaccini.

              • PinoMamet scrive:

                “Si tratterebbe di una proposta che riguarda la gestione della scuola.”

                se scrivo “gli studenti devono essere iscritti nella regione di residenza” (e dove, altrimenti?) è una proposta che riguarda la gestione della scuola;

                se scrivo “i terroni non devono essere iscritti alle scuole del nord” sto insultando, e sto proponendo una discriminazione tra cittadini italiani contraria alla nostra Costituzione.
                Ma soprattutto sto insultando.

                Il punto, nel libro del generale, credo sia proprio questo.

                In realtà non sta dicendo cose ecltanti: su questo aspetto, beh, ha ragione lui.

                I gay non sono “normali”: è una affermazione discutibile, ma non è un insulto, quanto una constatazione statistica.

                la Egonu non ha tratti somatici “italiani”: ci sarebbe da discutere su quali siano questi tratti, ma mi pare lampante che la Egonu non rappresenti una tipica italiana.

                Fino a questo punto, avrebbe ragione lui: sono una serie di affermazioni destinate a far discutere, ma non offensive.

                (La raccolta di insulti omofobi è sul limite: cosa vuol dimostrare?)

                Il fatto è che, almeno da quanto si ricava dai giornali, il libro non è tanto contrario alle leggi o alla Costituzione italiana, che non parla di tratti somatici e di incidenza statistica dell’omosessualità;

                quanto al “sentire comune” ufficiale, a quello che “è bello dire in società” attualmente.

                Che è poi spesso il contrario di quanto gli italiani pensano davvero…

                e lì va detto che il generale ci ha preso in pieno, sia con il titolo che con l’operazione di pubblicità.

              • PinoMamet scrive:

                Poi io parlo di quello che è stato messo sui giornali:
                raccolta di insulti omofobi, ripeto, sul limite
                (il valore documentario probabilmente secondario al semplice desiderio di insultare, ma è processo alle intenzioni)

                e una serie di affermazioni discutibili ma sempre sul confine dell’accettabilità.

              • Roberto scrive:

                Miguel

                « Immagino”

                Io invece sono un esserino privi di fantasia e non riesco ad immaginare un militare che scriva “non uccidere”…e nel caso un militare che subisca una procedura disciplinare per aver scritto o detto “non uccidere”

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Io invece sono un esserino privi di fantasia e non riesco ad immaginare un militare che scriva “non uccidere”…”

                Certo.

                Ma se scrivesse che l’industria militare inquina più di tante altre; che l’economia italiana ci rimette e non ci guadagna con la partecipazione a guerre che non la riguardano; che l’attacco alla Libia del 2011, cui l’Italia ha prestato le basi, ha portato ai problemi attuali di immigrazioni e annegamenti…

                Credo che professionalmente sarebbe ben più grave che scrivere “Miguel Martinez se ne torni con il sombrero tra i suoi narcos invece di farci le prediche a noi che abbiamo avuto il Rinascimento”.

                E sarebbe folle uno Stato che lasciasse correre le prime affermazioni, o che si preoccupasse della seconda.

              • Roberto scrive:

                Miguel

                Sempre “immagino”

                Essendo appunto privo di immaginazione ti racconto delle storie eurocratiche reali

                Partiamo dal principio che per gli eurocrati vale ovviamente il principio della libertà di espressione e un dovere di lealtà alla propria istituzione. Ciò si traduce nel fatto che se vuoi pubblicare una cosa che riguarda l’UE, devi informare la tua istituzione, la quale se vede cose incompatibili con il dovere di lealtà può impedirti la pubblicazione (o meglio darti una sanzione disciplinare se pubblichi lo stesso)

                Ora
                Caso 1: un paio di anni fa ho pubblicato una cosa in cui criticavo in modo diretto un aspetto organizzativo della mia istituzione. Un articolo, modestamente, ben argomentato, pacato, in cui dicevo “è sbagliato fare così, bisognerebbe fare cosà come d’altronde fa la corte europea dei diritti dell’uomo”. Problemi zero, ho trasmesso le bozze all’autorità competente, nessuno ha battuto ciglio (ho avuto una lunga ed interessante discussione dopo la pubblicazione con il mio direttore che non era d’accordo con me ma penso di aver ragione io)

                Caso 2: collega si scorda di informare l’istituzione prima della pubblicazione: procedura disciplinare che si conclude con un richiamo

                Caso 3: collega che scrive un pamphlet terribilmente anti europeista (del genere nulla funziona, sarebbe meglio eliminare tutto), ma argomentato e tutto sommato con toni abbastanza neutri. Non succede nulla

                Caso 4: collega che scrive un orribile pamphlet contro la sua istituzione , che è una specie di catalogo di insulti (tipo il generale) a tutti e a tutto, oltre a portare accuse gravissime che avrebbero meritato altra sede, sennò sono solo calunnie. Licenziato, e il licenziamento è stato confermato in tribunale

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “collega che scrive un orribile pamphlet contro la sua istituzione ”

                Esempi chiari, ma tutti riguardano critiche all’istituzione stessa di cui fanno parte (come il generale che dice che l’industria militare inquina).

                Con il Vannacci siamo piuttosto nel campo del funzionario europeo che si occupa di finanziamenti per le pale eoliche, che scrive che un noto calciatore è fiacco e ha la faccia di uno che sniffa la coca.

              • Roberto scrive:

                Miguel

                “E sarebbe folle uno Stato che lasciasse correre le prime affermazioni, o che si preoccupasse della seconda.”

                E perché?

                Lo stato deve appunto distinguere fra insulti e libertà di espressione e bilanciare diritti e doveri.

                Non ci vedrei nulla di strano in un generale che dice che la spesa militare è eccessiva (a parte il fatto che da quando siamo scesi dagli alberi i generali si lamentano di aver pochi soldi e uomini)

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Lo stato deve appunto distinguere fra insulti e libertà di espressione e bilanciare diritti e doveri.”

                Direi al contrario… lo Stato deve innanzitutto difendere se stesso. Hanno arrestato recentemente un anarchico a Firenze, accusato in pratica di alcuni danneggiamenti sulla linea TAV di qui.

                “I reati ipotizzati a carico dell’arrestato sono quelli previsti e puniti dall’articolo 432 del codice penale (attentato alla sicurezza dei trasporti, pena prevista, da 1 a 5 anni), dall’articolo 81 1° comma (reato continuato che aggrava la pena principale sino al triplo), aggravato dall’articolo 270 bis c.p. 1°comma (associazione con finalità di terrorismo, associazione che si propone il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo, pena da 7 a 15 anni).”

                Cioè da 1 a 5 anni per l’atto in sé, da 7 a 15 anni perché agiva contro gli interessi dello Stato.

                Ora, un militare che mette a rischio l’esercito è da questo punto di vista una cosa ben diversa da un militare che rivolge un insulto personale verso un altro cittadino: al limite dovrebbe essere la persona offesa a rivolgersi alla giustizia, sempre che ne abbia voglia – se quando andava di moda insultare me in rete, lo avessi fatto io, sarei diventato ricco; ma non pretendo certo che un magistrato indaghi senza nemmeno una denuncia da parte mia.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                L’autodifesa passa anche per l’immagine delle istituzioni: se un alto esponente delle Forze Armate delira ne va di mezzo l’immagine dello Stato.

              • Roberto scrive:

                Miguel

                A parte che non credo che il fine ultimo dello stato sua quello di difendere se stesso (forse era vero per l’URSS, ma non ne sono così sicuro), a prescindere dalle nostre opinioni, il dato di fatto materiale, la realtà è appunto che li stato mette su una bilancia diritti e doveri. Il diritto di espressione è abbastanza pesante, bisogna vedere cosa c’è sull’altro piatto della bilancia. Un generale che scrive che la spesa militare è troppo alta? Boh non vedo un gran peso specifico…
                Un generale che c’è l’ha con negri e froci? Si li vedo un peso sufficiente a muovere lago della bilancia (dignità della funzione, non discriminazione, fedeltà alla costituzione…)

              • Roberto scrive:

                Miguel

                “da 7 a 15 anni perché agiva contro gli interessi dello Stato”

                Gli contestano la finalità di terrorismo non la finalità di “agire contro gli interessi dello stato” (che non so nemmeno che reato sarebbe)

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Gli contestano la finalità di terrorismo non la finalità di “agire contro gli interessi dello stato” (che non so nemmeno che reato sarebbe)”

                Mi sembra che le definizioni ufficiali di terrorismo siano assai vaghe https://www.treccani.it/enciclopedia/terrorismo ma che il concetto fondamentale sia l’uso di una violenza “non legittima” (sic) allo scopo di influire sul comportamento di uno Stato.

                E quindi abbiamo due elementi: la violenza e il fatto che sia “contro lo Stato”.

                La violenza dovrebbe essere già compresa nell’ “attentato alla sicurezza dei trasporti” (1-5 anni). Il fatto che quella violenza abbia scopi politici, e agisca contro gli interessi dello Stato, comporta da 7 a 15 di carcere.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per capirci, è terrorismo incendiare alcuni pali di un’opera pubblica per motivi politici; prendere il camion e fare una strage come quella che si fece a Nizza a suo tempo, ma solo per fare dispetto alla propria fidanzata che ha messo le corna, no.

                E non sarebbero “terrorismo” la maggior parte delle “stragi all’americana”, tipo il ragazzo che prende a mitragliate la classe che l’ha bulleggiato. Ma senza fini ideali o politici.

              • Miguel Martinez scrive:

                Motivo per cui l’aggravante della “finalità di terrorismo” si aggiunge quasi sempre attraverso una minuziosa analisi delle opinioni politiche dei rei, la lettura dei suoi scritti teorici, le riviste e i libri che ha in casa, i siti che frequenta.

                Per cui i “7-15 anni” di carcere si aggiungono in base a cose che normalmente non sono per nulla reati.

              • Peucezio scrive:

                Miguel,
                il problema è l’unicità della personalità.
                Ognuno di noi dovrebbe avere diverse personalità pubbliche indipendenti.

                Se io sono presidente della repubblica ma nel tempo libero mi piace farmi sodomizzare dai cavalli e dichiararlo urbi et orbi, se sono bravo a fare il presidente della repubblica, chissenefrega.
                Un chirurgo mi deve operare bene, non dev’essere uno specchio di virtù morali.
                Ma capisco la questione del decoro, della rispettabilità dell’istituzione.
                Allora buttiamo nel cesso questo feticcio inutile del razionalismo occidentale che è l’individuo etimologicamente inscindibile.
                Il lavoro e la vita privata, il lavoro e le opinioni espresse fuori di esso, il lavoro e il sesso, ecc. ecc. devono essere sfere separate.
                Io ufficializzerei anagraficamente gli pseudonimi telematici e ne farei persone giuridiche diverse.
                Se il mio chirurgo è un omicida, stia pure in carcere, ma se mi opera bene, lo portino fuori dal carcere per operarmi e dopo lo riportino dentro.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Pino Mamet

                “Ognuno di noi dovrebbe avere diverse personalità pubbliche indipendenti.”

                Esatto.

                Sei un trafficante internazionale di armi?

                Fai il trafficante.

                Vuoi fare il ministro che decide chi compra le armi?

                Assicurati di non avere precedenti per spaccio di droga o di armi.

                Geniale la proposta, “Io ufficializzerei anagraficamente gli pseudonimi telematici e ne farei persone giuridiche diverse.”

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                @ Peucezio
                Comunque nessuno ti impedisce di andare su internet e sparare stronzate sotto pseudonimo, per cui qualcosa di simile alla separazione di cui parli esiste.

              • PinoMamet scrive:

                “Sei un trafficante internazionale di armi?

                Fai il trafficante.”

                Ok Miguel però l’ha scritto Peucezio, non io 😉

              • Peucezio scrive:

                Mauricius,
                è vero, ma c’è la pressione delle consuetudini.
                Negli anni ’90 internet era così. C’erano le chat telematiche dove si usavano gli speudonimi.
                Si era un po’ rotta l’idea metafisica dell’individuo occidentale.
                Purtroppo il riflusso ha creato i social, dove la gente mette la faccia, trova i propri conoscenti reali, insomma, si ripristina l’unica identità biografica.
                Certo, puoi sempre crearti pseudonimi, andare in circuiti telematici semisegreti, ma ti releghi alla marginalità.

        • PinoMamet scrive:

          Uranista lo conoscevo; c’è in una gag di un film di Lino Banfi (“il direttore non sopporta gli uranisti”), incidentalmente postata da Peucezio poco tempo fa per ragioni linguistiche, perché lo sventurato Banfi, dopo essere stato regolarmente scambiato per “uranista”, finirà nel letto di una procace emiliana.

          Credo che fosse il termine che si usava anche nei rapporti polizieschi dell’epoca. Mi incuriosisce l’origine.

          Bardassa mi ricorda il termine “berdache” che sarebbe stato diffuso (dove? quando? quanto?) tra i nativi americani dell’America del Nord per indicare quella categoria di persone che poi è stata nobilitata come “due spiriti”; ignoro se via una connessione e quale sia l’etimologia.

          Cupio, caghineri (sardo?), buggerone, mai sentiti.

          Creedevo che i militari si addestrassero anche, qualche volta, oltre a cecare termini per insultare i gay.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per PinoMamet

            “Uranista lo conoscevo”

            Forse viene dai gialli statunitensi. L’origine è più che chiara – in inglese la pronuncia di Uranus e di Your Anus è identica.

          • giuseppe motta scrive:

            https://it.wikipedia.org/wiki/Uranismo

            in breve, non è nato come insulto e non c’entra “your anus”

            è una teoria ottocentesca secondo cui l’omosessualità maschile sarebbe un terzo sesso

            la coincidenza con “your anus” è davvero curiosa però, la notai anch’io

            colpa di ET

            • Moi scrive:

              … è vero ! Il doppiaggio Italiano, all’ epoca, riciclò la battuta del “Tucùl” … allora già datata, MA che cmq era stata già riadattata come “presentabile” da Totò !

              • Moi scrive:

                … riferito a ET, quando Elliott si ubriaca “telepaticamente” perché il piccolo alieno , che ovviamente non sa cosa sono gli alcolici prodotti dagli umani, si è ubriacato restando in casa da solo.

          • Peucezio scrive:

            Pino,
            di Luciano Salce semmai.
            Scherzi a parte, è uso comune dire “di” riferito all’attore, ma voglio fare il figo cinefilo rompicazzo 😀
            E, sempre per fare il puntualizzatore scassacazzo 😀 , non finisce nel letto di lei. Finisce nel suo balcone cercando di recuperare carte volate via dal suo ufficio e il marito, gelosissimo, lo obbliga a entrare in casa credendo sia l’amante della moglie.

          • habsburgicus scrive:

            @Pino
            Cupio ….. mai sentiti.

            è piemontese per definire gli omosessuali, analogo subalpino della f-word romanesca…
            si pronuncia küpju e non va confuso con cùp (si pronuncia kup, dunque con la “ou” francese e non con la “u”) che significa “tetto”

            • Peucezio scrive:

              Sì. Non ho mai capito l’etimo.

              • PinoMamet scrive:

                Nessuno ricorda mai il parmense-piacentino “culano”, insulto (ormai anche scherzoso) diffusissimo costì e dall’etimologia trasparente…

              • Moi scrive:

                A Bologna il termine autoctono più popolar tradizionale è “busòn” / “busoni” … sineddoche 🙂 di “culattoni” che però NON è tradizionalmente in uso.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Moi

        “Pare che nel suo libro incriminato “Il Mondo al Contrario””

        La Società dello spettacolo all’opera…

        un tizio che si occupa di cartine geografiche, pubblica a proprie spese (almeno l’IBAN 979-8854698795 non mi dà alcun editore) un saggio in cui ci mette le proprie riflessioni su qualcosa che a quanto pare non riguarda le cartine geografiche, ma impressioni personali.

        Libro che sarebbe stato letto da tre amici, se non lo avesse comprato qualcuno, che su 373 pagine ha trovato tre o quattro frasi da denunciare al mondo intero e sparare “in prima pagina” (virgolette tecnicamente d’obbligo) sui media.

        Una straordinaria campagna pubblicitaria, viene il sospetto che l’autore abbia trasmesso lui stesso ai media le frasi-esca.

    • daouda scrive:

      scena?

      Tralasciando che quello è un traditore, un leccaculo per definizione indipendentemente dai suoi meriti o qualità e tralasciando che a me dell’italianità nun me ne frega n cazzo e che la Egonu de italico non ciàvra mai nulla, figlia poveraccia dell’epoca, e tralasciando che i frogi sò misogini perversi co probblemi ( come ciànno probblemi i succubi della fregna d’altronde , ma almeno sò naturali ) continuo a non capire quale sia il probblema, che stanno a giocà fra loro.
      Che poi me pare riesca a citare Enea, Cesare assieme a Garibaldi e Mazzini. E’ ovviamente un massone, e sappiamo tutti che la massoneria è il trade de union fra magnati e mafiosi, cooptabile dai servizi.

      D’altronde Moi fatte di na cosa. Quando i romani persero sè stessi appresso ai greculi , quei greculi che devono tutto all’Esperia da loro chiamata, la Tirrenia, giacché le loro produzioni e progettazioni sono state solo devianti ed avulsamente assurde rispetto alla retta gnosi ed alla retta edonia, ad usà termini loro, se la sò pijata nder culo.
      Così noi nazareni quando ci si è ricongiunti con il lato più occidentale romano, d’altronde l’indoeuropeismo è stata na bella trovata.

      Alla luce di Stirner e Spinoza, io sono la politica, e di costringe la gente nun me ne frega un cazzo proprio.
      Ho da fronteggiare il revaival neopagano, i comunisti sotto traccia che si spacciano tutti per fascisti, tradizionalisti tridentini e rivoluzionari vaticanisti, che cazzo me frega a mme dei burattini di stato?

      Voi vi dovreste preoccupare del fatto che la corrosione del politicamente corretto era solo tale e che quindi una pseudo restaurazione , illuminata e bilanciatamente mediatrice, è alle porte, sia che vincano i destri od i sinistri a farla comoda come reazione l’uno all’altro quando ci sarà un prossimo scontro, scontro che si avvalerà anche di questioni etnico-religiose al momento opportuno.

  10. Moi scrive:

    @ PINO

    https://graziadaily.co.uk/life/tv-and-film/barbie-movie-break-up-boyfriends-male-fragility/

    People Are Breaking Up With Their Boyfriends If They Don’t ‘Get’ Barbie

  11. Moi scrive:

    Cmq il Generale Vannacci, che il Crosettone ha “rimosso e trasferito” Italico More Solito, sta ricompattando la Cultura “AntiFascista” di Sx molto più della “Shelly” (come alcuni la chiamano) … c’è di che riflettere !

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “c’è di che riflettere !”

      Infatti, come abbiamo detto più volte.

      La Destra esiste perché ci sono le tasse spesso arbitrarie, perché ci immigrati spesso senza arte né parte.

      La Sinistra esiste perché non si spende abbastanza per l’istruzione, perché la Destra vuole togliere il reddito di cittadinanza, perché La Russa ha la faccia antipatica e ha detto che non vorrebbe avere un figlio gay (e invece si è beccato il figlio rapper).

      Entrambe le parti esistono solo specchio dell’altra, mica per meriti della Meloni o della Schlein.

      Forse come immagine positiva abbiamo avuto solo Berlusconi (lo zio simpatico che racconta le barzellette sconce e ha fatto i soldi) e Draghi (l’Uomo della Provvidenza che stermina i covidini senza guardare in faccia nessuno).

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        La destra ha tolto il reddito di cittadinanza. Che non esisteva nello stato di natura, ma era frutto di una legge di pochi anni fa.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per MT

          “La destra ha tolto il reddito di cittadinanza. ”

          Non stavo dando valore alle singole motivazioni. Notavo solo che sono tutte motivazioni “contro l’altro partito”.

          Poi è vero che c’è anche vota PD perché vuole che si rinnovi la concessione del terreno comunale alla squadra di calcio locale, o magari Lega perché aspetta il finanziamento della sagra paesana: questi sono autentici e ragionevoli motivi per votare “a favore” di un partito, anzi lo fanno a milioni.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Io voto il partito X perché voglio il reddito di cittadinanza, dunque sarò contro chiunque poi lo vorrà abolire. Perché dici che è una motivazione “contro”?

            • Miguel Martinez scrive:

              Per MT

              “Io voto il partito X perché voglio il reddito di cittadinanza, dunque sarò contro chiunque poi lo vorrà abolire. Perché dici che è una motivazione “contro”?”

              Certo, tanta gente ha votato a suo tempo M5S perché voleva il RdC. In effetti, è un caso di “voto per”, accanto al ben più frequente “voto contro la Casta”.

              Intendo che oggi ci sarà molta gente che se la prende con la Destra perché la Destra abolisce il RdC, e solo di conseguenza vota “per” la Sinistra (che non mi sembra avesse il RdC tra i suoi obiettivi).

  12. Moi scrive:

    A proposito della Shelly 🙂 :

    24 Agosto inizia l’ ultima Festona 🙂 del Parco Nord … già perché _ attenzione _ nonostante la vicinanza della Shelly a Ultima Generazione … la Grande Opera “Passante” autostradale si farà ! … Anche perché amministra il Partitone, quindi NON si farebbe un dispetto alla Meloni bloccandolo. E poi, si sa, il Passantone Autostradale Darà Lavoro … Retorica, sostanzialmente Planet Unfriendly 🙂 , che però si usa SOLO per i Cantieri Buoni con Doppia Morale !

    Quindi , da Staltranno 😉 dopo decadi 🙂 d’ anni 🙂 … si cambierà Lochéscion Festaiola ! 🙂

    • Moi scrive:

      Per chi lo ignorasse, ‘sto Parco Nord a Bologna è geometricamente (!) “adiacente” all’ Autostrada / Tangenziale con vicino svincolo per Padova e si chiama così perché è in direzione Ferrara !

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “A proposito della Shelly 🙂”

      Fantastico.

      Non ho seguito la vicenda, ma posso immaginare che il tutto passerà anche senza alcuna opposizione da Destra.

  13. Moi scrive:

    Lo Slogan

    Finisce un’ Epoca / Inizia il Futuro

    … un po’ Renzoide 🙂 , no ?

    ————————————————————-

    La prima cosa che m’incuriosisce verificare, sarà l’ uso della Schwa all’ interno della Festa … in teoria, dovrebbero spiegare il Geroglifico Alieno 🙂 a Umarèll e Zdàure che han votato la Shelly per Far Dispetto a Renzi Vs Bonaccini !

    Vecchi Comunisti che NON sanno distinguere “gay” da “trans” MA hanno voluto “Regolare i Conti” al II Turno VS i Vecchi Democristiani !

  14. Moi scrive:

    Come disse Casini, la candidatura di Elly Schlein è stata quella giusta al momento giusto per vincere delle Primarie … ma NON per andare al Governo !

    Difatti, in Italia, per governare bisogna “Democristianizzarsi” / Rototraslare 🙂 Convergendo al Cx … cosa che la Meloni, suo malgrado, ha dovuto fare ! … Ma che Elly Schlein, invece , NON pare intenzionata a volere fare !

    • PinoMamet scrive:

      Ma per fortuna! Ci sono già troppi democristiani a “sinistra “… una volta che abbiamo una di sinistra, teniamocela!

      Davvero, io sono sempre stato scettico sulla Schlein, che mi sembrava una riccoide paraculata e lontana anni luce dalla vita normale…
      Ma mi state convincendo a votarla!

      No, beh, non esageriamo, il PD non lo voto. Diciamo, mi state convincendo a trovarla simpatica.

  15. Miguel Martinez scrive:

    Ecco, trovato… da Wikipedia:

    Nel 2001 l’Unione europea ha emanato la posizione comune 2001/931/PESC[9] che ha definito gli atti terroristici come atti intenzionali, previsti dalle legislazioni nazionali come reato, che data la loro natura o il contesto possono seriamente danneggiare uno Stato o un’organizzazione internazionale, e sono commessi con il proposito di:

    – intimidire seriamente la popolazione;
    – costringere indebitamente i poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto;
    – destabilizzare gravemente o distruggere le strutture politiche, costituzionali, economiche o sociali fondamentali di un Paese o di un’organizzazione internazionale.

  16. Miguel Martinez scrive:

    “intimidire seriamente la popolazione” in un contesto italiano attuale non ha senso (potrebbe essere “terrorismo” mettere sistematicamente bombe nei bar frequentati dagli sloveni a Trieste, nella speranza che tutti sloggino, ma la vedo un’ipotesi assai improbabile, e certamente non attribuibile a un anarchico)

    Le altre sono definizioni prettamente politiche.

  17. Miguel Martinez scrive:

    Posso “attentare alla sicurezza dei trasporti” per sadico godimento, nella speranza di vedere i cadaveri dei pendolari saltare per aria, e sono 1-5 anni.

    Lo posso fare perché considero la TAV uno spreco immane di soldi per arricchire pochi costruttori devastando l’ambiente, e spero confusamente di convincere il governo a non farla (“costringere indebitamente i poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto”).

    Allora ci aggiungono 7-15 anni.

    E come fanno a sapere se lo faccio per sadico diletto, o per motivi ideali?

    Scoprono che sono anni che faccio manifestazioni inascoltate per bloccare (legalmente) la TAV, che sono impegnato nella difesa dell’ambiente e che critico gli appalti di stato. E magari sono pure vegano 🙂

    Ovviamente il tutto “aggravato” dal roboante linguaggio con cui gli anarchici sono soliti scrivere di queste cose.

  18. Miguel Martinez scrive:

    Il punto è che condivido in pieno ciò che dice Moi: che Vannacci ha fatto molto di più per compattare la Sinistra, della Schlein.

    La Schlein si è fatta un mazzo così, da anni, per “spostare a sinistra l’Italia”, attirando ben poche simpatie (infatti, a Firenze ha vinto nelle primarie del PD perché tanta gente era CONTRO i democristiani nel PD, mica perché erano “a favore” della Schlein.

    Invece… fino a ieri pochissimi (fuori da Firenze) conoscevano l’Istituto Geografico Militare; molta, molta meno gente conosceva il suo Direttore; e il libro autopubblicato del Direttore stesso sarebbe stato letto dal Direttore stesso e da sua madre, le altre cento copie le avrebbe regalate ad amici che le avrebbero lasciate marcire sullo scaffale.

    Eppure ha fatto molto di più per la Sinistra di quanto potrebbe mai fare la Schlein. Almeno per i brevi tempi mediatici.

    • Miguel Martinez scrive:

      “Eppure ha fatto molto di più per la Sinistra di quanto potrebbe mai fare la Schlein. Almeno per i brevi tempi mediatici.”

      La cosa mostruosa però è che la Sinistra tifa, se non per Crosetto, per il suo provvedimento.

      Cioè preferisce un trafficante internazionale di armi omicide, cui il governo ha messo sotto il sedere la poltrona dove si decide l’acquisto – a carico dell’erario pubblico – delle merci che il trafficante spaccia; a un tizio che si occupa di cartine geografiche e autopubblica uno scritto dove esprime un’opinione personale un po’ sopra le righe su cose che non riguardano il suo incarico.

      • Miguel Martinez scrive:

        Qualcuno potrà obiettare che anche Vannacci è un militare. Ed è un’obiezione valida, se si è contrari agli eserciti e alle armi.

        Se invece si è contrari al fatto che un militare abbia difficoltà con gli omosessuali, credo che anche nella Mafia ci siano discriminazioni verso gli omosessuali. Ma non mi sembra che Totò Riina sia accusato di aver ostacolato la carriera di qualche promettente giovane solo per le sue preferenze sessuali.

      • Roberto scrive:

        Come spesso succede metti nello stesso sacco una montagna di cose (commercio armi, mafia, esercito schlein) e perdi il filo dell essenziale

        Qui abbiamo
        1. un generale che scrive un libro in cui dice determinate cose su omosessuali e su una sua concittadina (tra l’altro portabandiera olimpica)
        2. Ministro che lo licenzia

        Ha fatto bene 2? Per me si (non ho capito il meccanismo tecnico secondo il quale un ministro può rimuovere un generale, ma vabbè immagino che funzioni così)

        • Miguel Martinez scrive:

          Per roberto

          “Come spesso succede metti nello stesso sacco una montagna di cose ”

          E’ vero.

          Per me l’essenziale non è il fatto in sé, talmente irrilevante da sfiorare il ridicolo (da tutte le parti).

          L’essenziale è l’importanza che i media hanno dato alla notizia e l’entusiasmo profuso dalle varie tifoserie politiche.

          Credo che concorderai che in questo i politici e i media “di Sinistra” (non nel senso profondo, intendo Repubblica e affini) hanno dedicato molta più passione a Vannacci che a Crosetto.

          E sarai d’accordo spero che ci sia un abisso tra il geografo dalla tastiera troppo facile, e il trafficante internazionale di armi omicide cui hanno regalato la poltrona da cui si decide l’acquisto dei suoi giocattoli.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per roberto

            “E sarai d’accordo spero che ci sia un abisso”

            Immaginati un ragazzetto di Palermo addetto alle estorsioni, per conto della Mafia.

            Un giorno, dice che i puppi su’ fetusi.

            Immediatamente, il Capo dei Capi gli fa togliere la pistola, perché con il suo commento ha leso l’onorabilità della Società.

            E quelli che teoricamente dovrebbero essere nemici della Mafia, dicono del Capo dei Capi, “ha fatto bene!”

          • PinoMamet scrive:

            Faccio molta fatica a capire il nesso dell’esempio con la mafia…

            che mi sembra aver senso solo partendo dal presupposto che l’esercito sia una specie di forza del male la cui unica logica sia uccidere e distruggere, come Abaddon o Azazel…

            l’esercito è una delle istituzioni dello Stato italiano, e risponde alle leggi italiane, e un militare rimosso dal suo incarico da Crosetto perché ha discriminato gay e neri non è diverso da un eventuale insegnante o preside rimosso da Valditara per le stesse ragioni.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per PinoMamet

              “l’esercito è una delle istituzioni dello Stato italiano”

              Certamente.

              Il problema si pone però se si considera accettabile che un trafficante internazionale di armi omicide possa “dimettersi” e poche ore dopo ricevere il controllo del pulsante con cui si decide come usare i miei soldi per uccidere la gente che vuole lui.

              Francamente, la trovo un po’ peggio della Mafia. E la Meloni ne ha tutte le colpe.

              Ma mentre le opposizioni diventano isteriche a proposito degli sfoghi personali del nostro geografo miliare, tacciono su questo delitto.

              • PinoMamet scrive:

                Non credo di aver capito- davvero- comunque l’esercito italiano non lo ha creato la Meloni, e non lo abolirá la Schlein.

                Per il resto mah? Non sono mai stato pacifista (sono neutralista nel conflitto tra Ucraina e Russia, che non riguarderebbe l’Italia se l’Italia non ci si fosse messa dentro…)
                e che le aziende italiane vendano armi in tutto il mondo mi sembra una bella cosa. Quando le spade saranno trasformate biblicamente in aratri, venderanno trattori agricoli…

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Martinez

        “mostruosa”

        Penso che tu non abbia fatto il militare.

        Se l’avessi fatto non avresti scritto “mostruosa” ma “lodevole”.

        Come sai, io sono Ufficiale in congedo.

        Posso testimoniare che lo Stato Maggiore ha impiegato decenni a cercare di sradicare omofobia, nonnismo, razzismo e misoginia dalle Forze Armate, che erano state per anni improntate all’esatto contrario per l’eredità fascista.

        (E anche in altri paesi non è che sia andata molto meglio: chi ha visto “The Hill” con Sean Connery o conosce la fine fatta da certo reparti senegalesi dell’Armée dopo l’ultima guerra sa di che parlo).

        In caserma, in un reparto tutto di Piemontesi ci arrivò un Altoatesino, che di lingua madre era Tedesco e parlava un Italiano poco più che scolastico con un forte accento.

        Si dovette mettere subito in chiaro che al primo sentore di uno sbrandamento o di qualunque atto simile nei confronti del nuovo arrivato la repressione sarebbe stata particolarmente occhiuta, perché sapevamo che apparendo “non tipicamente Italiano” per via del suo accento il nuovo arrivato era un soggetto a rischio di subire nonnismo e simili.

        E adesso arriva un Generale IN SERVIZIO, carico di medaglie e presumibilmente stimato quindi dai sottoposti, che se ne esce con un libro in cui straparla di suoi concittadini definendoli “non tipicamente Italiani”?

        Ma lo sapete che adesso abbiamo dei neri di origine Congolese pure fra i Corazzieri?

        Che prima o poi cominceranno ad esserci Italiani neri di pelle che presteranno servizio?

        Che già adesso un’unione gay è stata festeggiata dai commilitoni in alta uniforme nell’Arma dei Carabinieri?

        Se c’è un argomento delicato in politica è quello dell’integrazione delle persone nella comunità nazionale. È tanto delicato che pur di non affrontarlo lo si ridicolizza cogli eccessi della cancel culture pur di non affrontarlo.

        E se c’è un divieto assoluto alla base di tutti i regolamenti militari è quello che vieta a un militare in servizio di prendere pubblicamente posizioni politiche.

        C’è persino un episodio di Don Matteo in cui il maresciallo si rifiuta di firmare a un banchetto per la raccolta di firme per chiedere al vescovo di non allontanare il parroco perché il maresciallo è in servizio.

        Si tratta dell’ovvia garanzia minima di imparzialità che le Forze Armate devono offrire ai cittadini.

        E questo militare IN SERVIZIO pubblica in un libro le sue opinioni sulla presunta “italianità” di questo o di quello?

        MA SBATTETELO FUORI.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        P.S. Forza Nuova ha già offerto al Generale la candidatura al parlamento per le prossime elezioni. Ci tengo a precisare che il mio giudizio sarebbe lo stesso anche se il Generale avesse pubblicato un pamphlet a favore della rivoluzione proletaria.

        • PinoMamet scrive:

          Credo che italiani neri nelle Forze armate ci siano da decenni… (ma in realtà ci sono sempre stati!)

        • Peucezio scrive:

          Andrea,
          “Posso testimoniare che lo Stato Maggiore ha impiegato decenni a cercare di sradicare omofobia, nonnismo, razzismo e misoginia dalle Forze Armate, che erano state per anni improntate all’esatto contrario per l’eredità fascista. ”

          A me sembra una cagata.
          Ma vorrei capire in che senso tutto ciò renderebbe più efficienti le forze armate in guerra o comunque nei loro impieghi.
          La donna è meno aggressiva di temperamento e meno fisicamente forte dell’uomo. La guerra è archetipicamente maschile. Le amazzoni risaltano proprio in quanto contro-archetipo, capovolgimento dello schema.
          E gli omosessuali per definizione sono meno virili degli eterosessuali (non dico tutti, ma mediamente…). Qual è il vantaggio di averli nell’esercito?
          Semmai non si dovrebbe dare conto delle proprie preferenze sessuali nel venire arruolati, questo sì, perché riguarda la propria sfera privata (così come quando si pubblica un libro, che non ha nulla a che fare col proprio incarico militare). Ma allora il problema non si dovrebbe porre.
          In ogni caso il generale in questione ha proposto l’allontanamento di donne e omosessuali dall’esercito?
          Se sì è una legittima opinione, che può essere seguita o ignorata, come qualsiasi opinione, anche quella di allontanare quelli coi capelli biondi o col cognome che inizia per vocale.
          Ma a me pare, da quello che ho capito senza aver letto il libro, che abbia solo criticato gli eccessi dell’isteria omosessualista e politicamente corretta, cosa che mi pare non solo legittima, ma ineccepibile nel merito.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Se all’interno di un corpo si creano frizioni dovute alle intolleranze reciproche, il corpo smette di funzionare. E la macchina ne risente.

            • Peucezio scrive:

              A me però mi dà tutto di gigantesca ipocrisia.
              Nell’esercito ci sono sempre stati nonnismo, bullismo, discriminazione, ecc.
              E sono scettico sul fatto che siano eliminabili: il soldato non è un lavoro come un altro, è una categoria antropologica.
              Semmai il punto è se debbano esistere guerre, eserciti, ecc. Io ne farei volentieri a meno.
              Tra l’altro per la mia personale sensibilità trovo orrende quelle forme di cameratismo con riti di iniziazione e altre forme di violenza e bullismo stile Full Metal Jacket.
              Il punto è: gli eserciti funzionano davvero senza?
              Forse sì, se diventano così asettici, grazie alle tecnologie, da diventare come videogiochi da nerd.
              Peggio mi sento…

              Insomma, che esista una carica di violenza interna e di irregimentamento violento in un’istituzione che ha il compito di esercitare la violenza all’esterno mi pare ahimè fisiologico.

              Il fatto è che oggi si deve fare finta che non sia così.
              Per cui donne e culattoni nell’esercito, non perché servano davvero, ma perché sono esornativi.

              Ma fare finta che una cosa sporca, violenta e ripugnante sia bella perché la imbellettiamo mi pare l’operazione più immonda che si possa fare.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Boh, ma il genio e i tizi che manutengono gli aerei davvero hanno bisogno di Full Metal Jacket?

              • Peucezio scrive:

                Appunto.
                Se è diventato un lavoro asettico non c’entra nemmeno più lo spirito di corpo: sono tecnici che devono lavorare con diligenza.

              • PinoMamet scrive:

                “ma il genio e i tizi che manutengono gli aerei davvero hanno bisogno di Full Metal Jacket?”

                beh, un mio amico, bravissimo regista di corti, ha fatto proprio il militare nel genio guastatori… e un altro mio amico (il figlio del capitano di marina) nel genio alpino.
                Sì, direi che un po’ gli serve 😉

                Senza esagerare, ovviamente.

                quanto a quelli che mantnegono gli aerei, mah… mi è capitato di vedere un filmatino sui tizi che manutengono gli aerei sulle portaerei: durante un temporale nel mezzo dell’Oceano.
                Hm, credo che anche a loro serva parecchia motivazione e spirito di corpo, perché il rischio di farsi tranciare una gamba o maciullare un arto è sempre dietro l’angolo.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucazio

                “Insomma, che esista una carica di violenza interna e di irregimentamento violento in un’istituzione che ha il compito di esercitare la violenza all’esterno mi pare ahimè fisiologico.”

                Verissimo.

                Avevo scritto una cosa che riflette esattamente ciò che dici molti anni fa qui:

                https://kelebeklerblog.com/2008/10/14/la-violenza-segreta/

                Il video di cui parlo sembra scomparso, riguardava la bomba atomica, che è il massimo della violenza “tecnicizzata”.

                Per gli ispanofoni, invece, la violenza pretecnica:

                https://www.youtube.com/watch?v=u05k9HAYxjU&pp=ygUYanVhbiByaXZlcmEgc2FudGEgbXVlcnRl

          • PinoMamet scrive:

            “La donna è meno aggressiva di temperamento”

            ah sì? 😉

            “Semmai il punto è se debbano esistere guerre, eserciti, ecc. Io ne farei volentieri a meno.”

            A me piace il folklore, e perciò adoro le divise militari, con i loro pennacchi e i loro cappellini buffi.

            Per quanto riguarda le guerre, beh, penso che il militare sarebbe forse il lavoro più bello del mondo, se non ci fossero le guerre 😉

            la mia “guerra” ideale è all’incirca lo spettacolino che fanno le guardie di confine pakistane e indiane, già postato qua, con grande arriciammento di baffi, gonfiamento di petti, sguardi da galletto e passo dell’oca. Poi si chiude il cancello e buona sera. 😉

            “Tra l’altro per la mia personale sensibilità trovo orrende quelle forme di cameratismo con riti di iniziazione e altre forme di violenza e bullismo stile Full Metal Jacket.
            Il punto è: gli eserciti funzionano davvero senza?”

            Mah…
            da un punto di vista tecnico, tutte queste cose non servono assolutamente niente, è chiaro.

            Ma gli esseri umani non sono computer, e ogni gruppo per essere unito ha bisogno di superare delle prove insieme, per stupide che siano.

            Lo spiega molto bene Erich Maria Remarque, in un passo di Niente di nuovo ecc.:
            tutto il sadismo del caporale istruttore, di cui non ricordo il nome, da un lato aveva cementato il gruppo, dall’altro gli aveva tolto, come individui, tutte le migliori qualità umane (sincerità, compassione ecc.) facendoli regredire allo stato di bruti, di opportunisti, di ladri: cioè quello che serviva per sopravvivere in trincea.

            poi ovviamente il rischio è quello di esagerare
            (in Full Metal Jacket, appunto, c’è Palla di lardo, trasformato in ottimo soldato al costo di spingerlo a suicidarsi).

            • PinoMamet scrive:

              Potreste dirmi che le guerre attuali non si combattono più in trincea, ma l’Ucraina è lì a dimostrare il contrario…

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Sì, dove leggo che i veterani occidentali (militari di professione passati al privato con esperienza di Afghanistan e Iraq) che hanno subito ai loro tempi il trattamento FMJ, pare che crollino, mentre il coscritto ucraino con qualche settimana di addestramento (che quindi ha subito molto meno trattamento FMJ) viene lanciato a ondate contro le linee fortificate nemiche. E questo relativizza molto le cose.

              • Peucezio scrive:

                Beh, ma lì è guerra di popolo, quasi tribale: minacciano la mia comunità, mia sorella, mia moglie, mia figlia, i miei amici, prendo il fucile e mi lancio.

              • PinoMamet scrive:

                Mi pare in effetti che molti ucraini (e sicuramente anche molti russi) che non hanno particolare interesse a farsi uccidere per la causa, si arrendano ogni volta che sia possibile…

                ma ce ne sono altrettanti che invece per motivi loro sentono la causa profondamente e sono senza dubbio più motivati dei mercenari occidentali, che alla fine sono dei “turisti di guerra” di un conflitto che si aspettavano molto più breve e uniterale…

                (e, sostengono i russi, sono trattati malissimo dai corrotti ufficiali ucraini…)

              • PinoMamet scrive:

                Pensate agli italiani nella Seconda Guerra, la campagna d’Africa: battaglioni interi che si arrendono senza sparare un colpo, e la Folgore che non si arrende neanche da morta…

                ma credo sia la normalità di tutti i conflitti.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ peucezio

            “efficiente”

            Un reparto funziona solo se c’è uno spirito di corpo: l’orgoglio di portare quella divisa e non un’altra, quelle mostrine e non altre, di svolgere insieme quel compito e non altri. Può sembrare ridicolo a chi lo vede da fuori. Ma senza spirito di corpo non c’è disciplina che tenga. La penna degli Alpini, il fez dei Bersaglieri e il chepi’ della Legione Straniera valgono più di una divisione corazzata.

            Questo purtroppo facilita il nonnismo, perché chi è stato angariato dai “nonni” si sente come uno dei pochi che ha superato una serie di difficili prove di ammissione a un gruppo ristretto, prove cui andranno sottoposti i nuovi arrivati. (Inoltre il nonnismo è comunque abbastanza trascurato dagli Ufficiali inferiori a diretto contatto con la truppa, perché è visto come un modo di controllare il gruppo separandolo fra i “nonni” e gli altri, all’insegna del “di giorno comandiamo noi Ufficiali, di notte voi ‘nonni'”).

            Viene facilitato anche il senso di estraneità verso il “diverso” (gay, donna, nero, membro di minoranza etnica e/o linguistica). Ne segue che è più facile che si verifichino sotto le armi atti omofobia, misoginia e razzismo.

            Ma ciò ha due controindicazioni.

            Primo, a lungo andare mina il cameratismo, con ovvie ripercussioni sulla tenuta del reparto. Il finale di “Full Metal Jacket” è un’esagerazione, certo, ma rende l’idea. Quel film non è una narrazione: è un documentario, almeno nella prima parte.

            Secondo, allarga il solco fra le Forze Armate e il resto della società (a meno che questa non sia a sua volta militarizzata, come voleva Starace). E questo, quando si tratta di andare dal ministro a chiedere soldi per nuovi sistemi d’arma o per la manutenzione dell’esistente, è pessima politica. Sarà per questo che i più accaniti nell’attaccare ogni forma di discriminazione sono i Generali di grado più elevato.

            Paradossalmente per chi crede alla sbrigativa equazione “militare=fascista” , le Forze Armate sono da sempre un potente fattore di integrazione delle minoranze e, più in generale, di educazione (parola grossa, lo so, ma insostituibile in questo caso) alla cittadinanza. Chi ricorda la scena di “Padre padrone” dove il pastore Sardo capisce di essere più di una bestia da soma facendo la naja capirà cosa intendo. In USA un nero è arrivato prima allo Stato Maggiore che alla Casa Bianca.

            Questo è uno dei miti per cui la politicizzazione delle Forze Armate è una peste da evitare ad ogni costo. Semplicemente, una società democratica non se la può permettere. È un tradimento verso l’idea stessa del servizio al Paese. Il militare che vuol fare politica si dimette da militare (penso ad Eisenhower).

            Non ripeterei certo l’esperienza della naja. Ma credimi se ti dico che in questi giorni sto provando davvero schifo.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Peucezio scrive:

              Andrea,
              metti insieme una serie di cose diverse.

              “Primo, a lungo andare mina il cameratismo, con ovvie ripercussioni sulla tenuta del reparto. Il finale di “Full Metal Jacket” è un’esagerazione, certo, ma rende l’idea. Quel film non è una narrazione: è un documentario, almeno nella prima parte.”

              Ovviamente ci vuole misura.

              “Secondo, allarga il solco fra le Forze Armate e il resto della società (a meno che questa non sia a sua volta militarizzata, come voleva Starace). E questo, quando si tratta di andare dal ministro a chiedere soldi per nuovi sistemi d’arma o per la manutenzione dell’esistente, è pessima politica. Sarà per questo che i più accaniti nell’attaccare ogni forma di discriminazione sono i Generali di grado più elevato.”

              E chi se ne frega.
              Gli eserciti devono fare il lavoro sporco. Se devono sottomettersi alle mode e alle ubbie ideologiche della società diventano una macchietta.
              La società oggi è tendenzialmente pacifista: senti mai qualcuno dire: “che figata le guerre, la gente che muore!”?
              E allora dovremmo abolire l’esercito? Idealmente sì, ma purtroppo non si può. Non ancora, nel mondo reale.

              “Paradossalmente per chi crede alla sbrigativa equazione “militare=fascista” , le Forze Armate sono da sempre un potente fattore di integrazione delle minoranze e, più in generale, di educazione (parola grossa, lo so, ma insostituibile in questo caso) alla cittadinanza. Chi ricorda la scena di “Padre padrone” dove il pastore Sardo capisce di essere più di una bestia da soma facendo la naja capirà cosa intendo. In USA un nero è arrivato prima allo Stato Maggiore che alla Casa Bianca.
              Questo è uno dei miti per cui la politicizzazione delle Forze Armate è una peste da evitare ad ogni costo. Semplicemente, una società democratica non se la può permettere. È un tradimento verso l’idea stessa del servizio al Paese. Il militare che vuol fare politica si dimette da militare (penso ad Eisenhower).”

              Sì, sono d’accordo.
              Ma con dei distinguo.
              In generale un fattore di integrazione sociale è un bene.
              Ma se un domani l’esercito fosse dominato da gente di religione islamica e decidesse di imporre la sharia con un colpo di stato?

              Ma in ogni caso la pietra dell scandalo qui riguardava gli omosessuali e le donne.
              Che non c’entrano nulla con l’integrazione: fanno già parte della società, non arrivano da fuori.

              Quello che mi meraviglio che tu non colga è la carica violenta che c’è in quest’imposizione di fisime conformistiche e à la page, amate dal potere e dai media mainstream, a scapito di un servitore serio dello stato.

              Che ci siano dei dementi che propongono lo schwa contro la grammatica e il buon senso è un conto, che questo debba coinvolgere le cose serie, come l’esercito, è molto più grave.

  19. tomar scrive:

    Vannacci: “Gay ed ebrei non sono intoccabili”.

    Come non essere d’accordo?
    Purché un gay non sia “toccato” in quanto gay e un ebreo in quanto ebreo, come un italiano in quanto italiano, un bantu in quanto bantu…
    … un israeliano in quanto israeliano?
    Qui ci sta chiaramente un equivoco spazio etico-storico in cui anche un Vannacci si può infilare, quello per cui la concreta realtà degli israeliani – che come costruttori dell’ultima nazione organicamente colonialista del pianeta sono strutturalmente persecutori e quindi ovviamente in quanto tali “toccabili” – questa realtà, nella narrazione in occidente predominante viene sistematicamente avvolta e nascosta sotto quella degli ebrei come figura assoluta del perseguitato, dell’intoccabile, travestimento che consente poi l’equazione antisionismo = antisemitismo.
    Un discorso in parte simile si potrebbe forse fare riguardo a una sorta intoccabilità speciale di cui godrebbero nell’evoluto Occidente i gay in quanto gay, per lo meno quelli dotati di notorietà, che renderebbe più rischioso, per esempio, essendo l’accusa di omofobia sempre dietro l’angolo, criticare questa o quella stupidaggine che il tal noto gay avesse detto o fatto. Ma su questo eventuale qui pro quo, molto meno drammatico dell’altro, lascerei la parola, per confermare o smentire, a Moi, che ne sa senz’altro più di me.

    • PinoMamet scrive:

      Nel concreto cosa vuol dire “toccabili”?

      • roberto scrive:

        secondo me per vannucci vuol dire “insultabili”

        • Peucezio scrive:

          Quindi gentili ed eterosessuali sarebbero insultabili?
          Oppure non si può insultare nessun gruppo?
          E allora dove sta la specificità di ebrei e omosessuali? Se c’è un pregiudizio a loro favore o un’isteria che scatta solo quando vengono toccati loro è un’ingiustizia.

          Comunque secondo me sarebbe molto più semplice stabilire che non si può insultare nessun individuo, con nome e cognome, ma che si può dire tutto quel cazzo che si vuole sui gruppi umani.
          Con diritto di replica e di controinsulto della controparte.

          • PinoMamet scrive:

            Mi fai pensare a una vicenda degli ebrei di una cittadina del piacentino qua vicina.
            Attualmente credo che i residenti ebraici contino una (1) unità, ma nel Sei e Settecento era una comunità numerosa, con tanto di scuola rabbinica.

            fatto sta che nella cittadina c’era (e c’è ancora) una popolare manifestazione carnevalesca, nella quale era uso mascherarsi (anche) da ebrei; e ne scaturivano scazzottate e risse.

            Gli ebrei si rivolsero all’autorità civile (siamo nel Seicento, ma vado completamente a memoria), che per mantenere l’ordine proibirono ai gentili di mascherarsi da ebrei.
            I gentili però “fecero ricorso” sostenendo: se possiamo travestirci da tedeschi, spagnoli e francesi, perché non da ebrei?
            Credo che vinsero il ricorso, pure.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Pino Mamet

              “I gentili però “fecero ricorso” sostenendo: se possiamo travestirci da tedeschi, spagnoli e francesi, perché non da ebrei?”

              Non conoscevo la storia, è fantastica!

    • Moi scrive:

      Cmq pure la Francia ha ancora oggi (!) delle simil-Colonie … nessuno ha da ridire, forse se vincessero Zemmour (di origine Ebraica ma vorrebbe ripristinare “Riavvolgendo il Tempo” la Francia Anni ’50 di De Gaulle, @ Tomar … ) o la Le Pen le cose inizierebbero a dare scandalo.

    • Moi scrive:

      Cmq Israele è diverso … c’è un’ unica Tradizione Monoteista in quelle Terre , con tanto di “cross over” e “spin off” (come direbbero alla UAAR 🙂 ) fra Torah e Corano !

      • Moi scrive:

        Dipende tutto da quel “setting” lì … altrimenti, ricavare una Terra Santa con caratteristiche desertiche negli Stati Uniti (… e dove, sennò ?) sarebbe un attimo.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          I Mormoni lo hanno fatto, ma loro rappresentano l’estremo dell’archetipo dell’autosufficientismo americano. Altri rappresentano l’estremo opposto: quello dell’usano arrogante all’estero.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Cantico per Leibowitz rappresenta un altro esempio di desiderio inconscio dell’usàno autosufficiente: l’autore riesce a portare negli USA la Santa Sede, che inspiegabilmente non si trova all’interno dei confini del Centro del Mondo.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ mauricius tarvisii

              “Leibowitz”

              A sua discolpa, va detto che l’autore scrive per gli Statunitensi degli anni ’50, molti dei quali manco sapevano (sanno) dove fosse il Vaticano.

              (Spezzo così una lancia perché è uno dei miei romanzi preferiti, il perfetto sviluppo di “Medioevo prossimo venturo”. In ogni caso non è che i discendenti degli Statunitensi ci facciano una gran bella figura, dato che per la maggior parte o sono barbari o cannibali).

              Ciao!

              Andrea Di Vita

  20. Moi scrive:

    Ohibò 🙂 … il Metodo Wanna Marchi [“Bene o male … mi basta che parliate di me”], funziona ancora … nella Woke Era 🙂 :

    https://www.affaritaliani.it/mediatech/il-libro-scandalo-di-vannacci-il-piu-venduto-su-amazon-e-forza-nuova-871971.html

    Il libro-scandalo di Vannacci il più venduto su Amazon

  21. quisquiliator scrive:

    Non ho seguito molto la vicenda Vannacci ,per cui anch’io rischio di sparare cagate come il generale in questione, ma da come l’ho capita, c’è per l’appunto un vecchio generale che darei per rincoglionito a prescindere,anche se questa è un’ingiustizia da parte mia perchè sulla storia dell’Ucraina ho letto generali che cagate non le dicevano, magari erano opinabili come tutto al mondo ma non sparavano cagate come invece praticamente la totalità dei politici.
    Vabbè, costui scrive un libro con considerazioni politicamente scorrette, e sottolineo politicamente scorrette, che però non hanno niente a che vedere con il suo ambito professionale , e sottolineo anche questo secondo aspetto, cioè , correggetemi se sbaglio, non ha sparato cagate riguardo a ciò per cui lavora ( lavorava …), spara le sue cagate personali su temi non riguardanti l’esercizio delle sue funzioni .
    In pratica è reo di aver commesso questa nuova sorta di reato di opinione non sancito dalla legge che è il codice del politicamente corretto.
    E’ divertente e soprattutto significativo che venga licenziato per questo “reato ” da uno del suo campo politico , uno con l’anima politica simile alla sua( sì, lo so che non esiste l’anima politica, ma ci siamo capiti ) , che però vuole o deve assumere come proprio il codice politico dell’avversario, cioè della “sinistra”.
    Siccome poi i codici politico/legali/morali sono elastici, ma i soldi no, mi viene in mente che ad un certo punto il PD aveva voglia di inseguire la destra sui migranti, e mise il buon Minniti ministro dell’Interno.
    Alla bisogna,si sospese per qualche tempo il “codice” dei migranti poveretti, buoni, da salvare ecc ecc, per poi ripristinarlo qualche tempo dopo, sempre alla bisogna.
    Minniti attualmente risulta duramente punito per le sue passate “trasgressioni ” ( ma non lo erano,la loro applicazione era stata sospesa ) con la presidenza di una fondazione finanziata da Leonardo, cioè con la nostra azienda leader del settore difesa e militare, di cui vado giustamente fiero, come non essere fieri del Made in Italy 🙂

  22. Moi scrive:

    Intanto volano gli stracci fra il Donzellino 🙂 e il Crosettone 🙂

    https://www.repubblica.it/politica/2023/08/20/news/caso_vannacci_fdi_donzelli_crosetto-411719032/

    Il fedelissimo di Meloni attacca il ministro della Difesa, “reo” di aver duramente condannato il parà autore del libro in cui esprime le sue tesi omofobe e contro migranti e femministe: “In un mondo libero si scrive ciò che si pensa”

  23. PinoMamet scrive:

    Un gentilissimo e simpatico collega di destra

    (così smarriamo due luoghi comuni: gli insegnati so’ tutti comunisti, e i fasci sono brutti, stupidi e cattivi)

    mi ha girato il libro di Vannacci. Ne ho letta una ventina di pagine, su più di 300, e che dire?

    per ora mi pare che Vannacci, beh, sarebbe perfettamente a suo agio tra i commentatori di questo blog.

    Gli argomenti che tocca sono quelli che sono toccati qua quasi quotidianamente (linguaggio inclusivo, trans o autoidentificati come tali, ambientalismo, presunto strapotere delle minoranze, covid e terrapiattisti…)

    e direi che il punto di vista con lui li affronta è perfettamente sovrapponibile a quello di noialtri commentatori, ora l’uno e ora l’altro:

    per esempio pensa che i terrapiattisti e i negazionisti del covid siano parimenti idioti, ma mi pare di capire (devo ancora arrivarci) che non condivida l’allarmismo climatico…

    L’impressione è che i giornalisti, more solito, abbiano preso le parti più controverse, forse anche un po’ ritagliate alla bisogna dal contesto, per costruirci sopra lo scandalo.

    Ripeto, ho letto solo l’inizio, ma mi paiono più le riflessioni di un pensatore fai-da-te un po’ reazionario che le farneticazioni di un fascistone pazzo.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ pino Mamet

      “Vannacci”

      Dubito che i frequentatori di questo blog annoverino un Ufficiale in servizio.

      La cosa inaccettabile non è quello che un Generale in servizio pensa sulla politica e la società, ma che un Generale lo pubblichi.

      Qui non si tratta di valutare se alle Forze Armate dell’Italia servano più Ariete o più Leopard. Qui si parla di identità e di minoranze.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • PinoMamet scrive:

        “Dubito che i frequentatori di questo blog annoverino un Ufficiale in servizio.”

        Non saprei, ho avuto modo di frequentare ufficiali in servizio e in congedo sia telematicamente che dal vivo, per diverse ragioni, e come sai ne ho anche in famiglia…
        tra loro ho conosciuto ottime persone, alcuni colti e altri meno, qualcuno persino “liberal”, qualcuno più… folkloristico.

        Non mi pare una cosa fuori dal mondo.

        In ogni caso non mi pare che nel libro si incita a discriminare le minoranze, si riflette invece sul loro ruolo nella società, con passaggi magari discutibili come quelli riportati dai giornali.
        Che ho anche il sospetto siano gli unici di tale tenore, a quanto letto finora.

        • PinoMamet scrive:

          si incit i

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ pino Mamet

          “finora”

          Basta e avanza.

          La neutralità dei militari in una democrazia e’ come la moglie di Cesare: deve restare al di sopra di ogni sospetto.

          Ci manca solo che si cominci a dover sospettare pure delle Forze Armate.

          Persino i servizi segreti militari, in ogni Paese, sono tenuti distinti da quelli civili: devono essere presentati come liberi dalle tentazioni di fare gli interessi di questo o di quel partito politico. Mica solo in Italia, eh. La separazione può essere istituzionale (come da noi) o per aree di competenza (come CIA, FBI, NSA, Secret Service e altre 14 agenzie negli USA). Ma è dai tempi del dopo Fouchet che si cerca di impedire che i “servizi” finiscano tutti sotto la stessa gerarchia.

          Figurati per chi muove i carrarmati.

          Si era arrivati all’assurdo di obbligare il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri a provenire da un’altra Forza Armata.

          No, mi spiace. Il libro di Vannucci sarà pure innocuo di per sé. Ma la sua pubblicazione costituisce un imperdonabile precedente.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Miguel Martinez scrive:

            Per ADV

            “No, mi spiace. Il libro di Vannucci sarà pure innocuo di per sé. Ma la sua pubblicazione costituisce un imperdonabile precedente.”

            Ma infatti, mica dico che un militare abbia il diritto legale di scrivere o autopubblicare un libro.

            Come il chierichetto non ha diritto di dire le parolacce e continuare a fare il chierichetto.

            La cosa incredibile è che questo sgarro sia diventato una notizia nazionale.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per ADV

        “La cosa inaccettabile non è quello che un Generale in servizio pensa sulla politica e la società, ma che un Generale lo pubblichi.”

        Infatti, penso che tu abbia ragione.

        Premesso che del fatto in sé non me ne importa assolutamente nulla (mi interessa solo il polverone politico-mediatico), ecco il mio Illuminato Parere Personale:

        1) ufficiale autopubblica libretto con opinioni personali (non importa quali) con una copia venduta alla mamma e 100 copie regalate agli amici, che non lo leggono

        2) per qualche incredibile caso, qualcuno se ne accorge e fa la spia con i capi dell’ufficiale

        3) i capi dell’ufficiale in silenzio puniscono l’ufficiale per aver espresso “pubblicamente” (mamma più amici) opinioni personali, non importa quali.

        Fine del caso, la cui unica documentazione resta in qualche archivio che tra vent’anni sarà distrutto.

        • Miguel Martinez scrive:

          Quello che invece è interessante è che sul non-caso Vannacci si sia sollevata più indignazione che sul fatto che a un traffico internazionale di armi abbiano regalato il posto di comando da cui si decide l’acquisto delle armi.

          Questa almeno è la mia impressione, poi immagino che si possa fare uno studio sul numero di interventi “qualificati” (tipo da parte di parlamentari in carica), il numero di battute negli articoli sui giornali, il numero di minuti nei TG, ecc., dedicati rispettivamente allo scandalo Vannacci e allo scandalo Crosetto, e potrei avere torto.

          • PinoMamet scrive:

            Ma per intenderci qual è lo scandalo Crosetto?

            • Miguel Martinez scrive:

              Per PinoMamet

              “Ma per intenderci qual è lo scandalo Crosetto?”

              Il fatto che tu, che sei una persona colta e informata, me lo chieda, conferma la mia supposizione che il libercolo del Vannacci abbia fatto più scandalo.

              Dello scandalo Crosetto, ne scrissi qui:

              https://kelebeklerblog.com/2022/10/22/qualcuno-ha-sentito-lopposizione/

            • roberto scrive:

              sai miguel,

              credo che se invece di usare il termine “trafficante di armi” scrivessi “ex presidente dell’associazione delle imprese italiane che vendono armi”, probabilmente lo scandalo si sgonfierebbe…o almeno perderebbe la patina romantica del perfido trafficnate di armi per assumere la veste più noiosa di un banale conflitto di interessi, come ce ne sono a non poterne più contare nella politica italiana

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “credo che se invece di usare il termine “trafficante di armi” scrivessi “ex presidente dell’associazione delle imprese italiane che vendono armi”, probabilmente lo scandalo si sgonfierebbe…”

                Apprezzo la tua difesa del fondatore di Fratelli d’Italia.

                Come se si dicesse, Salvatore Riina, agricoltore. Che presumo fosse il termine che usava sulla sua carta d’identità.

              • Miguel Martinez scrive:

                ““credo che se invece di usare il termine “trafficante di armi” scrivessi “ex presidente dell’associazione delle imprese italiane che vendono armi”, probabilmente lo scandalo si sgonfierebbe…””

                E comunque lo scandalo non ha bisogno di sgonfiarsi, non essendo mai nato: Crosetto mica si è autopubblicato i propri bofonchiamenti personali.

              • Roberto scrive:

                Si Miguel, conosco benissimo il tuo vezzo di usare le parole in modo strano pour épater les bourgeois et les jeunes filles (anche se no, per carità non è tua intenzione), ma in effetti….riina era un mafioso (quindi io uso quella parola) e corsetto era il presidente dell’associazione degli industriali delle armi (quindi uso quella espressione)

                L’agricoltore ed il trafficante fanno altro

                Puoi benissimo, anzi è anche più efficace, contestare crosetto per quello che ha fatto o che rappresenta, senza trucchetti retorici….

              • Miguel Martinez scrive:

                Non ho dubbi che nel suo c.v., Crosetto si autodefinisse “presidente” ecc. , come immagino che Totò Riina sulla sua carts d’identità recasse scritto “agricoltore” (comunque sicuramente non “mafioso”).

                Un trafficante internazionale di armi credo che sia una persona che commercia a livello internazionale strumenti per uccidere, storpiare, accecare e mutilare su grande scala. Quindi uso quella espressione.

                Immagino che per te la differenza stia nel fatto che in alcuni casi, questo eccitante e redditizio mestiere sia legale, in altri no: come ho già fatto notare, da quando Crosetto è ministro, è diventato legale vendere armi all’Arabia Saudita, prima c’erano delle restrizioni. Basta diventare ministro e il mercato lecito si espande miracolosamente…

              • roberto scrive:

                miguel

                “per te la differenza”

                non è *per me*, è proprio questa la differenza!

                immagino che essendo tu straniero certe sfumature ti sfuggano, ma avrai forse notato che se è vietato vendere mariuana, si dice “spacciare mariuana”, mentre non useresti mai lo stesso verbo per i coffee shop olandesi, dove la vendono legalmente.

                oppure c’è una differenza fra bracconiere e cacciatore

                c’è una differenza fra andare a trovare qualcuno e violare il domicilio

                c’è una differenza fra fare l’amore e stuprare

                c’è una differenza fra fare una carezza e molestare

                e così via

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “non è *per me*, è proprio questa la differenza!”

                Come la differenza tra “abbandono del tetto coniugale” nel 1960 e “divorzio” nel 1980?

                O tra spaccio di vino in Arabia Saudita e commercio di vino a Milano?

                O tra condotta pubblica immorale in Iran e stile elegante di capigliatura femminile a Roma?

              • roberto scrive:

                poi che crosetto abbia un conflitto di interessi grosso come una casa è un’altra cosa e per me quello è il problema, non che abbia rappresentato le aziende che vendono armi

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “poi che crosetto abbia un conflitto di interessi grosso come una casa è un’altra cosa e per me quello è il problema”

                Ma non è un conflitto di interessi tipo, gestore di una spiaggia privata che si fa dare dei privilegi per i gestori di spiagge private. Robetta squallida, sicuramente, ma che finisce lì.

                Qui, a prescindere totalmente da quando è “legale” e quando non lo è, stiamo parlando dell’industria più devastante del mondo dal punto di vista ambientale, che ha come unico scopo la commissione di omicidi su grande scala.

                E di un signore che addirittura fonda un partito politico (assieme alle due macchiette della Meloni e La Russa) utile a fare gli interessi – certamente in modo legale – di tale industria.

                Boh, poi è chiaro che sono argomenti sui quali abbiamo sensibiltà diverse.

              • roberto scrive:

                miguel

                “Come la differenza”

                non so nulla delle regole arabe sul commercio di vino o iraniane sulle capigliature, ma vedo che iniziamo a capirci

                per fare un esempio a te più vicino, pensa a “omicidio” con l’aggravante della crudeltà e dei futili motivi e “sacrificio umano”

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “per fare un esempio a te più vicino, pensa a “omicidio” con l’aggravante della crudeltà e dei futili motivi e “sacrificio umano””

                Se ho capito bene, intendi che per te un sacrificio umano nel 1510 in Messico non è un “omicidio” mentre lo sarebbe nel 1530, dopo la conquista spagnola?

              • Peucezio scrive:

                Roberto,
                non capirò mai la tua ossessione per le parole a scapito della sostanza.
                E te lo dice un linguista.
                E la tua ossessione per la legalità delle cose a scapito di ogni calcolo del beneficio o danno reale delle cose o della loro giustizia o ingiustizia sostanziale.
                Non è che siccome ti occupi della legge, la legge è tutto.

                La legge sostanzialmente è un metodo per dare legittimazione sociale e formale ai soprusi del potere, in un’epoca per certi versi più umana, per altri più ipocrita, in cui l’arbitrio puro e ostentato non è più comunemente tollerato almeno dalle anime belle dell’Occidente.

              • roberto scrive:

                peucezio

                “non capirò mai la tua ossessione per le parole a scapito della sostanza.”

                questa cosa proprio detta da un linguista non finirà mai di stupirmi…

                le parole esistono per descrivere cose diverse

                tu dici “animale cornuto” o alce, cervo, gazzella, renna, wapiti per distinguere cinque 5 animali diversi?

                dici “casa” o distingui casa, appartamento, villa, bicocca, catapecchia, chalet, dacia, monolocale?

                e davvero per te “vendere” e “spacciare” sono la stessa cosa?

                “cacciatore” e “bracconiere” sono sinonimi?

                per te non c’è differenza fra sedia, trono, sgabello, poltrona?

                io sono proprio ossessionato dalla sostanza, è esattamente il contrario di quello che dici, ed è per questo che dico sempre di usare le parole che descrivono le cose nel modo più preciso possibile

                senza essere troppo estremo, io arrivo a dire che due sinonimi perfetteamente intercambiabili sono rari da trovare

              • roberto scrive:

                peucezio

                “giustizia o ingiustizia sostanziale”

                quella che tu chiami giustizia sostanziale temo che sia semplicemente una giustizia soggettiva, cioè ciò che è giusto per te…magari su molte cose siamo anche daccordo ma su altre no, quindi preferisco un briciolo di oggettività nella “giustizia”…

              • roberto scrive:

                peucezio

                “Non è che siccome ti occupi della legge, la legge è tutto.”

                ovviamente io non dico questo

                dico semplicemente che nel mondo reale, cioè non nella filosofia astratta, la legge effettivamente distingue fenomeni apparentemente simili

                ti faccio un esempio:

                il cacciatore ed il bracconiere. che differenza fa, tutti e due uccidono animanli, no?

                solo che uno lo fa nei periodi e nei luoghi in cui una legge dice che lo può fare e l’altro no. quindi la legge distingue i due casi ed il linguista, permettermi, non può, ma veramente non può considerare che cacciatore e bracconiere siano sinonimi, e non può nemmeno chiamare tutti e due “uccisori di animali”, sennò come li distingui dal macellaio, o dal tizio che fa fuori i ratti?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “ma veramente non può considerare che cacciatore e bracconiere siano sinonimi”

                Scusa, mi sembra che il braccioniere sia una sottospecie del cacciatore (“cacciatore illegale”), come il sedicenne senza patente alla guida di un SUV è pur sempre un tipo particolare di guidatore.

              • roberto scrive:

                miguel

                “Se ho capito bene”

                provo a fare unadomand, alla quale chiedo una risposta precisa

                come chiami l’azione del sacerdote azteco che nel 1400 in cima al tempio squarta le vittime in onore del dio sole?

                a) sacrificio umano
                b) omicidio

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “come chiami l’azione del sacerdote azteco”

                entrambi direi.

                “Omicidio” ci dà l’idea dell’uccisione deliberata di un essere umano, e quindi in quel contesto ha a che fare con una vasta serie di azioni, diversissime tra di loro. l’ufficiale che fa fucilare dei soldati disertori secondo il regolamento, il serial killer che violenta e poi si mangia le sue vittime, il pilota di droni che nel suo ufficio nel Texas uccide degli afghani a distanza, La ragazzina che accoltella lo stupratore…

                “Sacrificio umano” descrive l’uccisione deliberata di un essere umano (e quindi un “omicidio”), ma in un contesto specifico, quello dell’azione rituale, e perciò imparenta l’omicidio in questione ad azioni tipo la celebrazione della Messa che per il credente è un sacrificio umano… senza omicidio.

                Dipende quale associazione mentale voglio comunicare.

              • Miguel Martinez scrive:

                ““Sacrificio umano” descrive l’uccisione deliberata di un essere umano”

                Aggiungo che potrei anche parlare metaforicamente di un sacrificio umano, nel caso ad esempio di un re che promette di mettere la figlia a vita in un convento di clausura, se Dio gli fa la grazia di fargli vincere una battaglia.

                Non c’è un “omicidio”, ma è certamente più affine al senso del sacrificio umano che a un omicidio commesso, che so, per gelosia.

              • Peucezio scrive:

                Roberto,
                ci sono varie cose da considerare.

                Il linguaggio umano non è referenziale e non è un linguaggio formale come la logica.
                Il linguaggio umano è anche metaforico, allusivo, non letterale.
                Quando io dico che il tale assassino è un “macellaio” è ovvio che non sto dicendo che fa la professione di macellaio (poi magari fa anche davvero il macellaio).
                Siccome tutti qui sappiamo che Crosetto non è un trafficante d’armi nel senso in cui lo può essere un mafioso cossovaro, essenzialmente perché a differenza di quest’ultimo Crosetto non rischia nulla, è evidente che il discorso di Miguel non vuole essere quello di fornire un’informazione giuridica, ma di fare un discorso di critica sociale e politica.

                Inoltre,
                la suddivisione semantica del continuum delle cose del mondo è in larga parte arbitraria. In italiano ci sono due parole diverse per “sonno” e per “sogno”, in spagnolo e in tanti dialetti meridionali no.
                Al contrario in spagnolo si distingue il concetto di portare nel senso di portare via da quello di portare nel senso di recare a qualcuno o in un posto (allontanamento vs avvicinamento), con “llevar” e “traer”, cosa che in italiano, almeno nel linguaggio comune, non si fa: “l’ho preso e me lo sono portato”, “ti ho portato un regalo”.
                Si può discutere su quanto lo statuto giuridico di un comportamento sia semanticamente influente e importante, cioè se abbia senso usare due termini diversi per la stessa attività laddove sia legale o meno.
                Ammetto che maggiore è l’informazione che una parola fornisce, meglio è, senza esagerare, perché usare dieci termini per “neve”, per noi che la vediamo una volta all’anno, ha molto meno senso che presso gli eskimesi (sempre che sia vera la storiella per cui la loro lingua ha un sacco di termini per neve, secondo le tipologie e caratteristiche).
                Ma anche qui torna il discorso di prima: ricordare che il tabaccaio è uno spacciatore legalizzato di una droga molto dannosa per la salute (lo dico avendo amici tabaccai) è legittimo, perché è un discorso di critica sociale.
                Poi è ovvio che per capirci non possiamo dire “sono andato dal pusher a comprare le siogarette”, altrimenti non si capisce un cazzo, ma mi pare ovvio come non fosse questo il caso e la tua obiezione risultasse, scusami, speciosa, poco pertinente.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “ricordare che il tabaccaio è uno spacciatore legalizzato di una droga molto dannosa per la salute (lo dico avendo amici tabaccai) è legittimo, perché è un discorso di critica sociale.”

                Esatto.

                Legalmente, il tabaccaio è un “commerciante”, esattamente come quello che vende i quaderni di scuola.

                Perché allora chiamarlo “spacciatore”?

                Lo scopo non è quello di fare un’affermazione “esagerata”, né di “insultare” qualcuno, né tantomeno “épater” qualcuno.

                E’ che se lo chiamiamo “spacciatore”, improvvisamente comprendiamo qualcosa di veramente importante sul ruolo del tabaccaio come venditore di una droga molto dannosa per la salute, a prescindere dal suo status legale. Mentre se lo chiamiamo semplicemente “commerciante” perdiamo questa fondamentale verità.

                Ecco perché rivendico il diritto di associare il tabaccaio al venditore di penne se la discussione verte sulle problematiche tipo allaccio della corrente agli esercizi commerciali – allora lo chiamerò commerciante.

                Ma se parliamo di impatto sulla salute, associo il tabaccaio al signore che vende cocaina, e chiamo entrambi “spacciatori”.

              • Peucezio scrive:

                Roberto,
                “a) sacrificio umano
                b) omicidio”

                Ti dico la mia.
                Il primo, come l’aborto, è un iponimo del secondo.

                Cioè nell’insieme degli omicidi ci sono anche i sacrifici umani.
                Quindi è sia l’uno dell’altro, allo stesso modo di come un gatto è un felino e al tempo stesso un animale.

              • PinoMamet scrive:

                “Siccome tutti qui sappiamo che Crosetto non è un trafficante d’armi nel senso in cui lo può essere un mafioso cossovaro”

                …allora non diciamolo. 😉

                Vedi, è vero che si usa normalmente dire “è un macellaio” per riferirsi a un assassino.

                È quando si comincia a dire “è un assassino” per riferirsi a un macellaio, che qualcosa non torna 😉

              • Miguel Martinez scrive:

                Per PinoMamet

                “Vedi, è vero che si usa normalmente dire “è un macellaio” per riferirsi a un assassino.

                È quando si comincia a dire “è un assassino” per riferirsi a un macellaio, che qualcosa non torna ”

                La penso al contrario.

                A me sembra insensato definire un assassino un “macellaio”, a meno che non si voglia dire che lo fa in modo professionale, continuativo, senza coinvolgimenti emotivi, e allora la metafora ci può aiutare a capire qualcosa di importante.

                Invece se si parte dal presupposto che tutte le vite meritano rispetto, si può benissimo considerare “assassino” un macellaio, che problema c’è?

              • Miguel Martinez scrive:

                ” definire un assassino un “macellaio””

                Mi viene in mente il funzionario medio dell’intelligence egiziana in orario di lavoro, che deve applicare ai corpi umani una serie di tecniche che servono per ottenere un prodotto, cioè informazioni utili al governo, e poi deve smaltire i resti, prima di tornare a casa e assaggiare la cena che gli ha fatto la moglie.

                Le metafore hanno però senso se non sono usate come insulti generici, ma ci aiutano a capire qualcosa come questo.

              • Roberto scrive:

                Miguel

                “Mentre se lo chiamiamo semplicemente “commerciante” perdiamo questa fondamentale verità.”

                Infatti io il tabaccaio lo chiamerei banalmente tabaccaio…

              • PinoMamet scrive:

                “Invece se si parte dal presupposto ”

                ma se invece no, allora è meglio usare le parole nel loro senso comune 😉

                Come dicevo all’inizio, il tuo paragone tra il ministro della difesa e la mafia ha senso solo, appunto, se si parte da un presupposto;

                che sicuramente è quello di tantissimi pacifisti, ma non è “la verità”.

                Uno dei grossi limiti della retorica di sinistra (e mi pare di poterci mettere dentro la “tua” personalevisione del mondo) è la incapacità di percepirsi come retorica, e la pretesa di mostrarsi come rivelazione del mondo.

                Mentre a quelli di destra glielo hanno ripetuto per anni che le loro sono cazzate, che la patria non esiste, che la famiglia è un concetto relativo e così via…

                quelli di sinistra credono ancora che quelle che raccontano siano verità.
                Di più: verità sconvolgenti che dovrebbero capovolgere la visione del mondo di chi li ascolta…

                mentre perlopiù si tratta, in fondo, di trovare parole difficili per insultare quelli di destra 😉

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Pino Mamet

                “che sicuramente è quello di tantissimi pacifisti, ma non è “la verità””

                Infatti, il linguaggio che usiamo rivela moltissimo sui nostri presupposti.

                Se io chiamo “assassino” un macellaio, rivelo un presupposto: credo che tutti gli esseri senzienti abbiano valore comparabile.

                Se io mi offendo perché un macellaio viene chiamato “assassino” rivelo un presupposto: credo che solo gli esseri umani abbiano valore.

                Non è possibile dire dove stia “la verità” in un simile contesto.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Pino Mamet

                “Uno dei grossi limiti della retorica di sinistra (e mi pare di poterci mettere dentro la “tua” personalevisione del mondo) è la incapacità di percepirsi come retorica, e la pretesa di mostrarsi come rivelazione del mondo.”

                Scrivi delle cose molto interessanti, e che sostanzialmente condivido.

                Provo a giustificarmi, il che non vuol dire che respingo la tua critica.

                Come la vedo io, la “Sinistra” ha un generatore automatica di Certezze, che mette tutto in un unico pacchetto, fatto di sdegno perché si inquina e poi di sdegno perché si chiude una fabbrica di auto inquinanti e poi di sdegno perché non si danno i soldi per accogliere i migranti senza limiti e poi di sdegno perché non ci sono i soldi per fare progetti all’asilo nido sull’inclusività di genere.

                Un mondo di “sviluppo sostenibile” (l’ossimoro assoluto), dove ogni estrazione di risorse è cattivo, eppure esistono risorse illimitate per far vivere a tutti in condizioni paradisiache.

              • roberto scrive:

                Miguel

                “Scusa, mi sembra che il braccioniere sia una sottospecie del cacciatore ”

                se io entro in un parco nazionale e sparo ad un cervo, cosa sono un cacciatore o un bracconiere?

                sono sicuro che dirai cacciatore, non hai bisogno di stupirmi 🙂

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “sono sicuro che dirai cacciatore, non hai bisogno di stupirmi 🙂”

                E’ un cacciatore, nel senso che è uno che dà la caccia agli animali.

                E’ privo di permesso, quindi è anche un bracconiere.

                Non capisco dove sia il problema, o dove ci sia la stupefazione.

              • roberto scrive:

                peucé

                “Il linguaggio umano è anche metaforico, allusivo, non letterale.”

                attiro la tua attenzione sul tuo “anche”

                il linguaggio umano serve innanzitutto a capirsi

                ora, io posso anche dirti che come lavoro faccio il pompiere (e a volte per scherzo lo dico, pensando che passo una congrua parte del mio tempo a risolvere problemi) ma questo certo non ti permetterà di capire cosa faccio

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “ora, io posso anche dirti che come lavoro faccio il pompiere (e a volte per scherzo lo dico, pensando che passo una congrua parte del mio tempo a risolvere problemi) ma questo certo non ti permetterà di capire cosa faccio”

                Esistono metafore “distanti” e metafore “vicine”.

                Il re che fa voto di mandare sua figlia a fare la suora di clausura a vita, non compie un omicidio in senso stretto; il “sacrificio umano” richiede un omicidio per essere compiutamente tale.

                Ma lo spirito con cui agisce il re è lo stesso di chi commette un sacrificio umano; si fa pagare un prezzo (certo non della vita) a un essere umano, e qui abbiamo la metafora.

                Ma è una metafora vicina, non forzata.

                La metafora del pompiere mi sembra più lontana: tu affronti situazioni critiche, riportandole alla normalità. Hai questo in comune con il pompiere. Ma (a parte che ovviamente non spari acqua), siamo forse in un campo più generico, visto che quasi tutti si trovano prima o poi ad “affrontare problemi”.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “si fa pagare un prezzo (certo non della vita) a un essere umano, e qui abbiamo la metafora”

                A questo punto anche parcheggiare in doppia fila è assimilabile all’omicidio. Ci vuole un limite alle metafore.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “A questo punto anche parcheggiare in doppia fila è assimilabile all’omicidio. Ci vuole un limite alle metafore.”

                Boh…

                1) votare la figlia alla clausura a vita in convento, per avere da Dio in dono la vittoria in battaglia, mi sembra il “sacrificio” di un “umano” per motivi molto simili a quelli per cui gli aztechi sacrificavano (certo, uccidendoli, e qui sta la metafora) esseri umani ritenuti preziosi

                2) parcheggiare in doppia fila in che cosa è simile a commettere un omicidio? Non dico che non lo sia, ma mi sfugge il nesso immediato, a parte il genericissimo fatto che entrambi sono “illegali”.

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                non ho proprio capito il senso della tua obiezione.

                Qui si sta esprimendo il concetto che dietro la veste di legalità si fanno porcherie come quelle dei criminali in senso stretto se non peggiori.
                Dire che Crosetto è un trafficante d’armi significa questo.
                Non capisco proprio dove sia il problema. È lapalissiano che non è da intendere in senso letterale.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                2) parcheggiare in doppia fila in che cosa è simile a commettere un omicidio?

                L’omicidio lo commetto per trarne un’utilità (anche puramente “morale”: quell’altro mi ha fatto incazzare) dannegiando un malcapitato. Parcheggio in doppia fila per trarne un’utilità (anche puramente morale: quell’altro si è preso il mio posto) danneggiando lo sfigato che si trova bloccato.
                Mi pare la stessa identica cosa, no?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Mi pare la stessa identica cosa, no?”

                E’ una metafora che io non userei, perché ci sono troppo cose simili possibili, e quindi si diluisce fino a risultare inutile, a differenza delle metafore di “trafficante di armi” o di “spacciatore” (dove la sfumatura sta solo nella legalità o meno in un dato sistema politico), o di “sacrificio umano” riferito a un caso molto specifico: infatti non sono riuscito a pensare a una metafora “moderna” per il sacrificio umano.

            • Moi scrive:

              che la patria non esiste, che la famiglia è un concetto relativo e così via…

              ————–

              che Dio è un “amico immaginario da troppi libri fantasy” … UAAR

      • quisquiliator scrive:

        “La cosa inaccettabile non è quello che un Generale in servizio pensa sulla politica e la società, ma che un Generale lo pubblichi.”

        Per me la cosa inaccettabile è che ci siano delle forze armate italiane, dato che siamo un protettorato americano dalla II seconda guerra mondiale in poi, non vedo il senso di tenere forze armate proprie.
        Già è brutto fare da deposito di armi atomiche più o meno nuove di pacca per conto loro ( degli USA intendo ), poi ti capitano anche cose come al nostro attuale presidente della repubblica quando era ministro della difesa nei tardi anni novanta, gli arriva il “suggerimento” di far smaltire ai soldati italiani la robaccia un po’ meno nuova di pacca come l’uranio impoverito contro i serbi cattivi e lui lo fa ( poveretto, che deve fare, mettetevi nei suoi panni, un po’ di empatia) , poi chiaramente dopo i soldati italiani schiattano a mazzi di tumore, oltre ai serbi ma loro sono cattivi quindi non vale , però per qualche ragione che fatico a comprendere ( bugia, la capisco bene ) tutto ciò è molto meno uno scandalo delle considerazioni di sto Vannacci, anzi no, non è proprio uno scandalo.

      • Peucezio scrive:

        Andrea,
        ma non c’era l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge?
        Perché ciò che è lecito ad alcuni non lo sarebbe ad altri?
        Cos’è questa follia per cui un incarico pubblico ipotecherebbe la tua libertà di espressione?

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ peucezio

          “libertà”

          Ci fecero una lezione su alla Scuola Ufficiali.

          I diritti costituzionali del cittadino sono gli stessi per tutti

          Per i militari in servizio il loro esercizio viene ridotto – limitatamente alla durata del servizio – per consentire il funzionamento dell’istituzione militare.

          Come diceva il generale dei Marines interpretato da Jack Nicholson nel film che lo vede inquisito da un accanito Tom Cruise, “siamo qui per difendere la democrazia, non per esercitarla”.

          Esempio pratico: un militare viene condannato dal Tribunale militare per furto. Presenta appello, e la sua causa va davanti al Tribunale Supremo Militare a Roma. Nello stesso tempo anche un civile è condannato in Tribunale e presenta appello. In attesa che la causa vada avanti per tutti i gradi di giudizio, il civile non va in galera. Il militare sì.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Peucezio scrive:

            “Per i militari in servizio il loro esercizio viene ridotto – limitatamente alla durata del servizio – per consentire il funzionamento dell’istituzione militare.”

            1) questo nella costituzione non mi risulta ci sia scritto.
            A me non frega un cazzo della costituzione, ma che si faccia strame delle uniche cose sensate che dice mi pare criticabile.

            2) Tutto ciò che esula dall’attività di una persona nell’ambito del suo lavoro e riguarda la sua sfera privata o comunque non lavorativa, dev’essere ininfluente ai fini della sua carriera.

            Poi se tu pensi che i generali devono essere scelti non per la loro abilità militare e tattica, ma perché fedeli sacerdoti della merda ideologia mainsetream, siamo fottuti.

            E forse è un bene, visto che ci accodiamo alle più schifose guerre dei peggiori del mondo.

            Ma in questo caso parliamo di uno che aveva denunciato l’uso americano dell’uranio impoverito, che mi sembra una cosa incommensurabilmente più importante delle sucettibilità di quattro frocetti modaioli politicamente corretti.

          • roberto scrive:

            ADV e peucezio,

            sbagliate prospettiva!

            non è che il generale non ha diritto ad espirmersi, tant’è che ha pubblicato un libro e fa interviste

            non ha il diritto assoluto ed incondizionato di fare il generale

            • Peucezio scrive:

              Non credo che fare il generale sia un diritto.
              Nessuno ha “il diritto” di fare un certo mestiere.
              Io non ho il diritto di fare il cardiochirurgo, se non ho i titoli e le competenze per farlo.

              Direi semmai che è una funzione.
              Uno fa il generale se è bravo a farlo e se fa disastri viene rimosso e collocato dove non può farne.
              Se qualcuno mi dimostra che con quel libro il generale ha dimostrato inidoneità tecnica, imperizia nel fare il suo lavoro, cioè che è meno bravo a dirigere i soldati e l’andamento di un’azione militare, sarò d’accordo con la scelta di Crosetto.

  24. PinoMamet scrive:

    Non c’entra nulla, ma il Corriere titola:
    “Notte sui Navigli con l’incubo Maranza: rapine agli adolescenti e uno stile (tuta e borsello) che fa tendenza
    Il termine dispregiativo è l’unione di “marocchino” e “zanza” ”

    …invece no, il termine è in circolazione perlomeno da trent’anni e forse più, l’etimologia la ignoro ma quando ho iniziato a sentire di “maranza” (uno dei tanti sinonimi di “tamarro,” truzzo”, “cuozzo” ecc.) i marocchini in Italia era pochissimi e il fastidio che davano era quello di vendere tappetti o paccottiglia porta a porta.

    • Peucezio scrive:

      Infatti, a me risulta lo stesso.

      Mi ricorda la fanta-etimologia di Devoto (e in questo caso sorprende, perché Devoto, al contrario del demente in questione, era uno studioso serio), che interpretava “terrone” come un incrocio di “terremoto” e “Meridione”.

    • PinoMamet scrive:

      Io avanzo l’ipotesi che questi termini, in maggioranza, non abbiano proprio alcun significato, non abbiano cioè un’etimologia vera e propria, ma siano stati scelti per mera suggestione fonosimbolica, per ottenere un risultato sgradevole e sgraziato.

      Un po’ come la lingua degli Orchi di Tolkien…

      in “truzzo”, “cuozzo”, “zarro”, “tamarro”, sono le t o le z o le r, all’occorrenza raddoppiate, a ricordare qualcosa di bru tt o, di t o zz o, insomma di sgradevole;

      per maranza, c’è anche la desinenza -anza che ricorda volendo un qualche nome collettivo, e per la prima parte, beh, se proprio devo cercare un’etimologia, più che a “marocchino” penserei a “marmaglia”…
      ma ripeto, secondo me è puro suono.

      • PinoMamet scrive:

        Ricordate i “paninari” con i loro “panozzi” che si “buttavano nel gargarozzo”?
        O le ballerine di Mai dire goal, le “letteronze”, versione appunto tamarra delle “letterine”?
        (in realtà, se non sbaglio, a volte erano proprio le stesse persone… ma non sono un esegeta dell’argomento).

      • Peucezio scrive:

        Pino,
        “Io avanzo l’ipotesi che questi termini, in maggioranza, non abbiano proprio alcun significato, non abbiano cioè un’etimologia vera e propria, ma siano stati scelti per mera suggestione fonosimbolica, per ottenere un risultato sgradevole e sgraziato.”

        Condivido.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Scopro “maranza” e penso immediatamente a “paranza” (che sarebbe la parola ricalcata) e a “tamarro”, cioè a due meridionalismi. Ma questo richiederebbe che a Milano, all’epoca, si abbreviassero le parole partendo dalla sillaba accentata (taMARro), cosa che mi lascia scettico.
      Peucezio?

      • Peucezio scrive:

        Chiarisci meglio.
        Intendi che “maranza” sarebbe un’abbrevazione di “tamarro” con delle aggiunte?

        Comunque tieni conto che “paranza” ha la ‘z’ sorda (anche se non nella maggior parte dei dialetti meridionali), “maranza” la sonora.
        Forse per questo l’una non mi ha evocato l’altra.

        • PinoMamet scrive:

          Secondo me maranza è più parente del maraglio citato da Moi…

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Quindi sarebbe un emilianismo?

            • PinoMamet scrive:

              No, credo siano semplicemente due termini affini…

              Penso che a Bologna abbia preso piede la variante “maraglio ” per assonanza con altre parole dello slang emiliano (“bagaglio ” nel senso di “coso, oggetto o persona indefinita “, “zavaglio “…)

              • Moi scrive:

                Probabilmente due varianti dialettali MA Italianizzate nei suffissi a partire da uno stesso etimo, una stessa radice … ma quale ?!

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “maranza” la sonora

          Da bravo veneto non sono mai stato sfiorato da questa possibilità 😀

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “Intendi che “maranza” sarebbe un’abbrevazione di “tamarro” con delle aggiunte?”

          Pensandoci, con una z sorda, sarebbe una costruzione abbastanza consueta una fratellanza è un insieme di fratelli, ecc. Sarebbe stato da capire da dove venisse quel “ma” iniziale.
          Solo che la z sonora (che non avrei mai immaginato) fa saltare tutto.

          • Peucezio scrive:

            Comunque che c’entri “zanza” non è completamente implausibile (mentre sul marocchino ho folrtissime perplessità).

            Ma non so da dove venga zanza (così in italiano, con due sonore; in milanese divengono fricative: [ˈzanza], non più [ˈdzandza]).
            E come si evince da quest’ultima notazione fonetica dialettale, “zanza”, tornato di moda negli ultimi anni, risale almeno alle generazioni degli attuali ultraottantenni e indica i ladri in genere.

        • PinoMamet scrive:

          Comunque da ‘ste parti quando lo si usa, “maranza” ha la Z sorda e fa rima perfettamente con “paranza”
          (che è una danza che si balla nella latitanza con un lento movimento di panza, cantava quel tale).

  25. Moi scrive:

    Da Petronianofono 🙂 … “Maranza” non può non solleticarmi l’ assonanza con il nostro “Maraglio” , molto simile a “marmaglia” ma probabilmente l’ etimo è del tutto slegato.

  26. Miguel Martinez scrive:

    OT anch’io

    Leggo questo articolo del liberista Nicola Porro:

    https://www.nicolaporro.it/atlanticoquotidiano/quotidiano/aq-politica/rivoluzione-green-elettori-tenuti-alloscuro-della-spaventosa-verita/

    Ora, io la penso esattamente al contrario di lui, nel senso che spero tantissimo che l’auto privata scompaia dalla storia assieme al cannibalismo.

    Inoltro, non limito il problema dell’auto alle famose “emissioni” teoricamente risolvibili con una bacchetta magica di elettricità.

    Ma nei fatti, trovo qualcosa di interessante nella sua tesi: la politica europea spinge verso una situazione in cui

    ““stiamo andando verso un futuro in cui o dipenderemo fortemente dalla Cina per la produzione di energia elettrica e di batterie, oppure semplicemente i prezzi saranno così proibitivi che il trasporto privato non sarà più di massa, alla portata di tutti, ma un lusso per pochi, per una élite sempre più ristretta”.”

  27. Miguel Martinez scrive:

    Per quelli che “il Messico è un paese arretrato”, modestamente:

    https://reduxx.info/mexico-female-inmate-sexually-assaulted-by-trans-identified-male-at-womens-prison-in-chalco/

    MEXICO: Female Inmate Sexually Assaulted By Trans-Identified Male At Women’s Prison In Chalco

  28. Moi scrive:

    Salvini paragona il generale Vannacci a Che Guevara, Giordano Bruno e Galileo: “Leggerò il libro”

    https://www.youtube.com/watch?v=iGHf-Vm4qt4

    “Prima di condannare al rogo come Giordano Bruno, o chiedere l’abiura galileiana, è giusto capire di cosa si sta parlando”.

  29. Peucezio scrive:

    Non voglio essere liquidatorio o sminuente, ma noto una costante (non dico generalizzata) nei commenti al blog di Miguel.

    Miguel ci propone una visione originale, non banale. La si può condividere o meno, può essere uno spunto più o meno fecondo, ma sicuramente porta qualcosa di nuovo, non scontato.

    In molte obiezioni che da anni vengono qui fatte ai suoi discorsi da parte di vari commentatori mi pare di notare una pedanteria che in qualche caso è fondata nel merito, ma mi pare sterile, perché esprime l’ovvio, il lapalissiano.

    In certi casi può essere utile, perché è un modo per radicarsi in elementi incontrovertibili al di là di interpretazioni più o meno soggettive, ma se diventa l’unica modalità di discussione e di obiezione, non si raccoglie la vera sfida di Miguel e di questo blog, cioè ciò che lo rende interessante.

    • roberto scrive:

      permettimi un’osservazione

      miguel ha una vsisione del mondo originale, d’accordo
      anche tu spesso proponi una visione del mondo originale, lo ammetto senza difficoltà

      però quando tu e miguel proponete la vostra visione, la proponete come se fosse la realtà oggettiva ed indiscutibile e non semplicemente la vostra, legittima, per carità, visione del mondo.

      e per giustificare la vostra visione come oggettiva, utilizzate le parole in modo, come dire….singolare

      nel caso, io posso benissimo accettare che ad uno il commercio d’armi non piaccia per ragioni filosofiche o morali. però per dire che il commercio d’armi è moralmente o filosoficamente una cosa negativa, vedo una cortina fumogena di retorica spacciata per realtà

      in una discussione con persone che hanno idee diverse, a me piace squarciare il velo della retorica per arrivare appunto alla realtà, sulla quale ognuno poi può avere la sua posizione. non è pedanteria, è proprio un modo per distinguere fatti ed opinioni

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “però quando tu e miguel proponete la vostra visione, la proponete come se fosse la realtà oggettiva ed indiscutibile e non semplicemente la vostra, legittima, per carità, visione del mondo.”

        Non credo.

        Credo che tutte le visioni del mondo possibili siano “valide”, in fondo ciò che vediamo e immaginiamo, ci aiuta sempre a comprendere la realtà.

        Ma credo anche che quando una visione diventa totalizzante (che sia quella sovietica, quella fascista, quella islamista, quella eurobuonista) è importante usare le parole in modo diverso, in modi che ci permettano di uscire dall’ipnosi.

        Io non so se uno che di mestiere uccide, giorno dopo giorno, vacche, sia un “assassino”.

        Da carnivoro, non voglio pensare che lo sia.

        E comunque non credo che esista un criterio certo per deciderlo.

        Però sentirlo chiamare “assassino” mi dà una prospettiva diversa, anche sulla mia dieta.

      • Peucezio scrive:

        Roberto,
        magari io, ma in Miguel a me non pare di vedere alcuna retorica.

        Tieni conto che la “realtà” la si dà anche per implicita, perché è quella che direbbe qualunque addetto ai lavori o comunque persona che sta fornendo un’informazione e non un’interpretazione.
        Per questo un Miguel o anch’io non stiamo tutte le volte a preoccuparci di spiegare che la legge, ecc. ecc., che letteralmente il termine tale, ecc. ecc.: si dà per assodato.

      • PinoMamet scrive:

        “magari io, ma in Miguel a me non pare di vedere alcuna retorica.”

        credo di avergli già risposto personalmente (a Miguel) su questo punto 😉

        Io, e non è una critica personale, ne vedo, e molta.

        Non solo in questo caso: pensa a quando parla delle automobili, con toni e immagini opposti ai tuoi, ma parimenti retorici.

        Per te l’automobile sembra diventare lo strumento principale del godimento maschile;
        per lui, è una scatola assassina non molto migliore della bomba atomica.
        Beh, state facendo un esercizio vecchio come Gorgia e Protagora, che si chiama appunto retorica.

        “Tieni conto che la “realtà” la si dà anche per implicita”

        Ma a volte invece no, e comunque mi sfugge il beneficio di falsarla con le parole (perché di questo si tratta), se non per “avere ragione” o per far colpo in una discussione.

        Mi insegnava un regista di cinema:
        “Tu cosa hai? Mi dirai, ma, niente, il cappello di nonno.. allora tu ‘sto cappello lo metti in una scatola, e cominci a dire: nonno ha fatto la guerra… nonno è stato emigrato… nonno ha conosciuto nonna così e così… e vedrai che a qualcuno lo vendi!”

        • Peucezio scrive:

          Pino,
          “Per te l’automobile sembra diventare lo strumento principale del godimento maschile;”

          Questa del “maschile” in che notte te la sei sognata? 🙂
          Interpreto l’automobile, oltre che un mezzo pratico e democratico di libertà di movimento universale (e auspico quanto prima la macchina volante e il jet privato per otto miliardi di persone!), come espressione di un vitalismo prometeico di tipo futurista, ma senza la retorica maschilista del futurismo: conosco donne che amano guidare, amano la velocità e le ammiro.
          Anzi, le mie amiche, almeno quelle che guidano, tendenzialmente sono così; guidano molto sicure e schiacciano un po’ l’acceleratore 🙂

          Sulla retorica: vabbè, allora è retorica ogni ragionamento che non sia un bollettino informativo.
          Ogni argomentazione a favore di una tesi o di un’interpretazione della realtà ha una parte di retorica e non ci vedo nulla di male.

          Il problema non è la retorica in sé, che caratterizza a qualsiasi discorso umano non neutro: direi che è connaturata al linguaggio.
          Il problema è quando si usano superconcetti in modo vago ed evocativo, emotivamente carico in senso assiologico (buono vs cattivo) in luogo di ragionamenti articolati.
          Questo lo fa la sinistra mainstream, ma non mi pare proprio lo faccia Miguel.
          E mi pare questa la differenza decisiva.

        • PinoMamet scrive:

          “Ogni argomentazione a favore di una tesi o di un’interpretazione della realtà ha una parte di retorica e non ci vedo nulla di male.”

          Non c’è nulla di male infatti, finché non è usata per falsare le cose.

          Cioè, se io dico che il mio macellaio è un assassino perché uccide poveri esseri viventi, ok, sto facendo della retorica- molto esagerata, ma potrebbe starci SE fossi un vegetariano convinto per ragioni etiche.
          Se non lo sono no: è semplicemente voglia di litigare.

          se invece ti chiamo “assassino” perché ti ho visto tagliare una bistecca, e se mi chiedi perché, rispondo che sia tu che il mostro di Firenze fate la stessa cosa, cioè usate dei pezzi di metallo affilati per recidere della carne, beh, sto falsando la realtà.

          • Peucezio scrive:

            Certo.
            Ma non vedo attinenza col discorso di Miguel, che in pratica ha detto che Crosetto è un signore senza scrupoli che luca sulla vendita di armi, cioè di morte, infierendo poi su un tizio perché ha scritto qualche frase un po’ sconveniente.

            Non vedo dove sia la mistificazione qui.

          • PinoMamet scrive:

            Non ho idea degli scrupoli di Crosetto.

            Credo che il punto sia questo.

            Il fatto che a noi (per dire: a me no) un macellaio sembri un assassino, non significa mica che lo sia davvero.

            Il mostro di Firenze deve essere stato, chiunque fosse, una persona squilibrata e psichicamente sofferente; un malato di mente, insomma.
            Forse un sadico.

            Il macellaio sotto casa no, è un’ottima persona, equilibrata, con moglie e figli, che non torcerebbe un capello a un essere umano, ma che, per la sua educazione e civiltà, non trova nulla di male nel vendere carne di mucca o di cavallo.

            Se una persona sceglie coscientemente il lavoro di trafficante di armi, o di droga, mi permetto di dire che ha qualche problema con la morale comune.

            Crosetto, a quanto mi risulta, no: faceva un lavoro che potrà sembrare riprovevole ad alcuni, ma è normalmente accettato, legale, e costituisce anzi uno dei vanti dell’industria italiana.

            Tutto il suo scandalo starebbe nel problema, comunissimo in politica, del presunto conflitto d’interessi, come un venditore di attrezzature mediche che diventa ministro della salute.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per PinoMamet

            “Cioè, se io dico che il mio macellaio è un assassino perché uccide poveri esseri viventi, ok, sto facendo della retorica- molto esagerata, ma potrebbe starci SE fossi un vegetariano convinto per ragioni etiche.
            Se non lo sono no: è semplicemente voglia di litigare.”

            E’ esattamente ciò che voglio dire.

            Se io chiamo “macellaio” un funzionario pubblico egiziano, posso farlo perché ho voglia di litigare; oppure perché intendo far notare che esercita in maniera continuativa nel tempo una professione retribuita e riconosciuta, che consiste nel manipolare corpi viventi per estrarne un prodotto (informazioni, confessioni, ecc.) e poi eliminare gli avanzi dei corpi stessi. Senza coinvolgimento emotivo o motivi personali di odio, vendetta, eccetera.

            La metafora è imperfetta (il prodotto è virtuale, non fisico, non viene in genere mangiato), ma esiste una forte analogia. Che non c’è, ad esempio, con il ragazzino americano che prende il mitra e inizia a sparare a scuola: non lo chiamerei mai “macellaio”.

  30. Moi scrive:

    Uno dei grossi limiti della retorica di sinistra […] è la incapacità di percepirsi come retorica, e la pretesa di mostrarsi come rivelazione del mondo.

    [cit. Pino Mamet]

    ——————-

    Verissimo. Al punto che tante “Americanate Woke” di Gender / Social Studies vengono presentate spesso come se fossero scoperte di chimica, fisica, biologia … specie se corredate di statistiche e tabelle che ammantano il tutto di (pseudo)scientificità.

  31. Moi scrive:

    “Il linguaggio umano è anche metaforico, allusivo, non letterale.”

    ———–

    Verissimo, ma ci sono contesti che danno più ragione a Peucezio e contesti che danno più ragione a Roberto ! 🙂

  32. Moi scrive:

    Uno dei grossi limiti della retorica di sinistra […] è la incapacità di percepirsi come retorica, e la pretesa di mostrarsi come rivelazione del mondo.

    ——————————-

    Per questo mi dispiace che la recentemente scomparsa Michela Murgia _così interessante finché parlava senza giudicarle, o quasi e cmq non troppo 🙂 , di “robe Sarde” _ abbia preso la piega che ha preso.

  33. Miguel Martinez scrive:

    Esempio di uso di parole…

    un certo paese dell’Estremo Oriente, lo chiamiamo, “Repubblica Popolare Democratica di Corea” o “il regime dittatoriale di Kim Jong-un”?

    Il nome che scegliamo di usare ci dice molto su come la pensiamo, ma non ci rivela la vera natura del paese.

    • Moi scrive:

      Quando c’era un certo 마리오 드라기 😀 , ci siamo andati molto vicino anche noi !

    • Peucezio scrive:

      Ecco, qui dentro a volte si è parlato anche di dittature, di democrazie, di regimi politici.

      Non ho mai sentito parlare di un regime che si chiami ufficialmente “dittatura”, né di un dittatore, considerato di massima tale, che abbia ricevuto o usato tale titolo.

      Quindi attribuire a un regime, che sia quello di Mussolini, Hitler, Franco, Kim Jong Un, ma anche Xi Jin Ping, Putin o altri il titolo di “dittatura” è un’interpretazione, non un’informazione e come tale opinabile.
      Quindi è del tutto legittimo definire l’Italia attuale una dittatura, visto che ha imposto confinamenti e coprifuoco (cose che mi risultano aliene alle democrazie liberali e agli stati di diritto e invece tipiche di regimi autoritari e accentrati).
      Poi si può discutere nel merito, ma non è meno peregrino che definire “dittatore” Putin, un signore che è stato eletto dai cittadini, ma che per ragioni geopolitiche non piace agli Stati Uniti e di conseguenza alla retorica mediatica e mistificatoria occidentale.

      • PinoMamet scrive:

        “Quindi è del tutto legittimo definire l’Italia attuale una dittatura, visto che..”

        No, il punto di vista di Roberto, e il mio, è esattamente l’opposto, cioè che le parole vanno usate nel loro senso.

        Quindi per Mussolini, che ha preso il potere con la marcia su Roma e con una serie di elezioni truccate, assassinando e mandando in esilio gli oppositori, è giustissimo parlare di dittatura;

        per Conte, Draghi e Speranza, che hanno imposto limiti, a mio avviso, eccessivi, sgradevoli e pesanti, stiracchiando gli strumenti istituzionali loro concessi ma senza uscirne, NON è lecito parlare di dittatura.

        Se non in maniera retorica, come iperbole.

        • Peucezio scrive:

          Scusami, ma questo ragionamento non sta in piedi.

          1) Se la questione è giuridico-formale, le dittature non esistono. Mussolini fece un colpo di mano, come quelli di Maidan in Ucraina, ma poi vinse le elezioni. Il punto è che poi non le fece più. Ma non si è mai definito “dittatore”, sono etichette storiche, interpretative, politologiche (e come tali opinabili), non giuridico-istituzionali.

          2) Se la questione riguarda solo i meccanismi di governo, nel merito ti posso dare ragione (fermo restando quanto detto sopra). Ma se ciò che distingue le dittature dalle democrazie sono anche i diritti fondamentali del cittadino ti dico di no, perché il fascismo non ha mai chiuso la gente in casa e ha fatto i coprifuochi solo in guerra.
          Allora andrebbe distinto forse il sistema autoritario dal sistema autocratico. Cioè un governo eletto può calpestare gli elementari diritti fondamentali dei cittadini e un governo non eletto e accentrato in una sola persona per assurdo può anche non farlo.

        • PinoMamet scrive:

          “Il punto è che poi non le fece più”

          ah, beh, un particolare… 😉

          “Ma non si è mai definito “dittatore””

          Grazie al cazzo, eh? 😉

          • PinoMamet scrive:

            A parte le questioni di fede.. calcistica, diciamo così 😉 mi sfugge perché non si possa dire che Mussolini sia stato un dittatore.

            ha preso il potere con la violenza;
            (per favore, non parlarmi di elezioni “libere”..)

            e lo ha mantenuto limitando il diritto fondamentale dei cittadini di esprimere il proprio parere;
            senza il quale non si è in democrazia, ma appunto in dittatura.

            Il resto mi pare pura eristica, e sai che non mi appassiona.

            • Peucezio scrive:

              Pino,
              “A parte le questioni di fede.. calcistica, diciamo così 😉 mi sfugge perché non si possa dire che Mussolini sia stato un dittatore.”

              Infatti mica ho detto che non si può dire.
              Ho detto che è come dire che Crosetto è un trafficante d’armi, cioè è un discorso che coglie la sostanza delle cose, non la forma e le etichette.

              • PinoMamet scrive:

                No, coglie anche la forma e le etichette, Peucezio.

                Non vedo proprio come etichettare il governo di Mussolini come “democratico”, in fatti, a meno di contorsioni logiche che lascio agli amanti del genere.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Peucezio

        “Non ho mai sentito parlare di un regime che si chiami ufficialmente “dittatura”, né di un dittatore, considerato di massima tale, che abbia ricevuto o usato tale titolo.”

        Io sì.

        Treccani:

        “DITTATORE (lat. dictator)

        Magistrato straordinario romano, fornito di imperium maximum, cioè della pienezza di poteri civili e militari (questi ultimi costituiscono la parte più appariscente della sua attività). Egli può sospendere tutti gli altri magistrati forniti di imperium o conservarli nell’ufficio, ma subordinati a lui stesso.”

        Insomma, un tipo particolare di regime in condizioni di emergenza, in cui una persona nominata dal Senato/parlamento ecc. può governare per decreto e sospendere alcuni diritti civili.

        Sicuramente il governo di Hitler nei primi giorni è stato così, ma direi che dopo l’incendio del Reichstag, è diventato qualcosa di molto diverso, e quindi non so se sia corretto definirlo “dittatura”.

  34. Moi scrive:

    cmq “Maranza” mi sa che è stato diffuso da Tik Tok (Habitat Naturale dei Gen.Zees, come Youtube per i Millennials), come termine …

  35. Moi scrive:

    una cosa che mi “trigghera” del suddetto TikTok è quanto sta sputtanando Miriam Makeba , aka Mama Africa … facendo diventare virale la canzonetta di recente dedicatale.

    https://www.youtube.com/watch?v=59Q_lhgGANc

  36. Peucezio scrive:

    Pino,
    Uno dei grossi limiti della retorica di sinistra (e mi pare di poterci mettere dentro la “tua” personalevisione del mondo) è la incapacità di percepirsi come retorica, e la pretesa di mostrarsi come rivelazione del mondo.”

    D’accordo.
    Ma c’è uina differenza fondamentale.
    La sinistra fa ossessiva delegittimazione del dissenso e dell’alterità da sé.
    Miguel no.
    In questo senso, insisto, non vedo retorica nel suo discorso.

    Ripeto, secondo me la questione è la differenza fra un discorso informativo e interpretativo.
    Dire: “chi vende armi legalmente non si chiama trafficante d’armi ma imprenditore” è un’informazione, non un’interpretazione.
    È utile, è una base e infatti dobbiamo darla tutti per assodata.
    Ma bisogna andare oltre.
    Questo a mio avviso è quello che fa Miguel.

    La sinistra fa una cosa diversa, usa l’evovazione.
    Dà per scontato che X = brutto e attribuisce X, che non vuol dire nulla, a ciò che non le piace.
    Per cui le cose sono razziste, omofobe, non inclusive, non verdi, ecc., tutte parole vaghissime, che non vogliono dire quasi nulla.
    Invece “trafficante d’armi”, anche usato in senso non letterale, cioè esteso a chi lo fa legalmente, significa una cosa ben precisa: un signore che vende delle armi.

    • Peucezio scrive:

      evocazione.

      Un po’ come i cattolic modernisti.
      Che però lo fanno in modo meno polemico, più per attirare, per fare del buonismo, che per alimentare la sindrome del nemico, per cui tutto è solidale, ci vuole la tradizione, ma anche il progresso, tutto e il contrario di tutto è bello e buono.

      La sinistra ha una visione nichilista, ma al tempo stesso manichea: chi non accetta il nulla è il Male. E siccome la caduta verso il nulla è continua e accelerata, cono scavalcamento all’infinito, sono tutti potenziali reprobi: in fondo il mondo è Male. E il cerchio si chiude: se è male, meglio precipiti nel nulla: gnosticismo, catarismo radicale antirealista.

      Il cattolicesimo postconciliare invece è per il Buonismo Universale: il nemico non esiste, il Male non esiste, retaggi di vecchie teologie autoritarie e medievaleggianti.
      Sempre un magma indistinto, ma almeno di segno positivo: va dato loro atto. Sarebbero un’accolita di ingenue brave persone, se non avessero seminato il mondo di edifici religiosi orrendi e abolito l’azione sacra, il Sacrificio, sostituendolo con una parodia conviviale protestanteggiante di pessimo gusto.

      • PinoMamet scrive:

        “Il cattolicesimo postconciliare invece è per il Buonismo Universale: il nemico non esiste, il Male non esiste, retaggi di vecchie teologie autoritarie e medievaleggianti.”

        Non so se c’entra molto, ma avrai letto il Maestro e Margherita (che per inciso è uno dei miei libri preferiti, insieme a Don Chisciotte, Moby Dick, Guerra e Pace e True Grit di Charles Portis… sono uno di gusti semplici, lo ammetto).

        Quando Gesù, anzi Yoshua ha-Nozri, è interrogato da Pilato, e chiama tutti “uomini buoni”?
        (Per inciso, Bulgakov sarebbe stato un maestro dei dialoghi cinematografici…
        quando Pilato parlando del centurione sfigurato dice a Gesù: “Degli uomini buoni si sono gettati su di lui come cani su un orso… gli si sono attaccati alle braccia e alle gambe e al collo.. e se una torma di cavalleria di cui ero a capo non si fosse messa in mezzo, non avresti avuto il piacere di conversare con lui”…
        questo è un gran dialogo cinematografico, che sta al pari con il discorso di Quint nello Squalo, quello della corazzata Indianapolis…)

        • Peucezio scrive:

          Purtroppo non l’ho letto, l’ho solo cominciato.
          Faccio un po’ fatica con quel linguaggio simbolico, molto novecentesco, espressionista… Limite mio, che spero prima o poi di superare, colmando simili gravi lacune.

          Tra l’altro vi sono anche degli adattamenti cinematografici.

          • PinoMamet scrive:

            Sì ma capirai che un libro con un gatto-demone che spara con la rivoltella e una donna che si trasforma in strega e vola su Mosca non si presta troppo agli adattamenti…

            ce ne sono di meno fedeli, che sono semplicemente un’altra cosa, o di troppo fedeli, che rendono il testo ma non l’atmosfera…
            c’è per esempio una serie russa fedelissima, che si trova anche su youtube, che però è talmente fedele al libro da risultare interessante solo per chi voglia vedere le ambientazioni originali…

          • PinoMamet scrive:

            In compenso l’attrice che fa Margherita è davvero bellissima!

  37. Peucezio scrive:

    Roberto,
    “il linguaggio umano serve innanzitutto a capirsi”

    Quindi il problema è di disambiguazione…
    Cioè tu leggendo Miguel a un certo punto hai pensato che Crosetto sia davvero un trafficante d’armi di contrabbando.

    • PinoMamet scrive:

      ..io leggendo “trafficante d’armi” ho fatto parecchia fatica a capire che si riferisse a Crosetto, anzi non l’ho capito proprio, finché non lo ha scritto.

  38. Moi scrive:

    Rispunta un libro del 2019 in cui Giorgia Meloni , coautrice, parlava di “Mafia” (ma perché non si usa la parola locale ?!) Nigeriana … anziché Italiana, cosa che per gli Intellettuali di Sx la renderebbe razzista almeno quanto Vannacci, pure peggio !

    Perché ? … Come sarebbe a dire “perché ?” ?! … Ma è ovvio e perfettamente logico, Woke : 😀 : i criminali Nigeriani li possono criticare solo altri “Neri” , SENZA scadere nel razzismo !

    https://www.business.it/follia-meloni-peggio-di-vannacci-spunta-un-libro-del-2019/

    … mi sa che sarà un autogol, ‘sta mossa qui !

    • Moi scrive:

      Posso capire se si tratta di spiegare meccanismi sociali e culturali della Nigeria, il retroterra culturale delle varie “tribù” etniche , e allora lì sì che “Ma che cazzo ne voi sapé te da stà a rRoma ?!”

      MA , ad esempio … uno stupro, è uno stupro; un’ esecuzione sommaria di civili come rappresaglia, è un’ esecuzione sommaria di civili come rappresaglia; incendiare scuole e ospedali, è incendiare scuole e ospedali; avvelenare un pozzo e sotterrare mine nei campi, è avvelenare un pozzo e sotterrare mine nei campi; e così via

      … suddette azioni simili si possono tranquillamente trovare esecrabili anche se sei semianalfabeta e non ti muovi mai di casa !

    • PinoMamet scrive:

      A leggere l’articolo, il problema del libro non starebbe nel parlare di mafia nigeriana, ma nel descrivere dei giovani nigeriani che aggrediscono i militari (carabinieri?) in maniera “pregiudizievole”, qualunque cosa significhi;

      nel parlare di “sostituzione etnica”, che è una teoria bizzarra e abbastanza stupida;

      e nel dire che nella cultura Yoruba è praticato il cannibalismo (non ne ho semplicemente idea e potrebbe anche essere vero…)

      e vabbè, diciamo che sarà un libro abbastanza razzista, se proprio vogliamo;

      ma questa accusa qua:
      ” e vengono fatte affermazioni discutibili sul controllo della mafia nigeriana sul mercato della droga, a scapito delle mafie italiane” è semplicemente ridicola!!

      Mo’ dire che la mafia nigeriana è in concorrenza con altre mafie è proibito??

  39. PinoMamet scrive:

    Continuo il discorso con Peucezio qua sotto. Con un OT.

    A proposito di Mussolini.
    Ma sai che comincio a chiedermi, davvero, cosa trovi la destra di interessante in Mussolini?
    Non mi sembra neanche una persona di destra, a dire il vero.
    Non nel senso solito e ritrito delle polemiche made in Italy “voi siete più fascisti di noi, gne gne, Mussolini era socialista ecc. ecc.”

    Sì, c’è anche il fatto che Mussolini nasce come personaggio di sinistra; ma ancora di più, il fatto che, in fondo, lo rimane .
    Ovviamente è indicibile.

    Ma c’è una cosa che è ancora più interessante: la destra è per l’ordine, l’ordine costituito. Mussolini fa una rivolta! Che è il contrario dell’ordine.
    Un po’ come D’Annunzio con Fiume, che poi è la versione del fascismo che non si lascia meno irregimentare, o lo fa più a malincuore.

    la destra sono i baffuti funzionari umbertini;
    la sinistra, almeno una sinistra, è Garibaldi e la sua impresa semi-privata e brigantesca… e Mussolini (altra cosa indicibile) è l’interpretazione anni Venti della stessa sensibilità risorgimentale di Garibaldi.
    Azione, bestemmie, schioppettate.
    Poi, davanti al re, “obbedisco”, entrambi.

    Garibaldi si trasforma in monumento; Mussolini anche, ma ha la pretesa e la sfortuna di governare, di dover imporre un ordine, e lo fa da scemo e criminale qual era.

    Scemo, sì; criminale, sì, dieci volte sì. Ma “di destra” non mi pare proprio. Semmai i suoi gerarchi, chiusi negli orbaci troppo stretti sulle panze, nonostante le ore di ginnastica obbligatoria per trasformarli in guerrieri…

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