Qualcuno ha sentito l’Opposizione?

Ieri pomeriggio, la signora Meloni ha nominato Guido Crosetto ministro della Difesa, creando un conflitto di interesse talmente enorme che “in un paese normale” (come amano dire gli italiani), l’Opposizione avrebbe proclamato lo sciopero generale e chiesto l’arresto in flagrante del Presidente della Repubblica mentre ci metteva la firma.

Ricordiamo che “difesa” è il vezzoso nome che porta l’ex-Ministero della Guerra di un paese che in centododici anni di conflitti può vantarsi di non aver mai condotto una sola operazione militare difensiva.

A fondare Fratelli d’Italia sono stati in tre: la signora Meloni, nessun precedente lavorativo noto; il signor La Russa, che pare che da giovane abbia esercitato brvemente la professione di avvocato prima di dedicarsi ai talk show.

E infine Guido Crosetto, ex-democristiano ed ex-forzitaliota.

Che ha fatto la più americana delle carriere, passando dal pubblico al privato e tornando poi al pubblico.

Cioè, ha fatto prima il sottosegretario alla Difesa (2008-2011) dove evidentemente ha fatto passare tanti di quei soldi pubblici in mani private, che tre anni dopo quegli stessi privati lo hanno premiato eleggendolo presidente dell’A.I.A.D., la Federazione delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza, affiliata alla Confindustria.

Sono 186 prospere aziende specializzate nel costruire e vendere strumenti per spiare, accecare, mutilare, storpiare, far esplodere, sventrare e in breve dominare e distruggere esseri viventi.

Anche se in genere invece di questi termini un po’ arcaici, preferiscono usare un linguaggio anglobale: la Fincantieri NexTech SpA, ad esempio,

“è specializzata nello sviluppo di soluzioni tecnologiche e innovative in ambito Maritime & Defence, Smart Infrastructures, Specialized Engineering e CyberSecurity & Digital Solutions.”

Guido Crosetto fresco di elezione alla presidenza dell’AIAD, anno 2014

Questa industria è oggi sulla cresta dell’onda, anzi ha “i numeri incoraggianti” ed “elevata dinamica di operazioni di m&a“. Esporta il 70% della produzione – ci si difende sui mercati di mezzo mondo, dal Turkmenistan al Qatar: in Arabia Saudita la Leonardo, oltre all’Eurofighter Typhoon, offre

“soluzioni tecnologiche al Regno dell’Arabia Saudita, a partire dagli elicotteri VIP fino ai sistemi per la gestione del sistema bancario islamico.”

Ci si difende fin dentro gli Stati Uniti. La Fincantieri ad esempio controlla la Marinette Marine nello sperduto Wisconsin, che recentemente ha vinto un contratto da 5.5 miliardi di dollari per costruire queste cose qui:

L’articolo che annuncia questo gigantesco appalto è interessante perché rivendica gioiosamente il fatto che lo scopo principale di ogni difesa è fare soldi.

Meglio ancora, spendere soldi pubblici per arricchire privati, ma anche per creare posti di lavoro per gente che poi voterà per politici che poi voteranno per mettere ancora più soldi pubblici in tasche private.

E infatti a gongolare ci si mettono amichevolmente insieme repubblicani e democratici:

“E’ una vittoria massiccia per il Wisconsin del nordest, per l’America e per il mondo libero”, ha detto il deputato Mike Gallagher, repubblicano, membro della Commissione Militare della Camera (House Armed Services Committee).

Il senatore democratico Tammy Baldwin, l’ha definita “una grande vittoria per la nostra economia made-in-Wisconsin adesso che darà lavoro a migliaia di lavoratori esperti al cantiere della Marinette Marine.”

Fincantieri è essa stessa un conflitto di interessi vivente: appartiene  a una società/scatola cinese che si chiama CDP Industria S.p.A. E la CDP Industria appartiene alla Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. Che a sua volta è di proprietà del Ministero dell'Economia e della Finanza. Che ha quindi un interesse diretto alla promozione della guerra in ogni parte del mondo.

“Fornire armi a tutti gli uomini che offrono un prezzo onesto per averle, senza distinzione di persone o di princìpi: ad aristocratici e repubblicani, al nichilista e allo zar, al capitalista e al socialista, al protestante o al cattolico, al ladro o al poliziotto, all’uomo nero, all’uomo bianco e all’uomo giallo, a ogni sorta e condizione, ogni nazionalità, ogni fede, ogni follia, ogn causa e ogni delitto”

Il credo di Undershaft, produttore di armi, nel Major Barbara di Bernard Shaw.


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202 risposte a Qualcuno ha sentito l’Opposizione?

  1. massimo scrive:

    Eh no sei arrivato dopo 😉😉: io su almeno certi ministri la mia opinione l’avevo espressa.E poi come era quella che alcuni erano scappati di casa e senza un lavoro?Io credo che nell’ ottanta/novanta percento di chi fa politica molti non saprebbero come sbarcare il lunario.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Massimo

      “Eh no sei arrivato dopo”

      Vero!

      • Francesco scrive:

        rivendico anche io la primogenitura! la Presidenza di AIAD da parte di Crosetto me lo ha trasformato da figurante goliardico (il Gigante e la Ducetta) in “figura degna di interesse”

        poi sull’industria della difesa non condivido il tuo moralismo parrocchiale ma sono dettagli

      • firmato winston scrive:

        @miguel

        francesco ti ha detto “moralismo parrocchiale”!

        • Miguel Martinez scrive:

          per FW

          “francesco ti ha detto “moralismo parrocchiale”!”

          E’ un interessante automatismo di quelli di destra: darti del “ancora più destro-bigotto-cattolico-nazista” di loro”

          Se devono prendersela con i musulmani, “trattano male le donne”

          se devono prendersela con il PD, “è contro i lavoratori”….

          • firmato winston scrive:

            pero’ a badare al contenuto, perlomeno nei casi che enumeri avrebbero anche ragione
            oppure hanno il torto a priori che deve avere per forza il nemico campanilistico-tribale?
            tutto cio’ e’ molto toscano
            e’ la peste italiana

          • tomar scrive:

            a Miguel
            “moralismo parrocchiale”
            secondo me non è un accusarti di essere più di destra, ma di essere uno che parla come i parroci non aggiornati che all’omelia ancora stanno a ripetere le parole del papa contro le armi.
            E’ Francesco (il papa) il moralista.

            • Francesco scrive:

              in effetti pensavo proprio a quello, il mio vecchio parroco di molti decenni fa in Val Seriana che giudicava il mondo dalla sua goccia d’acqua con una miopia accecante

              mai pensato a Miguel più a destra di me (Oddio, in tutti questi anni e avendo parlato di così tante cose …)

              • tomar scrive:

                Francesco
                “il mio vecchio parroco… che giudicava il mondo dalla sua goccia d’acqua con una miopia accecante”

                Quella del messaggio evangelico come “goccia d’acqua” è una similitudine che non avevo mai sentita. Ma, facendo finta di non aver sentito la “miopia accecante”, la si potrebbe sviluppare anche positivamente, per esempio pensando al detto latino gutta cavat lapidem.

              • Francesco scrive:

                io pensavo più ai danni che fanno le buone intenzioni (e la goccia era un rimando a Miguel)

                sul messaggio evangelico mi rifaccio alla dottrina della guerra giusta, che questo Papa tenta disperatamente di pensionare senza convincermi del tutto (ma un 1% di irenismo fatalista ce l’ho dentro)

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “io pensavo più ai danni che fanno le buone intenzioni”

                Anch’io!

                “Facciamo luce sull’omicidio dell’Arciduca!”

                “Salviamo i poveri serbi!”

                “Permettiamo ai tedeschi di Danzica di vivere sotto la bandiera che vogliono!”

                “Aiutiamo le bambine afghane!”

                “Salviamo i poveri libici oppressi da Gheddafi!”

                ecc. ecc. ecc.

  2. roberto scrive:

    Ce le vedo le folle oceaniche in piazza per lo sciopero generale proclamato da letta e calenda 🤣🤣🤣

  3. roberto scrive:

    Comunque che dire…tutto era ampiamente prevedibile ma ciò nonostante sono quelli che hanno scelto gli elettori e c’est tout

  4. Moi scrive:

    … eppure Crosetto è noto alle masse solo per essere grande e grosso, nonché soprattutto aver origliato (lurkato ?) una trasmissione radio ove un Professore di Sx è intervenuto con commenti sprezzanti sessisti VS Giorgia Meloni che “osava contestare” Daghi … diffuso tutto sui Soscials , così che l’ intera Italia ha saputo una cosa altrimenti destinata a 4 gatti !

    😀

  5. massimo scrive:

    Per quanto riguarda le manifestazioni e le folle oceaniche , noi siamo quelli che organizziamo le manifestazioni per andare contro le altre manifestazioni .Ma che si vuole di piu’! ah si : un bel ponte sullo stretto . Con buona pace di chi dovra’ sostenere qualche ora per spostarsi tra i vari centri della Sicilia. Avanti tutta

  6. tomar scrive:

    “Ce le vedo le folle oceaniche in piazza per lo sciopero generale proclamato da letta e calenda”

    letta e calenda a parte, “folle oceaniche” è un’immagine che proprio non mi piace, per entrambi i termini.
    Folla è anzitutto quasi per antonomasia quella che urlò il “crucifige” per Gesù piuttosto che per Barabba, e su come “parla” o meglio è parlata la folla hanno scritto pagine illuminanti e direi definitive Canetti e Karl Kraus.
    Ma pure l’oceano è l’immagine di qualcosa in cui ogni individualità si perde ”in gurgite vasto”.
    Io, che alla mia individualità tengo, anche se non la concepisco come rigidamente separata dalle altre, preferisco l’immagine di tanti piccoli rivoli – ciascuno formato da tante individualità diventate tra loro solidali in un “piccolo” impegno comune – che confluiscono in un più vasto fiume che non le annulla ma le potenzia.
    E’ l’immagine di quella che mi auguro che sarà la manifestazione per la pace promossa da centinaia di associazioni e gruppi di base, senza altra bandiera che quella della pace stessa, e che si terrà a Roma il 5 novembre, degna controcelebrazione del centenario del crimine, festa dell’Italia, che portò a compimento il crimine, avviato il 24 maggio del del 1914 dai radiosi decisori che gettarono anche il nostro paese nell’inutile strage.

    • Francesco scrive:

      mi sa che preferisco la manifestazione di Miguel a quella dei “pacifisti”

      lui almeno ha fatto i compiti a casa ed è coerente, non cerca di sostenere l’equivicinanza tra le parti, dice esplicitamente che gli ucraini possono andare a farsi fottere tanto non è in ballo nulla di importante, sono solo bandierine

  7. Miguel Martinez scrive:

    Da https://www.eventiavversinews.it

    Tutte le posizioni dei nuovi Ministri del Governo Meloni favorevoli al super green pass e all’obbligo vaccinale

    MINISTRO DELLA SALUTE
    ORAZIO SCHILLACI
    https://www.eventiavversinews.it/ultimora-appena-annunciato-al-quirinale-ecco-la-posizione-del-nuovo-ministro-alla-salute-sul-green-pass/

    MINISTRO DELLA GIUSTIZIA
    CARLO NORDIO
    https://www.eventiavversinews.it/il-nuovo-ministro-della-giustizia-carlo-nordio-grande-stima-in-draghi-chi-e-non-v-deve-stare-fuori-dai-locali-inserire-certificato-vaccinale-nelle-carte-di-identita/

    MATTEO PIANTEDOSI
    MINISTRO DELL’INTERNO
    https://www.eventiavversinews.it/il-nuovo-ministro-dellinterno-piantedosi-le-sue-interviste-alle-inaugurazioni-degli-hub-nel-lazio-andare-negli-hub-per-dare-lesempio-grazie-al-v-avremo-salvo-il-natale/

    MARINA CALDERONE
    MINISTRO DEL LAVORO
    https://www.eventiavversinews.it/la-posizione-del-nuovo-ministro-del-lavoro-marina-calderone-sullobbligo-v-per-tutti-e-urgente-riprendere-le-attivita-in-totale-sicurezza/

    ANNA MARIA BERNINI
    MINISTRO DELL’UNIVERSITÀ
    https://www.eventiavversinews.it/il-nuovo-ministro-delluniversita-anna-maria-bernini-tra-le-piu-grandi-sostenitrici-di-v-e-green-pass-abbiamo-3-strade-nuovi-lockdown-lobbligo-v-o-il-green-pass/

    EUGENIA ROCCELLA
    MINISTRO DELLA FAMIGLIA
    https://www.eventiavversinews.it/il-nuovo-ministro-della-famiglia-eugenia-roccella-eletta-con-fratelli-ditalia-mi-ha-fatto-piacere-sentire-draghi-dire-parole-chiare-sulla-v-covid-parole-degne-di-un-vero-leader/

    GENNARO SANGIULIANO
    MINISTRO DELLA CULTURA
    https://www.eventiavversinews.it/la-posizione-del-nuovo-ministro-della-cultura-sangiuliano-ecco-cosa-diceva-sul-supergreen-pass-e-sui-non-v/

  8. Fuzzy scrive:

    Slowfood ha accolto positivamente l’idea del Ministero della sovranità alimentare.
    Il concetto di sovranità alimentare nasce presso le popolazioni indigene dell’Amazzonia.
    Va ben. Staremo a vedere cosa faranno in concreto.
    Non capisco quelli che evocano un pericoloso isolamento autarchico. Ci sono sempre le giuste misure per ogni cosa.
    Oh, io non l’ho mica votata questa ultra-destra eh! Io, partito animalista e nient’altro.
    A costo di sprecare il voto.

    • PinoMamet scrive:

      Esiste il partito animalista?
      Ammetto di non aver mai capito il concetto di sprecare il voto, però.

      Per me uno deve votare il partito che è più affine alle sue idee. Se prende il 90% bene, se prende lo 1% bene uguale.

      Infatti continuo a pensare che il sistema migliore sia un sistema proporzionale, pressoché puro.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Fuzzy

      “Il concetto di sovranità alimentare nasce presso le popolazioni indigene dell’Amazzonia.”

      Certo, ma il nome è un palese tentativo di tranquillizzare l’elettorato di destra.

      Calcola sempre che li hanno votati milioni di piccoli proprietari di case, bottegai, gente che teme, non del tutto a torto, di essere spazzata via dalla storia.

      La destra si è trovata… la scopa in mano in questo momento.

      Quindi mettono nomi rassicuranti (“sovranità alimentare”, “natalità” ecc.) che attireranno come calamite critiche di sinistra: e ogni critica sarà la prova che questo governo fa sul serio.

      Poi è vero che dovranno continuare la politica, già avviata da Draghi, di rimettere a coltura (almeno per farci le biomasse!) pezzi abbandonati di terra italiana.

      • Fuzzy scrive:

        Eh, allora così non va.
        Strano il consenso di Slowfood…

        • roberto scrive:

          La sovranità alimentare è uno dei cavalli di battaglia di slow food da sempre, credo che siano stati i primi a parlarne in Italia

          https://www.slowfood.it/sovranita-alimentare-5×1000-slow-food/

          • Fuzzy scrive:

            Si comunque c’è qualcosa di strano.

            • roberto scrive:

              Perché strano? Un movimento che guarda da sempre a autarchia, tradizioni (inventate o genuine che siano), radici, passato, il bel mondo genuino che fu…non dovrebbe automaticamente gravitare in una orbita di destra?

              • Fuzzy scrive:

                https://www.ilmessaggero.it/politica/giorgia_meloni_difendere_interesse_nazionale_cosa_ha_detto-6962600.html
                Forse, ma io ero rimasto a Confagricoltura. Non mi sembrano indigeni. Mi dovrò informare meglio. Comunque mi sa che siano loro, più che Slow Food, i referenti.

              • tomar scrive:

                “Perché strano? Un movimento che guarda da sempre a autarchia, tradizioni (inventate o genuine che siano), radici, passato, il bel mondo genuino che fu…non dovrebbe automaticamente gravitare in una orbita di destra?”
                Ma dai Robè, non metterla così da cartolina.
                Intanto Petrini ormai da quasi vent’anni non ha più al centro della sua azione Slow Food (di cui è rimasto certo il nume tutelare), ma Terra Madre, con posizioni per altro simili, ma secondo me più serie e concrete, a quelle di Vandana Shiva.
                Ed è da Terra Madre che anche Slow Food ha mutuato la sua attuale concezione di sovranità alimentare. Concezione di cui puoi farti un’idea leggendo proprio la pagina di Slow Food dedicata al tema (www.slowfood.it/sovranita-alimentare-5×1000-slow-food/)
                e che non è certo quella cosa cui tu alludi con uno spirito, scusa, da Bagaglino.
                Poi, sicuramente l’idea di sovranità alimentare di Terra Madre-Slow Food non è certo quella che hanno in mente i nostri sovranisti all’amatriciana, basata più che altro sull’idea di difendere e promuovere il made in Italy agroalimentare, anche se magari molte delle aziende “italiane” del settore sono solo filiere di colossi multinazionali che di italiano non hanno nulla.
                Comunque fa benissimo Carlin ad andare a “vedere” l’orbita di destra: le vie del signore sono infinite.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Tomar

                ” ma Terra Madre, con posizioni per altro simili, ma secondo me più serie e concrete, a quelle di Vandana Shiva.”

                Non conosco Terra Madre, come sai conosco Vandana Shiva 🙂

                La stimo enormemente, e credo che sia anche un po’ un’illusionista.

                Si rivolge ai miliardi di piccoli agricoltori del mondo, se non ancora la maggioranza dell’umanità, che mentre colgono le loro piante e mungono le loro capre, stanno per essere sterminati.

                E dice, “non disperate, siete il sale della terra, siete importanti, se vi unite e smettete di subire, potete fare un mondo meraviglioso!”

                E per infondere questo coraggio, ci vuole il sorriso, la felicità che Vandana sa esprimere, un po’ di statistiche discutibili sparate a caso e la dubbia rassicurazione, “la vostra vita qualcosa!”

              • Miguel Martinez scrive:

                Vandana a volte cita delle statistiche di cui anch’io conosco la natura veritiera, ma ambigua.

                Come con tutte le statistiche.

                E per una frazione di secondo, dentro di me, sento – traduco alla lettera, traduco spiegando la complessità del numero, traduco ciò che Vandana vuole trasmettere per dare coraggio ai condannati ai morti?

                Cosa è più importante?

              • roberto scrive:

                Tomar,

                Conosci abbastanza bene slow food, grazie

                Magari prova a leggere questo (per me esageratamente critico ma in generale lo trovo condivisibile)

                https://www.libreriauniversitaria.it/mangi-chi-puo-meglio-meno/libro/9788856400922

              • roberto scrive:

                Conosco

              • Miguel Martinez scrive:

                per roberto

                “petrini”

                Leggo l’intervista, temo che Petrini non abbia capito nulla di ciò che la Meloni ha detto.

                Petrini dice:

                «La sovranità alimentare valorizza i prodotti del territorio e la biodiversità. E oggi va sostenuta se pensiamo che la nostra realtà agricola sta morendo e che arrivano derrate di qualità discutibili. Se poi ci sono alcuni prodotti che il nostro territorio non produce o non ce ne sono a sufficienza, allora sì bisogna pensare a importarli».

                Perfetto, totalmente d’accordo, è la mia visione.

                Ma la Meloni dice il contrario:

                ““Un esecutivo produttivista è anche quello che «difende il Made in Italy, protegge i suoi marchi, valorizza i suoi prodotti d’eccellenza» e senza timidezze compete sui mercati e mette in prima fila i propri interessi commerciali, così come fanno gli altri Paesi. Più fiducia nell’Italia e nei suoi punti di forza, ecco. “”

                Cioè l’Italia deve fare un sacco di soldi piantando vigneti Chianti e noccioleti Ferrero e pomodoreti campani di quelli che hanno distrutto l’agricoltura del Ghana… esportare, esportare, guadagnare!!

                Poi la Meloni farà esattamente come i suoi predecessori, perché non può fare diversamente (e quindi vigneti Chianti e noccioleti Ferrero e pomodoreti, proprio come da predica).

              • roberto scrive:

                Beh Miguel ma almeno la parte “difende il Made in Italy, protegge i suoi marchi, valorizza i suoi prodotti d’eccellenza” a petrini piacerà di sicuro, come piacerà di sicuro la tendenza “no global” della Meloni…davvero non vedo nulla di strano: un movimento che da sempre si ispira a tradizioni, al piccolo contadino, al ritorno alle radici…non ha un non so ché di “destra”? O “conservatore” per usare una parola meno drammatica? Secondo me si è non ci vedo nulla di male ne di strano

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                ” “difende il Made in Italy, protegge i suoi marchi, valorizza i suoi prodotti d’eccellenza” ”

                Vedi, io collabora con i piccoli contadini e pastori del Mugello.

                Che non hanno marchi. E non vogliono spacciare “prodotti d’eccellenza” a clienti in California. E la loro roba non è “Made in Italy”, ma è cresciuta e vissuta sulle colline nostre.

                Vogliono vendere il loro yogurt di capra, il pane, le marmellate, a gente che abita vicino a loro. Con meno burocrazia possibile, già star dietro a una capra è difficile, figuriamoci star dietro a tutti i regolamenti europei e non.

                Quelli di cui parla la Meloni sono le terre del marchese Antinori, sono il Wine Apocalypse di Conegliano https://yewtu.be/watch?v=0oOW4xuhdnk

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                per farti capire perché sono contro le parole della Meloni (i fatti saranno uguali a tutti gli altri) ecco una bellissima frase, che si trova tra i commenti al video di Wine Apocalypse:

                “Bel video, io lavoro come operaio agricolo in una azienda vinicola di Bolgheri, zona di vini della costa Toscana, dove le vigne stanno crescendo in maniera esagerata, tutti sono contenti, danno lavoro e portano turismo, ma io che sono laureato in scienze forestali e ambientali, mi sono sempre chiesto quanto il nostro territorio ( paesaggio) possa sopportare un impatto di questo tipo, quanta acqua ci vuole per le cantine? quanti prodotti vengono irrirorati nell’ambiente? quanta spazzatura (imballaggi ecc) producono? Sono tutte domande che forse è bene non fare, perchè si parla di un indotto enorme, controllato da famiglie nobili importanti, che danno lavoro a moltissime persone.
                Ma non è possibile trovare un equilibrio fra economia lavoro e ambiente? Se non ci riusciamo sarà l’ambiente a trovarlo per noi e non ci piacerà…”

              • roberto scrive:

                Miguel

                “Vedi, io collabora con i piccoli contadini e pastori del Mugello.”

                Parlavo di petrini non di te 😁

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “parlavo di petrini non di te ”

                Infatti di Petrini non so nulla.

                Cosa pensi delle mie riflessioni, sui pastori e contadini del Mugello, e sui noccioleti della Ferrero, che poi sono della Nestlè, altroché “sovranità”? E dell’esportazione dei concentrati di pomodori delle Puglie che sta uccidendo i contadini del Ghana?

              • roberto scrive:

                Miguel

                “Cosa pensi delle mie riflessioni, sui pastori e contadini del Mugello, e sui noccioleti della Ferrero, che poi sono della Nestlè, altroché “sovranità”? E dell’esportazione dei concentrati di pomodori delle Puglie che sta uccidendo i contadini del Ghana?”

                In sintesi
                1. Il pastore del Mugello o di qualsiasi altra parte (io nella mia famiglia acquisita ho un pastore sui Pirenei) mi sta simpatico e che venda la sua caciotta o il suo agnellino non può che farmi piacere. Rispetti le regole come tutti (al limite si semplifichino le regole, ma dobbiamo vedere di cosa parliamo), venda le sue caciotte e paghi le tasse, perché no?

                2. Temo che con i pastori del Mugello o dei Pirenei non si sfamino 8 miliardi di persone

                3. Non ho nulla contro la Ferrero né contro la nutella né contro la nestlé

                4. Non so nulla dei contadini del Ghana né del concentrato di pomodoro e quindi non ne penso nulla.

                5. non ci vedo nulla di male nelle esportazioni, nel Made in Italy, nel Chianti e nei noccioleti…il mio limite sono i soldi pubblici spesi per aiuti all’esportazioni. Per il resto ogni forma di protezionismo mi sta istintivamente antipatica

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “In sintesi”

                Chiaro, grazie.

                Ferrero: in breve, la Ferrero compra vaste estensioni di terra in Tuscia per piantarci nocioli. Non perché i laziali/toscani abbiano bisogno di infinte quantità di Nutella, ma perché ne hanno bisogno negli Stati Uniti. Le norme (credo interne della Ferrero) fissano un tasso praticamente zero di “cimiciato”, cioè di segni anche minimi di morsetti di cimici, del tutto innocui normalmente. E per garantire questo tasso zero, gli alberi devono essere costantemente irrorati di pesticidi.

                Chianti: in breve, alcuni latifondisti comprano vaste estensioni di terra appunto in zona Chianti, per farci monocultura di vino, con pesante uso di prodotti chimici e impoverimento permanente del terreno per tutta una serie di motivi, distruggendo così l’humus accumulato in centinaia di migliaia di anni. Non perché i toscani siano embriahoni, ma perché si esporta bene in Cina.

                Ghana: aveva una fiorente agricoltura contadina di pomodori, poi è arrivato il concentrato di pomodoro italiano, prodotto con macchinari e braccianti clandestini nel sud d’Italia e venduto a prezzi talmente bassi da distruggere l’economia contadina.

                La cosa interessante è che tutti e tre questi fatti, e chissa quanti altri, risultano nel bilancio positivo del commercio italiano.

      • firmato winston scrive:

        Infatti. Quasi nessuno sa o dice (paradossalmente di piu’ nel mondo dell’ignorante e manicheo catastrofismo ambientalista) che i boschi italiani negli ultimi decenni sono aumentati di mi pare ben il 30 per cento!

        • Fuzzy scrive:

          Si ma è tutta una questione import export.
          https://www.rinnovabili.it/agrifood/autosufficienza-alimentare-italia/
          In realtà il nostro (non) sistema agricolo può aver senso finché c’è ricchezza, ma metti che capiti qualsiasi inconveniente a livello di economia o nelle catene di approvvigionamento, e non so come la mettiamo.
          D’altra parte il nostro regime alimentare è impostato a dei livelli di altissimi consumi e spreco.
          Certo qualcuno ti dirà che l’agricoltura industriale fa miracoli. Che ci sono i fertilizzanti la ricerca genetica…
          Macché. È solo importazione dall’estero.
          Se mi tiri fuori lo Sri Lanka sparo.

          • Miguel Martinez scrive:

            per Fuzzy

            “Si ma è tutta una questione import export.”

            Esatto!

            Per la Meloni, se trasformi tutta l’Italia in un unico vigneto Chianti più boschi da abbattere per farci biomasse, e lo vendi alla Cina; e la Cina ti vende gli scarti dei suoi pollai per mangiare, e alla fine l’Italia è quella che prende più soldi, l’Italia ci ha fatto un affare.

            • Miguel Martinez scrive:

              “Per la Meloni, se trasformi tutta l’Italia in un unico vigneto Chianti più boschi da abbattere per farci biomasse”

              Non è che io ce l’abbia con la Meloni come persona, che si è solo trovata in mano il pulsante della sedia elettrica al momento giusto.

              Immagino che dietro il suo “sovranismo alimentare” ci possano anche essere sane aspirazioni.

              Ma questo fa parte della sua coscienza personale.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “personale”

                Trovata in Rete:

                “22 ottobre 2022
                L’IGNORANZA POLITICA DEI PROGRESSISTI ITALIANI
                di Mauro Bonazzi Mercatanti

                “Sovranità alimentare significa autodeterminazione alimentare per il proprio popolo, fuori dal controllo delle corporation e delle multinazionali straniere.
                Era uno dei temi fondamentali del Movimento No Global a Genova, e prima ancora il primo punto del programma rivoluzionario del Governo di Thomas Sankara e di tutte le lotte anticoloniali e socialiste di liberazione nazionale”. Lo scrive Ivan Xamo, allegando anche apposita locandina e domandandosi come sia possibile che a) sia diventato un tema di destra e b) a sinistra abbiamo fatto battute del cazzo tutto il giorno su sta cosa, chiedendoci cosa fosse.
                Io lo so che molti penseranno che me la prendo sempre coi progressisti e mai con la destra. Ma cazzo, cosa gli vuoi dire a gente che mette un commercialista all’Ambiente? Io me la prendo con quelli che ce li hanno fatti arrivare questi al governo. Perché la destra la conosciamo bene, sono i progressisti di oggi che dobbiamo imparare a conoscere meglio. Perché politicamente sono più ignoranti e stupidi di un sasso. E questo è un problema grande come l’Amazzonia. Bisogna riaprire le scuole di formazione politica a sinistra, altro che battutine sagaci sui social che poi vengono lette a Propaganda Live.

                Mio commento
                Ho seguito lo sconcerto a “Propaganda live” (Programma televisivo di La7 trasmesso al venerdì in prima serata) riguardante il ministero con delega alla “sovranità alimentare”, ma poi ci si è accorti che in Francia esiste già da tempo questo ministero. Lì per lì si è subito pensato alla volontà della destra di introdurre una sorta di autarchia sui cibi. Molti di noi hanno subito pensato a un ministero con la finalità di vietare l’importazione di cibi non autoctoni con l’aggravante che si è subito ironizzato sul come italianizzare cibi come il sushi, il kebab ecc. Anch’io sono caduto in questo equivoco. Già mi preparavo da oppositore a questa destra retrograda a spendere questo argomento. Peccato che questo primo assalto alla composizione del nuovo governo, come spiega bene Mauro Bonazzi Mercatanti, che ringrazio, deve considerarsi miseramente fallito e condivido la critica secondo la quale la sinistra, (a volte?) svela una certa ignoranza e sulla quale spesso ci si culla nel pregiudizio.”

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • firmato winston scrive:

                “sovranita’ alimentare e autarchia”

                Come considerazione generale, non so cosa intenda la Meloni, ne’ cosa voglia fare, immagino pero’ che intenda il contrario dell’autarchia di fascistica memoria in termini calorici, credo intenda ulteriore specializzazione dell’eccellenza DOC del made in italy (non so se lo sapete ma quasi tutto il made in italy pregiato, escluso il vino e poco altro, e’ fabbricato nelle fabbriche alimentari con materie prime estere compreso il grano duro per la pasta, la farina canadese manitoba per gli impasti da pane e soprattutto pizza, e nel caso dei mangimi per l’alimentazione animale, con soia e mais OGM, perche’ dove sono specializzati in quelle culture solo se fossero dei pazzi resterebbero alle sementi tradizionali – che poi non esistono, le sementi tradizionali NON esistono, le sementi ogni anno danno comunque un prodotto che e’ diverso e NON UN CLONE dell’anno precedente (clone, ok?), mantenere la costanza delle colture anche coi metodi tradizionali e’ impossibile, e non e’ nemmeno utile, dato che le colture devono fronteggiare ogni anno le frotte dei parassiti che a loro volta si specializzano in continuazione sul tipo di coltivazione precedente per nutrirsene meglio).

                Di solito ad opporsi all’importazione o all’introduzione di tecnologie miglioranti la produzione e’ l’agricoltura nostrana, quella dei sindacati, che non vuole ne’ concorrenza ne’ abbondanza di produzione che fanno abbassare i prezzi e i loro guadagni, mentre a richiederla e’ l’industria alimentare, che e’ importantissima nell’economia del paese, che altrimenti dovrebbe ridurre la produzione e quindi l’esportazione che ci permette di ottenere in cambio dall’estero beni che noi non produciamo. E’ il grado zero della cultura economica, l’economia e’ scambio non autarchia, e non si occupa sempre e solo di “sfruttamento capitalistico” e “lotta di classe”…

                Credo sia inoltre doveroso precisare che l’autarchia alimentare di fascistica memoria (la “battaglia del grano”) fu un errore e un fallimento (uno dei tanti). Se si persegue il miglior sfruttamento delle risorse (anche in termini di “quintali per ettaro”, in modo da ridurre l’area coltivata per ad esempio lasciare il resto al bosco – vedi l’imperdibile quanto idealistico e velleitario “meta’ della terra” di E.O. WIlson), ogni zona agricola deve cercare di coltivare cio’ che “funziona” in quella zona, per eventualmente scambiarne il sovrappiu’ con cio’ che “funziona” nelle altre zone.
                Imporre dall’alto “piani quinquennali” e’ che io sappia quasi sempre deleterio: sono piani che di solito diventano vecchi ancora prima di essere completati.

                Approfitto per ricordare che e’ come a Firenze d’estate quando manca l’acqua: muoiono si’ gli alberi, ma solo quelli che non avrebbero dovuto essere piantati a firenze perche’ esotici e fuori areale, tutti gli altri, quelli “nostrani” che fra l’altro crescono da soli e non costano nulla e semmai diventano infestanti, sopravvivono.

                Nessuno puo’ essere un’isola autosufficiente in un mondo prospero e iperaffolato con 8 miliardi di esseri umani. Ne’ dal punto di vista agricolo, ne’ tecnologico, ne’ energetico, ne’ colturale ne’ culturale. A causa della tecnologia dei trasporti e delle comunicazioni, il villaggio globale e’ fra noi per restarci, opporsi e’ antistorico, e’ REAZIONARIO – perlomeno finche’ sussiste la tecnologia – ma e’ anche da tenere bene presente che dalla tecnologia NON si torna piu’ indietro in modo facile e incruento: la tecnologia – specialmente quella sanitaria, specialmente i vaccini di base, e chi puo’ essere contro una tecnologia che “salva le vite” – finora ha sempre aumentato il numero di bocche da sfamare, per cui smettetela di sparare stronzate e divulgare fake-news da ambientalisti da salotto/operetta su argomenti di cui non sapete e non capite nulla, es. l’agricoltura – non mi riferisco ad andrea, e neanche a pino o a roberto e a qualche altro che non ricordo, che non meritano tali critiche, e che se non sanno, su questo argomento, stanno zitti, col buon senso di afferrare che e’ meglio non picconare troppo la situazione di prospero privilegio in cui si vive, e di cui saggiamente nel loro caso si rendono conto).

                Andare dietro a personaggi folcloristici che suggeriscono il ritorno ad un’agricoltura/allevamento a bassa densita’ in luoghi dove il rapporto uomini/superficie e’ un decimo o un cinquantesimo della nostra, come se le citta’ da sfamare non esistessero (e’ dal 2007 mi pare che la popolazione mondiale urbanizzata supera quella delle campagne), mentre approfittano alla grande di ricchezza e prodotti ideati e fabbricati dove la densita’ e’ alta, se in buona fede e’ semplicemente stupido.

              • Fuzzy scrive:

                Winston
                https://quifinanza.it/green/prima-petizione-per-meloni-no-alla-carne-sintetica-si-alla-sovranita-alimentare/672932/
                Gli agricoltori italiani sanno che la grande industria alimentare sta pensando di farli fuori avendone peraltro i mezzi.
                Come giustamente faceva notare Miguel, la Meloni è stata votata da gente spaventata.
                Non aggiungo altro, tanto mi sa che ultimamente ti sei specializzato nelle sparate fuori bersaglio.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Fuzzy

                “https://quifinanza.it/green/prima-petizione-per-meloni-no-alla-carne-sintetica-si-alla-sovranita-alimentare/672932/”

                Molto interessante.

                Sono quelle cose in cui un governo di destra potrebbe forse fare qualche minima cosa (positivamente) di Destra.

                In base al principio che non ci sono ancora immensi interessi economici coinvolti; il 70% degli italiani (compresa gente che ha votato a sinistra) si inalbera di fronte a queste cose per lo stesso motivo per cui quando va all’estero dice, “che schifo il caffè!” Che non è un grande ragionamento filosofico, ma ha una sua forza.

                Persino Roberto vedo che si sta destreggiando su questo tema 🙂

              • Fuzzy scrive:

                In Danimarca, a Kalundborg, è in fase di costruzione il nuovo stabilimento da 70mila metri quadrati di Remilk, la start-up israeliana che sarà la prima a produrre su larga scala il latte sintetico, cioè il latte fatto senza mucche. Non si tratta di bevande sostitutive del latte – come quelle alla soia o alla mandorla – ma di latte – e yogurt, e formaggi, e gelati – al sapore di latte, indistinguibili dal latte vero.
                https://quifinanza.it/economia/latte-sintetico-hamburger-senza-carne-il-cibo-del-futuro-che-offende-il-made-in-italy/651348/
                Questo i contadini so sanno, le voci girano in fretta.
                Adesso sono spaventati e cercano di chiudersi al mondo esterno, così come ci si chiude di fronte agli stranieri (conosco gente da sempre di sinistra che ha votato per la Meloni perché prometteva il pugno di ferro con gli stranieri)
                È una destra di nostalgici di un’Italia che non c’è più.
                Forse il problema è che siamo diventati un paese di vecchi.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Fuzzy

                “In Danimarca, a Kalundborg, è in fase di costruzione il nuovo stabilimento da 70mila metri quadrati di Remilk, la start-up israeliana che sarà la prima a produrre su larga scala il latte sintetico, cioè il latte fatto senza mucche. ”

                Difficile ovviamente prevedere il futuro.

                Tanti stanno a lì a porsi domande, “ma quel cibo sarà buono?” E a fare le battute su come la bistecca alla fiorentina sia meglio delle zecche fritte.

                Ma mi sembra che a molti sfugga l’aspetto GAFAM.

                Cioè che in tempi brevissimi, si rischia che l’intera alimentazione della specie umana faccia la fine che ha già fatto la comunicazione tra esseri umani: la trasformazione nel monopolio di una o due aziende.

                “Mono”polio vuol dire una… ma – per prendere l’esempio degli smarfi, se Samsung ha il monopolio della base materiale, youtube/google dei video e delle ricerche, conviene a entrambi collaborare.

              • Fuzzy scrive:

                Io credo che Roberto in futuro si dovrà rassegnare a pagare il vero formaggio, la vera carne ecc molto di più di quanto la paga adesso.
                Se ci saranno ancora allevatori in grado di resistere sul mercato.
                Già ora sopravvivono a stento solo a condizione di ricevere sussidi e di non dover pagare nessun risarcimento rispetto ai danni che stanno procurando all’ambiente.
                Lavori alternativi nel campo del sociale se ne possono trovare a bizzeffe.
                La politica si dovrebbe incaricare di sostenere e ricollocare tutta questa gente.
                Io, per me, naturalmente, non auspicherei nessun alimento da laboratorio, preferendo la soluzione quasi vegana. Ma si sa, i vegani sono mosche bianche. Non arrivano neanche all’1% della popolazione. E quindi fate voi. Per me non cambia niente.

              • roberto scrive:

                Fuzzy,

                Ma io già adesso pago carne (ne compro comunque poca) e formaggio (purtroppo non ne posso mangiare senza avere mal di pancia quindi ne compro pochissimo, ma deve valere davvero la sofferenza) davvero molto di più che nei supermercati…e si temo che quello sia il futuro. Dico solo che se quello è il futuro cerchiamo di renderlo più lontano possibile e di goderci il presente

                Mangiare bacche e radici ora perché in futuro sarà inevitabile mi pare un controsenso

              • firmato winston scrive:

                @roberto
                “Mangiare bacche e radici ora perché in futuro sarà inevitabile mi pare un controsenso”

                E insisti ancora col fare ragionamenti di buon senso.
                Ma chi ti credi di essere?
                😉

                mi ricorda la battuta che forse era piu’ sofisticata:
                “Perche’ fai le sabbiature?
                Perche’ cosi’ mi abituo a stare sottoterra.”

  9. tomar scrive:

    Non male la battuta di Travaglio sul superatlantista (a dispetto del capo) Tajani agli Esteri: “il sovranismo a sovranità limitata”.

  10. Miguel Martinez scrive:

    Per Fuzzy

    Vedo che nel discorso citato dal Messaggero, la Meloni espone abbastanza chiaramente quella che è l’ideologia vera della Destra al di là dei tocchi romantici e “identitari” – commercio globale, ma bilancio in profitto e non in perdita. Alla faccia anche del territorio…

    “Un esecutivo produttivista è anche quello che «difende il Made in Italy, protegge i suoi marchi, valorizza i suoi prodotti d’eccellenza» e senza timidezze compete sui mercati e mette in prima fila i propri interessi commerciali, così come fanno gli altri Paesi. Più fiducia nell’Italia e nei suoi punti di forza, ecco. “

  11. tomar scrive:

    “Covid, in Cina torna la quarantena (ma la popolazione non ne può più)” titola il FQ.
    E te credo, nessun altro Paese del mondo ha sperimentato neanche da lontano la quantità e il numero di lockdown cui sono stati sottoposti i cinesi, che per quanto siano un popolo uso a ubbidir tacendo (ma comunque molto molto meno dei giapponesi, sia chiaro) ogni pazienza ha un limite (tra l’altro sono state introdotte restrizioni anche nella fabbrica di iPhone – ohi ohi – più grande del mondo).
    Ciò detto, ma secondo voi cosa spinge il nuovo ma ormai stagionato Grande Timoniere a perseguire nella linea zero covid nonostante la sua sempre più evidente e crescente impopolarità?
    Scartiamo subito la facilotta tesi che Xi vuole sperimentare sempre più le forme di controllo totale e pervasivo sulla popolazione e su ogni individuo. Quello l’ha già fatto a iosa sia col covid che su qualsiasi altra dimensione della vita sociale.
    Poi appunto, non è che Xi sia un vecchio imperatore chiuso nell’impenetrabile Città Proibita, quindi è ovvio che di quella crescente impopolarità è ben consapevole.
    E allora, perché insiste?
    Io ho una mia tesi, ideologicamente “giustificazionista”, ma vorrei sentire quel che ne pensate voi.

    • roberto scrive:

      Può essere semplicemente che non può dire “ci siamo sbagliati, scusate tanto?”

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Tomar

      “E allora, perché insiste?”

      Bella domanda.

      Tra l’altro io tendo a escludere l’ipotesi “vecchio imperatore”: la Cina è un immenso sistema, che casomai tiene in vita un utile “vecchio imperatore”.

      Una tesi “complottista” che ho sentito (e che potrebbe essere assolutamente campata in aria) è che temono che il Covid sia un’arma biologica specificamente anticinese. Ma credo che il numero relativamente basso di morti ufficiali in Cina che hai citato l’altro giorno lo dovrebbe smentire: i cinesi sembrano meno soggetti a morire di Covid di altri.

      Non credo che i lockdown siano di per sé particolarmente efficaci: possono probabilmente rallentare la diffusione, ma il Covid si trasmette per via aerea, e per quanto si possano isolare le persone, non sarà mai abbastanza. E comunque rallentando la diffusione, si rallentano anche le mutazioni che lo hanno reso praticamente innocuo da noi.

      Non ho idea, quindi.

    • Francesco scrive:

      Pare il problema sia che i vaccini sovranisti cinesi facciano schifo, per cui senza locchedoun ci sarebbero le conseguenze più pesanti del virus.

      Insomma, non è che l’Imperatore sia fissato nè che non possa perdere la faccia, per quello basterebbe un allentamento graduale, ma che non abbia proprio scelta.

  12. Andrea Di Vita scrive:

    @ tomar

    “perché insiste?”

    Beh, il lockdown alla cinese, con isolamento coatto di massa dei contaminati e controlli capillari su chi entra ed esce di casa in megalopoli come Shanghai, è un’eccellente esercitazione di difesa civile contro il fallout.

    Non era Mao che preconizzava l’inevitabilità di un conflitto nucleare con le “tigri di carta”?

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • tomar scrive:

      per Andrea Di Vita
      “un’eccellente esercitazione di difesa civile contro il fallout”

      Bo, non escluderei in assoluto che potrebbe esserci anche questa concausa,
      ma non direi proprio che questo scopo potesse valere anche per i già numerosi lockdown di prima del 22 febbraio di quest’anno, quando tutto il mondo era appunto affaccendato nella pandemia e Trump seguiva una sua agenda, anticinese soprattutto in funzione della difesa delle aziende americane.
      Insomma hanno cominciato con Wuhan e non si sono più fermati.
      Mao a parte, di cui Xi fa conto quasi solo formale, perché?

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ tomar

        “febbraio”

        Se Pechino mette le mani avanti per un conflitto atomico mica lo fa per via dell’Ucraina.

        Al più lo fa per Taiwan.

        Nell’aureo “Alba rossa” il reduce dalla Terza Guerra Mondiale (che gli USA hanno sorprendente perso) spiega a chi lo interroga che Pechino è ininfluente: “cosa volete che facciano seicento milioni di Cinesi starnazzanti?” Quando gli si obbietta che i Cinesi sono ben più di un miliardo, il rude soldato butta un bicchiere di whisky nel fuoco e mostra la vampata commentando: “erano”.

        In realtà 600 milioni di sopravvissuti (il 40% della popolazione) sono ben di più del 40% di Russi e Statunitensi che a parità di condizioni sopravvivebbero. E una società ancora per metà contadina resiste certo meglio alla distruzione di grandi città. Per la Cina un conflitto nucleare limitato potrebbe persino non essere peggio dell’invasione Mongola o della rivolta dei Taiping.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          La Cina che si prepara a un conflitto nucleare?

          A me mi pare una clamorosa cazzata (e lasciamo perdere le sparate di Mao Tse Tung, a cui interessava solo stare al potere a qualsiasi costo)

          Anche perchè l’arsenale nucleare cinese è quello più piccolo tra le grandi potenze, è un giochino a cui si farebbe molto più male degli altri.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ francesco

            “giochino”

            Precisamente. Se ho ragione, allora Pechino non si prepara certo ad attaccare per prima, ma ad essere attaccata. E, nel caso, a limitare i danni.

            Ciao!

            Andrea Di Vita.

            • Francesco scrive:

              Non vedo chi avrebbe motivo di attaccare la Cina con armi atomiche, però. Il costo politico mi pare maggiore di qualsiasi possibile beneficio.

              Sul fatto di vedere un motivo intelligente per la politica dei lockdown credo proprio sia un eccesso di intellettualismo e di fiducia nell’esistente.

              Mentre secondo me un sacco di roba che c’è è una colossale vaccata.

              Ciao

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “non vedo”

                Ancora mezzo secolo fa c’era chi proponeva un attacco nucleare alla Cina per risolvere la questione vietnamita una volta per tutte.

                E vent’anni prima accadeva lo stesso per la Corea.

                Se poi andiamo a vedere chi ha lanciato due atomiche, e in quale zona del mondo, e consideriamo che l’unica superiorità militare che nessuno potrà mai contestare alla Cina è quella del numero puro e semplice che solo la Bomba può ridurre significativamente, comprendiamo che i timori di Pechino hanno senso.

                Taiwan è sempre lì.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Sbagliato alla grandissima, eppure le statistiche sulle perdite in guerra dovresti conoscerle.

                Conosci il concetto di moltiplicatore di potenza? credo sia alla base della tattica USA da tempo.

                Se devo ridurre a zero il vantaggio che il numero dà alla Cina in una guerra, la Bomba ì l’ultima cosa a cui penso. Molto prima guardo alla belle e grosse dighe che hanno costruito.

                Taiwan è un’isola, bisogna attraversare il mare per arrivarci, di mezzo c’è la US Navy. Affondiamola prima di pensare alla guerra atomica.

  13. tomar scrive:

    Per Miguel
    “Perfetto, totalmente d’accordo, è la mia visione.”
    Anche la mia, ma davvero credi che Petrini non colga la differenza?
    Se “apre” ai sovranisti alimentari è solo perché non un’ideologo predicatore né un politicante, ma un concreto combattente (gli oltre 5000 orti alimentari già sorti in Africa sono certo una goccia nel deserto creato dalle multinazionali del settore, ma una goccia che dà comunque nutrimento, autonomia e speranza ad alcune centinaia di migliaia di persone) e quindi ritiene che agire con spirito di buona volontà sia alla fine la cosa più importante per cambiare realmente e non nel cielo ideologico le cose.
    Con la buona volontà può diventare possibile addirittura la pace… come diceva quel tale… pace in terra agli uomini di buona volontà.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Tomar

      “Anche la mia, ma davvero credi che Petrini non colga la differenza?”

      Scopro Petrini solo adesso, sapevo vaghissimamente che esiste “Slowfood” che a volte confondo con “Eataly”, probabilmente sbagliando.

      Grazie, sono mondi che devo esplorare.

      • tomar scrive:

        Petrini è stato chiamato da papa Francesco, con il quale è nata un’amicizia, per dare un contributo ai lavori preparatori della Laudato sii. Quando gli ha fatto la richiesta mi è stato raccontato che Petrini ha chiesto: “Ma che ci vengo a fare lì io?” (non è un credente) “A litigare con i cardinali.”

      • firmato winston scrive:

        Ma lascia perdere, nei paesi davvero poveri dove hanno provato a seguire quelle indicazioni, sono alla rivolta e alla fame. Prova a informarti su cosa e’ successo in sri-lanka

        • Fuzzy scrive:

          https://grain.org/en/article/6774-lessons-from-sri-lanka-s-agrochemical-ban-fiasco

          La storia dello Sri Lanka è stata banalizzata e strumentalizzata al massimo dai detrattori dell’agricoltura organica, ma in realtà non è
          così lineare come viene propagandata. Si legga l’articolo di sopra.
          In breve la questione è che non ci si può improvvisare agricoltori organici da un giorno all’altro e senza nessun supporto da parte dello Stato, sperando di ottenere immediatamente dei risultati comparabili con quelli che si ottengono grazie alla costosa agricoltura industriale. Questo è quello che è avvenuto in Sri Lanka. E non perché siano stati fulminati sulla strada di Damasco dal biologico, ma per via dei costi schizzati alle stelle dei fertilizzanti e dei combustibili. Che strano, da noi no?
          Lo Sri Lanka prefigura quello che potrebbe
          succedere anche in Italia, perché pure loro campavano sul turismo e il Covid li ha messi
          a terra provocando conseguenze economiche a cascata, tra cui, appunto, il collasso del comparto agricolo.
          L’agricoltura organica se ben fatta, ha una resa minore rispetto a quella standard, ma
          si tratta mediamente di un 20% e comunque i costi sono più bassi, essendo praticamente
          autarchica. Però bisogna avere gli animali nei campi, non nei capannoni ad aspettare i mangimi che vengono dall’altra parte del mondo dove magari si è coltivato disboscando. Oramai ci sono montagne di studi su questo, ma prevale il sentito dire.
          Poi ci sono gli esperti al soldo della multinazionale della chimica o altro, che te la danno ad intendere come vogliono loro.
          L’agricoltura muove una quantità di soldi inimmaginabile.

          • fuzzy scrive:

            https://www.notechmagazine.com/2019/10/food-security-in-the-west.html
            E come se non bastasse….
            “Che cosa potrebbe andare storto? La risposta breve è: praticamente tutto… I supermercati ci forniscono l’80 per cento del nostro cibo in Gran Bretagna… Contrariamente a quanto sembra, ora viviamo sul filo del rasoio quanto gli abitanti dell’antica Roma o dell’Ancien Régime Paris. Le città in passato hanno fatto del loro meglio per mantenere riserve di grano in caso di attacco improvviso; tuttavia, l’efficienza della moderna distribuzione alimentare significa che teniamo ben poco di riserva. Gran parte del cibo che tu ed io mangeremo la prossima settimana non è ancora arrivato nel paese. Il nostro cibo viene consegnato “just in time” da tutto il mondo: non è certo il tipo di sistema per resistere a una crisi improvvisa”.
            Questo è, se si vuol vedere.

          • werner scrive:

            Solo due note a margine perché dell’argomento non so nulla:

            – l’Italia non campa di turismo.

            – Il – 20% di resa a occhio mi pare parecchio. Non ci passerei sopra con leggerezza. Le riduzioni dei costi quanta parte del -20% riescono a compensare?

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ fuzzy

            “inimmaginabile”

            E tu vorresti che si riducesse l’efficienza del 20%?

            Ma non è in gioco una quantità di denaro “inimmaginabile”?

            Ciao!

            Andres Di Vita

            • Fuzzy scrive:

              Di Vita
              Ma infatti, come ho più volte detto, faccio le mie considerazioni e propongo qui delle opzioni ma senza volere niente. È che si discute attorno a degli argomenti in via puramente teorica.
              Si parlava di sovranità alimentare.
              Warner
              Si, ho tagliato un po’ giù con il campare di turismo, ma non credo che se andasse in crisi il turismo l’Italia non se ne accorgerebbe nemmeno. I risparmi derivanti dall’agricoltura biologica sarebbero notevoli, e perché sennò in Sri Lanka hanno tentato il colpaccio? Ma su queste cose non ci si improvvisa. Bisogna arrivarci per gradi.
              Comunque in Italia il comparto “biologico” ha ormai raggiunto una certa rilevanza. Bisogna vedere però cosa viene prodotto biologicamente. Se produci vino o che so, olio di oliva, non è che dai un gran contributo alla sostenibilità alimentare.
              Qui dove abito io si coltiva prevalentemente erba medica che poi viene essiccata e va a finire in Cina. Oppure sorgo. E che cavolo di roba è?
              Metà dei terreni del mondo viene coltivato per mangimi e biocarburanti.

              • werner scrive:

                “notevoli” tanto da compensare la perdita di resa?
                Scusa se insisto ma la questione ha una sua importanza in quanto la perdita di resa non compensata dalla diminuzione dei costi si trasforma in aumento dei prezzi per i consumatori.

                E a quel punto magari scopriremo che il mercato italiano non genera abbastanza domanda per quel prodotto a quel prezzo e il contadino si troverebbe a dover esportare per non andare in perdita.

                “Se produci vino o che so, olio di oliva, non è che dai un gran contributo alla sostenibilità alimentare”

                Vero. Però è anche vero che non tutti i terreni sono adatti a coltivare grano o soia con rese accettabili. Ad oggi importiamo frumento in quantità. Se mettiamo anche in conto un -20% di resa quanto terreno deve passare a frumento? Ne abbiamo davvero abbastanza?

              • roberto scrive:

                Fuzzy

                “ Comunque in Italia il comparto “biologico” ha ormai raggiunto una certa rilevanza.”

                Qui nel triste granducato frutta e verdura vengono praticamente solo da Spagna e Olanda….ma il biologico è quasi esclusivamente italiano. Parlo ovviamente di grande distribuzione, ci sono tre supermercatini italiani in cui la frutta e verdura è tutta italiana.
                Ma trovo interessante questa cosa che l’export sua ormai solo biologico

              • roberto scrive:

                Ah, due eccezioni: si trova uva italiana, pomodorini e….kiwi!

  14. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto

    Possiamo essere d’accordo che esistono due visioni potenzialmente opposte di “sovranità alimentare”?

    1) Visione Uno. Una multinazionale vagamente definibile come “italiana” prende una vasta fascia di terra italiana, la riempie di veleni chimici, ci piazza sopra un po’ di macchinari, per la parte umana proprio indispensabile paga un po’ di immigrati in nero… ed esporta il prodotto in Africa, a prezzi talmente competitivi che i contadini africani, che fanno le stesse cose, non hanno più lavoro…

    2) Visione Due. Dei contadini si prendono cura delle stesse terre, cercano di interferirci il meno possibile in termini chimici, sono piccoli proprietari o cooperativi,ci fanno tanti prodotti diversi, e il venerdì pomeriggio li vendono in piazza, a cinquanta chilometri di distanza?

    • tomar scrive:

      “Visione Due.”

      Visione Due allargata: si cerca di estendere la stessa cosa, per quanto ancor più difficile, anche ai contadini africani, asiatici, latino americani e perché no, triplo salto mortale, usani.

    • roberto scrive:

      Scusa Miguel

      Ma queste due cose sono “sovranità alimentare”?

      • roberto scrive:

        Voglio dire, le due visioni opposte, il male ed il bene, il Neto ed il bianco chiaramente esistono, ma è a questi che ci si riferisce quando si parla di sovranità alimentare? Mi pare proprio di no….

        • werner scrive:

          Io ho il sospetto che nella testa di chi ci governerà il termine sia molto vicino ai desideri della Coldiretti, che da anni è in ottimi rapporti con la lega e più recentemente con FdI.

          Il che in soldoni sarebbe: spingere le industrie alimentari a usare i prodotti italiani per le produzioni italiane anche se costano di più e/o hanno qualità inferiore.

          Però ammetto che è un mio sospetto basato su pregiudizi e nulla più.

          • roberto scrive:

            Per me è una certezza più che un sospetto

            • roberto scrive:

              Cioè Coldiretti lo dice esplicitamente (tralasciando il punto qualità, si da per scontato che tutti i prodotti italiani siano migliori di quelli stranieri…posso assicurare che pure in Lussemburgo ci sono delle mele buonissime)

              • Francesco scrive:

                la qualità è la foglia di fico per giustificare il maggior costo, che il consumatore non è disposto a pagare dopo un assaggio del prodotto italico e di quello foresto

                e allora devo inventare una palla per giustificare che lo obbligo a comprare il mio prodotto

          • Fuzzy scrive:

            Werner
            Se ci fai caso siamo partiti da una situazione di un paese impoverito, lo Sri Lanka, che non poteva più permettersi di acquistare i fertilizzanti, i pesticidi, il gasolio per le macchine agricole ecc, perché i prezzi erano andati alle stelle.
            Ora in Italia, rispetto a questa eventualità possiamo dirci in una botte di ferro?
            E se dovesse verificarsi qualcosa di simile, saremmo in grado di rimediare tempestivamente con le politiche di sovranità alimentare del governo Meloni?
            Certo, ragionando come se in futuro nulla dovesse succedere, quel 20% sembra tanto.
            Tuttavia sarebbero da conteggiare anche i sussidi che vengono assegnati alle varie aziende agricole spesso favorendo le più grandi e le esternalità ambientali che non vengono mai incluse nei prezzi dei prodotti agricoli. Rischierebbero di costare il triplo.
            Morale della favola, in mancanza di forza maggiore non cambierà niente.

            • werner scrive:

              Come dicevo nell’altro commento, dell’argomento so davvero poco. Per cui ti posso solo rispondere che non ne ho idea.

              Certamente se la sovranità alimentare del governo Meloni corrisponde a una sorta di protezionismo, come penso, non farebbe altro che peggiorare la situazione che descrivi.

          • Francesco scrive:

            mi associo al sospetto/certezza

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Werner

            “Io ho il sospetto che nella testa di chi ci governerà il termine sia molto vicino ai desideri della Coldiretti, che da anni è in ottimi rapporti con la lega e più recentemente con FdI.

            Il che in soldoni sarebbe: spingere le industrie alimentari a usare i prodotti italiani per le produzioni italiane anche se costano di più e/o hanno qualità inferiore.”

            Attenzione. In linea di massima sono d’accordo, ma…

            1) I trasporti hanno dei costi paurosi, che non si rispecchiano nei prezzi, perché un insieme di trucchi fa pagare a tutti (umani e non) la differenza. Quindi, sì, il cibo a “chilometro zero”, qualunque ne sia il PREZZO, ha un COSTO inferiore.

            2) Cioè se io abito in Friuli, un prodotto sloveno ha un COSTO molto minore di un prodotto cinese, ma anche di un prodotto siciliano. Quindi meglio il prodotto “italiano”, ma meglio ancora il prodotto “vicino”.

            3) Questi vogliono certamente proteggere i prodotti “italiani”. Ma non solo per l’Italia: li vogliono anche esportare. Ora, il COSTO per il mondo di una bottiglia di Chianti che va in Cina non è minore del COSTO di un salmone dell’Alaska importato in Italia.

            Ecco il primo lato negativo.

            Il secondo è che, rivendicando “il diritto degli italiani di fare a casa loro come vogliono”, peggioreranno la devastazione ambientale già in corso.

            Poi c’è un lato positivo: quelli della Coldiretti stanno per essere fatti fuori dai produttori di carne sintetica e simili di cui parla Fuzzy. E quindi si opporranno.

            • firmato winston scrive:

              @miguel
              “Cioè se io abito in Friuli, un prodotto sloveno ha un COSTO molto minore di un prodotto cinese, ma anche di un prodotto siciliano.”

              Scusa il mio essere brusco, ma neanche per il cazzo: il trasporto via mare costa una sottofrazione di quello via terra: tanto che lo sviluppo dell’economia e’ sempre stato guidato dalla vicinanza di vie d’acqua, adesso come 2000 anni fa.
              Se in questo momento il trasporto dalla cina costa tanto e’ per varie ragioni (molti trasportatori sono falliti coi lockdown, e’ rimasto un quasi duopolio msc-maersk che decide il prezzo che vuole, i piccoli armatori hanno dovuto chiudere perche’ le nuove regole antiinquinamento hanno costretto a rottamare le navi non nuovissime…) ma potrebbe tornare ad essere di fatto economicissimo: basta non pretendere di far andare le portacontainer a 40 nodi per far concorrenza agli aerei come si fa adesso, e farle andare a 5 o 10, e aspettare con pazienza un attimo di piu’ la merce.

              • Francesco scrive:

                diciamo che stavo per scriverlo peggio io … Miguel ha delle certezze economiche che sono leggermente prive di fondamento e, peggio, di misure

                QUANTO costa il trasporto di una merce da Shangai a Portland? credo meno di infinito

              • Miguel Martinez scrive:

                per Francesco

                “QUANTO costa il trasporto di una merce da Shangai a Portland?”

                ricorda che distinguo sempre “costo” da “prezzo”. Se in mezzo a una bufera di neve, ti piglio a calci e ti porto via il cappotto, il prezzo del cappotto è zero, il costo è il tuo assideramento.

                Un piccolo aspetto del danno da trasporto marittimo: https://newatlas.com/shipping-pollution/11526/

                Poi il trasporto marittimo si intreccia con la pesca industriale, con il riscaldamento globale che si scarica sul mare, con le famose “isole di plastica” e tutto il resto, per cui è facile capire che il mare sta morendo, più difficile assegnare i singoli fattori di costo.

              • Fuzzy scrive:

                Winston e Francesco
                Si, ma scusate, a voi vi arriva la roba cinese direttamente dalla nave? Voglio dire, sì sente la sirena e poi vi scaricano il container proprio davanti a casa? Dico così, superficialmente
                senza aver seguito bene il filo del discorso. (E così Winston mi sparò un missile atomico).

              • Francesco scrive:

                Scusa ma che c’entra? il costo di trasporto dalla Cina, se non è infinito, va sommato al resto dei costi del prodotto e trasporto e confrontato con la somma dei costi produzione e trasporto del bene a km zero

                E può benissimo convenire ancora il prodotto cinese!

                Ciao

              • Fuzzy scrive:

                Francesco
                Che c’entra..
                C’entra e non c’entra.
                Certo, puoi tirare il collo al contadino cinese, ma poi ti arriva della roba così.
                https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/notizie-nascoste/82794/ecco-cosa-importiamo-dalla-cina.html
                Afferma la Coldiretti.

              • Francesco scrive:

                caro Fuzzy, dopo aver letto “afferma la Coldiretti” il Politburo nella mia testa ha deciso all’unanimità di non leggere

                conflitto di interessi clamoroso!

                🙂

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “Ma queste due cose sono “sovranità alimentare”?”

        Dipende che significato si dà al termine.

        La definizione originale è questa https://viacampesina.org/en/food-sovereignty-now-depth-guide/

        Quello della Meloni mi sembra che sia invece una specie di mercantilismo.

        • roberto scrive:

          Pensavo appunto a quella definizione e non mi sembra che nessuna delle due ci rientri

          • Miguel Martinez scrive:

            Per roberto

            “Pensavo appunto a quella definizione e non mi sembra che nessuna delle due ci rientri”

            Più che altro il link che ti ho mandato è un po’ fumoso. Dentro c’è però questa dichiarazione, che mi sembra enunci principi molto precisi:

            SIX PILLARS OF FOOD SOVEREIGNTY
            (Nyéléni Declaration)(Nyéléni Forum, Mali 2007)
            1. Focuses on Food for People: Food sovereignty puts the right to
            sufficient, healthy and culturally appropriate food for all individuals,
            peoples and communities, including those who are hungry, under
            occupation, in conflict zones and marginalised, at the centre of food,
            agriculture, livestock and fisheries policies; and rejects the proposition
            that food is just another commodity or component for international
            agri-business.

            2. Values Food Providers: Food sovereignty values and supports the
            contributions, and respects the rights, of women and men, peasants
            and small scale family farmers, pastoralists, artisanal fisherfolk, forest
            dwellers, indigenous peoples and agricultural and fisheries workers,
            including migrants, who cultivate, grow, harvest and process food; and
            rejects those policies, actions and programmes that undervalue them,
            threaten their livelihoods and eliminate them.

            3. Localises Food Systems: Food sovereignty brings food providers
            and consumers closer together; puts providers and consumers at the
            centre of decision-making on food issues; protects food providers
            from the dumping of food and food aid in local markets; protects
            consumers from poor quality and unhealthy food, inappropriate food
            aid and food tainted with genetically modified organisms; and resists
            governance structures, agreements and practices that depend on and
            promote unsustainable and inequitable international trade and give
            power to remote and unaccountable corporations.

            4. Puts Control Locally: Food sovereignty places control over
            territory, land, grazing, water, seeds, livestock and fish populations on
            local food providers and respects their rights. They can use and share
            them in socially and environmentally sustainable ways which conserve
            diversity; it recognizes that local territories often cross geopolitical
            borders and ensures the right of local communities to inhabit and use
            their territories; it promotes positive interaction between food pro-
            viders in different regions and territories and from different sectors
            that helps resolve internal conflicts or conflicts with local and national
            authorities; and rejects the privatisation of natural resources through
            laws, commercial contracts and intellectual property rights regimes.

            5. Builds Knowledge and Skills: Food sovereignty builds on the
            skills and local knowledge of food providers and their local organisa-
            tions that conserve, develop and manage localised food production
            and harvesting systems, developing appropriate research systems to
            support this and passing on this wisdom to future generations; and
            rejects technologies that undermine, threaten or contaminate these,
            e.g. genetic engineering.

            6. Works with Nature: Food sovereignty uses the contributions of
            nature in diverse, low external input agroecological production and
            harvesting methods that maximise the contribution of ecosystems and
            improve resilience and adaptation, especially in the face of climate
            change; it seeks to heal the planet so that the planet may heal us; and,
            rejects methods that harm beneficial ecosystem functions, that depend
            on energy intensive monocultures and livestock factories, destructive
            fishing practices and other industrialised production methods, which
            damage the environment and contribute to global warming.

            • Miguel Martinez scrive:

              Ora dopo aver letto i “Sei pilastri”, riguardo la frase di Petrini. E’ meno “militante”, non parla molto delle necessità dei contadini perché non ha un occhio da “terzo mondo”, ma mi sembra allineata:

              «La sovranità alimentare valorizza i prodotti del territorio e la biodiversità. E oggi va sostenuta se pensiamo che la nostra realtà agricola sta morendo e che arrivano derrate di qualità discutibili. Se poi ci sono alcuni prodotti che il nostro territorio non produce o non ce ne sono a sufficienza, allora sì bisogna pensare a importarli».

              • Fuzzy scrive:

                Recentemente è uscito un libro di George Monbiot “Il futuro è sottoterra” sottotitolato Un’indagine per sfamare il mondo senza divorare il pianeta. Monbiot è molto puntiglioso e affronta le problematiche dell’agricoltura industriale, biologica, lo spreco alimentare e le forme di agricoltura più innovative, ma arriva alla conclusione che essendoci molte aree del mondo non adatte all’agricoltura in futuro ci si dovrà orientare sui prodotti alimentari prodotti in laboratorio mediante una tecnica ahimé genetica oramai pronta a invadere il mercato (mi pare la Nestlé e altre grosse multinazionali del cibo sono sul punto di commercializzarne i prodotti) e che permette di produrre latte formaggi e uova a partire dai batteri tramite fermentazione.
                Naturalmente nulla è gratis, poiché per questa produzione occorre energia, anche se le rinnovabili, dice, dovrebbero bastare al massimo ci si può aggiungere un poco di energia nucleare. E questa sarebbe la fine della scarsità alimentare e dell’impatto dell’agricoltura sui sistemi naturali.
                Il bello è che Monbiot ammette che quasi lo stesso risultato si potrebbe ottenere adottando, dove le condizioni lo permettono, una dieta vegana, ma ritiene che questa ipotesi benché potenzialmente fattibile si scontrerebbe con una realtà in cui il veganesimo non verrebbe accettato dalla gran parte delle persone.
                E qui siamo. Momento storico di primaria importanza. Dopo 10000 anni di agricoltura si passa alle tecnologie genetiche.
                Mah, sarà….
                Ah, per saperne di più basta andare su
                https://rethinkdisruption.com/precision-fermentation-what-exactly-is-it/

              • roberto scrive:

                Fuzzy,

                Mi fai rivalutare in positivo i bacherozzi….

              • Fuzzy scrive:

                Ah, è questione di gusti.
                E cosa te ne fai dei bacherozzi?
                Per le proteine? Ma ne abbiamo già discusso, se pur brevemente.
                Le proteine si calcolano non in base al peso dell’alimento, ma in relazione alle calorie. Le calorie devono essere (RDA raccomandata) il 10% ricavato da proteine. Coi bacherozzi arrivi al 15. Troppe proteine e fanno pure schifo. Invece metti insieme tutti gli aminoacidi delle verdure necessarie a fare le calorie che servono per il tuo organismo e automaticamente ti salta fuori la percentuale giusta senza neanche stare a diventar matto a calcolare.
                La fermentazione non è niente di che, solo che nel caso in questione viene ingenierizzata. Dice Monbiot che
                l’ingegneria genetica è già da tempo nei nostri medicinali, e non c’è da preoccuparsi di niente. Io resto vegetariano con orto.

              • roberto scrive:

                Devo confessare una cosa: per me il cibo non è “nutrirsi” ma “piacere”…la vita è troppo corta per sprecare dei pasti mangiando merda, e tutti i discorsi su proteine, amminoacidi, fibre e muffe li leggo con compiaciuto divertimento, pensando a cosa cucinerò stasera con il pezzo di guanciale che ho appena comprato 😁

              • Fuzzy scrive:

                Cicoria e cipolle al vapore con fagioli e polenta. Mele cotte. Da mio albero, varietà Ruggine del Piemonte. Caffè. Acqua da caraffa filtrante. Fui cultore del Lambrusco un tempo, e sono persino andato in vacanza- pellegrinaggio enogastronomica a Castelvetro un anno, ma poi i trigliceridi, la glicemia, un medico severo. Insomma, vietati il Lambrusco e i miei amati dolci.
                Di mia produzione solo cicoria, spinaci e cavoli, in questo periodo, altrimenti cicoria, cipollotti e pomodori.
                In un’area di 50metri quadri ho piantato topinambur varietà rossa. Per ora crescono per conto loro.
                Prima o poi inizierò a raccoglierli.

              • Fuzzy scrive:

                https://www.greenme.it/casa-e-giardino/se-hai-in-giardino-una-di-queste-10-piante-vietate-in-italia-fai-attenzione-rischi-davvero-grosso/
                Orca miseria! Leggo per caso che il Topinambur è una pianta vietatissima! Ma non ci facevano la Bagna Cauda? Va, ben. Lo dovrò estirpare. Che roba.

              • roberto scrive:

                Topinambour vietato!?! Mavalà si trova davvero dappertutto!

                Per il resto che dire?
                Ottima la cicoria per accompagnare le salsicce!

              • firmato winston scrive:

                @fuzzy:
                “Recentemente è uscito un libro di George Monbiot “Il futuro è sottoterra””

                Gia’.
                Ma allora non serve a nulla alcuna delle qui presenti animate considerazioni, ne’ in un senso ne’ nell’altro.

            • Francesco scrive:

              l’inferno, in sintesi estrema!

              e io che me la prendevo con Peucezio

              • Fuzzy scrive:

                Col Topinambur hanno passato il segno. Ma che sia vietato credo che lo sappiano in pochi
                Di che cosa hanno paura, che contamini il sorgo o l’erba medica? Qui dove abito io è un deserto di sorgo ed erba medica.
                Perdita di biodiversità….Non c’è la biodiversità! Magari rompe le scatole ai contadini che se lo trovano in mezzo all’erba medica. Forza Topinambur! Resisti. Guarda l’Amaranto, lui ce l’ha fatta.

              • Francesco scrive:

                Fuzzy

                parlavo dei Sei Pilastri della Morte per Fame presentati da MM con entusiasmo azteco!

                Una serie di terrificanti castronerie che, forse, servono a far stare meglio il singolo villaggio contadino, se fosse mai stato una monade senza bisogno di nulla dal resto del mondo

              • roberto scrive:

                Che il topinambour non si possa coltivare in Italia mi pare inverosimile (vedi sopra)

                Che si cerchi di arginare le specie invasive, boh è la moda, solo che ci sono specie invasive antipatiche (la zanzara tigre?) e altre simpatiche

                Certo è che uno che ci tiene alla biodiversità dovrebbe in effetti preoccuparsi se una specie invasive mette a rischio la biodiversità, no?

    • firmato winston scrive:

      Miguel non funziona piu’: e’ dal 2007 che nel mondo la popolazione delle citta’ supera quella delle campagne.
      Purtroppo bisogna prendere atto della realta’ e dei vincoli che essa impone.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ martinez

      “sovranità alimentare”

      Non so quanto abbia senso questa espressione in un Paese che già importa buona parte del grano che serve a produrre gli spaghetti.

      Togli pasta e caffè e toglie due pilastri del ‘made in Italy’.

      Ma il prodotto finito è sempre e solo un prodotto di trasformazione di merci importate.

      Per me con “sovranità alimentare” il nuovo governo vuol dire “scordatevi le quote latte se volete continuare a fare sovvenzionare dalla UE agricoltori francesi e tedeschi, e scordatevi i vincoli UE sulla pesca”

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • roberto scrive:

        Le quote latte non esistono più dal 2015

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Roberto

          “2015”

          Giusto, ho sbagliato.

          Sostituisco “quote latte” con “lacci e lacciuoli”.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

      • firmato winston scrive:

        “Ma il prodotto finito è sempre e solo un prodotto di trasformazione di merci importate.”

        esatto nei limiti della ragionevole approssimazione, una volta si studiava alle elementari che questo e’ il caso dei paesi piccoli e sovrappopolati come italia, germania e giappone (che anche per questo si trovarono alleati contro le “potenze marittime” nell’ultima guerra…)

  15. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    La Scodata del Drago … che NON è un vecchio Kung Fu Movie di Hong Kong 😉

    https://www.iltimone.org/news-timone/con-un-colpo-di-coda-il-governo-draghi-vara-un-ddl-zan-mascherato/

    di Raffaella Frullone

    Con un colpo di coda il Governo Draghi vara un ddl Zan mascherato

    • Moi scrive:

      Eugenia Roccella … da Abortista a ProLife !

      Per certa gente, passata dalla Cultura della Morte alla Cultura della Vita

      per altra , dalla Liberzione Femminile al Patriarcato

      https://www.open.online/2022/10/21/chi-e-eugenia-roccella/

      • Moi scrive:

        Interessante l’ idea per cui una donna incinta non è più “individuo” ma “duoviduo” … già sentita da Silvana De Mari e Gianfranco Amato.

        Indubbiamente, la Sx ha abbracciato l’ Ideale NeoLiberista-NeoMalthusiano che “meno bambini, soprattutto se poveri, nascono … meglio è” .

        L’ Immigrazione costa meno che sostenere la Demografia, e (vedi la tristemente famosa Shanti in Belgio) la morte costa allo Stato meno della cura … pure per malesseri psicologici.

        Può darsi benissimo che, paradossalmente, dei Sostegni di Maternità della Meloni usufruiranno soprattuto Donne “Alloctone” (trad. “Immigrate” o “Figlie di …”) nonché “Apolidi” (trad. “Romnì”, “Zingare” ) che di “emanciparsi” in senso di “accollarsi il Lavoro da Omen” 😉 come aggiunta al “Badare ai Cinni” 😉 NON vogliono saperne … anche a costo di sopportare Mariti “Abusivi” (violenti, dispotici, magari fedifraghi da “io posso, tu no” …) , come va di moda dire adesso.

        • PinoMamet scrive:

          “Indubbiamente, la Sx ha abbracciato l’ Ideale NeoLiberista-NeoMalthusiano che “meno bambini, soprattutto se poveri, nascono … meglio è” .”

          Beh, no… direi dubbiamente 😉

          Davvero, la sinistra in Italia sostiene “l’aborto” (per meglio dire, la legge che lo permette), ma non credo che Malthus c’entri qualcosa.

          C’entrano, un po’, i diritti della donna, e molto (secondo me le proporzioni sono queste, perché sono maligno la sinistra italiana mi sta antipatica) molto il fatto che sia una battaglia storica della sinistra e che la destra sostenga il contrario.

          Io invece- che non sono la sinistra- sostengo che sarebbe ora che i poveri facciano meno figli, nei paesi del cavolo, che mi sembra un discorso tipico da “destra da bar”, e che sulla Terra c’è troppa gente e se fossimo meno ci sarebbe più roba per tutti, per cui conviene essere meno, che credo sia “malthusianesimo da bar”.

          • Francesco scrive:

            che però la sinistra sostiene anche in ambienti più “alti”

            come molta destra, tra natalità “per autoctoni” e lotta alla “sostituzione etnica”

            diciamo che i bambini sono poco popolari oggigiorno

  16. Miguel Martinez scrive:

    Tornando in tema… CROSETTO

    Il signor Crosetto ha ovviamente mollato tutti i suoi interessi privati militari cinque minuti dopo aver giurato di stabilire la politica italiana in materia pubblica militare.

    Quindi è tornato vergine e siamo sicuri che non abbia nemmeno le suole delle scarpe in pasta con l’apparato militare industriale.

    Ora, mi permetto di fare un appello a tutti gli antifascisti che negli anni 70/80 parlavano un giorno sì e uno di Golpe Fascista da stroncare, e lo dimostravano dicendo che un militante di un gruppuscolo di destra una volta aveva fatto amicizia con un colonnello…

    C’è un signore dalla faccia truce.

    Uno dei tre fondatori di quella che sicuramente per voi è la ricostituzione del disciolto PF.

    Questo tizio è stato fino a qualche ora fa a capo di tutti quelli che costruiscono e vendono armi in Italia.

    Adesso è a capo del ministero che comanda sull’esercito e dice cosa si deve fare con le armi che si comprano dai suoi (ex) amici privati.

    E dice che il vero problema è “la rabbia nelle piazze”:

    https://www.informazione.it/a/4320F5A3-9136-492C-B717-2BE69D04F964/I-timori-di-Crosetto-sull-autunno-caldo-A-rischio-la-sicurezza-nazionale-Mosca-vuole-colpirci-con-la-rabbia-nelle-piazze

    I timori di Crosetto sull’autunno caldo: «A rischio la sicurezza nazionale: Mosca vuole colpirci con la rabbia nelle piazze»

    • PinoMamet scrive:

      Che poi tradotto vuol dire: se gli italiani protestano perché non possono pagare la bolletta e finiscono per strada, anziché aiutarli diremo che sono al soldo di Mosca, disfattisti, panciafichisti e un problema per la sicurezza.

      Invece i soldi devono continuare a essere gettati in Ucraina, dove verranno prontamente mangiati dalla corruzione di laggiù ma chissene, l’importante è che NATO e von der Leyen siano felici e non rompano le scatole al Novissimo Governo.

    • tomar scrive:

      «A rischio la sicurezza nazionale: Mosca vuole colpirci con la rabbia nelle piazze»

      Bè, ma anche qui le armi potrebbero tornare utili, soprattutto se la rabbia delle piazze venisse cavalcata da Black Bloc o affini.
      E chissà che non siano destinati a tornare i bei tempi di Reggio Emilia (dove per altro si sparò ad altezza d’uomo contro manifestanti inermi) di Avola, di Battipaglia, di Milano e di Genova.

    • firmato winston scrive:

      @miguel
      “Crosetto”

      Magari mi sbaglio come sempre, ma guarda che Crosetto sembra una delle persone meno peggio del panorama politico, anche perche’ mi sembra all’estremo opposto di un fascista, sia di destra che di sinistra: e’ un moderato, un garantista, un non giustizialista.
      Probabilmente la Meloni come creatura politica moderata e ragionevole che ha vinto le elezioni nonostante i suoi retaggi culturali (incredibile in un paese prono alla partigianeria, al campanilismo, all’odio e incattivito come il nostro), e’ una sua creazione.
      Ecco, questo potrebbe anche andare a suo demerito, ma possiamo fargli una colpa del cercare di portare nei limiti della civilta’ e della ragionevolezza il dibattito politico?
      E’ la stessa cosa che stai cercando di fare tu.
      Esamina meglio la questione, non fidarti dei tuoi amici toscani ultra faziosi e tendenti naturalmente all’odio di parte.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per FW

        “: e’ un moderato, un garantista, un non giustizialista.”

        Veramente non ho detto nulla del suo carattere.

        Ho detto che è un armaiolo.

        Che è molto più grave che essere un’ex-baby sitter romana.

        • Francesco scrive:

          veramente quelle sono caratteristiche politiche, non caratteriali!

          ma era già un armaiolo o lo è diventato da sottosegretario?

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Francesco

            “ma era già un armaiolo o lo è diventato da sottosegretario?”

            1) sottosegretario aaddetto al rubinetto che riversa soldi sugli armaioli.

            2) appena finisce di lavorare al rubinetto, gli armaioli gli danno la gestione del secchio con cui li raccoglie.

            3) arriva l’ora del secondo più grande appalto di tutti i tempi (dopo il Covid) e lui passa di nuovo al rubinetto.

            Ovviamente mollando subito il secchio, quattro firme e diventa di nuovo vergine.

            Ma è un Vergine Moderato.

  17. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto

    Noi italiani non siamo soli…

    canta Renaud:

    Être né sous l’signe de l’hexagone,
    c’est vraiment pas une sinécure,
    et le roi des cons, sur son trône,
    il est français, ça j’en suis sûr.

    Finies les vendanges en octobre,
    le raisin fermente en tonneaux,
    ils sont très fiers de leurs vignobles,
    leurs côtes-du-rhône et leurs bordeaux.
    Ils exportent le sang de la terre
    un peu partout à l’étranger,
    leur pinard et leur camembert,
    c’est leur seule gloire, à ces tarés.

    • roberto scrive:

      Però come ho già detto guardo con simpatia le esportazioni…una bella cena con baguette, camembert, jambon de Paris e un bicchiere di côtés du Rhône mi sembra un bel modo di passare la serata anche se non vivi a Lione

      • tomar scrive:

        “una bella cena con baguette, camembert, jambon de Paris e un bicchiere di côtés du Rhône mi sembra un bel modo di passare la serata”

        D’accordo… ma anche no, su questo divento sciovinisticamente nazionalista… sempre sta baguette dappertutto manco fosse l’olisbo di Francia a fronte delle centinaia di varietà ancor presenti dall’Etna al Bianco di nostri fragranti pani … e il camembert ottimo certo e i francesi hanno una cultura dei formaggi senz’altro più antica della nostra (ricordo che già più di 50 anni fa nei ristoranti di Parigi portavano dei plateaux des fromages che qui ce li sognavamo), ma tralasciando pure il centro- sud troppo impecorinato, e tralasciando persino il parmigiano e il gorgonzola, noi abbiamo molte più Alpi (ma con gran pena le reca giù) e dal Piemonte alla Carnia siamo in braccio alle dovizie… lasciam perdere il jambon de Paris, dico solo: culatello… i Côtes du Rhône infine: non c’è dubbio che fino a 35 anni fa la Francia complessivamente ci batteva in qualità media e nel 1985 ci fu pure l’ignominiosa storia del vino al metanolo, ma se dovessi dire di un’unica cosa che in Italia è molto migliorata negli ultimi trent’anni direi senz’altro il vino, con la nascita di un numero enorme di piccoli e medi produttori di grande qualità… e qui non comincio neppure l’enumerazione, ma mi limito ad abbracciare il tricolore.

        • roberto scrive:

          Mah guarda, non è proprio a me che devi dire cantare le lodi della cucina o dei prodotti italiani 😁…però tutto quel che citi sono prodotti che per arrivare sulla mia tavola devono essere esportati, e se qualcuno ha in antipatia le esportazioni non sarà contento nemmeno se mi faccio una rosetta piena ad esplodere di mortadella accompagnata da un Lambrusco 😁

          Poi per carità qui fanno un ottimo prosciutto che anche se non pompato dal marketing del Parma o San Daniele, merita davvero….il pane è buono e producono dei crémant e dei bianchi interessanti, ma finisce lì non potrei mangiare 365 giorni all’anno solo quello

          • roberto scrive:

            Comunque è ovviamente una questione di gusti, ma personalmente una baguette come dio comanda è probabilmente il mio pane preferito

            • PinoMamet scrive:

              Concordo sulla baguette, fatta in Francia.

              Formaggi e prosciutti sono fuori dalla mia competenza.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Roberto

              “baguette”

              Mi deluse profondamente, quando la provai a Parigi e a Grenoble.

              Niente a che vedere col pane di Altamura o di Triora.

              Zuppa di cipolle a parte (buonissima), davvero nulla di Francese può anche solo uguagliare la cucina Italiana. O almeno così la penso io.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • roberto scrive:

                Boh, una baguette bella croccante fuori, morbida e profumata dentro…vabbè de gustibus….

                Ma
                Bœuf bourguignon?
                Andouillettes?
                Choucroute?
                Blanquette de veau?
                Quiche Lorraine?
                Boules de picoulat?
                Tielle sétoise?
                Coq au vin?
                Clafoutis?
                Viennoiseries?
                Éclaire?

                Più che altro la cucina francese è abbastanza sconosciuta….

              • PinoMamet scrive:

                Ed è un peccato!

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ roberto

                “boeuf”

                Vuoi sciancare? (=gareggiare, in Genovese)

                Cima,
                pesto,
                fugassa,
                farinata,
                pasqualina,
                pansoti,
                trofie,
                trenette,
                stoccafisso accomodato,
                ravioli col tocco,
                gianchetti,
                frisceu,
                amaretti,
                pandolce…

                e non sono neanche uscito dal comune di Genova.

                Che se poi vado in Piemonte (per non parlare della Puglia dei miei avi) non mi bastano i MByte…

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • roberto scrive:

                no andrea, voglio solo dire che è una assurdità dire “davvero nulla di francese può anche solo uguagliare la cucina italiana”

          • tomar scrive:

            Ottimo anche il Lambrusco… ma per me solo se bevuto in zona per digerire le specialità locali.
            Io, dato che i Chianti che nella provincial Firenze occupano metà degli scaffali dei vini sono per lo più scadenti e che i Brunelli e i Bolgheri posso permettermeli solo semel in anno, pasteggio per lo più con degli ottimi Primitivo, Negroamaro, Malvasia nera e Cannonau, di preferenza quando hanno dai 13,5 gradi in su.

      • Francesco scrive:

        Mi associo a roberto: il livello di sacrifici che sono disposto a fare a favore di produttori agro-zoo-ittio-fungo-etc italioti rispetto al resto del mondo è esattamente zero.

        Anche perchè partono già avvantaggiati dalla maggiore qualità dei loro prodotti

        “laissez faire, laissez passaire”, in questo caso va benissimo, no statalismo, no sussidi, no mano pubblica, no nazionalismo. mi basta un valido ufficio di igiene che sia cieco rispetto alla provenienza dei prodotti.

  18. tomar scrive:

    Qualcuno ha sentito l’Opposizione?

    Come no, nel neogoverno Meloni è entrato anche un grillino (ipse dixit) e addirittura “a titolo gratuito”, nonché ovviamente “con spirito costruttivo”.

  19. tomar scrive:

    “Date le temperature molto più alte della media stagionale”, ci informa il corrierone, verrà ulteriormente slittata l’accensione dei termosifoni a Torino e a Milano.
    Cioè, dato che oggi fa più caldo della media stagionale, non si accenderanno i termosifoni tra dieci giorni ma non ho capito esattamente quando.
    Per dire, a Torino oggi la minima è 16 gradi, il 5 novembre è prevista a 10, che fa una certa differenza.
    Il nuovo decreto è stato firmato dal consulente grillino ”a titolo gratuito” che ha così subito voluto mostrare il suo “spirito costruttivo”.

  20. Moi scrive:

    la signora Meloni, nessun precedente lavorativo noto;

    ——————–

    E invece almeno 2 lo sono :

    la cameriera in un ristorante … definita a spregio “sguattera” da Intellettuali Professionisti di Sx , ma lei l’ ha buttata in “visto che Snob, ‘sti Radcal Chic” ?

    la “Tata”, della prole di Fiorello ai tempi del post DeeJayTelevsion / Karaoke … l’ha dichiarato lui stesso.

    • PinoMamet scrive:

      Lo ho trovato interessante.

      In pratica, la destra si appropria di temi importanti, disertati dalla sinistra, e li declina a modo suo.

      Ma almeno li declina, che è la cosa importante per l’elettorato, che non è formato tutto da scemi (come pensa sempre la sinistra italiana quando perde).

      Non credo che tutti quelli che hanno votato Meloni siano esattamente d’accordo sul modo in cui tratterà il lavoro, l’energia, l’ambiente, l’agricoltura;
      sennò, se erano tutti fascistoni, la votavano anche prima.

      Ma sono talmente delusi dalla sinistra (esemplare il tweet della ormai solita Boldrini riportato nell’articolo) che sono disposti a votare chiunque si occupi dei temi che gli interessano: poco e male è sempre meglio che niente.

      La sinistra (ci vogliono molte virgolette…) italiana, che non ha capito niente, si appresta perciò a destabilizzare la destra.. continuando a parlare di ddl Zan e simili, sperando che a destra abbocchino.

      E visto che l’arte della guerra è la stessa per tutti, ricordava Lussu parlando della battaglia per una montagna inutile strategicamente, ma contesa tra austriaci e italiani…
      Visto ciò, sicuramente a destra qualcuno abboccherà.

      • tomar scrive:

        Per Pino Mamet
        “La sinistra (ci vogliono molte virgolette…) italiana”

        Sarebbe da studiare questo fenomeno del “popolo di sinistra” italiano in cui quasi tutti, me compreso, non riescono a riferirsi ai loro presunti rappresentanti se non mettendo “sinistra” tra virgolette.
        Non mi risulta che ci sia niente di minimamente paragonabile (a parte qualche intellettuale alla Cardini) nel “popolo di destra”.

        • PinoMamet scrive:

          Beh, io ho ascoltato il comizio spagnolo della Meloni: e mi è sembrata dire delle cose chiaramente di destra, e facilmente riconoscibili come tali.

          Quand’è che ho sentito dire qualcosa di sinistra a un rappresentante della sinistra?
          Siamo rimasti a Nanni Moretti “di’ qualcosa di sinistra!… di’ qualcosa!”

          L’unico esponente della sinistra che mi pare fare discorsi di sinistra è Aboubakar Soumahoro, e infatti mi piace.

        • Francesco scrive:

          Cioè secondo te io mi sento a casa con questi tizi: Berlusconi di anni 86, Salvini il comunista, Meloni la fascista? gente che a sentir parlare di libero mercato mi sviene?

          Un tempo usavo le virgolette, ora l’astensione.

          Ciao

          • PinoMamet scrive:

            Tu non sei di destra, sei un liberista.

            • PinoMamet scrive:

              Salvini non ho idea di cosa sia e non lo sa neanche lui, la Meloni è di destra, Berlusconi è aldilà del bene e del male è comunque è un liberista (infatti anni fa lo votavi)

              • firmato winston scrive:

                “Berlusconi è aldilà del bene e del male è comunque è un liberista”

                Solo a parole, in pratica non lo e’ mai stato.

                La leggenda del neo-liberismo sfrenato nei ben “vent’anni” di dominio berlsconiano (vent’anni di dominio incontrastato, altra fake) e’ stata messa in giro dalla sinistra per i propri comodi, e’ uno straw-man per polarizzare l’elettorato contro il diavolo che vota dall’altra parte.

                Leggenda che ha fatto molto comodo al berlusca stesso, che ci ha marciato alla grande per a sua volta turlupinare il suo elettorato.

                Un gioco della parti. Ma non cascarci anche tu. Un dei piu’ grande vessatori fiscali di fatto e’ stato il ministro dell’economia del berlusca, Tremonti**, nel mentre i suoi nemici facevano credere che fosse un amico degli evasori.

                **i condoni servivano solo a fare cassa, minacciando anche gli onesti che se non avessero pagato il pizzo avrebbero subito dei controlli, che si sa benissimo essere solo formali e vessatori (cioe’ che ti ammazzano perche’ fai errori formali o per fantasiose presunzioni di reato, o di gente che non paga per mancati incassi, perche’ non ha proprio i soldi, di vera evasione ne trovano pochissima, anzi nemmeno la cercano, perche’ quella vera e grossa e’ elusiva e fatta, all’esatto contrario dei tartassati ingiustamente, in formale rispetto della legge- tremonti en passant ha un enorme studio commercialistico che professionalmente si occupa proprio di aiutare e promuovere l’elusione, con grandissimo guadagno suo e dei suoi clienti). Inoltre dopo ogni condono sono state moltiplicate le sanzioni, che “aumenta oggi aumenta domani” sono diventate umoristico-fantasmagoriche).

              • Miguel Martinez scrive:

                Per FW

                “Un gioco della parti. Ma non cascarci anche tu. Un dei piu’ grande vessatori fiscali di fatto e’ stato il ministro dell’economia del berlusca, Tremonti**, nel mentre i suoi nemici facevano credere che fosse un amico degli evasori. ”

                Sono stati fatti degli studi molto interessanti, su come la spesa pubblica sia sempre e ovunque aumentata (mi riferisco soprattutto a USA e Inghilterra) a prescindere dal governo.

                Mi ricordo (fonti?) che la più grande esplosione di spesa pubblica negli Stati Uniti fu sotto Reagan.

                Poi gli Stati Uniti riescono a far pagare tutto questo al pianeta intero tramite i buoni del tesoro, l’Italia deve farlo con le tasse… ma alla fine il problema è lo stesso per destri e sinistri.

              • PinoMamet scrive:

                “minacciando anche gli onesti che se non avessero pagato il pizzo avrebbero subito dei controlli, che si sa benissimo essere solo formali e vessatori ”

                concordissimo!!

                Ma “formale e vessatorio” è la descrizione perfetta dello Stato italiano…

              • Miguel Martinez scrive:

                Per PinoMamet

                “Ma “formale e vessatorio” è la descrizione perfetta dello Stato italiano…”

                OFDACOPM

                Occasione frequente di accordo con Pino Mamet

            • Peucezio scrive:

              Pino,
              “Tu non sei di destra, sei un liberista.”

              Un liberista con una concezione stalinista e giacobina dello stato, tranne quando si tratta di difendere gli interessi nazinali e collettivi.

              Francesco secondo me è soltanto uno contrario a qualunque cosa di buon senso per il gusto di fare il bastian contrario.

              • Francesco scrive:

                Prego: SOLO quando si tratta di difendere interessi collettivi.

                Quando si tratta di assolute scemenza, vale la normalità liberale e la libertà individuale.

                Anche se ammetto un certo gusto nell’andare contro al “buon senso italiano”, che è un misto di tutto ciò che di male è stato pensato nel corso della Storia.

            • Francesco scrive:

              Pino

              OK, per me la destra “vera” è il liberismo, quella fascista è una destra finta, una sinistra in camicia nera.

              Ciao

          • tomar scrive:

            Francesco:
            “ora l’astensione”
            Perché dici le bugie?
            L’hai detto tu di aver votato per quello che adesso sta frignando per avere almeno un sottosegretariato dato che grazie al suo 0,9% la coalizione ha sfondato nell’uninominale.

            • Francesco scrive:

              Che, scusa, vale esattamente quanto astenersi, visto che ho scelto di ignorare i partiti che avrebbero vinto le elezioni

              Sono passato da un voto “utile” a un semplice voto di bandiera, come quelli che votano Forza Nuova o Comunisti Italiani

  21. firmato winston scrive:

    @miguel
    “Poi gli Stati Uniti riescono a far pagare tutto questo al pianeta intero tramite i buoni del tesoro, l’Italia deve farlo con le tasse…”

    E’ molto piu’ semplice: gli Usa hanno il privilegio-onere di stampare la valuta di riserva e scambio universale, il dollaro.
    A bretton woods keynes si oppose e suggeri’ il “bancor”.
    Ma all’epoca, essendo il mondo semplicemente e nettamente diviso nei paesi “progrediti” industriali dagli accordi di Yalta, mentre tutto il resto era economicamente inesistente (cina, america latina, india), si lascio’ correre e ci si tenne il dollaro per l’area occidentale, e una specie di baratto per i paesi comunisti dell’area di influenza sovietica (anche se le valigie di finanziamenti occulti al PCI dall’URSS arrivavano in dollari!)

    Curiosita’ economica gustosissima: siccome nei paesi comunisti mancava un sistema di formazione “naturale” dei prezzi (e dei valori!) che e’ dato dall’economia di scambio in un libero mercato, per poter redigere i piani quinquennali prendevano i prezzi delle merci in occidente…

  22. Moi scrive:

    A proposito di Dx, in Italia la Paura del Gender sembra aver funzionato laddove aveva fallito la Paura dell’ Islam … in fondo, al dilà dell’ estetica (praticamentepriva di antropomorfismi) … per quanto travisabile, l’ Islam è pursempre una religione “bacchettona” e in cui “non si è mai soli” … anche se risente molto meno del concetto Pagano di “Do Ut Des” .

    • Moi scrive:

      In fondo, per quanto possa apparire come “un più fatto lavoro” 😉 una donna che sinceramente vuol portare in libertà il niqab … lo sarà sempre meno (travisabile ma accettaile come una “iper-suora” 😉 ?) di un “Seahorse Daddy” … che invece è un’ idea totalmente laica, che tutt’al più ripesca in miti di Androginia / Ginandria Pagana antichssima , ancor prima che le Religioni Pagane prendesser una piega “Patriarcale” propedeutica al Monoteismo del Padre Padrone, secolarizzatosi in Patriarcato.

      … Forse 😉 .

      • Moi scrive:

        “un più fatto lavoro” … espressione Emiliana e Romagnola di difficile resa in Italiano “corretto e corrente” … forse “Oddity” e/o “uncanny” (cfr. “Uncanny Valley” …) in Inglese ?

        • Moi scrive:

          ” Uncanny Valley ” è la paura di ciò che fatichi a razionalizzare come “vero o finto” … io stesso da piccolo NON mi spaventavo con ad esempio un “drago di gomma” MA mi presi una gran paura di una vecchia bambola (che sembrava una specie di cadavere imbalsamato di una bambina … davvero !) di ceramica con occhi in vetro “spiritati” che aveva mia nonna .

  23. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    1) Scandalo 1: Bimbetti che guardano foto di pedozoosquartamenti a colori, e addirittura foto in bianco e nero di Hitler. Tuona Repubblica:

    https://www.repubblica.it/cronaca/2022/10/25/news/chat_minorenni_foto_hitler_mussolini-371538041/

    “C’è anche dell’altro su cinque chat di Telegram e Whatsapp seguite in Italia da 700 ragazzini: torture su uomini e animali, cadaveri mutilati, abusi su vittime di guerra, immagini di Hitler e Mussolini. Una galleria raccapricciante. I nomi delle chat sono molto espliciti: Necrofilo, Splat, Zoofilo, Scat, Splatter.”

  24. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    Scandalo 2:Scrive Repubblica:

    https://www.repubblica.it/spettacoli/people/2022/10/25/news/kanye_west_adidas_antisemitismo-371553732/

    Usa, dichiarazioni antisemite Kanye West:pressioni su Adidas
    25 Ottobre 2022 Aggiornato alle 04:07 1 minuti di lettura

    L’azienda tedesca Adidas ha subito crescenti pressioni per porre fine alla collaborazione con il controverso rapper Kanye West, che nelle ultime settimane ha fatto commenti antisemiti. Gli attivisti per i diritti umani hanno denunciato il silenzio dell’azienda tedesca di fronte ai commenti del rapper, ora ufficialmente noto come Ye, sempre più isolato da aziende e marchi con cui lavorava.
    “Il vostro silenzio è un pericolo per gli ebrei”, ha twittato Jonathan Greenblatt, direttore esecutivo dell’Anti-Defamation League, una ONG che combatte l’antisemitismo. “Non possiamo permettere che l’antisemitismo di Ye si diffonda: dobbiamo tutti chiedere ad Adidas di condannare la sua retorica razzista rivalutando la loro partnership”.

    Direte, cos’ha combinato di terribile?

    Repubblica è troppo pudica per nominare il peccato oltre al peccatore, allora vado a vedere.

    E’ fantastico, guardate qui: https://edition.cnn.com/2022/10/04/entertainment/kanye-west-runway-controversy/index.html

    • Francesco scrive:

      davvero l’antisemitismo di Ye consiste nelle magliette WLM???

      • PinoMamet scrive:

        Beh no, ho fatto una ricerchina e salta fuori che Kanye west ha accusato la Adidas di aver ucciso uno stilista nero (morto di cancro), ha accusato la cantante nera Lizzo di commettere genocidio sui neri perché è sovrappeso, ha accusato gli ebrei di averlo minacciato e che avrebbe fatto qualcosa di violento contro di loro (non ho capito cosa) e che questo non sarebbe antisemita perché “i neri sono i veri ebrei” …

        E insomma mi pare molto, molto confuso.

        La droga fa male, gente 😉

        • Francesco scrive:

          OAP!!!

          PS Sulla cicciona credo possa avere ragione, però. Questa fa propaganda all’obesità presso gente che non ne ha neppure bisogno per ingozzarsi di schifezze. E poi crepano male.

        • PinoMamet scrive:

          Kanye West mi ricorda Pio e Amedeo 😀

          Loro si erano lanciati in modo molto maldestro contro gli eccessi del politicamente corretto, senza essere in grado di impostare una critica sería.

          Lui è un Pio e Amedeo seriale 😀 : affronta un sacco di temi scottanti tentando di dire cose originali, ma lo fa con la preparazione di un rapper, cioè zero, e con il carattere di un rapper, cioè di un cazzaro arrogante e complessati.
          La vittima perfetta, insomma: dice una cosa che potrebbe essere interessante ma controversa, lo criticano, lui la spara ancora più grossa ecc.

          E la droga fa male 😉

        • Miguel Martinez scrive:

          Per PinoMamet

          “E insomma mi pare molto, molto confuso.”

          Quello, sicuro!

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        “davvero l’antisemitismo di Ye consiste nelle magliette WLM???”

        Più la faccia di Giovanni Paolo II !!!

        Se ho capito bene, nel fiume di attacchi che sono seguiti, c’è stato qualcosa che gli ha portato a scrivere su Twitter una frase incomprensibile (anche a causa di un presumibile errore ortografico). Che sembra dica “Adesso sono molto sulla difensiva sul popolo ebraico e la cosa è paradossale perché i neri sono ebrei”, da lì l’intervento dell’ADL.

        • PinoMamet scrive:

          Sui neri ebrei, oltre agli inquietanti signori credo nigeriani che ho incrociato in forze a Stoccarda (!)

          (un centinaio di marcantoni, alcuni con strane cuffiette bianche a strisce rosse, altri con la kippah, riuniti all’insegna di alcuni cartelli in inglese che parlavano di Black Hebrews o roba del genere- non Jews, Hebrews)

          e oltre ai soliti ebrei etiopi e alle loro suddivisioni
          (per un po’ ho pensato che fossero discendenti di cristiani giudaizzanti, ma forse è il contrario: ebrei “cristianizzanti” perché privati dei libri sacri in ebraico…)

          segnalo anche gli americani neri di Dimona, alcuni con passaporto israeliano e altri senza, arrivati negli anni Sessanta con idee molto confuse, ma che non hanno pensato di convertirsi all’ebraismo ortodosso;

          e alcuni americani neri che invece hanno scelto la strada più difficile e sono diventati ebrei ortodossi a tutti gli effetti (tra l’altro di tradizione ashkenazita, forse la più lontana…)

          e la zia ebrea nera, ma non etiope, libica! di una mia amica di origine ebraica libica, appunto.

          • Francesco scrive:

            mi sa che è più semplice: ebrei=vittimi per eccellenza, quindi dire che i neri sono i veri ebrei è rivendicare lo status di uber-vittimi per sè

            ciao

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Francesco

              “mi sa che è più semplice: ebrei=vittimi per eccellenza, quindi dire che i neri sono i veri ebrei è rivendicare lo status di uber-vittimi per sè”

              E’ il contrario.

              Gli ebrei biblici sono il popolo eletto, magari perseguitato ma eletto.

              Quindi i neri rivendicano di essere i “veri” ebrei, i veri figli d’Israele, in esilio nel mondo certo.

              Dai, Francesco, fatti un po’ di cultura americana visto che vuoi che gli USA dominino il pianeta, anzi pure il “cislunar space” https://www.space.com/military-interest-moon-cislunar-space

              • Francesco scrive:

                sarò sincero: di tutto quello che mi piace degli USA, questa “cultura” è all’ultimo posto, insieme ai “gender studies”

                ci vorrebbero dei missionari cattolici, ci vorrebbero!

                🙂

                PS io vorrei che gli USA dominino il pianeta? ammetto che ho avuto il mio quarto d’ora neo-con ma mi è passato.

    • tomar scrive:

      Sepolcri imbiancati tutti quanti.
      L’Anti-Defamation League si è sempre guardata, per quel che mi risulta, dal denunciare pubblicamente Gideon Levy e Amira Hass per quel che scrivono da anni su Haaretz riguardo alla politica razzista e colonialista di Israele.
      Tanto Haaretz anche in Israele non lo ascolta quasi nessuno e in Italia figuriamoci, a parte di chi legge i loro articoli su Internazionale, però quando qualcuno, per esempio nel PD, ha osato esprimere su Israele giudizi critici molto più blandi di quelli di Levy e Hass, è stato immediatamente messo alla gogna (fatto fuori ieri per esempio il segretario regionale della Basilicata per alcune sue frasi di anni fa).

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