Lettera aperta a Paolo Ermini

Chiedo scusa ai lettori non fiorentini, ma forse anche loro possano trovare qualcosa di interessante qui

L’altro giorno, abbiamo lanciato una petizione su Change.org a sostegno di una proposta degli Angeli della Città di Firenze, che da quattordici anni hanno l’uso precario di una stanza nell’annesso dell’ex-chiesa di San Carlo ai Barnabiti, in Oltrarno.

San Carlo è una bella chiesa sconsacrata, che in passato ha ospitato concerti, spettacoli teatrali, mostre d’arte, conferenze e persino una palestra per le vicine scuole.

La chiesa ha ospitato persino l‘Artusi Week, scusate l’anglicismo osceno per dire qualcosa di meravigliosamente centritalico…

Ma il posto ha bisogno di un buon restauro, e infatti le istituzioni hanno investito cifre non da poco in questi anni per renderlo agibile e per restaurare gli affreschi – ma prima di dire altro, lasciateci finire di leggere tutte le determinazioni dirigenziali, che noi siamo pignoli.

E’ tutto da capire lo stato effettivo dei lavori.

Ciò che lascia di stucco sono le dichiarazioni dei politici, che avrebbero deciso di farne un futuro “infopoint per i turisti” – ci immaginiamo un povero impiegato che passa la giornata gridando “alò mister tiurist plis com iir!” mentre quello scappa via con la sua app onnisciente.

Non hanno consultato nessuno di noi, nemmeno gli Angeli della Città – una ventina di volontari che distribuiscono pacchi alimentari a quasi duemila famiglie, e fanno molto altro.

A questo punto, assieme agli Angeli, ci siamo riuniti nei nostri luoghi: al Portierato di Quartiere, in parrocchia a prescindere dalla fede, al Giardino Nidiaci, e abbiamo gettato le basi di un progetto tutto da definire,

“per raggiungere un accordo con il Comune affinché lo spazio dell’ex chiesa  dei Barnabiti non venga impiegato per la realizzazione di un InfoPoint per turisti, ma venga gestito da un Comitato del quartiere per l’organizzazione di eventi culturali, educativi e sociali a fruizione  degli abitanti di San Frediano e di tutti i cittadini.”

Mi dicono che su Facebook è intervenuto sul tema Paolo Ermini, direttore-fondatore del Corriere fiorentino, da poco in pensione ma sempre presente.

Paolo Ermini ha scritto:

“La proposta degli Angeli per farci una struttura gestita da un Comitato di zona è una manifestazione di buona volontà, ma molto pericolosa. Un Comitato non ha personalità giuridica e non può gestire alcunché. Non vorremmo che l’ex chiesa diventasse un Centro Sociale, modello via del Leone.

E’ un segno di come alcune importanti novità sfuggano anche a persone attente come Paolo Ermini.

Lui cita un’occupazione, quella di Via del Leone: se ne può pensare ciò che si vuole di certi stili “alternativi” (come anche di tanti stili “perbene”), ma oggettivamente non ha mai creato problemi per il quartiere, a differenza di legalissimi locali gestiti da figure ben più discutibili.

Qui però è in ballo qualcosa di completamente diverso: la rivoluzione silenziosa in corso da quando Labsus, il Laboratorio per la sussidiarietà, ha spezzato la vecchia idea, per cui le istituzioni sospettano di avere davanti sempre e solo privati/furbi, a cui fare concessioni e da arginare.

Facendo leva sul secondo comma dell’articolo 118 della Costituzione, Labsus ha introdotto un’idea del tutto nuova: i cittadini, singoli o associati, possono collaborare con le istituzioni nel perseguire l’interesse generale. La pensionata che ogni giorno spazza il marciapiede davanti a casa a titolo gratuito non sta rubando lavoro ai dipendenti statali, sta contribuendo all’interesse generale.

Siamo tornati da poco da un viaggio in varie città europee a condividere esperienze di Commoning, di comunità locali che, in collaborazione con le istituzioni, riescono a risolvere un sacco di problemi da soli.

Ad esempio, siamo stati ad Amsterdam, dove il regolamento del Comune sui “diritti di rione” (buurtrechten) inizia con queste parole di buonsenso:

“Als bewoner kent u de buurt waarin u woont natuurlijk het best”

“Come abitante, tu naturalmente sei quello che conosce meglio il rione in cui vivi”

Una verità che non c’è bisogno di studiarsi l’olandese, per capirla.

Ora, noi che natuurlijk conosciamo il rione in cui viviamo meglio, vogliamo lanciare un contro/bando in cui chiediamo a tutti i cittadini del rione, cosa propongono per un luogo così speciale, che deve unire (come facevano in fondo le chiese di una volta, checchè ne possiamo pensare del cristianesimo) bellezza, cultura, spirito di rione e la vicinanza ai bisogni elementari delle persone.

Dalla violincellista che non ha dove suonare Bach, a chi ha un passeggino da donare alla mamma sfrattata.

Proponiamo di raccogliere tutte queste idee in un progetto, da studiare in tutti i dettagli, per proporre un Patto di collaborazione al Comune.

No, a firmare il Patto non dovrà essere una personalità giuridica“, perché non lo prevede la legge italiana.

Basterà la/il presidente di un’associazione (potrà essere un Comitato, un’Associazione di Promozione Sociale, un’Organizzazione di Volontariato, poco importa) a firmare, perché qualcuno deve giustamente prendersi la responsabilità assicurativa e tutto il resto.

Ma non dovrà mai diventare la concessione privata per quell’associazione, dovrà restare sempre a disposizione di chi vive il rione.

Caro Paolo, se mi permetti di darti del tu, vuoi partecipare anche tu?

Sono sicuro che avrai tanta esperienza e tante idee utili da contribuire.

Scrivici se vuoi: barnabiti@protonmail.com

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6 risposte a Lettera aperta a Paolo Ermini

  1. Paolo Ermini fa il ben vestito e dispone di molto più del necessario ad una vita dignitosa.
    Il che permette di categorizzarlo tra gli individui con cui avere a che fare il meno possibile, altro che inviti alla partecipazione.

  2. Amistade scrive:

    Il “modello Via del Leone”, Centro Sociale temuto e aberrato dal benpensante Paolo Ermini, fa la stessa attività degli Angeli della Carità e cioè la distribuzione ogni mercoledì dei pacchi alimentari ai numerosissimi indigenti che, forse all’insaputa di Paolo Ermini, vivono nel quartiere piu “cool” della città. Sono gli stessi che hanno attivato, sempre nel quartiere, uno sportello aiuto sfratto e caro bollette. Sono altresì gli stessi che anni fa presidiavano e volantinavano contro la svendita del presidio USL di Santarosa (dove io non ho mai visto fare altrettanto nè Paolo Ermini nè gli altri radical chic che abitano nel quartiere). Sono gli stessi sempre presenti ad ogni vertenza e Assemblea Pubblica nel quartiere e non mi stupirei vederli presenti anche Domenica 19 alla raccolta firma promossa dagli Angeli della Carità. A proposito: sono ragazzi e ragazze di circa venti anni che mostrano un attaccamento al quartiere ed una solidarietà umana che noi, dai nostri comodi divani da cui pontifichiamo, ce la sogniamo. Ad averne così (ed un po meno i paoli ermini)!

  3. Miguel Martinez scrive:

    https://www.quinewsfirenze.it/firenze-petizione-per-salvare-la-ex-chiesa-dai-turisti.htm

    Attualità sabato 18 marzo 2023 ore 16:45
    Petizione per salvare la ex chiesa dai turisti

    I residenti lottano per tenersi la chiesa e sottrarla ai turisti. Hanno organizzato un mercatino per invitare a sottoscrivere una petizione

    FIRENZE — I residenti lottano per salvare la chiesa e sottrarla alla realizzazione di un info point turistico, questo accade a Firenze dove i cittadini del resistente e sanguigno Oltrarno hanno lanciato una petizione.

    Hanno organizzato un mercatino per Domenica 19 Marzo dalle 10 alle 19 per richiamare l’attenzione della popolazione fiorentina che nel fine settimana passeggia nel rione ed invitare a firmare una petizione che prega il sindaco di destinare la ex chiesa ai residenti invece che trasformarla in un ufficio informazioni per turisti.

    “Facciamo dell’ex-chiesa di San Carlo ai Barnabiti, in via Sant’Agostino – recita la petizione – un centro comunitario per l’Oltrarno, gestito da un comitato di cittadini in amministrazione condivisa”.

    La ex chiesa dei Barnabiti e gli spazi adiacenti nella disponibilità del Quartiere 1 dovevano essere destinati ad uso comune, invece, proprio il Comune ha annunciato di volerne fare un info point per turisti. In Oltrarno, dove anche i bambini sanno che i turisti, soprattutto mordi e fuggi, sono amati alla follia.

    “Da dodici anni – ricordano i promotori della petizione – l’associazione di volontariato Angeli della Città che opera nei locali adiacenti ai Barnabiti, chiede al Quartiere ulteriori spazi esistenti nella struttura per meglio organizzare le proprie attività e questi gli sono sempre stati negati. I servizi sociali del Comune collaborano con gli Angeli ritenendoli un punto di riferimento per il pagamento di utenze casa e affitti, per la distribuzione di alimenti e buoni spesa, per l’attività di orientamento per iter burocratici a persone in stato di necessità. Il Comune in più occasioni ha rimarcato la volontà di favorire e agevolare i residenti e i cittadini “resistenti” dei quartieri storici piuttosto che favorire la cultura del turismo mordi e fuggi, degli studentati, ecc. Si chiede che lo spazio denominato chiesa dei Barnabiti venga destinato ad uso della cittadinanza, a proposte a favore degli abitanti del quartiere, nonché delle associazioni di volontariato operanti nel territorio. Firmate questa petizione per raggiungere un accordo con il Comune affinché lo spazio dell’ex chiesa dei Barnabiti non venga impiegato per la realizzazione di un Info Point per turisti, ma venga gestito da un Comitato del quartiere per l’organizzazione di eventi culturali, educativi e sociali a fruizione degli abitanti di San Frediano e di tutti i cittadini”.

    L’Oltrarno è un quartiere di straordinaria accoglienza, multiculturale ed interreligioso ma ha bisogno di spazio vitale per chi ha deciso di viverci, sacrificando la ghiotta opportunità della rendita alla passione vera, profonda e carnale per Firenze.

  4. Miguel Martinez scrive:

    Mi segnalano che su Facebook, Paolo Ermini risponde:

    “Grazie per tanta attenzione. Tengo a precisare la mia posizione: 1) Come coordinatore dei comitati del centro sono rimasto molto deluso dall’esperienza (personalismi, vanità, assenza di spirito di squadra, verbosità); 2) la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e‘ importante, ma non tutte le sue forme mi convincono: voi parlate di attribuire un ruolo dirigente dell’iniziativa a una persona che se ne assuma la responsabilità; ma chi lo sceglie? Io penso che partecipazione significhi soprattutto informazione, consultazioni e controllo più che gestione, se si tratta di beni pubblici; 3) è stato fatto il confronto con la realtà del guardino Nidiaci che viene guidato da alcuni genitori del quartiere; io ho scritto che occorre cautela, perché un conto è gestire uno spazio dedicato ai ragazzi, dove si fanno a volte anche incontri, iniziative varie, presentazioni, e un conto è garantire un’organizzazione capace di gestire una struttura per realizzarvi con continuità eventi di qualità, come impone una vera e seria cultura popolare. Tutto qui, un semplice contributo alla discussione.”

    • Miguel Martinez scrive:

      La mia risposta (se fossi su Facebook) sarebbe:

      Non stiamo parlando di “comitati” come quelli cittadini con i loro meriti o difetti.

      Stiamo parlando di un “comitato” nel senso di un raggruppamento di “cittadini, singoli e associati”, iscritta all’Agenzia delle Entrate con codice fiscale e al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) nella sezione Associazioni di Promozione Sociale.

      Nell’assemblea, queste persone scelgono con le modalità previste dal Codice del Terzo Settore un Organo Amministrativo e un presidente.

      Il presidente poi, firmando un Patto per l’Amministrazione Condivisa secondo il regolamento del Comune di Firenze del 2017 e la legge regionale sullo stesso tema, si assume la responsabilità legale, ma il ruolo dirigente spetta in primis all’assemblea dei soci e poi all’Organo Amministrativo.

      Ma in ogni caso, stiamo parlando non di “controllo”, ma di coprogrammazione e coprogettazione (Art. 55 del CTS) tra cittadini attivi/enti del Terzo Settore e istituzioni.

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