Vita comune in Olanda (1)

Una decina di anni fa, rimasi incastrato nelle vicende di un giardino a Firenze, che con una bachetta magica, abbiamo salvato dall’avidità del privato e dalla camicia di forza del pubblico, per farne una terza cosa – uno spazio curato dalla comunità locale, che se ne occupa nell’interesse generale, ma anche definendone le regole di gestione.

In Italia si tende a dire che si tratta di un “bene comune“, un common in inglese, ma in realtà quello che conta è l’azione, che lo storico Peter Linebaugh ha chiamato commoning.

Il commoning sarebbe una cosa normalissima, ma lo Stato giacobino italiano ha esteso il concetto di monopolio della violenza al monopolio su ogni decisione: come disse una volta un gentiluomo dell’ufficio urbanistica del Comune di Firenze,

“ci avete votati per cinque anni, adesso decidiamo noi”.

Quando abbiamo iniziato, i funzionari italiani avevano un quadro molto chiaro:

  • esiste il Pubblico (in pratica l’insieme dei funzionari e degli eletti) ed esiste il Privato, cioè individui che fanno i propri interessi alla faccia del prossimo.
  • il Pubblico può vendere o affittare o “concedere” alcuni tipi di spazi pubblici ai Privati, a condizioni di non rimetterci: che può anche significare che se un funzionario “concede” l’uso gratuito di uno spazio pubblico a un gruppo di “privati” che vogliono curarlo, vivrà poi nel terrore che la Corte dei Conti scopra che avrebbe dovuto affittarlo invece a Gucci per farci una sfilata di moda.
  • per il resto, il cittadino può sempre attendere le elezioni e votare, fine.

Negli ultimi anni, molto è cambiato in Italia, grazie a Labsus, il laboratorio della sussidiarietà, che opera con gentilezza per far applicare, lentamente e partendo dalle istituzioni locali, le parole dell’articolo 118 della Costituzione:

“Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà.”

Dove i cittadini non sono più “privati” che si fanno gli interessi propri, ma persone che collaborano all'”interesse generale“, quindi hanno gli stessi scopi delle istituzioni.

Tre anni fa, capitammo in Olanda, e scoprimmo un mondo.

Presi dall’entusiasmo, una sera in un ristorante in Transilvania, abbiamo quindi deciso di proporre un progetto europeo sul tema del Commoning, che è stato approvato, con nostra immensa sorpresa.

Il punto fondamentale per noi era questo: andare in giro per l’Europa e vedere in che modo si affrontano gli innumerevoli ostacoli che una comunità si trova davanti, quando cerca di praticare il commoning. E trasformare questo in soluzioni pratiche, sia per le istituzioni che per i commoner.

La settimana scorsa, ci siamo ritrovati in Olanda per studiare dal vivo ciò che fanno.

Digressione: siamo andati in Olanda in aereo, a spese dell'ambiente e del contribuente europeo. 

Sul tema ambiente, solo gli dèi celesti sapranno fare il conto tra il danno certo all'aria e il potenziale beneficio alle comunità.

Sul tema contribuente europeo, come sapete qui non siamo nazionalisti, non abbiamo nulla contro il concetto in astratto di Europa, anche quando non ci piacciono molte delle sue politiche.

Temo però che gran parte dei progetti europei sia fuffa, fatta per riversare una quantità complessivamente notevole di denaro sui precari della generazione Erasmus, che dopo aver viaggiato devono compilare una gran profusione di moduli. E diffido moltissimo dei progetti ambientali europei, ma sarebbe un altro discorso.

Però in questo caso, spero che stiamo riuscendo a costruire davvero qualcosa. Vediamo...

(continua…)

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18 risposte a Vita comune in Olanda (1)

  1. roberto scrive:

    aspetto il resto del racconto ma per adesso…

    “l Pubblico può vendere o affittare o “concedere” alcuni tipi di spazi pubblici ai Privati, a condizioni di non rimetterci […] vivrà poi nel terrore che la Corte dei Conti scopra che avrebbe dovuto affittarlo invece a Gucci per farci una sfilata di moda. ”

    se un funzionario ti dice una cosa del genere ricordagli che la concessione a titolo gratuito è ammessa dalla Corte dei conti se
    – viene perseguito un effettivo interesse pubblico equivalente o addirittura superiore rispetto a quello meramente economico
    – non c’è nessuno scopo di lucro nell’attività del beneficiario della concessione

    per dire, concedere ad una associazione un ipotetico giardino nel quale si fanno lezioni di musica gratuite, si organizza un doposcuola, si offrono lezioni di inglese gratuite, rientrerebbe proprio in quella situazione in cui la corte dei conti darebbe la sua benedizione

    tra l’altro in caso di dubbio il comune può chiedere un parere alla corte dei conti e vedo che sono molto veloci (2-3 mesi), per cui non c’è davvero bisogno di fare gli incubi

    https://www.self-entilocali.it/wp-content/uploads/2022/08/CC-109-2022-Veneto_self-entilocali.pdf

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      ” ricordagli che la concessione a titolo gratuito è ammessa dalla Corte dei conti ”

      Infatti. Io mi attengo sempre a questo: https://euricse.eu/wp-content/uploads/2018/08/WP-101_18-Composta.pdf

      Ciò non toglie che molti funzionari vedano come ambigui proprio i due punti: come valutare l’interesse pubblico “superiore”? E come definire “scopo di lucro”?

      Che è facile quando un gruppo di cittadini paga 200 euro all’Agenzia delle Entrate per registrare uno Statuto, paga l’assicurazione per i propri volontari, paga le utenze e lo spurgo delle fogne si finanzia esclusivamente con le quote dei soci.

      Il problema sorge quando ad esempio si organizza una cena a pagamento per finanziare le attività, o si fa un mercatino, perché si rischia di entrare nella categoria delle attività economiche accessorie all’attività di volontariato.

      Sono tutte cose che con un buon commercialista si risolvono, ma non è detto che un funzionario abbia voglia di invischarcisi.

    • Peucezio scrive:

      Roberto,
      che significa “superiore”?
      Ovviamente non lo chiedo a te. Ma è ovvio che il valore di lezioni di musica, doposcuola, inglese non è quantificabile, mentre i soldi sì.
      Sembra una formulazione fatta apposta per far credere che si pensa a un interesse collettivo “superiore” mentre in realtà si fa cassa.

      • Francesco scrive:

        Beh, Peucezio, non mi aspetto da te il riconoscimento del denaro come unità di misura del mondo!

        In effetti io preferisco che la politica possa dire che le attività degli abitanti del quartiere raccontateci da Miguel hanno un valore superiore a … nulla (quello che farebbe il Comune da solo) e anche a farci un parcheggio.

        Certo, se poi alle elezioni il partito filo-giardino perde e vince un partito di biechi contabili, potranno, sempre con la massima trasparenza, decidere che invece è meglio il parcheggio. Non è che il non-comitato di quartiere ottiene il potere assoluto in stile maoista.

        😉

  2. roberto scrive:

    miguel

    “Temo però che gran parte dei progetti europei sia fuffa,”

    🙂
    partecipi ad un progetto che evidentemente consideri utile ed interessante, ma dalla tua esperienza (positiva) ne ricavi che la paura che la maggior parte siano fuffa….magari hai pure ragione ma…un briciolo di ottimismo per la miseria! come il tuo è utile ed interessante, ce ne saranno altri utili ed interessanti, e immagno che utile ed interessante sia una questione in cui c’è un ampio margine di soggettività

    i moduli se li guardi non come una cosa fastidiosa da compilare ma cercando di capire a cosa servono, vedrai che servono proprio ad limitare fuffe ed imbrogli
    🙂

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “ma dalla tua esperienza (positiva) ne ricavi che la paura che la maggior parte siano fuffa….magari hai pure ragione ma…un briciolo di ottimismo per la miseria! ”

      Non ho una grossa esperienza. La maggior parte di quelli che ho visto consistono in viaggi pagati per parlare di “inclusione” e contro il “hate speech” con brindisi e baldoria e zero seguito, a parte la compilazione di un sacco di documenti burocratici.

      Che non è esattamente una truffa, certo.

      Hai ragione ovviamente sulla funzione dei documenti burocratici: il problema con i progetti che ho visto è che è tutto ciò che resta, e quindi un arido esercizio di correttezza formale per ottenere fondi.

  3. roberto scrive:

    PS andando sul sito commoning mi appare la scritta “the security certificate is not trusted by your computer’s operating system” e non posso accederci….ma dall’iphone funziona…misteri dell’informatica

    ieri sera ci ho girato un po’ e personalmente mi sembra un progetto davvero interessante

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      ““the security certificate is not trusted by your computer’s operating system””

      Strano, di solito succede quando un sito è http e non https. A me non succede, comunque (da computer fisso, browser firefox).

  4. roberto scrive:

    OT FYI
    Saranno stati gli americani?
    Al politologi del blog l’ardue sentenza

    Posso solo confermare che tutto era bloccato pochissimi minuti dopo il voto

    https://www.politico.eu/article/cyber-attack-european-parliament-website-after-russian-terrorism/

    Ps eva kaili è una gran figa

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