Le leggi della Guerra e le donne di Roccatederighi

“Questa prima figura del nostro Balletto”, disse l’Impresario del mondo Satana alzandosi dal suo posto e inchinandosi verso il pubblico – ovvero verso le Nazioni che non avrebbero danzato e le Virtù addormentate e i Secoli a venire – “Questa prima figura del Balletto si chiama La Difesa del Debole.

Vernon Lee, il Balletto delle Nazioni

Non ci hanno mai spiegato cosa sia la Guerra.

Hanno solo maledetto mille volte i Nostri Nemici che Volevano la Guerra, raccontando i loro delitti.

Proprio per questo, siamo sempre pronti a farla, la Guerra, contro di loro.

Contro i malvagi che vogliono la guerra, sterminiamoli così non ci saranno mai più guerre!

108 anni fa, nel 1914, il bravo progressista H.G. Wells assicurava i suoi lettori che bisognava lanciarsi nella Grande Strage, perché sconfiggendo quel nemico, non ci sarebbero mai più state guerre

Ricordiamo alcune cose, non sempre intuitive.

I conflitti ci sono ovunque, fanno parte della vita.

La Guerra è invece uno stato d’animo.

Che fa leva su tutte le passioni dell’essere umano, per rubargli l’anima.

La paura, l’odio e l‘egoismo sono le passioni meno dannose.

Le più pericolose, come capì Vernon Lee, sono le migliori: l’idealismo, l’avventura, la pietà, l’eroismo, la difesa del debole.

Detrás de la cruz está el diablo.

La Guerra è quindi satanica.

La differenza tra conflitto (con la minuscola) e Guerra non ha nulla a che vedere con il grado di violenza fisica implicato.

Uno stato che inizia un conflitto, è causa del conflitto (sempre che una prima causa ci sia).

Solo uno stato che dice, siamo in guerra! è causa della Guerra, anche quando (come fa sempre) ne incolpa un altro.

La Guerra si fonda su parole-immagine-emozioni, che oggi si chiamano notizie.

Tutte le notizie in Guerra sono missili.

I missili non sono né veri né falsi, il loro compito è solo quello di colpire.

Abbiamo passato troppo tempo a smascherare le menzogne della propaganda. Fatica sprecata: in guerra si può persino sfruttare la verità, quando fa comodo.

Però attenzione: i missili della propaganda sono diretti all’interno del fronte, alle cui spalle cui ci troviamo noi: in questo momento, ad esempio, i missili/notizia russi devono colpire i russi, quelli italiani devono colpire gli italiani. E sono solo questi ultimi che ci riguardano.

Se la notizia è un missile diretto all’anima, l’importante è unicamente non restarne colpiti.

Quindi il nostro compito, se vogliamo uscirne vivi, è schivare i “nostri” missili, non i loro.

Abbiamo detto “nostri“?

La prima mossa per salvarci non consiste nello scindere la notizia vera dalla notizia falsa.

Consiste piuttosto nello scindere il vero noi dal falso Noi.

Ognuno di noi sa chi siamo noi, i noi veri con cui ci capiamo, con cui litighiamo, che amiamo e talvolta odiamo, che la pensano in mille modi incredibilmente diversi ma ci sono vicini.

Il Falso Noi sono gli appaltatori di guerra.

Mandiamo a memoria le parole salvifiche di Ivan Cecconi: un mite e gentile ingegnere, che a forza di lavorare con il sistema pubblico, scoprì il segreto dei segreti:

“l’appalto non serve per fare l’opera, l’opera serve per fare l’appalto”.

Traduciamo.

Non è il contratto per vendere sistemi missilistici che serve per vincere la guerra.

E’ la Guerra che serve per fare il contratto per vendere sistemi missilistici.

Noi fantastichiamo la Guerra come il bambino che scappa di fronte al sadico adolescente con la baionetta: i cannoni che costano milioni e fanno guadagnare milioni, gli aerei, ci sembrano parte dello scenario, non sappiamo nemmeno da dove vengano.

Ora, tu hai mai firmato, dalla parte di chi paga o di chi incassa, un contratto miliardario per vendere sistemi missilistici?

In caso negativo, tu non hai nulla da condividere con i firmatari.

Son dei Loro, non sono dei noi.

Sono Loro i nostri primi nemici. Se poi Loro hanno degli altri nemici, è un problema, appunto, loro.

Noi siamo qui. Come le donne di Roccatederighi.

Aprile 1915.

Roccatederighi, arrampicato sui colli dell’Alta Maremma, nella Toscana dimenticata.

Arriva un tal Conti del Partito Repubblicano, che vuol far piangere raccontando dei crucchi che in Belgio, a suo dire, lanciarono i bimbetti per aria e li raccoglievano sulle punte delle baionette; e chiede ai campagnoli di sacrificare i loro figlioli per la buona causa.

Al Conti, invece di piangere per i bimbetti, l’han cacciato a sassate, le donne di Roccatederighi.

E poi han devastato le case degli interventisti. Ma siccome non erano guerraiole, non hanno ammazzato nessuno. E fecero bene, perché il nemico non è mai fuori di noi.

Roccatederighi

“Ci sono spiriti disertori ovunque. Il trucco è riuscire a rompere il ghiaccio sociale. Creare le condizioni per la comunicazione da anima a anima. Riuscire ad organizzare la riunificazione, insomma. E così tessere un piano cospiratorio che si espanderà, si ramificherà, diventerà più complesso e più profondo. Resistere, soprattutto, alla tentazione di chiudersi su un gruppo, su un’entità che viene a sua volta catturata dall’esterno. I gruppi sono buoni solo a tradire ciò per cui sono stati formati.”

Manifeste conspirationniste

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7 risposte a Le leggi della Guerra e le donne di Roccatederighi

  1. mirkhond scrive:

    “Al Conti, invece di piangere per i bimbetti, l’han cacciato a sassate, le donne di Roccatederighi.

    E poi han devastato le case degli interventisti.”

    Oggi che, come minimo, patiremo fame e freddo per via delle sanzioni suicide contro la Russia, la gente invece se la prenderà con l’orco Putin.
    Potenza della disinformacija televisiva…..

  2. Francesco scrive:

    Ciao Duca

    è un piacere risentirti!

    trovo molto brutto parteggiare per il prepotente e sanguinario solo perchè ha in mano il rubinetto del gas, però

    ciao

  3. mirkhond scrive:

    Il “prepotente e sanguinario” ha fatto richieste molto moderate, e cioé un’Ucraina neutrale tra i due blocchi.
    Gli USA gli hanno risposto picche ogni volta. In più pemettendo lo stillicidio del Donbass che in 8 anni ha provocato 14.000 morti.
    Infine l’Ucraina nella NATO significherebbe i missili nucleari puntati a pochi chilometri da Mosca, come quelli sul Baltico che sono a pochi chilometri da Pietroburgo.
    Si è fatto di tutto da parte americana per provocare il fin troppo paziente Putin, ma anche la troppa pazienza ha i suoi limiti.
    E poi chiamare prepotente e sanguinario chi difende il proprio paese, e non vedere i VERI prepotenti e sanguinari sempre in guerra a devastare mezzo mondo, mi sembra volere essere ciechi a tutti i costi.
    Il bue che dice cornuto all’asino.

  4. mirkhond scrive:

    permettendo

  5. PinoMamet scrive:

    Mi fate giocare al piccolo capo di Stato? E perché no? È tanto liberatorio!

    Io, se fossi al posto di Draghi- e potrei anche esserlo; sennò non vedo chi- avrei scritto all’incirca così:

    Amici ucraini, amici russi
    e per conoscenza
    spettabile comunità internazionale

    il mio paese ripudia le guerre, come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; di conseguenza, condanna fermamente l’invasione russa, e si offre con tutte le sue possibilità per favorire una tregua e una composizione negoziale del conflitto che tenga conto dei diversi punti di vista, e soprattutto del benessere delle popolazioni coinvolte.
    l’Italia si rifiuta di prendere ulteriormente posizione o di schierarsi, e di interferire con mezzi militari o economici in un conflitto del quale auspica la fine immediata.
    Offre i suoi mezzi economici, sociali e sanitari, nel limite del possibile, in aiuto alle popolazioni civili.
    l’Italia è e resterà un paese amico di entrambe le parti coinvolte.
    Soprattutto, non ammazzatevi!
    Un caro saluto.

    Non è tanto difficile, e mi pare che altri governi lo abbiano fatto…

  6. mirkhond scrive:

    Questo forse sarebbe stato possibile con i governanti della prima repubblica. Ma dopo la caduta di Craxi e Andreotti una classe politica italiana degna di tal nome non ce l’abbiamo più.
    Ma solo yesmen sempre sull’attenti davanti agli ordini del padrone a $telle&$tri$ce, purtroppo.

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