Conflitti veri, conflitti falsi

Chris Hedges è un giornalista americano con una carriera straordinaria (tra l’altro a capo dell’ufficio del New York Times per il Medio Oriente e i Balcani nei significativi anni che vanno dal 1990 al 2005).

Oggi scrive per il sito Scheerpost.

Non so come si autodefinisca Hedges, ma certamente lo possiamo collocare come vicino a Marx, un “socialista” come direbbe Jean-Claude Michéa.

Il socialista critica alla radice il sistema capitalistico, per il male che fa a tutti gli esseri umani (e aggiungerei alla biosfera nel suo insieme).

Nei fatti, però, i socialisti scivolano facilmente nella tentazione di odiare e disprezzare blocchi interi dell’umanità – più se ne odiano, più si diventa automaticamente superiori e si erge sempre più in alto il Ditino Imparatore.

In questo magnifico articolo, Chris Hedges va al cuore del problema.

Si ringrazia Robert Scheer per averne autorizzato la pubblicazione.

Gli anglofoni troveranno l’originale qui, Chris Hedges: Cancel Culture, Where Liberalism Goes to Die.

Cancel Culture è un concetto diffusissimo oggi nel mondo anglosassone, che consiste nel cercare di impedire di parlare e se possibile anche di far perdere il lavoro e la reputazione a chiunque non condivida le proprie idee.

Liberalism è all’incirca ciò che in Italia potremmo chiamare “Sinistra non marxista”.

Insomma, un titolo così intraducibile che lo lascio nell’originale.

Cancel Culture, Where Liberalism Goes to Die

di Chris Hedges


Il reverendo Will Campbell fu costretto a lasciare la sua posizione di direttore della vita religiosa all’Università del Mississippi nel 1956 a causa dei suoi appelli per l’integrazione. Scortò bambini neri attraverso una folla ostile nel 1957 per integrare la Central High School di Little Rock. Fu l’unico bianco invitato a far parte del gruppo che fondò la Southern Christian Leadership Conference di Martin Luther King Jr. Aiutò a integrare i ristoranti di Nashville e a organizzare le Freedom Rides.

Bill Campbell nel 1992

Ma Campbell fu anche, nonostante una serie di minacce di morte ricevute dai segregazionisti bianchi, un cappellano non ufficiale della sezione locale del Ku Klux Klan.

Denunciò e combatté pubblicamente il razzismo del Klan, gli atti di terrore e di violenza e marciò con i manifestanti neri per i diritti civili nel suo nativo Mississippi, ma rifiutò fermamente di “cancellare” i razzisti bianchi dalla sua vita.

Si rifiutò di demonizzarli come meno che umani. Insisteva che questa forma di razzismo, sebbene malvagia, non era così insidiosa come un sistema capitalista che perpetuava la miseria economica e l’instabilità che spingeva i bianchi nelle file di organizzazioni violente e razziste.

Durante il movimento per i diritti civili, quando stavamo sviluppando strategie, qualcuno di solito diceva: ‘Chiama Will Campbell. Controlla con Will”, ha scritto il rappresentante John Lewis nell’introduzione alla nuova edizione delle memorie di Campbell Brother to a Dragonfly, uno dei libri più importanti che ho letto come seminarista.

“Will sapeva che la tragedia della storia del Sud era caduta sia sui nostri avversari che sui nostri alleati… su George Wallace e Bull Connor così come su Rosa Parks e Fred Shuttlesworth. Vide che aveva creato il Ku Klux Klan e lo Student Nonviolent Coordinating Committee. Questa intuizione portò Will a vedere la guarigione e l’equità razziale, perseguita attraverso il coraggio, l’amore e la fede come la strada per la liberazione spirituale di tutti”.

Jimmy Carter ha scritto di Campbell che ha abbattuto i muri che separavano i bianchi e i neri del Sud”. E poiché l’organizzatore delle Pantere Nere Fred Hampton stava facendo la stessa cosa a Chicago, l’FBI – che, insieme alla CIA, è l’alleato de facto delle élite liberali nella loro guerra contro Trump e i suoi sostenitori – lo assassinò.

Quando la città in cui Campbell viveva decise che al Klan non doveva essere permesso di avere un carro nella parata del 4 luglio, Campbell non si oppose, a patto che anche la compagnia del gas e dell’elettricità fosse esclusa. Non erano solo i razzisti bianchi ad infliggere sofferenze agli innocenti e ai vulnerabili, ma le istituzioni che antepongono la santità del profitto alla vita umana.

“La gente non può pagare le bollette del gas e dell’elettricità, il calore viene spento e loro si congelano e a volte muoiono, specialmente se sono anziani”, ha detto. “Anche questo è un atto di terrorismo”.

“Il loro terrorismo si poteva vedere e affrontare, e se infrangevano la legge, si poteva punirli”, disse del Klan. “Ma la cultura più ampia che era, ed è ancora, razzista fino al midollo è molto più difficile da affrontare e ha un’influenza più sinistra”.

Campbell ci avrebbe ricordato che la demonizzazione dei sostenitori di Trump che hanno preso d’assalto la capitale è un terribile errore.

Ci avrebbe ricordato che l’ingiustizia razziale sarà risolta solo con la giustizia economica. Ci avrebbe invitati ad andare incontro a coloro che non pensano come noi, non parlano come noi, sono ridicolizzati dalla società educata, ma che soffrono la stessa emarginazione economica. Sapeva che le disparità di ricchezza, la perdita di status e di speranza per il futuro, unite a una prolungata dislocazione sociale, generano la solidarietà avvelenata che dà origine a gruppi come il Klan o i Proud Boys.

Non possiamo guarire le ferite che rifiutiamo di riconoscere.

Il Washington Post, che ha analizzato i registri pubblici di 125 imputati accusati di aver preso parte all’assalto del Senato il 6 gennaio, ha scoperto che

“quasi il 60% delle persone che affrontano le accuse relative alla rivolta del Campidoglio hanno mostrato segni di precedenti problemi di denaro, tra cui bancarotte, avvisi di sfratto o pignoramento, debiti inesigibili o tasse non pagate negli ultimi due decenni”.

“Il tasso di bancarotta del gruppo – 18% – era quasi il doppio di quello del pubblico americano”, ha scoperto il Post. “Un quarto di loro era stato citato in giudizio per denaro dovuto a un creditore. E 1 su 5 di loro ha rischiato di perdere la propria casa ad un certo punto, secondo gli archivi del tribunale”.

“Un uomo della California ha dichiarato bancarotta una settimana prima di unirsi all’attacco, secondo i registri pubblici”, ha riferito il giornale. “Un uomo del Texas è stato accusato di essere entrato nel Campidoglio un mese dopo che la sua azienda è stata colpita con un pegno fiscale di quasi 2.000 dollari. Diversi giovani accusati nell’attacco provenivano da famiglie con storie di costrizione finanziaria”.

Dobbiamo riconoscere la tragedia di queste vite, e allo stesso tempo condannare il razzismo, l’odio e la brama di violenza.

Dobbiamo capire che il nostro nemico più perfido non è qualcuno che è politicamente scorretto, persino razzista, ma le corporation e un sistema politico e giudiziario fallito che sacrifica insensatamente le persone, così come il pianeta, sull’altare del profitto.

Come Campbell, gran parte della mia famiglia proviene dalla classe operaia rurale, molti dei quali sposano i pregiudizi che mio padre, un ministro presbiteriano, condannava regolarmente dal pulpito.

Grazie a una combinazione di fortuna e borse di studio in scuole d’élite, ne sono uscito. Loro non l’hanno mai fatto. Mio nonno, intellettualmente dotato, fu costretto ad abbandonare la scuola superiore all’ultimo anno quando morì il marito di sua sorella. Dovette lavorare alla fattoria per sfamare i suoi figli. Se sei povero in America, raramente hai più di una possibilità. E molti non ne hanno una. Lui ha perso la sua.

Le città del Maine da cui provengono i miei parenti sono state devastate dalla chiusura di mulini e fabbriche. C’è poco lavoro significativo. C’è una rabbia fumante causata da sentimenti legittimi di tradimento e intrappolamento. Vivono, come la maggior parte dei lavoratori americani, una vita di tranquilla disperazione. Questa rabbia è spesso espressa in modi negativi e distruttivi. Ma non ho il diritto di liquidarli come irredimibili.

Capire non significa condonare. Ma se le élite al potere, e i loro cortigiani mascherati da giornalisti, continuano a cancellare allegramente queste persone dal paesaggio mediatico, ad attaccarle come meno che umane, o come le ha chiamate Hillary Clinton “deplorabili“, mentre allo stesso tempo rifiutano di affrontare la grottesca disuguaglianza sociale che le ha lasciate vulnerabili e spaventate, ciò alimenterà livelli sempre maggiori di estremismo e livelli sempre maggiori di repressione e censura statale.

La cancel culture, una caccia alle streghe da parte di autoproclamati arbitri morali della parola, è diventata l’attivismo boutique di una classe liberal che manca del coraggio e delle capacità organizzative per sfidare i reali centri di potere – il complesso militare-industriale, la letale polizia militarizzata, il sistema carcerario, Wall Street, Silicon Valley, le agenzie di intelligence che ci rendono la popolazione più spiata, osservata, fotografata e monitorata della storia umana, l’industria dei combustibili fossili, e un sistema politico ed economico catturato dal potere oligarchico.

È molto più facile allontanarsi da queste battaglie immani per abbattere figure sfortunate che fanno gaffe verbali, coloro che non riescono a parlare nel linguaggio approvato o abbracciano gli atteggiamenti approvati dalle élite liberali. Questi test di purezza hanno raggiunto livelli assurdi e autolesionisti, compresa la sete di sangue inquisitorio da parte di 150 membri dello staff del New York Times che chiedevano alla direzione, che aveva già indagato e affrontato quello che al massimo era stato un cattivo giudizio fatto dal reporter veterano Don McNeil quando ripeté un insulto razzista in una discussione sulla razza, di costringerlo a lasciare il giornale, cosa che la direzione ha fatto con riluttanza.

Troppo spesso i bersagli della cultura della cancellazione sono i radicali, come le femministe che gestiscono il Vancouver Rape Relief and Women’s Shelter e che non ammettono persone trans perché la maggior parte delle ragazze e delle donne nel rifugio sono state aggredite fisicamente e traumatizzate da chi ha un corpo maschile.

Nessuno dei critici di queste femministe passa dieci o dodici ore al giorno in un rifugio a prendersi cura di ragazze e donne abusate, molte delle quali sono state prostituite da bambine, ma sparano a raffica per attaccarle e far tagliare i loro fondi. La cultura della cancellazione, come dice la femminista canadese Lee Lakeman, è “l’arma dell’ignoranza”.

La cultura della cancellazione è nata con la caccia ai rossi condotta dalle élite capitaliste e delle loro truppe d’urto in agenzie come l’FBI per spezzare, spesso con la violenza, i movimenti radicali e i sindacati. Decine di migliaia di persone, in nome dell’anticomunismo, sono state cancellate dalla cultura. La lobby israeliana, ben finanziata, è una maestra della cultura della cancellazione, chiudendo i critici dello stato di apartheid israeliano e quelli di noi che sostengono il movimento Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni (BDS) come antisemiti.

La cultura della cancellazione ha alimentato la persecuzione di Julian Assange, la censura di WikiLeaks e gli algoritmi della Silicon Valley che allontanano i lettori dai contenuti, inclusi i miei, che criticano il potere imperiale e aziendale.

Alla fine, questa prepotenza sarà usata dalle piattaforme dei social media, che sono integrate negli organi di sicurezza e sorveglianza dello stato, non per promuovere, come sostengono i suoi sostenitori, la civiltà, ma per mettere a tacere spietatamente dissidenti, intellettuali, artisti e giornalismo indipendente. Una volta che si controlla ciò che la gente dice, si controlla ciò che pensa.

Questa cultura della cancellazione è abbracciata dalle piattaforme dei media aziendali dove, come scrive Glenn Greenwald,

“squadre di giornalisti di tre dei più influenti media aziendali – i ‘giornalisti dei media’ della CNN (Brian Stelter e Oliver Darcy), l”unità spaziale di disinformazione’ della NBC (Ben Collins e Brandy Zadrozny), e i reporter tecnologici del New York Times (Mike Isaac, Kevin Roose, Sheera Frenkel) – dedicano la maggior parte del loro ‘giornalismo’ alla caccia di spazi online in cui credono che le regole del discorso e della condotta vengano violate, segnalandoli, e poi chiedendo che vengano prese azioni punitive (divieto, censura, regolamentazione dei contenuti, detenzione dopo la scuola). ”

Le corporation sanno che questi test di purezza morale sono, per noi, autolesionisti. Sanno che rendendo legittima la cultura della cancellazione – e per questo mi sono opposto a chiudere Donald Trump fuori da Twitter e dagli altri account dei social media – possono impiegarla per mettere a tacere coloro che attaccano ed espongono le strutture del potere aziendale i crimini imperiali.

Le campagne di assolutismo morale allargano le divisioni tra i liberal e la classe lavoratrice bianca, divisioni che sono cruciali per mantenere il potere delle élite capitaliste. La cultura della cancellazione è il foraggio per le avvincenti e divertenti guerre culturali. Trasforma l’antipolitica in politica. Soprattutto, la cultura della cancellazione distoglie l’attenzione dai ben più evidenti abusi istituzionalizzati del potere. È questa crociata compiaciuta e presuntuosa che rende la classe liberal così odiosa.

Doug Marlette, il vignettista editoriale vincitore del premio Pulitzer che ha creato il fumetto “Kudzu”, che presentava un personaggio ispirato a Campbell chiamato Rev. Will B. Dunn, portò Campbell a parlare ad Harvard quando ero lì. Il messaggio di Campbell fu accolto con un misto di sconcerto e aperta ostilità, il che mi andava bene perché significava che la stanza si svuotò rapidamente e il resto della notte Marlette, Campbell e io restammo alzati fino a tardi a bere whisky e a mangiare panini alla mortadella. Marlette era iconoclasta e acerbamente divertente come Campbell. Le sue vignette, tra cui una che mostrava Gesù il Venerdì Santo che portava una sedia elettrica invece di una croce e un’altra che ritraeva il telepredicatore Jerry Falwell come il serpente nel giardino dell’Eden, provocavano urla di protesta da parte di lettori irritati.

Il libro di memorie di Campbell, Brother to a Dragonfly, non solo è scritto magnificamente – Campbell era un amico intimo di Walker Percy, di cui ho consumato i romanzi – ma è pieno di umiltà e saggezza che i liberal, che dovrebbero passare meno tempo nella tana del coniglio autoreferenziale dei social media, hanno perso. Descrive l’America, che impiega abitualmente l’omicidio, la tortura, le minacce, il ricatto e l’intimidazione per schiacciare tutti coloro che si oppongono in patria e all’estero, come “una nazione di Klansmen”. Si è rifiutato di tracciare una linea morale tra l’impero americano, che molti liberali difendono, e i bianchi privi di diritti e arrabbiati che affollano gruppi razzisti come il Klan o che, anni dopo, sosterranno Trump. Gli architetti dell’impero e i capitalisti al potere che hanno sfruttato i lavoratori, ostacolato la democrazia, orchestrato la repressione di stato, accumulato livelli osceni di ricchezza e condotto una guerra senza fine erano, lo sapeva, il vero nemico.

Campbell ricorda di aver visto un documentario della CBS chiamato The Ku Klux Klan: An Invisible Empire, dopo il quale fu invitato a parlare al pubblico. Il film mostrava l’assassinio di tre lavoratori per i diritti civili in Mississippi, la castrazione del giudice Aaron in Alabama e la morte di quattro ragazze nell’attentato alla scuola domenicale di Birmingham.

Quando il film mostrò una recluta del Klan che girava a destra quando il maestro di addestramento gridava: “Fianco sinistro!”, il pubblico esplose in “applausi, fischi, grida e risate”. Campbell scrive di aver “provato un senso di nausea nello stomaco”.

Quelli che guardavano il film erano un gruppo convocato dalla National Student Association e comprendeva radicali della Nuova Sinistra degli anni sessanta, rappresentanti di Students for a Democratic Society, il gruppo di Port Huron, giovani uomini e donne bianchi che avevano guidato proteste nei campus di tutto il paese, bruciato edifici, coniato il termine “pigs” per riferirsi alla polizia. Molti venivano da famiglie benestanti.

“Erano studenti o neolaureati di college e università ricchi e importanti“, scrive del pubblico. “Erano cattivi e duri, ma in qualche modo, ho percepito che non c’era un solo vero radicale nel gruppo. Perché se fossero stati radicali come avrebbero potuto ridere di un povero contadino ignorante che non distingueva la mano sinistra dalla destra? Se fossero stati radicali avrebbero pianto, chiedendo cosa lo avesse prodotto. E se fossero stati radicali non sarebbero stati seduti ad assorbire un film prodotto per la loro edificazione e divertimento dall’establishment dell’establishment – la CBS”.

Campbell, al quale fu chiesto di rivolgersi al gruppo dopo il film, disse:

“Il mio nome è Will Campbell. Sono un predicatore battista. Sono originario del Mississippi. E sono pro-Klansman perché sono pro-essere umano“.

Nella sala scoppiò il pandemonio. Gli fu gridato di essere un “maiale fascista” e un “bifolco del Mississippi”. Molti se ne andarono.

“Solo quattro parole pronunciate – ‘predicatore battista del Mississippi pro-Klansman’,’ accoppiate con un’immagine visiva, bianca, li avevano trasformati in tutto ciò che pensavano che il Ku Klux Klan fosse – ostile, frustrato, arrabbiato, violento e irrazionale”, scrive. “E non sono mai stato in grado di spiegare loro che pro-Klansman non è lo stesso che pro-Klan. Che il primo ha a che fare con una persona, l’altro con un’ideologia”.

“Le stesse forze sociali che hanno prodotto la violenza del Klan hanno prodotto anche la violenza [delle sommosse nere, ndt] a Watts, Rochester e Harlem, Cleveland, Chicago, Houston, Nashville, Atlanta e Dayton, perché sono tutti pezzi dello stesso tessuto – isolamento sociale, privazioni, condizioni economiche, rifiuti, madri lavoratrici, scuole povere, cattive diete e tutto il resto”, scrive Campbell.

E queste forze sociali hanno prodotto le proteste nazionali di Black Lives Matter dopo l’omicidio di George Floyd da parte della polizia e l’assalto al Campidoglio da parte di una folla inferocita.

Campbell non ha mai chiesto a nessuno dei membri del Klan che conosceva di lasciare l’organizzazione per la stessa ragione per cui non ha mai chiesto ai liberal di lasciare “le organizzazioni o istituzioni rispettabili e alla moda di cui erano parte e partito, tutte le quali, stavo imparando, erano più veramente razziste del loro Klan“.

Questo amore radicale era il nucleo del messaggio del Dr. Martin Luther King. Questo amore informò la ferma nonviolenza di King. Lo portò a denunciare la guerra del Vietnam e a condannare il governo degli Stati Uniti come “il più grande fornitore di violenza nel mondo di oggi”. E l’ha visto assassinato a Memphis quando stava sostenendo uno sciopero dei lavoratori del settore sanitario per la giustizia economica.

Campbell viveva secondo il suo credo spesso citato: “Se devi amarne uno, devi amarli tutti“. Come King, credeva nel potere redentivo e trasformativo del perdono.

Le élite al potere e i cortigiani che strombazzano la loro superiorità morale condannando e mettendo a tacere coloro che non si conformano linguisticamente al discorso politicamente corretto sono i nuovi giacobini. Si crogiolano in un’arroganza ipocrita, resa possibile dal loro privilegio, che maschera la loro sottomissione al potere aziendale e la loro amoralità.

Non combattono l’ingiustizia sociale ed economica.

Mettono a tacere, con l’assistenza entusiasta delle piattaforme digitali della Silicon Valley, coloro che sono schiacciati e deformati dai sistemi di oppressione e coloro che non hanno la loro politesse finemente sviluppata e la deferenza alla moda linguistica. Sono gli utili idioti del potere corporativo e dell’emergente stato di polizia. La cultura della cancellazione non è la strada della riforma. È la strada per la tirannia.

Copyright 2018 Chris Hedges (pubblicato qui con permesso)

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222 risposte a Conflitti veri, conflitti falsi

  1. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    Articolo meraviglioso, fra i migliori che hai mai postato.

    Copiato e salvato, me lo devo studiare con calma. Si poteva intitolare “Orwell in America” (‘Una volta che si controlla ciò che la gente dice, si controlla ciò che pensa.’). Devo leggerlo in originale, scommetto che un testo così bello in traduzione qualcosa per forza perda ed è un peccato.

    Detto questo, mi sembra affetto dal solito difetto di quella che convenzionalmente si chiama “sinistra”: l’autoflagellazione.

    In sostanza, l’analisi acutissima dell’autore dimostra come i ‘liberal’ sono ipocritamente viziati dallo stesso difetto che rimproverano ai loro opponenti: l’ipocrita autocensura che impedisce loro di riconoscere l’evidente umanità comune a loro e ai loro avversari. Avversari che sovente si guardano bene dal riconoscere la loro, di umanità.

    Ora, se si parlasse di convertirli alla causa ‘liberal’ (continuo a usare le virgolette per evitare di incartarmi su una discussione troppo approfondita sul significato dei termini, discussione importante ma che qui mi porterebbe fuori tema) l’autore avrebbe certamente ragione. E’ un cattivo pastore quello che – in cuor suo, o apertamente – denigra le pecorelle che deve riportare sulla retta via. Le Scritture, ad esempio, contengono ammonimenti a non insuperbirsi nella fede di fronte ai miscredenti (“essere tutto in tutti”, ecc.).

    Il punto è qui non si parla di conversione, ma di lotta politica. Lo scopo della lotta politica non è la conversione. E’ realizzare il proprio programma, quale che sia. Il che implica soprattutto impedire che i concorrenti realizzino il loro quando quest’ultimo contraddice il nostro. Per far ciò è necessario impadronirsi del potere (che è sempre, per definizione, il potere di fare male agli altri se lo si ritiene necessario, ossia di avocare a sé l’esclusiva legittimità di infliggere mali). E per impadronirsi del potere è necessario innanzitutto evitare che se ne impadroniscano gli altri.

    In questo gioco a somma zero l’umanità e le qualità necessarie a riconoscere l’umanità altrui come l’empatia e l’umiltà la cui mancanza correttamente l’autore denuncia nelle file dei ‘liberal’ – qualità tanto importanti nei rapporti interpersonali, e che sole permettono una vita felice – sono fuori posto.

    Conta invece, come insegnava un certo Gramsci, l’ “egemonia”. Egemonia è quando si arriva a far passare i valori della propria classe, del proprio gruppo, “de ‘noantri” insomma, come i Valori (lettera maiuscola a intento parodistico, come al solito) dell’intera società: tanto da rendere ridicoli fino al disprezzo e meritevoli di emarginazione e censura i Valori dei concorrenti.

    La borghesia capitalistica aveva l’egemonia una volta, l’ha quasi persa mezzo secolo fa e ora l’ha riconquistata (TINA: “There Is No Alternative” to the free market, of course). Prima della borghesia era la Chiesa (almeno da noi). Di fronte alle crisi ricorrenti, la borghesia ha mutuato nella propria egemonia concetti storicamente della sinistra come la lotta alle discriminazioni, da cui il “politically correct” messo così sistematicamente alla berlina qui da Moi.

    Questo non significa che non ci sia un serissimo tentativo, da parte di chi rappresenta quei ceti di piccola borghesia al di fuori dei grandi giochi della globalizzazione, di sostituire all’egemonia borghese irrorata di Valori della Sinistra un’altra egemonia, fatta di razzismo sciovinista, xenofobo e sessista e basata sul sovranismo (cioè sulla falsa coscienza di quei ceti che sia possibile risolvere con successo i problemi globali al di fuori di una cornice globale).

    E sicuramente nessuno di Sinistra può davvero preferire che prevalga l’egemonia “sovranista”. Solo rimanendo bene ancorati alla propria monade, pur nella consapevolezza che è una monade e che le monadi altrui sono altrettanto valide per chi le vive, si può resistere.

    Ecco perchè quei “liberal” che hanno sghignazzato a vedere quel Klansman sbagliare passo si sono comportati in un modo certo ipocrita e certo poco caritatevole, ma appunto “politically correct”.

    L’autore dimentica il fatto fondamentale che e’ ‘giusto’ (cioè, commendevole in ambito politico) sfottere un Klansman quando fa una fesseria non perchè sia una fesseria (quante volte da recluta ho sbagliato io il passo di marcia in caserma!) ma perchè è un Klansman. Allo stesso modo, non si schifa Trump perchè voleva il “muro contro il Messico”, ma si schifa il muro contro il Messico perchè lo voleva Trump.

    Se a furia di sfotterlo abitueremo noi stessi a ridere automaticamente vedendo un Klansman cominceranno a farlo anche quelli che non sanno nemmeno cosa sia il Klan. E la lunga notte sarà un poco più lontana.

    Attenzione perchè si rischia grosso. Dato che tutti i Valori sono poco più di “flatus vocis” – sono essenzialmente strumenti per il potere. Non è che una volta trionfata l’egemonia di qualche gruppo la denigrazione dei Valori altrui smette. Al contrario, si intensifica, perchè l’egemonia si giustifica precisamente nella denuncia e nell’emarginazione dei Valori avversari, che devono sempre essere presenti. Non si contano gli articoli anticomunisti della stampa italiana da quando il comunismo ha cessato di esistere, proprio come ai tempi del XVII Congresso del PCUS “la lotta ai nemici del popolo si intensifica all’avvicinarsi della piena realizzazone del socialismo”

    Insomma, questo doublethink lo usano tutti, e proprio i ‘liberal’ devono astenersi masochisticamente dall’usarlo?

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Miguel Martinez scrive:

      Per ADV

      Come al solito fai delle riflessioni di una lucidità straordinaria, e apprezzo anche il tuo approccio amorale.

      Forse (dico forse, non so molto di te) ti sfugge un altro aspetto.

      Come sai, noi qui da anni combattiamo gli speculatori immobiliari. E lo facciamo perché qualunque persona si accorge del danno che fanno, a prescindere da cosa pensi di Israele, dell’immigrazione, dei trans o della storia italiana.

      Però quando arriva l’architetto alternativo di Sinistra che sa tutto lui, che non ci ha mai ascoltati, e proclama lui come deve essere l’Oltrarno, beh, la tendenza a prenderlo a calci c’è.

      E se si permettesse pure di dire che siamo ignoranti e transfobici e sovranisti, la metà di noi passerebbe con Salvini.

      E gli speculatori godrebbero.

      E a questo punto diventa veramente una lotta di classe, perché i sinistri con il Ditino Imparatore sono davvero molto più benestanti – oggi facevo l’elenco degli aristocratici di sinistra di Firenze, e mi scappava da ridere.

      E quando uno che è più ricco di te, ha meno problemi di te, ti sfotte pure e anzi cerca di cacciarti e rovinarti la vita, ti incazzi.

      Per fortuna a Firenze non succede, perché alla fine è un villaggio e nemmeno al conte/marchese, gli conviene sfottere troppo lo stalliere, ma in altre situazioni è ormai la norma.

      • Miguel Martinez scrive:

        “nemmeno al conte/marchese, gli conviene sfottere troppo lo stalliere, ma in altre situazioni è ormai la norma.”

        Io credo che se dovessimo trovare un punto unico, che unisce davvero tutti coloro che vengono chiamati oggi “di Destra” (di solito non da loro stessi), è semplicemente questo: l’astio verso i “radicalchic”.

        E questo astio è proporzionale al disprezzo che i “radicalchic” provano verso di loro.

        Anzi, diventa un motivo sufficiente per “essere di Destra”, eventuali progetti politici confusi sono solo una scusa.

        E siccome la maggior parte dell’umanità è “ignorante”, povera, poca astratta nel linguaggio, è spontanea nei comportamenti, giudica spontaneamente e non dopo aver consultato il manuale del Haram e del Halal, questa “egemonia” trasforma la maggior parte dell’umanità in Destra.

        • Moi scrive:

          … basta anche il restare indietro con gli aggiornamenti : pensiamo al destino giudiziario e accademico di due donne così diversificatesi nel tempo, partire dal “Femminismo Classico” 😉 , comme Lidia Falcón O’Neill e Judith Butler !

          La prima è più datata di una Suffragetta Vittoriana ;), la seconda ha già visto in che futuro vivranno i bambini,le bambine e l* bambin* di oggi in età adulta matura.

          • Moi scrive:

            @ PINO

            a proposito di Suffragette … il film (c’è anche serie tv?) Netflix che ne mostra la scuola marziale simile al Bartitsu , detta Suffrajitsu è Enola Holmes !

            Han messo anche come “Senseiessa”;) una robusta signora nera !

      • mirko scrive:

        L’impressione che si ha leggendo Di Vita, è che dietro una spruzzata di socialismo, si nasconda un pensiero organico ai poteri forti globalisti, oggi rappresentati in Italia dal varano alla presidenza del consiglio.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Mirko

          “L’impressione che si ha leggendo Di Vita, è che dietro una spruzzata di socialismo, si nasconda un pensiero organico ai poteri forti globalisti, oggi rappresentati in Italia dal varano alla presidenza del consiglio.”

          Non è esattamente questo.

          ADV, che peraltro considero un amico, ci conosciamo personalmente, è una delle rare persone che hanno un pensiero veramente coerente.

          Ovviamente in assoluta buona fede, non ha certo nulla da guadagnarci a cercare di raccontarcelo in questo remoto angolo di mondo.

          Il suo è un pensiero forte, chiaro. E spiega anche perché la Sinistra, che lui lucidamente rappresenta, è un sottoprodotto del capitalismo 🙂

          • mirko scrive:

            Gratta il socialista, e spunta fuori il liberale. 😉

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Mirko

              “Gratta il socialista, e spunta fuori il liberale.”

              E’ una faccenda molto complessa.

              Ho evitato di definire Hedges come “di sinistra”, ho detto che è “vicino a Marx”, che cita molto spesso in altri articoli.

              Quelli “vicini a Marx”, il geniale smascheratore del capitalismo nascente, si dividono in due pianeti opposti.

              Da una parte, quelli che credono che il Capitalismo sia solo l’inizio, poi arriva il Socialismo che sarà il Supercapitalismo; che credono all’individuo isolato di fronte allo Stato; al controllo razionale umano su ogni cosa che si muove nel pianeta; e alla fine, all’Uomo con la U maiuscola che conquista e sbucalta i pianeti con i suoi Algoritmi…

              Dalla parte opposta, chi si fida in qualche moda degli esseri viventi umani e non, sente che possono convivere rispettandosi, coglie la mortalità e la materialità e fallibilità delle cose, rinuncia a dominare e giudicare gli altri, non pretende di decidere della vita altrui… “scale that down too…”

              Ai due poli opposti, stalinisti/Silicon Valley, anarchici/luddisti/oltrarnini.

              • mirko scrive:

                Ma io mi riferivo a Di Vita. 🙂

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Mirko

                “Ma io mi riferivo a Di Vita. ”

                Certo, ma lui esprime molto bene una visione del mondo.

                Che dice anche cose sensate:

                “visto che la specie umana, in linea di massima, tende a essere insaziabile, e siamo già arrivati al limite ecologico, o arriviamo al collasso, oppure si rinchiudono tutti gli otto miliardi di umanetti dentro carceri virtuali, dove saranno nutriti con tubi e divertiti con intelligenza artificiali finché non crepano. Poi se ci va bene, si riuscirà a conquistare Marte e far campare ottanta miliardi di persone in gabbie per criceti”.

                E’ un futuro assai più probabile di quello che potrei auspicare io per mio figlio; il problema è che comunque la catastrofe è solo rimandata.

              • mirko scrive:

                La visione dei poteri forti globalisti.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                Con la differenza non da pico che la prima visione affronta il problema di sopravvivenza di miliardi di individui, la seconda no. (Una visione anarcoindividualista dell’energia (dunque della società) sembra impossibile, ora che è sfumata anche la fusione fredda)

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Mirko

                “globalisti”

                Ad essere globali sono i problemi. Affrontarli negandone la natura è come svuotare il mare con un cucchiaio: insensato.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Martinez

            Grazie dell’apprezzamento, che contraccambio di cuore. Qua io ci vengo (quando posso) perché imparo un sacco di cose e conosco persone interessanti.

            Qua ro al socialismo sottoprodotto del capitalismo, beh, direi che ne è una conseguenza (ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria).

            O meglio, una scappatoia. O socialismo o barbarie.

            Ma non si ottiene certo il controllo sociale dei mezzi di produzione negandone l’esistenza e le implicazioni.

            In questo senso, credo davvero di essere mio malgrado più liberale di molti dei frequentatori abituali di questo blog.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Miguel Martinez scrive:

              Per ADV

              “Grazie dell’apprezzamento, che contraccambio di cuore. Qua io ci vengo (quando posso) perché imparo un sacco di cose e conosco persone interessanti.”

              E noi ti dobbiamo uno straordinario viaggio per la Polonia.

            • mirko scrive:

              Che tu sia un liberale, non si hanno dubbi.

              • mirko scrive:

                In riferimento al pensiero di Di Vita.

              • Francesco scrive:

                Duca,

                rispondo a te qui, perchè la questione interessa, mi sa, solo noi due.

                ADV sta transitando dal positivismo socialista attraverso lo stalinismo efficientista ed è ormai in vista del fascismo tecnocratico. L’unica costante delle sue posizioni è il rifiuto della libertà individuale (liberalismo) e di quella economica (liberismo).

                Non riesco a capire cosa ci vedi di liberale in nessun senso, davvero.

                Lui schiaccia i deboli in nome dell’efficienza del sistema e dei limiti ecologici, non come effetto dell’esercizio della libertà degli individui!

                Ciao

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Martinez

        La mamma dei fessi è sempre incinta.

        A uno di questi fighetti che negli anni Settanta rimproverava Finardi (!) di essere troppo “nazionalpopolare” (!!) il cantante rispose in modo poco educato. Al che quello “Da come ti esprimi direi che dovresti leggeri di più Marx ed Hegel” e Finardi, presolo e sbattutolo al muro, rispose con tono di voce adeguato “io leggo Tex Willer e ti mando affan..lo!”.

        Penso che Tex Willer a Oltrarno ci stia benissimo (da buon fumettaro, vi ho anche dato il cinque per mille).

        Ciao!

        Andrea Di Vita

    • Peucezio scrive:

      Andrea,
      “Di fronte alle crisi ricorrenti, la borghesia ha mutuato nella propria egemonia concetti storicamente della sinistra come la lotta alle discriminazioni, da cui il “politically correct” messo così sistematicamente alla berlina qui da Moi. ”

      Ne parli, però, come se la borghesia e la sinistra siano due cose diverse.
      Se ti riferisci alla sinistra operaia di un tempo è vero, ma non era una sinistra che lottava contro le discriminazioni: quelli in Italia erano gente che ce l’aveva con gli omosessuali e i “terroni” che arrivavano nelle fabbriche del nord disposti a lavorare a meno danneggiando gli operai del posto.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Peucezio

        Vale il principio marxiano dell'”alleanza fra produttori”. La borghesia, come i lavoratori dipendenti, è un arcipelago: ai tempi di Marx era composto solo da artigiani da un lato e padrini delle ferriere dall’altro. Oggi invece è composta da mille ceti spesso in contrasto fra loro, e il dipendente magari ha casa di proprietà e titoli in banca.

        La distinzione è ormai fra ceti produttivi e ceti parassitari.

        Ecco perché un Cingolani può essere considerato più di sinistra dell’idraulico che non fa la fattura.

        La discriminazione razziale, etnica, sessuale o altro fa il gioco dei ceti più parassitari (da noi in Italia, ad esempio, gli evasori) perché aizza la guerra fra poveri per distrarre dai veri problemi.

        E poiché senza alleanza fra i ceti produttivi non si ha controllo sociale dei mezzi di produzione, la lotta alle discriminazioni (che quando diventa egemonia produce il politically correct) è intrinsecamente di sinistra.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Peucezio scrive:

          Gli evasori però sono i ceti meno parassitari di tutti, perché lavorano e pagano una parte delle tasse.
          I ceti parassitari sono quelli che campano delle tasse senza fare PIL.

          Inoltre non vedo in che senso gli immigrati sarebbero ceti produttivi: sono un peso per lo stato sociale. Mentre quelli integrati e produttivi davvero raramente suscitano discriminazione (chi è che si scaglia seriamente contro i cinesi e i loro negozietti?).
          Bisogna peraltro notare che anche gli immigrati produttivi evadono volentieri e inoltre fanno grandi rimesse ai paesi d’origine.

          Poi c’è la discriminazione che non c’entra nulla coi rapporti economici, come quella verso gli omosessuali, transessuali, ecc. Mi pare evidente come anche questa sia diventata una bandiera dei ceti ricchi per alimentare il senso di colpa e di delegittimazione morale e politica nei ceti bassi.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ peucezio

            L’Italia ha il record europeo (von la Grecia) per l’evasione. Se vuoi ti subisso di numeri. Qui basti ricordare che l’evasore con l’appendicite si fa operare dalla stessa sanità pubblica pagata dalle tasse di chi le paga. Se si vuole abbassare le tasse basta farle pagare a tutti, come si è fatto col canone Rai.

            Quanto ai migranti, a parte che già oggi da noi producono il 10% del PIL, a parte che con sei figlie messe in media al mondo da dieci madri in capo a cinquant’anni senza migranti non avremmo più badanti per i nostri vecchi e operai per le nostre fabbriche, a parte che intere strade della mia città sono state salvate dal degrado solo grazie al lavoro dei migranti, basti ricordare che se troviamo cassette di pomodori a cinque euro lo dobbiamo ai migranti che li raccolgono. Il sovranità contrario ai migranti può sempre andare a raccogliere pomodori lui con la stessa paga, così da alleviare il bisogno di migranti nell’economia nazionale. Se non lo fa è il solito ipocrita che vuole la moglie piena (il cibo a basso prezzo) e la moglie ubriaca (i migranti fuori dai piedi).

            Meno male che a governare questo continente non sono solo i sovranisti. I migranti sono la nostra salvezza.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Miguel Martinez scrive:

              Per ADV

              “Quanto ai migranti, a parte che già oggi da noi producono il 10% del PIL”

              Molte delle cose che dici, mi trovano d’accordo, le cose stanno effettivamente così.

              Però non sono d’accordo quando dici:

              ” Il sovranista contrario ai migranti può sempre andare a raccogliere pomodori lui con la stessa paga, così da alleviare il bisogno di migranti nell’economia nazionale.”

              No, potrebbe chiedere una paga molto più alta.

              E magari lavorare la terra diventerebbe più allettante;

              e i piccoli contadini agroecologici diventerebbero concorrenziali;

              e il proprietario delle terre scoprirebbe improvvisamente che magari fare le monocolture industriali non è tutto sto granché.

              Ma sappiamo tutti che i “sovranisti” questo non lo faranno, perché alla fine interessa loro solo fare un po’ di caciara, non trasformare davvero l’Italia.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                Concordo.

                Aggiungo solo che se si trovano (a Genova, al nord, non a Caltagirone, al sud…) ottimi pomodori a 1 €/kg lo si deve al fatto che ci sono braccianti pagati meno di 1€ l’ora. Chiaramente sono migranti.

                Tra l’altro: mia figlia adora gli gnocchi ripieni al tartufo. Un supermercato li vende a Genova a 2.99€/Kg, e sono prodotti da un’azienda di Torino. Mia figlia l’anno scorso era a Berlino. In un supermercato della stessa catena che c’è a Genova ha trovato gli stessi gnocchi Della stessa azienda, stessa confezione ecc. a 1€. Mia figlia ne deduce che la distribuzione è più costosa fra Torino e Genova che fra Torino e Berlino. Ne segue che se pago ottimi pomodori a 1€/Kg, con tutta la catena di distribuzione fra me e il contadino quest’ultimo prende ben poco, e per non rimetterci al bracciante dovrà pagare una miseria.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                >> No, potrebbe chiedere una paga molto più alta.

                e il costo del cibo? cosa pensi succederebbe?

                sono assai curioso

              • Miguel Martinez scrive:

                per Francesco

                “e il costo del cibo? cosa pensi succederebbe?”

                Aumenterebbe. E siccome tu mi insegni che il mercato fa miracoli, diminuirebbe moltissimo lo spreco 🙂

              • Francesco scrive:

                Ottimo. Se non fosse che ci sono quelli che il cibo lo mangiano e non lo sprecano perchè ai prezzi attuali ci stanno dentro a malapena.

                Temo

                ciao

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “Ottimo. Se non fosse che ci sono quelli che il cibo lo mangiano e non lo sprecano perchè ai prezzi attuali ci stanno dentro a malapena.

                Temo”

                Cambia le spese per altre cose (auto, casa, vacanze), poi rifai il calcolo.

          • PinoMamet scrive:

            Mmm

            non sono sicuro però che trovare cassette di pomodori a 5 euro sia un bene.

            Nè per noi (che ci mettono dentro per farne così tanti e sempre disponibili, tutto l’anno?);
            né per chi li raccoglie (quanto poco devono essere pagati perché la cassetta costi così poco? quanto devono lavorare?);
            nè per chi possiede il terreno (a quale concorrenza deve fare fronte? di chi? come farà a tagliare i costi?)
            e neppure per chi coltiva i pomodori in modo diverso e “sostenibile”…

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Pino Mamet

              “non sono sicuro però che trovare cassette di pomodori a 5 euro sia un bene.”

              Concordo in pieno.

              Come ho avuto occasione di dire un migliaio di volte, è il tetto che dovrebbe costare di meno, cibo e vestiti di più.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ PM

              “sicuro”

              Ti assicuro che i pensionati che vanno a fare la spesso sono sicurissimi.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • PinoMamet scrive:

              Anche il caporale che sfrutta gli immigrati….

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ PM

                “caporale”

                …che esiste finché si vogliono i pomodori a 1€/kg.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                quello è una eccellenza italiana ma non fa parte necessaria del sistema, credo

                🙁

          • PinoMamet scrive:

            “L’Italia ha il record europeo (von la Grecia) per l’evasione. ”

            mah.
            “Evasione” vuol dire tante cose, quasi tutte belle: scappare dal carcere, oppure prendersi un’oretta libera per guardare un film di Totò.

            Può anche voler dire trovare il modo di non pagare un’annualità di un bollo scaduto di un’auto rottamata dieci anni fa, sul quale lo Stato ti chiede di pagare una cifra spropositata di interessi (esempio VERO).

            In fondo, in fondo, può anche voler dire il milionario che non paga i contributi ai suoi lavoratori, o che trova il modo di mettere i suoi “sudati” risparmi & ruberie all’estero, ma su questi lo Stato interviene con meno solerzia, perché “tanto non c’è niente da fare”…

            a prenderli al pensionato che non ha pagato una multa, o al fruttarolo che non ha fatto una fattura, sono sempre buoni, invece.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ PM

              Se mi ci metto ti trovò con calma le stime sull’evasione IRPEF e Iva in Italia. Sono allucinanti. E al 90% sono da imputare a piccoli bottegai, non ai grandi complessi (che proprio per le loto grandi dimensioni, tra l”altro, hanno anche grande visibilità). Tutti questi evasori votano.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “E al 90% sono da imputare a piccoli bottegai, non ai grandi complessi (che proprio per le loto grandi dimensioni, tra l”altro, hanno anche grande visibilità)”

                Veramente l’unico negoziante che conosco che si dimentica lo scontrino è il kebabbaro pakistano.

                Io odio gli scontrini, che sono su carta non riciclabile (non vanno assolutamente buttati nella carta!), specie il secondo scontrino che ti rifilano se paghi con il bancomat.

                Motivo per cui di solito sono i negozianti che mi gridano dietro, “ehi, non dimenticarti lo scontrino!”

                Oltretutto mi dicono che non hanno alcuna convenienza a non dare lo scontrino, essendoci gli studi di settore.

              • Francesco scrive:

                >>> E al 90% sono da imputare a piccoli bottegai, non ai grandi complessi

                questo credo sia falso, anche se ci vuole uno molto bravo per fare questi conti … le leggi fiscali le fanno i burattini dei grandi complessi, lo sai

            • PinoMamet scrive:

              Non cu sarebbe da chiedersi come mai in Italia tanti piccoli bottegai evadono le tasse??

              Lo.troverei più utile di criminalizzarli e prendersela perché votano.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ PM

                Perché glielo lasciano fare per comprarsi i loro voti.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • roberto scrive:

                Non le pagano perché si vive meglio, si hanno più soldi in tasca, si fa concorrenza sleale agli altri, la possibilità di essere beccati è infima

                E francamente ce ne sono tanti che invece pagano tutto, e mi dispiace che facciano un po’ la figura dei fessi

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Non cu sarebbe da chiedersi come mai in Italia tanti piccoli bottegai evadono le tasse??”

                E’ più vantaggioso pagarle o non pagarle?

              • PinoMamet scrive:

                “Perché glielo lasciano fare per comprarsi i loro voti.”

                Questo mi pare il mondo alla rovescia.

                In Italia si è controllatissimi, rispetto ad altri paesi; ed evadere non è tanto semplice.

                A me pare che molte persone (quelle che chiami “bottegai”) evadano le tasse perché sono costrette a farlo da una fiscalità opprimente ed esosa.

                Non lo fanno per sport e non lo fanno per pagarsi le vacanze ai Caraibi.

                E la fiscalità è opprimente, per loro, perché non lo è per tutte quelle categorie che sono così potenti da essere ritenute (probabilmente a torto) intoccabili- quelle che, se vengono scoperte, possono permettersi di “patteggiare” soluzioni comodissime per loro, come in casi famosi di qualche anno fa, mentre la persona comune verrebbe spolpata fino all’osso.

                Tutte quelle categorie di persone iper-protette, contro le quali ogni provvedimento è regolarmente bollato come “demagogico”, “inutile” e “i problemi sono ben altri”, vale a dire l’idraulico che non ti fa la fattura per mandare il figlio a nuoto.

              • roberto scrive:

                “ In Italia si è controllatissimi, rispetto ad altri paesi;”

                Lasciando perdere la Francia dove il sistema fiscale è stato inventato da uno psicopatico perverso (per un cambio di indirizzo ampiamente dichiarato che l’amministrazione fiscale si è perso, mi sono ritrovato un debito di 500 euro ed un conto in banca sequestrato, conto sul quale c’erano 20.000 euri…due anni di contenzioso),
                Nel mio allegro paradiso fiscale, per tre anni che mia moglie è stata libera professionista ha avuto 6 (sei!) controlli fiscali, uno all’anno per l’IVA e uno all’anno per tutto il resto.
                Controlli intendo che vai all’ufficio delle imposte con tutte le tue carte e passi una giornata a rispondere a domande su ogni scontrino…se anche l’Italia è diventata così (come il Lussemburgo dico, non come la Francia) non posso che compiacermene

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ PM

                Noi due viviamo in pianeti di galassie differenti

                Dieci milioni di dichiarazioni IRPEF sotto ai 10000€.

                Un imponibile medio annuo IRPEF di 21600€.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “Un imponibile medio annuo IRPEF di 21600€.”

                Non so quanto guadagni tu.

                Io molto di meno, anzi 21,600 euro l’anno mi sembra una cifra da ricchi.

              • PinoMamet scrive:

                “Dieci milioni di dichiarazioni IRPEF sotto ai 10000€.

                Un imponibile medio annuo IRPEF di 21600€.”

                ehmm.. e quindi? a scuola non si imparano più a far la media aritmetica? 😉

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “Gli evasori però sono i ceti meno parassitari di tutti, perché lavorano e pagano una parte delle tasse.”

            Mah! Ho conosciuto evasori che lavoravano molto poco nella vita, visto che tenevano i dipendenti in nero a lavorare per loro.

            “I ceti parassitari sono quelli che campano delle tasse senza fare PIL”

            Come fai a non fare PIL, scusa? Lo chiedo per un amico.

            • Francesco scrive:

              i dipendenti pubblici, per esempio

              siccome per definizione non vendono i loro servizi, non fanno PIL* e per conteggiarli si usa il loro costo

              non sempre l’economia è una cosa seria

              * ed è giusto così, naturalmente

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Appunto, si usa il loro costo. Quindi fanno PIL.

                “non sempre l’economia è una cosa seria”

                Non sono io a metterla sul piano del PIL.

              • Francesco scrive:

                caro

                fanno PIL in senso puramente contabile, che non è esattamente produrre valore economico vero

                altrimenti basterebbe assumere un milione di disoccupati alle Poste e l’economia italiana si risanerebbe come per miracolo

                oppure decidere che le casalinghe fanno PIL anche loro e inventarsi un valore orario del loro lavoro. altro che la crescita cinese!

        • Miguel Martinez scrive:

          Per ADV

          “Ecco perché un Cingolani può essere considerato più di sinistra dell’idraulico che non fa la fattura.”

          Cioè il tizio strapagato dalla Leonardo e dalla Ferrari per rendere inutili gli esseri umani inventando robottini, è più di Sinistra di chi ti stasa il cesso?

          • Miguel Martinez scrive:

            Per ADV

            ““Ecco perché un Cingolani può essere considerato più di sinistra dell’idraulico che non fa la fattura.”

            Cioè il tizio strapagato dalla Leonardo e dalla Ferrari per rendere inutili gli esseri umani inventando robottini, è più di Sinistra di chi ti stasa il cesso?”

            Aggiungo che l’idraulico è anche soggetto agli studi di settore, come lo siamo anche noi traduttori.

            Di Cingolani non so nulla, ma non escludo che un signore che ha uno stipendio ottimo come docente, che avrà tre altri stipendi ancora migliori come dirigente della Leonardo, della Ferrari e dell’IRI, che viene retribuito sicuramente per le altre attività che organizza… non escludo che questo signore abbia un commercialista in grado di ridurre al minimo il carico fiscale che deve subire.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Martinez

            “Sinistra”

            Guarda che non è che essere più poveri ti da’ automaticamente lo stemmino con la falce e il martello da mettere al bavero. E molti poveri sono convintamente di destra.

            Il discrimine sta non nel reddito, ma nella risposta alla domanda: sei d’accordo nel limitare la proprietà privata dei mezzi di produzione?

            Un miserabile che si considera un milionario provvisoriamente in bolletta, come tanti diseredati statunitensi fiduciosi nel “sogno americano”, risponderà di no, e lo chiameremo ” di destra”.

            Uno scienziato abituato a lavorare coi soldi del finanziamento pubblico alla ricerca e che sa bene quanti benefici si otterrebbero rimpolpando adeguatamente i fondi pubblici per una ricerca non asservita al profitto di privati può benissimo essere di sinistra.

            Di tutti i fisici che ho conosciuto, e credimi se ti dico che ne ho conosciuti tanti, quelli “di destra” si contano sulle dita di una sola mano.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Miguel Martinez scrive:

              Per ADV

              “Guarda che non è che essere più poveri ti da’ automaticamente lo stemmino con la falce e il martello da mettere al bavero”

              non ho detto questo.

              Ho chiesto se è “di sinistra” un signore che lavora per la Ferrari (ditta che elude il fisco avendo sede in Olanda) e che cerca di inventare nuovi strumenti di produzione per i privati. E che può permettersi (non dico che lo faccia, è solo un’ipotesi) forme di evasione perfettamente legali, a differenza dell’idraulico.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                Se quel signore spinge nella direzione di aumentare i finanziamenti alla ricerca pubblica (che non coincidono necessariamente coi finanziamenti pubblici alla ricerca) sì che è di sinistra.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “Ecco perché un Cingolani può essere considerato più di sinistra dell’idraulico che non fa la fattura.”

          Non ho idea di che idee politiche abbia Cingolani. Non è ciò che uno fa nella vita che determina le sue idee.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per MT

            “Non ho idea di che idee politiche abbia Cingolani. Non è ciò che uno fa nella vita che determina le sue idee.”

            Credo che sia abbastanza chiaro come la pensi sulle cose fondamentali.

            Poi non so per quale squadra di calcio o quale partito tifi, e mi interessa relativamente.

          • Francesco scrive:

            “ciò che uno fa nella vita” forse rivela le sue idee, anche meglio di quello che dice?

            domanda seria

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Se uno è operaio nell’indotto dell’industria automobilistica è favorevole alla motorizzazione di massa, quindi. E se il ramo d’azienda in cui lavora viene ceduto ad un fornitore di un produttore di locomotori, improvvisamente si converte al trasporto pubblico su rotaia.
              Interessante ipotesi.

              • Francesco scrive:

                parli dello specifico oggetto prodotto dalla persona?

                non credo fosse quelli di cui parlavamo noi, però

                ciao

    • Francesco scrive:

      Caro Andrea,

      non solo sbagli tutto ma anche come strategia è eccezionalmente perdente.

      Senza contare che certe vittorie, con certi strumenti, sono identiche alle sconfitte, tranne per i due o tre che si trovano in cima alla piramide del potere.

      Eppure la vicenda di Lenin e Stalin è così paradigmatica, come può non chiarirti le cose? i bolscevichi hanno fatto tutto il necessario (bugia che vuol dire un sacco di porcherie) per arrivare al potere e per conservarlo, solo per essere massacrati tutti da Stalin.

      Tocca citarti Socrate, Gesù, Pannella e il reverendo Will!

      Ciao

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Francesco

        La mia non è una prescrizione.

        E’ una descrizione.

        Anche i “buoni” finiscono col fare così, che li vogliano o no, non solo i “cattivi”.

        Dato che l’essere umano è gregario, non sociale, ama radunarsi in branchi per cacciare la preda. E la preda più succosa è un altro essere umano.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          no, questa è la bugia più grossa che riesco a immaginare, peggio anche di quelle degli amici di Moi!

          perchè ti intristisci dietro a brutte menzogne?

          ciao

  2. mirko scrive:

    Credo che il senso dell’articolo sia il superamento delle tensioni razziali, nel momento in cui si riconosce che dietro qualunque ideologia vi siano persone sfigate e con gravi problemi.
    Mentre oggi si riconosce (giustamente) le discriminazioni subite dai neri o da altre minoranze, ma non quella dei bianchi poveri.
    Che poi sono la base del Ku Klux Klan e dei sostenitori di Trump.
    Solo una politica capace di ascoltare le ragioni di TUTTI gli sfigati, a qualsiasi gruppo appartengano, potrebbe, forse, tentare di superare la difficile questione razziale.
    La povertà negli USA non ha un solo colore.
    Mentre i fighetti ricchi-snob liberal sembrano avere una vista molto selettiva.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Mirko

      “Mentre i fighetti ricchi-snob liberal sembrano avere una vista molto selettiva.”

      Ma anche questo è umano.

      Forse tutti vorremmo sentirci migliori degli altri, aristoi…

      E la Morale ti dà il Ditino Imparatore più lungo.

      “Io dico ‘ciao tuttu’, e chi non lo dice è uno schifoso amorale!”

      E siccome a dire “tuttu” si è in pochi, si appartiene automaticamente a una élite pazzescamente selettiva.

      E posso anche provare il piacere del potere di punire la bestia ignorante subumana che non sa dire “tuttu”.

      Volere la famosa “egemonia” (che suona figo, ma vuol dire, “voglio comandare io, e voglio che gli altri mi obbediscano!”) significa anche questo.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @_Martinez

        “anche questo”

        Come ricorda il Turing di “The imitation game”, la violenza, a praticarsi, è piacevole. Basta avere l’accortezza di scegliersi un avversario più debole.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • roberto scrive:

          Un mio allenatore di basket mille anni prima dell’esordio in serie D (mica pizza e fichi!) mi disse “se il centro avversario è più grosso ci parli, se è come te ci litighi, se è più piccolo lo picchi”
          🙂

  3. mirko scrive:

    errata corrige: si riconoscono

  4. Miguel Martinez scrive:

    Sulla Sinistra Realmente Esistente…

    Oggi, nel nostro Giardino, il sindaco si è infilato di nascosto e mascherato, e ha tenuto una conferenza stampa clandestina.

  5. Miguel Martinez scrive:

    Noi abbiamo saputo per caso (Firenze è un villaggio) che il Sindaco della Sinistra Realmente Esistente stava per fare una cosa ultrasegreta, nota unicamente a tutte le testate giornalistiche della Toscana.

    E allora abbiamo studiato come fare finta di non esserci, perché mica potevamo fare un Assembramento.

    Allora solo tre di noi dovevano capitare lì per puro caso, mentre il Sindaco faceva la conferenza stampa clandestina a tutta la stampa della Toscana, per vantarsi di una cosa in cui lui ci aveva messo giusto il tempo di fare una firma.

    Ripeto, questa è la Sinistra Realmente Esistente.

  6. Peucezio scrive:

    Miguel,
    ottimo!

  7. Alessandro scrive:

    Molto bello.

    Non so se ti sia mai capitato di leggere questo articolo (di qualche anno fa, e successivo ai fatti di Macerata in cui un tizio un po’ marginale sparò a degli immigrati) di Bifo:

    https://comune-info.net/antifascismo-no-grazie/

    Secondo me vale la pena leggerlo, perché dice in modo molto chiaro cose simili all’articolo che hai postato

  8. Ujjj scrive:

    In gran parte condivisibile.
    Si capisce perfettamente il senso di nausea di fronte alle operazioni di greenwashing o gli hashtag blm o pridemonth sfoggiati dalle grandi compagnie che sono causa dei grandi problemi dell’umanità e che anche nelle questioni specifiche manifestano la loro estrema ipocrisia.
    Capisco anche come pure negli ambienti di “estrema” sinistra in molti non si riconoscano più, per via della tendenza a dedicarsi sempre di più ai temi di genere, lotta a omofobia e razzismo rispetto ai temi storici di giustizia sociale e lotta alle classi padronali.
    E sono d’accordo, il problema di fondo che colpisce trasversalmente neri, bianchi, trans, cis, etero, gay etc è lì.
    Nei rapporti di potere, nel modo in cui si produce e si suddivide.
    Questo però non toglie che società e cultura dominante non sono solo il modo di produzione, pur essendone influenzate.
    E non toglie la nausea che provo anche verso il vittimismo patetico del povero uomo bianco che non ha più la libertà di parola di fare le battute sessiste o razziste.
    Le battute in sé sono un non problema, ma la cultura patriarcale, la mentalità colonialista prima ancora che razzista secondo me esistono eccome.
    E se a livello culturale, blando, forse di facciata, qualcosa si muove nel senso opposto non vedo perché lamentarmi.
    Poi la storia “fanno quello, si occupano di questi temi INVECE DI occuparsi drlla disparità economica, del massacro sociale etc.” lascia il tempo che trova. Da sempre c’è chi si occupa di una cosa e chi di un’altra, se si vuole che certi temi ritornino centrali(cosa più che giusta) si parli di quei temi anziché fare lenzuolate scagliandosi contro chi si occupa di altro(che comunque esiste).

    • roberto scrive:

      Sono totalmente d’accordo sia sul condivisibile che sulla critica

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Ujjj

      Concordo.

      Aggiungo che l’unico vantaggio della “political correctness” è di considerare intollerabile ciò che è intollerabile, cioè la discriminazione. Il rifiuto della discriminazione fatto egemonia, direbbe Gramsci.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Peucezio scrive:

        Chi stabilisce cosa è tollerabile o no?
        Le soglie di tolleranza sono soggettive.
        E soprattutto culturali.
        Discriminare vuol dire distinguere, giudicare: l’intelligenza è intrinsecamente giudizio, discriminazione, discernimento critico.

        • mirko scrive:

          “Chi stabilisce cosa è tollerabile o no?”

          L’ideologia dominante del momento.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Mirko

            ““Chi stabilisce cosa è tollerabile o no?”

            L’ideologia dominante del momento.”

            Il problema è sempre, “fatta la legge, trovato l’inganno”.

            Il governo canadese stabilisce che è vietata la discriminazione per motivi genderosi.

            Arriva un maschio non castrato, che si dichiara la signora Jessica Yaniv, bussa alla porta di una mite signora di origine indiana che fa le cerette alle donne, e chiede di farsi fare una ceretta alle palle, perché lui è una donna.

            E quando la signora si rifiuta, il signor Jessica la denuncia per discriminazione, le donne non vanno discriminate solo perché hanno il pisello.

            • Francesco scrive:

              Appunto, questo prova (come se ce ne fosse stato bisogno) la puttanata dell’intolleranza legittima verso gli intolleranti (o intollerabili).

              Come si possa dare credito a una cosa simile anche solo per un secondo!

      • Miguel Martinez scrive:

        Per ADV

        “Aggiungo che l’unico vantaggio della “political correctness” è di considerare intollerabile ciò che è intollerabile, cioè la discriminazione.”

        Prendiamo il proprietario terriero (quello che produce i pomodori) che paga un italiano 15 euro l’ora con tutti i crismi, e lo fa dormire in una pensioncina.

        Invece paga 5 euro il ghanese e lo fa dormire nel porcile.

        Chiaro, discriminazione, da condannare, ecc. ecc.

        Ma se lo stesso proprietario terriero discrimina l’italiano solo perché non vuole dormire nel porcile e pretende più di 5 euro?

        Ecco che scopriamo che la discriminazione è innanzitutto economica.

        E’ quella che fa la differenza tra avere un tetto o no (che ripeto oggi è ben più importante che “avere cibo e vestiti”): come diceva una mia amica nera, “nessuno è mai razzista contro Naomi Campbell”.

        E la discriminazione si intreccia in modo feroce con la proprietà privata: adesso il Comune di Firenze ha venduto un enorme complesso sulla collina dietro Palazzo Pitti a un miliardario argentino, proprietario di catene di supermercati, non so se abbia mai nemmeno messo piede a Firenze… Lui ne farà un albergo a trenta stelle.

        E se io mi presento lì e dico che voglio entrarci, e non ho mille euro da dargli, mi discrimina, non con qualche innocua battutina contro i messicani, ma mi manda contro la polizia. E dopo, in tribunale, mi discriminerà pure il giudice.

        • roberto scrive:

          “ E se io mi presento lì e dico che voglio entrarci, e non ho mille euro da dargli, mi discrimina, ”

          🙂

          Nonostante ti sarò sembrato a volte un filo polemico. Ti assicuro che trovo molto affascinate come tu riesca a prendere una qualsiasi parola e trovarne un senso perfettamente logico ma totalmente diverso dal senso che le viene comunemente dato.

          Resta però che questa operazione per quanto veramente interessante, rende la comunicazione molto difficile

          • Miguel Martinez scrive:

            Per roberto

            “Ti assicuro che trovo molto affascinate come tu riesca a prendere una qualsiasi parola e trovarne un senso perfettamente logico ma totalmente diverso dal senso che le viene comunemente dato.”

            Grazie 🙂

            Ma il 90% delle discriminazioni al mondo sono su base economica.

            “Nessuno è razzista con Naomi Campbell”.

            Perché noi diamo per sacro, inviolabile e indiscutibile la proprietà privata.

            Facendo confusione tra il fatto che è giusto che Miguel Martinez non abbia il diritto di entrare nel salotto di Roberto e spaccare tutto;

            e la sacralità inviolabile della “proprietà” di una finanziaria lussemburghese con conti nelle Isole Cayman che apre una filiale in Liberia e compra un palazzo a Firenze.

            • PinoMamet scrive:

              D’accordissimo!

            • Miguel Martinez scrive:

              Premesso che sono il primo a dire che non va bene “discriminare” il bracciante clandestino ghanese chiudendolo nel porcile, ecc. ecc…

              Quando si esce da questo piano ovvio ed elementare, si rischia sempre di appellarsi al terzo.

              Io mi scontro con Roberto, che mi ha offeso mortalmente dicendo che il Messico è un paese sudamericano (e invece, cabrones, è Nord America!).

              Cosa faccio?

              Chiamo la mamma: cioè la polizia, i magistrati, i media, i politici.

              Che non vedono l’ora di poter stringere ancora la vite che ci controlla tutti.

              Per un giorno, farò festa sapendo che il nordamericanofobo è stato licenziato, che la Merkel ha dichiarato che Roberto è un mostro, che il padrone di casa ha deciso di dargli lo sfratto.

              E per tutto il futuro prevedibile, avrò dato un potere in più a polizia, magistrati, media, politici.

              Metteranno la telecamera in casa di Roberto (se ha ancora una casa) per controllare che lui non esprima mai più sentimenti nordamericanofobi… e visto che ci sono, la metteranno pure in casa mia, ma a quel punto non posso certo obiettare.

            • roberto scrive:

              “ Ma il 90% delle discriminazioni al mondo sono su base economica.”

              Io però non dico che non ci siano le discriminazioni economiche, anzi.
              È giusto che non mi sembra che “Miguel non può andare nell’albergo di lusso perché non ha 1000 euri” sia una discriminazione

              Poi non ho ben capito cosa c’entra tutto il resto

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “È giusto che non mi sembra che “Miguel non può andare nell’albergo di lusso perché non ha 1000 euri” sia una discriminazione ”

                Io non voglio andare nell’albergo di lusso.

                Voglio andare in un luogo che è stato storicamente pubblico, che appartiene ai cittadini di Firenze.

                Un altro esempio.

                Il nostro giardino è da cent’anni spazio pubblico.

                Arriva un camorrista – attualmente agli arresti domiciliari – che ha le carte notarili in regola, e nei luoghi in cui fino a ieri i bambini del rione potevano giocare, ci sono posti macchina in vendita a 50.000 euro l’uno.

                Ma secondo la logica di “sinistra” non sarebbe discriminazione: se il bambino tirasse fuori 50.000 ci potrebbe giocare anche lui.

                E a quel punto, è solo questione di linguaggio: dire “messicano di m… non devi giocare qui!” è da galera; dire, “il Notaio De Truffis con la presente, visti gli atti, dichiara che se ti permetti di mettere piede qui finisci in galera”, è indiscutibile e sacrosanto.

              • Miguel Martinez scrive:

                E ancora…

                Penso alla tanta gente che conosco, che io discrimino.

                Perché dormo in una casa, con un letto.

                E loro dormono sulle panchine, ammucchiando attentamente la loro roba, nella speranza che non venga rubata.

                Io non dico parolacce contro di loro, per carità…

                E allora perché loro stanno sotto la pioggia la notte, e io no?

              • roberto scrive:

                “ Penso alla tanta gente che conosco, che io discrimino.”

                Di nuovo, non mi pare che dormire sotto un tetto voglia dire discriminare i senzatetto, almeno nel senso comune della parola discriminare

                Esattamente come se Naomi Campbell non vuole uscire con me, non mi discrimina (vabbè tu mi dirai invece di si…)

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Di nuovo, non mi pare che dormire sotto un tetto voglia dire discriminare i senzatetto, almeno nel senso comune della parola discriminare ”

                Discriminare vuol dire per me negare a una persona ciò che invece si dà a un’altra.

                I motivi possono essere diversi, nella stragrande maggioranza dei casi sono economici.

              • roberto scrive:

                Ma a te la casa “te l’hanno data” o in qualche modo l’hai pagata?

                Sennò ritorniamo al punto di Naomi Campbell

              • Francesco scrive:

                Miguel

                ti stai scontrando con l’impraticabilità dell’egalitarismo o mi sbaglio?

                almeno arriva all’utopia socialdemocratica, in cui un minimo stabilito per legge viene fornito a tutti quelli che non riescono a procurarselo da soli

                moriremo tutti desiderando di essere svedesi?

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Martinez

          “innanzitutto”

          No. E’ “anche” economica. Di per sé il capitalismo non è razzista.

          Si racconta del direttore di un grande magazzino di Atlanta che avrebbe chiamato gli impiegati dicendo loro: “Devo proporre uno di voi come nuovo responsabile delle vendite: stipendio raddoppiato. Per scegliere, vi sottoporro’ a una domanda. Chi risponderà correttamente avrà la promozione. La domanda è questa”. E tira fuori dalla tasca una banconota da un dollaro. “La vedere questa? È una banconota da un dollaro presa dalle casse dei nostri grandi magazzini. Fatela girare fra di voi ed esaminatela con calma”. Compiuta l’operazione, il direttore dice: ” Chi di voi mi sa dire, avendo esaminato la banconota, se è stata spesa da un cliente bianco o da un cliente nero?”

          Se “pecunia non olet”, è chiaro che un ricco starà meglio di un povero a prescindere dal colore della pelle.

          Le discriminazioni razziali sono un di più. Servono a convincere il bianco povero che la causa dei suoi mali è il nero, e non il ricco che lo sfrutta. Servono a innescare la guerra fra poveri.

          Non a caso i sovranisti più convinti, che in quanto sovranisti sono a priori xenofobi, sono i piccoli bottegai (ovunque) e i ted neck bianchi (in USA), cioè quelli più a rischio con la globalizzazione. Più facile inveire contro chi sta peggio che coalizzarsi e attivarsi contro chi sta meglio.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Miguel Martinez scrive:

            per ADV

            “Servono a convincere il bianco povero che la causa dei suoi mali è il nero, e non il ricco che lo sfrutta. Servono a innescare la guerra fra poveri. ”

            la tesi è nota, e sicuramente ha avuto valore in certi momenti storici.

            Se mi dimostri che Amazon paga Salvini per sabotare gli scioperi dei rider usando questa tecnica, ti darò ragione anche per l’epoca nostra; o che il PD stia invitando il popolo a cacciare gli speculatori immobiliari sauditi e arriva la Lega per dividere chi si oppone.

            Io noto nella gente attuale di Destra un enorme risentimento verso l’alto (già ne parlava Zeta) – ce l’hanno con le banche, le multinazionali, “gli industriali tedeschi che vogliono rovinarci facendoci invadere da manodopera a basso prezzo”, “i ricchi nei loro quartieri bene che non sanno come si vive davvero”: è un frullato confuso, certamente.

            Ma non è che il PD faccia campagne “contro chi sta meglio”.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Martinez

              “PD”

              Lo credo bene. Far star meglio chi sta male non richiede campagne. Richiede rimuovere gli ostacoli allo sviluppo delle persone. Abolire il certificato di esistenza in vita (Bassanini), la tassa di passaggio sul cambio di gestore dei cellulari e il monopolio delle farmacie sui medicinali da banco (Bersani), la necessità di fare code al CAAF per la dichiarazione dei redditi (Gentiloni), l’eccesso di canone Rai per compensarne l’evasione granito l’inserimento del canone in bolletta (Renzi) sono esempi di pitica di sinistra, perché impedisce a questo o a quel privato di controllare, approfittandosene, di un bene comune.

              Sventolare bandiere rosse, no.

              Ciaoi!

              Andrea Di Vita

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Martinez

              Ma certo che nutrono risentimento.

              È lo stesso risentimento che hanno i seguaci di Biglino verso la “scienza ufficiale” che dubita degli Annunaki di Nibiru.

              La rabbia di vedere che c’è chi la sa abbastanza lunga da non credere alle loro panzane.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            è sbagliata: nella versione vera il direttore chiede “sapete dirmi se è stata spesa da un cliente nazista?”

            naturalmente nessuno potè dirlo e i nazisti da allora furono i benvenuti in quel grande magazzino

            ops

  9. mirko scrive:

    “Ad essere globali sono i problemi. Affrontarli negandone la natura è come svuotare il mare con un cucchiaio: insensato.”

    Mi chiedo come mai tu stia perdendo tempo su questo blog, quando ti spetterebbe un posto di sottosegetario nel governo del varano, vista la tua organicità ai poteri forti rappresentati dal mostruoso rettile alla presidenza del consiglio.
    Preferireri morire che vivere in un INCUBO tecnologico e col microchip nel cervello da te così tanto auspicato.

    • roberto scrive:

      A volte Mirko hai dei giorni interi in cui speri di litigare, te ne sei reso conto?

      Comunque, cosa c’è di così rettiliano in quella frase?
      Mi pare una cosa di senso comune e ne abbiamo parlato mille volte

      • mirko scrive:

        Quale sarebbe questo senso comune?
        Vivere tutti in lager, ipercontrollati e sorvegliati con microchip nel cervello?

        • roberto scrive:

          Ti faccio un po’ di esempi

          L’inquinamento è un problema locale?
          Una pandemia è un problema locale?
          Folle di poveri disgraziati che muoiono cercando di raggiungere un immaginario bengodi in Europa è un problema locale?

          • mirko scrive:

            Non cambiare le carte, visto che Di Vita sostiene che dobbiamo essere tutti supercontrollati a partire dal microchip.
            Ah, certo, lui sostiene che è per il nostro bene.
            Però Qualcuno che E’ Sopra tutti noi, diceva di guardarsi dai benefattori……

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Mirko

              “microchip”

              Poi magari ci spieghi dove ho scritto una cosa simile.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • mirko scrive:

                Ma se lo hai scritto più volte che il microchip nel cervello è una cosa positiva!

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Mirko

                “positiva”

                Se sono malato di Parkinson probabilmente lo e’. Avendone avuti in famiglia, so di cosa parlo.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • mirko scrive:

                C’è sempre l’eutanasia che può risolvere il problema, senza impiantare diavolerie elettroniche nel cervello.
                E poi, si comincia col Parkinson e si finisce per controllare i pensieri più reconditi di chi è sano, per preservare il potere di lorsignori.

            • roberto scrive:

              Non cambio le carte in tavola, ho citato esattamente il punto che commenti sui problemi globali

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Mirko

              “eutanasia”

              Magari qualcuno preferisce un chip, in alternativa. Chi siamo noi per negargli questa possibilità?

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • mirko scrive:

                Io non voglio il microchip.
                E poi si finirebbe comunque per controllare anche persone che malate non sono.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Mirko

                “comunque”

                Come dire: siccome le industrie chimiche inquinano, rinunciamo all’aspirina.

                Sembra Beppe Grillo dei tempi del ‘vaffa’.

                Semplicemente geniale.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • mirko scrive:

                La vita ci dev’essere a tutti i costi?
                Incluso il vivere in gabbie ipersorvegliate col microchip che scruta tutti i nostri pensieri più reconditi?
                Non c’è un limite a ciò che si può fare?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Mi spiegate di quale microchip state parlando, uno a favore e l’altro contro?

              • mirko scrive:

                “Come dire: siccome le industrie chimiche inquinano, rinunciamo all’aspirina.”

                L’inquinamento produce tumori.
                E si muore male, con lunghe e dolorose agonie, e senza il Di Vita di turno che ti fornisca l’aiuto per porre termine alle sofferenze, ma solo tanto moralismo peloso sul progresso che non può essere fermato e che indietro non si torna.
                Anche a costo di cadere nel baratro.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Mirko

                “vita”

                Uno deve poter scegliere. Negare una cura ai malati per le paranoie dei sani è criminale.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ MT

                “microchip”

                Ci riferiamo alla possibilità di agire sull’encefalo con microchip. Martinez vi ha dedicato un post tempo fa.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • mirko scrive:

                Ho visto morire MALE persone a me care, e dopo lunghe agonie.
                E alla fine CROLLI anche tu, impotente a fare qualsiasi cosa per lenire le loro sofferenze.
                La scienza non può darti la vita eterna, ma può aiutarti ad andartene dolcemente quando la vita diventa un INFERNO.

              • PinoMamet scrive:

                Anch’io ho assistito a scene di questo genere.

                A me pare che la scienza, attualmente, sia in grado di allungare la vita: ma male, e, per così dire, in dispetto alla natura, tenendo in vita i malati a forza e facendoli soffrire inutilmente.

                Può procurare un mese, due mesi in più di “vita” in letto di ospedale, anni, in qualche caso; ma è vita, quella? è davvero questo gran progresso?

              • mirko scrive:

                Infatti. Ma molti ancora non lo vogliono capire, cattolici ma anche laici, in nome di un diritto alla vita a tutti i costi.
                Anche se è un inferno.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                A proposito di progresso e

                Io grazie ad un’invenzione duecentesca posso vedere.
                Magari allo stato di natura avrei vissuto comunque una quarantina d’anni senza vedere una cippa, ma avrei vissuto male, credo.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                *A proposito di progresso e qualità della vita.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Ci riferiamo alla possibilità di agire sull’encefalo con microchip”

                Che genere di microchip? A che livello? Perché un conto è l’interfaccia neurale, un conto è il microchip che permette il rilascio di farmaci e cose del genere.
                Non dico che una cosa sia buona e una cattiva: sto dicendo che sono due cose completamente diverse che non ha senso trattare insieme.

              • PinoMamet scrive:

                Per curiosità, quale invenzione duecentesca?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Gli occhiali. E’ da quando ho sei anni che non me ne separo ed è da quando sono adolescente che non potrei svolgere le più elementari azioni quotidiane senza.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Mirko

                “MALE”

                Non sei il solo.

                Diritto alla vita non significa obbligo di vivere. Un dono che non si può rifiutare è una condanna.

                Chiarito questo, più terapie ci sono più possibilità ha chi scegli di continuare a vivere. Se il microchip è una terapia, ben venga.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

      • mirko scrive:

        E tu perché difendi sempre il potere, anche nei suoi aspetti più abietti?

  10. Moi scrive:

    “Nessuno è razzista con Naomi Campbell”.

    —————-

    LaSignora Clio Napolitano (moglie di Giorgio, no: NON è un omonimo) lo fu ..

    • Francesco scrive:

      in effetti negli USA credo siano capaci di esserlo … il che richiede un grado di alienazione mentale veramente notevole

      mi consolo con l’aneddoto su Jean-Marie Le Pen, leader politico razzista francese di lungo corso. una volta se la prese con la nazionale di calcio, piena zeppa di negri e arabi … peccato avesse appena vinto i Mondiale e Le Pen fu massacrato da praticamente tutti i francesi!

      ubi maior, minor cessat

  11. Moi scrive:

    A proposito, di “Robottini” e Transumanesimo , un film (inquietantissimo) ingiustamente sottovalutato :

    https://www.youtube.com/watch?v=_qApXdc1WPY

    9 (Nine)

    • Moi scrive:

      … Globalizzazione (?!) Volontaria nell’ Antichità ?! L’ Anacronismo come provocazione lo capisco , ma … cum grano salis ! Sennò han ragione in Svezia a sanzionare per Hate Speech chi cita il Levitico !

      😉

    • Moi scrive:

      Mi sembra una Teoria che fa il giuoco di chi sostiene la Tesi Kazara … e nega a Israele il diritto di esistere !

      • mirko scrive:

        Chiedersi se è vera la teoria, no, eh?

      • mirko scrive:

        Israele si fonda sul furto della terra ai legittimi abitanti.
        Molti dei quali sono i veri discendenti degli antichi Israeliti e Giudei di Palestina.

        • Francesco scrive:

          “furto” che parola grossa! e come ti ho chiesto mille volte, conosci stati che hanno fondazioni diverse da quella?

          perchè prendersela solo con gli israeliani per un crimine universale suona strano

          ciao

    • PinoMamet scrive:

      Mi rifiuto di intervenire ancora sull’argomento perché ognuno ha già detto mille volte come la pensa.

      Vedo che il sito è un ricettacolo di idee… diciamo non ufficiale, e che l’autore dell’articolo è uno di quei dinosauri che ancora sono fissati con gli ebrei…

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      La globalizzazione è il controllo delle rotte marittime da parte degli Stati Uniti, dice Dario Fabbri.

      A parte questo, scorrendo l’articolo ho letto “erano tutti affrancati, quindi cittadini romani”, con riferimento all’epoca di Tacito. E ho chiuso la pagina.

      • mirko scrive:

        Il senso dell’articolo è nella constatazione che gli Ebrei non sono un’etnia, ma un insieme di genti diverse unite da un comune credo religioso.
        E dunque il famoso “diritto” al “ritorno” in Palestina, è solo una mistificazione.

      • Francesco scrive:

        interessante, quindi niente globalizzazione dal 1600 in poi, nonostante imperi coloniale e uomini bianchi in giro per il mondo e patate e mais in Europa?

        non mi convince

  12. firmato winston scrive:

    Tipicamente Pannelliano.

  13. Massimo scrive:

    Scusate se faccio questa riflessione fuori luogo , ma è stato assolto un cittadino prima ancora di un atleta :Alex Schwazer.Si lo so a molti non dirà alcunché o proprio non interesserà ma vorrei capire come mai c’è da parte delle istituzioni in special modo quelle sportive che dovrebbero aiutarlo un silenzio tombale e anzi viene attaccato un magistrato da organismi internazionali solo perché ha ipotizzato una possibile manomissione.Senza considerare il suo allenatore ,Sandro Donati, che ha dovuto affrontare adesso è in passato attacchi personali e imboscate ai suoi atleti poi smascherati.Scusate di nuovo ma volevo divagare per capirci qualcosa

    • firmato winston scrive:

      Sinceramente l’intromissione del giustizialismo penale dello Stato nel mondo delle regole dello sport mi sembra di per se’ un’assurdita’.
      Andrebbe riservato a cose serie, molto serie.
      Dovremmo sforzarci di mantenere una serieta’.
      Quando si dice che “bisogna essere sportivi”, e’ perche’ il mondo per definizione superarrivistico dello sport in realta’ e’ quanto di meno sportivo, e piu’ sporco, che ci sia.

    • roberto scrive:

      Sulle istituzioni sportive, immagino che dopo aver coinvolto Carolina kostner non godesse più di una gran simpatia nell’ambiente….

  14. Moi scrive:

    Negli Stati Uniti , da sempre fondati sulla competitività più sfrenata, torna il tema del la crisi della meritocrazia :

    —————

    Imagine for a moment that you were an incompetent public official, and you didn’t want anyone to know you were incompetent. What would you do?

    Well, your first task would be to destroy the meritocracy, the system that rewards people in this country for their effort and their talents as opposed to rewarding them for irrelevant criteria like how they look. A meritocracy is the main threat to incompetent people. It keeps them from getting rich and powerful, so they hate it.

    https://www.foxnews.com/opinion/tucker-carlson-end-of-meritocracy-biden-diversity-delusion

    Tucker Carlson:

    The ‘diversity’ delusion and the destruction of the American meritocracy

  15. mirko scrive:

    Il lockdown uccide i “fragili”

    Onorevole Roberto Speranza,

    nel governo del Re Taumaturgo, che dovrebbe salvarci dal Covid, dalle varianti inglese, sudafricana, brasiliana, accelerare le vaccinazioni, guarirci dalle scrofole e dalla scabbia, lei ha conservato il suo posto come ministro della Salute. È comprensibile perché sarebbe stato davvero imperdonabile buttar via l’esperienza che lei e i suoi tecnici avete fatto durante l’ultimo, difficile, anno. Ma devo farle una domanda. Lei crede davvero che la popolazione possa reggere, dal punto di vista nervoso e proprio della salute, il logorante stop and go dei lockdown fino al 31 luglio, come ha dichiarato un paio di mesi fa? Voi dite che queste misure di reclusione sono state prese soprattutto per salvaguardare i soggetti più “fragili”, in particolare noi vecchi. Invece, con la bontà sanguinaria delle buone intenzioni, ci state uccidendo. Lei sa bene che l’attività motoria non è semplicemente indispensabile, ma vitale nel senso letterale del termine, per un vecchio. State, si dice, facendo qualche apertura sulle visite ai musei, che hanno poco a che fare con la cultura ma piuttosto con il consumo della cultura che è un’altra cosa, mentre siete inflessibili sulle palestre e sulle piscine. Ora il nuoto è l’esercizio fisico più adatto a un vecchio, perché mette in azione tutte le parti dell’organismo senza sforzo dato che, galleggiando, è come se si muova in assenza di gravità. Inoltre, a sentire gli esperti, il cloro uccide il Covid. Correre è tutt’altra faccenda, perché pesa sulle ginocchia e sulle anche che sono, tra le altre, parti molto fragili del corpo dei vecchi.

    Ci avete impedito, come al resto della popolazione, ogni sorta di socialità. Non possiamo vedere figli e nipoti per il timore che ci infettino e neanche avere fra di noi un minimo di convivialità, quella di cui canta Fabrizio De Andrè: “Una gamba qua, una gamba là, gonfi di vino, quattro pensionati mezzo avvelenati al tavolino, li troverai là col tempo che fa estate e inverno, a stratracannare a stramaledire le donne il tempo ed il governo. Loro cercan là la felicità dentro un bicchiere, per dimenticare d’esser stati presi per il sedere”. Quella della socialità è una perdita grave per tutti, ma lo è in particolare per un vecchio che in genere è un uomo solo (coniuge o gli amici di un tempo sono morti o sparsi per il mondo). E, anche se lei non è un medico, sa che le statistiche dicono che la solitudine uccide più del fumo. Inoltre è estremamente pericoloso, per la salute, sottrarre un vecchio alle sue abitudini. Lo si vede bene, è esperienza comune, quando dalla propria casa viene trasferito in una RSA. Muore nel giro di pochi mesi, il Covid può dare solo l’ultimo colpo. Il combinato disposto della mancanza di movimento e di socialità è micidiale, mortale. Il vecchio viene preso da una furia incontenibile perché, se non è un essere irrazionale, capisce bene che gli si sta impedendo di vivere quelli che, ragionevolmente, sono gli ultimi spiccioli della sua vita. Ma è vecchio, non ha più le energie per ribellarsi, anche se ha capito benissimo di esser stato preso, ancora una volta, “per il sedere”. Che cosa resta a un vecchio single? Vedere su Sky, se ha i soldi per permetterselo, partite che non sono partite di calcio perché il calcio senza pubblico non è calcio, ma una sorta di Playstation? O i soliti talk politici con la solita, insopportabile, stravedutissima, compagnia di giro? Può leggere, certo. Peccato che più di un milione di italiani, in genere per fortuna vecchi, abbia malattie agli occhi che gli impediscono la vista. Gli resta, come tutta compagnia, il latrare del cane del vicino e persino lo sciacquone che vuol dire che un essere vivente c’è pure da qualche parte.

    E veniamo agli “effetti collaterali” dei lockdown stop and go anche nei soggetti che vecchi non sono. Le statistiche ci dicono che è aumentato di un terzo l’uso di psicofarmaci, di droghe leggere e pesanti, di alcol, di fumo. L’immobilità porta fatalmente all’obesità, che è la madre, o una delle madri, di molte patologie, diabete, disturbi cardiovascolari, infarto, ictus, sul cui aumento nel periodo Covid ci piacerebbe avere delle statistiche precise.

    Sorprende anche un altro dato. Nel periodo del lockdown sono diminuite le nascite. Ma come, pensa uno, se non hanno null’altro da fare almeno scoperanno? Evidentemente non è così o forse, più probabilmente, il distanziamento sociale impedisce ai ragazzi e alle ragazze single di incontrarsi, di intrecciare nuovi amori e, se del caso, di fare figli.

    Particolarmente difficile è la situazione degli adolescenti e dei preadolescenti, il cui profondo malessere viene da lontano, ma che il Covid ha fortemente accentuato. I dati sono impressionanti. Nel Reparto di Neuropsichiatria Infantile dell’ospedale Regina Margherita di Torino i ricoveri per tentativi di suicidio sono passati da 7 nel 2009 a 35 nel 2020. Nel Reparto di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Bambin Gesù di Roma, i ricoveri per attività autolesive e tentativi di suicidio sono passati da 12 nel 2011 a più di 300 nel 2020. Siamo arrivati al suicidio o al tentativo di suicidio dei bambini propriamente detti, un fatto del tutto nuovo nella storia della medicina mondiale. La solitudine sociale degli adolescenti o dei preadolescenti (DAD, no a ogni sport collettivo) ha aumentato a dismisura quello che era già un problema gravissimo: un ulteriore uso e abuso degli smartphone e della Playstation. Che cosa verrà fuori da questi giovani dissociati lo vedremo nel tempo. Insomma, a noi vecchi avete rubato gli ultimi spiccioli dell’esistenza, ai ragazzi qualche anno di quella che, Paul Nisan permettendo, è la migliore età della vita (“Ragazzo. Che meravigliosa parola. Essere un ragazzo. Avere vent’anni.” Ragazzo, Storia di una vecchiaia).

    Ci sono infine altri danni “collaterali”. Il terrorismo della pandemia, con i conseguenti lockdown stop and go, ha reso molto difficile e a volte impossibile la cura di patologie ben più gravi del Covid. In Italia muoiono per tumore 193.000 persone l’anno (quelli per Covid sono per ora 93.000). Anche qui piacerebbe sapere se nel 2020 sono aumentati i morti per tumore e ancor più le diagnosi per tumore che viaggiavano intorno ai 370.000.

    La Svezia è stata molto criticata perché praticamente non ha fatto i lockdown. I morti per Covid sono, per ora, poco più di 12.000. Certo c’è da tener conto che la Svezia ha 10 milioni di abitanti, in spazi larghissimi, ed è molto lontana dalla micidiale urbanizzazione che è la caratteristica dell’Europa continentale e di tanti altri paesi del mondo (urbanizzazione che è uno dei tanti effetti perversi della modernità che ha spopolato le campagne a favore delle città). Ma la questione è un’altra. Bisognerebbe sommare le morti per Covid a quelle provocate direttamente o indirettamente dai lockdown, insieme all’aumento dell’obesità, delle depressioni, dei disturbi cardiocircolatori, degli infarti, degli ictus, che morte non sono ma molto le assomigliano o comunque la preparano.

    Di fronte alle critiche che le venivano mosse la ministra svedese della salute Lena Hallengren ha detto: “I conti seri li faremo fra due o tre anni”.

    Massimo Fini

    Il Fatto Quotidiano, 20 febbraio 2021

    http://www.massimofini.it/articoli-recenti/2016-il-lockdown-uccide-i-fragili

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Mirko

      “Il lockdown uccide i “fragili””

      Bello. Massimo Fini ha degli alti e dei bassi, questo pezzo lo metto tra gli alti 🙂

    • roberto scrive:

      “ Non possiamo vedere figli e nipoti per il timore che ci infettino e neanche avere fra di noi un minimo di convivialità,”

      Aggiungo alla mia statistica, una cena intorno a capodanno, 8 persone (famiglia con nonni insomma)
      Tutti ammalati
      Due non ci sono più

      Ora, io sono stufissimo e veramente non ne posso più.
      Ricordiamoci giusto che si, effettivamente i nonni possono essere infettati dai nipoti e lasciarci le penne
      Poi capisco anche il nonno che dice “e che mi frega di campare ancora un anno così”

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Martinez

      La Svezia ha circa il numero di morti per milione di abitanti dell’Italia. Però lì i giovani vanno via di casa a 18 anni, non quando si sposano come da noi: i loro contatti coi vecchi sono molti meno. Inoltre ha una densità di popolazione inferiore a quella italiana.

      La Svezia ha sei volte, in %, i morti della Finlandia, che ha stesse condizioni di vita della Svezia ma che ha fatto il lockdown all’italiana.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

    • Francesco scrive:

      >>> il cloro uccide il covid.

      no, scusate, chi è che scassava il cazzo con Trump e l’ammoniaca?

      grrr

  16. Miguel Martinez scrive:

    Sulla questione del fisco…

    Ha ragione da vendere ADV quando dice che lui, che ha uno stipendio fisso e accertabile, paga l’ospedale anche al kebabbaro che si dimentica lo scontrino fiscale.

    Ma non credo che sia così semplice. E lo dico senza schierarmi o giustificare nessuno.

    Uno, esiste una grande differenza tra ADV che può contare ragionevolmente sul posto fisso fino al pensionamento; e il kebabbaro che non sa se magari da un giorno all’altro collassa tutto.

    Due, lo Stato spende molto per la sanità, ma non spende solo per la sanità; e non tutte le spese per la sanità sono sempre indiscutibili.

    Miliardi e miliardi di euro pagati dai cittadini finiscono in cose pessime (pensiamo alla TAV o alle spese militari o ai contributi all’agricoltura industriale europea); e una grandissima parte della spesa pubblica consiste in cose scippate alla gestione comune.

    Credo di avervi raccontato come al Giardino, una volta ogni sei mesi ci passa un tecnico.

    Una volta ci fu una grossa perdita d’acqua da un tubo: se avessimo aspettato lo Stato, se ne sarebbero accorti dopo sei mesi, cioè dopo aver buttato in acqua molto più dei soldi che ADV e il kebabbaro insieme hanno dato o negato allo Stato.

    A costo zero, i cittadini organizzati da soli, al di fuori dello Stato, appena si sono accorti della perdita, hanno chiuso il rubinetto.

    Bene, decine di migliaia di funzionari vengono pagati dai cittadini per impedire ai cittadini di fare cose del genere.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Ok, ma quello che AdV si chiede è perché lui debba pagare perché lo Stato faccia tutte queste cose brutte, mentre il kebabbaro (o l’avvocato) no.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per MT

        “Ok, ma quello che AdV si chiede è perché lui debba pagare perché lo Stato faccia tutte queste cose brutte, mentre il kebabbaro (o l’avvocato) no.”

        Ma infatti non gli do torto.

        Anch’io sono obbligato a dichiarare tutto (tutti vogliono scaricarsi le tasse addosso a me), quindi sono nella posizione di ADV e non in quella del kebabbaro.

        Però io vorrei contemporaneamente sia meno privante sia meno Stato.

        • Francesco scrive:

          insomma, sei diventato di CL!

          che da decenni propone “meno Stato, più società” al posto del “meno Stato, più mercato” dei neoliberisti!

          benvenuto

          😀

          PS io però sono rimasto a metà strada

  17. Mauricius Tarvisii scrive:

    Quel che resta dell’opposizione segnala chi fa parte della squadra di Cingolani, Uomo di Sinistra perché top manager che non può evadere.
    http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=45752

    Ah, ma lui è Competente (TM), mica come Costa…

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ MT

      Alla transizione energetica se non è un competente un fisico chi ci mettiamo, qualche “professionista dell’antimafia”?

      🙂

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Miguel Martinez scrive:

        Per ADV

        Non metto minimamente in dubbio le competenze di Cingolani.

        Avevo già scritto qui ciò che penso:

        “Cos’è un Esperto?

        Immaginiamo l’Avv. De Squalis, capo di uno studio legale esperto nel ridisegnare confini catastali, far cadere in prescrizione reati edilizi e aprire conti nelle Isole Cayman per ditte immobiliari con sede in Lussemburgo.

        Nel suo campo, sarà indubbiamente il più bravo, ma ci penserei due volte prima di farlo Assessore ai Lavori Pubblici.”

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ per Martinez

          Sarà comunque meglio il De Squalis di un ex bibitaro che dal balcone annuncia di avere abolito la povertà per aver introdotto il reddito di cittadinanza coi navigators.

          Se hai mal di denti vai dentista, che magari è uno che picchia la moglie, e non dal salumiere, anche se quest’ultimo è un santo che dona tutti i suoi averi ai poveri.

          (Il paragone non è mio, è di Benedetto Croce)

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Costa era un bibitaro? Non era, invece, un losco figuro dedito ad intimidazioni ambientaliste? Era incompetentemente ottuso o competentemente ostile alla Parte Giusta?

          • PinoMamet scrive:

            “Sarà comunque meglio il De Squalis di un ex bibitaro”

            Forse ti sfugge che il bibitaro lo abbiamo ancora, ed è nello stesso governo con De Squalis.

            Per il resto, rimando all’ottimo Mauricius.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per ADV

            Preferisci andare dall’oncologo pagato dalle multinazionali del tabacco per dimostrare che il fumo fa bene, o dall’omeopata vegana che ti fa la carta astrologica e ti dice di smettere di fumare?

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Martinez

              Se è una cartomante vegana non o sa neanche, che bisogna smettere di fumare.

              Se lo sa è perché ha letto il libro divulgativo dell’oncologo.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              Miguel

              ci deve essere un nome per queste domande in cui qualsiasi scelta è pessima!

              di solito entrambe le proposte sono fallaci

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Non esiste nessun Ministero alla transizione energetica, per cui un fisico non è incompetente di chi di ambiente si è occupato sul serio. E infatti il fisico si circonda dei tecnici pescati negli ambienti che sente di proprio riferimento.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ MT

          https://www.startmag.it/energia/tutte-le-idee-del-neo-ministro-della-transizione-ecologica-cingolani-su-innovazione-e-ambiente/

          Quando mai si era sentito un ministro dire una cosa che ci lavora (come il sottoscritto) sa benissimo, che le rinnovabili non sono una panacea, che sul medio termine va incentivato il gas e che i computer cominciano a pesare sull’inquinamento totale?

          Dopo le cialtronate degli “onesti”, una boccata d’ossigeno.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Miguel Martinez scrive:

            Per ADV

            “Quando mai si era sentito un ministro dire una cosa che ci lavora (come il sottoscritto) sa benissimo, che le rinnovabili non sono una panacea, che sul medio termine va incentivato il gas e che i computer cominciano a pesare sull’inquinamento totale?”

            Che le rinnovabili non siano una panacea, sembra ovvio anche a me, come il peso dei computer.

            Manca l’ovvia conclusione: che bisognerebbe disincentivare tutti i consumi, energetici e non; cercare la massima autosufficienza e resilienza, e soprattutto salvaguardare la biosfera, che è la cosa più importante e trascurata di tutte.

            Poi lo so, non è che convinci la società a impoverirsi, ma allora che lo fai a fare il ministro della “transizione ecologica”?

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              E che lo recluti a fare l’entourage tra Boschi e Confindustria?

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Martinez , PinoMamet

              Facile ridurre gli sprechi e l’impatto ecologico riducendo la produzione, quindi la possibilità di mantenere la popolazione. Una bella guerra ed è fatta.

              Difficile è ridurre sprechi ed impatto ecologico mantenendo la possibilità di mantenere la popolazione.

              È un po’ la differenza che passa fra la fusione nucleare a Bikini e la fusione nucleare controllata. La prima è riuscita, ma non ci va bene. La seconda ci può andar bene, ma non è ancora riuscita.

              Certo è che senza fisici non fate né l’una, né l’altra.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Dici che la poltrona di ministro dell’ambiente sia quella da cui è più facile che un fisico faccia progressi nel campo della fusione nucleare controllata?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ MT

                No.

                Dico che alla transizione green meglio che ci vada uno che capisce di fisica di uno che manco sa di dov’era Pinochet

                https://www.adnkronos.com/di-maio-e-gli-scivoloni-esteri-da-pinochet-al-presidente-ping_6uHnXbKitwoJkpJUEJcZZO

                Ognuno non vale uno.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • PinoMamet scrive:

                Mi sembra giusto infatti che uno che non sa dove stava Pinochet vada agli esteri 😉
                Più o meno come uno che non crede alle energie rinnovabili vada alla “transizione Green” 😉

                PS Che termine del cazzo è “transizione Green”??

              • Francesco scrive:

                ops

                OAADV!

                trovo perfetto l’esempio che fa: facile ridurre l’inquinamento ammazzando un sacco di gente, il difficile è farlo senza ammazzare la gente

                non sono certo che sia un fisico la persona più adatta a guidare un simile processo ma tant’è

                di sicuro non può essere adatto un imbecille

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “Quando mai si era sentito un ministro dire…”

            In sostanza nel governo Draghi abbiamo un ministro che dice che non farà nessuna transizione e al tempo stesso non ci sarà un ministro dell’ambiente.
            Ora sì che prendo la boccata d’ossigeno. E mi preparo all’apnea.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ MT

              Se la “transizione” prevede il passaggio al 100% di fotovoltaico allora no, non ci sarà alcuna transizione.

              Ma non serviva mica Cingolani per dire una cosa tanto ovvia.

              Bastavo io.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

        • PinoMamet scrive:

          Cioè, lo stati lodando perché si è appena contraddetto clamorosamente?

          e osi anche parlare di “cialtronate” altrui??

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ PinoMamet

            “clamorosamente”

            E dov’è che si sarebbe contraddetto?

            Ciao!

            Andrea Di Vita

          • PinoMamet scrive:

            L’hai letto l’articolo?

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ PM

              Sì. Allora?

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • PinoMamet scrive:

              Rileggilo 😉

              Ma ti voglio aiutare:

              “Nei giorni scorsi Roberto Cingolani ha salutato i lettori della sua rubrica su Green&Blue, canale del gruppo Gedi, congedandosi con la sua “agenda per un Paese verde”. “È necessario procedere con decisione sulla strada della decarbonizzazione, riducendo drasticamente l’emissione di gas serra nell’atmosfera” ha sottolineato il neo ministro, segnalando l’urgenza di “cominciare una transizione verso fonti rinnovabili”.

              Eppure negli anni passati Cingolani non ha nascosto perplessità sulle rinnovabili, dal fotovoltaico all’eolico, e perfino sul gas.

              ” La finestra di opportunità per intervenire si sta riducendo: per riavvolgere il nastro è necessario cominciare una transizione verso fonti rinnovabili. Più aspetteremo, maggiore sarà il colpo di frusta della frenata”.

              A PROPOSITO DI RINNOVABILI: “NON RISOLVONO TUTTI I PROBLEMI”

              Eppure il neo titolare del dicastero della Transizione ecologica aveva espresso in passato qualche perplessità sulle rinnovabili. Come emerge da un’intervista contenuta nel numero 39 della pubblicazione World Energy (edita dall’Eni) del luglio 2018, ripresa in questi giorni dal quotidiano Domani diretto da Stefano Feltri.

              “Le rinnovabili sono le energie meno impattanti ma bisogna fare investimenti e non risolvono tutti i problemi, soprattutto non sono utilizzabili in maniera continua come vogliamo e dove vogliamo”, aveva evidenziato Roberto Cingolani.”

              e ancora:
              ““In questo momento il gas è uno dei mali minori: nel medio e lungo termine la risorsa più sostenibile. ”

              Ora, visto che non mi risulta che Cingolani sarà ministro in eterno, anche se sicuramente a te farebbe piacere, la traduzione è:

              “a me (Cingolani) delle energie rinnovabili importa poco e niente, non ci credo, e credo che il gas continuerà a essere l’energia da utilizzare, ma per accontentare quattro boccaloni dirò un paio di scemenze su una transizione verso altre energie, che non ho la minima intenzione di cominciare;
              contraddirò quello che ho dichiarato prima, ma tanto ad Andrea va bene lo stesso perché sono in un governo di persone Intelligenti e Affidabili”.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ PM

                Chi lavora nel settore sa bene che e rinnovabili non possono sostituire al 100% le fonti convenzionali. Essendo fonti intermittenti, a tale scopo richiederebbero sistemi di accumulo. Sulla scala dei terawattora elettrici, questi sistemi sono di la’ da venire.

                Inoltre, per ridurre davvero la produzione di CO2 nonbbasta installare rinnovabili. Prima, il carbone va sostituito completamente col gas. Altrimenti succede come in Sicilia: aggiungendo una centrale rinnovabile a una rete mista di centrali a carbone e a gas, quando la rinnovabile è spenta (ad esempio col brutto tempo o di notte per le celle fotovoltaiche) va il convenzionale, come ritorna il sole parte il fotovoltaico, e invece di spegnere l’inwuinantissino carbone (il che richiede una settimana) si spegne il gas (il che richiede un quarto d’ora). Poiché il gas è moto meno inquinante del carbone (i turbogas moderni hanno l’aria in uscita che arriva ad avere meno inquinanti di quella di entrata, che prima di andare al bruciatore va filtrata) si toglie di mezzo la centrale meno inquinante lasciando in rete la più inquinante di tutte. Ecco perché la transizione green esige il gas.

                Cingolani tutto questo dimostra di saperlo. I grillini no. Ognuno non vale uno.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • PinoMamet scrive:

                Se i grillini vi fan tanto schifo, chi vi obbliga a governa con loro?

                Detto ciò, anche gli “esperti” hanno idee e orientamenti diversi tra loro, e Cingolani ha espresso molto chiaramente il suo: che ne fa l’uomo sbagliato al posto sbagliato, se vuoi il mio parere.
                E se non lo vuoi, è uguale: in democrazia, a differenza che in campo accademico, ognuno vale proprio uno.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ PM

                “schifo”

                Perché l’alternativa è Salvini. È buona norma mettere gli uni contro gli altri, farabutti e ciarlatani.

                “opinioni”

                Questo mi ricorda i negazionisti dell’effetto serra o dell’evoluzione darwiniana, che dicono sempre che c”è un dibattito fra gli esperti e che quindi la “scienza uffuciale” non può dire niente di certo.

                Il dibattito c’e’ eccome, ma su alcuni datti fondamentali l’accordo è acquisito. Qui non si tratta di opinioni.

                Guarda quanto litio ci vuole per costruire una batteria che accumuli un kWh, guarda quanti kWh elettrici produce l’Italia all’anno e quanto litio si estrarre all’anno sulla Terra e dimmi se c’è abbastanza litio disponibile per immagazzinare una frazione anche piccola dell’energia elettrica prodotta in Italia (ti anticipo la risposta: non c’è).

                Se poi parliamo di idrogeno, ricordo che immagazzinare sotto forma di idrogeno (ricordiamo lo Hindenburg) la produzione italiana di energia elettrica in un anno equivale a accumulare esplosivo per l’equivalente di 250 megatoni l’anno. Per dire, a Beirut l’esplosione che ha devastato il porto era di un millesimo di megatone.

                I fatti sono che sistemi di accumulo di energia prodotta da fonti intermittenti come le rinnovabili non esistono sulle scale che sarebbero necessarie per impattare davvero sul bilancio energetico nazionale

                E no, le leggi della scienza non si discutono a maggioranza. Si conoscono o si ignorano a proprio rischio e pericolo.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Veramente al governo c’è anche Salvini.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ MT

                “Salvini”

                Ma non è il premier. Infatti sta già sgomitando per riavere lo spazio che il mojito gli ha fatto buttare via.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • PinoMamet scrive:

                Le leggi della scienza non si discutono a maggioranza, ma quelle degli Stati sì, e dai dati scientifici all’utilizzo che se ne intende fare c’è ampio margine di manovra, tant’è vero che paesi diversi scelgono strade diverse.

                E l’indirizzo di Cingolani è piuttosto evidente…

                Il fatto poi che a te stia antipatico il motto dei grillini non è per me motivo sufficiente per ritenere che Cingolani sia un padreterno incontestabile.

              • Francesco scrive:

                però Pino ci sono alcune affermazioni tecniche che SONO incontestabili

                tipo che le fonti energetiche solare ed eolico sono intermittenti

                ciao

              • Miguel Martinez scrive:

                Per PinoMamet

                “però Pino ci sono alcune affermazioni tecniche che SONO incontestabili”

                Ripeto che non è la “competenza” che conta.

                A Firenze, abbiamo problemi di traffico.

                Oppure posso chiamare un genio cinese con quattro lauree che è riuscito a trasformare il letto del fiume di Wuhan in un’autostrada. E farà un lavoro tecnicamente ineccepibile con l’Arno, senza nemmeno buttare giù il Ponte Vecchio.

                Siamo sicuri che farebbe meno danno di un chiacchierone ufologo che sostiene che il vero problema è che a Firenze ci sono troppi piccioni?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ PM

                Ma infatti Gong l’ano non è i contestabile, non l”ho mai detto. Però non è neanche un incompetente totale come “gli abolitori di povertà” o quelli che “prima gli italiani”.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Andrea Di Vita scrive:

                Dove ovviamente Gong l”ano è Cingolani secondo il correttore del mio cellulare 🙂

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “Dove ovviamente Gong l”ano è Cingolani secondo il correttore del mio cellulare”

                notevole !

              • PinoMamet scrive:

                “Siamo sicuri che farebbe meno danno di un chiacchierone ufologo che sostiene che il vero problema è che a Firenze ci sono troppi piccioni?”

                Sono d’accordissimo.

                Peraltro, è verissimo che ci sono alcune affermazioni incontestabili.

                Ma su cosa farne, di queste affermazioni incontestabili, si apre un oceano.

                A Colle Roccacolle, ridente località collinare, cadono ogni anno in medi 80 centimetri di neve.
                I’s a fact: it’s think you can rely, cantava una carina tizia georgiana-inglese.

                Vuol dire che bisogna per forza pagare il cugino del sindaco con il trattore e la lama spartineve come si è sempre fatto?
                Vuol dire che bisogna chiedere a tutti gli abitanti di darsi da fare con pale e badili?
                Vuol dire che bisogna pagare i dieci immigrati che tengono in vita l’unico albergo cittadino per spalare la neve, quei due/tre giorni che cade?
                Vuol dire che il cugino del sindaco ha il diritto di farsi pagare dal Comune anche le spese per aggiustare la mietitrebbia, che non c’entra niente con la neve, come ha sempre fatto?
                Vuol dire che come sempre Brunello Forzutelli, che non è cugino del sindaco ma offre prezzi migliori, non verrà chiamato col suo spartineve?

                Beh, fatto sta che cadono ottanta centimetri di neve, è un fatto, no? Chiamiamo il cugino del sindaco 😉

                (su pregi e difetti delle rinnovabili ci fece la tesi una persona a me molto cara, nonché calabrese. Ne so anche troppo: in teoria, calcola che ti ricalcola, nel breve e medio termine l’energia più conveniente è il nucleare, seguita dall’eolico. Così dai suoi calcoli.
                Certo con l’eolico non corri il rischio di Cernobyl e di Fukushima, ma quello in qualche maniera non è “un fatto”…)

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Pino Mamet

                “A Colle Roccacolle, ridente località collinare, cadono ogni anno in medi 80 centimetri di neve.
                I’s a fact: it’s think you can rely, cantava una carina tizia georgiana-inglese.”

                E S A T T O !

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “neve”

                Hai ragione. Ma la caratteristica dei casi estremi (come i buchi neri, l’infinitamente piccolo, l’esplosione demografica) che li fa piacere tanto ai fisici è che il loro carattere estremo riduce drasticamente le alternative disponibili.

                Qui nei prossimi decenni o si va di gas con una spruzzata di rinnovabili o si torna massicciamente ( 🙂 ) al tanto vituperato nucleare da fissione – nella beata speranza che arrivi questa benedetta fusione (che comunque motivi anagrafici mi inducono a sospettare che ormai non vedrò, un po’ come Mosè con la Terra Promessa 🙁 )

                O se no ci estinguiamo tutti e i miti erediteranno la terra (marmotte, calamari, delfini batteri…)

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ PM

                “neve”

                V. mia risposta con analogo titolo a Martinez.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

  18. mirko scrive:

    “Se il microchip è una terapia, ben venga.”

    Però verrebbe utilizzato anche per controllare i nostri pensieri, perdendo le ultime libertà che ci sono rimaste.
    Non è sempre opportuno progredire, se il progresso significa metterci in prigione.

  19. Miguel Martinez scrive:

    OT

    Vi ricordate il misterioso pedono di Trump a un piccolo delinquente fiorentino?

    Ecco svelato il mistero (trovato peraltro su questo blog, in un post del 2016!)

    Source : https://www.novella2000.it/litaliano-tommaso-buti-presentare-donald-trump-alla-moglie-melania/
    È stato l’italiano Tommaso Buti a presentare Donald Trump alla moglie Melania

    Sembrava una boutade che il miliardario Donald Trump potesse presentarsi alle primarie dei repubblicani per la corsa alla Casa Bianca. I soldi non gli mancano («La mia fortuna? Più di 10 miliardi di dollari», dice con un sottotono che ti frantuma i timpani), la grinta pure, e a questo punto potrebbe anche vincere non solo le primarie del suo partito, ma perfino le presidenziali (visto il declino del carisma i Hillary Clinton). Così i media americani e non solo hanno cominciato ad infierire, la guerra è guerra, con la probabile futura First Lady Melania Knaus, per il suo passato (“Ha posato nuda”), la sua origine (“È slovena”), la sua professione (“Disegna orologi e vende creme al caviale”), dimenticando che sì ha posato nuda (per questo l’ha fatto anche Carla Bruni pure lei First Lady in Francia), ma perché Melania era una top model che ha lavorato con artisti dell’obiettivo come Helmut Newton, Patrick Demarchelier, Mario Testino (il preferito di Lady Diana), apparendo sulle copertine di Vogue o Harper’s Bazaar, in più Melania, che per ora sta molto in disparte nella campagna, parla sei lingue e parlicchia anche italiano perché è venuta tante lvolte a lavorare come modella a Milano per i nostri stilisti. Non a caso un italiano, Tommaso Buti (oggi fidanzato a Claudia Galanti), l’ha presentata a Donald, prima in Italia, durante una sfilata (cui fa riferimento la foto che vede Trump con me e Buti) poi a New York, a una fests al Kit Kat di Paolo Zampolli, tra le altre cose è proprietario dell’agenzia ID Models, di cui Trump è anche socio. Buti, per la verità, non ama parlare di questo, mi perdonerà, in compenso è certo che sarà Trump il prossimo presidente USA, sperando che il riporto e la tinta color miele tenga sempre.

    • Francesco scrive:

      che romanticone Donald!

      gli perdono anche le bugie sul suo patrimonio, del resto da quando sono i Democratica a spendere molto più dei Repubblicani per le campagne elettorali “pecus non olet”

      😀

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Quindi una roba di Conte (peggio, dei grullini del governo Conte, visto che occupavano i ministeri competenti) è diventata un merito di Draghi. E una roba ad emissioni ridotte è diventata ad emissioni zero.
      Buongiornissimo!

    • Miguel Martinez scrive:

      emissioni zero?!

      Dai, pensavo di essere ecologico io, che ogni giorno emetto non so quanta aria guasta, per non parlare di altro…

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Martinez

        Si mura alla pupilla dell’occhio del pesce, per cercare di prendere il pesce.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

    • Francesco scrive:

      OK, tolta la fuffa c’è qualcosa di vero?

      ho molto più che i miei soliti dubbi sulla possibilità di riconvertire gli altoforni all’impatto zero (lasciamo perdere che l’energia elettrica va prodotta)

      lo vedo un pò come far diventare onesti gli juventini …

  20. Moi scrive:

    Cmq in 5/6 anni siam passati dal Microchip in testa “gran cagata ! ha ! ha ! ha !” a “magari a scopo terapeutico” … MA vedrete che ci saranno altri discorsi di tipo “se vi perdete, vi ritrovano” o “potrete uscir di casa senza documenti per l’ identificazione” o “si capirà subito in caso di malaugurato incidente chi siete e il vostro gruppo sanguigno” , “pensate all’identificazione d’ un migrante regolare che per sventura perdesse i documenti di soggiorno” e così via … e soprattutto NON esistono Finestre di Overton ! 😀

    Harari & Co. ragionan di ‘ste robe qui … e oltre !

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