Sinistra, Destra e Fascismo: definiamoli!

Tutti i giorni sento etichettare persone, idee, comportamenti come “di Sinistra” o di “Destra”.

A qualcosa di reale devono corrispondere queste etichette, visto che in tutti i paesi occidentali, circa la metà dell’elettorato vota per partiti che siedono a sinistra nel parlamento, l’altra metà per partiti che siedono a destra.

Questo a prescindere se parliamo di paesi ricchi o poveri, paesi egalitari o non, paesi “credenti” o “laici”. E anche dalle leggi che i due schieramenti votano.

Ma appena si chiede di definire che cosa si intende per Destra o Sinistra… attenzione, non si chiede nemmeno di dire cosa “sono” davvero Destra e Sinistra; semplicemente, cosa intende l’interlocutore quando usa quelle parole.

L’altro giorno il commentatore Andrea Di Vita non solo non è sfuggito alla domanda, ma ci ha aggiunto pure cosa intende per “fascista”:

Sinistra” = favorevole a limitare la proprietà privata dei mezzi di produzione, perché in ultima analisi essenzialmente incompatibile col bene comune.

Destra” = il contrario di Sinistra

Fascista” = chi desidera l’unione (“fascio”) di tutte le volontà di una nazione sotto la volontà di uno solo.

Il fascista esclude l’incompatibilità essenziale della volontà di una qualche parte della nazione (quella dei proprietari dei beni di produzione) con le altre e col bene comune (altrimenti il fascio sarebbe impossibile) per cui e’ sempre di destra.

E’ una definizione concisa e logica, e sospetto che non se ne possa trovare una migliore.

La cosa più bella è che ruota attorno a un oggetto preciso: la proprietà privata dei mezzi di produzione. Ricordiamo che privatus è un participio: indica ciò di cui un Privante ha, appunto, privato la comunità.

E’ vero che, riguardo a singole questioni, le persone tendono a dividersi in due squadre; ma le singole questioni sono tante, e non necessariamente collegate tra di loro.

Tizio può essere favorevole a ridurre le tasse sulle imprese e Caio ad aumentarle; ma questo non ci dice nulla su come la penseranno riguardo all’aborto, l’immigrazione, il rapporto umano con la natura, la musica classica o quella moderna, o se preferiscono una scuola severa come quella sovietica o accogliente come quella post-sessantottina.

Andrea usa un concetto negativo per definire la Sinistra, e i negativi, i verbi impersonali o al passivo mi insospettiscono sempre (anche quando li uso io).

“favorevole a limitare la proprietà privata dei mezzi di produzione”

Chi dovrebbe limitare la proprietà privata?

Non sono nella testa di Andrea, ma presumo che lui intenda lo Stato. E questo sottintende un immenso non detto, che potremmo tradurre così. Di sinistra è chi è:

“favorevole ad aumentare il controllo dello Stato sui mezzi di produzione”.

Dove per Stato si intende un’immensa organizzazione astratta, impersonale, una sorta di supercervello in incessante crescita, che si regge sulla finzione della Nazione, e che strutturalmente somiglia parecchio alle sterminate burocrazie delle società private.

Le singole imprese certamente non fanno il “bene comune”; ma siamo sicuri che lo faccia, a lungo andare, lo Stato? Perché lo Stato per sua natura deve trasformare membri di comunità vive in singoli utenti di servizi.

Dalla Sinistra, Andrea ricava per contrari la Destra.

Che è quella che vuole meno controllo statale sulle imprese.

E’ una definizione succinta, che mi va benissimo, e ha un grande vantaggio: sarebbe condivisa da moltissime persone che si ritengono di Destra.

Toglie poi di mezzo cose irrilevanti (tipo, “cosa pensi del cambiamento climatico, del monoteismo islamico o della legalizzazione delle canne?“).

Anche la definizione di “Fascista”, la trovo sostanzialmente condivisibile, e anche una delle poche che abbia qualche somiglianza con il fascismo reale e storico.

Solo che a questo punto, chi si sente antifascista, dovrebbe trarne la conclusione che è bene che i conflitti vengano alla luce, che si abbiano visioni diverse, e che il primo che si sente offeso, risponda per le rime invece di chiamare le guardie.

La volontà di uno solo” di cui parla Andrea significa un pittoresco capo in stile Anni Trenta, oppure semplicemente che le decisioni piovono dall’alto? Magari con discussioni ristrette tra i potenti.

Noi pensiamo sempre in termini di Re e Ribelli, di Duchi e di Duci, ma nella storia, credo che i sistemi contino più delle biografie, e quindi tendo alla seconda ipotesi.

In quel caso, quando Stato e Privante si mettono d’accordo per imporci qualcosa nel Superiore Interesse, saremmo di fronte al fascismo.

Ad esempio, quando lo Stato italiano chiama a co-decidere il futuro della nazione il signor Vittorio Colao, è fascismo.

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365 risposte a Sinistra, Destra e Fascismo: definiamoli!

  1. Guido scrive:

    Caro Miguel, questo è un argomento su cui io, te e pochi altri ci arrovelliamo già da alcuni anni e che, fortunatamente direi, sta venendo sempre più alla ribalta o, ancor meglio, alla consapevolezza di ciò che si intende fare usando questi stravaganti termini come destra e sinistra. Le peggiori tra le definizioni, infatti, sono sempre quelle che si limitano a definire se stesse in base a ciò nei cui confronti si è CONTRO.
    Va aggiunto però che siamo umani e che nel linguaggio siamo sempre necessariamente dualisti, tendiamo a polarizzare e a non vedere più le tante sfumature e contraddizioni che fanno parte di tutto ciò che vive. E di questo meccanismo penso sia necessario averne sempre coscienza. Infatti per me “fascismo” significa semplicemente paura, odio e/o rimozione della complessità.
    Ottimo articolo comunque

  2. Francesco scrive:

    Quindi noi di Destra siamo dell’idea che lo Stato debba avere ben poco controllo sui mezzi di produzione di proprietà dei cittadini.

    In effetti noi la si chiama Libertà e messa così è una bella definizione di Destra, oltre a spazzare via la confusione col Fascismo.

    Il quale concilia gli interessi delle varie classi con l’oppressione totalitaria, non con il mantenimento della massima libertà possibile sul Mercato. Che è il luogo (sociale) di incontro e scontro degli interessi di classe e individuali.

    Sì, mi piace davvero.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francesco

      “Quindi noi di Destra siamo dell’idea che lo Stato debba avere ben poco controllo sui mezzi di produzione di proprietà dei cittadini.

      In effetti noi la si chiama Libertà e messa così è una bella definizione di Destra, oltre a spazzare via la confusione col Fascismo.”

      infatti, è uno degli aspetti che mi piaceva della divisione.

      Perché ci sono ragioni valide per sostenere le due tesi (“più Stato! No, più mercato!”). Mentre in genere nessuno si riconosce nelle eterodefinizioni: “quelli di sinistra sono snob che odiano il popolo e vorrebbero distruggere tutto ciò che di bello!” “quelli di destra sono idioti, ma con l’animo cattivo!”

      • Francesco scrive:

        però sarei curioso di vedere quali altre scelte si trascina dietro l’appartenenza alla destra o sinistra … un pò in stile Gaber un pò sul serio

        ciao

        • PinoMamet scrive:

          Mah… secondo me, ormai, nessuna altra scelta. Non si trascinano dietro proprio niente, le persone “imparate” mi sembrano tutte all’incirca identiche che siano di destra o che siano di sinistra.

          Le persone “non imparate” che vedo si distinguono invece in tamarri, vecchi tamarri, moldave, nigeriani, indiani e senegalesi.
          Sono tutti molto più interessanti.

    • Francesco scrive:

      A questo punto, espulsi rossi e neri, rimane uno “scontro” sui limiti “geografici” del mercato, su cosa sia bene abbia un prezzo e cosa sia bene non lo abbia.

      Hai disegnato la strada per la Società ideale, in cui io sarei con la “sinistra cattolica” che propone un modello di società in cui c’è molta vita oltre al mercato

  3. roberto scrive:

    ma quindi per te (voi) la differenza tra destra e sinistra è solo economica?

    io faccio un po’ fatica a seguirvi su questo, tant’è che potrebbe benissimo esserci una destra molto statalista in economia (cosa è il nazionalismo economico se non un intervento in economia?)

    per me non si può prescindere da una serie di considerazioni che extraeconomiche.
    chessò destra può tralasciare i valori della tradizione e della famiglia? (lascio da parte l’ipocrisia ovviamente, mi limito a quello che dovrebbe essere tipicamente di destra)
    e sinistra l’opposto, se non quando si parla di slow food in cui la sinistra diventa immediatamente tradizionalista?

    sinistra non è “solidarietà” vs destra “deve farcela da solo”?

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “ma quindi per te (voi) la differenza tra destra e sinistra è solo economica?”

      Attenzione, qui non stiamo dicendo “cosa siano” destra e sinistra (sono termini che non uso, infatti).

      Ho semplicemente chiesto a qualcuno di definire in maniera conseguente ciò che lui intende quando dice “destra” e “sinistra”: questo non vuol dire che spiega cosa sia il Partito Marxista Leninista Italiano, il deputato laburista blairiano inglese, o il governo del Venezuela.

      Quella di Andrea è una bella definizione, perché usa un criterio abbastanza facile da valutare (tipo, “più tasse, meno tasse”), senza fuffa soggettiva.

      Poi è possibile anche scegliere un riferimento diverso dalla proprietà privata. Ad esempio, l’atteggiamento verso la possibilità che Cristo sia Dio incarnato: in quel caso avremo evangelici e cattolici a destra, musulmani, ebrei e militanti dell’UAAR a sinistra.

      • roberto scrive:

        “Ho semplicemente chiesto a qualcuno di definire in maniera conseguente”

        vedo, ma la definizione mi sembra appuno molto parziale

    • paniscus scrive:

      per Roberto: credo che l’accostamento automatico tra “destra” e “valori della tradizione e della famiglia” sia una cosa tipicamente italiana, o comunque proveniente da culture di origine cattolica.

      Nel mondo anglosassone è normale che esista anche una destra libertaria, che è, appunto, fortemente “di destra” in ambito economico (mercato selvaggio illimitato, poche tasse, servizi pubblici ridotti al minimo, e simili), ma a cui non importa niente della tradizione e della famiglia, e non ha alcun problema sui relativi temi sensibili (sessualità, procreazione, aborto, droghe, comportamenti personali estremi, concezione del matrimonio).

      Più o meno è la linea a cui si è sempre ispirato il partito radicale italiano, ma molto più consistente e visibile…

      • roberto scrive:

        “per Roberto: credo che l’accostamento automatico tra “destra” e “valori della tradizione e della famiglia” sia una cosa tipicamente italiana, o comunque proveniente da culture di origine cattolica.”

        si sono d’accordo con due piccole precisazone
        1. sostituirei italia con europa (salvo UK)
        2. sostituirei cattolica con cristiana

        • paniscus scrive:

          “2. sostituirei cattolica con cristiana”—-

          No, io invece insisterei proprio sulla specificità cattolica, perché questa corrisponde anche all’implicazione di “obbedienza a un’autorità”, che è diversa da quella civile ma è pur sempre un’autorità riconosciuta, e che insieme a quella civile rientra (psicologicamente) nello stesso meccanismo per cui essere obbedienti all’autorità significa essere brave persone rispettabili, mentre chi vuole fare come gli pare è una testa calda inaffidabile.

          Oltretutto, a differenza che nel mondo protestante (in cui, se non si è soddisfatti dei precetti morali di una specifica chiesa, si può tranquillamente confluire in un’altra che li intende in maniera diversa, o addirittura fondarne una nuova, senza per questo essere emarginati come “non più cristiani”),

          nel mondo cattolico esiste la percezione che questa autorità morale “sia sempre stata così” e che proprio COINCIDA con quella che noi chiameremmo “tradizione”, mentre agli evangelici anglosassoni, della cosiddetta “tradizione”, non frega nulla.

      • roberto scrive:

        ciò detto,
        se penso agli stati uniti mi sembra che i repubblicani (possiamo definirli più destra dei democratici) non è che siano tanto insensibili a tradizioni e famiglia (certo, per loro tradizione e famiglia sono concetti diversi che da noi), e per dire, sui temi sensibili d ate indicati, hanno una sensibilità più vicina a quella che può avere una meloni che un diliberto

        • Francesco scrive:

          credo che i libertari siano una “setta” abbastanza poco numerosa

          e del resto i liberal sono del tutto indisponibili a pagare le tasse per sostenere eventuali servizi sociali, o anche solo ad avere un dormitorio per senzatetto nei loro quartieri

          come se gli USA fossero al 99% di destra in economia, divisi poi sul resto tra sinistra e destra

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Roberto

      Piaccia o no, viviamo in un mondo dominato dal culto della proprietà privata. Un mondo che è anche afflitto da razzismo, sessismo ecc. Logico che chi vuole limitare la proprietà privata dei mezzi di produzione si trovi nella stessa barca con mutanti antirazzisti, femministe, difensori dei diritti delle minoranze e simi: in fondo, hanno lo stesso nemico. Logico quindi che chi la proprietà privata dei mezzi di produzione la vuole conservare si trovi nella stessa barca con reazionari di varie specie: hanno lo stesso mondo da preservare.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        falso (logicamente) e controfattuale

        dovresti trovare un legame tra “culto della proprietà privata” e razzismo sessismo etc.

        se ci riesci, sei un lettore del Manifesto: uno che predica in teoria il comunismo in economia ma non nei fatti però si batte per i privilegi di poetesse trans negre in lotta col patriarcato

        ma forse tu potresti fare di meglio

        🙂

  4. Miguel Martinez scrive:

    Le nostre menti sono strutturalmente duali.

    O tifiamo Juve o tifiamo Fiorentina.

    Però poi interviene un altro dualismo: ci sono quelli che preferiscono il vino rosso e quelli che lo preferiscono bianco.

    Senza se e senza ma, sono due schieramenti forti.

    Ma se io tifo Juve, devo per forza anche preferire il vino bianco?

    Ecco, la supercategoria “Sinistra” (o “Destra”, ma è un’etichetta meno rivendicata) è un mostro in cui devi essere sempre juventino e sempre e solo preferire il vino bianco.

  5. mirko scrive:

    E’ il motivo per cui non mi sento ne di destra, ne di sinistra.
    La realtà è complessa, e non può essere compressa in schemi preconfezionati.

    • Francesco scrive:

      e se uno cambia e migliora gli schemi?

      sennò come si fa a capire qualcosa?

      domanda seria, caro Duca, non una battuta

      ciao

  6. Miguel Martinez scrive:

    Un’altra dualità fondamentale distingue le persone che

    1) hanno un lungo addestramento all’uso di un linguaggio grammaticalmente corretto e sempre attento, a prescindere dai contenuti

    da quelle che

    2) esprimono con immagini forti e disordinate le proprie intuizioni

    Questa direi che oggi è l’elemento che immediatamente fa schedare le persone tra i Giusti e i Reprobi.

    • Miguel Martinez scrive:

      Ora, io sono uno che sa scrivere con attenzione. Nemmeno i miei peggiori nemici hanno potuto usare contro di me, le cose che scrivo.

      Ma la mia esperienza politica è tra la gente incredibilmente varia che popola il rione che mi ha accolto, e a cui io devo tanto.

      Ed è gente che per il 90%, quando apre bocca, non “sa parlare”. Anzi, “dice cazzate” (la gente che Sa Parlare ogni tanto si diverte a umiliare gli umili, usando espressioni del genere).

      Perché sono nati in Egitto, o perché sono autoctoni di quelli che “quando ero ragazzo, quelli di Santa Monaha non erano come quelli de’ Hamaldoli”,

      perché si sono posti mille problemi, ma non quello di “dire la cosa giusta al momento giusto”, perché hanno più cuore che studi, perché sanno farsi capire perfettamente con i sorrisi e con gli occhi, ma quando scrivono, si confondono.

      Questa gente a volte dice cose giuste, a volte dice cose sbagliate, e lo dice nel linguaggio creativo e strano delle persone reali.

      Io, per il solo fatto di avere un rapporto perverso con i libri, non ho nulla in più di loro.

      Tranne le volte che ho davvero ragione io, che qualche volta capita, come capitano le volte che loro hanno torto e io ho ragione.

  7. Moi scrive:

    Per me, cercare nel 2021 (!) una distinzione fra Dx e Sx su base economico-sociale … è un reenactment 😉 del Novecento (i primi 3/4 soprattutto …) che porta nella migliore delle ipotesi a concezioni speciose !

    La differenza la vedo quasi solo in termini di “Cultura”, di “Sovrastruttura” Marxista , e … per quanto la “Cultura” possa influenzare l’ Economia (Fatta essenzialmente di Grande Finanza Apolide & Piccoli Sbucaltatori Locali …) , credere che ne possa detenerele redini è _ appunto _ un’ illusione da proverbiale Mosca Cocchiera!

    • habsburgicus scrive:

      d’accordissimo con te Moi !
      del resto qualcosa di simile ha detto anche Roberto, sottolineando -a mio parere molto giustamente. che ci sono anche variabili extraeconomiche da tenere in conto..io direi, soprattutto

  8. daouda scrive:

    il fascismo è il centro rispetto alle sei dimensioni spazio-temporali che corrispondono alle posizioni. Ma il centro del centro è ugulmente il fascismo rispetto alla declinazione corporazionista intendendo il basar come raggruppamento sinolistico rispetto all’ilemorfismo.
    Di conseguenza, politicamente, anarchismo reticolare e centralismo monocratico sono la stessa cosa , ma è per l’appunto sacertà

    • Moi scrive:

      sei dimensioni spazio-temporali … ma che è, ‘sta Fricchettonata ?! 😉

      • paniscus scrive:

        “sei dimensioni spazio-temporali … ma che è, ‘sta Fricchettonata ?!”

        Non è affatto una fricchettonata, è solo una caXXata.

        • daouda scrive:

          ci sono sei dimensioni

          3 spaziali che conosciamo 3 temporali ( oltre il passato e futuro sul loro asse,ci sono il fausto d il nefasto sul loro, ed il denso e diluito in un altro ).

          Non mi par difficile

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ daouda

      Sento odor di Evola… 🙂

      Attento che scivoli verso Villiers de l’Ile-d’Adam! 🙂

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • daouda scrive:

        non si può parlare di destra sinistra in senso valoristico senza l’alto ( idealismo ) ed il basso ( materialismo ), l’avanti ( modernismo ) e l’indietro ( primitivismo ) tanto che ridurre il discorso a destra e sinistra è puro non senso.

        Inoltre il centrismo raggruppa per definizione l’individualismo anarchico ( l’unico anarchismo ) in modalità centrifuga e reticolare, il centralismo monocratico comunista ( che chiunque anche fosse un consiliarista alla fine attua in qualsivoglia comune ) ed il partitismo liberal-democratico a mediare tra i due come forma politica di tempi moderni.

        IL FASCISMO DOVREBBE ESSERE LA SINTESI e dato che pr definizion l’umano è religioso esso è sacrale di per sè, visto che il centro è sacrale per definizione ( ergo non è nll’ambito idealista) ed il recupero di Roma era appunto il riconoscere la legge come ritualità sacrale.

        Dire che comunisti, liberali, anarcoidi, CHE STANNO AL CENTRO, siano di destra/sinistra/modernisti/idealisti/materialisti/primitivisti non ha senso prché ne troverai sempre qualcuno che tenderà da qualche parte.

        La sinistra: amore, civilismo, includenza

        La destra: onore, cameratismo, esclusività

      • daouda scrive:

        quando uno dice che è socialista è di centro centripeto.
        in mezzo c’è la odierna partitocrazia quindi il sistema è sempre misto.
        quando dice che è libertario puro è di centro centrifugo.

        Cosa c’ntra la visione economica politica con l’essere di avanti o di dietro, di destra o di sinistra, di sotto o di sopra, LO SAPETE SOLO VOI CHE SIETE RITARDATI.

        p.s. io non sto descrivendo qul che c’è, ma quel che è da sempre e sempre sarà finché chiaramnte non esplode tutto

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ faouda

          Siamo così RITARDATI che siamo rimasti a Feuerbach: “l’uomo è ciò che mangia”.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            e io che speravo che daouda alla fine avrebbe spiegato con chiarezza degna di San Tommaso le tre coppie di opposti che vanno a definire l’universo … invece nisnba, si rimane a metà tra Nice quello delle camice e lo sciamano di QAnon

            il che non toglie che gli stiliti abbiano smentito clamorosamente il povero Feuerbach con secoli e secoli di anticipo!

            😀

          • daouda scrive:

            sei te che sei ritardato:

            alto=cielo=intelletto=idealismo

            basso=terra=corpo=materialismo

            destra e sinistra l’ho detto, dietro ed avanti si vede chi è passatista o futurista, dimm te che cazzo te devo spiegà se c l’hai sotto agli occhi ed usi ancora le incognite basilari oltre che preconfezionate come un bamboccio.

            il comunismo è di centro come sempre lo è stato l’individualismo ( ovviamente ). L’ipocrisi democratico-liberale è parallela al fascismo sacro, ma sempre siamo al ceentro.

            Voi parlate de destra e sinistra, avanti ed indietro, a sto punto quindi è chiaro anche sopra e sotto pur ignorandoli e ve dimenticate il dentro ed il fuori.
            COGLIONI!

            Ma se andaste a studiare bene il fnomeno del fascismo e di quel che sarebbe voluto essere, scoverete che è l’unica rivoluzione dmocratica e l’unica restraurazione monocratica possibile.

            Poi arrivano i cojoni che dicono ch il fudalesimo era il meglio periodo della Chiesa cattolica…ma annate a morì ammazzati và!

            • Moi scrive:

              Ah, be ‘ … il Settimo Cielo, allora, è lo Spazio ! 😉

            • daouda scrive:

              ho sbagliato

              alto= criterio razional-idealista

              basso=calcolo razional-estetico

              POICHE’ VA CONSIDERATO CHE il tutto insieme è “BASAR” ossia “corpo” al cui centro c’è l’intelletto “LEB” cuore.

              Cosicché il fascismo è sintesi totalitaria per forza di cose fra centralismo libertario pubblico e liberismo reticolare privatistico che hanno come intermedio il libralismo democratico

              • Francesco scrive:

                confessa che, se anche sei un umano, per scrivere ‘ste cose usi dei dadi appositi!

                😀

              • daouda scrive:

                la tripartizione proprietà privata-partitica-pubblica fa vedere che al cntro si gioca la politica che può essere politeia, elitarismo o monarchismo giust’appunto poiché pubblico non è il bene comune né privato il possesso individuale.

                Mi hai sgamato , stavo a cazzarà, ma i sei punti rispetto il tempo/spazio sono comunque quelli e non confanno allo statuale.

                quello che sò è che per m il fascismo è sintesi e Mussolini fu un traditore.

  9. Mauricius Tarvisii scrive:

    Più che lo Stato credo che intenda l’ordinamento giuridico, che può essere statuale, ma anche di diverso tipo. Inutile dire che l’entità che più facilmente, rebus sic stantibus, ha la forza per incidere sull’ordinamento è proprio lo Stato.

  10. Andrea Di Vita scrive:

    @ tutti

    Chiedo scusa del ritardo nell’intervento (sono alla fine di un’estenuante trasloco).

    In effetti il difetto della Sinistra (che pure ha il pregio di ammettere l’esistenza di conflitti irriducibili nella società) è che non si capisce chi definisce cosa sia il “bene ccomune”. Se a farlo è la cultura di una minoranza che diventa cultura ella classe egemone, abbiamo ad esempio Gramsci; se lo fa il capo di un partito, abbiamo Stalin e i suoi emuli; se lo fa la “common decency ” degli Inglesi di una volta, abbiamo Orwell e Keynes.

    Per l’Orwell di “The road to Wigan Pier”, ad esempio (mi perdonerere se torno al mio autore preferito) il simbolo dell’oppressione di classe era l’impossibilità di una massaia proletaria di godersi ogni tanto quella “nice cup of tea” cui Orwell dedica un saggio adorante. (Ciò non gli ha impedito di andare a combattere in Spagna).

    Invece…

    …ammettere la proprietà privata dei mezzi di produzione implica postulare che si possa andare comunque d’accordo, ossia che i conflitti siano sempre eliminabili: la Libertà mia è sempre compatibile con la Libertà di un altro, basta comportarsi bene, un po’ come certi gentiluomini in Dickens o certi camerati all’assedio dell’Alcazar. È la logica del monologo di Menenio Agrippa e dei film hollywoodiani di Frank Capra e italiani dei telefoni bianchi, il postulato dello happy end sempre possibile purché lo si voglia davvero, non vincendo una rivoluzione o organizzando uno sciopero ma collaborando: nel libero mercato se possibile, in orbace se necessario.

    È un mondo senza Rosy Parks, senza migranti, senza sessismo, senza inquinamento, senza lacrimogeni, senza spazzatura, senza pannolini da cambiare al di fuori di sorridenti pubblicita’ di mamme entusiaste e strafighe di neonati felicemente urinanti, un mondo dove la violenza o è assente (stile film di Mary Poppins o Edward Mani Di Forbice) oppure è in ogni caso sempre il mezzo per ristabilire un ordine originariamente in sé giusto (dove l’ottimo di Pareto e quello di Nash in fondo coincidono). In ultima analisi un mondo falso, un’educata edulcorazione della barbarie.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    P.S. una cartina di tornasole per distinguere dSinistra e Destra è la loro percezione di Cristo. Per la Sinistra è “il primo socialista”. Per la Destra un bastone dorato di zucchero candito, da prendere a dosi settimanali come ricostituente spirituale.

    • Francesco scrive:

      non hai mica capito nulla, caro Andrea

      i conflitti non sono eliminabili, affatto, sono l’eterna altra faccia della medaglia del bene comune

      Menenio Agrippa aveva al 100% ragione – solo che stravolgeva la verità a uso dei patrizi

      I conflitti si vivono con serenità e sportmanship, sapendo che NON c’è un solo asse di conflitto (ogni lavoratore è anche un consumatore, per fare un esempio), che non c’è nessuna Paradiso dietro l’angolo della Rivoluzione, che ogni accordo che ponga fine a un conflitto è un compromesso temporaneo

      Ogni idea di società senza conflitto è una clamorosa fregnaccia, compreso il Comunismo

      ciao!

  11. habsburgicus scrive:

    la definizione dell’ottimo AdV sul fascismo se non altro rappresenta un non lieve progresso rispetto a quella di Georgi Dimitrov del 1935, che vi è ben nota nella sua rozzezza (eppure nei gruppuscoli dell’estrema-in genere, quando va bene, quattro gatti più il quinto uomo che è il “capo” :D- ancora ha forza di legge) ….
    e me ne compiaccio

    • mirko scrive:

      Cosa disse Dimitrov in proposito?

      • habsburgicus scrive:

        in sintesi diceva così
        “Il fascismo è la dittatura terroristica aperta degli elementi più reazionari, più sciovinisti e più imperialisti del capitale finanziario”
        che è ovviamente assurdo 😀 mondo finanziario e fascismo (specialmente quello “più completo”, il fascismo tedesco vulgo NS 😀 mi pare che il compianto Preve lo chiamasse “fascismo perfetto” e non perché volesse lodarlo ma perché riconosceva quanto in Germania furono realizzate cose che in Italia restarono a metà) sono molto lontani..nei fascismi (di nuovo, in ispecie quello tedesco) AH ordina e i banchieri obbediscono:
        sono i capitalistissimi USA, coloro che contribuirono più di tutti alla sconfitta dei fascismi (sì, anche l’Armata Rossa, ma gli USA di più nei fatti), che invece sono espressione dei banchieri
        Dimitrov ha invertito tutto 😀 😀

  12. habsburgicus scrive:

    io darei invece una definizione culturale e non economica, pur conscio che non ha la benché minima probabilità di essere accettata 😀 io pongo come perno il 1789
    1.Destra=coloro che hanno una visione articolata, dall’esaltazione alla mera comprensione storica, ma comunque in essenza simpatetica, dei “christiana tempora”, l’età -felice o infelice a seconda dei punti di vista- anteriore al 1789, vero punto di svolta della Storia (mi spiace per i bolscevichi..la loro rivoluzione è nulla rispetto alla Révolution, l’unica, l’originale, la rivoluzione per antonomasia :D)
    2.Centro=chi non prende posizione sul 1789 o meglio applica il cerchiobottismo…la presa della Bastiglia sì, i diritti dell’Uomo strasì ma il Terrore no 😀
    3.Sinistra=chi rivendica in toto l’eredità del 1789 (la fine della Christianitas e, per incidens, una diminuzione del potere della nobiltà il che vuol dire poco..giustamente Miguel nota che a Firenze chi ha i quattrini sono sempre i soliti dal Trecento in poi. ..oggi son piddini e radical-chic 😀 laddove nel Seicento erano magari familiari del Santo Uffizio e nel Quattrocento erano medicei o antimedicei :D); certo, esiste una sinistra “liberal” (che si accontenta del 1789+il Sessantotto) e una sinistra radicale che vorrebbe andare oltre, molto oltre, ma son quisquilie 😀
    resta da definire il Fascismo
    Fascismo=quelle forze che anch’esse rinnegano o dicono di rinnegare. l’eredità del 1789 ma anziché guardare ai “christiana tempora” si ispirano all’antica Roma (Italia) o a un razzialismo germanico senza tempo, sulla base di astruse dottrine quali il Volk (là) o la Romanità (qui)

    • habsburgicus scrive:

      tuttavia sul fascismo accetto pure la definizione “economica” di AdV, che è molto bella….
      con la mia definizione il fascismo che, seppur per motivi suoi, attacca anch’esso il 1789 è riconducibile alla Destra..e tout se tient 😀

    • PinoMamet scrive:

      Temo che non capirò mai cosa ci troviate di bello nei “christiana tempora”.

      Di solito mi dicono cose che non trovo che c’entrino (l’architettura, la musica…) o che comunque non li riguardano (l’aristocrazia che si godeva la vita…)

      non so se siano finiti, se siano mai iniziati, o se ci siano mai stati se è per questo; ma non mi dispiace vivere in un’epoca diversa.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “coloro che hanno una visione articolata, dall’esaltazione alla mera comprensione storica”

      Ah, ecco, quindi io non comprenderei la società medievale, mentre Bossi sì? 😀

      • Peucezio scrive:

        Bossi è un comunista.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Togli Bossi e metti Gasparri.

          • Peucezio scrive:

            D’accordo.
            Credo che Habsb volesse dire che un uomo di destra a suo modo ci si identifica.

            Con ciò, vale sempre ciò che dice Miguel, che la destra tende a difendere lo stato quo, per evitare guai peggiori, per cui non è che ci siano ‘ste legioni di destrorsi medievisti (anche se qualcuno lo conosco e ha i controcoglioni tripli).

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Ma non mi pare nemmeno che la medievistica sia dominata da gente di destra, quindi non capisco il punto della mera comprensione storica.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Habs

      “io darei invece una definizione culturale e non economica, pur conscio che non ha la benché minima probabilità di essere accettata 😀 io pongo come perno il 1789”

      Non stiamo cercando una “vera” definizione di Destra e Sinistra.

      Stiamo solo chiedendo a tutti di definire loro cosa intendono, quando usano questi termini.

      Tu intendi questo, ed è una definizione valida quanto ogni altra.

    • roberto scrive:

      habsb

      sai invece che se cancelli la frase “articolata, dall’esaltazione alla mera comprensione storica, ma comunque in” trovo tutto sommato interessante questa definizione? e potrei anche riconoscermi nella sinistra liberal “che si accontenta del 1789+il Sessantotto”

      mischio la tua e quella di ADV e mi sembra che ci avviciniamo ad una definizione accettabile

  13. mirko scrive:

    Concordo con la definizione di Habsburgicus.

  14. mirko scrive:

    “2.Centro=chi non prende posizione sul 1789 o meglio applica il cerchiobottismo…la presa della Bastiglia sì, i diritti dell’Uomo strasì ma il Terrore no”

    Praticamente la sinistra che da Achille Occhetto è sfociata nel PD.

  15. mirko scrive:

    (mi spiace per i bolscevichi..la loro rivoluzione è nulla rispetto alla Révolution, l’unica, l’originale, la rivoluzione per antonomasia :D)

    Anche perché la rivoluzione bolscevica è fallita, implodendo nelle sue contraddizioni, mentre quella francese domina ancora oggi la mentalità occidentale, sia pure con sfumature diverse a seconda dei paesi che da essa sono stati influenzati.

  16. Peucezio scrive:

    Sostanzialmente sono d’accordo con la definizione di Habsb, però andrebbero precisati i contenuti: cosa distingue il pre- dal post-1789?

    Ma prima m’interessa rilevare come, in base alle definizioni di Andrea, lui sarebbe di destra.
    Perché è completamente organico all’Occidente contemporaneo (che ha rinnegato completamente non solo il marxismo, ma anche la socialdemocrazia in nome del capitalismo più predatorio), contro i fenomeni, come il populismo-sovranismo, che nascono in reazione a tale rinnegamento e soprattutto contro l’Oriente, che rappresenta esattamente ciò che egli definisce “sinistra”, cioè l’assoggettamento degli interessi privati al bene comune, coincidente con gli interessi nazionali e collettivi.

    Nel prossimo commento vi dico cos’è per me la sinistra (la destra non esiste, è ciò che in linguistica si chiama non marcato, cioè, per così dire, “normale”).

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ peucezio & habsburgicus

      È col 1789 che si affaccia l’idea che la proprietà dei mezzi di produzione possa essere di altri che dei privati (incluso il monarca assoluto: essere “di Sua Maestà” non coincide con essere “di pubblica proprietà”, come ben sanno gli Inglesi). Dunque la Sinistra per definizione abbraccia il 1789, verso cui ogni Destra è quantomeno sospettosa: o per la diffidenza liberale verso i giacobini che del 1789 furono protagonisti imponendo la Rivoluzione sul sangue della Vandea, o per il culto di una “Tradizione” (le virgolette sono d’obbligo, trattandosi del nome di un mito) spodestata dal 1789, culto proprio delle destre fasciste/sovraniste. Più grandi i privati in gioco (fino a Zuckerberg, Gates, Soros…) più forte ha da essere il potere pubblico (Stati nazionali, Unione Europea…) per contrastarli (solo Monti ha potuto, da Commissario UE, arginare le pretese di Microsoft sulla giurisprudenza riguardante i software). Solo il potere pubblico puo’ proteggere il singolo dalle forze prevaricatrici del mercato. E in un mondo di problemi globali – irrisolvibili su scala locale, nazionale e individuale, a dispetto delle bufale sovraniste – solo la Sinistra può avere la visione necessaria per arginare, quantomeno, i guai che stanno arrivando.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Peucezio scrive:

        Veramente la sinistra sta facendo l’esatto opposto.
        La sinistra è alla testa delle forze prevaricatrici del mercato, è il suo versante politico.
        Il potere pubblico in Occidente è stato completamente liquidato a favore dei grandi privati
        Con un’unica eccezione: gli Stati Uniti, che sono ancora un vero stato con una proiezione geopolitica. Ma è solo il braccio armato di questi privati, niente di più.

        Chi invece fa esattamente ciò che tu dici sono i Putin e gli Xi Jinping. Ma a suo modo anche gli Ayatollah, a suo tempo Gheddafi, Castro, Chávez.

        Tra l’altro tu accusi il sovranismo, ma la globalizzazione è economica, mica politica.
        Quello che dici tu si potrebbe fare avendo un unico stato mondiale. Ma non ti chiedi come mai nessuno si sogna di farlo, svuotando le prerogative e le sovranità degli stati esistenti senza sostituirvi nulla, in modo che il gioco del grande capitale privato non abbia freni?

        Non ti viene il sospetto che ciò che tu professi in buona fede, cioè l’idea che per contrastare un capitalismo globale ci voglia una sorta di socialismo o di statalismo (in senso buono) globale, sia in realtà la narrazione manstream funzionale proprio a quel capitalismo globale per rimuovere ogni ostacolo ai suoi interessi?
        E che la delegittimazione delle posizioni sovraniste sia oggettivamente funzionale proprio a questo disegno, cioè a liquidare ogni tendenza che in qualche misura vi si oppone, contrapponendovi logiche nazionali e stataliste?
        Peraltro come può esistere lo stato senza sovranità?
        La sovranità è l’argine contro l’anarchia del più forte, cioè del più ricco.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Peucezio

          “Veramente la sinistra sta facendo l’esatto opposto.
          La sinistra è alla testa delle forze prevaricatrici del mercato, è il suo versante politico.”

          Occhio che non stiamo parlando dei gruppi umani che oggi, concretamente, si dichiarano di Sinistra e qualche rara volta, di Destra.

          Stiamo parlando dei criteri che usiamo noi per definire cosa sia di Destra o di Sinistra.

          Un partito che si chiama Gauche sostiene la proprietà privata dei mezzi di produzione? Bene, per ADV è di Destra, comunque si chiami.

          • Peucezio scrive:

            Vabbè, ma così ognuno dà alle cose il nome che gli pare.

            La sinistra, come la destra, è un fenomeno storico, oggettivo.
            I nomi servono a capirsi.

            Tra l’altro, al di là del fisiologico ricambio generazionale, parliamo delle stesse persone, di una continuità di apparati e uomini, sia sul piano partitico, che giornalistico, intellettuale, elettorale, di massa.

            • mirko scrive:

              Peucezio

              c’è una mail per te.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Peucezio

              “Vabbè, ma così ognuno dà alle cose il nome che gli pare.

              La sinistra, come la destra, è un fenomeno storico, oggettivo.
              I nomi servono a capirsi.”

              Guarda che anche questa è una definizione soggettiva.

              Nel senso che tu dici, “sinistra è chi dice di essere di sinistra, a prescindere dai contenuti”.

              E’ una tesi che mi trova totalmente d’accordo, che parte da un fatto antropologico.

              Per ADV, invece è “di Sinistra” chiunque tenda verso certi risultati, a prescindere da come quella persona immagini se stessa. E anche questo è un criterio sensato.

              • Peucezio scrive:

                Ma la definizione non si sceglie arbitrariamente, dev’essere un’astrazione a partire da ciò che la sinistra oggettivamente fa o la gente di sinistra oggettivamente professa.

                Poi io posso sottolineare questo o quell’aspetto, individuare quella costante di cui magari nessuno si è mai accorto o che non è stata abbastanza sottolineata rispetto ad altre, ma non è che me l’invento come mi gira, altrimenti posso sparare qualunque cosa.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ peucezio

          “alla testa”

          Non concordo. Il fatto che ormai una parte maggioritaria della sinistra non creda più alla rivoluzione proletaria non significa che ritenga che il mercato non vada regolato da forze esterne al mercato stesso. E’ questa la bestia nera delle destre, e in un mercato globalizzato questa regolazione e’ possibile solo negando il sovranismo. Come roberto ti può confermare, i bottegai inglesi pro Brexit non tolleravano le regolamentazioni comunitarie sul lavoro dipendente, e ti posso confermare io che i sovranisti polacchi vedono l’UE come una nuova URSS. Persino da noi il nemico ossessivamente (dunque efficacemente) indicato dalle destre sovraniste e liberali è il PD in quanto erede del PCI: altro che “sinistra alla testa delle forze di mercato”. Un conto è volere indirizzare il mercato (che così viene limitato non in quanto ” mercato” ma in quanto “libero”) un conto è spianargli la strada come dici tu. Un Monti che fa le bucce a Microsoft è molto più bolscevico di un felpetta che strilla per la ” pace fiscale”. Come poi la negazione della realtà propalata dai sovranisti possa rappresentare un argine al libero mercato è qualcosa che sfugge alla mia comprensione. Se era per il libero mercato avremmo ancora i CFC a bucare l’ozono! Dove avanzano i sovranismi, dalla Turchia alla Russia alla Polonia, si restringe la libertà individuale, altro che allargarsi: solo nozioni come “spazio giuridico europeo”, ” diritti umani”, “ONG”, “protocollo di Kyoto” e simili rappresentano la speranza. E per concludere, è vero che la globalizzazione è più economica che politica, ed è precisamente questa la tragedia: tutte le volte che questo è avvenuto, con Augusto, con Carlo V o con Cecil Rhodes, si sono accumulate abbastanza ricchezze per armare successive, devastanti guerre distruttive. Lo ha descritto Richardson, lo ha riconfermato la trappola di Tucidide. E siccome l’umanità non può reggersi con tanti piccoli Oltrarno e fornire allo stesso tempo kilowattora e antibiotici a sette miliardi di individui, o ci si estingue o si va verso una autorita’ mondiale a struttura più o meno socialisteggiante. Una la specie umana? Uno lo Stato.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Miguel Martinez scrive:

            Per ADV

            “Una la specie umana? Uno lo Stato.

            Ciao!

            Andrea Di Vita”

            Apprezzo sempre la chiarezza e la coerenza con cui scrivi.

          • mirko scrive:

            Che Monti sia dalla parte dei più svantaggiati non l’avevo ancora sentito da nessuna parte.

          • mirko scrive:

            “E siccome l’umanità non può reggersi con tanti piccoli Oltrarno e fornire allo stesso tempo kilowattora e antibiotici a sette miliardi di individui, o ci si estingue o si va verso una autorita’ mondiale a struttura più o meno socialisteggiante. Una la specie umana? Uno lo Stato.”

            Un mercato non regolamentato e lasciato all’esclusivo arbitrio dei privati è un incubo.
            Ma anche la tua idea di governo unico mondiale, sia pure socialisteggiante, lo sarebbe.
            Non basta che siamo già fin troppo controllati?

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “la tua idea di governo unico mondiale, sia pure socialisteggiante, lo sarebbe.
              Non basta che siamo già fin troppo controllati?”

              Ma un governo unico mondiale non finirebbe per controllare meno, piuttosto che di più, per una semplice questione di quantità e diversità di persone da controllare? Non finirebbe per essere più inefficiente nel controllo sociale di quanto non lo potrebbe essere il governante di una piccola comunità?

              • mirko scrive:

                Lo scenario auspicato da Di Vita sarebbe un incubo, qualora si dovesse realizzare.
                La tecnologia in mano ad un unico governo aumenterebbe ancora di più, e così il controllo dittatoriale su di noi.
                Come dice Pino, non avremmo nemmeno l’alternativa di poter scappare in un altro stato.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Davvero se io vado in un altro paese il controllo su di me può non aumentare?

              • mirko scrive:

                In un unico stato mondiale, non avremmo nessuna via di fuga.

              • Moi scrive:

                Del male non fare, paura non avere ! 😉

              • PinoMamet scrive:

                “Davvero se io vado in un altro paese il controllo su di me può non aumentare?”

                Io penso a cose molto terra terra: tipo lo Stato A che improvvisamente ha voglia di sterminare tutti i Mauricii.

                troverei utile che esistesse almeno uno Stato B, in cui Mauricius può tentare di fuggire…

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Vero, ma credo che sia molto difficile che un governo unico mondiale possa realmente avere la centralizzazione che ha permesso allo Stato moderno di inventare i genocidi.
                Ok, sto barando: in pratica sto dicendo che non credo che possa esistere un vero e proprio Stato mondiale 😀

          • Peucezio scrive:

            Andrea,
            io direi piuttosto che nella cultura politica europea è rimasto qualche residuo di dirigismo, che in qualche raro caso ha effetti sani, mentre per lo più è diventato uno strumento indiretto del grande capitale in modo che l’atteggiamento burocratico e vessatorio degli stati e dell’Unione contribuisca a togliere dalle scatole la piccola imprenditoria e il ceto medio (aumentando le differenze sociali) già decimati dalla concorrenza di tali grandi gruppi.

            E allo stesso modo nella destra sono rimasti, per ottusità politica, residui di veterocapitalismo antistatalista (vedi l’atteggiamento di Salvini sulla società autostrade e i Benetton), quasi che il grande imprenditore privato più cinico sia meglio di meccanismi redistributivi di controllo statale.

            Ma l’essenza delle costruzioni internazionali di cui parli, almeno negli atti concreti, è quella di impedire spesa pubblica, indebitamento, controllo delle risorse pubbliche, della moneta, in modo da deprimere le economie nazionali e metterle alla mercè della grande speculazione finanziaria internazionale. L’integrazione europea e internazionale e la globalizzazione sono andate di pari passo con la divaricazione dei livelli di ricchezza e con l’erosione della classe media, la cui prosperità è un indice di salute economica e di capacità redistributiva di una soscietà. Questo mi pare difficilmente negabile.

            La mia impressione è che tu confonda i tuoi auspici ideali con la realtà di fatto. La realtà di fatto è che le costruzioni di cui parli, che in linea teorica potrebbero essere funzionali a realizzare quel mondo di cui tu parli (che nel complesso mi farebbe orrore, ma avrebbe almeno il vantaggio di garantire un discreto benessere per tutti), servono invece a concentrare potere e ricchezza in poche mani e a creare masse di miliardi di diseredati nullatenenti e senza nemmeno più alcuna consapevolezza e capacità di costruire una possibilità di opporsi.

            Tutto questo in Occidente, si basi. In Oriente accade l’esatto opposto: la classe media cresce, la ricchezza si diffonde, milioni di persone accedono a possibilità e beni mai visti prima. E questo grazie a politiche orientate in senso nazionale e a una proiezione geopolitica forte.

            • Francesco scrive:

              Peucezio

              no, no, no, è quasi tutto il contrario! ti sbagli così tanto che non ho la forza di smontare questo Everest di idee a metà tra fascismo e socialismo

              posso solo dire che è tutto da rifare! iniziando dallo studio della disciplina specifica e arrivando poi, alla fine, a critiche radicali

          • PinoMamet scrive:

            Sono contrario all’idea di uno stato unico per lo stesso motivo per cui sono contrario a un partito unico o a un’unica forza di polizia…

            se poi ‘sto stato unico diventa dittatoriale e assolutista, dove scappi??

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ leucemia zio, Mirko & pino Mamet

              In Cuna le cose vanno bene precisamente perché un miliardo e mezzo di persone vive sotto la guida di un potere che non si fa scrupolo di mandare in galera un Jack Ma (Alibaba…) per corruzione. Non è che ci sia dove scappare: un altro pianeta non ce l’abbiamo, e sette miliardi (o magari dieci) di persone non possono semplicemente vivere alla lunga senza una qualche forma di “governance” globale. La balance of power è un’alternativa? Lo si è visto nel 1914. L’integrazione europea ha impedito il risorgere degli annosi conflitti frontalieri fra i suoi membri, come dimostra l’ansia che hanno in tanti di entrarvi (o di rientrarvi come gli indipendentisti scozzesi). Divaricazione e disuguaglianza sono precisamente la bandiera di chi dice “Prima gli italiani” o “Male America great again”, che non a caso sono feroci nemici di globalismo e europeismo. Non so voi, ma preferisco sognare un” alternativa all’estinzione. E quando penso al successo dell’Erasmus o ai successi cinesi,mi viene spontaneo dirvi: sono stato nel futuro, e ho visto che funziona.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Andrea Di Vita scrive:

                Ovvismente “leucemia zio”=” peucezio” (mannaggia al correttore ortografico del telefonino!)

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • PinoMamet scrive:

                “L’integrazione europea ha impedito il risorgere degli annosi conflitti frontalieri fra i suoi membri, come dimostra l’ansia che hanno in tanti di entrarvi (o di rientrarvi come gli indipendentisti scozzesi). ”

                ti sei dimenticato le caprette di Heidi e la carrozza di Biancaneve 😉

                comunque lo scenario idilliaco che dipingi dell’Unione europea (che non è un governo mondiale… per fortuna!) è contraddetto proprio dal sorgere dei sovranismi e dall’ansia che hanno molti di uscirne 😉

              • PinoMamet scrive:

                A scanso di equivoci: non ce l’ho (troppo) con la UE, che “ha fatto anche cose buone” 😉

                ma:

                1- non è esattamente un esempio di governo mondiale, tantomeno socialisteggiante

                2-un governo unico mondiale resta un incubo.

              • mirko scrive:

                “Non so voi, ma preferisco sognare un” alternativa all’estinzione.”

                Preferisco l’estinzione ad un mondo dominato da sognatori come te.

            • PinoMamet scrive:

              “In Cina le cose vanno bene…”

              ah sì? 😉

              • Francesco scrive:

                Mi associo, vorrei sapere per chi vanno bene le cose in Cina.

                Anche perchè la deriva verso un autoritarismo fascistoide, militarista e con forti propensione ad avventure militari mi pare evidente.

                Capisco possa piacere a Peucezio ma a ADV?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Controllo sociale, capitalismo, produttività… mi pare che siano idee molto apprezzate. A Renzi non piace il costo del lavoro saudita, no?

          • Francesco scrive:

            Ho come l’impressione che davvero qualcuno abbia preso sul serio i tre o quattro pirla anarco-capitalisti e la loro bufala dadaista del mercato senza regole

            Ricordo che i seri mercatisti (1) sanno che il mercato è un costrutto sociale e (2) hanno inventato le norme anti-trust

            Infatti sono per la riduzione al minimo necessario delle regole e per il loro aggiornamento, non sono degli anarchici

            E qui casca l’asino socialista, che è così spaventato da qualsiasi cambiamento da inventarsi migliaia di migliaia di regole blocca-tutto … ignorando che così produce immani possibilità per i parassiti di infilarsi in sacche di privilegi e di inefficienza

            Saluti

            • werner scrive:

              Mi pare più democristiano che socialista l’asino cascante.

              • Francesco scrive:

                pardon? in che misura non sarebbe esattamente un socialista o laburista? o un DC di sinistra, nella misura in cui questi hanno fatto proprio il pensiero socio-economico dei socialisti

              • werner scrive:

                Se per “Socialista” intendi la CIGL dei nostri giorni potrei convenire.

      • Peucezio scrive:

        Circa la rivoluzione francese,
        qui però secondo me proietti all’indietro concetti moderni.

        Il mondo d’Ancien Régime, diciamo pure feudale, non concepisce la contrapposizione fra pubblico e privato in senso moderno: esistono mille forme di disponibilità comunitaria della ricchezza che pure sono formalmente private e forme di proprietà dello stato che sono di fatto proprietà personale del re o del signore locale.
        La Rivoluzione ha solo sancito il principio dell’intangibilità borghese e liberale della proprietà privata: ha sostituito un mondo comunitario di stratificazioni e sovrapposizioni di diritti e prerogative con l’astratto diritto individuale alla libertà e alla proprietà: ha sostituito al vincolo l’arbitrio del singolo (dentro la cornice formale di uno stato che ha come unico scopo di garantire tale arbitrio e di perpetuare una disuguaglianza sociale sostanziale dietro l’astrattezza dell’uguaglianza di diritti e opportunità).

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Peucezio

          “Il mondo d’Ancien Régime, diciamo pure feudale, non concepisce la contrapposizione fra pubblico e privato in senso moderno: ”

          Concordo.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ peucezio

          Vale a dire, la Rivoluzione Francese ha riconosciuto la natura astratta, non riconducibile a una persona particolare o a una particolare comunità, della proprietà. Se non è un passo da gigante verso il socialismo questo…! 🙂

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • mirko scrive:

            Solo che NON ha realizzato il socialismo.

            • Peucezio scrive:

              Ma nemmeno se l’è mai lontanamente proposto!
              Lo scopo (realizzato) era ingrassare i borghesi, insieme a un po’ di ceti artigiani delle città, a scapito dei contadini.

              • Francesco scrive:

                a scapito dei contadini? non ricordo significative rivolte contadine contro la Rivoluzione, dopo che quelle cattoliche furono sterminate

                mi sa che ti sbagli le campagne non furono un problema per i rivoluzionari

              • mirko scrive:

                Durante il Terrore, il 70% delle vittime della rivoluzione, furono commercianti e contadini.
                Solo a Parigi, alla vigilia della caduta di Robespierre nel 1794, circa 2000 contadini erano in attesa di finire ghigliottinati.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Un regime appena insediato con la forza è per definizione più fragile e tende a spargere sangue facilmente.
                L’obiettivo preferito, comunque, erano nobili e clero. I preti avevano la capacità di spingere i contadini alla rivolta facendo leva sulla minaccia dell’inferno.

              • Francesco scrive:

                Duca

                lo storico sei tu ma cosa ci facevano 2.000 contadini a Parigi?

              • mirko scrive:

                Penso che provenissero dalle campagne circostanti.

          • Francesco scrive:

            no, quello non c’entra Andrea

            avrebbe ridefinito in senso assoluto la proprietà, negando quegli attachment medievali che la limitavano

            che c’azzecco col socialismo?

            poi manco è vero, lo Stato si tenuto il diritto di esproprio che stabilisce in linea di principio un limite alla proprietà privata

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ francesco

              Il socialismo auspica il controllo pubblico dei mezzi di produzione. Significa che, dato un telaio, è l’insieme del popolo (in Rousseau) o dei lavoratori tessili (Marx) a decidere cosa farne. Non la comunità stile Oltrarno del quartiere o del villaggio dove sta il telaio. Il socialismo è quindi possibile solo se tale comunità è esautorata, che è precisamente quello che avviene solo dopo il 1789.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                stia dicendo che il socialismo è una schifezza, una forma di prevaricazione del centro su ogni libertà locale, anche comunitaria?

                con me sfondi una porta aperta!

          • Peucezio scrive:

            Andrea,
            no, è un passo, non so se da gigante o da nano, che conduce non verso ma AL capitalismo.
            Anzi, ne è il prodotto: il capitalismo industriale borghese ha voluto costruire un sistema politico coerente coi suoi interessi, liquidando l’aristocrazia e i corpi intermedi.
            Non vedo come il principio astratto e liberale di proprietà privata, scisso da ogni vincolo sociale o istituzionale, possa essere un passo verso il socialismo e non l’esatto contrario.

            Tu pretendi di essere contemporaneamente liberale e borghese (non dico come status: in senso ideologico) e socialista.

            Il socialismo, malgrado le teorizzazione e le speculazioni degli intellettuali, ha vinto a oriente, dove c’era già una struttura più fortemente collettiva e accentrata e si aveva un senso molto più debole dell’individuo, per tradizione plurimillenaria.
            Hai voglia a fare i kolchoz in Inghilterra o la società maoista in America…

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ peucezio

              Non serve scomodare Marx per capire che un controllo pubblico dei mezzi di produzione può avvenire dopo che il modello liberale abbia mostrato la sua inefficienza, non certo quando ancora si è fermi ai privilegi feudali di questo borgo o di quel villaggio. Il sistema feudale di reti di rapporti fra autocrate da un lato e comunità locali dall’altro è stato scalzato dal 1789.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Peucezio scrive:

                Sì, ma alla fine quale ha vinto dei due?
                Non credo che quando Marx elogiava la sconfitta del feudalesimo da parte del capitalismo, lo facesse pensando che sì, il socialismo si sarebbe imposto (in alcune parti del mondo), ma il capitalismo avrebbe sconfitto anche lui.

              • mirko scrive:

                Infatti ha vinto il capitalismo liberale, non il socialismo.

  17. Moi scrive:

    Culturalmente la Dx NON ha esistenza propria … è Sx Anacronistica.

    • Moi scrive:

      … tipo le Femministe Storiche che NON avendo un’ “evoluzione perpetua” come Judith Butler, si scoprono “TERF” 😉 !

      • Moi scrive:

        In Italiano

        https://www.youtube.com/watch?v=N8YBpM_pagM

        Non Una Di Meno Milano
        [gente che saluta con la “u”, ndr]

        FuoriClasse – Judith Butler e il femminismo queer

        —————————————

        ** Aggiungo io **

        Per quanto potessero essere di Sx le Femministe di qualche decennio fa, senza questi aggiornamenti sono diventate oggi (!) di Dx … è un dato di fatto, piaccia o no.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Moi

          “Non Una Di Meno Milano
          [gente che saluta con la “u”, ndr]

          FuoriClasse – Judith Butler e il femminismo queer”

          Notevole il personaggino, una specie di Pronome Vivente.

          Sarebbe interessante chiedere a Pronominu la sua definizione di “Sinistra” e di “Destra”.

          • Miguel Martinez scrive:

            Interessante poi la deriva di Fridays for Future, che collabora con Pronomin Tuttu.

            FF, almeno in Italia, mi sembra un guscio vuoto, occupato in ogni città da chi c’è, in genere da adulti che fanno politica da anni.

            In questo è molto diverso da XR, che ha dei principi molto saldi e chiari, e più difficili da strumentalizzare.

            Ma anche Greta Thunberg era riuscita a restare monotematica, senza mischiare cose a caso.

            Vorrei proprio vedere come la Politica Queer dovrebbe combattere il cambiamento climatico 🙂

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Il GW è frutto della società dominata dal patriarcato cis che sfrutta i corpi di tutti i non maschi bianchi etero cis come fa con l’ambiente. Eliminato lo sfruttamento dei non maschi bianchi etero cis, tutto si risolverà in automatico.
              Non è molto diversa dalla posizione dell’ecofemminismo e di una parte dell’ecosocialismo (ma non di un’altra parte dell’ecosocialismo: se si parla di organizzazione della produzione e di uso delle risorse, è più facile non andare completamente fuori tema).

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Eliminato lo sfruttamento dei non maschi bianchi etero cis, tutto si risolverà in automatico.”

                🙂

                Anche in una tesi così penosa, c’è comunque qualche frammento di verità.

                Il meccanismo di sfruttamento/trasformazione/distruzione delle risorse si è accelerato moltissimo con l’imperialismo, e in genere con la reificazione mentale del mondo, che è molto “maschile”.

                Ma dubito che quando la tecnoscienza riuscirà a castrare chimicamente i maschi e far crescere le barbe alle femmine, ci saremo liberati da questo dominio.

              • Moi scrive:

                castrare chimicamente i maschi e far crescere le barbe alle femmine

                ————-

                Dài, è chiaro che scherzi : non puoi non sapere che ‘ste robeci son già da decenni, assumendo farmaci ormonali !

                Semmai, quindi, togliere un cromosoma Y e raddoppiare l’ altro X , o toglier uno dei due X e farne un Y !

                Al momento, NON è fattibile … in futuro, chissà ! Dico sul serio : chissà !

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                ” togliere un cromosoma…”

                Ma no: la soluzione è il lesbianismo politico.
                https://en.wikipedia.org/wiki/Political_lesbianism

            • Moi scrive:

              Trovo triste soprattutto una cosa in apparenza (!) banale : come si può dire “Media Classe” in Italiano ?!

              Sì, è una domanda retorica :

              calco da “Middle Class” , ma è come “porta allarmata” e “vegetali esausti” !

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Culturalmente la Dx NON ha esistenza propria … è Sx Anacronistica.”

      Questo è un altro criterio, valido quanto gli altri.

      Il monoteismo, la famiglia nucleare, la proprietà privata, il nazionalismo, il culto del lavoro, ad esempio, sono tutte cose che sono nate rivoluzionarie (non so se “di Sinistra” perché non è una categoria che uso).

  18. Peucezio scrive:

    Ecco cos’è la sinistra:
    https://www.youtube.com/watch?v=Oe7s9oihKxw&list=PLo5dH_RmPA1fPueGADNBtlEy_muTo-sTw&index=28

    Si tratta di una categoria archetipica presente nelle culture tradizionali.
    La sinistra rappresenta la sua trasformazione in realtà effettiva.

    • Moi scrive:

      … oddio, senza sottotitoli debbo riascoltare molto attentamente !

      • Moi scrive:

        … una sinossi in Italiano 😉 ?

        • Peucezio scrive:

          Ci provo.

          “Eravamo tre fratelli.
          Due nudi e uno spogliato.
          Avevamo tre fucili.
          Due vuoti e uno scaricato.
          Andammo a caccia, sparammo quello scaricato, facemmo (cioè prendemmo) la lepre che ci è scappata.
          Cme dobbiamo fare per cuocere la lepre che ci è scappata?
          Andammo alla masseria.
          Tupp, tupp!
          Rispondono quelli che non ci sono:
          – che volete?
          – Vogliamo una pignatta, in modo da cuocere la lepre che ci è scappata.
          – Andate là sopra, ci sono tre pignatte, due senza fondo e l’altra sfondata.
          Prendiamo quella sfondata, cuociamo la lepre, due si mangiarono la carne e uno si bevve il brodo.
          Quello che si bevve il brodo cadde malato.
          Dice: come dobbiamo fare ora per portare mio fratello in città?
          Andammo alla masseria.
          Tupp, tupp!
          Rispondono quelli che non ci sono:
          – che volete?
          – Vogliamo una cavalcatura, per portare mio fratello in città.
          – Andate di sopra, ci sono tre asini, due senza pelle e uno scorticato.
          Prendiamo quello scorticato, portiamo mio fratello in città, ci imbattiamo nel signor dottore: “Vedi, dottore, che cosa è successo a mio fratello?”.
          Lo visitò, dopo dice: “è cosa da niente: per guarire questo ci vuole una cantina di vino, un forno di pane e una fanciulla di quindici anni; non tocca di morire quest’anno.””

  19. Ros scrive:

    Socialismo e Sinistra sono poi da intendersi sempre come la stessa cosa?
    Le frequenti confusioni sui termini hanno una causa?

    Michéa ha analizzato contrasti e differenze con il Socialismo propriamente, comunemente inteso:
    Jean-Claude Michéa https://www.ibs.it/misteri-della-sinistra-dall-ideale-ebook-jean-claude-michea/e/9788854512290

    “coloro che credono ancora nella possibilità di una società libera, ugualitaria e solidale o, in altri termini, in una prospettiva socialista, possono ancora fare affidamento sulla «sinistra»? e definire sé stessi «uomini di sinistra”? “….alla dissoluzione del socialismo nel cosiddetto «campo del Progresso». Il progetto socialista si definiva, infatti, all’inizio come una critica intransigente del sistema liberale….”

    ”…Né Marx né Engels, ricorda Michéa, hanno mai pensato una sola volta di definirsi “uomini di sinistra”. E il movimento socialista si è tenuto, al suo sorgere, così opportunamente lontano dalla sinistra da subirne le più feroci repressioni. Ciò che definiamo “sinistra” ha in realtà un’altra origine. Un’origine che risale al compromesso che le forze del movimento operaio stipularono a un certo punto della loro storia con i loro vecchi avversari della sinistra parlamentare contro i fautori dell’Ancien Régime (in Francia ciò accade con l’affaire Dreyfus). Compromesso che è il vero atto di nascita della sinistra moderna, il punto di partenza di quel processo che ha condotto alla dissoluzione del socialismo nel cosiddetto “campo del Progresso”.

    https://www.sinistrainrete.info/sinistra-radicale/9745-enrico-fantini-i-misteri-della-sinistra-di-jean-claude-michea.html

    https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=47407

    Sembrano esserci sempre state tantissime facce, spesso di antitetiche vedute nelle ideologie socialiste e genericamente di Sinistra fin dalla loro nascita: il Progressismo, la Socialdemocrazia, il Socialismo, il Comunismo, l’Anarchismo, il Liberalismo sociale. Il termine left è utilizzato tra gli anglosassoni per indicare le componenti liberali.

    Quando si riflette sulla Sinistra si pensi al fenomeno dei Radicali, ai pannelliani, i radicali sembrano perfettamente incarnare le idee Liberal dell’odierna Sinistra postsessantottina.

    La Sinistra U.S.A. DEM è Liberal (left come inteso nel Regno Unito, non diremmo certo socialista o tantomeno comunista), con una netta priorità per diritti civili individuali, e di minoranze socialmente divisorie, etniche, sessuali ecc. (”La società non esiste, esistono solo gli individui”) rispetto ai diritti sociali dell’intera collettività.

    Il Socialismo marxista non ne è che una delle tante sfaccettature.

    La Sinistra sembra in realtà da leggersi come un Archetipo.
    E pare avere le brave sue radici esoteriche e simboliche, psichiche, fondanti in un inconscio collettivo in quanto tale

    https://duemilaragioni.myblog.it/2008/03/01/daniele-mansuino-esoterismo-e-comunismo/

    http://web.mclink.it/MH0077/IlGiardinoDeiMagi/Giardino%201/Catalano%201.htm

    Definito volta per volta da qualità: gnostiche, contro-iniziatiche, antitradizionali;
    vie e sentieri della ”Mano Sinistra”, di quelle ”acque corrosive” nella tradizione indù, per dire.

    Le civiltà presunte neolitiche matriarcali di Marija Gimbutas https://www.ibs.it/libri/autori/marija-gimbutas, di Bachofenb erano da ritenersi di Sinistra archetipale;

    è così il mito della ”Grande Madre” , Durgā e Kālī, Mamma amorevole e strega cattiva nell’Archetipo junghiano
    https://www.ibs.it/archetipo-della-madre-libro-carl-gustav-jung/e/9788833902456

    ( https://www.ibs.it/grande-madre-fenomenologia-delle-configurazioni-libro-erich-neumann/e/9788834007068 ), la Luna, lo Yin…

    Caratteristiche nettuniane (droghe, dipendenze, sogno, sacro, anticonformismo, culto del diverso, trasformazione, inconscio, pazzia…) ; di perpetua trasformazione e rivoluzione. prometeiche, e messianiche.

    Dualisticamente, quindi, l’Archetipo Sinistra sembra costantemente impersonare il lato ”femminile” lunare, Yin e nettuniano opposto al ”maschile” solare, Yang; con tutto ciò che questo concerne.

    • Ros scrive:

      ”Dualisticamente, quindi, l’Archetipo Sinistra sembra costantemente impersonare il lato ”femminile” lunare, Yin e nettuniano opposto al ”maschile” solare, Yang; con tutto ciò che questo concerne”

      Più che opposto è idoneo usare il termine complementare

      • Ros scrive:

        Per avere una disamina delle dinamiche politiche in ambito ”esoterico” e delle loro radici magiche, c’è da leggere Giorgio Galli: ”Illuminismo magico”, ”Il pensiero politico occidentale” ecc.
        o, ”Simboli della politica” https://www.ibs.it/simboli-della-politica-libro-vari/e/9788883342301

        Nell’Alchimia è notorio il processo di “Solve et Coagula“, Soluzione e Coagulazione, Dissoluzione e Composizione; processo analogo al massonico ”Ordo ab Chao”;

        la ”Sinistra” pare volere essere la fase del Solve, del caos creativo e generativo, seguita dalla complementare fase del Coagula, del Ordo; della Restaurazione.

        Nella storia dell’Arte occidentale alle rivoluzioni delle Avanguardie storiche (Cubismo, Dadaismo, Espressionismo, Surrealismo, Futurismo, Fauvismo ecc) segue il ritorno all’ordine con ”Valori plastici”, la ”Nuova oggettività”, il Neoclassicismo, realista e restaurativo che ”ordinerà sistematicamente” il caos delle innovazioni avanguardistiche precedenti.

        Nei Tarocchi marsigliesi all’azione delle carte di crisi, rivoluzione e cambiamento: ”La Morte” e ”La Torre” seguono rispettivamente quelle di reazione e nuova sintesi de ”La Temperanza” e ”Le Stelle”.

        Quando penso alla dicotomia conflittuale di Sinistra-Destra, alle loro rivoluzioni e reazioni, mi sovviene il concetto di ”corsi e ricorsi storici” di Giambattista Vico.

        • Ros scrive:

          La Sinistra, a mio parere, non è una forza – un ordinamento – politica, economica, sociale ecc,
          ma è uno Zeitgeist, ed è quello della dissoluzione; delle Baccanti che smembrano Dioniso; è apocalittica. Se fosse un personaggio s’appresserebbe a Joker.

          La poetica del ”Fight Club” di Chuck Palahniuk è di Sinistra.

          E’ L’eruzione, nella quotidianità e collettività della norma, di forze maniacali, contraddittorie, febbricitanti, telluriche, sacrificali, ctonie.
          Ma, in quanto ctonie, vivificanti, ricreazionali e rigeneratrici; forze che vogliono e devono trasformare.

          E’ un irruzione dall’inconscio del rimosso (Aldo Carotenuto ”I sotterranei dell’anima. Tra i mostri della follia e gli dei della creazione” )
          Nella Rivoluzione francese abbiamo quanto i diritti dell’uomo quanto il terrore, la gioia festiva e paganeggiante della ghigliottina e del sangue versato.

          Kazimir Malevič, Marc Chagall, Vladimir Majakovskij, Suprematismo, Costruttivismo ecc, nelle Arti della prima fase della Rivoluzione bolscevica agisce lo Zeitgeist di Sinistra (il Solve), seguirà un ritorno all’ordine (il Coagula) e quei poeti, artisti, della gran festa rivoluzionaria taceranno, scapperanno, o, delusi, si suicideranno;
          Trockij con la sua Sinistra-Rivoluzione permanente sarà epurato e condannato (come un Saint-Just, un Robespierre…) dal gruppo stalinista, favorevole alla burocratizzazione totalitaria (al Ordo)

          L’arte non potrà più essere rivoluzionaria, ma subentrerà quel Realismo socialista che conosciamo, così formalmente, accademicamente, simile a quello Nazionalsocialista.

          La fase Sinistra bolscevica si risolverà nell’ordine dell’ Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche.

          La Destra, come ha detto Peucezio, è semplicemente il legale vigente, la norma corrente, l’ordine costituito e necessario allo svolgersi e mantenimento di una civilizzazione; civilizzazione borghese, capitalista, liberista o socialista che sia.

          La Sinistra è un Saturnale, breve, ma con conseguenze epocali.

          Chi ne ha intuitivamente compreso meglio la natura e le funzioni è forse Georges Bataille: in tutta la sua opera; in ”Per una comunità acefala” (1937 “La congiura Sacra”), e dove rivendica l’opera di Nietzsche (i Ditirambi di un Dioniso, i balli di Zarathustra-Shiva) come assolutamente antagonista ad ogni Nazismo e Fascismo reazionario, ordinario, materialista.

          https://www.ibs.it/nietzsche-fascisti-libro-gilles-deleuze-georges-bataille/e/9788868021610?inventoryId=48410687

          • Francesco scrive:

            Insomma, la Destra è la tesi, la Sinistra l’esplodere dell’antitesi, alla fine si arriva a una sintesi che è una nuova Destra?

            Lo strano, per me, è che questa tua definizione di sinistra è molto anarchica e di destra, come spirito.

            E poi manca completamente della pars construens che mi pare esserci sempre nella sinistra, che è roba da geometri che vogliono il nuovo mondo, non da giullari che demoliscono il vecchio mondo. E’ il sarcasmo di chi vuole essere Re al posto dell’inetto di turno, non l’ironia di chi grida che il Re è nudo – e magari odia la monarchia in sè.

            Scusa il flusso di pensiero libero

            • Ros scrive:

              @ Francesco
              ”Insomma, la Destra è la tesi, la Sinistra l’esplodere dell’antitesi, alla fine si arriva a una sintesi che è una nuova Destra?”

              Una nuova civilizzazione, costituzione, un nuovo ordinamento; capitalista, liberale e liberista, o socialista che sia, non importa.
              I geometri e la pars construens vengono dopo; prima di fare la frittata bisogna rompere le uova, la ”fase” Sinistra rompe le uova.

              ”Lo strano, per me, è che questa tua definizione di sinistra è molto anarchica e di destra, come spirito”

              E’ quel che si obiettava a Bataille, e a Deleuze : Georges Bataille ”La struttura psicologica del fascismo. L’esistenza sociale eterogenea” (1933-34) (©2013, Kaspahuser) e
              https://www.ibs.it/su-nietzsche-libro-georges-bataille/e/9788877106667?inventoryId=218082106
              equivocando, restringendo, storicizzando, il concetto ”Sinistra” come una visione economica e sociale specifica (Socialismo in tal caso, vedi Jean-Claude Michéa), e non quale un Archetipo psichico dell’inconscio collettivo che periodicamente sembra emergere.

              La destra è anarchica? Non era Law & Order? E Spartacus, Capitan Harlock, a chi li assegniamo?

              • Francesco scrive:

                infatti esistono, storicamente, due “destre” che si odiano a morte

                una Legge e Ordine

                l’altra Libertà e basta

                mi pare abbiano combattuto una, se non due, guerre mondiali

                PS buttata giù di getto, senza riflettere

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            @Ros

            Ha un suo senso, sì.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Ros

      “Caratteristiche nettuniane (droghe, dipendenze, sogno, sacro, anticonformismo, culto del diverso, trasformazione, inconscio, pazzia…) ; di perpetua trasformazione e rivoluzione. prometeiche, e messianiche.”

      Ovviamente anche questo è un metro valido.

      Però nota come ogni nostro metro cambia l’oggetto misurato.

      Il rigoroso funzionario statale con i baffi a manubrio che usa i regolamenti per fermare il creativo investitore-inventore è di Sinistra per Andrea Di Vita, mentre con il tuo criterio, lo è il creativo investitore-inventore.

      • Ros scrive:

        ”Il rigoroso funzionario statale con i baffi a manubrio che usa i regolamenti per fermare il creativo investitore-inventore è di Sinistra per Andrea Di Vita, mentre con il tuo criterio, lo è il creativo investitore-inventore”

        E’ di Sinistra o è socialista?
        I ”visionari” della Silicon Valley nel mondo anglosassone sono Left.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Martinez

        Se è intelligente, non lo ferma, l”inventore, ma lo fa lavorare a beneficio della collettività. Purtroppo l’intelligenza è merce rara… 🙁

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          l’inventore con la museruola non esiste, se non nelle malate fantasie dei più ottusi burocrati e dei clericali più aridi

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Francesco

            Si vede che non hai mai letto la storia dell’invenzione dell’atomica. 🙂

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              stai dicendo che gli scienziati non volevano inventare il modo di costruire la bomba?

              e avevano così poca museruola che in un certo numero passarono i segreti ai sovietici

              giusto?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                Sto dicendo che gli scienziati erano convinti di doverla costruire, ma lo fecero solo una. volta inquadrati da un intelligente burocrate come il Gen. Groves (che già aveva diretto la costruzione del Pentagono). I dubbi vennero (non a tutti) solo dopo la caduta di Berlino.

                Tra l’altro, il primo a intuire già nel 1945 il futuro equilibrio del terrore fra USA e URSS fu Geller, che sostituì il pacifista Oppenheimer dopo la guerra, inventò indipendentemente da Sacharov la bomba H e arrivò a ideare le Guerre Stellari. Ricevuto da Wojtyla, che gli chiese a bruciapelo se pensasse di avere difeso la causa della pace nella sua vita, rispose “Io sì, Santità. E lei?”

                Ciao!

                Andrea Di Vita

  20. Miguel Martinez scrive:

    Io non adopero il criterio “destra/sinistra”, che per me è solo un modo di sedersi in parlamento.

    Al Comune di Firenze, nel Salone de’ Dugento, a sinistra si siede la maggioranza, a destra si rannicchia l’opposizione, da Sinistra Italiana a M5S a Forza Italia, tutti seduti insieme.

    Adopero altre distinzioni, altrettanto arbitrarie ovviamente, ma che trovo più utili. Per me.

  21. Miguel Martinez scrive:

    Io personalmente dividerei il mondo così.

    A un capo, ci metterei Pronomin* Tuttu, che Moi ci ha presentato in videoconferenza (guardate i primi minuti, vale la pena https://www.youtube.com/watch?v=N8YBpM_pagM )

    Al capo opposto, ci metterei il Campanile, di cui ho parlato qui: http://kelebeklerblog.com/2021/01/18/sotto-i-campanili-di-stranieri-non-ce-ne/

    Poi non auspico il trionfo di uno sull’altro, il Mondo sta in piedi perché è duale, ma di tante divisioni possibili, è una che si avvicina di più alla mia sensibilità.

    Da dire che in termini di numeri di libri letti e cose scritte, sono molto più simile a Pronomin* Tuttu che alla gente del Campanile, ma la gente del Campanile se ne frega di queste cose.

  22. firmato winston scrive:

    Se dovessi schierarmi, preferirei la piu’ semplice distinzione autoritarismo/antiautoritarismo.
    Guardacaso destra e sinistra, entrambe, accusano l’altra di autoritarismo (e hanno ragione tutt’e due, ciascuna per degli aspetti!).
    E noi che nella foga di parteggiare forsennatamente per l’una o per l’altra perdiamo il senno, e la liberta’.

  23. Mauricius Tarvisii scrive:

    Partecipo al gioco, ma non ho le idee chiarissime.

    Domanda: la collettività organizzata deve ingerirsi nel rapporto tra l’individuo e le risorse che ha a disposizione al fine di salvaguardare non tanto il bene della collettività organizzata come soggetto, quanto quello dei soggetti individuali che hanno una minore disponibilità di risorse?
    La misura del “sì” (e del “no”) ci dà il posizionamento più o meno a sinistra nello spettro politico.

    • Francesco scrive:

      di acchito la risposta è No

      poi ingerirsi è un termine molto generico e dare un giudizio partendo da una foto “X ha molte risorse” e non dal film “come X è arrivato ad avere molte risorse” è riduttivo, direi serve solo a confermare un pregiudizio

      ciao!

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Quindi tu sei abbastanza a destra, perché sei molto prudente nel rispondere sì a quella domanda, ponendo condizioni come l’origine della disponibilità delle risorse in capo ad un individuo.

        • Francesco scrive:

          Anche “molto” a destra, infatti come cattolico quando sento parlare di destinazione universale dei beni, nel senso egalitaristico e senza merito sono molto in difficoltà.

          🙂

  24. Mauricius Tarvisii scrive:

    La collettività organizzata deve privare gli individui di spazi di libertà al fine di perseguire l’interesse non tanto di altri individui, quanto della collettività organizzata come soggetto?
    La misura del “sì” (o del “no”) mi dice qualcosa (autoritarismo?), superata una certa soglia del quale vengo definito “fascista”.

    • Francesco scrive:

      sai che però faccio molto fatica a immaginare l’interesse della collettività organizzata come soggetto in questo caso?

      io fermo il ladro per proteggere quelli che vuole derubare e ridurre i costi di quelli che potrebbe derubare e decidono di chiudere la porta di casa, mica perchè la collettività organizzata in sè ne ha bisogno

      ?

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Anch’io faccio fatica ad immaginarlo. Per questo faccio moltissima fatica a capire i fascisti, che invece bastano tutto sulla supposta esistenza di tale interesse.
        Ma se sono ateo faccio fatica a capire lo Stato confessionale, giusto? Ma è per via del mio punto di vista, mica per una illogicità interna dello Stato confessionale.

        • Francesco scrive:

          no, forse ho capito male

          io pensavo alla libertà economica privata, non a tutte le forme di libertà

          anche se ammetto di fare assai fatica nel definire il bene comune, stretto tra “comunitarismo cattolico” e “individualismo liberale”

          ciao

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Fascismo è limitazione di tutte le libertà.

            • Francesco scrive:

              qualsiasi relazione tra umani, indispensabile perchè si sia umani, è anche una limitazione della libertà

              mica solo il fascismo

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “qualsiasi relazione tra umani, indispensabile perchè si sia umani, è anche una limitazione della libertà”

                Verissimo!

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Mi ripeto

                La collettività organizzata deve privare gli individui di spazi di libertà al fine di perseguire l’interesse non tanto di altri individui, quanto della collettività organizzata come soggetto?
                La misura del “sì” (o del “no”) mi dice qualcosa (autoritarismo?), superata una certa soglia del quale vengo definito “fascista”.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “La collettività organizzata deve privare gli individui di spazi di libertà al fine di perseguire l’interesse non tanto di altri individui, quanto della collettività organizzata come soggetto?”

                Io partirei dalla collettività spontanea.

                Quella sul tipo,

                andiamo tutti a prendere la pizza insieme.

                Claudia ha problemi di deambulazione, per cui le diamo il posto a cui è più facile accedere.

                Maria è molto amica di Claudia, per cui la mettiamo vicino a Claudia.

                Marco adora i tartufi, Fabio si sente male appena ne sente l’odore, per cui è bene che stia lontano da Marco.

                A ciascuna di queste decisioni, la libertà per tutti diminuisce – io che non ho nessuna di queste problematiche, mi accontento di un posto qualunque.

                Ma l’alternativa a questo soffocamento della mia libertà, quale sarebbe?

                O che mi impongo io e prendo il posto che mi pare;

                o che si estraggono a sorte i posti, a prescindere dalle singole realtà.

              • PinoMamet scrive:

                Oppure il sistema italiano: si stabiliscono una serie di norme che tutelano i diritti, ma soprattutto “la sicurezza” di chiunque riesca a trovare il modo di dimostrare di essere poco tutelato; questi esibirà una serie di certificati vieppiù numerosi e otterrà così il posto voluto, a scapito dei non certificati. Le categorie certificate cresceranno continuamente di numero, le norme saranno sempre più difficili e cavillose, ci saranno sempre più verbali e ricorsi, e infine chi ha problemi reali di deambulazione non andrà in pizzeria.

                Si vede che lavoro a scuola?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Entrambi sono ragionamenti “non fascisti”: i limiti sono portati negli interessi di soggetti, non della collettività come soggetto.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “i limiti sono portati negli interessi di soggetti, non della collettività come soggetto.”

                No, io direi nell’interesse delle infinite, complesse relazioni tra soggetti, presenti, passati, futuri, umani e non.

                La “collettività”, lo “Stato”, la “Nazione”, il “Popolo” sono enti immaginari che si incontrano di solito negli incubi.

              • Miguel Martinez scrive:

                Tutti quelli che tu chiami “soggetti” (i virus sono “soggetti”?), cioè “individui”, io li vedo invece come attimi fuggenti di vita, che esiste solo in relazione con altra vita.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Un centro di interessi è un soggetto. Può esistere anche per un istante soltanto, ma questo non lo priva, in quell’istante, della sua soggettività.

  25. Mauricius Tarvisii scrive:

    Oppure c’è questa

    https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/72/Updated_NS_Graph.png

    Sinistra sembra legato alla libertà economica.

  26. Moi scrive:

    Scusate, ma … da quando termini da oroscopo sono entrati a pieno titolo nella terminologia storiografica per indicare i caratteri d’ interi popoli ?!

    SE proprio … è molto più (!) razionale parlare degli Dei (con tanto d’ Impostura Abramitica !) come Antichi Astronauti !

    • Moi scrive:

      Mi va benissimo che siano cazzate entrambe le concezioni, MA l’ Astronomia teniamola buona giusto per i Cavalieri dello Zodiaco 😉 … ergo applicarla alla Storiografia è una cazzata nettamente maggiore “>>” della PaleoAstronautica !

      • Moi scrive:

        Astro-logia … scusate !

        • Moi scrive:

          però l’ “astronomia” dovrebbe chiamarsi effettivamente “astrologia” , in quanto “logos” ! … L’ “astronomia”, tutt’ al più dovrebbe chiamarsi “astrolalìa” , in quanto “ciacchiericcio” 😉 !

  27. Moi scrive:

    Tornando a termini antropologici più consuetudinarii, per lo Statale (soventerrimo 😉 Meridionale) Italico immortalato da Luciano De Crescenzo , da Checco Zalone et Alii (ma che personalmente ne ho incontrato qualcuno anche dal vivo …) lo Statalismo è un vero e proprio Culto del Cargo [sic ; cfr. “Jon Frum” …] che prescinde la Sx o Dx nominale al Governo !

    • Moi scrive:

      Sull’ Isola di Tanna, nello Stato Oceanico di Vanuatu è “Misticismo” … in Italia, nel Continente Europeo è “Privilegio”, concetto assai concreto.

      • Moi scrive:

        “Misticismo” … basato però su reali cronache di Guerra fra Popoli tecnologicamente avanzatissimi rispetto a loro.

  28. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Allenamento di boxe popolare femminista con le sberle

    https://www.youtube.com/watch?v=1BkfRI-egDY

  29. Moi scrive:

    Fra l’ altro l’ idea non è nuovissima 😉

    “Suffrajitsu”

    https://en.wikipedia.org/wiki/Suffrajitsu

    cràsi di “suffragette” e “jujitsu” / 柔術 / [じゅうじゅつ] (anche se è la trascrizione corretta è “jujutsu”, come si vede dai furigana)

    • Moi scrive:

      Su Netflix dovrebbe esserci una serie tv con una protofemminista di
      oltre un secolo fa , investigatrice-spia, che dà sfoggio di abilità tecnica in questa disciplina … però ne ignoro il nome.

  30. Moi scrive:

    Poi voglio dire : una persona si “sgavagna” 😉 dei pregiudizi malevoli, su “razza”, sesso, gender, orientamento sessuale, religione, fascia di età, origine etnoculturale, e poi … deve ricascare sull’ Oroscopo ?!

    No, sul serio … mi dite che cazzo di senso ha, tutto ciò ?!

  31. roberto scrive:

    “Le singole imprese certamente non fanno il “bene comune”; ma siamo sicuri che lo faccia, a lungo andare, lo Stato? Perché lo Stato per sua natura deve trasformare membri di comunità vive in singoli utenti di servizi.”

    io non credo di essere particolarmente statalista, anzi, ma a me sembra che da questa frase trapeli una profonda incomprensione di cosa è stato, molto simile alla concezione che può averne un berlusconi

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “molto simile alla concezione che può averne un berlusconi”

      esattamente al contrario: dico che lo Stato tende a demolire le comunità vive, e a “privatizzare” gli individui, creando appunto la “proprietà privata” e l’antisocialita individualista.

      • Miguel Martinez scrive:

        per capirci…

        Lo Statalista dice, “un giardino deve essere deciso dall’Uffico XYZ-12, in base al Piano Quinquennale del Verde, e curato da un funzionario che segue altri venti giardini, e controllato una volta al mese da un vigile urbano”

        Il Berlusconiano dice, “ma facciamo un bel parco privato, con biglietto d’ingresso, e un buttafuori per picchiare chi non segue le regole”

        Noi diciamo, “il giardino lo gestiamo noi che lo viviamo, fino al livello di cui siamo capaci, e coinvolgendo tutti quelli che lo frequentano”.

        Non mi sembra difficile cogliere la differenza…

        • roberto scrive:

          tu parli di un aspetto diverso del berlusconiano che è la gestione del patrimonio pubblico, che effetivamente è come lo descrivi tu

          io invece ti parlavo proprio di cosa è lo stato che per
          il berlusconiano è esattamente una grande azienda, che come tale va gestita e che se qualcosa fa è erogare servizi agli utenti, non più cittadini

          sarebbe bello fare una ricerca su questa cosa, ma secondo me la retorica degli utenti la dobbiamo proprio a lui (retorica che deriva chiaramente da quella dell’azienda)

          • Miguel Martinez scrive:

            Per roberto

            ” che se qualcosa fa è erogare servizi agli utenti, non più cittadini”

            beh, mi sembra esattamente ciò che fa lo Stato.

            Eroga servizi su cui i cittadini possono decidere poco o nulla, anche quando i cittadini, riuniti in comunità, stessi sarebbero in grado di fare da sé.

            Io sono circondato da funzioni che mi erogano servizi, non sempre desiderati, e che riguardano solo singole sfaccettature della mia vita.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per roberto

            “o invece ti parlavo proprio di cosa è lo stato che per
            il berlusconiano è esattamente una grande azienda”

            infatti, ci siamo fraintesi. Tu pensavi che io dicessi “utente” in senso positivo, e quindi aderissi alla tesi berlusconiane; al contrario, è il primo problema che vedo.

          • Francesco scrive:

            sai che però faccio molto fatica a immaginare l’interesse della collettività organizzata come soggetto in questo caso?

            io fermo il ladro per proteggere quelli che vuole derubare e ridurre i costi di quelli che potrebbe derubare e decidono di chiudere la porta di casa, mica perchè la collettività organizzata in sè ne ha bisogno

            ?

          • Francesco scrive:

            roberto, ti manca la storia!

            1) lo Stato eroga servizi ai cittadini che ne hanno diritto
            2) lo statale non eroga un cazzo al suddito che non ha alcun diritto, salvo amicizie o bustarelle
            3) l0 Stato eroga servizi agli utenti, che ne hanno diritto in quanto pagano

            non si sarebbe mai passati al 3 se non ci fosse stato il 2

            giusto?

  32. Miguel Martinez scrive:

    Giro un testo che abbiamo diffuso qui nel rione, per far capire cosa si può fare in sussidiarietà. Cioè facendo a meno dello Stato e del Privante per quanto sia ragionevolmente possibile.

    Immagina uno spazio, nemmeno tanto grande, che se fosse “giardino privato”, non ci metterebbe il naso nessuno; e se fosse di gestione “pubblica”, passerebbe ogni tanto un vigile a sedare le risse tra spacciatori.

    NIDIACI, MOLTO PIU DI UN GIARDINO!

    Nel 1920, la Croce Rossa Americana acquistò l’area che oggi chiamiamo “il Nidiaci” per farne un ente dedicato “all’educazione popolare, con particolare riguardo per l’infanzia”.
    Un secolo dopo, grazie all’iniziativa delle famiglie del Rione, lo diventa davvero.
    Manca solo… un tetto.
    Nel 2018, la Iclei, rete globale di 1500 amministrazioni locali per la sostenibilità. ha assegnato il “Transformative Action Award“, un premio a un’istituzione e una “menzione speciale” a un’unica organizzazione civica: il Premio è andato alla città di Gand in Belgio e la Menzione Speciale all’Associazione Amici del Nidiaci in Oltrarno, per tutto ciò che già facciamo, anche senza tetto!
    E cioè:

    BANCO ALIMENTARE
    In questo periodo ha permesso di aiutare 130 famiglie, con le donazioni in denaro e in cibo di tutto il Rione.

    SOS COMPITI
    S.o.s. Compiti è nato per sostenere i bambini nell’assorbimento del programma offerto dalla scuola pubblica. Il lavoro viene svolto con il supporto delle maestre delle scuole del Rione, che monitorano gli obiettivi didattici.
    Molte mamme non conoscono l’italiano, abbiamo messo in piedi un corso d’italiano anche per loro.

    ATTIVITA’ DI CALCIO
    Due volte a settimana, il Centro Storico Lebowski organizza un’attività gratuita che coinvolge centinaia di bambini e le loro famiglie.

    ORCHESTRA TRASVERSALE POVERA
    Un’orchestra ”trasversale“ (diversità di età, origine etnica, competenze e non) che coinvolge molte famiglie. Tra gli obiettivi, quello di non far perdere il contatto con la musica ai ragazzi che finiscono le scuole elementari, e di dare letteralmente a tutti la possibilità di ”fare musica“.

    SPAZIO APERTO PER “IL SICOMORO”/CENTRO DIURNO “IL PELLICANO”
    I bambini che frequentano il ”Sicomoro“ (”oasi educativa dove bambini e ragazzi di ogni età possano essere aiutati a combattere il loro disagio sociale, psicologico, familiare o educativo“) partecipano ai nostri laboratori, suonano all’orchestra, vengono a S.o.s.Compiti e vivono il giardino.

    ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO (adesso PCTO)
    Da tre anni, il Nidiaci ospita i percorsi di Alternanza Scuola Lavoro del Liceo Machiavelli-Capponi indirizzo Scienze Umane. Un’occasione per gli studenti di mettere in pratica le proprie competenze.

    LOFOIO
    Lofoio è lo storico spazio in cui residenti e amici del rione imparano a ”fare da sé“, e si offre per insegnare anche ai bambini i rudimenti della manualità artigiana in sicurezza.

    LUNEDI SCIENTIFICI
    Introduzione al mondo della scienza, con esperimenti, visite guidate e altre attività per i bambini

    CREATIVE MORNINGS
    In collaborazione con la Libreria Tatatà, il Nidiaci è sede degli appuntamenti fiorentini di Creative Mornings, un evento culturale che si svolge una volta al mese in 219 città, in 67 paesi diversi.

    CANTIERE OBRAZ
    Laboratorio teatrale che opera al Teatro del Cestello.

    ORTO DIDATTICO
    Il Nidiaci è stato onorato con un dono da parte del Giardino dell’Iris di ”giaggioli“ per sottolineare come sia un luogo fondamentale della rinascita comunitaria di Firenze. In varie parti del giardino, è sorta una piccola rete di orti dove professionisti e pensionati insegnano ai bambini.

    MERCATO CONTADINO A CHILOMETRI ZERO
    Una rete di piccoli produttori, con una storia e un mestiere da raccontare, che rimettono il Rione al centro di un’economia reale e sostenibile, fa conoscere i vecchi mestieri ed educano a un consumo critico e consapevole del cibo attraverso degustazioni, laboratori e attività per bambini.

    SVUOTA LA CAMERETTA
    Scambio di abiti e culture tra mamme e amici, dove i bambini imparano a dare maggior valore alle loro cose imparando l’antica arte del baratto.

    PERCORSI YOGA
    I ”Percorsi yoga“ della Maestra Micaela Giordano sono per soli bambini, per genitori e figli, per adolescenti possibilmente in collaborazione con il Centro Giovani e con i percorsi di Alternanza Scuola Lavoro, per i genitori che accompagnano i figli alle attività di calcio

    SCUOLA DELLA PACE DELLA COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO
    Attività rivolte ai bambini, con una particolare attenzione, ai bambini che vivono particolari difficoltà e problematiche di tipo familiare, scolastiche, economiche, sociali o di altro tipo.

    SCUOLA DI MUSICA “CHIAVE DI BASSO”
    Collaborazioni con la scuola di musica “Chiave di basso”

    CERAMICA
    Un’artista insegna ai bambini come si impasta l’argilla e si fanno piccoli oggetti

    “BABBO NATALE AL NIDIACI”
    Ogni anno, l’immancabile appuntamento con il vero Babbo Natale al Nidiaci!

    CASA DI RIPOSO DI VIA DEL CAMPUCCIO
    Un’occasione per far incontrare i molto piccoli e i molto grandi

    RICAMO E LETTURE PER SOGNATORI
    un corso dove bambini e nonni imparano a cucire e ricamare, e i bambini leggono loro storie.

    LA BOTTEGA DEL GIARDINO
    A cura di Cosimo De Vita, un laboratorio all’interno del giardino dei Nidiaci, dove poter realizzare vari corsi di artigianato artistico. Il primo obiettivo è la realizzazione del ”Drago Verde“, storico simbolo del rione di San Frediano.

    SCUOLA GRATUITA DI MUSICA E CANTO

    • Francesco scrive:

      dovreste entrare nella Compagnia delle Opere!

      primo migliorereste loro, secondo magari possono aiutarvi per molti servizi che costano troppo sul mercato

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Lucia

      “Interessante commento su sx/dx”

      Grazie, molto interessante! Non conoscevo il blog.

      • Moi scrive:

        Sì, concordo : molto interessante !

        Un Ricercatore Scientifico con piacevolmente inaspettati interessi umanistici : un pochino UAAReggianti, ma molto meno di Odifreddi … e con molta meno spocchia ! Elemento appartenente alla Comunità LGBTSPQR come “semplice” Maschio Bianco CisHomo Binario, quindi a solo uno “step” di distanza da quel che negli Anni ’50 si sarebbe detto “Uomo Bianco Normale”.

        Tratta temi pochissimo dibattuti in Italiano, come TransAgeismo o gl’ InCels.

        • Moi scrive:

          Questo articolo è particolarmente interessante, non tanto per la tematica in sé, non certo originalissima … ma per come vien ammantato di Scientismo .

          https://lostranoanello.wordpress.com/2019/11/06/il-razzismo-del-pene/

          • Moi scrive:

            Mi sa che sia una fissa (almeno in origine) tipicamente Italiana …. ‘sta cosa di sentirsi “intermedi-bilanciati” come “razza” perché il “Muso Giallo” essendo il più intelligente di tutti per compensazione ce l’ ha piccolino, mentre il “Negro” avendocelo più grande di tutti è, sempre per compensazione, una specie di eterno selvaggio.

            • Moi scrive:

              in effetti i logogrammi scritti sono molto più “intimidatorii” di un alfabeto [(o abjad, o abugida … aseconda) o financo d’ un sillabario] “strano” …

    • Peucezio scrive:

      Lucia,
      https://lostranoanello.wordpress.com/2021/01/24/il-covid-19-e-la-sinistra-allo-specchio-del-male/

      C’è del vero.
      Ma secondo me non è lì l’essenza della questione, almeno per quanto riguarda la reazione al covid.
      A me pare che ci sia dell’altro:
      – prima di tutto l’antivitalismo: tutto ciò che è la vita reale, il piacere, il lavoro, la socialità ha qualcosa di caotico, di sporco, infatti è antiecologica, inquina, quindi abbiamo un’ottima occasione per non vivere, non lavorare, non sporcare;
      – poi il legalismo, l’istituzionalismo, il perbenismo: lo stato, il potere, la scienza, le istituzioni hanno ragione per definizione, sono padroni delle nostre vite, ma soprattutto la legge positiva e le opinioni dei ceti dirigenti riconosciuti sono Verità Sacra: metterla in discussione, prima che un atto contro la verità, è un sacrilegio, è un atto immorale;
      – infine, collegato ai due precedenti, soprattutto al primo, c’è l’odio di classe: solo gli statali sono persone per bene: l’imprenditore, l’esercente, il libero professionista con tutti i loro dipendenti sono persone per male, ladri, farabutti, approfittatori, sono i nuovi kulaki, nemici dei Radiosi Destini del Popolo (dove il popolo va da Bezos a Zingaretti, passando per i professori universitari e i medici, ma escludendo tutto il popolo vero); tutto ciò quindi che può portarli sul lastrico e magari al suicidio è funzionale alla Rivoluzione Euro-global-bideniano-progressista-scientista (che con la scienza ovviamente non c’entra nulla, perché la scienza insegna che si fa il tracciamento e in questo modo si evitano le chiusure).

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        “Euro-global-bideniano-progressista-scientista”

        Hai dimenticato massoni, ebrei, sunniti e gesuiti.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ peucezio

        “per male”

        No.

        Solo evasori fiscali.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        (P.S. ad esempio, non ho mai capito a cosa servano cucine, bar, ristoranti e negozi di alimentari. Sono trentaquattro anni che mangio in un’ottima mensa aziendale. Non potrebbe essere così per tutti?)

  33. Miguel Martinez scrive:

    Source : https://www.affaritaliani.it/cronache/scuola-con-la-mascherina-soffre-stop-all-obbligo-per-una-bimba-la-sentenza-719069.html
    Cronache
    Mercoledì, 27 gennaio 2021 – 09:24:00
    Scuola, con la mascherina soffre: stop all’obbligo per una bimba. LA SENTENZA
    Il Consiglio di Stato dà ragione a una famiglia che aveva fatto ricorso contro l’obbligo della mascherina a scuola per la figlia con problemi di ossigenazione
    Di Monica Camozzi
    Scuola, con la mascherina soffre: stop all’obbligo per una bimba. LA SENTENZA

    Problemi di ossigenazione -e di affaticamento respiratorio- per l’uso prolungato della mascherina a scuola. La famiglia della bambina ricorre per sospendere l’obbligo sancito dai Dpcm e vince. Il Consiglio di Stato, adito dall’avvocato Francesco Scifo e dalla collega Linda Corrias per conto dei genitori della minore, accoglie l’istanza e sospende l’obbligo di mascherina per la durata delle lezioni. “Un precedente importantissimo -afferma l’avvocato Scifo, che ha depositato un altro ricorso per un problema del tutto simile- per chiunque porti prove mediche documentali che comprovino il danno alla salute. Tengo a precisare che la bambina era sanissima. Ha riportato effetti sulla salute in costanza di uso. Abbiamo portato ad avallo le prove svolte dal medico per ore, con evidenza dei problemi di ossigenazione e un aumento delle pulsazioni cardiache”.

    Il Tar del Lazio aveva rigettato il ricorso

    L’avvocato Scifo aveva impugnato tutti i Dpmc da ottobre a oggi davanti al Tar del Lazio, organismo competente in materia, ma la richiesta di sospensiva era stata rigettata e l’udienza era stata fissata per il 10 febbraio. A quel punto, l’impugnazione davanti al Consiglio di Stato, che ha preso la decisione ieri, 26 gennaio. “A dire il vero l’udienza era stata fissata dal Tar per il 27 gennaio ed era stato intimato al Governo di produrre motivazioni che giustificassero l’obbligo imposto dal Dpcm. Ma la relazione prodotta non diceva praticamente nulla, anzi, in parte ci dava ragione perché citava un inciso del Center for disease control and prevention americano in cui si dice chiaramente che con l’opportuno distanziamento in classe, l’obbligo di mascherina non sussiste, il dispositivo viene al limite raccomandato. Quindi, il Tar ha spostato ulteriormente l’udienza per dare al Governo il tempo di produrre ulteriori motivazioni ma io ho impugnato dinnanzi al giudice d’appello amministrativo, che è il Consiglio di Stato”.

    Nessun saturimetro in classe

    Tra l’altro, si legge nel provvedimento sospensivo, nella classe frequentata dalla minore, non risulta – o comunque dagli atti non risulta – essere disponibile neppure un apparecchio di controllo della ossigenazione – saturimetro, strumento di costo minimo e semplicissima utilizzabilità in casi come quello prospettato, ad opera di ogni insegnante, per intervenire ai primissimi segnali di difficoltà di respirazione alla minore non possa essere imposto l’uso del DPI per la durata delle lezioni, essendo il pericolo di affaticamento respiratorio – in mancanza di una costante verificabilità con saturimetro – troppo grave e immediato”.

    Altri genitori sul piede di guerra

    E se il Tar dovrà pronunciarsi su varie istanze il 10 febbraio prossimo, centinaia di genitori sono sul piede di guerra È appena nato un gruppo con oltre 500 membri, tutti genitori di minori in disaccordo con i DPCM. È appena stato intrapreso un ricorso massivo da parte di decine di genitori, rappresentati dallo studio legale Massafra di Roma, tra l’altro sostenuto dal dottor Marian Amici, avverso il DPCM 14/01/2021. Lo studio dell’avvocato Massafra aveva già vinto il ricorso innanzi al Tar Lazio relativo all’annullamento dell’obbligo vaccinale nella regione.

    La Corte Costituzionale austriaca si pronuncia in merito

    La Corte Costituzionale austriaca ha definito “illegale” il provvedimento che imponeva l’uso della mascherina a scuola a primavera 2020. E in Svezia, nel comune di Halmstad, l’uso del dispositivo di protezione è stato bandito nella scuola pubblica, perché “il rischio di un utilizzo inappropriato è troppo alto”.

    • roberto scrive:

      stanzone come dice Z e finiamola lì….

      ma in fretta per favore che ho veramente voglia di andare al pub con gli amici

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Io fossi un ineegnante di questa mi rifiuterei di entrare in classe e metterei in mora l’amministrazione. E poi farei una bella segnalazione allo Spisal giusto per rompere le palle, mentre i genitori si tengono la marmocchia a casa per un po’.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per MT

          “giusto per rompere le palle”

          è interessante come dentro tutti noi, si alberghi un Piccolo Delatore.

          Ne parlavo l’altro giorno con mia figlia, perché mi ha colpito con quanta malvagità guardavo chi non rispettava le regole.

          Regole di cui non sono particolarmente convinto nemmeno io.

          Eppure sono rimasto colpito da come anche dentro di me fremeva il Piccolo Sbirro.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Se il mio datore di lavoro mi espone al pericolo e mi rende una minaccia per i miei cari, sì che mi difendo con le armi che l’ordinamento mi concede.
            Non è delazione: non mi sto ponendo un problema astratto di garantire l’ordine sociale, sto difendendo unmio interesse personale.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per MT

              “Se il mio datore di lavoro mi espone al pericolo e mi rende una minaccia per i miei cari,”

              non lo contesto, non parlavo delle mie datrici di lavoro, che incontro quasi solo su Internet, parlavo solo della gente che vedo per strada.

          • roberto scrive:

            “Eppure sono rimasto colpito da come anche dentro di me fremeva il Piccolo Sbirro”

            sono abbastanza fiero di me perché riesco a tenere a freno il piccolo delatore che è in me.

            certo, vedo uno che butta una carta per terra gliela faccio mangiare, ma se vedo il vicino che esce alle 23.10 per fare una poasseggiata certo non chiamo la polizia (al massimo gli chiedo se vuole compagnia)

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Martinez

            Errore di italiano.

            Non si chiama “malvagità”.

            Si chiama “senso civico”.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

      • PinoMamet scrive:

        A proposito, che fine ha fatto Z.??

    • PinoMamet scrive:

      Una curiosità:

      ma a voi davvero piacciono le leggi? i regolamenti??
      dai, no, non ci credo.

      • PinoMamet scrive:

        Cioè, io se vedo uno che va in giro di notte da solo, penso che magari sta andando a svaligiare una villa.

        Da cui, la mia istintiva e innata simpatia per lui.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Pino Mamet

        “Una curiosità:

        ma a voi davvero piacciono le leggi? i regolamenti??
        dai, no, non ci credo.”

        una domanda splendida.

        Cercherò di essere sincero.

        Uno, si sta ovviamente meglio senza.

        Due, però è affascinante misurarsi con le leggi.

        Cercare di trovare il cavillo, l’espressione giusta, che passa il manico del coltello dalla parte della comunità e neutralizza i proprietari del coltello stesso.

        Sono anni che lavoro a limare statuti, convenzioni, richieste, patti, scavando tra le virgole come girarle a favore della gente del Rione.

        Lo faccio da quasi analfebeta in partenza, perché loro Sono e noi non siamo un cavolo.

        Ma finora, siamo sempre riusciti a vincere, piccole vittorie, strappate con enorme difficoltà.

        Sì, c’è qualcosa di divertente anche nelle leggi e nei regolamenti.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Sì, perché l’alternativa è che le persone tipo me vivano l’inferno sceso sulla terra. Quindi sì, tante belle regole che rendano un minimo più prevedibile il comportamento degli altri e meno impossibili i rapporti con gli sconosciuti.

        Ci sono due posizioni, essenzialmente: quelli che vogliono ordine e disciplina per gli altri e quelli che vogliono la massima libertà per se stessi 😀

      • roberto scrive:

        A me fanno abbastanza cagare in effetti

        A me piace invece un’altra cosa che è risolvere problemi.
        E l’unico modo in cui sono un po’ bravino è appunto applicando leggi e regolamenti.
        Ma la cosa che mi da soddisfazione è il problema risolto, non il regolamento in se

        (Non so se è chiaro)

        • PinoMamet scrive:

          Chiarissimo, e lodevole direi 🙂

        • Peucezio scrive:

          Roberto,
          non solo è chiaro ma è l’unico atteggiamento giusto.

          Ci sono sì due posizioni e tipi umani, ma non quelli che dice Mauricius, bensì
          – quelli che vogliono risolvere i problemi;
          – quelli che vogliono rompere i coglioni.

          In Italia circa lo 0,0001% della gente vuole risolvere i problemi, il 9,9999% vuole rompere i coglioni.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “Ci sono sì due posizioni e tipi umani, ma non quelli che dice Mauricius, bensì
            – quelli che vogliono risolvere i problemi;
            – quelli che vogliono rompere i coglioni.”

            Ma no: ci sono i Buoni (TM) a cui appartieni tu e i Cattivi (TM) che sono gli altri 😀

        • Peucezio scrive:

          E comunque – Mauricius ha scambiato il cristianesimo per il materialismo dialettico quindi non se lo ricorda più – Dio ha fatto il sabato per l’uomo, non viceversa.

      • Francesco scrive:

        io, sotto sotto, li adoro

        è una cosa fondamentalmente erotica, quando all’inizio dell’assemblea di condominio fanno la conta dei millesimi ho un fremito

        poi si parla di problemi veri ed è una rottura di palle

        è un pò come cucinare seguendo la ricetta o montare i lego con le istruzioni

        o mamma, ho fatto coming out!

        • PinoMamet scrive:

          Cioè, ti piace cucinare seguendo la ricetta? da bambino montavi i lego seguendo le istruzioni?

          (cioè, esistono le istruzioni dei Lego??)

          sei strano forte…

          non lo dico per polemica.. è una constatazione.

          Io e te siamo proprio agli antipodi, ma no su una cosa: su tutto, più o meno.
          Per me leggerti è più o meno come atterrare su Marte.

          Poi ci sono alcune cose, rarissime, in cui mi capita di essere completamente d’accordo con te, con mio enorme e indicibile stupore.

          Ma ecco, mentre con gli altri frequentatori del blog posso incazzarmi e discutere accanitamente, ma più o meno capisco il loro modo di essere, sono in una prospettiva magari diversa dalla mia ma che entra nel mio universo, tu proprio sei una persona fuori da ogni mia comprensibilità.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            (cioè, esistono le istruzioni dei Lego??)

          • Francesco scrive:

            ottimo Pino

            nel senso che non è facile incontrare l’Altro Assoluto, dovremmo ringraziare Miguel

            😀

            PS come fai a non amare il Medio Evo? è esattamente il mondo per anarchici pronti a menar le mani e curiosi del mondo esterno quanto del loro passato (entrambi in larga misura immaginari) in cui ti immagino staresti come … Rocco Siffredi in un collegio femminile

            😉

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Francesco

              “PS come fai a non amare il Medio Evo? è esattamente il mondo per anarchici pronti a menar le mani e curiosi del mondo esterno quanto del loro passato (entrambi in larga misura immaginari) in cui ti immagino staresti come … Rocco Siffredi in un collegio femminile”

              Bellissima definizione!

              • Francesco scrive:

                grazie

                ma io Pino me lo vedo esattamente come un signorotto medievale, autonominatosi ma molto reale, che domina sui 40 pertiche soprattutto per non dover obbedire a nessuno

                più precisamente, che dichiara di obbedire all’Imperatore che sta su in Alemannia per non dover obbedire nè al Vescovo, nò all’Abate, nò al Marchese che sono lì vicino

                🙂

  34. mirko scrive:

    Una riflessione in linea con le tematiche care a Miguel:

    Democrazia alla Nuer

    DEMOCRAZIA (DUE). Noi paghiamo della gente perché ci comandi. Un masochismo abbastanza impressionante che, come notava Jacques Neker nel 1792, “dovrebbe lasciare stupiti gli uomini capaci di riflessione”. Noi diamo invece la cosa per pacifica, scontata e non ci pensiamo più. Ma farebbe sbellicare dalle risa un Nuer. I Nuer sono un popolo nilotico che vive nelle paludi e nelle vaste savane dell’odierno Sudan meridionale. Un Nuer non solo non paga nessuno perché lo comandi, ma non tollera ordini da chicchessia. I Nuer infatti non hanno capi e nemmeno rappresentanti. “È impossibile vivere fra i Nuer e immaginare dei governanti che li governino. Il Nuer è il prodotto di un’educazione dura ed egalitaria, profondamente democratico e facilmente portato alla violenza. Il suo spirito turbolento trova ogni restrizione irritabile; nessuno riconosce un superiore sopra di sé. La ricchezza non fa differenza… Ogni Nuer considera di valere quanto il suo vicino”. Così li descrive l’antropologo inglese E. E. Evans Pritchard che, negli anni trenta, visse fra loro a lungo e li studiò (I Nuer: un’anarchia ordinata).

    Un miracolo? O, quantomeno, un’eccezione? Fino a un certo punto: si tratta infatti di una di quelle “società acefale”, di quelle “anarchie ordinate” nient’affatto rare nel Continente Nero prima della dominazione musulmana con le sue leggi religiose incompatibili con la libertà e, soprattutto, prima che arrivassimo noi con la nostra democrazia teorica, in salsa liberale o marxista. Quella dei Nuer è quindi una società di “liberi e uguali” basata sulla violenza. Perché se si offende un Nuer, o anche solo la sua mucca, ci si becca un colpo di zagaglia, questo è certo. I Nuer e le comunità ad essi consimili erano quindi riusciti a coniugare uguaglianza e libertà, due poli apparentemente inconciliabili su cui i figli dell’Illuminismo, i liberali e i marxisti, si accapigliano da un paio di secoli facendo elaborazioni raffinatissime ma senza cavare un ragno dal buco. Una bella lezioncina per la democrazia liberale, la socialdemocrazia e la cosiddetta “democrazia popolare” o socialista, che non sono mai state in grado di coniugare libertà e uguaglianza, riuscendo piuttosto, quasi sempre, nell’impresa di mortificare entrambe.

    Ma quella dei Nuer è, come osserva ancora Evans Pritchard, “una democrazia basata sulla violenza”. E questo è intollerabile non solo per la coscienza ma per la struttura stessa di una società moderna, dove è lo Stato ad avere il monopolio della violenza con le sue Istituzioni, il suo esercito, le sue mille polizie (la pula, i caramba, la guardia di finanza), i servizi segreti, la magistratura. “Lo Stato? Il più freddo di tutti i mostri” lo definisce Nietzsche. Ma su questo punto torneremo più avanti. Per il momento ci piace raccontare ancora qualcosa dei Nuer, ad uso e consumo degli esteti della “cultura superiore”, di coloro che avallano Guantanamo, Abu Graib e il rapimento di Abu Omar (do you remember presidente D’Alema? Do you remember Matteo Renzi?). I Nuer hanno avuto rapporti con una sola altra comunità, quella dei Dinka, loro vicini, perché tutto il resto del territorio è infestato dalla mosca tze-tze che non garba né agli uni né agli altri. I Nuer, popolo bellicoso, razziavano i Dinka e questi, più subdoli, rubavano il bestiame ai Nuer. In queste razzie i Nuer uccidevano molti Dinka, ma altri ne facevano prigionieri. Chi li aveva in custodia non poteva ordinare a un prigioniero Dinka nemmeno di portargli un bicchier d’acqua: è un ospite e va trattato come tale. Consuetudine che si è conservata fino a oggi presso alcuni popoli che definiamo “tradizionali”.

    Ma torniamo alla Democrazia. La Democrazia esisteva quando non sapeva d’esser tale. Nei “secoli bui”, buissimi del Medioevo, l’assemblea del villaggio formata dai capifamiglia, quasi sempre uomini, ma anche donne se il marito era assente, decideva su tutto ciò che riguardava il villaggio: votava le spese e procedeva alle nomine, decideva della vendita, scambio e locazione dei boschi comuni, della riparazione della chiesa, del presbiterio, delle strade e dei ponti, riscuoteva au pied de la taille i canoni che alimentavano il bilancio comunale, poteva contrarre debiti e iniziare processi, nominava, oltre ai sindaci, il maestro di scuola, il pastore comunale, i guardiani di messi, i riscossori di taglia… L’assemblea interveniva nei minimi dettagli della vita pubblica, in tutti i minuti problemi dell’esistenza campagnola. (A. Soboul, La società francese nella seconda metà del settecento). Questo sistema funzionò benissimo fino al 1787, due anni prima della Rivoluzione, quando, sotto la spinta razionalizzatrice della borghesia e dei suoi interessi avviene un mutamento radicale: non è più l’assemblea del villaggio a decidere direttamente, ma nomina dei suoi rappresentanti. Era cominciata la tragedia, direi la farsa, della democrazia rappresentativa.

    Le democrazie rappresentative non sono delle vere democrazie, ma piuttosto, come ammettono Bobbio e Sartori, delle poliarchie, cioè delle aristocrazie mascherate. Fra le oligarchie democratiche e le aristocrazie storiche c’è però una differenza sostanziale. Gli appartenenti alle aristocrazie vere e proprie si distinguono perché posseggono delle qualità specifiche, vere o anche presunte ma comunque credute tali dalla comunità. Nel feudalesimo, occidentale e orientale, i nobili sono coloro che sanno portare le armi, in certe epoche dell’antico Egitto la professione di scriba conduceva alle cariche pubbliche e al potere, in Cina la conoscenza dei numerosissimi e difficili caratteri della scrittura era la base della casta dei mandarini, in altre realtà la casta sacerdotale era creduta in possesso di doti particolari per mediare con la divinità oppure l’autorità era conferita agli anziani in quanto ritenuti detentori del sapere. Come dicevamo nei precedenti articoli dedicati alla Democrazia (Il Fatto, 17 e 21/1/2021), chi appartiene alle oligarchie democratiche non ha qualità specifiche. La classe politica democratica è formata da persone che hanno come elemento di distinzione unicamente, e tautologicamente, quello di fare politica. Poiché non è necessaria alcuna qualità prepolitica la selezione della nomenklatura è autoreferenziale, puramente burocratica, avviene all’interno degli apparati di partito attraverso lotte oscure, feroci, degradanti, spesso truffaldine. L’oligarca democratico è un uomo senza qualità. La sua sola qualità è di non averne alcuna. Il che gli consente una straordinaria adattabilità e duttilità. Insomma il trasformismo, tabe storica della democrazia, specialmente di quella italiana, di cui oggi abbiamo sotto gli occhi abbondanti esempi. Ci possono essere anche ottime, oneste, persone che ci governano, quale io considero, per esempio, Giuseppe Conte, ma anche lui è costretto a sporcarsi le mani con manovre sudice. Il problema, a questo punto, non è degli uomini ma di un sistema che costringe a corrompersi anche chi, per sua natura, non vi sarebbe portato. Questo sistema si chiama Democrazia rappresentativa.

    Il Fatto Quotidiano, 28 gennaio 2021

    http://www.massimofini.it/articoli-recenti/2005-democrazia-alla-nuer

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Mirko

      “Una riflessione in linea con le tematiche care a Miguel:

      non è più l’assemblea del villaggio a decidere direttamente, ma nomina dei suoi rappresentanti. Era cominciata la tragedia, direi la farsa, della democrazia rappresentativa.”

      Bellissima riflessione.

      Ma credo che sia necessaria l’esperienza diretta per capirla.

      Sembra che il mondo si debba dividere tra chi dice che è lo Stato che deve erogare servizi a individui, e chi invece dice che sono i Privanti che glieli devono vendere.

      Che quando sai che esiste un’alternativa e che funziona e che fa stare meglio, diventa stancante.

  35. Fernando scrive:

    Torno a bomba…
    L’ uomo è di sinistra quando s’identifica indistintamente con l’umanità, e agisce con la certezza che il progresso sia nella mani dell’uomo, che lo ricerca continuamente per il bene di tutti. L’uomo è di destra quando non può riconoscersi con l’umanità tutta. Non può mai sentirsi in sintonia totale con un altro individuo, per quanto lo desideri, per cui non riesce a confidare ciecamente nel progresso, ed è detto conservatore perché elabora a partire da un pregiudizio che è il collante che lo lega ai suoi simili. Ne consegue che il progressista sia al più un ingenuo, per eccesso di fiducia negli altri. E che il conservatore possa divenire un fanatico per eccesso di sfiducia negli altri. Il dominio progressista abbatte sempre i confini dati e può divenire totalizzante perché l’oppositore è privato di riferimenti (è sciolto in un liquido in cui il pregiudizio fatica a cristallizzare). Il dominio della destra non è mai, in realtà, totale poiché si basa su un differenziale, per cui se ci sono le condizioni del dominio ci devono essere anche quelle dell’opposizione (che ne paga le conseguenze). Il rischio più grosso a sinistra? La dissoluzione. A destra? Lo sterminio. Il progressista perfetto? L’uomo di scienza. Quello di destra? Dio.

    Fascismi: colpi di coda di dominii perdenti.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Fernando

      anche questa è una definizione interessante.

      Attenzione però a dove porta:

      “L’ uomo è di sinistra quando s’identifica indistintamente con l’umanità, e agisce con la certezza che il progresso sia nella mani dell’uomo, che lo ricerca continuamente per il bene di tutti. L’uomo è di destra quando non può riconoscersi con l’umanità tutta.”

      L’uomo di sinistra si identifica con qualcosa che chiama “umanità”, o si identifica con le persone reali?

      Capisce e si identifica con lo stupratore, il commerciante che cerca di fregarti, il dirigente d’azienda che usa un prodotto inquinante perché gli fa guadagnare di più, il pedofilo che manipola un bambino…?

      Se non si identifica con loro, non li capisce, non si identifica affatto con tutta l’umanità.

      E ho citato solo i casi estremi – dubito che quello di sinistra consideri umano il cattolico convinto, il militante di Casa Pound, il poligamo musulmano, l’indiano che crede alle caste….

      Se poi passiamo alla storia, quello di sinistra (nella tua definizione) sente come “umano” il messicano che fa sacrifici umani, o lo spagnolo che lo conquista in nome del Vangelo?

    • Moi scrive:

      @ FERNANDO

      Dall’ uso che fai della parola “uomo”, c’è gente che non esiterebbe a dire che sei di “destra”, foss’anche perché quantunque di snistra … non ti aggiorni.

      • Fernando scrive:

        Per M. M.

        Oh, non lo so proprio in che misura capisca veramente, ma nonostante ciò egli si fa portavoce dell’umanità, e quello che non capisce lo piega dissolvendolo. Quando dico che il progressista perfetto è l’uomo di scienza e sapendo che l’obiettivo finale della scienza è sconfiggere la morte, e che il rischio è la dissoluzione, al povero sinistro ho già dato un bel peso da portare…

        Per Moi

        Cosa intendi quando dici “non ti aggiorni”? Il progresso è aggiornamento, se vuoi, e io ho definito due condizioni astratte, non una persona reale che ad un certo punto della vita rimane intrappolato nella sua epoca. Va da sé che le persone reali, in gran parte, non hanno un gran bisogno di sapersi di destra o di sinistra.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Fernando

      Concordo. L’essere umano di sinistra riconosce non esservi differenze sostanziali fra gli individui, per cui è naturalmente proclive all’inclusione e avverso a razzismo e xenofobia. In particolare non riconosce ad alcuno la libertà di affamare altri s piacimento, per cui diffida della proprietà privata dei mezzi di produzione (dei beni necessari al sostentamento). In una parola, è un essere umano razionale.

      Tutt’al contrario, l’essere umano di destra credeva qualche mitica prerogativa che li renda privilegiato a buon diritto rispetto a chi è diverso da lui – sia essa il conto in banca, il colore della pelle o quant’altro. Ovviamente lo fa per difendere il proprio orticelli, e se ne vanta. Se difende la proprieta’ privata dei mezzi di produziond e’ perche’ difende la sua, di proprieta’, o magari wyella che spera di avere (c’e’ chi ha detto che in USA un povero non si considera mai tale, ma solo un ricco in difficolta’ mimentanea). Non è diverso dall’alce che bramisce per difendere il proprio territorio. Un Dio che giustifichi le sue pretese gli va a fagiolo, così come ogni mito (la Tradizione, i Valori…) che naturalmente sono insidiati e che vanno difesi. In sintesi è preda di una comoda superstizione, che lo giustifica ai suoi stessi occhi.

      Luce della ragione contro buio della superstizione, alla fin fine è sempre la stessa storia.

      Ciao!

      Andrea Di Vita
      Ciao!

      • Ros scrive:

        @Andrea Di Vita
        ”…Tutt’al contrario, l’essere umano di destra credeva qualche mitica prerogativa che li renda privilegiato a buon diritto rispetto a chi è diverso da lui – sia essa il conto in banca, il colore della pelle o quant’altro. Ovviamente lo fa per difendere il proprio orticelli, e se ne vanta. Se difende la proprieta’ privata dei mezzi di produziond e’ perche’ difende la sua, di proprieta’, o magari wyella che spera di avere (c’e’ chi ha detto che in USA un povero non si considera mai tale, ma solo un ricco in difficolta’ mimentanea). Non è diverso dall’alce che bramisce per difendere il proprio territorio…”

        Beh, detta così l’uomo di ”Destra” pare essere semplicemente quello ”naturale”, con i suoi bravi istinti, e territoriali, e familiari – di clan – in senso lato.

        L’uomo come pare essere sempre stato, per centinaia di migliaia di anni dall’ominide al Neanderthal e infine al Sapiens.

        L’uomo ideale di Sinistra sembra cosa utopica quanto gli unicorni e i miniponi rosa (per farcelo apparentemente approssimare sovente serve una robusta rieducazione ”culturale”) che cozza contro la sua realtà fattuale e psicologica
        (l’ego, l’Io che prevarica il Noi) l’istinto naturale; contro l’uomo per come è, o sembra essere.

        Per fare il suo Paradiso Messianico, la sua âge d’or , la Sinistra, ha sempre l’ingrato compito di dover in qualche misura rifare l’uomo naturale, (ironicamente, la sua nomenklatura può persino, risultare narcisisticamente, psicopaticamente ben più ”naturale” del solito: “tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”; il potere corrompe e chi lo vuole ne è già predisposto di suo).

        La visione di Sinistra crede ad un umanità fondamentalmente rousseauiana rispetto a quella hobbesiana – homo homini lupus – antagonista; o almeno ad un possibile ritorno d’essa – nel caso a una sua fabbricazione ex novo o in vitro – di tale umanità.

        Al momento sto leggendo due piacevolissimi libri dello storico olandese Rutger Bregman:
        ”Una nuova storia (non cinica) dell’umanità” e ”Utopia per realisti. Come costruire davvero il mondo ideale”,

        https://www.ibs.it/nuova-storia-non-cinica-dell-libro-rutger-bregman/e/9788807492846?inventoryId=222898486

        https://www.ibs.it/utopia-per-realisti-come-costruire-libro-rutger-bregman/e/9788807173257

        che insieme al Mark Fisher di ”Realismo capitalista” (notevole tutta la sua opera)

        https://www.ibs.it/realismo-capitalista-libro-mark-fisher/e/9788880560050?inventoryId=94825005 ”È davvero più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo? E perché ci siamo ormai assuefatti all’idea che, per dirla con Margaret Thatcher, “non c’è alternativa” al sistema in cui viviamo? Da queste domande, prende spunto uno dei più incisivi e influenti saggi critici degli ultimi quindici anni: il manifesto politico ed estetico del filosofo inglese Mark Fisher”

        riflettono sull’argomento in questione, sulle possibili alternative socioeconomiche alla ”fine della storia” nel Capitalismo Neoliberale di un Francis Fukuyama;

        In breve la tesi di Bregman – storicamente esposta e ben documentata – è che (contrariamente al pensiero di Hobbes) la stragrande maggioranza degli umani è socievole-sociale e cooperativo (più bonobo che bellicoso scimpanzé) e ha piacere al bene del suo prossimo, e non vuole in alcun modo assoggettarlo (fa l’esempio ben analizzato dagli studi militari delle guerre, dove un esigua percentuale dei combattenti spara o combatte per davvero); la causa di tutti i guai sarebbe quella minoranza infinitesimale di narcisisti e psicopatici complessati anelanti il comando, e che troppo spesso grazie alle loro caratteristiche predatorie (lupi tra ingenue pecorelle) lo ottengono.

        In una società tribale, in una comunità di poche centinaia di persone, generalmente il narcisista psicopatico viene subito messo a posto, con le buone (la derisione, il ridicolo) o, se non bastasse, con le cattive.

        La causa dei guai è inerente al numero-massa della popolazione complessiva di uno Stato-comunità, alla sua complessità gestionale, ed a una centralità lontana e verticale delle decisioni;

        più questo numero è contenuto (come nelle comunità tribali e similari) più è comune l’assenza di Élite e Olocrazia; cosa questa ben nota agli etnologhi (mancando spesso un adeguato surplus, un granaio comune e dighe ed acquedotti da controllare per assoggettare la popolazione)
        https://www.ibs.it/eta-dell-oikocrazia-nuovo-totalitarismo-libro-fabio-armao/e/9788855191517

        http://temi.repubblica.it/micromega-online/oikocrazia-o-plutocrazia/

        https://www.minimaetmoralia.it/wp/libri/oikocrazia-ovvero-la-distopia-nella-realta/

        in una società del tipo suddetto (piccole comunità autonome in una federalizzazione) il Paradiso rousseaiano di Sinistra potrebbe, quindi, essere realisticamente possibile o perlomeno avvicinabile.

        Sempre che prevalga Rousseau ad Hobbes, s’intende!

        • Ros scrive:

          L’umanità ideale per una società compiutamente di Sinistra (come generalmente s’intende il termine -marxista leninista) è quella dove generalmente l’individuo riesce ad imbrigliare il suo bizzoso, infantile, fallico Ego, dopo avere pienamente neutralizzato gli influssi dell’ES freudiano propriamente detto https://it.wikipedia.org/wiki/Es_(psicologia)

          ;e la cosa ha le sue perdite, i suoi inconvenienti – i suoi sacrifici – a sentire sempre Freud
          https://www.ibs.it/avvenire-di-illusione-disagio-della-ebook-vari/e/9788854124721

          Una particolare e ben rara condizione psicologica non si sa poi bene quanto utile e condivisibile (In un noto racconto Stephen King “The End of the Whole Mess” nell’antologia “Nightmares & Dreamscapes”, un ingegnere sociale decide di farla finita con violenza, ambizione, avidità, guerre; con l’adleriana-schopenhaueuriana volontà di potenza insomma.
          L’esperimento sociale riesce. L’umanità diviene ebete come in una riuscita lobotomia)

          Una sorta di nirvana.

          Perfetta sarebbe, per l’idealità utopica collettiva di Sinistra, una società umana alla stregua di monaci buddisti ben avviati nel cammino dell’illuminazione (ma laici, materialisti non misticheggianti trascendentalisti, ovvio!)

          Ciò mancando, si finisce per necessitare, e a farne far vece, coercizioni e rieducazioni)

          • Ros scrive:

            Il cammino ‘pseudo ‘buddisticheggiante” verso una magari anche sana, auspicata e matura dissoluzione dell’ Ego (dal IO al NOI, per giungere al Tutto olistico) anziché essere individuale, viene coercitivamente e collettivamente imposto, forzato fuor dai suoi tempi e necessita psicologiche personali e diverse per ognuno, diventandone scimmiottatura coatta e fittizia con le sue naturali resistenze e reazioni.

            • Ros scrive:

              Le leadership e annessi fedeli e seguaci di cosiddetta Sinistra ( sempre di quella comunemente intesa) ritenendosi (spesso a torto) superiori e ”illuminate”, sovente tendono ad una egoica ”Volonta di potenza” analoga a quelle della cosiddetta Destra, da ciò le loro attuali accuse alle popolazioni di ignoranza, populismo, stupidità e quant’altro che abbiamo imparato a conoscere e subire; da ciò sempre nuove censure e inquisizioni, sempre meno Democrazia effettiva

              (sotto segue qualche voce dissidente in proposito;

              Bret Easton Ellis “Bianco” (2019, Einaudi); Ellis omosessuale, sicuro e sincero Liberal, interessante ascoltare la sua voce sul PolCo, sul woke, discriminazioni vere o presunte, e sulla demonizzazione trumpiana, ma soprattutto dei suoi elettori.

              Spassosissimo anche (cioè, un pochetto inquietante anche.
              https://www.ibs.it/bianco-libro-bret-easton-ellis/e/9788806246488;

              Jean Baudrillard: https://www.ibs.it/all-ombra-delle-maggioranze-silenziose-libro-jean-baudrillard/e/9788857552071

              Jonathan Friedman https://www.ibs.it/politicamente-corretto-conformismo-morale-come-libro-jonathan-friedman/e/9788883537660

              Eugenio Capozzi https://www.ibs.it/politicamente-corretto-storia-di-ideologia-libro-eugenio-capozzi/e/9788831742504

              Poi, per gradire https://www.ibs.it/postmodernismo-ovvero-logica-culturale-del-libro-fredric-jameson/e/9788881128785, perché certe dinamiche Liberal progressiste di sinistra mica è detto che siano anche socialiste;

              Tom Wolfe; https://www.ibs.it/radical-chic-fascino-irresistibile-dei-libro-tom-wolfe/e/9788876150951

              Camille Paglia:
              Altra rinnegata bandire e scomunicare, rea d’aver osato pensare, e addirittura scrivere pure quel che ha pensato, per aggiunta poi non disposta a ritrattare manco le virgole sotto minaccia

              https://www.corriere.it/esteri/19_settembre_04/camille-paglia-accusa-giovani-si-nascondononella-bambagia-digitale-491ca1b8-cf44-11e9-874e-4a9e2900aac3.shtml

              Fondamentale della Paglia https://www.amazon.it/Sexual-personae-decadenza-Nefertiti-Dickinson/dp/8806124382 godibilissimo mattone di quasi 1000 pagine, e lo sto pure rileggendo; c’è da leggere e rileggere per un lustro almeno.

              Quando trovi un libro che puoi rileggere più e più volte e pure ad libitum, apri e dove cogli cogli godi, son soldi ben spesi.

              Ne ha fatti sbroccare questo libro di anime belle antipaticoncelle
              https://www.anobii.com/books/Sexual_personae/9788806124380/015314bb71a839ce4a

              Per non tacere di classico come Hughes: https://www.ibs.it/cultura-del-piagnisteo-saga-del-libro-robert-hughes/e/9788845917851
              o Costanzo Preve:
              https://www.sinistrainrete.info/teoria/6905-costanzo-preve-contro-il-politicamente-corretto.html .

              Comunque sia . A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, è un principio assodato della Fisica).

              e da ciò finiscono per riconoscersi facilmente quali i soliti ”più uguali degli altri” della ”Fattoria degli animali” orwelliana.

              Lottare e credere alla possibilità di risolvere o lenire le ingiustizie sociali e civili e ammirevole, è cosa etica fondamentale da farsi e ricercarsi, ma quelli che si mettono e si metteranno in cima rischiano (rischiamo noi tutti) d’essere i soliti narcisisti psicopatici savanaroliani (e pifferai per ingenui) innamorati del Potere e che sempre ben ci si trovano nel ruolo.

              Cioè io sarei di Sinistra, volendo, ma da ciò che si evince dagli autori (di Sinistra vedi ben!) cui sopra, quella gente invasata e savanaroliana li’ cozza con tutto quel che ritengo essere libertà di pensare e intelligenza soprattutto; con quella roba li’ non ci vorrei avere mai nulla a che fare.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ros

                “Lottare e credere alla possibilità di risolvere o lenire le ingiustizie sociali e civili e ammirevole, è cosa etica fondamentale da farsi e ricercarsi, ma quelli che si mettono e si metteranno in cima rischiano (rischiamo noi tutti) d’essere i soliti narcisisti psicopatici savanaroliani (e pifferai per ingenui) innamorati del Potere e che sempre ben ci si trovano nel ruolo.”

                Esatto.

                Per questo mi ritrovo invece nelle cose che la gente organizza spontaneamente, che nascono in maniera organica, e che quindi costituiscono naturalmente comunità “anarchiche” senza avere nemmeno il bisogno di darsi un nome.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “costituiscono naturalmente comunità “anarchiche” ”

                Ma in queste comunità spontanee non emergono naturalmente gli individui più portati a guidare gli altri? Dove più portati a guidare gli altri riguarda più le loro capacità sociali che l’effettiva bontà delle proposte che portano avanti e su cui convincono gli altri della necessità.

                Non sto inventando: lo dicevano gli antichi greci che chiamavano democrazia quello che descrivi tu.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Ma in queste comunità spontanee non emergono naturalmente gli individui più portati a guidare gli altri?”

                Certo, queste dinamiche sono universali; ma nella comunità spontanea, gli individui carismatici sono sempre sorvegliati a vista dagli altri, che sanno anche di cosa si sta parlando.

                E siccome tutti si conoscono tra di loro, non possono prenderli troppo sul serio.

                Sono un po’ il contrario delle comunità create dagli individui carismatici, le sette “elettive”.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Nelle comunità spontanee la tendenza è all’unanimismo (raccontavi tu del villaggio messicano che cacciava i protestanti), per cui davvero è possibile la presenza di cani da guardia che fungono da coscienza critica e testano razionalmente il consenso? Oppure il cane da guardia rischia l’ostracismo (prendo un altro termine greco, perché quello è l’esempio storico meglio conosciuto) e può permettersi di abbaiare solo se ha la ragionevole sicurezza che, in caso di espulsione dalla comunità, avrà un altro luogo dove rifugiarsi?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Nelle comunità spontanee la tendenza è all’unanimismo ”

                Non esistono società perfette, e tantomeno le possiamo inventare.

                Io, con il mio carattere, mi trovo bene in una condizione di piccola comunità, con mestieri umani, ma variegati, e dove le persone sono comunque abbastanza esposte ad altre influenze da avere una varietà di esperienze.

                Insomma, il Comune medievale, più che il villaggio messicano.

                Ma questo bisogno di varietà è legato a un’esperienza di vita un po’ particolare, non tutti ne hanno bisogno; e non sta a me giudicare.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Ros

          “in una società del tipo suddetto (piccole comunità autonome in una federalizzazione) il Paradiso rousseaiano di Sinistra potrebbe, quindi, essere realisticamente possibile o perlomeno avvicinabile.”

          E’ abbastanza vero, direi, e coincide anche con l’esperienza.

          Ma tu usi la parola Sinistra qui in senso diametralmente opposto a quello usato da ADV, che parla invece del superstato planetario razionalizzatore.

          • Ros scrive:

            La mitologica Sinistra mi sa che è come la pelle delle palle che la tiri, la stiri, l’allunghi e te la fai come vuoi a parere e a piacere; proteiforme.

            Nettuniana appunto!

            Diamo a ognuno la sua identificazione proiettiva Sinistra, a sua immagine e somiglianza

  36. Miguel Martinez scrive:

    Source : https://ilmanifesto.it/i-poveri-pagheranno-la-crisi-per-dieci-anni/
    il manifesto – quotidiano comunista
    Economia
    I poveri pagheranno la crisi per dieci anni

    Virus Capitale. Rapporto Oxfam «Il virus della democrazia»: «Dieci milioni di italiani non hanno risparmi per sopravvivere allo choc della crisi. Gabriela Bucher, direttrice di Oxfam International: «Potremmo assistere ad un aumento esponenziale delle disuguaglianze, come mai prima d’ora. Una distanza tanto profonda tra ricchi e poveri da rivelarsi più letale del virus stesso»

    Roberto Ciccarelli

    Edizione del 26.01.2021

    Pubblicato 25.1.2021, 23:59

    Gli infermieri chiamati «eroi» perché rischiano la propria salute curando i malati Covid nelle corsie di ospedale dovranno lavorare 127 anni per guadagnare quanto uno dei 36 miliardari italiani la cui ricchezza è aumentata di oltre 45,7 miliardi di euro da quando è stato dichiarato il lockdown totale nel marzo 2020. La proporzione è stata stabilita da Oxfam nel rapporto «Il virus della disuguaglianza» pubblicato in occasione dell’apertura dei lavori del World Economic Forum di Davos.

    PER I «SUPER RICCHI», un migliaio di persone nel mondo, la recessione non solo è già finita dopo nove mesi, ma è diventata un’occasione di guadagno. Lo dimostra il fondatore di Amazon Jeff Bezos che ha superato i 180 miliardi di dollari in patrimonio personale. I 78,2 miliardi guadagnati nella crisi basterebbero per dare 105 mila dollari a ciascuno dei suoi dipendenti, ha scritto l’ex segretario Usa al lavoro Robert Reich. I 104 miliardi di dollari di profitti realizzati da 32 multinazionali avrebbero potuto garantire l’ indennità di disoccupazione a tutti i lavoratori e reddito di base per bambini e anziani nei paesi a basso e medio reddito. Per tutti coloro che sono costretti a lavorare per vivere ci vorranno oltre 10 anni per tornare al modesto livello di reddito precedente alla crisi attuale provocata dalle decisioni prese per mitigare l’impatto del Sars Cov 2. I lavoratori e i lavoratori poveri, già colpiti dall’onda lunga della crisi del 2007-8 dovranno cioè affrontare le conseguenze prodotte dodici anni dopo dalla crisi prodotta dall’agribusiness che ha trasformato il mondo in una fattoria globale e ha prodotto e diffuso il virus, ha messo in ginocchio il capitalismo e ha mostrato la sua iniquità e inadeguatezza.

    SFRUTTAMENTO, razzismo e oppressione sociale stanno potenziando all’inverosimile le diseguaglianze. Il sondaggio realizzato da Oxfam tra 295 economisti in 79 paesi, tra cui Jeffrey Sachs, Jayati Ghosh e Gabriel Zucman, conferma un significativo aumento delle disparità nel reddito, nelle tutele, nella salute, nell’istruzione, nel diritto all’abitare. Senza un ribaltamento dei rapporti di forza entro il 2030 oltre mezzo miliardo di persone in più vivranno in povertà, con un reddito inferiore a 5,50 dollari al giorno, sostiene la Banca Mondiale. «Potremmo assistere ad un aumento esponenziale delle disuguaglianze, come mai prima d’ora. Una distanza tanto profonda tra ricchi e poveri da rivelarsi più letale del virus stesso» sostiene Gabriela Bucher, direttrice di Oxfam International.

    SONO LE DONNE ad avere subito i danni maggiori dalla crisi, perché impiegate nei settori più duramente colpiti dalla pandemia: le professioni sanitarie e i lavori sociali e di cura. La pandemia uccide in modo disuguale anche a seconda delle etnie. Negli Stati Uniti 22 mila cittadini afro-americani e latino-americani sarebbero ancora vivi se il loro tasso di mortalità fosse stato uguale a quello dei bianchi.

    IL FOCUS «DISUGUITALIA», diffuso ieri da Oxfam, permette di capire quanto inadeguata sia stata la strategia dei bonus temporanei e occasionali scelti anche dal governo italiano uscente per rallentare gli effetti della crisi, senza però creare le premesse di riforme strutturali universalistiche ispirate alla giustizia sociale. Dieci milioni di italiani più poveri non hanno risparmi sufficienti (sotto i 400 euro ) per sopravvivere senza un lavoro precario. La Banca d’Italia ha dimostrato come il cosiddetto «reddito di cittadinanza», l’estensione della Cig e blocco licenziamenti, misure estemporanee come il «reddito di emergenza» abbiano contenuto la catastrofe senza fermarla. È in corso un crollo dei redditi, a partire dal lavoro autonomo al quale è stato riservato un simbolico ammortizzatore sociale chiamato «Iscro» inadeguato. La valanga temuta con la fine del blocco dei licenziamenti è già reale tra le partite Iva povere, i precari con contratti a termine non rinnovati, intermittenti e poveri nell’economia sommersa. Sono i conti che saranno fatti pagare a questa e alla prossima generazione.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Chiaramente per venire incontro alle esigenze degli impoveriti serviranno risorse, quindi un aumento della pressione fiscale (prima o poi). Già vedo il corso di “vogliamo tornare alla fiscalità di prima”, “basta dittatura tributaria”, “no al controllo sociale dell’Agenzia delle Entrate” e via dicendo.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per MT

        “Chiaramente per venire incontro alle esigenze degli impoveriti serviranno risorse, quindi un aumento della pressione fiscale (prima o poi)”

        E’ una domanda fondamentale, e non so quale sia la risposta.

        Certo, si può aumentare la pressione fiscale sul traduttore che non ha intenzione di andarsene dall’Oltrarno.

        Non si potrà aumentare, per ovvi motivi, la pressione fiscale sulla ditta inglese, di capitali sauditi, con sede nei Caraibi, che si compra i palazzi interi in Oltrarno.

        Per cui si “stamperanno soldi” (come si diceva una volta), e come va, va.

      • Peucezio scrive:

        Mauricius,
        non diciamo sciocchezze, le tasse aumentano la povertà, non la diminuiscono, perché deprimono l’economia.
        Ammenoché non tassi Amazon e Google, ma tanto quello non si sa.

        Bastava istituire un contributo di “solidarietà” (fa ridere il nome, perché la solidarietà per definizione è spontanea, ma non so perché si chiamano così) per gli statali: tu statale non rischi niente per il covid, però, essendo chiusi i ristoranti e i negozi, spendi anche meno? Quel meno che spendi serve a finanziarli.

        E ci evitavamo Recovery Fund, MES, ecc. ecc.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “Bastava istituire un contributo di “solidarietà” (fa ridere il nome, perché la solidarietà per definizione è spontanea, ma non so perché si chiamano così) per gli statali: tu statale non rischi niente per il covid, però, essendo chiusi i ristoranti e i negozi, spendi anche meno? Quel meno che spendi serve a finanziarli.”

          Cioè più tasse, ma solo per la categoria che ti sta antipatica? 😀

          • Peucezio scrive:

            Sì, effettivamente mi sta antipatica, ma si dà il caso che è anche l’unica che è completamente al riparo dalle conseguenze economiche del Covid.

            E mi sta antipatica anche un po’ per questo motivo, visto che invece di essere contenta ha persino il coraggio di scioperare, lamentarsi ed esigere aumenti.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Perché – tipo – non li hanno avuti per lustri? Mica al dipendente pubblico il capo concede un aumento, tantomeno può ritoccarsi al rialzo i compensi col cliente.

              • Peucezio scrive:

                La sicurezza assoluta dovrà pur avere qualche contropartita…

                Per quello che fanno poi.

                Ma il punto è che ci sono momenti e momenti per esigere le cose.
                E c’è un minimo di senso di decenza.
                Se stai morendo di fame davanti a me, non mi lamento perché il caviale non è abbastanza fresco.

              • Peucezio scrive:

                Comunque non vedo la pertinenza col discorso generale:
                non vai in pizzeria per via del confinamento, quindi risparmi ma la pizzeria rischia di fallire? Ti preleviamo quel tot che tu hai risparmiato e che le consente di tirare avanti.
                Non vedo cosa ci sia di sbagliato.

    • Francesco scrive:

      rapporto già sufficientemente stroncato per evidente malafede e uso giornalistico dei dati

      senza contare la boiata del “sondaggio tra 295 economisti” che vale meno che chiedere agli avventori di un’osteria, almeno quelli non sono selezionati per pregiudizio ideologico!

      spazzatura, veramente, se lo scopo è capire

  37. Mauricius Tarvisii scrive:

    Buon San Tommaso d’Aquino!
    Patrono delle vittime di bullismo (no, ma dovrebbe esserlo).

  38. Miguel Martinez scrive:

    Source : https://eurekariflessioni.blogspot.com/2020/
    Eureka! Riflessioni sulla Natura
    26 dicembre 2020
    Plastica nel Cibo
    Come i supermercati attentano alla nostra salute: l’insidia della contaminazione da plastiche

    A Natale (ieri) ho cucinato le spigole al forno che ho acquistato al banco del pesce della Coop. Ogni spigola è contrassegnata da un’etichetta in plastica conficcata nella carne tramite un’estremità a punta di freccia. Nel rimuovere l’etichetta può capitare, spero raramente, che un pezzettino si frantumi e rimanga conficcato nella carne: si noti nella foto l’angolo destro della punta dell’etichetta a sinistra. Un simile dettaglio può sfuggire alle persone con carenza visiva oppure non abbastanza meticolose, le quali infornerebbero il pesce senza prima recuperare il frammento di plastica mancante.

    La diossina è tra le sostanze più cancerogene in assoluto, seconda solo all’uranio: ne bastano quantità infinitesimali per causare il cancro. La diossina è un prodotto della combustione della plastica in un intervallo di temperature tra 200°C e 800°C ed in presenza di cloruro (un componente del sale da cucina): all’interno del forno la plastica trova quindi le condizioni ideali per trasformarsi in diossina. E non è finita qui: la diossina da sola non è facilmente assimilabile dall’organismo, ma essendo liposolubile, se si trova a contatto coi cibi si lega ai grassi aumentando enormemente l’assimilabilità.

    Il covid esiste ma è insulso se confrontato con le morti causate dal cancro. La vera pandemia della nostra epoca è il cancro, ma verso la contaminazione alimentare la politica non fa un millesimo di quello che sta facendo contro il covid. Se i supermercati abusano della plastica è perché un vuoto legislativo glielo consente: manca un complesso di leggi che limiti l’uso di plastica per il confezionamento degli alimenti. Apporre un’etichetta in plastica su ogni spigola è proprio indispensabile?
    Però, ehi, almeno il commesso al banco del pesce indossava la mascherina!

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Uhm… no, il Covid nel 2020 è stato molto peggio del cancro.
      Certo, alla fine cesserà di essere un problema (contrariamente al cancro), ma non siamo ancora a quel punto.

    • roberto scrive:

      “ Apporre un’etichetta in plastica su ogni spigola è proprio indispensabile?”

      No ed infatti non ho mai visto una roba del genere….

      Non vedo comunque il rapporto con il COVID

    • Francesco scrive:

      ma il vostro forno scalda tra i 200 e gli 800 gradi centigradi?

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Il mio millanta di arrivare fino a 250, ma non sono mai entrato a misurare…

      • roberto scrive:

        Il mio arriva a 280, ma eviterei di incenerire un pesce a quelle temperature (e comunque cerco effettivamente di fare attenzione a quello che metto in forno, e a pulire per bene le cose)

      • roberto scrive:

        Ovviamente con quello a legna arrivo anche a 500, ma non brucio una mezza foresta per una spigola
        🙂

  39. Moi scrive:

    https://www.youtube.com/watch?v=k3CS_IVJqxw

    Dovrebbe essere qui … Assembramento 😉 c/o

    DISCOTECA EXSTASY (mazara del vallo) – DJ REUNION || 31.08.1993

  40. roberto scrive:

    Fronte brexit

    https://www.bbc.com/news/uk-northern-ireland-55818519

    La notizia è piccola: dei piccoli pescatori tradizionali di un piccolo lago dell’Irlanda del nord non potranno più vendere le loro piccole anguille a Londra come effetto del brexit.
    Chissenefrega direte voi? Ed in effetti è vero a parte un po’ di dispiacere a vedere scomparire, o comunque in gravi difficoltà, un lavoro tradizionale

    Ma mi piace segnalare queste notizie perché dimostrano ancora una volta che i britannici non avevano la minima idea di quello che stavano facendo, e sono passati millanta anni dal referendum alla brexit senza che loro stessi capissero cosa sarebbe successo a casa loro. Anzi, seguendo i link scopro che già nel 2018 i pescatori avevano segnalato il problema. Evidentemente i loro politici se ne sono bellamente fregati (ahò so pescatori e noi lord mica li tocchiamo a sti bizzarri!)

    • PinoMamet scrive:

      I pescatori devono essere in qualche modo una delle figure più colpite, in effetti:

      ricordo che il mio collega madrelingua (insegna matematica in inglese) nord-irlandese (e ora, per continuare a lavorare qua, irlandese a tutti gli effetti…) me li citava come esempio già un paio di anni fa, e li ritrovo citati diverse volte nelle discussioni e articoli sul “deal” del Brexit.

      Conoscenti di una mia amica importano salmoni scozzesi, la mia amica mi diceva che ora non riescono più a importarli freschi perché la dogana li blocca per tre giorni (in Francia): chiaramente il pesce di tre giorni ha valore diverso da quello di giornata, e quindi l’esportatore scozzese ci guadagna meno.

      C’è anche da dire che anche all’importatore italiano fa più comodo pesce di un giorno anziché di tre, per cui valuta di rivolgersi maggiormente ad altre fonti…

      (si sospetta che ci sia di mezzo anche una certa malignità francese, se non altro nell’interpretazione delle norme doganali…)

      • roberto scrive:

        “ (si sospetta che ci sia di mezzo anche una certa malignità francese, se non altro nell’interpretazione delle norme doganali…)”

        Io ne sono certo (come d’altronde sono certo della malignità britannica su altre cose, e se volete aneddoti non avete che da alzare la mano)

        Però la frontiera l’hanno voluta loro…

        • habsburgicus scrive:

          e se volete aneddoti non avete che da alzare la mano)

          li vogliamo 😀

          • roberto scrive:

            Guarda una cosa che mi ha colpito molto per la sua inutilità, è il ritiro di UK dalla convenzione che stabilisce l’istituto universitario europeo di Firenze (IUE).

            nel 2019 UK ha deciso di uscire dicendo che a causa del brexit doveva uscire. L’argomento è giuridicamente quanto meno debole (e sono molto generoso) e il collegamento tra IUE e UE, è quello che c’è fra due organizzazioni internazionali. Per dire, gli archivi storici dell’UE sono conservati all’IUE in base ad una convenzione che non sarebbe stata necessaria se IUE fosse stato parte dell’UE

            Quindi, non avevano nessun obbligo di ritirarsi, lo IUE è un istituto di ricerca non direttamente collegato all’UE, perché farlo se non per semplice dispetto? Dispetto poi innanzitutto ai britannici che ci lavoravano e studiavano (UK finanziava una ventina di borse di dottorato) ed in fin dei conti all’accademia britannica visto che fondamentalmente gli inglesi che studiavano a Firenze tornavano poi in patria a lavorare

            Poi mi risulta che per quest’anno finanziano ancora borse di studio, ma non partecipano più alla gestione dell’IUE. Se fosse vero, Anche questa mi sembra una furbata da Brexiter: pagano ma non decidono più nulla. Contenti loro…

    • Miguel Martinez scrive:

      per roberto

      ” dei piccoli pescatori tradizionali di un piccolo lago dell’Irlanda del nord non potranno più vendere le loro piccole anguille a Londra come effetto del brexit.”

      E a dublino, non le mangiano le anguille?

      • roberto scrive:

        scopro leggendo questo articolo che una delle specialità culinarie di quelle tristi e perfide lande sono le anguille in gelatina: gli irlandesi sono più civili, non fanno ste robe….

        ma scherzi a parte, immagino di no, o almeno non in quantità tali da assorbire la produzione dei pescatori del lough neagh (leggo che si parla di un quinto della loro produzione), che altrimenti non si preoccuperebbero, no?

      • roberto scrive:

        ma so cosa mi dirai: meno commercio, meno petrolio, salva il pianeta…ma non so cosa dire a chi ci vive di quel commercio

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “Evidentemente i loro politici se ne sono bellamente fregati”

      L’Irlanda del Nord elettoralmente vale poco e immolare quei pescatori era il prezzo da pagare per evitare che gli altri nordirlandesi insorgessero per la chiusura della frontiera con l’Irlanda, che avrebbe lasciato senza lavoro molte più persone.
      Il resto è la conseguenza dell’avere una monocoltura in un momento in cui si chiudono i mercati.

    • Francesco scrive:

      Roberto

      senti ma l’Irlanda del Nord e Londra sono entrambe fuori dalle UE

      come è possibile?

  41. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Ne parlano qui … di Queer & Global Warming ! … E pure Covid !

    30 marzo 2020

    https://www.youtube.com/watch?v=5d4oBXyjcXk

  42. Moi scrive:

    Scusate, ma … che differenza fate tra “delazione” e “senso civico”, esattamente ?

    Ci lamentiamo degli “Omertosi” specie al Sud con la Criminalità Organizzata, ma poi … se denunciano un reato in corso sottocasa loro, poi divengono “Delatori” ?!

    • PinoMamet scrive:

      Io mi lamento degli omertosi?

    • roberto scrive:

      Vedo un tizio che si fa i cacchi suoi in una strada deserta di un paesino deserto in mezzo ad una foresta deserta e chiamo la polizia = delatore

      Vedo lo stesso tizio intrufolarsi nella casa di un vicino e chiamo la polizia = senso civico

      Non saprei però trovarti una definizione generale e astratta
      A spanne direi che il rompicazzo è un delatore, mentre chi impedisce un danno ha senso civico.
      Ma so che il discrimine è sottile

  43. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

  44. Miguel Martinez scrive:

    Come dicevo, trovo per molti versi fuorviante la distinzione “destra/sinistra”.

    ADV è di “sinistra” ed è un “tecnorazionalista”; Moi ha portato come esempio di “sinistra” una roba che si chiama “Ecotransfemminismo Multispecie” e quindi in una situazione normale, dovrebbe essere l’opposto del tecnorazionalismo.

    Ma in entrambi, vediamo la stessa certezza monoteista che dice, “io ho ragione e gli altri hanno torto”.

    E siccome gli altri sono la maggioranza, la maggioranza della specie umana ha torto ed è nemica.

    Leggo sulla pagina indicata da Moi questo significativo brano:

    ********

    Fabio Santa Maria shared a link to the group: Femminismo ambientalista antispecista.
    January 14 at 12:16 AM

    Ad un certo punto è inevitabile, ti stanchi di avere ragione, di cercare di giudicare e convertire l’accozzaglia di specisti che compone questa società. Ti accorgi che non ci riuscirai, che è impossibile. Allora, proprio quello, è il momento magico, l’istante infinito dell’illuminazione che ti consente di passare da una visione morale del veganismo e dell’antispecismo ad una visione politica.
    “Futuro antispecista cercasi” è il libro che racconta la nostra personale esperienza con questo delicato passaggio, di come ci siamo arrivati, del percorso che abbiamo vissuto.
    Lo abbiamo scritto sperando che possa essere utile anche ad altr*
    FUTURO ANTISPECISTA CERCASI
    di Troglodita Tribe
    Pagine 145 Autoproduzione Antispecista

  45. Miguel Martinez scrive:

    Per MT

    “lesbianismo politico”

    cose superate…

    le due signore fiorentine che appaiono in questa immagine hanno cercato – insieme a varie altre persone – di occupare un palazzo qui per farci una “Casa delle Donne” intitolata la Magnifica (con accento sulla seconda “i”), e quando è arrivata la polizia si sono lamentate che Nardella avrebbe come priorità quella di soffocare le istanze delle donne.

    Conoscendole solo mediaticamente, non posso giurare, ma scommetto che dichiarino di essere lesbiche.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “Magnifica (con accento sulla seconda “i”)”

      Ho notato – in generale, non sul caso specifico – una tendenza al mescolamento di minchiate e cose che se gliele tocchi pare una bestemmia in chiesa. E non sono cose in ambiti diversi: no, sono le stesse identiche cose che ti presentano in modo ridicolo, ma poi per loro sono tremendamente importanti.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per MT

        “Ho notato – in generale, non sul caso specifico – una tendenza al mescolamento di minchiate e cose che se gliele tocchi pare una bestemmia in chiesa. ”

        In effetti è vero.

        Qui c’è un’autopresentazione di queste signore:

        https://radiosonar.net/podcast/queerzionario-1-11-m-di-magnifica/

        L’istanza di fondo mi sembra sensata: c’è una piccola minoranza di gente un po’ particolare, che vuole ritrovarsi con i propri simili. Come i Testimoni di Geova hanno un posto per stare insieme vestiti da rappresentanti di commercio mentre aspettano l’Apocalisse, perché non dovrebbero averlo anche le Tuttu e i Tuttu?

        Ma vivono un problema che vivono tutti – gli spazi sociali sono privatizzati (bar, locali, ecc.). E questo è un problema reale, che si può superare solo a gran fatica: noi dopo sette anni ci stiamo ancora battendo per avere un tetto.

        Da qui, però i Tuttu compiono due falsificazioni: loro (barbute comprese) sarebbero “le donne”;

        e chi non dà loro un posto sta perseguitando “le donne”.

        Le donne in questione scelgono di rappresentarsi così. Ovviamente è un loro diritto, ma non somigliano alla maggior parte delle donne che conosco io.

        • Francesco scrive:

          beh, qui la mia anima mercatista ha la risposta pronta e facile: se vuoi uno spazio per le tue cazzate, pagatelo!

          poi interviene la mia anima clericale e buonista, che si chiede “e se hanno i soldi?”

          <> (semicit.)

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Francesco

            “beh, qui la mia anima mercatista ha la risposta pronta e facile: se vuoi uno spazio per le tue cazzate, pagatelo!”

            Fa’ appello alla tua anima clericale, la parte buona e retrograda-medievale.

            Che ti dirà che nel 1200, a Firenze (ad esempio) di proprietà “pubbliche” non ce n’erano tantissime.

            Ma c’erano le piazze, dove potevi stare senza rischiare di essere ammazzati da una tonnellata di acciaio; c’erano i mercati, che coinvolgevano una vasta parte della popolazione.

            C’erano un’infinita di spazi “religiosi” che erano comunitari: a partire dalle parrocchie dove quando si chiudeva il jubé, diventavano sala riunioni o talvolta mercato; ogni Arte aveva la propria sede…

            La trasformazione di tutti gli spazi, o in freddi uffici pubblici o in roba da vendere, entrambi sorvegliati con la frusta, è un costrutto moderno (e legato in Italia al codice napoleonico).

            Poi mi dirai che le barbute vestite da unicorni non avevano uno spazio proprio, ma a ben vedere certi costumi rinascimentali…

            • Francesco scrive:

              >> senza rischiare di essere ammazzati da una tonnellata di acciaio

              ma da una mezza tonnellata di buoi e legno sì!

              non ricordo cosa avevo scritto nella semi-citazione, accidenti.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      occupare un palazzo qui per farci una “Casa delle Donne”

      Comunque non mi sento di condannarl#
      I comuni che hanno provato a far sloggiare da immobili occupati le varie Case delle Donne sono stati sempre accusati di misoginia dall§ occupant%, per cui quest& altr£ avranno pensato che è una buona idea dichiararsi appartenenti di una categoria salvaguardata per poter fare ciò che vogliono.
      Secondo me è l’ennesima prova che femminismo (l’attuale, non entro nel merito di cosa fosse cinquant’anni fa) e queerismo siano in realtà due narrazioni del tutto speculari che usano metodi speculari. E quindi litigano su chi debba godere del privilegio di usare quei metodi, visto che di certo non li si può utilizzare tutti.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per MT

        “Secondo me è l’ennesima prova che femminismo (l’attuale, non entro nel merito di cosa fosse cinquant’anni fa) e queerismo siano in realtà due narrazioni del tutto speculari che usano metodi speculari.”

        Non hai tutti i torti, però calcola anche che le donne esistono davvero, a differenza delle donne barbute con corno d’unicorno in testa.

        E ho potuto anche vedere dal vivo alcune case fatte da donne, dove si potevano nascondere donne che i mariti pestavano a sangue o volevano far prostituire.

        Poi certo, il femminismo ha portato con sé un elemento di fuffa e di vittimismo non indifferente.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “a differenza delle donne barbute con corno d’unicorno in testa”

          In realtà esistono anche loro, se no non parleremmo di queste uscite. Sono minoritari, va bene.

          • Francesco scrive:

            sono falsi, però, non solo minoritari.

            non mi sarai diventato liberale, vero?

          • Miguel Martinez scrive:

            Per MT

            “In realtà esistono anche loro, se no non parleremmo di queste uscite. ”

            Non è così semplice.

            Le donne esistono, tali e quali da quando la Homo Sapiens è uscita dall’Africa, a prescindere da come si vestivano o da cosa credevano di essere.

            Persone con la barba che si dichiarano donne e si vestono da unicorni esistono certamente, ma è difficile dire che abbiano la stessa concretezza delle donne.

            Comunque non vedo perché non dovrebbero avere anche loro un posto dove farsi i selfie con il frustino.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “tali e quali”

              Al netto di tutti i problemi che pone questa affermazione (in sostanza mi pare che aderisci inconsapevolmente al discutibilissimo filone realista nella questione degli universali), dal punto di vista biologico il dimorfismo sessuale nella nostra specie non è sempre stato uguale.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                ” dal punto di vista biologico il dimorfismo sessuale nella nostra specie non è sempre stato uguale”

                Vorresti approfondire?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                La ridotta specializzazione in società umane preistoriche portava a donne più robuste. Anche se, in realtà, bisognerebbe affermare il contrario: la specializzazione ha portato a donne più diverse dagli uomini.

                https://advances.sciencemag.org/content/3/11/eaao3893

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “La ridotta specializzazione in società umane preistoriche portava a donne più robuste.”

                Le contadine co’ baffi e du’ braccia così 🙂

                Interessante, leggo volentieri… ma non stiamo parlando, mi sembra di capire, di una differenza nelle caratteristiche sessuali primarie.

                Per capirci, gli uomini mica partorivano.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Cioè i genitali?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Non penso che nel neolitico identificassero le donne in base ai cromosomi.
                Comunque, normalmente intendiamo per donna l’essere umano di sesso femminile adulto, per cui non è nemmeno il genoma a stabilire chi sia donna e chi no.

              • Francesco scrive:

                scusa ma che cazzo stai dicendo? non è la prima volta in assoluto che leggo qualche supercazzola per “provare sientificamente” che non ci sono omini e donne, maschi e femmine, ma è la più confusa

                immagina che io sia un troglodita realista e reazionario ma che tu debba convincermi per qualche motivo ….

                grazie

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Fai finta che io viva nel XIV secolo (quindi sono più retrogrado di te) e che sia occamista. Se mi dici che esiste una “donnità” io ti dico che non ci credo. Se mi dici che esiste una categoria di individui che possiamo chiamare “donne” sfondi una porta aperta, invece. Bene: che caratteristiche deve avere un individuo per appartenere a questa categoria? E questa categoria esiste da sempre?
                Sempre non esiste, perché il mondo non è eterno. “Sempre” inteso come “dal mesolitico” è più accettabile. Ebbene, se dici che è donna chi ha doppio cromosoma X, allora le donne esistono da quando sono stati scoperti i cromosomi sessuali. Se mi dici che sono i genitali a determinarlo, allora sì, la donna esiste da “sempre” (la definizione è da raffinare: cosa succede se ad una donna viene asportato l’utero? Io dico che resta donna).

                Dalla definizione genitale ne deriva che non credo che sia meritevole di una cippa una persona solo perché è nata con (o ha in corpo) un determinato organo.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Aggiungo. Dando per buona la definizione genitale corretta col raggiungimento dell’età adulta, ecco che quello di donna torna ad essere un concetto recentissimo, visto che il raggiungimento dell’età adulta è culturale (da almeno un paio di millenni: usiamo la definizione sabiniana o quella proculiana?).

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Già che tracimo, lo faccio per bene.

                Definire bene serve a ragionare bene, ma non sempre serve ragionare così tanto bene. Però, quando sulle definizioni si combattono gli scontri di civiltà e quando da una definizione si fanno discendere delle conseguenze politiche (la categoria X esiste ed è meritevole di cose di cui non è meritevole la categoria Y), allora sì che bisogna spaccare il capello in quattro e capire se l’asserita scientificità della propria posizione, da cui si fa discendere la sua correttezza, è reale, oppure se è frutto di illusioni prospettiche.
                Il tizio con la barba che si dichiara donna, ma che sulla carta d’identità è un uomo, sta chiaramente usando una definizione di donna diversa da quelle usate dai più (che in sintesi possiamo dividere in tre categorie di massima: genetica, genitale e anagrafica), forse “è donna chi si afferma tale” (la definizione psichiatrica, insomma: “è Napoleone chi si sente tale”).
                Però, quando altri, usando le altre definizioni, rivendicano qualcosa, si espongono (e devono essere sottoposti) ad un vaglio strettissimo sulla correttezza della proposizione descrittiva alla base delle loro pretese.

              • PinoMamet scrive:

                ” Ebbene, se dici che è donna chi ha doppio cromosoma X, allora le donne esistono da quando sono stati scoperti i cromosomi sessuali.”

                Beh, no, dai: esistono da quando esistono i cromosomi sessuali.

                Non è che l’ornitorinco non esistesse prima di essere scoperto… 😉

                Casomai mi puoi dire: beh, nel vaffanculesimo secolo mica li conoscevano i cromosomi, come facevano a distinguere uomini e donne?

                e rispondo: si basavano sul metodo empirico patata e pisellino, visto che all’epoca le operazione di cambio sesso non esistevano.

                Peraltro, ora che esistono, ci si continua perlappunto a basare sui genitali esterni (con qualche aggiustamento ma transeat).

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                @Pino.

                “da quando esistono i cromosomi sessuali”

                Come ho detto, sono occamista: non credo che esistano gli universali se non come nostra categoriza mentale (sono concettualista, insomma).
                C’è, per esempio, chi ha cercato di resuscitare il razzismo tramite la genetica, utilizzando la prevalenza in determinate popolazioni di sequenze di genoma mitocondriale o di certi aplogruppi del cromosoma Y (attenzione: è tutta roba che non reca con sé caratteri somatici visibili. Cioè, tradotto, quei geni lì non conferiscono a chi li condivide nessuna caratteristica visibile comune) e dicendo “le popolazioni di razza congoide hanno tale prevalenza, quindi abbiamo trovato la definizione scientifica e oggettiva di congoide”. Solo che il concetto di razza nasce partendo da caratteri apparenti, per cui questo nuovo concetto di congoide è del tutto diverso da quello tradizionale: è un concetto nuovo, prima inesistente. Esisteva solo la parola usata per indicarlo, che si usava con un’altra definizione.

                “si basavano sul metodo empirico patata e pisellino”

                Infatti prima erano propri quelli i concetti di maschio e di femmina: chi aveva l’uno e chi l’altra.

                Comunque questo è un buon esempio di come la questione degli universali non si sia affatto chiusa nel Medioevo e che la vittoria del nominalismo (che è quella che ci ha portati alla scienza quantitativa e al metodo sperimentale, per intenderci) non è stata né totale, né definitiva.

              • PinoMamet scrive:

                “Come ho detto, sono occamista: non credo che esistano gli universali se non come nostra categoria mentale ”

                Non sono un grande esperto di filosofia medievale, ma i cromosomi non dipendono dalle nostre categorie mentali.

                Esisterebbero comunque, anche in una società ipotetica (ma non ne conosco) che riconosca un solo sesso.

                Esistono, è vero, delle società che riconoscono più sessi: se ne sente parlare di tanto in tanto, anche se poi alla prova dei fatti quello che fanno è riconoscere che ci sono uomini che apprezzano (o in certi casi gli viene inculcato) il ruolo del genere femminile, o viceversa.

                Ma, qualunque cosa pensino questi popoli, i cromosomi continuano a esistere.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                I cromosomi non sono una categoria, ma uomo/donna sì.

              • Francesco scrive:

                scusa MT ma i miei studi di filosofia sono vecchissimi e la memoria non buona

                se non esiste la donnità, come faccio a dire (riconoscere) che ci sono le donne?

                mi pare metodologicamente impossibile

                grazie

              • Peucezio scrive:

                Il problema è che c’è proprio un elemento di arbitrarietà nell’attribuire una consistenza ontologica alle percezoni sensibili, ritenendole riflessi di res, e rifiutarla alle categorie concettuali o comunque alle astrazioni.
                Se esistono i cavalli, esiste anche la cavallinità: non è che gli oggetti dei sensi possono avere uno statuto diverso da quello degli oggetti del pensiero.
                O, meglio, possono averlo, ma bisogna fondarlo: non basta enunciarlo.

              • PinoMamet scrive:

                “non è che gli oggetti dei sensi possono avere uno statuto diverso da quello degli oggetti del pensiero.”

                Mmmm

                sì, invece.
                Li distingui tu stesso, infatti: “oggetti dei sensi” vs “oggetti del pensiero”.

                Può essere vero che esiste la cavallinità , come dici tu;
                infatti, se non esistesse, vedendo un cavallo baio e uno sauro, una giumenta e un puledro, non sapremmo riconoscerli tutti come “cavalli”.

                Cioò non toglie che siamo anche perfettamente in grado di riconoscere che il tal cavallo baio, che pascola in quel recinto, di proprietà di Tal dei Tali, è proprio una res , mentre la “cavallinità” è un concetto che ci serve a capire qualcosa di come funziona il nostro pensiero.

              • Francesco scrive:

                Pino

                concordo pienamente con te

                ma cosa è la cavallinità? che rapporto c’è tra i concetti e la realtà e la verità?

                la “pigrizia dei negri” è un concetto falso, possiamo dirlo a buona ragione o solo perchè oggi è di moda l’antirazzismo?

                che poi, discutere dell’esistenza oggettiva delle donne mi pare solo ridicolo, anche volendo definirle “portatrici di farfallina” per darne una definizione brutale

              • PinoMamet scrive:

                Sai che io sono una persona piuttosto concreta.
                Le donne esistono, sono lì da vedere e toccare 😉
                (“esci, rubba, tocca ”e femmene…” cit.)

                se vogliamo buttarla sull’antropologico, conosco diverse civiltà che hanno nomi specifici per l’ “uomo vestito da donna”, ma neppure una che lo chiami “donna”, cioè che non distingua tra la donna donna e l’uomo che per un motivo o l’altro ne ricopre il ruolo.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Mi fa piacere vedere che c’è un raduno di scotisti 😀

                Come faccio a dire che non esiste qualcosa che fa sì che Socrate non sia un triangolo?
                La risposta, comunque, è abbastanza banale, prosaica e riduzionista, come è banale, prosaica e riduzionista tutta la filosofia nominalista.
                Noi abbiamo in testa il concetto di donna, di cavallo, di essere umano come un insieme di caratteristiche e tutti gli enti individuali che sono in possesso di queste caratteristiche li riconduciamo al concetto che abbiamo in testa.
                La “cavallinità” è il nome collettivo che diamo alle caratteristiche che un determinato essere ha e che fanno sì che per noi è un cavallo. Tra l’altro può essere anche relativamente flessibile (una “definizione operativa”, diremmo), visto che se dico “deve avere quattro zampe”, ma poi la bestia è nata malformata senza una zampa, comunque posso dire che è un cavallo in presenza di altri elementi.

  46. Francesco scrive:

    >>> Ogni idea di società senza conflitto è una clamorosa fregnaccia,

    vorrei, se il padrone di casa lo permette, chiedervi un parere su questa mia affermazione

    grazie

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Dipende dalla definizione di conflitto.

      • Francesco scrive:

        prego prosegui, è molto interessante

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          No, tu hai fatto l’affermazione, per cui cosa intendevi per conflitto? Divergenza di interessi? Gente che si ammazza a sprangate? Qualcosa a metà tra le due?

          • Francesco scrive:

            direi che “divergenza di interessi” va benissimo, poi l’esito può arrivare anche alle sprangate ma non è necessario

            io pensavo come archetipo allo scontro tra datore di lavoro e lavoratore sul salario. che come sapeva già Henry Ford è uno scontro molto ambiguo

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francesco

      “>>> Ogni idea di società senza conflitto è una clamorosa fregnaccia,

      vorrei, se il padrone di casa lo permette, chiedervi un parere su questa mia affermazione”

      Non lo so.

      Io cerco di basarmi solo sulla mia esperienza, concreta, quotidiana.

      Che alla fine, si limita a uno solo rione.

      Ma è un rione di alcune migliaia di persone, uomini e donne, bambini e anziani, autoctoni e immigrati, eterosessuali e omosessuali, ricchi e poveri, colti e incolti…

      Io vedo tanti piccoli conflitti, perché tutti cercano di tirare la coperta dalla propria parte.

      Però con l’interazione costante, quasi tutti imparano che non conviene esagerare, che a volte tocca incassare, che quello che fa troppo lo stronzo poi alla fine tutti gli ridono dietro.

      C’è qualcuno che fa lo stronzo ugualmente, e in una certa misura, tutti gli lasciano fare, disprezzandolo alle spalle, ma sapendo che comunque tocca viverci insieme: in questo, il pettegolezzo svolge una sana funzione sociale, perché magari si lascia che lo stronzo parcheggi la sua auto davanti alla rampa per i disabili, ma se arrivano i vigili, nessuno lo va ad avvisare prima.

      E la maggior parte di quelli che interagiscono tra di loro, provano piacere a farlo, e cercano davvero di darsi una mano a vicenda. Magari senza esagerare, che hanno un sacco di altri problemi.

      Tutto questo mondo è effettivamente in conflitto con altre realtà, che so, il Fondo Investimenti Saudita che vuole comprarsi un posto dove la gente del rione potrebbe fare un luogo di incontro. E questi conflitti sono reali, fortissimi.

      E sicuramente il Fondo Investimenti Saudita, se gli girasse, potrebbe radere al suolo tutto il rione, con i suoi abitanti dentro, senza il minimo scrupolo.

      • Francesco scrive:

        Miguel

        non credo che i conflitti ci siano solo con gli stronzi (o con un Totalmente estraneo, che poi non lo è perchè è lui che ti commissiona le traduzioni)

        ciao

  47. mirko scrive:

    Non c’è il vincolo degli edifici storici?

  48. Moi scrive:

    ” Ebbene, se dici che è donna chi ha doppio cromosoma X, allora le donne esistono da quando sono stati scoperti i cromosomi sessuali.”

    —————

    Fra i SJWs è un’ idea trainante … sul serio !

    • Moi scrive:

      C’è anche chi rilancia ducendo che finché non fai l’ esame cromosomico … potresti avere la Sindrome di Klinefelter (o simili …) ed essere InterSex a tua insaputa.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      No, i SJW sono più per la definizione soggettiva (o psichiatrica).

  49. Fernando scrive:

    Come diceva Borges in quella sua nota poesia, il mondo va avanti perché ci sono coloro che preferiscono che abbiano ragione gli altri.
    Come a dire che le società che esistono sono quelle dove i conflitti vengono risolti. E questi si risolvono o comunque si dissolvono perché qualcuno concede la precedenza ad altri, anche se questi ultimi non l’avrebbero il diritto di precedenza. Quindi sì, la società significa conflitto ma pure risoluzione del conflitto (che spesso comporta una remissione volontaria, preferita appunto). Forse l’auspicio borgesiano, non rivelato, è che siano “i giusti” ad avere ragione oppure che questi non smettano mai di preferire il torto, per scongiurare il peggio.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Fernando

      “Come diceva Borges in quella sua nota poesia, il mondo va avanti perché ci sono coloro che preferiscono che abbiano ragione gli altri.”

      Sì, nel Rione l’ho visto tante volte.

      Che è un po’ il concetto di “la ragione è dei fessi”.

      Ci si stringe un po’ di più per far posto al coglione di turno, e gli si ride alle spalle.

      Io a volte mi arrabbio quando succede, ma è un ottimo antidoto al succubismo.

      Ed è molto italiano: come sapete, ritengo che le qualità più disprezzate degli italiani, siano le migliori.

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