Cambiando testa

C’è un tema ricorrente su questo blog.

Io racconto qualcosa di quello che abbiamo costruito in questo quartiere, attorno a uno spicchio di giardino.

Per capirci, immaginiamo un giardino normale dove io – se sono proprio bravo – butto i rifiuti in un bidone. Poi, mesi dopo, pago le tasse. Che per uno strano giro arrivano a una ditta che incarica un’altra ditta di incaricare una cooperativa di svuotare quel bidone.

Tutte azioni non hanno alcun rapporto evidente tra di loro.

rifiuti giardiniDa noi, invece, il bidone lo mettiamo noi, lo svuotiamo noi… e quindi ci accorgiamo che esistono i rifiuti, anzi che sono il principale prodotto di tutto il sistema di cui facciamo parte.

E’ la puzza e il peso che fanno sì che ci pensiamo, mica le chiacchiere degli ecologisti. Insomma, nasce una particolarissima combinazione tra l’attenzione che il privato ha per le cose sue, e lo spirito del bene comune che dovrebbe essere del pubblico.

E’ una cosa molto piccola, una goccia d’acqua, però dentro potenzialmente c’è un mondo: perché si impara ad affrontare le cose senza bisogno di complicazioni ideologiche.

E’ un modo concreto di agire, che alla fine tocca tutto – società, economia, ambiente, identità, paesaggio – e che definiamo con termine inglese, commoning. Un modo che non rientra nei due poli riconosciuti, lo Stato e il Mercato, il Pubblico e il Privato.

In realtà, il termine commoning l’abbiamo scoperto dopo, prima l’abbiamo fatto e vissuto.

Sono interessanti le critiche che questi miei racconti ricevono qui.

La prima è, “non esiste”.

Esistono i Politici e gli Individui. Gli Individui eleggono i Politici ogni cinque anni e i Politici decidono. Altro, non s’è mai visto (a parte qualche Giudice).

policy+60Che dire? Il commoning è diffuso da un capo all’altro del mondo; solo che chi pensa a vivere insieme agli altri, non ha la mentalità del pubblicitario, non ha niente da vendere e non ha le famose idee, nel senso di fissazioni personali da imporre agli altri. E quindi, non è che non esiste; è che si fa sentire pochissimo. Non fa spettacolo.

La seconda critica è, “certo che esiste, ma non dovrebbe”.

O c’è lo Stato (in Francia, direbbero con un sospiro devoto, La République) che da Trapani a Tarvisio (o da Lisbona a Varsavia) ha il controllo totale e in ogni momento sulle persone, oppure c’è la mafia e la legge della giungla, i tagliagole, il Medioevo, l’australopiteco insomma. Il Cittadino ha un problema? Si rivolga al Giudice in carta bollata, e si paghi l’avvocato, che è stato formato apposta.

Guillotine-Caveau-des-OubliettesE’ un’obiezione un po’ terrificante. A parte precisare che tagliamo gole molto di rado, è oggettivamente difficile rispondere a gente così sicura di sé. Magari far notare umilmente che se la gente è spesso cattiva, perché mai quelli che comandano sulla gente dovrebbero essere buoni?

La terza è, “in Oltrarno voi siete gente ragionevole, cooperativa, volenterosa, capace, nel resto del mondo non è così e quindi la vostra esperienza non conta.”

Grazie dei complimenti, ma non siamo così eccezionali, e non siamo nemmeno un simpatico villaggio da cartolina.

Anzi il nostro è uno dei contesti più urbani della storia. Ed è multietnico dai tempi dell’immigrato armeno Miniato, che quando i romani lo decapitarono, si prese pazientemente sottobraccio la propria testa, attraversò l’Arno a guado e risalì la collina.

sanfrediano-santospirito-mapNasciamo in un quartiere devastato dalla speculazione, lottando contro uno squalo particolarmente feroce e con un contorno di politici di cui preferisco non parlare.

A queste circostanze, si è opposto un gruppo di toscanacci talmente scontrosi che hanno letihato tutti tra di loro e quando si incontrano per strada, evitano ostentatamente di salutarsi. Noi siamo sopravvissuti a questo manicomio, e invece di litigare ci siamo messi a costruire.

Con alcuni bambini che appena pianti l’orto si divertono a saltarci sopra a piè pari,  mamme che fumano in faccia ai bambini e guai a dire loro qualcosa, figlioli che rubano le scarpe agli altri e li ficcano dentro il cesso, gente che butta le cartacce per terra… insomma, un’umanità assolutamente normale.

Però abbiamo risvegliato anche l’altro lato dell’umanità, antico e naturale quanto il lato antipatico: la parte ragionevole, cooperativa, volenterosa e capace, per capirci. Esatto, le medaglie hanno due lati.

L’obiezione terza e mezza… “dicevamo, la vostra esperienza non conta, perché l’umanità è spesso cattiva, e non basta essere ragionevoli, cooperativi, volenterosi e capaci, per difendersi dai pericoli…”

Certo, ma è un buon inizio per difendersi dai cattivi. Meglio essere in parecchi e svegli, che singoli e addormentati.

E qui arriviamo all’obiezione più seria: “Boh, da voi sarà così, da noi qui certamente no, quindi la vostra stranezza toscana non ci interessa, grazie.”

Qui c’è un fondo di verità: perché da noi è possibile, e da voi no?

Dipende da cose molto concrete, tutte in bilico.

Airbnb, ad esempio, sta svuotando il quartiere dei suoi abitanti, e alla fine non ci sarà forse nemmeno un’umanità che possa fare comunità. Ci sarà soltanto una ditta che  incassa 30 miliardi di dollari gestendo un banale sito web e qualche indigeno che si gode i suoi precari guadagni altrove, mentre la gente semplice viene cacciata di casa per farci venire una folla di vaevieni con il trolley che fa tricchetracche sui marciapiedi la notte.

Però, adesso, qui ci possiamo ancora incontrare tutti, fisicamente, per strada. Poi abbiamo a disposizione un giardino, in cui – per un bizzarro caso di donazioni storiche – possiamo filtrare gli ingressi: vuoi suonarci il violino, benvenuto… vuoi farci la rave party, fuori, non hai il permesso di entrare. E questa piccola crepa nel cemento, permette alla vita di rinascere.

crackQui arriviamo al vero punto. Sono le politiche – nel senso più ampio della parola – che rendono possibile o impossibile il commoning.

Prendiamo il sistema dello zoning tipico degli Stati Uniti (e ampiamente riflesso da noi), dove c’è la zona residenziale per ricchi, quella residenziale per sfigati, quella per i centri commerciali, quella per le scuole, tutte collegate da affollate piste per automobili. Lì le persone non potranno mai incontrarsi, se non dentro spazi che appartengono a qualcuno che non sono loro (discoteche o grandi magazzini, ad esempio).

stlouisSaint Louis: in rosso i parcheggi all’aperto, in viola quelli al chiuso.

Ma pensiamo anche a una piccola norma burocratica che prevede che il funzionario statale che concede l’uso di uno spazio pubblico, sia responsabile della mancata messa a reddito di tale spazio, se lo fa usare alla comunità anziché a privati che pagano.

A questo punto, capiamo che la vera domanda è, vogliamo o no una politica che favorisca i Commons?

E qui bisogna proprio cambiare testa.

Piccolo esempio di fantasia: un giardino viene meglio messo a reddito se ci si apre un bar che paga qualcosa al Comune. E’ vero, son più soldi per le istituzioni.

Ma gli avventori buttano le bottiglie per terra, e bisogna mandarci gli spazzini; le famiglie scappano dal giardino e inquinano e consumano strade pubbliche per portare i figli ad attività a pagamento da qualche altra parte; e poi, siccome c’è troppo casino, si trasferiscono in periferia e per andare al lavoro, la nuvola di particelle sottili che le loro auto producono fanno aumentare le degenze negli ospedali.

Chiude il negozietto sotto casa che dava lavoro a una famiglia intera; e in periferia si forma il quartiere delle villette dei bianchi e quello dei palazzoni con dentro i marocchini, e poi bisogna mandare la polizia a fare controlli un giorno sì e l’altro pure, ed entrano in panico i bianchi, e poi si spende tutta la rendita dell’affitto del bar per pagare una cooperativa di sfigate neolaureate a fare inutili prediche contro il bullismo e la xenofobia.

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340 risposte a Cambiando testa

  1. Roberto scrive:

    Quello della foto non è un parco normale

    Questo è un parco normale

    http://petitweb.lu/wp-content/uploads/2013/10/plaine-jeux-parc-de-merl.jpg

    Incidentalmente pulito anche se se ne occupa il comune con le nostre tasse. Noi ci limitiamo a mettere le cose nei cestini

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      ” Noi ci limitiamo a mettere le cose nei cestini”

      Diciamo che è il Lussemburgo a non essere normale 🙂

      Però volevo sottolineare un’altra cosa.

      Diciamo che accendo la Tv e sento che un drone statunitense ha liquidato qualcuno in Pakistan.

      Invece, poniamo che io mi trovi con il cadavere di mia suocera nel salotto, e devo risolvere il problema di come toglierlo appunto dal salotto, prima che arrivino gli ospiti a cena.

      Ecco, ti dà una prospettiva più diretta sul significato dell’omicidio, molto più coinvolgente di quella che deriva dal semplice ascolto di una notizia.

      P.S. No, mia suocera è una bravissima persona.

      • Francesco scrive:

        e allora perchè la hai uccisa? in salotto poi? e aspettavi pure gente

        siete strani, voi toscani, ma strani forte

        😀

  2. Roberto scrive:

    Questo è il parco dove il giovane robertino ha passato la sua adolescenza e buona parte della sua giovinezza

    http://bolognachevale.myblog.it/media/00/02/2334468969.jpg

    Tra l’altro era un bel esempio di spazi condivisi, un mega prato per giocare a pallone, o fare picnic o prendere il sole facendo finta di studiare, la baracchina dei gelati, i giochi per i bambini, il percorso per correre

  3. Miguel Martinez scrive:

    Ah, dimenticavo l’usanza molto fiorentina del Private-to-Private Waste Disposal, che consiste nell’utilizzare i cestini delle biciclette e le cassette della posta come discariche.

    Queste foto non sono uno scoop da giornalista scandalistico, sono la norma quotidiana (o quotinotturna):

    http://www.nove.firenze.it/firenze-nel-cestino-il-rifiuto-della-propria-immagine-foto.htm

  4. Z. scrive:

    Miguel,

    scusa, ma a volte mi sembri Salvini che si lamenta che ce l’hanno tutti con lui 🙂

    Chi ti ha detto:

    1) che la gestione comune degli spazi e dei beni non esiste?
    2) che esiste ma non dovrebbe?
    3) che può esistere solo nel tuo rione?

    Nel frattempo, oltre alla Lunetta già postata da Robéluxe, e nello stesso quartiere della Lunetta medesima:

    Parco dei Cedri:
    http://www.promoguida.net/images/PARCO_DEI_CEDRI.jpg

    Giardino Europa Unita:
    https://www.google.it/maps/place/Via+Genova,+40139+Bologna/@44.4746263,11.3903262,127a,35y,158.63h,45t/data=!3m1!1e3!4m5!3m4!1s0x477e2b1b1cb33809:0x5829c6a3fa83ca3b!8m2!3d44.4738001!4d11.3918852!6m1!1e1

    Giardino Domenico Acerbi:
    https://www.google.it/maps/place/Giardino+Domenico+Acerbi/@44.4669721,11.3826986,3a,75y,90t/data=!3m8!1e2!3m6!1s-AgHPnZ9mzcU%2FWOELM01EuGI%2FAAAAAAAAAZ8%2F9qDmVaoSCncz2FFxJ2i6DDIg4OYMS0qcQCLIB!2e4!3e12!6s%2F%2Flh6.googleusercontent.com%2F-AgHPnZ9mzcU%2FWOELM01EuGI%2FAAAAAAAAAZ8%2F9qDmVaoSCncz2FFxJ2i6DDIg4OYMS0qcQCLIB%2Fw152-h86-k-no%2F!7i4128!8i2322!4m5!3m4!1s0x477e2ae1b51a8dbb:0xb7cf8afecf0e4769!8m2!3d44.4662169!4d11.3826346!6m1!1e1

    Giardino Renata Viganò:
    https://www.google.it/maps/place/Giardino+Renata+Vigan%C3%B2,+SS9,+40139+Bologna/@44.4718983,11.3858371,3a,75y,90t/data=!3m8!1e2!3m6!1s-DzZ9x89aJZg%2FWM5J9YiFHyI%2FAAAAAAAABqg%2FI08WPguJkfY1tqvkow6_WxCgo52fOHPhwCLIB!2e4!3e12!6s%2F%2Flh5.googleusercontent.com%2F-DzZ9x89aJZg%2FWM5J9YiFHyI%2FAAAAAAAABqg%2FI08WPguJkfY1tqvkow6_WxCgo52fOHPhwCLIB%2Fw152-h86-k-no%2F!7i4096!8i2304!4m5!3m4!1s0x477e2b1ec65305ab:0x83a5e6443ffe1f0c!8m2!3d44.4718727!4d11.3858363!6m1!1e1

    Questo solo per citare i primi che ci vengono in mente 🙂

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Z

      “Chi ti ha detto:”

      1) Non pensare che parlo soprattutto di te 🙂 La schiera degli anti-Commons tra i commentatori è ampia, e tu sicuramente non sei il più deciso, anzi…

      2) Attenzione sul concetto di “gestione comune”. Parlo per il piccolo mondo che conosco io: per il funzionario medio del Comune, la gestione di beni pubblici può essere solo pubblica (ci mettono un omino pagato dal Comune) o privata (ci mettono il bar, il circolo sportivo, ecc., di solito con un bando in cui l’elemento determinante è la rendita economica per il Comune). Anche noi dobbiamo apparire, non come la gente del quartiere, ma come un soggetto privato, in questo caso un’associazione di promozione sociale/ONLUS.

      3) Sull'”esiste ma non dovrebbe”, ci sono state delle straordinarie uscite del buon ADV. Che io rispetto moltissimo, perchè non ama i compromessi, e infatti offre uno stupendo avversario con cui confrontarmi su queste cose.

      4) che può esistere solo nel mio rione è una citazione diretta da Peucezio e Roberto (quindi ancora, non da Z!). Aggiungo comunque che ADV, se ben ricordo, era quello che diceva che il “99,9% dell’umanità” vive in altre situazioni.

      No, gli argomenti contrari esistono, e ho cercato di rispondere. Mi fa piacere che tu li senta meno di altri, ma mica mi arrabbio con nessuno. Cerco di rispondere a una serie di argomentazioni.

      • Z. scrive:

        Tranquillo, non pensavo che ce l’avessi con me 🙂

        Però, ecco, non credo proprio che i chelebecchiani che hai citato guardino con sfavore alla vostra iniziativa, e non credo nemmeno che la ritengano di per sé impossibile altrove.

        Quello che mi sento di condividere con loro è da un lato lo scetticismo sulla possibilità di capire e valutare l’intero mondo partendo da un rione, e dall’altro la possibilità di isolare un singolo rione dal resto del mondo (il riferimento a campi e miniere).

        • Peucezio scrive:

          Sono d’accordo sulla prima affermazione, meno sulla seconda.
          Per secoli la gente stava gomito a gomito e non aveva bisogno di un cerchio di sicurezza di 15 km di raggio di verde attorno.

          • Z. scrive:

            Hai ragione P., mi sono spiegato male. Credo che sia impossibile l’autarchia rionale, non il vivere gomito a gomito, pressati.

            Vivere pressati è possibile eccome, per molti è anzi la norma (poi si può discutere se sia buona cosa o meno).

          • Peucezio scrive:

            No, no, ti sei spiegato benissimo, sono io che ho fatto un salto logico forse non troppo intuitivo.
            E’ che il costo della mancata autarchia paradossalmente è l’isolamento. Più le comunità sono collegate fra loro, meno compatte sono al loro interno, più l’uomo è individualista fino al solipsismo più estremo.

            • Francesco scrive:

              non è che mi faccia così schifo, questa mancanza di “vita gomito a gomito”

              che era conseguenza dell’insicurezza e della povertà, più che altro

              ciao

            • Peucezio scrive:

              Delkla povertà forse sì, non vedo perché dell’insicurezza.
              Semplicemente si dava per scontato, non si sentiva il bisogno di tenere l’altro a distanza.

            • Francesco scrive:

              Perchè dell’insicurezza? perchè la fame produceva più briganti e banditi e molti meno sbirri, ammesso che i secondi non si comportassero come i primi alla bisogna, e se in una casa si era un 20 era meglio che essere in 6, con solo due adulti

              Almeno così temo funzionassero le cose

              ciao

            • Peucezio scrive:

              No, non dipendeva da quello.
              Semplicemente non si provava fastidio per il contatto fisico.
              Uno ti può proteggere senza starti appiccicato come una zecca.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Z

          “Però, ecco, non credo proprio che i chelebecchiani che hai citato guardino con sfavore alla vostra iniziativa, e non credo nemmeno che la ritengano di per sé impossibile altrove.”

          Comunque il senso non era, polemizzo con te o con ADV o con Roberto o con Francesco…

          …era, tra tutto quello che voi avete detto, raccolgo solo le critiche e cerco di rispondere.

          Non tanto a voi, quanto in generale, diciamo come esercizio filosofico.

          • Francesco scrive:

            posso essere iscritto nel registro alla voce dei “vorrei ma non posso” oltre che in quella dei “non così sicuri che non ci siano dei rischi anche in quel modello”?

            grazie

      • Peucezio scrive:

        Miguel,

        in realtà io volevo dire una cosa un po’ diversa.
        E cioè che il grande non funziona come il piccolo, non che tanti altri piccoli, magari la maggior parte, non possono funzionare come il piccolo.

        Mettiamo pure che in ogni quartiere di ogni città o quasi, in tutto il mondo, le cose girassero come da voi (cosa non impossibile). Ma resta il fatto che i poteri che costruiscono i quartieri residenziali, i centri commerciali, le strade e le macchine per andare dagli uni agli altri continuerebbero a esistere e a erodere progressivamente quest’infinità di microcomunità di cui parliamo.

        Poi non escludo che la soluzione possa venire dal basso: se io che fabbrico e vendo villette in quartieri residenziali sapessi che non le compra nessuno, smetterei di fabbicarle e venderle; e lo stesso per tutto il resto.

        Ma come facciamo a far arrivare l’umanità alla consapevolezza che non va bene vivere nella villetta, perché ci sono pochi rapporti sociali, quando oggi la tendenza degli uomini, in tutto il mondo, è ad avere meno rapporti sociali possibile, perché stare in mezzo ad altre persone secondo loro fa cozzalo, stile Calcutta?

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Peucezio

          “Ma come facciamo a far arrivare l’umanità alla consapevolezza che non va bene vivere nella villetta, perché ci sono pochi rapporti sociali”

          Condivido buona parte del tuo ragionamento.

          Però forse non c’è da convincere l’umanità di niente: la storia va per fatti suoi e ci passa sopra, dobbiamo pensare in piccolo come cavarcela.

          La Grande Bolla inizia a restringersi (nota: crisi in Corea, anche il “miracoloso” Oriente inizia a cedere).

          Le istituzioni possono fare sempre di meno (nota: lo stesso giro governativa che parla dei monumenti come il “petrolio d’Italia” adesso cerca… volontari paganti per lavorare nei Beni Culturali https://emergenzacultura.org/2017/05/07/cercasi-volontari-paganti-il-pozzo-senza-fondo-del-non-lavoro-nei-bb-cc/ )

          E quindi, a prescindere dalle nostre intenzioni, può darsi che la gente venga costretta a lavorare di più insieme.

          Staremo a vedere!

          • Peucezio scrive:

            Miguel:
            “Però forse non c’è da convincere l’umanità di niente: la storia va per fatti suoi e ci passa sopra, dobbiamo pensare in piccolo come cavarcela.”

            Sì, in effetti lo dicevo retoricamente, non c’è dubbio che non abbiamo i mezzi per persuadere nessuno di niente.
            Sì, posto in questo senso sono d’accordo con te.
            Quello che mi convince poco è quando parli di “capire il mondo in una goccia d’acqua”. Invece si tratta di voltare le spalle al mondo e coltivare il proprio giardinetto. Quindi non tanti di capire, quanto di agire.

        • giuseppe scrive:

          magari provi dimostrando che quel tipo di urbanità comporta costi molto elevati

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Martinez

        Grazie del ‘buon ADV’ 🙂

        Comunque trovo in quello che scrivi sempre la stessa caratteristica: da un lato è tutto un concentrarsi sulla dimensione locale-che-più-locale-non-si-può. Posti spesso foto del giardino, dei bambini che ci giocano o eventualmente di qualche panchina o di qualche bidone di spazzatura.

        Dall’altra parte, e giustamente, ripeti la domanda ‘vogliamo o no una politica che favorisca i Commons’. Ora, per definizione la politica non la si fa nel giardino. La si fa nelle istituzioni, quelle brutte-cosacce-lontane-dalla-vita-quotidiana-dei-bambini-che-giocano e che si governano a furia di elezioni, alleanze, burocrazie, regolamenti …e anche tradimenti, demagogia e corruzione.

        I Commons sono possibili fintantoché c’è un Consiglio Comunale che li rende possibili, il che può avvenire solo all’interno della più fredda menzogna di tutte, del più gelido di tutti i mostri (come lo chiama Nietzsche): lo Stato.

        Che in effetti in questo senso è davvero la hegeliana ‘realtà dell’Io morale’, perché è il necessario teatro di ogni azione sociale – compresa quella d’Oltrarno.

        E di cui tu, come me e come tutti, fai parte.

        Immaginare, come a volte mi sembri fare tu (ma certamente mi sbaglio) un’umanità fatta di tanti Oltrarni senza partiti, alleanze, assessorati, poliziotti, viadotti, aeroporti e centrali nucleari da qualche parte (100% NIMBY, of course) mi sembra un po’ come se uno si immaginasse una pasticceria piena di confetti, ma senza neanche una bomboniera.

        Poco pratico, se non altro.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Miguel Martinez scrive:

          Per ADV

          “Ora, per definizione la politica non la si fa nel giardino. ”

          E’ vero, io parlo soprattutto della mia esperienza, e in maniera aneddotica (foto di bambini, ecc.).

          Questo certamente fa perdere di vista le valenze più ampio di un discorso sui Commons.

          Sempre partendo da uno spazio come il giardino, ti do qualche filo di cose che si fanno o si fanno potrebbero fare “attorno” a un giardino. Non farci troppo caso alle singole cose che dico, che sono molto semplificate e magari non tutte auspicabili. E’ solo per darti un’idea di cosa potrebbe essere una politica dei Commons:

          – pensare alla salute comune, che significa alimentazione, controllo dell’inquinamento, “lotta al traffico”

          – gestione a livello di quartiere di servizi sanitari minimi e non specializzati

          – creazione di una rete di risposta immediata a problematiche psichiatriche

          – sostegno all’economia locale in tutte le sue forme, dagli artigiani alle badanti ai negozietti di quartiere, anche creando forme di moneta alternativa

          – drastico controllo comune sugli sprechi di ogni sorta

          – gestione comune di spazi residenziali, per affrontare le espulsioni

          – creazione di un gruppo di agronomi, ingegneri, architetti, tecnici e cittadini qualunque che setacciano il quartiere da un capo all’altro per scoprire problemi che possiamo riassumere genericamente nel concetto di “protezione civile”

          In tutte queste cose, c’è sempre un punto in cui ci vogliono anche livelli superiori, anzi in cui ci vuole quello che in inglese chiamano “the partner State”:

          non possiamo improvvisarci certo psichiatri, ma nemmeno possiamo assegnare uno psichiatra 24 ore al giorno per ogni “problematico”. Casomai, uno psichiatra può aiutare tutta la comunità a stare vicino al “problematico”, a non far ricadere tutto la questione sulla famiglia…

          non possiamo farci ingegneri, ma possiamo risolvere da noi la buca per strada e possiamo segnalare il tubo rotto. Ora, la forza del nostro modo di agire sta proprio nel fatto che prima o poi coinvolgiamo un ingegnere idraulico, che ci aiuta a capire come magari possiamo fare anche di più per il sistema idrico, andando (un po’) oltre alla segnalazione.

          E poi, se c’è un pezzettino del demanio abbandonato, la prima cosa che le istituzioni devono ascoltare è, chi abita vicino a quel pezzettino abbandonato. Poi dopo, facciano pure l’appalto, una volta appurato che al quartiere quello spazio non serve.

          In questo, la “politica che favorisca i Commons” consiste anche nel modificare una cosa fondamentale: gli assegnatari di spazi pubblici non devono essere quelli che “pagano di più”, e nemmeno quelli che “scrivono meglio il bando”. Devono essere quelli che più rappresentano il territorio.

          In tutto questo, partiti e affini diventano abbastanza secondari, se l’assessore è del PD o di SEL, non è la fine del mondo. L’importante è che non agisca da padrone.

          • Miguel Martinez scrive:

            Sempre per ADV

            Comunque ti do ampiamente ragione su una cosa: scrivo di getto, in mezzo al lavoro (sono tre settimane che non mi fermo nemmeno una mezza giornata) e a tanti altri impegni, e quindi tendo a sparare foto di famiglie felici, invece di cercare di spiegare in dettaglio cosa ci sia dietro.

            • Z. scrive:

              Perché in fondo sei renziano, Miguel!

              Ho sentito parte del suo discorso in Direzione e ho pensato: miseriaccia, ma è stato il Martínez a scrivergli il testo? 😀

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “miseriaccia, ma è stato il Martínez a scrivergli il testo?”

                🙂

                Io non ho sentito il suo discorso, ma capisco benissimo perché Renzi sia il “bambino che si è mangiato i comunisti”. Sono una specie che si butta giù in un attimo, tipo patatina.

                Se hai voglia di approfondire?

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Martinez

            “una volta appurato che al quartiere quello spazio non serve.”

            E’ qui che casca l’asino; ed è qui che secondo me tu continui a scontrarti con la realtà.

            Prima ammetti che le istituzioni, la politica, i partiti ecc. sono indispensabili all’esistenza stessa dei vari Oltrarni.

            Poi riconduci al parere, che sembra tu consideri vincolante, degli stessi Oltrarni la valutazione sull’utilità o meno di un dato spazio/opera/viadotto/altalena/quello_che_vuoi.

            Seguendo questo tuo principio, ad esempio, solo chi abita in via delle Querce numero 11 scala B ha l’ultima parola sull’utilità o meno di mettere strisce pedonali con semaforo davanti al portone del numero 11 scala B di via delle Querce.

            E’ chiaro che il traffico di una città gestito in questo modo si paralizzerebbe in cinque minuti. Ogni esproprio, oltre a tutto, diventerebbe assolutamente impossibile. Ti trovi col NIMBY all’ennesima potenza.

            Tra l’altro, credo sia questa la radice del fallimento della gestione della rumenta di Roma da parte dei grullini. Un movimento partecipato dal basso, come loro affettano di essere, o è la copertura di qualche camarilla (e allora non è capace di far portar via la rumenta) o è davvero una democrazia localista partecipativa e allora è dominato dal NIMBY (e allora non è capace di far portar via la rumenta).

            “In questo, la “politica che favorisca i Commons” consiste anche nel modificare una cosa fondamentale: gli assegnatari di spazi pubblici non devono essere quelli che “pagano di più”, e nemmeno quelli che “scrivono meglio il bando”. Devono essere quelli che più rappresentano il territorio.”

            Peggio mi sento. Chi custodirà i custodi? Chi è che individua “quelli che più rappresentano il territorio”? Chi “scrive meglio il bando” dà più garanzie di regolarità e mancanza di spintarelle indebite di chi lo scrive peggio (credimi, ho visto certe richieste di finanziamento all’Unione Europea da fare accapponare la pelle di Roberto 🙂 ). Chi “paga di più” sostiene meglio le casse comunali e rende dunque possibile praticare davvero una politica di sostegno ai vari Oltrarni.

            Che sono una mano santa, finchè non escono dal loro giardino. Sutor, ne ultra crepidam! Date a Oltrarno quel che è di Oltrarno, e a Cesare quel che è di Cesare.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Miguel Martinez scrive:

              Per ADV

              “Seguendo questo tuo principio”

              vedi, è estremamente difficile ragionare quando tutto viene estremizzato.

              Io potrei dire che “seguendo questo tuo principio” se il sindaco vuole, trasforma la strada su cui abito in una discoteca dalle 10 di sera alle 8 di mattina, quindi basta con i sindaci…

              Sul “territorio che decide”, ho raccontato un esempio che si potrebbe estendere a mille altri casi:

              1) piccolo spazio al coperto, di proprietà comunale, dedicato alla “infanzia”

              2) centinaia di famiglie del quartiere vorrebbero poterlo usare per festeggiare i compleanni dei loro figli invece di spendere un centinaio di euro nelle varie sale private che ci lucrano su questa cosa. Una richiesta banale, avanzata da gente che non ha mai scritto un bando.

              3) all’altro capo di Firenze, c’è una piccola “associazione culturale”, una di quelle che fanno qualche soldo per i propri soci senza far capire che sono a scopo di lucro e quindi risparmiano sulle tasse, che da vent’anni scrivono bandi esattamente nello stile che piace al Comune. Scrivono un bellissimo progetto, di quelli interculturali interconnessi e multidisciplinari, e ottengono l’uso del locale, ovviamente.

              4) Solo che siccome stanno all’altro capo della città, non si scomodano mai di andarci, per cui il locale rimane chiuso.

            • Miguel Martinez scrive:

              Altro esempio…

              il Comune ha appena ottenuto un grandissimo palazzo che era dei Carabinieri, in pieno centro.

              Potrebbe ospitare centinaia di famiglie, a un prezzo a cui il Comune ci guadagnerebbe, ma che permetterebbe di affrontare gli sfratti e lo strozzinaggio e i bednbreakfast che stanno svuotando il centro.

              Invece, il Comune l’ha messo al bando per farci un “Future Center”.

              Proprio così, non me la sono inventata.

              Chi custodirà i custodi, se non la popolazione?

            • Z. scrive:

              Miguel,

              hai presente i soldini che vorresti che gli insegnanti spendessero in avvocati?

              Ecco, voi potreste spenderli per qualcuno che sappia scrivere come piace al Comune!

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “Ecco, voi potreste spenderli per qualcuno che sappia scrivere come piace al Comune!”

                Ma per noi non è un problema, il Comune ha imparato a rispettarci (a volte ormai sono loro che ci chiedono di invitarli a partecipare alle cose che facciamo, anche perché ci guadagnano in prestigio e credibilità).

                Infatti, non parlavo della nostra associazione, parlavo dei semplici genitori del quartiere: esiste un modesto spazio, con il modesto potenziale di risolvere un problema locale molto modesto, ma anche molto sentito.

                Ci deve essere un bando? Bene, che le istituzioni scelgano tra i seguenti criteri per avere l’uso della stanzina in questione:

                1) Criterio A, “un approccio multidisciplinare, che privilegi la sperimentazione, la multiculturalità degli approcci, la profound intuition e la formazione accademica di tutti i componenti”

                2) Criterio B, “la firma di 300 persone residenti nel raggio di 500 metri dalla stanzina, ma devono venire a firmare di persona”.

                Nel primo caso, vince l’Associazione Culturale NonSoloLucro Onlus.

                Nel secondo caso, compleanni a tinchitè.

              • Miguel Martinez scrive:

                Sempre per Z

                “hai presente i soldini che vorresti che gli insegnanti spendessero in avvocati?

                Ecco, voi potreste spenderli per qualcuno che sappia scrivere come piace al Comune!”

                Comunque no, è un tipo di questione molto diversa secondo me.

                I soldini servono per fare la guerra e vincerla. Usando l’unico sistema oggi accettato, che è quello legale.

                Non mi piacerebbe fare la guerra a qualche povero funzionario per il bando della stanzina… in genere poi, in queste cose purtroppo ci mette la mano anche il politico, che ha bisogno di sentirsi gratificato dalla parolina che lui ha aggiunto.

                Ah, a proposito, svolta in Inghilterra: invece di fare azioni di magia deambulatoria, gli ecologisti si sono rivolti ai tribunali lanciando una squadra di avvocati killer contro il governo:

                https://www.theguardian.com/environment/2017/may/07/air-pollution-clientearth-james-thornton-court-victory

                e hanno vinto, come era ovvio (se l’avvocato è bravo e ben pagato, i suoi avversari dovranno sempre arrendersi).

                Poi uno può mettere un mitra in mano a un guerriero indiano, ma se quello continua a pensare che le battaglie si vincono battendo i tamburi e dipingendosi la faccia, a un certo punto mi posso solo tirare indietro 🙂 (battutaccia razzista, lo so!).

            • Miguel Martinez scrive:

              Sempre sul “nimby” e affini…

              Negli Stati Uniti, i Razionalizzatori dall’Alto hanno introdotto ovunque lo “zoning”: l’area residenziale per ricchi, l’area residenziale per poveri, l’area dei centri commerciali. E l’area delle scuole, un paio di immensi complessi dove c’era tutto dalle elementari alle superiori.

              Con vari vantaggi economici (economia di scala, acquisto di terreni periferici a poco prezzo) alla faccia dei nimbisti egoisti e cattivi che volevano la scuola sotto casa. Poi le istituzioni ragionano sempre a centri di spese, per cui (ad esempio) l’aumento delle spese ospedaliere causato dall’aumento del traffico non conta.

              I ragazzi venivano così portati in pullman, e questo già significava che i bambini smettevano di camminare (nel 2009, il 13% dei bambini americani andavano a scuola a piedi).

              E siccome le distese asfaltate davanti al complesso scolastico non bastavano per tutti insieme, hanno dovuto introdurre fasce orarie sempre più anticipate; per lasciar dormire più a lungo i bambini più piccoli, si mandavano sempre più presto a scuola quelli delle scuole superiori.

              Mentre gli studi scientifici mostrano che nell’adolescenza, i ritmi cambiano e hanno bisogno di svegliarsi più tardi, essendo sfasati di circa due ore rispetto agli adulti. E quindi per farcela, i ragazzi hanno fatto sempre più uso di stimolanti chimici.

              Adesso negli Stati Uniti, c’è un grande movimento per far entrare più tardi i ragazzi, ma questo implica complicazioni logistiche costosissime (si stima circa 2000 dollari a testa l’anno per far entrare i ragazzi più tardi).

              Non è una tragedia, ma è semplicemente la dimostrazione che non tutti gli orti vengono per nuocere, e non sempre gli sbucaltatori hanno ragione.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ martinez

              Dubito qui qualcuno stia estremizzando 🙂

              Il caso del giardino che citi dimostra tre cose:

              a) l’associazione che ha vinto il bando è composta da str…i (ne abbiamo già parlato: cosa gli costa farci giocare dei bimbi quando lo spazio non lo usano loro?);

              b) il Comune non vigila come dovrebbe sulla effettiva utilizzazione delle risorse che mette a bando;

              c) i genitori non hanno saputo nè scrivere meglio il bando nè fare una colletta e pagare un avvocato che redigesse il bando (e con la sovrabbondanza di avvocati che c’è, per una cosa del genere ne trovavano uno bravo per un pezzo di pane).

              Mi sembra proprio che niente di tutto questo infici quello che ho detto io.

              Quanto al “Future center”, dico, siamo in tempo di elezioni! Che le famiglie rimaste a becco asciutto si diano una mossa e comincino con petizioni, appelli, sit-in ecc. Basta chiamare il gabibbo, sputtanare l’amministratore comunale infingardo, e il gioco è fatto. Fanno così pure in India, e funziona.

              Il bello della democrazia rappresentativa è che si sa sempre chi sputtanare (a differenza di quella diretta dei grullini, che sono solo ‘portavoce’).

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “Il caso del giardino che citi dimostra tre cose: ”

                Non parlavo di un giardino, ma di uno spazio al coperto.

                1) se io ottengo dal Comune un luogo per farci Creatività Polidinamica, e invece ospito compleanni, il primo adv che passa mi stronca, e giustamente 🙂

                2) se vuoi fare un compleanno, ti devi anche pagare l’avvocato e diventare un professionista dei bandi? E se magari campi invece facendo il muratore?

                3) “appelli, sit-in” sono le attività più inutili del pianeta. Meglio – e qui concordo con te – le famiglie degli sfrattati dovrebbero mettere 10.000 euro a testa e pagare un megastudio di avvocati squali. Ma forse non hanno 10.000 euro, peggio per loro.

                4) Chiamare il Gabibbo? Francamente non riesco a inserire questo tuo ripetuto suggerimento nel contesto delle tue affermazioni: per te, le autorità hanno ragione perché vedono lontano, quelli che le mantengono hanno torto perché sono ignoranti ed egoisti, e va benissimo, è un punto di vista che ha una sua logica, ed ha anche antiche radici.

                Poi però suggerisci ai cittadini egoisti e ignoranti di chiamare qualcuno più ignorante di loro a mandare in vacca tutto urlando e ridicolizzando come sicuramente non riuscirebbe nemmeno il tuo odiato Beppe Grillo.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ martinez

              Quanto all’esempio USA di ‘zoning’, stai proprio venendo nel mio carrugio!:-)

              E’ inutile programmare la suddivisione del territorio se non si programma anche un trasporto pubblico per quel territorio.

              Altrimenti si fa come i democristiani nelle periferie di Roma e Napoli nel dopoguerra, quando a colate di cemento ‘residenziali’ non corrispondevano nè autobus nè – a momenti – le fognature.

              Questo è quello che si ottiene quando si fa la gestione del bene pubblico avendo in mente l’interesse di alcuni privati.

              La Politica con la P maiuscola, quella dei partiti ideologizzati per esempio, qui ci va come il proverbiale cacio sui maccheroni.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              OT ma anche IT

              la scuola di mio figlio minore ha preso ha lasciar cadere pezzi di soffitto sulla testa dei discenti, insegnanti e personale vario

              quindi mi tocca entrare in modalità Oltrarno perchè ho scoperto che ANCHE su questo fronte Milano è in Italia: i tecnici per prima cosa si mettono al sicuro, nessuno è responsabile, nessuna ha i soldi, nessuno deve neppure rispondere alle domande dei genitori, la soluzione “tampone-temporanea” (reti protettive) è destinata all’eternità, i riti magici (terzo giro di termografie in pochi anni) imperano e, per finire in bellezza, pare abbiamo speso un’enormità per mettere in sicurezza una palestra …

              Chi mi presta un AK47? dovrei parlare col Sindaco

              🙁

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “quindi mi tocca entrare in modalità Oltrarno perchè ho scoperto che ANCHE su questo fronte Milano è in Italia:”

                Esatto, hai descritto perfettamente la situazione.

                Gli anni passano.

                ADV parla del Gabibbo.

                Ora, a parte quello che si può pensare della figura del Giustiziere Ignorante e Urlante, che in trenta secondi deve deridere un presunto “colpevole” scelto a caso e darlo in pasto a gente affamata, il Gabibbo deve fare spettacolo, mica può seguire tutti i milioni di casi come quello che tu hai perfettamente descritto, e che non è nemmeno particolarmente eccitante.

                E comunque, il Gabibbo passa, “sputtana” magari per sbaglio un funzionario che c’entra poco o parla male quando lo linciano in TV, e poi finisce lì: il soffitto crollante continua a crollare, e dopo una settimana (o anche ventiquattr’ore) tutti se ne sono dimenticati.

                E’ esattamente il “gabibbismo” poi che ispira gente come Salvini a correre in televisione per denunciare il fatto che la legittima difesa sarebbe permessa “solo di notte”: la corsa a fare spettacolo, a far fare una figuraccia a qualcuno, invece di affrontare il problema.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ martinez

              Guarda che comincio a pensare che stiamo dicendo (quasi) la stessa cosa.

              Sottolineo così quello che penso ci divida.

              Tu pensi che la comunità possa e debba autoorganizzarsi senza aspettare l’Autorità.

              Io penso che lo debba fare per rompere i cosiddetti all’Autorità finchè non si muove.

              Il caso del mio collega e dello scavatore lasciato allo sbocco di un affluente del Polcevera, caso che ti ho già raccontato, lo conferma.

              Dopotutto, un avvocato costa meno di quel che immagini, ce ne sono fin troppi in giro in attesa di un lavoro; e questi casi di mala gestione che i vari burocrati aspettano solo di scaricare sulle spalle di volenterosi cittadini che fanno da soli sono numerosissimi. D’altro canto telefonare al Gabibbo e mandare SMS con foto whatsappata e instagrammata ai vari giornali è gratis, e adesso che siamo sotto elezioni siamo sempre sotto elezioni) funziona anche meglio.

              Io penso sempre che le tasse le pago, e quindi rompere le scatole a un funzionario scaricabarile è mio diritto tanto quanto quello di un cliente del ristornate che protesta perché trova una mosca nel brodo. Pago il conto, dunque non mi devo cambiare io il mio piatto, ma il cameriere. (Mi è capitato una cosa simile con l’assicurazione della macchina: alla fine, davanti alla possibilità di uno sputtanamento con tanto di foto su Facebook mi hanno pagato quasi cinque volte la cifra iniziale). Pago le tasse, dunque non mi devo muovere io, ma l’autorità pagata dalle mie tasse.

              Il cittadino che si autorganizza coi concittadini per riparare la buca nella strada o tenere aperto il giardino fa soltanto un grandissimo favore al funzionario scaricabarile, che così si toglie la rogna di dosso e continuerà per il futuro a scaricare il barile.

              Il cittadino che si autorganizza coi concittadini per sputtanare il funzionario scaricabarile con messaggi ai giornali, telefonate al Gabibbo e diffide di avvocati alla fine se non altro fatica di meno.

              Nel primo caso si risolve al più il proprio problema, e si rischia di mettersi contro qualche vigile urbano troppo solerte. Nel secondo, non solo si evita il ricorso ai vigili (nessun vigile ti multerà mai per essere andato dal Gabibbo e dell’avvocato) e se va bene si risolve un problema di tutti (perchè amministratori infastiditi possono cambiare gli eventuali regolamenti sballati).

              In entrambi i casi ci sono la cittadinanza attiva, il buon vicinato, il coinvolgimento democratico (nella scelta degli obiettivi).

              Ma vuoi mettere la soddisfazione…!

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “In entrambi i casi ci sono la cittadinanza attiva, il buon vicinato, il coinvolgimento democratico (nella scelta degli obiettivi).

                Ma vuoi mettere la soddisfazione…!”

                Torneremo sulla tesi generale, ma voglio parlare proprio della soddisfazione.

                Sono cinque anni che seguo quelli che protestano in Oltrarno. Raccolgono firme, vanno dai giornalisti, si fanno intervistare, distribuiscono volantini, attaccano locandine, fanno assemblee, si studiano le leggi e i regolamenti, fanno fare interrogazioni e interpellanze.

                In cinque anni, non hanno cavato un ragnetto rosso dal buco.

                Il risultato è che finiscono per incolparsi a vicenda, ognuno cerca il capro espiatorio (“avremmo vinto, se Caio non avesse detto che era meglio l’attraversamente pedonale cinque metri più avanti”, “chi sa che interessi ci sono sotto…” ecc.).

                Stanchezza, diffidenza e il crollo alla fine di tutto.

                Mentre noi ci divertiamo e siamo contenti.

                Vuoi mettere la soddisfazione…!

                🙂

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Francesco

              Un consiglio: vai alla scuola di tuo figlio, fotografa il buco e mettilo su Facebook, Whatsapp, Instagram. Fai fare lo stesso a tutti gli altri. Manda e-mail ai giornali, ecc.

              Da me, un’impalcatura è rimasta pericolante per anni. Ho scoperto che il padre di un compagno di classe di mia figlia era pompiere. Ho parlato con lui. E’ andato dalla preside minacciando di fare chiudere la scuola d’ufficio dai suoi colleghi. Una settimana dopo l’impalcatura è stata rimessa in sicurezza.

              Martinez ha torto: non siete voi genitori a dover riparare il buco. Voi genitori dovete diventare l’incubo di chi non ripara il buco.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “Un consiglio: vai alla scuola di tuo figlio, fotografa il buco e mettilo su Facebook, Whatsapp, Instagram. Fai fare lo stesso a tutti gli altri. Manda e-mail ai giornali, ecc. ”

                E se ti dicessi, già fatto quarantamila volta, da parte di tante persone.

                E non solo: cortei, articoli in prima pagina sui giornali, infiniti incontri con assessori, interviste in televisione, locandine con cui è stato tappezzato tutto il quartiere, editoriali dei principali quotidiani di Firenze, esposti alla magistratura, interrogazioni seguite da minacce di denuncia se non si rispondeva, azioni di protesta ogni volta che il sindaco arrivava qui nel quartiere, assemblea su assemblea, migliaia di firme fisiche (non clic su Internet) in un quartiere con poche migliaia di abitanti, scoop giornalistici.

                Nemmeno un ragnetto rosso cavato dalla buca.

                Invece tutti i buchi che abbiamo riparato sono rimasti riparati.

            • Francesco scrive:

              x ADV

              pare che siamo già stati citati dal Corriere della Sera (che qui a Milano è ancora qualcosa) e da Striscia la Notizia (che lo è in Italia)

              pare che Pubbliche Autorità stiano aspettando che passi la buriana per fregarci, si pensa per motivi di soldi

              per questo tocca tenere alto il livello di rumore

              ciao

              PS pare anche che i tecnici del Comune siano bravissimi a proteggersi dalle responsabilità e per il crollo in palestra c’è già stata denuncia alla Procura della Repubblica. non vorrei attendere la maggiore età di mio figlio per vedere dei risultati, però

              ciao

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “per questo tocca tenere alto il livello di rumore”

                Premessa la mia totale solidarietà… Tocchi un tasto a cui sono diventato molto sensibile.

                Ne parlavo l’altro giorno con un consigliere di quartiere del PD.

                Un perfetto politico, a modo suo: intelligente, tutti i giorni a sentire i piccoli problemi del quartiere, che ti telefona ogni volta che si apre qualche spiraglio. Se prenderà dei voti, se li sarà guadagnati.

                Solo che ogni tanto si sfoga con me, sull’impossibilità di fare qualunque cosa di significativo.

                Come una consigliere di quartiere dell’opposizione (sinistra) che – anche in combutta con il ragazzo del PD e con noi – è riuscita a mettere in piedi un piccolo comitato di famiglie che si occupa di un giardino, e mi ha detto che è l’unica cosa che è riuscita a fare nella sua carriera politica.

                Tutti questi tendono a scaricare la colpa sui Funzionari insensibili.

                Ma anche loro, in fondo, perché dovrebbero andare in galera? E’ facile per noi non-statali pensare che gli impiegati statali abbiano tutti una “sacra missione” e debbano crepare come i martiri cristiani, “tanto li manteniamo con i nostri soldi, questi lavativi”.

                E accanto ai funzionari che ti stroncano subito per non finire nei guai, ci sono quelli che cercano di tirare la legge dalla parte dei cittadini fino all’inverosimile; e probabilmente finiranno nei guai.

                Insomma, la questione “morale”, quando si parla di istituzioni, è molto complessa.

                Ovviamente, non mancano dei delinquenti anche lì.

                Per quanto riguarda tuo figlio, se tu non aggiusti il soffitto di notte da solo, saranno i tuoi pronipoti a NON vedere risultati.

                “Lo diceva sempre i’bbischero d’i mi babbo, che codesto soffitto l’era bell’e andato!”, racconterò Ibn Fransis ai suoi nipoti.

            • Francesco scrive:

              Mig

              questo ce lo hanno detto con chiarezza i genitori della Commissione Sicurezza, volontari che hanno ottenuto di esistere ufficialmente dopo infinite discussioni col Preside e il consiglio di istituto

              il problema non sono i funzionari del Comune ma il sindaco e gli assessori: noi miriamo a loro

              Grog, ce l’hai mica un pezzo da 90mm anche residuato bellico USA? un paio di RPG?

              😉

  5. giovanni scrive:

    c’è un motivo ben preciso perchè la gestione ha da essere pubblica e i francesi (e i bolognesi) sono più avanti di voi. I patti non scritti tra privati non sono mai stabili, oggi tenete pulito il vostro parco, domani Tizio litiga con Caio e decide che la sua parte per tenere pulito non la fa più perchè tanto nel parco ci va solo il figlio di Caio, e piuttosto che fare un favore a lui a i suoi famigliari, da domani ci c…a dentro, oltre che lasciare i rifiuti.
    Se ci metti l’omino pubblico, quello è pagato apposta per tenere pulito il parco , e Tizio le tasse per pagargli lo stipendio le dovrà pagare anche quando con Caio sarà in guerra aperta.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Giovanni

      “I patti non scritti tra privati non sono mai stabili”

      C’è del vero, sicuramente.

      Conosco comitati in cui i promotori hanno litigato dal primo momento. Ma conosco anche cooperative che reggono da decenni e bene – l’altro giorno, ho fatto da interprete per una piccola cooperativa meccanica, che produce pezzi di alta qualità, e mi dicevano che facevano un turno solo al giorno di lavoro, dalle 7 di mattina alle 7 di sera, perché erano tutti soci e trovavano il modo di fare di più degli altri. Saranno un po’ masochisti, ma hanno chiaro il concetto che il bene proprio sta nel bene comune.

      I patti poi possono benissimo essere scritti; magari con l’idea che si cerchi prima di mediare in tutti i modi e che il ricorso al “contratto” sia l’ultima ratio.

      Se ne parlava comunque l’altro giorno qui: http://kelebeklerblog.com/2017/04/29/gli-otto-punti-dei-commons/

      Invece, tocchi anche un altro punto:

      “Se ci metti l’omino pubblico, quello è pagato apposta per tenere pulito il parco”

      Certamente, con due ma:

      1) l’omino pubblico cura male il giardino, sentendosene estraneo. Anche quando lavora correttamente, sta molto attento a non introdurre alcuna novità e a scaricare su altri qualunque lavoro in più. Quindi, se va bene, avrai un giardino pulito e basta, ma nessun sostegno alla vita che si svolge nel giardino.

      2) Considera che viviamo in tempi di trasformazione sempre più veloce, e alla fine della grande bolla energetica. E’ molto difficile che lo Stato (in senso ampio) oggi ci metta “l’omino pubblico”.

      Oggi lo Stato:

      – appalta a una cooperativa di disperati pagati con i voucher
      – cede il giardino a un bar in cambio di un affitto
      – vende direttamente
      – chiude il giardino

      E non dico che faccia male: la coperta si sta restringendo tutti i giorni.

      • Roberto scrive:

        Ritorno più tardi perché ho molte cose da dire, ma ancora più da fare, ma nel frattempo, su punto 1, perché l’omino pubblico deve sentirsi estraneo? Ci lavora nel parco, ci passa delle ore, è sua responsabilità….scusami se tu fai una traduzione per un cliente che non vedrai mai più e della quale ti importa nulla, la fai male? O comunque ti ci metti di impegno anche soltanto per non fare una figuraccia?

        • Miguel Martinez scrive:

          Per roberto

          “perché l’omino pubblico deve sentirsi estraneo?”

          L’omino è un lavoratore subordinato: è pagato per fare alcune cose specifiche, che farà con maggiore o minore coscienza, in un orario specifico.

          Non è pagato per

          tornare la domenica mattina a vedere se va tutto bene,

          trovare le sedie per fare un concerto,

          capire che tizia potrebbe insegnare ginnastica e quindi trovare qualcuno che regali dei tappeti su cui farla,

          invitare i giornalisti per il lancio della scuola di violino,

          convincere un insegnante a parlare in classe del corso di disegno,

          vedere se si possono coinvolgere gli artisti del quartiere,

          capire che la famiglia X ha magari bisogno di parlare con un assistente sociale o che la signora Y potrebbe essere la badante perfetta per la nonna della famiglia W, ma che non è il caso di chiederglielo direttamente,

          telefonare all’assessore minacciando di organizzare un corteo se non realizza quanto promesso due anni fa…

          Anzi, uno dei compiti principali dell’omino è evitare di complicare le cose a quelli che gli danno gli ordini, che non sono gli utenti del giardino, ma sono funzionari che hanno ben altre cose di cui occuparsi.

          Io quando traduco, non decido di aggiungere un capitolo nuovo, di riscrivere un brano troppo retorico, di aggiungere qualcosa di mio (qualche rara volta mi permetto di fare piccoli suggerimenti al cliente, che però decide giustamente lui).

          Faccio nel modo più corretto possibile quello che altri mi ordinano di fare, e lascio a loro le soddisfazioni o le delusioni che deriveranno dal testo tradotto.

          Ah, una bella rassegna fotografica di cassonetti fiorentini… finora, hanno raccolto ben 400 foto:

          “http://www.scattonetto.it/2017/04/02/1-mese-prova-beta-tester/”

          • Miguel Martinez scrive:

            Sempre a proposito dell’omino…

            A volte capitano omini coscienziosi, che – forti del posto fisso statale e con sopra di loro qualche funzionario illuminato oppure semplicemente pigro – fanno molto di più di quanto siano pagati per fare.

            Ma è impossibile che lo faccia lo Sfigato della Cooperativa che ha vinto l’appalto soltanto tirando fino all’osso sui costi. Credo di aver raccontato come nelle scuole materne comunali fiorentine, siamo passati di colpo dalle maestre pagate 1200 euro al mese – e capaci anche di programmare a lungo termine – alle cooperanti pagate 700 euro al mese che non vedono l’ora di scappare; e comunque hanno un posto talmente precario, che evitano qualunque iniziativa non richiesta.

        • Roberto scrive:

          Quindi cura del giardino = gestione delle attività del giardino?

          Io invece mi dico: cura del giardino = togliere la spazzatura, tagliare l’erba, curare le piante
          Gestione del giardino = tutto le altre attività di cui parli tu

          Esempio concreto
          Palestra della mia squadra (che è la palestra di una scuola che affittiamo due volte a settimana).
          C’è un omino che apre e chiude, pulisce la palestra, pulisce gli spogliatoi, accende o spegne il riscaldamento, ha le chiavi dello sgabuzzino con il materiale (= cura della palestra)
          Poi ci sono le varie associazioni: noi ci occupiamo dei palloni, fogli di gara, cronometri, acqua per le due squadre, calendari delle partite eccetera. Quelli che hanno il turno prima di noie fanno ginnastica si occupano dei tappeti, dello stereo, delle palle mediche o cerchi o cose così.
          Se c’è un problema vediamo a chi compete: gabinetto otturato? Omino. Canestro rotto? Omino. Cronometro rotto? Noi (siamo noi che lo abbiamo comprato). Abbiamo bisogno di qualche cono per gli esercizi? Ce li procuriamo noi.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Roberto

            “Io invece mi dico: cura del giardino = togliere la spazzatura, tagliare l’erba, curare le piante
            Gestione del giardino = tutto le altre attività di cui parli tu”

            Ah ecco, allora possiamo anche essere d’accordo. In teoria è il caso nostro, poi in pratica la “cura” la chiediamo noi di volta in volta, se non riusciamo a fare da noi.

            Normalmente, la situazione è che ci sono diverse cooperative con il subappalto per dare occasionalmente un occhio a diversi giardini (la cooperativa che farebbe le pulizie da noi ne segue dieci, di giardini, con due o tre persone). Una cooperativa fa le pulizie, un’altra pota gli alberi, ricevendo ordini da uffici diversi.

            Per il resto, non c’è alcuna gestione, se non quella spontanea da parte del più forte, una categoria molto variabile anche secondo l’orario: padroni di cani, mamme agguerrite, spacciatori decisi, peruviani con la musica spaccatimpani…

            Il punto forse che distingue un giardino come il nostro da una palestra è l’ordine gerarchico delle priorità.

            Al primo posto, c’è il benessere della comunità (solidarietà sociale e se occorre anche economico-lavorativa, crescita dei figlioli, possibilità di esprimersi, aria pulita, amicizia, integrazione, ecc. ecc).

            Da questo, derivano delle attività che non sono definite in partenza, nascendo e morendo e intrecciandosi secondo la creatività di ciascuno: in questo senso lo “scopo” immediato della gestione è vago e mutevole, e questa è la cosa più difficile da conciliare con un sistema amministrativo tutto basato sul “cosa si fa”.

            Al terzo posto, la cura del giardino, che è bene che sia pulito e senza pericoli. Importantissimo, ma solo in funzione degli altri due elementi. Mentre è l’unica cosa che preveda normalmente il “verde pubblico”.

        • Roberto scrive:

          Poi con l’omino siamo quasi amici. Manca l’acqua prima di una partita? Ci chiama per dircelo (e io incendio il responsabile dell’equipaggiamento che una sola cosa deve fare). Saltiamo un allenamento perché giochiamo fuori casa? Lo chiamiamo così non viene per niente….

      • Moi scrive:

        MA2)

        Mah … nella cooperativa che paga con i voucher, con tanto di “Left Washing” da parte di Poletti, i Capi difficilmente se la passano male 😉 … se poi le cose si mettono male, si passa dalle “manutenzioni” all’ “Accoiènza” 😉 ; tipo l’Amico di Mastella che ha accolto tanti Giovani Afrodiscendenti (come dicono le Boldrinette Parioline) ma, intercettato, era contento di essersi fatto il Ferrarino rosso fiammante “coi negri” … 🙂

  6. Moi scrive:

    Hera Trucks. Il cartone animato che racconta il ciclo dei rifiuti
    gruppohera

    https://www.youtube.com/watch?v=eTJN_g_d-Sw

    Automezzi del Rusco 🙂 in Stile Cars Disney Pixar

    —————

    un commento interessante :

    dopo due mesi che il filmato è online su youtube ci sono 361 visualizzazioni, il bacino di utenza di Hera è di 2,5 milioni di persone, quindi 1,4 persone su 10.000 hanno visualizzato il filmato su Youtube, spero che altri lo abbiano fatto sul sito altrimenti la “comunicazione” mi pare ben poco efficace. imho
    Interessante l’informazione che 1/3 dei rifiuti è composto da “organico” direi che si può lavorare veramente molto nella eliminazione del packaging! ;)

    • Moi scrive:

      commento di 4 anni fa … ora 33’350 visualizzazioni circa

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Hera Trucks. Il cartone animato che racconta il ciclo dei rifiuti
      gruppohera”

      Fantastico, grazie!

      Ah, “da quello che raccolgo io nascono fiori”.

      Siamo più precisi:

      Il Comune di Firenze paga una ditta tedesca per prendersi il Sudicio Organico.

      La ditta tedesca porta il Sudicio Organico in un posto dove alleva qualche milione di laboriosi lombrichi, che trasformano gratuitamente il tutto in costoso terriccio.

      La ditta tedesca, dopo aver incassato i soldi dal Comune di Firenze, grazie al lavoro gratuito dei lombrichi, rivende lo stesso costoso terriccio.

      • Francesco scrive:

        ho sempre ammirato i tedeschi

        😉

      • Z. scrive:

        Beh, ma è quello che dovevano fare gli olandesi: prendere i soldini del comune di Parma per tenersi i rifiuti del Pizza, lavorarli, rivenderli.

        Poi il Pizza, da buon grillino, si è rimangiato tutto.

        Infine il Pizza, da buon grillino, è stato dimesso.

        Ma l’idea era quella. Ci poteva pure stare. Tanto mica abito a Parma, io 🙂

  7. Moi scrive:

    @ MIGUEL (nonché @ ROBERTO !)

    Un film un po’ main stream … dovresti vederlo, però.

    https://www.youtube.com/watch?v=ZobYSzDjsik

    L’Ora Legale – Trailer ufficiale – Ficarra e Picone

    (stupenda la minaccia mafiosa ecosostenibile)

  8. Grog scrive:

    Un giardino DECENTE deve avere
    UNA GHIGLIOTTINA TAGLIA TESTA DI PIDDINO
    con sistema automatico di eliminazione di resti altamente inquinanti
    visto che LA DIOSSINA RISPETTO AD UN PIDDINO E’ COME LA NUTELLA
    Grog! Grog! Grog!

  9. Moi scrive:

    Tavola EcoSostenibile VeganSolidalPlanet :

    Adesso come farà la nostra Presidenta ad tornare in moschea velata ?

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/04/12/laura-boldrini-adotta-due-agnellini-e-li-porta-a-montecitorio-li-ho-salvati-dalla-macellazione/3517689/

    Laura Boldrini adotta due agnellini e li porta a Montecitorio: “Li ho salvati dalla macellazione”

    • Moi scrive:

      sono due agnellinE [sic] femmine : Gaia e Gioia ……… sessismooooooooooooo !!!!!!!!!!!

      https://www.youtube.com/watch?v=ZBBV33jOoqw

      … quindi sarebbe stato “femminicidio” ovino, giusto 😉 ?

      Con gente simile nella realtà … chi ha bisogno di “fake news”, così banali e ordinarie rispetto alla realtà stessa ?

      • Moi scrive:

        Ma chissà … sarà tutto un féich in siggiài e vòis èditingh, nevvero Zeta ?

      • Moi scrive:

        … la “fattoria didattica” [cit. sic] , sarebbe con esattezza ?!
        … come garantisce che le due agnellinE si potranno spegnere serenamente in veneranda età ?

        • Moi scrive:

          Ho voluto fare la mia parte in questa campagna di sensibilizzazione perché credo che il rispetto delle tradizioni non ci obbliga a uccidere altri esseri viventi.

          [cit.]

          … vale solo per “Noi” 😉 ?

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Moi

        “sono due agnellinE [sic] femmine : Gaia e Gioia”

        Sì, ma Berlusconi ha più soldi, e ne presi cinque di agnellini. Non so di che sesso.

        Adesso mi metto anch’io ad allevare agnelli, poi metto il video su Youtube di me con un coltellaccio che dico, “se non mi pagate e ve li portate via, gli taglio la gola!”

        Tipo Isis, ma tutto legale.

        • Moi scrive:

          in un Paese in cui la Terza Carica dello Stato parla di adozione (!) interspecie e del Gatto Gigggi 🙂 geloso … potrebbe funzionare alla stragrande ! 🙂

  10. Moi scrive:

    @ ZETA

    https://www.youtube.com/watch?v=TOIyzdgGJEg

    le Frasi Troll del Potere in TV [sic] … 😉

  11. Grog scrive:

    Da questa sera la Francia non ha
    UNE PREMIERE DAME
    ma
    UNE PREMIERE PEDOPHILE
    Grog! Grog! Grog!
    P.S.
    Gli asili verranno rinominati “AOU PARADIS DU PEDOPHILE”

    • Moi scrive:

      Con lo Sguattero dei BanK$t€rs neoeletto, pagheranno l’ indebitamento restituendo ai Crucchi l’Alsazia e la Lorena … 😉

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Grog

      “Da questa sera la Francia non ha
      UNE PREMIERE DAME”

      La cosa interessante è che al primo turno, il 77% dei francesi ha votato contro la storica Destra e la storica Sinistra, insomma i due pilastri del sistema liberale; e al secondo turno la Destra e la Sinistra nemmeno ci sono arrivati.

      Certamente Macron è il massimo esponente dello stesso sistema, ma deve comunque presentarsi come un “rottamatore”, un po’ come ha fatto Renzi da noi.

      • roberto scrive:

        “ma deve comunque presentarsi come un “rottamatore”, un po’ come ha fatto Renzi da noi.”

        questo però non è esatto, lui si è presentato proprio come il candidato del sistema contro i due antisistemici (le pen e mélenchon). da questo punto di vista la differenza con renzi è molto evidente e discorsi tipo il renziano “rottamiamo tutto” macron non li ha fatti

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Roberto

          “da questo punto di vista la differenza con renzi è molto evidente e discorsi tipo il renziano “rottamiamo tutto” macron non li ha fatti”

          Sicuramente sei più vicino di me, e hai seguito meglio di me la campagna elettorale.

        • Francesco scrive:

          veramente mi pare si sia presentato in primis come rottamatore del partito socialista, da ministro (bravo) di un governo socialista

          solo poi come “rottamatore per bene che vuole ricostruire” contro i “rottamatori estremisti che vi portano alla rovina”

          giusto?

          • Z. scrive:

            Secondo me a rottamare i socialisti ci ha pensato egregiamente the One Who Went A-Courtin’ Riding a Motor Trike.

            (pel Duca e il Peucezio: colui che andava a donne sul triciclo a motore)

  12. Moi scrive:

    … Avremo Sant’ Igor Patrono degli Animalisti ?

    😉

    http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/killer-budrio-1.3090320

    Bologna, il killer di Budrio sfratta anche i cacciatori

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Igor”

      Ma davvero si chiama Ezechiele Norberto Feher?

      Come nome serbo è alquanto originale.

      • Grog scrive:

        Il presunto “Igor il russo” presunto “Ezechiele Norberto Feher” a mio modesto parere sta
        SCOPANDO ARRAPATISSIME TROIE LOCALI DELLA ZONA DI BUDRIO
        Verrà preso in due possibili modi:
        1 – o con un attacco aereo della NATO su TUTTA LA ZONA CON NAPALM E ORDIGNI AL FOSFORO BIANCO;
        2 – o perchè poverino ormai stremato dalle trombate continue che è costretto a fare per ottenere rifugio e cibo SI RIVOLGERA’ DISPERATO AI CARABINIERI PER ESSERE SALVATO DALLE TROIE ASSATANATE.
        Grog! Grog! Grog!
        P.S.
        Non posso nascondere che preferirei la soluzione 1 visto che la zona pullula di PIDDIMERDINI che verrebbero sterminati in gran quantità come ACCETTABILE DANNO COLLATERALE e poi così potrebbe essere dato per morto.
        I CARABINIERI SALVEREBBERO LA FACCIA perchè corrono sempre il rischio che il presunto “Igor il russo” presunto “Ezechiele Norberto Feher” venga catturato da un agricoltore con doppietta ridicolizzando i CANI MOLECOLARI che verrebbero degradati a CANI ATOMICI.

        • Grog scrive:

          Pare che
          SIA SPARITO UN RAPPER NELLA ZONA DI BUDRIO
          _____________da “il giornale”_____________________
          Domenico D’Amato, per tutti solo “Dome”, 27enne rapper e musicista originario del palermitano ma residente nella Basa, non si trova da settimane.
          È sparito nel nulla, senza lasciare alcuna indicazione utile a capire che fine abbia fatto. E a preoccupare i suoi legali è il fatto che la zona sia quella in cui continuano le ricerche di “Igor il russo”, il killer di Budrio.
          “Non sappiamo se sia un’altra delle sue vittime: di certo è come un fantasma, cercato solo dai suoi familiari”, acusa l’avvocato Barbara Iannuccelli, che sta assistendo i genitori e che parla di una denuncia di scomparsa presentata già il 31 marzo, ma dice anche: “Giovedì in Procura ho scoperto che non è stata ancora formalmente acquisita”.
          Nessuno sta indagando e della sua scomparsa si è occupato solo Chi l’ha visto finora. “Sarebbe bastata una telefonata a sua madre per dire che stava bene”, dice ancora l’avvocato, che non crede a un allontanamento spontaneo. I volantini affissi vicino all’università, poi, sono stati strappati poche ore dopo. E alla famiglia fa paura.
          __________________________________________________
          A parte la comprensibile preoccupazione dei familiari, se I
          IL DIABOLICO IGOR E’ ATTRATTO DAI RAPPER
          perché non ingaggiare BELLO FIGO al posto dei cani molecolari?!
          Potrebbe cantare
          “Io di Igor me ne frego e se lo trovo non lo dico perché sono fico!”
          (è un figlio di troia ma mica scemo da farsi ammazzare bello figo!)
          Grog! Grog! Grog!

      • Z. scrive:

        Ezechiele credo sia il nome con cui è stato battezzato.

      • mirkhond scrive:

        Dal cognome dovrebbe trattarsi di un ungherese della Vojvodina settentrionale.

  13. Moi scrive:

    @ MIRKHOND

    Credevo che Maccio Capatonda volesse fare un nuovo film sul PaleoContattesimo … invece è qualcunaltro, che si prende dannatamente sul serio !

    https://www.youtube.com/watch?v=0SAT4b7IAA4

    Official Trailer [Ita, ndr] for the ANUNNAKI movie directed by Lorenzo Andreaggi, based on the best-seller “The Lost Book Of Enki” by Zecharia Sitchin

  14. francydafne scrive:

    Fra le varie critiche “standard” magari manca la mia.

    >>>>E’ la puzza e il peso che fanno sì che ci pensiamo, mica le chiacchiere degli ecologisti. Insomma, nasce una particolarissima combinazione tra l’attenzione che il privato ha per le cose sue, e lo spirito del bene comune che dovrebbe essere del pubblico.<<<<

    Fin dalla mia infanzia ho avuto un sentimento "ecologico" che nasceva da un sentimento che vedeva nella Natura una sorta di "Mamma". Mai buttata a terra una carta, raccolgo sempre le carte e i mozziconi buttati dai soliti cafoni di fronte al cancello di casa mia, ma anche quelli buttati nelle zone limitrofe (per intenderci, quelli davanti alle case che fiancheggiano la mia). Non ho mai avuto amici ecologisti, non ho mai partecipato alle varie assemblee, non ho mai votato i Verdi, ecc. ecc. Tuttavia non capisco il disprezzo di chi li vede come "chiacchieroni". Pur non avendoli mai frequentati, posso citare il caso di un certo Marco Paci che, coerente con i suoi principi, non ha mai usato l'auto ed usa solo ed esclusivamente la bicicletta (anche se deve andare a Palermo o a Forlimpopoli), un ecologista che sarebbe improprio definire "chiacchierone". Tutto qui

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francydafne

      “Tuttavia non capisco il disprezzo di chi li vede come “chiacchieroni”.”

      A volte Internet ci frega, perché non vediamo l’espressione del nostro interlocutore.

      Hai risposto in modo perfetto a una frase che ho espresso male. In realtà volevo dire una cosa più complessa: da una parte ironizzavo proprio su quelli che considerano gli ecologisti “chiacchieroni”; dall’altra, più che agli “ecologisti”, mi riferivo a tutti quelli che parlano oggi di “verde”, di “sostenibilità” e simili.

      Comunque mi sono espresso in maniera infelice.

  15. roberto scrive:

    Miguel,
    “Sono interessanti le critiche che questi miei racconti ricevono qui”

    approfitto di questo post per riassumere la mia posizione

    1. in genere l’autogestione di commons mi sta simpatica, quindi l’autogestione del vostro giardino mi sembra una cosa più che positiva

    2. anche l’idea della sussidiarietà come la intendi tu (fare noi le cose che possiamo fare noi) mi sta simpatica

    3. la simpatia ha però dei limiti

    3.1 limiti dell’autogestione:

    3.1.1 credo che sia una cosa molto complicata.
    non dico impossibile, anzi, ma richiede molta disciplina, molta buona volontà, molta empatia per il proprio prossimo. Finché tutti vogliamo il corso di violino il sabato alle 15.00 va bene, ma se allo stesso tempo un gruppone vuole giocare a pallone, un altro fare yoga, un terzo la festa del BBQ tutti nello stesso luogo, beh diventa difficile. se poi io voglio fare un orto, vedrò di pessimo occhio i calciatori…..

    3.1.2 l’autogestione non deve essere esclusiva se si tratta di spazi pubblici: gestite i nidiaci? ok, ma se io una volta voglio andarci a passeggiare non mi cacciate via, perché il giardino non è “vostro”. questo per me è un punto molto importante ed anche delicato: io capisco benissimo la persona che mi dice “ci ho lavorato tanto, è mio”, ma il fatto di essere commoner non ti trasforma in privante

    3.1.3 deve comunque essere fatta nel rispetto di leggi e regole fondamentali. non è perché un gruppo di neonazisti gestisce il parco che devono poter vietare l’ingresso a zingari ed ebrei. non è perché il parco è “commons” che devo poter fare dei rave party tutti i giorni dispari tenendo sveglia la città, o coltivarci papaveri e funghi allucinogeni…

    3.2 limiti della sussidiarietà

    3.2.1 non deve essere una scusa per lo stato per abandonare alcune sue prerogative . capisco che una ronda anti spacciatori possa essere più efficace dei carabinieri, ma la soluzione è rendere più efficaci i carabinieri, non fare le ronde

    3.2.2 rispetto della legalità (vedi punto 3.1.3)

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “approfitto di questo post per riassumere la mia posizione”

      Grazie, molto chiaro, e parecchie cose che dici sono di buon senso, poi magari sui dettagli si può discutere – sul 3.1.2, sono d’accordo che lo spazio pubblico non deve diventare lo spazio di un ente privato (ad esempio un’associazione), ma è anche vero che la comunità locale dovrebbe avere in qualche modo una priorità su uno spazio che si trova nel suo territorio, perché diventa il cuore dei rapporti della comunità stessa. Però, ripeto, sono punti validi.

      Dove forse divergiamo è in una diversa sensibilità storica.

      Io vedo le istituzioni (in senso lato) evaporare attorno a me.

      Tu dici, “”meglio i carabinieri che le ronde”; io invece mi chiedo “cosa fai quando non ci sono più carabinieri?”

      In realtà i carabinieri sono proprio l’ultima cosa che taglieranno, ma pensiamo a tante cose meno drammatiche: alla fine, la scelta non è tanto tra “pubblico o commons?”, quanto tra:

      – privatizzare
      – commons
      – chiudere

  16. Miguel Martinez scrive:

    Cinque anni fa, scrissi della mia esperienza in una riunione alla scuola elementare del quartiere. Una parte del post è dedicato a una sbruffonata governativa mai messa in atto sulla digitalizzazione, che potrebbe distrarre, per cui riporto la parte fondamentale di quel vecchio post:

    Nella particolare scuola dell’Oltrarno, invece, i soldi non ci sono per comprare la carta igienica o il sapone. Un gruppo di genitori ha donato a suo tempo una fotocopiatrice, ma adesso mancano i soldi per comprare il toner.

    A volte, si coglie un’epoca storica in un dettaglio.

    Ieri sera, riunione di interclasse, cioè degli insegnanti e dei rappresentanti dei genitori.

    Ogni anno, la scuola organizza un mercatino di Natale, dove i proventi della vendita di oggettini fatti dai bambini vengono destinati alla realizzazione di alcune adozioni a distanza.

    L’idea, abbastanza riuscita, è di educare i bambini a una mentalità del dono e far capire che esistono al mondo realtà diverse.

    Due anni fa, le adozioni erano tre, l’anno scorso due.

    Questa volta, qualcuno ha avanzato timidamente la proposta di tenere una parte del ricavato per aiutare a coprire le spese della scuola.

    Badate bene che tutti avevano capito il senso delle adozioni a distanza, e tutti ci tengono a dire quanto vorrebbero mantenerle. Però…

    Qualcuno, un po’ imbarazzato, sussurra che si potrebbero trovare adozioni un po’ meno costose, e sottovoce si sentono confrontare i prezzi.

    Si decide alla fine di mantenere le due adozioni, però se dopo avanza qualcosa…

    E si coglie nelle voci e negli sguardi di tutti un senso di sollievo.

    Pensate che siamo in Toscana. Ma in fondo, e con un linguaggio totalmente diverso, la storia li fa scivolare contro voglia verso quel ragionamento elementare che Bossi ha espresso con tanta chiarezza: pensiamo prima a noi stessi. Magari, per ora, si dice, pensiamo anche a noi stessi.

    In quel momento, capisci in che mondo stiamo entrando, e come l’ingresso in tempi nuovi sia una questione di infiniti dettagli, che però puntano tutti nella stessa direzione.

    • Z. scrive:

      Anche in altri rami della PA mancano i soldi per comprare sapone e carta igienica, dicono, ma non è questo il vero problema.

      Non voglio fare del benaltrismo, eh: solo, sapone costa pochisismo, la carta igienica ancora meno.

      Quando il dipendente pubblico deve comprare da solo ciò di cui abbisogna per lavorare, e parliamo di materiali e/o strumenti dal costo di svariate centinaia di euri, ecco, quello è un problema più serio.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Z

        “Non voglio fare del benaltrismo”

        Direi che il tuo è un caso di sano pur’altrismo: oltre alla mancanza delle saponette, ci sono anche tante altre mancanze. Insomma, quello che volevo dire anch’io, partendo come sempre da un esempio minuscolo.

        In qualunque settore, avviene lo stesso processo.

        Ora, facciamo la tara alla corruzione e all’evasione fiscale – che c’era pure trent’anni fa, anzi…

        Ma anche se abolissero i TAV e gli acquisti militari folli, il problema resterebbe.

        Infatti, in una cosa condivido l’antigrillismo di Z e Roberto: le tasche dello Stato non sono infinite, l’Italia non è un paese ricco, e non c’è un motivo particolare per cui i miliardari dovrebbero gradire di donare i loro soldi allo Stato italiano anziché a quello panamense.

      • paniscus scrive:

        “Quando il dipendente pubblico deve comprare da solo ciò di cui abbisogna per lavorare, e parliamo di materiali e/o strumenti dal costo di svariate centinaia di euri, ecco, quello è un problema più serio.”
        —————————-

        A cura del solito Servizio Aggiornamento Luoghi Comuni, faccio presente che gli insegnanti hanno SEMPRE fatto così, dalla notte dei tempi.

        Il presunto mitico privilegio di “avere poche ore di presenza obbligatoria” sul posto di lavoro, rispetto a dipendenti pubblici di altro tipo, e di “poter fare una parte del lavoro a casa”, implica:

        – il doversi pagare di tasca propria tutto il materiale di lavoro spicciolo (a partire dalle minutaglie di cancelleria, come penne, risme di fogli, e simili, non penserete che ce le offra la scuola… ma anche spese significative in libri, materiale informatico e quant’altro, che appunto serve per lavoro);

        – il dover caricare sulle spese generali di casa anche quella parte che serve per lavoro (connessione a internet, computer, stampanti, illuminazione e riscaldamento in più);

        – l’avere lo spazio di un’intera stanza di casa o quasi, occupato da materiale di lavoro, che qualsiasi altro lavoratore dipendente, sia pubblico che privato, si terrebbe in ufficio e non si sognerebbe MAI di portarsi a casa… quindi, di fatto, avere una stanza in meno, o una grossa parete di scaffali in meno, da poter usare per la propria vita privata a casa.

        Il problema scoppia solo adesso, perché ci si è accorti che queste cose vengono richieste anche a impiegati pubblici di altri settori? Finché riguardava solo gli insegnanti, andava bene?

        • Moi scrive:

          SE nel Belpaese avessimo avuto meno Familismo Amorale e più SocialDemocrazia; SE avessimo ancora Presidi LibroCuoreschi 😉 che concepiscono l’ Insegnamento come una Missione anziché School Managers che concepiscono il Teaching Management come una “Mission” … ebbene: forse (!) sì, Prof. ! … Forse sì !

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Certo: è noto che l’insegnamento è un dopolavoro per casalinghemadridifamigghia e per commercialisti che devono arrotondare.
          Gli altri sono invece lavori seri per gente seria.
          No?

          • Moi scrive:

            Ho sentito da una (reativamente 😉 …) giovane madre che nella scuola della figlia, durante l’ora d’informatica, è prassi normale ladrare la chiavetta USB (no, non è uno scherzetto del cazzo, che poi riappare … se la tengono proprio !) a chiunque vada al cesso senza portarsela seco; ebbene: il corpo docente ribatte che “così imparano a scantarsi e a stare in campana circa la propria roba” …

            … ma non è meglio se la cinna “corre felice sul prato” [cit.] 😉 ?!

        • Roberto scrive:

          Lisa, direi che è semplicemente lo scotto da pagare per lavorare a casa, per chiunque lavora a casa….

        • Z. scrive:

          Lisa, non so perché te la prendi con me – che ho sempre difeso la categoria degli insegnanti, come ricorderai! – ma se ho detto qualcosa che non dovevo lo ritiro immantinente e confesso di essere una spia del Guatemala 🙂

  17. Mauricius Tarvisii scrive:

    Poi mi chiedono perché in fondo in fondo speravo che vincesse la Le Pen invece del nuovo idolo della post-sinistra.
    Per antipasto riforma del lavoro e asse con Berlino.

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05/08/parigi-sindacati-e-sinistra-subito-in-piazza-per-avvertire-macron-no-alla-riforma-del-lavoro-tensioni-con-la-polizia/3570778/

    • Z. scrive:

      Starci assieme all’opposizione non è altrettanto glam, in effetti.

      Comunque non disperare. Marine è giovane, può sempre vincere al prox giro!

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Onestamente non ho idea di chi sia più pericoloso tra loro fascisti e voi liberisti. Temo, però, che tra la Le Pen e Macron (e tra Grillo e Renzi) sia il secondo a stare svolgendo la funzione storica che fu di Mussolini, ovvero offrire la garanzia di un leader carismatico capace di proteggere gli industriali e la grande finanza da uno spauracchio crescente.
        I veri fascisti siete voi, insomma, e non ve ne rendete neppure conto 😀

        • Roberto scrive:

          infatti era sentendo discorsi come questo che mi era venuta una fifa blu che finisse come con trump (la Clinton faceva schifo, era il peggio del peggio è bisognava dare una lezione all’establishment e adesso ci consoliamo con un mattoide che gioca con le armi nucleari)

        • Z. scrive:

          Guarda, oggi sono rimasto vivo per miracolo, e ancora non ci credo del tutto. Se fossi cattolico sarei salito su alla Madonna ad accendere un cero.

          Sicché, figurati se mi impressiono a sentire che votare contro il clan Le Pen è da fascisti. Per Fusaro è persino da nazisti.

        • Francesco scrive:

          >> Onestamente non ho idea di chi sia più pericoloso tra loro fascisti e voi liberisti.

          finalmente una domanda che ha una risposta facile facile!

        • Miguel Martinez scrive:

          Per MT

          “Onestamente non ho idea di chi sia più pericoloso tra loro fascisti e voi liberisti. ”

          A parte il “pericoloso”, la questione di fondo non è l’immigrazione.

          Sostanzialmente, convergono due grandi fattori:

          1) da una parte, lo sgonfiamento della Grande Bolla

          2) dall’altra, il capitalismo ha abbattuto i confini degli Stati Nazione, che storicamente organizzavano la produzione, raccoglievano le tasse e curavano la ridistribuzione.

          Quindi, è finita la ridistribuzione.

          Quindi, la “nazione” (in senso simbolico) fa appello allo Stato perché riprenda il controllo: e qui le politiche della cosiddetta “estrema destra” diventano per forza quasi identiche a quelle della cosiddetta “estrema sinistra” – ho visto un interessante volantino dei seguaci di MLP per il secondo turno in cui elencavano i punti identici del loro programma con quello di Melenchon.

          Perché solo lo Stato-Nazione è in grado di controllare il capitale e obbligare alla ridistribuzione.

          Però è anche finito per sempre, e qui sta il nocciolo del problema dei nostri tempi, che non si può certo risolvere andando ancora oltre nel processo che ci ha portati a questa situazione, come faranno i Macron.

          • Francesco scrive:

            Miguel

            sei così sicuro che il Capitalismo abbia abbattuto gli Stati?

            basterebbe un accordo tra un numero abbastanza limitato di Stati per azzerare la capacità delle multinazionali di eludere le tasse

            più che una grande conseguenza della globalizzazione, vedo un (lungo) momento di debolezza della politica

            anche perchè quelli che i soldi li intascano, mica vogliono andare a vivere sull’Isola di Mann o in Burundi

            in alternativa, basterebbe spostare la tassazione sui soli consumi invece che anche sui redditi, e redistribuire quello

            ciao

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Francesco

              “anche perchè quelli che i soldi li intascano, mica vogliono andare a vivere sull’Isola di Mann o in Burundi”

              Infatti, faranno come fanno negli Stati Uniti, dove le aziende, prima di aprire una sede, mettono in concorrenza un comune con l’altro per ottenere il massimo ribasso fiscale.

              Comunque, il capitalista oggi non va va vivere sull’Isola di Man. Ci tiene i soldi, a parte i quattro spiccioli che gli servono per comprarsi la villa a Londra e l’altra sul Lago di Como. E lì paga fino all’ultimo le tasse sui rifiuti e l’IMU.

              Poi i soldi non sono sacchi di oro che uno si porta dietro. Non stanno nemmeno sull’Isola di Man, a pensarci. Stanno nella cliccasfera virtuale, ovunque disponibili ai loro proprietari, ovunque assenti per il resto.

              La tesi della “politica che è debole” è la radice del pensiero di Trump: “smettiamo di subire, adesso decidiamo noi”.

              Ma se la politica è debole, non è perché ci sono “governanti imbelli”. E’ perché esistono cose più forti della politica.

            • Francesco scrive:

              la politica è debole perchè
              1) metà segue stupide idee socialiste impraticabili
              2) accetta di essere debole

              in realtà è molto forte, fino a quando non sfida le leggi di Natura

            • Z. scrive:

              Se le leggi di Natura fossero così Naturali non servirebbero le norme positive.

              Peraltro quali sarebbero?

            • Francesco scrive:

              non spiego queste cose a un pericoloso comunista!

              😀

  18. mirkhond scrive:

    “Poi mi chiedono perché in fondo in fondo speravo che vincesse la Le Pen invece del nuovo idolo della post-sinistra.”

    Non eri il solo.
    Quest’eurocrazia di merda meritava una lezione.
    E invece che fanno? Per paura dei “fascisti”, premiano chi gliela continuerà a mettere in culo!

    • Moi scrive:

      la Lezione arriverà _ anzi : arriverah 😉 _ ma NON risparmierah 😉 nessuno 🙂 .

    • Francesco scrive:

      Duca,

      posso farti una domanda seria seria? pensi davvero che una Le Pen (o un Salvini) possa non essere mille volte peggio della “eurocrazia”?

      Ciao

  19. mirkhond scrive:

    “non c’è un motivo particolare per cui i miliardari dovrebbero gradire di donare i loro soldi allo Stato italiano anziché a quello panamense.”

    Ma infatti! I soldi bisogna prenderglieli puntandogli la bajonetta in culo!

    • Z. scrive:

      Credo che Miguel – di cui mi ergo a indegno interprete – dubiti soprattutto della possibilità di riuscirci, a costringerli.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Z

        “Credo che Miguel – di cui mi ergo a indegno interprete – dubiti soprattutto della possibilità di riuscirci, a costringerli.”

        Interprete degnissimo.

        Infatti, è questo – e non la retorica sul “fascismo” – il vero punto debole di proposte come quella della Le Pen.

  20. mirkhond scrive:

    I veri fascisti siete voi, insomma, e non ve ne rendete neppure conto 😀

    🙂

    • Moi scrive:

      Il Sovranismo (demonizzato in “Populismo” dal Severgino di turno …) NON è Fascismo. Il TurboLiberismo Apolide AnarcoFinanziario e pure Anomico è l’ Ultima Fase del Capitalismo, poi è la volta buona che il Capitalismo crolla sul serio 😉 !

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Moi

        “Il Sovranismo (demonizzato in “Populismo” dal Severgino di turno …) NON è Fascismo”

        Il “Sovranismo” è stato un aspetto importante del fascismo (e non solo del fascismo) dopo la crisi del 1929.

        Credo che sia sempre meglio cercare però le radici di un fenomeno, che la maniera in cui si adatta dopo alla realtà.

        E le radici del fascismo stanno nella grande lotta di classe del 1920 e dintorni. Dove c’è sicuramente un elemento di attualità, l’idea di sostenere la grande industria nazionale attraverso un governo forte.

        Però il nemico non erano gli immigrati o le banche, ma gli operai organizzati, nonché i mezzadri: questo fu un tratto essenziale del fascismo, cruciale per il suo successo, e qui veramente non vedo alcun parallelo oggi.

        Per questo parlare di “fascismo” oggi mi sembra insensato.

        • Roberto scrive:

          “Però il nemico non erano gli immigrati o le banche, ma gli operai organizzati, nonché i mezzadri: questo fu un tratto essenziale del fascismo, cruciale per il suo successo, e qui veramente non vedo alcun parallelo oggi.”

          Prova ad andare ad un raduno del front national con una bandierina di un qualsiasi sindacato…

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Roberto

            “Prova ad andare ad un raduno del front national con una bandierina di un qualsiasi sindacato…”

            Non so, non ci ho mai provato 🙂

            Se leggi i testi fascisti negli anni Venti, vedrai che i “bolsceschifi” venivano accusati di essere grassi contadini che volevano far morire di fame le città e che i sindacalisti erano sfaticati che amavano scioperare e impedivano alla gente di lavorare. Sono questi i discorsi che fanno eccitare quelli del Front National?

            • Roberto scrive:

              La storia non può ovviamente ripetersi identica ed i discorsi sui bolscevichi ovviamente non li fa più nessuno (da Berlusconi in poi almeno….)

              Sindacalisti sfaticati che amano scioperare ed impediscono alle persone di lavorare sono invece una figura ben presente nell’immaginario dei frontisti, soprattutto se parli di sindacati nel settore pubblico, contro i lavoratori del privato spremuti come limoni

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “soprattutto se parli di sindacati nel settore pubblico”

                A questo ci credo. E ovviamente anche in questo ci possono essere elementi affini – i fascisti odiavano in particolare i ferrovieri.

                Ma la sindrome fondamentale, del terrore di un’immensa insurrezione interna da parte dei lavoratori, coadiuvati da una mitica potenza straniera come la Russia, manca.

                Poi, siccome tutti i comportamenti umani alla fine si somigliano, possiamo trovare paralleli con la paura del terrorismo islamico dell’ISIS. Sono paralleli che esistono; ma esiste anche il parallelo con l’idea dell’Uomo Forte che concilia le classi sociali e fa unire tutti a produrre, insomma con Renzi.

                Ogni parallelo è possibile, ogni parallelo è fuorviante, ogni parallelo è strumentale.

            • Roberto scrive:

              Poi per carità, macron mi sembra amico dei sindacati quanto Renzi, ma tra ostile (macron) e nemico (le pen) c’è la differenza fra destra e estrema destra (se non ti piace il termine fascismo)

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “estrema destra (se non ti piace il termine fascismo)”

                Ma tutti i termini vanno benissimo; e poi conosco l’Italia meglio della Francia.

                Certamente da noi, oggi, l’odio e il terrore verso le Possenti Masse Proletarie del proprio paese non li vedo.

                Non vedo nemmeno le Possenti Masse Proletarie.

                La “guerra civile” europea con le sue tragedie si fondava su questo scontro: da una parte, il sogno di ribellione e di controllare i famosi “mezzi di produzione”; dall’altra, il terrore di questo sogno, e la volontà di creare un’unica nazione “pacificata” e dove le divisioni di classe fossero sostituite da una specie di militarizzazione generale volontaristica.

                “Destra” e “Sinistra” si misuravano su questo, e sulla questione della ridistribuzione dell’immensa ricchezza che il capitalismo industriale produceva.

                Poi gli esseri umani si somigliano sempre, ma è questo quadro che è cambiato.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “Sindacalisti sfaticati che amano scioperare ed impediscono alle persone di lavorare sono invece una figura ben presente nell’immaginario dei frontisti, soprattutto se parli di sindacati nel settore pubblico”

              Mi pare che questo sia immaginario collettivo da un pezzo, almeno in Italia. “I sindacati difendono i fannulloni” “i sindacati si oppongono al cambiamento” “i sindacati sono ancorati al passato” “gli scioperi sono sempre di venerdì perché questi vogliono fare ponte”…
              Nell’ufficio dove sta mio fratello usano “sei della Cgil” come insulto.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                ““i sindacati si oppongono al cambiamento”

                però la tragedia è che è anche vero.

                All’apice della Grande Bolla, il dipendente Tizio ha maturato il diritto di ottenere dal Datore di Lavoro una serie di cose.

                Ed è perfettamente comprensibile che cerchi di mantenerle (come è comprensibile che il Datore di Lavoro cerchi di tirare la coperta dalla parte propria).

                Per farlo, il Dipendente si rivolge al Sindacato, un’enorme macchina che fa le stesse cose che faceva settant’anni fa.

                Il sindacato compie alcuni gesti automatici un tempo efficaci, che oggi non servono assolutamente a nulla: tipicamente, i famosi scioperi rituali di un giorno che se sono nel privato, non succede niente; se sono nel pubblico fanno risparmiare un po’ di soldi allo stato e fanno arrabbiare gli utenti (“gli scioperi sono sempre di venerdì…”).

                Il problema di fondo è che non c’è più bisogno dei lavoratori: se per un giorno decidono di rinunciare allo stipendio, i primi a fare festa sono i “datori di lavoro”.

            • Z. scrive:

              Miguel,

              ho un amico che me lo dice sempre: quando scioperiamo gli facciamo un favore.

              Tra l’altro non è sempre facile trovare alternative.

              Anni fa mi chiedevo: “ma perché quando glI AFT sciopero non si limitano a far scioperare i controllori?”. Forse ci ha pensato anche la dirigenza, non so, fatto sta che oggi i controllori a Bologna mi risulta siano esterni a tempo determinato.

              In altri lavori scioperare è addirittura peggio: devi recuperare una giornata di lavoro, e subisci pure la trattenuta.

              • Miguel Martinez scrive:

                per Z

                “Tra l’altro non è sempre facile trovare alternative.”

                Questo è un argomento su cui mi incavolo da anni con il mondo degli insegnanti (e dove l’insegnante di casa è d’accordo con me).

                Lo sciopero degli insegnanti (non parlo di altre categorie che non conosco) è un favore al “sistema”. Questo è un dato di fatto inoppugnabile, non solo un’ipotesi.

                Fa risparmiare soldi allo Stato e fa schiumare gli utenti di rabbia ingiustificata contro gli insegnanti.

                Ora, l’alternativa esiste ed è semplice ma improponibile.

                In tutte le cose a cui gli insegnanti giustamente si oppongono, ci sono un sacco di inghippi legali – classi troppo affollate, mancanza di sicurezza, leggi fatte a membro di terrier, violazioni di leggi del 1902 mai abrogate…

                Immagina mille insegnanti in tutta Italia (una percentuale infima) che vanno regolarmente a scuola.

                Danno ai genitori un foglio dove c’è scritto, “io oggi rinuncio allo stipendio perché voglio una scuola migliore per tuo figlio”.

                Danno i 30, 50 euro della giornata a un fondo comune che va a uno studio di avvocati FEROCI.

                Gli avvocati FEROCI con 50.000 euro ti fanno mettere in carcere il ministro 🙂

                Quando abbiamo proposto di fare così, le reazioni sono state isteriche e semopre uguali – “non si può scavalcare il Sindacato!” “No, continuiamo con gli scioperi come sempre, così facciamo vedere che siamo anche disposti a rinunciare a un giorno di stipendio!”

            • Peucezio scrive:

              E’ che la gente ragiona come se l’automobile andasse ricoverata nella stalla e si rifornisse di biada anziché di benzina. Poi vede che non cammina, malgrado la biada, e si chiede stupita come mai.

  21. Moi scrive:

    la Francia ha perso una Grande Occasione di Sinistrissima 😉 in termini di Femminismo 🙂 … ma come ?! Chi piange tutte le proprie lagrime perché è mancata la Prima Donna alla Casa Bianca … esulta perché è mancata la Prima Donna all’Eliseo ?!

    …. Quand’è che arriva il Guareschiano Fattorino di Partito trafelato con l’ Errore di Stampa e il Contrordine Compagni ?!

    http://www.roars.it/online/wp-content/uploads/2015/07/CONTRODINECOMPAGNI.jpg

  22. Moi scrive:

    “Fattorino” e “Garzone” sono parole sicuramente NON politically correct, dal sapore inconfondibilmente “annicinquantoso” 🙂 … però vengono ancora utilizzate abbastanza, almeno in Emilia Romagna, da chi era almeno “cinno” negli Anni Cinquanta; sarà la vestigiale “Sacralità Laica” del Lavoro (quella piacevole LibroCuorata 🙂 per cui il Muratorino, NON può “essere sporco” … ) , suppongo.

  23. Z. scrive:

    Ma quelle sono balle per far fesso l’elettore, oggi come ieri, e proprio per le ragioni che dici tu.

    Sulla patrimoniale Grillo ha ragione, Cuperlo ha torto e il Casanova in Triciclo lo ha dimostrato. Non funziona, se non è sugli immobili. Se è sugli immobili, in Italia ci perdi le elezioni (in Francia non so).

  24. Moi scrive:

    Dans le Gatestone Institute, Yves Mamou écrit : « Emmanuel Macron, idiot utile, n’est pas à proprement parler un allié de l’islamisme. C’est pire, il ne voit pas le problème. »

    http://www.dreuz.info/2017/05/09/macron-linfidele-utile-de-lislam/

  25. Moi scrive:

    La Vittoria di Macron ha tolto all’ Europa la Speranza che la Vittoria di Donald Trump aveva ridato al Mondo …

    • Moi scrive:

      la Francia si è arresa … NON ha riconquistato l’ indipendenza dalle Elites MassoFinanziarie, NON ha attuato politiche contro la Colonizzazione Islamica mediante Enclavi Ipso Facto del Califfato in ogni banlieue … ricordo che la Profezia di Houellebecq è datata 2022 !

      • Moi scrive:

        A cambiare, la Francia non ci ha nemmeno provato … non ci ha nemmeno provato ! In fondo, rinnegato lo Spirito Guerriero, rinnegata sé stessa.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Moi

          “A cambiare, la Francia non ci ha nemmeno provato”

          Ma secondo me, Marine Le Pen ha stravinto: un partito attaccato da tutti, senza agganci, considerato fuori da tutto il consesso ed estremista, se supera il 10% dei voti è già incredibile, specie contro un candidato che rappresenta in sé destra, sinistra e pure “la novità”. Considerando poi che la crisi è appena agli inizi, la Francia non è ancora in condizioni greche.

          Come per me ha vinto anche Wilders, con il suo buffo aspetto e il suo partito noiosamente monotematico.

          Alle regionali del 1970, l’MSI di Almirante passò (se ben ricordo) dal 5% all’8% dei voti e fu panico in tutto il paese: nessuno negò che era stata una “vittoria dell’MSI”.

          Poi pretendere o temere che candidati così, oltre a prendere una barca di voti, arrivino pure al 51% mi sembra eccessivo.

          Piuttosto, come dice Nicole Foss, la cosa interessante sarà quando in qualche paese si presenterà un candidato “fuori dal sistema” che non sia Marine Le Pen o Wilders.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Piuttosto, come dice Nicole Foss, la cosa interessante sarà quando in qualche paese si presenterà un candidato “fuori dal sistema” che non sia Marine Le Pen o Wilders.

            Macron, Renzi, Grillo e Berlusconi.

            • Z. scrive:

              Secondo me nessuno di loro lo è davvero, salvo forse Grillo

              Che infatti è quello che ha meno interesse a governare, oltre ad essere il meno indicato a farlo.

              Poi certo, a Renzi piace dire di essere contro l’apparato. Solo che l’apparato è suo dal 2013. Poi ora che il Bersa è uscito…

            • Roberto scrive:

              Macron e Renzi fuori dal sistema?

      • habsburgicus scrive:

        Houellebecq per primo si è arreso
        ha votato per Macron 😀

    • Roberto scrive:

      L’hai presa bene….

      • Z. scrive:

        E non ha ancora saputo della bella Marion.

        • Moi scrive:

          Be’: la Francia (e mi sa tutta l’ Europa, almeno a Ovest della Ex Gloriosa Kortina di Ferro) è diventata come una donna che si innamorasse a posteriori dei propri stupratori : Islam e UE !

          • Moi scrive:

            Paul Verhoeven su’sta cosa ci ha fatto un film osannato _ perfino oggi come oggi _ da pubblico e critica … quindi non è certo un’ eventualità impossibile.

          • Francesco scrive:

            Moi

            veramente per te “rispetto degli impegni presi in materia di bilanci dello Stato” e”stupro” sono fenomeni equivalenti?

            non capisco cosa TU abbia contro la UE; capisco Salvini&C. che non possono più promettere mari e monti ai loro elettori ma NOI sappiamo che quelle sarebbero lo stesso bugie

            ciao

  26. Moi scrive:

    … Mi sembrano tutti Spettrali Presagi di una Vittoria del PD nel 2018 !

  27. Moi scrive:

    George Soros commenta la Vittoria di Emmanuel Macron :

    https://www.youtube.com/watch?v=XAvrrcHbp4o

    😉

  28. roberto scrive:

    Miguel
    “Ma secondo me, Marine Le Pen ha stravinto:”

    e Moi
    “Be’: la Francia (…) è diventata come una donna che si innamorasse a posteriori dei propri stupratori ”

    io credo che Miguel abbia sostanzialmente ragione e che moi non abbia capito bene la situazione e che quindi si disperi per niente.

    1. le pen ha preso al secondo turno 10.000.000 di voti che sono un’enormità per il Fascio Nazionale. alle ultime regionali avevano preso 7.000.000 di voti (al secondo turno),

    2. capisco un po’ di delusione per i fascisti, poteva essere la volta buona. con la scomparsa di fillon e dunque della destra istituzionale restava solo le pen a destra. tuttavia, nonostante la nullità della figura di fillon, non c’è stato quel passaggio in massa da fillon e le pen che ci si potea attendere (e io personalmente mi attendevo, e sono felicissimo di essermi sbagliato). non so a cosa sia dovuto, forse semplicemente i francesi non sono abbastanza pronti per essere salvati dall’estrema destra, forse le pen era veramente imbarazzante (chi ha visto l’ultimo dibattito con macron prima del secondo turno capirà…anche se non era più imbarazzante di trump….), forse macron è risultato più rassicurante e almeno da l’impressione di sapere di cosa parla….probabilmente tutte queste cose insieme

    3. quanto agli stupratori, certo gli islamofobi non hanno motivo di essere contentissimi (ma le pen + dupont aignan sono 12.000.000 di voti xenofobi, non malissimo, dai)
    Però gli eurofobi hanno veramente di che festeggiare e pure alla grande: se sommi ltutti gli eurofobi, le pen+mélenchon+dupont aignan (I turno) hai 16-17 milioni di voti….**il primo partito di francia**! ripeto di **francia** mica una isoletta sperduta nella nebbia oltremanica che non è mai stata veramente nel progetto….
    ecco perché nonostante sia contento della sconfitta di le pen (più che della vittoria di macron), sostanzialmente non ho nulla da festeggiare, mentre al posto di moi io stapperei una bottiglia di prosecco

    • Francesco scrive:

      Fillon ti è antipatico? se non gli avessero sparato contro quello scandaletto, che sembra veramente costruito a tavolino, sarebbe Presidente lui

      è così pessimo?

      ciao

      • roberto scrive:

        fillon secondo me è semplicemente una brutta copia di sarkozy (per il quale ho, diciamo, una simpatia abbastanza limitata)….ti sarebbe piaciuto
        🙂

        comunque sullo scandaletto, beh è la dura legge dei moralisti. tuoni ogni giorno contro lo stato che sfrutta i cittadini fino all’osso e poi dai uno stipendio pubblico alla moglie (per non fare nulla) e pure ai figli? notare che la moglie rilasciava interviste per dire che a lei la politica non interessava, non l’aveva mai fatta e si prendeva 50.000 euro all’anno per fare l’assistente parlamentare del marito….

  29. mirkhond scrive:

    La Le Pen però non ha vinto.
    Dunque l’eurocrazia può sentirsi salva.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Mirkhond

      “Dunque l’eurocrazia può sentirsi salva.”

      Senza offesa, ma forse tu hai un’idea un po’ troppo televisiva di queste cose 🙂 Nel senso che la televisione ci presenta le elezioni come se fossero una gara tra futuri sovrani.

      La Le Pen al governo avrebbe potuto fare ben poco, nel bene o nel male, anche in una repubblica presidenziale come la Francia.

      Pensa a Trump che dopo qualche mese, a parte buttare un paio di bombe come può fare ogni presidente degli Stati Uniti quando gli girano, si trova bloccato ovunque si muova.

      Far cambiare rotta a un transatlantico è una roba immane, impossibile più o meno per chiunque.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Martinez

        “Far cambiare rotta a un transatlantico è una roba immane, impossibile più o meno per chiunque”

        Nei pochi anni di un mandato presidenziale hai certamente ragione tu.

        Ma non te lo devo mica dire io: non sottovalutare l’impatto simbolico.

        Le Pen all’Eliseo vuol dire Faurisson alla Sorbona.
        https://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Faurisson

        O quanto meno vuol dire che quelli come Faurisson si sentono autorizzati a rialzare la testa.

        Le conseguenze a lungo termine sarebbero devastanti.

        Proprio come rischiano di esserlo quelle di Trump sul futuro del clima:
        https://www.vice.com/en_us/article/trumps-climate-change-policies-keep-getting-worse

        Non hanno il tempo di agire subito.

        Ma il sonno della Ragione genera mostri.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Miguel Martinez scrive:

          per ADV

          “Le Pen all’Eliseo vuol dire Faurisson alla Sorbona.”

          Non sapevo che Le Pen avesse proposto Faurisson alla Sorbona. Comunque non si parlava di storiografia del secolo scorso, Mirkhond aveva parlato degli “eurocrati”.

          • mirkhond scrive:

            Mi sembra che la Le Pen abbia preso le distanze dalle posizioni antigiudaiche di suo padre.

            • roberto scrive:

              le ha sostituite con posizioni anti-islamiche sicuramente più alla moda del trito razzismo novecentesco

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Mirkhond

              “Mi sembra che la Le Pen abbia preso le distanze dalle posizioni antigiudaiche di suo padre.”

              Non lo so, ADV ha fatto un’affermazione precisa, è una persona molto preparata che non dice le cose a caso, e quindi aspettiamo che lui ci spieghi meglio la proposta di Faurisson alla Sorbona, e anche il potere del presidente della Repubblica sulla Sorbona.

              Se ha ragione, ha ragione; probabilmente sono io che sono poco informato.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Martinez

            Dubito che il presidente della repubblica francese possa formalmente nominare i professori della Sorbona. Pero’ la domanda è importante e richiede a una risposta che porta lontano! 🙂

            Se il presidente conferisce la Legion d’Onore (o simile titolo) a uno come Faurisson, a che titolo la Sorbona può negare al premiato un invito a parlare dalle proprie sale per le conferenze? Nemmeno alla Sorbona conviene mettersi contro l’Eliseo.

            Senza contare la ricaduta mediatica e sul piano simbolico – che qui mi interessa di più.

            E non vale mica solo per la Francia.

            Uno può decidere di non comprare il giornale dove Feltri dice che basta lasciar annegare i migranti sul primo, sul secondo, sul terzo barcone… e il quarto barcone non parte più.

            Ma se Mattarella decide di conferire a Feltri l’Ordine dei Cavalieri del Lavoro, chi è che alla Bocconi rifiuterà di fa tenere a Feltri qualche conferenza sul problema dell’immigrazione?

            Più in generale, qui da noi o in Francia o altrove, il punto è che esiste un corpus di affermazioni/immagini/memi (mi pare eccessivo nobilitarle col termine di ‘dottrine’) che – come la pornografia – sono inaccettabili in pubblico, e sono riservate alle chiacchiere da bar e/o alle più screditate trasmissioni simil-Voyager.

            E’ precisamente il rifiuto – forse ipocrita ma non per questo meno categorico – di tale corpus che identifica il discorso pubblico, unificando i vari attori sociali con una unanimità davvero ermetica. Unanimità che magari nasconde il vuoto ma che non per questo è meno valida.

            Come dice il mio concittadino “solo possiamo dirti / ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”.

            Tale corpus include per esempio la pedopornografia, il negazionismo delle camere a gas, il negazionismo della ‘leggenda nera’ dell’Inquisizione, il maschilismo, la subordinazione della libertà sessuale individuale a una superiore Provvidenza celeste, gli UFO, l’esaltazione della guerra come igiene del mondo, il rifiuto del soccorso in mare dei migranti, l’ineguaglianza delle razze umane, il moto perpetuo, la negazione della rotondità della Terra.

            Anche se riferite a realtà che raramente si sono osservate di persona, per noi questi memi sono delle palpabili ‘sverità’ nel senso orwelliano: spesso non direttamente confutabili (difficile smentire chi sostiene sarebbe meglio far annegare qualche migrante per salvare noi e loro senza verificare in pratica), ma considerate affermazioni false in modo evidente – come l’affermazione di chi sostenesse che tutti gli esseri umani hanno uguale statura.

            Cosi’, chi viola il tacito patto e sostiene per esempio che la Terra è piatta si deve rifugiare nel complottismo, che essendo una palese violazione del rasoio di Ockham è l’ultimo rifugio degli incapaci (lo so, lo diceva Benjamin Franklin della violenza, ma anche il complottismo è una violenza a Ockham 🙂 ).

            Ad esempio, chi nega le camere a gas è portato a considerare che la diffusa fede nella loro esistenza sia dovuta a un’immensa cospirazione volta al riconoscimento di uno stato di eccezionalità (in positivo) degli Ebrei – dottrina questa nazista per eccellenza. Il che ha portato alle leggi che reprimono il negazionismo. Anche se solo un’idea di per sé innocua, essa diventa pericolosa per quel che presuppone in chi ci crede: la fede nella congiura giudaica, fede che a sua volta ha già portato, appunto, all’Olocausto.

            La civiltà e la ragione – qui ha visto bene Del Noce – si basano dunque su una gigantesca rimozione collettiva.

            Non possiamo accettare ad esempio l’idea che i massacri nel terzo Mondo (ad es. Ruanda) si sarebbero svolti anche in assenza dell’Occidente brutto e cattivo con e sue multinazionali e i mercanti d’armi – anche se verosimilmente è proprio così; metà della predicazione del Papa è appunto la rimozione di questo fatto. Non possiamo accettare che i femminicidi di massa di Ciudad Juarez abbiano quanto meno una propria concausa in un radicato maschilismo locale – no, deve essere tutta colpa di oscuri complotti orditi dalla superpotenza del Norte. Non possiamo accettare che la guerra civile Siriana sia innanzitutto una guerra civile Siriana: no, deve essere tutta colpa di Putin/Obama/TelAviv/impotenza_dell’Europa_non_abbastanza_unita.

            Per combattere mostri reali, dipingiamo il nostro cielo di mostri immaginari. Questa opzione di ‘painted sky’ http://lunaticoutpost.com/thread-740892.html
            è un noto artifizio del potere. E al potere, appunto, si affida la ragione per sopravvivere alla follia. (Per scoprire il principio di Archimede ci è voluto, appunto, Archimede. E Archimede per mangiare ha avuto bisogno dell’ambiente creato prima di lui da Dionisio, non esattamente uno stinco di santo).

            Tornando perciò alle elezioni in Francia: beh, poteva andare peggio, molto peggio.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              La civiltà e la ragione – qui ha visto bene Del Noce – si basano dunque …
              su una serie di cazzate galattiche?

              sai che non ho capito il succo del tuo discorso, se non che tutto sommato in 1984 sapresti da che parte stare?

              ho sempre pensato che le dottrine false si combattessero con la verità, non con le baionette o l’ostracismo.

              ciao

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Francesco

              La tua fiducia nel potere della Verità è commovente. Dico sul serio.
              🙂

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Francesco

              Ho chiuso il messaggio troppo presto 🙁

              Ho dimenticato così di riassumere il succo del mio post: ogni civiltà, ogni cultura si porta dietro la propria verità, i propri saperi, la propria falsa coscienza, e li difende con la censura preventiva. Sopravvive chi meglio si adatta: “quando c’è da disegnare un fucile o un aeroplano, due più due fa quattro” (‘1984’). Finché il calendario serve solo per gli oroscopi e per sapere quando raccogliere il granturco, l’astronomia dei Maya è tanto ‘vera’ quanto la nostra. Se si tratta di mettere in orbita dei satelliti spia, Newton è decisamente meglio. “La realtà della quale possiamo parlare non è mai la realtà in sé, ma è una realtà filtrata dalla nostra conoscenza o persino, in molti casi, da noi configurata. Se […] si obietta che dopotutto c’è un mondo oggettivo completamente indipendente da noi e dal nostro pensiero […], si deve opporre il fatto che già la parola c’è appartiene al linguaggio umano e non può quindi significare qualcosa che non sia in relazione alla nostra capacità conoscitiva” (‘Werner Heisenberg, “L’ordinamento della realtà”, 1942; è proprio lui, lo Heisenberg del principio omonimo della meccanicaa quantistica).

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              Rispondo al buon fisico che, quando prendo un pestone all’alluce contro uno spuntone di cui non sapevo nulla, la parola non mi serve per spiegare come ho fatto a farmi male con una cosa che non c’era nel mio mondo immaginale ma per citare tutte le divinità e semi-divinità dell’Olimpo!

              Sono persuaso che il tempo sia un alleato prezioso della verità, almeno dall’inizio dei tempi umani fino a oggi. per il futuro, spero continui così.

              Di certo non lo è il potere.

              Ciao

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “Rispondo al buon fisico”

                Però attenzione a polemizzare con ADV.

                ADV ha scelto un modo di esprimersi molto particolare: segue un’idea fino alle sue logiche conclusioni.

                E questo è un bene per tutti noi, perché ci permette di misurarci, non con questa o quella persona simpatica, ma con un’Idea.

                E’ chiaro che ogni idea, portata fino in fondo, permette un’infinità di obiezioni alla sua realizzazione pratica, e quindi è facile trovare questa o quella obiezione, in qualche fatto minore.

                Ma ADV ci sfida a rispondergli sull’essenziale, e lì anch’io spesso ho deviato e mi sono perso nel rispondere su piccole cose.

            • Francesco scrive:

              >> ogni civiltà, ogni cultura si porta dietro la propria verità, i propri saperi, la propria falsa coscienza

              ed è tanto più viva quanto più ci si accapiglia e li sottopone a critica.

              credo sia il punto che mi rende irriducibilmente anti-fascista.

              ciao

            • Peucezio scrive:

              Allora mi sfugge il succo.
              Non ho capito perché, fra tutte le mitologie della storia, dovremmo essere così affezionati a queste mitologie, che pretendono di essere verità razionali, quindi, al contrario delle mitologie vere, mistificano.
              E soprattutto, se il punto è che una mitologia si accredita in una manciata di generazioni (la guerra mondiale è finita tre generazioni fa, mia madre si ricorda ancora benissimo i bombardamenti), quanto poco tempo è necessario perché si sostituisca alla verità o al mito dell’ebreo cattivo, la verità o il mito dell’ebreo perseguitato? E così per tutto il resto (la pedopornografia è stigmatizzata sì e no da una ventina d’anni, non di più: negli anni ’70 i figli dei fiori la tolleravano benissimo, eppure erano progressisti).
              Cioè basta che una mattina il potere si alzi e cambi idea e noi tutti dietro?

      • roberto scrive:

        miguel
        “La Le Pen al governo avrebbe potuto fare ben poco,”

        oddio, il brexit sembra dare indicazioni opposte.

        su trump ho un po’ l’impressione che non abbia la minima idea di come muoversi, fosse appena un po’ più sveglio o meglio consigliato potrebbe fare danni a piacimento

        per il resto concordo con ADV

    • roberto scrive:

      Mirkhond
      “Dunque l’eurocrazia può sentirsi salva”

      hai letto quello che ho scritto a miguel e moi, in particolare il punto 3?

  30. mirkhond scrive:

    In effetti….. 🙂
    Però ti viene sconforto al pensiero che non si può fare niente contro l’euroglobalizzazione banksteristica.
    Che Dio ci salvi…….

  31. mirkhond scrive:

    lo sconforto

  32. mirkhond scrive:

    Una riflessione sulla sconfitta della Le Pen:

    MACRON E DINTORNI. SOPRATTUTTO DINTORNI.
    Maurizio Blondet 10 maggio 2017

    di Roberto PECCHIOLI

    E’ troppo presto per elaborare il lutto. La botta è forte, il misero 35 per cento di Marine Le Pen pesa come un macigno e giustifica lo scomposto entusiasmo delle oligarchie e dell’esercito mediatico ed intellettuale schierato con Macron, il nuovo beniamino del progressismo universale, il funzionario della famiglia Rothschild divenuto presidente della Francia. Cerchiamo di mantenere un briciolo di lucidità e, archiviato con sofferenza l’oggi, pensiamo immediatamente al futuro.

    Partiamo da lontano: dopo la Brexit e la vittoria di Trump, le oligarchie mondialiste hanno avuto paura ed hanno innescato una reazione durissima ed a largo raggio. La loro azione si può paragonare, giusto per rimanere ancorati alla storia francese intrecciata con quella dell’Europa tutta, ai famosi cento giorni che intercorsero, nel 1815, tra la fuga di napoleone dall’Elba e la vittoria angloprussiana di Waterloo. Già dal 1814, imprigionato Napoleone, si svolgeva il Congresso di Vienna volto alla restaurazione degli equilibri intraeuropei distrutti dalla Rivoluzione prima, poi dall’onda napoleonica che diffuse nell’intero continente le idee nuove.

    L’entusiasmo dirompente, da scampato pericolo delle élite che hanno imbrogliato il popolo una volta di più, somiglia davvero al Congresso di Vienna. La restaurazione, o meglio una nuova stretta sulla presa feroce dei poteri finanziari e tecnocratici mondialisti è in atto. Macron ne sarà il perfetto esecutore. Epperò, la restaurazione non durò poi molto, e l’esplosione del 1848, anticipata in Francia dal 1830 di Filippo Egalité e dai cento nazionalismi crescenti in ogni angolo d’Europa travolsero la costruzione di Metternich e della solita Inghilterra, sempre abilissima nel “divide e t impera”.

    Nessuna vittoria è definitiva, se si lavora come termiti per togliere la terra sotto i piedi al nemico. Nemico, non avversario, nel senso schmittiano ed anche, molto semplicemente come presa d’atto che nemico è considerato ogni pensiero alternativo al lessico tecnocratico liberale. La guerra continua. Incassiamo la testa nelle spalle, ingoiamo senza dimenticare nessun volto e nessun nome di quelli dei festeggiamenti scomposti – europoidi ed italiani- per lo scampato “mal francese” e avanti tutta.

    Ma per approdare dove? Occorre una riflessione severa e serena affinché il fuoco non si spenga, ma anzi si propaghi sino alla vittoria dei popoli. Un primo punto, contingente, è riconoscere l’inadeguata prestazione di Marine Le Pen nel dibattito a due. Ha perduto in due ore quei cinque punti di recupero che aveva conquistato, ad unanime giudizio dei sondaggi. L’attacco virulento, l’assalto all’arma bianca sono l’ultima risorsa del molto debole. Fin troppo facile, per il signorino viziato targato Rothschild accreditarsi come l’uomo dell’ordine e della pace sociale. Secondo elemento: la violenza del regime si è dispiegata con tutte le sue risorse, ed è parso chiaro al francese medio che la vittoria del Front sarebbe sfociata in un clima di guerra civile alimentata ad arte. Terzo, la sinistra “sociale” non è in grado di superare i vecchi pregiudizi novecenteschi. Tuttavia, milioni di schede bianche e nulle – i voti validi sono stati appena 31 milioni, dimostrano che lo schema “ni patrie, ni patron, ni Le Pen ni Macron” è forte. I segnali della nascita di un “fronte sociale” ci sono tutti. Il problema è quello di saldarlo con un altro fronte, quello in senso lato, nazionale e sovranista. Quarto, la destra liberale e quella conservatrice – a Parigi come a Roma – risponde senza esitare al richiamo dell’oligarchia. Alla larga, definitivamente.

    Vi sono anche elementi di speranza. In Francia, un terzo dell’elettorato, e milioni di astenuti, si sono comunque schierati contro il sistema globalitario. In più, l’agenda politica è stata dettata dal Front National, e, dall’altro lato, dai cosiddetti ribelli, o renitenti, (la France insoumise) di Mélenchon. Un’altra osservazione è che in Francia l’oligarchia è dovuta scendere in campo direttamente, con un brillante burattino di bell’aspetto azionato da uno dei più alti funzionari del mondialismo, Jacques Attali, teorico, tra l’altro, del “poliamore”.

    C’è di più, ed è la generalizzazione delle grandi coalizioni. Se Frau Merkel governa con i socialdemocratici, lo spagnolo Rajoy sta in piedi per le astensioni e il benevolo atteggiamento dei socialisti. Lo stesso Macron, tra un mese, dovrà necessariamente fare i conti con una maggioranza parlamentare allargata ai repubblicani di ascendenza gollista ed ai resti del PS. Roma seguirà a ruota, come tutto fa prevedere, a partire dal nuovo profilo “liberal” dell’ex Cavaliere, cui daranno volentieri man forte centrini vari e non pochi orfanelli in crisi di astinenza da auto blu e poltrone ministeriali, il tutto sotto il comando del Buffalmacco di Rignano sull’Arno.

    Il futuro sembra segnato: il cerchio del potere si chiude in se stesso poiché non riesce più a riprodurre il consenso di massa. La società dei due terzi che stanno bene e del terzo che soffre sta rovesciando le sue percentuali. Il dissenso, diffuso quanto impotente, è diviso, rissoso, guarda al dito e non alla luna e non pare capace di costruire fronti, stringere alleanze in grado di ribaltare i rapporti di forza. Non si riescono a scardinare le categorie e le fratture del secolo scorso, diventate gabbie le cui chiavi sono in mano ai costruttori del consenso, ergo ai padroni perpetui, globali. Mentre qualcuno anima un fronte sociale, nessun vero dialogo, tanto meno alleanza si intravvede con gli ambienti identitari e sovranisti.

    L’impasse diventa tragedia e riconsegna il potere ai soliti noti. Nel caso di Macron, l’aggravante è la sfacciata appartenenza alla casta usuraia, unita all’esibizione di simboli massonici: l’Inno alla Gioia suonato prima della Marsigliese, la foto davanti all’equivoca piramide postmoderna che sfigura il piazzale del Louvre. Marine Le Pen sembra aver capito di trovarsi, da protagonista, ad un tornante della storia, ed ha annunciato il cambio di nome del suo movimento, per favorirne il riposizionamento politico sul crinale che Alain Soral chiama “destra dei valori, sinistra del lavoro”. Occorrerà verificare il programma, ed anche scoprire chi comporrà lo stato maggiore, ma l’intuizione è forse l’unica (ultima?) via d’uscita.

    In Italia, un intellettuale come Marcello Veneziani esorta ad un nazionalpopulismo con quattro punti principali. Il primo è la sovranità, ovvero la rivendicazione della sovranità popolare, nazionale, politica ed economica unita al passaggio dalla pulsione populistica alla visione comunitaria. Il secondo tema è la cura prioritaria degli interessi nazionali anche sul piano economico, e dunque “la necessità di proteggere e tutelare le economie locali e nazionali, i ceti popolari, i prodotti autoctoni dalla globalizzazione del commercio e del lavoro”. Un altro fronte è quello della difesa dei confini contro l’abbattimento di filtri e frontiere in ogni campo e il dilagare dei flussi migratori. Infine, la tutela della famiglia costituita da padre, madre e figli.

    Vasto e condivisibile programma, che, tuttavia, nel passaggio dal fronte metaculturale a quello del realismo politico, sconta due terribili debolezze. La prima è l’evidenza che uno schieramento con queste parole d’ordine non sarà mai accettato dalla destra liberale. Berlusconi si dichiara ora fan di Macron, ma l’estraneità ai valori proposti dall’intellettuale barese è nei fatti, ovvero nell’agenda politica dei suoi governi. La seconda è l’ostilità dei maestrini della sinistra intellettuale per almeno tre dei quattro principi guida, il che preclude ogni dialogo a sinistra. Dunque, sconfitta certa, e ulteriore consegna della destra terminale e della sinistra intellò al cerchio magico neoliberale, nelle sue declinazioni progressista-libertaria e moderata.

    E’ evidente che occorre spezzare il cerchio rompendo lo schema, come ha saputo fare, con le parole d’ordine antipolitiche ed anticorruzione, Beppe Grillo. Pure, non ci si può consegnare al grillismo, per quanto sia probabilmente il male minore rispetto alla dittatura dell’Unico Globale.

    Chi scrive non possiede soluzioni magiche per ribaltare una situazione drammatica, né conosce formule politiche o alchimie ideologiche in grado di invertire la rotta. E’ tuttavia convinto che il sistema vigente non sia riformabile dall’interno e che dunque nessuna alleanza che comprenda le forze che compongono l’attuale arco politico possa essere percorribile. La constatazione necessaria, ma assai difficile da far passare nell’immaginario comune, è che le vantate libertà postmoderne e postideologiche siano un imbroglio e vadano quindi rifiutate tutte insieme. Libera circolazione dei capitali, delle merci, dei servizi e delle persone, insieme con l’abolizione di ogni riferimento morale o trascendente (libera circolazione di una sola idea, il relativismo assoluto) non possono essere accolte o rifiutate a pezzi, in parte, questa sì, quell’altra no.

    La destra legata al novecento approva entusiasticamente la circolazione del denaro e delle merci, ma storce il naso dinanzi alle imponenti migrazioni. La vecchia sinistra figlia del socialismo reale è contraria ai rapporti di produzione del capitalismo finanziario e tecnologico, ma è banditrice dei nuovi diritti che travolgono la famiglia e difende l’immigrazione massiccia per il cosmopolitismo che ha sostituito l’internazionalismo. Il mondo unificato dall’impero del denaro e dalla potenza tecnologica uscito dalla vittoria liberalcapitalista ha una sua sinistra logica, avanza distruggendo ciò che trova. Non lo si può accettare per una parte e contrastare per un’altra. Dunque, la scelta politica sottostante, per chi è contro le oligarchie mondialiste, è la ricerca di un linguaggio comune che spazzi via definitivamente le vecchie appartenenze. C’è un nemico, ed è il liberalcapitalismo nella sua forma globalitaria di dominio attraverso il possesso di mezzi tecnologici oggi giorno più potenti. Avere un nemico comune è il primo motore di nuove alleanze, anche inedite o impensate sino all’attimo precedente.

    Per chi vive l’appartenenza al mondo variegato del sovranismo, dell’amore per l’identità, del rispetto per la morale naturale, si tratta di fare, finalmente, un salto che è una presa di coscienza. Non c’è nulla che accomuni alle destre conservatrici, liberali e del denaro. Qualcosa unisce invece al vasto mondo di chi non ama il potere dei signori del denaro. Dunque, finalmente, proviamola nuova. Ciascuno di noi conosce per esperienza la tremenda difficoltà di parlare al nostro popolo fuori dal perimetro obbligato della ragion pratica: l’orizzonte immediato è fatto di richieste, bisogni, paure, speranze riconducibili alla dimensione collettiva politico-sociale. Questo è anche il motivo per il quale la sinistra tradizionale ha tanta facilità a farsi ascoltare.

    Accettiamo allora lo schema di Veneziani, ma poniamo al primo punto – ed attrezziamo linguaggio, programma, personale politico- la “protezione”, ovvero un’offerta politica opposta all’agenda dei monopoli privati. Non dobbiamo avere paura di essere tacciati, dalla vetero-destra, di esserci trasferiti “altrove”. E’ proprio un altrove che cerchiamo disperatamente, da almeno vent’anni. Un movimento sociale nel senso letterale è quello di cui ha bisogno l’Italia. Una grammatica ed un lessico nuovo, contro la privatizzazione del mondo e, concretamente, un ritorno forte dell’idea di Stato. Essere sovranisti significa, in fin dei conti, esigere di farla infinita con l’impotenza. Ma ci vogliono strumenti pratici, il primo dei quali, screditato ma non troppo, è appunto lo Stato.

    Se proprio vogliamo risalire alle fonti, irrompere nel presente ci permette di tornare ad un’ideale di cui fu protagonista il fascismo. Il trapassato remoto va lasciato dov’è, ma dalla miniera possiamo estrarre ancora qualcosa. Dobbiamo proteggere il popolo italiano innanzitutto prospettando il controllo pubblico del credito, della previdenza (ai giovani viene detto, pagati un’assicurazione, o lavorerai sino alla morte), della sanità. Dire di no senza compromessi a che reti informatiche e fonti energetiche siano controllate da privati estranei alla nostra gente. Far pagare le imposte sino all’ultima lira alle finte fondazioni bancarie/finanziarie ed ai giganti della tecnologia, che realizzano evasioni ed elusioni da capogiro, fare una campagna per l’abolizione del pareggio di bilancio in Costituzione e l’uscita dal Meccanismo Europeo di Solidarietà, (il FMI in salsa europoide) e pretendere l’istituzione di un salario minimo. In parole semplici, enfatizzare la politica sociale e popolare ed attaccare le privatizzazioni, che sono una drammatica espulsione di piccole, poi medie, in seguito grandi imprese per fare posto ai monopoli. Aggredire ogni giorno il “partito di Davos”, innanzitutto nella forma e nel volto dei travestiti politici che rubano, letteralmente, il consenso popolare, a destra ed a sinistra.

    Assumere, quindi, ma sul serio, la tutela e la voce dei perdenti della globalizzazione: i giovani precarizzati, gli espulsi in età matura dal mercato del lavoro, le vittime di Equitalia e prima ancora dei ricatti del criminale sistema bancario, i piccoli e medi imprenditori espropriati di fatto, i pensionati che vedono ogni anno diminuire i loro assegni. Non interessa, è anzi oziosa, la domanda se ciò sia di destra o di sinistra. E’, semplicemente, giusto, è la croce della nostra gente, crediamo anche sia la giusta vocazione.

    Come si può essere sovranisti, amare la patria comune, pretendere di essere padroni a casa propria, e non essere concretamente al fianco di chi vive e veste panni esattamente come noi? Il comandante vandeano Charette diceva che la sua patria era quella che sentiva sotto i piedi. Se i connazionali soffrono, dobbiamo soffrire con loro ed essere dalla stessa parte. Nessuno può immaginare di trasformarci in cosmopoliti amanti della migrazione di massa, o di indifferenti che confinano nelle scelte individuali l’attacco vergognoso alla famiglia ed alla morale naturale. Ciò che dovremmo tentare è di rinnovare noi stessi a partire dall’approccio. Ezra Pound invitava a studiare economia per capire il Novecento. Oggi, dobbiamo aggiungere la finanza e la tecnologia, ma il codice è quello. Abbiamo idee giuste che diffondiamo, ahimè, in una lingua sconosciuta ai più. Proviamo ad assumere le priorità dei milioni di perdenti, di impauriti, di disagiati, di maltrattati da un sistema diabolico. Quelle priorità sono, tutte, il ghigno cattivo del sistema liberale e capitalista.

    Drieu La Rochelle esortava ad essere oggi là dove gli altri sarebbero arrivati domani. Dobbiamo fare di più, e tentare un salto enorme. Nell’alto mare aperto si può affogare, ma nel cabotaggio desolante cui ci siamo ridotti c’è solo il ridicolo, l’inedia, o, peggio, l’inutilità.

    Per questo, indipendentemente da quello che faranno o non faranno altrove, esprimiamo uno scatto di orgoglio e di fierezza, raccogliamo le forze e diventiamo avanguardia. Sociale, nazionale, sovranista, o altro, sono solo aggettivi. Avanguardia: qualcuno che è convinto di aver individuato i mali e si propone di curarli. Dalla parte del popolo, che ha bisogno di protezione. Quella protezione si chiama Stato, e l’unico aggettivo è “sociale”. Dalla parte di chi non ha nulla o lo sta perdendo, e sono milioni. Contro, senza compromessi, monopoli, finanza, Commissione Europea, Banca Centrale. I nemici abbondano, purtroppo. Scegliamo, intanto, quelli che infliggono le ferite quotidiane alla nostra gente più esposta. Saranno loro i primi a riconoscere e condividere, per istinto, i nostri no all’immigrazione sostitutiva, allo smantellamento della famiglia, all’espulsione di Dio. Diventeranno sovranisti senza chiederglielo, vorranno riappropriarsi dell’identità smarrita. Ma intanto dobbiamo rivolgerci al loro stomaco, al loro portafogli svuotato, alle loro legittime e concretissime paure.

    Funzionerà, non funzionerà? Lo sapremo vivendo, e comunque, tutto il resto non ha funzionato, ovvero è stato il trampolino per carriere personali. Inoltre, c’è un momento nella vita di ogni uomo, e di ogni comunità, in cui si deve fare ciò che va fatto. Susanna Tamaro prescrisse di andare “dove ti porta il cuore”. Nel nostro caso, cuore e cervello possono coincidere. La scelta più facile è, in genere, quella sbagliata, in ogni campo della vita. Per noi, gridare più forte al lupo con le tradizionali parole d’ordine della destra terminale è più semplice e, nell’immediato, può anche fruttare qualcosa, ma, guardiamo in faccia, per favore, la realtà anche quando è brutta, cattiva, impietosa. Su un punto Berlusconi ha ragione: di sola destra non si vince; di centro, si muore…
    Nella cassetta degli attrezzi nostra, per fortuna, c’è molto di più. Invertiamo la rotta. E’ la cosa giusta e, comunque, non abbiamo più qualcosa da perdere.

    ROBERTO PECCHIOLI

    http://www.maurizioblondet.it/macron-dintorni-soprattutto-dintorni/

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ mirkhond

      Grazie! 🙂

      Copiato, incollato e salvato.

      E’ bello sapere le intenzioni del nemico.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

    • Francesco scrive:

      Io sarò fissato, oltre che fesso, ma questo vasto programma nazionalsocialista mi fa veramente venire in mente il non buon AH.

      1) totale ignoranza in campo economico
      2) bestialità in politica estera, quasi si potesse dare un’Europa di nazioni sovraniste che non sia in guerra intestina
      3) foglie di fico tipo “classe usuraia” che poco nascondono i soliti Juden … ma sappiamo che prendersela coi capri espiatori è un rito, non una soluzione
      4) quel gran coglione di Trump col suo nazionalismo economico, che potrebbe ripetere i disastri POST-1929

      mala tempora currunt?

  33. mirkhond scrive:

    “è una persona molto preparata che non dice le cose a caso”

    Veramente, su alcune questioni storiche non si è di molto allontanato da interpretazioni stereotipate e da vere e proprie mistificazioni, tipo il pogrom antigiudaico (13 Giudei ammazzati) nelle Marche del 1799, da lui attribuito alle truppe borboniche, e invece opera delle popolazioni locali e dalle truppe dell’ex generale della repubblica cisalpina, Giuseppe La Hoz.

  34. mirkhond scrive:

    Sempre dal link su Faurisson citato da Di Vita:

    « Non bisogna domandarsi come un tale assassinio di massa sia stato tecnicamente possibile. È stato tecnicamente possibile poiché ha avuto luogo. »

    Una frase del genere, a mio modesto parere, squalifica piuttosto gli avversari di Faurisson, i quali per dimostrare le loro tesi hanno bisogno di una nuova inquisizione, invece di dimostrare coi documenti quanto accaduto.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ mirkhond

      Non entro nel merito delle questioni toccate da Faurisson: rimando a “L’inquietante questione delle camere a gas” di V. Pisanty https://books.google.it/books?isbn=8858764528 .

      Il punto è che – si tratti delle camere a gas in Polonia o dei campi di concentramento Inglesi contro i Boeri o delle carovane di sterminio degli Armeni o dei gulag staliniani – è oggi tecnicamente possibile lo sterminio/riduzione_in_schiavitù di massa.

      Come il terrorismo suicida tipo 11 settembre, e come Hiroshima, questo fatto non conta solo di per se stesso, credo, ma anche per le sue conseguenze.

      Simili orrori hanno dimostrato la propria possibilità, e la nozione di ciò è qualcosa che ha cambiato la storia in modo irreversibile: ad esempio, non si può disinventare la bomba atomica.

      Sappiamo che è possibile; dunque, qualunque cosa allontani questa possibilità è benedetta.

      Alla luce di ciò, la questione non è se le leggi contro il negazionismo siano giuste, ma se esse sono efficaci.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • mirkhond scrive:

        Certo che l’Olocausto c’è stato. Alla conta mancano 5-6.000.000 di persone, che non possono certo essersi volatilizzate nel nulla.
        Però, ripeto, utilizzare il braccio secolare per annientare chi nega questi fatti, finisce per trasformare i negazionisti in martiri del libero pensiero ed induce ancora di più al sospetto che la storiografia di regime non ce la racconti giusta.

        • PinoMamet scrive:

          La penso come Mirkhond.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ mirkhond

          Hai ragione: il rischio c’è. Può essere forse evitato da una costante propaganda.

          Ma (come ho scritto in un altro post) il negazionismo della Shoah pone ai suoi adepti una semplice domanda:

          ”Ma questa idea condivisa dalla stragrande maggioranza sull’esistenza delle camere a gas, chi l’ha messa in giro?”

          Perchè la faccenda delle camere a gas è diffusa capillarmente in tutti i rami della società, ripetuta in libri, film, narrativa, televisione. Ci deve essere stata davvero una grande organizzazione segreta, viene naturalmente da pensare al nostro negazionista, che ha organizzato tutta questa impostura (Luegen, dicevano i nazisti). E chi ne beneficia? A chi giova? Ma agli Ebrei, naturalmente, che lucrano così una comoda posizione di eterne vittime.

          Da qui a sostenere l’esistenza del complotto giudaico internazionale stile Savi di Sion, me lo concederai, il passo è brevissimo. E sappiamo a cosa ha portato quell’idea.

          Dal punto di vista giuridico, dunque, ha ragione sia chi sostiene che il rischio è di trasformare i negazionisti in martiri sia chi afferma che la legge che reprime il negazionismo si giustifica per un processo alle intenzioni.

          E chi se ne frega.

          Quelle intenzioni sono troppo pericolose per essere consentite.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • mirkhond scrive:

            Con questo ragionamento, si porta solo acqua al mulino dei negazionisti.
            Se la storiografia ha bisogno del braccio secolare, allora vuol dire dare argomenti ai negazionisti.

            • Z. scrive:

              Condivido. Tra l’altro, sotto quanti milioni la stima della Shoah diventa ufficialmente negazionismo?

              E perché non dovremmo sbattere in galera tutti quelli che negano l’attentato al WTC, i crimini di Stalin, il genocidio degli amerindi? E quelli che dicevano che Casaleggio era solo il gestore del blog?

              Meglio ancora, come giustificare a quel punto gli antivaccinisti a piede libero, atteso che un solo gruppo di antivaccinista è obiettivamente più esiziale per la società di tutti i negazionisti di ogni genere?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “atteso che un solo gruppo di antivaccinista è obiettivamente più esiziale per la società di tutti i negazionisti di ogni genere?”

                Ma al massimo, molte mancate vaccinazioni possono portare a un’epidemia di peste, come nel 1348 – a Firenze la peste, uccidendo i due terzi della popolazione, ha portato a aumenti di stipendio per i sopravvissuti, condizioni molto più salubri di vita e poco dopo, l’esplosione del Rinascimento.

                Se invece i negazionisti dei cambiamenti climatici prevarranno, ci sarà lo sterminio dell’intera specie umana e se va male male, condizioni come sull’ex-pianeta abitabile che si chiama Marte.

                Quindi partiamo da lì, se proprio vogliamo dare la caccia ai negazionisti.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Z

              “milioni”

              Nessuno ha mai considerato negazioniste le tesi di chi sostiene che ad Auschwitz siano state assassinate, che so, settecentomila persone e non due milioni. Negazionista è chi nega proprio l’esistenza di un piano criminoso dedito all’assassinio di massa di prigionieri inermi, concretizzato nelle camere a gas.

              Allo stesso modo, non si diventa simpatizzanti di Stalin solo perchè si intende confutare la tesi di Conquest secondo cui Stalin ha fatto morire molte decine di milioni di persone; molti storici si assestano sui quindici milioni di prigionieri del gulag, di cui una parte è sopravvissuta.

              “antivaccinisti”

              Infatti…!

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “Nessuno ha mai considerato negazioniste le tesi di chi sostiene che ad Auschwitz siano state assassinate, che so, settecentomila persone e non due milioni.”

                Irving – se ben ricordo – sosteneva la cifra di circa 1 milione uccisi nelle camere a gas, in un progetto specifico e indubbiamente genocida, localizzato in un campo (non era Auschwitz, in questo momento non mi ricordo quale fosse secondo lui), mentre negava la cifra complessiva di 6 milioni.

                E si è fatto un bel po’ di galera lo stesso.

          • Peucezio scrive:

            Andrea,
            schematizzando molto stai dicendo:
            non conta se una verità è vera, ma se è funzionale;
            e funzionale a cosa? All’incolumità del popolo ebraico.
            Cioè a sette miliardi di persone il principio di verità (storica, ma anche scientifica, filosofica, ecc., perché tu subordini il concetto stesso di verità a ragioni di questo tipo) è subordinata all’incolumità di un popolo di una dozzina di milioni di persone.
            Non sono negazionista ma ammetto di non stravedere per il popolo ebraico; ma non è questo il punto: se anche gli ebrei fossero il popolo che più mi sta simpatico al mondo, mi sembrerebbe un tributo un po’ troppo alto.

  35. mirkhond scrive:

    “Il che ha portato alle leggi che reprimono il negazionismo. Anche se solo un’idea di per sé innocua, essa diventa pericolosa per quel che presuppone in chi ci crede: la fede nella congiura giudaica, fede che a sua volta ha già portato, appunto, all’Olocausto.”

    In sostanza riabiliti l’inquisizione che pur dici di avversare.
    La storia dovrebbe farsi sui documenti e non col ricorso al braccio secolare.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ mirkhond

      Concordo al 100%.

      Ogni potere si basa su una qualche forma di inquisizione, cioè di controllo coercitivo del pensiero. Come non esiste civiltà senza potere, non esiste potere senza inquisizione.

      La differenza sta tutta (e scusa e è poco) nel carico di dolore un dato potere in un dato momento storico si porta dietro – tenuto conto che il potere è appunto per definizione la capacità di infliggere dolore, per cui una certa quantità dolore comunque è inevitabile.

      Fra un potere (clericale) che si mantiene infliggendo la paura di un’eternità di tormenti, uno (nazionalsocialista) che si giustifica massacrando popoli solamente perché portatori di una certa lingua e cultura, e uno (liberalsocialista) che campa sulla precarietà economica secondo te io chi preferisco?

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  36. mirkhond scrive:

    Andrea

    Tutti abbiamo le nostre preferenze e le nostre avversioni.
    Su questo non si discute.
    Però se un potere si dichiara liberale e democratico e poi impone col braccio secolare la verità di regime, reprimendo anche col carcere chi dissente, vuol dire che tale potere non è ne tanto liberale, ne tantomeno democratico.
    Chi critica l’oppressione del passato, dovrebbe quantomeno sforzarsi di essere migliore di chi critica.
    Diversamente si creano solo martiri del libero pensiero che, mi insegni, sono davvero pericolosi perché creano un culto e dei seguaci intorno alla loro memoria.
    I fatti dovrebbero essere appurati dalla storiografia, non dal braccio secolare.

    • mirkhond scrive:

      migliore di colui che critica

    • Z. scrive:

      Secondo me chi critica dovrebbe anzitutto suggerire un’alternativa che sia al contempo praticabile e preferibile.

      Non necessariamente facile, ma comunque praticabile; non necessariamente esaltante, ma comunque preferibile.

      Tipo, non vogliamo l’immigrazione? Silurare i barconi vuoti non è praticabile, perché è inutile. Silurare i barconi pieni è praticabile, ma secondo me non è preferibile (eppure sono sicuro che molti la pensino diversamente).

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ mirkhond

      Ripeto: un potere esente da dolore e spargimento di sangue non esiste. E’ una verità talmente palmare che Hegel parla (cito a memoria) della Storia come di un ‘insensato macello’, e Foscolo loda Machiavelli perchè ha rivelato ‘di che lacrime grondi e di che sangue’ il trono.

      Il sogno degli anarchici di costruire una civiltà senza potere è una reazione a questo fatto, reazionie fin qui onirica (tranne che per piccolissime comunità tipo Oltrarno, con numero di componenti molto minore al numero di Dunbar http://www.okpedia.it/numero-di-dunbar ).

      Allora, se le cose stanno così, perso per perso preferisco una civiltà che almeno offra qualcosa di buono. E difficilmente si può negare la palma alla nostra civiltà attuale, tanto che tutti, votando coi piedi (cioè migrando) cercano di entrarci.

      I martiri hanno tanta risonanza quanta il potere gli permette di avere. Come disse Orwell nel suo saggio su Gandhi, il più ammirevole dei martiri non ha seguito alcuno se si ha cura di cancellarne la memoria controllando opportunamente l’informazione che raggiunge il pubblico: chissà quanti Gandhi sconosciuti sono morti in Siberia e nessuno ne sa nulla. Se Pilato si fosse preoccupato di eliminare una trentina di discepoli davanti al Golgota oggi non ci sarebbe alcun Cristianesimo. Un esempio nella storia d’Italia è stata la morte di Formiggini
      https://it.wikipedia.org/wiki/Angelo_Fortunato_Formiggini
      resa vana dal controllo fascista sull’informazione.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        Hegel, Machiavelli, Foscolo

        non credo di condividere la tua scelta dei maestri

        e poi è anche triste, oltre che sbagliata!

      • Peucezio scrive:

        Andrea,
        temo allora tu non abbia colto l’essenza di questi anni.
        Fino a che tutte le stupidaggini moderne tenevano la pancia piena alla gente, è chiaro che uno si teneva Olocausto, terra tonda e condanna dell’Inquisizione, perché tanto c’era il boom e trovavi lavoro e quindi nessuno rimpiangeva le stupidaggini o presunte tali di altre epoche.
        Ma il motivo per cui oggi spopolano i cosiddetti sovranismi e populismi è che si è rotto il giocattolo e temo che se vai a fare il tuo ragionamento a un laureato costretto a rovistare nei bidoni dell’immondizia, ti manda a fare dove non batte il sole, come ci manderebbe me, se tentassi di spiegargli che il sistema tolemaico è la soluzione dei suoi problemi.
        Certo, questo discorso non vale per Cinesi e Indiani, che, con mille contraddizioni e contraccolpi, sono comunque in crescita. Ma quando saranno loro alla ribalta, manderanno affanculo me col mio tolemaismo e te col tuo Olocausto, perché a loro non importa nulla (tra l’altro i cinesi si saranno arricchiti grazie a modelli economici legati a uno stato forte e a un’ideologia liberista ma anche fortemente nazionale, ciò che tu aborri).

        Quindi, stringi stringi, l’illumismo sarà pure più bello della scienza aristotelico-tomista e del confucianesimo (de gustibus), ma fra un po’, se non cambia la rotta, gli illuministi avranno le pezze al culo e i confuciani no.

  37. mirkhond scrive:

    “E chi ne beneficia? A chi giova? Ma agli Ebrei, naturalmente, che lucrano così una comoda posizione di eterne vittime.”

    Ma guarda, che ci sono studiosi come Norman Finkelstein, ashkenazita e figlio di due sopravvissuti all’Olocausto, che affermano quanto dici.
    Leggiti L’Industria dell’Olocausto-Lo Sfruttamento della sofferenza degli Ebrei.
    Secondo il quale la Shoah è diventata la nuova liturgia che tiene uniti Giudei, al posto della Bibbia e del Talmud, ai quali molti tra i suddetti Giudei non crederebbero più.
    Oltre a creare un gigantesco sistema di ESTORSIONE che più che beneficiare gli ormai pochi superstiti ancora in vita e i loro parenti, serve a giustificare le spaventose violazioni dei diritti umani dello stato d’Israele verso i Palestinesi.
    Dunque chi ci marcia su quelle vittime c’è davvero.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Mirkhond

      “Secondo il quale la Shoah è diventata la nuova liturgia che tiene uniti Giudei, al posto della Bibbia e del Talmud, ai quali molti tra i suddetti Giudei non crederebbero più.”

      Ma mi sembra ovvio che “ogni storia è messa in giro da qualcuno”, a prescindere dalle sue fondamenta concrete. E questo è un fatto scontato per chiunque studi la storia.

      Mao è accusato di aver fatto morire oltre 35 milioni di persone in tempi brevissimi. Da questa affermazione, suffragata comunque da un bel po’ di dati e calcoli demografici, possiamo arrivare a molte conclusioni diverse:

      1) il crimine non è mai stato commesso, chi lo dice diffonde la balla solo per odio verso la Cina

      2) negare che Mao l’ha fatto vuol dire fare gli interessi delle imprese cinesi che saccheggiano l’Africa

      3) di questo delitto di Mao non si parla perché una congiura segreta di cinesi domina i media

      4) ricordare i delitti di Mao è una pugnalata alle spalle della classe operaia che mira solo ad affermare i diritti dei padroni

      In base a queste (e simili) possibili ipotesi, non so se ADV vorrebbe mettere in carcere chi nega il crimine maoista oppure chi lo afferma.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ mirkhond

      Lo so bene: un mio carissimo amico è Ebreo e ne abbiamo parlato. La questione non è se Finkelstein abbia ragione o torto: la questione è l’impatto sulla società – che non è composta tutta da eruditi specialisti di Storia – di dottrine che volgarizzino al colto e all’inclita le dottrine di Finkelstein.

      Come diceva il mio autore preferito, “nel tempo dell’inganno universale, la verità è un atto rivoluzionario”. Ma dopo tutto, “si fa una rivoluzione allo scopo di instaurare una dittatura”.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  38. mirkhond scrive:

    Io ero fermo ai 60.000.000 di morti.
    Per non parlare dai dati letti anni fa su un sito cattolico, che parlava addirittura di 150.000.000 di Cinesi vittime di Mao.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Mirkhond

      “Io ero fermo ai 60.000.000 di morti.”

      Mi riferivo solo ai morti del “Grande Balzo in Avanti” (stavo per scrivere “presunti” morti, poi mi sono preoccupato del rischio di venire denunciato da ADV 🙂 )

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        stavo per scrivere “presunti” morti, poi mi sono preoccupato del rischio di venire denunciato da ADV

        E avrebbe fatto benissimo a denunciarti: come mettere in dubbio la bontà di quell’ottima carneficina che, dopo quelle del grande Robespierre, permise all’Umanità di superare le pastoie del mondo arcaico-feudale e giungere, passando per Mao, Togliatti e Veltroni, fino all’Ideale Diventato Reale di Renzi e Poletti?

  39. mirkhond scrive:

    🙂

  40. Moi scrive:

    @ MIRKHOND

    l’incapacità Eurocratica e Liberal di rendersi conto di quante sofferenze ingiustamente infliggano ad altre persone (tante già, e sempre maggiormente e di più …) mi ricorda inquietantemente i fasti dell’ Impero di Helios in Daltanious, che così ben conosci !

  41. Moi scrive:

    Avete sentito del Caso Ahok in Indonesia ?

    Più o meno :

    Politico della Minoranza Cinese, Cristiano (doppiamente “Minoranza”, secondo i nostri parametri, quindi …) di religione ma Laico politicamente … i Rivali Politici Musulmani propagandano che nessun Musulmano può votare un Cristiano, lui risponde citando il Corano (che dice invece di no) con un’ interpretazione volta a intendere che “invece sì” … lo arrestano per blasfemia.

  42. Moi scrive:

    @ FRANCESCO

    Di’ , li hai scuciti gli850 neuri 😉 per andare a sentire Obbbama 😉 dal vivo ?

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05/08/obama-a-milano-gli-850-euro-di-biglietto-non-frenano-levento-che-e-quasi-esaurito/3569873/

    • Francesco scrive:

      Secondo te, un demi-genovese con un passato nella Reagan-Jugend potrebbe mai aver fatto una cosa del genere?

      😀

  43. Moi scrive:

    @ ZETA

    Hai sentito l’ ambaradan giuridico-istituzionale sull’ “ovvero” ?

    —————————————————————————————–

    MA LA LEGGE CAMBIERÀ 05 maggio 2017
    Legittima difesa, equivoco su “ovvero”: falso che si può sparare solo di notte
    Nicola Stella

    http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2017/05/05/ASbCqiHH-legittima_sparare_equivoco.shtml

    ——————————————————————————

    … ti ho pensato subito !

    • Z. scrive:

      🙂

      In effetti, “ovvero” in lingua italiana corretta significa “oppure”, mica altro. Altroché “giuridichese”.

      Ma anche chi fosse così ignorante da non saperlo – ossia buona parte dei commentatori – come ha potuto pensare che “con minaccia o con inganno” potesse essere un sinonimo di “in tempo di notte”?

      Boh.

      La cosa divertente è che questi ignoranti hanno passato giorni e giorni a commentare non la riforma, ma la propria ignoranza: con il ghigno compiaciuto dell’ignorante che si crede astuto, oltre tutto.

      Ed è meglio così, perché se già stenti a capire la lingua italiana figurati se è il caso di discutere di esimenti 😀

      • Z. scrive:

        (certo, una discussione nel merito sarebbe cosa migliore, magari confrontando le norme presenti negli altri ordinamenti. Ma appunto temo sia chiedere troppo)

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Ma solo secondo me alla fine la Cassazione neutralizzerà tutto come fece la volta scorsa, con l’altra riforma “epocale” della legittima difesa fatta da Silvio?

          • Z. scrive:

            Beh, è un’ipotesi. Del resto, ora come allora, mi sembra che lo scopo principale non sia cambiare l’ordinamento quanto raggranellare due voti.

            Dovessi fare l’astrologo, direi che più il testo farà riferimento a condizioni obiettive – cioè quelle che il giudice alla fin fine è già chiamato a considerare – e più è probabile che accada ciò che dici. Se invece verrà approvata una roba tipo il “grave turbamento psichico”, boh…

            Vedremo come sarà il testo definitivo (se ci sarà).

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Z

          “certo, una discussione nel merito sarebbe cosa migliore, magari confrontando le norme presenti negli altri ordinamenti. Ma appunto temo sia chiedere troppo”

          Concordo, ma non è il mestiere del politico.

          I politici sono centometristi, che devono scattare appena parte il Fatto da denunciare.

          Se si fermano a pensare, sono finiti.

          Non tutti: ci sono i politici che decidono tante cose e non si vedono mai, come Toccafondi che non viene nemmeno sfiorato quando gli insegnanti protestano, perché sa come restare invisibile; o come è stato Verdini, che non aveva certo bisogno di farsi vedere in TV.

          Ma quelli che non hanno nessun potere alle spalle, quelli possono solo fare i centometristi sperando nella telecamera.

      • Moi scrive:

        At l’ho bèla détt :

        http://4.bp.blogspot.com/-RC_OkC7u7Ls/Tvh4INq6T5I/AAAAAAAAAOc/OXGPN122fqI/s1600/Truzzi.jpg

        col suffragio universale così com’è, il loro voto Over 18 (e bona lé, a requisiti !) vale quanto il tuo. Perciò o si cerca di farne una revisione alla radice, o lamentarsene è ipocrita ! 😉

        • Z. scrive:

          Non me ne lamento, Moi, ma soprattutto il problema non riguarda una minoranza di truzzi.

          Riguarda un’ampia platea di commentatori, molti dei quali laureati e non pochi dei quali professionisti.

          Probabilmente i truzzi nemmeno l’hanno seguita, questa polemica tutta italo-italiana.

        • Z. scrive:

          Comunque grillini vogliono abbassare la soglia ai 16 anni, e hanno sfidato sul tema leghisti e PD.

          Come risponderanno leghisti e PD? Non ti saprei dire, ma ricordo un adesivo dell’Ulivo (1996) che parlava per l’appunto di “voto a sedici anni”.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Z

        “In effetti, “ovvero” in lingua italiana corretta significa “oppure”, mica altro.”

        Condivido sull’analisi dell’errore (“La cosa divertente è che questi ignoranti…”), però la questione linguistica è più complessa:

        http://www.scritturaprofessionale.it/articoli/abolire-ovvero.htm

        di Giovanni Acerboni, 17 dicembre 2008

        C’è una parola italiana che io abolirei per legge dalle leggi: ovvero. Se fosse abolita per legge, ne beneficerebbero le leggi e coloro che le leggono e le riformulano per i cittadini, per le imprese, per i colleghi.

        ‘ovvero’ ha infatti il curioso e raro destino di avere due significati opposti. Quando questa congiunzione viene utilizzata in una legge significa ‘oppure’ (significato disgiuntivo) e quando viene utilizzata comunemente o nei titoli di alcune opere letterarie e drammaturgiche (Frankenstein, ovvero Il moderno Prometeo) significa ‘cioè’ (significato esplicativo, dichiarativo, correttivo).

        Il fatto è che quando il cittadino legge ‘ovvero’, soprattutto nei testi legislativi, amministrativi e professionali, dubita spesso del senso della frase, sia perché in quei testi si trovano concetti e terminologie difficili da intendere, sia perché capita addirittura che ‘ovvero’ sia impiegato come sinonimo di ‘o’ (e qualcuno mi ha addirittura confessato di aver usato per decenni ‘ovvero’ come sinonimo di ‘cioè’).

        Esempio:

        “Responsabile del procedimento di accesso è il dirigente o, su designazione di questi, altro dipendente addetto all’unità organizzativa competente a formare l’atto od a detenerlo stabilmente. Nel caso di atti infraprocedimentali, responsabile del procedimento è, parimenti, il dirigente, o il dipendente da lui delegato, competente all’adozione dell’atto conclusivo, ovvero a detenerlo stabilmente”.

        Questa ambiguità mi pare così grave che la chiamerei un errore. Infatti, nelle leggi ‘ovvero’ segnala l’alternativa assoluta tra due questioni principali: delle due, l’una (aut aut); mentre ‘o’ segnala l’alternativa relativa tra eventualità all’interno di una delle questioni principali (vel): l’una non nega le altre e non nega la questione principale.

        Un esempio:

        “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque compie atti violenti diretti e idonei a sottoporre il territorio dello Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero a menomare l’indipendenza o l’unità dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni”.

        Ad aggiungere caos alla confusione eccoti la Guida alla redazione dei testi normativi, che suggerisce di impiegare ‘ovvero’ solo per l’alternativa relativa (vel). Cito:

        La congiunzione disgiuntiva “o” ha significati diversi a seconda che implichi previsioni alternative tra loro, l’una escludente altra, o invece previsioni non alternative tra loro, che possono ricorrere insieme o disgiuntamente. Nel primo caso si parla di formulazione disgiuntiva assoluta (“aut…aut”), nell’altro di formulazione disgiuntiva relativa (“vel…vel”).Quando dal contesto della disposizione non risulta evidente l’una o l’altra opzione il dubbio va sciolto come segue:
        1. per specificare la disgiuntiva assoluta si ripete la disgiunzione “o” due volte;
        2. per esprimere la congiunzione disgiuntiva relativa, va comunque evitato l’impiego dell’espressione “e/o”, e si utilizzano formule che con chiarezza esprimono il carattere additivo della elencazione, quali “ovvero” o “congiuntamente o disgiuntamente” e simili.

        Non si sa più a chi dare retta. La via più breve, tenendo conto proprio del caos, mi pare quella di sostituire ‘ovvero’ con ‘oppure’ (nelle leggi e in tutti i testi tecnici), lasciando a ‘ovvero’ solo il significato comune di ‘cioè’ (indicato come il principale dai dizionari).

        [pubblicato per la prima volta il 17 dicembre 2008 nel blog Scrittura professionale, di Giovanni Acerboni. Il blog, edito da Edizioni Master, è rimasto attivo dal 17 gennaio 2008 all’11 ottobre 2009].

        • Z. scrive:

          Se ben ricordo, esiste un’occorrenza in cui ovvero è stato inserito in un testo di legge (direi della Regione Sicilia) con significato esplicativo, e un avvocato ha provato a farlo interpretare nel senso più corretto del lemma…

          Non ha funzionato 🙂

          Z.

          PS: dovrei dire gli diede torto, trattandosi di fatto un pochino risalente. L’importante, di nuovo, è esserne consapevoli 🙂

  44. Moi scrive:

    Ma il duplice (di fatto…) “ovvero”, come s’è formato ? Temo che un destino molto simile sia già in fieri per “piuttosto che” !

    • Z. scrive:

      Potrebbe essere una forma abbreviata di “ovverosia”, piuttosto che dalle favole classiche che hanno un titolo ovvero (sive) un altro titolo 😀

  45. Z. scrive:

    Moi, MOIIIII!

    La spaventevole orda eurabica, dopo aver soggiogato Uelbèc, abbevera i suoi cammelli alla fontana del Nettuno dissacrando i Sacri valori del Gius e del To e tu? tu dormi??

    http://bologna.repubblica.it/cronaca/2017/05/10/news/non_solo_divorzio_all_italiana_cosi_a_bologna_si_applicano_le_leggi_del_marocco-165101342/

    • Moi scrive:

      … E tu sei contento di un simile tsunami di polifosfato organico perché pensi che farà da concime per il nuovo Elettorato PD, cavalcando il Piano Kalergi con lo Ius Soli indiscriminato, giusto ?

      • roberto scrive:

        moi,
        giusto per capire come funziona

        legge 218 del 1995

        art. 29. Rapporti personali tra coniugi.
        1. I rapporti personali tra coniugi sono regolati dalla legge nazionale comune.
        2. I rapporti personali tra coniugi aventi diverse cittadinanze o più cittadinanze comuni sono regolati dalla legge dello Stato nel quale la vita matrimoniale è prevalentemente localizzata.

        art. 30. Rapporti patrimoniali tra coniugi.
        1. I rapporti patrimoniali tra coniugi sono regolati dalla legge applicabile ai loro rapporti personali. I coniugi possono tuttavia convenire per iscritto che i loro rapporti patrimoniali sono regolati dalla legge dello Stato di cui almeno uno di essi è cittadino o nel quale almeno uno di essi risiede.
        [….]

        art. 31. Separazione personale e scioglimento del matrimonio.
        1. La separazione personale e lo scioglimento del matrimonio sono regolati dalla legge nazionale comune dei coniugi al momento della domanda di separazione o di scioglimento del matrimonio; in mancanza si applica la legge dello Stato nel quale la vita matrimoniale risulta prevalentemente
        localizzata.
        […]

        poi hai due “clausole di salvaguardia”

        art. 16. Ordine pubblico.
        1. La legge straniera non è applicata se i suoi effetti sono contrari all’ordine pubblico.
        2. In tal caso si applica la legge richiamata mediante altri criteri di collegamento eventualmente previsti per la medesima ipotesi normativa. In mancanza si applica la legge
        italiana.

        art. 17. Norme di applicazione necessaria.
        1. È fatta salva la prevalenza sulle disposizioni che seguono delle norme italiane che, in considerazione del loro oggetto e del loro scopo, debbono essere applicate nonostante il
        richiamo alla legge straniera

        ergo:

        due marocchini (ma anche due australiani) vivono in italia? si applica rispettivamente la legge marocchina o australiana

        la legge marocchina prevede l’obbligo di obbedienza della moglie al marito? non si applica la legge marocchina (art. 16)

  46. Moi scrive:

    Esperimento :

    Fate ctr+f (in teoria in ogni post) e cercate tutti gli “ovvero” , come li avete usati …

    Ecco :

    a fronte di un simile doppio uso ipso facto di “ovvero” … ammettiamo che la definizione di “bufale” / “féich niùs” (o “nùus”, ze Merregan Uéi … ) può essere problematico ?

    … O v’è troppa paura di poter “Fare il Giuòco dell’ Inimico”, quale ch’esso sia ?!

    • roberto scrive:

      senza smanettare troppo credo di non aver mai scritto “ovvero”
      🙂
      ps il testo sul “Responsabile del procedimento di accesso” postato da miguel è semplicemente raccaprcciante

      • Miguel Martinez scrive:

        per roberto

        “senza smanettare troppo credo di non aver mai scritto “ovvero””

        speravo di potermene vantare anch’io, e invece i vergognosi titoli di vecchi post miei:

        Ligue Française de Defense, ovvero la via virtuale all’esistenza

        Il pentito a ciclo continuo, ovvero aggiungere un po’ di colore ai “terroristi islamici” di Andria

        Bohemian Grove, ovvero antropologia del dominio

        E poi ce ne sono parecchi altri all’interno dei post, citazioni mie ovvero 🙂 di altri.

        • Z. scrive:

          Ovvero in quel senso va benissimo anche formalmente, e infatti significa “oppure”: due modi diversi di intitolare un brano, come nelle favole classiche.

          Che poi nasce da lì, secondo me, l’uso colloquiale di “ovvero” come “cioè”.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Ovvero ha due significati in italiano.

      • Z. scrive:

        Usare “ovvero” per dire “ossia” è come dire “la Francesca”: un modo di esprimersi informale, che va benissimo finché non devi scrivere in italiano esatto.

        In un contesto informale in effetti dico “la Francesca”, e se fossi milanese probabilmente direi “il Gianni”.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Nel vocabolario, quando alle medie scoprii i due significati di “ovvero”, erano riportate entrambe le accezioni.
          Inoltre anche ossia nasce come ovvero 😀

  47. mirkhond scrive:

    “I martiri hanno tanta risonanza quanta il potere gli permette di avere. Come disse Orwell nel suo saggio su Gandhi, il più ammirevole dei martiri non ha seguito alcuno se si ha cura di cancellarne la memoria controllando opportunamente l’informazione che raggiunge il pubblico: chissà quanti Gandhi sconosciuti sono morti in Siberia e nessuno ne sa nulla.”

    Tanti martiri che sembravano dimenticati, poi curiosamente rispuntano fuori anche dopo decenni di silenzio.
    Costringendo a riscrivere la storia.

    • Francesco scrive:

      OAAD!!!!

    • habsburgicus scrive:

      Tanti martiri che sembravano dimenticati, poi curiosamente rispuntano fuori anche dopo decenni di silenzio.
      Costringendo a riscrivere la storia.

      non lo so, una volta lo pensavo…ora sono più scettico
      penso che chi ha il POTERE e la VOLUNTAS può eliminare quasi del tutto questo “rischio” (per loro !)
      e infatti i martiri della Siberia sono dimenticati..e tali resteranno

      • mirkhond scrive:

        Anni fa, fu pubblicato un libro , Testimoni dell’Agnello, in cui si parlava di diversi martiri morti nei gulag sovietici.

  48. mirkhond scrive:

    “Allora, se le cose stanno così, perso per perso preferisco una civiltà che almeno offra qualcosa di buono.”

    Bisogna intendersi su cosa sia buono.
    Ciò che è buono per te, può non esserlo per altri.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Mirkhond

      “Bisogna intendersi su cosa sia buono.
      Ciò che è buono per te, può non esserlo per altri.”

      Soprattutto bisogna porsi in termini di tempo. Ecco l’esempio di Groningen: il gas ha riscaldato tante case.

      Oggi si lascia dietro inquinamento e terremoti.

      In Dancalia, lessi anni fa, il giovane che si voleva sposare doveva portare alla famiglia dell’amata un paio di testicoli di qualche altro giovane.

      Pessima usanza, sicuramente.

      Tolta questa pessima usanza, i dancali si sono riprodotti fino a prosciugare i pozzi, e sono morti a migliaia per la siccità.

      Non so quanto sia precisa questa storia, ma indica la grande difficoltà di giudicare tra “bene” e “male”.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        In Dancalia, lessi anni fa, il giovane che si voleva sposare doveva portare alla famiglia dell’amata un paio di testicoli di qualche altro giovane.

        Ammessa e non concessa questa notizia, non vedo in che modo questa usanza potesse limitare la riproduzione. Sarei più propenso a credere utilità di un’eventuale usanza del tipo che una bambina su di venisse uccisa alla nascita…
        Considerata la mortalità di parto, infatti, dimezzare il numero di uomini fertili (o meglio, sposati) non aveva un impatto così devastante sulla demografia.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per MT

          “dimezzare il numero di uomini fertili ”

          giusto, bisognerebbe anche vietare la poliginia e soprattutto usare lo storico metodo inglese: innalzare l’età da matrimonio.

        • PinoMamet scrive:

          Beh però l’usanza dancala (sempre ammesso che sia vera) non è detto che avesse lo scopo di limitare la popolazione.

          A leggerla così, pare più una prova di virilità o coraggio, come i dayak che portavano una testa umana come dono nuziale, o come David che porta 100 prepuzi di Filistei a re Saul per lo stesso motivo.

          Naturalmente lo si può leggere da antropologo novecentesco e, mi sa, strtuuralista
          “in realtà lo scopo è la limitazione delle nascite”,
          ma secondo me sarebbe spingersi un po’ troppo in là.

  49. mirkhond scrive:

    Infine nell’era di internet, nascondere dei martiri diventa difficile.

  50. mirkhond scrive:

    “La questione non è se Finkelstein abbia ragione o torto: la questione è l’impatto sulla società – che non è composta tutta da eruditi specialisti di Storia – di dottrine che volgarizzino al colto e all’inclita le dottrine di Finkelstein.”

    Quindi siccome la ggente fa 2+2=4, non si deve fare cenno alla gigantesca estorsione ad opera di Israele, per timore di ricadute anti”semite”.
    In sostanza auspichi l’inquisizione che dici di avversare, ma solo se protegge idee a te sgradite.

    • Francesco scrive:

      😀

      mi sa che c’hai preso: ADV ha troppa sfiducia nella ragione e troppa fiducia nel sistema

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Francesco

        Nè una nè l’altra.

        Mi permetto solo di ripetere le parole di Heisenberg: “la realtà della quale possiamo parlare non è mai la realtà in sé, ma è una realtà filtrata dalla nostra conoscenza o persino, in molti casi, da noi configurata. Se […] si obietta che dopotutto c’è un mondo oggettivo completamente indipendente da noi e dal nostro pensiero […], si deve opporre il fatto che già la parola appartiene al linguaggio umano e non può quindi significare qualcosa che non sia in relazione alla nostra capacità conoscitiva”
        http://disf.org/altri-libri-recensiti/9788816405714

        Ciao!

        Andrea Di Vita

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ mirkhond

      Un conto è l’estorsione, un conto negare le camere a gas.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • mirkhond scrive:

        Non si può mandare in galera una persona solo perché nega le camere a gas.
        Non so se te ne rendi conto.
        Se dovessimo fare i processi a tutto ciò che esce dalle nostre bocche, staremmo tutti in galera.

      • Z. scrive:

        Infatti Andrè.

        Negare le camere a gas è un’idiozia da estremisti di destra neppure troppo svegli.

        L’estorsione è un crimine da mafiosi.

  51. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco e ADV

    del Gabibbo Giustiziere…

    Noi siamo nove anni che stiamo dietro, in tanti, alla questione del nostro giardino, scippato al pubblico da uno speculatore.

    Tra le tante, tante, tante, tante, tante cose che sono state fatte in questi anni, qualcuno ha scoperto che la sorella del sindaco aveva comprato un appartamento proprio dallo speculatore immobiliare cui il sindaco ha poi concesso tante cose.

    Questa notizia è uscita in prima pagina sul Fatto Quotidiano, una settimana prima delle elezioni. Il Gabibbo all’ennesima potenza, insomma.

    Due commenti.

    Il primo, che non è cambiato assolutamente nulla da allora. Nulla, zero, niente, un ragnetto rossa dal buco.

    Il secondo – conoscendola, penso che la sorella del sindaco fosse innocente e che suo fratello nemmeno sapesse cosa avesse combinato (non sarebbe la prima volta, tant’è che il sindaco sta attentissimo a non parlare mai dell’esistenza di questa particolarissima parente). E certamente (sempre conoscendola) la ragazza avrà speso anche più del dovuto, non si trattava certo di un favore.

    Però il gabibbismo mette insieme “sindaco che dà qualcosa a Tizio” e “sorella del sindaco compra caso da Tizio”.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Martinez

      Il Fatto Quotidiano? 🙂

      Ah beh… ancora ancora l’avesse pubblicato Lotta Comunista o Libero, sarebbero stati più credibili. FQ è roba da grullini.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Miguel Martinez scrive:

        per ADV

        Ci sto io a Firenze, non tu.

        La notizia ha avuto un effetto notevole, anche perché immediatamente ripresa dal principale quotidiano locale, dalle televisioni e in interrogazioni al Consiglio Comunale (senza parlare di Facebook, ecc.).

        Che parlando di faccende piccole come questa, è tanto.

  52. Moi scrive:

    @ ANDREA DI VITA

    Sulle considerazioni di Heisenberg :

    portandole all’estrema coerenza, ci sono lingue (Tedesco fra le prime) che dovrebbero per legge (!) cambiare certe parole contenenti errori consolidati : “Fledermaus”, “Schildkröte” ; Chauve-Souris (che fra l’altro ben poche specie e sottospecie sono “calve” ) ecc … o espressioni tipo “il Sole è già alto/basso” , ecc …

    • Moi scrive:

      che poi pare che “chauve” sia una “deformazione” di “chou(ette)” … “civetta”, per le abitudini notturne.

  53. Moi scrive:

    @ ROBERTO

    In effetti esistono anche “micro-minoranze interne alla macro-minoranza” … tipo “Piscitarians” [sic], “Fruitarians” [sic] , “Raw Foodist” [sic, ma da usarsi come “jolly aggiuntivo” a “Piscitarians” e “Vegetarians” che uova e latticini li ammettono] … poi senz’altro ci saràn pure “Insectarians”, “Crustaceanarians”, “Cephalopodarians”, “Seafoodarians” e così via …

  54. Z. scrive:

    Comunque, in realtà esiste una parola che in avvocatese ha un significato opposto a quello che ha in italiano.

    Non è “ovvero”, bensì apodittico.

    Noialtri che prima di divenire legulei siamo stati educati alle lettere classiche abbiamo appreso che apodittico significa dimostrativo, e quindi esplicativo, evidente, logicamente necessario.

    Una volta divenuti legulei, invece, ci è stato insegnato che apodittico significa invece l’esatto contrario: non provato, senza prove o addirittura campato in aria.

    Della tesi di controparte che si intende confutare in fatto e in diritto si dice, tutto d’un fiato come ripetendo una formula arcana, che è apodittica e non dimostrata.

    • PinoMamet scrive:

      Non ricordo come si chiamino in “coltese” (linguaggio di cui è specialista il nostro Peucezio, direi) ma esiste tutta una serie di parole che significano una cosa e anche il suo opposto.*

      Dell’uso avvocatesco di “apodittico” penso si possa dire che è un derivato dall’atteggiamento di chi vuole, appunto, mostrare o dimostrare qualcosa come “auto evidente” (il famoso “evidentemente” di cui tu, Z., giustamente diffidi).

      Io mi trovo invece in difficoltà con “affatto”, quando usato da solo.

      *ah, eccole qua:
      https://it.wikipedia.org/wiki/Enantiosemia

    • habsburgicus scrive:

      ok–ma chi le sa ste cose ? io e te, e quattro gatti
      del tutto ininfluenti e irrilevanti
      di quei martiri mai si parlerà a Rai Storia e/o su Corriere e Repubblica e tantomeno nei talk-shows e nei tiggì, dunque de facto non esistono, bon

      • mirkhond scrive:

        Quindi per te esiste solo ciò che va in televisione e sui grandi giornali?
        Non dimentichiamo che esiste anche internet.

        • habsburgicus scrive:

          non é PER me, Mirkhond…speravo che almeno tu mi capissi, ma vabbé !
          quello che penso io NON CONTA assolutamente nulla…conosco (i più ne convengono) invero molte cose, che tuttavia mi sono purtroppo assolutamente inutili e di cui sono nondimeno fiero ma ad personam poiché dal punto di vista personale se avessi invece appreso a diventare un businessman di successo con schèi infiniti (tipo CEO di una multinazionale, ovviamente dopo aver conosciuto la “luce”:D) sarebbe stato molto meglio 😀
          conta quello che pensa la gente (al di sopra del popolo minuto che è manipolabile a piacere e non ha importanza alcuna), sia il ceto medio semicolto (per citare un’espressione di GLG) base di voti di chi ora comanda (e pure dell’opposizione che forse li sostituirà) sia la cosiddetta élite (cioé chi ha i soldi, in quanto è quello il discrimine, purtroppo, finiamola con l’ipocrisia !: manager pubblici e privati, industriali almeno in grado di mantenere un’amante venticinquenne, giornalisti dei giornali mainstream e della TV, eurocrati, cattedratici delle materie “chiave” e con accesso ai media)..e quelli ti assicuro, quelle cose non le sanno né le sapranno mai..o se le sanno (alcuni dei secondi, perché talvolta oltre a scopare e fare la bella vita, da Capalbio a Cortina passando per i Caraibi, Londra e New York sempre rigorosamente in superlux, leggono pur qualcosa :D), se ne fregano, e lo dimenticano subito !
          e vivono bene lo stesso, anzi di gran lunga meglio 😀
          cioè voglio dire, queste cose NON PASSANO
          passa solo ciò che vuole il potere vero (e solo dopo anni di indottrinamento mediatico, di libri divulgativi con fondi e tanto marketing)..e i martiri del comunismo non sono, di norma, compresi !
          per dire il sommo Pastor nell’Età della Grande Erudizione ha smontato scientificamente varie calunnie anticattoliche, con dovizia di particolari…e sai bene che è stata fatica sprecata…c sono ancor su tutti i manuali e alla TV !
          siamo realisti una buona volta !

  55. mirkhond scrive:

    “siamo realisti una buona volta !”

    E internet?
    Ancora quando ero ragazzo, vigeva la leggenda nera antiborbonica costruita negli anni precedenti e soprattutto successivi all’unificazione dell’Italia.
    Oggi sempre più persone sono a conoscenza di una verità molto diversa e che sembrava seppellita per sempre.
    Dunque la verità può metterci dei secoli, ma alla fine può venir fuori, oggi facilitata da internet.

  56. mirkhond scrive:

    Voglio dire che se ufficialmente la vulgata risorgimentalista vige ancora, però a livello di divulgazione è abbastanza criticata, grazie ad internet e a tanto volontariato e a giri di conferenze quasi sempre extraaccademiche
    E ciò nonostante la recente reazione risorgmentalista, tesa a screditare tale lavoro.

  57. roberto scrive:

    OT (ma forse non del tutto)

    dice robelux: “si fottano i social e W silvio piola!”
    e chi non è d’accordo si deve scucire due stelle dalla maglia della nazionale

    http://www.repubblica.it/sport/calcio/2017/05/14/news/la_figc_celebra_la_festa_della_mamma_con_una_maglia_con_il_fascio_littorio_polemiche_sui_social-165460639/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P2-S1.4-T1

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