Riccardo Mandelli, Al casinò con Mussolini

Ho finito da poco di leggere Al casinò con Mussolini. Gioco d’azzardo, massoneria ed esoterismo intorno all’ombra di Matteotti, di Riccardo Mandelli.

Ancora una volta, ci troviamo davanti al mistero di Sanremo, il vero cuore spirituale dell’Italia: come nel caso del Vaticano, non conta certamente il numero di abitanti (ne ha meno della dimenticata Cerignola).

Non ho mai visitato Sanremo, eppure su questo blog se ne è parlato spesso.

Ricordando ad esempio come l’ultima azione del governo Prodi, nel 2007,  sia stata di eliminare il tetto di 272.000 euro a testa per l’affitto di “talenti” da esibire, a spese dei contribuenti, sul palco del festival di Sanremo; oppure l’emblematica vicenda di tale Pinchi (sic!), che ai tempi in cui l’Italia versava gas velenosi sull’Etiopia, scrisse la canzone “Ti saluto vado in Abissinia“, per poi passare a scrivere canzoni per Adriano Celentano.

Ma il vero interesse per Sanremo è nato quando ho scoperto che i vincitori della Prima guerra mondiale decisero lo smembramento dell’Impero ottomano (e indirettamente la nascita di Israele) in una riunione a porte chiuse in una villa sanremese chiamata Devachan, in onore del “paradiso” teosofico.

Esplorando questo curioso nome e le vicende di chi l’aveva scelto, ho avuto la fortuna di incontrare Riccardo Mandelli, uno storico della vicina Imperia, che in quel periodo stava scrivendo L’ultimo sultano. Come l’impero ottomano morì a Sanremo.

E cioè, come abbiamo visto qui, la storia, basata su documenti inediti, della permanenza a Sanremo dell’ultimo sultano ottomano, con relativo contorno di intrighi tra Istanbul e Roma.

Nel suo nuovo libro, Al casinò con Mussolini, Mandelli ci presenta la storia della città di Sanremo nel primo Novecento. Che è la storia della stessa Italia.

Sanremo infatti è da sempre – molto prima del Festival – una città spettacolo, fondata sul gioco d’azzardo, che implica alcuni elementi decisivi.

Primo, il gioco d’azzardo – e non la produzione – è l’essenza psicologica del capitalismo, come aveva spiegato così bene a suo tempo Werner Sombart, raccontando della fantastica creazione e distruzione di capitali che accompagnò la mania dei tulipani nell’Olanda del Seicento.

Secondo, il gioco d’azzardo è un’attività normalmente illegale, che il potere politico decide di volta in volta e localmente di legalizzare: quindi i capitali del gioco d’azzardo, concentrati in pochi punti e in poche mani, spingono sulla politica, la manipolano e spesso la creano.

Terzo, i capitali del gioco d’azzardo, e quindi i loro operatori, sono globali sin dal principio.

Quarto, i giochi d’azzardo impegnano i ricchi, a prescindere dalla nazionalità, in una società ancora profondamente classista: e quindi abbiamo un ceto internazionale di giocatori che si concentra su Sanremo.

Quinto, i capitali coinvolti sono tali, da rendere il sistema dei casinò inseparabile da quello bancario e da quello delle armi, che con la prima guerra mondiale diventa una fonte cruciale di denaro: non a caso la storia di Sanremo si lega a quella della lobby (diremmo oggi) interventista.

Sesto, il gioco d’azzardo non è solo un’impresa: è uno spettacolo, che avviene in una città-spettacolo, e forse anche per questo coinvolge in maniera davvero sorprendente anche gli operatori dell’immaginario spiritualista dell’epoca.

“La peculiarità del casinò di Sanremo consisteva nel fatto di essere un “bene” pubblico, realizzato con il contributo della comunità da un’amministrazione socialista. La convenzione era stata firmata nel 1903 tra il sindaco Augusto Mombello e il francese Eugène Ferret, architetto delle case da gioco di Saigon e di Cannes, sostenuto da una cordata finanziaria parigina che stava costruendo il casinò di Vichy.

Mombello era il tipico integralista del Risorgimento: mazziniano, garibaldino, spiritista, anticlericale, banchiere, socialista, massone.

[il suo successore come sindaco fu il socialista Orazio Raimondo] che passava la notte leggendo I grandi Iniziati di Édouard Schuré, impegnato in lunghi discorsi immaginari con Ermete, Mosè, Krishna, Orfeo, Pitagora, Platone e Gesù, custodi della vera sapienza occultata e mistificata dalla Chiesa […]. Raimondo aveva aderito con entusiasmo al socialismo nella forma umanitaria e patriottica che gli sembrava compatibile con gli ideali della Massoneria, cui era affiliato dal 1901. Nell’anno di apertura del casinò aveva raggiunto il grado di Maestro Venerabile”.

Questi paragrafi, che compaiono nelle prime pagine del libro di Mandelli, mi sembrano la migliore introduzione al passaggio dalla rivoluzione industriale alla guerra e poi al fascismo.

E infatti, è proprio in quel mondo che nascerà il fascismo, argomento principale dello studio di Mandelli. Con un lavoro immenso di archivio, Mandelli analizza il rapporto tra tutti i fattori che abbiamo visto e la creazione del fascismo, prima come movimento e poi come regime.

A partire dall’adunanza del 23 marzo 1919 presso i locali del “Circolo per gli Interessi Industriali Commerciali e Agricoli” di piazza San Sepolcro a Milano, un circolo presieduto da Cesare Goldmann, “decano degli industriali di Milano e Torino, massone storico, uomo dei grandi poteri bancari“.

Sia in piccolo a Sanremo (dove Raimondo divenne il padre spirituale dei fascisti locali), sia in tutta Italia, Mandelli ci fa vedere come fosse in ambienti simili che nacque l’intricata e intrigante rete di potere che avrebbe intessuto il dominio fascista, dove si sarebbero condotte lotte feroci per la gestione del casinò.

Con un seguito impressionante di morti misteriose, a partire – forse – da quella illustre di Matteotti; e, alla fine, la nascita della grande fabbrica dell’Identità Nazionale che è l’attuale Festival di Sanremo.

Un mondo di banchieri, raccomandati, truffatori, appassionati occultisti, inventori, astute meretrici, idealisti, viaggiatori internazionali, politici, militari.

Peraltro provenienti per la maggior parte non dai vecchi ceti conservatori e cattolici, ma proprio dal mondo radicale e massonico (e talvolta spiritista, martinista o teosofico) delle grandi aspirazioni ottocentesche. Un ceto che è passato scorrendo fluidamente attraverso i decenni e i regimi politici.

Anzi, si potrebbe azzardare che l’ambiente in cui nacque il fascismo non fosse tanto diverso da quello in cui sarebbe nato l’antifascismo “tricolore”, progressista e laico, figlio anch’esso dell’interventismo del 1915: ma qui ci vorrebbe qualcuno più esperto di me.[1]

La quantità di personaggi che compare nel libro di Mandelli, e talmente complessi i loro rapporti, da lasciare a volte confusi. Per darvi un’idea della vastità dei temi trattati nel libro, ho pubblicato, a parte, l’indice dei nomi che compaiono nel libro.

Ci si chiede, alla fine, ma cosa fu davvero quel “fascismo” di cui tutti parlano con tanta facilità? E che cos’è lo Stato-Nazione Italia?

Mandelli evita di dare risposte, e proprio questo rende particolare il suo studio.

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175 risposte a Riccardo Mandelli, Al casinò con Mussolini

  1. une tortue scrive:

    – i vincitori della Prima guerra mondiale decisero lo smembramento dell’Impero ottomano (e indirettamente la nascita di Israele) in una riunione a porte chiuse in una villa sanremese chiamata Devachan, in onore del “paradiso” teosofico. –

    Ahahah, che buffa cosa. Come ci è potuta finire la Terra Pura del Buddha Amitabha a Sanremo?!
    Sti teosofici!

  2. Pingback: Al casinò con Mussolini di Riccardo Mandelli, l’indice | Kelebek Blog

  3. Z. scrive:

    Diceva Calvino – debitamente citato dall’autore, magari anche per questa ragione – che San Remo è rimasto il centro dell’Europa cosmopolita sino allo scoppio della seconda guerra mondiale, per divenire in seguito periferia di Torino e Milano.

    Se questo è vero, e se è vero quel che scrive il Mandelli, entrare in guerra contro Francia e Regno Uniti è stato davvero controintuitivo, oltre che suicida.

    Z.

  4. Francesco scrive:

    >> il gioco d’azzardo – e non la produzione – è l’essenza psicologica del capitalismo,

    tipico errore di giudizio, che non spiega nulla del capitalismo ma soddisfa i suoi nemici.

    incattivendo con l’età, mi vien da sperare di vederci vivere in un mondo non capitalistico, così che emerga davvero a cosa serve

    ciao

  5. corrado scrive:

    «Anzi, si potrebbe azzardare che l’ambiente in cui nacque il fascismo non fosse tanto diverso da quello in cui sarebbe nato l’antifascismo “tricolore”, progressista e laico, figlio anch’esso dell’interventismo del 1915»

    Forse una figura emblematica può esserla Alceste De Ambris, che può essere considerato sia uno dei padri del fascismo che uno dei padri dell’antifascismo. «Fondatore e maggior esponente del sindacalismo rivoluzionario italiano e del movimento repubblicano e mazziniano “novecentista”» (Wikipedia), massone, interventista e dannunziano di sinistra, redattore della Carta del Carnaro, collaborò alla stesura del Manifesto dei Fasci Italiani di Combattimento. Ma nel 1922 si schierò dalla parte degli antifascisti prese parte alle Barricate (scusate la maiuscola, ma in questo caso ci tengo ad usarla) di Parma assieme alla sua Legione Proletaria Corridoni.
    Poi andò in esilio e rifiutò tutte le avances fattegli dal Duce che gli offriva incarichi di grande importanza.

  6. Miguel Martinez scrive:

    OT

    Sulla pagina http://kelebeklerblog.com/magdi-allam/ di questo blog, alle ore 4.18 di stamattina, interviene tale Barbara Napoli:

    “Magdi Allam da’ fastidio perche’ e’ uno dei pochi che ha VERAMENTE SPIEGATO chi dono, cosa dicono e cosa progettano i suoi EX CORRIGIONALI….E’ intelligente, moderato e capisce VERAMENTE il ericolo che tanti, troppi…non vogliono vedere!!!
    Andate a vivere qualche anno in uno di quei paesi ‘democratici’ …e vedrete che poi la penserete come lui e come la GRANDE FALLACI”

    Attende per due lunghi minuti che io le approvi il commento, e poi arrabbiatissima, alle 4.20 scrive:

    “…commento in attesa di moderazione eh???…immagino chr NON VERRA’ pubblicato!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”

    • PinoMamet scrive:

      Aveva finito il Maalox?

      • Francesco scrive:

        domanda stupida: da quando le persone che non sanno esprimersi in italiano nè sanno esprimere un qualche concetto sono comunque convinte di avere il diritto di esprimersi?

        è colpa della democrazia e del suffragio universale?

        è colpa del ’68, dello spontaneismo, della lotta alle regole?

        è colpa della televisione, del populismo, di Berlusconi e Bossi?

        come diceva qualcuno, non puoi più organizzare una dittatura, al massimo il Bunga Bunga

        • Z. scrive:

          Dico la mia…

          Bossi ha sturato una fogna mica male, e Berlusconi ha saputo sfruttare i molti italiani abituati a sguazzarci dentro.

          Ma la fogna esisteva già, altrimenti non ci sarebbe stato né da sturare né da sfruttare alcunché. E sospetto che esistesse già da molto, molto tempo.

          Più passano gli anni, più mi convinco che al riguardo aveva ragione il sempre ottimo e compianto Andrea Di Vita.

          Z.

        • Francesco scrive:

          OK, lo riconosco, avrei dovuto aspettarmi delle risposte più stupide della domanda stessa

          Chioserei che una nazione con comunisti fieri di esserlo si merita ampiamente di essere governata da Gasparri, che è sempre meglio dei primi.

    • roberto scrive:

      ed invece non solo è pubblicato ma pure esposto al pubblico ludibrio
      🙂

      sei una belva (e ti voglio bene per questo)

      • une tortue scrive:

        – sei una belva –

        E’ un complimento singolare assai! 🙂

        • roberto scrive:

          gergo da calciatori, dove, “belva” “bestia” “animale” hanno una connotazione prettamente positiva
          🙂

        • Ritvan scrive:

          —gergo da calciatori, dove, “belva” “bestia” “animale” hanno una connotazione prettamente positiva:-) roberto—
          Beh, non solo da calciatori…ricordi il giornalista Gustavo Selva che aveva battezzato un suo programma radio “Radio Belva”?:-)

  7. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “è colpa della democrazia e del suffragio universale?”

    Direi di Internet gratis. Immaginati di dover pagare 10 centesimi ogni volta che vuoi commentare.

    • Francesco scrive:

      ma una volta questa gente diceva la sua opinione nell’osteria del paese, con pari strafalcioni formali e intellettuali, tra l’assentire distratto degli astanti?

      e in città, idem?

      finchè arrivava un Mussolini qualsiasi e questi trovavano uno sbocco pubblico?

      • Peucezio scrive:

        No, beh, internet facilita immensamente le cose, ma una volta gli ignoranti avevano soggezione a parlare davanti a persone più istruite o di rango superiore, anche quando parlare non costava una lira. Il guaio è che quegli ignoranti lo erano per modo di dire, perché lo erano solo dal punto di vista della cultura delle classi egemoni.
        Questi invece sono ignoranti per davvero.

        • Z. scrive:

          Peucezio,

          — No, beh, internet facilita immensamente le cose, ma una volta gli ignoranti avevano soggezione a parlare davanti a persone più istruite o di rango superiore, anche quando parlare non costava una lira. —

          Vero. Ma al di là di Internet, a me sembra che sia molta di più la gente che dice fregnacce e bestialità sia in privato sia pubblico.

          In ogni ambiente, oltretutto.

          O forse sono io che sto invecchiando.

          Z.

        • Roberto scrive:

          Sicuramente stai invecchiando ma credo che peucezio abbia ragione nel senso che adesso grazie ad internet hai aumentato in maniera incalcolabile per persone con le quali sei in contatto. Per dire, prima le mie sciocchezze le raccontavo ai due fessi che venivano a bersi una birra con me. Ora le ascolti anche tu a 1000 km da qui

        • Peucezio scrive:

          Non sei tu che stai invecchiando, purtroppo è vero, temo, ed è legato al complessivo abbassamento del livello di istruzione degli ultimi anni (non perché si vada meno a scuola, ma perché la scuola ha abbassato molto gli standard: si insegna di meno e si promuove di più) e al minore senso di pudore della gente: le persone sanno e capiscono di meno e parlano di più.

      • paniscus scrive:

        Ovviamente potrei pure sbagliarmi e potrebbe trattarsi di una banale omonimia, ma se quella signora è proprio quella che penso io, è stata una dei primissimi italiani in assoluto che avessero avuto accesso alla rete già 20 anni fa, e scriveva assiduamente sui primissimi gruppi di discussione in lingua italiana…

        …dove faceva parte di un gruppo scherzoso e goliardico regolarmente accusato di essere una manica di estremisti di sinistra, che complottavano per asservire l’intera rete al comunismo globale 🙂

        Lisa

  8. habsburgicus scrive:

    solo due cose, poi oggi (se ho tempo) magari ci ritorno più in dettaglio

    innanzitutto, ottimo articolo (come sempre), complimenti Miguel
    1. la Conferenza di San Remo del 1920 ebbe un grande ruolo nella fine dell’Impero Ottomano ma non DECISE nulla..tutto era già stato deciso con gli accordi Sykes-Picot del 1916, con SAn Giovanni di Moriana del 1917 (de facto non applicato), con la dichiarazione di Balfour (2/11/1917) e con l’armistizio di Mudros (30 ottobre 1334=1918)….diciamo che a San Remo fu messo in pratico ciò che stato progettato in precedenza
    2. senza dubbio il fascismo nasce a sinistra, negli ambienti radical-massonici, pas de doute sur ça, ma Mussolini nel 1925 ruppe con la massoneria, in modo serio (del resto, tornando in questo, alle posizioni del massimalista del 1912 !) come si vide con il Concordato (11/2/1929)….purtroppo per lui, che era sostanzialmente un uomo buono e ingenuo, non rimosse i massoni che rimasero tutti (in primis Badoglio) e si prenderanno la loro vendetta il 25 luglio 1943 ad maiorem G.A.D.U. gloriam…ma questa é un’altra storia, e si giunse fin lì, qualche (grave) colpa ce l’ebbe pure il Duce, bisogna ammetterlo 😀
    ciao a tutti !

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “che era sostanzialmente un uomo buono e ingenuo”
      Ed era per bontà che telegrafava a Badoglio e a Graziani di usare i gas in Abissinia e di sparare anche sulla Croce Rossa, ma magari evitando quella britannica per non fare troppo scalpore?
      Ah, dimenticavo: la Croce Rossa è una biekissima organizzazione maSSonika che aveva come scopo quello di impedirci di avere un posto al sole indispensabile nella lotta contro le demokrazie plutokratike e reazionarie!

      • Z. scrive:

        E sempre per ingenua bontà faceva internare amanti e figli illegittimi nei manicomi. Per fare aver loro vitto e alloggio gratis tutti i giorni. Non dimentichiamoci che allora c’era la crisi.

        Z.

  9. GroG! scrive:

    GroG!
    Parlandolo da vivo Mussolini era una MERDACCIA, prese soldi dai francesi e dagli inglesi per passare da posizioni neutraliste a posizioni interventiste con il placet di casa SATROIA, dando inizio all’inutile macello ed approfittando dei disastri successivi.
    Poi la fuga in abiti tedeschi…puah che schifo! Meglio per la sua memoria cadere imbracciando le armi!
    GroG!GroG!GroG!GroG!GroG!GroG!GroG!

  10. Miguel Martinez scrive:

    Per habsburgicus, Mauricius, Grog

    ““che era sostanzialmente un uomo buono e ingenuo””

    “Mussolini era una MERDACCIA”

    Nella mia esperienza, giudizi del genere dipendono da una serie di esperienze/opinioni personali, con magari alle spalle diverse generazioni di ricordi familiari.

    Non si cambiano facilmente, e discuterne serve di solito a molto poco. Una volta ci si poteva almeno sparare liberamente, e questo in qualche modo risolveva in maniera netta le dispute serie 🙂

    Nel libro di Mandelli, mi ha colpito una bella frase. Mentre ci guida attraverso un inestricabile gioco degli specchi, con intrighi, manovre, menzogne, alleanze e pugnalate alle spalle, a un certo punto si chiede, “ma almeno Mussolini era fascista?”

    Insomma, non è tanto importante sapere come fosse Mussolini, ma com’era l’Italia, o i ceti dirigenti dell’Italia, in quegli anni, ché senza di loro, non ci sarebbe stato alcun fascismo.

    • GroG! scrive:

      GroG!
      Ribadisco Mussolini era una MERDACCIA come i SATROIA erano STRAMERDACCE!
      GroG!
      Miguel hai ragione! Bisogna tornare al giudizio di Dio, al guidrigildo ed al duello!
      GroG!
      GroG è disposto a dare soddisfazione a chi lo desidera, dietro il convento delle
      Carmelitane scalze alle ore 06.00 del giorno da stabilirsi, le modalità saranno discusse dai Padrini.
      La scelta delle armi tra clava (mia preferita), mazzafrusto e/o martello da carpentier da 0,800 [kg].
      GroG!GroG!GroG!GroG!GroG!

  11. mirkhond scrive:

    Mussolini non era ne buono, ne ingenuo, ma solo un MALDESTRO dilettante, un imperialista straccione degno erede e CONTINUATORE dell’edificio sabaudo-risorgimentalista.
    Il Fascismo NON è il difensore del Cristianesimo, ne dei valori tradizionali, qualunque cosa questo possa significare, ma una RIVOLUZIONE che seppur anticomunista e antiliberale, ne mutuava però, estremizzandoli, molti elementi, come la politica corporativistica di stampo mazziniano, il culto di garibaldi, dell’unità d’Italia e del già citato espansionismo sabaudo.
    Se perse, fu solo per NON aver fatto bene i suoi calcoli abbandonando il tradizionale “protettore” britannico, che TANTA FORTUNA aveva portato al suddetto espansionismo sabaudo, quando Piemontitalia ne aveva seguito fedelmente le direttive…
    I crimini coloniali del fascismo in Libia, Abissinia e Balcani sono in LINEA DI CONTINUITA’ con quelli di Piemontitalia del 1860-1922, vedasi invasione delle Due Sicilie e conseguente repressione “antibrigantesca” del 1860-1875, conquista dell’Eritrea nel 1880-1890, della Somalia (dove la schiavitù verrà MANTENUTA dallo splendido governo “italiano” fino al 1932!), della guerra all’Abissinia del 1895-1896, della conquista della Tripolitania, Cirenaica e Fezzan nel 1911-1915, con migliaia di DEPORTATI…..
    Mussolini nacque e si formò in QUESTO CLIMA, e non certo in quello dei nostalgici del Congresso di Vienna del 1815 e dell’ordine reazionario preunitario, cosa che tanti catto-fascio-tradizionalisti di OGGI, non vedono e non VOGLIONO vedere….

    • Z. scrive:

      mirkhond,

      — Mussolini non era ne buono, ne ingenuo, ma solo un MALDESTRO dilettante, un imperialista straccione degno erede e CONTINUATORE dell’edificio sabaudo-risorgimentalista. —

      Completamente d’accordo con te.

      Z.

    • Francesco scrive:

      Mirkhond

      ma dove li trovi dei tizi che mettono insieme Mussolini e Lepanto? a parte Internet, dove si trova veramente di tutto?

      Che poi sarebbe opportuno distinguere il fascismo regime, molto conservatore e tradizionalista in politica, pur cercando il progresso “tecnico ed economico”, e in questo vicino a molti cattolici, da quello “rivoluzionario” e da quello “imperialista”, che avrebbero condotto il paese e il regime al disastro.

      Direi che la contradditorietà del regime ne testimonia il carattere prettamente italiano.

      • mirkhond scrive:

        Leggendo uno studio di padre Giovanni Sale, sui rapporti tra Chiesa e Fascismo REGIME, le cose mi sembrano un poco più complesse, vedasi ad esempio la crisi del 1931 relativa all’Azione Cattolica e allo scoutismo cattolico, non graditi al regime che cercava (non riuscendovi, ma solo per deficienza strutturale…) di inglobare tutta la vita associativa giovanile all’interno delle NON cattotradizionaliste associazioni e gruppi fascisti…
        Che poi al Vaticano, alla maggioranza del clero e alla stragrande maggioranza dei fedeli, Mussolini piacesse è un altro punto di vista, dovuto al carisma clownesco del duce, ad alcune politiche sociali intraprese dal fascismo, ma tutto ciò sta al Cattolicesimo esattamente come il bunga bunga di via orgettina….
        ciao!

        • Francesco scrive:

          Credo che tu sottovaluti decisamente quali fossero le (illusorie) idee dei cattolici rispetto al fascismo. Di cui si sopportavano le buffonate (i grandi uomini fanno grandi cazzate e grandi scene, immagino sia la spiegazione) perchè era visto come “terza via” non materialista di fronte al comunismo e al capitalismo.

          Poi si litigava sugli spazi di autonomia e libertà dallo Stato fascista.

          Ma un’opposizione comune alle “rivoluzioni borghese” e a quelle “proletarie” era concepibile.

          PS mai sentiti, tranne qui, nè Tosca nè Nisticò. Gli unici ultra-minoritari di cui mi interesso sono i primi cristiani, e alla luce del successo posteriore.

          Ciao

      • mirkhond scrive:

        ma dove li trovi dei tizi che mettono insieme Mussolini e Lepanto?

        Mai conosciuto Pino Tosca? Ulderico Nisticò?

        Il cattofasciotradizionalismo è posteriore al 1945 e ne parla anche Renzo De Felice nel suo Intervista sul Fascismo del 1975, considerando questi personaggi come travisatori del VERO Fascismo di Mussolini che, parola di De Felice, fu un fenomeno RIVOLUZIONARIO in linea di CONTINUITA’ col precedente sistema sabaudo-liberale…
        Anni fa chiesi a dei conoscenti cattofasciotradizionalisti come potessero conciliare Mussolini e l’imperialismo tricolorato coi Borbone, la Vandea e le insorgenze anti giacobino-napoleoniche.
        Mi risposero che il tutto risaliva all’8 settembre 1943 col tradimento della monarchia sabauda all’alleanza colla Germania,..
        Le tipiche contraddizioni di cui giustamente hai parlato….
        ciao!

        • Peucezio scrive:

          Ma invece sarebbe bastato rispondere nei termini di un’opposizione antiborghese.

        • mirkhond scrive:

          Più o meno era quello che volevano dirmi, trattandosi di una coppia di professori…
          Del resto l’accostamento Fascismo/Borbone nasce proprio all’epoca della RSI, quando viene riscoperto il romanzo L’Alfiere di Carlo Alianello.
          Romanzo che, parlando della tenace fedeltà e abnegazione del giovane tenente lucano Pino Lancia al Re e alla Patria Napoletana nel 1860-61, era costato il confino al suo autore poco tempo prima del 25 luglio 1943….
          I fascisti repubblichini invece si riconobbero nell’epopea perdente dell’Esercito Borbonico rimasto fedele fino alla fine, con un accostamento del tutto superficiale tra i ragazzi del Giglio sul Volturno, a Gaeta, a Messina e a Civitella del Tronto, coi ragazzi in camicia nera e il tricolore massonico col fascio e/o l’aquila in mezzo dell’Italia del centro-NORD del 1943-1945.
          Resistenza repubblichina che, seppur onora chi NON tradì e non si macchiò di crimini, era però l’erede dei sogni imperialisti di Mussolini IN LINEA D CNTINUITA’ coi DISTRUTTORI dell’indipendenza delle Due Sicilie nel 1860-1861.
          E infine non fu un accostamento comune tra tutti i repubblichini, come confermato dal libro di Ajmone Finestra, Dal fronte jugoslavo alla Val d’Ossola, Mursia 1993, in cui l’autore, ufficiale repubblichino e comandante di un battaglione di arditi dalmati, si ispira e si considera l’erede di Garibaldi e dei Garibaldini, senza citare MAI i Borbone….
          Ma è anche vero che Finestra è di Todi e con la sua famiglia da piccolo si trasferì nella neonata Littoria, oggi Latina….
          ciao!

  12. Miguel Martinez scrive:

    Per chi volesse approfondire la strana, vasta melma dell’Italia liberale che è passata dal Risorgimento all’antifascismo, transitando allegramente per il fascismo, consiglierei la lettura dei libri di Silverio Corvisieri.

    L’episodio che mi piacque di più fu quello del partigiano colto armi in mano dalla polizia, nel 1943, mentre cercava di fare un attentato contro la casa del figlio di Mussolini ai Parioli.

    La polizia fascista lo interrogò furiosamente, cercando di fargli ammettere… di voler fare un furto a casa di una vecchietta che non abitava nemmeno lì.

    In questo modo, cercavano di ingraziarselo, per prepararsi un futuro antifascista, ma anche di farlo condannare, per non rovinarsi il presente fascista.

    • corrado scrive:

      Ah, vabbeh, se parliamo della melma liberale e/o dei paraculi allora De Ambris non c’entra più. Lui era tutto furché un opportunista.

  13. mirkhond scrive:

    “Insomma, non è tanto importante sapere come fosse Mussolini, ma com’era l’Italia, o i ceti dirigenti dell’Italia, in quegli anni, ché senza di loro, non ci sarebbe stato alcun fascismo.”

    A tal proposito, consiglio la lettura del libro di Gian Franco Venè, Il golpe fascista del 1922, dove vengono spiegati con una minuziosa analisi, molti retroscena politici alla vigilia del famoso 28 ottobre 1922, inclusi gli accordi con la Massoneria, e l’avallo delle classi dirigenti LIBERALI del vecchio ordine sabaudo, compreso il fin troppo lodato Benedetto Croce (poi diventato antifascista di regime, nel 1925).

    • Francesco scrive:

      M.

      non facciamo i Travaglio e cerchiamo di studiare come era l’Italia (e l’Europa) nel 1922!

      sennò siamo capaci tutti di sparare giudizi “a babbo morto”

      Ciao

      • mirkhond scrive:

        Non ci vedo nulla di travagliesco nel rilevare le radici NON cattotradizionaliste del Fascismo…
        Mussolini NON era Franco o Salazar….
        ciao!

        • Francesco scrive:

          ce l’avevo con il riferimento a Croce … se ignoriamo cosa succedeva in Italia e nel mondo nel 1922 diamo giudizi inutili sul golpe fascista e i suoi sostenitori

        • Z. scrive:

          Giusto, perbacco! C’erano i comunisti dappertutto: come del resto oggi 😆

          Z.

  14. mirkhond scrive:

    “L’episodio che mi piacque di più fu quello del partigiano colto armi in mano dalla polizia, nel 1943, mentre cercava di fare un attentato contro la casa del figlio di Mussolini ai Parioli.”

    Questo episodio è avvenuto prima del 25 luglio 1943? Al tempo dei grandi scioperi del marzo 1943?

  15. Marcello Teofilatto scrive:

    >l’emblematica vicenda di tale Pinchi (sic!)…
    Che cos’ha di strano questo nome, o comunque di degno di essere “siccato”? M.T.

  16. Miguel Martinez scrive:

    Per Marcello

    “Che cos’ha di strano questo nome, o comunque di degno di essere “siccato”?”

    Wikipedia ci informa che “Pinchi è lo pseudonimo con cui Giuseppe Perotti ha firmato tutte le sue canzoni.”

    Cioè uno si chiama Perotti, che va benissimo, poi però si fa chiamare Pinchi.

    • PinoMamet scrive:

      In effetti mi ricorda la storiella di Giovanni Merda, che andò all’anagrafe per cambiare nome…
      “e come vuol chiamarsi?” “Giuseppe Merda…”

      perchè uno che si chiama Perotti non si firma Perotti? Cosa ha di strano questo nome? E cosa ha Pinchi di particolarmente attraente, da farlo scegliere al posto di Perotti?

      O ha scelto Pinchi per vaghe assonanze inglesi (“pink” e derivati) ma sarebbe abbastanza ridicolo; oppure si rifà al veliero (specialmente genovese) noto come “pinco”, usato per commerciare e per pirateria, ma mi sembra assai improbabile (cosa vorrebbe significare questa scelta, degli antenati armatori? in ogni caso, il significato è perso per i più), altri significati non mi vengono in mente, a parte Pinco Pallino
      (forse allora è uno scherzo sulla sua voglia di anonimato?)

      Va a sapere cosa passa nella testa delle persone, a volte!

    • Marcello Teofilatto scrive:

      In realtà, nel mondo della musica è piuttosto diffusa l’abitudine degli pseudonimi (come Mogol, Depsa, ecc.). Può darsi che derivi dal fatto che inizialmente lo scrivere canzoni era considerato un’attività “poco seria”. A volte poi ci sono abitudini che, nate per una ragione, sopravvivono al venir meno di quella ragione. Il paleontologo Stephen Jay Gould chiamava “ex-aptations” quei cambiamenti che, nati senza uno scopo particolare, si dimostravano funzionali e venivano conservati anche in condizioni ambientali differenti (e che quindi non potevano essere considerati dei veri e propri “adattamenti”). Ciao da M.T.

  17. Ritvan scrive:

    Miguel, scusa l’OT ma potresti fare un piccolo commento a questa esilarante notizia?
    http://www.osservatorio-sicilia.it/2012/06/28/tehran-in-un-convegno-sponsorizzato-dallonu-la-verita-iraniana-il-talmud-insegna-a-distruggere-chi-si-oppone-agli-ebrei/

    P.S. Naturalmente ti dò tutto il tempo per verificare che lo stupefacente (e proprio il caso di dirlo:-) ) discorso del vice di Ahmadinejad non sia stato tradotto in modo perfido:-) dal noto Komplotto Mediatico Demo Pluto Pippo Paperino Masson Giu…pardon, volevo dire Masson Sionista, cribbio!:-)

  18. Z. scrive:

    Dimenticavo,

    saluto con piacere l’inaugurazione della tag Vichy, uno dei miei argomenti preferiti!

    Z.

  19. Miguel Martinez scrive:

    Per Corrado

    “Ah, vabbeh, se parliamo della melma liberale e/o dei paraculi allora De Ambris non c’entra più. “

    Un giusto appunto.

    E infatti sono stato sbrigativo: esiste tutta una cultura di nazionalisti, radicali, massoni, innovatori, volontari in guerra (e quindi non esattamente furbi opportunisti), che si trovano insieme in quel momento, scegliendo tra fascismo e antifascismo.

    Ci devo riflettere 🙂

  20. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    “Non ci vedo nulla di travagliesco nel rilevare le radici NON cattotradizionaliste del Fascismo…
    Mussolini NON era Franco o Salazar….”

    Concordo.

    Arturo Carlo Jemolo ha scritto Chiesa e stato in Italia dalla unificazione agli anni settanta, in cui descrive tra l’altro i complessi rapporti tra Chiesa e fascismo.

    A memoria (libro letto diversi anni fa), sottolineava la profonda diversità antropologica: i dirigenti fascisti non provenivano dal mondo cattolico, ma da quello radicale e spesso anarchico, erano profondamente anticattolici, ma trovavano utile di tanto in tanto manipolare anche i simboli religiosi; mentre i preti cercavano di salvare il salvabile, cercando di avere buoni rapporti con tutti, e tessendo intanto la rete che avrebbe permesso loro di emergere con la Democrazia Cristiana.

    Una diffidente convergenza di interessi, insomma.

    • Peucezio scrive:

      Però è interessante un’osservazione sociologica che fa Carlo Levi in “Cristo si è fermato a Eboli”, e che però non riguarda certo i vertici ma il radicamento periferico nella provincia. Pare che nelle regioni del sud i quadri del fascismo locale venissero prevalentemente dalle famiglie che erano state borboniche e legittimiste.

      • mirkhond scrive:

        Mmmh, non sono uno specialista sull’argomento, ma non credo che i post-borbonici divenuti fascisti di cui parla Carlo Levi, siano stati l’UNICO gruppo dirigente fascista del fu Regno di Napoli.
        Inoltre Levi parla per ALCUNI comuni della Basilicata, ma tra i fascisti cita anche discendenti di antichi massoni e carbonari fieramente antiborbonici, uno dei quali parte come volontario in Abissinia.
        A Bari, stando almeno a quanto letto dall’opera di Nicola Mascellaro, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, i capi fascisti si sentivano in linea di CONTINUITA’ coll’edificio sabaudo-risorgimentalista, e lo storico Vincenzo Roppo (1879-1938) di Ceglie del Campo (oggi quartiere di Bari), nella sua storia di Capurso* proprio del 1922, sostiene che gli squadristi e le camicie nere gli ricordavano le camicie ROSSE garibaldine….
        ciao!

        • mirkhond scrive:

          * Capurso è un comune della Conca di Bari.

        • Peucezio scrive:

          Certo, probabilmente quanto dice Carlo Levi vale per zone molto più rurali e interne e comunque penso lui conoscesse solo l’ambito lucano dei paesi attorno ad Aliano.
          Per quello che ne so, a Minervino Murge (paese “rosso”, caratterizzato da veementissime lotte di braccianti, già dal 1898 e prima, e che nell’immediato dopoguerra “dichiarò guerra all’Italia”, come disse la stampa dell’epoca, e tenne in scacco il battaglione San Marco) il fascismo era vissuto come una posizione conservatrice se non reazionaria. I miei bisnonni, che erano simpatizzanti del PNF, facevano parte del ceto degli “artieri”, cioè quel ceto intermedio di artigiani, presente nei paesi della Puglia, che avevano una struttura sociale tri-cetuale (1. signori 2. artigiani e piccoli coltivatori diretti 3. braccianti): la mia bisnonna era una donna di paese molto cattolica e pia, che vedeva “le sucialìste” e gli anarchici come dei demòni anticlericali, sovvertitori di ogni buon ordine sociale. Poi in realtà lì la lotta era talmente accanita e tale fu la polarizzazione delle posizioni, che sia i fascisti che i socialisti si manifestavano come fortemente estremisti e radicali.

        • mirkhond scrive:

          Giuseppe Caradonna di Cerignola (1881-1963), fin dal 1920 uno dei fondatori del fascio e capo dello squadrismo pugliese ( con cui partecipò alla marcia su Roma), autore dell’assassinio del deputato socialista Giuseppe di Vagno a Mola di Bari il 25 settembre 1921, nonché alto gerarca e ministro fascista, era massone e nel 1912 era stato garibaldino al seguito di Ricciotti Garibaldi….

  21. habsburgicus scrive:

    mi dispiace (ma non sono molto sorpreso perché so che quando si cita Benito bisogna dipingerlo come un mostro per evitare di provocare un vespaio :D) che l’attenzione sia stata rivolta precipuamente ai due aggettivi “buono e ingenuo” in quanto (a parte l’Impero ottomano) ho detto anche altro, de facto concordando sulle origini del fascismo, seppur in modo nuancé, con Miguel e pure con mirkhond…
    è chiaro che “buono e ingenuo” si riferivano ad un Mussolini confrontato con i colleghi dittatori
    che sia “ingenuo” la dimostra tutta la sua condotta nel 1940-1943, specialmente nel luglio 1943
    che sia stato “buono” lo dimostra l’assenza di esecuzioni di massa, stermini, purghe e deportazioni e la tolleranza verso molti antifascisti, da lui perfino stipendiati !
    confronto a
    Stalin, Mao, Hoxha e diciamo pure Robespierre ed Elías Calles (a “sinistra”)
    Hitler, lo stesso Franco del 1936-1945, Pinochet, Pavelić (a “destra”)
    Talât Paşa, Atatürk (“indefinibili”) ecc.
    Il vecchio Ben era un agnellino, non siete d’accordo ?

    P.S: io non amo la politica dei Savoia-Carignano (che contrappongo ai grandi ed “autentici” Savoia estinti il 27/4/1831), ma un po’ di rispetto per S.M Vittorio Emanuele III, nostro Signore e Sovrano, suvvia 😀

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      L’unico Savoia che si salva è Umberto II perché ha avuto la buona creanza di togliersi di mezzo senza cercare di far sollevare il Sud Italia per conservarsi il trono. Ci sarebbe mancata solo la guerra civile bis…

  22. mirkhond scrive:

    “che sia stato “buono” lo dimostra l’assenza di esecuzioni di massa, stermini, purghe e deportazioni e la tolleranza verso molti antifascisti, da lui perfino stipendiati !”

    Che sia stato “buono” rispetto ad altri dittatori di destra e di sinistra coevi, o antecedenti e posteriori, è vero SOLO riguardo all’Italia, perché nei territori coloniali vecchi e nuovi, Mussolini non fu che il CONTINUATORE se non il “perfezionatore” se vi è “perfezione” in tale opera, del precedente ordine sabaudo-liberale del 1860-1922…
    Se Cialdini e Pinelli avessero avuto a disposizione i gas, li avrebbero usati in grande quantità contro i “briganti” delle Due Sicilie conquistate, esattamente come farà il loro DEGNO EMULO Graziani in Libia e Abissinia….
    In Libia e in Slovenia le deportazioni ci furono eccome, nel secondo caso interrotte SOLO dalla caduta del regime il 25 luglio 1943….

    • Peucezio scrive:

      Beh, però allora direi che non è tanto una questione di dittature e democrazie, ma di colonialismo: il colonialismo europeo è stato brutale, diciamo pure criminale, più o meno dappertutto. Non trovi?

  23. mirkhond scrive:

    Per Habsburgicus, Miguel Martinez e chiunque sia documentato sull’argomento

    Poco fa ho finito di vedere su rai3 “La grande storia” dedicata sia agli attentati contro Mussolini e Casa Savoia nel 1925-1932, che ai misteri della morte di Mussolini nel 1945…
    Ora vorrei porvi dei quesiti in base alle vostre conoscenze:

    1) Chi c’era dietro i vari attentati rivolti a Mussolini, Vittorio Emanuele III e il principe Umberto, tra il 1925 e il 1932? Si trattava davvero di isolati, di antifascisti, oppure vi era l’ombra di Farinacci e del fascismo più duro e intransigente, scontento per la svolta monarchica e “moderata” di Mussolini?
    2) Nel 1940 ci furono trattative segrete tra Churchill e Mussolini, alla vigilia e DOPO l’ingresso dell’Italia in guerra a fianco della Germania?
    3) Nel 1945 Mussolini nel suo tragico e fallito tentativo di salvarsi, aveva davvero dei documenti che avrebbero potuto compromettere lo stesso Churchill, e magari utilizzabili da Mussolini per cercare (inutilmente) di salvarsi con un ricatto?
    4) CHI uccise DAVVERO Mussolini e la Petacci?
    5) Perché Churchill nel dopoguerra si recò proprio sul Lago di Como per dipingere? Oppure cercava qualcos’altro, legato sempre ai fantomatici documenti sovracitati?
    6) L’oro di Dongo, sottratto dai comunisti, servì davvero all’acquisto della sede di Botteghe Oscure, e per creare il tesoro del PCI?

    • Moi scrive:

      Avrei una domandina anch’io … e se davvero esistesse (Leggenda Romagnola o Realtà ?) una Discendenza Segreta del Ragazzone di Predappio Blasfemo 🙂 e Anželika Isakovna Balabanova ?

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Di Mussolini non lo so, ma da queste parti esiste una leggenda metropolitana su una fantomatica discendenza di Hitler, che sarebbe stato dalle parti del Piave durante la Prima Guerra Mondiale e che avrebbe avuto una relazione con una locale (mi pare di Pieve di Soligo o giù di lì).

        • Moi scrive:

          Mussolini era Romagnolo, Hitler NON era Veneto 😉 …

        • Moi scrive:

          La Balabanova NON era una turista russa a Riccione 🙂 …

        • mirkhond scrive:

          La storiella su Hitler sul fronte veneto mi sembra proprio una monata come si direbbe da voi…
          Hitler nel 1914-1918 ha combattuto sul fronte franco-belga, tranne un ‘interruzione tra l’ottobre 1916, quando fu ferito sulla Somme, e il 5 marzo 1917, quando tornò dall’ospedale presso Berlino, dove era stato curato.
          E si trovava sempre sul fronte occidentale nel settembre-ottobre 1918, quando fu nuovamente ferito col gas lanciato dagli Inglesi, e ricoverato a Pasewalk in Pomerania, dove apprese la notizia della capitolazione del II Reich, l’11 novembre 1918.
          La storia di una sua presunta discendenza dal rapporto con una contadina l’ho letta anch’io sull’Espresso del luglio 1989, ma si trattava di una contadina PICCARDA, e nella regione di confine franco-belga, dove, stando sempre a quel che lessi nel suddetto articolo, nel 1916-1917 era accampato il reggimento bavarese in cui prestava servizio il caporale Adolf Hitler…
          Da questa relazione sarebbe nato un certo Jean Loret (Loret era il cognome della madre), morto nel 1985 a 67 anni, e la cui vita sarebbe stata ROVINATA da questa parentela, quando, così si racconta, nel 1948 si sarebbe fatto rivelare da sua madre CHI era il suo “vero” padre….
          Infine poi c’è il film con Enrico Montesano 🙂 ……
          ciao!

        • Peucezio scrive:

          Mi pare poco plausibile comunque: tipica storiella scandalistica. Mi ricorda quando mio zio, nell’immediato dopoguerra, fece credere a un tassista di Milano di essere un figlio segreto di Mussolini e la Petacci.
          Hitler aveva una specie di spirito ascetico e in guerra non si accodava ai commilitoni che andavano a donne, perché la riteneva una perdita di tempo e una distrazione inutile rispetto alle operazioni militari, che erano l’unca cosa che gli interessava.

        • mirkhond scrive:

          Nella storia narrata dall’Espresso, si parla appunto di una contadina piccarda che si sarebbe innamorata di un giovane e silenzioso soldato del reggimento bavarese che, nel 1916-1917 occupava la Piccardia francese, e lui che le parlava dei suoi sogni, della sua “mistica” guerriera e pangermanica, e lei si metteva a ridere e lui s’incazzava di brutto…
          Le avrebbe poi fatto anche un ritratto,che se quello allora mostrato dall’Espresso corrisponde a quanto raccontato, è davvero un bel ritratto di donna, una giovane contadina il cui volto appare incorniciato da un fazzoletto tutto colorato….
          Infine, quando Jean Loret, che era stato adottato dalla famiglia Frison, poco dopo la sua nascita, ai primi del 1918, nel 1948 riuscì a rintracciare la sua vera madre, ormai ridotta ad uno stato di vecchia barbona, e riuscì a farsi raccontare la storia della sua “vera” paternità, Mamma Loret gli avrebbe detto di averlo generato con un MOSTRO, ma che il “mostro” in questione, quando era un oscuro soldatino del reggimento bavarese, era stato un tenero amante….
          ciao!

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          @Mirkhond: concordo su tutta la linea, peccato che i veneti a queste obiezioni rispondano sempre con una scrollata di spalle.
          Ma ne esistono tante di leggende metropolitane per cui Treviso e provincia sarebbero più o meno il centro dell’universo.

  24. mirkhond scrive:

    Nel 2000 o 2001, Arrigo Petacco affermò che Edda, la primogenita di Mussolini, era in realtà nata da una realazione tra il futuro duce e Angelica Balabanova, alché Alessandra Mussolini smentì vigorosamente…
    Del resto si dice che anche Bruno Vespa, nato il 27 maggio 1944, fosse un figlio segreto di Mussolini, concepito al tempo della prigionia di quest’ultimo a Campo Imperatore su gran Sasso (fine agosto-12 settembre 1943), con una cameriera dell’ex albergo sciistico…
    Bruno Vespa e la stessa Alessandra Mussolini però smentirono in una puntata di porta a porta….
    ciao!

  25. habsburgicus scrive:

    @mirkhond
    interessanti quesiti, come sempre…
    rispondo brevemente sul carteggio
    io sono scettico, per il semplice fatto (stranamente SEMPRE occultato dai “carteggisti”) che il Duce non fu ininterrottamente al potere dal 1940 al 1945: dal 25 luglio all’8 settembre 1943 sarebbe stato facilissimo per il Re e Badoglio impadronirsene (se fosse esistito), con le buone o con le cattive, e poi utilizzarlo per ottenere migliori condizioni con Churchill (che da parte sua, durante il periodo pre-armistiziale, sembra curarsi per nulla del presunto carteggio :D)…ergo, secondo me, il carteggio non esiste !
    é tardissimo, mi riservo di tornare domani in argomento
    ciao e buona notte

  26. habsburgicus scrive:

    @mirkhond
    ti dico in breve la mia opinione sui vari punti
    1, i fascisti di sinistra non c’entrano nulla, in particolare non Farinacci…gli attentati sono di origine antifascista e antimonarchica, forse massonica, in stile “mafioso” (guardate che NOI abbiamo fatto grandi voi Savoia dallo Statuto in poi e NOI possiamo annientarvi)
    2. non escludo alcune “trattative” PRIMA del 10 giugno, con disinvolte offerte del britannico a spese della Francia “more anglico” (ma non troppo invitanti, altrimenti il Duce le avrebbe accettate, non credi ?…si lo so che Mussolini deve essere descritto come un emerito imbecille :D), non penso DOPO, in ogni caso NON in epoca tarda (a meno che fossero pre-sondaggi in vista di un’ uscita onorevole dell’Italia dalla guerra, cui l’albionico avrà risposto picche o preteso il tradimento della Germania, condizione che Mussolini NON poteva accettare senza svergognarsi in modo definitivo di fronte alla Storia…per quelle cose ci vuole un Badoglio, il tradire è un’arte, mica lo possono far tutti, anche se il marchese di Caporetto non brillò per eccellenza :D)
    3. ho già risposto…non credo al carteggio, soprattutto per la ragione esposta (quando mi daranno risposte serie e convincenti su quella, si potrà discutere..pur avendo anche altri motivi, diciamo intrinseci, di scetticismo)…qualche documento compromettente, anteriore al 10 giugno, tuttavia può averlo avuto, magari qualcosa che avrebbe potuto fare infuriare De Gaulle o anche qualche apprezzamento antisovietico su Stalin (in tal caso più probabile dell’inverno 1939/1940 quando Churchill non era ancora premier, lo diverrà il 10 maggio 1940, ma come corrispondeva in privato con Roosevelt nulla gli vietava, da narcisista, spaccone e guerrafondaio quale era, di corrispondere anche con il Duce alla faccia del povero Chamberlain :D)
    4. onestamente non lo so e ti dirò che neppure mi interessa troppo…è certo che fu ucciso il 28 aprile 1945, dopo un periodo di cattività (poco meno di 48 ore ? poco più di 24 h ?)…è molto probabile che lo uccisero al mattino e non al pomeriggio (però, onestamente, non mi scalderei tanto su questo come fa la storiografia pro-RSI, vabbé l’interesse per la cronologia esatta che condivido in pieno, ma suvvia :D)…è probabile che fu ucciso da partigiani del PCI anche se forse non da Audisio (Valerio), per quanto non abbia mai capito l’accanimento del PCI a tenere in ombra i fatti (diamine, l’avesse anche ucciso Longo-ipotesi un tempo in voga, ora tramontata.-che ci perdeva il PCI ? è vero Longo diverrà uno dei grandi boss del PCI e lo guiderà dopo Togliatti, dal 1964 al 1969/1972 e forse era meglio non avere un assassino confesso ai vertici ma dubito che la base elettorale del PCI ne sarebbe stata turbata, anzi lo avrebbe esaltato ancora di più :D)…è possibile, anche se non certo, che la Petacci sia stata violentata da alcuni partigiani rossi il che, per quanto squallido, spiegherebbe le reticenze della versione “ufficiale” e la stessa uccisione di Claretta che, se rimasta viva, avrebbe parlato..di più, non saprei né voglio dire (ruolo degli inglesi, dei massoni, magari deegli extraterrestri :D)
    5. vedi 3..probabilmente per alcuni documenti, ma non del carteggio….mi permetto di suggerire un’ipotesi, premettendo che la persona in questione non era sul Lago di Como…e se gli inglesi fossero in cerca del’archivio di Preziosi (non il presidente del Genoa :D) ? Preziosi aveva raccolto un’immensa mole di documenti segreti sulla massoneria, avendo avuto l’opportunità, più unica che rara, di accedere agli archivi SS che si erano impadroniti delle carte dei massoni in tutta Europa, a partire dagli archivi del Grande Oriente in Rue Cadet (fu uno dei tanti errori dei tedeschi non averli pubblicati…Preziosi diede qualche striminzito antipasto nella su “Vita Italiana” che riprese le pubblicazioni nell’autunno 1944)…secondo una voce l’archivio sarebbe stato consegnato da Preziosi, prima del suicidio, ad un prete suo amico che sarebbe stato sedotto da una agente mandata al’uopo del PCI che avrebbe così ottenuto l’archivio..ma non si sa nulla di preciso 😀
    6. non lo so, forse in parte….il collegamento con Botteghe Oscure mi pare leggendario, invece il “tesoro” forse c’era e finì nella mani del PCI (e forse di altri partigiani), ma credo che l’entità sia stata sopravvalutata..per dire un Lusi qualsiasi batte “oro di Dongo” 1000 a 1 😀
    Ciao !

    P.S: i tedeschi pubblicarono purtroppo poco di quello che trovarono, anche negli archivi diplomatici; Friedrich Berber però pubblicò qualcosa; che io sappia i tedeaschi pubblicarono
    Documenti cecoslovacchi che mostrano che quel Beneš, che ci si ostina a santificare, proprio santo non era
    alcuni documenti polacchi, fra cui una lettera dell’Ambasciatore polacco a Washington Jerzy Potocki, molto prima del settembre, che mostra l’odio antifascista e il bellicismo di Roosevelt
    alcuni documenti di Jean Herbette, già Ambasciatore francese nella Mosca marxista fra anni ’20 e ’30, che descrive in modo impietoso il paradiso rosso ed il militarismo dei commissari sovietici
    nel luglio 1943, un documento trovato negli archivi serbi, che mostra in modo inequivocabile il coinvolgimento anche del governo serbo di Pašić nell’infame attentato di Sarajevo (purtroppo l’Austria-Ungheria questo lo intuiva, a ragione, e lo denunciò ma non aveva le prove…e tutti ci beccammo il grande macello !) ed i legami dei terroristi con la Legazione russa e soprattutto con l’addetto militare col. Artamonov

  27. habsburgicus scrive:

    P.S 2
    ho letto l’articolo di Brunnbauer sui pomaci, grazie

  28. mirkhond scrive:

    Per Habsburgicus

    Grazie per le tue risposte, con altre mie domande e osservazioni :

    1) Quale fu il vero rapporto tra Mussolini e Farinacci nel 1919-1945? E’ vero che Farinacci desiderava sostituirsi a Mussolini nella leadership fascista e dare a questa una svolta più radicale e repubblicana?
    2) E’ vero che ai tempi della RSI tramava coi Tedeschi per diventare il VERO capo del fascismo?
    3) E’ vero che Farinacci teneva in pugno Mussolini ricattandolo? E in cosa consisteva tale eventuale ricatto?

    Infine, riguardo all’attentato di Milano a Vittorio Emanuele III del 12 aprile 1928, venne incarcerato e morirà in prigione seppur scagionato dall’accusa di essere uno dei terroristi coinvolti, il giovane Romolo Tranquilli (1904-1932) tipografo cattocomunista e fratello del più famoso Secondino Tranquilli in arte Ignazio Silone…
    Ora, riguardo a quell’attentato, mi sembra che fosse stato proprio Renzo De Felice ad attribuirne la matrice al fascismo più intransigente repubblicano….
    ciao!

    • habsburgicus scrive:

      @mirkhond
      Ti rispondo, per quanto ne so
      1. Non furono buoni, anzi dopo il 1926 divennero francamente cattivi (“Il Regime Fascista” ebbe però sempre spazi di autonomia)….é verissimo, anzi già dopo il 25 luglio; Farinacci fu salvato la sera stessa del 25 luglio dagli uomini del Sicherheitsdienst e portato in aereo in Germania, insieme a Preziosi e altri; fu poco dopo ricevuto da Hitler che voleva dargli la guida del Fascismo da ricostruire ma il Führer fu scandalizzato dalle dure critiche che Farinacci fece pure al Duce e cambiò idea….a Salò Farinacci fu sempre isolato, un po’ “temuto” da Mussolini, un po’ “disprezzato”
      2. Si…ma aveva contatti solo con certi ambienti tedeschi; paradossalmente lo apprezzavano i militari apolitici per la sua fedeltà sicura al Reich e le SS (non tutte); i nazisti “medi” e “conformisti” in genere si tenevano alla larga da lui !….infatti il Führer non lo “perdonò” mai ed è questo che contava 😀
      3. dubito che potesse ricattarlo..però forse poteva rivelare qualcosa di sgradito

      su quell’attentato so poco…visto che De Felice senza dubbio ha studiato a fondo la questione non ho motivo per non fidarmi di lui, ma mi sento di escludere il coinvolgimento di Farinacci
      A proposito, io apprezzo molto il Farinacci di epoca bellica, in quanto logico e coerente; una volta ammessa l’alleanza con la Germania e l’intervento in guerra (che io deploro, soprattutto perché metteva a rischio l’Impero che Londra probabilmente non ci avrebbe ridato neppure avessimo vinto, a meno di una sconfitta cartaginese degli albionici :D), l’unica strada, se si voleva vincere (che è meglio di perdere, avrebbe detto il Max Catalano di “Quelli della Notte 😀 presumo che anche Monsieur de La Palice si sarebbe espresso allo stesso modo :D), era di seguire fedelmente l’alleato tedesco e cooperare con lui in tutto, non la strada delle “furbate” cianian-mussoliniane ! Farinacci infatti nella notte del 24-25 luglio criticò anch’egli Mussolini ma lo accusò di non cooperare ABBASTANZA con la Germania, posizione opposta a quella di Grandi !
      Farinacci fu anche l’unico che capì l’enorme pericolo per l’Italia della presenza dei diplomatici nemici in Vaticano e nell’ottobre 1942, unico, ebbe il coraggio di protestare su “Il Regime Fascista” per la visita in Italia di Myron Taylor, uomo di Roosevelt e suo rappresentante personale presso il Vaticano, incredibilmente permessa da Ciano, con l’assenso, almeno tacito, di Lui ! Himmler venne in Italia di gran fretta per capire ciò che stava succedendo !
      nella primavera del 1943(epoca Bastianini) si farà di peggio, si permise all’Inviato Straordinario e Ministro Plenipotenziario Sir Francis Godolphin d’Osborne, l’uomo di Churchill che tramava 24 ore su 24 ore contro l’Italia dal comodo rifugio in Vaticano di andare in Inghilterra in vacanza (e passi !…poteva essere un modo elegante per liberarcene una buona volta :D) e, incredibile dictu, di ritornare, nel giugno 1943, proprio mentre si preparava il libro “Perfida Inghilterra” da dare alle stampe in luglio !!!|!!|…bastano questi due fatti per impedirmi di essere fascista, pur ammettendo il fascino umano di Benito !!! è a questo che mi riferivo dicendo dell’ingenuità, meglio stupidità politica, di Mussolini (epoca bellica)
      l’Itala libeal-massonica nel maggio 1915 “obbligò” l’Ambaciatore austro-ungarico principe Schönbourg-Hartenstein, il Minisro prussiano von Mühlberg e il Ministro bavarese Otto von Ritter a lasciare l’Italia (eppure erano diplomatici vecchio stampo che non sarebbero ricorsi a certi mezzi contro di noi, a differenza degli anglosassoni, senza onore, nella II GM :D)…è vero che allora non c’era il Concordato, ma Mussolini applicò il Concordato con troppo liberalità e non tenne in debito conto il grande principio di Roma repubblicana…salus populi suprema lex esto
      in genere l’Asse fu troppo tollerante verso i diplomatici nemici
      tollerò ad esempio che un Ministro sovietico, il compagno Lavriščev, rimanesse a Sofia, mentre avrebbe dovuto obbligare i bulgari, se necessario minacciando di privarli di tutte le acquisizioni ottenute, a rompere con il Cremlino, non a mandare truppe, solo a chudere la Legazione, nido di spionaggio e sovversione !
      idem si tollerò a Vichy l’uomo di Roosevelt, Leahy e poi l’Inc Aff Pinckney Tuck, sino al novembre 1942..
      ben più saggi e duri furono inglesi e americani, pur avendo oggettivamente meno da temere dai diplomatici dell’Asse, per ragioni geografiche…
      Londra obbligò Egitto, Iraq e Arabia Saudita a rompere le relazioni con il Reich sin dal settembre 1939…l’Iraq ruppe le relazioni con noi, dopo l’invasione britannica, nel giugno 1941
      l’Iran fu costretto a rompere le relazioni nel settembre 1941, dopo l’invasione anglo-sovietica del 25/8/1941 (che portò anche il 16/9/1941 al’abdicazione forzata di Reza Shah)
      Churchill obbligò i sauditi a sospendere le relazioni con noi nel febbraio 1942
      Roosevelt obbligò tutti i regimi latino americani che non avevano già dichiarato guerra o rotto le relazioni in preceenza (dichiararono subito guerra, fra 11 e 13 dicembre 1941, Guatemala, Honduras, Costa Rica, El Salvador, Nicaragua, Panama, Cuba, Repubblica Dominicana, Haiti; ruppero subito, Messico l’11/12/1941, la Colombia il 19/12/1941 e il Venezuela il 31/12/1941) a rompere le relazioni con noi nel gennaio 1942 alla Conferenza di Rio de Janeiro (Perù, Uruguay, Paraguy, Brasile, Bolivia, Ecuador, fra 24 e 29 gennaio); solo Cile e Argentina osarono dure di no, ma il Cile capitolerà il 20/1/1943 dopo minacce brutali da parte di Washington e la stessa eroica Argentina si arrese il 26/1/1944 (essendo dopo la nostra capitolazione, Buenos Aires non ruppe mai con noi..e fu l’unica in tutte le Americhe)
      Churchill e Roosevelt così facendo dimostrarono di essere dei padroni,mentre noi dell’Asse, scusatemi la parola ma viene la rima :D, dimostrarono di essere solo dei coglioni 😀
      Ciao, buona notte e felice domenica a tutti/e !

  29. mirkhond scrive:

    “SS che si erano impadroniti delle carte dei massoni in tutta Europa, a partire dagli archivi del Grande Oriente in Rue Cadet”

    Interessante! Ma nonostante le NON pubblicazioni dei Tedeschi, non si sa proprio niente del contenuto di tali archivi? A parte i delirii antisemiti che finiscono solo con lo screditare documenti che invece potrebbero far un po’ di luce su tante vicende della storia contemporanea?
    ciao!

    • habsburgicus scrive:

      temo che, se esistono ancora, siano tenuti sotto chiave…forse fra 100 anni 😀
      dobbiamo accontentarci del poco che hanno scritto Preziosi o le riviste tedesche, depurando il tutto, come giustamente dici, dalle farneticazioni !

  30. mirkhond scrive:

    Possiamo osservare come il fascismo, nato da una base e un vissuto ideologico socialista-nazionalista-repubblicano-garibaldino-massonico, fin dal 1920-1922 si trovò ad essere il punto di convergenza di diverse anime, di diverse storie e gruppi ideologici dei più disparati, ma accomunati dal malcontento per la vittoria mutilata, l’incapacità di reinserimento nella vita civile ai livelli più bassi nella scala sociale, di tanti ex-combattenti del 1915-1918, il terrore di una rivoluzione bolscevica di stampo russo, l’ambizione di emergere nella scala sociale, e, solo in parte, e più gradualmente, soprattutto DOPO il 1922 e soprattutto col formarsi di un regime vero e proprio, molto più “moderato” sul piano ideologico e duttile nell’accalappiarsi le simpatie del Vaticano e del Mondo Cattolico italiano tra 1923 e 1929, che anche molti cattolici più tradizionalisti eredi più o meno consapevoli del passato preunitario, almeno da noi, finirono coll’accostarsi al fascismo, visto ANCHE come la conservazione sociale e religiosa….

  31. mirkhond scrive:

    E comunque i fascisti di nazione napoletana, quale che fosse la loro origine o vissuto ideologico e sociale prefascista, non provavano nessuna simpatia o nostalgia borbonica e preunitaria ed erano tutti fieri unitaristi che si identificavano nel tricolore massonico unitario, fino a sfociare nel ridicolo con personaggi come Achille Starace!

  32. mirkhond scrive:

    Per Mauricius

    Non ho mai visto in Italia gente più cocciuta di certi veneti nel costruirsi una loro mitologia identitaria e crederci in maniera tetragona contro tutte le obiezioni mosse alle loro monate, tipo oppressione italiana dal 1866 ad opera di biekiSSimi borbonici assaetati delle ricchezze (?) venete da saccheggiare….
    ciao!

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      O le leggende sulla Treviso celtica, le varie castronerie sul bombardamento (con ritorno di Hitler da queste parti!), commemorazioni di inesistenti episodi di fierezza civica davanti alle truppe napoleoniche e via dicendo…

      • mirkhond scrive:

        Certo che le monate su da voi non si sprecano eh?
        Treviso celtica! I guasti del leghismo….

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Ecco un esempio di menate celtiste, con tanto di pseudo contorno storico e l’imprimatur più o meno reale del Glorioso museo civico:
        http://www.tarvisiumceltica.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1&Itemid=101

        • mirkhond scrive:

          A me risulta che Tarvisium/Treviso fosse situata in territorio venetico e i Venetici fossero indoeuropei con, forse qualche lontana parentela con le lingue ausoniche (da cui discende il Latino) o italiche occidentali. Questo stando almeno all’opinione di linguisti del calibro di Giacomo Devoto…
          Certo c’è quella radice Tarv che potrebbe essere collegata al dio celtico Tarvus/Tarvos, ma allora sarebbe più corretto parlare di venetico-celti o celto-venetici, e cioè l’ennesimo popolo METICCIO venutosi a creare nell’antichità in seguito alle invasioni o infiltrazioni celtiche tra IV e III secolo a.C. in vaste aree dell’Europa dalla Spagna al Mar Nero….
          E poi a quanto mi risulta al momento dell’arrivo dei Romani nelle aree dell’attuale Veneto, agli inizi del II secolo a.C., i Celti erano situati più a nord, verso il Cadore e a nordest sulla Carnia, e anche qui si tratta di popolazioni METICCIATE con Illiri e Reti….
          Insomma nel migliore dei casi non certo quel celtismo “puro” di cui cianciano i leghisti per costruirsi una fantomatica e pataccara identità “unitaria” padana MAI esistita….

        • Moi scrive:

          Quel celtismo “puro” di cui cianciano i leghisti per costruirsi una fantomatica e pataccara identità “unitaria” padana MAI esistita….

          ———————-

          Vero, però la Storia (documentata) NON ha spazzato via la Leggenda (inventata) … in una certa (si spera sempre piccola) misura però il Passato Reinventato di oggi determinerà il Passato Ricostruito di domani.

          … Forse è detto un po’ criptico, ma d’altronde è detto anche in “divenire dialettico”.

        • Moi scrive:

          Ad esempio, il Passato Reinventato del Risorgimento da Libro Cuore … quanto può avere influenzato il Passato Documentato della Prima Guerra Mondiale ?

          … Lo so, il regista Luigi Commencini _particolarmente specializzato appunto a lavorare con i bambini_ ne ha fatto una ricostruzione “autoctona” paradossalmente molto meno (!) fedele all’originale di De Amicis rispetto all’ anime del Nipponico Eiji Okabe !

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Sì, Mirkhond, Treviso era un insediamento paleoveneto (o venetico), cioè di quella cultura arrivata dall’Anatolia (dalla Paflagonia, pare) attraverso i Balcani e NON proveniente da ovest, la direzione da cui sarebbero giunti i celti coi quali i paleoveneti ebbero molti rapporti, anche conflittuali (sembra che entrarono nell’orbita romana per difendersi appunto dai galli), ma dai quali non furono mai sostituiti, almeno non in questa regione, ad est di Verona.

        • PinoMamet scrive:

          Mauricius, il sito, nella sua odiosità 😀 , è assolutamente fantastico!
          Dico, ma dei tipi che credono che la cucina tradizionale di Treviso sia lo “stufato alla Guinness” e la “torta irlandese alla birra scura”, e poi parlano di salvaguardare le tradizioni del proprio territorio… beh, saranno degli spettacolari pirla, o no??
          😀

        • Moi scrive:

          I “Celtari” della Mutina Boica (ripeto che il Boicismo nasce a Modena e mai avrebbe potuto nascere a Bologna, per motivi “pseudocosmopoliti” già visti …) sono meno peggio, più dialettici :

          riconoscono che il vero prodotto tipico è l’ Aceto Balsamico Tradizionale di Modena … però lo definiscono come “Summa dei Segreti della Farmacopea Druidica” Boica, ma la cosa fa presto sorridere con un immaginario da Panoramix e da Obelix (che giustamente ha “rubato la scena” _ tecnicamente “Breakout Character”_ al tappetto Asterix) .

        • Ritvan scrive:

          A proposito di druidi, sacerdoti di una religione in cui gli alberi avevano un posto speciale, lo sapete, vero – ve l’avrò detto un centinaio di volte:-) – che in albanese l’albero si chiama “dru”?

          P.S. No, Pino, stai buono, non sto dicendo che i druidi erano albanesi, eh!:-)

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          @Ritvan
          tr/dr è una radice “arboricola” abbastanza diffusa nelle lingue indoeuropee, che però nelle lingue celtiche vira in “cr”

        • roberto scrive:

          “in albanese l’albero si chiama “dru””

          per i linguisti del blog, possiamo legittimamente immaginare una parentela con δένδρον ?

          (dalla quale dedurre un’origine albanese dei greci 😉

        • PinoMamet scrive:

          C’è di più, caro Roberto: la quercia in greco antico è proprio “drus” 🙂
          (forse la radice è la stessa, non ho idea però);
          ovviamente i Greci hanno copiato dagli Illiri 😉

          (più piano, in disparte da Ritvan: può anche essere che i Greci, che avevano già un “dendros” generico dalla stessa radice, abbiano preso un derivato della stessa radice in uso presso un altro popolo per indicare una pianta specifica, magari molto diffusa dalle parti di quel popolo… se Ritvan ci dice che le querce abbondano in Albania siamo a cavallo 😉 )

          l’affascinante etimologia, già antica, che lega i druidi alla quercia è stata più volte messa in dubbio, ma io credo per eccesso di pignoleria e rompicazzeria intellettuale, e in questi casi tendo a dar ragione alla tradizione:
          http://en.wikipedia.org/wiki/Druid#Etymology

        • roberto scrive:

          “se Ritvan ci dice che le querce abbondano in Albania siamo a cavallo ”

          beh no, ritvan dovrebbe dirci che le quercie abbondavano in albania all’epoca della formazione di dru/drus (sto imparando qualcosa a forza di frequentarvi!)

        • Ritvan scrive:

          E meno male che avevo precisato “Pino, stai buono, non sto dicendo che i druidi erano albanesi, eh!:-)”….
          P.S. Ho letto da qualche parte che in sanscrito “dru” significa “legno”…e anche in albanese, “dru” oltre che “albero” significa anche “legno”.

        • roberto scrive:

          senza dimenticare l’inglese tree (e credo che ci sia una parola simile in svedese o norvegese) ma soprattutto il serbo дрво (albero)*, il che prova senza ombra di dubbio l’origine albanese dei nostri amici serbi
          🙂

          scherzi a parte, ancora per pino, c’è una relazione tra “dru” e duro? e hai un’idea da dove salta fuori il baum tedesco (o boom olandese?)

          roberto

          *questa me l’ha suggerita un amico sloveno ma credo che in molte lingue slave ci sia una parola con radice “dru” per albero

        • roberto scrive:

          specifico
          con “questa” intendevo “l’origine albanese dei serbi dalla parola albero”
          naturalmente il mio amico scherzava.
          non è esattamente un filoserbo e adora prenderli in giro per la mania di considerare l’universo mondo “di origine slava”

    • habsburgicus scrive:

      sui Veneti ecc
      Non capisco perché si ostinino a cercare inesistenti o comunque estranee radici celtiche quando c’è a portata di mano la grande e autoctona cultura veneta, estesa in Carinzia, Slovenia e fino in Ungheria occidentale; nel 1985 nell’Ungheria popolare furono scoperte iscrizioni venete a Szentlörinc, presso Pécs, datate al 440-340 a.C; furono pubblicate dall’Università di Pécs con un dotto commento che dopo i rituali omaggi a Marx, Engels e Lenin, conteneva molto di valido
      ciao

      • mirkhond scrive:

        Per Habsburgicus

        Questo studio sui Venetici di Pannonia è reperibile in internet?
        Potresti fornirmi le indicazioni? Perché le notizie che ho trovato in internet mi appaiono contraddittorie e c’è chi nega la veridicità di quelle iscrizioni che hai citato…
        Sempre se domani ci sarà ancora internet…
        ciao!

        • habsburgicus scrive:

          @mirkhond
          credo di no…ho visto la recensione del 1987 in una rivista francese (Ecole pratique des hautes etudes, section science historiques et philologiques), erudita (ad opera del famoso Dominique Briquel, sotto “Langues etrusco-italiques”), trovata su persee; la pubblicazione venne fatta da Harmatta Janos, Actes du 1° colloque sur le latin vulgaire et international, Pcs 1985 (pubbl. Tubingen 1987)
          fra l’altro su persee c’é tutta la Revue des Etudes Byzantines, la Revue des Etudes Slaves, alcuni numeri di Revue des Etudes Grecques, della Revue Numismatique e del Journal des Savants…
          quindi, a chi sa il francese, può interessare 😀 (quella rivista di prima però la devi cercare sotto “pubblicazioni” in alto)
          ciao !

        • mirkhond scrive:

          Ieri mi sono dato una leggiucchiata al testo di Venceslas Kruta, La grande Storia dei Celti del 2000, il cui autore, archeologo francese di origine lituana ed uno dei maggiori celtisti VERI*, accenna anche lui ad una cultura venetica di Pannonia e alla necropoli di Szentlörinc, ma essendo appunto uno studio sui Celti, mi lascia con la fame in bocca…e vorrei invece saperne di più perché l’argomento è INTERESSANTISSIMO!
          ciao!

        • mirkhond scrive:

          *Per celtisti VERI intendo gli studiosi seri e non i celtisti pataccaro-identitari oggi in voga nella valle padana…

  33. mirkhond scrive:

    errata corrige: assetati

  34. Moi scrive:

    Forse la Chiave per riscoprire la vera identità veneta sta nel ricostruire a ritroso la storia della blasfemolalìa … ma youtube codesta “chiave” la fa pullulare di leggende !

  35. mirkhond scrive:

    Per Mauricius

    Anche la storia dell’origine venetica dalla Paflagonia però, mi sembra una rielaborazione di epoca romana, con Antenore troiano fondatore di Padova, esattamente come gli Japigi giunti da noi al seguito di Diomede, è una rielaborazione di epoca magnogreca…
    Per le popolazioni “barbare” dell’Italia antica doveva evidentemente essere importante crearsi un blasone di rispettabilità davanti alla civiltà greca e poi greco-romana, per togliersi il “lezzo” di “barbaro”, e i relativo complesso d’inferiorità verso le “superiori” culture civilizzatrici e dominatrici…
    Se, come sosteneva Giacomo Devoto, i Venetici preromani avessero una qualche REMOTA parentela con gli Ausoni, è più verosimile che provenissero dalle stesse aree originarie di questi ultimi, e cioè l’area del Medio Danubio e dei sui affluenti Sava e Drava, e, FORSE, ancora più a NORDEST verso le sorgenti della Vistola…
    Concordo invece sulla SPONTANEA sottomissione dei Veneti a Roma negli anni precedenti e posteriori alla guerra annibalica (218-202 a.C.), proprio per essere DIFESI dalla minaccia del TRACIMAMENTO celtico dal lago di Garda e dalla Carnia…
    ciao!

  36. mirkhond scrive:

    Comunicazione tecnica

    Poco fa al tg1 hanno detto che a partire da lunedì, dovrebbe bloccarsi la connessione ad internet, in seguito ad un virus che, una volta che apriamo un sito, chessò, kelebek, dovrebbe invece apparire tutt’altro e bloccare la connessione…
    Vi risulta? Se si, eventualmente come scongiurare la minaccia?

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/07/07/news/luned_nero_internet_stop-38668271/?ref=HREC2-17

      Qui c’è un link a un test della telecom che dovrebbe dirti se sei infetto o no

      • mirkhond scrive:

        Insomma, nel caso fosse infetto, dovrei rivolgermi ad un tecnico oppure rassegnarmi alla perdita definitiva di internet?
        Se è così è meglio che continui a scrivere oggi, che domani non potrei più parlare con voi…
        ciao!

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Rassegnarti non credo: immagino che un tecnico ti sappia indicare un antivirus in grado di ripulirti da questa infezione.

        • une tortue scrive:

          Ma, io non ci credo a questa cosa.
          (e furono le ultima parole famose).

        • Z. scrive:

          TG1 e Telecom.

          Due indici che suggeriscono che questa cosa è una gran cazzata.

          Concordo con M.me Tortue 😀

          Z.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          @Z
          L’allarme, però, lo lancia l’FBI… ahem… come non detto! 😀

        • une tortue scrive:

          Secondo me il virus se l’è preso solo chi ha fatto il test telecom!!! 😀

        • PinoMamet scrive:

          Non so perchè, ma quando ho letto l’articolo mi è venuta da pensare la stessa cosa di Tortue!
          🙂

        • une tortue scrive:

          Cu cu! 😀 Eccoci qua 😉

          Dovremmo denunciare il Tg, Telecom ed Fbi per procurato allarme?!! 😉

          Cioè, vi rendete conto a che livello siamo arrivati?!!

          Ve lo ricordate l’allarme meteorite?
          Una cosa strafica, un giorno un terrificante meteorite stava per scagliarsi sulla terra di lì a poco e il giorno dopo non se ne sapeva più niente.
          Per me era un test di fattibilità per una I.M.A. (imposta meteorite aggiunto).
          Forse qualcuno pensa che i procurati allarmi siano una forma di vaccino contro gli allarmi truffa, boh, … e nelle buone vecchie favole come quella di pierino e il lupo nessuno crede più.
          Non c’è più religione!

          Comunque, quello che c’è, finché c’è, grasso che cola, amen.
          Quando non c’è più, si fa come dicevano i nostri nonni: quando non c’è si fa a meno.

      • Z. scrive:

        Figliuoli,

        dai, veramente pensavate che sareste rimasti senza Internet oggi?

        E che diamine, su 😀

        Z.

  37. jam scrive:

    ..x scongiurare la minaccia dovrai dire un milione di volte “bismillah”!
    a parte gli scherzi, perché Mussolini regalo’ le colonne in marmo di Carrara x il restauro della moschea Al’ aqsa di Gerusalemme? La moschea del Viaggio Notturno del Profeta!
    ciao

    • Moi scrive:

      Perché le cose erano cambiate non poco per quel Ragazzone di Predappio Socialista che sfidò in modo anticlericale plateale Dio con l’orologio a fulminarlo entro 5 minuti , al pubblico “contraddittorio” (come si chiamava un tempo il “dibbbattito” 😉 ) contro un prete …

  38. Moi scrive:

    @ JAM

    L’ espressione del “Vuoto-che-non-si-riempie-mai” l’ ho presa da qui sul disagio esisteniale … non sono l’unico ho scoperto a usare fonti simili, ma è solo per efficienza comunicativa.

    http://www.youtube.com/watch?v=IBIZx4ulHDc

    PS

    “Scappare da Dio” (espressione tipica sia sopra che sotto il Po) NON è moto da lugo, né moto a luogo … è un complemento di modo, per dire “alla grandissima”. Almeno in termini “terreni”.

    Negli intercalari dell’ Arabo sono le Cose Celesti a Scendere in Terra, in quelli “nostrani” (non sempre e non solo blasfemi, eh !) invece sono le Cose Terrene a Salire in Cielo.

    “Convivere con il Vuoto” è la Secolarizzazione, l’ Ateismo o cmq il “vivere sicut Deus NON daretur” ?

    • PinoMamet scrive:

      “Da dio” nel senso di “benissimo, grandiosamente” è un’espressione che andava di moda qualche decennio fa, adesso la si sente molto meno (almeno qua).
      Stranamente non credo sia particolarmente “giovanilistica”, l’ho sentita usare tranquillamente anche da vecchi “dialettali” (non so chi l’ha imparata da chi, però).

      Cose che non c’entrano:
      ho avuto l’esperienza di vedere i miei che vedevano una TV locale. C’era un servizio registrato su una “notte della pizzica”, che ormai sta sostituendo il liscio.
      Beh, proprio la pizzica-pizzica vera e propria no, ma molte altre canzoni eseguite dai tali dell’ennesimo gruppo folkloristico salentino i miei le riconoscevano come “proprie”.
      “Ah vabè, questa la cantavamo anche noi”, oppure “ah, ma sì, questa è come quelle che facevamo noi…”
      (nelle osterie collinari, quando mio padre era giovane, cantare insieme era un’abitudine estremamente diffusa e i bravi cantanti andavano orgogliosi della loro capacità; c’era un vasto repertorio popolare, che andava dai “maggi” ai canti di protesta, attraverso le solite cose di amore nostalgia ecc.)

  39. Moi scrive:

    Scusate ho sbagliato post … ma sembra sempre tutto in topic con tutto, prima o poi.

  40. jam scrive:

    @ Moi
    ..il vuoto che non si riempie mai
    é una frase bellissima ed una verità un po’ esoterica..

    rien a contempler!
    ni Toi, ni moi,
    ni objet, ni méthode.
    le géniteur de toute action
    perd içi son identité!
    l’aveugle ne peut le saisir
    mais celui dont la connaissance est immaculée,
    dès qu’il l’entrevoit, se fond dans le Suprême
    (Lalla)
    simpatica la canzone, grazieee
    ciao

  41. Moi scrive:

    @ PINO

    La Pizzica a Bologna di solito gira nei Centri Sociali Okkupati … generalmente chi la promuove ha l’inveterata abitudine di partire dal presupposto a-priori che i Bolognesi ce l’hanno con loro per poi cercarne spasmodicamente dimostrazione a-posteriori.

    Una cosa che non capisco dell’ Universitario FuoriSede Medio è perché si ostini volutamente (!) a esprimersi in un Italiano approssimativo e sgrammaticato degno della fortunatissima macchietta di Checco Zalone :

    http://www.youtube.com/watch?v=ZlgJcsZK8mg

    qui profetizzò la Vittoria al Mondiale Germania 2006 della Sacra Nazionale di Pallonate, ed è una perfetta biografia di Cassano !

    PS

    E’ una mia impressione o tutte le volte che incontra la Germania l’ Italia “sputa l’ anima” 🙂 (altro Salamelecco “Nostrano” Ascensionale CtonoUranico 🙂 inverso a quelli Arabi Discensionali UranoCtonici 🙂 ! … si dice così, no Pino ?) ; l’ Italia _ dicevo_ “sputa l’ anima” battendo la Germania come … Catarsi (!!!) di essere stata alleata alla Germania Nazista ?

    • PinoMamet scrive:

      Sulla pizzica: qua ormai è presentata come spettacolo folkloristico tout-court, se il pubblico è giovane balla, se è anziano sta seduto (e dice “ma questa la cantavamo anche noi!” 😉 )

      Su Italia-Germania: mah, credo che l’Italia “sputi l’anima” perchè è una partita storica, perchè l’avversario è tosto e importante, e perchè antropologicamente si ritiene che i tedeschi siano il nostro opposto, quindi c’è quello strano mix tra antipatia e voglia di fare bella figura, che è tipico dell’italiano nei confronti dell’estero.

      Non ho capito niente della questione dei salamelecchi, invece!

    • Z. scrive:

      – “La pizzica è parte delle nostre radici!”
      – “Scusa, ma tu di dove sei”
      – “Di Bolzano…”

      😆

      Z.

      • PinoMamet scrive:

        🙂
        Cosa vuoi, dopo aver visto linkato da Mauricius il sito dei “celti” di Treviso che elencano come loro “cucina tradizionale” lo stufato alla Guinness…

        però posso testimoniare che molte canzoni eseguite dai salentini in questione (non la pizzica, ripeto) erano davvero identiche a quelle che si sentono ovunque in Italia (e suppongo, con poche varianti, in tutt’Europa); ma vendute come “vere tipiche salentine, lu sole lu mare lu ientu, noi abbiamo il ritmo nel sangue ecc. ecc.”, perchè il marketing è il marketing…
        😉

        per lo stesso motivo, mi dicono che il confine del Salento viene spostato ogni anno più a Nord 😉
        ‘n’altro po’ e comincia in Abbruzzo…

        • une tortue scrive:

          Nella musica accadono proprio cose strane.
          Ho trovato una antica melodia tradizionale indiana che ha delle somiglianze paurose con la pizzica tarantata pugliese.
          D’altronde Bartok trovò una medesima melodia popolare in europa centrale ed in africa.
          L’etnomusicologia sarebbe un campo di ricerca veramente affascinante.

        • PinoMamet scrive:

          Altrochè! Purtroppo non ho le competenze, ma ci si sarebbe da divertirsi parecchio, perchè la musica costituisce tutto un insieme di linguaggi “parallelo”…
          che non è detto racconti la stessa storia dei linguaggi parlati
          (anzi, spesso no, mi sa).

          🙂

        • une tortue scrive:

          Purtroppo è un campo di ricerca assai sfuggevole.
          La parte interessante è ciò che si tramanda oralmente e diventa così difficilissimo tracciare ciò che può essere accaduto.
          Insomma già quelli musicali sono studi resi impervi da una cosa banale, e cioè il tempo che devi dedicare all’ascolto. Ma se poi devi studiare flussi non scritti c’è da diventar matti.
          Oggi abbiamo trovato nel “la vita è breve” di De Falla, il modulo base di “La vita è bella” di Piovani.
          Naturalmente in musica il plagio non esiste: è citazione.

        • Z. scrive:

          Esiste il plagio, eccome se esiste 😀

          Z.

        • une tortue scrive:

          Beh, forse qualche caso eclatante che va oltre la citazione e l’omaggio ai maestri, in effetti si.
          Ma bisogna copiare di sana pianta parti consistenti senza apportare varianti significative ed aggiungere nulla di nuovo.

          Agnese dolce Agnese di Ivan Graziani è una sonata di Clementi, di sana pianta … qui non so se dire plagio o no, in effetti.

        • PinoMamet scrive:

          Molto interessante, grazie Tortue!

          Io sapevo di De Andrè e Telemann, ma non ho mai capito se avesse copiato o citato, in effetti
          (cioè, se la ripresa fosse esplicitata in qualche modo, anche scrivendolo nel libretto o nel retro del disco…oppure no).

          Un mio amico ha scritto un libro su Jannacci grazie al quale ho scoperto che anche la musica di Via del Campo ha una storia particolare:
          il primo a scriverla è stato Jannacci (la musica), con un altro testo, che però ha presentato- all’epoca andava-come musica popolare di non so che secolo;
          De Andrè l’ha sentita, gli è piaciuta, ha pensato che essendo popolare non aveva diritti e ci ha scritto Via del Campo…
          poi con Jannacci si sono chiariti e l’hanno depositata alla SIAE insieme.

          ciao!!

        • une tortue scrive:

          Di De Andrè e Telemann non sapevo, in quale canzone?

          Mah, nella classica si cita ma senza dire, si da per scontato che i grandi, gli estimatori ed i conoscitori lo sappiano, si stupiscono solo i profani, mentre conoscere e scoprire è bello, fa parte del gioco.

          In fondo anche la leggera che rilavora il classico, perché dovrebbe dirlo?

          Altro è fra due contemporanei.
          Però se anche un altro, oltre a Graziani avesse rilavorato Clementi, producendo qualcosa di simile ad Agnese dolce Agnese, difficilmente Graziani avrebbe potuto reclamare diritti, data la comune fonte antica ai cui entrambi dovevano e potevano appellarsi.

          Mi pare che ci sia stata una diatriba simile che ha coinvolto un film di Kurosawa ed un famoso western.
          Mi pare che si finì per tirare in ballo Goldoni quale modello originario.
          Non me la ricordo bene, domani vedo se riesco a farmela riraccontare.

        • PinoMamet scrive:

          “Di De Andrè e Telemann non sapevo, in quale canzone?”

          Canzone dell’amore perduto; stavo da mio fratello un mattino (lui ha una formazione musicale) e sento uscire dal lettore CD questa musica “caspita” dico io “che bella versione di quella canzone di De Andrè!”
          “ma taci, ignorante” mi fa lui “è un concerto di Telemann” (penso che mio fratello ignorasse invece la canzone di De Andrè)…

          “Altro è fra due contemporanei.
          Però se anche un altro, oltre a Graziani avesse rilavorato Clementi, producendo qualcosa di simile ad Agnese dolce Agnese, difficilmente Graziani avrebbe potuto reclamare diritti, data la comune fonte antica ai cui entrambi dovevano e potevano appellarsi.

          Mi pare che ci sia stata una diatriba simile che ha coinvolto un film di Kurosawa ed un famoso western.
          Mi pare che si finì per tirare in ballo Goldoni quale modello originario.
          Non me la ricordo bene, domani vedo se riesco a farmela riraccontare.”

          Mi pare che Kurosawa fece causa a Leone per Yojimbo plagiato in Per un pugno di dollari.
          Mi pare che la vinse anche.
          Di fatto sia Leone che Kurosawa ripresero un racconto di Dashiell Hammet ambientato, credo, negli anni Trenta, e lo trasposero uno in Giappone l’altro nel West (il suo West personale, perlomeno).
          Leone faceva notare che la fonte di Dashiell Hammett è alla fine Arlecchino servitore di due padroni, il che è vero in una prospettiva letteraria ma forse un po’ troppo spinto da un punto di vista giuridico…
          (del resto, con le fonti si può andare all’indietro all’infinito; ma anche “all’avanti”! per esempio ho appena rivisto I Picari, che fu credo un grosso flop ma è un film mica male come cast e come luci, costumi ecc., e lì le fonti sono dichiaratamente Lazarillo de Tormes, El Buscon, Guzman de Alfarache ecc.; ma omaggia anche Il Mattatore!)

          🙂

      • Moi scrive:

        http://www.youtube.com/watch?v=mEVB_QAtgwI

        A piccole (!) dosi non mi dispiace … come tutta la musica popolare d’Italia.

  42. Pietro scrive:

    Io in Telecom ci ho lavorato 5 anni… Mi volete ancora bene? 😀

    • une tortue scrive:

      Se ci lavoravi ancora e ci facevi avere una tariffa all-inclusive, pc, portatile, telefono e 4 cellulari, tutto a 15 euro al mese no limits, bloccato per 10 anni, ti avremmo anche potuto perdonare 😀

    • Z. scrive:

      Ti perdoniamo, perché non sapevi quello che facevi.

      😀

      Z.

    • roberto scrive:

      “ma lei si rende conto di essere un’orrenda monopolista!?!”

      (frase rivolta davanti ai miei occhi da un mio amico esasperato per una serie incredibile di disservizi ad una sicuramente incolpevole operatrice di qualche call center)

  43. une tortue scrive:

    Off Topic Tortughesco

    Sarei disposta a pagare per sapere come è finita Subhana Allah … etc. sulla melodia de “L’uomo in frack”

    http://www.youtube.com/watch?v=C9b8k3Pn4oY&feature=BFa&list=PLB33E76C9C8C077BE

    Al minuti 5,45 (anche prima forse).

  44. mirkhond scrive:

    Siempre por Habsburgicus

    1) Andandomi a cercare notizie su internet relativi agli attentati contro Mussolini e Vittorio Emanuele III del 1925-1932, ho letto sulla sacra wiki dedicata a Vittorio Emanuele III, che, Mussolini nel 1938 meditò di sbarazzarsi della monarchia sabauda, irritato per la mancanza di entusiasmo provata dal re nei confronti delle leggi razziali antiebraiche, e comunque sentendo come un impaccio questa “diarchia” a differenza del potere assoluto di Hitler….
    Pare che il duce non avrebbe realizzato i suoi sogni giovanili repubblicani solo per il timore di una guerra civile, data la popolarità di cui godeva la monarchia sabauda (soprattutto nelle ex Due Sicilie* e in Sardegna…)
    2) Sempre nel suddetto articolo della sacra wiki, relativo a Vittorio Emanuele III, si afferma che nel marzo 1940, il sovrano avrebbe già pensato ad un “25 luglio ante litteram”, facendo convocare il Gran Consiglio del Fascismo per destituire Mussolini e sostituirlo con Ciano, cosa non realizzatasi per l’opposizione di quest’ultimo…
    Sta di fatto che nel 1943 Ciano e la sopravvivenza del fascismo regime senza Mussolini,in un nuovo ordine filoalleato e antinazista non erano più spendibili…
    Che ne pensi, in base ai tuoi studi?
    Si tratta di belinate o c’è del vero?
    ciao!

    • habsburgicus scrive:

      mah, credo che siano esagerazioni
      secondo me
      1, la crisi con il Re ci fu ma fu causata dalla legge sul grado di Primo Maresciallo dell’Impero (30/3/1938), che equiparava in grado il plebeo Mussolini al discendente di una Casa millenaria…da parte di Benito vi furono, probabilmente, sfoghi con Ciano (come appare nel Diario), qualche boutade anche a sfondo anticlericale “bastano le 7 città della Romagna per far fuori in un colpo solo il Re e il Papa” ma nulla più…il Re era verosimilmente anche irritato dalla soppressione della Camera dei deputati (creazione della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, inaugurata dal Sovrano il 23 marzo 1939) e delle elezioni, il che gli pareva una violazione dello Statuto (vedi memorie di Giuriati che concorda con il Re e vede in quella decisione, per noi irrilevante, un vulnus gravissimo allo Statuto e un punto epocale, negativo del Fascismo !)..tutte le Camere sino ad allora erano state elette (1848, gen 1849, lug 1849, nov 1849, 1853, 1857, 1860, 1861, 1865, 1867, 1870, 1874, 1876, 1880, a suffragio ristrettissimo; 1882, 1886, 1890, 1892, 1895, 1897, 1900, 1904 e 1909, a suffragio ristretto; 1913, a suffragio universale e uninominale; 1919, con la proporzionale; 1924, con la legge Acerbo sul premio di maggioranza; nel 1929 e 1934 a lista unica)…non credo che pensasse agli ebrei, oggi vi è una visione ebraicocenrica, allora no (Giuriati che invero non li amava, manco li menziona, mi pare, parlando del 1938 !)..le leggi passarono del tutto inosservate fra i borghesi e il popolo, l’unica opposizione ci fu da parte vaticana, Pio XI e il presunto “cattivo” Pacelli ! ma oggi questo non si può né si deve dire 😀
      2, assurdo..Puntoni, fonte più attendile riporta queste parole del Re nel 1944 o giù di li a chi gli chiedeva se non avesse potuto impedire la guerra “allora [nel 1940] non si poteva nulla contro il Capo del Governo”
      Ciao !

  45. mirkhond scrive:

    errata corrige: notizie relative

  46. mirkhond scrive:

    * Il forte attaccamento alla monarchia sabauda nelle ex Due Sicilie si sarebbe rivelato col plebiscito del giugno 1946 e con la presenza, fino a metà degli anni’60, di monarchici nei consigli comunali…
    Sentimento che, è giusto ricordarlo, credo che fosse dovuto più all’attaccamento per la monarchia come ISTITUZIONE, dovuto al plurisecolare Regno di Sicilia e Puglia, poi i due Regni separati di Napoli e Sicilia, e infine delle Due Sicilie (1130-1861), e al forte abitudinarismo delle mie genti e dei Siciliani, spesso scambiato per conservatorismo e tradizionalismo, mentre in realtà si tratta appunto di voglia di quieto vivere, anche se con tanti difetti, e sospetto e indifferenza verso il nuovo, visto come una fregatura e una presa per i fondelli (e spesso non a torto…)
    ciao!

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Credo ci sia una buona dose di concezione sacrale della monarchia: si è dalla parte del Re (quello in carica, perché tipica della sacralizzazione del potere è la coincidenza dei piani dell’essere e del dover essere) perché il Re (quello sul trono, perché i fatti sono espressione della volontà divina) è scelto da Dio.

  47. Moi scrive:

    @ PINO

    (I)

    Di Marius Schneider e di EtnoMusicoLogia ne avevamo già parlato una volta … il violino è di destra, la chitarra è di sinistra ! L’ Ocarina di Budrio è ctonouranica … l’ organo in chiesa è uranoctonico. E così via …

    (II)

    Provo a risponderti sul rapporto salamelecchi / bestemmie con metodo sperimentale:

    Prendiamo un “selvaggio” (come si dice in politically correct ? “Diversamente Progredito”… o che ?) rimasto per decenni in un’ eterna età della Pietra isolatissimo dal resto del mondo; gli spieghiamo che “Dio” in Veneto e le parole in “vocale + llah” in Arabo hanno lo stesso significato; facciamogli ascoltare conversazioni in entrambi gli idiomi, dei quali continuerà a ignorare tutto il resto … cosa ne concluderà ?

    • PinoMamet scrive:

      ” il violino è di destra, la chitarra è di sinistra !”

      Aridaje! Secondo te, Moi, secondo te!!

      “Provo a risponderti sul rapporto salamelecchi / bestemmie..”

      sì, ma non ho capito cosa intendi con “ctono-uranio” e “urano-ctonio” (l’etimologia è chiara, ma.. che vor dì??)

      ciao!!

      • Moi scrive:

        Nel senso che “noi” siamo quelli che “facciamo salire in cielo dalla terra” cose moooolto terrene 🙂 , “loro” sono quelli che “fanno scendere in terra dal cielo” cose molto celesti !

        PS

        Lìberati dal Demone che t’induce a considerare “Destra” una parolaccia …

        • Moi scrive:

          Ma almeno sull’ Ocarina di Budrio e sull’ Organo concordi ?

        • PinoMamet scrive:

          Moi io non considero “destra” una parolaccia, è solo che il violino c’è anche nella musica gitana, nel klezmer, nella musica popolare di un sacco di posti…
          tutte cose “de sinistra”…
          mentre esiste benissimo la chitarra classica con tutto un suo repertorio ecc. che immagino sia “di destra” a livello di immaginario pubblico 😉

        • Moi scrive:

          “De Sinistra” … ma sul RadicalChic andante 🙂 😉 !

      • une tortue scrive:

        Ho assistito ad un concerti per orchestra di chitarra classica da brivido … forse è di sinistra solo quella pop.

  48. Moi scrive:

    Passi il “fiddle”, ma il “violin” … brisa ! 😉

    • Moi scrive:

      Anche Marius Schneider distingue, da Tedesco, “Geige” e “Violine” … entrambi resi in Sturmtruppenese 🙂 da “Violinen” 🙂 😉

      • Moi scrive:

        E cmq nello studiare / far studiare alla prole violino un desiderio di “Elevarsi al di sopra delle Masse Babbane” … con la chitarra invece il desiderio è “fare ballotta” (termine mutuato dalla goliardia intramuraria, che però è una realtà colonizzata di prepo 🙂 dai FuoriSede Terroni ) 🙂 😉

        PS

        Ma anche a Parma gli Studenti Meridionali ci tengono proprio (!)a esprimersi in “Italiese” 🙂 come Checco Zalone ?

        • PinoMamet scrive:

          Non te lo saprei dire…
          mi pare semplicemente che ognuno abbia il suo accento, tutto qua… però mi pare che ci sia un certo “orgoglio pugliese”, specialmente, meno accentuato in altre regioni italiane; chissà perchè.
          🙂

        • PinoMamet scrive:

          ” E cmq nello studiare / far studiare alla prole violino un desiderio di “Elevarsi al di sopra delle Masse Babbane” … con la chitarra invece il desiderio è “fare ballotta” ”

          Guarda, forse la prima cosa poteva essere valida fino agli anni Cinquanta… 😉
          per la seconda, beh, io ho un cugino che è un bravo chitarrista classico, appunto, e non è mai stato il tipo che “fa ballotta”…
          forse per questo la divisione in “destra” e “sinistra” non mi convince tanto, eh?

          ma del resto, non funziona, in realtà, quasi in nessun ambito
          (come dimostrano ampiamente i giochini il prosciutto è di destra il salame di sinistra… io faccio prima e non li mangio!! 🙂 )

        • Z. scrive:

          Io invece li mangio entrambi, che diamine!

          Z.

          PS: “Balotta”, con una sola elle, disgraziati 😀

  49. jam scrive:

    @ “Off Topic Tortughesco”
    …x’ l’uomo in frack in certi istanti del suo innamoramento é anche un pinguino dei mari del Sud. é risaputo che anche i pinguini fanno lo dzikr quindi inevitabilmente su di una nota di “Subhana Allah” non potevano che incontrarsi e fondersi, per poi riprendere separatamente il loro cammino…
    ciao

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