Corso introduttivo alla comunicazione contemporanea (II)

Alla prima parte

Ogni mattina, nella giungla si sveglia un giornalista…

Terza mossa (breve)

Avevamo lasciato la Palla Comunicativa in mano al signor Jan Fleischhauer.

Il quale aveva ribadito tutti i luoghi comuni che gli italiani amano dire a proposito degli italiani – un commentatore di questo blog sottolinea come il discorso di Fleischhauer somigli in maniera sospetta a ciò che scrive Beppe Severgnini, grande ambasciatore del concetto di noi siamo cialtroni, ma proprio per quello tanto simpatici, a proposito del culto della “bella figura”.

Però Fleischhauer mica è italiano, e quindi non si deve permettere di dire certe cose.

Così, si lancia in campo, eccitatissima ma presto dimenticata, Repubblica, sempre pronta quando si tratta di scovare nazisti su Facebook, Marte o altri pianeti.

Andrea Tarquini di Repubblica scrive a proposito dell’articolo di Fleischhauer:

“L’affermazione razzista, che sa molto di complesso di superiorità ariana, non viene dai neonazisti della Npd, bensì da Jan Fleischhauer, uno dei columnist di Spiegel online, l’edizione internettiana del settimanale tedesco.” […]

Non è finita: l’editorialista di Spiegel online riconosce di aver scritto frasi politicamente scorrette, basate su stereotipi, sul razzismo, “sebbene – aggiunge però subito – non sia chiaro in che misura gli italiani siano una razza”. Il carattere nazionale, continua Fleischhauer carezzando forse involontariamente idee di passati regimi, è qualcosa di simile alla differenza di comportamento provocata dalla differenza tra i due sessi.”

Non si capisce bene perché Fleischhauer abbia detto che gli italiani non sarebbero una razza; ma non si capisce nemmeno bene per quale motivo tanti italiani l’avrebbero presa come un’offesa mortale: anche nel seguito della polemica, questa frase emergerà più volte.

Prosegue Tarquini, accendendo il generatore automatico di luoghi comuni (vabbè, era già in piena azione):

” il ragionamento che forse sarebbe tanto piaciuto al ministro della Propaganda del Reich, Joseph Goebbels…”

E poi:

“Allora, vogliamo parlare di carattere nazionale? Americani e britannici troppo generosi e spendaccioni per l’ex nemico, italiani, spagnoli e turchi troppo laboriosi alle linee di montaggio Volkswagen o Mercedes? E tedeschi incorregibili dopo la Weltanschauung nata da loro tra il 1933 e il 1945 secondo cui le nazioni non sono comunità di valori come nel mondo moderno, bensì solo razze come cavalli e cani?”

Avendo personalmente dichiarato la secessione dalla “comunità di valori” di Tarquini, Bruno Vespa e Mario Monti, a me sta bene “la nazione moderna” come una comunità di possessori di carta d’identità.

Unico accenno al vero obiettivo di Fleischhauer, nell’articolo di Tarquini, una difesa accorata dei signori Monti e Draghi che hanno deciso che la politica è una cosa che va lasciata in mano esclusiva dell’alto ceto imprenditoriale:

“Chiaro, euro in crisi perché gli italiani sono tutti inattendibili come Schettino, magari in questo giudizio sono compresi Mario Monti e Mario Draghi in questo giudizio. L’errore di nascita dell’euro, continua il disinvolto Fleischhauer, è stato chiudere nella camicia di forza di una moneta unica culture così diverse.”

E cioè, il fatto che Mario Monti e Mario Draghi fanno al popolo degli Schettino ciò che ordina la banca tedesca, è dimostrazione che gli italiani sarebbero “affidabili”.

Insomma, Tarquini scatena la Seconda guerra mondiale contro Fleischhauer, in nome della dignità ferita della Razza Italiana.

Quarta mossa

A questo punto, entra in scena Alessandro Sallusti, direttore del Giornale.

Ora, dovete sapere che la Destra è insuperabile quando si tratta di fare antifascismo duro. E’ una questione di sopravvivenza, come il bambino gracile che diventa campione di arti marziali per difendersi dal bullo che gli ruba la merendina. Appena quello sta per sussurrarti “fascista!“, tu gli gridi “nazista!” e vinci.

Inoltre, i giornalisti di Destra hanno un problema: non li legge nessuno. Devono quindi farsi leggere attraverso ciò che gli altri scrivono di loro, e qui tornano in vigore le due Leggi della Comunicazione Spettacolare di cui abbiamo già parlato prima:

La prima legge dice che se vuoi dire qualcosa di sensato, che so, a proposito dell’economia tedesca, devi condirlo con un insulto a qualcuno, altrimenti non ti ascolterà nessuno.

La seconda legge dice che di tutto ciò che hai detto, verrà ascoltato solo l’insulto, per cui tanto valeva startene zitto.

Per questo, i giornalisti di Destra, che amano chiamarsi moderati, hanno sviluppato una capacità ammirevole nell’attirare l’attenzione scandalizzata dei media nemici.

Così Il Giornale festeggia la Giornata della Memoria con questo cubitale titolo:

A NOI SCHETTINO
A VOI AUSCHWITZ

E sotto, dove tra parentesi apprendiamo che il signor Sallusti avrebbe letto i “discorsi di Hitler” (in lingua originale?):

“Che i tedeschi siano una razza superiore lo abbiamo già letto nei discorsi di Hitler. Ricordarlo proprio oggi, giorno della memoria dell’Olocausto, quantomeno è di cattivo gusto. È vero, noi italiani alla Schettino abbiamo sulla coscienza una trentina di passeggeri della nave, quelli della razza di Jan Fleischauer (autore dell’articolo) di passeggeri ne hanno ammazzati sei milioni. Erano gli ebrei trasportati via treno fino ai campi di sterminio. E nessuno della razza superiore tedesca ha tentato di salvarne uno. A differenza nostra, che di passeggeri ne abbiamo salvati 4.200 e di ebrei, all’epoca della sciagurate leggi razziali, centinaia di migliaia.”

Anche per lui, l’offesa più grave mossa da Fleischhauer consisterebbe nell’aver scritto che gli italiani non è chiaro se siano una razza (“auch wenn, um im Bilde zu bleiben, nicht ganz klar ist, inwieweit das Italienische an sich schon eine eigene Rasse begründet”).

Insomma, Sallusti dice esattamente ciò che ha detto Repubblica, ovviamente senza citare la fonte. Ma anche Fleischhauer mica lo dice che cita Severgnini. Avete mai visto un giornale con le note a piè di pagina?

Quinta mossa, con retromarcia

Repubblica prende male il plagio.

E poi, saranno pure antinazisti, ma sono sempre italiani. E quindi mollano subito il presunto nazista-e-pure-crucco, per saltare alla gola del connazionale appartenente alla tifoseria opposta. Infatti, la sinistra (intesa come la Confindustria e dintorni, cioè Repubblica) è un po’ pesante, e quindi gioca sempre il ruolo del gatto contro il topo di destra, che ha il compito invece di Fare Scandalo. Che senza la Sinistra che s’Indigna, non ci riuscirebbe mai.

Così, contando sul fatto che i lettori si saranno dimenticati dell’articolo di Tarquini, Carmine Saviano scrive un articolo su Repubblica in cui racconta “lo sdegno del web” contro Il Giornale:

“I commenti in rete sono migliaia. Come le critiche. “Non è possibile”, “La fiera del cattivo gusto”, “Mi vergogno di essere italiano”.

L’accostamento tra il comandate della Costa Concordia e il campo di concentramento appare ai più come “imbarazzante”, “ridicolo”, “dettato dall’ignoranza”.”

L’indignazione è senza fine: “Non si può infangare la giornata della memoria in questo modo”.”

“Questo titolo, se è possibile, continuerà ad affossare, in Europa, la nostra già scarsa reputazione”.”

Mentre “mi vergogno di essere italiano” dà pienamente ragione a Fleischhauer, quella sulla “reputazione in Europa” rivela tutto il particolare servilismo di un certo ambiente, ossessionato da ciò che i loro superiori penserebbero di loro. Proprio la “brutta figura“, insomma.

Gli antiberlusconiani, quando c’era Berlusconi, mi facevano pensare alla famiglia di mezzadri che si presenta, con il vestito della domenica, dal fattore, per chiedere che gli presti un po’ di sementi. E che tremano al pensiero che lo zio cialtrone si metterà a raccontare barzellette sconce.

E siccome viviamo sempre nel paese del più galera per tutti e del bisogna fare qualcosa, leggiamo pure:

“Non manca chi invoca l’intervento dell’Ordine dei Giornalisti: “Dovrebbero prendere provvedimenti”.

Intervallo

Il bello è che Carmine Saviano non spiega che cosa avrebbe fatto Sallusti – il direttore del Giornale – di così sdegnevole.

La prima cosa che viene in mente è che Sallusti avrebbe offeso i tedeschi, accusandoli collettivamente di essere un popolo di genocidi, come Fleischhauer ha sostanzialmente accusato gli italiani di essere collettivamente degli Schettino.

Si tratta, infatti, del noto gioco dei cerchi concentrici.

Si riduce tutta la storia della Germania ai dodici anni di governo nazionalsocialista.

Si riduce tutto ciò che i tedeschi hanno vissuto in quegli anni al genocidio ebraico.

Si riduce il genocidio ebraico a un telefilm americano.

Come disse un insegnante inglese, “kids find the Nazi period interesting. A lot of things happen. There is a lot of violence“.[1]

Ecco che Goethe, oppure la commessa del supermercato di Bamberg, diventa uno dei tanti cattivi di quel telefilm.

Parallelamente agli ebrei, i tedeschi vengono trasformati in un Popolo con un Destino, o un Passato Che Non Passa o qualche altra entità metafisica.

Una minoranza di tedeschi ci gode incredibilmente all’idea di essere il Caino Eterno; un’altra minoranza si arrabbia, e la grande maggioranza guarda il calcio.

Insomma, ci sarebbe un bel po’ da dire sul feroce razzismo della frase “A voi Auschwitz”.

Solo che in tutto l’articolo di Saviano, non si trova una riga in difesa dei tedeschi: evidentemente sia Sallusti che Saviano stanno partecipando alla stessa recita, e nessuno dei due si può permettere di metterne in dubbio le fondamenta.[2]

 Il punto è che tutti sappiamo benissimo cosa ha fatto Sallusti di inaccettabile, solo che non si può dire.

Il rito collettivo della Giornata della Memoria funziona come collante solo se unisce l’intera società, destra e sinistra, ricchi e poveri, potenti e disgraziati, contro qualche nemico alieno: un eccentrico che su un sito web amatoriale scrive che le camere a gas non sono mai esistite, un gruppetto di cinque giovani disoccupati che vanno in giro con la croce celtica. Oppure qualche lontano personaggio del mitico mondo islamico.

Sallusti invece, utilizza Auschwitz come metafora per condurre una polemica a proposito dell’Europa, proprio come fa Fleischhauer.

Il bello è che Sallusti non ci arriva a capire che Fleischhauer sostiene la stessa tesi sua: cioè che è ora di farla finita con il tentativo tedesco di dominare e uniformare l’Europa.

Note:

[1] In un convegno di insegnanti di storia in Germania nel 2004, citato in Peter Watson, The German Genius, p. 2.

[2] L’unico vago ragionamento che si legge nell’articolo è quello dell’Unione dei Giovani Ebrei, che dicono che

“Il direttore inoltre, cita fatti storici non corretti e fuorvianti sostenendo l’innocenza degli stessi italiani, che per primi promulgarono le leggi razziali del 1938 e collaborando alla deportazione degli ebrei italiani verso Auschwitz.”

Cioè la colpa di Sallusti sarebbe semplicemente quella di non aver parlato delle complicità di certi italiani?

Questa voce è stata pubblicata in società dello spettacolo e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

135 risposte a Corso introduttivo alla comunicazione contemporanea (II)

  1. PinoMamet scrive:

    C’era una serie televisiva tedesc su MTV, qualche anno fa, giovanilistica ma carina.
    “Turco per principianti” in tedesco, Kebab for breakfast… in italiano; su una famiglia mista turco-tedesca. Carini i personaggi del padre di famiglia turco “integrato” e poliziotto berlinese, la madre tedesca post sessantottina psicologa con sorella insegnante di yoga, il figlio turco truzzo (con amico greco sfigato), la sorella integralista, la tedeschina e così via.
    Ricordo in una puntata uno dei personaggi tedeschi-tedeschi a cui chiedevano cosa stava facendo, e lui rispondeva, “niente, mi guardo un film dove le prendiamo dagli americani…”

    • mirkhond scrive:

      Che poi l’unico turco vero della serie, è proprio il capofamiglia, l’attore Adnan Maral.
      ciao

      • PinoMamet scrive:

        Sì mi pare di ricordare che il greco fosse in realtà un attore bosniaco o di quelle parti lì, il ragazzo turco doveva essere tunisino o comunque arabo, la ragazza non so…
        (però, Mirkhond, vengo dalla tua: con l’hijab era molto carina)

        ciao!

        • mirkhond scrive:

          Il figlio è di origine tunisina (Elias M’barek), la figlia è un’attrice iraniana (Pegah Ferydoni), bellissima nel suo hijab bianco sulla sua pelle bruna e il suo bel volto armenoide. Il “greco” mi sembra che si chiami Arnel Taci, e dal cognome mi sembra che sia turco di origine albanese!
          Vedevo Kebab for Breakfast che mi piaceva molto, insieme a mia madre, nei suoi ultimi mesi di vita, e lei approvava la mia attrazione per la bella Yagmur e quando le dicevo che sarei voluto andare in Turchia per trovarvi la sposa dei miei sogni….
          Infatti, nonostante la snellezza, per me Yagmur/Pegah era la più bella, più della sorellastra prussiana (interpretata da Josephine Preuss)!
          Proprio una serie carina, una delle cose migliori che ho visto su MTV…
          ciao!

        • Ritvan scrive:

          —Il “greco” mi sembra che si chiami Arnel Taci, e dal cognome mi sembra che sia turco di origine albanese! Mirkhond—
          La Sacra:-) Wiki dice che è nato in Bosnia, però sulle origini albanesi ci scommetterei, non solo per il cognome tipicamente albanese ma anche per il nome, che non è un nome da musulmano.
          P.S. A proposito di nomi albanesi, mi viene in mente il fatto che in molte famiglie musulmane albanesi dalle tradizioni patriottiche negli anni ’20-’30 del secolo scorso ai pupi maschi veniva messo il nome Vilson (con la “V” iniziale, non con la “W”), in onore del presidente americano “simpatizzante” della causa nazionale albanese.

        • mirkhond scrive:

          Per Ritvan

          Anche il grande attore albanese Bekim Fehmiu era nato a Sarajevo, da una famiglia proveniente da Prizren nel Kosovo.
          Forse anche le radici di Arnel Taci sono nel Kosovo, ma è solo un ipotesi.
          ciao

    • corrado (qualc1) scrive:

      Io invece quando giocavo coi soldatini comprati “p’à Maronna” (vale a dire alla festa di S. Maria Assunta) nel ’90 tenevo sempre i Tedeschi perché nell’Inter giocavano Matthäus e Klinsmann e perché la Germania ci aveva vendicati contro l’Argentina.
      Poi iniziai molto presto a fregarmene, del calcio; anche se Italia-Germania del 2006 fu appassionante, con un mio amico brillo che urlava frasi del tipo «è come a Stalingrado, non passi!» oppure «tedesco, mio nonno ti avrebbe sparato!».

    • serse scrive:

      Vabbè oggi chiuso per neve, quindi cazzeggio libero 🙂

      “Kebab for breakfast… in italiano”

      Se fosse stato girato oggi probabilmente avremmo avuto un “breakfast from tiffany” … in italiano

      http://carlogambesciametapolitics.blogspot.com/2012/01/in-prima-battuta-puo-sembrare-che.html

      • serse scrive:

        … per anticipare eventuali reprimende sulla traduzione dichiaro che, oltre ad essere ignorante in generale, ci ho pure l’inglese … scolastico.

      • PinoMamet scrive:

        Ho letto solo ora (avevo paura fosse una roba più politica!):
        molto interessante, grazie.

        Tra l’altro ho imparato una roba in più da rivendermi ai corsi 😉

      • serse scrive:

        Solo una piccola postilla.
        La frase che mi ha colpito di più nel post citato, che secondo me rappresenta una realtà oramai pervasiva, anche qui, è questa:
        “Come ai personaggi di Pinter, gli è stata chirurgicamente asportata la dimensione del “perché”, sotto tutto i rispetti tranne uno: i rapporti di forza di volta in volta vigenti nella situazione drammatica data.”
        Ciao.

        • Francesco scrive:

          Non ho letto il post citato ma trovo la frase di estremo interesse.

          Anche se troppo spesso il suo vero significato è “nessuno crede più alle spiegazioni a cui sono così affezionato io” …

          Ciao

        • serse scrive:

          Ho capito, il chirurgo è passato anche da te.
          Essere affezionati non è una brutta cosa.
          Comunque leggiti il post, merita.

          Ciao

        • Francesco scrive:

          non credo di essere del tutto d’accordo con Pinter, forse perchè rifiuto con fervore l’uguaglianza tra “rapporti di forza” e “ingiustizia a cui ribellarsi”

          anzi, mi pare che in generale i rapporti di forza abbiano ottimi motivi per esistere

          eppure sono certo di avere una certa perversa passione per chiedermi il perchè delle cose

        • Francesco scrive:

          Letto il post.

          Non del tutto convincente, in fin dei conti l’arte come epifenomeno della sociologia o dell’economia è poca cosa.

          Come dire, credo che una simile classe sociale sia sempre esistita, e il resto è ideologia.

  2. Pingback: Corso introduttivo alla comunicazione contemporanea (II) - Kelebek - Webpedia

  3. Buleghin il vecio scrive:

    Xè bastansa divartente ostaria! Ma Schetino oltre che un comandante balengo xè stato proprio deficiente orco!
    Invece de incagliarsi come un mona con la nave che starà lì in bela mostra per un par d’ani doveva aver almeno il buon gusto de afondar in acqua profonda, almeno noi poareti non avremo dovuto ciaparse le ricostrusion di quel teribile Vespa in TV e pasiensa se i morti xera un migliaio in più!
    Poi quei poareti desgrasià de l’isola del Giglio se ciaparà per un par d’ani le procesion dei turisti de la disgrasia come la casa del delito de Cogne!
    Son sol curioso de veder poi la lista dei anegà definitivi sperando che il sia preferibilente cruchi o franzesi, sperar che li sia tuti anca giornalisti saria ciamar tropo a la Divina Providenza!

  4. Moi scrive:

    Da NON perdere 🙂 :

    http://blog.panorama.it/italia/2012/01/18/insulti-al-comico-schettino-scambiato-per-il-comandante-della-concordia/

    … Mi raccomando Miguel, non dimenticare nelle prossime puntate dei Repubblicani che hanno definito Obama “Our Captain Schettino” [sic] … 4.430.000 (quattro milioni quattrocentotrentamila !) risultati per Schettino in pochissimi giorni nella maniera che il cialtrone nautico MAI avrebbe immaginato !

  5. lamb-O scrive:

    E dire che, in tutto questo, ad avermi di gran lunga fatto più incazzare è stato Severgnini…

  6. Senza parole: devo metabolizzare quanto hai scritto, e quel Continua finale mi inquieta.
    Descrivendo le beccate da pollo di Repub(bl)ica mi fai pensare al burn out in moto.
    Facile il gioco di Sallusti, il quale però mi divenne per un attimo simpatico quando in una puntata di Ballarò fece scoprire agli Italiani il vero D’Alema: una specie di compunto e forbito violento insultatore represso.

    A proposito: avete notato come i dirigenti ex comunisti manifestino una palese incapacità alla risata? il monaco Jorge è sopravvissuto, diventando il grande vecchio!?

    Aggiungo una considerazione sui comici cosiddetti di “sinistra” (sì sì, quelli alla Guzzanti e Riondino): ogni volta che il potere di LUI era traballante, riempivano i sempre più frequenti vuoti con l’idea che non ci sarebbe stato più materiale di lavoro; ora che il potere principale GLI è stato tolto non fanno altro che ripetersi che non hanno più materiale per lavorare… e però non mollano gli spazi.

    Non sono molto diversi da coloro che pur affermando la sovrappopolazione sulla terra, non sono disposti a dare il buon esempio suicidandosi.

    Che poi Sallusti non capisca il senso di quanto legge non è tanto a suo danno, quanto a detrimento dell’immagine dei suoi nemici.
    Mai insultare qualcuno sul cui piano ci si pone volontariamente!

  7. Francesco scrive:

    1) il crucco sostiene che non sarà possibile elevare il resto degli Europei agli altissimi standard tedeschi e quindi l’Euro è stato fatto male perchè troppo democratico. invece i cialtroni vanno trattati da tali e non da persone responsabili e affidabili

    2) Sallusti sostiene che i tedeschi sono stronzi a pretendere che diventiamo come loro perchè hanno fatto fuori Berlusconi nel processo

    3) mi sa che questa volta tengo ai crucchi razzisti, finchè si parla di Europa Occidentale. diritto di voto solo ai cittadini di stati coi conti pubblici in ordine (e schiavitù per debiti, in sovrappiù)

    4) per la gnocca il derby è aperto, per i rapporti con Russia e Cina preferisco gli inglesi …

    saluti

    PS e Severgnini in miniera di sale

  8. Miguel Martinez scrive:

    OT

    Mi piacerebbe sentire qualche commento sulla sostanza di questo articolo:

    http://qpotere.blogspot.com/2012/02/economist-leuropa-sta-sgretolando-le.html

    Dico “sostanza”, perché l’articolo ha alcuni difetti, cioè non cita in modo chiaro le fonti e tende forse a mettere troppa carne al fuoco, ma questi sono dettagli rispetto alla tesi generale.

    • Francesco scrive:

      non riesco ad aprire il link: puoi postare il testo?

      PS che l’Unione Europea stia rischiando pesantemente di sgretolarsi senza che si riescano a capirne le conseguenze mi pare evidente. quando si decise di fare la moneta unica, si pensò “la politica seguirà” invece hanno creato un ibrido tra Mercato comune, Unione intergovernativa e Stato federale, un mostro senza capacità di sopravvivenza

      avete fatto bene voi americani con l’Unione, ha avuto ragione Lincoln a tenerla insieme a qualsiasi costo, ciao

      • Claudio Martini scrive:

        Confermo. Non si apre. Vuoi lo stesso la mia opinione?

      • PinoMamet scrive:

        A me si apre ma non sono qualificato.

        Però ho un amico che tanto tempo fa, quando l’euro era una cosa nuova, stava negli USA a studiare economia. Mi diceva che l’ostilità statunitense alla moneta europea, e in generale alla politica di unificazione europea, era palpabile e pesantina.
        A livello di professori universitari, non di semplice gente della strada.

        tutto sta a vedere cosa fa comodo a noi, però, non ai belgi o ai tedeschi, e neanche agli americani.

        ciao!

        • Francesco scrive:

          in un mondo “normale”, l’Euro è un concorrente di tutto rispetto per il dollaro USA

          e indebolirebbe molto, strategicamente, il potere economico e politico degli Stati Uniti

          certo, in un mondo in cui basta la Grecia a aprire una falla fatale nella nave Europa …

    • dostojevskij scrive:

      nell’articolo c’è almeno un errore grossolano: si dice che freedom house, negli stati uniti, non riscontri alcuna anomalia per l’europa e l’italia rispetto all’unità dell’economist… trattasi della stessa freedom house che stila la classifica sulla libertà del settore dell’informazione nel mondo e che, quest’anno, ha declassato l’italia di una ventina di posti…
      detto questo molto spesso queste classifiche lasciano il tempo che trovano e sono strumentali solamente a chi le commissiona (e paga)… come i sondaggi, sono degli strumenti che se ti va, ti danno sempre ragione…

  9. Claudio Martini scrive:

    “a me sta bene “la nazione moderna” come una comunità di possessori di carta d’identità.”

    Ineccepibile.

    • Francesco scrive:

      impossibile

      su questo potrei quotare Peucezio, la carta di identità è una conseguenza della nazione/popolo, non viceversa

      è un castello di carte che crolla al primo soffio di vento

      come l’Euro

      • PinoMamet scrive:

        Possibilissimo invece.
        Prendi gli Stati Uniti (ma perchè li prendete sempre e solo quando fan comodo?).
        A parte che non mi pare abbiano la carta d’identità, ma per capirci.

        e del resto sono abituato a aver pochissimo in comune con i compaesani maialofagi e calciofili, per non parlare di quelli chiesaioli! 😉

        A ‘sto punto, che uno abbia la pelle nera o il cognome ucraino, non mi cambia proprio nulla.
        Tra l’altro c’è una famosa (da noi) pizzeria col nome ucraino, fondato da un ucraino circa mille anni fa qua nelle colline, ora che ci penso (ci andava mio padre da giovane…)

        • Francesco scrive:

          non è facile, per noi europei, definire cosa è la naziona statunitense

          ma cribbio se c’è, e infatti non ha bisogno di carta di identità

          ma condivide un gran numero di miti storici

      • Claudio Martini scrive:

        “è un castello di carte che crolla al primo soffio di vento

        come l’Euro”

        Magari.

  10. Miguel Martinez scrive:

    Non si apre? E’ un po’ lungo, ma eccolo qui. Ripeto, prendo le distanze da alcuni elementi confusi o complottistici…

    The Economist: l’Europa sta sgretolando le sovranità nazionali

    Arriva dall’Economist l’ennesima conferma del grave attentato alla democrazia da parte dell’Europa nei confronti degli Stati membri: Corea del Sud, Costa Rica, Uruguay e Isole Mauritius sono tutti Paesi con un indice democratico maggiore del nostro. Ed il Botswana sta peggio di noi per molto poco. Per la precisione siamo al trentunesimo posto, con un peggioramento di 3 posizioni rispetto al 2010 e con una tendenza negativa consolidata negli ultimi anni.

    L’Economist Intelligent Unit è una costola del “The Economist” e fornisce periodicamente una guida alla comprensione degli affari a livello mondiale, con analisi e previsioni sugli orientamenti politici, economici e di mercato di circa duecento nazioni, ed alla cui realizzazione collaborano alcune centinaia di esperti. La quarta edizione del report misura il livello di democrazia di oltre 165 Stati alla data di Dicembre 2011, attraverso l’esame di 5 categorie: processo elettorale e pluralismo, libertà civili, funzionamento del governo politico, partecipazione e cultura politica.

    Secondo l’analisi dall’EIU, la crisi economica ha contribuito a mettere in ginocchio i principi democratici soprattutto in Europa, attraverso il declino di alcuni comportamenti dei Governi, della partecipazione politica e della libertà dei media. Si pensi che nelle prime nove posizioni della classifica, solo la Finlandia risulta presente in qualità di Stato europeo. Tra il 2008 ed il 2010 Grecia, Italia e Francia sono usciti dalla zona della classifica dei Paesi ritenuti pienamente democratici.

    La ragione principale del crollo degli indici democratici in Italia, Grecia, Portogallo, Spagna e Irlanda nel 2011 è dovuto alle erosioni della sovranità nazionale e della responsabilità democratica, associati con gli effetti e le risposte alla crisi della zona euro, come ad esempio l’insediamento di tecnocrati non eletti nei governi di Italia e Grecia.

    In alcuni Paesi come l’Italia, denuncia l’EIU, le leggi non sono più stabilite dal legislatore nazionale e dai politici eletti, ma vengono impostate in modo efficace dai creditori ufficiali, dalla Banca Centrale Europea, dalla Commissione Europea e dal Fondo monetario internazionale. La gravità delle misure di austerità promulgate tende a indebolire la coesione sociale ed a diminuire ulteriormente la fiducia nelle istituzioni, che era già in declino con l’esplosione della crisi economica del 2008-09.

    Ma chi c’è dietro l’Economist Intelligent Unit? L’EIU è una società controllata dalla The Economist Group che possiede l’omonimo settimanale, partecipato dalla potentissima famiglia Rotschild e notoriamente contrario alla Costituzione Europea. Questo potrebbe essere uno dei motivi (gli altri li vedremo più avanti) per cui il team dell’EIU ha potuto valutare con maggiore serenità l’indice democratico europeo. Si consideri, ad esempio, che la Freedom House, altra grande organizzazione che monitora costantemente le libertà degli stati di tutto il mondo e che risulta molto vicina alle lobby americane (leggi Fondo Monetario Internazionale), non segnala alcuna anomalia nel nostro Continente, ed in particolare in Italia.

    Oltre agli attacchi esterni, fin qui denunciati dall’EIU, non si possono trascurare anche gli effetti deleteri della politica interna di questi ultimi anni. Ad esempio, il depotenziamento del reato di attentato alla costituzione voluto dal Governo Belusconi III (legge n° 85/2006) ha praticamente azzerato qualsiasi strumento giuridico atto a difendere l’identità nazionale. L’attuale legge prevede, infatti, che si possa essere condannati ad una reclusione di 5 anni solo se vengono commessi atti violenti finalizzati a mutare la Costituzione dello Stato o la forma di Governo.

    Ad esempio, se un gruppo sovversivo o alcuni parlamentari decidessero da un giorno all’altro di attuare un colpo di Stato violando la costituzione, con mezzi non consentiti dall’ordinamento costituzionale dello Stato, ma senza l’impiego di violenza, allora nessun tribunale o forza di polizia potrebbe contrastarli. Le modifiche alla legge sul reato di attentato alla costituzione sono state, a suo tempo, pesantemente criticate nel dibattito politico, ponendo vigliaccamente l’accento sull’esigenza di sottrarre gli esponenti leghisti all’incriminazione, piuttosto che per aver reso inefficace qualsiasi tipo di tutela reale nei confronti della nostra democrazia.
    In realtà, l’art.283 e tutti gli altri articoli correlati del codice penale sono stati modificati giusto in tempo per l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona del 2007 che crea le basi legali per la nascita di un unico grande Stato europeo con poteri sovranazionali e leggi comunitarie superiori a qualsiasi legge degli Stati membri.

    Il Trattato di Lisbona è un impianto volutamente complicatissimo di regole europee raccolte in 2800 pagine di migliaia di emendamenti; fu redatto per sostituire in modo subdolo la Costituzione europea bocciata dal ‘no’ dei referendum francese e olandese del 2005. Giuliano amato nel 2007 ha dichiarato “Fu deciso che il documento fosse illeggibile, poiché così non sarebbe stato costituzionale…Fosse invece stato comprensibile, vi sarebbero state ragioni per sottoporlo a referendum, perché avrebbe significato che c’era qualcosa di nuovo”

    Secondo il Trattato:

    il potere legislativo della nuova Europa sarà demandato ad un organo non elettodirettamente dal Popolo, ovvero la Commissione Europea che proporrà leggi che verranno ratificate dal Consiglio dei Ministri (anch’esso non eletto direttamente). La Commisione Europea, inoltre, ha potere di legiferare per decreto e le sue decisioni saranno vincolanti sulle Costituzioni dei Paesi membri. Il Parlamento Europeo, l’unica istituzione europea ad essere eletta direttamente dai suoi cittadini, svolge solo una funzione di controllo e non avrà il potere di proporre o bocciare leggi, non potrà votare sul PIL dell’Unione, nè avrà diritti sulle decisioni in merito alle tasse. Qualora poi i parlamentari volessero contestare una legge proposta dalla Commissione dovrebbero ottenere una maggioranza qualificata nel Consiglio dei Ministri (il 55% degli Stati) o una maggioranza assoluta di tutti i deputati europei.

    Il potere giuridico della nuova Europa, contrastando il principio universale di separazione, sarà visceralmente vincolato dalla nomina dei Governi degli Stati membri. Di conseguenza, le sentenze sui nostri diritti fondamentali e sulle leggi che ci governano saranno nelle mani di magistrati del tutto fuori dal nostro controllo e secondo leggi emanateda burocrati non eletti. Le sentenze della Corte Europea, ad esempio, hanno una validità giuridica superiore rispetto a quelle emesse dai nostri tribunali.

    Il potere economico: l’Italia non è più uno stato a moneta sovrana, essendo costretta a chiedere prestiti agli speculatori finanziari per sostenere anche le spese essenziali di bilancio. L’Italia, con le sue stesse mani, ha predisposto l’intero apparato legislativo affinchè la Banca d’Italia diventasse un istituto privato autonomo ed indipendente. Conseguentemente, lo Stato non può più svalutare la moneta, non può alimentare il mercato interno e la produzione, non può stabilire quanto destinare alla spesa pubblica per il bene dei propri cittadini. L’Italia oggi è ostaggio dei mercati e della Banca Centrale Europea.

    Ma se è vero come è vero che il drammatico epilogo a cui siamo giunti oggi non è frutto di interventi estemporanei di qualche folle presidente del Consiglio non eletto, ma il risultato di oltre un ventennio di politiche anticostituzionali di parlamentari corrotti e conniventi, come è possibile che non ce ne siamo accorti prima ? Perchè, invece, oggi certe informazioni vengono divulgate o quanto meno è possibile recuperarle ?

    Il motivo è, purtroppo, che oramai non abbiamo più alcuno strumento legale per contrastare la perdita di sovranità a cui siamo e continueremo ad essere sottoposti. Riprendendo le parole di un importante giurista, esperto di diritto internazionale, Solange Manfredi “non siamo in una democrazia: le regole democratiche ci sono per fare credere che ci siano, ma quando cerchiamo di attivarle queste non ci sono più”. La politica estera italiana, ed in particolare la poltiica monetaria, negli ultimi trent’anni è stata condotta omettendo e segretando scentemente al popolo gli accordi e le leggi ratificate, con il preciso intento impedire l’innesco di eventuali processi democratici nella costituzione della futura Europa unita.

    Fonte: Democracy Index 2011 – A report from the Economist Intelligence Unit

    • roberto scrive:

      miguel,
      per dirlo in maniera pacata, senza nessun eccesso e con il massimo rispetto, è un coacervo di stronzate
      🙂

      se vuoi ribadisco punto per punto, ma sarà lungo.

      già comunque
      “Il Trattato di Lisbona è un impianto volutamente complicatissimo di regole europee raccolte in 2800 pagine di migliaia di emendamenti”
      posso assicurarti che il trattato, compesi i protocolli, le dichiarazioni, l’indice e la tavola di convergenza con il vecchio trattato fa 403 pagine (poi che diavolo significa “regole europee raccolte in migliaia di emendamenti”? una volta approvato l’emendamento diventa regola!)

      giuliano amato è stato ampiamente e doverosamente ridicolizzato come sedicente esperto in un memorabile editoriale di Conforti, “La dottrina di diritto comunitario : questa sconosciuta” in Il diritto dell’Unione europea. Anno IX (2004), 1, p. 1-6, te ne consiglio la lettura

      Solange Manfredi chi è?

      “Il Parlamento Europeo, l’unica istituzione europea ad essere eletta direttamente dai suoi cittadini, svolge solo una funzione di controllo”

      questa è una boiata che si ripete da vent’anni. please guardare su wikipedia la pagina del PE. Il parlamento codecide (cioè decide insieme al consiglio) praticamente su tutto (vabbé dovrei essere più preciso ma non ho tempo)

      ad maiora

      • Conforti è un internazionalista e, come mi ha detto una volta un internazionalista, tra internazionalisti e costituzionalisti non è mai corso buon sangue. E l’internazionalista che mi diceva questo era la prova vivente delle proprie asserzioni (se la prendeva con molti costituzionalisti… tra cui Giuliano Amato!).
        Sul punto 2 è verissimo: il trattato di Lisbona ha reso la codecisione la procedura legislativa ordinaria della UE. La cooperazione (cioè Parlamento solo con potere di veto) è ridotta ad alcuni casi specifici.

      • Francesco scrive:

        Mi ritrovo a quotare Roberto ad un buon 97%.

        Rimango sempre stupito che il pensiero economico del 1600 (cioè di prima che nascesse il pensiero economico) sia ancora alla base delle convinzioni di moltissime persone. Come se scoprissi che molti credono ancora che il Sole giri intorno alla Terra o le donne sono per natura inferiori agli uomini.

        Manca solo un appunto: la “costituzione materiale” europea è una delle peggiori ammucchiate di letame mai visto, e ben fanno gli speculatori a scommettere che non produrrà nessuna efficace resistenza. Credo avesse più speranze la Polonia contro Germania e URSS nel 1939.

    • Peucezio scrive:

      Una volta chi, d’accordo con paesi stranieri, metteva a repentaglio l’integrità e l’indipendenza della nazione veniva fucilato con un colpo alla schiena (perché al petto era troppo onorevole). E’ un peccato che non si possa ripristinare un così degno e salubre istituto.

      • Francesco scrive:

        Peccato che questo avvenisse a insindacabile giudizio del Governo in carica. Che poteva così eliminare chi voleva quando non aveva motivi confessabili.

        Oh, avviene ancora nelle peggiori dittature del pianeta.

  11. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “su questo potrei quotare Peucezio, la carta di identità è una conseguenza della nazione/popolo, non viceversa”

    Io sono nato altrove, vabbene, ma quello che dico io credo che valga anche per diversi autoctoni che conosco.

    Io vivo in questo paese. Condivido le regole. Non passo con il rosso (a piedi, visto che non guido), non faccio schiamazzi, pago le tasse. E capisco perfettamente perché tutti dovrebbero pagare il biglietto sull’autobus.

    Punto e fine del mio rapporto con lo Stato/Nazione.

    Non condivido, spero, nemmeno il minimo “valore” con gli esponenti ufficiali di tale Stato/Nazione.

    Poi posso avere rapporti con le persone, con i paesaggi, con la storia, ma non c’entra niente.

    • Però ritieni anche di poter dire quello che pensi e che tutti devono poterlo fare liberamente, sei secolarizzato (e gli italiani lo sono, quasi tutti) e disaffezionato al ceto politico (come la quasi totalità degli italiani).
      Se non ti firmassi Miguel Martinez, ma Michele Martini (per dire…), non credo che nessuno direbbe “non è italiano”.

      • Peucezio scrive:

        Infatti.
        Lui gioca tanto a fare lo straniero, ma quando parlo in ispagnolo, ho meno accento italiano io di lui (da quello che lui stesso dice: io non l’ho mai sentito parlare in ispagnolo, anzi, non l’ho mai sentito parlare in generale, ma solo letto).

      • fp40 scrive:

        Quando non rimane altra scelta, ci si gioca la carta del ricatto morale. Tipo: con tutta la libertà che ti stiamo concedendo, ti permetti il lusso di non aderire alla Nazione? Maledetto ingrato!

        • Assolutamente no, è l’esatto opposto: proprio perché ti diamo la libertà tu puoi non aderire al gruppo. Certo, mode e conformismo esistono (conformismo molto comportamentale, della serie “non mettete il velo”, ma poco intellettuale: alla fine di tabù interni ne abbiamo pochi e lo stesso politicamente corretto è una facciata dichiarata che riguarda ciò che si può dire in TV, essenzialmente), ma non esiste la percezione di essere la società strutturata in modo perfetto e immutabile (vedi le nostre campagne elettorali, dominate dalla parola “riforme”) e di pretendere che tutti si adeguino al nostro modello (Bush, infatti, era impopolarissimo da noi quando parlava di esportazione della democrazia). Siamo un caso piuttosto unico di società sostanzialmente priva di meccanismi di integrazione obbligatoria.

    • Peucezio scrive:

      “Poi posso avere rapporti con le persone, con i paesaggi, con la storia, ma non c’entra niente.”

      Come non c’entra niente? E’ tutto lì invece!
      Comunque credo si passi col verde e ci si fermi al rosso in tutto il mondo: non c’è bisogno della cittadinanza italiana per questo.

  12. Miguel Martinez scrive:

    Per Mauricius

    “Però ritieni anche di poter dire quello che pensi “

    Ritieni che il rigetto dei valori condivisi costituisca un valore condiviso 🙂

  13. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto

    “per dirlo in maniera pacata, senza nessun eccesso e con il massimo rispetto, è un coacervo di stronzate”

    Grazie, infatti mi aspettavo più di tutti il tuo di contributo.

  14. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto

    Sarebbe interessante – sempre che tu ne avessi il tempo – organizzare uno scambio serio tra te e qualche “antieuropeista”, magari un post, come quello che ho citato, con una tua documentata replica tua.

    Purtroppo, simili discussioni tendono a finire a insulti, con gli uni che inveiscono contro i “pazzi estremisti” e gli altri che gridano contro i “venduti al soldo dell’alta finanza”.

    Però sarebbe davvero utile e interessante, a trovare gli interlocutori adatti.

    Capisco che ti manca il tempo adesso, comunque se trovi una mezz’oretta anche domani, ritornaci, magari su un punto alla volta.

    Grazie di nuovo

    • Roberto scrive:

      Ok vediamo quello che posso fare. Con il caveat che se perdo le staffe con un antisemita non essendo ebreo, figurati con degli antieuropeisti essendo euro rate 😉

      • Peucezio scrive:

        Siamo a posto allora… 🙂
        Io però un’obiezione non mi posso contenere dal farla.
        Non ho minimamentye la competenza per intavolare un discorso sull’Unione Europea, perché non so quasi nulla circa i suoi meccanismi, le sue regole, istituzioni ecc. Quindi puoi dirmi qualunque cosa e te la do per buona.
        Il mio, come immagini, è un antieuropeismo ideale, che non è solo e tanto giuridico o economico, ma etnico, perché io sono orgogliosamente un civis romanus, un uomo del Mediterraneo e ritengo che dobbiamo interagire il meno possibile coi barbari. Ma su questo non c’è confronto possibile: sono scelte ideali appunto e ognuno fa liberamente le sue.

        Mi chiedo però un’altra cosa e su questo qualche risposta magari me la puoi dare.
        Se siamo in democrazia e almeno in teoria un minimo di trasparenza su decisioni strategiche importanti ci vorrebbe.
        Perché, quando si è trattato di sottoscrivere i trattati più vincolanti (Maastricht, poi l’Euro ecc.) si è sempre dato tutto per scontato? Perché nessun politico che li ha sottoscritti è venuto a elencarci e spiegarci per bene i vantaggi e gli svantaggi (se riteneva ve ne fossero)?
        Perché nessun italiano medio, che non sia esperto come te, ha potuto dire: “bene, abbiamo aderito, attraverso i nostri governanti, per questo motivo, quest’altro, quest’altro ancora…”?
        L’unica ragione che ogni tanto sento addurre, ma a posteriori, riguarda l’inflazione che sarebbe andata alle stelle. Ma ciò riguarda l’euro. E tutto il resto? L’euro è una parte, per quanto fondamentale. E comunque in Isvizzera, in Inghilterra non è successo. Bene, l’Italia è diversa dalla Svizzera e dall’Inghilterra, ma in che senso? Spiegatecelo meglio. Non basta enunciarlo.

        • roberto scrive:

          “Se siamo in democrazia e almeno in teoria un minimo di trasparenza su decisioni strategiche importanti ci vorrebbe”

          non ci piove e sono completamente d’accordo con te.

          “Perché nessun politico che li ha sottoscritti è venuto a elencarci e spiegarci per bene i vantaggi e gli svantaggi (se riteneva ve ne fossero)?”

          perché avete la sfortuna di vivere in un paese in cui la classe politica è composta interamente o quasi da cialtroni ed il dibattito politico si esaurisce con il plastico di cogne da vespa o il bunga bunga.
          mi dispiace ma non è la normalità, io ho assistito alle discusssioni sulla costituzione e sul trattato di lisbona in francia e lussmburgo e erano lontani anni luce dall’italia. per dire, un politico che cita un articolo del trattato e lo spiega non stupisce nessuno qui (sentissi una cosa del genere in italia sverrei dall’emozione)

          mi domando pero’ perché gli italiani si eccitano per miliardi di cose sfiziose ma sostanzialmente inutili ma non per quelle importanti e perché nessuno pretende spiegazioni (e azzardo: è più semplice e rassicurante dire “il parlamento europeo non conta nulla” che leggersi l’art. 294 TFUE che descrive in 2 pagine la procedura decisionale ordinaria)

          quanto poi alla trasparenza delle istituzioni europee, credo che difficilmente si possano trovare istituzioni più trasparenti (sui siti di commissione parlamento e consiglio trovi praticamente tutto) e allo stesso tempo meno capaci di informare il grande pubblico

        • Claudio Martini scrive:

          “perché avete la sfortuna di vivere in un paese in cui la classe politica è composta interamente o quasi da cialtroni ed il dibattito politico si esaurisce con il plastico di cogne da vespa o il bunga bunga.”

          E’ proprio vero. Una classe politica seria non vi avrebbe mai portato nell’Euro.

        • Peucezio scrive:

          Roberto, tu dov’è che abiti che non mi ricordo?
          Comunque purtroppo hai ragione.
          L’Italia fino a ieri era anche il paese più euro-entusiasta, mentre altrove almeno c’erano posizioni contrapposte, non era scontato che Europa-è-bello come il fatto che la salute è preferibile alla malattia e la ricchezza all’indigenza.

        • Moi scrive:

          @ PEUCEZIO

          Il primo politico in Italia a parlare di “Europa” come di una “Gerusalemme Celeste in Terra” fu Romano Prodi, se non erro …

        • Roberto scrive:

          Lussemburgo

          Mio vabbé che per la totalità della destra e una buona parte della sinistra Prodi è l’origine di tutti i mali ma non esageriamo. Prima di lui qualche europeista convinto l’abbiamo avuto a partire da de Gasperi (mai letto qualche discorso sull’Europa, pieno di espressioni quali “la nostra patria Europa”?)

        • Moi scrive:

          @ ROBERTO

          Ma è vero che in Lussemburgo il GranDuca è fierissimamente, pubblicamente Massone ?

        • Moi scrive:

          @ ROBERTO

          De Gasperi ?! Classico DemoCristiano che predicava bene e razzolava male, come i famosi “Preti Clericali” … e per di più ingrato nonché infìdo.

          Grazie (anche) alla propaganda “tosta” di Giovannino Guareschi la DC batté sonoramente il PCI; però una vignetta del medesimo Guareschi l’ Italia (personificata) invitava De Gasperi a togliere il simbolo della DC perché doveva occuparsi di un Paese e non di un Partito … il vignettista e scrittore Emiliano fu “ringraziato” col carcere duro !

        • Moi scrive:

          @ ROBERTO

          Poi va be’, secondo i CattoLepantini il GranDuca Massone di Lussemburgo vorrebbe “gettare l’ Europa in pasto all’ Islam in Odium Fidei” … un po’ alla “Muoia Sansone (Europa Massonica) con Tutti i Flistei (Europa Cristiana) !”, laddove l’ Islam è la Forza Cieca Distruttiva, presentato anche come una specie di Godzilla Impazzito. 🙂 🙂

        • Moi scrive:

          Per la UAAR, invece, che invoca a tutto spiano un’ Europa che “finalmente ponga fine alle Ingerenze del Vaticano” … l’ Europa è una “San Bonifacio (VR) Celeste in Terra”, non mancano gruppi di social network, tutti italianissimi, che proclamano “Bestemmia Forma Somma della Libertà di Espressione”.

          D’altra parte era il “rovescio della medaglia, dopo il proclamare che “l’ Islam è inferiore perché (Vignette Danesi) a differenza del Cristianesimo non accetta le critiche !”

        • Peucezio scrive:

          Lussemburgo?
          Per forza che non rimpiangi l’Italia, è come stare a San Marino o nel Liechtenstein. Sarà un posto dove se viene un’ordinanza per cui le zanzare non devono pungere i giorni dispari, quelle i giorni dispari non pungono e dove i più poveri hanno la Mercedes e una villetta a due piani con giardino.
          Per caso conosci a Luca?

        • Peucezio scrive:

          Moi,
          Mi sa che in Italia tutti erano europeisti già negli anni ’50, non solo De Gasperi. Io non posso ricordarmelo perché non ero ancora nato e la mia famiglia stava nella Spagna franchista, che la propaganda locale chiamava “Reserva espiritual de Europa”, slogan che fa un po’ sorridere, ma, considerando cos’era già allora il resto d’Europa e quello che è diventata dopo la Spagna, qualcosa di vero lo contiene. Ai miei, devo dire, stare lì faceva lo stesso effetto che farebbe a un europeo stare in Africa: sei nel gradino più alto della scala sociale, ti godi la vita in un posto tranquillo, dove tutto è ancora a misura d’uomo e la vita costa pochissimo, hai la cameriera, l’autista e tanti altri privilegi, ma sei comunque in un posto dove non c’è niente e dove tutto è indietro di almeno mezzo secolo.

        • Roberto scrive:

          Moi è la prima volta che sento dire che il granduca è massone, ma ad onor del vero non frequento molto la famiglia granducale :-). A proposito la A non era un riferimento alla massoneria ma solo l’effetto di dita troppo grosse per l iPhone

          Peucezio l’unico Luca che conosco è mio figlio. Per il resto in Lussemburgo si vive bene se si ama la campagna e la vita arcitranquilla. In Italia ci tornerei se trovassi un lavoro equivalente a quello che faccio e soprattutto se riuscissi a convincere mia moglie che in Italia non si è trovata per niente bene

        • Peucezio scrive:

          “e soprattutto se riuscissi a convincere mia moglie che in Italia non si è trovata per niente bene”

          E’ lussemburghese?

          Ma lì da voi qual è la lingua che si usa più comunemente nella vita di tutti i giorni?

        • Moi scrive:

          @ PEUCEZIO

          Esiste una lingua autoctona, ma sullo status di essa preferirei sentire le impressioni di Roberto …

          http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_lussemburghese

        • Moi scrive:

          Tuttavia mi dispiace che a San Marino la variante locale di Romagnolo non goda invece di uno status affine al Lussemburghese …

        • Roberto scrive:

          Mia moglie è franco tedesca, ma cresciuta in Germania è molto più tedesca che francese

          Qui gli indigeni parlano lussemburghese che è un dialetto tedesco assurto a dignità di lingua grazie al fatto di avere un passaporto. Tutti comunque parlano bene il tedesco e specialmente nella capitale il francese (lingue ufficiali insieme al Lussemburghese) che sono le lingue franche (50% dei residenti sono stranieri ed è semplicemente impossibile studiare la lingua prima di arrivare qui). personalmente capisco un po’ il lussemburghese ma faccio ancora una fatica bestiale a parlarlo e quindi preferisco parlare francese. ( sul lavoro nell’ordine francese inglese italiano e tedesco, a volte mi capita di leggere in olandese e spagnolo)

        • Ritvan scrive:

          —Grazie (anche) alla propaganda “tosta” di Giovannino Guareschi la DC batté sonoramente il PCI; però una vignetta del medesimo Guareschi l’ Italia (personificata) invitava De Gasperi a togliere il simbolo della DC perché doveva occuparsi di un Paese e non di un Partito … il vignettista e scrittore Emiliano fu “ringraziato” col carcere duro ! Moi—

          Ehmmm…non per insegnare dal basso del mio gommone:-) la Storia Patria a un Padrone Di Casa:-), ma a noialtri albanesi:-) risulta che il buon Guareschi non finì in galera per quella vignetta, bensì per aver diffamato De Gasperi, ovvero per avergli attribuito una lettera dal contenuto vergognoso ed infame, la cui autenticità non pote’ essere provata.

        • Moi scrive:

          @ RITVAN

          Stando a wikipedia la vicenda DeGasperi VS Guareschi è un po’ più complicata .

  15. Moi scrive:

    “Il direttore inoltre, cita fatti storici non corretti e fuorvianti sostenendo l’innocenza degli stessi italiani, che per primi promulgarono le leggi razziali del 1938 e collaborando alla deportazione degli ebrei italiani verso Auschwitz.”

    —-

    Sarebbe carino se i Giovani Ebrei si ricordassero anche loro dei Terroni Goyim a Fenestrelle o dei Polentoni Goyim a Marzabotto … o no ? 😉

    • PinoMamet scrive:

      Non mi torna “per primi”, perchè le leggi razziali italiane non credo mica che fossero le prime…
      quelle “di Norimberga” dovrebbero essere del ’35 (precedute da legislazione precedente)

      e poi c’è tutta una serie di “leggi razziali”, come precedenti, tese a regolare i rapporti coloniali, per le quali l’Italia anzi fu in netto ritardo…

    • PinoMamet scrive:

      Oddio, non mi sembra Moi che i Giovani Ebrei avrebbero particolare difficoltà a condannare la strage di Marzabotto
      (sono pronto a scommettere che l’hanno già fatto!);
      per Fenestrelle, se vuoi una loro condanna formale dell’episodio, penso che dovresti contattarli e informali, non so…

      ma poi, smettiamo di usare sempre questo “goyim” 😉 che si rischia di darne letture distorte!

      Ma poi non ho capito, Moi, mo’ non è che uno deve sempre parlare di tutto… se non hanno nominato le altre stragi (a contare tutte quelle della storia umana, è un lungo elenco!) vuol dire che gli piacciano…. 😉

      • PinoMamet scrive:

        Mi è saltato un “mica”, correggo:

        “se non hanno parlato delle altre stragi, mica vuol dire che gli piacciano!”

        • Moi scrive:

          Sì, certo … era solo questione di “reciprocità”, giusto per. 🙂

        • PinoMamet scrive:

          Lo so lo so Moi! Era così giusto per puntualizzare, mica per accusarti di chissà che…

          è solo che ultimamente (con la vittoria dell’ideologia dei “vittimi”) pare si stia scatenando la guerra delle scuse:
          “noi chiediamo scusa per le crociate, ma allora voi per il rogo di quel filosogo, va bene però quegli altri devono chiedere scusa per la storia della biblioteca di Vattelapesca bruciata, sì però allora anche i Mogol agli indù, gli imperialisti romani un po’ a tutti e i fenici agli antenati dei berberi, gli hutu ai tutsi ma anche viceversa…
          e l’homo sapiens sapiens per quello che ha fatto ai poveri neandertaliani…”

          insomma, alla fine abbiamo tutti bisogno di scusarci! 😉

  16. Roberto scrive:

    Allora un po’ alla volta
    “il potere legislativo della nuova Europa sarà demandato ad un organo non elettodirettamente dal Popolo, ovvero la Commissione Europea che proporrà leggi che verranno ratificate dal Consiglio dei Ministri”
    Questa scemenza è smentita dall’art. 14 del Tue (precisazione terminologica: il “trattato di Lisbona” si compone di due trattati: il trattato sull’unione europea, Tue, e il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, tfue). Dicevo, art. 14 Tue stabilisce che il parlamento esercita congiuntamente al consiglio la funzione legislativa. La procedura legislativa ordinaria (cioè quella che si applica salvo eccezioni) è descritta dall’articolo 294 tfue. È una procedura complicata che consiglio di vedere su wikipedia ma grossomodo: la commissione propone. Il parlamento adotta una posizione. Il consiglio approva (l’atto è adottato nella formulazione del parlamento) oppure rigetta. In questo caso si apre una procedura cervellotica che può essere riassunta con la formula non si muove foglia che il parlamento non voglia.

    • Francesco scrive:

      ehm, e la trasparenza dove sarebbe?

      un meccanismo del genere è cretino e un esito positivo delle leggi deve essere predefinito a latere, in separata sede, e poi seguirà formalmente le vie ufficiali

      chiaro che NESSUN essere umano privo di agganci personali e diretti segue una roba del genere

    • roberto scrive:

      scusa, ti sembra veramente tanto più complicato del meccanismo italiano con la navetta tra una camera e l’altra?
      e tu segui l’equivalente di “una roba del genere” in italia?

      qualsiasi persona dotata di un minimo di buon senso può seguire la procedura legislativa di una cosa che la interessa

      • Francesco scrive:

        in Italia abbiamo due CAMERE elette, non un consesso di governi che passa al Parlamento una proposta accetta-o-muori

        proposta che è concordata tra i due organismi PRIMA e dietro le quinte, salvo attacchi di demagogia improvvisa del Parlamento

        anche io sono europeista ma non abbastanza da farmi piacere lo schifo che c’è oggi

      • roberto scrive:

        scusa francesco ci stiamo rispondendo mischiando vari argomenti.
        1. difficoltà a comprendere il procedimento legislativo: si è oggettivamente difficile, ma non credo più difficile di qualsiasi altro procedimento legislativo. tanto più che trovi tutto sui siti di parlamento consiglio e commissione. In particolare su quello del parlamento c’è un “observatoire legislatif” eccellente (clicca sul mio nome. sfiga è solo in francese ed in inglese ma apparentemente gli stati membri considerano che si spendono troppi soldi per tradurre tutto in tutte le lingue, e allo stesso tempo si lamentano del fatto che tutto è solo in inglese e francese…)
        3. trasparenza: come sopra. certo non sarà un meccanismo perfetto, ma non lo trovo affatto cosi’ schifoso. su “proposta che è concordata tra i due organismi PRIMA” ho dei serissimi dubbi. Basta pensare che in questo momento commissione e consiglio hanno due obbiettivi e completamente opposti: l’una una prospettiva federale (uso dei termini brutali per essere chiaro) e l’alto una prospettiva puramente intergovernativa. personalmente ho visto al consiglio delle lotte accanite fra stati membri (alcuni, altri dormivano altri dicevano si a tutto quello che diceva la commissione) e commissione per questioni veramente minime e quindi immagino che per cose un po’ più serie l’armonia non regni sovrana
        4. “in Italia abbiamo due CAMERE elette”: in europa un parlamento eletto che molto ma molto lontano dall’idea dell’assemblea consultiva della vulgata antieuropeista
        5. “in Italia abbiamo due CAMERE elette” (bis): fosse per me in europa avremmo un vero parlamento con potere legislativo completo (quindi anche proposta). temo pero’ che questo voglia dire “stato federale” e che questa visione federalista non sia del tutto condivisa dagli stati membri…e quindi siamo obbligati a vivere in questo ibrido. mi sembra pero’ inutile applicare delle categorie che si applicano agli stati ad una cosa che stato non è e certo non per volontà di bruxelles o degli eurocrati o di prodi.

        • Francesco scrive:

          a parte continuare comunque a pensare tutto il male possibile di Prodi, gli eurocrati e Brussels 😀

          concordo con te che ci vorrebbe un vero parlamento e uno stato federale e si fottano i noiosi nazionalisti che ci tengono tanto al loro micragnoso ambasciatore

          però federale, come in Amerika, dove il governo federale si occupa solo delle cose sue e ogni Stato ha una sua costituzione e amplissime facoltà di autogoverno su quello che lo riguarda

          e con una vera costituzione che protegga i diritti individuali contro sia l’Unione sia lo Stato

        • roberto scrive:

          “però federale, come in Amerika”

          è il mio sogno!

        • Francesco scrive:

          continuaimo a sognare, che nel migliore dei casi ci sarà un ufficetto nella Capitale in cui decidono se possiamo baciare la moglie alla mattina o meno

  17. Roberto scrive:

    Ancora dubbi sul potere del parlamento? Ricordate il famigerato principio del paese d’origine nella direttiva bolkestein? perché non c’è più? Beh è il parlamento che l’ha eliminato (e questo prima di Lisbona)

    • Francesco scrive:

      OK, ma questo è il potere degli asini, di rompere tutto con un calcio

      andrà bene ai Capanna e agli amici di Emergency ma non è il potere di governare l’Unione

      • Roberto scrive:

        No! la direttiva c’è ma nella forma voluta dal pArlamento

        • Claudio Martini scrive:

          Assumiamo una prospettiva comparatistica. Ci sono parlamenti nel mondo “strutturati” in maniera simile a quello europeo?

          Ne ho trovato un paio.

          1) The People’s Council (Majlis al-Sha’ab) has 250 members elected for a four year term in 15 multi-seat
          constituencies. Unlike parliaments in many other
          countries, the People’s Council does not draft laws but
          modifies and critiques drafts put forward by the
          president of Syria.

          2) The Consultative Assembly (Majlis as-Shura) of Qatar has 35 appointed members with only consultative tasks. It is non elected; it is not democratic.

        • Roberto scrive:

          Se vuoi giocare al piccolo comparatista fallo bene
          1. Parla di country: da quando l’unione europea entra nella categoria?
          2. Il parlamento europeo è eletto (ma santiddio non te eri accorto?) e ha molto più che consultive tasks

        • Moi scrive:

          @ ROBERTO

          la “A” di “pArlamento” [sic] è un’allusione alla Squadra & Compasso Massonici, nevvero ? 😉

        • Moi scrive:

          http://www.satorws.com/sator17/simbolismo/squadra2.jpg

          C’è chi dice che ovunque vedi una A maiuscola ingrandita e/o una Stella a Cinque Punte … ci sono i Massoni !

        • Claudio, se per “strutturato” intendi dire “composto”, allora ti dirò che tutti i parlamenti degli stati federali e delle confederazioni sono fatti come quello UE: la camera bassa è sempre eletta dai cittadini dei singoli stati con circoscrizioni locali. Anche l’altro organo coinvolto nella procedura legislativa, il Consiglio, ha degli omologhi in tutte le confederazioni, anche se il prossimo passo sulla via della federazione dovrebbe essere la sua trasformazione da rappresentanza dei governi a rappresentanza degli stati (elezione del rappresentante ad hoc da parte del corpo elettorale). E’ negata al Parlamento solo la prima iniziativa legislativa, che spetta alla Commissione (il che serve soltanto a ridurre l’operatività della UE!).
          Però allora gli antieuropeisti si devono decidere: vogliono la democrazia europea, cioè l’elezione diretta della “camera alta”, oppure vogliono tutelare gli stati nazionali, mantenendo una rappresentanza diretta dei loro governi nella UE, in modo da meglio controllare le spinte centraliste? Vogliono che il Parlamento possa legiferare liberamente senza rendere conto a nessuno, oppure che l’UE smetta di normare in modo così pervasivo e che le si ponga un freno? Non si può aver tutto.

        • Moi scrive:

          Guardate che la UE è una realtà massonica, e per i Massoni il “popolo” come lo intendiamo noi comuni mortali è soltanto una stupida bestia da soma …

        • Claudio Martini scrive:

          Bene, questo e’ il livello delle argomentazioni.
          Dopotutto mi piace vincere facile.
          A presto

        • Claudio Martini scrive:

          AGGIORNAMENTO

          ” con quanta legittimità si possono prendere decisioni per salvare l´Europa senza tenere conto degli europei? È accettabile sacrificare la sovranità nazionale per salvare dalla bancarotta gli Stati nazionali e perfino l´Unione Europea? Abbiamo accettato definitivamente l´idea che sia possibile governare senza chiedere ai cittadini il loro parere? I cittadini sono diventati un intralcio in quella grande operazione di salvataggio che abbiamo intrapreso tutti insieme in nome del realismo nella politica europea?”

          Se lo chiede Javier Moreno, su Repubblica. Se lo chieda anche Roberto.

        • Roberto scrive:

          Per martini in genere cerco di farmi domande più intelligenti ma vabbé:
          1 domanda insulsa: che significa salvare l’europa senza gli europei? Se salvataggio deve esserci è PER gli europei
          2 chiedilo agli stati membri che rinunciano alla loro sovranità non all’Europa che certo non gliela toglie. Per me da cittadino le risposte sono si e no. No ovviamente nella misura in cui si tratta di salvare una idea astratta, cosa che ovviamente non è
          3. Ovviamente no
          4. Ovviamente no
          Saluti

        • Roberto scrive:

          Tra l’altro la logica dell’ultima domanda è veramente da tso. Ti basterebbe guardare al plurale usato. Abbiamo chi? I giornalisti di repubblica?

        • Claudio Martini scrive:

          Non so quanto siano intelligenti le domande che si pone di solito, sig. Roberto. A giudicare dalle risposte da lei date finora, non molto.

        • Claudio Martini scrive:

          Invito chiunque sia libero da paraocchi ideologici, disponga di mente sgombra e soprattutto di buona fede, e che sia interessato a comprendere l'”Esprit” che anima il diritto comunitario, a prendere visione del testo del trattato sul “Fiscal Compact” approvato pochi giorni fa. Prego in particolare di fare caso a quante volte vengono citati il Parlamento, e quante la Commissione o il Consiglio (per tacer della CGE), e a quante e quali prerogative vengono accordate ad ognuna di queste istituzioni. Fatevi un’idea.

          Saluti affettuosi

        • Roberto scrive:

          Quando entra in vigore il trattato? (tra parentesi trattato intergovernativo, che con l’esprit comunitario ha poco a che spartire)

          Altra parentesi: fosse per me il parlamento europeo avrebbe i poteri di un parlamento normale.

        • Francesco scrive:

          modesto contributo

          ” con quanta legittimità si possono prendere decisioni per salvare l´Europa senza tenere conto degli europei?

          > considerando le boiate che certe testate europee esprimono, sarebbe anche legittimissimo; diciamo solo che i governi dei paesi europei alla fine li nominamo i cittadini europei (tranne quelli suicidatisi a cokpi di debito pubblico ma è colpa loro)

          È accettabile sacrificare la sovranità nazionale per salvare dalla bancarotta gli Stati nazionali e perfino l´Unione Europea?

          > anche per molto meno, tipo una UE veramente democratica

          Abbiamo accettato definitivamente l´idea che sia possibile governare senza chiedere ai cittadini il loro parere?

          > “voi” di Repubblica sì, e un altro paio di manifestazione dei camionisti convinceranno anche me

          I cittadini sono diventati un intralcio in quella grande operazione di salvataggio che abbiamo intrapreso tutti insieme in nome del realismo nella politica europea?”

          > categoria imprecisa, quella dei cittadini, in questo caso.

  18. Roberto scrive:

    ” il potere giuridico della nuova Europa, contrastando il principio universale di separazione, sarà visceralmente vincolato dalla nomina dei Governi degli Stati membri.”
    Questa frase è incomprensibile. Noto solo che:
    – negli ultimi 60 i giudici della corte di giustizia sono nominati dai governi (vabbé tecnicamente non é proprio così ma nella pratica si)
    – il trattato di Lisbona ha istituito per la prima volta un comitato consultivo di giuristi che si pronunci sull’idoneità dei giudici proposti dagli stati membri. Finora il comitato ha bocciato due giudici il rumeno ed il maltese al tribunale dell’Unione. Nonostante io sua un feroce oppositore di questa novità mi sembra che vada in senso opposto a quanto detto dal nostro sciagurato scribacchino, no?

  19. Miguel Martinez scrive:

    Per serse

    “La frase che mi ha colpito di più nel post citato…”

    Infatti, è una frase straordinaria.

    E chi riesce a impostare i termini del dramma, imposta la stessa realtà.

    • serse scrive:

      Io sospetto del chirurgo. 😉

    • Francesco scrive:

      posso correggerti?

      “Chi riesce a impostare i termini della discussione, determina l’esito della stessa”

      è per questo che alla fine ho una stima relativa del marxismo, è tutto già contenuto nelle definizioni di partenza

      io non ho mai conosciuto persone reali che corrispondessero al tipo ritratto da Mamet, e quelli che ci assomigliavano avevano dietro molto di più di quello che appariva a prima vista

      ciao

  20. Moi scrive:

    Sempre a proposito di Reductio Ad Hitlerum come Alabarda Spaziale AntiKrukki …
    —-

    Altra roba che, se la dice la Fornero, il “Paese si spacca” …

    http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-siamo-ritardati-culturali-4388.htm

    … Se invece la dice un Krukko gli rinfacciamo i famigerati Triangoli Rosa di Auschwitz ! 😉

    Il fatto poi che il Papa di turno è un Krukko per la UAAR è un’occasione ghiottissima alla quale non esita ad abbuffarsi ! 🙂

  21. Moi scrive:

    Non è facile, per noi europei, definire cosa è la naziona statunitense ma cribbio se c’è, e infatti non ha bisogno di carta di identità ma condivide un gran numero di miti storici

    Francesco

    —-
    Non è facile?

    “Gli USA sono la Discarica Sociale di Rifiuti dell’ Europa che s’impadronisce del Mondo.”

    … ci sono stato in una riga. 🙂

    • Francesco scrive:

      ma quella è la auto-definizione americana come “il paese delle opportunità”! credo stia scritta ai piedi di Lady Liberty a Nuova York

      per molti versi, gli USA sono quanto di buono abbiamo costruito in Europa in più o meno tremila anni alleggerito di molte delle boiate. devono essere cadute in mare durante la traversata

      • PinoMamet scrive:

        Mmm vediamo un po’.

        Gli USA sono una repubblica democratica (più o meno);
        e non hanno, e sopportano poco, vecchie cazzate tipo l’aristocrazia e la nobiltà di sangue; e hanno un’ideologia di base che sostiene che, in teoria, le persone vadano giudicate in base ai propri meriti.
        Fine lati positivi.

        Il resto sono dati socio-antropologici locali, da leggere in relazione certo ai dati di cui sopra, ma che in fondo nulla vi aggiungono in positivo (l’amore per la libertà individuale), e che qualche volta invece limano in negativo (il culto del successo inteso in senso monetario, e preso come misura di tutte le cose);

        in più la cultura statunitense ha sì spesso sviluppato in modo sorprendentemente creativo gli impulsi europei (e di altre parti del mondo), ma molto più spesso, e sempre quando si tratta della sua forma più popolare e “vincente”, li ha sviliti e banalizzati in modo vergognoso.

        Insomma, no, non so cosa farci, ma a me gli USA continuano a piacere poco, con tutti i lati positivi che indubbiamente hanno;
        e con tutti i lati negativi che indubbia avranno, continuo a sentirmi più vicini a paesi che hanno una cultura “tradizionale” più solida, non esclusivamente europei!

        • Francesco scrive:

          è un giochetto interessante: essendo più libero, sono meno solidi; essendo meno solidi, sono più liberi

          e non hanno quasi per nulla gli intellò all’europea, che è una gran bella cosa

  22. Miguel Martinez scrive:

    Per Roberto e Claudio

    Io veramente avrei gradito un serrato dibattito, non uno scambio di opinioni sprezzanti, che quello si trova facilmente anche altrove.

  23. Moi scrive:

    @ RITVAN

    c’è anche questa (e tante altre)

    http://storiaepolitica.forumfree.it/?t=5190275

  24. Pingback: Corso introduttivo alla comunicazione contemporanea (I) | Kelebek Blog

  25. Pingback: Ronde, carnevali e bufale islamiche a Wuppertal | Kelebek Blog

  26. Pingback: Ronde, carnevali e bufale islamiche a Wuppertal | NUOVA RESISTENZA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *