Parabellum

Mi segnalano uno scritto dal titolo orwelliano-futurista, “Se vogliamo la pace, dobbiamo prepararci alla guerra“. Curiosamente, è esattamente il titolo che volevo dare al post di oggi.

L’articolo esalta la Guerra Buona (quella che dobbiamo fare perché, avete indovinato, siamo contro la guerra che vogliono fare i cattivi), non dimenticando però di ricordarci che la guerra crea anche ricchezza:

“Dobbiamo quindi essere pronti a difenderci e passare a una modalità di “economia di guerra“. È giunto il momento di assumerci la responsabilità della nostra propria sicurezza. Non possiamo più contare sugli altri o essere in balia dei cicli elettorali negli Stati Uniti o altrove.

Il nostro obiettivo dovrebbe essere di raddoppiare entro il 2030 i nostri acquisti [di prodotti militari] dall’industria europea, così da garantire una maggiore prevedibilità alle nostre imprese. Contratti pluriennali le incentiveranno inoltre ad aumentare la loro capacità di produzione. In questo modo sarà rafforzata la nostra industria della difesa, migliorata la nostra preparazione alla difesa e si creeranno inoltre posti di lavoro e crescita in tutta l’UE.”

Lo prendo per uno sfogo di un estremista che si è svegliato male, probabilmente Giuliano Ferrara.

Poi controllo meglio, e scopro che l’autore è Charles Michel, Grande Ufficiale dell’Ordine di Leopoldo, Cavaliere di Prima Classe dell’Ordine di Yaroslav il Saggio, ma soprattutto Presidente del Consiglio Europeo.

Si vis pacem, para bellum, “se vuoi la pace prepara la guerra”, è il motto di tutti coloro che hanno lanciato stragi negli ultimi secoli.

6 ottobre 1939, davanti al Reichstag, Adolf Hitler, reduce da una visita alla Varsavia appena liberata, proclamava, come Charles Michel, l’importanza di essere “pronti a difenderci”:

“”Uno stato di non meno di 36 milioni di abitanti ha preso le armi contro di noi. Le loro armi erano potenti, e la sicurezza che avevano nella propria capacità di schiacciare la Germania non conosceva limiti”.

Si vis pacem, para bellum è una versione ipocrita della frase più veritiera di Cicerone, Si pace frui volumus, bellum gerendum est, “se vogliamo godere della pace, dobbiamo fare la guerra”, vincerla e imporre la pace che fa comodo a noi.

Aprile 1900, in Germania l’ingegnere Georg Luger deposita il marchio Parabellum per i prodotti dell’omonima ditta, registrando innanzitutto la pistola autocaricante Borchardt C93.

Georg Luger tintinnante di medaglie

Il vero inventore dell’oggetto era stato un certo Hugo Borchardt, tedesco aggeggione emigrato sedicenne negli Stati Uniti, che negli anni decisivi aveva lavorato uno dopo l’altro, per la Colt, la Winchester e la Sharps Rifle Co: nulla di più globale dell’uccisione.

Samuel Colt aveva inventato la prima arma da fuoco a ripetizione, che non richiedeva come quelle precedenti mezzo minuto per essere ricaricato: ha reso così possibile la più grande e veloce e devastante conquista territoriale della storia umana, quella del West.

E Parabellum si chiama ancora il proiettile “standardizzato a norme NATO”.

In questa immagine vediamo l’Occidente riunito, con Luger, Parabellum e Winchester, “The Gun that Won the West”:

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238 risposte a Parabellum

  1. habsburgicus scrive:

    però Ch. M. ha ragione…..
    se l’Europa (Unione Europea) vuole diventare autonoma -ciò che piacerebbe pure ad AdV :D- DEVE armarsi…triste, ma ineluttabile
    altrimenti si continuerà con la solita lagna….
    altra cosa è chiedersi SE l’Europa potrà mai divenire qualcosa di concreto o, per dirla in altro modo, SE giungerà mail il momento in cui i francesi, nome a caso :D, baderanno prima agli interessi comuni europei e solo poi ai propri parrocchiali interessi gallici,,,una volta avrei detto che quel momento non sarebbe giunto mai (e infatti ero molto scettico verso la UE, sino alla Brexit inclusa che mi ha fatto sognare prima di rendermi conto che è stata una buffonata :D)….ora sarei meno tranchant nei giudizi e, pur mantenendo serie obiezioni verso la UE la sto rivalutando

  2. habsburgicus scrive:

    in questo senso le posizioni recentissime di Macron -stendiamo un velo sull’opportunità, conta il principio- sono molto interessanti….. è triste ammettere che un presidente oggettivamente mediocre, che fa una politica interna da paura (“diritto” all’aborto, genderismo al cubo ecc), sia più lucido di tanti altri ma è così…..amicus Plato sed magis amica Veritas.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ habsburgicus

      “interessanti”

      Lo sarebbero, se lo stesso Macron non avesse candidamente ammesso fino a due anni fa che la NATO era “moribonda”, e se i suoi generali non avessero ricordato che oggi l’Armée è “un esercito di majorettes”.

      Del resto vale pure per gli Inglesi (un generale a Londra ha detto che oggi le truppe in grado di combattere stanno tutte nello stadio di Wembley).

      I Danesi hanno letteralmente finito i cannoni. I Polacchi non riescono a farsi dare dalle banche la fidejussione per l’acquisto dei trecento blindati S Sudcoreani. Noi Italiani stiamo ancora aspettando il mezzo che sostituirà gli Ariete e ci becchiamo i residuati Leopard Tedeschi. I Tedeschi alla penultima grande manovra NATO (con la Von der Leyen ministro della Difesa) ci sono andati con troppo pochi fucili.

      Un riarmo richiede certezza di investimenti per anni, perché bisogna mettere in piedi catene di montaggio. A breve e medio termine possiamo ricostituire le nostre scorte solo dagli USA, dopo aver svuotato i magazzini per consentire a Zelensky di continuare coi suoi problemi sulla pelle dei suoi.

      Ma il consiglio UE si è concluso con una nulla di fatto sulla questione più importante, cte come dicono a Helsinki è sempre la stessa: kuka maksa? Chi paga?

      I PIIGS e il gruppo di Vysehrád vuole gli Eurobond per la difesa, ma i paesi “frugali” da quest’orecchio non ci sentono. Sequestrare i fondi Russi bloccati in UE rischia di allontanare per un pezzo parecchi investitori extraeuropei dalle banche UE. La Von der Leyen vorrebbe un’imposta straordinaria del 97% non sui fondi Russi, ma sugli interessi che generano; ma non è chiaro se la UE possa imporre una tassa a livello comunitario.

      Poi, che a parlare di difesa comune Europea sia il successore di quel De Gaulle che fece fallire la CED suona un po’ ridicolo, non trovi?

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Ros scrive:

        @Andrea

        Se tieni in casa una pistola prima o poi qualcuno finisce per spararci che mica è un fermacarte

        Pino Mamet: “…Si vis pacem, para pacem…”

        O perlomeno spariamoci ludicamente in un agone di spettacolo rituale, che è uno spasso😎

        • Ros scrive:

          Ludicamente

          come dicono ch’era per i cinesi con la polvere da sparo per farci i mortaretti e tricchetracche a infestaiare di colori il cielo nero della notte ebbra🥳

          • Ros scrive:

            Stando attenti all’inquinamento.

            Spettacoli pirotecnici ecosostenibili,
            non come all’atollo di Bikini operazione Castle Bravo😎

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Ros

          “fermacarte”

          Esatto.

          Riarmarsi significa riattivare tutta un’industria. Questa si mantiene vendendo i suoi prodotti. Per farlo ha bisogno che la domanda dei prodotti non cali. Il che richiede le guerre.

          Il giorno che la produzione di armi producesse sicurezza, diventerebbe superflua.

          L’aumento della produzione delle armi dovrebbe in teoria garantire che nessun attacco a sorpresa dell’eventuale nemico possa impedirci di reagire, annullando la nostra capacità di deterrenza. Lo stesso pensa il potenziale nemico, e si riavvia così la corsa agli armamenti. In realtà si otterrebbe altrettanta sicurezza mettendosi d’accordo prima col nemico su un livello concordato di armamenti. La differenza sarebbe quella di liberare risorse per la vita delle persone (scuole, ospedali ecc.). Ma allora l’industria degli armamenti e la capacità di controllo sugli individui che fine farebbero? La guerra nasce proprio quando la fiducia nel mantenimento dell’equilibrio viene meno per qualche motivo (“casus belli”), dato che in molti casi la miglior difesa è l’attacco (che appunto può indebolire l’altrui deterrenza). Ma in realtà una pace perpetua ha esattamente lo stesso effetto di una guerra perpetua. “La guerra è pace”.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Ros scrive:

            @Andrea:
            “…Ma allora l’industria degli armamenti e la capacità di controllo sugli individui che fine farebbero? … Ma in realtà una pace perpetua ha esattamente lo stesso effetto di una guerra perpetua. “La guerra è pace”…”

            Si mettano d’accordo in separata sede le parti in causa bellica abbisognosi di controllo, coesione interna, e corsa agli armamenti per la pila.

            D’accordo a sostenere la finfarlocca minaccia di un Terribilificante cattivissimo Wizard of Oz.

            Una che paia sostenerlo, l’altra avversarlo.

            https://flxt.tmsimg.com/assets/p5095_p_v12_an.jpg

            …e ci salviamo la capra ubriaca coi cavoli pieni;

            se no che li paghiamo a fare?

            Poi, se Dio vuole, le due parti-blocco
            (ormai abboccati; s’accointer con lingua in bocca nella doccia innamorati)

            fanno la Sigizia del GUMFpBC;
            Governo Unico Mondiale Federale pei Beoti Contentoni😏

            Mica c’è bisogno d’ammazzarsi a per forza e per davvero!

          • Francesco scrive:

            Andrea,

            la NATO europea ha decisamente spostato le risorse su altre spese e non le armi, dagli anni ’90 in poi. Finendo anche per smantellare la propria industria militare, oltre alle

            Non mi pare che i potenziali avversari ne abbiano tratto la conclusione di poter a loro volta risparmiare su questo fronte ma, al contrario, hanno visto un’occasione per far valere le loro armi e la loro disponibilità a usarle.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Francesco

              “militare”

              Francesco, almeno da Reagan in poi tutti i paesi NATO si sono dati come pazzi alla finanza, delocalizzando tutto quello che si poteva delocalizzare, disinvestendo dalle attività produttive e reinvestendo i soldi in tante bolle finanziarie che davano bilanci da capogiro.

              La Turchia oggi produce più acciaio della Germania. Ho visto coi miei occhi la palla demolitrice distruggere gli stabilimenti Rover a Oxford quando la proprietà ha trasferito la produzione in Asia. L’Italia non solo ha cercato di rifilare l’Italsider alla Mittal, ma ha lasciato pure che i Tedeschi chiudessero Terni per trasferire la produzione degli acciai speciali in Cina. E conosco personalmente l’ex direttore del reparto ricerca e sviluppo di una grande azienda Milanese: un reparto che ha portato a suo tempo brevetti del valore di miliardi di lire e che è stato venduto dall’amministratore delegato che col ricavato si è messo a giocare coi pacchetti Telecom in Piazza Affari.

              E le armi le fai con l’acciaio, non coi titoli derivati.

              In assenza di un controllo statale sull’economia la finanziarizzazione dell’economia è la fase suprema del capitalismo.

              Fuori dalla NATO, alcuni (segnatamente Cina e Russia, ma non solo) hanno avuto governi forti (non democratici , magari) che hanno posto un freno al trasferimento delle risorse dalla produzione di beni alla finanza speculativa. Putin ha eliminato gli oligarchi; Pechino ha eliminato Jack Ma, il patron di Ali Baba, e ha permesso che Evergrande lasciasse in brache di tela i suoi azionisti. Per un crack simile la Lehman Brothers ha fatto tremare gli USA, che dopo pochi anni si sono rimessi sulla stessa strada che portò appunto a quella crisi; in Cina Xi ha dichiarato esplicitamente che bisogna scoraggiare d’ora in poi gli investimenti in FIRE (Finance, Insurances, Real Estate) quando è possibile investire gli stessi soldi in economia ‘reale’ (macchine utensili, agricoltura, chimica, elettronica, acciaio ecc.) . In Indonesia il premier ha appena annunciato il divieto di esportazione di nickel grezzo (di cui il paese è massimo esportatore mondiale): il nickel esportabile sarà solo quello prelavorato da imprese locali. Se ci fai caso è l’esatto contrario delle procedure di solito consentite dal WTO.

              Insomma, ci vuol poco a capire per quale motivo adesso letteralmente abbiamo finito i cannoni.

              Putin è venuto a vedere il bluff.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                ” in Cina Xi ha dichiarato esplicitamente che bisogna scoraggiare d’ora in poi gli investimenti in FIRE (Finance, Insurances, Real Estate) quando è possibile investire gli stessi soldi in economia ‘reale’ (macchine utensili, agricoltura, chimica, elettronica, acciaio ecc.) .”

                Lo voglio come sindaco di Firenze!

              • Francesco scrive:

                Miguel

                perchè tu hai la pessima abitudine di prendere in parola, alla lettera, i politici.

                Esercizi che può essere divertente se fatto cum grano salis, che diventa inane come metodo generale.

                I politici dicono tutti le stesse cose (o quasi), sia che ci credano, sia che mentano. Ci vorrebbe un criterio migliore del semplice ascoltarli.

                Colpa tua: se seguissi il calcio, avresti imparato dalle dichiarazioni dei presidenti a valutare queste cose!

                Ciao

              • Francesco scrive:

                Caro Andrea

                finalmente sei tornato! ti riconosco in pieno, in questo peana allo stalinismo e rozza descrizione di processi economici molto complessi.

                L’Europa per salvarsi deve indossare la camicia nera, cacciare i banchieri, costruire acciaierie e cannoni!!!

                E pazienza per la democrazia.

                😀

          • Francesco scrive:

            >>> Il giorno che la produzione di armi producesse sicurezza, diventerebbe superflua.

            Agli occhi dei fessi, forse.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “sia più lucido di tanti altri ma è così”

      Non è difficile, visto che mi sembra che prevalga il delirio collettivo spinto, per cui puoi delirare e facilmente essere più lucido di molti altri…

      Solo che mi sembra che stia sfuggendo un piccolo dettaglio. Non penso che sia malafede di nessuno, perché mi sembra che su come funzionino i fenomeni sociali tuti vogliano vivere nella più assoluta ignoranza, quasi come il pubblico di un prestigiatore che in fondo ci tiene a non sapere affatto il funzionamento del trucco. Anche se quel trucco è ciò che chiamiamo società e chi crede di reggere le sorti del mondo non può bersi l’illusione semplicemente con il resto del pubblico.

      Nei fenomeni sociali hanno un ruolo importantissimo le retroazioni: il corpo sociale tende a conformarsi alla tendenza collettiva (es., si diffonde la voce di una penuria futura di alimenti e molti iniziano a fare incetta di pasta, quindi la pasta inizia a scarseggiare e ancora più gente compra pasta, finché alla fine la pasta non diventa veramente introvabile), per cui, se soggetti che hanno una notevole influenza sugli altri iniziano a dare certi messaggi, questi potrebbero portare a conseguenze che chi ha dato quei messaggi inizialmente, magari, non si aspettava.
      Se iniziano a ripetere che ci sarà una guerra con la Russia, in effetti qualche soggetto inizierà a preparare la guerra alla Russia, il che aumenta la probabilità che la guerra con la Russia ci sia, il che comporterà una mobilitazione maggiore della società e via discorrendo.
      Ora, Habsurgicus e Francesco diranno di essere contenti: finalmente ci sarà il massacro che tanto dicono di desiderare. Però Habsburgicus e Francesco sono due utenti che sfogano le proprie emozioni viscerali (il secondo ha detto perfino che immolerebbe la sua famiglia nella guerra alla Russia: chiaramente una sparata umorale, non una posizione reale), però che succede se i governi iniziano a comportarsi come commentatori su internet?

      Ma, ripeto, secondo me è con la massima inconsapevolezza che sta accadendo tutto questo, perché tutti sguazzano nell’ignoranza più crassa su come funzionino queste cose.

      • Ros scrive:

        Mauricius:

        “…Nei fenomeni sociali hanno un ruolo importantissimo le retroazioni…

        …per cui, se soggetti che hanno una notevole influenza sugli altri iniziano a dare certi messaggi, questi potrebbero portare a conseguenze che chi ha dato quei messaggi inizialmente, magari, non si aspettava…”

        Perchè non fare ciò costruttivamente,
        come agenti del Summum Bonum ciceroniano poi ripreso e ampliato in Cristo dalla Summa theologiae dell’Aquinate?

        https://www.jstor.org/stable/44615314#:~:text=Il%20bene%20comune%20nel%20pensiero,raggiungere%20la%20sua%20piena%20perfezione.

        https://upad.unimc.it/handle/11393/41989

        • Ros scrive:

          https://u-pad.unimc.it/handle/11393/41989

          Il link di prima non s’apriva🙄

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ ros

          “perché non fare ciò costruttivamente”

          Perché se fosse possibile agire liberamente e consapevolmente ‘come agenti del Summum Bonum’ occorrerebbe che i fenomeni sociali obbedissero a regole che rendano prevedibili le conseguenze delle nostre azioni.

          Ma siccome nella società noi ci stiamo dentro, saremmo anche noi soggetti a tali regole, il che per l’appunto nega la possibilità di un’azione libera e consapevole.

          E’ come con la macchina a vapore. E’ l’ingegnere che progetta la macchina a vapore, mica il vapore che ci sta dentro.

          https://www.pulplibri.it/un-quacchero-contro-isaac-asimov/

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Ros scrive:

            Andrea: “Perché se fosse possibile agire liberamente e consapevolmente ‘come agenti del Summum Bonum’ occorrerebbe che i fenomeni sociali obbedissero a regole che rendano prevedibili le conseguenze delle nostre azioni
            …Ma siccome nella società noi ci stiamo dentro, saremmo anche noi soggetti a tali regole…”

            noi si!😳

            Ma lui No!

            https://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2020/01/Alan-Ford-Gruppo-TNT-Magnus-Bunker-11-734×1024.jpg

            😎

          • Francesco scrive:

            Ma siamo tutti nella società allo stesso modo? lo stesso Machiavelli diceva che “quasi tutti” sono volgo.

            Non ci sono uomini di valore che si elevano sopra le leggi del gregge?

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Francesco

              “uomini di valore”

              Sì, il Principe, appunto.

              Ma anche il Principe, per sopravvivere, deve adattare le proprie decisioni all’incostante ma immutabile natura umana: comportarsi in modo ‘machiavellico’, appunto. Che è quanto di meno innovativo si possa immaginare dal punto di vista morale. Morale che infatti nulla ha da dire in politica: la pretesa di fondare lo Stato sulle virtù morali dei cittadini è la causa della continua instabilità di Roma, come argomentato dallo stesso Machiavelli nei suoi Discorsi sulla prima decade di Tito Livio.

              Insomma, e’ un po’ come nella corsa della Regina Rossa di Alice ne paese delle Meraviglie: più si corre più si rimane nello stesso posto, ed è questa la vittoria. Il Sommo Bene lo si approssima al meglio col buon governo, e il buon governo richiede appunto un Principe machiavellico.

              Questo, visto dal punto di vista della politica. Dal punto di vista della morale, Chesterton ricorda saggiamente come nessuno è più vicino alla follia del grande statista, dell’uomo politico cioè che non pensa solo alle prossime elezioni ma alle prossime generazioni: perché un simile uomo politico deve basare il proprio agire quotidiano esclusivamente su ragionamenti congetturali del tutto avulsi dalla comune esperienza degli esseri umani, dal comune sentire degli affetti e delle istanze morali. In ciò lo statista è vicinissimo allo schizofrenico rinchiuso in manicomio: “non ha perduto la ragione, ha perduto tutto tranne la ragione”.

              Ci sono altri due ottimi esempi, oltre a quelli forniti da Machiavelli e Chesterton, di riconoscimento dell’estraneità radicale fra politica e morale: è un tema che ricorre continuamente.

              Uno è ovviamente la Scrittura: “date a Cesare quel che è di cesare e a Dio quel che è di Dio”. L’altro è lo Zarathustra di Nietzsche, quando definisce lo Stato come “il più freddo di tutti i mostri”. Nulla è più lontano dal mondo della politica dell’Oltreuomo nietzscheano, che arriva scegliersi i valori morali in base ai quali vivere per amore della vita e non per un calcolo di vantaggi e svantaggi. E’ proprio l’anti-Principe per eccellenza.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Ros scrive:

                @Andrea:

                “…Macchiavellico…” “…In ciò lo statista è vicinissimo allo schizofrenico rinchiuso in manicomio:
                “non ha perduto la ragione, ha perduto tutto tranne la ragione”…

                Eugène Minkowski “La Schizofrenia”,

                sulla Ragione dei malati afferma il concetto medesimo.

                La Schizofrenia è la sola Ragione senza niente altro intorno.

                https://www.ibs.it/schizofrenia-libro-eugene-minkowski/e/9788806149710

                “……Non così per Minkowski:
                questo grande e originale psicopatologo, questo “fenomenologo così impuro” perché sempre e soprattutto aderente al dato clinico,
                ha detto di lui con ammirazione Tatossian,
                fa dell’autismo il disturbo generatore dell’esistenza schizofrenica,
                e non un semplice “sintomo” della schizofrenia, per fondamentale che possa essere considerato…”

                “…Binswanger continuerà a sottolineare, come del resto fa Minkowski, che l’autismo è un aspetto essenziale della schizofrenia, non un sintomo in mezzo ad altri, ma la singolare modalità dell’essere schizofrenico, cosicché ne investe ogni fenomeno…”

                http://www.psychiatryonline.it/node/1189

                L’Autismo = Ragione priva di tutto il resto della costellazione emotiva (Amigdala, Sistema Limbico).

                Assai interessante e gravido tutto il tuo commento😃

              • Ros scrive:

                Ad oggi non abbiamo mai avuto qui su gaia vispa teresa terra un governo dei saggi della Repubblica
                di Platone o taoista in Cina

                “…il daoismo è più una pratica, piuttosto che una credenza.

                È una pratica di caste sacerdotali gelose del loro insegnamento e della loro elitarietà.

                Ancora importante è il legame con il potere centrale presso la corte dell’imperatore.

                Ma qui i metodi dei maestri daosti potevano cambiare da persona a persona e da scuola a scuola:

                “essi vanno da una gestione saggia del ruolo di consigliere dell’imperatore, al non intervento basato sul fatto che l’ordine si instaura naturalmente se gli uomini non interferiscono, od ancora alle grandi cerimonie propiziatorie.”

                Altri daoisti si rifiutarono di recarsi a corte alla chiamata dell’imperatore.

                Altri, come i famosi sette saggi del bosco di bambù 竹林七賢 si ritirarono ad una vita ai margini, per lo più ubriachi.

                Questa propensione anarchica naturale nel daoismo, insieme ai legami con larghi strati popolari, ha fatto sì che parecchie ribellioni contro i poteri fossero guidati da daoisti
                (vedi ad esempio quella delle “Cinque misure di riso”, quella di Sue En nel 399 d.C.
                e di Zhong Xiang nel XII° secolo, oppure la rivolta dei Boxer nel XX° secolo)…”

                Ma un domani bello
                (governo dei saggi della Repubblica di Platone o taoista in Cina di cui sopra e prima)
                con l’Autismo schizoide minkowskiano dell’ Intelligenza artificiosa deprivata da irrazionalità limbiche moral’emotive

                ce la possiamo fare!😎

              • Ros scrive:

                “…o taoista in Cina…”

                https://www.youtube.com/watch?v=rRUK1uvTBLE

                Il governo dei saggi -Taoisti della domenica😇

              • Ros scrive:

                Commenti al video:
                “Qua Lao sembra il padre del socialista. E io che pensavo fosse stato Marx”

                risposta

                Hai visto il video sul movimento delle 5 staia di riso?

                “Taoisti al Potere”:

                184 D.C. in una profonda valle del Hanzhong un gruppo di taoisti riesce a creare il primo stato taoista della storia.

                Il loro governo fu rivoluzionario:
                distribuirono cibo alla popolazione,

                crearono un protosistema di welfare,

                organizzarono delle speci di rave party mascherati da rituali religiosi, riformarono il sistema di punizioni e incentivarono la libertà sessuale.

                In questo video scopriamo come è nato il movimento delle 5 staia di riso e com’è terminato. ”

                “https://www.youtube.com/watch?v=z10IqOBrqcM

              • Ros scrive:

                https://www.youtube.com/watch?v=z10IqOBrqcM

                Il movimento delle 5 staia di riso

                il link a da èssere quello sopra

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Ros

                “gravido”

                Grazie!

                “Autismo”

                È quanto previsto nell’ultimo racconto della famosa raccolta “Io, robot” di Asimov. Dopo decine di generazioni di IA nata ciascuna dalla progettazione della precedente senza che gli umani -che alle prime IA hanno affidato il mondo- ci capiscano niente, le IA prendono placidamente il potere senza che nessuno se ne accorga e -guidate dalle Tre leggi della robotica- guidano impercettibilmente il mondo in modo completamente libero dalle emozioni umane verso un futuro finalmente libero da guerre e miseria.

                https://it.wikipedia.org/wiki/Tre_leggi_della_robotica

                In questo caso l’autismo è una suprema forma di sanità mentale. È la stessa idea di “Nascita del superuomo” di Th. Sturgeon, dove il Superuomo nasce dall’unione telepatica di tre subnormali (unione che ha poteri sovrumani anche nel “Rapporto di minoranza” di Dick). Un sociopatico si differenza da questo ideale autistico solo perché a sua volta schiavo delle proprie passioni, che non vengono stemperate data la mancanza di empatia. In un altro racconto di Asimov di cui mi sfugge ora il nome solo l’esplorazione dello spazio cura l’autismo, e in uno di Delany solo i pazzi resistono bene alle distorsioni prodotte dal volo nell’iperspazio.

                Insomma, in tutti i casi quando si affrontano problemi molto al di la’ della sfera individuale le emozioni sono una zavorra.

                Il rifiuto di queste posizioni è invece il caposaldo dei migliori manga (uno su tutti “Capitan Harlock”).

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Ros scrive:

                @Andrea: “Autismo”

                “… È quanto previsto nell’ultimo racconto della famosa raccolta “Io, robot” di Asimov …

                Il rifiuto di queste posizioni è invece il caposaldo dei migliori manga (uno su tutti “Capitan Harlock”)…”

                La saggia e Spock vulcaniana IA
                che ci sistema come unna mammatrix!

                E più niente libero arbitro che l’arbitro, si sa, è cornuto🙂

                Sarà forse, l’argomen’tormentone del prossimo vicino futuro?😏

                Che ormai pare che andiamo col minimo troppo accelerato😎

      • Ros scrive:

        https://u-pad.unimc.it/handle/11393/41989

        Il link di prima non s’apriva🙄

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Mauricius Tarvisii

        “Russia”

        OAAMT!!

        Ciao!

        Andrea Di Vita

  3. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    “Parabellum”

    Ahi.

    Cicerone scrive “gerendum”, non “faciendum”. La guerra non deve essere
    “fatta” , deve essere “gestita”.

    E infatti gli USA, che la guerra la sanno gestire, la appaltano agli Ucraini come un tempo agli Afghani, e adesso a noi. Ma sempre lontano migliaia di km da casa loro.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Francesco scrive:

      Non credo proprio che gli USA stiano riuscendo a gestire le guerre.

      Hanno trasformato il tranquillo successo in Afghanistan, che costava ben pochi morti ogni anno, in un disastro di immagine e strategico di primo livello.

      Hanno trasformato l’Iraq in una società più democratica e ne sono stati cacciati.

      Hanno scatenato il caos in Libia e in Siria, con grandi vantaggi per Russia e Turchia.

      Hanno sulle palle il Venezuela senza riuscire a far nulla. Fortuna che almeno Cuba sta andando a rotoli.

      La leggenda della capacità USA di gestire gli affari mondiali assomiglia sempre più a una leggenda.

      Ciao

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Francesco

        “USA”

        Giusto. SI chiama ‘decadenza’. E’ per quello che la guerra con la Russia la vogliono sbolognare a noi. Così loro pensano alla Cina, che dà loro ombra. E cominciano pure a cercare di fermare il macellaio di Tel Aviv, perché un terzo fronte non se lo possono permettere. Non in anno di elezioni presidenziali.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          la tua Fede nella potenza malefica ti rende pronto per un viaggio a San Giovanni Rotondo

          in pullman

          😉

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Francesco

            “Rotondo”

            Ti stai rivolgendo al parente acquisito di una delle pie donne che cambiava le bende insanguinate a Padre Pio… Ci sono già stato, a San Giovanni Rotondo! 🙂

            Ciao!

            Andrea Di Vita

  4. Peucezio scrive:

    Peraltro non si capisce perché non dovremmo più confidare nella protezione degli Stati Uniti, mentre dovremmo confidare in quella reciproca fra stati europei.

    Cioè i francesi o i polacchi dovrebbero crepare per noi italiani. Che sicuramente tra l’altro siamo quelli meno disposti di tutti a crepare, non dico per gli altri, ma per noi stessi.

    A nessuno salta in mente che per uno stato (e l’Europa o l’Ue NON è uno stato) l’autodifesa e l’investimento in armamenti è l’unica sicurezza e l’appaltarla agli altri, che siano americani, europei, asiatici o marziani non può essere mai sicuro al 100%?

    Che poi in realtà l’unico modo per non essere aggrediti da alcuno è avere l’atomica.
    Puoi essere armato a livello convenzionale fino ai denti: qualcuno armato almeno quanto te si trova e prova a giocarsela.
    Hai l’atomica? Nessuno verrà mai a sfruculiarti.
    Basta vedere: Iraq, Serbia, Libia, Afghanistan, ma anche, dalla parte opposta, Ucraina e Georgia. da una parte, Iran, Corea del Sud, Cina, Russia dall’altra.
    Quindi Francia e Inghilterra non stiano tanto ad angosciarsi.

    Mentre avremmo seri motivi per angosciarci noi, non dico ora, ma se il mondo diventasse davvero un’anarchia e un bellum omnium contra omnes.

    • PinoMamet scrive:

      “A nessuno salta in mente che per uno stato (e l’Europa o l’Ue NON è uno stato) l’autodifesa e l’investimento in armamenti è l’unica sicurezza ”

      ma forse è vero il contrario: investire in armamenti è investire in INsicurezza; è investire in guerre, non in pace.

      Non dico che occorra abolire gli eserciti del tutto;
      dico che più si avvicinano ad essere “eserciti di majorettes”, meglio è per tutti.

      Meno armi vuol dire meno guerre. Si vis pacem, para pacem.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ PinoMamet

        “INsicurezza”

        Esiste un studio USA che dimostra come le testate nucleare di un solo sottomarino nucleare sarebbero sufficienti, una volta usate, a sollevare tanto di quel pulviscolo nella stratosfera da raffreddare il clima per cinque anni, provocare carestie, alzare il prezzo dei cereali in tutto il mondo e causare solo per tale rincaro dei prezzi un numero di morti per inedia nei soli USA pari a cinquanta volte il numero delle vittime delle Torri Gemelle.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

    • Ros scrive:

      Peucezio: “…Peraltro non si capisce perché non dovremmo più confidare nella protezione degli Stati Uniti, mentre dovremmo confidare in quella reciproca fra stati europei. Cioè i francesi o i polacchi dovrebbero crepare per noi italiani. Che sicuramente tra l’altro siamo quelli meno disposti di tutti a crepare, non dico per gli altri, ma per noi stessi…”

      E perché mai gli ascolani dovrebbero morire per i genovesi?

      Perché quelli di Bagheria dovrebbero morire per i vicini di Palermo?

      E, sempre i bagheresi, perché dare la vita in guerra per difendere la piccola sua frazione d’Aspra?

      Poi perché quelli del quartiere di Sant’Antonino dovrebbero farlo per il quartiere dei Quattrociocchi?

      Ascolani per i genovesi, valdostani per i siciliani;
      Sanfredini per i fiorentini, italiani per i francesi o i neozelandesi o i vattelapeschesi…

      Terrestri?!!!
      Conviene perché terrestri?

      Si deve mica lavoricchiare
      – dietro le quinte e a poco a poco –
      nell’inconscio simbolico collettivo umano a un Mito di Fondazione NazionalMondialeTuttoIncluso;
      prima intraspecifico poscia pure interspecifico va!
      Crepi l’avarizia😎

      Si può fare!

      https://www.youtube.com/watch?v=Gp3gyx782eg

      • Ros scrive:

        un nemico che minaccia e impaurisce forte il gregge non va rifiutato dal priore
        (il Male che subdolo e scoppiato sghignazza da scienziato pazzo o lu diabolo gattivo Kiss Totenkopfverbände Lady Gandal magari in mise grigioverde alienoufagno grifagno ramigno che trama al di la di Vega)

        https://3.bp.blogspot.com/_Ot2E-EUZnnY/TLGNJ6UkgQI/AAAAAAAAGag/6h5DfcaSTow/s400/Lady_Gandal_2.png

        https://www.manenterosari.com/esiste-dio-del-male/

        un’iniquitatis qualsiatis, almeno all’inizio servirebbe,
        per serrare i ranghi di noi antropoidi ex fu catarrini, pare, boh si vedrà, un passino alla volta festina lente;
        non fasciamoci la testa pria d’avercela sfasciata🤔

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Ros

        “Mito di Fondazione NazionalMondialeTuttoIncluso”

        E’ a quello che doveva servire Greta Thunberg.

        Altro che Putler.

        Il vero Putler è l’effetto serra.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

      • Peucezio scrive:

        Ros,
        la dimensione dello stato nazionale non l’ho inventata io e non vi stravedo.
        Ma finché c’è, i soggetti politici sono quelli.

        • Ros scrive:

          @Peucezio: “…la dimensione dello stato nazionale non l’ho inventata io e non vi stravedo.
          Ma finché c’è, i soggetti politici sono quelli…”

          Come non ci stravedi!!!???😁

          Sotto a proposito della nascita delle nazioni:
          il concetto di Stato Nazionale ebbe i suoi timidi vagiti
          in Europa ben dopo fine della guerra dei cent’anni,
          e si sviluppò soprattutto nel XIX° secolo.
          secondo certa vulguta vernacola.

          https://it.wikipedia.org/wiki/Invenzione_della_tradizione

          «…Nel saggio introduttivo, Hobsbawm ipotizza che molte «…tradizioni che ci appaiano, o si pretendono, antiche hanno spesso un’origine piuttosto recente, e talvolta sono inventate di sana pianta».

          L’invenzione, molto spesso, è il frutto di un singolo atto volitivo o avviene attraverso un più articolato processo creativo che si realizza, comunque, in un breve arco di tempo.

          Le “tradizioni inventate” sono spesso l’elaborazione di una risposta a tempi di crisi, a epoche di rapido cambiamento sociale, alla necessità di fronteggiare nuove situazioni;

          il richiamo al passato serve allora per acquistare a se stesse una forma di legittimità»

          «…assai pertinente all’innovazione storica relativamente recente, la “nazione”, con i fenomeni a essa associati: nazionalismo, stato-nazione, simboli nazionali, miti, storie, e così via».

          i soggetti politici
          – e l’idea di Nazione –
          sono quelli, e sono sacri sangue e suolo,
          finché servono;
          poi, quando è che scadono cominciando a fétere,
          come sono stati inventati si sventano,
          e se ne innettono per mitopoiesi al loro posto di più freschi e funzionali novinovi fint’antichi;

          con tutto l’ambaradan di ottoni e chincaglierie bigiotte, ciarpame da Hollywood Babilonia da quinta di cartone, che ben illuminato ed attrezzato,
          e non andandoci troppo vicino a squadrare,
          funziona come deve.

          Le nazioni pare che hanno già dato.
          Ringraziamole, salutiamole😊

          e sotto con le palate di terra

          • Peucezio scrive:

            A parte la nazione in senso moderno, quindi per definizione ciò che di più antitradizionale ci sia (Pietro il Grande, Kemal Atatürk, il primo allergico a tutto ciò che era russo, il secondo turco: hanno fondato il loro nazionalismo sull’occidentalizzazione e la negazione orgogliosa e violenta della tradizione),
            a parte questa dicevo,

            io direi che la realtà sociale diventa tradizione quando entra in crisi e si pone il problema di istituzionalizzarla, di farla diventare una consapevolezza esplicita.

            I pastori che suonavano la zampogna nelle campagne lucane non sapevano di fare musica “tradizionale”: avrebbero detto semplicemente che suonavano.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Peucezio

              “I pastori che suonavano la zampogna nelle campagne lucane non sapevano di fare musica “tradizionale”: avrebbero detto semplicemente che suonavano.”

              Potrei citare molti esempi fiorentini di “tradizione” in mostra/vendita, a partire dagli orrendi pezzi di cadaveri esposti nelle vetrine perché i turisti sanno che a Firenze si mangia la Bistecca Fiorentina… Che credo ben pochi fiorentini mangiassero ai tempi in cui si accontentavano del Lampredotto https://it.wikipedia.org/wiki/Lampredotto

          • Peucezio scrive:

            Per il resto, si potrebbe banalmente dire che è “tradizionale” ciò che si tramanda.

            La moda di quest’anno, diversa da quella dell’anno scorso e di quello prossimo, non è evidentemente tradizione.

            Se faccio una cosa che facevano mio padre e mio nonno e la insegno a mio figlio, è tradizione, cioè consegna, passaggio intergenerazionale.

            In questo senso, sia pure in forme più dinamiche e complesse, tutta la cultura, compresa quella alta è tradizione, infatti si parla di tradizione letteraria, filosofica, musicale, politica, ecc. ecc.

    • Francesco scrive:

      Peucezio

      perchè la storia è piena di leghe ed alleanze che hanno funzionato e l’autarchia è idea stupida, oltre che improponibile per i costi!

      😀

      • Peucezio scrive:

        Cosa c’entrano le alleanze?

        Mica due paesi alleati hanno un unico esercito.
        Ne hanno due, che collaborano fra loro.

        • Francesco scrive:

          Cosa molto costosa e inefficiente, nel medio periodo. Se poi l’alleanza è così stretta che scioglierla sarebbe un suicidio per i partecipanti, la fusione delle case regnanti e degli eserciti è la via migliore per la prosperità comune.

          Pensare all’Italia come Nazione tra mille anni è doveroso, siamo la perla del mondo. Ma come Stato è ridicola già oggi, stiamo parlando di troppo poco per fare qualsiasi cosa significativa!

          Ciao

          • Peucezio scrive:

            Ammesso che sia come tu dici, si fa prima lo stato, poi l’esercito, non viceversa, perché altrimenti si fa un gran casino.
            Si è visto con la moneta.
            Solo che quando si tratta dell’esercito, della guerra, non ne va della prosperità, ma della sopravvivenza.

            In ogni caso nessuna fusione a freddo ha mai funzionato: l’unione fra precedenti realtà statuali si basa sull’egemonia, sulla conquista, sul fatto che uno più forte si mangia uno più debole.
            Ti immagini i romani a unificare il mondo in virtù del fatto che tanti popoli decidono paritariamente di federarsi con loro?

            Però tu non sopporti gli imperi, critichi i russi perché vogliono conquistare l’Ucraina o una sua parte.

            E allora? Come la mettiamo?

  5. Ros scrive:

    ritornando alla possibilità, science fiction (?),
    di un governo unico mondiale:

    Ernst Jünger “Lo Stato Mondiale”

    Nel 1960, in un clima ancora teso di guerra fredda, Ernst Jünger concepisce l’idea di uno “Stato mondiale” come il punto verso cui sembra tendere il movimento sempre più rapido di trasformazione dell’ordine planetario.

    Con lucida antiveggenza, Jünger riconosce il dilagare della globalizzazione tecnico-economica e individua una nuova categoria politica sulla base della quale ripensare l’ordine internazionale superando la tradizionale idea di nazione.

    La tecnica e l’economia, fenomeni di portata universale, producono effetti di crescente uniformazione, spingono verso una globalizzazione che sarà appunto sancita, politicamente, dallo Stato mondiale.

    La politica, come l’Eros, scrive Jünger, affonda le sue radici in strati più profondi di quello della ragione.

    Il nuovo stile politico sembra imporsi come un fenomeno cosmico, che sfugge al controllo e alla pianificazione dei soggetti:

    lo Stato mondiale sembra imposto di necessità da forze che travalicano lo spazio dell’umana libertà.

    “Alla fine lo Stato dispone tutto sullo stesso livello e attira verso di sé anche quelle esigenze che la natura desta negli uomini e nei popoli:

    le cure che ruotano e che sono ruotate da sempre, con l’avvicendarsi degli astri, attorno alla semina e alla raccolta, l’estate e l’inverno, le emergenze imposte dall’acqua, dal fuoco, dalla fame.”

    L’uomo è coinvolto in questo processo non in quanto soggetto nelle proprie azioni, ma in quanto “figlio della terra.”

    https://www.psicopolis.com/senato/EJunger/statomond1.htm

  6. Fuzzii scrive:

    La guerra crea ricchezza.

    Oddio, non sono abbastanza preparato per commentare questa frase, ma la commento ugualmente perché eventualmente accetto le correzioni
    Posso dire, circa, che le guerre al terrorismo che sono state combattute dagli Usa, hanno generato gran parte di quel debito che ora sta strangolando l’economia americana.
    Vagamente: il dollaro come moneta mondiale di riserva ha comportato la deindustrializzazione dell’economia americana (produce a costi troppo alti, conviene importare) mentre ha favorito le industrie come quelle degli armamenti che agendo in regime di monopolio non si dovevano misurare con la concorrenza.
    Tutto questo se gmho capito bene il libro che sto
    leggendo e non ho ancora ben metabolizzato
    https://www.amazon.com/Broken-Money-Financial-System-Failing/dp/B0CG8985FR
    C’è anche l’intervista
    https://youtu.be/JTbZaSL1pHI?feature=shared

    • Francesco scrive:

      Neppure loro: col costo delle armi USA alle stelle, esportare diventa sempre più difficile. E anche agli alleati conviene svilupparsi quello che riescono in casa, a certi prezzi.

      Restano solo le vendite al Pentagono e quelle pagate dai contribuenti USA anche all’estero.

  7. Francesco scrive:

    1) mi preoccupa Michel. dice un sacco di cose giuste e indiscutibili poi sbraca, da socialista, con quel “si creeranno inoltre posti di lavoro e crescita in tutta l’UE” che suona come un “guagliò, finora abbiamo scherzato, a combattere per davvero non siamo buoni”. Fossi Putin, andrei a vedere contro Michel perchè puzza di bluff

    2) Miguel, nella sua foga polemica, dimentica una dimensione fondamentale dell’essere umano: la menzogna. La stessa frase può essere totalmente vera (arbitro, io non ho spinto, detto da Francesco) o totalmente falsa (arbitro, io non ho spinto, detto da Roberto). Lo stesso vale per la dichiarazioni di Adolf Hitler.

    3) La guerra c’è già, quindi la logica con cui si cerca la pace deve essere una logica da tempo di guerra. Lo dico per Pino che mi sembra rimasto indietro un giro. E per MT che si diletta sul tema delle profezie auto-avveranti come se Putin non avesse già scatenato la guerra. E come se non ci fossero esempi storici infiniti di come vanno le cose: gli agnelli vengono mangiati dai lupi. Superior stabat lupus la conoscete?

    4) Il parallelismo tra la questione dei Sudeti e quella del Donbass è così perfetto da sembrare finto, invece è tutto vero. E quelli che speravano nella pace nel ’36 non hanno più torto di quelli che sperano nella pace nel ’24.

    5) Ho già detto che Michel ha ragione?

    6) Tra un pò è il 25 aprile. Lo dico per MT che fa pessime battute e ribalta le mie povere viscere: se la NATO fosse entrata in Ucraina il 20 febbraio 2022 sarei molto più tranquillo per il futuro dei miei figli. Non è nascondendo la testa sotto la sabbia che ci si difende dai lupi.

    7) rileggendo Andrea non posso che rimpiangere tutti questi anni buttati via a non spendere in armamenti: guardate cosa hanno portato! siamo in balia degli eventi come agli europei non capitava dal XVIII secoli. Ecco cosa succede a credere alla pace 🙁

    Francesco rattristato assaje

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “se la NATO fosse entrata in Ucraina il 20 febbraio 2022 sarei molto più tranquillo per il futuro dei miei figli”

      Cioè se la Russia avesse attaccato il 19 tu saresti stato più sicuro di averli potuti immolare nella crociata a cui ti sei votato?

      • Francesco scrive:

        Non esattamente. Se la NATO fosse entrata un Ucraina PRIMA dell’attacco russo non ci sarebbe nessuna guerra calda e la cosa peggiore che dovrebbero fronteggiare i miei figli sarebbe la naja.

        Oggi, invece, la probabilità che si trovino a combattere è molto più alta.

        Non c’è nessuna crociata, ti faccio notare. C’è Putin. Che agisce in base alla sua agenda.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          La Russia sarebbe intervenuta prima dell’intervento Nato, questo è poco, ma sicuro.

          • Francesco scrive:

            Secondo te la Russia riusciva a mettere i suoi sul terreno prima che le forze aeree NATO sigillassero i cieli? e a quel punto provava l’invasione di terra col controllo dei cieli in mano al nemico?

            Di questo sto parlando. Lo so che i pacifisti hanno ridotto a molto poco le forze armate di terra di quasi tutti i paesi europei, alla faccia della NATO minacciosa!

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              La Russia aveva soldati schierati da mesi: al primo mezzo movimento della Nato l’avrebbe battuta sul tempo.

              In ogni caso, nessuno di quelli con potere decisionale aveva voglia di una guerra termonucleare in cui immolare la propria famiglia.

              • Francesco scrive:

                Eh, certo, con questo storia dell’olocausto termonucleare ogni cedimento a Putin è giusto e nobile.

                Non ho attraversato gli anni 80 per tollerare certe scempiaggini oggi.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “olocausto”

                Eh già, non ci sono più i John Wayne di una volta.

                Razza di smidollati bergogliani! Pacifinti ingrati. Neanche un po’ di leucemie, accettano, per mantenere i fatturati della Northrop!

                E non si fanno più neanche spaventare dal babau dei cosacchi in piazza san Pietro! Non ci sono più gli amichetti di Pinochet di una volta!

                Che tempi, signora mia, che tempi!

                Ciao!

                Andrea Di Vita

          • PinoMamet scrive:

            “prima che le forze aeree NATO sigillassero i cieli?”

            non “prima”: se.

            Credo sia questo il punto che ti sfugge.

            E per il quale, con tutto il rispetto, dai l’idea di vivere in una grossa fantasia:
            “noi” abbiamo ragione, noi siamo i più forti, noi basta che flettiamo i muscoli e il nemico fuggirà…

            è esattamente la stessa fantasia che hanno tutti , tutti quanti, prima di entrare in guerra, nessuno escluso.

            • Francesco scrive:

              No, credo di avere qualche cognizione in materia.

              Ma chiedi a chi queste cose le sa bene, se i russi sono in grado di affrontare le aviazioni militari occidentali o di combattere col controllo dei cieli in mano al nemico.

              Poi raccontaci!

              Ciao

            • PinoMamet scrive:

              Perdonami Francé, con tutto il bene: aver fatto l’alpino non ti rende automaticamente un esperto di strategia.

              Ma fosse pure, continui a darmi ragione: sei sicurissimo che “noi ” siamo i più forti.

              Come TUTTI quelli che cominciano le guerre. Compresi quelli che le perdono.
              Che a volte sulla carta erano davvero i più forti…

    • roberto scrive:

      francesco

      “mi preoccupa Michel.”

      è un’imbecille ed una nullità. mi preoccupa, ma da tempo, che abbia un ruolo pubblico

      • Francesco scrive:

        E come ha fatto? perchè quanto a qualifiche non ho nulla da invidiargli!

        • Roberto scrive:

          Beh non sarà l’unico politico idiota e nullo per il quale ci facciamo questa domanda….avrà sicuramente la capacità di trovare alleanze, sponsor e numeri

          • Peucezio scrive:

            Esatto.
            La politica funziona così.
            Seleziona alcuni politici di spessore, molti mediocri e alcuni imbecilli integrali.

    • PinoMamet scrive:

      Ricordo a Francesco che l’Italia, paese libero e sovrano, non è in guerra, e non lo sarà, a meno che qualche… bene intenzionato non ci si voglia trascinare.

      • Francesco scrive:

        Ricordo a Pino che nessuno struzzo è mai sfuggito a un predatore nascondendo la testa nella sabbia.

        E che nel 1936 nessuno era in guerra con nessuno in Europa: eppure allora avevano ragione quelli che avrebbero voluto fare la guerra subito, invece che tre anni dopo.

        • PinoMamet scrive:

          Aveva ragione Mussolini, in base allo stesso ragionamento, quando scese in guerra a fianco della Germania…

          (Essere nei “buoni ” o nei “cattivi” non c’entra niente con l’esito…
          Guarda il Vietnam per esempio: i buoni hanno vinto 😀 )

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ francesco

          “predatore”

          Quale predatore?

          Putin? Che ha fatto i miliardi vendendoci il metano per decenni con contratti poliennali?

          Quale predatore è così autolesionista da ammazzare la gallina dalle uova d’oro?

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            Uno che ha sprecato quei miliardi senza saper migliorare la vita del suo popolo e deve giustificare il suo potere con una politica neo-imperiale e conta che gli europei dipendenti dal suo gas accetteranno tutto?

            Ma guardi fuori dalla finestra o leggi solo siti putinisti?

  8. Francesco scrive:

    War is not peace.

    Ma solo la guerra permette di avere, dopo, la pace quando hai di fronte un avversario aggressivo.

    Cercare subito la pace produce solo nell’avversario la convinzione che con la guerra otterrà anche di più.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Francesco

      “Ma solo la guerra permette di avere, dopo, la pace quando hai di fronte un avversario aggressivo”

      No. La storia mi insegna che l’unica cosa che si ottiene con la guerra (distruzioni e massacri a parte) è un riposizionamento per la guerra successiva. La pace viene meno quando viene meno la fiducia dei governanti nelle intenzioni dei governanti altrui. Pensare che una guerra produca una pace è tanto illusorio quanto immaginare che buttare benzina spenga un incendio. Il sogno di tutti i belligeranti è di combattere una guerra che ponga fine a tutte le altre. Ma combattere per la pace è esattamente come trombare per la castità.

      Nel caso presente, non solo è falso che i dieci-ventimila uomini della forza rapida d’intervento Francese possano alterare significativamente le sorti dei combattimenti (a Bakhmut gli Ucraini hanno impegnato più uomini di tutta l’Armée). Ma giocare ai soldatini serve solo a dipingerci tanti bei bersagli sulla schiena. Ma si può andare anche più in dettaglio di così.

      Biden sta implorando – letteralmente – il congresso ad assegnare gli ultimi 61 miliardi di dollari all’Ucraina per evitare che “Putin vinca” e si mangi il mondo. Molto più prosaicamente i suoi collaboratori hanno fatto notare che 40 di quei 61 miliardi andranno in commesse all’industria bellica americana (e ai loro lobbysti), creeranno posti di lavoro, diffonderanno ricchezza sui territori (e agli azionisti) e beneficeranno praticamente solo gli USA.
      Per l’Ucraina rimangono 21 miliardi, di cui praticamente non si conosce l’utilizzo, e per una buona ragione. E’ notizia della settimana scorsa che il Pentagono ha trovato 300 milioni di dollari cash, nelle pieghe del suo bilancio, e li ha già accreditati al governo di Kiev. Erano soldi destinati a comprare armi, con spese approvate l’anno passato. e che si trovavano fermi sui conti correnti del Pentagono. Anche se c’erano i soldi pronti per comprarle, quelle armi non ci sono, non sono ancora state prodotte, e non lo saranno ancora per molti mesi. quindi i soldi stanno lì e con un po’ di creatività si possono usare “adesso” (e “rimetterceli” in seguito). Questa è la realtà, ed ecco perchè nonostante lo stanziamento “monstre” di 61 miliardi – che il tesoro USA non sa dove andare a prendere – nessuno si preoccupa di dove trovare quei soldi. Perchè non verranno sborsati ancora per molto, molto tempo, visto che per ora di quegli armamenti esistono solo gli ordinativi (e sarà così per almeno due anni). Saranno le industrie belliche americane ad anticipare il denaro che serve per gli acquisti dei materiali e dei semilavorati necessari a soddisfare gli ordinativi, non il governo. E le industrie in questione non sono affatto entusiaste di doverlo fare. Quindi allungano i tempi di consegna perchè, con i tassi di interesse aumentati di 8 volte, col prendere i soldi a prestito per avviare le produzioni ci vanno coi piedi di piombo. Quantomeno fino a che non sarà chiaro chi sarà il prossimo presidente. Quindi fino al 2025 inoltrato, nuove armi l’Ucraina se le può sognare. Fondi di magazzino, se va bene, e via pedalare. In pratica Zio Sam getta la spugna (con Victoria Nuland nel ruolo di “Sponge-vic”). Unica cosa: rimandare il crollo dell’Ucraina a dopo le elezioni. Superare il novembre 2024, csoti quel che costi, dopdichè può andare a farsi fottere.

      Solo che il problema si nasconde tutto in quel “costi quel che costi”. Costi dei quali gli USA non possono farsi carico, perchè per fermare o quantomeno rallentare i russi ci vogliono armamenti, munizioni, e non soldi. Nella culatta dei cannoni non ci puoi mettere dollari o le fotocopie degli ordinativi: ci vogliono i proiettili veri. E ci vogliono adesso.

      E qui entrerebbe in gioco la NATO se gli USA non l’avessero già spremuta come un limone. Alla prova dei fatti – inventari alla mano – alla NATO sono rimaste solo le scorte strategiche, quelle da “difesa di ultima istanza” che nessuno vuole mollare solo per vedersele bruciate in Ucraina, per rallentare i russi e dare il tempo ai democratici di giocare alla morra con i repubblicani a novembre, e poi ritrovarsi scaricati come i governi filoamericani a Saigon e Kabul.

      Perchè l’aria che tira è quella, e i nostri politici sono servili, ma mica scemi, che noi europei stiamo per essere lasciati col candelotto di dinamite in mano con la miccia accesa lo hanno nasato da un po’. Quindi il più astuto fra i politici europei “eletti” (quindi scartiamo subito la commissione europea e la sua corte reale) ha pensato di approfittare della situazione e raccogliere la sfida (di lanciarlo in campo russo senza che prima gli scoppi in mano).
      Non è un segreto che i francesi fossero già presenti a suo tempo a Mariupol, Kharkiv e nella zona di Bakhmut. Militari stranieri, e non solo francesi, sono presenti in Ucraina fin dai primi mesi del conflitto, regolarmente inquadrati fra i battaglioni di “foreign fighters” o “infilati” qua e là nelle catene logistiche.

      Quindi, anche i francesi, in Ucraina ci sono già, conoscono la situazione, hanno ufficiali di collegamento, contatti rodati, oltre naturalmente ad una gran quantità di attrezzature (delle quali prestazioni peraltro gli ucraini non fanno mistero di non essere particolarmente contenti). Fra tutti gli eserciti dei membri NATO “europei” poi l’Armée è l’unica che abbia conservato una discreta forza militare reale (escludiamo volutamente la Turchia, che è nella NATO ma così così).

      I problemi dell’Armée sono questi:

      1. Non ha una reale esperienza di combattimento. Hanno operato solo in Africa, contro truppe raffazzonate. Quando però sono apparse le PMC russe hanno dovuti abbandonare il Mali e il Niger. E senza la necessità del coinvolgimento dell’esercito regolare della Federazione Russa.

      2. Hanno ottime forze speciali. Ma in un teatro di guerra che si stende su un migliaio di chilometri abbondante, al di là di operazione di DRG (in cui gli ucraino sono già bravissimi da soli) non possono fare altro. Ci vogliono i grandi numeri, non i commandos. Nella sola battaglia di Adviivka i russi (e gli ucraini) hanno schierato più combattenti dell’intero esercito britannico al completo.

      3. Non possono contare su una propria logistica e devono per forza affidarsi a quella Ucraina. La Francia è dall’altra parte d’Europa, e schierare le truppe dove c’è più bisogno, cioè a proteggere Odessa e le sue linee di rifornimento, significa far percorrere ai rifornimento migliaia di chilometri dalle basi Francesi.

      4. Non è in grado di organizzare e mantenere in funzione un grosso corpo di spedizione – e neppure uno minimale di 10.000 effettivi – lontano dalle proprie frontiere. Non ha la logistica necessaria. Non lo ha mai fatto, dai tempi di Napoleone in qua. Quindi uno spiegamento in forze per dissuadere i russi da attaccare o comunque bloccare Odessa – e strangolare definitivamente l’Ucraina – utilizzando l’Armée è impraticabile.

      L’unico impiego possibile è quello di essere inviati a coprire le retrovie ucraine al confine con la Bielorussia, in modo che Kiev possa trasferire le truppe che deve tenere lì al fronte sud o a rinforzare Odessa. Ma per fare questo bisogna mandare almeno 50.000 uomini (e la Francia non li ha di certo) perchè altrettanti ucraini siano sollevati dal compito. E un rinforzo di 50mila uomini su un fronte che attualmente prende 650 km significa aggiungere 90 uomini a chilometro.

      Allora, a cosa mira veramente Macron?
      A fare bella figura. A prendere la guida della NATO allo sbando nel caso che gli USA decidano di abbandonarla al suo destino. Il fatto che a Washington nessuno abbia minimamente contestato le mosse di Macron significa che erano già state preventivamente approvate. Dagli americani, però. Non certo dai russi.

      Il gioco al raddoppio (preelettorale) continua.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        >>> La storia mi insegna che l’unica cosa che si ottiene con la guerra (distruzioni e massacri a parte) è un riposizionamento per la guerra successiva.

        Falso: è il caso della prima guerra mondiale ma non delle guerra napoleoniche o della seconda guerra mondiale. Vale per la prima guerra punica ma non per la seconda. Tanto meno per la terza.

        Se ampliamo lo sguardo, è falso perchè vale per la pace quanto per la guerra. Nel lungo periodo la storia è un susseguirsi di paci e di guerre.

        • PinoMamet scrive:

          “ma non delle guerra napoleoniche o della seconda guerra mondiale”

          ehm, e invece sì?

          Fine guerre napoleoniche: Restaurazione, inizio di una serie di vicende che porteranno a indipendenza dell’America del Sud, moti del ’21, movimento decabrista, moti del ’31, moti del ’48, guerre di indipendenza italiane, guerra austro-prussiana, guerra franco-prussiana…

          seconda guerra mondiale: mondo diviso in blocchi, guerra fredda, guerra di Corea, guerra di Indocina, guerra di Algeria, guerra del Vietnam…

          • Francesco scrive:

            fine guerre napoleoniche: non c’è un conflitto generalizzato in Europa fino alla prima guerra mondiale.

            fine II GM: non c’è un conflitto in Europa fino all’invasione dell’Ucraina. Finisce la minaccia germanica e si stempera l’ostilità tra Franchi e Germani che durava da mille anni.

            come ho detto, se allarghi troppo le maglie ci sono SOLO guerre e paci in successione infinita e senza un inizio!

            Ciao

            • PinoMamet scrive:

              Insomma: in realtà dopo una guerra c’è un’altra guerra, ma non la conto perché non mi va 😉

              • Francesco scrive:

                Pino

                dopo la IIGM non ci sono più state potenze fasciste contro cui combattere.

                ma sono venute altre guerre.

                ma se non avessero combattuto la IIGM, ci sarebbero stati i fascisti in più, non la pace

                🙁

      • Francesco scrive:

        Per curiosità, chi è lo stronzo che hai copincollato?

  9. Francesco scrive:

    >>> Il vero Putler è l’effetto serra.

    Uno non esclude l’altro, direi.

    Ciao!

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Francesco

      “non esclude”

      E sì che lo esclude, quando devi scrivere una legge Finanziaria e decidere se devi arricchire gli Statunitensi che ti vendono missili o finanziare il risparmio energetico nelle fabbriche.

      Tra l’altro, se l’effetto serra dovesse andare fuori controllo probabilmente mezza Siberia diventerebbe terra arabile, mentre noi ci ritroveremmo i datteri a Firenze.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        Hai bevuto per caso? questa idea della Siberia è degna di Trump!

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ francesco

          “Trump!”

          Lo so

          Ma molti ci credono.

          E ciò rende ancora più demente che quegli stessi preferiscano combattere “Putler”.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            ???

            Se ho la peste e il colera, devo curarmi dalla peste e dal colera.

            Ciao

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Francesco

              “colera”

              A differenza della peste, un’epidemia di colera non ha mai sterminato un terzo della popolazione Europea. E se le risorse per le medicine sono quelle che sono, devi scegliere.

              Qui ci siamo completamente dimenticati di una malattia mortale su vasta scala per applicare a una malattia mortale su piccola scala la terapia più omeopatica di tutte: spegnere il fuoco gettandovi benzina.

              Pensiamo di essere tanto furbi perché tanto a bruciare è casa d’altri. Ma è proprio così che gli incendi si propagano: quando meno te lo aspetti.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Ehm, mica vero. Per fermare un incendio si usa bruciare una fascia di terreno di larghezza opportuna, in modo controllato.

                A me pare tu abbia un’ansia di dimostrare che fermare Putin sia uno spreco di risorse … però vale solo per Putin, non in generale.

                E questo mi insospettisce molto!

                Ciao

  10. Francesco scrive:

    >>> Se iniziano a ripetere che ci sarà una guerra con la Russia, in effetti qualche soggetto inizierà a preparare la guerra alla Russia, il che aumenta la probabilità che la guerra con la Russia ci sia, il che comporterà una mobilitazione maggiore della società e via discorrendo.

    Ehm, molto bello ma manca la parte in cui la Russia decide cosa fare, non vi pare? sembrate i personaggi buonisti ma ottusi dei film di Bud Spencer e Terence Hill, quelli che “non si può mica fare a sganassoni” finchè non arrivano a salvarli i nostri, naturalmente a suon di sganassoni.

    Trovo molto ingenuo e imperialista che pensiate che siamo noi, alla fine, a determinare tutto, comprese le azioni degli altri.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “manca la parte in cui la Russia decide cosa fare, non vi pare?”

      Farà esattamente quello che faremo noi, tranquillo. È questo che si intende per retroazione.

      • Francesco scrive:

        Sì ma questa visione meccanicistica è assolutamente inutile. Si finisce al motore immobile di Aristotile come unico responsabile.

        Se invece la si usa per dire “noi dobbiamo fare questo e non fare questo” diventa una semplice scusa.

        Mi spiego: se noi possiamo scegliere COME reagire, lo possono fare anche loro. E allora possiamo discutere di cosa fare, noi e loro. E di chi siamo, noi e loro. Se invece siamo tutti legati da una catena di necessità, non c’è nulla da fare.

        Peraltro io ho sempre lasciato spazio alla reazione russa alle nostre azioni: incazzarsi per non poter ricostituire l’Impero e macerare nella propria frustrazione per il futuro prevedibile, poi sarà compito di qualcun altro prendere decisioni. Come è stato per la Guerra Fredda o è ancora sulla frontiera coreana o a Taiwan. Ci sono problemi che non si risolvono e si aspetta che qualcosa di inatteso emerga.

        Ciao

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “Sì ma questa visione meccanicistica è assolutamente inutile. Si finisce al motore immobile di Aristotile come unico responsabile.”

          Perché? Io invece dico che è una responsabilità condivisa di chiunque decide di collaborare a questa retroazione. Te incluso.

          • Francesco scrive:

            Se posso scegliere a quale retroazione collaborare, perchè usare quella parola?

            E se la guerra contro la Russia ha come motivo il fatto che Putin usa le guerre come metodo di rafforzare e giustificare il suo ruolo di dittatore russo, perchè perdere tempo a pensare che si possa trattare con lui?

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Volevi il libero arbitrio e la moralità e adesso ti vuoi liberare delle responsabilità? O credi che “la società” sia una scusa per autoassolverti?

              • Francesco scrive:

                Non ho capito.

                Voglio il libero arbitrio per decidere di non essere accomodante con Putin.

                Cosa c’entra la società? o le retroazioni?

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ francesco

          “noi possiamo scegliere”

          Sicuramente noi siamo liberi. Solo che anche l’ultimo neutrone di una bomba atomica – te lo garantisco – e’ perfettamente libero di andare dove vuole. Però alla fine la bomba scoppia lo stesso.

          La combinazione di tante libertà individuali dà un moto molto meccanicistico. Gli effetti di retroazione citati fin qui lo rendono magari imprevedibile. Ma “imprevedibile” non vuol dire “libero”. Ecco un altro esempio dell’indipendenza fra morale (che agisce nella sfera della libertà appunto individuale) e politica – guerra inclusa – che agisce sugli effetti collettivi dei comportamenti individuali.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            Non riesco a convincermi della imprevedibilità di questi effetti cumulati. Che se fosse totale renderebbe le guerre e la politica un affare puramente causale, cosa che non mi sembra affatto.

            Mi convince molto di più quando parli di forza del conformismo, allora sì che si cade nel meccanicismo: per me la libertà è in primo luogo una responsabilità e una gran rottura di palle!

            Ciao

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Francesco

              “causale”

              Immagino volessi dire ‘casuale’

              Guarda che ‘casuale’ non vuol dire ‘imprevedibile’ e viceversa.

              Un nucleo radioattivo decade in modo totalmente imprevedibile, ma la sua vita media è prevedibile al nanosecondo.

              Il mondo è pieno di esempi di sistemi assolutamente meccanistici e pieni di retroazioni e del tutto imprevedibili sui tempi lunghi. Eppure sul lungo periodo i conti tornano sempre.

              Le previsioni del tempo, i terremoti e le guerre sono tre casi ben noti.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Qui vieni nel nostro carrugio: nel lungo periodo saremo tutti morti, è nel breve periodo che viviamo e che non sai dirmi quando ci sarà il terremoto, quando pioverà, quando scoppierà la guerra!

                Quindi sei totalmente inutile, a dirla tutta.

                Ciao!

  11. Francesco scrive:

    >>> Il sogno di tutti i belligeranti è di combattere una guerra che ponga fine a tutte le altre.

    Ma quando mai? il sogno di quasi tutti i i belligeranti è fare bottino e coprirsi di gloria e di figa.

  12. Francesco scrive:

    >>> “manca la parte in cui la Russia decide cosa fare, non vi pare?”

    Farà esattamente quello che faremo noi, tranquillo. È questo che si intende per retroazione.

    Aspetta: noi europei smantelliamo gli eserciti, facciamo finta che Putin non sia un dittatore, gli compriamo materie prime a go go pagandole con buoni euri e gli vendiamo quello che i russi non sanno costruire.

    Lui non ha mi pare si sia adeguato.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Non mi risulta che siamo in guerra con la Russia: ti stai lamentando proprio di questo.

      • Moi scrive:

        Sui social pare che molti Italiani vedrebbero Putin come Liberatore (!) dalla UE …

      • Moi scrive:

        Non solo “Nostalgia del Novecento” per vecchi … ma anche “Anemoia del Novecento” per giovani.

        In effetti, in quest’ epoca è molto facile costruirsela, basta trovare in rete il materiale giusto.

        https://en.wiktionary.org/wiki/anemoia

        Coined by American author and neologist John Koenig in 2012, whose project, The Dictionary of Obscure Sorrows, aims to come up with new words for emotions that currently lack words. Constructed from Ancient Greek ἄνεμος (ánemos, “wind”) + νόος (nóos, “mind”), with reference to anemosis, the warping of a tree by high wind “until it seems to bend backward.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Francesco

      “facciamo finta che Putin non sia un dittatore”

      A volte mi sembri una di quelle gentildonne vittoriane che si adombravano a sentir nominare le gambe dei tavoli.

      Adesso cosa facciamo, non commerciamo coi regimi dittatoriali?

      Cosa credi, che il pieno di benzina lo fai col petrolio della Svizzera?

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        Ma sei lo stesso che faceva tanto lo schizzinoso con Pinochet? o siete due cugini omonimi?

        Perchè un minimo di coerenza mi servirebbe, per parlare con te.

        😀

  13. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Ma infatti quelli dell’ ALT Right, quando viene loro chiesto che bisogno abbiano di portarsi appresso una pistola, amano rispondere :

    “Last time I checked, it was the Bill of Rights … not (!) the Bill of Needs”

    [sic]

    • Moi scrive:

      E il “classicone” 😉 che ispirò tanti begli Spaghetti Western :

      “God created man, but Sam Colt made ‘em equal”
      [quot.]

  14. Peucezio scrive:

    Francesco,
    tra l’altro, se i continenti devono unificarsi ciascuno in un unico stato, come mai ad America Latina, Africa, diciamo mondo islamico (l’Asia ha già dentro tre imperi di dimensione continentale o subcontinentale) non l’hanno fatto, pur essendo molto più deboli di noi? Sono tutti cretini?
    O forse i cretini siamo noi, che pur avendo in Europa nazioni che hanno il pil di interi continenti o quasi, vogliamo suicidarci con un’unione artificiale, che finora è servita solo a tarparci le ali con regole assurde?

    • Francesco scrive:

      Caro Peucezio, se hai perfettamente intuito la risposta fondamentale perchè continui a domandare?

      Io lavoro per una associazione industriale che NON si sogna di federarsi davvero con le molte associazioni consimili. Una delle conseguenze è che ogni mini-associazione fornisce pochi servizi alle imprese e ha pochissimo peso politico.

      I crucchi hanno una mostruosa federazione gigante nel nostro settore, che fornisce servizi che noi ci sogniamo (e paga ai miei omologhi stipendi che non mi sogno, tra l’altro).

      L’America Latina si è divisa in una corsa suicida alla debolezza, che ha fatto grandissimamente il gioco di inglesi e americani.

      E così il mondo arabo, che passa il tempo tra massacri intestini e mancato sviluppo e sogni dell’età dell’oro.

      Davvero, hai scelto il caso miglior di noi federalisti europei!

      Ciao

      • Peucezio scrive:

        A parte l’assurdità di unificare prima tutto ciò che può essere una palla al piede all’economia e frenare lo sviluppo e non unificare ciò che sarebbe efficiente unificare…

        ma poi ti pare che, per esempio, i francesi siano disposti a recedere dal loro interesse nazionale? In un’Europa unita tutti gli altri popoli, molto più nazionalisti di noi, farebbero i loro interessi a nostro discapito e noi diventeremmo dei paria.
        Molto peggio di quanto non sia avvenuto nell’Italia meridionale dopo l’unità.
        In un’epoca tra l’altro in cui vanno di moda federalismi e autonomie e in cui nell’Italia stessa tutto viene decentrato e non si capisce più un cazzo, le divisioni uscite dalla porta rientrerebbero dalla finestra e gli altri popoli condividerebbero con noi i debiti e gli oneri e si terrebbero per sé tutti i vantaggi. Diventeremmo peggio dell’Africa.

      • Peucezio scrive:

        Comunque vogliono fare lo stato unico europeo?
        Se sono capaci lo facciano e non rompano i coglioni limitando la sovranità degli stati e paralizzando un continente con vincoli assurdi su tutto.
        Almeno avremmo un cazzo di stato sovrano.

  15. Lucia scrive:

    Interessante (probabilmente qui ne avrete già parlato..)
    Peccato non abbia funzionato!
    https://it.wikipedia.org/wiki/Oblast%27_autonoma_ebraica?wprov=sfla1
    “L’Oblast autonoma ebraica (in russo Еврейская автономная область?, Evrejskaja avtonomnaja oblast’; in yiddish ייִדישע אויטאָנאָמע געגנט‎?, Jidische oytonome gegent) è un’oblast’ della Russia e, contemporaneamente, l’unico territorio autonomo della Federazione. ..”

    • Ros scrive:

      Lucia: “…Tuttavia i membri della comunità ebraica si sono col tempo mescolati con la popolazione locale e ad oggi solo un’esigua minoranza della popolazione della regione si definisce di cultura e religione ebraica. Si assiste anche al fenomeno del ritorno di alcuni ebrei a suo tempo emigrati in Israele…”

      https://it.wikipedia.org/wiki/Oblast%27_autonoma_ebraica#/media/File:Jewish_in_Russia.svg

      pare fuori dal mondo situata.
      Al confine sperso col Catai.

      Israele a più appeal;
      ed è pure, per soprammercato,
      la terra perduta e ritrovata patria promessa di patre re Davide.

      Pur coi casini tutti…
      … vuoi mettere!😎

      • Ros scrive:

        li non si fa alcuna storia;
        per oria 🤔

        C’è freddo e neve😒☹,
        mica l’amato deserto di Elia, Isaia, Ezechiele lupo e zio Tobia della vecchia fattoria.

        Non si può pretendere che si mettano in castigo dietro la lavagna da se medesimi

      • Roberto scrive:

        Ros

        “Israele a più appeal”

        Un posto in riva al mare vs un posto in culo all’universo con 9 mesi di inverno siberiano e 3 mesi di caldo monsonico, zanzare e fango….

        • Ros scrive:

          @Roberto: “Israele a più appeal”

          giusto giusto il refuso mi vai ha citare è vetrinare😏😁😁

          • Roberto scrive:

            Non l’ho visto finché non me lo hai detto 🤣 non ti preoccupare nessuno fa caso ai refusi (o quasi)

            • Lucia scrive:

              E va bene lo ammetto, io volevo solo evocare uno spiegone di Habsburgicus. Invece voi vi intromettete a fare i puntigliosi 😃

              • Ros scrive:

                Lucia: “io volevo solo evocare uno spiegone di Habsburgicus…”

                Speriamo ci legga e abbia tempo
                che val la pena rivangare 🙂

            • Ros scrive:

              Roberto: “non ti preoccupare nessuno fa caso ai refusi (o quasi)..”

              o quasi🧐

              …Regno: Animalia

              Phylum: Cordati

              Classe: mammiferi

              Ordine: Primati

              Famiglia: Homindiae

              Genere: Pan

              Specie: Pan paniscus – bonobo
              😊
              una volta o l’altra di bacchettate col cappello a cono ne rammenti😁

              https://youtu.be/oWtcY_AH8xc?si=B2UXbQcDn30sWO_y

        • Peucezio scrive:

          Roberto,
          d’accordo i 9 mesi, ma, anche non sono mai stato lì nello specifico, ma ho amici siberiani e mi risulta, se non ricordo male i loro racconti, che l’estate siberiana sia piacevole, calda (non torrida) e asciutta.

          Comunque anch’io fra Siberia e Vicino Oriente, con tutto l’affetto per i siberiani, non avrei dubbi sulla scelta.

          • Roberto scrive:

            Io ho avuto un collega sposato con una yakuta (donna di rara bruttezza…) e raccontava che in estate tutta la neve si scioglie e le piste diventano immensi pantani impedendo di fatto gli spostamenti che non siano aerei….oltre al fatto che al primo raggio di sole escono fantastiliardi di zanzare…però se a uno piacciono boschi, foreste e natura selvaggia deve essere molto bello.

            Lui comunque diceva di preferire autunno/inverno

            • Peucezio scrive:

              Sì, il pantano non mi meraviglia, ricordo a Voronež d’estate che bastavno due gocce di pioggia e le strade diventavano immense pozzanghere fangose.

              Pensa, anch’io ho conosciuto bene una jakuta (beh, quella che ho conosciuto io era una delle donne più belle che abbia mai visto, sensuale, un tipo asiatico di grande seduttività).

              Ecco, faccio fatica a capire perché uno debba andare fino in Jacuzia (anche metaforicamente: pescare fra un’etnia così esotica) per cercare una donna bruttissima.
              Misteri della mente umana…

              • Peucezio scrive:

                Per inciso, Voronež è Russia europea meridionale, non c’entra nulla con la Siberia, ma ci sono caratteristiche panrusse.

              • Roberto scrive:

                “faccio fatica a capire perché uno debba andare fino in Jacuzia”

                Il tizio è un traduttore che ha studiato russo in Siberia (ma non mi ricordo dove) poi si è appassionato alle lingue siberiane e ha conosciuto la tipa. Inglese, con la brexit ha deciso di dimettersi e credo che adesso viva in Siberia (almeno quando è partito era il suo piano)

              • Roberto scrive:

                Ma battute a parte la Siberia mi affascina tantissimo (mi piacciono appunto boschi, foreste e natura selvaggia) giusto non ci vivrei

          • Lucia scrive:

            Anche a me fu racvontato di piacevoli estati siberiane, da una biondina russa molto bella anche se non della stazza giunonica che mi sarei aspettata 😃. Ma la storia delle zanzare…beh, non potranno essere peggio della laguna emiliano- veneta, no?

            • Roberto scrive:

              Lucia,

              Non lo so…personalmente il mio peggio è stato Estonia a maggio (una follia totale, da stare con una sciarpa davanti a naso e bocca per non respirarle), la pianura padana era nulla a confronto

              • Peucezio scrive:

                In Russia (era luglio se non ricordo male) non ricordo zanzare.
                Un clima stupendo.

                In Siberia e in Estonia non so: l’Estonia credo sia piena di laghi, non mi sorprende.

              • paniscus scrive:

                Che sia messo a verbale che sul grande delta del Danubio, cioè in una delle regioni più paludose d’Europa, in pieno agosto non c’era nemmeno una zanzara.

                Un paio di settimane dopo, mi beccai la peggior tornata di zanzare mai vista, a Firenze, durante gli esami di recupero di inizio settembre, e non solo nei cortili esterni della scuola ma anche in tutte le aule…

              • Moi scrive:

                Ufficialmente le due uniche terre emerse senza zinzelle sarebbero Islanda e Antartide … strano ma vero : in Finlandia, pare che sia peggio che in Comacchio-Polesine 🙂 !

              • Moi scrive:

                … Solo in Antartide, troppo freddo !

                In Islanda, sarebbe il terreno vulcanico !

                NON ho approfondito il discorso … prendételo con le pinze ! 😉

              • Roberto scrive:

                In Finlandia vi sono stato una volta a metà agosto e non c’è ne erano molte e una volta a ottobre e ovviamente 0

                Mi dimenticavo delle great plains (almeno south Dakota e Nebraska)…praticamente dei draghi ma molto ordinate: escono solo tra le 17.35 e le 19.00

              • Roberto scrive:

                Moi
                In Islanda però mi dicono che ci sono quelle mostruosità che si trova anche in Scozia, i midges

              • Lucia scrive:

                Grazie per le testimonianze – i draghi 😄!
                Non vorrei fare la solita critica a Peucezio, però “in Russia” a luglio è un po’ generico, meno male che almeno hai tolto la Siberia citandola poco dopo.
                Buon sabato sera a tutti 🙂

              • Peucezio scrive:

                Lucia,
                Lipeck, Voronež e Mosca.

              • Lucia scrive:

                Peucezio,
                Grazie, molto gentile!

          • Ros scrive:

            Jacuzia
            “Per alcune persone vivere qui è una sorta di maledizione … una realtà da sopportare.

            Nonostante questo, non tutti vogliono lasciare la Yakutia”

            “… Il sistema dei trasporti ha reso la Jacuzia una delle zone più inaccessibili al mondo”

            “Non ci sono che pochissime ferrovie e alcune strade.

            Parte dei luoghi possono essere raggiunti solo in aereo o in elicottero.

            La lontananza dal mondo
            – Mosca è a oltre cinquemila chilometri di distanza –
            e le rigide condizioni climatiche
            (meno 60° stagione fredda) hanno determinato uno stile di vita e una cultura speciali”.

            Se non fosse per la necessità quotidiana di uscire, la gente locale preferirebbe infatti stare a casa tutto il tempo, bere tè caldo e aspettare la primavera guardando il tempo passare dalla finestra.

            “In inverno la vita si ferma praticamente,
            una fitta nebbia accompagnata da forti gelate oscura la luce del sole per diverse settimane o addirittura mesi”

            https://www.russiantour.com/images/yakutiacascata.jpg

            https://www.elledecor.com/it/viaggi/a35923433/foto-aleksey-vasiliev-my-dear-yakutia/

            ma ha la sua indubbia affascinantezza da Frozen la regina di ghiaccio che appunto d’umido costante t’agghiaccia piacevolmente le ossa artritiche

            https://static1.purebreak.com/articles/3/79/71/3/@/356188-once-upon-a-time-saison-4-episode-6-950×0-1.jpg

  16. Moi scrive:

    Pare che l’ attentato Isis (?) a Mosca abbia ridato un po’ di popolarità a Israele … come il Paese che sa come si debbono trattare dei Musulmani che alzano troppo la cresta !

  17. Roberto scrive:

    Peucezio,

    Approfitto di 3000 ore di aereo per finalmente risponderti.

    Il succo della tua domanda, se non sbaglio, è: data per scontata l’ipocrisia del sistema politico/informativo perché non lo stigmatizzo

    Scrivevi infatti
    “Ora, al di là della posizione di merito su questa guerra, una cosa così macroscopica, se uno è onesto intellettualemte, non può non stigmatizzarla come una cosa gravissima, come il segno di un degrado sociale e politico, come una ricerca del capro espiatorio, una retorica del nemico degna dei peggiori regimi.”

    Ti ho già detto che secondo me non tutte le guerre sono uguali, e quindi trovo perfettamente ammissibile (rimaniamo in ambito USA) il disgusto per la guerra in Vietnam e l’adesione all’intervento in Serbia

    Seconda cosa: temo che non siamo minimamente d’accordo sul dato di fatto di partenza. nell’invasione dell’Ucraina io vedo oggettivamente un paese grande ed imperialista che un giorno decide di entrare con i carri armati in uno stato indipendente e di distruggere tutto con delle scuse risibili almeno quanto le armi di distruzione di massa per iraq2.

    E su questo ti voglio far ragionare. Per iraq2, credo che ci sia stato un movimento di sdegno praticamente unanime (a parte ovviamente la stampa berlusconiana che leccava il deretano del più clamoroso atlantista che ci abbia governato), e quindi non vedo perché non debba esserci uno sdegno simile per l’invasione dell’Ucraina. Tu credi che in qualche modo l’invasione dell’Ucraina sia giustificata (sua quindi un iraq1 e non un iraq2) e quindi non capisci il doppio peso. Ma io ti sto spiegando la *mia posizione*

    Terza cosa: che mi pare la più scontata, ma va detta. I politici sono politici, sono naturalmente schierati. Non posso chiedere a Salvini o alla Le Pen di pronunciare una parola contro Putin, posso sbertucciarlo perché non lo fa (perché politicamente penso che vada sbertucciato). Ma certo la sua posizione politica è “legittima” (anche se per me sbagliata). Lo stesso vale per i politici anti Putinisti. Hanno idee che a te non piacciono, legittimamente, ma non puoi chiedere loro di cambiarle in nome della coerenza

    Quarto: giornalisti e intellettuali. Su questi mi aspetterei invece un filo meno di partigianeria. Ma di nuovo, io non mi scandalizzo se qualcuno dice che l’invasione dell’Ucraina sua una porcata imperialista, perché per me questo si tratta. Mi incazzo invece per altre cose, tipo la caccia al russo, il boicottaggio culturale, “non leggo distovieskij perché è russo”… queste sono cose che effettivamente testimoniano di una povertà culturale ed intellettuale allucinante (non dico degrado perché ci sono sempre state)

  18. Roberto scrive:

    Continuo con pezzi un po’ sparsi

    “Non s’è stata insomma un’isteria anti-Bush o anti-Clinton, dirsi bushiano o clintoniano non è diventata una cosa da reprobi (forse in certi ambienti molto di sinistra sì, ma nel dibattito pubblico no).”
    Beh insomma….forse hai dei ricordi un pochino parziali su questa cosa

    “Nessuno, in Italia o in Europa, si è sognato di proporre sanzioni contro chi fosse andato a intervistare Bush (ricordo che Tina Picerno è arrivata a proporre sanzioni contro Jorit).”
    Su questo invece sono d’accordo

  19. Roberto scrive:

    Peucezio

    Come corollario

    “In tutta onestà, tu te la sentiresti di dire che in Occidente l’invasione russa in Ucraina sarebbe stata altrettanto demonizzata se ceteris paribus, cioè in condizioni identiche rovesciate, fosse stata fatta da NOI e non dagli ALTRI?”

    Faccio di nuovo l’esempio di Iraq2: io mi ricordo manifestazioni, bandiere della pace ovunque (casa mia compresa), sdegno totale…ed il tutto in un paese che grazie al nano malefico appoggiava la guerra!
    Quindi la risposta per me è si. Se la NATO domani invadesse la Bielorussia, in condizioni identiche, ci sarebbe lo stesso sdegno

    Certo, e qui dico una cosa lapalissiana, è mille volte più facile sdegnarsi contro gli altri che contro noi stessi anche per un semplicissimo punto matematico: le malefatte del nostro governo sono più o meno gradite all’incirca alla maggioranza della popolazione che vota. Cioè se berlusconi mi invade l’Iraq, è ovvio che potrà contare su una certa simpatia, sennò beh, se ne va a casa (come rischia seriamente di succedere ai pro Ucraina a giugno…ne approfitto per ricordarvi di votare per le europee anche se forse sarebbe meglio che ve ne dimenticaste in tanti qui dentro…)

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Ma all’epoca della seconda guerra del golfo i critici cosa dicevano?
      a) Bush sta facendo una porcata, per cui dobbiamo armare Saddam Hussein
      o
      b) Bush sta facendo una porcata, ma Saddam Hussein non è un santo, per cui la cosa etica è starne fuori?

      E tu pensavi a o b?

      • Peucezio scrive:

        Ottima domanda.

        Comunque i russi sono stati dei pirla.
        Io spero che la prossima volta che gli USA ce l’hanno con qualcuno, Putin lo armi fino ai denti. Chiunque sia.

  20. Roberto scrive:

    Continua

    “sei d’accordo sul fatto che tutti i gli anitputiniani più accesi, con pochissime eccezioni (politici, giornalisti e anche molta gente comune), se vivessero in Russia sarebbero i putiniani più fanatici?”

    Beh se non vogliono finire in Siberia a cucire muffole….😁
    Ma boh, è una domanda alla quale non so rispondere

    “Cioè che la gente per lo più (non parlo di te ovviamente o, almeno, voglio sperare) non giudica in base al merito ma per mera adesione al conformismo generale, allo spirot gregario?”

    Ma che ci sia uno spirito gregario penso che sia una cosa scontata, così come la forza dell’abitudine.
    E credo anche che chi ragiona solo per spirito gregario e abitudine è un interlocutore impossibile, non lo smuoverai nemmeno di un millimetro

    Non credo però che tutti ragionino così

  21. Roberto scrive:

    Continua, parlando della ferragni

    “E a quel punto, mentre trovo ovvio il suo torto e una volta emerso pubblicamentye mi pare pelonastico e sciocco insistervi, trovo più moralmente deprecabile la caccia al capro espiatorio, al cattivo celebrato fino a quel momento.

    Ecco, io ritengo che questa non dovrebbe essere una fissazione di Peucezio, ma un senso di ribellione comune in tutti coloro che non partecipano dell’istinto violento del branco, in tutti coloro che hanno una dirittura, una libertà spirituale, un vero senso morale, non moralistico, non bigotto, ma sostanziale, un rispetto vero per l’altro essere umano.”

    Io su questo sono TOTALMENTE d’accordo!
    Però non ho ben capito che cosa centri con il discorso sul puntinismo

    • paniscus scrive:

      “Continua, parlando della ferragni

      “E a quel punto, mentre trovo ovvio il suo torto e una volta emerso pubblicamentye mi pare pelonastico e sciocco insistervi, trovo più moralmente deprecabile la caccia al capro espiatorio, al cattivo celebrato fino a quel momento.”
      —————————————-

      Ma perché? Chi sarebbero esattamente quelli che prima l’hanno celebrata, e poi abbandonata e pugnalata alle spalle?

      Io credo sinceramente che quelli che l’hanno deprecata di più per la storia del pandoro o delle uova di Pasqua, non siano “ex adoratori delusi” che hanno dovuto cambiare idea in modo traumatizzante… ma che siano in maggioranza persone che non la sopportavano nemmeno prima, che erano già convinte che il suo successo fosse fasullo, e che si aspettavano che prima o poi i nodi venissero al pettine.

      Io, personalmente, (da MOLTO prima delle clamorose gaffe di pandori e uova) non vedevo l’ora che la Ferragni finisse svergognata per il suo lavoro sul NULLA, per le sue creazioni immaginarie di successi finti, per i suoi prodotti firmati che non valgono un piffero ma che vengono venduti a caro prezzo solo perché c’è disegnato l’occhiolino storto (che assomiglia più a un pettinino della crocchia della nonna, che a un occhio), per le sue ostentazioni di opulenza, e per l’uso spregiudicato delle immagini dei figli piccoli.

      Mi aspettavo che prima o poi la bolla si sarebbe sgonfiata miseramente, e infatti è andata così, appunto perché era una BOLLA e non una roccia solida.

      E tutto questo vale solo finché si parla esclusivamente di lei… se poi ci si aggiungono anche i contributi di quel parantropo del consorte, è pure peggio.

      • Roberto scrive:

        Paniscus

        “Io, personalmente, (da MOLTO prima delle clamorose gaffe di pandori e uova) non vedevo l’ora che la Ferragni finisse svergognata per il suo lavoro sul NULLA”

        E perché? Cosa te ne frega se una diventa ricca sul nulla?

        • paniscus scrive:

          Non me ne frega più di tanto se diventa ricca (anche vincendo a una lotteria si può diventare ricchi senza esserselo guadagnato)… me ne frega molto di più del fatto che diventi un modello e un ideale da imitare, per milioni di giovani, che ovviamente ci rimarranno fregati alla grande.

      • Ros scrive:

        paniscus:

        “…Io, personalmente, (da MOLTO prima delle clamorose gaffe di pandori e uova) non vedevo l’ora che la Ferragni finisse svergognata per il suo lavoro sul NULLA, per le sue creazioni immaginarie di successi finti, per i suoi prodotti firmati che non valgono un piffero”

        Urca!
        Tutto il modello della Società dei Malatesta che piace alla gente che piace
        (tranne che a noi che però non ci piace nessuno di ambedue),
        quindi, vorresti svergonare e kaputtare a per la pelle giù per il monte Taigeto Profitis Ilias di Laconia?

        E che ci mettiamo, al posto reso vacuo, per quagliare dentro il pentolone?

        • paniscus scrive:

          Non ho mai detto né pensato che la signora Ferragni debba essere buttata giù da una rupe o rinchiusa in un manicomio (che nemmeno esiste più).

          Semplicemente, mi piacerebbe vedere come se la caverebbe se si ritrovasse alle prese con un lavoro normale e con uno stipendio normale, e con i normali problemi di tutte le famiglie con bambini piccoli in tali condizioni.

          • Moi scrive:

            L’ hanno paragonata a Wanna Marchi … quella vera si è offesa lei, dicendo che almeno non è mai stata ipocrita !

          • Ros scrive:

            paniscus: “…Non ho mai detto né pensato che la signora Ferragni debba essere buttata giù da una rupe o rinchiusa in un manicomio…”

            Non è laferragna il punto ma lo zeitgeist,
            lo spirito dei tempi che quaglia e fa quagliare la ruota.

            “L’economia del sé. Breve storia dei nuovi esibizionismi”
            Guia Soncini

            https://www.ibs.it/economia-del-se-breve-storia-ebook-guia-soncini/e/9788829713332

            “C’era una volta la vita privata: era il luogo in cui ti provavi vestiti e ti accoppiavi, ti lamentavi del capufficio e violavi gli arresti domiciliari, cucinavi e sanguinavi.

            Poi sono arrivati i telefoni con incorporato un obiettivo fotografico.

            «Il bello di questo secolo è che, quando pensi che il senso del pudore sia azzerato, esso ti sorprende scendendo sotto lo zero».

            L’esibizionismo è diventato non solo normalità, ma diritto;

            non solo diritto tuo a esporti, ma dovere degli altri di trovarti interessante.

            La nostra «presa della Bastiglia è la presa della visibilità da parte dei mediocri.

            L’unico eccezionalismo che tolleriamo è l’eccezionalismo di massa».

            Nella sua nuova indagine sulle follie contemporanee, Guia Soncini individua alcuni punti chiave di questa religione ombelicale,

            a cominciare dal momento in cui Chiara Ferragni ha inventato l’economia del sé e risalendo fino a Monica Lewinsky, il cui principale errore fu essere in anticipo su un tempo in cui pretendere attenzione è diritto, dovere, norma e pratica comune.

            Tra le ingenuità della militanza su internet e l’esibizionismo bipartisan che annulla ogni differenza anche in politica, da Calenda a Salvini, un viaggio nella livella social che rende uguali il calciatore e l’intellettuale, la influencer e la deputata, dove «la merce siamo noi, nessuno si senta escluso».

            Cercando una risposta alle domande che ci assillano quando siamo merce e vetrina, venditori e prodotti, illusionisti e oltranzisti della trasparenza.

            Certo che potremmo sottrarci al salire sul palcoscenico, ma tutti hanno una telecamera in tasca, e «se comunque finisce che mi fotografate di soppiatto voi, tanto vale pubblichi la mia vita io».”

            • Lucia scrive:

              Zeitgeist

              Beh dai, la Ferragni è diventata tanto famosa, un personaggio, perché non ce ne sono tante come lei, no? La stragrande maggioranza delle donne (e degli uomini, considerando il suo consorte che putroppo di cognome fa Lucia) perseguono attività meno fuffose e ci tengono ad mantenere una vita privata, io non sarei così catastrofista. Poi ovviamente la Soncini e opinionisti vari devono fare i catastrofisti per vendere, se fosse solo questione di un personaggio strambo e per molti imbarazzante non sarebbe vendibile come opera filosofica sui terribili tempi attuali. Insomma, la solita storia delle notizie ingigantite, che però ovviamente ingigantiscono pure il personaggio di cui si parla, in una spirale di pubblicità.

  22. Peucezio scrive:

    Roberto,
    premetto che, come già dicevo nelle domande da cui siamo partiti, che in sé la tua critica anche forte all’invasione dell’Ucraina, per il fatto che tu hai deprecato anche quella all’Iraq (la seconda, si intende), la ritengo legittima sul piano della coerenza e dell’onestà intellettuale, anche se non è la mia opinione.

    Però, ecco, proprio non metterei sullo stesso piano lo sdegno verso Bush con quello di oggi verso Putin: quest’ultimo è molto più generalizzato e soprattutto è quello ufficiale di tutti gli stati occidentali, con diverse, minime sfumature (e Ungheria unica esclusa) e di tutti i giornali mainstream (prendiamo per l’Italia il Corriere e Repubblica).
    E non ricordo, nei confronti degli apologeti della politica di Bush, da parte del giornalismo prevalente, un atteggiamento di censura e delegittimazione isterica come si vede oggi verso i cosiddetti putiniani (tanto che non è mai nemmeno nato l’aggettivo “bushiano”): c’era un dibattito a volte veemente, ma senza la delegittimazione a priori della controparte.

  23. Peucezio scrive:

    Seconda amichevole obiezione:

    però non vedo che differenza sostanziale tu veda fra la guerra alla Serbia e quella all’Ucraina.
    In ambo i casi si interviene per difendere una minoranza oppressa, non solo in loco, ma bombardando anche la capitale e i centri nevralgici dell’oppressore.

    O, meglio, una differenza sostanziale grossa io la vedo.
    E cioè che in Donbass ci sono i russi, mentre in Cossovo non c’erano gli americani, ma gli islamici.

    • Francesco scrive:

      il che va a tutto vantaggio dell’intervento occidentale in Serbia, che non poteva essere sospettato di mire espansionistiche!

      la Russia si vuole prendere, come minimo, una larghissima parte delle risorse ucraine con motivazioni esopiche e con una montatura dell’oppressione dei russofili degna di Joseph Goebbels

      in Kosovo, come in Bosnia, gli occidentali sono intervenuti controvoglia, dopo anni e anni di efferatezze vere e accertate

      se non vedi queste differenze, il problema è nell’0cchio che guarda

      • Peucezio scrive:

        Chi difende i propri interessi strategici nazionali ha ragione.

        Siamo sempre lì: voi ragionate da utopisti, io da pragmatico.
        Per me esistono legittimi interessi, per te bisogna moralizzare il mondo.
        Che poi significa consegnarlo a integralisti islamici, terroristi, mercanti d’armi e di droga, schiavisti di ragazze e assassini (i cossovari sono questo).

  24. Roberto scrive:

    Continua

    “È evidente che in questa guerra, se si ragionasse dal mero punto di vista degli interessi italiani, astraendosi da qualunque giudizio morale di merito, l’Italia, visto il prezzo degli idrocarburi russi, può solo trarre svantaggi dall’essere in attrito con la Russia”

    Su questo richiamo un’altra delle mie premesse: sono lontanissimo da ogni tipo di analisi marxiana, o da ogni spiegazione basata sugli interessi economici. Certo ci sono, non sono cieco, ma la politica, in ogni senso, si basa su mille altre cose che riassumerei con il termine “passioni”. Io non ho nessunissimo problema a pensare che gli USA siano andati in Afghanistan con spirito messianico “salviamo le fanciulle dalla barbarie”, anche solo spirito messianico della popolazione…magari a Bush a chi ha seguito non gliene fregava nulla ma ai suoi elettori si è lui voleva mantenere il lavoro

    Questo per principio, facendo astrazione dell’analisi concreta del caso (cioè non so se sia una buona idea come hanno fatto i tedeschi di legarsi mani e piedi alla Russia)

    • Peucezio scrive:

      Sai che proprio non ho capito il senso del discorso?

      La funzione dei governi è fare gli interessi delle nazioni che reggono.
      E non si tratta di una funzione morale, ma pratica.
      Non sta a ogni governo di ogni stato del mondo farsi carico di tutte le ingiustizie che avvengono in ogni angolo del mondo.
      Il mondo è pieno di conflitti ovunque: cosa succederebbe se l’Italia (o la Francia o la Germania) dovesse farsene carico indipendentemente da ogni proprio interesse strategico, per moralizzare il mondo?

      Ora, in questo caso è evidentissimo che l’appoggio all’Ucraina per l’Europa è suicida.
      Per ragioni economiche, perché per un’economia di trasformazione andare d’accordo con un’economia di risorse energetiche non può che essere vantaggioso. E per ragioni geopolitice e strategiche, perché in un mondo sempre più multipolare andare d’accordo con un potente vicino e fare una politica “laica”, non ideologica e non preconcettamente di parte è il modo più razionale di muoversi nel mondo, senza mettersi contro gli USA (che sono ancora il paese più innovativo, ci sono comunque affini per cultura e tipo di società malgrado le grosse differenze), né la Cina (che non possiamo metterci contro, perché fabbrica tutto ciò che usiamo ogni giorno), né il resto del mondo, per tanti motivi, almeno fino a quando nessuno cercherà di pestare i calli a noi.

      Per inciso, chi ci ha pestato i calli ultimamente sono stati Francia e Stati Uniti, estromettendo di fatto l’ENI, cioè l’Italia, dalla Libia e dal suo petrolio.

      Ora, se tu riesci a spiegarmi una sola ragione politica, strategica, economica o militare per cui noi dovremmo stare con l’Ucraina contro la Russia, ti ascolto volentierissimo.

      E in fondo non credo che tu non sappia che l’unico motivo per cui ci stiamo dando la zappa sui piedi è che ci è stato ordinato da quelli più forti.

      E vabbè: il mondo è fatto di rapporti di forza, mi dirai, quindi è fisiologico che se non siamo abbastanza forti per non fare i capi, facciamo i servi e ai servi a volte è richiesto di autorovinarsi (i governi di occupazione non sono fatti per fare gli interessi degli occupati, ma per sfruttarli).
      Fino a quando gli USA avevano interesse a che l’Europa fosse prospera, l’hanno consentito e favorito (piano Marshall, boom economico…), ora hanno un interesse diverso.
      Fin qui è triste ma normale.

      Ma intanto c’è il piccolo problema che questi, a forza di ubbidire dopo generazioni, ormai non concepiscono più nient’altro, nemmeno il minimo margine per fare l’interesse delle loro nazioni e dei loro cittadini.

      Ma, soprattutto il vero inedito, ed è qui che io ci trovo la vera follia, è che il servo si è autoconvinto e ci crede fanaticamente.
      E qui c’è proprio un problema. Una classe dirigente di ingenui, di bambini fanatici, che non è in grado di processare la realtà del mondo perché ne viene traumatizzata e deve creare un mondo favolistico col buono e il cattivo, l’orco e la principessa può fare danni enormi.

      Tu hai parlato di politica che si basa sulle passioni.
      Non so se ti è sfuggito o se pensi veramente una cosa del genere.
      Ti rendi conto che se gente che ha in mano testate che possono distruggere la Terra migliaia di volte basa la politica sulle PASSIONI, come se si trattasse di un uomo geloso in preda all’ira che vuole uccidere la moglie e l’amante o di un bambino che frigna perché i suoi capricci non vengono esauditi, siamo sull’orlo dell’apocalisse?

      E francamente, che un padre di famiglia che non è più un ragazzino, con una formazione seria, una carica e dei ruoli di responsabilità, mi viene a dire che la politica si basa sulla passione, mi spavento davvero sul serio e capisco ancora meglio a cosa decisori molto più in alto di lui (tu non maneggi bombe atomiche, Deo gratias, e sono convinto che tu sia molto meglio, più umano e più ragionevole delle affermazioni – mi riferisco a questa sulla “passione”, non alla tua posizione sull’Ucraina – che fai e che non provocheresti davvero guerre sanguinose e apocalittiche, anzi, potendo le fermeresti) hanno questo stesso retroterra culturale e antropologico, siamo veramente, ma veramente nei guai.

      Il bello è che si dice che populisti e sovranisti rappresentano la “pancia”, l’istinto e che gli “stati profondi”, i pesi e contrappesi, la politica degli esperti, dei tecnici, delle regole serve a filtrare le istanze scomposte provenienti dal basso per dirigerle in modo razionale, secondo compromessi, contemperamenti di esigenze, ecc.

      Tu invece hai appena svelato la verità.
      Siamo in un mondo governato da folli psicopatici stranamore, che agiscono per P A S S I O N E , cui velleitariamente si contrappone qualche persona comune, magari attempata, magari senza lauree e dottorato, ma che ha ancora un minimo di buon senso e di piedi per terra e non vorrebbe che finissimo tutti polverizzati.

      Il mio unico auspicio è che il resto del mondo, governato ancora da gente cresciuta all’antica, cioè secondo raziocinio e non perseguendo l’assecondamento di ogni pulsione senza mediazioni col principio di realtà, faccia da argine a questa follia collettiva e che il timore della mutua distruzione, non potendo più fare leva sulla razionalità (la politica occidentale decide non secondo ragione, ma secondo “passione”, come i pazzi del manicomio, che si creano nemici immaginari), faccia leva almeno su quello di autoconservazione, che appartiene anche ai bambini e ai pazzi: il principio di realtà è più forte della follia e infatti finora sono stati i sani a rinchiudere i pazzi, non viceversa.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Peucezio

        “Non so se ti è sfuggito o se pensi veramente una cosa del genere.
        Ti rendi conto che se gente che ha in mano testate che possono distruggere la Terra migliaia di volte basa la politica sulle PASSIONI, come se si trattasse di un uomo geloso in preda all’ira che vuole uccidere la moglie e l’amante o di un bambino che frigna perché i suoi capricci non vengono esauditi, siamo sull’orlo dell’apocalisse?”

        Verissimo!

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Peucezio

        “E qui c’è proprio un problema. Una classe dirigente di ingenui, di bambini fanatici, che non è in grado di processare la realtà del mondo perché ne viene traumatizzata e deve creare un mondo favolistico col buono e il cattivo, l’orco e la principessa può fare danni enormi.”

        Premesso il mio totale accordo sui rischi della “passione”, non mi sembra questo il quadro della “classe dirigente” attuale.

        E’ sicuramente l’atmosfera in cui navigano (titolone urlato/like/comunicati di sdegno/strillata sui valori/ti-rovino-la-reputazione-in-cinque-secondi); ma è una tigre che cercano di cavalcare.

        I “ceti dirigenti” in realtà sono tanti, e in perenne tensione tra di loro; ma la “Passione” non credo sia la caratteristica principale di gente che ha studiato tutta la vita per diventare dirigente di azienda; o di politici che hanno tessuto complicatissime ragnatele; o di manipolatori di opinione pubblica, pubblicitari astuti.

        Questo non vuol dire che non possano essere anche stupidi. O perché ottusi, o perché si lanciano in maniera superficiale in scommesse troppo grosse per loro, come Salvini.

        E a volte, come gli attori di teatro, possono anche immedesimarsi nel ruolo che conviene loro. Come il simpaticissimo politico fiorentino che è passato con entusiasmo dal PCI al PD a Italia Viva a Forza Italia e di nuovo a Italia Viva che sentii in un comizio proclamare, con autentica commozione, “noi nella Resistenza abbiamo dato la vita e la daremo ancora per i nostri ideali!”

        • Peucezio scrive:

          Però Roberto l’ha detto chiaramente ed è sintomatico detto da uno nella sua posizione e a partire dal contesto in cui opera.

          Anch’io credo che a certi livello decisionali molto alti un minimo di senso della realtà e di pragmatismo sia rimasto, altrimenti saremmo già tutti morti.

          Il problema è il livello intermedio, che comprende anche livelli molto alti, anche se probabilmente non apicali. Con apicali non penso ai vertici politici, che in Occidente contano poco, ma ai vertici degli “stati profondi”.
          Biden è un vecchio rincoglionito, ma se la Cia e il Pentagono volevano davvero far scoppiare la III G. M. l’avrebbero già fatto.
          Il problema però è che le classi dirigenti non cascano da Marte, ma si attingono dalla società che c’è e non possiamo essere sicuri che il filtro che preleva quelle poche persone razionali e di buon senso funzioni sempre.
          Tra l’altro siamo all’assurdo che c’è più buon senso nel volgo, nelle masse, che nei ceti egemoni, fatti di pazzi fanatici esagitati, che per fortuna non accedono senza filtri alle stanze dei bottoni.
          Cioè oggi se parli con un laureato ti dice che bisogna sostenere l’Ucraina a qualunque posto, mentre se parli col barista ti dirà che è meglio stare attenti, perché la Russia ha le bombe atomiche.

          Ma d’altronde è sempre stato così, come tu stesso c’insegni: la cultura scritta e astratta fa perdere il contatto con la realtà e produce fanatismo.

          Il rischio insomma è che il potere che tu oggi attribuisci alla gente furba e maneggiona, si trovi a passare sempre di più in mano a idealisti folli (e non credere che gli idealisti non siano pragmatici e astuti quanti ai mezzi: anche gli psicopatici che uccidono e fanno a pezzi le ragazze studiano con attenzione tutti i dettagli, ecc.).

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Peucezio

            “Cioè oggi se parli con un laureato ti dice che bisogna sostenere l’Ucraina a qualunque posto, mentre se parli col barista ti dirà che è meglio stare attenti, perché la Russia ha le bombe atomiche.”

            Ci credo, infatti il Noi Surreale è strettamente legato al grado di astrazione e quindi di alfabetizzazione.

            Dove non ti seguo è nel confondere il laureato medio (magari in materie umanistiche, magari precario di lungo corso, che campa di bandi e di concorsi) con chi prende le decisioni, cioè con il ceto dirigente reale.

            Certo, è probabile che l’analista dei servizi segreti italiani sia più lucido di quello statunitense, che magari ha delle follie superomistiche alla Luttwak. Che effettivamente è uno psicopatico. Ma che deve convincere poi i quadri dell’esercito, i fondi di investimento, i comitati elettorali dei politici… Deve convincere loro che si tratta di un buon investimento.

            • Peucezio scrive:

              Beh, ma i decisori dove vengono pescati? Mica fra i tamarri di periferia che se va bene hanno preso il diploma di istituto tecnico.

              Il punto è che si è creduto di liquidare la borghesia come entità sociologica, invece la borghesia è un po’ cambiata, ma c’è ancora ed è ancora una categoria sociologica dal forte potere descrittivo ed esplicativo.

  25. Roberto scrive:

    Rileggendo tutto, Peucezio, io credo che alla fin fine, facendo la tara alle esagerazioni che credo non piacciano a nessuno (ripeto, è ridicolo non andare a sentire un concerto perché suonano un compositore russo) ci riduciamo al principio di realtà, solo che non siamo minimamente d’accordo sulla realtà.

    Io trovo che l’invasione dell’Ucraina sia una invasione imperialista senza nessuna ragione plausibile e quindi non mi scandalizzo se come tale viene trattata

    Tu trovi che la Russia abbia delle giustificazioni ad invadere l’ucraina e quindi come logica conseguenza ti ribelli al fatto che venga stigmatizzata

    Se ci pensi sono due posizioni speculari e coerenti, che partono da una lettura diversa dalla realtà

    • Peucezio scrive:

      Roberto,
      “Tu trovi che la Russia abbia delle giustificazioni ad invadere l’ucraina e quindi come logica conseguenza ti ribelli al fatto che venga stigmatizzata”

      Questo è del tutto irrilevante.
      Se anche pensassi che l’invasione dell’Ucraina non avesse nessuna giustificazione da nessun punto di vista, troverei abnorme l’entità del nostro coinvolgimento retorico e pratico.
      Temo che tu proprio non abbia capito l’essenza del mio discorso.

      Io sono filorusso, e va bene, questa è una mia posizione persnale.
      Ma ciò che trovo lunare non è il fatto che altri non lo siano o che siano filo-ucraini, ma quest’intromissione pesantissima e completamente da una parte in una questione che non ci riguarda lontanamente.

      O, meglio, trovo lunare il fatto che dei servi, in nome della sottomissione al paese egemone, diventino ancora più zelanti di chi gli tiene gli stivali sulla testa, facendo propria la causa del loro servilismo con una passione e una foga fanatica.
      Perché è esattamente questo che sta accadendo in Europa.

      Infatti non trovo NULLA di strano nel fatto che gli Stati Uniti appoggino l’Ucraina: è normale politica imperiale. Al massimo possono aver sbagliato strategia mettendosela contro e regalandola alla Cina, nemico molto più serio e potente. Ma che un impero faccia il suo interesse geopolitico e persegua la sua egemonia anche lontano dal suo territorio è del tutto normale. Non sarà morale (e per me non lo è), ma la politica non è morale, si basa sull’interesse.

      L’anomalia è l’Europa.

      • PinoMamet scrive:

        “Ma ciò che trovo lunare non è il fatto che altri non lo siano o che siano filo-ucraini, ma quest’intromissione pesantissima e completamente da una parte in una questione che non ci riguarda lontanamente.”

        OMDAP.

        Devo dire anzi che è esattamente questo atteggiamento da parte dei media italiani che mi ha raffreddato (da subito e direi definitivamente) nei confronti della causa ucraina- che per quanto mi riguarda partiva già male
        (non puoi fare la vittima se hai passato gli ultimi anni a fare il bullo… )

        Al netto di tutte le considerazioni di diritto internazionale, cioè, che poi sono le uniche che l’Ucraina può vantare (“la Russia ha invaso i nostri confini”).

        C’è anche dell’altro, ma riguarda l’Ucraina e non l’Italia e non è la sede.

        Mi pare che per l’Ucraina ci sia lo stesso scollamento tra opinione pubblica “obbligatoria” e simpatie (o indifferenze) della massa degli italiani che c’è con Israele/Palestina…

        • Francesco scrive:

          Pino

          molto in breve, credevo che le lamentele sul non voler morire per Danzica avessero spazzato via per sempre questa voluta miopia.

          io la trovo molto più folle di quanto Peucezio trovi l’ostilità contro il nostro grande fornitore di gas.

          e lo dico a prescindere da un discorso etico ma parlando solo di brutali interessi italiani.

          vedo però che mi sbagliavo completamente!

          Ciao

          • Peucezio scrive:

            Infatti noi dalla II Guerra Mondiale abbiamo tratto enormi vantaggi.

            Sono ottant’anni che abbiamo perso e ci raccontiamo che abbiamo vinto e ci siamo liberati non si capisce da chi.

            • Ros scrive:

              “Per la pace perpetua”
              Immanuel Kant

              https://1.bp.blogspot.com/-Rf6yJFF9GFg/XPt2P_hHU2I/AAAAAAAAStk/dPnKn5YCpTEiP8Sd3j3RdKTD9VY_6ILIgCLcBGAs/s1600/Zingara-addormentata-quadro-di-Henri-Rousseau-1897.jpg

              “I cannoni hanno da poco cessato di tuonare in Europa quando Kant pubblica il saggio Per la pace perpetua, scritto all’indomani del Trattato di Basilea che, nella primavera del 1795,
              ha posto fine alla guerra tra la Francia rivoluzionaria e la Prussia di Federico Guglielmo II°.

              Da profondo conoscitore delle teorie di Hobbes sull’homo homini lupus e di Lutero sul male radicale connaturato all’uomo a causa del peccato originale, Kant sa che gli individui e gli stati sono preda di istinti aggressivi:

              la guerra è la condizione naturale dell’umanità, mentre la pace è un dovere morale, un compito da perseguire.

              Il passaggio dalla guerra di tutti contro tutti a una pace universale e duratura non è però utopia;
              coincide col cammino dallo stato di natura, dove a governare è la forza bruta, allo stato di diritto, in cui legislatrice è la ragione.

              Pervaso dagli ideali dell’illuminismo e dallo spirito della rivoluzione dell’89, il manifesto di Kant conserva intatte dopo due secoli la forza di un imperativo etico e l’audacia di un appello a costruire un mondo in cui la politica si inchini al diritto e i popoli convivano pacificamente in nome dell’«ospitalità universale»…”

              “…Gli eserciti permanenti
              (miles perpetuus)
              devono col tempo del tutto cessare.

              Essendo la guerra l’unica finalità di questi eserciti, essi istigano alla guerra.

              Inoltre un esercito permanente comporta una spesa economica rilevante e spesso l’unica soluzione che uno stato ha per liberarsi da questo peso economico è fare guerra.

              Non si devono fare debiti pubblici in relazione a conflitti esterni dello Stato.

              La guerra è una spesa e non un investimento, indebitarsi per fare guerra risulta una doppia spesa a cui, in caso di esito negativo, uno stato non può fare fronte.

              Nessuno Stato in guerra con un altro deve permettersi ostilità tali da rendere impossibile la fiducia reciproca nella pace futura:

              come l’impiego di sicari (percussores), di avvelenatori (venefici), l’infrazione della resa, l’istigazione al tradimento (perduellio) nello stato con cui si è in guerra etc.

              Anche durante una guerra deve rimanere fiducia nella disposizione d’animo del nemico…”

              https://it.wikipedia.org/wiki/Per_la_pace_perpetua

              • Ros scrive:

                …Gli eserciti permanenti
                (miles perpetuus)
                devono col tempo del tutto cessare.

                Essendo la guerra l’unica finalità di questi eserciti, essi istigano alla guerra…”

                Come?

                Come far sì che le nazioni tutte facciano cartello per dismettere tutti gli eserciti?

                Un unico esercito mondiale?
                Per mantenere l’ordine e le regole stabilite?

                Gestito da chi?
                Come a tipo l’ONU NATO?

                Anche metticaso dovessero invaderci i marziani di Tim Burton 🦂

                Brutta storia dove la pigli pigli…🤔😒

                Ma però poi pare che quand’è l’ora le cose si appostano da se sole, tante volte😊

                Tutto pare difficile e impossibile prima che poi diventa facile che non si è capito come ha fatto a diventarlo😌

              • Ros scrive:

                “…quand’è l’ora le cose si appostano da se sole…”

                poi si rispasciano☹️

                Ma è giusto così!
                Massi’ forse era giusto così

                Mett un Vivo dei corsi e ricorsi..

              • Ros scrive:

                Metti un Giambattista Vico
                delle corse e rincorse moscacieca e altri giochi da Bimbini stultiferi – Das Narrenschiff – con la coazione a ripetere di Sebastian Brant:

                “…«Perché si vede sorgere d’un tratto la sagoma della nave dei folli, e il suo equipaggio insensato che invade i paesaggi più familiari?

                Perché, dalla vecchia alleanza dell’acqua con la follia, è nata un giorno, e proprio quel giorno, questa barca?”

                “Al di là del principio del piacere” ( Opere vol. IX° Bollati Boringhieri, 1977).

                https://www.pdlab.it/it/riflessioni-sulla-coazione-a-ripetere

                …era che mi volevo scrivere;
                mannaggia a li pescetti del correttore di Stukaz!
                Junkers Ju 87, Sturzkampfflugzeug

            • Francesco scrive:

              Si capisce benissimo, solo che a te proprio l’idea non piace!

              😀

              PS sui vantaggi, in termini di libertà e di prosperità, non mi dilungo neppure.

          • PinoMamet scrive:

            Insomma Francesco per te nom bisogna solo dire che l’Ucraina “ha ragione “, bisogna anche trovarla simpatica…

            • Francesco scrive:

              Conosco due ucraini simpatici: Andry Shevcenko e Sasha Volkov.

              La cosa non ha nessun influsso su quello che penso di questa guerra e delle conseguenze della probabile vittoria russa.

              Per la cronaca, più la conosco e meno mi è simpatica la Polonia del 1939. Ma che importanza ha?

              PS in generale, credo ha l’Unione Europea dovrebbe imporre standard molto alti di rispetto delle minoranze etniche, ai membri attuali e a quelli che desiderano entrare. E che abbia fatto molto male in questo campo fin dal 1989.

              Ciao

            • PinoMamet scrive:

              Scusami Francesco parliamo e non ci capiamo.

              Possibile che non riesci a tenere distinti i piani??

              L’Ucraina, lo ripeto per l’ennesima volta, “ha ragione ” per il diritto internazionale.
              Punto.

              Detto questo, sarò padrone di trovarla antipatica??

              • Francesco scrive:

                Sì e, come credevo di avere scritto, anche a me sta abbastanza sulle palle. I politici poi, che ad ascoltarli sembra di sentire quelli russi!

                Ma questo non cambia mica quello che penso sia la cosa migliore da fare.

                Ciao

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Francesco

            “Danzica”

            Danzica, notoriamente, era minacciata dall’inventore del nazismo.

            Ora, se Putin è il nuovo Hitler, la nuova minaccia per l’Europa, allora ci hanno raccontato un sacco di frottole quando ci dicevano – e guai a contestarlo! – che Mosca stava finendo i missili e che i suoi soldati combattevano con le pale.

            Oppure quelli che ci dicevano così avevano ragione, le sanzioni hanno funzionato, Mosca è alla frutta, e allora le frottole ce le raccontano adesso quando ci dicono che Putin è il nuovo Hitler e che bisogna morire per Zelensky.

            L’unico modo per risolvere questa contraddizione – come tutte le contraddizioni – è rovesciare la prospettiva: Kiev non è minacciata dal nuovo nazismo, Kiev è minacciata da chi si difende dal nazismo. In tal caso, a noi sia ieri sia oggi raccontano solo ed esclusivamente delle gran frottole, ieri di un tipo (soldati Russi che combattono con le pale) e oggi del tipo opposto (Putin nuovo Godzilla che minaccia il mondo). Il che spiega la totale intolleranza, oggi come ieri, verso chiunque cercava di far notare che erano, appunto, frottole.

            La mia narrazione è arbitraria quanto la tua? Può ben darsi.

            Ma la mia è libera da contraddizioni interne. La tua, no.

            Le bugie hanno le gambe corte, Francesco.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              Ehm, no, la tua narrazione è una sequela di cazzate e di facili gol contro i più scalcagnati propagandisti anti-Putin.

              Scommetto che avresti potuto scrivere le stesse cose nel 1945 contro Sovietici e Alleati, con lo stesso tasso di correttezza: la mamma dei cretini è sempre prolifica.

              Quello che non capisco è il clamoroso non sequitur tra “Putin ha ancora munizioni e soldati, le sanzioni non lo hanno fermato” e “Allora Putin ha ragione”.

              Ecco questo davvero non mi sembra un ragionamento.

              Sul fatto che Putin debba e possa essere affrontato sul campo ho già scritto più volte, anche se mi ignori.

              Non è un invincibile Galactus, non è un ridicolo Mussolini. C’è molto spazio tra i due.

              “Le bugie hanno le gambe corte” anche secondo me.

              Ciao

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “fermato”

                Non mi sono spiegato.

                Non sono io che stabilisco il non sequitur. Sono quelli che ci hanno imposto di applicare queste sanzioni cretine che:

                -o hanno sbagliato a imporci di applicare le sanzioni che non hanno fermato il nuovo Hitler e noi adesso grazie a quelle sanzioni ci ritroviamo a doverci riarmare in fretta e furia col metano (che manda avanti le centrali che danno l’elettricità alle industrie utili al riarmo) molto più difficile da trovare;

                -o hanno avuto ragione a imporci di applicare le sanzioni che hanno indebolito Putin allora Putin non è il pericolo che adesso ci raccontano.

                Nel primo caso ci hanno indebolito quando dovevamo pensare a rafforzarci, nel secondo ci spingono a una guerra contro un nemico che non c’è.

                In entrambi sono da fucilare nella schiena.

                E personalmente la gente che andrebbe fucilata nella schiena non la considero attendibile. Tanto più quanto ogni opinione contraria la censurano rabbiosamente.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Grazie per i momenti comici che regali a piene mani!

                Che le sanzioni abbiano funzionato molto meno bene del previsto (e del raccontato) è verissimo.

                Ma dato che la popolazione europea è pronta a tutto tranne che alla guerra, e Putin è incapace di tutto tranne che della guerra, sono state un buon inizio.

                L’Europa è ora praticamente libera dalla Russia, a basso prezzo (l’energia non costa quello che voi putiniani avete proclamato) e può prendere le sue decisioni.

                Potrebbe, non lo fa per demerito suo.

                Ma in generale la tua falsa dicotomia è un vero toccasana, dopo aver subito la melma pacifista.

                Sulla fucilazione, come ci capita spesso, siamo d’accordo sul metodo e sull’accusa ma non sulle vittime!

                😀

  26. Roberto scrive:

    (Sto sorvolando urumqi!)

  27. PinoMamet scrive:

    “E perché? Cosa te ne frega se una diventa ricca sul nulla?”

    rispondo qui a Roberto (che in realtà parla a Paniscus)

    Non me ne frega se una diventa ricca dal nulla.
    Me ne frega se uno diventa ricca sul nulla.

    C’è la differenza che passa tra un bravo imprenditore e un truffatore.

    E non parlo dei pandori: l’operazione-Ferragni sarebbe stata sostanzialmente una truffa anche senza il caso dei pandori.

    Si tratta in fondo dello sputtanamento ultimo della tendenze peggiori dell’industria della moda.

    La moda, nel suo aspetto migliore, è ricerca, studio, innovazione, non solo delle forme, ma anche della praticità, vestibilità, materiali…
    (ho un’amica che ci lavora, è il suo settore- è laureata in lettere…)
    E c’è dietro anche un aspetto ideologico, ovviamente.

    nel suo aspetto deteriore, è “ho un marchio che vende, lo scrivo a lettere cubitali su una maglietta fatta in Indonesia e la metto in vendita a 300 euro”.

    Lo abbiamo avuto anche nel mio capoluogo, e ci hanno provato in tanti: “non ho nemmeno un marchio famoso, ma ho abbastanza denaro per farlo scrivere a lettere cubitali su 10.000 magliette e un paio di amici famosi che mi fanno da testimonial, e il marchio venderà… almeno per una stagione.”

    La Ferragni non è nemmeno questo: non aveva nemmeno un marchio, nè l’intenzione di comprare 100.000 magliette indonesiane e venderle, né la capacità di farlo, di ricerca e studio non parliamone nemmeno…
    non è una stilista, non è una designer, non era, agli inizi, nemmeno testimonial: era testimonial di sé stessa.

    Era solo una ragazza magra e bionda di provincia con enorme faccia tosta. Ha messo sul mercato sé stessa, affidando la sua immagine a degli studi di comunicazione: nemmeno questa, cioè, è una sua idea.

    Va bene tutto, ma non capisco perché trovarla anche simpatica.

    • PinoMamet scrive:

      Se poi qualcuno riesce a fare questo e “restare umile”, come si suol dire, potrebbe anche andare.
      Non era sicuramente il caso della Ferragni, che l’umiltà non sa neanche dove sta di casa e che ha impostato tutte le sue apparizioni sul culto di sé stessa.

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