Esistono Guerre Giuste e Guerre Sbagliate.
Come abbiamo detto, le prime sono quelle in cui ci si dà la zappa sui piedi da soli, le seconde sono quelle in cui la zappa la si dà sui piedi degli altri.
Però esiste anche un terzo tipo di guerra, la Guerra Buona, al singolare, e per capire perché deve essere singolare, bisogna farsi un giretto dentro la mente umana.
Tutti sono d’accordo che le Guerre sono Male e la Pace è Bene.
Il giorno in cui accese la più famosa guerra di tutti i tempi, il cancelliere tedesco, Adolf Hitler, disse:
“Ho anche cercato di risolvere il problema di Danzica, del Corridoio, ecc. proponendo una discussione pacifica… Nei miei colloqui con gli statisti polacchi ho discusso le idee che conoscete… non c’è nulla di più modesto e leale di queste proposte… Queste proposte sono state rifiutate.
Non solo si è risposto prima con la mobilitazione, ma con l’aumento del terrore e delle pressioni contro i nostri compatrioti tedeschi… La Polonia non era disposta a risolvere la questione del Corridoio in modo ragionevole… Ho fatto un ultimo sforzo per accettare una proposta di mediazione… Se il Governo tedesco e la sua Guida sopportassero pazientemente un simile trattamento la Germania meriterebbe solo di scomparire dalla scena politica. Ma mi si giudica a torto se il mio amore per la pace e la mia pazienza vengono scambiati per debolezza o addirittura per viltà.”
A questo punto, al paziente Adolf Hitler, amante della pace, non rimase altra scelta che lanciarsi nella Guerra Giusta.
La cosa carina è che Adolf Hitler ha usato quasi le stesse parole che aveva usato il socialista inglese Herbert G. Wells, nel 1914, nel suo libro, The War to End War, un titolo che da solo dice tutto quello che stiamo cercando di dire qui:
“Fu il nostro trattato con il Belgio e l’improvviso oltraggio al Lussemburgo che ci hanno precipitati in questo conclitto. Nessuna Potenza al mondo avrebbe più rispettato la nostra Bandiera o accettato la nostra parola nazionale d’onore se non avessimo combattuto”.
Nel 1914, il Lussemburgo aveva circa 260 mila abitanti, nella Prima guerra mondiale scatenata, almeno secondo Wells per difenderne l’onore, sono morti ammazzati in circa 40 milioni. Però la Bandiera con la maiuscola se l’è cavata, in effetti…
George Bush, qualche decennio dopo Wells e Hitler, ordinò l’attacco all’Iraq con queste parole:
“Concittadini, i pericoli per il nostro Paese e per il mondo saranno superati. Supereremo questo momento di pericolo e porteremo avanti l’opera di pace. Difenderemo la nostra libertà. Porteremo la libertà agli altri e prevarremo.
Che Dio benedica il nostro Paese e tutti coloro che lo difendono.”
Insomma, la Guerra è Male, e su questo sono d’accordo Hitler, Wells, Bush, Biden, la Meloni, Putin e l’Isis.
Ma proprio perché Loro vogliono la guerra, cioè il Male, la Nostra guerra è il Bene perché difende la Pace.
Siccome tutte le guerre ai tempi nostri sono sempre condotte da tutte le parti per farla finita con le guerre, ne conseguono due cose.
Che ogni singola guerra è buona.
E quindi, chi è contro la guerra, chiamiamolo il Disertore, è sempre cattivo.
E’ un vigliacco, innanzitutto, come quello che sente una donna che urla “aiuto” e si tappa le orecchie.
Poi sta pugnalando alle spalle i Buoni che stanno facendo la Guerra perché amano la Pace.
Se uno indebolisce il fronte dei Buoni, rafforza automaticamente il fronte dei Cattivi: quindi è un Cattivo Attivo, un agente nemico.
Gli unici posti dove diverse etnie e religioni possono convivere sono le federazioni o gli imperi.
Se capita dovremmo cercare di realizzare un’unico impero-federale della terra (come nei libri di fantascienza) 😎
allora la – forse – finiremmo con le guerre😀
Però poi capace che arrivano gli ufi incazzosi di “Mars Attacks!” da Tim Burton😁
Miguel: “…chi è contro la guerra, chiamiamolo il Disertore, è sempre cattivo……”
I soldati (non di leva e esaltati dalla propaganda ma di professione ed esperienza)
sarebbero sempre contro la guerra, contro il fatto di doverla combattere loro e scompigliarsi i capelli almeno.
I traditori son mica quelli che ne sono coprotagonisti?
@ Ros
“imperi”
Ancora nel 1965, nel suo “Il mondo attuale”, Peter George discuteva questa prospettiva. Ammetteva che un impero universale fosse possibile, ma diceva che nessun impero universale (o aspirante a tale condizione) e’ mai stato stabile a lungo rispetto alle lotte intestine.
Ciao!
Andrea Di Vita
Andrea Di Vita; “…nessun impero universale (o aspirante a tale condizione) e’ mai stato stabile a lungo rispetto alle lotte intestine:..
Quello ottomano è durato secoli pur se da malato.
Le lotte intestine si risolvono:
e con un certo grado di autonomia;
e con l’instaurarsi di una simbologia al di sopra delle rispettive fedi che accomuni tutti.
Se non si potrebbe fare si può provare e aggiustacchiare qua e la strada facendo.
Però rimango certo che arriverebbero i marziani👽
e sarebbero utilissimi a cementare la federazione terrestre
– con l’inperatore simbolico o il presidente universale – che si sa😉
si finisce di liticare in famiglia quando i vicini rompono i maroni.
Un nemico ci vuole come il pane
Extraterrestri o meglio ancora gli Infra-terrestri.
🦉🐛🐞🦗🕸🦠🦠🦠🦠🐝🐋🐠🦎🐢
https://www.resilience.org/stories/2024-03-21/why-artificial-intelligence-must-be-stopped-now/
In pratica, è chiaro che il motivo principale
che potrebbe scatenare una guerra tra usa e cina, sono i chip.
Perché il chip è direttamente correlato all’intelligenza artificiale.
Ma l’IA è l’entità più pericolosa che ci sia al mondo.
È una scatola chiusa che potrebbe generare delle mostruosità, ad esempio in campo genetico, senza che nessuno abbia la minima idea di quello che succede nella sua “testa”. E non possiede nessuna forma di empatia o di senso morale. Va ben che anche gli uomini….
Furby, ti posso cambiare il nome?
Tipo Furbii?
🦉tu cretino.
@ fuzzii
“AI”
L’articolo lo conoscevo, e l’autore fao stesso autore dei luddisti di tre secoli fa.
Quando parla dei Cinesi che abortirono il progresso tecnologico e le esplorazioni geografiche, omette di dire che fu proprio così che gli Europei superarono la Cina e le imposero i Trattati Ineguali e l’oppio.
Tant’è vero che Giappone prima e Cina poi hanno ricuperato il terreno perduto rinunciando esattamente a quel rifiuto della modernità che l’autore invoca.
A meno di un inesistente (ahimè) governo mondiale, la proposta dell’articolo di un rifiuto netto e collettivo dell’AI è da libro dei sogni.
Né mi stupisce che la primissima applicazione di un AI sufficientemente potente sia quella militare. Come ho già ripetutamente scritto in questa sede, pochi sono i progressi tecnologici che non hanno avuto inizialmente una motivazione anche militare.
Viene subito in mente “Modello Due” (“Second Variety”) di Philip Dick. Ma anche “L’ultima battaglia” (“The Battle”) di Robert Sheckley.
Ciao!
Andrea Di Vita
Come dice Kriss de Decker
https://www.krisdedecker.org/
Da tempo abbiamo inventato ogni tecnologia di cui abbiamo bisogno.
La tecnologia è diventato un problema invece che una soluzione.
Bisogna innovare in modi diversi. Innovazione sociale, istituzionale, innovazione economica.
Però senza una sfera di cristallo per vedere nel futuro, non si può affermare niente con certezza.
Io però propendo per le basse tecnologie, perché sono meno energivore e più democratiche
dell’hi tech.
E poi per un macchinario a pedali o qualcosa del genere, nessuno è interessato a far scoppiare una guerra mondiale
@ Fuzzii
“Da tempo abbiamo inventato ogni tecnologia di cui abbiamo bisogno.”
Di cui avevano bisogno i contadini di cui parla De Decker nel sito
https://solar.lowtechmagazine.com/2015/02/restoring-the-old-way-of-warming-heating-people-not-places/
forse, posto che avessero legna da bruciare e non morissero di
stenti per altri motivi. Quando l’umanità arrivava a poco più di un miliardo di individui.
Ora per quello che propone De Decker siamo fuori tempo massimo da un pezzo.
Come Macbeth, l’essere umano può ben dire ‘mi sono inoltrato nel sangue fino a tal punto che, se non dovessi spingermi oltre a guado, il tornare indietro mi sarebbe tanto pericoloso quanto l’andare avanti’.
O soffocherà nei suoi rifiuti, o inquinerà le stelle.
(O magari lo faranno i suoi eredi artificiali. In fondo, le creature hanno l’abitudine di essere a immagi e e somiglianza del loro creatore).
Ciao!
Andrea Di Vita
Non vedo come tutti possiamo prenderci su dall’oggi al domani e andare su Marte.
Ci andrà magari qualche colonizzatore umano (non credo) o robotico.
Per il resto che resta a terra il destino sarà appunto quello di soffocare nei propri rifiuti o eventualmente di esaurire tutte le risorse ecologiche che garantiscono la sopravvivenza umana.
Il punto è: in quanto tempo?
Allo stato attuale abbiamo un bonus di pochi decenni.
Il riscaldamento è la cosa più semplice che ci sia. Una stufa e una singola camera riscaldata.
Dato che in una casa ci sono normalmente 6 stanze e 2 corridoi, te la cavi con un ottavo di energia. Poi ogni grado in meno è un 10% in meno di energia per riscaldare.
Non vorrei dire, ma secondo me il vero problema non sono il caldo, il freddo o il cibo.
Guarderei più che altro alle guerre, ai cambiamenti climatici, alle epidemie o alle diseguaglianze estreme e cose del genere.
Per quanto riguarda il cibo, poco tempo fa proprio qui si parlava di agroecologia e di come l’agricoltura potrebbe produrre abbondantemente con un impiego minimo di mezzi e terreni.
C’è chi riesce a mettere a coltura persino le superfici a pascolo degradato.
https://www.resilience.org/stories/2023-08-03/farm-like-an-ecosystem/
È una botanica e biologa seria, mica una “raccontaballe”.
Sono queste le infrastrutture da creare. Alberi, prati, qualche animale domestico o selvatico.
Poi vai avanti un milione di anni
e se arriva un meteorite, amen.
@ Ros
“marziani”
Tu hai letto il fumetto Italiano “Orfani”, allora.
Nel quale l’unità del potere terrestre viene realizzata per la vendetta contro un comune nemico che ha semidistrutto l’Europa.
Non sciuperò la sorpresa a chi non l’ha letto rivelandone il finale.
Ciao!
Andrea Di Vita
Beh, posso citare anche Watchmen?
per evitare la terza guerra mondiale, il supergenio dei buoni (!) realizza un attacco devastante su numerose capitali con moltissime vittime
nel fumetto fa ricadere la colpa su misteriosi alieni, di cui fa trovare i resti costruiti all’uopo. con un colpo di genio, nel film la colpa cade sul più potente dei supereroi, un uomo dotato di poteri quasi divini – che già di suo stava pensando di andarsene.
in entrambi i casi il mondo si salva dal conflitto nucleare
Ciao
@ Francesco
“nucleare”
Ma è praticamente la trama di “A prova d’errore” (“Fail Safe”)! Il capolavoro di Sydney Lumet con Henry Fonda e lo Harry Langman futuro divo di Dallas!
Che ricordo meraviglioso.
Tu risvegli la parte filoStatunitense ben nascosta in me dall’infanzia… 😉 😉
Ciao!
Andrea Di Vita
ne ho visto una buona parte decenni fa!
allora facevano anche grandi film, in occidente
@ Francesco
“decenni fa”
E non solo “A prova d’errore” era tratto dallo stesso libro del “Dottor Stranamore”, anche se in chiave drammatica invece che comica… ma l’equivalente del Dottor Stranamore/Peter Sellers nel film con Fonda, che è interpretato magistralmente da Walter Matthau in una delle sue migliori interpretazioni drammatiche, si ispira allo stesso Dottor Kahn che ha ispirato Stranamore.
Kahn era uno scienziato della Rand Corporation, del cui libro ‘On Thermonuclear War’ vengono citati interi passaggi sia da Sellers sia da Matthau. E’ il personaggio realmente esistito che ha dato il nome al Kahn del secondo film della saga di Star Trek.
Della serie: i grandi film lasciano comunque il segno!
Ciao!
Andrea Di Vita
Ciao!
P.S. “A prova d’errore” e “Il Dottor Stranamore” formano un rarissimo esempio di due film che trattano praticamente la stessa storia in modi diversi. L’unico altro esempio che mi viene in mente è la coppia “Z La Formica”/”A Bug’s Life”.
no c’era anche la coppia di film catastrofici
uno con la bonazza e la musica rock, l’altro serio
li ho apprezzati entrambi
Armageddon il primo ma il secondo?
boh
@Andrea: “…@ Ros
“marziani” Tu hai letto il fumetto Italiano “Orfani”, allora…”
Ehm, no😳 è di Bonelli.
“…Recchioni ha più volte dichiarato come il lavoro suo e di Mammucari sia più che altro influenzato, sia nella trama che nella resa grafica di personaggi, mezzi e armi, da più generici stereotipi e archetipi letterari e visivi opportunamente rivisitati …
quelli presenti nell’opera siano soprattutto suggestioni, rimandi, immaginario collettivo, archetipi, cose che si affastellano una sulle altre e che si influenzano a vicenda…”
sembrerebbero volere essere Archetipi (ὰρχέτυπος)
risalenti ai tempi dei padri dei padri dei padri dei nostri padri.
Matrici di un concetto, storia, trama, ordito, cammino in vita.
Arché: principio originario, e Typos: modello
https://www.academia.edu/6802218/Tra_evoluzione_e_morfologia_Ernst_Haeckel_e_le_forme_artistiche_della_natura
entità metàfisiche e metà tisiche sussistentemente trascendenti.
https://www.renegadetribune.com/wp-content/uploads/2018/08/tumblr_nhqf1wtbVy1t3i99fo6_1280.jpg
Oxsyrhynche Ὀξυρρύγχου Πόλις *
e poi i corindoni a sangue di piccione: AL 2 O 3;
e schifezzuole di meduse affascinanti fini affini.
Le forme e le idee che ti stanno, dice, nell’Iperuranio trascendentale Regno e Segreto Giardino dell’ Anima (dell’Inconscio collettivo junghiano?) a Flowersland che
– svegliatevi bambine, che passa l’arrotino! –
oggi è l’Equinozio di Primavera🌼🌼🌼
Anywhere out of the world, quindi, che sarebbero – suppergiù – sempre le stesse da moltiplicati millenni😀 e ancora ci conducono per la collottola – come quando e chissà poi perché –
da assai prima della Genesi di Gilgamesh e Teogonia bisarcavola d’Esiodo
*
“…Rimane dunque che col termine male si indica un’assenza di bene
(absentia boni).
Il male non è un ente, mentre il bene è un ente.
“Tutto ciò che agisce agisce per un bene”:
Ora, la cosa cui un essere tende in maniera determinata bisogna che sia conveniente (conveniens) per esso:
poiché non vi tenderebbe se con esso non avesse tale rapporto.
Ma ciò che gli conviene è per un essere il suo bene.
Quindi ogni agente agisce per un bene (Quod autem conveniens est alicui est illi bonum. Ergo оmnе agens agit propter bonum)”
Tommaso D’Aquino.
“…chi ha creato il caldo è responsabile anche del freddo (o bonitas inferiorum)…” Agostino.
“…Rabbi Joseph spiegò:
“Che cosa significa il verso (Esodo): ‘Nessuno di voi uscirà dalla porta della sua casa fino al mattino?
Una volta che il distruttore ha mano libera, egli non distingue più tra il buono e il cattivo.
Anzi, comincia addirittura dal giusto. Dice il midrāsh su Esodo.
“Se per un momento io venissi in mezzo a te, ti sterminerei”: “Così parlò Yahwèh.
Simboli e i mitologemi del pesce:
ἰχθύς: ichthyos ouraniou theion genos.
Ossirinca piscicula haeckeliana trifida.
Oannes “prope flexum lini piscium”
Oxyrrhynchoupolis Ὀξυρρύγχου Πόλις : città del pesce dal muso aguzzo.
al dì Al-Bahnasa.
Per -Medjed: pesce elefante del Nilo venerato come il pesce che mangiava il pene di Osiride Giona e Geppetto.
“Est in mari piscis rotundus, ossibus et corticibus carens, et habet in se pinguedinem, mirificam virtutem, quae si lento igne coquatur, donec eius pinguedo et humor prorsus recedit… et quousque lucescat, aqua maris imbuatur” (Allegoriae super librum Turbae, in Artis auriferae).
Questo piscis rotundus non è affatto un pesce, bensì un mollusco piscis-pisciculus, il lucescat-candescat.
liscius senza ossa ne squame (cruribus)
Lucente d’immenso IMMONDO!
(?😲)
stella marina, pulmo marinus tornando a Haeckel 😉
Nicolas Caussin dice, ha in sé un calore tale che non solo abbrucia tutto ciò che tocca, ma in questo modo assimila subito anche il suo alimento.
Esso “Il pesce stella” rappresenta quindi la veri amoris vis inextinguibilis.
L’efficacia della divina gratia de profundo levatus.
Chiaro, No?😀
Tout se tient 😎
Per Ros
““…Rabbi Joseph spiegò:
“Che cosa significa il verso (Esodo): ‘Nessuno di voi uscirà dalla porta della sua casa fino al mattino?
Una volta che il distruttore ha mano libera, egli non distingue più tra il buono e il cattivo.
Anzi, comincia addirittura dal giusto. Dice il midrāsh su Esodo.
“Se per un momento io venissi in mezzo a te, ti sterminerei”: “Così parlò Yahwèh.”
Stupendo!
E’ così.
x Miguel
grazie per la sempre opportuna riflessione sui buoni motivi per fare la guerra.
Mi resta sempre il dubbio se sia sempre e solo propaganda o ci sia del vero, a volte, nel distinguere tra i motivi che spingono gli uomini a combattere. I tuoi avi si liberarono degli inglesi, gli inglesi imposero l’oppio ai cinesi, i turchi si impossessarono di Santa Sofia …
Per Francesco
” I tuoi avi si liberarono degli inglesi, gli inglesi imposero l’oppio ai cinesi, i turchi si impossessarono di Santa Sofia …”
1) I miei avi protestanti si ribellarono all’imposizione da parte dell’Inghilterra di tasse e soprattutto del divieto di espandere e conquistare l’ovest, scacciandone gli abitanti autoctoni
2) Altri miei avi (in senso lato) erano gli irlandesi che formarono il Battaglione di San Patrizio per combattere a fianco dei messicani contro gli schiavisti texani
Per Francesco
“gli inglesi imposero l’oppio ai cinesi”
Assolutamente no!
Introdussero il libero commercio, tra un’offerta presente in India e una vastissima domanda presente in Cina.
Libero commercio contrastato da alcuni arretrati funzionari cinesi.
Ma non eri innamorato della Thatcher?
secondo me neppure lei ha mai difeso quelle guerre e quei trattati
c’è differenza tra un politico di spessore e un allegro intellettuale che si diverte a scandalizzare i benpensanti per vendere più libri
Al contrario Francé: la Thatcher difese a spada tratta quei trattati (ignoro cosa pensasse delle guerre dell’oppio, ma per certi commentatori britannici che ho letto, sono tutt’ora cosa buona e giusta, “tanto i cinesi conoscevano l’oppio da sempre “…)
Ovviamente, visto che riconosceva la validità dei trattati, dovette chinare il capo e rispettarli restituendo Hong Kong alla Cina, cosa che i soliti simpatici Britanni raccontano, non so con quale faccia tosta, come l’ennesimo trionfo della vecchia plebea.
Vero che la Cina promise (tanto chi ti controlla?) di mantenere a Hong Kong quei diritti democratici che, ricordiamolo, gli inglesi MAI concessero ai nativi.
Non è stata personalmente l’orribile vecchia a ridare Hong Kong, ma fu lei a trattare col governo cinese la restituzione.
scusa Pino ma tra l’oppressione britannica e quella cinese quand’è che i cinesi di HK si sono fatti un giro di democrazia abbastanza lungo da stare cercando di resistere ancora adesso?
forse non sei del tutto preciso
Direi un pochino negli anni ’80
“Although full universal suffrage was never granted by the British to its colony before the handover in 1997, some democratic reform began in 1984.”
https://en.wikipedia.org/wiki/Democracy_in_Hong_Kong
ma soprattutto, direi che tentando (perlopiù invano) di strappare qualche riforma democratica agli inglesi, si sono fatti le ossa per i cinesipopolari…
quindi ci sono guerre cattive e guerre buone, giusto?
:0
Per Francesco
“quindi ci sono guerre cattive e guerre buone, giusto?”
Non ho capito, perché?
1) I miei avi protestanti si ribellarono all’imposizione da parte dell’Inghilterra di tasse e soprattutto del divieto di espandere e conquistare l’ovest, scacciandone gli abitanti autoctoni
2) Altri miei avi (in senso lato) erano gli irlandesi che formarono il Battaglione di San Patrizio per combattere a fianco dei messicani contro gli schiavisti texani
1 è brutto, 2 è bello. oppure al solito non ti ho capito?
Per Francesco
1) americani si ribellano contro tasse ingiuste inglesi, americani si ribellano contro inglesi che vietano di rubare le terre agli indiani
2) texani si ribellano contro messicani, statunitensi invadono il Messico.
bello, brutto? Direi, bellico e basta.
“bellico e basta” non mi basta affatto: sai che sono un moralista! Una faccenda grossa e sanguinosa come la guerra esige un giudizio etico.
A costo di dover cambiare sistema di riferimento, intendo.
Ciao
Francesco
@ Francesco
“Una faccenda grossa e sanguinosa come la guerra esige un giudizio etico.”
Lo so che i Cristiani scatenarono le Crociate al grido di ‘Dio lo vuole’, ma… no!
«[Per Von Clausewitz] La guerra non è se non la continuazione del lavoro politico al quale si frammischiano altri mezzi (…) È forse altra cosa che una specie di scrittura o di linguaggio diverso per esprimere il pensiero politico? Questa lingua ha senza dubbio una propria grammatica, ma non una logica propria. In conseguenza, la guerra non può mai essere separata dal lavoro politico; e se, eventualmente, si vuol fare astrazione da esso nelle ponderazioni, tutti i fili dei rapporti vengono in certo modo rotti e ne esce una cosa priva di senso e di scopo».
https://www.mauriliobarozzi.net/post/la-guerra-secondo-von-clausewitz-27-2-2023
In altre parole, la guerra è una cosa che fa parte della politica.
“[Per Machiavelli] Coloro che si propongono di trasformare gli uomini in angeli o li considerano creature perdute, bisognose di essere guidate anche in politica da una religione che le porti al cielo, sono egualmente destinati a fallire oppure a ingannare. Il politico saggio sa che gli uomini di per sé non sono né buoni né cattivi, ma che per seguire il proprio vantaggio non esitano a essere ‘rei’.”
https://www.treccani.it/enciclopedia/niccolo-machiavelli_(Enciclopedia-dei-ragazzi)/
Quindi, la politica è ben distinta dall’etica.
Ne segue che la guerra NON esige un giudizio etico.
Ciao!
Andrea Di Vita
Per ADV
“Quindi, la politica è ben distinta dall’etica.
Ne segue che la guerra NON esige un giudizio etico.”
Forse non esattamente.
La guerra è un atto politico, certo. Una mossa sulla scacchiera, su cui giochiamo da molto prima che inventassero gli scacchi.
E’ una costante della storia umana.
Ma la mia adesione personale alla guerra è una scelta etica.
Quella del soldato che evita di tirare il grilletto sul campo di battaglia, nonostante stia combattendo per la Causa Giusta, nonostante rischi la fucilazione, nonostante il fatto che non gli faranno mai un monumento.
Classico errore da specialista, che si immagina esistano campi della vita non solo distinti ma anche indipendenti dal Vero.
Ti perdono ma ti ammonisco!
La Guerra, come la Politica, ha disperatamente bisogno dell’Etica.
Una Etica adeguata e non ingenua ma ferrea ed esigente.
Ciao!
@ Francesco
“Etica”
Questo è esattamente il tipo di pensiero magico (o, più semplicemente, di superstizione) che spingeva i nostri antenati a dipingere gli uri sulle pareti di Lascaux, i cronachisti medievali a identificare nei loro bestiari ogni animale con un vizio o una virtù e i gonzi di oggi a credere agli oroscopi.
Noi sappiamo, come ci ricorda Mondo, che l’Universo ruota intorno a noi sordo alle nostre proteste, cieco alle nostre virtù e indifferente ai nostri crimini.
E il fatto di credersi un’eccezione, qualcosa di diverso rispetto all’Universo, è il classico errore di prospettiva tolemaico.
La modernità, mi insegna Beniamino Placido, sta proprio nel riconoscere l’irriducibile diversità, l’ineliminabile distinzione fra le cose.
La politica (e la guerra nella politica) sta alla morale più o meno come la chimica sta alla fisica delle particelle: la scala cui si applicano è talmente diversa che è vano usare una per discutere dell’altra.
Ciao!
Andrea Di Vita
Beh, codesto tuo assioma mi vede contrario.
E non avendo neppure il sostegno di un Dio, non vedo perchè mai dovrei mutare opinione solo sulla base della tua convinzione!
Tra l’altro la superstizione è male anche perchè prescinde dall’Etica.
Se paghi la maga, avrai la pozione per fare quello che vuoi, Bene o Male che sia.
Ciao
“2 è bello”
Perché l’invasione usana del Messico sarebbe bella, scusa?
non fare lo scemo, parlavo dei volontari irlandesi al fianco dei messicani!
ma non ti annoi a fare il pirla metà abbondante del tempo?
Credevo stessimo parlando di guerre, non di individui che decidono di andare a combattere per guerre in corso. E no, la guerra non l’avevano iniziata i volontari irlandesi in Messico.
Ma vedi che non c’entra nulla? sto chiedendo se la partecipazione degli irlandesi alla difesa del Messico (un atto di guerra) sia da considerarsi una cosa buona.
Davvero, non capisco che gusto hai a fare confusione per farla.
@ Francesco
“assioma”
???
Un assioma è ciò che si ammette vero a prescindere dall’esperienza.
L’indipendenza di morale e politica è un dato dell’esperienza.
Che una cosa non ci piaccia non ne implica la falsità.
“la superstizione è male […] prescionde dall’Etica”
Se fosse per questo sarebbe male quasi tutto, a questo mondo. La superstizione è male perché, come dice Chesterton, ‘imbroglione non è chi entra nel mistero. Imbroglione è chi rifiuta di uscirne’. Nei secoli andati, almeno, la superstizione era scusabile con l’ignoranza.
Ciao!
Andrea Di Vita
>>> L’indipendenza di morale e politica è un dato dell’esperienza.
scusa? questo è esattamente un assioma, del tutto indimostrato a livello teorico quanto non provato dall’esperienza.
trattasi di frase buona per interminabili dibattiti post prandiali, non certo di un dato di fatto!
@ Francesco
“propaganda”
La prima che hai detto.
Von Clausewitz mi ricorda che ogni aggressione è sempre fatta con le migliori intenzioni dall’aggressore, che di solito ci crede sinceramente. (Meglio per lui che sia così, se non vuole trovarsi truppe demotivate alla prima difficoltà).
In particolare, poi, tutta questa faccenda dell’Ucraina e più in generale dei rapporti USA-Russia sembra essere stata descritta con incredibile acume e preveggenza dal solito Nietzsche:
http://www.conflittiestrategie.it/i-mezzi-giustificano-il-fine
“Non fare agli altri ciò che non vuoi che gli altri facciano a te. Ciò è considerato saggezza; è considerato prudenza, è considerato la base della morale, la “sentenza aurea”. John Stuart Mill (e chissà quanti inglesi) ci crede…Ma questa sentenza non resiste al minimo attacco. Il calcolo “non fare ciò che non deve essere fatto a te” vieta delle azioni a motivo delle loro conseguenze negative: il pensiero recondito è che un’azione venga sempre compensata. Ebbene: e se taluno, tenendo in mano il Principe di Machiavelli, dicesse: “sí devono compiere precisamente quelle azioni, perché gli altri non ci prevengano per togliere agli altri la possibilita’ di farle a noi”?”
Le ultime tre righe di Nietzsche sembrano prese di peso da un manuale di teoria dei giochi. Sono la base della ‘dottrina della massima deterrenza’ che sta alla base di ogni riarmo, nucleare incluso.
Ciao!
Andrea Di Vita
>>> Von Clausewitz mi ricorda che ogni aggressione è sempre fatta con le migliori intenzioni dall’aggressore, che di solito ci crede sinceramente.
Mi permetto di dissentire. Oppure di chiedere cosa sono le migliori intenzioni: gli USA che liberano gli iracheni da Saddam o gli Unni che liberano l’impero romano dei suoi beni?
Grazie
Gli Unni che cavallerescamente vanno a salvare la povera Onoria dalle grinfie del suo tirannico fratello?
@ Francesco
“cosa sono le migliori intenzioni”
Questo ovviamente lo devi chiedere all’aggressore.
Come diceva nel 1937 il ministro della Difesa di Jedesland nel 1937 (parlando, senza mai nominarli, della politica del confinante stato di Andersland)
“The intentions of our country are entirely pacific. We have given ample evidence of this by the treaties which we have recently concluded with our neighbors. Yet, when we consider the state of unrest in the world at large and the menaces by which we are surrounded, we should be failing in our duty as a Government if we did
not take adequate steps to increase the defenses of our beloved land”.
(A. Rapoport, “L.F. Richardson’s Mathematical Theory of War”, J. Conflict Resolution, I, 3 (1957))
E naturalmente la miglior difesa sovente è l’attacco. (Almeno non quando gioca la Nazionale 🙂 ).
Ciao!
Andrea Di Vita
OK, questo è pacifico. Ma le migliori intenzioni sono a proprio vantaggio (mi prendo il Texas e la California che sono tanti belli) o mirano al Bene superiore?
Sennò non se ne esce.
Per il Texas stavano venendo in soccorso a dei poveri schiavist… uomini liberi stanchi dell’oppressione messicana e che volevano essere indipendenti per poi ricongiungersi con gli USA.
Ma questa è la verità o la propaganda?
E se fosse un misto?
Ma Mauricius, è chiaro:
se si dice male degli USA è propaganda, se si dice bene è verità 😉
Ora faccio il trollo russo😎🥴
coi superpoteri per spostare la percezione e la votazione demofrascica
et conquistare tutto il mondo come ascaro sprezzolato
https://youtube.com/shorts/pzxZ1iuO3M0?si=j_tbGY6OFxFlS0Rj
https://youtube.com/shorts/cE0D-oHzQGw?si=E290Pk_V6iuWVRpW
https://youtube.com/shorts/oKqDMYTmxvk?si=lPM8D0rJkzpRAmvK
Che goduria fare il vilain cinico e ribaldo😁🦂
(putiniana et similia)
Putin ha ottenuto in questi giorni una grane vittoria politica in Europa orientale e al contempo rischia una seria sconfitta politica in zona “sua”, nel Caucaso meridionale;
1.la grande vittoria sta nell’elezione a presidente slovacco di un uomo di Putin, Peter Pellegrini (che naturalmente, con un cognome del genere è italiano, retaggio asburgico :D)
2.la possibile grande sconfitta, e ciò si evince dal nervosismo del Cremlino, sta nella dura nota russa del 5 aprile in cui si minaccia apertamente l’Armenia: è noto che Nikol Pashinyan, un democratico vero, rendendosi conto che i russi non possono dare nulla all’Armenia come si è purtroppo visto nel 2020 e 2023, vorrebbe fare una “rivoluzione copernicana” in politica estera e puntare all’avvicinamento con la UE..”condicio sine qua non” sarebbe l’uscita dell’Armenia dalla OKDB (organizzazione del trattato di sicurezza collettiva), dall’unione eurasiatica e in prospettiva la chiusura delle basi militari russe e l’uscita dalla stessa CSI; Putin cercherà quindi, fra l’indifferenza dell’Occidente, di rovesciare Pashinyan e mettere un suo uomo a Yerevan..ne vedremo di cotte e di crude…dico solo.e su questo saranno d’accordo anche Francesco e Mirkhond, che l’Armenia è “roba nostra”, ci è cara e un suo “ritorno” all’Europa sarebbe visto come quello del figliuol prodigo
“l’Armenia è “roba nostra”, ci è cara e un suo “ritorno” all’Europa sarebbe visto come quello del figliuol prodigo”
Ma nostra di chi? E in che senso “ritorno”? Si è spostata da qualche altra parte?
Poi, che io ricordi, l’Armenia è sempre stata legata a doppio filo con la potenza di turno iranica e con la potenza di turno cristiana euroasiatica (che fosse Costantinopoli o Mosca). Guardacaso i due alleati naturali dell’Armenia oggi.
Poi il Vero Democratico ha deciso di barattare centomila armeni in Azerbaijan in cambio di vaghe promesse sull’ingresso nel campo atlantico, che – ti credo sulla parola – sarà quello più affine a quel paese caucasico bagnato dall’Oceano…
In effetti- e dispiace farlo notare all’ottimo Habs- mi pare che tutto l’intervento sia giocato sull’ ambiguità del termine “roba nostra”.
“Nostra” perché cristiana? Forse, ma allora Mosca vale quanto o più di Parigi o Roma, come legami con l’Armenia…
“Nostra” perché occidentale? E quando mai?
E quando mai l’Armenia ha fatto parte dell’occidente europeo, così da dovervi tornare??
Semmai, la mia viva antipatia per i turchi e i turcofoni mi spinge a desiderare un ampliamento territoriale dell’Armenia ai danni di Azerbaigian e Turchia, che è proprio quello che Pashinyan
(che ha scatenato- imparo su queste pagine- il putiferio rinunciando simbolicamente all’Ararat come “montagna armena” in campio di rapporti distesi con gli azeri) non vuole.
IT (in tema, rarissima avis !)
“Fu il nostro trattato con il Belgio e l’improvviso oltraggio al Lussemburgo che ci hanno precipitati in questo conclitto. Nessuna Potenza al mondo avrebbe più rispettato la nostra Bandiera o accettato la nostra parola nazionale d’onore se non avessimo combattuto”.
è confortante che il tipo abbia citato pure il Lussemburgo, superando in zelo la diplomazia contemporanea 😀
infatti le truppe imperiali germaniche penetrarono nel Granducato di Lussemburgo (che fece parte della Confederazione Germanica dal 1815 al 1866) già il 2 agosto 1914, PRIMA della dichiarazione di guerra tedesca alla Francia (3/8/1914)…la Granduchessa protestò alla buona, poi abbozzò e di fatto acconsentì all’espulsione dei diplomatici dell’Intesa da Lussemburgo: la pagherà perché il radicale (e massonissimo) Clemenceau ne pretenderà l’abdicazione après la Victoire e la otterrà nel 1919; il trono passò alla mitica sorella Charlotte (da cui derivano i Granduchi attuali), molto più laica e francofila (Maria, la Granduchessa di allora, era anti-massonica e profondamente cattolica, oltre a essere di educazione asburgico/germanica);
tuttavia il trattato di Parigi dell’11 maggio 1867 (il primo in cui l’Italia laica fu annoverata con le altre Potenze, le 6 Potenze dell’Europa, dicevasi), che aveva stabilito la neutralità del Lussemburgo conservando peraltro lo Zollverein (la moneta lussemburghese allora era il marco tedesco ! o forse un marco lussemburghese di pari valore con il marco imperiale tedesco, come più tardi sarà il franco lussemburghese pari al franco belga..nei bei tempi pre Euro 😀 :D), garantiva il Lussemburgo solo COLLETTIVAMENTE (azione di tutti e Sei, ovviamente impossibile) e dunque l’Impero germanico aveva ogni diritto di fare quel che fece “per proteggersi” (tanto più che, ribadisco, la legittima Sovrana la Granduchessa Maria alla fine accettò bon gré mal gré quasi tutto :D), perciò la violazione del Lussemburgo non fu usata come pretesto nel paludato linguaggio diplomatico !
sarà usata la violazione del Belgio (4/8/1914, mattino)..in quel caso il trattato dei Cinque (aprile 1839, noi non c’eravamo ancora) prevedeva GARANZIE INDIVIDUALI dunque l’Impero Britannico aveva ogni diritto formale a impugnare le armi per il Belgio (ma non per il Lussemburgo)…
va da sé che Belgio e Lussemburgo furono solo pretesti