Riflessioni contadine

Un paio di settimane fa, parlammo qui di contadini, citando tra l’altro Giovanni Pandolfini che lavora i campi vicino a Montespertoli.

Giovanni ha scritto questo testo per gli amici, che pubblico con il suo permesso.

UNA STORIA PER GLI AGRICOLTORI IN LOTTA E I CITTADINI CHE LI SOSTENGONO

di Giovanni Pandolfini

Qualche anno fa mi trovai a parlare con un agricoltore, un collega, che gestiva la sua impresa agricola cerealicola familiare nelle terre fertili e pianeggianti della zona del parco Milano-sud. Era molto preoccupato per il futuro della sua attività che sosteneva economicamente la sua famiglia da più generazioni.

I conti non tornano più, diceva :

“Le spese sono sempre in crescita così come gli obblighi burocratici, gli adempimenti fiscali, le norme per la sicurezza sui luoghi di lavoro, quelle per la sostenibilità ambientale, quelle per l’adeguamento delle strutture , quelle per l’acquisto e la manutenzione delle macchine necessarie per lavorare la terra, per i semi, per le cure colturali (diserbanti,concimi e pesticidi) e per il trasporto dei prodotti, per non parlare poi del costo dell’energia, delle consulenze agronomiche, di quelle legali e commerciali di cui ho assoluto bisogno per lavorare e per sentirmi minimamente in regola e non correre rischi .”

Lamentandosi ancora aggiungeva :

“Dall’altro lato dei costi dovrebbero esserci adeguati ricavi ma.. il raccolto ha dei prezzi che a malapena coprono le spese correnti quando tutto fila liscio senza considerare i mille possibili intoppi che ormai sono sempre più frequenti, nuove avversità come insetti nocivi invadenti, attacchi fungini particolarmente forti, danni da selvaggina come ungulati e molti altri, lunghi periodi siccitosi senza pioggia, periodi con troppa pioggia e alluvioni, grandine e forti temporali con venti distruttivi, temperature fuori dall’usuale con escursioni termiche giornaliere intorno ai 20° e molte altre, l’unica nostra salvezza sono i contributi della PAC e le agevolazioni per gli acquisti delle macchine come contributi in conto capitale del psr (ovvero a fondo perduto, da non restituire) e i crediti di conduzione come le cambiali agrarie che le banche rinnovano senza troppe pretese .

L’associazione di categoria mi ha consigliato di specializzarmi, di ammodernare la mia impresa, di innovare le mie attrezzature, di investire con più decisione nella mia attività, di credere in me stesso e di affidarmi a loro per la consulenza finanziaria, per districarmi nella giungla dei contributi e nelle paludi degli obblighi di legge .

D’altronde sono sempre loro che hanno le cooperative ed i consorzi che mi vendono tutto ciò di cui ho bisogno e poi mi ritirano il prodotto nei loro centri di lavorazione e stoccaggio, non posso non considerarli.

Ovviamente per poter beneficiare dei contributi, che sempre loro mi aiutano ad ottenere, gli acquisti per l’innovazione e lo sviluppo della mia azienda devono rigorosamente essere effettuati con macchine nuove, sempre più costose e sofisticate. Un tempo i trattori e le attrezzature con una piccola officina, una saldatrice e un flessibile le riparavo io stesso oggi invece la meccanica si è fusa con l’elettronica e devo rivolgermi ad officine specializzate che costano un patrimonio,

La banca mi ha concesso crediti, scoperti,anticipi fatture perché faccio girare i soldi ma adesso mi sta dicendo che la mia impresa non è più tutta mia ma è un po’ anche loro e pertanto se veramente ci credo nella mia attività, così come ci hanno creduto loro, non posso rifiutarmi di mettere una firmetta per garantire con la mia proprietà immobiliare, la casa e la terra, tutto ciò che abbiamo, tutto ciò che la mia famiglia ha costruito con tanto lavoro e tanta fatica nel tempo .

Ho le mani legate. Non so più come fare, devo lavorare di più ma ho bisogno di più terra, devo aumentare il mio giro di affari e di contributi.

Alla fine del suo ragionamento arrivava ad una conclusione :

Ho solo 150 ettari ed oggi con 150 ettari di terreni seminativi non si riesce a campare la famiglia ne occorrerebbero almeno il doppio per stare tranquilli ”.

Incredibile e completamente assurdo. Con quale contorcimento di pensiero si può arrivare ad una simile convinzione?

Il ragionamento del povero imprenditore agricolo modernizzato, specializzato, industrializzato e al passo più o meno col grado minimo di “legalità” occorrente alla sua attività, è più o meno questo :

Per lavorare la terra, assistere le colture, raccogliere e stoccare i prodotti che ottengo ho bisogno di attivare molti investimenti. Il loro ammortamento mi costa in modo sproporzionato a quello che posso realizzare vendendo sul mercato, a prezzi correnti, il frutto del mio lavoro (ammesso che vada tutto bene e con i rischi a mio carico). La mia attività diventa “possibile” solo se al prodotto vendibile aggiungo una quota di sussidio proveniente dal sistema di incentivazione agricola messo in campo dalla Comunità Europea con il suo complicato meccanismo di assegnazione.

E poiché il principale meccanismo di erogazione dei fondi PAC si riferisce ad un premio ad ettaro, ho bisogno di una superficie “minima” di cui disporre per rendere economicamente vantaggiosa la mia impresa . Si capisce che chi possiede una superficie di terra sotto questo limite non riesce a fare fronte ai costi di produzione e se non lo ha già fatto deve smettere, chiudere l’attività, chi è nei pressi di questo limite rischia molto lavora tanto e guadagna poco, chi invece possiede dieci o venti volte questo limite ha ben altri margini di tranquillità e di profitti interamente offerti dalla comunità europea attingendo al prelievo fiscale di milioni di lavoratori.

Avete mai visto un meccanismo più ingiusto?

Una superficie tale che mi consenta di investire sempre di più in innovazione tecnologica e maggior impiego di imput energetici e di coltivazione affinché riesca ad ottenere il massimo possibile e il più velocemente possibile dalla mia terra e al tempo stesso di attingere agli investimenti che il sistema propone via via più vantaggiosi nel momento.

Avete mai visto qualcosa di più pericoloso per l’ambiente e per la salubrità degli alimenti ?

Il livello di questa quantità minima di terra necessaria a questo tipo di sopravvivenza è estremamente variabile di anno in anno con la tendenza all’aumento e al favorire le grosse aziende ai danni delle più piccole .

Un percorso perverso e diabolico destinato a portare alla rovina quasi tutti i praticanti per farne emergere solo alcuni, i più strutturati, i più dotati di capitali alle spalle, i già grossi, i più predatori, a danno di tutti gli altri .

Questo rapporto fra superficie e sostenibilità economica è più evidente sulla specializzazione cerealicola o foraggera ma lo possiamo estendere a tutte le altre specializzazioni agricole più intensive come l’orticoltura, la frutticoltura, la viticoltura ecc ecc fino alla zootecnia con i sui mega allevamenti industriali.

Intermediari e GDO hanno tutto da guadagnare da un sistema simile e il produttore agricolo che si troverà immancabilmente ad avere in un preciso e limitato momento dell’anno una grande massa di prodotto quasi sempre deperibile è l’anello più debole dell’intero sistema .

Avete mai visto qualcosa di più pericoloso?

Invece.

150 ettari sono, per chi non avesse dimestichezza nelle proporzioni della superfici da coltivare, un campo di 1 Km per 1,5 Km, pari più o meno a 215 campi da calcio .

Come è possibile sostenere che con una superficie così grande di buona terra fertile di pianura con acqua a sufficienza in un clima temperato come il nostro, se pur in variazione, non si possa arrivare ad un reddito sufficiente per campare una famiglia.

Approssimativamente in 150 ettari potrebbero vivere e lavorare dalle 180 alle 200 e oltre persone e produrre cibo per loro stesse e per altre 800, con un livello di meccanizzazione minimo e con la quasi completa autosufficiente dal punto di vista energetico e di materie prime necessarie.

Sarebbe possibile solo praticando agricoltura contadina agroecologica .

Con un sistema di distribuzione locale e diretto dei propri prodotti, senza intermediari, senza consulenti, senza azzeccagarbugli, con l’assunzione diretta delle proprie responsabilità ambientali e sociali, con un meccanismo semplice ed efficace di garanzia partecipata sulla salubrità dei propri prodotti a livello locale, con un sistema di credito autogestito, con la possibilità di trasformare e conservare i propri prodotti in piccoli impianti artigianali, con regole diverse da quelle dell’agroindustria, si potrebbe ottenere anche un reddito dignitoso senza troppi sforzi e senza autosfruttamento.

Cosa è accaduto e cosa accade tuttora nelle nostre campagne? Perché un agricoltore arriva a sostenere il paradosso che non riesce a campare se stesso e la propria famiglia con soli?? 150 ettari.

Inutile chiedere e rivendicare alle istituzioni maggior investimenti, maggior attenzione ai lavoratori del settore primario, condizioni di vendita dei propri prodotti più dignitose, un reddito sufficiente alle proprie aspettative e ai propri bisogni, risponderanno sempre con più burocrazie, con più tecnologia, con più specializzazione e con più asservimento al loro sistema. E’ necessario uscire dalla condizione di impresa agricola in un mercato globalizzato e costruire un tessuto comunitario locale e decentralizzato che autonomamente possa disporre del proprio territorio, controllarlo e difenderlo.

Mille e mille autonomie di villaggio che attraverso la produzione del proprio cibo possano rappresentare il modo economicamente ed ecologicamente più sostenibile ed umanamente più piacevole di stare a questo mondo.

Avete mai visto qualcosa di più facile?

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85 risposte a Riflessioni contadine

  1. PinoMamet scrive:

    Mmm molto interessante ma mi pare che alla riflessione manchi una metà.

    Che provo ad abbozzare io da perfetto ignorante dell’argomento e dei meccanismi economici: mi corregga chi ne sa di più.

    Cioè, se le mille, e benvenute, autonomie di villaggio mi fanno trovare il pacco di pasta a 8 euro, e il supermercato della grande distribuzione a 4 euro, perché dovrei comprare dalle prime?

    Vale a dire: come si fa a far funzionare il sistema delle autonomie se non a forza e in un regime di economia controllata?

    • Francesco scrive:

      Pino

      ma chi ha osato dire che sei ignorante dei meccanismi economici? hai messo esattamente il dito nella piaga!

      il discorso si sarebbe potuto fare pari pari 100 anni fa per la costruzione di automobili o 50 per quella di torni: dove ci sono economie di scala, chi è piccolo e non specializzato sbaglia a insistere. La colpa è di chi ha creato l’universo e sua, tutti gli altri sono innocenti.

      dalle banche ai politici ai supermercati alla PAC (che è colpevole ma di sperperare soldi a favore dei contadini e contro i cittadini tutti)

      ciao

      • giovanni pandolfini scrive:

        Mi permetto di dirvi alcune cose :
        Inizio dall’ultima, I soldi che la PAC sperpera (considerate sempre che provengono dal prelievo fiscale sui lavoratori) transitano , anche molto velocemente, dagli agricoltori per finire suddivisi fra banche, industria chimica, industria meccanica e industria petrolifera. Agli agricoltori, molto spesso rimangono i debiti.
        Ad esclusione die latifondi che percependo in base alla superficie stanno alla grande.
        La colpa non è dichi ha creato l’universo, si chiama capitalismo neoliberista (libere volpi insieme a libere galline disse un certo Che Guevara). Economia di scala : parole della FIAT di Agnelli che esprimono un concetto che non è il contrario del piccolo ma conduce come sopra . Nei mercati contadini autogestiti tipo quello che frequento in Piazza Tasso il venerdì pomeriggio i prezzi sono più o meno quelli della GDO in virtù dell’assenza di intermediari e della politicamente guadagnata semplificazione burocratica dei produttori presenti unite all’abbattimento dei costi di produzione, di trasporto e di imballaggio. La pasta al doppio se non al triplo la trovi nel bio della grande distribuzione .

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Giovanni

          “Mi permetto di dirvi alcune cose :”

          Grazie!

          • Miguel Martinez scrive:

            Sempre per Giovanni

            Calcola che i commentatori di questo blog sono una razza strana, gente che da anni mi fa le pulci a tutto ciò che scrivo, e solleva ogni possibile obiezione. Una scuola favolosa, che mi ha permesso di raffinare moltissimo il mio modo di ragionare.

            Però qui di applausi non ne ricevo quasi mai, e non aspettarteli nemmeno tu!

        • Francesco scrive:

          1) Che Guevara non è esattamente un noto economista politico. E il suo giudizio sul libero mercato rivela gli usuali pregiudizi moralistici di chi non ha proprio capito di cosa tratta l’economia.
          2) la buffa idea per cui se la PAC fornisce fondi agli agricoltori e questi li spendono per acquistare beni allora la PAC è un regalo a chi vende quei beni è … buffa. E volutamente ignora il cuore del problema: se produce in perdita, non devo produrre quella roba lì. Non è il mondo che gira intorno a me e deve cambiare per permettermi di restare dove sono ma viceversa.
          3) dare più soldi ai piccoli certificherebbe solo che sono più economicamente inefficienti. Ma lo sappiamo già! e non dipenda dal sistema economico generale ma dal modo di produzione individuale.
          4) le economie di scala sono un dato reale, non un trucco ideologico dei liberisti.
          5) se l’ultima cosa contenesse qualche elemento di verità, perchè ci sono contadini che vendono alla GDO?

          saluti

    • Miguel Martinez scrive:

      Per PinoMamet

      “Cioè, se le mille, e benvenute, autonomie di villaggio mi fanno trovare il pacco di pasta a 8 euro, e il supermercato della grande distribuzione a 4 euro, perché dovrei comprare dalle prime?”

      Anch’io ragiono con scarsa conoscenza di causa.

      Facciamo con le mele, che è più semplice che con la pasta.

      Se il contadino non vendo più a 40 centesimi al chilo alla GDO, il supermercato dovrà aumentare il prezzo. E comunque il contadino forse non deve vendere a 8 euro, se prima prendeva 40 centesimi… magari vende a 5?

      Credo che il problema maggiore sia la capillarità della distribuzione, più che il prezzo.

      • giuseppe motta scrive:

        il contadino per me può regolarsi come crede

        se alza il prezzo io pagherò di più e pazienza

        se si aspetta sgravi e sussidi dal governo non sono d’accordo ecco

      • Francesco scrive:

        beh, che i contadini si organizzino per rendere migliore la distribuzione dei loro prodotti!

        sarò molto felice di comprare il prodotto a minor prezzo da loro invece che a caro prezzo al supermercato

  2. Fuzzy scrive:

    https://ilfattoalimentare.it/pesticidi-trattori-proteste-agricoltori.html
    Dato che si sta in una società industriale, l’agricoltura non può che essere industriale.
    “Deve” utilizzare la chimica, la meccanica, la
    ricerca genetica.
    E alla fine gli agricoltori venderanno la casa e la terra alla multinazionale e i prezzi del cibo aumenteranno lo stesso.
    Accetto scommesse.

    • Francesco scrive:

      sull’aumento dei prezzi del cibo? credo tu abbia qualche problema secolare di crollo del costo del cibo, prima di vincere la scommessa!

  3. Lucia scrive:

    Temo che con otto miliardi di persone e molti che non lavorano direttamente la terra, non abbia senso incaponirsi sul piccolo/familiare/microcredito muliebre è bello, bensì per paghe e condizioni di lavoro più che decenti per chiunque lavori la guerra (l’Italia è piena di modelli Rosarno, ed è una vergogna incredibile), fondi per la ricerca alle facoltà di agraria, biologia etc, e perché le donne indiane e peruviane possano studiare in quegli istituti. Poi anche e soprattutto chi viene da famiglie contadine come quelle donne o il tipo a sud di Milano di cui si parla nell’articolo potrà utilizzare competenze e sensibilità locali perché l’agricoltura non sia distruttiva, di certo tutto si può e si deve migliorare. Ma è la grande produzione che si deve migliorare, perché è con quella che si sfamano le immense masse di gente. Poi ognuno fa benissimo a coltivarsi un pezzetto di terra, qui in Germania tanti hanno lo Schrebergarten e anche noi – io mi diverto e mi rilasso molto. Ma la produzione di cibo per otto miliardi di persone, quella è un’altra cosa.

    • Fuzzy scrive:

      http://www.progettopecoranera.it/public/Il_cibo_frugale_di_pecoranera.pdf
      A pag 36-37-38 Quanta terra serve per nutrire una persona? Si chiede il contadino vegetariano autore del libro?
      Mille metri per stare abbondanti.
      Se uno ha 120 ettari ci può nutrire 1200 vegetariani.
      Poi c’è sempre quello che ti dice che è impossibile.
      A me sembra possibilissimo
      Amen

      • PinoMamet scrive:

        Se trovi 1200 vegetariani e li fai stare vicino a quei 120 ettari, è possibilissimo.

        L’alternativa è convincere tutti a essere vegetariani: possibile anche questo, ma un po’ meno -issimo.

        • Fuzzy scrive:

          Non bisogna convincere.
          Se c’è necessità lo si diventa.
          Per ora basta sapere.

          • PinoMamet scrive:

            Preferisco che non ci sia necessità.

          • Moi scrive:

            Non bisogna convincere.
            Se c’è necessità lo si diventa.

            ——————————

            Suona vagamente 😉 Totalitario …

            • Fuzzy scrive:

              Dipenderà dal prezzo della carne.
              Non vedo totalitarismi.

              • Moi scrive:

                O te magni ‘sta minestra o te sarti ‘sta finestra ! [cit.]

              • Moi scrive:

                Secondo me la carne “normale” diventerà proibitiva … tre strade alternative si apriranno :

                1

                Coltivata … non avrà esordio facile, ma poi certa gente si rassegnerà.

                2

                Insettivorismo (c’è chi dice “entomofagia” … ma è più corretto per insetti che ne mangiano altri !) … chi li mangerà per sentirsi “progressista” (e già lo fa, ordinandoli magari su Amazon) e chi per necessità, SE costeranno poco.

                3

                Veganesimo, due tipi : palese (suddiviso in elaborato e in tipo mangiatoia dei buoi) e “surrogato” (veg burgers, già esistono).

              • Moi scrive:

                Essenzialmente, penso che i NeoVegani saranno di più degli Insettivori ! … Personalmente, a volte faccio pasti interamente vegani ma non credo che farei mai pasti insettivori

              • Moi scrive:

                @ FUZZY

                SE tu fossi a capo di un Comunismo Planetario Assoluto, che razioni quotidiani di cosa daresti a ogni Compagno/a/*-Cittadino/a/* del Pianeta ?

              • Moi scrive:

                @ FUZZY

                Con che frequenza ?

                … Periodi (ovviamente obbligatorii) di digiuno ?

              • Fuzzy scrive:

                Non sono comunista e neanche vegano.
                Mi sono simpatici gli Etruschi.
                https://it.m.wikipedia.org/wiki/Felsina
                Non credo fossero dei gran carnivori
                Mangiavano soprattutto il farro.

              • Roberto scrive:

                Moi

                “ Personalmente, a volte faccio pasti interamente vegani”

                Come qualsiasi italiano…un bel spaghetti c’a pummarola, che c’è di più vegano & italiano?

              • Moi scrive:

                Esatto : spaghetti, pummarola, basilico e sei già vegan ! 😉

              • Francesco scrive:

                ORAF

                “Dipenderà dal prezzo della carne.
                Non vedo totalitarismi.”

                per una volta, vale la pena sottolinearlo

        • Miguel Martinez scrive:

          Per PinoMamet

          “Se trovi 1200 vegetariani e li fai stare vicino a quei 120 ettari, è possibilissimo”

          Ovviamente non spetta a noi risolvere il problema della fame nel mondo.

          Certe forze storiche, nel bene o nel male, sono molto al di là delle nostre forze.

          E non so ovviamente quanto le cifre che Giovanni cita siano precise, se ci sono studi in merito…

          Quello che so è che il modello che propone è molto più sano.

          E possiamo fare in modo che le istituzioni invece di ostacolarlo, lo favoriscano.

          • Miguel Martinez scrive:

            “E possiamo fare in modo che le istituzioni invece di ostacolarlo, lo favoriscano.”

            Tra l’altro, Giovanni vende i suoi prodotti proprio qui vicino in Piazza Tasso.

            Un venerdì pomeriggio, i contadini sono arrivati e hanno iniziato a vendere. Senza registratori di cassa, certificazioni o altro. Ti invitavano a visitare i loro campi, per vedere come lavorano – la “garanzia partecipata”.

            Al terzo o quarto venerdì, arriva la polizia municipale, agitatissima: NON SI PUO!

            Allora chiamiamo il politico locale del Partito Unico, che fa tanto il simpatico. Anche lui ci dice, NON SI PUO!

            Allora un’amica chiama Cecilia Del Re, all’epoca assessora credo alle attività produttive, e…. ha scoperto che SI PUO!

            E da allora il mercatino c’è tutto i venerdì.

            Ecco, basterebbe questo…

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “i contadini sono arrivati e hanno iniziato a vendere. Senza registratori di cassa, certificazioni o altro”

              Rappresentanti di una megamultinazionale si sono presentati in piazza e hanno iniziato a vendere in nero ortaggi avariati coltivati in mezzo all’eternit dicendo di essere piccoli agricoltori che facevano assaggiare ai propri amici qualche prodotto del proprio orto dietro una piccola partecipazione alla spesa?
              No, perché sulla fiducia chiunque può dirsi chiunque e vendere qualunque cosa.

  4. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    Per quel poco che so io di economia, le lagnanze del piccolo contadino sono esattamente quelle dei piccoli artigiani tessili dell’Inghilterra del Settecento contro chi impiantava i telai meccanici. Se l’Inghilterra avesse incentivato loro addio Rivoluzione industriale.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Peucezio scrive:

      Andrea,
      “Se l’Inghilterra avesse incentivato loro addio Rivoluzione industriale. ”

      Pensa che orrore! Non avremmo avuto bambini nelle fabbriche che lavoravano 14 ore al giorno, operai sfruttati e abbrutiti inurbatisi in quartieri mostro… Come si fa a vivere in un mondo senza cose simili?

      • Francesco scrive:

        forse dovresti studiare le condizioni di vita dei contadini inglesi dell’epoca, soprattutto se ricordi il forte incremento demografico in corso

        sai, mica li portavano in fabbrica coi carri bestiame

        ciao

        PS discorso diverso la difesa dei diritti e la rivendicazione di poter formare dei sindacati

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ peucezio

        “14”

        Sì, per due o tre generazioni.

        Adesso quegli errori li vedi ancora nei paesi che sono all’inizio dello sviluppo.

        Ah, ma tu sei quello che preferisce la Tradizione.

        Anche se Tradizione ha voluto dire servitu’ della gleba.

        • Francesco scrive:

          in condizioni demografiche “normali”, chiederei a uno storico prima di dare per scontato che si stesse tanto male, prima che l’Ancien Regime finisse.

          e la Rivoluzione scientifica precede quelle materiali ed è avvenuta nella società “antica”.

          mi sa che sei uno che crede nel Progresso

  5. Mauricius Tarvisii scrive:

    Ammettiamo che la tesi dell’articolo sia vera.

    “Approssimativamente in 150 ettari potrebbero vivere e lavorare dalle 180 alle 200 e oltre persone e produrre cibo per loro stesse e per altre 800, con un livello di meccanizzazione minimo e con la quasi completa autosufficiente dal punto di vista energetico e di materie prime necessarie.
    Sarebbe possibile solo praticando agricoltura contadina agroecologica”

    Non essendo vietato farlo e dal momento che dipende solo dagli agricoltori in prima persona, mi pare che si debbano lamentare solo con se stessi.

    • Roberto scrive:

      Esatto

    • Miguel Martinez scrive:

      Per MT

      “Non essendo vietato farlo e dal momento che dipende solo dagli agricoltori in prima persona”

      In linea di massima E’ vietato mettersi a fare il contadino, senza una serie di controllo e burocrazie che sono alla portata solo di grossi produttori, o che spingono i contadini a incasellarsi in grandi organizzazioni parapolitiche, tipo Coldiretti.

      • Roberto scrive:

        Miguel

        “E’ vietato mettersi a fare il contadino, senza una serie di controllo e burocrazie ”

        Per cercare di capire, magari con l’aiuto del tuo amico Giovanni, potremmo studiare qualche esempio di burocrazia e controllo che si potrebbero eliminare?

        Immagino che ce ne siano ma non so quali

      • Francesco scrive:

        e formatela voi, una Coldiretti “fatta bene”

        è da mille anni che i poveri del mondo lo fanno, di organizzarsi per fare massa e ottenere economie di scala burocratiche!!!

  6. Roberto scrive:

    Miguel

    “Approssimativamente in 150 ettari potrebbero vivere e lavorare dalle 180 alle 200 e oltre persone e produrre cibo per loro stesse e per altre 800, con un livello di meccanizzazione minimo e con la quasi completa autosufficiente dal punto di vista energetico e di materie prime necessarie.
    Sarebbe possibile solo praticando agricoltura contadina agroecologica”

    Io continuo ad avere questa domanda che mi frulla in testa…se tutto ciò è vero, perché i contadini non smettono di coltivare in modo industriale e non fanno come gli suggerisce Giovanni?

    • giovanni pandolfini scrive:

      perché così facendo infrangerebbero decine di leggi e regolamenti rischiando sanzioni pesanti che in caso di mancato pagamento comprometterebbero la macchina (fermo amministrativo), la terra e la casa ( ipoteca legale) , i frutti pendenti e tutto ciò che possiedono (pignoramento ad esclusione di un tavolo e 4 sedie) . Ti basta ?

      • Roberto scrive:

        Caro Giovanni,

        Come fa a bastarmi la semplice indicazione di “decine di leggi e regolamenti” che impedirebbero ai contadini di fare il loro lavoro!?!

        No, ho bisogno di esempi pratici di leggi e regolamenti di questo tipo

        Ps tra i beni non pignorabili ci sono la fede, vestiti e biancheria, letti, lavatrice, armadi…poi devi vedere chi è il tuo creditore, il fisco per esempio non può pignorare la casa, un privato si…te lo dico solo come invito ad essere concreto 😉

        • Miguel Martinez scrive:

          “te lo dico solo come invito ad essere concreto 😉”

          E’ un esempio di quello che dicevo a Giovanni, su questo blog troverai sempre chi ti fa le pulci, e questo aiuta proprio ad affinare la precisione dei propri argomenti.

          Io condivido in pieno sia la posizione di Giovanni, che la necessità di un duro lavoro di precisione.

          • Roberto scrive:

            Miguel

            Non è fare le pulci è semplicemente voler capire

            Se io ti scrivo “con quel che guadagnano gli eurocrati è diffficile vivere in Lussemburgo”, tu puoi
            1. Credermi sulla parola e scuotere la testa indignato per la triste sorte degli eurocrati
            2. non credermi e prendermi in giro
            3. Chiedermi “scusa ma quanto guadagnano? E qual è lo stipendio medio lussemburghese”? Per cercare di capire

            1 e 2 sono atteggiamenti totalmente inutili, esattamente come tifare per una squadra
            3 è l’inizio di una discussione

            • Miguel Martinez scrive:

              Per roberto

              “1 e 2 sono atteggiamenti totalmente inutili, esattamente come tifare per una squadra
              3 è l’inizio di una discussione”

              E’ esattamente quello che volevo far capire a Giovanni, che è un tetragono campagnolo 🙂

              Hai ragione comunque, “fare le pulci” ha un senso di eccessiva pignoleria, volevo solo dire che era sì “pignoleria”, ma per nulla eccessiva, e che sono molto grato a questa pignoleria.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Roberto & Giovanni

          “regolamenti”

          Non credo ci siano regolamenti che mi impediscano, se lo desideri, di piantare piante di peperoni in un terreno di mia proprietà.

          Credo che i problemi comincino quando i miei peperoni li voglio vendere al mercato. E quando magari chiedo un finanziamento, un incentivo o un’esenzione fiscale.

          In ufficio un collega ha ereditato da un lontano parente un frutteto in un’altra Regione.

          Non sapendo nulla di agricoltura, fa coltivare la terra da una cooperativa che vende tutto a un’industria che fa marmellate, e il guadagno se lo dividono.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          Ciao!

          Andrea Di Vita

  7. Moi scrive:

    Esatto : spaghetti, pummarola, basilico e sei già vegan ! 😉

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Esatto : spaghetti, pummarola, basilico e sei già vegan ! 😉”

      Mi ricordo gli anziani siciliani, che mi raccontavano che invece di carne, mangiavano le olive.

      • Moi scrive:

        … e i legumi, un tempo detti “carne del povero” in tutta Italia, anzi Europa, anzichenò 🙂 Mondo.

        • Fuzzy scrive:

          In Italia oramai i legumi sono in gran parte importati. Bisognerebbe re-incentivarne la coltivazione.
          Io trovo strategiche le lenticchie. Quelle bio.
          Non necessitano di un lungo ammollo e come sapore si accordano perfettamente col farro. Farro e lenticchie è sempre stato un classico, magari con l’aggiunta di un po’ di passata di pomodoro.
          Il farro ha una resa per ettaro abbastanza bassa, ma non ha bisogno di niente. Scarsa aratura, scarsissimo concime niente pesticidi. Sarebbe l’incubo dell’agroindustria. Anche poca irrigazione, mi pare di ricordare, perché è un cereale “vernino”.
          È perfetto per un territorio appenninico come quello del centro-sud.
          Pure le lenticchie. Centro-sud.
          Per quanto riguarda l’Emilia Romagna, c’è un bellissimo museo a San Giovanni in Persiceto che illustra l’agricoltura e i prodotti del luogo fin dal tempo dei romani.
          Passando dalla zona appenninica a quella padana, cambia tutto. Tutto…insomma, certe cose…tipo le fave al posto delle lenticchie.
          Ma attenzione al favismo!

  8. Ros scrive:

    ….e le proteiiinee?!!

    Col vegetal-vegano il pool degli aminoacidi essenziali lo copriamo?
    No perché dice che le proteine vegetali che non sono animali poiché vegetali appunto non contengono tutti gli aminoacidi nobili.

    E poi son carenze. Gravi pure!
    Che i popoli “tradizionali” per colmare la lacuna (vitamina B/12 tral’altro)
    ricorrevano al cannibalismo.

    Gli insetti per quanto schifìu possano fare ci hanno tutti gli aminoacidi essenziali
    (che son pure proteine animali pure gli insetti).

    I legumi none! Mi spiace; si va incontro a gravi carenze, a calo del testosterone a un sacco di camurrie che poi fottono i figli e i figli dei figli dei nostri figli.
    Che ti devono crescere e svilupparsi al meglio della potenzialità genetica.

    …ma tutti ‘sti cadaveri che buttiamo?
    che non si sapee più dove che li dobbiamo metterre.

    Pare o non pare pena buttarli via tutti ‘sti cadaveri?
    Che spereco!
    Manco il Signore vuole!

    Quanta roba! Quante cose che ci si puote ragionevolmente fareci; dico io🥺🤔.

    No; veramente, senza coglionare,
    le proteine co tutti l’aminoacidi essenziali.

    …senza fra qualche generazione caliamo a statura media di uno e 50 e senza testosterone i masculi 🥺🥺🥺
    Pure pelati senza l’unghie buone, e buona pelle, pure.

    “…Qualità proteica.
    In generale la qualità proteica degli alimenti di origine animale è superiore poiché contengono tutti i vari amminoacidi essenziali.
    L’inferiore qualità delle proteine vegetali è invece dovuta ad una carenza di uno o più amminoacidi essenziali. Tale amminoacido, come abbiamo visto viene chiamato aminoacido limitante.

    I cereali sono per esempio carenti di triptofano e lisina, un amminoacido essenziale la cui carenza può portare ad un deficit di vitamina B3 (niacina).
    I legumi, molto ricchi di proteine di discreta qualità, sono invece carenti di aminoacidi solforati (metionina e cisteina) importanti per la crescita di peli, capelli e unghie e per la sintesi di glutatione, un potente antiossidante in grado di proteggere le nostre cellule dallo stress ossidativo (radicali liberi)…” da:
    https://www.my-personaltrainer.it/proteine-vegetali.htm

    • Ros scrive:

      ‘n si fanno mica i conti senza l’oste😎
      e a a trippa senza le proteine buone😉

      …che poi finisce che il più scafato si magna il più frescone fregnone. Al solito ‘nsomma.

      • Ros scrive:

        … e Buon savvàlentino a tutti gli sfigati ‘ncoppia😎😄

        • Ros scrive:

          savvàlentino è il cuattordici…
          e a oggi siamo al dodici🤔

          mi sbagliai, quindi. A quel che pare… almeno.

          e meno male va;
          niente esercizi di buona socializzazione per l’oggi.

          E dopodomani è un’altro giorno, e si vedrà

          ”Per ogni giorno basta la sua pena”
          (Matteo 6:34, Parola del Signore). 😇

    • Fuzzy scrive:

      Ros
      I legumi e i cereali si integrano a vicenda per completare tutto lo spettro delle proteine.
      Ci sono anche legumi come la soia che contengono tutte le proteine nobili.
      Ma la soia deve essere biologica.
      Le marche che producono hamburger vegetali usano soia biologica certificata.
      La b12 nei tempi passati era nel pane che utilizzava il lievito madre.
      Ora ci sono dei normali integratori che tutti, vegetariani o no, devono assumere, perché anche le carni di allevamento ne sono carenti
      La carenza di vit b12 può avere delle conseguenze molto serie, ma di solito il medico se ne accorge per tempo.
      https://www.scienzavegetariana.it/nutrizione/vrg/proteine.html
      https://www.scienzavegetariana.it/salute/nutrizione-vegetariana.html
      Per un quadro più ampio.

      • Ros scrive:

        Fuzzy
        https://www.scienzavegetariana.it/nutrizione/vrg/proteine.html
        “…Di quante proteine abbiamo bisogno? La RDA consiglia di assumere 8/10 di grammo (0.8 grammi) di proteine per ogni chilogrammo di peso…”

        manco pochi anni a dietro nutrizionisti più autorevoli e a la page ti ci parlavano di 1 grammo e mezzo, meglio pure 2 per i normobisogno;

        I sportivi, invece, e i gorilla palestrati d’ardimento muscolare, anche 3 grammi buoni e cari col beverone di caseinato di calcio alla vaniglia scrausa che dava la cacarella.

        Comunque leggerò benbenebene i link.
        Grazie Fuzzy😀

        La scienza ne sa una più delldiavolo che tipa!
        E si sa c’avanza avanti e corre dal manco pochi anni a dietro a poco fa che è ciòvvero adesso il dodici che non è savvàlentino e menomale😎.

        Domani non avremo bisogno di protidi, chissà

        non poniamo limiti alla provvidenza della scienza.

        …per sicurezza però
        (avisse mai a finire la fiorentina)
        voiautri verdi mantenetevi belli cicciuti e teneri mi raccomando allo zio lupo vostro eh!🍗🍗🍗

        • Fuzzy scrive:

          Mi è già capitato, qui, di discutere dei grammi di proteine.
          Leggi l’etichetta trovi i grammi e quindi….
          Ma non è così.
          Le proteine vanno calcolate in relazione alle calorie.
          È una roba controintuitiva
          Trovi come si calcola nel primo link di scienzavegetariana.
          È molto più complicato soddisfare il fabbisogno di calcio
          Pure il calcio frega, perché certo calcio pur trovandosi abbondantemente in certi alimenti, non riesce a contribuire alla salute delle ossa
          Insomma, se vuoi andare sul sicuro con il calcio ci vuole il cavolo.
          Anche i legumi sono una buona fonte di calcio.
          Ma ne serve veramente tanto
          Su scienzavegetariana comunque, trovi tutto

          • Ros scrive:

            Fuzzy “…Insomma, se vuoi andare sul sicuro con il calcio ci vuole il cavolo…”

            Col cavolo che mi mancio il cavolo😒!!!

            …che poi al Valhalla non mi farebbero più entrare e se mi farebbero più entrare sarebbe per pigliarmi per il culo e scapaccioni,
            e per passare la mappina ai pavimenti del salone grande.

            • Fuzzy scrive:

              La ribollita?
              Chi erano, i butteri gli inventori?
              E i gladiatori?
              Rigorosamente vegetariani.
              https://www.focus.it/live/news/i-gladiatori-dell-antica-roma-erano-vegetariani-
              Atleti vegetariani non si contano.
              Ma non voglio convincere nessuno
              Mica sono in missione per conto della verdura…

              • Ros scrive:

                Fuzzy “…Mica sono in missione per conto della verdura…”

                😂😂😂

                ma non è mica solo per i calcoli da raggioniere bottegaro di nutrizionistica.

                E’ che uno è mquel che mancia, diceva un’altro.

                Quindi, fai te chi vuoi da essere:
                I carnivori toghi predatori tipo i lioni trighi,

                o i conigli appecorinati come le mucche bovine che guardano passare il treno placidi brucando?

                Aldilà dei meri calcoleggiamenti,
                bisogna pure mantenerlo un senso estetico-morale no?

            • Ros scrive:

              “Sine, disse essa, e non me fa sperire, e piglia chesto, se te ne vuoie ire. E ghietta a na mappina arrovogliata, na bona fella de caso cavallo, na meza nnoglia, e meza sopressata, e li piede, e lo cuollo de no gallo; no piezzo de na meuza mmottonata, quatto tozze de pane, e no tarallo […] po visto quanto a la mappina nc’era, Lo deze con gran gusto a no pezzente”.
              Giulio Cesare Cortese e a so mappina😀

              “E se ccà ncè venesse la Regina, quale ncapo portasse la corona, fuorze non vedarisse ogne guaguina, ire à paraggio, comm’a la Patrona; vò deuentà mesale ogne mappina, Perzò la Mezacanna, sarria bona. Ma perche non se troua, ogn’uno penza, ch’à fare nzò che bò ncè sia despenza”.
              E chiesto sopra è un’altro

  9. Ros scrive:

    “…E poi son carenze. Gravi pure!
    Che i popoli “tradizionali” per colmare la lacuna (vitamina B/12 tral’altro)
    ricorrevano al cannibalismo…”

    Se aviise a finire di manciarsi carne di bistecca varia,
    per virtude o per il fatto che non si può più per qualche motivo…

    Qua
    – per le proteine: 1,5 grammi per Kilo perso corporeo; i body bulder 3 grammi che so figli della gallina bianca loro😎😉) –

    o ci manciamo gli antenati (la nonna, la zzìa grassaa l’avo & mamma-papà,
    i cuggini
    tutti addentropanza)

    o ci manciamo gli antennati e l’ape Maia che volavolavolal’apeMaiaaaa
    (bella fina questa degli antenati-antennati!😄)

  10. Ros scrive:

    io, comuncue sia
    – per non sapere ne leggere e ne scrivere che oggi domani un concorso non si può mai sapere e stare tranquillo a coltivarmi il mio giardino nel borgofiorito –

    io dico, mantengo tre gatti e mezzo che amo con tutto il mio cuore quelle coscierelle sode a tornio😻😻😻;

    …mantengo dico per chissà un domani l’unami…
    (Umami = buono😻)
    e mi tengo vicini e buoni – pure loro – gl’ amici pure😙

    “…Il gusto umami è quello dei cibi proteici, necessari al nostro organismo e quindi piacevoli, stimola la salivazione, la digestione e l’assorbimento dei nutrienti
    – tanto che alcuni studi identificano non solo sulla lingua ma anche nello stomaco la presenza di papille gustative dedicate a questo sapore.
    Ecco perché l’umami in equilibrio con gli altri gusti di base determina la prelibatezza di un piatto.
    Patrimonio UNESCO perché l’umami è parte di una cucina sana…”

    Pensa un po’ che io digiuno
    (digiuno assolutamente completo e puro alla santa Teresa mistica che mai mastica)
    4/5 volte a settimana così che mi stragodo affamato al meglio del languorino i 2/3 giorni che mancio quello che poi mancio seb mai mancio.

    Questo è sollazzo d’epicurismo vero!!!

    • Ros scrive:

      …(digiuno assolutamente completo e puro alla santa Teresa mistica che mai mastica and company de sorellanza e club)
      4/5 volte a settimana così che mi stragodo affamato al meglio del languorino i 2/3 giorni che mancio quello che poi mancio se mai mancio.

      Questo è sollazzo d’epicurismo vero!!!…

      “Padre mio, non ho intenzione di stabilire un patto di pace tra il mio corpo e la mia anima, e neppure intendo risparmiarlo.

      Perciò permettetemi che io lo domi col non cambiare cibo:
      io non smetterò per tutto il tempo della mia vita finché esso non venga meno.

      Non dovete credere che sia così mortificato come sembra:
      fa così perché io non esiga il debito contratto nel mondo quando gli piaceva divertirsi…

      Oh corpo mio, perché non mi aiuti a servire il mio creatore e redentore? Perché non sei sollecito a obbedirlo dopo esserlo stato nel trasgredirne i comandi?

      Non ti lamentare, non piagnucolare; non fingerti mezzo morto. Porterai il peso che ti ho posto sulla groppa e per intero…

      Io non solo desidero astenermi dai cibi corporali, ma vorrei morire mille volte al giorno, se fosse possibile, in questa mia vita mortale.”

      SANTA MARGHERITA DA CORTONA, in una lettera al suo confessore che le ordinava di mangiare🍗🍭🥩.

      Morta di fame il 22 febbraio 1297.
      Non c’è più tempo per le Belle Addormentate.

      “Tu, dottor Martin, cammini
      dalla colazione alla follia.
      Fine agosto,
      accelero attraverso il tunnel antisettico
      dove i morti che si muovono parlano ancora
      di spingere le proprie ossa contro l’attacco
      della cura.

      E sono la regina di questo albergo estivo
      o l’ape che ride su uno stelo
      di morte.”

      ANNE SEXTON, «You, Doctor Martin», 1960.

      • Ros scrive:

        “You, Doctor Martin, walk
        from breakfast to madness.

        Late August,
        I speed through the antiseptic tunnel
        where the moving dead still talk
        of pushing their bones against the thrust
        of cure. And I am queen of this summer hotel
        or the laughing bee on a stalk of death.

        We stand in broken
        lines and wait while they unlock
        the doors and count us at the frozen gates
        of dinner. The shibboleth is spoken
        and we move to gravy in our smock
        of smiles. We chew in rows, our plates
        scratch and whine like chalk in school.

        There are no knives
        for cutting your throat.
        I make moccasins all morning. At first my hands
        kept empty, unraveled for the lives
        they used to work.

        Now

        I learn to take
        them back, each angry finger that demands
        I mend what another will break tomorrow.

        Of course, I love you;
        you lean above the plastic sky,
        god of our block, prince of all the foxes.
        The breaking crowns are new
        that Jack wore.

        Your third eye
        moves among us and lights the separate boxes
        where we sleep or cry.

        What large children we are
        here. All over I grow most tall
        in the best ward. Your business is people,
        you call at the madhouse, an oracular
        eye in our nest.

        Out in the hall
        the intercom pages you.

        You twist in the pull
        of the foxy children who fall

        like floods of life in frost.
        And we are magic talking to itself,
        noisy and alone.

        I am queen of all my sins
        forgotten. Am I still lost?

        Once I was beautiful.
        Now

        I am myself,
        counting this row and that row of moccasins
        waiting on the silent shelf.” 🥳🍭🎪

  11. giovanni pandolfini scrive:

    vorrei anche io quello che vi siete presi voi , anzi forse no .

  12. Mauricius Tarvisii scrive:

    Ditemi che non è vero quello che ho letto

    https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2024/02/14/ambasciata-di-israele-presso-la-santa-sede-dichiarazione-di-parolin-deplorevole_da33af8b-7c9f-47c4-9cab-7a3a8c828d6a.html

    “Secondo i dati disponibili, per ogni militante di Hamas ucciso hanno perso la vita tre civili. Tutte le vittime civili sono da piangere, ma nelle guerre e nelle operazioni passate delle forze Nato o delle forze occidentali in Siria, Iraq o Afghanistan, la proporzione era di 9 o 10 civili per ogni terrorista. Quindi, la percentuale dell’Idf nel tentativo di evitare la morte dei civili è circa 3 volte superiore, nonostante il campo di battaglia a Gaza sia molto più complicato, come già detto”, riporta ancora la nota.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Mauricius Tarvisii

      “vero”

      Non mi stupisco.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        staresti citando l’ambasciata di Israele che cita non precisati dati disponibili riferiti a non precisate guerre in Siria, Iraq e Afghanistan?

        interessante

        sarei curioso di sapere come li distinguono, i combattenti dai non combattenti, in quel tipo di conflitti

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Loro sostengono che la Nato avrebbe un 90% di vittime che sarebbero danni collaterali, mentre loro si limitano al 75%.
          Immagino che per dirlo usino le stesse capacità che usano per dire che quel 25% sarebbe effettivamente composto da terroristi.
          Dici che mentono? Perché qualche mese fa se qualcuno diceva qualcosa del genere tu gli davi dell’antisemita…

          • Francesco scrive:

            io dico che mentono? perchè se chiedo quale è la fonte di un dato e come è stato calcolato pensi a questo?

            ho forse la faccia di un giornalista del FQ? potrei offendermi

            PS il fatto che Bibi marci sulle accuse di antisemitismo per non discutere nel merito le critiche al suo operato non implica che non sia strapieno di antisemiti che proprio odiano gli ebrei. I due fatti coesistono felicemente.

  13. Mauricius Tarvisii scrive:

    Intanto procede la colonizzazione delle terre ex armene.

    https://www.avvenire.it/mondo/pagine/nagorno-al-via-l-operazione-ritorno-degli-azeri

    Gli azeri possono permetterselo in quanto, grazie alle sanzioni alla Russia, vendono a noi il proprio gas e anche il gas russo che importa.

    https://www.civilnet.am/en/news/681416/is-azerbaijan-selling-russian-gas-to-europe/

    • tomar scrive:

      Gli armeni vengono regolarmente tirati in ballo per criticare il doppiopesismo dei filopalestinesi, che della radicale pulizia etnica a cui sono stati sottoposti in pochi giorni gli armeni non sembrano essersi molto indignati.
      E’ una critica che coglie un aspetto di verità: lo sradicamento forzato e improvviso di una popolazione dalle sue terre “natie” è comunque una tragedia umana dolorosissima, e questo è senz’altro ciò che accomuna gli armeni ai palestinesi.
      Come comuni sono i loro nemici: fascismi, essendo il nazionalismo etnico la radice e l’essenza del fascismo sotto qualunque sole, che sia il fascio-islamismo azero o il fascio-sionismo israeliano (per non dire poi della splendida salute del fascioinduismo di Modi… mentre per converso proprio la mancanza della radice etnica rende più complessa la comprensione e la classificazione del fenomeno Bukele e della sua dictasuave).
      Comunque, tornando agli armeni, le modalità della loro tragedia mi sembrano abbastanza simili a quelle degli istriani: entrambi sradicati a forza ma entrambi approdati in quella che era già la loro patria.
      Capzioso e ignorante di come si produce la storia sarebbe applicare questo modello ai palestinesi: avete la Giordania, avete la Siria, tutti i paesi arabi sono patria vostra, andate dove vi pare.
      Sarebbe capzioso e in malafede, perché i palestinesi hanno una sola patria, fondata nel 1948 da Israele con la Nakba e poi splendidamente rifondata in 6 giorni nel 1967.
      Quanto alle modalità di sradicamento del fasciosionismo, lasciamo perdere.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Istriani

        L’incidente che ha provocato l’esodo di massa dal NK (un’esplosione) ricorda molto, tra l’altro, la strage di Pola, l’incidente che provocò la fuga degli italiani.

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