Quale fascista ti fa più paura? (1)

Oggi vi presento un primo sospetto fascista.

Si chiama Mauro Giannini, ed è sindaco di Pennabilli, comune arroccato sui monti della Romagna, eletto nella lista Identità Montana. Eccovelo:

Pare che da giovane si fosse arruolato nei parà, partecipando a due spedizioni lontane dalle sue amate montagne.

Lui avrebbe tirato fuori i suoi ricordi in un post su Facebook (che attira gli identitari come il miele attira gli orsi):

La cosa surreale è che l’interessato stesso lo definisce un “inno d’amore alla nostra radiosa patria“.

Ora, se vedo un tizio di Pennabilli a migliaia di chilometri da casa sua, in posti di cui dubitiamo conosca la storia o la lingua, ma con un mitra in mano, a servire in conflitti voluti dai lontanissimi Stati Uniti d’America, la prima cosa che mi viene da dirgli è, globalista!

E invece lui commenta queste foto dicendo:

“Sono partito per servire la bandiera, avevo solo un credo e la camicia nera”.

Suscitando le prevedibili e scandalizzate reazioni di chi passa ore a cercare sui profili Facebook altrui qualcosa per cui scandalizzarsi.

Persino il Censore di Facebook è intervenuto in robotica persona per sopprimere l’identitario a colpi di algoritmo.

Ovviamente nessuno (nemmeno il Censore robotico di Zuckerberg) riconosce la citazione dalla Canzone del mercenario di Pierfrancesco Pingitore.

Sono morto nel Katanga,
venivo da Lucera,
avevo quarant’anni

dicono i primi tre versi (vi metto il testo per intero in fondo al post); poi per gli ultimi due, versi potete scegliere:

e avevo la fedina nera

o, appunto:


e la camicia nera

Quando è stata inventata l’automobile, l’azienda-padrona ha estratto dal Congo la gomma che ha permesso al nuovo di mezzo di correre, con quote imposte con la forza. Si fucilava la popolazione di ogni villaggio che non contribuiva abbastanza al Progresso, e i soldati indigeni che eseguivano gli ordini, dovevano presentare una mano umana come prova, per ogni pallottola mancante.

Oggi, sappiamo che l’industria mondiale degli smarfi si regge sulle miniere congolesi del coltan.

In mezzo…

La Union Minière du Haut Katanga, proprietaria per decreto di un terzo dell’immensa regione del Katanga. Sfruttava le miniere di rame, ma poi improvvisamente e soprattutto, dalla miniera di Shinkolobwe, emerse l’uranio che permise di distruggere Hiroshima e Nagasaki.

““Quando parliamo di Hiroshima e Nagasaki, non parliamo mai di Shinkolobwe,” dice Isaiah Mombilo,presidente della Congolese Civil Society of South Africa (CCSSA). “Parte della seconda guerra mondiale è stata dimenticata e persa.”

Sotto il governo belga, gli operai congolesi faticarono giorno e notte nel pozzo aperto, inviando centinaia di tonnellate di minerale grezzo di uranio agli Stati Uniti. “Shinkolobwe aveva deciso chi sarebbe stato il prossimo padrone del mondo”, dice Mombilo. “Tutto è cominciato lì.”

Insomma, le miniere più antifasciste del mondo, se è quello il criterio con cui giudichiamo la storia.

Oggi la Union Minière è diventata Umicore, una delle “cento aziende più sostenibili del mondo” (ma come hai fatto a indovinarlo?).

Nel 1960, il Congo diventa indipendente, ma la Union Minière diffida del nuovo governo e organizza la secessione del Katanga. Per mantenere questo stato, affitta un gruppo di “mercenari” europei, come quello della canzone.

Curiosità... a Milano nel 1968, cioè pochi anni dopo, Katanga diventa sinonimo del tremendo servizio d'ordine del Movimento Studentesco di Mario Capanna: si racconta che fosse stato messo in piedi da ex-mercenari convertitisi al leninismo della chiave inglese, ma ho sentito anche altre versioni.

Riconoscerete ovviamente nel mercenario l’eterna figura globale del migrante.

Giovane, maschio, che rinnega le proprie radici per un misto di noia, spirito di avventura e reale bisogno. E corre dove il Flusso Globale porta soldi.

Un mio amico conosceva molto bene i mercenari reduci a Roma, e ne condivideva l’inquietudine.

Ma proprio perché era una brava persona, mi raccontava con preoccupazione che durante la loro ritirata dal Katanga, questi giovani italiani furono sopraffatti da una strana follia. Violentavano tutte le fanciulle dei villaggi che incontravano e massacravano i maschi.

In fondo, è un po’ come quando i comandanti francesi permisero ai loro goumiers marocchini di sfogare mezzo secolo di assoggettamento, stuprando le ciociare.

Infine, molto spesso, il mercenariomigrante finisce male:

Avrei la moglie grassa
le rate, la seicento,
mutua, televisione
panciotto, doppiomento.

Invece sono andato
in giro per il mondo
adesso sto crepando
quaggiù nel basso Congo.

Invano cercherete
soldi nel tascapane,
li ho spesi proprio tutti
insieme alle puttane.

Insomma, non tutti i migranti hanno la fortuna dei senegalesi che conosco qui a Firenze, che sono stati assunti come buttafuori (ma oggi si dice Security).

Per Ferragamo, per Gucci, per i centri commerciali e per il Flusso Globale in generale, fanno un po’ ciò che faceva il Giannini in Iraq, anche senza pittoresco mitra.

I neri li vedi ovunque ma nella pubblicità dei siti di “vigilanza non armata”, è difficile trovarne foto, evidentemente inquieterebbero i potenziali clienti. Una delle poche che ho trovato:

Siccome si lamentano spesso che faccio fatica a tirare la morale di ciò che racconto, riassumo:

Cerchiamo sempre di capire le storie che ci sono dietro i simboli con cui le persone adornano le loro vicende.

Non dimentichiamo mai che il mondo in cui viviamo è nato e si riproduce per crimini straordinari.

E non dimentichiamo mai che il mondo è diviso, innanzitutto, tra i furbi e i fessi, molto prima che tra bianchi e neri di pelle, o bianchi e rossi di fede.

Ed è molto più facile prendersela con i fessi, che spesso sono ottime persone, solo che non hanno fatto qualche semplice ragionamento.

Sono morto nel Katanga,
venivo da Lucera,
avevo quarant’anni
e la camicia nera.

Di me la gente dice
che sono un mercenario
soltanto per bottino
soltanto per denaro.

Ma adesso che son steso
guardate nel mio sacco,
ci troverete un mitra
e un’oncia di tabacco.

Invano cercherete
soldi nel tascapane,
li ho spesi proprio tutti
insieme alle puttane.

Amavo una ragazza
di razza Congolese
ma l’ho perduta ai dadi
con Jimmi l’Irlandese.

Se io fossi rimasto a casa
là nella mia Lucera
avrei la moglie grassa,
i figli e la pancera.

Avrei la moglie grassa
le rate, la seicento,
mutua, televisione
panciotto, doppiomento.

Invece sono andato
in giro per il mondo
adesso sto crepando
quaggiù nel basso Congo.

Salvai monache e frati
dal rogo del ribelle
ma il Papa se ne frega
se brucia la mia pelle

La mia pelle brucia
in questo letamaio,
ma l’ONU se ne frega
perchè son mercenario.


I fuochi sono spenti
ormai scende la notte,
addio verdi colline,
addio dolci mignotte.

Addio dolci bambine
coi fiori tra i capelli,
ragazze senza nome
lasciate nei bordelli.

Coi nostri baschi rossi
ho fatto una bandiera,
portatela agli amici
che invecchiano a Lucera.

Viva la morte mia
viva la gioventù
viva la morte mia
viva la gioventù.

Questa voce è stata pubblicata in ambiente, Censura e controllo globale, Cialtroni e gente strana, esperienze di Miguel Martinez, Firenze, migrazioni, riflessioni sul dominio e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

123 risposte a Quale fascista ti fa più paura? (1)

  1. roberto scrive:

    Senti ma il camerata Giannini si definisce lui stesso fascista, perché lo offendi con un titubante “presunto”?
    Lui si considera fascista, mi sembra il minimo accettarlo per quello che vuole essere. Poi non avrà letto nulla, sarà ignorante come una capra e non conosce la definizione kelebekiana di fascista, ma almeno ha il coraggio delle parole

    Diamo del fascio al fascio

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Da qualche mese va di moda negare che i fasci siano fasci. Di solito si va dal “difensori dei valori democratici occidentali” al “semplici nazionalisti”, passando per l’intramontabile “ma anche nella Folgore…”.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “Senti ma il camerata Giannini si definisce lui stesso fascista, perché lo offendi con un titubante “presunto”?”

      Perché è il primo Presunto Fascista di cui parlo.

  2. tomar scrive:

    Bel post Miguel, e come al solito intrigante (in attesa del seguito).
    Solo due piccoli rilievi. Il primo storico:
    “Nel 1960, il Congo diventa indipendente, ma la Union Minière diffida del nuovo governo e organizza la secessione del Katanga”.
    Esatto, ma forse qui si poteva anche aggiungere en passant che il risultato più significativo di quella secessione (dietro alla quale c’era il Belgio ma anche la Cia) fu l’uccisione di Patrice Lumumba, l’unico presidente eletto dal suo popolo per i successivi 40 anni.
    Il secondo rilievo è solo cronachistico e quel che dirò non è de relato ma de visu:
    “a Milano nel 1968, cioè pochi anni dopo, Katanga diventa sinonimo del tremendo servizio d’ordine del Movimento Studentesco di Mario Capanna: si racconta che fosse stato messo in piedi da ex-mercenari convertitisi al leninismo della chiave inglese, ma ho sentito anche altre versioni”
    Non so quali altri versioni hai sentito, ma quella che riporti (gli ex-mercenari ecc.) è pura fuffa.
    Nel 1968 all’università statale di Milano non c’era nessun Katanga, anche se i prodromi esistenziali della sua futura nascita germinarono probabilmente già nei primi giorni dell’occupazione, quando un gruppo di fascisti cercò di penetrare con la forza nell’università… e fu respinto (che era un evento, perché negli anni precedenti nelle scuole superiori e nelle università la pratica della forza era monopolio dei fasci, tipi che andavano in giro con il pugno di ferro).
    Questi tentativi di irruzione violenta continuarono ancora per un po’, ma la cosa più divertente al riguardo è che a un certo punto il capo dei fascisti, capo perché era un marcantonio di quasi due metri che faceva paura solo a vederlo (ma poi conoscendolo era più bonaccione di tanti altri)… decise di passare dalla nostra parte.
    Il Katanga “storico” vero e proprio nacque invece solo due anni dopo e le sue prime “esercitazioni” non furono tanto contro i fascisti, che ormai non si facevano più vedere nei dintorni della “zona rossa” della Statale, ma contro i “compagni” che non condividevano la linea neostalinista impressa al MS non tanto da Capanna quanto dal nuovo vero leader Salvatore Toscano.
    Quanto al Katanga ormai solidamente militarizzato, il suo capo non era davvero un ex-mercenario congolese, ma l’istero-paranoico Luca Cafiero, già uno degli assistenti del titolare della cattedra di storia della filosofia Mario dal Pra, figura per altro luminosa di uomo e di studioso.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Tomar

      “Non so quali altri versioni hai sentito”

      Interessantissimo… ma perché si chiamavano, o venivano chiamati, Katanga?

      • tomar scrive:

        Per Miguel
        “… ma perché si chiamavano, o venivano chiamati, Katanga?”

        Una risposta filologicamente sicura (sicura nel senso di poter indicare la persona che per prima usò quel termine) non saprei dartela, ma per induzione dal clima dell’epoca un’idea ce l’avrei.
        Anzitutto posso dire che il termine è senz’altro una vox populi e che soltanto tale sempre rimase, nel senso che non fu mai utilizzata nella comunicazione ufficiale del MS (lì era il Servizio d’ordine).
        La secessione del Katanga era terminata solo 5 anni prima e nella testa di tutti era rimasta l’immagine dei katanghesi come tipi sbrigativi che non andavano tanto per il sottile nell’uso della violenza.
        In secondo luogo, e forse ancora più importante, c’era nello spirito di allora, forgiatosi nei pressoché settimanali cortei, un gusto/bisogno pressoché irrefrenabile di fare delle rime.
        E con cosa rimava Katanga? Con “spranga” naturalmente, e le spranghe (robusti bastoni di legno che formalmente servivano a reggere piccole bandiere) erano la dotazione d’ordinanza dei servizi d’ordine nei cortei.
        Senz’altro vox populi dunque e direi anche senz’altro scaturita, con sinistro compiacimento, dal popolo del MS della Statale, benché poi venisse utilizzata in senso spregiativo anche dagli avversari del MS, in primis i “trotzkisti” di Avanguardia Operaia che quelle spranghe si trovarono ad “assaggiare” più di una volta (ricordo in particolare l’orribile manifestazione inizialmente “unitaria” nel secondo anniversario della strage di Piazza Fontana, il 12 dicembre 1971 in quella stessa piazza).
        Ultima notazione filologica: l’associazione con le chiavi inglesi è più tarda (1974-75) e va riferita non tanto al Katanga storico quanto ai vari gruppi che praticavano “l’antifascismo militante” nei quartieri di Milano: anche lì non mancò comunque il gusto sinistro per la rima fascista (scritte del genere comparse sui muri di Milano: Sergio Ramelli con la chiave tra i capelli!).

  3. Moi scrive:

    @ MIGUEL / tutt*

    L’ Osessione di Giorgia Meloni per Tolkien, secondo il critico/scrittore/editore Paolo Nardi :

    https://www.youtube.com/watch?v=kJt0UsQeOYo

  4. Moi scrive:

    Da più parti, complice lei stessa e un articolo del New York Times, Giorgia Meloi è additata come fanatica tolkieniana. Passione personale e ossessione che viene da lontano? L’ennesimo caso della ricezione di destra di Tolkien in Italia.

    https://www.youtube.com/watch?v=kJt0UsQeOYo

    21 min ca

  5. Moi scrive:

    LIBRI MARTEDÌ 20 SETTEMBRE 2022

    https://www.ilpost.it/2022/09/20/tolkien-estrema-destra/

    Perché Tolkien piace tanto all’estrema destra
    Fin dagli anni ’70 i giovani neofascisti italiani rimasero affascinati dal “Signore degli Anelli”, interpretato strumentalmente in chiave antimodernista

    • PinoMamet scrive:

      Però trovo difficile negare che ci sia un elemento antimodernista in Tolkien. Negarlo richiede un po’ troppi contorcimenti.
      Probabilmente il suo “Medioevo” (e vabbè, lasciatemelo dire per semplicità) è più legato a quelle robe inglesi tipo Art and Crafts, come si chiamava? Che alle ideologie di destra – tantomeno estrema.
      Ma c’è.

      E se capisco che gli ormai antichi “Campi Hobbit” possano infastidire gli amanti di Tolkien di altri orientamenti, e sicuramente la destra sbaglia ad accamparne il monopolio, ma sbaglia anche la sinistra a voler trasformare Tolkien, come mi è capitato di leggere, in un “campione della diversità”, perché nella sua Compagnia ci sono nani ed elfi…

      L’articolo mi sembra anche un po’ sbrigativo a tracciare di razzismo tutte le critiche alla serie TV “ispirata”.
      Non si tratta solo dei personaggi neri inseriti più o meno a cazzo (che cominciano a infastidire i neri stessi… credo comincino ad essere imbarazzanti, come una foglia di fico sventolata davanti a tutti) ma di una vera riscrittura in chiave liberal dell’opera di Tolkien, che al confronto i Campi Hobbit erano filologici…

      In pratica, i personaggi fighi sarebbero donne, o neri, o donne nere; maschi bianchi solo cattivi, sfigati o insignificanti.

      Idem per la Sirenetta nera, che aldilà delle critiche risibili alla scelta della protagonista, pare sia un film francamente brutto.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        La serie da un miliardo di dollari trasforma Tolkien in questa roba qui.

        Ci sono dei cattivoni ad Est (nazisti, russi, cinesi… scegliete voi) che vogliono conquistare il mondo
        Oltre l’Oceano c’è il Paese della Libertà, Numenor, che non ha nemmeno un vero e proprio esercito, ma i cui cittadini sono valorosi e volenterosi
        Il Paese della Libertà è diviso, infatti la Regina, quasi una novella Hillary Clinton, vuole aiutare i popoli oppressi d’oltremare, ma ci sono gli isolazionisti razzisti che vorrebbero impedirglielo
        Ma la Terra dei Liberi si muove lo stesso e sconfigge (per ora) i cattivi. Fonda colonie e piazza guarnigioni, ma mica per imperialismo, eh! Lo fa per proteggere gli Alleati.
        Nella Terra dei Liberi c’è una versione di Donald Trump che pompa io razzismo, corrompe la società e alla fine diventerà persino amico di Putin… pardon, di Sauron e condurrà il paese alla rovina.

        Mi sembra Tolkien al 100%.

        • Francesco scrive:

          a me sembra Hillary Clinton al 100%, non certo Tolkien

          ma voi che l’avete guardata con attenzione, sbaglio o manca Sauron in gita a Numenor a corrompere gli uomini?

          è quella la via della rovina per i (tre se ricordo) popoli di uomini rimasti fedeli all’alleanza con gli Elfi e per questo premiati dagli Dei con la bella isolona “vicina” alle terre beate.

          PS ricordo che nella prima parte del Silmarillion c’è un’esplicita dichiarazione di vicinanza tra il Diavolo e il mondo moderno, quasi si citano alla lettera i futuristi

      • Miguel Martinez scrive:

        Per PinoMamet

        “Però trovo difficile negare che ci sia un elemento antimodernista in Tolkien. Negarlo richiede un po’ troppi contorcimenti.”

        Antimodernista, mi sembra ovvio.

        Piuttosto, c’è anche un elemento “anticomunista” molto anglosassone, dove per “comunismo” intendiamo il progetto statalista-leninista, non il socialismo di William Morris.

        In Tolkien c’è sicuramente un’idea del libero individuo che se la cava meglio da solo, o in piccola comunità, che sotto il controllo di uno Stato – viene espresso molto chiaramente nell’ultimo (e secondo me meno indovinato) capitolo.

        E può darsi che non sia un caso che lo Stato venga percepito (ai tempi della Guerra Fredda) a “est”.

        Tutto questo però non è per nulla “fascista”, anzi. Infatti, Tolkien era apprezzato dagli evoliani, che erano i meno “fascisti” di quell’area, e visto molto male dai “nostalgici”.

        • roberto scrive:

          miguel

          “In Tolkien c’è sicuramente un’idea del libero individuo che se la cava meglio da solo, o in piccola comunità, che sotto il controllo di uno Stato – viene espresso molto chiaramente nell’ultimo (e secondo me meno indovinato) capitolo.”

          hai voglia di approfondire? davvero non mi viene in mente niente che possa essere avvicinato all’idea di “controllo di uno Stato”…si certo ci sono sovrani più o meno illuminati, ma “Stato”?

        • Francesco scrive:

          Ipotesi: i fascisti volevano coniugare tradizione e modernità, a Tolkien piaceva la tradizione senza nessun bisogno di modernità

          Per questo il Signore degli Anelli è un classico

          PS siccome nasce come “mitologia posticcia ma ben fatto per gli inglesi”, mi pare naturale che a est stiano i nemici naturali degli inglesi (i tedeschi, anche se un pò spostati verso i balcani)

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Perché Tolkien piace tanto all’estrema destra”

      Credo che sia importante ricordare che Tolkien parlava di difendere una piccola comunità. I suoi non partono per l’Iraq, la Somalia o il Congo. Restano a Pennabilli finché possono, e quando se ne allontanano, non è certo per conquistare il petrolio o l’uranio per il Sauron di turno.

      Cosa di cui invece i nostri estremodestri si vantano.

      • roberto scrive:

        miguel

        “Credo che sia importante ricordare che Tolkien parlava di difendere una piccola comunità”

        uh?

        il signore degli anelli è praticamente la storia delle nazioni unite che partono in lotta contro il male attraversando tutto il mondo conosciuto per sconfiggere il nemico comune…mi sembra la storia della guerra in iraq….

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ roberto

          “praticamente”

          Non sono d’accordo (a meno che tu non fossi ironico).

          La sfiducia di Tolkien nelle istituzioni, a meno che non si tratti di fedeltà personale al proprio capo come quella di Sam verso Frodo, è totale: basta vedere la fine che fa Denethor, o chi erano in origine i cavalieri neri che danno la caccia all’Anello.

          La Compagnia dell’Anello è fatta di individui che vengono da culture diverse, questo sì. Ma la Compagnia si sfascia quasi subito, tant’è che Frodo e Sam vanno da una parte e tutti gli altri dall’altra.

          A me sembra che l’opera sia una cosciente riproposizione dei grandi romanzi-favola morali medievali tipo Il Romanzo della Volpe o il Romanzo della Rosa. L’idea in sè non è del tutto originale (il concetto di ‘tesoro-dannazione’ di cui ci si deve liberare e non impadronire lo si ritrova nei Nibelunghi wagneriani) ma unica è la sterminata completezza della descrizione di un intero universo. Soprattutto linguistico: Tolkien era partito con l’idea di descrivere un mondo in cui i personaggi parlassero le lingue che lui, entusiasta linguista che a sedici anni si era imparato da solo il finlandese ‘inebriato come un alcolizzato in una cantina’, si era andato inventando. Con la Divina Commedia, il Signore degli Anelli è una delle poche opere in cui il registro linguistico di ciascun personaggio rappresenta lo status etico del personaggio stesso: pur non essendovi ovviamente parolacce, è chiaro che un Uruk-hai parla in modo molto più volgare di un Hobbit, che a sua volta fa sempre la figura di uno zotico davanti a un Elfo.

          Il tutto in salsa à la Beatrice Potter, cioè con enorme attenzione alla natura che è sempre quella verdeggiante e ‘gorgeous’ della Merry England: le descrizioni delle piante occupano una fetta consistente del libro. Le forze naturali partecipano in primo piano, vuoi per garantire la propria sopravvivenza (gli Ent alla fine de Le Due Torri) vuoi per assicurare la propria neutralità (lo spettacolare Tom Bombadillo che libera lo Hobbit caduto prigioniero delle radici del frassino invidioso di chi può camminare!). Mancano quasi del tutto descrizioni di animali (non c’è un gatto, non c’è una volpe!) e dove ci sono sono mostri (il Balrog) o mostruosamente deformi (il ragno gigante che intrappola Frodo ingannato da Gollum). Tolkien evita così che la passione dei connazionali per gli animali domestici alteri il ruolo rivestito dai personaggi.

          E tutti i personaggi, tranne Sam (l’unico personaggio di quelli principali ad essere incondizionatamente positivo, anche se limitato) prima o poi tradiscono o portano il segno di tradimenti passati o sono consapevoli che tradiranno.

          E non parlo solo di Saruman che da collega di Gandalf diventa ben presto il ‘terzo polo’ fra lui e Sauron.

          Penso a Boromir, che incarna la forza, che finisce col volere l’Anello per la gloria.

          Penso a Gandalf, che incarna la cultura e che potrebbe risparmiare agli altri grandi sofferenze prendendo su di sè l’Anello fin dall’inizio ma rifiuta per paura di esserne corrotto preservando così la propria purezza e passando il resto della storia ad aiutare gli altri che ha messo nei guai con la sua omissione iniziale.

          Penso a Bilbo, che rappresenta i legami familiari, che vigliaccamente lascia la rogna dell’Anello all’inconsapevole Frodo dopo averlo sottratto all’ingordigia rappresentata da Gollum.

          Il nano Gimli, che rappresenta la tecnologia, è fedele ma è erede di una civiltà distrutta dalle guerre (intestine e con gli elfi) per il possesso dell’Anello, come si vede nelle rovine di Moria.

          Il povero Aragorn, simbolo del coraggio e della voglia di riscatto, è piegato tutta la vita dal peso del tradimento di Elendil, che se non avesse preso lui su di sè l’Anello quando Mordor era stato scacciato non avrebbe scatenato la serie di eventi che portano a Frodo (‘la spada che è stata spezzata…’).

          Persino gli angelici Elfi, uniche tracce rimaste della paradisiaca Prima Era, alla fine scappano verso Occidente, abbandonando la Terra di Mezzo che è stata contaminata dal male anche dopo la fine di Sauron.

          E ovviamente penso a Frodo, l’uomo della strada, che sopporta avversità incredibili per poi cedere alla tentazione e cercare di tenersi l’Anello proprio sulla soglia del fuoco del Monte Fato – salvo poi ovviamente vederselo sottrarre dall’ingordo Gollum, che così facendo si autodistrugge. Frodo guadagnerà glorie e onori, ma alla fine il suo vero premio sarà un passaggio sulla nave degli Elfi che lo porterà per sempre in esilio.

          Aragorn sarà reintegrato nel ruolo regale che gli spetta, ma il suo premio finisce qui.

          L’unico che conoscerà alla fine la vera pace, la tranquillità della famiglia, e che si godrà un giardino meraviglioso dove fiori e frutti cresceranno rigogliosi in eterno grazie a una polverina magica gentile omaggio della regina degli elfi e’ colui che in umiltà e restando sempre al suo posto non ha mai tradito, cioè ha agito sempre in modo disinteressato. Ha seguito Frodo fin dall’inizio, salvando Frodo dal ragno dopo il tradimento di Gollum, dal quale aveva messo inutilmente per tempo in guardia il suo padrone. Ha portato Frodo sulle spalle su per le pendici del Monte Fato (e se non è una metafora questa…!). E’ uno dei miti che erediteranno la terra: Sam Gamgee.

          Morale della favola? Non la scienza, non il coraggio, non la tecnica, non la forza, non la politica salvano il mondo (che comunque rimane corrotto) ma la fedeltà, l’agire disiniteressato.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • roberto scrive:

            Andrea

            “(a meno che tu non fossi ironico)”

            no, non sono affatto ironico

            “La sfiducia di Tolkien nelle istituzioni”

            davvero, non vedo proprio “istituzioni” in tolkien…giusto re, principi e principesse

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ roberto

              “istituzioni”

              Denethor è l’ultimo dei Maggiordomi di Gondor, cioè i ministri che fanno funzioni del Re in sua assenza. Sull’esempio dei Capetingi, e in assenza del legittimo Re (Aragorn è in giro per le foreste della Contea) i Maggiordomi hanno spadroneggiato. E quando Gandal f presenta Aragorn a Denethor, questo si rifiuta di lasciargli il posto, che vuole invece riservare al figlio Boromir. Non esattamente un modello di correttezza istituzionale.

              Ma del resto l’autorità del Re sta sempre e solo nella fedeltà personale dei sudditi. Frodo non compila la dichiarazione dei redditi. Nel mondo di Tolkien esistono solamente rapporti personali: e anche quando compaiono rapporti giuridici, come quando si discute della legittimità dell’operato con cui Bilbo ha sottratto l’Anello a Gollum o dei diritti ereditari di Aragorn, riguardano sempre rapporti fra individui, mai fra l’individuo e lo Stato.

              Ciò rafforza la mia idea che quella di Tolkien sia una favola morale, visto che la sfera della morale è appunto quella dei rapporti fra singoli individui.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Andrea,

                ha cancellato tutto il tema della “legittima regalità di Aragorn” e di come questo gli dia la capacità di resistere a Sauron guardando nel Palantir, di gelare il Portavoce di Sauron con uno sguardo, di cuccarsi la bellissima principessa elfa che per lui rinuncia all’immortalità, di guarire ferite col tocco delle mani … e tutto perchè lui è il vero re. Non perchè sia figo come persona.

              • roberto scrive:

                Andrea

                “Ma del resto l’autorità del Re sta sempre e solo nella fedeltà personale dei sudditi”

                siamo quindi d’accordo che non esistono “istituzioni” ma solo un re e dei sudditi

                solo che da questa cosa tu ne deduci una sorta di “critica alle istituzioni”….io mi permetto di osservare che si tratta di una favola che non ha nessun carattere sociale
                🙂

                per esempio scrivi
                “Frodo non compila la dichiarazione dei redditi”

                certo ma semplicemente perché non esiste dal punto di vista narrativo nessuna esigenza di far pagare le tasse a frodo…se frodo *rifiutasse* di pagare le tasse potrei effettivamente vedere una sorta di rivolta sociale, ma cosi non è

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “e di come questo gli dia la capacità di ”

                Molti credo che siano falsi ricordi indotti dai film: Arwen, per esempio, non rinuncia all’immortalità (non può farlo) e non guarisce con l’imposizione delle mani, ma usando la pianta medicinale di cui tutti si sono dimenticati. Però le virtù taumaturgiche gli vengono attribuite dalla popolazione che, in questo, sbaglia!

              • Francesco scrive:

                MT

                sai che dovrei rileggere ma sono convinto che Arwen rinunci all’immortalità anche nel libro? le tre coppie “miste” della mitologia di Tolkien hanno tutte questa cosa da sistemare e lo fanno

                ma la mia memoria non è più così buona

                PS sicuro che non sia per nulla taumaturgo? cavoli che vecchietto che sono diventato

              • Francesco scrive:

                x ADV

                secondo la Sacra Wiki, Arwen rinuncia all’immortalità poco dopo la morte di Aragorn

                e mi sento di escludere che questo sia un riferimento al suicidio

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “Arwen”

                Mi sa che tu non intendessi rispondere a me. Non ho mai scritto che Arwen non abbia rinunciato all’immortalità.

                🙂

                Ciao!

                Andrea Di Vita

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Poi sappiamo tutti che Tolkien va interpretato alla lettera, per cui:

            – c’è una gerarchia delle razze, dove quelle superiori (elfi e, in seconda battuta, i numenoreani) hanno il diritto di governare su quelle inferiori. Le razze inferiori sono: nordici, uomini comuni e poi, in fondo, i magrebini, i negri e quelli dell’Est
            – ci sono delle razze che sono proprio degenerazioni (gli orchi)
            – se ti mescoli con le razze inferiori diventi moralmente peggiore (vedi dissoluzione di Arnor)
            – la razza superiore (i sovrani di Gondor) hanno il diritto di scacciare dalla loro terra i sudditi riottosi appartenenti ad una razza inferiore per metterci al loro posto un popolo un po’ superiore (Rohan nasce così)
            – è assolutamente un caso che la gerarchia delle razze coincida sorprendentemente con lo stato delle alleanze in un certo determinato momento storico
            – superiorità e inferiorità non dipendono, infatti, dallo sviluppo tecnologico e culturale (cioè, lo dipendono se fa comodo, se no pure i selvaggi delle montagne diventano si nobilitano con legami con la Casa di Haleth di millemila anni prima), ma da criteri più elastici, riassumibili con “il narratore lo dice”

            • Daouda scrive:

              Da quando in qua le razze non esistono e da quando in qua quel che esiste non è gerarchizzabile.
              Che poi gerarchia è un termine tecnico quel di cui parlate si chiama classificazione/categorizzazione porca troia ve fate fregá sempre

          • Miguel Martinez scrive:

            Per ADV

            “Morale della favola? ”

            Stupendo riassunto!

            • Francesco scrive:

              Però direi sbagliato.

              Con prevedibile protervia, ADV ignora che Tolkien era un cattolico fervente. La protagonista del Signore degli anelli è la Provvidenza, Gandalf riconosce che tutti i suoi piani, a iniziare dal piano di viaggio, sarebbero stati un disastro senza gli imprevisti che li hanno stravolti.

              E Gollum che distrugge l’Anello, per sbaglio, salvando Frodo e la Terra di mezzo, dopo che anche Frodo ha ceduto alla tentazione, è decisamente un “Deus ex machina”. Ed è lì solo perchè Frodo ha avuto pietà di lui mille volte.

              Ecco, non è la fedeltà che vince il male ma la pietà. Il che è esattamente la dottrina cattolica della Grazia.

              Sennò ci tocca leggere le 10.000 lettere a Tolkien e relative risposte.

              • PinoMamet scrive:

                Così però Tolkien somiglia a Manzoni! 😉

              • Francesco scrive:

                Beh, in quello mi sa che è vero.

                L’idea che ci sia un Dio che vede e provvede è “leggermente” alla base della Fede cattolica

                😀

      • PinoMamet scrive:

        Un libro non ha mai una lettura univoca, ed è perfettamente lecito leggerlo oltre le intenzioni dell’autore.

        Però in effetti se elenchiamo gli elementi c’è una missione dell’Eroe per salvare il mondo, ma c’è anche la piccola realtà locale idealizzata.

        C’è l’ideale dell’unione tra diversi, ma è altrettanto vero che questi diversi sono tutti ugualmente presi dall’immaginario europeo e, tolta la maschera del fantasy, le loro differenze si limitano ai caratteri e alle abilità.

        Lo si può leggere tanto come sostegno alle imprese d’oltremare che come amante del piccolo villaggio, tanto come inclusivo che come eurocentrico, ma una cosa è certa: non è un’ode al progresso tecnico, al Futuro o alla tecnologia…

        • Miguel Martinez scrive:

          Per PinoMamet

          “Un libro non ha mai una lettura univoca, ed è perfettamente lecito leggerlo oltre le intenzioni dell’autore.”

          Verissimo!

          • tomar scrive:

            Verissimo dico anch’io.
            E per altro questa osservazione di PM è nel solco di quella mirabile esegesi che Walter Benjamin fece delle Affinità elettive di Goethe, in cui esprime in modo molto convincente l’idea che le grandi opere hanno una vita che va oltre quello che l’autore aveva espresso con piena consapevolezza, vita che prosegue con il lavoro della critica successiva e con quello interiore di ogni lettore sensibile.
            Per farla breve: avevo letto una prima volta il romanzo e mi aveva lasciato abbastanza freddo. L’ho riletto dopo l’incontro con Benjamin ed è stato letteralmente un altro viaggio, del tutto coinvolgente.

    • roberto scrive:

      moi

      atreiu in fratelli d’italia!?!
      🙂

      sarà contento michael ende….

      devo dire però che a destra hanno un immaginario un po’ curioso, dagli hobbit ad atreiu

      • PinoMamet scrive:

        Più che altro… hanno un immaginario.

        La sinistra ce l’aveva, ma pare averlo abbandonato del tutto a favore di un razionalismo un po’ piatto.

        Atreiu può combattere contro Che Guevara alla pari;
        contro Calenda, vince troppo facile.

        • Francesco scrive:

          sicuro?

          nelle urne Atreiu non mi dice nulla, Che nulla di buono, Calenda lo voto!

          e pretendi un candidato alla Ronald Reagan?

          • PinoMamet scrive:

            Ma non esistono solo le urne, Francè, esiste anche quello che ti ci fa andare…

            per anni la sinistra ha detto “o noi o Berlusconi, o noi o Salvini, o noi o la Meloni”, ieri gli italiani si sono detti “e vabbè, allora la Meloni!”

            ma questo è un discorso che esula…

            comunque il Che, il Sol dell’avvenire, l’amore libero, Sai Baba, che ne so… metteteci qualcosa.

            qualche simbolo ci vuole.

            Sennò si finisce come l’Unione Europea, il cui simbolo è il Pareggio in Bilancio.
            Sarà cosa buona e giusta, ma non è certo quello che scalda gli animi…
            (tranne quando ti chiedono per l’ennesima volta di tirare la cinghia… quello sì che scalda… ma non come vorrebbero 😉 )

            • Francesco scrive:

              Insomma, come Andrea anche a te serve qualche bella battaglia combattuta dall’esercito con la bandiera dodeca-stellata? vinta o persa non conta, basta che scorra del sangue e si dia sostanza alla UE sennò esangue e priva di fascino?

              Io mi accontentavo delle radici cristiane nella Costituzione, senza successo.

  6. tomar scrive:

    Sempre a proposito di presunti fascisti e veri fascisti un altro piccolo ricordo:
    sarà stato nel 1974 0 1975, avevo da poco iniziato a insegnare nei corsi operai delle 150 ore, e mi trovai a intervenire in un’assemblea compagnesca, cosa che facevo molto di rado. A un certo punto del mio intervento dissi che lo slogan “faremo più rosse le nostre bandiere con il sangue delle camicie nere”, slogan molto presente nei cortei militanti di quel periodo, era uno slogan prettamente fascista, più esattamente dannunzian-fascista.
    Non ci furono contestazioni, l’impressione fu che l’uditorio non avesse magicamente udito quelle mie parole e comunque nessuno degli interventi successivi vi fece il minimo riferimento.

    • Francesco scrive:

      è una tecnica descritta da Orwell in 1984, permette di non pensare o udire cose che contrastano con la linea del Partito “in diretta” e quindi di salvarsi la pelle al volo

      concordi Andrea?

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Francesco

        “concordi”

        Sì, assolutamente. E’ il ‘doublethink’, il ‘bispensiero’. Mi hai anticipato: stavo per scrivere io un post con la tua stessa osservazione.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

  7. Miguel Martinez scrive:

    Finalmente un’obiezione interessante (non so quanto valida) alla famosa storia degli insetti a cena:

    GLI INSETTI VANNO DAVVERO MANGIATI?
    In questo studio, un’intera serie di parassiti è stata trovata negli insetti dell’81% degli allevamenti. Inoltre, nel 30-35% degli allevamenti studiati, questi parassiti sono patogeni e quindi pericolosi per gli animali e l’uomo.
    Gli insetti quindi non solo sono disgustosi come cibo, ma anche un pericoloso vettore di malattie. GLI INSETTI LI MANGINO GLI AMICI DI UE E NATO https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6613697/

    • roberto scrive:

      e la NATO che c’entra?
      🙂

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “e la NATO che c’entra?
        🙂”

        C’entra (sempre!) nella testa di quello che ha scritto il messaggio.

        D’altra parte gli insettofobi sono un po’ così.

        Come dall’altra parte quelli che se non ti vaccini per il Covid sei (a) terrapiattista, (b) vegano e (c) agente di Putin.

        Però questa volta il loro argomento (e la fonte che citano) è interessante, anche se andrebbe approfondito.

        • tomar scrive:

          a Miguel

          “Come dall’altra parte quelli che se non ti vaccini per il Covid sei (a) terrapiattista, (b) vegano e (c) agente di Putin.”

          Te lo dico sinceramente, Miguel, questa frase che ti è sfuggita per vis polemica non è degna dell’onestà intellettuale per cui ti stimo e che dimostri quotidianamente sul tuo blog.
          Avessi scritto “alcuni” o finanche “molti” di “quelli che se non ti vaccini ecc.”, non avrei niente da dire.
          So bene (sono un attivo seguitore dei commenti sul FQ) che gli argomenti che citi sono stati spesso usati dai vaccinisti da tastiera nelle polemiche online, ma ridurre a quello i “vaccinisti”…
          Per quanto mi riguarda, e mi sembra strano che ti sia sfuggito visto che ne ho parlato anche qui un paio di volte, mi sono sempre e soltanto limitato a dire che chi legittimamente non si vaccinava, non poteva al contempo – una volta pubblicate le incontrovertibili statistiche dell’ISS sui numeri dei posti, normali e di terapie intensive, percentualmente occupati negli ospedali rispettivamente da parte di vaccinati e non vaccinati – dichiararsi anche “persona di sinistra” e nemmeno “cristiano”, per la contraddizion che nol consente, dati i principi di solidarietà, fraternità e uguaglianza che dovrebbero ispirare entrambe quelle visioni del mondo.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Tomar

            “Avessi scritto “alcuni” o finanche “molti” di “quelli che se non ti vaccini ecc.”, non avrei niente da dire.”

            Più che il mio concetto, stai giustamente criticando il mio italiano.

            La frase, in un italiano più corretto sarebbe:

            “esistono delle persone – come i redattori di Repubblica – che fanno di varie realtà a loro antipatiche (no green pass, russi, gente con idee bizzarre sulla forma del pianeta, ecc.) un unico fascio. E in questo somigliano a quelle persone che ce l’hanno con gli insetti, e confondono l’alimentazione a base di insetti con tutta l’UE che l’ha autorizzata, e anche con la NATO”.

            Poi esistono “antivaccinisti” e “vaccinisti” o “insettisti” e “antinsettisti” che non fanno così, ovviamente: ad esempio, Roberto è un “antinsettista”, ma non tira in ballo la NATO.

            Sulle statistiche riguardanti i posti occupati ci sarebbe un lungo discorso da fare: come spesso succede, le statistiche – anche quando basate su fatti in sé veri – possono dimostrare tutto e il contrario di tutto, dai tempi del pollo di Trilussa.

            Non ti sto a citare qui le statistiche che pretendono di dimostrare il contrario di quello che dici, perché – come tutte le statistiche di parte – non lo dimostrano.

            • tomar scrive:

              Per Miguel
              “stai giustamente criticando il mio italiano”
              D’accordo ovviamente sull’importanza della precisione linguistica: sappiamo quanto una parola sbagliata (anche se sono solo parole) può causare gravi danni nella realtà e concretamente nella carne delle persone.
              “Sulle statistiche …pollo di Trilussa”.
              Anche qui d’accordo in linea generale, ma poi questa linea non esime dal criterio di vagliare specificamente la validità o meno di ogni singola statistica.
              Riguardo a quella specifica statistica dell’ISS, poiché non mi risulta che ne sia mai stata contestata la verità fattuale, ti prego di indicarmi una fonte che invece l’abbia fatto o comunque l’abbia interpretata diversamente da me.
              Non è una provocazione, credimi, vorrei veramente mettere alla prova la mia convinzione al riguardo, e anche se ho sempre avuto la nomea di ipercritico (e certo il Criticone degli Ultimi giorni dell’umanità è uno dei miei santini), ritengo ancora superiore, benché non mi consideri più da molti anni marxista-leninista, la virtù di essere capaci di autocritica.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Tomar

                “Riguardo a quella specifica statistica dell’ISS, poiché non mi risulta che ne sia mai stata contestata la verità fattuale,”

                Non voglio assolutamente sfuggire alla tua domanda, ma ci sfuggo lo stesso 🙂

                Allora, sono andato a varie serate di conferenze di Giovanni Trambusti, un informatico che lavora per un’università americana a Firenze, e si diletta di statistica. Aspetto normale fuori, ma nerd dentro 🙂

                Fa così: prende esclusivamente statistiche da fonti “ufficiali” (Istat, Ministero della Sanità, e poche altre).

                Ad esempio prende tutte le statistiche della mortalità di tutti i comuni d’Italia di tutti gli ultimi trent’anni – una quantità di statistiche di per sé ingestibile – e le rielabora con un programma che ne rivela la stagionalità, la localizzazione geografica ecc.

                Ad esempio, scopri che non ha nessun valore confrontare la mortalità tra anno solare e anno solare, quello che conta è il confronto tra stagione e stagione.

                In mezzo a questo, c’erano statistiche affascinanti: ad esempio, che nei mesi del primo Covid, c’era una mortalità paurosa a Brescia. Mentre a Firenze era assolutamente nella media; ma quella di Brescia era talmente alta da far sballare tutte le statistiche italiane: evidentemente a Brescia c’era un fattore diverso, che nessuno ha voluto approfondire.

                Oppure il confronto tra la mortalità nell’inverno 2020 e quella (dico a memoria un anno a caso) nell’inverno 2010, che era più alta…

              • Miguel Martinez scrive:

                Una statistica di Trambusti (presa rigorosamente da fonti Istat/Ministero della Salute).

                A mano a mano che le vaccinazioni diventavano obbligatorie per certe fasce di età (tipo prima 80 anni, un paio di mesi dopo 70, ecc.), aumentava nel giro di due settimane, e in modo notevole la mortalità tra quelle fasce, poi si normalizzava… ma solo tra i NON vaccinati!

                Che non ha alcuna apparente spiegazione.

                Poi scopri che le persone vengono considerate “vaccinate” (e qui il Trambusti ti tira fuori lo slide con la relativa norma) solo passate (se ben ricordo) due settimane dalla vaccinazione…

                In mezzo a questo, ha tirato fuori anche statistiche da mezzo mondo sulle terapie intensive, che è quello che chiedi tu.

                So che lui ha un canale su Youtube dove ne parla.

                Ora, Giovanni è di parte. Vuole dimostrare che quelli dall’altra parte usano le statistiche (a modo loro “vere”) per i loro fini, e direi che riesce.

                Il che non vuol dire che lui “abbia ragione”.

              • roberto scrive:

                Miguel

                “evidentemente a Brescia c’era un fattore diverso, che nessuno ha voluto approfondire.”

                Tipo il covid in prima versione (virus che causa ha malattia grave e nuova che non si sapeva come trattare) che ancora non era arrivato a Firenze?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Tipo il covid in prima versione (virus che causa ha malattia grave e nuova che non si sapeva come trattare) che ancora non era arrivato a Firenze?”

                Il virus viaggia alla velocità dell’automobilista più veloce. Infatti un altro comune molto colpito, contemporaneamente, fu Badia Tedalda in Toscana.

                Non ho sottomano la cronologia, ma quelle prime settimane c’era il sindaco di Milano che promoveva la campagna “Milano non si ferma” https://www.ilpost.it/2020/03/23/coronavirus-milano-non-si-ferma-sala/, e sul fronte contrario, Salvini invitava a “spalancare tutto”; Nardella faceva infuriare i destri invitando ad abbracciare i cinesi…

                Non sto dicendo che tu abbia torto, semplicemente che in queste faccende inestricabili, c’è sempre dell’altro.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                ” c’è sempre dell’altro.”

                E viene da pensare (non da concludere, solo da pensare) che quell’ “altro” avesse a che fare con qualche condizione ambientale particolare di Brescia (o magari di Badia Tedalda). O magari al contrario, a Firenze c’era qualche fattore che frenava le conseguenze, oppure, boh?

              • Miguel Martinez scrive:

                per roberto

                Comunque mi ha colpito moltissimo lo studio di Trambusti sulla mortalità post-vaccino.

                Cioè i dati (che nessuno contesta) mostrano che i vaccinati muoiono molto MENO dei non vaccinati, nelle fasce a obbligo di vaccinazione.

                Anzi, ogni volta che c’è una campagna di vaccinazione per una certa età, c’è una strage di NON vaccinati di quell’età, nelle prime due settimane dalla vaccinazione.

                E nessuno ha una spiegazione perché succede.

                Possiamo solo fare delle ipotesi.

                Trambusti ha detto chiaramente che lui non ha alcuna certezza: esiste il fatto che per due settimane dopo la vaccinazione, si considera il neo-vaccinato “non vaccinato”, ma che quelli che muiono siano dei “neovaccinati” non risulta da nessuna parte, perché nessuno ci ha fatto uno studio.

                Che se fosse vera… ma nessuno si è preso la briga di vedere se i “non vaccinati” morti fossero in realtà dei “neovaccinati”, quindi non lo sapremo mai.

                Insomma, i fatti sono certi; le ipotesi no.

              • Francesco scrive:

                >>> non ha nessun valore confrontare la mortalità tra anno solare e anno solare, quello che conta è il confronto tra stagione e stagione.

                Miguel, in un anno solare ci sono 4 stagioni, sempre le stesse, quindi HA senso confrontare due anni solari

                Dillo al tuo amico, per favore

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “Miguel, in un anno solare ci sono 4 stagioni, sempre le stesse, quindi HA senso confrontare due anni solari”

                Capisco il tuo ragionamento, e lo capisce perfettamente il mio amico.

                Semplicemente se confronti ottobre-aprile 2019/2020 con ottobre-aprile 2020/2021, capisci molto di più che se confronti 2019 con 2020.

                Ma ci arrivi anche tu, dai. Anche se sei milanese e ciellino.

              • Francesco scrive:

                Miguel

                veramente elimini gli effetti della stagionalità in entrambi i casi!

                potrebbe avere senso solo se esamini un fenomeno che è durato un trimestre e che nella media annuale viene “diluito”

                ciao

        • Peucezio scrive:

          Miguel,
          “D’altra parte gli insettofobi sono un po’ così.

          Come dall’altra parte quelli che se non ti vaccini per il Covid sei (a) terrapiattista, (b) vegano e (c) agente di Putin.”

          Un momento, però: la mania di avere paura del vaccino è una cosa degli ultimi anni, mentre gli italiani, praticamente tutti, sono sempre stati “insettofobi”.

          Poi uno può anche dire che quelli a cui non piace mangiare la merda sono coprofobi. Anzi, sarebbe una definizione appropriata.

  8. Francesco scrive:

    OT comunque per colpa vostra mi rileggerò per l’ennesima volta The lord of the rings (questa volta in inglese!)

    😀

    • tomar scrive:

      A Francesco
      “per colpa vostra mi rileggerò per l’ennesima volta The lord of the rings”

      quoque tu Franciscus!

      Ma allora sono solo io che proprio non riesco a digerire quelle storie, che mi annoiano, e soprattutto, al mio orecchio, quello stile narrativo.
      Certo, posso farlo solo in traduzione (l’inglese mi è ahimè precluso), ma pure ho goduto come un riccio, anche lì solo in traduzione, sulle pagine, che so, di Melville, di Hawthorne, di Sterne, di Conrad, di Nabokov (che pure pensava in russo) nonché per dire dell’ultimo, ma non meno grande, David Foster Wallace.

      • roberto scrive:

        tomar

        “Ma allora sono solo io che proprio non riesco a digerire quelle storie”

        forse non sei l’unico ma poco ci manca…pazienza!

        a me proprio è piaciuto leggerlo in inglese. ha un inglese incredibilmente ricco e poetico, davvero molto bello

        • tomar scrive:

          roberto

          “a me proprio è piaciuto leggerlo in inglese. ha un inglese incredibilmente ricco e poetico, davvero molto bello“

          su questo non posso che invidiarti, ma, per esempio, hai letto in inglese anche qualcuno degli autori che ho citato sopra… e con che impressioni?
          (ah nella lista degli anglofoni molto amati ho dimenticato sopra Mark Twain e Joyce, anche se per quest’ultimo più che amore fu un’intossicazione a vent’anni che per circa altri due praticamente mi inabilitò a leggere qualsiasi altro libro, poi per fortuna passò)

      • PinoMamet scrive:

        Io l’ho visto solo in italiano: dico visto, perché era nella libreria di amici, che l’hanno divorato da poco più che ragazzi.
        Non so, si vede che non ho più l’età, ma non mi ha incuriosito abbastanza.

        Mi è rimasto lì: forse se non fosse stato famoso, sarebbe entrato nella categoria dei piaceri proibiti, quelle robe che ti vergogni un po’ che ti piacciano, ma così non ce l’ho fatta.

        Sto leggendo Horcynus Orca, invece, dopo anni che mi tentava: l’avevo iniziato anni fa, piantato lì perché non era il momento, ma quest’anno, proprio il quattro ottobre quando comincia (e non me lo ricordavo!) mi è venuta voglia di leggerlo.

        • Francesco scrive:

          forse lo lessi secoli fa ma lo ho scordato del tutto

          Tolkien è con me da quando ero ragazzo

          e sui film sono mezzo disgustato

  9. Miguel Martinez scrive:

    OT

    https://www.iltirreno.it/firenze/cronaca/2022/10/10/news/gli-uffizi-contro-jean-paul-gaultier-uso-non-autorizzato-della-venere-del-botticelli-1.100106650

    Gli Uffizi contro Jean Paul Gaultier: uso non autorizzato della Venere del Botticelli

    La maison non ha concordato con la galleria fiorentina come previsto dalla legge. Oltre al ritiro degli abiti “illegittimi” c’è anche una richiesta di risarcimento danni in favore del museo

    10 ottobre 2022

    FIRENZE. “Uso non autorizzato della Venere di Botticelli”. Questa, in sintesi, la ragione dell’azione legale che le Gallerie degli Uffizi hanno lanciato contro la maison dello stilista francese Jean Paul Gaultier.

    La nota casa di moda ha infatti utilizzato l’immagine dell’immortale capolavoro custodito nel museo vasariano per realizzare alcuni capi di abbigliamento, pubblicizzandoli anche sui propri social e sul proprio sito: lo ha fatto però senza chiederne il permesso, concordarne le modalità dell’uso e pagare il canone, così come è invece espressamente previsto dalla legge. Secondo il Codice dei Beni Culturali, infatti, l’uso di immagini della proprietà pubblica italiana è obbligatoriamente assoggettato a specifica autorizzazione ed al pagamento di un canone.

    Di fronte a tale comportamento illecito, l’ufficio legale delle Gallerie si è subito attivato, inviando alla casa di moda una lettera di diffida nella quale si intimava il ritiro dal mercato dei capi con l’immagine della Venere o, in alternativa, di contattare quanto prima il museo per stringere l’accordo commerciale necessario a sanare l’abuso compiuto.

    Tuttavia la diffida, spedita ad aprile alla Jean Paul Gaultier, è stata sostanzialmente ignorata. E dunque adesso gli Uffizi sono alle vie di fatto, o meglio, alle vie giudiziarie: è stata già avviata una azione legale che prevede, oltre al ritiro degli abiti ‘illegittimi’, anche una richiesta di risarcimento danni in favore del museo.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      In effetti scopro che così prevede l’art. 108 del Codice. Ovviamente vale solo per le riproduzioni a scopo di lucro.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per MT

        “In effetti scopro che così prevede l’art. 108 del Codice.”

        Ma vale fuori dall’Italia?

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Dovrebbe valere il principio della lex loci protectionis, almeno in Europa, per cui sì.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Condizione, comunque, è che la violazione avvenga in Italia, anche se il perpetratore è all’estero: cioè devi immettere la riproduzione nel mercato italiano.
          Per quello che avviene in Francia, invece, è un problema di diritto francese, nel senso che bisogna vedere cosa dice la legge francese in materia e se riconosce la tutela riconosciuta dall’Italia.

  10. Daouda scrive:

    Il fascita reale non solo è anti mussoliniano ma essendo per definizione sintetico è anche democratico. Per forza.

    Poi se volete continuate a parlare a vanvera ignorando che il fascismo è solo un anelito e tale è chiunque cerca una politica secondo retta ragione naturalistica. Il vataggio del fasicsmo è nel nome come nell’intenzione e per quel che mi riguarda nella sua illegalitá

  11. Malgrado scrive:

    “Ora, se vedo un tizio di Pennabilli a migliaia di chilometri da casa sua, in posti di cui dubitiamo conosca la storia o la lingua, ma con un mitra in mano, a servire in conflitti voluti dai lontanissimi Stati Uniti d’America, la prima cosa che mi viene da dirgli è, globalista!”

    Ma anche i fascisti sono e sempre erano globalisti. “Fascista” e “globalista” non sono due cose che si escludono a vicenda. Anzi…

    • Daouda scrive:

      Globalista nel senso che ogni politica retta sana in postulato e pratica secondo virtù sinteticamente in ossequio alla natura della realtá implica che qualsiasi cosa buona politicamente sia intrinsecamente fascista in quanto dato universale.
      Come lo intendi te è falso, semmai poi era imperialista che in sè è un’altra aberrazione deviante che non può appartenergli

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Malgrado

      “Ma anche i fascisti sono e sempre erano globalisti. “Fascista” e “globalista” non sono due cose che si escludono a vicenda. Anzi…”

      🙂

      • Francesco scrive:

        beh, avendo a disposizione un solo globo, i fascismi si escludono a vicenda sì!

        tranne quelli veramente malati di MMismo, che non vogliono uscire dal loro giro a nessun costo

        ma già le trasvolate di Balbo sono troppo

        • PinoMamet scrive:

          Balbo t’è passè l’Atlantic, mo miga la Pärma… Ricordiamolo 😉

          Aldilà dell’ammirazione sportiva per le sue imprese trasvolatorie, da famigliare di vari aviatori.

          • Francesco scrive:

            in America pare c’abbia ancora le strade dedicate!

            doveva essere una superstar negli anni Trenta, peccato che poi non si produsse alcun aereo militare degno di nota, anzi a guardare i numeri non si produsse e basta

            una nazione di artigiani e di costruttori di prototipi nel mondo industriale

            • PinoMamet scrive:

              Sempre da famigliare di aviatori, devo contestarti: l’Italia produsse ottimi caccia, troppo pochi però e male armati perché legati a una concezione antiquata della guerra aerea (acrobatica anziché “sparata”) e pochissimi bombardieri moderni, il resto tutto tragicamente inadeguato.

              I problemi non erano di mancanza di capacità progettuale, ma di carenza di materiali e soprattutto di cattiva organizzazione (i caccia della “serie 5” erano in pratica 3 doppioni dello stesso concetto sviluppato da 3 ditte diverse senza intercambiabilità dei pezzi e senza che lo stato maggiore ne scegliesse uno solo…)

              • Francesco scrive:

                hai ragione ma era quello che intendevo parlando di “prototipi”

                abbiamo messo in cantiere qualche buon progetto ma senza nessuna produzione di massa

                come bombardieri non conosco nulla di italiano, dopo lo Sparviero

                ciao

              • PinoMamet scrive:

                )
                Ovviamente lo Sparviero non fu l’unico né l’ultimo, ma l’Italia restò sempre carente nel settore;

                so che anche la Piaggio ne fece alcuni abbastanza moderni (su uno se non vado errato morì un figlio di Mussolini) ma il più moderno restò fermo allo stadio di prototipo o poco dopo.

                Idem per la propulsione a reazione, che gli italiani studiarono probabilmente prima dei tedeschi, ma non applicarono mai…

  12. PinoMamet scrive:

    Comunque, solo a restare nei nostri commenti, quanti Tolkien diversi sono usciti!

    Quello interventista di Roberto e quello comunitarista di Miguel, quello individualista di Andrea e quello realista di Francesco, quello antirazzista dei miei amici di FB che ho citato (“il valore della diversità…”) e quello razzista di Mauricius, quello moral-medievale di Andrea di nuovo, e, nuovamente, quello “provvidenziale” e manzoniano di Francesco…

    e per fortuna! per fortuna Tolkien non è diventato materia da libro di testo; non è studiato a scuola. E speriamo continui a non esserlo.

    Non sono un suo particolare appassionato o estimatore, non l’ho manco letto tranne poche pagine di prova (e i film, che non vuol dire niente), ma una delle fini peggiori per uno scrittore è di essere studiato a scuola;

    e di vedersi appiccicata, dal più fortunato o il più influente dei critici, un’etichetta che poi tutti i manuali copieranno pari pari, e che gli studenti ripeteranno a pappagallo, dopo aver odiato le dieci pagine di introduzione, e le tre pagine di testo originale della loro antologia.
    Quelle definizioni come il “pessimismo leopardiano”, il “fanciullino” di Pascoli, “l’estetismo” di D’Annunzio, la “morale dell’ostrica” di Verga… a volte pure sbagliate.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Pino Mamet

      “Comunque, solo a restare nei nostri commenti, quanti Tolkien diversi sono usciti!”

      E infatti, a mano a mano che ognuno diceva la sua, mi rendeva conto che qualche ragione ce l’aveva!

    • Francesco scrive:

      realista nel senso di “sostenitore del re”!

      ci ho messo un pò a capirlo

      😀 😀 😀

    • PinoMamet scrive:

      Comunque in seguito alla mia lettura/rilettura di Dumas (e dei suoi ghost writers):
      se rileggete i Moschettieri o Vent’anni dopo, avrete l’immagine di un realista (sostenitore del re 😉 ) duro e puro! al limite del fanatismo!
      Mentre il vero Alexandre Dumas era repubblicano, più o meno convinto…

      sempre distinguere l’opera dall’autore, insomma…

      • Francesco scrive:

        della regina più che del re, direi, e soprattutto per dar contro al pretaccio cattivo!

        i soliti francesi insomma

        • PinoMamet scrive:

          Beh in Vent’anni dopo tentano inutilmente di salvare Carlo d’Inghilterra (quello di allora 😉 ) dalla sconfitta e poi dalla condanna a morte, e Dumas riporta le peggiori dicerie su Cromwell e seguaci, mentre scagiona quasi completamente il povero Charles, che ne esce come un signore elegante, buono, paterno, mentre i repubblicani sono un’accozzaglia di esaltato…

          Arriva a far dire ai suoi personaggi che il te ha sempre ragione e che “un re prigioniero è sacro due volte”…
          Davvero a leggerlo sembra un monarchico fatto e finito, peggio di mia zia Rosalina detta la Rosälba, la grande nemesi di mio nonno!

          • Francesco scrive:

            confesso che non ricordavo 20 anni dopo

            e comunque Cromwell è stato una figura mostruosa, lo paragono a Melantone e al consigliere di Elisabetta I

            🙁

      • Moi scrive:

        … ma soprattutto, l’ autore Framcese è diventato “Black” per decisione Statunitense. 😉

  13. Moi scrive:

    *** Sugli insetti da mangiare … i “produttori di filiera” 😉 parlano di allevarli in ambienti asettici di laboratorio, NON di “rusco”, eh ! 😉

    In ogni caso, se non c’è scampo preferisco la dieta vegana ! 😉

  14. tomar scrive:

    Per Miguel
    Giovanni Trambusti

    Sono andato sul suo canale youtube e il video in atto era sulla guerra: ho seguito un po’ dei diversi interventi in cui si facevano anche molte affermazioni che mi trovavano sostanzialmente d’accordo.
    Video sulla questione covid invece non ho capito come si può andare a beccarli.
    Ma senza fare tanto trambusto, gli interventi che mi hai citato erano tutti relativi alla questione delle morti, che io non ho mai tirato in ballo, perché i morti li lascio in pace, mentre mi piace semmai mettere alle strette i vivi, che hanno ancora la possibilità di fare delle scelte… io per esempio posso scegliere se fare o no il testamento, visto che una sciamana finlandese, guardandomi dall’alto in basso, mi ha predetto domani ancora solo due mesi di vita quando le ho detto che mi sono vaccinato otto mesi fa.
    Scherzi a parte, quella statistica dell’ISS riporta anche i numeri dei morti, vaccinati o no, in ogni mese considerato. Ma quello è un dato che non ho mai messo sul piatto, benché pure quello indicasse una maggior mortalità relativa dei non vaccinati rispetto ai vaccinati, e non l’ho fatto proprio perché coi morti parlo al massimo in sogno, mentre a un vivo non vaccinato potevo dire, all’epoca in cui uscì quella statistica: ragazz* senti un po’, mi sapresti spiegare in base a quale tua filosofia tu stai occupando qui in terapia intensiva (o in reparto ordinario) non solo il posto che legittimamente ti spetta come ad ogni altro tuo simile, ma altri 7 posti (o 6 o 5 secondo la classe d’età) che vaccinandoti non avresti occupato, togliendoli in tal modo ad altri tuoi simili?
    Poteva rispondermi: son cazzi miei, fatti gli affari tuoi, ognuno per sé, non mi faccio inoculare un siero xy… e io mi sarei rispettosamente ritirato in buon ordine.
    Ma se mi avesse risposto: io sono socialista però… io sono cristiano però… bè ti assicuro che avrei fatto fatica a trattenermi dalla voglia di toglierle/gli il casco e cominciare a schiaffeggiarl*.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Tomar

      “Sono andato sul suo canale youtube e il video in atto era sulla guerra”

      Sei sicuro che fosse il canale giusto? Mi ricordo che il Trambusti diceva che era facile sbagliare cercando il suo canale, comunque se parlava di statistiche era certamente lui.

      Lo so che hai parlato di terapie intensive, non di morti. E infatti ho detto che il Trambusti ne aveva parlato nella sua conferenza, ma non mi ricordo cosa ha detto.

      Mi ricordo che io mi presi la briga un annetto fa (sulla data sono vago) a mettere insieme un po’ di statistiche, soprattutto per Israele ma anche per l’Italia, su:

      1) chiusura graduale di posti di terapia intensiva

      2) numero di ricoverati in terapia intensiva tra vaccinati e non vaccinati per covid (ricordando che per le prime due settimane dopo il vaccino, risultano “non vaccinati” anche i vaccinati, ma non è possibile fare un calcolo)

      3) percentuale di persone in terapia intensiva sulle rispettive popolazioni.

      Dovrei dedicare una giornata a rifare i conteggi, ma alla fine il risultato era che (cifre totalmente inventate, infatti la base della popolazione è immaginaria, ma più o meno le proporzioni erano queste):

      Dato un 90% di vaccinati per Covid:

      a) su (poniamo) 3.000 posti in terapia intensiva, 1000 erano effettivamente occupati da malati “anche con” Covid (impossibile distinguerli dai malati di “solo” Covid)

      5) di questi, 500 erano vaccinati per covid, 500 no.

      Quindi i non vaccinati stavano decisamente peggio.

      Il problema è che stiamo parlando di una popolazione complessiva di 15 milioni di persone, quindi il numero di vaccinati in terapia intensiva era di appena 1 su 3000; il numero di non vaccinati 1 su 300.

      Cioè se ti vaccinavi avevi la quasi certezza di non finire in terapia intensiva, è vero.

      Se però NON ti vaccinavi avevi il 99,7% di non finire in terapia intensiva.

      Avevo poi fatto delle ricerche per vedere quali altre azioni sono più pericolose per sé e per gli altri (tipo andare in bicicletta, nuotare in mare ecc.): ce ne sono tante.

      Ripeto, sono ricerche da dilettante, fatte in un paio di momenti diversi, senza tenere in considerazione altri fattori o controllare ipotesi di cui sono incerto (ad esempio mi avevano detto che spesso i pazienti non vaccinati venivano aviati alla terapia intensiva perché li si considerava più a rischio, ma come sempre bisognerebbe mettersi lì a controllare tutto).

      Complessa anche la definizione di “malati con Covid”, che è variata molto di paese in paese (anche su questo Trambusti ha portato dei documenti interessanti).

      Riguardo alla risposta che quello in terapia intensiva ti avrebbe dato… beh, c’è una marea di motivi per cui milioni di persone nel mondo hanno rinunciato al lavoro pur di non farsi vaccinare. Possono essere validi o fantasiosi, effettivamente non credo che avrebbero risposto “perché sono socialista”.

      Forse qualcuno avrebbe risposto effettivamente “perché sono cristiano e non permetto che qualcuno cambi il DNA delle mie cellule, perché il corpo è un tempio” o qualcosa di simile.

      Vosì gli potevi togliere il casco e cambiargli, se non il DNA, almeno i connotati 🙂

      • Miguel Martinez scrive:

        Ripeto: sono ricordi di conti fatti mesi fa, poi sono fotografie di momenti specifici, non seguono tutti i percorsi delle persone. Servono solo a sottolineare come statistiche di per sé probabilmente vere, possono portare a scrivere titoli in perfetta malafede:

        sia “non vaccinarti! L’Istat dichiara che il 99,7% dei non vaccinati non finiscono in terapia intensiva”

        sia, “i no vax fanno morire le persone normali fregandosi i posti in terapia intensiva”,

        e come persino io che non ho nessuna competenza in materia, sfogliando solo dati accessibili in rete per poche ore, possa vedere le stesse statistiche sotto un’altra luce.

        • tomar scrive:

          A Miguel

          “perché sono cristiano e non permetto che qualcuno cambi il DNA delle mie cellule, perché il corpo è un tempio”

          Effettivamente il mondo è bello perché è avariato, diceva il grande Totò, e anche nel pensiero filosofico non ha un piccolo posto il “così è se vi pare” di quell’altro grande siciliano (che però non ebbe alcun dubbio di dichiarare la sua fede nel fascismo – chiedendo l’adesione al PNF, anche se “nel posto del più umile e obbediente gregario” –, “nel momento più proprio“, ovvero quello di maggior difficoltà di Mussolini, un mese dopo il ritrovamento del cadavere di Matteotti).
          Ma a proposito di “umile e obbediente gregario” e tornando al trambustesco canale youtube, seguendo ieri sera il dibattito che lì si è svolto su “cosa significa questa guerra”, l’unico intervento che ho seguito per intero è stato quello dell’ “umile parroco” (così si è più volte ostentatamente definito) Igumeno Ambrogio, rappresentante in Italia della chiesa ortodossa russa, e l’ho fatto soprattutto per l’intrigante titolo che aveva dato a questo suo intervento: “la teologia di Sherlock Holmes”.
          Bene, mi piacerebbe sapere che impressione ti fa questo intervento, nel quale “l’umile parroco” non ha mai proferito il nome di Kirill (Cesare taccio? ) anche se si è più volte riferito al “patriarca”.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ tomar

            “Totò”

            Un momento.

            “Il mondo è bello perché è avariato” è la traduzione Italiana del proverbio Genovese (non ho sul telefonino su cui scrivo i segni diacritici corretti, perdonami Peucezio!)

            “O mondou o-l’e’ bello perché o-l’e’ avariou”

            dove il gioco di parole intraducibile sta nel fatto che “avariou” in Genovese vuol dire sia “bello” sia “andato a male, avariato”. Ed è un gioco di parole possibile solo in Genovese, non in Italiano. Uno che non sia Genovese madrelingua non ha alcun motivo per dire “avariato” al posto di “vario”.

            Ignoravo Totò scopiazzasse.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Tomar

            “Ma a proposito di “umile e obbediente gregario” e tornando al trambustesco canale youtube”

            No, non è il Giovanni Trambusti che dico io, il tuo sembra un cattolico. Adesso cerco meglio.

  15. Francesco scrive:

    IT

    ma a voi il Giannini armato di accetta in groppa a un asino non fa tanto pensare a un film tipo “Amici miei”?

    nonostante la sua storia quella foto da ridere

    fine IT

  16. tomar scrive:

    Su Rep:
    Nuova sezione Vaccini – Ricciardi: “Troppi ritardi: Italiani vaccinatevi”

    In effetti sarei anche io in ritardo: benché sia in una delle fasce più a rischio (e da un po’ ho pure ripreso a fumare) in quest’ultimo periodo ho messo mentalmente tra parentesi la questione se rivaccinarmi o no… anche perché sono troppo distratto da questo blog.
    Miguel, in attesa di ricevere un’indicazione più affidabile da parte della sciamana finlandese, sappi comunque che se schiatto un po’ di responsabilità ce l’avrai anche tu.

    • roberto scrive:

      vabbuò tomar,
      ma se sei a rischio perché affidarti a sciamani finlandesi o traduttori messicani!?!

      • Francesco scrive:

        non vorrai mica fidarti dei dottori?

        😉

      • tomar scrive:

        a roberto
        “ma se sei a rischio perché affidarti a sciamani finlandesi o traduttori messicani!?!”

        Guarda che sulla questione io non mi affido affatto al traduttore messicano (che per altro sull’argomento mi sembra che abbia una posizione agnostica, con tuttalpiù una propensione amoroso-alberoniana per certe giovani e carine novax d’oltrarno).
        Quello che ho detto è che le conversazioni alla mensa del traduttore mi attraggono e distraggono così tanto che mi dimentico persino di pensare alla mia salute.
        Sulla sciamana finlandese sospendo per il momento il giudizio.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Tomar

      “Miguel, in attesa di ricevere un’indicazione più affidabile da parte della sciamana finlandese, sappi comunque che se schiatto un po’ di responsabilità ce l’avrai anche tu.”

      Pensa che tre settimane fa siamo tornati in sette dalla Romania, cinque hanno preso il Covid 🙂 A salvarci io e un non-battezzato.

      Chi ha avuto la tosse e chi no (infatti due dei cinque sono emersi solo perché hanno fatto il tampone).

      • Moi scrive:

        ““Quando parliamo di Hiroshima e Nagasaki, non parliamo mai di Shinkolobwe,”

        —————

        Si parla molto di Oskar Schindler, ma molto meno di Chiune Sugihara …

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ moi & Martinez

          “Shinkolobwe”

          Il Congo era allora ancora Belga. Nonostante il re del Belgio si fosse arreso quasi subito a Hitler per risparmiare al proprio paese gli orrori della prima occupazione Tedesca di trent’anni prima (cosa che dopo la guerra gli costò l’abdicazione) il governatore del Congo, come del resto il suo omologo Francese a Gibuti, rifiutò di seguire la decisione del suo capo di Stato e collaborò in pieno cogli Alleati.

          Fu una fortuna per gli USA, che all’inizio del progetto Manhattan non avevano ancora un’estrazione di uranio tale da soddisfare le richieste per la Bomba (l’unico o quasi uso commerciale dell’uranio essendo all’epoca quello di colorante per le vetrate delle chiese).

          L’interesse per l’uranio esplose ovviamente (il gioco di parole è involontario ma azzeccato) dopo Hiroshima. In URSS comparvero manifesti dove Zhdanov invitava i giovani Pionieri che andavano al campeggio estivo a far richiesta all’Armata Rossa di contatori Geiger portatili per vedere se per caso ci fossero tracce d’uranio nei luoghi dove andavano a campeggiare.

          A proposito di uranio africano, è poco noto che il Mali ora ha un governo che ha espulso il contingente Francese che ufficialmente lo difendeva dal terrorismo jihadista ma che in realtà stava a guardia dei giacimenti di uranio di cui si serve l’EDF.

          Invece i giacimenti del Ciad, mantenuti dal Paese dopo aver respinto una breve aggressione Libica ai tempi di Gheddafi, sono ora in custodia al Gruppo Wagner, noto protagonista del mondo dei mercenari che combattono per Putin in Ucraina.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

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