Il vicepresidente e l’utopia a 5G

Quasi per caso, ho scoperto le lezioni in piazza che conducevano gli studenti fiorentini esclusi dall’università perché privi di Green Pass.

Con grande efficienza organizzativa e capacità di comunicazione, spaziando tra filosofia, ingegneria, storia, sociologia, fisica, biologia e letteratura, i ragazzi hanno disegnato un quadro del mondo in cui viviamo che va molto oltre lo specifico del Green Pass e dell’inestricabile questione dei vaccini, argomento alla fine appena sfiorato.

Lasciando gli ascoltatori a bocca aperta, partendo dalla spiegazione di cosa sono gli algoritmi, hanno documentato l’assurdo dell’ovvio – il mondo di onnipresente controllo digitale e di condizione postumana in cui stiamo entrando a una velocità sempre maggiore.

La possiamo pensare in molti modi sul Covid-19 e su come andava (o non andava) affrontato.

Ma il fatto importante è che in pochi mesi, la gestione pandemica ha reso normale un mondo fantascientifico: in una lezione, i ragazzi hanno citato ad esempio una trasmissione televisiva, in cui il prefetto di Treviso si vantava di aver fatto volare un drone a ben venti metri sopra la folla in piazza, in grado di controllare la temperatura corporea di tutte le persone presenti e mandare ordini ai vigili per acchiappare i surriscaldati.

Nella penultima lezione, i ragazzi hanno citato per intero un articolo apparso sul Corriere della Sera circa un anno e mezzo fa.

Sono andato a cercarlo perché riassume tante cose insieme, e ve lo propongo anch’io qui in fondo.

Si tratta di un articolo prodotto, e presumo pagato, dalla Ericsson, che la Wikipedia definisce come

“una multinazionale svedese operante in 180 paesi nella fornitura di tecnologie e servizi di comunicazione, software e infrastrutture in ambito ICT (Information and Communication Technology) a operatori di telecomunicazioni, pubblica amministrazione e altre industrie.”

Quando produci matite, basta convincere le cartolerie e comprartele.

Quando produci infrastrutture, devi essere in grado di convincere, con le buone o le cattive, i governi a fare scelte radicali.

Oggi le ditte che contano davvero hanno ciascuna il monopolio nel proprio settore, e perciò collaborano. Quindi la Ericsson è intimamente intertessuta con Microsoft, Samsung, Amazon, Google, Meta, nella costruzione di un unico mondo.

Tempo fa abbiamo parlato qui del 5G, polemizzando con lo “sbufalatore” Paolo Attivissimo.

Paolo Attivissimo derideva chi diffondeva “disinformazione” e “paure pilotate” sul 5G, e diceva che in fondo non c’era nulla di cui preoccuparsi.

A modo suo aveva ragione, infatti, usava il trucco di considerare il protocollo 5G di per sé, senza considerare lo scopo per cui viene usato: anche un mitra Maxim, se non ti casca sul piede, non fa male.

Vedete? Il Maxim non smuove nemmeno il cappello di questo signore

Ora, la Ericsson è quasi un sinonimo di 5G.

E sulla 5G, la Ericsson la pensa come noi, e non come Paolo Attivissimo, a partire dal titolo:

Nell’articolo sul Corriere della Sera, la Ericsson spiega benissimo dove mirano con il 5G, base indispensabile per creare un intero nuovo mondo. Proprio come il Maxim, che ha permesso agli europei di conquistare l’Africa:

“Whatever happens, we have got
The Maxim gun, and they have not.”

Questo nuovo mondo, l’utopia Ericsson, ci viene presentato attraverso un’immagine, un racconto della giornata di un Uomo del Futuro.

Questo Uomo del Futuro lo riconosco subito, ne parla Theodor Adorno in Stelle su misura, come il destinatario degli oroscopi dei quotidiani statunitensi:

“[…] questo quadro deve essere principalmente adulatorio, offrire gratificazione ancor prima di dare veri e propri consigli, ma allo stesso tempo dev’essere tale che il destinatario possa sempre identificare se stesso e i suoi banali guai con l’immagine di sé che gli viene continuamente offerta.

[…]

L’immagine tipo è quella di un giovane o di un uomo sui trent’anni, energico nella sua attività professionale, dedito a sani piaceri che dvono in qualche modo essere controllati, e con una vena di romanticismo.

[…]

Se da una parte [l’autore] manifesta l’idea che il destinatario è una persona superiore, sta molto attento a non delineare un’immagine di questa superiorità che sia abbastanza definita da allontanare il lettore rendendolo consapevole che egli non coincide per nulla con quell’immagine.

La caratteristica del destinatario di gran lunga più importante di tutte è il suo status socioeconomico. L’immagine presentata in quest’ambito può essere definita, con un po’ di esagerazione, quella del vicepresidente.

Infatti, nell’articolo del Corriere, ecco il Vicepresidente del Futuro in due vesti.

La prima è un po’ anni Cinquanta:

La seconda invece risuscita l’eterno archetipo con una parvenza più contemporanea:

Nella giornata del Vicepresidente, non troverete droni che danno la caccia ai febbricitanti, né degli esoscheletri da attaccare ai corpi di facchini e di soldati per farne supermacchine (se ne stanno già usando, pare, in alcuni depositi di e-commerce in Italia).

Il Body Extender della Scuola Sant’Anna di Pisa, che anche l’Italia fa la sua parte

Ma ecco a voi l’articolo del Corriere.

Uno sguardo al futuro:
ecco una giornata in 5G

Uno sguardo al futuro:  ecco una giornata in 5G

Nonostante le incertezze causate dalla pandemia COVID-19, nel 2020 il 5G ha subito un’accelerazione, sia nello sviluppo delle reti sia in quello dei dispositivi: entro la fine del 2020 erano previsti 220 milioni di abbonamenti 5G globali, di cui 175 milioni in Cina. Secondo l’Ericsson Mobility Report a fine 2020 oltre 1 miliardo di persone – ossia il 15% della popolazione mondiale – vive in un’area raggiunta da una prima copertura 5G. Nel 2026 il 60% della popolazione mondiale avrà accesso al 5G e il numero di abbonamenti 5G raggiungerà i 3,5 miliardi. Ma tutto questo sarà capace di impattare concretamente sulle nostre vite? Abbiamo provato a capirlo, proiettandoci nel nostro futuro. Ecco cinque lampi dal 2030, cinque possibili scenari oggi straordinari ma domani forse non più.

Un risveglio healthy e digitale
La sveglia è la sveglia. Odiosa anche se potesse svegliarci sulle note della colonna sonora del più bello dei nostri sogni. Ma come potrebbe iniziare la nostra giornata a 5G? Prima di colazione, il nostro pigiama, vero concentrato di wearable technology, dopo averci ridestato da un piccolo episodio di apnea notturna, ci darebbe un responso rassicurante sui nostri parametri vitali, registrati nottetempo tramite sensori distribuiti nella trama del suo tessuto. Se il nostro infermiere virtuale dà il suo ok, ecco che in cucina ci attende già un caffè fumante, impostato per coccolarci con la sua fragranza ogni mattina all’ora stabilita. Rinfrancati da un’abbondante colazione, lavati e vestiti, ci assicuriamo che anche i community bots siano in funzione, fondamentali per rendere più sicuro il quartiere e avvisare i vicini di casa qualora si verificasse un’intrusione.
Ecco che ci incamminiamo verso la nostra auto, mentre i robot di casa cominciano i loro programmati lavori domestici.

Un viaggio all’insegna della sicurezza
Neppure a dirlo, ma le strade saranno percorse da piccoli prodigi a due e quattro ruote, spinti da motori elettrici e con sistemi avanzati di assistenza alla guida. Qualche brivido in meno, tanta sicurezza in più. Non solo, grazie alle prime auto a guida completamente autonoma un po’ di tempo in più per noi. Durante il tragitto preimpostato, in cui prima si portano i figli a scuola e poi via dritti in ufficio, si può ripassare una lezione o rivedere gli appunti per un imminente meeting, mentre al ritorno, più rilassati, ecco la possibilità di godersi in streaming la propria serie Tv preferita, fare degli acquisti online o parlare con altre persone con cui si condivide il viaggio.

Il tutto in un clima di grande comfort e relax, mentre il parabrezza in AR proietta informazioni sulla velocità di guida, ci fornisce informazioni su monumenti ed eventi in zona, evidenzia i segnali stradali e segnala i potenziali ostacoli. I veicoli in strada sono connessi tra loro e condividono in tempo reale le informazioni sul traffico per una maggiore sicurezza e fluidità.

Scuola e lavoro, l’esperienza smart è la nuova normalità
Memori degli inconvenienti vissuti durante una passata pandemia, la connettività diffusa e la digitalizzazione dei servizi sono il minimo comun denominatore per ogni attività scolastica e lavorativa: a scuola le lezioni vivono dell’interattività garantita da dispositivi per la Mixed Reality, il cui uso è indifferente in presenza o da casa. In quest’ultimo caso la continuità didattica è garantita dalla possibilità di seguire lezioni tenute da ologrammi in 3D, proiezione del maestro in carne e ossa che sta facendo lezione in presenza. Inoltre grazie a visori di Realtà Virtuale e a videocamere a 360° collocate su robot umanoidi guidati da remoto, sarà possibile effettuare visite immersive a musei e parchi archeologici, distanti centinaia di chilometri dalla scuola. Le immagini, le voci e i suoni viaggiano sulla connessione 5G che fornisce una banda praticamente illimitata, senza ritardi e con una grandissima affidabilità.
La stessa tecnologia è usata dai genitori per lavorare da casa, partecipare ad eventi e a meeting virtuali con clienti, nel pieno rispetto dell’ambiente. Una nuova generazione di smart speaker proietterà pareti virtuali che permettono di eliminare il rumore intorno allo spazio domestico dedicato all’ufficio.

Lo shopping? Sempre a portata di mano e non solo
Tra un meeting e l’altro, il dramma: hai clamorosamente dimenticato l’anniversario di matrimonio! Fortunatamente le schermaglie mattutine non ti hanno fatto ancora scoprire. La tecnologia può salvarti. Poter acquistare un profumo online, pagandolo tramite riconoscimento facciale, non è certo sufficiente. Nell’era dell’Internet dei sensi potremo sentire tutti gli odori del mondo, senza uscire dall’ufficio, e quindi scegliere anche il profumo ideale. Per la consegna? Se vuoi sorprendere il partner ci penserà un drone, che recapiterà il pacchetto direttamente a casa all’ora stabilita, grazie all’utilizzo di corridoi aerei sicuri che permettono ai droni di volare sempre sotto copertura di rete mobile.

Sport e tempo libero al tempo del 5G
Dopo una giornata intensa, cosa c’è di meglio di una bella corsa per scaricare scorie e adrenalina? Ora, grazie a una minuscola telecamera 4K 360°, possiamo anche riprendere l’ambiente e le nostre performance condividendole con chi è a casa. Così come è possibile tramutare in statico qualcosa di dinamico, è possibile fare anche il contrario: vedere sul divano o in giardino una partita di calcio o un concerto si trasforma in un’esperienza immersiva grazie ai visori VR e lo spettacolo può essere goduto da un punto di vista personalizzato, con statistiche sui giocatori o tutte le informazioni sul brano che stiamo ascoltando. Così quando si arriva a giocare a un videogame multiplayer in Realtà Aumentata o Realtà Virtuale, sembra quasi una banalità già vista e rivista. E se la connettività all’improvviso dovesse peggiorare? Nessun problema, localizzatori di segnale intelligenti saranno in grado di guidare gli utenti verso punti di connettività ottimali. shadow carousel.

Torniamo nel 2021. Il 5G è pronto a trasformare interi settori industriali e la società in cui viviamo. Le nuove reti sono in grado di soddisfare qualsiasi utilizzo, dagli smartphone ai robot in fabbrica. Ericsson ha creato una piattaforma 5G sicura, performante e flessibile in grado di venire incontro a tutte le esigenze degli operatori. Ericsson è infatti oggi il primo fornitore di reti ad aver supportato il lancio del 5G in 4 continenti, su tutte le bande di frequenza, ed è stato già scelto da 118 operatori, anche in Italia, per il lancio dei loro servizi 5G commerciali.

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14 risposte a Il vicepresidente e l’utopia a 5G

  1. Miguel Martinez scrive:

    In collaborzione con DARPA, l’ente di ricerca dell’esercito statunitense, la Ericsson sta già sviluppando il 6G.

    https://www.ericsson.com/en/blog/2022/2/the-long-winding-road-to-6g

    Giusto per ricordare che la tecnica non è mai neutrale.

    • Antonino scrive:

      A parte il fatto che, “obbiettivamente”, non sarebbe malaccio guardare una partita virtualmente con gli occhi di un attaccante… finchè non ci si ritrova azzoppati dal terzino roccioso di turno…
      Ebbene, nell’attuale momento storico sarebbe almeno altrettanto interessante chiedersi a che punto sia l’apparente disputa tra Ericcson e Huawei.
      Forse è proprio lì, o da quelle parti, che si gioca la partita da noi vista solo con gli occhi dei libertari hongkonghiani o dei democratici taiwanesi.
      Intanto, è il momento (futile) di Elon Musk, che s’illude di contare facendo comunicare via satellite gli ucraini anche laddove i russi han divelto le antenne 3/4G. Lui spera che così gli daranno il suo spazio infrastrutturale nella connettività futura.

  2. tomar scrive:

    Troppo comico: la giornata e la vita fica del pentagiato sembra una sceneggiatura di Jacques Tati per un’edizione aggiornata di Mon Oncle.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Tomar

      “Troppo comico: la giornata e la vita fica del pentagiato sembra una sceneggiatura di Jacques Tati per un’edizione aggiornata di Mon Oncle.”

      La faccenda è complessa.

      Da una parte, è un mondo che non esisterà mai, pura finzione, mera pubblicità.

      Poi è un progetto sul quale lavorano decine di migliaia di belle menti e miliardi di dollari.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Martínez

        “Pura finzione”

        Giusto, ma a volta la finzione è più vera del vero. Mi spiego.

        Le grandi case automobilistiche presentano ai Saloni del settore le “concept car”: macchine che non verranno mai vendute ma su cui testare dispositivi che poi potrebbero andare su vetture in produzione.

        La vita del nostro Vicepresidente è lo stesso: un modello ideale di riferimento per pensare soluzioni che poi andranno nella produzione di serie.

        È un po’ come nelle sfilate di moda “per la donna moderna”: quella donna (bellissima, snellissima, giovane, in carriera e assolutamente a priva di cellulite) esiste solo durante la sfilata e sulle pagine delle riviste di settore, ma gli accessori dei vestiti indossati durante la sfilata influenzeranno la moda seguita da milioni di clienti.

        Non è granché diverso -anzi, è volutamente non molto diverso- dalla “vision” (uso volutamente qui l’aziendalese) di un innovatore come Elon Musk o di inventori geniali e visionari come Tesla, Edison o Leonardo: il sogno di un mondo radicalmente diverso da quello possibile per uno o più dettagli (la prossima colonizzazione di Marte, la trasmissione di energia a distanza, il volo umano) che però l’innovazione la guida davvero.

        Anche i tecnocrati hanno disperato bisogno di sognare, fino a rinnegare la stessa burocrazia impiegatizia che hanno scalato per arrivare dove sono.

        Mi sono sempre chiesto cosa sogni Draghi.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

      • tomar scrive:

        “La faccenda è complessa.”
        Assolutamente d’accordo, mi limitavo a notare che, oltre a tutto, l’eden promesso è intimamente comico.

  3. Francesco scrive:

    1) lo so che sono un rompiballe

    2) cazzo Miguel, da un addestratore di milizie mi aspetto che riconosca una MITRAGLIATRICE Maxim e la definisca correttamente!!! 😀

    3) un monopolio parziale, perchè in Cina mica ci sono, quelle aziende “occidentali” lì. e anzi sospetto siano “solo” in Occidente. per fortuna, direi, ogni monopolista è amico della tua visione “statica e rassicurante” e non innova veramente.

    4) ma la faccia del pisano dentro l’esoscheletro??? o è un fiorentino che ‘un si fida de’ pisani?

    5) a me il “futuro” della Erikkson pare terribilmente retrò, un pò anni Sessanta e un pò Jules Verne. che palle la Svezia!

    😀

  4. Fuzzy scrive:

    https://scenarieconomici.it/allarme-blackout-negli-usa-diversi-operatori-di-rete-mettono-in-guardi-i-cittadini-resterete-al-buio/
    Giusto per citare per l’ennesima volta “scenari economici”, non per vocazione leghista, ma per via di certi articoli un po’ “impertinenti” soprattutto inerenti all’energia. Che poi loro propongono fossili a tutto spiano, e questo non mi trova per niente d’accordo. Io sono per una progressiva decrescita dei consumi a partire
    da quelli superflui. Cioè dal 60 al 90%, secondo alcune stime.
    Si può anche aggiungere che il 5G non solo sarebbe inutile nonché utopistico (dati i consumi di elettricità) e ridicolo, ma c’è pure il rischio che ci si trovi la casa piena zeppa di radiazioni elettromagnetiche, che non è detto facciano molto bene alla salute.

  5. Miguel Martinez scrive:

    Non sono un fan delle petizioni, ma la valle del Neretva è uno dei luoghi più belli d’Europa, e ho firmato subito:

    https://you.wemove.eu/campaigns/let-s-save-the-neretva-valley?action=sign

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Martinez

      “firmato”

      Anch’io, e ho fatto anche firmare un amico mio professore di biologia.

      La Neretva è il teatro della sconfitta nazista che dà il nome al grande film

      La battaglia della Neretva https://g.co/kgs/KPYmio

      Basterebbe questo a preservarla intatta.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

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