Ormai persino i Maya ci credono

Non esiste alcun testo Maya, scritto o orale, che preveda eventi drammatici per oggi.

Non esiste alcuna profezia Maya.

Chiaro?

Per non scrivere un saggio di duecento pagine, di cui cento di note, provo a tagliare con l’accetta per raccontare l’invenzione della Profezia Maya – non si tratta certo della prima tradizione inventata.

Sappiamo che tutti i mesoamericani erano molto presi da complessi calcoli calendariali, ispirati da una logica difficile da capire. E sappiamo che il meno usato dei vari sistemi calendariali comprendeva un ciclo che finiva, più o meno, oggi, presumibilmente per ricominciare domani mattina.

Poi è venuto fuori un certo Joseph Anthony Argüelles, madre tedesca, padre borghese (e comunista) messicano, nato e cresciuto negli Stati Uniti. La cui prima fonte di ispirazione fu il buddhismo-tibetano-per-occidentali di Chögyam Trungpa Rinpoche, seguito da vari autori come il rumeno Mircea Eliade o il pittore russo Nicholas Roerich. Nonché l’LSD e il mondo della prima New Age statunitense.

Sua moglie, la ballerina classica Lloydine Burris, oggi membro del gruppo cinese Falun Gong, ebbe per prima l’idea di un nuovo calendario universale che avrebbe cambiato il ritmo delle attività umane, sintonizzandole – a suo dire – con quelle cosmiche ed extraterrestri.

Insieme i due crearono un intero sistema assai ingegnoso e originale, fondato sulle loro visioni personali, ma che di tanto in tanto portava come prova qualche frammento preso da varie culture, da quella cinese a quella, appunto, Maya. Un sistema ovviamente sconosciuto al 99% di coloro che parlano di ciò che dovrebbe succedere oggi.

In tutto questo, le preoccupazioni sono decisamente di tipo New Age statunitense, e questa è la vera matrice delle fantasie sul 2012.

Il resto è la diffusione di una follia collettiva prima attraverso la sterminata rete planetaria dei “terapeuti” di ogni genere, e poi i media sensazionalistici.

Dite, i Maya, o meglio il Messico, cosa c’entrano? C’entrano, ma per vie ignote all’europeo medio.

Molto brevemente – nel Settecento, i signori bianchi del Messico, nonché i preti bianchi e meticci, cercarono di affermarsi contro la lontana Spagna, rivendicando le proprie presunte radici azteche (molto più che maya), con interessanti ipotesi sulla visita al paese dell’apostolo Tommaso sotto forma del dio Quetzalcoatl.

Il culto delle radici pagane fu ripreso poi dai liberali dell’Ottocento, in genere a danno delle comunità indigene; e si trasformò nel mito della Raza Cósmica, il meticcio che fonde in sé la natura india e quella europea, invenzione di un personaggio limpido e un po’ delirante, José Vasconcelos, ma che divenne anche la scusa per novant’anni di regime, sempre pronto a sventolare piume azteche in funzione nazionalista e anticlericale.

A questo si associa il conflitto tra archeologi statunitensi e messicani, in particolare attorno alla civiltà dei Maya. Un conflitto che ha avuto forti risvolti politici, vista l’aggressività di alcuni dei primi e il fantasioso nazionalismo di molti dei secondi, in un paese in cui il regime poteva decidere anche della storia a proprio capriccio.

Di padre cubano e madre francese, l’archeologo comunista Alberto Ruz Lhuillier scoprì la tomba del re Pakal a Palenque (quello che il ristoratore svizzero Von Däniken avrebbe spacciato per un astronauta), diventando così il simbolo della mistica nazionalista – suo figlio, Alberto Ruz Bonfil, oggi si proclama il Subcoyote Alberto e Leader cerimoniale della Nazione Arcobaleno, e collabora con il movimento di Argüelles, il quale a sua  volta si credeva la reincarnazione di Pakal.

All’inizio del Novecento, operò in Messico un giovane avventuriero tedesco, Arnold Krumm-Heller, consulente militare del governo rivoluzionario ed esoterista.

I messicani hanno sempre avuto simpatia per la Germania, unica potenza “occidentale” a non aver mai avuto mire sul Messico, e questo contribuì certamente al suo successo.

Krumm-Heller creò su basi teosofiche un sistema ideologico, fondato sulla magia sessuale, che però incidentalmente sottolineava il particolare ruolo svolto nel disegno cosmico svolto da aztechi, maya e inca: ebbe la felice idea di chiamare i propri cinque figli con i nomi di  Guadalupe, Cuauhtemoc, Sieglinde, Parsival e Hiram Aguirre.

La rete di gruppi segreti – litigiosissimi tra di loro – ispirata da Krumm-Heller avrebbe avuto un ruolo importante nello sviluppo di ciò che potremmo chiamare un paganesimo indigenista americano, grazie alla presenza di innumerevoli circoli spiritisti, movimenti parareligiosi e logge massoniche.

Tra i circoli ispirati a Krumm-Heller, ce ne fu uno in Messico, dove un giovane artista di origini Maya vissuto a lungo a New York, Humberto Mena, apprese i presunti segreti di aztechi e maya: il ragazzo si trasformò così nel pittoresco Sciamano Hunbatz Men, che si sarebbe poi associato ad Argüelles. Intervistato dalle televisioni di tutto il mondo come Autentico Indigeno  che certifica la Profezia del 2012, egli mise in piedi una fiorente agenzia turistica, che ha istruito folle di guide autoctone a raccontare ai turisti statunitensi ciò che loro si aspettano di sentirsi dire.

L’antropologa Leda Peretti ha scritto un eccellente studio, Risorgimento Maya e Occidente. Visione del cosmo, medicina indigena, tentazioni apocalittiche, su come questa cultura sia penetrata persino tra i Maya.

Alla fine della guerra civile in Guatemala, le élite Maya si sono trovate nella necessità di inventarsi un’ideologia, sul modello di quelle risorgimentali europee. Un’ideologia che si trovava già pronta, nelle innumerevoli fantasie dei bianchi sul buon selvaggio, costruite prima sulle popolazioni del Sudest degli Stati Uniti e poi su quelle delle pianure.

Nasce così la pretesa che i “popoli nativi americani”, immaginati in blocco, credessero all'”armonia della natura” e alla salvaguardia della “Madre Terra“, concetti ovviamente del tutto occidentali: Lidia Peretti cita come esempio un buffo discorso di Rigoberta Menchu che sembra tratto da un opuscolo di ecologisti trasognati di Milano.

La vera ideologia mesoamericana si potrebbe riassumere, infatti, in un’idea del tutto diversa: per cavare la vita, in particolare del mais, dalla terra-tomba, occorre il versamento del sangue. Un concetto che si presta poco alla retorica politica.

La nuova ideologia penetra per mille canali nella diaspora messicana negli Stati Uniti, tra le comunità politicizzate come tra quelle esposte al turismo, si fonde – in particolare in Messico – con l’ideologia nazionalista e antimperialista, trasforma le antiche e segrete “tavole” dei danzatori che i gesuiti avevano creato per diffondere la fede, nella spuria “danza azteca”, con tanto di rituali dedicati agli dèi, dove si mescola subordinazione al mercato occidentale dell’esotico e rivendicazione politica (e qui ci sarebbe da fare un interessante excursus sulle commistioni con certi resti del movimento dei Cristeros).

In Bolivia, Fausto Reinaga rinnega il marxismo appreso nella Germania dell’Est (dove scrisse anche un interessante studio sul messianismo russo), e lancia una corrente anti-meticcia, attorno al culto della dea madre, che si propone di “togliere Marx e Gesù Cristo dalla testa dell’indio“; un pensiero che sarebbe poi penetrato, sotto varie forme, nella cultura che ispira oggi il governo boliviano.

Di 2012, non c’è solo quello del copincollatore Roberto Giacobbo.

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152 risposte a Ormai persino i Maya ci credono

  1. roberto scrive:

    dici quindi che ho fato male a sputtanare tutti i miei risparmi in fesserie?
    in effetti è mezzogiorno e mezza ed inizio ad essere un po’ stressato, visto che non succede niente

    • Peucezio scrive:

      No, hai fatto bene. Bisognerebbe campare sempre come se si fosse alla vigilia della fine del mondo.
      Io in compenso in questo periodo sto sparagnando il centesimo 1) perché non ho mai creduto alla profezia 2) perché non ci ho una lira.

  2. “Krumm-Heller creò su basi teosofiche un sistema ideologico, fondato sulla magia sessuale, che però incidentalmente sottolineava il particolare ruolo svolto nel disegno cosmico svolto da aztechi, maya e inca: ebbe la felice idea di chiamare i propri cinque figli con i nomi di Guadalupe, Cuauhtemoc, Sieglinde, Parsival e Hiram Aguirre.”

    Ringrazio Dio che mio padre non era un esoterista.

    Ma vi immaginate a scuola?

    – Come ti chiami bambino?
    – Cuauhtemoc
    – Catapecch?
    – Cuauhtemoc
    – Caccamecc?
    – No! No! Uffa!
    – Caty?

    E poi ci si chiede perché i bambini degli anni settanta hanno finito per drogarsi.

    Guido Mastrobuono – http://www.delusidalbamboo.org

  3. Miguel Martinez scrive:

    Per Guido

    🙂

    Innanzitutto non sono sicuro della grafia: il “vero” nome è scritto come l’ho scritto io, ma l’ho trovato in rete in genere scritto “Cuauthemoc”, forse in base al principio che “nelle lingue strane c’è la th, ma mica la ht”, come succede con Gandhi che diventa Ghandi…

    Cuauhtemoc è un nome abbastanza normale, anche se fortemente politico, in Messico; doveva essere un po’ di meno presso la NAPOLA, la scuola per giovani SS cui il padre mandò a studiare il ragazzo in Germania…

    Krumm-Heller poi era legato al movimento Mexicanista, di un ex-generale di Pancho Villa, ma fortemente anticomunista, che tentò anche un’insurrezione armata fallita.

  4. mirkhond scrive:

    L’articolo mostra come l’immaginario e perfino le ricostruzioni storiche, molto spesso non sono che proiezioni su un passato più o meno remoto e (come in questo caso) esotico, di esigenze, disagi esistenziali, sogni e aspettative NOSTRE e figlie del NOSTRO TEMPO, quello in cui viviamo.
    Ecco perché ogni storia o meglio ricostruzione storica in realtà è sempre la NOSTRA storia, cioè di CHI la scrive, pensando a se e ai suoi tempi, piuttosto che ai remoti ed esotici Maya, o al Tibet, a Shambhala ecc.

    • habsburgicus scrive:

      ciò é vero, tranne per ciò che per un tempo si chiamava “erudizione” (non sempre, certo)
      se uno scrive un articolo erudito per “dimostrare”, chessò, che la battaglia di Kurupedion avvenne nel febbraio 281 a.C (e non in 282 o in estate 281 a.C) dubito che sia influenzato dal fatto che viva sotto il governo Monti, la Merkel o Ahmadinejad 😀

      P.S
      come é noto in quella battaglia trovò la morte Lysimachos e Seleuco I Nicatore tenne fede al suo soprannome in quanto ottenne una enorme vittoria; morirà però pochi mesi dopo, nel 31 Sel bab=281/280 a.C, tra 25 agosto e 24 settembre 281 a.C, come si sa da una tavoletta babilonese, pubblicata in Iraq (un giornale), nel 1954

      • mirkhond scrive:

        Non parlavo delle date storiche, ma di ciò che pensa lo storico del periodo attorno a quelle date, influenzato da SUO tempo.
        Prendi Mommsen e la sua monumentale Storia di Roma.
        L’erudizione di Mommsen è elevatissima e ancora oggi, pur col progresso nelle scienze storico-archeologiche, la sua opera è basilare per chi si affaccia agli studi di antichistica romana.
        Eppure nelle sue interpretazioni, nelle sue riflessioni, il grande storico tedesco non fa che continui accenni e rimandi ai tempi del successivo Sacro Romano Impero, ai principati tedeschi, alla realtà del suo tempo, ai confronti tra l’Oriente ellenistico, iranico e perfino dell’India di Ashoka (274-232 a.C.) coi sultanati e imperi musulmani del suo tempo, del tempo di Mommsen (1817-1903).
        Penso ancora a quando spiega e analizza le campagne di Augusto (29 a.C.-14 d.C.) e del figliastro e successore Tiberio (14-37 d.C.), per l’incompiuta conquista della Germania (11 a.C. -9 d.C.), e dove afferma che “la guerra è la miglior preparazione alla pace”.
        Qui come non vedere un riflesso della Prussia/Secondo Reich di Bismarck e della rinata potenza imperiale tedesca?
        A questo mi riferivo quando penso che lo storico proietta in un passato più o meno remoto, le sensibilità, i sogni, le speranze, le attese, le frustrazioni, i disagi e i tormenti esistenziali SUOI e del SUO tempo.
        Poi certo, si può andare oltre e si diventa romanzieri…..
        ciao!

  5. Pierluigi scrive:

    la profezia dei Maya e’ solo una delle tante troiate inventate per distrarre la gente dai problemi reali. Per me, interesse ZERO.

  6. habsburgicus scrive:

    Il carattere anti-cristiano di questi movimenti appare evidente…ecco perché mi riesce difficile comprendere le connessioni con il residuo mondo dei cristeros (poi, tutto è possibile 😀 da noi non è raro trovare fascisti filo-americani, che stricto sensu sarebbe un ossimoro :D)
    Non sapevo di questo Reinaga, in Bolivia…forse il Vaticano dovrebbe occuparsi di più della “rinascita indigenista” anti-cristiana, anche in Perù (dove naturalmente gli indigeni non c’entrano nulla…e sono tutte “idee” e fisime dell’uomo bianco, funzionali a poteri in apparenza ignoti e in realtà notissimi)
    Paradossalmente proprio in Messico il pericolo è minore in quanto l’ indigenismo anti-cattolico è ormai vecchissimo e i cattolici, che lo hanno subito, dovrebbero aver trovato qualche antidoto 😀
    Due cose, per Miguel
    Per quanto è dato sapere, se i genitori chiamano un figlio Cuaúhtemoc (o altri nomi aztechi), vuol dire che sono ipso facto anti-cristiani oppure (il mondo è bello perché è vario :D) ciò può convivere con una posizione cattolica in religione ?
    Non trovi ingiusto che Itúrbide colui che diede VERAMENTE l’indipendenza al Messico non sia per nulla ricordato (a differenza di Hidalgo, Guerrero e poi Juárez, che hanno Stati o città importanti) ? il popolo ha conservato memoria di Itúrbide? ritieni che Itúrbide sarebbe stato in grado di mantenere il carattere ispanico-cattolico del Messico (dunque eliminando alla radice tutte queste “tradizioni”, molte delle quali a lui posteriori) ?

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Anche Hidalgo era un religioso cattolico. La sua scomunica, in quanto dettata da ragioni politiche e non di fede, è da considerarsi ipso facto nulla: nel suo manifesto del 1810 padre Hidalgo ribadì diverse volte la propria appartenenza alla Chiesa e la pretestuosità della condanna (che addirittura afferma – non so quanto a ragione – essere stata emanata alla completa insaputa di Roma).

      • habsburgicus scrive:

        che addirittura afferma – non so quanto a ragione – essere stata emanata alla completa insaputa di Roma).

        probabile che non abbiano saputo nulla…nel 1810 Pio VII era da un anno prigioniero di Napoleone, la Curia disorganizzata o in ceppi (il Card. Pacca fu anche in prigiona a Fenestrelle) e Roma era ormai solo il capoluogo del dipartimento del Tevere (Tibre), governata (si fa per dire) da una mistura di vecchi giacobini del 1798-1799 e di nobili papalini pusillanimi, pronti a strisciare di fronte al’usurpatore ..e ciò non avvenne solo a Roma 😀

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      E poi la rivolta di Hidalgo era sotto questa bandiera: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/13/Guadalupano.jpg

    • paniscus scrive:

      “Per quanto è dato sapere, se i genitori chiamano un figlio Cuaúhtemoc (o altri nomi aztechi), vuol dire che sono ipso facto anti-cristiani oppure (il mondo è bello perché è vario 😀 ) ciò può convivere con una posizione cattolica in religione ?”

      Vista la fluidità mediatica del mondo di oggi, potrebbe anche essere un caso equivalente a quello della famigliola coatta italiana che chiama il figlio (o figlia) Lupo, Kevin, Swami, Deva, Yara, Yasmine, Omar, Diamante, Jennifer, Pamela, però poi corre regolarmente a battezzarlo… e anzi si inalbera con indignazione da martire, se il prete fa un po’ di storie perché non vuole accettare quel nome.

      In genere l’impasse si risolve con la patetica aggiunta di un secondo nome (che di solito o è quello del nonno, oppure un nome cristiano generico per tutte le stagioni) e quindi con risultati risibili come “Omar Francesco” o “Yara Maria”, per fortuna verbalizzati solo in chiesa e non risultanti sui documenti civili, perché ovviamente il bambino è stato già registrato all’anagrafe da parecchi mesi.

      Ovviamente lo stesso discorso vale anche per i nomi un po’ meno coatti ma un po’ più dotti e letterari, o almeno comuni e “normalizzati” (come Diana, Arianna, Vanessa, Azzurra e via elencando) ma di sicuro non riconducibili a nessun santo cristiano e e a nessuna figura biblica.

      Non mi pare che ‘sta gente si possa facilmente classificare come militante anticristiana. 🙂

      Lisa

      • Roberto scrive:

        Però Diana e Arianna sono nomi di sante (Santa Diana era bolognese)

        • Moi scrive:

          Il nome di Santa più “strano” che abbia mai sentito è, sempre a Bologna, ” Sant’Alò ” [sic] usata come esclamazione in rima di “Sant’Alò … che prima morì poi s’ammalò !” [sic] .

          A proposito, mi capitò di sentir dire da uno studente francese universitario “Via Santa Isàia” [sic], uno UAARino dirà :

          “E va be’, loro il Papen se lo sono tolti dalle balle da un bel po’, perché dovrebe sapere che “Isaìa” è un nome maschile ? ”

          … Be’, però a volte la laicità fa da paravento all’ ignoranza: tipo quelli che dicono che a Firenze c’è un campanile dedicato alla famosa marca di matite colorate !

        • PinoMamet scrive:

          Credevo che fosse Santa Lò, io perlomeno l’ho sempre interpretata così… non credo che esista, comunque 😉

        • roberto scrive:

          il più strano che ho sentito io è nepomuk (nepomuceno per gli italiani), santo protettore della boemia…e ho dei conoscenti pazzi che hanno chiamato cosi’ loro figlio

          (vi assicuro che è ridicolo pure per dei tedeschi)

          alò esiste ed è masculo (altri amici criminali, dovrei far incontrare i piccoli nepomuk e alo, si sentiranno meno soli)

        • PinoMamet scrive:

          San Nepomuceno credo avesse una chiesa dedicata a Parma ed era reso in dialetto con “San né pu né meno”, che credo non abbia bisogno di traduzione.

          Probabilissimo che esistessero parmigiani/parmensi chiamati così.

          Alò invece è una novità assoluta per me 🙂

        • PinoMamet scrive:

          Su Google, scopro un Miracolo di Sant’Alò di tal Giovanni Cavedoni, in cui un tizio con la barba pare in procinto di riattacare a un cavallo un piede staccato…

          un’altra ricerchina mi fa scoprire che si tratta di Sant’Eligio, è una versione diversa del nome:

          http://it.wikipedia.org/wiki/Eligio_di_Noyon

          (esiste anche Lò!)

        • Peucezio scrive:

          Questi santi inesistenti mi ricordano la Corte San Triggiano, a Bari Vecchia (ma esistono tanto santi inesistenti analoghi in giro per l’Italia), che nasce da un equivoco di un trascrittore che interpretò l’abbreviazione S. Triggiano come “San”, mentre Triggiano, che è un paese alle porte di Bari, e anche, di conseguenza, un cognome e la corte prendeva nome da un signor Scianne Triggiano, forse proprietario di case del luogo, in cui Scianne non è che la normale evoluzione fonetica locale di Giovanni, forma non più in uso, sostituita dall’italianizzante Ggiuànne, ma fino a qualche generazione fa c’era ancora la forma Ciànne, che si trova per esempio nella famosa cantina di Ciànna Ciànne (Uè, Ciànna Ciànne,/ come u tìine u pabbrasciànne:/ u pabbrasciànne tù/ ha ffatte vècchie e no mmale cchiù, strofetta dal significato osceno) e nel proverbio avèv’a nassce Ciànne e lla mamme u scève nzeranne, per indicare chi agisce con eccessiva tempestività, anticpiando i tempi.

        • Lucio scrive:

          >Uè, Ciànna Ciànne,/ come u tìine u pabbrasciànne:/ u pabbrasciànne tù/ ha ffatte vècchie e no mmale cchiù<

          conosco questa filastrocca, è in uso anche nel brindisino…'lu paparasciànni', come si direbbe dalle mie parti sarebbe, oltre alla cosa delle donne, 😉 il barbagianni, simpatico pennuto notturno che probabilmente nemmeno si girerebbe, se lo chiamassero 'barbagiuvanni' :-D…tra i santi inesistenti vi segnalo anche San Dònaci, sempre in provincia di Brindisi…dal sito del comune: "potrebbe essere un toponimo costituito dall'idronimo indoeuropeo "San" o "Sand" e dal vocabolo greco "Donakeus" per significare la vita tra le paludi, ossia l'acqua che scorre nel luogo ove c'è il canneto"

        • Peucezio scrive:

          Anche a Bari i significati sono esattamente questi. Comunque credo che il significato osceno venga solo secondariamente dallo zoonimo, che a sua volta significa letteralmente “zio Giovanni” (in molti dialetti italiani “zio” si dice o si diceva barba, in quanto la barba identifica l’età adulta e la vecchiaia, così come spesso l’età giovane viene identificata dall’assenza di peli, da cui le forme come toso, tosa) nel nord, caruso nel sud…).

      • Moi scrive:

        Tanto per “far la punta ai chiodi” 🙂 … non da crocifissione, comunque:

        Lupo (m) e Diamante (f) non sono nomi “nuovi” , ma semmai riscoperti: ad esempio “Diamante” era la nonna di Adelmo Fornaciari _ ” ‘Delmo vin a ca’ ” [cit.] _ detto Zucchero della famosa canzone. Probabilmente il recupero del nome deriva direttamente da quella canzone lì.

        “Omar” era molto di modo ai tempi dell’ attore Omar Sharif, e nemmeno oggi penso che abbia velleità filoislamiche fra chi musulmano NON è !

        I nomi senza santo da onomastico si chiamano “adesposti” , comunque oramai credo che “Azzurra” venga usato soprattutto in caso di celebrazione di grandi Vittorie Sportive Italiane, mi pare (!) che il nome “Azzurra” abbia origini D’Annunziane … perciò all’ autore del nome non spiacerebbe affatto l’uso laico e di esaltazione atletica che se ne fa.

        Più che altro mi chiedo cosa abbia riportato in auge “Lupo”
        … il fumetto adolescenziale comico e vagamente satirico “Lupo Alberto” ? Una ventina di anni fa, la proposta di diffonderne un opuscoletto a fumetti contro l’ AIDS nelle scuole superiori italiane scatenò un gran putiferio perché l’ allora ministessa 🙂 Rosa Russo Jervolino da “brava” cattolica diceva che gli adolescenti sono tenuti ad arrivare vergini al matrimonio !

        “Vanessa” credo che in pochi lo usino per amor di Shakespeare, e ancor meno sappiano della derivazione di tale nome da un lepidottero.

        “Diana” non ha la santa patrona da onomastico ? Sicuri ?

        In teoria gli Yussuf e le Maryam potrebbero accettare auguri di onomastico, no ?

        Il nome “Yara” da dove l’avranno preso ? A una rapida ricerca sembrerebe avere significato di “Primavera” in qualche lingua cosiddetta “PreColombiana”.

        Da ultimo ma non meno importante, il nome “Germano” 🙂 NON è adespota … c’è almeno un Santo in Francia, tale “Saint Germain des Prés”, che dà il nome a una zona molto nota di Parigi.

        • PinoMamet scrive:

          Per come la vedo io, non è mai stato tanto un problema di “nomi adespoti” (certo c’è l’occasionale prete che rompe le balle, di solito per il motivo sbagliato, cioè non riconoscendo nomi cristianissimi e/o antichi…) quanto un problema di “nomi del cazzo”, cristiani o meno.

          Mi si dice che in Francia tipico nome da truzzo è Kevin (diffuso tra i truzzi anche in Italia), di recente ho sentito “Maysa” che a me suon anche male e sarebbe (perlomeno è quello che hanno raccontato ai genitori di una Maysa, che ha poi ispirato i genitori di una seconda Maysa…) di origine araba.
          Sicuramente i genitori della seconda Maysa non hanno né simpatie filo-islamiche, né particolare gusto per la cultura araba, perciò la scelta è ancora più incomprensibile.

          Azzurra in occasione di vittorie “mondiali”, Moi? Non ci ho mai fatto caso ma mi sembrerebbe strano… di solito lo collego a un vago immaginario di sinistra/strafalario/peace&love (conosciuta anche un’Azzurra…)

      • Moi scrive:

        Mi pare che l’avevamo già detto, ma si può ripetere :

        in Sardegna è abbastanza in uso, fra il serio e il faceto l’ “Adattamento FonoAntroponomstico”del tipo :

        Roger (!) Murru
        Demi (!) Murru

        Kostner (!) Gavinu

        Brigitte (!) Bardosu

        ecc …

      • Peucezio scrive:

        Ma Vanessa non è un po’ “coatto” anche quello?
        Comunque è curioso come molta gente ci tenga tanto a mettere una bella etichetta di cozzalaggine in fronte ai propri figli, come dire: “mio figlio ha un certificato DOC di famiglia burina e guai a chi osi metterlo in duscussione”.

        • Moi scrive:

          Vanessa è un nome Shakespeariano … allude a una farfalla dalle belle ali, perciò in teroria esprime bellezza e grazia femminile.

          Coatto a me risulta essrere l’ inventato di sana pianta “Vànes” come corrispettivo maschile.

        • Peucezio scrive:

          A proposito di “Vanessa” mi viene in mente il fatto che anche in Spagna, dove è altrettanto esotico, ha una sua diffusione, solo che loro lo pronunciano Banesa (con s sorda ma scempia, ovviamente) e si meravigliano del fatto che si scrive con due esse.

        • Moi scrive:

          @ Peucezio

          E’ una fissa della lingua Spagnola … in Portoghese difatti è “Vanessa” senza tante storie.

        • Moi scrive:

          Secondo alcuni,il nome “Vanessa” Shakespeare lo mutuò dal Greco “Phanessa” …boh.

        • paniscus scrive:

          Mi risulta che Vanessa non sia shakespeariano, ma che sia stato inventato da Jonathan Swift un centinaio d’anni dopo; comunque, letterario. Peraltro anche Pamela è sicuramente letterario, dello stesso periodo di Swift, ma la differenza di percezione attuale (almeno, italiana) sul tocco di truzzaggine dei due, mi sembra piuttosto diversa, le motivazioni esatte non le so: è un dato di fatto che, nelle generazioni giovanissime, il primo sopravvive ancora come nome normale, accettabile e non più “frivolo-effimero”, mentre il secondo è scomparso del tutto dopo la ventata di moda degli anni settanta 🙂

          In ogni caso, sulla distinzione filologica operata da PinoMamet tra “nomi non cristiani” e “nomi del cazzo” puri e semplici… rimando a un esaurientissimo saggio (sotto forma di raccontino ironico, ma in realtà contenente analisi raffinatissime) scritto anni fa da Michele Serra.

          In esso si comincia a descrivere la fenomenologia di tale Manuel, giovanottone del distretto dei motori e delle discoteche a cavallo dell’appennino marchigiano-romagnolo, con anfibi, tatuaggi e macchinone, e poi divaga sulle implicazioni culturali del suo nome, implicazioni che l’autore raccoglie sotto il concetto di “apostasia indolore”.

          Ossia, in una regione in cui i bisnonni, APPOSTA per sganciarsi dal conformismo cattolico e da quello sociale, chiamavano i figli Libero, Idea, Avvenire o Fiaccola, (per non parlare dei celebri Ateo, Senzadio, Rivolta, Dinamite e altre amenità del genere, che sranno state pure brutte e inopportune, ma che almeno venivano usate di proposito, con lucidissima consapevolezza)…

          …100 anni dopo si prende un normalissimo nome della tradizione cristiana, Emanuele (che per la verità sarebbe ebraico, ma con implicazioni fortissime nel cristianesimo), lo si storpia un po’ in un’improbabile forma straniera che nemmeno esiste (perché ovviamente la pronuncia corretta spagnola sarebbe ben diversa) e lo si usa come se fosse un nome nuovissimo, sfizioso e alternativo, senza la minima implicazione simbolica 🙂

          Lisa

        • Ritvan scrive:

          Secondo la Sacra:-) Wiki:
          http://it.wikipedia.org/wiki/Vanessa
          “È un nome recente e di origine letteraria, inventato dallo scrittore Jonathan Swift per la protagonista del poemetto Cadenus and Vanessa del 1726. Swift lo creò ridisponendo le sillabe iniziali del nome e del cognome della sua amante Esther Vanhomrigh.”

      • Lucio scrive:

        si, ricordo di aver letto anche io, molti anni fa, l’origine del termine barbagianni, in effetti il pennuto, quando riposa appollaiato, ha un aspetto ‘venerando’…per l’altro significato credo che possa derivare da una similitudine, ehm, tattile :-)… i rapaci notturni hanno un piumaggio molto morbido che…ehm-ehm…per quanto riguarda sant’Alò o Eligio, qui da me c’è una via dedicata a una probabile quarta variante: sant’Aloy (esotismo da ‘tacco d’Italia’? : -) )

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Anche Kevin (Coemgen) da Glendalough è un santo della Chiesa cattolica. Monaco irlandese, grande asceta (passava ore nei torrenti ghiacciati) e persona estremamente longeva (la tradizione sostiene che abbia vissuto dall’epoca di Patrizio a quella di Colombano). Tra i suoi attributi c’è il merlo che si raccona abbia nidificato in una sua mano mentre era in preghiera.

  7. Miguel Martinez scrive:

    Per Habsburgicus – per la prima volta in assoluta, ti ho colto in fallo: nei nomi Iturbide e Cuauhtemoc, l’accento cade sulla penultima sillaba 🙂

    Tra l’altro, è una regola assoluta nella lingua nahua.

    Non saprei… credo che il confine degli immaginari non sia mai netto – diciamo che un nome come Cuauhtemoc rivela un sentimento antispagnolo e nazionalista, ma non so se necessariamente anticristiano.

    Non conosco abbastanza bene Iturbide (che peraltro visse per un periodo a Livorno) per poter dare un giudizio serio: il periodo che va dalla Insurgencia fino a Porfirio Diaz è estremamente complesso, e devo ancora trovare un libro che lo analizzi seriamente, al di là della cronaca.

    • habsburgicus scrive:

      il periodo che va dalla Insurgencia fino a Porfirio Diaz è estremamente complesso, e devo ancora trovare un libro che lo analizzi seriamente, al di là della cronaca.

      verissimo, condivido…però la stessa mancanza dice molte cose, ed é un peccato perché é un periodo importantissimo e storicamente “sensibile”..speriamo che la lacuna sia presto colmata

      P.S: mi correggo Cuauhtémoc e Iturbide 😀
      (anche la Treccani online lo scrive con l’accento sbagliato http://www.treccani.it/enciclopedia/agustin-de-iturbide/
      e non é la sola :D)

  8. Miguel Martinez scrive:

    Per Habsburgicus

    “dove naturalmente gli indigeni non c’entrano nulla…e sono tutte “idee” e fisime dell’uomo bianco, funzionali a poteri in apparenza ignoti e in realtà notissimi”

    una frase interessante, perché si vedono le cose che condividiamo e le cose che non condividiamo.

    Direi che esistono diversi livelli di “indigenismo”: trovo interessanti ad esempio le tesi del México profundo di Guillermo Bonfil Batalla – esiste davvero una civiltà contadina antichissima, con propri valori e regole, che è sostanzialmente incompatibile con tutto ciò che si è cercato di imporle da fuori.

    Poi c’è il livello mestizo, di polemica antispagnola e cattolica, molto retorica e storicamente discutibile, tipico del regime del PRI; dove però gli indios sono relegati al ruolo di “antiche glorie” e non di comunità viventi.

    C’è il livello degli operatori New Age, sostanzialmente apolitici.

    C’è però anche un mito sempre più diffuso, che ispira movimenti in Bolivia, Perù, Messico e nella diaspora messicana, che un po’ si confonde con le cose che ho appena elencato, ma fornisce anche una grande forza di riscossa emotiva.

    Ecco, la differenza sostanziale è che io credo che i miti non siano mai funzionali a qualcuno in sé – tutto dipende da chi li usa e come. In questo senso, cambiano facilmente di schieramento.

  9. PinoMamet scrive:

    Nel frattempo, sul perfido social network:

    i poveri Maya vengono esposti al pubblico ludibrio, colpevoli di aver sbagliato la previsione che non avevano mai fatto, e alla quale nessuno aveva creduto…

    io non sono un ètuttocalcolatista, ma la strumentalizzazione dell’immaginario indigenista sembra proprio una roba tagliata su misura dei “bianchi”, che in un verso o nell’altro se ne servono per rimarcare (a sé stessi) la propria autopercepita superiorità.

    Se la cantano e se la suonano, insomma.

    Invece, rispetto ai giorni precedenti, noto un calo della polemica anticattolica/anticristiana “tanto gli spagnoli cattolici li hanno sterminati tutti”…

  10. Miguel Martinez scrive:

    Per Mauricius

    “E poi la rivolta di Hidalgo era sotto questa bandiera: “

    Infatti… e la parte avversa combatté sotto lo stendardo della Virgen de los Remedios, che era la Madonna dei Conquistatori: una guerra delle madonne, insomma.

    Hidalgo è una figura complessa. Il divario tra il Messico e il resto del mondo era allora molto minore di oggi, anche culturalmente; e c’era un vasto clero povero e colto, in un paese in cui la stampa arriva subito dopo la conquista, proprio grazie al Gerónimo de Aguilar di cui parlammo ieri.

    E probabilmente nella sua testa c’era di tutto, dall’interesse per la rivoluzione americana al risentimento del clero per le misure “illuministe” dei Borboni; dalla rabbia autentica per le ingiustizie che vedeva, alla cultura medievale spagnola dei “Fueros”. E non dimentichiamo i tremendi effetti dello spodestamento dei gesuiti, voluto dagli assolutisti europei.

    Tutte le rivoluzioni sono sempre controrivoluzioni, perché reagiscono a qualche violento turbamento dell’ordine da parte del potere: l’intrusione di imprenditori spagnoli, le guerre napoleoniche e la caduta della monarchia in Spagna.

    Infatti, la Insurgencia non solo era all’insegna della Vergine di Guadalupe, ma anche all’insegna di “morte ai giacobini”, con qualche improbabile tocco di odio per gli ebrei.

    Da qualche parte ho un libro proprio sulle fonti ideologiche di Hidalgo e dell’Insurgencia, devo darci un’occhiata…

    A parte una certa indifferenza ai massacri compiuti dai propri seguaci, direi che Hidalgo emerge bene dalla storia.

  11. Miguel Martinez scrive:

    Per Habsburgicus

    “anche la Treccani online lo scrive con l’accento sbagliato “

    La Trèccani, insomma 🙂

  12. Miguel Martinez scrive:

    Per PinoMamet

    “Invece, rispetto ai giorni precedenti, noto un calo della polemica anticattolica/anticristiana “tanto gli spagnoli cattolici li hanno sterminati tutti”…”

    🙂

    Che poi la grande civiltà Maya, come sai, è sparita secoli prima dell’arrivo degli spagnoli – a differenza di quanto racconti il buon Mel Gibson in Apocalypto.

    Poi gli spagnoli…

    intanto immaginatevi che razza di sfigato doveva essere qualcuno, all’epoca, da accettare di attraversare l’oceano per ricominciare una vita.

    Poi non sterminavano nessuno, anzi. Erano alla ricerca disperata, sia di donne che di manodopera gratuita, e la manodopera gratuita aveva il brutto vizio di crepargli in massa di malattia.

    Insomma, erano cialtroni, ma mica per colpa della Criminale Dottrina Cattolica.

    • Francesco scrive:

      non erano aztechi i cattivi di Apocalypto? e i buoni semplici selvaggi forestali?

      film carino ma alieno, non coinvolgente

      • PinoMamet scrive:

        No mi sa che erano Maya entrambi, di due gruppi diversi (non sono un espertone, ma credo che i Maya siano più un insieme di popoli, con culture anche piuttosto diversificate e lingue idem, che un popolo solo) e il film è ambientato al momento dell’arrivo degli spagnoli, quando, come ricorda Miguel, la cultura Maya era già in declino da secoli
        (non così quella azteca).

        Il che non significa che “siano estinti”. Per fare un esempio, la cultura egizia era sicuramente in declino all’epoca di Giulio Cesare, e da più secoli, però gli egiziani non sono estinti, e l’egiziano (copto) è stato usato piuttosto comunemente fino al X- XI sec. dell’era volgare, ed è ancora in uso almeno come lingua liturgica…

        di fatto quello che si sa della mitologia Maya deriva da fonti raccolte oralmente

        Sentita stasera per radio pubblicità di automobili doppiamente irritante: “i Maya non sapevano fare i conti (palla tremenda, erano anzi bravissimi…) e i Maya sono estinti (aridaje…) ergo chi non sa fare i conti si estingue…”

        anzi triplamente irritante, per lo sfinimento…

        • PinoMamet scrive:

          No mi correggo: credevo che il famoso Popol Vuh fosse stato raccolto oralmente, invece sta per iscritto proprio…

          ahò, è notte e non è esattamente il mio campo di competenze…

  13. daouda scrive:

    Solo oggi ho capito come funzionino le acredini su questo blog. Belle, per carità…

    p.s. chi intende vede che “funzionino” fu voluto.

    Aloah!

    • daouda scrive:

      p.s. vatte a riponé,,, Francesco vatte a riponé, vatte a riponééééééé, Francesco vatte a riponééé.

      DVCE DVCE!

      p.p.s. pé scrive…

  14. Moi scrive:

    @ PINO

    Ci fu un exploit di “Azzurra” anche con la vittoria nautica a vela di tanti anni fa, qualche Berlusconiano lo sceglie anche per motivi politici … troppo spesso ci si dimentica che “Forza Italia” ha quel nome, quel logo e quel colore lì perché nel 1994 ci furono i Mondiali di Calcio in USA, vinti dal Brasile !

  15. Moi scrive:

    @ PINO

    C’è una via del centro storico a Bologna dedicata a Sant’Alò … va be’ che sempre a Bologna esiste anche una via dal nome protodadaista 🙂 medievale di “Via Senzanome” [sic]

    • Moi scrive:

      Credo però che l’ espressione sia “importata”, visto che in dialetto NON c’è la rima:

      … Sant’Alò / ech prémma la muré / E po’ la ‘s malé !

    • Roberto scrive:

      Moi la storia di via senzanome io la so così:
      Si chiamava all’origine via toccatetti per il fatto che era una stradina stretta. I bolognesi, da sempre zozzoni e peccatori, avevano preso a chiamarla via toccatette, cosa che non piaceva troppo alle autorità ecclesiastiche che la ribattezzarono via senza nome? Sai se c’è un fondo di verità a questa storia?

  16. jam scrive:

    ..Carlo Magno chiamo’ Abul Abass l’elefante bianco che fra l’altro, accudiva personalmente, come se fosse un caro amico, elefante-amico regalatogli dal califfo Abbaside Harun al’ Rachid (765-809). in un certo senso, scegliendo quel nome e pronunciandolo spesso, Carlo Magno fu filoislamico… l’Imperatore in persona ogni giorno nutriva l’animale, sussurrando anche parole arabe nelle grandi orecchie di Abul-Abass, affinché non avesse troppa nostalgia del suo paese e si mantenesse quindi in buona salute.
    (un elefante bianco era un dono di inestimabile valore, più che un elefante tout-court era una rarità carismatica con poteri magici di portafortuna, come a quei tempi poteva esserlo un unicorno.)
    ( adesso che il mondo non é finito, per natale, vorrei regalare un elefante bianco ..)
    ciao

    • daouda scrive:

      Carlo Magno ad ogni modo non fù imperatore. Basta cò ste malignità anti-storiche!

      • mirkhond scrive:

        Carlo Magno fu incoronato imperatore del Sacro Romano Impero nella notte di Natale del 799 o 800 d.C., da Papa Leone III (795-816 d.C.).
        Il titolo di imperatore romano ovviamente non fu riconosciuto nella Romània VERA, a Costantinopoli, e vi fu un conflitto tra Franchi e Romani orientali (che vide un tentativo di occupazione franca di Venezia da parte di Pipino, figlio di Carlo e re dell’Italia longobardo-carolingia).
        Soltanto nell’812 d.C., l’imperatore romano Michele I Rangave (811-813 d.C.), riconobbe a Carlo Magno il titolo di imperatore ma dei FRANCHI, ribadendo che l’UNICO VERO IMPERO ROMANO era quello con sede tra le sponde del Bosforo.
        ciao!

        • buran scrive:

          Visitando il Museo archeologico di Istambul e in particolare il piano dedicato alla Quarta Crociata (quella contro Costantinopoli in cui la città venne saccheggiata) ho notato che infatti i Bizantini chiamavano sè stessi “Romani” (anche se parlavano il greco) e così sono nominati anche nelle didascalie attuali, e che la Quarta Crociata è chiamata, ancora oggi, “Invasione Latina”.

        • PinoMamet scrive:

          Beh, è ovvio che si chiamassero Romani: era l’Impero Romano, d’Oriente ma sempre romano, se la parte occidentale era caduta mica era colpa loro 😉

          il greco era sempre stato parlato nell’area e quindi ovviamente è stato mantenuto, ma credo abbia soppiantato il latino come lingua dell’amministrazione solo dopo Giustiniano (però ha continuato a essere pieno di latinismi nell’ambito giuridico e militare… )

        • habsburgicus scrive:

          @mirkhond
          peché scrivi “Notte di Natale 799 o 800 d.C” ?..
          mi togli le certezze 😀
          io finora ho sempre ritenuto che l’incoronazione nella notte sul 25/12/800 d.C fosse una delle poche date ASSOLUTAMENTE SICURE, chessò come la morte di Augusto il XIV Kal. Sept del consolato di Sex. Appuleius e Sex. Pompeius (19 agosto 14 d.C) o la battaglia di Hastings (14/10/1066 d.C)… 😀 😀
          ciao e buon Natale !

  17. Moi scrive:

    @ PINO

    Allora sarebbe “San Lò” … “San Lui” 🙂 !

    @ JAM

    Interessante, sapevo dell’ Elefante Bianco come animale imperiale preziosissimo … ma in Siam però !

    Se è vero come diceva Pino, ma penso di sì, che il termine in lingua Thai Farang” per gli stranieri “bianchi” ha fatto un lunghissimo giro dall’ Arabo attraverso il Persiano e qualche lingua Dravidica … credo che paradossalmente (!) i Thailandesi odierni lo usino indistintamente per tutti gli “Occidentali Bianchi”, senza distinguo fra “Norreni” e “Levantini” o Altri.

    • PinoMamet scrive:

      Ecco qua:
      http://en.wikipedia.org/wiki/Farang

      bello che per i thailandesi i neri siano “Franchi neri”! 🙂

      (anche la famiglia di notabili libanesi dal cognome Frangieh/Franjieh ha questa origine credo… a giudicare dai nomi di alcuni suoi politici, il Libano sembra un posto etnicamente curioso)

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Sì, il califfo pare che abbia donato a Carlo Magno questo elefante albino, che però sarebbe morto attraversando le alpi e che quindi non sarebbe mai arrivato ad Aquisgrana.

      • PinoMamet scrive:

        Mmm sei sicuro di non confonderti con qualcuno degli elefanti di Annibale?

        A me risultava che ad Aquisgrana l’elefante ci fosse…
        vedo che Wikipedia conferma il mio ricordo puntualizzando che Carlo (siamo amici… ) lo mostrò a diversi visitatori:
        http://it.wikipedia.org/wiki/Abul-Abbas

        • Peucezio scrive:

          “Mmm sei sicuro di non confonderti con qualcuno degli elefanti di Annibale?”

          Con quale di preciso si starebbe confondendo?

        • PinoMamet scrive:

          E che ne so?? 😉

          Scherzi a parte, mi risulta in effetti che una parte degli elefanti di Annibale non riuscirono a superare la difficile traversata delle Alpi;
          credo (ma non sono sicuro) che tra quelli ci fosse il preferito di Annibale, “Syrus”, il siriano, curiosamente chiamato così perché, a quanto pare, era il più grande
          (e forse indiano anziché africano, anche se è controintuitivo per noi: infatti la sottospecie di elefanti africani del Nord Africa- ora estinta- era piuttosto piccola, mentre quella di elefanti indiani del Medio Oriente- estinta pure questa- era piuttosto grande…)

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          In realtà sull’elefante di Carlo Magno (e qui giustifico quel “pare”) non si ha nemmeno la certezza che sia esistito. La fonte sono qualche riga di Annali del Regno dei Franchi unita a qualche riga della Vita Karoli di Eginardo.
          L’unica “certezza” è che sia morto per incapacità di sopravvivere al clima europeo, per il resto si dice che fosse bianco, che sia stato esibito in mezza Germania, che sia stato utilizzato in battaglia… insomma, che sia vissuto troppo a lungo scorrazzando per l’Europa centrale per un animale incapace di sopravvivere a quel clima!
          Poi, chi lo sa, magari anche la storia che sarebbe morto per il clima cattivo è una citazione di Livio. Come magari addirittura non è mai esistito nessun elefante, anche perché molti storici mettono in dubbio la genuinità delle fonti.

        • PinoMamet scrive:

          Mah, non è la “mia” epoca e vado a spanne, possibilissimo che Eginardo abbia copiato dagli Annales, ma non vedo perché questi debbano aver mentito…
          secondo Wikipedia in inglese questi riportano il trasporto dell’elefante, la sua consegna all’imperatore, e più tardi la sua morte
          (non li ho mai letti ma mi immagino una roba così 😉
          “…e nell’anno Taldeitali, indizione tale, ci fu una gelata nella regione di… morì anche l’elefante che Carlo aveva ricevuto in dono…” e poi passa subito ad altro)

          che fosse albino, usato in guerra ecc. sono chiaramente invenzione successive.

          Invece non credo che fosse impossibile che un elefante vivesse per un certo periodo in Europa Centrale. Ci sono molti esempi di elefanti e altri animali esotici inviati di solito in dono da regnanti orientali a quelli europei, in epoche successive, gli zoo esistono tuttora, e in fondo basta tenerli al caldo d’inverno…

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          In realtà gli Annali di quel periodo sono stati scritti con tutta probabilità da Eginardo e quindi abbiamo solo apparentemente due fonti.
          Tutto può essere: sappiamo che l’elefante è arrivato in Italia, lì ci è rimasto per un periodo di tempo non meglio determinato, poi ha preso la strada di Aquisgrana e ad un certo punto è morto. Forse che sia morto attraversando le Alpi è una suggestione liviana (anche se in effetti spiegherebbe come mai non sia stato tenuto al caldo), forse è morto più avanti sulla strada, forse è riuscito a sopravvivere per qualche tempo, forse si è preso il raffreddore in uno dei tanti attraversamenti del Reno… o forse non è mai esistito ed è un’invenzione di qualche cronista (magari uno della cerchia di Eginardo) che voleva magnificare all’inverosimile Carlomagno.
          Il lavoro del medievista è veramente molto difficile.

        • PinoMamet scrive:

          ” forse non è mai esistito ed è un’invenzione di qualche cronista (magari uno della cerchia di Eginardo) che voleva magnificare all’inverosimile Carlomagno.”

          Sì, è possibile, ma è uno di quei casi in cui negare un fatto dubbio mi sembra più faticoso che ammetterlo.

          Cioé, devo supporre che un qualche cronista avesse voluto magnificare Carlo Magno all’inverosimile, e che il modo giusto di farlo fosse quello di inventarsi il dono di un animale esotico (ma perché non magnificarlo in qualunque altro modo possibile e più probabile?) e questo animale dovesse essere un elefante (e perché non un leone o un cammello?) e glielo avesse spedito tal dei tali e poi che l’elefante fosse anche morto di freddo…
          un po’ troppe invenzioni in un’epoca in cui testimoni oculari erano ancora in giro, e chiunque poteva dirgli “ma che te stai a ‘inventà?” 😉

          insomma, come diceva quel tale inglese, a volte se senti galoppare è proprio un cavallo!
          😉

      • PinoMamet scrive:

        Wikipedia in inglese dà maggiori particolari, tra cui la morte dell’elefante per polmonite diversi anni dopo, probabilmente dopo aver nuotato nel Reno, e il fatto che le sue ossa furono conservate a Lippenham fino al XVIII sec.

      • Moi scrive:

        @ PINO

        Sempre interessante ‘sta cosa degli animali estinti (o ancora poco noti, Linneo verrà molto più tardi, o “fraintesi”) nella cultura umanistica classica,

        tipo anche i leoni da colosseo erano quelli _ più corpulenti e di criniera più scura ed estesa rispetto a quelli della savana_ berberi (oggi estinti se non forse rarissimi esemplari in Etiopia)

        O l’ Animale di Seth, probabilmente l’ oritteropo [esteticamente (!) una strana via di mezzo fra maiale formichiere, ndr] che sparì dall’ Egitto per essere poi riscoperto solo nell’ Ottocento in SudAfrica dai Boeri, ecc …

        • Moi scrive:

          Cmq l’ elefante bianco in Thailandia resta un mistero, in passato ci furono anche truffe di “dare una mano di bianco”a elefanti normali per poi rivenderli a prezzo molto maggiorato !

        • PinoMamet scrive:

          I Greci antichi, per dire, andavano a caccia di pantere in Anatolia (quelli ricchi), Senofonte (probabilmente anche Aristotele) elenca le specie di felini selvatici che si trovavano là;
          poi la “tigre ircana” era un topos della letteratura greca e latina per indicare la ferocia, e credo che qualche tigre sia vissuta in Iran fino a tempi recenti;
          si discute se il leone visse davvvero in Grecia ai tempi dei Micenei, che lo ritraevano sulle tombe, e nei miti successivi lo ritroviamo sconfitto da Eracle o citato da Omero…
          comunque se non lo conobbero lì, di sicuro lo hanno conosciuto in giro per il Mediterraneo..
          (anche Sansone sconfigge un leone, assente in Israele moderno, che io sappia!)

        • Lucio scrive:

          per quanto ne so io la ‘tigre del Caspio’ è stata dichiarata estinta negli anni ’70 ma forse è sopravvissuta fino ai primi anni ’90, qualche bracconiere pare aver spifferato mentre il leone sembra essersi estinto dall’Europa meridionale, Italia compresa, attorno al 100 dopo Cristo e non so, a questo punto, quanto i giochi da colosseo possano aver inciso sulla sua scomparsa…”qui li abbiamo finiti, cominciamo a prenderli dal nord-Africa” 🙂

    • paniscus scrive:

      Sull’uso, ricorrente in qualsiasi secolo della storia, degli animali esotici come simbolo di potere e di prestigio e come armi diplomatiche, c’è questo bellissimo saggio che dice tutto:

      http://stayathomebookworm.blogspot.it/2009/02/marina-belozerskaya.html

      auguri 🙂

      Lisa

  18. Moi scrive:

    * San Giovanni Napomuceno e … i Comunisti 🙂 *

    Questo episodio mi pare che ci fosse anche su Wikipedia, poi mi sa che qualche anticlericale ha rimosso, a discapito della verità storica :

    i Comunisti fecero analizzare la presunta “lingua incorrotta” del Santo, sicuri che si trattasse di un “fake”, per dirla con il CICAP, ma … ma saltò fuori di “meglio”, nel senso di “peggio”, cioè che si tratta in realtà di una parte di cervello che regola il linguaggio.

    Almeno, così ci narra il Messori …

  19. Moi scrive:

    Penso che i nomi che più hanno istigato degli oramai trentenni a odiare i propri genitori siano stati i vari “Suellen” [sic] e persino “Geiar” [sic] … il nome “Cliff” _ che ce l’ aveva anche Bill Cosby come Dr. Robinson / Huxtable _ invece mi risulta essere stato molto popolare come nome da cane, assieme a “Bobby” che in Italia fino agli Anni ’70 era esclusivamente (!) un nome onomatopeico da cane !

    Anche se sempre più spesso sento chiamare i Cani con nomi “da Cristiani” 🙂 e mi fa senso !

  20. Moi scrive:

    http://it.wikipedia.org/wiki/San_Lupo

    Nemmeno “Lupo” è un nome adesposta … ma mi pare che sia sempre stato un nome rarissimo.

    Stranamente NON si sono diffusi nomi Giapponesi da anime / manga … fra i tradizionali ce ne sarebbe anche di bellini.

  21. Moi scrive:

    Il nome “Vanessa” wikipedia lo dà per invenzione di Johnatan Swift … e sarebbe stato portato in auge dall’ attrice Vanessa Redgrave, il cui ultimo film ci mostra una Verona molto diversa da quella alla quale i fuorionda di TeleNuovo ci avevano abituato 🙂 :

    http://www.youtube.com/watch?v=iNdABv2FixQ

    E anche nella Siena in cui vanno, non v’è traccia di beceraggine anticlericale, nemmeno lì nessuno che bestemmi …

    … Va be’, che ne sanno negli USA di ‘ste cose ?!

    • PinoMamet scrive:

      Scusami Moi, ma ti sembra che i film italiani abbondino di bestemmie? Si contano sulle dita di una mano i film dove si bestemmia, di solito ricordati proprio per questo…

      • Moi scrive:

        Ma no, era ironico per dire “almeno così sembrerebbe realistico” … figurati le bestemmie in un film per altro romantico sentimentale, era solo per criticare Hollywood.

        Cmq va riconosciuto che nel film NON ci sono Italiani intesi come Truffatori Levantini, anzi: ne emerge un’ Italia accogliente e conviviale, romantica e un po’ provinciale … del tipo quando il “Club delle Giuliette” dice al ragazzo Inglese “Che ne capisci tu di Romanticismo, che vieni da una terra fredda e brumosa ecc …” poi lui ribatte “Ah, sì ?! … E chi ha scritto la storia d’ Amore di Romeo e Giulietta ?” e loro, ma poi finosce in ridere “Guglielmo Scespirelli !”

        … il quale, non so se è una leggenda metropolitana letteraria o che, ebbe anche il nomignolo “fascistissimo” di “Guglielmo Scotilancia”, con tanto di presunte origini Italiane !

        Gheddafi, per quanto AntiFascista ideologicamente, tuttavia con i suoi “Sheyk Shepir” e “Alì Ghierì ” non sarà da meno.

        • paniscus scrive:

          “… il quale, non so se è una leggenda metropolitana letteraria o che, ebbe anche il nomignolo “fascistissimo” di “Guglielmo Scotilancia”, con tanto di presunte origini Italiane !”
          ———————

          Io sapevo che l’avevano fatto diventare siciliano, imparentandolo con la nota famiglia dei “Crollalanza”…

  22. Pingback: Ormai persino i Maya ci credono | Delusi dal bamboo,

  23. Moi scrive:

    Tornando ai Maya e alla loro non-profezia … i Perculandi dovrebbero essere gli Apocalittici che vi hanno creduto, mica i Maya stessi.

    In Apocalypto di Mel Gibson a fare razzia di Buoni Selvaggi [Fantastico “Sorpasso a Sinistra” !] da dare in Sacrificio Umano a tutto spiano agli Dèi-Mostri Insaziabili Immaginari non credo che siano i Maya, sono comunque “Civiltà PreColombiane” (Aztechi ?) con l’ intento di dire:

    “Avete visto che pazzi furiosi che erano quei popoli ?! Se non esistono più, tanto meglio ! Però almeno le piramidi a gradoni erano bellissime e si possono ancora visitare !”

  24. mirkhond scrive:

    “Beh, è ovvio che si chiamassero Romani: era l’Impero Romano, d’Oriente ma sempre romano, se la parte occidentale era caduta mica era colpa loro ;)”

    Ovviamente concordo. 🙂

    “il greco era sempre stato parlato nell’area e quindi ovviamente è stato mantenuto, ma credo abbia soppiantato il latino come lingua dell’amministrazione solo dopo Giustiniano (però ha continuato a essere pieno di latinismi nell’ambito giuridico e militare… )”

    Sì, più esattamente sotto Eraclio (610-641 d.C.), ma effettivamente, già sotto il regno di Maurizio (582-602 d.C.), il Latino cominciava ad esser compreso e parlato sempre meno a Costantinopoli, come testimoniato dallo stesso San Gregorio Magno (540-604 d.C.), quando era legato pontificio a Costantinopoli nel 579-585 d.C.
    ciao!

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Già Giustiniano è ricordato per gli sforzi per salvare la latinità della corte dall’onda grecofona, sforzi che non portarono – come sappiamo – a risultati duraturi.

      • mirkhond scrive:

        Beh, in fondo Eraclio non fece che prendere atto della realtà accettando anche a livello ufficiale e cancelleresco che la Romània orientale era (almeno nel cuo cuore egeo-anatolico) un paese ROMEOFONO, pur ovviamente RESTANDO romano.
        Mi chiedo, a volte, se la latinofonia avesse soppiantato del tutto il Greco, se i Franchi oggi chiamerebbero la “Grecia” appunto Grecia…
        Ovviamente è solo una divagazione personalissima 😉 …..
        ciao!

        • mirkhond scrive:

          errata corrige: nel suo cuore ecc.

        • PinoMamet scrive:

          ” Mi chiedo, a volte, se la latinofonia avesse soppiantato del tutto il Greco, se i Franchi oggi chiamerebbero la “Grecia” appunto Grecia…”

          Mmm non so.
          L’ipotesi non è così peregrina come sembrerebbe, sia perché il latino è rimasto a lungo la lingua dell’amministrazione, sia perché comunità latinofone (i famosi “Vlachi”) vivevano e vivono ancora in Grecia, stanziate a quanto pare lungo la via Egnatia soprattuttto, ma non solo…

          Però la Gallia latinizzata si chiamerebbe ancora Gallia, se non fosse stato per i Franchi, e l’Inghilterra sarebbe probabilmente Britannia (è vero che è ancora Gran bretgana) non solo pomposamente, ma anche come nome comune, se non fosse stato per gli Angli…
          mentre la Spagna invasa da Goti e Arabi ha comunque mantenuto fondamentalmente il suo nome;

          in Anatolia mancava un popolo o una lingua autoctona unificante fino all’arrivo dei Turchi, perciò logicamente è diventata Turchia
          (ma ho visto vecchie carte geografiche, in Friuli, in cui “Turchia” indica anche quella che sarebbe diventata Jugoslavia!)…

          insomma, difficile dirlo, ma in mancanza di un termine alternativo credo che sarebbe rimasta comunque Ellade/Grecia.
          Oppure si sarebbe fusa con il resto del mondo residuale bizantino in una Romanìa, pure attestata…
          O magari, chissà, Albania! 😉

        • Peucezio scrive:

          “in Anatolia mancava un popolo o una lingua autoctona unificante fino all’arrivo dei Turchi, perciò logicamente è diventata Turchia”

          Mica tanto logicamente. Bastava chiamarla Anatolia.

        • PinoMamet scrive:

          Sì, ma “bastava” a chi?

          La scelta di un nome ufficiale per un territorio è sempre un fatto in qualche misura politico e arbitrario: si sceglie di richiamarsi a una simbologia anziché ad altre possibili.
          Raramente (almeno negli ambiti a noi vicini, altrove non so) le memorie non “prescelte” scompaiono del tutto: i francesi si chiamano francesi, ma fanno ancora le sigarette gauloises, gli inglesi suonano Rule Britannia, gli italiani hanno una regione che si chiama Lombardia e così via…

          nel caso di Anatolia, il nome non era particolarmente ben riuscito, perchè indicava soltanto il trovarsi a oriente di un altro paese…
          è vero che tutti i paesi, infine, devono prendere nome da qualcosa (anche del cazzo, tipo “il paese dei vitelli”) ma a differenza degli italici, che comunque si sono fatti un’identità loro, gli anatolici hanno trovato la loro unificazione soprattutto nella cultura ellenistica, mentre sarebbe difficile trovare in epoca post-classica qualcosa di specificamente “anatolico” che li unisse.

          Perciò l’unica occasione in cui credo che avrebbero logicamente mantenuto il nome Anatolia, sarebbe potuta essere quella nella quela in effetti è successo ;), vale a dire nell’ambito di un impero più grande, Romano-Orientale o Ottomano che fosse, e infatti così è stato (Anadolu).

          Altrimenti, o andavano ognuno per la sua strada (ma Frigi e compagnia erano già ellenizzati da un pezzo) e al limite avremmo avuto una grecità spezzettata quanto la romanità occidentale;
          oppure, appunto, prendevano il nome della prima cultura che unificava quasi interamente la penisola, ed ecco la Turchia.

        • Peucezio scrive:

          Sì, d’altronde è successo, quindi, se tutto ciò che è reale è razionale…
          Però è una cosa che mi fa girare le palle di brutto.

        • PinoMamet scrive:

          Che cosa è che ti fa girare le palle di brutto?
          Non ho mica capito, davvero…
          che la Turchia si chiami Turchia?

        • Peucezio scrive:

          Sì, esattamente.
          Una terra che ha visto succedersi per millenni di civiltà e di popoli, dove sono arrivate tutte le stirpi indoeuropee (ad eccezione dei tocarii), arrivano ‘sti selvaggi delle steppe e le danno il nome.
          E’ come se il nome all’Italia l’avessero dato gli occupanti americani della II Guerra Mondiale.

        • PinoMamet scrive:

          Beh, in effetti però i turchi sono arrivati un bel po’ prima della Seconda Guerra Mondiale 😉 e anche un bel po’ prima di dare il nome alla regione!
          e quando hanno dato il nome alla regione, erano molto meno “selvaggi della steppa” di altri popoli (anche indoeuropei) calati dai noialtri…

        • PinoMamet scrive:

          E poi gli italiani non parlano inglese, mentre i turchi parlano turco! 😉

        • Peucezio scrive:

          “E poi gli italiani non parlano inglese, mentre i turchi parlano turco!”

          Questo è anche vero.
          Solo che è una denominazione che ingenera molta confusione. La gente comune identifica i turchi col Medio Oriente, li confonde con gli Arabi e non ha la più pallida idea del fatto che mezza Asia è turca, che sono turchi i Kazaki, gli Azeri, i Kirghizi, gli Usbechi, gli Jacuti ecc., che la Turchia nel senso comune del termine è una piccolissima parte del territorio abitato da popolazioni turche e che il turco di Turchia è una delle tante lingue turche.
          Pensa che un mio amico russo che per un certo periodo è stato fidanzato con una jacuta (gli jacuti poi sono animisti-sciamanici e non c’entrano nulla con l’Islam) e quando lei spiegava che gli jacuti sono turchi, lui diceva che erano parenti degli arabi (sic!) e lei, che oltrettutto aveva fatto studi di antropologia e veniva da una famiglia di cultori dell’identità jacuta, famosi in patria e che hanno scritto libri, giustamente si incazzava.

  25. Moi scrive:

    @ Gli Storici 🙂

    Vi risulta fondata la vulgata sulla stazza colossale (ben 2,40 mt, robusto perfino in proporzione !) dell’ Imperatore Massimino (fortuna che era non “Massimone” ! 🙂 ) Trace … probabilmente antichissimo caso di persona “Long Survivor” (come dicono i medici odierni) affetta da Gigantismo Ipofisario ?!

    PS

    Auguri di Buon Solstizio / Natale / Compleanno di Is’a Ben Youssuf 🙂 a tutti …

    • maria scrive:

      auguri a tutti anche da me comunque la pensiate:-)
      conterei di ricominciare a seguirvi un po’ prima o poi

    • habsburgicus scrive:

      premesso che non si può mai dire mai 😀
      io, seguendo una tradizione plurisecolare, ho un’opinione pessima della Historia Augusta che ritengo di nessun valore storico, almeno per il III secolo d.C (le biografie da Adriano a Marco Aurelio hanno qualcosa di buono, invece, ma solo ogni tanto)
      dunque la risposta è NO
      Massimino (235-238 d.C, il figlio Massimo era solo Caesar, da inizio primavera 236 e non fu mai elevato al rango di Augusto, contro l’abitudine) pagò la sua forte opposizione al Senato; un tedesco, mi pare Diez, scrisse anche un libro Senatus contra principem che tratta (anche) di queste cose
      Buon Natale !

  26. mirkhond scrive:

    “Il lavoro del medievista è veramente molto difficile.”

    Concordo. E non solo per il Medioevo o per la storia faunistica.
    Anche epoche a noi più vicine per tempo e spazio, creano dispute, liti anche furibonde tra studiosi seri e non, proprio per le numerose zone d’ombra i buchi neri che pur ci sono anche dove e quando crediamo di sapere tutto e/o di aver capito tutto…
    Stando alla mia esperienza noto che su uno stesso personaggio/epoca/contesto vi sono almeno DUE verità spesso irriducibilmente contrapposte, e che la memoria condivisa è un mito irrealizzabile….
    ciao!

  27. jam scrive:

    …Carlo Magno ricevette l’elefante albino bianco Abul-Abass nell’802. fu un mercante ebreo di nome Isacco che conosceva l’arabo a fungere d’ambasciatore di Carlo Magno a Baghdad presso il califfo. Isacco parti nel 797 e riusci a recapitare l’elefante al sovrano nel 802. il maestoso animale non fu l’unico regalo, insieme a lui arrivarono anche stoffe preziose, broccati, sete, taffetà, ed un inverosimile x quei tempi, orologio automatico ad acqua con 12 cavalieri che uscivano ad ogni ora per scandire lo scorrere del tempo. il tempo scorreva come l’acqua dell’orologio ad acqua e la vita di Abul Abass nella ménagerie di Aix-la- Chapelle ed in giro per i territori, vita che continuo’ fino all’anno 810, quando mori a causa di una polmonite. ed é proprio nella cattedrale di Aix-la-Chapelle che fu conservato l’olifante in avorio dell’elefante bianco di Charlemagne. Quest’elefante é vero anche per aver partecipato nel 804 alla campagna militare contro Goffredo di Danimarca.
    Charlemagne nel gioco delle alleanze ebbe un’attitudine anti-omeyyade, ma certamente pro-abbaside. la sua alleanza con Harun al Rachid era legata anche alla Chiave del Santo Sepolcro, a quella del Calvario e a quella di Gerusalemme, chiavi ricevute dal califfo e che garantivano a Carlo Magno la sua autorità sui luoghi Santi. Harun al Rachid garantiva al sovrano cristiano la sua autorità amministrativa sulle opere cristiane in Terra Santa ed ebbe l’autorizzazione per costruire ostelli chiamati “latinie”…
    auguri!

  28. Moi scrive:

    @ PINO

    Ma “Phanessa” (donde “Vanessa”) come “appariscente” in Greco, ti convince ?
    Cmq secondo me non è affatto un brutto nome … al massimo un po’ “vanitoso” (alcuni lo riconducono a “Vana” / “Vanesia”, non a caso), un po’ “lezioso”.

    E su ‘sto Imperatore di stazza colossale Massimino Trace … ti risulta nulla ? Wikipedia dice di sì, ma ad esempio Hansurgicus non si fida …

    • Moi scrive:

      @ PINO

      Probabilmente Johnatan Swift (o Shakespeare ?) sapeva che “phanein” significa “apparire” e da lì ha “strolgato” 😉 , “ciappinato” 🙂 il nome “Vanessa” … dal presunto significato di “appariscente” che in effetti ben si adatta alla tassonomia entomologica dei lepidotteri.

      A proposito, a cercare per immagini “kelebek” o “kelebekler” in Google Image non solo “saltan fuori” 🙂 delle farfalle, ma sono anche grandi ed elaboratamente variopinte … sì, insomma, tecnicamente : “vanesse” !

    • Moi scrive:

      ” Habsburgicus ” e.c.

    • PinoMamet scrive:

      Vanessa:
      concordo con la tesi “ciappinaggio” 😉

      Massimino il Trace: ne so quanto te, in genere diciamo che a me “piace credere” a tutti i particolari folkloristici finché sono innocui o non palesemente anti-storici;
      per intenderci, non credo alla “profezia dei Maya” perché è una presa per il culo su svariati livelli, ergo non è innocua, e perché i Maya avevano idee ben diverse;
      ma non vedo perché non dovrei credere a un imperatore romano grande e grosso (magari, ecco, non proprio due metri e quaranta… 😉 )
      o che Carlo Magno avesse ricevuto in dono, tra le altre cose, anche un elefante
      (magari non albino…) 😉

  29. jam scrive:

    …un hadith:
    “onorate vostra “zia”, la palma, nakla, x’ é stata creata dal surplus di argilla dal quale é stato costituito Adamo.
    fra gli alberi nessuno é più onorato da Allah che quello sotto il quale Maria figlia di Imrân ha dato alla luce Gesù”.
    (in greco la palma-nakla, si chiama phénix!…)
    questo hadith é un presepio virtuale:
    Buon Natale!

  30. mirkhond scrive:

    Per Habsburgicus

    Quando concordavo con Maurizio sulle difficoltà del lavoro del medievista, pensavo anche alla questione delle date.
    Venendo proprio alla data dell’incoronazione di Carlomagno (768-814 d.C.) a imperatore, ciò avvenne nella Notte di Natale del 799 o dell’800 d.C.
    Fino a 20 anni fa, avrei concordato con te, ma quando ero studente di storia medievale all’univerisità, il mio docente, lo scomparso Giosuè Musca, uno dei più insigni medievisti d’Italia, ci disse che Carlo era stato incoronato il 25 dicembre del 799 d.C.
    Ora, riflettendoci, sono convinto che il professor Musca avesse ragione.
    Papa Leone III, nell’aprile del 799 si rifugia proprio da Carlo Magno, dopo esser scampato ad un brutale attentato ad opera della fazione curiale papalina a lui avversa e verosimilmente filo-romano-bizantina e antifranca.
    Poi, alcuni mesi dopo, Leone viene reinsediato a Roma e sul trono di San Pietro proprio dal suo potente protettore franco.
    Ora a me sembra del tutto logico che, la gratitudine e un accorto calcolo politico papale, ormai definitivamente legatosi al possente carro franco, trovasse il modo di dare una legittimazione sacrale al signore di quello che ora era diventato il Frangistan, la Terra dei Franchi, l’Occidente, con la riesumazione del titolo imperiale romano, per colui che DE FACTO era già da anni un imperatore, sebbene continuasse a farsi chiamare re dei Franchi, dei Longobardi, ecc.
    Imperatore romano sì, ma anche SACRO, per indicare però che sebbene Carlo fosse ormai la spada della Cristianità latina, è anche vero che il patriarca di Roma, il successore di San Pietro, ne era il vertice spirituale.
    Insomma quell’incoronazione del natale 799 o 800 d.C., sancì uno stretto e non facilmente scindibile CONNUBIO tra Papato e Impero, e avrebbe portato nei secoli successivi, tra XI e XIV secolo, ad una lunga lotta tra questi due poteri per definire meglio CHI dei due, dovesse essere il capo politico e religioso supremo dei Franchi, e se la signoria politica dovesse essere sottomessa a quella religiosa e viceversa.
    Il tutto comunque nella COMUNE e CONDIVISA CONVINZIONE, che i DUE poteri erano entrambi emanazioni di Dio.
    Da qui la successiva lotta guelfi-ghibellini che NON FU una lotta tra clericalismo e laicismo, visto che l’universo culturale-religioso era lo STESSO.
    ciao!

    • Peucezio scrive:

      Non sapevo neanche che fosse morto Musca…
      Anch’io ho seguito qualche sua lezione.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      799 o 800, ma di quale calendario?
      Per capirci, noi facciamo cominciare il calendario nel 1° gennaio, ma l’uso è rinascimentale, perché in precedenza si preferivano come date il 25 dicembre o il 25 marzo (nove mesi prima… ma anche 3 mesi dopo!), cosa logica visto che si contano gli anni dall’incarnazione. Ho anche letto che i franchi, all’epoca, contavano gli anni dall’equinozio di autunno (non per niente, ma perché portare avanti una campagna militare in autunno era molto complicato), quindi intanto va capito quando Eginardo (anglosassone e non franco) avrebbe fatto cominciare l’anno.
      Ipotizzando che lo facesse iniziare a Natale, un evento della notte di “capodanno” (=natale) del “suo” 800 per noi sarebbe avvenuto nella notte di Natale del “nostro” 799. Anche ipotizzando un capodanno all’equinozio di autunno o il 25 marzo del 799 l’anno 800 di Eginardo equivarrebbe al nostro 799.
      Ipotizzando, al contrario, un capodanno dell’800 di Eginardo nel 25 marzo del nostro anno 800, Carlo sarebbe stato incoronato nel nostro anno 800.
      Come anche l’incoronazione sarebbe avvenuta nel nostro 800 qualora il cambio di data non fosse considerato al tramonto (la mezzanotte ha acquisito valore solo dopo l’invenzione degli orologi meccanici), ma all’alba del 25 dicembre (e dunque la notte di Natale dell’anno 800 di Eginardo sarebbe stata la notte di Natale del nostro 800)

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        E poi c’è questo simpatico quiz sull’argomento:

        http://www.mondimedievali.net/Medievalquiz/41.htm

      • mirkhond scrive:

        Per poterti rispondere, avrei dovuto chiederlo direttamente al professor Musca, il quale però è nell’Aldilà da 7 anni….
        Quanto ai diversi calendari, ricordo che a Bari e nella Puglia in genere, almeno dal IX-X secolo dopo Cristo fino almeno al XV-XVI circa, si utilizzava l’Anno Bizantino che iniziava il 1° settembre, l’Anno detto Ab Origo Mundi, in quanto a Costantinopoli si riteneva che Dio avesse creato il Creato il 1° settembre del 5508 a.C.
        Questo sistema di datazione rimase in vigore nei paesi cristiani ortodossi molto a lungo, ad esempio in Russia fino a Pietro il Grande (1682-1725).
        Però Habsburgicus, se ci sta leggendo, su quest’ultimo aspetto sarà certamente più preciso di me.
        ciao!

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Accettando la plausibilissima spiegazione di Musca, Carlo Magno sarebbe stato incoronato nel Natale del 799, a quel tempo Natale dell’anno 800 dall’Incarnazione. E quindi, per induzione, abbiamo un Eginardo che fa cominciare l’anno prima del mattino del 25 dicembre.

  31. mirkhond scrive:

    In sostanza se Leone III nell’aprile 799 si rifugia da Carlo Magno, che a sua volta reinsedia il papa a Roma , ALCUNI MESI DOPO, mi sembra logico pensare che l’incoronazione imperiale dello stesso Carlo sia avvenuta nel Natale di quello stesso 799 d.C.
    ciao!

  32. Moi scrive:

    “la lotta guelfi-ghibellini […] NON FU una lotta tra clericalismo e laicismo” [cit.]

    Certamente no, e _checché ne possa dire Odifreddi o chi per lui _ nemmeno quella fra (San) Roberto Bellarmino e Galileo Galilei …

    • mirkhond scrive:

      Galileo che profondamente cattolico, monacò a forza le due figlie, una delle quali SUOR Celeste fu anche sua assistente e collaboratrice, e recitò le preghiere penitenziali, inflitte al padre dal “terribile” verdetto di condanna del 1633!
      ciao!

  33. Moi scrive:

    A proposito di nomi, sarebbe curioso verificare un eventuale “boom” di Leonida :-), un tempo usato a torto anche al femminile per via della “a” finale, da qualche anno tornato, per ovvi motivi cinematografici, a essere simbolo di Virilità Guerriera (almeno
    quello a ragione). 😉

    In realtà nomi come “Swami”, “Yara” ecc … tradiscono un “Provincialismo Esotico”, visto che sono nomi da circuiti di Fricchettoni / Sai Baba & Affini …

    Il Paradosso di “Benito” penso che oramai sia noto … ma il nome più assurdo direi resta “Maicol” [sic]

    Fra fine Anni ’70 e inizio anni ’80 si era diffuso “Nicholas” / anche “Nìcolas” [sic] come variante “televisiva” 🙂 di “Nicola” … per il successo della “Famiglia Bradford” (“Eight is Enough” V.O.)

    Piccola nota curiosa : il nome “Natasha” _ o anche “Natascia” [sic] _ in URSS / Russia come nome non esiste/va … è il vezzeggiativo di “Natalia”. Anche Nadia, la cui “russità” è pochissimo sentita, è la forma breve di “Nadezhda” : Speranza.

    Anche i nomi Ivan e Juri (non sono pochi i nomi russi diffusi in Italia nelle cosiddette “Regioni Rosse”, come le chiamano al TG4, per simpatie sovietoidi) non sono affatto adesposti ma corrispondono a “Giovanni” e “Giorgio”. 🙂

    • Moi scrive:

      A proposio di Russi / Sovietici … questo trailer era talmente sovietofobo fino al parossismo esagerando l’ accento “alla Ninotchka” da indurre gli spettatori (ancora non c’era internet in casa) credere che il protagonista avrebbe dovuto affrontare un cyborg (infatti c’è l’allusione al fatto che è un uomo e può sentir male perfino lui … e gli ” Ultimi Uomini d’Acciaio ” sono stati Sovietici!) , ma l’antagonista è entrato nella Storia degli Anni ’80 per una battutina minacciosa con accento “alla Ninotchka” .

      http://www.youtube.com/watch?v=nXCo0xH3CUI

      Il simbolo dell’ America Reaganiana è, si noti, è un (Sud)ItaloAmericano, gruppo etnico un tempo disprezzatissimo in USA e arrivato colà troppo presto per il Solidarismo Politically Correct

      • PinoMamet scrive:

        ” e arrivato colà troppo presto per il Solidarismo Politically Correct”

        Moi, sai che non ho capito assolutamente cosa vuoi dire? Mi spieghi meglio?

        • Moi scrive:

          @ PINO

          Mirkhond, invece, mi sa che suo malgrado ha capito benissimo:

          gli Immigrati ItaloAmericani furono molto disprezzati, in un’ epoca in cui in USA il Politically Correct era ancora dilà da venire, anzi: c’era il razzismo istituzionalizzato … per questo a nessun Liberal gliene fregherà mai nulla del disprezzo razzista subito in USA dai Migranti ItaloAmericani, quasi tutti Ex DuoSiciliani !

          … Eppure il personaggio di Rocky Balboa incarna moltissimo il Mito Identitario del Sogno Americano. Chiaro, no ?

          Comunque pare che quel “teaser” ( da non confondersi con il “trailer” !) avrebbe dovuto essere l’ “Intro” ai titoli di testa del film, ma … nel frattempo “andò su” Gorbaciov (veniva italianizzato così nella grafìa) perciò
          il regista decise di mitigare un po’ la “sovietofobia”, forse anche _ come ritenuto da alcuni_ aggiungendo il discorso “buonista” 🙂 finale di Rocky che meglio due Energumeni che fanno a pugni che due SuperPotenze che fanno una guerra nucleare, e che in fin dei conti si è tutti esseri umani.

        • PinoMamet scrive:

          Aaa mo’ ho capito…
          colpa mia, avevo inteso “arrivato là troppo presto, secondo il politically correct” che aveva poco senso, mentre intendevi “arrivato là troppo presto per godere del politicamente corretto”, che è vero
          (ma si applica a quasi tutti, però…)

      • Moi scrive:

        http://www.youtube.com/watch?v=MsJnxlXepsY

        Interessante questi commenti youtubeschi in Inglese:

        “30 years from now..we are gonna have a new rocky movie with some middle eastern boxer…and hopefully the war on terror ends in a boxing match” [cit.]

        In Italia pradossalmente lo pesano solo dei Fascistoni Casapoundini alla Puccioni, Fan dell’ Ultimo Uomo d’Acciaio Vladimir Putin (che nel tempo libero fa virilmente Sambo e Judo) … ma in fondo in fondo non sorprende:

        bombardare con dei Giocattoloni è un’ operazione fredda e “civilizzata” che implica sofisticate tecnologie, roba da PersonePerbene; fare a pugni, invece, no: roba da Energumeni !

        The speech that ended the cold war [cit.]
        Uno che, al momento, ha per avatar … Stalin ![NdR]

    • paniscus scrive:

      Solo un dettaglio sui nomi “sovietoidi”, tipo Ivan, Yuri e Dimitri: è vero che sono stati maggiormente diffusi nelle regioni tradizionalmente di sinistra piuttosto che in altre, ma credo che la spinta iniziale non sia stata politica, quanto tecnologica e futuristica.

      Ossia, fino agli anni sessanta quei nomi (tranne forse Vladimiro, che era fortemente politicizzato, ma anche piuttosto raro) non se li filava nessuno: sono tutti nomi divenuti popolari solo a seguito delle imprese spaziali russe, che per il pubblico europeo avevano molto più di “fantascientifico” che di politico.

      Basti pensare a quanto fu rilanciato in Italia per lo stesso motivo, in quel periodo, anche il nome “Valentina”, che pure era sempre stato un normalissimo nome latino, perfettamente accettabile in Italiano, e con un rispettabile uso storico. Eppure nella prima metà del 1900 era completamente passato di moda, e il suo uso conobbe una nuova esplosione solo dagli anni sessanta in poi…

      Lisa

      • PinoMamet scrive:

        Io conobbi uno Yuri e una Tatiana (fratello e sorella) e quelli so di sicuro che ebbero il nome a causa dell’incrollabile fede comuniste dei genitori;
        entrambi battezzati, peraltro! 🙂

        Può darsi che abbiano influito anche le imprese spaziali, ben inteso quelle dei “nostri” cosmonauti 😉

  34. mirkhond scrive:

    Moi, qua sei l’unico “norreno-villanoviano” 😉 che comprendi molto bene ciò che intendo quando parlo dei vari e differenti popoli d’Italia!
    Pino è un animo limpido, buono, generoso, crede che si sia tutti fratelli (anche se non è vero), e vorrebbe in cuor suo che gli “Italiani” si autoidentificassero come un unico popolo, esattamente come fanno i confusi e pasticcioni all’estero….
    Insomma un ottimo futuro vescovo di Parma! 😉
    ciao!

    • PinoMamet scrive:

      Ti ringrazio per i complimenti (immeritati) anche se non credo di essere tra i “vescovabili”, ecco 😉

      però ti stupiresti di quanto poco “norrena” sia l’Emilia, il giorno che ti deciderai a venirci!! 😉

      a parte questo, lungi da me andare contro il sentimento di uno (o più 😉 ) popoli, io personalmente però faccio fatica a identificarmi con qualcosa d’altro che italiano, e già quello è un bello sforzo…

      la mia cultura è molto più Alberto Sordi, Totò e Gassman, che i cappelletti (o il panettone o la pizza o la pasta con le sarde…), molto di più i Mondiali dell’82 (citati in una canzone del calabrese, e amico e collega di un mio concittadino, Brunori SAS) che la poesiola in dialetto locale, molto più la scuola con i professori anche meridionali, e i programmi uguali ovunque, che la nostalgia per i duchi dell’Ottocento (che non ho).

      poi, per carità, ognuno si sente quello che gli pare 🙂

      auguri a tutti, dai! 🙂

  35. mirkhond scrive:

    Sui Turchi

    Concordo con Peucezio per aver avuto un’esperienza simile.
    Anni fa, l’amico di un mio amico, per lavoro si recava nel Kazakhstan e ogni volta che si riferiva ai Kazaki li chiamava cinesi.
    Alché gli feci notare che i Kazaki sono TURCHI e tra quelli VERI e più “puri”.
    Oh, non c’era niente da fare! Quello continuava a ripetere da IGNORANTE MATRICOLATO e PRESUNTUOSO qual’era (e qual’E’) che i Kazaki erano cinesi per…. i tratti somatici!
    Gli Azeri invece, li paragonava a “i nostri napoletani” detto con spocchia e disprezzo tipico del barese ricco-snob IGNORANTE e residente a Milano, che lui vorrei invece capire che cos’è!
    Ancora, quando insegnavo, faticavo non poco a far capire ai miei alunni di 55-85 anni, che i Turchi VERI sono quelli delle steppe kazako-siberiano-mongole-centroasiatiche, mentre per i Turchi di “Turchia”, dell’Azerbaigian e di gran parte dell’Iran come i Qashqai, si tratta di genti indigene, iraniche, caucasiche, armene e anatoliche (romaiche e non), TURCHIZZATE a partire dall’XI secolo!
    Potenza dell’onomastica e dell’immaginario RECENTE dei senza memoria…..
    ciao!

  36. mirkhond scrive:

    Sugli Jacuti

    C’è un film russo-giapponese del 1990 che mi piace molto, Orora no shitade, (Under Aurora in Inglese), reperibile purtroppo solo sul Mulo, nella versione spagnola come Bajo la Aurora Boreal, tratto da un racconto dello scrittore giapponese Yukio Togawa (1912-2004).
    Il film è ambientato nella Siberia orientale, proprio nella Jacuzia tra il 1912 e il 1918, e il protagonista, un cacciatore di pellicce, il giapponese Genzo Tamiya, passa INOSSERVATO somaticamente, sia tra gli indigeni Jacuti con cui lega più facilmente, che tra i dominatori e coloni russi.
    Soltanto in pochi, tra cui l’amico e “collega” Arsenij, cacciatore e contrabbandiere russo, sanno che Genzo è in realtà giapponese, dicendo alla sorella Anna, che i Giapponesi si riconoscono per la “riverenza” e gli inchini di saluto e cortesia che rivolgono agli ospiti e agli amici.
    E Anna era vedova di uno jacuto, e aveva scambiato Genzo per jacuto come il suo defunto marito!
    Questo per comprendere quanto è vasta e variegatissima l’area di diffusione delle stirpi turche, ma anche che quelli rimasti nei luoghi aviti, tra la Mongolia e la Siberia orientale, sono quelli “veri” e molto più contigui all’Asia orientale che al Medio Oriente, come i “Turchi” più contigui a noi e al nostro immaginario euro-mediterraneo!
    ciao!

    • Moi scrive:

      Neanche il nome “Sonja” è adespota: viene consideato in Russo come una variante popolare di “Sofia” … ma questa cosa delle “traduzioni” c’ è sempre stata nella Chiesa o è una (stavolta positiva !) trovata PostConciliare ?

      Probabilmente dipende dall’ ignoranza o meno dei preti di turno … anche se dire a “Maicol” [sic] di festeggiare uno dei tanti San Michele è un po’ grottesco.

    • Peucezio scrive:

      A proposito del film, ciò che dici mi ricorda molto Dersu Uzala, di Kurosawa.
      Anche se lì siamo fuori dall’ambito “turcico”.

      • mirkhond scrive:

        Anche altri a cui racconto questa storia, mi fanno notare le somiglanze col più celebre Dersu Uzala.
        Posso solo dire che il regista di Orora no Shitade/Under Aurora, Toshio Goto, mi sembra che abbia lavorato con lo stesso Kurosawa.
        ciao!

  37. mirkhond scrive:

    A differenza di Dersu Uzala, Orora no Shitade ha un finale più romantico e positivo con la storia d’amore tra Genzo e Anna.
    Genzo, emigrato in Russia, per riscattare (tramite la caccia di animali da pelliccia) la sua fidanzata, la geisha Ume, vive per 5 anni nella Jacuzia senza cercare di integrarsi e con un rapporto piuttosto difficile con i Russi, tranne con Arsenij e la famiglia di questi.
    Epperò tornato in Giappone, ad Akita e scoperto che Ume era già stata riscattata (e sposata) da un luminare della medicina, e non avendo più nessuno in patria, nel 1918, approfittando dello sbarco e dell’occupazione giapponese del litorale estremo orientale siberiano da Vladivostok allo Stretto di Bering, Genzo dicevo, si arruola come guida e interprete dell’esercito giapponese di occupazione, e poi, si reca nella Jacuzia divenuta sovietica, e dove reincontra l’amico Arsenji ormai in punto di morte al seguito di un’epidemia provocata dalla guerra civile russa, e che affida proprio al giapponese sua sorella Anna e la piccola Natascia, meticcia russo-jakuta e figlia della sorella.
    Un film che mi è piaciuto fin da quando lo vidi per la prima volta nel 1998, poi ritrasmesso su reti locali e sull’allora telemontecarlo fino al 2000, in Italiano.
    Poi più, niente, tranne qualche sito internet in inglese, tedesco e spagnolo, e infine ho ritrovato il film solo in Spagnolo, sul Mulo tre anni e mezzo fa.
    Purtroppo sia la versione italiana (introvabile) che quella spagnola sono tagliate di 30 minuti, e cioè del periodo giappomese di Genzo e in cui compare Ume, e si spiega con chiarezza tutto il racconto, basato su due racconti del già citato Yukio Togawa, scrittore e documentarista giapponese.
    Il film originale lo si trova solo nella versione giapponese in due cofanetti dvd, attualmente mi sembra dal costo di 50 dollari.
    ciao!

  38. Moi scrive:

    @ LISA

    Ma anche se fossero casi veri … oltre un secolo sempre in convento ?! … Non mi sembra “una gran bazza” 😉 !

    “Quote Rosa” ?! Dài mo’ , che mediamente sono le donne a essere più longeve … per cui semmai le quote sono “azzurre” !

    PS

    Certo che se anche Silvio campasse 130 anni facendo sempre politica fino all’ ultimo giorno … per i suoi nemici sarebbe un incubo ! 😉 🙂

  39. Moi scrive:

    ** Sempre @ Lisa **

    A propsito di longevità … va be’ sono 95 anni, ma con uno stile di vita moooolto diverso dal monacale !

    E comunque forse quest’uomo un record scientificamente appurato lo detiene davvero, anche se diverso dalla longevità : prolificità e discendenza !

    Ha dato un notevolissimo contributo personale alla crescita demografica del nativo Brasile :

    Hélio Gracie !

    http://team-centurion.blogspot.it/search?q=helio

    • Moi scrive:

      Qualche Cattolico deve aver provveduto a eliminare la Polemica NeoCatara sui Gracie in materia di Controllo delle Nascite dalla versione in Inglese di Wikipedia, che tempo fa scriveva:

      Gracie family[…] is a prominent sporting family from Brazil known for their founding of Brazilian Jiu-Jitsu (BJJ) ** and non-use of birth control **.

      Sarebbe interessante approfondire l’aspetto della Lottizzazione Ideologica di Wikipedia … cosa in merito alla quale _ come s’è già visto_ è proprio Mauricius a primeggiare (!) per Esperienza di Vita Vissuta e Saldo Ancoraggio al Mondo Reale 😉 !

  40. maria scrive:

    “Da ultimo ma non meno importante, il nome “Germano” NON è adespota … c’è almeno un Santo in Francia, tale “Saint Germain des Prés”, che dà il nome a una zona molto nota di Parigi.”

    maria ( grazie mamma!)
    A me risulta che ci sia anche un santo in italia, San Germano vescovo di Capua, che morì nel 545 e fu grande amico di San Benedetto.

  41. Moi scrive:

    A propositi di parole in Lingue Pre-Colombiane (Sì, lo so che è EuroCentrismo, che ai Glottologi di Lingue Nord-Meso-Sud-Americane non dice nulla, che per il PoliticallyCorrect è da Nazistoidi 🙂 … ma, per comodità, passatemelo !) parole in lingue PreColombiane trascritte con “TH” a cazzo in luogo di “HT” :

    secondo me è un misto di pigrizia intellettuale e d’ ignoranza sostanzialmente compiaciuta di dire :

    “Lingua straniera per lingua straniera, se è tipico dell’ Inglese va bene anche per altre lingue straniere !” … anche perché qualunque parola in lingua straniera NON-Inglese arrivataci mediante l’ Inglese (foss’anche Britannico o Australiano*) per le Masse Babbane è AngloAmericano direttamente.

    * PS
    @ Miguel (o chiunque altri lo sappia)

    Ma è vero che l’Inglese d’Australia e di Nuova Zelanda tradizionalmente ha sempre cercato di aderire al modello Britannico ? … Infondo, sarebbe linguisticamente e geopoliticamente logico !

    • lanzo scrive:

      @ MOI
      L’inglese di Australia e NZ, fino agli anni 70 era – nei vocaboli, ma non nell’accento – estremamente simile alla vulgata britannica e abbastanza dissimile dall’ “americano” Crocodile Dundee venne doppiato per il pubblico americano, forse piu’ per l’accento. Tralasciando alcune espressioni tipicamente australiane, l’uso dei vocaboli era identico: Americano radio – Austr. e UK: Wireless/ Am. Truck, A. e UK: Lorry/ Ketchup = tomato sauce/ antenna=aerial/ drugstore= chemist/ french fries=chips/ apartment= flat/ to phone (telefonare)= ring up/ can (scatoletta per alimenti)=tin e potrei continuare. Direi che la buona parte parte dei vocaboli british sono scomparsi in Aus. e NZ, specialmente tra gli under 40, come sono anche scomparsi negli UK, grazie all’invasione mediatica stelle e strisce (TV e cinema che ha strangolato la produzione locale sia li’ che nel resto dell’Europa} e la massiccia emigrazione che va avanti da mezzo secolo (basta guardarsi la BBC-TV… dove l’accento e’ coatto e rispecchia il retroterra degli annunciatori o meglio, annunciatrici). Comunque, Buon anno !

  42. Moi scrive:

    Swift [..] creò […] il nome “Vanessa” ridisponendo le sillabe iniziali del nome e del cognome della sua amante Esther Vanhomrigh.”

    – Wikipedia –

    Sì, l’avevo letto: ma non mi convince mica … troppo macchinoso.

  43. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “non erano aztechi i cattivi di Apocalypto?”

    No, erano Maya entrambi. Basta sentire la lingua che parlano, oh! 🙂

    Mel Gibson ci teneva che tutti gli attori parlassero correntemente qualche forma di Maya ovviamente moderno.

    • Moi scrive:

      E che lingua parlano i Buoni Selvaggi che nell’ultima scena beneficiano dello Sbarco di Cristoforo Colombo, scambiato per una Divinità giunta in groppa al del Serpente Piumato (il vascello con le vele, ndr) ?

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