Il futuro del Dominio

Guardate con attenzione questo video: le parole, in un inglese piuttosto veloce, non sono così importanti.

Vediamo qui alcuni progetti – quelli evidentemente che non sono coperti da segreto – del Defense Advanced Research Projects Agency o DARPA, l’ente militare/accademico/industriale industriale assegnato a costruire i dispositivi di dominio più moderni.

Nel mondo indistinto, istantaneo e senza frontiere, i nemici che dovranno colpire saranno sempre più interni. Non più avversari, ma  l’infinita schiera dei colpevoli del reato di insurrezione contro il migliore dei mondi possibili.

Questi oggetti, insieme micidiali e fluidi, che esordiscono operando nelle città pericolose, poi, nemmeno troppo lentamente, prenderanno il posto di tutti coloro che ancora chiamiamo lavoratori.

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48 risposte a Il futuro del Dominio

  1. Pierluigi scrive:

    questo pianeta si avvia a diventare il peggiore degli incubi possibili. tutto sommato non mi dispiace di non avere che massimo una ventina di anni da vivere.

  2. mirkhond scrive:

    Agghiacciante……
    Meno male che non c’ho figli, se questo è il futuro che ci aspetta…..

  3. mirkhond scrive:

    “Nel mondo indistinto, istantaneo e senza frontiere, i nemici che dovranno colpire saranno sempre più interni. Non più avversari, ma l’infinita schiera dei colpevoli del reato di insurrezione contro il migliore dei mondi possibili.”

    Un mix tra 1984 di Orwell e Il Vizio Oscuro dell’Occidente di Massimo Fini….

  4. mirkhond scrive:

    “Il pensatore di punta del mondo occidentale è considerato oggi Karl Popper che ha scritto: “Affermo che noi viviamo in un mondo meraviglioso. Noialtri occidentali abbiamo l’insigne privilegio di vivere nella migliore società che la storia dell’umanità abbia mai conosciuto. E’ la società più giusta, più ugualitaria, più umana della storia”. Ma questo non è un filosofo liberale, è una domestica liberale. ” Tutto va ben madama la marchesa” ”

    Massimo Fini, Il Vizio Oscuro dell’Occidente, p.68

  5. Tortuga scrive:

    Non ho figli e la concreta possibilità di morire entro i prossimi 10, al massimo 15 anni, ma forse anche prima. Entrambe le cose sono le uniche due che riescono a strapparmi spesso un sorriso mentre guardo il mondo.

    Mi sembra che cominciamo ad essere seriamente di fronte alla prova inconfutabile dell’inesistenza di dio da un lato e/o dall’altro che se esiste è un po’ incazzato 😀

  6. mirkhond scrive:

    “Lo scontro del futuro non sarà quindi tra destra e sinistra, fra un liberismo trionfante e un marxismo morente – questo lo sappiamo – ma non sarà nemmeno quello “scontro di civiltà” fra Occidente e Islam preconizzato dallo studioso americano Samuel Huntington.
    Il terrorismo alla Bin Laden sarà, con tutta probabilità, una parentesi – magari una lunga parentesi – che aiuterà l’Occidente a rafforzare la propria egemonia, a completare il delirio dell’unico modello mondiale, assorbendo, integrando, innocuizzando, ghettizzando, distruggendo ogni altra cultura, Islam compreso. Non ci saranno guerre di civiltà perché ne rimarrà una sola, la nostra. Ma è all’interno di questa che avverrà lo scontro vero, il più drammatico e violento: fra le élites dominanti, fautrici della modernità e le folle deluse, frustrate ed esasperate, di ogni mondo, che non ci crederanno più, avendo compreso, alla fine, che lo spirito faustiano, lo spirito dell’Occidente, opera eternamente il Bene ma realizza eternamente il Male.”

    Da Il Vizio Oscuro dell’Occidente, pp.68-69, Marsilio editore 2002

    Ora, a parte l’ultima considerazione sull’assai improbabile sollevazione delle masse deluse, penso che l’analisi di Massimo Fini sul malessere nel migliore dei mondi possibili, ci azzecchi parecchio…..

    • daouda scrive:

      in verità la sollevazione delle masse deluse sarà pilotata da loro. In verità chi sottovaluta il progetto eurasia e dell’islam eretico ha un po’ delle falle nel cervello…

      Questo perché bisogna essere convinti che la colpa sia dell’occidente, ma l’occidente è più rappresentato in America ( poracci gli ibero-americani ) che in Europa, che è il nord del mondo ( e lo zenith non è nord, si badi ).

  7. Mondo cane scrive:

    Tempo fà vidi uno di questi filmetti usano di fantascienza (filmetto per dire, ovviamente è costato milioni di dollari). Ho controllato ora, è del 1997, ed è tratto da un libro di fantascienza del 1959. Consiglio di vederlo, il titolo è Starship Troopers. Stranamente, nel ripensare al film, collego subito il nastro dei due poliziotti, uomo e donna, che, mentre flertavano, commentavano la morte di Carlo Giuliani. Forse per come veniva definito.

    • roberto scrive:

      filmetto non direi, è un film premio oscar per gli effetti speciali.

      clamoroso film politico pacifista antimilitarista, mi associo al consiglio, vi piacerà (basato su un romanzo degli anni cinquanta che mi ricordo veramente molto militarista)

      • roberto scrive:

        promemoria per roberto: leggere i commenti con attenzione.

        libro del 1959

      • Mondo cane scrive:

        Devo dire che a me non era parso tanto antimilitarista, direi piuttosto il contrario. Anzi, che la società fosse militarizzata totalmente, ed il dispositivo militare-industriale marciava a pieno regime. E il costante richiamo all’essere “cittadino”, al momento non ricordo se fare il militare abbreviasse questo percorso o se era l’essere militare che dava questa prerogativa e quale fosse la differenza con chi cittadino non era, ma ricordo l’enfasi. Ricorda quella del “campione” della guardia nazionale della california.

        • Z. scrive:

          ST è un film molto divertente, tutti dovrebbero vederlo!

          Tra le mie scene preferite c’è quella dell’impiegato che dice al protagonista qualcosa tipo: “Ottima scelta, ragazzo! La fanteria mobile ha fatto di me l’uomo che sono ora!” (al minuto 8.16 nel link che segue):

          http://www.youtube.com/watch?v=PKCZqP3XzeQ

          E poi i bambini che pestano gli scarafaggi per “fare la loro parte”, il contadino che dichiara serissimo “l’unico insetto buono è un insetto morto”, il maresciallo dell’aria che ricorda Goering anche nel titolo, le uniformi degli ufficiali – e gli stessi simboli della Federazione – così simili a quelli nazisti…

          Oltretutto, nel corso della storia, emerge persino che sono stati gli umani, e non gli alieni, che hanno attaccato per primi!

          Negli Stati Uniti è stato effettivamente criticato come film militarista, il tutto in un decennio in cui il militarismo sembrava guardato con maggior sfavore rispetto ad oggi…

          In the DVD commentary, Verhoeven states the film’s message: “War makes fascists of us all.” He evokes Nazi Germany—particularly through its use of fashion, iconography and propaganda—which he sees as a natural evolution of the post-World War II United States.

          http://en.wikipedia.org/wiki/Starship_Troopers_%28film%29

          Il che se non altro ci insegna una cosa: che i critici cinematografici sono braccia rubate all’agricoltura 😀

          Z.

  8. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    “Non ci saranno guerre di civiltà perché ne rimarrà una sola, la nostra. Ma è all’interno di questa che avverrà lo scontro vero”

    Non condivido l’antimodernismo un po’ recitato di Massimo Fini, ma qui credo anch’io che ci abbia azzeccato.

    • daouda scrive:

      Veramente abbiamo le tre funzioni indoeuropee scisse. Economia ai banchieri-finanzieri-CEO in quel che volgarmente è chiamato occidente, servizi segreti, burocrazia ed apparato militare in Eurasia, petro-pseudo sciecchi nell’oriente sempre meno islamico ortodosso è più in preda alle eresie pan-arabiste, socialistoidi , refardite e salafite.

      Non vinceremo noi. Noi siamo da sacrificare. Il nuovo mondo deve riacquistare tutte e tre le categorie e fonderle. Il new age è solo distrazione.

  9. danilo scrive:

    Date retta, licenziamo tutti gli statali, sono loro i tiranni:

    Lettera informativa a persone di cultura,
    ad Artisti, Scrittori, Attori, Comici, Registi,
    Sceneggiatori, Editori, sull’Inganno “Pubblico” globale.

    ——————————————
    Per la metamorfosi dell’Italia e del mondo
    ——————————————

    Gentile Signore,

    vista la tragica situazione italiana e globale, quale semplice cittadino son qui ad informare di cosa che, pur pregna ed urgente, difficilmente oggi potrà raggiungerla in altro modo. La prego, mi conceda due minuti.

    Nel comune interesse, mi permetta di riferire che il processo di democratizzazione, già avviato in epoca monarchica con una prima introduzione delle elezioni politiche, con l’avvento della Repubblica avrebbe dovuto estendersi anche alla Funzione Pubblica. I pubblici impieghi non sono semplici posti di lavoro ma detengono sempre una certa dose di potere pubblico. Essi sono parte di quella Res Publica conquistata dal popolo divenuto sovrano. Avrebbero quindi dovuto anch’essi, come i ruoli di governo, venire periodicamente restituiti al popolo per essere riassegnati ad altri cittadini aventi i necessari requisiti.

    Senonchè una politica nata marcia ha fatto sì che il pubblico impiego continuasse ad essere assegnato a vita. E’ qui il vero problema delle “moderne” società, che si dichiarano democratiche ma lo sono ancora solo in piccola parte. Non soltanto i politici ma anche i pubblici dipendenti devono tornare alle loro case per permettere un generale rinnovo partecipativo. Le luci dei media illuminano i politici e noi ci focalizziamo su di essi. Ma è nel buio che si nasconde il vero problema, non solo nostro ma del mondo intero: un mare di inamovibili statali, 3.200.000 nella solo Italia, i quali hanno di fatto più potere degli stessi governanti.

    I governi devono sempre fare i conti con loro, con gli statali.
    I governi cambiano, gli statali restano, da veri tiranni quali sono.

    Sono gli statali, seguendo l’antico disegno politico del re e del duce, ad impedire ai cittadini di accedere alla loro stessa Res Publica, a mantenere separato il popolo dal suo stesso potere, ad imprigionare la cultura ed ogni altro importante aspetto della vita. Sono gli statali a farci credere che la democrazia sia un fatto inerente le sole DECISIONI e non innanzitutto le onnipresenti MANSIONI PUBBLICHE. Sono gli statali ad erigere una nera muraglia intorno ai governi tale che i politici, facilmente corrotti da cricche, lobby, mafie e potentati, possono fare il peggior comodo che vogliono. Sono gli statali ad impedire la presa di coscienza che il tipo di funzione pubblica influenza fortemente l’operato dei governi.

    Precisamente:

    – circondati da assunti a vita o da operatori privati, i Governi tendono a divenire AUTORITARI.
    – avendo attorno coinvolti cittadini che si alternano, i Governi tendono a divenire AUTOREVOLI.

    Signore, oggi si pretende cambiare la società concentrandosi sulla politica. E’ però irrazionale credere che la politica possa cambiare rimanendo circondata da una Funzione Pubblica in mano ad una CASTA di autoritari, presuntuosi e prepotenti statali. Anche quando i migliori ideali progressisti venissero presi in considerazione, la politica se ne servirebbe per perseguire i sempre medesimi scopi di tutela delle Elite a scapito della popolazione. Solo cambiando tipo di Funzione Pubblica la politica potrà cambiare realmente. Perché la prima fornisce alla seconda un fondamentale IMPRINTING. Solo democratizzando le Funzioni Pubbliche l’Italia ed il mondo potranno evolvere ed uscire da queste paludi.

    Sperando tutto ciò possa trovarla interessato, sensibilizzare la sua arte e coinvolgerla, ringrazio per l’attenzione ed auguro ogni buona cosa.

    Danilo D’Antonio

    Piazza del Municipio
    64010 Rocca S. M. (TE)

    tel. 339 5014947

    Per una Funzione Pubblica democratica
    http://www.hyperlinker.com/ars/index_it.htm

    p.s.: una recente ricerca premiata col Nobel (ad Elinor Ostrom), conferma che i beni comuni (ed il pubblico impiego tale è) sono gestiti meglio dai legittimi proprietari (i cittadini) che non dagli statali o da operatori privati para-statali.

    Spero rimarremo in contatto: eulab@hyperlinker.com

  10. Guido scrive:

    Un grande contemporaneo pensatore rivoluzionario, vale a dire il sottoscritto , così scrive nella nota introduttiva a “L’ipotesi cibernetica”:

    Gli strumenti che Tiqqun utilizza in quest’opera di svelamento sono concetti fabbricati per rendere efficace l’esercizio della metafisica critica. Il Bloom è senza dubbio il concetto chiave: singolarità qualunque svuotata di ciascuno dei contenuti che un tempo identificavano l’“Uomo”, oggetto di Spettacolo e Biopotere, contemporaneamente servo volontario e dividuo su cui i dispositivi si applicano ciberneticamente nel perseguimento di una tracciabilità e di una trasparenza assolute. Il nichilismo intrinseco alla forma-capitale ha prodotto il Bloom, e questo verrà trattato come il nemico interno, come la minaccia invisibile pronta ad esplodere in ogni momento. Il Bloom è dunque il proletario per il quale gli aspetti sociologici hanno perduto quasi del tutto quell’importanza che potevano ancora vantare nell’epoca del dominio formale del capitale.

    “La civiltà occidentale ha vinto ovunque; ha fatto il vuoto intorno a sé e questo vuoto che l’assedia dall’interno è il Bloom.”
    Teoria del Bloom, quarta di copertina

    http://maldoror.noblogs.org/files/2012/09/TIQQUN-IpotesiCibernetica.pdf

    C’è poco da stare allegri.
    Resta soltanto da chiarire quanto sia inadeguato ogni punto di vista che non parta da questa presa d’atto.

  11. Miguel Martinez scrive:

    Per Guido

    ” Il Bloom è senza dubbio il concetto chiave: singolarità qualunque svuotata di ciascuno dei contenuti che un tempo identificavano l’“Uomo”, oggetto di Spettacolo e Biopotere, contemporaneamente servo volontario e dividuo su cui i dispositivi si applicano ciberneticamente nel perseguimento di una tracciabilità e di una trasparenza assolute. “

    E’ una sorta di illeggibile .zip della realtà in cui viviamo 🙂

    Nel senso che dentro questa frase sono inclusi moltissimi concetti fondamentali, ma in forma talmente compressa da risultare incomprensibili a quasi chiunque.

    Eppure non si tratta per nulla di fuffa intellettualoide, come potrebbe sembrare a prima vista; anzi, sono esperienza quotidiana di tutti noi.

    Vogliamo farne insieme una decompressione?

  12. Per danilo
    Date retta, licenziamo tutti gli statali, sono loro i tiranni
    E poi a chi daremo la colpa della nostra ignavia?

    • daouda scrive:

      buona questa…ma dimentichi gli immigrati. Ai semafori come sui campi de pommidori ci andrebbero gli italiani.Quelli li cacci ed espropri. Tempo venti anni te ripiji economicamente e le strade se puliscono e li campi verrano usate cose tecnologiche, ma è solo n’ipotesi cialtronesca…

  13. mirkhond scrive:

    ” Non ci si può ribellare al progresso e alla tecnica” ribadì con voce sicura la Grande Mousse. “Questo è il mondo, inevitabile, che ci siamo costruiti con le nostre mani. Bisogna imparare a conviverci. “Il mondo è cambiato e noi dobbiamo cambiare con lui” ha detto qualcuno di molto importante quando la New Era era ancora agli inizi. Indietro non si torna! Del resto non capisco di che ti lamenti. Guardati attorno” e il braccio flessuoso della Grande Mousse disegnò in aria un grande semicerchio. “Abbiamo costruito un mondo razionale, ordinato, sicuro. Viviamo molto meglio di prima, molto più a lungo – leggiti le statistiche – non c’è più fame né miseria né malattia. Le guerre sono combattute fuori dai nostri confini, dalle macchine, e non fanno più vittime umane. Sono anzi diventate uno degli spettacoli più seguiti.”
    “Ma fanno strage fra quelli che chiamiamo ‘aborigeni’. ”
    “Oh, quelli! Sono degli UnInformed irrecuperabili, destinati comunque a scomparire come sono scomparse le comunità tribali. Ed è ipocrita e moralistico piangere sulla loro sorte. Spazzarli via è un intervento umanitario, abbrevia la loro agonia.”
    La Grande Mousse proseguì: ” A tutti è stato assicurato un benessere abbastanza uniforme. Certo, c’è sempre qualcuno più ricco degli altri, ma questo è fisiologico. Abbiamo capito le lezioni della Storia e non inseguiamo più le utopie. Eppoi non facciamone la solita questione di denaro. Oggi siamo tutti più ricchi: di conoscenze, grazie alle tecniche dell’informazione di massa. E questo, che a te piaccia o no, è progresso.”
    “Io me ne fotto del progresso!” gridò Matteo. “Se il progresso vuol dire questo. Un’esistenza dove gioie, dolori, emozioni, passioni, vizi, sentimenti, sono vissuti per interposta persona, attraverso i media, nell’irreale, nel virtuale. Io non l’accetto. Mi ribello. Sì, io mi ribello. Voglio essere un uomo vivo, perdio, vivo.”
    E, con gesto teatrale, Matteo si alzò in piedi.
    Con voce stanca e annoiata, come di fronte ad un insopportabile ‘ déjà vù’, la Grande Mousse rispose :
    “E’ vero il contrario.”
    “Come sarebbe a dire?”
    “Vedi Matteo, anche se forse tu non lo sai, c’è in te un oscuro istinto, un inconfessato desiderio di morte. Tu parli in nome della vita, ma sei contro la vita. Tu ti ribelli. E credi con questo di avere capito più degli altri, di essere migliore degli altri. Se tu invece a non capire. La più alta forma d’intelligenza umana è la capacità di adattamento. L’uomo non sarebbe sopravvissuto alle grandi mutazioni geofisiche, alla concorrenza di animali molto più forti e resistenti di lui, alle sue stesse invenzioni, se non fosse tra tutti gli esseri viventi il più adattabile. E sa adattarsi perché è un animale pauroso e conformista. Solo chi ha paura sopravvive. Il tuo, Matteo, è un peccato d’orgoglio, è un peccato contro la vita e, alla fine, un peccato contro l’intelligenza. Vedi, Matteo, nonostante le apparenze, nonostante tutto il mio potere, io sono molto più umile di te. Riconosco la realtà per quella che è, e mi ci adeguo. E con ciò faccio la cosa più degna, più intelligente, più umana che un individuo possa fare. Gli eroi, i guerrieri, i ribelli, i martiri sono stupidi. Perché stanno dalla parte della morte. In fondo sono dei delusi dalla vita, degli stanchi della vita. Anche tu, Matteo, sei di questa pasta. Tu pecchi contro la vita. Tu sei destinato, prima o poi, a scomparire. Come gli UnInformed, come tutti coloro che non hanno accettato le leggi del mutamento e del progresso e non hanno saputo adattarsi.”
    Matteo ricadde sulla sedia. Sentiva che c’era del vero in quanto aveva detto la Grande Mousse. E, nondimeno, desiderò precipitarsi su di lui, prendere quel collo bianco tra le mani e stringere, stringere finché quella voce da sirena si fosse spenta e fosse stato troncato per sempre il movimento di quelle braccia avvolgenti.
    Si dominò. Uccidere la Grande Mousse? Non avrebbe avuto senso. Al suo posto ne sarebbe venuto un altro, persino peggiore. Eppoi la Grande Mousse, o chi per lui, non era l’artefice, ma il prodotto di un meccanismo che si illudeva di guidare e che invece era sfuggito da tempo a ogni controllo e marciava ormai per conto suo, inesorabile.
    Era inutile lottare contro la realtà anche se era diventata irreale. Tutti gli altri si erano adeguati. Quasi tutti. “L’inferno siamo noi” pensò, ripetendo una celebre frase letta chissà dove. “Sono io l’anomalo e non me la posso prendere che con me stesso.”

    Massimo Fini
    Il dio Toth
    Marsilio editore 2009, pp. 117-120

    • daouda scrive:

      quelli che criticano ‘r progresso però vojono l’eletricità pulita e free. Nun ciànno capito n cazzo.
      A sti cretini meglio i transumanisti, che sò più coerenti.

  14. Guido scrive:

    Breve traduzione dei concetti più sopra esposti che, temo, potrebbe essere ancora più illeggibile e sicuramente molto noiosa:

    Bloom è un nome preso in prestito dall’opera-flusso di Joyce ed è stato associato al concetto di uomo generico e sradicato come comincia ad essere descritto in tanta letteratura del novecento (Kafka, Joyce, Pessoa ecc. ecc.) ma di cui la saggistica politica ha finora quasi completamente ignorato l’esistenza, preferendovi l’immagine classica di Uomo (con la maiuscola) come oppresso da un Potere tirannico da cui sarebbe stato sufficiente liberarsi per accedere ad una palingenesi sotto il sole dell’avvenire. Sappiamo bene che così non è stato e non potrà mai essere, essendo il Potere in realtà costituito da una rete di poteri che prendono in carico l’intera vita, plasmandola e ricreandola ad ogni istante con l’attiva partecipazione dei cittadini imperiali.

    La sicurezza, di cui il post e il video illustrano molto bene l’evoluzione contemporanea e futura, è perfettamente coerente con le forme di vita compatibili con questo stato di cose. Inutile fare piagnistei: il cittadino non può scegliere e acquista l’intero pacchetto: se accetta la medicalizzazione dell’intera vita deve accettare necessariamente il monitoraggio securitario che previene il formarsi di “virus” ribelli nel corpo sociale o, comunque, di refrattari alle compatibilità tollerate dal programma.
    L’ipotesi cibernetica è attivamente ed entusiasticamente perseguita da chi non può vedere alternative alle forme di vita che attualmente prevalgono.
    Tutt’al più l’entusiasmo può mutarsi in impotente mugugno.

    Da questo punto di vista il concetto di “proletario”, come essere privo di ogni possibilità di autonomia, in questa società di tutti schiavi, si può estendere alla quasi totalità del genere umano, dovendosi questo intendere come universalmente sottoposto a dispositivi di dominio su cui non ha alcuna possibilità di dirigerne gli scopi. Votare diventa sempre più scegliere tra Pepsi e Coca.
    Per questo tende a venir meno la distinzione tra privilegiati, che indubbiamente esistono, e sottoposti che subiscono. Ogni elemento del quadro è eliminabile in ogni momento per la salute generale del programma e nessun capitalista è realmente al sicuro dalla possibilità di venire rimosso. Questo dominio si è talmente ingrandito in estensione e intensità da dover metter in conto le resistenze, anche suicide, che i sottoposti potrebbero opporre al progetto. Per questo la polizia è complementare alla cittadinanza e il Bloom, l’essere umano generico, è potenzialmente l’invisibile nemico interno.

    Chiarissimo no?
    Scherzi a parte è tutto molto semplice ma non facile da spiegare. Se non ci si capisce un’acca in quello che ho scritto chiedo umilmente scusa.

    • daouda scrive:

      In realtà il sistema se coltiva pervicacemente i propri ribelli perché je serve a dare linfa nuova cooptandoli, ad allenarlo e tenerlo in vita di per sé, a dare l’impressione di servi a quarchecosa spostando poi l’attenzione inversamente su di essi( e poi qualche altra cosuccia che sempre se potrebbe dì ).

      La questione cibernetica non è solo securitaria ma veicolo di cultura e sarà anche misticizzata un giorno. E’ qui la pecca delle fate new age che servivano solo a fà da germe a cose che verrano scientificizzate molto presto.

      Però così la rendemo drammatica. E morto facile…”voi internett”? SI ” implica la risposta a questa domanda “vuoi il male nel mondo” con SI anch’esso.
      Quindi na persona onesta direbbe: me dispiace ma cerco da sfruttallo bene ( giacché ci si può riuscire ) perquanto sò che non dovrebbe sussiste, ma si non lo uso me fanno lo scalpo.
      SE CIA’ LE PALLE COSI’ boicotta, sennò suo malgrado sta in mezzo, che dovemo fà poveri cristi?

      Perché sul campo dei principi, in giustizia, internet non potrebbe sussistere. Ora è anche vero che se c’è doveva essere, ma semplicemente perché il baratro che si è aperto è irrecuperabile fino al completo collasso.

  15. Tortuga scrive:

    Riguardo all’oggetto del post, c’è una domanda che a mio avviso merita una riflessione:
    come hanno avuto il denaro per fare tutto questo.
    Come hanno ottenuto le energie lavorative, tempo ed ingegno, il materiali, la forza lavoro, gli investimenti.
    A parte l’investimento in impegno personale di quelli che l’hanno messo, e che hanno bisogno di mantenersi ad un alto tenore di vita per avere la spensieratezza necessaria a dare il meglio del proprio ingegno d delle proprie energie, di sicuro queste cose non bastano, occorre acquisire dall’esterno.
    Chi, come e perché, e per mezzo di quali strumenti ed espedienti e con quanta consapevolezza, ha contribuito a tutto ciò.

    Potremmo averlo fatto anche semplicemente pagando il biglietto del cinema per intrattenerci andando a vedere un film di fantascienza, anziché stare insieme ai nostri “amici” ad ascoltare le gioie e le miserie delle nostre vite, e a condividere un piatto di polenta, intorno al fuoco di un camino.
    E non lo abbiamo fatto perché non riusciavamo senz’altro a metterci d’accordo per stare insieme piacevolmente.

    Che dire, può darsi che i cyborgs riescano a fare di meglio.

  16. PinoMamet scrive:

    Può anche darsi che ‘sto dominio, alla fine, non domini.
    Non praevalebunt. No pasaran.

    La butto lì:
    a me sembra di vedere quasi due gruppi, ancora osmotici mescolati, ma già in via di distinzione.
    Gli Antichi, e gli Altri.

    Io gli Altri non li conosco.

    Ma noi siamo gli Antichi. Siamo quasi tutti Antichi, qui dentro. Noi siamo gli Antichi così antichi che non ci ricordiamo più chi eravamo all’origine; e qualcuno di noi vorrebbe saperlo, e avanza teorie, e si appassiona e litiga con chi la vede diversa, ma nessuno lo sa più.
    Ma sappiamo una cosa importante: che eravamo, che siamo stati.

    Siamo così antichi che i nostri dèi hanno cambiato nome quattro o cinque volte, e forse più; siamo così antichi che ricordiamo un epoca in cui non esisteva il vino, anche se non sappiamo più chi lo ha inventato.
    Noi siamo gli Antichi che si ricordano i loro morti; non celebriamo solo la Vita, celebriamo anche la Morte, e la nostra Vita è diversa da quella degli Altri; e sospettiamo che sia anche più felice della loro, in fondo.

    Ci mettiamo il cappotto del nonno perché era del nonno, fotografiamo le vecchie perché assomigliano a nostra zia e non perché sono ricche e famose, diciamo che una cosa bella è bella e una brutta è brutta.

    Noi siamo gli Antichi a cui è stato fatto cambiare nome mille volte, a cui sono state raccontate mille falsità per tenerli controllati, a cui si è tentato di togliere tutto e ci si è quasi riusciti, gli Antichi che a tutti i costi si è tentato di trasfomare in quegli Altri.
    Però i bambini continuano a pestare le pozzanghere, i vecchi a bere e bestemmiare, e finché dureranno queste cose dureranno gli Antichi.

    Attenti che non sono eterne: già stanno scomparendo. Già stanno arrivando falangi di vecchi salutisti e corretti e di bambini che giocano solo in casa. Arriveranno i vecchi che trovano giusto sventrare il quartiere in cui sono nati per farci il parcheggio; e quelli i cui ricordi di gioventù saranno discoteche in cui gli si diceva cosa bere e come divertirsi e come vestirsi e cosa è bello e cosa no; già ne conosco qualcuno.
    C’è il rischio che i nostri dèi non cambino più solo di nome, ma spariscano davvero.

    I nostri dèi era che a San Martino il mosto diventa vino, e si fanno i traslochi: ora arrivano quegli Altri, e non hanno dèi, hanno solo comandamenti, e li chiamano libertà.
    Tentiamo di resistere.

    (vabbè, non avevo niente da fare)

  17. mirkhond scrive:

    11 novembre 1918
    Era un San Martino anche allora.
    La guerra era finita. Finalmente.
    Ma la Germania ne usciva a pezzi, sconfitta….
    E in quel vagone a Compiegne o come cappero si chiama, si preparavano le premesse al colpo di grazia al vecchio Frangistan, che sarebbe definitivamente MORTO nemmeno trent’anni dopo….

  18. maria scrive:

    Noi siamo gli Antichi che si ricordano i loro morti; non celebriamo solo la Vita, celebriamo anche la Morte,

    maria
    una volta in toscana la sera prima del giorno dei morti si lasciava la tavola apparecchiata: una scodella con delle ballotte e un bicchiere di vino
    Io penso però che la morte si è comiciato a scacciarla dalla nostra vita il giorno che per la prima volta si è applaudito a un funerale….

  19. Moi scrive:

    Io cerco di evitare, per quanto possibile, atteggiamenti da “technophobia”, confido nel Buon Uso … sì, va be’ non ci sono premesse favorevoli, ma ripeto che già tante cose oggi “normali sembravano da horror fantascientifico qualche decennio fa.

    E ve lo dice uno che si sforza ancora di fare almeno i calcoli aritmetici più semplici a mente … per il gusto di non “polleggiarsi” troppo sulla tecnologia, di non farsi troppo “Fyborg con F” : -).

    Non so, in fondo ci sono lavori usuranti disumani e alleviarli tecnologicamente non è certo biasimevole. Capisco già di più chi teme usi di spionaggio più o meno bellico, ma in realtà penso che ci fosimo già pienamente dentro anche solo 10 anni fa … e anche 20 anni fa eravamo “meno tutelati” delle apparenze.

    Come già detto, finché le A.I. NON hanno coscienza di sé va bene.

  20. mirkhond scrive:

    Lo spirito di questa “tecnofobia” però, non credo sia tanto nell’alleviare attività usuranti, e noi qui davanti al computer ne siamo tutti un esempio…
    Credo che il senso della suddetta “tecnofobia” sia appunto nel timore di un rafforzamento del potere dell’omologazione, già in atto da anni, come giustamente riconosci….
    ciao!

  21. maria scrive:

    chiedo scusa per la ripetizione, ma mi chiedono ogni volta le ccordinate e così faccio confusione

    maria

  22. mirkhond scrive:

    Sempre per Moi

    Fin dall’antichità, uno degli atteggiamenti umani è stato quello di guardare con timore al progresso….
    Però negli ultimi….. 70 anni diciamo, i cambiamenti provocati dalla tecnologia sono stati talmente VELOCI, influenzando e travolgendo tanti aspetti della vita umana, che non potevano, non possono non creare sgomento, sconcerto, timore e fobie varie, soprattutto in soggetti più lenti, più incapaci di stare non al passo, non al trotto, ma al GALOPPO di tale progresso…
    E, per quello che mi riguarda, non mi riferisco solo alla tecnologia….
    Se il benessere provocato dal progresso ha portato e porta benefici indubbi, lascia però anche dei residuati bellici, gente che ha perso la corriera…no l’eurostar, che proprio NON CE LA FA a seguire tutta sta velocità, che non fai in tempo ad esserti abituato al computer, che spuntano subito nuovi marchingegni, e in tempi SEMPRE PIU’ RAPIDI….
    Ora la crescita arriverà ad un punto in cui dovrà fermarsi?
    Non lo so, non sono un fisico e non ho, grazie a Dio, doti profetiche.
    Però constato un malessere dell’OGGI in vista di un DOMANI che crea un senso di ANGOSCIA, almeno in me….
    Naturalmente spero e sono contento che per altri invece questo sia il migliore dei mondi possibili, il mondo della Grande Mousse….
    ciao!

    • Francesco scrive:

      “Fin dall’antichità, uno degli atteggiamenti umani è stato quello di guardare con timore al progresso….”

      vero ma parziale, perchè il progresso è sempre stato prodotto dalla stessa umanità

      non piove dal cielo ma è il frutto degli sforzi di uomini, anche perchè nessuna macchina o intelligenza artificiale è in grado di realizzare alcun progresso

      e allora non possiamo schierarci con nessuna delle due posizioni parziali, l’accettazione entusiastica e la repulsa totale.

      ciao

  23. Necroclerico scrive:

    Forse il futuro potrebbe avere una via d’uscita. Essere pessimisti è segno di intelligenza, immaginare il futuro è un dono della saggezza. Credo che ogni epoca abbia prodotto le sue tecnoogie di controllo, ma ogni epoca ha prodotto le sue insurrezioni e le sue rivoluzioni. Gli uomini sono gli stessi e quello che dà vita all’oppressione può essere usato ache per la liberazione da essa. Sono morte le forme tradizionali di ribellione, potrebbero nascerne nuove proprio figlie della meccanizzazione e della robotizzazione che ancora non sappiamo immaginare. Un esercito di robot quanto più si fa raffinato quanto più si espone al pericolo di infiltrazioni. Anche i droni migliori potrebbero essere infettati da un virus e obbedire non più ai padroni. Per dirne una. Non sarei così pessimista. Ocorre ricordare che ogni epoca ha i suoi demoni ma anche necessariamente i suoi santi. Certo è che occorre a noi formare i giovani e allenarli a mantenere libertà di pensiero e volontà per agire. Io sono moderatamente pessimista. Penso semmai che il disastro potrebbe venire dalla compromissione dell’ecosistema, piuttosto trovo più credibile questo scenario finale, più che la dittatura robotizzata del lavoro e della società.

    • daouda scrive:

      questo te lo fojono fà credere a te come la pappa su semo tutti uguali e semo sempre stati così, homini.

      Niente de più falso. E poi che ci si beva sta stronzata anarchica dell’esse contro ‘r potere, quanno è na cosa illogica.
      Il problema è dà il potere a chi fà bene o fà meno peggio, no a chi se propone pé sacrificatte appositamente.
      E’ robba da bambini esse contro ‘r potere.E’ un’impossibilità logica – ontologica.

  24. Guido scrive:

    Anch’io come Necroclerico non sono del tutto pessimista e come lui confido che ogni epoca produca le proprie resistenze. Tuttavia credo che bisogna fare piazza pulita di alcune idee, soprattutto perché le idee creano effetti, sono cioè performanti e hanno delle conseguenze.

    In particolare non sono d’accordo che gli uomini siano gli stessi del passato, a meno che non si intenda solo l’appartenenza generica alla specie homo sapiens. Un pò di antropologia e di storia sono in grado di curare questa miopia.
    Inoltre, salvo pochi intelletuali che hanno intravisto gli albori del “nuovo mondo” in cui viviamo e di cui hanno individuato le caratteristiche, non credo che qualcuno dei vecchi resistenti abbia titoli particolari per insegnare qualcosa alle giovani generazioni, se non come esempio di coraggio o di fermezza. Sicuramente quasi nessuna delle nuove modalità del dominio, di come s’è configurato negli ultimi 30 anni, può essere descritto con le categorie di un passato ciclo politico.

    E’ necessaria una nuova cassetta degli attrezzi, nuovi concetti che possano afferrare la logica post-umana che presiede alla fitta rete di dispositivi di potere. Prendere atto delle dimensioni e delle modalità del cambiamento che è avvenuto è il primo necessario passo. E’ anche un passaggio doloroso che prevede la messa in soffitta di tanti inservibili santini.

  25. Francesco scrive:

    Bah, a me vengono solo in mente quei regni e imperi che, APPENA PRIMA DI CROLLARE, hanno preferito servirsi di eserciti mercenari invece che armare i propri cittadini.

    Tutta questa fiducia americana nei robot da guerra è illusoria.

    Figuriamoci averne timore.

    Miguel, eppure sei ben cosciente che ogni apparato di controllo è una burocrazia, e quindi funziona in un certo modo …

    Ciao

    PS Mirkhond, le citazioni mi riconvincono che Fini è uno che ama scrivere corbellerie e sostenere tesi ridicole quanto auto-incensanti

  26. mirkhond scrive:

    Per Francesco

    Concordo in gran parte con te sull’autocelebratività di Massimo Fini.
    Se ne discusse qui tempo fa, anche con Moi, sull’incoerenza finiana tra il predicare e il razzolare…..
    Credo anche però che tu abbia un dono, qualcosa IN PIU’ che Massimo Fini NON HA, e cioè la FEDE IN DIO, sia pure in vissuto culturale da Milano ruggente del terziario avanzato….
    Massimo Fini, non avendo alcuna fede, ed essendo ateo NEL VERO SENSO DELLA PAROLA, e non un DIVERSAMENTE CREDENTE come la maggior parte degli atei, non avendo alcuna speranza metafisica, non può dunque che aggrapparsi a QUESTO di mondo….
    Non può dunque che essere ontologiamente pessimista, sia pure in compagnia degli ambienti più esclusivi di Milano e di Torino, vedasi l’elogio commosso a quel debosciato di lapo elkann, che finisce col guastare tutto…..
    ciao!

    • Francesco scrive:

      nei fatti, l’uomo ha una (ad oggi) inestirpabile vitalità che gli ha permesso di sopravvivere a qualsiasi cosa

      anche senza riflettere sul “da dove” gli venga, sarebbe sufficiente per non farsi prendere dallo sconforto

      abbiamo già visto il mondo finire molte volte, e sempre si è ripreso

      ciao

  27. Moi scrive:

    Lo metto qui perché mi sembrail post meno off topic decentemente recente.

    Vi segnalo due fatti _ molto trattati in GoogleNews: uno in cronaca interna, l’altro in cronaca estera_ la cui contemporaneità un po’ mi stona: 4 arresti fra i gestori di Stormfront e Israele sul piede di guerra a Gaza …

  28. mirkhond scrive:

    Non condivido una virgola delle minchiate razziste di stormfront, ma arrivare ad arrestare della gente solo per tali minchiate, mi sembra davvero eccessivo….
    C’è da preoccuparsi davvero che il Mordecai Gamberini di turno, ti denunci per qualsiasi scorreggia telematica, emani da un blog?
    Mi sembra che anche Paolo Sizzi sia indagato….
    Questi eurocoglioni si rendono conto che finiscono per trasformare dei dementi in martiri?
    Non bastava oscurare il sito?
    Pure gli arresti….
    Da gelare il sangue…
    E la chiamano pure democrazia….

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