La fanciulla romana di Ibn Arabi

Qui abbiamo un amore diffidente per il sufismo islamico.

In realtà, la diffidenza non è per il sufismo reale, ma per l’immagine che il sufismo spesso ha in Occidente: un Islam desocializzato, elitario e depoliticizzato, fantasticato come compatibile con il consumo privato di stimolanti spirituali che il mercato globale offre.

Mahmoud Jaran, docente di letteratura italiana all’università di Amman scrive sull’interessante blog L’Olandese Volante, e ci ha voluto offrire in anteprima questo saggio su Ibn Arabi. Dove cogliamo una visione ben più profonda della cosiddetta “mistica islamica”, nel contesto delle grandi commistioni mediterranee.

La fanciulla di Ibn Arabi

di Mahmoud Jaran

Ibn Arabi nacque a Murcia nel 1165, periodo in cui era in atto in Occidente la seconda fase della cosiddetta “filosofia scolastica”. È vero che gli scolastici si muovevano ormai su un terreno cristiano consolidato, ma i temi trattati in Europa non sfuggivano al teso rapporto tra la ragione e la fede, per non parlare del dibattito acceso sulla dimostrazione razionale dell’esistenza di Dio.

La difesa della dottrina cristiana, inizialmente, si serviva della filosofia idealistica platonica, ma grazie al contatto con gli arabi, durante le Crociate, penetrò in un secondo tempo il pensiero razionalistico aristotelico, commentato dal giurisperito andaluso Ibn Rushd, meglio conosciuto come Averroè, contemporaneo e conoscente di Ibn Arabi.

Contrario alle posizioni razionalistiche averroistiche, Ibn Arabi predilige, come i francescani europei, la via mistica, ponendo grande attenzione su quel che egli chiama l’Unità dell’Esistenza (Wahdat al Wujud).

Se Allah viene conosciuto attraverso i suoi attributi e l’uomo rimane il centro del suo creato, ai profeti viene affidato il ruolo, come compare nella sua poesia, di esprimere la realtà divina stessa.

Dato il carattere ontologico che pone un dualismo tra il “Haqq” ed il “Khalq”, ossia tra il reale perfetto e la creazione imperfetta, l’assoluto e il relativo, l’essenza e i fenomeni, occorre che ci sia una rivelazione. Da qui il bisogno dei profeti, i quali non solo diminuiscono la distanza dicotomica tra i dualismi, ma preparano l’uomo ad unirsi misticamente a Dio e all’amore.

Ibn Arabi dedica una particolare attenzione al profeta di Nazareth, Gesù. La tarda scolastica, rappresentata dal domenicano razionalista Tommaso d’Aquino e dal francescano mistico Bonaventura, non sarà più attenta alla figura del figlio di Maria di quanto lo sia Ibn Arabi, le cui opere evidenziano in molte occasioni la saggezza nella Parola di ‘Isa (Gesù): la cosiddetta Hikmah ‘Isawiah (sapienza di Gesù).

***

Arriviamo qui alla sua esperienza meccana.

Nel suo Turjuman al-Ashwaq (Il traduttore dei desideri), Ibn Arabi ci racconta che mentre girava intorno al Ka’ba e dopo aver raggiunto uno stadio spirituale che lui conosceva bene, decise di allontanarsi canticchiando alcuni suoi versi a voce alta di modo ché lo sentissero eventuali ascoltatori dietro di lui:

Sapessero … che cuore possiedono
sapesse il mio cuore … che sentiero essi presero
chissà se trovarono la loro salvezza … oppure se smarrirono la retta via
la gente dell’amore si turbò e nell’amore si confuse.

Appena finì di recitare i suddetti versi, sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla. Si girò e scorse una dama romana (cioè bizantina). Ibn Arabi dichiarò di non aver mai veduto un viso più bello, né sentito un parlare più soave, né percepito un significato più dolce … un segno più accurato. Una volta rivoltale la parola, dialogarono e Ibn Arabi constatò che la dama superava, nella sua simpatia, bellezza, educazione e sapienza, tutta la gente della sua epoca.

Ecco i versi, riproposti dal gruppo marocchino Ibn Arabi Ensemble, tradotti di seguito in italiano:

“Ella uccide appena mira e, col parlar, risuscita
come se, nella creazione, fosse Gesù
La sua Torah è, come la sua gamba, piena di luce … e io
la recito e la studio come se fossi Mosè
Fanciulla cristiana, romana, struccata,
benignamente si mostra luminosa
Straniata e solitaria, ella si abbandona
– nel suo mausoleo – al rito estasiatico [Dhikr]
Ella sconfisse ogni ulema nella nostra setta,
i seguaci di Davide, i rabbini e i preti
Quando si china in cerca del Vangelo, pare
un monaco … o un illuminato savio.

Un primo impatto critico può avvicinare la figura della fanciulla romana di Ibn Arabi alla madonna Beatrice di Dante, o alla Laura del Petrarca (Laurus = Alloro: l’albero sacro per Apollo, protettore della Poesia). Si potrebbe andare oltre, affermando che Ibn Arabi anticipò la Scuola Toscana che cantava la “donna-angelo”, la donna nobile che dona al poeta salvezza spirituale attraverso l’amor cortese, tema ricorrente dei rimatori del Dolce Stil Novo.

Ma Ibn Arabi non è un poeta né un filosofo.

La donna citata dal mistico arabo non è altro che HikmahIsawiah (sapienza di Gesù). Da qui le origini romane bizantine della fanciulla. Come Gesù, la dama risuscita.

Lo svela la metafora nel terzo verso (gamba-Torah): quando scopre la sua bianchissima gamba, Ibn Arabi non può che studiarla e recitarla.

Ibn Arabi ribadisce, subito dopo, che la sapienza è d’origine romana, ossia cristiana. Ma è struccata, poiché ancora priva delle decorazioni divine. Ciò serve ad evidenziare la sua purezza e bontà. La spiritualità, tuttavia, necessita di uno stato di solitudine. La dama pratica il Dhikr nel suo mausoleo (la parola usata dal poeta “naous” indica appositamente il mausoleo romano).

Lo stato, cui Ibn Arabi percepì a Mecca, è più condenso del sapere di ogni studioso dell’Islam (ulema, undicesimo verso) dell’ebraismo o del cristianesimo.

Con tale spiritualità, dalla bellezza della dama romana si giunge alla bellezza dell’universo e del suo segreto metafisico.

Ibn Arabi non è un poeta né un filosofo. Non è nemmeno solo arabo, in quanto portatore di una visione universale aperta ad altre culture, altre religioni ed altri mondi. Leggendolo, analizzandolo e navigando con lui nel mare esoterico del misticismo, qualcuno può provare soddisfazione, che né i razionalisti occidentali o orientali né i poeti locali possono offrire. Sarà per quello che egli viene chiamato al-Shaikh al-akbar, il più grande maestro?

تُحيي إذا قَتَـلت باللحـظِ , مَنــطِقَها
كأنها عندما تُحيي بهِ عِيسَــــــــىٰ
تَوراتُها لَوحُ ســاقيها ســناً , وأنا
أتلو و أدرُسُها كأنّني مُوســــــــــىٰ
أُسْـقُفَة ٌ من بنــاتِ الرّومِ عاطِـلة ٌ
تَرى عليها من الأنوار ناموسَـــــــا
وحشـيّة ٌ ما بِها أُنْسٌ قد اتَّخَــذَتْ
في بيتِ خَلوتِها للذّكر نَاوُوســـــــــا
قـد أعـجَـزَتْ كـلّ عـلاّمٍ بِمـِلـّتـِنَا
وداوُديّاً , و حبراً ثمَّ قِســـّيســــــــا
إن أوْمأتْ تطلبُ الإنجيلَ تحسبُهَا
أقِسّة ً , أوْ بطاريقاً شمامِيســــــــــا

شعر: الإمام الأكبر محيي الدين ابن عربي

 

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224 risposte a La fanciulla romana di Ibn Arabi

  1. serse scrive:

    Che bello, Miguel. Grazie.

  2. Tortuga scrive:

    Buongiorno!
    Stamane non ho molto tempo, ma sento che quando leggerò mi piacerà 😉
    Per ora mi è caduto l’occhio su “L’olandese volante” aka il vascello fantasma di Wagner e quindi, vista l’importanza di questo “mito” (non so, come vogliamo chiamarlo? mito va bene?) sono molto curiosa.

    • Tortuga scrive:

      Bellissimo, questo te lo rubo (naturalmente con tutti i crediti di rito come sto facendo anche con i tuoi brani sui Rom) e lo metto in una nuova sezione del mio archivio che ho aperto per fare dispetto particolarmente a Ritvan e parlare malissimo dell’Islam 🙂

      E’ una scelta curiosa quella di Mahmoud Jaran di intitolare il suo blog all'”olandese volante”, andrò a curiosare se trovo un perché.

  3. jam scrive:

    … vorrei chiedere se davvero la fanciulla era bizantina-romana, x’ a me é sempre risultato fosse persiana, si chiamava Nizâm ed era la figlia di uno shaykh, alto funzionario della Mecca originario di Isfahan. Henry Corbin e non solo lui, ha sempre sottolineato la persianità di Nizâm.
    Nizâm fu per ibn’Arabi la figura teofanica della Sophia aeterna, colei che lo inzio’ ai “fedeli d’amore”.
    ma interessante é anche l’incontro con Averroè; Ibn’Arabi, racconta:
    Un bel giorno andai a Cordova in casa di Abu’l-Walid Rushd(Averroè). Egli aveva manifestato il desiderio di conoscermi, poichè aveva sentito parlare delle rivelazioni che Dio mi aveva concesso nel corso dei miei ritiri spirituali e non aveva nascosto il suo stupore di fronte a quanto gli era stato narrato. Per questo mio padre, amico fra i suoi più intimi, mi mando’ da lui con un pretesto qualsiasi, per permettere a Averroè di intrattenersi con me. In quel tempo ero ancora un giovane imberbe. Quando entrai il filosofo si mosse vero di me mostrandomi segni di amicizia e stima e mi abbraccio’. Poi mi disse: “Si”. Io a mia volta dissi: “Si”. Gioi constatando che avevo compreso. Ma subito dopo, capendo che cosa avesse suscitato la sua gioia, aggiunsi: “No”. Averroè ebbe un sussulto, i suoi lineamenti si contrassero, e sembro’ dubitare di cio’ che pensava. Mi domando’: “come risolvi il dilemma dell’illuminazione e dell’ispirazione divina?”. Sono queste identiche a cio’ che ci giunge dalla riflessione speculativa? Io risposi: “Si e No. tra il Si e il No gli spiriti prendono il volo fuori dalla loro materia, la nuca si distacca dal proprio corpo.”… (Ibn’Arabi)
    ciao

  4. jam scrive:

    …concordo e aggiungo che Ibn Arabi non solo anticipo’ e influenzo’ la Donna Angelicata del Dolce Stil Novo, ma anche la Divina Commedia perché Dante, come ci informa Miguel Asin Palacios, lesse il libro di Ibn Arabi tradotto a Toledo sul viaggio notturno del Profeta e certi passaggi della Divina Commedia, sono identici a quelli scritti dal maestro andaluso.
    Comunque, anche Dante apparteneva ai “Fedeli d’Amore” ed é quindi logico che avesse molte idee in comune con Ibn Arabi, non so se si puo’ parlare di plagio..
    ciao

    • Mahmoud Jaran scrive:

      Jam,
      Nizam e la fanciulla romana-bizantina sono due pesone diverse. O meglio, Nizam è una persona realmente esistita; la fanciulla bizantina non è altro che una metafora.
      Hai ragione: Ci sarebbe tanto da dire sugli elementi islamici nella Divina Commedia e sul rapporto intertestuale tra Kitab al-M’iraj e il capolavoro dantesco, ma qui ho preferito limitarmi a commentare i versi tradotti.

      x Tortuga: la scelta dell'”olandese volante” è nata qualche anno fa, grazie alla fantasia del “Capitano” – grande scittore ed ex curatore della rivista – Carlo Bertani. Sono contento che il nome ti sia piaciuto.

      Grazie

      • Ritvan scrive:

        —-….Ci sarebbe tanto da dire sugli elementi islamici nella Divina Commedia…Mahmoud Jaran—-

        Già…p.es. sul Canto XXVIII dell’Inferno, versi 22-63….. un vero capolavoro d’ignoranza dell’Islam….

        • mirkhond scrive:

          🙂 🙂 🙂 🙂 🙂

        • Ritvan scrive:

          —-apparentemente MJ—-

          Avrebbe la bontà di spiegarsi meglio?

        • Peucezio scrive:

          “un vero capolavoro d’ignoranza dell’Islam….”

          Questa è fantastica, la reinterpretazione della cultura secondo i paradigmi del politicamente corretto del XXI secolo. Come se la funzione della grande letteratura fosse quella di fare la garzantina delle religioni.

        • Ritvan scrive:

          —“un vero capolavoro d’ignoranza dell’Islam….”
          Questa è fantastica, la reinterpretazione della cultura secondo i paradigmi del politicamente corretto del XXI secolo. Peucezio—
          No, la “reinterpretazione” secondo la VERITA’ STORICA. Dante confonde Maometto con un eretico/scismatico cristiano e lo colloca nel girone dei seminatori di discordie, come un cataro o un pelagiano:-), noti “seminatori di discordie” nella cristianità. Maometto non ha seminato alcuna discordia fra i cristiani, anzi nel Corano c’è un versetto in cui Dio/Allah proibisce a Maometto di impicciarsi di scismi, discordie e simili fra le religioni altrui, quella cristiana compresa, naturalmente. Egli, all’opposto, ha UNITO le frammentate tribù arabe, trasformando gli arabi anche da pagani in adoratori del Dio Unico….dici che il buon Alighieri gli arabi li preferiva pagani, così per la maggior Gloria Di Dio?:-)

          — Come se la funzione della grande letteratura fosse quella di fare la garzantina delle religioni.—
          Come già detto, la Tua Amata Grande Letteratura, quando si picca di descrivere fatti e personaggi STORICI, non dovrebbe scrivere cazzate. Esimersi dallo scrivere cazzate è cosa ben diversa dal “fare la garzantina delle religioni” e se la differenza ti sfugge il problema è tutto tuo.

          P.S. A mio immodesto:-) avviso il buon Dante, se proprio temeva una vertenza sindacale:-) dei diavoletti addetti al girone dei “seminatori di discordie” a causa di mancanza di dannati a loro sottoposti, poteva popolare quel postaccio dei tanti protagonisti dello SCISMA della cristianità in Europa. Però, prendersela con “l’extracomunitario”:-) Mohammad o Alì di turno pare sia un vizio italico assai antico:-)

        • Peucezio scrive:

          Non hai proprio capito il senso del mio discorso.
          Io non ho nulla da eccepire sul tuo discorso storico.
          Solo che lo ritengo irrilevante.
          Che importa quanto Dante sapesse dell’Islam? Non ne sapeva quasi nulla? E con ciò?
          La società medievale non basava la sua conoscenza del mondo sulla correttezza storica e filologica, ma su una reinterpretazione mistico-simbolica della realtà, che poteva anche stravolgere il dato oggettivo, ammesso che esistesse un dato oggettivo.
          E in ogni caso, in ogni epoca l’opera d’arte ha una sua licenza di reinterpretare anche con estrema libertà.

        • roberto scrive:

          “E in ogni caso, in ogni epoca l’opera d’arte ha una sua licenza di reinterpretare anche con estrema libertà”

          come charlie hebdo!
          🙂

          nooooo!!! ritvan calmo…. che fai???…metti via il kalashnikov era solo una battuta 🙂

        • Francesco scrive:

          beh, Ritvan, qui devo accusarti di totale incomprensione

          Dante vedeva metà del mondo un tempo cristiano ora fedele di un’altra religione, per molti versi simile a quella cristiana

          e per lui Maometto era “colpevole” di aver spaccato a metà la cristianità tra occidente-nord e oriente-sud (mica conosceva i 4 gatti rimasti cristiani, e certo li avrebbe considerati un ben misero resto), per diffondere un “simil-cristianesimo”

          trovo anzi interessante che sentisse Maometto così vicino da metterlo in un girone dell’Inferno “interno” al cristianesimo e che si dolesse della divisione del Mediterrano tra islamici e cristiani

          ciao

        • Ritvan scrive:

          —Non hai proprio capito il senso del mio discorso.
          Io non ho nulla da eccepire sul tuo discorso storico. Peucezio—-
          Miraculu!!!!!!:-)

          —-Solo che lo ritengo irrilevante.—-
          Ah, ecco, me pareva….irrilevante in funzione di cosa, Egregio?

          —-Che importa quanto Dante sapesse dell’Islam?—
          Nulla, se lo scopo è quello p.es. di gustare ed apprezzare un bel piatto di spaghetti con la pummarola ‘n coppa;-)

          —- Non ne sapeva quasi nulla? E con ciò?—
          Con ciò ha scritto delle Emerite Cazzate. Tutto qui.

          —-La società medievale non basava la sua conoscenza del mondo sulla correttezza storica e filologica, ma su una reinterpretazione mistico-simbolica della realtà, che poteva anche stravolgere il dato oggettivo, ammesso che esistesse un dato oggettivo.—
          Bene, però se la Tua Amata Società Medievale, in base a una “reinterpretazione mistico-simbolica della realtà”, riteneva anche chessò, che il Sole girasse intorno alla terra e non viceversa, adesso che famo, buttamo ner cesso Copernico, Galileo e compagnia bella?:-)

          —-E in ogni caso, in ogni epoca l’opera d’arte ha una sua licenza di reinterpretare anche con estrema libertà.—
          Bene, allora diciamo che quelle del Sommo su Maometto erano appunto “parole in libertà”…libertà per giunta “estrema”, come ben dici.

        • Ritvan scrive:

          —-“E in ogni caso, in ogni epoca l’opera d’arte ha una sua licenza di reinterpretare anche con estrema libertà” Peucezio—-
          —-come charlie hebdo!:-) Roberto—-

          Robby, ti riferisci alla recente “reinterpretazione” licenziosa (scusa il gioco di parole) dei ehmmm…. rapporti:-) fra gli elementi della Santissima Trinità?:-)

          —-nooooo!!! ritvan calmo…. che fai???…metti via il kalashnikov era solo una battuta:-) —-
          Ma quale kalashnikov, mi hai servito un tale assist….vediamo piuttosto se il buon Peucezio apprezza anche la suddetta “reinterpretazione estremamente libera” degli “artisti” charliehebdomadari:-)

        • Ritvan scrive:

          —-beh, Ritvan, qui devo accusarti di totale incomprensione. Francesco—-
          Poveri cristianucci incompresi….:-)

          —–Dante vedeva metà del mondo un tempo cristiano ora fedele di un’altra religione, per molti versi simile a quella cristiana.—–
          Già…e allora?

          —-e per lui Maometto era “colpevole” di aver spaccato a metà la cristianità tra occidente-nord e oriente-sud (mica conosceva i 4 gatti rimasti cristiani, e certo li avrebbe considerati un ben misero resto), per diffondere un “simil-cristianesimo”.—-
          Beh, non credo fosse tanto ignorante in cose islamiche da non sapere che, finché visse, Maometto non mise piede al difuori della penisola arabica, dove il Tuo Amato Cristianesimo non esisteva proprio.
          La facile e veloce diffusione del “simil-cristianesimo” – un po’ di tempo dopo la morte di Maometto – poi, è dovuta principalmente al fetente modo in cui venivano trattati nel Tuo Caro Cristianistan Bizantino (e non solo) ebrei ed “eretici” cristiani, i quali accolsero gli arabi musulmani come “liberatori”. La decadenza di Bisanzio fece il resto.

          —–trovo anzi interessante che sentisse Maometto così vicino da metterlo in un girone dell’Inferno “interno” al cristianesimo—-
          Ah, dici che il Sommo avrebbe dovuto inventarsi un inferno specifico per i musulmani…tipo apartheid sudafricano?:-)

          —- e che si dolesse della divisione del Mediterrano tra islamici e cristiani—-
          Eh, già, come se fossero stati i biekissimi:-) islamici a cacciarlo di casa a calci in culo….

          Ciao

        • Peucezio scrive:

          “buttamo ner cesso Copernico, Galileo e compagnia bella?:-)”

          No, ma se per amore della tua verità oggettiva si dovesse buttare nel cesso l’arte, la bellezza e la civiltà, in quel caso butterei più volentieri nel cesso il modello copernicano. Una verità è buona se è utile, per ciò che produce. Se è inutile e dannosa rimane vera, ma non serve a nulla e quindi merita di finire nel cesso.

        • Peucezio scrive:

          Per inciso, sempre ammesso che abbia senso parlare di una verità assoluta sovraculturale. Non ha senso da un punto di vista antropologico dire che i tolemaici “sbagliavano”. I tolemaici applicavano un paradigma di interpretazione del mondo diverso da quello scientifico-sperimentale contemporaneo, che non ci è cascato in testa dal cielo, ma è anch’esso il prodotto di un processo storico e di un contesto culturale definito e, come tale, relativizzabile.

        • Z. scrive:

          Questo è il campo di Lisa e non il mio, ma a quanto ricordo che la Terra giri intorno al Sole o viceversa è di per sé abbastanza indifferente: se il tuo punto di osservazione è sulla Terra, ha ugualmente senso dire che è il Sole a girare attorno alla Terra e non viceversa.

          Purché gli altri pianeti ruotino intorno al Sole e non alla Terra, altrimenti poi i conti non tornano.

          E infatti col modello tolemaico non tornavano granché 😀

          Z.

        • Peucezio scrive:

          Z.:
          non è che i conti non tornino, solo che si dovette sviluppare un sistema abbastanza complesso, in cui i pianeti descrivevano percorsi tortuosi (che d’altronde sono quelli che osserviamo stando sulla Terra, che noi percepiamo come ferma).
          Per la scienza moderna lo spazio assoluto non esiste, per cui non ha senso dire che il Sole o la Terra siano fermi o si muovano. E’ vero però che la Terra non costituisce un sistema inerziale, perché, muovendosi intorno al Sole e subendone la gravità, e ruotando oltretutto su sé stessa, il suo è un moto accelerato, come dicono i fisici, infatti ci sono esperimenti che si popssono compiere sulla Terra, che ne rilevano il movimento. Lo stesso non si può dire del Sole relativamente alla Terra (nessun ipotetico esperimento condotto da immaginari abitanti solari potrebbe rilevare un movimento di esso intorno alla Terra), mentre si può rilevare un movimento all’interno della Galassia, intorno al suo centro.
          Ma tutto ciò ovviamente vale sempre all’interno di paradigmi epistemologici moderni, non scontati.
          Poi esiste un piano simbolico, religioso, mitologico o anche di semplice senso comune, percettivo, che fa sì che uno la mattina esce di casa, prende l’autobus o la macchina e non si preoccupa, nel programmare il suo percorso, del movimento della Terra e per i suoi fini, come per quelli della quasi totalità degli uomini, escluso un pugno di astronomi, tale movimento è irrilevante ed è come se non esistesse.

        • Francesco scrive:

          —-beh, Ritvan, qui devo accusarti di totale incomprensione. Francesco—-
          >>Poveri cristianucci incompresi….:-)
          beh, la colpa è tua, mica di Dante, se non vuoi capire

          —–Dante vedeva metà del mondo un tempo cristiano ora fedele di un’altra religione, per molti versi simile a quella cristiana.—–
          >>Già…e allora?
          come puoi ben immaginare, non esiste disastro più grande della perdita della vera fede, per un credente. quindi il buon cristiano Dante vedeva con immenso dolore quel che era successo. come un pagano avrebbe visto la cristianizzazione dell’impero romano

          —-e per lui Maometto era “colpevole” di aver spaccato a metà la cristianità tra occidente-nord e oriente-sud (mica conosceva i 4 gatti rimasti cristiani, e certo li avrebbe considerati un ben misero resto), per diffondere un “simil-cristianesimo”.—-
          >> Beh, non credo fosse tanto ignorante in cose islamiche da non sapere che, finché visse, Maometto non mise piede al difuori della penisola arabica, dove il Tuo Amato Cristianesimo non esisteva proprio.
          La facile e veloce diffusione del “simil-cristianesimo” – un po’ di tempo dopo la morte di Maometto – poi, è dovuta principalmente al fetente modo in cui venivano trattati nel Tuo Caro Cristianistan Bizantino (e non solo) ebrei ed “eretici” cristiani, i quali accolsero gli arabi musulmani come “liberatori”. La decadenza di Bisanzio fece il resto.
          mio caro, stai sostenendo che Maometto non c’entra nulla con la religione islamica? 😀 in quanto fondatore (o primo predicatore) della stessa, ha la responsabilità (o il merito) della sua diffusione. le colpe degli ottusi bizantini sono immense ma non cancellano il ruolo dei predicatori e dei conquistatori islamici (per Dante negativo, per te immagino molto positivo)

          —–trovo anzi interessante che sentisse Maometto così vicino da metterlo in un girone dell’Inferno “interno” al cristianesimo—-
          >> Ah, dici che il Sommo avrebbe dovuto inventarsi un inferno specifico per i musulmani…tipo apartheid sudafricano?:-)
          beh, immagino che un girone per gli infedeli che rifiutano di riconoscere Cristo pur avendone notizia lo abbia messo, l’ottimo Dante. ma per Maometto ha scelto un altro posto. interessante che metta nello stesso posto l’uomo che lui vede come “fondatore” dell’eresia sciita-credo Dante detestasse i “traditori” quanto Berlusconi detesta Follini e Fini, a prescindere da cosa avevano tradito
          —- e che si dolesse della divisione del Mediterrano tra islamici e cristiani—-
          >> Eh, già, come se fossero stati i biekissimi:-) islamici a cacciarlo di casa a calci in culo….
          nooo, ma sei de coccio, i biekissimi (cit.) hanno cacciato la Vera Fede, non gli abitanti.

          ciao

        • Ritvan scrive:

          —-beh, la colpa è tua, mica di Dante, se non vuoi capire. Francesco—-
          Io capisco benissimo che il buon Dante aveva il cosiddetto “dente avvelenato” con l’islam…forse sono altri musulmani di qui che non lo capiscono e proprio a loro ho ricordato quel cantico dell’Inferno.

          —-come puoi ben immaginare, non esiste disastro più grande della perdita della vera fede, per un credente. quindi il buon cristiano Dante vedeva con immenso dolore quel che era successo. come un pagano avrebbe visto la cristianizzazione dell’impero romano.—-
          Ah, dici forse che se un “Dante pagano” avesse messo all’Inferno il buon Gesù come “seminatore di discordia” – magari citando il famoso verso evangelico “non sono venuto a portare pace ma spada” – per te andrebbe tutto bene?:-)

          —-mio caro, stai sostenendo che Maometto non c’entra nulla con la religione islamica?—-
          C’entra esattamente come Gesù con quella cristiana. Allora vogliamo mettere anche Gesù all’inferno con le budella de fora per vendicare i roghi dell’inquisizione?:-) Nel Corano predicato da Maometto era (ed è) chiaramente detto che cristiani, ebrei e tutti i credenti nel Dio Unico potevano tranquillamente continuare come prima e per loro non v’era alcun obbligo di conversione all’islam. Però, il buon Dante del Corano pare se ne strafottesse….

          —- in quanto fondatore (o primo predicatore) della stessa—-
          Il fondatore – siempre Corano alla mano – era Abramo e Maometto era L’ULTIMO predicatore.

          —-ha la responsabilità (o il merito) della sua diffusione.—
          Già, proprio come Cristo ha la responsabilità (o il merito:-) ) dei roghi dell’inquisizione…..:-)

          —- le colpe degli ottusi bizantini sono immense ma non cancellano il ruolo dei predicatori e dei conquistatori islamici (per Dante negativo, per te immagino molto positivo)—-
          Ah, dici che se a conquistare quelle terre fossero stati chessò, i cinesi, il buon Dante avrebbe avuto il diritto di mettere all’inferno con le budella de fora Buddha (con l’acca, Tortuga, con l’acca:-) ), Confucio ecc.?:-)

          — interessante che metta nello stesso posto l’uomo che lui vede come “fondatore” dell’eresia sciita-credo Dante detestasse i “traditori” quanto Berlusconi detesta Follini e Fini, a prescindere da cosa avevano tradito.—
          Non credo sia così, credo che Alì l’abbia messo come “complice” di Maometto, non come “traditore”. Ma se così fosse dimostrerebbe solo che l’ignoranza dantesca sulle cose islamiche fosse ancor più crassa. Alì si è sempre professato fedele seguace di Maometto e gli sciiti pure.

          —-nooo, ma sei de coccio, i biekissimi (cit.) hanno cacciato la Vera Fede, non gli abitanti.—
          De coccio sei tu (detto con affetto tortughesco, eh!:-). Mi riferivo al fatto che i Suoi Carissimi Fratelli In Cristo avevano cacciato a pedate Dante. In quanto alla Tua Cara Vera Fede, come già detto, ridetto e stradetto, i biekissimi (cit:-) ) non l’avevano affatto “scacciata”, le chiese erano rimaste al loro posto e i fedeli della Vera Fede pure….forse il buon Dante confondeva gli arabi con Enver Hoxha?:-)

          Ciao

        • Francesco scrive:

          Ritvan, l’incomprensione resta totale, ormai non spero più di capacitarmene, eppure non pretendo affatto di convincerti che Dante avesse ragione … solo vorrei tu capissi il suo punto di vista:
          1) Dante, in quanto cristiano, aveva il dente avvelenato con l’Islam, che aveva soppiantato il cristianesimo in metà del mondo a lui conosciuto. Verissimo, direi banale, dovrebbe saperlo qualunque musulmano che abbia avuto la curiosità di cosa pensassero di loro i cristiani.
          1.5) chiaro che sì! se Pippus di Tebe, zelante adoratore di Mercurio, avesse scritto un libello anti-cristiano, primo suo bersaglio sarebbe dovuto essere Cristo, chi altri? e non mi straccerei certo le vesti!
          2) Se invece che l’Islam fosse stato il Buddhismo a sostituire il Cristianesimo in ecc. ecc., sono sicuro Dante ci avrebbe messo il Buddham al posto di Maometto.
          3) a differenza del tollerante Islam, il cristianesimo non ha mai avuto una fase furbetta in cui sminuiva il ruolo di Cristo per rabbonire i potenti delle altre religioni. Ma questo conta poco SU QUESTO PUNTO. I fatti sono che dove prima c’erano quasi solo cristiani, al tempo di Dante c’erano quasi solo musulmani: una vera tragedia, per un cristiano. E dato che Maometto aveva dato inizio a questo, è logico imputare questo fatto a lui (nota bene che parlo solo di predicazione e conversione, la spada è secondaria rispetto al danno).
          4) tutti gli eretici si proclamano “più veri seguaci” dell’orotdossia, mi sa che Dante aveva la mia idea su Alì, dovremmo sentire qualcuno es
          esperto.

          ciao

        • Ritvan scrive:

          —-Ritvan, l’incomprensione resta totale, ormai non spero più di capacitarmene, Francesco—
          E su, porgimi l’altra guancetta, cribbio!:-)

          — eppure non pretendo affatto di convincerti che Dante avesse ragione —
          E ci mancherebbe altro….

          —… solo vorrei tu capissi il suo punto di vista:—
          L’ho già capito, però lo ritengo lo stesso sbagliato e da ignorante dell’islam.

          —-1) Dante, in quanto cristiano, aveva il dente avvelenato con l’Islam, che aveva soppiantato il cristianesimo in metà del mondo a lui conosciuto. Verissimo, direi banale, dovrebbe saperlo qualunque musulmano che abbia avuto la curiosità di cosa pensassero di loro i cristiani.—
          Veramente il musulmano curioso che c’è in me mi dice che i cristiani dovrebbere amare taaaaanto i loro nemici (o supposti tali)…dici che sia una cazzata?:-)

          —-se Pippus di Tebe, zelante adoratore di Mercurio, avesse scritto un libello anti-cristiano, primo suo bersaglio sarebbe dovuto essere Cristo, chi altri? e non mi straccerei certo le vesti!—
          Già, ma solo perché non puoi più mandarlo al rogo:-)…a proposito, come trovi l’ultima vignetta di Charlie Hebdo sui rapporti fra gli elementi della Trinità?:-)

          —–Se invece che l’Islam fosse stato il Buddhismo a sostituire il Cristianesimo in ecc. ecc., sono sicuro Dante ci avrebbe messo il Buddham al posto di Maometto.—
          E avrebbe fatto una cazzata lo stesso, invece di mettervi gli apostati che si erano convertiti a Buddha solo per far carriera nell’amministrazione pubblica:-)

          —-a differenza del tollerante Islam, il cristianesimo non ha mai avuto una fase furbetta in cui sminuiva il ruolo di Cristo per rabbonire i potenti delle altre religioni.—-
          Quella che tu chiami spregiativamente “fase furbetta” è, invece, un pilastro dell’islam fin dai tempi di Maometto e di cui, da musulmano, sono fiero. Il cristianesimo, invece, ha avuto delle fasi truculente – se vuoi te ne posso fare un lungo elenco, ma credo lo conosca meglio di me – in cui si facevano stragi di “infedeli/eretici” in nome e per conto di Cristo.

          —- Ma questo conta poco SU QUESTO PUNTO.—
          No, conta TANTO, invece. Come già detto, ridetto e stradetto, se il Tuo Caro Cristianesimo non si fosse accanito ferocemente contro ebrei, nestoriani e quant’altri cristiani “eretici” (ovvero buona parte della popolazione dei luoghi successivamente conquistati dagli arabi), gli arabi avrebbero trovato Poitiers:-) giusto a ridosso del confine della penisola arabica e sarebbero rimasti lì per sempre. Per la serie “chi è causa del suo mal pianga se stesso”.

          —- I fatti sono che dove prima c’erano quasi solo cristiani, al tempo di Dante c’erano quasi solo musulmani: una vera tragedia, per un cristiano.—-
          Oh, sì, dar la colpa agli “extracom” si vede che era uno sport nazionale anche ai tempi di Dante:-)

          —- E dato che Maometto aveva dato inizio a questo, è logico imputare questo fatto a lui —-
          Sì, logico ‘n par de ciufoli…logico come le invettive contro il “vulcano assassino” di chi aveva costruito abusivamente la casa alle sue pendici:-). Ripeto, se i bizantini avessero trattato bene i loro sudditi, a prescindere dalla “ortodossia” della loro fede religiosa, l’invasione araba non ci sarebbe stata.

          —-(nota bene che parlo solo di predicazione e conversione, la spada è secondaria rispetto al danno).—
          La “spada” non c’entra ‘na mazza nella conversione della popolazione all’islam…vuoi che ti citi in proposito il grande storico orientalista Lewis? O dici che in quanto “perfido giudeo”:-) non lo riterresti comunque degno di fede, a prescindere?:-)

          —-tutti gli eretici si proclamano “più veri seguaci” dell’orotdossia, mi sa che Dante aveva la mia idea su Alì, dovremmo sentire qualcuno esperto.—
          Sì, ma oltre a questo fanno delle obiezioni alle tesi degli “avversari”. Non c’è niente di simile da parte di Alì nei confronti di Maometto, pertanto l’accusa di “tradimento” è totalmente infondata e per sapere questo non c’è bisogno di alcun esperto.

          Ciao

        • Z. scrive:

          non è che i conti non tornino, solo che si dovette sviluppare un sistema abbastanza complesso, in cui i pianeti descrivevano percorsi tortuosi —

          Diciamo che sono vere entrambe le cose. E’ vero che si dovette sviluppare un sistema parecchio complesso, ed è vero che ciò nonostante i conti NON tornavano uguale 😀

          — Per la scienza moderna lo spazio assoluto non esiste, per cui non ha senso dire che il Sole o la Terra siano fermi o si muovano —

          Lasciando da parte lo “spazio assoluto” – evitiamo di addentrarci in campi dove la mia ignoranza diventerebbe manifesta! 😀 – dire che Marte gira intorno al Sole è una cosa e dire che Marte gira intorno alla Terra è un’altra. Se si presuppone la seconda ipotesi, i torni non contano.

          Ma volendo, c’è modo di salvare capra e cavoli, o clero e nobilità (Chiesa e Conti, rispettivamente):

          http://en.wikipedia.org/wiki/Tychonic_system

          — Ma tutto ciò ovviamente vale sempre all’interno di paradigmi epistemologici moderni, non scontati —

          Ma infatti nessuno può dire che Tolomeo fosse un rincoglionito, ci mancherebbe!

          — Poi esiste un piano simbolico, religioso, mitologico o anche di semplice senso comune, percettivo, che fa sì che uno la mattina esce di casa, prende l’autobus o la macchina e non si preoccupa, nel programmare il suo percorso, del movimento della Terra e per i suoi fini, come per quelli della quasi totalità degli uomini, escluso un pugno di astronomi, tale movimento è irrilevante ed è come se non esistesse —

          Ah, se è per questo per la gran maggioranza degli esseri umani la biologia – per esempio – è una roba del tutto irrilevante e soprattutto pallosa da morire. E io faccio decisamente parte di quella maggioranza. Per fortuna, però, la maggioranza non è la totalità, altrimenti sarei già morto parecchie volte dalla mia nascita ad oggi 😀

          Z.

      • Tortuga scrive:

        Quella dell’Olandese Volante è una storia particolare, chissà quali aspetti lo hanno colpito.!?

  5. jam scrive:

    …sono molto scettica, cosi’ come non possono esserci due “Beatrice”, non possono esserci due Nizâm. perché i versi:
    Sapessero … che cuore possiedono
    sapesse il mio cuore … che sentiero essi presero
    chissà se trovarono la loro salvezza … oppure se smarrirono la retta via
    la gente dell’amore si turbò e nell’amore si confuse

    li ho sempre trovati in relazione a Nizâm, soprattutto poi il racconto della mano che gli sfioro’ la spalla episodio che avvenne alla Mecca e non credo che una ragazza romana abitasse alla Mecca o ci fosse andata per il pellegrinaggio. mentre Nizâm vi abitava. io penso che Nizâm e la ragazza romana non siano due persone differenti, e la metafora sta nel fatto che Nizâm pur essendo persiana e musulmana ha la stessa dignità spirituale e lo stesso intendimento di qualcuno che possiede Spirito Cristico…Ibn Arabi ci informa che i suoi iniziatori spirituali furono Mosé, Gesù, e il profeta Mohammed, (poi anche al Khadir) perché anche Mohammed é portatore dello Spirito Cristico. Quindi la fanciulla romana di Ibn Arabi é persiana.. proprio in relazione anche allo spirito dei “fedeli d’amore” che sono di origine persiana vedi Rûzbehân Baqli (1128) el il suo “gelsomino dei Fedeli d’Amore”
    “Ella uccide appena mira e, col parlar, risuscita
    come se, nella creazione, fosse Gesù
    La sua Torah è, come la sua gamba, piena di luce … e io
    la recito e la studio come se fossi Mosè
    Fanciulla cristiana, romana, struccata,
    benignamente si mostra luminosa
    Straniata e solitaria, ella si abbandona
    – nel suo mausoleo – al rito estasiatico [Dhikr]
    Ella sconfisse ogni ulema nella nostra setta,
    i seguaci di Davide, i rabbini e i preti
    Quando si china in cerca del Vangelo, pare
    un monaco … o un illuminato savio.

    questa romanità-cristianità é una sfaccettatura della complezza musulmana posseduta da Nizâm… un sfaccettatura di quel diamante chiamato Nizâm Sophia aeterna…
    ciao

    • Mahmoud Jaran scrive:

      Per Jam,
      hai scritto:
      “soprattutto poi il racconto della mano che gli sfioro’ la spalla episodio che avvenne alla Mecca e non credo che una ragazza romana abitasse alla Mecca o ci fosse andata per il pellegrinaggio.”

      Ma non abitava da nessuna parte. È una metafora!
      Poi, “fanciulla” è una parola mia. Ibn Arabi usa la parola “jarieh” (Dama).
      Sul fatto che Nizam e questa dama – che in realtà rappresenta al Hikma al-Isawieh – siano due persone [cose] diverse, lo dice lo stesso Ibn Arabi nel suo libro Dhakha’er al-‘Alaq.
      grazie e ciao

  6. jam scrive:

    completezza

  7. jam scrive:

    …ho capito chi é la fanciulla romana collegata alla nozione di mawaddah nel Corano.
    é una principessa cristiana la Principessa Narkès, madre del dodicesimo Imam Mohammed al’ Madhi e moglie dell’Imam Hassan al ‘Askari. Corbin ne parla nel quarto volume del suo En Islam Iranien. Narkez non so se figlia o nipote dell’imperatore bizantino doveva sposarsi con un suo cugino, ma il matrimonio fu interrotto nel bel mezzo della cerimonia da avvenimenti incomprensibili….

    adesso non ho tempo finiro’ poi..

    saluti

  8. Moi scrive:

    @ JAM

    Si potrà parlare di “plagi” quando salteranno fuori le macchine del tempo, quelle che hanno permesso a quegli innumerevoli (!) Autori “Pagani” _intesi nel senso spazio-temporale volutamente più ampio possibile !_ di andare a fare una capatina nel Califfato a scopiazzare da Ibn Arabi ; -)

    Sennò mica si spiegano i loro racconti di “Discese dei Vivi negli Aldilà” . Autori “Pagani” non solo mai entrati in contatto con l’Islam, ma perfino ad esso precedenti di oltre un millennio !

    E chi dissente da quanto sopra, dicendo che lo Spirito Umano può toccare certe vette anche senza (!) intercessione mono-divina è un Islamofobo, ma anche AntiSemita e AntiCristiano … però è altrettanto vero che prima (!) dell’ Islam un distinguo fra “Marocco” e “Marocconia” NON aveva alcun senso ! : -) Ad esempio la Sicilia, da “Marocco” che era … tornò a essere “Marocconia” ritornando almeno formalmente Cattolica : -). NON diversamente dall’ evocata “Adalusia”, appunto.

    Il Giochetto del “Derby Monoteista a Tre Dissimulato” si è capito già da mo’ ! ; -) : -) Il problema insorge tuttavia allorquando al suddetto “Giochetto” si vogliano attribuire, costi quel che costi, degli aggettivi possessivi :

    Scriveva Benedetto Croce che non possiamo _o almeno, oggi, “non abbiamo lungamente potuto”_ non dirci “Cristiani”, quindi Monoteisti Desertici, per quanto “Auto-Addomesticati” paganamente … con cattiva pace di Piergiorgio Odifreddi che ha tentato invano di confutarlo con dei giochetti di logica formale tutti suoi, robe da “Settimana Enigmistica” ! 🙂

    Ciononostante, per quanto il discorso sia Settecentesco, resta palese che in un clima e in habitat naturale più mite una Religione Desertica si “mitiga”, e, già che c’è, si “mitizza” pure … sì insomma, non più “Deus sive Natura” ma, “Natura sive Deus”.
    O no ? … Ma perché, no ?

    In ottica laica, ma senz’altro capirai … può esistere il reato di plagio per una frase del tipo “Ti amo” ? E chi sarebbe la “parte lesa” ?

    E se il senso di un’opera letteraria è “Amare Dio” … in caso di plagio non dovrebbe forse essere Dio la Parte Lesa del Reato ? Ma allora amarLo diventerebbe reato.

    @ MIRKHOND

    Altri motivi del fatto che il Capoluogo della Pangea Emersa ; -) non possa essere che Bologna sono da ricercarsi fatto che si trattava della città più grande e unica fra quelle importanti a non essere mai stata una Capitale.

    In termini culturali e identitarii, direi che Bologna e Ferrara sono realtà di filtro fra “LE RomagnE (!)” (che diventano “La Romagna” solo in termini di contrapposizione identitaria !) e i “Ducati Emiliani”. Bologna e Ferrara presentano difatti, almeno a livello dialettologico, caratteristiche fonetiche (ancor molto prima che lessicali) che le rendono entrambe non (!) assimilabili ad altre attuali ; -) provincie.

    Aggiungo, inoltre, che prima della nascita “lì vicino” : -) di Mussolini, nonché prima del Boom Turistico in Riviera … giammai (!) Forlì, Cesena e Rimini avrebbero potuto competere con Ravenna in qualità di potenziale Capoluogo della Romagna.

    PS

    Se ci pensi bene, tutto il “razzismo” anti Meridione, altro non è che un mai (!) riuscito tentativo di dimostrare a sé stessi e al Mondo di essere dei “NON-Levantini”, non solo sopra al Po, non solo sopra all’ Appennino … ma in fin dei conti anche sopra al Tevere, almeno sulla costa del Mar Tirreno. Nel NordEuropa potrebbero dire che un Leghista è un “Levantino Che Odia Sé Stesso”, almeno parafrasando Fiamma Nirenstein. Già sopra all’ Appennino si pensa (sottovoce, per carità !) che un Meridionale che odia “gli Islamici” è un “Levantino Che Odia Sé Stesso”, appunto.

    @ JAM + MIRKHOND

    In definitiva, forse, prendendo dialetticamente i messaggi a voi rivolti come tesi e antitesi, esistono come sintesi un’ unica “Levantinofobia” e un unico “Filolevantinismo” … è la differente confessione e professione di fede religiosa a creare l’illusione di un dualismo. Levantini più a Nord che odiano quelli più a Sud di loro, vedendo in essi ciò che temono che il Nord Europa veda di sé stessi …

    PS @ MIRKHOND
    Aggiungerei anche la tradizione di grande diplomazia papalina di Bologna stimolata e quindi migliorata costantemente dall’ avere dilà dall’ Appennino il Rivale Giurato del Papa: il Gran Duca di Toscana. Cosa che spiega anche le due correnti di pensiero anticlericale così diverse: l’ Emilia Romagna “tradizionalmente” sa distinguere un crocifisso da un ritratto del Papa di turno … La Toscana no !

    Come dimenticare quei nonni delle elementari che risolsero il “problema” crocifisso dicendo che se non era un problema per i Cattolici (!) il Compagno (!!) Cristo poteva restare ?

    E’ la differenza tra il risentimento inconfessabilmente melanconico tra chi si sente “Alieno a Casa Propria” per le Feste Comandate (vedi il Peppone Guareschiano) e l’ odio allo stato puro chi invece si organizza delle Antifeste Comandate sprezzanti al massimo.

  9. mirkhond scrive:

    “In definitiva, forse, prendendo dialetticamente i messaggi a voi rivolti come tesi e antitesi, esistono come sintesi un’ unica “Levantinofobia” e un unico “Filolevantinismo” … è la differente confessione e professione di fede religiosa a creare l’illusione di un dualismo. Levantini più a Nord che odiano quelli più a Sud di loro, vedendo in essi ciò che temono che il Nord Europa veda di sé stessi …”

    Moi, potresti spiegarti meglio?
    E fichissimo il tuo linguaggio surreale, ma a volte è proprio da cubisti 🙂 cercare di capire ciò che vuoi dire….
    Pensi a Pietrangelo Buttafuoco come “trait d’union” tra il mio pensiero e quello di Jam?
    O vuoi dire tutt’altro?
    Ti prego, sii più chiaro…. 😉
    ciao!

    • Moi scrive:

      In un certo senso, sì … il tuo AntiOccidentalismo però a un “difetto” 🙂 : oltre a una Pars Destruens presenta anche una Pars Costruens … e oggi come oggi si può “figheggiare” 🙂 soltanto con la prima. Per questo trovi meno solidarietà dello sperato.

      Buttafuoco è un filoislamico di Destra, un Djinn che scombussola degli schemi prestabiliti nel Gioco Italianissimo “Sx Vs Dx // Islamici Vs Vaticano // Alloctoni Vs Autoctoni” insomma 🙂 … E forse per i Musulmani sei un Djinn anche tu ! Per i FiloIslamici di Sx sei un Djinn di sicuro !

      Mai sentito quei discorsi del tipo: “A Napoli tutti a sperare che San Gennaro faccia sciogliere il sangue anzicché faccia sparire il rusco ! Poi all’ Estero dicono che siamo così anche Noi-Altri !” ?

  10. mirkhond scrive:

    Vediamo se ho capito…

    Napoli, vigilia di Natale di un anno di inizio del terzo millennio…
    Due ragazze all’ultima moda, passeggiano davanti alla stazione centrale.
    Fa freddo e pure il Vesuvio è imbiancato di neve
    Le due ragazze, una delle quali particolarmente avvenente, si stanno dirigendo verso il Rettifilo per fare gli ultimi costosissimi acquisti per Natale…
    Perché Natale nel Frangistan di oggi, e Napoli non è certo l’eccezione, tutt’altro, Natale dicevo, è innanzitutto una festa commerciale, fatta per spendere e spandere, per fare regali non sempre graditi e non sempre piacevoli anche per il portafoglio….
    Ma soprattutto Natale per due giovanissime rampanti e vestite in modo normale nel Frangistan di OGGI, ma aggressivo, leonesco e disinvolto, secondo criteri più religiosi e pure moralistici, se vogliamo pensare ad un termine così dispregiativo, Natale diventa un pre-carnevale, anzi parte del rito del CONTINUO CARNEVALE, che tocca hallowen, e in cui il vecchio carnevale tradizionale, è solo una piccola parte…
    Insomma la religione “cristiana”, ma in genere nel Frangistan di oggi non può essere concepito che come UNA CONTINUA CARNEVALATA….
    Ora le due ragazze viziate e alla moda, nel passeggiare per la piazza antistante alla stazione centrale, tra le panchine che guardano la statua di quello svergognato, simbolo della mitologia tricolorata unitarista, tra le panchine, su una di esse, le due ragazze scorgono un barbone, un mendicante
    Nu viecchio rottame umano, avvolto in una coperta, perché il freddo è freddo, pure a Napoli….
    Le ragazze notano che o’viecchio tene n’capa nu cuppolino nero…no che dico…un turbante nero, e int’e’ mane na specie e’ rosario, tipo quello che ormai solo qualche vecchietta sgrana ancora quando va in chiesa….
    Avvicinatesi meglio, le due ragazze, chissà come (non erano certo due pozzi di cultura, e a scuola collezionavano na’sfilza e’brutti voti, ma ievano da e’monache, e’famiglie pavavano, e co o’denaro si dice bello a chi è brutto, ma lassammo stare…)
    Le due ragazze dicevo, CAPISCONO che si trovano davanti ad un TALEBBANO, na specie orribile di essere umano, se chillo po’ esse definito n’ommo
    Na bestia, na fetenzia, a schifezza da schifezza cca ce possa sta su sto munno….
    O’talebbano però, si fa e’cazzi suoi, continuando a sgranocchiare o’rosario, e visibilmente tremolante per il gelo invernale di quella mattina della vigilia di Natale…
    Quella più bella, come in un incredibile moto di pietà verso un essere a cussì spregevole, capitato chissà quando e chissà come a Napoli, prende il borsellino e butta cinque monete da un euro ciascuna al vecchio.
    – Tiè talebbà! Vatt’a fà nu kebbabbe, ca cà fa freddo!
    – Grazie nennè! Era chillo ca vulevo…. – rispose il vecchio stentatamente
    Le ragazze osservarono meglio il vecchio talebbano.
    Mamma mia quant’era brutto! Quant’anni puteva tenè? 70? 80? 100 anni?
    Ce mancavano da chella vocca almeno 15-20 denti, e chelle gengive viola, gonfie, ca sembrava ca ce dovesse uscire il sangue da nu mumento all’atro….
    -Stammi buò talebbà! – disse la bella che gli aveva lanciato le 5 euro.
    Avrebbe voluto chiederli che c…che canchero che faciva lì a Napule, ma il pensiero degli acquisti e della solita, AVVINCENTE NOTTE DISCOTECARA a Licola dei famosi, era cchiù importante e’ nu viecchio pezziente, brutto e fanatico….
    – Che canchero ce fa chillo talebbano ccà?- disse l’altra ragazza, chella nu poco meno bella.
    – E che buò che ne sacc’, Cristì! Ca ce stanno tutt’e’cose, cose e’ pazze….pure a filiale e’Ben Ladènn….ca solo chella ce mancava…..
    – Chissà quante ne avrà accise…. -continuò Cristina
    – Chi?
    – Dicevo chissà quante femmene avrà ammazzato chillo talebbano e’mmerda….
    – Ma quando? Nel Paleolitico? Ma hai visto comm’è viecchio e cadente? Chillo a malapena se regge in piedi….
    – Me fa schifo o’stesso!
    – Si, Cristì, pur’a mme, chisti fanatici…che pure ad agosto co o’ caldo ca fa cà, ti tengono è femmene imburqate….ma mò nun penzammo a stì fetenzie che Andrea ci aspetta verso via Medina….

    Dopo qualche ora, le due ragazze con le borze piene e’ricali, tornavano davanti alla stazione centrale per ritirarsi.
    Aspettavano, o meglio stavano facendo aspettare, da un’ora e più i rispettivi fidanzati DEL MOMENTO.
    Ad un certo punto videro un crocchio, un capannello di gente davanti alle panchine di prima.
    Ambulanze, polizzia…
    Ma che canchero era succiesso?
    – Che è succiesso?- chiese la bella ad uno che stava lì a guardare.
    – Jatavenne signurì, ca nun è nu bello spettacolo pè du nennelle sciccose comm’a vuje…
    -Che c…è succiesso, brav’ommo?- ripetette la bella, che non era certo la quintessenza della prudenza, ne del contegno.
    L’uomo si fece da parte e le due ragazze videro, degli operatori del 118 prendere una persona e buttarla sulla barella.
    – Ca è robb’ di becchini, ca chist’è muorto!- disse uno dei barrellieri del 118.
    – Morto come?- Chiese il comandante dei carabinieri.
    – Morto come…di freddo…di fame…di stenti…no? E’ muorto comm’a nu pezziente…. – rispose il barrelliere, che era un medico.
    Le ragazze osservarono ancora una volta il vecchio talebbano morto.
    Aveva gli occhi aperti sbarrati per la disperazione e un braccio teso co’ na mano aperta e la bocca spalancata, da cui mancafano nu’ cuofano di denti….
    A terra c’erano le 5 euro che la bella gli aveva gettato qualche ora prima, cadutegli dall’altra mano.
    – Mè Cristì, jamm, và, che cà è na vera schifezza….
    Le ragazze si allontanarono verso l’area taxi, dove trovarono i loro fidanzati e partirono a tutta birra per prepararsi a festeggiare il Natale….
    A Napoli del talebbano morto, non ne parlò che la stampa in un piccolo trafiletto sull’ultima paginetta di cronaca locale, uscita due giorni dopo, e nessuno se ne ricordò più, seppure costituiva un ricordo un niente del genere….
    Era un Natale di un anno di inizio del terzo millennio a Napoli…..

  11. Pingback: LA FANCIULLA DI IBN ARABI di Mahmoud Jaran « Doctor Blue and Sister Robinia

  12. Mondo cane scrive:

    A Mahmoud Jaran:

    Grazie per l traduzione, ma sopratutto della spiegazione. Questo genere di cose, religiose intendo, sono un pò fuori dalla mia portata. Ma questo non mi impedisce di rimanere colpito dalla musica e dal suono melodioso delle voci con le quali vengono recitate queste “poesie”, e anche se non capisco una parola, alle volte mi pare di percepirne la profondità. Grazie ancora. Spero che presto il suo paese, al più presto, possa ritrovare la pace, e che gli stranieri violenti con la loro idea di khilāfa, da ottenere anche con un bagno di sangue, tornino da dove sono venuti.

    • Mahmoud Jaran scrive:

      per Mondo cane,

      grazie a Lei.
      Sono contento che sia riuscito a percepire la profnodità della canzone: mi fa tanto piacere.

      Credo che Lei si riferisca al “bagno di sangue” siriano, o al “gioco” geopolitico globale che sta rovinando la Siria … è lo stesso.
      Spero anch’io che finisca presto.

      Comunque, non sono siriano, ma giordano … ma è lo stesso 🙂

      grazie ancora

      • Mondo cane scrive:

        beh, grosso errore il mio. Era anche scritto 🙂 .

        Mi riferivo ad entrambi, grande “gioco” e sangue Siriano. Ma alla fine anche a quello delle migliaia di giovani desiderosi di uccidere e farsi uccidere, e che forse non si avvedono di essere usati. E qui si apre un’interrogativo, sono convinti di fare una guerra di liberazione, o vogliono convincere loro stessi di farla, per non ammettere di essere solo dei mercenari?
        Grazie di nuovo.

  13. Mahmoud Jaran scrive:

    per Ritvan,
    ho notato che quando si parla della Divina Commedia nel mondo islamico, in generale, e nel mondo arabo, in particolare, ci si riferisce quasi esclusivamente a due cose, a mio avviso, contraddittorie: a) Dante è debitore alla civiltà arabo-islamica; b) il poeta fiorentino è un gran ignorante dell’Islam, poiché i suoi versi offendono l’Islam e soprattutto la figura del Profeta.

    Il sentimento anti-dantesco non si limita solo a persone colte, a studiosi, ma persino a intellettuali di spicco del calibro del palestinese Edward Said, il quale in Orientalismo (1978) inserisce Alighieri in quella lunghissima lista omogeneizzante di “orientalisti” accanto a Karl Marx e Henry Kissinger!

    Dante (1265-1321), a differenza di Said (1935-2003), era più attento nel collocare le figure di cui trattava. I personaggi danteschi di religione islamica, infatti, non vengono trattati tutti allo stesso modo: Averroè ed Avicenna compaiono insieme ad altri grandi filosofi greci nel Limbo, per il loro contributo alla diffusione delle opere platoniche e aristoteliche.

    Persino Saladino, acerrimo nemico dei Crociati, è posto nel Limbo accanto ad eroi greci e latini.

    Per non parlare poi della scelta accurata di associare alla figura di Muhammad, quella di Alì Ben Abi Taleb. Perché non Abu Baker, primo uomo ad abbracciare l’Islam, primo muhajjer e soprattutto primo califfo? Perché non Omar, il secondo califfo? O Othman, il terzo califfo?

    Semplice. L’argomento lo dice chiaramente: la nona bolgia è dedicata ai dannati responsabili di seminare discordie e scandali. I moderni studiosi sulla disputa storica tra sunniti e sciiti possono proseguire questo ragionamento.

    So, Ritvan, che non ne conviene con la mia definizione de La Commedia come “capolavoro”, ma, con tutto il rispetto anche per Jam, La Commedia rimane un’espressione inedita del pensiero politico e filosofico umano europeo-mediterraneo nonché la sintesi della conoscenza medievale. Altro che plagio!

    È che quando la cultura diventa merce, in un’epoca in cui regnano false teorie, quali “scontro di civiltà tra occidente e islam”, ecc, si tende a ridicolizzare tutto. Qui, mi dispiace dirlo, non è solo colpa di quel che noi chiamiamo convenzionalmente “occidente”.

    • daouda scrive:

      Rimango sbalordito.I miei poveri complimenti.

    • Ritvan scrive:

      —–per Ritvan,
      ho notato che quando si parla della Divina Commedia nel mondo islamico, in generale, e nel mondo arabo, in particolare, Mahmoud Jaran—
      Non sono arabo, sono musulmano albanese, popolo in cui musulmani e cristiani sono vissuti sempre nel rispetto reciproco.

      —- ci si riferisce quasi esclusivamente a due cose, a mio avviso, contraddittorie: a) Dante è debitore alla civiltà arabo-islamica;—-
      Vero. Tutta l’Europa del tempo è in qualche modo “debitrice” alla cultura e alla splendida civiltà arabo-islamica. E lo dice uno – vedi sopra – che non è arabo.

      — b) il poeta fiorentino è un gran ignorante dell’Islam, .—
      Vero anche questo. E lo dicono fior di studiosi danteschi, cristiani ed europei, mica dei barbuti intabarrati del Pashtunistan, eh!:-). Ti copincollo un passo della mia risposta a Peucezio qui sopra:
      “Dante confonde Maometto con un eretico/scismatico cristiano e lo colloca nel girone dei seminatori di discordie, come un cataro o un pelagiano:-), noti “seminatori di discordie” nella cristianità. Maometto non ha seminato alcuna discordia fra i cristiani, anzi nel Corano c’è un versetto in cui Dio/Allah proibisce a Maometto di impicciarsi di scismi, discordie e simili fra le religioni altrui, quella cristiana compresa, naturalmente. Egli, all’opposto, ha UNITO le frammentate tribù arabe, trasformando gli arabi anche da pagani in adoratori del Dio Unico….dici che il buon Alighieri gli arabi li preferiva pagani, così per la maggior Gloria Di Dio?:-)”

      —-poiché i suoi versi offendono l’Islam e soprattutto la figura del Profeta.—
      Oh, beh, se tu non scorgi l’offesa allora forse dovresti cambiare oculista, non credi?:-)

      —-Il sentimento anti-dantesco non si limita solo a persone colte, a studiosi, ma persino a intellettuali di spicco del calibro del palestinese Edward Said, il quale in Orientalismo (1978) inserisce Alighieri in quella lunghissima lista omogeneizzante di “orientalisti” accanto a Karl Marx e Henry Kissinger!—
      Beh, Said mica è un Profeta, eh!:-)

      —–Dante (1265-1321), a differenza di Said (1935-2003), era più attento nel collocare le figure di cui trattava. I personaggi danteschi di religione islamica, infatti, non vengono trattati tutti allo stesso modo: Averroè ed Avicenna compaiono insieme ad altri grandi filosofi greci nel Limbo, per il loro contributo alla diffusione delle opere platoniche e aristoteliche.—-
      Ma com’era umaaaaaano lui! (lo conoscono Fantozzi dalle tue parti?:-) )

      —-Persino Saladino, acerrimo nemico dei Crociati, è posto nel Limbo accanto ad eroi greci e latini.—-
      Mah, magari per il semplice fatto notorio anche a Dante che furono i crociati ad andare a rompere le bal a Saladino a “casa sua” e non viceversa, non credi? Infatti, nel caso di Maometto&Ali ho parlato di “ignoranza” di Dante, non di malafede o scarsa onestà intellettuale.

      —-Per non parlare poi della scelta accurata—
      “Scelta accurata” der cazzo, se mi permetti il dotto francesismo:-)

      —- di associare alla figura di Muhammad, quella di Alì Ben Abi Taleb. Perché non Abu Baker, primo uomo ad abbracciare l’Islam, primo muhajjer e soprattutto primo califfo? Perché non Omar, il secondo califfo? O Othman, il terzo califfo?—-
      Mah, magari ne ignorava l’esistenza, che dici?:-)

      —-Semplice. L’argomento lo dice chiaramente: la nona bolgia è dedicata ai dannati responsabili di seminare discordie e scandali. I moderni studiosi sulla disputa storica tra sunniti e sciiti possono proseguire questo ragionamento.—
      “Ragionamento” der piffero, se mi ripassi il francesismo:-). Se Alì – in un’ottica sunnita – potrebbe essere accusato di “seminare discordia” col suo sciismo, che cavolo c’entra Maometto? Finche Maometto visse non ci fu alcuna “discordia” e Maometto non può essere ritenuto responsabile delle liti avvenute dopo la sua morte fra il sullodato Alì e Aisha.

      —-So, Ritvan, che non ne conviene con la mia definizione de La Commedia come “capolavoro”,—-
      Sai male, fratello. La Divina Commedia la ritengo un capolavoro. Però, nello stesso tempo, ritengo i summenzionati versi – un’infima particella di quel capolavoro – un “capolavoro d’ignoranza dell’islam”….o dici che nemmeno un’infima parte di un capolavoro si potrebbe criticare?!

      —-ma, con tutto il rispetto anche per Jam, La Commedia rimane un’espressione inedita del pensiero politico e filosofico umano europeo-mediterraneo nonché la sintesi della conoscenza medievale.—
      Bene, ma per quanto riguarda l’islam e Maometto quella “sintesi” fa leggermente:-) cagare: se ppo’ di’ o mi mandi al rogo, fratello?:-)

      —Altro che plagio!—
      Non ho detto questo, leggi meglio.

      —-È che quando la cultura diventa merce, in un’epoca in cui regnano false teorie, quali “scontro di civiltà tra occidente e islam”, ecc, si tende a ridicolizzare tutto. Qui, mi dispiace dirlo, non è solo colpa di quel che noi chiamiamo convenzionalmente “occidente”.—
      Fratello, per non essere accusato di alimentare il famigerato ““scontro di civiltà tra occidente e islam” non è indispensabile giustificare la castroneria dantesca di Maometto all’inferno, eh! Scusa, non avertene a male ma a me un comportamento simile puzza troppo di “sudditanza psicologica”.

      • Mahmoud Jaran scrive:

        – Non sono arabo, sono musulmano albanese, popolo in cui musulmani e cristiani sono vissuti sempre nel rispetto reciproco- Ritvan

        Mi fa piacere.

        —Altro che plagio!
        Non ho detto questo, leggi meglio-.

        Li si capiva che parlavo con Jam, la quale, infatti, mi ha gentilmente risposto.

        Per quanto riguarda il resto, vorrei precisare una cosa, con uno stile e un linguaggio decisamente meno divertenti dai tuoi.

        Quando ho commentato la settimana scorsa il post di Miguel sulla cantante Abeer Nehme, non ho scritto che questa cantante e’ uscita da un reality show libanese, e aveva il fidanzato …. No, ho preferito parlare di due cose: l’orchestra sinfonica nazionale siriana; e Maqam Kurd.

        Nell’articolo sopra, non ho parlato della vita di Ibn Arabi e non ho voluto nemmeno approfondire il lato filosofico del suo pensiero. Ho preferito, invece, tradurre e gettare luce sulle metafore insite nei versi. Ho evitato infatti l’uso di tre parole: “sufi”, “islam” e “religione”. Perche’?

        Perche’ quel che mi importa e’ il TESTO.

        L’autore, per dirla con R. Barthes, e’ morto! Figurati se mi interessa la sua provenienza. L’accusa di sudditanza psicologica rivoltami, caro Ritvan, non funziona: se La Commedia fosse stata scritta da un poeta cinese o senegalese, avrei detto la stessa cosa, cioe’ La Commedia, nella sua dimensione testuale (linguistica-retorica) rimane, per me, l’opera piu’ grandiosa di tutto il medioevo.
        Attenzione, pero’, come poeta, prefersico Petrarca, Hans Sachs e Bashar Ben Burd. Ognuno ha il suo gusto, per carita’.

        Concludo, dicendo che io non giudico mai lo scrittore per quello che scrive, ma per come lo scrive. Il nostro grande antico critico Jaheth disse a tal proposito: “I significati li troviamo tutti per la strada, l’eloquenza, ahime’, no”.

        Se fossi vegeteriano, non mi dovrei scandalizzare davanti al primo capitolo del Barone rampante di Calvino. E se fossi ebreo, non darei retta a Ben Gurion al punto di odiare Joyce.
        Ripeto: sto parlando di Letteratura, non di reality show o di religione. Parole come “islamofobo”, “antisemita”, “vegeteriano”, ecc, non appartengono alla Letteratura.

        Il metro per me e’ il testo, il resto e’ solo gossip.

        • Ritvan scrive:

          —”Altro che plagio!”. “Non ho detto questo, leggi meglio”
          Li si capiva che parlavo con Jam, la quale, infatti, mi ha gentilmente risposto. Mahmoud Jaran—
          Veramente stavi parlando con ME…e hai aggiunto – scripta manent – “con tutto il rispetto anche per Jam”…beh, nella sintassi del dolce idioma dantesco (toh, di nuovo Dante:-) ) se usi “anche” in questo contesto vuol dire che associ entrambi, me e jam, nell’accusa di “plagio”. Capito o te lo devo spiegare in arabo?:-)

          —-Per quanto riguarda il resto, vorrei precisare una cosa, con uno stile e un linguaggio decisamente meno divertenti dai tuoi.—-
          Non ti abbattere, fratello, essere divertenti qui non è un requisito indispensabile:-).

          —- L’accusa di sudditanza psicologica rivoltami, caro Ritvan, non funziona:—-
          E quando mai l’accusa funziona per l’avvocato difensore dell’imputato?:-)

          —-se La Commedia fosse stata scritta da un poeta cinese o senegalese, avrei detto la stessa cosa,—-
          Sì, e se Dante avesse avuto le ruote sarebbe stato un carretto:-)

          —- cioe’ La Commedia, nella sua dimensione testuale (linguistica-retorica) rimane, per me, l’opera piu’ grandiosa di tutto il medioevo.—-
          Come già detto, ridetto e stradetto, non mi riferivo all’intera opera, bensì solo al “trattamento” dell’islam in essa, a seguito del tuo appunto fatto al “mondo islamico” secondo cui “il poeta fiorentino è un gran ignorante dell’Islam, poiché i suoi versi offendono l’Islam e soprattutto la figura del Profeta”. Vai a rileggere, please…

          —-Attenzione, pero’, come poeta, prefersico Petrarca, Hans Sachs e Bashar Ben Burd. Ognuno ha il suo gusto, per carita’.—-
          E io come scrittore di quel periodo – siempre nell’ambito della questione su cui discutiamo – preferisco Boccaccio, per la precisione la terza novella della prima giornata del Decamerone, quella dei tre anelli:
          http://it.wikipedia.org/wiki/Melchisedech_giudeo
          da cui cito:
          “La morale del racconto è tutta racchiusa in queste poche righe: « E così vi dico, signor mio, delle tre leggi alli tre popoli date da Dio Padre, delle quali la quistion proponeste: ciascuno la sua eredità, la sua vera legge e i suoi comandamenti dirittamente si crede avere e fare; ma chi se l’abbia, come degli anelli, ancora ne pende la quistione. »

          —-Concludo, dicendo che io non giudico mai lo scrittore per quello che scrive, ma per come lo scrive. Il nostro grande antico critico Jaheth disse a tal proposito: “I significati li troviamo tutti per la strada, l’eloquenza, ahime’, no”. —-
          Io, invece, lo scrittore lo giudico per entrambe le cose….de gustibus….

          —-Se fossi vegeteriano, non mi dovrei scandalizzare davanti al primo capitolo del Barone rampante di Calvino. E se fossi ebreo, non darei retta a Ben Gurion al punto di odiare Joyce.—-
          Non ho detto di odiare Dante, leggi meglio. E per caso, dire che Joyce fosse antisemita ti sembra tanto deprecabile?

          —-Ripeto: sto parlando di Letteratura, non di reality show o di religione. Parole come “islamofobo”, “antisemita”, “vegeteriano”, ecc, non appartengono alla Letteratura.—-
          Sì, alla letteratura per bambini magari…:-)

          —-Il metro per me e’ il testo, il resto e’ solo gossip.—-
          Appunto, il Tuo Amato Testo di quei versi danteschi è altamente ISLAMOFOBO e offensivo verso il Profeta dell’Islam, nonché di un’ignoranza spaventosa. Pertanto, a me FA CAGARE, con buona pace tua e di tutti i Tuoi Amati Critici de ‘sto monno e pure dell’altro, se permetti.

  14. Mahmoud Jaran scrive:

    per Mondo cane,

    grazie a Lei.
    Sono contento che sia riuscito a percepire la profnodità della canzone: mi fa tanto piacere.

    Credo che Lei si riferisca al “bagno di sangue” siriano, o al “gioco” geopolitico globale che sta rovinando la Siria … è lo stesso.

    Spero anch’io che finisca presto.

    Comunque, non sono siriano, ma giordano … ma è lo stesso .. 🙂

    grazie ancora
    Mahmoud

  15. habsburgicus scrive:

    @Mahmoud Jaran
    La Commedia rimane un’espressione inedita del pensiero politico e filosofico umano europeo-mediterraneo nonché la sintesi della conoscenza medievale. Altro che plagio!

    condivido in toto quanto ha detto !
    fa molto piacere che ci siano anche intellettuali arabi e musulmani che apprezzino, come merita, il genio del grande Dante…e non credo che sia un caso che, nella fattispecie, Lei sia giordano, cioé cittadino di quella Monarchia hascemita sempre aperta al dialogo culturale, così diversa dalla più ricca petromarchia ai confini meridionali 😀
    distinti saluti…

  16. jam scrive:

    … ma io non ho detto che la Commedia sia un plagio, ho detto
    non so
    non so se si puo’ parlare di plagio,
    non so se si puo’ parlare di plagio nonostante le similitudini.
    in ogni caso é nel viaggio notturno che il Profeta Mohammed arrivo’ fino al nono cielo del paradiso. é nel viaggio notturno che sorvolo’ il purgatorio e l’inferno. L’esperienza al nono cielo è la stessa, Dante vive l’identica situazione del Profeta, ci sono studi che dimostrano la similitudine, e se uno studioso non notasse verrebbe meno al suo dovere di oggettività. perché allora Asino Palacios avanza queste tesi?
    penso inoltre che anche Ibn Arabi fosse europeo-mediterraneo, essendo nato a Murcia. certo la Commedia é la Commedia, ma non é nata dal nulla, é frutto delle caratterisica dantesche, ed una di queste caratteristiche é di appartenere ai “Fedeli d’Amore”
    gli sudi sono stati fatti, le similitudini notate, in rete c’é il materiale x approffondire
    saluti

  17. jam scrive:

    ..io non sono anti-dantesca, al contrario, penso che l’affresco nella chiesa di San Petronio, non rappresenti Mohammed, ma un Dante considerato eretico e obbligato all’esilio.. l’inferno di Mohammed é quello che Dante stà subendo durante la sua vita.. e credo anche che le similituni fra la Commedia ed il libro “Scale Mochometi”, siano volute x’ Dante era troppo intelligente da non pensare che i posteri avrebbero capito..e forse Dante voleva presubi bilmente che i posteri capissero…
    saluti

  18. jam scrive:

    @ Mahamoud Jaran
    ..si hai ragione le due Dame sono due persone divese, come poi ho spiegato nel mio sopra:
    “ho capito!”
    in un primo momento, ero stata completamente fuorviata dal titolo “fanciulla romana di ibn Arabi” x’ io da sempre sapevo che la “fanciulla” di ibn Arabi é Nizâm, poi mi sono ricordata della principessa Narkes ed é lei la “dama” che come dici rappresenta la Hikma al-Isawieh, cioé la cristianità;
    quindi Nizâm rappresenta la Sophia aeterna, bellezza-amore-conoscenza
    Narkez invece rappresenta la Hikma al-Isawieh che si unisce e sposa Hassan al-Askari, diventando cosi anche musulmana…
    saluti e chiedo scusa per l’equivoco!

  19. jam scrive:

    ….Ralph Austin
    in The Muhyddin Ibn Arabi society scrive
    Before proceeding to examine that manifestation of Love and Knowledge, it would, I think, be useful to hear once again the way in which our Shaykh relates his encounters with the sublime Nizam. Of his first meetings with her, the daughter of a Persian scholar of Isphahan. he says:
    Now this shaykh had a daughter, a lissome young girl who captivated the gaze of all those who saw her, whose mere presence was the ornament of our gatherings and startled all those who contemplated it to the point of stupefaction. Her name was Nizam (Harmonia) and her surname “Eye of the Sun and of Beauty”. Learned and pious, with an experience of spiritual and mystic life, she personified the venerable antiquity of the entire Holy Land and the candid youth of the great city faithful to the Prophet. Her glance, the grace of her conversation were such an enchantment… If not for the paltry souls who are over ready for scandal and predisposed to malice, I should comment here on the beauties of her body as well as her soul, which was a garden of generosity… And I took her as a model for the inspiration of the poems… although I was unable to express so much as a part of the emotion which my soul experienced and which the company of this young girl awakened in my heart, or of the generou love I felt..since she is the object of my quest and my hope, the Virgin most pure..Here Ibn ‘Arabi is describing his encounter with a very beautiful and spiritual young woman whose physical as well as her spiritual charms affected him greatly. Here we are in the presence of a wonderful human being of flesh and blood whose memory will torment him down through the years.
    However, at the Ka’abah in the sanctuary at Mecca, he has a very different sort of meeting with a transfigured and ethereal Nizam, who proves to be a stern initiatrix into the rigours of the divine mysteries. He says: One night I was performing the ritual circumambulations of the Ka’abah… suddenly a few lines of verse came to my mind. I recited them loudly enough to be heard… No sooner had I recited these verses than I felt on my shoulder the touch of a hand softer than silk. I turned around and found myself in the presence of a girl, a princess from among the daughter of the Greek. Never I had seen a woman more beautiful of face, softer of speech
    He goes on to describe how this presence upbraids and reproves him for his verses and reveals the defects of his approach. Thus he describes this woman as being of Iranian birth, living in Arabia in the Holy City of Mecca and also as being like a princess of the Greeks, showing herself at the Ka’abah, the very centre of Islam. The two different encounters and the place of their happening arc very significant for our purpose in considering the Lady Nizam as an image of Love and Knowledge, in that she partakcs of both the Iranian and Greek spirits while dwelling in an Arab land; the Iranian spirit of spiritual and mythical drama and divine sacrifice, the Greek spirit of intellect and philosophy coming together in Arabia, the home of Islam. Thus, the imagery of the Lady Nizam is one both of polarity and triplicity in unity….
    il Maestro sovrappone sempre strati alle persone:
    “Nizam partakes of boath the iranian and the greeks”..é una sua tattica per far si che il nostro cervello elabori e cerchi oltre le apparenze…

    aggiungo anche che il figlio della Cristiana Narkes é Mohammed al’Mahdi, cioé l’Imam nascosto colui che secondo gli sciiti duodecimani ritornerà alla fine dei tempi insieme a Gesù.
    Al Mahdi nacque a Samarra nel 689, quando a Bisanzio regnava Basileo I (867-886), Narkes era quindi la nipote di Michele III (842-867). l’Imam al-Askari mori’ avvelenato dal califfo abbaside al’Mu’Tamid nel 874, quando suo figlio aveva soli sei anni…
    saluti

  20. Ale scrive:

    Non ho molto tempo per partecipare al dibattito – maledettamente interessante, peraltro – ma mi sia concesso solo di testimoniare come, in occasione di un ormai lontano convegno di studi iranici a Ravenna, un certo numero di studiosi iraniani, magari devoti, magari venuti a parlare di sufismo, Rumi o Hafez, durante le pause sgattaiolavano verso la tomba di Dante per recitarvi una fatiha.

    • Ritvan scrive:

      —in occasione di un ormai lontano convegno di studi iranici a Ravenna, un certo numero di studiosi iraniani, magari devoti, magari venuti a parlare di sufismo, Rumi o Hafez, durante le pause sgattaiolavano verso la tomba di Dante per recitarvi una fatiha. Ale—

      Sei sicuro, fratello, che non gli recitassero, invece, una fatwa del buon Khomeini a proposito dei summenzionati versi danteschi su Maometto ed Alì?:-)

  21. onemuslim scrive:

    Ciao,

    vorrei ricordare che fior di sapienti hanno dichiarato Ibn ‘arabi Kafir, cioè: miscredente, sulla base dei suoi scritti. Quindi, quello ritenuto dai sufi “il più grande maestro”, è ritenuto dai sapienti dell’islem che hanno avuto modo di leggere i suoi scritti: un grande “zindiq” per via del suo dichiarato monismo e la sua mancanza di “rispetto” verso la parola di Dio e verso i vari messaggeri.

    giusto per conoscere i due lati della medaglia!

    • jam scrive:

      … il monismo di Ibn Arabi é soltanto apparente, lo Shaykh Akbar non é Spinoza!
      mentre Spinoza naturalizza Dio e l’assorbe nell’immanenza, Ibn Arabi parla della Trascendenza divina. Dio é dappertutto e non é in nessun luogo x’ non puo’ essere conosciuto nella sua realtà essenziale!
      di questo passo tutti i sapienti sono eretici!

      • onemuslim scrive:

        dovessi risponderti.. non finiremo più, .. e ci caccerà Miguel 🙂
        però, provo a riassumere due elementi di risposta insciallah:
        la tua risposta allude alla “metafora” (soltanto apparente), cosa che i sapienti vietano rigidamente nel campo del credo, infatti, esso è chiaramente esposto nel qur’an e nella sunna, e così deve rimanere: lontano dalla filosofia, dalla poesia, dall’arte,… i sufi, dichiarandosi “conoscitori” di dio, “illuminati”, “amanti”, … fanno un gran miscuglio, ci dicono: “quello nostro è sapere, ma usiamo le metafore! .. “, e non può essere così nell’islem!
        Dire che “Dio è dappertutto e non è in nessun luogo” è sbagliato per il musulmano in quanto ha usato “parametri” di cui Dio stessa non ha parlato nel Quren e nella sunna, quello del “luogo” ad esempio..
        comunque sia, i sapienti che hanno detto sia Kafir non sono pochi, e citano i suoi testi per dimostrare la sua eresia.
        rimane il fatto che i non musulmani, proprio perché non sono musulmani, “filosofano” sui suoi testi, inserendoli in contesti più “ampi”, paragonando, dando ragione o torto,.. arrivando persino a definizioni che non c’entrano niente con quelli usati dai musulmani (vedi la parola “eretico” nel mio commento, in quello tu e in quello di Guido qui sotto).

        • daouda scrive:

          Benvenuti nell’Islam eretico prossimo venturo! Continuate pure a leccargli le scarpe, mi riccomanno!

        • jam scrive:

          ..ah! l’esegesi!
          ah! l’ermeneutica!
          ah! l’ontologia!
          tre spine
          tre lacrime
          tre rose
          é Lui che si loda quando io
          imperfetta,
          detestatice delle gabbie umane
          decido di lodarLO…

          e il Grande Maestro scrive

          Al tuo cuore si rivela Colui che non ha mai cessato di risiedere
          nell’imperscrutabile mistero del Senza-inizio!
          Ma eri tu stesso il velo sul tuo occhio,
          benché questo fosse per la vitù stessa della tua similitudine divina.
          Allora al Cuore appare Colui che vede
          Colui che non ha mai cessato di chiamarlo verso di Lui!
          Ed é cosi che venne un Discorso, racchiudendo ogni Parola, e la Sua gloria fu manifesta
          attraverso l’inviato della Regione suprema!

          saluti

    • Tortuga scrive:

      Ibn’Arabi e Rumi sono i due nomi che si sentono di più come indicazioni per avvicinarsi alla conoscenza ed alla comprensione dell’Islam.
      Non sapevo che Ibn’Arabi fosse considerato kafir.
      E Rumi?

      • onemuslim scrive:

        per Rumi, non conosco nessun sapiente “antico” che abbia detto qualcosa di lui, al contrario di Ibn ‘Arabi dove dei sapienti vicinissimi al suo periodo hanno parlato di lui, o persino scritto “libri” sul suo kufr; i sapienti odierni sconsigliano la sua lettura di Rumi perché considerano il suo credo uguale a quello di Ibn ‘Arabi, visto che di monismo si tratta anche qua, a mio modesto avviso, Rumi non ha avuto le stesse critiche per due motivi:
        1- non scriveva in arabo ma in persiano, soprattutto il suo celebre libro: El methnewi.
        2- viveva in Turchia (lo dico a memoria, quindi perdona l’errore se sbaglio), quindi lontano da eventuali sapienti arabi che potevano criticarlo.

        viene spesso citato in occidente e anche accettato perché nella sua dottrina l’occidente riconosce una parte di sé,.. tra l’altro, secondo me.

  22. Guido scrive:

    Fino a non molto tempo fa il linguaggio religioso e la speculazione filosofica costituivano i limiti e la forma stessa in cui doveva svilupparsi ogni genere di comunicazione relativa a stati di coscienza non ordinari. E’ evidente che non poteva avvenire altrimenti: ognuno è immerso nel proprio linguaggio, sviluppa pensieri a partire da esso, e le stesse esperienze avvengono entro la forma permessa in virtù di quella grande malleabilità che costituisce lo specifico del genere umano rispetto alle altre specie viventi.

    L’idea che mi sono fatto, da agnostico quale sono ma sensibile e interessato a quanto viene spesso etichettato come “spirituale”, è che attraverso l’uso dell’immaginazione e della drammatizzazione di cui è capace, il mistico sfida i limiti della lingua per comunicare qualcosa che può solamente essere oggetto di esperienza diretta, esperienza in cui vengono meno tutte le dicotomie che puntellano e delimitano l’io, così come questo viene esperito nella comune fragile condizione umana.

    Il paradosso è nella stessa etimologia: il mistico è colui che è muto davanti all’ineffabile mistero. Ogni parola è inadeguata e la sfida è simile a quella del poeta che evoca ciò che vuole comunicare attraverso un esercizio di “torsione” del linguaggio corrente. Non è un caso che così facendo il mistico rischia continuamente di incappare nella rete dei dispositivi che regolano ciò che può essere detto e fatto. Il rogo, anche metaforico, attende l’eretico di turno, lo stesso che talvolta diverrà oggetto di devozione popolare.
    Ulteriore paradosso: la religione non può esistere senza la mistica, ma la mistica tende a tracimare dai bordi che i custodi della lettera religiosa indicano come invalicabili. La morale comune è costantemente minacciata.

    Non è curioso che le religioni stesse, almeno quelle monoteiste e il buddhismo, siano state fondate da eretici?

    • jam scrive:

      x Guido
      hai detto cose bellissime
      ciao

    • daouda scrive:

      Associare il mistico all’eretico è quanto di più erroneo possa esser fatto poiché sovverte le gerarchie e l’ordine a cui lo stesso mistico si rifiresce ed in cui , tramite cui, è giunto alla meta finale.
      Non perché si sviluppano tendenze faresaiche o sadduceiste, colui che vi si pone contro è un eretico…eretici sono quelli, non lui.

  23. Tortuga scrive:

    Buongiorno a tutti, anche se oggi è una brutta giornata per me: riunione condominiale.

    x Miguel

    “melodie islamo-slavoniche dei sufi bosniaci”

    Ho trovato questa definizione in un tuo scritto, ma non saprei cosa digitare in iutub per capire di che si tratta. Ne conosci qualcuna da farmi ascoltare?

  24. Guido scrive:

    Al di là delle rigidità ideologiche e religiose, sono esistiti ed esistono tuttora degli umani che hanno scelto di vivere a ridosso di quei limiti che cultori e guardiani delle varie ortodossie hanno sempre additato come invalicabili colonne d’Ercole:

    http://ita.anarchopedia.org/Leda_Rafanelli

    http://anarca-bolo.ch/a-rivista/363/79.htm

  25. izzaldin scrive:

    @Guido
    Non ricordo chi disse che “l’ eresia è l’unio momento creativo delle religioni”..
    Credo fosse qualche personaggio dell’Ottocento italiano, un periodo che fu calderone sulfureo di liberalismo materialista e di tentativi di catarsi religiosa.
    saluti,
    Izzaldin

  26. izzaldin scrive:

    errata corrige
    eresia unico momento creativo delle religioni

  27. Guido scrive:

    Qui entriamo nella fucina del pensiero che si libera dai lacci imposti (o auto-imposti) e crea nuove costellazioni di significati svincolate dalle strettoie dei risaputi significanti. E’ successo indubbiamente così per le prime comunità cristiane, così come era successo per le comunità buddhiste delle origini. Analogo processo è constatabile per i comunisti prima della seconda internazionale. E così via…
    Voglio dire: prima sorge una nuova esperienza, che magari utilizza e ricombina creativamente ciò che trova, a cominciare dal linguaggio in uso. Vengono dunque esperite nuove possibilità fino ad allora inesplorate.
    Poi subentra la necessità di spostare i paletti del pensabile e dell’esperibile e, dal senso di precarietà che deriva dall’aver osato troppo, nasce una nuova ortodossia che contiene e dà forma a ciò che fin lì si era presentato come informe ed aperto, vuoi per indubbie necessità strategiche, vuoi per attaccamento a privilegi e rendite di posizione.
    Sarebbe dunque interessante capovolgere l’assunto comune che vorrebbe che la religione preceda sempre l’eresia.

    Ho sempre più l’idea che le parole in uso siano estremamente limitate e limitanti per descrivere tutto ciò che vive. E sta a noi decidere se mutarle in ali o in gabbie.

  28. izzaldin scrive:

    su Dante e Islam:
    se non ricordo male, fu il suo vate Brunetto Latini a fare conoscere i testi islamici e la letteratura dei saggi musulmani all’Alighieri.
    Brunetto Latini, oltre a divertirsi coi membri altrui, passò parecchio tempo in Spagna dove probabilmente conobbe il “libro della scala”, un tour degli inferi fatto da Maometto,credo, che probabilmente lo ispirò.

    sull’eresia
    ogni religione, ogni scuola di pensiero si fonda sull’eresia, sul contrasto (anche sottilissimo) con altri dogmi ritenuti inviolabili. E qui ritorna il saggio dell’antropologa postato da Miguel qualche giorno fa: il narcisismo delle piccole differenze.
    A riguardo, la parola definitiva non l’ha detta nè un filosofo nè un prete nè un imamanè un professore: vi cito (per chi parla inglee) uno sketch del comico americano Emo Philips:

    Once I saw this guy on a bridge about to jump. I said, “Don’t do it!”

    He said, “Nobody loves me.”
    I said, “God loves you. Do you believe in God?”
    He said, “Yes.”
    I said, “Are you a Christian or a Jew?”
    He said, “A Christian.”
    I said, “Me, too! Protestant or Catholic?”
    He said, “Protestant.”
    I said, “Me, too! What franchise?”
    He said, “Baptist.”
    I said, “Me, too! Northern Baptist or Southern Baptist?”
    He said, “Northern Baptist.”
    I said, “Me, too! Northern Conservative Baptist or Northern Liberal Baptist?”
    He said, “Northern Conservative Baptist.”
    I said, “Me, too! Northern Conservative Baptist Great Lakes Region, or Northern Conservative Baptist Eastern Region?” He said, “Northern Conservative Baptist Great Lakes Region.”
    I said, “Me, too! Northern Conservative Baptist Great Lakes Region Council of 1879, or Northern Conservative Baptist Great Lakes Region Council of 1912?”
    He said, “Northern Conservative Baptist Great Lakes Region Council of 1912.”
    I said, “Die, heretic!” And I pushed him over.

    🙂
    saluti,
    Izzaldin

  29. Guido scrive:

    La gustosa barzelletta è molto più istruttiva di tanti trattati di sociologia e di politica.

    L’aspetto che continua a incuriosirmi delle varie tradizioni religiose è la grande differenza tra chi sperimenta stati di coscienza non-dualisti e chi si compiace ossessivamente di stilare codici su cosa sia giusto fare, su ciò che dio vuole per la nostra salvezza, sulle regole da seguire pedissequamente, sul ruolo dell’uomo, della donna, del figlio ecc. ecc. E tutto ciò con la pervadente ossessione per la “purezza”.
    Un vero incubo in cui i carcerieri sono paradossalmente e infelicemente rinchiusi come i prigionieri.

  30. Guido scrive:

    E dunque: un dio così ossessivo, possessivo, narcisista, irascibile, vendicativo, così intento a scrutare i miei più reconditi pensieri, a mettermi alla prova come farebbe un conduttore di mega reality messo in onda per il suo diletto, così sadico da creare istinti e pulsioni ma così attento a bacchettare ogni uscita dal seminato, ecc. ecc. un dio di questo genere, merita di essere creduto? e addirittura adorato?

    Intuisco che il dio di cui il mistico canta le lodi non è questo. Forse si tratta di farne l’esperienza, utilizzando quello che c’è. Dopodiché non rimane nulla, nemmeno il nome di dio.
    Ma le allegorie di cui narrano le favole di Lucifero, di Adamo ed Eva e del paradiso perduto, continuano ad ammonirci di rimanere al nostro posto e di non osare cibarci del frutto proibito dell’albero della conoscenza.

    • Tortuga scrive:

      – E dunque: un dio così ossessivo, possessivo, narcisista, irascibile, vendicativo, così intento a scrutare i miei più reconditi pensieri, a mettermi alla prova come farebbe un conduttore di mega reality messo in onda per il suo diletto, così sadico da creare istinti e pulsioni ma così attento a bacchettare ogni uscita dal seminato, ecc. ecc. un dio di questo genere, merita di essere creduto? e addirittura adorato? – Guido –

      E l’uomo fece dio a sua immagine e somiglianza 🙂
      Per mio personale conto quel dio lì è una roba da camicetta bianca cone le manichine incrociate allacciate sulla schiena 😉

  31. Tortuga scrive:

    x onemuslim

    Ibn’Arabi e Rumi, però, immagino che si definissero musulmani, e tuttavia sono considerati kafir, il che, non so esattamente cosa significhi e cosa comporti, dato che mi sembra di avere capito che non sia esattamente la stessa cosa di ciò che nel cattolicesimo è “eresia”, tuttavia le loro opere sono lette e le loro persone stimate (non dico in occidente ma nel loro contesto).

    In ogni caso dici che la causa del loro kufr è il monismo.
    Io non sono ancora riuscita a capire la cosa più semplice:
    cioè quale sia, in parole semplici, la visione di Allah dell’Islam (le possibilità con le quali la realtà ultima può venir concepita sono tante).

    Per ora l’unica cosa che mi è chiara è l’unicità.
    Però ho letto più volte della raccomandazione, quasi ossessiva, contro il cosidetto “associazionismo”.
    Per definizione se una cosa è “il Tutto” nulla può essere considerato esterno ad essa, altrimenti non si tratta più dell’insieme “Tutto”.
    Se considero il “tutto” è ovvio che non vi posso associare (porre accanto a pari merito) niente, perché per essere il “Tutto” nulla può esistere al di fuori di esso.
    Se esiste qualcosa che è al di fuori di questo Tutto, esso allora non può essere considerato perfetto e completo.
    Quindi io non comprendo questa preoccupazione per l’associazionismo.

    Purtroppo non ho trovato un esempio di associazionismo, quindi non sono neanche riuscita a capire cosa viene indicato come tale.

    • onemuslim scrive:

      vedo che l’islem che conosci tu è il monismo puro!
      la definizione che dai:
      “… se una cosa è “il Tutto” nulla può essere considerato esterno ad essa, altrimenti non si tratta più dell’insieme “Tutto”.”
      è perfetta sia per il monismo che per il sufismo di alcuni “maestri” sufi come Elhellaj, Rumi, Ibn ‘arabi, Ibn Seb’in, … ecc
      il problema sorge dalle “licenze poetiche” che attribuiscono “il Tutto” a Dio come nome-atributo, da lì parte la definizione che hai dato tu, ma Dio non si è chiamato “il Tutto” da nessuna parte nei due testi islamici; ora capiamo anche perché i nomi di Dio nell’islem sono rigidamente censiti ed è vietato (haram) inventarne uno nuovo.
      i sufi si difendono dall’accusa del monismo in diversi modi:
      – dicendo che il loro linguaggio è metaforico, non intendono il monismo ma intendono evidenziare l’importanza di Dio.
      – dividendo l’islam in due parti: la shari’ah (la legge, l’involucro) e la haqiqah (la verità, il succo), la prima è per il volgo, e la seconda è per gli eletti che possono arrivare a non tenere più conto della prima se si elevano abbastanza… a quel punto arrivano a far “parte del Tutto” ovvero, raggiungono il monismo. e dicono anche che il “volgo” non riesce a capire la haqiqah, per questo non deve essere divulgata, ma trasmessa solo agli iniziati.
      con questa chiave di lettura si capiscono molti scritti di noti sufi dove parlano di altre religioni … .
      ora arrivo alla tua domanda su come viene considerato Dio (Allah) nell’islem, e il significato dell’associazionismo.
      Allah è il nome proprio di colui che ha creato tutto l’universo e i suoi “abitanti”, è “dissociato” dalla sua creazione, “al di sopra” di essa, niente gli assomiglia, inimmaginabile, ad egli appartengono i più bei nomi e i più elevati attributi tra cui el qadìr (l’onnipotente), el ‘alìm (l’onnisciente), el hekìm (il molto saggio), Errahìm ( il misericordioso), è l’unico adorato vero. è in questa ultima frase che frequentemente accade l’associazionismo: nell’adorazione.
      l’adorazione ha molti aspetti che riguardano:
      1- il cuore: l’amore, la paura, il timore, la speranza, l’invocazione, …..
      2- le opere: i riti consequenziali del credo del cuore come l’inginocchiassi, il sacrificio degli animali, le offerte, …

      quindi, l’associazionismo più frequente è quello di dedicare uno o più di questi aspetti ad un’altra entità diversa dal creatore a cui spetta, e gli esempi in questo senso si sprecano: invocare i santi, temere i demoni, pregare i santi,… ecc

      • Tortuga scrive:

        – Allah è il nome proprio di colui che ha creato tutto l’universo e i suoi “abitanti”, è “dissociato” dalla sua creazione – onemuslim –

        Quindi è la posizione biblica, ovvero il creazionismo.
        Prima c’era solo Allah (senza inizio e senza fine), poi egli ha creato “dal nulla” – cioè senza utilizzare nulla di sé – qualcosa di completamente altro da sé, da cui è rigorosamente separato, per cui la cosa creata come ha avuto un inizio avrà una fine.

        Mentre nel monismo non c’è completa sperazione fra ciò che genera e ciò che è generato, in quanto il secondo è – in un certo senso – della stessa sostanza del primo.

        La sola differenza con la posizione biblica è che nulla gli somiglia (quindi non ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza come sarebbe scritto nella Bibbia).

        [quindi l’uomo non avrebbe una posizione di privilegio all’interno del creato rispetto alle altre cose create, ed allo stesso tempo Allah non va immaginato come persona nel senso che diamo a questa parola quando è rivolta alla persona umana, così come non potremmo dire che in qualche modo partecipi alla nostra sofferenza].

        A questo punto vi sono atti e sentimenti appropriati al vivere in questo mondo ed atti e sentimenti appropriati a rapportarsi con “ciò che” o “colui che” (se è inimmaginabile diventa difficile che le parole siano appropriate e non generino confusione con le cose di questo mondo) ha creato.

        Ho capito bene stavolta o sbaglio ancora qualcosa?

        • onemuslim scrive:

          Quando parlo di Islem, preferisco non fare paragoni con i testi delle altre religioni, perché non li conosco abbastanza, e i residui del copia-incolla possono rovinare tutto, preferisco quindi esporre l’islam lontano da eventuali ombre. in un secondo momento, si potrà parlare di confronto, ma non prima di fissare bene i contorni di ciascuna idea.

          l’Uomo ha sicuramente una posizione “privilegiata”, ma rimane a tutti gli effetti una “creatura” di Allah. il suo “privilegio” diventa la sua condanna se non accetta la sua verità come “creatura” di Dio, con tutte le conseguenze di questa verità: l’adorazione dell’Unico.

          per parlare di Allah, nell’islam viene usata la terza persona al maschile, il motivo di questa scelta è che Alla stesso ha parlato di se stesso in questo modo; quindi, anche noi parliamo di lui in questo modo, con il sempre presente credo che Egli sia inimmaginabile.
          gli atti e i sentimenti differenziati nascono dalla differenza stessa dell’ “s/oggetto” al quale sono “rivolti”.

          se tieni conto di questo, penso/spero che tu abbia capito bene. ti chiederei però di non “dedurre”.. perché è lì che spesso i residui del copia-incolla si nascondo!

        • Tortuga scrive:

          Non farò deduzioni. Per il momento mi accontento di aver più chiara la natura della preoccupazione per l’associazionismo.

        • Tortuga scrive:

          Grazie!

  32. Guido scrive:

    Hai perfettamente ragione, Tortuga. Come già ci aveva ammonito Nietzsche prendiamo dunque atto della morte del sig. dio e, allo stesso tempo, diventiamo consapevoli che è stato lo stesso dispositivo che ha prodotto il liberalismo e successivamente il totalitarismo cibernetico ad aver compiuto un tale delitto.

    « Dio è morto. Dio resta morto. E noi l’abbiamo ucciso. Come potremmo sentirci a posto, noi assassini di tutti gli assassini? Nulla esisteva di più sacro e grande in tutto il mondo, ed ora è sanguinante sotto le nostre ginocchia: chi ci ripulirà dal sangue? Che acqua useremo per lavarci? Che festività di perdono, che sacro gioco dovremo inventarci? Non è forse la grandezza di questa morte troppo grande per noi? Non dovremmo forse diventare divinità semplicemente per esserne degni? » (Nietzsche, La Gaia Scienza, Sezione 125)

    Partiamo da qui e cerchiamo di uscire dallo stato di orfani in cui ci getta questo decesso, mettendo in atto tutta la potenza creativa di cui siamo capaci.

    A questo punto direi di sdrammatizzare con la lettura di questa esilarante pagina tratta da un sito un po’ goliardico e sicuramente molto politically uncorrect (talvolta dà fastidio pure a me):

    http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Friedrich_Nietzsche

    • Tortuga scrive:

      Attenzione, io però non sostengo che ciò che alcuni chiamato dio (termine per me improprio), altri Brahman, altri Allah, altri in ogni caso realtà ultima, non abbia caratteristica di esistenza e sostanzialità.

      Sostengo solo che, a parte questo, tutto ciò che l’uomo ne pensa e ne dice, ovvero l’immagine che se ne fa è, appunto, a propria immagine e somiglianza o comunque frutto di una propria sega mentale, per dirla proprio così come è, anche se in modo poco elegante (ma da quanto Giacobbe ha scritto il libro si può dire).
      Nel contempo io non credo che tale realtà ultima abbia fabbricato il cosiddetto creato come altro da sé nè che l’uomo sia stato “creato ad immagine e somiglianza di dio”.

      L’l’immagine in quanto tale, per me, è già idolo.Se
      Se ne ho un’immagine mentale sono già idolatra.

      Io sarei una fans dei due comandamenti biblici
      non farti immagini, alcuna immagine (del Brahman) e penso che la sostanza di questa indicazione stia nel non farsi immagini mentali, che siano filosofiche, teologiche, ontologiche, ermeneutiche, esegetiche, o altro che ancora l’uomo possa in futuro inventarsi.
      Non farsi immagini significa anche non definirlo.
      Io non sopporto neppure quelli che dicono “dio è amore”.

      Il secondo comandamento di cui sono una fans è “non nominare il nome” e siccome quasi sempre è invano, mi sentirei piuttosto integralista e fondamentalista su questo aspetto, se non chè, per via del fatto stesso che tutti ne parlano si finisce per essere costretti a farlo.
      Anche sul non nominare il nome, ci sarebbe da dire qualcosa di più, che non significa “non bestemmiare”.

      Quindi il “dio che è morto e/o che dovrebbe morire” è tutta la serie di immagini idolatriche (idee) che ne abbiamo e che secondo me regolarmente ostacolano il rapporto diretto e la corretta relazione con la realtà delle cose così come sono, che è il solo che ci può condurre a scoprire anche la realtà ultima che soggiace o è oltre quella convenzionale che possiamo esperire direttamente qui ed ora.

      In pratica in molte culture e civiltà si sono sviluppati diversi modi di vedere il Brahman e il suo rapporto con la realtà fenomenica che noi esperiamo. Nessuno di essi ci è di alcuna utilità.

      Noi non possiamo avvicinare intellettualmente questa realtà, non possiamo definirla e dirne nulla, non possiamo trarre conclusione alcuna. Ne consegue che nessuno di noi può insegnare dio ad un altro.

  33. mirkhond scrive:

    Nietzsche, non mi sembra però che conducesse una gioiosa, felice e splendida esistenza, dopo aver deciso che Dio era morto, per credersi lui dio…..
    L’infelicità c’è tra i credenti, ma anche tra i NON credenti in Dio…
    Il vuoto Guido, abbiamo visto tante volte nella storia contemporanea da quali surrogati creativi è stato riempito…
    Non mi sembra che siano stati fruttuosi….
    L’uomo NON è Dio…..

  34. Guido scrive:

    Veramente Nietzsche non fa che prendere atto della morte di dio, la qual cosa non costituisce affatto garanzia per un futuro gioioso. Anzi, direi che nuovi e più pericolose divinità si sono affacciate alla ribalta in tempi più o meno recenti (l’Economia, la Tecnica, il Progresso ecc. ecc.).

    Il problema è appunto l’urgenza che abbiamo di riempire quel vuoto, per continuare a protrarre all’infinito quello stato di minorità e di sottomissione a cui siamo stati abituati da millenni di astrazione simbolica. La crisi d’astinenza fa brutti scherzi e può sicuramente portare a morte o a follia (come nel caso di Nietzsche), ma eviterei di fare considerazioni moralistiche, visto che di follia sono stati tacciati anche santi, profeti e mistici.

    Insomma, né teocentrismo né antropocentrismo. Accettare la presenza del caos e dell’informe come sfida e come fattore di vita e imparare a surfare su grandi onde.

    • Francesco scrive:

      il nichilismo giustamente denunciato da Benedetto 16?

      peccato che sia la foglia di fico e la legittimazione del dominio di alcuni uomini sugli altri

      mi terrei Dio, svp

    • Z. scrive:

      …e se uno al surf preferisce pingpong e tressette?

      Z.

      • Francesco scrive:

        fà lo stesso, alla fine il nulla emerge sempre dietro le sue maschere

        se Dio non c’è, anche vincere il derby non ha lo stesso sapore

        ciao

        • Z. scrive:

          Diciamo che sul tuo punto di vista non avevo particolari dubbi…

          per questo la domanda era rivolta a Guido 😀

          Z.

          PS: Mi sa che non pratichi né il pingpong né il tresette, altrimenti sapresti che entrambi i giochi hanno, come dire, un forte legame con la Divinità e con le Persone venerate nella ex religione di stato…

        • Francesco scrive:

          a tennistavolo me la cavo, col tresette ahimè sono molto indietro

          proviamo scopone scientifico?

          🙂

          chiedo scusa per aver risposto al posto di Guido

        • Z. scrive:

          Vada per lo scopone, ma ce ne servono altri due.

          Nel frattempo, potremmo farci ridere dietro entrambi giocando male a pingpong 😀

          Z.

  35. mirkhond scrive:

    E dal caos che ne deriva?
    Non credo al caos o al caso come direbbe il buon Piero Angela, come fonte della vita….
    Al massimo, di un fastidiosissimo ingorgo stradale tra parolacce e clacson, condite da autoradio a tutto volume….
    Poi, ognuno è contento di ciò che lo appaga….
    ciao!

  36. mirkhond scrive:

    “Accettare la presenza del caos e dell’informe come sfida e come fattore di vita e imparare a surfare su grandi onde.”

    Come disse Angela Corsi al buon Artemio ne Il ragazzo di campagna:

    “correre, correre, CORRERE, il segreto è quello. MAI FARMARSI, perché se ti fermi, COMINCI A PENSARE che COSA NE HO FATTO della MIA VITA?”

    Il tutto mentre sfrecciava veloce con la sua diane, tra le strade della Milano ruggente del terziario avanzato di quasi 30 anni fa….
    ciao!

  37. Guido scrive:

    Infatti non amo il caos, ma prendo atto della sua esistenza.
    Io preferisco così, senza illudermi su divinità protettrici o amici immaginari che dir si voglia. Non vedo alcun “senso” che non sia quello che desidero costruire.
    Per non cadere nella trappola deprimente e suicida del girare a vuoto in questa corsa di topi a cui somiglia sempre più la sopravvivenza metropolitana, basta l’esperienza di pochi momenti di intensità differente, di “qualità” di vita, di possibilità altre .

    Comunque, simpatica la citazione dal film con Pozzetto.

    • Francesco scrive:

      >> Non vedo alcun “senso” che non sia quello che desidero costruire.

      ma questa pretesa non ha alcun senso!

      un senso è tale perchè NON è costruito da me a mio piacimento ma perchè è OGGETTIVAMENTE vero

      sennò è solo una panzana, e di quella roba lì ne abbiamo tantissima esperienza anche noi “antichi”

      ciao

  38. mirkhond scrive:

    “Pertanto, a me FA CAGARE, con buona pace tua e di tutti i Tuoi Amati Critici de ‘sto monno e pure dell’altro, se permetti.”

    🙂 🙂 🙂 🙂 🙂

    Anche a me Dante non sta molto simpatico, e per il moralismo lezioso nel decidere lui chi sta in Paradiso, chi in Purgatorio e chi all’Inferno, manco se fosse il Padeterno, e per l’uso che si è fatto delle sue opere da parte dei nazionalrisorgimentalistiveteroe neoirredentisti “italiani”, per dar fondamento ad un’INESISTENTE unico popolo italiano, schiaffandoci pure i Ladini……
    ciao!

    • Ritvan scrive:

      —-“Pertanto, a me FA CAGARE, con buona pace tua e di tutti i Tuoi Amati Critici de ‘sto monno e pure dell’altro, se permetti.”
      🙂 🙂 🙂 mirkhond—
      Mi fa piacere che anche tu, come fratello Jaran, mi trovi divertente:-)….però, sempre perché fratello Jaran non mi azzanni sul collo:-), forse sarebbe meglio citare anche la mia frase precedente, da cui si evince – senza lasciar spazio al buon Jaran di giocare sull’equivoco – che il mio FA CAGARE non era rivolto al buon Alighieri, né all’insieme della sua opera, bensì soltanto a “….il Tuo Amato Testo di quei versi danteschi è altamente ISLAMOFOBO e offensivo verso il Profeta dell’Islam, nonché di un’ignoranza spaventosa.”. Capito Jaran?:-)

      —-Anche a me Dante non sta molto simpatico,—-
      Ma non è questione di simpatia o antipatia, mica ci dobbiamo giocare a briscola insieme, cribbio!:-). Come ho già detto, ridetto e stradetto considero Dante un grande scrittore, la Divina Commedia un capolavoro letterario, solo che resto allibito quando uno che – se non ho capito male – è musulmano mi azzanna sul collo:-) quando critico la rappresentazione dell’islam e di Maometto nel papiro dantesco. Capisco bene Francesco ‘O Kattoliko e Peucezio ‘O Tradizionalista Nazionale, entrambi coerenti col “cicero pro domo sua”:-), ma Jaran mi rimane un mistero…..

      — e per il moralismo lezioso nel decidere lui chi sta in Paradiso, chi in Purgatorio e chi all’Inferno, manco se fosse il Padeterno,—
      Beh, non essere tanto severo, dai. Visto che l’opera l’ha scritta lui ed elenchi “ufficiali” dei residenti nell’aldilà in carta da bollo del Padreterno:-) non erano disponibili, non gli restava che attribuire lui i posti….mica poteva fare un sondaggio:-), cribbio, a quel tempo non erano ancora stati inventati….

      —- e per l’uso che si è fatto delle sue opere da parte dei nazionalrisorgimentalistiveteroe neoirredentisti “italiani”, per dar fondamento ad un’INESISTENTE unico popolo italiano, schiaffandoci pure i Ladini……—
      Soprattutto per questo, credo, conoscendoti:-). Però, mi sa che stai usando il “contrappasso”:-) dei denigratori di Maometto, visto che il buon Dante – magari mi sbaglio – non credo avrebbe approvato gli scempi dei piemontesi.
      Ciao

      P.S. E non stare a correggere piccoli refusi, si capisce benissimo lo stesso:-)

      • Mahmoud Jaran scrive:

        – Capito Jaran? – Ritvan

        ecco, ora mi sei molto più simpatico: mi ricordi i miei carissimi amici serbi che mi chiamano “Jaran” e questo mi fa tanto piacere:)

        Ho capito, sì. Figurati se non capisco: la lotta anti-dantesca qui dove vivo e lavoro è diventata ormai una realtà quotidiana. Sai, una delle primissime traduzioni arabe dell’Inferno dantesco è stata offerta da uno studioso giordano (nel 1939), il quale scelse, però, di saltare i passi concernenti il Profeta Muhammad (la parola “Maometto” non mi piace tanto) e Alì.

        La scelta, a mio avviso, fu sbagliata.

        So, poi, che la Commedia stessa non ti fa cagare. Infatti, hai scritto: “per quanto riguarda l’islam e Maometto quella “sintesi” [cioè, la Commedia] fa leggermente:-) cagare”.

        Il problema, secondo me, è qui: dover sempre etichettare la Letteratura con termini quali “islamofobia”, “anti-occidentale”, ecc.

        Così ad un “musulmano” fa cagare questo passo dantesco o quella ottava tassesca; ad un “ebreo” fa cagare Il mercante di Venezia; ad un cristiano copto fa cagare ‘Azazil di Yusuf Zaidan; ad un “comunista” fa cagare Il dottor Zivago; e così via.

        Pure la letteratura deve rispettare il politically correct? ma dai!

        hai poi scritto: “se ppo’ di’ o mi mandi al rogo, fratello?”

        Ma nooo. t’ho detto pure che mi sei simpatico. Continua pure a chiamarmi Jaran.

        ciao

        • Ritvan scrive:

          —ecco, ora mi sei molto più simpatico: mi ricordi i miei carissimi amici serbi che mi chiamano “Jaran” e questo mi fa tanto piacere:) MJ—
          Beh, se il tuo cognome è “Jaran” non credo che uno diventi più o meno simpatico chiamandoti “Jaran”, eh! Comunque, fratello, se preferisci che ti chiami “Mahmoud” – se non altro per differenziarmi dai tuoi carissimi amici serbi – non hai che da chiedermelo.

          —-Ho capito, sì. Figurati se non capisco: la lotta anti-dantesca qui dove vivo e lavoro è diventata ormai una realtà quotidiana. Sai, una delle primissime traduzioni arabe dell’Inferno dantesco è stata offerta da uno studioso giordano (nel 1939), il quale scelse, però, di saltare i passi concernenti il Profeta Muhammad e Alì. La scelta, a mio avviso, fu sbagliata. —
          Io, invece, penso che abbia fatto bene. Diciamo pure che fu un’edizione “ad usum delphini” in salsa araba:-)

          —-(la parola “Maometto” non mi piace tanto)—-
          E neanche alla sorella jam, per quanto ricordi (l’argomento è stato già trattato qui in passato). A me non crea alcun problema, poiché è solo la versione “italianizzata” del nome arabo Mohammad. I turchi p.es. chiamano il Profeta “Mehmet” e nessuno credo si sia mai lamentato.

          —-So, poi, che la Commedia stessa non ti fa cagare. Infatti, hai scritto: “per quanto riguarda l’islam e Maometto quella “sintesi” [cioè, la Commedia] fa leggermente:-) cagare”.—
          Appunto. Però, ho voluto pararmi il posteriore:-) da un tuo eventuale fraintendimento.

          —-Il problema, secondo me, è qui: dover sempre etichettare la Letteratura con termini quali “islamofobia”, “anti-occidentale”, ecc. —
          Beh, se lo è perché non scriverlo sull’ “etichetta”?

          —-Così ad un “musulmano” fa cagare questo passo dantesco o quella ottava tassesca;—
          Sì. E perché non dovrebbe dirlo?!

          — ad un “ebreo” fa cagare Il mercante di Venezia;—
          Idem come sopra.

          —- ad un cristiano copto fa cagare ‘Azazil di Yusuf Zaidan;—
          Ariidem come sopra.(a “cristiano copto” son saltate inavvertitamente le virgolette o la cosa è voluta?:-) )

          — ad un “comunista” fa cagare Il dottor Zivago; e così via.—
          Aririidem come sopra.

          —-Pure la letteratura deve rispettare il politically correct? ma dai!—-
          No, solo che – come già detto, ridetto e stradetto sopra – non vedo la ragione per cui vietare al musulmano, ebreo, cristiano copto, comunista o sarkazzo d’altri di esprimere la propria opinione sul contenuto di un’opera letteraria/artistica. Questa sì che sarebbe un’operazione da “political correctness”, pratica da te, pare, tanto aborrita:-)

          Ciao

    • habsburgicus scrive:

      schiaffandoci pure i Ladini

      mah, la questione dei ladini è controversa…
      il grande glottologo Graziadio Isaia Ascoli (1829-1907), ebreo goriziano, liberal-risorgimentista acceso (“patriota” si diceva allora) che divenne anche, se non sbaglio, senatore del Regno nella Terza Italia, ma al contempo studioso serio e dotto, dedicò l’intero 1° volume del suo Archivio Glottologico Italiano (che ho letto in ‘sti giorni :D) ai “Saggi ladini”; fu in un certo senso Ascoli a creare gli studi ladini, dividendo le parlate ladine (che Gartner nel 1883 chiamò “lingua reto-romanza” riprendendo autori precedenti), in tre gruppi
      1, ladino occidentale, cioè quello dei Grigioni (oggi lo chiameremmo romancio) distinse fra sopraselva (con due dialetti letterari, uno cattolico e l’altro calvinista); sottoselva (con 7 aree: Plaun, Muntogna, Tumliasca, Schoms, Sut-sées, Sur-sées, Filisor e Bravugn) ed Engadina (con distinzione fra alto-engadino e basso-engadino), senza tracurare la Valle del Monastero (Münstertal)
      2, ladino centrale, cioè quello del Tirolo meridionale incluso il Trentino (asburgico) e dell’Alto Bellunese (regnicolo) noi oggi lo chiameremmo ladino dolomitico o ladino senza aggettivi
      3, ladino orientale, cioè il friulano (anche il tergestino come Ascoli denominò l’antico dialetto di Trieste poi rimpiazzato dall’attuale di tipo veneto e il muggese, che stava per estinguersi ai suoi tempi, erano da lui considerati di tipo friulano cioè ladino)
      Orbene Ascoli distingue in modo netto il ladino dall’italiano (anche dai cosiddetti dialetti gallo-italici di cui sottolinea, non certo il primo, le specificità; fu però tra i primi ad includervi il ligure, ma non il veneto che, a quelli della Liga Veneta verrà un colpo :D, è più vicino all’italiano, per quanto non possa del tutto essere incluso nei dialetti dell’Italia peninsulare; per Ascoli, gallo-italici sono solo piemontese, lombardo, emiliano che ovviamente comprende il romagnolo e il ligure; il sardo starebbe all’italiano peninsulare come i dialetti gallo-italiani cioè sarebbe divergente, seppur non in modo da essere assegnato ad altro sistema linguistico; il corso invece sarebbe un dialetto italiano) ma il fatto stesso di includerlo in una raccolta di tal nome, dimostra che, mgari inconsciamente, non lo riteneva del tutto indipendente (il friulano, da molti meno eruditi di lui era comunemente considerato un dialetto italiano; orbene, dal momento che Ascoli dimostra scientificamente che il friulano è connesso al ladino dolomitico ed ai dialetti romanci, ne seguirebbe, per amore di logica, che il ladino e il romanzo siano varianti, per quanto eccentriche, dell’italiano :D)
      dunque quella del ladino è una questione spinosa, risolta in ultima analisti (a nostro sfavore, con l’eccezione del Friuli) dalla storia

      P.S: mentre l’istriano è veneto, Ive nel 1900 scrisse un libro sul dialetto ladino-veneto di Rovigno, Dignano, Gallesano, Fasano, Valle, Sissano (lui dice pure Parenzo e Pola, ma abbonda :D); già Ascoli aveva notato le forti influenze ladine qui (e anche altrove, ad esempio nella Lombardia prealpina);
      dunque è probabile che l’istriota (istriano antico, che sopravviveva a Rignano) fosse: a. una variante del friulano; b. una quarta distinzione del ladino, molto affine al friulano
      a Veglia (ora barbaramente Krk) il dialetto della città era veneto, ma quello antico o veglioto (estinto il 10/6/1898 con la morte di tal Tuòne Udàina, Antonio Udina..ne parla “Il Dalmatico” e l’ “Archivio” del solito Ascoli) era un dialetto di un’altra, gloriosissima, lingua neo-latina, il dalmatico (la cui variante ragusea si estinse nel XV secolo), studiato da Bartoli; il dalmatico (e quindi il veglioto) era evidentemente distinto sia dal ladino (friulano) che dal romeno…e chiaramente, ancor più dall’italiano, cui invece appartenevano le parlate, venete, di Sebenico, Traù, Spalato, Zara, assediate dallo slavismo
      nella Val d’Arsa nell’ Istria orientale, ad esempio Susgnevizza (Susnjevica), Brdo ecc. (in zone abitate da Slavi) vi era poi ancora un’altra lingua neo-latina, la quarta dell’area (le altre tre erano: istriano veneto cioè un dialetto dell’italiano; istriota di Rignano; veglioto cioè dalmatico), l’istro-romeno, la quarta variante della lingua romena (le altre soo, come è noto: 1. Daco-romeno; 2. Macedo-romeno o aromuno; 3. megleno-romeno, a nord di Salonicco, sono musulmani); secondo Ovidiu Densusianu l’istro-romeno sarebbe molto vicino al dialetto del Banato e della Transilvania occidentale del daco-romeno e dunque gli istro-romeni sarebbero daco-romeni migrati forse nel XIV secolo; a questa conclusione giungeva già nel 1880 il dotto slavista Miklosich; degli istro-romeni parla l’ “Archivio” di aascoli ma soprattutto l’ “Archeografo Triestino” del 1900 (secondo Densusianu pure i megleno-romeni sarebbero daco-romeni migrati nei Balcani)…
      bei tempi, quelli, quando nella pax asburgica, vivevano tutti insieme senza troppi problemi, italiani, slavi e quantaltri e si potevano anche fare studi (spasoso è il racconto sull’ “Archivio” di nintervista di un linguisti con alcuni vegliardi, gli unici a sapere parlare il muglesan..alcuni fecero anche a botte per essere convocati :D)….
      tutto ciò finirà per sempre nel 1945 al grido sinistro “smrt fašismu, svoboda narodu !” (morte al fascismo, libertà per il popolo 1), preludio ai massacri (già avvenuti nel 1943 doppo l’8 settembre) e alla fine non solo degli italiani (con poche eccezioni), ma anche dei pochi istro-romeni ancora non del tutto slavizzati
      ciao !

      • habsburgicus scrive:

        vabbé, c’é qualche errore ortografico, ho scritto di fretta 😀
        però il pensiero é chiaro, credo 😀

        P.S: solo una-due volta ho trovato un blog che lasciava modificare i commenti…peccato che ciò sia così raro !
        é lungi da essere una critica all’ottimo Miguel, ci mancherebbe 😀 (anche perché tali problemi ci sono, a mia conoscenza, nel 99 % dei blogs), é solo una constatazione

        • Tortuga scrive:

          😉 Si capisce benissimo lo stesso. WordPress come blog non contempla una opzione di modifica commenti: non dipende da Miguel. Di solito la possono prevedere solo alcuni forum.

  39. mirkhond scrive:

    errata corrige: un INESISTENTE

  40. mirkhond scrive:

    errata corrige bis: Padreterno

  41. Tortuga scrive:

    x Ritvan

    – però lo ritengo lo stesso sbagliato e da ignorante dell’Islam –

    Stavo scrivendo a onemuslim sul suo blog che, quando si parla di Islam, si finisce per parlare, immancabilmente delle solite 4 cose: tralasciando del tutto la neonata islamofobia, la quarta aggiunta oggi sono le vignette, poi i più tradizionali maiale, hijab/niqab/burka, e Dante.
    Dicevo, anzi, scrivevo: si finisce per parlare sempre nei soliti modi e delle solite cose, e sono argomenti di cui presto mi stanco ed a mio avviso non comunicano nulla di Islam a chi non lo conosce

    Dante era ignorante di Islam ed ha offeso il Profeta. Ok, mi sta benissimo, sia che fosse ignorante di Islam, sia che (sia vero che) abbia offeso il Profeta.
    I musulmani invece sono sapienti di tutto?! Non credo. Personalmente non credo neppure che sapere tutto di tutto sia un valore in assoluto.

    Quello che mi interessa sottolineare è lo spirito di continua “lamentazione” dal un lato, e dall’altro questo costante intrattenersi nel parlare negativo o degli aspetti negativi della relazione Islam/restodelmondo.

    Ci si lamenta che Dante fosse ignorante di Islam, ma tutto quello che imparerebbe qualcuno leggendo qui oggi è che “i musulmani si lamentano” (che Dante ha offeso il Profeta ed era ignorante di Islam), nessuno sta imparando qualcosa di Islam leggendo questa diatriba su Dante, quindi in fondo cosa c’è di strano che Dante sia stato ignorante di Islam(!?).

    Poi vorrei ricordare che ha ragione Mahmoud Jaran ad apprezzare la Divina Commedia come opera letteraria, sopratutto in quanto letterato, ma io – per esempio – l’aborro al punto di aver in ogni modo cercato di evitarne accuratamente lo studio. Sono riuscita a prendere una maturità classica avendo sostenuto un numero di interrogazioni su Dante tale da dovermi ricordare al massimo un totale di una decina di canti come riassunti dal bignami, studiati il giorno prima per il giorno dopo.
    Centinaia di migliaia di persone che hanno fatto altri studi, magari lo scientifico (dove pure si dovrebbe studiare tanto quanto gli studenti facciano di tutto per evitarla come ho fatto io) il tecnico industriale, l’istituto di ragioneria, le avranno dedicato ancor meno tempo, altrettanto e più felici di dimenticarsene completamente un attimo dopo. E nessuno di noi era tanto privo di spirito critico da assorbire il messaggio insito nel venire a conoscenza che Dante avesse offerto al Profeta un girone di scarso riguardo.
    Personalmente, non so se avrei letto più volentieri l’intero Zibaldone o l’Aminta del Tasso (che dal punto di vista della lingua italiana si dice essere testo di estremo maggior valore) o qualche altra delle tante opere letterarie nonché teatrali, perché no, che avrei potuto trovare più interessanti per i miei gusti e forse non soltanto miei. Il fatto che sia scelto come testo di studio insieme ai promessi sposi, all’iliade e all’odissea, non ne fa un testo sacro, solo un testo “di regime”, ma non significa che il lavaggio del cervello auspicato sia andato a buon fine, anzi. Come cristiana quanto lo posso essere stata a suo tempo lo reputo addirittura un testo eretico, dal momento che nessun uomo si può permettere di mettersi al posto di dio e decidere chi debba andare all’inferno o in paradiso.

    Ma tornando a monte registro questo aspetto del parlare in negativo – del rovescio della medaglia – delle cose in generale, compresa la storia, e mai in positivo.

    Anche lo sguardo che spesso di posa sulla storia non evidenzia mai i processi positivi di superamento dei conflitti, di ciò che si è cercato di fare per il bene, di cosa ha portato a soluzioni: è sempre una storia di bastardi, di squartamenti, di accuse e rivendicazioni, di gente che si rinfaccia continuamente reciprocamente qualcosa, ma se la storia fosse stata solo questo non credo che saremmo qui.

    Adesso se ci riesco posto una di quella cartoline in stile islamokitsch che piacciono a Miki (sperando di azzeccare codici e misure 😉 )

    • Tortuga scrive:

      Niente, tentativo fallito, posso solo postare il link
      http://24.media.tumblr.com/tumblr_m8np57rtUI1rojxjco1_500.jpg

    • Francesco scrive:

      >> Il fatto che sia scelto come testo di studio insieme ai promessi sposi, all’iliade e all’odissea, non ne fa un testo sacro

      ma è solo il riconoscimento che è uno dei testi fondamentali e più belli della letteratura mondiale (figuriamoci di quella italiana)

      come se tra gli scritti di Lenin e quelli di Vendola dicessi che preferisco i secondi, che sono più profondi!

      • Z. scrive:

        L’ho sempre detto che tu, sotto sotto, sei un vero bolscevico!

        😀

        Z.

        • Francesco scrive:

          sempre stato un sanguinario stalinista piuttosto che un palloso socialdemocratico svedese

          se la libertà umana è un problema, diamoci un taglio netto, no alle mezze soluzioni

          (è per questo che Berlusconi mi ha stufato, è un imbelle)

          F. o’cattivissimo ‘me

      • Tortuga scrive:

        Ma secondo i criteri estetici di chi?
        Detto proprio papale papale promessi sposi e divina commedia sono due grandissime cagate scassamarroni e si può tranquillamente vivere assai più felici facendone del tutto a meno.
        Ho la sensazione che divinizziamo sempre le cose.

        Ci hanno fatto il lavaggio del cervello sul fatto che la gioconda sia una grande opera d’arte:
        brutta lei e brutto il dipinti, in buona sostanza orribile, diciamolo pure “inguardabile”!

        E’ che dietro a tutto questo c’è il bisogno di conformare la mente delle persone a dei canoni predeterminati ed allo stesso tempo nascondere tanta altra meravigliosa letteratura che potrebbe far pensare di più le persone.

        Anni di liceo, anni sprecati, ore della mia vita rubate dall’inutilità.

        E pensa che c’è gente che ancora oggi svolge ricerche sulla divina commedia e viene pagata per fare questo.

        A me ha veramente smarronato e indirei un rogo delle divine commedie, basta, che non se ne parli più! 🙂

        • Tortuga scrive:

          – ma è solo il riconoscimento che è uno dei testi fondamentali e più belli della letteratura mondiale (figuriamoci di quella italiana) –

          Rispondevo a Francesco.

        • Francesco scrive:

          stranamente, sono d’accordo con te sulla Gioconda, che non mi dice assolutamente nulla

          per lo stesso motivo, sono in completo disaccordo su Commedia e Promessi Sposi, anzi avanzo il laido sospetto che non ti piacciano proprio perchè troppo capolavori e troppo cristiani, quindi non rientrano nel tuo schemino per l’uscita dal monoteismo, e allora usi la scusa del “lavaggio del cervello”

          io credo che ci siano opere d’arte che si impongono per l’evidenza del loro valore e che oltrepassano le barriere culturali (vedi i musulmani che apprezzano l’opera di un nemico quale Dante)

          ciao

        • Tortuga scrive:

          Ah, la divina commedia per te sarebbe “cristiana”?
          Beato te 😀

        • Francesco scrive:

          che io sappia, è teologicamente ineccepibile e contiene alcune preghiere di grande bellezza

          a te in cosa pare non cristiana?

          e non mi dire che è diversa da come l’avrebbe scritta il cardinale di riferimento di NichiVendola, per favore!

          ciao

    • Ritvan scrive:

      —-x Ritvan
      Stavo scrivendo a onemuslim sul suo blog che, quando si parla di Islam, si finisce per parlare, immancabilmente delle solite 4 cose: tralasciando del tutto la neonata islamofobia, la quarta aggiunta oggi sono le vignette, poi i più tradizionali maiale, hijab/niqab/burka, e Dante. Dicevo, anzi, scrivevo: si finisce per parlare sempre nei soliti modi e delle solite cose, e sono argomenti di cui presto mi stanco ed a mio avviso non comunicano nulla di Islam a chi non lo conosce. Tortuga—
      E chi ti impedisce di parlare anche d’altro, sorella?

      —-Dante era ignorante di Islam ed ha offeso il Profeta. Ok, mi sta benissimo, sia che fosse ignorante di Islam, sia che (sia vero che) abbia offeso il Profeta.—
      Bene, se ti sta bene quanto sopra, qual è il problema?

      —-I musulmani invece sono sapienti di tutto?!—-
      No. E se un musulmano parlasse di roba che ignora meriterebbe lo stesso trattamento che merita Dante quando parla dell’islam.

      —-Non credo. Personalmente non credo neppure che sapere tutto di tutto sia un valore in assoluto.—-
      Tortu’, se tu non riesci a capire la differenza fra il-non-sapere-tutto e lo sproloquiare saccentemente su cose che ignori, il problema è tutto tuo.

      —-Quello che mi interessa sottolineare è lo spirito di continua “lamentazione” dal un lato, e dall’altro questo costante intrattenersi nel parlare negativo o degli aspetti negativi della relazione Islam/restodelmondo.—-
      Beh, se la Tua Cara “relazione Islam/restodelmondo” ha avuto/ha degli aspetti negativi, per quale Oscura Ragione vorresti che non se ne parlasse?!

      —-Ci si lamenta che Dante fosse ignorante di Islam, ma tutto quello che imparerebbe qualcuno leggendo qui oggi è che “i musulmani si lamentano” (che Dante ha offeso il Profeta ed era ignorante di Islam), nessuno sta imparando qualcosa di Islam leggendo questa diatriba su Dante,—-
      O Modestissima:-) Portavoce Autoinsignita Di Tutti i Lettori Di Questo Blog, non sfiora l’anticamera del tuo cervello l’ideuzza che se tu, la sora Tortuga, non hai imparato niente sull’islam da questa “diatriba”, qualcun altro, invece, lo abbia imparato? O dici che la Tua Capacità Di Comprensione sia lo “standard” per tutti gli esseri umani de ‘sto monno (e pure dell’altro)?:-)

      —- quindi in fondo cosa c’è di strano che Dante sia stato ignorante di Islam(!?).—-
      Nulla, dati i tempi e i luoghi nonché il Glorioso Contributo Della Santa Inquisizione a tale ignoranza. Basta solo ammetterlo, no?

      —-…. E nessuno di noi era tanto privo di spirito critico da assorbire il messaggio insito nel venire a conoscenza che Dante avesse offerto al Profeta un girone di scarso riguardo.—-
      Beh, per una che pretende la massima chiarezza dal prossimo questa mi sembra una frase piuttosto intorcinata:-)…e quella del “girone di scarso riguardo” è un patetico tentativo di fare dell’umorismo, vero?

      —-Come cristiana quanto lo posso essere stata a suo tempo lo reputo addirittura un testo eretico, dal momento che nessun uomo si può permettere di mettersi al posto di dio e decidere chi debba andare all’inferno o in paradiso.—
      Meno male che non c’eri tu a quel tempo a capo della Santa Inquisizione, altrimenti il povero Dante avrebbe fatto la fine di Giordano Bruno:-)

      —-Ma tornando a monte registro questo aspetto del parlare in negativo – del rovescio della medaglia – delle cose in generale, compresa la storia, e mai in positivo.—-
      Io, invece, qui ho parlato anche “in positivo” – ma evidentemente non hai letto – riportando in tema la novella di Boccaccio sui tre anelli.

      —–Anche lo sguardo che spesso si posa sulla storia non evidenzia mai i processi positivi di superamento dei conflitti, di ciò che si è cercato di fare per il bene, di cosa ha portato a soluzioni: è sempre una storia di bastardi, di squartamenti, di accuse e rivendicazioni, di gente che si rinfaccia continuamente reciprocamente qualcosa, ma se la storia fosse stata solo questo non credo che saremmo qui.—-
      Mah, sarà forse che nella Storia i bastardi figurano in numero infinitamente superiore a quello di gente che ha cercato di far del bene…

  42. Moi scrive:

    @ FRANCESCO

    Che roba saarebbe la “Fase Furbetta” dell Islam ?!

    @ RITVAN + JAM

    Volendo tutto si concilia con tutto: guardate a Francesco che, fino a prova contraria, intende conciliare Herbert Spencer con il Cristianesimo !

    @ RITVAN

    Circa il CharlieHedo, il discorso fra Cattolicesimo e Islam si rivela un pochino diverso:

    “Loro” (!) a essere sbeffeggiati nelle credenze sacre in maniera tanto becera ci sono abituati, almeno dal 1789 ! … Altrimenti la sede del Vernacoliere sarebbe ridotta da tanti decenni a un cumulo di cenere, con tutta la redazione dentro !

    Rosalux, pochi mesi prima che si scatenassero Bacile e Charb, auspica(va ?) qualcosa di simile anche per l’ Islam il prima possibile …

    • Francesco scrive:

      1) meglio di me può rispondere Ritvan (che però nega la fase successiva, quando l’Islam si trovò da parte giusta della spada)
      2) che diceva Spencer, che vorrei conciliare con il cristianesimo?
      3) si è ben appreso che ha ragione Dante “non ti curar di loro”

      • Z. scrive:

        Ammettilo Francè:

        non ti applicavi molto nelle ore di Divina Commedia. Eppure questo non ti ha certo causato problemi nella vita post-scolastica.

        Ulteriore prova che il tempo che ci costringono a passare su Dante è poco utile e speso male.

        😀

        Z.

        • Francesco scrive:

          al contrario, uno dei grandi rimpianti che ho è la stupidità vanitosa della mia prof. di italiano al liceo, per cui ha dedicato più tempo a Umberto Eco che a Dante Alighieri

          peccato che Eco sia morto e sepolto e che Dante salti fuori bello arzillo ogni paio di giorni, come Omero, come Shakespeare, come i grandi uomini che hanno compreso la vita più degli altri e per questo sono maestri

        • PinoMamet scrive:

          OMDAF

        • Z. scrive:

          Eh, capisco. Dev’essere per questo che non ti ha mai corretto quel brutto sfondone tra virgolette…

          😀

          Eco… uhm… sarebbe quella cosa che succede in montagna quando uno si mette a strillare? O quella è la valanga?

          Z.

          PS: Meno Eco, meno Dante, meno Manzo, più matematica e lingue straniere…

        • Francesco scrive:

          confermo, è tutta colpa della prof

          😀

          “non ragioniam di lor, ma guarda e passa”

        • Francesco scrive:

          meno Eco,

          più Dante, più Manzoni

          matematica e lingue straniere fatte bene

          in sintesi: studiare molto di più, senza ridursi a soli “ottimi prospetti” per il mondo del lavoro

        • roberto scrive:

          dante me lo ha fatto odiare a morte un prof criminale che per un’anno intero in letteratura italiana ha fatto solo il paradiso (voglio dire da settembre a giugno, sei ore a settimana solo paradiso di dante…inutile dire che alla maturità nella mia classe c’è stata una strage, visto che teoricamente al classico qualcosina di letteratura italiana dovresti farla). peccato perché ne intuisco la bellezza pur odiandolo.

          sui promessi sposi trovo che sia un libro straordinario e tutti dovrebbero leggerlo.

          eco, a parte le bustine di minerva, il meraviglioso nome della rosa e un paio di libri sulla traduzione, potrebbe benissimo sparire (come romanziere almeno)

        • PinoMamet scrive:

          “sui promessi sposi trovo che sia un libro straordinario e tutti dovrebbero leggerlo”

          … per odiare profondamente la chiesolanza di Manzoni!
          😉

        • Z. scrive:

          Matematica e lingue straniere servono anzitutto per capire meglio il mondo che sta al di fuori del proprio isolato.

          E poi, certamente, tornano utili nella vita professionale, a differenza della letteratura di intrattenimento.

          Detto questo, parliamo di una scuola dove lo studente medio, in cinque anni e con parecchie ore di insegnamento alla settimana, non riesce ad imparare una lingua pressoché identica all’italiano moderno. Nel senso che per tradurre un brano di dieci righe con diversi errori imbarazzanti necessita di un dizionario enorme e di due ore di tempo.

          E pare che anche ai tempi di Seneca…

          Z.

        • Roberto scrive:

          Zetaccio chi ti ha fatto la spia di come traducevo dal latino?

        • Francesco scrive:

          Z, sei un servo del bieco potere piccolo-capitalistico italiano! un vero pericolo pubblico, alleato della tivù berlusconiana e della politica leghista!

          poi ci si chiede perchè Grillo non fa’ ridere …

          😀

          faccio outing: a me I promessi sposi è proprio piaciuto molto come libro

        • PinoMamet scrive:

          ” parliamo di una scuola dove lo studente medio, in cinque anni e con parecchie ore di insegnamento alla settimana, non riesce ad imparare una lingua pressoché identica all’italiano moderno.”

          Oddio, se ti riferisci al latino a me risulta che lo studente medio lo traducesse mediamente bene, mentre magari aveva qualche difficoltà a tradurre dall’italiano al latino.

          Il fatto è che una lingua va letta (sarebbe meglio ancora parlarla, ma vabbè…) e non vivisezionata, ammirata, o “messa nel contesto delle riforme agrarie dei Gracchi”.

          Invece moltissimi insegnanti di latino&greco sono:

          -dei pedanti rompicoglioni per i quali l’universo è fatto solo di Eccezioni, che vanno conosciute a memoria prima e indipendentemente dal sapere o no tradurre un semplice brano;

          -dei frustrati che avrebbero voluto una cattedra di Storia antica all’università, e che confondono latino&greco (che sono delle lingue, giova ricordarlo) con “il contesto delle riforme agrarie al tempo dei Gracchi”;

          -dei romantici appassionati di Letteratura latina & greca, che si emozionano ogni volta che leggono “mactatu maesta parentis” ma inorridiscono all’idea che qualcuno possa insegnare il latino come qualcosa di diverso da un oggetto d’arte
          (di solito sono gli stessi che inorridiscono all’idea che il greco non sia morto con Platone ma, orrore, vivissimo in canzonacce neomelodiche…)

          😉

        • Z. scrive:

          Pino,

          — Oddio, se ti riferisci al latino a me risulta che lo studente medio lo traducesse mediamente bene, mentre magari aveva qualche difficoltà a tradurre dall’italiano al latino. —

          Eh, bisogna solo definire “mediamente bene”. Ai miei tempi, togliendo un voto per ogni errore, “mediamente bene”, ossia 7, significava tre errori.

          Ma fare anche solo UN errore, su un brano di dodici righe e con due ore di tempo e un dizionario a disposizione, significa conoscere ben poco di una lingua straniera. Specie se si è italiani e la lingua in questione è il latino.

          — Il fatto è che una lingua va letta (sarebbe meglio ancora parlarla, ma vabbè…) e non vivisezionata, ammirata, o “messa nel contesto delle riforme agrarie dei Gracchi”. —

          Pino santo subito!

          Z.

          PS: Francè, abbi pietà. Il PDL è tutto un fuggi-fuggi e a sinistra è un fittume di candidati mai visto. E siccome la natura aborre il vuoto io sto cercando di riposizionarmi, in pieno stile trasformistico italiano .D

      • Ritvan scrive:

        —meglio di me può rispondere Ritvan (che però nega la fase successiva, quando l’Islam si trovò da parte giusta della spada) Francesco–

        Non lo nego io, lo fa un illustre storico orientalista, nonché “perfido giudeo”:-) e nient’affatto tenero con l’islamismo di oggi (pertanto non sospettabile di filoislamismo), il prof. Bernard Lewis. Nel suo libro “Islam: The Religion and the People”( Bernard Lewis and Buntzie Ellis Churchill, Wharton School Publishing, 2008, p. 146) egli scrive a proposito dell’islam ai tempi di Maometto e delle successive conquiste arabe:
        “…the fanatical warrior offering his victims the choice of the Koran or the sword is not only untrue, it is impossible…..generally speaking, Muslim tolerance of unbelievers was far better than anything available in Christendom, until the rise of secularism in the 17th century.”.

        Però, tu, caro Francesco, puoi tranquillamente continuare ad abbeverarti alla Suprema Sapienza Nel Campo Di Quella Grandissima….Storica:-) che fu Oriana Fallaci. Oppure rispolverare il Paleologo di B16…anche se quest’ultimo poi lo rinnegò, ma si sa che c’è sempre qualcuno che si crede più cattolico del Papa, no?:-)

        • Francesco scrive:

          ehm, non leggo la Fallaci ma non sono neppure una docile pecorella che sogna di farsi tosare da te, caro cugino religioso

          e non mi basta una citazione di uno studioso (peraltro molto limitata come ambito) per cancellare secoli di guerre tra noi e voi

          e il Paleologo era lì, a differenza di noi due 🙂

          PS per tranquillizzarti, ribadisco che fino a Lewis non avevo mai letto del “fanatical warrior” se non riferito a Carlo Magno

          ciao

        • habsburgicus scrive:

          Se posso interometterni nel dibattito, vorrei contribuire qualcosa anch’io 😀
          1 È vero, come sottolinea Ritvan, citando Lewis, che i musulmani furono storicamente molto più tolleranti dei cristiani (i musulmani tollerarono de iure cristiani dei vari riti, ebrei, zoroastriani, mandei..e de facto, pure gli indù, con qualche eccezione), laddove i cristiani, con l’eccezione spiegabilissima della Spagna medievale e di Federico II, non tollerarono nessuno (inclusi, in primis, i “fellow christians” ritenuti eretici :D) con l’ECCEZIONE dei giudei (e le attuali geremiadi anti-cristiane di molti ebrei sul presunto antisemitismo dei cristiani sono del tutto fuori luogo…è esattamente il contrario..SOLO gli ebrei, seppur senza alcun entusiasmo e sottoposti a restrizioni, furono tollerati nella Cristianità; quel Carlo Magno che mise a morte in modo spietato 20.000 sassoni che volevano rimanere pagani, quel Carlo Magno che mai avrebbe tollerato che si recitasse il Corano nei suoi domini, tollerò, e anche con una certa larghezza, i giudei..chiunque sia imparziale dovrebbe riconoscere che se la Chiesa avesse VERAMENTE voluto eliminare i giudei, avrebbe avuto almeno 9 secoli, dal VII al XVI per farlo impunemente..e allora non c’era Roosevelt che li salvò durante la II GM :D); detto questo Lewis è notoriamente anti-cristiano e non è l’unico islamista 😀 oggi vi è la deplorevole tendenza di dimenticare i grandi eruditi di fine Ottocento e inizio Novecento, certamente non meno dotti di Lewis, che spesso dissero cose un po’ diverse 😀 (ad esempio solo ieri ho letto un articolo della Bibliothèque de l’Ecole des Chartes del 1938 sulla battaglia di Poitiers dell’ottobre 732 d.C da cui si evince, con la citazione dei vari cronisti cristiani,1° continuatore di Fredegario, Annales Guelferbytani, Annales Nazariani, pseudo-Isidoro Pacense, Annali di Moissac ecc che ai contemporanei o quasi contemporanei la bsttaglia non apparve poi così priva di importanza come apoditticamente gli storici marxisti e diversi arabisti e bizantinisti amano dire :D)
          2.Infatti tendo a concordare con Francesco (e con tutta una tradizione storiografica che potrà essere oggi fuori moda ma non è stata confutata :D) che furono i Musulmani ad aggredire la Cristianità e questo per almeno 4 secoli, dal VII all’XII (le Crociate furono solo una risposta tardiva..io mi sono sempre stupito della strana contraddizione del “politically correct” odierno; se i Musulmani si pappano “manu militari” Siria, Palestina, Egitto, Cirenaica, Tripolitania, Africa, Spagna per non parlare di Mesopotamia, Armenia, Persia, Asia Centrale, vabbé, quello non conta; se i Cristiani ci provano a riprendersi Gerusalemme, uh, allora sono biekissimi, razzisti, colonialisti, diciamo pure fascisti e accontentiamo pure le sinistre :D); certo, Ritvan giustamente mette l’accento sulle persecuzioni bizantine che facilitarono di molto il compito agli invasori Arabi, ma ad esempio Butler nella sua grande opera sulla fine del dominio romano in Egitto dice cose un po’ diverse, pur facendo anch’egli risaltare queste misure intolleranti; inoltre persecuzioni, non sistematiche lo ammetto, ci furono anche nel mondo islamico e sin dall’VIII secolo se non prima; già l’omayyade Omar II (717-720) impose l’Islam con la forza, e questa è storia (anche se Lewis se lo dimentica :D) e casi di intolleranza si trovano a metà IX secolo pure in El-Andalus sotto ‘Abdurrahman II, e poi nel Maghreb e in Spagna sotto gli Almoravidi (Xi-XII secolo) e gli Almohadi (XII-XIII secolo, sotto i quali fu estirpato del tutto il cristianesimo nordafricano, già agonizzante)…e volutamente tralascio le conversioni forzate talora imposte (anche se meno spesso di quanto afferma la “vulgata” bulgara e serba) nei Balcani
          3.Dante nel ritenere Maometto un eretico cristiano non commise alcun grave errore, anzi si dimostra bene informato 😀 (alcuni ritenevano i musulmani pagani, si pensi al noto verso credo del Pulci “dimmi se sei cristiano o saracino, se credi in Cristo o in Apollino” ..però i musulmani non si montino la testa 😀 molti autori islamici ritenevano i cristiani politeisti e al Congresso di Iaşi che sfocierà nell’omonima pace turco-russa del 9/1/1792 n.s che sarà un successo soprattutto per B ezborosko che aveva preso il posto del defunto principe Potëmkin, un delegato ottomano, essendo venuto il discorso sull’America, chiese cosa fosse l’America in quanto nel Corano non ve n’era traccia..e siamo a tre secoli da Colombo !);
          anche oggi sono ben note agli studiosi le influenze non solo giudaiche ma anche cristiane (non ortodosse, bensì eretiche), probabilmente veicolate dal siriaco, sul pensiero di Maometto…non possiamo chiedere a Dante di saperne di più di un erudfito tedesco del XX secolo..certo, quei musulmani che credono che il Corano sia stato dettato dall’Arcangelo Gabriele potrebbero non essere d’accordo 😀
          4 Sull’ostilità di Dante a Maometto, basti dire che si inserisce in una tradizione cristiana costante durata sino al Settecento e oltre (ciò non impediva a singoli frati di riconoscere che i “Turchi” erano meno “cattivi”, cioè più “tolleranti” degòi eretici :D); già nel XII secolo Pietro il Venerabile, facendo tradurre il Corano, attaccò Maometto; ancora a fine XVII secolo il dotto lucchese Marracci nella sua Refutatio Alchorani, opera seria ed erudita, perdeva le staffe quando parlava di Maometto; financo il dottissimo Ludovico Antonio Muratori (1672-1750), gloria di Modena estense, pur così irenico e tollerante addirittura veso eretici notori, non riesce a scrivere il nome Maometto senza farlo precedere da epiteti quale “impostore”, “tristo”, “empio”, “ciarlatano”…e la ragione è quella che ha detto Francesco, ai cristiani rodeva, e in parte rode ancora, che i musulmani abbiano loro portato via l’Egitto, l’Africa, la Siria, la Palestina poi anche l’Anatolia, cioè tutte le terre più sacre per il Cristianesimo antico !..sarà non a caso l’anti-cristiano Voltaire il primo a parlare bene di Maometto, in odio al Cristiamesimo, non perché amasse i musulmani di cui lui sì sapeva ben poco :D, altro che Dante che per la sua epoca era molto informato, per quanto, ça va sans dire, tendenziosamente…
          Ciao a tutti

        • Francesco scrive:

          grazie ad hasburgicus per la sterminata mole di fatti e documenti portati

          vorrei far notare che non ho mai parlato di aggressione, dal punto di vista strettamente religioso quello che conta è il cambiamento di fede religiosa di moltissimi uomini (e donne). che non sia stato ottenuto con la minaccia ma con la tassazione (o la predicazione e l’esempio) è assai secondario (per Dante che guarda da fuori e da lontano).

          ora, questo cambiamento è irrilevante per chi è indifferente al fatto religioso o parimenti ostile alle due religioni coinvolte, una grande cosa per un musulmano e una vera tragedia per un cristiano, quale Dante era.

          ora, Ritvan, la prima colpa è certo di chi abiura la fede per prenderne un’altra, e Dante li ha certo messi tutti all’inferno; grande colpa è chi lo ha reso possibile con persecuzioni e oppressioni, i bizantini o romaioi; ma anche grande colpa ha – per Dante! – chi ha diffuso l’altra fede.

          sono riuscito a farmi capire, o balcanico dalla testa tetragona?

          😀

          ciao

        • Ritvan scrive:

          —ehm, non leggo la Fallaci ma non sono neppure una docile pecorella che sogna di farsi tosare da te, caro cugino religioso. Francesco—
          Eh, già, tu sei “pecorella” di Qualcun altro….ma Lui non ti aveva detto di porgermi l’altra guancia? 🙂

          —e non mi basta una citazione di uno studioso (peraltro molto limitata come ambito) per cancellare secoli di guerre tra noi e voi.—
          Veramente in quei secoli ci sono state molte più guerre fra “voi” che fra “noi” e “voi”. Ed vi sterminavate allegramente fra di voi in nome di Cristo e della Madonna:-). Che famo, mettemo pure Cristo e la Madonna nell’Inferno?:-)

          —e il Paleologo era lì, a differenza di noi due.—
          Il Paleologo era lì, certo, ma questo non vuol dire che sia degno di fede, visto che stava parlando di gente che gli stava sfilando il suo amato trono da sotto il sedere.

          —-PS per tranquillizzarti, ribadisco che fino a Lewis non avevo mai letto del “fanatical warrior” se non riferito a Carlo Magno.—
          Ma no, ma no il buon Carletto lo faceva solo a fin di bene, per salvare le animacce di quei paganacci dall’inferno, cribbio!:-)

          —grazie ad hasburgicus per la sterminata mole di fatti e documenti portati.—
          Caro Franci, gli argomenti non valgono in ragione della mole o del peso della carta su cui sono scritti. E quelli di habsburgicus non modificano di una virgola quello che ha scritto Lewis.

          —vorrei far notare che non ho mai parlato di aggressione,—
          Ah, allora quello che scriveva qui sopra “…secoli di guerre tra noi e voi…” era solo un tuo omonimo?:-)

          —- dal punto di vista strettamente religioso quello che conta è il cambiamento di fede religiosa di moltissimi uomini (e donne).—
          E che cazzo ne sapeva il buon Alighieri, o che per caso aveva fatto un censimento per religione in quelle terre?!:-)

          — che non sia stato ottenuto con la minaccia ma con la tassazione (o la predicazione e l’esempio) è assai secondario (per Dante che guarda da fuori e da lontano).—
          Tassazione ‘n par de ciufoli: come già detto, ridetto e stradetto se i cristiani pagavano la gizyia, i musulmani pagavano lo zakat…e tutto il cucuzzaro delle altre tasse era uguale per entrambi.

          —ora, questo cambiamento è irrilevante per chi è indifferente al fatto religioso o parimenti ostile alle due religioni coinvolte, una grande cosa per un musulmano e una vera tragedia per un cristiano, quale Dante era.—
          Per i musulmani non era una “grande cosa” e se consulti i papiri di un certo Vittorio Messori, Tuo Fratello In Cristo, imparerai che ad un certo momento gli arabi scoraggiarono fortemente le conversioni all’islam (però, il buon habsburgicus non trova il modo di infilare ‘sta notiziuola fra la “gran mole” dei suoi papiri).

          —-ora, Ritvan, la prima colpa è certo di chi abiura la fede per prenderne un’altra, e Dante li ha certo messi tutti all’inferno; grande colpa è chi lo ha reso possibile con persecuzioni e oppressioni, i bizantini o romaioi;—
          Eh, ma questi ultimi mica li ha messi nell’inferno, eh! E se non erano quelli “seminatori di discordia” in quanto schismatici della Vera Fede Kattolika:-), cribbio!

          — ma anche grande colpa ha – per Dante! – chi ha diffuso l’altra fede.—
          Ah, beh, per il buon Dante gli arabi di Mecca e dintorni (brutti extracomunitari!:-) ) potevano benissimo morire tutti pagani, piuttosto che adorare lo stesso Dio di Abramo, Mosè e Gesù, come predicato da Maometto. Una vera cima, quel Dante!:-)

          —sono riuscito a farmi capire, o balcanico dalla testa tetragona?—
          Sì, ma ciò non toglie che Dante di islam non c’aveva capito un cazzo, o kattoliko che segue Gesù solo quando gli conviene:-)

          Ciao

        • Ritvan scrive:

          —È vero, come sottolinea Ritvan, citando Lewis, che i musulmani furono storicamente molto più tolleranti dei cristiani (i musulmani tollerarono de iure cristiani dei vari riti, ebrei, zoroastriani, mandei..e de facto, pure gli indù, con qualche eccezione), habsburgicus—
          Prima la carota per Ritvan, eh!:-)

          —-laddove i cristiani, con l’eccezione spiegabilissima della Spagna medievale e di Federico II, non tollerarono nessuno (inclusi, in primis, i “fellow christians” ritenuti eretici ) con l’ECCEZIONE dei giudei (e le attuali geremiadi anti-cristiane di molti ebrei sul presunto antisemitismo dei cristiani sono del tutto fuori luogo…è esattamente il contrario..SOLO gli ebrei, seppur senza alcun entusiasmo e sottoposti a restrizioni, furono tollerati nella Cristianità;—
          Io non le trovo affatto fuori luogo…ti ricordo, fratello, l’espulsione degli ebrei a più riprese dai principali Stati europei. E’ vero, non era la Chiesa a richiederlo, erano i sovrani, magari per impossessarsi dei loro beni e non restituire i prestiti contratti, ma il risultato non cambia. Piuttosto trovo fuori luogo gli sputazzamenti di alcuni ebrei islamofobi sull’islam, visto che gli ebrei cacciati dall’Europa trovarono sicuro rifugio nelle terre islamiche.

          —- quel Carlo Magno che mise a morte in modo spietato 20.000 sassoni che volevano rimanere pagani, quel Carlo Magno che mai avrebbe tollerato che si recitasse il Corano nei suoi domini, tollerò, e anche con una certa larghezza, i giudei..—-
          Beh, qualcuno gli doveva pur prestare a usura:-) i soldini per le sue campagne, sai, a quel tempo il fisco non era molto efficiente…

          —chiunque sia imparziale dovrebbe riconoscere che se la Chiesa avesse VERAMENTE voluto eliminare i giudei, avrebbe avuto almeno 9 secoli, dal VII al XVI per farlo impunemente..—
          Molto immodestamente:-) io sono imparziale e lo riconosco: vedi anche sopra. Ma probabilmente anche alla Chiesa facevano comodo i soldini usurai:-), se non altro perché altrimenti della cosa avrebbero dovuto occuparsi dei cristiani, con grave nocumento alla salute delle loro anime:-)

          —-e allora non c’era Roosevelt che li salvò durante la II GM );—-
          Detto ironicamente, immagino?

          —-detto questo Lewis è notoriamente anti-cristiano e non è l’unico islamista.—-
          No, c’è anche p.es. il francese Robert Mantran, che non mi risulta essere “anti-cristiano” e che dice più o meno le stesse cose…ma se tu preferisci La Grande Storica Orientalista (de sto cazzo) di nome Oriana Fallaci, chi sono io per impedirtelo?:-)

          —-oggi vi è la deplorevole tendenza di dimenticare i grandi eruditi di fine Ottocento e inizio Novecento, certamente non meno dotti di Lewis, che spesso dissero cose un po’ diverse (ad esempio solo ieri ho letto un articolo della Bibliothèque de l’Ecole des Chartes del 1938 sulla battaglia di Poitiers dell’ottobre 732 d.C da cui si evince, con la citazione dei vari cronisti cristiani,1° continuatore di Fredegario, Annales Guelferbytani, Annales Nazariani, pseudo-Isidoro Pacense, Annali di Moissac ecc che ai contemporanei o quasi contemporanei la bsttaglia non apparve poi così priva di importanza come apoditticamente gli storici marxisti e diversi arabisti e bizantinisti amano dire )—
          Io non so a quali “storici marxisti” ti riferisci, ma quelli seri come Lewis e Mantran non la definiscono certo “priva di importanza”, bensì ne ridimensionano solo i numeri. In pratica, fu piuttosto una scaramuccia, senza vincitori né vinti, però ebbe un’enorme importanza, poiché da essa gli arabi trassero la conclusione che – diversamente da quanto successo prima coi bizantini – coi Franchi non c’era – come si dice a Roma – trippa per gatti:-) e saggiamente tornarono indietro e non ci riprovarono più. Come ho spesso ripetuto, agli arabi piaceva vincere facile:-) ed essere accolti dalla popolazione come “liberatori”, altrimenti ciccia. Poi, vennero i turchi, che erano di tutt’altra pasta…e si è visto nei Balcani….

          —-Infatti tendo a concordare con Francesco (e con tutta una tradizione storiografica che potrà essere oggi fuori moda ma non è stata confutata ) che furono i Musulmani ad aggredire la Cristianità e questo per almeno 4 secoli, dal VII all’XII—-
          Faccio poco umilmente:-) presente che La Tua Cara Cristianità era ben spaccata in due e, come già detto, ridetto e stradetto, gli arabi attaccarono solo i domini degli “schismatici” bizantini.

          —le Crociate furono solo una risposta tardiva..—
          No, furono solo la risposta a certi fattacci avvenuti in Terrasanta quando ai tolleranti arabi subentrarono i turchi selgiuchidi. Se la Terrasanta fu conquistata dagli arabi nel VII secolo, perché cazzo la Chiesa dovette aspettare l’XI secolo (ovvero 4 interi secoli!) per lanciare il suo “grido di dolore” e indire le crociate??!! Rifletti, fratello, rifletti….Ah, a proposito di crociate, mi risulta che una di esse invece di dirigersi contro i Feroci Okkupatori MuSSulmani:-) Della Terra Santa saccheggiò quel che era rimasto ai Cari Fratelli In Cristo di Bisanzio…bell’aiuto “fraterno”, non trovi?:-)

          —io mi sono sempre stupito della strana contraddizione del “politically correct” odierno; se i Musulmani si pappano “manu militari” Siria, Palestina, Egitto, Cirenaica, Tripolitania, Africa, Spagna per non parlare di Mesopotamia, Armenia, Persia, Asia Centrale, vabbé, quello non conta; se i Cristiani ci provano a riprendersi Gerusalemme, uh, allora sono biekissimi, razzisti, colonialisti, diciamo pure fascisti e accontentiamo pure le sinistre);—
          Mai detto questo, io. E ho detto – vedi sopra – che le crociate furono indette principalmente per consentire i pellegrinaggi in Terrasanta che i turchi selgiuchidi non garantivano più.

          — certo, Ritvan giustamente mette l’accento sulle persecuzioni bizantine che facilitarono di molto il compito agli invasori Arabi, ma ad esempio Butler nella sua grande opera sulla fine del dominio romano in Egitto dice cose un po’ diverse, pur facendo anch’egli risaltare queste misure intolleranti;—
          E che dice il buon Butler di bello e di così “diverso”?! Illuminaci, please!

          —- inoltre persecuzioni, non sistematiche lo ammetto,–
          Ma com’è umaaaaano lei!:-)

          —–ci furono anche nel mondo islamico e sin dall’VIII secolo se non prima; già l’omayyade Omar II (717-720) impose l’Islam con la forza, e questa è storia (anche se Lewis se lo dimentica )—-
          Non mi risulta: citare fonte, please, visto che il buon Lewis ti fa tanto schifo!

          —-e casi di intolleranza si trovano a metà IX secolo pure in El-Andalus sotto ‘Abdurrahman II, e poi nel Maghreb e in Spagna sotto gli Almoravidi (Xi-XII secolo) —
          Non ho mai detto che fosse l’Eden in terra:-), ma i “casi” non fanno la Storia.

          —-e gli Almohadi (XII-XIII secolo, sotto i quali fu estirpato del tutto il cristianesimo nordafricano, già agonizzante)…—
          Minchia, ma com’è che p.es. i cristiani copti egizi, secondo te “estirpati”, oggi compongono più o meno il 10% della popolazione? Entrarono in ibernazione o emigrarono in America e furono poi paracadutati in Egitto dal Tuo Odiato Roosevelt?:-)

          —e volutamente tralascio le conversioni forzate talora imposte (anche se meno spesso di quanto afferma la “vulgata” bulgara e serba) nei Balcani.—
          In Albania non ci sono MAI state conversioni imposte/forzate…dici che i turchi avessero un “occhio di riguardo” nei confronti degli albanesi, rispetto ai bulgari e serbi?:-)

          —-Dante nel ritenere Maometto un eretico cristiano non commise alcun grave errore, anzi si dimostra bene informato —-
          “Bene informato” ‘n par de ciufoli, se mi permetti il francesismo:-). Evidentemente Dante dette credito a pettegolezzi da lavandaie che circolavano a quel tempo in Cristianland, secondo cui Maometto era stato un alto prelato cristiano che s’era incazzato perché non era stato eletto Papa:-) e che, pertanto, aveva fatto uno scisma:-):-)

          —- (alcuni ritenevano i musulmani pagani, si pensi al noto verso credo del Pulci “dimmi se sei cristiano o saracino, se credi in Cristo o in Apollino”—-
          Oh, beh, una cazzata non ne giustifica un’altra, eh, anche se fra il Pulci che crede che i musulmani adorino Apollo:-) e i sullodati che volevano Maometto perdente in un Conclave:-), la lotta la vedo dura:-)

          —- ..però i musulmani non si montino la testa molti autori islamici ritenevano i cristiani politeisti—
          Oh, beh, se ci metti Dio “diviso” (vabbeh, anche “unito”, poi…insomma Uno ma anche-veltronianamente:-) – Trino), la Madonna, i Santi e tutto il cucuzzaro non credo che avessero tutti i torti, eh! Però, caro mio, qui siamo sullo scivoloso campo della teologia, non su quello della Storia e nessun musulmano ha mai accusato chessò un Papa di aver voluto diventare Califfo:-) e poi aver ripiegato sul papato per disperazione, eh!:-)

          —- e al Congresso di Iaşi……un delegato ottomano, essendo venuto il discorso sull’America, chiese cosa fosse l’America in quanto nel Corano non ve n’era traccia..e siamo a tre secoli da Colombo !)—-
          Mai sentita la parola “ironia”, eh?! Guarda, fratello, che i diplomatici a volte hanno il poco diplomatico vizietto di fare delle battutacce per canzonare i colleghi che stanno loro sulle bal. Ti faccio un esempio: ai tempi della Gloriosa URSS, un diplomatico sovietico all’ONU, per prendere pei fondelli un collega svizzero gli chiese in pubblico:”Scusa la curiosità, collega, ma ho appreso che voi svizzeri, non avendo il mare logicamente non avete neanche una marina, eppure avete un Ministero della Marina. Come mai?”. E lo svizzero, imperturbabile gli rispose:”Esattamente per la stessa identica ragione per cui voi nell’URSS avete un Ministero della Giustizia”:-)

          —anche oggi sono ben note agli studiosi le influenze non solo giudaiche ma anche cristiane (non ortodosse, bensì eretiche), probabilmente veicolate dal siriaco, sul pensiero di Maometto…—-
          Non era il “pensiero di Maometto”, infedele und miscredente che non sei altro:-), bensì la Parola di Allah, debitamente trassmessagli dall’Arcangelo Gabriele…o che per pav condicio mi vuoi indurre nel peccato e farmi mettere in dubbio la verginità della Madonna?!:-)

          —-non possiamo chiedere a Dante di saperne di più di un erudfito tedesco del XX secolo..—-
          Non si tratta di saperne di più o di meno, ma di non dare credito ai pettegolezzi da lavandaie su Maometto-che-voleva-diventar-Papa:-).

          —-certo, quei musulmani che credono che il Corano sia stato dettato dall’Arcangelo Gabriele potrebbero non essere d’accordo—-
          Ah, dici che ci sono anche musulmani che credono che Maometto abbia “commissionato” la stesura del Corano a qualche “ghostwriter” dell’epoca?:-). Sarebbero come dire, come dei “cristiani” che credono che il vero papà di Gesù fosse un soldato romano, eh!:-)

          —-Sull’ostilità di Dante a Maometto, basti dire che si inserisce in una tradizione cristiana costante durata sino al Settecento e oltre—
          Come già detto, essere in numerosa compagnia non significa aver ragione.

          —- (ciò non impediva a singoli frati di riconoscere che i “Turchi” erano meno “cattivi”, cioè più “tolleranti” degli eretici );—-
          Ma com’erano umaaaaani loro!:-)

          — già nel XII secolo Pietro il Venerabile, facendo tradurre il Corano, attaccò Maometto; ancora a fine XVII secolo il dotto lucchese Marracci nella sua Refutatio Alchorani, opera seria ed erudita, perdeva le staffe quando parlava di Maometto; financo il dottissimo Ludovico Antonio Muratori (1672-1750), gloria di Modena estense, pur così irenico e tollerante addirittura veso eretici notori, non riesce a scrivere il nome Maometto senza farlo precedere da epiteti quale “impostore”, “tristo”, “empio”, “ciarlatano”…—
          Beh, altri cazzari, se permetti….

          —-e la ragione è quella che ha detto Francesco, ai cristiani rodeva, e in parte rode ancora, che i musulmani abbiano loro portato via l’Egitto, l’Africa, la Siria, la Palestina poi anche l’Anatolia, cioè tutte le terre più sacre per il Cristianesimo antico !—-
          Ah, ecco, e non potevano usare una pomata analgesica in quel posto:-), visto che non erano state ancora inventate:-). E si sfogavano scrivendo CAZZATE….

          —..sarà non a caso l’anti-cristiano Voltaire il primo a parlare bene di Maometto, in odio al Cristiamesimo, non perché amasse i musulmani di cui lui sì sapeva ben poco,—-
          Ti riferisci alla sua opera teatrale “Le fanatisme ou Mahomet le Prophete”?! Allora mi sa che hai visto un altro film:-). Leggi qui:
          http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/09/22/il-maometto-di-voltaire-che-offese-cattolici.html

          —- altro che Dante che per la sua epoca era molto informato, per quanto, ça va sans dire, tendenziosamente…—-
          Uh, come no, informatissimo…dalle lavandaie:-)

        • habsburgicus scrive:

          ma se tu preferisci La Grande Storica Orientalista…
          mai letto un libro della suddetta 😀 semplicemente ho letto anche altri studiosi (oltre a Mantran e Lewis), inclusi i “classici” ad esempio Wellhausen, 1844-1918 (Das arabische Reich und sein Sturz, ritenuto fondamentale, di cui esiste anche una traduzione inglese del 1927), il principe Leone Caetani Duca di Sermoneta, 1869-1935 (Annali dell’Islam, 10 voll; traduce tutti gli autori arabo-musulmani in primis al-Baladhuri, al-Tabari e il persiano Mas‘udi, senza dimenticare al-Muqaddasi, la geografia persiana detta Hudud al-‘alam del 982 d.C, per citare solo quelli anteriori al Mille…purtroppo tratta solo i primi decenni, che sono peraltro quelli delle conquiste), Ernest Mercier (importante per il Maghreb) e fra i recenti Hawting ecc.
          a proposito di Butler, egli sostiene (citando storici copti come Severo di Ash-Muneyn, X secolo d.C e il melchita Said al-Batriq, alias Eustachio di Alessandria, coevo più il melchita Yahya di Antiochia dell’XI secolo e applicando una critica radicale alle fonti arabo-islamiche sulla conquista dell’Egitto, in genere posteriori di molti secoli) che i copti non tradirono i Romani, cioè i bizantini, se non in casi isolati…non è del tutto convincente (almeno per me), comunque credo sia riuscito a dimostrare che in gran parte dell’Egitto gli arabi furono accolti passivamente e non certo da liberatori; fra l’altro, e questo lo dico io (c’è in Bagnall inter alios), in un documento greco del 321 e 290 dell’Era “doppia” ossirinchita cioè 644/645 d.C la città di Oxyrhynchos, tre anni dopo l’occupazione araba, prende orgogliosamente ancora il titolo di “philochristos” (amica di Cristo)
          “Non mi risulta: citare fonte, please”
          su Omar II, puoi vedere Wellhausen, Hawting e qualunque storia del Califfato…l’Encyclopaedia Britannica del 1911 (quando non esisteva ancora il “politically correct” :D) scrive “In North Africa [come ho accennato io], particularly, and in Khorasan [Iran nord-orientale e Afghanistan occidentale, terre zoroastriane con un po’ di nestoriani], the effect of Omar II’s proclamation was that a great multitude embraced Islam. Conversion to Islam was promoted by the severe regulations which Omar II introduced for non-believers, such as Christians and Jews. It was he who issued those humiliating rescripts which are commonly but unjustly attributed to Umar I” (vol 5, pag. 35, articolo Caliphate)…spero che basti 😀 non ho l’abitudine di inventare cose
          i No, furono solo la risposta a certi fattacci avvenuti in Terrasanta quando ai tolleranti arabi subentrarono i turchi selgiuchidi.
          per la cronaca, il Santo Sepolcro, fu già profanato nel 1009 d.C dall’’arabo Califfo fatimide al-Hakim (quello “divinizzato” dai drusi) alcuni decenni prima dei biechi Selgiuchidi 😀
          i Cristiani occidentali non reagirono prima della fine dell’XI secolo per varie ragioni ma sostanzialmente perché non erano in grado di reagire (nel IX e X come è noto subirono incursioni saracene, ad esempio a La Garde-Freinet in Provenza e nell’Italia meridionale, e non solo saracene) e la civiltà “franca” dell’epoca non avrebbe mai potuto confrontarsi con il Califfato omayyade (661-750) e proto-abbaside (750-c.a metà X secolo) e neppure con i Buyidi iranofoni (945-1055 d.C) che per un secolo tennero il potere a Baghdad mentre in altre parti sorgevano dinastie autonome o financo semi-indipendenti (ad esempio gli Ikhshiditi in Egitto, 935-969 d.C, conquista fatimida ad opera dello slavo islamizzato Jauhar, partendo da Kairouan,prima capitale fatimida, in Tunisia, dal 910 al 973 d.C)
          ma com’è che p.es. i cristiani copti egizi, secondo te “estirpati”, oggi compongono più o meno il 10 %
          ovviamente per “Nord-Africa”, “nordafricano”, dato il contesto, io intendevo l’Africa romana poi Ifrīqiya (Tunisia, Algeria orientale e per estensione anche Marocco e Tripolitania), credevo fosse chiaro :D, e lì il Cristianesimo, latino e NON bizantino, è sparito del tutto, q.e.d;
          l’Egitto, ove il Cristianesimo sussiste ancorché minoritario, ha tutta un’altra storia e mai ho sostenuto altrimenti
          Mai sentita la parola “ironia”, eh?!
          sul Congresso di Iaşi, quanto raccontato è un fatto vero (o, almeno, presentato come vero..io non c’ero :D), ricordato da varie memorie dell’epoca e dalle carte di Bezborodko e Platon Zubov (ultimo favorito di Caterina II)..dunque, tranquillo, lo stile dei diplomatici un po’ lo conosco 😀 credevo che fosse evidente, dai miei commenti precedenti, che qualcosina di storia diplomatica e di storia est-europea lo conosco, ma evidentemente non è così

        • habsburgicus scrive:

          errata: Patriarca Eutychius, ob. 940 d.C

        • Ritvan scrive:

          —a proposito di Butler, egli sostiene (citando storici copti come Severo di Ash-Muneyn, X secolo d.C e il melchita Said al-Batriq, alias Eustachio di Alessandria, coevo più il melchita Yahya di Antiochia dell’XI secolo e applicando una critica radicale alle fonti arabo-islamiche sulla conquista dell’Egitto, in genere posteriori di molti secoli) che i copti non tradirono i Romani, cioè i bizantini, se non in casi isolati…habsburgicus—
          Ah, beh, se cita storici copti allora è un po’ come chiedere all’oste com’è il suo vino, cribbio!:-)

          —non è del tutto convincente (almeno per me),—
          Ah, meno male che lo ammetti:-)

          —- comunque credo sia riuscito a dimostrare che in gran parte dell’Egitto gli arabi furono accolti passivamente e non certo da liberatori;—-
          Non ho mica detto che l’intero popolo stendeva tappeti rossi e versava sugli arabi petali di rose, eh!:-). Però, il fatto che il popolo non oppose resistenza e in “alcuni casi” collaborò attivamente con gli arabi qualcosina vorrà pur dire, no?

          — fra l’altro, e questo lo dico io (c’è in Bagnall inter alios), in un documento greco del 321 e 290 dell’Era “doppia” ossirinchita cioè 644/645 d.C la città di Oxyrhynchos, tre anni dopo l’occupazione araba, prende orgogliosamente ancora il titolo di “philochristos” (amica di Cristo)—
          E i ferocissimi:-) arabi glielo permettono e non la radono al suolo, mangiandovi pure i bambini?:-)

          —-su Omar II, puoi vedere Wellhausen, Hawting e qualunque storia del Califfato…l’Encyclopaedia Britannica del 1911 (quando non esisteva ancora il “politically correct” ) scrive “In North Africa [come ho accennato io], particularly, and in Khorasan [Iran nord-orientale e Afghanistan occidentale, terre zoroastriane con un po’ di nestoriani], the effect of Omar II’s proclamation was that a great multitude embraced Islam. Conversion to Islam was promoted by the severe regulations which Omar II introduced for non-believers, such as Christians and Jews. It was he who issued those humiliating rescripts which are commonly but unjustly attributed to Umar I” (vol 5, pag. 35, articolo Caliphate)…spero che basti non ho l’abitudine di inventare cose.—-
          Beh inventare magari no, ma in questo caso hai dato un’interpretazione ad minchiam di fatti veri. Mi spiego meglio: se le regole introdotte da Omar II in materia di ebrei, cristiani&co erano un po’ più severe di quelle di Omar I, questo non vuole affatto dire che le numerose conversioni verificatesi in seguito furono “forzate”. Capisci quando una conversione può essere definita “forzata”? Se non lo capisci, chiedilo ai sassoni che ebbero a che fare con Carlomagno:-)

          —-“No, (le crociate-ndr.) furono solo la risposta a certi fattacci avvenuti in Terrasanta quando ai tolleranti arabi subentrarono i turchi selgiuchidi.” per la cronaca, il Santo Sepolcro, fu già profanato nel 1009 d.C dall’’arabo Califfo fatimide al-Hakim (quello “divinizzato” dai drusi) alcuni decenni prima dei biechi Selgiuchidi.—
          Al Hakim era un fanatico ismailita e, come ci informa la Sacra:-) Wiki, “Le misure (di Al Hakim-ndr.) contro i musulmani furono non meno gravose e bizzarre e colpirono tanto i sunniti quanto gli sciiti.”. Come ami dire tu “caso isolato”, non credi, oppure dobbiamo ritenere Baldassarre Cossa e Alessandro Borgia come lo “standard” del Tuo Amato Papato?:-). Infine, sempre per la cronaca:-) la Sacra:-) Wiki ci informa che ai bizantini fu permesso di ricostruire la Basilica del Santo Sepolcro, in cambio della costruzione di una moschea in territorio bizantino da parte dei musulmani.

          —–i Cristiani occidentali non reagirono prima della fine dell’XI secolo per varie ragioni ma sostanzialmente perché non erano in grado di reagire….—-
          Ah sì?! Ci voleva tanto perché un Papa bandisse una crociata e chi avesse voluto reagire avesse reagito? No, la ragione è quella che ho detto io: mancava il casus belli.

          —-“ma com’è che p.es. i cristiani copti egizi, secondo te “estirpati”, oggi compongono più o meno il 10 %…”ovviamente per “Nord-Africa”, “nordafricano”, dato il contesto, io intendevo l’Africa romana poi Ifrīqiya (Tunisia, Algeria orientale e per estensione anche Marocco e Tripolitania), credevo fosse chiaro—-
          No, che l’Egitto non facesse parte del Nord Africa non mi era molto chiaro:-)…colpa dell’insegnamento della geografia ai tempi del comunismo di Hoxha?:-)

          —-e lì il Cristianesimo, latino e NON bizantino, è sparito del tutto, q.e.d;—
          No, non è sparito, è fortemente minoritario ma non è sparito “del tutto”. Ci sono chiese, conventi, cimiteri cristiani ecc….in uno di questi ultimi mi pare riposi un certo Bettino Craxi.

          —-l’Egitto, ove il Cristianesimo sussiste ancorché minoritario, ha tutta un’altra storia e mai ho sostenuto altrimenti.—-
          Appunto, non facciamo di ogni erba un fascio….

          —-sul Congresso di Iaşi, quanto raccontato è un fatto vero (o, almeno, presentato come vero..io non c’ero ), ricordato da varie memorie dell’epoca e dalle carte di Bezborodko e Platon Zubov (ultimo favorito di Caterina II)..dunque, tranquillo, lo stile dei diplomatici un po’ lo conosco credevo che fosse evidente, dai miei commenti precedenti, che qualcosina di storia diplomatica e di storia est-europea lo conosco, ma evidentemente non è così.—-
          Appunto, come dicevo, con tutta probabilità era solo una battuta del diplomatico turco, visto che anche un musulmano analfabeta sapeva e sa bene che il Corano non è precisamente:-) un atlante di geografia.

  43. mirkhond scrive:

    Per Habsburgicus

    Sulla questione del Ladino, dell’Istrioto e dell’estinto Dalmatico, vi sono stati studi linguistici, soprattutto per il Dalmatico, ma anche per alcune varianti del Ladino, come quello retoromanzo, in cui si è rilevata una forte dittongazione, e nel caso del dalmatico veglioto, persino UNA FORTE SOMIGLIANZA con le parlate PUGLIESI, dove per pugliesi bisogna ovviamente escludere il Salentino, parlato a sud della linea Taranto-Brindisi.
    Lo stesso Antonio Udina (1824?-1898), l’ultimo parlante veglioto, nella sua lingua nativa NON veneta, veniva chiamato appunto Tuone Udaina, e questo tipo di dittongazione si ritrova in molti dialetti della Terra di Bari, come a Bitonto, mio paese d’origine per parte paterna.
    Termini come nepaut=nipote, parint’=parente, cink=cinque, cint’=cento, saira=sera, paira=pera, caina=cena, ecc. ecc. si ritrovano in molte parlate della mia terra.
    Questa straordinaria AFFINITA’ fu notata già dall’erudito dalmata Giovanni Lucio di Traù (1604-1679), il quale affermava che il Dalmatico era molto PIU’ SIMILE alle parlate della PUGLIA e dell’ABRUZZO, che al Veneto e al Lombardo.
    Ora Lucio da SUDDITO di Venezia, era probabilmente un venetofono, e per i contatti tra le due sponde adriatiche, era perfettamente in grado di cogliere le somiglianze e le differenze tra gli idiomi d’Italia.
    Idem, l’istriano venetofono di Albona, Matteo Bartoli, colui che intervistò Udina nel 1897, proprio per la sua tesi sul Dalmatico, lasciandoci dunque una preziosissima testimonianza, che diversamente sarebbe andata perduta per sempre.
    Lo stesso il linguista di Parma, Carlo Tagliavini.
    Io stesso ascoltando alcuni brani retoromanzi, su youtube, ho notato una forte dittongazione, una pronuncia e una fonetica simile alle parlate della mia terra, tipo ce=che, percè=perché, buna saira=buona sera, per plasciair=per piacere ecc.
    Facendo ascoltare questi brani a mia sorella, si è messa a ridere, considerandoli un miscuglio di pugliese e tedesco, e ricordandoci le canzoni della pseudo-band comica degli Oesais (parodia pugliese degli Oasis), del duo comico Toti e Tata, che ricantavano le canzoni della ban britannica, in un vernacolo maccheronico a base di un Barese bitontinizzato, e quindi ricchissimo di dittongazioni, così come sono DAVVERO molte parlate pugliesi, l’estinto Dalmatico e alcune parlate ladine.
    Tutto ciò mi porta, anche tenendo conto delle fonti classiche greco-romane da Ecateo (VI sec. a.C.) a Tacito (55c.-120c. d.C.), a ritenere che tali affinità abbiano almeno in parte un COMUNE SOSTRATO prelatino, di base illirica settentrionale, pur abbondantemente mescolata con elementi celtici.
    ciao!

    • PinoMamet scrive:

      ” Termini come nepaut=nipote, parint’=parente, cink=cinque, cint’=cento, saira=sera, paira=pera, caina=cena, ecc. ecc. si ritrovano in molte parlate della mia terra.”

      Copio la poesia che mi piace del disprezzato (da Z.) romagnolo Tonino Guerra: questa mi piace perché è cattiva, altro che “ottimisimo profumo della vita” 😉

      Sa vinzém néun a t véng a truvè ad chèsa:
      a t faz avnéi in ment quel ta me fat
      e a t dag ad mòrs tla tèsta e d’impartot.
      E pu sa vinzém néun l’andrà a finéi
      ch’avrò un dafé che mai,
      mo te nu vén datònda a ròmp e’ cazz,
      a déi ch’a t lasa stè pri tu burdèll;
      a se par chès t am vaid dri la tu chèsa
      nu sta a trémè da spèsa la finèstra,
      ch’a vném a to al miséuri ma la strèda.

      Io da emilianofono occidentale ne capisco tranquillamente il novanta per cento, ma noto giusto qualche dittongo in più, che a me ricorda, a dirla tutta, l’ancora più occidentale piacentino! (e dalli…)
      serve la traduzione?

      • PinoMamet scrive:

        anche, da un’altra poesia sua (ce le ho in Poeti italiani del Novecento):
        “…eun ad chi léibar che t’a i craid smaréid..”
        (uno di quei libri che credevi smarrito)

        qui pare quasi irlandese, il “leibar” specialmente, per la gioia di Moi 😉

        • Z. scrive:

          E mi Sgnor, cussa ela sta ciustè!

          Mi è bastato leggere quella riga di pseudodialetto imbastardito per provare un vago senso di malessere… per non parlare della “poesia” di sopra!

          E’ unto come il peggior bolognese, è curiosamente ellittico, ha quell’irritante “ma” al posto di “in” tipico di Cattolica. E poi non aggiungo altro, perché dei mortacci non sta bene parlare (troppo) male, e come disse Gesù Cristo “lasciamo a Unieuro ciò che è di Unieuro”.

          E passiamo alle cose serie:

          http://www.liberliber.it/mediateca/libri/g/guerrini/sonetti_romagnoli/pdf/guerrini_sonetti_romagnoli.pdf

          Quelli su Dante e sulla Giustizia, in particolare, sono insuperabili 😀

          Z.

          PS: Niente traduzione a fronte: Stecchetti è per i veri duri. Se hai qualche dubbio, chiedi pure a me! Comunque l’edizione cartacea, ammesso che si trovi ancora in commercio, qualche traduzione minima in nota la contiene.

        • PinoMamet scrive:

          Grazie!!
          🙂
          Me li sto godendo! e ti dirò che, senza preposizioni strane e cattolichesi 😉 , li leggo molto più facilmente di quelli di Unieuro…

      • mirkhond scrive:

        E’ davvero curiosa questa dittongazione romagnola….
        A parte Celti e prima ancora Etruschi-Villanoviani, sarebbe davvero interessante capire se vi sono state, sia pur frammischiate, presenze balcaniche transadriatiche nella regione, magari al seguito del probabile passaggio di una grossa orda indoeuropea di illiri japudi, e di osco-umbri o italici orientali, calata in Italia, dalle Alpi Giulie, provenienti da una vasta area tra Quarnaro, Danubio e sorgenti della Vistola, come ipotizzato da Imperio, sulla base del Devoto….
        ciao!

  44. Moi scrive:

    *** @ Mohammed Jaran ***

    Scusa, ma nella religione islamica soltanto il Corano corrispòonde a “Verità” … i Sapienti che citi sono “Opinione”, no ? E in ogni caso, o si prende il Corano sempre e soltanto alla lettera oppure anche i Sapienti suddetti esprimono opinioni interpretative sulla “Verità” Stessa, no ?

  45. jam scrive:

    …la traccia é cancellare la traccia
    Ibn’ Arabi scrive:
    Sappi che l’autorià (al-hukum) é frutto della saggezza(al-hikma), e che la scienza (al’ilm) é frutto della conoscenza (al-ma’rifa). Colui che non ha saggezza non ha autorità, colui che non ha conoscenza non ha scienza. Colui che possiede l’autorità e la scienza si innalza “per Dio” (li-Llâhi qâ’im) e colui che ha la saggezza e la conoscenza resta “attraverso Dio” : le genti d’autorità e sapienti sono come dei lâmiyyûn (aventi come emblema la lettera lâm) mentre i saggi conoscitori sono dei bâ’iyyun (aventi come emblema la lettera bâ). Mentre l’asceta si compiace nel rinunciare al mondo, colui che si affida a Dio (al-mutawakki) riposa interamente sul suo Signore, l’aspirante (al-murid) ricerca i canti spirituali e l’entusiasmo annichilente, l’adoratore é tutto con la sua devozione e il suo sforzo, e il saggio-conoscitore esercita la sua forza di spirito e si concentra sul fine, ecco che quelli che sono investiti dell’autorità e possiedono la scienza restano nascosti nell’invisibile e non li conosce né il conoscitore, né l’aspirante, né l’adoratore, come non li percepisce l’affidato a Dio, né l’asceta! L’asceta rinuncia al mondo per ottenerne il prezzo, colui che si affida si rimette al suo Signore per raggiungere il suo disegno, l’aspirante ricerca l’entusiasmo per abolire la tristezza, l’adoratore agisce con zelo nella speranza di accedere alla prossimità, il conoscitore saggio mira attraverso la sua forza di spirito all’arrivo, ma la Verità non si svela che a colui che cancella la sua propria traccia e perde persino il suo nome! La conoscenza é velo sul Conosciuto, e la saggezza una porta vicino alla quale ci si ferma; allo stesso modo tutti gli altri spitituali sono dei mezzi (asbâb) come le lettere; e tutte queste cose non sono che “debolezze” che accecano gli sguardi e accecano le luci. Perché se non vi fossero i Nomi, il Nominato apparirebbe, se non vi fosse l’amore persisterebbe, se non vi fossero i differenti premi (dati dalla sorte) tutti i gradi sarebbero conquistati, se non vi fodde Huwwiyya (il Sé supremo), l’Anniyya (il Me supremo) apparirebbe, se non vi fosse Huwa(Lui), ci sarebbe Anâ (io), se non vi fosse Anta (tu), si vedrebbe il marchio dell’ignoranza, se non vi fosse la comprensione(ordinaria) si affermerebbe il potere della Scienza(pura): e allora le tenebre sarebbero abolite, e tutte queste pesantissime bestie prenderebbero il volo come uccelli imponderabili nelle esiguità dell’estinzione!
    Al tuo cuore si rivela Colui che non ha mai cessato di risiedere
    nell’imperscrutabile mistero del Senza-inizio!
    Ma eri tu stesso il velo sul tuo occhio,
    benché questo fosse per la vitù stessa della tua similitudine divina.
    Allora al Cuore appare Colui che vede
    Colui che non ha mai cessato di chiamarlo verso di Lui!
    Ed é cosi che venne un Discorso, racchiudendo ogni Parola, e la Sua gloria fu manifesta
    attraverso l’inviato della Regione suprema!

    …per quanto riguarda Dante, la professoressa Maria Corti parla di
    INTERTESTUALITA’ fra il Libro della scala e la Divina Commedia..

    cosi Dante oltre ad essere un Ishrâqî diventa anche post-moderno..
    ciao

  46. jam scrive:

    … “occorre avere il caos in sé per partorire una stella danzante”
    il giorno in cui Nietzsche impazzi’ era a Torino ed il segno esatto della sua follia comincio’ con il bacio che diede a Ronzinante il cavallo di Don Chisciotte…. si rinchiuse poi in un mutismo ieratico. Ronzinante nitri’ soddisfatto, quel bacio gli piacque, Nietzsche allora passo’ oltre il sipario.
    era veramente follia o uno stato di beatitudine?
    era davvero mutismo o il suo silenzio era una musica? non più la musica dirompente di wagner, ma quella silenziosa e dolcissima di una stella danzante ..
    ciao

  47. mirkhond scrive:

    Evanescence……

  48. jam scrive:

    …Nietzsche prende atto della morte di dio vedendo l’ipocrisia degli uomini, ed il dio che é morto é quello degli uomini ipocriti: il Dio di Nietzsche invece é vivo ed é questo il significato della sua presunta follia…il suo volere andare nel luogo dovi si puo’ incontrare Dio! …

    • Z. scrive:

      A me pare che quel discorso sulla morte di dio fosse da intendere più in senso positivistico – nel senso che la società e il pensiero si andavano secolarizzando – ma certo posso sbagliarmi.

      Z.

      • Francesco scrive:

        io ho sempre pensato che Nietszsche andasse oltre il positivismo: questo “uccide” Dio e ignora le conseguenze, Federico le canta a piena gola

        e il fatto che alla fine impazzisca depone a suo favore

  49. mirkhond scrive:

    Purtroppo però l’ipocrisia sopravvive anche alla morte del dio degli ipocriti, ripresentandosi sotto nuove divinità e nuovi conformismi, altrettanto ipocriti di quelli che crede di aver distrutto…..

  50. jam scrive:

    …certo, l’ipocrisia persiste: é proprio x questo che il dio dell’ipocrisia é morto. x farlo rinascere occorre far scomparire l’ipocrisia…
    … il talebano del tuo racconto, assomiglia più ad un derviscio-qalandar che ad un talebano! x’ una caratteristica dei talebani é quella che non si fanno mai i cavoli loro, ma vogliono imporre le loro regole nella vita degli altri… quindi quel tipo se era talebano sgranando ‘il rosario’ faceva contemporaneamente dello spionaggio, se era invece derviscio-qalandar si faceva i fatti propi…fondamentale differenza
    i dervisci-qalandar prima e dopo il dentista prendono Arnica montana 5ch!
    ciao

  51. mirkhond scrive:

    Si faceva i c…i fatti propri perché era stanco della guerra, di una vita e di un mondo che va a c…di cane, dell’incomprensione, non perché era nu zozzone pederasta di qalandar…..
    Al talebbano di Napoli e’ femmene ce piacevano, mica era n’asceta, eh!
    E’ solo che era nato nel tempo sbagliato, e primma di renndere l’anima de…l’anima a Dio, pregava pè prepararsi….

  52. Guido scrive:

    Per Jam

    Ciò che sinceramente non riesco a digerire in tutte quelle cose che approssimativamente definiamo religioni è la complessa burocrazia che vi appare. E conseguentemente: gerarchie, preti o pseudo-preti, codici, interpreti, giudici, poliziotti, delatori, ruffiani, perbenisti, ipocriti, rancorosi ecc. ecc. Non parliamo poi della complessa burocrazia celeste: beati, santi, corti angeliche, gironi ecc.
    Aiutooo!! Nemmeno nel post-mortem sembra che ci si possa liberare dei burocrati. Esisteranno anche le carte da bollo nell’aldilà?

    Il sospetto che a me sorge spontaneo,non ritenendomi nemmeno particolarmente sagace, è che tutto ciò sia solo una grande proiezione di menti perverse, di grandi compensazioni per vite mutilate e irreggimentate dentro dispositivi di potere che sfruttano la comprensibile paura della sofferenza e della morte, indicando al contempo un viatico che accumuli punti per una felicità a venire. Trovo perfino banale fare queste considerazioni.

    Tutto ciò sembra che possa essere scavalcato attraverso il mistico.
    Il mistico, come il “pazzo”, è l’elemento che scompagina l’ordine ingessato dentro le regole. Nelle società “tradizionali” può destare reverenza, ma anche timore e inquietitudine, addirittura desiderio di linciaggio per chi dovesse oltrepassare i limiti della moralità “ordinaria” consentita. Le gerarchie burocratico-religiose convivono faticosamente con il mistico, lo bruciano, lo crocifiggono, ma talvolta lo usano per dare una nuova vernice di spiritualità alle loro paranoiche costruzioni. Tante volte mi sorge il dubbio che lo stesso Francesco d’Assisi sarebbe potuto incorrere nelle ire delle gerarchie ecclesiastiche se fosse vissuto 50 anni prima…
    Con questo sono tornato a sfiorare il tema dell’eresia.

    Per quanto riguarda i qalandar, non trovi curioso che sia l’Encyclopedia of Islam a definirli simili agli hippies?

    http://referenceworks.brillonline.com/entries/encyclopaedia-of-islam-2/kalandar-SIM_3810?s.num=8

  53. jam scrive:

    ti rispondo cosi: se ti fermi al lato esteriore della religione non potrai che come hai detto gridare aiutoooo, ma se parti da te stesso tutto cambia. cmq:

    “quiconque n’éprouve pas, ne comprend pas”,

    ma poi ne parleremo ancora, e come dice Sohravardi, le modulazioni del Simorgh risvegliano i ricordi, quindi se incontrerai un Simorgh ne riparleremo…

    …sui qalandars e la qalandariyya si potrebbero dire milioni di cose, il loro ruolo sociale, il loro posto nell’oriente polveroso e soprattutto che non sono abbastanza studiati, o che gli studi che vengono fatti sono ancora molto sconosciuti quindi si resta sempre nel pressapochismo e nella diffamazione. Non credo sia stato tradotto in italia il libro di Christiane Tortel “l’ascète et le buffon”… qalandar é un nome generico perché poi ci sono un’infinità di confraternite, ognuna con caratteristiche particolari, quello che é interessante é che nascondono situazioni antichissime, anche pre-islamiche, dove ad esempio Lal Shabaz, detto anche aquila rossa , (che forse aveva un uovo del Simorgh!!!), é considerato nel Sind musulmano anche una reincarnazione di Shiva! l’India é un luogo incredibile dove questi personaggi li incontri ogni giorno e non si puo’ rimanere indifferente. certi qalandars praticavano l’addomesticamento degli orsi, adesso vietato x’ era troppo crudele. in Iran invece praticavano la javanmardi(cavalleria), frequetavano le zurkhaneh, oppure giravano di paese in paese cantando e raccontando lo Shaname di Ferdowsi, e altre cose, continuando anche qui una tradizione antichissima. oppure gli Haydari che si incatenano, oppure i khaksar curdi …da farsi venire l’emicrania nello scoprire l’incredibile complessità di quel tessuto culturale… hippies e qalandars sono due realtà completamente diverse, anche se si sono incontrati e hanno spartito qualcosa insieme..
    ciao

  54. mirkhond scrive:

    Da wikipedia:

    The Qalandariyyah (Persian: قلندریه‎, Urdu: قلندریہ, Hindi: क़लन्दरिय्या, Bengali: ক়লন্দরিয়্য়া), Qalandaris or Kalandars are wandering Sufi dervishes. The term covers a variety of sects, not centrally organized. One was founded by Qalandar Yusuf al-Andalusi of Andalusia, Spain.

    Starting in the early 12th century, the movement gained popularity in Greater Khorasan and neighbouring regions, including the South Asia.[1] The first references are found in 11th century prose text Qalandarname (The Tale of the Kalandar) attributed to Ansarī Harawī. The term Qalandariyyat (the Qalandar condition) appears to be first applied by Sanai Ghaznavi (d 1131) in seminal poetic works where diverse practices are described. Particular to the qalandar genre of poetry are terms that refer to gambling, games, intoxicants and Nazar ila’l-murd* – themes commonly referred to as kufriyyat or kharabat.

    Siempre dalla sacra wiki:

    *Nazar ila’l-murd

    The meditation known in Arabic as Naẓar ila’l-murd (Arabic: النظر إلى المرد‎), “contemplation of the beardless”, and in Persian Shahed-bāzī, (Persian: شاهدبازی‎), “witness play”, is a Sufi practice of spiritual realization recorded since the earliest years of Islam. It is seen as an act of worship, held to realise the absolute beauty that is God through the relative beauty of the human form that is the divine image. In its best-known form it simply consists of gazing upon a beautiful boy.

    Chaste love

    Naẓar was a principal expression of a male love that, according to the teachings, was not to be consummated physically.

    Zangi discussed the legitimacy of love for a male beloved saying, “And it is said that when God . . . wants to honor a worshiper with the robe of true love and put the real crown of love on his head, He will make him fall in earthly love so that he would learn the ways of being a lover . . . and passes from the raw stage of desiring attention to the ripeness of (spiritual) supplication.”[2]

    Richard Francis Burton claims that Easterners value the love of boys above the love of women, using Persian terminology in which the moth and the bulbul (nightingale) represent the lover, and the taper and the rose represent the boy and the girl, respectively. According to him, “Devotion of the moth to the taper is purer and more fervent than the Bulbul’s love for the Rose.”[3]
    Physical love

    Not all followed the teachings strictly to the letter. On being challenged by Rabiʿa al-ʿAdawiyya (c.717-801) of Basrah (Sufi woman saint who first set forth the doctrine of mystical love), upon noticing him kissing a boy, for appreciating the beauty of boys above that of God, the ascetic Sufi Rabah al-Qaysi retorted that, “On the contrary, this is a mercy that God Most High has put into the hearts of his slaves.”[4]
    Criticism

    Conservative Islamic theologians condemned the custom of contemplating the beauty of boys. Their suspicions may have been justified, as some dervishes boasted of enjoying far more than “glances”, or even kisses. Nazar was denounced as rank heresy by such as Ibn Taymiyya (1263–1328), who complained, “They kiss a slave boy and claim to have seen God!”[5]

    The real danger to conventional religion, as Peter Lamborn Wilson asserts, was not so much the mixing of sodomy with worship, but “the claim that human beings can realize themselves in love more perfectly than in religious practices.”[6] Despite opposition from the clerics, the practice has survived in Islamic countries until only recent years, according to Murray and Roscoe in their work on Islamic homosexualities.[7]

    Notes

    1) ^ Peter Lamborn Wilson, “CONTEMPLATION OF THE UNBEARDED: The Rubaiyyat of Awhadoddin Kermani” in Paidika V.3-4 p.13 (1995): “Love imagery in Persian Sufi poetry usually flows from this mystical, symbolic appreciation of love’s spiritual power. In some works, however, the imagery refers also to specific practices, code named ‘naẓar ila’l-murd’ or ‘contemplation of the unbearded,’ namely, the unbearded boy.”
    2) ^ Encyclopedia Iranica
    3) ^ Richard F. Burton, Arabian Nights, “Terminal Essay” (Part D)
    4) ^ Quoted from as-Sulāmī, Early Sufi Women = Dhikr an-niswa al-muta ‘abbidat as-sufiyyat, translated by Rkia E. Cornell, Louisville, KY: Fons Vitae, 1999, pp. 78-79.)
    5) ^ “Needless to say, although the poets of the Witness Game followed the letter of the Shariʿa and its sexual code, their dangerous game of Sublimation was condemned as rank heresy by such as Ibn Taymiyya, who complained, `They kiss a slave boy and claim to have seen God!’ However orthodox (or not) the sufis might have been in their private lives, their poetry has given much aid and comfort to `real heretics’ like the Ismailis, who would of course take quite literally such lines as Iraqi’s: Forget the Kaaba: The vintner’s gates are open!” Peter Lamborn Wilson, THE ANTI-CALIPH: Ibn ‘Arabi, Inner Wisdom, and the Heretic Tradition [1]
    6) ^ Wilson (1995), op.cit, p.21
    7) ^ Stephen O. Murray and Will Roscoe, Islamic Homosexualities; New York University Press, 1997; p.111

    • Mahmoud Jaran scrive:

      mi fa piacere che la fonte citi, tra gli altri, Rabi’a al-‘Adawiya – una dei miei poeti sufi preferiti – magari un giorno vi traudrrò una sua poesia, cantata tra l’altro dallo stesso gruppo Ibn Arabi Ensemble.
      ciao

  55. Moi scrive:

    @ FRANCESCO

    1

    Va be’ ma ‘sta “Fase Furbetta dell’ Islam”… sarà mica la “taqiya” secondo Alì Sina l’Apostata, Fondatore di Faithfreedom ?!

    http://www.faithfreedom.org/wordpress/wp-content/uploads/Taqiya-deception1.jpg

    Quello che ha rivelato a Bat Yeo’r che NON ci si deve fidare degli Arabisti d’Occidente perché sono Utili Idioti di Eurabia: trangugerebbero taqiya (che Alì Sina definisce come “Menzogna Deliberata nell’ Interesse dell’ Islam, ampiamente caldeggiata e suggerita dal Corano”) a garganella per il wishful thinking da Occidentali Odiatori di Sé Stessi.

    2

    Ti rendo il dirottamento su Ritvan : -) : Mirkhond sa spiegarti senz’altro meglio la tua velleità cielloide di conciliare Herbert Spencer e Gesù Cristo !

    3

    Dante con il “Non ti curar di Loro” [cit.] ecc…parlava di provocazioni blasfeme ?!

    @ TORTUGA

    Ma infatti le Parafrasi Scolastiche della Divina Commedia da parte degli studenti Post’68 ne fanno scempio, specie in scuole “basse” : -) ove di Latino, Teologia e Filosofia …per poco non s’ignora perfino l’ esistenza stessa. Ma anche Licei Classici e “Skuolen Privaten Kattoliken” ci vanno “giù pari belli pesi” : -)

    Manzoni lo odiano tutti, c’è anche chi dice “alla Silvio” : -) che Lucia, a prefrire un Contadinazzo a un Signorotto, era proprio una povera cogliona !

    @ RITVAN

    Dante, te lo rammento _ qualora lo Scempio Scolastico ad opra : -) dei Posteri Ignorantoni non fosse sufficiente_ viene, inoltre, pure sbeffeggiato anche pesantemente negli spot pubblicitari televisivi … ah, Divina Provvidenza FiloIslamica ! ; -)

    @ MIRKHOND

    nepaut=nipote — > anvåud

    parint’=parente, —> paràint

    cink=cinque, —> z’ench

    cint’=cento, —> z’àint

    saira=sera, —> sira

    paira=pera, —> pàira

    caina = cena —> z’ànna

    • Ritvan scrive:

      —-Va be’ ma ‘sta “Fase Furbetta dell’ Islam”… sarà mica la “taqiya” secondo Alì Sina l’Apostata, Fondatore di Faithfreedom ?! Moi—-

      Alì Sina, Alì Sina….chi era costui?:-)…ah, già, adesso ricordo, quel tizio che con una faccia di bronzo incredibile ha scritto questa allucinante castroneria: “….durante la Seconda Guerra Mondiale, gli stessi Musulmani Albanesi si siano schierati dalla parte di Hitler e l’abbiano aiutato nel suo olocausto contro gli Ebrei.”
      http://www.italian.faithfreedom.org/readArticle.php?article=37

      Bene, bene, Moi, te lo raccomando:-)

  56. Moi scrive:

    @ FRANCESCO

    Di Herbert Spencer ho riportato la citazione più nota nel post sui Selvaggi di …”Diladdarno” : -) !

  57. mirkhond scrive:

    “Mirkhond sa spiegarti senz’altro meglio la tua velleità cielloide di conciliare Herbert Spencer e Gesù Cristo !”

    E chi è sto Herbert Spencer? Il nonno di Bud Spencer?

  58. Moi scrive:

    @ RITVAN

    “Stupidario della Maturità” … cononsci ? Sezione “L’ Infernale Alighieri”

    Oppure :

    http://www.youtube.com/watch?v=WoJw4giA1Bo

    Prendila come Divina Provvidenza Punitiva FiloIslamica !

  59. jam scrive:

    …se pensi di trovare le definizioni esaustive sui qalandars e la loro intrigante varietà leggendo la wiki, ti accontenti di poco. vorrei precisare che ho usato il termine “derviscio-qalandar”, non qalandar da solo proprio perché non si scivolasse sul pregiudizio negativo. Esistevano, non so se esistono ancora, alcuni qalandars estremi legati alla Malamatiyya cioé la via del discredito; una taqiya provocratrice e dissimulatoria particolarissima che meriterebbe un approfondimento a se anche per non finire con il considerare tutti i qalandars come dei devianti o dei malamati. quindi preferisco parlare di “derviscio-qalandar” x’ risponde meglio al vero personaggio di una qualsiasi tariqa o silsila orientale… esistono anche quelli chiamati malang
    ed alcuni di loro, gli haydari avevano il sesso bloccato da un anello di ferro, quindi non potevano proprio essere pederasti…
    ciao

  60. mirkhond scrive:

    Contenta te….

  61. Tortuga scrive:

    x daouda

    Mi chiedevo cosa significasse il tuo nick
    Sembra che tu abbia scelto di ispirarti al suo nome, dunque
    http://kelebeklerblog.com/?s=adel+daoud

    • Tortuga scrive:

      Un cognome in nigeria, burkina, camerun, mali, egitto.
      Un nick curioso, chissà se come cognome ha anche un significato.

  62. jam scrive:

    .. cosi’ come esiste un linguaggio matematico o astronomico o musicale esiste anche un linguaggio spirituale che usa la metafora, l’allegoria e la dissimulazione del linguaggio poetico per enunciare certi concetti. é un codice che si riesce a capire e tradurre soltanto se si é pronti, se non si é pronti spiritualmente il significato resta nascosto e si cade nella cattiva traduzione del dato. guarda in che modo orribile é stato interpretato Hafez! anche lui naturalmente considerato come un gay! la tematica del giovane ragazzo ricorre nell’islam x’ a volte l’Arcangelo Gabriele si é presentato in luoghi dove il Profeta stava parlando, sotto l’aspetto di un bellisssimo giovane. la stessa cosa accade presso gli sciiti dove l’Imam occultato puo’ apparire in visione, con l’aspetto di un giovane dalla bellezza stupefacente. questo per sottolinere la purezza non certo per favorire situazioni sessuali, del resto completamente illecite.
    non sono io ad essere contenta, sei tu che ti accontenti del paradigma qalandar=omosessuale mentre io ti dico, no, no,
    ciao

    • onemuslim scrive:

      ho sempre visto che i tuoi riferimenti sono campati in aria, non ho letto tutto ma mi ha particolarmente colpito:

      ” la tematica del giovane ragazzo ricorre nell’islam x’ a volte l’Arcangelo Gabriele si é presentato in luoghi dove il Profeta stava parlando, sotto l’aspetto di un bellisssimo giovane”

      potresti darmi un riferimento “attendibile”? grazie!
      per gli sciiti, è meglio non citarli.. per più di un motivo (l’attendibiltà della fonte non esiste da loro, più altre catastrofi celate dalla Taqya, ..),
      per il discorso dell’essere pronti “spiritualmente” prima di ricevere la verità, … nessun Kafir diventerebbe mai musulmano, perchè persino noi musulmani del “volgo” non siamo pronti per ricevere questa “verità”, figuriamoci un kafir, …

  63. mirkhond scrive:

    Jam, purtroppo ciò che ho letto io, afferma cose molto diverse…
    I qalandar sono gli equivalenti sufi dei legionari di Cristo….
    Gli “uomini di Dio” INDEGNI, ci sono in tutte le religioni….
    ciao!

  64. Mahmoud Jaran scrive:

    per Ritvan:
    “Ho capito, sì. Figurati se non capisco: la lotta anti-dantesca qui dove vivo e lavoro è diventata ormai una realtà quotidiana. Sai, una delle primissime traduzioni arabe dell’Inferno dantesco è stata offerta da uno studioso giordano (nel 1939), il quale scelse, però, di saltare i passi concernenti il Profeta Muhammad e Alì. La scelta, a mio avviso, fu sbagliata. Jaran —
    “Io, invece, penso che abbia fatto bene”. Ritvan.

    La censura, anche parziale, è il peggior approccio con cui si guarda ad un testo letterario. Nel mondo islamico, purtroppo, si registra un primato triste riguardo la censura letteraria.

    Noi (i miei studenti ed io) ci divertiamo ogni anno ad analizzare le terzine dantesche. Partendo dal presupposto che i significati nella storia non sono fissi, bensì possono essere riletti, ristoricizzati e reinterpretati, ciascuno offre la sua personale lettura. Uno studente sufi, qualche anno fa, ha voluto dimostrare che Dante non era altro che un mediatore tra le due sponde del Mediterraneo.

    E’ stata un’esperienza interessante.

    La lettura contrappuntistica stimola la critica; la censura conduce solo all’ignoranza.

    ciao

  65. jam scrive:

    ..hadith Jibril

    Un jour
    que le Prophète Mohammad était avec ses compagnons, ces derniers virent arriver
    un jeune homme habillé de blanc, ne portant sur lui aucune trace de poussière du voyage. Cet homme s’assit en face du Prophète, plaça ses jambes entre les siennes, et lui demanda : ” qu’est-ce que l’Islam ? (littéralement, ce mot signifie “soumission”). Le Prophète répondit : l’Islam, c’est la soumission à Dieu, basée sur la pratique des cinq piliers : le double témoignage de l’unicité divine et de la révélation muhammadienne, la prière, l’aumône, le jeune du mois de ramadan et le pélerinage à la Mecque. Le jeune homme dit alors : “tu as dit vrai !”, ce qui ne manqua pas d’étonner les compagnons. Puis il demanda : qu’est-ce que l’iman ? (la foi). Le Prophète répondit : l’iman, c’est le fait de croire en Dieu, en Ses anges, en Ses livres, en Ses envoyés, au Jour du jugement, et à la prédestination. Ici encore, le jeune homme s’exclama : “tu as dit vrai !”, puis demanda : qu’est-ce que l’ihsan ? (l’excellence du comportement). Le Prophète répondit : l’ihsan, c’est “d’adorer Dieu comme si tu le voyais, car si tu ne le vois pas, Lui te voit”. Après confirmation de ces paroles par un nouveau “tu as dit vrai !”, et quelques nouvelles questions, le jeune homme partit. Le Prophète demanda alors à ses compagnons s’ils savaient qui était ce jeune homme. Devant leur ignorance, il leur révéla qu’il s’agissait du Prophète Gabriel, venu pour vous enseigner votre religion.

  66. jam scrive:

    … un’altra versione comincia in un modo un po’ diverso
    hadith Jibril secondo Omar che ha detto:
    un giorno eravamo seduti in conferenza presso l’inviato di Dio, ed ecco che si presento’ un giovane uomo vestito di un abito di un biancore resplendissante, coi capelli nerissimi. Non si poteva distinguere su di lui nessuna traccia di viaggio e nessuno lo aveva mai visto. Si sedette davanti al Profeta, mise le sue ginocchia controle sue e poso’ i palmi delle sue mani sulle sue gambe e disse: oh Mohammed fammi conoscere l’Islam…

    • onemuslim scrive:

      avevo in mente questo Hadith, non so di chi è la traduzione che hai incollato, ma la parte che c’interessa è sbagliata nella traduzione, infatti, la parola araba del Hadith è “ragiul”, che significa “uomo”,.. per dire “giovane uomo”, in arabo ci sono altre parole: scèbb, ghulèm, fetè, … e nessuna di queste è stata usata nelhadith.
      non ho letto quello di cui state dibattendo, quindi la mia correzione è puramente “tecnica”, quindi mi fermo qui.

      Ciao.

  67. jam scrive:

    … ok meglio, ragiul, cioé uomo senza specificare giovane, ma la gioventù di quell’uomo che poi é l’Arcangelo Gabriele, appare anche se non specifichiamo giovane e diciamo semplicemente ragiul, dallo splendore che la sua persona emanava. non era un ragiul attempato..

    • onemuslim scrive:

      nel tuo primo commento che ho ripreso parlavi di “giovane ragazzo”, nella traduzione che hai postato c’è “giovane uomo”, nel testo arabo c’è “uomo”, facendo la media aritmetica e somando “lo splendore che la sua persona emanava” arrivi alla conclusione: “non era un ragiul attempato”?? …

      Ciao

      • jam scrive:

        …esatto! e sulla montagna di Qaf esiste la sorgente dell’eterna giovinezza!

        • jam scrive:

          .. non ho mai scritto giovane ragazzo riferendomi al Hadith! traduzione francese che ho pescato parla
          di jeune homme,
          quella in italiano
          parla di giovane uomo,
          non ho visto dove parlo di giovane ragazzo x’ nel
          mio commento che hai ripreso ho scritto:
          “sotto l’aspetto di un bellissimo giovane, e bellissimo giovane non é necessariamente un giovane ragazzo! un bellissimo giovane é piuttosto un uomo giovane…
          ma qual’é il tuo problema??

        • onemuslim scrive:

          “ma qual’é il tuo problema??”

          🙂

          stammi bene…

          ciao

        • serse scrive:

          Te lo chiedo anch’io: quale è il tuo problema? a parte il sorrisino ad usum delphini?

  68. Moi scrive:

    @ Z

    Una solida base di Cultura Umanistica offre al Nichilismo Giuridico molti più spunti di riflessione …

    • Z. scrive:

      Respingo con sdegno l’idea che per avere una solida base di cultura umanistica sia necessario uno studio radical-tricotomico del Manzo!

      😀

      Z.

  69. Moi scrive:

    @ ONEMUSLIM

    Interessante la diatriba sul “ragiul” … ma veniamo al Mondo Reale Attuale.

    Il concetto di “giovanilista” (i “Tamarri Migranti” esistono eccome, inutile negare l’ evidenza !) come si rende (filologicamente) in Arabo ?

    Chissà, forse il termine siculo “tasciu” (che indica proprio il “tamarro” a Palermo) di Izzaldin ha un etimo arabo … perché no.

  70. Moi scrive:

    Dante, “Mediatore fra le Due Sponde del Mediterraneo” … suona bene.

    Però se iniziamo a eliminare dai libri le parti che a qualcuno non piacciono, be’ allora anche gli Omosessuali, gli Ebrei, gli Animalisti e chissà quanti altri hanno da censurare la loro. Alla fine, forse, non resterebbe più nulla.

    Ma non si potrebbero fare delle note / disclaimer , che espressamente con-testualizzino (!) quella cosa oggi (!) offensiva prima di guardarla ?

    In fondo è questo _ NON (!) “Censura”_ ciò che chiedeva la Comunità Congolese in Belgio per il fumetto “Tintin au Congo” di Hergé … spero che tutti distinguano qui fra le terzine di Dante e le vignette di Charb, o chi per lui !

    • Mahmoud Jaran scrive:

      – Però se iniziamo a eliminare dai libri le parti che a qualcuno non piacciono, be’ allora anche gli Omosessuali, gli Ebrei, gli Animalisti e chissà quanti altri hanno da censurare la loro. Alla fine, forse, non resterebbe più nulla.” Moi-

      Grazie, Moi: hai perfettamente ragione.

      Noi, nel mondo islamico, siamo stati (negli ultimi decenni) tra i più pronti a praticare la censura, parziale e completa. Basta che un’idea di un personaggio letterario non piaccia alle autorità politiche o religiose, perché il pubblico non abbia accesso a quest’opera.

      Un personaggio di N. Mahfouz bestemmia e subito il romanzo viene ritirato dalle librerie di quasi tutto il mondo arabo, in quanto “blasfemo”. Lo stesso dicasi per A. Aswani, T. Saleh, e lo stesso Ibn Arabi, ecc. le cui opere sono boicottate negli ambienti accademici o per motivi politici o religiosi.

      La censura, come dicevo sopra, non può che portare all’ignoranza.

      Quanti musulmani odiatori di S. Rushdie hanno letto il suo romanzo?

      Quando chiesero, in tribunale nel 1992, ad uno degli assasini dello scrittore egiziano Farag Fouda il motivo del delitto, il killer rispose: “Fouda scrisse cose blasfeme nei suoi libri”.
      Il giudice gli chiese: – “in quale libro esattamente?”
      E l’assasino del gruppo Jama’a Islamiya disse: – “Non ho letto i suoi libri.”
      – “Ma come?”
      – “Io, signor Giudice, sono analfabeta”.

  71. Moi scrive:

    Già in passato venne fuori la storia di “Abolire Dante” perché NON conforme al Politically Correct … girò in rete a tal riguardo una bufala, ma che fosse una bufala _sulla falsariga della Disamina Peucetica sul Geocentrismo e l’ Eliocentrismo_ è in fin dei conti irrilevante : venne presa sul serio da molta gente !

    Camillo Langone (che SE NON si tira in ballo l’ Islam fa anche osservazioni interessanti !) ci riprova :

    http://www.tempi.it/eliminare-dante-langone-il-primo-passo-dellonu-abolire-la-bibbia

    … a suo modo, ovviamente.

  72. Moi scrive:

    Suggerimento Straegico FiloIslamico 😉 :

    Dante in Italia lo odiano già tutti (quasi) come “Roba da Scuola Inutile e Faticosa”, attaccandolo “jihadisticamente” lo fate ri-apprezzare come “Baluardo della Minigonna delle Gnocche contro il Niqab delle Cesse” : -) .

    Detta così sembra una roba da Djinn … ma è vera in termini “effettualistici”. Riscoprite, o scoprite, Pietrangelo Buttafuoco, Grandissimo Djinn FiloIslamico di Destra, come il nostro (!) Mirkhond !

    • Moi scrive:

      “wu-wei” / 無為

      … d’altronde il Profeta disse di cercare il sapere “fino in Cina”, no ?

      • jam scrive:

        ..ed infatti andarono in Cina e trovarono la carta e l’opportunità di discutere e convivere con gli altri. anche Kubilai Khan (1215-1294) era potatore di questa dialettica..
        ciao

  73. jam scrive:

    ..dal boicottaggio che Ibn’Arabi subisce mondo del petrolio, prima e adesso, fino alla censura dei suoi libri, non possiamo che dedurre la grandissima differenza che esiste all’interno di questa religione. l’Islam asiatico-indiano é completamente diverso, molto più tollerante e aperto perché convive continuamente con le altre religioni e questo fin dagli inizi. ecco perché i talebani non rappresentano un islam d’ asia centrale o indiano, ma piuttosto ne rappresentano uno d’importazione salafita. E’ consultando il libro di Ibn’ Arabi Futuhat al ‘Makkiya (le illuminazioni della Mecca), sotto ordine dell’imperatore Moghol shah Jahan, che un architetto persiano ha cominciato a costruire nel 1631 il Taj Mahal. il Taj Mahal rappresenta il trono di Dio, cosi’ come é descritto nel libro Futuhat ed é posto all’interno del paradiso. é il tipico giardino persiano amato da Babur , un chahar-bagh, cioé diviso in quattro parti. i due grandi canali incontrandosi danno vita ad una croce il cui centro é un bacino di acqua rialzato. E’ la rappresentazione dei quattro fiumi del paradiso (CoranoXLVII,15), ed in fondo appare il Trono..
    ciao

    • mirkhond scrive:

      Chahar-bagh che riprende l’antichissimo motivo del Pairidaeza/Parco/Giardino della Reggia di Pasargade fatta erigere dal grande Ciro intorno al 546 a.C., ispirando (o ispirandosi) al Giardino dell’Eden,,,,

  74. jam scrive:

    ..dal boicottaggio che Ibn’Arabi subisce nel mondo del pertolio

  75. jam scrive:

    ..a proposito dell’accusa di monismo da parte di chi giudica in fretta gli shaykhs sufi, distribuendo caramelle di kafirità, vorrei dire che
    Dio non é il Tutto , x’ il tutto é ancora un niente, Dio oltrepassa tutte le definizioni ed i concetti filosofici, se Dio fosse il tutto, conosceremmo tutti i suoi nomi, invece molti dei suoi nomi ci sono nascosti, e la Sua Realtà essenziale non sappiamo proprio cosa sia…
    x conoscere Dio occorre fare un salto qualitativo, ed allora sarà Lui la nostra mano, la nostra vista, il nostro udito…ma questo é un’altro Hadith…
    ciao

  76. Moi scrive:

    @ JAM & ONEMUSLIM

    Forse risento di una mentalità profonda pagana, diversa dal vostro intimo monoteismo ma … lo splendore è per definizione (!) giovinezza, c’ avete presente il Mito di Titone ?

  77. mirkhond scrive:

    Per Habsburgicus

    L’opera del Wellhausen relativa alle persecuzioni e conversioni forzate di cristiani nell’Ifriqiyya e nel Khorasan sotto Omar II (717-720 d.C.), sono reperibili in internet, magari nella versione inglese?
    ciao!

    • habsburgicus scrive:

      si, Wellhausen inglese (ed. Calcutta 1927) c’é..anche se accenna solo di sfuggita a questo, in quanta tratta tutto il periodo Omayyade 😀 (ah, l’articolo della EB che ho citato e che ne parla abbastanza, é dell’olandese Jan de Goeje, autore fra l’altro di una Bibliotheca Geographorum Arabicorum e di una memoria sulle migrazioni degli tzigani)
      Wellhausen é qui, http://archive.org/details/arabkingdomandit029490mbp
      trovi pure de Goeje e moltissimo altro
      se non lo trovi, dimmelo, te lo scarico io e te le invio in mail, sperando che regga, sono 29, 1 MB :D)
      ciao !

  78. Giuseppe69 scrive:

    E’ la prima volta che entro, anzi per esser più onesti; Scopro ora questo sito, o blog! Che dire del Grande “Ibn Arabi”, nulla di più si può aggiungere ai suoi veritieri versi, e, nel definirli versi, ancora faccio un grande torto alla sua magnificenza…! Conosco il maestro, grazie all’opera tradotta in Italiano “L’Interprete delle passioni” edizioni URRA, continuando con altri suoi scritti e sapienza!! Grazie, Comunque sia ad aver postato tale Bellezza! O il sublime, di quell’erotico toccarsi senza mai scadere in quel volgare, che subito suscita, il termine stesso erotico! L’Amore sublime alto che vola alto, quale preghiera o, per meglio dire, avvicinarsi a quel Divino, ritrovarlo “ri-partorirlo”, Attraverso L’amore della fanciulla, che sia essa Persiana o Romana poco conta, se non per l’aspetto storiografico! Qual Bellezza che sono, le note di Ibn Arabi,
    l’amore che conduce all’AMORE ECCELSO, in e d’un Fuoco Inestinguibile! Perdonate l’intrusione, Ancora, Grazie e complimenti per questo splendido spazio Blog…

    Una Buona Giornata a tutti, ” Giuseppe69″

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