Oslo, la strage fallaciana

Sul sito di The Guardian, si legge un interessante articolo di Mark Townsend.

Anders Brehing Breivik, lo stragista di Oslo, avrebbe raccontato due anni fa su Nordisk – un forum che si potrebbe definire sommariamente neonazista – dei propri contatti (presumibilmente via email) con l‘English Defence League (EDL) e con Stop Islamisation of Europe (SIOE), due organizzazioni cui abbiamo dedicato numerosi articoli in passato.

“In alcune occasioni, ho avuto delle discussioni con SIOE e con l’EDL e ho suggerito loro di adoperare certe strategie”, scrisse due anni fa.

“Le tattiche dell’EDL adesso sono di attirare una reazione eccessiva da Giovani Jihadisti/Marxisti Estremi, una cosa che sono riusciti già a fare più volte.” L’EDL è stata contattata ieri sera per avere le sue reazioni, ma non ha ancora risposto”.

Precisiamo subito ciò che non interessa di tali contatti.

L’EDL non è responsabile di tutti i matti, innocui o meno, che le scrivono. Nulla indica alcuna responsabilità dell’EDL o di SIOE o di altre organizzazioni nella strage. Un conto è provocare una rissa di quartiere con dei giovanotti di origine pakistana, un altro è fare una mostruosa strage di “bianchi”: nemmeno i bestioni della base dell’EDL si darebbero una simile zappata sui piedi.

Ciò che è interessante è solo capire il quadro ideologico cui l’attentatore faceva riferimento.

Ovviamente, ricostruire l’ideologia di qualcuno in base a pochi indizi è sempre un lavoro discutibile, ma mi sento abbastanza sicuro da scommettere almeno una cena al ristorante dei nostri amici cinesi a Firenze, su questa ricostruzione ipotetica del significato dei contatti tra Breivik e l’EDL.

Che Breivik sia un caso psichiatrico, è evidente; ma ciò non toglie che – come molti solitari – abbia avuto tempo per pensare a fondo.

L’EDL è la punta più rumorosa di una nuova ideologia che si sta diffondendo in tutta l’Europa settentrionale. E’ sostanzialmente la stessa di Geert Wilders, ad esempio, o di Heinz-Christian Strache in Austria, o del Dansk Folkeparti in Danimarca, anche se costoro evitano di legarsi troppo strettamente alla banda di tifosi e teppisti da stadio inglesi.

L’idea di fondo potremmo definirla, Fallacismo Nordico. La combinazione, cioè, dei luoghi comuni brillantemente evocati da Oriana Fallaci con certe caratteristiche del mondo nord europeo.

Innanzitutto, si tratta di un’ideologia liberale.

Questo è un dato importante, perché il fallacismo, allo stato puro, è laico e antistatalista.

Questo lo distingue da due fenomeni che alcuni confondono comodamente con il fallacismo: il fondamentalismo religioso e il fascismo.

Breivik si dichiara “cristiano”, ma non molto diversamente da Oriana Fallaci: un semplice segno da contrapporre soprattutto ai musulmani.

Nulla, assolutamente nulla, indica che sia un “fondamentalista cristiano“, evangelico o altro (mi dicono adesso che il TG3, nientemeno, lo ha chiamato un “fondamentalista cattolico“).

Oriana Fallaci, l’EDL e Breivik non possono essere definiti fascisti, perché manca l’elemento cruciale del fascismo: il culto dello Stato Nazione, gerarchicamente ordinato, economicamente autarchico, unito attorno al mito del “popolo”, dove la politica domina sull’economia (almeno in teoria) e dove gli individui si devono sottomettere al bene collettivo. Un sistema che riflette la psicopatologia delle trincee, in cui gli esseri umani sono oggetti intercambiabili e votati al sacrificio.

Al contrario, per il fallacismo, l’Occidente è superiore perché si oppone ai presunti totalitarismi socialisti, islamici o fascisti, ai “rossoverdebruni“, e scopre la creatività del libero individuo-imprenditore: i suoi stati-simbolo sono quindi Israele e quella libera confederazione di uomini d’affari che si chiama “Stati Uniti”.

Ma la faccenda viene complicata da una sorta di diffusa e istintiva spocchia, comune ai paesi nordici, dove molti danno semplicemente per scontato di appartenere a un’umanità migliore della media. Un senso di superiorità di costumi e di comportamenti che ha costituito un elemento distintivo del nazionalsocialismo tedesco, ad esempio.

Questo spirito, nell’epoca della mobilitazione fascista, veniva coltivato nell’ambito dello Stato Nazione, attraverso fantasie storiche e filologiche, ma anche con il razzismo cosiddetto scientifico. Tutte cose che hanno perso le loro basi concrete.

Ma riemerge oggi con una nuova giustificazione, più vaga ed elastica: l’Occidente è superiore perché è liberale, noi siamo occidentali, ecco perché siamo superiori. Allo stesso tempo, ma in chiave per ora minore, emerge un neorazzismo scientista, di scuola statunitense, che ritroviamo in divulgatori come Jon Entine e Nicolai Sennels.[1]  Dove il criterio fondamentale è la produttività capitalistica dell’individuo.

Lo strumento concreto che permette a questa ideologia di affermarsi è l‘islamofobia. Da una parte, con il prezioso aiuto di dieci anni di bombardamento mediatico, si raccolgono gli umori di massa contrari all’immigrazione; dall’altra, ci si aggancia agli Stati Uniti e a Israele. Che molto sbrigativamente, potremmo definire i vincitori simbolici della Seconda guerra mondiale.

Si tratta di un’enorme tentazione per gli ambienti, sostanzialmente ridicoli, del neonazismo nordico. Basta sostituire la storica antipatia per gli ebrei con l’islamofobia, e possono passare da essere delle nullità a diventare ministri. Per questo, il luogo di più accesa discussione sul fallacismo sono proprio i pittoreschi forum dei melaninodeficienti, come Stormfront oppure – in questo caso – Nordisk.

Di nuovo, ciò non implica alcuna responsabilità nella strage da parte di questi buffi individui. Ma ci aiuta a capire perché Breivik si è espresso proprio in quei forum e non in altri.

Tutto questo è un quadro europeo e non americano. E’ vero che in rete, in particolare nei paesi che hanno lingue di scarso peso numerico, le idee americane girano molto. Ma credo che ci siano alcune importanti differenze tra il caso di Breivik e il caso di Timothy McVeigh, l’attentatore di Oklahoma City, che viene spesso citato in questo contesto.

Almeno in base alle notizie che possediamo attualmente, Breivik sembra un assassino certamente molto intelligente, ma apparentemente psicopatico, che ha ucciso deliberatamente decine di persone innocenti.

Timothy McVeigh, invece, fu un rappresentante caratteristico di una diffusa cultura statunitense.

Timothy McVeigh non era né un razzista, né un estremista religioso. Era l’esatto opposto di un “neonazista”, cioè era un anarcoide nella tradizione antistatalista-ottimista-apocalittica (ma non religiosa) statunitense.

McVeigh, totalmente formato (o plagiato) dall’esercito degli Stati Uniti, fece la sua scelta in un momento preciso: quando lui, tiratore scelto, vide degli iracheni, nel suo mirino, esplodere in lontane bolle di sangue. E si domandò, perché lo stato americano lo aveva mandato nel lontanissimo Kuwait a ucciderli.

Con i suoi limitati strumenti culturali, tutti interni alla tradizione statunitense, attribuì la colpa al “governo federale”.

Preparò l’attentato con una freddezza tutta militare, mirando ad annientare quella che per lui era una base del governo occupante nel territorio dell’Oklahoma.

Ma si pentì profondamente quando venne a sapere di aver ucciso anche i bambini che frequentavano, a sua insaputa, un asilo nell’edificio che lui demolì.

E’ interessante riflettere sul perché il messaggio che Timothy McVeigh voleva mandare, è stato travisato.

Certo, dagli europei che confondono l’antistatalismo americano con il “fondamentalismo religioso”, che è tutt’altra faccenda.

Certo, anche da chi a “sinistra” ha voluto accusare la “destra”, confondendo McVeigh con i suprematisti bianchi del Sud.

Ma anche dagli stessi movimenti antistatali USA che hanno cercato di prenderne tutte le possibili distanze; e soprattutto dal suo primo avvocato – poi licenziato – che cercava di farlo passare per la stupida pedina di un inesistente complotto, creando una nebbia infame che lo ha accompagnato fino al momento della morte e oltre.

Nota:

[1] Con due piccoli ritocchi politicamente corretti: invece di disprezzarli, si pongono gli ebrei come i migliori dei “bianchi”, e si concede ai “neri” di essere bravi negli sport, più o meno come gli scimpanzè. Il razzista Jon Entine, infatti, dedica le sue ricerche furbescamente all’impresa di capire, come mai sarebbe tabù dire che i neri sono più bravi.

P.S. Nei commenti stanotte, Izzaldino  ha aggiunto alcune utili informazioni, che confermano la tesi sostenuta qui:

<i>”stasera a tg2 dossier è intervenuto massimo introvigne, sostenendo tesi abbastanza sensate e abbastanza vicine a quelle espresse da questo blog.
ha parlato della passione dello stragista per israele, per la massoneria (specificando che non tutti i massoni sono ome lui) dei suoi contatti con gruppi omosessuali (cui si rivolgeva per avvertirli della minaccia di una dittatura islamica omofobica in europa), con gruppi di atei militanti e di nazionalisti e di estremisti di destra. questo e molto altro ancora, se vi interessa cercatevi il video della trasmissione
in poche parole, confermava i contorni di un personaggio fortemente fallaciano.
nonostante sia al corrente delle opinioni singolari dell’introvigne su certi argomenti, devo dire che in questa trasmissione è sembrato di gran lunga l’ospite più preparato sull’argomento.
p.s.
ieri notte sono riuscito, uno tra i primi e pochi italiani credo, a poter consultare il profilo facebook dello stragista prima che venisse chiuso. un profilo normalissimo, il suo personaggio politico preferito era churchill, e postava in continuazione video di un sotto-genere musicale da discoteca denominato “deep trance”.</i>


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58 risposte a Oslo, la strage fallaciana

  1. Claudio Martini scrive:

    Io mi sto convincendo sempre più che il Fascismo è un Liberalismo che si affrancato dagli aspetti emancipativi della tradizione liberale.

    Fallacismo nordico, dunque; ma quello di Nello Rega è Fallacismo sudico?

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  3. pisti scrive:

    perche non pubbichi i miei commenti?
    Veramente diffamatorio per cristiani l’uso del termine “fondamentalista cristiano” per dedcrivere un pazzo assassino! Un fondamentalista crstiano potrebbe essere S.francesco!
    Se qualcuno avesse solo ipotizzato che fosse un fondamentalista ebreo staremmo gia a sentire le urla deliranti dei giudei gridare all’antisemitismo! Eppure d fondamentalisti ebrei che ammazzano tutti i giorni palestinesi ce ne sono a milioni!

  4. Moi scrive:

    I giornalisti sportivi (uno dei quali è notoriamnete diventato celeberrimo per delle bestemmie fuori onda ma sorvoliamo …) sono convinti di saperla più lunga dei genetisti e sostengono che “negher” siano più forti fisicamente perché hanno sempre fatto gli schiavi e quindi hanno avuto bisogno di selezionare quei geni lì … tranne nel nuoto perché han le ossa troppo massicce e faticano a galleggiare; questa dei “negher che non galleggiano” sarà una leggenda metropolitana, ma è diffusissima !

    • Francesco scrive:

      beh, i giornalisti sportivi si trovano tutti i giorni davanti a Michael Jordan e Le Bron James e quindi qualche domanda devono porsela, sul perchè “quelli lì” siano maledettamente più bravi

      e pazienza per i dogmi politici e scientifici tipo “le razze non esistono”

  5. Miguel Martinez scrive:

    Per Pisti

    perche non pubbichi i miei commenti?

    E dammi tempo no? Anche se ti agiti, finché non ti vedo, non ti vedo 🙂

    San Francesco non era un fondamentalista.

    Fondamentalista è un termine usato a pera, a cavolo e a carota dai media, che ha un significato molto preciso, stabilito all’inizio del Novecento in un consesso negli Stati Uniti.

    Significa una persona che crede alle “fondamenta” della fede evangelica, definita – se ben ricordo – come fede nell’inerranza letterale della Bibbia, la divinità di Gesù Cristo, la salvezza per sola fede e la nascita verginale di Gesù (cito a memoria, mi posso sbagliare).

    E’ un’affermazione teologica, che non ha nulla a che fare con la politica, con l’intensità della pratica, con il comportamento o cose simili.

    Il “fondamentalismo ebraico” non può esistere, dal momento in cui gli ebrei cosiddetti ultraortodossi – come i cattolici e anche di più – aggiungono un sacco di commentari alla Bibbia.

    • pisti scrive:

      ho capito solo che ti piace ciurlare nel manico!sai cosa significa?
      comunque…

      E’ evidente che dare visiblità mediatica attraverso i giornalisti,alle esternazioni di questo soggeto che “pare” si definsca “cristiano” non abbia altro scopo che “diffamare” i Cristiani e forse scatenare contro di essi un clima di persecuzione.E’ evidente che ci sono giornalisti pagati per attaccare la Chiesa e la religione !
      e riaggiungo….

      Veramente diffamatorio per cristiani l’uso del termine “fondamentalista cristiano” per dedcrivere un pazzo assassino! Un fondamentalista crstiano potrebbe essere S.francesco! Se qualcuno avesse solo ipotizzato che fosse un fondamentalista ebreo staremmo gia a sentire le urla deliranti dei giudei gridare all’antisemitismo! Eppure d fondamentalisti ebrei che ammazzano tutti i giorni palestinesi ce ne sono a milioni!

  6. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    sostengono che “negher” siano più forti fisicamente perché hanno sempre fatto gli schiavi

    E i siciliani sono giganti perché devono raccogliere le olive, mentre gli irlandesi sono nani perché si devono chinare a terra per raccogliere le patate…

    • daouda scrive:

      i negri non sono più forti , semmai sono più potenti, che è diverso.

      Per il resto i fascisti, non sapendo chi sono, possono benissimo seguire la vena fallaciana.

      I nazisti sono riconvertiti oggi nell’eurasiatismo, non dirmi che non ci avevi fatto caso!

      • Moi scrive:

        @DAOUDA

        Parli di potenza sessuale ? … Be’: lì è un misto di dati genetici anatomici e mito del Buon Selvaggio riletto in chiave “libertina” in positivo … mentre Noè che maledice Cam nella Bibbia per averlo visto nudo penso che sia la testimonianza storica che gli Ebrei hanno sempre avuto una società molto più sessuofobica, innaturale per molti popoli divenuti Cistiani e/o Musulmani ma costretti ad adottare la mnorale sessuofobica ebraica !

        • daouda scrive:

          Forse , anche, ma non solo. I neri sono più potenti di una potenza che ha il suo nome specifico.
          Non è un caso che i sollevatori di pesi massimi non siano neri…

          I CAMITI SONO L’AFRICA BIANCA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

          Gli ebrei sessuofobici è un falso. Semmai i cattolici sono sessuofobici…

  7. Moi scrive:

    Molti paragonano la Trilogia della Fallaci al Mein Kampf, ma commettono un errore ermeneutico grossolano: Hitler non era mica Toscano, cioè: mica aveva quell’ amore smodato per l’ invettiva roboante e ampollosa fine a sé stesso …

    😉 🙂 😉 🙂 😉

  8. rosalux scrive:

    Una breve antologia è qui per darti torto con documentati argomenti.
    http://www.youtube.com/watch?v=SlNpTrDES70

  9. Moi scrive:

    @ ROSALUX :

    Per dar torto a chi ?

    • PinoMamet scrive:

      Rosalux ha il vizio di rivolgersi solo a Miguel Martinez; le è già stato fatto notare innumerevoli volte che i commenti del blog sono opera di varie persone (cosa che contribuisce a differenziare questo blog da quello di Souad Sbai)
      quindi sarebbe perlomeno opportuno che specificasse a chi si rivolge;
      ma si sa, noi mortali che non siamo titolari di blog non siamo degni di troppa attenzione…

  10. Miguel Martinez scrive:

    Per Rosalux

    “Una breve antologia è qui per darti torto con documentati argomenti.”

    Non so a chi stai rispondendo, ma il video è interessante: la signora, che non conosco, ricorda come alcuni telepredicatori americani abbiano visto nel terrorismo la punizione di Dio per la decadenza morale negli Stati Uniti; dove per “decadenza morale” si intendono i temi cari ai telepredicatori, come i matrimoni gay o l’aborto.

    Questa è un’autentica posizione fondamentalista, che riprende correttamente il tema fondamentale dell’Antico Testamento: il patto tra Dio e il suo popolo; quando il popolo viola il patto, viene punito tramite altri popoli, finché non ritorna sulla retta via.

    Questo tema viene tipicamente riletto attraverso due elementi:

    1) la cronaca mediatica, dove il terrorismo (ma anche qualunque altro disastro) viene ingigantito ed è facilmente comprensibile ai teledipendenti medi

    2) le particolari ossessioni sessuali dei fondamentalisti, che costituiscono una sorta di surrogato della politica, proprio a causa della separazione tra Chiesa e Stato che caratterizza gli Stati Uniti: “non parlo di politica, per carità, ma solo di vita privata”, dice il pastore.

    Tutto questo non ha nulla a che vedere con il fallacismo o con ciò che sappiamo delle idee di Breivik (vedi il P.S. che ho aggiunto stamattina in fondo a questo post).

    Per questo insisto, Breivik non è un fondamentalista cristiano.

    • Daouda scrive:

      Miguel , scusa, però tutte le religioni avvertono i propri fedeli riguardo le sofferenze che troveranno nell’abbandorare la via di Dio, indipendentemente da patti o cos’altro.

      Che poi è da sfatare anche quest’altra mistificazione, ossia che le religioni rivelate non siano altro che quelle monoteistiche, coem se i Veda non fossero una rivelazione, ed analogamente gli insegnamenti di Fo-Hi e via discorrendo.
      FATE ‘R PIACERE…

      Ad ogni modo sto tizio è un fondamentalista protestante, il ché è indubitabile dacché il protestantesimo è capitalistico ed è anche moralistico , come privo di ogni legame con la trascendenza ed ugualmente progressistico, robba che torna puntuale puntuale nel “fallacianesimo”.

  11. rosalux scrive:

    E secondo te in nome del liberalismo, della laicità, della società aperta si va ad ammazzare…bambini socialdemocratici nei campeggi? Voglio dire – premessa l’indubitabile follia, il target di questo signore avrà pure un suo senso, no? e ti pare che l’interpretazione corretta sia che l’abbia fatto in nome di Popper?
    Quello che la signora ci racconta è precisamente l’humus che ha acceso la mente del matto, ed è sottobosco di odio (e di invidia!) verso una cultura – quella espressa dai fondamentalisti islamici – che viene vista come “forte” in contrapposizione ad un occidente debole e corrotto, incapace di ideali e di sacrifici. Mi spiace, caro Martinez, ma il matto è figlio tuo, non mio.

    • Peucezio scrive:

      Hai capito, Miguel? Non solo addestri truppe islamo-nazi-comuniste in Sudamerica, ma sei pure il padre ideologico di Breivik.

    • PinoMamet scrive:

      “(e di invidia!)”

      Un protestante norvegese ammazza dei norvegesi protestanti;
      ma è lo stesso colpa dell’Islam, perché il norvegese in questione lo odiava!
      😉

  12. Moi scrive:

    http://www.youtube.com/watch?v=V8yJh4Qz0Q0

    il genere “Deep Trance” è questo … senz’altro chi crede fermamente al Complottesimo 🙂 troverà il nesso !

    • Moi scrive:

      Quando Effedieffe non era visibile ai soli abbonati consigliava dei libri (di cui però non ricordo purtroppo un solo autore !) incui si diceva che in effetti dietro la cultura dello sballo, dei ritmi ossessivi e monotoni, delle droghe, del giovanilismo easperato ecc … ci sarebbe la Wicca che ripropone una versione moderna dei Sabba !

      … La cosa non dispiacerebbe alla solita Lobby Ebraica che anzi finanzia generosamente queste iniziative perché annichilirebbero la forza di volontà dei Goyom per poterli manipolare meglio !

      _________________

      … Nessuno può dare inidicazioni ulteriori ?

      • PinoMamet scrive:

        No,
        ma gli autori di ogni presunto complotto vengono scelti non per le loro caratteristiche intrinseche, ma in opposizione alle idee del complottista.
        A Blondet e soci stanno sulle palle ebrei, sballo e Wiccani? et voila, ecco pronto un bel complotto (e il fatto che esistano migliaia di rabbini che non si sono magari mai fatti una canna e considerano le pratiche wiccane come un abominio non potrà mai togliergli dalla testa l’esistenza del complotto medesimo).

        Magari un Blondet protestante metetre i cattolici al posto degli ebrei, o in combattuta con essi
        (lui mi sa che lo fa coi protestanti, in effetti).

        A me per esempio stanno sulle balle gli assessori alla viabilità, i ciclisti, e i pensionati con il cane… e sono sicuro che complottino per dominare il mondo, ossia l’Emiliaromagna (al di fuori di essa, si sa, non esiste posto degno di essere abitato).

        Ciao!

        • Elio Francesco scrive:

          Mi sembra che PinoMamet nel commento del 24 luglio ore 9,52 non abbia compreso il commento da lui stesso osteggiato. Invece ho capito male io?
          «il fatto che esistano migliaia di rabbini che non si sono magari mai fatti una canna» ecc. è compatibile coll’idea che «la solita Lobby Ebraica che anzi finanzia generosamente» Wicca e cultura dello sballo (commento di Moi 24 luglio ore 9,36).

        • PinoMamet scrive:

          Elio Francesco

          devo dire che non ho ben capito il senso del tuo commento.

          Provo a spiegarmi meglio io: prima di tutto non ho osteggiato il commento di Moi, ho semplicemente commentato le prese di posizioni complottistiche che emergono nel sito di Effedieffe (che so bene non essere posizioni di Moi!), dicendo che, come molti complottismi, mi sembrano legati più alle ossessioni personali del complottista che a elementi oggettivi;
          questi elementi possono sempre essere aggiunti ad libitum
          (“Caio si esprime pubblicamente contro la tesi X, ma guarda caso è il cognato del nipote della nuora di Sempronio che è un grande sostenitore della tesi X…”);

          se invece sostieni, o pensi che Effedieffe sostenga (non ho capito bene, scusami) che l’ebraismo abbia una doppia morale, una per sè e una per i non-ebrei, allo scopo di indebolire questi ultimi, non so che dire, a me sembra un’idea abbastanza contorta, e che potrebbe essere messa in pratica solo se l’ebraismo fosse un gruppo di persone piuttosto ristretto e dotato di volontà univoca, il che è evidentemente falso.

          Ciao!!

        • PinoMamet scrive:

          Forse, Elio Francesco

          sei stato tratto in inganno dal “no” con cui iniziavo la risposta a Moi?
          Era semplice la risposta alla domanda posta in fondo al suo commento, cioè se qualcuno potesse dare ulteriori informazioni.

      • Marcello Teofilatto scrive:

        La libreria di Effedieffe è accessibile anche ai non abbonati. Su questi argomenti potrebbe interessarti “Il ritorno di Dioniso”, di Michael E. Jones.
        Un saluto da Marcello Teofilatto

  13. pisti scrive:

    ho capito solo che ti piace ciurlare nel manico!sai cosa significa?
    comunque…

    E\’ evidente che dare visiblità mediatica attraverso i giornalisti,alle esternazioni di questo soggeto che \"pare\" si definsca \"cristiano\" non abbia altro scopo che \"diffamare\" i Cristiani e forse scatenare contro di essi un clima di persecuzione.E\’ evidente che ci sono giornalisti pagati per attaccare la Chiesa e la religione !
    e riaggiungo….

    Veramente diffamatorio per cristiani l’uso del termine “fondamentalista cristiano” per dedcrivere un pazzo assassino! Un fondamentalista crstiano potrebbe essere S.francesco! Se qualcuno avesse solo ipotizzato che fosse un fondamentalista ebreo staremmo gia a sentire le urla deliranti dei giudei gridare all’antisemitismo! Eppure d fondamentalisti ebrei che ammazzano tutti i giorni palestinesi ce ne sono a milioni!

  14. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “Quando Effedieffe non era visibile ai soli abbonati consigliava dei libri”

    Una precisazione: Effedieffe non è affatto Blondet. Ospita articoli di Blondet e lo usa come proprio punto di forza. Ma Blondet e i gestori di Effedieffe spesso la pensano in maniera diversa, anche molto diversa.

    Inoltre, mentre Maurizio Blondet scrive ciò che pensa lui (e che cambia molto, con il tempo, se ci fai caso), Effedieffe è un’impresa commerciale rivolta a una particolarissima fetta del mercato cattolico, piuttosto propensa a voli di fantasia.

    • Moi scrive:

      Ok, ma nel merito ?

      … sbaglio o Wicca e Teosofia sono “vicine” ?

    • lamb-O scrive:

      > mentre Maurizio Blondet scrive ciò che pensa lui (e che cambia molto, con il tempo, se ci fai caso)

      Mi sbaglierò, ma ho idea che pensi quello che pensa nella misura in cui gli pagano gli articoli…

  15. paolo scrive:

    Miguel, leggendo la Fallaci ho pensato che avesse ragione, ma mai mi è venuto in mente, neanche da lontanissimo, di alzare un dito contro qualcuno. Del resto per ammazzare hanno usato tutto, dal vangelo al corano. Come disse qualcuno, non c’è rettitudine in chi scrive se non c’è in chi legge. O ancora, la lettera uccide, ma non hai ancora visto cosa è capace l’interpretazione.

  16. Stefano scrive:

    “manca l’elemento cruciale del fascismo: il culto dello Stato Nazione, gerarchicamente ordinato, economicamente autarchico, unito attorno al mito del “popolo”, dove la politica domina sull’economia (almeno in teoria) e dove gli individui si devono sottomettere al bene collettivo. Un sistema che riflette la psicopatologia delle trincee, in cui gli esseri umani sono oggetti intercambiabili e votati al sacrificio”.

    Caro Miguel, dissento nella maniera più assoluta. Quel mito è stato proprio di tanti devoti a Robespierre e alla rivoluzione francese; di tanti patrioti che da sponde opposte hanno combattuto per la nascita degli stati nazione (Engels e Wagner combatterono la stessa battaglia per la creazione della Germania); di tanti seguaci di Mazzini; di tanti comunisti (quando i comunisti erano comunisti; non quando, senza saperlo, sono diventati anticomunisti). Dunque, liberali (europei e non angloamericani), repubblicani, socialisti, comunisti e fascisti. SOLTANTO GLI INDIVIDUALISTI MODERNI, tipo la Fallaci e tanti che si credono antisistema, SONO AVVERSI ALLO STATO NAZIONE. E’ QUESTA LA RAGIONE PER LA QUALE LO PRENDONO INCONSAPEVOLMENTE NEL SEDERE DAL CAPITALE INTERNAZIONALE, senza nemmeno immaginare come si possa reagire. Lo strumento sarebbe il loro nemico ideologico: lo stato nazione. Se non vogliono ricorrere ad esso è giusto e sacrosanto che continuino a prenderlo nel sedere. Non meritano di meglio.
    Naturalmente, lo stato nazione che si desidera può essere grande come una cittadina o una provincia o una regione. Ma sempre di stato nazione si tratta.

    • Daouda scrive:

      Veramente anche i comunitaristi ed i socialisti sono contro lo stato nazione alla giacobina, perché vogliono lo stato “alla loro”.

      Mi sembri proprio a digiuno di una qualsivoglia scuola teorica anticapitalistica. Lo stato è lo strumento del capitalismo, da quando nacque lo stato moderno,da quando nacque il capitalismo.

  17. Miguel Martinez scrive:

    Per Stefano

    Grazie della visita (e date un’occhiata al suo interessantissimo sito, http://www.appelloalpopolo.it/.

    Io non contesto le tue affermazioni.

    E’ che nessuno si mette mai a definire cosa intende per fascismo. Non è necessario che sia una definizione tecnicamente corretta del regime di Benito Mussolini.

    Mi basterebbe un accordo semplice su che cosa intendiamo noi quando usiamo questa parola.

    Ora, io sono anni che ci provo. Cioè, quando uso la parola “fascismo”, spiego cosa intendo. E precisamente, ripeto:

    “il culto dello Stato Nazione, gerarchicamente ordinato, economicamente autarchico, unito attorno al mito del “popolo”, dove la politica domina sull’economia (almeno in teoria) e dove gli individui si devono sottomettere al bene collettivo. Un sistema che riflette la psicopatologia delle trincee, in cui gli esseri umani sono oggetti intercambiabili e votati al sacrificio”

    Questa mia definizione riceve molte obiezioni, anche sensate, ma mai una proposta alternativa.

    Datemene una e discutiamone, altrimenti evitiamo di usare la parola.

    • Claudio Martini scrive:

      Io la ributto lì:
      “il Fascismo è un Liberalismo che si affrancato dagli aspetti emancipativi della tradizione liberale.”
      Dove con Liberalismo intendo Lloyd George e per “tradizione liberale” Stuart Mill.

      Per Stefano:
      secondo me è facilissimo distinguere tra Fascismo e e nazionalismo. Per esempio: “amo la Patria perché amo tutte le Patrie.” è di Mazzini. La immagineresti in bocca a Balbo, o anche solo a Croce?
      Inoltre: un carattere indistinguibile dal Fascismo è l’organicismo. In questo senso è logico che il Duce governi i sudditi come il cervello comanda gli arti. Ma noi non vogliamo questo. Noi vogliamo la valorizzazione dell’individuo, non il suo abbruttimento. Se i modelli sono Robespierre o Lenin, allora bisogna combattere la vulgata liberale che li vuole despoti sanguinari e aggressivi verso gli altri popoli (incredibile!), e in quanto tali assimilabili ai fascisti.
      Insomma: l’ideale della Nazione che garantisce Libertà anche all’ultimo dei suoi figli, il nostro idelale, è universalizzabile in tutto il mondo, mentre chiaramente non lo è l’ideale presente sia nel Fascismo sia nel Liberalismo, creare una comunità organica di “signori” onde dominare sugli Untermenschen.
      Più chiaro di così.

    • Giuseppe scrive:

      Temo di aver collocato il mio post in un thread sbagliato. Quindi lo riporto qui, dove mi sembra più in tema:

      Tu parli dell’essenza del fascismo.
      Guarda, se proprio dovessi individuare un’”essenza” del fascismo – per quanto sia metodologicamente sbagliato cercare l’”essenza” di un fenomeno sociale, cioè di un oggetto ontologicamente frutto di lavoro ermeneutico – io non punterei affatto come fai tu sullo stato-nazione in generale, né in particolare su quello “totalitario, autarchico, gerarchico, mobilitante”. Queste sì sono caratteristiche storicamente molto determinate.

      Un buon indizio su un nucleo centrale (e costantemente ripreso) di questa ideologia moderna è espresso con chiarezza sia nel nome del fascismo tedesco degli anni ’30-’40, sia nella biografia del suo fondatore italiano.

      L’operazione fascista di base non ha assolutamente nulla a che fare con lo stato in quanto istituzione: quel che conta è soltanto la “Nazione”, il “Popolo” (e/o la “Razza) – sostituiti semplicemente al “proletariato” nello schema della lotta di classe del socialismo volgare.
      Il discorso fascista perde in tal modo anche i residui contatti con la realtà delle divisioni sociali concrete (perlomeno nella forma delle distinzioni di classe) interne a ogni popolazione umana, e reifica oggetti collettivi del tutto immaginari.
      Poi – sempre utilizzando fondamentalmente lo schema del socialismo volgare – pone il conflitto tra queste entità (il nemico non è una classe ma sono le “nazioni plutocratiche”, oppure un “popolo” addirittura senza Stato, come quello “ebraico”. Proprio perché lo Stato è solo funzione assolutamente secondaria, contingente nel fascismo).

      Se usi (con la dovuta flessibilità) questo semplice schema interpreativo capirai come personaggi come Mutti, il gruppo di Orion, Freda, Terza Posizione, Dugin, Lotta di Popolo, Evola, il progetto Eurasia etc. sono (neo-)fascisti. Come è possibile che esistano fenomeni come il fascismo che esalta la “nazione europea” (o la “razza bianca”).

      Capirai anche il senso del loro appoggio al “Popolo iracheno”, o a quello “palestinese” (appoggio nel quale le divisioni di classe [marxismo] sono trascurate, e i singoli individui [liberalismo, umanitarismo] non contano nulla: il soggetto delle sofferenze o della dignità calpestata è sempre ritenuto quel collettivo reificato che è il Popolo).
      Capirai anche come possono appoggiare i nazionalismi latino-americani, il bolivarismo e allo stesso tempo riferirsi ai mitici germani (o romani) dell’antichità, ma anche al “popolo” Karen della “Birmania” (cfr. http://www.comunitapopoli.org, sito (neo-)fascista da manuale) etc.

      Caratteristica del Gedenkengut (neo-)fascista è la mossa per cui, di fronte a problemi sociali, non si parla più del singolo come soggetto di sofferenza (oppressione, sfruttamento, umiliazione etc.), e nemmeno di un gruppo ampio di individui (classi etc.), ma di “nazioni” o “popoli”, presunte comunità omogenee.

      Tu scrivi: “In questo senso, trovo più “fascista” il New Deal di Roosevelt, che il leghismo ad esempio; anche se il secondo sicuramente sfrutta dei perenni luoghi comuni che anche il fascismo ha sfruttato.”

      Appunto, è proprio perché usi strumenti concettuali inadeguati che finisci col confondere una forma di comando liberale-keynesiana (che ha caratteristiche peculiari di dominio che nulla hanno a che vedere con l’ethos fascista) con il fascismo, e ti sfugge la componente fascistoide di un rozzo populismo razzista come quello della Lega (che, certo, è anche altre cose).

      Lo Stato di Hegel o di Gentile non è affatto l’idea intorno alla quale si coagulano gli umori fascisti (o fascistoidi) nelle società europee.
      Le “idee-chiave” fasciste sono appunto il “popolo”, la “nazione” (o la “razza”), con la loro illusoria unità mistica, con le loro presunte radici pre-razionali, con la loro ipotetica organicità. Non una forma ricostruita a tavolino da illuministi giacobini, come lo Stato. Di quello il fascismo può al massimo servirsi, finché gli è necessario. Ma non è affatto l’“essenziale”.

      • Giuseppe scrive:

        Ooops, Gedankengut…

      • daouda scrive:

        Sì ma scrivere che l’ethos fascista non abbia come essenziale uno stato forte e socialista è perlomeno buffo.

        Il culto del popolo è farlocco.
        L’Italia è per lo meno da dividere in due quindi popolo di che?

        Poi c’è tutta la questione della “mistica” fascista che supera e tralascia anche Gentile e quindi non perde tempo dietro ciancie identirarie.

        La verità è che Mussuloni aveva la monarchia ed il Papa.

        p.s. il fascismo fu l’unica vera teorizzazione democratica , a rigore. Ovviamente la democrazia è una degradazione immonda.

      • Alessio scrive:

        Concordo, confondere il fascismo con l’intervento dello stato in economia senza soffermarsi nei dettagli. è un grave errore, e può portare alla semplicistica equiparazione tra il new deal, che comunque si prefiggeva di sostenere la domanda, e la politica statalista fascista che ha salvato le grandi imprese private in crisi ed ha fatto da volano ai loro interessi nelle imprese coloniali, ma non ha mai sostenuto la domanda della classe salariata, anzi, con un sistema fiscale inversamente proporzionale al reddito, l’ha penalizzata.

      • Daouda scrive:

        ( che avevo scritto altrove, riporto )

        Due cose:

        a) a me sembra che tu eluda il fatto che la nazione e lo stato siano saldati insieme.

        Se giustamente fai notare il peso del popolo, come può tale “peso” rapportarsi all’esterno, ed organizzarsi?

        E’ palese che nel fascismo la dottrina dello stato è di primaria importanza.

        b) tecnicamente , tenendo quindi a pari livello le tue indicazioni con quelle di Miguel , il nodo fondamentale è che , cadute istanze di lotta classista e di internazionalizzazione di questa, ogni social-democrazia è “fascista” poiché ogni social-democrazia è comunque sia implicitamente identitaria, populista e xenofoba ( anche qui usando i vari attributi con grande elasticità ).

        Scrivo questo perché il fascismo è spesso troppo idealizzato , quando, in fin dei conti , è un’accozzaglia etno-nazionalista , et collettivista.

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  19. Miguel Martinez scrive:

    Per Giuseppe

    Grazie, è una tesi chiara e coerente, e l’accetto come la tua definizione di fascismo.

    Che però riguarda la sovrastruttura ideologica.

    La mia definizione di fascismo, altrettanto soggettiva, riguarda la produzione politica e sociale del fenomeno.

    Credo che il mio modello valga abbastanza per i principali regimi fascisti realmente esistiti – quello italiano, quello tedesco e quello giapponese.

    Quando c’è una grossa crisi (pensiamo al 1919 in Italia, oppure alla depressione), lo Stato interviene pesantemente nella gestione dell’economia e della società, applicando il sistema dell’autorità militare e basanndosi sulle risorse nazionali (o imperialmente conquistate), in modo da non dipendere dai capricci del mercato mondiale.

    In questo sistema, la struttura portante sono le industrie pesanti e strategiche, che finiscono quasi per identificarsi con il sistema.

    Ma trattandosi di industrie “pesanti”, con decine di migliaia di operai, la lotta di classe si presenta come un problema centrale, cui lo Stato deve rispondere imponendo il mito della “unità nazionale”, della sacra bandiera e dei confini inviolabili, dei morti in guerra che accomunano. Nonché con i proiettili e il carcere.

    Da questo deriva il mito che giustifica, cioè lo Stato sacralizzato, che a sua volta ha bisogno di un “popolo”, che deve essere perennemente mobilitato in mille strutture paramilitari. E da qui la cultura che descrivi tu, che può benissimo sopravvivere come un fantasma alla morte del sistema materiale che l’ha creata.

    Non intendo affatto dire che la tua analisi sia sbagliata – in fondo, l’unico persona che avrebbe il diritto di dirci cosa sia “davvero” il fascismo è Benito Mussolini 🙂 e lui non c’èpiù in giro.

    Solo che parte da una prospettiva opposta, che secondo me ha il difetto di mettere il carro (dell’ideologia) davanti ai buoi (del sistema di potere-economia-società).

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per Martinez

      ”Mussolini”

      Il quale il 19/8/1921 ha dato la seguente definizione del fascismo (http://it.wikipedia.org/wiki/Fascismo)

      « Il Fascismo è una grande mobilitazione di forze materiali e morali. Che cosa si propone? Lo diciamo senza false modestie: governare la Nazione. Con quale programma? Col programma necessario ad assicurare la grandezza morale e materiale del popolo italiano. Parliamo schietto: Non importa se il nostro programma concreto, non è antitetico ed è piuttosto convergente con quello dei socialisti, per tutto ciò che riguarda la riorganizzazione tecnica, amministrativa e politica del nostro Paese. Noi agitiamo dei valori morali e tradizionali che il socialismo trascura o disprezza, ma soprattutto lo spirito fascista rifugge da tutto ciò che è ipoteca arbitraria sul misterioso futuro. »

      Se Lenin dice che il Comunsimo è il Socialismo più l’elettricità, mussolini dice che il fascismo è il Socialismo più i Valori Tradizionali.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • mirkhond scrive:

        Si potrebbe aggiungere: un socialismo nazionalista, continuatore dell’imperialismo sabaudo e la cui politica sociale, al posto dello scontro di classe, punta all’unione tra le classi per fare finalmente gli italiani. Mussolini quindi come erede e continuatore dell’opera di Garibaldi….
        ciao

  20. Alessio scrive:

    Articolo condivisibile, almeno nella descrizione nominale del fenomeno, ma alquanto carente nella storicizzazione della nuova (estrema) destra. Che l’estrema destra dei paesi nordici abbia come punto di riferimento la politica repressiva di Israele, utilizzata in chiave islamofobica, non è una novità, del resto questi segnali ci sono anche in Italia e per rendersene conto basterebbe conoscere la storia dell’orientamento politico delle dirigenze politiche del Msi. Non si capisce poi cosa abbia di liberale un’ideologia che condanna in blocco un’etnia, quella islamica, dimenticandosi che le responsabilità penali, almeno secondo la sana tradizione liberlademocratica, sono personali. A parte che i fascismi si sono sempre nutriti di un forte spirito camaleontico, che gli ha consentito di presentarsi come tutto ed il contrario di tutto, anche presentare l’individualismo esasperato come una caratteristica del liberalismo, è una tesi un po’ labile, basterebbe ricordarsi degli scritti di Mussolini in cui presentava il fascismo( in maniera demagogica, e quindi disonesta) come una reazione dell’individualismo al marxismo collettivista. Insomma, buon articolo dal punto di vista descrittivo, ma fondamentalmente si dimentica che questi estremisti di destra, o postliberali (d’altronde il fascismo è stato un prodotto del liberalismo conservatore in crisi), usano, dicendo di battersi in suo nome, il mito della cultura europea illuminista ( che alla fine è un prodotto del liberalismo e del socialismo) pur non conoscendola e anzi negandola nella pratica(vedi per esempio Wilders e le sue recenti decisioni a proposito della regolamentazione, in chiave proibizionista, delle droghe.

  21. Miguel Martinez scrive:

    Per Alessio

    Certo, ma credevo di aver chiarito in che senso usavo il termine “liberale”. Che poi è il modo in cui viene realmente usato in Italia – ad esempio, il sito di Una Via per Oriana [Fallaci] ha una sezione di “link a siti liberali”.

    Diciamo le persone che hanno il culto di Churchill. Non a caso, se si guarda la biografia di Churchill nel suo complesso.

  22. Alessio scrive:

    Ah ok, ora ho capito cosa intende dire. Comunque la realtà di cui stiamo parlando è molto magmatica, non è facile individuare e descrivere puntualmente la galassia della nuova (estrema) destra. Secondo il mio modesto parere, se proprio vogliamo sintetizzare al massimo il fenomeno su scala occidentale, esistono 3 famiglie di nuova (estrema) destra: 1) nei paesi dell’Europa occidentale ed in America prevale quella in stile Tea Party (anche l’attentatore norvegese era iscritto in precedenza nel Progress Party, che sostanzialmente è il Tea Party norvegese), sostenitrice della politica repressiva Israeliana, islamofobica, neoliberista e antistatalista, conservatrice per quanto riguarda i diritti civili e religiosa (anche se poi si dichiara formalmente erede della migliore tradizione liberale, per esempio citando le libertà che garantirebbe alla comunità omosessuale). 2) Nei paesi dell’Europa centro-orientale prevale invece una nuova (estrema) destra che, pur mantenendo una visione economica neoliberista e una forte islamofobia, conserva con sè l’antisemitismo come uno dei pilastri ideologici principali (il caso ungherese è emblematico). Inoltre è tentata dal sogno dell’impero euroasiatico, da contrapporre alla politica estera degli Stati Uniti e degli stati occidentali. Ovviamente è una grande schematizzazione del fenomeno, perchè poi concretamente questi istinti si mescolano tra loro e si formano delle commistioni anche all’interno degli stessi movimenti : in Italia, cioè in un paese dove la stragrande maggioranza della nuova (estrema) destra è filoisraeliana, per esempio la Lega, pur sostenendo Israele in chiave islamofobica, non rinuncia ad esporre nei gazebo, durante le feste di partito, libri come ” I Protocolli dei Savi di Sion”, forse per rafforzare quell’humus culturale che gli permette di essere favorevole alla presunta difesa della civiltà occidentale che si fonda sulle presunte radici criastiane e giudaiche, e allo stesso di diffondere la tesi del complotto delle grandi potenze plutocratiche, ovviamente dominate dalle lobby ebraiche, per rafforzare i sentimenti etnocentrici e le esasperazioni da villaggio assediato. Comunque, essendo sostanzialmente dei movimenti demagogici e populisti, sono molto camaleontici e difficili da definire in maniera chiara. Ciao

  23. Alessio scrive:

    Ah ok, ora ho capito cosa intende dire. Comunque la realtà di cui stiamo parlando è molto magmatica, non è facile individuare e descrivere puntualmente la galassia della nuova (estrema) destra. Secondo il mio modesto parere, se proprio vogliamo sintetizzare al massimo il fenomeno su scala occidentale, esistono 3 famiglie di nuova (estrema) destra: 1) nei paesi dell\’Europa occidentale ed in America prevale quella in stile Tea Party (anche l\’attentatore norvegese era iscritto in precedenza nel Progress Party, che sostanzialmente è il Tea Party norvegese), sostenitrice della politica repressiva Israeliana, islamofobica, neoliberista e antistatalista, conservatrice per quanto riguarda i diritti civili e religiosa (anche se poi si dichiara formalmente erede della migliore tradizione liberale, per esempio citando le libertà che garantirebbe alla comunità omosessuale). 2) Nei paesi dell\’Europa centro-orientale prevale invece una nuova (estrema) destra che, pur mantenendo una visione economica neoliberista e una forte islamofobia, conserva con sè l\’antisemitismo come uno dei pilastri ideologici principali (il caso ungherese è emblematico). Inoltre è tentata dal sogno dell\’impero euroasiatico, da contrapporre alla politica estera degli Stati Uniti e degli stati occidentali. Ovviamente è una grande schematizzazione del fenomeno, perchè poi concretamente questi istinti si mescolano tra loro e si formano delle commistioni anche all\’interno degli stessi movimenti : in Italia, cioè in un paese dove la stragrande maggioranza della nuova (estrema) destra è filoisraeliana, per esempio la Lega, pur sostenendo Israele in chiave islamofobica, non rinuncia ad esporre nei gazebo, durante le feste di partito, libri come ” I Protocolli dei Savi di Sion “, forse per rafforzare quell\’humus culturale che gli permette di essere favorevole alla presunta difesa della civiltà occidentale che si fonda sulle presunte radici criastiane e giudaiche, e allo stesso di diffondere la tesi del complotto delle grandi potenze plutocratiche per rafforzare i sentimenti etnocentrici e le visioni esasperate da villaggio assediato. Comunque, essendo sostanzialmente dei movimenti demagogici e populisti, sono molto camaleontici e difficili da definire in maniera chiara. Ciao

  24. Alessio scrive:

    Volevo scrivere 2 famiglie 🙂

  25. Miguel Martinez scrive:

    Per Alessio

    Mi sembra una riflessione abbastanza condivisibile.

    Conosco piuttosto poco le “estreme destre” dell’Est europeo.

    Conosco molto bene quelle anglosassoni, che poi influenzano fortemente i paesi nordici. Sono culture che risalgono ad assai prima del fascismo, e mi sembra più corretto chiamarle – come fa Breivik – “conservative”.

    Sono in genere piuttosto antitotalitarie, proprio perché lo sviluppo del capitalismo in Inghilterra e negli Stati Uniti è stato tranquillo e ordinato, senza drammatiche crisi; e si sviluppa sulla cultura borghese e “magnachartista”, cioè sui diritti intoccabili dei possidenti.

    E’ vagamente religioso, con le sue “chiese nazionali”, che fanno parte dei costumi locali, come la debole monarchia.

    Ha una puzza sotto il naso, che è talmente istintiva da non avere bisogno di esprimersi teoricamente come razzismo: è un dato ovvio che “noi siamo meglio” e che gli altri sono “ospiti a casa nostra”, se va bene. Non ha nulla contro i negri che suonano il sax o giocano a basket.

    Raramente si pone domande sociali, perché dà per scontata un’economia liberale. E non si pone mai alcuna domanda sul proprio dovere imperiale.

    E’ perennemente in guerra contro i “tiranni” che vorrebbero privare gli uomini della loro “libertà” e quindi vanno annientati, sterminati, liquidati. “Tiranni” che di volta in volta sono stati il Papa, gli Imperi Centrali, l’Unione Sovietica, l’Islam…

    E’ una cultura maschilista, ma non particolarmente “da caserma”: diciamo che i signori vanno a caccia, mentre le signore leggono i romanzi con il tè.

    Considera molto importanti certi comportamenti distaccati, poco “familisti”, poco rumorosi e prova un incontenibile disprezzo per i modi “mediterranei”.

    E’ fortemente anticomunista, perché vede nel comunismo la fusione suprema tra pigrizia invidiosa e tirannia.

    Il supremo rappresentante di questa cultura è stato Winston Churchill, che giustamente era l’eroe di Breivik.

    Ora, giustamente, come dice Alessio, i confini non sono netti. Questa cultura ha avuto una certa simpatia per la borghesia più moderata che seguiva Adolf Hitler, pur disprezzandone gli aspetti “plebei” e “socialisti”.

    Uniti dagli stessi nemici, questi ambienti hanno avuto contatti con molti altri, da antisemiti scatenati a sionisti, da cattolici tradizionalisti ad atei islamofobi.

    E ovviamente, in media, le persone con queste idee non fanno stragi. Si limitano ad approvare con entusiasmo quelle che fanno i loro eserciti.

    Forse è più chiaro adesso il mio riferimento al “liberalismo”.

    • Francesco scrive:

      Miguel

      non pensi che questa gente si sia accorta che l’Ottocento è finito?

      e che abbia fatto, bene o male, i conti con il suffragio universale?

      mi pare una lettura molto “carina” la tua ma poco aderente alla realtà (come minimo, siamo a PRIMA di Ronald Reagan e Margareth Thatcher)

      Ciao

  26. Stefano scrive:

    Miguel,
    non so se sono in grado di proporre una soddisfacente definizione del fascismo. Io considero il fascismo come l’insieme delle dottrine economiche, delle ideologie e dei provvedimenti giuridico-politici del ventennio. E non qualifico con il termine fascismo fenomeni storicamente posteriori o semplici parti dell’insieme al quale ho accennato.
    Qualche passo però si può fare.
    Certamente il fascismo italiano fu imperialista. Lo fu di fatto, di diritto e sotto il profilo teorico (per espressa ammissione contenuta nella voce Fascismo di Gentile-Mussiolini).
    Chi è per lo stato nazione ma non è imperialista non è fascista.
    Va detto, tuttavia, che l’imperialismo precede storicamente il fascismo ed è perseguito anche dalle democrazie. Idem per il sessismo o il razzismo (il fascismo italiano, d’altra parte, non fu originariamente razzista ma lo divenne).
    Bisognerebbe prendere atto che non esiste alcun archetipo del fascismo se non l’Italia del ventennio. Ci aiuterebbe a liberarci del suo fantasma e di accettare che talune discipline giuridiche del ventennio sono positive e le possiamo sostenere senza temere di essere (considerati) fascisti. D’altra parte, esse, in gran parte, furono conservate nel periodo 1945-1985. E quindi vanno considerate, non come fasciste, bensì anche come comuniste, socialiste, socialdemocratiche, democristiane, e repubblicane. In definitiva italiane. Dopo il 1985 le abbiamo ripudiate tutte (le hanno ripudioate tutte i liberisti, banchieri, pubblicitari e imprenditori che hanno preso il potere). E ora abbiamo il timore di riproporle perché (ingannati dal fatto che le consideriamo erroneamente) “fasciste”.
    Grazie per aver segnalato il sito.
    A presto

    • daouda scrive:

      x Miguel: tale interpretazioni è falsa:

      -i chicago boys ed i protezionisti sono chiaramente NON liberisti

      -i diritti intoccabili dei possidenti nei loro paesi non esistono affatto e neanche c’è la libertà di espressione

      -la questione razzismo è farlocca perché il razzismo come lo vai valutando lo hanno tutti i popoli della terra.

      -i sussidi esistenti , soprattutto per gli stranieri, sono chiaramente discriminatori contro gli autoctoni

      -una cultura maschilista pregna e propagandante il femminismo , dove difatti la natalità è al collasso e le donne addirittura lavorano.

      -porsi domande sociali non ha a che fare con la sola economia, SUVVIA MIGUEL ( economia che , rapinando i cittadini, è a favore delle minoranze di ogni tipo, oltre che dei ladri e delle multinazionali chiaramente).

      -considera talmente molto importanti i rapporti distaccati e conformisti che tutte le sottoculture sono nate in U.s.a. ed Inghilterra

      -sono talmente a favore della religione che sono laicisti all’ennesima potenza e in gran parte atei ( ovviamente i protestanti non sono da considerarsi religiosi né credenti , ma appartenenti ad un settarismo filosofico ateista )

      -sono talmente individualisti che le associazioni di beneficienza in tali paesi sono innumerevoli.

      Anche Joseph De Maistre è molto simile ad Edward Burke e mi sembra molto molto più conservative degli inglesi stessi.
      Tale destra non esiste più; basti vedere che fine fece la Old Right negli U.s.a. .
      La destra è isolazionista DA SEMPRE.

      Sono i ladri ed i governanti che sono imperialisti ,non la destra o la sinistra in sé, ameno che non sia ideologicamente così.
      Il capitalismo ad esempio, nel suo evolversi, ha instillato nella destra tale questione.Ma il capitalismo è chiaramente di sinistra.

      Il problema dei germanici ad ogni modo è la loro stupidità e la loro brama, non il conservatorismo.
      A rigore poi quel discorso contro i tiranni sarebbe da sottoscrivere a quattro-mani, il problema è non essere stupidi come gli inglesi sono stati.

      Gli U.s.a e l’England sono fabiani .

      SUL FASCISMO:

      Il fascismo fu il fascismo.
      Un’ accozzaglia di robba che non poté svilupparsi per via della Chiesa e della monarchia e che fu tenuta unita da Mussolini.

      Il sindacalismo della CGIL è chiaramente fascista.
      L’ IRI fu istituto dichiaratamente fascista mentre INPS ed INAIL hanno un riscontro in tutti gli altri paesi del periodo , dal 29 in poi ( ossia i comunistoidi oggi difendono istituzioni create dal fascismo…ingrati! ).

      A mio avviso la questione è da considerare sui piani sociologico-economico-giuridico e filosofico-culturale.
      Il fascismo , in definitiva, è una razza della grande famiglia della social-democrazia.Le colorazioni sono molteplici tenendo conto proprio dei piani su cui si faceva rifeimento.
      Il distributismo cattolico anch’esso, volendo, fà parte della social-democrazia.

      • daouda scrive:

        Dugin e Mutti ad esempio sono dei socialdemocratici.

        Il discorso tuo Miguel e di Giuseppe ( nell’altro post ) sono da integrare non da escludersi.

  27. MrX scrive:

    ottima analisi complimenti…niente altro da aggiungere….i giornalisti sono solo pronti a gridere allo scandalo (che è anche giusto) e gettare fango (vedasi borghezio) senza capire cosa veramente c’è in ballo! magari qualche giornalista riuscisse a fare un’analisi di questo tipo!!!

  28. Alessio scrive:

    Ok, ora ho capito come intende dire, sono sostanzialmente d’accordo anche se forse, questa è una mia impressione, la nuova estrema destra occidentale(America e stati europei del centro-nord Europa), intesa come quella di Breivik, sta abbandonando i caratteri specificamenti “inglesi” per ripiegare sul modello del Tea Party, che racchiude in sè liberismo (da non confodere con il liberoscambismo), teorie religiose-politiche neocon (che si riflettono sul campo della bioetica e dei diritti civili) e etnocentrismo ( che in Europa, non manifestandosi in teorie esplicitamente razziste come accade negli Stati Uniti, si traduce nella riscoperta delle radici e nel mito delle piccole patrie, spesso funzionali al disegno liberista dell’ abolizione della tassazione progressiva dei redditi e quindi del Welfare state. Il liberismo comunque è un tratto che accomuna tutte le nuove estreme destre, basta vedere cosa succede nell’europa centro-orientale dove regimi autoritari, seppur non ancora completamente con caretteri fascisti(Ungheria e Russia), hanno adottato misure come la flat tax.

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