Siamo del gatto

“Ma perché abbaio
da tanto tempo ai sassi che non sentono,
facendo risuonare un vuoto strepito, infelice che sono, e all’onda muta,
alle valli selvose spaventevoli?”

Cassandra, o l’Alessandra

Marino Badiale, professore di matematica all’università di Torino, è uno dei pensatori lucidi che ho avuto la fortuna di conoscere di persona.

Ha scritto un saggio che trovo fondamentale, e che invito tutti a leggere.

Ci spiega in modo equilibrato e per nulla drammatico, perché, come si dice in Toscana, siamo (probabilmente) del gatto.

Probabilmente, ché il futuro non lo conosce nessuno, però quando Marino analizza il motivo per cui le singole vie di uscita che si prospettano sono con ogni evidenza sbarrate, è difficile dargli torto: lo sappiamo tutti che le cose stanno come dice lui, solo che non abbiamo il coraggio di ammetterlo.

E credo che abbia colto come pochi, i meccanismi per cui siamo ridotti così.

Però le analisi pessimistiche suscitano una comprensibile reazione di sopravvivenza:

“il Titanic sta affondando e le scialuppe sono finite? Apriamo allora le ultime bottiglie di champagne!”

Siamo programmati per reagire in modo efficace a piccoli problemi, non sappiamo come affrontare le catastrofi.

Io propongo un approccio diverso.

Se siamo sul Titanic, ed effettivamente sta affondando e le scialuppe sono finite, abbiamo comunque qualche minuto per fare un salto di pensiero originale e cercare un pezzo di legno e farlo galleggiare, magari il tempo perché arrivino i soccorsi. Salverò solo me stesso, comunque sarò sempre un morto annegato in meno.

Insomma, è utile sapere che siamo – probabilmente – sull’orlo della catastrofe.

Ci permette da una parte di non dare troppo peso ai piccoli conflitti che mandano fuori di testa i nostri contemporanei trasformandoli in omicidi da tastiera; dall’altra ci permette di pensare a lungo termine, diventando costruttivi, come l’ometto che cerca di trasformare il tavolo da ping pong (c’era?) del salone del Titanic in scialuppa.

Ho solo due domande da porre a Marino.

La lucidissima pars destruens si conclude con una piccola fantasia sulla probabilità che nel “Grande Nord” (Canada, per dire) poco devastato, ma ormai riscaldato, possa rinascere qualcosa. Non saprei, ma mi piacerebbe fare qualcosa da subito qui, nel mio orto di casa, per salvare frammenti di futuro dei figlioli. Forse i sopravvissuti emigreranno davvero da quelle parti, ma io amo questi luoghi. Sentimentalismo…

Poi, secondo, io approfondirei la maniera in cui i potenti dei nostri tempi cercano di rispondere alla catastrofe incombente. Che lo sanno benissimo che siamo messi male, e sono anche bravi a inventare.

Ufficialmente, la risposta sta in misure “ecologiche“, che stanno suscitando ovunque conflitti in cui è difficile schierarsi, come quello tra:

i contadini olandesi pagati per decenni per fare allevamenti intensivi e oggi costretti a chiudere perché produttori straordinari di CO2,

e l’aeroporto di Schiphol cui un tribunale da poco ha imposto di ridurre a 400.000 (quattrocentomila!) i voli annuali.

La coperta corta bisogna tirarla da qualche parte, e di solito si tira contro i meno abbienti. Sono cose che Marino analizza molto bene, e non approfondisco.

Ma nei fatti, credo che la transizione vera stia altrove.

Sta nei progetti dei laboratori industriali e universitari pagati dalle industrie, nelle ricerche militari su cui gli Stati riversano fondi immensi.

Sta negli organismi geneticamente modificati, nella sorveglianza elettronica totale con un sottofondo di radiazioni innumerevoli volte quello mai esistito, negli impianti cerebrali, nella geoingegneria, negli ormoni che cambiano sesso e nelle gravidanze extrauterine, nella caccia alle risorse sottomarine, nella trasformazione in merce di tutti i nostri segreti.

Questo è un processo di radicale trasformazione, forse di annientamento, dell’essere umano stesso, oltre che di ciò che vive sul pianeta. Che sta dando vita (vita?) a qualcosa che sfuggirà alle mani dei suoi stessi creatori.

Un processo che al momento intuiscono spesso visionari a volte deliranti e quindi facili da demonizzare, come Cassandra, altrimenti detta Alessandra.

Ai derisi che hanno gridato, nell’oscurità, denunciando a volte con troppi punti esclamativi presto censurati dagli algoritmi, il pericolo di elettromagnetismi e di seri genici, forse senza capirci sempre granché di fisica o di medicina, ai contadini indiani che hanno detto che i loro semi scrausi erano migliori di quelli scintillanti che vendeva la Monsanto,

a quelli che non hanno capito niente ma hanno intuito tutto…

dedichiamo i versi dell’Alessandra:

 “Ma non fu in silenzio, che nei tempi antichi, la vergine sciolse le voci variegate dei suoi oracoli…

piuttoso emise uno strano confuso grido, e pronunciò parole selvagge dalla sua bocca masticatrice di alloro, imitando il discorso dell’oscura Sfinge.

Io sarò tratta con violenza dal becco-forma adunca
al letto del rapace sanguinario,
come una colomba impazzita,
mentre invoco a gran voce, perché mi aiuti,
la Signora dei buoi e dei gabbiani, vergine che difende dagli stupri,

Lepsieus ha preso credito da me, tingendo con l’accusa di falso le mie parole e la verace saggezza profetica dei miei oracoli, perché è stato privato delle nozze che sperava di guadagnare.

Ma proprio lui renderà vero il mio oracolo.

E nel lutto molti verranno a sapere, quando non vi sarà più alcun modo per salvare la patria”.

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321 risposte a Siamo del gatto

  1. Moi scrive:

    Sì, ma … rispondete a una domandina facile-facile :

    “Perché mai la specie umana meriterebbe di continuare a esistere, visto che nessun’altra è minimamente paragonabile come minaccia all’ esistenza stessa del fenomeno “vita” sul pianeta ?”

    😉

    • Ros scrive:

      Moi : “Perché mai la specie umana meriterebbe di continuare a esistere, visto che nessun’altra è minimamente paragonabile come minaccia all’ esistenza stessa del fenomeno “vita” sul pianeta ?”

      perché siamo simpaticonazzi?😎😏

    • Ros scrive:

      Moi: perché il gatto
      (il micio gattivo di Miguel, Cass’alessandra e Badiale, che dice che ci vuol corcare ma prima vuole giocare)
      che è infingardo, cialtrone, crudele, magnifico perdigiorno giullaresco giocoliere,
      meriterebbe di continuare a esistere?

      https://static.nexilia.it/blogtivvu/2020/06/gatto-768×498.jpg

      perché no!😉
      Crom mica che ci giudica…

    • Peucezio scrive:

      Perché lo scopo del resto della vita sul pianeta era arrivare a produrre l’uomo: se sparisce lui a che servono piante e animali?
      Chi scrive poesie sui tramonti e sul bosco?

      • Ros scrive:

        Peucezio: “…perché lo scopo del resto della vita sul pianeta era arrivare a produrre l’uomo: se sparisce lui a che servono piante e animali?
        Chi scrive poesie sui tramonti e sul bosco?..”

        diglielo Peucé 😏

        e poi Dio?
        Dio come si conosce e vede e si diverte e sguiscia l’accidia dell’infinit’eterno senza noiautri a cazzesberciaggiare come i paperini che fan danno?

        Lo facciamo pisciare addosso dal ridere, fidatevi😉

        https://www.youtube.com/watch?v=gAOCNmhRJzE&t=21s

  2. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    “Badiale”

    Ma la specie homo sapiens ha elaborato una scappatoia da tempo

    https://www.theguardian.com/theguardian/2011/jan/26/genghis-khan-eco-warrior

    e in versione più avanzata tecnologicamente

    https://www.nature.com/articles/s43016-022-00573-0

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  3. Andrea Di Vita scrive:

    @ tutti

    NON OT

    L’arsenale delle democrazie viene in soccorso dell’unica democrazia del Medio Oriente

    https://www.telegraph.co.uk/world-news/2024/03/30/israel-2000lb-bombs-us-rafah-un-security-council-resolution/?fbclid=IwAR2Ck5_aZIz_mHhEW5Sk8QUwjlRHe-fpCrl4fM8biXoH3tF_W1sa_7RUoo8

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  4. Andrea Di Vita scrive:

    @ tutti

    NON OT

    E questo è Duda, il presidente della Polonia in prima fila nella difesa dei banderisti (mia moglie mi garantisce che quando parla Polacco è anche meglio)

    https://t.me/c/1957647234/43/15370

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Francesco scrive:

      Quello del partito che ha perso le elezioni? a differenza dell’amico tuo che ha vinto con l’87% dei voti liberamente espressi?

      Chissà perchè mi è istintivamente più simpatico. E intanto plaudo alla novella amicizia tra Polonia e Ucraina (eh, i miracolo dell’imperialismo!).

      PS i putiniani parlano sempre più spesso di guerra nucleare. Sono stufi di vivere o sperano di spaventare gli avversari?

  5. Ros scrive:

    Miguel: “…Ci spiega in modo equilibrato e per nulla drammatico, perché, come si dice in Toscana, siamo (probabilmente) del gatto…”

    Ma però visto che siamo nati ci tocca morire.

    Individualmente siamo già e da sempre, da Adamo e l’Eva,
    sorcii nelle grinfie affilate di Isidoro-Garfield.

    https://cdn.wamiz.fr/cdn-cgi/image/quality=80,width=1200,height=675,fit=cover/https://cdn.wamiz.fr/article/main-picture/60f040a2f055b587926377.jpg

    Ciò
    – coll’annesso connesso Memento Mori «Respice post te. Hominem te memento» –
    non ci ha mai impedito di vivere, creare, innamorarci, figliare e cazzeggiare beati o sbeati…

    https://i.postimg.cc/zvzp8hG5/Apple-pies-and-ginger-bread-in-the-juicy-wanlla-sky.jpg

    Di godere dell’omnia Gioia del Cantico dei Cantici🌼🌼🌼

    Ode an die Freude giusto proprio perché sappiamo d’essere soli ed effimeri sul cuore della terra condannati a morte nel passo del “The Green Mile”.
    Trafitti da un raggio di sole:
    ed è subito sera.

    https://www.youtube.com/watch?v=TLttAlencBQ&t=1s

    individualmente siamo tutti sul patibolo ad attendere nel bene e nel male;

    come specie?
    Boh!
    quien sabe😒🙄

    Solo quien sabe agradecer y disfrutar experimenta una plena alegría
    che Quant’è bella giovinezza primavera di bellezza
    che si fugge tuttavia!
    Chi vuol esser lieto, sia:
    di doman non c’è certezza

  6. Ros scrive:

    E’ Primavera (svegliatevi bambine😍)

    E’ lunedì di Pasquetta e dell’Arcangelo

    https://i.postimg.cc/3RvWXjV3/Michael-Archangel-icon.jpg

    Il cielo chiance commosso e di saudade

    il Sole è li, dietro i batuffoli grigioperlacei
    che vuole farci una sorpresa

    a dirci:
    “Tutto è Grazia!”
    (Journal d’un curé de campagne, Nattvardsgästerna).
    “Che cosa importa? Tutto è grazia!”

    https://www.svenskfilmdatabas.se/wp-content/uploads/image-archive/large/ABA_2027.jpg
    Io sono innamorato (come al solito😏 altrimenti non dipingo)

    Per’oggi che è un bello e impossibile UNICO giorno
    mi scordo con lietezza lestofantica:
    E l’ucraina & l’USA;
    Il clim’ambiente & la sciddicata sconcomellata Gaia;

    Il domani che non è mai esistito
    (il giorno è unico! Il tempo? Chi l’ha mai visto per davvero!😎)

    e mi mancio un sacco di carne varia arrostita con lo grassosucculento per il testosterone;
    c’e la manciamo io e i mei iattùzzi 😸😸😸

    peccato per l’arcobaleno…

    …che ce l’hanno fregato e impegnato con sciocchezzuole di costume☹
    ma me ne frego e continuo a farlo solo mio

    • Ros scrive:

      “Che cosa importa? Tutto è Grazia!”

      “…fulcite me floribus
      stipate me malis
      quia amore langueo.

      Ecce tu pulchra es,
      amica mea,

      ecce tu pulchra es:
      oculi tui columbarum.

      Ecce tu pulcher es, dilecte mi,
      et decorus”

      “tigna domorum nostrarum cedrina,
      laquearia nostra cupressina…” ma che suono fresco e godurioso come una birra ghiacciata sotto il solleone😊

      “Ravvivatemi con focacce d’uva, rianimatemi con cedri:
      sono malato d’amore, io!”

      https://www.vatican.va/archive/bible/nova_vulgata/documents/nova-vulgata_vt_canticum-canticorum_lt.html

      Canticum Canticorum Salomonis.

    • paniscus scrive:

      “E’ lunedì di Pasquetta e dell’Arcangelo”—

      ed è anche il giorno del pesce d’aprile, sbizzarritevi!

      • Ros scrive:

        Paniscus: “…ed è anche il giorno del pesce d’aprile, sbizzarritevi!..”

        Mica che ci fosse bisogno di dirmelo!
        Credo… 😏🥳

        L’altri semmai,
        l’altri astanti seri mica che si sbottonano loro!

        In quanto al giorno,
        è figlio unico di madre vedova;
        uno e solo sempre quello.
        Mica poi per misticismi e broccolate amene, zuppa di funghetti di settembre!

        Ma perchè

        – come coi sogni lucidi –

        è più comodo, utile, e piacevole il così sentirla, tante volte
        😏

        Alleggerisce e disimpegna e sgrava

      • Ros scrive:

        Facciamo d’oggi tutta ora di Ricreazione?
        😄

        Tanto mi sa che sono tutti sbronzi,
        satolli e accanazzati a ronfacchiare acidi rutti;

        …e niente pare turbare la pace e quiete del camposanto qui, manco l’Ucragna vs Putin e a quanto stanno.

        Scusate, chi vince?😊

      • Ros scrive:

        Paniscus: “…ed è anche il giorno del pesce d’aprile, sbizzarritevi!..”

        Grave disturbo istrionico di personalità.
        Sono stato caduto dal seggiolone quand’èro piccolo e sul seggiolone non c’era ancora l’obbligo del casco😢🥺

  7. Ros scrive:

    Però un serio accenno in questo giorno di santo barbecue in the garden
    è dovere!
    È triste dovere e impegno ricordare l’orribili guerre ☹️

    Beviamo l’amaro necessario calice

    https://youtube.com/shorts/TCBRiFwjjZM?si=oaPVuf_r4kgazEPZ

    • Ros scrive:

      giù sotto, t’abbiamo il losco pietro gambadilegnico bieco imperialismo dell’orso katiusciorusso inglobante tutti gl’idiotismi idiomici nel suo imperioso ventre di storia sfinita e nulla di nutella
      Маша и Медведь

      https://www.youtube.com/watch?v=WFl7FIARNE8

      la fu canzona di Rigoni Stern e partigiani scoloriti male

      “…La melodia di Katjuša fu utilizzata nella canzone partigiana
      “Fischia il vento”, composta nel settembre 1943 dal partigiano
      e medico imperiese Felice Cascione,
      come ricordato anche da Mario Rigoni Stern
      in una lettera in “Aspettando l’alba” e altri racconti…

      …Tra le file della LXIII Legione CC.NN. d’Assalto “Tagliamento” del Regio Esercito si diffuse, anche per via dell’incompatibilità ideologica del brano originale con il Fascismo, una versione goliardica denominata Natascia…”

      ‘na tascia!!! 😏😸

      canzona di blondy cerulea gnocca Ekaterina di gran lotta che va al fronte a pugnare assieme al suo American Gigolò da Paul Schrader

      https://www.youtube.com/watch?v=StKVS0eI85I

      (Inside the Whale, 1940) il sopraddetto Nulla di Impero nel ventre della balena d’Orwell, Geppetto e Giona:

      https://www.youtube.com/watch?v=lHytjEj7B9g

      qua, tutto abbottato di capretto, suino, pollo e manzo bovino ‘mbriaco

      che importa se piovicchia che la vita l’è bella è la vita la vita🎵

      https://www.youtube.com/watch?v=BXZFQ9omoxo

      • PinoMamet scrive:

        “Tra le file della LXIII Legione CC.NN. d’Assalto “Tagliamento” del Regio Esercito si diffuse, anche per via dell’incompatibilità ideologica del brano originale con il Fascismo, una versione goliardica denominata Natascia”

        Oh Natascia, hai fatto tu la piscia?
        Sì Dimitri ne ho fatti cinque litri…

        sarà mica quella??

        • Ros scrive:

          Pino Mamet: “…Oh Natascia, hai fatto tu la piscia?
          Sì Dimitri ne ho fatti cinque litri…

          sarà mica quella??..”

          credo che quella sia forse boh non lo so quel grandissimo capolavoro di testo de la “Scuola Mazzanti”:

          “…scuola media statale “Lucrezia Mazzanti” di Firenze tra il ’74 e il ’76 e la riporto a memoria:

          queste son cose che non si cancellano.
          Per quanto, ovviamente, derivi da un’altamente irriverente parodia goliardica
          (l’origine sarà sicuramente quella, qualche fratello maggiore universitario che l’aveva passata a un fratellino alle scuole medie…),
          bisogna dire che dei dodici o tredicenni di quegli anni sapevano bene che esistevano sia “Katiuscia” che “Fischia il vento”;

          provate un po’ a andare ora in una scuola media e chiederlo ai ragazzi…

          Natascia ricorda e suona da bagascia! Ma pure katiuscia …🤔

          O Natascia, hai fatto tu la piscia?
          Sì, Dimitri, ne ho fatti cinque litri.
          Sì, li ho fatti laggiù nella steppaglia
          Dove splende il sol dell’avvenir.

          O Jovanka, hai fatto tu la cacca?
          Sì, Vassili, ne ho fatti chili cinque.
          Sì, li ho fatti laggiù nella steppaglia
          Dove splende il sol dell’avvenir.

          O Tatiana, hai fatto la puttana?
          Sì, Stalini, ho fatto tre bocchini.
          Sì, li ho fatti laggiù nella steppaglia
          Dove splende il sol dell’avvenir.

          https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=45540

          • paniscus scrive:

            A parte le versioni volgari, ammetto di non averla mai sentita nella versione “Natascia”, per me è sempre stata Katiuscia…

            • Ros scrive:

              Paniscus

              …Tra le file della LXIII Legione CC.NN. d’Assalto “Tagliamento” del Regio Esercito si diffuse, anche per via dell’incompatibilità ideologica del brano originale con il Fascismo, una versione goliardica denominata Natascia…

              Nemmeno io ho mai trovato
              (anche in archivi e biblioteche)
              il testo “Natascia” for Katiuscia scritto dal Regio esercito imperiale fascista per sfottere comunisti e partigiani.

              Pare sparita🧐

            • Ros scrive:

              paniscus: “…A parte le versioni volgari…”

              Le versioni volgari sono quelle del De eloquentia di Dante Alighieri? 🧐🤔

          • paniscus scrive:

            E comunque anche “Jovanka” non mi sembra affatto realistico come nome russo (in cui probabilmente prevalevano “Iana” o “Ivana”), ma piuttosto serbo, croato o comunque balcanico…

        • Peucezio scrive:

          Pino,
          “Oh Natascia, hai fatto tu la piscia?
          Sì Dimitri ne ho fatti cinque litri…”

          Ma si cantava anche in Emilia?
          Pensavo solo nelle vecchie osterie di Milano.

  8. Ros scrive:

    https://www.youtube.com/watch?v=nCjvOewUNJU

    la fu canzona partigiana fischiavento:

    “…per commemorare il 70°anniversario della Liberazione dell’Italia dal fascismo.
    La musica è la versione originale di “Fischia il vento”,
    cantata (senza accompagnamento musicale)
    da un coro di partigiani e di deportati nei lager
    (e forse per questo ancora più emozionante).

    La canzone è simbolo della Resistenza e della lotta antifascista.
    Da ricordare che la melodia è tratta da una canzone popolare russa intitolata “Katjusha”…

  9. Moi scrive:

    Per quanto mi riguarda , è Pesce d’ Aprile ogni giorno da anni e anni … solo che è sempre tutto vero, al massimo può essere solo inattuale !

  10. Mauricius Tarvisii scrive:

    https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2024/04/01/raid-israeliano-su-damasco-ucciso-un-alto-comandante-pasdaran.-liran-annuncia-una_c49bf73c-76eb-4da2-a4c8-23a04e1ff1a9.html

    La domanda che mi sorge spontanea a questo punto è perché dei poliziotti di qualunque paese adesso dovrebbero rischiare la pelle per proteggere obiettivi israeliani all’estero.

    • Francesco scrive:

      Per antipatia nei confronti dei Pasdaran?

      Ammetto che questi attacchi in casa d’altri suonano male ma ho come il sospetto che siano normali cosa da Medio Oriente

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Bombardare le ambasciate vuol dire passare alla guerra davvero senza quartiere. Dunque perché degli italiani (o francesi o quello che vuoi) dovrebbero finirci in mezzo?

        Il fatto che tu desideri ardentemente immolare la vita di qualcuno per le tue antipatie personali non è la prima volta che ce lo rendi noto.

        • Francesco scrive:

          Aspetta un attimo … non rispettare la ambasciate, Iran, … perchè mi stanno fischiando le orecchie? ce l’ho sulla punta della lingua ma non riesco a ricordarlo

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ francesco

            “ricordarlo”

            Ma sì!

            Il bombardamento Statunitense dell’ambasciata Cinese a Belgrado il 7 maggio 1999!

            https://www.bbc.com/news/world-europe-48134881

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              😀

              quando il saggio indica la Luna, l’asino guarda il dito!

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Il dito sono le bombe e la luna l’ambasciata cinese? Non ho capito.

              • Francesco scrive:

                Secondo la mia modesta opinione, il dito sono le bombe sull’ambasciata cinese, la Luna l’assalto degli “studenti” iraniani all’ambasciata USA.

                Ma è solo come la vedo io.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Parliamo anche di quando dei teppisti vestiti da indiani hanno buttato a mare un carico di tè nel porto di Boston?

              • PinoMamet scrive:

                “Secondo la mia modesta opinione, il dito sono le bombe sull’ambasciata cinese, la Luna l’assalto degli “studenti” iraniani all’ambasciata USA.”

                Non mi intendo di dita e di lune: ho sempre pensato che il motto vada inteso al contrario, come sai.

                Invece mi intendo di francescherie 😉

                è molto semplice: per Francesco, un buffetto agli USA è un crimine, mentre i crimini USA sono ragazzate.

              • Francesco scrive:

                Pino

                se l’assalto all’ambasciata USA a Teheran è un “buffetto” …

                almeno gli americani hanno potuto dire di aver sbagliato a bombardare l’ambasciata cinese (e non ricordo perchè lo avrebbero fatto apposta, la Cina era filo-Milosevic?).

                Questo mi pare un caso eclatante di due cose diverse di diversa gravità.

                Chiederei a Miguel cosa combinano Israele e Pasdaran tra Siria e Libano, entrambi quindi all’estero.

                Ciao

    • Francesco scrive:

      Trovo molto bello, anzi commovente, che ci siano dei pazzi furiosi che sono a Gaza da volontari a dar da mangiare agli affamati.

      E trovo tragico che siano morti sotto le bombe israeliane.

      Non ho capito bene cosa dovrei giustificare.

      PS Israele dichiara di aver ucciso 200 miliziani di Hamas in un ospedale. Il che spiegherebbe questa tigna nell’accanirsi sugli ospedali. Ci sono altre informazioni?

  11. Impossibile non condividere almeno le impressioni e le conclusioni di Badiale sulle condizioni del dibattito politico nella penisola italiana. Che hanno colpevoli precisi e origini relativamente lontane, prima nel mondo mediatico che in quello politico.
    Indro Montanelli è difficilmente ascrivibile fra i simpatizzanti del collettivismo stalinista, ma la gazzetteria fece interiorizzare una contiguità del genere a tutto il pubblico. Pochi mesi prima di salutare rilasciò un’intervista in cui affermava di non aver mai visto roba simile in giro: la feccia che risale il pozzo, la definì.
    In modo senz’altro irrispettoso nei confronti della feccia.

    • Francesco scrive:

      Beh, io ho imparato a leggere sugli editoriali di Montanelli, per ragioni anagrafiche.

      Ho fatto in tempo a vederlo diventare una Madonna pellegrina dell’ex PCI in funzione anti-Berlusconi.

      Un triste spettacolo.

      Ora sono morti entrambi e anche io non mi sento tanto bene … parce sepultis

      • https://www.instagram.com/p/C3epVrwicfb/

        L’odio visceralmente professato per il totalitarismo finisce in cantina appena entra in gioco il tornaconto, e più in generale quando si tratta di propaganda.
        Uno dei principali responsabili della repellenza che il democratismo rappresentativo del vostro “paese” suscita nelle persone serie appare qui in piena forma, così bello che sembra proprio vivo.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @Francesco

        “Montanelli”

        I primissimi testi non per bambini che ho letto -all’eta’ di nove anni, e capendoci ovviamente ben poco- erano quelli della Stanza di Montanelli sulla Domenica del Corriere, che sfogliavo quando ero in coda dal parrucchiere.

        Ammiravo quella che poi, da grande, avrei chiamato l’estrema semplicità del periodo, che ha un riscontro quasi solo nel geniale Guareschi.

        Ho tirato un sospiro di sollievo quando vidi che alla fine della sua vita Montanelli abbandonò la baracca dei cialtroni, riconoscendo da vero signore il suo decennale abbaglio nel vedere nell’antiComunismo qualcosa di diverso dalla semplice giustificazione del proprio comodo.

        Aveva fatto lo stesso riconoscendo che Del Boca non era “l’antiItaliano” -come lui stesso l’aveva apostrofato- qua di denunciava l’uso fascista dei gas asfissianti in Etiopia.

        È proprio dei grandi riconoscere i propri errori.

        Manzoni avrebbe detto di Montanelli “Dio concede sempre un quarto d’ora per salvarsi”.

        Ce lo vedo all’osteria del Cielo, giocare a carte con Pajetta, Ingrao e Impastato.

        (E Gramsci e Guareschi che si sfidano a braccio di ferro)

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • PinoMamet scrive:

          È meglio per Gramsci se sfidano a carte anche loro 😉
          A braccio di ferro Guareschi lo straccia 😉

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ PinoMamet

            “straccia”

            Dimentichi lo handicap ideologico 😉

            Con tutte le castronerie che ha scritto Guareschi è ammesso nel cielo di Gramsci solo per l’immensa bontà del suo Italiano, ma ovviamente gli angeli (la cui aureola è fatta tutta di falci-e-martello) gli danno un cospicuo handicap nel punteggio! 😉

            Ciao!

            Andrea Di Vita

  12. Fuzzy scrive:

    https://lesakerfrancophone.fr/le-crepuscule-des-blobs
    Ok ragazzuoli.
    Bitcoin. Rete elettrica. MMT. Tassi d’interesse.
    Tra poco sarà tutto finito. E non per via delle guerre.
    Magari è un po’ una fine romanzata, ma credo ci sia del vero.
    Attenzione agli scoiattoli kamikaze.
    Sono loro i vendicatori del mondo animale.

  13. Moi scrive:

    @ INSCO / PINO TUTT/I/* / FRANCESCO [L’ unico che ne gioirà !]

    Sapevate che fanno _ anzi : sta arrivando ! _ un film … Ennio Doris ? Come già è stato chiosato, NON è un Fake di una nuova “stagione” di Boris !

    https://www.youtube.com/watch?v=pfJ4iwNHunA

    • Moi scrive:

      Così recita il Santino 🙂 RAI Fiction Style :

      Capita a tutti almeno una volta nella vita di fare il punto sulla propria esistenza. Ennio Doris, l’uomo d’oro della finanza italiana, il “banchiere gentile” che costruì la banca intorno alla persona, si fermò e si voltò indietro in quel settembre del 2008 in cui crollò Lehman Brothers ed ebbe inizio una pesante crisi economica.

      Fu allora che Ennio Doris ripensò al mondo rurale dal quale proveniva, un piccolo ecosistema fatto di mercati di bestiame, ai valori ereditati dal padre – la famiglia, l’onestà, la trasparenza, la libertà, la centralità della persona – e agli uomini dai quali aveva appreso importanti lezioni di vita. E non ebbe dubbi su che direzione prendere, con una decisione che a molti apparve sorprendente, ma non a chi lo conosceva da vicino.

      Il Palazzo di Mezzanotte che ospita la Borsa di Milano è pieno e totalmente silenzioso quando Ennio Doris sale sul palco, in prima fila, la moglie e i figli. “Noi di Banca Mediolanum abbiamo deciso di intervenire nei confronti dei nostri clienti che hanno acquistato titoli con sotto obbligazioni della Lehman Brothers. Si tratta di 11.000 clienti ai quali rimborseremo una cifra totale di 120 milioni di euro, tutto quello che hanno investito. L’esborso non peserà sul bilancio della banca né sugli azionisti.
      Provvederemo personalmente io, tutta la mia famiglia e il mio socio Silvio Berlusconi, a pagare questa cifra dai nostri conti privati”. Non esistevano precedenti simili, nessuna banca l’aveva mai fatto prima di Ennio Doris.

      Un racconto sincero ed emozionante che si sviluppa lungo tre archi temporali: quello del bambino con una capacità d’osservazione straordinaria, quello del giovane uomo innamorato e con un sogno nel cuore e quello del banchiere entrato nell’immaginario di tutti; dall’infanzia povera e felice a Tombolo, nel padovano, alla fondazione di Banca Mediolanum e ai successi internazionali.
      Ennio Doris è stato l’uomo che ha rivoluzionato il concetto di “banca” senza mai perdere di vista il vero spirito delle banche, essere di supporto e non di ostacolo per chi vi si affida.

      Cast: Massimo Ghini, Lucrezia Lante della Rovere

      • Francesco scrive:

        Oh, mi mancavano le agiografie!

        Del resto, mancano pure figure di cui scriverne, di agiografie.

        Grazie

        • PinoMamet scrive:

          “Oh, mi mancavano le agiografie!”

          Perché, Berlusconi non ti ha spedito la sua?

          A mia mamma arrivò a casa senza che si sognasse di averla richiesta.

          Dev’essere ancora sotto la lettiera del gatto, nella casa vecchia.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ moi

      “Doris”

      So che a una giornalista che cercava di metterlo in imbarazzo Doris rispose gelido ‘la mia sola velina è mia moglie’.

      Detto questo, ho conosciuto una psicologa che mi ha spiegato come a un professionista della comunicazione non verbale (tipo il Tim Roth di “Lie tò me”) il sorriso e lo sguardo di Doris appaiono come il perfetto esempio di postura del sociopatico, potenziale serial killer.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        Cioè, Silvio che sorrideva troppo e andava a puttane non va bene; Ennio che sorrideva con moderazione e non tradiva la moglie non va bene neppure lui!

        Non è che stai barando?

        😉

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Francesco

          “barando”

          No. Dico solo che un sociopatico non è necessariamente un cialtrone.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            Beh, se tutti i sociopatici risarciscono i loro clienti come avrebbe fatto Doris … viva i sociopatici!

            PS mi sembra come la storia della lettura della personalità dalla calligrafia.

  14. KARL scrive:

    Il green oggi : miliardari che si spostano quotidianamente in jet privato e yacht che dicono, anzi impongono ai poveracci di tutto il mondo di rinunciare alla propria Panda perché inquina troppo.

    • Moi scrive:

      Sì, però promuovono l’ Inclusività EtnoRazzialCulturalRelgiosoGender VS il MasKioBianKoBoomerEteroCisBinario … chiaro, no 😉 ?

      SE la risposta è “no” … sei un Boomer Parte del Problema. 😉

    • Moi scrive:

      Promuovono l’ Inclusività EtnoRazzialCulturalRelgiosoGender VS il MasKioBianKoBoomerEteroCisBinario … quindi sono “i Buoni” !

    • Moi scrive:

      Mi spiace dirlo, ma … mi delude anche Giovanni Storti (Sì : lui, nessun omonimo !) che fa finta di essere un Contadino Povero dell’ Ottocento nel suo casale con podere privato … e dice di “fare come lui” a chi fatica ad arrivare alla terza settimana del mese !

    • Francesco scrive:

      Tengo a sottolineare, credo in compagnia di Miguel, che il problema è il miliardo di Panda, non i 100 iottoni dei ricconi, per la tenuta ecologica del pianeta.

      La via di fuga della GRP è occlusa dal fumo delle acciaierie del Compagno Acciaio, che ai tempi furono la tomba del nazismo invasore ma oggi lo sono delle lucciole.

      • KARL scrive:

        Il miliardo di panda influisce pe non più del 4% delle emissioni totali. Ma per questa percentuale insignificante i ricconi con i Jest privati vogliono far profondare nella miseria il ceto medio occidentale, con la scusa di salvare il pianeta.

        • Ros scrive:

          KARL: “…ricconi con i Jest privati vogliono far profondare nella miseria il ceto medio occidentale, con la scusa di salvare il pianeta…”

          Mi sfugge il perché 🤔

          Cosa ci guadagnerebbero?
          …e quanto ci perderebbero?

          Partita doppia dico!

          E perchè solo il ceto medio occidentale?

          O sparano a caso solo a causa della loro innata e orba cattiveria che con la roba gli impedisce l’entrata al Regno dei Cieli assieme ai cammelli?

          https://images.app.goo.gl/xuYRgLqZeuScvCCz8

          Tutti d’accordo;
          tutti per uno e uno per tutti,
          questi ricconi a un corpo solo basta che per tutti e fatto pure con lo stampino?

          vorrei assai sapere anche io come stanno le cose dietro le quinte di Oz🙂

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        “Tengo a sottolineare, credo in compagnia di Miguel, che il problema è il miliardo di Panda, non i 100 iottoni dei ricconi”

        Il problema potrebbero essere entrambi?

        • Francesco scrive:

          Il solito democristiano! 😀

          Temo che i 100 iottoni inquinino molto poco, rispetto al miliardo di Pandine.

          Quindi dire che entrambi sono un problema ecologico è una forzatura.

          Serve a dei sado-stalinisti come Andrea, per mera soddisfazione personale!

        • PinoMamet scrive:

          Premesso che “100 iottoni” non vuol dire niente, è neanche un milione di Pandine, sarebbe invece interessante uno studio comparativo sull’impatto ambientale delle diverse fasce di reddito.

          Serio.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Francesco

        “miliardo”

        Certo che il problema è il miliardo di Panda.

        Ma siccome viviamo in un mondo dove un miliardo di persone hanno la Panda e 100 persone hanno lo yacht, a meno di usare metodi violenti si può tentare di convincere il miliardo a rinunciare almeno parzialmente alla Panda solo se si mostra che i 100 rinunciano allo yacht. Se invece si ostenta l’uso dello yacht (doverosamente a emissioni ridotte, per carità 🙂 ) come status symbol, allora poi quando si va colpire le Panda saltano fuori i gilet gialli. Che hanno torto sul piano dell’ecologia, ma hanno ragione sul piano della politica. Il concetto lo esprime molto meglio di me un notissimo manuale di relazioni umane: “Dolce è il sonno del lavoratore, poco o molto che mangi; ma la sazietà del ricco non lo lascia dormire.” (Ecclesiaste 4, 6)

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • PinoMamet scrive:

          Gli yacht ovviamente sono molto, molto, molto più di 100.

          Poi ci mettiamo aerei privati (uno solo inquina come tantissime Panda) e navi da crociera (non parliamone neppure).

          A parte questo, hai ovviamente ragione.

          E ovviamente viene offerta un non-soluzione , perché le case automobilistiche devono vendere: “rottamate la vostra vecchia euro 4, e comprate una macchina nuova con tutte le certificazioni in regola ”
          (Senza dire che è anche più potente e inquina di più,che per farla è distribuirla bisogna inquinare, emettere gas serra ecc. Quindi il vantaggio per l’ambiente non c’è).

          Poi ci sono i politici che lo presentano come una guerra ai poveri, e quegli altri politici ai quali piace proprio perché è una guerra ai poveri.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ PinoMamet

            “non c’è”

            OAAPM!

            Ciao!

            Andrea Di Vita

          • Peucezio scrive:

            Pino,
            “Poi ci sono i politici che lo presentano come una guerra ai poveri, e quegli altri politici ai quali piace proprio perché è una guerra ai poveri.”

            Io direi che a sinistra non lo ammettono, ma la fanno senza quartiere.
            A destra sono talmente pirla che la fanno con poca motivazione, solo perché sono incapaci e servili verso il potere (in fondo a loro i poveri starebbero pure simpatici e comunque li votano), ma devono ostentare di essere per i ricchi perché hanno letto da qualche parte, forse negli anni ’80, che “destra” significa quello.
            Il risultato è lo stesso in ambo i casi: si va in culo appunto ai poveri.

          • Francesco scrive:

            Pino,

            sulle navi da crociera ci vanno quelli della Panda.

            I ricconi vanno sui loro iottoni a basso impatto ambientale.

            Come dicevo, i fatti sono politicamente bastardi.

            Ma noto con maligno divertimento che ora i gilet gialli comandano, anche se pretendono l’impossibile.

            • PinoMamet scrive:

              Francé, io non ho commentato su chi siano gli utilizzatori delle navi da crociera.

              Ma la tua passione nel colpevolizzare le classi basse e assolvere i più abbienti è davvero commovente, e testimonia che per te si tratta proprio di guerra di classe.

              Con te schierato per i tuoi avversari, col tuo classico masochismo.

              I fatti non c’entrano assolutamente nulla.

              • Francesco scrive:

                Non è vero, io mi permetto solo di rilevare che la retorica della lotta di classe in questo caso sta dalla parte del problema e non della soluzione.

                E questo perchè, se ci si accorge di questo, si capisce davvero l’entità del problema e la difficoltà di affrontarlo.

                Secondo me è questo, più ancora che la nostalgia per vecchie soluzioni e facili capri espiatori, a rendermi così indigesto.

                🙂

              • PinoMamet scrive:

                Secondo me è il fatto che stai abbracciando in pieno e sostenendo la retorica della lotta di classe, invece.

                E per giunta dalla parte sbagliata.

              • PinoMamet scrive:

                Rilevo altresí che di fatti non ne sono stati portati: solo presente di posizione (“è colpa delle Panda”…)

                I numeri sono reperibili, se si vuole: io sono in gita e non ho tempo!

                Ieri ho trovato numeri che indicavano come globalmente i trasporti incidessero sul 25% delle emissioni, in Europa però il 60, ma erano due fonti diverse.

                Potreste cercare qualcosa anche voi eh?

              • Francesco scrive:

                Pino

                e i trasporti, e la carne, e i riscaldamenti, e i viaggi, e i beni di consumo … alla fine chi è che fa in grandi numeri che distruggono l’ambiente?

                i miliardi di Francesco e Pino, mica i pochi Montezucchero. è brutto e antipatico ma è così!

                PS e tra me e MZ tifo per me! ma anche tra te e MZ … 😀

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “e i trasporti, e la carne, e i riscaldamenti, e i viaggi, e i beni di consumo … alla fine chi è che fa in grandi numeri che distruggono l’ambiente?”

                Hai ovviamente in grandissima parte ragione: i fatti sono quelli.

                E’ ovvio che Montezucchero non può aprire più di tanti contenitori di plastica al giorno o fare più di tanti giri sul suo iottone.

                Ma è anche vera un’altra cosa: 63 navi da crociera della Carnival Corporation emettono il 43% in più di anidride solforosa di tutte e 291 milioni di auto in Europa nel 2022. Certo che su quelle navi, ci viaggiano innumerevoli “poveri”, ma nessuno avrebbe costruito quelle navi, se non ci fossero pochi individui con innumerevoli miliardi da investire.

                Il problema è trovare come impedire investimenti di questo tipo, che comunque scorreranno subito altrove, perché i soldi per riprodursi devono pure andare da qualche (distruttiva) parte.

            • Fuzzy scrive:

              https://valori.it/lagrandericchezza-imposta-grandi-patrimoni/
              https://www.oxfamitalia.org/lagrandericchezza/
              Kelebekiani, firmate!
              Ma non per salvare le scuole. Che anzi bisogna un po’ descolarizzare la società (adesso Mamet
              mi manda un missile interregionale. E va be’. Pazienza. Don Milani faceva miracoli con un tavolo e un giornale. Più, sacrosanti calci nel culo.). Ma per ristrutturare tutto il settore agricolo.
              Tra poco uno topolino rosicchiatore di fili, potrebbe dare inizio al crollo delle vetuste infrastrutture che sorreggono l’economia industriale. E allora saremo colti di sorpresa e impreparati.
              E questo, paradossalmente potrebbe essere il male minore.
              Ma nessuno legge Taleb?

  15. Moi scrive:

    “Noi s’è d’ Iggatto !” 😉
    [rectius]

  16. Francesco scrive:

    OT

    il “sultano” Erdogan ha straperso le elezioni amministrative.

    Onore a lui per averle fatte svolgere e abbastanza libere da averle perse. Ora manca solo che si levi anche dai piedi e si possa tornare a parlare con la Turchia in termini ragionevoli.

    😀

    fine OT

    • Andrea Di Vita scrive:

      @Francesco

      “onore”

      Aspettiamo con ansia che Zelensky segua il suo esempio.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        Credo che le elezioni in Ucraina siano in calendario appena cessa l’invasione russa. Chiedi al tuo amichetto di levarsi dalle palle e inizierò a fare le pulci alla “democrazia” ucraina.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ francesco

          “elezioni”

          Per fare delle elezioni ci vogliono i partiti. E Zelensky li ha sciolti tutti meno che il suo
          (Nemmeno sotto le bombe che gli polverizzavano Londra Churchill arrivò a tanto).

          Comunque l’invasione fra poco finisce.

          https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/03/ufficiali-ucraini-ammettono-il-rischio-debacle-la-linea-del-fronte-puo-crollare-in-caso-di-attacco-mirato-russo-f-16-non-servono-piu/7499762/#cComments

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            Carissimo Andrea

            non ho mai sentito che Zelensky abbia sciolto tutti gli altri partiti politici. Te lo sei sognato o lo hanno scritto sul FQ?

            PS complimenti per l’autogol. Se davvero i russi vinceranno la guerra, allora avremo la certezza che in Ucraina non ci saranno elezioni libere. Il che ci dice cosa sono i russi oggi e anche cosa sono gli ucraini.

            🙂

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Francesco

            “non ho mai sentito”

            Lo credo, se leggi solo il Foglio… 😉

            https://www.ilriformista.it/zelensky-scioglie-11-partiti-di-opposizione-e-premia-brigata-con-simpatie-naziste-poi-si-presenta-al-parlamento-italiano-288123/

            “certezza”

            Infatti. Kiev si è portata avanti col lavoro, e le elezioni non le fa proprio più senza neanche bisogno di aspettare quel cattivone di Putin.

            Il che ci dice per l’appunto cosa sono Russi e Ucraini oggi.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              Caro mio,

              non solo non leggo solo il Foglio, ti rinnovo l’invito a (1) selezionare le fonti da cui ti abbeveri per non avvelenare le residue cellule cerebrali e (2) non mentire spudoratamente.

              Buona giornata

              PS a parte tutto il resto, l’articolo è del marzo 2022. Non ti vergogni almeno un pò?

              😀

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “selezionare”

                Prego, dopo di te.

                “marzo 2022”

                Te l’ho già scritto: Churchill non soppresse mai alcun partito politico (nè rinviò sine die le elezioni), eppure aveva le bombe di Goering che gli stavano letteralmente polverizzando Londra.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Beh, Churchill era Churchill ed era pure inglese e stava pure su un’isola che aveva vinto la Battaglia d’Inghilterra.

                Apprezzo l’apprezzamento per Sir Winston, anyway.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “Battaglia”

                Non far finta di non capire.

                Prima della vittoria nella Battaglia d’Inghilterra Churchill governava già – fu lui a dichiarare guerra a Hitler. E lo fece con buona parte dell’aristocrazia apertamente filoTedesca, sfidando quindi lo stesso ceto sociale da cui proveniva. Come sai, tenne duro anche quando l’intervento degli USA era ancora di là da venire, portando sulle proprie spalle tutto il peso della sua decisione anche quando davvero non si sapeva come sarebbe andata a finire. Ma non ha mai, neppure un secondo, interrotto l’attività del Parlamento né soppresso le opposizioni. Persino la BUF era stata emarginata già nel ’36, e quando Mosley fu imprigionato dal ’40 al ’43 lo fu perché un suo seguace fu colto con le mani nel sacco mentre intercettava delle lettere di Churchill a Roosevelt. Tutto si può dire di Churchill, tranne che fosse uno che non credeva sinceramente nella democrazia del suo Paese.

                A fronte di questo, vogliamo davvero considerare ‘democratica’ l’Ucraina? Dal golpe di Majdan in poi condivide con la Turchia il record Europeo di giornalisti fatti fuori. Un pezzo del paese il governo di Kiev non lo riconosce proprio. Ha soppresso UNDICI partiti di opposizione. Le elezioni sono sospese sine die. Il premier se ne va in giro ad applaudire ex nazisti. Si festeggiano i collaborazionisti della Shoah.

                https://it.wikipedia.org/wiki/Unione_Britannica_dei_Fascisti

                https://it.wikipedia.org/wiki/Oswald_Mosley

                https://it.wikipedia.org/wiki/Giornalisti_uccisi_in_Europa#:~:text=1909%20al%202010).-,Ucraina,Hrushetsky%2C%20nella%20citt%C3%A0%20di%20%C4%8Cerkasy.

                https://www.wired.it/article/canada-ucraina-nazista-yaroslav-hunka/

                https://www.shalom.it/europa/centinaia-di-nazionalisti-ucraini-marciano-in-onore-di-un-collaboratore-nazista-b1108371/

                Dare del ‘democratico’ a Zelensky è sputare sulla tomba di quel Churchill che tanto ammiri.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          ” appena cessa l’invasione russa”

          Può essere o meno ragionevole.
          Se per “invasione russa” intendiamo le operazioni militari (leggi: fino al cessate il fuoco) ci può stare, molto in astratto.
          Se intendiamo la presenza russa in Crimea, allora in Ucraina non si celebreranno più elezioni. E no, la Nato che immola un po’ di piloti nei cieli ucraini nel 2022 non avrebbe impedito alla Russia di annettere la Crimea nel 2014.

          • Francesco scrive:

            L’annessione è una gran bella cosa ma devi anche riuscire a difenderla, dopo averla strappata all’Ucraina.

            Oggi ce la fanno, contro la sola Ucraina.

            PS io poi gliela lascerei, come atto di supponente pietà.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “io poi gliela lascerei, come atto di supponente pietà.”

              Questo è uno splendido esempio di solipsismo.

              • Francesco scrive:

                Dici che bisogna insistere e accontentare Zelensky?

                E poi Putin come glielo spiega ai russi che ha perso la sua bella base navale?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Ma chi lascia? E bisogna da parte di chi?

              • Francesco scrive:

                la NATO, naturalmente, chi altri?

                la Russia non ha nessun diritto alla Crimea o al Donbass, legalmente.

                storicamente ne ha un sacco, peccato che con questa logica ci sarebbe la guerra permanente di tutti contro tutti.

                per cui preferisco attenermi al diritto e alle trattative, ogni qual volta sia possibile.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Ah, ok: pensavo ti riferissi a qualche entità realmente capace di fare quello che vuoi tu.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “la NATO”

                Già c’è Zelensky che abbassa l’età della leva (e del resto a difendere Berlino nel 1945 c’erano i ragazzini del Volkssturm; chi di svastica ferisce…).

                Ora ti ci metti pure tu a emulare il ‘Dio mi perdoni gli ultimi cinque minuti di guerra’ del Fuehrer?

                Guarda che con le Wunderwaffen (le V1, le V2, i Javelin, gli HIMARS, gli Abrams, gli F16…) si fa solo propaganda.

                Poi ci sarebbe da fare i conti con la realtà.

                Come diceva un noto personaggio:

                ‘Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda un’ambasceria per la pace.’

                (Lc. 14, 31-32)

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Ragazzuoli, la vostra fiducia nell’Armata Rossa è encomiabile!

                Fosse come pensate voi … no, aspetta, lo ho già scritto e avete fatto finta di nulla.

            • PinoMamet scrive:

              È bello avere della fantasia, Francé.

    • PinoMamet scrive:

      OMDAF

    • Peucezio scrive:

      Qui però credo si veda chiaramente la mancata piena ricaduta sul piano interno di una politica estera estremamente scaltra e sapiente.
      Ma temo non ci sia alternativa: la Turchia se perde la sua proiezione geopolitica sia pure areale, collassa.

      • Francesco scrive:

        Ehm, direi proprio il contrario. Le smargiassate mussoliniane in politica estera, a fronte del disastro economico, non hanno contato nulla per i turchi.

        La Turchia come versione levantina della Padania aveva un senso, come versione levantina dell’Italietta fascista è una buffonata.

        Ciao!

        • Peucezio scrive:

          Francesco,
          certo che tu e la Realpolitik camminate su due binari opposti.

          • Francesco scrive:

            Scusa ma tra realismo e smargiassate c’è un abisso, in cui gli smargiassi precipitano rovinosamente.

            Sei tu che confondi realismo e desideri. Sembri un film woke della Disney!

            😉

            • Peucezio scrive:

              Francesco,
              allora, proviamo a fare tutti i passaggi, belli elementari.

              Per perseguire qualsiasi politica, per stare a galla ci vuole forza.
              Se non conti nulla sei alla mercé di chiunque ti voglia prendere tutto e lasciare nudo.
              Erdogan fa esattamente questo: fa gli interessi geopolitici della Turchia con grande spregiudicatezza e cinismo.

              Le smargiassate ce le vedi solo tu. E ce le vedi perché non è completamente organico agli Americani. E non lo è perché a lui interessa la Turchia, non l’America.
              Per te chiunque si fa i cazzi suoi anziché quelli degli USA è un sovranista-populista-nazifascista-folle-autoritario-megalomane.

              • Francesco scrive:

                Di fatto sì: chiunque sia così coglione da perseguire obiettivi nazionali e non occidentali pecca di ritardo mentale, di circa un secolo.

                Compresi i francesi, per fare un esempio.

                Certo, per me Occidente e USA sono due entità distinte, logicamente e storicamente. Anche oggi.

                Per Erdogan, se pensa di perseguire gli interessi geopolitici della Turchia sognando di essere una vaso di ferro invece che un vaso di tolla, finisce presto per imbarcarsi in operazioni senza senso, troppo onerose, troppo grandi per le reali possibilità del paese.

                E i turchi, a quanto pare, non comprano la sua retorica, soprattutto se l’economia va da schifo.

                Ciao

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “chiunque”

                Visto che i paesi BRICS hanno già superato i paesi del G7 sia quanto a PIL sia quanto a popolazione, Francesco, hai appena dato del ‘coglione’ alla maggioranza dei tuoi simili

                https://www.aise.it/economia/global-economy-i-brics-battono-il-g7-di-mario-lettieri-e-paolo-raimondi/197714/132#:~:text=In%20confronto%2C%20il%20G7%20(Usa,a%2029.374%20miliardi%20di%20dollari.

                Chissà perché si stanno rincoglionendo in così tanti… 😉

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Mea culpa!

                chiunque “tra gli occidentali” avrei dovuto scrivere!!!

                Mo’ vado a leggere i tuoi amichetti perchè questo sorpasso nel PIL mi lascia un pò perplesso. Nella popolazione credo sia accaduto nel Paloelitico.

                Ciao

              • Francesco scrive:

                Peggio di quanto pensassi!

                Cialtroneria a pieno regime, tassi di cambio PPP, dati sbagliati sulle esportazioni “di beni ad alta tecnologia”, la solita bufala sul fatto che i BRICS siano una istituzione o un’alleanza.

                Ciliegina finale, il riconoscimento che la dedollarizzazione sta a zero finchè non ci sarà una valuta alternativa …

                Davvero, se questi fossero gli indizi del Declino dell’Occidente, staremmo in una botte di ferro!

                😀

              • Peucezio scrive:

                Francesco,
                “Di fatto sì: chiunque sia così coglione da perseguire obiettivi nazionali e non occidentali pecca di ritardo mentale, di circa un secolo.”

                Tu vivi nel mondo dei sogni.
                Quelli che sostengono la tua tesi lo fanno per portare acqua al mulino americano e per tenerci sottomessi, andando contro i nostri interessi. Tu però ci hai creduto.

                Nel mondo reale invece ogni nazione fa i suoi cazzo d’interessi, Stati Uniti per primi, per i quali se a un certo punto fosse funzionale annichilirci, portarci ad avere un pil da paesi africani, lo farebbero domani mattina (e in effetti stanno andando in quella direzione).
                L’Occidente non esiste, è solo un modo propagandistico per dire che gli Americani ce lo mettono nel culo.

                E comunque, se tanto ami queste aggregazioni di stati, perché non vale anche per l’Oriente? Che senso ha l’ottuso nazionalismo ucraino? Chi dice che i russi non stiano cercando di fare il bene degli ucraini, riaggregandoli ai russi, a cui sono sempre stati aggregati?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “PPP”

                Ehm… non so come dirtelo, ma ti ricordo che le famose sanzioni che dovevano indebolire la Russia non vengono applicate da nessuno fuori del ‘giardino ordinato’ di USA e vassalli, e l’economia di Mosca cresce alla grande

                https://www.cesi-italia.org/it/articoli/la-resilienza-delleconomia-russa-nel-biennio-2023-2024#:~:text=Nonostante%20la%20loro%20applicazione%20abbia,PIL%20del%203%2C6%25.

                Ripeto: se chi non fa come l’Occidente è un coglione, viva i coglioni!

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Peucezio scrive:

                E comunque, pur sotto gli americani, tutti i paesi europei, dentro quel residuo di sovranità che hanno, formano un nido di vipere, si vanno in quel posto continuamente l’un l’altro, Francia contro Italia e Germania, Germania contro Francia, la Gran Bretagna si fa da sempre i cazzi suoi contro tutti, e così via.

                Non ti è bastata la Libia?
                Credi ancora nell’Occidente dopo che Francia e USA hanno voluto estrmoettere l’ENI e l’Italia dalla Libia?
                Anche questo l’hanno fatto per il nostro bene?

                Tra l’altro poi l’Occidente dovrebbe fare una sorta di suo interesse collettivo. Contro chi?
                E perché allora, visto che come dice Andrea, ci sono sfide globali (il clima, ecc.), non dovremmo agire tutti di concerto nel mondo?
                L’Occidente non fa più in grande ciò che tu attribuisci a Erdogan?
                Non è una forma di ottuso suprematismo che può portare solo danni all’umanità?

                Tra l’altro tu non hai capito la natura irrealista e onirica delle classi dirigenti occidentali.
                Una civiltà che ha come suoi valori fondanti l’aborto, il femminismo, la culattonaggine, che decide di perseguire una politica ecologista dissennata favorendo la Cina è una civiltà suicida, che vuole estinguersi.
                Estinguersi per estinguersi, se l’idea è di lasciare campo libero agli altri, che bisogno c’è di sfidarli e fare guerre?

                L’unica spiegazione è che si vuole esportare quel modello, in modo che anziché esinguersi l’Occidente lasciando campo libero agli altri, si estingua l’umanità intera.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “coglione”

                La storia, diceva Marx, si ripete: solo che la prima volta è una tragedia, la seconda una farsa.

                Ottanta e passa anni fa abbiam avuto le Wunderwaffen e i Bombacci che correvano romanticamente in soccorso degli sconfitti.

                https://it.wikipedia.org/wiki/Nicola_Bombacci

                Oggi abbiamo gli HIMARS e Rampini

                https://www.corriere.it/esteri/24_aprile_03/nato-75-anni-storia-europa-russia-cf5d9e18-f1da-11ee-8ce8-d1851d0e956a.shtml

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Andrea,

                credo di poter smettere di seguirti di palo in frasca. So che ti piace irridere quelli delle sanzioni ma qui, con noi, è un puro esercizio onanistico.

                Ho scritto alcune cose, abbastanza puntuali. Rispondo di quelle.

                Solo una cosa: chi non fa come l’Occidente, in primo luogo lo fa nei confronti dei suoi cittadini. Tu ami stracciarti le vesti per i “nazisti ucraini” ma dovresti sapere che la damnatio memoriae di Hitler non vale, fuori dall’Occidente.

                Non è che sei andato oltre il Principio di non contraddizione?

                Ciao

              • Francesco scrive:

                x Peucezio

                1) perchè amo le aggregazioni di Stati basate sul libero consenso dei cittadini. Non i giochetti geopolitici in stile Risiko. Ti pare poco?

                2) sì, vivo in quello che tu chiami mondo dei sogni. E con piena convinzione, tra l’altro.

                3) “non dovremmo agire tutti di concerto nel mondo?” certamente ci sono problemi di questa portata. Non ho dubbi al riguardo.

                4) la mia prima lotta politica è per negare che l’attuale debauchery occidentale sia in continuità con i suoi valori fondanti. Posso fare una guerra per difendere la democrazia, non per difendere l’aborto o i pannelli fotovoltaici.

                Ciao

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “perchè amo le aggregazioni di Stati basate sul libero consenso dei cittadini”

                Tranne nel caso della Crimea, dove invece trova applicazione il principio del Risiko per via delle tue personalissime idiosincrasie.

              • Francesco scrive:

                Vabbè, se prendi per buoni i plebisciti putiniani è chiaro che sei in malafede!

                PS non ho parlato di modifiche dei confini delle nazioni, che è un tema delicato quanto per me interessante.
                In linea generale sono a favore delle secessioni, forse lo sai.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “rispondo di quelle”

                Anch’io.

                Ho scritto che i paesi BRICS totalizzano più popolazione e più PIL di quelli del G7. Non potendo contestare la prima cosa, tu ti sei messo a parlar male della coesione interna dei BRICS, e coì facendo sei andato fuori tema. Il dato grezzo è che la somma dei PIL dei paesi BRICS supera quella dei paesi del G7. L’ho scritto perché tu hai definito ‘coglioni’ coloro che non seguono l’Occidente. Ti ho risposto dicendo che chi non segue l’Occidente (AKA gli USA) , ad esempio i paesi BRICS che non applicano sanzioni a Putin, è la maggioranza della specie umana sia in termini di popolazioni sia in termini di ricchezza.

                Eccoti un’altra fonte – non certo prevenuta contro Washington – che conferma che i BRICS sono oggi prevalenti sul G7 anche come PIL e non solo come popolazione.

                https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/chi-sono-brics-plus-dove-vogliono-arrivare-gruppo-che-sfida-democrazie-g7/f84d0fe6-8620-11ee-ae71-d6d9200284b5-va.shtml

                La coesione interna dei BRICS, che tu hai contestato, qui è fuori tema.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                x Andrea

                grazie alla tua gentilezza ho letto Rampini e mi sento molto meglio.

                Gli do il benvenuto nel mio carrugio e sottoscrivo ogni virgola di quello che scrive oggi.

              • Francesco scrive:

                1) dovresti imparare a leggere anche quello che non è fisica. Il PIL dei Bricchi è molto inferiore a quello del G7. Perchè diventi superiore, occorre usare non i cambi di mercato ma quelli PPP, che sono un elegante esercizio intellettuale da economisti MA non comprano il petrolio o l’acciaio.

                2) la popolazione di Cina e India è preponderante sin dai tempi di Pino, se non da moltissimo prima. ribadirlo oggi mi pare poco rilevante.

                3) sulla coesione dei BRICS+.
                Da quel che ne so, è nulla.
                Non esiste nè una NATO nè una UE nè un NAFTA nè niente di simile. Sono paesi con interessi diversi, a volte contrapposti. La stessa sigla è invenzione di un analista di una società di consulenza, non un dato politico.

                Può darsi che mi sia perso qualche evoluzione più recente, illuminami.

                Ma se ho ragione io stai confrontando una alleanza con una somma. Due cose molto diverse.

                Ciao

                PS sulle sanzioni hai anche ragione ma io ero contro le sanzioni dal primo giorno.

              • habsburgicus scrive:

                @Francesco @Peucezio @tutti
                i BRICS soni una buffonata…
                Cina e India potranno avere convergenze momentanee, ma non potranno mai essere organicamente alleati..
                proprio mentre ero in Oriente, ho captato la notizia di una dura nota di protesta cinese per le manovre militari indù nell’Arunachal Pradesh, il più misterioso e militarizzato Stato del Bharat (a noi precluso, il visto indiano non vale lì), che i cinesi ritengono “zona propria” e chiamano Zangnan (Tibet meridionale ! non obliate che la “regione autonoma del Tibet” è chiamata in cinese Xizang=Tibet occidentale !);
                il bello è che avrebbero pure ragione i cinesi 😀 l’India occupa l’Arunachal Pradesh o Zangnan che dir si voglia in virtù della linea MacMahon del 1914 allorché Londra in base alla sua sovrana volontà decretò unilateralmente che quell’area appartenesse a lei (da cui gli indù la ereditarono nel 1947)..orbene anche la Cina debolissima di allora protestò con veemenza (mando pure una nota al nostro San Giuliano il cui interesse era nullo :D), non riconobbe nulla, protestò pure Chiang dal 1928 al 1949 e continuò a protestare Mao dopo il 1949..il vero inizio della fine della cosiddetta “amicizia” fra i due Stati uniti in Marx, l’URSS e la Cina, fu causata in gran parte NON dall’esegesi dei “testi sacri” di Marx-Engels-Lenin, bensì dal sostanziale appoggio di Krusciov agli indù in occasione degli scontri del 1959, dopo la “maoizzazione del Tibet oggi cinese” e la fuga in India del Dalai Lama, ciò che non piacque a Mao… è ironico che l’India di Modi -sempre più un Hindustan- così solerte nel debritannizzare tutto (Calcutta divenuta Kolkata, Madras divenuta Chennai, Bombay divenuto Mumbai, Bangalore divenuto Bengaluru e financo “India” in procinto di mutarsi in “Bharat”) poi tragga le sue rivendicazioni dalla linea arbitraria di un colonialista al 110% 😀 😀

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Non esiste nè una NATO nè una UE nè un NAFTA nè niente di simile”

                La cosa divertente dell’atlantismo è che un giorno siamo minacciati esistenzialmente, per cui dobbiamo ammassare armi, eliminare libertà democratiche e stare sull’attenti in attesa degli ordini da eseguire, ma il giorno dopo il nemico diventa un bluff e noi siamo er mejo der mejo.

              • Roberto scrive:

                “La cosa divertente”

                Ma a parte divertirti trovi che sia sci sia qualche errore in quella frase? Che i Brics siano nulla più che una trovata giornalistica lo penso anche io ma magari sbaglio (sbagliamo visto che anche Francesco e habsb pensano lo stesso) e tu potresti contribuire positivamente a chiarire il punto

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco & habsburgicus

                “BRICS”

                Non ho mai detto che i BRICS fossero qualcosa di paragonabile alla UE o alla NATO.

                Essenzialmente sono paesi di ersissu.i uniti dalla comune convenienza a svincolarsi dall’onnipresenza del dollaro USA e dal conseguente rischio di essere danneggiati da eventuali sanzioni finanziarie e/o commerciali di Washington.

                L’India non andrà d’accordo con la Cina, ma insieme India e Cina si riforniscono da Mosca di quelle materie prine che non vende più a noi. Il Brasile è ovviamente il più grande paese Sudamericano ed è quindi più che motivato a scrollarsi il gioco del Washington consensus (piaccia o no, da quelle parti è visto come un gioco). E il Sudafrica preferisce vendere l’oro ai Cinesi che a noi, visto che i primi pagano in i fra strutture e noi no. E dagli torto.

                Sono i BRICS, avendo insieme, ad aver fatto fallire le sanzioni cretine a Mosca. Sono i BRICS ad avere spunto nell’isolamento internazionale Israele. Quanto siano coesi non so dire: so che altri Paesi fanno la fila per aderire, dall’Egitto all’Arabia Saudita alla Nigeria. Una forte motivazione è stata la ricorrente proposta di sequestrare (AKA rubare) i fondi Russi in Occidente per finanziare i lettori di Kant. E siccome, PPP o no, nessuno ha voglia di vedere i propri profitti sequestrati a capriccio degli USA, dall’Indonesia alla Bolivia all’Iran in tanti ci fanno inevitabilmente un pensierino.

                Ah, leggevo proprio stamattina che la % di laureati in materie tecnico-scientifiche sulla popolazione in paesi BRICS o aspiranti tali ha surclassato quella di paesi del G7. Fate voi …

                https://cset.georgetown.edu/article/the-global-distribution-of-stem-graduates-which-countries-lead-the-way/#:~:text=As%20shown%20in%20Figure%203,with%20Germany%20closely%20rivaling%20Russia

                Ciao!

                Andrea Di Vita

                P.S. Leggo solo ora di questo

                https://it.wikipedia.org/wiki/Nuova_Banca_di_Sviluppo

              • Andrea Di Vita scrive:

                gioco=giogo
                spunto=spinto

                Mannaggia al telefonino

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Ma a parte divertirti trovi che sia sci sia qualche errore in quella frase?”

                In quale frase? Perché evidenziavo due opinioni inconciliabili, per cui se una è giusta l’altra è sbagliata.
                O anche il principio di non contraddizione è putinista?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Mauritius Tarvisio

                “non contraddizione”

                Quello che fa paura non è il fatto che si sostenga una tesi o la tesi opposta, credo.

                Quello che fa paura (almeno a me) è l’intolleranza assoluta verso chi non è d’accordo con l’opinione strombazzata da governanti, giornalisti ecc. anche quando questa opinione viene completa ente capovolta fino a implicare il contrario di quello che affermava in precedenza.

                Orwell descrive il comizio in cui l’oratore comincia ad attaccare l’Eurasia e ad elogiare l’Estasia e conclude attaccando l’Estasia e elogiando l’Eurasia, con la stessa figa, senza interrompere il discorso e con la folla osannante.

                Qui prima abbiamo avuto una profusione di giornali, telegiornali, blog ecc. che raccontavano nei dettagli di come le nostre sanzioni stavano spingendo la Russia sull”orlo del baratro, al punto di fare combattere i suoi soldati con le pale, e adesso improvvisamente tutti insieme si sono messi a ripetere in coro quale mortale pericolo rappresenta la Russia (delle cui pale nessuno si ricorda).

                L’unica cosa che non cambia, in Orwell come nella realtà, è lo scherno riservato a chi viene messo alla berlina per avere ricordato l’ovvio: le sanzioni non fermano mai un aggressore, al più indeboliscono la nostra capacità di difesa.

                Poi, certo, possiamo anche dire di essere in democrazia. In fondo, bispensiero più, bispensiero meno…

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Roberto scrive:

                Mauricius

                Quando Francesco dice sui brics

                “Non esiste nè una NATO nè una UE nè un NAFTA nè niente di simile”

                Dice una cosa sbagliata?

              • PinoMamet scrive:

                Beh, è una trovata giornalistica che l’anno scorso ha fatto il suo XV vertice;
                comprendente un “BRICS Business forum”;
                e con una ventina di paesi che vorrebbero aderire…

                anche l’UE era poco più di un pio desiderio di alcuni sognatori, prima di nascere;
                ma lo stesso si può dire più o meno di tutto…

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Roberto

                “sbagliata?”

                No, non dice una cosa sbagliata. I BRICS non sono né una NATO né una UE.

                Infatti possono funzionare.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                @ Roberto

                “Quando Francesco dice sui brics

                “Non esiste nè una NATO nè una UE nè un NAFTA nè niente di simile”

                Dice una cosa sbagliata?”

                Se gli atlantisti si sono completamente bevuti il cervello nei giorni pari, credo di no.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Secondo me, con buona pace di tutti, non cambia nulla: i kemalisti non sono quello che adesso ci siamo sognati che siano, non si sa bene perché.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per MT

          “i kemalisti non sono quello che adesso ci siamo sognati che siano, non si sa bene perché.”

          da dilettante studioso di storia turca, resto sconvolto dagli amici di sinistra che si esaltano per il kemalismo.

          Che è stato sostanzialmente il fascismo turco, senza il Concordato, che ha realizzato anche l’unificazione etnica che Mussolini sognava quando faceva manganellare gli sloveni o distruggere le tombe dei sudtirolesi perché contenevano parole in tedesco.

          Aggiungiamo l’invenzione della lingua turca, legata al mito della Razza Turanica.

          • Miguel Martinez scrive:

            L’anno scorso, una funzionaria del Comune di Ankara si sfogava con me, dicendo che Erdogan aveva fatto invadere il paese dagli immigrati, e che ormai i turchi si sentivano stranieri in casa loro.

            E gli amici di sinistra a gongolare, boh…

          • Peucezio scrive:

            Miguel,
            beh, ma il sovietismo in fondo non è stato una forma di nazionalismo?

            A loro basta che si distrugga la tradizione.
            Kemal era un occidentalizzatore, un antiturco, un antireligioso. Cosa c’è più di sinistra di tutto ciò?

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Peucezio

              “Kemal era un occidentalizzatore, un antiturco, un antireligioso. Cosa c’è più di sinistra di tutto ciò?”

              Risposta facile: il fascismo!

              • Francesco scrive:

                Quindi hanno vito dei kemalisti alle amministrative?

                E sono cambiati dalla prima parte del XX secolo o no?

              • Peucezio scrive:

                Miguel,
                ma infatti il fascismo sconta solo l’aver perso.
                Altrimenti verrebbe celebrato come modernizzatore.

                C’è però un aspetto del fascismo e del nazionalsocialismo che non è totalmente riducibile alla parabola della modernità, se non come reazione.
                Un certo misticismo, di matrice idealista in Italia, romantico-nietzschana in Germania.
                Reazione antiborghese al razionalismo ottocentesco.

                Nella stessa temperie del kemalismo e di molti nazionalismi protonovecenteschi, militareschi, antiborghesi (in quanto scavalcavano la borghesia quanto a modernizzazione): in un certo senso lo stesso bolscevismo.

                Perl non è un caso se Mussolini e Hitler hanno aiutato Franco contro i bolscevichi.
                Tutta quella temperie ha avuto cioè una versione radicalmente laicista (Kemal ne è un esempio estremo, come anche i bolscevichi) e una antilaicista, antimaterialista.

              • Peucezio scrive:

                Poi, certo, se la mettiamo sul piano del modello di organizzazione dello stato e della società, tutti questi fenomeni sono effettivamente molto simili.

              • Roberto scrive:

                Miguel

                Sarei curioso di capire cosa vuol dire “cosa c’è di più di sinistra? Il fascismo”

                Per me, ma direi per il lettore medio, è una frase totalmente senza senso

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Sarei curioso di capire cosa vuol dire “cosa c’è di più di sinistra? Il fascismo”

                Per me, ma direi per il lettore medio, è una frase totalmente senza senso”

                Se guardi il contesto, è una battuta. “Sinistra” infatti per me non vuol dire niente, tranne l’autoidentificazione di tante persone.

                Ora, tante persone che conosco io, che si dichiarano di “sinistra”, sono felici perché a Istanbul e Ankara ha vinto un partito che è erede di un colpo di stato militare, che ha inventato una nazione fasulla in contemporanea con il fascismo, che ha fatto i soldi saccheggiando tutte le ricchezze delle minoranze etniche e facendo una radicale cacciata di chi non si riconosceva nella nuova nazione inventata attorno alla figura mitica di un signore con i baffoni celebrato ossessivamente ovunque con statue, e che si fonda sull’idea che ogni vicino sia un Nemico.

                A questo punto credo che sia giusto dire che questi amici di “sinistra” vogliono il fascismo.

                Ci siamo?

              • Peucezio scrive:

                Roberto,
                eppure il senso, leggendo lo scambio di commenti, è chiarissimo.

              • Peucezio scrive:

                Diciamo meglio, per non lasciare le cose implicite.

                Il fascismo, insieme al bolscevismo e a qualche altro fenomeno analogo, si potrebbe considerare una delle tappe dell’Occidente lungo la parabola della modernità:
                superamento della modernità ottocentesca borghese grazie a forme di stato molto accentrato e modernizzatore.

                Diciamo che questo passaggio c’è stato in Italia, Turchia, Germania, Russia, Spagna e alcuni altri, perché non erano paesi (con la parziale eccezione della Germania) che scontavano una struttura per molti versi preindustriale e avevano bisogno di una modernizzazione violenta, favorita da uno stato accentrato, che mobilitasse le masse.
                Nel mondo anglosassone non ce n’era bisogno.

                Esaurita questa funzione storica, questi regimi, chi prima chi dopo, sono scomparsi.
                Solo che i fascismi sono scomparsi per una sconfitta militare. E comunque essendo paesi meno arretrati per esempio della Russia, non avevano bisogno di un periodo lungo per compiere questa trasformazione, quindi probabilmente, in quelle forme, quei regimi sarebbero comunque durati poco (in Spagna non a caso sono andati avanti fino agli anni ’70).
                Però la sconfitta ha creato una damnatio memorie che altrimenti non ci sarebbe stata: si sarebbe forse pensato al fascismo come al bolscevismo: un modello esauritosi fisiologicamente in quanto diventato disfunzionale.

                Semmai ciò a cui io do un qualche peso, rispetto a Miguel, è il fato che alcuni di questi regimi, sia pure simbolicamente, si rifacciano a elementi del passato storico e valoriale (Roma, lo spirito germanico, in Spagna il cattolicesimo, con tanto di simpatia per folclore, tradizioni storiche, simbologie), cosa che il kemalismo e a maggior ragione il bolscevismo non fanno, ponendosi come pure ideologie del rinnovamento.

                E credo sia il motivo per cui oggi chi è antisistema contro capitalismo e sinistra in qualche modo vi si richiama, enfatizzando gli aspetti di legame con la tradizione a scapito di quelli modernizzanti.

              • Peucezio scrive:

                Scusa “erano paesi”, non “non erano paesi”.

              • Peucezio scrive:

                “memoriae”.

                Scrivo troppo di getto, disgraficamente.

              • Francesco scrive:

                Sulla Russia, esprimo forti dubbi sul fatto che il bolscevismo abbia rappresentato un elemento di modernizzazione del paese.

                Sia perchè non so quanto fosse indietro la Russia zarista, sia perchè mi sembra che il comunismo abbia azzoppato quasi a morte la Russia.

                Nulla a che vedere col comunismo cinese o vietnamita, mi pare.

                Ciao

              • Peucezio scrive:

                Il bolscevismo ha accelerato e, decenni dopo, frenato.
                Da quanto ne so la Russia zarista era prevalentemente agricola: la vera industrializzazione l’hanno fatta i bolscevichi.

                Sia chiaro che detto da me “modernizzazione” non è che sia una cosa positiva.

                Perché insieme all’industria è arrivato il divorzio, la laicità e altra merda.

                Però alla lunga ha trattenuto le spinte più consumistiche, preservando, malgrado le intenzioni, forme di religiosità e più in generale elementi di costume di tipo più tradizionale che in Occidente si sono dissolte molto prima.

              • Peucezio scrive:

                Direi insomma che il bolscevismo ha fatto fare un balzo e poi ingessato un po’ il tutto.

                In Oriente è così, o tutto o niente e quando si fanno le cose si fanno sul serio.

                Da noi è stato tutto più graduale, perché meno diretto dall’alto.

              • Peucezio scrive:

                In ogni caso non si dimentichi che la rivoluzione bolscevica è stata un’occidentalizzazione.
                I bolscevichi applicavano teorie europee per derussificare la Russia, infatti non erano russi (per lo più ebrei, più altre nazionalità ed etnie), guardavano a ovest, si fecero sovvenzionare dalle banche ebraiche americane, insomma, è stata l’occidentalizzazione della Russia, ma alla maniera russa.

                Come il maoismo è stato l’occidentalizzazione della Cina (ma avevano già iniziato i liberali, prima dei marxisti: il liberalismo è sempre l’apripista del marxismo).

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “In ogni caso non si dimentichi che la rivoluzione bolscevica è stata un’occidentalizzazione.”

                Certamente, e sono d’accordo con diverse cose che dici, e che coincidono con le riflessioni dell’amico anarchico Paul Cudenec https://winteroak.org.uk/2024/03/30/the-false-red-flag-lies-and-repression/

                Ma credo che sia troppo facile dimenticare che la rivoluzione bolscevica è stata un sottoprodotto della decisione criminale delle monarchie europee di lanciarsi nel massacro della Grande Guerra.

                E’ una nota a piè di pagina della guerra del 14-18, come lo sono anche il fascismo e il nazismo.

              • PinoMamet scrive:

                “Per me, ma direi per il lettore medio, è una frase totalmente senza senso”

                Pensa invece che anche a me il senso è apparso chiarissimo.

                Sia perché ho sempre inteso le parti politiche come direzioni su un quadrante di orologio, per così dire: a forza di andare “a destra” si fa un giro di 360 gradi e viceversa…

                Sia perché ho avuto un professore di greco talmente fascista (e lo era notevolmente, in privato ne ho già parlato) che entrava in classe leggendo Il Manifesto;

                Sia perché Mussolini nasce socialista, e il Fascismo mantiene moltissimi elementi “di sinistra”: oh, il primo “presidente operaio” non è mica stato B, è stato M…

              • habsburgicus scrive:

                della decisione criminale delle monarchie europee di lanciarsi nel massacro della Grande Guerra.
                E’ una nota a piè di pagina della guerra del 14-18, come lo sono anche il fascismo e il nazismo.

                @Miguel
                su questo sono da sempre d’accordo con te…. io tuttavia scriverei “della decisione criminale delle élites europee” in quanto almeno la Francia che fu magna pars nel dramma (Poincaré la guerre !) era Repubblica

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Habs

                “su questo sono da sempre d’accordo con te…. io tuttavia scriverei “della decisione criminale delle élites europee” in quanto almeno la Francia che fu magna pars nel dramma (Poincaré la guerre !) era Repubblica”

                Certo, condivido!

              • Francesco scrive:

                Confesso che la Grande Guerra rimane per me un mistero.

                Nelle sue motivazioni, nel suo svolgimento, nella sua conclusione, nel suo lascito ideale.

                Come se ci fosse molto di non detto sotto.

                O dietro?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “Confesso che la Grande Guerra rimane per me un mistero.”

                Che ne pensi delle tante cose che ho messo qui, scritte da Vernon Lee?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Confesso che la Grande Guerra rimane per me un mistero”

                Immagina un mondo popolato da tanti Francesco che invocano l’intervento armato in nome della Giustizia convinti dell’assoluta superiorità della propria parte sull’avversario, per cui basterà solo mandare avanti le truppe perché il nemico soccomba.

              • Francesco scrive:

                Che tipo di superiorità? dopo un secolo di quasi pace si conoscevano benissimo tutti e sapevano di essere uguali gli uni agli altri.

                Se leggiamo oggi la propaganda di quella guerra pare scritta da un demente.

              • Francesco scrive:

                x Miguel

                che non coglie qualcosa di specifico di quella guerra e, in un certo senso, mescola l’analisi con un pacifismo generale e fa confusione.

                Pur essendo scritta e pensata bene.

                Ciao

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “che tipo di superiorità”

                https://en.wikipedia.org/wiki/The_Beginnings

                Kipling lo illustra meravigliosamente.

                Ciascuna nazione Europea era convinta di avere ereditato -essa sola! – il meglio dell’eredità della cultura Europea, considerata da tutti la più alta espressione del pensiero umano. Ciascuna vide se stessa come la difesa della civiltà contro la barbarie, rappresentata dalle nazioni nemiche che quella civiltà avevano colpevolmente tradito.

                Niente di nuovo sotto il sole.

  17. habsburgicus scrive:

    OT “estremo”
    un caro saluto a tutti ! Sono appena tornato da un viaggio che mi ha portato in Cina, Laos, Thailandia, Cambogia e Vietnam e, se vi interessa, sarò felice di dirvi le mie impressioni in dettaglio (en passant, un altro storico e autorevole commentatore del blog è tuttora in Estremo Oriente, ancorché in un altro Stato… se vorrà, sarà lui stesso a palesarsi….e sue impressioni su quanto ha visto -e sta ancora vedendo- saranno oltremodo gradite e si aggiungeranno alle mie)

  18. Moi scrive:

    https://www.vanityfair.it/article/caterina-guzzanti-intervista-spettacolo-teatrale-secondo-lei

    Caterina Guzzanti: «Ok, il maschio è in crisi: ma noi donne che facciamo?»

  19. habsburgicus scrive:

    anch’io ho sorvolato Urumqi 😀

    dividerò questo mio resoconto in sei capitoli, ovvero una parte generale più una ciascuna per Stato, che pubblicherò quando potrò;

    1/GENERALE
    l’idea del viaggio, come credo di avere accennato en passant a suo tempo, nasce dall’improvvisa -e finora inspiegabile ancorché encomiabile, sia chiaro- decisione dei cinesi il 24/11/2023 di abolire l’obbligo del visto per i cittadini di 5 Nazioni europee (Italia, Germania, Francia, Spagna, Paesi Bassi) e della Malaysia, SENZA reciprocità per gli europei (noi infatti chiediamo sempre il visto ai cinesi e solo stamattina alla Malpensa a me hanno fatto passare in un secondo, laddove i cinesi li hanno dirottati da un’altra parte ove certamente saranno controllati non poco) e SENZA condizioni di ingresso, ovvero l’esenzione vale anche per l’ingresso via terra come posso testimoniare essendo entrato a Pasqua. per la seconda volta, in Cina dal Vietnam al Passo dell’Amicizia (Huu Nghi in vietnamita… formalità kafkiane che vi dettaglierò in seguito) fra Lang Son (VN) e Pingxiang (CN): sarebbe invero più corretto parlare di sospensione in quanto la finestra di esenzione è finora ristretta all’anno che va dal 1 dicembre 2023 al 30 novembre 2024 ma la recente decisione dei cinesi di estendere il regime visa-free ad altri europei punta ad una decisione strategica, per ragioni non chiare, di abolizione dei visti per gli europei; il visto cinese ERA piuttosto rognoso da ottenere per i viaggi individuali (gli unici che mi interessano) e dover evitare quelle forche caudine, cui invece ho dovuto sottopormi per avere il visto russo l’anno scorso, è un grande vantaggio !
    Ho approfittato di un volo della Hainan Airlines, compagnia cinese, appena inaugurato: il primo volo era il 19 marzo, io ho preso il secondo il 22 marzo; si tratta di un volo diretto (!) da Milano a Chongqing (oltre 10 h e mezza di volo !), che fra andata e ritorno (e con supplemento Flexi incluso) mi è costato su Trip.com solo 495, 31 E a/r; purtroppo non è previsto il check-in online e ho dovuto farlo in aeroporto a Milano, tutto veloce (mi hanno chiesto quanto sarei stato in Cina perché l’esenzione vale solo 15 giorni..ma si può uscire e rientrare e “uscire” significa pure Hong Kong che è trattata ancora oggi in modo diverso dal resto della Cina: all’aeroporto Jiangnan di Chongqing vi sono sezioni separate per i “voli domestici” cioè nella Cina rossa e per i “voli internazionali/Hong Kong/Macau/Taiwan” insomma Hong Kong e Macau, oggi cinesi de iure, e Taiwan che Xi spera di avere presto, sono equiparate di fatto all’estero !);
    da Chongqing, ho usufruito dei treni cinesi ad alta velocità per andare a Kunming nello Yunnan (“la città dell’eterna primavera”, c.a 840 km) e da Kunming ho preso la recentissima Lao-China Raolway (LCR) che offre un collegamento ferroviario diretto -l’unico- fra la Cina ed un paese straniero, nella fattispecie il Laos; sono sceso a Luang Phaban (molto pittoresca) e il giorno successivo ho preso un altro treno per Vientiane (la capitale del Laos) donde mi sono spostato con LOCA (la Uber laotiana) al Ponte dell’Amicizia sul Mekong che divide il Laos democratico-popolare (retto dal Partito comunista, di obbedienza cinese e legato pure a Kim) dal Regno di Thailandia in cui vige una Monarchia divina (mi ha stupito l’invasività del culto della personalità del nuovo Re..i suoi ritratti sono dappertutto); alla sera ho preso da Nong Khai (città thailandese di frontiera) un treno notturno per Bangkok ove sono arrivato la mattina seguente; Bangkok è caotica !
    il giorno successivo ho preso un bus da Bangkok a Siem Reap (Cambogia) per visitare Angkor e il giorno dopo sono ritornato in Thailandia con lo stesso bus, solo per prendere un aereo vietnamita per Ha Noi [da Chongqing fino a Siem Reap tutto via terra, oltre 3000 km, ma se avessi voluto andare anche in Vietnam senza aereo sarei ancora in Asia :D); ad Ha Noi ho incontrato una simpatica coppia di giovani viaggiatori italiani (lui e lei, entrambi piemontesi) che avevano visto il Vietnam a fondo; il giorno successivo con un minivan sono giunto da Ha Noi alla frontiera vietnamita oltre Lang Son e dopo diverse peripezie, un altro minivan con targa cinese mi ha portato dal lato sinico (Pingxiang) a Nanning ove mi sono concesso il Marriott (592, 33 CNY, sui 78 E, non molto per hotel di quel livello, dunque ne ho approfittato); a Pasquetta, nuovo treno Nanning-Chongqing (1000 km, 5 h) attraverso il Guizhou e dalla stazione di Chongqing Xi riesco a giungere in aeroporto per 30 yuan…e ora son qui 😀
    il Laos e la Cambogia richiedono il visto; Thailandia e Vietnam no;
    in Cina la moneta è lo yuan, in Laos il kip, in Thailandia il baht, in Cambogia il riel e in Vietnam il dong; la Cina è avanti di 7 ore, da Pasqua 6 ore, gli altri quattro di 6 ore, da Pasqua 5 ore (insomma Cina +1 h rispetto agli altri)
    continua

  20. Moi scrive:

    il problema è il miliardo di Panda, non i 100 iottoni dei ricconi, per la tenuta ecologica del pianeta.

    [CIT.]

    ——————–

    Queste sono le affermazioni che mettono nostalgia degli Anni di Piombo 😉 … anche chi li avesse vissuti da poppante. 😉

  21. Fuzzy scrive:

    Panda o Iottoni
    Ma de che?
    Parliamo seriamente
    Bisogna piantare degli alberi.
    E bisogna fare in fretta, perché gli alberi impiegano anni per crescere.
    Non importa dove e come
    Ovunque si possono piantare degli alberi.
    Basta chiacchiere, altrimenti la cosa si farà molto seria. Pure l’acqua è importante. La monocoltura ne consuma troppa.
    Dove c’è l’acqua c’è la biodiversità.
    Poi ci sono gli “esperti” che sanno “ottimizzare”.
    Gloria ai creatori della food forest.
    In Italia, gli etruschi.
    https://youtu.be/PgQRpYStgok?feature=shared

    • Fuzzy scrive:

      https://www.resilience.org/stories/2020-10-08/the-lost-forest-gardens-of-europe/
      Da dove nasce la food forest.
      Insomma, la sua storia a partire dagli albori dell’umanità, passando, appunto per la civiltà etrusca.
      Tie’.

      • Fuzzy scrive:

        Un estratto dal link precedente, per i più pigri.

        Coltura promiscua è, nella sua essenza, un facsimile addomesticato del giardino forestale preistorico. Mentre i loro antenati mesolitici raccoglievano cereali selvatici, frutta e noci, medicine e legno dalle foreste gestite che circondavano i loro villaggi, gli Etruschi e i loro discendenti crearono un complesso sistema policulturale che manteneva questi elementi in un ambiente controllato e lineare: uve domestiche che si arrampicavano su filari di alberi (di solito autoctoni) che vengono capitozzati per foraggio o materiali per vimini e legna da ardere, o raccolti per frutta e olio, il tutto racchiude piccoli campi di vari cereali, verdure, fieno e verdure che vengono ruotati per mantenere la fertilità. Questo sistema consente la produzione di colture di base e prodotti speciali per il mercato ed espande la capacità di coltivazione a una gamma più ampia di terreni e condizioni.

  22. Miguel Martinez scrive:

    URGENTE!

    Dopo tante discussioni su temi minori tipo guerre, ecco una notizia che ci unisce tutti come Kelebekiani! Da Peucezio a Habs, da ADV a Roberto, da PinoMamet a Miguel, e immagino anche Francesco e Lucia:

    Salviamo la Romeyka!

    https://www.theguardian.com/science/2024/apr/03/endangered-greek-dialect-living-bridge-ancient-world-romeyka

  23. mirkhond scrive:

    Le aree dove si parla il Romeyka sono più o meno le stesse in cui fu forte la presenza di criptocristiani.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ mirkhond

      “criptocristiani”

      Infatti ricordo di aver letto i tuoi post su dove si trovavano criptocristiani in Anatolia, mirkhond!

      Tuttavia – e la cosa mi ha colpito – l’articolista scrive che i parlanti Romeyka sono musulmani. E lo sono almeno da prima della pace Greco-Turca degli anni Venti, perché è proprio per la loro fede musulmana che non si sono spostati in Grecia.

      Quindi è più di un secolo che hanno assunto la religione dei loro vicini – che hanno conquistato la zona all’incirca poco dopo Manzikert, se non vado errato – ma non la loro lingua. Un po’ come i Baschi, insomma, anche se su una scala temporale molto più breve.

      La realtà supera, al solito, la fantasia!

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  24. mirkhond scrive:

    Ma infatti parlando di criptocristiani, si indica gente che aveva (ha tuttora?) una doppia identità: ufficialmente erano musulmani che frequentavano di giorno la moschea, mentre nel segreto delle loro case e famiglie avevano nomi cristiani ed erano battezzati dai preti ortodossi. Addirittura vi erano dei imam/preti, che di giorno predicavano il Corano in moschea e di notte celebreavano la Messa nelle cantine delle case di questi villaggi di montagna.
    Tutto questo fino al 1922-1924, quando i cristiani ortodossi alla luce del sole e i loro preti vennero espulsi nello sciagurato scambio di popolazioni tra “Grecia” e la nuova Turchia kemalista.
    Ovviamente chi era musulmano rimase in patria, perché il criterio dell’identità degli abitanti della nuova Turchia laica era paradossalmente fondato sull’appartenenza religiosa.
    Però, leggendo qua e là in internet, si ha l’impressine che le fonti ufficiali (come l’articolo linkato da Miguel) non possano dire tutto, e una studiosa turca, Zeynep Türkyılmaz, storica dei cripto-cristiani del Ponto, in un’intervista non ha saputo dire con chiarezza se presenze cripto-cristiane siano ancora presenti in quelle aree e che lei stessa ha avuto notevoli difficoltà nel fare indagini in loco per via dell’approccio politico di autorità e di gruppi nazionalisti ostili.

  25. mirkhond scrive:

    Poi certamente, ci sono i rumlar musulmani autentici. L’Islam nel Ponto cominciò a penetrarvi non dopo Manzikert (1071) ma dopo la conquista ottomana di Trebisonda (1461), ultimo residuo imperiale romano-bizantino. Lo studioso turco Omer Asan, afferma che sulle montagne dell’entroterra di Trebisonda l’Islam cominciò a diffondersi solo ai primi del XVII secolo e ancora fino alla metà del XX secolo, gli imam di questi villaggi di montagna predicavano in Romeyka!

  26. habsburgicus scrive:

    2/CINA
    Chongqing è una grandissima città, per quanto poco nota, ed è (dal 1997) una delle quattro unità amministrative dipendenti direttamente da Pechino, insieme a Beijing, Shanghai e Tianjin: dal 1938 al 1946 Chongqing fu la capitale della Cina nazionalista (Chiang Kai-shek c’est-à-dire Jiang Jieshi) durante l’occupazione giapponese e a Chongqing si tennero i colloqui, voluti dagli USA (sempre fessi :D) fra il PCC e il KMT, con la partecipazione di Zhou Enlai (Mao non si fidò e restò a Yan’an), nel 1945-1946, che finirono in un nulla di fatto ma fornirono il pretesto al PCC per lanciare la guerra civile (1946-1949) che vide la marxistizzazione della Cina e la nascita il 1 ottobre 1949 della Zhonghua Renmin Gongheguo (Repubblica popolare cinese) sotto la guida del Partito Comunista, stella polare attorno a cui ruotano altri 8 piccoli partiti che ne accettano il ruolo-guida; l’isola pedonale di Chongqing, molto bella, si chiama Jiefang Bei ove Jiefang sta per “liberazione” nome che i comunisti danno alla loro vittoria nella guerra civile (Bei sta per “nord”).
    In Cina, quantomeno nella Cina profonda, non si possono usare le nostre carte in modo diretto ma si può pagare online tramite Alipay e WeChat; Alipay è meno complicato (si fa per dire :D), io l’ho scaricato dall’Italia, ho fornito i miei dati e collegato le mie carte e sono riuscito a pagare QUASI sempre e SEMPRE in caso di attività commerciali (hotel e negozi); se andate in Cina, fatevi Alipay, ascoltatemi ! Alipay inoltre ha come funzione incorporata DiDi, la Uber cinese, da me utilizzata tre volte (prezzi ridicoli, servizio buono, ma non facilissimo da districarsi tra gli ideogrammi che solo talora sono affiancati da parole in inglese); sistema Uber, prenoti, ti collegano ad Alipay, paghi, ti prendono i soldi in yuan, e ti forniscono la targa; una particolarità di DiDi sta nel fatto che, in caso di ricalcolo, non ti prendono i soldi aggiuntivi automaticamente (come farebbe Uber) ma lasciano a te l’onere di pagare: se non paghi, però non potrai più usare DiDi ! Io ho pagato (2 yuan, 30 centesimi) anche se forse non la userò più 😀
    WeChat, che in origine è una chat, serve anche per pagare (anzi, per i cinesi, è il metodo n 1 !) e sono riuscito dopo molti tentativi ad abilitare una mia carta dall’Italia (tutto in cinese ma ho più o meno compreso cosa chiedevano….e l’ha presa 😀 poi, ma solo POI, ti scrivono in inglese :D) ma non ho osato utilizzarla….direi meglio Alipay per noi occidentali; in WeChat si può chattare con i cinesi;
    dalla mia esperienza, NON è vero che il cash non si usa più in Cina: forse chi ha scritto così conosce solo i quartieri supertrendy di Shanghai ove non sono stato e non discuto; però, fidatevi, a Chongqing si può pagare in contanti e talora SI DEVE; ho fermato un taxi, che poi si è rivelato essere guidato da una donna, al vecchio sistema (alzando le mani !) e quella ha voluto i contanti, una miseria, 13 yuan (2 euro scarsi);
    il taxista che mi ha portato dall’aeroporto al mio hotel all’arrivo (quasi 1 ora) mi ha chiesto -con tassametro- 55 yuan (8 euro scarsi), ho provato Alipay ma non sono riuscito (ho imparato dopo :D) e allora gli ho dato una banconota con un Mao strafottente da 100 yuan e quello mi ha restituito 50 yuan (un Mao più mogio :D) dunque ha accettato di rimetterci 5 yuan ! i cinesi, in genere, sono onesti;
    alla partenza da Chongqing, dal mio hotel alla stazione ad alta velocità Chongxing Xi cioè Chongqing Ovest (di nuovo quasi 1 ora) il taxista -con tassametro- mi ha chiesto 45 yuan, gli ho dato 100 yuan, quello non aveva il resto ma ha fatto segno di aspettare e avrà fermato quindici macchine (sic !) e infine ha avuto il cambio: mi è parso doveroso accettare solo 50 yuan e lasciargli 5 yuan di mancia; è quindi vero che, spesso, i cinesi non hanno cambio ma non è vero che i cinesi in quel caso declinano, anzi fanno il possibile per venirti incontro;
    a questo punto può sorgere i problema: come avere gli yuan ?
    Io sono arrivato all’aeroporto di Chongqing alle 5 del mattino e i cambi erano chiusi: ho provato un bancomat della Banca Cinese dell’Agricoltura, ha preso la carta e dopo due tentativi (SOLO in cinese !) ho schiacciato il tasto giusto e ho prelevato 500 yuan in banconote da 100, quelle con il Mao strafottente 😀 (la banca me li ha messi 66, 12 E+2 E di commissione, poteva andare molto peggio); poi non mi ridava il bancomat e per fortuna c’era un cinese che è intervenuto, ha schiacciato un tasto e l’ho riavuto (in Cina, parrebbe, le carte non vengono ridate automaticamente) ! Al ritorno, all’aeroporto di Chongqing, sono addirittura riuscito a cambiare 90.000 dong vietnamiti per 20, 70 yuan (non buono, ma il dong è di fatto impossibile da cambiare !) e ho avuto il piacere di vedere le monete cinesi che hanno scritte in pinyin (0, 70 Y sono 7 jiao poiché 1 yuan=10 jiao) giacché 1 yuan è già banconota (con un Mao triste);
    Chongqing è bella ma edifici storico-religiosi sono rari (rivoluzione culturale !); città molto moderna, la vita costa meno che a Kunming;
    ho dormito al Somerset Yangzi River (eh sì, a Chongqing c’è il Fiume Azzurro o Yang-tze per gli amici 😀 !) ove per 71 E mi han dato un appartamento regale da 89 mq e mi han lasciato fare senza alcun supplemento il check-in super-anticipato alle 7.41 del mattino !
    Il giorno dopo, arrivato in stazione, sono venuto in contato con la burocrazia della Cina comunista che sempre impedirà all’Isis di far danni 😀 😀 prima di entrare, ti controllano il biglietto (comprato su Trip.com, elettronico) e devi far vedere il passaporto; poi devi passare a un controllo bagagli a raggi X stile aeroporto, una cinese mi ha pure perquisito e rideva :D, indi entri nella stazione; all’ora stabilita fai il check-in al gate indicato sul monitor (e dettomi all’ingresso), nuovo controllo passaporto e biglietto; poi sali sul treno, ove NON CONTROLLANO IL BIGLIETTO (sic !!!) ma in compenso nuovo controllo biglietto e passaporto in uscita a Kunming; treno bello, comodo, veloce (era un G, il meglio che hanno in Cina);
    a Kunming ho preso un taxi per il mio lontanissimo hotel (1 ora e mezza !) e questo mi ha chiesto la bellezza di 126 yuan (18 euro) ! Kunming è molto più cara di Chongqing;
    hotel ottimo, in centro, 5 stelle (Grand Park Kunming), camera più piccola ma ancora bella…lì mi è successa una cosa che è avvenuta altre volte….conoscenza inglese minima (ed era un 5 stelle !), mi dicono che devo pagare 618 yuan anche se la prenotazione diceva 441 yuan (60 E scarsi)….mi par di capire che sono le tasse e, pur non contento, pago con Alipay; due giorni dopo vedo che mi mi restituiscono 163, 77 yuan (21, 76 E); evidentemente quello era un deposito; mi hanno preso una cifra superiore e mi hanno poi restituito quanto mi dovevano, detratte le tasse ! (a Chongqing avevo dato un deposito di 300 yuan in contanti con tanto di ricevuta in ceralacca e li avevo poi riavuti al check-out without any problems; in Australia e Nuova Zelanda ti caricano sui 100 loro dollari a botta che poi ti restituiscono ma là l’inglese lo parlano ed è tutto chiaro 😀 :D); al Marriott di Nanning idem; costava 592, 33 yuan, pago con Alipay e mi prendono 1030 yuan (insomma quasi il doppio !), impossibile spiegarsi ma ormai conoscevo un po’ di Cina e già il giorno dopo mi restituiscono su Alipay oltre 400 yuan (che invero la banca mia deve ancora caricarmi :D); più volte in Cina mi è capitato che non si capisce nulla ma si risolve tutto..e senza oneri o, quantomeno, senza oneri particolari 😀 l’opposto del Sud America dove, in genere, si capisce tutto, ma alla fine uno se lo prende nel didietro 😀 😀 😀 ad esempio, la sera del 1 aprile al ritorno, arrivato in treno da Nanning alla stazione di Chongqing Xi cerco un bus per l’aeroporto, una donna mi dice che dovrò aspettare poi mi propose qualcosa che non capisco, mi fa segno di seguirla, parla di 35 yuan e io ne avevo solo più 30, dice che va bene, mi fa salire su un minivan strapieno di cinesi che a velocità spericolata e dopo una tappa in uno scantinato (si capì poi per far scender uno :D) arriva infine in mezz’ora all’aeroporto..il tutto per 4 euro ! mission accomplished 😀 😀
    Kunming, la città dell’eterna primavera, è bella, pittoresca, con templi sfuggiti alle follie, un parco verde, una biblioteca storica, e un bel lago…non avevo l’ombrello e ho preso la pioggia solo lì in tutto il viaggio (ha poi iniziato a diluviare quando ero già nell’aeroporto di Chongqing la sera del 1 aprile) ma è durata poco; è una città più “rossa” di Chongqing;
    a Chongqing (ma anche Nanning) si vedono di solito solamente le bandiere cinesi (a Chongqing ho però visto un’auto lussuosa con la bandiera del PCC)..a Kunming spesso è affiancata la bandiera del PCC, con la falce e martello; il taxista che mi ha portato alla stazione il giorno dopo aveva la bandiera del Partito sull’auto accanto a quella cinese; caro pure lui, 103 yuan; mi ha fornito una mascherina giacché da buon comunista e forse ignaro del “contrordine compagni !” ancora pensava che le mascherine fossero obbligatorie sui treni: non è così e non l’ho messa 😀
    in stazione formalità identiche ma con questo in più trattandosi di treno internazionale:
    ho dovuto, entrato in stazione e prima del check-in, sempre presentando il passaporto farmi rilasciare un biglietto cartaceo in cinese (condicio sine qua non !), per la tratta Kunming (PRC)-Luang Prabang (LPDR), D87, 8.08-15.45 cinesi (14.45 laotiane), 413 yuan; io l’avevo già pagato tramite China Highlights, che consiglio: mi è costato un po’ di più (67 USD=64, 20 E via Paypal) ma prenotare sul sito cinese 12306 è un’impresa; mi hanno rifiutato tre volte l’identificazione, poi me l’hanno accettata (tutto in cinese !) dunque ora potrei, credo, prenotare ma ormai non mi serve più (la differenza è peraltro di 7-8 euro, nulla di che); Trip.com non vende biglietti internazionali (e manco sino alla frontiera che in Cina è spesso “zona ristretta”), invece Trip.com va bene per i biglietti cinesi interni; D87 è il nome del treno, un po’ meno potente dei G ma ancora veloce;
    la Lao-Chinese Railway, LCR (Kunming-Vientiane) ha treni veloci e comodi;
    salito sul treno, altra novità, CHIEDONO il biglietto e chiedono anche il visto per il Laos che io avevo sotto forma di eVisa (sul Laos, visti, ecc vi dirò in dettaglio la prossima volta); il treno ferma a Pu’er, Jinghong (nel Xishuangbanna ove ci sono molte minoranze) e infine arriva alla città di frontiera di Mohan; lì bisogna scendere dal treno e affrontare la dogana cinese ma prima CHIEDONO il biglietto di nuovo, io non lo trovavo più, una paura ! e poi era in un’altra tasca 😀 controllo bagagli, perquisizione, controllo passaporti veloce, timbro di uscita (quadrato, di ingresso è rotondo) e sei fuori dalla Cina popolare (non ho visti ritratti di Xi tranne uno all’aeroporto di Chongqing..se un marziano vedesse la Thailandia e la Cina direbbe che la dittatura c’è in Thailandia con il Re onnipresente e non in Cina ove Xi tiene basso profilo, almeno lì..la Cina è grande !); poi a piedi ti fai 500 metri, passi la pietra di confine e arrivi alla stazione laotiana (non ci si perde, basta seguire la folla, tutti orientali, io l’unico occidentale o quasi :D)
    continua

    • Roberto scrive:

      Fantastico!

      Qui in Giappone ci sono un mare di cose che si pagano solo in contanti (templi per esempio, o anche ristoranti senza nessuna regola apparente: sono stato in bettole microscopiche che accettavano carte di credito e ristoranti belli dove si pagava solo in contanti)
      L’uso delle monete poi è pervasivo! Tipo parcheggi, si pagano solo in monete e solo monete da cento yen (che se devi pagare 1200-1300 yen per una giornata di parcheggio = 7-8 euri, ti fa una bella pila di monete)

      Anche qui onestà totale e assoluta, mi viene quasi da dire “e dai fregami sti 100 yen così mi sento un turista spennato!”

      Mascherine onnipresenti, le usano davvero tutti!

      Sono stupito dalla pressoché totale assenza dell’inglese! Non lo parla quasi nessuno e quando lo parlano è incomprensibile. I rarissimi cartelli in inglese sono stati sicuramente tradotto con google translation di anni fa perché fanno sempre ridere. Un po’ è fastidioso: cavolo vai a vedere l’equivalente di San Pietro e non c’è nemmeno un cartellino microscopico per spiegare cosa stai vedendo. Ho trovato a Kyoto in un tempio un sacco di spiegazioni in 日本語 e un qr code per la traduzione in inglese…clicco e un cartello chilometrico viene tradotto con “tempio x, data del xesimo secolo” boh….per fortuna mia moglie ha la pazienza di portarsi dietro una guida 😁

      • habsburgicus scrive:

        in effetti l’inglese in Estremo Oriente è un optional 😀 😀 😀
        e che inglese, poi !
        in Laos, a Boten, alla dogana venendo dalla Cina vi è ripetutamente NOTING TO DECLARE e poco dopo PLESSE WAIT HERE 😀 😀 😀

        • Roberto scrive:

          Habsb si ma in Cina o Laos me lo sarei aspettato, in Giappone no e soprattutto in posti arcituristici! Lo trovi anche un po’ bizzarro: hai un castello fantastico che mezzo mondo viene a vedere…perché non mettere due spiegazioni su quello che uno vede? Mi sembrerebbe quasi una cosa da orgoglio nazionalistico quella di far apprezzare al mondo le cose belle che hai!

      • habsburgicus scrive:

        interessantissimo !!!!
        grazie Roberto !

        • habsburgicus scrive:

          da voi credo che siate, come ora, +1 h rispetto alla Cina, vero ?
          quindi adesso +7 h da noi (e fino a Pasqua +8 h)…..è corretto ? [a meno che il Giappone adotti l’ora legale che in Cina, Indocina e Thailandia è ignota]

    • Roberto scrive:

      Ps un dettaglio erotico: il Giappone è il paradiso degli uomini alti! Non mi era mai successo di essere abbordato in mezzo alla strada in continuo pure se palesemente sono accompagnato 🤣🤣🤣

      • Ros scrive:

        @Roberto

        questa autrice italiana che vive in Giappone sposata con un selvaggio autoctono, con figli mezzo selvaggi quindi,
        è assai piacevole da leggere

        https://www.facebook.com/lauraimaimessina.writer

        • Tokyo Orizzontale, Piemme, 2014

        • Non oso dire la gioia, Piemme, 2018

        • Quel che affidiamo al vento, Piemme, 2020

        • Tokyo tutto l’anno – Viaggio sentimentale nella grande metropoli, Einaudi, 2020

        • Le vite nascoste dei colori, Einaudi, 2021

        • L’isola dei battiti del cuore, Piemme, 2022

        … anche il “diplomatico” Mauro Vattani:
        • “La Via del Sol Levante” 2017, Edizioni Idrovolante.

        • “Rika” 2021, Edizioni Idrovolante.

        • “Svelare il Giappone” 2020, Giunti.

        … Giorgio Amitrano e Fosco Maraini, pure😀

        Maraini “Ore giapponesi”:
        “…si cimentò anche nella composizione poetica, utilizzando la tecnica da lui definita metasemantica,
        di cui è un esempio “Le Fànfole “1966, ripubblicato in seguito col titolo di “Gnòsi delle Fànfole”.

        Così, nell’introduzione a Gnòsi delle Fànfole Fosco Maraini spiega cosa è la poesia,
        o linguaggio, che egli indica come metasemantici:

        «Il linguaggio comune, salvo rari casi, mira ai significati univoci, puntuali, a centratura precisa.

        Nel linguaggio metasemantico invece le parole non infilano le cose come frecce,
        ma le sfiorano come piume,
        o colpi di brezza,
        o raggi di sole,
        dando luogo a molteplici diffrazioni,
        a richiami armonici,
        a cromatismi polivalenti,
        a fenomeni di fecondazione secondaria,
        a improvvise moltiplicazioni catalitiche nei duomi del pensiero, dei moti più segreti»

        E prosegue divertito:

        «Nella poesia metasemantica il lettore deve contribuire con un massiccio intervento personale.

        La crasi non è data dall’incontro con un oggetto, bensì, piuttosto, dal tuffo in un evento.

        Il lettore non diventa solo azionista del poetificio, ma entra subito a far parte del consiglio di gestione e deve lui, anche, provvedere alla produzione del brivido lirico.

        L’autore più che scrivere, propone.

        Se è riuscito nel suo intento, può dire di aver offerto un trampolino, nulla più…»

        Un esempio dell’uso del lessico evocativo, ma inventato, pur incastonato in una severa sequenza metrica, nella famosa Il lonfo:

        «Il lonfo non vaterca né gluisce
        E molto raramente barigatta,
        ma quando soffia il bego a bisce bisce
        sdilenca un poco, e gnagio s’archipatta»

        Maraini attribuisce la sua ricerca poetica all’essere bilingue, alla sua cultura poliglotta, all’aver imparato molte lingue,

        «alcune di cui peregrine assai»,
        all’aver soggiornato in molti paesi del mondo:
        «È chiaro che un vero amore metasemantico nasce in un terreno predisposto …

        La parola è un giocattolo, un fuoco d’artifizio, un telescopio con trappole …»

        https://www.ibs.it/ore-giapponesi-ebook-fosco-maraini/e/9788867006748

        • Roberto scrive:

          Seguo la pagina FB. Di Laura imai messina ! Ho letto Wa (davvero interessante) e Tokyo orizzontale….trovo una scrittura un filo noiosa ma i contenuti davvero interessanti

          • Ros scrive:

            @Roberto

            Laura Imai Messina effettivamente …

            … se non sei proprio appassionato al tema,
            può risultare troppo pregna, densa e appallantemente troppa,
            a volte solo a volte😏

            mi permetto😳
            una breve bibliografia di bei testi sui musi gialli per tutti i tipi di lettori:

            • Yoko Tawada “Dove comincia l’Europa e altri scritti” (2022, Mimesis)

            • Ruth Benedict “Il crisantemo e la spada” (2000, Laterza)

            • Noemi Pelagalli “Kokoro. Il Giappone tra Pop e disincanto” (2023, Corbaccio)

            • Nicolas Bouvier “Cronache giapponesi” (2023, Feltrinelli)

            • Naoko Abe “Passione sakura” (2020, Bollati Boringhieri)

            • Leonardo Vittorio Arena “Lo spirito del Giappone” (2007, Bur)

            • Kuki Shūzō “La struttura dell’iki” (2022, Adelphi)

            • Goffredo Parise “L’eleganza è frigida” (2013, Adelphi)

            • Giorgio Amitrano. Iro Iro. Il Giappone tra pop e sublime (2018, DeA Planeta)

            • Giangiorgio Pasqualotto “Taccuino giapponese” (2018, Lindau)

            • Giappone (Iperborea-The passenger)

            • Alan Booth “Sata” (2022, Vallardi)

            • Andrea Cassini “Il Giappone per noi italiani” (L’INDISCRETO)

            https://www.indiscreto.org/il-giappone-per-noi-italiani/

            • Anna Sherman “Le campane dell’antica Tokyo” (2021, Ponte alle Grazie)

            • Lafcadio Hearn “Ombre giapponesi” (2018, Adelphi)

            • La Pina “I love Japan” (2020, Vallardi)

            • Mario Vattani “La via del Sol Levante” (2021, Idrovolante)

            • Mario Vattani “Svelare il Giappone” (2020, Giunti)

            • Mario Vattani “Doromizu – Acqua torbida” (Mondadori)

            • Murata Sayaka “La ragazza del convenience store” (2018, eIo)

            • Mieko Kawakami “Seni e uova” (2020, eIo)

            • Fabio Geda “Itadakimasu. Umilmente ricevo in dono”

            • Cees Nooteboom “Cerchi infiniti. Viaggi in Giappone” (2018, Iperborea)

            • Antonietta Pastore “Leggero il passo sui tatami”

            • Antonietta Pastore “Mia amata Yuriko”

            • Antonietta Pastore “Nel Giappone delle donne”

            • Roland Barthes “L’impero dei segni” (2002, Einaudi)

            • Patrizia Cavalli “Con passi giapponesi” (2019, Einaudi)

            • Marco Togni “Giappone” (2023, Gribaudo)

            • Boyé Lafayette De Mente “Il Giappone oltre la maschera” (2011, Clueb)

            • Marcello Anglana “Italia – Giappone e ritorno. 34.000 km in moto in due mesi” (2012, Antilia)

            • Nick Bradley “Per le strade di Tokyo” (2021, Nord)

            • Taichi Yamada “Estranei” (2024, Nord)

            • Tsuhara Yasumi “Le nuove storie del negozio di bambole” (2022, Lindau)

            • Tsuhara Yasumi “Le storie del negozio di bambole” (2020, Lindau)

        • Roberto scrive:

          Poi consiglio vivamente Bernabé “il giapponese a fumetti”. Io ho studiacchiato i primi due volumi e mi ha aiutato moltissimo

          https://www.ibs.it/giapponese-a-fumetti-corso-base-libro-marc-bernabe/e/9788874710836

          • Ros scrive:

            Roberto: “…Poi consiglio vivamente Bernabé “il giapponese a fumetti”

            Marc Bernabé promette molto bene,
            Grazie😀

        • Roberto scrive:

          Ho un manuale simile su base francese molto utile perché da una lunga lista di espressioni utili spiegate per bene. Mi sfugge il nome dell’autrice se interessa quando torno lo scrivo

      • habsburgicus scrive:

        beati voi alti e imponenti 😀 😀

        • Francesco scrive:

          Mi sa che Robelux non ha capito bene, lui è il ritratto in carne ed ossa dei demoni tradizionali giapponesi Oni, e i poveretti cercavano di ingraziarselo per non essere mangiati!

          😀

    • Ros scrive:

      @habsburgicus-Cina and others
      @Roberto-Nippon

      sembra di essere li😀

      Un sentito grazie a te e a Roberto

      amo le cronache pratiche di viaggio😀

  27. Andrea Di Vita scrive:

    @ tutti

    NON OT

    Una modesta proposta nell’ “unica democrazia del medio oriente”

    https://www.jpost.com/israel-hamas-war/article-778367

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Francesco scrive:

      Chi sono i proponenti?

      Sai, nei paesi democratici tutti hanno diritto di parola e in quelli in crisi spesso i peggiori ottengono molti voti.

  28. habsburgicus scrive:

    3/LAOS
    il Laos, che fu una Monarchia fino al 1975, è dal 2/12/1975 una “Repubblica democratica popolare” (Lao People’s Democratic Republic, in sigla inglese LPDR che c’è sui timbri di ingresso e uscita) sotto la guida del Partito comunista, forza dirigente e unica del Laos “popolare” che agisce attraverso il Pathet Lao, una sorta di Fronte Nazionale che unisce i comunisti e i “compagni di strada”; all’inizio di stretta obbedienza vietnamita -e dunque sovietica- il Laos è passato dopo il crollo dell’URSS sotto l’ombrello cinese e il Vietnam ha perso molte posizioni;
    in realtà sul momento il PC laotiano si vide perduto: nel 1992 il simbolo dello Stato venne cambiato, fu tolta la falce e martello e fu restaurata una pagoda;
    Buddha sembrava in procinto di (ri)sostituire Marx ma in seguito il PC laotiano -rendendosi conto, probabilmente, che gli americani non avevano alcuna intenzione di sfruttare la loro vittoria epocale nella guerra fredda e che a Pechino i comunisti godevano ottima salute politica- tornò a (molto) marxismo -con un po’ di capitalismo pratico à la chinoise- anche se il buddhismo non è più attaccato e ha un certo qual ruolo ufficiale; anticipando, vi dico subito che ho notato che Luang Prabang è più tradizionale e conservatrice (e anche più turistica, ciò che li riempie di orgoglio !), si vedono monaci buddhisti che al mattino fanno l’elemosina (li ho visti anche in Thailandia e Cambogia) e non ho mai visto bandiere del PC, solo quelle laotiane; invece nella “nuova” capitale Vientiane la bandiera nazionale è sempre (o quasi) accompagnata dalla bandiera del PC, una falce e martello enorme di tipo sovietico (sembra la bandiera dell’URSS ! a Putin verrebbe un orgasmo, gli sembrerebbe di tornare ai bei tempi della giovinezza :D), e vi sono abbastanza ritratti di Kaysone Phomvihane, il Lenin, Mao, Castro e Ho Chi Minh del Laos, fondatore del Laos “popolare” la cui effigie vi è su tutte le banconote ! (deceduto da oltre un trentennio).
    Il Laos richiede il visto: vi sono tre tipi di visto laotiano, il visto consolare, l’eVisa e il visto all’arrivo (Visa on Arrival, VOA) ma sono a geometria variabile e non sono intercambiabili.
    Il mio posto di frontiera, quello ferroviario di Boten (venendo dalla cinese Mohan) sulla Lao-Chinese Railway, NON supporta il VOA e richiede l’eVisa oppure il visto consolare: io ho fatto l’eVisa, caro (51, 75 USD ovvero 50 USD più 3, 50 % di tasse che in Laos sono obbligatorie per tutte le carte estere) ma ottenibile in due giorni (promettono di dare una risposa entro tre); si chiede online sul sito ufficiale del governo laotiano, si allega una foto propria (che poi comparirà sulla lettera di approvazione del visto) e una foto del passaporto, si compilano tutti i dati soliti, si dice il giorno di ingresso (per me, 25 marzo) e il posto di ingresso (per me, Boten), si mette la città in cui si pernotterà (non vogliono cose lunghe, basta scrivere Luang Prabang :D) e pure il mezzo (io ho scritto D87..la parola train non la prendeva :D) e poi, last but not least, SI PAGA 😀 😀 ti mandano una ricevuta e ti promettono una risposta entro tre giorni; l’eVisa, che ha un numero, arriva in mail (io l’ho fatto stampare a Kunming insieme al mio visto birmano che non ho avuto fisicamente il tempo di utilizzare ma varrà sino a giugno), vale due mesi, per me dal 20 marzo al 19 maggio (dunque la data che bisogna scrivere NON è dirimente !) ed entro quell’arco temporale uno può entrare in Laos PER UNA SOLA VOLTA quando vuole ottenendo 30 giorni che saranno scritti sul passaporto (a me hanno dato un soggiorno dal 25 marzo al 23 aprile poiché contano inclusivamente), purché si entri da 8 posti di frontiera specificati sulla lettera di approvazione (il mio, quello ferroviario dalla Cina, a Boten; la frontiera stradale dalla Cina, distinta da quella ferroviaria, sempre a Boten, che invece supporta il VOA ! 😀 :D; i tre aeroporti di Vientiane, Luang Prabang e Champasak MA NON l’aeroporto di Savannakhet; tre “Ponti dell’Amicizia” con la Thailandia ovvero il ponte I per Vientiane da Nong Khai che poi io prenderò in uscita, il ponte II per Savannakhet da Mukdahan e il ponte IV per Bokeo ma non il ponte III ! :D); chiunque osi presentarsi con il “mero” eVisa in altri posti di frontiera sarà respinto.
    Se uno arriva dalla Thailandia in genere può sfruttare il visto all’arrivo (quasi) dappertutto, inclusa la frontiera ferroviaria di Thanaleng ove l’eVisa non vale ! Per il VOA occorre avere con sé almeno una foto, altrimenti i laotiani potrebbero indisporsi 😀 il costo è 40 USD, un po’ meno dell’eVisa, oppure 1 milione di kip (che sono 50 dollari !!! alla faccia del cambio).
    Se uno arriva dalla Cambogia (vi è un unico posto di frontiera aperto a noi farang) può utilizzare il VOA ma non l’eVisa.
    Se uno arriva dal Vietnam non potrà mai usare l’eVisa e dovrebbe poter ottenere il VOA almeno nelle due-tre frontiere più importanti ma secondo alcune fonti alla frontiera laotiana poco oltre Dien Bien Phu (utile per il Laos del nord, con possibile connessione con la LCR a Muang Xay) si potrebbe essere respinti dai laotiani, e pure in malo modo: se uno ha tempo, e arriva dal Vietnam, meglio fare stampare il visto sul passaporto all’Ambasciata laotiana di Ha Noi (ci vorrà un giorno, a voler essere ottimisti e naturalmente, in base alla legge di Murphy, se uno ha fretta certamente ritarderanno 😀 :D)
    Se uno arriva dal Myanmar (molto, molto improbabile..in quelle zone del Myanmar settentrionale operano i boss dell’oppio e i guerriglieri delle minoranze in lotta perenne col regime di Yangon) è solo accettato il visto consolare laotiano, nessun altro visto.
    En passant, ho visto che pure i cinesi avevano il foglio stampato con l’eVisa nonostante l’amicizia “fraterna” fra i due Stati e i due Partiti..che non arriva evidentemente al punto di esentarli dal visto però 😀 😀 insomma, sono più indietro di noi nei tardi anni Quaranta (epoca pre-CECA e a fortiori pre-CEE) quando magari bisognava avere il passaporto per andare in Francia e Lussemburgo ma di certo non occorreva il visto !
    Passati i controlli laotiani, controllati i bagagli e perquisito alla buona, sono risalito sul treno che era pronto ad aspettarci: e ho visto che la maglia che avevo lasciato sopra non c’era più ! I cinesi, cui non sfugge nulla, evidentemente l’avevano vista e messa sotto custodia..ho chiesto ad una funzionaria laotiana della LCR (bellissima donna, con una divisa azzurra della compagnia ferroviaria che le stava proprio bene) ed entro dieci minuti la maglia mi è stata ridata 😀
    In perfetto orario siamo arrivati a Luang Prabang dopo 7 ore e 37 minuti: eravamo infatti partiti da Kunming Nan alle 8.08 in punto e sono sceso a Luang Prabang alle 14.45 laotiane (in Laos vi è un’ora in meno, in Cina sarebbero state le 15.45); anche a Luang Prabang devi presentare il biglietto all’uscita della stazione.
    Un taxista si è offerto di portarmi dalla stazione (lontana, secondo le abitudini cinesi che hanno costruito la linea) in hotel, chiedeva 15 USD poi 12 USD infine io ho proposto 10 USD e l’accordo è stato concluso…strade pessime, non asfaltate, il Laos è ancora arcaico, ci ha messo quasi un’ora….con lui ho anche cambiato al nero 25 USD per 500.000 kip; il guaio è che vogliono banconote belle e io avevo dollari un po’ stracciati 😀 😀 😀
    L’hotel era una casa patrizia di epoca francese, la Maison Vongprachan, 42 USD (pagati in contanti al check-out il giorno dopo….il prezzo teorico era 966.000 kip ma preferiscono i dollari), colazione inclusa….camera bella.
    A Luang Prabang l’Asia è a portata di mano..templi buddhisti, monaci (inclusi bimbi monacandi !) e immagini orientali ! va vista.
    In Laos non vi è Uber, non vi è DiDI (quella cinese) ma non vi è neppure Grab (l’Uber sud-est asiatica che opera in Thailandia, Cambogia e Vietnam e che io ho utilizzato in tutti questi tre Stati, come già avevo utilizzato a novembre a Singapore)..vi è LOCA; ti mandano il link per scaricarla insieme all’eVisa; ho utilizzato LOCA tre volte, una a Luang Prabang (poco oltre 48.000 kip=2, 66 E) e due per viaggi lunghi a Vientiane (dalla stazione, come al solito lontanissima, ad un ristorante italiano in centro, per 228.000 kip=10, 73 E, quasi un’ora; da quel ristorante al Ponte dell’Amicizia con la Thailandia, una ventina di km e oltre un’ora di viaggio, 392.000 kip=18 E); LOCA è efficiente, sistema Uber, ti mandano la targa ecc.
    A Luang Prabang ci sono turisti occidentali, anche se non ho visto italiani: nella Cina profonda l’occidentale è rarissimo, in Laos c’è; vi è pure un bar australiano a Luang Prabang dove fanno ottime patate fritte; al mio hotel, che aveva una piscina, ho visto dalla finestra alla sera una figa anglosassone che faceva il bagno, bionda, classico tipo australiano/neozelandese/britannico//canadese/americano, di più non saprei dire 😀
    Il mattino successivo mi sono fatto portare alla stazione dall’hotel per 200.000 kip (dunque 10 dollari, avevo contrattato “bene” il giorno precedente :D): la receptionist, gentilissima, me lo ha chiamato e mi ha pure portato il bagaglio per 500 metri (l’hotel è in una viuzza laterale, il taxi aspettava vicino ad un Wat, bellissimo fra l’altro, da me visitato il giorno prima); in stazione sono accettati i biglietti elettronici da me ottenuti attraverso un’agenzia laotiana (ho dovuto inviar loro la foto del passaporto, ho pagato l’equivalente di 25 E e per giorni nulla, manco una risposta..poi il 25 marzo mentre ero in treno da Kunming al Laos mi arriva il biglietto su whatsapp..in Laos e Vietnam -dove anche hanno taciuto per tredici giorni dopo il mio pagamento di 40, 73 USD per il biglietto bus Ha Noi-Nanning- sono laconici ma non ti fregano :D); treno bello, sempre della famiglia LCR (però questo era interno laotiano, un C e non un D); molti stranieri, e lì noti la differenza dalla Cina dove di occidentale c’ero solo io :D, in genere aspetto anglosassone/olandese/nordeuropeo e forse qualche ragazza esteuropea (polacca/lituana/ungherese), non italiani; tantissimi sono scesi a Vang Vieng, città da me ignorata fino a poco tempo prima !
    Arrivo a Vientiane in perfetto orario e ormai desideroso di mangiare bene vado a questo ristorante italiano che mi delude…vi era un italiano, sarà il padrone, che non mi ha degnato della minima attenzione (forse non sembravo italico :D) il quale parlava forte in italiano con un altro e da quel che ho capito gli ha offerto un contratto da cuoco aut similia per 6000 euro al mese e molti benefits..qui abbiamo sbagliato tutti, Miguel in primis..dovevamo fare i cuochi !!! 😀 😀
    Mi faccio portare in frontiera con LOCA, volevo andare a Thanaleng per completare le ferrovie laotiane (il Laos fu lasciato dai nostri “cugini” francesi senza alcuna ferrovia..quelli arraffarono tutto e diedero nulla in cambio ! I thailandesi, nei ‘90, costruirono un piccolo tronco sul Mekong da Nong Khai in Thailandia a Thanaleng in Laos, fra poco esteso a Vientiane, che dipende di fatto dalle Regie ferrovie thailandesi e si paga in baht, e poi i cinesi fecero le cose in grande e costruirono la mega ferrovia dalla frontiera sino-laotiana di Boten a Vientiane attraverso Muang Xay, Luang Prabang e Vang Vieng, inaugurata nel dicembre 2021 ma aperta al traffico internazionale solo nel 2023 e da me fatta tutta in due tappe)..e nulla, quello invece mi porta al Ponte dell’Amicizia !..e vabbè….veloce controllo passaporto, timbro di uscita e poi succede una cosa comica…ci sono tre garritte, ho poi compreso che passata una bastava andare avanti con nonchalance, io sono passato dalla seconda che mi ha fatto andare e dalla terza che ha invece preso il passaporto e stava quasi per ritimbrarmi una seconda uscita 😀 😀 poi la tipa se ne è accorta, ha riso e mi ha ridato il passaporto…non è concesso fare a piedi il Ponte dell’Amicizia che divide il mondo in cui regna Marx da quello in cui regna senza limitazioni il vecchio Buddha..bisogna prendere un bus scomodissimo che costa 15.000 kip (per fortuna li avevo) e ti danno pure il biglietto in laotiano, simile al thai e diversissimo dal cinese (ancora dominante nel Nord lungo la ferrovia LCR)…l’ho preso, son salito e ci ha fatti scendere nel Regno di Thailandia dove sono riuscito a cambiare 104.000 kip in 140, 40 baht (quindi NON è del tutto vero che il kip non si riesca a cambiare fuori dal Laos), ottenendo così il piacere di cambiare all’estero tanto i kip quanto i dong, due delle monete più sfigate di tutta l’Asia 😀 (riels ne avevo pochi e me li son tenuti per me)
    continua

    • habsburgicus scrive:

      P.S
      spesso si legge che in Laos i doganieri chiedono soldi, “mance” per timbrare…è doveroso dire che a me nessuno ha chiesto nulla e nessuno si è comportato in modo men che professionale

    • Roberto scrive:

      Bellissimo racconto habsb!!!

      Due curiosità:

      Come fai mangiato? Qui in Giappone la cucina è fantastica, al punto che dopo 14 giorni non ho nessunissima nostalgia del cibo italiano (cosa per me impensabile altrove: il massimo che posso resistere senza aver voglia di pasta è 10 giorni in Grecia)

      Riesci a interagire con gli indigeni? Voglio dire, a parte hotel, tassisti e ristoranti, sei riuscito a scambiare due chiacchiere con qualche locale? Per me è stato l’aspetto più negativo, in genere in vacanza mi piace moltissimo conoscere gente (uno dei motivi per i quali adoro gli usa è proprio la grandissima facilità di contatto che hanno gli americani, che sembrano si divertano proprio a conoscere degli sconosciuti e meglio ancora se stranieri)…qui un po’ le difficoltà linguistiche, un po’ che sembrano tutti davvero timidi, in due settimane ho chiacchierato con una coppia di vecchietti che leggevano in un parco e quando hanno sentito mia moglie parlare in francese si sono messi a chiacchierare perché hanno una figlia che vive da vent’anni a Marsiglia, e poi con due ragazze in una Izjkaya che ci hanno un minimo e con grande difficoltà aiutato a decifrare il menu. Poi con il cuoco di un ristorante delà madonna che aveva lavorato in Francia. E basta…

      • habsburgicus scrive:

        allora
        1.il mangiare è il punctum dolens..io già sono eretico qui in Europa per il mangiare, figuriamoci lì ! in Cina McDonald’s (ci sono !), due belle torte di cioccolato trovate a Chongqing (e mai più riviste), un po’ di colazione (buona solo l’ultima al Marriott di Nanning il 1 aprile) e per il resto fame 😀 😀 😀 ecco perché dal Laos in poi ho cercato spasmodicamente ristoranti italiani ma solo uno mi ha soddisfatto
        2.purtroppo no..possibilità di interazione nulla (difficoltà linguistiche !), sigh ho interagito in francese con un cuoco di un ristorante “italiano” di Siem Reap “Amici” che tuttavia era frequentato solo da francesi 😀 il tipo era francese della Nouvelle Calédonie (Nouméa),,,con gli asiatici no, purtroppo..e mi spiace ! in Iran avevo interagito con alcuni iraniani

        • Ros scrive:

          habsburgicus “…il mangiare è il punctum dolens…”

          Questo sotto è molto bello😀:
          Siegmund Ginzberg “Colazione a Pechino” (2022, Feltrinelli)

          https://www.ibs.it/colazione-a-pechino-sogni-incubi-ebook-siegmund-ginzberg/e/9788858845103

          “ ‘Ti sei resa conto del pericolo che correvi?

          Non hai pensato che ti ascoltassero?
          Rivelavi un segreto di Stato a un giornalista straniero.
          C’è chi anche per meno è finito nei campi di lavoro,
          o è stato fucilato.’
          Lei non si era scomposta.
          Il sorriso era sfociato in una risata:
          ‘Sì, i telefoni sono sorvegliati,
          questo lo sanno tutti.

          Ma non in quel momento.
          Ti ricordi a che ora ti ho telefonato?
          Era mezzogiorno.
          Sono tutti a mangiare’.

          È comico: il più possente apparato di sicurezza al mondo che si blocca perché è ora di pranzo.

          Il comunismo è uno Stato di polizia dove tutti mangiano alla stessa ora.”

          Perché la Cina è fatta così.
          Così era la Cina degli anni ottanta del secolo scorso, quando Siegmund Ginzberg era corrispondente a Pechino.

          Così è la Cina di oggi.
          Ma così era anche la Cina di millenni fa.
          E probabilmente sarà la Cina di domani.

          La Cina è la sua cucina, è come e quando si mangia.

          È una cucina che varia quanto variano le cucine d’Europa.

          Come variano i dialetti che là si parlano.
          Solo due cose uniscono i cinesi, da un capo all’altro del Regno di mezzo:
          la lingua scritta e l’ora in cui si impugnano le bacchette. Tutto cambia, ma certe cose non cambiano.

          Il Partito di Xi Jinping resta il più grande Partito clandestino al mondo.

          Esattamente come era segreta e proibita la Cina di Mao o quella degli imperatori.

          Ginzberg è stato corrispondente da Pechino per sette anni, dal 1980 al 1987,
          e questo è il suo racconto personale di quel che era,
          di quel che è cambiato, e soprattutto di quel che resta immutato.

          La Cina fa innamorare, ma si può anche odiarla.
          Molto più difficile cercare di capirla.

          Siegmund Ginzberg quella Cina l’ha vissuta, intensamente.

          Dopo averla ripensata e rimuginata a lungo, ha deciso che valeva la pena di raccontarla.

          Con un filo conduttore sorprendente:
          la cucina.

          Perché tutti siamo quello che mangiamo. Ma i cinesi forse lo sono un po’ più degli altri”

          Grazie per i tuoi racconti😀

  29. Francesco scrive:

    PS sin dai tempi di Pino si intende “studiati da Pino”, non sto dicendo che il nostro ha 2.700 anni!

  30. Fuzzy scrive:

    https://www.agi.it/estero/news/2023-08-24/brics-6-g7-giganti-confronto-22756370/

    G7 rispetto ai BRICS.
    Mah, il Pil non dice tutto.
    Specie se hai un’economia fatta di carta e d’immaginario.
    D’altra parte, sono interdipendenti.
    Se cade l’uno cade anche l’altro
    E non si capisce perché vogliono farsi la guerra. Far cadere l’altro se poi di conseguenza cadi anche tu, posto che cadranno ambedue, perché la modernità ha dei limiti fisici e biologici invalicabili
    https://dothemath.ucsd.edu/2024/04/distilled-disintegration/

    • Francesco scrive:

      il PIL non dice tutto ma credo dica molto.

      devi darti ragione sulla interdipendenza tra Nord e Sud del mondo e assurdità della guerra.

      non credo questo la rende molto meno probabile, però.

  31. Francesco scrive:

    >>> Dare del ‘democratico’ a Zelensky è sputare sulla tomba di quel Churchill che tanto ammiri.

    No e il fatto che tu cerchi disperatamente, con mezze verità e tre quarti di calunnie, di convincerci non cambia i fatti rilevanti noti.

    Democrazia imperfetta ma democrazia, cosa molto chiara se la si confronta col regime in Russia.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “Democrazia imperfetta ma democrazia”

      Ma sai che credo che invece sia un esempio perfetto di quelli che si definiscono “regimi ibridi”?

    • PinoMamet scrive:

      In effetti in una classifica dei regimi la ho proprio trovata elencata come “regime ibrido”.

      Tra le democrazie “flawed ” c’era invece l’Italia.

    • Peucezio scrive:

      Francesco,
      “Democrazia imperfetta ma democrazia”

      Ahahaha, fantastico!
      Un posto dove non si vota, dove tutti i partiti sono vietati, dove c’è un’autocrazia e jure e de facto senza nemmeno la possibilità giuridica di sostituiral è una democrazia, invece la Russia di Putin è una dittatura.

      D’altronde è logico: per la nuova retorica democratica liberale la sovranità popolare è plebiscitarismo, deriva populista, demagogia, quindi se si vota è dittatura, mentre se non si vota è democrazia perfetta.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Peucezio

        ” fantastico”

        Tu sei linguista. Ricordi il Newspeak di Orwell?

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Peucezio scrive:

          La ricordo sì: tutto il discorso mediatico contemporaneo la applica costantemente.

          Sulla politica, sul sesso, sulla grammatica stessa…

      • Francesco scrive:

        >>> Un posto dove non si vota, dove tutti i partiti sono vietati,

        Un conto è dire “le elezioni sono rimandate perchè siamo sotto invasione”, un bel altro conto è non votare e basta. E questa cosa è talmente evidente che ti accuso di malafede.

        L’unica fonte che dice che tutti i partiti sono vietati è il nostro Andrea De Vita, che è più allineato a Mosca dell’Unità del 6 marzo 1953. Gradirei più informazioni prima di darlo per vero.

        Se poi quella di Putin non è una dittatura, meglio, se è possibile esprimere mezzo dubbio al riguardo in buona fede, allora io ho completamente perso il senno.

        E guarda che non sono un avversario tout court delle dittature.

        Solo una nota storico-teorica: il liberalismo ha sempre diffidato del voto popolare, ritenendolo soggetto a emotività, ignoranza, manipolazione. Mai come oggi ha avuto ragione.

        😉

        • Peucezio scrive:

          Francesco,
          “Solo una nota storico-teorica: il liberalismo ha sempre diffidato del voto popolare, ritenendolo soggetto a emotività, ignoranza, manipolazione. Mai come oggi ha avuto ragione.”

          Quindi Putin è colpevole perché è troppo democratico.
          Basta dirlo.

          • Francesco scrive:

            Putin? io pensavo a Conte, per la verità. E a Salvini. E pure alla Schlein. E a Farage. E alla incredibile quantità di politici spazzatura che ottengono voti dal popolo.

            No, non pensavo a Putin.

            • PinoMamet scrive:

              Ah ma allora dobbiamo riconoscerti la coerenza.

              Mettiamo fuori legge Conte, Salvini e la Schlein!

              E finalmente avremo una bella democrazia all’ucraina! 😉

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Francesco

          “tutti”

          Tre commenti:

          1. Io ho citato una fonte da cui risulta che 11 partiti sono stati vietati da Zelensky…

          2. …e ne ho citato un’altra da cui risulta che anche quando un paese è invaso, se democratico, non rimanda le elezioni e non chiude partiti sine die.

          3. Infine, come ormai dovrebbe essere noto ai frequentatori di questo blog, mi chiamo Di Vita, non De Vita.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          P.S. Essere allineati è una cosa, avere torto un’altra. Siete in pochi a realizzare entrambi.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “Io ho citato una fonte da cui risulta che 11 partiti sono stati vietati da Zelensky”

            Ma per gli atlantisti questo è un bene: il voto deve essere sempre indirizzato per proteggere il popolo da se stesso.

            • Peucezio scrive:

              Non solo, ma perfino el elezioni americane per loro possono essere “sbagliate”.

              Perché non sono americanisti, ma atlantisti appunto. Quindi a loro gli USA vanno bene solo quanto al loro imperialismo: se decidono delle cose per il loro bene, in contrasto con l’assoggettamento o la distruzione di nazioni estere, non piacciono più, per cui Trump è illegittimo, populista, criminale e non è giusto che gli americani abbiano avuto il diritto di sceglierlo, perché la loro funzione è rompere i coglioni a noi, mica fare la loro vita e perseguire il loro benessere.

          • Francesco scrive:

            1 e hai detto che TUTTI i partiti tranne quello di Zelensky sono stati vietati. Mi manca solo il pezzetto che dica che quegli 11 partiti erano tutti, e sarò costretto a darti ragione. Però manca.

            2 hai citato UN caso e, mi correggeranno se sbaglio, un caso eccezionale. Non c’è nulla di eccezionale nel rimandare le elezioni in caso di guerra, as far as I know.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ francesco

              “TUTTI”

              Quelli d’opposizione, s’intende, mica quello al governo.

              “UN”

              Ma se nemmeno la Repubblica Romana del 1849 o la Cracovia del 1793 sospesero l’attività parlamentare coi nemici che entravano loro direttamente in casa! E ancora: ti risulta che quando combatteva contemporaneamente contro Napoleone e gli USA nel 1812 l’Inghilterra (per farti un esempio che ti è caro) abbia sospeso la vita politica?

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “Ma se nemmeno la Repubblica Romana del 1849 o la Cracovia del 1793 sospesero l’attività parlamentare coi nemici che entravano loro direttamente in casa! ”

                Ma nel 1911 quando Giolitti lanciò l’Italia nell’attacco a Tripoli, evitò accuratamente di convocare il parlamento.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “Giolitti”

                Appunto. Vuoi mica mettere il livello di democrazia di Roma nel 1849 e di Cracovia del 1793 con quello Italiano del 1911?

                Non è un caso se le prime due sono state schiacciate e la terza no.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

    • Peucezio scrive:

      La cosa fantastica di Francesco è che se vede un energumeno con la pistola fumante vicino a un bambino che ha appena ucciso, ti dice:

      “ma no, era una brava persona, solo un po’ impulsiva, il bambino l’ha provocato, era un cattivo bambino; certo, se non moriva era meglio, ma, insomma, sono incidenti che possono succedere, purché non invertiamo il bene col male e facciamo passare il bambino per vittima”.

      • Peucezio scrive:

        Non solo, ma se il bambino è lui, a maggior ragione dice che il buono è l’energumeno.

        Perché la caratteristica fondamentale di questo modello di pensiero (o di confusione concettuale) è il masochismo, l’odium sui.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @FRancesco

      “regime”

      Francesco, può piacere o no ma Putin ha il sostegno della maggioranza dei Russi. Magari ce l’ha come Mussolini aveva quello della maggioranza degli Italiani al tempo delle ‘inique sanzioni’ della Società delle Nazioni, ma ce l’ha. I pochi oppositori semmai gli rimproverano di essere troppo poco nemico dell’America, cioè un mollaccione.

      Sul consenso della maggioranza degli Ucraini a Zelensky, invece, quando finalmente ci saranno elezioni in Ucraina potremo certamente fugare ogni dubbio.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Francesco

      “non cambia i fatti rilevanti noti”

      Questa tua è decisamente fede. Proprio ‘fede’ nel senso di Dante:

      ‘fede è sostanza di cose sperate / ed argomento delle non parventi’

      Perché la ‘democrazia Ucraina superiore al regime Russo’ è una cosa che tu speri e che non si vede, ma che esiste nella tua speranza e di cui tu parli come se si vedesse.

      E forse ancora di più è proprio ‘fede’ nel senso tradizionalmente attribuito a Tertulliano:

      ‘credo quia absurdum’

      Il che – visti risultati cui tale fede porta – conferma una volta di più – se ancora ce ne fosse bisogno – il motto di Lucrezio

      tantum potuit religio suadere malorum.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        Laonde cui, avendo avuto Benito e Adolfo e Tojo il sostegno dei loro popoli, mentre Churchill e Roosevelt intrallazzavano per portare i loro popoli in guerra, tu pensi che i primi fossero più democratici dei secondi?

        A me pare una stupidaggine. E anche bella grossa.

        Come diceva un tale, chi smette di credere in Dio, inizia a credere in qualsiasi cosa.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ francesco

          “democratici”

          No, e lo sai benissimo che non pensi una cosa simile. Dico che “l’essere democratici” sarà anche una bella cosa, ma qui è completamente irrilevante. Se dovessimo sanzionare o combattere il primo che aggredisce un altro dovremmo fare lo stesso con gli USA dopo la faccenda delle “armi di distruzione di massa” di Saddam.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            Posso chiederti perchè cambi discorso? stiamo parlando di una guerra e di un principio di giustizia e tu ne tiri in ballo un’altra.

            Ora, se vuoi farmi dire che in un mondo ideale gli USA avrebbero dovuto subire delle conseguenze per l’attacco all’Iraq (il secondo), mi trovi d’accordo.

            Ma come questo possa scusare Putin, non ci arrivo.

            Ciao

  32. Peucezio scrive:

    Francesco,
    “2) sì, vivo in quello che tu chiami mondo dei sogni. E con piena convinzione, tra l’altro.”

    Ecco, qui c’è tutto.
    Ogni forma di negazione della realtà si trasforma immancabilmente in incubo.
    Mi confermo nella mia idea che non esista genia più rovinosa di utopisti, idealisti, sognatori: sono immancabilmente loro a produrre milioni di morti e infinite devastazioni.
    Ora scopro che fai parte anche tu della genia. Per fortuna non hai potere decisionale e quindi ti vogliamo bene lo stesso.

    • Francesco scrive:

      Sognatore io? temo di essere realista, anche troppo, e deluso e intristito. Amo l’era della democrazia e ne piango la triste fase di decadenza e morte.

      Sei tu che accusi, per pregiudizio ideologico, una parte dei fatti che costituiscono la mia e la tua vita di non esserlo.

      Temo tu non abbia colto il tono umoristico della mia affermazione.

  33. Fuzzy scrive:

    https://www.rinnovabili.it/agrifood/influenza-aviaria-allarme-sanitario-negli-stati-uniti-per-la-trasmissione-alluomo/
    Eccoci. L’influenza aviaria. Era stata preannunciata da tempo.
    Tranquillii.
    Niente di preoccupante.
    Un bel vaccino e passa tutto.

    • Fuzzy scrive:

      Qualche vaccino avanzato, tra quelli che si usano per i polli o per i maiali e la guarigione è assicurata.

      Furby, tu che hai l’IA, ma allora perché i polli e i maiali muoiono se c’è il vaccino?

      -Polli e maiali no vax. Stupidi muoiono.

      Grazie

  34. Mauricius Tarvisii scrive:

    Dalla Spagna un importante interrogativo: sculettare è femminista?

    https://www.telegraph.co.uk/world-news/2024/04/04/spanish-government-feminist-twerking-festival-tenerife/

    Immagino che quando inizi a far piovere fondi a pioggia su iniziative di natura più che fumosa questo genere di cose diventa inevitabile.

  35. habsburgicus scrive:

    4.1/THAILANDIA
    in Thailandia, prima ancora di passare i controlli doganali a Nong Khai, ho cambiato anche (e soprattutto) 60 euro in baht, ottenendo un cambio ottimo (2324, 40 baht) che, ho poi visto, a Bangkok mi sarei sognato..avrei voluto cambiare 120 euro (sei da venti) ma quello ne ha rifiutate tre perché “usurate”, ha pure obiettato alla firma di Draghi sulla banconota (sic !!!!!!!);
    in Estremo Oriente (non nei souk mediorientali ove tutto è in vendita :D), ‘sto problema delle banconote è enorme, in primis con i dollari ma anche con gli euro..qualora sappiate dirmi ove si possano ottenere dollari ed euro perfetti, al bacio :D, ve ne sarei grato per i prossimi viaggi; in Thailandia e Cina è necessario presentare il passaporto per cambiare, in Vietnam no (in Laos e Cambogia ho cambiato al nero, alla buona..anzi in Cambogia tecnicamente non ho mai cambiato, mi sono semplicemente accordato per ricevere riels in resto);
    la dogana è veloce ma devi compilare una carta che poi ti ritirano (alla seconda entrata -dalla Cambogia- idem, ma in aeroporto non me l’hanno ritirata e ce l’ho tuttora !); ti prendono le impronte digitali (Cina, Thailandia, Cambogia e, alla buona, pure Laos; il Vietnam, liberalissimo con noi, invece no; le impronte digitali le prendono pure i “buoni” sauditi, MA NON i “cattivi” iraniani 😀 gli omaniti e i bahrainiti non le prendono); nessuno -manco in Cina-ti controlla il telefonino, per me finora un unicum che spetta non agli iraniani, non ai sauditi, non agli iracheni bensì ai russi che tanto piacciono qui 😀 😀 a Sovetsk il 23 settembre 2023, genetliaco del divino Augusto :D;
    in Thailandia entri nel regno dei tuk-tuk, che è un’esperienza pure quella 😀 50 baht per la stazione ferroviaria; in stazione compare una gigantografia del Re, in posa da Monarca divino e oggetto di culto, e pure della Regina; il culto del Re di Thailandia è diffusissimo e impressionante, mai avrei immaginato che fosse a quei livelli ! In Iran, che è l’Iran, ritratti di Khomeini e Khamenei sono di solito rari (tranne a Tabriz !) laddove abbondano i “martiri”, Xi è rarissimo in Cina, Putin è molto raro in Russia e financo Lukashenka in Belarus, laddove in effetti il “principe ereditario” Mohamed bin Salman è abbastanza presente in Arabia Saudita !
    Non saprei se il vecchio e mitico Re Bhumibol Adulyadej che oggi è divenuto per la storia Rama IX (fu sul trono dal 1946 al 2016) e che ha un bel Corso in suo onore a Bangkok, si facesse esaltare così…forse no, era amato, veramente, non ne aveva bisogno; il nuovo Re, famoso soprattutto per le 80 escort che si portò con sé durante una vacanza sulle Alpi bavaresi, ricordi Moi ?, forse invece bisogno ne ha 😀
    Ho preso un treno notturno con cuccetta partito alle 19.40..bel viaggio, comodo; vicino a me c’erano dei tedescofoni (svizzeri ? austriaci ? teteski di Germania ?..boh ); arrivato nel primo mattino del giorno successivo ho notato per la prima volta il traffico caotico di Bangkok città che non si ferma mai (anzi la Bangkok che lavora, la Bangkok seria la vedi al mattino !); in hotel mi hanno dato il check-in alle 10.00 e ne ho approfittato per visitare Bangkok mattutina; hotel bello, 4 stelle (42 E); al pomeriggio mi son fatto portare in un ristorante sedicente italiano “Prego, Bangkok !” (Grab ha sbagliato luogo e mi ha portato ad un ufficio postale ! ove troneggiava il Re ! e ho dovuto prendere un Bolt che in Thailandia c’è) dove non mi sono trovato bene: cosa che non mi è mai capitata né prima né dopo, mi han fatto pagare a metà pranzo (!!!!) tanto che ho perso voglia di ordinare altro (caro ! Bangkok in generale non è a buon prezzo, tutte le cose italiane vere o farlocche -e questo era in essenza farlocco- sono care ! ho speso oltre 1500 baht, 40 E, che là non son pochi); sono poi andato a visitare i templi (costo, 300 baht…non ti regalano nulla !) e indubbiamente merita; poi un taxista mi ha estorto 500 baht (in luogo di 200-250, dunque almeno il doppio) con la scusa del traffico per riportarmi in hotel ! (manca la sostanziale onestà della Cina);

    • Roberto scrive:

      Habsb

      “qualora sappiate dirmi ove si possano ottenere dollari ed euro perfetti, al bacio :D, ve ne sarei grato per i prossimi viaggi”

      In Lussemburgo la banca mi ha sempre dato dollari che sembravano falsi da quanto erano perfetti 🤣

  36. habsburgicus scrive:

    4.2/THAILANDIA
    il giorno successivo dovevo partire prestissimo in bus per la Cambogia e non mi sono dedicato alla peccaminosa Bangkok notturna, ahimè 😀 (che poi non lo è tanto :D)
    ho lasciato i bagagli in hotel dove avevo riprenotato per il ritorno (sempre 42 E,anzi un po’ meno), così in Cambogia sono stato più comodo;
    sul bus dalla Cambogia alla Thailandia ho visto in un quartiere di Bangkok tre moschee imponenti di fila ! Il Corano riesce a penetrare pure nelle terre di Buddha;
    sceso dal bus al ritorno della Cambogia, il taxista voleva 700 baht per andare al mio hotel !!! ma ormai ero esperto 😀 gli detto che gli avrei dato al massimo 200 baht (ed era già fin troppo), quello ci pensa poi mi fa scendere e mi porta da un collega che accetta i 200 baht ! e torno infine al mio hotel..insomma, uno non ha scritto Giocondo in fronte 😀 a Bangkok bisogna fare attenzione, se possono ti fregano 😀
    in serata vado a piedi a un ristorante italiano, un caos !!! Bangkok piena di gente, di motorini, attraversare le strade è un’impresa ! Era già sera avanzata, qualche ragazza c’era ma molto meno della vulgata..l’impressione che ho avuto è che il 95 % della massa innumerevole fosse costituito da thailandesi, uomini e donne, che uscivano normalmente ! ‘sto ristorante si rivelò caro (2001 baht ovvero 52, 70 E !!! là uno può avere una donna bella per quella cifra e avanza pure il singolo baht :D) ma almeno era tollerabile e stavolta come in tutto il mondo ho pagato tranquillamente alla fine… mi han messo il tiramisù in una caffettiera fumante 😀 era già oltre mezzanotte, ancora pieno di gente (normale eh ! qualche ragazza più o meno equivoca ma neanche troppe, insisto su questo), qualche mendicante e verso l’una me me torno a piedi in hotel….ribadisco che qualche ragazza ti fa “hello” ma neanche tanto (i cambogiani, maschi, sono molto più insistenti a offrirti corse in tuk tuk, guide, cambi ecc non ti lasciano un secondo tranquillo :D) e non con insistenza..sarà che forse io non ero nei luoghi più dedicati a quello (ero però a Sukhumvit, vicino a Nana Square !) ma l’idea che ho avuto è che forse l’età dell’erotismo estremo -che ancora esiste, se lo vai a cercare e vi ho detto che ho avuto prove indubitabili della sua esistenza- sia ormai finita..Bangkok oggi vuole essere altro e non più la “capitale del sesso” per occidentali più o meno pervertiti 😀 o, detto in altro modo, è certamente ancora possibile -ne sono convinto anche se io non l’ho provata- una pornovacanza a Bangkok, ma è altrettanto possibile una vacanza normalissima fatta di ristoranti, bar, discoteche, aperitivi e mercati notturni ! Bangkok quindi non è più, o non è solo, le “ragazze a luci rosse” (almeno quella zona lì);
    in hotel dormo perché il giorno dopo avevo il volo per Ha Noi; mentre ero al ristorante italiano ho prenotato online un taxi per 25 E..mi ero fatto i miei calcoli, Grab e cose simili ti venivano a costare 18-19 E con tutto lo stress (non arrivano, tardano, sbagliano il pick-up !) e mi son detto…spendiamo ‘sti 5 euro in più, direttamente in euro e mi faccio venire a prendere all’ora che voglio io, anzi poi l’ho fatto venire in anticipo 😀 servizio ottimo-.mi ha whatsappato ed è arrivato…in mezz’ora ero all’aeroporto Suvarnabhumi, quello per i grandi voli amche il mio era un voletto (fino ad Hanoi) laddove Don Mueang è per i voli interni e per (molti) voli asiatici, ma non il mio..io ho paura di fare le scale mobili, non c’era ascensore ma i thailandesi sono gentilissimi..mi hanno fatto passare dalla sezione dei diplomatici (sic !), pian terreno, tutto velocissimo (è lì che si sono pure dimenticati di ritirarmi la carta di arrivo !), veramente dei signori ! In aeroporto ho sentito parlare la nostra bella lingua 😀 il volo per il Vietnam era di una compagnia vietnamita, la Vietravel Airlines, che a quanto pare godrebbe pessima fama per ritardi e cancellazioni ed ero perciò molto inquieto (in Argentina a febbraio mi hanno cancellato ex abrupto il volo della Flybondi per Puerto Iguazú, ho dovuto cambiare aeroporto – a Buenos Aires ve ne sono due- e andare dall’Aeroparque Jorge Newbery a Ezeiza a prendermi un volo carissimo dell’Air Canada per São Paulo, donde avrei avuto l’indomani il volo Air France per Milano via Parigi….il rimborso Flybondi, 123.887, 04 pesos che al cambio ufficiale sarebbero 140 E e a quello nero sui 95-100 euro, lo devo ancora vedere adesso !) e invece..il volo è partito e arrivato in anticipo !!!!!!!!!
    continua

  37. habsburgicus scrive:

    6/VIETNAM
    torno a Bangkok ove sono stato fuori sino all’1.00 e in mattinata del 30 mi sono recato all’aeroporto..
    giunto in anticipo ad Hanoi, sono entrato in Vietnam, il più liberale di tutti questi paesi; controlli minimi, manco le impronte digitali, un bel timbro in vietnamita e inglese che mi concedeva un soggiorno fino al 13 maggio (45 giorni)….l’Hotel offriva, a pagamento, oò trasferimento, aspetto il loro autista e in un’oretta mi porta dall’aeroporto di Noi Bai ad Ha Noi centro..ad Ha Noi vi sono sempre le bandiere del PC insieme a quelle dello Stato ma non vi è culto della personalità degli attuali dirigenti….per quanto io sia anticomunista, se fossi vietnamita accetterei il PC, è il meno peggio rebus sic stantibus e fa una politica saggia…l’evoluzione del comunismo è la strada da seguire in Vietnam, non il suo rovesciamento….
    L’hotel, un 4 stelle in pieno centro, mi fa pagare 53 euro fra camera e trasferimento (e ci sta..era 35 dollari la camera e una ventina di dollari il trasferimento) e risolvo con un 50 euro (non prima che mi abbia rifiutato la banconota a favore di una più bella :D) e il resto in dong (80.000 dong)….là sono molto flessibili, non ci sono problemi 😀
    Ha Noi conserva tradizioni francesi (baguette !) ma non la lingua di Molière…..traffico caotico, motorini dappertutto !
    Mangio in un ristorante italiano senza farmi spennare (610.000 dong e accettano pure le carte, cioè 23 euro e rotti) e lì incontro una coppia di simpatici viaggiatori italiani del Piemonte con cui facciamo la strada a piedi sino al mio hotel..
    il mattino successivo colazione e partenza per Nanning..la compagnia vietnamita viene a prendermi, mi porta in una stazione bus, lì mi danno un biglietto in vietnamita per le 11.00 e partiamo su un minivam stipatissimo..alle 13.30 arriviamo alla frontiera di Lang Son e scendiamo..lì ci danno un collare in cinese e passiamo su un altro bus gratuito che ci porta al Pasdo dell’Amicizia (Huu Nghi) che divide i due Paesi marxisti, il Vietnam socialista dalla Cina popolare…nel 1979 truppe di Deng invasero il Vietnam proprio da lì dunque è un’amicizia non priva di spine 😀 ! una vietnamita si offre di portarmi i bagagli (me la caverò con 100.000 dong, meno di 4 euro) e me li porta per 2 km..mi fa passare dalla sezione VIP dei vietnamiti (un minuto e mi timbrano il passaporto) poi facciamo una una strada a piedi e infine dopo un ulteriore controllo vietnamita si vede la bandiera vietnamita e quella del PC vietnamita per l’ultima volta e pohi metri dopo la bandiera della Cina rossa (ma non quella del PCC..la Cina distingue più del Vietnam fra Stato e Partito)…in Cina la signora anziana vietnamita mi fa passare da un posto scritto “solo passaporti cinesi” (già tremavo !) ma dopo una ventina di minuti in cui mi pare di aver capito la parola Yidali (Italia) mi stampa il passaporto e mi fa (ri)entrare in Cina, per la prima volta via terra (a Chingqing in aeroporto fu più veloce, ma insomma credo che a Pingxiang italiani non siano proprio all’ordine del giorno)….congefo la signora, e la pago, poi salgo su un bus cinese gratuito (e mi casca pure il trolley !) che mi pprta alla stazione di bus di frontiera…lì attendiamo più di un’ora (sembra che due ragazze anglosasoni che erano con noi sul minivan vietnamita siano state trattenute un po’ dai cinesi, comunque non le ho più viste) infine arriva una cinese in divisa che grida “Nanning” e ci porta a un minivan con targa cinese con un autista simpaticissimo (purtroppo mi ritirano il collare cinese :D)..il minivan vietnamita quindi non ci ha seguito, sembra che nonostante l’amicizia non sia concesso ai vietnamiti guidare nella “Cina popolare” ! Dopo 50 km, alla fine della zona protetta, ulteriore controllo di routine ma i cinesi si accorgono che c’ero pure io, altre domande (cosa va fare a Nanning ?) e infine mi lasciano proseguire..l’autista si ferma apposta per me dal lato opposto del Nanning Marriott e lascia pure il bus con gli altri sopra (tutti cinesi) per aiutarmi a portare il trolley !
    Del ritorno via Chongqing ho già detto—
    e ora smetto di annoiarvi !

    P.S
    qualcuno potrebbe chiedersi ? e con internet come facevi ?
    Ho trovato un buon sistema, la eSIM Global di Flexiroam che vale in (quasi) tutto il mondo…nell’area, vale in Cina, Laos, Cambogia, Thailandia e Vietnam (anche se non in Myanmar)..vale in Russia, Arabia Saudita ecc insomma uno compra questa eSim (proprio in Cambogia ho trovato un’offerta per una da 20 GB, 1 anno, a 55 USD e l’ho subito presa..di norma 3 GB, 30 dollari, al momento ho ancora 3, 81 GB di una comprata a 47 USD, da 10 GB, 6 mesi) e poi fa tutto lei..non è velocissima ma funziona (in Cina ho preso anche HolaFly, che ha il vantaggio dei dati illimitati, ma va a tempo, per due giorni solo 8, 55 E…mi è stata utile tanto che l’ho ripresa e la seconda volta mi sono trovato peggio); Airalo inveve non mi piace, soldi buttati secondo me….se uno va in un solo paese, e sta molto, forse conviene la SIM fisica locale

  38. habsburgicus scrive:

    non riesco a mettere il 5/ (Cambogia)..e vabbé 😀 😀

    • habsburgicus scrive:

      5/CAMBOGIA

      • habsburgicus scrive:

        è inutile, neppure a pezzetti…vabbè, lascio stare 😀

        • habsburgicus scrive:

          vi dico solo che il visto cambogiano è il più bello, verde, occupa un’intera pagina di passaporto, ha la firma del console generale e vi è scritto “Kingdom of Cambodia”
          Angkor ottima, emozionante ! vista al mattino presto
          il Re di Cambogia è una figurehead, non è come il Re di Thailandia..insomma come il Re di Svezia 😀
          il Partito democratico popolare è onnipresente, ma non vi ima singola personalità bensì due o tre;
          i tuk tuk cambogiani sono più comodi di quelli thailandesi, le macchine sono poche (il traffico è forte ma a causa di tuk tuk e motorini)
          e bon ! non volevo lasciare del tutto scoperta la Cambogia 😀

  39. Roberto scrive:

    Ho quelle 17 ore di viaggio da ammazzare e quindi seguendo l’esempio dell’ottimo habsb vi racconto un po’ del Giappone (che magari ci cambia le idee rispetto a Ucraina e Palestina che la discussione è ormai un po’ noiosa)

    Innanzitutto questioni pratiche: il volo costa un botto, ma la vacanza in se dipende veramente dai gusti. Alloggio carissimo a Tokyo e Kyoto ma davvero a buon prezzo nel resto del Giappone (parlo ovviamente di prezzi occidentali! Siamo in Asia solo geograficamente). Per dire miyajima, un isola meravigliosa e molto turistica, un po’ come dire le 5 terre, 120 euro a notte per un hotel straordinario, incluso cena fantastica kaiseki (cioè la versione lusso della cucina giapponese, quella con mille piatti che sembrano opere d’arte) e colazione che praticamente è un pranzo, oltre al onsen (le meravigliose terme giapponesi).
    Per il cibo si può spendere una miseria (il mio primo pasto, bettola al porto di Osaka: 1000 yen, cioè 6.75 euri per 300 grammi di sashimi commovente, contorni vari, ciotola di riso, zuppa è birra…ero strasazio e felice) o follie….diciamo che siamo sempre stati nei 2000 yen a cranio a pranzo (15 euri), mangiando meravigliosamente bene, e 3000 (22 euri) a cena, a parte un paio di follie. Inoltre alle stazioni si possono comprare gli ekiben, cioè dei pranzi già pronti da portarsi dietro e mangiare nei parchi, o dove si vuole. Un ekiben medio vista 900-1000 yen (siamo intorno ai 6 euri) e sazia anche un orco come me, oltre ad essere buono e bello da vedere (i miei contatti FB avranno visto)

    Il tasto veramente dolente sono i trasporti che costano una follia. Un Tokyo-Kyoto in shinkanzen, con prenotazione (di fatto obbligatoria nei periodi di vacanza se non si vuole viaggiare in piedi) sta sui 7000 yen (45 euri), ai quali aggiungere il costo di trasportare la valigia (spedirla con il servizio taqubin da un hotel all’altro costa suo 4000 euri, portarsela in treno non so, ma buona fortuna a salire su un metro giapponese con una valigia). Il famoso japanrail pass costa 50.000 yen a settimana (più bisogna pagare la prenotazione e certi supplementi, tipo lo shinkanzen nozomi, il super veloce).

    Io ho fatto qualche viaggio in treno e altri in macchina. Se si viaggia in gruppo la macchina conviene: presa a Tokyo e lasciata a Osaka mi è costata, compreso autostrada e benzina) 25.000 yen. In tre in treno avremmo speso uguale (quindi il guadagno vero è a partire da quattro), ma la macchina da la possibilità di fermarsi in posti difficili da raggiungere in treno, e come dirò più avanti la parte che mi è piaciuta di più del Giappone è proprio la campagna/montagna

    • Ros scrive:

      un grazie millissimo a te e a Habs per queste condivisioni😊

    • habsburgicus scrive:

      grazie mille Roberto !!!!
      del Giappone “reale” si sa veramente poco, ed è un peccato ! e, correggimi, è anche tutto sommato visitato abbastanza poco nonostante sia splendido !..quanto scrivi, e le bellissime foto da te messe in fb, corroborano questa mia impressione di beltà assoluta !
      purtroppo i prezzi sono alti (intendiamoci, per il trasporto ad alta velocità non è che in Cina ti scherzino 😀 in Indocina e Thailandia costa meno)….probabilmente sono gli hotel a essere il vero discrimine…..in Cina puoi avere il vero superlux per 80 E a notte (Nanning Marriott), una “reggia” di 89 mq per 71 E (Somerset Yangzi River, Chongqing) e un 5 stelle “classico” a 60 E (Grand Park Kunming) e in Thailandia hai un 4 stelle a 42 E (Citadines Sukhumvit 8), una casa patrizia coloniale in Laos a 42 USD (Maison Vongprachan), in Cambogia un 4 stelle a 29 E (Central Corner d’Angkor), in Vietnam idem a 33 E (Silk Flower Hotel & Spa) ,,
      temo che in Giappone questi prezzi te li sogni…di bello c’è che in un paese così evoluto e di condizioni igieniche ottime penso basti, e avanzi, un 2-3 stelle dignitoso !
      temo pure che il volo sia molto più caro..io ho trovato Milano-Chongqing-Milano a 495, 31 E diretto ma era di fatto ancora un volo inaugurale :D…non mi stupirei che Tokyo si avvicini al 1000, forse Osaka un po’ meno..sigh
      il tuo è stato veramente un grandissimo viaggio !!!! il Sol Levante deve essere stato magnifico !!!

  40. Roberto scrive:

    Internet: assolutamente indispensabile se si vuole sopravvivere, un po’ per google map, un po’ per google translation (non so se avete mai provato quello per immagini: avete il menu in giapponese? Se chiedete al cameriere kore wa nan deska? (Questo cos’è?) vi risponderà qualcosa di incomprensibile (cioè io indovino 25 parole ma loro mangiano 250000 cose diverse)…se fate la foto al menu avrete una traduzione certo maccheronica ma meglio che niente. Utile inoltre per i qr code che qui sono onnipresenti (traduzioni nei musei, ordinare nei ristoranti*, prenotare biglietti vari…)

    Esiste un sistema comodissimo di Wi-Fi portatile da noleggiare. Si deve prenotare prima, si recupera all’aeroporto, si installa in tre secondi et les jeux sont faits! Per due settimane ho pagato 73 euri e connesso tre cellulari. Ovviamente bisogna stare vicini alla fonte, io lo tenevo in tasca

    Comodissimo, funziona perfettamente e non troppo costoso

    Comunque in città ci sono Wi-Fi gratis un po’ dappertutto

    *buffa questa cosa di vedere dei ristorantini davvero sgarrupati dove però di ordina tramite un QR code, ma non accettano la carta di credito

    • habsburgicus scrive:

      ottimo sistema ! non lo conoscevo, grazie !..da tener presente se uno sta un discreto numero di giorni in Giappone e, immagino, in qualunque altro paese sviluppato !
      che il WiFi portatile a noleggio possa esistere, chessç, in Sudan, permettetimi di dubitarne 😀 😀

      • habsburgicus scrive:

        @Roberto
        un domanda “tecnica”
        per gli yen, hai cambiato dollari o euro ? quale è la moneta più conveniente ? gli uffici cambio sono comuni o rari ?
        oppure hai prelevato in ATM ? e in quel caso ci sono commissioni forti ? [in Cina, nell’unico prelievo ATM da me fatto in tutto il viaggio, ho prelevato all’aeroporto di Chongqing 500 yuan ad un cambio buono in quanto me li hanno messi 66, 12 E e la mia banca ha preso solo 2 E di commissione..che prenderebbe anche se vado ad Alba e uso un’altra banca 😀 😀 😀 da voi in Lussemburgo., paese più civile in queste cose, immagino che uno ossa prelevare in qualunque banca, anche non la propria, senza commissione 😀 😀 ]

        • Roberto scrive:

          Habsb

          Ho ordinato in banca l’equivalente di 1500 euri in yen e con quelli sono partito. La banca mi ha fatto pagare 6 euri di commissione. La scocciatura è che non ricambiano gli yen quindi avevamo la mission di non restare con banconote in tasca.
          Gli ATM sono sconsigliati per le commissioni ma non saprei dirti

        • Roberto scrive:

          Habsb

          “da voi in Lussemburgo., paese più civile in queste cose, immagino che uno ossa prelevare in qualunque banca, anche non la propria, senza commissione”

          Sai che non lo so? Uso praticamente solo bancomat, carte di credito o payconiq, e le rare volte che prelevo ho un bancomat della mia banca a portata di mano….però ad occhio mi sembrerebbe strano se non ci fossero commissioni

  41. Roberto scrive:

    Eccomi atterrato e pubblico quello che ho scritto in aereo

    Cibo: del mondo che ho visto è l’unico posto dove si mangia bene almeno quanto in Italia! Incredibile dictu audituque, dopo 14 giorni non ho la minima nostalgia del cibo italiano. Certo appena torno uno spaghetto c’a pummarola ncoppe non me lo toglie nessuno, ma potrei vivere ancora qualche giorno di pesce crudo, zuppe, spiedini et similia

    La varietà è pazzesca, ogni pasto una sorpresa. Ci sono tre tipi di cucina: kaiseki, estremamente raffinata, meravigliosa da vedere, con sapori molto delicati. Sulle quattro cene kaiseki due sono state fantastiche e due buone ma non indimenticabili (a parte la voragine nel conto in banca…). Poi la cucina dei ristorantini, meravigliosa sempre! Spesso i ristorantini fanno una sola cosa, cioè un sushiya farà solo sushi, un ramenya solo ramen e così via…poi le osterie izikaya dove si va per bere e mangiare stuzzichini (tipo tapas ma mille volte più vari e migliori). Qui si mangia sempre strabene spendendo cifre ridicole (il massimo che ho speso sono stati 10.000 yen, 65 euri, in tre in un posto dove abbiamo fatto una degustazione di saké accompagnata da un’infinità di piattini di mare). Infine la cucina di strada, e li ammetto di aver avuto vari orgasmi gastronomici. La sparo; ci sono cose che si avvicinano come bontà agli arancini!!!

    Il problema principale delle izikaya è che se non sai il giapponese praticamente vai ad occhi chiusi: non ci sono menu in inglese, nessuno parla una parola di inglese, e molto dipende dalla buona volontà dell’oste. In una, una vecchietta deliziosa ci ha preparato un pranzo fantastico (io le ho solo detto “vorremmo mangiare qualcosa”). In un’altra, entro dico “vorremmo mangiare”, la tipa mi risponde “certo”…poi mi guarda, io la guardo, lei mi guarda….indico un po’ di cose e le mi dice, questo è sakè, questa è birra, questo è kokkodé…ripeto “cosa possiamo mangiare” e lei indica la lavagna piena di ideogrammi. A quel punto vedo due ragazze vicino a noi con un bel piatto che avevano assistito alla scena e chiedo se parlano inglese. Si. Cosa è questa cosa? Biruburubus. È buona? Si molto. Puoi chiedere alla tizia se ci prepara questo? No questo no, lo sto mangiando io. Are you stupid? E così via…alla fine me la sono cavata chiedendo se avevano una frittata (c’è sempre) e degli spiedini e siamo riusciti a mangiare.
    Ovviamente tutto ciò può essere divertente 1-2 volte, dopo un po’ è faticoso…poi dipende dal carattere: mia moglie che vuole sapere esattamente cosa c’è in ogni piatto e detesta le sorprese si sarebbe sparata, io tutto sommato mi sono divertito. Ho avuto un po’ di nostalgia della Grecia quando ti portano in cucina a vedere il pesce se non sai come si dice triglia (io lo so, burbuni :-))

  42. Roberto scrive:

    Giapponesi: ovviamente non è possibile fare un discorso serio dopo due settimane di turismo, ma qualche osservazione soggettiva si.
    Per me un aspetto fondamentale del viaggio è la chiacchiera con i locali. Per questo adoro gli Stati Uniti dove i locali hanno una grandissima socievolezza. Allo stesso modo la Grecia dove, parlando due parole di greco, ti si aprono tutte le porte. 
    In Giappone un po’ l’ostacolo linguistico un po’ il fatto che sono ultra timidi ed un po’ che secondo me non gliene frega niente…beh è stato abbastanza deludente. 
    Abbiamo chiacchierato con una adorabile coppia di vecchietti che aveva la figlia a Marsiglia, poi con una adorabilissima cameriera a miyajima che parlava due parole di tedesco (!!!) ed era molto contenta di poterle usare, ma che soprattutto era molto eccitata all’idea di un gaijin (straniero) alto come un eroe mitologico, gentile come un samurai e che in più parlava due parole di giapponese, ed è stata con una pazienza infinita a spiegarmi e a farmi ripetere 3000 parole :-). Infine ho partecipato ad un esercizio di calligrafia e anche lì la vecchietta che mi ha insegnato a disegnare un paio di kanji è stata davvero chiacchierona e super adorabile 
    Devo ammettere che mi piacerebbe studiare un po’ più di giapponese per tornarci avendo un minimo di conversazione in più. In genere sono molto piacevolmente sorpresi quando gli dici due parole…in un ristorante stellato (microscopico, c’erano una ventina di coperti) lo chef, fino ad allora silenzioso come i sushi che preparava davanti ai nostri occhi, mi ha omaggiato di un bellissimo “proprio come un giapponese” (nihonjinmitai) quando mi sono alzato esprimendo il ringraziamento formale e profondo “o-gochisosama deshita!” 🙂
    La leggendaria gentilezza dei giapponesi l’ho trovata appunto leggendaria. Già questa cosa asiatica che non dicono mai no, non lo so, fa girare le balle dopo tre minuti. Appena arrivati parcheggio la macchina in un paesino sperduto (per visitare il tempio con la costruzione di legno più antica del Giappone) e non capisco come pagare il parcheggio. Passa un tipo sulla trentina, gli chiedo se può aiutarmi e mi risponde “aspetta qui” e poi…scappa via! Cioè mi lascia come uno stronzo sotto la pioggia ad aspettare, mentre lo vedo infilarsi in un portone…ma va a cagare 🤣🤣🤣 ho capito presto che chiedere un’informazione è praticamente una perdita di tempo nove volte su dieci. Eccezione: chi è pagato per dare informazioni. Li sono davvero gentili e precisi. Per il resto mi tengo americani e greci. 

  43. Roberto scrive:

    Giapponesi 2: sono stato davvero sorpreso da quanto la loro società sia rigida e basata su un miliardo di regole, obblighi e divieti. Basta guardare un semaforo pedonale. Immaginatevi la scena, è notte, quartiere residenziale totalmente morto, non c’è una macchina nel raggio di tre km, viuzza ad una corsia…al semaforo pedonale rosso, due passanti fermi immobili. Poi passa al verde e prudentemente guardano prima a sinistra poi a destra poi di nuovo a sinistra ed attraversano….scena vista mille volte. Regole a tavola, regole per i bagni, regole per cacare, respirare, dormire regole regole regole….l’unico momento in cui mi sembra che non ci siano regole è quando guidano e li sembrano romani sul GRA
    Ho la sensazione che se non ci fosse questo inferno di pressione sociale sarebbero degli allegri cazzoni come noi mediterranei, mentre così sembrano un filo repressi
    Aggiungo una piccola considerazione a latere. I giapponesi vorrebbero vedersi come un popolo in armonia con la natura, ecologisti ante litteram. In parte sicuramente lo sono, ma era un bel po di tempo che non usavo la quantità di plastica ed imballaggi che ho usato qui. Giusto per l’aneddoto, al supermercato le arance erano imballate con una specie di cestino di polistirolo leggero una ad una e messe in confezioni da due. Le sei arance che mi servono per fare la spremuta a colazione, sono costate sei cestini di polistirolo e tre sacchetti di plastica. Non conto le bacchette usa e getta, spessissimo impacchettate in confezioni di plastica, né il fatto che in ogni albergo c’erano a disposizione spazzolini, pettini, accessori per la toilette, tutto ad imballaggio singolo…so di essere ultraminoritario su questi schermi ma quando vedo questi orrori mi viene un moto di orgoglio a pensare di vivere in un posto che sta uscendo dalla barbarie della plastica monouso.
    Altro aneddoto, i famosi cessi giapponesi: belli, invero non sempre puliti come mi aspettavo (se non l’avete visto consiglio il film perfect days), e decisamente figa questa cosa di avere sempre il sedile riscaldato…ma mi sono chiesto quanta elettricità consumano cento milioni di cessi perennemente riscaldati 24 ore al giorno 365 giorni all’anno 

  44. Roberto scrive:

    Poi una nota conclusiva: il viaggio è sicuramente molto esotico ma il Giappone è in fin dei conti “Occidente”. A shibuya tra grattacieli luccicanti, negozi di marche occidentali, uomini in giacca e cravatta, donne in tailleurs, facendo astrazione dei kimoni e dei kanji potresti immaginarti a time square. Credo che per il vero esotismo bisogna piuttosto chiedere ad habsb. Fuori da Tokyo e Kyoto, si certo ci sono tetti a punta ma mi sa che dentro quelle deliziose casette di legno ci vivono persone che fanno più o meno la nostra vita, che guidano Toyota, bevono caffè segafredo (davvero, una bella sorpresa!), guardano la CNN e hanno un iPhone 
    Turisticamente Kyoto e Tokyo hanno un sacco di cose meravigliose ma sono città incasinate e molto dispersive e orrendamente affollate. Tokyo poi è sterminata, davvero impressionante! Mi hanno lasciato un gusto strano, come una ubriacatura da troppi stimoli sensoriali. Il poco che abbiamo visto del Giappone minore è straordinariamente bello, direi poetico tra natura selvaggia, paesini curatissimi, e la natura “pettinata” ad arte che a loro piace tanto. Per una prossima volta credo che o farò un road trip sulle montagne, magari nell’ Hokkaido, o starò fermo due settimane a Tokyo per poter meglio entrare in quel gigantesco alveare 

    • PinoMamet scrive:

      Però il Giappone appariva “poco esotico ” già ai tempi delle prime rappresentazioni della Butterfly, per la sua estetica semplice, minimalista di matrice Zen
      (E samurai, che essendo seguaci dello Zen, votati in teoria alla vita militare, e di origine contadina, erano impediti da rigide leggi suntuarie dall’adozione del lusso riservato alla nobiltà imperiale, e di cui potevano invece circondarsi i “disprezzati” mercanti..

      Presso gli antiquari non è difficile trovare una spada corta, permessa ai non samurai, con montature lussuose e stravaganti, ma la katana riservata ai samurai doveva avere invece uno stile molto semplice e severo)

      Poi ci si è messa anche l’occidentalizzazione di fine Ottocento, mica di ieri…

      • Roberto scrive:

        Beh certo, si tratta di un paese chiusissimo fino a metà 800 e poi sempre più affascinato dalla cultura occidentale. All’entrata del tempio meji jingou, uno dei principali templi scintoisti, oltre altre tradizionali botti di sake ci sono delle botti di vino di Borgogna, in omaggio al l’imperatore Meiji che appunto amava il vino francese e cercava di diffonderlo.

        Ero io che mi aspettavo un maggior spaesamento

  45. Roberto scrive:

    Infine, limitandomi al punto di vista turistico il giro che ho fatto: arrivo ad Osaka, preso la macchina e arrivati a Nara passando per due paeselli akusa e nonmiricordoji a vedere templi. Poi da Nara siamo andati a vedere delle piantagioni di te (molto belle) e a Hikone sul lago biwa (con una strada di montagna tra le più spaventose mai fatte). Da lì himeij con il suo meraviglioso castello. Poi Kyoto dove abbiamo lasciato la macchina. Treno fino ad Hiroshima (tristissima) e miyajima (meraviglia, la mia tappa preferita). Di nuovo treno fino a Tokyo e poi macchina da Tokyo a Osaka fermandoci a vedere il Fuji (tappa purtroppo accorciata causa tempo di cacca, sennò avremmo visto qualcosa in più) 

  46. habsburgicus scrive:

    la macchina probabilmente è stata fondamentale per vedere i luoghi off the beaten track !
    con la guida a sinistra te la sei tolta bene ? (en passant, pure in Thailandia si guida a sinistra….credo che Thailandia e Giappone siano gli unici Stati sempre indipendenti a guidare a sinistra, mentre tutti gli altri sono in qualche modo ex-possedimenti di Sua Maestà Britannica in qualche forma più l’Indonesia ex-olandese ma in quei tempi forse l’Olanda guidava a sinistra, so per esempio che la Svezia guidò a sinistra fino al 1968..il Myanmar però, sempre xenofobo, ha cambiato direzione credo nel 1970 così vi è un buco 😀 fra il mondo indiano e quello sud-est asiatico e poi australiano, in cui si guida a destra e non a sinistra :D)

    • Roberto scrive:

      Guida sinistra nessun problema! Non era la prima volta e dopo i primi terrificanti 2 minuti ti abitui (o muori). Il problema sono i cartelli in giapponese

  47. habsburgicus scrive:

    il viaggio è sicuramente molto esotico ma il Giappone è in fin dei conti “Occidente”

    che si vede anche dalla libertà che abbiamo !
    in Cina, mi rendo conto ora di non averlo sottolineato ma è importante, bisogna avere una VPN -installata dall’Italia o dalla non-Cina (HK va bene 😀 :D)- poiché quasi ogni sito in Cina propria è censurato e/o vietato (facebook, whatsapp, instagram, moltissimi siti occidentali sono oscurati)….la migliore VPN sarebbe la carissima Astrill, che finora è riuscita a non farsi mai bloccare dal PCC :D, ma costa 30 euro al mese e la consiglierei solo per chi sta molto in Cina (ecco, per chi facesse un viaggio come ha fatto Roberto in Giappone ma in Cina, per due settimane. forse Astrill ci può stare); io che stavo poco ho tentato la sorte con Mullvad (5, 90 euro/mese) e ha funzionato, quantomeno whatsapp l’ho usato tantissimo e mai avuto problemi..Express VPN non funzionerebbe più in Cina (il PCC sarebbe riuscito a bloccarla !), HolaFly avrebbe una VPN incorporata ma non sono così addentro all’alta tecnologia per sapervi dire SE il mio ottimo funzionamento di internet specialmente durante il 1° soggiorno in Cina (23-25 marzo) nel secondo un po’ meno (31 marzo-notte fra 1 e 2 aprile) sia stato dovuto a HolaFly o a Mullvad 😀 😀
    VPN è utile pure in Iran dove è meglio basarsi, perla connessione, sui buoni vecchi WiFi negli hotel di livello come il Ferdowsi a Tehran dove ti danno pure una torta al cioccolato buonissima omaggio 😀 (e, mi dicono, in Myanmar, paese DURO e molto sospettoso di noi stranieri)
    poi ci sono paesi come Laos e Vietnam dove la VPN può essere utile ma whatsapp è ammesso, senza problemi…
    in Russia OGGI la VPN può essere utile a causa delle sanzioni….insomma farsi passare per turco o emiratino (paesi che non adereiscono alle sanzioni) può dare vantaggi, ma Putin non censura a fondo come i cinesi….fb e whatsapp non sono amati (i russi usano vkontakte e Viber) ma ci sono
    in Arabia Saudita e Kuwait la VPN, in pratica, serve solo se siete porci 😀 e volete per forza vedere le donne nude 😀 😀 :D, i siti importanti (non porno :D) funzionano tutti !
    chissà se i cinesi censurano pure Kelebek 😀 😀 😀

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Ma non è vietato in Cina usare VPN?
      C’è un’eccezione per gli stranieri? Oppure chiudono informalmente un occhio con gli stranieri?

      • habsburgicus scrive:

        mica glielo dici 😀 sarebbe vietato, ecco perché non tutte funzionano..con noi probabilmente sono più tolleranti e chiudono un occhio, per un cinese forse sarebbe molto più pericoloso

        • habsburgicus scrive:

          a loro interessa che i cinesi NON possano usare whatsapp e facebook che non sono del tutto controllati dal PCC (ovvove !)….e i cinesi hanno WeChat e altri sistemi loro, insomma possono benissimo farne a meno…
          noi no (con rarissime eccezioni) e il PCC lo sa….e tollera

  48. Andrea Di Vita scrive:

    @tutti

    OT

    Per i tecnofobi del blog

    Amazon elimina le casse “Just Walk Out” nei suoi negozi di alimentari

    Amazon Fresh sta gradualmente abbandonando il futuristico progetto per i suoi negozi di alimentari in cui i clienti potevano evitare code per il pagamento.
    Poco più della metà degli store fisici del noto gruppo sono dotati di Just Walk Out. La tecnologia consente ai clienti di saltare del tutto il checkout scansionando un codice QR quando entrano nel negozio. Sebbene sembrasse completamente automatizzato, Amazon si è affidato a più di 1.000 persone in India che guardavano ed etichettavano i video per garantire che i pagamenti fossero corretti. I cassieri sono stati semplicemente delocalizzati e ti osservavano mentre facevi acquisti.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

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