Esseri furiosamente sociali (1)

Si parlava nei commenti di mobilità: un tema immenso (anche il Canale di Panama prosciugato dal cambiamento climatico indotto tra l’altro da troppe navi è mobilità), dove tutto è collegato. Ma ne abbiamo discusso soprattutto dal punto di vista dei trasporti privati e pubblici in città.

Io ho scelto di parlare dell’unica cosa che conosco bene: il rione di San Frediano dell’Oltrarno fiorentino. Non perché sia importante, ma perché so di cosa parlo e quando lo faccio, non do fiato alle trombe.

A un certo punto, perdendomi in discussioni surreali, mi sono reso conto di una cosa.

E’ normale non essere d’accordo.

Ma se partiamo da premesse molto diverse, finiamo per non capire proprio ciò che l’altro sta dicendo.

Per cui vi dico la mia sulla mobilità, partendo molto, molto a monte.

Oggi, si pensa agli esseri umani come individui. Dotati di proprietà, di diritti e di doveri, passibili di arresto nel caso. In fondo c’è qualcosa di vero: ogni essere senziente, piattola o umano, vede il resto dell’universo dai suoi due piccoli occhi mortali, e non potrà mai essere davvero dentro nessun altro.

Eppure siamo anche esseri furiosamente sociali, legati tra di noi da un flusso incessante di doni, furti, inganni, amori, amicizie, eros, violenza, simpatia, sopraffazione, mutuo aiuto, affetti che oltrepassano le generazioni, curiosità, conformismi, ribellioni.

Veicolato, sempre, da quella cosa incredibile che è la lingua. Stessa parola che usavano duemila anni fa i latini, e ce la siamo trasmessi per innumerevoli generazioni, da nonna analfabeta a figlia a nipote.

Shakespeare, insomma.

Solo che poi le relazioni vanno persino oltre la lingua, riguardano gli orizzonti, i luoghi familiari che mutano, i sapori; e poi dietro i sapori, un universo in vasta parte ancora inesplorato: “un cucchiaino da tè di suolo può contenere un miliardo di creature viventi.”

Ma la socialità è anche dentro ciò che chiamiamo “noi” – dentro di me, ci dice chi ci capisce di più di me di quanto ci capisca io, i batteri-individui sono almeno pari per numero alle cellule che posso dire “mie”.

Questo significa che possiamo legittimamente guardare la vita umana da due prospettive diverse. Che portano a esiti molto diversi.

Continua…

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3 risposte a Esseri furiosamente sociali (1)

  1. Moi scrive:

    Che insetto è, di preciso ? Al fa pôra … così ingrandito.

  2. Francesco scrive:

    Beh, Miguel, finora sono d’accordo con te, anche se la parte sui batteri non rileva al fine di arrivare al concetto di “persona”.

    Che unisce individualità e socialità.

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