Una mente chiara

Una delle menti più chiare dei nostri cupi tempi è quella che se ne sta rannicchiata dentro la scatola cranica di Giovanni Dall’Orto, noto militante del movimento di liberazione omosessuale in Italia, e ricercatore di storie nascoste, represse e dimenticate.

Invito tutti a leggere un suo testo breve, chiaro e semplice, sulla fine della fine della storia.

Non vi anticipo nulla dell’articolo, ma vi dico che anch’io provo sensazioni simili nei campi che mi interessano, che sono diversi ma paralleli a quelli di Giovanni Dall’Orto.

Tutti i giorni vedo due schieramenti.

Da una parte, multinazionali che si proclamano green e inclusive pur di aumentare il saccheggio del pianeta, e che si impossessano dei segreti più profondi di tutti gli esseri umani, sfruttandoci emozione e desiderio dopo emozione e desiderio, clic dopo clic, e che stanno distruggendo ogni forma di vita. Anche i grilli, magari.

Dall’altra, piccole persone disperate e comprensibilmente impaurite, che clic dopo clic sui dispositivi che le multinazionali hanno messo loro in mano, esprimono il terrore che i poteri forti tolgano loro l’auto o facciano loro mangiare i grilli.

Ora, qualunque persona sana di mente dovrebbe essere d’accordo su chi sia il meno peggio tra:

l’agente di pubbliche relazioni strapagato della megaditta che per imporre una miniera devastante mette sul sito l’immagine di una bella ragazza sorridente che cammina tra alberi verdeggianti,

e il tizio rancoroso a rischio di perdere il lavoro che scrive PAROLACCE con le maiuscole contro “quelli di Davos che hanno inventato la crisi ambientale per incarcerarci tutti”.

Ma vorrei che riuscissimo a uscirne, e diventare giardinieri.

Nella straordinaria voce di June Tabor:

C’era una volta un giardino,
Avevo raccolto le cose più luminose che potevo vedere;
Un grembiule pieno di fiori del signor Harding,
Non sapevo che mi stesse guardando.
Mia madre corse subito a dirglielo
chiedendosi cosa avrebbe detto o fatto.
Il signor Harding sorrise e disse: “È solo una bambina;
Sapevo che li avrebbe raccolti per te”.

Accanto al fuoco papà mi raccontava delle storie.
Una di queste riguardava anche un giardino,
dove il leone e l’agnello giacevano insieme
e crescevano tutti i frutti e i fiori più belli.
Il giardiniere mandava i suoi bambini a giocare lì,
gioendo della luminosità del giorno,
Ma quando andarono in esplorazione e presero un frutto da assaggiare
Li maledisse entrambi e li rimandò per la loro strada.

Già allora mi resi conto, nella mia mente di bambino
che non era un vero giardiniere come il signor Harding.

Il giardino del signor Harding era stato occupato
da uomini inferiori con il cemento in testa.
Le ciminiere delle fabbriche crescevano al posto delle margherite,
Nessuna farfalla da quella catena di montaggio.
Mia madre svanì più velocemente di un fiore,
Papà si sedette nell’oscurità e pianse.
Il signor Harding si muove un po’ più lentamente di prima,
ma continua a curare la tomba dove giacciono entrambi.

Ovunque siano andati, spero che troveranno
un giardino come quello del signor Harding.

La donna sciocca a volte si sente disperata
E pensa che sia così difficile da trovare.
La bambina cerca di piantare un po’ ovunque vada
Quell’amore speciale del signor Harding.

Un giorno, quando sarò più grande, forse mi accorgerò
che sono diventato una giardiniera alla Mister Harding.

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31 risposte a Una mente chiara

  1. Francesco scrive:

    Miguel

    forse un giorno crescerai e ti renderai conto di quanto ambigua sia la realtà: tu, come tutti, hai disperatamente bisogno sia del giardino sia della miniera.

    la vita sarebbe così facile se si potesse scegliere!

    Ciao

    • Fuzzy scrive:

      Miniera?
      Occorre il diesel per far funzionare la macchina estrattiva
      E il diesel, (ma perché lo devo sempre ripetere?) non è infinito.
      https://crashoil.blogspot.com/2024/01/el-pico-del-diesel-edicion-de-2023.html?m=1
      Io vorrei la prova che il diesel sia infinito.
      O che esistano dei macchinari pesanti che funzionano a elettricità o a gas. O addirittura a idrogeno. O macchinari nucleari. Oppure si manda a chiamare il mago Merlino che ci pensa lui a fare la magia. Sempre che non arrivi la fata Morgana a scombinargli i piani
      https://www.lacooltura.com/2017/07/morgana-fata-maga-mitologia/
      Che poi questa Morgana è veramente sexy.

      • Francesco scrive:

        Le miniere le abbiamo scavate da moooooooooooolto prima di avere i motori diesel.

        E il mio discorso era palesemente metaforico!

        faccina offesuccia

        • Fuzzy scrive:

          Miniera metaforica mi riesce difficile da capire.
          Ma tanto è già stato estratto.
          Si può riciclare. Non metaforicamente, però, che io son terra terra.
          Il giardino metaforico mi fa subito pensare a Voltaire ” Il faut cultiver notre jardin”
          Ma io son talmente anti-culturale che sarei persino propenso a credere che si riferisse al suo vero giardino, che coltivava con passione.
          È di oggi un articolo di Ted Trainer
          https://www.15-15-15.org/webzine/2024/02/05/a-friendly-critique-of-the-degrowth-movement-an-outline/
          Il sistema economico per essere sostenibile dovrà ridursi del 90%. Per questo, nulla di nuovo. Ma è interessante la distinzione che viene fatta tra decrescita e semplicità (dirige il Simplicity Institute). La decrescita perché avvenga ordinatamente, richiede un intervento dello Stato, con razionamenti ecc.
          Tipo economia di guerra.
          L’alternativa che si basa sulla semplicità, invece avviene spontaneamente attraverso comunità anarchiche.
          Propendo per la seconda ipotesi.
          A chi sostiene che in questo modo si tornerà al medioevo io obietto che preferirei tornare agli Etruschi. Proprio ieri sera ne parlavano si RAI Storia
          Grande civiltà. Il massimo. Si, con qualche inevitabile aggiornamento.

          • Francesco scrive:

            Piano: l’anarchia non ha nulla a che fare nè con gli Etruschi nè con il Medioevo. A dirla tutta, non ha a che fare con nulla della storia di questa Terra, devi cercare altri angoli del Multiverso.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Francesco

              “Piano: l’anarchia non ha nulla a che fare nè con gli Etruschi nè con il Medioevo. A dirla tutta, non ha a che fare con nulla della storia di questa Terra, devi cercare altri angoli del Multiverso.”

              Direi che è stata la norma per millenni per i contadini messicani, e lo è ancora oggi per molti.

              E un po’ anche per i contadini sudtirolesi.

              • Francesco scrive:

                i contadini messicani sono, ed erano, parte dell’economia dei loro stati, mi pare che li nutrissero

                un tot di autogoverno non mi pare li qualifichi come anarchici

                ma chiedo agli storici

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Fuzzy

            “Etruschi”

            Etruschi?

            Con la schiavitù e i gladiatori?

            Preferisco colonizzare il Sistema Solare, grazie lo stesso.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Fuzzy scrive:

              https://www.etruschi.eu/gli-schiavi/
              In genere gli schiavi non erano maltrattati in quanto erano considerati beni preziosi e la morte di uno di essi era vista come una grave perdita economica.
              Si, comunque gli schiavi e i gladiatori dovrebbero far parte degli inevitabili aggiornamenti.
              Vedo se riesco a sistemare la faccenda.
              Qual è il numero di telefono degli Etruschi?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Fuzzy

                “telefono”

                Lo stesso delle comunità anarchiche, temo.

                Piccole comunità autosufficienti in armonia con la natura erano già quelle realizzate dai villanoviani antenati degli Etruschi.

                Hanno avuto un tale successo demografico, in effetti, che per garantire cibo per tutti hanno dovuto ricorrere alla schiavitù, e quindi – per quanto gli schiavi fossero di valore – alla guerra per procurarsi schiavi.

                Ma non è mica colpa degli Etruschi: anche i Papua – graziose, piccole comunità autosufficienti fulgido esempio di democrazia diretta – hanno passato la vita a schiavizzarsi e cannibalizzarsi a vicenda fino all’altro ieri (Jared Diamond, “Il mondo fino a ieri”) per dirimere anche le più piccole controversie, in mancanza di quella terrificante ma comoda invenzione chiamata Stato (citofonare Hobbes).

                Il che si accorda elegantemente con l’affermazione di Ted Trainer secondo la quale “rich world per capita rates of consumption must be reduced by perhaps 90%”. Lo sterminio è infatti un eccellente e rapida strategia per la riduzione dei consumi.

                “it will clear the way for transition as people realise that the old system is not going to provide for them and they must go local, self-sufficient, cooperative and frugal. Our task is to increase the numbers who will try to build the alternative as the old system crumbles.”

                Roba da far sembrare realistico quello che dice Elon Musk quando parla di colonizzare Marte. Dico sul serio: il vero rivoluzionario allora è lui.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Fuzzy scrive:

                Oh, breve escursione nello schiavismo.
                Di Vita,
                ma non è che hai dimenticato gli schiavi neri in America?
                Nel corso di due secoli e mezzo, si stima che 11 milioni di schiavi africani furono deportati in America
                Adesso si dice che il petrolio fa il lavoro di tot schiavi.
                Eh, ma qui si sta appunto ragionando sull’esaurimento del petrolio.
                https://it.m.wikipedia.org/wiki/Schiavit%C3%B9_moderna
                E poi c’è pure la schiavitù moderna che interessa circa 40 milioni di persone.

                No. Non sono convinto.
                L’Etrusco che trattava il proprio schiavo come una cosa preziosa andrebbe rivalutato.

                Comunque
                https://www.etruschi.eu/
                Forza etruschi! E’ il momento della rivincita!
                Sti’ cialtroni dei romani coi loro latifondi a monocoltura e l’Impero….fuori dalle palle!

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ fuzzy

                “schiavismo”

                Infatti nel XIX secolo la schiavitù era ormai un anacronismo, corretto dalla Guerra di Secessione. Un modo di produzione inefficiente è stato progressivamente eliminato. Vogliamo tornare indietro?

                Ciao!

                Andrea Di Vita

                P.S. se oggi apprezziamo gli Etruschi lo dobbiamo ai Romani che ne hanno diffuso l’eredità nel mondo. Non è la gente simpatica che fa la storia, ma chi costruisce strade e acquedotti.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “L’Etrusco che trattava il proprio schiavo come una cosa preziosa andrebbe rivalutato”

                A volte faccio fatica a credere a quello che leggo.

              • Fuzzy scrive:

                In relazione a come altre civiltà hanno trattato i loro schiavi.
                E anche immagino per il numero di schiavi.
                Nessuna supera, che io sappia, i 40 milioni di schiavi che la grande civiltà globalizzata, sa come non mostrare, se le fa comodo.
                Pensa a quello che tu consumi abitualmente e considera se non c’è dentro un po’ di schiavismo.
                Io almeno lo riconosco che facciamo schifo

              • Fuzzy scrive:

                Il caporalato italiano: braccianti e rider. L’Italia, purtroppo, non fa eccezione. Il fenomeno del caporalato, lo sfruttamento a stampo mafioso di braccianti nei campi agricoli, è tristemente noto. Nonostante sia sanzionabile dal 2016, i numeri fanno impressione: sono 400.000 le persone colpite. Anche la categoria dei rider, i fattorini che eseguono consegne a domicilio, è diventata oggetto di sfruttamento. È recente la notizia che vede accusati 10 dirigenti di Uber Italy per caporalato ai danni di richiedenti asilo, truffati sui compensi e costretti a lavorare in condizioni degradanti.
                https://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2020/10/17/news/la_schiavitu_moderna_e_le_sue_molteplici_forme-270849920/
                Tarvisii
                Guarda bene a quello che compri. Attento eh!

  2. Mauricius Tarvisii scrive:

    Da una parte… dall’altra…

    appunto, sono due parti complementari del problema.

    • Francesco scrive:

      Beh, a parte non essere d’accordo con voi, anche Miguel quello dice! solo che ha una scala di antipatia per le due parti.

      Io gli contesto che non sono solo parte del problema ma anche della soluzione, e di non avere alcuna proposta seria di soluzione del problema.

      Ma tu? cosa ci proponi?

    • Fuzzy scrive:

      Tarvisii
      Potrebbe essere.
      Un po’ come quando devi potare un albero frutta.
      Un po’ gli dai la forma, un po’ fa per sua natura.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Mauricius Tarvisii

      “parti complementari del problema”

      …che si corrispondono come la mano destra e quella sinistra. Entrambi presuppongono una crescita infinita delle risorse disponibili perché entrambi si prefiggono di non far diminuire i consumi. La differenza è che uno è nostalgico del potere d’acquisto che aveva in passato, e l’altro no. Ma dato che in un sistema finito la crescita infinita è impossibile, entrambi raccontano frottole, più o meno in buona fede; uno agli altri, l’altro a se stesso.

      Il punto è che il solo fatto di consumare risorse produce scarti, e questo esclude alla radice ogni ‘economia circolare’.

      Contenere i consumi (come vuole il nostro Fuzzy), tornare al buon tempo che fu o promettere nuovi mirabilanti prodotti ‘green’ alla lunga è ingannevole in ogni caso.

      Anche riuscendo a mantenere la popolazione e i suoi consumi (campa cavallo) gli scarti comunque si accumulano, e la capacità naturale di smaltirli e riciclarli non dipende granché da noi.

      L’economia circolare sta all’ambiente come il moto perpetuo sta alla fisica, perché anche riciclare costa energia e la quota che a ciascuno di noi passano il Sole e il vento (‘il pane quotidiano’) non è maggiore di quella che toccava agli uccellini e ai lupi che intratteneva ai suoi tempi San Francesco. Era il Neandertal che si avvaleva della capacità dell’ambiente di smaltire i nostri rifiuti e riciclarli con l’aiuto del Sole, e difatti si è estinto prima dell’Homo sapiens.

      In altri termini, se qualcosa manca (che sia il denaro, o l’energia, o quello ce si vuole) non è risparmiando e stringendo la cinghia che lo si ottiene.

      O, per parafrasare il simpatico articolo di Trainer opportunamente citato da Fuzzy, prendere coscienza del problema non significa risolverlo; cambiare l’organizzazione della società umana non risolve il problema, squisitamente tecnico, della sopravvivenza umana.

      E’ la stessa, pericolosa illusione ideologica di quelli che qualche anno fa pretendevano di capire le equazioni dell’elettromagnetismo di Maxwell partendo dall’analisi delle condizioni della classe operaia Inglese dell’Ottocento. Non funzionerebbe nemmeno se domani provassimo tutti davvero ad essere buoni, come suggerito dal Chesterton de “L’osteria volante”.

      Saccheggiata la Terra, o ci espandiamo o soffochiamo nei nostri stessi escrementi.

      Come un neonato che non esce mai dalla sua culla.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        >>> Contenere i consumi (come vuole il nostro Fuzzy), tornare al buon tempo che fu o promettere nuovi mirabilanti prodotti ‘green’ alla lunga è ingannevole in ogni caso.

        Beh, a questo punto mi viene da citarti Keynes: nel lungo periodo saremo tutti morti. O anche Gandalf: il nostro compito è combattere le battaglie della nostra epoca, non quelle del futuro.

        Quindi inizierei ad abbassare le mire, dalla creazione di un sistema perfetto ed eterno a quella di un sistema che non tracolli in pochi anni … per il futuro si vedrà (credo anche io nelle stelle, non certo sulla sola cara vecchia Terra)

        Ciao

    • Fuzzy scrive:

      Agricoltura a parte.
      (Ne abbiamo già discusso)
      Trainer fa degli esempi concreti per niente campati in aria per ridurre i consumi.
      Es se riscaldi una casa con 6 stanze e 2 corridoi, consumi 7 volte di più che a riscaldarne una sola. E non devi prenderti uno schiavo. Ti dai un normale limite anni 60′ o da paese povero.
      E questo per tutto.
      Ti avverto che ho quaderni pieni di esempi pratici e reali.
      Se non è il 90 sarà più facilmente il 50, ma sei già in un diverso paradigma.
      Che peraltro non impedirebbe alla scienza e alla cultura di svilupparsi.

  3. Francesco scrive:

    OT

    dove sono gli avvocati quando servono? la Corte Federale ha tolto lo scudo a Trump e ora si può sperare sia fatto fuori per via dei suoi crimini? così da aprire la strada a un repubblicano civile alla Casa Bianca e far fuori Biden? c’è luce in fondo al tunnel?

    😉

    fine OT

  4. Peucezio scrive:

    Letto l’articolo.
    Mi pare molto interessante.
    E troppo ottimista e troppo catastrofista a un tempo.

    Molto interessante il caso del presidente del Kenia, che pare smentire clamorosamente il discorso di Rampini, che critica i woke ma al tempo stesso difende l’Occidente e sostiene che i woke sarebbero anti-occidentali.

    Ma è anche vero (e in questo può essere che l’intuizione di Dall’Orto sia giusta) che il giocattolo dà segni di cedimento, perché i woke sono filo-palestinesi sul serio, al punto che si arriva alle rettrici negre di Harvard che si dimettono perché in nome dell’ideologia woke prendono posizioni ai limiti dell’antisemitismo.

    Tutto ciò, per la gioia di Moi, crea una serie di cortocircuiti.

  5. Miguel Martinez scrive:

    OT

    Dopo 16 anni, si rifa vivo il Mostro delle Maiuscole!

    https://kelebeklerblog.com/2008/05/09/il-mostro-delle-maiuscole/

    gli ho approvato subito il commento, ovviamente

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