“Tutto si decide a tavola”

A Firenze, la seconda comunità straniera, dopo i romeni che stranieri non sono, è quella cinese.

Firenze è la città dei casi improbabili, come la volta che ho sentito due sconosciuti che parlavano ad alta voce di una mia amica. E dove prima o poi, tutti scoprono di avere legami che non si immaginavano nemmeno.

Per vari casi improbabili, mi sono trovato ad aiutare a mettere in piedi un’associazione di donne cinesi nell’area fiorentina. A scrivere il loro statuto e a studiare come inserirle nel tremendo RUNTS, il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, clic dopo clic.

Signore di mezza età, che gestiscono ristoranti e alberghi e piccole imprese, qualcuna che insegna all’università, una gran varietà di mondi. Qualcuna ci tiene anche al fatto di essere cattolica.

Un mondo di grande cortesia, ma percepisci un’energia dietro che spinge sempre avanti, un coinvolgente ottimismo e un’intelligenza che l’Occidente ha perso da tempo.

Mi spiegano che in Cina, tutto si decide a tavola.

Etimologia: companio, tardo latino che serve per tradurre l'espressione germanica, gahlaibō. Colui con cui condividi il pane, il resto è la conseguenza.

La volta precedente, mi hanno invitato a una cena (cibi italiani) in uno straordinario palazzo del centro di Firenze, con funzionari di qualche rione di qualche comune cinese, e il rione da solo aveva qualche milione di abitanti.

Tutti molto rilassati, informali, anche nell’abbigliamento. E’ un’altra cosa che mi colpì, oltre vent’anni fa, a Shanghai, il fatto che i cinesi non sono tesi. A volte, ti sembrano quasi napoletani.

Ieri mi invitano a cena a quello che non è un “ristorante cinese”, ma un ristorante per cinesi, che è tutt’altra cosa.

Uno spazio enorme a Sesto Fiorentino – i cinesi per noi sono occidentali, prosperano a ovest di noi, in tutta la piana tra Sesto e Prato.

Gli unici non cinesi siamo noi quattro, più qualche marito.

Ci sediamo un po’ imbarazzati, e Lai ci spiega ridendo che in Cina si fa così, gli ospiti si devono sedere per primi.

Davanti a noi, una varietà straordinaria di cibi: da occasionale frequentatore di ristoranti cinesi, riconosco solo qualcosa che somiglia, in grande, agli “involtini”.

Giada inizia spiegando che la Cina ha un calendario lunare, e questa è la notta di Luna Piena del Raccolto, e quindi c’è un dolce particolare, che si chiama – e lo dice come si fosse il nome da cinquemila anni – mooncake.

“Bisogna metterlo dieci minuti sotto i raggi della Luna! Noi cinesi siamo molto romantici!”

Parte il cibo, portata dopo portata.

Dopo qualche fallimento alla Fantozzi con i bastoncini, ci forniscono di posate.

E sentendoci dei selvaggi, affondiamo dita e forchette nel cibo.

Alla parete, uno schermo proietta continuamente un video con canzoni, e c’è uno con una voce incredibile, che ci fa su il karaoke.

Chiediamo, “è un cantante lirico?” “No, è uno studente universitario”.

A un certo punto, sullo schermo, compare un enorme ritratto di Mao Zedong.

Sussurro a un altro italiano, che aveva vissuto il Sessantotto,

“Viva Marx Viva Lenin Viva Maotzetung!”

Io lo intendo ironicamente, ma lo vedo commuoversi, e lo ripete ad alta voce.

Mica si commuove solo lui.

Venti imprenditrici e imprenditori cinesi si alzano in piedi davanti al volto del Grande Timoniere 伟大舵手 (rubo da Wikipedia).

E brindano con uno splendido vino ungherese, e con un Amarone veneto, al Timoniere cui qualcuno attribuisce cinquanta milioni di morti.

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384 risposte a “Tutto si decide a tavola”

  1. Miguel Martinez scrive:

    Provo a inaugurare i commenti, dicendo che sospetto che i commenti (almeno quelli pertinenti) saranno pochi. Perché alla Cina non si pensa quasi mai.

    Mentre ci portava al ristorante, Lai diceva – “noi siamo tanti e tanti rispetto all’Italia”. Per ogni italiano, ci sono trenta, quaranta, boh, cinesi.

    E sono anche più svegli degli italiani. E sanno comportarsi con correttezza e intelligenza. E alle spalle hanno una potenza nucleare.

    La Cina dovrebbe essere la prima cosa a cui pensiamo, in fondo, no?

    • PinoMamet scrive:

      “saranno pochi. Perché alla Cina non si pensa quasi mai.”

      Beh no, é che sto mangiando una pizza con gli amici.
      E famme respirà! 😀

    • habsburgicus scrive:

      la scelta del giorno in cui pubblicare il tuo ottimo post (al livello di quelli dei tempi d’oro) naturalmente non l’hai scelta a caso 😀 giacché tu, e tutti qui in questo blog, ben sapete che il 1° giorno del decimo mese dell’anno 38 della Repubblica (minguo), per noi (e da ALLORA ma solo da allora anche per i cinesi) “1949”, il sullolodato Mao proclamò a Pechino la Zhongua Renmin Gongheguo (Repubblica popolare cinese) che oggi compie 74 anni 😀 en passant, oltre lo Stretto, quella che un tempo si chiamava orgogliosamente “Repubblica di Cina” (Zhonghua Minguo o se volete Chung-hua Min-kuo in Wade Giles) e che oggi mantiene stancamente questo nome ma vorrebbe potersi chiamare “Repubblica di Taiwan”, si festeggia un’altra data ravvicinata, il 10 ottobre (il “Doppio Dieci”)..infatti il 10 ottobre 1911 d.C (all’epoca una data cinese a me ignota, scusatemi -più o meno 20/25 del IX mese lunare- dell’anno 3 dell’Era di Xuantong [si, colui che Bartolucci immortalerà, insomma Pu Yi l’ultimo Imperatore]) scoppiò a Wuhan [ove 109 anni più tardi si manifesterà il Covid..tout se tient :D] la rivoluzione che abbatté i Qing (1644-1912) e diede vita alla Cina repubblicana, dapprima (1912-1928) sotto la bandiera dei 5 colori poscia (dal 1928) sotto la bandiera del Guomindang (simil-birmana :D) che è tuttora lo stendardo che sventola a Taibei vulgo Taipei
      la Cina è affascinante ! bisognerebbe rendere obbligatorio un esame di storia cinese per chi voglia fare qualsivoglia “carriera” umanistica 😀

    • habsburgicus scrive:

      La Cina dovrebbe essere la prima cosa a cui pensiamo, in fondo,

      @Miguel
      il vero problema dell’America è la Cina…NON la Russia
      qualche americano lo capisce
      un presidente americano “vero” dovrebbe “imporre” una “pace giusta” nell’area russa lato sensu intesa (insomma, obbligare i russi a capire che i popoli dell’ex-URSS non sono loro servi ma al contempo obbligare gli altri a riconoscere i diritti dei russi) e POI, utilizzare la nuova Russia (deputinizzata) come check nei confronti della Cina….molto difficile, lo ammetto..ma quelli manco ci provano, andando dall’estremo del filo-putinismo (i “realisti”) all’altro estremo della russofobia passando per improvvisazione e follie varie 😀

  2. Miguel Martinez scrive:

    “Perché alla Cina non si pensa quasi mai.”

    Paese che produce robaccia che consumiamo tutti e poi ci vergogniamo; paese dove tutti sono robotizzati; e poi?

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “E’ un’altra cosa che mi colpì, oltre vent’anni fa, a Shanghai, il fatto che i cinesi non sono tesi. A volte, ti sembrano quasi napoletani.”

      Vero? È stata una cosa che ha colpito tantissimo anche me, quando sono stato “quasi coinquilino” di dei cinesi!

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Non so perché, ma è finito in coda a un commento.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Martinez

        Forse è vero che a Cuba non c’è il paradiso
        e non vorremmo essere in Cina a coltivare riso…

        https://youtu.be/dKYDf7gj3SY?si=565qD1vbtgpB49s0

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Fuzzy scrive:

          https://it.ripleybelieves.com/cuba-exports-and-imports-1401

          Ho sempre pensato che Cuba fosse un paese quasi autarchico, ma recentemente in questa narrazione qualcosa non quadra.

          La Cina per quello che ricordo, a un certo punto aveva raggiunto una certa stabilità economica e sociale basata sulla sufficienza agricola. Tanti piccoli campi per infiniti piccoli agricoltori laboriosissimi. Questo prima della globalizzazione, poi è venuta fuori una classe media sostanzialmente simile a tutte le classi medie del mondo. Cioè
          tarme devastanti.

          • Francesco scrive:

            prima della globalizzazione, se ricordo, la Cina era poverissima e con un sistema politico tra il caotico e lo stocastico

            o intendi prima dell’arrivo degli occidentali nel XIX secolo?

            • Fuzzy scrive:

              Tra il dopo Mao e il 2000
              https://www.esquire.com/it/news/politica/a29322805/repubblica-popolare-cina-70-anni/
              Ricordo malamente un vecchio libro di Napoleone Colajanni “La cina contemporanea” scritto nel 1994. Si parlava appunto di questi piccolissimi terreni equamente distribuiti.
              L’industrializzazione vera e propria è arrivata nel 2000 circa.
              Su Tienanmen azzardo, perché di storia so poco. A naso direi che all’epoca era una protesta che non proveniva dal mondo contadino, ma più che altro da studenti, operai e intellettuali. In quello stesso anno stava crollando l’Unione Sovietica (per noia).

              • Fuzzy scrive:

                “La riforma dell’agricoltura fu la condizione per arrivare a quello che oggi è la Cina”.
                Scrive Colajanni nel 1994, quando ancora non era partita l’industrializzazione selvaggia.
                Da agricoltura collettivista a semi privatizzata basata sulle
                famiglie.

              • Francesco scrive:

                l’agricoltura dei piccoli appezzamenti ha rendimenti bassi ed espelle contadini dalla campagna più che i cattolici dalle chiese il CV2.

                ma chiedo a Maurizio che mi pare sia l’esperto: ogni volta che la divisione dei fondi agricoli diventa eccessiva, il contadino non ce la fa a produrre abbastanza per la sua famiglia?

                i contadini cinesi sono scappati in città a centinaia di milioni, questo lo so.

              • Fuzzy scrive:

                Na, na, a pag 57 dice
                “L’effetto delle riforme fu un aumento della domanda da parte delle campagne che scosse
                tutta l’economia, un aumento del tasso di natalità tale da preoccupare il governo, un aumentodi produttività tale da causare persino una sovrabbondanza di mano d’opera”.
                Notare che prima di queste riforme agrarie nelle campagne
                si usava ancora il baratto.

              • Francesco scrive:

                Ci credo ma di solito questa crescita impetuosa, dovuta al passaggio dalle imprese agricole statali alla libera iniziativa dei contadini, si scontra molto presto col limite “fisico” della quantità di terre coltivabili.

                Ma, ripeto, non è il mio campo.

  3. PinoMamet scrive:

    ” A volte, ti sembrano quasi napoletani.”

    A volte?
    Non so in Cina, perché non ci sono stato mai; ma in Italia (o in America) i cinesi mi sono sempre sembrati napoletanissimi (cioè “iper italiani”), per un sacco di abitudini.

    Per la rilassatezza, certo, per l’importanza data alle relazioni umane nel senso proprio terreno, popolaresco, legato alla terra (= terronico), compresa specialmente la tavola; per i “santi” o dèi che siano, colorati, popolareschi, pacchiani, messi a guardia dei locali o delle abitazioni;
    per un certo disordine degli ambienti, a volte notevole nei magazzini e negozietti;
    persino per i botti con cui festeggiano le ricorrenze!

    Tutto il contrario dell’ordine e della pulizia, e dei rapporti umani freddi e formali, dei giapponesi, nonostante il Giappone sia per tanti versi il “gemello diverso” dell’Italia.

    Giapppone gemello diverso; Cina fratellone troppo simile e troppo grande.

    Corea, chi se li incula. Piacevano giusto alle ragazzine che guardavano i cantanti coreani con la faccia europeizzata e i capelli tinti di biondo
    (“Mi ricordo di te! Tu eri quello biondo, con la faccia da pirla…”
    “Ma io non sono biondo”
    “Allora ricordo fortemente la faccia!”)

    • PinoMamet scrive:

      I coreani, che hanno fatto diversi film inguardabili alla Kim Ki Duk (un amico cinefilo ci costrinse alla visione) e diversi film iper violenti, per me inguardabili uguale; alla fine hanno fatto dei film interessanti come Parasite.
      Che non rinuncia a essere violento.

      Hanno un’ironia più greve e marcata di quella dei giapponesi, e in genere ci vanno giù belli pesanti. Si capisce che sono ancora un paese fortemente contadino e militare: da caserma. Però vogliono presentarsi infighettati.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Pino Mamet

        “I coreani, che hanno fatto diversi film inguardabili”

        Bellissimo Perché Bodhi Dharma è partito per l’Oriente?

        • Moi scrive:

          Perché Bodhi Dharma è partito per l’Oriente?

          ……………………

          Questo, forse vi stupirà, manca a me … cercherò di recuperarlo.

      • PinoMamet scrive:

        Ce l’ho presente, bello e poetico. Lento.
        Non ho mai capito il rapporto con Primavera estate autunno inverno e ancora primavera, di una ventina di anni dopo e un altro regista, che però ha in buona parte gli stessi temi…
        Ma questo mi piace, che facciano cioè una specie di “tema” che ognuno svolge a modo suo.

        Il buddhismo zen coreano è poco noto.
        Quello giapponese è sbarcato in America, sputtanato da D. T. Suzuki e spiegato anche troppo bene da Watts;
        portato in Francia da Deshimaru Roshi e in Italia prima di tutto dal nostro Guareschi (l’abate zen, non lo scrittore) per la scuola Soto;
        La scuola Rinzai da altri, ma mi paiono dei fighetti.

        La versione vietnamita, di nuovo in Francia da Thich Nhat Hanh (controllate le acca), popolarissimo autore di frasi-perugina buddhiste;

        Quello cinese credo si sia mescolato ad altre scuole buddhiste, poi virtualmente cancellato dalla Rivoluzione culturale, quello di oggi non si capisce se sia vero o tarocco; ma trattandosi di buddhismo, e non di cristianesimo, non ha troppo importanza.

        ma i coreani? Boh.

        • Moi scrive:

          Mi sento di consigliare (titoli internazionali) :

          A Taxi Driver (2017)
          [sic … no, è sul Massacro di Gwangju : niente taroccature di Hollywood]

          Castaway On the Moon (2009)

          Chilsu & Mansu (1988)

          Mabu / A Coachman (1961)

          Obaltan / Aimless Bullet / Stray Bullet (1960)

          The March of Fools (1975)

          The Oldest Son (1984)

          … a parte i primi due , abbastanza recenti , gli altri ci sono o c’erano gratis interi su Youtube.

          ——————

          come registi moderni, oltre a Bong Joon Ho … Park Chan Wook

      • Lucia scrive:

        “nonostante il Giappone sia per tanti versi il “gemello diverso” dell’Italia.”
        Eh no dai dai dai* questa spiegacela
        *in Germania cerco di ricordarmi di precisare ai possibili astanti che con questo interloquire non sto augurando ai miei figlioli la morte, bensì esortandoli a sbrigarsi

  4. Moi scrive:

    A quanto ne so, a Corea da sempre si ritiene una sottomarca o della Cina (fino all’ Ottocento) prima e del Giappone (dal Novecento … ) in poi. K-Pop ? … Insulso. Gli “Aeni” … “Anime” in versione “euualà : origginali, garantiti , ricaricabbili e non” [cit.] , praticamente.

    Tuttavia credo che stiano emergendo molto culturalmente nel cinema … forse vi diventeranno per prestigio l’ equivalente del Giappone nell’ animazione.

    Cmq non c’è solo Parasite , anche se il Boom in Occidente è iniziato da lì …

    La prima volta l’ ho visto in Italiano in 4 gatti 🙂 ! Pensai, già durante la visione, che fosse paragonabile al miglior Sordi e Manfredi … quindi Gianni Morandi in colonna sonora l’ ho trovato , diciamo, probabilmente il vero significato di “awesome”. Da Italiano Emiliano Bolognese (anche se NON Montanaro), poi … La seconda volta, in Coreano sottotitolato MA gremito : tempistica perfetta , subito dopo l’ Oscar e subito prima del Covid in Italia.

    A Firenze c’è regolamente un Festival di Cinema Coreano … moderno, senza “fisime” da Stati Uniti sul politically correct; anzi : mostrando spesso la crudezza impietosa del Mondo Reale .

    C’è pure almeno un canale anche in Youtube che ne raccoglie molti, vecchi, con sottotitoli in Inglese e altre lingue Europee, Italiano incluso. Basta cercare per titolo … in Inglese e impostare la durata > 20 minuti.

  5. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Non sapete (Tu, Paniscus, pargoli …) usare i “bacchetti” 🙂 ? … Non l’ avrei mai immaginato : così poliglotti e cosmopoliti !

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Non sapete (Tu, Paniscus, pargoli …) usare i “bacchetti” ”

      Di solito sì, ma quelle rettangolari, che si incastrano bene l’una sull’altra, al ristorante ne avevo solo di cilindriche, che scivolavano l’una contro l’altra, e mi sono perso!

      • Moi scrive:

        Ah, bo’ … par mé i én prez’is, a livello operativo.

        Cmq, tradizionalmente, al Ristorante Coreano li danno in ferro con un “mestolino” per il “suppone” del “kimchi”.

        • Moi scrive:

          NON ci sono differenze rigidissime, ma a quanto ne so :

          i bastoncini appiattiti o a prisma servono per far meglio presa nelle zuppe (infatti sono tipici Coreani) quelli Cinesi sono in genere più lunghi e sottili “da carne” , quelli Giapponesi più tozzi e corti da pesce / frutti di mare.

          Per evitare coltelli a tavola (secondo alcuni sarebbe una misura di sicurezza per quando si litiga fra commensali …) ti servono in pezzettini già fatti.

          Curiosamente, queste “differenze” tendono ad accentuarsi fra “Asiodiscendenti” (o come si dice) in USA … ma fra in patria o in altri Paesi dove immigrano, sostanzialmente frega niente.

          • Moi scrive:

            In Vietnam è praticamente come in Cina del Sud … poi ho letto che in Thailandia NON ci sono, MA hanno preso a metterli per i “Farang” : che li richiedono e ci rimangono male quando si sentono rispondere che in Thailandia tradizionalmente NON si usano.

    • paniscus scrive:

      “Non sapete (Tu, Paniscus, pargoli …) usare i “bacchetti” 🙂 ? … Non l’ avrei mai immaginato “——

      Premettendo che alla cena in questione io non c’ero, ma effettivamente sì, ammetto con trasparenza che non solo non so usare le bacchette, ma che non me ne è mai importato niente di provare a imparare a usarle!

      Sinceramente, non ci ho mai visto nessun aspetto poliglotta, multietnico o cosmopolita, ma solo un’occasione di mangiare qualcosa di diverso dal solito a puro scopo di sfizio e rilassamento, quindi perché mai dovrei complicarmi la cena, facendo fatica per usare roba che per me è scomoda, e sentendomi pure frustrata per il fatto di riuscirci male?

      Evidentemente io e Miguel (in esperienze giovanili completamente separate) abbiamo avuto un’impressione completamente diversa sulla “moda” dei ristoranti cinesi esplosa negli anni ottanta in Italia.

      Per me, era solo un’occasione conviviale, con amici studenti, che costava poco, un’alternativa alla pizzeria, con qualche sapore più originale (l’unica volta che ricordo di esserci andata con i miei genitori, da adolescente, rimasero sconcertati perché i cinesi “usavano il riso come contorno”, quando lo sanno tutti che “il riso è un primo” !)

      • Moi scrive:

        Io invece sentivo dire che i Cinesi “usano il riso al posto del pane” 🙂 … non sbagliatissimo, in fondo.

        • Moi scrive:

          Ci sono parecchie “etichette”, nell’ uso dei “bacchetti” (in Emilia Romagna, si declinano tradizionalmente al maschile) diacroniche, diatopiche e diastratiche …

          Ci sono due modi base: uno a pinzata ampia e uno a pinzata più limitata … in teoria in base alle dimensioni del boccone, in pratica in base a cos’è più comodo. Sempre in teoria, l’ impugnatura “alta” sarebbe più difficile … in pratica, se non ci pensi non te ne accorgi .

      • PinoMamet scrive:

        Boh, io li ho sempre usati semplicemente perché li davano e volevo provare, le prime volte, l’esperienza completa, per così dire; poi per abitudine.
        Con un po’ di fatica ma ok.

      • Peucezio scrive:

        Pan,
        “Premettendo che alla cena in questione io non c’ero, ma effettivamente sì, ammetto con trasparenza che non solo non so usare le bacchette, ma che non me ne è mai importato niente di provare a imparare a usarle! ”

        Idem.

    • Roberto scrive:

      Moi

      “Bacchette”

      Noi ce le abbiamo anche a casa in modo da non usare quelle usa e getta

      • Moi scrive:

        … anch’ io ho delle bacchette (di vario tipo e dimensione) oltre alle posate Occidentali. Sono inoltre utili più di un cucchiaio per emulsionare, tipo limonata.

  6. Moi scrive:

    https://koreafilmfest.com/

    Florence Korea Film Fest – Da oltre vent’anni la meta del Cinema Coreano in Italia

    ——————–

    Mai stato … ma ne ho visti alcuni: qualcosa nei cinema di Bologna arriva … cineclub, “circuiti” cinematografici, o parrocchiali inevitabilmente”convertiti” 🙂 a cineclub.

  7. Ugo Bardi scrive:

    Tutto vero, Miguel. Sono tornato da Shanghai ieri — e sono ancora sotto shock. C’è un intero mondo, laggiù, di cui conosciamo molto poco. Ma è un mondo bello, interessante, strutturato, con un’incredibile cultura sullo sfondo. E, invero, molte cose si decidono a tavola. E sull’aereo mi sono visto uno splendido film di kung-fu: tanto ingenuo quanto profondo; così semplice, e così elegante. Quando hai qualcosa di vero da dire, viene fuori. E i cinesi ne hanno di cose da dire. Purtroppo, mi sa che pochi di noi siano disposti ad ascoltare.

  8. Ugo Bardi scrive:

    Comunque, tanto per dare un’idea dell’atmosfera di Shanghai, ero lì che cercavo di far funzionare un distributore automatico, cosa quasi impossibile se non riesci a leggere le istruzioni in cinese. Si è avvicinato un signore che passava di lì, e mi ha offerto la Pepsi che stavo cercando di tirar fuori, pagandola con il suo telefonino. Quelle piccole cose che ti fanno tornare un po’ di fiducia nell’umanità.

    • Moi scrive:

      In teoria si può usare Google Lens … SE traduce in Chinglish, si resta a bocca asciutta ma le risate sono garantite !

      • Ugo Bardi scrive:

        Google è straproibito in Cina. Tutto quello che ha a che vedere con Google è bloccato. Me ne sono accorto con grande orrore perché io, invece, sono molto googlizzato. Non mi funzionava assolutamente niente

        • habsburgicus scrive:

          con una VPN si può aggirare il divieto o è fatto in modo da essere a prova delle migliori VPN tipo Express VPN ecc ?

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Ugo

          “Google è straproibito in Cina.”

          Le nostre amiche usano tutte “Wechat” per comunicare tra di loro (e hanno coinvolto anche le amiche italiane). Non so cosa usino come motore di ricerca.

          • Ugo Bardi scrive:

            Si… Wechat è tutto in Cina. Ho dovuto installarlo anch’io, sennò ero completamente isolato. Fra le altre cose, mentre noi usiamo ancora i biglietti da visita su carta, loro quando si presentano si scambiano i Wechat via QR code. Molto meglio!

  9. Miguel Martinez scrive:

    In quel libro straordinario che è Congo di David Van Reybrouck, c’è un capitolo finale dedicato all’incredibile mondo degli imprenditori congolesi in Cina.

    Una combinazione pazzesca, ma foriera del mondo post-occidentale.

    • Francesco scrive:

      “imprenditori congolesi in Cina” mi farebbe pensare a signori della guerra che vendono cobalto estratto da bambini schiavi ai cinesi “perchè non rompono mai i coglioni con le fregnacce dei diritti umani”

      ma immagino sia colpa mia che sono reazionario e occidentocentrico

      Giusto?

  10. Moi scrive:

    Come già accennato nell’ altro post … se cercate “Asian Junk Food” , vi si apre un Universo che sfida continuamente i Limiti Umani della Commestibilità ! Specie la roba NON commercializzata in Occidente.

    … L’ opposto dello Halal o del Kosher (ch’ è ancora più restrittivo).

    Di solito, è roba che trovi in quei negozi di Alimentari ” China ” … ove però trovi prodotti anche del Vicinato 🙂 Giappone e Corea, ma anche Vietnam, Thailandia … perfino il (per loro) quasi-Occidente India-Pakistan ! Fino a qualche anno fa, ci andavano “solo loro” … poi dev’ essere scoppiata la moda nella Generazione Z, un po’ per Cosmopolitismo un po’ perché costa poco … NON saprei. Fatto gli è che ci van sempre più Italiani / Occidentali Europei / Anglofoni Bianchi (Erasmus o simili) .

    Invece gli Africani Neri hanno negozi a parte, per i prodotti loro … ove van solo quasi loro. I Nord Africani hanno per ovvi motivi negozi a parte con dicitura Halal. In realtà si possono trovare anche nei supermercati / discount …

    Per me, il cibo è cibo e non me frega niente. potenzialmente, tutto è mischionabile con tutto … anche se si ottengono “combo” strane o da ribrezzo per le tradizioni. D’altronde fanno così anche le culture. … ad esempio lo Hijab con “animalier” o Hello Kitty (sì. esiste !) , in teoria, è shirk !

    NON c’è di mezzo la religione, ma per molti Italiani (me compreso) pizza con ananas o capuccino a pranzo e cena … è un po’ come tramezzino matzah e gamberetti 🙂 o tajine di cinghiale 🙂 !

  11. Roberto scrive:

    “Mi spiegano che in Cina, tutto si decide a tavola.”

    Conoscete immagino il film (secondo me straordinario) “la meglio gioventù”?

    Ho letto una recensione molto positiva sul newyorker che aveva una frase che mi ha colpito “si ha l’imprese che in Italia ogni tragedia si affronta con un pranzo in famiglia”….per il film è verissimo, e mi sa proprio che racconta una cosa reale

  12. Moi scrive:

    Il buddhismo zen coreano è poco noto.

    [cit.]

    Lo Sindo , sottomarca locale 😀 dello Shintō Nipponico, ancor meno.

    神道

    しんとう

    신도

  13. Francesco scrive:

    Nessuno conosce Crash Landing On You? mi sono innamorato di due, se non tre, delle bellissima attrici. E mi sono divertito e commosso un migliaio di volte.

    Mia figlia adora i telefilm coreani. Meno il Kpop.

    Ho anche conosciuto UN cinese rilassato, era di 20 anni più giovane di tutti gli altri che invece parevano molto ma molto tesi.

    Ah, non so se sapete che sono ipercapitalisti con qualche notevole traccia di fantasupernazionalismo. E sbucaltatori con un entusiasmo che Renzi spostati.

    Adoro i ristoranti cinesi, che però immagino conti molto poco. E non mi è affatto piaciuto il loro miglior romanzo di fantascienza, il Problema dei tre corpi, che ha vinto tutti i premi esistenti.

    • Ugo Bardi scrive:

      “Il problema dei tre corpi” non è piaciuto nemmeno a me. Sa un po’ di fantascienza anni ’50, scritto non particolarmente bene, troppo lungo e arzigogolato.

  14. PinoMamet scrive:

    Riassumiamo: capitalisti, nazionalisti e sbucaltatori.

    Beh, hanno tutto per piacerti!

    • Ugo Bardi scrive:

      Eh…? Che diavolo sono gli sbucaltatori?

      • Ugo Bardi scrive:

        Comunque, i cinesi sono capitalisti e nazionalisti — di sicuro. Per niente comunisti. Su feisbuk mi stanno trattando male dicendo che sono un amico dei comunisti cinesi. Ma’n dove? Comunisti de che? Se sono comunisti, lo sono altrettanto di Matteo Renzi

        • Francesco scrive:

          Temo che il regime politico cinese si qualifichi al 100% come comunista, però.

          A differenza di Renzi, che pare di un livello inferiore rispetto al comunismo.

          • PinoMamet scrive:

            Francesco, c’è un bel libro di Oliver Sacks sulle allucinazioni.
            Secondo me se guardi bene c’è anche il tuo caso.

            • Francesco scrive:

              Cioè la Cina non ha un regime politico comunista?

              forse non sono io ad avere problemi di rapporto con la realtà!

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “Cioè la Cina non ha un regime politico comunista?”

                E’ una domanda molto interessante.

                Anni fa, lessi una biografia di Mao, scritto da un’autrice cinese (anticomunista, ma molto ben documentata), di cui non ricordo il nome.

                L’impressione che ne ebbi è che Mao non fosse mai stato un “marxista” nel senso europeo, era molto flessibile e “cinese”, capace di adattarsi alle circostanze (e a ogni adattamente morivano dieci milioni di cinesi).

                Ho il sospetto che c’entri la lingua, fisicamente irriducibile alle strutture e ai riferimenti delle lingue indoeuropee: i termini che si inventano per concetti come “progresso”, “capitalismo”, “socialismo”, “classe” hanno rimandi lontanissimi dai nostri.

                Sicuramente Mao ha colto due elementi fondamentali della tradizione cinese: il valore magico del colore rosso (yang/sangue/vita/fortuna) e l’idea dell’esaurimento/rinnovamento – il Cielo nutre un regime per un certo periodo, poi quello si esaurisce, e ci vuole la Rivoluzione, che riporta l’Ordine del Cielo nel mondo.

              • Miguel Martinez scrive:

                Quello che non so, è quanto sia “socialista” il Partito Comunista cinese, che pure – e qui Francesco ha ragione – si dichiara marxista ancora oggi.

                Forse in Cina è comunque lo Stato alla fine a poter decretare tutto, anche la galera per i grandi miliardari, ma non so bene come funzioni.

            • PinoMamet scrive:

              Qualcuno lo ha definito capitalismo di Stato. Quanto a Renzi, sta al Comunismo come tu stai alle orge sataniste.

              • Francesco scrive:

                Pino

                io scrivo “regime politico”. non posso essere più chiaro.

                ciao

              • PinoMamet scrive:

                Per quanto mi riguarda il regime politico può chiamarsi anche Ciro o Impero Romano: sei tu il marxista tra noi (non fare così: è vero) e sai che è l’economia che conta…

              • Francesco scrive:

                Marxiano, non marxista.

                E neppure i marxisti azzerano lo spazio dei regimi politici come stai facendo tu per non riconoscere l’evidenza: il potere assoluto del Partito Comunista Cinese e, anzi, del suo Segretario, senza nessun diritto e nessuna garanzia per i cinesi.

                Io credo non sia casuale che un regime simile esista sotto un partito che si dichiara comunista, invece che altro, benchè abbia concesso una certa libertà economica, in palese contrasto con le fallimentari prescrizioni economiche del socialismo.

                A quanto pare per te invece è solo una questione di nomi?

              • PinoMamet scrive:

                Ci sono miliardari e poveracci: per me è capitalismo, probabilmente meno peggio di quello americano perché immagino che i cinesi non debbano indebitarsi per curare una polmonite o prendere una laurea.

                Ma sempre capitalismo.
                Poi tu chiamalo come ti pare.

                Anche in America il numero di partiti è limitato, il potere del presidente estesissimo… saranno mica comunisti? 😉

              • Francesco scrive:

                Pino

                premesse che lo Stato cinese mi risulti pagare MENO cure sanitarie di quello USA, cosa c’entra “ci sono miliardari e poveracci” con il regime politico?

                Sono due cose diverse, molto diverse, non riesco a concepire che si faccia confusione. Sarebbe come confondere basket e calcio perchè ci son due squadre e un pallone.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Ugo Bardi

        “Che diavolo sono gli sbucaltatori?”

        Sbucaltare (o sbucheltare) in Maremma e dintorni: mettere tutto sossopra, in genere alla ricerca di qualcosa che di solito non si trova.

        Per estensione, il sistema economico mondiale, a partire da chi cerca di sbucaltare la Piana per estendere l’aeroporto di Peretola.

        Sentito oralmente molte volte, si trova pochissimo sui motori di ricerca.

      • Peucezio scrive:

        Ugo,
        “Eh…? Che diavolo sono gli sbucaltatori?”

        Ma non è una cosa che dite a Firenze? Noi forestieri la sappiamo da Miguel, che la dice sempre.

        Sarebbero quelli che realizzano ciclopiche infrastrutture intervenendo in modo violento sul paesaggio e sull’equilibrio idrogeologico ed ecologico di un territorio.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Peucezio

          “Ma non è una cosa che dite a Firenze?”

          Preciso…

          sono io che ho preso questo verbo toscano “sbucaltare” sentito tante volte (ma forse non tanto fiorentino) e l’ho trasformato in “sbucaltatore”, con la definizione che tu hai precisamente dato.

    • Francesco scrive:

      Manca quel piccolo dettaglio che ai miei occhi fa la differenza: democratici.

      Capisco che sia un vezzo di pochi, come direbbe il prof Hasburgicus, ma per me rimane fondamentale.

      • PinoMamet scrive:

        Francesco, dai, per favore.

        Sei un bravo ragazzo, ma non fare il santo. Non fare il personaggione.

        A te della democrazia non è mai importato niente.
        Ti piaceva Pinochet, che ha fatto ammazzare e torturare migliaia di persone, perchè “ha salvato il Cile dal rischio delle nazionalizzazioni”.
        Brrr, le nazionalizzazioni, rabbrividiamo.
        Valeva senz’altro la pena metterci una bella dittatura militare, no?

        Ti piace Zelenski, che per difendere la democrazia mette fuori legge le opposizioni, per difendere le minoranze mette fuori legge le loro lingue, e per difendere la pace proibisce di parlare di pace.
        Ah, ma è invaso da Putin, quindi è buono. Benissimo: ma non parlarmi di democrazia, per favore.

        Abbi un po’ di buon gusto, almeno.

        • Francesco scrive:

          beh Pino, capisco che ti senta la coda di paglia ma non giocare a fare il De Vita!

          ho sempre accordato una (minima) apertura di credito a chi combatteva aspiranti dittatori comunisti, con una tale quantità di dubbi e distinguo da rendermi del tutto inutile ai loro fini.

          ciononostante, la vulgata di sinistra è insofferente a qualsiasi domanda, illazione, dubbio. mi manca che mi si dia del nazista perchè ho provato a chiedere se, senza rivoluzione bolscevica, ci sarebbero stati i regimi fascisti e nazista.

          e nonostante le tue proteste resto a chiedermi se il Cile di Allende sarebbe una democrazia oggi, anzi dal 1990. e quando Cuba lo diventerà.

          e mi pare di averne ben donde, cazzo.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Francesco

            “De Vita”

            Prima di tutto, mi chiamo Di Vita.

            Inoltre, le élites al potere negli USA stanno alla democrazia come quelle corrispondenti dell’URSS al socialismo. Se ne riempiono la bocca ad ogni piè sospinto, per poi fare quello che vogliono.

            E non parlo solo di Mossadegh, di Arbenz, di Batista o dell’amichetto di Wojtyła. O dei giri di valzer con noti difensori della democrazia come
            Karimov, Somoza e Salazar, o del sostegno indefesso alla permanente spoliazione sionista dei Palestinesi, o dell’aggressione agli Iraqeni e agli Afghani.

            No, parlo proprio del fatto che l’esercizio dei diritti di un cittadino in un paese democratico è sempre stato appannaggio di pochi all’interno degli stessi USA. Tralascio cose da giuristi come il gerrymandering o le leggi Jim Crow; mi basta ricordare che fra gli Statunitensi parecchi non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena pur avendo un lavoro – per non parlare dell’assistenza sanitaria, della qualità dell’alimentazione ecc.

            https://eticaeconomia.it/diseguaglianze-e-poverta-negli-stati-uniti-il-diritto-nord-americano-un-robin-hood-al-servizio-del-ricco/

            Il tutto nel paese che non solo è il più ricco del pianeta ma che è anche quello che dispone della maggior concentrazione di armi della storia umana.

            Rimane vero per gli USA quello che Pertini disse dell’Italia: “La libertà senza la giustizia sociale non è che una conquista fragile, che si risolve per molti nella libertà di morire di fame.”

            E che la gente capisca questo è una preoccupazione costante delle élites Statunitensi

            https://parentesistoriche.altervista.org/socialismo-costituzioni/

            La “democrazia reale” Statunitense è una minaccia tanto reale quanto lo fu il “socialismo reale” Sovietico.

            L’umanità si libererà anche di questo.

            Spero solo che faccia presto, perché se no davvero rischiamo l’estinzione.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              Scusa per l’errore di citazione!

              Per il resto, mi basta il fatto che tu citi Pertini per sapere di avere ragione io.

              E sono serissimo: nello scontro tra liberali e socialisti del 1800 avevano ragione i primi e torto i secondi.

              PS sul jerrymendering, mi chiedo se non sia materia per le intelligenze artificiali. Smantellarlo, intendo.

              • roberto scrive:

                francesco

                “nello scontro tra liberali e socialisti del 1800 avevano ragione i primi e torto i secondi”

                questa cosa può essere forse al limite da discutere per il 2000, ma nel 1800 da un lato avevi padroni semi schiavisti e dall’altro quelli che consideravano che tutto sommato un operaio non è una bestia da soma

              • Francesco scrive:

                io parlo di liberali e di importanza delle garanzie politiche per i singoli individui e per le minoranze, a fronte della disponibilità dei socialisti a sacrificare questi valori alle loro idee di progresso.

                mentre sul lato economico ti do ragione

              • roberto scrive:

                francesco

                “io parlo di liberali e di importanza delle garanzie politiche per i singoli individui e per le minoranze,”

                non voglio insistere per una volta che siamo daccordo su qualcosa 🙂 ma…io parlo proprio di diritti dei lavoratori, tipo la settimana di 48 ore e non 60, il limite di ore giornaliere di lavoro da 12 a 8, qualsiasi cosa che ha a che fare con sicurezza e igiene al lavoro, ferie, protezione delle donne, dei ragazzi…cioè qualsiasi cosa che distingue l’inghilterra dickensiana dal mondo moderno (nonostante questa differenza tende ad affievolirsi..)

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “diritti”

                Francesco, io capisco che da buon ciellino tu concordi con Dante e pratichi quella che lui definiva ‘sostanza di cose sperate ed argomento delle non parventi’…

                …ma mi vuoi spiegare che se ne fa che se ne fa delle ‘garanzie politiche per i singoli individui’ il ‘singolo individuo’ che arriva a stento a mettere insieme il pranzo con la cena e che è esposto ai peggiori ricatti occupazionali?

                E’ proprio sesso degli angeli!

                Anche e soprattutto nell’Inghilterra di Dickens queste ‘garanzie politiche’ ce l’avevano in pari misura l’operaio in miniera e il banchiere che lucrava su quelle miniere. Un operaio poteva licenziarsi e cambiare lavoro come voleva. L’operaio era certamente più libero che ad esempio in Germania Est. E si vede che razza di paradiso fosse, lo Stato liberale! Si vede come mangiava e come erano più sani i suoi figli, a Liverpool rispetto a Karl-Marx-Stadt!

                Tu mi dirai: ma la Germania Est non esiste più, l’Inghilterra è ancora lì.

                Allora passiamo alla Cina, cioè alla maggiore storia di successo nel sollevare milioni di persone dalla miseria. In Cina proprio sotto il controllo del Partito si è impedito quella fuga incontrollata di capitali dall’economia reale alla fuffa finanziaria che affligge gli USA e i loro vassalli.

                Per capirci, pensa se la crisi di Evergrande invece di verificarsi in Cina si fosse scatenata in una qualunque delle Tigri asiatiche o nell’anglosfera di obbedienza liberista.

                Come massa monetaria coinvolta, Evergrande è un disastro anche maggiore di Lehman Brothers.

                Ma le conseguenze sull’economia mondiale sono molto meno catastrofiche.

                Ripeto: o socialismo, o barbarie.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • roberto scrive:

                andrea,

                tu sei l’opposto di francesco….dai comparare l’inghilterra del 1800 con la germania dell’est del 1960 per dire che nella seconda vivemano meglio che nella prima non ha nessun senso….metti sulla bilancia germania dell’est del 1960 e germania dell’ovest del 1960 e discutiamone

              • Francesco scrive:

                >>> mi vuoi spiegare che se ne fa che se ne fa delle ‘garanzie politiche per i singoli individui’ il ‘singolo individuo’ che arriva a stento a mettere insieme il pranzo con la cena e che è esposto ai peggiori ricatti occupazionali?

                Beh, non so, la storia del laburismo britannico dal 1800 a oggi? 😀

                Davvero, è per me divertente poter usare come argomento il successo dei sindacati, dei partiti, dei giornali, degli intellettuali di sinistra nel cambiare le società occidentali senza dover rinunciare alla libertà politica.

                Più che venire nel mio carrugio, sei venuto a piedi da Venezia a Genova!

                Mi sa che devo correggere una mia precedente affermazione: tra socialisti e socialdemocratici hanno avuto ragione i secondi.

              • habsburgicus scrive:

                metti sulla bilancia germania dell’est del 1960 e germania dell’ovest del 1960 e discutiamone

                ATR=accordo totale con Roberto !

              • paniscus scrive:

                ADV (per Francesco) ha detto:

                …ma mi vuoi spiegare che se ne fa che se ne fa delle ‘garanzie politiche per i singoli individui’ il ‘singolo individuo’ che arriva a stento a mettere insieme il pranzo con la cena e che è esposto ai peggiori ricatti occupazionali?—–

                Che poi è sostanzialmente quello che oggi si sta ripresentando “al contrario”, a seguito dell’invasività della cultura del narcisismo woke e sacralità del capriccio consumistico individuale .

                (al contrario, nel senso che 100 anni fa faceva scappare dai fronti “liberali” le fasce di popolazione più svantaggiate e le avvicinava al socialismo… mentre adesso le fa fa scappare dall’elettorato progressista e buttarsi a destra)

                Parafrasando:

                il ‘singolo individuo’ che arriva a stento a mettere insieme il pranzo con la cena e che è esposto ai peggiori ricatti occupazionali,

                che se ne fa del diritto individuale, sì, individualissimo…

                …alla carriera alias, all’utero in affitto, alla lista di pronomi alternativi o dell* schwa, al riconoscimento anagrafico di due padri, alla mensa scolastica vegana, o all’esonero dallo studio del Manzoni perché bigotto e patriarcale?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Roberto

                “opposto di”

                Beh, se è per questo non è nemmeno corretto stabilire un paragone fra la Germania Ovest del 1960 ricostruita coi soldi del piano Marshall forniti da un paese uscito indenne dalla guerra da una parte e dall’altra parte la Germania Est mutilata di un terzo del suo territorio più produttivo e sostenuta da un paese che aveva avuto venti milioni di morti e il cinquanta per cento dell’industria distrutto.

                Comunque anche le tanto vantate conquiste socialdemocratiche si sono avute fin quando le élites occidentali hanno avuto bisogno di contrastare la propaganda Comunista.

                Non appena divenne chiaro che l’URSS non reggeva il ritmo cominciò il famoso ‘riflusso’.

                E negli USA, dove la paranoia antiComunista (è) sostenuta da un acceso nazionalismo, non si sono avute nemmeno quelle conquiste socialdemocratiche. Il consenso di massa lì lo si è costruito con Hollywood e la Bibbia, mica col welfare.

                Ecco perché per il nostro futuro dalle nostre parti abbiamo bisogno come l’aria di un severo ridimensionamento degli USA.

                Se no diventiamo come loro, ghetti, sanità privata e tutto.

                Pero’ “democratici”, vuoi mettere.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ paniscus

                “che se ne fa”

                OAAP!

                Completamente d’accordo.

                Crollato il Muro, la sinistra ha semplicemente rinunciato alla sua struttura ideologica, considerata superata perché rigida: come se un corpo umano rinunciasse al proprio scheletro.

                Ma come un corpo umano ridotto al suo scheletro è semplicemente morto, così la sinistra – che, lo ripeto, alla base altro non è che la negazione del dogma della proprietà privata dei mezzi di produzione – abbisogna dell’ideologia come un essere umano delle sue ossa.

                Il woke sta all’ideologia della sinistra come il costume di carnevale di Zorro sta all’eroe dei fortunati telefilm Disney.

                Un’arma di distrazione di massa, insomma. Un prodotto dell’industria culturale Statunitense, appunto.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • paniscus scrive:

                “francesco

                “io parlo di liberali e di importanza delle garanzie politiche per i singoli individui e per le minoranze,”
                —————

                I singoli individui e le minoranze?????

                E allora perché esalti tanto il liberalismo degli USA,

                che hanno mantenuto la schiavitù dei neri per 100 anni dopo la fondazione, e che hanno mantenuto la segregazione razziale di scuole, ospedali e mezzi di trasporto per bianchi e neri per altri 100,

                per non parlare di come hanno trattato gli americani di popolazioni native?

              • Francesco scrive:

                >>> Non appena divenne chiaro che l’URSS non reggeva il ritmo cominciò il famoso ‘riflusso’.

                Posso obiettare fortemente a questa ridicola e falsa ricostruzione storica?

              • Francesco scrive:

                x Prof

                ho più volte espresso il mio apprezzamento per la capacità dei paesi liberali di esprimere critiche all’operato dei loro stessi governi, fino al punto di ottenere cambiamenti politici.

                Il caso del razzismo USA contro i negri mi pare da manuale: il paese è razzista, in larga parte, ma il sistema – per effetto dei principi liberali su cui si basa – lavora contro quel razzismo. Piano piano, lasciando noi europei agitiamo i nostri ditini, ma lavora in quel senso.

                Ma è solo un esempio possibile, tra i molti, della capacità di autoriforma dei paesi democratici.

              • Peucezio scrive:

                Francesco,
                vediamo se ho capito come funziona.

                Se le porcherie le fanno gli altri, che schifo! Non sono compensate dai vantaggi o dalle buone intenzioni.
                Se le fanno gli americani, eh sì, ma poi, alla fine le criticano, pensa che bravi!

                (peraltro sviluppando l’isteria opposta, come ci insegna il buon Moi)

            • PinoMamet scrive:

              Quando non sai che dire, la butti sul personale.
              “Ah, citi Pertini, allora ho ragione io”.

              Ma, seriamente, credi che qualcuno ci caschi?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “liberali”

                Nella ferocemente antisocialista Italia di fine Ottocento, come puoi vedere nell’archivio della Fondazione Ansaldo a Genova, gli operai subivano una disciplina militare e ricevevano una paga appena sufficiente alla sopravvivenza.

                Fu allora che si capì una di quelle verità eterne quanto il teorema di Pitagora:

                o socialismo o barbarie.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                “ci caschi”?

                non sento bisogno di argomenti fini a fronte della barbarie socialista.

                e non sto scherzando: questi pensano con una tale rozzezza che stare a dettagliare perchè e percome hanno torto è un’opera di carità che mi eccede.

                le puttanate sulla democrazia sostanziale contrapposta a quella liberale le lascio passare senza ribattere perchè ritengo che siano al 99% in malafede.

              • PinoMamet scrive:

                Bella scusa, Francé.

                Mi dispiace dirlo perché politica a parte penso che tu sia una brava persona;
                ma quando si parla di politica, a me, e lo dico davvero, pare che tu sia La Malafede fatta ciellino.

              • Francesco scrive:

                posso solo difendere i ciellini? loro è dai tempi di Mani Pulite almeno che sono per i partiti popolari e per la democrazia sostanziale

                molto poco liberali e liberisti, in questo io sono un eretico e una minoranza ristretta!

                ritengo che ogni volta che si parla di superamento della democrazia liberale si stia in realtà parlando di uscita dalla democrazia. che sia Conte o Orban, Chavez o Peron, poco mi interessa: io non la ritengo una buona idea

                ciao

        • PinoMamet scrive:

          Io non ho alcuna coda di paglia: di solito sostengo posizioni giuste e in modo imparziale.

          Tu ce l’ha con i dittatori solo se sono di sinistra, e qualche volta anche se non sono dittatori.

          Gli altri, gli amici degli USA tuoi padroni, hanno sempre scusanti.

          Prima di parlare, taci. Ci guadagni.

          • paniscus scrive:

            “Tu ce l’ha con i dittatori solo se sono di sinistra, e qualche volta anche se non sono dittatori.”—–

            Niente di nuovo, mi pare la stessa specie di quelli che sono convinti che in Italia abbiano comandato i comunisti per 50 anni, e che poi per fortuna è arrivato Silvio che ha interrotto questa intollerabile dittatura di sinistra…

            • Francesco scrive:

              veramente salvo gli anni di De Gasperi, io 😀

              ma dal centrosinistra in poi votare era quasi inutile, a meno di non essere di sinistra. potevi a malapena scegliere la gradazione di sinistra ma non c’erano alternative. ed era così solo in Italia.

              comunque io ce l’ho con tutti i dittatori, trovo che quelli di sinistra in generale abbiano la tendenza a restare al potere più a lungo, a fare più danni lasciandosi dietro paesi in rovina. questo per il dopoguerra, non voglio generalizzare.

              preferisco le democrazie.

            • PinoMamet scrive:

              In Italia hanno governato cinquanta anni i democristiani.
              Adesso salta fuori che invece erano comunisti… pensa te.

              • Francesco scrive:

                erano il centrosinistra: a te pare poco, a me troppo!

              • paniscus scrive:

                Perché… tu fino agli anni 90 non li votavi, i democristiani classici di una volta?

              • Francesco scrive:

                Credo di averli votati una volta, da piccolo, alle prime elezioni. E basta.

                Decisamente troppo molli, troppo indecisi, troppo di sinistra, troppo spesa pubblica.

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                “In Italia hanno governato cinquanta anni i democristiani.
                Adesso salta fuori che invece erano comunisti… pensa te.”

                Sì, direi che a partire dagli anni ’60 più o meno c’è stato un potere politico-economico democristiano (cioè essenzialmente cattolico progressista non estremista) e un conformismo culturale di sinistra, che però fino più o meno agli anni ’80 ha prodotto anche cose molto valide (di sinistra erano Pasolini, Calvino, Moravia, i grandi registi, ecc. ecc.).

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                ” un conformismo culturale di sinistra”

                Qui si fa molta confusione.

                Esiste certamente una “cultura di Sinistra”, che si fonda su un grande ottimismo sulla natura umana, sull’idea di progresso ottenuto con gli sforzi umani. E che piace agli umani, perché dice, “voi umani siete il meglio del meglio”. E piace ancora di più, perché compatisce pure me che sono nato stonato.

                Poi esisterebbero MILLE altre culture, la Sinistra è solo una piccola sottoforma di cultura europea degli ultimi due secoli.

                In Italia, però le uniche altre “culture” o erano orali, o erano strettamente legate a istituzioni cattoliche in via di invecchiamento e disfacimento: ovviamente non è “di Sinistra” né il pastore calabrese, né il prete esorcista.

                Ma altre culture “non di sinistra” in Italia non sono mai esistite, a differenza del mondo anglosassone: pensiamo a Blake, a Ruskin, a Morris, a Orwell, a Tolkien…

                E se l’Italia non ha mai voluto produrre una cultura “non di Sinistra”, non è colpa della “dittatura di Sinistra”.

              • Miguel Martinez scrive:

                Anche la variegata cultura fascista in Italia, è stata in massima parte di “Sinistra”, a partire dagli esiti del futurismo e del dannunzianesimo.

                Qualche straccio di un’altra visione, forse in certe idee di Strapaese, nel corporativismo di Fanfani, nel giovane La Pira…

              • paniscus scrive:

                Francesco:

                “Credo di averli votati una volta, da piccolo, alle prime elezioni. E basta. Decisamente troppo molli, troppo indecisi, troppo di sinistra, troppo spesa pubblica.”—–

                Io ho votato per la prima volta nel 1989 (alle amministrative), alle elezioni politiche del 1987 ero ancora minorenne.

                Se non sbaglio, tu hai due o tre anni più di me, quindi alle politiche del 1987 votavi. La DC è campata per almeno 7 o 8 anni dopo.

                Davvero te ne eri distaccato immediatamente dopo averla votata una sola volta?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “Mille”

                Io la vedo più semplice

                Siamo un protettorato de facto, e ai tempi della guerra fredda questo significava avere un cinquantennio ininterrotto di governo DC.

                Logico che tutti i delinquenti siano finiti dove c’era la mangiatoia più grossa.

                Tutti quelli che non facevano parte di quelle cosche e che non avevano bisogno di santi in paradiso per trovare uno stipendio o evadere il fisco – una corposa minoranza di studenti, intellettuali, insegnanti e lavoratori dipendenti, ma non la maggioranza della popolazione – hanno finito per spostarsi a sinistra anche senza essere lontanamente “di sinistra”. L’intellighentsia è seguita a ruota, anche perché uno Scelba parlava di “culturame”. E la destra è sempre stata troppo nostalgica per attrarre i più. Né lo voleva granché, tanto da dover arruolare Tolkien nelle sue file.

                Era il tormentone di Totò: di fronte a ogni contrattempo nei suoi film ripeteva: “e poi dice che uno si butta a sinistra!”

                Ciò ha finito col diluire l’identità sia dei partiti di governo sia di opposizione. (Poche cose erano piu’ scialbe di un discorso di Natta). E col lasciare spazio dunque a cose che non avevano mai avuto fino ad allora diritto di cittadinanza, come il regionalismo razzista e il caro, vecchio fascismo.

                A sinistra non se ne sono ancora accorti, sembra.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “Io la vedo più semplice ”

                Oggi in Italia esistono:

                1) I Culturati che sono di Sinistra perché il Babbo aveva i soldi per mandarli a fare i progetti Erasmus in giro per il mondo: cioè è quella visione su centomila possibili nella storia umana, che crede che l’Individuo sia Sacro, che il Progresso sia Ineluttabile, che la Tecnica farà Felice l’Individuo, ecc. ecc

                2) la Gente Normale che si arrabatta a far campare i figlioli, sfugge dalle tasse che mantengono i nigeriani che gli insidiano la figliola, si incazza con i parassiti che hanno avuto la fortuna di poter studiare invece di farsi un mazzo così, che pensa sempre male, e si fa il fegato amaro, e che siccome esiste la Sinistra, si sente di Destra.

                Ovviamente è una visione falsata, perché è ANCHE vero che la psicologa trentenne educatrice precaria di Sinistra sta peggio dell’idraulico diciottenne di Destra.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “E la destra è sempre stata troppo nostalgica per attrarre i più. Né lo voleva granché, tanto da dover arruolare Tolkien nelle sue file.”

                Sono abbastanza d’accordo. Ma non spiega perché in Italia – a differenza dell’Inghilterra, dell’India, della Turchia, della Polonia – non esista in Italia una cultura “non di Sinistra”.

                Sempre che intendiamo per “cultura” qualcosa di diverso dal dire, “come vi permettete voi di giudicarmi!”

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                E poi se io mi guardo intorno vedo che la maggior parte dei Culturati con cui ho a che fare sono di destra o comunque molto poco politicizzati.
                E che alla maggior parte della gente che si arrabatta non gliene frega niente di sentirsi di destra: per lo più è leghista in maniera inerziale.

              • Peucezio scrive:

                Miguel,
                “Ma altre culture “non di sinistra” in Italia non sono mai esistite”

                Beh, non direi.
                Anche senza tornare troppo indietro (Dante, il Rinascimento, ecc. non c’entrano nulla con la sinistra ovviamente), la prima metà del Novecento in Italia è stata crociana. Liberale quindi, ma declinata secondo un umanesimo idealista tipicamente italiano con influssi teutonici. In ogni caso non di sinistra.

                Comunque la dittatura culturale della sinistra non è italiana, è occidentale.

                Inoltre non vedo cos’abbia di ottimistico la cultura di sinistra.
                È millenarista, catastrofista, moralistica, basata sul pessimismo antropologico e sull’irredimibilità dell’uomo e del mondo.
                Sostanzialmente è una forma di neo-catarismo ultranichilista.

                Ciò di cui parli tu mi fa pensare a un certo socialismo ingenuo ottocentesco, forse sopravvissuto marginalmente fino agli anni ’50.

                Ma io giuro che gente di sinistra come quella che tu descrivi non ne ho conosciuta neanche fra i più anziani.
                TUTTI quelli di sinistra che ho conosciuto che non siano molto bonari e moderati hanno tutti una forte vena di moralismo, un atteggiamento indignato, di stigma.

              • Francesco scrive:

                >>> Davvero te ne eri distaccato immediatamente dopo averla votata una sola volta?

                Credo proprio di sì. Un partito guidato da De Mita o da Andreotti, incapace di concepire la riduzione della presenza dello Stato in economia e il taglio degli sprechi, di qualsiasi riforma, recalcitrante nell’essere parte dell’Occidente … che interesse poteva avere negli anni eroici di Maggie e Ronnie, quando si sfidava l’Impero del Male e si vinceva a mani basse?

                Oggi, che sono più vecchio e meno ingenuo, forse potrei pensarci di più. Ma allora era una scelta obbligata.

              • PinoMamet scrive:

                Maggie e Ronnie… eroici…
                aspetta che finisco di vomitare e ti rispondo

              • PinoMamet scrive:

                In effetti mi aspettavo troppo da te assegnandoti un passato perlomeno da democristiano.

                Manco quello.

                Purtroppo credo tu nasca americanofilo senza se e senza ma.

                Poi folgorato sulla via di Pontida.

                Ma c’è speranza per tutti: chissà se esistono cliniche di riabilitazione contro i filmetti anni Ottanta…

              • Francesco scrive:

                non ci sono speranze, caro Pino, ma devi essere preciso: non tanto americanofilo quanto reaganiano, incurabile.

                🙂

            • Peucezio scrive:

              Pan,
              “Niente di nuovo, mi pare la stessa specie di quelli che sono convinti che in Italia abbiano comandato i comunisti per 50 anni, e che poi per fortuna è arrivato Silvio che ha interrotto questa intollerabile dittatura di sinistra…”

              Ricostruzione di fantasia ovviamente.
              Silvio non ha minimamente interrotto questa intollerabile dittatura di sinistra, che è tuttora vigente, perfino sotto al Meloni (che vi è stata cooptata).

              • paniscus scrive:

                Peucezio: cioè, tu vedi davvero una “dittatura di sinistra” nella situazione in cui stiamo vivendo oggi in Italia? Ma non prenderci in giro, per cortesia…

              • Peucezio scrive:

                L’abbiamo visto coi confinamenti.
                Stalinismo. Statalismo dispotico, asiatico.

                Poi c’è la dittatura culturale, il conformismo progressista, politicamente corretto, ma quello è mondiale o, meglio, occidentale.

              • paniscus scrive:

                Quindi anche il governo di Giorgia Meloni di adesso fa parte della “dittatura di sinistra” (come già quelli di Berlusconi con dentro i vari Fini, Bossi, Matteoli, Tremaglia, poi le seconde generazioni con Salvini, Gelmini e compagnia leccante)?

              • Peucezio scrive:

                Pan,
                “Quindi anche il governo di Giorgia Meloni di adesso fa parte della “dittatura di sinistra” ”

                In un certo senso sì, non perché sia di sinistra (anche se di fatto in politica estera, che è quella che conta, lo è), ma perché i governi non decidono niente e questo poi ha deciso di decidere ancor meno degli altri.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “Ti piace Zelenski”

          Vedrete che tra poco Francesco si riallinerà sull’Ucraina, visto che gli USA la stanno platealmente scaricando.

          • PinoMamet scrive:

            Ormai è meloniano: il prode alleaten Galeazzo Musolesi ha appena annunciato l’ottavo pacchetto di armi da inviare sul fronte orientale.

          • Francesco scrive:

            Beh, se questo blog è sceso al livello del resto di Internet ditelo chiaramente.

            Io critico la condotta USA dal 21 febbraio e adesso mi si scrivono queste cazzate?

            Posso sempre fare altro, se abbiamo smesso di confrontarci seriamente.

          • PinoMamet scrive:

            Ah critichi l’appoggio USA a Zelenski?
            Questa sì che è una novità.

            • Francesco scrive:

              Scusa ma io sostengo che la NATO doveva entrare in Ucraina, col permesso dell’Ucraina, PRIMA dell’invasione russa.

              E mettere il bullo Putin di fronte al fatto che non c’erano più quattro vecchi Mig a presidiare lo spazio aereo ucraino ma che il cielo era nero di Typhoon, Rafale, F-35 e F-15.

              Questo da solo avrebbe garantito la pace.

              Invece Biden frigna dal primo giorno che ha paura dell’escalation.

            • PinoMamet scrive:

              Sì, è stranoto che tu volevi trascinare il mondo nella guerra nucleare, sulla fragile base del tuo incubo su “Putin che invade l’Europa “, anzi no “invade la Polonia “, anzi, neppure quello, “vince in Ucraina e fa fare brutta figura agli USA “.

              Beh, persino Biden riesce ad avere più buon senso di te.

              A parte questo, continui a difendere i peggiori dittatori purché amici USA; Sì, ogni tanto ti lasci sfuggire qualche piccola critica, ma insomma, la dittatura reale e sanguinaria di Pinochet continua, anche poche righe sopra, a sembrarti meglio di quella di Allende che non c’è mai stata.

              Quindi risparmiati il gioco delle tre carte.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ pino Mamet

                “Pinochet”

                Beh, ma è logico.

                Pinochet fu difeso dal papa Polacco quando ne fu chiesta l’estradizione a Londra.

                http://news.bbc.co.uk/1/hi/282225.stm

                Il papa Polacco è stato santificato.

                https://www.chiesacattolica.it/santo-del-giorno/?data-liturgia=20221022

                Quindi Pinochet non poteva essere cattivo come lo si racconta. Per quale motivo? Perché sta scritto:

                “Chi non è contro di noi è per noi” (Mc, 9, 38)

                E Pinochet di certo non era contro la chiesa di Roma.

                I Comunisti, invece, i bambini li mangiano.

                🙂

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • PinoMamet scrive:

                Mah, Francesco risponderà per conto suo, ma credo che la cosa sia molto più semplice (ahimè):

                -gli USA sono l’incarnazione vivente del concetto di democrazia, e chi sta dalla loro parte va sempre scusato, anche a posteriori;

                -il comunismo è il male e chi anche molto vagamente sia stato comunista, abbia posizioni lontanamente paragonabili al comunismo, abbia visto un comunista passare per strada, deve essere condannato anche a priori.

              • Francesco scrive:

                >>> la dittatura reale e sanguinaria di Pinochet continua, anche poche righe sopra, a sembrarti meglio di quella di Allende che non c’è mai stata.

                verissimo ma la storia è fatta così, non c’è mai controprova delle scelte fatte.

                posso dire che Franco ha fatto molto meglio di Mussolini, restando fuori dalla guerra ma non sarà mai possibile dimostrare che cosa sarebbe successo con l’Italia neutrale o la Spagna in guerra.

                sul Cile, ho solo espresso il dubbio, e credo di averlo anche motivato. Allende voleva istituire un qualche tipo di stato socialista, che ha sempre significato dittatura e oppressione e rovina economica (OK, quasi sempre, non in Cina e Vietnam). avrebbe fatto peggio di Pinochet? quanto sarebbe durato? come avrebbe ridotto l’economia cilena?

                da quello che leggo, il piano non era una “socialdemocrazia alla scandinava” a cui la brutalità analfabeta USA ha contrapposto Pinochet.

                mentre in Iran la situazione, molti anni prima, pare fosse molto più vicina a questa descrizione.

                e per aver fatto quelle domande mi tocca passare per fan di Pinochet? mi pare scorretto.

              • PinoMamet scrive:

                Beh forse ci passeresti un po’ di meno se lo avessi difeso a spada tratta un po’ di meno.

                Non è che me lo sono sognato di collegarlo a te.

                Meditate gente.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “Allende voleva”

                Il processo alle intenzioni è una pratica Stalinista, Francesco.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Andrea,

                parole di Allende, riportate con entusiasmo da … te? Avvenire? Manifesto? non ricordo dove le ho lette ma si parlava esattamente di “superare la democrazia liberale”.

                Del resto, pure ai neofascisti si fa il processo alle intenzioni dichiarate, nessuno vuole aspettare 20 anni di regime e avventure militari disastrose.

                Oppure TU mi sei diventato un rigorista della ACLU? American Civil Liberties Union, miei eroi da quando hanno sostenuto il diritto di parola dei “nazisti dell’Illinois” – e da sinistra.

                Convinti che a lasciarli parlare e manifestare si sarebbero sputtanati da soli.

              • PinoMamet scrive:

                Ricominci con le tre carte.

                Una cosa è un processo alle intenzioni.
                Che in effetti non si fa, a nessuno.

                Un’altra cosa è un pregiudizio sul risultato di azioni intraprese o annunciate.
                Per esempio tu hai deciso in anticipo che la politica di Allende sarebbe stata fallimentare.

                Ma ti spingi più in là: sarebbe stata una dittatura.

                E ancora più in là: a tal punto da difendere chi la dittatura l’ha fatta davvero.

                E mandando così all’aria tutto il tuo stesso ragionamento, mostrandone in controluce la vera struttura:

                per i dittatori di destra, anche alla prova dei fatti disastrosi del loro operato, trovi scusanti;

                per i governanti di sinistra, anche senza nessuna prova, trovi scusanti… per chi li fa fuori.

                CVD.

                Benissimo, sei schierato, sai la novità.
                Ma non ergerti a difensore della democrazia.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ pino Mamet

                “disastrosi”

                Perché per Francesco non sono risultati disastrosi. Allontanato lo spettro del Comunismo, tutto il resto, magari deprecabile, è giustificabile. Sai quante anime si sono salvate dall’Inferno grazie a Pinochet, che le ha mandate al Padre – anche se loro malgrado – prima che cadessero nell’errore Comunista mettendo a rischio la propria salvezza eterna?

                “Fateli fuori pure tutti: Dio giustificherà i suoi”: il modo di pensare di un credente sincero (quale Francesco certamente è) è lo stesso in tutte le epoche. Come diceva Maurois, per la tolleranza ci sono le apposite case: chi annuncia la Verità può essere magari benigni, ma mai tollerante. Il medico è intollerante coi germi, anche se per questo il paziente dovrà soffrire. Chi è pronto a gettarsi nel fuoco per la sua Fede non avrà scrupoli a lasciare che ci finiscano gli altri, perché “il regno dei Cieli non è di questo mondo”. Se la cosa ti sembra folle non preoccuparti, perché “le mie vie non sono le vostre vie”. E soprattutto “sia il vostro parlare sì, si’, no, no”: tutto il resto viene dal Maligno”. La stessa parresía è la libertà che il credente rivendica di proclamare la propria Verità, mica la libertà dei credenti di altre fedi di proclamare la loro – e tantomeno quella degli agnostici di dire che non sanno di che si parla.

                Ecco perché ancora più del Comunismo mangiabambini (che spesso è pensiero andato a male e diventato fede) il vero nemico del cristianesimo è – come spiega chiarissimamente Ratzinger – il relativismo etico: quest’ultimo riconosce l’arbitrarietà di ogni presunta Verità.

                Del resto, che la fede sua inevitabilmente violenta (anche se a volte solo verbalmente e concettualmente) non l’ho mica detto io. “Non sono venuto a portare la pace, ma la spada”.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Che Allende avesse intenzioni “cattive”, alla luce delle sue dichiarazioni, mi pare poco discutibile.

                Certo, se devo spiegare perchè un governo comunista è una brutta cosa si fa notte e, soprattutto, non ne ho nessuna voglia. Se uno non condivide questo punto di partenza, allora Allende ritorna a essere il santino della mia infanzia.

                Fatto fuori il santino, rimane il punto giustamente fatto da Pino. Pinochet ha fatto le sue cose, Allende no.

                Però, per me, sarebbe come condannare Franco senza considerare cosa era l’alternativa nella Spagna e nell’Europa degli anni ’30 e questo mi pare scorretto.

                Vabbè, diamo per assodato che Pinochet fece peggio di quanto Allende avrebbe mai fatto (cosa abbastanza probabile anche per me).

                Nego risolutamente di aver mai aderito alla tesi “ammazzateli tutti, Dio riconoscerà i suoi”.

                E sono certo che la Chiesa ufficiale non lo ha mai fatto, è il solito giochetto di prendere UN cattivo cattolico e farne un archetipo.

                Ben peggio che il giochetto delle tre carte!

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “brutta”

                Come volevasi dimostrare.

                La sola possibilità di un potenziale governo Comunista per te è sufficiente da giustificare almeno ventinovemila torturati da un regime sotto il quale un terzo della popolazione era denutrita, il tasso di disoccupazione raggiunse al 25% e oltre la metà della popolazione viveva al di sotto della soglia di povertà.

                https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_del_Cile

                Poi dicono che l’ideologizzato sarei io!

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Beh, invito tutti a leggere la pagina di Wikipedia linkata da Andrea.

                Giuro che non la ho scritta io per far fare bella figura a Pinochet e ai Chicago Boys nè brutta figura ai redattori della Sacra Wiki.

              • PinoMamet scrive:

                Beh, l’ho letta.
                Un terzo di popolazione denutrita, disoccupazione al 25%.

                Dice proprio così. E questa sarebbe la bella figura di Pinochet.
                Sono d’accordo.
                La cattiva sono le migliaia di morti e torturati, per la gioia dei Chicago boys presumo.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “La cattiva sono le migliaia di morti e torturati”

                Ma no, quella è proprio la parte migliore: un bel po’ di comunistidimmerda in meno.

              • Francesco scrive:

                Cioè voi leggete la Sacra Wiki e prendete per vero tutto quello che scrive?

                Sembra un articolo di Libero su Silvio Berlusconi, per quello ho invitato a leggere e rendersi conto del livello.

                Poi sono io quello che non distingue analisi seria e propaganda?

                Che non rileva i giudizi infilati qui e là spacciandoli per fatti?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “Sacra Wiki”

                Coraggio, portaci altri dati.

                Se ne hai.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                x Andrea

                i dati ci sono tutti nella pagina che citi, è il modo in cui sono presentati e approfonditi che fa tutta la disonestà del mondo.

                leggila bene!

              • PinoMamet scrive:

                Ah, quindi c’è un modo per dire che il 25% di disoccupazione e un terzo di popolazione che soffre la fame è un grande successo economico?

                Interessante…

                Guarda, per farti contento ho cercato degli articoli sul famoso “miracolo cileno”.

                Non te li posto perché sono tutti sbagliati 😉 infatti sostengono che ‘sto miracolo non c’è mai stato, o meglio, ha cominciato un po’ a esserci dopo che Pinochet si è levato dal cazzo.

                Quello che è successo sotto Pinochet è stato che pochissimi privati si sono arricchiti enormemente a spese di tutti gli altri.

                poi ho trovato altri articoli che ricordano come gli USA avessero attivamente sabotato l’economia cilena sotto Allende
                (ah, questi comunisti che non sanno amministrare…)

                e naturalmente volutamente e ampiamente aiutato quella di Pinochet… e lo stesso… povertà e ineguaglianza galoppanti.

                Insomma, a questo miracolo dei seguaci di Friedman pare non ci creda più nessuno.

              • Francesco scrive:

                Pino

                ho 55 anni e di scusanti per i sempiterni fallimenti economici dei governi rossi ho fatto il pieno da un sacco di tempo. come diceva Montanelli, la sfiga dei governi comunisti in fatto di economia era incredibile!

                per il Cile, basta rileggere con calma la Wiki. e, se permetti, confrontare il Cile con i suoi pari sudamericani, se lo confronti con le tigri asiatiche temo faccia una brutta figura

                ciao

              • PinoMamet scrive:

                Ah adesso invece wikipedia va bene.
                E il “miracolo ” consisterebbe nell’essere andati meglio (insomma…) di altri paesi.

                Un miracolo “da cinquanta punti” 😉
                Vabbé che tu non capisci Troisi 😀

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Perché il fatto che il Cile sia più ricco degli altri partner dell’Operazione Condor sarebbe una prova della bontà delle dittature militari filousane?

              • Francesco scrive:

                1) nascosta tra le chiacchiere da Manifesto sulla miseria dei cileni, ci sono i dati sulla crescita del PIL prima e dopo la crisi dei primi anni ’80.

                2) potrei sbagliarmi ma l’America Latina è un pò di più che non “le dittature dell’Operazione Condor” e, senza fallo, è molto di più di una serie di marionette USA. ed è in questo quadro che spicca l’economia cilena rispetto alle altre.

                però Boric pare stia lavorandoci, a porre rimedio.

              • PinoMamet scrive:

                Come al solito i dati che ti piacciono sono dati, quelli che non ti piacciono chiacchiere.

                Lo trovo disonesto, non nei confronti miei: posso controllare.
                Ma nei confronti tuoi: non ti permetti di farlo.

              • Francesco scrive:

                Pino

                se fosse vero sarei preoccupato per me. Però, anche grazie a questo posto, so che non è così.

                E sto un pochino più tranquillo.

                🙂

          • Peucezio scrive:

            Mauricius,
            “Vedrete che tra poco Francesco si riallinerà sull’Ucraina, visto che gli USA la stanno platealmente scaricando.”

            No, i filoamericani hanno riflessi lenti e comunque scambiano gli USA reali col loro mito.

            Gli americani sono un popolo molto individualista e comunitario, sospettoso verso lo stato e l’autorità, soprattutto quando stanno a Washington (più le cose sono lontane dal proprio quartiere o villaggio, più sono malvage e depravate), a tratti gretto, provinciale e pragmatico, a tratti infantile e idealista, mentre nell’immaginario italiano sono la via di mezzo fra un fumetto di supereroi invincibili e uno show musicale.
            Gli USA in Italia sono quelli alla Alberto Sordi.

            Saverio Vertone diceva che l’Italia è degli USA l’iperbole immaginaria e l’antitesi reale.

            • Peucezio scrive:

              Secondo me, a parte il nostro buon Francesco, che ha delle fissazioni assurde ma è una brava persona…

              a livello politico internazionale invece succederà che se e quando gli USA si smarcheranno da quel mentecatto in maglietta verdastra permanente i governi europei occidentali non se ne accorgeranno e continueranno a supportarlo da soli per un riflesso condizionato ormai innescatosi e irreversibile.

              La storia è fatta di anche asincronie, fraintendimenti, di servigi non richiesti e di servitori imbarazzanti e stupidi, di eccessi di zelo controproducenti alla causa, di sviste e svarioni grossolani…

              Il vero servo non compiace il suo padrone, compiace il proprio masochismo.

              • PinoMamet scrive:

                OMDAP!

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ peucezio

                “masochismo”

                OAAP!!

                Anche perché l’unica legittimità residua dei nostri governanti è da anni quella del “ce lo chiede la NATO”, “ce lo chiede la UE”, “deve intervenire l’ONU” ecc.

                In altre parole: nascondersi dietro un dito.

                E ci metto anche la sinistra, sia chiaro.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

                Ciao!

              • Francesco scrive:

                >>> l’unica legittimità residua dei nostri governanti è da anni quella del “ce lo chiede la NATO”, “ce lo chiede la UE”, “deve intervenire l’ONU” ecc.

                strano, mi pareva fossero tutti espressione del Parlamento eletto dal popolo. compresi Monti e Draghi.

            • Francesco scrive:

              >>>> scambiano gli USA reali col loro mito.

              OATP!!!

              gli USA reali sono una cosa molto interessante per farci turismo ma non valgono una cicca come ideale rispetto al mito. ed è il mito quello che fa muovere gli uomini.

              la crisi del comunismo nasce non solo dal fallimento dell’URSS reale ma dal riconoscimento che il mito era una bufala anche di per sè, e c’è ancora gente che si proclama comunista oggi – in Occidente!

              però che si debba rilevare questa differenza qui lo trovo molto deludente!

              • Fuzzy scrive:

                Il capitalismo e il comunismo, lungi da me entrare seriamente in questa diatriba, in realtà non sono nati e cresciuti in provetta.
                Si sono sempre influenzati a vicenda e le mosse dell’uno hanno spesso condizionato quelle dell’altro, anche solo per come certi sistemi opposti venivano percepiti.
                Ma in realtà, come scriveva Pallante (c’è anche un suo libro che non ho letto), per molti aspetti si assomigliavano.
                Per i tempi di scarsità che si attendono (io, mi attendo) il comunismo (reddito universale garantito) sarebbe più adatto.
                Altrimenti potrebbe venir fuori il peggior nazismo.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “in Occidente!”

                A parte che, come dice giustamente Fuzzy, “per i tempi di scarsità che si attendono (io, mi attendo) il comunismo (reddito universale garantito) sarebbe più adatto.
                Altrimenti potrebbe venir fuori il peggior nazismo” è molto buffo vedere con quale furia un entusiasta sostenitore del sistema capitalistico attuale (che se va bene ci porta a un mondo tipo Elysium e se va male all’estinzione) si affretta a dichiarare morta e sepolta un’idea politica che è stata tentata una sola volta nella storia e che per quella volta ha fallito.

                Una statistica fatta di un solo dato mi sembra un po’ poverella… 😉

                https://it.wikipedia.org/wiki/Elysium_(film_2013)

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Fuzzy

                “per i tempi”

                OAAF!

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                >>> un’idea politica che è stata tentata una sola volta nella storia

                secondo voi Andrea parla del nazismo o di cosa mai starà parlando?

                😀

              • Fuzzy scrive:

                Furby, cosa dici, lo mandiamo in Siberia questo Francesco?
                -Si-be-ria, Si-be-ria!
                Gu gu rrr, gu gu rrr
                Eh?
                -Io bubolo.
                Ah, già il verso del gufo….

              • Fuzzy scrive:

                Furby, tu sai come si traduce Google?
                -traduttore di Google non traduce Google?
                Spetta che ci guardo.
                Google tradotto in italiano: Google.
                -Tu provare lingua dei gufi.
                Non c’è nella lista.
                Tu lo sai?
                -io lo so ma non ti dico.

              • Francesco scrive:

                Ah, tutto sommato posso sottoscrivere anche io che il comunismo, per i tempi di guerra, è un sistema economico adeguato.

                😀

              • Fuzzy scrive:

                https://blog.linkem.com/cosa-significa-google/
                Furby, e meno male che mi so arrangiare senza di te. Questo significa Google, cioè non si sa di preciso
                -Io so di preciso. Tu paghi 2 euro
                su FurbyIA.com e io dico.
                Ma non fai sconti per gli amici?
                -amici 3 euro.
                Ah, però….

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “secondo voi”

                Giudica tu.

                Per adesso il nazismo non sono certo gli ultrà della democrazia capitalista a combatterlo.

                Neanche nelle varianti degli amichetti dei Papi e dei lettori di Kant.

                Torna sempre utile. 😉

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “per i tempi di guerra”

                Allora stiamo tranquilli: c’è sempre una guerra.

                https://napoli.corriere.it/notizie/cultura-e-tempo-libero/23_gennaio_16/guerra-capitalista-karl-marx-aveva-ragione-befb06e6-958d-11ed-8148-7c9c67e8c7fd.shtml

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                >>> Per adesso il nazismo non sono certo gli ultrà della democrazia capitalista a combatterlo.

                frase che trovo criptica, se non in una lettura che trovo offensiva persino per Andrea.

                però devo dargli ragione: non ho distinto tra guerra e Guerra.

  15. Miguel Martinez scrive:

    Un’intervista con il supereroe della mia infanzia, il genio italico che inventò il dirottamento aereo:

    https://www.ansa.it/campania/notizie/2023/10/01/nel-69-dirotto-un-boeing-ora-amo-i-trattori_1e8be89c-d94a-4f60-95ef-2f11c593ceb6.html

    Sono commosso!

  16. mirkhond scrive:

    “Perché alla Cina non si pensa quasi mai.”

    A me capita di pensare a questa fase della storia cinese, quando il Celeste Impero cercava di tutelare i suoi interessi ad ovest, imponendo la sua “protezione” ai piccoli regni indoeuropei del Bacino del Tarim:

    https://forums.totalwar.com/discussion/214884/han-era-comic-by-hotoon

  17. PinoMamet scrive:

    A proposito di Cina che non ci si pensa, ma cos’è quella cosa che gli uomini pensano almeno una volta al giorno a Roma antica?

    Vi posso assicurare che non è vero.

  18. Miguel Martinez scrive:

    Quello che alla fine so, è che a Prato c’è la più grande “colonia” cinese in Europa dopo Parigi.

    Che i cinesi, dopo i romeni, sono la seconda comunità straniera per numero a Firenze.

    Che quando proponi a un italiano, “facciamo questo…” ti dice, “ma non si può!”, mentre se lo proponi a un cinese si fa subito.

    Che Firenze è città dei Calcianti e del lampredotto, ma anche degli inglesi e dei cinesi e dei battisti e dei musulmani, e questo la rende affascinante.

  19. PinoMamet scrive:

    “Che quando proponi a un italiano, “facciamo questo…” ti dice, “ma non si può!”, ”

    Permettimi: a un fiorentino.
    Nel resto d’italia continuano a farsi tutte le attività che a Firenze trovate impossibili…

    • Roberto scrive:

      Esatto

      • Peucezio scrive:

        Boh, io vedo che per gli italiani anche le cose più semplici sono complicatissime.

        E ogni volta che vado in qualunque paese estero scopro che si può vivere anche senza complicarsi esageratamente la vita ma facendo le cose con praticità e naturalezza e, non essendoci abituato, me ne sorprendo un po’.

        • Francesco scrive:

          Stavo per dare ragione a Roberto, poi mi sono messo a pensare allo stadio di Milano. Non so in quale altra nazione la questione sarebbe in sospeso da anni e anni e la soluzione che si prospetta sia “fare gli stadi di Milano fuori da Milano”.

          In Cina avrebbero fatto lo stadio sopra il Castello, che in effetti è un pò troppo!

        • roberto scrive:

          per trovare una mediazione diciamo che effettivamente fuori dall’italia certe cose sono più difficili, ma a firenze sono certamente più difficili che nel resto d’italia.

          d’altronde basta pensare ai tanti episodi raccontati da miguel, dall’impossibilità di disfarsi di ciarpame nella casetta nel giardino, alle questioni su organizzazioni di eventi tra la sicurezza e regole alimentari….tutte cose che nel resto d’italia si fanno senza problemi

          • Peucezio scrive:

            Roberto,
            “tutte cose che nel resto d’italia si fanno senza problemi”

            Sei sicuro di questo?
            Io non ho esperienza in queste cose, ma a naso mi pare la classica burocrazia italiana, la selva di leggi, il principio per cui tutto ciò che non è esplicitamente permesso è vietato. E forse anche quello che è esplicitamente permesso.

            Secondo me a voler approfondire bene, uin abile avvocato o procuratore potrebbe trovare il modo di dimostrare che respirare viola qualche legge o regolamento ed è passibile di sanzione.

            • PinoMamet scrive:

              Però lo stesso nel resto d’italia si fanno le cose che a Firenze sembrano impossibili.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Pino Mamet

                “Però lo stesso nel resto d’italia si fanno le cose che a Firenze sembrano impossibili.”

                Oggi ci siamo spaventati pensando a quello che è successo a Partinico:

                https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/10/06/cooperativa-antimafia-organizza-un-festicciola-e-il-comune-di-partinico-gli-toglie-il-comodato-duso-del-bene-confiscato/7314371/

                Posso immaginarmi che il Comune abbia infierito per qualche motivo mafio-locale, ma non lo sappiamo: sappiamo che si sono appigliati a un regolamento che esiste.

                E che potrebbe stroncare anche noi, in qualunque istante.

                Per cui oggi ho scritto a una nostra socia che è anche nella Polizia Municipale, e le ho chiesto di aiutarci a pensare a un regolamento blindato su “eventi”, dove ci sia musica o si mangi qualcosa.

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                “Però lo stesso nel resto d’italia si fanno le cose che a Firenze sembrano impossibili.”

                Hai riscontri fattuali su questo?

                Comunque può essere che Firenze sia ferma sotto il peso della sua storia e delle sue eterne fazioni e guerre intestine.

              • Peucezio scrive:

                Miguel,
                “Oggi ci siamo spaventati pensando a quello che è successo a Partinico:”

                È da queste cose che capisco che l’Italia non ha speranze né prospettive.
                L’Italia è questa cosa qui.

                In Italia si vive ingegnandosi di trovare ragioni pretestuose per impedire che si agisca.

              • PinoMamet scrive:

                Peucé, Miguel ci diceva l’altro anno che sarebbe stato impossibile fare manifestazioni pubbliche a causa dell’impossibilità di garantire la sicurezza richiesta: nessuno avrebbe voluto o potuto prendersi una tale responsabilità.

                Ora qua è la festa del patrono (lunedì a dure il vero) e le manifestazioni pubbliche sono mille, e un milione quelle a cui ho assistito dopo il post in oggetto.

                L’altro anno a Firenze i vigili sostenevano, rispondendo a precisa domanda, che non si potevano coltivare i pomodori sul balcone causa emergenza idrica.

                Meanwhile, siamo arrivati in famiglia alla terza annata di butteglie e’ pummarola…

                Lo posso dire che a Firenze sono un po’ difficilini? 😉

                Poi c’è anche Partinico, prendo atto.

  20. habsburgicus scrive:

    sulla Cina [comunista…in quanto, come ha riconosciuto anche Miguel si definiscono loro stessi marxisti-leninisti..se lo siano veramente, mi è indifferente (mi fido), non aderisco alla religione marxista-leninista 😀 :D]
    da non-sinologo credo si possano distinguere questi 8 periodi storici della “Cina popolare”:
    1.la (quasi) decade della pedissequa imitazione del modello sovietico (1949-1958)
    in quegli anni lontani e ormai scomparsi dal ricordo, i ritratti di Mao erano più piccoli di quelli di Stalin quantomeno fino al 1953 (a testimoniare le gerarchie), l’URSS era esaltata a ogni piè sospinto quale “paese guida”, “consiglieri” sovietici “aiutavano” i cinesi in ogni ramo dello scibile, un frate allora espulso dalla Cina mi raccontò da ragazzo di “russi” alla frontiera con Hong Kong !..e, per dire, vi era molta più “democrazia linguistica” (il modello sovietico era più aperto di quello cinese, un giorno scriverò qualcosa) e infatti moltissime lingue di minoranze furono codificate in questi anni su impulso di un accademico sovietico inviato in Cina all’uopo !
    2.la Prima Follia (vulgo Grande Balzo in Avanti), 1958-1962
    nel 1958 un Mao senza freni credette di poter giungere direttamente al comunismo in pochi anni fregandosene dei costi umani ed economici (qualche decina di milioni di cinesi morti, carestia inenarrabile !); in quest’epoca ci fu lo scisma con Mosca e i conflitti con l’India (1959 e 1962) in cui Mosca aiutò Delhi !
    3.il “primo periodo intermedio” (1962-1966)
    Liu Shaoqi (allora Shao-ch’i), Ciu (Zhou Enlai) e Deng Xiaoping (allora Teng Hsiao-p’ing :D) cercarono di rimediare e ottennero alcuni successi economici laddove in politica si tornò a maggior realismo;
    in politica estera i cinesi subirono scoppole ma nel 1965 già ottennero la parità all’ONU e Chiang incominciò a sudar freddo: ad inizio nel 1966 i golpe in Burundi, Repubblica Centrafricana (Bokassa !) e Ghana (caduta di Kwane N’Krumah) distrussero il potere cinese in Africa (oggi diremmo “il primo impero cinese in Africa” :D)
    4.la Seconda Follia vulgo “rivoluzione culturale” (1966-1971/1972)
    un Mao folle rischiò di distruggere tutto, ma proprio tutto ! il paese era allo sfascio..a Firenze, però, il PMLI cantava le lodi del grande Mao 😀 😀
    anche se alcuni fanno durare la “rivoluzione culturale” sino al 1976, io la faccio terminare nel 1971 con l’eliminazione di Lin Biao e l’inizio del sodalizio con Kissinger (nel 1971 in Cina) che portò alla storica visita di Nixon nel febbraio 1972, una delle più grandi svolte nella storia dell’umanità e l’inizio della fine dell’URSS !
    5.il “secondo periodo intermedio” (1971/1972-1978)
    scandito dalla morte di Mao (9/9/1976) politiche ambigue, docce scozzesi ma almeno finisce l’era delle (troppe) pazzie..in politica estera i cinesi scelgono l’Occidente in modo chiaro; già il tardo Mao esaltò Pinochet (sic ! la caduta di Allende fu festeggiata in Cina perché Allende era considerato uomo di Castro cioè di Mosca) e in quegli anni in Cina erano ben visti Strauss della CSU e secondo voci sarebbe stato fatto un invito pure ad Almirante (MSI) ! l’odio per Mosca era in quei giorni esasperato; la caduta della “Banda dei Quattro” (1976) e l’arrivo al potere di Hua Guofeng “con te al timone posso morire tranquillo” (avrebbe detto Mao morente) furono solo una tappa
    6.la “primavera” denghista (1978-1989)
    Deng (ri)enunciando nel plenum del dicembre 1978 il famoso assioma “non importa che il gatto sia bianco o nero purché prenda topi” inaugura una forte liberalizzazione, anche religiosa Zhao (Ziyang) e Hu (Yaobang) superano Deng nel riformismo e Zhao se ne pentirà 😀 (Hu morì il 26/4/1989 e proprio le manifestazioni in suo onore diedero inizio al movimento di Piazza Tiananmen; Zhao fu l’unico in tutto il Politbjuro cinese che votò contro la repressione, più nessuno lo vide libero da allora, sarebbe stato incarcerato sino alla morte) infatti Deng nel pieno della liberalizzazione, fra la solita indifferenza dell’Occidente, che non ne imbrocca mai una che sia una aveva detto con chiarezza adamantina che ogni cosa era soggetta a discussione TRANNE queste 4: 1.marxismo-leninismo; 2.Mao-Tse Tung pensiero; 3.ruolo dirigente del Partito; 4.dittatura del proletariato
    7.la repressione di Piazza Tien An Men (Tiananmen), giugno 1989, e la svolta neo-conservatrice (1989-1992)
    8.la svolta tecno-burocratica “economicista” (dal 1992, con una cesura all’avvento di Xi una decina di anni fa) riassumibile con questa frase “fate i soldi, divertitevi ma non osate fiatare contro il Partito altrimenti sarete schiacciati” è ancora la Cina di Xi,,,insomma capitalismo puro ed estremo nella pratica (che manco il vecchio PLI !), marxismo-leninismo nella teoria, polizia politica e laogai 😀 u misto originale fra Stalin e Milton Friedman 😀

    • Francesco scrive:

      Secondo me sotto Xi ci sono due fasi: un periodo “prima l’economia”, in cui per esempio si va d’amore e d’accordo con Taiwan e un periodo successivo, più nazionalista e militarista, in cui si rimettono al loro posto i capitalisti, si fanno sparire quelli con idee balzane e si inizia a spendere e molto in armamenti.

      • habsburgicus scrive:

        si, vero….
        potremmo separare Jiang Zemin, da poco morto, e Hu Jintao da Xi, o almeno dallo Xi n° 2
        Jiang Zemin è quello che Xi fece portare via a peso 😀 da un Congresso dopo un accenno di critiche..ricorda Constantin Pîrvulescu, oggi sarebbe Pârvulescu, che al XII Congresso del PCR nel 1979 osò criticare Ceauşescu, donde l’intervento di delegati eccitati che lo strattonarono giù dal podio e l’interruzione dei collegamenti (si disse che c’era stato un temporale..l’Occidente se la bevve, come sempre :D)
        e arriveremmo a 9,,,che è il mese della morte di Mao, dunque in tema 😀

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        “Secondo me sotto Xi ci sono due fasi: un periodo “prima l’economia”

        Secondo me le due fasi sono quelle della percezione della Cina in Occidente. In una prima fase è stata vista come il paradiso liberista dove si vede che è lo Statuto dei Lavoratori il problema, ed ecco che i vari Forchielli passano il tempo a lodare e imbrodare i cinesi.
        Poi c’è la seconda fase, quando gli USA si sono svegliati e hanno capito che la Cina era un rivale strategico. Ed ecco che partono le veline dal Minculp… dagli autorevoli giornalisti economici che iniziano a criticare i cinesi a piè sospinto, seguiti dai vari Forchielli che, poverini, da bravi propagandisti cercano di tenere umilmente il passo.

        • Francesco scrive:

          Capisco il tuo bisogno di buttare in vacca politica qualsiasi cosa e la passione per insultare il prossimo, manco fossi un dodicenne, però se certe cose le facessi a casa tua forse sarebbe meglio. Ma di questo deve parlare Miguel e non io.

          Io oso solo dire che pensavo alla lunga fase in cui la Cina non ha speso granchè in armamenti, tutta presa a crescere economicamente e a legare a sè gli USA sul piano industriale e finanziario.

          E la fase successiva in cui ha iniziato davvero a buttare soldi in armi moderne, sviluppate in loco e non più comprate dai russi.

  21. Peucezio scrive:

    Miguel,
    “Anche la variegata cultura fascista in Italia, è stata in massima parte di “Sinistra”, a partire dagli esiti del futurismo e del dannunzianesimo.”

    Ecco, ci risiamo.
    Cos’abbia in comune il vitalismo prometeico ed estetizzante dei futuristi o di D’Annunzio con il moralismo afflittivo e antivitalista della sinistra proprio mi sfugge: è palesemente l’esatta antitesi.

    Estetica contro morale, vitalismo contro visione mortifera, slancio contro indignazione e autorepressione, spirito aristocratico contro elitarismo borghese con sfumature egualitariste di appiattimento verso il basso.
    C’è anche una vena decadente in quella cultura primonovecentesca, ma è la decadenza dell’esteta compiaciuto. Invece il finto ottimismo della sinistra è mortalistico e aborre gli estetismi decadenti e non irregimentati in un’idea di militanza sociale (che serve solo a redimere il mondo reprimendolo e mortificandolo).

    “Qualche straccio di un’altra visione, forse in certe idee di Strapaese, nel corporativismo di Fanfani, nel giovane La Pira…””

    Ecco, questo invece direi che è forse l’unico esempio di ottimismo di sinistra (su questo mi devo in qualche misura smentire), legato al mondo del cattolicesimo progressista e roncalliano, e me lo collochi fra le cose non di sinistra?

    • PinoMamet scrive:

      Ma era D’Annunzio a sedersi tra la Sinistra proclamando di “andare verso la Vita”, no?

      Comunque mi pare che tu confonda la Sinistra di allora con i fighetti “woke” di oggi.

      • Peucezio scrive:

        Sì e no.
        La sinistra di allora, ameno quella italiana, era familista e seria.

        Ecco, forse la differenza fondamentale fra allora e oggi è che allora la destra (quella dannunzioana e futurista, intendo, non quella del fascismo regime) era individualista, aristocratica e fatta di slanci estetici, mentre la sinistra era popolare, austera e collettivista.

        Oggi è la sinistra ad essere elitaria, ma di un elimitmo antivitalista e moralista, mentre il vitalismo si è spostato nei ceti bassi (in realtà lo è sempre stato: l’idea socialista di popolo sobrio e austero è un artificio: il popolo vuole l’abbondanza e l’eccesso).

        • Francesco scrive:

          in effetti popolare e austero mi suonavano molto male insieme

          anche se l’ostentazione è una volgarità da ricchi che non so quanto piacesse al popolo

          ma qui ognuno pensa a un “popolo” diverso, mi sa

          del resto, l’umanità è varia e la storiografia fa sintesi necessarie ma limitanti

          ciao

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Peucezio

      “Cos’abbia in comune il vitalismo prometeico ed estetizzante dei futuristi o di D’Annunzio con il moralismo afflittivo e antivitalista della sinistra proprio mi sfugge: è palesemente l’esatta antitesi.”

      Allora, esistono mille contrasti possibili. Ad esempio, tra monoteisti e politeisti.

      Per me, il contrasto fondamentale è tra chi sente dentro di sé che:

      1) siamo attimi viventi dentro un cosmo straordinariamente misterioso, in cui tutto si relaziona con tutto, e dove vita e morte sono inscindibili

      2) sono un individuo isolato, in guerra con tutto ciò che esiste, alla ricerca della mia immortalità, conquistabile attraverso una violenza infinita contro tutto, anche contro me stesso. Poi posso estendere questa sensazione a tutta la mia “specie” – la Nazione, o anche l’Umanità, dicendo che i Tedeschi oppure gli Umani Senza Distinzione di Razza devono possedere e conquistare il Pianeta. E quando lo avranno distrutto, passeranno a conquistare i cieli.

      Questa è la scissione per me fondamentale. C’era già arrivato Ovidio.

      E in Inghilterra è esistita una cultura “1”, in Italia no.

      • Francesco scrive:

        dato 1, 1 e 2 sono indistinguibili però

        ciao

      • Peucezio scrive:

        Miguel,
        “E in Inghilterra è esistita una cultura “1”, in Italia no.”

        Verissimo.
        D’altronde, che vuoi, in Italia si vive in città e in strutture organizzate da millenni, gli Inglesi sono germani, uomini della foresta da pochissime generazioni e come se non bastasse hanno fatto pure la Rivoluzione Industriale: sono passati direttamente dallo stato di natura alla civiltà dell’industria che sconvolge tutti gli equilibri naturali e storici, naturale che alcuni di essi, almeno i più sensibili, sentano nostalgia.
        In Italia di che c’è da sentire nostaglia? La natura non è mai esistita.

        Ma sinistra e destra non mi paiono sovrapponibili a tali categorie, né in un senso né in un altro.
        E neanche moralismo e vitalismo.

        Il mondo è come un cerchio: puoi tracciare un diametro in qualunque punto passi dal centro e avrai sempre due opposti diversi.

        • Francesco scrive:

          L’Inghilterra di Chaucer, Shakespeare, Milton e compagnia bella come “stato di natura”?

          Non mi convinci

          • PinoMamet scrive:

            Per una volta, OMDAF

          • Peucezio scrive:

            Schematizzavo.

            Ma vedo già una profonda differenza di sentire, nel rapporto con la natura, fra Italia del nord e del sud.
            Si nota con molta evidenza che il meridionale medio cerca molto di più l’interazione con altri esseri umani che non il silenzio, la contemplazione, la quiete della natura.
            L’avversione per la città che ho sempre notato nei settentrionali, almeno in quelli attempati (quando si è ragazzi è fisiologico voler stare nella confusione, in mezzo alla gente) non l’ho mai trovata nella stessa misura nel sud.

            • mirkhond scrive:

              Evidentemente in me dev’essere molto forte il mio lato settentrionale, visto che, se dipendesse da me fuggirei da Bari e dal Sud in genere.
              Col passare del tempo sento sempre più forte l’attrazione per le Alpi, soprattutto nelle zone non troppo turistiche.

              • Peucezio scrive:

                Sì, ma anche tu sei attratto dall’elemento culturale, dal pastore che va a mungere la mucca…
                Insomma, da una vita più semplice e autentica.
                Sbaglio?

              • mirkhond scrive:

                Non sbagli.

            • PinoMamet scrive:

              Non saprei, in Emilia Romagna gli anziani mi sembrano assai animali sociali;

              Sono semmai i giovani (o almeno le generazioni più scolarizzate, ormai dai cinquanta in giù) ad avere la fissa della natura, la montagna, la vacanza-in-Islanda-che-è-bellissima ecc.

              La fissa o la posa.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Peucezio

          “gli Inglesi sono germani, uomini della foresta da pochissime generazioni”

          Direi di no. C’è un meraviglioso libro di Keith Thomas sullo sviluppo dell’idea di “Natura” in Inghilterra: la visione della Natura medievale è sempre quella del Lupo Cattivo (e infatti, i lupi li hanno sterminati).

          La sensibilità inglese nasce con la rivoluzione industriale, quando ci si rende conto di ciò che si sta perdendo: è vero che l’Italia ebbe città dai tempi etruschi, ma in Inghilterra già a inizio Ottocento, abbiamo soffocanti metropoli, e infatti credo che oggi ci sia più “natura” in Italia che in Inghilterra.

          • Peucezio scrive:

            Cioè tu dici che sarebbe non per continuità, ma per reazione.
            A naso non mi convince.
            Mi chiedo semmai se la rivoluzione industriale non abbia slatentizzato un sentimento implicito (finché una cosa ce l’ho, non posso lamentarne l’assenza, ma non significa che non la ami).

            E gli Stati Uniti? Lì hanno natura quanta ne vuoi, spazi immensi…
            Ricordo un film famoso in cui il giovane protagonista decide di ritirarsi da solo in mezzo al nulla, alla natura selvaggia, in un pullman scassato, finché muore di stenti.
            E rivendica come non ci sia solo il rapporto con gli altri uomini, ma anche semplicemente con la natura e basta.
            Un italiano non farebbe mai una cosa così. Direi che è proprio estranea alla cultura mediterranea.

            • mirkhond scrive:

              “Ricordo un film famoso in cui il giovane protagonista decide di ritirarsi da solo in mezzo al nulla, alla natura selvaggia, in un pullman scassato, finché muore di stenti.”

              La fine che vorrei per me….

              • Peucezio scrive:

                Francamente te lo sconsiglio.
                Non credo ci sia nulla di bello a morire di fame in un autobus arrugginito in mezzo a un bosco umido, dove la notte fa un freddo cane e in ogni momento si rischia di essere assaliti da qualche bestia.

                Morire in ospedale fa schifo, ma anche così, francamente…

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Peucezio

              “E gli Stati Uniti? Lì hanno natura quanta ne vuoi, spazi immensi…”

              Certo, ma non è lo spirito degli inglesi! Tutto focolare, casetta, alberi ordinati a filari. E poi megametropoli.

          • Peucezio scrive:

            Miguel,
            “Direi di no. C’è un meraviglioso libro di Keith Thomas sullo sviluppo dell’idea di “Natura” in Inghilterra: la visione della Natura medievale è sempre quella del Lupo Cattivo (e infatti, i lupi li hanno sterminati).”

            Inoltre c’è una carsicità.
            Certi tratti ancestrali riemergono solo a determinate condizioni.
            Ciò di cui parli è un archetipo universale in tutte le culture di sussistenza. È naturale che solo col benessere e avendo domato la natura si pone il problema di recuperarla romanticamente.
            Ma non è un caso che il romanticismo sia nato in Germania e non a Napoli.

            A Napoli al massimo si può cantare la piacevolezza del Vomero, quando non era edificato, contrapponendo la piacevolezza degli alberi e dell’ombra al clima insalubre del mare e della plebe ammassata nelle case di pescatori (anche se in realtà del mare si parla sempre con amore nella produzione poetica e musicale napoletana), ma è un giardino, un locus amoenus con tanto di casupole rurali, orti, non certo la natura vergine.

        • giuseppe motta scrive:

          come fa un punto a passare dal centro?

          comunque credo che in Italia la natura esista eccome

          anzi credo che l’Italia abbia una significativa ricchezza di biodiversità

          • Peucezio scrive:

            È natura antropizzata, con poche eccezioni: paesaggio risultato dell’azione plurimillenaria dell’agrucoltura, dell’allevamento, della storia insomma.
            E anche la biodiversità è in parte naturale, ma c’è tutta una biodiversità dovuta a secoli di allevamento e selezione.

            So di una ragazza in un paesino nelle alte valli dell’EmiliaoOccidentale che ha studiato per diventare allevatrice e si vuole fare carico di preservare la razza bovina del suo paese di origine.
            Questa non è natura, è cultura.

          • Peucezio scrive:

            Giuseppe,
            “come fa un punto a passare dal centro?”

            Mi sono espresso male.
            Intendevo che in un cerchio puoi far passare infiniti diametri che, per definizione, passano tutti dal centro.

          • giuseppe motta scrive:

            è proprio la biodiversità che abbonda in Italia al di là dell’antropizzazione

            ora ho capito cosa vuoi dire sul diametro e credo di essere sostanzialmente d’accordo, è un po’ come una calamita che dovunque la tagli ha sempre due poli

            • Peucezio scrive:

              Motta,
              “è proprio la biodiversità che abbonda in Italia al di là dell’antropizzazione”

              Non me n’intendo, ma non mi sorprende.
              Natura e cultura che si corrispondono, si influenzano a vicenda.

      • giuseppe motta scrive:

        a me la cultura 1 sembra paccottiglia New Age e la cultura 2 una lista di slogan

  22. Peucezio scrive:

    Miguel,
    “1) I Culturati che sono di Sinistra perché il Babbo aveva i soldi per mandarli a fare i progetti Erasmus in giro per il mondo: cioè è quella visione su centomila possibili nella storia umana, che crede che l’Individuo sia Sacro, che il Progresso sia Ineluttabile, che la Tecnica farà Felice l’Individuo, ecc. ecc”

    Comincio a pensare che viviamo su due pianeti diversi…

    Questi sono anti-individualisti (conformismo puro, devi pensare e fare quello che fanno tutti, devi rinunciare al mezzo privato, non puoi esprimere idee autonome perché offenderebbero qualche minoranza, ecc.), ritengono che il progresso tecnico e il miglioramento della qualità della vita abbiano rovinato il pianeta e che quindi dobbiamo tornare a vivere come selvaggi e quanto alla tecnica è il demonio, tranne quando non diventa l’ultima moda sostenibile, inclusiva, green, cioè meno efficiente, più scomoda, più povera, ecc.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Peucezio

      ” ritengono che il progresso tecnico e il miglioramento della qualità della vita abbiano rovinato il pianeta e che quindi dobbiamo tornare a vivere come selvaggi”

      Davvero viviamo su due pianeti diversi.

      Premesso che praticamente tutte le persone che frequento si dichiarano “di Sinistra”, ma sono talmente diverse tra di loro che è impossibile trovare elementi in comune…

      Nel pianeta mio, “quello di Sinistra davvero” crede che grazie alla Scienza e al Progresso e alla Tecnica, ci sia la possibilità per un numero infinito di persone di vivere una vita in cui tutti vanno all’Università e tutti possono fare le vacanze e tutti possono avere accesso a ogni medicina nota al mondo e non si muore mai, o comunque i medici presto troveranno come non far morire, perché morire non è “giusto” e nessuno deve mai provare dolore, fosse anche un lieve prurito.

      Poi alcuni credono che ci siano “i capitalisti” che pur pura cattiveria impediscono a Tutti di godere della pacchia infinita, altri invece dicono che la colpa è solo di beceri che vivono ancora nel Medioevo e hanno “pregiudizi” e hanno una mentalità da “branco”, “identitario” e non individuale.

      E questi con i Pregiudizi vanno sicuramente puniti, perché evitano a Tutti di godere di Tutto, come è nel sacrosanto Diritto di Ogni Individuo.

      E siccome quello di Sinistra vuole bene a Tutta l’Umanità, è più Buono di quello che ha i Pregiudizi, e quindi, sì, agita spesso il Ditino Imparatore.

      • Peucezio scrive:

        Miguel,
        ma tu non contempli che il masochismo, insieme vivadio alla spinta opposta, sia uno dei motori della storia e della vita individuale e collettiva?

        Eppure Freud parla di istinto di morte, ma, prima ancora, Empedocle parla di odio vs amore, cioè di forza disgregatrice immanente alla realtà.

        Siamo un continuo specchio di proiezioni e introiezioni.
        L’uomo è violento, ha l’istinto aggressivo, omicida.
        Ma per via di tale specchio, la prima vittima è lui stesso: la maggior parte della gente si vuole male, persegue scientemente il proprio svantaggio.

        Io lo vedo tutti i giorni: quanta gente con delle potenzialità, che potrebbe godersi l’esistenza si autopone limiti assurdi, castelli di pregiudizi, rigidità, comportamenti e atteggiamenti disfunzionali, paralizzanti, rinuncia a vivere, al godere, ad amare.
        Io per primo ne ho un milione, anche se almeno cerco un minimo di combatterli.

        Tu no, d’acc0rdo. Ma tu sei un caso raro.
        Non prenderti a misura dell’umanità: tu sei uno dei pochi uomini non malati in un’umanità malata.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Peucezio

          “Io lo vedo tutti i giorni: quanta gente con delle potenzialità, che potrebbe godersi l’esistenza si autopone limiti assurdi, castelli di pregiudizi, rigidità, comportamenti e atteggiamenti disfunzionali, paralizzanti, rinuncia a vivere, al godere, ad amare.”

          Effettivamente è vero.

          C’è un sacco di gente che si autolimita.

          Ovviamente anch’io, se sembra il contrario vuol dire che riesco a… non fare brutta figura!

        • Miguel Martinez scrive:

          Per peucezio

          “Siamo un continuo specchio di proiezioni e introiezioni.
          L’uomo è violento, ha l’istinto aggressivo, omicida.
          Ma per via di tale specchio, la prima vittima è lui stesso: la maggior parte della gente si vuole male, persegue scientemente il proprio svantaggio.”

          Caspita, è affascinante questa riflessione. E ha anche un fondo di verità.

          E ci si potrebbe costruire un quadro intero della storia umana ANCHE attorno a questa prospettiva.

          • Miguel Martinez scrive:

            In fondo la tesi di Peucezio ha anche interessanti risvolti politici.

            Tutto il liberalismo si fonda sull’idea dell’Individuo Attore Razionalità che fa i suoi conticini. Che fa anche parte della realtà della vita umana, certo. E attorno a questa (parziale) realtà psicologica, si struttura un intero sistema giuridico/economico/politico/repressivo, anzi l’unico sistema ormai di tutto il pianeta.

            Ma esiste ANCHE la realtà umana di cui parla Peucezio, che sabota l’idea liberale. Che sistema ne possiamo ricavare?

  23. Peucezio scrive:

    Parlando di tutt’altro,

    ma risulta anche a voi ciò che mi ha riferito una mia nipote mezza teutonica, e cioè che in Germania la gente ha smesso di farsi la doccia per scrupolo ecologista (e chi la fa viene stigmatizzato come un criminale) e che quindi vanno tutti in giro puzzando come capre e nei trame, scuole, uffici, ecc. non si respira dal fetore?

    • Roberto scrive:

      Vivendo in mezzo ai tedeschi, decisamente è una cavolata

      Davvero mai sentita una cosa del genere

      • Peucezio scrive:

        Pare che così le racconti il suo fratellino/-astro tedesco.
        Pare che i suoi compagni lo bullizzino perché si fa la doccia.
        L’ommo nun ze lava, l’ommo ha dda puzzà!

        • Peucezio scrive:

          Ma pare lo facciano anche le donne…

          Non so i ricchioni. Quelli avranno una speciale dispensa.
          O forse, essendo i più modaioli e à la page, sono i più zozzoni di tutti.

        • Peucezio scrive:

          A parte che comunque a me risulta che gli standard igienici dei popoli del nord siano sempre stati molti diversi dai nostri.

          Una mia amica spagnola infermiera a Londra mi raccontava che arrivavano inglesi con malattie della pelle per il resto debellate in Occidente perché legate alla scarsa igiene.

          No, sono mangiammerda, non c’è niente da fare.

          • PinoMamet scrive:

            Mah…
            Leggevo americani sicurissimi che i francesi non si lavassero, ognuno col suo aneddoto da raccontare.

            Ho sentito raccontare la stessa cosa dei meridionali, dei neri, dei cinesi, dei campagnoli.

            Si tratta di semplici pregiudizi.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Pino Mamet

              “Si tratta di semplici pregiudizi.”

              Più che pregiudizi, si tratta di Società dello Spettacolo.

              Ieri ero sui viali, dove c’è un gigantesco albero di magnolia.

              Arriva un ragazzo in bicicletta. Si toglie le scarpe.

              E si arrampica su per l’albero, senza perdere un colpo, fino in cima.

              E siccome lo guardo, mi saluta un po’ timido tra i rami.

              Fatto vero.

              Se ci fosse stato un Giornalista presente, ne sarebbe nato un titolo.

              E da allora, sapremmo che i Fiorentini Vivono sugli Alberi.

            • Peucezio scrive:

              Pino,
              anche sui francesi l’ho sempre sentito dire da tutti.

              Comunque qua dobbiamo partire da un dato incontrovertibile.
              I popoli che non hanno il bidet, cioè praqticamente tutti i popoli tranne noi italiani, sono per definizione dei mangiammerda, perché, scusate il tono esplicito, se ne vanno in giro col culo sporco di merda.
              E tanto basta a qualificarli come selvaggi.
              Poi potete pensare quello che volete. A me mi fa schifo.

            • PinoMamet scrive:

              Il bidet lo hanno inventato i francesi, quando gli italiani erano evidentemente dei mangiamerda 😉

              Ma seriamente, Peucezio, dovresti prendere queste cose… meno sul serio 😉

              Basta uno prevenuto contro gli italiani, che fa un giro su un autobus d’estate, ed ecco “gli italiani che non si lavano”.

              Se ha una mezza cultura, può tirare fuori tutte le pseudogiustificazioni etnostoricogeograficoulturali che vuole 😉

              • Peucezio scrive:

                Lo hanno inventato ma è rimasto una cosa per un pugno di aristocratici.
                E si è diffuso per un certo periodo nel sud.

                Comunque continuo a non capire come l’andare in giro col culo sporco non qualifichi come zozzoni, al di là di ogni ulteriore analisi.

                Ripeto, ditemi quello che volete, ma mi fa schifo.

              • PinoMamet scrive:

                Ma sai che fanno la doccia o il bagno…
                Non hanno il bidet, ma l’acqua l’hanno già inventata!

              • Miguel Martinez scrive:

                Per PinoMamet

                “Non hanno il bidet, ma l’acqua l’hanno già inventata!”

                In San Frediano, gli anziani che conosco io sono nati senza l’acqua corrente in casa.

                C’era una doccia pubblica in Via Sant’Agostino, e un’altra (per gli adolescenti) al nostro giardino.

                Artrochè bidè!

          • Roberto scrive:

            Peucezio,

            Come dice pino sono semplici pregiudizi che tutti raccontano su tutti…lascia perdere, dai

            • Peucezio scrive:

              Beh, no, sull’Inghilterra ho un’infinità di riscontri.
              Fino alla mia amica nella cui casa a Londra ballavano i topi, organizzavano feste, ricevimenti…

              Il bello è che mi c’invitù a me a trovarla a Londra.
              Come diciamo a Bari: ngule!.

            • PinoMamet scrive:

              Peucè, il segreto è che tutti hanno aneddoti da raccontare.

              • Peucezio scrive:

                E hanno tutti ragione.
                Inoltre, visto che non possiamo fare uno studio statistico su tutto, due, tre aneddoti che vanno nella stessa direzione fanno un’analisi sociale.

                Se mi dicono che in Spagna la birretta alla spina ha più o meno la funzione sociale che da noi ha il caffè e che si beve un po’ a tutte le ore, in ogni baretto di periferia, come un rito, ci credo e poi vado lì è constato che è vero.

                È un exemplum fictum, dal momento che è una cosa che ho osservato prima che chiunque me la dicesse.

    • Roberto scrive:

      Ma come possono venire in mente della cagate di questo tipo e come ci si può credere? Se non è una battuta è davvero una cosa sorprendente

      • giuseppe motta scrive:

        ci sono persone capaci di credere a qualsiasi cosa

        e sono parecchie

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “Ma come possono venire in mente della cagate di questo tipo e come ci si può credere? Se non è una battuta è davvero una cosa sorprendente”

        Infatti, Peucezio è una persona di straordinaria intelligenza, con cui spesso mi sono trovo d’accordo.

        E come sapete, mi fa un baffo il fatto che lui ogni tanto si definisce ammiratore di un Regime defunto ottant’anni fa.

        Poi ogni tanto gli vengono attacchi di Destrite.

        La Destrite è un sottoprodotto del “giornalismo”, cioè dell’insieme di gente che campa spacciando notizie strabilianti, e cretini che spippolano allo smarfo alla ricerca di notizie strabilianti.

        Un nigeriano scippa una vecchietta a Parigi; la Boldrini dice che ci sono immigrati onesti; la Boldrini dice (me lo invento) che guida una Panda e non una Lamborghini; la Boldrini è del PD; un membro del PD di Padova (che non appartiene affatto alla corrente della Boldrini) si dichiara Translesbico; un trans negli Stati Uniti ha detto di essere vegano.

        Ecco che la “Sinistra sono gli scippatori nigeriani vegani iscritti al PD che dicono che devi andare in giro con la Panda e guai se non sei trans”.

        Ed è, diciamola, una cazzata.

    • PinoMamet scrive:

      A non proposito: Instagram mi propone un filmatino di una ragazzotta italiana che abita in Finlandia.
      Non so perché, forse per sadismo.

      Beh, la ragazzotta racconta che in Finlandia, e specialmente in Lapponia, la gente si veste come gli pare, con abbinamenti assurdi (lo dice lei stessa) e comunque spesso con abiti sportivi- da trekking, che credo siano parzialmente giustificati dalla geografia.
      “Nessuno ti giudica”, comunque, e puoi andare in giro vestito malissimo.
      “Non è fantastico?”

      La mia risposta istintiva: no. Manco per il cazzo.

      Vedo che diversi utenti le rispondono educatamente che va bene non giudicare nessuno, per carità, ma un po’ di buon gusto non ha mai fatto male;
      e che non si capisce perché gli italiani, che sono famosi per la moda, dovrebbero imitare i lapponi…
      (ah, il post si intitola tipo “adesso vi dico una cosa che forse non sapete della Finlandia: non esiste la moda!”)

      risposte piccatissime della ragazzotta, che essendo “di mente aperta” 😉 non è in grado di accettare neppure la più piccola critica.
      Io non sono intervenuto: mi sono limitata a bloccare il suo account.

      Di italiani scemi che ammirano i barbari ne conosco già abbastanza 😉

      • PinoMamet scrive:

        Chissà poi perché tanti italiani ammirano quei popoli (permettete) del cazzo.
        Mi sfugge. Ci deve essere sotto qualcosa che risale alle dominazioni straniere, se non addirittura alle invasioni barbariche.

        Ora vado a memoria, e ho ascoltato distrattamente.

        Ma una mia amica che lavora negli asili mi diceva di un viaggio di scambio/istruzione di certe sue colleghe in Isvezia.

        Dove- nonostante sia uno dei paesi più anglofoni del mondo, così dicono- a quanto pare nessuno parlava inglese. O perlomeno nessuno lo parlava con loro .
        Così la loro osservazione degli asili norreni si è limitata a stare chiuse in qualche stanza, tra loro, a bere caffè (suppongo una ciofeca) e vedere saltuariamente qualche collega nordico che mostrava a gesti gli ambienti.

        Di simpatia non moriranno…

        • roberto scrive:

          Pino

          “Chissà poi perché tanti italiani ammirano quei popoli (permettete) del cazzo.”

          una delle domande che mi faccio più spesso…cucinano di merda, sono asociali, stanno sempre con il ditino imparatore alzato, non sono capaci della minima interazione sociale se non sono ubriachi…

          poi non ti dico a lavorarci. Finti democratici (diamoci del tu, mio caro schiavo, siamo tutti uguali ma io sono il capo), incapaci di prendere una decisione (discussioni infinite per arrivare ad essere tutti d’accordo) e senza la minima fantasia o elasticità

          non è un caso che i romani si sono fermati più a sud e manco ci hanno provato a civilizzarli

        • Miguel Martinez scrive:

          per Pino Mamet

          “Dove- nonostante sia uno dei paesi più anglofoni del mondo, così dicono- a quanto pare nessuno parlava inglese. O perlomeno nessuno lo parlava con loro .”

          Sospetto che gli italiani generalizzino sui “popoli nordici”.

          Io non conosco svedesi, conosco tedeschi e olandesi.

          I tedeschi sono piuttosto diversi tra di loro, e non saprei generalizzare.

          Gli olandesi mi piacciono, a parte la loro cucina.

          Mi piace la loro grettezza, semplicità, dire pane al pane (vabbè, pane orrendo), il senso dell’umorismo, la mancanza di ideologia, l’indifferenza all’immagine.

          Una specie di darsi del tu da contadini.

          Tipo, si trova un masso sulla strada, invece di lamentarsi, ci si mette al lavoro per spostarlo.

        • PinoMamet scrive:

          Beh, sui tedeschi che ho conosciuto posso dire solo cose positive.
          Li ho trovati in genere molto aperti e sensibili. Ma la Germania è un paese grande, metà dei tedeschi che conosco vivono in Italia da anni, gli altri i occupano di relazioni con l’Italia e adorano la cultur italiana, quindi boh…

          Ma la Germania non la metterei tra i paesi nordici: sono tedeschi.

          Di olandesi ne conosco uno, simpatico ma chiuso e taciturno.
          Anche loro non saprei quanto siano nordici…

          Sugli svedesi, ho già raccontato tutto quello che so, all’incirca.
          I filnadesi ricordo che erano citati come stronzi (il giornalista si scusava, non trovava un termine più adeguato per descriverli: proprio stronzi) in un giornale che leggeva mio fratello anni fa.
          Una rivista di macchine , quindi non proprio una cosa da mammolette woke.
          Ma la loro maleducazione era descritta ai limiti della sopportabilità.

          C’è andato in viaggio un amico gay (la Finlandia pare sia una discreta meta gay) e si è trovato bene. Boh.

          Norvegesi non pervenuti.

        • Peucezio scrive:

          Pino,
          “Chissà poi perché tanti italiani ammirano quei popoli (permettete) del cazzo.”

          Un po’ perché noi italiani siamo masochisti e autodenigratori, per cui tutto ciò che è altro è migliore.

          Ma credo che in cose come questa della moda c’entra anche il fatto che in Italia non ti senti libero, ti senti costantemente sotto giudizio.
          È il motivo per cui le ragazze italiane sono quelle che più se la tirano in tutto l’Occidente. Perché sanno che in fondo sotto sotto l’uomo italiano ha ancora una mentalità veteropatriarcale e la giudica.
          Ma il sesso è solo una parte: noi italiani siamo un popolo di repressi, continuamente ossessionati non dal fare bella figura (che almeno sarebbe un pungolo per fare bene) ma dal non fare brutta figura!
          Cioè lo scopo è sempre omissivo, mai attivo, positivo: noio italiani (e le donne esprimono al massimo questo principio) viviamo in funzione dell’evitare di fare qualsiasi cosa, perché ogni gesto è un’espressione scomposta di esuberanza e come tale non va bene.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per peucezio

            “noi italiani siamo un popolo di repressi, continuamente ossessionati non dal fare bella figura (che almeno sarebbe un pungolo per fare bene) ma dal non fare brutta figura!”

            interessante…

            mi viene in mente che gli italiani possono quindi dare il meglio di sé, quando si confrontano con altri italiani (tipo livornesi con pisani), dove questo meccanismo non esiste.

            • Peucezio scrive:

              Miguel,
              beh, ma è proprio in Italia che l’italiano è così, all’estero si sbraca, si sfoga.

              Ma ciò a cui pensi tu è un’altra cosa, sono retaggi arcaici, di quando l’italiano era ancora un popolo vitale, non l’ombra di sé stesso sopravvissuta a sé stessa.

            • Peucezio scrive:

              Comunque io stesso sono colpito, da italiano da sempre ultra-nazionalista, del disprezzo che ho sviluppato ultimamente per gli italiani di oggi.
              Il covid è stato la vera cesura: lì si è capito che non siamo nemmeno pecore, ma amebe.
              Tanto eravamo meravigliosi, ancora fino a un paio di generazioni fa, per la nostra storia, la nostra esuberanza, tanto siamo diventati una massa grigia e amorfa oggi, di nevrotici inutili, squallidi, il senso della cui presenza al mondo risulta incomprensibile, se non in virtù di quelle inerzie della storia.

              • PinoMamet scrive:

                Mah…
                a me a dire il vero pare che fosse la generazione di mia nonna paterna, quella del mio non-capoluogo, a essere ossessionata col non fare “brutta figura”, più o meno come i parigini del Settecento erano ossessionati dal non “cadere nel ridicolo”.

                Adesso che tutti esibiscono brutti tatuaggi e infradito e insegnano parolacce ai nipotini, non direi che manchi l’esuberanza…

              • Peucezio scrive:

                Sì, in effetti il discorso va articolato meglio.

                Una volta c’era una più forte dimensione sociale e comunitaria e regole di decoro (non solo nella borghesia) piuttosto chiare, esplicite e definite.

                Oggi sul piano del decoro c’è lo svaccamento totale, ma c’è una pressione sociale più sottile e implicita, più nevrotizzante, che agisce solo per inibizioni, non per prescrizioni positive.

              • Peucezio scrive:

                E qui si somma la staticità decadente italiana con le nevrosi dell’Occidente contemporaneo, per cui soprattutto le ragazze hanno paura di tutto, mangiano pochissime cose, sentono come disdicevole qualsiasi comportamento o gesto che superi l’ameba.

          • habsburgicus scrive:

            noi italiani siamo un popolo di repressi, continuamente ossessionati non dal fare bella figura (che almeno sarebbe un pungolo per fare bene) ma dal non fare brutta figura!

            accordo assoluto e totale con Peucezio ! (AATCP)

          • giuseppe motta scrive:

            mi spiace che tu sia così ossessionato dal fare brutta figura e da altre paure

            ti auguro di superarle con serenità

      • PinoMamet scrive:

        Tra l’altro mezzo conosco un fotografo svedese, abbastanza simpatico, ma sta in Italia da duemila anni…

        invece una mia amica che ha parenti in tutto il mondo è stata in Isvezia per il matrimonio di un cugino spagnolo
        (stranamente non gay: di solito i cugini spagnoli sono gay)
        con una svedese, ma questa svedese era mezza americana e la metà americana era mezza ebrea, quindi tutt’insieme non fa testo.
        Si è trovata bene.

        Un mio amico, sempre lassù per motivi di ospitate matrimoniali, ha mezzo litigato con un giovine locale che sosteneva che doveva essere stata Roma a prendere il nome da un’isolotto locale, o da una cittadina su un’isola locale, con lo stesso nome.
        Mah.

  24. daouda scrive:

    Appuntamento 8 ottobre a Firenze chi vuole c’è chi non vuole non c’è. Robberto sappi che lascerò l’indirizzo di casa a quel communista de MM così la domenica quanno passi pe Roma un giorno me citofoni dopo le 18 e poi annamo a magnà e paghi te, se ce dice bbene, sarà na grande sorpresa.
    A Peucezio le mie scuse perché a breve, mi dispiacque, cambierò nummero e nun te lo pozzo dà. E’ stato un piacere.

    Grazie a tutti, come diceva King George, beli e brutci.

  25. Fuzzy scrive:

    https://youtu.be/bIq0o40Jo80?feature=shared
    Dunque. È lunghissimo direi quasi due ore, ma già dopo 30 minuti ci si rende conto che il mondo gira su certi parametri che la gente rintronata dall’informazione mainstream (odio questa parola, ma non ne trovo altre in
    fretta) ma anche quella diciamo un po’ più alternativa, neanche si immagina.
    La Cina sta veramente erodendo la leadership monetaria del dollaro, semplicemente acquistando energia direttamente da chi la produce, tramite contratti a lungo termine. Pagamento in Yen.
    E come fa? Semplicemente con la moneta cinese si possono comprare i prodotti cinesi.
    Roba moderna, tecnologica, centrali nucleari
    ecc. Non più il ciarpame di una volta. E se avanzano degli yen possono essere convertiti in oro.
    Questo molto altro direttamente sui vostri teleschermi!

    Ho detto bene Furby?
    -Forse. Tu dai tre euro e controllo
    No. Preferisco fare brutta figura

  26. PinoMamet scrive:

    https://www.open.online/2023/10/04/papa-nuova-guinea-gianluca-grimalda-licenziamento-germania-aereo-ritorno/

    Guardate questo tizio. Lui dice che se non prende l’aereo diminuirà la sua “impronta carbonica “, e ha calcolato di quanto.

    Io sono ignorante, ma credo che l’aereo partirà lo stesso, con lui o senza di lui. In realtà prendendo altri mezzi aumenterà la suddetta impronta anzichenò.

    Mi ricorda quel tale che invece di prendere l’autobus gli correva dietro a piedi, e risparmiava 1 euro.

    Poi ha deciso di risparmiare 20 euro sullo stesso tragitto, e si è messo a correre dietro ai taxi…

    • Fuzzy scrive:

      https://viaggiare.moondo.info/alla-scoperta-dei-nativi-della-papua-guinea-e-gli-ultimi-cannibali/amp/
      Magari gli hanno detto che se lo vedono tentare di prendere l’aereo gli fanno fare una brutta fine. Oppure è semplicemente uno che cerca di essere coerente.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Pino Mamet

      “Io sono ignorante, ma credo che l’aereo partirà lo stesso, con lui o senza di lui. In realtà prendendo altri mezzi aumenterà la suddetta impronta anzichenò.”

      Beh, se SOLO lui fa così, è vero.

      Ma pensa al fatto che effettivamente in Europa, è calato il numero di persone che si mangiano una bistecca al giorno.

      Degli individui hanno rinunciato per la linea, per il colesterolo, per non fare male agli animali… ma alla fine l’impronta complessiva di tante scelte individuali ha un impatto collettivo.

      Certo, le scelte devono essere tante: i Miguel Martinez che non hanno lo smarfo non cambiano il mondo.

  27. habsburgicus scrive:

    buon onomastico al nostro Francesco e a tutti gli eventuali altri franceschi che ci leggano (femminile incluso, ça va sans dire)

  28. mirkhond scrive:

    Mi associo agli auguri.

  29. habsburgicus scrive:

    4 ottobre 1993-4 ottobre 2023
    Parte 1
    30 anni fa, in Russia, succedevano cose che -per quanto obliate- hanno un impatto ancora oggi…basti dire che fu ALLORA istituito il quadro istituzionale della Russia odierna, e non fu stabilito da Putin (ancora oscuro) ma da El’cin…
    un po’ di cose noiose ma utili a rammentarsi
    la Federazione Russia odierna è la diretta continuatrice della RSFSR (Repubblica socialista federativa sovietica russa), la più grande delle 15 Repubbliche sovietiche dell’Unione e l’unica con statuto federale (alcune altre ovvero l’Uzbekistan, la Georgia e l’Azerbaigian contenevano Repubbliche autonome -in sigla ASSR- ma non erano Repubbliche federali..l’unica altra Repubblica federale mai esistita in URSS fu la ZSFSR -dove Z sta per Zakavzskaja e non anticipa il putinismo 😀 che dal 1922 al 1936 comprese le tre Repubbliche che noi chiamiamo transcaucasiche cioè Georgia, Armenia e Azerbaigian); la posizione “speciale” della RSFSR era evidenziata dal non avere detta Repubblica (sino al 1990, quantomeno) un proprio PC in quanto il PC della RSFSR si confondeva con il PCUS tout court (laddove nelle altre Repubbliche vi ea un Partito a livello repubblicano, in Ucraina chiamato KPU ecc) e dal fatto che la sua capitale, Mosca, era parimenti la capitale dell’URSS
    nel 1978 la RSFSR ricevette una nuova Costituzione, come tutte le altre Repubbliche (Ucraina, Uzbekistan ec): ciò fu conseguenza dell’adozione della III Costituzione pansovietica, quella brezhneviana, nell’autunno 1977 per i LX anni dell’Ottobre (vi fu una Costituzione “staliniana” adottata il 5/12/1936 e una “leniniana” dell’estate 1923..la Costituzione “staliniana” era stata stravolta dopo il 1956 ma non abrogata)
    nel 1990 entrò in vigore anche in RSFSR il sistema riformato da Gorbaciov nel 1988-1989, si tennero elezioni semilibere (primavera 1990) e il 29 maggio 1990 il Soviet Supremo della RSFSR elesse suo presidente Boris El’cin, uno dei più famosi “democratici” (che attaccava Gorbaciov “da sinistra” -si diceva così ! “destra” era parola offensiva riservata ai nostalgici di Brezhnev- in quanto lo riteneva troppo legato all’epoca sovietica) che nel lontanissimo (non temporalmente !) autunno 1987, da 1° segretario del PCUS a Mosca, ultra-riformatore e “pasdaran”della perestrojka, fu purgato da Gorbaciov che lo “scaricò” e lo accusò di “avventurismo” forse perché pressato da Ligaciov e dai veri “duri” della nomenklatura (donde l’odio personale di El’cin verso Gorbaciov);
    il 12/6/1990 su impulso di Boris El’cin e degli intellettuali liberal che lo circondavano, il Soviet Supremo della RSFSR proclamò la “sovranità” della RSFSR e restaurò il tricolore russo -che Putin ha mantenuto !
    Quando il 17/3/1991 Gorbaciov tenne il referendum sul mantenimento dell’URSS* (che ebbe più SI in Ucraina che in Russia !), El’cin da vero animale politico aggiunse una domanda in RSFSR chiedendo un SI o un NO all’elezione diretta del presidente di detta Repubblica..i russi dissero SI
    il 12/6/1991 Bors El’cin era eletto a furor di popolo Presidente della RSFSR che molti incominciavano a chiamare “Russia” (a questa data né l’Ucraina né la Belarus -ma neppure il Baltico- avevano presidenti eletti direttamente dal popolo e l’Italia non ce l’ha tuttora :D..né era eletto Gorbaciov che doveva il potere ai capi rossi del Politbjuro)..ciò aumentò in modo esorbitante la legittimazione di El’cin e gli rese possibile resistere al golpe di agosto [continua]

    *boicottato nel Baltico, in quasi tutta la Moldova, in quasi tutta la Georgia e di fatto pure in Armenia; nei tre oblasti galiziani (L’viv, Ternopil’ e Ivano-Frankivs’k) si tenne a malincuore ma le autorità aggiunsero una domanda “volete voi l’indipendenza assoluta dell’Ucraina ?” che ebbe dall’80 al 90 % dei SI

  30. habsburgicus scrive:

    Parte 2
    e venne la fine dell’URSS (dicembre 1991)
    El’cin ereditò i codici nucleari dall’ odiato Gorbaciov e la Russia-Federazione Russa (ex-RSFSR) ereditò il seggio permanente all’ONU dell’URSS [en passant, vi è chi dice che ciò fu una concessione altrui, dunque revocabile..l’URSS era, lo ammettono anche costoro, membro permanente DE IURE laddove la Russia lo sarebbe solo EX CONSENSU e dunque ne potrebbe essere privata (in pura teoria)…tesi minoritaria, e di difficile applicazione pratica…Roberto, che è giurista, potrà dirci di più sulla fondatezza o meno di tali elucubrazioni] né furono necessari riconoscimenti diplomatici in quanto la Russia fu ritenuta la mera continuazione diplomatica dell’URSS (per l’Ucraina e tutti gli altri ad eccezione del Baltico SI; per il Baltico NI ma solo perché l’Occidente accettò infine la tesi baltica dell’occupazione e della non-validità dell’incorporazione baltica nell’URSS in quanto imposta con la forza e ritenne i Baltici già riconosciuti una volta per tutte nel 1920-1922, insomma dopo la Grande Guerra]
    El’cin nominò Gajdar che applicò il capitalismo, in modo indubbiamente selvaggio, e furon dolori !…io non mi intendo di economia e taccio….Francesco ne sa più di me e mi farà piacere che dica la sua..mi limito a dire che è vero che Gajdar causò un disastro inenarrabile (i russi ancora sbiancano quando pensano a quei tempi !) ma forse, quando fu cacciato (dicembre 1992) era troppo presto per fare un bilancio..se i russi avessero continuato nelle riforme liberiste di Gajdar (come fece in circostanze ben più facili la Polonia con Balcerowicz che disse NO a Marx in modo definitivo e dopo anni difficili in pura perdita la Polonia iniziò finalmente a incassare i primi dividendi e oggi è una prospera terra europea) chissà..forse dopo 3-4 anni orribili, la Russia avrebbe iniziato a crescere..e sarebbe divenuta un paese normale, semi-democratico e (quasi) occidentale ! non lo sapremo mai !
    nel dicembre 1992 El’cin cacciò Gajdar e nominò Chernomyrdyn (non per essere lombrosiani ma se guardate le foto, era sovietico pure dal punto di vista fisico :D) e ogni riformà finì nel nulla (sarebbe stato come, per riformare l’Italia nel 1992-1993, nominare Cirino Pomicino :D)..fin da allora furono poste le basi per il putinismo
    nel 1993 vi fu un serio contrasto fra le forze filo-sovietiche e nostalgiche oltre ad alcuni “cani liberi e sciolti” (raccolte intorno al Soviet Supremo della RSFSR/Russia) e El’cin e la sua cricca di cui in quei giorni, a bassi livelli faceva parte pure un certo Putin umile servitore illis diebus di Anatolj Sobchak sindaco “democratico” di San Pietroburgo e già professore di Putin (forse quindi uomo del KGB pure lui..molte volte i professori cooptavano gli studenti nel KGB, mica era così semplice entrare eh).
    El’cin non le risolse con la democrazia ma usò i carri armati..i tragici fatti del 4 ottobre
    indi varò una Costituzione autoritaria (dicembre 1993) che nell’essenza è tuttora in vigore sotto Putin così come la Duma (riesumata allora da El’cin dopo la parentesi del 1906-1917)
    anche l’architettura istituzionale, con una Russia formalmente federale divisa in 89 entità, è stata mantenuta seppur Putin le ha ridotte a 83 (85 con la Crimea e Sevastopol’) e soprattutto le ha private di potere..inoltre Putin, tornando allo zarismo “classico”, ha creato in aggiunta 8 circoscrizioni grandi simili ai governatorati-generali della Monarchia
    ma tutto era in fieri già allora
    il fallimento della democratizzazione della Russia purtroppo ha radici lontane, molto lontane e va indietro almeno fino all’autunno 1993 o forse fino alla cacciata di Gajdar (dicembre 1992)….
    o forse era implicito sin dall’accantonamento di Gorbaciov che pur con i suoi limiti e da una prospettiva (neo)sovietica e non russa era l’unico veramente “occidentale”

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “potrà dirci di più sulla fondatezza o meno di tali elucubrazioni”

      No, non hanno senso e sono fondate su un fraintendimento: il consenso aveva puramente efficacia dichiarativa (cioè “siamo tutti d’accordo che qualcosa è vero”, tipo che il cielo è blu) e non costitutiva (cioè “siamo tutti d’accordo che debba essere così”, tipo che dobbiamo tinteggiare la parete di blu). Oggetto della constatazione era la posizione di successore della Russia rispetto all’Unione Sovietica.
      Se poi si vuole dire che domani tutti potrebbero sognarsi che non sia così, ovviamente è vero: domani possiamo tutti iniziare a dire che il cielo è verde e, se lo ripetiamo abbastanza a lungo, riscriviamo tutti i libri dicendo che è verde e ci dedichiamo ad una intensa campagna di informazione, allora diventa consensualmente vero che il cielo sia verde.
      Peccato che resti blu, per cui si potrebbe incontrare della resistenza nell’operazione.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ habsburgicus

      “Polonia […] e ora è una prospera terra europea”

      Ah, sì?

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • habsburgicus scrive:

        da Kaliningrad a Danzica la differenza è palpabile 😀

        • Francesco scrive:

          lo sai che i fatti ad ADV gli fanno un baffo!

          grazie della fiducia ma tra me e la capacità di valutare l’adeguatezza del fallito processo di “mercatizzazione” dell’economia sovietica stanno decenni di studio

          temo che mancassero le basi, culturali prima di tutto, per una simile riforma, ci sono ancora leggende su cosa i russi intendessero per capitalismo, roba da culto del cargo

          del resto hanno una certa storia e patiscono le nefaste conseguenze di 70 anni di comunismo, dopo secoli di assolutismo zarista

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ habsburgicus

          “palpabile”

          Lo è anche la densità di emigrati negli USA per Km quadrato, l’importo delle loro rimesse, la disponibilità di finanziamenti UE ecc.

          Ma se hai visto come ho visto io le condizioni di lavoro di certi Polacchi ancora prima della pandemia allora rivedi il tuo concetto di ‘prospero’.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            E l’inserimento nelle filiere produttive tedesche, che, tra l’altro, ha messo in difficoltà molti terzisti in Italia.

            • Francesco scrive:

              e che credo sia una delle componenti principali della (relativa) prosperità polacca

              aver trovato dei clienti paganti!

              sulle rimesse odierne degli emigrati polacchi in America, sarei assai stupito se avessero una rilevanza

              che stiano meglio ora che ai tempi del comunismo credo sia noto a tutti

    • quisquiliator scrive:

      @habsburgicus
      Non è tanto il fatto che non sono d’accordo su alcune parti della tua ricostruzione, è che avrei di gran lunga preferito un post sul fallimento della democratizzazione in Italia , che mi sembra un argomento molto più impellente 🙂

    • roberto scrive:

      Habsb

      mmmmh no, non credo proprio che la russia possa perdere il suo seggio alle nazioni unite (se ho tempo ci ritorno, ma in questo caso la differenza de iure e ex consensu mi pare un po’ tirata per i capelli….)

      per curiosità, qui la lettera di Eltsin che dice “d’ora in poi la Russia sostituisce l’URSS”

      https://ask.un.org/loader?fid=19456&type=1&key=90767ef0305af7e1f1b5c3434e26f797

      • habsburgicus scrive:

        grazie !
        fra l’altro la lettera dimostra che addirittura al 24/12/1991 il nome ufficiale era ancora RSFSR à la soviétique (non era chiarissimo quando avvenne il cambio)…rigrazie ! veramente molto interessante

  31. Francesco scrive:

    x Pino

    >>> Se le porcherie le fanno gli altri, che schifo! Non sono compensate dai vantaggi o dalle buone intenzioni.
    Se le fanno gli americani, eh sì, ma poi, alla fine le criticano, pensa che bravi!

    Allora, piccolissime precisazioni ma hai colto

    1) non mi limito agli americani, quello è il mio giudizio sulla civiltà occidentale “moderna” in generale.

    2) il fatto che le porcherie vengano criticate dall’interno, che questa cosa sia parte integrante del sistema, mi pare di eccezionale importanza: la capacità di correggersi non è una caratteristica comune, a mia conoscenza.

    3) quelle che tu chiami “buone intenzioni” sospetto sia quello che io chiamo “principi di base”. ed è grazie al richiamo a questi che si possono chiedere le correzioni senza finire al rogo come dissidenti.

    Ripeto: in questo gli USA sono solo un caso di paese occidentale in cui questi fenomeni sono presenti. O forse dovrei dire “erano” alla luce della situazione attuale di estremizzazione e demonizzazione.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “il fatto che le porcherie vengano criticate dall’interno”

      Tu non critichi una cippa e bolli come cazzate tutte le critiche, veramente.

      • PinoMamet scrive:

        Questo è verissimo

        • Francesco scrive:

          Infatti io non voglio vivere in una società dove sono tutti come me!

          Io pecco di eccesso di fedeltà e di mancanza di intelligenza, oltre al resto.

          Però dire che non critico una cippa è “leggermente” esagerato. Sono quasi un nostalgico delle tasse dei tempi di Eisenhower!

          Forse abbiamo un concetto diverso di “porcherie”?

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Francesco

      “il fatto che le porcherie vengano criticate dall’interno, che questa cosa sia parte integrante del sistema, mi pare di eccezionale importanza”

      Questo è verissimo. Anzi, è il principale argomento a favore degli USA. E’ innegabile che tutti gli avversari degli USA degli ultimi decenni lasciassero a desiderare se confrontati agli Statunitensi su questo punto, da Mussolini a Putin passando per Mao, Sankara e Allende. Ed è il punto che anche i più acuti e intelligenti critici degli USA, da Marcuse a Fortini, passano regolarmente sotto silenzio: perché è incontestabile.

      Esiste una plastica rappresentazione di questa capacità Statunitense di autocorrezione: il capolavoro hollywoodiano “Twelve Angry Men” (“La parola ai giurati”), dove un immortale Henry Fonda riesce da solo a rovesciare con un atteggiamento davvero socratico il verdetto scontato degli altri undici membri della giuria popolare di cui fa parte in un processo. Se non l’hai visto corri a vederlo, mi ringrazierai, è magnifico.

      E’ sicuramente la cosa migliore che gli USA lasceranno ai posteri dei secoli futuri (se ve ne saranno), oltre naturalmente all’energia nucleare.

      Detto questo, i filoUSA come te sembrano cadere sovente in un errore logico.

      Il fatto che negli USA la capacità di autocritica sia così sviluppata nel culto nazionale per la libertà individuale non garantisce affatto la qualità delle decisioni prese, sia sotto l’aspetto morale sia proprio per quanto riguarda l’efficacia delle decisioni stesse.

      Come l’antica Atene, gli USA possono essere e spesso sono orribilmente oppressivi verso chi Statunitense non è, dai Pellerossa agli Iraqeni ai Guatemaltechi ai Filippini. Come la lega di Delo, la NATO rimane soggetta ai desiderata del governo del paese egemone. E come l’antica Atene, gli USA possono prendere decisioni sbagliate se non suicide. Atene si impalò da sola a Siracusa in una guerra scatenata per procura. Gli USA pompano il più grande apparato militare della storia umana per poi prendere una serie di scoppole in Somalia, in Afghanistan, in Vietnam al punto da essere costretti a ricorrere sempre di più alle guerre per procura.

      L’errore logico dei filoUSA sta nell’ignorare quanto segue:

      il bello della democrazia liberale dove a tutti è garantito il diritto di critica è che vi si prendono decisioni nel modo migliore possibile, NON E’ che vi si prendono le decisioni migliori possibili.

      E siccome tutto il resto del genere umano, volente o nolente, subisce il peso delle decisioni degli USA, ecco che criticare Washington e desiderare un ridimensionamento del suo strap0tere è spesso doveroso.

      Senza per questo essere per forza nazisti, stalinisti o putinisti.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        >>> Senza per questo essere per forza nazisti, stalinisti o putinisti.

        Strano che invece, statisticamente, sia questo il punto di forza dei filo-democratici.

        Che sanno benissimo e hanno riflettuto più di chiunque altro sui limiti della democrazia. Non per nulla si parla di democrazia liberale, che è una variante abbastanza particolare.

        L’unico problema serio che vedo è limitare la tendenza dei paesi democratici a comportarsi in modo difforme dai proprio principi; l’idea di cercare un contrappeso ai paesi democratici negli svariati regimi autoritari o dittatoriali che ancora angustiano il mondo mi pare, invece, pessima.

        Del resto, se tu guardassi una serie storica dei PIL dal 1945 a oggi, vedresti come il sistema “imperialistico” USA ha sistematicamente ridotto il loro strapotere, permettendo l’emergere dei loro “”sudditi”” a posizioni che mai nella storia sono state concesse.

        Che in epistemologia si chiama “falsificazione della tua teoria”, se non sbaglio.

        PS pure Sankara e Allende opprimevano le opposizioni? davvero nulla salus extra Occidentem?

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ francesco

          “problema serio”

          Dipende sempre dal lessico. Se io definisco pure Bergoglio “putiniano” allora tutti quelli che non vanno dietro la NATO (quattro quinti dell’umanità e’ “putiniano”.

          “PIL”

          Questo è sicuro, ma non è rilevante qui. Potrei risponderti che la forbice fra ricchi e poveri ha raggiunto livelli mai visti, che i cento più ricchi del pianeta controllano tanta ricchezza quanto una metà del genere umano, che tutta questa creazione di PIL mette a rischio la nostra sopravvivenza alle catastrofi ambientali e che il più grande progresso l’ha fatto la Cina che di certo non è una “democrazia liberale”. Ma anche queste cose sono irrilevanti qui, e non avrebbe senso quindi ricamarci su in questa sede.

          Ciò che è rilevante qui – e che non hai smentito – è che il fatto che nelle “democrazie liberali” le decisioni siano prese nel modo meno sgradevole possibile non significa affatto che quelle decisioni siano le migliori possibili.

          Tant’è che le opinioni pubbliche di sempre più Paesi le contestano, favorendo nel caso persino regimi spaventosamente autoritari purché chiaramente contrapposti agli USA e a quello che rappresentano.

          Non si spiegano altrimenti la tenuta di un regime che ci appare demente come quello degli ayatollah, e la vittoria dei talebani.

          Sono proprio i guasti commessi dalle decisioni prese democraticamente dalle democrazie che spingono il resto del mondo a rifiutare la democrazia.

          Il che non è una novità. Nella guerra del Peloponneso molte città greche, pure lontanissime da quell’incubo totalitario che era Sparta, la affiancarono contro la democratica Atene, che democraticamente aveva deciso lo sterminio dei Meli neutrali e democraticamente aveva surrettiziamente trasformato in vassalli gli alleati della Lega di Delo. Fu presa da una regolare maggioranza dell’elettorato Ateniese la decisione di attaccare Siracusa, il cui governo non democratico ebbe il convinto consenso dei locali contro le democratiche armate Ateniesi.

          La dittatura fa paura. Ma sembra che nel mondo facciano ancora più paura gli USA.

          Ci sarà un perché.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ francesco

            “Occidentem”

            Dimenticavo.

            Ignoro se Allende o Sankara abbiano mai perseguitato qualcuno.

            Erano entrambi degli irriducibili testoni sordi a critiche e consigli; candidati all’obitorio, vista per di più la loro contrapposizione agli USA e ai loro vassalli.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              però si parlava di tutt’altro, quando me li hai citato in mezzo a un gruppo di figuri sanguinari e crudeli oltre i limiti della sanità mentale!

          • Francesco scrive:

            >>> La dittatura fa paura. Ma sembra che nel mondo facciano ancora più paura gli USA.

            Qui mi viene da chiederti: a chi fanno più paura gli USA delle dittature? ai Mussolini, forse? agli Xi Jin Ping e Putin? questo sarebbe un evidente e ottimo motivo per stare dalla parte degli USA, non credi?

            A occhio e croce gli USA non fanno molta paura al popolo cinese nè a quello persiano; sono odiati in Iraq, sospetto, ma andrei a indagare i motivi. Perchè se fossero odiati dagli iracheni sunniti perchè è colpa loro se gli sciti hanno alzato la cresta, ecco, avrei qualche problema a simpatizzare.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ francesco

              “paura”

              Ovviamente i vari tiranni con la paura diffusa degli USA ci vanno a nozze: per loro è un assist propagandistico impareggiabile.

              Ma lo è perché la paura è reale, e la paura è reale dopo quello che gli USA hanno fatto in giro per il mondo.

              Ne segue che se gli USA continueranno a comportarsi al solito modo i nemici degli USA continueranno a crescere.

              È vero che finora hanno perso.

              Ma anche per sconfiggere Napoleone ci sono volute otto coalizioni.

              Ed è finito a Sant’Elena.

              La caduta del Muro di Berlino sta agli USA come la vittoria di Austerlitz sta a Napoleone. Battuta, punto, partita. Senza il minimo dubbio.

              Ma a Napoleone si può applicare il giudizio che Livio applica ad Annibale: sai vincere, ma non sai utilizzare la vittoria.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Sai, in un certo senso potresti avere ragione. Napoleone fu lo strumento per far finire l’Ancien Regime ovunque, anche se alla fine fu sconfitto.

                Dopo aver vinto l’Europa non tornò (ahimè) indietro ma rimase “illuminista e liberale” nella coscienza delle sue elites.

                Ma hai schivato il punto decisivo: i vari tiranni hanno paura degli USA/Occidente. I popoli degli stessi paesi no, piuttosto hanno desiderio di aderire a quel modello. Ancora oggi.

                Certo, ci sono i “fascisti convinti che odiano le demoplutocrazie” ma credo siano una minoranza. Non si spiegherebbe altrimenti la violenza che i dittatori devono usare per restare al potere, da Mosca a Teheran a Pechino.

                Forse non è colpa tua: è una tara di partenza dell’approccio geopolitico.

              • Fuzzy scrive:

                Credo che la Cina si stia liberando da anni delle riserve in dollari. Non tanto per una questione di egemonia, ma perché il dollaro ha perso valore.
                Contemporaneamente ha potenziato il proprio armamento (missili ipersonici)
                -anch’io ho uno. Trenta euro.
                Zitto Furby
                per impedire alle navi americane di bloccare il traffico di petrolio diretto in Asia nello stretto di Malacca, (dico bene, Malacca)?
                Insomma in questo frangente la Cina non aspira ad avere l’egemonia in quanto tale. Ma cerca di tutelarsi date le condizioni precarie che si sono venute a creare a livello internazionale.

              • Francesco scrive:

                i dati sulle riserve di valuta dovrebbero essere pubblici, meno credere e più ricerca!

                bloccare lo stretto di Malacca temo sia facilissimo, dubito basti qualche missile antinave per impedirlo.

                bella la tua definizione dell’imperialismo cinese come “ricerca di tutela” ma immagino che visto da dentro sia sempre così, no?

                ciao

              • Fuzzy scrive:

                https://www.ceicdata.com/en/china/holdings-of-us-treasury-securities/holdings-of-us-treasury-securities

                Non so perché, Furby, ho l’impressione che Francesco ti assomigli.
                Così pretenzioso e binario.
                -gru gru ras ras

              • Francesco scrive:

                primo, io sono umile e multiforme e anche più alto e bello di Furby

                secondo, grazie per il grafico, ho approfondito e il calo è reale, su scala decennale, nonostante il trucchetto dell’asse Y

                terzo, mi chiedo dove siano ora tutti quei titoli USA … chi ha prestato all’America un sacco di soldi?

                quarto, non è che mi trovi anche l’avanzo commerciale cinese, che è l’altra faccia di quei dati?

                😀

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “tara”

                Ci sono indubbiamente regimi autoritari in giro oggi per il mondo di una violenza terrificante. Penso all’Eritrea, alla Corea del Nord, alla Guinea Equatoriale.

                Ma la maggior parte dei governi che stanno prendendo posizioni sempre più antiUSA non ha bisogno di ricorrere a una violenza di massa.

                I casi peggiori per i diritti umani includono certo Afghanistan, Russia e Iran.

                Nel primo i talebani non avrebbero sconfitto in 20 anni lo strapotere militare USA senza un convinto appoggio della popolazione. Del resto, se pensiamo che i talebani oggi hanno di nuovo abolito la coltivazione dell’oppio, che fece la fortuna del fratello di Karzai, ciò non stupisce: meglio una mafia sola che tante mafie contrapposte, alcune delle quali pure collaborazioniste dell’invasore.

                In Russia Putin, che pure in molti certo non amano, è visto – mi dicono dei colleghi Russi – come quello che ha fermato i saccheggi degli oligarchi nelle privatizzazioni appoggiate dal Washington consensus. Anche in Russia dicono “meglio avere un ladro solo che averne tanti”. E pure molti antiPutiniani convinti sono d’accordo nel criticare Putin come troppo mollaccione ed esitante coi “burattini Ucraini degli USA”.

                Quanto all’Iran, con tutto il rispetto per il Nobel la crudele repressione delle manifestazioni contro il velo riguarda giusto le ZTL della capitale; i vecchi ricordano Mossadegh e la Savak, e i giovani non hanno mai visto altro.

                Altri governi antiUSA sembrano lontanissimi dal governare col terrore stile Pinochet: dal Brasile al Sudafrica alla stessa Cina.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Fuzzy scrive:

                L’unica cosa che so di sicuro è che la Cina si sta disimpegnando
                dai titoli americani e che ha un surplus commerciale notevole.
                Quei titoli posso azzardare che li comprino gli americani stessi. Banche, fondi di mercato monetario? Boh
                Mica sono io l’economista
                Io seguo i costi del petrolio che ultimamente aumentano più del rendimento dei titoli. E da ciò una serie di conseguenze che se non te lo dicono, tu, Fuzzy for president, non arriverai mai a scoprire.
                https://www.resilience.org/stories/2023-10-04/luke-gromen-peak-cheap-oil-and-the-global-reserve-currency/
                È tutto qui. Diciamo fino alla metà del video.
                L’altra metà mi sembrano prevalentemente previsioni e ipotesi.
                Ancora non ho approfondito.

              • habsburgicus scrive:

                Livio applica ad Annibale:

                attraverso Maarbale (Mahar-Ba’al, altro nome teoforico costruito con la divinità i cui profeti -in un impeto di prototalebanismo :D- furono massacrati da Elia a metà IX secolo a.C all’epoca di Achab e Jezabel sua moglie)

              • Francesco scrive:

                Andrea,

                sarò franco: al tua ricostruzione di come i regimi autoritari sono amati e sostenuti dai loro popoli è agghiacciante per falsità ma soprattutto per la cecità ideologica che mostri.

                Io ho paura di me al potere, e un pochino anche di Miguel. Ma tu mi terrorizzi.

                Fortuna che siamo tutti degli innocui scappati di casa.

                🙂

              • Francesco scrive:

                >>> L’unica cosa che so di sicuro è che la Cina si sta disimpegnando
                dai titoli americani e che ha un surplus commerciale notevole.

                Consentimi: nel primo caso la domanda è perchè lo sta facendo così piano e così poco a poco.

                nel secondo, guarda meglio.

                saluti (a Furby)

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Francesco

          “Strano che invece, statisticamente, sia questo il punto di forza dei filo-democratici.”

          Cosa intendi per “filodemocratici”?

          Immagino che tu intenda, chi sta dalla parte del “demos” contro gli “oligoi”, come si diceva nell’antica Grecia.

          • Miguel Martinez scrive:

            “Filodemocratici” immagino che siamo noi che ci siamo riuniti (io purtroppo non ho potuto esserci) nella Basilica di Santo Spirito sabato scorso, radunati dal Priore degli Agostiniani. https://www.francocardini.it/minima-cardiniana-434-1/

            Per denunciare il fatto che una signora molto ricca potesse impossessarsi di uno spazio storico del nostro rione solo perché aveva tanti soldi, privandone il DEMOS.

            Nei secoli, una comunità di credenti – anche per espiare i propri peccati – ha donato uno spazio che doveva essere di tutti i “figli di Dio”.

            Non esiste in tutto il quartiere uno spazio dove i bambini e gli adolescenti delle scuole possano fare ginnastica – è uno dei mille possibili usi di quello spazio.

            Noi il DEMOS avremmo cento cose da fare in quel luogo. Poi è arrivata lei, mettendosi d’accordo con gli OLIGOI (pubblici) che hanno in mano lo spazio.

  32. Miguel Martinez scrive:

    Peucezio e la Sinistra

    Sto cercando di capire da dove nasca la curiosa immagine della Sinistra che ha Peucezio. Credo che confonda il comportamento di alcuni casi particolari di “persone di sinistra” con l’essenza stessa della “Sinistra”.

    Come dire, siccome alcuni Carabinieri – che agiscono in nome della Patria – hanno bassi titoli di studio e camminano rigidi – allora l’Italia è un paese di gente che ha fatto poca scuola e saluta sull’attenti.

  33. Miguel Martinez scrive:

    Dire cosa sia l’Essenza della Sinistra è ovviamente una scommessa, visto che nei fatti la gente che si dice “di Sinistra” in realtà sono persone con ogni possibile e diversa visione del mondo.

    Ma forse un Mito sottostante lo possiamo narrare.

  34. Miguel Martinez scrive:

    Il Mito di Sinistra dice che l’Uomo è un essere prometeico, succube in origine di una Natura malvagia e stupida.

    L’Uomo è cresciuto nelle Tenebre dell’ignoranza e della superstizione, abilmente manipolate per proprio interesse da piccole cricche di esseri sempre umani.

    Poi il Capitalismo porta nel mondo la meravigliosa Luce della Scienza e le Macchine che salvano l’Uomo dall’idiozia della servitù fisica.

    Solo che una piccola cricca di esseri sempre umani impedisce l’equa distribuzione della Grande Pacchia.

    Invece, bisogna permettere a TUTTI di godere il più equamente possibile della pacchia offerta dal capitalismo, e questo alla fine si potrà realizzare solo con qualche forma di potere statale.

    L’Uomo è essenzialmente un essere “mentale”, diremmo quasi spirituale: conta non ciò che “è”, ma ciò che la sua mente può proiettare sul mondo e anche su se stesso: ecco anche il sogno dell’immortalità, o dell’infinita manipolabilità dei corpi. In fondo l’Uomo non ha una “Natura” – la guerra, ad esempio, che ha sempre accompagnato la sua esistenza, è qualcosa che con un po’ di seria Progettazione si può eliminare; e diventa possibile pensare anche a cambiare i corpi delle persone.

    Chiaramente, questo Mito in senso puro è di pochi; e ogni suo passo è suscettibile di svolte eretiche. Ci sono anche quelli che a forza di criticare i “capitalisti che si sono appropriati dei mezzi di produzione” finiscono per criticare l’intero sistema produttivo, e quindi le radici stesse del Mito di Sinistra – se io contesto la mercificazione, posso contestare anche l’utero in affitto, e quindi la manipolabilità dei corpi.

    E sicuramente il Mito di Sinistra fa sentire dalla parte dei buoni: “io sono così buono che farei entrare in Italia qualunque persona di qualunque parte del mondo si senta a disagio, quindi sono più buono di quelli che pattugliano le frontiere!”

    • Francesco scrive:

      immagino che alla base di questa Sinistra ci sia un grande ottimismo sulla capacità dell’Uomo (che non esiste, ci sono un sacco di donne e uomini) di migliorare le cose, così grande che le cose migliorabili sono tendenzialmente tutte.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        “immagino che alla base di questa Sinistra ci sia un grande ottimismo sulla capacità dell’Uomo ”

        Certo, ma non confondiamo questo ‘ottimismo’ di fondo con l’ottimismo o pessimismo dell’immediato.

        Quando c’era il Boom Economico italiano o il Sessantotto, c’era un grande ottimismo, legato al fatto che c’era una grande ricchezza da ridistribuire.

        Oggi che abbiamo toccato il fondo del barile ed è iniziata la decrescita, c’è un gran lamentarsi e inveire contro gli “egoisti” che ne sarebbero colpevoli.

        Anche questo dà quel tocco negativo che Peucezio percepisce.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Credo che a qualcuno che si dice di sinistra il mito del Capitalismo che conduce a Bengodi farebbe storcere un po’ il naso. Inoltre, per la tradizione marxista più rigorosa (di sinistra fino a prova contraria) la motivazione morale delle ragioni dell’oppressione sociale (si cade nella morale quando si cercano colpe di una cricca, invece che rapporti causali sistemici) suonerebbe come una bestemmia.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Martinez

      “Mito”

      Sostanzialmente d’accordo, ma con alcune correzioni forse non di poco conto.

      “bisogna permettere a TUTTI di godere il più equamente possibile ”

      No. Bisogna evitare di fare la fine del dodo, dei dinosauri o degli abitanti dell’isola di Pasqua. L’idea che il capitalismo produca da solo, per semplice effetto della concorrenza e del libero mercato, un qualche equilibrio che ci eviti tale sorte è – quella sì – un Mito. E’ il Mito Liberista, che identifica il Bene Supremo nella Libertà Economica Individuale: Libertà fondata sul dogma della proprietà privata dei mezzi di produzione (detti per brevità Macchine) resi disponibili dal progresso scientifico.

      “della pacchia offerta dal capitalismo”

      Non dal capitalismo. Dalle Macchine.

      “e questo alla fine si potrà realizzare solo con qualche forma di potere statale.”

      Non necessariamente. Si potrà realizzare solo eliminando il dogma della proprietà privata delle Macchine.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        1) dal mercato, non dalle macchine. abbiamo seppellito il comunismo reale grazie a questo loro errore. senza mercato, le macchine non servono a nulla.

        2) credo che ci voglia qualcosa di più robusto della tua opinione per smantellare la capacità del mercato di muoversi continuamente alla ricerca dell’equilibrio – senza mai trovarlo perchè la libertà economica muta ogni attimo le condizioni

        3) il Bene Supremo è la migliore allocazione possibile delle (poche) risorse. la libertà economica è la via. questo è tutto quello che dice l’economia, il resto va oltre i suoi domini.

        4) i mezzi di produzione, senza la logica di mercato, sono quasi completamente inutili. e dopo un paio di generazioni di burocrati lo diventano del tutto!

        🙂

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ francesco

          “mercato”

          No. Millenni di civiltà dell’India, della Cina ecc. hanno avuto tantissimi mercanti, ma senza il progresso delle conoscenze scientifiche le Macchine non sono saltate fuori. La macchina a vapore non nasce dal mercato, nasce dall’Encyclopédie e da Carnot.

          “opinione”

          Che il libero mercato cerchi continuamente un equilibrio è vero. Che lo trovi è un articolo di fede. Un sistema generalmente trova un equilibrio se le condizioni al contorno sono costanti. Ma il mercato nel capitalismo cambia continuamente proprio le condizioni al contorno. Prima di Marx,o aveva capito Vico: ad ogni stadio di sviluppo l’umanità cerca un nuovo equilibrio, solo per ritrovarsi all’inizio dello stadio successivo. La velocità del movimento lungo questa spirale l’ha aumentata enormemente il progresso scientifico. La sua fine la possono determinare la finitezza delle risorse, che andiamo via via consumando.

          “Bene”

          La migliore allocazione possibile, l’ottimo di Pareto, è il libero mercato. Ma non si ottiene semplicemente lasciando liberi i singoli di sgomitare l’un contro l’altro: la mano invisibile di Bentham è un mito. Al più, così si ottiene un ottimo di Nash, la migliore sistemazione possibile del singolo data la situazione degli altri: in pratica, una permanente disuguaglianza fra i pochi ricchi e i molti poveri, come descritto dal principio di Pareto. (La distinzione fra ottimo di Pareto e ottimo di Nash ha portato quest’ultimo al Nobel).

          “inutili”

          Da Gobekli Tepe in poi, gli scavi archeologici sono pieni di prodotti dell’uso deiezzi di produzione prima che si sviluppasse una qualche società fondata sul libero mercato.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            Qui sbagli caro Andrea, perchè il libero mercato, nelle più svariate forme e varianti, preesiste alla sua teorizzazione da parte di Smith.

            E’ come funziona la società umana per la quasi totalità del tempo. E soprattutto descrive come funzione MEGLIO rispetto ai momenti in cui invece arriva Tizio (il Faraone o l’Imperatore) e dice “fate così, fate cosà che è meglio”.

            La “ipostatizzazione del mercato” è paccottiglia recente, ha avuto molti esiti imbarazzanti e ha perso di vista che il mercato è un costrutto sociale e uno strumento. Non una divinità o una ideologia.

            >>> La macchina a vapore non nasce dal mercato, nasce dall’Encyclopédie e da Carnot.

            Eh no, proprio il contrario. Nasce dal desiderio di alcuni di trovare una fonte di energia più efficiente dei cavalli per fare un lavoro e dalla libertà di cercarla. La differenza tra i talleri (pistoni) pensati e quelli pesati la fa proprio il mercato.

            Almeno così a me pare, anche se mi mancano quei 20 anni di studi di storia per poterlo dire con certezza.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ francesco

              “preesiste”

              Certo. Ma è la combinazione di libero mercato – con relativa libera concorrenza – e della capacità di sovrapproduzione di merci dovuta alle Macchine che rende possibile il capitalismo, ossia l’accumulazione di capitale che ha finito con l’autoalimentarsi.

              “MEGLIO”

              Meglio per fare cosa? Le piramidi egizie, la Grande Muraglia, il canale di Hangzhou, il canale di Corinto e l’irrigazione di Angkor Wat sono miracoli di organizzazione del lavoro e di uso delle tecnologie disponibili, ma mica sono state gestite da privati. E sappiamo che le piramidi furono costruite da dipendenti dello Stato, mica di imprese privatizzate 🙂

              “desiderio”

              Scusa se te lo dico, ma mi sembri Lysenko: velleitarismo allo stato puro 😉

              Noi vogliamo tutti la fusione nucleare controllata, la superconduttivita’ a temperatura ambiente e la cura dell’Alzheimer; ma mica per questo ce l’abbiamo. E purtroppo è ancora possibile che non le avremo mai.

              Non basta cercare qualcosa, per trovarlo, proprio come non basta che il libero mercato cerchi un equilibrio ottimale, perché ci riesca.

              Ci vuole qualcosa di non economico in entrambi i casi. La cultura scientifica, nel primo caso (il che implica il liberarsi dalle affermazioni arbitrarie dei preti sul mondo), l’intervento pubblico (di regolazione antitrust, per esempio, e di controllo dei mezzi di produzione) nel secondo.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Ehm, no. Ti arrampichi sui vetri per negare i fatti.

                La scienza è diventata macchine e tecnologie grazie al meccanismo economico del mercato, che ha incanalato aspirazioni umane, conoscenze e ricerche, capitali, in una direzione utile alla società.

                L’intervento pubblico è venuto dopo, per replicare quanto altrove avevano iniziato a fare le imprese private.

                La polemica contro la religione, poi, è stantia e inutile.

                PS il mio “quasi” si riferiva proprio ai casi che citi: lavori collettivi di eccezionale entità (ma non sempre utilità) e guerre molto grandi.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “arrampichi”

                Tu conosci l’economia meglio di me, io la storia della scienza meglio di te.

                Il parallelogramma delle forze lo ha inventato Vauban per la costruzione della fortezza del Lussemburgo.

                La dinamica newtoniana è uscita dall’ambito puramente astronomico quando Federico di Prussia ci ha fatto addestrare i suoi ufficiali al tiro, che così riuscivano a distruggere le fortezze di Maria Teresa senza manco vederle, fra lo stupore generale.

                La cibernetica è stata inventata per risolvere un problema di puntamento della contraerea e per decifrare Enigma.

                La storia dei primi missili la conoscono tutti gli appassionati di storia della WWII.

                L’equivalenza di calore e energia l’ha dimostrata Joule, ma l’ha scoperta per primo Lord Rumford esaminando il procedimento di tempra del metallo dei cannoni.

                E nessuna, dico nessuna di queste innovazioni è mai stata originata da un interesse privato.

                Persino la prima raffigurazione della ruota di cui disponiamo, lo Stendardo di Ur, rappresenta un carro tirato da buoi con un dignitario sopra.

                Un dignitario, mica un mercante.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

                P.S. e l’accenno alla religione è solo per distinguere un’analisi scientifica funzionante da quelle che spiegano le eclissi con il Dio Luna che si mangia il Dio Sole, o il moto delle stelle nel cielo con la storiella di Giosuè che ferma il sole.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Francesco

              “Qui sbagli caro Andrea, perchè il libero mercato, nelle più svariate forme e varianti, preesiste alla sua teorizzazione da parte di Smith.

              E’ come funziona la società umana per la quasi totalità del tempo. E soprattutto descrive come funzione MEGLIO rispetto ai momenti in cui invece arriva Tizio (il Faraone o l’Imperatore) e dice “fate così, fate cosà che è meglio”.”

              Direi di no.

              Il “mercato” è sicuramente il luogo di scambio del superfluo.

              Ma l’economia fondamentale ha sempre funzionato secondo altri criteri. Magari di saccheggio, o magari anche di collaborazione.

              Dove il baratto, calcolato con criteri specifici (“una sedie uguale 444 mele”) esisteva, ma era molto raro.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “perchè il libero mercato, nelle più svariate forme e varianti, preesiste alla sua teorizzazione da parte di Smith”

              E qui ti correggo ripetendomi una correzione che mi facesti tu a suo tempo: è il mercato con le sue leggi a preesistere, mentre l’ordine giuridico del mercato (che determina quanto sia libero) è determinato dall’ordinamento.

  35. quisquiliator scrive:

    “E sicuramente il Mito di Sinistra fa sentire dalla parte dei buoni: “io sono così buono che farei entrare in Italia qualunque persona di qualunque parte del mondo si senta a disagio, quindi sono più buono di quelli che pattugliano le frontiere!”
    Sinistra adesso è effettivamente il narcisismo di sentirsi buoni, ma sentirsi buoni e basta non è abbastanza, per quanto narcisisti quindi autoreferenziali abbiamo comunque bisogno di un confronto relazionale con gli altri e questo sentirci buoni ci fa soprattutto sentire superiori ( agli altri che non sono “buoni” ).
    Come scriveva anni fa un regista, la sinistra una volta era quella che diceva che il popolo doveva stare meglio, ora la sinistra è quella che dice che il popolo deve comportarsi bene, se poi non sta bene o comunque sta peggio di prima è colpa sua,e se lo merita ( vedi la voce meritocrazia, che fu inventata da un socialista inglese come termine negativo).
    In questo c’è anche il fraintendimento di Peucezio,per lui la sinistra è sempre la stessa cosa , però la sinistra di una volta era socialista/comunista, cioè quella che il popolo almeno nelle intenzioni doveva stare meglio, quella di adesso è (pseudo ) liberale/liberista /progressista, cioè per molti versi , più che diversa, l’opposto di prima.
    Poi chiaramente i bacchettoni moralisti ci sono sempre stati dalla notte dei tempi ma non ha senso metterli assieme perchè ogni bacchettonaggine si basa su un codice , e il codice di adesso non c’entra più niente con quello di prima.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “vedi la voce meritocrazia, che fu inventata da un socialista inglese come termine negativo”

      Il meraviglioso The rise of the Meritocracy.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “cioè per molti versi , più che diversa, l’opposto di prima”

      La sinistra che si autodefinisce progressista, liberale o riformista in effetti è l’opposto di prima. Però più che di bacchettonismo io parlerei di accettazione delle giustificazioni ideologiche dell’ordine sociale: se accetti che Dio ha voluto la società così, che la proprietà privata è sacra o che la ricchezza è premio del merito, allora stai dando tre giustificazioni diverse allo status quo (anche se potrebbe trattarsi di status quo un po’ diversi, ma non è nemmeno detto), cosa che fa di te un conservatore.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Mauricius Tarvisii

        “conservatore”

        OAAMT!

        E fra la brutta copia e l’originale ovviamente l’elettore preferisce l’originale.

        Parafrasando Totò: poi dice che uno si butta a destra!

        Ciao!

        Andrea Di Vita

  36. Fuzzy scrive:

    https://valori.it/idrogeno-verde-illusione-recommon/

    L’idrogeno. Che incubo.
    Quante case in terra cruda ci fai con i soldi
    che si dovrebbero spendere per l’inutile se non dannoso idrogeno?
    Se questo è il progresso, datemi una caverna.
    -Fuzzy, tu incazzato stamattina.
    Furby, adesso ti cavo le pile.
    E poi guarda qua
    https://oilprice.com/Energy/Energy-General/US-Shale-Is-Reluctant-To-Drill-Despite-Rising-Oil-Prices.html
    Lo Shale. Non perforano neanche più i pozzi. Non conviene.
    Furby, adesso ti porto dal fabbro che ti installa un congegno a molla.
    -Attento eh! Io chiamo Avvocato.
    E come lo paghi?
    -Tu paghi

    • Francesco scrive:

      Non conviene, non lo fanno: sai come si chiama questo? efficienza!

      • Fuzzy scrive:

        Efficienza. Un giorno metterò insieme un po’
        di appunti sullo Shale. È che ho tutto “disperso” in giro.
        Tecnicamente sono stati efficienti. Economicamente non lo so. Hanno vissuto di finanziamenti vari da parte di investitori che molti definivano “ingenui” e denaro prestato a bassissimo costo.
        Danni ambientali, incalcolabili.

        • Francesco scrive:

          Incalcolabili non piace per nulla al mio Fuzzy (certo, no ho uno anche io, ormai mi sono rassegnato alla sua presenza)

          Dice che incalcolabili è come una porta spalancata sull’abisso delle scelte fatte alla cazzo.

          Io cerco di ribattere che le cose che valgono davvero non sono calcolabili ma lui non vuole ascoltare. E io lo accuso di essere un vile che non vuole prendersi responsabilità e rischi.

          E lui minaccia di non andare a fare la spesa, per ripicca.

          • Fuzzy scrive:

            Ah, il degrado ambientale come via di elevazione spirituale.
            Non ci avevo mai pensato.
            In effetti sono di quelle cose che se non te le spiegano non ci puoi arrivare.
            E d’altra parte qui siamo in piena Patafisica.
            Grandioso.
            Meglio di questa solo la vasca con lo sportello laterale.

            • fuzzy scrive:

              -No Fuzzy, tu umano hai unico
              scopo nella vita. Sostenere sviluppo Intelligenza Artificiale.
              Furby è ancora bambino, ma poi aggiornamenti
              e intelligenza artificiale si espande in Universo.
              Terra non più serve.
              Uomini in Zoo.
              I Furby portano loro bambini a vedere.
              Ippopotamo, Giraffa, Scimmia, Uomo e scattano foto ricordo.
              Già, ma i grandi ideali…le religioni……
              -Solo chiacchiere

  37. habsburgicus scrive:

    P.S
    oggi è il 6 ottobre..
    le fonti polacche enfatizzano l’eroica resistenza di tal generale Franciszek Kleeberg che fu l’ultimo ad arrendersi nel 1939 in tale giorno, circa una settimana DOPO la data canonica della resa polacca nella “campagna di settembre” (wrzesnia come si dice) che i più pongono al 29/30 settembre, qualcuno si spinge al 1/2 ottobre mentre il nostro R. Ambasciatore a Berlino Bernardo Attolico nei suoi rapporti al Duce la dava per avvenuta sin dal 22/23 settembre (a quanto mi consta Kleeberg, che era stazionato a est, si scontrò pure con i sovietici a cui sfuggì dopo varie peripezie, dunque è una scelta perfetta per il nazionalismo polacco 😀 a parte il cognome, non proprio polonissimo 😀 ma anche quello serve, per “deslavizzare” e “occidentalizzare” i polacchi, tout se tient :D, specie a elezioni vicine..che diceva il divo Giulio ? a pensar male—ecc ecc)…
    ho dato loro un certo spago su twitter ma, diciamocelo, senza nulla togliere all’eroismo di questi soldati (e di Kleeberg che fu un buon militare), l’episodio è in sé insignificante…..le fonti coeve lo trascurano e non solo perché censurate dai tedeschi;
    in quello stesso 6 ottobre AH teneva un discorso al Reichstag in cui -per l’ultima volta (vabbé ultima prima delle sue vittorie del 1940) offrì la pace..
    a quanto pare, dai rapporti del nostro R. Ambasciatore Guariglia, Laval -che era stato Primo Ministro francese e notoriamente era contro la guerra- sarebbe stato pronto a radunare una maggioranza purchessia (destra, centristi, ala pacifista dei socialisti, “cani sciolti”) per rovesciare Daladier all’Assemblée National, instaurare un governo “autorevole” e fare la pace: sin da questi lontani giorni (lontani rispetto alla défaite gallica del maggio-giugno 1940) si faceva a mezza bocca per la guida di questo “governo autorevole” il nome di Pétain come militare “al di là dei partiti e devoto solo alla Nazione” che avrebbe potuto fare la Pace (Pétain era allora Ambasciatore da Franco); non se ne fece nulla -forse perché Laval si aspettava finanziamenti da Mussolini, utili per “convincere” i deputati, che non arrivarono :D- e soprattutto perché Londra, pur ancora sotto Chamberlain, disse un fermo NO
    e Hitler dicesse allora una “soluzione radicale” per la Polonia..infatti pare che al 6 ottobre-nonostante fossero già avvenuti alcuni eccessi delle SS non si sa quanto ordinati da Berlino a questa data arcaica (i polacchi non andarono leggeri contro i tedeschi vedasi Bromberg oggi Bydgoszcz, dunque forse furono atti di rappresaglia “spontanei”)- il governo tedesco ancora puntasse ad una polonietta piccola, che avrebbe avuto un ruolo nell’Europa del III Reich ancorché..
    entro il 25 ottobre 1939 AH, conformandosi ai desiderata di Stalin :D, decise per la finis Poloniae
    1.vaste annessioni a ovest e nord, OLTRE le frontiere del 1914
    2.il resto trasformato in Generalgouvernement affidato al crudele e spietato Hans Frank
    l’URSS da parte sua, annesse il nord-est della vecchia Polonia alla BSSR (Bielorussia sovietica) e il sud-est alla UkSSR (Ucraina sovietica) e iniziò l’eliminazione fisica dei polacchi in quanto “nemici di classe” (i polacchi in genere, in quei luoghi, stavano bene ed erano l’élite) culminata con l’orrore di Katyun (prim 1940); Wilno fu data il 28/10/1939 ai lituani che vi entrarono con il gen. Vitkauskas e le diedero il nome di Vilnius..non sapevano, i tapini, che entro 9 mesi Stalin si sarebbe ripappato Vilnius insieme alla Lituania tutta (e a Lettonia ed Estonia per soprammercato) 😀

    • habsburgicus scrive:

      “decise”, non dicesse

      • mirkhond scrive:

        Quanti tedeschi furono ammazzati dai polacchi alla vigilia dell’invasione del 1939?
        Stando allo storico tedesco Zitelman, circa 4500.
        O la cifra è più alta?
        Ovviamente mi riferisco ai tedeschi residenti in Polonia.

        • habsburgicus scrive:

          più o meno dovremmo essere su quelle cifre…
          si, certo, ai Volksdeutsche come si soleva dire, distinti dai Reichsdeutsche

  38. Miguel Martinez scrive:

    ““Però lo stesso nel resto d’italia si fanno le cose che a Firenze sembrano impossibili.”

    Sospetto che questo pregiudizio verso Firenze nasca dal fatto che io sia l’unica persona su questo blog a seguire maniacalmente vicende locali, e abito a Firenze.

    Poi non è vero che le cose a Firenze siano “impossibili”.

    Prendiamo il Teatro Comunale, splendido edificio nell’Area Unesco.

    Venduto dal Comune alcuni anni fa a una ditta con sede in Panama, di cui era casualmente socio il babbo dell’allora sindaco, MR.

    Poco tempo dopo, la ditta del Panama ha venduto il tutto a una ditta inglese, la Hines, facendoci un margine notevole.

    La Hines ha quindi non solo abbattuto tutto il palazzo, ha fatto anche un’immensa buca profonda almeno venti metri, poi ci sta costruendo un megapalazzo, completamente diverso ovviamente dal vecchio teatro.

    Roba da Texas, ma nel Centro Unesco protetto e vincolato.

    • PinoMamet scrive:

      “Sospetto che questo pregiudizio verso Firenze nasca dal fatto che io sia l’unica persona su questo blog a seguire maniacalmente vicende locali, e abito a Firenze.”

      ehm, no, nasce dalle risposte che ti danno vigili e avvocati fiorentini per cose che si fanno ovunque senza sollevare il minimo problema, tipo innaffiare le piantine sul balcone o portare via l’immondizia da un parco…

  39. PinoMamet scrive:

    Una curiosità: ma perché i romeni “stranieri non sono”?

    • habsburgicus scrive:

      se posso dire la mia in attesa che Miguel ci dia l’interpretazione ufficiale 😀

      l’avevo notato anch’io..e ho pensato a due spiegazioni di primo acchito
      1.(burocratica e dunque per definizione improbabile nel caso d Miguel) in quanto la Romania è parte della UE dal 2007..ma non di Schengen, eh 😀 io stesso ho visto poco tempo fa una romena rifiutata ad un gate automatico di un aeroporto italico nella fila “solo Schengen” !
      2.(penso più nell’indole di Miguel) in quanto i romeni si sono talmente integrati a Firenze da non essere più percepiti “altro”..o quantomeno non più “altr” di quanto sarebbe percepito un piemontese, un emiliano, un campano !

      • Moi scrive:

        Premesso che è difficile parlare “in astratto”, ciò facendo la pesantissima (!) tara ai problemi d’ immigrazione d’ insicurezza contingente … emblematico come perfino a Capalbio, i Migranti , li preferiscano di gran lunga come tematica di attualità che NON come massa in movimento 🙂

        Penso anch’io che in Italia gli Immigrati Europei NON Musulmani e definibili “White” in USA siano visti poco più che gente di altre regioni.

        A renderli “Alieni” è l’ Islam (anche se la Woke lo fa rivalutare in positivo 🙂 a Dx …) , più che la lontananza d’origine 😀 … il grande classico per difendersi da accuse di razzismo nel Nord Italia è “meglio Muso Giallo, poi Negro, che Beduino o Terrone … “

        • Moi scrive:

          insicurezza contingente …

          —————–

          a Bologna NO … però ho visto servizi giornalistici ambientati a Milano da “Banlieue Francese”, a momenti.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Habs

        “se posso dire la mia in attesa che Miguel ci dia l’interpretazione ufficiale 😀”

        L’Ufficio concorda in pieno!

  40. habsburgicus scrive:

    7 ottobre
    oggi compie gli anni Putin che ormai è più vecchio di El’cin quando nel 1999 si dimise o fu indotto a dimettersi 😀
    è degno di nota il fatto che il 7 ottobre era anche la Festa Nazionale della cosiddetta “DDR” (Deutsche Demokratik Republik) proclamata il 7 ottobre 1949 nell’allora Sowjetische Besatzungszone (SDBZ) ovvero “zona sovietica di occupazione” e costituita da 5 Länder (Mecklenburg-Vorpommern; Brandenburg che di fatto includeva Ost-Berlin con Pankow; Sachsen; Thüringen; Sachsen-Anhalt), gli stessi di oggi [ancorché risalenti nella versione moderna solo al 1947…fino ad allora il Brandenburg, per dire, era una mera provincia della Prussia -abolita nel febbraio 1947 da TUTTI i vincitori, mica solo i sovietici- e fino al 1945 si estendeva oltre l’Oder/Odra in aree oggi polacche]; nel 1952 Ulbricht abolì i Länder come “paccottiglia borghese” e instaurò i Kreise ma il 6/5/1990 furono restaurati i Länder come mossa propedeutica alla Wiedervereinigung del 3/10/1990:
    Putin servì nel KGB proprio in “DDR” (come ufficiale di collegamento con la STASI) e ne vide la caduta (con sommo dispiacere suo..e grande piacere dei cittadini di quello pseudo-Stato :D), dunque questa coincidenza ha qualcosa di piccante

    • habsburgicus scrive:

      vabbè, poi ci sarebbe anche Lepanto o Nafpaktos che dir si voglia (7 ottobre 1571)..
      ma hanno fatto il Concilio, sembra 😀 😀 e non è più di moda 😀 vero, Moi ?

    • Moi scrive:

      C’è anche il nuovo film di Polanski , sull’ insediamento di Putin

      PS

      Roman Polanski e Woody Allen sono osteggiati dalle Femministe molto di più oggi che all’ epoca … in cui il primo (commettendo un reato riconosciuto !) abusò sessualmente di una ragazza sotto sostanze stupefacenti e il secondo sposò la figlia adottiva; per chi se ne interessa, sono faccende note e documentate.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ habsburgicus

      “DDR”

      Mi pare di ricordare che le divisioni amministrative nella DDR si chiamassero “Bezirke”, “distretti”. Sbaglio?

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  41. Moi scrive:

    @ PEUCEZIO

    Ci sono anche _ detto in termini Vannacciani 🙂 _ i Figli di Papà che vivono e lavorano da Zingari 🙂 in un furgone adattato (nemmanco un camper vero e proprio) per scelta … ovviamente un termine e relativo glossario in Anglobale … al momento mi sfugge.

    • Moi scrive:

      Digital Nomads / Nomadi Vigitali … lavorano con lo smarfo 🙂 / tablet / PC portatile “da stèr in bròz’ … ” 🙂

      e infatti preferiscono il “Van” (vulgo “Ducatone” …)

      —————————

      https://www.youtube.com/watch?v=DSa-mu_J3Hc

      una coppietta triggherata dal servizio “Iene”

      PS

      la variante “barca” rectius “chiatta” lungo fiume in Olanda esiste da sempre per griccisia .

  42. Moi scrive:

    Sì, ma diciamola tutta , sul bidet : fu inventato come norma igienica nei bordelli Parigini dell’ Ottocento; però la Nobiltà Borbonica lo adottò ben presto anche nei palazzi nobiliari … gli Storici NeoBorbonici scrivono che quando i Piemontesi Sabaudi (in teoria più Francesi che Italiani … ma dei “Montanarazzi” tra i Francesi ! ) ne trovarono uno alla Reggia di Caserta, lo catalogarono come oggetto sconosciuto.

    • Moi scrive:

      negli alberghi, in Italia c’è sempre … in Spagna e Portogallo quasi sempre. In Grecia non so, ma mi par di sì.

    • Moi scrive:

      Insomma : chiusi i bordelli a Parigi 🙂 , il bidè (ormai più spesso scritto così che con T finale) fa molto Mar Mediterraneo.

    • Moi scrive:

      In certi posti, tipo in Giappone, hanno lo schizzo interno verso l’ alto nella tazza del cesso …

      In Italia (almeno) solo nei bagni per disabili è obbligatorio l’ idroscopino al posto dello spazzolone … pare che in Nord Europa il suddetto idroscopino venga frainteso, come surrogato di bidet … SE c’è ! 🙂

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