I ragazzi di San Frediano

Storie della nostra gente…

Lei è nata in un bidonville di una famosa città africana, dove da bambina giocava nella discarica, trasformata in scivolo.

Ha un cervello che ne vale per due, sa giocare con le parole in un inglese perfetto pieno di allusioni letterarie e in un italiano altrettanto, e prega Dio ogni giorno, ma scherza della nostra mortalità.

E’ sottile, è filosofa, è ironica.

Ha incontrato non so come, un artigiano di San Frediano, si sono sposati, e hanno fatto un figlio.

Un figlio strano, dagli occhi lucenti, che scappava su per gli alberi e rideva.

Lo dicono “autistico“, cioè “sta in un altro mondo che non capiamo”.

Il figlio oggi ha sedici anni, è alto e molto bello, con un filo di barba, e ha occhi luminosi.

Di tutto ciò che si fa a scuola, non sa cosa farsene, ma ha dentro di sé la musica, sa suonare tanti strumenti, e chi ci capisce, mi dice che è davvero bravo, quasi un genio.

Però lo intortano come nulla, e pare che qualche italico abbia cercato di integrarlo toccandogli per strada le parti intime e invitandolo ad appartarsi con lui.

Incontro la mamma, bianchissimi denti ridenti contro pelle nerissima, che mi dice,

“certe volte vorrei riprenderlo e riportarmelo in pancia, ma non si può!”

Si tocca la pancia e penso allo strano movimento che parte da dentro la pancia delle donne. Il pacco nella pancia, che si agita.

Mi chiedo cosa voglia dire, avere l’unico figlio che si avrà mai nella vita, bello, forte, buono come pochi, dotato musicalmente, eppure indifeso per tutti gli anni che verranno, dove tu non ci sarai più a custodirlo.

Lei mi dice che l’Istituto Cherubini, che un tempo ammetteva tra i suoi quelli bravi in musica anche se di matematica e di storia non potevano capirci nulla, ha deciso di escludere quelli come il nostro ragazzo.

E pensiamo, come fa a difendersi un ragazzo alto e forte, che fa anche karate, ma non capisce il male che si nasconde ovunque?

Proprio stamattina, la Marisa ci ha regalato una tastiera. La Marisa è quella sempre tranquilla, che organizza le ronde che la notte danno da mangiare ai clochard di mezza Firenze.

E penso, come possiamo mettere insieme la tastiera e il ragazzo che saprebbe tirarne fuori meraviglie?

Non è così semplice, perché se la tastiera diventa di tutti, la tastiera non ci sarà più. Ma possiamo dire che la può usare solo lui e gli altri no?

Andiamo a ritirarla, assieme a L., che è enorme, altissimo, mani che sembrano di pietra.

Leonardo è calato in roccia dolomitica dall’alto Veneto, è agronomo, trasforma terra in vita, parla a stento e vive in un camper, perché la vita gli è andata così.

E’ proprio quello che compare nella Storia infinita (libro, non film, per favore!), di Michael Ende:

«Piacere!» scricchiolò il Mordipietra. «Io sono Piornakzak.»

Diciannove anni fa, mi racconta, si è fatto tutto il Cammino di Santiago sui suoi immensi piedi.

Qualche giorno fa, era quasi arrivato alle mani con N., che qui ci è nato; N. pensionato dopo aver lavorato in banca, ha cominciato a trasformare un angolo del giardino in un orto. C’è davanti a noi il ciliegio che lui piantò 35 anni fa.

Fu uno scontro furibondo, e L. ci tiene a dirmi,

“O Miguel, non siamo bambini sai! Ho fatto pace con N., gli ho stretto la mano, e facciamo due orti diversi, il mio è qui che ci batte un po’ di sole!”

Il gigante piange con intensa emozione:

“Miguel, sono i colombacci! E’ una tragedia! Ci hanno mangiato le piante dell’orto! Noi rispettiamo gli animali, capisci Miguel? Ma anche gli animali devono rispettare noi! Dobbiamo far crescere gli ortaggi, Miguel!”

Qualche ora dopo, vedo che c’è una rete stesa sugli ortaggi. Piccoli miracoli che fa la Marisa, sospetto.

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111 risposte a I ragazzi di San Frediano

  1. Peucezio scrive:

    Certo che queste storie sono incommensurabilmente più belle delle nostre contrapposizioni ideologiche di commentatori.

  2. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Certo che queste storie sono incommensurabilmente più belle delle nostre contrapposizioni ideologiche di commentatori.”

    Grazie!

    In questo, devo la svolta della mia vita a una mendicante zingara, di cui ho parlato tante volte.

    Che mi ha fatto capire che la “nuda vita” (Revelli, anche lui illuminato dagli zingari) vale più del surrogato-di-vita.

  3. Miguel Martinez scrive:

    Il ciliegio che N. piantò tanti anni fa, si trova oltre il Tasso per cui abbiamo salvato il giardino…

    sotto il Tasso abbiamo sepolto l’Ultima Gatta, che viveva sotto la Cappella Corsini (dove Sant’Andrea Corsini appare fantasticamente in cielo guidando alla vittoria i fiorentini a massacrare gli aretini)…

    il ciliegio che N. piantò è oltre la rete del Sempre Avanti Juventus, la palestra che dal 1904 insegna ai sanfredianini a fare a botte…

    Ma pende un po’ dalla nostra parte e dà ciliegie dolcissime.

  4. Miguel Martinez scrive:

    Tra il Tasso e il Ciliegio, ci sono dei capitelli misteriosi.

    Nessuno ne conosce l’origine: hanno un’aria romana, ma sospetto che li abbia fatto qualcuno nell’Ottocento, per poggiarvi sopra delle statue scomparse.

    I bimbi tirano i palloni in mezzo.

    E dietro c’è la rete che ha eretto il camorrista, che oggi a Dubai vende proprietà immobiliari nel Metaverso, facendosi pagare in bitcoin.

  5. Miguel Martinez scrive:

    Sempre per Peucezio

    ““Certo che queste storie sono incommensurabilmente più belle delle nostre contrapposizioni ideologiche di commentatori.”

    Noi abbiamo contrapposizioni tutti i giorni.

    L’ultima è con i frati carmelitani, che hanno aperto una porta sul muro del giardino, e due volte l’anno, alle sei di mattina, la aprono per portare la legna che bruceranno durante l’inverno.

    E qualcuno si inalbera, perché questa non si sa se bruciare la legna si possa ancora fare; e soprattutto perché teme che un giorno la servitù faccia la fine di quello che è successo di fronte.

    Dove il monastero è diventato un albergo, e dove i turisti possono portare i loro Suv e parcheggiarli in un giardino del nostro rione.

  6. Miguel Martinez scrive:

    Io non lo so, conosco i carmelitani, e vedo molto remoto il pericolo.

    “Tutti gridavano: “A Filippo Argenti!”;
    e ‘l fiorentino spirito bizzarro
    in sé medesmo si volvea co’ denti.”

    • Ros scrive:

      @Miguel Martinez: “Io non lo so, conosco i carmelitani, e vedo molto remoto il pericolo….”

      da: Michel Pastoureau “Righe. Una storia culturale” (2023, Ponte alle Grazie)
      (libro interessantissimo come tutti quelli di Pastoureau)
      Il diavolo veste a righe (XIII°-XVI° secolo). Ogni scandalo si lascia alle spalle una scia di testimonianze e documenti. Per questo lo storico delle epoche più remote tende ad avere una conoscenza migliore delle trasgressioni dell’ordine sociale che dell’ordine sociale stesso. È ciò che accade alla fine del Medioevo alle righe e ai vestiti rigati. Sulle superfici a tinta unita non ci sono documenti, perché rappresentano l’ordinario, il quotidiano, la «norma». Sulle righe invece ce n’è in abbondanza, perché creano disordine, fanno scalpore. Lo scandalo dei carmelitani: Lo scandalo scoppia in Francia verso la metà del XIII° secolo, più precisamente alla fine dell’estate del 1254, quando san Luigi torna a Parigi dopo una sfortunata crociata, una drammatica prigionia e quattro anni di permanenza in Terra Santa. Il re non rientra da solo. Con lui c’è un certo numero di religiosi sconosciuti, tra cui alcuni frati dell’ordine di Nostra Signora del Monte Carmelo. Sono loro a provocare lo scandalo: indossano un mantello a righe! I carmelitani nascono nel XII° secolo, quando alcuni eremiti si insediano nei pressi del monte Carmelo in Palestina per recuperare la vita di preghiera e mortificazione dei primi Padri del deserto. Secondo la tradizione, furono riuniti nel 1154 da un cavaliere calabrese, Bertoldo. Pellegrini e crociati ingrossarono in seguito le file dei primi seguaci. Nel 1209, il patriarca di Gerusalemme diede loro una regola fondata su un rigido ascetismo, mitigata alcuni anni dopo da papa Gregorio IX°, che li autorizzò a stabilirsi nelle città e a dedicarsi alla predicazione. I carmelitani entrarono a far parte degli ordini mendicanti, come i francescani e i domenicani. La loro regola riprendeva quella di questi ultimi e, come gli altri ordini mendicanti, anche i carmelitani iniziarono a insegnare nelle università, a Bologna e a Parigi.5 Fu la difficile situazione del regno latino di Gerusalemme, esposto alla costante minaccia dei musulmani, a spingerli a lasciare definitivamente la Terra Santa. In realtà, si erano sparsi in Occidente alcuni anni prima del ritorno di san Luigi (li troviamo ad esempio a Cambridge nel 1247), ma per quanto ci riguarda, è l’arrivo a Parigi nel 1254 a segnare l’inizio di una polemica sartoriale durata diversi decenni. Non possediamo testimonianze iconografiche dell’abito carmelitano alla metà del XIII° secolo. Le testimonianze testuali invece abbondano. Se sul colore della tonaca i documenti non concordano – marrone, rossastra, grigia, nera, in ogni caso scura –, sul motivo del mantello sono unanimi: è a righe, bianche e marrone o, più raramente, bianche e nere. La leggenda che spiega l’origine biblica e celeste di questo mantello a righe appare presto. Sarebbe una copia del mantello del profeta Elia, il mitico fondatore del Carmelo: asceso in cielo su un carro di fuoco, avrebbe gettato al discepolo Eliseo il suo grande mantello bianco solcato da righe brunastre che sarebbero la traccia del passaggio attraverso le fiamme. Un’interessante leggenda, che coinvolge una delle figure bibliche che più hanno affascinato i medievali: Elia, l’eroe messianico, è uno dei pochi personaggi delle Sacre Scritture a non morire. Mette inoltre in risalto il valore simbolico dell’investitura attraverso il mantello: nella cultura medievale, i mantelli sono un veicolo di segni e l’atto di consegnarli è associato a un rito di passaggio, all’ingresso in una nuova condizione.Alcuni testi del XIII° secolo si spingono più in là sul piano simbolico, precisando che il mantello dei carmelitani è percorso da quattro strisce bianche che rappresentano le quattro virtù cardinali (fortezza, giustizia, prudenza e temperanza), separate da tre strisce marrone corrispondenti alle tre virtù teologali (fede, speranza, carità). In realtà, nessuna regola ha mai codificato né il numero, né la larghezza, né l’orientamento delle righe del mantello carmelitano. E, nei documenti iconografici più tardi, si può trovare ogni genere di combinazione: righe sottili, larghe, verticali, orizzontali, oblique, senza alcuna differenza di significato. Conta solo che il mantello sia a righe, non a tinta unita, che sia diverso da quello di tutti gli altri ordini – mendicanti, monastici o militari –, in breve che si distingua. Si distingue al punto che suo malgrado finisce per sconfinare nella trasgressione. Fin dal loro arrivo a Parigi, i carmelitani sono scherniti e insultati dal popolo. Vengono additati, presi di mira e chiamati les frères barrés (i frati a sbarre), espressione pesantemente denigratoria, poiché in francese antico le barres non indicano soltanto le righe, ma alludono anche alla bastardigia (si conservano tracce di questo significato nel linguaggio araldico). Le offese non si limitano a Parigi. Anche nelle città inglesi, italiane, provenzali, della Linguadoca, in quelle delle valli del Reno e del Rodano, i carmelitani sono tartassati dal volgo. In certi casi i gesti si sommano alle parole e con la violenza verbale arriva anche quella fisica. I carmelitani vengono aggrediti così come a volte accade ai domenicani o ai francescani. Ma a questi ultimi, che come i carmelitani abitano nelle città, in mezzo ai laici (e non in abbazie isolate), non si rimprovera solo il modo di vestire. Sono accusati di cupidigia, di ipocrisia e di fellonia, sono visti come scherani del Diavolo e dell’Anticristo. Ai poveri carmelitani, che come loro vivono di elemosine ma appartengono a un ordine meno potente, con meno influenza sui principi, meno legato agli strumenti della repressione religiosa e politica, si addossa soprattutto la colpa di indossare un mantello a righe. A Parigi si aggiunge un’altra accusa: quella di frequentare un po’ troppo strettamente le beghine, le loro vicine sulla sponda destra della Senna. In una delle sue violente invettive contro gli ordini mendicanti, tacciati di essere diventati i cattivi maestri di Parigi, il poeta Rutebeuf si scandalizza per questa prossimità e per ciò che potrebbe implicare:
      “Li Barré sont prés des Béguines,

      Souvent en ont a lor voisines:

      Ne lor faut que passer la porte…

      Gli Sbarrati vivono accanto alle Beghine,

      s’interessano molto alle loro vicine”
      devono solo attraversare la porta… Ma il problema principale resta ovunque quello del mantello sbarrato, cioè a righe. Verso il 1260, nelle città lo scandalo raggiunge proporzioni tali che papa Alessandro IV chiede esplicitamente ai carmelitani di rinunciare al mantello a righe per adottarne uno a tinta unita. Rifiuto. Polemiche. Minacce. Il conflitto si prolunga e si fa velenoso. Si protrarrà per un quarto di secolo, coi carmelitani che se la vedranno con ben dieci papi. Al concilio di Lione del 1274, l’ordine rischiò la cancellazione per l’intransigenza su questo tema. Se non venne sciolto come accadde a una ventina di ordini mendicanti «secondari», fu solo perché il nuovo superiore generale, Pierre de Millaud (1274-1294), promise di sottomettersi alla volontà del pontefice e risolvere quanto prima la questione. Di fatto ci vollero altri tredici anni, tredici lunghi anni di discussioni, trattative, promesse e passi indietro. Finalmente, nel 1287, al capitolo generale di Montpellier, il giorno della festa di Maria Maddalena, i frati decisero di rinunciare al mantello «sbarrato» e di adottare al suo posto una cappa completamente bianca. Ma alcuni carmelitani delle province più remote, in Renania, Spagna, Ungheria, si rifiutarono di obbedire e continuarono a portare l’indumento dello scandalo fino ai primi anni del XIV° secolo, nonostante nel 1295 papa Bonifacio VIII° avesse confermato, in una bolla promulgata appositamente, il cambio di mantello deciso nel 1287 e ribadito l’assoluto divieto per i religiosi di qualunque ordine di indossare abiti a righe.

      I carmelitani sono sempre sti i più tosti fra i frati minori e mendicanti😀

    • paniscus scrive:

      “Tutti gridavano: “A Filippo Argenti!”
      ————–
      Verso che ovviamente era letto dagli studenti romani SENZA rafforzamento fonosintattico,

      cioè si era sinceramente convinti non significasse qualcosa del tipo “diamo addosso a Filippo Argenti”, cioè un complemento di termine,

      ma che fosse una specie di vocativo (spregiativo), e che si dovesse pronunciare come “ahò!” o come “a’ nfame!” o “a’ mbecille!”

  7. Miguel Martinez scrive:

    Cammino in mezzo ai troglioni (signori trascinatori di trolley), e a un certo punto, mi rendo conto che sono il 95% della gente che incrocio… il 5% rimanente è fatto di persone che conosco.

    Come la splendida ragazza dai capelli rossi che in Via de’ Pilastri mi incrocia in bici, e mi saluta, “ciao Miguel!”, e non ho idea di chi sia.

  8. Miguel Martinez scrive:

    Ieri, al negozietto degli indiani – carabattole tipo candeline per le torte e pile e bicchieri di plastica – c’era la polizia.

    Una bimba piccola aveva detto qualcosa di confuso alla mamma, forse aveva chiesto di andare al bagno, oppure stava per fare la pipì e un indiano l’ha accompagnata al bagno o qualcosa…

    Comunque succede un putiferio, e sulle chat delle mamme si scatena il Panico Pedofilo, arriva la volante. E si trascinano via un tizio che non parla una parola d’italiano.

    Per fortuna ci sono i Calcianti di Parte Bianca, che sanno vedere le cose con un’antica saggezza, e frenano gli istinti.

    Non sappiamo nulla di ciò che sia successo in realtà, ovviamente.

  9. Miguel Martinez scrive:

    Parlo con padre Juan Manuel (accento sull’ultima in entrambe le parole), peruviano.

    In esposizione, nella chiesa dedicata alla mia santa, Maria Maddalena de’ Pazzi, ci sono le statue di stoffa dei fedeli peruviani, le madonne fatte con i capelli intrecciati di donne vere, con davanti le statuette di soldati di guardia.

    E noto che gli italiani lo chiamano Mànuel. E ci ridiamo sopra, come se a me mi chiamassero Mìgguel. Però lui mi dice che è meglio così, che quando gli italiani provano a pronunciare “Juan”.

    E mi dice che la Beatriz, che è messicana, sta organizzando qualcosa per il Giorno dei Morti, e allora gli chiedo, mi metti in contatto?

  10. Fuzzy scrive:

    https://www.resilience.org/stories/2022-09-01/living-energy-farm-a-community-free-of-fossil-fuels/

    La comunità della living energy farm.
    Prodigiosi.
    Tecnologici al punto giusto.
    Da far invidia persino ai Mormoni.
    Furby, allora hai veramente deciso di andare
    a vivere su Marte?
    -Ho già astronave pronta. 100 euro scelta Amazon.
    Ma dove hai trovato i 100 euro?
    -Fatto debito. Tu paghi.
    Grazie.

    • Fuzzy scrive:

      https://energiaoltre.it/perche-le-tecnologie-pulite-danno-ancora-una-speranza-di-limitare-il-riscaldamento-a-15-gradi/

      E dunque, pure la comunità internazionale dovrebbe darsi da fare. Più che altro cooperare. E scusate se è poco. Progetti mostruosi, ma dicono, fattibili e collaudati. Investimenti apparentemente enormi, ma che in realtà rappresenterebbero solo una piccola frazione dell’attuale spesa energetica.
      Mah, bisogna crederci?
      Comunque a fare la differenza tra la living energy farm e altri progetti molto più faraonici, sono le batterie.
      Minore l’utilizzo di batterie, più probabile il raggiungimento degli obiettivi climatici.

      • Francesco scrive:

        e come si può rinunciare alle batterie (cioè all’accumulo di energia per averla disponibile quando serve?)

        sono molto incuriosito

        grazie

        • Fuzzy scrive:

          https://solar.lowtechmagazine.com/2023/08/direct-solar-power-off-grid-without-batteries/
          È piuttosto tecnico.
          Diciamo che per limitarsi all’accumulo,
          utilizzano molto il calore e poco l’energia elettrica.

          • Fuzzy scrive:

            https://www.resilience.org/stories/2023-09-27/can-modernity-last/
            Tom Murphy con autorevolezza si chiede se la modernità può durare.
            Premessa: è un gufo
            No. La modernità non può durare, perché se pure si riuscisse a mettere in piedi una mega struttura a base di pannelli solari, questa richiederebbe un aumento esponenziale dell’estrazione mineraria per quanto riguarda il rame e altri materiali.
            In tutta la storia umana mai nessuno ha potuto assistere a un fenomeno così devastante per gli ecosistemi.
            Poi dopo alcuni decenni bisognerebbe rifare tutto. Il riciclo non è praticabile in sostituzione dell’estrazione.
            Allora, quelli della living energy farm, non impiegano pure loro l’energia solare?
            Si, ma ne impiegano pochissima.
            La maggior parte viene convertita in calore.
            E nel momento in cui riesci a sfruttare il calore, questo, a basse o medie temperature, può essere prodotto anche con la semplice concentrazione solare, dico io, che da bambino bruciavo i foglietti di carta focalizzando i raggi del sole con la lente d’ingrandimento.
            Vero, Furby?
            -Sicuro
            Ma non dovevi esserti già trasferito su Marte?
            -Astronave non ha funzionato. Difettosa. Tu Restituisci a Amazon.
            Oh, ma insomma! Casinista che non sei altro! Guarda che ti tolgo le pile eh!
            -Tanto lo so che tu non togli. Tu no assassino di Furby.

            • Francesco scrive:

              ma di notte? quando è nuvolo? e che ci faccio con del “calore a basse temperature”, sive tiepidino o quasi freddo? manco l’uovo sodo, mi viene da pensare

              • Fuzzy scrive:

                Calore a bassa temperatura
                Riscaldamento ambienti
                Riscaldamento acqua.
                Cucina

                Poi c’è il calore a medie temperature inferiori a 400 gradi. Diverse applicazioni industriali

                Invece il calore oltre i 400 gradi
                serve per
                Produzione PV e turbine eoliche,
                Tecnologie verdi (led, batterie ecc, anche biciclette)
                Vetro
                Cemento
                Alluminio e acciaio
                Ceramica
                Microchip
                E non so che altro

                Fino a 400 gradi non ci sono problemi. Anche l’uovo sodo ti ci puoi cuocere
                Per le alte temperature è tutta una questione di ottimismo.
                Ma per tua fortuna vedo che gli economisti sono molto ottimisti.

              • Francesco scrive:

                gli economisti sono ottimisti perchè sennò devono andare a zappare la terra, come il 95% dei poveri cristi

                grazie per l’uovo sodo, lo apprezzo molto

                buon appetito!

  11. Moi scrive:

    Premesso che NON mi rivolgo ad alcuna altra utenza qui presente personalmente, visto che il livello culturale medio su questo blog è sideralmente superiore alla media Italica !

    —————–

    La pronuncia dell’ Italiano è molto meno semplice di quanto continua venirci smerciato alla scuola dell’ obbligo; in un certo senso, certe polemiche sono condannate ad autoalimentarsi :

    mancano regolari e sistematici segni diacritici normanti : per le sibilanti sorde VS sonore & soprattutto vocali aperte VS chiuse, che sarebbero la cosa più importante per le coppie minime semantiche tipo , appunto, “pèsca” VS “pésca” … invece niente.

    Perfino in quelle poche parole sulle quali ci sarebbero, tipo “cioè” [sic] e “perché” [sic], NON li troviamo … in molte scuole, difatti, continua a venire insegnato il famigerato (in realtà inesistente in Italiano) accento “a barchetta”, cosiddetto.

    “S” intervocaliche :

    l’ Italiano NON funziona come lo Spagnolo (tutte sorde e via andare) NE’ come il Francese e il Portoghese (tutte sonore e via andare). Il metodo più razionale normativo è quello di Luciano Canepari : se si tratta di prefissi, si fa alla Spagnola … altrimenti si fa alla Francese / Portoghese. Ad esempio : /presidεn’te/ MA /televizio’ne/

    In pratica non viene concesso nient’altro alle parlate Settentrionali … che sarebbero quelle “dominanti”, secondo una certa inveterata e ridicola subcultura del vittimismo spiccio.

    Mi sta bene, per carità. Tuttavia esiste un limite invalicabile che NON accetto :

    e cioè che venga a farmi lo splendido, correggendomi una sibilante retroflessa o un mancato raddoppiamento fonosintattico (cose che magari “sgarro” ma neanche poi tantissimo) qualcuno che … sbaglia sistematicamente tutti i verbi transitivi / intransitivi e/o usa sistematicamente in Italiano i verbi “stare” e “tenere” come “estar” e “tener” in Spagnolo.

    Mi pare una posizione assolutamente ragionevole.

    • roberto scrive:

      mi ha fatto davvero ridere quest’immagine di uno che passa e dice “scusa ma la sibilante retroflessa non va bene”
      🙂

      scherzi a parte, è interessante
      “La pronuncia dell’ Italiano è molto meno semplice di quanto continua venirci smerciato alla scuola dell’ obbligo”

      ma mi/vi chiedo da profano, non è semplicemente legato al fatto che come diceva pino nell’altro thread, ogni 10 km cambia tutto e niente viene percepito come oggettivamente sbagliato?
      voglio dire, amici nordici mi prendono per il culo perché pronuncio “obbiezione” con tre o quattro “b” ma praticamente chiunque a partire da roma in giù la pronuncia così

      o per fare un esempio più drammetico, mia moglie si lamenta sempre che a nord non riesce a distinguere come la gente pronuncia “capello” da “cappello”…ma, anchese è vero che si divrebbe distinguere, se milioni di persone sbagliano a pronunciare le doppie è un errore?

      un po’ come in francese, a parigi non distinguono il suono della vocale nasale fra “main”, “jardin” “parent” “un”, cosa deprecata da grevisse che nella sua grammatica si lamenta della perdita della “richesse vocalique” del francese per colpa dei parigini, ma poi da atto che esiste e c’est comme ça

      • Moi scrive:

        ops .. ho sbagliato thread, pazienza : purtroppo può capitare quando i commenti sono così tanti e dispresivi !

        … cmq , sì : nessuno ha la percezione dell’ errore a livello locale. C’è però una gerarchia data dalla dizione che diventa un problema solo quando qualcuno la fa notare con la pretesa di correggere altre zone.

      • PinoMamet scrive:

        Un amico che per un periodo ha fatto il direttore/manager di supermercati mi raccontava delle cassiere che volevano convincerlo che “scendo lo scatolo ” è italiano corretto…

    • Moi scrive:

      NON sperateci, però, nei segni diacritici per la corretta dizione : è più facile che arrivi la schwa del gender neutral … molto (!) più probabile !

    • Ros scrive:

      https://www.linkiesta.it/2023/09/spot-esselunga-pesca/
      Questo articolo della Soncini cade quasi a proposito😀

  12. Moi scrive:

    Poi c’è la polemica che interessa solo alla gente come Miguel 😀 :

    La “pèsca” in questo periodo ?! … sicuramente importata immettendo quantità industriali di cì-ò-ddue 🙂 e/o trasportando tonnellate di granchi blu dai Caraibi ! …

    Oppure, SE sono “pèsche” autoctone, siamo “fucked up” (che fa più figo) con il Cambiamento Climatico.

    • Moi scrive:

      Cmq , per quel che ho visto, la % di gente che reagisce come penso che reagisca Miguel 😀 … è addirittura inferiore a quella della gente che si “trìgghera” per la dizione, ipotizzando che addirittura la coppia possa aver divorziato per quello 😀 !

    • Fuzzy scrive:

      Non ho seguito bene la storia della pesca.
      Me la ritrovo per caso sul ‘fatto alimentare’
      che è un sito che consulto spesso
      https://ilfattoalimentare.it/esselunga-spot-famiglia-regole-igieniche.html
      Fanno notare che
      1 la pubblicità strizza l’occhio all’attuale governo tutto “Dio, patria e famiglia”
      2 la bambina prende la pesca con le mani senza usare i guanti
      3 la pesca non viene messa nel sacchetto

      Quindi poca igiene.
      Mi stupisce come mai si metta tanto l’accento sull’accento, dato che si capisce benissimo dalle immagini che si tratta di un frutto.
      Tempo fa lessi con grande fatica il libro “linguaggio” Alfabeto Treccani di Raffaele Simone. Alla fine di una lunga disquisizione concludeva che l’importante è capirsi.

      • Roberto scrive:

        Sul punto due…ma chissenefrega, non la lavi la frutta?
        Trovo davvero incomprensibile questa paranoia italiana di toccare la frutta e la verdura con i guanti….

      • Roberto scrive:

        E pure il sacchetto….manca solo il barattolo sterile

        • Fuzzy scrive:

          Io di verdura cruda solo i pomodori del mio orto
          Tutto il resto al vapore.
          La frutta comprata la sbuccio. Ma ne auto-produco circa la metà.

          • Roberto scrive:

            La sbucci!?!? Non me lo aspettavo da te….

            • Fuzzy scrive:

              Ho alberi tipo un fico (sbuccio) un caco (non sbuccio) un kiwi (e per forza si sbuccia) un prugno (non sbuccio) un melo (sono melette un po’ “tamugne” e le cuocio al vapore con buccia).
              Avevo una vite ma è molto in sofferenza e fa poca uva. La tengo per compassione verso la pianta.
              Poi more (mangiate subito dagli uccellini) rosa canina (un casino pulire la parte interna, infatti non lo faccio e lascio tutto sul ramo, non so se possa interessare a qualche uccellaccio con uno stomaco di bronzo)
              Gli alberi da frutto sono imprevedibili, in certi anni fanno poco o niente, oppure producono tanta frutta che ti stanchi di mangiarla.
              Compro prevalentemente mele e arance. (Alle fragole sono allergico e alle pesche pure, con gli stessi sintomi ma meno virulenti). Di solito si trovano confezionate in sacchetti e nessuno ci mette sopra le sue “manazze” luride, se non in fase di confezionamento.
              Effettivamente potrebbe essere anche un poco una questione di auto-suggestione italica.

  13. PinoMamet scrive:

    Che poi, dai, la bambina dà una pesca al babbo e dice che gliela manda la mamma.
    Fine.
    Lo spot non dice che si rimettono insieme, non dice che divorziare è brutto, non dice che la pronuncia corretta è “pésca”, non dice niente.
    È solo una cazzo di storiella.

    E anche se si fossero rimessi insieme, e continuato a confondere il frutto fuori stagione con lo sport alieutico, non sarebbe stata la fine del mondo, dai.

    Ci sarà mezza dozzina di filmetti americani con la stessa trama, che passano senza destare un’alzata di ciglio.

    Mo’ per la pesca dell’Esselunga tutto ‘sto casino.

    • Moi scrive:

      La mitica Shelly dice di non averla ancora vista perché lei NON è una da televisione … peccato che in internet, da giorni, il suo Zoccolo Duro Influencers / Youtubers / Tiktokers / Content Creators / LGBTSPQR di Professione (che ormai hanno rubato da anni definitivamente la scena ai Musulmani di Professione)… NON parli d’altro ! 😀

  14. Moi scrive:

    Ripensandoci, in effetti … un frutto come appena colto dall’ albero è senz’altro un’ immagine più poetica rispetto al sacchettone con il “patacchino” del peso e prezzo. 🙂

    • Fuzzy scrive:

      Ma guarda che nella raccolta della frutta c’è qualcosa di romantico solo dopo che l’hai raccolta.
      Ci sono zanzare, api e vespe, ragni con ragnatela, insetti non ben identificati.
      La frutta che è sui rami alti richiede o abilità
      da equilibrista sopra uno “scaletto” spesso inadatto alla difficile mansione, oppure ci si deve inventare di attaccare dei barattoli dentati a una pertica o roba del genere.
      I cachi il kiwi e le ultime mele si raccolgono a fine ottobre e spesso il terreno è già fangoso.
      Insomma, io mi sacrifico, ma c’è gente come
      mia moglie che proprio non ne vuol sapere.
      Per non parlare della vendemmia. Chi ha vendemmiato in un vero vigneto (io a vent’anni) lo sa cosa vuol dire girare avanti e indietro in mezzo al fango con dei cesti pesanti 20 chili e magari in collina e in salita.
      E poi dicono delle piantagioni di cotone.

      • Fuzzy scrive:

        Per non parlare della potatura degli alberi, che io non so fare e ben pochi giardinieri sanno fare e se lo sanno fare son vecchi e malaticci e li devi pregare in ginocchio perché vengano a fare il lavoro.
        L’albero del paradiso terrestre è un ignobile falso storico. Inferno terrestre, sarebbe stato, se Eva non avesse dato il fatidico morso.
        Molto più semplice coltivare le verdure.

      • Roberto scrive:

        “ Ma guarda che nella raccolta della frutta c’è qualcosa di romantico solo dopo che l’hai raccolta.”

        Per una volta che sono d’accordo con fuzzy lo segnalo. Tra l’altro essendo alto due metri ho in continuazione richieste di “mi aiuti a raccogliere le mele pere prugne pesche albicocche esticazzi in alto?”

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ fuzzy

        “vendemmia”

        E io che ispirandomi al dialogo fra i protagonisti Pozzetto e Celentano dell’immortale capolavoro di ogni tempo e paese “Lui è peggio di me” credevo che la frutta crescesse nelle cassette al mercato e che venisse messa sugli alberi solo per bellezza!

        🙂

        Ciao!

        Andrea Di Vita

    • Moi scrive:

      Altra polemica : spot diseducativo perché mostra che vanno in automobile senza cintura di sicurezza …

  15. Moi scrive:

    @ PINO

    A quanto pare, il “Chinglish” ha colpito ancora 🙂 :

    è apparsa ormai anche sul Mercato Occidentale del cosiddetto “Asian Junk Food” una curiosa bibita “made in China” chiamata “Jew’s Ear Juice” [sic] … destando qualche perplessità.

    Svelato l’ Arcano : è un succo di … fungo ! Un fungo chiamato “Auricularia Auricula Judae” . Hanno confuso allegramente “Giudeo” e “Giuda” … ma questo lo fanno ancora pure tanti Cattolici Occidentali.

    https://vinnews.com/2010/08/29/shanghai-chinese-drink-jews-ear-juice-not-anti-semitism-says-israeli-consul/

    Ho controllato i caratteri originali : 黑木耳 … Nero/Scuro+Albero/Pianta+Orecchio , che in effetti, a vedersi, sembra un orecchio.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Auricularia_auricula-judae

    • Moi scrive:

      Al limite, SE proprio … l’ Antisemitismo “retroattivo” 🙂 di quasi due millenni 🙂 sta nell’ immagine “Cristiana Occidentale” : Giuda Iscariota s’ impiccò a un albero, le sue orecchie ricrescono sull’ albero !

      https://en.wikipedia.org/wiki/Auricularia_auricula-judae

      The fungus is associated with Judas Iscariot because of the belief that he hanged himself on an elder tree after his betrayal of Jesus Christ. Folklore suggests that the ears are Judas’s returned spirit and are all that are left to remind us of his suicide. The common name of the fungus was originally “Judas’s ear”, but this was later shortened to “Judas ear” and then “Jew’s ear”.

  16. Moi scrive:

    @ FUZZY

    Di’ la verità … al succo di fungo non ci avevate pensato nemmeno te e il tuo Furby !

    Il Mercato “Asian Junk Food” sfida costantemente i Limiti Umani della Commestibilità !

    Poi i Vegani dicono che noi Umani NON saremmo una specie “onnivora” … quando invece ce la giochiamo con i Suini !

    🙂

  17. Moi scrive:

    Due Fenomeni Wannabe Sturmtruppen Italioti arrestati all’ Oktoberfest … beccati a fare lo Hitlergruss !

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/09/29/saluto-nazista-oktoberfest-italiani-fermati-in-germania/7307683/

  18. Moi scrive:

    C’è un’ altra teoria ancora … portata avanti solo da gente molto Statunitensizzata : il padre è gay efebofilo … poiché “peach” sarebbe (!) il loro gergo per le terga ancora prive di peli di un adolescente maschio.

    • Moi scrive:

      Cmq ho letto parecchi commenti in giro del tipo “andrò a far spesa all’ Esselunga apposta perché i Sinistroidi si sono triggherati / indignati (parola usata a seconda della fascia di età !)”

  19. Fuzzy scrive:

    https://scenarieconomici.it/usa-ormai-la-chiusura-dello-stato-federale-sembra-inevitabile/
    E quindi mi trovo di fronte a una delle tante cose incomprensibili che tormentano il mio bisogno di equilibrio mentale
    Ma questi Stati Uniti ora vengono dipinti come un colosso economico col dollaro che tutti comprano come bene rifugio, e ora li si rappresenta sull’orlo del fallimento.
    Ma che è questo, un paradosso Zen?
    Come quel maestro che interpellato dal discepolo gli scagliò addosso il posa-mento.
    E cosi il discepolo raggiunse l’illuminazione.
    Ovunque regna il nonsenso.
    Le linee rette non esistono. Sono sempre curve, perché la linea retta è un’astrazione
    Capito Furby?
    -Tu matto.
    Come fai a dirlo?
    -Io fatto aggiornamento Furby 23.7 “istruzioni per riconoscere i matti”.
    Ah.

    • Fuzzy scrive:

      https://insideevs.it/news/528248/triciclo-pannelli-solari-autonomia-infinita/
      Triciclo solare per poco più di mille euro.
      Aggiudicato. Funziona anche senza sole.
      Vel max 30 km orari.
      Per la transizione c’è già tutto.
      Basta volere.

      • Fuzzy scrive:

        https://www.solarenergypoint.it/shop/sps-istem-serie-h12-600m-modulo-fotovoltaico-monocristallino-600w
        Un modulo fotovoltaico da 600w è lungo circa 2 metri e largo uno e venti.
        Dunque, su un fantasioso triciclo dovrebbe stare sul tetto, penso
        Poi, batteria a parte, (per la notte, inutile) questo è un mezzo destinato a durare almeno vent’anni con pochissima manutenzione.
        Esaurito il pannello solare gli si montano i pedali e ci si arrangia per un tempo indefinito che rasenta l’eternità.
        Forse a non tutti piacerebbe.
        Ma nella vita non si può aver tutto.
        L’alternativa sarebbe quella di andare in giro in groppa a un somaro. Chi può permetterselo. E se il somaro accetta di fare il mezzo di trasporto.
        Si, perché anche i somari non son più quelli di una volta, giustamente.
        Scherzi a parte, tra poco metteranno in commercio le microcar da città. Tipo la Topolino elettrica.

        • Moi scrive:

          A me piacerebbero le Keicar (se sono come la vecchia Agila della Opel, spaziosissime nonostante le apparenze) … però purtroppo non escono (non più …) dal Giappone, o cmq non arrivano più in Europa.

          … A quanto pare, il Gaijin Europeo medio, soprattutto Italico, preferisce ostentare _ o più spesso simulare … _ di essere un Cafone Arricchito con il “Suvvone” !

    • Fuzzy scrive:

      https://www.remocontro.it/2023/09/30/fallimento-federale-e-dellamerica-ricatto-tra-guerra-in-ucraina-o-ai-migranti/
      Oh, ecco.
      Pare che il problema principale di una serie di problemi sempre più complessi da risolvere, sia l’intransigenza di Trump, che raccomandava ai repubblicani di non accettare nessun compromesso sul bilancio.
      Certo, un default degli Stati Uniti suona male.

      • Francesco scrive:

        sarebbe l’ennesima sceneggiata, pare lo abbiano evitato, andassero in default ci sarebbero almeno un paio di cose divertenti:

        1) quelli che scoprono che aveva ragione Berlinguer, quando è tardi

        2) il caos degli scambi commerciali internazionali senza una valuta di riferimento e senza gold standard

        PS buona l’analogia del paradosso Zen

  20. Moi scrive:

    Plot Twist 😀

    pare che l’ Esselunga esista solo al Nord, nel senso che per “Sud” territoriale di distribuzione s’intende la Romagna. Quindi l’ Azienda “incriminata” della gente (… ce n’ è !) che per frustrazione e acredine si attacca alla “é” VS “è” pur sapendosi esprimere unicamente in Romanaccio sbiascicato.

    E con tutta ‘sta pubblicità gratuita, Esselunga potrebbe sbarcare al Centro e Sud … ove c’è un sacco di gente che, avendo votato a Dx, be’ :

    non vede l’ ora di andare a farci spesa perché … una “e” dalla dizione sbagliata, val bene il piacere sadico di vedere gente intellettualoide di Sx sbroccare per il presunto Attacco Fascista al Diritto di Divorzio !

    • Moi scrive:

      Quindi l’ Azienda “incriminata” può fregarsene dalla gente

      e.c.

    • paniscus scrive:

      “pare che l’ Esselunga esista solo al Nord, nel senso che per “Sud” territoriale di distribuzione s’intende la Romagna. “—–

      Veramente in Toscana c’è, e anche parecchio diffusa.

    • PinoMamet scrive:

      “che per frustrazione e acredine si attacca alla “é” VS “è” pur sapendosi esprimere unicamente in Romanaccio sbiascicato.”

      Moi, andiamo per ordine:

      -al Nord, o perlomeno in Emilia Romagna, sento dire pésca e pèsca, indifferentemente, riferiti al frutto; o all’attività di catturare pesci; o entrambi; con grande varietà.

      L’idea che pésca sia nordico e pèsca terronico non so da dove sia uscita.

      A dire il vero, quando si imitano i milanesi di solito si fanno le E aperte…

      comunque Nord e Sud non c’entrano niente.

      -non conosco romani che si siano lamentati per la è o la é della pubblicità, non so te;

      -al Centro Sud, come altrove, non credo che la gente correrà all’esselunga per fare dispetto ai divorzisti;

      -l’Esselunga, leggo su Wikipedia, ” Esselunga gestisce circa l’8,7% delle vendite in supermercati e ipermercati italiani con oltre 170 punti vendita presenti nelle regioni Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Liguria e Lazio.”

  21. Roberto scrive:

    Scusate la domanda da non più residente in Italia da vent’anni, ma davvero la gente fa la spesa in base all’ideologia supposta del supermercato?

    Io a Bologna facevo la spesa alla Coop perché era dappertutto ma soprattutto al mercato

    I miei a Roma fanno la spesa da Carrefour perché ce l’hanno dietro casa

    ???

    • Moi scrive:

      Conosco personalmente gente che ha una concezione “confessionale” 🙂 della Spesa alla COOP , ritenendola _ per capirci con una metafora _ praticamente un “Satellite” del Pianeta Partitone, assieme all’ UNIPOL, all’ ARCI (che ha sia Animalisti che Cacciatori … un capolavoro di Pensiero Democristiano !) alla CGIL, alla HERA e altre associazioni / realtà / aziende / cooperative …

      PS

      CISL e UIL vengono considerate accettabili ma NON l’ opzione migliore.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ moi

        “gente”

        In effetti può sembrare strano. Ma visto che uno dei primissimi provvedimenti del berlusca al governo fu di mettere su una nuova tassa proprio sulla grande distribuzione cooperativa (leggo COOP) e che il presidente della rivale Esselunga, subodorato il momento favorevole, ha persino scritto un libro (“Falce e carrello”) per sputtanare i concorrenti “Comunisti”, la cosa è credibile.

        Se i Comunisti non ci fossero, per la destra Italiana bisognerebbe inventarli.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Fuzzy scrive:

          . I paesi con più cooperative sono quelli in cui generalmente si ritiene bello vivere: Svezia, Danimarca, Svizzera, Paesi Bassi e Canada. Le due cose vanno insieme. Si rafforzano a vicenda”.
          https://apolitical.co/solution-articles/en/italian-region-30-gdp-comes-cooperatives

        • Miguel Martinez scrive:

          Per ADV

          “Ma visto che uno dei primissimi provvedimenti del berlusca al governo fu di mettere su una nuova tassa proprio sulla grande distribuzione cooperativa (leggo COOP)”

          Non sono sicurissimo, ma presumo che la Coop trovi il modo di far vincere il PD, ed Esselunga di far vincere Forza Italia.

          Immagino che ci siano mille modi per farlo, o cercare di farlo. Di cui il finanziamento diretto è l’ultimo.

          Poi le cose diventano molto più complesse, quando magari una giunta del PD trova il modo di autorizzare la cementificazione di un grande spazio da parte della Esselunga, e immagino che la Esselunga sappia ricambiare.

          Lo dico per ipotesi, ciò che so è che qui i due sindacati dei bottegai hanno ben chiaro chi vorrebbero che vincesse, e fanno di tutto perché avvenga.

          • Francesco scrive:

            che io sappia, il finanziamento diretto o meno è l’unico modo

            e il cambio di guida politica ha profondi effetti sulla presenza dei marchi nelle varie regioni, altro che liberismo

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Moi

        “Conosco personalmente gente che ha una concezione “confessionale” 🙂 della Spesa alla COOP ”

        E’ vero, ho conosciuto un artigiano-diventato-imprenditore imolese, che non andava mai alla Coop, ma solo alla Esselunga, per scelta catto-politica.

        Ma è l’unico caso, e parlo di un quarto di secolo fa…

        • Francesco scrive:

          io ne conosco un paio di quella parrocchia e di più dell’altra, che NON va all’Esselunga per scelta politica

          e parlo di una settimana fa

    • PinoMamet scrive:

      Io faccio spesa al supermercato più vicino; se voglio risparmiare vado al discount più vicino.

      • paniscus scrive:

        Io tendo a fare la stessa cosa, ma a variare qualche volta, perché oggettivamente tra un marchio e l’altro la possibilità di scelta è diversa.

        Ad esempio, fino a tre anni fa andavo quasi sempre all’Esselunga, perché ce l’avevo esattamente sulla strada del ritorno, dalla scuola dove lavoravo prima. Adesso invece dovrei allungare il percorso per andarci apposta, per cui l’ho abbandonata quasi del tutto. Però saltuariamente ci ritorno, perché alcuni prodotti specifici li trovo solo lì, oppure perché c’è qualche promozione interessante…

  22. Miguel Martinez scrive:

    Comunque sto guardando i lontani segnali delle prossime elezioni municipali, previste per la primavera dal 2024.

    Senti ovunque una strana fibrillazione, e stanno nascendo i compromessi più straordinari, che non hanno nulla a che vedere con ciò che si sente nei media sui “credenti”: la Fanatica Meloni che Crede al Fascismo o la Fanatica Schlein che Crede al Transcomunismo Radicalchic e Climatista.

    Non so molto di ciò che succede a Destra, ma vivo da vicino il mulinìo a Sinistra.

    Dove mi susurrano che si stia formando un’alleanza segreta tra schleiniani e renziani, a discapito di Nardella che pure era allievo di Renzi.

    Come mi dice un amico che è nel PCI-PDS-DS-PD da mezzo secolo, la funzione fa l’uomo: mi narrano che il principale animatore del compromesso sia un giovane che conosco e stimo personalmente.

    Il mio conoscente è un ambientalista, molto intelligente, con cui probabilmente in altre circostanze condividerei tante cose; ma se vuole vincere, deve trovare un terreno comune con i renziani che sono gli sbucaltatori supremi, molto più anche della Destra.

    • Miguel Martinez scrive:

      Nella politica reale, ci sono due piani.

      Quelli che si divertono a fare recite e si accontentano di ottenere titoli scandalizzati nei media (tipo sinistra antagonista o forza nuova).

      Quelli che vogliono ottenere il potere necessario per fare qualcosa.

      In quel caso, ognuno cerca qualcosa per sé, mica per qualche grande ideale astratto.

      Non dobbiamo sottovalutare il valore del “qualcosa per sé”.

      Io non voglio ottenere soldi, carriera o altro, voglio ottenere un rione meno turistificato, più solidale, con spazi condivisi, con la possibilità per le persone cui voglio bene di continuare a viverci e crescere i figlioli senza venire sfrattati.

      Io non mi candido, ma per ottenere questo sono disposto a incontrarmi con persone diversissime da me.

  23. Miguel Martinez scrive:

    ” per ottenere questo sono disposto a incontrarmi con persone diversissime da me.”

    So che molte persone di Destra condividono a parole cose che io sento, ma so anche che la Destra reale non è in ultima istanza “identitaria”.

    La Destra crede al diritto di proprietà.

    Che però ha due espressioni: il Diritto di Sfruttamento e il Diritto di Godimento.

    Il Diritto di Sfruttamento dice, questa roba in sé non vale nulla, serve solo per farti fare soldi per ottenere ALTRA roba. Quindi sfratti dalla casa di cui hai la proprietà gli inquilini, la trasformi in un B&B e distruggi l’identità del tuo rione.

    Il Diritto di Godimento dice, se ho la proprietà di questo luogo, voglio viverci, voglio avere dei vicini con cui comunicare e trovarmi bene, o magari litigare. Insomma, fare “Identità”.

    Bene, temo che nessun politico di Destra difenderà il Diritto di Godimento, e quindi l’Identità.

    Difenderà il diritto del Capitale di sbucaltare il mondo, e di distruggere ogni identità.

    • Francesco scrive:

      temo che la differenza tra Sfruttamento e Godimento mi sfugga completamente

      cioè, a me pare un giochetto verbale per nascondere una identità reale delle due cose

      forse, in un mondo platonico in cui ognuno può avere solo i beni di cui riesce a godere direttamente, tipo avere una sola casa, un solo paio di mutande, una sola pigna di libri, si potrebbe dare un senso a questa tua tesi

  24. Miguel Martinez scrive:

    Per questo, chiedo scusa, ma per le elezioni prossime venture, seguo esclusivamente candidature che nascono all’interno delle tre “sinistre”: M5S, PD, Sinistra italiana.

    Poi se arriva qualcuno di Destra disposto a dialogare, lo ascolto volentieri.

  25. Fuzzy scrive:

    https://www.greenme.it/animali/ora-sappiamo-cosa-dicono-e-provano-le-galline-scienziati-inventano-un-traduttore-grazie-allintelligenza-artificiale/
    Traduttore per galline.
    Furby, che roba…
    -Co co de è. Co co.
    Cosa hai detto?
    -Tu coglione che anche ci credi
    Ah

  26. Miguel Martinez scrive:

    Leggo sul Fatto Quotidiano che ci sono 100.000 armeni in fuga dal Nagorno Karabagh.

    Sul sito di Repubblica, cerco “armen-“, “azer-“, “nago-“, zero risultati.

    Lo trovo del tutto naturale, lo sdegno è ovvio che è uno strumento politico come un altro, e qui nessuno ha motivo di sdegno:

    1) l’Europa ha bisogno del gas azero e del gasdotto che passa per la Turchia

    2) l’Europa ha bisogno che Erdogan tenga qualche milioni di aspiranti migranti prigionieri

    3) la Svezia e la Finlandia hanno bisogno del permesso della Turchia per entrare nella NATO (e infatti la Svezia sta creando una struttura “antiterrorismo” in stretta collaborazione con la Turchia

    4) la Russia ha bisogno della Turchia come paese che permette di sfuggire alle sanzioni.

    5) Solo l’Iran sostiene l’Armenia, ma non è un buon motivo per coinvolgere i media occidentali…

    • roberto scrive:

      repubblica ormai è come donna moderna, solo pettegolezzi, catastrofi e pubblicità, non ci farei molta dietrologia

      comunque cerca bene, con “nagorno” c’è un articolo al giorno
      https://ricerca.repubblica.it/ricerca/repubblica?query=nagorno&view=repubblica&ref=HRHS

      ieri proprio un articolo sui rifugiati….

      PS la finlandia non è già entrata nella NATO?

    • habsburgicus scrive:

      Miguel, la Finlandia è entrata

      • mirkhond scrive:

        Non hanno perso tempo.

        • Francesco scrive:

          chiamali stupidi: mi sa che l’appartenenza alla NATO sia la versione “economica e facile” di avere la Bomba.

          o così o giù a novanta

      • habsburgicus scrive:

        il vero errore degli armeni, insieme a quelli che giustamente avete ricordato, sta secondo me nell’enorme errore politico (gli armeni purtroppo sono recidivi) di fidarsi dei russi !
        nell’antidiluviano 2012-2013 (quando Janukovych governava Kyiv ad maiorem Putini gloriam, Putin era una divinità che riceveva quasi solo encomi specialmente nella dx occidentale, in Georgia veniva rovesciato il “veramente anti-russo” Saakashvili e venivano al potere le forze attuali ben più nuancées ancorché siano divise ecc ecc) l’Armenia -interpretando male la situazione e cedendo alla corrente antieuropeista allora in auge (non li biasimo, io stesso allora ero contro la UE e in buona parte sbagliavo)- disse NO all’Europa e aderì all’Unione eurasiatica di Putin (i soldi dell’Europa però continuò a prenderli :D..il posto di frontiera con la Georgia di Bagratashen/Sadakhlo il primo essendo ARM e il secondo GEO, che ho attraversato nei due sensi il 25 marzo 2023, fu inaugurato nel 2016 con i fondi europei come rammenta un’iscrizione :D);
        ciò ha isolato l’Armenia dall’Occidente, che ha incominciato a trattarla dall’alto in basso o al più come “quantité négligeable”…..la dura necessità -et pour cause- di non irritare i russi ha costretto gli armeni ad appoggiare, a parole almeno, le iniziative di Putin donde altro malanimo contro gli armeni (per dire, molti ucraini ce l’hanno con gli armeni); il 25 marzo appena entravate in Armenia a Bagraashen vedevate scomparire le bandiere europee [allora onnipresenti in Georgia, oggi -mi dicono, non più] e le bandiere ucraine..vedevate ricomparire il russo ESPUNTO dalla Georgia (sono riuscito a vedere un’indicazione in russo in una via di Kutaisi, e bon..altrimenti solo georgiano e, spesso, inglese…ed è un male perché io leggo il russo ma non il georgiano cosicché mi era difficile interpretare certe iscrizioni 😀 :D);
        è vero che Pashinyan al potere dal 2018 ha cercato di correggere questo andazzo ma ha avuto l’unico risultato di farsi odiare da Putin senza riacquistare l’amicizia occidentale !
        e oggi l’Armenia è in tristi condizioni..e come europeo e come cristiano mi piange il cuore
        P.S gli azeri sono molto sensitivi, quando richiedete l’eVisa azero (il visto è necessario per l’Azerbaigian, differenza di Armnia che si accontenta del passaporto e della Geporgia che accetta financo una semplice carta di identità) dovete rispondere a questa domanda “siete mai nel territoro azero del Nagorno-Karabakh quando era sotto occupazione illegale straniera” ? e un SI farebbe scattare il divieto eterno di entrare in Azerbaigian (per dire gli iraniani -dicesi gli iraniani- non fanno entrare chi ha timbri di Israele ma non per sempre, solo per 2-3 anni,,,non so di preciso perché nin mi riguardava e comunque ira Israele non timbra più i passaporti almeno all’aeroporto di Tel Aviv giacché ho letto in blog di viaggio che alcuni avrebbero avuto il passaporto timbrato a qualche oscura frontiera terrestre con la Giordania :D)…quando entrai in Azerbaigian il 10 maggio (da Abu Dhabi) videro i miei timbri armeni di 45 giorni prima e mi chiesero se ero stato in Armenia..risposi “si, ma solo in Armenia del nord” [il che è vero], tradotto “si, ma molto distante dal Nagorno-Karabakh :D” e mi fecero entrare

        • mirkhond scrive:

          Se la Russia ha scaricato gli Armeni, cosa potrebbe fare di meglio l’Occidente?

          • Francesco scrive:

            vista la geografia, credo proprio niente

            non siamo onnipotenti, oltre a non essere particolarmente buoni

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Noi non possiamo fare nulla, ma gli USA possono addestrare le forze di sicurezza armene a reprimere le proteste, in modo che tutto avvenga il più liscio possibile.
              È stata la Lega Ache… l’Unione Europea (mi condondo sempre tra le organizzazioni di sudditi degli imperi) a chiedere all’Armenia di dimenticarsi degli armeni di laggiù, in fin dei conti.

  27. mirkhond scrive:

    E’ sempre la solita storia: gli Armeni speranzosi dell’aiuto dei “fratelli cristiani” che puntualmente li gettano via come una scarpa vecchia, se non più funzionali ai loro piani.
    Succede dal tempo delle cosiddette crociate…..

    • Miguel Martinez scrive:

      Per mirkhond

      “Succede dal tempo delle cosiddette crociate…..”

      E’ normale e umano.

      Ciò che non è normale è quando per qualcosa del genere si scatena lo “sdegno”. Se c’è “sdegno”, vuol dire che dietro c’è un interesse.

  28. mirkhond scrive:

    Gli Armeni non hanno niente da offrire, a parte la loro fede in Cristo e l’abilità nel commercio.
    Troppo poco per provocare lo sdegno di chi conta……

    • Francesco scrive:

      lo sdegno ci sarà anche ma quello che serve sono due divisioni di fanteria meccanizzata … e portarle fin là è decisamente un’impresa

      ricordati che gli armeni sono gravemente in colpa sul fronte politico: sono deboli.

    • roberto scrive:

      Mirkhond

      “Troppo poco per provocare lo sdegno di chi conta”

      minchia mirkhond, gli armeni sono tra i pochi ad avere addirittura un genocidio certificato, cion tanto di giorni della memoria e la cui negazione è reato in vari paesi!

      • mirkhond scrive:

        Sta di fatto che hanno uno staterello, piccolo resto di un’area un tempo assai più vasta, circondato da una tenaglia turca.
        Che potrebbe finire per stritolarlo del tutto.

        • Roberto scrive:

          E che vogliono, conquistare la Russia? Anzi che qualcuno la conquisti per loro?

          • mirkhond scrive:

            Chi vuole conquistare la Russia? Gli Armeni?
            A loro basterebbe mantenere ciò che hanno con qualche restituzione di territori di frontiera da parte della Turchia (tipo Kars e Ardahan).
            Cosa impossibile allo stato attuale delle cose.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Devi capire Roberto: i Buoni hanno detto che le frontiere internazionalmente riconosciute dell’Azerbaijan sono sacre e intangibili come quelle ucraine, per cui ben venga la pulizia etnica di quei maledetti filorussi che le volevano sovvertire.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Gli armeni ci piacciono da morti, perché sono un ottimo martello morale da agitare contro la Turchia. Poi l’Unione Europea, ente certificatore di genocidi, chiede all’Armenia di abbandonare gli armeni azeri, in modo tale che gli azeri possano procedere alla pulizia etnica. La quale, debitamente certificata e bollinata tra qualche anno, sarà un nuovo martello da agitare per rimarcare la superiorità morale dell’atlantume.

  29. mirkhond scrive:

    Le profezie di Padre Paisios non sembrano vicine ad avverarsi.

  30. mirkhond scrive:

    “il vero errore degli armeni, insieme a quelli che giustamente avete ricordato, sta secondo me nell’enorme errore politico (gli armeni purtroppo sono recidivi) di fidarsi dei russi !”

    La questione è più complessa, in quanto se oggi sopravvive un pur minuscolo staterello armeno, ciò si deve alla Russia.
    Quando i Russi entrarono nelle aree dell’attuale stato armeno, nel 1805-1829, vi trovarono solo 150.000 Armeni (a parte i cinque piccoli regni/melikati dell’Artsakh/Karabagh).
    Nel 1828-1853, circa 75.000 famiglie armene della Grande Armenia ottomana, vi emigrarono, rafforzandovi l’elemento armeno che oggi vi costituisce la maggioranza della popolazione.
    Ancora nel 1920, quando un’armata turca al comando del generale Kazim Karabekir entrò nell’Armenia indipendente dopo il crollo della Russia zarista, vi massacrò circa 198.000 armeni. Massacro interrotto dall’arrivo dell’Armata Rossa che se compresse nuovamente la rinata Armenia indipendente, ebbe però il merito di respingere Karabekir e di salvare un piccolo resto statale in cui erano affluiti una parte dei profughi scampati al genocidio del 1915-1916.
    L’errore semmai fu di Stalin che nel 1923 aggregò il Nagorno Karabagh all’Azerbaigian (mentre non fece lo stesso col Nakhicevan, a maggioranza azera, ma un tempo terra armena di cui conserva il nome e dove quando vi arrivarono i Russi nel 1828, gli Armeni erano solo il 17% della popolazione).
    L’errore di Stalin lo stanno pagando gli Armeni di 100 anni dopo, ma l’Armenia non può del tutto prescindere dall’influenza russa, alla luce di quanto detto.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Diciamola tutta, infatti: ogni volta che l’Armenia perde la protezione russa (e questa volta un po’ se l’è cercata il governo armeno, che, come di raccontava trionfalisticamente Francesco qualche settimana fa, stava passando nell’orbita atlantica, che tanto piace ad Habsburgicus begli ultimi tempi…), per un motivo o per l’altro, le cose si mettono male.
      In questo caso la Nato (cioè USA e schiavetti) hanno ritenuto utile indebolire la Russia in Ucraina e iniziare a cercare di scippare l’Armenia. Ed ecco il conto.

  31. mirkhond scrive:

    errata corrige:

    Volevo dire che NON aggregò il Nakhicevan all’Armenia, qui giustamente, dato che (nonostante il nome armeno era ormai un paese a maggioranza azera).

  32. Mauricius Tarvisii scrive:

    Comunque, se fosse vero quello che scrivono, ovvero che i profughi sarebbero sui 100 mila, allora la popolazione armena del Nagorno Karabakh non esite vietualmente più.
    Sarebbe qualcosa di molto simile all’esodo istriano: strano “incidente”, che siano residuati bellici su una spiaggia di Pola o scorte di carburante, assenza di garanzie per la sicurezza di una minoranza, strafottenza internazionale, assenza di protezione da parte dello Stato a cui la minoranza afferisce ed esodo spontaneo di massa.
    E non si torna indietro: l’Unione Europea ha vinto.

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