Transizioni

Discussioni con un contropresidio di transattivisti, venuti da tutta Italia per prendersela con il presidio di ecologiste e femministe che criticano la somministrazione di bloccanti della pubertà ai minori.

Il presidio contro i bloccanti

I transattivisti hanno visi giovanili e simpatici, e la cosa un po’ buffa, per cui se sembrano uomini, immagino che siano nati donne e viceversa, ma va bene così.

Hanno tutti un’aria molto normale, magari un po’ da compagni alternativi, ma nessuno ha quell’aria perversamente erotica che i media associano ai “trans”.

E mi rendo conto di come la società dello spettacolo generi una complicità tra gli antagonismi: questi ragazzi dall’aria normale distribuiscono volantini dove ostentano invece proprio le immagini di trans perversi dell’immaginario generale (notate che non ci sono corpi in età da INPS).

Sono molto aggressivi, strappano i volantini dell’altra parte, rifiutano all’inizio ogni dialogo.

La cosa non mi preoccupa, capita dai tempi di Sparta che quando si è giovani, si parte in guerra insieme e si pensa di avere la ragione dalla propria.

Marzo è il mese di Marte…

Ho avvisato prima di fare una foto, proteggendo la privatezza di persone che avevano scelto di farsi vedere in piazza. Ecco perché coprono dei visi che non avrebbero nulla di mostruoso.

Mi colpisce però come ripetano sempre gli stessi ragionamenti, che fino a qualche anno fa nemmeno esistevano.

Sicuramente sono sempre esistite persone che in qualche modo recitavano il ruolo che la specifica società assegnava all’altro sesso, ma i ragionamenti attuali sono tutt’altra cosa.

Ragionamenti che ho letto prima su siti americani, e finalmente sento tradotti in italiano, a volte con qualche buffo fraintendimento linguistico.

Sono venuti per difendere dalle critiche uno dei luoghi in cui lo Stato distribuisce bloccanti della pubertà a bambini diagnosticati con “disforia di genere” (“bambini” suona brutto, e quindi nella ricostruzione del linguaggio, loro dicono, “persone piccole“).

Cosa sia questa disforia, quel momento in cui una bambina sanguina e sente il proprio corpo come un mostro alieno, è aperto a mille ipotesi, ma oggi a un’unica certezza. Dove solo la chimica può far ritornare il sorriso.

Frammenti di dialogo, strappati con una certa perseveranza.

Mandano a parlare con me con un ex uomo, romano, che mi racconta di come abbia vissuto un’amnesia completa dai quattro ai tredici anni e oscilla tra il dire di avere avuto anche altre problematiche, e il dire che il suo problema è solo che non gli hanno dato gli ormoni femminili prima della pubertà, per cui non ha una voce da donna.

In realtà il timbro di voce e tutto l’aspetto è senz’altro gradevole, poi mi chiedo come sarà quando inizierà a diventare calvo, ma in questi casi non si pensa spesso al futuro.

Il ragionare polemico con uno sconosciuto che deve dimostrare la sua tesi è sempre irto di ostacoli, ma la persona è intelligente anche se troppo tesa, e si ragiona piuttosto bene, finché non ci incagliamo quando la persona indica l’amica che organizza il presidio – “Quella Lì ci odia“. E giù frasi macchinali sull’Odio Transfobico.

Ora, Quella Lì è amica mia, e quindi la conosco meglio di lui.

So che l’amica si mette in gioco perché ha molto da ridire sull’industria farmaceutica mondiale.

Non so bene cosa voglia dire “odiare”, ma forse lei odia davvero Bill Gates.

Certamente paventa la medicalizzazione/meccanizzazione dell’esistenza umana stessa, ma sicuramente non odia chi sta parlando con me.

Mi viene in mente che è un meccanismo universale.

Ogni volta che un messicano manda maledizioni contro il capitalismo statunitense, c’è qualche sfigato yankee che abita in un trailer che si sente il bersaglio di “odio antiamericano” e si prepara ad arruolarsi nell’esercito.

La guerra è sempre il frutto di quel misterioso, inspiegabile Odio che gli Altri provano verso di noi.

Cerco di dire…

“Tu hai fatto delle scelte molto particolari nella vita, e non vorresti essere giudicato… come fai a essere sicuro di sapere perché altri hanno fatto altre scelte?

Tu dici che chi è contro i bloccanti della pubertà è contro le Persone Trans… secondo te, chi era contro i vaccini obbligatori per il Covid era contro le Persone Covid?

“E che c’entra, io ero in piazza contro il Green Pass!”

Ma il muro s’innalza, e poco dopo diventa rigidissimo, quando interviene una femminista, che sostiene che i pregiudizi contro i trans “femminilizzati” nascono dal pregiudizio contro le donne…

e a un certo punto la femminista dice, senza cattiveria, “i ragazzi trans…”

La persona romana caccia un urlo e lancia una sfilza di bestemmie, perché sente di essere stata trattata da uomo. Tanto può il genere grammaticale…

A questo punto interviene un altra persona (eventuali desinenze femminili si riferiscono al sostantivo, “persona”).

Minuta, capelli lunghi ben curati, occhi azzurri, voce assolutamente femminile, abbigliamento normale ma sostanzialmente femminile…

“Mi presento, signora, sono il dottor Marco C., ho 21 anni. Tutti possiamo sbagliare, per questo la Prassi Corretta consiste nel chiedere prima, quali sono i suoi Pronomi?”

Intervengo…

“ma i ‘pronomi’ hanno senso solo in un contesto anglofono…”

“Certamente, lei mi scuserà, sono italiano ma ho vissuto a lungo in contesti anglofoni… io ho cominciato a prendere gli ormoni in giovanissima età per un problema legato alle ovaie…”

L’amica femminista interviene,

“ma se io ti vedo, io vedo una ragazza, in tutto e per tutto…”

“Signora, vede che lei ragiona per stereotipi? Lei è una Persona Cis, perché si riconosce nel Sesso Assegnato alla Nascita.

Io non voglio assolutamente eliminare la mia femminilità, ma proprio per questo lei dovrebbe chiedermi quali sono i miei pronomi!”

E mi chiedo come sarebbe questa persona, se non si nascondesse dietro tutto questo fumo di linguaggio, mi piacerebbe trovare le parole per suscitare parole autentiche… e poi la scuso, in fondo ci siamo incontrati sul campo di battaglia e non a prendere un tè insieme.

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394 risposte a Transizioni

  1. Moi scrive:

    Ragionamenti che ho letto prima su siti americani, e finalmente sento tradotti in italiano.

    https://www.youtube.com/watch?v=ZQlVYo5uHr4

    ITA

    https://www.youtube.com/watch?v=s4QpYV7y5ag

    ENG

  2. PinoMamet scrive:

    “Nichilisti?…allora è meglio la dottrina nazionalsocialista.. almeno, ha alla base l’ethos!”

    https://www.youtube.com/watch?v=Rt-YqNr95LE

    davvero, Miguel, voi che c’avete anche la squadra di calcio chiamata così: prima o poi devo vedertelo, Il grande Lebowski

  3. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    Sono proprio un boomer. E Italiano, per giunta.

    Ho capito meno della metà del post.

    Anzi, diciamo la verità: non ho capito proprio il problema. Perché le femministe sono contro i trans?

    Qui ancora un po’ torniamo davvero al Racconto dell’Ancella, e questi litigano fra di loro manco fossero Lotta Comunista e Servire il Popolo negli anni Settanta.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Moi scrive:

      Perché le femministe sono contro i trans?

      …………….

      Le TERF, la parte di Femministe conntro l’Usurpazione della Definizione di Done … ce l’ hanno con LE Trans (MtF) e considerano I Trans (FtM) come “Sorelle Sviàte” (Misguided Sisters). Poi c’è il NON Binarismo di gente che prescindere dai cromosomi si sente o maschio o femmina in % diversa e costantemente passibile di variazione.

      • Moi scrive:

        Questo evento, 30 anni prima … sarebbe stato concepibile solo come sketch de’ Monty Python … anzi : manco quello !

        https://www.youtube.com/watch?v=y8nViKYmEhU

        La Schlein la pensa esattamente come Dr Adrian Harrop … la Meloni moderatamente (!) come la TERFona Cattiva 😉

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Moi

        “Perché le femministe sono contro i trans?”

        Io ho semplificato molto, perché volevo parlare solo dei transattivisti, non di quelli che i transattivisti contestavano.

        Al di là delle retoriche pittoresche, la domanda è se una bambina che arriva alla pubertà e si sente sperduta, o che si diverte a giocare a calcio, o che su Tik Tok sente dire che il sesso è una scelta… se le dobbiamo zaccare le tette prima che spuntino, o se magari deve sentirsi contenta a essere donna, magari un po’ “tosta” o lesbica?

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ moi

        “TERF”

        Grazie, ora è un po’ più chiaro!

        Ma allora la mia domanda è: ma le femministe non erano contro OGNI discriminazione basata sul “gender”? E allora perché trattare in modo diverso i trans ex maschi e le trans ex femmine?

        Grazie ancora per le delucidazioni.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Peucezio scrive:

          La faccenda è un po’ diversa.
          Oggi il problema non è chi fa un percorso per cambiare sesso, ma chi si alza una mattina e decide di essere del sesso opposto, pretendendo che ciò gli sia riconosciuto.

          Per cui uomini virili, barbuti, eterosessuali con ‘sto scherzetto se commettono reati si fanno mettere in carceri femminili (in America succede) violentando le detenute.
          O partecipano a competizioni sportive femminili essendo avvantaggiati e denunciano come discriminazione l’idea per cui non è giusto che stravincano tutte le gare avendo una struttura ossea e muscolare più forte.
          O pretendono di andare nei bagni delle donne (quello è il meno).
          O di accedere a quote rosa o simili.

          E alle femministe giustamente girano le balle.
          E questi reagiscono istericamente, gridando alla discriminazione.

        • paniscus scrive:

          E comunque, credo che questa storia delle TERF come discriminatrici “trans-escludenti” non inclusive… sia una bella distorsione di comodo (fatta dagli avversari a scopo denigratorio) di una linea di pensiero femminista che a un certo punto è esistita, ma che voleva dire tutt’altro da quello che si intende oggi.

          Tanto per cominciare, si parlava specificamente di femminismo “di ricerca”, cioè quello della riflessione storica, sociale e antropologica, non tanto come militanza pratica di attivismo concreto.

          E la discussione se “escludere” le problematiche delle donne transessuali da determinati aspetti della riflessione sulle problematiche femminili in generale, mi pare più che legittima. Magari si può discutere se alla fine è giusto o no, e si decide se esterndere il campo o no, ma a priori la discussione è legittima eccome.

          La riflessione teorica femminista “classica” si basa sul presupposto che tutte le donne, chi più chi meno, abbiano una certa parte di vissuto comune che è diverso dall’equivalente “vissuto comune” dei maschi, e che questa differenza arriva:

          – dall’educazione ricevuta nell’infanzia;
          – dalle abitudini familiari e sociali copiate dagli adulti di riferimento;
          – dalle diverse aspettative degli adulti sul comportamento del ragazzo o della ragazza;
          – dalle diverse aspettative della società sul ruolo “adatto” a un uomo o a una donna;
          – e dai modelli stereotipati nei mezzi di comunicazione diffusi nelle varie epoche,

          (dalla predica del parroco, al sussidiario scolastico, alla letteratura di tutti i tempi, fino ad arrivare ai media moderni, ai film, alla televisione, alla moda, allo sport, e alla pubblicità commerciale)….

          E tutto questo è assolutamente vero, anche se con grosse differenze in base alla classe sociale, al livello di scolarizzazione o alle tradizioni locali della regione di provenienza.

          Il concetto base è che tutte le donne condividessero un vissuto comune (che invece l’ex-uomo-oggi-donna-trans NON HA) e che condividessero lo stesso “imprinting” di discriminazioni sociali, lavorative e familiari (che l’ex-uomo-oggi-donna-trans non ha, magari soffre di ALTRE discriminazioni, ma non quelle stesse delle donne “native”).

          Francamente, nessuno si sogna di pensare che a una trans MtoF sia rifiutata l’assunzione al lavoro perché hanno paura che rimanga incinta, o perché da piccola (cioè, quando è stata allevata come un maschio) le hanno messo in testa che una donna dovrà sempre pensare alla famiglia e alle faccende domestiche prima che alla carriera)… semplicemente, queste sollecitazioni NON le ha mai avute, quindi non rientrano in quella differenza di atteggiamento sociale verso maschi o femmine. La donna trans NON ha lo stesso vissuto diffuso delle donne biologiche, e quindi non ha subìto gli stessi stereotipi e gli stessi automatismi, tutto lì…

          Per quanto mi risulta, non è mai stato vero che le femministe volessero escludere le donne trans dalle loro manifestazioni o dalle loro attività pratiche… si tratta di “escludere” la casistica delle donne trans dalla riflessione generale sui pregiudizi di differenza di ruolo tra uomo e donna, e su come questi pregiudizi nascono e si evolvono.

          Invece, qualcun’altro l’ha trasformata in un’accusa di odio personale contro i trans, che non mi risulta essere mai stata sostenuta dal femminismo militante.

    • Miguel Martinez scrive:

      per ADV

      “Sono proprio un boomer. E Italiano, per giunta.”

      🙂

      Devo dire che da anglofono, sono molto avvantaggiato, nel senso che sono tematiche su cui si riflette, per mille motivi, da decenni.

      In un certo senso, dai tempi di Blake.

      Io amo l’Italia Italia, quella dei calcianti e delle bottegaie e delle streghe.

      Ma l’Italia intellettuale è tremenda: è una sorta di progressismo fisso, indietro di cinquant’anni.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Martinez

        “Italia”

        La cosa risveglia un brutto ricordo personale.

        All’università andai a una festa, dove c’erano molti ex compagni del liceo. Mi misi a fare il filo a una biondina molto carina, che sotto la maschera dell’oca giuliva e civetta mi parve parecchio depressa. Riuscii col mio fascino a entrare in confidenza, e rimasi sorpreso (senza darlo a vedere) quando mi confido’ che credeva di avere preso una cotta…per la nostra erudita ed inflessibile professoressa di greco. Un innamoramento saffico in piena regola. Capii che non avrei avuto chances. Mi ripromisi di ritelefonarle, cosa che non feci. Non l’ho più vista; seppi poi che si era ammazzata buttandosi dalla finestra.

        Non ci pensavo da molti anni, mi è tornata in mente leggendo questo post. Ecco, credo che se succedono cose del genere – almeno da noi, non so in USA – forse il progressismo serve ancora, anche se vecchio di cinquant’anni.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Peucezio scrive:

          Mah, con tutto il rispetto per la vicenda non vedo nessun nesso.
          Qua non si parla di omosessualità e nemmeno di transessualità di persone che davvero sentono di avere un sesso diverso.

          Ma del diritto ad alzarsi la mattina col capriccio di essere di un sesso diverso e pretendere che sia riconosciuto.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per peucezio

            “Ma del diritto ad alzarsi la mattina col capriccio di essere di un sesso diverso e pretendere che sia riconosciuto.”

            Infatti è la questione che mi sono posto con il Dottor Marco.

            Da uomo, non ho paura che si invadano i miei spazi: su questo ci sarebbe da riflettere, ma è un dato di fatto.

            Quindi non ho gli stessi problemi che avrebbe una donna.

            Semplicemente, mi chiedo in che senso Marco, che è femmina sia biologicamente, sia come aspetto fisico, sia come aspetto “culturale” (abbigliamento, modi, ecc.) possa pretendere di essere riconosciuto in tutto e per tutto come “uomo”.

            Che di per sé non costituirebbe un problema, se non imponesse una ridefinizione radicale della parola “uomo”.

            • Peucezio scrive:

              A me sembra tutto antieconomico e inutilmente complicato.
              Le parole “uomo” e “donna” hanno un significato biologico, come “uomo”, “cane”, ecc.
              Il resto sono sovrastrutture culturali, importanti, ma accessorie.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per ADV

          “La cosa risveglia un brutto ricordo personale. ”

          🙁

        • Francesco scrive:

          No scusa, adesso se una universitaria si innamora della professoressa di greco del liceo e poi, senza che tu abbia alcuna informazione sui motivi, si suicida, è colpa mia che non sono progressista? che fatto che non voglio il matrimonio per gli omosessuali?

          Ma che stai a dire?

    • Francesco scrive:

      >>> Qui ancora un po’ torniamo davvero al Racconto dell’Ancella,

      1) non c’è MAI stato quel mondo, è una sega mentale di una scrittrice di sinistra

      2) non stiamo AFFATTO andando in quella direzione, è la solita lagna di voi sinistri al potere

      a parte questo, buona giornata!

      • PinoMamet scrive:

        Infatti, ricordiamo che Il racconto dell’ancella è una distopia, e non un trattato di Storia!

        Basta, oggi sono già stato d’accordo due volte con Francesco, è troppo! 😉

        • Francesco scrive:

          Eh, sono tempi strani!

          Ma basta indossare un paio di occhialini ideologici e tutto rientra nello schema.

          Du’ palle, mi viene da dire!

          😀

  4. Mauricius Tarvisii scrive:

    “Certamente, lei mi scuserà, sono italiano ma ho vissuto a lungo in contesti anglofoni”

    Dato che chiedere i pronomi non ha senso in un contesto italiano, come lui ammette, ha spiegato la domanda giusta corrispondente da fare?

    • Miguel Martinez scrive:

      Per MT

      “Dato che chiedere i pronomi non ha senso in un contesto italiano, come lui ammette, ha spiegato la domanda giusta corrispondente da fare?”

      No, ma penso che parlandoci in un contesto diverso, saremmo arrivati a capirci.

      In quel momento era in modalità combattimento, quindi doveva sparare proiettili/cavolate prefabbricati.

      E’ importante creare relazioni con le persone quando non sono in guerra.

  5. Moi scrive:

    chiedere i pronomi non ha senso in un contesto italiano, come lui ammette

    ———–

    Be’ … intanto attenzione a NON misgenderare 🙂 , cmq almeno uno (!) è stato proposto in Italiano : “loi” [sic]

      • Miguel Martinez scrive:

        Sui “pronomi”…

        Qui si fa una confusione enorme tra il problema oggettivo del maschile generalizzato, e le fisime di infime minoranze che si proclamano queer.

        “A teacher works at school. He is responsible for educating children”.

        Ok, visto che la maggioranza di coloro che insegnano sono donne, quel “he” è un po’ strano.

        E mi va bene riformulare, finché posso:

        “Teachers work at school. They are responsible for educating children”.

        Ma non vedo perché cambiare la lingua per le “persone non binarie”.

        • paniscus scrive:

          ““Teachers work at school. They are responsible for educating children”.”—-

          Ma appunto in quel caso il “they” ci sta benissimo, perché il soggetto è davvero volto al plurale.

          Che senso ha se invece il soggetto è chiaramente uno solo?

          Voglio dire, anche acchiappando un nome o soprannome che sia socialmente considerato accettabile per entrambi i sessi, tipo “Andrea” … che senso ha, dire “domani Andrea DEVONO svegliarsi presto per andare a prendere alla stazione la LORO cugina che viene in visita“?

          In italiano è una schifezza senza né capo né coda, in inglese non lo so, ma ho comunque il sospetto di sì!

          E comunque, anche se fosse accettabile in inglese, non vedo perché mai dovremmo automaticamente adattarlo in italiano, in cui appunto non è accettabile lo stesso, e non ha senso?

          • roberto scrive:

            paniscus

            “In italiano è una schifezza senza né capo né coda, in inglese non lo so, ma ho comunque il sospetto di sì!”

            mi sono scontrato con questo problema e la risposta che mi hanno dato i nostri linguisti è stata: si fa un po’ schifo (cioè mi hanno detto weird, a me fa schifo ma è “strano”) ma ormai è talmente utilizzato che non ci si fa caso. il tuo linguista saprà essere più preciso ma sembra che di un they singolare ci siano testimonianze da vari secoli, poi era stato abbandonato in epoca vittoriana ma ricompare a fine XXesimo secolo

  6. Roberto scrive:

    Per curiosità quanta gente c’era a questa manifestazione e contro manifestazione?

  7. tomar scrive:

    Io ho perso del tutto la bellissima scena raccontata da Miguel – che se ancor più sceneggiata potrebbe stare bene come appendice a Gli ultimi giorni dell’umanità,
    nel capitolo “L’esplosione della soggettività 1968-2023” – e posso riferire solo della conferenza di Silvia Guerini e del successivo dibattito.
    La conferenza di Silvia è consistita in una elencazione dei motivi per opporsi alla pratica dei bloccanti della pubertà, elencazione condotta con una ars retorica molto elementare, ma con un perno preciso: non possiamo fondare sulle multiformi e cangianti fantasie di preadolescenti per definizione immaturi un intervento di castrazione chimica del loro sviluppo naturale.
    Cosa su cui erano d’accordo tutte le 25-30 persone che avevano potuto accedere al locale della conferenza (i/le contestat son rimasti fuori), persone che avevano quasi tutte in comune rispetto a i/le contestat almeno una trentina di anni di più.
    Per farla breve il “dibattito” ha visto tra l’altro una mezza dozzina di interventi che tradivano discreto spessore culturale, culminanti in quello appassionato di un’anziana psicologa, lei sì con una bella ars retorica.
    Mettendo però tutti questi interventi l’uno accanto all’altro, si poteva vedere che tutti potevano portare ad approfondimenti anche importanti, ma tutti in direzioni diverse e particolari, quasi la fantasia o la fissa intellettuale che ognuno aveva già in repertorio e che veniva agganciata – quel pomeriggio – al traino Guerini.
    Come dire, anche qui quanto a dilagare della soggettività si andava a nozze.
    (io sono andato via alla fine, ma quando c’erano ancora piccoli gruppi che stazionavano a parlare nel cortile, quindi forse Miguel, che mi sembra abbia sovrinteso a tutto l’insieme, avrà avuto una visione meno unilaterale della mia)

    • Moi scrive:

      @ PEUCEZIO / MIGUEL / PINO

      Gay e Lesbiche sono “Cis” come le persone Etero , visto che NON hanno problemi a stare nel corpo in cui stanno.

      Fino agli Anni Cinquanta, “LGBTQSPQRecc” erano in USA medicalmente e socialmente tutte persone “Invertite” … poi qualcosa ha iniziato a cambiare, negli USA : e ora siamo alle spille con su scritti i pronomi, con Internet arriva tutto e subito !

      Qualche screzio notevole, nel “sotto-ombrello” Trans, fra Binary NON Non-Binary c’è già … fra Trans, che cmq guardano a Gay e Lesbiche oramai come “privileged” rispetto a sé … come nel NovecentoGay e Lesbiche potevan guardare agli Etero …

      Essenzialmente : chi vuol “transizionare” del tutto , specie se ha una certa età e NON ha fatto gli aggiornamenti … teme che chi , Trans NON-Binary “resta a metà strada” ridicolizzi il passaggio “totale” TransBinary .

  8. Peucezio scrive:

    Miguel,
    prima o poi però bisognerebbe capire qual è il quid che fa sì che una battaglia di una minoranza diventi aggressiva, “progressista”, organizzata, poi sempre più supportata dai media e dai ceti egemoni e infine quindi vincente.
    Cioè perché agli automobilisti o ai baristi o agli uomini divorziati non potrebbe mai succedere di diventare l’avanguardia del progressismo e creare un clima di intimidazione verso ogni dissenso, mentre a quelli con la barba che si alzano la mattina e vogliono essere donne (sto prendendo il caso estremo) sì?

    E se un domani il transessuale vero, operato e tutto, che ha fatto tutto un percorso, eccepirà su quello con la barba che la mattina si è svegliato donna e vuole che ciò sia registrato all’anagrafe (in Spagna già si può fare, a totale discrezione e arbitrio del richiedente), anche il transessuale sarà scavalcato a sinistra e diverrà un reazionario bullizzato dalla violenza del barbuto-donna. Anzi, mi meraviglio che non sia ancora successo.

    • PinoMamet scrive:

      Questa è una domanda che trovo interessante.

      Cosa fa sì che una minoranza diventi, diciamo, assertiva?

      Forse il fatto di sentirsi “avanguardia ” di qualcosa?

      Ma non nel senso di “farsi strada coraggiosamente tra la giungla ostile “, o di “scalare montagne irte di ostacoli ”
      (così si pensano, certo);

      no, avanguardia nel senso di essere i primi, sulla cresta dell’onda e quindi protagonisti, ma con dietro appunto tutta la poderosa ondata del cambiamento prossimo venturo, che presagiscono da segni certi.

      Altrimenti le minoranze non sarebbero così coraggiose. Le masse sono di solito inerti, finché non capiscono appunto di essere massa, di essere maggioranza.
      Allora, nel tumulto, il più fanatico spicca.

      Per cui, il maschio che si sente donna sa di avere dietro di sé tutto un sistema, presente o immediatamente futuro, che lo protegge;

      quello che vuole più parcheggi, o più tutela per i padri divorziati, sente il contrario.

      Ma questo sposta solo la domanda dal surfista all’onda che cavalca:

      perché va in quella direzione?

      Non lo so, e viene perciò da dar ragione a Francesco col “Male metafisico ” o a Blondet col suo katechon sempre sul punto di cadere…

      • Miguel Martinez scrive:

        Per PinoMamet

        “perché va in quella direzione?”

        secondo me, un elemento importante è il fatto che un certo gruppo NON è importante.

        Se in Francia mi dovessi schierare pro o contro i pensionati, entrerei in un ginepraio mostruoso, avendo contro (da entrambe le parti) forze economiche e sociali immense.

        Meglio trasformare qualche piccola e sostanzialmente innocua minoranza in Grande Causa.

        • Moi scrive:

          … In Francia, con i Post-Guache Liberals , sono fatti così : prima se li votano, poi si divertono a contestarli facendosi prendere a legnate : visto che dall’ altra banda delle Alpi il manganello e i lacrimogeni NON glieli lesinano certo come in Italia ! … Però gli “Sbirri di Merda”, per i media Italici establishment / main stream , son sempre e solo i nostri.

        • Peucezio scrive:

          Miguel,
          “secondo me, un elemento importante è il fatto che un certo gruppo NON è importante.”

          d’accordo, ma questa mi pare una condizione necessaria non sufficiente e come tale non esplicativa.

          Quanto sono importanti i neonazisti o i razzisti fenotipici antropometrici alla Sizzi?
          O, chessò, i puttanieri alla Berlusconi o quelli che si eccitano se la loro donna si veste da infermiera o da scolaretta stile giapponese?

          • Moi scrive:

            Quanto sono importanti i neonazisti o i razzisti fenotipici antropometrici alla Sizzi?

            ZERO

            O, chessò, i puttanieri alla Berlusconi o quelli che si eccitano se la loro donna si veste da infermiera o da scolaretta stile giapponese?

            * Individualmente importantissimi, ma hanno tutti gli stigmi sociali cintemporanei assieme :

            Boomer
            Borghesi
            Maschi
            Bianchi
            Etero
            Cis
            Binary

            … possono essere rapprresentati culturalmente solo come “Cattivi Grotteschi” in una storiella.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “Quanto sono importanti i neonazisti o i razzisti fenotipici antropometrici alla Sizzi?
            O, chessò, i puttanieri alla Berlusconi o quelli che si eccitano se la loro donna si veste da infermiera o da scolaretta stile giapponese?”

            I primi vanno contro un tabù della nostra società. I secondi non hanno reali ostacoli per le loro fantasie, quindi non hanno rivendicazioni.

            Più che altro tutta la storia del genderismo (dai, chiamiamolo così) ha delle caratteristiche che gli altri non hanno, ovvero:
            a) giunge come coda di un movimento antidiscriminatorio vero (quello per i diritti degli omosessuali e delle persone trans), per cui una base di mobilitazione è già servita
            b) ha rivendicazioni che non turbano per niente l’ordine socio-economico (qualche bagno e parcheggio?), per cui manca l’opposizione di chi conta
            c) ha una base teorica che fa facilmente breccia nel sistema di pensiero dominante (il postmodernismo)
            d) grazie alla a), gode dell’autoalimentazione dei movimenti di opinione, per cui se si parla continuamente di quello si continua a parlare di quello, ci si fa il film, poi un altro film, poi ancora un altro film, i quali plasmano l’immaginario
            e) i detrattori sono personaggi impresentabili (alla Pillon) o con idee francamente ridicole (come quella che “sostiene che i pregiudizi contro i trans “femminilizzati” nascono dal pregiudizio contro le donne…”), per cui contribuiscono irrimediabilmente al successo del movimento
            f) e questa è la più discutibile, si inserisce in qualcosa di più ampio che mi pare stia avvenendo nella nostra società, ovvero un effetto collaterale dell’etica utilitaristica liberale: se ogni cosa va intesa come mero vantaggio (per chi ha facoltà di scelta, si intende), allora si mettono in discussione tutte le “sovrastrutture” (in senso marxista) e ci si riduce se va bene a homo oeconomicus (ma abbiamo demolito anche quello), se va male a homo biologicus, che mangia, dorme, scopa e consuma quello che gli crea piacere (tipo le capre che mangiano le piante allucinogene…).

            • Miguel Martinez scrive:

              Per MT

              “Più che altro tutta la storia del genderismo (dai, chiamiamolo così) ha delle caratteristiche che gli altri non hanno, ovvero:”

              totalmente d’accordo

            • Peucezio scrive:

              Mauricius,
              analisi interessante.

              Ci sarebbe da capire se davvero sono gli unici temi con queste caratteristiche.

              • paniscus scrive:

                “Ci sarebbe da capire se davvero sono gli unici temi con queste caratteristiche.”—-

                Io ci metterei, ad esempio, l’ossessione patologica per i veri o presunti “disturbi di apprendimento”, e la dittatura dogmatica che i loro paladini hanno imposto all’intero sistema di istruzione… che è meno conosciuta e meno scenografica rispetto alla questione del gender, perché non c’è di mezzo il sesso, ma che ha avuto ripercussioni pesantissime sulle dinamiche dell’istruzione pubblica, e sulla realtà quotidiana chi frequenta la scuola e di chi ci lavora.

              • Peucezio scrive:

                Già, immagino…

                E la sconteremo negli anni, quando la società sarà gestita da adulti formati in questo contesto.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “disturbi di apprendimento”

                Io ho avuto sempre il sospetto che si tratti di una resurrezione di quello che una volta si chiamava “il sei politico”, cioè quel sistema di cui hanno beneficiato gli appartenenti alle generazioni dei Baby Boomer e X per cui a scuola esisteva una garanzia collettiva a proteggere tutti, in misura maggiore o minore, dal fallimento.
                Non che prima non ci fossero garanzia, ma si trattava di garanzie individuali, perché la scuola era primariamente uno strumento di perpetuazione della classe dirigente, quindi se un “intruso” falliva tanto meglio.
                Poi abbiamo deciso che ci piaceva la meritocrazia, intesa come “tu vali, gli altri devono rimanere indietro”, a prescindere dal valore del singolo. Non è durata a lungo, ma abbastanza a lungo perché si dovesse inventare un altro sistema di garanzie, questa volta individuali. Nell’epoca della medicalizzazione di massa, non potevano che essere dei “disturbi”.

              • paniscus scrive:

                Mah, a me non risulta che le generazioni dei baby boomer o quelle immediatamente dopo abbiano beneficiato di tanta indulgenza e tanta protezione a scuola. Ancora quando andavo a scuola io, si bocciava senza troppi complimenti, non solo al liceo ma anche alle medie.

                Non ricordo i dettagli precisi, ma nella mia classe di scuola media ci furono almeno cinque bocciati al primo anno e due o tre al secondo, e in generale al primo anno di superiori (tutti i tipi di superiori, non solo licei) c’erano delle sfoltite notevoli…

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Ancora quando andavo a scuola io…”

                Anche da me bocciavano alle medie e al liceo. Possiamo quindi posticipare il momento del consueto “mundus senescit”.

              • roberto scrive:

                paniscus

                “tanta indulgenza e tanta protezione a scuola”

                io ho fatto la maturità nel 90 e…bocciati alle medie 0, bocciati allle superiori 2-3 il primo anno poi basta, ma ogni anno arrivavano 1-2 ripetenti….

                alla maturità il mio compagno di banco non sapeva leggere il greco (proprio letteralmente, mi ricordo che per la maturità mi aveva chiesto di aiutarlo e leggendo confondeva la x con una inesistente “e grande” :-D) e non era nemmeno il più asino di quelli arrivati alla maturità…bocciati alla maturità 3…credo che nemmeno la metà di noi abbia poi fatto l’università (da un liceo classico!)

                immagino che poi sia solo peggiorato, ma per me la scuola a fine anni 80 è stata davvero una barzelletta (ma mi sono divertito e ho giocato tantissimo a basket)

              • PinoMamet scrive:

                Caspita, alla maturità classica uno che non sa leggere il greco è gravissimo…
                E ammetto che è anche l’unico caso che abbia sentito, e mi stupisce molto.
                Persone che traducono male, quante ne vuoi; ma che non sappiano neppure leggere!
                Mah!

              • PinoMamet scrive:

                E tutto sommato non mi pare peggioratissimo…

              • roberto scrive:

                pino

                proprio se c’era scritto “xenos” leggeva “eenos” (lo prendo ancora in giro per questa cosa a oltre trent’anni) e se gli dicevo “cerca sul dizionario xenos” iniziava dall’alfa…

                e non era nememno il più asino

                la prof di greco e latino aveva questa bizzarra idea che non si doveva bocciare né interrogare perché eravamo abbastanza adulti da studiare da soli. Abbiamo studiacchiato al ginnasio e poi tra ginnasio e maturità un enorme buco nero

                e tralascio il prof di chimica ubriacone, e quello d’italiano degli ultimi due anni che considerava che “l’unica cosa che vale la pena di avere in biblioteca è la divina commedia” e abbiamo fatto solo quello….

                (un ricordo del liceo è mia madre, insegnante, che era perennemente furibonda e non so quante volte sia andata a litigare con prof, presidi, provveditorato e chissà chi altri)

              • PinoMamet scrive:

                Beh, tremendo!
                Comunque per me è un altro pianeta, sia se penso alla scuola che ho frequentato che a quella in cui insegno, che poi è la stessa…

              • roberto scrive:

                che poi altre sezioni della stessa scuola erano normali, infatti ho passato la maturità studiando con amici di altre classi che studiavano seriamente…ho sempre avuto l’impressione che la leggenda nera del “mettiamo tutti gli insegnanti pazzi nella stessa sezione” avesse un fondo di verità

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ PinoMamet & Peucezio

        “direzione”

        Forse perché prima che quella minoranza cominci ad agitarsi la situazione era considerata come una cappa oppressiva da tante persone con le caratteristiche più diverse, anche differenti da quelle di quella particolare minoranza, ma che per quieto vivere non dicevano niente. Poi quando uno alza la voce gli altri lo seguono.

        Ragiono da fisico: penso al vapore d’acqua soprasaturo nell’aria, che resta lì dov’è fin quando un minuscolo granello di polvere fa da nucleo di condensazione, aggrega intorno a sé molecole d’acqua e si scatena la pioggia.

        E qui sì che do ragione a Peucezio.

        In assenza di un movimento politico che incanali e inquadri le rivendicazioni organizzandole in una serie di proposte concrete, queste “piogge” passano scaricando “l’umidità in eccesso” e lasciando alla fine “l’aria come prima”.

        Fuor di metafora, senza un pensiero politico generale, un’ideologia di cambiamento sistemico, queste rivendicazioni finiscono con lo stabilizzare il sistema, non col cambiarlo. Occorre che tutto cambi perché brutto rimanga come prima.

        Se un acquazzone scarica l’acqua non rimane più umidità per altre piogge, e la terra rimane secca. A furia di “politically correct”, le TERF si opporranno ai trans di un certo tipo, che boicotteranno altri, e così a catena.

        Nell’indifferenza generale.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Peucezio scrive:

          Uhm,
          però se fosse così oggi sarebbe sulla cresta dell’onda tutto ciò che era inibito arbitrariamente qualche generazione fa.
          Invece questo non accade.

          Tanto per fare un esempio: negli anni ’50 nei film e in tv non c’era il nudo, i coiti, ecc.
          Oggi ce n’è di meno che negli anni ’80, al massimo vedi una tetta, negli USA, che sono all’avanguardia sulle cose di cui parliamo, ne vedi ancora meno e c’è un’opprimente cappa di moralismo legata alla sessualità e alla sua esibizione.

          Perché non c’è gente in piazza a rivendicare violentemente di poter andare in giro e lavorare in ufficio con il pisello o la bernarda di fuori? Eppure negli anni ’50 sarebbe stato considerato riprovevole quanto esibire la propria omosessualità.

          • PinoMamet scrive:

            Perchè il “cattivo”, individuato dal femminismo, anticolonialismo ecc, era il maschio bianco.

            Per un po’, l’arcinemico, la nemesi, del maschio bianco, era la mitologica Lesbica Nera Femminista.
            Moi te la saprà indicare 😉

            Ma alcuni maschi hanno capito che potevano essere anche loro “oppressi”: i gay, inizialmente.

            Voi donne siete il “secondo sesso”? Ebbene noi siamo il terzo, il quarto. Ancora più oppressi. E quindi ancora più bisognosi, desiderosi, meritevoli di “empowerment”.

            Con molte diffidenze, i due movimenti hanno marciato insieme.

            Ma poi alcuni maschi hanno capito che potevano fare un passo ulteriore: potevano essere donne .

            E, magia!, senza dolorose operazioni e lunghi cammini psicoterapeutici, ma così, di punto in bianco, per il misterioso potere della parola: lo sono perché dico di esserlo.

            Come colonizzare un paese, senza mandare un solo soldato con il fucile, senza spedire un solo colono con la vanga:
            semplicemente dicendo “adesso è mio”.

            Geniale, finché dura.
            La rivincita del maschio bianco, e anche la spiegazione del perché non rivendichi altri diritti del maschio bianco: li sta rivendicando tutti, in realtà.

            • Peucezio scrive:

              Pino,
              cioè tu dici che il tutto è ricondubilile agli esclusi, i perdenti di un tempo, che oggi diventano vincenti.
              E siccome maschio ci nasci e ad alcuni girano le palle a nascere perdente, si è deciso che vincenti si diventa, così accontentiamo tutti.

              Interessante, dovrei pensarci…

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Peucezio

            “Oggi ce n’è di meno che negli anni ’80, al massimo vedi una tetta, negli USA, che sono all’avanguardia sulle cose di cui parliamo, ne vedi ancora meno e c’è un’opprimente cappa di moralismo legata alla sessualità e alla sua esibizione.”

            Io vedo un passaggio:

            1) stato solido religioso, con controllo sociale/divino della sessualità

            2) il capitalismo individualizza i rapporti personali, ognuno si diverta come meglio può (libertarismo anni Settanta)

            3) ma così il mondo diventa una giungla, e nascono nuove regole basate sul “consenso” ecc.: vanno bene le orge, ma ognuno prima firmi davanti al notaio il proprio consenso; e non si deve mercificare il corpo femminile, ecc. (MeToo)

            4) reazione violenta, ma sempre individualista: “il corpo è mio e se voglio lo vendo o lo mutilo”, ecco la violenta reazione antifemminista, lo sdoganamento delle pratiche più devastanti sul corpo, l’utero in affitto e l’esaltazione del “sex work” – il “transfemminismo” insomma. Da cui arriverà prima o poi anche la legalizzazione della pedofilia, inteso ovviamente come “diritto del bambino a godere”. Ho sentito violentissimi attacchi al movimento MeToo da questo mondo.

            Forse Peucezio si ferma troppo sulla fase 3) e gli sfugge qualcosa della fase 4).

            • Peucezio scrive:

              Miguel,
              “Ho sentito violentissimi attacchi al movimento MeToo da questo mondo.”

              da quale mondo?

              E come spieghi le leggi sempre più repressive (Francia, paesi scandinavi) sulla prostituzione?

              D’accordo, mettiamo pure che il nudo abbia avuto in riflusso perché urta la suscettibilità di qualcuno, quindi meglio non mostrarlo su media mainstream.
              Ma anche i gay pride (intendo gli aspetti più volgari ed esibiti), le pubbliche offese alla religione, ecc. lo fanno.
              Inoltre ormai la serie te la vai a guardare tu su netflix, non ti entra in casa.

              Comunque sarà interessante vedere cosa succederà in futuro.
              Tu sostieni che c’è un’isteria individualista e libertaria, io repressiva, sessuofobica e pauperista.

              C’è da dire che è difficile che io sia smentito, per via di problemi strutturali legati al rapporto fra pianeta e risorse, vero o presunto, per cui secondo me il consumo e l’edonismo saranno sempre più colpevolizzati perché inquinano e consumano e tu dirai che questo pone un oggettivo limite all’espansione all’infinito dell’individuo, io dirò che la carenza è un’ideologia prima che un fatto e produce il fatto, cioè politiche che puntano sulla contrazione, anziché sullo sviluppare sistemi e tecnologie che consentano di estrarre risorse sempre nuove dalla materia.

              • PinoMamet scrive:

                Sul nudo in TV e quel che resta del cinema, ti rispondo subito: ha rotto il cazzo.

                Dopo un paio di decenni di film, di solito americani, la cui unica idea era far vedere due attori più o meno famosi che facevano la lotta grecoromana a letto, tutti sudati, il pubblico ha cominciato a stancarsi e a chiedere di vedere, ogni tanto, anche qualche storia sensata 😉

                Ma non c’entra tanto pa sessuofobia, quanto internet: chi è affascinato dai tacchi si troverà la sua nicchia, diversa da chi impazzisce per le sneakers o per le donne che guidano la Simca Mille del ’79…

              • Peucezio scrive:

                Ma la nudità è una cosa naturale, è la sua tabuizzazione a non essere culturalmente neutra.

                È chiaro che se la nudità viene identificata con non solo sesso, ma adirittura eccesso, sfrenatezza, trasgressione assoluta, perversione, la sua esibizione diventa forzata e noiosa. La colpevolizzazione configura una comportamento come trasgressivo, anziché naturale.

                Ma non credo sia stato questo il motivo.
                Negli anni ’70 spesso l’esibizione della nudità era molto neutra e poco erotizzata.
                Credo che c’entri invece una regressione conservatrice della mentalità americana, con un riemergere del retaggio puritano, che si è vista in tanti altri aspetti.

              • Peucezio scrive:

                Cioè è interessante,

                qui Miguel potrebbe dire qualcosa: se n’era già parlato,

                come fra gli anni ’60-’70 c’era stato, nel bene e nel male, una sorta di disinvestimento culturale sui corpi, quasi non fossero più un veicolo di messaggi culturali.
                Oggi è il contrario. Per certi versi c’è una tribalizzazione (da vestititi classici a tatuaggi, piercing, chirurgia e altre schifezze), ma in ogni caso il corpo è un oggetto di manipolazione culturale.

    • Roberto scrive:

      La domanda è molto interessante e non credo che ci sia una risposta unica

      Diciamo che innanzitutto trovare una causa sexy è un buon inizio.
      Se io voglio battermi per i diritti dei bevitori di te nessuno mi si filerà.
      I trans solleticano quello che è probabilmente un fantasma più comune di quanto siamo disposti ad accettare e si parla appunto di sesso, qualcosa che bene o male interessa tutti

  9. Moi scrive:

    prima o poi però bisognerebbe capire qual è il quid che fa sì che una battaglia di una minoranza diventi aggressiva, “progressista”, organizzata, poi sempre più supportata dai media e dai ceti egemoni e infine quindi vincente.

    ——————

    Follow the Money ? … Secondo Fusaro, come secondo Latsch e altri prima … creare lo “Essere Umano Sradicato Universale”, persona che ossessivamente-compulsivamente si crei da sé “Identità” mediante Merci !

    • Moi scrive:

      …anche la medicalizzazione a vita rientra nella suddetta definizione, assieme a : chirurgia, abbigliamento, farmacologia, intrattenimento / merchandising “Inclusivo” , ce n’è … t’ he vòjja, s’ ai ‘n é ! 😀

      • Moi scrive:

        … e del Mondo Accademico , ne vogliamo parlare ? Come vi si fa carriera a busso 😉 , scrivendo libri su libri di “gender” ?

    • tomar scrive:

      … Secondo Fusaro, come secondo Latsch

      … Quarant’anni dopo, dall’attico al sottoscala.

    • Francesco scrive:

      Toh, per la prima volta capisco una tesi di Moi e la trovo interessante.

      Di tutta l’analisi di MT un pò sopra condivido pienamente solo il punto per cui una causa può essere di successo solo se non mette in discussione il sistema sociale ed economico, pure l’ecologismo è diventato green washing e marketing.

      Certo, ci sono poi gli effetti reali, della distruzione dell’ambiente in cui viviamo e di noi stessi, che tutte le sovrastrutture non possono certo mitigare.

  10. Moi scrive:

    @ HABSBURGICUS / TUTTI INDIVIDUI – TUTTE PERSONE 😀

    Francesca Scanagatta: l’affascinante storia della Lady Oscar Italiana

    https://www.vanillamagazine.it/francesca-scanagatta-laffascinante-storia-della-lady-oscar-italiana-2/

    Come pochi sanno dell’esistenza di una Lady Oscar italiana, ma in carne e ossa, non frutto della fantasia di un disegnatore contemporaneo:

    Francesca Antonia Scanagatta non assomigliava certo alla Madamigella bionda e ricciuta, in alta uniforme, che prestava i suoi servigi alla Corte di Francia, ma aveva comunque un suo fascino del tutto particolare.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Francesca Scanagatta: l’affascinante storia della Lady Oscar Italiana”

      Affascinante… diverse riflessioni:

      1) è un po’ la conferma della tesi femminista, secondo cui una donna con un minimo di spirito non vuol fare “la signorina”, e trova molto più interessante la vita da maschi.

      2) notare che gli uomini che ne parlano l’ammirano (e ci sono molte storie simili, anche ballate), mentre dubito che avrebbero parlato con la stessa ammirazione di un uomo che indossasse panni femminili.

      • Francesco scrive:

        Mai capito questo punto, per cui la vita da maschi sarebbe una gran bazza e quella da femmine una chiavica.

        Sarò scemo.

  11. Moi scrive:

    https://it.wikipedia.org/wiki/Francesca_Scanagatta

    Francesca Antonia Scanagatta,

    indicata in tedesco anche come Franziska (Milano, 1º agosto 1776 – Milano, 20 novembre 1864), è stata una militare italiana. Con il nome di «Francesco» (o «Franz») completò l’Accademia militare nel 1797 e partecipò poi ad azioni sul campo, raggiungendo il grado di tenente dell’Esercito del Sacro Romano Impero. Nel 1800 il padre, temendo per la sua incolumità, ne rivelò l’identità e fece in modo di farla congedare.

    È considerata la prima donna ufficiale , avendo preceduto i simili casi della belga Marie Schellinck, nominata sottotenente il 9 gennaio 1806 , e della russa Nadežda Andreevna Durova, arruolatasi nel 1806.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ moi

      “Brega”

      Un grande!

      Con lui presente, era Verdone, intelligentemente, a fare da spalla.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

    • Peucezio scrive:

      Geniale Brega!
      Come anche il corrispettivo milanese Guido Nicheli (per inciso, interessante che il caratterista simbolo di Roma sia il coatto e quello simbolo di milano il “cumenda”: chissà perché nell’immaginario collettivo il romano è cozzalo e il milanese è fighetto, quando io direi che il meridionale in genere è molto più fighetto del settentrionale).

      Mi chiedo però perché non ci sia altrettanto culto di Angelo Infanti, che secondo me come rappresentazione geniale dell’istrionismo italiano era eccezionale.

      • PinoMamet scrive:

        Anche Angelo Infanti era un grande, ma ha fatto meno ruoli noti al grande pubblico…

        Comunque io ho lavorato sia a Roma che a Milano: a Roma, vecchie maestranze coattissime e molto umane; a Milano, giovani rampanti fighetti cibernetici.

      • PinoMamet scrive:

        Che poi da queste pareti nessuno considera i romani meridionali: il Meridione è da Napoli in giù…

        e i meridionali si dividono, nell’immaginario, in due categorie: i molto cozzali, ma molto, e i molto fighetti, ma con idee di fighettismo loro peculiari.

        • Peucezio scrive:

          Pino,
          “e i meridionali si dividono, nell’immaginario, in due categorie: i molto cozzali, ma molto, e i molto fighetti, ma con idee di fighettismo loro peculiari.”

          Credo risponda alla realtà.
          Ma anche i cozzali nel sud cercano di infighettirsi.
          Nel nord se ne fregano abbastanza (quelli vecchi; i giovani non è che siano cozzali).

  12. Moi scrive:

    Fedez: «Voglio una nave Ong con la mia faccia stampata»,

    l’ultima provocazione del rapper

    https://www.ilmattino.it/cultura/fedez_nave_ong_migranti_cosa_ha_detto_muschio_selvaggio_news-7303402.html

    Lo ha dichiarato lui stesso durante l’ospitata di Cecilia Strada nel suo podcast Muschio Selvaggio

  13. Peucezio scrive:

    Rincaro la dose.

    La pedofilia.
    A una persona media, probabilmente ancora negli anni ’70-’80 l’idea di un figlio cresciuto da due uomini avrebbe fatto impressione tanto quanto, anzi, magari non sulla pedofilia in senso etimologico, ma su quella intesa come sesso con adolescenti e relativa pornografia, c’era una certa tolleranza, che emerge nei film dell’epoca, ecc.

    Perché il pedofilo non si è sdoganato, scendendo in piazza per i propri diritti, con tanto di grancassa mediatica e intimidazione per chi dissente?
    Eppure credo sia molto più devastante che a un bambino manchi l’affettività primaria della madre nei primi mesi e anni (allattamento, contatto fisico, ecc.) e non che gli capiti qualche contatto sessuale con adulti, che è una cosa che un tempo nelle campagne e non solo accadeva comumente (non sto parlando di violenza bruta, ma di promiscuità, contatto, ecc., cose un tempo normali).

    Comunque credo che per capire il tutto bisogni partire dalle società anglosassoni in cui è nato e dal loro retaggio puritano.
    Non mi è ancora chiaro del tutto in che termini.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “Perché il pedofilo non si è sdoganato, scendendo in piazza per i propri diritti, con tanto di grancassa mediatica e intimidazione per chi dissente?”

      Come è già stato detto mille volte, per via della questione del consenso.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per MT

        “Come è già stato detto mille volte, per via della questione del consenso.”

        Però i pedofili parlano proprio del consenso del minorenne: “se il minorenne consente a farsi offrire un gelato e rifiutare un peperoncino, perché non può acconsentire a qualcosa che probabilmente trova piacevole?”

        E’ lo stesso ragionamento che mi facevano ieri i transattivisti: se un bambino può negare il proprio consenso a essere picchiato, perché non può dare il proprio consenso a un trattamento medico, anche contro il parere dei propri genitori?

        • Roberto scrive:

          I pedofili che fanno quel discorso (sempre che esistano) hanno qualche problema con la lingua italiana e in particolare con il significato della parola consenso.
          Temo anche che abbiano qualche problema di logica

          • Miguel Martinez scrive:

            Per roberto

            “I pedofili che fanno quel discorso (sempre che esistano) hanno qualche problema con la lingua italiana e in particolare con il significato della parola consenso.”

            Ma penso che ogni tentativo di stabilire il punto del “consenso” sia arbitrario. Mettendo da parte i rapporti sessuali… considero autentico il “consenso” espresso dal bambino cui chiedo, “ti va di andare a fare una passeggiata”, con la possibilità di dire di no.

            E dubito del “consenso” reale di molte persone adulte a tanti condizionamenti esterni: in fondo l’intera industria pubblicitaria è un modo per forzare il consenso degli adulti.

            • Roberto scrive:

              Un breve filmato dovrebbe spiegare la questione, soprattutto il “probabilmente trova piacevole”

              https://youtu.be/oQbei5JGiT8

              • Roberto scrive:

                Sostituisce te con caffè per i bambini

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Roberto

                “piacevole”

                Stupendo!

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Un breve filmato dovrebbe spiegare la questione, soprattutto il “probabilmente trova piacevole””

                Faccio una fatica enorme a guardare video senza audio e cercare di decifrare, c’è qualcosa di scritto?

                Personalmente, posso immaginare che:

                1) un bambino allo stato culturale zero trova pauroso un omone che lo picchia, lo lega e lo violenta

                2) trova simpatico un omone simpaticissimo, seducente, che lo sa manipolare come un pubblicitario sa manipolare la popolazione adulta, immagino che trovi anche divertente o titillante quello che succede dopo

                3) posso immaginarmi che questo lasci conseguenze negative sul bambino dopo: non sto certo facendo l’apologia della pedofilia, il mio problema è solo con il criterio del “consenso“.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “Consenso”

                E’ per quello che il sesso coi bambini è vietato.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “anche divertente o titillante quello che succede dopo”

                Tipo quando si fa sodomizzare?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                ““anche divertente o titillante quello che succede dopo”

                Tipo quando si fa sodomizzare?”

                Essendo io vergine da quel punto di vista, non so dire.

                La mia esperienza di sodomia, pedofilia e omosessualità si limita a quando avevo 13 anni e alla fermata dell’autobus un tipo piccolo che mi sembrava vecchissimo mi chiese, “vuoi venire a casa mia?” “perché?” “così ci divertiamo” “no”

                Ma immagino che se uno fa il seduttore di bimbi di mestiere, sappia rendere la cosa abbastanza gradevole.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “Ma penso che ogni tentativo di stabilire il punto del “consenso” sia arbitrario”

              Sospendiamo per un istante iperboli e retorica. Siamo tutti d’accordo sul fatto che da piccoli ci pigliano per il naso più facilmente, per cui la società prima e la legge poi (eziologicamente, non cronologicamente) ci mettono alla mercé dei nostri genitori che decidono al posto nostro.
              Poi cresciamo, per cui la società prima e la legge poi si aspettano che acquisiamo spazi sempre maggiori di libertà e responsabilità. Poiché bisogna tagliare questi spazi con l’accetta, abbiamo inventato delle età convenzionali.
              Poi, visto che siamo la società che nega la validità del ragionamento induttivo e sforna i non-binari, va da sé che possiamo anche dire che, visto che il singolo tredicenne può essere più sveglio del singolo quindicenne, allora il lattante può acconsentire seriamente ad un rapporto sessuale prima ancora di imparare a parlare.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                ” allora il lattante può acconsentire seriamente ad un rapporto sessuale prima ancora di imparare a parlare.”

                Non ne so molto, ma immagino che i pedofili preferiscano i bimbetti impuberi ai lattanti.

                La mia enfasi non è sulla pedofilia, ma sulla sacralizzazione del “consenso”.

                Sono abbastanza d’accordo con il tuo ragionamento, ma credo che sia giusto porsi la domanda: perché avere un rapporto sessuale a 10 anni (poniamo) è diverso dal fare arti marziali a quell’età?

                Quando poni una domanda del genere, vieni immediatamente accusato di “iperbole” e “retorica”, ma è la stessa accusa che si fa ogni volta che si chiede il perché di una convenzione sociale.

                E’ “iperbolico” tanto il cannibalismo quanto permettere alla propria figlia di sposare un nero, secondo il momento storico.

                Quando abbiamo questo tipo di resistenze (e io sono il primo ad averle), è sempre interessante chiedersi perché.

              • Miguel Martinez scrive:

                “perché avere un rapporto sessuale a 10 anni (poniamo) è diverso dal fare arti marziali a quell’età?”

                Immagino che qualcuno potrà tirare in ballo il fatto che l’atto sessuale esiste per far riprodurre la specie, e a quell’età non è possibile.

                Ma le arti marziali sono legate alla guerra, e nessuno chiede al decenne di entrare in guerra.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Mi pare quindi che siamo passati alla differenza tra l’esercitare un’attività sportiva (in maniera idonea all’età*) e partecipare ad un atto sessuale.
                Diciamo che l’attività sportiva viene definita dai medici salutare ed è considerata un passatempo che provoca un piacere al bambino a prescindere dal suo preventivo plagio.

                *Questa precisazione è importantissima: se un’istruttore di karate iniziasse a pestare a sangue i bambini ho i miei dubbi che la cosa sarebbe molto più legale delle molestie nello spogliatoio.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Mi pare quindi che siamo passati alla differenza tra l’esercitare un’attività sportiva (in maniera idonea all’età*) e partecipare ad un atto sessuale.”

                Bene, qual è la differenza?

                Quando parli di “pestare a sangue”, stai parlando di un atto che è riprovevole, perché mi fa provare solo dolore.

                Se riduci la critica alla pedofilia alla sola critica al “provocare temporaneamente un dolore fisico” a qualcuno (e non so se sia sempre vero), mi sembra una critica molto povera.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Diciamo che l’attività sportiva viene definita dai medici salutare ed è considerata un passatempo che provoca un piacere al bambino a prescindere dal suo preventivo plagio.”

                Quindi ogni attività “non salutare” (tipo mangiare patatine al McDonalds o guardare la pubblicità in TV o avere lo smarfo) è comparabile alla pedofilia?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Forse non era abbastanza in evidenza, quindi ricopio:

                Diciamo che l’attività sportiva viene definita dai medici salutare ed è considerata un passatempo che provoca un piacere al bambino a prescindere dal suo preventivo plagio.

                Un rapporto sessuale non ha nessuna di queste due caratteristiche. Anzi, hai anche scritto che a posteriori può nuocere gravemente alla salute mentale e in più di qualche caso isolato ed eccezionale.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Quindi ogni attività “non salutare” (tipo mangiare patatine al McDonalds o guardare la pubblicità in TV o avere lo smarfo) è comparabile alla pedofilia?”

                Davvero stiamo confondendo attività rischiose ed attività dannose?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Davvero stiamo confondendo attività rischiose ed attività dannose?”

                Non capisco, vuoi spiegare meglio?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Il pericolo è un evento negativo che può accadere in determinate circostanze. Esempio: sono seduto a casa mia, lo stabile crolla e io muoio sotto le macerie.
                Il rischio è: preso un pericolo, quale probabilità c’è che questo si concretizzi?
                Quasi tutte le attività umane contengono una componente di rischio, talvolta trascurabile, talvolta importante. Se il rischio inizia ad avvicinarsi terribilmente a 1, allora il pericolo diventa quasi una certenzza ed ha senso concentrarsi solo su quello.

                Nei casi sopra indicati abbiamo:
                – faccio sport. Ci sono dei rischi? Sì, ma limitati e che consideriamo totalmente secondari rispetto ai benefici
                – mangio un hamburger. Ci sono dei rischi? Sì, dal trascurabile al severo, a seconda di quanto si ripete l’attività. In alcuni casi, data l’entità del rischio, i comportamenti vengono vietati per alcuni soggetti (vedi fumo e consumo di alcolici) o per tutti (pensiamo alla droga), in altri casi si subordina l’attività rischiosa ad autorizzazione (vedi la guida)
                – un adulto ha un rapporto sessuale con un bambino. Qui si considera che l’evento in sé sia un pericolo, per quanto il rischio di conseguenze pregiudizievoli è vicino alla certezza. Quindi scatta il divieto, come per l’amianto o per l’impiego di aghi non sterili nelle procedure mediche.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “– un adulto ha un rapporto sessuale con un bambino. Qui si considera che l’evento in sé sia un pericolo, per quanto il rischio di conseguenze pregiudizievoli è vicino alla certezza”

                malattia venerea? restare incinta?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Stai ritrattando quello che hai scritto prima? 😀

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Stai ritrattando quello che hai scritto prima? 😀”

                presumo che tu ti riferisca alla mia ipotesi (ripeto, sono cose di cui non so niente di prima mano, e pochissimo di seconda mano) secondo cui rapporti sessuali durante l’infanzia possono lasciare segni negativi nella psiche delle persone.

                Non ho idea se questi segni negativi poi siano legati proprio a fatti culturali – quando nell’Iran medievale i manuali per prìncipi ricordavano di correre solo dietro a fanciulli cui non fossero ancora spuntati i baffi, non so se come fosse poi la vita di quei fanciulli, visto che in quella cultura ciò era assolutamente normale.

                Anzi, un poeta iraniano si sarebbe vergognato se i suoi versi erotici fossero stati interpretati come eterosessuali, e ancora di più se rivolti a qualcuno che oggi definiremmo “maggiorenne”.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Nell’Italia di inizio XXI secolo sembra che ci sia un praticamente unanime consenso (parola usata con un’accezione diversa da prima, precisiamolo) sul fatto che la cosa sia dannosa, così come si ritiene che i salassi non siano la panacea per le patologie causate da fantomatici scompensi di umori. Poiché la nostra medicina sembra essere più avanzata di quella dell’antico Iran, tenderei ad aderire a questo consenso generale.

              • Peucezio scrive:

                Mauricius,
                “Poiché bisogna tagliare questi spazi con l’accetta, abbiamo inventato delle età convenzionali.”

                D’accordo.
                Io non parlavo del divieto di fare sesso con un tredicenne o inferiore, quello c’era anche prima.

                Parlavo dell’isteria relativa, che è una cosa che prima degli anni ’90 non esisteva.
                E che ha avuto conseguenze legislative inedite, anche se non rivoluzionarie (che non ti illustro, perché sicuramente le conosci, essendo un uomo di legge).

                E soprattutto, non capisco perché si possono far nascere i bambini senza madre, strappandole la madre biologica, si possono mutilare solo perché un giorno gli santa in mente di giocare con le bambole e non possono fare sesso (che non significa mica per forza sodomizzazione o penetrazion, esistono mille forme di contatto o addirittura di assenza di contatto: il sesso non è certo solo bruta genitalità; un tempo non si dava nessun rilievo a tutto ciò che non comprometteva la verginità, oggi è tutto vietato).

              • Peucezio scrive:

                Miguel,
                “Non ho idea se questi segni negativi poi siano legati proprio a fatti culturali – quando nell’Iran medievale i manuali per prìncipi ricordavano di correre solo dietro a fanciulli cui non fossero ancora spuntati i baffi, non so se come fosse poi la vita di quei fanciulli, visto che in quella cultura ciò era assolutamente normale.”

                Ovviamente no.
                Altrimenti anche presso greci e romani avremmo avuto migliaia di fanciulli traumatizzati, che invece non lo sono stati affatto.

              • Peucezio scrive:

                Mauricius,
                “Nell’Italia di inizio XXI secolo sembra che ci sia un praticamente unanime consenso”

                Ah, beh, allora siamo a cavallo.
                Anche nel Seicento c’era unanime consenso sul fatto che la peste fosse provocata dagli untori.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Anche nel Seicento c’era unanime consenso sul fatto che la peste fosse provocata dagli untori.”

                Dove l’hai letta ‘sta puttanata?

                Diciamo che una legislazione seicentesca contro la peste fondata sul concetto di salubrità dell’aria sarebbe stata perfettamente coerente con il sistema.
                Se questo concetto non è chiaro e continuiamo a giudicare la coerenza di un sistema sulla base di altri sistemi, allora si è completamente frainteso il relativismo (ciò che è relativo a
                riguarda il sistema in cui si opera).

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “avremmo avuto migliaia di fanciulli traumatizzati, che invece non lo sono stati affatto”

                “Credetemi: ero lì”

              • Peucezio scrive:

                Mauricius,
                “Diciamo che una legislazione seicentesca contro la peste fondata sul concetto di salubrità dell’aria sarebbe stata perfettamente coerente con il sistema.”

                E che differenza c’è?

                ““Credetemi: ero lì””

                Già, all’epoca non si scriveva…

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “E che differenza c’è?”

                Tra le norme sul ristagno dei corsi d’acqua e i linciaggi? Non saprei proprio…

              • Peucezio scrive:

                Intendevo in termini di rapporto con la realtà.
                Mica tutto si valuta in termini etici.
                La differenza fra astrologia e astronomia non è etica.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                No, non sto parlando della differenza etica tra le due cose.
                Da una parte abbiamo un tentativo di spiegare scientificamente un fenomeno, dall’altra la ricerca di un capro espiatorio. Sono due istinti umani molto diversi tra loro.

              • Peucezio scrive:

                Distinzione un po’ speciosa.
                Anche oggi si cercano i capri espiatori, ma mica si è detto che il covid è stato portato dagli untori che con particolari sostanze untuose, per l’appunto, cospargono i muri delle case.
                Puoi sparare simili cazzate se non hai cognizioni adatte e oggettive e allora te la prendi col malcapitato che ti è più antipatico.

            • Peucezio scrive:

              Miguel,
              “E dubito del “consenso” reale di molte persone adulte a tanti condizionamenti esterni: in fondo l’intera industria pubblicitaria è un modo per forzare il consenso degli adulti.”

              Totalmente d’accordo.

      • Peucezio scrive:

        Mauricius,
        “Come è già stato detto mille volte, per via della questione del consenso.”

        Già, per farsi tagliare l’uccello o le tette si possono anche avere 8 anni, per farsi fotografare nudi 17 non bastano.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Posso ricordarti che la quasi totalità di critiche alla pratica qui dentro si fonda proprio sulla questione del consenso?

          • Peucezio scrive:

            Cosa c’entra “qui dentro”?
            Qui si sta discutendo di come mai nell’ideologia oggi vigente o emergente o all’avanguardia la pedofilia viene stigmatizzata e il transessualismo, compreso quello infantile, incoraggiato in modo isterico e violento e non per esempio viceversa.
            In ambo i casi si parla del consenso di un minore.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “Qui dentro” perché non ho mai trovato altrove questo dibattito, per cui non ho controprove. Se riesci a segnalarmi discussioni altrove, prego.

              • Peucezio scrive:

                Vabbè…

                Qua non si sta parlando della liceità della pedofilia, ma di cosa rende in una società leciti certi comportamenti e non altri.
                O, meglio, certe pulsioni e tendenze (sentirsi di un sesso diverso e volervi adeguare il proprio corpo o sentirsi attratti dai bambini sono istanze, pulsioni, prima ancora che comportamenti) siano vietate o invece legittimate violentemente e con stigma di ogni posizione non dico contraria ma anche solo prudenziale.

      • Peucezio scrive:

        Comunque qua non si è colto il punto e come al solito si è scesi in una sterile polemica.

        Ogni società ha i suoi tabù, le sue fisime, le sue isterie.
        Si tratta di capire qual è l’elemento decisivo che ne crea una e non un’altra.
        È evidente che il consenso e l’età non c’entrano nulla, visto che si parla in un caso e nell’altro di minorenni e di danni probabili.
        È così difficile restare sul tema e rispondere in modo pertinente?

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “È evidente”

          Boh! Fai diagnosi a distanza di millenni e non ti accorgi di cosa succede intorno a te?

          • Peucezio scrive:

            Vabbè, t’interessa solo buttare tutto in vacca. Contento tu.

            Eppure ho posto un quesito semplice.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              No, sei tu che la mandi in vacca negando che quelli dei tuoi interlocutori siano i veri argomenti utilizzati e sostenendo che… non si capisce mai, perché tutto diventa sempre fumoso, quasi metafisico, e non si coglie chi farebbe che cosa.

              • Peucezio scrive:

                Non ci capiamo.

                A me non frega un cazzo di capire perché Mauricius pensa che la pedofilia non vada bene.
                O, meglio, m’interessa come interlocutore telematico, ma non come fenomeno sociale, perché questo contesto non è rappresentativo di nulla, è eccentrico.

                Tu vuoi legittimare con ragionamenti logici le ideologie e le isterie prevalenti.
                Ma i fenomeni storici non hanno nulla di razionale, così come le mode, le categorie morali, i tabù, ecc.
                Hanno ragioni profonde, questo sì. Ma vanno indagate come qualsiasi fenomeno.

                Larga parte delle categorie morali e delle regole sociali (non parlo di alcuni pochi universali, come l’omicidio, il furto…) del passato e delle altre culture oggi fanno orrore al senso comune (e in larga parte viceversa).

                E non è che le nostre sono meno arbitrarie.
                È meno arbitrario il sistema giuridico, questo sì, perché è più organico, strutturato, più rispettoso dell’autonomia dell’individuo.
                Ma qui parliamo di fenomeni di pancia, isterie collettive, abnormi, fanatismi alla moda, che sono dello stesso segno delle cacce agli untori o alle streghe (parlo di quelle popolari, non di quelle giudiziarie), con la differenza che qui sono imposte da minoranze aggressive e motivate, non dal sentimento collettivo.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Isterie”

                Secondo me è qui che vi perdete.
                Siamo partiti parlando di ciò che è permesso o meno, per cui di etica e, soprattutto, di diritto. A questo punto la razionalizzazione e la sistematizzazione rilevano eccome, come per la differenza tra la salubrità dell’aria e gli untori: il diritto può recepire l’isteria pura e semplice, oppure può fare da filtro razionale, scartando tutte le istanze che non sono coerenti con il sistema. Poi il sistema può fondarsi su presupposti di fatto sbagliati, ma poco importa.
                Per cui dobbiamo capire se il rifiuto della pedofilia sia:
                – pura isteria, come sostieni, per cui si assimilerebbe alla caccia alle streghe e all’autorità che rinuncia alla razionalizzazione e accoglie l’istanza di pancia
                – una parte razionalmente coerente con il resto del sistema, siano i suoi presupposti di fatto corretti (come penso io) o errati (come mi pare pensi tu)
                Mi pare di aver ampiamente dimostrato che siamo nel secondo caso.

              • Peucezio scrive:

                Mauricius,
                scusami, ma tu confondi il tema della discussione con il tema che interessa te.
                Vatti a rileggere i miei due interventi da cui è nata la discussione, quello su come mai alcune minoranze aggressive dettano l’agenda e non altre e quello sulla pedofilia, che è uno sviluppo specifico del primo.

                Non ho mai parlato di legge, ma di sentimento collettivo, anzi, di temi e tabù mediatici, di battaglie d’avanguardia, di stigma sociale, ecc.

                La legge su queste cose un po’ si adegua, un po’ pone per fortuna dei filtri. Non può andare in totale attrito con lo spirito del tempo, ma quantomeno può sviluppare un sistema di mediazioni, tutele, garanzie, per dare qualche contenimento alle isterie collettive.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Veramente si parlava di consenso qualche commento fa e di perché si vieta la pedofilia e non… l’omosessualità? Il cambiamento di sesso? O era l’aperture di sinagoghe? Adesso non ho perso il conto di tutte quelle cose che incredibilmente non suscitano più allarme sociale… pardon, isteria, contrariamente agli abusi sui minori.

              • Peucezio scrive:

                Hai capito solo tu quello che hai scritto.
                Prima o poi ti farò dibattere da solo con le tue brachilogie preteso-ironiche.

        • PinoMamet scrive:

          Mi sono perso: qual è un caso e l’altro?

          • Peucezio scrive:

            Se ho capito a cosa si riferisce la domanda,

            per un minore

            – il consenso per fare sesso con un adulto,

            – il consenso per intervenire chimicamente o chirurgicamente sul suo sviluppo sessuale e ormonale.

  14. Moi scrive:

    “All that you ever need to know about genitals is that they are made up of flesh, blood, and millions of tiny, restless nerve endings – anything else that you read into them is mere hallucination, a product of your own overactive imagination.”

    ― Julia Serano

    A Transsexual Woman on Sexism and the Scapegoating of Femininity

    https://en.wikipedia.org/wiki/Julia_Serano

  15. Miguel Martinez scrive:

    Comunque c’è un punto che credo importante.

    Vedo molti adolescenti maschi che iniziano a truccarsi e dipingersi di rosso le labbra.

    Cosa perfettamente innocua, se non si accompagnasse a un mondo di video di personaggi che ti spiegano che tutti i tuoi problemi sono legati a disforia di genere e che la soluzione sta negli ormoni.

    E’ una cosa che spunta dal nulla, a differenza delle rivendicazioni degli Anni Settanta: non si guarda (magari paranoicamente) la storia, tipo “i preti ci tengono in catene!”, nemmeno quella propria perché oggi l’adolescente fiorentino medio non cresce certo, lui nel culto della patria e lei del focolare.

    Si guarda solo l’esperienza immediata – “io ho un disagio, l’influencer mi ha spiegato in modo semplice semplice qual è il problema e qual è la soluzione: ormoni e pronomi!”

    Certo, immagino che solo una minoranza di chi gioca al “gender fluid” passi alla chimica, se non altro per gli ostacoli burocratici. Ma esiste anche un vasto mondo di prodotti illegali, senza chiari confini tra quelli che servono agli atleti per barare e quelli che servono per cambiar sesso.

    E il fatto che vengono spacciati regolarmente per innocui genera inevitabilmente delle conseguenze.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Martinez

      “prodotti”

      Ma sai che se non fosse per il tuo blog io manco saprei dell’esistenza di questo problema?

      Sono proprio un boomer (ai miei tempi si diceva ‘matusa’)…

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Peucezio scrive:

        Eppure se ne comincia a parlare anche sui media “mainstream”.

      • Moi scrive:

        Sono proprio un boomer (ai miei tempi si diceva ‘matusa’)…

        ————–

        NON è cambiata la parola … è cambiata la Generazione : da X-Gen , mi sento psichicamente “neotenico” 🙂 ma conscio dei miei limiti di aggiornamento 🙂 ! Il Boomer invece crede che “Giovane nel Sessantotto, Giovane per sempre … senza responsabilità né bisogno di aggiornamenti !”

        • Moi scrive:

          Premesso che è sempre un po’ macchinoso, specie indietro nel tempo, applicare categorie sociologiche AngloAmericane in Italia :

          i Boomers Italici odierni sono quelli che definivano “Matusa” le generazioni nate almeno (!) durante (!) la II Guerra Mondiale !

    • Peucezio scrive:

      Miguel,
      “Vedo molti adolescenti maschi che iniziano a truccarsi e dipingersi di rosso le labbra. ”

      Una cosa che mi fa immensa tristezza è quest’idea che voler assomigliare a una donna debba voler dire voler assomigliare a una vecchia puttana di periferia (di ottant’anni).

      Negli anni ’70 nessuna donna avrebbe rivendicato la propria femminilità a colpi di rossetto.

      Oggi si insiste sui più triti e convenzionali stereotipi estetici della femminilità, vecchi di ottant’anni e passa. Anzi, probabilmente molto di più.

      • PinoMamet scrive:

        Beh, se uno assomiglia a una donna che si veste come un uomo, nessuno noterà la differenza 😉

        Un paio di anni fa c’era un programma, mi pare su Raitre, in cui si seguivano le vicende di diversi/e trans, di varie età, qui in Italia.

        Ne vidi alcune puntate con mia madre, che è persona di idee aperte, forse più di me.

        Qua in Italia ho visto che il percorso di transizione, che non necessariamente si conclude con l’operazione (una delle trans era piuttosto anziana..) è sempre seguito da uno psicoterapeuta.

        Questa psicologa parlava di una trans che era ancora nella fase di collant, tacchi alti e rossetti vistosi, dicendo che poi sarebbe passata.
        D’altra parte la trans, intervistata a parte, diceva che si era vestita abbastanza da uomo quando era uomo, ora voleva godersi la femminilità.

        • Peucezio scrive:

          Pino,
          “Beh, se uno assomiglia a una donna che si veste come un uomo, nessuno noterà la differenza 😉”

          E così dovrebbe essere.
          Anzi, le donne dovrebbero essere indistinguibili dagli uomini, quanto all’abbigliamento, trucco, ecc., ma dovrebbero distinguersi solo per i capelli lunghi.

  16. Moi scrive:

    CONSENSO

    Attenzione, materia delicatissima : è una convenzione, IL costrutto sociale per antonomasia … si può essere manipolati pscologicamente a 40 anni ed essere del tutto consapevoli a 16 ! Individualità e contesti antropologici , possono cambiare tutto.

  17. Moi scrive:

    Ormai è tutto “Costrutto Sociale” … tranne il Capitalismo ! 😀

  18. Moi scrive:

    @ PANISCUS

    Silvio il Guru Animalista … qui “gattina” 😀 ci cova !

    https://www.youtube.com/shorts/-DxjjpIKN5M

  19. Miguel Martinez scrive:

    Il secondo punto sulla pedofilia è che mi sembra che esistano persone realmente, profondamente e unicamente attratte sessualmente da bimbetti.

    E’ una forma reale di attrazione sessuale, quanto l’attrazione verso maggiorenni dell’altro o del nostro stesso sesso. Certo, si può negare arbitrariamente questo fatto, perché le “attrazioni sessuali” sono buone, le “perversioni” sono cattive, ma credo che sia un fatto.

    Ora, cosa facciamo di queste persone? E’ una domanda aperta, e nella domanda non c’è affatto il sottinteso “e quindi rispettiamiole e lasciamo loro fare icche vogliono”.

    • Miguel Martinez scrive:

      “Il secondo punto sulla pedofilia è che mi sembra che esistano persone realmente, profondamente e unicamente attratte sessualmente da bimbetti.”

      Attenzione che prima di dire, “affidiamole alle cure di uno psichiatra”, la stessa cosa si è detta degli omosessuali.

      • Moi scrive:

        … e infatti i MAPs ripetono a mo’ di Mantra la medesima, efficacissima, collaudatissima, Parola Magica : “Costrutto Sociale” !

        https://www.dailywire.com/news/minor-attracted-person-inside-the-growing-effort-to-destigmatize-pedophilia?hsa_ver=3&hsa_ad=6247282380363&hsa_acc=93756858

        ‘Minor-Attracted Person’: Inside The Growing Effort To Destigmatize Pedophilia

      • Roberto scrive:

        La differenza Miguel è che gli omosessuali non fanno male a nessuno finché c’è il consenso che vale per tutti

        Lo stesso non lo puoi dire per un pedofilo

        • Moi scrive:

          @ ROBERTO / MAURICIUS / (ZETA SE LURKA)

          … c’è una domanda scomodissima, però, che non si può sempre eludere :

          il “Consenso” , è un Costrutto Sociale _ ove la Giurisprudenza , per definitionem , arriva sempre in “chiusura” … _ oppure no ?

          • Roberto scrive:

            Moi posso prenderti a calci in culo (ho il 48 di piede)?
            Si = consenso
            No = assenza di consenso
            Nessuna risposta = assenza di consenso

            Dove lo vedi il costrutto sociale?

            • Moi scrive:

              Si parlava di consenso a rapporto sessuale, al dilà delle parafilìe … mettiamola così : si può circuire anche ua persona matura.

              Credo che Miguel intendesse questo.

              • PinoMamet scrive:

                Se sei stato circuito non hai dato il tuo consenso: è proprio il contrario.

              • Roberto scrive:

                Moi,
                Se ti convinco che il mio piedone 48 su tuo sedere sarà un’esperienza fantastica, posso spedirti sulla luna?

              • Moi scrive:

                SE mi convinci ma SE POI un Avvocato Selenita [cit.] mi persuade di esser stato raggirato in per una Violenza Privata … ti denunZio a scoppio ritardato !

                Il “Detransitioning” funzia non di rado così.

            • Peucezio scrive:

              Roberto,
              tu e Moi siete entrambi adulti.

              Qui si parla di presunzione di consenso, non di consenso.
              Cioè si ritiene che un minore non sia in grado di esprimere consenso.
              Come fossimo sicuri se un diciottenn che si fa tatuare tutto il corpo, fra quarant’anni non potrebbe esserne pentito.

              • PinoMamet scrive:

                Se ha dicotto anni, si ritiene che sia in grado di pensarci da solo.

                Se un tuo ipotetico figlio di 10 anni ti dicesse “papà, voglio tatuarmi tutto il corpo con le immagini del cartone animato preferito”, forse avresti qualcosa da eccepire 😉

                se ti dicesse, “un uomo che incontro in stazione dice che buttarmelo al culo è molto bello e fa bene al mio sviluppo”, sono sicuro che avresti molto da eccepire, e andresti a fare quattro chiacchiere con quell’uomo, invece di perdere tempo con le isterie moderne 😉

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                ma tutto questo è ovvio.

                Ma ti assicuro che avrei tantissimo da eccepire anche se avessi un figlio diciottenne e volesse tatuarsi tutto il corpo con i somboli del suo gruppo musicale preferito.

                E avrei ancora da eccepire, molto ma molto di più, se avessi un figlio minorenne che si è convinto di essere di sesso diverso e volesse fare gli ormoni, e psicologi e assistenti sociali vari venissero a dirmi che non ho il diritto di reprimerlo in questa pretesa.
                Non ci andrei a parlare: li prenderei a calci nel sedere.

              • roberto scrive:

                peucezio

                “psicologi e assistenti sociali vari venissero a dirmi che non ho il diritto di reprimerlo in questa pretesa.”

                fortunatamente vivi in italia e nessuno può rimproverarti per questa cosa*

                *il minore che vuole cambiare sesso senza l’accordo dei genirtori beh…deve aspettare sostanzialmente

              • Peucezio scrive:

                Roberto,
                “fortunatamente vivi in italia e nessuno può rimproverarti per questa cosa*”

                Per ora.
                E la cosa comunque sta cominciando a prendere piede e se n’è parlato pubblicamente.

                Le cose dall’America non è che non arrivano; arrivano solo più tardi.
                Intendo le novità. Poi non penso avremo mai una popolazione di gente armata fino ai denti, né la pena di morte.

        • Peucezio scrive:

          Roberto,
          “La differenza Miguel è che gli omosessuali non fanno male a nessuno finché c’è il consenso che vale per tutti”

          Anche questo è vero in astratto, perché due omosessuali che comprano un bambino e lo fanno crescere senza una madre fanno probabilmente molto più male a un tizio che un giorno tocca il pisellino a un bambino.
          In ogni caso fanno dei danni incalcolabili.

          E non venitemi a dire che l’idea che non essere allattati e ricevere il calore materno crea traumi allo sviluppo psichico è un’elucubrazione non dimostrata degli psicologi, perché allora potrei dirvi che anche quella per cui il sesso (non costretto, s’intende: la violenza è un’altra cosa e traumatizza chiunque) con adulti crea traumi è una bufala indimostrata della psicologia.

          • PinoMamet scrive:

            “Anche questo è vero in astratto, perché due omosessuali che comprano un bambino…”

            l’utero in affitto o pratiche similari sono una cosa, l’omosessualità un’altra; non facciamo confusione.

          • roberto scrive:

            peucezio,

            davvero trovo questo commento assurdo: che c’entra comprare un bambino con l’omosessualità?

          • Peucezio scrive:

            Ovviamente non parlavo degli omosessuali genericamente.
            Ma degli attivisti omosessuali di oggi.
            Che ESIGONO che si possano comprare i bambini, anche quelli (probabilmente la maggior parte) non interessati a farlo.

            Come sempre il problema non è il gruppo in sé, ma le frange di attivisti.

            E comunque non credo che la maggior parte degli omosessuali dissenta da tutto ciò.

            C’è una minoranza non trascurabile che è in distonia (ne ho anche conosciuto qualcuno), questo sì.

            Uno non è responsabile delle sue preferenze sessuali, che peraltro non sono certo una colpa o un difetto. Ma è responsabile delle sue idee.

    • Peucezio scrive:

      Miguel,
      “Certo, si può negare arbitrariamente questo fatto, perché le “attrazioni sessuali” sono buone, le “perversioni” sono cattive, ma credo che sia un fatto.”

      Che è esattamente il concetto in base al quale fino a pochi decenni fa si condannava, quantomeno moralmente, l’omosessualità.

    • Peucezio scrive:

      Tra l’altro la stigmatizzazione della pedofilia si lega solo in parte alla tutela delle potenziali vittime.
      Se si creassero video sintetici di tipo pedopornografico come valvola di sfogo per i pedofili, susciterebbero reazioni scomposte, perché è la pulsione in sé che viene colpevolizzata.

      • PinoMamet scrive:

        Non è del tutto vero: credo che la legislazione italiana per esempio non penalizzi il possesso di video con cartoni animati o con bambolotti di neonati, perché non c’è vittima.

        Credo invece che una legislazione come quella dici tu sia in vigore negli USA.

        • Peucezio scrive:

          Pino,
          “credo che la legislazione italiana per esempio non penalizzi il possesso di video con cartoni animati o con bambolotti di neonati, perché non c’è vittima.”

          Certo.
          Parlo di stigma sociale.
          Immaginati un dibattito mediatico su uno che guarda cartoni animati realistici di contenuto pedofilo esplicito. Pensi che non verrebbe demonizzato come il più abietto degli uomini?

          • PinoMamet scrive:

            …mah, non saprei, dipende. Se la cosa viene presentata come alternativa a cose peggiori, forse verrebbe addirittura lodata.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “Pensi che non verrebbe demonizzato come il più abietto degli uomini?”

            Credo per lo stesso motivo per cui ci sono quelli che sono spaventati dagli “sport violenti” e credono che se iscrivi tuoi figlio a karate sarà più propenso a fare a botte con i compagni: la nostra mente funziona per associazioni di idee e ciò che si associa a comportamenti sgraditi diventa a sua volta sgradito.
            Salve ipotesi di razionalizzazione a posteriore, come quella che ipotizza Pino.

            • Peucezio scrive:

              Sì, però non è che queste dinamiche irrazionali siano culturalmente neutre.
              Una società può incoraggiarle o può incoraggiare il pensiero critico, razionale, sereno e più in generale un sentimento rilassato e non di allarme verso gli altri e verso veri o presunti pericoli.

          • paniscus scrive:

            “Immaginati un dibattito mediatico su uno che guarda cartoni animati realistici di contenuto pedofilo esplicito. “—-

            Sappiate che esistono legislazioni di vari paesi che, nelle opere di spettacolo, vietano la rappresentazione di atti che nella vita reale non sono consentiti dalla legge in base all’età del personaggio. NON dell’attore (il che sarebbe anche ragionevole), ma proprio del personaggio.

            Per cui, se si deve mettere in scena un film di ambientazione storica, in cui una damigella dell’antica Roma o del medioevo (magari personaggio realmente esistito e documentato) viene fatta sposare a 12 anni e partorisce a 13, NON basta prendere un’attrice di 18 anni adeguatamente minuta e delicata, e truccarla in modo da fargliene dimostrare 13, che adesso è facilissimo… no, è proprio vietato, perché non è rispettoso dell’età del personaggio secondo i criteri di oggi! Oppure, la stessa cosa per un film-documentario di denuncia sociale, come quello su Christiana F. degli anni 80, che mostrava una protagonista quattordicenne che si prostituiva per comprarsi la droga, che sarebbe impossibile da realizzare anche se l’attrice fosse maggiorenne…

            • roberto scrive:

              paniscus

              “Sappiate che esistono legislazioni di vari paesi che, nelle opere di spettacolo, vietano la rappresentazione di atti che nella vita reale non sono consentiti dalla legge in base all’età del personaggio”

              non lo sapevo. Tipo indiana jones ed il tempio maledetto quando il ragazzino cinese guida l’auto? o l’indiano tortura i coetanei?

              hai qualche esempio?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Credo si riferisca, per esempio, a quella inglese che vieta di rappresentare matrimoni tra minorenni.

              • PinoMamet scrive:

                Mmm
                Ho appena visto a scuola Romeo+Giulietta di Luhrman (pistole e Verona Beach a parte, è fedele al testo di Shakespeare, e poi Leonardo di Caprio giovane piace ancora!)

                ed effettivamente Romeo e Giulietta è una storia di un matrimonio tra minorenni…
                È vero che finisce malissimo e quindi si salverà come esempio da non seguire! 😉 😅

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Ma lì il problema non c’è, in realtà, perché non c’è:
                – matrimonio combinato, per cui si implica costrizione
                – consumazione dello stesso, per cui si implica l’atto

              • Francesco scrive:

                a me quel R&G è piaciuto moltissimo!

              • PinoMamet scrive:

                Sai che è piaciuto anche a me?
                In realtà forse perché… è molto teatrale!

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “nella vita reale non sono consentiti dalla legge in base all’età del personaggio”

                Che poi, se uno ci pensa, a seconda di come la sfumi può essere una cosa quasi naturale (non posso fare un film porno con bambini) o un delirio (non posso mettere che il personaggio Tizio faccia riferimento ad un caso di cronaca di pedofilia).
                Poiché di questa roba ne ho sempre sentito parlare da critici che commentavano opere di finzione e poiché le opere di finzione mi pare che continuino abbondantemente a rappresentare il caso 2, credo che siamo più vicini all’ipotesi 1, ovvero potrei avere qualche problema ad ottenere un visto censura (o come lo chiamano) se rappresento i due sposini dodicenni a letto insieme.

      • roberto scrive:

        bisognerebbe sacrificare qualche bambino per creare il video per lo sfogo dei pedofili…ma di che stiamo parlando giovani!?!

        • PinoMamet scrive:

          Beh però questo non lo ha sostenuto nessuno…

        • tomar scrive:

          bisognerebbe sacrificare qualche bambino…?

          ma no dai roberto, col digitale dai vita a tutti i bambini e le bambine sacrificabili che vuoi, li butti nel Metaverso e dai ampia disponibilità di cabine da viaggio a ogni pedofilo che ne senta il bisogno… se davvero la misura da benefico Grande Fratello prefigurata da Peucezio riuscisse a soddisfare in abbondanza le pulsioni negative di questi nostri ineliminabili fratelli permettendogli così per il resto di fare una tranquilla vita da tranquilli cittadini… non sarebbe da prendere in considerazione?
          In questi tempi convulsi dell’antropocene finale mi sembra che tutto sia problematico: per me il digitale è l’espressione perfetta del Diavolo ma se in un caso come questo servisse a rendere inoffensivi tanti (poveri) diavoli, perché non affidargli l’incombenza?

  20. Miguel Martinez scrive:

    Aggiungo che ho avuto la ventura di conoscere anche un uomo che aveva in realtà un’unica forma di attrazione sessuale: prendere delle donne e torturarle a morte.

    Cosa che, grazie alla sua notevole intelligenza e capacità manipolatoria, è riuscito a realizzare piu volte nella sua vita.

    La sua forma di attrazione sessuale è autentica quanto quella della tizia che si innamora del principe azzurro con cui sogna di fare i figlioli.

    E’ un elemento radicale, imprescindibile della sua personalità.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Cioè era un eterosessuale con una particolare (ma il termine pare non sia più accettato, anche se non è stato suggerito un vero rimpiazzo) parafilia.

      • paniscus scrive:

        E comunque non sono sicura che una una cosa del genere si configuri come “inclinazione sessuale”. Esistono persone attratte dal gusto di praticare violenza fisica (in qualche caso anche fino all’omicidio) anche senza nessuna implicazione sessuale.

        Ci sono storie vere e documentate di serial killer (di quella categoria che una volta venivano chiamati semplicemente “maniaci”) che hanno ammazzato brutalmente persone scelte a caso, o scelte secondo una propria logica distorta e incomprensibile, senza nessun aspetto sessuale.

  21. Miguel Martinez scrive:

    Riassumo il senso della mia polemica.

    Io credo che esistano davvero mille e una forme in cui gli esseri umani manifestano il proprio “essere sessuati”, cioè “spaccati in due”, con una fascinazione verso ciò che è “dall’altra parte” della spaccatura.

    Questa spaccatura, questa sessuazione, comporta sempre un arbitrario “socialmente accettato” e un “socialmente respinto”, e va benissimo così. Il divieto di cannibalismo, lo schifo nel mangiare insetti o il divieto di mangiare carne durante la Quaresima hanno ugualmente base in questo arbitrio, che ha tutto il mio rispetto.

    Semplicemente, mi sembrano molto labili i tentativi di fondare questo arbitrio su qualche ragione che divida i Buoni dai Cattivi.

    Ad esempio, che divida le brave persone attratte da qualcuno dell’altro sesso, da quelle attratte dal proprio sesso.

    Ma anche che divida le Brave persone attratte dal proprio sesso, dai Mostri cattivi attratti dai bambini, o anche da quelle persone che hanno innato desiderio di torturare a morte qualcuno.

    E in tutto questo, mi sembra sciocco cercare come criterio unico quella cosa che chiamiamo “consenso”.

    • Roberto scrive:

      Miguel

      “ in tutto questo, mi sembra sciocco cercare come criterio unico quella cosa che chiamiamo “consenso”.”

      Questo mi sembra incomprensibile….in tutti gli esempi che hai fatto il consenso di un’altra persona è proprio il discrimine fra socialmente respinto e accettato

      Se mangi o no carne a quaresima non gliene importa nulla a nessuno d quindi è socialmente indifferente

      Se ti mangi il vicino di casa al vicino magari dispiace e quindi socialmente non accettato

      Mi sembra che stai complicando inutilmente una cosa tutto sommato non troppo difficile

      • Francesco scrive:

        Roberto

        il problema è se mangi il vicino di casa con il suo consenso.

        Una società in cui questo va bene è decisamente impazzita, benchè liberale. E questa follia è in crescita costante dalla Rivoluzione francese in poi perchè ogni limite posto è rimuovibile, essendo convenzionale e non oggettivo. In questo senso Hitler è pienamente moderno, si è pure preso la briga di rendere legale il suo orrore, prima di praticarlo. E per condannare i nazisti hanno dovuto inventare un tribunale ad hoc e dei “reati” senza fondamento.

        Ciao

  22. Moi scrive:

    C’è un distinguo che molte persone trovano ozioso … se non addirittura da “Sommeliers de la Merde” 🙂 : Pedofilia e Efebofilia . Però, dall’ infanzia all’ adolescenza, ogni essere umano cambia moltissimo sia nel “soma” sia nella “psiche”.

  23. quisquiliator scrive:

    Ci sarebbero tante cose più ragionate e intelligenti da dire, ma la prima cosa che mi ha fatto venire in mente questo post è che mi fa sentire incredibilmente vecchio e proveniente da un’altra dimensione.
    Sono del ’65. Per esempio, se torno con la mente ai miei anni formativi e a quando ero alle superiori, ricordo pochissimi amici o conoscenti di cui potessi vagamente immaginare un orientamento omosessuale, argomento che poi nella mia tempesta ormonale rigorosamente etero dell’adolescenza trovavo attuale come le lotte tra guelfi e ghibellini. I più “omosessuali ” tra le mie frequentazioni erano alcuni ragazzi delle case Gescal che facevano le marchette alla stazione per comprarsi la roba o simili con alcuni adulti dall’età indefinibile , nel senso che io da adolescente non ne capivo più di tanto le sfumature di età. A ripensarci, tecnicamente questi ultimi erano dei pedofili, ma per quanto evidentemente la parola già esistesse all’epoca, non mi pare che facesse parte del linguaggio pubblico , per cui in un certo senso era come se non esistesse.
    Ho un vago ricordo che all’incirca ai tempi di Borg e McEnroe si era parlato della prima tennista trans , un’americana di cui non ricordo il nome. La cosa mi pareva interessante nella sua bizzarria tanto quanto , che ne so, la zitella miliardaria sempre americana che moriva lasciando tutto il suo patrimonio in eredità alla sua barboncina .
    Parlavo, come tutti quelli che frequentavo , il linguaggio della strada , che definire omofobo adesso sarebbe un pallido eufemismo, ma che d’altra parte ora sarebbe anche biasimato come luridamente sessista .
    Saltando avanti di qualche anno, a cavallo tra gli ottanta e i novanta, mi ricordo un festival al Parco Lambro organizzato dal Leoncavallo, in cui un rapper locale della prima ondata aveva usato la parola puttana per insultare, nel suo rap, l’allora papa Woytila, e una compagna finito il brano si era impadronita del microfono e aveva tirato un pippone sulle compagne prostitute ecc ecc.
    Pino Daniele cantava dei femminielli, che già esistevano da un bel po’, però a metà anni ottanta passai 6 mesi a Napoli e non me ne ricordo uno, mentre di lì a poco mi ricordo i primi trans brasiliani in centro Milano.
    Resto comunque col mio interrogativo interiore su dove fossero ai tempi di allora tutti quelli che si sarebbero sentiti nati in un corpo sbagliato, tanto quanto , anche se c’entra poco, non capisco( visto che la scienza ora ci dice che è la celiachia ha base genetica) come facessero a mangiare e campare tutti i celiaci, altra categoria di cui già esisteva la parola ma che non aveva raggiunto la sfera pubblica.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Quisquiliator

      “ma la prima cosa che mi ha fatto venire in mente questo post è che mi fa sentire incredibilmente vecchio e proveniente da un’altra dimensione.”

      Intervento interessantissimo!

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ quisquiliator

      “65”

      Ho cinque anni più di te. Posso rispondere per quello che ho letto e visto io.

      Quanto alla celiachia, Una mia collega era celiaca, mi ha raccontato quello che passavano quelli come lei. Semplicemente, la celiachia il più delle volte non veniva diagnosticata e la gente – quella davvero celiaca, non come adesso che ‘gluten-free’ e’ una moda per lo scorno dei celiaci veri – moriva dopo una vita di merda. Lessi una volta un romanzo su una coppia che si sfasciava proprio dopo la morte del figlio, che solo alla fine si scopre celiaco.

      Quanto agli ‘invertiti’, erano al bando. Ci sono fior di testimonianze; personalmente ricordo che ancora negli anni Ottanta fece scalpore una trasmissione RAI con lo scenario occupato da una unica parola a caratteri cubitali ‘ OMOSESSUALITA’ ‘. Del resto, in quegli stessi anni Piero Angela condusse un servizio su Quark in cui riuscì con un tour de force a parlare non dico di ‘devianze’ ma semplicemente di metodi anticoncezionali senza pronunciare neanche una volta la parola ‘preservativo’. Disse anni dopo che era quella la condizione imprescindibile che aveva dovuto promettere di soddisfare perché la RAI accettasse di mettere in onda quel servizio. Ci fu una prima ventata di apparizioni di personaggi dichiaratamente gay che fu stroncata dall’apparizione dell’AIDS: era l’epoca di quel bellissimo film di Tognazzi, ‘Il vizietto’. Come ho già scritto in un altro post, una mia compagna di liceo che sospettava di essere lesbica – figlia di professionisti bene inseriti nella buona società – si è buttata dalla finestra. E parlo della metà degli anni Ottanta nel centro di Genova, non dell’Ottocento in qualche isolata landa di arretratezza e ignoranza.

      Insomma, se l’ostentazione di quelle che un tempo erano chiamate ‘devianze’ può essere fastidiosa, posso assicurare che prima era molto, ma molto peggio.

      Del resto, se – come notò a suo tempo un Magistrato – in Italia tuttora non esistono preti pedofili denunciati da altri preti è segno che al di sotto di una patina di modernità alla moda il marciume resta radicato. Questo di per sé non toglie nulla, si badi, alla validità delle osservazioni di Peucezio; conferma semmai quanto ripete sempre Martinez, che cioé la realtà ha molte più sfaccettature di quello che ci piace credere.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • quisquiliator scrive:

        @Andrea Di Vita.
        Quello che riporti era relativamente vero per quel che riguarda il “discorso ufficiale”, se vogliamo chiamarlo così.
        Mi mancano evidentemente i dettagli, ma l’esempio che riporti a occhio e croce era da contestualizzare nell’ambito delle reti RAI , cioè quello che era un po’ uno scandalo nella “rete RAI della DC” magari non lo era su RAI 3 .
        Sotto il “discorso ufficiale ” c’erano le complessità delle realtà concrete.
        Già da adulto, una volta lessi che uno dei primi raduni gay si tenne a Capo Rizzuto negli anni settanta, e mi chiesi ridacchiando tra me e me cosa avevano pensato gli abitanti locali di allora della cosa, posto che non mi risulta che ci fossero stati incidenti.
        Semplifico, ma il linguaggio e la mentalità della strada di allora, popolare se vogliamo così chiamarlo, tendenzialmente si disinteressava di categorie come la devianza.
        Con questo non voglio certo dire che l’omosessualità fosse ben vista .
        Il linguaggio cui ho già fatto riferimento seguiva una serie di sfumature e di ambiguità.
        “Prenderlo in culo” in tutti i sensi era negativo. ” Metterlo in culo ” alle volte ci si poteva anche vantare, non so se rendo.
        Culture simili alle nostre ( cioè di derivazione latino-mediterranea ) avevano aspetti simili.Tra metà anni ottanta e i primi duemila , prima che se ne tornasse in Colombia, ebbi come amico un lontano parente del bastardissimo presidente Uribe. Era stato spedito in Italia presso la sorella, che era sposata con un italiano nell’hinterland milanese, per disintossicarsi dalla dipendenza da basuco, una specie di crack.
        Mi parlò della differenza di termini tra l’attivo, cacorro, ed il passivo, marica.
        A metà anni novanta ero ospite , a Città del Messico, di un gay messicano facoltoso, che tra l’altro aveva studiato museologia a Firenze.Un giorno il suo giovane amante dei quartieri poveri giunse con il padre, che doveva venderci del pesce perchè il messicano facoltoso, essendo stato in Italia, voleva che gli facessi il risotto alla pescatora. Il padre del giovane era la prima volta che vedeva il messicano facoltoso, e fece il suo discorso, che fu :”Cada un con su culo hace lo que quiere”, cioè ognuno con il suo culo fa quello che vuole.
        Rimestare nei ricordi mi fa forse sentire un po’ meno ” vecchio” rispetto a quello che ho scritto prima , o forse semplicemente più o meno dagli anni novanta in poi il discorso sulle minoranze sessuali era definitivamente emerso , era stato sdoganato nella sfera pubblica.
        I ricordi non sono mai neutri.Quando penso alla mia adolescenza e giovinezza,la tragicità della vita entrava come al solito per le ragioni più diverse, ad esempio una conoscente di buona famiglia si salvò per un pelo da un tentativo di suicidio per delusioni non amorose ma scolastiche, però quelli tra i coetanei che ho visto morire a mazzi erano per l’eroina prima e per l’AIDS conseguente negli anni successivi.
        Non so bene come dirlo e non vorrei essere frainteso, alla base c’è un disagio, una discrepanza con la vita e la realtà ,una fatica a trovare la propria dimensione nel vivere, che sono più che legittime,e sottolineo questa cosa, poi uno ai miei tempi si faceva le pere e ora oltre a quello o cose simili ci sono anche queste nuove “forme d’espressione” .
        Me la meno relativamente perchè in un certo senso sono inevitabili, e sulle cose inevitabili è inutile menarsela più di tanto, anche se poi anch’io mica faccio così come sto dicendo.

      • Peucezio scrive:

        Andrea,
        (ma non è una replica a te, bensì un’osservazione che mi viene a margine delle tue testimonianze)

        il problema secondo me è l’idea borghese e moderna dell’approccio morale al mondo: le cose non sono, ma sono buone o cattive e quindi vanno disciplinate e represse.
        L’oppressione “omofoba” veteroborghese e l’0ppressione omosessualista e censoria di oggi non sono in fondo diverse: cambia il segno, non il metodo.

        • roberto scrive:

          Peucezio

          ma sei sicuro che l’approccio morale al mondo sia un’idea borghese e moderna?

          a me sembra una cosa vecchia come l’umanità e profondamente diffusa in ogni strato della popolazione mondiale

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Ma infatti se prendi un qualsiasi autore del VII secolo l’approccio che troverai sarà quello. E mica il mondo si era borghesizzato rispetto a cento anni prima.
            Credo che Peucezio veda quello che vedono molti, cioè un approccio più morale e meno meccanicistico al mondo, anche se non vede che anche quell’approccio era di un mondo moderno e figlio dei pensieri positivista e marxista.

            • Peucezio scrive:

              Non ho capito il secondo capoverso.

              Non è che il mondo premoderno non concepisse la morale, tutt’altro.
              Il punto è che non pretendeva di plasmarvi il mondo.
              Nella Roma papalina c’erano i bordelli. Eppure non è che andare con una donna che non fosse la moglie non fosse peccato.
              Ma ci è voluto lo stato laico novecentesco per abolirli.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ peucezio

                “abolirli”

                Precisamente. E in questo appunto sta la superiorità dello Stato laico novecentesco.

                Una società che tollera la prostituzione purché confinata nel bordello mantiene una morale ufficiale bigotta facendo pagare il prezzo di quell’ ipocrisia alle donne.

                Una società in cui la morale ufficiale consente alle donne di prostituirsi senza rimanere confinate in un bordello non fa pagare loro il prezzo della sua ipocrisia.

                Magari la prostituzione è ineliminabile, ma almeno in questo caso l’ipocrisia ce la siamo tolta.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                l’ipocrisia si è moltiplicata, direi

                lo sfruttamento della prostituzione è ufficialmente illegale, praticato tantissimo, le condizioni di lavoro delle prostitute sono peggiori che al tempo della regolamentazione, i bigotti come te sono tutti felici

                e il discorso pubblico indulge in moralistiche reprimende ai clienti e in coglionate sul sex work come scelta di libertà

                no, veramente, si stava molto meglio prima

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Dire che lo sfruttamento legalizzato è meglio perché se no avviene clandestinamente è come dire che sarebbe meglio legalizzare narcotraffico e ricettazione.

              • Francesco scrive:

                Sulla ricettazione ho i miei dubbi, sul narcotraffico ormai ne ho molti meno.

                Dovrebbe esistere una qualche misura oggettiva di totale fallimento di una norma, credo.

                Peraltro si parlava di ipocrisia, non di efficacia.

            • Peucezio scrive:

              Insomma, il mondo tradizionale, diciamo cristiano (poi per le culture precristiane il discorso è ancora diverso) non pensava di eliminare il male dal mondo: non era teologicamente possibile ripristinare la condizione edenica adamitica.
              Pensava tutt’al più a fornire a ognuno i mezzi per evitarlo e salvarsi, se lo voleva.
              La modernità ti vuole IMPEDIRE CON LA FORZA di fare il male.
              Non è il male in senso cristiano, sono via via tabù più o meno arbitrariamente stabiliti.
              Per la sensibilità contemporanea, nelle sue espressioni meno contaminate e di compromesso, tu non dovresti nemmeno pensare frasi razziste o sessiste o omofobe.

              E in ogni caso devi sentirti sempre colpevolizzato di una sorta di colpa metafisica inestinguibile.
              Che è molto diverso dal considerarti nato peccatore ma con la possibilità di salvarti grazie a strumenti come i sacramenti. In fondo i sacramenti sono più un espediente tecnico che morale; certo, ci dev’essere la sincerità del pentimento, ecc. ecc., ma stringi stringi ti si chiede l’osservanza di alcune pratiche con una certa adesione interiore, in cambio della salvezza eterna.
              Qui invece non c’è redenzione, perché l’asticella è spostata sempre più in alto ad infinitum e la colpa è puramente morale, cioè si gioca non sulla tua disponibilità a compiere dei gesti e delle pratiche, ma sulla tua emotività e sul tuo sentimento di autostima e di inadeguatezza.
              Le radici di ciò ovviamente sono puritane, ma qui non c’è neanche la salvezza, la giustificazione, perché chiunque può essere scavalcato dal nuovo “migliore” e comunque ci sono tante categorie oppresse, quindi se fai parte di una devi sentirti in colpa verso le altre.

              Qui parlo delle manie contemporanee, ma la modernità ha sempre quest’ossessione di redenzione, di stravolgere il mondo e rifarlo daccapo, forse perché non avendo prospettive sovrannaturali, vuole realizzare il paradiso in terra, a scapito degli uomini e dei loro bisogni, col risultato che crea l’inferno (Stalin, Mao, Pol Pot, ecc. ecc.).

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “Pensava tutt’al più a fornire a ognuno i mezzi per evitarlo e salvarsi, se lo voleva.
              La modernità ti vuole IMPEDIRE CON LA FORZA di fare il male.”

              Leggi sunturarie, inquisizione, ecc. erano proprio strumenti per impedire con la forza di fare il male. Appena la società medievale diventò abbastanza complessa per impegnarsi attivamente nella repressione, ci si impegnò.

              • Francesco scrive:

                >>> non pensava di eliminare il male dal mondo: non era teologicamente possibile ripristinare la condizione edenica adamitica.

                Su questo però Peucezio ha tantissima ragione. Il mondo tradizionale cercava di limitare un male di cui riconosceva l’ineliminabilità.

                Quello odierno non ci crede e aumenta sempre più la pressione, educativa e di controllo, nel tentativo di eliminarlo.

                Gli esiti sono quelli prevedibili.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Il mondo contemporaneo è semplicemente consapevole di avere più mezzi rispetto a una volta, così come il mondo del Duecento era consapevole di avere più mezzi di prima. Solo che noi possiamo avere l’illusione di controllo totale proprio perché abbiamo davvero tanti, ma tanti più mezzi.

              • Roberto scrive:

                Peucezio e Francesco
                Prima di rispondervi, quando parlate di mondo tradizionale a che periodo pensate?

              • Peucezio scrive:

                Mauricius,
                “Leggi sunturarie, inquisizione, ecc. erano proprio strumenti per impedire con la forza di fare il male.”

                Cosa c’entra l’Inquisizione?
                L’Inquisizione impediva alle persone di diffondere idee che potessero portare alla perdizione ALTRE anime.
                Se tu in cuor tuo sei ateo o eretico o infedele o altro sono cavoli tuoi.
                Infatti gli ebrei, che non facevano proselitismo, erano tollerati.

                Con ciò, ti do atto che si è andati via via restrinendo la gamma dei comportamenti leciti. Ma questa è appunto la modernità, la Controriforma, ecc.

              • Peucezio scrive:

                Mauricius,
                mah, il tuo discorso sui mezzi mi sembra riduzionista, mi sembra un po’ una petitio principii.
                Io me ne accorgo già parlando con una persona anziana e con un giovane che il secondo è più moralista, giudicante, rompicoglioni.
                Sarà perché ha più mezzi, ma non mi convince. La Ginevra di Calvino aveva più mezzi di una città italiana?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Cosa c’entra l’Inquisizione?
                L’Inquisizione impediva alle persone di diffondere idee che potessero portare alla perdizione ALTRE anime.”

                Sicuramente nacque così, ma con la sua crescita iniziò a sanzionare bestemmie, condotte immorali e simili. Ci furono realtà e periodi in cui si dedicò in misura maggioritaria a queste cose.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Io me ne accorgo già parlando con una persona anziana e con un giovane che il secondo è più moralista, giudicante, rompicoglioni.”

                Ho esperienze di tenore completamente opposto. In che modo i giovani (cosa intendiamo per giovani?) sarebbero più rompicoglioni?

                “Sarà perché ha più mezzi, ma non mi convince. La Ginevra di Calvino aveva più mezzi di una città italiana?”

                Non puoi prendere una realtà marginale ed eccezionale in un momento di ubriacatura e buttarla in una discussione su ciò che di norma succede, altrimenti fai come quelli che prendono le streghe della Val Camonica e ne ricavano una inesistente isteria italiana per la stregoneria.

              • Peucezio scrive:

                Mauricius,
                d’accordo sull’Inquisizione: nell’Europa moderna spinte moralizzatrici in effetti ci sono state.

                Circa Ginevra,
                d’accordo.
                Ma non è che l’Europa settentrionale fosse tanto più ricca e potente di quella meridionale.
                Semmai direi l’opposto, weberianamente: che l’Inghilterra, l’Olanda, ecc. sono diventate prospere grazie all’etica del lavoro e della continenza sviluppatesi grazie a quel tipo di mentalità.

                Ma non credo in un rapporto meccanico e proporzionale fra mezzi che si possono dispiegare e istanze di controllo e moralizzazione.

                Pensa anche solo alla seconda metà del Novecento: il progresso, il benessere, il boom, l’industrializzazione, la tecnologia hanno aperto spazi di libertà, anche di vivacità culturale, più che di repressione.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Ma non è che l’Europa settentrionale fosse tanto più ricca e potente di quella meridionale”

                Ricchezza e potenza non sono strettamente necessarie oltre certi limiti: quello che serve è che bastino per un sufficiente controllo sociale.
                L’Europa del tempo aveva trovato il modo di mettere in atto tendenze che periodicamente erano emerse lungo tutto il Basso Medioevo (palingenesi, riforma della Chiesa, riforma della società, il Cielo sceso sulla Terra, ecc.), avendo gli strumenti intellettuali, amministrativi ed economici per farlo. Ovviamente imporre la teocrazia spinta a Ginevra o a Muenster (città di dimensioni ridotte) era più semplice che imporla a Milano o a Venezia. Eppure fu imposta anche a Firenze (vedi Savonarola, che si presenta come reazionario).
                Al massimo si può dire (ma non ci giurerei, perché tagliare questi fenomeni con l’accetta è sempre sbagliato) che in Italia la Controriforma convisse con la moderna cultura di corte che creava sacche di privilegio nella parte di società più facile da controllare (quella alta), mentre altrove questo si verificò meno. Però devo pensarci: cosa sarebbe “altrove”? Posti troppo poveri per avere la cultura di corte? Posti dove l’aristocrazia ha subito colpi durissimi per via dei rivolgimenti sociali? Posti dove la centralizzazione monarchica ha “liberato” larghe fette dei regni dalla presenza fisica dei nobili, facendo sparire le infinite piccole corti che li costellavano?

              • Peucezio scrive:

                Sì sa che a un certo punto nel basso Medioevo ricorrono queste tendenze moralistiche.
                Basta pensare agli stessi catari.
                Ma non prima.
                E hanno sempre riflussi. Si perdono i mezzi di controllo?

                No, una sorta di rapporto meccanico fra mezzi di controllo, complessità e articolazione delle realtà da controllare e spinte moralizzatrici mi pare proprio troppo semplicistico, non mi persuade.

                Che cosa fa sì che dai goderecci anni ’80 si sia passati a Tangentopoli, con tutto quello che ne è seguito in termini di costume, ecc.?

                Perché al Covid si è reagito in un modo diversissimo rispetto all’asiatica, con letalità e mortalità negli stessi ordini di grandezza?
                Sì, al tempo del covid ci sono i droni, ma non è che negli anni ’60 non si potesse fare la legge marziale, il coprifuoco, chiudere la gente in casa… si sono fatti genocidi, deportazioni di massa, campi di concentramento già da prima di allora.

                Il punto è che negli anni ’60 la gente era più fatalista, mediamente più giovane, meno salutista e meno ossessionata dalla sicurezza e dal controllo, rispetto all’umanità male invecchiata, incattivita e nevrotica di oggi.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Allora dissento fortemente dall’uso del termine “modernità”, se sono tendenze che troviamo già nel Medioevo 😀

              • paniscus scrive:

                “Che cosa fa sì che dai goderecci anni ’80 si sia passati a Tangentopoli, “—-

                Ma non ti viene in mente che durante i “goderecci anni ottanta” i traffici di tangentopoli ci fossero già, e sono semplicemente emersi alla luce con qualche anno di ritardo?

                E che, anzi, il presunto stile di vita godereccio che ti piace tanto, fosse anche DOVUTO direttamente (almeno in parte) a quei traffici di corruzione, malversazione, truffe, ricatti, disonestà, scommesse e investimenti-bolla fatti su ricchezze di fatto inesistenti nella realtà, bolle che poi appunto sono scoppiate?

                Prova a pensare che i tempi “spensierati” (*) degli anni ottanta siano stato resi possibile proprio dal fatto di aver passato anni a sostenere uno stile di vita che invece non ci si poteva permettere , e basato sull’illusione di avere a disposizione risorse che invece non c’erano. Un equilibrio ilusorio che prima o poi sarebbe inevitabilmente crollato, ma che era già fasullo prima.

                (*) per “spensierati” non intendo semplicemente allegri, la intendo anche LETTERALMENTE, ossia caratteristici di gente che non pensa, che non analizza la realtà, che non ragiona…

              • Peucezio scrive:

                Mauricius,
                “Allora dissento fortemente dall’uso del termine “modernità”, se sono tendenze che troviamo già nel Medioevo 😀 ”

                Ah, beh, se hai deciso così…

                Scherzi a parte, dovunque c’è moralizzazione organizzata, c’è “modernità”.
                Non come sistema, ma quantomeno come afflato, come tentativo, come esperimento.

              • Peucezio scrive:

                Pan,
                non ci siamo capiti.
                Con Tangentopoli non intendevo il fenomeno corruttivo, ma proprio la sua repressione giudiziaria.

                Sulle risorse sai come la penso: secondo me molto spesso è l’ideologia della carenza che crea la carenza.
                Con ciò, può anche essere che a un certo punto si sia un po’ raschiato il fondo del barile, ma cosa c’entra col fatto che le ragazze hanno smesso di darla via, che l’esuberanza sessuale è diventata un disvalore, ecc.?
                La figa, scusa la volgarità, è gratis e nemmeno inquina!!

                Piuttosto, non hai risposto più sotto alla mia domanda sulla dispersione di competenze tecniche. M’interesserebbe il tuo parere di insegnante di scienze attenta ai fenomeni sociali.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per peucezio

                “l’esuberanza sessuale è diventata un disvalore”

                Credo che sia vero e falso insieme.

                Più un sistema diventa complesso, più regole sono necessarie. E il nostro sistema si è complessificato 🙂 di molte volte negli ultimi decenni.

                L’altro giorno, incontro un tizio che dice di essere nato “nel ’55 o nel ’56” – è nato “nel Meridione” e gli avevano dato come data convenzionale di nascita il 1 gennaio 1956.

                Da allora, siamo arrivati alla realtà della mia alunna che fa la cameriera e l’app ha misurato che lei, dentro il ristorante, in una sera, ha camminato per 10,2 chilometri servendo ai tavoli.

                Questo vuol dire che TUTTO è misurato, controllato, regolamentato, “astrattificato” mille volte di più quanto succedesse pochi decenni fa.

                Anche ovviamente la sessualità.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per peucezio

                “l’esuberanza sessuale è diventata un disvalore”

                Siamo poi passati in poco più di un secolo da società “organiche”, dove le regole si formano spontaneamente (in forte interazione con le regole della Chiesa),

                a società di “acciaio”, la tremenda disciplina delle fabbriche, degli eserciti, delle dittature,

                a società “liquide”.

                Nella società liquida (o gassosa?), il singolo vola come un libero atomo nello spazio e quindi vive totalmente astratto dagli altri, ogni incontro diventa pericolo, si appella alle Regole che mantengono la distanza dal prossimo, corre dall’avvocato.

                E questo frena tutti i rapporti spontanei: su questo do ragione a Peucezio.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per peucezio

                “l’esuberanza sessuale è diventata un disvalore”

                Però ripeto che a Peucezio forse sfugge lo stadio ultimo: dove l’Individuo narcisista, iperprotettivo, impaurito, afferma il proprio diritto assoluto a trasformare il proprio corpo, a fare merce di se stesso. E quindi abbiamo il culto del Sex Work, il Transfemminismo, la sacralizzazione di ogni intoccabile disturbo mentale.

              • paniscus scrive:

                “col fatto che le ragazze hanno smesso di darla via, che l’esuberanza sessuale è diventata un disvalore, ecc.?”—-

                Veramente, mi pare di ricordare che quando ero ragazza io, l’esuberanza sessuale era considerata un disvalore molto ma molto di più di adesso!

              • paniscus scrive:

                “Nella società liquida (o gassosa?)”—-

                Credo che ormai siamo arrivati al passo ancora successivo, cioè allo stato di plasma.

              • Peucezio scrive:

                Miguel,
                “Questo vuol dire che TUTTO è misurato, controllato, regolamentato, “astrattificato” mille volte di più quanto succedesse pochi decenni fa.

                Anche ovviamente la sessualità.”

                Ma qui non è che c’è solo una selva di regole, qui c’è instillare il senso di colpa come condizione morale ed esistenziale permanente.

                Davvero sono sempre stupito come tu non colga l’analogia con le ondate integraliste e moralizzatrici via via succedutesi nella storia, dai Catari a Savonarola ai protestanti…
                Anche ‘sti ragazzini ecologisti antivitalisti apocalittici…
                Ma in generale questa continua intimidazione, questo ossessivo “paenitemini”… Non è un’ossessione legalista o prescrittivista, è proprio altro, anche perché la colpa non è espiabile, è virtualmente infinita.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Ma in generale questa continua intimidazione, questo ossessivo “paenitemini”…”

                Credo che tu confonda due cose.

                1) L’idea cristiana della conversione, del riconoscere che “io sono dannato, ma con un atto folle di fede mi salvo”, che è tutto un lavoro interiore

                2) L’idea del Wokismo attuale, per cui il mondo si divide in Noi che Abbiamo Ragione e mostri vari che puzzano (secondo la causa che più interessa, i Bottegai Evasori, i Preti Pedofili, gli Odiatori di Trans, Apologeti di Mussolini, le Bestie Razziste, ecc.). Questi non si devono pentire, convertire, o altro, devono solo stare zitti (infatti la colpa come giustamente dici non è espiabile).

                Sono due atteggiamenti completamente diversi.

              • Peucezio scrive:

                Pan,
                “Veramente, mi pare di ricordare che quando ero ragazza io, l’esuberanza sessuale era considerata un disvalore molto ma molto di più di adesso!”

                Attenzione a non confondere la società reale, coi suoi tempi e i suoi ritardi, con le idee, le mode e le sensibilità mainstream.
                Io ho più o meno la tua età, credo, e gli anni ’80 li ricordo bene.
                Magari alcune ragazze avevano più vincoli di oggi, genitori più conservatori di quelli attuali, ma i messaggi mediatici, del mondo intellettuale, della moda, dello spettacolo non era colpevolizzante e cupo, anzi, era superficialmente e un po’ volgarmente edonista. Tutt’al più c’era un certo compiaciuto arrivismo, produttivismo, ma non in senso austero e borghese ascetico, ma in senso comunque godereccio, da yuppie.

    • Francesco scrive:

      >>> come facessero a mangiare e campare tutti i celiaci

      dillo a me (sono del ’68) che fino a 15 anni fa campavo felicemente di pizze e focacce e brioche e adesso se ne mangio una col glutine dentro sto male per tre giorni!

      • paniscus scrive:

        Francesco: intendi dire che la celiachia ti si è manifestata da adulto, o comunque alla fine dell’adolescenza? Prima non ne avevi nessun sintomo?

        • Francesco scrive:

          Prima potevo (seriamente) mangiare mezzo kilo di focaccia senza alcun problema.

          Verso i 40 sono emersi i primi sintomi e esame dopo esame è saltato fuori che ero “diventato” celiaco, chissà come.

        • Roberto scrive:

          Ho anche io un caso in famiglia di celiachia che si è manifestata tardissimo (oltre i 60 anni)

          • tomar scrive:

            Quel che posso dire al riguardo è che 50 anni nessuna delle persone che conoscevo aveva problemi a mangiare pane e pasta. Poi anche alcune di queste sono diventate intolleranti e via via ho conosciuto sempre più persone anche giovani con questo disturbo.
            C’entrerà mica la sempre maggior glutinizzazione degli alimenti, che per esempio ti dà oggi la “comodità” di spaghetti che restano al dente o comunque non scotti anche se li dimentichi in pentola un minuto di troppo, qualità che non aveva la pasta di un tempo?

            • Roberto scrive:

              Credo in effetti che le varietà di frumento- grano moderne contengano più glutine perché cosi è più facile fare il pane e le pizze

              Poi in generale la dieta oggi chiaramente più ricca di glutine

            • paniscus scrive:

              Per quanto ne so, sono anche significativamente aumentate le allergie (che sono cosa diversa dalle intolleranze metaboliche), e anche i casi allergie che si presentano in età adulta.

              Magari all’aumento dei numeri contribuisce anche un effetto di maggiore attenzione e conoscenza (cioè, ci sono più diagnosi rispetto al passato), ma l’aumento netto esiste davvero.

              Una delle posibili cause si sospetta nell’aumento dell’inquinamento dell’aria, e nel cambiamento della varietà biologica del paesaggio (ad esempio, insediamento di specie animali e vegetali nuove che in passato non c’erano)

              ma anche nell’eccesso di isolamento igienico in cui si viene tenuti nell’infanzia, con pochissima possibilità di venire a contatto gradualmente con agenti esterni, sviluppando una sorta di assuefazione spontanea.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      I celiaci semplicemente non campavano, morivano giovani e il problema si risolveva da sé. Come succedeva agli allergici prima che fossero disponibili le iniezioni di adrenalina.
      Come si stava meglio, no?

      • Peucezio scrive:

        Ma se morivano, non dovrebbe esserci stata una selezione?
        O morivano dopo essersi riprodotti?

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Numerosi caratteri, anche estremamente dannosi, non sono scomparsi. Nel caso più banale, perché sono caratteri recessivi, per cui sono capaci di saltare generazioni e non manifestarsi in tutti i portatori. Poi ci sono quelle patologie che sono il risultato di una serie di concause, per cui non esiste “il gene della patologia X”, ma magari dei geni che predispongono e basta a quella patologia (e la celiachia, per dire, ricade in questa fattispecie: https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/c/celiachia )

        • paniscus scrive:

          Secondo la testimonianza di Francesco, esiste anche una certa percentuale di celiaci che se ne accorgono dopo i 30 anni o anche dopo i 40, per cui è verosimile che i figli li abbiano già fatti.

          E comunque la celiachia non è una malattia a fattore genetico UNICO, in cui vale la forma più semplice del “quadrato” degli assetti genetici (cioè ognuno di noi ha due copie di quello specifico gene, chi le ha tutte e due difettose è malato, mentre chi ne ha una sola difettosa e l’altra normale è portatore sano, ma potrebbe trasmetterla ai figli)

          Anche per la celiachia, ovviamente una predisposizione genetica esiste, ma può risultare dipendente da una quantità indefinita di fattori genetici diversi, con combinazione imprevedibile.

          Peraltro, nemmeno le malattie a fattore genetico unico si sono estinte (quelle in cui è sicuro che se si accoppiano due portatori sani, che magari non sanno di esserlo, avranno una probabilità su 4 di avere figli malati, ed è quasi sicuro che il malato conclamato non arrivi a riprodursi).

          Se fosse così facile, come mai la fibrosi cistica o l’anemia mediterranea stanno ancora qua?

  24. PinoMamet scrive:

    Rispondo qua sotto per facilità.
    Premetto che la vedo come Mauricius e Roberto.

    Che gli antichi persiani, come gli antichi greci, preferissero i giovinetti alle donne è una questione che c’entra fino a lì, per non dire che non c’entra.

    Nella nostra società non è che sacralizziamo il consenso: riteniamo che alcune persone (gli adulti capaci di intendere) abbiano più capacità di scelta informata rispetto ad altre (i minori specialmente in età infantile, gli incapaci mentalmente).

    Naturalmente anche un adulto può essere imbrogliato: nel qual caso il consenso non lo ha dato, ma gli è stato estorto.

    a maggior ragione può essere imbrogliato un minore.

    Perciò non per poche, ma per quasi tutte le attività dei bambini si presuppone, o si richiede esplicitamente, il consenso dei genitori: anche per un’attività sportiva innocua (e che non c’entra con la guerra 😉 ) come il karate o il judo.
    Anche per la gita scolastica.
    Anche per il corso di pittura ad acquerello.

    Figuriamoci per il sesso con sconosciuti! 😉

    Davvero, mi stupisco che si possa imbastire una polemica su questo…

    • Peucezio scrive:

      Ma infatti non è quello il punto.

      Il punto sono i tabù.

      La pedofilia, prima che un problema di tutela di monori, è un tabù, un’isteria collettiva, che va molto al di là delle leggi (che comunque, negli anni ’90, sull’onda di quest’isteria hanno prodotto qualche mostro, per cui un quattordicenne può fare sesso con un adulto, ma un diciassettenne non può filmarsi nudo e detenere o diffondere il filmato perché sta detenendo materiale pedopornografico).

    • PinoMamet scrive:

      “Ma infatti non è quello il punto”

      Perdonami, mi sono riletto il post, e a me il punto sembra proprio quello, visto che si parla di medicalizzazione, farmaci somministrati ai minori ecc.

      I tabù moderni è un argomento che interessa a te, interessantissimo, ma…

      • Peucezio scrive:

        Ma io non mi riferivo al post in generale, ma alla questione sollevata da me, visto che ha provocato un fiume di repliche e controrepliche.

      • Peucezio scrive:

        E comunque una cosa è conseguenza dell’altra. Puoi operare i bambini perché si è tabuizzato il dissenso rispetto a una pratica palesemente abnorme.
        È chiaro che se chiunque ha il terrore di eccepire, si può fare tutto.

  25. Moi scrive:

    In ogni caso è molto efficace dichiararsi “Minoranza Perseguitata” … conta dirlo con decisione, la realtà fattuale è secondaria.

    Ad esempio mi chiedi se abbiano una coscienza _ cioè, me lo chiedo retoricamente sapendo che la risposta è NO … 🙂 _ quelle scuole, molto “quotate” soprattutto in UK, ove contemporaneamente si creano i Bagni Genderless + Stanzoni da Preghiera Islamica !

  26. Moi scrive:

    VOCAL FRY

    Sul Vocal Fry … sì, c’entrerebbe il Gender ! 🙂

    Pare che nacque nei primi Anni Sessanta con l’ emergere dei giovani (inizialmente quasi tutti maschi) Imprenditori e Politici con l’ intento di darsi un tono, emulando nelle chiuse finali dei discorsi le voci gravi e roche degli uomini anziani affermati (gente nata a quindi Inizio Novecento o perfino Fine Ottocento …) … di lì a breve : emulazione, caricaturale femminile !

    Oggi il paradosso è di Trans MtF _ anzi AMAB _ Binary che femminilizzazono la voce con esercizi specifici, da Doppiaggio Professionistico, ma “vocal friggono” 😉 pesantemente in chiusa finale per emulare … le BioDonne ! 🙂

    • Moi scrive:

      emulazione, caricaturale femminile ! … Pradossalmente come espressione di Emancipazione Femminile.

      Così come il fumo di tabagismo (un secolo fa si fumava molto d più, senza alcun tabù … cosa che contribuì a inrochire le voci maschili anziane di 60 e più anni fa) che divenne sempre meno “da prostitute” e sempre più da “donne normali” … ancora oggi, checché se ne dica , il fumo femminile è universale anche se evolutosi in Iqos / Heets/ Terea / Svapo Elettronico e altre “diavolerie” 🙂 !

  27. Moi scrive:

    Fra gli Schleiniani si sta diffondendo per iper-zelo anche “NasciturE e Nascituri” … sarà l’ unico Argumentum ProLife VS ProDeath 🙂 accettabile, riconoscere che possono nascere ANCHE Femmine

    Stranamente, la Schlein NON usa la Schwa : fa sempre il doppia ma mai il triplo “accordo”, come mai ?! … Inizierà a farlo in tempo, quanto tempo ha ? Quando , altrimenti, verrà “smollata” da Trans e/o Non Binary ?!

    • roberto scrive:

      moi

      “Fra gli Schleiniani si sta diffondendo per iper-zelo anche “NasciturE e Nascituri”

      tipo? non ho mai letto o sentito dire “nasciture e nascituri”….ma forse non conosco abbastanza schleiniani
      🙂

      • Moi scrive:

        Lo ha detto il celeberrimo Alessandro Masala , aka Shy di Breaking Italy … discorso Pro Gippi-à 🙂 Gestazione Per Altri … che SE la contesti con ‘sto nome in luogo di Utero in Affitto hai già perso ! Chi impone il linguaggio, ha già vinto !

        • Roberto scrive:

          Ah ok, ipse dixit!

          • Moi scrive:

            Volendo, si può provare il Metodo Sperimentale : “tua figlia e tuo figlio sono italofona e italofono, seppure non Italiana e Italiano [ma tanto il Mondo è Globalizzato & Tutto Paese come mai prima]” , direbbe la Schlein, 🙂 e si professeranno di Sx, giusto ?

            … Potresti provare a chiedere a loro (!) SE lo conoscono, Alessandro Masala , aka Shy di Breaking Italy.

            • roberto scrive:

              mia figlia non ne ha nessuna idea, mio figlio chiedo stasera, ma se non è un giocatore di basket dubito che lo conosca

              comunque sono tutti e due italianissimi e nessuno dei due particolarmente interessato alla politica (la grande mi sa che voterebbe per i verdi, il piccolo tifa per i celtics)

    • Moi scrive:

      C’è stato un Giovanni Dall’Orto (1900-1989) … era suo padre / nonno ?

      Poi ce n’è uno ancora al mondo del 1958 … è lui ? Nel caso, NON mi sorprenderei … visto che mi pare il classico “Boomer” (per fascia di età ci casca in pieno !) che sottovaluta quanto PsicoStsatunitensi siano i Giovani “veri e propri” 🙂 … i TikTokers ancor ben più che gli Youtubers !

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Martinez

      “peucezianamente”

      Insomma, l’ennesima figuraccia di una religione.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Moi scrive:

        Analysis: The new Puritans: being ‘woke’ isn’t new — it’s pure 1662

        https://religionmediacentre.org.uk/analysis/analysis-puritans-woke-1662/

        […]

        [Woke] doesn’t even take Christian or Jewish tropes about the apocalypse and the chosen people and repurpose them, as the philosopher Leszek Kolakowski argued that Marxism did. It reproduces the mindset and even some of the rituals of a particular form of Christianity, 17th-century Protestantism or Puritanism.

        […]

      • Peucezio scrive:

        Andrea,
        “Insomma, l’ennesima figuraccia di una religione.”

        Sì, ma allora è religione tutto.
        Compresa la tua religione dello Stato Universale e delle Multinazionali che detengono tutti gli esercizi commerciali e bar del mondo.

  28. tomar scrive:

    Un po’ in ritardo un contributo al dibattito scuola di ieri e di oggi.
    Ho fatto il ginnasio nel biennio 1961-63: venivamo tutti dalla scuola media “di classe”, distinta dall’avviamento, quella di prima della riforma in cui si facevano già tre anni di latino serio (molto serio nella classe della prof Zanolini), quindi già abbastanza selezionati, eppure ricordo quei due anni di ginnasio come quelli di gran lunga più duri di tutta la mia vita scolastica e l’arcigna prof di greco e latino come un istruttore tipo quello di Full Metal Jacket: quel 70/80% che sopravvisse poi al liceo campò di rendita.
    Ma non è che tutte le sezioni fossero così: in altre il ginnasio era un passaggio variamente più agevole.
    Questa differenza anche grossa fra licei, sezioni e insegnanti in cui uno può capitare credo che sia sostanzialmente rimasta anche in seguito e dato che poi con la riforma la scuola media unica è diventata inevitabilmente e poi sempre più meno selettiva, proprio per questo si possono oggi produrre situazioni in cui le prime due classi del liceo classico sono ancor più paragonabili al campo di addestramento di Parris Island:
    per esempio quella della sezione del liceo classico di Firenze in cui finì mio figlio all’inizio del millennio. Mesi e mesi di continue e mai appaganti esercitazioni contemporanee su declinazioni e coniugazioni di due lingue del tutto sconosciute, almeno per mio figlio (ma in quella classe, che poi ho saputo era considerata la più tosta di Firenze, non pochi suoi compagni avevano già studiato privatamente un po’ di latino, avevano insomma dietro famiglie “che ci tenevano”, per cui i bocciati, oltre al mio svogliatissimo figlio, furono relativamente pochi).

  29. Peucezio scrive:

    Ragazzi, intanto non so se avete seguito la cronaca di ieri.

    Una ragazzina transessuale o comunque dal genere “fluido” trudica bambini in una scuola cristiana per vendetta.
    La colpa ovviamente, dice subito Biden, è dei cattivoni di destra che lasciano circolare troppe armi.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Non può certo dire che una spostata del genere non deve poter avere un’armeria in casa.

      • PinoMamet scrive:

        Siamo tutti d’accordo, però torno a dire che la questione delle armi è solo la punta dell’iceberg di un problemo di disagio probabilmente molto complesso.

        Se ogni anno, o forse ogni 6 mesi, c’è negli USA uno spostato che ammazza bambini o ragazzini a scuola, o gente qualunque in un centro commerciale, ci deve essere in quella società qualcosa che non funziona.

        Togliere di mezzo le armi è naturalmente il primo passo da fare, e il più logico, ma non può essere l’unico, perché se questa non ammazza dei bambini a fucilate, avrebbe magari ucciso un vecchio a coltellate o sé stessa impiccandosi, ma il problema rimaneva…

        e in effetti tocca dar ragione al figlio di Trump: di questo caso si parla poco (la polizia dice di aver trovato a casa della ragazza un “manifesto con delle scritte”, quali?), forse perché era trans o “si identificava” con trans….

        • Peucezio scrive:

          Peraltro togli le armi, che ci mette uno spostato a prendere un’auto e lanciarsi sulla folla da qualche parte? O a svuotare una tanica di benzina in un centro commerciale affollatissimo e poi accenderla. O chissà quante altre cose.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Però sei tu il primo a insegnarci che questa è una razionalizzazione e che impugnare un fucile ha una valenza diversa rispetto a guidare un’auto.

          • roberto scrive:

            Peucezio,

            ma è ovvio che puoi fare attentati in mille modi ed in mille posti e l’unico limite è la fantasia.

            ma appunto, se puoi andare al supermercato e comprare un fucile d’assalto e tante munizioni quante vuoi, beh è davvero più facile fare una starge, mi sembra una cosa talmente evidente che non riesco proprio a capire perché se ne discute

            • Peucezio scrive:

              Però si fanno le stragi finché c’è gente a cui salta in mente di fare stragi.

              Poi i mezzi possono essere di entità variabile, dall’automobile alla pistola, alla mitragliatrice, all’esplosivo, ecc. ecc.

              Ma l’elemento decisivo è il primo.

              • Francesco scrive:

                Però un vecchio proverbio dice “l’occasione fa l’uomo ladro” e metà della società tradizionale era basata sul prevenire le tentazioni (iniziando dal tenere chiuse in casa le donne, non sto dicendo fosse un sistema perfetto).

                Forse un pò ci sbagliamo. No?

              • Moi scrive:

                iniziando dal tenere chiuse in casa le donne,

                ————–

                安 … uno dei più noti ideogrammi “divulgativi” nella più antica lingua di tradizione ininterrotta , unica logogrammica rimasta.

                https://www.youtube.com/watch?v=sovHygoRrOY

              • Peucezio scrive:

                Francesco,
                però nella società tradizionale erano tutti armati.
                I contadini avevano il fucile fino a pochissimo tempo fa, alcuni ce l’hanno ancora.

              • PinoMamet scrive:

                Questo è vero.
                Ho sempre pensato che l’America sia la patria ideale degli agricoltori, perlomeno di quelli delle mie parti, che conosco.
                E viceversa.

                In un racconto, r. L. Stevenson paragonava i polinesiani a un inglese dodicenne: “ricordatevi com’eravate a quell’età, e avrete più o meno un kanaka”, ed elencava le caratteristiche.

                Stessa cosa per americani e agricoltori italiani:

                gli piace aiutarsi tra vicini e amici ma sono molto indipendenti;

                sono convinti che ognuno a casa sua debba poter fare quello che vuole;

                sono sostanzialmente conservatori, ma lasciano in pace gli originali e in una certa misura li stimano, come segno di libertà di pensiero;

                mettono i gay e simili nella categoria degli originali e svitati “basta che lascino stare gli altri e poi fanno quello che vogliono”;

                non amano lo Stato, le tasse e le multe, e sono convinti che a Washington/Roma ci siano solo dei ladri e dei furbacchioni;

                non amano le forze dell’ordine, eppure hanno il fratello o cugino in polizia o nei carabinieri;

                si sono trovati bene nel servizio militare (e l’altro cugino ci ha fatto carriera), gli piacciono armi e divise, ma sono sostanzialmente pacifisti, “tranne se uno vuole entrare a casa mia”;

                sono ignoranti sugli altri popoli, ma in genere ben disposti
                (anche gli altri popoli entrano nella categoria degli “originali”);

                amano la natura, ma la conoscono troppo bene per idolatrarla;

                non distruggerebbero mai la natura senza un motivo, ma due fucilate alla volpe o alla poiana che ruba le galline le danno volentieri;

                pensano che gli ecologisti siano degli illusi un po’ scemi, gente di città;

                non disprezzano le comodità della modernità, hanno una visione sostanzialmente utilitaristica del progresso;

                sono “religiosi” perchè “è una cosa che si è sempre fatta”, esattamente come non prendere troppo sul serio i religiosi di professione.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per PinoMamet

                “Stessa cosa per americani e agricoltori italiani:”

                Stupendo!

              • Francesco scrive:

                ecco, forse sull’ultimo punto c’è più distanza tra le due sponde dell’Oceano!

                per il resto mi sa che ci prendi alla grande

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                ciò che descrivi credo siano gli agricoltori di tutta Italia (se non di tutto il mondo) e sono i motivi per cui mi sono simpatici.

      • PinoMamet scrive:

        E visto spesso il teatro di queste tragedie sono le scuole (e diverse volte, proprio la scuola frequentata dall’omicida) gli USA farebbero bene a riflettere sul loro sistema educativo…

        • paniscus scrive:

          “gli USA farebbero bene a riflettere sul loro sistema educativo…”

          Citofonare Diane Ravitch, veramente illuminante…

          • Francesco scrive:

            potresti illuminarci?

            grazie prof

            • paniscus scrive:

              Diane Ravitch è una docente universitaria di scienza dell’educazione (ma soprattutto dal punto di vista dell’analisi storica e sociale, non la pedagogista premurosa che rivendica facilitazioni e coccole per i poveri pargoletti fraGGili),

              che a un certo punto della sua storia professionale aveva accettato la teoria dilagante sulla misurabilità dell’efficienza della didattica in base a test nazionali standardizzati (tipo i nostri INVALSI, ma moltiplicati per un fattore mille)

              e aveva dato la disponibilità a collaborare con l’amministrazione di Bush per la preparazione di queste verifiche…

              …e che lavorandoci si è accorta del disastro educativo, sociale e anche economico che questa tendenza produceva, se ne è tirata fuori e ha ampiamente vuotato il sacco sulle porcherie che aveva visto, senza riguardo per nessuno dei responsabili, né di destra né di sinistra (anzi, all’amministrazione di Obama fa delle parti tanto infamanti quando a quella di Bush, sulla distruzione radicale del sistema di istruzione pubblica che ancora resisteva).

              Tra le varie cose, ha anche scritto dei saggi intelligenti su tutto quello che è successo nel mondo scolastico statunitense a seguito di una sempre crescente tendenza alla “dittatura sul linguaggio” dei testi proposti agli alunni,

              in parte per ragioni di presunta “inclusione” ed evitamento assoluto di qualsiasi cosa possa ipoteticamente urtare la sensibilità di qualcuno, e in parte semplicemente per banalizzare deliberatamente il livello delle richieste di impegno, producendo generazioni sempre più ignoranti.

              Ammetto che la mia conoscenza dei suoi saggi è limitata a roba uscita diversi anni fa, e che non conosco le sue pubblicazioni più recenti.

              • Peucezio scrive:

                Ecco, Pan,
                tu che ti occupi non di discipline umanistiche, ma scientifiche,

                io ho ben chiaro il tracollo di competenze e capacità in ambito umanistico e di consapevolezza critica conseguente cui assistiamo.
                Ma non sono in grado di valutare quello in ambito tecnico scientifico.

                Secondo te è possibile che davvero fra un po’ nessuno sappia fare ponti che non crollino?

                E che gli Stati Uniti siano gestiti da un branco di rimbambiti educati al politicamente corretto, che non sanno fare niente, e che quindi saranno alla mercè di cinesi che se li mangeranno in un boccone o di redneck col fucile che non hanno studiato ma prenderanno il possesso della nazione, avendo almeno competenze pratiche?

    • roberto scrive:

      peucezio

      “La colpa ovviamente, dice subito Biden, è dei cattivoni di destra che lasciano circolare troppe armi.”

      certo che se la sciroccata avesse avuto in mano un cacciavite avrebbe fatto meno danni….invece no, sei sciroccata ma visto che vivi negli stati uniti puoi comprarti l’alabarda spaziale

      contenti loro….

      • Francesco scrive:

        Beh, avesse avuto un bel coltello magari ammazzava solo i bambini … il problema non mi pare tecnico (il tipo di arma) ma psichiatrico

        Peraltro se capisco trattasi di uno sciroccato che pensava di essere una donna

        • PinoMamet scrive:

          Io avevo capito una che voleva essere uomo… comunque… profondo disagio
          Tristezza!

          • Francesco scrive:

            Ah, strano, le donne di solito non praticano quel tipo di violenza

            Si vede che questa signorina si era identificata anche troppo come maschio

            Tristezza a palla

          • Miguel Martinez scrive:

            Per PinoMamet

            “Io avevo capito una che voleva essere uomo… comunque… profondo disagio”

            E’ sempre questione di “costellazioni”: i misteriosi sintomi del malessere più o meno acuto che accompagna tante esistenze sono come le stelle nel cielo; le definizioni psicologiche/psichiatriche sono come gli astronomi antichi che davano un nome a un certo modo che loro stessi avevano di raggruppare le stelle.

            Queste “costellazioni” cambiano continuamente, pensiamo alla possessione demoniaca (dove davvero ci sono donne che iniziano a urlare con voce baritona gridando bestemmie), al magnetismo di Mesmer (che anch’esso funzionava), all’isterismo di Charcot e Freud e così via… al momento si tende a concentrare tanti disagi giovanili nella “disforia di genere”, e funziona, i pazienti mostrano i sintomi richiesti.

            Ma è un fatto che questi sindromatizzati hanno spesso dentro di sé un male che va molto oltre: non è “il trans che spara”, è il malato che definisce il proprio malessere con la sindrome del momento, e lo sfoga con violenza.

            Poi io non c’ero, sono ipotesi!

          • Peucezio scrive:

            Pino (e Francesco),
            “Io avevo capito una che voleva essere uomo… comunque… profondo disagio”

            Infatti è così.

        • Roberto scrive:

          Francesco,

          In mano ad uno sciroccati un mitragliatore fa oggettivamente più danni di un coltello.

          Avrai notato che tutti gli eserciti del mondo danno ai loro soldati dei fucili di assalto e non li lasciano con il solo coltello, giusto? Beh è giunto il momento di chiedersi perché

          • Francesco scrive:

            perchè non devono affrontare dei bambini delle elementari, immagino.

            secondo me il problema è 10 lo sciroccamento sistematico e 1 la disponibilità di armi

            come dimostrano Svizzera e Israele

            • PinoMamet scrive:

              Dopo aver visto Israele, tocca dire OMDAF

            • roberto scrive:

              non so per israele, ma in svizzera

              1. ci sono moooooooolte meno armi che negli stati uniti (leggo 27 armi per 100 persone, negli stati uniti 120 armi per 100 persone…moltiplica per il numero di abitanti e vedrai
              https://it.euronews.com/2019/08/05/possesso-di-armi-quali-sono-le-differenze-tra-stati-uniti-e-europa)

              2. la detenzione delle armi è strettamente regolata

              ho il sospetto che anche in israele non è che sia così facile comprare armi

              PS te che sei appassionato, ti rendi conto ch e l’NBA ha regole che prevedono esplicitamente il divieto di portare armi sugli aerei della squadra, all’allenamento, al palazzo? hai sentito vero della storia di JA Morant?

              • Peucezio scrive:

                27 armi per 100 persone, tenendo conto che ci sono le donne, i bambini, qualche ultrapacifista non violento, gli intellettuali, ecc. significa un’arma a testa.
                120 armi per 100 persone non significa che ce l’hanno tutti compreso il gatto domestico, ma che è più o meno come in Isvizzera, con la differenza che quelli che ce le hanno e le usano, ne hanno diverse.

                Ma escludo che il motivo per cui negli Stati Uniti si sparacchia alla cieca su scolaresche e simili sia perché uno prende tre fucili alla volta e si sente più sicuro potendoli usare tutti e tre: in tutti i casi che ho sentito l’arma era una sola, anche perché sarebbe scomodissimo imbracciarne varie insieme!

              • Francesco scrive:

                Peucezio

                le donne sparano! sei rimasto un pò indietro mi sa

                😀

              • Peucezio scrive:

                Sì, ma questo è come l’uomo che morde il cane.

                Comunque, sì, in America sparano persino le donne.
                Ma mica tutte!
                Insomma, alle donne le armi piacciono molto meno che agli uomini, non amano la violenza.

              • roberto scrive:

                Peucezio

                sorry ma mi sembra una matematica un po’ alla “greco che fa i conti sulle finanze”

                con quelle dimensioni vuol dire che
                1. in svizzera hai 2.5 milioni di armi
                2 negli stati uniti 400 milioni di armi

                ma soprattutto che appunto chi fa stragi si porta dietro un arsenale…il tizio che ha fatto il massacro a las vegas aveva VENTIQUATTRO tra fucili e pistole…

                io resto dell’idea che a prescindere da ogni considerazione sociologica, semplicemente impedire alla gente di comprarsi armi da guerra a piacere e munizioni infinite potrebbe servire almeno a *ridurre* le vittime di massacri

              • Peucezio scrive:

                Roberto,
                questo è probabile, non dico di no.

                C’è sempre il problema di regalare alla criminalità e allo stato (che a sua volta può avere derive autoritarie o esercitare comunque forme di arbitrio ingiusto) il monopolio della forza.

            • PinoMamet scrive:

              In effetti pensavo ai famosi soldati in licenza e altre realtà che rendono le armi più visibili che da noi, ma anche in Israele queste armi le ho viste solo in contesti controllati e “istituzionali “…
              Devo correggermi, quindi!

              • Francesco scrive:

                scusate ma il fatto rilevante è che in Israele e in Svizzera i cittadini armati (di veri fucili d’assalto, essendo riservisti dell’esercito) NON impazziscono e fanno stragi suicide

                non è una questione tecnica o statistica, è che in America ogni poco qualcuno impazzisce

                avrebbe “senso” se fossero sempre persone che altrove non si qualificherebbero come riservisti dell’esercito

                e vi giuro che non sono un fanatico delle armi ai cittadini, pur conoscendone alcuni

              • Peucezio scrive:

                OMDAF.

                Comunque ci vuol tanto a capire che una società violenta è SIA una società dove la gente vuole avere i fucili e la legge la asseconda, SIA una società dove si spara?

                Come al solito, due fenomeni non si spiegano secondo una logica di causa-effetto, ma entrambi con una terza causa a monte.

              • Francesco scrive:

                Insisto: quando i vecchi dicevano che l’occasione fa l’uomo ladro, si sbagliavano di molto?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                @Peucezio
                Be’, sì, si tratta di una correlazione che può essere dovuta (come sembra evidente nel caso americano) ad una causa comune: abbiamo la mentalità da cow boy, quindi vogliamo avere le armi e, al tempo stesso, se siamo stressati spariamo nel mucchio.

              • Francesco scrive:

                scusa ma quale parte dell’essere un cow boy è correlata allo stress e allo sparare nel mucchio?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Io sono un cow boy, per cui se fossimo dal vivo ti sparerei per questa domanda. Inoltre, essendo un cow boy, mi sono sempre opposto a qualsiasi normativa restrittiva sulle armi, per cui ho un arsenale in casa. Arsenale che mi agevola nel mio proposito di spararti.

              • Peucezio scrive:

                MT,
                sì, a sto giro siamo d’accordo.

              • Francesco scrive:

                MT

                una brutalità intellettuale al limite del razzismo, oltre che della stupidità

                😉

  30. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Una ragazzina transessuale o comunque dal genere “fluido” trudica bambini in una scuola cristiana per vendetta.”

    La colpa è:

    1) degli ebrei che hanno scritto la Bibbia che dice “maschio e femmina li creò” ecc

    2) della Chiesa Cattolica che ha perseguitato gli LGBTSPQR

    3) di Lutero che ha sostituito alla Materna Saggezza della Chiesa il Fanatismo

    4) del Calvinismo che ha inventato la Modernità e pure i Trans

    5) dell’America dove le armi sono un diritto

    6) della sinistra che vuole vietare le armi e quindi gli studenti cristiani non si possono difendere dai TransArmati

    7) della scuola di fanatici cristiani che ha fatto tanto soffrire il Signor Anna

    8) della propaganda gender senza la quale Anna sarebbe rimasta Anna

    9) dei giornalisti che hanno Misgenderato il Signor Anna per transfobia

    10) dei giornalisti che hanno Misgenderato il Signor Anna perché vogliono nascondere i crimini dei trans

    11) di Trump che non ha fermato in tempo il Signor Anna

    13) degli ormoni che fanno girare le balle

    14) di Casa Pound

    15) della Schlein

    • paniscus scrive:

      Hai dimenticato:

      – Greta Thunberg

      – le femministe mainstream che ce l’hanno con i trans

      – i venditori di farine di insetti

    • Francesco scrive:

      in ordine di colpa

      15)
      3)
      1)
      8)
      18)
      11)

      manca la Rivoluzione Francese che ha liberato quel porco di De Sade e ha pure rovinato l’Ancien Regime, in cui le porcherie si facevano sapendo e ammettendo che erano porcherie

      😉

    • Moi scrive:

      Be’, ma … manca Lei ! 🙂

      … La colpa è ovviamente di JK Rowling !

      Rivelatasi come TERF al mondo, ha distrutto il Safe Place dell’ Universo Narrativo di Harry Potter per tutte le persone giovani & giovanissime Trans ! … Traumi devastanti che per forza di cose innescano queste reazioni !

  31. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Peraltro togli le armi, che ci mette uno spostato a prendere un’auto e lanciarsi sulla folla da qualche parte? ”

    Infatti l’ISIS ha potuto fare degli attentati straordinari in paesi dove le armi sono vietatissime.

    Io non ho una posizione precisa in merito, ma vorrei che si capisse la logica fondamentale della posizione “americana” sulle armi.

    Il potere, come diceva Mao, nasce dalla canna del fucile.

    Il potere può essere nelle mani del Re, o nelle mani dell’Uomo Comune.

    Negli Stati Uniti, la Costituzione ha sancito – unica nel mondo – che il potere, e cioè la canna del fucile, è nelle mani dell’Uomo Comune.

    Di fronte a questa visione antimonarchica, antiaristocratica, anticattolica, antieuropea se vogliamo, sono del tutto irrilevanti gli incidenti di percorso, il fatto che qualche decina di persone in un paese di 250 milioni di abitanti ci rimette la vita.

    • Francesco scrive:

      330 milioni di persone, mi pare

      peccato che Mao si sbagliasse, però, per cui quelle persone sono sacrificate a … nulla, direi

      l’unico mio dubbio è quanto cambierebbe con meno armi legali e basta

    • Peucezio scrive:

      Miguel,
      “Negli Stati Uniti, la Costituzione ha sancito – unica nel mondo – che il potere, e cioè la canna del fucile, è nelle mani dell’Uomo Comune.”

      Che poi è l’unica vera garanzia contro la tirannide, perché non si capisce perché uno stato democratico, avendo il monopolio delle armi, non dovrebbe decidere di approffittarne e diventare un’autocrazia.
      Finché non hai la forza materiale, sei alla mercé delle classi dirigenti, che se sono democratiche come libera elargizione nei tuoi confronti, che niente (non sul piano giuridico, ma sul piano fattuale; senza la forza la legge è impotente) impedisce di revocare in qualsiasi momento.

      • PinoMamet scrive:

        A parte che, visto in una prospettiva ampia, c’è sicuramente questo aspetto che sottolineate tu e Miguel, di differenza tra USA ed Europa…
        ma voi ragionate sempre da antropologi.

        Ragionando da giuristi (non mi ci metto, ma nel blog abbiamo gli esperti di diritto) l’Italia non lascia il monopolio delle armi allo Stato, ma regolamenta il loro uso in maniera più rigorosa di molti Stati degli USA;

        ragionando da gente pratica, puoi lasciare ai tuoi cittadini tutti i fucili che ti pare, finché ti tieni i carri armati, i caccia e gli elicotteri Apache 😉

        E anzi, tocca dire che la polizia, anzi, le polizie USA sono più militarizzate, e con procedure più rigide e direi oppressive, di quelle europee; la polizia di Los Angeles negli anni Novanta era un vero mini-esercito.

        E di queste polizie, non solo locale e cittadine ma anche federali, negli USA ce ne sono un bel po’.

        Per cui il paese che avrebbe la “garanzia contro la tirannide”, ha anche la percentuale più alta di carcerati del mondo occidentale…

        • Roberto scrive:

          Esatto

        • Peucezio scrive:

          Questo è verissimo.
          È anche vero che ci sono una miriade di milizie private, che sono veri e propri mini-eserciti, organizzati e ben armati.

          Il paradosso degli USA è che sono l’organizzazione statuale più potente e ricca mai esistita nella storia e nello stesso tempo il popolo più anti-statalista della storia.

        • Francesco scrive:

          >>> ragionando da gente pratica, puoi lasciare ai tuoi cittadini tutti i fucili che ti pare, finché ti tieni i carri armati, i caccia e gli elicotteri Apache 😉

          ONRAPM!

    • Roberto scrive:

      Trovo la frase di mao una vera fesseria

  32. Moi scrive:

    @ FRANCESCO

    uno sciroccato che pensava di essere una donna

    [CIT.]

    —————————-

    … Transfobia da Manuale, proprio !

    Potresti subirne le dure conseguenze SE , con anche (!) il tuo voto alla Schlein, finalizzato a fare un dispetto alla Meloni … ci sarà un DDL Zan 2.0 o 3.o eccetera …

  33. Buongiorno Miguel! Grazie per il tuo modo lucido e colorato di renderci comunque presenti.si abbiamo davvero tanto lavoro da fare.prima c’è spazio per vomitare?scusa l’ironia.. ovviamente non rivolta a chi non è in contatto con se stesso-col proprio corpo…ma rispetto a chi genera e manipola tutte queste disconnessioni.

  34. Moi scrive:

    I 7 strabilianti PRIVILEGI legali delle DONNE rispetto agli UOMINI |

    https://www.youtube.com/watch?v=N_tSraqtxVI

    Avv. Angelo Greco

  35. Moi scrive:

    Agatha Christie novels reworked to remove potentially offensive language
    Poirot and Miss Marple mysteries have passages edited by sensitivity readers for latest HarperCollins editions

    https://www.theguardian.com/books/2023/mar/26/agatha-christie-novels-reworked-to-remove-potentially-offensive-language

    … EMMO ‘ TOCCA AD AGATHA CHRISTIE !

  36. Moi scrive:

    Il famigerato slogan OK Boomer diventa documentario … di due Boomer ex Sessantottini !

    https://www.youtube.com/watch?v=mzxNl4Z_hmQ

    • Moi scrive:

      Notare la ragazza che parla ancora (!) in quel Romanesco sbiascicato/ bofonchiato della “Zoccolé” (oggi Boomer, se ne facessero il Sequel !) 🙂 di Verdone VS Mario Brega !

  37. Moi scrive:

    … c’è anche il nuovo film di Veltroni: con il Compagno che va in coma quando muore Berlinguer e si risveglia 31 anni dopo , con Renzi !

    https://www.youtube.com/watch?v=mjqqIydg02c

    Mi sembra un ottimo spunto sprecato, anche se credo che lo vedrò ugualmente !

    • tomar scrive:

      “con il Compagno che va in coma quando muore Berlinguer e si risveglia 31 anni dopo , con Renzi ”
      Anche se si fosse risvegliato solo 14 anni dopo, con Veltroni segretario dei DS, non credo che si sarebbe sentito troppo bene, anche se avrebbe potuto consolarsi con il fatto che finché faceva il segretario Veltroni non avrebbe fatto film e sperabilmente nemmeno scritto recensioni cinematografiche.

    • paniscus scrive:

      Ma non ha spudoratamente copiato il “Compagno Antonio” della banda di Guzzanti-Dandini-e-altri, che risale agli anni novanta? Quello che era finito in coma a metà degli anni settanta e che si risveglia in un mondo in cui non c’è più il PCI, non c’è più l’Unione Sovietica, non ci sono più le sezioni di partito (e se ci sno sono diventate bar e sale da biliardo)… e che si calma solo se gli cantano le canzoni dei Pooh, perché erano l’unica cosa rimasta identica da vent’anni?

  38. Moi scrive:

    spunto sprecato

    …………………………

    Io avrei fatto una roba tipo “Mia Moglie è una Bestia” un Istruttore 20enne di Sci ARCI UISP , ibernatosi durante un incidente fuoripista a Metà Anni Ottanta e si scongela per il Global Warming praticamente identico, impercettibilmente invecchiato … direttamente sotto la Schlein ! Un taglio comico-grottesco fra i suoi “coetanei”, e scopre che la sua “normalità di sx” dell’ epoca (in cui era normalissimo parlare di “figa”, dire parole come “froci” e “negri”, avercela con il “padrone”, usare maschili sovraestesi, termini “triggheranti”, eccetera …) è la dx di oggi !

    • Francesco scrive:

      dai Pino, butta giù lo scheletro della sceneggiatura!

      con la scena di lui che entra per caso in un locale, si trova quasi “a casa” e poi scopre di essere in una sede della lega o dei fratelli

      😀

      • PinoMamet scrive:

        😀
        Ottima idea! Però dobbiamo lavorarci insieme (davvero!)

        • Francesco scrive:

          mi fai arrossire a dire così! io non sono del ramo, per nulla

          PS stavo pure “scrivendo nella mia testa” la Guerra della Tribù dei Miguelli contro i pacifici Peucezi nella lontana preistoria ma era troppo pesante … quasi splatter

          dirò solo che i pacifici e tradizionalisti Peucezi venivano depredati dai lussuriosi Miguelli per colpa mia!

  39. Moi scrive:

    Mi pare che anche in Southpark abbiano fatto un episodio con il “Selvaggio del 1996” ,,, rimasto ibernato ai tempi di Windows95 e si ritrova in un mondo con WindowsXP (mi pare …) , oggi già obsoleto !

  40. PinoMamet scrive:

    Per Moi (et al.)

    ho avuto un fortissimo effetto Mandela per la morte del povero Gianni Minà!
    Ero convintissimo che fosse morto l’anno scorso… e mi pareva di ricordare anche funerale, servizi tv ecc!

  41. Peucezio scrive:

    Questi si sono rincoglioniti:
    https://corrieredibologna.corriere.it/notizie/cronaca/23_marzo_29/bologna-multa-da-200-euro-per-il-barbecue-nel-giardino-e89f46de-7bc6-42dd-9993-fe3e0c75dxlk.shtml

    A Milano è vietato usare il camino.
    Fermeremo il riscaldamento globale vietando i camini e i barbecue.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Non è per il riscaldamento globale, ma per il PM10: se non piove (e mi pare che non stia piovendo) diventa un problema.

      • Peucezio scrive:

        Sì, sono le grigliate a inquinare l’aria…
        Per carità, è come dici tu, loro lo fanno per quello.
        Peggio mi sento.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Peucezio

          “Sì, sono le grigliate a inquinare l’aria…
          Per carità, è come dici tu, loro lo fanno per quello.”

          Il problema dell’inquinamento dell’aria esiste.

          Le grigliate, nel loro piccolo, inquinano l’aria. Saranno, per dire, l0 0,001% del problema.

          Un funzionario pubblico cerca di fare qualcosa per ridurre l’inquinamento.

          Non può toccare le auto.

          Non può toccare le fabbriche.

          Non può toccare gli impianti di riscaldamento.

          Non può toccare gli impianti di raffreddamento.

          Può vietare le grigliate.

          Cosa farà?

          Assolutamente nulla, oppure vieterà le grigliate?

          • roberto scrive:

            Miguel

            “Un funzionario pubblico”

            credo che si tratti del sindaco. io insisto sempre su questo punto perché un funzionario non lo potete cambiare, un sindaco si

            dire “un funzionario ha deciso” ha un’aria consolatoria di ineluttabilità

            “il politico ha fatto una scelta politica” vuol dire che comunque qualcosa ognuno di noi la può fare (= non votare i politici antisalsiccia)

            • PinoMamet scrive:

              OMDAR

              se un provvedimento incide per lo 0,0000…01 per cento, come vietare le grigliate, non incide per nulla (anche le targhe alterne o le ztl non servono a nulla, figuriamoci le grigliate) allora è puramente estetico e punitivo, e chi lo propone va cambiato.

              Per fortuna siamo in democrazia e si può.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per PinoMamet

                “(anche le targhe alterne o le ztl non servono a nulla, figuriamoci le grigliate)”

                Non mi toccare la ZTL!

                E’ una guerra che conduciamo da dodici anni, per ridurre il traffico in zona, specie di notte.

                La sera alle 19.30 si apre il varco telematico e il rione viene invaso da auto che in teoria non possono sostare, in pratica sostano ovunque, tanto non ci sono vigili la notte, ma il Comune ha investito 50 milioni di euro per fare il nuovo stadio, sperando nei soldi del PNRR che sono stati appena negati.

                E qui forse ha ragione Roberto: lo stadio porta voti, i vigili li odiano tutti tranne il sottoscritto. E quindi il Sindaco preferisce lo stadio ai vigili.

              • Francesco scrive:

                ohi Miguel

                finalmente sei arrivato al cuore del problema: siamo noi a votare per le cose sbagliate, non i politici a essere strani!!!

                ciao

              • PinoMamet scrive:

                La ztl serve, contro il traffico;

                È contro l’inquinamento che non serve a nulla…

              • Peucezio scrive:

                La ztl peggiora il traffico concentrandolo sulle vie che ne sono escluse.
                Serve a compiacere i residenti.

          • Peucezio scrive:

            È il motivo per cui non dovrebbero esistere i funzionari pubblici. Non quelli locali, almeno, che decidono con troppo arbitrio (fare una legge nazionale è più complicato, ci sono più passaggi, più dibattito, più ribalta mediatica).
            Sono inutili, perché non possono decidere niente sulle cose davvero importanti e allora rompono il cazzo.

            Comunque scema anche la gente che apre ai vigili: possibile che non sappiano di non essere tenute ad aprire a chicchessia senza un mandato di perquisizione del giudice?

            • roberto scrive:

              beh peucezio, il funzionario ti serve appunto per eseguire le decisioni politiche.

              il sindaco fa una regola per assegnare i posti agli asili nido, poi che fa, se ne deve occupare lui personalmente di ricevere le domande, esaminarle e fare la lista?

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Peucezio

              “È il motivo per cui non dovrebbero esistere i funzionari pubblici.”

              Certo, ma il giorno dopo averli aboliti, non ti lamentare se non funzionano i semafori, nessuno ripara le buche, ti arrivano i ladri in casa e non puoi nemmeno comprare un fucile per difenderti 🙂

              • Peucezio scrive:

                Beh, prima della riforma del titolo V tutte queste cose funzionavano eccome.

                Comunque non sono certi i vigili urbani a combattere i ladri.

              • Francesco scrive:

                veramente i funzionari pubblici, qui nello Stivale, ci sono almeno dal tempo della Res Publica Romana

                che c’entra la Costituzione?

                PS e chi li combatte i ladri?

              • Peucezio scrive:

                Intendevo i funzionari pubblici LOCALI.
                D’accordo, non l’ho specificato.

                Io sono per il massimo accentramento.
                Lo stato è un male, forse necessario, ma meglio uno che tanti, cioè meno si moltiplicano gli enti, meno è vicino e meno rompe i coglioni.

                Anche perché un politico o un funzionario di Roma non può essere troppo “creativo”, mentre gli amministratori locali che amano fare gli sceriffi e gli originali pullulano. Quindi meno potere hanno, meglio è.

              • Francesco scrive:

                ehm posso?

                COL CAZZO!

                i funzionari pubblici locali vanno bene per il motivo che (1) sanno di cosa si stanno occupando e (2) li vedi in faccia ogni giorno

                Chiaro che devono essere “poco” protetti da legislazioni nazionali e regole generali, devono essere “gente del posto”

                Almeno per tutto quello che riguarda solo “il posto”, le centrali nucleari meglio se sono costruite secondo regole europee!

                ciao

      • roberto scrive:

        vabb” mi sembra una cosa davvero esagerata… vabbé non usare i caminetti, vabbé non usare i forni a legna ma….un BBQ?
        e c’è sempre la solita domanda: dove vogliamo arrivare? salvare l’ambiente a costo di mangiare carote crude? e chissenefrega allora?

        PS beati voi che il 19 febbraio potete fare una grigliata, qui piove ininterrottamente da un mese….

        • Miguel Martinez scrive:

          Per roberto

          “e c’è sempre la solita domanda: dove vogliamo arrivare? salvare l’ambiente a costo di mangiare carote crude? e chissenefrega allora?”

          “Noi” non vogliamo arrivare da nessuna parte.

          Stiamo andando incontro alla catastrofe, e la maggior parte delle cause non si possono toccare – per dire, non puoi nemmeno fermare quel disastro che è la neve artificiale perché se no si arrabbiano quelli che hanno gli alberghi in montagna. Con un indotto a catena.

          Quindi no, non mangeremo carote crude (che sono buone): continueremo a bere champagne importato dal Cile e a sciare nel deserto, a costruire mega-stadi e ponti sullo Stretto e tutto il resto.

          La domanda è, visto questo, ha senso che le istituzioni facciano le piccole cose cosmetiche che ciascun istituente (politico o funzionario) può fare nell’area di sua competenza – raccolta differenziata, divieto di grigliate, ecc., o no?

          Oppure dovrebbero rinunciare?

          E’ una domanda aperta, e onestamente non so la risposta.

          • roberto scrive:

            miguel

            “La domanda è, visto questo, ha senso che le istituzioni facciano le piccole cose cosmetiche che ciascun istituente (politico o funzionario) può fare nell’area di sua competenza – raccolta differenziata, divieto di grigliate, ecc., o no?”

            è esattamente la domanda che faccio io, ma aggiungo che la risposta non è individuale (cioè non siamo io e te) ma collettiva (io+te+peucezio+tutti gli altri), e dipende da dove questa collettività vuole arrivare: emissioni 0? tiriamo a campare?

            perché se l’obbiettivo della collettività è “dobbiamo arrivare ad avere un impatto 0 sulla biosfera” allora il babrbecue va vietato

            se l’obbiettivo è “cerchiamo di limitare l’impatto” allora una misura come quella è inutilmente afflittiva

            lo sai, io sono della campana “cerchiamo di tirare a campare al meglio” e quindi si BBQ, no cannucce di plastica, si divieto di lavare la macchina in giardino, no divieto di annaffiare il basilico e così via…

            • Peucezio scrive:

              Roberto,
              “perché se l’obbiettivo della collettività è “dobbiamo arrivare ad avere un impatto 0 sulla biosfera” allora il babrbecue va vietato”

              Stai scherzando?
              È esattamente il contrario, queste misure non strategiche servono a vivacchiare e a illudersi di fare qualcosa.

              Mentre ciò che influisce sono i cinesi che aprono centrali a carbone, ecc., non certo il barbecue.

              • roberto scrive:

                infatti se leggi il mio commento fino in fondo non credo che l’obbiettivo dell’umanità debba essere “impatto zero” e quindi non credo che sia né utile né necessario vietare i BBQ

                😉

            • Miguel Martinez scrive:

              Per roberto

              ” si BBQ, no cannucce di plastica”

              Ma le cannucce sono anch’esse un piccolo tocco.

              Il problemas è al 99% il sistema mondiale di trasporti (navi, auto, aerei e relativa cementificazione), l’industria manufattiera (per ciò che non abbiamo scaricato sul “terzo mondo”), quello delle costruzioni e il sistema agricolo industriale.

              E’ lì che non si può incidere.

              • Francesco scrive:

                grazie per avere appena esonerato l’industria manifatturiera!

                così non devo cercare un nuovo lavoro

                😀

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “grazie per avere appena esonerato l’industria manifatturiera!”

                Lapsus! Ce l’ho reinfilato

              • Francesco scrive:

                Accidenti, m’ero scordato che tu sei il Dungeon Master e puoi tutto!

                però la tua animaccia di comunista ti ha tradito: cosa vuol dire dal punto di vista del collasso ambientale la notazione sul fatto che molta industria manifatturiera se la sono presa, con grande soddisfazione, i paesi una volta sottosviluppati?

                è sempre robaccia che avvelena l’ambiente, senza confini

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “è sempre robaccia che avvelena l’ambiente, senza confini”

                Infatti

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “qui piove ininterrottamente da un mese….”

          Se non comincia anche qui, alla fine dubito rimarrà qualcosa da grigliare…

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