Nulla è come appare

Una divagazione antropologica su quello che succede in Borgo San Frediano, stradina attualmente bloccata con le transenne per paura che tutto collassi.

Pensatela come una goccia d’acqua in cui si vede il mondo.

L’Assessore alla Mobilità ha detto, in varie dichiarazioni pubbliche, che il Comune farà le analisi strutturali sulla parte pubblica – la strada – e che i proprietari di casa devono farle sulle proprie case.

E che quando si capisce che tutto è apposto da una parte e dall’altra, si toglieranno le transenne e si applicheranno eventuali rimedi, se del caso.

E che chi è responsabile, il Comune oppure il Privato, pagherà i costi… l’importante è che adesso tutti siano in sicurezza.

Ora, io sono un ingenuo anglomessicano, e mi sembra un discorso di buon senso, anche espresso in modo chiaro e comprensibile. Mi verrebbe voglia di metterlo subito in pratica e risolvere il problema.

Suona bene anche sui giornali, e immagino che suoni bene anche a voi.

Ma gli indigeni mi fanno notare che nulla è come appare.

Tutto parte da un’omissione, da qualcosa che l’assessore e i giornali non citano e che voi non potevate sapere.

C’è una Ditta Privata (in realtà proprietà al 100% del governo francese) che gestisce tutti i trasporti pubblici su ruota della Toscana; e ci sono i proprietari degli autobus turistici a due piani, di un certo signor Fabio Maddii assai benvoluto dall’amministrazione.

Entrambi, per colpa del blocco stradale, hanno perso tanti soldi, e tra poco ipotizziamo con certezza che manderanno i loro sanguinari avvocati a chiederli indietro al Comune.

"Ipotizzare con certezza" è  quella cosa che porta i fiorentini, quando vedono un'enorme nuvola nera in cielo, a uscire di casa con l'ombrello. Non sempre ci azzeccano, ma spesso si risparmiano una doccia.

Il danno c’è perché il Comune ha ordinato di chiudere la strada.

Se lo ha fatto, può essere per uno dei seguenti motivi:

  1. c’era un vero pericolo dovuto a un problema da parte del Pubblico (cattiva manutenzione della strada)
  2. C’era un vero pericolo dovuto a un problema da parte di qualche privato, che chiameremo il Proprietario (cattiva manutenzione di un palazzo che rischia di cadere in testa ai passanti).
  3. Non c’era nessun pericolo, e l’0rdinanza comunale era quindi un abuso.

Se guardate bene, sia nel caso 1) che 3), la colpa è del Comune.

Il Comune rischia quindi di versare fiumi di soldi a ditte private.

Sono soldi pubblici e quindi chissenefregherebbe, però esiste la Corte dei Conti, che dà la caccia ai funzionari e ai politici che hanno avuto la dabbenaggine di firmare qualcosa di troppo, e li spolpa.

Quindi noi ipotizziamo con certezza che il Comune cercherà di dimostrare che il colpevole è il Proprietario (caso 2).

Il tecnico che il Comune manda per ispezionare la parte pubblica può in teoria scoprire che è vera qualunque delle tre ipotesi.

Ma se pensiamo a una ditta che fattura quasi esclusivamente lavorando con il Comune, ipotizziamo sempre con certezza che scriverà una perizia che assolve il Comune. In fondo anch’io, da traduttore, faccio così, se il committente mi chiede di tradurre fischi, non traduco bottles. Traduco whistles. Se no, la prossima volta, non mi chiama più.

In questi giorni, ci siamo trovati a difendere, uno dopo l'altro, piccoli compagni di strada dai giornalisti e tutto sommato, da noi stessi che i giornalisti li avevamo chiamati.

Tipo il nostro compagno di strada che, interpellato, ha detto, "non mi coinvolgete, io lavoro facendo consulenze per il Comune". E concordiamo, mica gli vogliamo far perdere il lavoro che gli permette di pagare il mutuo.

Ma ipotizziamo con certezza anche che nella perizia, i tecnici pagati dal Comune non scriveranno nulla di falso: nessuno sano di mente mette la firma a un documento dove dice che il tubo gira a destra, mentre in realtà gira a sinistra, se no gli faranno pagare anche la distruzione di Pompei.

No, semplicemente non dirà che il tubo gira, e tutti penseranno che continui dritto, ma lui mica l’ha scritto.

Per non finire nel tritacarne, due semplici regole. 

Imparare a scrivere, cioè a definire con chiarezza la propria innocenza, e far sfumare le proprie colpe.

E a contare sempre fino a dieci, prima di mettere la firma. E se possibile, non mettercela proprio. Ogni firma può essere una confessione di colpevolezza.

Da trentatrè anni, gli amici del Centro Popolare Autogestito (CPA) occupano in assoluta illegalità un'intera ex-scuola pubblica, facendo ottime cose. Il loro segreto? Non hanno mai firmato nulla. Pensate che ganzo.

Con questo rigoroso ragionamento, arriviamo alla ipotetica certezza che il Comune farà di tutto per far ricadere la colpa sul Proprietario, inteso come il cittadino che possiede un appartamento o un negozio.

E qui la politica diventa arte.

Bisogna dimostrare che il Proprietario è colpevole di negligenza, e quindi è colpevole non solo dei danni a casa sua, ma anche del procurato allarme, di aver fatto bloccare la strada e di aver fatto perdere decine, centinaia di migliaia di euro alle ditte che stanno per fare causa al Comune.

Ma come costringere il Proprietario ad ammettere di essere lui il colpevole?

Bisogna spingerlo a fare – ovviamente a proprie spese – una perizia, che lo incolpi.

Il Proprietario dovrà innanzitutto procurarsi un ingegnere strutturista, ma poi pure un geologo che esplori il sottosuolo. E costano molto.

Gli indigeni mi spiegano che il Proprietario è responsabile per legge del Mondo Infero fino al nono cerchio dell’Inferno. Tipo, se c’è il petrolio sotto la mia casa e prende fuoco, io sono colpevole e vado in galera; ma vado anche in galera, se prendo il petrolio per farmi l’acqua calda.

Il Comune ovviamente non può ordinare a un Proprietario di spendere i propri soldi per autoincolparsi. Se l’Assessore mettesse la firma a un ordine simile si impicherebbe da solo…

Ma se instillasse nella testa del Proprietario la paura di dover pagare tutto, e contemporaneamente la speranza che pagandosi una perizia, potesse almeno pagare meno?

Certo, se il Proprietario è furbo, può pagare un perito per scrivere mentendo che tutto va bene. E gli conviene pure, se vuole rivendere la proprietà a un prezzo ragionevole.

Così se il palazzo alla fine crolla, non sarà colpa di nessuno. E anche il Comune certamente non ne avrà colpa.

D’accordo, ma se non è colpa di nessuno, sorge il Problema Tre:

“Non c’era nessun pericolo, e l’0rdinanza era quindi un abuso.

Soluzione: il Proprietario possiede una casa perfetta, eppure ha rotto le scatole chiamando i Vigili del Fuoco, e venne la Polizia Municipale, che per due soldi chiamò la Ditta Semiprivata che mise la transenna che scacciò l’autista… Tutto ciò che succede da lì in poi è colpa del Proprietario.

Se il Proprietario invece è una persona perbene, che non fa truffe…

farà fare una perizia, che dimostrerà che un problema c’è davvero. E c’è davvero, perché un’intera strada sta collassando.

Ma riconoscendo che c’è un problema dalla parte sua, il Proprietario, tutto insieme: perderà la casa perché è pericolante, si brucerà l’eventuale mutuo, ma soprattutto si prenderà per iscritto e per firmato la colpa di tutto.

Le migliaia di euro spese per le transenne e le tre uscite quotidiane dell’Operaio che non s’è mai visto saranno la minima parte di ciò che dovrà pagare…

Perché sarà tutta responsabilità sua il Mancato Guadagno della Ditta Semiprivata che stava per spolpare il Comune, e della Ditta Privatissima che portava i turisti sugli autobussoni a due piani a farsi i selfie con sfondo Uffizi.

Ora, la buona notizia è che in fondo alla catena, a pagare tutto, ci sarà una signora, che nella sua vita ha pensato più alla letteratura che al diritto, che ha la colpa di possedere una cantina dove al posto del cemento che c’era, compaion buchi di sabbia. E quando l’avrete mandata a dormire sulle panchine di Piazza Tasso, non avrete manco pagato le vacanze ai Caraibi degli avvocati.

Ma su, un po’ di ottimismo…

Prima di pensare che a Firenze tutti vivano sotto la scure di cause e processi, è bene ricordare che ci sono due tipi di persone.

Quelle che hanno paura delle cause, e quelle che non ne hanno paura.

Tra i fifoni, ci sono tipicamente le signore appassionate di letteratura che possiedono una cantina o che hanno la sciagurata fantasia di chiamare i vigili del fuoco.

La prospettiva di passare anni e anni senza dormire, pagando avvocati che tirano fuori ipotesi sempre più assurde, è per loro peggio dell’idea di arrendersi, pagare e tacere.

Nella seconda categoria, ci sono signori come Leonetto Mugelli, che affrontano con molta più allegria simili ipotesi: ricordiamo che il signor Mugelli approfittò delle vacanze estive per costruire due palazzi interi nel cortile della chiesa del Carmine, nel centro Unesco dove è vietato anche stendere i panni alle finestre.

Oppure un altro signore di cui mi concederete di non fare il nome, con numerosi precedenti per rapina a mano armata, che ha aperto una serie di società che hanno fatto fallimenti creativi in serie. 

Tante ne ha fatte, che un po' di domiciliari se le è dovute sorbire, assieme a molti signori nati tutti a Vibo Valentia. Ma il suo ristorante stasera era felicemente aperto, con tre giovinetti che versavano da bere; e le bevande e il cibo costituiscono ancora oggi la parte meno redditizia di ciò che offre ai clienti.

Il fiorentino suona maledettamente simile all’italiano. Eppure è un’altra lingua.

Ragioniamo su tutte queste cose sotto la pioggia, e la zingara romena ci chiede i soldi, e passano i turisti.

E io imparo, guardando la torre dell’Arnolfo con il suo orologio con una sola lancetta.

"La tua città, che di colui è pianta
che pria volse le spalle al suo fattore
e di cui è la ’nvidia tanto pianta,

produce e spande il maladetto fiore
c’ha disvïate le pecore e li agni,
però che fatto ha lupo del pastore."

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23 risposte a Nulla è come appare

  1. roberto scrive:

    Miguel,
    tu come pensi che finirà?

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “tu come pensi che finirà?”

      Sono morto di stanchezza causa lavoro 🙂

      Ci risentiamo dopodomani

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Martinez

        “proprietario”

        Questo significa che il proprietario non deve fare assolutamente nulla. Sta a chi chiede i soldi l’onere della prova. Finora, la signora è solo un coscienzioso cittadino che ha segnalato un pericolo incombente sulla pubblica incolumità. Proprio il fatto di avere preso l’iniziativa di allertare i pompieri dimostra che se incuria c’e’ stata non è certo da parte del proprietario. Se il Comune o chi per esso vuole fare causa al proprietario rischia una lunghissima contesa con sputtanamento dell’Amminisrrazione sulla stampa, interventi di Striscia la Notizia e simili. L’occasione sarebbe troppo ghiotta.

        A Genova abbiamo avuto il caso di edifici privati in disuso e pericolanti affacciantisi sulla pubblica via, dove il Comune semplicemente non è riuscito a ottenere dai proprietari che sistemassero gli edifici.
        Il caso fiorentino al confronto è rose e fiori.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Andrea Di Vita scrive:

          Dimenticavo: se alla fine il palazzo crolla dopo che il proprietario se n’è andato, è il Comune che rimane con la strada bloccata per anni. Poi quanto gli costa rimborsare la ditta privata?

          Ciao!

          Andrea Di Vita

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “tu come pensi che finirà?”

      Non ho idea. Domani pomeriggio organizziamo la prima assemblea della strada. Stiamo sentendo anche architetti, avvocati e ingegneri.

  2. roberto scrive:

    PS una curiosità che non c’entra nulla
    perché ti colpisce tanto che quella società sia proprietà del governo francese?
    lascio perdere il fatto che non è nemmeno tanto corretto (autolinee toscane è di proprietà di RATPdev che è una delle società create da RATP per gestire le attività non di servizio universale e RATP non è esattamente “governo”)…ma anche se fosse proprio così….che cosa ti pare tanto notevole?

  3. quisquiliator scrive:

    Ho fatto una rapida ricerca su Google e sembra che RATPdev sia proprietà al 100% di RATP, che a sua volta è al 100% dello stato francese, quindi se è vero che i governi passano lo stato francese resta.
    In tutto ciò io personalmente non ci vedo niente di notevole , ma è comunque sempre interessante capire il giro dei soldi in questo nostro mondo capitalistico.
    Se è vero che come dice Miguel il Comune rischia di pagare soldi ai privati ecc ecc, questo caso particolare andrebbe contro la attuale logica generale di quest’epoca che è quella di fare assistenzialismo per ricchi, per esempio fai le pulci ai servi della gleba sul reddito di cittadinanza ma regali un bancomat da 1 miliardo netto all’anno ai Benetton e soci, poi gliene dai altri 9 o giu di lì per ringraziamento dopo la tragedia del ponte di Genova.
    Su di un piano più tecnico, la mossa di RATP mi sembra si possa definire un IDE, cioè è debito estero per il sistema Italia.

    • Francesco scrive:

      Perchè un IDE sarebbe debito estero per il paese ospitante?

      • quisquiliator scrive:

        @Francesco
        Gli investimenti transfrontalieri in linea di massima si dividono in investimenti di portafoglio e in IDE veri e propri.
        Sia nel primo che nel secondo caso, cioè sia che compri azioni quotate in una borsa estera sia che compri un’intera attività/impresa/industria , come nel caso delle Autolinee Toscane, ci si aspetta di realizzare un profitto futuro e poi di rimpatriarlo, quindi questo costituisce debito per il paese ricevente l’investimento.
        Qualche tempo fa Prodi, che sono sempre in dubbio se ci è o ci fa, ma in realtà il dubbio l’ho risolto che alla fin fine lui è entrambi,la menava che avevamo bisogno degli IDE, proprio mentre faticosamente stavamo raggiungendo una posizione(finanziaria) netta sull’estero positiva. Il mio astio e disprezzo è equamente suddiviso verso tutto lo spettro politico, se si escludono le frattaglie dei comunisti che mi starebbero simpatici se solo si rendessero conto che siamo nel 2023 e non nel 1848 o giù di lì, però devo dire che in quanto ad economia politica il cosiddetto centrosinistra è strabiliante per demenza e volontà/capacità effettiva di nuocere al paese.

        • Francesco scrive:

          >>> ci si aspetta di realizzare un profitto futuro e poi di rimpatriarlo, quindi questo costituisce debito per il paese ricevente l’investimento.

          e anche no, però! questa frase ha un senso solo apparente, caro mio. però detto da un simpa dei comunisti non mi sorprende più di tanto

          ciao

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Quisquiliator

      “In tutto ciò io personalmente non ci vedo niente di notevole , ma è comunque sempre interessante capire il giro dei soldi in questo nostro mondo capitalistico.”

      Infatti, la situazione è buffa, perché la fa facile chi contrasta “pubblico” e “privato”.

      Qui abbiamo un “pubblico” (Francia) che comanda/possiede un “privato” (RATP) che cerca di spillare i soldi a un “pubblico” (Comune di Firenze) che cerca di spillare soldi a un “privato” (proprietario di casa). E in Comune, l’estrema sinistra di opposizione difende il “privato” (proprietario di casa) contro il “pubblico” https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/voragine-in-san-frediano-danni-anche-ai-palazzi-lappello-dei-residenti-qua-tremano-le-case-1.8451866

  4. Antonino scrive:

    Miguel ha gettato la maschera.
    “La tua città, che di colui è pianta…”
    Siccome qualche dotto ministro della fuffa dice che Dante era di destra, facciamocene le nostre deduzioni.
    “Oppure un altro signore di cui mi concederete di non fare il nome…”
    Dunque. Matteuccio si è concesso di farsi la chemio in galera, oramai del 41bis gliene fotte fin lì. Tanto, qualche mese e l’ergastolo ostativo lo tolgono. Anche se non ha il tempo o l’ispirazione per goderne, i suoi amici gli fanno un altare per il regalino che s’è incaricato di offrire in cambio. Di nascosto, anche qualche anarcoinsurrezionalista irredento lo venererà. Nella pax che ne consegue, Miguel conta di non farsi impallinare sotto casa. Credo ne abbia ragione.
    Ottimisti siamo, direi. Così si fa in tempo di guerra.

  5. maria heibel scrive:

    Complimenti Miguel, a me comunque mi fa pensare a progetti estesi futuri … Pensatela come una goccia d’acqua in cui si vede il mondo.
    https://www.nogeoingegneria.com/ingegneria-sociale/non-possedere-nulla-ed-essere-felici-attacco-dellue-esproprio-verde-delle-case-se-inquinano/

    • Antonino scrive:

      Lasciamo perdere i fisicisticazzi che sparano stupidaggini di presunte scoperte destinate a prevedere tutto subito ed evitare qualsiasi ridimensionamento della nostri consumi di materia o energia. Quanto alle case colabrodo energetico, è una cosa che si sapeva da decenni ed è stata di volta in volta messa sotto il tappeto. Solo un governo, in fretta e male, ha fatto qualcosa di sensato come passo avanti in tal senso. Difatti ora nessuno spara contro quell’idea poco sostenibile, senza peraltro dirne di più sensate. Sappiamo tutti che non solo nelle città medievali il calore va e viene dagli edifici senza alcun ritegno. Poi magari ci fa schifo perchè un edificio si fa bello per una coibentazione costata tre occhi per ogni testa. Vorremmo vendere il nostro vecchio immobile, con molta fatica in epoca di crisi, e ci dicono pure che se prima non lo portiamo in classe elevata… ce lo dobbiamo tenere sul groppone e pagarci pure una superimu. Quel costo spetta solo a noi? Ovvio che sì, purtroppo, giunti a questo punto. Per meccanismi non dissimili da quelli qui descritti da Miguel. Ciò non significa però che ogni questione di questo tipo, essendo in senso lato “ambientalista” e “capitalista”, sia nel calderone delle Chiacchiere dei Potenti per Mettercela In Quel Posto. Temo che siamo regrediti all’epoca della caccia alle streghe: quelle dei calderoni. E temo che siano rimaste solo le streghe, a gridare che non le devono mettere al rogo. E c’hanno pure un po’ di ragione.

  6. Miguel Martinez scrive:

    Dunque, esiste un ingegnere strutturista che si è offerto di fare qualche sopralluogo nelle nostre case (300 euro a unità immobiliare, che mi sembra un prezzo decente), per vedere come sono messe.

    Finora, nessun proprietario ha accettato la sua offerta.

    La Ditta Privata che ha messo le transenne gli ha quindi mandato un messaggio, chiedendogli, quando avrebbero potuto togliere le transenne?

    Intanto l’Assessore alla Mobilità ha dichiarato a Repubblica che – premessa la certa innocenza del Pubblico e che il passaggio di innumerevoli autobus non c’entra – la colpa di tutto potrebbe essere il Cambiamento Climatico.

  7. Moi scrive:

    Il nuovo DDL della discordia : Menia

    https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2023/01/18/spunta-un-ddl-di-fdi-sui-diritti-del-nascituro-ira-dellopposizione_0d87cc56-fc7c-4756-ba50-c2287ff06115.html

    Spunta in Senato un disegno di legge di Fratelli d’Italia sul riconoscimento giuridico del nascituro.

  8. Miguel Martinez scrive:

    Una cosa che mi colpisce tra i commenti a questo post, è come non si sia toccato quella che per me è la questione più affascinante: come la “politica” diventi un gioco di scacchi.

    Ma un gioco di scacchi in cui non sono in ballo due giocatori, bensì centinaia, che si fanno le scarpe a vicenda.

    E di come ogni giocatore debba imparare a tessere inganni, sapendo che anche il suo avversario tesse inganni; e ognuno deve cercare di immaginarsi la prossima mossa dell’avversario.

    Non importa che la fantasia sia “paranoica”: la mossa che noi immaginiamo stia per fare l’avversario diventa necessariamente parte del gioco, quanto la mossa reale.

    Perde il primo che firma.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “come la “politica” diventi un gioco di scacchi.”

      Perché solo di scacchi?
      Applicare a situazioni non ludiche dove si confrontano posizioni diverse con interessi generalmente diversi, che talvolta hanno punti in comune, talvolta invece coincidono, ma spesso sono in totale conflitto, schemi applicabili anche (e soprattutto) ai giochi è la base della teoria dei giochi.

  9. Miguel Martinez scrive:

    I giocatori sono di due tipi.

    Il primo sono gli spontanei, le persone che ce l’hanno nel sangue. Che non hanno bisogno di prendere appunti, che sanno come trascinare gli altri lungo piste false, che sanno soprattutto dire cose che non sono false, per nascondere il vero; e che sanno sempre come far firmare ad altri.

    Poi ci sono gli imparati.

    Quelli che a forza di vivere ogni giorno in questo clima, hanno imparato le regole fondamentali. Non le applicano spontaneamente, preferirebbero vivere in maniera più diretta. Ma la notte, invece di dormire, si svegliano pensando di aver trovato dove si trova l’inganno con cui ti stanno per distruggere.

    E improvvisamente scoprono la soluzione, la mossa che disarma il nemico.

  10. Miguel Martinez scrive:

    Se il primo che mette la firma perde, ne consegue che per vincere, occorre indurre l’avversario a mettere lui per primo la firma.

    Ma più sottilmente, a incastrare l’altro per tutto ciò che fa, ma che non ha firmato.

  11. Francesco scrive:

    OT

    quando la mia squadra di calcio E quella di pallacanestro mi danno troppe delusioni e mi rattristano, mi tocca leggere l’edizione on line del Manifesto. Pur dovendo accontentarmi dei titoli e di poche righe, dipinge sempre un mondo ideale, in cui una destra assennata e convinta, coerente e capace, è sempre lì per realizzare un mondo migliore.

    poi lo so che sono tutte palle però è sempre piacevole farci un giro!

    fine OT

  12. Massimo scrive:

    Fuori argomento:le intercettazioni ,ovvero cartine quando riguardano noi ,buone quando riguardano gli altri (ogni riferimento è puramente casuale …) La donzelletta vien dalla campagna

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