Lei, la Grigia

Lei, la Grigia, mi è vicina da dieci anni, e ha un cuore che batte molto più velocemente del mio.

A ciascuno di noi, dicono, è dato un certo numero di battiti, lei esaurirà i suoi prima di me.

Piccola persona, una cucciolata di tutti neri tranne lei, nata in un luogo di campagna sotto una torre.

Sul petto, una stella bianca, che nella foto si intuisce appena: dicono che sia una caratteristica di certi gatti europei, e raccontano che i gatti con la stella non li ammazzavano perché portavano fortuna, o magari è una delle mille storie che ci raccontiamo.

Lei è certamente una donna-persona. Siamo simili non solo perché condividiamo al novantanovevirgola lo stesso Bauplan, ma perché proviamo in fondo le stesse cose: sappiamo guardarci negli occhi e comunicarci qualcosa.

La Grigia comunica molto, anche con i suoni: dicono che i gatti tra di loro non miagolino né alzino la coda, e che lo facciano solo per parlare con noi.

Colgo perfettamente la differenza tra come la Grigia mi saluta quando non mi vede da tempo, come chiede il cibo, come chiede di essere lasciata in pace.

E ogni gatto crea il proprio linguaggio umano. Infatti, la Gatta Serba, appunto perché è serba, comunica con noi con un linguaggio completamente diverso.

E infatti uno dei misteri della biologia è come tra tutte le sottospecie di felini, una sola, cresciuta nel deserto libico, abbia colto il segreto di come comunicare con gli umani: esistono gatti quasi indistinguibili da questi, che non hanno alcuna comunicazione con gli umani.

Ma la differenza fondamentale tra me e lei sta nel fatto che io riesco a formulare frasi, quella stranissima forma di manipolazione e di inganno che caratterizza gli umani: non ho più la capacità di vivere le cose, solo di raccontarle, di strutturarle, di astrarle.

Non sono un fotografo bravo, so solo di scattare tante immagini, sperando che me ne venga bene una.

In quell’istante, molti anni fa, ho colta la Grigia mentre mi rispondeva – non solo con gli assurdi occhi che si trasformano in luce – con la mano: credo che mi stesse rilanciando una pallina di carta argentata arrotolata.

Ci guardiamo negli occhi, lancio oppure controlancia lei, lei è molto più veloce di me, ma sappiamo entrambi che stiamo giocando

Perché lei lancia una palla? Per un predatore, non sarebbe molto più naturale prendere che dare? Perché lo fa solo lei e non la Gatta Serba?

Eppure sono io umano che decido per lei: il mondo che lei conosce finisce con le misteriose scale del palazzo che lei esplora di tanto in tanto, sono io che le impedisco di scendere oltre.

Certo, io so che fuori c’è la morte, lei no.

Donna commossa sul furgoncino che raccoglie i rifiuti all’alba, trova il cadavere di un gatto, scrive su un bigliettino, “se state cercando un gatto così e così, purtroppo è morto”

Mi prendo in mano il suo destino, e anche qui c’è da porsi dei problemi.

Innanzitutto, per la questione della reciprocità. Certo, che da quando c’è Lei, non ho mai visto topi rubare nella dispensa. Ma è anche vero che possiamo accoglierla, perché non dobbiamo ancora mangiarla.

«Venesiani, gran siori; Padovani, gran dotori; Vicentini, magnagati; Veronesi, tuti mati; Trevisani, pan e tripe; Rovigòti, baco e pipe. E Belun? Póro Belun, te se proprio de nisun!».

Una figliola di Vicenza, certo di famiglia benestante, mi racconta di tutte le ricette con i gatti, e si entusiasma a descriverle, e poi si ferma, e dice, caspita, è proprio come il proverbio!

Avremmo voluto che la Grigia potesse fare dei figli.

La vita è fatta di innumerevoli figli che muoiono quasi tutti.

Solo che l’evoluzione dei gatti è l’incubo di Darwin: più sono adatti a sopravvivere grazie agli umani accoglienti, meno si riproducono. E per motivi comprensibili, nessuno ha un gatto maschio, sano e integro, in grado fare da babbo.

E allora ci si prende la decisione autoritaria di sterilizzarla.

Che in fondo ci mette dalla parte dalla violenza, ma la vita tutta è fatta di violenza: in ogni scatoletta di cibo che le diamo, c’è dolore e morte.

Anche lei è delicatamente violenta – guardatemi le braccia, sempre graffiate.

Alla stazione dei treni di Hilversum in Olanda, una meravigliosa sera estiva…

c’erano vicino ai binari una gatta bellissima. E un piccolo topo.

Solo quando si moveva il topo, la gatta la attaccava, con una giocosa allegria assassina.

E io ansioso, speravo che il topo sapesse stare fermo il tempo che la gatta si distraesse, ma niente…

Ma il topo, come tutti noi, cercava la morte, e alla fine l’ha trovata.

Speriamo prima che la morte ci artigli tutti, di aver visto molte cose belle, e di aver incontrato molte persone belle, bipedi, quadrupedi, alate o magari solo ramate che siano, poco importa.

“Era dopo era, la gente nasce e muore,

Era dopo era, la gente sorge e declina,

Era dopo era, la gente dà e viene data,

Era dopo era, la gente piange e viene pianta.”

Dal Mahabharata, la più grande delle storie. Assieme alla Storia Infinita.

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18 risposte a Lei, la Grigia

  1. Ascetico scrive:

    Ecco cosa è capace di fare un maiale:

    si orienta e supera labirinti,
    usa lo specchio per rintracciare del cibo nascosto,
    decifra linguaggi simboli e impara complicate combinazioni di simboli legati ad azioni,
    sa usare un joystick per muovere un cursore sullo schermo,
    ha una buona memoria a lungo termine e la capacità di memorizzare in tempi brevi

    https://www.amoreaquattrozampe.it/altri-animali/intelligenza-maiale-informazioni-curiosita/53327/
    Esco temporaneamente dalla mia caverna per elogiare il maiale.
    Spettacolare.

    • Fuzzy scrive:

      In questa tomba tenebrosa e oscura,
      Giace un villan di sì deforme aspetto,
      Che più d’orso che d’uomo avea figura,
      Ma di tant’ alto e nobil’intelletto,
      Che stupir fece il Mondo e la Natura.
      Mentr’ egli visse, fu Bertoldo detto,
      Fu grato al Re, morì con aspri duoli
      Per non poter mangiar rape e fagiuoli

      Finezze letterarie.

      • Daouda scrive:

        Sto cazzo non lo eloggiá nessuno?

        • Ascetico scrive:

          Daouda
          Espandi la tua coscienza. Tutto è uno.
          Tu e il maiale siete la stessa cosa.
          Ommmmm

          • Daouda scrive:

            La coscienza non si espande ni-ente è Uno quindi basta lagne

            • Fuzzy scrive:

              Douda, vai a cercare un maiale e guardalo negli occhi. Vedrai che il suo sguardo è quasi umano.
              E lui penserà che tu sei quasi un maiale.

              • Fuzzy scrive:

                Certo non si può dire la stessa cosa di un coccodrillo. È un animale più antico.

              • Daouda scrive:

                Senti non puoi spará cazzate a raffica. Mica nego che hanno un’anima nego che abbiano na coscienza semmai poi che tutto è uno nun me fa er ritardato gnostico eh e nun me cita Samkata ed Ibn Arabi che sò du fessi che solo un minorato represso occidentale de oggi può dije “fico”

              • Fuzzy scrive:

                Dovresti capire quando scherzo.
                Mi piacciono i paradossi. E che ne so io se tutto è uno?
                Ma tu che le cose le sai, sapresti spiegarmi in modo deterministico il perché della Correlazione Quantistica?

              • roberto scrive:

                Fuzzy ma perché mi fai venir voglia di mangiare la porchetta!?!

              • Daouda scrive:

                Ma dove lo vedi il paradosso anche se scherzavi non c’è

          • Fuzzy scrive:

            Prego. Mangiatela pure prima che restino solo gli insetti. Cogli l’attimo.

        • tomar scrive:

          Daouda, scusa una domanda, che davvero non è una provocazione (semmai una preoccupazione, di cui non te ne frega un cazzo, vabbè):
          ma c’è qualche momento in cui sei felice?
          Intendo non quando sei felice di insultare gli altri commensali, con preferenza per il nostro anfitrione.
          Ma distesamente felice, come ad esempio Miguel quando la Grigia gli ha risposto con la mano.
          Magari anche tu hai una gatta.

          • Daouda scrive:

            La gatta der garagge je metto da magná a st’ora mmo ha mggnato cor cazzo má salutato pe faje du carezze la devo bloccá.

            Ad ogni modo si ogni tanto sò “felice” come tutti ed inzultá quell’illuso de Miguel me distende molto, ma se me rode er culo è perché è un paraculo dietro ogni cosa neutra o spassionata che scrive.
            In realtá poi la roduta de culo è apparente e leggo volentieri i suoi post che tecnicamente li prendo come involontariamente comici.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Tomar

            “Daouda, scusa una domanda”

            mi permetto un’infame infamata, al limite del tradimento.

            Una volta un altro commentatore ha incontrato di persona Daouda, e mi hanno mandato un messaggio insieme, con foto e sorriso.

            Daouda è giovane e simpatico e ha anche un tocco di leggerezza.

            Lo so, a questo punto ho tradito un amico e ho offeso mortalmente Daouda, ma ci voleva. E non potete negare che Daouda un po’ se l’è andata a cercare.

            • Daouda scrive:

              ….Bastardo…

              Ahahhahah

              • Francesco scrive:

                cazzo, simpatico non mi frega nulla ma giovane non glielo posso perdonare!

                datemi l’indirizzo che lo spiaccico col monopattino elettrico

              • Daouda scrive:

                Sono un ex giovane e se devo dirla tutta l’agente del kgb qua lo sono anche io.
                Il lettore anonimo o crede di esser lui da scribacchino degli incogniti più addentro di me, o se anonimo anonimo davvero sappia che l’autoaccusa è una tecnica di seduzione

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