Il capitalismo inculsivo

La DHL per me è un ciclista bengalese che pedala furiosamente contromano, mi suona alla porta e scappa perché gli pizzica l’algoritmo ricordandogli che deve consegnare un altro pacco, e io dico, quanto fa comodo e quanto poco costa!

Il proprietario della DHL è la Deutsche Post, il sistema postale tedesco privatizzato e che non si capisce bene oggi a chi appartenga, comunque il giro è di una trentina di miliardi di euro l’anno, circa il PIL del Nepal.

L’anno scorso, la Guardia di Finanza ha sequestrato 20 milioni di euro alla filiale italiana della DHL, accusata di aver messo in piedi

Un “sistema”, basato su un giro di false fatture e su “finte” cooperative che assumevano formalmente i fattorini, che avrebbe favorito “lo sfruttamento dei lavoratori”, ai quali non venivano versati contributi previdenziali e assicurativi, oltre che “pratiche di concorrenza sleale”.

Lo avrebbe messo in piedi, appoggiandosi a un consorzio e a ben 23 società di intermediazione di manodopera, la Dhl Supply Chain Italy spa, società del “colosso” tedesco della logistica e dei trasporti.

Il principale indagato era ovviamente l’Amministratore Delegato, il signor Antonio Lombardo, che come potete vedere ha un’aria simpaticamente trendiforme.

E infatti, una cosa trendy a cui si dedica è denunciare sistematicamente i lavoratori che osano organizzare scioperi.

Bene, ieri mattina alle 11.40 mi arriva nella mail questo messaggio, che potete anche vedere in rete (asterisch* e #hashtag come nell’originale).

Leggete, e capirete tutto dei nostri tempi.

Buongiorno,

siamo lieti di annunciare un nuovo progetto organizzato e promosso da DHL Express Italy: è la DHL Run For Inclusion, la prima corsa, divertente e non competitiva, di 7,24km dove celebrare e portare oltre al traguardo l’unicità di ogni individuo. Una corsa aperta a tutt* per condividere i valori di inclusione, diversity, sostenibilità e sport outdoor.

Un’iniziativa che testimonia i valori e l’impegno di DHL nel dimostrare vicinanza, sensibilità, rispetto per creare un mondo migliore e pronto ad accogliere ogni unicità. 

Perché in ogni nostro viaggio #AndiamoOltre ogni traguardo. E questa volta oltre a ogni forma di divisione, oltre ai contrasti, oltre alle offese, oltre ai pregiudizi, oltre ai silenzi.

Una vera e propria festa all’insegna dello sport e dell’inclusività alla quale abbiamo il piacere di invitarvi.

Durante l’evento ogni partecipante indosserà uno speciale pettorale che veicolerà un messaggio personalizzato di inclusività. La manifestazione ruoterà intorno a un grande village, con palco e special guest, per celebrare l’inclusion e assistere alla partenza e al traguardo della run. L’evento avrà risonanza nazionale e internazionale.

CORRETE A ISCRIVERVI

Salvate la data di domenica 30 ottobre e unitevi a noi!

[…]

Al momento dell’iscrizione, potrete scegliere di donare alle associazioni partner della Run For Inclusion, sostenendo i loro progetti benefici nel campo della diversity e inclusion.

Per scoprire tutti i dettagli e gli aggiornamenti dell’evento, visitate il sito runforinclusion.com.

Vi aspettiamo!

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62 risposte a Il capitalismo inculsivo

  1. tomar scrive:

    No dai Miguel, stai veramente #AndandoOltre!
    Io comunque lancio un appello a tutti i commensali:
    CORRIAMO A ISCRIVERCI!

  2. Francesco scrive:

    Perchè non guardi la TV! dovresti vederti “The boys”, dove i cattivoni della società che gestisce i supereroi (psicopatici e psicolabili) mettono su un bellissimo parco a tema con una serie di attrazioni inclusiv* che è una meraviglia!

    La cosa migliore è che i “buoni”, a furia di fare tutto il necessario per combattere i cattivoni, diventano quasi uguali a loro.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “su un bellissimo parco a tema con una serie di attrazioni inclusiv* che è una meraviglia”

      Vero? E il bello è che contemporaneamente solleticano anche il pubblico di estrema destra, semplicemente usando altri personaggi-immagine.

      • Francesco scrive:

        Quello non riesco a capirlo: Superman cattivo è presentato veramente come uno psicopatico cattivo visto da sinistra, eppure mi si dice che piace anche così a destra!

        Mentre capirei di più lo sputtamento del woke-washing come laida operazione di marketing.

        Io resto in lutto perchè la biondina non mette il costume sexy, peraltro.

        PS cosa mi dici dell’ultima scena? sembra il preludio alla fine del mondo.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Più o meno: salta qualsiasi freno di natura sociale (gli unici che c’erano) e si va verso l’inevitabile finale. Che spero sia nella prossima stagione, altrimenti c’è ip rischio che allunghino il brodo.

          • Francesco scrive:

            su quello non c’è speranza … alla fine non è crepato nessuno perchè il brodo possa essere tirato da qualsiasi parte

            peccato, c’era del materiale per un prodotto migliore

  3. tomar scrive:

    Sulla più comic* del giorno sarà difficile batterti Miguel.
    Comunque mi iscrivo alla gara. Dal Corriere on line di oggi:
    Segreteria Pd, al via la corsa. Sale Nardella come anti Bonaccini.
    Io ci metto il titolo: FAIDA TRA RENZIANI!

  4. roberto scrive:

    1. Una corsa non può essere divertente e non competitiva
    2. Visto che correre non è divertente deve essere competitiva
    3. Niente in cui figura la parola diversity in un testo italiano merita più di un secondo di tempo (anzi usiamolo come tag, così so cosa non leggere)

    DHL…hanno perso un fascicolo di procedura in 100km di strada e proposto sorridendo un risarcimento di 20 euri 🤣🤣🤣

  5. tomar scrive:

    Nella mia cavernicola confusione su quanto avviene nel mondo esterno, mi stavo ieri preparando – Miguel ne è testimone – ad andare domenica a Perugia per partecipare a una marcia della pace che mi avrebbe visto marciare in solitaria fino ad Assisi.
    Vabbè, dovrò avere la pazienza di aspettare solo tre settimane e potrò tornare nella mia un tempo amata città per marciare finalmente in una più inclusiv* compagnia che accolga anche la mia unicità.
    Zuccherino sulla torta, quella marcia partirà dall’Arco della Pace.

  6. quisquiliator scrive:

    Da quel che leggo, Deutsche Post è per il 21% della Kfw ,seguita dal 4,9% Blackrock e 3% Vanguard. Kfw è grossomodo l’equivalente della nostra Cassa Depositi e Prestiti, per cui statale, con la differenza che da noi se non ricordo male Renzi ci fece entrare i cinesi ed altri, mentre dubito che i tedeschi, nella loro, ci abbiano fatto entrare chicchessia, e che quindi si facciano condizionare da chicchessia nell’esercizio del loro pacchetto di controllo.
    Blackrock e Vanguard sono ai top della finanza statunitense.

  7. tomar scrive:

    Non so a voi ma a me di tutte le nuove professionalità (tutte inclusiv*) quella che mi sta più sulle palle è quella dei “creativi”.
    E non c’è dubbio che quest* demente che vuole “portare oltre al traguardo l’unicità di ogni individuo” sia considerato/si consideri un “creativo”.
    Ed è pure una capra nell’italiano di prima dei creativi: si dice “oltre IL traguardo”.

  8. gino scrive:

    Hai involontariamente descritto il sistema PD (americano o italiano), il baratto dei diritti sociali dei lavoratori con le supercazzole sinistronze.
    È colpa anche tua.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Gino

      “Hai involontariamente descritto il sistema PD (americano o italiano), il baratto dei diritti sociali dei lavoratori con le supercazzole sinistronze.
      È colpa anche tua.”

      Non ho capito a chi stai rispondendo, se hai voglia di approfondire.

  9. tomar scrive:

    Acc i creativi sono pure sfigati! Per soli 2 giorni hanno “bucato” il centenario della marcia su Roma!

  10. fuzzy scrive:

    Difficile capire il capitalismo. E’ un fenomeno incredibilmente complesso. Il libro di César Hidalgo “L’evoluzione dell’ordine” (La crescita dell’informazione dagli atomi alle molecole)
    aiuta a farsi un’idea.
    Il capitalismo è l’isola di ordine che si evolve a scapito di un mare di disordine.
    E quindi non ci si può aspettare la perfezione, anzi, per molti aspetti è ed è stato deleterio.
    Ma bisogna pure chiedersi dove porta questa evoluzione, innanzitutto se sia destinata a terminare miseramente, oppure se continuerà mediante l’acquisizione di nuovo know-how.
    E il punto secondo il mio modesto parere è definire il know-how. Hidalgo sostiene che questo tipo d’informazione cresce laddove regna la pace sociale. Le nazioni più creative dal punto di vista tecnologico sono quelle dove i lavoratori si trovano in un ambiente in cui meglio ci si può fidare l’uno dell’altro. Poi mi viene in mente Ivan Ilich che criticava il possesso delle conoscenze tecniche da parte di una élite privilegiata e auspicava una tecnologia più semplice che fosse alla portata di tutti.
    E quindi? Boh! Intanto bisognerebbe far finire questa guerra del cavolo.
    Poi io spero in un capitalismo più “leggero”. Più semplice e più evoluto nello stesso tempo.
    Più know-how (Hi-tech per chi lo capisce, ma anche low o no-tech per quelli come me che amano fare con le mani) e meno materia. Anche perché di materia ne resta ben poca.

  11. Moi scrive:

    La Boone dice che vigilierà VS il Ritorno del FaSSsismo in Italia … credevo che in Francia avessero qualche problemino-ino-ino 😉 di “l’ insihurezza e iddegrado” [cit.] con le Banlieues enclavi ipso facto di Mezz’ Africa che la giusto-giusto fa un po’ di storie 😉 a “integrarsi” ! 😉

    • Francesco scrive:

      sì, una stronza da brutta barzelletta

      c’è gente che col giochino “o noi o i fassisti” ha già tirato troppo la corda e gli va bene che c’è Putin sennò ero già dalla parte della puffetta

      ma quando finirà la guerra faremo i conti, spero, con questo europeismo da ZTL

  12. Miguel Martinez scrive:

    Le notizie che contano, perché da qui non si torna indietro:

    Il futuro dell’evoluzione è ora nelle nostre mani. O meglio, il potere divino di alterare la biologia è nelle mani di pochi scienziati, e tutti noi lo pagheremo, in un modo o nell’altro. Il governo degli Stati Uniti sta investendo miliardi di dollari per comprendere la genetica e il cervello umano e, di conseguenza, come manipolare quei sistemi. La scorsa settimana, il National Institutes of Health ((NIH) ha lanciato (https://www.statnews.com/2022/09/22/nih-launches-next-stage-of-human-genome-project-for-brain/) la sua iniziativa “iniziativa “BRAIN 2.0” (https://braininitiative.nih.gov/strategic-planning/acd-working-groups/brain-initiative%C2%AE-20-cells-circuits-toward-cures) (Brain Research through Advancing Innovative Neurotechnology), intensificando un programma esistente avviato otto anni fa. Paragonabile per portata e scala al Progetto Genoma Umano, BRAIN 2.0 concede 600 milioni di dollari per mappare completamente i nostri 86 miliardi di neuroni e le loro innumerevoli connessioni. Il progetto dovrebbe raggiungere un costo totale complessivo di 5 miliardi di dollari entro il 2026. In teoria, una volta che gli scienziati hanno creato questo dettagliato atlante cerebrale in silico (https://www.sciencedirect.com/topics/medicine-and-dentistry/in-silico) , possono alterare direttamente la funzione neurale utilizzando dispositivi digitali. Il direttore della BRAIN Initiative, John Ngai, mostra una fissazione preoccupante su questo metodo.In una recente intervista (https://www.statnews.com/2022/09/22/nih-launches-next-stage-of-human-genome-project-for-brain/) con Stat News, Ngai ha notato due risultati concreti dei suoi attuali sforzi di neuro-mappatura. Uno è un’interfaccia cervello-computer avanzata, impiantata l’anno scorso (https://thefederalist.com/2021/07/21/scientists-are-using-brain-implants-to-read-patients-minds-and-you-might-be-next/) presso l’Università della California, a San Francisco, che consente un’incredibile comunicazione pensiero-testo. L’altro è un importante passo avanti nella stimolazione cerebrale profonda presso la Baylor University, dove vengono impiantati elettrodi per alterare l’umore e il comportamento, alleviando la depressione (https://www.bcm.edu/news/novel-brain-stimulation-approach-treats-severe-depression) e il disturbo ossessivo-compulsivo. (https://www.bcm.edu/news/study-finds-dbs-increasingly-viable-option-for-treatment-resistant-ocd) “DARPA è stato un pioniere nella tecnologia dell’interfaccia cervello-macchina sin dagli anni ’70, ma abbiamo iniziato a investire massicciamente all’inizio degli anni 2000”, ha affermato (https://www.darpa.mil/news-events/2017-07-10) Justin Sanchez, direttore dell’Ufficio per le tecnologie biologiche della DARPA. “Abbiamo gettato le basi per un futuro in cui le tecnologie avanzate dell’interfaccia cerebrale trasformeranno il modo in cui le persone vivono e lavorano”.

    https://thefederalist.com/2022/09/29/federal-research-on-manipulating-brains-and-rewriting-dna-should-worry-us-all/

    STAT (https://www.statnews.com/2022/09/22/nih-launches-next-stage-of-human-genome-project-for-brain/?utm_campaign=rss)
    NIH launches the next stage of its ‘human genome project’ for the brain
    The NIH announced $600 million in funding to create a detailed map of the human brain and devise new ways to target drugs to specific brain cell populations.

    • Fuzzy scrive:

      Oddio, il casco che ti rende intelligente quando te li metti…ma si, perché no, lo spinotto in testa pero’ no.
      E dove vai con uno spinotto in testa?
      Scherzo. È vero che siamo di fronte a un’evoluzione da cui non si potrà tornare indietro. Io, anche per ragioni anagrafiche, spero di restare tra quelli che coltivano il proprio orto e aggiustano la bicicletta quando si buca la camera d’aria. Ma secondo me ce ne sono tanti che non vedono l’ora di mettersi quel casco in testa. Poi magari li portano al manicomio.

      • Fuzzy scrive:

        Oppure gli si guasta il casco e non sono più abituati a pensare con la loro testa. Poveretti.
        Cavolo, dovrei assumere un tono più castigato e serioso. E come si fa? Sono fatto così. Poi magari mi aggiustano. Un paio di scariche elettriche nella corteccia celebrale e fuzzy torna lineare. Linea retta.

        • PinoMamet scrive:

          Mi sento di consigliartelo.

          • Fuzzy scrive:

            Mamet.
            Ci sentiamo più avanti. (A dire il vero non ti ho mai rivolto la parola se non in risposta alle tue scariche nevrotiche) Stai attento a frequentare le cucine etniche. A volte la carne sembra buona ma poi non si sa che bestie ti danno da mangiare. Va a finire che ti prendi la rabbia.

            • PinoMamet scrive:

              Se ti riferisci agli interventi del tuo sgradito ritorno, non mi hai rivolto la parola per niente, per cui tocca dire che qualcosa di buono nella vita lo hai fatto.

              Se ti riferisci a prima, mi hai rivolto la parola fine troppo, e sempre a sproposito.

              Continuo a sperare di non vederti mai più, né con uno pseudonimo né con l’altro.

      • tomar scrive:

        A Fuzzy
        “Io, anche per ragioni anagrafiche, spero di restare tra quelli che coltivano il proprio orto e aggiustano la bicicletta quando si buca la camera d’aria. ”

        Benché sia ovviamente angosciato dalle informazioni allarmanti (non “allarmistiche”) di Miguel sul futuro che si prospetta di controllo digitale sulle nostre zucche, anch’io, come te – e per le stesse ragioni anagrafiche – spererei di “restare tra quelli che coltivano il proprio orto e aggiustano la bicicletta quando si buca la camera d’aria”.
        Ora, a parte il fatto che un orto ce l’ho avuto purtroppo soltanto per un breve periodo della mia vita (tuttavia sufficiente a farmene comprendere le gioie) e che una camera d’aria bucata non so proprio aggiustarla da solo, vorrei condividere con te una riflessione sulle parole “Cultivons notre jardin” che Candide rivolge a Pangloss a conclusione dell’omonimo romanzo.
        Quelle parole sono state spesso considerate come un invito a non occuparsi troppo di come va il mondo e a limitarsi saggiamente al proprio egoistico particulare.
        Un’altra tendenza critica invece, connettendolo con l’insieme del pensiero di Voltaire, interpreta quel “notre jardin” come il mondo intero, come il pianeta, e quindi come espressione da parte del filosofo di una sorta di credo ecologico avant lettre.
        Quale che sia l’interpretazione filologicamente più esatta, noi che viviamo in un’epoca in cui siamo pressoché obbligati a considerare il mondo intero come il nostro giardino, credo che dovremmo “naturalmente” propendere per l’interpretazione ”ecologista”.
        Poi, s’intende, potremmo anche panglossianamente propendere per una visione più ottimistica di quel controllo digitale sui nostri neuroni che tanto allarma Miguel: un ottimista nel progresso potrebbe infatti osservare che un tale controllo sarebbe pur sempre meglio della lobotomia, un tempo assai e ancor oggi seppur marginalmente praticata, e meglio persino dell’elettroshock… e una qualche ragione gliela si potrebbe perfino concedere.

        • Fuzzy scrive:

          Tomar
          Conosco bene quel libro.
          A dispetto del significato simbolico che viene attribuito al giardino, a me piace pensare, sicuramente sbagliando, che Voltaire intendesse proprio un vero orto in senso letterale. So che era un appassionato giardiniere.
          Anzi, colgo l’occasione per tirar fuori uno dei miei soliti articoli no-tech.
          https://www.notechmagazine.com/2020/03/a-dacha-for-everyone-community-gardens-and-food-security-in-russia.html
          Tanto per dare un piccolo contributo storico pur non sapendo quasi niente di storia. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica i russi, che a quanto pare all’epoca sapevano fare di tutto, se la sono “sgavagnata” coltivando i giardinetti di 600 metri quadrati delle loro dacie.
          Per quanto riguarda l’evoluzione del capitalismo credo che sia un fenomeno quasi naturale.
          C’è il libro di Damiano Anselmi “Dalla fisica alla vita” che spiega il tutto molto chiaramente.
          Si può consultare pure il canale you tube di Anselmi: Quantum Gravity.
          Poi, lo dicevo scherzando, ma se il casco dell’intelligenza non è funzionale all’evoluzione, finirà nel dimenticatoio come tutte le cose ridicole.
          Anselmi suggerisce che si debba sviluppare al massimo l’intelligenza artificiale. Cosa che stiamo già facendo, del resto.

          • tomar scrive:

            A Fuzzy
            “Tanto per dare un piccolo contributo storico pur non sapendo quasi niente di storia. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica i russi, che a quanto pare all’epoca sapevano fare di tutto, se la sono “sgavagnata” coltivando i giardinetti di 600 metri quadrati delle loro dacie.”
            No Fuzzy, questo “piccolo contributo storico” non te lo passo proprio: “loro dacie” di chi?quanti pensi che possano essere stati in percentuale della popolazione i russi che se la sono “sgavagnata” in quel modo? Lo 0,1%? Forse neanche, a meno di non pensare che ogni operaio o impiegato russo sia felice possessore di una dacia con i suoi bravi 600 metri quadri di orto. Ma se ci pensi davvero bene è un’idea degna “di finire nel dimenticatoio come tutte le cose ridicole.”

            • Fuzzy scrive:

              Satellite images demonstrate the undeniable importance of community gardening in some Russian cities. From the sky, you can see vast, continual mosaics of plots lined with trees, gathered together in pockets or strips on the outskirts of almost all city centres
              Mah, ci sono le immagini dal satellite…

              Dal 1990 è stata eliminata ogni limitazione come dacia e viene stimato che circa un quarto degli abitanti delle grandi città possieda una dacia[1].
              https://it.m.wikipedia.org/wiki/Dacia_(abitazione)
              Va ben. Qui è tutto troppo complicato.
              Ripasso in primavera. Spero vada tutto bene.
              Tomar. Non ti dico di imparare a coltivare almeno le patate perché oramai per questo inverno è troppo tardi.
              Io pure niente patate. Ho solo cicoria, cavolo, spinaci e cipolla. Piu mele e kiwi. Farò scorta di polenta. Non si sa mai.

    • roberto scrive:

      Conoscete il libro di Stephen King “the firestarter”?

      Mi viene spesso in mente leggendo questo blog
      😉

      • Francesco scrive:

        mi manca, lo confesso

        PS SOLO 5 miliardi per hackerare il cervello umano? è la stessa cifra che serve per comprare una squadra NBA e molto meno che per sviluppare una caccia stealth

  13. tomar scrive:

    Qualcun’altro ha letto questo articolo uscito oggi di Ugo Bardi?(https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/10/08/il-miracolo-delle-rinnovabili-forse-non-ve-ne-siete-accorti-ma-e-cambiato-tutto/6828705/)

    Io di fondo tifo per le sue idee, perché coincidono grosso modo con le mie, perché è amico di Miguel e perché aveva promesso di venire a vedere i miei sassi.
    Ma vorrei un parere soprattutto da ADV e soprattutto sul passaggio molto al volo relativo agli investimenti necessari “per creare dei sistemi di stoccaggio dell’energia”.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Tomar

      “Qualcun’altro ha letto questo articolo uscito oggi di Ugo Bardi?”

      Infatti, il mondo sarà salvato in un duello all’ultimo sangue tra Ugo e ADV (che è un amico anche lui!).

      Almeno sono d’accordo (e qui ci lo sono anch’io) che siamo alla frutta.

      • Francesco scrive:

        Miguel

        non vorrei dirtelo ma qui MI PARE che siamo alla fuffa.

        In tutto l’articolo non si parla di (1) notte e nuvole e bonaccia, che come sappiamo sono i piccoli problemi tecnici nella produzione di energia con le rinnovabili e di (2) sistemi per accumulare l’energia elettrica quando la si produce per poterla avere quando serve.

        Spero che i concetti di notte, nuvole, bonaccia e pila AAA ti siano noti anche se non sono un fisico come Andrea.

        In più si parla di costi di produzione di energia senza specificare la presenza dei sussidi nei conti: a oggi sono solo i sussidi a fare il miracolo A MIA CONOSCENZA

        infine, la costruzione e lo smaltimento di magneti, pale eoliche, pannelli solari, sono attività ad alto impatto ambientale.

        tristi saluti

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Francesco, tomar, Martinez

          “solari”

          Leggo solo adesso. Rispondo ora.

          E’ appena stata annunciata l’installazione del più grande impianto di stoccaggio di energia elettrica al mondo

          https://www.rinnovabili.it/energia/efficienza-energetica/in-cina-l%E2%80%99impianto-di-stoccaggio-piu-grande-al-mondo6271/

          Si prevede che in futuro la capacità dell’impianto raggiungerà i 110 MWh.

          In Italia nel 2020 il consumo di elettricità per abitante è stato di 4777 KWh, di cui 1140 KWh per uso domestico (il resto va a industrie, trasporti, agricoltura ecc.). Ricordo che un 1 KWh è un millesimo di MWh.

          https://www.sorgenia.it/guida-energia/produzione-energetica-italia#:~:text=Il%20consumo%20di%20energia%20elettrica,di%201.114%20kWh%20nel%202020.

          La popolazione italiana è di 60285761 abitanti

          https://it.wikipedia.org/wiki/Italia

          Fanno in totale 4777 x 60285761 = 287985080297 KWh = 287985080,297 MWh.

          Per immagazzinare tutta questa energia usando i più grande impianti di stoccaggio al mondo ci vorrebbero allora 287985080,297 / 110 = 2618046 impianti.

          Anche volendone immagazzinare solo la decima parte, immaginando cioè che le rinnovabili siano in gradi di fornire elettricità alla rete per i nove decimi delle 24 ore (estate e inverno, con la pioggia, il sole e il cielo coperto, in giornate con e senza vento) lasciando scoperto solo il 10% delle 24 ore così che in questo periodo il fabbisogno venga coperto dagli impianti di stoccaggio, ci sarebbero da installare

          2618046 / 10 = 261804 impianti
          (arrotondando per difetto).

          Qualcuno pensa sinceramente che ciò sia anche solo lontanamente possibile?

          Ciao!

          Andrea Di Vita
          Andrea Di Vita

          • tomar scrive:

            Per Miguel:
            potresti chiedere a Ugo Bardi di dare un’occhiata a questo post di ADV, sui cui calcoli neanche mi sogno di sindacare?
            Perché io ho stima di entrambi, ma soprattutto della realtà.

  14. Moi scrive:

    In tema (!) d’ inclusività :

    https://www.amica.it/video-post/virgin-atlantic-per-linclusivita-ecco-le-divise-genderless/

    Virgin Atlantic per l’inclusività: le divise sono genderless
    La compagnia aerea ha dato vita alla prima linea di divise che si possono indossare «indipendentemente dal sesso, dall’identità di genere o dall’espressione di genere»

    Un catwalk in piena regola sulla pista di atterraggio e una coreografia esagerata nell’hangar dell’aeroporto. Per lanciare la nuova collezione di divise ufficiali, Virgin Atlantic ha fatto le cose in grande. La compagnia aerea inglese si è affidata infatti a Vivienne Westwood per dare vita alla prima divisa genderless: il personale può scegliere quale uniforme indossare, «indipendentemente dal sesso, dall’identità di genere o dall’espressione di genere».

    […]

    ——————————————–

    finalmente una compagnia aerea che abbatte la dicotomia eterocisbinaria Steward Hostess …

    • Moi scrive:

      Ciononostante …

      https://www.elle.com/it/moda/ultime-notizie/a40526794/moda-inclusivita-diversita/

      Se la moda continua a investire in inclusività e diversità, come mai i risultati scarseggiano?

      L’industria della moda ha (ancora) un problema

      • PinoMamet scrive:

        Ma una volta che avranno convinto i maschi a mettersi gli abiti da donna, che gli stanno semplicemente male perché sono da donna, e le donne a mettersi abiti brutti per non offendere le brutte, bene, che grande beneficio ne sarà venuto alla società?

    • PinoMamet scrive:

      Dalla foto sembrano divise normalissime e piuttosto banali, l’unica vera differenza è che gli uomini se vogliono possono mettersi la gonna.

      Ora, i pantaloni da donna sono di solito fatti per star bene alle donne, e tagliati diversamente quelli maschili.

      Gonne “da uomo” non ne esistono, tranne il kilt e pochi altri esemplari folkloristici, e tutta la faccenda dell’inclusivitá, a pensarci, consiste nel NON farle esistere…

    • tomar scrive:

      «indipendentemente dal sesso, dall’identità di genere o dall’espressione di genere»

      scusa Moi, confidando sulla tua inclusività rispetto agli attardati sul tema – non so a che punto devo essermi distratto – mi spiegheresti la differenza tra “identità di genere” ed “espressione di genere”?

      • tomar scrive:

        scusa di nuovo Moi, ho visto che invece di disturbarti bastava andare su internette come ho poi fatto e lì si trova un’addirittura ampia voce wiki sul tema “espressione di genere”.
        Ampia ma che però non mi ha soddisfatto del tutto, perché lì si tende a spaccare il capello in quattro, mentre io sui capelli, nella mia semplicioneria, arrivo solo a vedere le rozze femmine iraniane che se li tagliano a ciocche.

        • PinoMamet scrive:

          Mica tanto rozze…

          ho conosciuto tre iraniane, due musulmane e una baha’i, e sono tutte e tre molto carine (la baha’i mi raccontava di una cugina ancora più bella, ammirata da tutti gli amici quando veniva a trovarla in Italia) e tutto fuorché rozze…

          gli iraniani maschi, sospendo il giudizio sull’estetica, ma sicuramente simpatici.

          • Francesco scrive:

            Rozze in quanto si identificano come femmine, credo intendesse tomar.

          • tomar scrive:

            Ma Pino, “rozze” era chiaramente ironico, nel senso che non se la menano sul gender.
            Poi, anche se non ne conosco personalmente, trovo anch’io molto carine quelle che si vedono in rete, a cominciare da quella che cantava in modo commovente Bella ciao in pārsī.

            • PinoMamet scrive:

              Ah ok… non era troppo chiaro, ma ci sta.

            • Moi scrive:

              Finché c’ era l’ Ultimo Shah, era anzi piuttosto comune lo stereotipo che le donne “Persiane” (“Iraniane” non si diceva ancora molto, e comunque con altre implicazioni) fossero parecchio sensuali, anche in pubblico ! … Nonché “emancipate”, in una società più “laica” della coeva Italia Democristiana.

  15. Miguel Martinez scrive:

    Molto interessante, Guido Crosetto. Il cofondatore di Fratelli d’Italia, che nessuno conosce.

    Trafficante di armi, e per questo “il volto più presentabile di FdI”. Nel senso che magari un pittoresco personaggio che magari vent’anni fa ha fatto il saluto romano alla festa di compleanno del nipotino è un mostro impresentabile. Un trafficante internazionale di morte invece va bene a tutti.

    https://www.editorialedomani.it/fatti/meloni-crosetto-affari-elezioni-aerk6693

    Cofondatore del partito, dimessosi dal parlamento nel 2018 per continuare a rappresentare la lobby delle aziende delle armi, della difesa e dell’aerospazio, Crosetto è considerato a ragione il volto più presentabile di FdI. Una forza politica che prova a nascondere, spesso fallendo, i rigurgiti neofascisti di alcuni suoi esponenti.

    L’imprenditore fa spesso da cerniera per Meloni sia con Silvio Berlusconi sia con Matteo Salvini. È il mediatore di FdI con le élite del deep state e della partecipate di stato. Competente e pacato, è un garantista doc (talvolta ha difeso Matteo Renzi a spada tratta per le presunte aggressioni dei pm sul caso Open) e piace ai conduttori dei talk e ai boiardi che in questi giorni lo adulano per accreditarsi con il nuovo nero che avanza.

    • Francesco scrive:

      1) lobbista o imprenditore?

      2) in effetti è molto noto, anche perchè un energumeno di due metri pelato che gira intorno alla biondina si nota

      3) anche io sono rimasto basito quando è letto sul loro sito che è presidente di AIAD, non sembra una sinecura

  16. MOI scrive:

    @ TOMAR

    In Italiano, qui trovi una critica alla domanda “What is a woman ?” posta da Matt Walsh … che quando chiede alle Eminenze Grigie del “Gender” di essere un po’ più concrete, partono le supercazzole 😉 in English !

    https://www.youtube.com/watch?v=iWe0RPxXyF8

    “WHAT IS A WOMAN?”: la domanda che divide gli USA
    Review del documentario Daily Wire

  17. MOI scrive:

    https://www.linkiesta.it/2022/08/matt-walsh-e-il-borat-di-destra-che-fa-dire-cose-aberranti-ai-buoni-giusti/

    Tutto è percezione

    Matt Walsh è il Borat di destra che fa dire cose aberranti ai buoni & giusti

    Guia Soncini

    Il documentario “What is a Woman?” dell’editiorialista americano fa capire quanto sia scema una sinistra che vede “transfobia” (ah, no: “essenzialismo”, che è più raffinato) in ogni ovvietà sugli uomini e le donne

    • tomar scrive:

      Grazie MOI, visto, e per un po’ non vorrei essenzialisticamente approfondire oltre.

    • PinoMamet scrive:

      Fantastico: Babbo Natale esiste, il sesso maschile o femminile no.

      Cattolici, dove siete finiti? dove siete quando servite??

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        E’ una posizione coerente: è vero ciò che vuoi che tu sia vero.
        Naturalmente occorre trovare una parola diversa per indicare quello che è a prescindere dalla volontà dei soggetti. Propongo la parola “reale”. Ecco, un bel po’ di cose “vere” smettono di essere “reali”.

      • Francesco scrive:

        Ahò Pino,

        pure il Papa si è pronunciato sul tema ma non se lo fila nessuno, quando dice cose scorrette.

        Che dovemo fà? annamo a menarli? nun è più il nostro stile

        😀

  18. MOI scrive:

    Insomma, breve : in “Occidente”, la Logica Tomistico-Aristotelica è andata a … ahem , “escorts” 😉 ; se fino agli Anni Novanta poteva essere un fenomeno élitario, ormai lo è di massa !

    … e per questo ci sentiamo i più “Avanti” del Mondo, incuranti che il Resto del Mondo si è sviluppato emulando quel che oggi consideriamo un’ arretratezza “nostra” di cui provar null’ altro che vergogna e sensi di colpa .

  19. tomar scrive:

    Per MOI e per tutti gli altri “destri” con cui mi capita qui di trovarmi, malgré MOI, talvolta d’accordo.

    La mia avversione nei confronti del delirio soggettivistico – spesso attribuito al ’68 tout court, benché sia in realtà divenuto veramente dominante solo a ’68 abbondantemente finito e lì sia nei gruppi operaisti come LC e Potop sia nelle BR che formalmente si richiamavano alla tradizione del materialismo dialettico – è sostanzialmente il principale motivo per cui sono anche contrario non certo al diritto all’aborto, ma alla più diffusa ideologia di sostegno a tale diritto, che il feto “è solo un pezzo del corpo della donna”.
    Materialista ero, materialista resto, qui anche in buona compagnia con la Chiesa.

    • Moi scrive:

      @ TOMAR

      Destra o Sinistra, in politica, mi sembrano concetti sempre più “crono-logici” che “tout-court logici” :

      ‘The radical of one century is the conservative of the next. … When he has worn them out, the conservative adopt.” ― Mark Twain

      • tomar scrive:

        a Moi
        “Destra o Sinistra…”
        Ma certo, e io infatti l’avevo messo tra “”.
        Poi, a dirla tutta, io ti considero un “destro” solo alla maniera di Arbasino (e dentro di me ti chiamo, non certo con sprezzo, “l’Arbasino de noantri”).
        Poi se mi citi anche l’amatissimo Mark Twain…

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