Ecofascismo, ecognosticismo e quel Cane di Hitler (5)

Alla prima parte

Intervallo sciando al caldo

Guardando attentamente questa schermata, capirete molte cose:

Contestualizziamo.

Si parla di mare in questo posto qui:

Nonostante le apparenze, siamo davvero vicini al mare, infatti siamo a Dubai.

Non vi fate ingannare dalla scritta in inglese nella foto, è la Regione Piemonte che ha pagato fior di quattrini per mettere la propria pubblicità all’interno dell’unica pista da sci del Medio Oriente, così dopo aver sciato nel deserto, i ricconi del luogo verranno, si spera, in jet a sciare tra le nevi sparate a cannonate sulle Alpi e a osservare le eco-colate di cemento sostenibile che i politici italiani stanno preparando per le Olimpiadi invernani.

Scopro che l'acqua pura fa fatica a congelare, e quindi i cannoni usano come additivo un piccolo batterio congelato, Pseudomonas syringae, uno dei più spietati parassiti del mondo vegetale (con un gusto particolare per le piante di kiwi).

Nella boutique della pista dubaiota, potete comprare una maglietta con la scritta, “I went from +50 to -8″. Che fa capire perché nel 2006, gli Emirati hanno vinto l’ambito premio di paese con l‘impronta ambientale più devastante del pianeta (no, i cattivi non sono per definizione sempre biancocristiani).

Ora, a Dubai, alla fiera Expo, stiamo parlando di yacht (in arabo, scopro dall’immagine, il plurale di yakht è yukhùt). Anzi, di superyacht.

Il signor Roman Abramovich è piuttosto noto in questi strani tempi, anche perché non si sa bene da che parte stia nell’incombente terza guerra mondiale.

Ma qui ci interessa solo perché proprio grazie ai suoi superyacht, avrebbe una personale “impronta di carbonio” di 33.859 tonnellate di CO2 l’anno, che è più di quella di diversi piccoli paesi: lo stesso studio che ci dà questa informazione ci rivela anche che il cittadino medio del paese più inquinante del mondo, la Cina, ogni anno produce appena 6 tonnellate di CO2.

Stiamo parlando solo del CO2, ma i superyacht provocano innumerevoli altri potenziali danni all’ambiente…

Ora, è proprio dall’Italia che parte l’idea di far finta che tutto ciò possa essere sostenibile (nonché azzurro-verde).

Il cigno a sinistra in basso rappresenta il Gruppo Boero, storica azienda di vernici. Che da anni si dedica in particolare alla complessa attività di pitturare superyacht con prodotti chimici resistenti all’acqua e alla salsedine.

La Strategia di Sostenibilità del Gruppo Boero viene spiegata in dettaglio sul sito del Gruppo Boero stesso.

Partono dal constatare il problema:

Lo 0,01% della biomassa (noi umani) ha costruito, a fine 2020, tanti artefatti da superare tutta la biomassa del pianeta, cioè di tutti gli esseri viventi messi insieme che abitano la terra. La ricerca condotta dal Weizmann Institute of Science pubblicata su Nature sottolinea come solo 100 anni fa il peso dei nostri oggetti fosse solo il 3% della biomassa terrestre.

Mentre vola a Dubai, un dirigente della Boero scrive sullo smartphone la soluzione che salverà il pianeta:

Anche il Gruppo Boero ha sperimentato quanto non sia banale ridurre la plastica nel proprio stile di vita quotidiano. Ha già due anni la decisione di eliminare bottigliette di plastica, boccioni per l’acqua e altri prodotti di plastica monouso e sperimentare un cambiamento di cultura aziendale, rispettando però i tempi delle persone nella rivoluzione delle abitudini.

La campagna Plastic Free fa parte del progetto #Sceglisostenibile che, lavorando sugli stili di vita aziendali a livello culturale, affianca le azioni sul prodotto condotte dalla Ricerca e Sviluppo verso gli obiettivi di sostenibilità.

Inoltre, il Gruppo Boero ha fatto dipingere con strisciate di pittura verde una palla, presumo di plastica, per un’organizzazione dal tremendo nome di Weplanet:

“L’opera vuole essere un invito a tutti a fare la propria parte nel dar “nuovi colori” al nostro pianeta, e alle prospettive che lasciamo alle generazioni future. Ognuno è responsabile con le proprie azioni. Gruppo Boero lavora sempre più in direzione di un mondo più sostenibile. Tutti dovremmo iniziare a seguire questo percorso, per questo la proposta è un invito a salire a bordo.”

Credo che qualunque persona minimamente sensata si sentirà presa per culo, per usare un eufemismo.

A questo punto dovrebbe essere chiara la questione fondamentale dei nostri tempi.

Siamo davvero sull’orlo del precipizio ambientale, anche per merito dei superyacht.

Non è un concetto di destra o di sinistra, è un fatto della fisica.

La ditta italiana che campa aumentando l’inquinamento propone come soluzione alla catastrofe creata dai suoi clienti ultramiliardari, di ridurre le bottiglie usa e getta dei propri impiegati. Dicendo loro che devono essere “più responsabili delle loro azioni”. Non è il caso della Boero, ma ci sono anche quelli che parlano di cittadini virtuosi.[1]

Mi metto nei panni della segretaria del vicesottodirigente della Boero che, mentre prenota un ennesimo viaggio aereo intercontinentale per il suo capo, legge che proprio lei deve “saper rinunciare” e “cambiare abitudini”:

Quando qualcuno che campa creando disastri planetari arriva e dice a una persona normale, “il disastro è colpa tua, ma puoi rimediare rinunciando!“, capisco perché la persona normale diffida.

E magari la persona normale sospetta che tutto il discorso sull’ambiente sia un’immane presa in giro.

E che quelli dei superyacht abbiano pagato la ragazzina autistica con le treccine allo scopo di fregare le piccole persone, quelle che hanno come massimo lusso il bicchierino usa e getta.

Ma attenzione, qui sorge un enorme problema, che caratterizza la maggior parte delle cose che gli “anti-gretini” scrivono e dicono.

Se la “questione ambientale” è solo un trucco inventato dai ricchi per fregare la povera gente, allora i ricchi fanno bene a continuare ad arricchirsi a spese dell’ambiente come se non ci fosse un domani.

Se l’impronta antropica non è un problema, le mie bottigliette di plastica non sono un problema; ma non è un problema nemmeno la pista da sci di Dubai.

Il poveraccio con il cotton fioc usa e getta, che ha capito di essere stato fregato da chi gli dice che esiste un problema, risponde dicendo, e invece viviamo nel migliore dei mondi possibili!

A me sembra che le cose stiano diversamente.

Ai grandi numeri bisogna sempre fare la tara; ma le parole che la Boero dice sul rapporto tra biomassa e oggetti fatti dall’uomo sono vere.

La Boero, come chiunque si informi, sa che la coperta si sta restringendo.

Possono sicuramente rendere meno tossici i materiali che vendono; ma non possono vendere meno o auspicarsi un mondo con meno superyacht.

E allora riversano tutto il peso sui propri dipendenti, nonché sui “cittadini” che devono diventare più virtuosi: io mi tengo lo yacht, ma tolgo a te la bottiglietta di plastica.

E lì è iniziata la comprensibilissima rivolta dei pendolari, degli agricoltori, dei piccoli camionisti, dei gilets jaunes di tanti paesi.

Nota:

[1] Ora, io sono fatto in un certo modo, e ho rinunciato da tempo alle bottiglie di plastica, nonché all’automobile, all’aria condizionata e allo smartòfono. Però se la mettiamo come una gara a chi è il più “sostenibile, si perde sempre e ci si sente pure in colpa, perché magari io mangio carne, e qualcuno che invece guida l’auto è vegetariano: la gara di virtù tra austeri è una cretinata.

Questa voce è stata pubblicata in ambiente, Collasso, imprenditori e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

31 risposte a Ecofascismo, ecognosticismo e quel Cane di Hitler (5)

  1. roberto scrive:

    a proposito di cotton fioc, se avete due minuti fate questo test (per un amico che vorrebbe produrre cottonfioc riutilizzabili)
    https://ec.europa.eu/eusurvey/runner/Projet_Coton_tiges_durable_2022_V03

    • Francesco scrive:

      fatto!

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “a proposito di cotton fioc, se avete due minuti fate questo test”

      simpatico, ma mi blocco alla prima domanda: io non li uso 🙂

      Penso che in genere iniziative simili siano positive (poi bisogna vedere ogni singolo prodotto “alternativo”). L’unica cosa è non illuderci di incidere seriamente sulla questione ambientale con queste iniziative.

      • roberto scrive:

        “non illuderci di incidere seriamente sulla questione ambientale con queste iniziative.”

        no certo, ma appunto “iniziative simili sono positive” e io aggiungo che il meglio è nemico del bene

        poi non ho la minima idea di cosa voglia produrre questo tizio, magari uno scovolino che funziona a carbone e non lo comprero di certo

        • Peucezio scrive:

          Roberto,
          il nostro mondo è fatto di propaganda.
          Se io pretendo di risolvere il problema della fame nel mondo distribuendo due tartine non è che faccio bene, ma poco; non faccio un cazzo.
          ma mi accredito come benefattore e risolutore della fame nel mondo.
          E disincentivo gli altri a risolverla davvero.
          In questo modo il “bene” si è trasformato in un disastro.

          • roberto scrive:

            peucezio

            “Se io pretendo di risolvere il problema della fame nel mondo distribuendo due tartine non è che faccio bene, ma poco; non faccio un cazzo.”

            beh intando ho dato due tartine a due tizi affamati ed è già bene e poi….chi dice che dando due tartine voglio risolvere la fame del mondo? foglio dare il mio piccolissimo contributo che è appunto meglio che niente

            no, non sono d’accordo

            • Miguel Martinez scrive:

              Per roberto

              “beh intando ho dato due tartine a due tizi affamati ed è già bene e poi”

              Capisco perfettamente, e infatti anch’io cerco di non essere correo, partendo dal non avere l’auto o l’aria condizionata.

              Ciò non toglie che io consumi carne comprata al supermercato, con tutto ciò che questo significa in termini di catena di rifornimento, agricoltura industriale, catena del freddo, ecc. ecc.

              Do il mio piccolissimo contributo a “salvare il pianeta” come dicono, e do il mio piccolissimo contributo a “distruggere il pianeta”.

              Poi certo, il mio piccolissimo contributo mi fa punteggio morale e mi fa sentire ganzo e con il diritto di predicare agli altri. Poi incontro gli amici vegani che non hanno nemmeno un dumbphone, e i miei punti se ne volano via.

              • roberto scrive:

                Miguel
                “Poi certo, il mio piccolissimo contributo mi fa punteggio morale e mi fa sentire ganzo e con il diritto di predicare agli altri.”

                per come la vedo io
                1. il piccolissimo contributo è appunto un piccolissimo contributo ed è meglio di nulla
                2. il piccolissimo contributo non ti da il diritto di predicare agli altri (a proposito…l’abbiamoi capito che non hai macchina, aria condizionata e smartphone 🙂 )

              • Fuzzy scrive:

                Si ma la questione è più subdola.
                C’è il capitalismo dei fondi pensione.
                https://grain.org/en/article/6834-resisting-pension-fund-capitalism-a-webinar-series
                C’è l’operaio che lavora in una fabbrica di eliche per yacht. E a che cacchio servono le eliche per yacht? Eppure è il suo stipendio.
                Secondo me non se ne esce. Doveva essere una decrescita graduale, quasi una metamorfosi, passando per le rinnovabili e invece sarà un precipizio. Per l’industria la vedo dura. E anche per le due bisteccone giornaliere.
                Speriamo solo che non ci portino in guerra.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Fuzzy

                “C’è l’operaio che lavora in una fabbrica di eliche per yacht. E a che cacchio servono le eliche per yacht? Eppure è il suo stipendio.”

                E’ vero, ed è vero anche per me. Abbiamo un sistema economico in cui le vite delle persone dipende da attività inutili e distruttive.

                Finché un robot non le sostituisce 🙂

                Cosa che vale anche per i traduttori.

                Per ora credo che i lavori più al riparo siano – l’idraulico, il muratore, il/la prostitut*, il/la badante, lo spacciatore di droga.

              • daouda scrive:

                il robot va riparato , va costruito, va progettato, e vanno comunque presi i materiali approvigionanti del caso, che anche loro hanno bisogno di, da, de.

              • roberto scrive:

                daou’

                “il robot va riparato , va costruito, va progettato,”

                il primo certo, ma poi come insegna la fantascienza da 70 anni almeno i robot si costruiscono e riparano da soli

              • Francesco scrive:

                Beh, no, Roberto.

                Nel mondo reale i robot fanno qualcosa di specifico, non sono come gli umani.

                Per ora di robot riparatori/ manutentori di robot non ne ho visti.

                Ma nutriamo fiducia!

      • roberto scrive:

        ps

        “ma mi blocco alla prima domanda: io non li uso ”

        noto ora facendolo che il test è tradotto a cazzo e che in effetti è fatto male (perché mettere tutte le domande obbligatorie? se alla prima uno risponde no quasi tutte le altre cadono)

  2. Francesco scrive:

    Mah … se uccidi un miliardi e trecento milioni di cinesi ottieni un calo dell’impronta antropica maggiore che se uccidi Roman Abramovich. Quindi non sono del tutto convinto del tuo ragionamento.

    Inoltre il giubbetto giallo di lavoro fa traduzioni di manuali tecnici sulla manutenzione di motori per iokt …

    Ciao

    • PinoMamet scrive:

      “Mah … se uccidi un miliardi e trecento milioni di cinesi ottieni un calo dell’impronta antropica maggiore che se uccidi Roman Abramovich.”

      E se uccidi Elon Musk?
      Non so quale sia l’impronta antropica, ma vuoi mettere il divertimento? 😉

      PS
      Occhiuti & ipotetici lettori della Digos: no, non voglio davvero uccidere Elon Musk. Mi sta molto antipatico, sì, e non piangerei se un suo razzo gli scoppiasse addosso, ma non voglio ucciderlo. Esiste anche l’ironia, l’iperbole e il paradosso.

      Del resto, finché l’esempio era di uccidere milioni di cinesi, sono sicuro che non avrei avuto bisogno di nessuna precisazione…

      • Francesco scrive:

        milioni?

        io ho superato il miliardo!

        e della DIGOS/NSA/Psicopolizia nessuna traccia.

        mi sa che non mi cagano proprio

  3. Miguel Martinez scrive:

    In un campo leggermente diverso, oggi Ugo Bardi sul Fatto Quotidiano spiega bene il punto della colpevolizzazione del “piccolo” consumatore:

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/05/03/crisi-energetica-la-situazione-e-complicata-lenergia-rinnovabile-risolverebbe-tanti-problemi/6577194/

    L’aumento – in questo momento è praticamente il raddoppio – dei costi dell’energia riverbera su tutte le attività economiche. Non è una cosa temporanea che finirà quando finisce la guerra in Ucraina (sperando che finisca presto). E’ una tendenza strutturale che è cominciata prima della guerra e durerà ancora per molto tempo. E non te la cavi semplicemente abbassando il termostato del riscaldamento di casa, come il governo ci ha raccontato. Nemmeno per idea: un privato cittadino può anche decidere di starsene al freddo indossando due paia di calzini di lana, ma non può far funzionare dei macchinari industriali usando dei calzini di lana.

    • Ugo Bardi scrive:

      Appunto… ti stavo per segnalare questo post che va nella stessa direzione del tuo!

    • Francesco scrive:

      scusa ma questo tema si affronta il primo anno di economia (e solo perchè all’asilo sottovalutano i bambini)

      quando gli schiavi sono diventati rari e costosi, si è scoperto che si potevano usare le macchine

      quando l’energia diventa costosa, si scoprirà che si può usarne meno

      la cosa non è neppure degna di essere messa per iscritto, tanto è banale

      ah sì, nel frattempo qualche Salvini/GG/sindacalista farà un pò di casino lamentandosi. utile e significativo come una trasmissione di Rete 4

  4. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    “Boerio”

    a) è Boero, non Boerio

    b) ma che ce l’hai coi Genovesi? Boero è un caposaldo dell’economia della Superba! 😉

    c) è la somma che fa il totale. Abramovic inquina quanto quarantamila cinesi, ma i cinesi sono un miliardo e mezzo.

    d) se l’80% della popolazione detiene il 20% della ricchezza, è logico che quando ciascuno rinuncia a una fetta in proporzione ci rimettono più i poveri dei ricchi. Come diceva il Gastone di Petrolini, è vero che i poveri hanno di meno, ma sono di più. La decrescita è sempre diseguale, anche più della crescita.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • daouda scrive:

      per Miguel l’ovvietà è in realtà disegno maligno. D’altronde altrimenti come poteva destreggiarsi nel leccare il cuo al potere arruffando il popolo blogghettaro e di quartiere di cui si fa portavoce?

  5. Ale scrive:

    A tal proposito, non possiamo affondare gli yukhut, però possiamo unirci individualmente a questo movimento https://www.tyreextinguishers.com/ e sgonfiare le gomme ai SUV. Non farà molto, però almeno un po’ di soddisfazione

  6. Peucezio scrive:

    Miguel,
    analisi ineccepibile.

  7. Andrea Di Vita scrive:

    @ tutti

    Un semplice modo per limitare parecchio gli sprechi in una attività estremamente inquinante

    https://fumettologica.it/2022/04/bonelli-prezzo-fumetti-aumento/

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Francesco scrive:

      credo di averlo letto sulla seconda di copertina di un fumetto degli anni ’70!

      è il sogno dei chi vende in edicola

  8. daouda scrive:

    LA rpima cosa da scrivere, come al solito, ma ripetita non iuvant ai ritardati, è che la CO2 NON C’ENTRA UN CAZZO CON IL RISCALDAMENTO E NON E’ UN INQUINANTE.

    chiarito questo rileggere

  9. daouda scrive:

    Ovviamente si ricorda:

    Non esiste alcuna questione ambientale giacché essa deriva da altre questioni oltre CHE DATO LO SPACCIO DELLA STESSA QUESTIONE AMBIENTALE QUESTE SI NASCONDONO.

    Ugualmente il tuo discorso ruffiano per comprarti e giustificare i biggoli che vengono fregati dai grandi ugualmente non risponde alle vere domande di:
    – sostenibilità economica ( ma d’altronde come può rispondere un ritardato che continua a parlare che si viva in un mondo capital-liberista? )
    – distinzione fra artificiale e naturale, mai risposto

    senza contare che il tuo anelito per l’ambiente è irrisorio: ambiente è anche Mart per se, tu vuoi dare vita alla Terra od al resto dimenticando che gli animali si mangiano fra loro.
    Vedrai che se trovassi uno NON COME ME ch ti rintuzza tutto te alla fine rispondi le solite stronzate dei tuoi compari super-miliardari sull’ambiente.

  10. fuzzy scrive:

    https://valori.it/rubli/
    Oh, finalmente si inizia a capire qualcosa sulla contorta faccenda dei pagamenti in Rubli.
    Non si potrebbe fare ma si fa.
    In più si è già capito che le armi inviate in Ucraina sono dei vecchi catorci inservibili.
    Morale della favola, l’Europa tergiversa. Tanto fumo e poco arrosto. Finora.
    Poi l’altra sera su Report hanno fatto vedere un servizio nel quale sono stati intervistati gli abitanti di Mariupol. Niente di preparato, così, davanti a una telecamera, per strada.
    Io non lo so se lo vedremo ancora, Report. Tutto tace.

    • Francesco scrive:

      >>> si è già capito che le armi inviate in Ucraina sono dei vecchi catorci inservibili.

      Mah, questo punto non mi risulta.

      I missili anticarro inviati agli ucraini sono lo standard degli eserciti occidentali, questo lo so.

      Tu a cosa ti riferisci?

      PS Report fa da sempre giornalismo spazzatura, sensazionalistico e poco serio. Dubito sia a rischio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *