Redline: il postmodernismo, un mio commento

Un inciso nella serie sul postmodernismo e derivati

Alcuni commentatori hanno notato che esiste una notevole differenza tra l’elegante cinismo di narcisistici francesi come Foucault e Derrida, e il postmodernismo di massa emerso in questi anni negli Stati Uniti.

Hanno ovviamente ragione.

Qualunque idea europea, sbarcata in America, si trasforma radicalmente: è successo al calvinismo, al pietismo, all’illuminismo, alla psicoanalisi, alla teosofia, e ovviamente anche al postmodernismo.

Tutti sono stati cooptati per ripetere ancora una volta il concetto di fondo dell’americanismo: Con la mia volontà, farò miracoli.

Credi a Gesù e sarai guarito…

credi/sogna nel tuo potere di venditore e sarai miliardario…

Per l’autore di fantascienza e fondatore di Scientology, Ron Hubbard, siamo in realtà dei thetan, al di là di tempo e di spazio e creatori delle cose…

Quando si capisce che l’America è uno stato onirico della mente

… dove poteva essere eletto presidente un signore come Donald Trump perché diceva cose come questa:

“Credo che chiedere scusa sia un’ottima cosa, ma prima devi avere torto. Io sicuramente chiederò scusa, speriamo in un lontano futuro, se mai avrò torto”.

solo a questo punto si può capire perché la complessa e fumosa idea francese del potere creativo del linguaggio abbia potuto trasformarsi in questo:[1]

Poi queste cose ritornano in Europa, con la forza organizzativa, l’abilità pubblicitaria e l’aggressività della macchina americana, e possono sembrare cose familiari, ma non lo sono.

Kurt Andersen, in Fantasyland. How America Went Haywire, spiega come nacque il pensiero magico statunitense:

ALL’INIZIO, non aveva nemmeno un vero nome: il Nuovo Mondo era un segnaposto, come le NewCo generiche che gli avvocati d’impresa oggi assegnano temporaneamente alle imprese che i loro clienti stanno creando. Per i suoi futuri residenti bianchi, il Nuovo Mondo era praticamente un luogo immaginario. Per loro, l’America iniziò come un sogno febbrile, un mito, una felice illusione, una fantasia.

In effetti, iniziò come molteplici fantasie, ognuna abbracciata intorno al 1600 da persone così convinte delle loro eccitanti finzioni che la maggior parte di loro abbandonò tutto – amici, famiglie, lavori, buon senso, Inghilterra, il mondo conosciuto – per mettere in atto i loro sogni o morire nel tentativo. Molti di loro morirono provandoci.


Il nostro è stato il primo paese mai concepito e creato dal nulla, il primo paese scritto, come un racconto epico, nel momento stesso in cui Shakespeare e Cervantes inventavano la narrativa moderna. I primi inglesi nel Nuovo Mondo si immaginavano come eroici personaggi di avventure eccitanti. Erano estremisti auto-romanzanti che abbandonavano tutto ciò che era familiare a causa delle loro fiammeggianti convinzioni, le loro speranze e i loro sogni a lungo termine, le loro fantasie alla “ti prego, sii vero”.

Nota:

[1] Credo che la specifica immagine provenga dall’Inghilterra, ma lo slogan è stato importato dagli Stati Uniti.

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156 risposte a Redline: il postmodernismo, un mio commento

  1. Andrea Di Vita scrive:

    Terrificante.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  2. firmato winston scrive:

    @miguel
    “Qualunque idea europea, sbarcata in America, si trasforma radicalmente”

    Ironicamente, per fortuna che invece il marxismo-leninismo, sbarcato nelle altre parti del mondo, e’ rimasto fedelissimo all’originale. 😉

    “concetto di fondo dell’americanismo: Con la mia volontà, farò miracoli.”

    “Volere e’ potere” non l’hanno inventato gli americani, e’ l’atteggiamento che caratterizza la fine del medioevo con l’avvento dell’umanesimo, se leggi Pico della Mirandola (Oratio de hominis dignitate**) sembra Benjamin Franklin al quadrato, che a sua volta, se leggi le sue memorie, modernissime sebbene scritte due secoli fa, sembra il personaggio che ha ispirato Paperon de Paperoni col suo serrato pragmatismo. Ecco, il pragmatismo, altra tendenza tipicamente anglosassone, che in europa ha sempre differenziato l’isola dal continente.

    L’umanesimo, e poi il “sapere e’ potere” baconiano con la sua “nuova atlandide”, l’avvento della scienza quantitativa moderna e dell’industrialismo macchinistico e tecnologico con la convinzione parallela che la condizione umana sia migliorabile attraverso l’azione materiale e la comprensione della natura, si perfeziona con l’illuminismo e alla fine contamina pure il materialismo marxista, che senza non ci sarebbe stato (anche se poi quest’ultimo, paradossalmente, nella pratica si risolve e si ritira in una pura ideologia di stampo fideistico-religioso, una (pseudo?) religione)

    In effetti, secondo me il paese al mondo che applica piu’ fedelmente tuttora i principi dell’illumismo, sui quali la sua costituzione immutata e’ basata fin dal’epoca, checche’ se ne dica del suo fondamentalismo religioso-superstizioso della sua provincia, e delle sue contraddizioni tipiche di qualunque paese libero (il che pero’ puo’ accadere sempre e solo grazie agli ideali dell’illuminismo), sono proprio gli Usa.

    Quindi, questo articolo e anche il precedente, mi paiono abbastanza, ad essere gentili, opinabili. Il postmodern, col suo riconoscere l’esistenza di “oggetti sociali”, soggetti a leggi diverse e piu’ elastiche e relativistiche (in quanto contrattualistiche, accordi) di quelle della fisica a cui sono soggetti gli “oggetti materiali”, di per se’ sarebbe stato un grande passo avanti, se poi non fosse stato malinteso nell’estremizzarsi nel negare l’esistenza di qualsiasi realta’ fisica materiale, per cui non esiste altro che la realta’ soggettiva, che a sua volta dipende solo dal linguaggio, per cui basta cambiare il linguaggio per cambiare la realta’, qualsiasi realta’. In questo il postmodern e’ la negazione del marxismo, dato che per il marxismo, che non per niente modestamente si autodefinisce scientifico, tutto, anche le convenzioni sociali, derivano da condizioni materiali e da leggi rigide e inviolabili cui e’ soggetta la realta’ materiale (salvo poi partorire personaggi come stalin e lisenko). Entrambi, postmodernismo e marxismo, nel loro estremizzarsi, finiscono per soffrire di enormi contraddizioni nelle loro pretese universalistiche di spiegare il mondo.

    **da wikipedia: Il Discorso sulla dignità dell’uomo (Oratio de hominis dignitate) è una orazione scritta nel 1486 da Giovanni Pico della Mirandola, il celebre umanista italiano del Quattrocento, studioso di greco, latino, ebraico, siriaco, arabo nelle maggiori università d’Italia e Francia. Tale discorso dimostra la potenza dell’intelletto che mette l’essere umano al centro dell’Universo, definendosi un Dio plasmatore e creatore: è ritenuto il “Manifesto” del Rinascimento italiano. Il Discorso elogia grandemente la capacità intellettiva e deduttiva dell’essere umano. Infatti l’intelligenza per Pico e per l’uomo è sinonimo di libertà e mezzo di formulare concetti in grado di poter condizionare nella buona e nella cattiva sorte il suo futuro. Ed è proprio per questa suprema capacità che l’uomo si distingue dagli altri esseri viventi come le piante o gli animali. Quella di Pico della Mirandola è una vera e propria esortazione affinché l’essere umano diventi superiore rispetto agli altri esseri e che primeggi nella conoscenza e nella sapienza avvalendosi dello studio e della filosofia come mezzo (in questo caso il neoplatonismo agostiniano e non più l’aristotelismo); solo così l’uomo e conoscenza saranno un tutt’uno, facendolo salire ad un grado così elevato da eguagliare quello di Dio e degli angeli.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per firmato

      “Ironicamente, per fortuna che invece il marxismo-leninismo, sbarcato nelle altre parti del mondo, e’ rimasto fedelissimo all’originale”

      Tante cose che dici sono condivisibili, ma non il punto di fondo.

      Pico della Mirandola, che è italiano, dice le stesse cose di Benjamin Franklin, che è americano.

      Benissimo.

      Ma l’italiano normale col diploma di perito meccanico quando presiede un consiglio di amministrazione, quando fa politica, quando prega, quando rivendica un diritto, quando emigra da Catanzaro a Milano, quando incita suo figlia studiare, parla come Pico/Beniamino?

      No.

      L’americano sì.

      Anzi, l’italiano lo fa, sentendosi sotto sotto in malafede, se ha letto un libro Motivazionale scritto da un americano.

      Su marxisti leninisti – temo che ti manchino le sette trotzkiste americane, che sono americanissime!

      • Francesco scrive:

        non lo so … Silvio Berlusconi non credo abbia mai letto un libro in vita sua ma è esattamente così ed è (o almeno era) il Mito per la stragrande maggioranza dei padroncini

        che io identificherei come quelli che rifiutano di accettare che non ce la possono fare

        forse una differenza è che in Italia il mezzo per fare l’impossibile rimane “il duro lavoro” mentre negli USA sembra essere diventato “seguo il manuale di istruzioni giusto”

        ciao

        • firmato winston scrive:

          “Silvio Berlusconi non credo abbia mai letto un libro in vita sua”

          Sivlio Berlusconi e’ un appassionato cultore dell'”Elogio della Follia” del grande umanista Erasmo.

          • Francesco scrive:

            davvero? me ne stupisco e me ne compiaccio, non mi dava l’idea di un uomo capace di farsi prendere da un libro

            abile parlatore ma sotto la superficie il nulla, avrei detto di lui

            • firmato winston scrive:

              @francesco
              “me ne stupisco e me ne compiaccio, non mi dava l’idea di un uomo capace di farsi prendere da un libro”

              Guarda cos’ho trovato per te!

              Prefazione di Silvio Berlusconi all’Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam

              “A farmi conoscere l’Elogio della follia fu, ai tempi dell’Università, un amico molto caro. Avevamo avuto una discussione piuttosto accesa, in cui a più riprese mi ero sentito dare del visionario, non ricordo più per quale motivo. L’indomani mi vidi recapitare una copia del capolavoro di Erasmo in un’edizione Einaudi, con una singolare dedica:Vedrai che ti ci ritrovi. Cominciai perciò a leggere. Subito mi catturò l’ammirabile dedica a Tommaso Moro, che già conoscevo per l’Utopia: non riuscii a staccarmi dalla lettura se non dopo aver terminato l’ultima riga della splendida, autoironica conclusione. Al di là dello stile sempre scintillante, sorretto da una straordinaria intelligenza e da una sconfinata, sapida erudizione, al di là del riuscitissimo gioco degli specchi tra apparenza e realtà, ragione e assurdo, saggezza e follia, ad affascinarmi nell’opera di Erasmo fu in particolare la tesi centrale della pazzia come forza vitale creatrice: l’innovatore è tanto più originale quanto più la sua ispirazione scaturisce dalle profondità dell’irrazionale. L’intuizione rivoluzionaria viene sempre percepita al suo manifestarsi come priva di buon senso, addirittura assurda. È solo in un secondo tempo che si afferma, viene riconosciuta, poi accettata e persino propugnata da chi prima l’avversava.
              La vera genuina saggezza sta quindi non in un atteggiamento razionale, necessariamente conforme alle premesse e perciò sterile, ma nella lungimirante, visionaria «pazzia». Tutti noi abbiamo certo riscontrato più volte la profonda verità di questa tesi. E nella mia vita di imprenditore sono stati proprio i progetti a cui più istintivamente mi sono appassionato contro l’opinione di tanti, anche amici cari, i progetti per i quali ho voluto dar retta al cuore più che alla fredda ragione, quelli che hanno poi avuto i maggiori e più decisivi successi.
              Ma l’Elogio della follia è uno dei pochi libri che da quella lontana prima volta tengo a portata di mano, offre tante altre chiavi di lettura, come ogni vero capolavoro. In questi ultimi tempi sono portato ad ammirare l’eccezionale ricchezza dell’arte della comunicazione che vi è dispiegata. Come l’uso istintivo, magistrale, della battuta arguta, del motto di spirito, dell’immagine incisiva, del tono apparentemente lieve e scherzoso per affermare verità anche amare e sostenere coraggiose posizioni morali. Un libro dunque che trascende ogni tempo, da rileggersi anche oggi e non solo per divertimento ma anche per apprendimento dall’uomo di studio e soprattutto dall’uomo di azione.”

              • Francesco scrive:

                cribbio, che Ghost writer di alto livello che poteva permettersi, il mio amato Silvio

                ora avrebbe veramente diritto al riposo, povero caro

              • paniscus scrive:

                “cribbio, che Ghost writer di alto livello che poteva permettersi, ”
                —-

                se non andava mai a capo, come appare in questa citazione, di tanto alto livello non era.

              • firmato winston scrive:

                @francesco
                non ricordavo male, guarda un po’, leggi tutto, son quattro righe 😉

                https://it.wikipedia.org/wiki/Silvio_Berlusconi_Editore

                fra cui:
                “In un articolo del 2006 Marco Travaglio affermò che la traduzione de L’Utopia, di Thomas More, accreditata a Domenico Magnino e la prefazione, a firma di Berlusconi, furono copiate dalla prefazione e traduzione di Luigi Firpo all’edizione del testo pubblicato antecedentemente dalla Guida Editori.”

              • firmato winston scrive:

                @paniscus:
                “se non andava mai a capo, come appare in questa citazione, di tanto alto livello non era.”

                In realta’ l’analfabeta era il ghost writer, nientepopodimeno che Luigi Firpo 😉
                Scherzi a parte, sara’ un copia-incolla ripetuto chissa’ quante volte in chissa’ quanti ambienti dall’era di quando internet non esisteva, e le tabelle dei codici creavano un sacco di problemi di traduzione dei simboli. Io uso tutt’ora la ascii a 7 bit, e non solo per i nomi dei file, ben memore di quei casini… prima regola del tecnologo incasinare il meno possibile, che la tecnologia gia’ incasina piu’ che a sufficienza di suo.

              • firmato winston scrive:

                @francesco, paniscus

                Firpo e’ gia’ morto da trent’anni!
                Credevo meno.

                da wikipedia:
                “Curiosità
                Fu celebre e rasente il comico la disputa con Silvio Berlusconi che si appropriò della stesura di un testo su Tommaso Moro, scritta da Firpo poco tempo prima. Berlusconi, vistosi ben presto scoperto dal vero autore, tentò di tacitare Firpo con un prezioso omaggio consistente in una valigetta in coccodrillo naturale che prontamente fu restituita.[12]”

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ firmato winston

                “Erasmo”

                Qui viene bene una citazione di (credo) San Gerolamo:

                “timeo hominem unius libri”

                …perché vuol dire che ha letto solo quello. 🙂

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • firmato winston scrive:

                @paniscus

                “che la tecnologia gia’ incasina piu’ che a sufficienza di suo”: a proposito, mi fai rammentare che le persone piu’ entusiaste della tecnologia che ho incontrato nella mia vita, erano quelle che non ci capivano assolutamente nulla, e vi si rivolgevano con un atteggiamento fra l’entusiastico, lo stupito e il fideistico, fino a rasentare il feticismo, con vera e propria coazione a possederne l’ultima e possibilmente piu’ lussuosa incarnazione (automobile, telefono, computer, qualsiasi cosa): avvocati, notai, commercialisti… i tipici esponenti della nostra classe dirigente e politica, peraltro, completamente inetti al mondo e ai tempi in cui viviamo.

              • paniscus scrive:

                “le persone piu’ entusiaste della tecnologia che ho incontrato nella mia vita, erano quelle che non ci capivano assolutamente nulla, e vi si rivolgevano con un atteggiamento fra l’entusiastico, lo stupito e il fideistico,”

                (…) avvocati, notai, commercialisti… i tipici esponenti della nostra classe dirigente e politica,
                —–

                Ma guarda che adesso è ancora esattamente così, solo che non c’è più nessuna connotazione di lusso o di ostentazione, e la categoria si è estesa a tutte le classi sociali (in cui la probabilità di essere ignoranti di tecnologia è sostanzialmente sempre la stessa, tranne piccole nicchie di professioni e culture specifiche).

                Hai presente i pensionati ottantenni che non sono mai andati oltre la terza media, o le casalinghe settantenni che da giovani non hanno mai imparato a usare nemmeno la calcolatrice tascabile… e che adesso sono tutti a spippolare freneticamente sullo smartphone che hanno avuto in regalo dai figli, sospirando “aaaahhhh, quanto è comodo!” ?

                Se si fa un giro su un autobus o nei pressi delle panchine dei giardinetti, non ce n’è più nemmeno uno, di vecchietto che legge il giornale, stanno tutti a picchiettare sullo smartphone… e non solo a mandare messaggi a familiari e amici o scambiarsi foto dei nipoti, il che sarebbe pure comprensibile, ma se ne vedono una quantità inquietante che passano il tempo a fare VIDEOGIOCHI (ovviamente di quelli semplicissimi, con grafica da bambini di sei anni) o roba del genere.

              • paniscus scrive:

                Aggiungo: per la generazione intermedia, quella più o meno della mia età, paradossalmente è pure peggio, perché in questa si comincia a vedere chiaramente la differenza tra chi capisce qualcosa di tecnologia e chi no.

                In fondo, nelle generazioni più anziane, è abbastanza normale che quasi tutti (tranne quei pochi che hanno svolto professioni specifiche da giovani, e si sono mantenuti aggiornati) fossero ignoranti in materia di tecnologie, che ai loro tempi non c’erano proprio.

                Ma tra un 50enne di oggi che aveva cominciato a usare il computer già 30 anni fa, e uno che ha scoperto l’esistenza della rete in età già matura e solo tramite lo smartphone (anzi, quasi esclusivamente tramite facebook, e più recentemente whatsapp) senza aver mai avuto la minima alfabetizzazione informatica prima, la differenza è impressionante…

          • roberto scrive:

            “Sivlio Berlusconi e’ un appassionato cultore dell’”Elogio della Follia”

            nel senso che ogni tanto lo cita
            🙂

      • firmato winston scrive:

        @miguel
        “Ma l’italiano normale col diploma di perito meccanico quando presiede un consiglio di amministrazione, quando fa politica, quando prega, quando rivendica un diritto, quando emigra da Catanzaro a Milano, quando incita suo figlia studiare, parla come Pico/Beniamino?
        No.
        L’americano sì.”
        “Tante cose che dici sono condivisibili, ma non il punto di fondo.”

        In sostanza secondo te e’ chi segue il punto di vista umanistico-rinascimentale che sbaglia e va corretto?
        Se e’ questo che intendi, cosi’ di primo acchito _non_ lo trovo per nulla condivisibile.

        PS: il perito meccanico, in italia, e’ uno dei pochi che un po’ segue umanisticamente Pico e Franklin (Franklin era un bravissimo scienziato e inventore pratico, l’equivalente di un perito meccanico – la stufa ad alta efficienza, il parafulmine li ha inventati lui), perche’ per uno scherzo della storia (che si chiama La Controriforma) l’umanesimo duro e puro e’ subito scomparso dall’italia, anzi deliberatamente cancellato, dalla cultura umanistica che ha prevalso.

        Noi italiani per cultura umanistica intendiamo che le cose importanti da sapere per diventare classe dirigente (storicamente la peggiore d’occidente) sono le belle lettere, l’interpretazione in esclusiva delle criptiche sacre scritture (che oggi sono le leggi e i regolamenti fiscali) e la giurisprudenza: l’arte di infinocchiare gli altri col latinorum, insomma. Il resto e’ lasciato a quelli che facendo mestieri inferiori e’ giusto che sgobbino a tirare la macina e ubbidiscano agli ordini, essendo condannati a non capire nulla per mancanza della cultura suddetta (croce-gentile).

        Il risultato e’ che oggi che quasi nessuno tira piu’ la macina, e quasi tutti cercano di campare infinocchiando a rotazione gli altri, pur nella generale bulimia serpeggia un certo malessere.

        PS1: guarda i capitani d’industria rispettivamente in italia e usa: i nostri sono quasi tutti avvocati, quelli americani sono quasi tutti l’equivalente dei nostri periti e ingegneri, quando un titolo di studio ce l’hanno e non si sono messi fin da giovani a sporcarsi le mani.

  3. Peucezio scrive:

    Uhm, Miguel, devo rifletterci.

    Sicuramente c’entra moltissimo questa trasvolata oceanica nella mutazione genetica del postmodernismo.
    Ma forse c’è dell’altro.

    L’America è libertaria. Sia pure in modo velleitario, a tratti immaginario…

    Qui invece siamo di fronte a un modello di pensiero oppressivo, che non apre possibilità, ma le chiude, che riduce le opzioni fino alla totale paralisi intellettuale e morale.
    Questo è un modello nordcoreano con un diverso segno e con in più la pretesa tutta protestante e occidentale di constringere non i corpi ma le coscienze (a Kim Jong Un non frega nulla di quello che pensi finché non lo dici).
    Ma, insomma, si tratta di questo. Stai attento che qualunque cosa fai, dici o pensi offendo qualcuno, quindi sei un reprobo.
    Non vedo un nesso poi così stretto con quest’idea prometeica e magica dell’uomo che trasforma per incantesimo qualunque sogno in realtà proiettandosi oltre la realtà fattuale e reificando ogni sua aspirazione.
    Qui c’è proprio l’idea che agire, vivere, imporsi, esprimersi, avere successo, siano peccati, perché si deve vivere permanentemente in una condizione penitenziale, perché l’ultimissima categoria autovittimizzatasi è Dio, ma è un Dio cui la nostra stessa esistenza è un’offesa intrinseca, perché qualsiasi cosa che diremo per dimostrare il nostro rispetto per quella categoria, non solo non sarà mai abbastanza, ma sarà la nostra condanna, la nostra stessa ammissione di colpa: se dico “frocio di merda” sono omofobo, ma sono omofobo anche se dico che stravedo per gli omosessuali, perché lo faccio per nasconodere la mia omofobia, non hanno bisogno del mio riconoscimento, anzi, è offensivo il fatto stesso che io parli di loro, perché in quanto etero sono comunque colpevole della loro oppressione, ecc.
    A me questo, più che vitalismo onirico americano, sembra più un’idea gnostica, catara, o qualcosa di simile: c’è una purezza inattingibile, siamo tutti sporchi e irrimediabilmente inquinati, quindi è meglio se moriamo tutti, così il mondo è più pulito (e ben venga il covid!).

    • Francesco scrive:

      Però questo vale per “gli altri”, ogni categoria di vittim* aspira invece ai risarcimenti subito, al riconoscimento sociale, alla gloria.

      Prendi il caso dei Pride: sono una manifestazione di potenza, di prepotenza, di occupazione, con le Grandi Imprese che come divinità romane si mostrano favorevoli e benigne. E pure codazzi di schiavi/figuranti/convertiti a mostrare il loro ossequio.

      E questo spiega le lotte durissime: femministe bianche scalzate da transessuali bianchi o da femministe nere, a loro volta sotto l’attacco di transessuali neri, in attesa di nuovi attori

      Noto ora una cosa: in questo bailamme, un dato falso come la razza rimane incrollabile al centro della scena, uno vero come il sesso biologico diventa un insulto solo a citarlo

      • Peucezio scrive:

        Non sono d’accordo.
        Se uno ama reprimere è un represso.
        E sa bene che se la sua categoria reprime le altre, ce ne saranno altre che reprimeranno lui. Infatti questi gruppi sono tendenzialmente solidali fra loro: escludo che l’attivista negro che crede che la luna sia un’invenzione bianca si allei con il trumpiano di estrema destra contro l’attivista omosessuale, o viceversa.

        C’è chi ama le società libere, aperte (non nel senso di quel coglione di Popper), pluralistiche, vitali, gioiose e chi quelle represse e opprimenti, perché sente un bisogno di controllo e percepisce la vita e la felicità come una minaccia.
        Oggi prevale questa seconda tipologia. Non fra la gente comune, ma fra le classi dirigenti.
        Oggi, come ormai quasi tutte le sere, ero sui Navigli: il bordello!! Mai vista così tanta gente. La gente ama divertirsi: non sono ancora diventati tutti degli zomby come vorrebbe Speranza. Ma i ceti dirigenti non sono così e stigmatizzano.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ peucezio

          “Navigli”

          Beh, dipende.

          A Genova per strada non ne vedi uno, senza mascherina.

          Non sempre l’egoismo prevale sulla saggezza.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Peucezio scrive:

            Non c’è nulla di saggio nel rinunciare a vivere.

            E tantomeno nel farlo prendendo a pretesto un problema sanitario.

            • firmato winston scrive:

              @peu
              “prendendo a pretesto un problema sanitario”

              Pero’ che e’ un pretesto lo dici tu: oppure, accusare di rinuncia a vivere chi dice “metti la mascherina senno’ muori”, mi pare altrettanto pretestuoso.

              Semmai, gli si puo’ rispondere che se ha paura di morire la mascherina puo’ mettersela lui, che nessuno glielo proibisce (salvo la legge sui mascheramenti ereditata dai tempi del terrorismo, e ora rispolverata in polemica con l’islam) – e vale lo stesso per il vaccino.

              Per la mascherina, c’e’ il problema degli affollamenti obbligati, tipo i mezzi di trasporto, i luoghi di lavoro, le scuole, eccetera: li’ che sei _costretto_ alla convivenza ravvicinata, e’ giocoforza mettere delle regole. Diverso in quei posti dove nessuno e’ obbligato ad andare.

              Una societa’ sovraffollata vede gli spazi di liberta’ contrarsi in proporzione, forse anche per questo l’oriente in quanto a liberta’ individuale lascia un po’ a desiderare, e noi stessi seguiamo la stessa china.

              • Peucezio scrive:

                Sì, convengo che la mascherina è il minore dei problemi in effetti: non lede i diritti fondamentali.

                Magari questi psicopatici si fossero fermati a imporre solo la mascherina.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ peucezio

              “nulla”

              È esattamente quello che ho detto io.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “Infatti questi gruppi sono tendenzialmente solidali fra loro”

          Non è su questi schermi che si consuma il derby trans-terf?

          • Francesco scrive:

            in effetti Peucezio scrive anche cose ingenue (se uno ama reprimere gli altri è uno stronzo, non necessariamente un fesso che reprime anche se stesso) e ignora bellamente le lotte per il potere di reprimere (le femministe nere che fanno guerra a quella bianche, i trans che fanno guerra alle donne, i giovani liberal che fanno la guerra a quelli vecchi)

            è tutto un gioioso bailamme, a dire la verità! in cui i più cercano di scappare coi soldi – e hanno la mia comprensione

          • Peucezio scrive:

            Mauricius,
            le Terf sono un fenomeno regressivo, reazionario.

            Io parlo delle avanguardie progressiste e del sistema intellettuale-mediatico loro solidale.

            • Francesco scrive:

              no scusa, le femministe radicali ora sono reazionarie?

              in che senso lo dici?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Entrambe le parti accusano l’avversario di essere reazionario: le terf non vogliono riconoscere i diritti dei trans e i trans vogliono togliere diritti alle donne.
                E no, non uscitevene con “non è vero che le terf…” perché sto dicendo di cosa le parti si accusano a vicenda, non che sia così.

        • firmato winston scrive:

          @tutti
          “perché sente un bisogno di controllo e percepisce la vita e la felicità come una minaccia”

          Pero’ questa mi sembra anche la perfetta descrizione del tipico avversario di destra del politicamente corretto e ammennicoli vari, e lo e’ proprio perche’ egli da par suo non concepisce che il mondo possa essere vario e che la Verita’ Assoluta, per quanto riguarda le questioni di _convenzione sociale_, non esista, che e’ la posizione, invece corretta, del “postmodern”.

          La base trumpiana e salviniana che ha in ubbia il politicamente corretto, non e’ che sia piu’ libertaria di quella democrat di sinistra che la cavalca, eh… entrambe hanno una concezione costrittiva del vivere sociale, sono due finte polarita’.

          Poi il vittimismo, nel nostro paese e oggi, forse e’ piu’ diffuso a destra che a sinistra (anche perche’ e’ la sinistra che comanda), il che, nei paesi come il nostro che non hanno conosciuto il comunismo ma il fascismo, specie al centro-nord dove, dopo l’8 settembre ’43, e’ cominciata l’occupazione nazista ed e’ scoppiata la vera guerra quella civile a bassa intensita’, farebbe anche un po’ ridere.

          Piuttosto, direi che viviamo nell’epoca dello sciacallaggio: se notate a tutti i livelli impera l’atteggiamento dello sciacallo, di colui che accusa l’altro per distogliere l’attenzione dal se stesso, dalle sue di porcate, che per il soggetto-sciacallo non sono mai tali. Non solo nei media a tutti i livelli, ma anche nel chiacchiericcio, nel pettegolezzo privato. Non potendo piu’ vivere nessuno, per la ragnatela di leggi, regole, norme, tasse, sanzioni, multe autoinflitti, si cerca soddisfazione nel cercare di impedire anche all’altro di vivere, con una altrettanta ragnatela di leggi, regole, norme, tasse, sanzioni, multe sempre piu’ paralizzante, e se sgarra, gogna pubblica, in galera e buttare via la chiave.

          E’ la pan-penalizzazione della societa’, fenomeno, anzi deriva sociale nota da tempo ad alcuni studiosi.

          Ripeto sciacallaggio non solo nei media dalla testata nazionale al piu’ misero blog, ma anche nel pettegolezzo privato, che e’ MOLTO importante, anzi di piu’, nel definire lo spirito del tempo. E’ tutto un “in galera!”, in tutti i settori, con la scusa che lo fanno anche gli altri. Bel modo di emanciparsi dai nemici, quello di imitarli…

          Adesso che il pettegolezzo privato, attraverso il web, e’ visibile al pubblico, cio’ e’ facile da verificare, se non perche’ quello dello sciacallo e’ il brodo primordiale in cui siamo immersi tutti, e cio’ in cui si e’ immersi spesso non si nota piu’.

          En passant, a testimonianza del crollo di civilta’ nel sentire comune, e’ sparita la percezione della differenza fra reato involontario e premeditato, la gente non e’ piu’ in grado di coglierne la differenza, provate a chiedere in giro resterete stupiti (a meno che non siate anche voi fra quelli). E’ come se nella percezione comune fosse sparita la possibilita’ dell’esercizio del libero arbitrio in buona fede. L’esercizio del libero arbitrio, quando avviene, e’ sempre e comunque in cattiva fede e allo scopo del male, per gli sciacalli. Il giusto si puo’ fare, e consiste, solo nel seguire l’algoritmo, la legge, il regolamento, la burocrazia, che descrivono minuziosamente e pervadono tutto, da cui il continuo proliferare di nuove fattispecie di reato.

          C’e’ in tutte le prime pagine di tutti i giornali, tutti i giorni, tutti i mesi, tutti gli anni, in una forma o nell’altra, dalla mascherina abbassata all’affondamento del transatlantico.

          L’unico reato che si comprende, indifferenziandone la gravita’ se non in base agli effetti, e’ quello che consiste nella violazione della regola imposta dall’alto, mentre e’ scomparsa completamente la percezione dell’errore individuale involontario, compiuto sulla base di errate valutazioni compiute in libera scelta e buona fede.

          Errore, non reato.

          Unica preoccupazione: e’ stato applicato il manuale, la legge, l’algoritmo, la burocrazia?

          Questa e’ la “societa’ caserma”, la “societa’ macchina algoritmica”, in cui l’individuo come unita’ di decisione e azione cosciente non esiste piu’, con la peculiarita’ che mentre lo si spoglia di ogni possibilita’ di decisione individuale basata sulla valutazione libera e personale, lo si punisce per il solo fatto di non essersi comportato come il robot che segue l’algoritmo della legge e della burocrazia. In galera!

          Qualcosa vorra’ pur dire…

          Proviamo a pensarci un po’, invece di guardare solo alle minute conseguenze, dalle quali non solo non si capisce nulla, ma criticandone solo gli effetti superficiali si finisce per aggiungere il proprio apporto alla barbarie.

      • PinoMamet scrive:

        “Noto ora una cosa: in questo bailamme, un dato falso come la razza rimane incrollabile al centro della scena, uno vero come il sesso biologico diventa un insulto solo a citarlo”

        Primus la notò Moi, secundus il sottoscritto 😉

        accontèntati del bronzo! 😉

        • firmato winston scrive:

          “un dato falso come la razza”

          Non e’ di per se’ falso, e’ sconveniente.

          La falsita’ si basa sul fatto che, scientificamente parlando, non esistono singoli geni del nostro DNA che denotino univocamente una razza come invece accade nelle razze canine, perche’ i nostri geni sono tutti presenti in tutte le popolazioni, ma in proporzioni variabili, anche molto variabili.

          Ma il “proporzioni variabili”, volendo, potrebbe benissimo essere preso a definizione di razza… dipende dai gusti, dalle epoche e dagli accenti.

          Uno dei motivi per cui esiste la riproduzione sessuata, del resto, e’ che cosi’ il prezioso patrimonio genetico di una specie, essendo distribuito con grande ridondanza in tutta la popolazione della specie, e’ salvaguardato: in altre parole, da qualunque gruppo umano non troppo piccolo e’ possibile recuperare l’informazione genetica che serve a ricostruire qualsiasi altro gruppo umano, perche’ quasiasi gruppo non troppo piccolo possiede qualche copia di qualsiasi gene umano. Tutto qua.

        • firmato winston scrive:

          Simmetricamente, la stessa cosa vale per il sesso: ci sono tutte le possibili combinazioni. Mai sentito uomini con la voce da donna, e viceversa?

          • Moi scrive:

            Ripeto : io non vorrei che la “razza” in Italia venisse paradossalmente introdotta da Sx … con intento di agevolare le Affirmative Actions, l’ Empowerment, Combattere il Privilegio (in senso a-giuridico di “vantaggio” …) Bianco.

            • Moi scrive:

              Brevissimo , poco più di 4 minuti :

              https://www.youtube.com/watch?v=lPc5p1GLTSQ

              Would I Be Confused on Why USA is “Obsessed With Race” If I Were European? A Cultural Comparison

              • PinoMamet scrive:

                Mi sembra un discorso intelligente: per una volta, uno che non attacca gli europei per partito preso come “razzisti” ma si sforza di capire il punto di vista europeo sulla situazione.

              • paniscus scrive:

                Ma quindi non sarebbe molto più razionale la soluzione opposta?

                Cioè, che se le istituzioni statunitensi, semplicemente, la piantassero di chiedere a tutti di dichiarare la “razza”, e di dare importanza ufficiale alla razza, nel giro di pochi anni tutte queste fisime e questi imbarazzi scomparirebbero?

              • PinoMamet scrive:

                Non saprei, ormai sono talmente parte del sistema che non basterebbero pochi anni per toglierle dalle teste statunitensi.

                È che non vorrei che entrassero in quelle italiane…

              • Moi scrive:

                Però è evidente che continuare a segnare le “razze” aiuta le politiche di rivalsa per le generazioni sucessive a quelle che, in nome delle “razze” , hanno subito soprusi.

                Tuttavia , così facendo, viene perpetrato il concetto stesso : solo cercando di sovvertirne i rapporti di forza storicamente impòstisi.

              • firmato winston scrive:

                Gli Stati Uniti praticavano la schiavitu’ e la segregazione razziale fin l’altro ieri.
                Il concetto di razza abbiamo un bel dire adesso che sia antiscientifico, ma e’ stata la scienza stessa, quella dell’epoca, a introdurlo nel sette-ottocento. Prima, la catalogazione era molto piu’ semplice: era fra uomini e non uomini, fra “noi” e i “barbari”, fra la cultura e la natura.
                Andrebbe anche ricordato un fatto noto quanto negletto, che la cosiddetta base della nostra civilizzazione, la societa’ greca, si basava integralmente sul lavoro degli schiavi, mentre i loro padroni dimostravano a se stessi la loro superiorita’ discettando su massimi sistemi (sono cambiati i padroni e gli schiavi, ma l’abitudine e’ rimasta).

                Comunque, il problema si porra’ in modo veramente serio solo in caso di insufficienza alimentare pro capite, e che avvenga per eccesso di “capita” o per carenza di alimenti poco importa. Per adesso, infatti, il problema si pone in modo drammatico e serio solo per i “non uomini” intesi come appartenenti alle altre specie animali.

                Rapporto nei millenni fra esseri umani piu’ i loro animali addomesticati, e il resto dei vertebrati non domestici (ci siamo mangiati tutto):

                https://3.bp.blogspot.com/-4Bv-FeD1Qa8/WenlilszfFI/AAAAAAAAE0U/dEd9Xpc4oqUE00jQc3FH3FOKAeDC6L04gCLcBGAs/s1600/C-fHhBuW0AAoitm.jpg%2Blarge.jpg

              • PinoMamet scrive:

                “Prima, la catalogazione era molto piu’ semplice: era fra uomini e non uomini, fra “noi” e i “barbari”, fra la cultura e la natura.”

                beh, mi sembra un po’ una semplificazione eh?

                “Andrebbe anche ricordato un fatto noto quanto negletto, che la cosiddetta base della nostra civilizzazione, la societa’ greca, si basava integralmente sul lavoro degli schiavi”

                questo è proprio falso

                (Storia greca 1, all’università, monografico sull’economia greca antica… finii di ripassarlo in un trekking sui Monti Sibillini!)

                Chissà perché certi miti sono così lunghi a morire!
                Non è colpa tua: è una di quelle che cose che “tutti sanno”, e che poi, alla prova dei fatti, non è sono affatto come si crede.

                Ricordo che un amico, al quale dissi che mio trisnonno era alto 1,98 e morì a 98 anni (più 6 mesi e qualcosa) non voleva crederci assolutamente.

                “Ma come! A quell’epoca morivano tutti giovani ed erano tutti bassi e denutriti!”

                Uno che non aveva mai sentito parlare di “media” 😉

                a parte questo, gli ho ricordato che l’anagrafe esisteva anche al tempo di mio trisnonno, e il metro pure…

              • Moi scrive:

                statisticamente, in media sempre, i “tappi” son più longevi delle “pertiche” … questo ridimensiona il famoso “abbassamento doi statura con l’ età” … NON è che se a 20 anni sei 1,90 a 80 anni sei 1,50 ! 😀

              • Moi scrive:

                L’ aneddotica di campagnaappunto “nostrana” (cosa immortalata anche per iscritto da Guareschi) sono frequenti episodi di gente che avrebbe avuto una forza sovrumana … penso che ci sia dell’ esagerazione, però la gente comune erasenz’altro più “allenata” fisicamente ai lavori fisici e probabilmente resisteva più “stoicamente” alle avversità.

                Diverso il discorso per l’ atletismo professionistico, olim non diversissimo dall’ Arte Circense.

              • Moi scrive:

                … in pratica, l’ormone consente la “Fictio Iuris” per cui se nasci maschio / femmina MA appari in età adulta donna / uomo … sei per come appari e NON come da Cromosomi, che da quelli “NON si scappa”.

              • firmato winston scrive:

                “questo è proprio falso”

                che si basava _integralmente_, hai ragione, questo e’ completamente falso, come del resto tutti o quasi tutti gli _integralmente_.

              • PinoMamet scrive:

                In realtà il cittadino ateniese medio era il piccolo coltivatore diretto o le poche categorie di artigiani che ne avevano pari reddito (lo zeugita, che in caso di guerra faceva l’oplita).

                A differenza di Roma imperiale, il lavoro servile non fu mai diffusissimo, e in realtà impiegato massicciamente solo nelle miniere d’argento.

                La struttura geografica stessa della Grecia impediva che vi fossero gli immensi latifondi dell’Italia imperiale e tardo repubblicana.
                I Greci ovviavano con l’emigrazione al sovrappopolamento.

                Sparta è un caso a parte… si fa per dire, perché il suo insostenibile sistema per la quale è famosa durò, s conti fatti, piuttosto poco, e più che sullo sfruttamento degli iloti (forse in origine basato su criteri “etnici” più che economici) si reggeva sull’aver conquistato la riluttante Messenia.

                Dopo le sconfitte subite a opera dei Tebani, la liberazione degli iloti (quelli non cooptati tra le file degli spartiati..) e dei Messeni, Sparta fu poco più che l’ombra di sé stessa.

              • firmato winston scrive:

                @moi
                “per cui se nasci maschio / femmina MA appari in età adulta donna / uomo … sei per come appari e NON come da Cromosomi, che da quelli “NON si scappa”

                Non si scappa da cosa? Anche se adesso conosciamo l’alfabeto genetico, i cosiddetti codoni, non abbiamo neanche la piu’ pallida idea di quale sia il suo senso.
                Il motivo genetico per cui persone con caratteri sessuali fisici di un certo tipo vogliano a tutti i costi sembrare dell’altro e’ del tutto inaccessibile alla nostra comprensione.
                E se e’ per questo e’ del tutto inaccessibile anche come da una sequenza di codoni di dna possa venire fuori un’essere che vive.

              • firmato winston scrive:

                @pino
                “A differenza di Roma imperiale, il lavoro servile non fu mai diffusissimo, e in realtà impiegato massicciamente solo nelle miniere d’argento.”

                mi fido di quel che dici perche’ non e’ il mio campo (avendo studiato l’argomento, e poco, molti decenni fa, mi basavo su qualche conferenza di Barbero – ne ascolto un sacco con le cuffie quando sono in giro – che pero’, a sua volta, e’ un medievista), ma a una sommaria ricerca in rete vedo che in piu’ luoghi, su siti sperabilmente non troppo scrausi, confermano Barbero (magari senza il mio “esclusivamente”, che d’altra parte quando lo si aggiunge e’ quasi sempre una garanzia di… “quasi esclusivamente” falso)

                Ad esempio, “storica” del national geographic:
                “L’antica Grecia, culla della democrazia, fu una società schiavista, anche se molti storici si rifiutano di definirla come tale, sostenendo che il numero degli schiavi non superò mai quello dei cittadini.”
                oppure wikipedia:
                “È difficile stimare il numero di schiavi presenti nell’antica Grecia, data la mancanza di un preciso censimento. È comunque certo che ad Atene la maggior parte della popolazione era formata da schiavi, con circa 8 000 unità nel VI e nel V secolo a.C. (in media tre o quattro schiavi per famiglia).[44] La stima più bassa (20 000) degli schiavi in Grecia, riguardante il periodo di Demostene (IV secolo a.C.), corrisponde a uno schiavo per famiglia.”

              • PinoMamet scrive:

                Ora ho da fare ma secondo me Wikipedia dà i numeri… 😉

                Uno schiavo per famiglia?? Ma quando mai?
                Il cittadino ateniese medio mangiava una focaccia + un pesce secco al giorno.

                Dove li trovava i soldi per uno schiavo??

                Credo che siamo sempre lì, le famose “medie”…
                (E comunque mi sembra un numero esagerato, ma devo scappare).

              • PinoMamet scrive:

                Ma poi scusa, se avevano tutti questi schiavi a disposizione, perché mai sarebbero stati costretti a utilizzare i cittadini nullatenenti (teti) come rematori per la flotta?

                Tanto da dovergli riconoscere un maggior ruolo politico, in età periclea?

                Credo che non si tenga in considerazione che, al di sotto per così dire di un certo “peso specifico” economico, uno schiavo è un problema più che una risorsa.

                Il bracciante (teta) lo paghi quando ti serve e poi tanti saluti.
                Lo schiavo, bene o male, devi mantenerlo tutto l’anno.
                Inoltre comprarlo costa.
                “Uno schiavo per famiglia” vuol dire che non ti nascono neanche in casa…

                Credo che Wikipedia prenda dei numeri (comunque discutibili, come tutto nel mondo antico…) di schiavi immessi nel mondo ateniese a seguito di improvvise guerre o conquiste, poi impiegati in vari modi (le miniere d’argento della Calcidica, vado a memoria), ma lo scenario del cittadino ateniese
                (che ripeto, era un coltivatore diretto di un piccolissimo appezzamento di terreno) che mantiene tutto l’anno uno schiavo che per metà dell’anno si gira i pollici mi sembra irrealistico.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Pino Mamet

                “Il bracciante (teta) lo paghi quando ti serve e poi tanti saluti.
                Lo schiavo, bene o male, devi mantenerlo tutto l’anno.”

                Il bracciante non saprei, ma certamente Wallerstein ha fatto studi molto interessanti su come all’inizio l’economia del denaro offre alle persone meno di ciò che occorre per la loro sopravvivenza: la famiglia di contadini campa con il proprio lavoro, ma le donne fanno piccoli lavori di cucito a casa e un ragazzino va in fabbrica per avere quei pochi soldi che servono.

                Se il capitalismo nascente non avesse potuto contare su queste reti familiari gratuite, non sarebbe… nato!

              • Miguel Martinez scrive:

                Diverso il discorso di un gran numero di prigionieri di guerra per fare i lavori in miniera, che magari dopo un anno si scassano e si buttano in pattumiera.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Uno schiavo per famiglia significa che il numero di schiavi è pari al numero di abitanti diviso per sei o per otto. Cioè che poco meno del 15% della popolazione è in condizione servile.

              • PinoMamet scrive:

                Appunto: le medie…

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Be’, sì, in una società molto poco egualitaria non ci voleva nulla perché l’1% possedesse i 100 schiavi necessari per ottenere il medione.

              • PinoMamet scrive:

                Naturalmente la descrizione di Winston si adatta invece molto bene alla società romana.e in generale credo ellenistica (i grandi regni come la Siria e l’Egitto ricordano in certe cose l’India, con “caste” semifisse e frequenti rivolte, ma il discorso si applica benissimo anche a Roma, con la sua nobilitas ristretta, la guerra sociale e la guerra servile ecc. ecc.)

                E lungi da me sostenere che i Greci fossero egualitari!

              • firmato winston scrive:

                @pino
                “perché mai sarebbero stati costretti a utilizzare i cittadini nullatenenti (teti) come rematori per la flotta”

                Beh non e’ difficile immaginare, perlomeno per una mentalita’ appena un po’ meno moderna e infingarda della nostra, che la battaglia e la guerra non sia da considerare una cosa da servi. Semmai da servi, per una mentalita’ diversa dalla nostra di borghesi di massa, e’ tutto il resto: il lavoro, la produzione, la gestione del denaro, il commercio, e magari pure la famiglia nucleare.

                Quindi che nelle galere greche non ci fossero rematori schiavi lo spiegherei col fatto che spesso nella storia (almeno) la guerra era affare di prestigio da condurre in prima persona dai “cittadini” (da cui con la “cittadinanza” arriva come regalo implicito la leva di massa napoleonica di cui abbiamo “goduto” fino a poco tempo fa), e Socrate stesso era stato un valente soldato: inoltre, avere degli schiavi potenziali nemici come collaboratori di guerra in battaglia, anche solo come rematori, che magari ti si rivoltano contro in caso di situazione di crisi, non credo sia molto furbo. Se si puo’ si evita.

                Comunque sono mie impressioni da dilettante, gli esperti siete voi.

                Ma stiamo anche attenti a non deformare la storia per adattarla ai nostri valori di adesso, che sono quelli moderni e borghesi del lavoro, del risparmio, della sicurezza ad ogni costo, per cui e’ chi aderisce ad essi che merita il plauso sociale.

                E le donne, le “santippe”, nella polis ateniese, dove le mettiamo? E gli “amichetti”?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Poi esiste media e mediana. Se è vero che l’artigiano era un medio (prendi il patrimonio del più alto, prendi quello del più basso, fai la media e vedi chi ha quel patrimonio), bisogna verificare che fosse un mediano (metti in ordine i possessori di patrimoni dal più alto al più basso e vedi chi è a metà serie e quanto ha). Solitamente nelle società molto ineguali il mediano è molto lontano dal medio, per cui la stragrande maggioranza della gente sta molto peggio dell’uomo medio.

              • PinoMamet scrive:

                “Beh non e’ difficile immaginare, perlomeno per una mentalita’ appena un po’ meno moderna e infingarda della nostra, che la battaglia e la guerra non sia da considerare una cosa da servi. ”

                Capisco l’obiezione ma a conti fatti non regge.

                I Romani utilizzavano normalmente gli schiavi come rematori;

                Persino gli Spartiati, contrariamente alla vulgata, utilizzavano normalmente gli iloti nelle loro formazioni (come combattenti), perlomeno quelli dei villaggi più fedeli.
                E ricordiamo che tra Spartiati e Iloti in teoria esisteva addirittura una guerra permamente!

                Moltissimi furono poi liberati e dotati di cittadinanza durante e dopo la guerra del Peloponneso.

                No, la spiegazione più semplice è che ad Atene gli schiavi, molti o pochi in proporzione che fossero, erano di solito già impiegati in altre altività vitali (le già citate miniere) e c’era un numero di cittadini liberi indigenti talmente elevato che ne rendeva normalmente inutile l’utilizzo bellico anche in ruoli “di servizio”.

                Ad Atene vengono pure liberati degli schiavi per far parte dell’esercito, in situazioni di emergenza (durante le guerre Persiane, se non sbaglio) ma si tratta di prendere proprio fino all’ultimo uomo disponibile…

                Cito un altro elemento che ci fa capire la situazione ateniese:

                al cittadino che partecipa all’assemblea viene dato un risarcimento pari al giorno di lavoro che perde…

                si pensa dunque a un cittadino che lavora personalmente, e non ha uno schiavo che lavora al posto suo…

                una cosa del genere non sarebbe passata per la mente nella Roma di Cicerone: se se i cittadino romano (magari a Verona o a Brindisi…) e vuoi andare a votare, sono stracazzi tuoi…

          • Francesco scrive:

            non credo che si possa stabilire una simmetria tra il miscuglio delle razze e la nitida differenza dei due sessi

            almeno per LA caratteristica di riferimento del sesso, che sono gli organi genitali, e che caratterizzano un modo binario il 99,997% della popolazione

            • firmato winston scrive:

              “nitida differenza dei due sessi”

              Se cosi’ fosse le persone non avrebbero bisogno di sforzarsi tanto ad accentuare attraverso l’abbigliamento e il trucco il proprio sesso.

              • PinoMamet scrive:

                Beh, io riconosco le femmine dai maschi anche senza trucco, con capelli corti e vestite identiche.

                Nude poi… 😉

              • Moi scrive:

                … ma infatti è per quello (per rendersi meno riconoscibili, idealmente irriconoscibili …) che _ con risultati individualmente variabili _ debbono”bumbarsi” 😉 di ormoni !

              • Francesco scrive:

                scusa? dici davvero?

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Era il combustibile sovranista, polacco al 100%. Almeno, così diceva il governo polacco.

    • Francesco scrive:

      non mi è chiara la tua posizione: cosa dovrebbero fare i polacchi?

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Francesco

        Innanzitutto concordare coi vicini (che inquinano anche loro, eccome) un piano per la progressiva fuoriuscita dal carbone. Il metano possono comprarlo in Norvegia, se (comprensibilmente) non si fidano della Russiae che il North Stream passa fuori dal territorio polacco. Ci aveva gia’ pensato il governo di Platforma Obywatelska, ma naturalmente il PiS ha mandato tutto a monte. Il metano può sostenere i buchi dell’eolico, per il quale in Polonia c’è tutto lo spazio ventoso che si vuole (la sensi di popolazione è ben inferiore alla nostra). Sono già previste sei centrali nucleari, del testo.

        No, il problema è politico. Il PiS non vuole perdere i voto dei minatori, categoria che già ai tempi sovietici aveva accesso ai negozi più forniti ché il governo se la teneva buona. Per la centrale a carbone di Ostrołęka (740 MW) dall’altra parte del paese hanno speso miliardi, e ora rischiano di chiudere per gli spaventosi problemi ambientali (una vicenda contrastata, un poco come da noi Montalto di Castro). Le piogge acide nella Bassa Slesia hanno ridotto certi boschi in condizioni raccapriccianti, stato a quanto mi racconta mia moglie che ci è passata. Quella zona oggi è ancora come la DDR, che di lignite ci campava.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        P.S. la produzione di CO2 per abitante è circa uguale in Italia e in Polonia, ma il nostro PIL è circa il quintuplo.

        • firmato winston scrive:

          @ADV

          Se non erro la storia della CO2 venne per la prima volta tirata fuori dagli inglesi, molto prima che diventasse di moda come unico problema dell’universo, proprio per indebolire i minatori che avevano un sindacato forte, e spingere verso il nucleare.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ firmato winston

            Veramente la storia della CO2 è almeno dai tempi di Arrhenius che è saltata fuori. Nel 1993 partecipai a un seminario di un climatologo ospite dell’UKAEA di Culham, vicino Oxford. Spiegò che c’erano due scuole: una pensava che la superficie terrestre si sarebbe raffreddata (la teoria della “palla di neve”, stretta parente di quella dell'”inverno nucleare”). Aveva sostenitori celebri fra cui Dyson e Sagan. Il raffreddamento sarebbe stato dovuto alla fuliggine della combustione dei motori e degli incendi amazzonici. L’altra teoria prevedeva che ci sarebbe stato un riscaldamento a seguito della CO2 di origine umana: la teoria dell'” effetto serra”. Disse che lui, dovendo scommettere in base ai dati dell’epoca, le dava alla pari. Poi si sa com’è andata a finire.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • firmato winston scrive:

              “Il raffreddamento sarebbe stato dovuto alla fuliggine”

              Ipotesi ancora valida: motivo per cui ridurre l’inquinamento vero e proprio, quello schermante, potrebbe accentuare il danno dal punto di vista del riscaldamento climatico( non lo dico a te, ma per gli altri: la CO2 di per se’ non e’ un inquinante, ma fa, al contrario dell’effetto schermo, effetto serra, cioe’ intrappola una parte del calore che altrimenti verrebbe disperso nello spazio esterno – senza la CO2 la terra sarebbe “a palla di neve”, completamente ghiacciata, e in ogni caso completamente priva di vita in quanto la CO2 e’ l’alimento principale delle piante, e senza piante niente ossigeno libero e quindi niente vita come la conosciamo).

              Comunque, la Tatcher utilizzo’ la demonizzazione della CO2 durante lo sciopero dei minatori del 1984, per indebolirli se non liberarsene, minatori che tradizionalmente avevano un potentissimo sindacato in UK che allora in effetti contribuiva a paralizzare il paese, col contemporaneo vantaggio di promuovere energia nucleare e gas.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Ipotesi ancora valida: motivo per cui ”

                Suppongo che tu sia tra quelli che credono ancora che sulla superficie di Venere faccia fresco grazie all’importante effetto schermante dell’atmosfera.

              • firmato winston scrive:

                ma questo da dove salta fuori?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ firmato winston

                Non sapevo della Thatcher!

                Quanto alla fuliggine, che il suo aumento in atmosfera provochi l’aumento della riflessione della luce solare e un certo raffreddamento della Terra lo si è visto dopo l’esplosione del Krakatoa. Oggi molte catastrofici eventi climatici del passato sono attribuiti agli effetti di eruzioni, di solito in luoghi remoti come Indonesia, Islanda o giù di lì.

                Carl Sagan, che pure aveva spiegato il clima infernale di Venere con l’effetto serra dovuto alla CO2, ha immaginato che il pulviscolo sollevato dalle esplosioni nucleari di una eventuale terza guerra mondiale avrebbe precipitato l’intero pianeta in una nuova era glaciale, estendendo i ghiacci fino alle latitudini oggi temperate a aumentando così la riflessione della luce solare anche quando il pulviscolo si fosse posato. Era la teoria dell’ ‘inverno nucleare’, che una volta estesa al pulviscolo e alla fuliggine prodotti della combustione dei combustibili fossili e degli incendi nelle foreste boreali (allora si parlava di Amazzonia molto più di oggi) diventa la teoria della ‘palla di neve’.

                Ma già negli anni Sessanta lo statunitense Miller, esaminando i dati sull’abbondanza relativa dei vari isotopi dell’ossigeno in Groenlandia (più è calda l’atmosfera, più vicine le percentuali di ossigneo-16 e ossigeno-18 in un campione di aria) aveva osservato che quei dati cambiavano regolarmente insieme alla % di CO2. Ricordò’ studi precedenti – che risalivano a prima del Nobel Svante Arrhenius all’inizio dl Novecento, che identificavano nella CO2 un gas serra, in grado di trattenere in atmosfera il calore emesso dal suolo a seguito dell’illuminazione solare. Non che la CO2 sia l’unico gas serra, ma degli altri due più comuni uno, il metano, è più leggero dell’aria e vola via nello spazio, mentre l’altro, il vapore d’acqua, quando la concentrazione si alza troppo condensa e ricade al suolo come pioggia o neve. La CO2 rimane invece gassosa a temperatura e pressione ambiente e ricopre il suolo come una coperta, ché è più pesante dell’aria. Aumentando la CO2 diminuiscono i ghiacciai, il banco ghiaccio viene così sostituito della scura acqua marina e la riflessione della luce solare diminuisce, dando luogo a un ulteriore riscaldamento. Inoltre con lo scaldarsi dell’atmosfera si scioglie il permafrost siberiano e si libera il metano (gas serra) in esso contenuto.

                Quando ho seguito quel seminario, nel 1993, il ghiaccio nell’Artico era esteso cinque volte più di adesso..

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • firmato winston scrive:

                @ADV
                “Quando ho seguito quel seminario, nel 1993, il ghiaccio nell’Artico era esteso cinque volte più di adesso..”

                Controlla per favore, possibilmente non da fonti “dall’unico libro”.

                L’estensione media dell’artico dovrebbe essere diminuita di un venti per cento, non di cinque volte (quindi 5 volte si’ ma alla meno 1).

                E il ghiaccio antartico dev’essere pure aumentato.

                Esempio di fonte:
                https://19january2017snapshot.epa.gov/climate-indicators/climate-change-indicators-arctic-sea-ice_.html

                Occhio ad evitare le fonti, quasi tutte quelle che saltano fuori per prime dai motori di ricerca, dove confrontano l’estensione massima del mese dell’anno piu’ freddo di quarant’anni fa, con l’estensione minima del mese piu’ caldo di oggi, ovviamente senza avvertire che l’estensione dei ghiacci varia molto nel corso dell’anno, oggi come quarant’anni fa.

                Oppure danno lo spessore, che pero’ anche quello e’ si’ diminuito ma non di cinque volte (anche perche’ equivarrebbe alla scomparsa del ghiaccio, lo spessore del ghiaccio artico e’ di pochi metri, si scioglie e si riforma continuamente, non misura ettometri o chilometri come in antartide)

                Mi e’ venuto il dubbio solo perche’, capita l’antifona, sto attento ai siti dall’unico libro quali sono purtroppo tutti o quasi quelli che parlano di ecologia e ambiente oggi, che si citano addosso uno con l’altro nel piu’ totale sprezzo dei dati reali, esasperando qualsiasi allarme, con il tipico sciacallaggio dell’informazione di oggi (che non e’ nato col covid). Alla fine per default non credo piu’ a nulla di quello che dicono, o addirittura tendo a pensare che il vero e’ piu’ probabile che stia nel contrario.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per ADV

          “Il PiS non vuole perdere i voto dei minatori, ”

          Come i laburisti ai tempi della Thatcher!

          • Francesco scrive:

            e come Donald Trump! devo dire che la storia è divertente e contorta

            però va a onore di Maggie aver deciso che quella guerra civile era da combattere

  4. Fuzzy scrive:

    https://www.minimaetmoralia.it/wp/reportage/nel-laboratorio-cinese-dei-sogni-hi-tech/

    Sogni hi tech.
    Irrealizzabili, naturalmente, come tutti i sogni, che talvolta si trasformano in incubi.

    • Francesco scrive:

      non esattamente

      iniziava che la IA si rendeva conto di quanto fosse più furba degli umani e organizzava un attacco hacker tale da spingere i suoi creatori a immetterla in rete

      da lì prendeva il potere su tutti i computer e sui droni e sui centri di lancio dei missili

      e via col botto

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Non era l’IA della difesa a cui era stato dato il controllo sugli armamenti, dai missili intercontinentali agli elicotteri da combattimento?

        • Francesco scrive:

          non che io ricordi: c’era Wargame, in cui una IA aveva il controllo dei “soli” missili a testata nucleare e decideva di lanciarli dopo aver “giocato” con un giovanissimo hacker

          ah, ho letto l’articolo: non è che il drone fosse impazzito, era stato mandato a fare quello. poco sollievo, lo riconosco

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Wargame era l’IA che aveva il controllo sui missili e capiva che la guerra fosse un gioco. Skynet era sempre un computer della Difesa, che però a un certo punto diventa autocoscienza e percepisce tutti gli esseri umani come una minaccia e decide di sterminarli.

            • Francesco scrive:

              veramente lo avevamo minacciato, cercando di spegnerlo quando diventa autocosciente

              dipende poi dai vari film

              PS a me T3 è piaciuto tantissimo! uno dei pochissimi film USA in cui non avevo capito cosa sarebbe successo

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Ah, ecco, era il terzo film quello!

              • Francesco scrive:

                secondo me le spiegazioni su Skynet si evolvono nel corso dei film

                🙂

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                La data della rivolta delle macchine sicuramente sì. Poi alla fine hanno iniziato a moltiplicare le linee temporali e non si è capito più nulla.

              • Francesco scrive:

                intendevo dire che le spiegazioni su Skynet cambiano di film in film, anche nella “linea temporale primaria”

                so, ma non ho visto il film, che in Terminator Dark Fate si torna alla fine del 2 (o del 3) e si da inizio a un’altra linea temporale (aka versione della storia)

                in cui Skynet viene sostituito da Legion, altra IA cattiva

    • firmato winston scrive:

      E’ da molti anni che nelle riviste scientifiche serie si parla, con preoccupazione, dei killerbots, non avevate mai visto questo?

      https://www.youtube.com/watch?v=-MTxSh22bJI

      Piu’ questi affarini sono piccoli, piu’ difficile diventa liberarsene.

      Queste armi diventano particolarmente tremende se si risolve il problema dell’autonomia (batterie), in modo da estenderne ad arbitrio il raggio di azione.

      L’epoca del vince chi ce l’ha piu’ grosso e’ finita da un pezzo…

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ firmato winston

        Alimentati a celle solari, possono in teoria restare in volo a lungo (è una delle avene iniziali di “Interstellar”), identificando l’avversario su base individuale collegandosi alla rete e scaricando informazioni dai sociale. L’importante è la loro capacità di agire in autonomia, un po’ come le sonde mandate su Marte.

        Perché fare un Terminator grande quanto un uomo se lo l’osso fare grande quanto un insetto? (Era l’argomento di uno degli ultimi racconti di Asimov).

        Ciao!

        Andrea Di Vita

    • PinoMamet scrive:

      Come secondo parere:

      – il drone era programmato per sparare a qualunque figura umana in movimento (non mi sembra una cosa complicatissima, ormai pure le automobili si guidano da sole o quasi) e ha sparato a una figura umana in movimento.

      Di strano c’è che lo ha fatto mentre l’operatore era al gabinetto, ma era prevedibile e previsto che agisse così.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ mauricius tarvisii

      La storia si ripete.

      In Libia ci fu il primo bombardamento aereo della storia, centodieci anni fa.

      Ci aveva giusto Philip Dick?

      Modello Due https://schwarzenegger.forumfree.it/?t=39779599

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  5. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Credo cheil Guru Laico dello Scusarsi On Line sia Lui :

    “I’m sorry.
    It’s my fault.
    How do I make it right?”
    [cit.]

    ― Randy Pausch

    https://en.wikipedia.org/wiki/Randy_Pausch

    Randolph Frederick Pausch (1960 – 2008)

    was an American educator, a professor of computer science, human–computer interaction, and design at Carnegie Mellon University (CMU) in Pittsburgh, Pennsylvania.

  6. Miguel Martinez scrive:

    Qualcuno che la pensa come me sulla non sacralità delle sentenze dei tribunali.

    https://bari.repubblica.it/cronaca/2021/05/31/news/ilva_taranto_ambiente_svenduto_sentenza_riva_e_vendola-303551809/

    Vendola: “Mi ribello a giustizia che calpesta la verità”

    “Mi ribello a una giustizia che calpesta la verità. Una sentenza che colpisce chi non ha mai preso un soldo dai Riva, che ha scoperchiato la fabbrica, che ha imposto leggi contro i veleni. Ho taciuto per 10 anni, difendendomi nelle aule di giustizia. Ora non starò più zitto”, scrive Vendola in una nota dopo la sentenza Ambiente Svenduto e la condanna a tre anni e mezzo. “La condanna per me e Assennato una vergogna, non fummo complici dei Riva, ma coloro che ruppero lunghi silenzi e una diffusa complicità. Combatterò contro questa carneficina del diritto e della verità – scrive ancora l’ex governatore pugliese – Appelleremo questa sentenza, anche perché essa rappresenta l’ennesima prova di una giustizia profondamente malata.”

    • firmato winston scrive:

      E’ facile essere indulgenti verso la propria fazione, piu’ difficile con quella avversa, anche perche’ chi ci prova finisce stritolato anch’esso (e’ probabile che il principale capo d’accusa contro Vendola, quello non detto e non dicibile, sia di non aver partecipato al linciaggio popolare con sufficiente convinzione).

      “Processo Ilva, verso la carneficina giudiziaria”:

      https://www.ilriformista.it/processo-ilva-verso-la-carneficina-giudiziaria-ma-senza-evidenze-scientifiche-222960/

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        E non poteva mancare Il Riformista che ci spiega che l’Inquinamento fa bene alla salute e che non ci sono evidenze scientifiche che fumare faccia male 😀

        • firmato winston scrive:

          Non si puo’ mai dire, pure il razzismo e il comunismo sono nati come teorie scientifiche 😉

          • Moi scrive:

            … anche il Liberismo e il Malthusianesimo, ritenuti da lì in poi eternamente “Scienza” perché funzionali all’ Avidità Capitalista !

            • Francesco scrive:

              piano

              il Malthusianesimo cosa è?

              il Liberismo è una conseguenza politica di una teoria economica che funziona, leggermente meglio in teoria che nel mondo reale, ma funziona

              non fare cose strane da “teoria Queer”, per cui ci sono solo linguaggi di potere

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “malthusianesimo”

                L’idea che per quanto le risorse a disposizione dell”umanità aumentino, alla fin film ne la popolazione crescerà di più.

                “funziona”

                Funziona per l’allocazione ottimale di risorse (nel senso di Pareto, bon di Nash) purché le risorse siano illimitate.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

    • Moi scrive:

      @ MIGUEL

      La differenza fra te e Vendola è che tu lo credi come Principio … lui come Tifo ! 😉

  7. Miguel Martinez scrive:

    Un piccolo regalo per tutti quelli che usano Firefox…

    se frequentate siti come Repubblica (ma anche tanti altri) che ci vogliono imporre la pubblicità a forza anche se avete adblock,
    mettete l’add-on “Tranquillity”.

    Vi fa vedere tutta la pagina senza elementi inutili e fronzoli, l’unico problema è a che a volte sparisce il nome dell’autore dell’articolo.

    • firmato winston scrive:

      “se frequentate siti come Repubblica che ci vogliono imporre la pubblicità mettete l’add-on “Tranquillity””

      Se l’add-on funzionasse davvero bene, farebbe vedere solo la pubblicita’, e non vale solo per la repubblica, l’informazione di oggi in genere e’, a tutti i livelli, blog compresi, puro sciacallaggio (con la repubblica che ha una delle piu’ lunghe e valenti tradizioni in proposito, sebbene da qualche tempo superata dal fatto e talvolta dalla versione italiana della pravda – la verita’).

      Tirano l’osso ai cani, con ognuno dei fedeli-lettori che lecca riconoscente i piedi al proprio padrone, e ringhia a chiunque altro per paura che gli venga sottratto.

  8. Moi scrive:

    LGBTQ
    Perché ‘super straight’ è una campagna transfobica su TikTok e non un’identità sessuale

    https://it.mashable.com/lgbtq/5468/super-straight-tiktok

  9. Moi scrive:

    Kyle Royce il Fondatore degli SS (altra trollata …) “Super Sraights” che vuole entrare nella Comunità LGBTQ+ …

    https://www.youtube.com/watch?v=z8vQhkPnEE4

  10. Moi scrive:

    https://www.youtube.com/watch?v=_DCMxBmbCSU

    The Super Straight Movement Has The Trans Community FURIOUS.

    Blaire White
    (Trans MtF Trumpista , ndr)

  11. Moi scrive:

    @ Firmato Winston

    ———-

    Ma infatti ritengo che l’ interpretazione più “illuminante” sul Mondo LGBTQ+ sia quella accennata una volta da Miguel :

    la Grande Rivincita di Platone … su Darwin, Freud e Marx !

  12. Moi scrive:

    … e com’ era “ovvio” fra gggiovani :

    Founder of ‘Super Straight’ Movement Receives Death Threats, Harassment After Media Hit Pieces

    https://summit.news/2021/03/10/founder-of-super-straight-movement-receives-death-threats-harassment-after-media-hit-pieces/

    • Moi scrive:

      si noti la “hoodie” (felpa con cappuccio) con cappuccio tirato su da “Duro da Ghetto”, usata spesso anche in certi video di difesa personale tipo Krav Maga come “divisa” da Aggressore , mentre il Buono che si difende ha solitamente la t-shirt , di almeno una taglia più stretta 😉 !

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      A ciascuno i suoi trenta secondi di punti vittima:

      Unbelievable amounts of superphobia on Twitter.

      The #SuperStraight community are definitely the MOST persecuted group of people on earth today.

      Unacceptable. But we’ll counter your hate with love.

  13. Peucezio scrive:

    Lisa,
    https://www.ilgiornale.it/news/cronache/covid-anticorpi-tutta-vita-malattia-cosa-dice-studio-1950768.html

    Niente di ancora sicuro e definitivo, per carità.
    Ma io, completamente digiuno di scienze dure e medicina (a parte l’infarinatura liceale, che però più o meno mi è rimasta, anche perché molto prima del liceo amavo la matematica e le scienze: sono diventato umanista solo intorno agli 11 anni), riesco a intuire certe cose e fin dall’inizio ero molto scettico rispetto all’idea della perdita di immunità.
    Vedremo gli sviluppi.
    Certo che se si dovesse confermare i dirigenti delle società farmaceutiche si suicidano.

  14. Miguel Martinez scrive:

    La soluzione finale! (e un po’ mi tenta, dice parecchie cose che condivido…)

    Source : https://www.theguardian.com/artanddesign/2021/jun/01/gary-younge-why-every-single-statue-should-come-down-rhodes-colston

    Why every single statue should come down

    by Gary Younge

    Statues of historical figures are lazy, ugly and distort history. From Cecil Rhodes to Rosa Parks, let’s get rid of them all

    • Francesco scrive:

      peggio che peggio

      è veramente il mondo fluido e informe di “consumatori puri” descritto nei deliri dei gruppi ultra-cattolici

      piuttosto che niente, lasciatemi le vie Marx e Gorky etc. etc.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        “peggio che peggio”

        Guarda che non dice cose insensate.

        Le statue sono una roba moderna, praticamente da metà Ottocento in poi.

        Dove qualcuno che ha il potere (poniamo) nel 1880 cerca di affermare se stesso in eterno, tirando fuori qualcuno morto nel 1830.

        Non è quindi la storia del tizio morto nel 1830, è solo la pretesa del tizio del 1880 di affermarsi in eterno.

        E l’autore dell’articolo giustamente dice che questo meccanismo vale per tutti, anche per gli “eroi” di oggi.

        Le statue non sono nemmeno costruzioni comunitarie, come le cattedrali o le chiese, sono sempre calate dall’alto, come i nomi delle strade moderne.

        “Corso Matteotti”, “Viale XX Settembre” sono cosa ben diversa da Piazzetta della Passera o dal Canto alla Cuculia che onorano il nostro rione.

        • Miguel Martinez scrive:

          Poi ovviamente possiamo non accettare l’ipotesi di buttarle giù tutte, però lo ragiona bene.

          • Francesco scrive:

            non sono d’accordo però, quei potenti e prepotenti sono la nostra storia

            l’ospizio dei vecchi a Milano si chiama Pio Albergo Trivulzio in onore di una sconosciuta famiglia di nobilotti

            le statue (in generale) vanno tenute proprio per i motivi addotti per abbatterle

            e forse avrebbero dovuto tenere anche un pò di fregi fascisti, a memoria di cosa eravamo stati per 20 anni

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Francesco

              “le statue (in generale) vanno tenute proprio per i motivi addotti per abbatterle”

              Tendenzialmente sono d’accordo con te.

              I Trivulzio, boh, hanno messo i soldi, perché non preservarne il nome?

              Le strade con nome trionfalistici politici, gli infiniti “Viale Mazzini, Corso Italia, Piazza Vittorio Veneto”, peraltro noiosamente ripetuti in tutto il paese: io ridarei loro i loro nomi tradizonali, se ne hanno; e se non ne hanno, nomi basati su qualche elemento reale, tipo “Piazza delle Scuole, Via Curva, Corso Capannoni”.

              Le statue le preserverei come storia. Non nel senso di, “ammirate quel grand’uomo che fu Cavour!”, ma nel senso, “guarda la roba che lo Stato tirava su nel 1902!”

              • Francesco scrive:

                concordo in pieno con te (strano)

                forse perchè metà delle strade si chiamerebbe “via della Chiesa” o “strada per il Convento”

                😀

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Via della Piazzola Ecologica, Largo Fermata dell’Autobus, Piazza Taxi.

              • Francesco scrive:

                tutta roba che si sposta ogni giorno, rispetto ai conventi e alle chiese, però!

          • PinoMamet scrive:

            OMDAF

            Le statue sono, da sempre, dei comodi posapiccioni.
            I nomi delle vie servono per l’indirizzo, “via Trotsky” o “piazza Mozart” servono all’uopo quanto “borgo dei calzolai” o “strada dei genovesi” (c’era a Parma).

            Non vedo il motivo di dargli tutta questa importanza, abbattendole.

            E poi il mondo senza statue mi spaventa.
            Sono nichilisti!
            “Allora è meglio la dottrina nazional socialista: almeno, ha alla base l’ethos” dice l’immortale Walt nel Grande Lebowski.

        • maffeia scrive:

          “Le statue sono una roba moderna, praticamente da metà Ottocento in poi.”
          Solo io ho visto statue celebrative Greco-Romane? O di faraoni?

  15. Mauricius Tarvisii scrive:

    I vaccini prevengono le morti (statisticamente quasi irrilevanti) dei dodicenni per Covid

    https://www.adnkronos.com/vaccini-covid-e-miocarditi-cardiologi-usa-piu-benefici-che-rischi_3TM7HDN2Zx1aX8VwFjWsN4

    Mi pare che dopo avergli chiesto di chiudersi in casa per un anno e mezzo a protezione dei diversamente giovani (cosa giustissima, sottolineo), ora gli chiediamo anche di esporsi a rischi sanitari sempre a protezione dei diversamente giovani. Ecco, questo mi sembra un po’ meno giusto.

    • paniscus scrive:

      A mio avviso, il problema principale che rende attualmente difficile il ritorno a una cosiddetta “vita normale” non è il rischio concreto di prendersi la malattia, ma è prevalentemente il rischio di finire in quarantena per il minimo allarme su un presunto contatto che quasi sempre è irrilevante.

      Finché sarà obbligatorio che, ogni volta che si diagnostica un positivo, anche asintomatico, ci siano automaticamente decine di persone obbligate alla quarantena (familiari, colleghi, compagni di scuola, passeggeri dello stesso autobus, e quant’altro), con relativi impatti sulla vita delle loro famiglie e sui loro impegni quotidiani, non se ne uscirà mai.

      E ricordo che al momento, in caso di contatto con un positivo, la quarantena è prevista ANCHE per chi è già vaccinato o per chi è già stato positivo ed è guarito spontaneamente.

      Si è stati per dei mesi a discutere se è giusto o no riaprire la scuola totalmente in presenza (proprio in base al fatto che i bambini e i giovani rischiano poco), ma se anche si decide di farlo, al primo caso di positivo va in quarantena tutta la classe, insegnanti compresi, e la scuola in presenza si ferma lo stesso.

      La mia famiglia ha avuto una gran fortuna da questo punto di vista, ma conosco altre famiglie (con bambini più piccoli) che hanno dovuto gestire quattro o cinque quarantene in un anno scolastico, e conosco adolescenti che sono stati in quarantena per due mesi di seguito, perché un genitore o un fratello continuava a risultare “positivo a bassa carica” pur stando bene.

  16. Mauricius Tarvisii scrive:

    A proposito di razze e affini, negli USA negli stati del Sud molti si identificano semplicemente come di origine “americana”.
    In Canada vedo che succede più o meno lo stesso, ma tra i francofoni.

    https://en.wikipedia.org/wiki/Ethnic_origins_of_people_in_Canada#Larger_ethnic_origins_(200,000_or_more_individuals_per_group;_2016_census)

    • PinoMamet scrive:

      Sui “canadesi” non saprei proprio (un mio ex collega, bravissima persona oltre che ex campione di nuoto, è sposato con una canadese e ha vissuto un po’ lassù, se lo risento proverò a chiedergli);

      gli “americani” credo siano quelle persone che non sanno proprio niente delle proprie origini, o pochissimo; pro pro pro nipoti dei tantissimi spostati, diseredati, cacciati, criminali, esaltati religiosi e marginali vari arrivati dal mondo britannico e protestante, generalmente.

      Ricordo di aver letto da qualche parte la storia (vera) della relazione tra uno scout-cacciatore-cowboy da spettacolo e una ballerina italiana, nell’Ottocento.
      Il tale, di cognome, si chiamava Omohundro: origine del cognome, boh?
      “Inglese” dice Wikipedia, ma onestamente ho molti dubbi…
      Qualcuno se lo sarà inventato, ricordandosi male un nome o un soprannome che voleva dire chissà cosa, in chissà che lingua.
      Americano.

      • PinoMamet scrive:

        Vedo che c’è anche chi dice “nativo americano probabilmente”, che di nuovo vuol dire tutto e niente…

        • Moi scrive:

          …chiunque ci fosse prima dell’ Uomo Bianco : Inuit,”Pellerossa”, Incas, Maya, Aztechi, Quechua e Andini Varii, Indios dell’ Amazzonia & innumerevoli altri vari e assortiti … chi più ne ha , più ne metta ! 😉

          • Moi scrive:

            Ah, SE son venuti tutti a piedi dall’ Asia Orientale attraversando la Beringia a piedi … fregacazzi ! 😉

            Va bene tutto e tutti, tranne (!) che gente “bianca” con le navone di legno giunta dall’ Europa !

  17. Moi scrive:

    Un Personaggino dal quale (dal cui “Essere”, proprio …) in pochi minuti si capisce perfettamente,e molto prima di leggere un trattato di antropologia, perché c’è sempre più gente “che aveva i Nonni Comunisti” ma sta facendo Apostasia Politica verso Salvini e la Meloni … e se ciò avviene in Emilia Romagna, avviene ovunque più intensamente in Italia !

    https://www.youtube.com/watch?v=LF7Lp1vnTmg

    • Moi scrive:

      Fatalismo Assoluto Vs il Libero Mercato MA Volontà di Potenza Assoluta per

      MultiEtnismi

      (Già clamorosamente falliti in Inghilterra e in Francia … con quei Musulmani ancora Laici che temono di più di Dover Pagare Con La Vita Il Tradimento della Umma in Europistan che a Kasaloristan !)

      e MultiGenderismi

      (in cui si rivolta lo Stato di Diritto e la Grammatica stessa della Lingua come Calzini … pure retroattivamente: condannando le ambientazoni storiche d’ intrattenimento all’ Anacronismo Obbligatorio, cancellando il concetto stesso di “ἱστορία” per sostituirlo con Herstory / Theirstory / Ourstory / Xirstory / Hirstory / Faestory / Perstory …e chi più ne ha più ne metta !)

      VA BE’ … è il PostModernismo che magari _ boh ! _ era l’ Obiettivo vero iniziale , ma i Nonni Comunisti che hanno lasciato Questa Terra nel Novecento credevano Tutt’Altro !

    • Moi scrive:

      Uno di quegli Archetipi Incarnati che disintegrano all’istante ogni sforzo di superare Idee Preconcette e ” Bàias ” … 😉

  18. Moi scrive:

    @ MIGUEL ,MAURICIUS … E @ UGO BARDI 😉 , WHY NOT !

    Vi tocca fare Revisionismo Storico in Positivo (… Positivissiimo , anzichenò !!!) sul Genocidio degli Amerindi e i Conquistadores :

    https://www.msn.com/it-it/notizie/other/i-colonizzatori-europei-uccisero-cos%C3%AC-tanti-nativi-americani-che-la-terra-si-raffredd%C3%B2/ar-AAKnObO?MSCC=1612215291

    I colonizzatori europei uccisero così tanti nativi americani che la Terra si raffreddò
    Emanuele Orlando

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Moi

      Non so se la notizia sia vera, certo è verosimile. E’ uscita una pubblicazione che mostra partendo dai carotaggi antartici una significativa riduzione di % della CO2 in alcuni decenni del medioevo. La causa può essere un aumento della superficie boschiva a danno di aree precedentemente coltivate, visto che un albero assorbe più CO2 di una spiga di grano o di riso. I decenni sono quelli delle conquiste di Gengis Khan e immediatamente successivi. Le stime numeriche non sono incompatibili con la diminuzione di popolazione causata direttamente dai massacri e indirettamente da carestie e epidemie conseguenti alla distruzione del tessuto sociale dovuta alle scorrerie mongole. Parliamo del 7% della popolazione umana dell’epoca, cioè circa quaranta milioni di persone. Nel caso dei Conquistadores le stime vanno da un minimo di dieci a un massimo di venticinque milioni, per quanto mi ricordo, quindi siamo lì.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  19. Moi scrive:

    sempre sul Gender … Così Parò Pillonustra 😉 :

    L’università di Bari spinge per far iscrivere ragazze a corsi di laurea tipicamente frequentati in prevalenza dai ragazzi.
    È naturale che i maschi siano più appassionati a discipline tecniche, tipo ingegneria mineraria per esempio, mentre le femmine abbiano una maggiore propensione per materie legate all’accudimento, come per esempio ostetricia.
    Questo però non sta bene ai cultori del Gender, secondo i quali ci DEVONO essere il 50% di donne nelle miniere e il 50% di uomini a fare puericultura.
    Ovviamente ognuno è libero, e ci sono le sacrosante eccezioni, ma è naturale che le ragazze siano portate verso alcune professioni e i ragazzi verso altre.
    Imporre ai maschi di pagare più delle femmine per orientare la libera scelta di un percorso universitario è un modo di fare ideologico, finalizzato a manipolare le persone e la società.
    La cosa divertente è che proprio sulla base della stessa ideologia Gender, orgogliosamente propugnata dal DDL Zan, agli studenti maschi basterà autopercepirsi come femmine per i pochi minuti necessari all’atto dell’iscrizione per poter beneficiare legalmente dello sconto…
    Già Manzoni insegnava che più le regole sono idiote, più è facile aggirarle…

    PS. Chissà cosa ne pensa il ministro… Proverò a chiederglielo.

    [sic] da FEISBUCH

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “È naturale che i maschi siano più appassionati a discipline tecniche,”

      Nella famiglia che conosco meglio 🙂

      1) il babbo è tutto preso da robe NON tecniche

      2) la mamma pensa solo alla fisica e alla matematica

      3) la figliola somiglia un po’ al babbo

      4) il figliolo somiglia un po’ alla mamma

      🙂

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “tipo ingegneria mineraria per esempio, mentre le femmine abbiano una maggiore propensione per materie legate all’accudimento, come per esempio ostetricia”

      Non so se io abbia una propensione particolare per l’ostetricia, ma tra ingegneria mineraria e accudimento, so benissimo cosa sceglierei!

    • roberto scrive:

      “È naturale che i maschi siano più appassionati a discipline tecniche, tipo ingegneria mineraria per esempio, mentre le femmine abbiano una maggiore propensione per materie legate all’accudimento, come per esempio ostetricia.”

      è naturale un par di balle

      e l’ostetricia non mi sembra tanto legata all’accudimento, forse il tizio vuole dire la puericultura

    • PinoMamet scrive:

      Lungi da me difendere Pillon (di cui ignoravo l’esistenza) ma negli istituti tecnici c’è prevalenza di maschi, negli indirizzi scienze umane (olim magistrali) c’è nettissima prevalenza femminile.

      Credo volesse dire semplicemente questo, poi se voleva dire anche altro non so, perché ne è seguita un’invasione di meme e indignazzzioni da feisbuc che lèvati.

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