Mi chiedono cosa penso del Vincitore di Sanremo.
Calcolate che il mio interesse è quasi nullo, però i titoli li vedo.
Il fatto più interessante è ovviamente Sanremo in sé, una cittadina dall’incredibile valore simbolico, che abbiamo conosciuto grazie al meticoloso lavoro di ricerca dell’amico Riccardo Mandelli.
Un tizio che si chiama Mahmood (con la doppia “o” stranamente inglese) ha battuto un tizio che elogia sostanze stupefacenti, spacciatore in pensione all’età di 28 anni, che si fa chiamare con il nome di un sindaco monarchico di Napoli, che ebbe più preferenze di qualunque politico nella storia per i suoi metodi creativi:
O’ Comandante, il soprannome che Lauro si era guadagnato da armatore, faceva campagna elettorale dentro la pancia del popolo: i mitici banchetti in cui si distribuivano pacchi di pasta da 1kg sono ancora una leggenda popolare a Napoli, così come le banconote tagliate a metà e i dollari di piccolo taglio distribuiti alla cittadinanza. Achille Lauro faceva politica “con le scarpe spaiate”: distribuiva ai comizi centinaia di scarpe sinistre e finiva il paio consegnando le destre solo dopo il voto; nelle sue arringhe elettorali Lauro prometteva di avviare il “vero motore dei meridionali: l’edilizia”.
E un pochino mi piace qualcuno che sceglie un soprannome così insolito e significativo.
L’ammiratore del sindaco dalle scarpe spaiate, che incarna i valori occidentali contrapposti al mussurmano, è questo signore qui:
Un programma, insomma. Che la pistola con il cavetto che ti mantiene collegato mentre ti spari in un orecchio, non importa se proiettili o sostanze stupefacenti o memi, mi sembra il migliore riassunto della Civiltà Occidentale.
Mi immagino il vero Achille Lauro, con l’angelo della morte che gli sussurra nell’orecchio, e agli occhi che stanno per chiudere, avvicina spietato l’iPhone: ecco la fine che farà tutta la tua fatica.
Totò:
Tutto a ‘nu tratto, che veco ‘a luntano?
Ddoje ombre avvicenarse ‘a parte mia…
Penzaje: stu fatto a me mme pare strano…
Stongo scetato… dormo, o è fantasia?
Basandomi su questi dati minimali, provo a elaborare la mia tesi.
A. Intanto, il barometro morale: diffidare di chiunque si presenti a Sanremo. E se vince, ancora peggio. Certo, non vuol dire che il signor Mahmood faccia schifo, ma è già un buon indizio.
B. Il vincitore ha un nome, che in arabo, vuol dire, “Lodato”, per cui possiamo ipotizzare che abbia vinto facile.
C. Lodato ha vinto, o:
c1) perché è “bravo” (cioè piace a gente decisamente poco raccomandabile)
c2) o perché ha un nome Strano: per capirci, “Lodato” è strano, “Benedetto”, “Massimo”, “Diletta”, “Azzurra”, sono normali.
Nell’ipotesi c1), non vedo cosa ci sia da discutere.
L’ipotesi c2) è decisamente meno noiosa, e la cosa più interessante è che è condivisa da Destra e Sinistra (ma non dal signor Mahmood stesso, che sostiene di sentirsi “integralmente italiano”, quindi un achillelauro qualunque in attesa della seconda scarpa).
Secondo la Destra, Lodato ha vinto perché gli Eurocomunisti Renziani ti premiano sempre e solo se hai un nome strano.
Quindi per la Destra, il Lodato è una cornacchia gracchiante che ha vinto senza meriti diversi dalla nascita.
Secondo la Sinistra, Lodato ha vinto perché l’Italia Migliore ha deciso di reagire all’Ondata Populista, non vuole Rigurgiti del Ventennio, ha Imparato la Lezione del Rispetto del Diverso.
Quindi per la Sinistra, il Lodato è una cornacchia gracchiante che ha vinto senza meriti diversi dalla nascita.
ah, a questo punto mi sono pure preso la briga di ascoltare la canzone. Diciamo, rapper gentile quindi con un po’ di riflessioni interessanti, voce discreta, testo banale (in periferia si sta tristi), non vale la pena di ascoltarla tutta, ma non è antipatica.
Corso di musica della seconda media, sei più, magari pure sette.
Achille Lauro non ho proprio voglia di sentirlo. C’è gente che merita di essere sconfitta senza essere ascoltata.
Miguel … Manca il terzo (!) Vincitore di Sanremo 🙂 :
http://www.ilgiornale.it/news/politica/stato-usato-dai-radical-chic-e-salvini-telefona-mahmood-1643369.html
“È stato usato dai radical chic” E Salvini telefona a Mahmood.
Salvini contro la giuria d’onore: “Lo hanno etichettato come il cantante degli sbarchi”. E spiega: “Lui non si deve integrare, è nato a Milano. Lo hanno messo al centro di una storia che non gli appartiene”
————–
Sì, insomma : insulti o lodi, Salvini sarà al centro del pandemonio mediatico soprattutto online !
Solo che è sovrappeso, divorziato e non è stato capace di laurearsi neppure in sedici anni. Nel Paese de’ Negri non lo vorrebbero fra i piedi nemmeno come sguattero; nel “paese” dove mangiano spaghetti, molto logicamente e molto giustamente, gli mettono in mano responsabilità vitali.
Non so quale paese dei negri tu abbia in mente, ma in un paio che ho in mente io uomini sovrappeso, divorziati o poligami, privi di titoli di studio, li hanno fatti dittatori.
Ah, il buongustaio Bokassa…
Bei tempi…!!
Nel paese italico o non si vota ( questo è il vero ) o si DEVE votare un coglione tendenzialmente merda ma la cui prerogativa necessaria deve essere rivelare di essere più disonesto degli altri, efficentare solo quel che serve alla cordata , e plausibilmente congelare il resto.
Se ancora non hai capito che fare questo è fare bene, affinché il sistema si inceppi e possa garantire il drenaggio dei fondi “pubblici” non solo a finanza e massoni, o mafie ed apparati di controllo, ma anche a qualche cittadino.
Porca mignotta che cazzo sei nato a fare italiano con sangue italico se fai così?
E poi mamma mia quanta retorica fuffa! Sei proprio asservito agli stranieri, sei un infame traditore.
Ovviamente purtroppo la maggioranza degli ipotetici italiani, asserviti come te a retoriche straniere, credono in quello che fanno votando, o facendo gli attivisti ( conto terzi ) o come gli amici di Miguel riproducono la burocrazia in loco partendo dal bene e finendo nel male.
Nemici come gli immigrati inviati per spegnere le rivolte. Dalla parte di ogni profugo ed esiliato! A difesa della riserva naturale degli ultimi italiani.
Invece di evadere a rutto spiano e cercare di rubare i sussidi statali ce scassi le palle da lecchino. Non rompe il cazzo che domani te casca un vaso in testa e crepi e della politica nun ciài capito un cazzo. I tuoi discorsi fallaci e la tua filantropia falsa finiranno con te perchè sono solo polvere.
Per chiunque. Non sto parlando del reddito di cittadinanza che prevede accettazione, o di far finta di essere invalidi o tante altre cose per prendere soldi statali.
Parlo di sussidi, che nel mondo economico hanno unafunzione demolitoria ben definita.
Evadere a rutto spiano rende ottimamente l’idea.
Avoja!
Ti prego : dimmi che “evadere a rutto spiano” [sic] NON è un refuso … m’ ha fatto capottare dalle ghigne ! 😀
Ma credo che il rivale di Mahmùd fosse non Achille Lauro (che ho sentito per caso, come racconto nei commenti all’altro post: manco male, nel suo genere) ma un altro tizio che si fa chiamare Ultimo, che avrebbe stravinto al “voto popolare”, mentre l’altro avrebbe preso i voti della “giuria qualificata”.
Un po’ come nelle elezioni USA insomma 😉
Così che impara a farsi chiamare “Ultimo” … NON lo conosco, ma credo che abbia più analogie con Mahmood e Achille Lauro che con Salvini ! 😉
Suppongo che la “Shit Storm” (come dicono i Millennials) sui “Sòcials” sia già partita 😉 …
Per Pino Mamet
” ma un altro tizio che si fa chiamare Ultimo”
Mi sa che hai ragione.
Mentre Achille Lauro rappresenta la pura potenza dell’Occidente, Ultimo, che ha una bella voce, rappresenta la banalità assoluta, portata all’ultimo stadio:
Ho perso tempo per guardarti dentro e
ti ho dedicato il cuore tra le pagine
ma poi la sera arrivava ed io
mi chiedevo dov’è il senso
se c’è un senso a tutto questo
NON so quanto restion line … ultimo t’uìtt 😉 di Ultimo, appunto :
Ultimo
@IlVeroUltimo
10 feb
Altro
Grazie per i bei messaggi.
Ora però è ora di voltare pagina e far parlare i fatti. Di far parlare la musica. Di far parlare LA GENTE.
#Colpadellefavole fuori il 5 Aprile.
A fine mese uscirà ‘Fateme cantà’ una canzone in dialetto romano a difesa degli ultimi contro il potere.
Ci sono cose più interessanti come ad esempio leggersi tutto il Kanun di Skandeberg, provare a capire quanto le merde ottomane abbiano influenzato la deriva dei Kanun dell’altro principe TRADITORE, e fare il confronto con quello delle montagne del nord.
Inoltre provare a capire come il tribalismo comunitario possa coesistere col socialismo civile ( fermo restando che la proprietà collettiva dei mezzi di produzione nient’altro è che tutti siano proprietari dei mezzi propri, proprietà privata pura ma nazione per consenso ossia garantire che quel che riguarda il pubblico sia tale e cosa debba riguardarlo e quanto lo stato possa essere grande in realtà, cosa debba essere…provare a far combaciare Karletto Marx con Murray Rothbard congiungendo la questione qualitativa e quantitativa riguardo moneta e valore ) ed in tal senso il pashtun wali che ringraziando DIO piega la Shariah al codice tribale , o perlomeno ci prova, collegandolo alla leggenda della deportazione delle 9 tribù israelite, alla questione monarchica e tribale di Israele ( quello vero, no la Samaria attuale ), questo è serio.
Ciò scritto visto che il vincitore è quel che è : sangue italico, domicilio italico, dialetto italico, lavorante e proprietario in Italia ( probabilmente ateo od islamico, in quest’ultimo caso sarebbe un traditore ma credo sia ateo, e lo sarebbe uguale, ma di meno ) lo lasciamo fuori.
Vabbè che sbagli perché comunque il vincitore è un cojone, ed il ragazzetto che è arrivato secondo è Ultimo ( secondo me si è riconosciuto infondo un inetto ed ha preso il nome dagli epiteti lanciati da Richard Benson agli schifosi incapaci , apprezziamo l’umiltà ahhah ), io patteggio proprio per Achille Lauro.
Bah un tizio del genere è l’apoteosi della ricetta perfetta. Giustificherebbe una supposta affermazione degli pseudo valori islamicicci ( o buddistizzanti new ages che i cretini non ne vedono il revaival da qualche anno a sta parte ) od assenti, quello che volete.
In questo senso prendiamo vari piccioni senza fava. Non solo perché ci porteranno tutti alla tomba, ma poco male, quello si sapeva.
Non tanto perché pagheranno i traditori ( sia di destra e di sinistra ). Non tanto perché loro diventeranno come noi, non tanto perché assisteremo alla loro sconfitta, se sopravviveveremo.
Ma solo per il gusto di avere ragione, e magari se c’è un po’ di casino, se ci si è preparati a dovere, se si ha un casa al punto giusto, qualche riserva delle varie necessarie, molte armi , nervi saldi forma fisica , sensto senso e intelligenza acuta, giusto per divertirsi un po’ con una generica assenza di archia.
Certo resistere dall’inizio alla fine del processo è difficile soprattutto poi per le carenze di vita generali su gli ambiti già scritti, e d’altronde ” l’occasione di morire simpaticamente non capita sempre (cit)” .
Ovviamente Ritvan deve ammettere che è un traditore della sua patria oltre che riconoscere di essere un criptoebreo come molti/troppi bektashi.
Ciao Ritvan, il tuo cazzocefalo!
Non mi sembra che Ritvan sia un bektashi.
Dove l’hai letto?
Almeno avrebbe avuto qualcosa di meglio. Peggio allora, poraccio.
E citava pure Giorgio Castriota…lui, figlio di traditori!
Gli Albanesi dal XIX secolo considerano Skanderbeg il loro eroe nazionale, anche se musulmani.
Hahahahahahahahahahahahahhahahahahahhahababahahabababbababababahabahbqbababababbababababamakksjsjahahajahahshhahahahshhahshqhababnanajajjahahahahahahahahahhahahahahaha
Non mi stupisce! Inoltre sta stronzata per cui la religione dell’Albanese è la nazione albanese non ha senso ed il Kanun stesso la sconfessa. Chi non ne seguiva la dignità ( fermo restando che l’aspetto solo tribal comunitario deve essere collegato nell’integrità a quello socialistico civile , e che DIO è prima del kanun ed i cattolici hanno infatti sempre lavorato ad un suo stemperamento riconoscendone però la realtà ) non era considerabile umano, dunque cosa cazzo c’entra l’Albania?
I bekthasi poi…bella questione!
Ritvan se ho capito bene aveva riscoperto l’Islam di recente, e più o meno durante la sua frequentazione del blog;
non ho idea di quale fosse l’Islam tradizionale della sua famiglia (ricordo che aveva un nonno imam o mullah o hoxha o muftì… non ho mai capito la differenza!!) non escluderei che fosse proprio quello bektashi che doveva essere maggioritario in Albania.
Adesso mi dicono che in Albania c’è una grossa infiltrazione di sunniti di stile wahhabita, che non c’entrano davvero niente con le tradizioni albanesi ma sono finanziati dai paesi del Golfo (ma già lo scrissi).
In un romanzo turco che lessi i bektashi fanno la parte degli zozzoni depravati.
I Bektashi dovrebbero essere circa il 15% dei musulmani albanesi (il 55% è, almeno come radici familiari, sunnita).
I Bektashi sono una delle branche gnostiche dell’Islam sufi.
Non escluderei accuse di depravazione sessuale, di solito pederastia, spesso relative a diversi ordini sufi da parte degli integralisti sunniti.
Orhan Pamuk nel suo romanzo, Il Mio Nome è Rosso, ambientato nella Istanbul ottomana del tardo XVI secolo, sottolinea l’omosessualità e la pederastia dei Qalandar (Kalenderi in Turco).
Volevo dire i Bektashi sono il 15% degli Albanesi, i Sunniti il 55%.
Vabbè, per i sunniti anche respirare è una forma di depravazione sessuale.
Non esageriamo.
Le condanne verso i comportamenti di molti sufi non erano sempre infondate.
Veramente, rispetto al cattolicesimo, l’islam in generale è sempre stato molto meno sessualmente repressivo.
Infatti.
Non a caso si diceva “cose turche” in relazione alle abitudini sessuali dei musulmani.
Sì, una volta era così.
Ma oggi è dal mondo sunnita (e da certo femminismo radicale americano) che vengono gli atteggiamenti più sessuofobi.
Grazie al ca…
scusa, eh! 😀
“non escluderei che fosse proprio quello bektashi”
Se ben ricordo, Ritvan espresse delle critiche verso il comportamento dei dervisci in Albania.
E’ chiaro che il tribalismo comunitarista deve associarsi al socialismo civilista e può avere un solo nome, laddove è chiaro che il collante sarebbe l’unica religione etno-universalistica: il fascismo sacro di Guido De Giorgio ( epurato dall’immondizia guénonian-evoliana e anche quella fondamentalista e tridentinista ).
Ovviamente vorrei farti rendere conto Miguel oltre gli sproloqui che ti stai invorticando sul problema della vittoria che fa il paio con questo diffidare del festival.
Perché in mezzo, che è la posizione tua, quella antecedente è questo mezzo ( riproponente il dualismo contro o pro festival che è la stessa cosa sulle miriadi di altri appositi temi ) in cui o sono i giusti, o sono gli infami.
Gli infami non sono mai stati fra gli estremisti di destra né di sinistra, e preferibilmente , come i grandi , preferiscono non essere visibili, appunto.
Mi hai fatto venire la curiosità e….minchia che brutta canzone!
Be’ … c’è chi la trova bella solo per far dispetto a Salvini, che in realtà non è così ostile al brano come dicono. Preferiva un altro; poi, ha detto che i RadicalChic, del vincitore, ne hanno fatto un simbolo di ciò che in verità non è e non è mai stato !
Fra l’altro, Salvini sta sfruttando la concomitanza di Sanremo per rafforzare il suo ruolo di Governo alla luce dei risultati amministrativi in Abruzzo … dei quali, sempre in concomitanza a Sanremo e relativa polemica da socials, non sta ovviamente fregando un accidenti a nessuno !
E poi va be’ … l’Abruzzo non sarà il Molise o la Basilicata , ma neppure la Lombardia o il Lazio ! 😉
figurati che pure io la curiosità …
e a me è tutto sommato piaciuta!
😀
PS ma il genere quale sarebbe? rap? trap? ripetivo al massimo? senso oscuro/assente ma un pò di musicalità nel testo? sanremo?
lo definirei rap da adolescenti, una delle 666 manifestazioni del maligno
Ma invece Trump al carnevale di Viareggio nei panni dell’imperatore divino?
by 4chan:
«Lefties take it as a critique and cheer, righties take it as a glorification and cheer.Everyone having a good time, this is nice.»
Questo è, anche cor festival…
@ DAOUDA
The Rise Of Trump PEPE and Kekistan
https://www.youtube.com/watch?v=dZ0hOrAh4YA
———————————–
300: Making America Great Again [Donald Trump Parody]
https://www.youtube.com/watch?v=W7I92r9GqUw
Quando invece ho visto il video del presidente militare congoide nel suo proclama contro i normies, che ogni 3 minuti rideva, me stavo a sentì male ed il mejo dei tutti erano i suoi fedeli che salutavano a braccio teso ma uno ha fatto, come scrive, la “mossa” de CR7 ahahahhahah
OT (forse)
ma se i 5S implodono perchè non li votano più MA Salvini finisce al gabbio, posso sperare che l’Italia si liberi dei populisti in breve tempo … o verrà qualcuno a colmare il vuoto essendo ancora peggiore di questi?
È correto dire che sicuramente verrà uno peggiore, ma ciò non significherà che la situazione peggiori di per sè perché anzi migliorerà di gran lunga, anche se magari si inizoerà a mori di fame
Trentennio salviniano, altro che galera.
E non fare finta che non vi vada bene: già gongolate, come gongolava il Giornale Indipendente dopo la vittoria della Lega in Abruzzo 😀
Posso capire che dal tuo punto di vista Bossi, Berlusconi, Salvini, Meloni siano uguali o quasi.
Per me sono distanti tra loro quanto Terra e Alfa Centauri.
Quindi la prospettiva del Trentennio non mi aggrada e non gongolo, se non per la sberla presa dai vomitevoli, per le elezioni in Abruzzo.
Salvini e Meloni sì, sono grosso modo uguali.
Berlusconi ormai è molto anziano e di salute malferma, come Bossi. Immagino che questo li renda piuttosto simili.
Terra e Alfa Centauri non sono così distanti, almeno secondo Sid e Brian 🙂
Accetto scommesse sulla condanna di Salvini per sequestro di persona, che a Nostro avviso è assai improbabile.
Si vince: niente.
Cioè, per l’esattezza ci si gioca l’onore, quindi si vince e si perde l’onore, altroché niente!
@ FRANCESCO
… Nel senso che crollano Lega e M5S con i relativi voti trasmigrati a Forza Nuova e a Casa Pound ?
essendo già quello il livello intellettuale e morale di LN e M5S mi parrebbe una cosa naturale
non credi?
Te sei scordato gli imbecilli de “bodere al poppolo”
Hai ragione: li metto nello stesso gruppo o appena appena meglio. Nel senso che mi sembrano più mossi dal maldipancia che dal desiderio di magnare senza lavorare
“mi sembra il migliore riassunto della Civiltà Occidentale.”
devo ammettere che resto sempre interdetto quando lego queste cose, e ho sempre in sospeso la domanda “ma cosa è per te questa cosa che definisci ‘società occidentale'”
e ti chiedo se al limite questa foto non sia più rappresentativa della società occidentale
http://www.chroniclet.com/national-news/2019/02/05/Patriots-to-celebrate-6th-Super-Bowl-win-with-Boston-parade.html
(gente che fa cose, altri che gioiscono o si rattristano per cose che non li riguarda direttamente e che non cambiano di una virgola la loro vita, castelli sulle nuvole, televisione)
non è la mia visione, ma mi domando se non si avvicini di più alla tua
secondo me a Miguel la civiltà occidentale non ci piace mica tanto!
🙂
A me mi fa cagare.
Abbiamo già qualche volta accennato agli Incels , c’è un altro inquietante fenomeno sociologico “Occidentalissimo” … massimamente sviluppato e teorizzato nel Paese più a Oriente del Mondo !
gli “Hikikomori”, già diffusi anche in Occidente “vero e proprio” 🙂 !
https://it.wikipedia.org/wiki/Hikikomori
https://www.hikikomoriitalia.it/
Anche questo, fenomeno massimamente maschile … eppure il ritornello è che la società “Occidentale” penalizzerebbe le donne.
Strnamente molti nella più arretrata Sicilia.
L’occidente attuale possono essere l’America nordense, non l’Europa né l’Australia e poi non è una coda solo post 1700, oltrettuto neanche tipicamente europea in senso etnico.
Il perché sia oggi però totalmente altro rispetto alle passate “occidentalizzazioni” dovete per forza tirare in ballo il cristianesimo ed il giudaismo
sì ma anche tu come Miguel sei un razzista della peggior specie (sic!) e per civiltà occidentale intendete
– LUI i peggio rapper che inneggiano ai peggio trafficanti di droga
– TU la Monica Cirinnà o simili virago del Male
non lo trovo molto corretto!
😉
E tu invece che intndi per civiltà occidentale?
Per civiltà occidentale devono intendersi Parma, Piacenza e Guastalla.
Quella orientale comprende Ravenna, Imola, Forlì, Cesena e Rimini.
E poi c’è Bologna-Capitale.
Quindi sei un orientale, contemplativo, mezzo buddista! 😀
Io invece sostengo che il confine sia l’Adda, però avrei qualche problema a collocare l’Emilia Romagna tutta.
Ma la mia non è una battuta: sono davvero convinto che quello sia il confine fra le due civiltà.
È vero, ed è vero che l’Emilia Romagna è il confine; non è una linea precisa, è proprio che è a metà, come mentalità, quasi sempre in modo armonico, ma qualche volta anche con incoerenze e incostanze ; parlo di persone, non di zone.
Io? personalmente di persona io?
Benedetto XVI, quelli che spiegano perchè i vaccini vanno bene, i pazzoidi che hanno costruito e mandato i robottini marziani, la biblioteca del Congresso, il prete di Radio Maria …
E qual è l’elemento comune?
Francesco,
comunque più ti conosco, più mi convinco che, al di là di tutto, cattocomunismo e cattoliberalismo siano identici (in fondo le eresie sono tutte la stessa eresia): smarrimento del principio di non contraddizione e identificazione col nemico, quello stesso che fino a poco prima si era combattuto senza esclusione di colpi.
Io invece mi riconosco nella civiltà romana, che non sta né a occidente, né a oriente, né a settentrione, né a mezzogiorno.
Quella civiltà che stigmatizzava solennemente, ex cathedra, l’affermazione per cui “Il Romano Pontefice può e deve riconciliarsi e venire a composizione col progresso, col liberalismo e con la moderna civiltà.”.
identificazione col nemico?
non mi identifico con Garibaldi nè Mazzini nè Cavour nè il tipo irrilevante con la corona in testa
quindi non rientro tra i liberali odiosi ai clericali d’antan
mi identifico, se vuoi, con la teoria della Res Publica romana, prima della decadenza imperiale, basata sull’arbitrio invece che sulla legge
ecco, dubito che un cattolico possa trovarsi male in questo principio, senza per questo finire nel gruppone “adulti consenzienti” che è la via per il male
Ragione
Ingegno
Impegno
Persona
ecco cosa trovo in tutte quelle situazioni, che mi piace
>>> “Il Romano Pontefice può e deve riconciliarsi e venire a composizione …. con la moderna civiltà”
sbaglio o è il riassunto di 2.000 anni di cattolicesimo? opposto a eresie fondamentaliste e altre bestialità “puriste”? qualcuno aveva dimenticato che anche l’Ancien Regime nasce come “moderna civiltà” prima di diventare vecchio
ciao
secondo me più che alla domanda “cosa è laciviltà occidentale” rispondete a “cosa vorrei che fosse”, perché è chiaro che nella cilviltà occidentale coesistono benedetto XVI, vladimir luxuria, petrini, il fisico che ha mandato una sonda sulla cometa indossando una cravatta da nerd, e i tifosi dei new england patriot
beh, roberto, in ogni momento in ogni posto ci sta un santo e un pessimo soggetto
ognuno tende a identificare la civiltà occidentale in quello che reputa “significativo” – nel bene o nel male, a seconda del suo giudizio sulla stessa
e quello che proprio non gli piace lo mette negli “inevitabili scarti del processo” o negli “errori di percorso”
in effetti i quattro elementi che ho provato a scrivere con la maiuscola mi sembrano abbastanza “distintivi” dell’occidente, nel bene e nel male
ciao
Francesco,
sai che per una volta non ho capito quasi nulla dei tuoi commenti?
Potresti essere più perspicuo?
Roberto,
mah, io sono un linguista, quindi mi baso sull’etimologia.
Per me Occidente significa occaso, caduta, decadenza.
EX ORIENTE LUX,
non dimenticatelo mai!
E penso che l’Italia si sia snaturata quand ha scelto “le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente, che in ogni tempo hanno ostacolato la marcia e spesso insidiato l’esistenza medesima del popolo italiano” (cito a memoria, può esserci qualche piccolo errore).
L’Italia è erede di Roma, anzi, Roma è erede dell’Italia, dei popoli italici, latini in primis, e Roma è il centro del mondo, è al di sopra delle polarità e dei punti cardinali.
L’Occidente è il nemico, è il barbaro, il germano.
E oltre al germano anche un altro signore, che si accredita come orientale, ma è il più occidentale di tutti.
Ma non lo nomino per non dispiacere il nostro Pino (che tanto ha già capito di chi parlo).
Anzi, in fondo l’Occidente è quest’ultimo e gli altri solo in via secondaria, derivata.
E’ l’eterno scontro di Roma contro Cartagine.
Cartagine però culturalmente è oriente, anche se geograficamente è occidente.
Fernand Braudel nel suo saggio “Mediterraneo”, ritiene che la conquista arabo-musulmana del Nordafrica e della Spagna, furono la “vendetta postuma” di Cartagine contro Roma.
Mirkhond,
è quello il punto.
Io invece sono convinto che i semiti siano occidentali proprio nello spirito, non nella geografia.
Quella che gli ebrei siano gli inventori, per così dire, della civiltà occidentale moderna mi sembra una tesi più suggestiva che fondata. Naturalmente a molti ebrei piace crederlo.
Tutto sommato, stringi stringi, si riduce a Marx e Freud.
Ma a socialismo e psicanalisi si possono trovare altrettanti, forse più precedenti nel pensiero greco che in quello ebraico.
Dopo questo unico e ubertoso spicilegio di dotte dissertazioni su Sanremo vi ammiro al di là di ogni limite!
😀
Pe parlà de Achille Lauro che me ne frego dell’uno e dell’antro, non è così male.
Cioè sò tante le canzoni demmerda , io er festiball lo seguo de sottofondo magari qualchegiorno e non tutto intero puro si sta de sottofondo.
Cioè rispetto a Momad e mejo sto Achille , Ultimo fa n po schifo, pure er Volo poracci, la Tatangelo idem, er peggio de tutti è nino d’angelo porca troia. Cristicchi nun ho capito si è andato in vari monasteri a fasse lava r cervello perchè e n po scaduto , biasimo pe lui.
Silvestri er solito squallido co rancore me pare ma mica ho capito.
Ghemon nun ho capito nemmeno, veramenre anonimo. I negrita i soliti mediocri pure loro.Arisa lascia er tempo che trova pe nun fa piagne. Boomdabasha la canzonetta der cazzo che poi a me quer genere me piace più o meno più de antri.
Nek er solito puro lui, vabbè ao, n’usato sicuro come sta robba qua de niente de che.
Poi che te devo ddi. Achille Lauro è stato mejo de Renga che forse è tra i mediocri ed i grandi qui sotto che scriverò ( onore a ) che se ne uscito co la questione che le voci madchili sono piu belle, e che era mediocre pure lui.
Ce staveno antri nomi inutili ma ad ogni modo a me me piace sto Lauro, se davero parlava de pasticche doveva vince lui davero. Sei un mistificatore. Me lo hai fatto vince te mentre sto cojone de mamood fa dchifo quanto er secondoe sta pè me co i primi che ho scritto, il che fa capire che da una parte il televoto ( pubblico e case discografiche sms francaising ) ed esperti ( giuria di ignobbili tranne Pagani , ovvio , e giornalisti prezzolati addetti et similia ) sò perlomeno malati.
-Zen
-Curci
-Bertè
E dunque Lauro
Patty Pravo me vergogno de provalla a sentì ma me pareva na merda non sò.
Boh
Voglio i Prophilax a San Remo, quelli devono vince, oppure i Cripple Bastards.
Sennò i Magnifiqat che sò forti e pe rap Murubutu che pe na canzone sola và bene
Per Daouda
“Cioè rispetto a Momad e mejo sto Achille , Ultimo fa n po schifo, pure er Volo poracci, la Tatangelo idem, er peggio de tutti è nino d’angelo porca troia.”
Faccio fatica a immaginarmi Daouda in poltrona col telecomando che si beve tutto Sanremo, ma evidentemente è così 🙂
Io avrei fatto ancora più fatica a immaginare te che commenti Sanremo…
Ma la realtà supera spesso la fantasia!
Ma non sai che adesso sui media sta emergendo l’ Ipotesi Ribaltone Sanremese da parte del PD ?! 😉
Movente : rosiKando per aver perso l’ Abruzzo, il PD per rifarsi … complotta per prendersi Sanremo ! 😉
In ogni caso, la Meloni, su ‘sta roba … ci sta facendo su una Campagna Elettorale anticipata !
Ti diffido dal cercare di coinvolgermi in discorsi su Sanremo. Di qualsiasi genere e per qualsivoglia ragione 😀
Ribaltone Sanremese da parte del PD
…
Hanno riesumato “Ribaltone” dal Giornalistese come non succedeva da Fine Novecento ! 😉
… ‘nuff said, youngling ! 😉
Ammazza quanti cloni semo
x Moi (il nostro horrors hunter)
ma la Meloni … è piccola bruttina non ricca non intelligente non sa manco parlare
neppure è trucida
come cribbio fa a esistere politicamente?
🙁
Beh, prima di tutto è una politica di nicchia, per così dire.
Ha la sua nicchia ecologica, il suo habitat; sarebbe impossibile vederla diventare premier, e non solo per una mera questione di numeri.
Lo stesso Salvini è riuscito a diventare premier (di fatto) solo abdicando alle caratteristiche salienti del suo partito, che era un partito di nicchia.
Inoltre la Meloni è una donna: per una formazione di chiara origine post-fascista, un candidato uomo sarebbe stato impresentabile, ai giorni nostri;
avrebbe fatto scattare l’immediato paragone con Egli, e avrebbe ridotto l’appetibilità del partito a pochi esaltati: chi altri mai avrebbe votato per un leader, maschio, fascista??
Invece la leader donna in qualche misura è materna, incarna una figura protettiva e saggia, come la madre, o a un tempo trascinatrice e da proteggere, come Giovanna d’Arco.
Soprattutto è un piccolo (molto piccolo, d’accordo) passaporto di modernità: “non siamo tanto retrogradi quanto credete”.
Infine è romana, e probabilmente gode di una sua rete di fedeltà romane e laziali.
Francè, sui gusti femminili non ci siamo 🙂
A parte questo, non mi sembra che parli male, anzi, è efficace, senza banalizzare troppo, ma senza neanche sofisticare.
mi rifaccio al giudizio del Nume Silvio sul Cancelliere tedesco (mi basta l’ultima parola)
quanto a parlare, quello che dice è di livello intellettuale Salvini ma più stantio
‘na nipotina della Lupa, però poco brillante, potrebbe fare la bidella in una colonia per Balilla
Sarà che a me piacciono le cose stantie…
Tu sei un filoneista! 😛
Peucezio
io AMO le cose stantie ma giuste
mentre le stronzate le detesto, nuove o vecchie che siano
anche perchè credo che sotto sotto siamo sempre allo stesso punto, scegliere tra bene e male, quello che cambia sono accidenti esterni, non la sostanza della vita umana
quindi non è il tempo a fare la differenza
Veramente sò stato sempre de spalle a legge cose e me pare che ho visto la seconda serata e venerdì de sicuro.
L’ultima no pé ddi. Ma che cazzo scrivo male e sconnesso ma qualche cazzo de frase appare evidente: stava de sottofondo , senza vedello mai da inizio alla fine il giorno stesso, e mai tutte le sere.
nun è difficile eh. Nun capisco poi perché uno se dovrebbe vedé er festiball quanno ce sta da sentì, e nemmanco perché nun lo deve non vedé o sentì…
Ovviamente grandi Pio ed Amedeo, anche se all’ultimo co la sbobba tutti uguali sò scaduti, ma armeno n po’ de gelo l’hanno fatto, quello l’ho visto invece
Adesso pare (!) che Mahmood sia Gay … quindi troppo “Islamico” NON dovrebbe esserlo.
L’omosessualità è stata condannata seriamente dall’Islam solo a partire dal XIX secolo.
In precedenza la sua condanna era retaggio di teologi e gruppi minoritari, come Ibn Taimiyya (1262-1332), considerato il lontano precursore dell’integralismo sunnita contemporaneo.
Questo non lo sapevo, interessante.
????????
no dai, non ci posso credere
una delle tre religioni del libro e del deserto che si dimentica di condannare (teoricamente) l’omosessualità?
La condanna dell’omosessualità in modo radicale è un fenomeno recente nell’Islam, iniziando nel XIX come reazione alle politiche colonialiste europee, allora su posizioni ancora influenzate dall’etica cristiana.
Il colonialismo europeo, soprattutto britannico ma non solo, giustificava il suo imperialismo anche nell’ottica di “moralizzare” costumi turpi.
Da qui la presa di coscienza musulmana.
Ad esempio in Asia Centrale solo dopo il 1870, con la minaccia russa incombente, i mullah cominciarono a tuonare contro la piaga dei bacha bozi, i piccoli bambini checca abusati nel corso di feste e matrimoni.
Nel 1872-1873 una ccarestia colpì il bacino dell’Amu Darya e i mullah locali videro in questo un castigo divino per l’abuso sui piccoli prostituti.
Ma, per capire, tu dici che nella morale islamica era proprio lecita l’omosessualità (o comunque non era mai stato formulato nessun divieto esplicito) o che in teoria era condannata, ma la cosa era totalmente disattesa nella pratica?
E quindi, nella prima ipotesi, sotto la pressione colonialista occidentale gli islamici non avrebbero ricominciato ad applicare una regola esistente, ma l’avrebbero inventata di sana pianta?
Da quel che ho capito, teoricamente l’omosessualità sarebbe stata condannata fin dai primordi dell’Islam.
Ma, a partire dal IX secolo dopo Cristo (forse per l’influenza iranica, ma la questione è controversa), l’omosessualità era pratica diffusa nel mondo islamico, venendo di volta in volta condannata da questo o quel teologo (tipo il sovracitato Ibn Taimiyya), senza effetti.
Solo nel XIX secolo, come già accennato, finalmente vi fu un ripensamento della questione, portando ad una crescente condanna dell’omosessualità, come nell’Islam di oggi.
Tollerare non è legalizzare.
Ad ogni modo gli esempi che citi sono proprio di pedofilia o di pederestia?
Visto che è robba afgana , comune fra gli uzbeki soprattutto ha collegamenti anche con i pashtun oppure si può pensare ad un retaggio turco?
Che poi il fenomeno non c’era anche in Turchia per l’appunto?
Dai non mi pare che in altre zone islamiche ci fossero tali consuetudini…
Però è pure vero che nella letteratura islamica di vari paesi riferimenti ad amori frogeschi od al visno che sarebbero illegali poi li fanno.
Interessante
No, purtroppo non è un fenomeno solo afghano o di alcune etnie turche.
L’omosessualità e la pederastia erano (sono?) diffuse anche in Egitto e nel Maghreb.
E nell’al-Andalus del IX-XI secolo, come testimoniato dal martirio di San Pelagio a Cordova nel 925 0 926 d.C.
Beh.
Dai solo rinforzo alla specularità Islam ed Induismo ed oltremodo alla conferma desumibile in sè che essi non sono Abramitici ovviamente.
Che schifo, loro e tutte le merde cristiane che sono ben peggio essendo vili e miserabili traditori
Mirkhond,
ah, beh, allora è come immaginavo, nessuna sorpresa.
In fondo anche da noi era più o meno così, solo che da noi la modernità, col suo apparato repressivo e i suoi intenti moralizzatori, è arrivata prima.
Mi sembra chiaro , se non sbaglio, che molti abbiano addirittura giustificato il fatto che i miscredenti potendo divenire schiavi potessero essere abusati sessualmente.
Grandi gli islamicicci. Probabilmente anche l’usura sarà sottoposta a qiesta doppia morale
@ MIGUEL (in quanto ANGLOFONO)
Ah … ci ho pensato un attimo : e se il “mood” come grafia stesse proprio per … “mood”, come trovata artistica ?!
https://www.studentville.it/studiare/mood-cosa-vuol-dire/
fra l’altro, mi pare una delle parole meno (!) stravolte (vedi sopra) nel passaggio da “English” a “Fighettish” 😉 !
“Mood” in “Mah-Mood” , ovviamente ..
Esempi con “mood” in Fighettish nel link :
Il mood della serata è al top.
Ci ho messo un po’ ad entrare nel mood lavorativo.
Sintesi della giornata: bad mood.
La città è piena di mood pasquale.
Mi piace il mood della festa.
Chi ha il Listone de’ Giudici al 69° Festival di Sanremo ?
… Almeno Beppe Severgini (il più criticato) , non ha mai nascosto , nel Salotto TV di Frau Gruber, di sperare nel PD vs i “Populisti” !
NON credo che Mahmood abbia studiatochissàquanta Storia dell’ Islam ,e cmq è Egiziano, non -turco … poi ogni cultura monoteista fa i conti con i suoi Pagani acquisiti. Ad esempio, se ricordate la pagina di Gnoccatravels sui “”trombodromi low cost” [sic] di Istanbul … si respira ben poca atmosfera Islamista. 😉 C’è una frase non ricordo di chi, ma che diceva secoli fa che in piena Roma Papalina … comandavano “Puttane e Froci” [sic] alle corti viziose del Vaticano, manipolando Vescovoni e Papi-Re con i loro capricci, perciò fate un po’ vobis !
Poi c’è stata la recente Evoluzione verso la Figa Baltica degli Sceicconi che dappprima inchiappettavano i ragazzini … chiedere ad Habs per documentazione storica ! 😉
Mi sembra di aver detto la stessa cosa.
Ma l’ Occidente ha ritmi di cambiamento sociale e lacerazioni culturali interne che, al resto del mondo che NON vi si identifica … non può apparire che come un immenso manicomio a cielo aperto !
Infatti.
anche a me, che pure sono decisamente dentro detto manicomio!
Penso che Mahmood sia Musulmano in senso poco più che “Balotta in Moschea”, qualche “tabuino” alimentare o di sostanze psicotrope (che poi magari si fa di nascosto da mammà …) e poco altre. Cmq la coppia lui MusulmanO lei KafirrA NON è che sia una gran integrazione … integrazione sarebbe se ci fosse anche in versione gender swap, senza proibizioni tribali arcaiche. Il bello è che NON vogliono rendersene conto proprio quelli _ tipo Michela Murgia _ che chiamano “Fascismo Eterno” [cit.] anche il ragazzino di 15 anni che frega la merendina a quello di 12.
Ma di questo dubito che, a parte Habs, possa rendersene conto anche qualcunaltro.
Scusa, ma cos’è il gender swap?
Che io sappia, l’ha rappresentato solo Checco Zalone in “Che Bella Giornata”, nel cinema.
E cos’è??
Che lui è Kafir e lei è Musulmana, nella “romance” 😉 … non ho mai
visto nessun altro cineasta rapppresentarlo, né giornalisti “da mito edificante” scriverlo.
@Moi
dal poco che so,
le uniche musulmane che si mettono [parlo sempre della cosiddetta “norma”, escludiamo casi eccezionali] con un kafir si hanno in Russia, fra i tatari di Kazan’, i baschiri ecc….ma in quel caso forse é d’obbligo mettere le virgolette e trasformarle in “musulmane”..infatti 70 anni di Marx hanno (forse ?) lasciato il segno
già con le turche non é facile, e oggi é più difficile di trenta anni fa
a meno che si parli delle classi altissime, delle élites di Istanbul e Izmir (per intenderci, quelle che odiano RTE, detestano l’AKP, sono iper-kemaliste con venature di sinistrismo e radical-chicchismo :D)
e anche in quei casi, più facile la ONS che una relazione seria” e continuata con il kafir…una non ci faebbe bella figura e verrebbe segnata a dito
nel mondo arabo e persiano (peggio in Pakistan), la donna musulmana é off limits per i kafir ! in certi Stati per legge, in altri (ancora più importante) per costume
in Marocco donne si possono avere, e si hanno..ma parliamo di prostitute 😀 (tollerata, a fasi alterne, dal regime..può anche capitare che per darsi un’immagine più “religiosa” facciano un repulisti di quelle che frequentano gli stranieri a Marrakeck e altri luoghi turistici)
in Indonesia pure si hanno (e, a quanto dicono, copiosamente), ma son quasi sempre prostitute….le ragazze “serie” indonesiano che si mettono con gli stranieri (faranj=”franchi”, termine usato pure in Thailandia buddista) sono quasi invariabilmente cristiane di Celebes e delle Molucche o induiste di Bali..poi ci sarà l’eccezione, ci mancherebbe..e l’Indonesia comunque è al di fuori dell’area più “rigida”
“in Marocco donne si possono avere”
però per sposare una marocchina musulmana devi diventare musulmano
Credo che Habsburgicus si riferisca ai rapporti con prostitute.
… E l’ Egitto ?
Magdi Cristiano Allam più volte ha scritto dei Bei Tempi Andati , fra Nasser e Sadat … prima che orde di Palandrane Barbute rovinassero tutto.
Per Moi
“Magdi Cristiano Allam più volte ha scritto dei Bei Tempi Andati , fra Nasser e Sadat … prima che orde di Palandrane Barbute rovinassero tutto.”
E’ una di quelle questioni davvero difficili. Si stava meglio quando i contadini zappavano la terra, cliterodectomavano le figlie, sacrificavano galline nei santuari dei sufi e morivano di fame, o oggi che i loro nipoti sono laureati plurilingui disoccupati che sull’iPhone scoprono che tutto ciò che i loro nonni pensavano fosse Islam, era solo superstizione pagana?
Beh, tra essere un giovane disoccupato con l’Aifònn o un contadino che muore di fame io so cosa sceglierei…
e credo anche Magdi 🙂
Esisteva cmq una maggiore libertà individuale , almeno a partire dalla piccola Borghesia Cairota … tipo poter essere “di default” 😉 Musulmani e nessuno ti additava come “Traditore della Umma” se frequentavi un Istituto Salesiano (!) che garantiva un alto livello d’ istruzione; o l’ aneddoto della “Fidanzatina Ebrea” senza dover rendere conto di Isarele al resto della Umma ; uno stile diffuso da “Dolce Vita”, nel più positivo Italiano e Felliniano dei sensi,; ecc …
uff… “Israele”
Z.,
sappi però che quando diventerai uno studente coranico non verrò a trovarti nella Madrassa.
Peucè,
tranquillo, anche tu sceglieresti come me e Magdi. Fìdati, sdrucciolissimevolmente 🙂
https://youtu.be/tAPAiVTBwu0
Ho avuto er bucio de culo de riuscimme a vede puro Pio e Amedeo.
Peccato solo per il finale.
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/analisi-testuale-ldquo-rolls-royce-rdquo-cinque-ldquo-autori-rdquo-195219.htm
Questo finora mi sembra il commento più interessante al capolavoro di Achille Lauro 😀
null’altro da aggiungere
Ma ‘sto cazzo di Sanremo, non era già finito ?!
… Cos’è ‘sta nuova polemica di Virginia Raffaele che avrebbe invocato Satana imitando i vecchi grammofoni col disco che salta ?!
https://tv.iltempo.it/tv-news/2019/02/13/video/raffaele-satana-sanremo-esorcista-don-aldo-bonaiuto-salvini-ariston-1109954/
Non è un’invocazione.
Era na presa per culo che si rifaceva al giudizio sui grammofoni. Ad ogni modo però và scritto che dire quelle parole nei confronti di Satana è un’attestazione di favore la cui coscienza od incoscienza, di per sè, non cambia nulla.
mooi, non mi dire che ti era sfuggita questa
https://www.bfmtv.com/politique/assemblee-les-mentions-pere-et-mere-remplacees-par-parent-1-et-2-dans-les-formulaires-scolaires-1631465.html
Mooi – anche Mooy – è la versione fiamminga del vallone Moi.
Su kelebelgique.com si trovano entrambe.
in più “mooi” in fiammingo vuol dire “bello”
Conosci anche il Fiammingo?
ho un’infarinatura.
ho studiato 8 mesi in olanda e ho pure fatto un un corso. sono in grado di ordinare da mangiare e da bere in un ristorante, e poco più
(ma scritto assomiglia molto al tedesco e posso *quasi* leggere un articolo di giornale)
Fiammingo e Olandese sono praticamente la stessa lingua?
Il mio amico olandese dice di sì, all’incirca.
Si, cambia un po’ la pronuncia per esempio i fiamminghi non scatarrano per pronunciare “sch” e “g”
Per roberto
“Si, cambia un po’ la pronuncia per esempio i fiamminghi non scatarrano per pronunciare “sch” e “g””
Che è la cosa più goduriosa dell’olandese, su cui mi sono esercitato innumerevoli volte, insegando come si pronuncia il nome del pittore van sgghhogggh!
Devi provare con ” scheveningen” che è la parola che gli olandesi usavano durante la guerra per smascherare i tedeschi
per Moi
Emergenza!
La scienza dimostra la vocazione umanicida delle femmine!
Tutte le donne sono Nazifemministe, eugenetiste e nemiche dell’Accoglienza!
Basta con le pelose distinzioni tra femministe “cattive” e Donne Moderate presunte “buone”!
Abbasso i Muri che impediscono la Libera Circolazione!
https://www.theguardian.com/science/2019/feb/13/female-human-body-blocks-weak-sperm-scientists-find
Eugenetica nazista!!!
allarme democratico compagni!
😀
PS cuntent?
La Democrazia può morire pure di troppe elezioni
Mai come in questo periodo storico, in Italia ma non solo in Italia (si pensi a Donald Trump che sotto le elezioni di middle term è stato indotto a prendere decisioni che non riteneva le più efficaci ma le più popolari) la democrazia rappresentativa dimostra la propria debolezza e i propri limiti strutturali, come regime adatto a governare un Paese.
Il politico, meglio l’uomo di Stato, dovrebbe pensare in grande stile, avere una visione che va al di là del proprio naso, lungimirante, che copra perlomeno i quattro o i cinque anni del suo mandato. Ma anche se avesse queste doti non può esercitarle. Oggi oltre alle elezioni politiche ci sono quelle amministrative, comunali e regionali, quelle europee e, per non farci mancar nulla, i sondaggi più o meno a scadenza mensile. L’uomo politico, anche quello in teoria valido, in presenza di una qualsiasi di queste elezioni è quindi costretto a prendere decisioni sull’“hic et nunc” che gli possano garantire maggior consenso anche nella prospettiva di quelle successive, ma che non è affatto detto che siano le più efficaci.
C’è modo di limitare questa debolezza? In parte sì. Bisognerebbe accorpare le amministrative nello stesso giorno e non come ora per cui un mese si vota in Abruzzo, un mese dopo in Sardegna, un altro, poniamo, in Piemonte, un altro ancora in Lombardia, e farle svolgere negli stessi giorni in cui si tengono le elezioni politiche. Una cosa similare dovrebbe essere fatta per i singoli Stati dell’Unione europea, in cui almeno le elezioni politiche dovrebbero tenersi tutte nello stesso periodo. Perché un’elezione, poniamo in Polonia, può influenzare e condizionare le elezioni di altri Paesi, tanto più perché nel Parlamento europeo agiscono gruppi che non sono omogenei con quelli dello Stato di appartenenza. Infine bisognerebbe eliminare i sondaggi perché influenzano surrettiziamente l’elettorato e quindi anche l’uomo politico che all’elettorato deve rispondere. Inoltre i parlamentari che agiscono all’interno dei partiti, e questo in Italia lo vediamo benissimo, si spostano dall’uno all’altro gruppo non secondo una coerenza ideale o ideologica ma per la propria convenienza personale. Per cui per evitare che siano di fatto i segretari di partito o il loro entourage a imporre i candidati, con tanti saluti alla libertà dell’elettore, non era poi così strampalata la proposta di Beppe Grillo di ricorrere al sorteggio.
La democrazia diretta eliminerebbe alcuni dei limiti e delle storture di quella rappresentativa? In teoria sì, nella pratica no. La democrazia diretta può essere esercitata solo in un ambito ristretto (non a caso Rousseau l’aveva immaginata a Ginevra che allora aveva circa 100.000 abitanti) dove l’elettore agisce sul suo, cioè sa su che cosa deve decidere. Ma in una democrazia diretta universale, globale, utilizzando gli strumenti della tecnologia digitale, come l’aveva immaginata Gianroberto Casaleggio, l’elettore sarebbe chiamato a decidere su cose di cui non sa nulla.
Per la verità una democrazia diretta, ristretta a una comunità ben precisa, è esistita in epoca preindustriale. Nella società del villaggio l’assemblea dei capi famiglia, in genere uomini, ma anche donne se il marito era morto, decideva su tutto ciò che riguardava il villaggio. Scrive lo storico francese Soboul: “Le attribuzioni delle assemblee riguardavano tutti i punti che interessavano la comunità. Essa votava le spese e procedeva alle nomine; decideva della vendita, scambio e locazione dei boschi comuni, della riparazione della chiesa, del presbiterio, delle strade e dei ponti. Riscuoteva ‘au pied de la taille’ (cioè proporzionalmente) i canoni che alimentavano il bilancio comunale; poteva contrarre debiti ed iniziare processi; nominava, oltre ai sindaci, il maestro di scuola, il pastore comunale, i guardiani di messi, gli assessori e i riscossori di taglia”. Un’altra importante attribuzione dell’assemblea si aveva in materia di tasse reali, era infatti l’assemblea che ne fissava la ripartizione all’interno della comunità e la riscossione. Insomma la democrazia è esistita quando non sapeva di essere democrazia.
Questo sistema, che aveva funzionato benissimo per secoli, s’incrinerà in Francia proprio alle soglie della Rivoluzione francese quando sotto la spinta degli interessi e della smania di regolamentazione dell’avanzante borghesia un decreto reale del 1787 introdurrà il principio secondo il quale non era più l’assemblea del villaggio a decidere direttamente ma attraverso l’elezione di suoi rappresentanti. Era nata la democrazia rappresentativa. Quella che viviamo attualmente e che democrazia non è e non è mai stata ma è formata da oligarchie o poliarchie, come le chiama pudicamente Sartori, in cui delle minoranze dominano sulla maggioranza dei cittadini e che, in linea di massima, non sono legittimate da nulla se non dalla potenza del denaro.
Massimo Fini
Il Fatto Quotidiano, 14 febbraio 2019
http://www.massimofini.it/articoli-recenti/1829-la-democrazia-puo-morire-pure-di-troppe-elezioni
mirkhond,
— Mai come in questo periodo storico, in Italia ma non solo in Italia (…) la democrazia rappresentativa dimostra la propria debolezza e i propri limiti strutturali, come regime adatto a governare un Paese. —
Non che non sia già successo qualcosa di simile, in realtà, ma sicuramente non è uno dei periodi in cui la democrazia rappresentativa mostra di essere in miglior salute.
Se però questo lo dicesse, chessò, Renzi, avremmo fini intellettuali che ci spiegano che il suo partito sta complottando per abolire il suffragio universale!
😀
Questo non lo sapevo (ma non mi stupisce affatto):
la rivoluzione francese, fra i milioni di disastri che ha fatto, ha anche abolito la democrazia.
beh, io di partecipare ad assemblee di villaggio non avrei molta voglia lo stesso
preferisco votare, tutto sommato
PS i villaggi li ha aboliti la storia, non la rivoluzione francese
Peucezio
“Io invece sostengo che il confine sia l’Adda, però avrei qualche problema a collocare l’Emilia Romagna tutta.
Ma la mia non è una battuta: sono davvero convinto che quello sia il confine fra le due civiltà.”
Non ho ben chiaro cosa intendi per due civiltà, in riferimento all’Italia settentrionale.
Se interpreto bene, credo che il riferimento sia all’Italia, nel suo insieme;
che è tirata da un lato dalla civiltà “occidentale”, dalla modernità razionalista (che non vuol dire necessariamente razionale), illuministica, politicamente corretta, filo-anglosassone e filo-mitteleuropea (il gay pride, o Severgnini, secondo i punti di vista), che trova il suo caposaldo in Milano;
dall’altro dalla civiltà “tradizionale”, contadino/paesana, di proverbi popolari e di film innocuamente scollacciati, quella del maschio che ha da esse maschio e la donna donna, del prete e del bordello, che trova il suo caposaldo a Roma (suppongo).
Come diceva un cinematografaro che conoscevo, parlando (mi pare) di montaggio (ma vale un po’ per tutto), “a Milano li fanno bionici, a Roma biodegradabili”.
…allora il problema rifiuti non è grave come sembra!
Pino,
ma in realtà no, non è proprio così.
La contrapposizione che pongo non è fra modernità settentrionale e civiltà contadina mediterranea, ma fra occidente attivo e oriente contemplativo, anche nella modernità.
Lo stato sovietico e quello maoista sono espressioni moderne (infatti hanno fatto loro un’ideologia semitica), ma di uno spirito orientale.
E fino agli anni ’70 questo era molto percepito: addirittura l’idea era di una modernità bolscevica dissolutrice contro un Occidente che in qualche modo esercitava una forma di contenimento.
Io penso proprio che il Veneto e la Lombardia orientale partecipino di questo spirito meno attivista e caotico, più riflessivo ma in fondo più profondo e più organizzato.
Avete notato che non esiste un veneto dotato di capacità dialettica, di oratoria? Prendete un Cacciari.
Lo stesso vale per l’Europa in genere: il prolungamento ideale dell’Adda è il Reno. E la Germania partecipa in pieno dello spirito orientale. D’altronde ha prodotto Hegel, non certo Cartesio o l’empirismo inglese.
Non è un caso che i tedeschi bevano la birra e i francesi lo champagne: i francesi sono modaioli, raffinati, mondani, i tedeschi uomini di sostanza, austeri.
Il sud Italia non è né occidentale né orientale. E’ una cosa diversa, è mediterraneo, quindi è coincidentia oppositorum.
Ha dei popoli occidentali la parlantina, la teatralità, il calore, certi tratti di esuberanza; ha dell’oriente lo spirito contemplativo, la riflessività, la profondità.
un tedesco bevitore di birra è tutto tranne che austero!
vestito come un bambino e felice di farlo, addittura orgoglioso, è “uomo del Sud” nel senso di fiero cavalcatore della propria tradizione, magari sul lavoro è un ingegnere informatico
e ride e scherza e canta canzonette e canzonacce in qualche dialetto
non mondano, non raffinato, vivo e vitale, spesso grasso e brutto, quasi sempre pure a caccia di figa – almeno di una bella sbirciata alle poppe di una fanciulla
sono d’accordo, ma questi sono i tedeschi del sud-centro, bavaresi, badisch,diciamo fino a colonia.
a nord sono effettivamente austeri, bevono birra passando momenti interminabili in silenzi interrotti solo da un cupo “ooooooh…jaaaa….”
Avete notato che non esiste un veneto dotato di capacità dialettica, di oratoria?
??????????????????????
Mi fai un esempio di personaggio dotato di capacità oratoria?
Peucezio stesso
🙂
Prendi un Cacciari e un Travaglio.
Il primo è infinitamente più denso, ma il secondo è dialetticamente molto più efficace e sciolto.
Poi, che differenza c’è tra Hegel e Cartesio? Oltre al fatto, dico, che il primo esiste solo perché è esistito il secondo e che il secondo si è posto un problema esistenziale molto più profondo di quello che si pose Hegel e non ebbe mai la pretesa in vita propria di presentare una teoria (suggestiva quanto vuoi) che racchiudesse e sintetizzasse tutta la realtà e tanto peggio per la realtà.
Appunto.
Cartesio è razionalismo puro, scrupolo metodologico.
Hegel è visione della totalità, è quasi un mistico, un filosofo orientale. Inoltre è uno storicista. Questo dice tutto.
Comunque certi stereotipi cinematografici da commedia io li trovo a Milano pari pari che nel resto d’Italia.
La Milano di oggi non saprei nemmeno definirla: non è una città perché non ne ha la massa critica; non è un paese perché è troppo anonima per esserlo. Non è tradizionale, non è moderna, non è italiana, non è estera, non è cosmopolita, non è provinciale. Ma non perché è una via di mezzo fra ognuna di queste polarità, ma perché proprio non partecipa della natura di queste caratteristiche. Puoi dire che un odore è alto o basso? O che un segnale luminoso è dolce o salato? Però un odore può essere acre, penetrante, dolce…; un segnale luminoso può essere breve, prolungato, diffuso… Milano invece non è aggettivabile, perché non ha nessuna caratteristica. Non è. Non esiste.
Ma la Milano di un tempo, fino agli anni ’70-80, era italiana eccome. Fin nel midollo. E al tempo stesso era milanese. Cioè aveva un’identità caratterizzatissima (beh, negli anni ’70 stava sbiadento e negli anni ’80 il processo era più avanzato; fino agli anni ’60 era ancora Milano; ma fin nelle cellule).
E quella Milano, di cui resistono frammenti qua e là, ma non in luoghi, pratiche o contesti; solo in singoli uomini, testimoni – quella Milano non la amo meno di Napoli o di Roma.
E, beninteso, non era affatto una Milano contadina, ma era profondamente urbana e moderna. Ma era una modernità ancora con un’anima e con un radicamento in una tradizione. Una tradizione a sua volta di urbanesimo millenario, pur investito da elementi di ruralità (il contado influisce, penetra, anche se non dà il segno).
Io sono arrivato a Milano “tardi”, a fine anni ’80 e non sono d’accordo
Ho trovato una città piccola, per gli standard delle grandi città mondiali già allora, ma robustamente cosmopolita, aperta da sempre al mondo – è pieno di milanesi svizzeri, tedeschi, francesi, austriaci ma anche statunitensi o inglesi – con una mentalità molto meno provinciale di quella a cui ero abituato nella bergamasca (e che si sarebbe rivelata molto meno autoreferenziale di quella di Roma, che crede davvero a quelle baggianate su se stessa che dici tu).
Certo, la trappola in cui Milano rischia di cadere ogni giorno è di essere di gran lunga il meglio di un paese piccolo e piccino come l’Italia
Ah, e dietro ogni angolo Milano conserva il suo passato, fin dai tempi dei Romani, quando fu capitale imperiale
Ciao
Ah, ma quindi tu sei bergamasco, non milanese?
Comunque quello che hai detto in sé non sarebbe in contrasto con quello che ho detto io.
Quello che però non ho capito è se vuoi collocare la Milano fine anni ’80 nella Milano del passato cui ho fatto riferimento o in quella anonima del presente.
Io comunque non vedo nessun contrasto fra l’essere fortemente caratterizzata e l’essere aperta a tanti apporti.
Mimmo Di Miccoli era barlettano, Ivan della Mea toscano, ma arrivati a Milano hanno imparato il milanese e sono diventati autori fra i più fecondi e originali di canzoni in milanese.
E al tempo stesso questi apporti sprovincializzavano la città.
Ma il punto è che una volta a Milano arriva auno svizzero, un americano o un francese ed erano svizzeri, americani, francesi; i quali trovavano Milano, cioè un luogo, con i milanesi, cioè delle persone definite e caratterizzate.
Adesso arrivano delle non-persone (all’estero il processo di spersonalizzazione degli uomini e dei luoghi è più avanzato) in un non-luogo: non hanno niente da dare e non trovano niente da assimilare.
D’altronde in un mondo tutto uguale non può che esserci estremo provincialismo e piattezza: se tutti i posti sono lo stesso posto, che differenze ci possono essere, come si fa a dare un apporto nuovo?
Per assurdo oggi gli unici che hanno ancora una fisionomia, a parte i vecchi, sono gli immigrati, perché i paesi poveri da dove vengono non sono ancora dei non luoghi.
Ma gli immigrati non contribuiscono a caratterizzare un luogo: un egiziano è un egiziano ovunque e se arriva su una tabula rasa, non avrà nulla che lo caratterizzerà in modo diverso da un egiziano che si è trasferito in un altro posto a migliaia di chilometri.
se fosse vero, non ti accorgeresti di essere a Milano invece che a Sesto San Giovanni o a Brescia
e invece lo noti prima di capirlo
sugli egiziani bergamaschi non credo tu abbia ragione, è che ci vuole un egiziano d’Egitto per capire in cosa lo abbiamo contagiato
“Ma la Milano di un tempo, fino agli anni ’70-80, era italiana eccome. ”
Non ho mai messo in discussione questo, che mi sembra lampante.
No, io ritengo proprio che l’E-R, semplicemente, sia il confine tra l’Italia del Nord e l’Italia del Centro Sud.
Occidente attivo e Oriente contemplativo invece sono categorie che mi sfuggono, non fanno parte dei miei schemi mentali personali.
Per dire, faccio due esempi scemi di cultura pop:
tra le gag del “Milanese imbruttito” e quelle di “Casa Surace”
(giocate rispettivamente sugli stereotipi di Milano, e del Sud) l’ER assomiglia nettamente di più alle seconde.
OT? o IT con “civiltà occidentale?
ecco il nuovo amichetto di dima e dibba!
naturalmente, a scanso di equivoci e di chi potrebbe dire “eh, ma noi che ne sapevamo” ci sono interviste a chalençon a partire da fine novembre in cui parla di guerra civile, assalti all’eliseo, potere ai militari e cose così.
Immagino (anzi spero) che sia solo un mitomane esaltato, ma il nostro vice premier deve per forza dare del tempo ad un mitoname esaltato?
https://video.repubblica.it/mondo/gilet-gialli-il-fuori-onda-di-chalencon-se-mi-colpiscono-macron-finisce-sotto-la-ghigliottina/327166/327768?video&ref=RHPPLF-BH-I0-C4-P3-S1.4-L
Alla fine la legittimità sta nella vittoria (che tradotto significa nell’appoggio sotterraneo di Stati Uniti e altra feccia) dei ribelli violenti.
Il governo ucraino, che non ha nessuna legittimità giuridica, va bene, perché lì i criminali di piazza l’hanno avuta vinta.
Vedremo in Venezuela. Ma tanto gli stessi paesi occidentali, Francia compresa, hanno già fatto la loro scelta. Per un presidente au-to-pro-cla-ma-to-si! Sic!
In Siria addirittura stavano con l’ISIS.
Forse Chalençcon non va bene perché non violenta e uccide le bambine.
A me chalençon non va bene perché vuole guerre civili e militari in un paese bene o male tranquillo e democratico
Tranquillo e democratico non sono la stessa cosa.
La Siria era tranquillissima prima della guerra civile.
E l’Iraq lo era prima dell’invasione americana.
Ma quindi, fammi capire, in un paese non democratico è lecito scatenare una guerra civile?
Cioè la democrazia è una sorta di patente, di privilegio che dà diritto agli abitanti di un paese di vivere con tranquillità, senza che le loro case siano bombardate, le loro figlie violentate da qualche fanatico o da quelli della parte avversa o dai soldati di qualche invasore “democratizzatore”?
Ad ogni modo, al di là delle dichiarazioni e delle sbruffonerie, è evidente che i gilet gialli non faranno mai nessuna guerra civile. Sono un movimento di protesta un po’ più violento della media.
Certo è che ci vuole un coraggio, da parte di quelli che non nascondono nostalgie per il Sessantotto, il Settantasette e tutti i movimenti giovanili protestatari – quelli sì che hanno fatto un danno profondo alla società e alla cultura – a fare adesso gli uomini d’ordine solo perché c’è da difendere un presidente radical chic.
Ma in fondo in questo c’è una coerenza: i gilet gialli sono persone normali, la provincia francese, l’uomo della strada, il piccolo borghese, proprio quell’umanità che i sessantottini e gli studentelli alto-borghesi disprezzavano (in Russia poi i secondi hanno sterminato i primi, compresi donne e bambini; in Italia per fortuna non sono arrivati a tanto).
Continuo a pensare che, con tutti i limiti, i gilet gialli, lungi dall’essere dei rivoluzionari, siano i nuovi vandeani e questo me li rende molto simpatici.
Ti accorgi che “radical chic” è una locuzione che classifica chi la usa, vero? 😀
Che significa “classifica chi la usa”?
Che se la dico sono un bieco fascista o che se la dico sono un radical chic anch’io?
Che chi la usa sta classificando se stesso come un colonizzato 🙂
Da chi?
Da chi gli ha insegnato le frasi fatte che ripete uso pappagallo 😉
Z.,
dei cavolo di soggetti!
Chi ha fatto cosa?
Chi ha insegnato cosa a chi?
Non puoi continuare a rispondere con delle relative 🙂
Vogliamo i nomi!!! 🙂
Sai, non è che il nome di chi si è inventato che non c’erano aerei al Pentangono sia così importante.
Il nome di chi gli va dietro, invece, è il nome di uno che ripete bischerate a pappagallo 😉
lo sai chi ha inventato la locuzione? e che episodio è stato l’occasione per la nascita?
è come dire che non esistono i comunisti perchè qualche volta Berlusconi ha esagerato un pochino
😉
Peucezio
“Ma quindi, fammi capire, in un paese non democratico è lecito scatenare una guerra civile?”
Il mio punto è che in un paese democratico non è lecito scatenare una guerra civile
E no.
Perché se gli stessi che sostengono questo principio poi le scatenano nei paesi secondo loro non democratici, bisogna capire qual è il criterio.
Peucezio, non ho capito un cazzo, ma sintetizzo il mio punto di vista:
Macron potrà starti antipatico, ma non è un dittatore;
quanto alla prospettiva di scatenare una guerra civile in Francia è, diciamo… irrealistica 😉
Pino,
“quanto alla prospettiva di scatenare una guerra civile in Francia è, diciamo… irrealistica ? ”
Spiegalo a Martina e soci, ma anche ai berlusconiani e tutto il resto della combriccola.
Quindi, Pino, fammi capire: noi occidentali razzialmente superiori abbiamo deciso che i sistemi di governo inventati da noi e che piacciono a noi sono gli unici validi e che, forti del fatto che siamo appunto una razza superiore, quindi siamo anche molto più forti militarmente, li dobbiamo imporre agli altri a suon di bombe?
Non ti sto attribuendo questo pensiero, è per capire.
Stai dicendo che Macron non è un dittatore, il che è inoppugnabile. Ma quindi significa che se lo fosse stato, avevamo il diritto di ingerire negli affari interni della Francia?
Mettiamola così: se un qualche governante europeo sta, tanto per esempio, compiendo un genocidio ;9 credo che sì, avremmo il diritto- o forse il dovere- di immischiarci e di tentare di fermarlo.
Lo sostenni anche tempo fa, e ricordo che molte persone su questo blog tentarono di convincermi che stavo dicendo un’assurdità e che verosimilmente ero un coglione.
Ma i loro argomenti erano così convincenti che li ho scordati completamente.
“Ingerire negli affari degli altri Paesi” etc. ha un nome più corrente. Si chiama “politica estera”.
Ora, esattamente quando sarebbe nata questa bizzarra idea secondo cui i governi non dovrebbero avere una politica estera?
>>> noi occidentali razzialmente superiori abbiamo deciso che i sistemi di governo inventati da noi e che piacciono a noi sono gli unici validi e che, forti del fatto che siamo appunto una razza superiore, quindi siamo anche molto più forti militarmente, li dobbiamo imporre agli altri a suon di bombe?
più o meno, con qualche piccola chiosa, direi proprio di sì
Ma chi lo dice?
La politica estera è la difesa dei propri interessi nel consesso delle nazioni, non l’ingerenza negli affari interni altrui.
Comunque, ripeto, perché mai allora noi non possiamo ingerire nelle questioni interne francesi?
La politica estera si fa solo con le dittature?
Allora dovremmo avere rapporti diplomatici solo con gli stati dittatoriali 😀
Pino,
bene: dimmi Maduro, Gheddafi, Saddam, Mubarak, Assad e Janukovic che genocidi avrebbero compiuto?
Nemmeno nel caso di Saddam con i curdi si può parlare di genocidio.
Non mi pare una regola generale.
I britannici vittoriani per esempio erano talmente convinti di essere razzialmente superiori che si sarebbero scandalizzati a sentir sostenere il contrario;
eppure la loro idea generale era di lasciare che i popoli del cazzo si governassero come credevano, purché pagassero il dovuto tributo a “re” Vittoria.
Francesco,
va bene, basta che si abbia il coraggio di dirlo pubblicamente e sorpattutto di rivalutare la figura di Hitler e di intitolargli vie, piazze, università, erigergli statue, ecc.
Il problema dei comunisti (e dell’Occidente in genere, che è un’entità intrinsecamente comunista) è sempre lo stesso: loro ti dicono “bianco!”, un secondo dopo ti dicono “nero!” e pretendono di avere ragione in tutti e due i casi.
E se tu dici “bianco” ti danno torto perché hanno detto nero e viceversa.
Così tu hai sempre torto e loro sempre ragione.
Finché non trovano qualcuno che li prende a calci e a ogni calcio sulla natica destra gli dice “bianco!” e su quella sinistra gli dice “nero!” o viceversa.
Comunque, ripeto, perché mai allora noi non possiamo ingerire nelle questioni interne francesi?”
Perché non siamo abbastanza potenti.
Inoltre, non mi risulta che in Francia sia in atto qualche genocidio.
“Pino,
bene: dimmi Maduro, Gheddafi, Saddam, Mubarak, Assad e Janukovic che genocidi avrebbero compiuto?”
Saddam in effetti qualcosa sì, e anche su Gheddafi credo ci sarebbe da ridire.
Su Janukovic non sono informato.
Su Maduro neanche e infatti ho evitato di intervenire.
Comunque anche torturare, imprigionare senza processo, e insomma, in genere… fare il dittatore!
Non mi sembra una bella cosa.
Il che non vuol dire che tutti gli interventi internazionali siano giustificati.
Ma ammetto che non ho capito il tuo punto;
vuoi dire che è ingiustificato deporre Maduro, ma sarebbe giustificato un colpo di stato organizzato dall’Italia contro Macron?
😉
Peucezio
vedo che a volte sei duro di comprendomio: le piccole chiose alla tua affermazione iniziano con: “razzialmente” va cancellato perchè storicamente sbagliato e perchè fattualmente una gran cazzata.
Hitler era un occidentale ma tutto il suo pensiero e il suo governo ricadono negli “errori da emendare a mazzate”. Non è questione di razza, è questione di “valori umani” – una roba non inventata ma solo scoperta e tentativamente descritta dagli occidentali.
La condanna dei regimi privi di libertà è forse il miglior esempio. E’ un valore che prevale – di gran lunga – su quello di non ingerenza. Ha i suoi limiti in due sensi: quando è ragionevole aspettarsi di causare più danni di quanti se ne eliminerebbero, quando è una scusa per fare i propri interessi. Limiti pratici e teorici, quindi.
Ciao
PS il bello è che cosa sia la democrazia lo capiscono benissimo in tutto il mondo, infatti dappertutto i dittatori ammazzano lo stesso tipo di persone.
Peucezio,
il problema dei comunisti è che alla loro esistenza credevate in due: tu e Berlusconi.
Poi Berlusconi ha smesso di crederci, o di far finta di crederci, e sei rimasto solo tu 🙂
Peucezio,
— La politica estera è la difesa dei propri interessi nel consesso delle nazioni —
Certo. Il che comprende anche l’ingerenza negli affari interni altrui, laddove nell’interesse del proprio Paese.
E questo credo avvenga, tipo, da sempre.
Lo facevano i regimi di estrema destra che piacciono a te, lo fanno i governi dei Paesi liberaldemocratici, lo facevano persino i governi dei Paesi socialisti: un po’ meno, va detto, ma lo facevano comunque anche loro.
Z.
PS: naturalmente la Russia, caso unico nella storia, non lo fa. Chi dice che la Russia fa politica estera è un servo del piddì! Se poi sostiene addirittura che per farlo si serve anche web allora è proprio il lacché personale di Matteo Renzi 😀 😀 😀
Del Venezuela non mi frega nulla, dell’Ucraina sai la simpatia che mi fanno i movimenti indipendentisti….
Mica come Maduro, regolarmente eletto in libere e democratiche elezioni.
Del resto sono fatti così, questi plutopippomassoni: pure sotto Saddam si votava, ma loro lo chiamavano dittatore…
ma Benito Mussolini, quando accettò l’aiuto straniero per opporsi al legittimo Re e si autoproclamò tizio di Salò, era un Guaidò ante-litteram?
🙂
Non scherziamo, noi eravamo alleati coi tedeschi e nemici di inglesi e americani, mentre fu il re ad allearsi col nemico.
Poi si può dire tutto, anche che la gente normalmente cammina a testa in giù.
Che poi, il Re legittimo… ha fatto arrestare il capo del governo liberamente eletto!
Tra l’altro sulla legittimità dei Savoia ci sarebbe molto da dire.
Come re d’Italia intendo: se parliamo del Piemonte è un altro conto.
Ma al di là di considerazioni giuridiche, sul piano politico male fece Mussolini a tenerselo: una volta andato al potere doveva dargli un calcio nel sedere, con un qualsiasi pretesto. Quando era al massimo della popolarità, avrebbe potuto.
Giusto. Dove sta scritto che VE III era il sovrano legittimo? Chi lo dice? Secondo me il legittimo Re d’Italia era il Kaiser quale Re dei Romani!
“Non scherziamo, noi eravamo alleati coi tedeschi e nemici di inglesi e americani, mentre fu il re ad allearsi col nemico.”
Mmm
non mi sembra del tutto chiaro.
Il re, come “gerarchia delle fonti” (anzi, come gerarchi punto e basta 😉 ) è al di sopra del primo ministro;
inoltre, Mussolini era stato destituito dal suo incarico, e si era formato un nuovo governo.
Cambi di alleanze sono cose che avvengono.
Magari la prudenza suggerisce di non farli avvenire all’ultimo minuto, e con l’alleato precedente in casa;
ma queste sono considerazioni tattiche, per così dire.
Giuridicamente, non ci trovo nulla di inusitato.
Credo che Ezio sostenga che i Savoia non fossero re legittimi d’Italia, al di là della questione fascismo.
Non mi è chiaro perché, però.
Forse per il motivo che dici tu?
C’è un proverbio yiddish che dice “a ben guardare, niente è davvero kosher”;
per i re è esattamente la stessa cosa.
Si può questionare se i Savoia avessero legittimamente il titolo di “re d’Italia”;
ma a conti fatti, il titolo stesso di re d’Italia non è precisamente legittimo;
se lo si fa risalire a Carlo Magno, beh, regnava sull’Italia come imperatore germanico e… basta
(“romano” lo aggiungeva lui, ma i legittimi eredi dell’Impero romano, i bizantini, non glielo riconobbero mai);
il regno d’Italia che conquistò fu in realtà il regno dei Longobardi, e manco tutto, mezzo;
quanto ai Longobardi, tolsero il regno ai re Ostrogoti, il cui unico titolo per governare sull’Italia, in senso geografico, era quello di Patrizi dell’Impero romano.
Se si accoglie la teoria del nostro Mauricius (mi pare) per cui Carlo Magno era legittimo imperatore romano perché lo era di fatto, allora parimenti di fatto erano legittimi re d’Italia anche Napoleone e più avanti i Savoia…
se invece si vuole fare questioni di legittimità serie, il regno d’Italia non esiste proprio, perché l’Italia era terra dell’Impero Romano…
Grande Pì.
Il problema è il concetto di monarchia nazionale però.
Fermo restando che Garlo Bagno era un barbaro cojone, la grande jattura che ha demolito la Chiesa il germe fu llì , il problema è che Borbone e Savoia sò francesi.
Se deve essere monarchia nazione…
Circa la legittimità dei Savoia, non entro nel merito, se non al massimo per eccepire sul fatto che uno conquista con la forza degli stati sovrani e poi, da re di sardegna, si proclama arbitrariamente re d’Italia.
Ma le mie eccezioni sui savoia sono di sostanza: praticamente negli ultimi due secoli hanno fatto solo danni.
Sulla II Guerra Mondiale il problema non è in sé l’esautoramento del governo: ti sei tenuto quel nano pendaglio da forca, te la sei cercata!
Il problema è il cambiamento di fronte, con l’alleanza con i nemici, quelli che ci bombardavano distruggendo monumenti, uccidendo popolazione civile, bambini come a Gorla, ecc.
Se davvero questo fosse stato un vero cambiamento di alleanze e non l’asservimento al nemico nel momento in cui sta prevalendo, non saremmo stati considerati sconfitti, ma vincitori: non ci sarebbe stata vietata la bomba atomica, avremmo un seggio nel consiglio di sicurezza dell’ONU, non avremmo avuto perdite territoriali.
Quindi, visto che siamo stati considerati parte sconfitta fino alla fine (come è giusto che sia, altrimenti uno cambia fronte l’ultimo giorno e diventa vincitore!), ciò significa che abbiamo collaborato con quelli che ci hanno sconfitto, i nostri nemici.
Questo è tradimento (dell’alleato, ma anche della propria patria) e servilismo al tempo stesso.
Peucezio,
— Il problema è il cambiamento di fronte, con l’alleanza con i nemici, quelli che ci bombardavano distruggendo monumenti, uccidendo popolazione civile, bambini come a Gorla —
Com’erano cattivi, quei nemici che ci bombardavano. Mica erano buoni come l’Italia fascista, che sparava sì, ma solo per difendersi 😀
Chissà da quando la cifra retorica della destra è diventata questa specie di querimonia rabbiosa…
Beh, il re inglese mica ha fatto arrestare Churchill per potersi alleare con quel cattivone di Mussolini.
Bella ‘sta cosa comunque, non certo tu, ma la tua parte politica ha sempre questo tono fra l’indignato, l’allarmato e il compunto. Da quando io ho memoria.
Comunque tu eludi sempre le questioni di merito 🙂
Tra l’altro c’è un razzismo di fondo sotteso a tutto questo: un suprematismo occidentale e bianco.
L’idea è che se si tratta del governo francese, è occidente, è Europa, quindi è ipso facto legittimo.
Invece ‘sti popoli mezzi beduini straccioni del Medio Oriente, dell’America Latina, dell’Europa orientale, mezzi zingari, non c’è niente da fare, non riescono se non a scegliere dei tiranni, da cui poi dobbiamo prenderci la briga di salvarli con la forza.
D’altronde sono come i bambini, non sanno badare a sé stessi, vanno corretti a suon di bombe.
I loro regimi politici sono intrinsecamente malvagi e noi abbiamo il diritto morale di rovesciarli.
Adesso poi ci si è messo pure il tuo nuovo (per scelta sua, non tua) amico Berlüsca a dire che dobbiamo salvarci dall’egemonia cinese.
Chissà perché quella americana andava bene, quella cinese no.
“Il problema è il cambiamento di fronte, con l’alleanza con i nemici, quelli che ci bombardavano distruggendo monumenti, uccidendo popolazione civile, bambini come a Gorla, ecc”
Peucè, lasciando da parte le altre considerazioni (che ti ha già fatto Z.)
allora si tratta di considerazioni meramente pratiche, come dicevo: il cambio di fronte all’ultimo minuto non è proprio una gran mossa vincente.
Questo non influisce minimamente sulla legittimità o meno dei Savoia e del governo Badoglio.
Ma a dire il vero, dalla Marcia su Roma in poi, è difficile parlare di legalità in senso stretto… 😉
ma anche rimanendo sul pratico, sullo strategico/tattico: l’alternativa al cambio di fronte sarebbe stata la distruzione totale, tipo Berlino o il Giappone.
Può darsi che piaccia alle fantasie eroiche di qualche italiano;
credo che piacesse pochissimo alla maggioranza degli italiani, comunque.
Soprattutto, credo che la maggioranza degli italiani avesse ormai capito che qual era la parte vincente e quella perdente.
Non è eroico: ma è ragionevole. A ogni popolo il suo carattere.
“Chissà perché quella americana andava bene, quella cinese no.”
Perché gli americani ti ingrassano con la coca-cola, i cinesi ti dimagriscono con i campi di lavoro.
Oh, magari saranno cambiati: il problema è che sembrano essere diventati capitalisti, senza essere diventati democratici.
Poi mi puoi dire che l’imperialismo USA è stato pessimo in mezzo mondo: verissimo.
In Italia non ha fatto troppi danni: ci siamo sorbiti un po’ di western e di orgoglio stelle-e-strisce, in cambio di mezzo secolo di prosperità.
No, il vero problema è che non c’è più il contrappeso rappresentato dall’URSS…
Peucezio,
— Comunque tu eludi sempre le questioni di merito —
Di merito? a me pareva che tu stessi sollevando questioni di legittimità…
A Peucezio hai rotto er cazzo. Se devi applicà r principio fatto bene nun pòi sbertuccia li cojoni co i savoia, borbone, normanni longobardi e merda cantante.
Sò tutti stragneri questi, fai pace cor cervello.
Me pari na puttanella che và in giro a smignotteggià de notte in luoghi poco sicuti e poi dice “non deve accadere che mi tocchino”.
Se nun hai forza , la legge sò pixel su uno schermo.
Che poi r Venezuela già che ciancia de indigenismo e solidarismo , e basta vedè quello che ha fatto Chavez, arisponne a mentalità che co quel luogo sò nun centrano poi molto.
E fatte pure scrive che, indipendentemente da invasione o no, bisogna solo vedè se saranno i russi a pijasse i giacimenti.
Ma te aei tarmente cojone che sulla Russia baluardo della grisdianidà ignori troppe cose.
Cioè ma te li sei vistii i dati demografici, etnici, moral e di coesione sociale, istruzione, cultura, pluralismo religioso ed occultisno in Russia?
So pure belli poveri…cioè…dai…
Z.,
di merito sulla legittimità.
Ma più in generale sulla faziosità senza ritengo della sinistra.
Almeno dicessero: “non c’entra la legalità, la democrazia o simili, ma è solo che Macron ci è politicamente affine, mentre quegli altri non lo erano, perché erano nemici degli Stati Uniti”.
Poi, certo, sarei molto ingenuo ad aspettarmi una cosa del genere.
Ma non sono così ingenuo da lasciar passare forme di mistificazione così sfacciata.
Circa il merito, il punto qui non è, ribadisco, legalità contro sostanza.
E’ che io parlo di cose e tu te ne vieni sullo stile politico della destra di oggi e simili. Va bene. Ma rispondi anche sul merito, appunto.
Daouda,
non ho capito neinte.
Ma proprio niente, dall’inizio alla fine.
Er discorso è questo. In Italia oltre lo stato della Chiesa e la Serenissima, co qualche signoria autonoma e ducati di eredità bizantina e giudicati sardi, hai avuto sempre stranieri.
Non sto qui a disquisire se Roma sia legittimità in sè, cosa che imperialmente io sostengo, ma constato che borbone e savoia sempre stranieri erano.
Inoltre la legge di per sè non può sussitere senza la Forza.
Che Maduro resista o no, è ipocrita e pusillanime dire “ehi non dovete fare ingerenze, l’autodeterminazione”.
Le ingerenze sono la base della politica, e chi non sà ritagliarsi il suo spazio con la Forza và fatto fuori sia che si sia stranieri ( ed è ovvio a ribadirsi egemonia ed interessi ) sia autoctoni giacché mette in crisi la propria sussistenza.
D’altronde l’alleanza con gli stranieri non è deprecabile in sè…ANZI.
Fermo restando che nella vostra retorica contro l’oggidende, la Russia è molto più occidentalista di molti paesi europei, e fermo restando che Maduro le cose che ha fatto come Chavez sono state strumentali, attegiamenti tipici dei traditori.
Maduro ha bei legami e con Londra e con i russi, e parliamo di legami infami, non per il popolo
Daouda,
tu parli di una sorta di anarchia internazionale, nella quale vige la legge del più forte.
E mi può anche stare bene: la legge è legata allo stato: non può esistere un’istanza superiore ai singoli stati (infatti quando c’è promana dagli stati stessi, è il risultato di accordi fra stati sorvani).
Ma quello che è intollerabile è l’ipocrisia, la retorica finto-legalistica, democratica.
Se gli americani dicessero: noi abbiamo invaso l’Iraq perché dovevamo controllare i ribunetti mondiali del petrolio per l’importanza geopolitica che questo riveste, mi starebbe bene.
Ma
1) gli interessi italiani sono configgenti con quelli americani in questo, perché noi abbiamo interesse a trattare direttamente con i vari stati per mettere semmai noi le mani sul petrolio altrui,
2) esistono ragioni universali di difesa da una parte della vita umana e dall’altra della cultura e della storia chequalunque persona dotata di coscienza, a qualunque latitudine, ha il dovere di difendere.
E comunque, restando al tema di partenza, non si capisce perché noi dovremmo allora farci scrupoli di trattare coi nemici di un avversario geopolitico come Macron. Semmai avremmo dovuto avere l’accortezza di farlo in segreto, questo sì.
Per inciso, qualunque stato serio al mondo al posto nostro finanzierebbe da secoli gli indipendentisti e gli irredentisti corsi.
Sulla Russia come Occidente:
è a est dell’Adda e tanto mi basta 🙂
Daouda,
e ti supplico, non dire “Borbone” al plurale pure tu!
Lo tollero da Mirkhond, perché l’ha presa per una bandiera legittimista, come se, boldrinianamente, le cause da difendere stessero nelle desinenze, ma tu no….!
Sarà pure ammesso grammaticalmente (ormai è ammesso tutto, compreso il “petaloso” e “scendi il bambino”) ma è proprio brutto!
Ah Peucé dovresti iniziare ad essere sensibbile a tutte le sfumature dell’ ipocrisia e non solo al’ipocrisia che , per inclinazione, te dà più fastidio.
Sò anni che sentiamo del leaderismo de Budin, del suo ergersi a bandiera tradizioAnale, del ripristino della sovranità russa ma queste cazzate a te non ti scuotono.
Ora tu mi scrivi che ci vorrebbe serietà e parlare schietto. Innanzitutto ciò può aver senso ma non è un imperativo perché saresti in grado, qualora uno sputtanasse sur piatto i suoi scopi di plagio culturale e di conquista mondiale che non sarebbe stato scaltro a svelare tutto. Io non sono un politico scrivo solo che come al solito come tutti i sinistri ed i destri tu guardi solo agli USA quando in questa “anarchia” internaziunale è cosa di tutti.
Il punto 1 non ha senso perché l’Italia non ha possibilità di fare i propri interessi ( neanche le mafie sono indipendenti ) .
Il punto 2 praticamente giustificheresti un intervento militare per uccidere Maduro e la sua cricca.
Fai pace cor cervello.
Ah beh sui Corsi ti appoggio ma l’Italia non è uno stato serio semplicemente.
I margini di manovra erano dettati dalla evidente situazione, ma checche uno possa fantasticare, erano sempre interessi secondari.
Che cazzo ne so come se scrivi i borboni.
Sò barboni è basta, stranieri.
ma Benito Mussolini, quando accettò l’aiuto straniero per opporsi al legittimo Re e si autoproclamò tizio di Salò, era un Guaidò ante-litteram?
Se passa l’opzione militare che vogliono gli occidentalisti filodemocratici, che differenza c’è tra l’intervento tedesco in Italia e quello euro-americano in Libia, in Iraq o in Venezuela?
Tranne che questa volta sono i grandi Trump, Macron e Calenda a volerlo…
Beh, ma non è che Guaidò o gli americani reagiscono alla rottura improvvisa di un’alleanza militare.
>>> che differenza c’è tra l’intervento tedesco in Italia e quello euro-americano in Libia, in Iraq o in Venezuela?
che Maduro, Saddam e Gheddafi non hanno le credenziali di legittimità del Re e di Badoglio. Mi pare una evidenza gigantesca. Mussolini mica era il “capo” del parlamento italiano, era ormai solo un privato cittadino
sennò non scassate il cazzo con “e la Ford collaborava con Hitler” e “non vendiamo armi ai Sauditi”
perchè il criterio ha da esserci, come dice Peucezio, prima di cambiarlo o di renderlo così vago da essere invisibile
Z.,
“Mica come Maduro, regolarmente eletto in libere e democratiche elezioni.
Del resto sono fatti così, questi plutopippomassoni: pure sotto Saddam si votava, ma loro lo chiamavano dittatore…”
Ma fammi capire comunque: per te il discrimine è il principio di legalità o di democrazia?
E proprio tu, che ci tieni tanto alle garanzie legali contro ogni forma di arbitrio, anche quando corregge un torto sostanziale, ritieni che contro un governo che abbia fatto gravi forzature nell’ottenimento e nel mantenimento del consenso ci si possa fare giustizia da sé, arbitrariamente?
E, peggio ancora, che possa farlo un paese straniero?
Comunque a me basta vedere i risultati: al di là delle questioni di principio, l’Iraq, la Siria e la Libia sono stati devastati e oggi versano nell’anarchia e nella violenza endemica.
Quando alla Francia succederà lo stesso per colpa di Di Maio, sarò pronto a darti ragione.
Fino ad allora mi sembra che abbia solo instaurato un’interlocuzione con un movimento protestatario un po’ vivace, che si oppone a uno statista politicamente non affine ai partiti che sostengono l’attuale governo italiano.
Trovo semmai indecente il conformismo servile dei politici e del giornalistume occidentale, che basta che ci siano cento persone a manifestare (non sempre in modo pacifico) contro Putin, il governo iraniano, Orban e, perché no, contro Trump (e lì non puoi dire che si tratti di dittature o di elezioni finte) e cominciano ad avere orgasmi multipli.
E quando quelli dei centri sociali manifestano in modo violento contro il Salvini o la Meloni di turno, come la mettiamo?
E con Carlo Giuliani, che voleva spaccare una bombola in testa a un carabiniere?
Dai, la sinistra che si riscopre sostenitrice di legge e ordine solo perché dall’altra parte c’è un nemico dei populisti non è proprio credibile.
Non ho capito niente. Mi sembra un flusso di coscienza confuso in cui manifesti rancore random verso la sinistra 😉
Non fare il finto tonto 🙂
Hai capito benissimo.
Se vuoi chiamalo rancore, io dico che ci vuole la faccia come il culo a fare i legalisti da parte di chi considerava fascista la polizia ed eroi la teppaglia studentesca.
E da parte di chi, come i francesi (e l’Occidente in genere), stava (e sta ancora) con l’ISIS contro Assad e con un governo ucraino nato da un colpo di stato contro il governo legalmente eletto e giuridicamente legittimo.
Ed è sempre la stessa cosa: l’Occidente è stato a favore di TUTTE le rivoluzioni colorate, le primavere arabe, la caduta di Saddam, quella di Gheddafi…
Faccio notare che Di Maio non ha ancora buttato le bombe su Parigi (purtoppo non si può neanche, perché hanno l’atomica), mentre Sarkozy le buttò su Tripoli.
Quindi vadano a fare in culo.
E ora di’ che sono rancoroso 🙂
Peucè,
ribadisco, il tuo mi sembra il solito pentolone confuso e rabbiosa di frasi fatte affastellate: e “i centri sociali”? e le foibe? e allora il PD?
Immagino siano argomenti di grande interesse per chi soffre per la carenza di cibo e medicinali in Venezuela…
Sì, perché l’intervento americano migliorerà le cose, come ha fatto in Iraq.
Le foibe, hai dimenticato le foibe…
Peucezio
così però confondi le questioni di principio con i singoli casi storici
non si capisce più una mazza
scusa eh
Cazzo a Peucé ma sei cretino?
La Russia non è occidentalizzata? La Cina nemmanco?
Guarda che è un gioco delle parti eh.
p.s. posto il fatto che esista l’occidentalizzazione, che, a conti fatti, non ha realtà.
e che se ne fa poi salvini di 67 quintali di pecorino? una cacio e pepe della madonna?
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/02/14/protesta-latte-salvini-incontra-i-pastori-sardi-proposti-44-milioni-per-ritirare-67-quintali-di-pecorino-m5s-basta-spot/4972335/
comunque bella quest’idea, io produco in eccesso e senza preoccupazioni per il domani, perché poi c’è salvini che mi compra l’eccedente.
E nel frattempo la narrativa dominante è quella dei poveri pastori che faticano contro le multinazionali della GDO cattive. Pochissimi evidenziano il fatto che i prezzi bassi sono causati dalla sovrapproduzione di alcuni pastori furbi e dall’assenza di controlli.
Lo dice, ad essere precisi.
Vediamo se gli credono…
roberto: secondo te perchè tutti gli economisti ritengono che i prezzi di Stato siano un grave errore? un sistema che, al di là delle buone intenzioni, produce molti più danni che benefici?
l’economia è la scienza triste perchè vedi i politici fare e rifare le stesse cazzate davanti alle stesse folle entusiaste, che sai già la pagheranno carissima.
🙁
Beh, ma mica è il politico a rimetterci. Lui deve solo assicurarsi di trarne profitto. Al più si rimangia tutto.
Non c’è una cosa su cui i casagrillini la pensino come 10 anni fa, tranne forse la Tav (e solo perché sono in crisi di consensi).
non devi convincere me, ma salvini e i pastori sardi!
E nel frattempo la narrativa dominante è quella dei poveri pastori che faticano contro le multinazionali della GDO cattive. Pochissimi evidenziano il fatto che i prezzi bassi sono causati dalla sovrapproduzione di alcuni pastori furbi e dall’assenza di controlli.
quale sovrapproduzione? salvini compra tutto e voilà, les jeux sont faits!
Pecorino di cittadinanza per tutti!
Ma i giovani maschi, se lo vogliono, debbono fare il servizio militare. Altrimenti niente pecorino.
Mi pare, però, che il latte ovino non sia vincolato a quote. Ma non ne sono sicurissimo.
A quanto leggo pare sia sottoposto a quote il prodotto caseario:
https://www.ilpost.it/2019/02/09/prezzo-latte-ovino-sardegna/
Però quelle sono quote di un consorzio di acquirenti, che creano un equilibrio molto più precario: aumento la trasformazione, quindi abbasso i miei margini (e quindi il prezzo che sono disposto a pagare per la materia prima), ma al tempo stesso aumento la domanda di materia prima (cosa che alza il prezzo…); oppure riduco la mia richiesta, alzo i miei margini (e quindi il prezzo che sono disposto a pagare per la materia prima), ma al tempo stesso riduco la domanda di materia prima (cosa che abbassa il prezzo)?
Mi pare un problema più incasinato della semplice quantità di pecorino romano prodotto.
Ah, io non ne ho idea. A me basta che a nessuno venga davvero l’idea di comprare con le mie imposte del latte da versare nello scarico.
Se lo promettono e poi ci vincono le elezioni pace, tanto funziona così…
E’ come la Torino-Lione: appalti di cittadinanza…
A proposito di appalti, il Governo vuole bloccare anche il passante nord a Bologna. Non ho capito perché.
Chissà se faranno anche qui un comitato-Toninelli oppure sarà bloccata de plano.
Ma parli di questo?
https://bologna.repubblica.it/cronaca/2019/02/13/news/stop_alle_grandi_opere_l_emilia_in_piazza_contro_il_governo-219056422/
Ma dove sarebbe lo stop? E, se l’opera è di competenza regionale, come fa il Ministero a stopparla, dato che la fa la Regione?
So che è tra le opere che hanno dichiarato di voler bloccare o rivedere, poi non so bene cosa faranno…
Qui lo spiega abbastanza bene
https://www.linkiesta.it/it/article/2019/02/13/i-pastori-sardi-si-mettano-il-cuore-in-pace-la-politica-non-risolvera-/41074/
Bah. Torti di altro tipo, secondo l’ottica sarda verranno compensati abbassandosi al livello degli infami, quindi partecipando al gioco.
Bei tempi quelli dei giudicati e del codice barbaricino!
Francesco,
comunque ti atteggi tanto a Milanese e sei lì da molto meno di me, che ci sto da prima della metà degli anni ’70!
Te see on milanes del tacch 😛
Anzi, non del tacch, quello io semmai, però sei un provincialotto, un ariós, di quelli venuti giù con la piena 😀
E si vuole accreditare come milanese!
Ma mocchela! 😀
ti piacerebbe eh?
milanese di nascita! poi emigrato tra i selvaggi barbari orobici ma nativo e indi tornato in patria
😀
” borbone e savoia sempre stranieri erano.”
Riguardo ai Borbone, fu straniero solo il primo re della dinastia, Carlo VII.
Tutti gli altri erano napoletani e parlavano in Napoletano.
Mirkò semo d’accordo, ma il nome ed il sangue sò de altrove
Anche il tuo nome e il tuo sangue so dell’artra parte de l’Adriattico.
Beh..
l’altro giorno leggevo La storia segreta, di Procopio, e mi dicevo “caspita quanti popoli si sono stabiliti o sono passati in Italia! nei libri scolastici se ne sente un decimo, forse”
ho comprato una matita ho cominciato a fare la lista.
E niente, è finita la matita che ero a metà.
Questo per dire che ognuno di noi viene da chissà dove.
Non ha senso dunque porsi il problema se i Borbone o altre dinastie all’origine venissero da fuori.
Del resto sempre i Borbone, ramo dei Capetingi, all’origine provenivano non certo dalla Francia occidentale, ma dalla Franconia e si chiamavano Robertingi.
Ribadendo che l’influenza degli stranieri ed anche degli schiavi nel corso del tempo, in Italia, non ne ha sovvertito la costituzione etnica della stessa, io non sto dicendo che gli stranieri devono essere cacciati o vilipesi.
Il discorso è che , una monarchia nazionalista , in Italia è stata sempre a favore degli stranieri e composta da loro. Non si tratta dunque di minoranze che qui sono giunte od hanno contribuito alla grandezza dell’Italia, ma dunque del potere stesso.
Guarda alle nostre finte ed indegne pseudo elite odierne! Lavorano tutte per gli stranieri, ancora una volta.
Io non sto parlando del nazionalismo giacobino.
Per quanto mi riguarda se la Sardegna è Italia, lo può essere anche l’Albania.
Il papato poi è un paragone insensato.
Non è insensato, in quanto il papato è la massima espressione in terra dell’universalismo cattolico.
E’ ovvio appunto. Roma come la Chiesa sono universali, e per essere universale davvero non puoi avere una etnia egemone come le varie monarchie , o repubbliche successivamente, di stampo nazional-giacobino.
Se il cristianesimo si è potuto affermare fra alcune popolazioni berbere, germaniche, slave, in Etiopia, fu solo perché i sovrani di una data etnia, di cui erano l’apice , si convertirono.
Che cazzo me frega a me dei borbone, savoia e merda varia?
Se non puoi avere un’impero reale, universalista, con stesso accesso al potere alle date comunità e civiltà particolari, riunite in un’unica religione che queste plasmi in un insieme superiore ( e si badi, la nostra paraciviltà è religiosa nel midollo come è naturale che sia ) e dunque tutto è spezzettato, non accetto monarchi , presidenti od elite straniere.
E peggio mi sento se , nella situazione italiana, le elite neanche sono elite perché sono porcari, peggio ancora visto che sono asserviti agli stranieri
Riguardo ai papi, vi furono molti stranieri fino ad Adriano VI (1522-1523) che era fiammingo.
E dal 1978 sono tutti stranieri.
… ma non doveva scoppiare in Inghilterra , anzi no, in Irlanda ‘sta guerra civile ?! … adesso pure in Francia ?! … cmq il luogo ove ce la vedo meno è l’ Italia ! Troppi, troppi interessi “trasversali” !
In Italia non si può fare, ci conosciamo tutti.
Come disse, grosso modo, un fascista che andò a questuare una tessera in una sezione del Partito, piagnucolando stizzito quando gliela rifiutarono 🙂
Però, pare, nella Umma l’ hanno accettato … Pietrangelo Buttafuoco dici, no ?
Buttsfuoco nacque quasi vent’anni dopo 🙂
Non ricordo più dove (ma infondo, non importa troppo …) avevo letto che l’ EmiliaRomagna, proprioper posizione di transito fra il peninsulare e il continentale … sarebbe naturaliter un “filtro culturale” che tratttiene in sé soltanto il meglio che vi transiti: che vi scenda da Nord o che vi salga da Sud !
è bello crederlo 😉
credo che qualcosa del genere lo abbia scritto Lucarelli, comunque.
Raga, ma sul serio: ma quanto ve la tirate? Siete peggio dei milanesi!
Il meglio o il peggio è questione di punti di vista, naturalmente. Il clima ad esempio…
Però è vero che a Bologna prendiamo da nord e prendiamo da sud, anche nel lessico.
Guarda che è solo una cosa di questo blog. In generale, nessuno va in giro in Emilia-Romagna a dirsi quanto siamo belli e bravi.
A dire il vero, non ci pensiamo neanche tanto: non è proprio un argomento all’ordine del giorno.
Oltretutto, non so in Romagna, ma in Emilia direi che pochissimi si sentono emiliani “in prima battuta”: direi che ci si sente italiani, abitanti della propria città o cittadina, della propria provincia, e solo in fondo emiliani, ma bisogna pensarci.
Questo oggi.
Decenni fa, probabilmente ci si sentiva abitanti della propria cittadina, della propria provincia, e infine italiani.
Già ti dissi- ed è, ti assicuro, verità- che quando ricevevo il TG regionale del Veneto rimanevo stupito di quante volte gli annunciatori dicessero “i veneti”: i medici veneti, gli assicuratori veneti, gli inquilini veneti, la popolazione veneta…
era tutto veneto! forse persino i cani 😉
Nel TG regionale dell’ER è semplicemente impossibile: non ricordo di aver mai sentito dire, che so, “gli inquilini emiliani e romagnoli sono stanchi della tassa sui rifiuti”, o cose del genere.
Ma in questo blog ci piace andare controcorrente 😉 e in effetti per un abitante dell’ER è piuttosto controcorrente, contrario ai luoghi comuni, ricordare che, cribbio, anche la nostra regione non è da buttare via.
Ma sei sicuro che non dipenda anche banalmente dal fatto che dire “emiliano-romagnoli” sia troppo lungo e suoni artificioso e dire solo “emiliani” o “romagnoli” farebbe incazzare l’altra parte?
Secondo me no.
L’insistenza sui “veneti” al TG regionale veneto era davvero sospetta: parlo di anni fa, comunque, non so se funzioni ancora così.
‘sti “veneti” li mettevano ovunque, anche quando- e direi, specialmente quando- non ce n’era bisogno o era fuori posto.
Voglio dire, gli infermieri che lavorano in Veneto possono benissimo essere napoletani o moldavi: che senso ha parlare di “infermieri veneti”??
Queste tematiche identitarie regionali invece in ER non scaldano proprio nessuno; semmai i campanilismi tra città, quello sì.
Che vuol dire? Se sono veneti sono veneti!
Forse 😀
http://www.lozzodicadore.eu/blog/zaia-e-le-sturmtruppen-qvesti-zono-i-veneten.html
Pino,
però anch’io, anche nei telegiornali nazionali, ho sempre sentito dire “milanesi” nel senso di “residenti a Milano”, “toscani” nel senso di “residenti in Toscana” e così via.
Poi ho presente tutta una retorica venetista e non mi sorprende se in qualche misura traspare anche nel telegiornale regionale, ma l’uso a cui fai riferimento è abbastanza generalizzato.
In ogni caso, non so in Romagna- non credo- ma da queste parti nessuno si scandalizza se viene scambiato per romagnolo.
Peraltro succede spessissimo.
Il romagnolo, se lo chiami emiliano, ti corregge subito. Senza arrabbiarsi, però precisa 🙂
I bolognesi se li chiami romagnoli è capace che ti versino la panna nei tortellini
Però storicamente sono romagnoli.
Vabbè Mi’, ma per te l’avverbio “storicamente” fotografa il Medioevo, anzi, quella parte di Medioevo che piace a te 😉
Fino al 1859-1860 Bologna era parte della Romagna.
Non vorrei dire fesserie ma mi pare ci sia stata una Legazione romagnola con Bologna e una senza.
A me risulta senza dal millecinquecento e rotti in poi, ma posso sbagliare.
Allora, a quanto leggo:
dal millecinquecento e rotti fino alle soglie del secolo XIX c’era la Legazione di Romagna, con capoluogo Ravenna e senza Bologna. Annessa alla Repubblica Cisalpina, ne seguì le sorti; terminata l’esperienza napoleonica, a quanto ci capisco, furono costituite più legazioni.
https://it.wikipedia.org/wiki/Legazione_di_Romagna
Dal 1850 al 1860 ci fu di nuovo una Legazione delle Romagne unitaria, ma questa volta con capoluogo Bologna.
https://it.wikipedia.org/wiki/Legazione_delle_Romagne
Sicché, se non si risale a prima del XVI secolo, Bologna è parte delle Romagne per dieci anni, e solo sotto il profilo dell’amministrazione papalina.
Che poi dipende a chi chiedi.
C’è un fottìo di antiche mappe online:
secondo questa qua (Romandiola cum Parmensi Ducatu) la Romagna arriva fino a Reggio…
😉
http://biblio.unibe.ch/web-apps/maps/zoomify.php?pic=Ryh_3806_32.jpg&col=ryh
Che poi qualcuno mi deve spiegare, al di là delle battute sull’acqua e il vino e simili, che cazzo di differenza c’è.
Vengono chiamati pugliesi i salentini, che uno davvero si chiede che cavolo abbiano in comune a parte l’essere meridionali, e poi bisogna stare attenti a distinguere emiliani da romagnoli, che è una partizione del tutto arbitraria, come se io prendessi una riga e tagliassi un due un territorio qualunque, così, come cacchio mi gira in quel momento.
Cioè, può non essere abritraria sul piano storico, ma lo è sul piano intrinseco. O mi sbaglio? Esiste una sola caratteristica che distingua davvero tutta e solo la Romagna, dall’Emilia (non dico sul confine esatto esatto, ma più o meno quelle province lì, anche a spanne)?
Te l’ho detto: la piadina! 😉
e forse neppure quella, a ben vedere 😉 ma diciamo di sì che è più semplice.
davvero per il resto credo sia solo una semplice distinzione storico/geografica, piuttosto incerta quanto a confini a quello che si può notare, ma alla quale i romagnoli tengono; e non vedo perché scontentarli.
Peucezio,
— Che poi qualcuno mi deve spiegare, al di là delle battute sull’acqua e il vino e simili, che cazzo di differenza c’è. —
Mmm…
potrei dirti che in Romagna si mangiano i cappelletti romagnoli (a Bologna e in Emilia la pasta ripiena è differente); che le campagne romagnole sono più varie e variegate (ma non è che la campagna emiliana sia brutta); che nel ravennate abbiamo fama di essere un po’ chiusi (ma lo dicono anche dei piacentini, mi pare).
Ma si tratta di differenze che tutto sommato non sono così significative per chi viene da fuori.
La cosa che fa la differenza per molti meridionali è che in Romagna c’è il mare!
Vabbè, c’è l’Adriatico. Ci sono cresciuto, ma ammettiamolo: è un mare per modo di dire, e non è nemmeno parente del Tirreno.
Però per molti meridionali, ancorché del versante tirrenico, fa comunque la differenza.
Z.
PS: e Ferrara invece? Noi non l’ammetteremmo neppure sotto tortura, per doveroso campanilismo, ma Ferrara è un’affascinante città ricca di storia – addirittura fu visitata dai ragazzi dell’era Tenshō! – che è qualcosa di diverso dall’Emilia, dalla Romagna e dal Veneto. E’ un po’ tutte e tre le cose assieme.
Altrove non si è così clementi, invece
https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2017/04/03/news/macche-venezia-giulia-siamo-tutti-friulani-1.15136628
“Anche Walter Smotla incalza: «Si può scambiare l’Emilia per Romagna?”
Oh sì, si può. Succede tutti i giorni. 😉
C’è anche da dire che mentre i dialetti veneti e friulani sono abbastanza diversi, quelli emiliani e romagnoli sono praticamente la stessa roba.
In realtà a conti fatti credo che- a parte denominazioni storiche- l’unica diffeenza tra Romagna ed Emilia sia quella tra piadina e torta fritta (mi rifiuto di chiamarla “gnocco fritto” per odio verso Reggio).
Ma di nuovo, a Piacenza fanno le bortelline che sono delle piadinette 😉 e altrove in Emilia le tigelle che idem.
Il romagnolo mi sembra mediamente piuttosto identitario: oltre che ravennate, riminese o lughese – con tutti i campanilismi del caso – si sente romagnolo, parla di sé come romagnolo.
L’emiliano mi sembra invece come lo descrive Pino.
Vale anche per il bolognese: che ama i tortellini e il Pignoletto, tifa BFC e sfotte cesenati e ferraresi (senza particolare convinzione), ma non è che si senta emiliano.
Si sente emilianoromagnolo, piuttosto, ma senza la carica identitaria dei romagnoli.
E anche in questo direi che siamo allineati al Meridione 😉
Intanto però anche l'”Emilia”- Romagna è tra le regioni del Nord che chiedono l’autonomia fiscale, come Lombardia e Veneto.
Non lo sapevo neppure, pensa te.
Del resto, immagino che qualunque politico si trovasse nella stessa posizione chiederebbe lo stesso, anche se fosse il governatore della Campania o della Basilicata…
io no, ma io- povera Italia!- non faccio il politico.
Da notare che l’EmiliaRomagna non ha fatto alcun referendum sull’autonomia, al contrario di altre regioni del Nord.
Non credo che la nostra regione abbia chiesto l’autonomia fiscale – il presidente ha precisato che non chiediamo un euro in più…
(purtroppo! 😀 )
Sono tre progetti di autonomia diversi tra loro, in ogni caso.
beh, quelli del nord paiono molto ideologici, hanno chiesto tutte e 23 le competenze possibili, comprese quelle assurde!
l’ER ha chiesto invece solo alcune cose, fa la figura della gente seria
la Campania ha chiesto di entrare in gioco solo per fare ammuina e metterla in quel posto a quelli del nord
da notare che nei primi anni non dovrebbe cambiare nulla a livello di soldi: quello che l’Italia spendeva per la [competenza a caso] lombarda lo dovrebbe ora spendere la Lombardia, organizzandolo in modo più libero.
Difficile essere contro una cosa simile, mi pare. Unico problema a mio modo di vedere: i dipendenti pubblici centrali che resteranno senza lavoro non resteranno senza il posto, il che è brutto.
Dopo un pò di anni, si dovrebbe smettere di seguire il criterio del costo storico e usare dei costi standard, così se la regione X sperperava il denaro se ne vede arrivare meno. Ottimo, direi!
Ciao
Però è interessante come linguisticamente invece la questione sia nettissima.
L’Emilia-Romagna, come sapete, sta in tutto e per tutto col nord, anzi, con tutta la Romània occidentale in blocco.
Solo che il dialetto non lo parla nessuno 😉
C’è un gruppetto di ragazzi parmigiani che da qualche anno si è messo a fare doppiaggi di trailer o pezzi di film in dialetto: l’effetto è volutamente “d’antan”, mi pare si siano dovuti andare a recuperare molti termini lessicali che nessuno usa o conosce più.
L’italiano parlato mi sembra una commistione tra l’italiano televisivo/romanesco, alcuni termini genericamente meridionali, e il vecchio italiano locale/regionale (specialmente i “phrasal verbs”, in diminuzione)
Il dialetto si sta estinguendo pure a Ravenna, e immagino che sia normale per una lingua orale che non so neppure se abbia più parlanti nativi.
I giovani o quasi-giovani parlano una specie di simil-dialetto che alle mie orecchie di romagnolo della Diaspora suona molto imbastardito. Già trent’anni fa mi capitò di sentire un ravennate dire “urolóz” anziché “urlói”.
Ma quando leggono sul muro della curva SVEGNA IN TLA MURAIA capiscono al volo!
I bolognesi non credo parlino più dialetto da tempo. Hanno uno slènghe che utilizza molte parole dialettali, ma non è più dialetto.
Approfitto per chiederti: in romagnolo, come si dice “scivolare”?
(un amico sotto Natale mi ha postato un video in piacentino… )
Sghinlé.
Nella canzoncina (in tipico italiano dialettizzato con alcune parole dialettali) dicevano “fa’ ballare bene la biglia, perché sul ghiaccio si sguglia”
Il mio amico mi ha tradotto “fa’ attenzione perché sul ghiaccio si scivola”.
La mia ipotesi che i piacentini siano romagnoli trapiantati a Ovest in epoca imprecisata prende consistenza…
😉
Secondo me è possibile. Il Bersa lo vedrei a suo agio in un circolo Arci della Bassa!
E gli farebbe bene per dimenticare le delusioni e le amarezze della politica.
Tenete conto però che l’italiano locale risente del dialetto, nel senso che corrisponde alle partizioni dialettali fondamentali.
Per dirne una, c’è il raddoppiamento fonosintattico nell’Italiano degli emiliano-romagnoli?
La ‘s’ intervocalica è sorda o sonora?
Non parliamo poi del’articolazione arretrata, apicale quando non addirittura retroflessa, di ‘s’, che è evidentissima in Emilia-Romagna, ma un po’ in tutto il nord (anche se per esempio in Lombardia è in regresso presso le ultime generazioni).
Poi ci sono tutta una serie di elementi prosodici.
E molti elementi si perdono anche in italiano regionale, ma altri sono destinati a durare a lungo, poiché la pronuncia in dizione non solo è in regresso, ma è marginale: escludo che mai a Milano o a Bologna si instaurerà l’uso del RFS. Poi tutto può essere, ma è più facile che si passi prima direttamente all’inglese, ahimè.
Che è RFS??
Raddoppiamento fonosintattico.
“Per dirne una, c’è il raddoppiamento fonosintattico nell’Italiano degli emiliano-romagnoli?”
Non ci sono proprio più gli emiliani-romagnoli! 😉
Non lo dico con tono nostalgico o peggio arrabbiato: è una constatazione.
Se proprio proprio, noto che i ragazzi del capoluogo (e non, stranamente, dei centri minori) appartenenti ai ceti popolari, indipendentemente dall’origine geografica della famiglia, hanno mantenuto un accento locale piuttosto forte.
Ma questo è più o meno tutto.
A parte questo, ci sono naturalmente i quattro rimbambiti, e i cinque goliardi che amano il dialetto, e un certo numero di termini locali (quasi tutti di ambito scherzoso o offensivo) rimasti nel parlato.
In netto calo altri fenomeni.
la s qui è sempre stata la comune s italiana, la r uvulare (diffusa a livello individuale) si “attacca” come al solito a parlanti delle origini più diverse, e da milioni di anni si usano espressioni come chissenefrega e vaffanculo, con raddoppiamento accettato in blocco con la formula visto-piaciuto 😉
Guarda che con emiliano-romagnoli intendevo coloro che vi sono cresciuti, non quelli “etnici”.
In senso linguistico conta quello, molto più che i genitori, i nonni e simili.
A conti fatti, forse gli emiliano-romagnoli “etnici” non esistono neppure.
Proprio in virtù della sua funzione di zona di passaggio: fiume Po, via Emilia, Appennino, da tempi immemori.
Comunque tutti quanti parlano come ti dicevo, tranne i nuovissimi arrivati dal Sud (l’immigrazione interna sembra aver ripreso vigore negli ultimi due decenni!) da grandi, che ovviamente parlano- in stragrande maggioranza- napoletano.
L’estate scorsa, nella mia cittadina, sentivo un tizio al telefono che, con marcato accento partenopeo, parlava così:
“Qua è bellissimo! sembra Napoli!”
immagino si riferisse alla composizione etnica, perché altre somiglianze mi sfuggono, ma mi fa piacere che gli sia piaciuto il posto 🙂
Tra l’altro sarebbe interessante analizzare la questione anche dal punto di vista dell’etnogenesi, per usare un parolone.
Voglio dire, tu Peucezio mi parli di una realtà pugliese/contadina molto statica e localizzata;
qua, a parte la mia famiglia che è un po’ particolare, ma davvero faccio fatica a conoscere qualcuno che sia non dico parmense, ma neppure “emiliano puro sangue”.
E non parlo delle nuove generazioni (figuriamoci) e neppure della mia, ma di quella dei miei genitori e dei mie nonni!
capirai che se tra quattro nonni uno viene dalla Liguria e una della Calabria (e parlo di casi probabilissimi, mica di stranezze; addirittura, di casi relativamente comuni anche nelle campagne ) la questione dialettale diventa difficile…
comunque i miei studenti attuali, compresi quelli di origine, diciamo, locale (una minoranza, direi) non parlano il dialetto e addirittura lo capiscono a fatica.
Io sono romagnolo puro sangue, da ambo i rami, a oltranza. Ma il mio casato finirà con me 🙂
Mica detto!! 🙂
Un commento veloce:
La canzone di Mahmood e’ prodotta da Charlie, lo stesso “produttore” di Sfera, si cui avevamo parlato tempo fa. Indipendentemente dai testi, la musica e’ molto piu’ bella delle solite “basi” standard delle canzoni rap. Personalmente questa e’ una cosa che apprezzo di certi produttori di musica trap. (L’avevo detto anche ai tempi, che erano non sospetti! )
Miguel, dovresti aggiungere il disclaimer che sei amusico come Charles Darwin 😀
Per quanto riguarda i testi:
Uno dei temi principali della trap e’ lo sfoggio della ricchezza: Vengo dalla periferia e ho fatto i soldi ed ora tutti lo devono sapere. E’ il tema del genere, c’e’ poco da fare, come i cowboy che sparano agli indiani nei western.
@ ZETA
Ah,be’ sarà stato Ennio Flaiano … ma ormai da anni e anni lo citano tutti, come se fosse un “meme” ante-litteram ! 😉
No, ma ci sei decisamente più vicino!
… Giuseppe Prezzolini ?
https://formiche.net/2018/02/giuseppe-prezzolini-anarchico-per-indole/
Giuseppe Prezzolini, anarchico per indole e conservatore per vocazione
Leo Longanesi.
Cmq di Longanesi è rimasta una prestigiosa casa editrice, di quelle ancora con copertina di cartone, sovracoperta lucida e fascetta-critica …
Houn attimo cercato la terminologia delle parti di un libro “tradizionalissimo” 😉 per immagini, perché non la sapevo tanto.
Ma è sicuro che l’abbia detto Longanesi e non Flaiano? Io la conosco come di Flaiano, ma ho letto che da altri è attributa a Longanesi, da altri ancora a Missiroli e da taluni sinanche all’onorevole Mazza, che la pronunciò nel ’49 (ma non è detto che fosse sua). A parte quest’ultimo caso, testimoniato a quanto pare dal numero del 23 marzo del 1949 di Oggi, di nessuno degli altri tre si riesce a reperire la fonte. http://malvinodue.blogspot.com/2011/01/in-italia-non-si-potra-mai-fare-una.html
Già : Prezzolini, Longanesi & Flaiano … un trittico di “meme” ante-litteram, in un certo senso. Molto citati e ricordati in termini di “Italiano sarà Lei !” 😉
Te l’ho detto, c’eri andato vicino. Probabilmente alla terza botta avresti indovinato 🙂
Però i meme sono un’immagine ideativa per definizione.
[OT]
Che ha fatto Salvini di illegale con i naufraghi sulla nave Diciotti?
Sicuramente ne avrete parlato nei commenti, se qualcuno gentilmente mi indica dove me lo leggo volentieri….
Grazie!
Più che il “Legale” (almeno finché non arriva al livello finale ) è il “Mediatico” …
Si’ ma mi chiedevo se qualcuno sapesse spiegare, o avesse spiegato, proprio tecnicamente dal punto di vista giuridico, cosa gli viene contestato.
Qui dentro non troverai la risposta a questa domanda. Cercala altrove e, se non la troverai neppure altrove, cercala dentro di te.
Questo è un modo molto elegante per sottrarti alle tue responsabilità da giovane leguleio del blog 😀
PS: la risposta è dentro di te, epperò è SBAGLIATA.
Ecco appunto..
Ho provato a guardare sui giornali/siti/etc.. ma non si capisce.
“Lo tollero da Mirkhond, perché l’ha presa per una bandiera legittimista, come se, boldrinianamente, le cause da difendere stessero nelle desinenze,”
Una cosa non eslude l’altra, tenendo conto che FILOLOGICAMENTE il termine Borbone è quello corretto.
esclude
Tornando in argomento:
leggo che Mahmood si chiama Alessandro, che il nome d’arte è un incrocio tra il cognome Mahmoud e l’espressione (simil) inglese “mah mood” cioè “il mio umore” (quindi il grande Moi come al solito ci indovina 😉 ) e che non parla arabo, ma nessuno se ne accorge perché parla sardo:
https://it.wikipedia.org/wiki/Mahmood
SEGNALAZIONE : Davos Kalergi Show ! 😉
A Davos i ricchi per un’ora si travestono da rifugiati
Al Forum di Davos i ricconi si sono “divertiti” a vestire i panni dei profughi. Per 75 minuti hanno indossato vestiti di fortuna davanti a finti militari
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/davos-i-ricchi-unora-si-travestono-rifugiati-1634839.html
… Davvev’o un’ intev’essante espev’ienza di solidav’ietà a distanza di sicuv’ezza, non tv’ovate ? 😉
No, ma può essere stata un’interessante esperienza di immedesimazione.
Se ha funzionato con degli studenti/cinghiali di qualche anno fa (e sì, è stata davvero un’esperienza utile) credo che possa fare del bene anche ai ricconi di Davos.
PS
ho visto Green Book, purtroppo doppiato.
Al netto del doppiaggio col solito italoamericano finto, che stona un po’
(a conti fatti, è come doppiare il linguaggio dei neri con il “boveronegrese”, come si faceva una volta…)
a parte questo, dicevo, il film è carino e divertente, e Viggo Mortensen ha una capacità di immedesimazione incredibile.
Vedevo certe sue espressioni e, nonostante la fisionomia facciale non lo aiutasse, mi pareva proprio di vedere un italiano: dirò di più, mi ha ricordato a tratti il mio povero papà (che però era nettamente mediterraneo come fisionomia).
Lo ho trovato convincente anche come russo e come spagnolo. Bravo.
Tema “politicamente corretto”:
carina la parte dove l’autista italiano si stupisce che il pianista nero non abbia mai assaggiato il pollo fritto, e alle osservazioni di lui ribatte dicendo “la differenza è che io non me la prendo se dici che noi italiani mangiamo solo pizza e spaghetti!”
c’è davvero, in sintesi, tutta la distanza tra la cultura anglosassone (anche in salsa africana) e quella italiana; peccato che gli americani, in genere, non lo capiscano.
E proprio quando stai pensando che la cultura attuale, dai, non è così male…
https://www.theguardian.com/film/2018/nov/10/viggo-mortensen-n-word-green-book-screening
Viggo Mortensen costretto a scusarsi per aver detto “negro”.
ma quando l’ha detto?
In mezzo a questa frase qua:
“nessuno dice più ‘negro’…”
‘nuff said 😉
Io l’ho visto in V.O. … c’è una scena in cui Don Shirley parla in Italiano standard [NON spoilero oltre … ma così forse certe cose son piùchiare]
PS
Sempre in V.O. , Clint Eastwood _ in “The Mule” _ a un certo punto dice tranquillamente “You negro [NON “nigger” … “negro” !] people” . Loro NON gradiscono, ma neppure si offendono troppo anche soprassedendo ch’è vecchio e bianco … anche perché lui li sta aiutando a fare qualcosa che solo lui sa fare.
MA il “vero razzismo” , in “The Mule” , è contro i … Giovani ! La generazione rincoglionita da smartphones con meno (!) autosufficienza e capacità di “risoluzione di problemi di senso eminentemente pratico” [scilicet “ciappini” 😉 …] rispetto a un Novantenne !
’nuff said
Che vuol dire?
“(Ho) detto abbastanza”
“(e)nough” semplficato gergalizzato in ” ‘nuff “
Pino,
— Viggo Mortensen costretto a scusarsi per aver detto “negro”. —
Una quindicina di anni fa, Sabina Guzzanti fu duramente attaccata e accusata di antisemitismo, quando disse che non si poteva considerare antisemita un sondaggio sulle risoluzioni ONU commissionato dalla presidenza di turno UE (credo fosse la Grecia).
Disse, in sostanza: si esprimevano critiche a Israele, mica si parlava di “razza ebraica”.
Ed è scoppiato un putiferio: ha detto “razza ebraica”!
Tipo Mortensen, a quanto ho capito. Fatto sta che nessuno la difese, e così l’ottima Sabina Guzzanti iniziò la sua discesa agli inferi, tra i complottari secondo cui la Xylella non esiste…
Ah, ma non ha detto “negro”, ha detto “nigger”!
studenti/cinghiali di qualche anno fa (e sì, è stata davvero un’esperienza utile) credo che possa fare del bene anche ai ricconi di Davos.
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Cioè ?! … Si potevano impallinare studenti nei boschi, travestiti da cinghiali ?! Tipo quando Gentilini voleva travestire da leprotti gli immigrati e impallinarli ?! … Dove ?! … Quando ?!
Va be’ … pallottole-gommini da soft air, suppongo ! Ma a molta “Gente-Che-Lavora” (… e magari la notte vorrebbe persino dormire !) piacerebbe lo stesso , impallinare quei “Drogati Perdigiorno” 😉 degli Studenti !
No, gli studenti erano cinghiali in senso metaforico!!
Era una classe di un indirizzo tecnico, tutti maschi. A quanto mi risulta, grandi appassionati di calcio, videogiochi e pornografia.
Non esattamente dei fighetti liberal…
e la sperimentazione, a opera di un gruppo di bravi volontari, consisteva nel dividerli in profughi, poliziotti, operatori sanitari, e fargli rivivere con una certa esattezza tutte le fasi dello sbarco in Italia:
riempire documenti in una lingua sconosciuta (nel loro caso era il russo), passare un esame medico ricostruendo (sempre in lingua straniera mi pare) tutte le malattie che si avevano avute, evitare gli approcci di tizi loschi che promettevano la permanenza in Italia da irregolari ecc.
Molto istruttivo.
Ah, OK, bon : credevo che fosse una trovata animalista … non so quanto sia attendibile, ma ho visto un video in cui un cacciatore si lasciava pestare da “disturbatori” animalisti per non doverli accoppare tutti; cosa che qualche commentatore cacciatore si riprometteva di fare sul serio se capitasse a lui .
italoamericano finto
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Già, però è anche ambientato nei primissimi Anni ’60 (“Before the Selma March”, percapirsi) …
Mi è venuto in mente il Padre Carmine (Anglizzato in “Carmàin” …) dei primi film di Rocky Balboa (ovvero “Chuck Wepner + Rocky Marciano”) vs Apollo Creed (ovvero ex “Muhammad Ali / Cassius Clay”)
https://www.youtube.com/watch?v=UDn0Dg3qMTo
Sì ma il fatto è che l’italoamericano finto è finto anche per allora…
di solito viene reso come una specie di misto siculo-campano con espressioni standard;
in realtà è proprio una varietà di inglese con una pronuncia strana ed alcune espressioni calco dell’italiano (mi pare che Mortensen in originale dica anche “don’t break my balls”, che è chiaramente l’espressione italiana non rompermi le palle…)
poi sicuramente l’italiano parlato dagli italoamericani, quando parlano italiano, è una specie di gergo generico-meridionale… ma anche quello, dal pochissimo che ho sentito, non mi pare esattamente come quello del doppiaggio.
Ti dirò, in alcuni casi mi pare che parlino un italiano abbastanza buono e standard (alcune persone con cui ho parlato a Boston, per esempio).
OK … però mi pare che “dick head” (calco ben palese !) sia diventato un insulto dapprima AngloAmericano “per tutti” (di solito ,per gli ItaloAmericani, NON c’ è un problema di Cultural Appropriation !) , poi Anglofono standard e adesso “Anglobal” … be’: almeno un po’, è inevitabile che succeda. 😉
https://www.youtube.com/watch?v=ZOQQ4FjocCo
commento di Nicola Porro a “Esperimento di Davos” & dintorni …
SPOILER ALERT 😉
Affiancamento come concetto a “WestWorld” …
per l’AmministratorA / trice di “Allianz” Parzani sarebbe stato terribile “fare la fila per avere le cose” e “vedere rifiuti ed escrementi per terra” … be’: basterebbe secendere un po’ (ma neanche troppo) sotto Como ! 😉
Per farla breve, NON credo che se Politici / Intellettuali ecc … del PD / PaP / LeU, ecc … emulassero la cosa, guadagnerebbero punti nei sondaggi !
Questo SI’ ch’è anti-politically correct :
… e senza dubbio originale ! O meglio: vintage !
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Uno storico ha detto ai miliardari di Davos di pagare le tasse piuttosto che parlare di filantropia
https://www.esquire.com/it/news/business/a26083673/storico-a-davos-tasse/
Ma come, gli evasori fiscali non erano Grandi Eroi in lotta contro lo Stato Assassino?
Miseriaccia delle miseriacce, qua l’ideologia cambia di continuo. Dopo il XX Congresso non ci si capisce più niente!
Z sei proptio un cretino. Sai bene qual è la differenza fra piccolo e multinazionale.
Bah. Non è manco vero che infatti debbano essere tassate. Ste agenzie invece andrebbero semplicenente distrutte.
“se non si risale a prima del XVI secolo, Bologna è parte delle Romagne per dieci anni, e solo sotto il profilo dell’amministrazione papalina.”
Concordando con la Romagna medievale che comprendeva Bologna.
Comunque in certe cose è vero che l’Emilia-Romagna parrebbe un unicum rispetto al resto del nord, ma, direi anche, al resto dell’Italia.
Penso soprattutto alla socievolezza: da quello che mi raccontano (io la conosco troppo poco), non c’è né la freddezza settentrionale, né la diffidenza meridionale.
Non saprei: un’amica veneta diceva che i suoi genitori in visita (quando era studentessa universitaria) rimasero stupiti dalla facilità con cui la gente “attacca bottone”.
Invece tutti gli studenti meridionali, il primo giorno che arrivano, si sentono in dovere di dire che “qua la gente è fredda (e non c’è il mare)”.
Poi molti si ricredono. Non sul mare, ma ci stiamo lavorando 😉
Aspetta, non ho ben capito la provenienza dei genitori della tua amica e il luogo ove essi constatavano che si attacca facilmente bottone.
Sugli studenti meridionali… Mah, a me di primo acchito gli emiliano-romagnoli paiono più socievoli dei pugliesi, che pure nel complesso non posso dire siano scostanti.
Ma le ragazze in Puglia (non parliamo della Lucania, eccettuata Matera che NON è Lucania da nessun punto di vista) un po’ scostanti e diffidenti effettivamente lo sono.
La mia amica è vicentina e stava a Parma a studiare. I suoi genitori dicevano che i parmigiani erano molto- un po’ troppo- socievoli rispetto ai veneti.
Daouda,
ho capito solo in parte il tuo intrvento, ma mi sembra di capire che mi accusi di fare due misure: giustificare la retorica di Putin e non quella per esempio americana.
A parte che la mistificazione americana mi sembra incommensurabilmente più grande rispetto a una normale retorica moderatamente nazionalista come quella putiniana.
Ma il problema non è nemmeno tanto la retorica americana (cazzi loro in fondo), è la nostra retorica americana. Cioè noi si fa retorica per conto d’altri. Putin difende la Russia, a volte in modo retorico.
I nostri politicanti difendono gli Usa e le potenze europee occidentali, a costo di vomitare sull’Italia.
Ecco, io questo lo chiamo retorica alla Tafazzi: come darsi le martellate sui coglioni e farci su della retorica.
Comunque che tipo che sei. Peccato che, diversamente da qualche mese fa, nei mesi prossimi non mi capiterà più di venire dalle tue parti, se no ci facevamo una bella birretta e magari era la volta buona che capivo qualcosa della tua Weltanschauung.
@Peucezio
a proposito di Putin
tu sai che io, pur stimandolo, non sono proprio un suo fan…
ebbene proprio oggi ho letto un estratto di un suo discorso (in inglese) in cui parla della comune religione ortodossa che unisce Russia, Ucraina e Bielorussia….che sarebbero quindi un popolo…e altre parole sensate sull’integrazione dei non-russi nella Nazione russa e sul ruolo della lingua russa..mi ha favorevolmente stupito
tutte cose ottime (su cui magari non si può essere d’accordo, eh, ma non importa) e soprattutto sane, dagli accenti quasi solzhenicyani….cose che nascono dal profondo della civiltà russa…mi ha convinto…certo é stato comunista, é stato marxista-leninista ma credo abbia cessato veramente di essere un fedele di Marx per tornare a essere un russo..nel senso che questa parola aveva sino al marzo 1917 !
il che non vuol dire che abbia sempre ragione, eh 😀
Ma io credo che in fondo non sia mai stato un marxista, ma solo un patriota russo, che si identificava con la sua nazione anche quando era comunista.
Totale accordo comunque col tuo intervento.
Ma cazzo vin infotmate sul disastro antropologico in Russia? Ma la vedete l’occidentalizzazione ben più seria che negli Usa in cui almeno uno si può fare una riaervetta sua ed è libero di farlo mentre in Russia no?
Ma cazzo lo sapete pure che le gerarchie sono tuttw sotto controllo FSB!
I russi etnici stanno diminuendo alla grande…in chiesa ci vanno? Ma che cazzo state a ddi!
Sei dei boccaloni! Sei come quelle merde dei comunisti che credono che tutti i loro leaders e combattenti credessero nelle stronzate che proferivano.
Non si và avanti senza dialettica, non si và avanti se non crei una tradizione ed una contro tradizione, mano destea contro mano sinistra.
È per questo che devono distruggere il cristianesimo chè è al di là di tali infingarde retoriche. Cazzo ma quale miglior strategia che spacciarsi per quel che non si è?
Ma porca troia…ma compratevi un fucile e qualche bomba a mano…un pezzetto di terra e qualche animale voi che avere i soldi…e ritiratevi dalla merda, pregate e sparate a chiunque vorrà togliervi il vostro.
La Russia sta a pezzi! Tutto quello cheBudin dice è contraddetto nei fatti.
È per questo che ripeto che la NATO deve durare, perché qui nessuno di noi è pronto alla fine.
Ma perché vieni a Roma gni tanto? Ma te riferivi a mme?
Guarda io non parlavo degli italiani, io parlavo proprio in sè di Usa e Russia. Ce lo sò pure io che semo na massa de autolesionisti, ma noi, non chi ci governa per procura e delega.
L’italiano è , per me, er mejo popolo. Ma ce stanno 2 difetti ossia l’indolenza, l’individualismo che ponno dà un terzo che è er servilismo.
Ora che semo individualisti ed indolenti come tendenza, rimarrà sempre, ma è la situazione e la diseducazione a facce servili.
Io sò italico no italiano, gli italiani sò traditori e mejo mille stranieri seri , anche mediocri ( cristiani però )a 10000 italiani traditori.
Ma il discorso è molto facile. Sono credo ormai 40 anni che il mondo è educato negli usa cattivi, e ciò lo si accettava però perché il gommunismo devasterebbe.
Ma sono 40 anni che si lavora a fare degli Usa una manica di merde. E chi lo faceva? GLI USA STESSI.
Ora se tu fossi più accorto ti renderesti conto che la Russia contraddice del tutto quel che Budino dice.
Che Budin è anti russo e che la diatriba nwo stelle e strisce ed nwo cina-russia è la solita stronzata dialettica è talmente banale da risultare noisa, come è noiosa la questione tradizionalisti modernisti, e tutti i dibattiti fra conigli…ste stronzate geopolitiche sull’unipolarismo e poi multipolarismo fanno ridere, è moda, 10 anni fà era moda uguale ma almeno ma non ne parlavano tutti.
Putin antirusso?
Ma che cazzo stai addì?
A Mirkhond i russi stanno na merda, stanno a diminuì, sò na manica de superstiziosi e viziosi.
Non serve che te sto a scrive cosa che puoi trovare da solo. Non serve cje te scriva che è un burattino e soprattutto un simulatore.
Porca troia siete proprio allocchi voi de destra, come quelli de sinistra coi loro idoli. Pari pari
Un burattino di chi?
dei nemici storici dei russi … tutti?
😀
“qua la gente è fredda (e non c’è il mare)”.
Poi molti si ricredono.”
L’amico ferroviere vissuto per molti anni a Bologna, mi disse che i bolognesi per aprire la porta di casa ad un meridionale devono prima conoscerlo bene.
E lui è stato uno dei pochi a cui i bolognesi hanno aperto la porta di casa.
Forse perché votava comunista. 😉
A mme… me pare ‘na strunzata.
Comunque oggi ha appena suonato la nuova vicina (siciliana): mia madre le ha aperto e offerto il caffè.
con dentro la stricnina o no?
che è quello a fare la vera differenza!
😉
Si parlava di Bologna, non del Parmense.
Il tuo amico in che periodo ha vissuto a Bologna?
Tra il 1978 e il 1990 circa.
Non ricordo di particolari tensioni in quegli anni.
Al massimo c’è stata qualche operazione urbanistica un po’ avventata, come il complesso residenziale di via Torino nel Mazzini, che può aver causato qualche diffidenza locale verso i forestieri.
Ma negli anni Ottanta erano già numerosi i meridionali a Bologna, e i loro figli parlavano con lo stesso accento bolognese dei figli dei felsinei purosangue 🙂
Ma lui non ha parlato di tensioni, quanto di diffidenza verso i meridionali da parte dei bolognesi doc.
Diffidenza che a suo dire, svaniva solo dopo un’approfondita conoscenza.
Ma guarda, credo che in realtà, rispetto al Sud, ci sia una certa diffidenza/freddezza in più;
ma rispetto a tutti .
Veneti o neozelandesi non è che siano accolti meglio o più calorosamente, o che divengano di casa dopo un giorno. Poi ovvio cambia di famiglia in famiglia: la mia è sempre stata molto calorosa e aperta, per esempio.
E del resto, rispetto ad altri posti più a Nord, l’ER appare in media più calorosa e “mediterranea”, per il noto principio che si è sempre il Meridione di qualcuno.
boh, io non ho mai notato una particolare freddenza, anzi!
è vero anche che venivamo da un paesino in provincia di verona, e qualsiasi città al confronto sarebbe stata calda e accogliente
Cosa sia la criptomoneta partenopea non lo immagino neppure, ma sono d’accordo con De Magistris: più autonomia anche per il Meridione.
https://napoli.repubblica.it/cronaca/2019/02/18/news/de_magistris_entro_l_anno_un_referendum_per_l_autonomia_totale_di_napoli_-219424604/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P4-S1.4-T1
Più autonomia se non si finisce nelle mani della mafia e della camorra.
Se devo ragionare col cuore, per me l’Italia unita potrebbe sfasciarsi anche domani.
Ma se devo ragionare col cervello, mi rendo conto che abbiamo una classe dirigente inadeguata e in ogni caso debole di fronte alla potenza delle varie mafie che sono la nostra piaga.
Piaga da cui non ci potrebbero liberare nemmeno i Borbone se tornassero sul trono, per lo meno non subito.
vabbè, allora facciamo che tutto il Sud rimane nella situazione istituzionale attuale, con Roma che vigila sulle mafie
che c’azzecchiamo noi del Nord con questo? siamo scemi e vogliamo l’autonomia, immaginando di non finire nelle mani delle nostre mafie
al Sud cosa cambia?
ciao
Non ho capito.
Il “federalismo differenziato” di cui sia parla dovrebbe pemettere di spostare DA ROMA alle regioni che le vogliono gestire molte competenze (e le relative risorse), senza che per le altre regioni cambi nulla.
è per questo che non capisco l’opposizione che suscita
cioè, Roma perderà soldi e potere ma questo non è certo un problema fuori di Roma
ciao
Poi non credo all’unico popolo italiano come l’ottimo Pino. 😉
Per me noi e i settentrionali siamo e restiamo popoli diversi, pur con le influenze reciproche, gli scambi culturali e l’utilizzo di una lingua franca comune come il Fiorentino/Italiano.
Quasi 160 anni di unità politica non hanno formato davvero un’unica nazione.
Quando sono stato nel Nord, sono sempre stato trattato bene, eppure avevo la sensazione di trovarmi in un paese straniero e tra genti straniere.
Se oggi difendo l’unità politica dell’Italia non è dunque per un amore inesistente, ma solo per mero opportunismo, consapevole dell’abisso in cui potremmo sprofondare in seguito ad una secessione che ci darebbe in pasto alla mafia e alla camorra.
“Quando sono stato nel Nord, sono sempre stato trattato bene, eppure avevo la sensazione di trovarmi in un paese straniero e tra genti straniere.”
Non discuterei mai le tue sensazioni, ma, da abitante del (circa) Nord, ti posso assicurare che quelle genti straniere erano in buona parte meridionali quanto te 😉
anche quando parlavano in qualche dialetto del nord, fìdati. 😉
Peraltro, sono abbastanza d’accordo con te, anche se credo che ormai in effetti esista un unico popolo italiano.
Non tendiamo a pensarci semplicemente perché l’Italia, nel suo complesso, ha la malattia di pensare sempre al passato, al passato, al passato; così quando parla di attualità, si riferisce sempre a 40 o 50 anni prima…
in ogni caso non è che sia contraio per principio all’indipendenza di questa o quella parte del mondo;
ma mentre, onestamente, credo di poter sopravvivere senza Trento (senza astio verso gli ottimi trentini…), mi dispiacerebbe molto perdere Napoli…
Mirkhond,
tu hai mai viaggiato all’estero?
Solo appena oltre il confine Italia-Francia (Savoia) e un pochino di Delfinato.
Un po’ pochino.
Io non ho viaggiato tantissimo, ma ogni volta che vado all’estero sento un abisso e mi rendo conto di come le differenze interne all’Italia siano fittizie.
Tutto va relativizzato. Anche il sud è molto eterogeneo al suo interno.
In fondo perfino Carbonara e Ceglie sono piccolissime patrie: dialetto diverso, identità diverse orgogliosamente rivendicate. Ultimamente ho scoperto la diversità del dialetto palesino (sic! di Palese) rispetto al barese (e anche rispetto al modugnese).
E non è solo un fatto linguistico: all’interno degli stessi paesi costieri c’erano e ci sono identità marinare e contadine, differenziate, oltre che sul piano linguistico, su piano socio-antropologici abbastanza netti: la mentalità paziente del contadino e quella più dinamica del marinaio (nel senso del pescatore ovviamente).
Sono esempi estremi ovviamente, ma, insomma, appena si va all’estero si sente, lì sì, una differenza profonda; almeno, io la percepisco nettamente.
confermo
io mi sento italiano subito, appena vado all’estero
sennò sto “fuori casa” già nell’hinterland di Milano
“appena si va all’estero si sente, lì sì, una differenza profonda; almeno, io la percepisco nettamente.”
accordo totalissimo.
posso anche rincarare: ogni volta che sono stato negli Stati Uniti (e sono gli unici viaggi extraeuropei), le differenze fra europei mi sono sembrate tutto sommato non così grandi come mi sembrano stando nel granducato.
Immagino che se parlassi con un extraterrestre, noterei che ho molte cose in comune in più con un operaio cinese o un pescatore polinesiano che con l’extraterrestre
Un mio amico che lavorava in Inghilterra mi raccontava che aveva due colleghi italiani, uno siciliano e l’altro lombardo.
Lavoravano nello stesso ufficio, e tra di loro parlavano in inglese 🙂
Lo stesso Nicola Zitara, grande meridionalista scomparso nel 2010, nell’ultima intervista concessa prima di morire, disse che il Sud NON è pronto per l’indipendenza.
Non lo è per via delle sue classi dirigenti, troppo deboli e animate da logiche claniche, e per via del ceto intellettuale ancora fermo ad una visione crociano-risorgimentalista della nostra storia e della nostra identità.
Occorre dunque prima un lavoro culturale, tipo quello dei neoborbonici, che, gradualmente possano innanzitutto farci riappropriare del nostro senso identitario e, in un secondo momento, formare una futura classe dirigente politico-intellettuale meno permeabile alle pressioni mafiose e una intellighenzia meno filonordista e meno risorgimentalista, con maggiore orgoglio verso ciò che siamo stati e ciò che potremmo tornare ad essere.
Ma, ripeto, sono processi lunghi, che forse impegnerebbero più generazioni di meridionali, visto che non è facile liberarsi da cattive abitudini e luoghi comuni molto radicati anche in noi stessi.
Mirkhond,
mi lasci dire che se i neoborbonici sono quelli che pensano a incazzarsi per le desinenze, come plasmatori di una futura classe dirigente forse sono un po’ scarsi?
Guarda, io su facebook sono iscritto, fra le altre cose, a un gruppo neoborbonico.
E’ avvilente: c’è solo querulo revanscismo d’accatto, scontato, astioso, vacuo, da fancazzisti da tastiera che non hanno di meglio da fare nella vita che sputare veleno in rete (lo farebbero ugualmente per qualunque altra causa: è proprio un tipo umano da facebook, identico di qualunque causa si tratti).
E questo è triste, perché anche se io non sarei per rifondare il Regno delle Due Sicilie, sono fermamente convinto che un legittimismo borbonico serio avrebbe piena dignità culturale e potrebbe dare un vero contributo all’orgoglio e alla consapevolezza storica, culturale e anche politica e di militanza dell’Italia meridionale, sia che questa sia diretta nel senso di immaginare un futuro stato merdionale (che è una soluzione che pure non auspico in nessun modo), sia, più realisticamente, nel senso di dare maggiore orgoglio identitario e civile al sud.
Ma io pensando ai neoborbonici, mi riferivo al lavoro di uno studioso come Gennaro De Crescenzo, piuttosto che ai gruppuscoli internetari che, effettivamente costituiscono il tipo umano che descrivi.
No, certo, ci mancherebbe: non potrei credere che non ci siano studiosi seri.
Ma sarà più uno storico che un militante, immagino.
Quello che non mi convince sono i militanti, è l’idea di una proposta politica, non l’analisi storica.
E’ uno storico ed anche il presidente, nonché uno dei fondatori del movimento neoborbonico.
A chunque emigri gli farei leggere “il proletariato esterno” di N. Zitara.
“ma, da abitante del (circa) Nord, ti posso assicurare che quelle genti straniere erano in buona parte meridionali quanto te ?”
Ti posso assicurare che la maggior parte dei settentrionali che ho conosciuto, erano proprio del Nord (tranne uno zio materno).
Ma come fai a saperlo? Hai chiesto a ognuno circa le sue origini familiari?
Tieni conto che molti le occultano finché non glie le chiedi esplicitamente.
“Ma come fai a saperlo?”
Parlo di gente che ho conosciuto di persona.
Tieni conto che non ho frequentato le grandi metropoli come Torino e Milano, ma la provincia.
Anche nei paesini piccolissimi, in mezzo alle Alpi, nei posti più impensanti c’è tanta gente meridionale o di origine meridionale.
ma non escludo tu sia venuto in contatto con degli autoctoni.
Guardati questo video-canzone del geniale Walter Valdi:
https://www.youtube.com/watch?v=y_r-kqaUaiY
😀
Il video è molto più recente della canzone e ovviamente non l’ha fatto lui.
Ho l’impressione che Pino sia la felice eccezione che conferma la regola, tra le popolazioni a nord del vallo (per ora solo) linguistico Sarzana-Senigallia. 😉
Ma no, guarda, non è così.
te lo dico proprio con la massima sincerità: quando andavo a scuola ancora si sentiva qualcosa delle vecchie diatribe nord/sud, ormai ridotte allo stadio di sfottò.
E mi stupivano anche molto, perché la maggior parte dei miei amici era meridionale, e in realtà anche le abitudini delle mia famiglia (scopersi allora) erano viste come meridionali:
oh, mica niente di strano, ma certi modi di esprimersi, la passione per i film (quelli belli) di Totò, mia madre che era una grande estimatrice di Troisi (che capiva eccome, sfatando il mito che “non si capisce come parla”) ecc.
però erano davvero gli ultimi sgoccioli, ormai del tutto “scarichi”, di questa diatriba che risaliva agli anni dell’immigrazione massiccia.
Un paio di anni, e finì tutto nel dimenticatoio; ora chi ne parlasse (che ne so, espressioni come “la Taronia” per indicare il Sud, magari in modo affettuoso) vedrebbe visto nel migliore dei casi come molto demodè, nel peggiore come un demente.
Peraltro moltissime (issime) famiglie erano già miste anche allora, e da un bel po’, e tra quelli che sfottevano (e venivano sfottuti) dai “taroni” ce n’erano diversi di sangue siciliano e calabrese…
Dimenticavo le canzoni napoletane, grande passione del povero papà…
Secondo me la cosa è resa benissimo nel film di Checco Zalone (il primo), in cui alla fine i leghisti commilitoni del tizio interpretato dall’attore emiliano erano tutti siciliani e calabresi e gli dicevano: “ci hai scassato ‘a michia!”.
“anche se io non sarei per rifondare il Regno delle Due Sicilie”
Non ne esistono le condizioni allo stato attuale.
Il Regno doveva essere salvato nel 1859-1861, ma purtroppo attorno al giovane e inesperto Francesco II c’erano solo pusillanimi e traditori.
E io allora avrei combattuto fieramente per salvarlo dai piemontesi.
Credo che la soluzione migliore sarebbe stata quella che dice Pino: una sorta di federalismo volontario e paritario.
Combattuto? ma valà, te ti saresti dato malato 😀
“Me” mi sarei dato malato?
Vabbè, per combattere contro mille straccioni poteva andarci anche il mite Peucezio, con una fionda, giusto per divertimento.
Macché fionda, te saresti andato a casa 🙂
PS: te, proprio te. Non si usa come soggetto, a Milano, l’accusativo della seconda personale?
(salvo ovviamente “io e te”, locuzione di uso comune che dà SINANCHE il titolo a una canzone di Jannacci)
della seconda singolare
Zanardo avrebbe combattuto per difendere Togliatti? 😉
Non è facile dirlo. Allora ti sparavano facile facile 🙂
Quando parlo di pusillanimi e traditori mi riferisco ai piani alti della società delle Due Sicilie: ministri, gran parte dell’alta ufficialità.
Non certo ai soldati e ai figli del popolo che furono fedeli fino alla fine e anche oltre la caduta del Regno.
sì ma quando i piani alti tradiscono in pratica al 100% vuole dire che il problema è bello grosso!
per questo dubito del vero valore anche del re precedente, ha lasciato al figlio un verminaio
🙁
Il problema bello grosso fu l’individualismo opportunistico dei nostri gattopardi, pronti a saltare sul carro del vincitore per conservare vecchi e nuovi privilegi.
“per questo dubito del vero valore anche del re precedente, ha lasciato al figlio un verminaio”
Il valore Ferdinando II (1830-1859) ce l’aveva eccome.
Però neanche un santo può far nulla di fronte ad una clase dirigente opportunista e individualista.
classe
selezionarla meglio? capire che tipo di gente aveva intorno e sostituirla?
ha lasciato al figlio un regno in mano a una manica di venduti e di traditori!
Il tradimento delle classi dirigenti è una costante nella nostra storia, ad ogni cambio di regime e di dinastie.
Questo perché prevalgono logiche individualiste e mirate esclusivamente all’interesse del proprio clan di potere.
“sono fermamente convinto che un legittimismo borbonico serio avrebbe piena dignità culturale e potrebbe dare un vero contributo all’orgoglio e alla consapevolezza storica, culturale e anche politica e di militanza dell’Italia meridionale”
Sia pure in maniera confusa e contraddittoria, però in questi ultimi 20-25 anni una rinascita identitaria meriodinale c’è stata e c’è.
Oggi sempre meno gente si beve la vulgata risorgimentalista.
E questo è un grande bene rispetto al conformismo risorgimentalista che c’era fino a poco rempo fa.
Mi capita ancora di accapigliarmi, giù, con quei pochi che ancora difendono Garibaldi e addirittura la repressione contro i briganti.
Ciò che mi dispiace è la piega un po’ caricaturale e revanscista in modo infantile che hanno preso certi gruppi in tempo recenti.
meridionale
“Io non ho viaggiato tantissimo”
Sei mai stato in Portogallo?
No, mi manca.
Voglio andarci prima o poi.
Secondo me l’Italia andava fatta federale subito… ormai è troppo tardi.
Il mio ideale di Italia unita all’epoca sarebbe stato questo:
unità di paesi e misure, stesse monete ma da zecche diverse però in libera circolazione (come l’euro oggi), grande facilitazione agli spostamenti tra uno stato italiano e l’altro (che comunque avvenivano lo stesso), esercitazioni belliche comuni e stretti trattati di alleanza (un po’ gli eserciti tedeschi nella Prima Guerra Mondiale), in pratica un quasi-esercito comune insomma, e to’, facciamo felice Francesco e voglio metterci anche il Papa come “Presidente della Repubblica Federale” formata dai vari monarchi, duchi e compagnia (dei quali auspico la graduale e pacifica sostituzione con parlamenti elettivi).
Simboli comuni a scelta da sbattere sulle bandiere, tanti saluti, parate, strette di mano e ai bambini bon-bon.
Purtroppo ora temo che sia impossibile tornare indietro.
Si possono, perlappunto, fare solo queste “autonomie differenziate”, con il rischio dell’egoismo o della confusione, come non ce ne fosse già abbastanza.
Per esempio ho dato un’occhiata sul sito del Senato a un dossier sulle richieste di Veneto, Lombardia, ed Emilia Romagna, e non c’ho capito niente.
Ma da quel poco, mi pare che per esempio l’ER sull’istruzione chieda di poter gestire con maggiore autonomia gli istituti tecnici e professionali: non so se per farne più o meno o modificarne gli indirizzi in base alle esigenze delle aziende
(ma già si può fare!);
mentre il Veneto, da altri siti sulla sua scuola, mi pare che chieda una graduale solo regionale e un aumento di stipendio ai soli insegnanti della regione, entrambi provvedimenti che mi sembrano a serio rischio di incostituzionalità…
se moltiplichiamo questo per tutte le altre richieste, direi che la confusione è grande!
E non è escluso che provvedimenti pensati per uno scopo non ne ottengano quello contrario…
Errata: chieda una graduatoria
OMDAP.
Mah, non so … in Italia,tutto ciò che viene istituzionalizzato ha effetti controproducenti : il più palese è la scuola ! Perciò, forse, meglio il Federalismo Identitario autoprodotto da Inguaribili Provincialotti ! 😉
sul passato come non essere d’accordo? ma non serve a nulla, forse a qualche scrittore di romanzi ucronici
sul presente, invece, sono in disaccordo: una sistema di reclutamento degli insegnanti che preveda che chi ottiene una cattedra debba presentarsi a insegnare è il minimo di decenza, è quello che accade ora che è inaccettabile.
se la creazione di graduatorie regionali porterà a questo, mi va benissimo; se ci sono altri modi, sono curioso di ascoltare.
sugli stipendi regionali, non serve una laurea in economia per capire che stipendi uguali da Bolzano a Siracusa sono follia allo stato puro. la laurea serve per calcolare tutti i danni che questo comporta.
ci sono molte materie in cui sono anti-federalista, in primis le infrastrutture fisiche.
PS sbaglio o la Germania ha tanti sistemi scolastici quanti sono i Laender?
“PS sbaglio o la Germania ha tanti sistemi scolastici quanti sono i Laender?”
c’è un quadro comune, per evitare che il diploma a berlino sia troppo diverso rispetto a quello di kiel, ma effettivamente ogni land ha delle competenze specifiche.
gli insegnanti guadagnano diversamente da land a land
ovvove!
Sulle graduatorie bisognerebbe vedere come funziona in concreto il sistema e quali sono le rivendicazioni.
Se la rivendicazione è “vogliamo che i concorsi per gli insegnanti siano fatti su base locale” almeno astrattamente mi sembra fattibile. Ci sono già diverse organizzazioni che reclutano su base regionale; anche l’ultimo concorso per DSGA, per dirne una, è stato bandito su base regionale. Mi chiedo però che succeda allora se si esauriscono le graduatorie…
Se la rivendicazione è “non vogliamo che punteggi attribuiti da commissioni locali abbiano influenza su graduatorie nazionali” non mi sembra irragionevole, per ragioni piuttosto ovvie.
Se la rivendicazione è “vogliamo che gli insegnanti di sangue veneto abbiano la precedenza” mi sembra una rivendicazione difficile da accogliere, qualsiasi riforma si voglia attuare 🙂
ammesso che non concesso che l’ultima non sia solo una simpatica provocazione, il problema è sempre che qualcuno vince il concorso per una cattedra a XXX ma non vuole venire perchè vive a YYY
in un mondo normale si direbbe “benissimo, lei ha perso la cattedra, tocca al prossimo”
non devo dirti cosa succede ora in Italia
ciao
Francesco,
— ammesso che non concesso che l’ultima non sia solo una simpatica provocazione, il problema è sempre che qualcuno vince il concorso per una cattedra a XXX ma non vuole venire perchè vive a YYY —
Beh, no, credo che qui il problema sia che la cattedra a Vicenza viene assegnata ad un materano anziché ad un vicentino, e il vicentino non apprezza.
— in un mondo normale si direbbe “benissimo, lei ha perso la cattedra, tocca al prossimo”
non devo dirti cosa succede ora in Italia —
ma no, dimmelo! cosa succede ora in Italia?
che la cattedra resta al tizio che non si muove e la classe si vede passare torme di supplenti … ma tu non hai figli a scuola?
PS se il tizio di YYY si trasferisse ad insegnare a XXX, il problema che viene da fuori finirebbe presto assai
Ma se così è allora al posto del titolare materano prende servizio appunto un supplente, che può addirittura essere del luogo. Non ci sono vicentini scavalcati in graduatoria, insomma…
non capisco!
Un buon sistema- se fosse possibile- sarebbe pagare un po’ di più l’insegnante “fuori sede”, perché possa far fronte a quelle spese di alloggio che a volte gli rendono sconsigliabile, se non in pratica proibitivo, prendere servizio.
Che è in realtà, a quanto par di capire, la strada opposta a quella veneticamente ventilata, dove si vorrebbe pagare di più gli insegnanti residenti …
Al di là dei problemi di natura costituzionale e pratica assieme, se lo Stato trovasse un modo di maggiorare la retribuzione dei dipendenti pubblici impiegati “fuori sede” sarebbe un aggravio di spesa non da poco. Ci sono uffici dove gli indigeni sono una sparuta minoranza 🙂
Nelle amministrazioni, di norma, se non prendi servizio il giorno I decadi. Ci sono abbastanza idonei per colmare i buchi, in ogni caso.
Se nella scuola non ce ne sono, beh, forse allora è il caso sì di aumentare le paghe, ma a tutti i docenti 🙂
carissimi,
il problema delle famiglie (non dei razzisti della Lega) è che mancano insegnanti di ruoli e c’è invece un gran girare di supplenti, con evidenti danni per gli alunni.
che l’insegnante sia di Verona o di Viterbo non cambia nulla alle famiglie, purchè parli italiano in classe.
chiaro però che l’idea dell’insegnante “fuori sede” va estirpata col napalm: se lavori a XXX stai a XXX, non più a YYY.
la scuola, come qualsiasi datore di lavoro, non si occupa dei tuoi problemi di trasferimento. fanno parte della tua vita e basta.
per questo immaginare di pagare di più un insegnante perchè viene da fuori è follia: vanno pagati bene gli insegnanti, avendo come parametro gli stipendi pagati “nei dintorni”
PS provate a pensare l’effetto “politico” che avrebbe se due insegnanti della stessa scuola, di pari bravura, ricevessero stipendi diversi perchè uno viene da fuori ….
domanda seria seria: mi state dicendo che la storia per cui > l’insegnante che vince la cattedra a XXX ma non si presenta ha diritto a “tenersi” la cattedra lo stesso e intanto a scuola ci vanno dei supplenti
è una palla?
Un caso così l’ho sentito un paio di anni fa, ma credo non sia più possibile (giustamente).
Tra l’altro anch’io quando ero in attesa di prima collocazione sono rimasto bloccato per un po’ perché prima di me c’era un tizio che aveva fatto ricorso, e se avesse vinto il ricorso avrebbe potuto scegliere tra due sedi, e si rifiutava per principio di sceglierne una prima dell’esito del ricorso, col risultato di mandare un supplente in entrambe…
So anche di professori che fanno il minimo di giorni per non perdere cattedra, e per il resto vai di supplenti; anche in questo caso con prevedibili disagi per gli studenti.
Per carità, la coda ha un senso in certe situazioni: può capitare il problema familiare, che non avrebbe senso “punire” facendo anche perdere la cattedra al malcapitato.
Il guaio è se la cosa diventa sistematica…
Direi comunque che- forse come in ogni ambito- i fancazzisti sono una minoranza davvero esigua e quasi statisticamente irrilevante.
Perlomeno in una situazione piccola e controllata come qua…
La cosa, no la coda..
Francesco,
non credo che le norme sulla decadenza siano diverse da scuola ad altri uffici.
Nei casi in cui qualcuno tira per le lunghe a scuola va sostituito subito, in altri uffici non è così urgente, ecco.
Il reclutamento degli insegnanti funziona attualmente su base regionale, ma non esclusivamente.
Infatti rimangono, per vari motivi, dei posti che devono essere coperti da personale proveniente dalle graduatorie ad esaurimento di seconda e terza fascia, oltre alle supplenze.
Sono questi quelli per i quali può capitare il professore che non si presenta, più che quelli di ruolo; quindi mi sfugge come la proposta veneta potrebbe risolvere il problema, anziché aggravarlo. Ma naturalmente passerà…
chi ottiene una cattedra debba presentarsi a insegnare è il minimo di decenza
Non pensavo che il CCNL del comparto scuola prevedesse la facoltatività della presenza in servizio. Quante cose che si imparano! 😀
Non è proprio così… 😉
succede invece che la cattedra della scuola Peppino Peppini di Postaccio ne’ Monti, schivata da tutti, sia appioppata a qualcuno pescato dalle “graduatorie a esaurimento” o dalla “terza fascia” (laureati non ancora abilitati) e questo qualcuno, che magari abita a mille chilometri di distanza, ma è in quella fascia perché si è iscritto lì dopo l’università, preferisca non presentarsi.
Oppure succede che in una scuola, anche centralissima, la tal materia (tipicamente di tipo tecnico, oppure diritto; ma non è detto) venga assegnata a un tale che magari, nel frattempo, ha iniziato a lavorare a tempo pieno come professionista (che ne so, chimico, o avvocato) e preferisce non presentarsi.
Quindi bisogna andare a pescare qualcun altro…
scusa Pino
da dove sono nate le fortissime lamentazioni sulle minacciate “deportazioni” di insegnanti dal Sud al Nord uditi non più di un paio di anni fa?
ho ancora le orecchie che rimbombano
In effetti non si capisce perché abbiano deportato quei poveri insegnanti – presumo in vagoni piombati – anziché spostare tutti gli studenti in torpedone ogni mattina…
questo venne proclamata dai sindacati degli insegnanti all’epoca!
Il discorso in realtà mi sembra complesso e ora non c’ho tempo! a più tardi!
@ PEUCEZIO
Sulla s intervocalica sorda sonora una regola di “Dizionese” c’è già ,e anche percisa : è sorda se c’è un prefisso che la precede, è sonora se invece non c’è ! E tutto il resto, i Toscanismi / Preziosismi, può andare … “a spulciare la verra” 😉 !
Il raddoppiamento fonosintattico l’ho sempre trovato altamente lassativo ! Fra l’altro non c’è nemmeno neppure in tutta l’ area medianofona … come già abbiamo visto, Arezzo è una felice eccezione. E poi diciamola tutta : al CentroSud è un triplicamento (!) , al Sud anche quadruplicamento (!) fonosintattico !
Poi la Crusca (ma perché non danno una Lurea ad Honerem a Checco Zalone e una ad Antonio Albanese ?!) NON può rompere il cazzo per il mancato raddoppiamento fonosintattico al Nord e dare il placet a “siedi il bambino che io scendo il cane e lo piscio” !
Mm
Devo dire che sembra anche a me di notare una certa prevenzione verso la pronuncia “settentrionale”, anche quando corretta.
Potrei sbagliarmi, ma riguardo a sorde e sonore io la sapevo come te, da vecchi manuali; mentre ora leggo in giro gente che vorrebbe le s intervocaliche sempre sorde…
Invece all’università- quindi tardissimo- dei tizi specialmente mantovani trovavano sbagliata la mia pronuncia di “gn” , che io faccio marcata, “alla romana” (“maggnnamo”) e volevano convincermi della correttezza di quella “semplice”, “alla spagnola” (”
mañana) che io trovo orrenda
State facendo un po’ di pasticci.
Nello standard, basato sul fiorentino, /s/ e /z/ sono due fonemi diversi, garantiti da coppie minime, quindi la loro distribuzione non è predicibile, tranne il caso di iniziale di morfema (sempre sorda) o di posizione davanti a consonante sonora o sorda (in quel caso si ha rispettivamente sempre [z] o [s]).
La regola che dice Moi è quella dell’italiano regionale settentrionale, cioè di un uso locale, dialettale. Il fatto poi che tenda a prendere piede è solo espressione del fatto che, così come i dialetti si dissolvono grazie alla pervasività della lingua, tendono però a condizionarla e contaminarla, col risultato che si perdono gli uni e l’altra, in nome.
Il raddoppiamento sintattico è una regola dell’italiano standard e, non in contesti sempre sovrapponibili, di tutte le varietà centro-meridionali.
Il fatto che non si usi nel nord è dovuto solo al fatto banale che non è registrata dalla grafia, diversamente dalle doppie interne: se l’italiano si fosse diffuso solo roalmente e non grazie al mezzo scritto, nel nord si farebbe ancora come facevano i vecchi lombardi e simili: si direbbe “è belo”, “zopo”, “l’ho deto”, ecc., che tutto sommato sarebbe più coerente, come adattamento regionale di una lingua estranea.
Il RFS è il mero riflesso in fonetica sintattica del fatto che l’italiano, diversamente da molte lingue straniere e da tutta la Romània occidentale, non ha un’avversione per le doppie, che anzi, sono pienamente funzionali e distintive. Stabilire due regole diverse solo perché la grafia ha creato un fraintendimento nei settentrionali sarebbe un’assurdità e creerebbe un’incoerenza interna al sistema.
Il caso dell’aretino non significa granché: quelli sono dialetti fortemente influenzati dal galloitalico, si nota anche nella palatalizzazione di ‘a’, che è di chiara importazione emiliana. Sono aree di passaggio, di interferenza fra sistemi.
Circa ‘gn’, in italiano è sempre doppio. Lo dicevano scempio i vecchi settentrionali, sempre per incapacità di adeguare il loro sistema fonetico all’italiano, un po’ come uno spagnolo che non riesce a dire “brutto” e dice più o meno [ˈβru̞to], con una [t] leggermente più intensa di una scempia, perché non essendoci la correlazione di lunghezza, l’unica variante ammessa, quella breve, è un po’ più lunga, non opponendosi a una vera lunga.
C’è gente che parla completamente a vanvera.
Comunque io non noto nessun pregiudizio antisettentrionale, anzi, nel sud sono convinti che a Milano si parli bene l’italiano e se sentono parlare in italiano standard, scambiano subito il parlante per “milanese”. Nel nord credono che il proprio modo di parlare, tranne quando non abbia una coloritura dialettale troppo appariscente (penso a tanti veneti) sia quello giusto, piucchealtro perché è l’unico che conoscono: ho sentito molti lombardi dire di avere l’impressione di non avere accento (mentre avevano un accento lombardo spiccato) o definire normale il proprio modo di parlare o quello lombardo cui sono abituati, in contrapposizione a inflessioni dialettali meridionali (un siciliano parlerebbe con l’accento siciliano, un milanese parlerebbe “normale”).
Questo a livello sociale generale.
A livello scolastico o universitario forse c’è qualcosa di vero in quello che dite, in virtù del fatto che chi vive al nord e deve diffondere lo standard, rileva certe differenze strutturali fra gli usi settentrionali e quello tscano, che si ascrive ai sistemi centro-meridionali. Ma la cosa avviene pari pari nel sud, anzi, in misura maggiore perché un maggiore ritardo nello sviluppo economico sociale ha rallentato nel sud la diffusione dello standard, radicando usi dialettali (poi ci si mettono anche quei rincoglioniti della Crusca legittimando usi assurdi e vabbè; quelli poi sono proprio figli del ’68…).
Circa le doppie che diventano triple e simili: pure fantasie: non esistono le triple.
L’impressione di Moi è puramente legata al fatto che nel sud esistono anche doppie per natura (essenzialmente /ddʒ/ e /bb/, mentre non esistono queste consonante scempie se non in posizione postconsonantica), cosa che dà l’impressione che si siano un sacco di doppie. Il fatto è che siccome un settentrionale è abituato a sentir dire [l o ˈdɛtto] per “l’ho detto”, nella forma standard [l o ˈddetto] sente la [dː] come troppo intensa rispetto al suo orecchio e siccome sono soprattutto romani e meridionali ad applicare il RFS (i toscani si sentono meno in tv, nei film e soprattutto in giro per le città del nord), gli sembra che dicano le consonanti triple e quadruple.
In teoria uno potrebbe anche prolungare una consonante oltre la lunghezza abituale di un’intensa, ma credo che tipologicamente non esista nessun sistema che lo faccia e quando accade è solo un fatto estemporaneo legato a ragioni espressive e può accadere in qualsiasi sistema, anche uno che non conoscoa le doppie.
Peucezio,
— e l’italiano si fosse diffuso solo roalmente e non grazie al mezzo scritto, nel nord si farebbe ancora come facevano i vecchi lombardi e simili: si direbbe “è belo”, “zopo”, “l’ho deto” —
Ma bellus non era già aggettivo latino, del lessico parlato colloquiale? così mi insegnarono al ginnasio, ai tempi del Cretacico superiore…
— Circa le doppie che diventano triple e simili: pure fantasie: non esistono le triple. —
Ma sì, era una battuta 🙂
Z.,
“Ma bellus non era già aggettivo latino, del lessico parlato colloquiale? così mi insegnarono al ginnasio, ai tempi del Cretacico superiore…”
Confermo. Viene da ‘bonus’, o, meglio, dallo sviluppo del diminutivo di *duenos (> bonus), cioè *duen(o)los.
Ma che c’entra questo con la questione della doppia e dello scempiamento, che è prettamente romanzo?
Intendo, bello aveva già la doppia, non è un frutto del raddoppio fonendoscopico!
Ah, beh, anche “zoppo” e “detto”.
Cioè non in latino (vabbè, non in latino classico, ma, insomma, il RFS non c’entra).
Lì infatti mi riferivo alle doppie interne.
Beh, sono contento che la pronuncia corretta di gn sia la mia (che credo sia anche quella locale) e non quella dei mantovani (soprattutto, delle supponenti figlie di medico mantovane che infestavano le facoltà umanistiche)
Io cmq tutti i luoghi comuni più “beceri” contro il Meridione li conosco mediante orgogliosa (!) auto (!) rappresentazione di Artisti del Sud : Luciano De Crescenzo (che ha da Napoletano gli stessi sentimenti per Milano dell’ Italiano Hipster per il Nord Europa), Nino D’Angelo, Mario Merola, Renzo Arbore, Nino Frassica, Checco Zalone, ecc …
Ah … se volete perdere ogni speranza nelle nuove generazioni di Napoletani, consiglio Roberto Saviano ! 😉
Io le accuse peggiori contro i meridionali le ho trovate nei testi che “dimostrano” lo sfruttamento del Sud da parte dell’Italia come fenomeno contemporaneo
mentre qualcosa di convincente si trova se riferito alla seconda metà dell’Ottocento, quando si passa alla storia post-1945 il livello di indecenza intellettuale esplode
Moi,
che sentimenti nutre l’italiano Hipster per il Nord Europa?
Intendi Milano? credo la amino moltissimo! Ogni volta che vado a Milano c’è pieno di hipster 🙂
Ahimè è vero: è pieno di cretini con barbe curatissime e di barbieri carissimi
Però queste mode stupide a Milano passano in fretta, sia pure per essere sostituite da altre mode ugualmente stupide
X Peucezio
a Milano direi che si rispettano molto Germania, Svizzera e Parigi. Più a Nord si inizia a sentire puzzo di sciroccati …
la Francia del Sud, invece, mi pare equiparata all’Italia del Sud e non in positivo
ciao
Mah… A Milano veramente i tedeschi sono sempre stati mal visti. E’ nel sud semmai che stanno simpatici, perché ci si ricorda di Federico II (mentre nel nord si associano al Barbarossa e allo zio Baffetto).
Ma ormai tanto ho capito che io e te quando parliamo di Milano parliamo di due luoghi opposti.
Ma in tutto proprio!
Sono convinto che se io raccontassi che oggi a Milano c’era il sole, tu racconteresti che era coperto e ha piovuto tutto il giorno!
credo che ci siano imprese tedesche e scuole tedesche a ogni angolo di Milano dai tempi di Federico Barbarossa
del resto se per metà della nostra storia siamo stati alleati con loro un motivo ci sarà!
e questo senza neppure iniziare a parlare della nostalgia per gli austriaci, che dura da sempre
A Milano sono stato oggi è, a denti stretti, ammetto che ha delle zone belle. Non solo antiche… Il bosco verticale, l’edificio dell’Unicredit e tutta la zona limitrofa è modernissima e niente affatto male.
E’ bella però ‘sta cosa di Pino.
Viene a Milano ogni piè sospinto, non mi viene a trovare, ma non è che spera che io non venga a saperlo, lo scrive proprio sul blog!
Non so se stigmatizzare l’impudenza o apprezzare la sincerità!
Oh, stavo con la scuola, e toccata e fuga!
Sennò ovvio che ti chiamavo!
…e poi tiravi il pacco 😀
Tu sì che mi conosci! 😀
Pino,
“Sennò ovvio che ti chiamavo!”
Sì, vabbè, lo dici da anni…
Ora ti affibbiano anche le gite scolastiche?
Non esiste ancora l’obiezione di coscienza per questo?
Beh, allora è il caso di istituirla (non scherzo).
Pino,
” Il bosco verticale, l’edificio dell’Unicredit e tutta la zona limitrofa è modernissima e niente affatto male.”
Se ripassi lì vai a mangiare da Tomaso: l’altra faccia di quel quartiere.
(Io non ci sono ancora andato, ma so già che mi piacerà, forse ci vado prossimamente).
Be’: in qualsiasi altra città “Storica” d’ Italia, però ,farebbero cagare … compresa Torino, che dopo Milano mi sembra la “meno Italiana” delle città d’ Italia in 2° posizione.
Molto più Italiana _ a mio avviso_ la “famigerata” (decisamente più Mitteleuropea che Slava !) Trieste rispetto , invece, a Milano e Torino messe assieme.
Moh me lo segno … che tipo di cucina è?
Ma sono proprio l’unico allora che a Milano ‘sti hipster non li ha mai notati (quasi sicuramente perché se li vedessi non li riconoscerei)?
Io in compenso ho notato una crescita esponenziale di aspiranti fotografi di moda e fashion blogger.
Ogni due passi stava una modella e un tizio o tizia che la fotografava (a volte facevano i turni).
Peucé, per trovare gli Hipsters prova da Starbucks che ormai dovrebbe esserci meno fila …
“Credo che la soluzione migliore sarebbe stata quella che dice Pino: una sorta di federalismo volontario e paritario.”
Io invece sarei stato per un Regno d’Italia del centro-nord con capitale Milano sotto gli Asburgo-Lorena, uno stato pontificio ridotto alla sola regione di Roma in mano al Papa, per preservarne l’autonomia istituzionale, due regni separati di Napoli e Sicilia, magari retti da rami collaterali dei Borbone, ed infine un Regno di Sardegna e Corsica unite, sotto i Savoia o sotto gli Asburgo-Este.
Tutti questi stati italiani avrebbero avuto buoni rapporti diplomatici ed economici tra di loro, ma restando separati.
Per Mirkhond
“Io invece sarei stato per un Regno d’Italia del centro-nord con capitale Milano sotto gli Asburgo-Lorena, ”
Ma perché noi ci dobbiamo prendere la gentaglia del Nord, scusa?
E dovremmo farci governare da Milano, pur avendo Firenze a disposizione?
Che colpa abbiamo da espiare?
Ad Anghiari, abbiamo vinto noi!
voi messicani?
😉
Vedi che ho ragione io? Noialtri si tiene Maria Luigia oppure i Borbone Parma, meglio ancora, così si fa una federazione un filo più stretta con Napoli che manda su gli spaghetti, come al tempo che fu.
Roberto, Zanardo, siete mai stati in Portogallo?
Che ne pensate?
solo a lisbona e mi è piaciuta moltissimo!
gente simpatica e alla mano, cibo ottimo, posti bellissimi e non molto cara.
vita notturna veramente piacevole (tipo passare le serate a bere vino ascoltando musica dal vivo)
l’unico neo una marea di turisti che al confronto firenze sembra quasi una città dimenticata
ho molta voglia di visitare il resto del portogallo!
mi associo
troppi turisti, cibo eccezionale appena esci del giro per turisti, un paese “antico” con una grande storia, tutto da vedere
sulla simpatia ecco … magari la prossima volta
davvero?
io ho trovato tutti gentili ed ospitali, molto più ad esempio che in spagna
(e non parlo una parola di portoghese)
Come ti sei espresso? in Spagnolo? In Inglese? In Francese?
inglese e francese
Mai stato, purtroppo.
Moi
Una chicca per te:
https://youtu.be/rOcTynziLJc
Eh???
ma… perché???
Come perché?
In una chiesa dove, invece di canti sacri, si intona soldi di Mahmud, non è una roba che possa attrarre Moi? 😉
No, vabbè, questo mi è chiaro…
chiedevo cosa possa aver spinto il prete a organizzare una cosa del genere!!
Credo che sia una scelta del parroco, don Vitaliano Della Sala, prete famoso per le sue posizioni di contestatore di sinistra.
Ok, vabbè la sinistra, ma questa è una vera fesseria!
… Santa Accoiènza da Macerata 😉 ?!
… Molto suggestiva l’ ipotesi di Guerra di Religione “trasversale” 😉 , mi pare ventilata da Peucezio di Chiesa PostConciliare + Sunna Vs Chiesa PreConciliare + Shi’ia … ma la ritengo poco fattibile.
Ho ventilato ciò?
Non me ne ricordo… ma mi piace! 🙂
continua a chiamarla fesseria , continua a non capire
OT
Leggo:
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/02/19/il-giallo-di-quei-volantini-esselunga-finiti-al-macero/4981652/
““Ricordo che negli anni passati era lo stesso Tiziano Renzi che veniva lui personalmente con i mezzi di trasporto a prelevare i volantini in esubero. Successivamente di questa cosa si occupava Carlo Ravasio, uno della cooperativa. Questa era una cosa risaputa, nota a molte persone che come me lavorano nel settore. So che Tiziano aveva approntato una sorta di deposito per i volantini da macerare a Rignano”.”
Pensa che lo sapevo anch’io, che non lavoro nel ‘settore’ 🙂
E’ proprio un villaggio, Firenze, temo…
D’altronde, è così che si fa impresa: io l’ho saputo da un concorrente di Tiziano, darwinianamente perdente perché non ha avuto la stessa idea.
Miguel sei mai stato in Portogallo?
Che ne pensi?
Per Mirkhond
“Miguel sei mai stato in Portogallo?
Che ne pensi?”
Sì, ci sono stato, paese bellissimo, Lisbona con stradine tutte in salita, la fantastica biblioteca di Evora, cibo buono.
Ma visto che sono perverso, la cosa che più mi ha colpito è la lingua:
1) nessuno capisce una parola di spagnolo, sei costretto a parlare in inglese
2) io non capisco una parola di portoghese portoghese
3) se sento un brasiliano parlare, capisco benissimo
Sono i 3 punti che stupiscono tutti i miei amici che sono stati in Portogallo…
io adoro il portoghese portoghese (delle canzoni portoghesi, non brasiliane) ma è effettivamente ha una pronuncia osticissima!!
La mia amica spagnola dice di non capirci un’acca, e secondo sua madre andalusa il portoghese suona come il francese..
Mio padre trovava il suono del portoghese molto simile a quello del genovese.
Entrambe sono infatti lingue aspre.
Leggevo su wikipedia che alcune delle popolazioni iberiche preromane della Lusitania (regione corrispondente in parte all’attuale Portogallo), come i Turduli e i Conii, potrebbero avere una lontana parentela coi Liguri preromani, con una qualche sovrapposizione di elementi celtici.
Ma ovviamente si tratta solo di ipotesi.
Anche da queste parti, fin da quando ero piccolo, si diceva che il portoghese suonava come il genovese, o viceversa.
Qualche assonanza in effetti c’è, e la tesi della parentela di Liguri e Lusitani è affascinante.
“La mia amica spagnola dice di non capirci un’acca”
Forse per un Gallego è più facile, visto che la sua lingua nel Medioevo era praticamente la stessa parlata in Portogallo.
Il Portoghese e il Brasiliano sono mutualmente comprensibili o sono molto diversi tra loro?
E’ vero che i Portoghesi sono molto più tranquilli rispetto agli Spagnoli?
Il mio amico brasiliano (il cui portoghese capisco semi-bene) dice che con un po’ di fatica capisce i portoghesi, ma ci deve fare l’orecchio, mentre loro lo capiscono bene.
Se ricordo bene le sue osservazioni.
Credo che mi abbia anche parlato di come sono visti i brasiliani lì, o viceversa, ma ho dimenticato.
@Miguel e tutti
allora, concordo nell’essenziale
1.il portoghese di Portogallo PARLATO è qualcosa di tremendo…con uno, nei villaggi, nel 1990 non ci ho capito una parola 😀
del portoghese (parlato) del Brasile non ho esperienza diretta (cioè non sono mai stato purtroppo nella Terra da Santa Cruz ove nel 1500 arrivò Cabral) ma da qualche brasiliano(a che ho sentito, mi pare più semplice e meno ostico
il portoghese di Brasile scritto ha piccole differenze ortografiche da quello di Portogallo, nulla di che, anzi ora comanda lui 😀 cioè mentre nell’anglofonia, comanda Oxford (ancora) e pure gli americani si sottomettono volentieri, il Brasile talora è riuscito a imporre le sue convenzioni ortografiche in Lusitania !
2.non c’è paragone fra portoghese (che mangia le parole) e lo spagnolo, bello, pieno, nitido, con un accento veneto 😀 il castigliano di Castiglia è poesia ! bello da sentire
3.il portoghese scritto però è spagnolo con alcune differenze facilmente comprensibili..il passaggio da castigliano a portoghese (scritto) segue regole facili da imparare !
il portoghese scritto lo capisco senza problemi, trovo poca differenza dal castigliano scritto, e vi dirò..in certi casi meglio il portoghese !
castiglianizzare un testo portoghese mi viene naturale
molto peggio, nello scritto, è il catalano
i testi in catalano mi fanno venir mal di testa 😀
magari il catalano parlato è meglio..non saprei, a Barcellona ove manco dai primi ’90 in quei giorni parlavano tutti spagnolo (né era ignoto l’italiano)
Come hai trovato in genere i Portoghesi che hai conosciuto?
Più tranquilli e meno esagitati degli Spagnoli?
più calmi
Un po’ come i gaglieghi.
Di cui si dice che se li incontri per le scale, non ti fanno capire se stanno salendo o scendendo.
Però, anche se non te lo fanno capire, secondo me non apprezzano che tu li chiami col nome che usano per loro i castigliani 😀
In genere dico o “gaglieghi” o “galiziani”.
Ma parlando in castigliano dico “gallegos”, che è l’unico modo giusto di dirlo in castigliano, perché “galego” è gagliego per l’appunto.
Sarebbe come se parlando in italiano chiamassi i francesi “français”.
Pensa che a Madrid e dintorni ci sono i cartelli “A Coruña”, anziché “La Coruña”. Sono cose che ti fanno rimpangere la politica linguistica di Franco (peraltro gagliego anche lui), pur così rovinosa, perché fanno capire come sia facile il trapasso dalla tutela del pluralismo linguistico all’idiozia.
Comunque ti dirò che di quello che apprezzano o meno i galiziani francamente me ne fotto.
Sono simpatiche persone, ma non parlo secondo come vogliono loro.
Quel che mi chiedo è perché chiamarli in castigliano e non in italiano…
Un po’ come se parlando degli inglesi li chiamassi, boh, Engländer!
Franchisti, bah 🙂
Secondo me parole tipo “programme”, presto o tardi, spariranno anche dalla UE 😉
come sapete, dopo lo sbornia di autonomismo succeduta alla morte del Generalissimo (20/11/1975) e non ancora del tutto finita, chiunque voleva farsi una lingua..in quei giorni la Spagna sembrava finita né il pericolo è del tutto passato
asturiano
leonese
aragonese
financo un tentativo di creare l’andaluso !
e il canario !
(poi mirandese, ma è più in Portogallo..affine al leonese)
gli unici a riuscire sonos tati
basco (non IE)
catalano
e forse galiziano
dico forse..perché in Galizia il galizianismo è pompatissimo dai poteri locali ma non so fin dove ciò rispecchi l’atteggiamento dei gallegos;
in altre parole, che i galiziani non parlino castigliano era ben noto anche a Franco, galiziano lui stesso !
ma OGNI galiziano era bilingue in castigliano
e ogni galiziano ai sentiva spagnolo e cordialmente disprezzava i portoghesi, pur consimili linguisticamente
è cambiato ? non sarei così sicuro
la Spagna invece, come idea, appare morta in certi ambienti catalani e in alcuni ambienti baschi..ma non in Navarra dove ci sono bascofoni fedeli alla Spagna..e forse qualcuno anche nel Paese Basco, le 3 province, ma temo abbia paura di palesarsi
sino a metà Ottocento era comunissimo il caso di un basco monolingue in basco fedelissimo alla Spagna al punto che ti avrebbe mollato all’istante una sberla se ne avesi messo in dubbio l’ispanicità !
ogni basco un po’ più colto, o solamente più viaggiatore, sapeva alla perfezione il castigliano
e non c’era contraddizione fra una piccola patria basca di cui si era orgogliosi sino al campanilismo e una grande patria spagnola di cui si era fieri..all’interno dell’οἰκουμένη cattolica di cui si era figli devoti
Non a caso la Navarra e il Paese Basco in generale sono stati tra i serbatoi umani da cui il Carlismo ottocentesco attinse i suoi seguaci più fedeli.
Don Carlos di Borbone (1788-1855), già durante la prima guerra carlista del 1833-1840, indossò il basco rosso come copricapo, che divenne parte della divisa dei carlisti.
Habsb,
io ho conosciuto dei galiziani molto nazionalisti linguisticamente, ma non saprei dire se siano minoranza.
Certo è che là la lingua locale è molto associata ai contadini, ai burini e in quanto tale più screditata che non in Catalogna o nel Paese Basco.
Miguel
“3) se sento un brasiliano parlare, capisco benissimo”
mi ricordo le prime interviste di Necco al magico Careca (straordinario attaccante del napoli della seconda metà degli anni 80, NdR), in cui parlava solo brasiliano e si capiva veramente ogni parola.
in portogallo invece non capivo nulla, ho fatto anche la prova con un mio amico che mi ha letto un testo. scritto capivo ogni singola parola, parlato il vuoto siderale
“la Francia del Sud, invece, mi pare equiparata all’Italia del Sud e non in positivo”
Potresti approfondire l’argomento?
Marsiglia è come Napoli …
certo, è un volgare pregiudizio tipo “i russi bevono come pazzi” ma direi che è in vigore
Pino sei mai stato in Portogallo?
ma come mai ti interessa tanto il portogallo?
Mai anche se adoro la lingua; volevo andarci un paio d’anni fa poi non riuscii per motivi famigliari
Ho visto le foto di alcuni suoi paesaggi e ho letto che la vita è meno cara che in Italia.
Inoltre un amico che c’è stato in viaggio di nozze mi ha detto che la gente è molto tranquilla.
Roberto
Sei stato a Bordeaux? In Guascogna e nel Paese Basco?
bordeaux -> no
guascogna -> solo nell’ariège (ma solo per passeggiare in montagna, non ho visto nemmeno un paesino)
paese basco -> si ma avevo 9 anni e non mi ricordo nulla
OT
Uno dei miei autori preferiti è l’anonimo titolista del sito meteo.it
Oggi ad esempio scrive:
“Meteo: RABBIOSO urlo di un INVERNO ferito. Imminente FREDDO RUSSO in Italia, ecco QUANDO e DOVE colpirà”
Notate la moderazione: non “gelo polare”, ma “freddo russo”.
Poi l’attenzione nel bilanciare questa moderazione con le LETTERE MAIUSCOLE.
😀 😀
un conoscente russo, a proposito di titoli, si diceva stupito dell’abbondare del termine “paura” (spesso urlato: PAURA) nei titoli italiani.
Interessante, anche se lui era (caso strano per un russo) leggermente stronzo.
In Portogallo lo Spagnolo lo capiscono benissimo … ma fingono di non capirlo, perché è al limite dell’ affronto usarlo con loro.
Sì, il “Brasiliano” ha una pronuncia molto più scandita e vocalizzata … però soprattutto la lingua parlata risente lessicalmente dei termini Angolani e innmisura minore Mozambicani.
Sei stato in Portogallo?
Sì … l’ idioma l’ ho teorizzato come “Terrunciello di Abatantuono applicato al Castigliano” !
AHAHAHAH, è vero!
Hai visto “Il barbiere di Rio”?
Zio belo!
Sì, l’ho visto … pochi anni prima di andare in Portogallo, ove mi è stato illuminante ! 😉
Con l’ accento Brasiliano, abbiamo da sempre più dimestichezza : probabilmente attraverso i Calciatori (il Portogallo calcisticamente è emerso da relativamente poco !) intervistati e le canzoni e la musica (il Brasile anche in questo è da sempre più popolare, trasmettendo un’ allegria “alla Napoli” …mentre il Portogallo trasmette una tristezza da entroterra della Sardegna 😉 … )…
Mah, io preferisco la tranquilla “tristezza” da entroterra della Sardegna, piuttosto che l’esagerata esuberanza dei Brasiliani. 😉
Però i culi delle brasiliane hanno un’esuberanza apprezzabile 😀
Sono donne bellissime, ma troppo troie per i miei gusti. 😉
Mica sempre.
La brasiliana che conosco meglio, la moglie di un mio amico (nettamente più giovane di lui, che è attempato) è persona di una fedeltà assoluta.
Non è detto che certi tratti di esuberanza diffusa e un modo di vivere il sesso con maggiore naturalezza debbano necessariamente corrispondere a eccessi di promiscuità (anche se questo in molti casi accadrà pure) o a infedeltà.
Premesso che la presunta gran differenza fra l’ Inglese Britannico e quello Americano è un’ ossessione che qualunque insegnante d’Italia da scuola dell’ obbligo “inculca” molto di più di qualunque glottologo anglofono … l’ Inglese Britannico ha l’ inevitabile antipatia del “fatto a scuola” 😉 !
OMDAM
Perché a scuola si fa quello sbagliato 😉
mi sa che l’inglese britannico pulluli di bellissimi accenti working class, difficilissimi per un italiano ma fighi!
“bellissimi accenti working class”
consiglio due film da vedere in lingua originale
billy elliot e angel’s part
(lingua originale con sottotitoli, sennò è incomprensibile)
in billy elliot c’è una scena bellissima verso la fine, dove si sente in maniera chiarissima il contrasto fra l’inglese che parlano alla scuola di danza e quello del padre di billy, minatore
Sì, anch’io trovo simpaticissima questa differenza diastratica così forte e questa eterogeneità interna dell’inglese britannico.
Ed è di grande interesse sociolinguistico.
Ma, al di là di questo e degli scherzi, direi che se proprio l’inglese si deve insegnare a scuola (che è ovviamente una fesseria, perché è il modo più sicuro per non impararlo: non ho mai sentito di nessuno che sappia l’inglese perché l’ha imparato a scuola), meglio fare riferimento allo standard americano, che è l’inglese internazionale usato da tutti, tranne qualche insegnante italiano rincoglionito.
” proprio l’inglese si deve insegnare a scuola (che è ovviamente una fesseria, perché è il modo più sicuro per non impararlo: non ho mai sentito di nessuno che sappia l’inglese perché l’ha imparato a scuola”
Verissimo…
mentre so di molti che parlano inglese tranquillamente avendolo imparato diversamente (con l’uso, di solito).
E non è neanche colpa degli insegnanti. quelli che conosco sono tipicamente bravissimi (parlo di inglese) e lo parlano assai bene;
deve essere proprio il metodo che funziona poco (nei linguistici lo imparano, ma grazie, fanno un sacco di ore di ascolto e comprensione, e soprattutto viaggi, scambi ecc.)
Che poi è la stessa storia che c’è dietro al “metodo natura” o “latino vivo” per le lingue classiche…
Un’insegnante d’Inglese che anni fa andò a Boston, disse di non aver capito una parola di quello che dicevano.
E insegnava inglese…
Io a Boston sono stato, sono stato capito, e ho capito abbastanza…
trovo l’accento di Boston non facilissimo al primo colpo, come in realtà tutti gli accenti inglesi! devi farci un po’ l’orecchio prima di capire, ma non è drammatico come altri (scozia o irlanda per esempio, o per rimanere negli USA texas, ed in generale gli accenti del sud), e dire “non capire una parola” mi pare veramente un’esagrazione
L’accento scozzese è difficile??
Ma non hanno la ‘r’ praticamente italiana?
prova a sentire la discussione seduti sul prato intorno al minuto 3.10
capisco fok = fuck (ma anche in irlanda lo pronunciano così) e bollocks (testicoli sive sciocchezuole) e quasi nient’altro (la ragazza poi è un marziano)
https://www.youtube.com/watch?v=bK9VUoX5htk
sembra quasi una lingua nordica, tipo il norvegese o l’islandese
leggo che questo è l’accento tipico di glasgow, ma alle mie orecchie ineducate tutti gli scozzesi sembrano ugualmente incomprensibili
Ma questo non sembra neanche inglese!
Sicuro che non sia lingua scozzese (quella anglosassone intendo, non il gaelico)?
E’ vero che sembra nordico!
l’amico che mi ha fatto conoscere il film (che è proprio di glasgow) mi aveva detto che i protagonisti parlano inglese con un “thick accent” di glasgow. però è vero che con la ragazza e con quello che si toglie i calzini non capisco una parola, e anch’io ho pensato che fosse un misto di scots e inglese
sennò prova a sentire questa intervista al protagonista, qui è sicuramente inglese (per me incomprensibile, altro che boston!)
https://www.youtube.com/watch?v=s5Dt1LdI8P0
Non li chiamano “glaswegians” infatti?
“glaswegian” non è semplicemente l’aggettivo di glasgow?
Come parlano brutto!
Ma chisse so pròbbie ggiargianìse!
“so ppròbbie”.
Omesso il RFS dopo “so”.
“ggiargianìse”
immagino che non sia la traduzione di “scots” in pugliese
🙂
E’ sinonimo di lingua incomprensibile. 🙂
Esatto.
Con una sfumatura di barbarie ed esoticità connotata in senso negativo.
Ma se si dice: “cudde parle ggiargianèse”, non c’è nulla di connotativo: si vuole solo dire che parla una lingua straniera (lingua che colui che usa questa definizione di massima non intende).
lingua incomprensibile con una sfumatura di barbarie ed esoticità connotata in senso negativo = scot
ci avevo preso in pieno
😉
Comunque la storia dell’inesgnante a Boston non mi stupisce affatto.
Un americano della Florida (tra l’altro cattolico tradizionalista) che ho conosciuto a Milano e che si difende poco e male con l’italiano, mi raccontava che questo gli crea non pochi problemi in un corso universitario di medicina che sta facendo: prende voti bassi perché si esprime ancora con molta difficoltà.
Gli ho chiesto: “ma non ti consentono di darli in inglese?”. Dice: “sì, ci abbiamo provato, ma quando parlo non capiscono niente”. Il bello è che si tratta di professori che sanno bene l’inglese (in teoria), al punto che scrivono articoli in perfetto inglese.
Questo dimostra che l’inglese “internazionale” di questi accademici italiani che in certi casi non sono più nemmeno capaci di scrivere in italiano NON è inglese: è una koiné scientifica semplificata, ma questi coglioni NON capiscono i madrelingua inglese: capiscono al massimo l'”inglese” di Alberto Sordi.
Scusate, “di darli” riferito agli esami ovviamente.
Un’ altra sindrome da “fatto a scuola” , grottesca come poco altro, è quella gente che parla e ancor di più scrive in maniera sgrammaticata e asintattica … ma con il sacro terrore della “ripetizione” lessicale !
@ PEUCEZIO
No, laregola che dico io è il “Dizionese / Doppiaggese” … un Italiano senza “inflessioni” NON esiste, neppure da parte dei Professoroni in conferenze; al massimo quelli stanno attenti a coppie minime tipo “la légge” e “lègge” come voce verbale . Al massimo,ripeto.
Mi pare tuttavia che purtroppo (!) siano in aumento un po’ in tutta Italia fra i più giovani le voci “gnappe” 😉 e le sibilanti “blese”, a prescindere che sian sorde o sonore !
Che sono le voci gnappe?
non so come dirlo senza questo regionalismo … sono le voci un po’ starnazzanti/nasalizzate/acuite/lagnose .
Sì, credo di capire.
Invece, ragazzi parliamo un po’ della voce laringalizzata delle ragazze americane, almeno quando scendono di tono, alla fine della frase, nelle parti prosodicamente meno enfatizzate.
Io la trovo erotica 🙂 ma a molti non piace.
Credo che sia indipendente dalle sottoaree, ma non so se abbia una qualche caratterizzazione cetuale (sicuramente la usano le universitarie, ma, immagino, anche le cozzale).
Non ho idea se lo facciano anche le britanniche.
Magari il nostro anglofono americano nativo Miguel ci può dare maggiori lumi su questo fenomeno, che non saprei neanche collocare diacronicamente, ma immagino sia piuttosto recente.
Ah, credo di aver capito 😉 …
… in effetti ! 😉
Tipica anche di quando sono interdette e fanno l’iconico : “Woh ! Woh ! Woh ! Woh ! Woah !” , che laringalizzano molto più dei maschi !
https://www.youtube.com/watch?v=Ff1JByylQU0
“Woh ! Woh ! Woh ! Woh ! Woah ! Yeah : you got it, buddy !”
😉 😀
Il “Woh ! Woh ! Woh ! Woh ! Woah !” , inoltre, può essere potenziato gestualmente con una o entrambe le mani che mimano una specie di “palleggio” contro un muro ! 😉
E purtroppo, è usato nche dai Nerd/Fissatoni/Smanettoni/Youtuberoni 🙂 Italici che emulano la Madre Patria Culturale d’ OltreOceano ! 🙂
Io lo trovo insopportabile!
spero che quest’abitudine non sia arrivata anche nel Regno Unito, ma non ci giurerei.
L’inglese americano mi sembra piuttosto regredito: usa delle frasi standard preconfezionate, e ora addirittura (Peucezio saprà usare una terminologia migliore) delle strategie fonosimboliche.
In questo caso, la voce da friggitrice guasta vuol significare “ebbene sì, sono una stronzetta arrampicatrice sociale che giudica dalle apparenze e incline all’uso improprio daa bocca (cit.)”
c’è anche la vociona da “grezzo” dei neri palestrati
(che chissà perché a me suonano pochissimo “da nero”)
e il tipico modo di cantare “lingua in bocca” inaugurata da britney spears
e portato agli eccessi da Rihanna
(che, anche a causa del dialetto barbadiano o giamaicano che a volte sfoggia, risulta inintelleggibile).
Pino,
“sono una stronzetta arrampicatrice sociale che giudica dalle apparenze e incline all’uso improprio daa bocca (cit.)””
Sì, in effetti mi rendo conto che un certo modo di parlare evoca in sé un atteggiamento, indipendentemente dalla persona che lo adotta.
Però devo dire che le ragazze americane che ho conosciuto che lo fanno (cioè tutte, che non sono un gran campione, ma mi fanno pensare che sia una cosa ormai generalizzata, perché lo ritrovo anche nei film, serie, ecc.) sono tipe tranquillissime, che non se la tirano per niente, semplici, per nulla atteggiate, anzi, una è anche molto intelligente e in gamba.
“Invece, ragazzi parliamo un po’ della voce laringalizzata delle ragazze americane, almeno quando scendono di tono”
quelle del filmato che metti dopo?
per me è semplicemente insopportabile, mi fa sanguinare le orecchie!
oddio quante volte mi è capitato di essere in un ristorante/bar, vedere una cameriera strafiga che si avvicina, e al primo “hey guys” gracchiato con quella voce stridula, acuta e al tempo stesso gutturale aver voglia di alzarmi e andarmene
“aver voglia di alzarmi e andarmene”
coas che ovviamente non posso fare, perché sarebbe complicato da spiegare a mia moglie tutto quello che passa nel mio cervello nei due secondi fra il momento in cui vedo la strafiga e il momento in cui la sento….
L’Inglese d’Inghilterra e Inglese degli USA, si capiscono reciprocamente o hanno delle difficoltà?
Credo dipenda molto dal ceto e dal registro.
In generale si capiscono senza problemi (non dimenticare che in Inghilterra sono abituati da decenni a vedere film e serie americane e, in misura molto minore, viceversa) e fra le persone istruite il problema credo non si ponga proprio.
Ma se un inglese va in certi quartieri popolari di New York e sente parlare il gergo locale, gli sfugge moltissimo. Ma questo credo accada anche a un americanodi altre zone.
Diciamo che la deviazione dallo standard, con quello che comporta in termini di intellegibilità, è inversamente proporizionale al ceto.
Un po’ come accade anche in America latina con lo spagnolo (lì ne ho contezza diretta, sia pure a distanza, mentre nel caso dell’inglese mi baso su quello che mi dicono).
Ma sarebbe interessante sentire Miguel, che ne sa molto più di me in proposito.
“Credo dipenda molto dal ceto e dal registro.”
sono d’accordo.
la regina d’inghilterra e barack obama non avrebbero la minima difficoltà a capirsi.
mi sa invece che un cow boy texano, un ragazzo di un ghetto di chicago, un minatore gallese o un pastore irlandese sarebbero in grave imbarazzo se si trovassero a chiacchierare
A dirla tutta, mi è personalmente sempre venuto spontaneo “splittare” 😉 [come dicono i Millennials e i Gggiovani 😉 ] nella pronuncia i prefissi di derivazione Greca (tipo”a-simmetrico” ) , mentre quelli di derivazione Latina (tipo “pre-sidente”) molto meno, forse perché son molto più usati comunemente con effetti molto meno “marcati” linguisticamente.
… “splittare” in senso di “assordare” fonematicamente le sibilanti “sonore” !
Aaaah, ecco! Mica avevo capito che volevi dire!
Ma quelle sono già sibilanti sorde.
A Milano hanno il mal vezzo di dire [ˈprezide], con la ‘e’ medioalta oltretutto (cioè chiusa; vabbè, in sillaba aperta è normale a Milano), che è una ferita nell’orecchio.
Secondo loro non [preˈsjɛde] ma [preˈzjede], come dire che io mi [ˈzɛɡɡo] sulla sedia. Anzi, sulla [ˈzɛdja].
… un’emulazione dello stile canoro pop “sensuale” ?!
https://www.youtube.com/watch?v=bKrnahlf3kQ
1 Minute of Kim Kardashian Vocal Fry – Whang!
https://www.youtube.com/watch?v=R8mcBdBL-t0
Grande Peucezio: è un fenomeno vocale femminile che odo da anni, ma non sapevo che fosse (già) stato teorizzato prosodicamente ! 😉
https://www.youtube.com/watch?v=s_LmC-ynqGM
Interessante, ma secondo me la spiegazione più convincente l’ha data Moi qua sopra:
emulazione dello stile canoro “sensuale” di certe cantanti.
La teoria dell’emulazione del tono maschile non mi convince affatto: prima di tutto, le donne che imitano tipicamente fanno “la vociona” facendo risuonare la cavità orale (non so se mi spiego correttamente);
e poi il “vocal fry” fa pensare praticamente a tutti a qualcos’altro, qualcosa che, piaccia o non piaccia, è percepito come “femminile” e “sensuale”; un po’ una “voce da letto” o rantolo intimo.
Tipicamente poi le ragazze da “vocal fry” sono tutt’altro che mascoline.
No, no, credo proprio che i principali colpevoli siano i “vocal coach” delle cantanti pop, gli stessi autori del terribile canto a “lingua ingombrante” di una marea di post-Britney Spears.
Dev’essere andata così, più o meno :
I
Le Cantanti Pop hanno successo con il Vocal Fry, iniziano a metterlo anche come fan servicenel parlato delle interviste.
II
Le Attrici di Hollywood non possono certo “essere da meno” 😉 e aggiungono il Vocal Fry alla propria recitazione. Anch’esse iniziano a metterlo anche come fan servicenel parlato delle interviste.
III
Le Giornaliste / Presentatrici del Main Stream reagiscono in maniera molto semplice : “Perché le Cantanti e le Attrici sì e noi no ?!”
IV
Le ragazze “normali” (tutt’al più “followate” quando blaterano sui “Socials” e/o Youtube …) reagiscono in maniera molto semplice : “Perché le Celebrities sì e noi no ?!”
————————-
But why is vocal fry emerging now? Some people think it’s employed by women to sound younger, sexier and even more authoritative. But the fact that numerous female celebrities have adopted vocal fry in their normal speech patterns has probably contributed to its fast growth
https://www.therichest.com/expensive-lifestyle/entertainment/10-most-irritating-celebrity-vocal-fry-offenders/
Secondo me non c’entra né l’imitazione delle cantanti (è un tipo di espressività del parlato; non credo ci siano forme di osmosi espressiva fra il parlato e il cantato), né tantomeno quella degli uomini.
Mi sembra semmai un modo di parlare in qualche modo trascurato, affettatamente negligé (ma è solo una delle possibili interpretazioni).
La cosa interessante è come non caratterizzi nessun sotto gruppo: dal piccolo campione che ho osservato finora credo non esista ragazza statunitense che non ce l’abbia.
Ho presente a Milano, curiosamente, una tipologia di maschi che parla così, ma non solo nelle parti meno enfatiche della frase, ma per tutto il tempo! E’ gente in genere poco più grande di me, quindi nata negli anni ’60: non è molto comune, ma ho presente almeno due persone che parlano così. In questi invece lo spirito mi sembra l’opposto: quasi un parlare volutamente sotto tono, per dare un senso di pacatezza, anche se anche lì c’è un po’ di affettazione. Si tratta comunque di una modalità borghese, da milanese istruito un po’ sfigato: entrambi i tipi sono gente laureata e decisamente competente: i tipici milanesi “seri” anni ’80.
Secondo me c’è proprio una sopravvalutazione del potere d’influenza delle persone famose (oddio, poi in America so’ capaci di tutto, ma, insomma, io non ci credo…).
Le persone famose sono come le altre: parlano esattamente come tutti i coetanei/e della propria generazione.
Secondo me sono fenomeno spontanei. Capirne la radice psico- o sociolinguistica sarebbe interessantissimo.
Peccato che la linguistica contemporanea, con tutte le sue attenzioni alla variazione, agli aspetti sociali, i suoi ancoramenti a dati sperimentali, statistici, misurabili, ecc., si fa tante seghe mentali con i suoi modelli teorici del cavolo, ma ha strumenti veramente minimi se non inesistenti per dare davvero interpretazioni persuasive e fondate dei fenomeni.
Non sottovaluterei l’influenza dei mezzi di comunicazione nella formazione del linguaggio negli USA, compresa la pronuncia…
(Cercati il filmatino sulla scomparsa dell’accento “transatlantico”)
Però forse è vero che la musica c’entra fino a un certo punto. Stamattina per radio passava Katie Perry per esempio, e notavo una pronuncia limpidissima come articolazione, e molto chiara da comprendere.
Katy Perry non frigge! ha studiato canto, e prima di diventare famosa cantava musica religiosa col proprio nome…
Ma non frigge neppure Lady Gaga, non frigge Nicki Minaj,
Ariana Grande frigge un pochino ma è dolcissima!
🙂
Z che passa da burzum a Ariana Grande è l’ultima cosa che mi aspettavo!
🙂
😀
Sono immenso,
contengo moltitudini.
🙂
Scusate, ma il “friggere” è proprio una cosa legata al parlato.
Ammesso pure che qualcuno “frigga” quando canta, è una cosa completamente diversa, che non può passare al parlato, ma può essere imitata nel canto.
Ariana Grande e’ proprio brava a cantare e ha un bellissima voce
https://www.youtube.com/watch?v=i52Sv2f-wm8
Per restare su due cantanti che andavano per la maggiore esattamente un annetto fa, non friggono neppure Camilla Cabello
https://www.youtube.com/watch?v=HCjNJDNzw8Y
né Alice Merton
https://www.youtube.com/watch?v=PUdyuKaGQd4
Insomma, ottimismo: c’è vita oltre alla frittura!
Camilla Cabello e Ariana Grande le trovo carinissime esteticamente…
decisamente amo il tipo mediterraneo.
Ma, ehm, non divaghiamo!
Aridaje…
ve lo dico da linguista. Non ci può essere nessun trapasso fra modalità vocali canore e del parlato. Non sono realtà osmotiche. Ancora ancora possono trasferirsi elementi del parlato in un caontato fatto di parti parlate o quasi parlate, in qualche modo recitate, ma il cantato non può influenzare il parlato sul piano del tipo di emissione vocale.
Può farlo sul piano sintattico, lessicale, insomma, su altri ambiti. Ma credo accada di rado.
“Non ci può essere nessun trapasso fra modalità vocali canore e del parlato. Non sono realtà osmotiche. ”
non credo di essere perfettamente d’accordo.
D’accordo che il cantato può essere diverso dal parlato, ma non è detto che lo sia, e moltissime persone in effetti cantano così, esattamente come parlano…
a dire il vero, a meno di un canto che necessiti di tecniche particolari (come quello lirico), direi che la regola è anzi quella di cantare esattamente come si parla.
diverso il caso degli attori teatrali…. o di certi preti, per esempio.
O di chi studia canto, come fa notare Z.
(non è affatto detto che tutte le cantanti pop lo abbiano fatto..)
Da dove l’hanno preso, il “fritto”?
mah, direi dal linguaggio dei fighetti.
Beh, ci sono cantanti che friggono e altre no!
Ma friggono cantando o parlando?
Anche cantando. Tipo Britney 🙂
Pino,
tutto è possibile, soprattutto in America.
Ma allora però bisognerebbe capire codeste star da dove hanno preso quel modo di parlare. Per questo io trovo molto più plausibile il contrario.
I trapper italiani parlano esattamente come tutti i ragazzini delle periferie delle città del nord-ovest.
Circa la scomparsa dell’accento transatlantico, non ho presente il filmatino, ma quello era un accento artificiale dei film, che tale è nato, tale è rimasto, poi è scomparso senza lasciare traccia nella lingua parlata. Quelli erano tempi in cui gli attori studiavano e applicavano una dizione del tutto scolastica e finta. Come i doppiatori italiani: mica nessuno parla così normalmente.
Ma se intervisti un doppiatore, mica ti parla così.
Peucezio capisci il Gallego? E il Portoghese?
Se un gallego e un portoghese di oggi si parlano nei rispettivi linguaggi, riescono a comprendersi?
Certo che si capiscono. Ma vale anche per un castigliano e un italiano, un italiano e un galiziano, un portoghese e un castigliano…
Conoscevo un professore che parlava un misto interlingua di italiano, portoghese e spagnolo. Gli italiani pensavano parlasse spagnolo, gli spagnoli portoghese, i portoghesi italiano, ma tutti lo capivano 🙂
Mirkhond,
allora, il gagliego televisivo o radiofonico o comunque colto e formale lo capisco come fosse castigliano, né più né meno.
Quello vero, dei contadini faccio più fatica, delle cose mi sfuggono.
Se sento parlare in portoghese, soprattutto del Portogallo, non capisco un’acca. Va da sé che lo stesso testo, letto, lo capisco per un buon 70-80%. Il problema è la loro pronuncia.
In rete, su youtube, trovi interessanti documenti anche in leonese/asturiano e aragonese.
Lì capisco la maggior parte: sono molto affini al castigliano (d’altronde sono considerati suoi dialetti).
L’aragonese poi è molto interessante, perché in certe aree conserva le occlusive sorde intervocaliche, quasi non fosse una lingua romanza occidentale, ma orientale.
Comunque alla fine nun ce sta n cazzo da fà.
Sono 10 anni che qua sopra se parla di varie cose ma sempre e dovunque si troveranno ritorni o riproposizioni di temi etnolinguistici, religiosi e storico-geografici.
Nun ce se può sbajjà
Perché sono argomenti che ci appassionano.
Apprendo che la madre di un ragazzino nero, di cui alcuni non-fascisti (il vero fascista, insegna Miguel, è Fassino) auspicano la morte in quanto nero, dovrebbe tacere e rispettare il desiderio di sicurezza degli italiani.
“Ammazza il negro”, corredato da svastica, è forma di manifestazione di rispettabile desiderio di sicurezza.
Niente da temere. Dev’essere per questo che i Difensori Della Democrazia, in servizio effettivo 24/7 fino al giugno scorso, hanno deciso di mettersi zitti e buoni.
Nel frattempo, si segnalano esperimenti sociali nel rispetto del desiderio di sicurezza:
https://www.repubblica.it/cronaca/2019/02/21/news/foligno_suplente_manda_all_angolo_un_bimbo_di_colore-219704289/
Mmm nel caso di cui parla al link di Repubblica mi sembra che sia probabilissima la versione del maestro, cioè il tentativo maldestro di rifare uno di quegli esperimenti antirazzisti che vanno di moda in rete, e che Moi ha postato anche qua
(segnalandoci anche che alcuni di questi sembrano un po’ troppo “pettinati” per essere veri al cento per cento).
Invece non ho presente il primo caso di cui parli.
anche io ho pensato la stessa cosa di pino.
la versione del maestro mi sembra più che plausibile, il che non diminuisce l’idiozia del tipo….
Ma infatti l’abbiamo chiamato “esperimento sociale”, come ha fatto il buon maestro. Cui non desideriamo augurare la miseria, bensì proficui colloqui con un abile navighétor e la percezione di un dignitoso reddito di cittadinanza.
Sul primo caso:
https://milano.repubblica.it/cronaca/2019/02/21/news/melegnano_sabato_la_fiaccolata_antirazzista_per_bakary-219707610/
E a Bologna, oggi c’è razzismo verso i neri?
Credo che sia allineata alla media nazionale… e non vedo perché non dovrebbe.
Ma perché ce l’hai con Bologna??
C’è stato un episodio da parte di un conducente di autobus – ora credo ex conducente di autobus – nei confronti di una ragazza del Maghreb, qualche anno fa.
https://www.google.com/amp/s/www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/ragazza-picchiata-autista-bus-1.1305013/amp
Per completezza va osservato che, cpome quasi sempre accade, questo soggetto è bolognese quanto io sono reggiano.
E com’è andata a finire?
Non ho trovato aggiornamenti successivi al 2015.
Mi auguro che il conducente dell’autobus abbia trovato un lavoro più adatto alla sua indole.
Noi a Parma abbiamo avuto il caso Bonsu, in cui alcuni vigili hanno fatto quello che hanno fatto.
Ma prima ancora, abbiamo avuto il vigile nero…
Però avete avuto anche il signor Andrea Alongi, che ha dimostrato un coraggio e una virtù civica che andrebbe premiata dal Presidente della Repubblica.
Se ne avessi la possibilità lo aiuterei a cercare un buon lavoro, lo inviterei a cena, ma prima di tutto lo abbraccerei e gli direi che lo considero un grande.
Poi penso che nel letamaio dei social videogames, di cui sono ogni giorno più orgoglioso di non fare parte, passavano il tempo a deriderlo.
Perché quando parlo di Bologna, intervieni sempre tu? 🙂
Beh, scusa, è qua vicina, ci sono stato un milione di volte per i motivi più vari, ci conosco delle persone…
La prossima volta che il Peucezio viene a trovarci aspetto anche te.
E anche Pino, che però darà il bidone 😀