La mémoire des pingouins

Anatole France, Il popolo dei pinguini, traduzione di Renato Colantuoni, Barioni, Sesto San Giovanni 1927, pagine 52-54

Il popolo pinguino godeva in piena tranquillità il frutto del suo lavoro quando, improvvisamente, una voce sinistra volò di villaggio in villaggio. Si seppe dap­pertutto, allo stesso tempo, che un drago spaventoso aveva saccheggiato due fattorie nella baia dei Tuffetti.

Qualche giorno prima, era scomparsa la vergine Rosaspera. Nessuno si era inquietato per la sua assenza, perchè più volte era stata rapita da uomini violenti e assetati d’amore. I savi non se ne meravigliavano, poi­ché quella vergine era la più bella delle pinguine; si era anzi notato che qualche volta si metteva ella stessa sul passo dei suoi rapinatori, tanto è vero che nessuno può sfuggire al proprio destino. Ma questa volta, non vedendola più ritornare, tutti temettero che il drago l’avesse divorata.

Così pure, gli abitanti della valle delle Dalles si accorsero prestissimo che questo drago non era una fola di donnicciole alla fontana; perchè una notte, nel vil­laggio d ’Anice, il mostro divorò sei galline, un mon­tone ed un orfanello, che si chiamava il piccolo Elo.

Degli animali e del fanciullo non si trovò più nulla, al mattino del giorno seguente.

Subito gli Anziani del villaggio si riunirono nella pubblica piazza e sedettero sopra il banco di pietra, per deliberare su quello che fosse urgente fare in una così terribile circostanza.

E, chiamati tutti quelli fra i Pinguini che avevano veduto il drago durante la notte, essi chiesero loro:

— Non avete osservato la sua forma ed il suo porta­mento? —

Ed ognuno rispose, alla propria volta:

— Esso ha le unghie da leone, le ali d’ aquila e la co­da da serpente.

— La sua schiena è irta di creste spinose.

— Tutto il suo corpo è ricoperto di scaglie gialla­stre.

— Il suo sguardo affascina e fulmina. Vomita fiamme.

— Appesta l ’ aria col suo respiro.

— Ha la testa di drago, gli artigli di leone e la coda di pesce. —

E una donna di Anice, che aveva reputazione di sag­gezza e di retto giudizio ed alla quale il drago aveva rubato tre galline, depose in questi termini:

— È fatto come un uomo; tanto che io ho creduto che fosse il mio uomo e gli ho detto: «vieni dunque a letto, bestione! » —

Altri dicevano:

— Ha l ’ aspetto di una nuvola.

— Rassomiglia ad una montagna. —

Una fanciulietta venne e disse:

— Io ho visto il drago che si toglieva la testa in una capanna, per dare un bacio a mia sorella Minnie. —

Gli Anziani chiesero ancora agli abitanti:

— Quanto è grande, il drago? —

Fu loro risposto:

— È grande come un bue.

— Come le grandi navi di commercio dei Bretoni.

— È della statura di un uomo.

— È più alto del fico sotto il quale siete seduti.

— È grosso come un cane. —

Interrogati finalmente sul suo colore, gli abitanti dis­sero :

— Rosso.

— Verde.

— Celeste.

— Giallo.

— Ha la testa di un bel verde; le ali sono di un vivo aranciato, sfumato in rosa, con gli orli di un bel gri­gio argenteo; il dorso e la coda sono striati di righe brune e rosse; il ventre è d’un giallo vivo, picchiettato dì nero.

— Il suo colore? Non ne ha.

— È color drago.

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7 risposte a La mémoire des pingouins

  1. Peucezio scrive:

    Sembra la storia del Sarchiapone 🙂

  2. ciopx scrive:

    Miguel ciao,

    seguo il tuo blog da tempi immemori 🙂

    Tornerai a parlare un po’ degli avvenimenti esteri?

    Un saluto,

  3. mirkhond scrive:

    “Tornerai a parlare un po’ degli avvenimenti esteri?”

    Magari!

    • Miguel Martinez scrive:

      Per ciopx e mirkhond

      ““Tornerai a parlare un po’ degli avvenimenti esteri?”

      Considerate che lavoro, tengo famiglia, ho impegni pressanti con il quartiere e spesso devo anche cucinare 🙂

      Quindi quello che scrivo è dettato, in maniera imprevedibile, da esperienze quotidiane.

  4. MOI scrive:

    Simpatico, il “Pinguino dai Capelli Spanizzi” 😉

    (sì, lo so: son penne … ma umanizziamo !)

    ————–

    Poi c’è, altro uccello marino “simpatico” 😉 , il Pulcinella di Mare (“Puffin”) che però anziché bazziacare Napul’e bazzica Reykjavík !

    http://i.imgur.com/y7QIaX0.jpg

  5. Francesco scrive:

    scusate ma io quel “è color drago” me lo porto a casa come un tesoro prezioso

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francesco

      “scusate ma io quel “è color drago” me lo porto a casa come un tesoro prezioso”

      vero!

      Ho conosciuto Anatole France (credo che per me fosse vagamente il nome di una via a Città del Messico) grazie a questa meravigliosa opera.

      Dalle traduzioni (inglesi e italiane) mi sembra molto lineare forse riuscirei persino a leggerlo in francese!

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