La parola

Per i non pochi lettori di questo blog, che apprezzano il rapporto tra luoghi e lingue.

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193 risposte a La parola

  1. izzaldin scrive:

    interessante.
    Colpisce il fatto che la cerimonia che celebra la nascita di un bambino nella cultura mapuche abbia a che fare con l’acqua…

  2. Moi scrive:

    Altra cosa che sorprende ma non troppo è che l’ idioma mi suona un po’ “da Sud Est Asiatico” … anche l’ aspetto delle signore, la ritualità, il gusto un po’ dei “ghingheri” vistosi cerimoniali è simile 😉 .

  3. Moi scrive:

    Non so: le “Costanti” in Storia, come se davvero potesse essere matematizzabile tipo la Chimica o la Fisica … mi sanno d’illusioni dai baffi a manubrio, e da queste il Marxismo _piaccia o no _ NON è affatto esente !

    • izzaldin scrive:

      ho usato la parola “costante” per indicare un tratto culturale che si ripete con “costanza” in culture così lontante e diverse.
      Condivido in pieno la tua affermazione, e non vale solo per i baffi a manubrio ma anche per molti strutturalisti e post strutturalisti dagli anni ’60 in poi.
      Io sono scarso in matematica quindi “costante” per me ha significato di “cosa che ricorre”, non so neanche bene cosa sia una costante in matematica.. o fisica? boh 🙂

  4. Moi scrive:

    @ IZZALDIN

    Certe questioni “simbolistiche” vedono contrapporsi quasi sempre, purtroppo, soltanto “UAARini Autistici” 😉 con Esprit de Géométrie ma del tutto senza Esprit de Finesse e “Fricchettoni Beccaccioni” 😉 con Esprit de Finesse ma del tutto senza Esprit de Géométrie per dirla “alla Pascal” …

  5. Moi scrive:

    Una volta (almeno una, ma magari ce ne saranno altre) Blondet aveva abbozzato l’idea dell’ Ateismo come forma di “Autismo Culturale” … purtroppo, però, come troppo spesso gli accade si era auto-sputtanato anche le parti interessanti con immancabili catasrtofismi (al limite dell’invocazione autolesionistica) e livorose invettive.

  6. Miguel Martinez scrive:

    ” l’ idioma mi suona un po’ “da Sud Est Asiatico””

    Non mi sarebbe venuto in mente… con la “r” che sembra un albanese che fa finta di parlare in inglese, le parole lunghe e sinuosamente flesse e l’assenza di toni.

  7. roberto scrive:

    se non avessi letto “mapuche”, sia come suono che come costumi avrei pensato subito agli indiani d’america (quelli dei cowboy, i sioux, gli apache)

    • Miguel Martinez scrive:

      “se non avessi letto “mapuche”, sia come suono che come costumi avrei pensato subito agli indiani d’america”

      associazione validissima, ma io avevo pensato subito al Caucaso, anche per via dei paesaggi.

  8. Grog scrive:

    Meno male che non sono dei BRUTTI NEGRACCI, d’altra parte non siamo noi razzisti sono loro che sono NEGRI.
    Grog! Grog! Grog! Grog! Grog! Grog! Grog! Grog! Grog!

  9. mirkhond scrive:

    Ricordano molto i Tibetani, per aspetto fisico e abbigliamenti.
    Anche la musica può ricordare suoni del Tibet.

    • Moi scrive:

      Detto forse poco politically correct, tutti i popoli “pastorali” _ Sardegna, Medio Oriente, Tibeth, Corea o Americhe … _ hanno canti “di gola” uditivamente simili a belati …

  10. mirkhond scrive:

    Osservando e ascoltando ciò che è postato nel video sui Mapuche, trovo ulteriori conferme delle origini asiatiche siberiane ed estremo orientale degli Amerindi…….

    • izzaldin scrive:

      credo che questo sia ormai accettato anche da archeologi e antropologi, l’uomo sembrerebbe essersi mosso dall’Asia attraverso l’Alaska per raggiungere le Americhe. Ma probabilmente Lisa Paniscus ne sa di più

  11. Moi scrive:

    Insomma: negli Amerindi c’è qualcosa (su tutti i livelli osservabili di natura e cultura !) da _passatemi il baffiamanubrismo_ Asiatici Xanthodermi che solo per soggezione nei confronti di un’ immensità geografica che occupa mezzo pianeta ci tratteniamo dal definire “macroscopico”.

    • Miguel Martinez scrive:

      “ci tratteniamo dal definire “macroscopico”.”

      Esistono sicuramente delle commonalities nel continente più velocemente colonizzato del mondo, a partire ovviamente dalle fisionomie.

      Detto questo, ripeto: i Mapuche, come lingua, visione del mondo, stile di vita, ambiente, mi ricordano soprattutto il Caucaso, molto più del Messico.

      Forse sottovaluti l’importanza del Paesaggio.

  12. Moi scrive:

    Ho provato a cercare qualche approfondimento ma mi sono “stoppato” al primo Statunitense convintissimo che “Caucasian” sia un chiaro derivato di “Asian” …

  13. Moi scrive:

    @ HABS (a proposito di Guareschi, sui Giovani dal 1966 in poi …)

    È la nuova ipocrisia: un tempo i disonesti tentavan.o disperatamente d’essere considerati onesti. Oggi gli onesti tentano disperatamente d’essere considerati disonesti.

    [cit.]

    ————–

    Mezzo secolo di KontroKulture in una riga … chi altri ? 😉

  14. Z. scrive:

    La parola è potente, ma solo se qualcuno la ascolta. E così il cosplay politico bolognese ha deciso di passare dalle parole ai fatti…

    http://bologna.repubblica.it/cronaca/2016/03/18/news/ateneo_di_bologna_ancora_tensioni_a_scienze_politiche-135757068/

    Oltretutto non hanno impedito a Panebianco di tenere lezione: hanno impedito a tutti gli studenti di entrare.

    Fare del male agli altri, facendo male a sé…

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Z

      Tutta acqua al mulino di Renzi?

      Ciao!

      Andrea Di Vita

    • izzaldin scrive:

      io sono d’accordo col contestare Panebianco, ci mancherebbe.
      Sono meno con l’accanirsi su un bersaglio specifico: l’azione ha avuto il risalto mediatico che si voleva ottenere, adesso pensino ad altri panibianchi.
      Un picchetto nel giorno di uno sciopero non mi pare tutta questa violenza eh, dico, un giorno di lezione, cose che capitano.. poi se io studente voglio entrare un modo lo si trova sempre, con le buone o con le cattive.
      Detto questo, la tua definizione di cosplayer, soprattutto a Bologna, è quanto mai azzeccatta. Molti di questi, anche se spinti da buone intenzioni, si ritrovano in un universo mentale in cui siamo in Catalogna nel 1937, proprio come un cosplayer si immagina a combattere nella Venezia del Rinascimento o che so io..

      • Miguel Martinez scrive:

        “Detto questo, la tua definizione di cosplayer, soprattutto a Bologna, è quanto mai azzeccatta.”

        Può darsi che a Bologna, città universitaria, ci sia una massa critica di giovani che permette a molti di loro di far finta di vivere in un romantico mondo tutto di giovani.

        Invece, a parte pittoreschi casi individuali, non credo che cosplayer possa definire la sinistra fiorentina.

        I ragazzi dell’occupazione nel nostro quartiere, ad esempio, hanno qualche piccola caratteristica eccentrica (tipo alcuni con il piercing o un abbigliamento poco da impiegato), ma quando ci si trova a ragionare sulle questioni concrete o a organizzarsi, non c’è alcuna differenza significativa tra loro e le normali famiglie o gli artigiani del rione. Nemmeno nel linguaggio.

        E poi quando fanno qualche attività, mettono fuori il cartello, “finisce alle 22.30 perché i vicini devono andare a dormire e noi pure!”

        • Miguel Martinez scrive:

          Può anche darsi che il numero di studenti a Bologna abbia creato nicchie di interesse economico, tipo il bar autogestito dove vanno solo studenti: cosa che produce molte cose negative, tra cui l’isolamento rispetto al proprio quartiere e alle altre generazioni assieme a una serie di interessi condivisi sottobanco con l’amministrazione, a cui non dispiacciono ghetti autoreferenziali di aspiranti micro-localari.

        • Roberto scrive:

          A Bologna alle 2230 inizierebbe il concerto di bonghi…

          • Miguel Martinez scrive:

            “A Bologna alle 2230 inizierebbe il concerto di bonghi…”

            Credo che con questo tu abbia spiegato tutta la differenza che passa tra sinistra fiorentina e sinistra bolognese, grazie!

            • Miguel Martinez scrive:

              Certo, qualcuno che alle 22.30 decide di rompere i timpani alla gente che la mattina dopo deve andare a lavorare non è moralmente diversa dai localari camorristi.

              E merita decisamente la definizione di cosplayer.

              Ma questo, più che dalla “sinistra”, dipende da una situazione sociale particolare di Bologna.

          • Z. scrive:

            Miguel,

            — Può darsi che a Bologna, città universitaria, ci sia una massa critica di giovani che permette a molti di loro di far finta di vivere in un romantico mondo tutto di giovani. —

            Credo che in questo ci sia del vero. Attorno a quel mondo orbitano poi guide spirituali tendenti alla cinquantina e asseriti intellettuali in mobilità, che devono promuovere la loro attività professionale.

            Inoltre, posso certamente dirti che una frase come la tua – “rompere i timpani alla gente che la mattina dopo deve andare a lavorare” – il cosplayer medio bolognese la definisce “fascista”.

            Detto questo, non ho mai parlato della realtà toscana, che non conosco: e anzi credo di aver detto più volte che per quel poco che la conosco mi sembra diversa dalla nostra.

            Z.

            PS: sia sempre chiaro che stiamo parlando di una minoranza di giovani. La maggioranza non si cura affatto di tutte queste contestazioni, dimostrazioni e corbellerie varie, e molti di loro costruiscono seriamente e con impegno il loro futuro.

            • Miguel Martinez scrive:

              “Credo che in questo ci sia del vero”

              Interessante.

              1) anche a Firenze ovviamente ci sono cinquantenni e anche ottantenni di sinistra, ma non ci sono effetticamente “intellettuali in mobilità” e nemmeno scrittori che soffrono le pene dell’anima nel decidere se farsi pubblicare da Berlusconi o no

              2) a Firenze, il “fascista” – nel senso della rara specie che dichiara di votare a destra – muove solo due accuse alla “sinistra” (intesa questa volta come governo pd): la prima è che danno soldi agli zingari-che-spaventano-i-turisti, la seconda e più grave è che i Vigili Sovietici multano le macchine in sosta vietata alle due di notte di fronte a qualche localino. “La sinistra bacchettona odia la notte!”, gridano gli esponenti di destra le rare volte che si svegliano dal loro torpore.

              3) sui giovani, quelli a fare cosplay è sicuramente una minoranza; ma credo che a Bologna riesca a fare massa critica, a Firenze no.

          • Roberto scrive:

            “Ma questo, più che dalla “sinistra”, dipende da una situazione sociale particolare di Bologna”

            In effetti esito a definire “sinistra” un ragazzotto che passa la serata a bere con gli amici e suonare i bonghi dicendo “cioè, ma inzomma, cioè non ziamo come quei borghesi che cioè devono andare a lavorare per cioè un padrone cioè”

          • Peucezio scrive:

            “Credo che con questo tu abbia spiegato tutta la differenza che passa tra sinistra fiorentina e sinistra bolognese, grazie!”

            Roberto, Z., Moi, voi che siete del posto, ma sono i giovani bolognesi o i giovani universitari venuti da Roma, da Pantelleria o da Trento?

          • roberto scrive:

            ho fatto mente locale su quanti bolognesi ho frequentato durante i miei studi (intendo, almeno scambiato il numero di telefono e incontrato una volta fuori dall’università) su circa un centinaio di persone che frequentavo regolarmente, e sono arrivato a 12 (escludo quelli che lavoravano già, che la notte vanno a dormire e non la passano a suonare).
            giurisprudenza 2.
            estendendo agli emiliani (pendolari da modena e provincia) aggiungiamone 2 a giurisprudenza.

            ora, non ho chiesto ad ogni suonatore di bonghi incontrato da dove veniva, ma se sono in quella proporzione (sottolineo il *se* in fin dei conti frequentavo moltissimi straniere, non sono un campione attendibile), direi che i bolognesi sono una piccola minoranza

          • Peucezio scrive:

            Allora è qui il punto: gli studenti di Bologna di cui parliamo non sono gente del posto; i ragazzi fiorentini di cui parla Miguel, o sono fiorentini o comunque, se ho ben capito, ci si sono radicati.

            • Miguel Martinez scrive:

              “Allora è qui il punto: gli studenti di Bologna di cui parliamo non sono gente del posto; i ragazzi fiorentini di cui parla Miguel, o sono fiorentini o comunque, se ho ben capito, ci si sono radicati.”

              Esatto.

              Qualche giorno fa, siamo andati io, F. e L., che vivono nella casa occupata del quartiere, a trovare il parroco e frugare tra gli stati delle anime, che risalgono al 1700 circa.

              F. è di qui, ha vari bizzarri piercing in faccia, e grazie a noi, ha scoperto di aver avuto il bisnonno detto “I’ Testa”, bastonato dai fascisti nel 1921; mentre L. viene da un paesino nel Trentino, e conosce gli stati delle anime, perché ha cercato i propri avi nella parrocchia del posto.

              Siccome attorno a dove occupano loro, hanno cacciati gli indigeni, adesso ci sono i bedandbreakfast, dove ci sono amerihani che fan casino fino a notte fonda, e i nostri antagonisti che gli urlano, zitti che vogliamo dormire.

              Stiamo parlando di ragazzi che vivono nella “illegalità” e hanno poco più di vent’anni…

              • Miguel Martinez scrive:

                E invece ecco per noi cosa vuol dire “destra”.

                http://www.gazzettadifirenze.it/il-multificio-di-palazzo-vecchio50-in-piu-in-oltrarno/

                Forza Italia inveisce perché i furbi che vogliono violare i divieti di sosta nel nostro quartiere vengono – in piccolissima percentuale – multati.

                Non c’entra l’Identità, la Religione, la Patria, nient’altro.

                Solo l’idea che Io Ho il Macchinone e Faccio Icche Voglio.

                Altro che i bonghi di Bologna (che non mi attirano, ma se esistessero, li preferirei ai Suv).

              • Miguel Martinez scrive:

                Oppure, pensiamo alla nostra amica meridionale, consulente finanziaria, figlia di un carabiniere che le ha insegnato un senso del dovere che la porta a combattere contro qualunque ingiustizia, come una falena quando vede la luce…

                E appena ha conosciuto i ragazzi dell’occupazione si è commossa e li ha adottati tutti.

          • Z. scrive:

            Credo che tu abbia descritto bene la destra italiana.

            Detto questo, siamo d’accordo che i bonghi non inquinano e non sono pericolosi come i SUV. Non lo sono neppure i locali pieni di gente che strilla, dentro e fuori, fino alle cinque del mattino.

            Eppure quando a Ravenna ha chiuso un locale del genere, pochi mesi fa, tutti i residenti del quartiere hanno festeggiato. E direi che ne avevano ben donde 🙂

      • Z. scrive:

        Izz, a me non piace la prevaricazione. Non importa da chi praticata, né in nome di quali asseriti ideali. Anche perché non stiamo parlando di sciopero ma di una messinscena.

        Tra l’altro è tutta pubblicità per Panebianco…

      • Roberto scrive:

        Io invece non sono per nulla d’accordo con questa stupida contestazione.
        Non gli piace panebianco e non vogliono ascoltarlo? Beh facciano qualcos’altro.
        È l’università cribbio! Insieme al guerrafondaio panebianco ci sono professori con ben altre idee (e se parliamo di Bologna ne conosco personalmente un bel po’ con idee diverse da quelle di panebianco). Lasciateli parlare tutti e che ognuno si faccia le sue idee!
        A me questi cosplayer che si spacciano per sinistra sembrano dei semplici fascistelli sia come metodi che come idee

      • Peucezio scrive:

        Izzaldin,
        “poi se io studente voglio entrare un modo lo si trova sempre, con le buone o con le cattive”

        E come fai? Ti devi portare le guardie del corpo armate…? Ma quanto ti costano poi?

  15. Mauricius Tarvisii scrive:

    L’altra sera c’era Bersani da Floris. Mi ha fatto molta pena sinceramente quando rivendicava il proprio passato comunista e quando si lamentava di non essere stato difeso dai vertici del partito quando i verdiniani hanno offeso questo suo passato.
    Poi è arrivato alla parte di intervista rivelatrice. Ha rimproverato a Renzi di fare il muro contro muro con i sindacati, quando in realtà i sindacati sono indispensabili per farela contrattazione articolata peggiorativa rispetto ai contratti collettivi nazionali.
    Insomma, la destra PD vede nel sindacato un nemico contro la deregolamentazione del mercato del lavoro, mentre la sinistra PD vede nel sindacato il grimaldello attraverso il quale giungere alla deregolamentazione del mercato del lavoro. Un unico obiettivo, ma due strategie opposte.
    E il bello è che prima di dire queste cose rivendicava il passato comunista e chiamava a raccolta le persone di sinistra per salvare l’anima di sinistra del partito 😀

    • habsburgicus scrive:

      chiamava a raccolta le persone di sinistra

      ed era sincero 😀 (meno male—una tantum)
      quando lo capirete che “la sinistra fa sempre l’interesse del grande capitale, talvolta addirittura senza saperlo” [cit] ?
      l’eccezione sono quei 2-3-4-5 comunisti del popolo di cui parla Mirkhond…alcuni ne conobbi pure io…persone ottime, spesso migliori di tanti altri..ma assolutamente prive di potere e lontanissime dai vertici del partito (allora il PCI, oggi il PD), dunque-per quanto ciò possa apparire duro-irrilevanti…purtroppo !
      onestamente, non riesco a capire perché questo semplice fatto storico, dimostrato 1000 volte (e con poche e parzialissime eccezioni, quasi sempre senza che ne valesse la pena), non venga colto..che ne dici, Peucezio ? (presumo che tu concordi con me)

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        A me pare che Renzi e Bersani sappiano benissimo di chi fanno l’interesse: lo dichiarano pure.
        Poi se secondo te l’art. 8 d.l. n. 138/2011 (quello che permette ai contratti collettivi aziendali a certe condizioni di derogare in peius a quelli nazionali e persino alle norme imperative) è nell’interesse dei lavoratori perché fu fatto dal centrodestra, è una tua opinabilissima opinione 😀

        • habsburgicus scrive:

          la Destra è altro [e oggi non esiste più, almeno in Occidente; per certi aspetti, se si liberasse di quella retorica sovietica, lo sarebbe il presidente bielorusso 😀 paese che infatti cresce !]..non certo il centro-destra italico (che poi era pieno di “sinistri” riciclati”)

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Quindi il PD rappresenta la Vera Bieka Identità di Sinistra, mentre i governi di centrodestra passati non rappresentano la Vera Gloriosa Natura della Destra. E’ bello perché mentre sull’essere di sinistra del PD ormai ci sono sempre meno dubbi (non lo è), sul fatto che Silvio, Bossi e Fini fossero di destra di dubbio non ce n’è mai stato nessuno.

          • werner scrive:

            Mi incuriosisci… Quali sarebbero le caratteristiche che ne farebbero un uomo di Destra?

            Ps al di la del destra o sovietico ammetto di essere un po’ prevenuto… ho un amico Bielorusso che ora vive in Italia e da quanto racconta non pare molto contento di quanto sta avvenendo di recente nel suo paese. Ha una pessima opinione di Lukashenko ( un ottima opinione di Putin).

            Pps. figlio versione mini-me che si porta appresso é destra o retorica sovietica ? 😛

          • habsburgicus scrive:

            allora
            apprezzo di Łukašenka
            1.buon governo ancorché duro
            2.decisione
            3.ordine [la criminalità é quasi ignota]..il “sinistrismo” politico degli sfaccendati, assente !
            4.Valori tradizionali (fra cui anche la successione “dinastica”……certo un Nicola II ne avrebbe avuto diritto, lui no..ma non facciano tropo gli schizzinosi)
            5.mantenimento di un forte ruolo dello Stato nell’economia, di notevoli garanzie sociali ereditate dal passato (e, spesso, razionalizzate, migliorate e modernizzate), ma al contempo SI ad una moderata e crescente privatizzazione (a differenza della follia sovietica)
            6.deciso NO all’occidentalizzazione , compresi i suoi aspetti deteriori
            7.politica estera indipendente e coraggiosa, anche contro gli stessi USA in passato (quando non c’è la Russia di mezzo, altrimenti vedi infra)

            Non approvo
            1.La sostanziale ostilità (prima) e de facto indifferenza (ora) per la lingua e cultura bielorussa
            2.L’adesione incondizionata alla versione storica sovietico-russa
            3.La retorica da “grande guerra patriottica” e la sottomissione troppo spinta, a Mosca
            4.La sostituzione della bandiera in uso nel 1991-1995 e del simbolo in uso nello stesso periodo (la pahonia)
            (mi rendo conto delle circostanze oggettivamente “attenuanti”…l’appoggio pro-sovietico e pro-russo è forte e lui deve tenerne conto..ma ci mette troppo zelo :D)

          • Z. scrive:

            Bersani ogni volta che parla fa propaganda a Renzi, e pure D’Alema. Niente di nuovo, se non fosse che questo vale pure per l’opposizione.

            Sia i candidati della Casaleggio Associati, sia i leghisti sia Berlusconi stanno facendo tutto il possibile per perdere rovinosamente alle elezioni di primavera. I primi sono più sfacciati, al punto che hanno addirittura rinunciato a candidarsi in diversi capoluoghi – e hanno denunciato un complotto per far vincere loro le elezioni a Roma, così da dimostrare la loro incapacità. Ma anche gli altri non sono da meno.

            Renzi potrà governare male e pure malissimo, ben sapendo che comunque l’alternativa sarebbe inesistente prima ancora che peggiore, e su quel carro finirà per salirci tanta gente.

            E’ un po’ come nei Paesi dove c’è un partito unico, per certi versi. Qui gli altri non sono illegali, si fanno fuori da soli, ma alla lunga il risultato rischia di non essere troppo diverso…

            • Miguel Martinez scrive:

              “Bersani ogni volta che parla”

              per me, Bersani è il male assoluto.

              Ogni volta che la gente di San Frediano chiede qualcosa, le si risponde, “purtroppo non si può, c’è il Decreto Bersani che Liberalizza Tutto”.

              Non so esattamente cosa sia il Decreto Bersani, questa spaventosa legge che dice che chi ha i soldi ha sempre ragione e chi non li ha, si attacchi.

              Anzi, potrebbe essere l’occasione per cui qualcuno me lo spieghi.

              In attesa di spiegazioni, spero che la Thatcher dall’oltretomba ci salvi da Bersani.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            ” l’alternativa sarebbe inesistente prima ancora che peggiore”

            Credo che questa sia la chiave del montismo, del grillismo e del renzismo, l’ultima eredità di Berlusconi. Non esiste più un colore delle scelte politiche, ma c’è solo un “fare ben” contro un “non fare/fare male”.
            Quindi aumentare l’orario di lavoro si misura sulla scala “fatto bene/fatto male” e non sulla scala “fatto a favore di chi?”. Allo stesso modo si discute in chiave di bene/male della proposta di ridurre la contribuzione previdenziale a spese del lavoratore (che avrà una pensione più bassa) e a vantaggio del datore di lavoro (che pagherà meno contributi senza nessuna contropartita).

          • Z. scrive:

            MT,

            — Credo che questa sia la chiave del montismo, del grillismo e del renzismo, l’ultima eredità di Berlusconi. —

            L’analogia col grillismo non mi sembra condivisibile, dato che l’ultima cosa che Grillo e Casaleggio vogliono è andare al governo.

            Quella col montismo è condivisibile: effettivamente a Monti non c’era alternativa, se non altro perché, in quel momento, nessun altro partito voleva governare al suo posto.

            Puoi approvare alcune politiche del governo e disapprovarne altre, o anche disapprovarle tutte, ma finché non esiste nessuna alternativa la cosa non ha molta importanza. Perché puoi solo opporti di volta in volta alle singole iniziative che non ti piacciono, di solito senza troppi risultati concreti: non hai altri partiti da votare, altri partiti che al governo farebbero cose diverse. L’unica eccezione che mi viene in mente è il referendum costituzionale, dove l’esito di un NO sarebbe concreto, anche se Renzi decidesse di rimangiarsi le sue ripetute promesse al riguardo.

            Se vuoi c’è un’analogia con la I repubblica, per certi versi, ma allora il PCI governava molte realtà locali, mentre qui il principale partito di opposizione nemmeno ci prova più. Così il suo peso politico resta sempre più evanescente.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Non è che non ci sia alternativa: è pieno di partiti tra cui puoi scegliere. La verità è che condividi di più le proposte del PD di quelle di tutti gli altri partiti, che evidentemente non ti convincono.
            Se non ti piacciono hai un intero arco parlamentare, da Fassina alla Meloni, tra cui scegliere. Credi che Renzi sia più bravo di loro? E allora torniamo a quello che dicevo prima: abbiamo messo da parte il “colore politico” delle scelte e al suo posto abbiamo accolto un’arbitraria scala assoluta di cosa è bene e cosa è male.
            “Categorie del Novecento” è un’espressione che ho sentito usare ormai da tutti, proprio tutti, per indicare l’ideologia politica.

          • Francesco scrive:

            >> sul fatto che Silvio, Bossi e Fini fossero di destra di dubbio non ce n’è mai stato nessuno.

            piano con le affermazioni superficiali e avventate. un comunista padano.
            un ex-fascista rimasto (nei fatti) allo Stato Mamma e passato al massimo allo Stato Genitore 1 ma sempre pagatore

            un ex-socialista che non ha mai privatizzato un tubo

            se questa vi sembra destra ………

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Francesco, qualche anno fa la pensavi diversamente 😀

          • Z. scrive:

            MT,

            — Non è che non ci sia alternativa: è pieno di partiti tra cui puoi scegliere. —

            No, non è così. Non conosco tutti gli infiniti partiti dello 0,5%, ma tra quelli noti di partiti che aspirano concretamente a governare ce n’è uno solo. Anche per questo trovo corretto parlare di “partito unico”.

            — La verità è che condividi di più le proposte del PD di quelle di tutti gli altri partiti, che evidentemente non ti convincono. —

            Quali proposte politiche? Raccontare di volere istituire un reddito di cittadinanza pagato con la dismissione di un aeroplano non è una proposta politica. E nemmeno promettere la fine delle migrazioni in Italia. Quelli che restano fanno colazioni sociali che non vanno oltre la prima tavolata, quindi ammesso anche che abbiano proposte è difficile capire quali siano.

            Mi sembra che si vada verso un sistema dove l’unica leva rimasta per protestare dall’esterno contro la politica del PD, quale che sia, sia l’astensione o il voto di protesta.

          • Francesco scrive:

            x MT

            qualche anno fa nutrivo delle speranze, incerte e rivelatesi fallaci

            pazienza

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ mauricius tarvisii

            Parole sante!

            -Introdurre il reato di omicidio stradale
            -Abolire le dimissioni in bianco inserendo l’obbligo di dimissioni inviate per via informatica all’INPS con tanto di password
            -Introdurre le unioni civili
            -Posporre la raccolta delle firme dopo il giudizio di ammissibilità della Consulta per indire un referendum
            -Ridurre il numero dei senatori
            -Aspettare uno straccio di soluzione politica prima di inviare truppe in Libia
            -Limitare l’evasione del canone RAI mettendo per tutti 100 euro sulla bolletta della luce (riducendolo così a chi l’ha sempre pagato)

            sono esempi di cose fatte dal PD.

            -Proporre un referendum anti Euro escluso dalla nostra Costituzione
            -Proporre un reddito di cittadinanza (90 miliardi di Euro all’anno) senza indicare come coprire la spesa
            -Proporre una flat tax del 15% in un Paese con trecento miliardi di evasione fiscale

            sono cose proposte dall’opposizione al PD.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            veramente una flat tax (parliamo dopo di quanto) parrebbe una buona idea, in un paese con una altissima evasione e una complicatissima tassazione

            😀

          • Francesco scrive:

            -Introdurre il reato di omicidio stradale
            >> puttanata demagogica e inutile

            -Abolire le dimissioni in bianco inserendo l’obbligo di dimissioni inviate per via informatica all’INPS con tanto di password
            >> ottimo

            -Introdurre le unioni civili
            >> pessimo che più pessimo non si può

            -Posporre la raccolta delle firme dopo il giudizio di ammissibilità della Consulta per indire un referendum
            >> mi pare una buona idea, purchè non si intasi la Consulta

            -Ridurre il numero dei senatori
            >> messa così non mi pare un granchè, è il resto che determina il giudizio

            -Aspettare uno straccio di soluzione politica prima di inviare truppe in Libia
            >> se non fosse una scusa, sarebbe una cosa buona e giusta; ma è una scusa

            -Limitare l’evasione del canone RAI mettendo per tutti 100 euro sulla bolletta della luce (riducendolo così a chi l’ha sempre pagato)
            >> osceno, ingiusto, vomitevole, peggio la toppa del buco. abolire canone e RAI non si poteva?

            sono esempi di cose fatte dal PD.

            peggio per loro!

            😀

          • Z. scrive:

            ADV,

            non sapevo né la cosa delle dimissioni in bianco né quella del giudizio preventivo della Corte costituzionale. No, non sto seguendo molto ultimamente.

            La prima mi sembra un’ottima idea: era già stato introdotto un meccanismo di questo tipo da Prodi, ed è stata la prima cosa che ha cancellato Berlusconi una volta tornato al governo. Del resto qualcosa per i suoi elettori doveva pur farlo.

            La seconda non saprei. Voglio dire, se un dato politico propone quesiti che non interessano a nessuno, è necessario far perdere tempo alla Corte costituzionale? Boh.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            @ ADV

            Questa lista è degna dell’intervento sull’acqua pubblica, eh 😀

            -Introdurre il reato di omicidio stradale

            Un abominio, insomma: l’omicidio stradale è una roba che starebbe bene in un trattato sul linciaggio di Girard, non nel codice penale.

            -Abolire le dimissioni in bianco inserendo l’obbligo di dimissioni inviate per via informatica all’INPS con tanto di password

            Per favore, non mescoliamo due cose che non c’entrano niente. La comunicazione all’INPS è ex post ai fini della contribuzione, le dimissioni in bianco furono abolite unicamente dal governo Prodi che introdusse l’obbligo di utilizzare formulari con data prestampata.
            Commovente quel “con tanto di password”: è stato quindi Renzi a creare l’area riservata del sito dell’INPS? E il Partito ha inventato gli aeroplani?

            -Introdurre le unioni civili

            Devo ridere? Gli unici che alla fine volevano il testo completo erano grillini e sinistra, mentre il PD ha votato quello di Alfano e Verdini.

            -Ridurre il numero dei senatori

            Ma un po’ di pudore non ce l’abbiamo? Il senato dei nominati… poi non mi sorprende che ti piacciano Robespierre ed altri mostri di democrazia 😀

            -Aspettare uno straccio di soluzione politica prima di inviare truppe in Libia

            Questa non me l’aspettavo davvero. Da parte tua, intendo. Nessuno ha mandato truppe in Libia, quindi mi chiedo se davvero credi che chiunque altro ne avrebbe mandate di italiane in solitario.

            -Limitare l’evasione del canone RAI mettendo per tutti 100 euro sulla bolletta della luce (riducendolo così a chi l’ha sempre pagato)

            E questa è l’unica cosa vera e buona dell’elenco. Una su sei, a livello di Contratto con gli Italiani: è proprio vero che i piddini sono i nuovi berlusconiani 😀

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Oh, dimenticavo la settima e fondamentale perla di Renzi

            -Posporre la raccolta delle firme dopo il giudizio di ammissibilità della Consulta per indire un referendum

            E’ come se si vietasse al Parlamento di abrogare una legge se intanto è stata eccepita la sua costituzionalità. E’ un monstrum come pochi: l’abrogazione è una decisione politica (che sia il Parlamento o il popolo a prenderla), mentre la declaratoria di incostituzionalità è una decisione giuridica.
            Però a noi piace vendere la merda come cioccolata.

          • Z. scrive:

            I grillini volevano la legge fino a quando erano convinti che non la volesse il PD. Poi hanno cambiato idea, proprio come sulla mozione Giachetti, con tanto di pubbliche abiure.

            Dopo hanno annunciato che avrebbero votato il canguro. Poi si sono rimangiati pure quello.

            Infine hanno detto che bastava che il PD mettesse la fiducia. E poi, naturalmente, si sono imbufaliti perché il PD ha messo la fiducia.

            Z.

            PS: credo che i grillini soffrano molto a non poter essere in prima fila a sostenere il ddl sull’omicidio stradale…

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            E’ stato Grasso, non Casaleggio, a stoppare il supercanguro. I grillini volevano la legge e infatti al voto di fiducia sono usciti dall’aula e non hanno votato contro: nel linguaggio parlamentare questo significa essere contro la fiducia, ma a favore del provvedimento.

            Che siano a favore dell’omicidio stradale lo so (lo hanno sempre detto), che questo renda Renzi bravo per averlo introdotto credo che sia un salto logico importante.

          • Z. scrive:

            Prima che Grasso stoppasse il supercanguro i grillini avevano annunciato il loro appoggio e poi se l’erano rimangiato.

            Che siano favorevoli non mi stupisce: salvo rarissime eccezioni, sono favorevoli a tutte le misure popolari e sfavorevoli a tutte quelle impopolari. Solo non possono essere in prima fila a sostenerlo, per ragioni piuttosto note.

            Per quanto mi riguarda sono d’accordo con te: il reato di omicidio stradale è effettivamente qualcosa di demagogico, difficilmente giustificabile dal punto di vista giuridico. Ma viviamo nell’epoca dei populismi, e non manca – neppure in ambienti tecnici – la propaganda che vorrebbe trasmutare la colpa in dolo per via processuale.

    • Lanzo scrive:

      Meditate, gente meditate quello che dice Mauricius non e’ campato in aria…

    • Francesco scrive:

      Naturalmente tu escludi a priori che la deregolamentazione del mercato del lavoro sia la cosa giusta da fare. Giusto?

      🙂

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        L’abbiamo già sperimentata e ne abbiamo già sperimentato i costi umani spaventosi. E’ come chiedermi se io sia aprioristicamente contro la tratta degli schiavi.

  16. PinoMamet scrive:

    Devo dire che se non ci fosse stato scritto Mapuche, avrei avuto difficoltà a collocarli.

    Alcune robe sono davvero americane, e fanno pensare ad alcuni popoli di cui ho visto filmati o mi hanno incuriosito le lingue (sino a seguire qualche lezione su youtube), tipo Navajo o Hopi;

    il paesaggio però è ha aspetti eurasiatici, unito alle pecore e a certi toni del canto ricorda qualcosa di turanico;

    la r, come diceva anche Miguel, ha qualcosa di albanese;

    certe acconciature caucasiche…

    insomma, curioso.

  17. Andrea scrive:

    “La parola”.
    ————————————————————————————————–
    “Vola alta, parola, cresci in profondità,
    tocca nadir e zinith della tua significazione,
    giacché talvolta lo puoi
    sogno che la cosa esclami
    nel buio della mente
    però non separarti
    da me, non arrivare,
    ti prego, a quel celestiale appuntamento
    da sola, senza il caldo di me
    o almeno il mio ricordo sii
    luce, non disabitata trasparenza…
    La cosa e la sua anima?
    O la mia e la sua sofferenza?
    Vola alta, parola.” [cit.]

  18. Grog scrive:

    Il problema della CAMPANIA è la CAMORRA,
    il problema della SICILIA è la MAFIA,
    il problema della PUGLIA è la SACRA CORONA UNITA
    il problema di ROMA è MAFIA CAPITALE
    IL PROBLEMA DELLA
    – CAMORRA,
    – MAFIA,
    – SACRA CORONA UNITA
    – MAFIA CAPITALE
    E’ che sono tutte INFILTRATE DAL PD.
    Grog! Grog! Grog! Grog! Grog! Grog! Grog! Grog! Grog! Grog!

    • izzaldin scrive:

      hahaha
      qualche link
      il direttore di sala del Teatro Massimo
      http://palermo.repubblica.it/cronaca/2016/03/17/news/mafia_direttore_di_sala_del_teatro_massimo_si_difende_non_sono_mafioso_-135724914/

      il giardiniere di villa Whitaker
      http://www.ilgiornale.it/news/palermo-armi-mafiosi-nel-parco-villa-malfitano.html

      Cesare Damiano
      http://www.siciliainformazioni.com/redazione/259436/pd-siciliano-ci-sono-collusi-con-la-mafia

      Ricordo che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il cui fratello fu ucciso dalla mafia in circostanze “strane”, negli anni ’80 era il segretario regionale della DC e in quella vista doveva presiedere le riunioni regionali. Immaginate una riunione della DC siciliana negli anni ’80 🙂 da un lato Ciancimino e Riina e dall’altro Mattarella e la sua “creatura” antimafia Leoluca Orlando.. altro che Todo Modo!

      • Grog scrive:

        La differenza tra STATO e MAFIA
        – Lo STATO pretende PERCENTUALI FOLLI dalle attività economiche e NON LE PROTEGGE.
        – La MAFIA pretende PERCENTUALI RAGIONEVOLI dalle attività economiche e LE PROTEGGE.
        Minchia Signora Maestra
        Grog! Grog! Grog! Grog! Grog! Grog! Grog! Grog! Grog!

        • izzaldin scrive:

          secondo me invece lo spolpamento è più o meno pari..

        • Miguel Martinez scrive:

          “La differenza tra STATO e MAFIA”

          In effetti…

          Sicuramente la mafia è molto più flessibile. Un mafioso intelligente è in grado di capire che tu guadagni 100.000 euro l’anno, anche se ufficialmente dichiari appena 10.000.

          E quindi ti chiede 10.000.

          Mentre se effettivamente guadagni solo 10.000, ti chiede 1.000, mentre lo Stato ti chiede 5.000.

          Poi ti capita il mafioso stupido, ed è meglio emigrare.

          • izzaldin scrive:

            amici cari, qui non si tratta di aforistica, si tratta di obiettivi strategici.
            se l’obiettivo strategico dello Stato italiano è quello di fornire servizi di prima necessità come il lavoro, la sicurezza e la tranquillità sociale, si può dire che ancora l’obbiettivo non è raggiunto.
            se l’obbiettivo strategico della Mafia è fornire assistenza legale ed economica ai suoi affiliati e ai loro parenti, l’obbiettivo è raggiunto.
            Chi non si trova ad avere la fortuna di un posto statale o di una parentela mafiosa (sia borghese che proletaria) si trova fra due fuochi e, per non abbattersi o per non emigrare, si dà all’aforisma 😉

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Certo, perché quando sto male vado all’ospedale pagato con i soldi della Mafia, no?

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Mauricius Tarvisii

            🙂

            Parole sante.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

          • Z. scrive:

            MT,

            su, dai, perché devi contestare questa aforistica da blog, che fa sentire tanto arguti quelli che la praticano? Sei proprio un guastafeste 😀

          • izzaldin scrive:

            amici cari, qui non si tratta di aforistica, si tratta di obiettivi strategici.
            se l’obiettivo strategico dello Stato italiano è quello di fornire servizi di prima necessità come il lavoro, la sicurezza e la tranquillità sociale, si può dire che ancora l’obbiettivo non è raggiunto.
            se l’obbiettivo strategico della Mafia è fornire assistenza legale ed economica ai suoi affiliati e ai loro parenti, l’obbiettivo è raggiunto.
            Chi non si trova ad avere la fortuna di un posto statale o di una parentela mafiosa (sia borghese che proletaria) si trova fra due fuochi e, per non abbattersi o per non emigrare, si dà all’aforisma 😉

            (per sbaglio avevo scritto sopra ma la risposta andava qui )

          • izzaldin scrive:

            https://it.wikipedia.org/wiki/Michele_Aiello

            http://www.villasantateresa.it/

            link in risposta a Mauricius e Andrea Di Vita

            (e comunque sì, la Mafia ha gestito alcuni ospedali, con attrezzature all’avanguardia comprate in Inghilterra per – secondo la magistratura – riciclare il denaro. mi rendo conto però che l’Italia è lunga e certe cose è meglio affrontarle con scherno o considerandoli aforismi 😉 )

          • Z. scrive:

            Izz, capisco la forza consolatoria degli aforismi, e pure il gusto del motto arguto. Capisco anche il sollievo deresponsabilizzante di certi discorsi, e comunque evadere è una necessità.

            È per questo che ti perdono certi discorsi di lana grossa. Oltre che per il fatto che trovar da dire con voi barcaioli è pericoloso 😀

          • Roberto scrive:

            Anche qui sono d’accordo con Z (e mauricius).
            Quando la mafia pagherà con i soldi del pizzo i professori delle scuole, gli ospedali, le strade e tutti i servizi pubblici, ne riparliamo

          • Roberto scrive:

            Oltretutto la mafia protegge le attività economiche da se stessa. Andatelo a dire a chi si è trovato negozi bruciati che la mafia protegge le attività economiche….

            (Capisco lo scherzo ma non ci costruirei una weltanschauung su questo scherzo)

          • izzaldin scrive:

            ecco Roberto centra il punto.
            è proprio l’esempio degli ospedali che è fuori fuoco perché alcuni tra gli ospedali più all’avanguardia dell’isola, si è scoperto, erano finanziati da capitali mafiosi. quindi gli ospedali della mafia esistono, e sono tra i migliori.
            (forse non ricordate che i due governatori prima di Corcetta erano proprio due medici: Cuffaro e Lombardo.)
            l’esempio di roberto è più centrato: la scuola è un servizio che la mafia non offre. notevole però è la dispersione scolastica nei quartieri ad alta densità mafiosa. link
            http://livesicilia.it/2015/01/05/la-mappa-della-dispersione-scolastica-brancaccio-cep-e-centro-storico-piu-a-rischio_580212/

            http://livesicilia.it/2016/01/16/scuola-cala-la-dispersione-ma-la-sicilia-e-sempre-ultima_704266/

            http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/03/15/news/dispersione_scolastica_il_record_della_sicilia-81083808/

            ragazzi io vivo qua e so certamente meglio di voi quanto la mafia è mostruosa perché lo vedo quotidianamente. cerco di riderne ma lo so che la situazione è drammatica.
            se però decenni di antimafia non hanno portato a cambiamenti significativi, mi viene da pensare che gli obiettivi strategici dello Stato Italiano siano ben lungi dall’essere raggiunti.
            ultimo link, notizia di due o tre giorni fa.
            i boss amici di Riina a ottant’anni continuavano a comandare la città.
            http://palermo.gds.it/2016/03/16/blitz-di-mafia-dei-carabinieri-a-palermo-le-immagini-degli-arresti-video_488143/

            perché, sessan’tanni dopo Il giorno della Civetta, la gente si rivlge ai padrini e non alla polizia per denunciare i soprusi?
            poi certo avete ragione, la scuola lo Stato etc etc, ma la risposta a questa domanda non la so dare

          • PinoMamet scrive:

            “quindi gli ospedali della mafia esistono, e sono tra i migliori”

            Beh, no, dai, non è proprio così.

            Non sono “ospedali della Mafia”, sono ospedali statali (o magari cliniche private, anche, può essere) nei quali la Mafia decide di investire dei capitali;

            naturalmente, essendo la Mafia una struttura volta al guadagno, ha interesse che i suoi capitali siano bene investiti, ma al solo e unico scopo di trarne profitto, non certo perché preoccupata per la salute dei cittadini.

            Di fatto, le associazioni mafiose investono altrettanti o forse più capitali in robe che fanno ammalare i cittadini stessi…

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Quindi, ricapitolando.
            Io mafioso apro una clinica privata per investirci i miei soldi. Ho due strade:
            1) mi convenziono con la ASL e il mio ospedale girerà coi soldi pubblici (quindi sarà lo Stato a fornire l’ospedale ai cittadini, in soldoni, e io ci farò solo la cresta)
            2) non mi convenziono e allora sarò una clinica a pagamento per chi se la può permettere.

            Direi che non siamo davanti ad una fornitura di servizi ai consociati, quindi l’esempio dell’ospedale pubblico che esiste per il mio bene (suona sdolcinata, ma è questo l’altissimo ruolo morale della sanità pubblica) a differenza di qualsiasi cosa messa in piedi dalla mafia era perfettamente calzante.

          • PinoMamet scrive:

            Concordo in pieno con Mauricius

          • Peucezio scrive:

            Mah, in linea di principio sarei d’accordo con l’idea di Izzaldin, però a Palermo ho avuto l’impressione di una città che cade veramente a pezzi.
            Però è chiaro che un fenomeno come quello, per quanto radicato, uno stato occidentale avrebbe i mezzi per liquidarlo, se volesse. E’ evidente che non c’è interesse a farlo, se non fino a un certo punto, non oltre.
            E allora dove sta il confine? Certo, lo stato e la mafia sono due cose ontologicamente distinte, ma in pratica, nel momento in cui, anche agli alti livelli, si decide una sorta di modus vivendi, in cui si pestano ogni tanto i calli all’altro, ma alla fine lasciandolo campare, siamo di fronte a un sistema integrato, misto, in cui tutt’al più ci si spartiscono i compiti. E quindi allo stato viene demandata la scuola e, di massima, la sanità, alla mafia il controllo militare di parte del territorio, il monopolio su una serie di attività, in certi luoghi le politiche urbanistiche, ecc.

            In una concezione astratta dello stato, lo stato è una sorta di istanza super partes, emanazione giuridica e istituzionale di un popolo e delle sue esigenze.
            In realtà lo stato, come tutti gli altri attori del mondo, entra in una dialettica di potere, in cui cerca di ritagliarsi la sua parte, che poi effettivamente è anche la parte che cura i malati senza mezzi economici, l’istruzione, ecc. (in questo senso è anche quell’istanza superiore emanazione del popolo, ma questo è un aspetto, non esaurisce il tutto), ma non sappiamo, ahimè, ancora per quanto.
            L’impressione è che, se non c’è un’inversione di tendenza, lo stato in Occidente sia destinato a dventare il mero garante giuridico dei gruppi di potere economico (negli Stati Uniti in sostanza è già più o meno così) e a quel punto la differenza con la mafia sarà solo nei mezzi (le multinazionali in genere non usano la violenza fisica nei loro stati di origine; poi magari in Africa finanziano i massacratori locali per rendere più “agile” il controllo su materie prime che gli interessano).

          • izzaldin scrive:

            d’accordo con Peucezio quando dice

            si decide una sorta di modus vivendi, in cui si pestano ogni tanto i calli all’altro, ma alla fine lasciandolo campare, siamo di fronte a un sistema integrato, misto, in cui tutt’al più ci si spartiscono i compiti.

            però Peucezio ha vissuto al sud e conosce l’intreccio di interessi.
            L’ospedale della Mafia, villa santa teresa, era uno dei servizi migliori in Sicilia. Se abitavi nella zona di Bagheria non c’erano ospedali vicino: o a Palermo o a Cefalù (San Raffaele-Ismett fondato da Ignazio Marino). La mafia ha fornito un servizio di altissimo livello in una zona dove non esistevano ospedali che fornivano questi servizi. la sanità in sicilia è serbatoio di consensi (ripeto, Cuffaro e Lombardo sono medici).
            Tu pensi che gli abitanti di Bagheria non portassero rispetto all’imprenditore che dava lavoro e strutture di prima qualità (e quindi si sotituiva in un certo senso allo Stato)?

            e poi, nessuno ha risposto alla mia domanda (forse non avete avuto il tempo di aprire i link): perché la gente qui se ha problemi ancora oggi si rivolge ai padrini e non alla polizia?
            forse perché lo Stato non è considerato efficiente come la Mafia?

            a me non sembrano domande peregrine o provocazioni o aforismi o parole in libertà, mi sembra di descrivere ciò che mi circonda, ma ne saprete più di me. o forse sono talmente pessimista che non sembro credibile.

          • Z. scrive:

            Dire che la mafia e lo stato sono sostanzialmente la stessa cosa perché anche la mafia ha un ospedale è effettivamente aforistica da blog.

            Chiedersi perché i tuoi concittadini si rivolgono alla mafia anziché allo stato mi sembra una domanda sensata. Ma credo che tu possa rispondere meglio di me e di roberto, per ovvie ragioni. Chiederlo a noi non è particolarmente utile…

          • izzaldin scrive:

            Z. capisco che in dibattimento bisogna piegare le circostanze reali alle esigenze della difesa, ma non ho mai scritto, nè neanche lontanamente pensato, che “lo stato e la mafia sono la stessa cosa” come sostieni tu. mai pensato e mai detto, proprio mai, puoi agilmente controllare.
            quello che ho fatto è stato di rispondere alla solita battuta eccessiva di Grog con un’altra battuta sullo ‘spolpamento’ che è più o meno pari.. ovviamente era una battuta, detta da me, ma ti assicuro che moltissimi qui in Sicilia lo pensano veramente.
            per quanto riguarda beni e servizi essenziali, ti assicuro che la mafia li fornisce gratuitamente agli affiliati (e a pagamento a noi comuni mortali) in maniera parallela allo stato. E posso così rispondere alla domanda che pongo da un po’: la gente si rivolge ai padrini perchè ritiene la Mafia più efficiente dello Stato.
            e non c’è niente che voi possiate dire che gli faccia cambiare idea.
            Non parlo di me, io sono un ‘law-abiding citizen’, un onesto cittadino 😉 . Non sono un malvivente e rispetto le leggi, non voglio guai. Nè ho la minima accondiscendenza o la minima fascinazione verso i mafiosi, una categoria umana che ho avuto la sfortuna di incontrare e che fa letteralmente schifo. non sono più neanche uomini d’onore, non hanno carisma o intelligenza tattica (nemmeno militare) come la mafia antica. Sono davvero immondi.
            Però non sono cieco e se dico queste cose è per scoramento, non per provocare.
            Spero che se un giorno capiterete qui e vi facciate vivi e così ne parliamo di persona, con esempi tangibili e concreti sotto gli occhi

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Sono sicuro che se i poliziotti potessero spezzare le gambe sulla base del semplice sospetto la gente si rivolgerebbe allo Stato.

          • Peucezio scrive:

            Sì, però, che cavolo, ci sarà pure una via di mezzo rispetto all’inefficienza totale dovuta all’iperburocratizzazione e all’eccesso di formalismo giuridico in spregio a ogni ragione sostanziale da una parte e la giustizia sommaria dall’altra!

          • izzaldin scrive:

            Sì, però, che cavolo, ci sarà pure una via di mezzo rispetto all’inefficienza totale dovuta all’iperburocratizzazione e all’eccesso di formalismo giuridico in spregio a ogni ragione sostanziale da una parte e la giustizia sommaria dall’altra!

            sì Peucezio, una virtuosa via di mezzo esiste.
            si chiama Emilia-Romagna.
            🙂

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ izzaldin

            Ma che risposta è?

            Allora siccome l’Ente Ospedaliero Ospdeadli Galliera di Genova è di proprietà della Curia dovremmo concludere che la sanità Italiana la cogestisce il Vaticano?

            Ciao!

            Andrea Di Vita

          • izzaldin scrive:

            @ Andrea.
            certo, il Vaticano fornisce servizi ospedalieri di concerto con lo Stato italiano, e gli italiani apprezzano l’operato della Chiesa a livello anche sanitario, posso immaginare.
            Allo stesso modo, la mafia costruisce il consenso anche tramite la gestione di centri ospedalieri all’avanguardia in zone che ne erano privi.
            Il mio era un esempio per mostrare la pervicacità dell’organizzazione nella vita dell’isola.

          • Andrea scrive:

            “L’ospedale della Mafia, villa santa teresa, era uno dei servizi migliori in Sicilia. Se abitavi nella zona di Bagheria non c’erano ospedali vicino […] La mafia ha fornito un servizio di altissimo livello in una zona dove non esistevano ospedali che fornivano questi servizi. la sanità in sicilia è serbatoio di consensi (ripeto, Cuffaro e Lombardo sono medici).”

            @ Izzaldin

            Conosco bene Villa Santa Teresa, perché sorge proprio nella zona da cui provengo. Io stesso ho avuto modo di averci a che fare qualche anno fa: non posso esimermi dal confermare che i servizi sono davvero d’eccellenza, come dicevi tu: rispetto agli standard della (nostra) sanità pubblica non c’è nemmeno lontanamente paragone. Credo sia degno di nota, tra l’altro, che Villa Santa Teresa è specializzata nei servizi di radiologia, e “don Tatò” 🙂 (Salvatore Cuffaro) è, se non ricordo male, medico radiologo: sarà una coincidenza fortuita…
            Sei aggiornato sul modo in cui è gestito adesso l’ospedale? Avevo sentito dire che era stato sottratto alla Mafia, e che adesso è gestito in modo trasparente (nei limiti degli standard isolani 🙂 ), ma non ne so molto…

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ mauricius tarvisii

            Lo so che è OT (fino a un certo punto…) ma mi è venuta cosi’ bene che per una volta rompo la netiquette e la metto pure qui dopo averla messa nell’altro thread.

            Cito dai numeri della Gazzetta del Regno riportati nel rinomato capolavoro “Dal Volturno al Po”.

            Domenica di Pasqua del 1855

            Di fronte alle voci insistenti di un appoggio della Francia ad un possibile proditorio attacco dei vili Savoia all’Austria cristianissima, il nostro amato Sovrano ha deciso di sostenere con 100000 tarì d’argento una spedizione di 1000 avventurosi Sudditi della Calabria e della Terra di Lavoro, avvezzi all’uso delle armi da fuoco e a non fare troppa ammuina. Dal duomo di Santa Rosalia della Palermo Felicissima al Santuario di San Michele del Gargano è tutto un fervore di rosari e di preghiere a tutti i Santi del Paradiso perchè impetrino la protezione del Cielo sull’eroica impresa.

            Solennità dell’Ascensione, A. D. 1855

            Dopo essere sbarcati nottetempo sulle coste del litorale Laziale, gli eroici Mille in divisa blu, da qualche settimana ormai sbarcati e rifocillati dalle caritatevoli mani delle Suore del Sacro Cuore e rinfrancati dalle preghiere del Santo Padre, hanno ripreso il mare alla volta dello scoglio di Quarto. Si vocifera che una volta giunti in partes infidelium gli ardimentosi troveranno provvido sostegno da parte di alcuni ambienti fra i più moralmente sani della corte dell’infame Sabaudo, giustamente indignati per la trasformazione degli antichi Conventi oggi espropriati in sudicie caserme e per l’erezione di ferrovie su quelli che furono i latifondi della Curia di Vercelli e di Novara. Voci ispirate dal timor di Dio riportano concordemente che zaini ed uniformi dei militi siano stati doviziosamente equipaggiati di immaginette dei Santi da parte delle educande della zona, e che persino le donne perdute della Capitale abbiano volontariamente versato parte del frutto del loro mercimonio carnale a favore della spedizione, a riscatto dei propri peccati e a suffragio delle anime del Purgatorio.

            Pentecoste, A. D. 1855

            Sbarcati nottetempo a Quarto dopo una traversata a bordo di due navi fornite dai Florio, i Mille hanno evitato di un pelo di essere scoperti da giovinastri mazziniani che gozzovigliavano fra i bagordi nelle osterie del litorale e hanno superato il borgo di Boccadasse a tappe forzate. Accolti all’alba da una popolazione incredula e festante, non immemore delle violenze Sabaude, i liberatori si sono impadroniti del Castello senza colpo ferire. La bandiera del regno di Napoli sventola sulla Lanterna. Il personale diplomatico ha ricevuto dal comandante della spedizione, Don Peppino Gonzales y Garibaldi (nessuna parentela col famigerato brigante nizzardo omonimo), un salvacondotto per imbarcarsi sulle navi alla fonda e abbandonare in tutta fretta la Liguria.

            Sagaci osservatori riportano che il Console di Sua Maestà l’Imperatore si è trattenuto a lungo con Don Peppino. I due sono stati visti pranzare insieme in un locale con vista sul mare. Il pranzo, semplice e frugale come si conviene fra veri gentiluomini, è consistito di trenette al pesto, trippa al prezzemolo, stoccafisso col tocco e torta pasqualina, ed è stato innaffiato dallo sciacchetrà che nasce generoso su queste terre.

            Migliaia di volontari sono andati ingrossando le file dei Mille. Prima di rivolgersi alle truppe con un infiammato discorso, Don Peppino è andato in pellegrinaggio al Santuario di San Francesco da Paola.

            Festività della SS. Trinità, A.D 1855

            Battesimo del fuoco. Gli eredi di Custoza, agli ordini del crudele Lamarmora, hanno proditoriamente attaccato con una veloce incursione da Nord le colonne di ardimentosi che marciavano cantando inni all’altezza di Nostra Signoria della Guardia. All’attacco frontale di cavalleria, sostenuto dai temuti Dragoni Azzurri, si è affiancato un tiro insidioso di artiglieria leggera; piazzati a Isoverde, cioè a poca distanza in linea d’aria ma coperti alla vista da alture e arbusti, gli obici Sabaudi reduci di Crimea hanno ripetutamente colpito le file dei Nostri.

            Nell’infuriare del tiro incrociato i più hanno visto l’eroico Don Peppino ordinare ai suoi di alzare i pesanti Crocifissi d’argento lavorato delle Confraternite delle Cinque Terre, sicuro usbergo della fede dei timorati di Dio. Scheggiati dai colpi dei moschetti dei massoni liberali, i Crocifissi hanno riunito intorno a sè l’ardore dei militi Cristiani.

            Allora si compì il prodigio. Le baionette dei Nostri si sono assiepate e hanno presentato un muro di ferro e di fuoco agli zoccoli nemici. Spezzata la carica Sabauda, l’antico orgoglio del Ligure e il valore del Borbone hanno ricacciato indietro le orde del Lamarmora, che hanno risalito in disordine quelle valli che avevano disceso in orgogliosa sicurezza.

            Voci non confermate dalla Santa Sede assicurano che è al vaglio la proclamazione della giornata odierna come festività liturgica del Miracolo della Polcevera.

            Festività del Corpus Domini

            L’intero Piemonte si è ormai ribellato al massone di Torino. Masse di contadini sono sciamate fuori dalle campagne intristite dal silenzio delle campane sequestrate dal governo dei senzadio e sono accorse a rinforzare l’armata di Don Peppino, che la voce del popolo non esita oramai a denominare l’Armata della Santa Fede.

            Operai immiseriti dall’avidità dei padroni delle ferriere arricchiti con la sciagurata politica tassa-e-spendi dei Savoia hanno spezzato le loro catene e hanno scatenato rivolte nelle città, bloccando ovunque l’occhiuta polizia, facendo giustizia sommaria di massoni e carbonari finti amici del popolo, e sopratutto bloccando l’accesso agli arsenali delle truppe dello sciupafemmine del Carignano.

            Ma soprattutto la novella che ha gelato il cuore dei tiranni nei loro propositi omicidi è stata quella di una minacciosa mobilitazione di truppe Austriache sul Ticino, che già sei anni fa hanno visto la rotta ignominiosa del Savoia.

            Tutto è consumato. Già l’obeso ministro Camillo ha trovato rifugio in Svizzera, dove gli si è dato asilo in cambio dell’impegno di smettere con le sue mene da politicante frustrato e dove potrà dedicarsi alla sua attività preferita, quella di ozioso gentiluomo di campagna. Domani, in un tripudio di bandiere di Sua Maestà il Borbone, Don Peppino porterà fra due ali di folla festante il suo cavallo ad abbeverarsi sulle rive del Po.

            Migliaia di leali soldati e funzionari devoti già sono partiti da Napoli imbarcati alla volta di Genova, dove la Rubattino è stata immediatamente presa in consegna dai vincitori e messa sotto l’amministrazione controllata dei Florio. Lo spaventoso debito che i Savoia hanno contratto con la banche di mezzo mondo verrà ripagato in contanti con l’oro di Napoli, il che faciliterà secondo gli esperti la concessione di ulteriori linee di credito e un rifiorire di tutto il Nord.

            In tutta la Penisola carbonari e massoni vengono assicurati alla giustizia dagli amici del Borbone e dell’Austria. Si vocifera che una conferenza internazionale sancirà la fine del pericolo della tirannide sabauda consentendo una federazione di tutti gli Stati d’Italia sotto l’altro patronato de Papa e la benedizione delle corti d Vienna e di Parigi, ben contente del fatto che la prepotente Inghilterra abbia finito una buona volta di arricchirsi con le ricchezze della Sicilia.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

  19. PinoMamet scrive:

    Però preferivo i Mapuche.
    La politica, non c’è niente da fare, mi annoia. Potrei anche abboccare all’amo di Mirkhond nei commenti a un articolo più sotto, e mettermi a discutere di definizioni storiche delle regioni geografiche, ma non lo faccio, per ripicca perché lui ha fatto finta di non notare che a Piacenza si gioca con le carte napoletane (poi un editore- di carte, si dice?- ha deciso di sdoppiare la figura e sono nate le “piacentine”).

    Ma il PD, insomma, no, non ce la posso fa.

    Torno a ascoltare i Mapuche.

    • Grog scrive:

      PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD PD
      Con simpatia da Grog!

    • Peucezio scrive:

      Pino,
      sai che mi sa che, al di là dello scarso interesse di Mirkhond per le carte da gioco, o il timore (magari mi sbaglio) che queste cose non siano mai studiate da nessuno?
      Le cose che ho letto io sono un po’ di informazioni telematiche diffuse da appassionati e un libro sulla storia dei Tarocchi di uno studioso inglese, ma non so né se alcuno si sia mai preso la briga di tracciare una vera geografia puntuale della diffusione dei mazzi regionali (ma tendo a credere di no) con indagini sul campo almeno nei comuni sopra i 10.000 o 20.000 abitanti (per avere una maglia media) e tantomeno se qualcuno si sia documentato scientificamente e in modo sistematico circa la situazione nei secoli scorsi.

      Temo che si tratti di uno di quei settori di costume, un po’ laterali, che, non venendo battuti da nessuno studio accademico, rimangono appannaggio di osservazioni empiriche e poco sistematiche, per quanto meritorie, di una manciata di appassionati.

      • PinoMamet scrive:

        Il che è un peccato!

      • PinoMamet scrive:

        Tra l’altro, penso che in genere si dia importanza alle linee di confine (geografiche o temporali) ritenute “serie”, giustamente;

        ma si trascurino tutte le altre, ritenute meri fenomeni di costume.
        In realtà le carte da gioco (così come i microfenomeni di pronuncia, che sei un maestro a scovare e descrivere) non sono affatto meno seri delle osservazioni del Rohlfs.

        Oltretutto, tu sei uno dei pochi capaci di cogliere i fenomeni nella loro dinamicità; mentre qualunque manuale universitario di dialettologia mi pare descriva un’Italia ferma agli anni Cinquanta, quando va bene…

        • Peucezio scrive:

          Sull’importanza di fatti apparentemente marginali ma invece interessantissimi, come le carte da gioco condivido pienamente.

          Per il resto, mi lodi molto al di là del mio merito, cosa che mi fa molto piacere, ma in tutta onestà devo dire che in genere i confini che ho individuato (in un’area abbastanza circoscritta, fra Puglia, Lucania e Campania interna) si sono basati prevalentemente su dati non miei ma raccolti decenni fa, quindi non sono molto aggiornati (in Puglia i dialetti sono molto statici da una generazione all’altra, al netto di qualche fenomeno di piccola portata, ma in Campania – non parliamo del centro Italia – evolvono con una rapidità impressionante, nel senso dello toscanizzazione o napoletanizzazione, secondo le aree).
          Devo dire che molti linguisti autorevoli (ma non i più validi e competenti) invece danno delle descrizioni geolinguistiche completamente di fantasia, col risultato che a volte si leggono classificazioni del tutto oniriche, come quelle adottate da Pfister (che, poverino, è un italianista, non un dialettologo o un geolinguista, e quindi si è dovuto basare sulla carta del Pellegrini; ma il povero Pellegrini a sua volta, in certe zone, non aveva dati su cui basarsi, quindi ha dato definizioni basate sui confini amministrativi; la sinergia fra due persone sicuramente valide ha creato un mostro, per cui scopriamo che Matera è linguisticamente lucana (sic) e Zapponeta daunoappenninica (non è uno scherzo, ahimè!).

          Invece, molto empiricamente, mi capita di fare osservazioni sull’evoluzione prodosica dell’italiano regionale e lì effettivamente noto fenomeni recenti, come l’estendersi di caratteristiche vagamente transabduane anche al di qua dell’Adda presso le ultime generazioni (ma ci vorrebbero studi veri e un po’ sistematici, al di là delle mie osservazioni estemporanee).

          Però ti consiglio invece l’unico testo generale di dialettologia che dà una vera descrizione dell’Italia dialettale, basato invece anche su dati molto recenti, dovuto a quella che oggi è indiscutibilmente la figura di riferimento della dialettologia italiana, malgrado l’età piuttosto giovane per i nostri standard:
          http://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788842089209

  20. mirkhond scrive:

    “non lo faccio, per ripicca perché lui ha fatto finta di non notare che a Piacenza si gioca con le carte napoletane (poi un editore- di carte, si dice?- ha deciso di sdoppiare la figura e sono nate le “piacentine”).”

    Mi sembrava però di aver chiarito che NON mi intendo di carte, napoletane, francesi, piacentine, ecc. ecc.

  21. mirkhond scrive:

    “La politica, non c’è niente da fare, mi annoia.”

    Qui invece, concordo pienamente.
    Soprattutto quando si cerca di far passare la fogna per acqua pura…..

  22. mirkhond scrive:

    Ciò che non riesco a capire di Pino, è quel suo disagio nell’essere e sentirsi un settentrionale.
    Lui vuole a tutti costi sentirsi meridionale, :), e la cosa può farci piacere.
    Ma a far cominciare il “Sud” a sud del Po, non lo capisco proprio…..
    Misteri dell’animo umano……

  23. Moi scrive:

    Troppi Spoiler, mi ricordavo comunque che il Panda era stato adottato da un Papero nel primo film … adesso il Panda lo ritrova già adulta.

    Fabio Volo Vs Mario Adinolfi (al telefono) … presto finisce in Teologia da Bar Parrocchiale:

    Po (il Panda, non il fiume …) come Gesù ? San Giuseppe come Ping ?

    —– riporto soltanto (!) la conversazione originale ———

    https://www.youtube.com/watch?v=QYAL4OE9rIA

    • Roberto scrive:

      Adinolfi è la macchietta esemplare per spiegare la tragedia della politica italiana.
      Sposato divorziato risposato, gioca a fare il defensor fidei.
      Nasce democristiano ed è eletto nelle file del PD (assemblea costituente!)
      Trova gente che l’ascolta…..

      • Peucezio scrive:

        Roberto,
        pure tu con ‘sta storia che un divorziato non deve fare il difensore della famiglia…
        Non ti facevo così moralista.
        Giudicare la coerenza interna di un discorso (magari per dire che è un’enorme sciocchezza), anziché la coerenza col comportamento pratico della persona (che alla fin fine sono affaracci suoi), no, eh?

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Il moralista è Adinolfi: se pretendi di imporre agli altri qualcosa che tu non fai sei un moralista amorale.

          • habsburgicus scrive:

            se pretendi di imporre agli altri qualcosa che tu non fai sei un moralista amorale.

            non sempre….c’è il “non licet bovi quod licet Iovi”…per restare in argomenti correlati, un Re combattente contro gli infedeli, difensore della Fede e martello implacabile degli eretici, avrà pure il diritto, se lo desidera, di giacere con una giovincella formosa per rilassarsi 😀
            tu, no ! e neppure io..finché non mi darete i poteri sovrani 😀

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “un Re combattente contro gli infedeli, difensore della Fede e martello implacabile degli eretici”

            E Adinolfi risponde a questa descrizione? 😆

          • habsburgicus scrive:

            😀
            beh, no…era un caso generale, teorico, oggi teoricissimo 😀

          • Francesco scrive:

            >> E Adinolfi risponde a questa descrizione? 😆

            mutatis mutandis direi che risponde abbastanza bene

            in mancanza di meglio, diciamo

        • Peucezio scrive:

          Dobbiamo intenderci sul moralismo.
          Effettivamente nella vecchia accezione moralista è uno che vuole imporre una morale positiva, magari ipocritamente, senza seguirla.
          Ma in questo non trovo nulla di male: anche un prete pecca, ma mica può smettere di predicare contro il peccato.

          Oggi però il moralismo prevalente è l’invito alla coerenza politicamente corretta, in stile anglosassone: smarrita ogni morale positiva, la morale è contrattuale e l’unico peccato è venire meno al proprio contratto.
          Portata all’estremo (non si è ancora arrivati a questo se non per i feti), l’idea è che posso anche predicare l’omicidio, e allora posso uccidere, ma se invece lo critico, non posso uccidere.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Credo sia un discorso diverso. C’è come c’è sempre stata una morale condivisa e poi delle regole ulteriori, che vanno benissimo, ma che non sono universalmente accettate.
            Non è una novità: nel Medioevo il modo in cui dovevano vivere i chierici era estremamente diverso rispetto a quello in cui dovevano vivere i laici per molti aspetti.
            Se io aderisco alla regola ulteriore e pretendo di imporla a tutti, poi non posso essere il primo a violarla. Altrimenti sono come il monaco che vuole imporre a tutti, laici inclusi, la castità e poi è il primo che va a mignotte (credo che sia un esempio più calzante di quello del prete).

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ peucezio

            “anche un prete pecca, ma mica può smettere di predicare contro il peccato.”

            Da sempre, questo è appunto un argomento contro i preti: c’e’ pure il modo di dire “da che pulpito viene la predica!”.

            Difficile che sia credibile chi non agisce conformemente alle proprie stesse prediche.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

        • roberto scrive:

          peucezio,
          io sarò moralista ma almeno non dico agli altri come campare.

          adinolfi non solo dice agli altri come devono vivere (cosa che trovo già in se detestabile) ma per di più chiede ad altri di seguire regole che lui stesso non segue. che c’è di peggio?
          è come il ricco che dice al povero “impara a vivere con pochi soldi”

        • Peucezio scrive:

          Insomma, il discorso è abbastanza semplice:
          – uno può fare danni lui e incitare gli altri a fare danni;
          – può fare danni lui e incitare gli altri a fare cose buone;
          – può fare cose buone lui e incitare gli altri a fare lo stesso.
          L’ultimo è il migliore, ma il secondo è meno dannoso del primo (molto meno, direi, perché uno da solo fa meno danni di molti).

          • Z. scrive:

            Il secondo è un ipocrita fastidioso e privo di credibilità, cui nessuno presterà credito. E direi giustamente.

          • Z. scrive:

            Sia chiaro, non è il caso di Adinolfi. Il Nostro è solo uno che crede molto alla famiglia: ci crede così tanto che ne ha messe su due 😀

          • Peucezio scrive:

            Mah, sono un tipo pratico, non m’interessano molto le questioni di principio, ma il tipo di mondo che la gente crea.
            E soprattutto non m’interessano le singole persone, né dare giudizi personali su di esse. M’interessa il loro agire, nella misura in cui modifica la società.

          • Francesco scrive:

            il caso due è molto migliore del caso uno ma richiede una spiega: perchè se le cose sono buone non le ha fatte anche l’incitante?

            trovo bellissimo il testo di Blondet sul “fallimento della sua generazione” perchè non svicola su nulla

            ciao

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ francesco

            E’ rinfrancante il linguaggio senza fronzoli.

            Non ti arrabbi con me, vero, se ti confido che per me quel testo di blondet (la minuscola mi è d’obbligo) è la più ripugnante serie di falsità e di indegnità che mi sia capitato di leggere dopo i Turner Diaries?

            https://en.wikipedia.org/wiki/The_Turner_Diaries

            Ciao!

            Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            falsità?

            non credo se ne possa trovare una, a memoria, in quella bellissima lettera al padre

            è un serio esame di coscienza su una generazione immensamente saccente e distruttiva – con la peggiore delle scuse, le buone intenzioni

            hai ancora il link?

            ciao

          • Z. scrive:

            Peucezio,

            — Mah, sono un tipo pratico, non m’interessano molto le questioni di principio, ma il tipo di mondo che la gente crea. —

            Nel caso di specie, le questioni di principio sono proclami parareligiosi; il mondo concreto che ha creato sono invece due matrimoni, un divorzio e due famiglie con figli.

  24. Moi scrive:

    Panda Padre ritrova Panda Figlio adulto … Padre Adottivo Papero.

    NON si tratta di coppie interspecie rana-maiale [cit.] 🙂

    In teoria le antropomorfizzazioni degli animali dovrebbero “simbolare” 😉 aspetti della psiche umana, tipo Esopo e Fedro, NON so se è adesso è cambiata la sensibilità su questo.

  25. Moi scrive:

    E dell’ OKKupazione della Biblioteca “modello piastrelle del cesso” 😉 del Ca’ de Fiori , non vi ha detto neanche Zeta ?!

    http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/social-log-occupazione-1.1992305

    • Moi scrive:

      si pensava che non ci fosse edificio più brutto (parallelepipedo a mura piastrellate), poi un giorno è apparso un hotel-capannone “svasato” a pseudolamiere curve …

  26. Moi scrive:

    posso certamente dirti che una frase come la tua – “rompere i timpani alla gente che la mattina dopo deve andare a lavorare” – il cosplayer medio bolognese la definisce “fascista”.

    …………….

    confermo !

  27. Moi scrive:

    sai … quelli [come Miguel Martinez 😀 ] che non (!) ci voglion bene, è perché non si ricordano di esser stati ragazzi giovani e di aver avuti giààà … la nostra etààà ! 🙂

    [cit.]

    https://www.youtube.com/watch?v=aMFzlJiJtyU

    Gianni Pettenati – Bandiera Gialla – 1967

    • Miguel Martinez scrive:

      ” è perché non si ricordano di esser stati ragazzi giovani e di aver avuti giààà … la nostra etààà !”

      a parte il sottoscritto con la sua vita vagabonda, qui si dice, “cuore bianco, fedina nera”, e tanti magari hanno storie un po’ particolari. Però nessuno si sente colonizzatore con il diritto di rompere le scatole agli altri.

  28. Moi scrive:

    Più o meno in topic (!) … che fine ha fatto la Premia 😉 Nobel 1992 Rigoberta Menchú ?

  29. mirkhond scrive:

    “sì Peucezio, una virtuosa via di mezzo esiste.
    si chiama Emilia-Romagna.”

    Andiamo bene…….

  30. Moi scrive:

    Oramai Adinolfi Vs Kung Fu Panda è “virale” 😉 e … direi che il meglio riuscito è quello che” ma NON è un Incontro di Sumo ” 😀 .

  31. Moi scrive:

    Anche perché l’ “obeso” (ormai anche in Europa, meno in Italia …) è lo stigma nuovo che ha preso il posto dell’ormai debellato “fumatore” …

    • Moi scrive:

      cmq è interessante notare come soprattutto mediante internet l’ Intellighenzia USA abbia oggi nel mondo uno smisurato potere seduttivo “plasma-masse” che l’ antica 🙂 controparte dell’ URSS neppure al proprio interno poteva sperare di ottenere.

      ———–

      @ peucezio

      e circa le voci “gnappe” e “ghignose” … che osservazioni hai ?

      • Moi scrive:

        @ PEUCEZIO

        cmq un “prosodiologo” (?) come te dovrebbe interessarsi al Giapponese: non so se hai mai sentito gente di madrelingua : anche senza capirci una parola, è incredibile come lo stesso idioma suoni truzzissimo se parla un omaccio o dolcissimo se parla una ragazzina.

        … Davvero !

        • Peucezio scrive:

          Non credere che io sia così esperto di prosodia: è un settore complesso, di cui alla fine sono in pochi, anche fras i linguisti, a capirci granché.
          Comunque il giapponese ha senz’altro caratteristiche interessanti, prima fra tutte di essere una lingua a isocronia moraica.

  32. Moi scrive:

    Perché fra le bestie umanoidi Disney tutti zii/e e nipoti ?!

    La questione non è mai stata affrontata direttamente, eppure nonostante le numerose ironie “razionaliste” (già Claudio Bisio negli Anni Novanta …e già allora certe battute da Anni Ottanta non si potevano più fare mentre sarebbero impensabili già oggi quelle di Fine Novecento) delle Direttive Disney esistono … sarebbe possibile leggerle o sono segrete, depositate nell’Area51 assieme ai cadaveri degi Alieni e ai rottami dei loro dischi volanti ? 😉

    • Roberto scrive:

      Per evitare richiami al sesso?

      • Francesco scrive:

        la cosa ha suscitato assai curiosità perchè è risultata strana agli osservatori da molto tempo

        Paperino e Topolino sono regolarmente fidanzati, quindi “normali”

        non so se lo hanno chiesto a Disney stesso e con quali risposte

        • PinoMamet scrive:

          Credo che il motivo sia inizialmente assai semplice: Paperino e Topolino nascono come personaggi singoli, poi gli viene assegnata una fidanzata, e infine compaiono dei nipoti come protagonisti di una storia episodica;
          ma i nipoti hanno successo e bisogna tenerli, con una vaga scusa.

          Poi può essere benissimo che in seguito quella degli zii sia diventata una moda disneyana, un manierismo.

  33. Moi scrive:

    http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/facebook-marione-adinolfi-colpo-panza-kung-fu-panda-120569.htm

    l’analisi di Roberto D’Agostino … quanto a Lady Oscar da lui evocato/a ;), è una storia molto meno banale della vulgata femminista nonché doppiato

    (in originale solo il Padre, le sorelle, la bàlia-governante e André “lo sanno” …mentre in versione Italiana è tutto un “Madamigella” anziché “Capitano” …)

    e adattato (prostituzione “edulcorata”in assassinio e furto …) da scago !

    • Francesco scrive:

      per la cronaca, Lady Oscar e Goergie hanno una vita sessuale molto movimentata, anche per gli standard moderni

      😀

  34. mirkhond scrive:

    A proposito di Madre Teresa e di Hitchens:

    Il rapporto di Madre Teresa con i soldi
    Maurizio Blondet 21 marzo 2016

    Quanto ha ragione Chesterton: quando uno cessa di credere in Dio, non è che non crede più niente; invece crede a tutto.

    C’è chi crede persino a Christopher Hitchens. Chi è, direte voi. Chi è stato: morto nel 2011, Hitchens era un giornalista, e polemista di successo. Marxista per una vita, materialista ateo militante, l’11 Settembre lo trasformò in neocon. Questo per dire che ha sempre sbagliato giudizio, prima e dopo. Doveva una parte della sua notorietà a dei libri violentissimi contro Madre Teresa: s’era dato la missione di smascherarla come “fanatica, fraudolenta, fondamentalista” e furba avida di denaro. Un suo libello derisorio dal titolo “La posizione della missionaria – Teoria e pratica di Madre Teresa” (si noti il fine riferimento sessuale) è stato la base per un video-documentario dal titolo sobrio: Angelo dell’Inferno, Hell’s Angel, diffuso anni fa dal network Channel 4.

    In vista della prossima canonizzazione di Madre Teresa, il materiale calunnioso di Hitchens è stato ripreso da un gruppo dell’Università di Montreal (dipartimento di “psico-educazione”, qualunque cosa ciò significhi) che ne ha fatto uno studio pubblicato su una rivista universitaria Studies in Religion/Sciences religieuses che stabilisce in modo”assolutamente scientifico” che so, Madre Teresa non era una santa – al contrario – e la sua agiografia è stata esaltata da una ben orchestrata frode mediatica vaticana.

    Un lettore importuno che mi sfida imperiosamente a provare a smentire Hitchins, se ne sono capace, mi ha obbligato a leggere un articolo sulla questione. Leggo l’atto d’accusa in breve elevato dagli esimi studiosi di psico-educazione di Montreal: il Vaticano nel farla santa non ha tenuto conto delle falle e difetti della suora, che consistono in ciò: “il suo modo alquanto dubbio di curare i malati, i suoi contatti politici discutibili, la sua gestione sospetta delle enormi somme che riceveva, e le sue opinioni eccessivamente dogmatiche riguardanti, in particolare, l’aborto, la contraccezione, il divorzio”.

    Che dire? L’ultima accusa dovrebbe bastare a rivelare l’animus di ostilità demenziale dei critici: essi considerano un bene aborto, contraccezione e divorzio, e quindi non-santa una suora che considerava queste cose un male. “ Oggigiorno il più grande distruttore di pace è l’aborto, perché è una guerra diretta, una diretta uccisione, un diretto omicidio per mano della madre stessa. […] Perché se una madre può uccidere il suo proprio figlio, non c’è più niente che impedisce a me di uccidere te, e a te di uccidere me”, disse quando le fu conferito il Nobel. E’ una frase di limpida verità e addolorata saggezza per chi abbia conservato il lume della ragione. Ma l’umanità d’oggi non vuol sentirsi evocare certi nessi casuali – aborto porta all’omicidio universale – perché preferisce tenersi attaccata ai suoi vizi e delitti; la stupidità volontaria rende persino degradante dover controbattere questo tipo di argomenti. Ma come profetizzò ancora Chesterton, verrà un momento in cui si dovrà combattere per affermare che due più due fa’ quattro: è questo, quindi turiamoci il naso e procediamo nell’umiliante compito.
    Nella stanza dei morenti
    Nella stanza dei morenti

    Anche le altre pecche che quelli imputano a Madre Teresa, son precisamente gli elementi che depongono a favore della sua santità; coi loro rilievi, i signori riescono solo a dimostrarsi totalmente ignoranti della dottrina cattolica, più generalmente dello spirito religioso, e tanto più della specifica spiritualità della suora albanese e delle sue missionarie.

    Il suo “dubbio modo di curare i malati”? Ma Madre Teresa non curava i malati, non fondò ospedali e non era quella la sua intenzione; all’inizio, dedita ai “più poveri fra i poveri”, ne trovava fra la spazzatura di Calcutta, deformi, divorati dagli insetti, dementi, affamati e morenti abbandonati – e li portava in un locale nell’angolo del tempio di Kalì. Li lavava, li nutriva e li faceva sentire amati, vegliava la loro agonia accarezzandoli. Una vecchia disse: “Sono vissuta come una bestia e ora muoio come un angelo”.

    madreteresa

    Li toccava molto
    Li toccava molto

    Non poteva guarirli; li toccava molto, loro la toccavano. Era quel contatto fisico di quei corpi piagati e spesso ripugnanti, che restituiva loro dignità e affetto. “Sono Gesù come povero”. Migliaia di giovani donne, studenti, turisti stranieri, vedendo come lei “toccava il povero”, hanno voluto anche loro “toccare il povero”, e molti sono rimasti nell’ordine da lei fondato. Toccare il povero era la sua pedagogia, la prima lezione: raccomandava alle sue suore di fare il sacrificio di astenersi dal toccare il povero, e lasciassero che lo facessero i volontari appena arrivati, gli studenti, i giovani stranieri, le ragazze di alta casta che venivano apposta – “touch the poor”, era tutto. In quello stanzone del Kalighat, ha accompagnato alla morte 23 mila poveri. Quelli di Montreal dicono che “medici hanno criticato la mancanza d’igiene, il cibo scarso, l’assenza di analgesici”, dicono che ci godeva a vederli soffrire. Migliaia di volontari, studenti, turisti, stranieri, hanno trovato un’altra verità: han toccato Cristo crocifisso.
    “Touch the poor”
    Una volontaria “touch the poor”

    Madre Teresa “accettò donazioni da Duvalier” (il dittatore di Haiti) e da altri personaggi politici che non piacciono, magari anche dei tizzoni d’inferno. Ora, è persino imbarazzante dover ricordare che Madre Teresa volle vivere, con le sue suore di mera carità; “Chiedere l’elemosina, quando è fatto per Cristo, è un’attività bellissima”. per principio non rifiutava i doni, da chiunque venissero, perché deliberatamente aveva deciso di affidare sé, le suore, e le sue opere, in modo assoluto e incondizionato (“cieco”, diranno loro) alla Provvidenza – che non le mancò mai.

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    Anni fa, il cardinale di New York chiese che gli mandasse delle sue suorine per curare i malati di Aids, abbandonati da tutti; la malattia faceva paura e aveva fatto il vuoto intorno a questi sciagurati, spesso omosessuali che erano stati ricchissimi; lei accorse con le suore, allestì in un magazzino dismesso del porto un ricovero, e cominciò a prendersi cura dei malati,lavarli, cambiarli, raccoglierne le padelle con le feci infette…. Il cardinale le disse: “Posso dare alle sue suore uno stipendio piccolo, 600 dollari al mese”. Lei: “Perché, non esiste la Provvidenza a New York?”, e rifiutò. Come si vide dopo, anche a New York la Provvidenza c’era.

    Oltretutto, è strano che la frase “chi sono io per giudicare?” venga lodata dal mondo quando la dice Francesco a favore degli invertiti, e sia invece imputata a colpa a Teresa perché ricevette soldi da Duvalier; da qualche parte delle Scritture è detto che le elemosine coprono molti peccati… chi siete voi per giudicare?
    Era bellissima
    Era bellissima

    Un’altra cosa dev’essere chiara: per principio, le offerte che lei e le sue vergini ricevevano ogni giorno, alla sera dovevano essere tutte spese. Nella cassa del convento non doveva rimanere niente nella notte. Non fu un problema nei venticinque anni in cui lei e le sue ragazze operarono, del tutto ignorate dal mondo, a curare morenti, togliere i pidocchi a bambini di strada, soccorrere famiglie affamate, salvare migliaia di neonati abbandonati, ridare dignità ai lebbrosi: la Provvidenza era quella che potevano dare gli abitanti di Calcutta, riso, verdure, qualche medicinale. Una volta in cui erano rimaste senza nulla con cui sfamare i loro orfani, per uno sciopero imprevisto le scuole di Calcutta rimasero chiuse e le suore si videro recapitare due camion di panini per la prima colazione, destinate alle mense scolastiche, dono del municipio.

    Le cose cambiarono dal 1967, quando la BBC diffuse il primo reportage su d lei, opera del giornalista Malcolm Muggeridge, che l’aveva scoperta e si convertì al cattolicesimo dopo quell’inchiesta. Allora cominciarono a piovere donazioni milionarie da ricche personalità, sinceramente colpite, che volevano visitarla. Lei riceveva tutti nel suo ufficetto, ringraziava qualunque fosse la cifra; una volta fece alzare un imprenditore svizzero che le aveva appena staccato un assegno di un milione di franchi, perché era arrivata una coppia di fidanzati di Calcutta che aveva deciso di dare a lei le rupie messe da parte per la festa di nozze – grandi e costose feste in India, da cui dipende la considerazione sociale che si riscuote tra vicini e parenti – perché quelli, disse, faranno un matrimonio da poveri, quindi il loro sacrificio è maggiore di quello dello svizzero.

    Del resto esortava: “Amatevi fino a farvi male; se non fa male, che amore è?”.

    Anche quando riceveva un milione, a sera la cifra era tutta spesa. Non si tennero mai conti nel convento; la Madre riteneva che se obbligava una delle sue suore – che avevano fatto il voto di servire i più poveri fra i poveri in castità, obbedienza e povertà – ad occuparsi di libri contabili, l’avrebbe obbligata a tradire la sua vocazione e avrebbe messo in pericolo la sua anima. “Dove sono finite quelle enormi somme?”, chiedono quelli di Montreal. Eppure la risposta è facile. E’ nei 600 conventi, ricoveri, orfanatrofi, città di lebbrosi che aprì in India, nei biglietti aerei per spedire 5 mila suore e 45o fratelli maschi nei quattro continenti e – da quando l’URSS è crollata- nei paesi dell’Est dove prima era vietato entrare; sempre a prendersi cura dei “più poveri dei poveri”. Anche solo a riordinare e pulire i monolocali dei vecchi sospettosi, a lavare i loro panni, a fare le serve ai miserabili – là preda di miserie di tipo nuovo unite a quelle di sempre. Alcune delle sue suore che incontrai in India al funerale della Madre – belle, giovani polacche – venivano dalla Russia. Continuavano il lavoro anche a Calcutta. “Ma per noi è essere in vacanza; qui togli i pidocchi ai bambini e loro ti sono grati. Nell’Est, i poveri sono anche cattivi”, dissero come un dato di fatto. I miserabili là avevano perso l’idea stessa che potesse esistere la bontà, non si fidavano, si chiudevano a riccio, spesso erano alcolizzati violenti, incapaci di riconoscenza. Ci voleva altro per scoraggiare quelle suorine, come si capiva dal loro intrepido sorriso.

    Anche Bruce Chatwin volle vederla, seguirla nei suoi giri. Quel giorno avevano trovato un lebbroso abbandonato nella spazzatura di Calcutta; le piaghe delle mani e dei piedi, trascurate, s’erano riempite di grassi vermi, larve di moscone. Madre Teresa e le sue suore, con delle pinze e dei tamponi disinfettati, avevano cominciato ad estrarglieli. “Non lo farei per un milione di dollari”, scappò detto a Chatwin. “Nemmeno io”, rispose lei. Lo faceva perché quel lebbroso era il Cristo – quello che sulla croce rantola “Ho sete” – che lei aveva giurato di servire.

    Ecco, questo era il suo rapporto col denaro. Chi siete voi per giudicare. Specialmente questo Hitchins, scelto come autorità esperta dai cosiddetti studiosi di Montreal; uno che ha scritto di sé. « Sono un ateo. Non sono neutrale rispetto alla religione, le sono ostile. Penso che essa sia un male, non solo una falsità. E non mi riferisco solo alla religione organizzata, ma al pensiero religioso in sé e per sé »

    E’ proprio vero che siete disposti a credere a chiunque, a tutto, pur di non credere a Dio fra noi.

    Io non ho avuto la fortuna di parlare con Madre Teresa; quando il giornale mi mandò a Calcutta, era già ricoverata, poi fu il funerale. Al funerale vennero le autorità internazionali. Ricordo il nostro presidente Oscar Luigi Scalfaro, durante la visita dell’orfanatrofio dei bambini abbandonati, il Nirmala Shisha Bahvan. Una suora prese un bambino dalle centinaia di culle e lo tese a Scalfaro; il nostro cattolicissimo presidente fece un salto indietro, sul volto gli si dipinse, oltre lo schifo, il terrore vile di essere infettato. Dalla carità, evidentemente.

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    Ovviamente direte che io (non Hitchins, che si è auto-dichiarato “ostile alla religione”) sono prevenuto a favore. Ebbene, è perché – oltre le altre opere di Madre Teresa – ho visto, a Calcutta, oltre la ferrovia, lo Shanti Nagar, la Città della Pace come l’aveva chiamata lei, insomma l’ospizio per i lebbrosi. In India, la maledizione della lebbra colpisce non solo il malato, ma la sua famiglia allargata. Ho visto anche l’ospedale dei lebbrosi di Mumbai, anche quello tenuto da suore italiane; un ospedale moderno, efficiente, che ricovera migliaia di lebbrosi nei vari stadi del male. La cosa sconvolgente è che attorno a questo edificio di vetro e cemento, s’è agglomerata uno slum enorme, un ghetto disperato delle madri, mogli, padri e dei figli dei ricoverati; un agglomerato di stracci più che di capanne, con rigagnoli di liquami aperti – perché i familiari sono stati rifiutati dal loro villaggio, dai loro vicini. Ho visto mutare la faccia di un padre di famiglia a cui avevano diagnosticato il morbo di Hansen; perdeva tutto, la mendicità e l’umiliazione sarebbero state il suo destino, e lo sapeva.

    Nello Shanti Nagar ho visto – credetelo o no –lebbrosi felici.

    No, non è un ospedale quello che Madre Teresa ha voluto per loro. E’ una piccola città autosufficiente, dove i lebbrosi lavorano e vivono come vogliono. Sono loro che tessono – con le loro mani senza dita – i sari delle suore di Madre Teresa, di quella cotonina bianca con la striscia azzurrina; fabbricano le stampelle e le protesi per i lebbrosi come loro; è il loro incarico, e con questo hanno avuta restituita la loro dignità di esseri umani, non mostri da cui fuggire.

    Sono i lebbrosi stessi a produrre il loro cibo, coltivando i loro orti. Nello Shanti Nagar ho visto tanti fiori e piante; e due piscine, due laghetti rettangolari belli e limpidi: uno per allevare le anatre, l’altro un vivaio per le carpe e le tinche. Questi due ponds erano onnipresenti nei villaggi indiani, da millenni; servivano, diciamo, a fornire l’apporto proteico. Erano esattamente quelli che Gandhi avrebbe voluto per tutta l’India liberata: non una grande potenza, senza industrie moderne, ma piena di villaggi autosufficienti, ciascuno con le sue due piscine, i suoi telai e le sue capanne familiari – swadeshi, autosufficienza, autarchia a misura umana. Morto Gandhi, il progetto è stato abbandonato; realizzato veramente, non fu mai. Sopravvive solo grazie a Madre Teresa, nella Città della Pace. Era possibile. Lo è ancora e sempre. Madre Teresa ha dato a Gandhi ciò che a Gandhi mancava, ne ha completato l’opera.

    Chi siete voi per giudicare, scemi di Montreal.

  35. mirkhond scrive:

    Aggiungo che, neanche per tutto l’oro del mondo sarei capace di fare nemmeno una briciola di ciò che Madre Teresa (il “topo albanese” come fu definita con disprezzo da Paolo Villaggio) ha fatto, e fanno ancora oggi le sue suore (benché sia a conoscenza di un loro rifiuto di tenere in una loro casa una malata di mente seguita dallo stesso centro che segue me e mia sorella).
    Per quel che mi riguarda, la sofferenza mi ha insegnato che ho dei limiti e per questo non ho mai voluto fare del volontariato.
    Però, non posso che stimare chi riesce a fare il miracolo di assistere e curare chi viene rifiutato anche dai propri parenti…..

  36. Andrea Di Vita scrive:

    @ mirkhond

    Il panegirico della canonizzanda Madre Teresa l’avevo letto. Nulla da dire sul suo eroico altruismo. Personalmente mi commuovo di più leggendo un suo correligionario:

    « Quando io do da mangiare a un povero, tutti mi chiamano santo. Ma quando chiedo perché i poveri non hanno cibo, allora tutti mi chiamano comunista. »
    (Dom Hélder Câmara)

    Perchè è vero che accarezzare un miserabile moribondo allieta quel miserabile moribondo.

    Ma combattere la miseria -anche con la contraccezione e l’aborto- li allieta tutti.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Francesco scrive:

      palle caro ADV 🙂

      allieta chi lo fa, che si sente tanto figo e progressista.

      ma in linea generale non serve a un tubo ai miserabili, che avrebbero bisogno di tutto tranne che dei buoni pensieri della damine rosse della rivoluzione, ancora peggiori delle damine bianche della carità.

      Madre Teresa poi si occupava proprio dei moribondi, quelli oltre ogni possibile salvezza terrena. credo che per questo sia stata rivoluzionaria al modo dei santi.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ francesco

        Per favore…

        Piuttosto che tener la mano a un moribondo, non è meglio farlo smettere di soffrire senza dolore (posto che lo desideri)?

        Piuttosto che preghiere e rosari, non è meglio distribuire preservativi?

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Zhong scrive:

          You don’t fight poverty by keeping poor people alive!

          Lo diceva anche Oscar Wilde:

          https://www.youtube.com/watch?v=hpAMbpQ8J7g

        • Francesco scrive:

          Piuttosto che preghiere e rosari, non è meglio distribuire preservativi?

          Piuttosto che preservativi, non è meglio distribuire preghiere e rosari?

          il fatto che entrambe le domande abbiano risposte del tutto evidenti per noi due mi spinge a dichiararci incommensurabili, almeno su questo punto

          però mi terrei la citazione di Wilde, che mi pare pertinente a farti capire quanto hai torto!

          ciao

          • PinoMamet scrive:

            “Piuttosto che preservativi, non è meglio distribuire preghiere e rosari?”

            La risposta per te sarà del tutto evidente, ma la spiegheresti anche a me?

            • Miguel Martinez scrive:

              Non so quanto siano utili preghiere e rosari, certamente i preservativi aiutano soprattutto ad aumentare la percentuale di persone anziane e invalide su un totale già insopportabilmente alto.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Oh, ma per gli anziani e gli invalidi è pronta l’eutanasia obbligatoria a 70 anni 😀

          • Z. scrive:

            Miguel, siamo seri: se qualcuno desidera un figlio non sarà la distribuzione di preservativi a impedirgli di averne uno!

            Però potrebbe impedire, e spesso impedisce, la trasmissione di malattie veneree.

          • Zhong scrive:

            “Però potrebbe impedire, e spesso impedisce, la trasmissione di malattie veneree.”

            e quindi ad

            “aumentare la percentuale di persone anziane e invalide su un totale già insopportabilmente alto.”

            😀

            Buona pasqua!

            Zhong

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Aumenta la percentuale di persone anziane, ma potrebbe limitare quella delle persone invalide.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “Piuttosto che tener la mano a un moribondo, non è meglio farlo smettere di soffrire senza dolore (posto che lo desideri)?
          Piuttosto che preghiere e rosari, non è meglio distribuire preservativi?”

          Piuttosto che credo che sia l’espressione peggiore da usare in questo caso. Non si può dire “alla fine perché aiuti i poveri? Lasciali morire ed evita che ce ne siano altri in futuro”: ci vogliono contemporaneamente un aiuto nel presente ed una politica per il futuro.
          La gara a chi è più buono è abbastanza stucchevole.

  37. mirkhond scrive:

    Sempre riguardo agli ospedali.

    Ieri mi sono rivisto il primo film della saga fiorentina di Amici Miei, del lontano 1975.
    E guardando le scene della clinica del professor Sassaroli (il grande Adolfo Celi) e lo spirito goliardico con cui i protagonisti perculano tutto e tutti, mi è venuto in mente quanto scritto da un commentatore su youtube riguardo allo stesso film.
    E cioé che quando è toccato allo stesso Monicelli di andare in ospedale, per un cancro, si è gettato giù dalla finestra della camera dove stava ricoverato, perché non poteva sopportare la lunga e DOLOROSISSIMA agonia dei malati terminali.
    Ancora più lunga in una persona di 95 anni.
    Dunque la sofferenza non sempre salva, nemmeno perculandola quando si è forti e sani…….

  38. mirkhond scrive:

    Naturalmente questo non è un giudizio sul povero Monicelli, la cui fine mi ricorda sempre i limiti che ci pone davanti la sofferenza.
    E per questo che apprezzo ancora di più persone eccezionali come Madre Teresa di Calcutta.
    Poi, concordo con Andrea Di Vita sulla Chiesa che deve farsi “comunista” se vuol essere davvero credibile, ma Madre Teresa mi sembra che abbia messo in pratica ciò che tanti predicano e non fanno, perché NON CI RIESCONO.

  39. Moi scrive:

    @ LANZO

    la quale cosa ( affascinante come “prima della Modernità” potesse essere più simile “macroscopicamente” la vita quotidiana fra Mongolia e Sardegna che non fra Venezia e Sondrio; v,di Canti di Gola) potrebbe fare il gioco della teoria alquanto politically correct (ma che almeno si sforza di ragionare) che l’ Occidente Capitalista NON è “Cattivo” … ma è divenuto “culturalmente autistico” verso il resto del mondo (e fin qui ai “Bianchi Buoni Laici” la teoria piace) nel nome del Mercato Moloch, non a caso c’è tanta “secolarizzazione” (ma qui i “Bianchi Buoni Laici” non ci stanno più 😉 …) …

    • Moi scrive:

      Teoria che sarà rilanciata forse quando strolgheranno un nuovo termine politically correct distintivo fra livello individuale e livello “comunitario” … comunque pare che il fenomeno psicologico “rifletta” nel suo incremento l’ ossessione-compulsione di “Nuovo”, con il solito percorso di diffusione dai soliti USA al resto dell’ Occidente …

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