Trecento alla conquista del mondo

Dei Libri delle Bandiere Nere, abbiamo già parlato.

Non sono certamente documenti ufficiali del sedicente “califfato”. La domanda è casomai, rispecchiano lo spirito del mondo della lotta armata sunnita? La risposta è resa più complicata dalla recente rottura tra il sedicente Califfato ed al-Qaeda, che si emerge anche nella sequenza dei libri.[1]

Provo a riassumere il racconto trasversale a tutta la serie dei libri, peraltro narrato in modo molto chiaro, lasciando giudicare ai lettori.

Cercate di capire bene, prima di chiamare la Digos: quello che segue è un tentativo di rendere lo spirito di ciò che dice l’autore e non rispecchia per nulla come la penso io. Chiaro? 

I commenti miei, li metto in fondo, tra le note.

Osama bin Laden si trova in Afghanistan, a riflettere sull’incredibile vittoria contro i sovietici, ma con l’umma islamica assoggettata e sfruttata dai suoi nemici.

All’ingresso nel suo quindicesimo secolo, l’Islam, la comunità migliore che Dio abbia suscitato, sta toccando il fondo: i suoi tanti tiranni ladri, in lotta tra di loro, sono servi dei colonizzatori, le popolazioni seguono mode straniere, le risorse del mondo islamico finiscono nelle banche di Londra; a milioni, i musulmani sono emigrati a cercare fortuna nei paesi degli infedeli, dove vengono sottoposti a un incessante bombardamento mediatico, ideologico, scolastico che tra breve li trasformerà in un sottoproletariato disperato.

Restano soltanto i ghuraba’, coloro che sono ovunque stranieri.

Noi siamo trecento giovani, male armati, nelle grotte del paese più remoto del pianeta. [2]

Eppure proprio per questo, ci costituiamo come “il fondamento“, al-Qa’ida, della futura liberazione dei musulmani.

Di fronte, cosa abbiamo?

In primo luogo, Israele, che è semplicemente la piccola incarnazione geografica del potere dei sionisti [3]  che nei secoli hanno accumulato metà della ricchezza del mondo. Israele è troppo forte da affrontare, e quindi bisogna evitare di scontrarcisi, anzi si deve cercare in qualche modo di usarlo.

In secondo luogo, abbiamo gli Stati Uniti, che sono il pilastro armato di Israele.

E’ lì che dobbiamo colpire, perché se riusciamo a togliere di mezzo gli Stati Uniti, Israele resterà sostanzialmente disarmato; e solo allora lo si attaccherà.

Come possiamo noi, trecento, far crollare la più grande potenza armata e tecnologica della storia umana?

Considerando che anche la comunicazione è quasi impossibile –  e questo prima di Echelon e dei droni e dell’esplosione di Internet.

Dobbiamo sfruttare la loro forza e la nostra debolezza. E’ il nostro oppressore che si deve suicidare.

Intanto, diciamo che non faremo la guerra a nessuno, se lasciate in pace il mondo islamico.[4]  Se ci sarà guerra, sarà perché l’hanno voluta loro.

Visto che non hanno risposto, dobbiamo provocare gli Stati Uniti ad attaccare l’Afghanistan.

Non ci sognamo, ovviamente, di battere militarmente gli Stati Uniti.

Si tratta di trascinare l’esercito americano in un paese di fantasmi inafferrabili, dove i nemici non si sa dove siano, dove butteranno innumerevoli miliardi di dollari, fino a precipitare nella crisi economica. E dove, attraverso bombardamenti e rappresaglie, gli Stati Uniti creeranno un tale odio da produrre da soli le nuove leve per la lotta di liberazione.

Le prime provocazioni – l’attentato all’ambasciata americana a Nairobi e l’attacco alla nave Cole – falliscono.

Allora, si prepara l’11 settembre.

Israele e i loro alleati neocon nel governo degli Stati Uniti lo vengono a sapere, e decidono che sarà l’occasione per arrivare alla sottomissione definitiva del mondo islamico. Per cui non fanno nulla per fermare gli attentatori; e immediatamente dopo, gli Stati Uniti lanciano non solo l’attacco all’Afghanistan, ma incredibilmente anche quello all’Iraq, che al-Qa’ida non aveva nemmeno sollecitato.

L’attacco all’Iraq porta la guerra verso le terre apocalittiche della Siria, dove tutte le profezie – ebraiche, cristiane e islamiche – prevedono il grande conflitto che porterà all’avvento dell’Anticristo e poi al ritorno di Gesù/l’avvento del Messia.

L’attacco all’Iraq trasforma quello che era uno stato laico e nemico nel cuore del jihad mondiale, grazie alla scelta degli Stati Uniti di perseguitare i seguaci di Saddam Hussein, che con le loro competenze militari e amministrative, creano le basi di uno Stato islamico.

Contemporaneamente, in Mali inizia un’altra lotta, organizzata molto a lungo, che riesce a provocare l’intervento francese; e nascono nuclei combattenti in Pakistan, nelle Filippine, in Somalia, in Nigeria.

In questo clima, sorgono la paura e l’odio per i musulmani in tutto l’Occidente.

I normali abitanti delle periferie europee vengono trasformati dagli “occidentali” stessi in nemici, iniziano a sentirsi ovunque perseguitati.

L’islamofobia così produce il bisogno di autodifesa e l’identificazione, per la prima volta, con cause internazionali.

Tra le persone che l’islamofobia spinge alla reazione armata, ci sono persone con una buona educazione informatica, creative, capaci di gestire i più avanzati strumenti tecnici, oltre ai tanti delinquenti comuni delle banlieue, che apportano le loro preziose conoscenze tecniche e la loro capacità per la violenza.

Il progetto ha davanti ancora un solo ma immenso ostacolo: la presenza di regimi forti in tutto il mondo arabo, che tengono sotto controllo i propri sudditi.

Se si riesce a rovesciarli, ecco che in ogni paese islamico si riuscirà a insediare un nucleo di lotta armata e di aiuto alla comunità: i due elementi devono andare sempre di pari passo, perché i musulmani devono capire che chi offre loro davvero aiuto sono solo i combattenti del jihad, e questo permetterà di creare per la prima volta dai tempi dei tempi un vero Stato islamico.

Non a caso, al-Qa’ida ha cessato di essere il semplice “fondamento” ed è diventata Ansar al-Shariah, un concetto che possiamo tradurre come “coloro che aiutano a vivere una vita civica”.

Ecco che i nuclei di al-Qaida ovunque partecipano nel 2011 al rovesciamento dei governi mediorientali. Ma se in ogni paese, c’è un nucleo di rivolta, dall’Africa all’Asia, appena il nemico interverrà in un paese, si potrà colpire in un altro, moltiplicando all’infinito il progetto originario di trasformare l’Afghanistan nella tomba degli oppressori. L’intero mondo islamico e tutte le periferie europee diventeranno un unico Afghanistan, e se lo saranno creati loro da soli.[5]

Questi singoli nuclei di resistenza si uniranno, facendo scomparire le frontiere nazionali: perché rinasca la grande comunità islamica, resta un unico ostacolo, l’Iran dei “magi”, i politeisti mascherati che sognano di ricostruire un regno etnocentrico, la negazione quindi più radicale del vero senso dell’Islam, e che tagliano la via tra Siria e Afghanistan.[6]

Ma tutti i conti si regoleranno nell’area profetica della Siria, a patto di riuscire a provocare tutti a finirci.[7]

I pochissimi sopravvissuti tra i trecento giovani che hanno lanciato il più grande complotto della storia non possono comunicare con chi li segue, perché tutte le vie di comunicazione elettronica sono controllate dal nemico. Nessuna organizzazione in senso tradizionale è possibile. E quindi tutto deve procedere per impulso proprio, contando in sostanza soltanto su una cosa: la prontezza di un taurino nemico ad attaccare i drappi rossi, o meglio – in questo caso – neri.

وَيَمْكُرُونَ وَيَمْكُرُ اللَّهُ وَاللَّهُ خَيْرُ الْمَاكِرِينَ

“E cospirano e Allah cospira e Allah è il migliore dei cospiratori”.

Note:

[1] I primi libri sono infatti dedicati a onorare la figura di Osama bin Laden e non ancora quella dell’autoproclamato “Califfo”, che – secondo al-Qa’ida – si limita a massacrare altri musulmani invece di combattere gli Stati Uniti.

[2] Trecento è un numero che ricorre in molte storie di eroi islamici, come ci tiene a sottolineare l’autore; e che ricorda curiosamente il titolo di un film di segno decisamente opposto.

[3] Non so perché l’autore, che certo non fa il politicamente corretto, abbia deciso di usare questo termine e non quello di “ebrei”, perché il riferimento va sicuramente oltre Theodor Herzl e i suoi seguaci.

[4] E’ fantastico pensare a come debba essere stata accolta questa proposta.

[5] Colpisce come l’autore, disposto a sottolineare la presunta collaborazione con i neocon per quanto riguarda l’11 settembre – ometta di parlare dell’immenso ruolo degli Stati Uniti nella cosiddetta “primavera araba”. Ma la logica resta sempre quella: sfruttare le fantasie di dominio dei neocon e dei liberal per i propri fini. Sapendo che loro sanno e noi sappiamo che stiamo dalla stessa parte, perché alla fine ci vogliamo eliminare a vicenda.

[6] Anche qui compare la logica della paradossale alleanza di fatto tra Israele e i jihadisti, che insieme vogliono eliminare l’Iran. Comunque andrebbe approfondito quanto l’autore abbia accentuato il proprio odio per l’Iran dopo l’autoproclamazione del “Califfo”.

[7] Nella sua versione ancora “al-qaidista”, l’autore sogna di trascinare Stati Uniti ed Europa nella trappola siriana; mentre nella sua successiva versione “Isis” parla di un’alleanza tra jihadisti, NATO e Stati Uniti contro Russia e Iran.

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238 risposte a Trecento alla conquista del mondo

  1. Moi scrive:

    3×10^2 😉 è il numero “tradizionale” delle Termopili … mica è stato inventato per il film sulla Battaglia delle Termosifonopoli 😉 che tenne a Battesimo Israele, Genitore Uno 😉 dell’ Occidente 😀 …

    • PinoMamet scrive:

      Moi enigmistico al massimo…
      cosa c’entra il film 300 con Israele?

      Cioè, mi sembra abbastanza chiaro che l’autore del fumetto, e quello del film trattone, siano su posizioni occidentaliste, e quindi filosioniste, ma mica il film ha tenuto a battesimo Israele, no?

      a parte questo, i Trecento dell’immaginario europeo sono quelli delle Termopili (più che altro in seguito al film, prima se li cagavano solo pochi storici…) ma quelli dell’immaginario islamico chi sono?

      • Moi scrive:

        Chiedilo ad Ahmadinejad 😀 … che al 300 “Sionista” ha fatto una gran pubblicità gratuita, ovviamente ampiamente ricambiata con gran compiacimento dell’ Occidentalismo Hard 🙂 … e poi ti ripeto che per il pubblico “main stream” l’interpretazione di Frank Miller è stata anticipata di oltre vent’anni (!) da Luciano De Crescenzo, circa l’ Orgoglio Goy e l’ Orgoglio Kafir dei Logici & Liberi rispetto ai Mistici & Tirannizzati 🙂 …

      • Miguel Martinez scrive:

        “cosa c’entra il film 300 con Israele?”

        Ma credo che Abu Bakr dalle Bandiere Nere, se vogliamo dare un nome all’anonimo, distingua nettamente tra “Occidente” e “Israele”.

        Sui “Trecento” nell’Islam, l’autore fa parecchie divagazioni, adesso non ho tempo, ma come dicevo, è facile trovare i suoi libri in rete, e forse leggerli direttamente – senza fidarsi troppo delle mie rielaborazioni – è la cosa migliore.

        • PinoMamet scrive:

          “Ma credo che Abu Bakr dalle Bandiere Nere, se vogliamo dare un nome all’anonimo, distingua nettamente tra “Occidente” e “Israele”.”

          ok, ma mi riferivo all’intervento di Moi che non avevo tanto capito…

          comunque quando hai tempo mi piacerebbe sapere qualcosa di più dei “trecento musulmani”

          grazie!!

  2. carlo scrive:

    Black Flags, o False Flags?
    Mitici, questi trecento, eh?

  3. Miguel Martinez scrive:

    Però se permettete, il film è un dettaglio curioso.

    E’ il quadro generale, descritto da Abu Bakr dalle Bandiere Nere, su cui mi piacerebbe si ragionasse.

    Perché ci troviamo un ragionamento sul mondo intero che ha paralleli soltanto nell’antica e dimenticata strategia di Lenin, o in quella dei neocon, non a caso i gemelli/complici/nemici di al-Qaida.

    Non trovo da altre parti un progetto così vasto e chiaro.

    • PinoMamet scrive:

      Di Mao ho letto solo poche frasi, però in generale mi sembra che abbia qualche punto in comune (o sbaglio?);

      ma oltre alla caratteristica tipica della guerriglia, quella del “pesce nell’acqua”, c’è in effetti nel pensiero di Al Qaida qualcosa in più; l’asimmetria viene spinta ancora oltre.

      Davvero l’esempio migliore è quello del torero; chiaramente in termini di pura forza non potrebbe mai vincere, ma soprattutto è da notare che è di fatto il toro che corre da solo a farsi trafiggere.
      Come ricordava anche non so quale maestro di scherma “di solito è l’avversario che si getta sulla mia spada”.

      • Miguel Martinez scrive:

        “Di Mao ho letto solo poche frasi, però in generale mi sembra che abbia qualche punto in comune”

        Sicuramente, anche se nella letteratura caidista non se ne trova traccia.

        La logica di trecento persone che hanno abbandonato ogni loro avere per andare a vivere in una grotta, e in questo modo distruggono la più grande potenza del mondo trasformandosi in fantasmi, disponendosi a morire e assecondando tutti i desideri dei loro peggiori nemici ha qualcosa di molto “cinese”.

        • va fangul scrive:

          Sembra un racconto di borges.

          • Francesco scrive:

            è la storia di Batman!

            🙂

          • PinoMamet scrive:

            Sì la nota di Va Fangul che la battuta (indovinata) di Francesco secondo me colgono nel segno.

            Mi pare che i caidisti abbiano studiato una qualche versione di Sun Tzu o di altre opere di strategia cinese o orientale;
            può essere perché andavano di moda, appunto, in Occidente (per manager e non solo);
            oppure può darsi che abbiano ripreso qualche opera analoga di origine arabo/islamica, che non conosco ma di cui non fatico a immaginare l’esistenza

            (l’apporto arabo alla filosofia e alla trasmissione dei Greci è stranoto; piuttosto noto ormai anche fuori da ambienti specialistici quello alla poesia medievale europea, sia come temi che come forme;
            da indagare- e lasciato purtroppo nelle mani dei semicolti, temo- quello, credo non secondario, sul mondo cavalleresco, sia come ideologia che come tecnica, appunto).

          • PinoMamet scrive:

            Batman, tanto per pindareggiare, pesca anch’egli sia nell’immaginario cavalleresco (“the caped crusader”) che in quello orientale, sia vicino (Ras al Ghul) che estremo-orientale…

            e i jihadisti credo a loro volta peschino liberamente anche dall’immaginario fumettistico…

            è un grosso circolo dove non si sa mai chi ha cominciato cosa…

          • Moi scrive:

            E infatti in un film Hollywoodiano Batman è immaginato come addestrato da dei Ninja … o simil-tali. Quello con Liam Neeson.

  4. Moi scrive:

    “Lassànd ed banda” 😉 Leonida … NON credo che tutti i Musulmani (almeno la parte più rappresentativa) distinguano nettamente Israele e Occidente, o almeno : NON distinguono troppo fra USA e Israele.

    … E l’ Europa ? Una minoranza “Indemoniata” 😉 e una maggioranza accondiscendente, arrendevole, esangue e insulsamente politically correct che toglie il gusto stesso del “jihad” 😉

    O almeno, così mi pare …

  5. Francesco scrive:

    l’altra sera in TV davano bianchi contro azzurri

    siete un filino brutali, devo dire, peggio che i film usani di violenza gratuita

    😀

    • Miguel Martinez scrive:

      “l’altra sera in TV davano bianchi contro azzurri”

      Davvero?!

      Quella dello scorso San Giovanni, è l’unica partita che io abbia voluto vedere in televisione dopo una di qualche anno fa, in cui l’Italia ha battuto la Germania sullo sfondo di Beirut bombardata.

      • Francesco scrive:

        lungo servizio approfondito, ho visto il vostro giocatore di pelle scura e sentito accuse di aver ingaggiato un inglese

        narratore un tale PIF

        bel servizio, devo dire, ma lo spettacolo in sè era un pò come il Palio, troooooooooooooooooppa fuffa intorno

        ciao

        • Miguel Martinez scrive:

          ” ho sentito accuse di aver ingaggiato un inglese”

          James! 🙂

          Che quando lo saluti in inglese o in italiano, fa sempre lo stesso verso, tipo “uuughrghh!”

        • Miguel Martinez scrive:

          “troooooooooooooooooppa fuffa intorno”

          Sulla fuffa, concordo, ma non è colpa dei Bianchi 🙂 Infatti, alla partita non ci sono andato, mi sono limitato ad accogliere i vincitori al ritorno e poi a partecipare alla loro festa nel quartiere, dove cantava Elvis.

          Elvis è un signore di mezza età che si distingue dal (forse) defunto Elvis Presley, uno perché dicono che viva in una cantina illegalmente occupata, due perché è ricoperto di distintivi del Regno Borbonico e (come il nostro Mirkhond) riconosce come unica autorità il Re di Napoli, e questo forse aiuta a capire il particolarissimo modo con cui noi oltrarnini siamo aperti in modo spontaneo al pianeta intero, purché non tolga la dogana quando si attraverso l’Arno.

          Come canta, Elvis invece non ha nulla da invidiare all’originale.

          • Miguel Martinez scrive:

            Però a parte tutto… la faccenda dei Bianchi mi ha fatto capire come ovunque una cosa si possa trasformare nel proprio opposto, che a pensarci è l’unica speranza di salvezza che abbiamo.

      • Miguel Martinez scrive:

        La cosa bella dei Bianchi è l’intimità… stamattina il Capo dei Bianchi, che sembra un mite monaco ortodosso, mi ha venduto il pane pugliese.

        E il più grande giocatore dei Bianchi, piccolo, invincibile, veloce, è il marito della nostra splendida vicecapa, con cui ci sentiamo tre volte al giorno per cospirare alla faccia di tutti voi.

        • Francesco scrive:

          Senti, spiegami una cosa: nel calcio storico, cosa fingono di fare col pallone mentre si picchiano come forsennati, quattro contro uno se riescono, e fingono di non sentire che sono stati espulsi?

          In questo c’è molto di proletario, di fascista, di suicida, di una vita anti-borghese che non posso neppure immaginare.

          Ciao

          • Miguel Martinez scrive:

            “Senti, spiegami una cosa: nel calcio storico, cosa fingono di fare col pallone mentre si picchiano come forsennati, quattro contro uno se riescono, e fingono di non sentire che sono stati espulsi?”

            🙂

            In realtà, il punto è riuscire a far passare la palla fino al lato opposto del campo, costi quel che costi; cosa che appunto il nostro amico, proprio perché agile e non bestionico, riesce a fare molto bene.

            Per cui all’ultima partita, la consegna degli azzurri era, “bloccate Fabrizio!” e così hanno fatto. E siccome tutta la squadra era impegnata a bloccare Fabrizio, i Bianchi hanno fatto passare tranquillamente la palla e fare “caccia”.

            Per quanto riguarda lo stile… in effetti è particolare, perché vi convergono tante cose.

            Il Calcio Storico è molto “politico” nel senso di interessi locali, giri di assessori, ed è uno spettacolo di tradizione inventata per i turisti; ma questo si innesta sulla straordinaria autenticità di chi vi partecipa (ammetto di conoscere solo i Bianchi, ma immagino che sia simile in parte anche tra le altre squadre). Più che proletari – siamo a Firenze – devi pensare a un mondo di piccoli artigiani, muratori e talvolta qualche ex-carcerato (“cuore bianco fedina nera”).

            I Bianchi, per noi, sono una risorsa umana fondamentale, perché ci salvano dall’essere l’ennesimo gruppettino di gente di sinistra che protesta 🙂

            Almeno nessuno potrà darci degli Intellettuali Lagnosi che Leggono Fucò è non sanno cosa sia la vita.

          • Francesco scrive:

            sì ma nel mio intimo sono una vecchia zia beghina e per me il massimo della brutalità ammissibile è Robelux su un campo da basket

            voi siete troppo

            😀

          • Z. scrive:

            Miguel,

            — I Bianchi, per noi, sono una risorsa umana fondamentale, perché ci salvano dall’essere l’ennesimo gruppettino di gente di sinistra che protesta 🙂 —

            Non è molto lusinghiero verso i Bianchi, però, se leggi tra le righe 😉

            • Miguel Martinez scrive:

              “Non è molto lusinghiero verso i Bianchi, però, se leggi tra le righe”

              🙂

              Invece per me, è un elogio, perché significa avere tutta la concretezza di generazioni di artigiani.

          • Francesco scrive:

            ma un artigiano che lavora con le sue proprie mani, mette a rischio gli arti per quello spettacolaccio?

            siete degli irresponsabili!

            😀

            • Miguel Martinez scrive:

              “siete degli irresponsabili!”

              Io sono stato responsabilissimo: sono andato al bar e ho visto la partita alla televisione 🙂 Poi sono andato in Santo Spirito ad applaudire i sopravvissuti.

          • Francesco scrive:

            ma tu non sei un artigiano, sei un pericoloso sovversivo!

            😀

  6. Dif scrive:

    Comunque io ci vedo più di qualche affinità tra i 300 di Miller e i 300 di Abu Bakr.
    Un popolo oppresso e orgoglioso che manda i suoi migliori giovani a sacrificarsi lottando contro un’impero opulento, seducente e decadente.
    Mi sembra un parallelismo piuttosto lineare, che mi sembra strano che nessuno l’abbia colto, forse accecato dalla patina orientofoba del film, ma che potrebbe benissimo essere occidentofoba.

    • Miguel Martinez scrive:

      “Comunque io ci vedo più di qualche affinità tra i 300 di Miller e i 300 di Abu Bakr.”

      Vero, ma la cosa interessante è che i Trecento di al-Qaida vincono.

    • Moi scrive:

      @ DIF

      In che senso ? Logica e Democrazia Vs Misticismo e Tirannia NON sono certo itercambiabili … e nemmeno ora, nonostante lo Strapotere del Politically Correct Totalitario !

      • Dif scrive:

        Questa storia di “Logica e Democrazia contro Misticismo e Tirannia” non mi ha mai convinto più di tanto, non credo che sia questo il messaggio di 300.
        Queste parole sono tratte dal discorso finale di Nonmiricordoilnome prima della battaglia di Platea, ma nel film non mi pare che gli spartani si distinguano per logica e democrazia. Voglio dire, hanno un re che li conduce in una battaglia senza senso fottendosene allegramente del parere degli anziani.
        Io ci vedo più un generico “cazzodurismo”, che può piacere un po’ a tutti, dal redneck al forzanuovista al jihadista, contro un…boh, una specie di società “frocista” come quelle che non piacciono a Mirkohnd.

        Adesso la domanda te la faccio io: cosa c’entra il Cincilo Vaticano II con la battaglia delle Termopili?

        OT: quando inserisco un messaggio da smartphone ogni volta sono costretto a reinserire nick e mail, prima apparivano amo da soli. Capita anche a voi?

  7. Pietro scrive:

    Un blog molto interessante, in merito al discorso Al-Qaeda Vs ISIS http://claudio-bertolotti.blogspot.it/2015/06/al-qaeda-vs-isis-co-new-critical-phase.html
    Poi ci sarebbero anche i fondamentalisti islamici africani dissidenti che hanno rotto con Al-Qaeda per non avere imposizioni sui leader, il discorso legato ai tuareg autonomisti ed a tutta la galassia radicale islamica. Per quanto mi riguarda sono attento alla diaspora uigura, la vera miccia per l’Asia.

  8. mirkhond scrive:

    Se non sbaglio, 300 furono i seguaci del Profeta, che lo seguirono nella sua fuga (Egira) dalla Mecca a Medina il 16 luglio del 622 d.C., segnando l’inizio dell’era musulmana.
    Come pure 300 uomini accompagnarono l’imama Hussein nello scontro contro il califfo omayyade Yazid nel 680 d.C., e che costò la vita allo stesso Hussein e a 72 seguaci.

    • Miguel Martinez scrive:

      “Come pure 300 uomini accompagnarono l’imama Hussein nello scontro contro il califfo omayyade Yazid nel 680 d.C”

      bel colpo 🙂

      Infatti, ma qui ci sono livelli infiniti di simbolismo, rivendicando i trecento dell’imam Hussein, il “califfo” che non a caso si chiama Abu Bakr al-Husseini al-Baghdadi cerca di rivendicare la parte “non idolatrica” della pretesa sciita.

      • mirkhond scrive:

        Diciamo che la Shiah inizialmente è solo la fazione che vuole Alì e i suoi discendenti maschi, come califfi, in quanto parenti del Profeta.
        Nel 680 d.C., e ancor prima con l’assassinio di Alì (661 d.C.), gli Shiiti non avevano ancora sviluppato una differente teologia rispetto alla restante Umma sunnita.
        Però già dopo la morte di Hussein, proprio per la minoranza numerica che avrebbe impedito agli Alidi l’ascesa al Califfato ereditario, la Shiah inizia ad allargare il giro con convertiti delle regioni del Basso Iraq, Golfo Persico e parti dell’Iran.
        I quali portano nella loro nuova fede, tutte le pulsioni e i bisogni spirituali di ambienti zoroastriani, gnostici, manichei, mazdakiti, dando così inizio già tra fine VII secolo e soprattutto nell’VIII secolo dopo Cristo, ad una serie di moti che sotto il manto shiita, in realtà sono il revival di precedenti di aspirazioni manichee e mazdakite soprattutto, e alla crescente sacralizzazione della figura dello stesso Imam, nonostante alcuni dei suddetti Imam, come Jafar as-Sadiq (morto nel 740 d.C.) ufficialmente smentiscano tali loro fin troppo entusiasti sostenitori.
        E tuttavia se non la divinizzazione degli imam alidi (avvenuta nell’Ismaelismo) la dottrina dell’Imam come rappresentante supremo di Dio, e vero interprete del senso esoterico (e più profondo e vero) del Corano, passò alla Shiah Imamita, rendendo una iniziale lotta di successione per il Califfato, uno scisma irreversibile……..

    • habsburgicus scrive:

      e pure quello era il numero dei seguaci di Carlo Pisacane 😀

      • Moi scrive:

        La Spigolatrice di Sapri

        http://www.youtube.com/watch?v=3wHNQ5dgBMY

        certo che recitata con accento Romano fa lezzo 🙁 …

      • mirkhond scrive:

        Il cui grosso, era costituito da delinquenti comuni napoletani, liberati con un raid pirata, dallo stesso Pisacane a bordo di una nave mercantile piemontese, dal carcere di Ponza.
        E questi i delinquenti continuarono a essere pur a Sapri, attirandosi l’otilità della popolazione locale che appoggiò la truppa al comando del generale Ghio che li sconfisse.
        Generale Ghio che tre anni dopo, nell’agosto 1860, tradì vergognosamente il Re e la Patria napoletana, facendosi comprare da Garibaldi, e facendo sbandare i suoi soldati (molti dei quali a piccoli gruppi o isolati, raggiunsero poi il Re sulle rive del Volturno).
        Ghio in seguito, fu trovato morto nel 1874 ai Ponti Rossi, a Napoli, in circostanze mai del tutto chiarite (Padre Buttà parlò di suicidio per il rimorso di aver tradito Re e Patria).

        • Moi scrive:

          Carlo Pisacane che però in fatto di religione aveva tutt’altre idee :

          La religione è un effetto dell’ignoranza e del terrore; l’uomo deifica ogni forza ignota che lo spaventa e personifica coteste forze dandogli le proprie forme, le proprie passioni: quindi mutano i costumi e gli attributi de’ dei al cangiare de’ costumi de’ popoli.

          [cit.]

        • izzaldin scrive:

          ammetterai che però Pisacane e molti come lui (non certo Mazzini che parlava parlava ma poi stava col culo al caldo 🙂 ) non avevano il minimo problema a morire giovani per la propria causa. chi ti ricordano al giorno d’oggi? 🙂

          • mirkhond scrive:

            Pisacane era un sognatore che non guardava la realtà delle cose, lasciandosi “usare” da Cavour per andare incontro ad un’impresa suicida tra popolazioni che non volevano e potevano capire quelle che ai loro occhi erano delle astrazioni……
            Però la spedizione di Pisacane servì a Cavour per valutare con attenzione i punti deboli delle Due Sicilie.
            Non a caso 3 anni dopo Garibaldi sbarcherà in Sicilia occidentale……

  9. mirkhond scrive:

    imam Hussein

  10. mirkhond scrive:

    “Adesso la domanda te la faccio io: cosa c’entra il Cincilo Vaticano II con la battaglia delle Termopili?”

    Credo che il nostro Moi, veda le Termopili come una metafora di un Occidente che non cede alla (presunta) minaccia islamica.
    Da qui il richiamarsi al Cattolicesimo pre-Vatikano II, visto come una religione di “duri” niente dialogo ed ecumenismo.

  11. mirkhond scrive:

    Anche il terrorismo islamico, alle origini fu un fenomeno di matrice shiita.
    Pensiamo al Kharigismo, nato dalla rottura tra Alì e l’ala oltranzista dei suoi seguaci, dopo lo scontro di Siffin, sull’Eufrate, nel 657 d.C.
    I Kharigiti, con la loro visione “comunista” e “democratica” dell’Islam e dello stesso Califfato (qualunque musulmano, purché adatto, poteva diventare Califfo), furono i primi terroristi dell’Islam (lo stesso Alì venne assassinato a Qufa da un kharigita), e il loro estremismo fanatico, schiacciato in Medio Oriente, si diffuse nel Maghreb, di recente conquista araba-musulmana, negli anni 720-740 d.C., facendo presa sui Berberi superficialmente o non ancora convertiti all’Islam, che si sentivano razzialmente e socialmente discriminati dalla Sunna omayyade (661-750 d.C.).
    Seguirono i Qarmati, sorti all’inizio del X secolo dopo Cristo, sempre nel Basso Iraq e Golfo Persico, gruppo shiita esoterico, fondato da e su ambienti contadini e artigiani, schiacciati dalla pesante fiscalità abbaside (750-1258 d.C.), i quali, soprattutto nel X secolo furono il terrore di vaste aree dell’Arabia, giungendo nel 930 d.C. a saccheggiare la stessa Mecca, asportandovi la preziosa Pietra Nera (che restituirono solo vent’anni dopo, su pressioni dell’Imam fatimide del Maghreb, poi d’Egitto, che fino al 990 d.C. riconobbero come loro Imam).
    Solo i Selgiuchidi riuscirono nel 1078 a distruggere questo “stato canaglia”.
    E infine i Nizarì meglio noti come Assassini (da hashshin, sniffatore di hashih, la droga a cui i Sunniti attribuivano il fanatismo di questi sicari), ismaliti che riconoscevano il loro capo in un daì (missionario) dei Fatimidi d’Egitto (969-1171 d.C.), l’iranico Hasan i-Sabbah.
    Il quale sulle poco accessibili montagne dell’Alamut, in Iran, intorno al 1090 d.C., fondò un altro “stato terrorista”, e dopo il 1094, ruppe col Califfo del Cairo, proclamando egli stesso e i suoi successori come incarnazioni degli Alidi, attraverso un passaggio “spirituale” che trasferiva l’imamato ereditario dai Fatimidi ormai ritenuti “corrotti” allo stesso Hasan e al suo regno alpestre dell’Alamut.
    Sotto Hasan e i suoi successori, per due secoli i Nizarì furono il terrore dell’Iran e del Vicino Oriente, avendo fondato una loro succursale sulle montagne tra Siria e Libano.
    I Nizarì erano ovunque, nascosti sotto le spoglie di pellegrini, mercanti, inservienti alle corti degli stessi sultani selgiuchidi, come dei principi franchi di Terrasanta.
    Furono solo i Mongoli di Hulagu Khan, che nel conquistare l’Iran, con uno stratagemma, riuscirono ad espugnare l’Alamut, assassinando il grosso dei Nizarì iraniani nel 1256, mentre quelli di Siria si sottomisero ai Mamelucchi sunniti d’Egitto, che li utilizzarono come sicari.
    La conquista dell’Alamut fu resa possibile verosimilmente dal declino della tensione mistica e spirituale degli stessi Nizarì, i cui imam-vegli, si inserirono nei traffici della Via della Seta, diventando sempre più qualcosa di simile ad un’associazione mafiosa che si arricchiva minacciando e uccidendo a pagamento, gli avversari di questo o quel sovrano sunnita.
    Lo stesso Imam-Veglio, intorno al 1210-1220 fece taqiyya, fingendo di abbracciare la Sunna insieme ai suoi seguaci, proprio per continuare meglio i suoi affari.
    Ma con l’arrivo dei Mongoli, estranei al contesto e dunque non infiltrabili, il sistema mistico-terroristico-mafioso dell’Alamut crollò.
    Da allora i Nizarì iranici vissero in strettissima taqiyya fino al 1817, quando riemersero a Kirman per contrasti con i vicini imamiti.
    Nel 1842 il loro Imam (che nel 1834 aveva ricevuto dallo Shah il titolo di Aga Khan, sperando così di riassorbire gli Ismaeliti nella Shiah Imamita) fuggì in India, mettendosi sotto la protezione britannica, e dando origine all’attuale linea di Aga Khan, ormai principeschi nababbi da Costa Smeralda in cui nessuno oggi potrebbe riconoscere i temibili Vegli della Montagna e la loro organizzazione terroristica del tempo che fu.

  12. izzaldin scrive:

    interessantisimo, e belli i commenti che cercano di decodificare (soprattuto Mirkhond).
    aggiungo che secondo me l’autore oltre ad una vasta conoscenza dei testi sacri, ha buone letture anche nel cyberpunk e nei riomanzi utopici (utopia positiva o negativa) della controcultura a partire dagli anni ’60.
    Società segrete in lotta tra loro son al centro della Illuminatus! Trilogy del grande Robert Anton Wilson.
    A commento dell’opera di Wilson Leary scrisse
    “In qualsiasi situazione sociale mi sia trovato, che fosse la prigione o il consiglio di facoltà ad Harvard, ho sempre notato quelle 24 società segrete che si fanno la lotta”.
    Mi sembra che questo livello del discorso traspaia dallo scritto che hai pubblicato.
    L’autore credo faccia parte di quelle “..persone con una buona educazione informatica, creative, capaci di gestire i più avanzati strumenti tecnici”. Se lo incontrassi mi piacerebbe sapere su quali romanzi si è formato.
    Politicamente il testo è perfetto, sa cosa dire e soprattutto a chi rivolgersi. Direi quasi che sembra un testo della “sinistra” caidista/isista

  13. habsburgicus scrive:

    @Mirkhond
    http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0013_01_1945_0094_0001_13136373/anews,true/
    leggi qui (“La Stampa” del 4/4/1945 se il link non funziona–archivio storico)
    l’articolo sugli antecedenti del separatismo siciliano
    credo che sia la PRIMISSIMA manifestazione di “pro-borbonismo” in assoluto..e non a caso avvenne in ambiente RSI e antisabaudo

    • habsburgicus scrive:

      e anche.ma ti interessa meno-quello sulla resistenza delle truppe RSI-e tedesche, eh-contro i degollisti al Piccolo San Bernardo..senza quegli eroi sconosciuti, obliati o anche diffamati-quando invece lì non si trattava di politica ma di difesa !-il Piemonte era fritto..al “meglio” se fa ppe ddi’ 😀 era “ciociarizzato” (e tu sai ciò che significa”), al “peggio”, metà se la pappavano gli eredi della giacobini ! perché l’uti possidetis è importante e a fine aprile il Piemonte era ancora italiano, anche grazie a costoro
      vabbè, vediamo il bicchiere mezzo pieno, si sarebbe potuto vedere per Marion 😀

      • habsburgicus scrive:

        “dei” giacobini

        • habsburgicus scrive:

          “votare” non “vedere”

          • mirkhond scrive:

            Mi interessano anche le vicende della resistenza della RSI alla penetrazione francese in Piemonte.
            Argomento poco noto, e di cui lessi per la prima volta nel libro su Torino di Messori&Cazzullo.
            Messori disse che suo padre, già ufficiale del regio esercito, aveva aderito al bando di Graziani ed era stato inviato col suo reparto proprio alla frontiera con la Francia per difenderla dalle marocchinate delle truppe coloniali francesi, maghrebine e senegalesi.
            E quali, sempre stando al Messori, nella primavera del 1945 giunsero fin quasi a Cuneo, ripetendo le stesse atrocità di cui si erano macchiate in Ciociaria nel maggio-giugno 1944.

  14. mirkhond scrive:

    Articolo molto interessante data l’epoca e il contesto, una repubblica fascista che si richiamava a Mazzini e ai Fratelli Bandiera.
    Però è anche vero che nella RSI si sdoganò quello che viene considerato il padre del “neoborbonismo”, e cioé lo scrittore Carlo Alianello (1901-1981).
    Alianello nipote di un ufficiale borbonico lucano, morto in miseria per essere rimasto fedele al Re e alla Patria napoletana, nel 1943 pubblicò il suo primo romanzo, L’Alfiere, ambientato nel tremendo periodo tra l’aprile 1860 e il febbraio 1861, in cui fu aggredito e conquistato il Regno delle Due Sicilie.
    Romanzo che per la prima volta, dai tempi degli scritti di padre Buttà (1826-1886), parlava della conquista piemontese delle Due Sicilie dal punto di vista di un ufficiale borbonico della Basilicata, rimasto fino alla fine fedele al Re e alla Patria, nonostante i tradimenti di parenti, amici e fidanzata.
    Il romanzo suscitò le attenzioni dell’Ovra e costò al suo autore l’arresto e poi un breve confino.
    Però dopo l’8 settembre 1943, nella Repubblica di Salò, una corrente di pensiero fascista, riabilitò il romanzo di Alianello, facendolo pubblicare, in quanto si volle vedere un’analogia (seppure molto superficiale) tra i ragazzi di Gaeta e i ragazzi di Salò, gli uni e gli altri votati ad una causa persa, eppure entrambi pronti davvero alla morte per i loro ideali patriottici.
    Da qui si sviluppò una corrente di pensiero che, in autori come Pino Tosca, avrebbe cercato di coniugare la storia delle Due Sicilie borboniche, col tradizionalismo cattolico di Francisco Elias De Tejada e con lo stesso Fascismo, soprattutto repubblicano in rottura coi Savoia per i tradimenti del 25 luglio e dell’8 settembre.
    Infine riguardo alla riconquista napoletana della Sicilia del 1848-1849, in cui vi furono atrocità da ENTRAMBE le parti, il giornalista della Stampa dice la stessa cosa di Benedetto Croce, e cioé che Ferdinando II (1830-1859) nel riconquistare la Sicilia, la preservò all’Italia, invece di farla diventare un dominio britannico.
    Dominio che nei fatti, soprattutto nella sfera economica c’era già dal tardo XVIII secolo, e rafforzato dal pesante protettorato inglese del 1798-1799 e 1806-1815, epoca in cui la Famiglia reale borbonica si stabilì a Palermo, per via della Napolitania occupata dai Francesi.
    Dominio reso ancora più serrato con l’accordo capestro del 1816, che Ferdinando IV di Napoli, III di Sicilia, I delle Due Sicilie fu costretto a ratificare, e in cui l’economia dell’Isola era consegnata di fatto agli Inglesi.
    Dunque un dominio ECONOMICO che i Borbone non POTERONO scalzare, ma il cui tentativo di farlo, convinse l’Inghilterra ad appoggiare prima il separatismo siciliano, poi la conquista piemontese delle Due Sicilie.
    Il separatismo siciliano del 1943-1950, per certi versi ne fu la replica aggiornata, sia pure in mano statunitense.
    Che però dopo le rassicurazioni del nuovo governo democristiano, finì con l’abbandonare, anche per il discredito dovuto a figuri come Salvatore Giuliano, longa manus dei poteri forti dell’Isola.

  15. roberto scrive:

    Miguel
    solo io noto la leggera incoerenza fra quello che dicono qui

    “In primo luogo, Israele, che è semplicemente la piccola incarnazione geografica del potere dei sionisti [3] che nei secoli hanno accumulato metà della ricchezza del mondo
    [….]
    E’ lì che dobbiamo colpire, perché se riusciamo a togliere di mezzo gli Stati Uniti, Israele resterà sostanzialmente disarmato; e solo allora lo si attaccherà”

    e quello che dicono qui

    “Intanto, diciamo che non faremo la guerra a nessuno, se lasciate in pace il mondo islamico.[4] Se ci sarà guerra, sarà perché l’hanno voluta loro”
    ?

    perché io lo leggo così : “noi ce l’abbiamo con israele perché è ricco (NdR chissà poi perché le ricchezze sioniste non gli piacciono, ma quelle saudite, o di qualsiasi petroliere vanno bene). per distruggere israele dichiariamo guerra agli stati uniti, e all’occidente intero che deve suicidarsi. se però ci lasciate in pace (cioè vi suicidate) non vi faremo nessun male”

    tendo a esseee sempre più scettico quando dei pazzi squinternati dicono “ma noi non ce l’abbiamo con voi, suicidatevi e lasciateci massacrare in santa pace quelli che abbiamo sotto mano”

    • Miguel Martinez scrive:

      “solo io noto la leggera incoerenza fra quello che dicono qui”

      Non ho capito bene il senso del tuo intervento.

      1) al-Qaida non è affatto un’organizzazione socialista, e quindi le ricchezze saudite andrebbero bene, purché adoperate a favore dei musulmani. Le ricchezze “sioniste” non sono adoperate a favore dei musulmani, anzi sono (nel loro ragionamento) in gran parte tolte ai musulmani.

      2) Chiaramente ho sintetizzato il discorso di “lasciare in pace” il mondo islamico, che implicherebbe quantomeno la chiusura di tutte le basi straniere, l’abbandono del sostegno (allora) a regimi dittatoriali, la fine del sostegno militare a Israele. Insomma chiedevano l’impossibile.

      • Miguel Martinez scrive:

        Poi è chiaro che si può anche pensare che se gli Stati Uniti avessero deciso di mollare tutto perché glielo avevano chiesto i Trecento, i Trecento avrebbero provocato uno scontro lo stesso, ma qui siamo nel regno dell’immaginazione.

        Ma la cosa importante è capire bene tutto il progetto di cui parlano i Libri delle Bandiere Nere, perché è cruciale capire la logica dietro cose che ci vengono sempre presentate dai media come semplici azioni di “pazzi fanatici”.

        Se non altro, quando capiamo senza pregiudizi il progetto, possiamo finalmente capire cosa si può fare per non favorire gli interessi dei “pazzi fanatici”, no?

      • roberto scrive:

        in effetti quello che voglio dire è proprio che, a leggere il tuo riassunto, sembrerebbe in effetti che “se gli Stati Uniti avessero deciso di mollare tutto perché glielo avevano chiesto i Trecento, i Trecento avrebbero provocato uno scontro lo stesso”, visto che “lasciare tutto” vuol dire “suicidatevi”. Inoltre, seguendo una linea di pensiero che non sono sicuro di comprendere, l’invito al suicidio parte da un trascurabile paesucolo in medio oriente per estendersi agli usa prima e alla francia poi e infine a tutte le periferie europee
        poi mi dirai che il testo è molto più articolato, ma dal riassunto mi sembra di capire questo

        • Miguel Martinez scrive:

          Spesso leggiamo appelli a “non fare il gioco dei terroristi”, seguito dal riferimento a qualche causa che piace a chi lancia l’appello.

          Se invece di seguire le “nostre” logiche, ci decidiamo finalmente di seguire le “loro” logiche, possiamo capire invece davvero cosa fa/non fa il “gioco dei terroristi”.

          Ad esempio, a loro (scusate l’odioso pronome risparmia-tempo) non interessa proprio se abbiamo o no il crocifisso, il presepe o facciamo gli spogliarelli gay nelle discoteche. Sono tutte polemiche interne “nostre” (ho fretta, perdonatemi il pronomaccio) e a loro di come vivivamo “noi” gliene importa ben poco.

          A loro interessa invece tantissimo che demonizziamo collettivamente i musulmani, in modo che i musulmani si sentano umiliati e in pericolo; che tutti i musulmani vengano trattati come sospettati, e si sentano sospettati.

          Se c’è il crocifisso nell’aula scolastica, non gliene importa nulla. Ma sperano che andiamo con un crocione alto due metri a gridare insulti davanti a una moschea, questo sì.

          Il massimo poi è un provvedimento che offenda tutti i musulmani in blocco e in quanto tali, come la difesa a spada tratta delle vignette di Charlie Hebdo, il divieto del foulard islamico nelle scuole o del burqa per strada: tutte cose apparentemente di relativa importanza, ma decisive sul piano mediatico-simbolico.

          Soprattutto, vogliono provocarci a mandare spedizioni militari in luoghi lontani, e hanno capito che oltre agli attentati, sono estremamente funzionali le provocazioni “culturali”, i video di decapitazioni o della distruzione di monumenti. Vogliono che ci indigniamo fino a perdere la ragione.

          Queste mi sembrano le conclusioni fondamentali.

          • Miguel Martinez scrive:

            Un altro punto, che però non ho accennato, è che sono contrari all’emigrazione dai paesi islamici verso paesi non islamici: in questo sono dei veri sionisti e vorrebbero che tutti i musulmani facessero aliyah 🙂

            Certo, fa comodo avere potenziali attentatori in terra nemica, ma finisce lì.

            Poi, dopo la Grande Battaglia di Armageddon/Dabiq, certo, conquisteranno pure Roma e uniranno finalmente l’umanità, ma queste sono fantasie che non c’entrano nulla con i timori leghisti di “islamizzazione”.

          • roberto scrive:

            però anche “loro” potrebbero fare lo sforzo di seguire le “nostre” logiche.

            perché se seguissero le nostre logiche:

            “A loro interessa invece tantissimo che demonizziamo collettivamente i musulmani”

            dovrebbero prendersela con salvini, le pen e magdi non più cristiano allam e scegliere come obiettivo la festa del dio po, invece che un concerto, facendo fra l’altro strage di musulmani che erano li in santa pace insieme agli altri. io non ce l’ho con i musulmani e come tu spesso dici il nostro voto della pseudodemocrazia è perfettamente inutile, dunque che vogliono da me?

            “come la difesa a spada tratta delle vignette di Charlie Hebdo,”
            ne abbiamo parlato all’infinito. CH ha preso per il culo tutte le religioni, e loro dovrebbero capire questa logica. che poi dovrebbero pure capire che la difesa a spada tratta c’è stata solo *dopo* l’attentato, prima c’erano critici in abbondanza e tutto sommato si tratta(va) di una rivista abbastanza marginale

            “il divieto del foulard islamico nelle scuole”
            no, dovrebbero capire che si tratta di un divieto valido per tutte le religioni, comprese le kippah degli odiatissimi ebr…sionisti

            “o del burqa per strada:”
            ok, qui hanno ragione

            sinceramente non sono sicuro su dove questa discussione può andare a parare.
            Capire l’altro, ed in questo caso il nemico, è fondamentale, su questo non ci sono dubbi. ma poi una volta che lo hai capito che fai? cambi la tua vita per vivere la vita che ti vogliono imporre “loro”?
            voglio dire, se “loro” iniziano a tagliare la testa a tutti gli yazidi, cristiani, sciiti o quel che vuoi che gli capitano sotto mano nell’assurdistan, “noi” che abbiamo capito che è solo una provocazione, cambiamo canale?

            • Miguel Martinez scrive:

              “dovrebbero prendersela con salvini, le pen e magdi ”

              In Italia, dovrebbero prendersela con Ferruccio de Bortoli, che stanò quella poveretta della Fallaci e le strappò con le tenaglie il famoso articolo.

              Ma il punto non è cosa dovrebbe o non dovrebbe fare qualcuno, o perché lo fa.

              Il punto è che il divieto di mettersi un foulard in testa è stato percepito come un gesto contro i musulmani e basta, visto che non c’era un’Emergenza Kippà.

              La difesa di Charlie Hebdo, la Merkel che premia l’autore delle vignette danesi, nello stesso periodo in cui si metteva fuorilegge il negazionismo persino del genocidio armeno, o si processava per la centesima volta Dieudonné per una battuta, idem…

              Con queste semplici mosse, è stato dato un simbolo e un senso a tutto il risentimento che covava per la vita marginale di milioni di persone nate in famiglie musulmane.

              Questo è un fatto, i giudizi lasciano il tempo che trovano, da una parte o dall’altra.

              Qui non stiamo parlando di ciò che “si dovrebbe fare”, ma di ciò che si è scelto di fare, con le sue conseguenze.

          • roberto scrive:

            “sono contrari all’emigrazione dai paesi islamici verso paesi non islamici”

            in tutta questa sfilza di domande, dubbi e incertezze, l’unica cosa della quale sono abbastanza sicuro è che le prime vere vittime di questi disgraziati sono appunto i musulmani che vivono in europa, e intendomusulmani in senso molto lato

          • roberto scrive:

            sempre a proposito di
            “demonizziamo collettivamente i musulmani”,
            ricordo ai 300 il discorso di manuel valls all’assemblée nationale dopo lattacco a CH

            “il faut toujours dire les choses clairement: oui, la France est en guerre contre le terrorisme, le djihadisme et l’islamisme radical. La France n’est pas en guerre contre une religion. La France n’est pas en guerre contre l’islam et les Musulmans. La France protègera, et le président de la République l’a également rappelé ce matin, la France protègera, comme elle l’a toujours fait, tous ses concitoyens, ceux qui croient comme ceux qui ne croient pas”

            quindi ripeto, capite anche voi e prendetevela con i giusti obbiettivi

          • Z. scrive:

            Senza entrare nel merito di chi prendesse in giro CH e chi no, dovrebbe bastare l’osservazione che assassinare persone disarmate, a freddo, è cosa che non si fa e non si giustifica.

            Diversamente sarebbe davvero da ipocriti criticare, chessò, la speculazione edilizia, la corruzione o la mafia.

            E sapete bene quanto io trovi imbarazzanti quelle vignette…

            • Miguel Martinez scrive:

              “a freddo, è cosa che non si fa e non si giustifica.”

              ma perché bisogna sempre parlare di “giustificare” o “non giustificare”?

              Qui stiamo parlando di come un gigantesco risentimento di massa abbia trovato un simbolo, che mi sembra una questione ben più importante.

              • Miguel Martinez scrive:

                Ci sono diversi modi per parlare della bomba atomica.

                1) “E’ giusto o no friggere vivi centomila giapponesi indifesi?”. Se ne può discutere all’infinito tra persone che non c’entrano niente e non devono decidere nulla a riguardo, e secondo i punti di vista (e anche come poniamo la domanda, come ho fatto io) si arriverà a conclusioni immutabili nel tempo.

                2) “Gli Stati Uniti lo hanno fatto per accelerare la vittoria? Per ottenere di più da una resa praticamente già decisa? O era un avvertimento indiretto all’Unione Sovietica?” Queste sono domande che possono invece ottenere una risposta, per quanto sia possibile nel campo della storiografia.

                3) “La bomba atomica ha provocato un odio incancellabile tra i giapponesi, che ancora oggi si sognano di vendicarsi.” Oppure, “la bomba atomica ha spaventato tutti talmente tanto, che non se ne sono più lanciate”. Sono due affermazioni sulle conseguenze, che sono abbastanza verificabili. Ad esempio, la prima mi sembra oggettivamente falsa, qualunque cosa si pensi della bomba atomica.

                Se teniamo presente un parallelo come questo, forse possiamo separare giudizi morali, nostre idee sulle motivazioni e le conseguenze oggettive delle cose di cui discutiamo.

              • Miguel Martinez scrive:

                Un altro punto importante è che chi detiene un potere vero, non ragiona necessariamente secondo i nostri criteri.

                Noi ci preoccupiamo di cose come la strage di Parigi, perché è una cosa che capiamo e riusciamo a immaginarci.

                Ma per chi ha il potere, è rassicurante sapere che la sicurezza è diventata tale che vengono colpite soltanto persone indifese e irrilevanti, sono passati i tempi delle Brigate Rosse.

                Che qualche banlieusard che muore dopo aver fatto fuori un po’ di gente è solo un fatto di cronaca.

                Che questi pittoreschi tagliagole, che in fondo sono solo qualche migliaio di individui, non hanno nessuna importanza in confronto, ad esempio, alla Russia con cui si combatte per il percorso delle pipeline petrolifere. Quello è un vero problema.

                Al massimo, quelli dell’Isis possono diventare un piccolo problema elettorale, perché portano un po’ di voti a qualche estremista di destra, ma le elezioni sono in genere l’ultima preoccupazione di chi conta.

              • Miguel Martinez scrive:

                “Un altro punto importante è che chi detiene un potere vero, non ragiona necessariamente secondo i nostri criteri.”

                Questo lo dico perché azioni come la legge sul velo, l’invasione della Libia o mille altre, non è detto che fossero semplici azioni suicide – come spera al-Qaida; ma possono essere state fatte con piena coscienza dei rischi, perché valeva la pena farle.

          • Z. scrive:

            Ah, che il divieto dei simboli religiosi sia una bruttura ideata per colpire i musulmani credo che nessuno possa seriamente dubitarlo. Magari per alcuni sarà una bellura – vorrei conoscerne – ma la ratio del provvedimento mi pare piuttosto ovvia.

            Poi certo possiamo raccontarcene di ogni colore…

          • Z. scrive:

            MM,

            — ma perché bisogna sempre parlare di “giustificare” o “non giustificare”? —

            Mi sa che non mi sono spiegato. Mi scuso per l’eccessiva sintesi e provo a spiegarmi meglio.

            Secondo me, nella questione CH, la cosa rilevante non è se le vignette fossero divertenti o se il diritto deridere il prossimo e ciò che per lui è sacro sia o meno un corollario necessario della libertà di parola.

            Indipendentemente da come la si pensi su entrambi i temi di cui sopra, la cosa secondo me rilevante – secondo me, eh – è che non si spara a freddo su una persona disarmata.

            Che sia un banlieusard, che sia Marine Le Pen, che sia Vincent Cassel, che sia un disegnatore di CH.

            Tutte le questioni che sono state costruite intorno ai fatti – laicità dello stato e rispetto della religione altrui; diritto di satira e diritto del governo di far arrestare chi fa satira; io sono CH e io non sono CH – mi sembrano questioni di gran lunga secondarie rispetto all’assassinio a sangue freddo di persone inermi.

            Che è cosa che, beh, non si deve fare. Per lo stesso motivo per cui non si deve torturare la gente in caserma, per cui non si devono commettere stupri e così via.

            Il resto – religioni, ideologie, dibattito pubblico, limiti della democrazia liberale etc. – sono argomenti interessanti, ma direi che vengono decisamente dopo, senza meno.

            Per cui:

            1) il fatto che CH prendesse in giro o meno altri popoli e altre fedi mi sembra quanto mai irrilevante;
            3) sapere che ci sono persone che trovano inaccettabile uno sfratto per morosità e che per fatti come i morti di CH dicono “e vabbè, dopotutto…” mi fa un pochino strano.

            Ma è solo il mio punto di vista. Anche se credo sia abbastanza condiviso, sinceramente.

            • Miguel Martinez scrive:

              “l fatto che CH prendesse in giro o meno altri popoli e altre fedi mi sembra quanto mai irrilevante”

              Il punto è che è stato clamorosamente rilevante per tanti.

              E in mezzo ai tanti, prima o poi uno che non condivide il tuo ragionamento sullo sparare alla gente lo trovi. Non è una questione di moralità, ma semplicemente di statistica.

              Ma anche questo è un fatto secondario rispetto all’enorme portata simbolica della vicenda.

              Che venne percepita come il diritto di alcuni ricchi snob “bianchi” – protetti da governi e polizia e dai media – di sputare giorno dopo giorno sui “neri”, finché un nero non li ha fatti smettere, a prezzo della propria vita.

              Dopo di che tutti i “bianchi”, la polizia e i media hanno dichiarato in coro, “je suis Charlie”, confermando la tesi di chi sospetta che in ogni “bianco” si nasconda uno sputazza-neri.

              Questa lettura può essere sbagliata per mille motivi, ma è una lettura semplice e lineare, che nasce spontaneamente e non richiede nemmeno un propagatore. E siccome questa lettura è semplice e lineare, è condivisa da tanti che magari prima non pensavano nemmeno a se stessi come “neri” (uso questo termine in senso volutamente ampio).

              Questa visione crea nuovi fatti e per tanti versi cambia la società, che ci piaccia o no. In questo senso, le vignette di Charlie Hebdo hanno contribuito a creare la storia, e questo lo trovo tutt’altro che irrilevante.

              Come vedi, non ho toccato proprio l’argomento “religioni, ideologie, dibattito pubblico, limiti della democrazia liberale etc.”, mi limito all’antropologia. E non considero la vicenda “vabbè, dopotutto”, anzi credo che costituisca uno spartiacque nella storia contemporanea e la fine del patto implicito, per cui tu mi pulisci i cessi e mi vendi la cocaina, ma io ti chiamo Monsieur le Citoyen.

          • Z. scrive:

            Del perché quel patto implicito non sia mai esistito, e anzi non possa esistere, ho scritto sotto.

            La storia e gli spartiacque si valutano meglio da lontano. Da vicino, mi impressiona la scarsa rilevanza che l’argomento “soppressione a freddo di vite umane” ha avuto nella vicenda rispetto alla ridda di dichiarazioni e ideologie in lizza. Ma mi rendo conto di non capire granché di comunicazione, media e simili.

            • Miguel Martinez scrive:

              “, mi impressiona la scarsa rilevanza che l’argomento “soppressione a freddo di vite umane” ha avuto nella vicenda”

              Credo che le “vite umane” di quelli di Charlie Hebdo abbiano ricevuto tanta attenzione, almeno rispetto ai morti di Ayotzinapa.

              Facciamo un patto: io non tiro in ballo i centomila morti messicani, voi non tirati in ballo i cento morti francesi.

              E’ un affare, ci guadagnate mille a uno.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per non parlare della vignetta di Charlie Hebdo sulle “vite umane soppresse a freddo” sull’aereo russo. Va bene, non erano francesi, erano solo russe, ma evidentemente non tutti hanno la tua sensibilità 🙂

          • Z. scrive:

            Miguel,

            — Facciamo un patto: io non tiro in ballo i centomila morti messicani, voi non tirati in ballo i cento morti francesi. —

            Come ho già scritto qui, “non puoi parlare dei morti X se non parli anche di quelli Y” è esattamente come dire “non puoi parlare della guerra in Iraq se non parli anche della guerra in Kissandostan”.

            Ma forse non ero stato abbastanza esplicito. Allora te lo scrivo senza mezzi termini, perché un ospite corretto ed esemplare come te non merita l’oltraggio dell’eufemismo e dell’ipocrisia:

            ritengo che sia un discorso pretestuoso e privo di senso, da politico televisivo o da attivista telematico segnapunti.

            Decisamente inadatto, quindi, ad una persona della tua intelligenza, della tua sensibilità e della tua cultura.

            E incredibilmente questo articolo di Scanzi esprime perfettamente nella sostanza, anche se non nei toni arroganti e saputelli che trovo comunque urticanti, il mio punto di vista:

            http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/24/valeria-solesin-risposta-breve-a-chi-ci-accusa-di-piangere-solo-per-lei/2247955/

            — Per non parlare della vignetta di Charlie Hebdo sulle “vite umane soppresse a freddo” sull’aereo russo. —

            Perché scrivi “per non parlare di…”? Mi sembra che tu ne abbia parlato. Anzi, mi sembra anche di aver scritto io stesso due righe al riguardo.

            Boh, oggi ho qualche problema a capirti…

            • Miguel Martinez scrive:

              ““non puoi parlare della guerra in Iraq se non parli anche della guerra in Kissandostan”.

              Infatti. Credo che entrambi gli argomenti siano infondati. Io NON mi lamento dei morti del Messico, e non parlo della guerra in Iraq per dire che qualcuno è cattivo.

              Facciamo un salto indietro, al 2003. Parlo della guerra in Iraq (o meglio della guerra all’Iraq) lanciata a suo tempo dagli Stati Uniti e codazzo, ne parlo perché:

              1) siamo coinvolti direttamente, a differenza della guerra nel Kissandostan

              2) è giusto smascherare le balle, i falsi moventi umanitari, le fole sulla democrazia che si porta in giro per il mondo. Non per dimostrare che Bush è un bugiardo (se non lo fosse, non sarebbe un politico), ma solo per non lasciarci ingannare a noi stessi.

              3) è giusto far notare (non “denunciare”) che porta a un notevole numero di omicidi, non diversi da altri omicidi (compresi quelli nel Kissandostan). Far notare aiuta a liberarsi dall’inganno umanitario, ma in sé non vuol dire nulla: non ritengo che Bush sia particolarmente cattivo, ha scelto di candidarsi alla presidenza di un sistema che per vari motivi deve massacrare. Ed è interessante capire perché lo deve fare.

              4) cambierà la vita di tutti noi, e tra qualche anno porterà anche qualcuno di “noi” (magari un parigino ancora bambino nel 2003) alla morte.

              Sono tutti motivi validi per parlare dell’Iraq e non del Kissandostan, dove c’è una guerra che riguarda esclusivamente Burundi contro Paraguay.

              Se invece qualcuno mi parla dell’Iraq solo per lamentarsi nel numero delle vittime della presunta cattiveria statunitense, io gli rispondo, “se l’unica cosa che ti interessa sono i numeri di persone che soffrono, perché non ti vai a occupare anche del Kissandostan?”

          • Z. scrive:

            Qua stiamo stretti, ti ho risposto sotto 🙂

      • Francesco scrive:

        1) la metà delle ricchezze del mondo in mano agli ebrei (o a Israele) cosa c’entra con i musulmani? in che modo sostengono che sono state tolte a loro?

        2) chiusura basi straniere USA è realizzata al 99% se non sbaglio; certo che se ci si aggiunge anche il sostegno ai governi “infedeli” (dittatoriali è termine occidentocentrico che per i nostri amici non ha senso) e l’abbandono di Israele si esagera un pochettino

        3) dici che avrebbero attaccato ancora gli USA? ma che hanno, paura di Israele? allora è meglio Hezbollah, che di paura ha dimostrato di non averne!

        ciao

        • Miguel Martinez scrive:

          “chiusura basi straniere USA è realizzata al 99% se non sbaglio”

          Guarda qui:

          http://www.geocurrents.info/geopolitics/mapping-u-s-foreign-military-bases

          • Francesco scrive:

            la mappa è del 2010 …

            a me pareva che gli americani di fatto avessero levato le tende da tutto il Medio Oriente, tolta la Turchia che rimane troppo furba per certe cose

            certo, se “noi” parliamo a nome di tutti i muslmani del mondo, compresi albanesi e indonesiani, un pò cambia

            magari però certe cose dovrebbero deciderle albanesi e indonesiani e non un gruppetto di arabi pazzi

            ciao

            • Miguel Martinez scrive:

              “magari però certe cose dovrebbero deciderle albanesi e indonesiani e non un gruppetto di arabi pazzi”

              Per sopravvivere, devi capire anche come la pensano gli altri.

              Per capire come la pensano gli altri, devi immedesimarti a volte nella loro logica.

              Per i jihadisti, i nazionalismi sono una forma terribile di idolatria: non esistono “albanesi”, “indonesiani” o “arabi”; e la lingua araba (quella classica, mica quelle che parlano “gli arabi”) è importante soltanto perché è la lingua con cui Dio si è rivelato, non per gli arabi.

              Inoltre, un senso alle cose non lo danno le creature, ma il Creatore, e quindi i musulmani non devono seguire né i tiranni né la democrazia, ma le chiare regole che valgono per tutti gli esseri umani, visto che Dio ha creato tutti uguali e non conosce le razze.

              • Miguel Martinez scrive:

                In fondo, l’immenso odio per gli sciiti nasce da lì: la Shi’ah sarebbe il velo dietro cui si nasconderebbe un’idea di superiorità etnico-razziale dei persiani.

                Come i comunisti di una volta, che quando erano in guerra feroce contro la Germania, non usavano mai la parola “tedeschi”, ma solo quella di “fascisti”, anche i jihadisti evitano di parlare male dei “persiani”, riversando tutto il loro odio sanguinario sui “safavidi”, sui “rigettatori”, sui “magi”.

                Perché – come per i comunisti – la colpa non può essere in una “razza”, ma solo in un’ideologia sbagliata.

          • Francesco scrive:

            PS basi USA in paesi islamici, intendo

            almeno per il resto del mondo spero non pretendano di mettere il naso in faccende altrui

            🙂

          • Francesco scrive:

            sarò europeo ma il nazionalismo è troppo radicato perchè io dia a questa scusa alcuna dignità

            anzi, europeo, romano, greco e pure ebreo ma ci sono diverse nazioni sotto il sole (e sotto l’unico Dio)

            chi non ne tiene conto è un pazzo e un bugiardo

            ciao

          • Z. scrive:

            Anche un po’ francese e un po’ tedesco, però: e piaccia o no, pure un filino musulmano.

            Stacce, direbbe il nostro Pino 🙂

          • PinoMamet scrive:

            “sarò europeo ma il nazionalismo è troppo radicato perchè io dia a questa scusa alcuna dignità”

            Mai pensato che ci siano persone con una mentalità diversa dalla tua?
            😉

          • Francesco scrive:

            Pino,

            credo che solo gli italiani vivano una scissione psicotica (o sana) tra essere una nazione (con buona pace del Duca che nega l’evidenza) e avere una patria (qui convengo che ormai è vero per pochi, forse non pochissimi).

            Il 99,99999% degli altri sono, al massimo, diversamente patrioti, come Miguel.

            Ciao

          • mirkhond scrive:

            Non mi sembra così evidente, proprio in virtù di ciò che hai detto.

  16. roberto scrive:

    OT per moi che si preoccupa del partito musulmano, della profezia di houellebecq e delle finestre di non mi ricordo più come si chiama

    il FN ha preso ieri quasi sette milioni di voti e si è alla fine ritrovato con un pugno di mosche.
    considerando che il partito musulmano ha preso qualche decina di migliaia di voti (e tralasciando per un attimo l’esistenza di costituzioni, unione europa ecc.) fra quanti anni si potrebbe avverare la profezia di houellebecq?
    secondo me fanno prima a sciogliersi i ghiacci polari

  17. Mauricius Tarvisii scrive:

    OT (che strano, no?), per una necessaria igiene nel linguaggio.

    Quando si parla di studi di genere ci si riferisce a cose tipo questa:

    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xaf1/v/t1.0-9/12360237_940756375978826_532343479230974137_n.jpg?oh=9466fcfce4d025740075bf13bcdcd76f&oe=57172D64

    L’argomento è un vero tabù, però, perché subito qualcuno si mette a strillare che il Gender, che i ruoli tradizionali sono in crisi, che l’omo deve mori’, se no non è omo, ecc.

    • Z. scrive:

      In pratica, quindi, la ricercatrice di Lettere e Filosofia ed europarlamentare della lista Tsipras si occupa di statistiche?

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Gli studi di genere seri si basano anche sulle statistiche: la sociologia si può fare bene (dati alla mano) o male (chiacchierando).

        • Z. scrive:

          La signora non è una sociologa, è una ricercatrice a Lettere e Filosofia – credo una studiosa di filosofia, per essere precisi, ma potrei sbagliarmi.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Ma chi?

          • Z. scrive:

            L’europarlamentare del PRC eletta con la lista Tsipras, dopo le dimissioni del rispettivo capolista. In pratica la terza eletta assieme a Barbara Spinelli e Curzio Maltese.

            Detto questo:

            1) non dovresti essere qui;
            2) c’è un’email che ti aspetta!

    • izzaldin scrive:

      ho letto il grafico ma non sono sicuro di averlo capito

    • roberto scrive:

      non capisco “falls”.
      siamo più imbranati?

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Oppure siamo quelli che salgono sui ponteggi. O magari le donne hanno un maggiore senso dell’equilibrio.
        I dati sono dell’OMS, quindi credo abbastanza attendibili: l’interprete può interpretarli.

        • roberto scrive:

          giusto, sicuramente sono incidenti di cantiere o cose del genere, scemo io che non ci ho pensato

          • Francesco scrive:

            caro, non è che andresti a prendere la borsetta verde acqua di laguna di mare a primavera con poco sole? dovrebbe essere nel terzo scomparto dell’armadio in altissimo

            no nel secondo … forse

            ho detto scomparto! vuole dire che è a destra!

            quella ti sembra verde acqua di laguna di mare a primavera con poco sole? se non hai voglia di aiutarmi per una volta che te lo chiedo dillo subito!

          • PinoMamet scrive:

            😀

          • Francesco scrive:

            grazie Pino

            vedo che qualcuno capisce

          • roberto scrive:

            l’armadio in altissimo è l’ultimo dei miei problemi 🙂

    • Francesco scrive:

      non è vero, Maurizio, col “gender” non c’entra nulla

      infatti si può parlare tranquillamente di sex per quelle statistiche

      ciao

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Genere è la forma elegante per sesso: qualche decennio fa nel linguaggio non triviale si usava genere femminile/maschile, certamente non sesso (parola tabù).

        • Francesco scrive:

          già ma ora pare che sia un’altra cosa

          tra l’altro non si capirebbe bene cosa abbiano i cattolici contro i gabinetti per maschietti e per femminucce, se fosse tutto qui

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Il significato della parola non è cambiato. Credo che a molti non piaccia questo campo di ricerca perché lo studio di un fenomeno umano (l’elaborazione culturale dell’identità di genere) comporta la messa in discussione di ciò che si ritiene necessario, pacifico e scontato.
            Altrimenti nessuno avrebbe trasformato l’ellissi del nome di una disciplina in uno spauracchio.

          • Francesco scrive:

            << l’elaborazione culturale dell’identità di genere

            dietro cotanta cortina fumogena, quasi riesci a farlo parere una cosa innocua.

            quasi, che qui si fanno i compiti a casa

            😀

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Nulla è innocuo: ogni elaborazione culturale finisce per avere impatti enormi sulla società. Pensiamo a cosa hanno portato la costruzione dell’infanzia, prima, e dell’adolescenza, dopo. Oppure a tutto quello che è stato costruito sull’appartenenza ai vari ceti sociali.

          • Z. scrive:

            Francesco,

            mi spiace, ma nessun concetto può battere, per capacità e potenziale fumigante, quello di “abuso del diritto”.

            Il che mi rammenta che devo fare in bocca al lupo a qualcuno…

            In bocca al lupo, Qualcuno 😉

  18. daouda scrive:

    Sei entrato nella stessa dinamica comunista per cui và inneggiato l’islam. Te lo ripeto Miguel, stai prendendo la parte dei perdenti.

    • Miguel Martinez scrive:

      “Sei entrato nella stessa dinamica comunista per cui và inneggiato l’islam. Te lo ripeto Miguel, stai prendendo la parte dei perdenti.”

      Uno, cercare di raccontare il punto di vista di qualcuno, cercando di non falsarlo, non vuol dire condividere quel punto di vista.

      Due, mi incuriosisce l’espressione “i perdenti”. Secondo te, chi sarebbero i vincenti?

      • Pietro scrive:

        Una parte dell’estrema destra neofascista e’ musulmana… Ognuno inneggia un po’ quello che gli pare, il problema e’ che va per la maggiore l’equazione comprendere = difendere. Esiste un revisionismo negazionista di sinistra come ne esiste uno di destra. Se si gioca a incasellare prima o poi la tavola si spezza, la realta’ e’ troppo complessa, poi si finisce ad ore di talk show senza che nessuno si chieda chi deve pagare se la banca fallisce. Uno dei grandi pregi dell’Islam e’ che oggi si presenta come una realta’ molto semplice che sembra molto complessa ma aiuta a capire molte cose che sta di fronte ad una realta’ che sembra molto semplice ma e’ molto complessa e crea grande confusione.

        • Z. scrive:

          Secondo me quella non è un’equazione e inneggiare è intransitivo… ma a parte le mie precisazioni noiose e pedanti credo che tu abbia perfettamente ragione quando scrivi che giocare a incasellare tutto è inutile se non controproducente.

          Però qualche casella ci vorrà, se vogliamo giocare 🙂

          • Pietro scrive:

            Assolutamente vero. Personalmente le mie caselle riguardano piu’ la rappresentazione che le persone hanno del mondo piu’ che la rappresentazione che il mondo ha delle persone…

          • Z. scrive:

            La prima parte della frase riesco a seguirla. Non mi è chiaro cosa significhi “la rappresentazione che il mondo ha delle persone”, però 🙂

          • daouda scrive:

            i primi revisionisti erano comunisti infatti. Ad ogni modo sono quasi tutti sciiti quelli di estrema destra, e non è un caso visto che amano le paccottiglie esotericheggianti.

      • daouda scrive:

        I cristiani integrali ( nessun riferimento a confessioni eretiche od edonistiche o prive di giurisdizione valida ), e le persone di buona volontà.

        Poi te hai la cattiva piega di lanciare il sasso e nascondere la mano. Sù.

  19. Pietro scrive:

    @Z: “non si spara a freddo su una persona disarmata” ma tutta la retorica della penna che uccide piu’ della spada di colpo non vale piu’ nulla?

  20. Moi scrive:

    E schiodiamoci, allora, a far sciogliere tutti ‘sti cazzi di ghiacciai … così che freghiamo Kalergi sui tempi ! 😉

  21. Moi scrive:

    Bello ‘sto Gioco di Ruolo Ucronico On Line : ove le Massonerie Laiciste anziché divenire Nichiliste, restano Suprematiste come un secolo fa … ; “Illuminati” (ma de facto proprio, mica solo de nomine, eh …) dal Vèc Cardinalâz’ 😉 a Fine Novecento, “rimettono la testa in mezzo alle orecchie” 😀 (cioè “rinsaviscono”, espressione nostrana …) ; però non riesco a giocarci 🙁 , sarà che condivido con Habs qual è l’ Ucronia Veramente Vera: la Realtà ! 🙂

    PS

    @ Roberto : vedi, è proprio la Massoneria di Virus convintissimi di essere i Vaccini a preoccuparmi sulla Laicità 😉 …

  22. Moi scrive:

    @ FRANCESCO

    Mi sa che sul concetto di “Gender” ti dovresti fare un ripassino con una conferenza a tema sul Tubo a cura di Gianfranco Amato …

    @ MAURICIUS

    Fosse come dici tu, la Tavistock farebbe beveroni dimagranti per Impiegati delle Poste Panzoni e Massaie Culone …. e invece fa Farmaci Puberty Blocker.

    Comunque mi sa che le “falls” siano dovute al fatto che di donne su piattaforme, trabatelli et similia ce ne salgono molte meno … le Quote Rosa stranamente 😀 sono molto più richieste per fare le “managress” (o come si dice) che NON per fare le Muratrici, sempre stranamente.

    PS

    Come notato acutamente da Pino, le Italiane sono le più “trasformiste” in assoluto fra il voler fare le Amazzoni del Terzo Millennio o le Dame dell’ Ottocento … a secondo della convenienza sociale e/o situazionale. Insomma : Identità Italica IntraGender Bender NON Binary-Minded Related Purple Penguins Fluidness Friendly o come piùo meno si dice in Politically Correct New Glocal-Globish.

    • Moi scrive:

      Ah, e senza dimendicare la Gender Gingerbread PersonNess Variance and Variability Trendy Trendness ovviamente … eh, a m’arcmànd 🙂 .

    • Moi scrive:

      “manageress” … e poi Izzaldin giustamente proponeva “spin doctress”, che magari esiste già, visto che già esiste “Mx” per non stare a dire “Mr” o “Ms” (che “Miss” e “Mrs” sono già sessisti !!!)

  23. Moi scrive:

    dimenTicare … però ormai in effetti un briciolo di buon senso va “mendicato” 😉 , fra le Elites Intellettuali …

  24. Moi scrive:

    Uff … è vero c’è anche il “Cis” …

  25. Moi scrive:

    Ah, è vero … gli Sceicchi del Petrolio !

    I loro soldi li spendono tutti o per bombarsi le escort Baltiche o per far delle sgasate con le Pagani-Zonda … il Resto della Umma lo ritengono sacrificabilissimo pur di continuare così.

  26. roberto scrive:

    Miguel,

    continuo qui che la lettura è più facile.
    tu mi rimproveri spesso per “l’impersonale” ma fatti tirare le orecchie per aver sostituito l’impersonale con l’indefinito

    sul tuo punto importante
    “chi detiene un potere vero, non ragiona necessariamente secondo i nostri criteri.”

    chi detiene “un potere vero”?
    se non precisi questo punto il resto del discorso è difficilmente comprensibile e assolutamente inverificabile (dal prolema dei voti, alla russia passando per la sicurezza)

    • Miguel Martinez scrive:

      “chi detiene “un potere vero”?
      se non precisi questo punto il resto del discorso è difficilmente comprensibile e assolutamente inverificabile”

      Infatti, non stavo facendo un’affermazione, stavo solo ponendo un approccio diverso dal solito.

      Per i familiari delle vittime al Bataclan, quel fatto è un’enormità.

      Lo è invece per un politico che gira con la scorta? Per un potente della finanza di quelli che trovi a fatica su Google (ogni tanto mi capita ad esempio di cercare individui che possiedono ditte miliardarie, e trovare due o tre riferimenti vaghi)? Per chi ha una fabbrica di armi? Per chi decide i prezzi del petrolio?

      Oppure lo vedono come un banale fatto di cronaca, che può anche tornare comodo se sfruttato per qualche scopo utile per loro, o può provocare un lieve ritardo in un progetto?

      Sono ipotesi.

      • Pietro scrive:

        La globalizzazione ha spostato i confine dalla nazione all’individuo, un atomismo sociale che ha disgregato ogni gruppo (che oggi sono diventanti assembramenti piu’ o meno interessati), compreso quello dei consumatori. La possibilita’ di sapere tutto (senza entrare nel merito dei filtri dati dalla gestione dell’informazione) ha di fatto ucciso l’immaginario. Mi scuso per il mio tono da Savonarola ma riesco a esprimermi piu’ o meno solo cosi’ quando qualche tema mi interessa molto.

        • Francesco scrive:

          Non sono d’accordo con te. Ci sono ancora gruppi, solo che sono diversi da quelli di prima della globalizzazione.

          Idem per l’immaginario … secondo me c’è molto più varietà reale di quella che si riesce a percepire.

          Ciao

          • Pietro scrive:

            In merito ai gruppi mi riferivo al senso di comunita’, quelli rimasti sono sulla difensiva per forza di cose. L’immaginario deve potersi nutrire della possibilita’ di realizzazione, anche se remotisima, altrimenti diventa frustrazione. Paradossalmente oggi che tutto sembra possibile tutto sembra impossibile.

            • Miguel Martinez scrive:

              “Paradossalmente oggi che tutto sembra possibile tutto sembra impossibile.”

              verissimo

              • Miguel Martinez scrive:

                Per il divertimento dei glottomani, che qui non mancano…

                Trovate gli errori di queste domande (provocatorie) che “Wikiislam” – un ecumenico misto di laicismo all’UAAR e fondamentalismo biblico – invita a porre ai musulmani:

                “Arabic

                1. Classic Arabic is missing vowels and dots. If the Qur’an is the “words of God” only in its original language, why didn’t Allah reveal it in a language that was fully developed?
                2. There are only 150 million native Arabic speakers in the world today.[21] Why did Allah not reveal the Qur’an in a language more widely spoken on earth such as English[22] (350 million), Mandarin[23] (800 million), Spanish[24] (358 million), Hindi[25] (200 million) or Russian[26] (160 million)?
                3. Why is Arabic only difficult to understand or translate when a non-Muslim criticizes the Qur’an? And why do Muslims claim critics mis-translate words when it is often their own scholars and their most authoritative Arabic to English dictionaries[4] that confirm otherwise?
                4. There are many Arabic dialects such as Egyptian, Gulf, Eastern Arabic, Maghrebi and dozens of others.[27] Which one did Allah want us to use to interpret the Qur’an?”

          • Francesco scrive:

            per me vi siete fatti fregare, nel senso che desiderato quello che “loro” vi indicano

            col cazzo, per vincere bisogna desiderare quello che noi scegliamo e li si frega sempre

            come Osama, che desiderava una grotta in fondo all’Afganistan

            bisogna riprendersi l’immaginario, per non finire frustrati a sbavare dietro alla prima Ferrari che passa

          • PinoMamet scrive:

            Fantastiche le domande degli pseudo-Uaarini antiislamici…
            molto “americane”, devo dire.

            Naturalmente, per smentirle praticamente tutte basta citare la Bibbia, scritta (anzi no, dettata da Dio) in un linguaggio pochissimo parlato, rigorosamente scritta senza vocali
            (il che ovviamente non significa che sia “una lingua non pienamente sviluppata”… ma questi credono che gli arabi del tempo di Maometto parlassero senza vocali??) e per la quale esistono centinaia di passi di difficile interpretazione… anzi, tutti.

            Naturalmente la domanda su “quale arabo usare per interpretare il Corano” è di quelle talmente stupide che risulta difficile rispondere, ma ricordiamo che anche l’ebraico, sebbene sia parlato da quattro gatti, ha le sue belle differenze dialettali (sia antiche che moderne: provate a tener dietro a un rabbino ashkenazita..)…

          • Roberto scrive:

            Devo dire che la terza mi incuriosisce

            Da profano totale leggi spesso polemiche tipo: c’è scritto ” brt bulabù abbabbù” che vuol dire “ama i tuoi vicini” no, vuol dire “sgozza le tue capre” no, vuol dire “uccidi gli infedeli”

            Sono discussioni che si sentono solo per l’arabo e danno in effetti un’impressione un po’ disturbante di intraducibilità

            • Miguel Martinez scrive:

              “danno in effetti un’impressione un po’ disturbante di intraducibilità”

              Ma credo che ci siano diversi elementi.

              Una lingua triconsonantica – come l’arabo – permette di creare un numero molto più grande di parole delle lingue indoeuropee, e ogni parola (in teoria) può avere anche una decina di forme modificate, con significati molto diversi tra di loro.

              In più, le parole arabe non sono astratte, ma hanno sempre rimandi concreti; e non ci sono le parole composte o con prefissi che sono caratteristiche delle lingue come latino o greco.

              Ma il problema più grande, per me, non sta nella singola frase, quanto nell’insieme. Il Corano partecipa del mondo “biblico”.

              Quindi, di solito, le traduzioni del Corano somigliano alla “nostra” Bibbia.

              Ma la “nostra” Bibbia è una roba di preti, con un suo linguaggio, che racconta storie. Mentre il Corano è un insieme musicale di brani/visioni molto brevi, raccolte successivamente in maniera piuttosto arbitraria, o secondo logiche difficili da capire per noi, e potevano essere messi in un ordine completamente diverso. E dove lo scritto serve solo come supporto a ciò che in italiano si chiama la “cantillazione”.

              In questo senso, do pienamente ragione ai musulmani quando sostengono che il Corano è “intraducibile” e che quelle che chiamiamo “traduzioni” sono soltanto “spiegazioni”.

          • roberto scrive:

            Miguel grazie,

            (è un argomento che mi incuriosisce molto)

            ma non ho capito una cosa
            “In più, le parole arabe non sono astratte, ma hanno sempre rimandi concreti”
            cosa vuol dire? all’incirca non hai la parola “freddo” ma “ghiaccio”? se è così è affascinante ed in effetti spiegherebbe le difficoltà di traduzione

            poi in realtà oltre che alle traduzioni del corano, pensavo ai 2000 casi in cui “sentendo le intercettazioni avevamo capito che volevano distruggere il mondo ed invece dicevano che volevano mangiare un’hamburger” (su due piedi mi viene in mente il marocchino nella storia della ragazzina uccisa a bergamano e i tipi che volevano fare esplodere san petronio).
            certo, possono essere semplicemente interpreti incapaci e/o più o meno in malafede, però mi sembra una spiegazione troppo semplice (e sai che non lo dico mai, la spiegazione troppo semplice è sempre la buona per me 🙂 )

            • Miguel Martinez scrive:

              “sentendo le intercettazioni avevamo capito che volevano distruggere il mondo ed invece dicevano che volevano mangiare un’hamburger”

              Ah ecco, no lì la questione è davvero complessa. I dialetti arabi sono davvero intraducibili, sintetici, pieni di frasi fatte e proverbi in rima che possono significare tante cose. E poi c’è il satr, il velo che si stende sui significati e sulle intenzioni; l’eccesso misurato, che forse conoscerai da una certa capacità siciliana di dire cose esagerate eppure che non rivelano nulla.

              Immagina poi come cambiano i registri quando siamo “tra di noi”, addirittura con una lingua totalmente diversa: se i cinesi intercettassero i turisti in visita che parlano tra di loro, immaginatevi i fraintendimenti non solo linguistici, ma anche culturali.

              Poi c’è il problema della varietà dei dialetti: immagina un interprete bergamasco che deve interpretare un dialogo in calabrese stretto, “tanto è tutto italiano”, e se non se ne esce con qualcosa, la prossima volta non lo chiamano perché credono che sia incompetente. Inoltre, gli interpreti dicono spesso ciò che gli inquirenti si aspettano da loro.

          • PinoMamet scrive:

            “E dove lo scritto serve solo come supporto a ciò che in italiano si chiama la “cantillazione”.

            In questo senso, do pienamente ragione ai musulmani quando sostengono che il Corano è “intraducibile” e che quelle che chiamiamo “traduzioni” sono soltanto “spiegazioni”.”

            Idem per la Torah…

  27. roberto scrive:

    ” la fine del patto implicito, per cui tu mi pulisci i cessi e mi vendi la cocaina, ma io ti chiamo Monsieur le Citoyen.”

    il problema è più complicato perché in francia il patto non è mai stato quello ma piuttosto “ti chiamo monsieur le citoyen se pulisci cessi, vendi cocaina e *se ti comporti pubblicamente da francese*”

    l’ultimo pezzo della frase è fondamentale, è proprio l’essenza del patto con la république che, credo, ma chi conosce meglio la situazione potrà correggermi, sia profondamente diverso dal patto sociale inglese o americano che è invece quello al quale pensi tu.

    sarebbe un po’ infantile giocare a chi a iniziato per primo a litigare, ma a me pare evidente che nella rottura di quel patto ci sia una responsabilità *anche* da parte dei negri.

    un esempio stupido ma terribilmente reale (reale = è successo a mie amiche, nota il plurale): studenti che a scuola non stanno a sentire, usando un eufemismo pudico, un’insegnante *perché è donna*
    lo fanno perché pensano, a torto o a ragione, che la scuola non gli servirà a nulla? perché devono affermare un’identità? perché non hanno voglia di fare un tubo e trovano una scusa? perché hanno riscoperto delle radici? perché CH li prende in giro? perché la francia bombarda la siria? perché israele schiavizza i palestinesi?
    non lo so, ma di fatto rompono il patto sociale di cui sopra, una clausola del quale è “non userai mai la religione contro un fonctionnaire de la république”
    una volta che hai rotto il patto torni a diventare un nero che pulisce i cessi e vende cocaina.

    tutto ciò è triste e deprimente e probabilmente, ma non ho alcuna certezza, il patto di cui parlo è ingiusto, ma credo che se non si capisce che la rottura del patto è bilaterale ogni tipo di analisi sarà incompleta

    • Miguel Martinez scrive:

      “sarebbe un po’ infantile giocare a chi a iniziato per primo a litigare, ma a me pare evidente che nella rottura di quel patto ci sia una responsabilità *anche* da parte dei negri.”

      Ma sicuramente. Solo che nel caso di fenomeni di massa, la questione delle “responsabilità” cambia. Gli esseri umani sono anche vigliacchi, furbi, bugiardi, scansafatiche, arroganti e valutano tutto con due pesi e due misure, e questo fatto incide in modo decisivo con i grandi numeri, dove le singole scelte positive diventano abbastanza insignificanti.

      Un esempio – se il mio vicino di casa se la prende con gli zingari e io no, io sono più buono del mio vicino di casa.

      Però se il 70% degli italiani ce l’hanno con gli zingari, serve a poco prendersela ad uno ad uno con “quegli egoisti che…” Occorre guardare la questione in una prospettiva antropologica.

      Allo stesso modo, non serve molto incolpare ogni singolo nero americano dello stato catastrofico in cui versano (per la maggior parte) le comunità dei neri negli Stati Uniti.

      In un certo senso (non mi fraintendete) è più seria la spiegazione razzista, “i neri non sono geneticamente portati a vivere civilmente”. E’ una spiegazione a mio avviso errata, basti pensare al successo dei neri africani immigrati recentemente negli Stati Uniti, ma almeno evita di parlare di colpe.

      Allo stesso modo, se la maggioranza dei francesi de souche prova una sorda ostilità contro i musulmani, è inutile prendersela con la “cattiveria dei razzisti”. C’è piuttosto da capire come funziona il dispositivo che crea inevitabilmente questa situazione.

    • Miguel Martinez scrive:

      “profondamente diverso dal patto sociale inglese o americano che è invece quello al quale pensi tu.”

      La riflessione è molto interessante, e sono anche abbastanza d’accordo. Però forse il patto sociale statunitense presuppone comunque l’obbligo del “successo”, che si ottiene con precisissimi comportamenti imprenditoriali; e chi non “riesce” è considerato colpevole e “unamerican”. Mentre non è un grosso problema se gira con un turbante o prega per strada o si costruisce una scuola privata in cui insegna che gli esseri umani vengono da Zeta Reticuli.

    • Z. scrive:

      Mi permetto di far notare che il patto sociale implicito non esiste.

      Chiamare “patto sociale” qualcosa che non ho mai sottoscritto, e a cui sono costretto ad obbedire con la forza delle armi e la minaccia della galera è una mistificazione da Settecento, e come tale andrebbe denunciata.

      • Miguel Martinez scrive:

        “Mi permetto di far notare che il patto sociale implicito non esiste.”

        Beh, diciamo che è la base di qualunque raggruppamento umano: una serie di regole ferree e assurde che si devono sostanzialmente intuire (non corrispondono quasi mai alle parole scritte, quando esistono), pena l’esilio, il carcere, la tortura o lo squartamento in piazza. O almeno la disoccupazione.

        Si chiama Civiltà.

        • Z. scrive:

          Puoi chiamarla civiltà, Civiltà o altro ancora, ma certamente non “patto”. Perché un patto è qualcosa che si accetta intenzionalmente, in modo cosciente e volontario.

          Mentre le leggi dello Stato si applicano e basta, che a te piacciano o no, che tu le voglia o no.

          Chiamarle “patto” è più o meno come chiamare “villeggiatura” la reclusione.

          • Miguel Martinez scrive:

            “Chiamarle “patto” è più o meno come chiamare “villeggiatura” la reclusione.”

            Su questo concordo.

          • Francesco scrive:

            e invece avete torto

            lo Stato si regge sul fatto di essere accettato da (quasi) tutti come se fosse un patto

            altrimenti non durerebbe un attimo

            mica erano scemi nel Settecento, almeno non del tutto, avevano colto un paradosso della civiltà umana

          • Z. scrive:

            Francesco,

            — lo Stato si regge sul fatto di essere accettato da (quasi) tutti come se fosse un patto

            altrimenti non durerebbe un attimo —

            Allora, intendiamoci: se vuoi dire che lo Stato faticherebbe a durare se il suo atteggiamento verso il cittadino fosse inaccettabile sono d’accordo con te. E questa cosa vale anche per i patti.

            Ma questo non implica che lo Stato sia un “patto”. Un patto è qualcosa che le parti sottoscrivono, che comporta conseguenze che si verificano in quanto volute dalle parti, e dal quale posso recedere secondo i termini che ho sottoscritto.

            Dello Stato io faccio parte e basta, senza aver sottoscritto alcunché; le sue regole si applicano a me anche oltre e contro la mia volontà; il vincolo che mi obbliga a rispettarne le leggi non può essere unilateralmente risolto.

            Di più: non c’è neppure un rigido rapporto sinallagmatico tra diritti e doveri. A te è richiesto di difendere la Patria non in cambio di qualcosa, ma per dovere; e lo Stato ha il dovere di curarti se ne hai bisogno non in cambio di qualcosa, ma perché è tuo diritto.

            Ed è inevitabile che sia così. Anzi, di più: è giusto che sia così. Ma non è un patto: è qualcosa di più complesso, ed è quel qualcosa che tu chiami Stato e Miguel chiama Civiltà.

          • Roberto scrive:

            Francesco ha ragione a darmi ragione!

  28. habsburgicus scrive:

    OT (su insipienza delle classi dirigenti italiane, tema già trattato da Francesco, a cui invito particolarmente la lettura di quanto sotto)
    scaricatevi questo volume e leggete a pag 122 (seconda parte) [del digitale, del libro è pag 63] e, possibilmente tutto il documento (pag 120-123)
    http://www.farnesina.ipzs.it/series/QUINTA%20SERIE/volumi/VOLUME%20III
    se poi vi viene voglia di leggervi, e ve lo consiglio, tutta la corrispondenza Avarna-Bollati, scaricate anche i volumi I e II di quella serie, e cercate nell’indice (all’inizio), Avarna a Bollati e Bollati ad Avarna, l.p (lettera privata)
    avrete un affresco di due dei migliori Ambasciatori della Terza Italia, vi renderete conto (e questo lo dico soprattutto a Mirkhond) che qualcosa contavamo (o, almeno, eravamo ritenuti contare :D) e soprattutto del fatto che in Italia il governo è sempre in mano ai mediocri o peggio ! donde disastri e altro….la corrispondenza di questi due grandi diplomatici è la più dura, e documentata, accusa verso la follia criminale di chi ci buttò nella Grande Guerra, incluso, va dettom in primis il Re ! [P.S, i due sono insospettabili, Bollati era “laico” e da giovane “anticlericale”, Avarna entrò in diplomazia nel 1866..intelligenti pauca..certo era conservatore, ma per nulla ostile all’Italia risorgimentale, anzi ! altrimenti non avrebbe ottenuto quei posti]
    per “aiutarvi” (ma so già che non vi interessa), vi dico che in vol II ci sono a pag 90, 104, 188, 225, 373, 411, 466, 554, 583, 625, 675, 719, 746, 785 e in questo (vol III) pag 94, 120, 139, 213 e il resto dovete cercarlo nell’indice, come per tutto il volume I
    se poi (ma sarebbe già tantissimo TUTTO Avarna-Bollati !) vi venisse voglia di leggere anche altro, sarebbe ancora meglio 😀
    un saluto a tutti/e

    • Francesco scrive:

      ma ci sono le figure in questo libro?

      lo sai che sono uno sprovveduto lettore di fumetti

      😉

    • mirkhond scrive:

      Parli sempre di “Terza Italia”, ma la prima e la seconda dove stanno?

      • Francesco scrive:

        mmmmmmmmmmmmmmm

        Romani

        Longobardi

        c’ho preso?

        • mirkhond scrive:

          Dovrebbe dircelo lui. 🙂

        • habsburgicus scrive:

          comunque ritengo che almeno per Mazzini e i suoi
          Italia n° 1, Roma antica specialmente la Repubblica(per altri, specialmente l’Impero :D)
          Italia n° 2, l’Italia dei Papi medievale (e qui tanto contenti di riconoscerlo non erano :D)
          Italia 3°, quella laica, radicale, secolare, del XX settembre 1870, con Roma intangibile cioè l’Italia risorgimentale poi divenuta fascista (allorché si smise di enfatizzate il “laico”) e infine morta l’8/9/1943, del tutto defunta verso 1970 (dopo un’effimere rinascita in forme nuove e “guelfe” verso 1947-1948)
          però conta poco..dicevano “Terza Italia” e tanto basta….la definizione, per me è univoca e indica specialmente, in modo abbastanza chiaro, l’Italia sabauda, ufficialmente anticlericale e “liberalissima”, da Cavour al 1915

      • habsburgicus scrive:

        loro la definivano così (non sempre)..e io mi attengo alle loro definizioni, punto e basta..un po’ come come la Corea del nord si definisce “Repubblica democratica popolare di Corea” e così ci si rivolge a lei in occasioni formali 😀

  29. Francesco scrive:

    “E cospirano e Allah cospira e Allah è il migliore dei cospiratori”.

    sarà un pò OT ma questo detto mi piace moltissimo! sembra quasi inglese ma si sente un profumo arabo, più pugnace e più religioso

  30. mirkhond scrive:

    “L’immaginario deve potersi nutrire della possibilita’ di realizzazione, anche se remotisima, altrimenti diventa frustrazione. Paradossalmente oggi che tutto sembra possibile tutto sembra impossibile.”

    Concordo, visto che per realizzare il possibile devi appunto averne le possibilità.
    Ma in un mondo dove siamo tutti controllati, cambiare davvero le cose che contano, diventa impossibile.

    • Francesco scrive:

      Duca

      devi scegliere tu cosa realizzare e smettere di fartelo dire da loro

      vuoi fondare un monastero cattolico ispirato ai primi secoli, con una vita di preghiera, silenzio e pace, nell’entroterra di Bari? non riusciranno a impedirtelo, non riusciranno neppure a rendersene conto per anni

      vuoi l’aifòn? hai già perso

      ciao

    • Z. scrive:

      Duca, quali sono le cose che davvero contano per te?

      Solo se ti va di parlarne, chiaramente. Mi rendo conto che si tratta di una domanda molto generica e forse un po’ troppo personale.

      • mirkhond scrive:

        Vivere in una grande famiglia beduina nel deserto sconfinato.
        Sposarmi, avere dei figli, vederli crescere senza grilli per la testa, che si vogliano bene e vogliano bene ai figli dei propri fratelli, come se fossero i propri.
        E poi morire sperando nella Misericordia di Nostro Signore Gesù Cristo………
        Questo è sempre stato il mio sogno irrealizzabile………

        • Pietro scrive:

          Che bello! 🙂

        • PinoMamet scrive:

          Vabbè, ma il sogno realizzabile invece?

        • Z. scrive:

          Duca,

          tu vorresti dei figli che crescano senza grilli per la testa, e questo posso capirlo.

          Solo un appunto: desiderare di “vivere in una grande famiglia beduina nel deserto sconfinato”, per un barese, non trovi che si avvicini parecchio a quello che potremmo definire “avere grilli per la testa”?

          e che, li vuoi avere solo tu ‘sti grilli? 🙂

          • mirkhond scrive:

            Desiderare di ritrovare se stessi significa avere grilli per la testa?

          • Z. scrive:

            Ma no, Duca, dico che il barese medio che si sentisse dire dal figlio “vorrei andare a vivere in una grande famiglia beduina nel deserto sconfinato” probabilmente penserebbe che il figlio ha eccome dei grilli per la testa. E pure il bolognese medio, eh!

            In altre parole, quello che per te è una stramberia per tuo figlio potrebbe essere la normalità…

            🙂

          • mirkhond scrive:

            Non mi sono spiegato Traversara.
            Io desidero quello che non ho potuto essere fin dalla nascita.
            Come fare capire il disagio profondo di vivere in una società che NON ti piace?
            Oggi poi più che mai, che devi pure stare attento a come parli, che non ci vuole niente a passare per simpatizzante dell’isis.
            Vedasi la stessa premessa fatta da Miguel, all’inizio dell’articolo sul cui forum stiamo commentando……

          • mirkhond scrive:

            Poi non so se possa definirmi un barese “medio”, visto che mi sento estraneo a tanti aspetti della baresità……..

          • PinoMamet scrive:

            Mirkhond

            credo che Z. ti facesse notare che il tuo desiderio può apparire incomprensibile a molti (“un grillo per la testa”), come tu stesso noti quando dici che non riesci a comunicare il tuo disagio per questa società;

            nello stesso modo, i desideri dei tuoi figli potrebbero apparire incomprensibili a te…

            pensa, tu vai nel deserto, sposi una bella beduina, fai dei figli…
            e questi sognano di fare gli ingegneri informatici a Milano!

            Tu gli diresti, che schifo, gli ingegneri informatici a Milano!

            E loro ti risponderebbero: che schifo la tenda beduina nel deserto sconfinato!
            Non puoi capire il nostro disagio…

            e io, devo dire, che ho vissuto un bel po’ fuori città, il loro disagio lo capisco eccome, invece.
            E non stavo manco nel Sahara! 😉

          • mirkhond scrive:

            Vabbè……

          • mirkhond scrive:

            Scusa, ma perché ho parlato di un sogno IMPOSSIBILE?
            Proprio per quello che tu e Zanardo avete detto.
            Beati coloro che amano la società in cui vivono!

          • mirkhond scrive:

            “e io, devo dire, che ho vissuto un bel po’ fuori città, il loro disagio lo capisco eccome, invece.”

            Ma non puoi capire il mio…….

          • mirkhond scrive:

            Non sono certo le vostre paraculate a farmi sentire meglio in questa società.

          • Z. scrive:

            Ti sei spiegato benissimo e non penso affatto che tu sia un simpatizzante dell’ISIS (perché dovrei, poi?).

            Ciò che dico è che per te è qualcosa di naturale e di istintivo, qualcosa che desideri da sempre, sarebbe considerato “un grillo per la testa” da molti.

            Magari quello che tu considereresti un grillo per la testa di tuo figlio potrebbe essere del tutto normale per lui.

            Succede spesso 🙂

          • PinoMamet scrive:

            Mi’, però per te sono tutte paraculate…
            mica vero

          • mirkhond scrive:

            Quando non si parla lo stesso linguaggio, si risponde che con la paraculata verso ciò che non si comprende…….
            Come diceva San Gregorio di Nissa?
            Se domandate il prezzo del pane vi rispondono che il Figlio è inferiore al Padre…….

          • mirkhond scrive:

            non si risponde che con

          • PinoMamet scrive:

            Aridaje…

            io ti ho risposto, in sintesi, che come tu ritieni che i tuoi desideri non siano compresi, nello stesso modo potrebbero sembrarti incomprensibili quelli dei tuoi figli.

            Non vedo cosa tu ci trovi di perculata, onestamente.

            PS
            Credo che il passo di San Gregorio facesse riferimento alla diffusione esagerata presso il popolino di difficili temi teologici…

          • Z. scrive:

            Credimi, nessuno qui ti prende in giro.

        • mirkhond scrive:

          Secondo te, perché avrei parlato di un sogno irrealizzabile?
          Se lo fosse stato, ora non sarei qui a scrivere……

  31. mirkhond scrive:

    “vi renderete conto (e questo lo dico soprattutto a Mirkhond) che qualcosa contavamo (o, almeno, eravamo ritenuti contare :D)”

    Beh come disse Totò?
    Ei fu (Esercito italiano fu)…….. 🙂

  32. Moi scrive:

    Ma infatti : da quando in qua Stato e Cittadini … “Patteggiano” ?!

    Un “Patto” è un “Compromesso fra Pari” per evitare una guerra, spesso legata a sanguinose faide piùo meno tribali (sempre alla pari …) pregresse e magari per un momentaneo vantaggio comune ; in uno Stato Moderno i “Patti” sono in orimis delle robe che li fanno le “Famiglie” della Criminalità Organizzata fra di loro … o no ?

    • Moi scrive:

      Oddio, in effetti ci sono i cosiddetti “patteggiamenti di pena” … però appunto si parla di gente che ha commesso reati contro lo Stato e non può più negarli.

      Boh …

      • Moi scrive:

        “primis”

        • Miguel Martinez scrive:

          BT (Back to the Topic) 🙂

          Sul sito islamofobo Gates of Vienna leggo questo commento, un po’ confusionario e sopra le righe, ma che ci dà un’idea del successo del progetto dei “Trecento”:

          “Notes on the anti-muslim backlash:

          The first countries to ban Islam: See how the world is acting fast on the threat posed by Islam and its barbaric Sharia Law.

          Japan has always refused Muslims to live permanent in their country and cannot own any real estate or any type of business, and have banned any worship of Islam. Any Muslim tourist caught spreading the word of Islam will be deported immediately, including all family members.

          Cuba rejects plans for first mosque.

          The African nation of Angola and several other nations have officially banned Islam.

          Record number of Muslims, (over 2,000) deported from Norway as a way of fighting crime. Since these Muslim criminals have been deported, crime has dropped by a staggering 72%. Prison Officials are reporting that nearly half of their jail cells are now vacant, Courtrooms nearly empty, Police now free to attend to other matters, mainly traffic offences to keep their roads and highways safe and assisting the public in as many ways as they can.

          In Germany alone in the last year there were 81 violent attacks targeting mosques.

          Austrian police arrested 13 men targeting suspected jihad recruiters.

          A Chinese court sends 22 Muslim Imams to jail for 16 to 20 years for spreading Islam hatred. and have executed eighteen Jihadists; China campaigns against Separatism (disallowing islamists to have their own separate state). Muslim prayers banned in government buildings and schools in Xinjiang (Western China). Hundreds of Muslim families prepared to leave China for their own safety and return back to their own Middle Eastern countries.

          Muslim refugees beginning to realize that they are not welcome in Christian countries because of their violent ways and the continuing wars in Syria and Iraq whipped up by the hideous ISIS who are murdering young children and using mothers and daughters as sex slaves.

          British Home Secretary prepares to introduce ‘Anti-social Behavior Order’ for extremists and strip dual nationals of their Citizenship.

          Deportation laws also being prepared.

          The Czech Republic blatantly refuses Islam in their country, regarding it as evil.

          Alabama – A new controversial amendment that will ban the recognition of “foreign laws which would include sharia law”.

          The Polish Defence League issues a warning to Muslims. 16 States Have All Introduced Legislation to Ban Shariah Law.

          Many Muslims in Northern Ireland have announced plans to leave the Country to avoid anti-Islamic violence by Irish locals. The announcement comes after an attack on groups of Muslims in the city of Belfast, Groups of Irish locals went berserk and bashed teenage Muslim gangs who were referring to young Irish girls as sluts and should be all gang raped, according to Islam and ”Sharia Law”. Even hospital staff were reluctant to treat the battered Muslim patients, the majority were given the Band-Aid treatment and sent home with staff muttering ”Good Riddance”.

          North Carolina bans Islamic “Sharia Law” in the State, regarding it now as a criminal offence.

          Dutch MP’s call for removal of all mosques in the Netherlands. One Member of the Dutch Parliament said: “We want to clean Netherlands of Islam”. Dutch MP Machiel De Graaf spoke on behalf of the Party for Freedom when he said, “All mosques in the Netherlands should be shut down. Without Islam, the Netherlands would be a wonderful safe country to live in, as it was before the arrival of Muslim refugees”.

          And two more things just the other day:

          Geert Wilders has openly voiced his support for Trump.

          Nigel Farage has told Briton to cool their jets re Trump. Says he is “just part of the democratic process.
          *****

          Some are waking up…”

  33. Moi scrive:

    Il Dittatore Nerissimo di Pelle, Musulmano e Impicca-Gay della Gambia ? … In che rapporti è con Isis ? … E con Boko Haram (che è da un pezzo che non fa più notizia …) ?

  34. Moi scrive:

    A proposito di “Genderate” (evocate per primo da Mauricius, a ‘sto giro eh …) :

    Al posto di Giuseppe e Maria hanno messo due giuseppi che si sono scambiati anche un bacio. L’asinello era impersonato da Matteo Salvini e il bue da Carlo Giovanardi. Roberto Cota, ex presidente della Regione, e Maurizio Marrone, capogruppo in Consiglio comunale di Fratelli d’Italia, sono finiti a far le pecorelle. I Re Magi portavano preservativi e gianduiotti. Gesù bambino infine era un bambolotto di colore adagiato in un canotto.

    Questo presepe vivente è stato inscenato sabato scorso da alcuni collettivi studenteschi e pare da qualche rappresentate dei gruppi Lgbt davanti alla Galleria di Arte Moderna di Torino,

    [cit.]

    http://www.lanuovabq.it/it/articoli–non-bastera-un-presepe-gay-a-cancellare-il-natale-14689.htm

    • daouda scrive:

      NEssuan religione come il cristianesimo deve subire l’attacco intellettuale e l’attacco ilico che sta subendo dalle parti camite e dalle parti indoeuropee i cristiani ( chissà dov’è la terra di Sem! )

  35. Moi scrive:

    A proposito … e le (già viste, qui !) “Isis Chan” [sic] Giappe 🙂 in stile kawai manga / anime ?! … Icché ne dice l’ Isis ?!

  36. Moi scrive:

    cmq i “trucks” dell’ Isis son della Giappa 🙂 Toyota … mah !

    http://www.imolaoggi.it/2015/10/16/risolto-il-mistero-dei-veicoli-toyota-in-mano-allisis-sono-stati-forniti-dagli-usa/

    Risolto il mistero dei veicoli Toyota in mano all’Isis: sono stati forniti dagli USA

  37. Moi scrive:

    ISIS-Chan on Belgian TV

    http://www.youtube.com/watch?v=JuaeML1L6e8

    ISIS chan make headlines throughout the world!!!
    ชาวญี่ปุ่นตอบโต้กลุ่ม IS ด้วยการ์ตูน ‘ไอซิสจัง’

    http://www.youtube.com/watch?v=-_Lmda2uggQ

  38. Moi scrive:

    http://www.youtube.com/watch?v=aF4A0xVV8_w

    il brano Isis Chan più famoso (stile lolitesco molto Giapponese ! 😉 ) è questo qui.

  39. Z. scrive:

    Miguel,

    siamo coinvolti direttamente nella guerra in Iraq (2003)? Il mio Paese non confina esattamente con l’Iraq: diciamo piuttosto che ne siamo coinvolti indirettamente, così come per la guerra civile in Ucraina. Che pochi saprebbero piazzare su una cartina muta, a mio avviso, e che pertanto possiamo qualificare come Kissandostan.

    E’ giusto smascherare balle, bufale e fole, e sono d’accordo con te. Spero non ne ne vorrai se faccio presente che meglio sarebbe sbufalare anche le bufale che portano acqua al nostro mulino, anziché ritrasmetterle via web (come nel caso di Bologna), ma non tutti abbiamo la stessa sensibilità. E quel che cercavo di dire è proprio questo: siccome non tutti abbiamo la stessa sensibilità, non tutti diamo importanza agli stessi eventi. Balle, bufale e fole abbondano ovunque, in Occidente come in Oriente, e trovo normale che ognuno si accanisca su quelle che preferisce: chi su quelle dell’ISIS, chi su quelle di Assad e così via.

    Poi forse la mia attitudine mi porta a notare le differenze più che le analogie tra le persone, non so; forse mi stupisco di cose che non dovrebbero stupirmi. Ma siccome non sono uno scienziato della comunicazione né un teologo, per me le persone sono sempre sia il punto di partenza sia quello di arrivo (bestemmia! 🙂 ) e credo che fumisterie intellettuali, gare tra morti e benaltrismi finiscano per farci perdere di vista sia il primo che il secondo.

    Denunciare, comunque, vuol dire precisamente “far notare”, “rendere noto”. Salvo che nei discorsi tra statisti internazionali, quali comunque noi non siamo 🙂

  40. mirkhond scrive:

    “Credo che il passo di San Gregorio facesse riferimento alla diffusione esagerata presso il popolino di difficili temi teologici…”

    Infatti faceva riferimento alla passione per le dispute cristologiche tra la popolazione di Costantinopoli del IV secolo dopo Cristo, ma l’ho citato proprio come esempio di estrema incomunicabilità quando si parlano linguaggi troppo diversi………

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Infatti una volta ho visto una accanita discussione intorno a questa pseudocitazione:

      The history of the universe progresses from the small and simple to the great and complex. God cannot have come before us. God must be that which comes after us.

  41. mirkhond scrive:

    Eh????????

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Tradotto: la storia dell’Universo progredisce dal piccolo e semplice al grande e complesso. Dio non può essere venuto prima di noi. Dio deve essere ciò che viene dopo di noi.

  42. Moi scrive:

    Don’t know much about theology 😉 …

    http://www.youtube.com/watch?v=HoIfB4J3sqU

    But I do know one and one is two
    And if this one could be with you
    What a wonderful world this would be

    😉

  43. mirkhond scrive:

    “Dio non può essere venuto prima di noi. Dio deve essere ciò che viene dopo di noi.”

    Dio c’era prima di noi, c’è ora che ci siamo noi e ci sarà dopo che noi non ci saremo più……

  44. Moi scrive:

    Sull’ Arabofonia parlata …

    Tutti i dialetti _ e rispettivi modi dire; pensiamo alla blasfemolalia : creativa in Toscana, enfatizzante in EmiliaRomagna e bassa Lombardia, sintattica in Veneto; pensiamo al nostrano (in fin dei conti apatropaico) “ch’ at véggna un az’idànt !” ; ai “sus frastimus” (maledizioni becere e truculente alla prima cosa che non va … anche e soprattuto fra amici e parenti stretti) in Sardegna _ sono enfatici e poco propensi 😉 al politically correct 🙂 , rispetto alla lingua artificiale giornalistico-istituzionale (spesso ahinoi si completan l’un l’altro) dell’ Italiano .

  45. Moi scrive:

    apotropaico

    ———-

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