Giornata della Memoria

Vi segnalo questa lucida recensione di un libro straordinario, Il mio Olocausto di Tova Reich.

Aggiungo solo la seguente nota che avevo scritto io tra i commenti in un post sul “reato di negazione dell’omicido armeno” in Francia:

Credo che quello di Tova Reich sia il libro più importante – e serio – mai scritto sul tema dell’Olocausto come religione, perché affronta ciò che conta: non le vicende di sessant’anni fa, ma la costruzione appunto di una religione civile oggi.

Il libro è anche una chiave, tremenda, per capire ciò che avviene a ogni religione: si potrebbe usare per comprendere ciò che è avvenuto, ad esempio, col cristianesimo.

E coglie anche la trasversalità dei meccanismi del Vittimismo Giudicante, che va molto oltre la semplice “memoria ebraica”.

E poi l’autrice è un genio. Allo stato puro. Io personalmente mi sarei rifiutato di tradurre il libro, che è talmente americano, nel linguaggio, nell’umorismo, nei giochi di parole e nei riferimenti, da risultare – per me – impossibile da rendere in un’altra lingua. Comunque esistono traduttori molto più bravi di me, io me la cavo con i manuali tecnici :-)

Da notare che il libro non è stato accolto male, in generale, dalla critica ebraica statunitense: il mondo ebraico statunitense ha ancora, evidentemente, una grande libertà intellettuale e una varietà di opinioni al suo interno.

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236 risposte a Giornata della Memoria

  1. Miguel Martinez scrive:

    Riporto qui un commento che Maria ha fatto in coda al post sulla “negazione del genocidio armeno”:

    “Questo articolo recensisce un libro che si chiama La fine dell’olocausto, fine dovuta all’eccesso di memoria e di celebrazioni che finirebbe col danneggiare gli ebrei e lo stato di israele. Una tesi piuttosto bizzarra.

    http://www.ilfoglio.it/soloqui/12074

  2. Miguel Martinez scrive:

    Riguardo al commento di Maria…

    Per quanto riguarda le conseguenze per gli ebrei.

    Molto semplicemente, mi sembra che il fatto che un unico popolo venga posto, insieme, al cuore della storia e al di sopra della storia, fa credere a tanti che il mondo sia dominato da quel popolo.

    Io non lo credo, e credo che la mitizzazione attuale di quel popolo sia dovuto ad altri fattori, molto più potenti.

    Però è ovvio che la grande maggioranza delle persone, sia in Occidente che fuori, arriva a pensarlo.

    Ma la faccenda è un po’ più complessa: verso un gruppo immaginato come dominatori, tutti provano invidia, una piccola minoranza ribelle di natura vuole fargli la guerra, ma la maggior parte prova il desiderio di entrare nelle loro grazie.

    E quindi direi che la conseguenza della religione dell’Olocausto, per quanto riguarda gli ebrei (e non credo che sia l’aspetto più importante) è un insieme di rancore, paura e speranza di rendere piccoli servigi che il dominatore potrà riconoscere loro.

    Insomma, il meme del “complotto ebraico” può avere conseguenze diverse da quelle che si pensa solitamente.

    • Marcello Teofilatto scrive:

      Dalla recensione del Foglio: “Secondo Rosenfeld, la vittima principale di questa operazione è stato proprio lo stato d’Israele. Mai quanto oggi la memoria è disseminata, eppure mai quanto oggi l’Olocausto viene usato contro l’eredità vivente dei sei milioni, il piccolo stato ebraico sotto assedio pre atomico”.
      Ah, ecco. Elie Wiesel ha lavorato per il re di Persia.
      Un saluto da Marcello Teofilatto

  3. Pingback: Giornata della Memoria - Kelebek - Webpedia

  4. Buleghin il vecio scrive:

    La siora Maria non la ghà mica tuti i torti che adeso l’olocoso ci esce dagli oreci a tuti e non ne puole più!
    Quei che un giorno masacran un pais intero come la Libia il giorno dopo il piange su i olocosati che li xè de un’ipocrisia disgustosa !
    Poi ghè i olocosi de seria A e de seria B e i Armeni li xè i meglio piasati per pasar da la serie B a la serie A che i franzesi cian dato una mano e non me par sportivo verso olocosati tersi che andaria denunciati a la FIFA!
    Tuti i rusi (20.000.000) masati dai nasisti non xè un olocoso parché non li xè riconosiuti da nesun anca se bisogna far tansion che a romper le bale al orsachion c’è da finir male ostaria come i franzesi prima e i cruchi poi ghà imparato a loro spese.
    Dei cinesi non vanta neanche parlar parchè tanto li xè giali e non conta gnente che i giaponesi (sul gialeto anca lor) che pare ne abian masati a stima una 20.000.000 de milion anca lor.
    Dei bombardamenti aleati tuti siti siti siti …portavan la liberasion …magari eterna…compresi i 100.000 de Tokio rostiti in modo convensional che non li vale gnente parché li xè più moderni quei de Hiroshima e Nagasaki parchè ha avuto la compiasensa de farsi rostir in modo nuclear.
    Par non parlar dei singari poareti che nesun li vuole perché il roba qualche galina nel polaio dei gagi! E ogni tanto qualche fiol d’un can ci da fuoco con tanto de putei rostiti! E nesun parla de olocoso e manco se ricorda che li xera singari ne le bande partigiane che li xera bravisimi (oviamente) a rubar de note le armi ai cruchi!
    Gli omini giali, verdi, rosi e anca a palini blù, slamici, cristian, giudei, budisti, atei son tuti uguai e masarli non la xè una cosa onorevole ostaria!
    Dimenticavo una robeta …quei che spingon l’olocoso mica li ricordan i 1.500 civili libanesi masacrà nel 2006 e i 1.500 civili de la strisia de Gaza masà nel 2009…xè un mondo de fioi d’un can che vano a lecar il dedrio a chi retengon potente e il Martinez ghà rason su questo!
    Però l’abuso de olocoso a la fin andrà a ritorcerse non contro quei che vano a lecar il dedrio a chi retengon potente, parchè li xè svelti a cambiar dedrio da lecar, ma contro magari ai giudii par ben che vivon la loro vita in meso a noi sensa romper le bale a nesuno.

  5. PinoMamet scrive:

    L’articolo è di Giulio Meotti, non mi stupisce
    (cercate la sua facciona su Google: dall’espressione intelligentissima 😉 si capisce già tutto)
    è uno che si è specializzato a scrivere articoli da cui risulta che Israele ha ragione se fa A, ma anche se facesse B che è il suo esatto contrario, beh, avrebbe ragione lo stesso.
    Invece su Ynet che è un portale di notizie israeliano ogni tanto compare un suo articolo dove dice che l’antisemitismo in Europa e in Italia sta arrivando a livelli assolutamente incredibili, esagerando delle notizie e qualche volta, mi sa, inventandosele (ma gli israeliani, poveretti, che ne sanno? qualcuno gli crede pure).

    Ogni tanto fa anche qualche divertente “pestata” (di merda), come quando su Informazione Corretta si riportò un suo articolo dove diceva- incredibile dictu- che forse la soluzione di uno stato unico tra Israele e Palestina non era poi male; ovviamente non era farina del suo sacco ma l’aveva copiata da un israeliano, solo che non era un israeliano “corretto” per i canoni del sito; povero Meotti, mica può sapere tutto! E insomma ha dovuto fare la sua bella arrampicatina sugli specchi.

    Un vice-Allam, insomma.

    Peraltro, oggi è stata la Giornata della Memoria per tutti i miei amici… tranne per quelli israeliani, per i quali è una roba diversa e in un giorno diverso
    (Iom ha-zikharon)

    • PinoMamet scrive:

      Anzi mi correggo, c’è lo Iom ha Zikharon che è una cosa e lo Iom ha Shoah che è un’altra e in un altro giorno
      (che comunque non è oggi!)

      • Marcello Teofilatto scrive:

        Pino, vice-Allam è da querela :-). Io ho fatto un po’ di controinformazione con la mia quinta, spiegando come siano anche certi ebrei (e non solo gli antisemiti) a offuscare la distinzione fra ebrei, israeliani, sionisti e così via. L’anno scorso avevo letto a due classi un articolo di Yehuda Elkana, “Il bisogno di dimenticare”, che ho lasciato ai miei colleghi in sala insegnanti. Chi volesse leggerlo, lo trova qui, nella mia traduzione: http://carlogambesciametapolitics.blogspot.com/2011_01_01_archive.html
        Un saluto da Marcello Teofilatto

    • serse scrive:

      QUOTO (anche se l’espressione mi ripugna un po’)

  6. mirkhond scrive:

    “un gruppo immaginato come dominatori”

    Al giorno d’oggi penso che questo immaginario qualche fondamento ce l’abbia.
    Certo non domina tutto il mondo e non è certo la matrice di tutti i “complotti” o le rivoluzioni e catastrofi varie che di volta in volta vengono attribuite agli Ebrei, almeno negli ultimi 2000 anni come da certi siti internet.
    Così come i Protocolli dei Savi di Sion scritti da agenti della Ochrana nel 1897-1905 non possono essere presi per racconto storico di una presunta riunione per stabilire il dominio sul mondo.
    E del resto nella Russia zarista gli Ebrei non mi sembra che godessero di molto potere…
    Un gruppo di dominatori avrebbe impedito il genocidio di gran parte dei propri correligionari europei nel 1941-45.
    Detto questo però non si può non constatare la crescente diffusione della religione della memoria olocaustica in maniera sempre più massiccia, a partire dagli ultimi 10-15 anni a questa parte.
    Quando ero ragazzo, negli anni ’80-’90, ricordo che almeno i massmedia e l’immaginario italiano non era così sbilanciato in maniera unilaterale verso Israele, e anzi vi era una certa simpatia per la causa palestinese.
    Ricordo ancora un servizio del tg2 del 1988 in cui si mostravano dei soldati israeliani torturare un palestinese. E gli articoli dell’Espresso dello stesso periodo, mostrare chiaramente il carattere “fascista” della politica israeliana nei confronti dei Palestinesi, e questo anche tramite interviste ad intellettuali ebrei che vedevano nelle persecuzioni dei Palestinesi ciò che per secoli i loro avi avevano subito nei ghetti del Frangistan e in Russia!
    Poi, a partire dal 2001-2002, lo stesso tg2, che un tempo era definito “Tele Craxi”, prendeva le distanze dai Palestinesi, e persino nelle trasmissioni di Santoro, diventava molto difficile criticare Israele, pena il marchio di antisemita….
    Insomma da un decennio a questa parte il mondo politico-culturale-massmediatico italiano un tempo più filopalestinese è diventato invece filoisraeliano, facendo scomparire i palestinesi dall’immaginario italiano, salvo in occasionali associazioni al terrorismo, al fondamentalismo islamico e al cosiddetto antisemitismo, che poi, riferito agli Arabi e ai Palestinesi è la cosa più ridicola che potessi sentire…..
    Ora in Europa, e quindi anche in Italia si è giunti nell’ultimo decennio ad una religione della memoria con massicce inondazioni di fiction sulla seconda guerra mondiale. Alcune davvero ridicole come una girata in Bulgaria con bambini grossi come vitelli che francamente non vedo come potessero dare un’immagine credibile di un’epoca di oppressione e di miseria, fiction dicevo ridicole anche per l’immaginario proposto di un Frangistan diviso tra chi voleva uccidere gli Ebrei e tutti gli altri che li volevano salvare, preti, fascisti, persino nazisti in alcuni casi, gente comune, partigiani senza una chiara definizione politica, ma sicuramente non comunisti. E infatti in queste fiction italiane, ma girate prevalentemente in Bulgaria forse per questioni economiche e per la bellezza dei paesaggi, il grande assente è proprio il mondo comunista, la resistenza che se non fu tutta comunista, lo fu nella sua stragrande maggioranza!
    A queste fiction davvero ridicole per le esagerazioni e le omissioni contenutevi si è aggiunta la crescente criminalizzazione di chi non crede a questa memoria per vari motivi, ideali fascisti, razzismo, antisemitismo, ostilità congenita e preconcetta verso tutto ciò che è ebraico, rancore, senso del bastian contrario, o semplicemente perchè ci si è rotti i coglioni con una vicenda lontana nel tempo e che invece condiziona così pesantemente il presente….
    Insomma nel Frangistan liberale-liberista-libertario e libertino non si può prendere ufficialmente le distanze dal nuovo dogma, pena minimo la morte civile, al massimo qualche anno di galera e per reati di…opinione!
    Ciò è sintomo di paura, paura che un potere costituitosi con tanta fatica e con tanto sangue possa venir messo in discussione e costretto a rivedere le sue politiche mediorientali, cause di nuove e immense sofferenze anche per gli eredi di quell’ormai lontana tragedia europea…
    Tutto ciò quindi alimenta la convinzione trasversale che i Savi di Sion siano una realtà, una realtà di OGGI….

    • Peucezio scrive:

      “Al giorno d’oggi penso che questo immaginario qualche fondamento ce l’abbia.”

      Condivido ovviamente.

      “E del resto nella Russia zarista gli Ebrei non mi sembra che godessero di molto potere…”

      E’ il motivo per cui hanno fatto la rivoluzione bolscevica.

      “Un gruppo di dominatori avrebbe impedito il genocidio di gran parte dei propri correligionari europei nel 1941-45.”

      Qui sono d’accordo solo in parte. Effettivamente il III Reich si sottraeva al potere ebraico e in virtù di ciò, ed essendo una buona potenza militare che è riuscita ad assoggettare quasi tutta l’Europa, ha potuto compiere quella strage. Ma alla fine ha perso, perché il resto del mondo era ancora più forte ed è intervenuto in aiuto dei correligionari. Non bisogna inoltre trascurare il fatto che l’uccisione di una cospicua quantità di ebrei era funzionale alla creazione del mito, quindi si poteva anche lasciar fare per un po’. In fondo si trattava di liberarsi di tanti poveri artigiani, orologiai e tanti altri che non contavano niente e la cui scomparsa avrebbe rafforzato il potere di quelli che contavano, che stavano col sedere al caldo in Inghilterra o in America. Non bisogna né sottovalutare il cinismo ebraico né sopravvalutare il senso di solidarietà, quantomeno se inteso nel senso nostro di gentili, per i quali la solidarietà è umana e individuale e non è un freddo calcolo in funzione del potere del gruppo. Poi non dimentichiamo la Masada: per gli ebrei il cupio dissolvi verso gli altri e la salvaguardia della propria comunità sono da intendere il primo come fine del secondo e non viceversa. Le cellule cancerose che attaccano e contagiano le altre cellule, portano alla morte dell’organismo quindi anche alla propria, ma non per questo cessano di seguire la loro natura.

      • Ritvan scrive:

        —Ma alla fine (il III Reich-ndr.) ha perso, perché il resto del mondo era ancora più forte ed è intervenuto in aiuto dei correligionari (ebrei-ndr.) Peucezio—
        Bella “ricostruzione” della IIGM…da far invidia ai protocolli del Savi di Sion:-).
        Dunque, ricapitolando:
        1. Gli ebrei polacchi avrebbero provocato il povero Hitler in modo tale da spingerlo ad invadere la Polonia:-)
        2. Francia e Inghilterra, a seguito di tale invasione, avrebbero dichiarato guerra a Hitler non per tener fede al patto stipulato con la cattolicissima Polonia, bensì per “intervenire in aiuto ai loro correligionari ebrei”:-).
        3. Ovviamente:-), sono stati i perfidi giudei:-) a spingere Hitler a tradire il patto con Stalin e invadere l’URSS, segnando così l’inizio della propria fine. E Stalin mica combatteva contro Hitler per difendere l’URSS, nooooo, lo faceva per “intervenire in aiuto ai loro correligionari ebrei”:-).
        4. Naturalmente:-) sono stati gli ebrei che infarcivano la corte nipponica:-) a progettare ed attuare l’attacco a Pearl Harbor, così da spingere anche gli USA a scendere in campo contro Hitler e “intervenire in aiuto ai loro correligionari ebrei”:-):-):-)

        P.S. Piccola storiella su certe ossessioni.
        Un tale viene ricoverato in clinica psichiatrica perché si era convinto di essere un chicco di granturco e scappava urlando “Aiuto, mi vuole mangiare!” alla vista di ogni gallinaceo. Dopo anni di cure, alla fine la commissione medica lo stava per dichiarare guarito da tale ossessione, visto che alle domande postegli in merito rispondeva sempre di essere un uomo e non un chicco di granturco. A quel punto, il vecchio inserviente della clinica entra e interrompe la deliberazione chiedendo:”I signori dottori mi perdonino, ma prima di pronunciarsi posso far vedere loro una cosa?” Ottenuta l’approvazione, fa scivolare nella sala un bel gallo. Alla vista del pennuto il paziente si infila sotto il tavolo urlando “Aiutooooo, il gallo mi vuole mangiare!”. Allontanato il gallo, i medici chiedono al paziente:”Ma tu non eri ormai convinto di essere un uomo e non un chicco di granturco?!” E lui, serafico:”Io sì, ma chi mi assicura che lo fosse anche il gallo?!”:-):-):-)

    • Peucezio scrive:

      Su Israele e la Palestina nei media di qualche decennio fa: io credo che per molto tempo lo stato di Israele è stato considerato un tradimento. Il tradimento alla base stessa dell’ebraicità della diaspora, alla sua essenza, che è apolide, internazionale, cosmopolita e antiterritoriale. L’ebreo israeliano è uno che ha rinunciato ipso facto all’influenza che poteva esercitare sulle nazioni gentili.
      Oggi le cose sono cambiate: il ripiegamento identitario riguarda un po’ tutti i popoli. C’è una svolta a “destra” generale, il laicismo cosmopolita, buonista e terzomondista non paga più come prima, gli americani tornano evangelici fanatici e gli ebrei si rifanno crescere la barba e si mettono la chippà in testa. In realtà, anche se sembra che mai siano stati forti come oggi, è il sintomo di un declino. E il declino appare (poi la storia non è preventivabile, quindi non ci sono certezze) inevitabile, perché vengono alla ribalta altre razze, altri popoli che non c’entrano con la parabola storica dell’Occidente giudaico-germanico.
      Sono in un certo senso i nuovi imperi asiatici, i novelli Assiri e Neo-babilonesi: realtà troppo aggregate e accentrate perché minoranze esterne possano infiltrarvisi e controllarle. Ci vollero i Persiani per riscattare gli ebrei.
      Avete fatto caso che gli alleati di quei signori sono stati sempre indoeuropei e che invece dai loro fratelli semiti hanno preso un sacco di calci nel sedere?

      • mirkhond scrive:

        Quasi sempre indoeuropei.
        Non dimentichiamo l’appoggio fattivo dato dai Sefarditi alle conquiste arabe dell’Ifriqiyya e del Maghreb berbero-romani e della Spagna nei secoli VII-VIII dopo Cristo. Appoggio che fruttò ai Sefarditi posizioni di privilegio nel nuovo ordine musulmano magrebino-spagnolo fino all’epoca dei regimi fondamentalisti berberi degli Almoravidi (1060-1147) e poi in misura maggiore, degli Almohadi (1120-1269).
        Così come tra i protettori bisogna aggiungere alcuni imperi turchi come quello dei Khazari che addirittura si convertirono al Giudaismo nel 740-800 d.C. e che sono, forse, in base ad una controversa teoria di cui si è parlato anche in questo blog, sono forse dicevo, all’origine degli Ashkhenaziti.
        Ma ricordiamo il ruolo dell’Impero Ottomano nell’accogliere moltissimi sefarditi spagnoli, e ebrei napoletani e siciliani, e il ruolo che queste componenti hanno avuto nella realtà ottomana.
        Nell’Islam ispano-magrebino, ma anche in Egitto e nell’Iraq, gli Ebrei furono una delle componenti della ricca e colta civiltà musulmana, così come lo saranno nell’Impero Ottomano.
        ciao

        • Peucezio scrive:

          Certo. In effetti la mia osservazione vale più per l’antichità e la contemporaneità che per tutto quello che c’è stato in mezzo. Per secoli c’è stata una cristianità anti-mussulmana e anti-ebraica contro un mondo islamico se non solidale, molto tollerante con gli ebrei.

  7. mirko scrive:

    scusate, non c’entra davvero nulla ma vorrei segnalare questo servizio delle Iene sulle truffe al SSN effettuate dalle farmacie che mi ha fatto incazzare come niente altro al mondo: maledetti borghesotti che rubano sulla pelle dei poveri!!!!!!!!!veramente credo gli toccherebbe la galera, cazzo
    http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/279537/toffa-truffe-in-farmacia.html

  8. Miguel Martinez scrive:

    Per Marcello

    “Secondo Rosenfeld, la vittima principale di questa operazione è stato proprio lo stato d’Israele. Mai quanto oggi la memoria è disseminata, eppure mai quanto oggi l’Olocausto viene usato contro l’eredità vivente dei sei milioni, il piccolo stato ebraico sotto assedio pre atomico”

    Almeno a leggere Meotti (non Rosenfeld, che magari è persona più seria), il problema sarebbe la “disseminazione” dell’Olocausto, cioè la presunta perdita del presunto Messaggio Principale. Che per Meotti dovrebbe essere, “fate sempre e solo ciò che vuole lo Stato d’Israele”.

    Tutto ciò perché Israele pretende di parlare a nome collettivo degli ebrei, i quali a loro volta dovrebbero avere l’esclusiva mondiale del ruolo di Vittima Giudicante.

    Su questo, le riflessioni di Tova Reich sono chiarissime: in un sistema liberale, occorre combattere ferocemente e con ogni colpo basso, per mantenere i privilegi propri, e per strapparli agli altri.

    • Marcello Teofilatto scrive:

      Dall’articolo citato di Elkana: «Due nazioni, metaforicamente parlando, sono emerse dalle ceneri di Auschwitz: una minoranza che afferma “questo non deve più accadere” e una maggioranza impaurita e tormentata che afferma “questo non deve più accadere a noi”. E’ del tutto evidente che, se queste sono le sole lezioni possibili, ho sempre sostenuto la prima e considerato catastrofica la seconda».
      A occhio per occhio e croce :-), credo che Elkana dialogherebbe con la Reich e barufferebbe (come direbbe Buleghin) con Meotti.
      Ciao da Marcello Teofilatto

  9. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    Dobbiamo immaginare l’Occidente attuale – in particolare gli Stati Uniti, che poi danno il passo a tutto l’Occidente – come una serie sterminata di lobby di tutte le dimensioni, da quella dei banchieri a quella dei vegani.

    Ciascuna spinge per la realizzazione di un proprio obiettivo; e tutti prima o poi capiscono che si ha più successo quando si litiga di meno con altre lobby e quando si utilizzano gli stessi meccanismi generali del dominio.

    Le lobby ebraiche, che esistono quanto le altre, in fondo hanno obiettivi modesti: più monumenti all’Olocausto e più armi a Israele.

    Perché mettersi contro per così poco?

    Anzi, c’è pure la speranza di raccogliere qualche briciola della festa generale: tipo, lobby di destra che possono accusare quelle di sinistra di essere “antisemite”, evangelici che possono dire che l’esistenza d’Israele è la prova della veridicità delle profezie bibliche, i Gianni Alemanno che possono restare sindaci senza che nessuno che conti li dichiari fascisti…

    Così, nel fluido generale, tutto converge nella stessa direzione.

    • Peucezio scrive:

      Il potere però trova in sé il suo fine. La lobby degli omosessuali nasce con l’unico scopo di difendere gli interessi degli omosessuali e combatterne la discriminazione. Ma poi, nel momento in cui sperimenta di avere una piccola fetta di potere, ne gode e cerca di accrescerlo. Poche droghe sono inebrianti come il potere, per quanto piccolo.
      A quel punto, lobby per lobby, diventano più potenti quelle i cui appartenenti sono più capaci di mantenerlo e accrescerlo.
      Perché negli Stati Uniti sia i siciliani (e gli italiani in genere) che i negri hanno dimostrato un’attitudine alla criminalità, solo che la mafia italiana e la comunità italiana in genere ha acquisito un potere molto forte mentre i negri non contano niente? Eppure non è che gli italiani che arrivavano a New York all’inizio del ‘900 partissero da condizioni molto più favorevoli.
      Io non sono in grado di dire se si tratti di un’attitudine razziale o culturale o la combinazione delle due cose, ma popoli diversi hanno maggiore o minore capacità e astuzia nell’esercizio del potere.

      Ma, tornando alle lobby, sei sicuro che il potere sia sempre un fatto lobbistico?

  10. Miguel Martinez scrive:

    Comunque, ripeto il mio concetto fondamentale:

    1) la religione civile dell’Olocausto offre un potente immaginario, sul modello cristiano del Sacrificio Fondante, ma “fattuale” (e quindi non soggetto alla critica laica alle interferenze religiose) e “negativo”, cioè dice ciò che non si deve essere, ma non dice nulla su come bisogna essere in positivo, adattandosi così perfettamente a una società fluida e dai molti prodotti.

    2) la religione civile dell’Olocausto uccide l’antifascismo e lo sostituisce con un racconto che dice, più o meno:

    “c’era una volta un pazzo che voleva uccidere un simpatico piccolo popolo che ci ha dato Gesù Cristo e Einstein. Poi sono arrivati gli americani e li hanno salvati. Quindi, amiamo l’America per sempre!”

    3) la religione civile dell’Olocausto unisce tutti coloro che non si riconoscono nel defunto Terzo Reich, e cioè tutti, dall’estrema destra all’estrema sinistra, salvo minuscole e pittoresche eccezioni, e quindi offre il fondamento unificante.

    4) la religione civile dell’Olocausto impone la commemorazione di un evento esclusivo della storia occidentale, come obbligo universale e metro di giudizio; e quindi impone un aspetto del dominio occidentale del mondo.

    Senza escludere il ruolo delle organizzazioni ebraiche nella diffusione della religione civile dell’Olocausto, questi fattori aiutano a capire perché altre forze abbiano subito pensato che l’Olocausto fosse un’ottima idea…

    • Peucezio scrive:

      L’analisi è convincente, ma non esclude affatto il poetere ebraico. Semmai dimostra che l’esistenza del culto olocaustico non è da sola una prova del potere mondiale ebraico (che infatti esiste da molto prima: i Rothschild c’erano già da più di un secolo e mezzo, l'”Ebreo internazionale” di Ford è stato scritto alcuni anni prima: semmai la differenza è che allora si poteva dire, dopo il ’45 non più, ora men che mai).
      A qualunque potere fa comodo un mito fondativo che lo legittimi moralmente, indipendentemente dal fatto che riguardi qualcosa di reale o immaginifico, gli ebrei avevano la possibilità di fondarlo su un fatto reale che li riguarda direttamente, quindi hanno unito tutti i vantaggi che hai elencato tu al vantaggio ulteriore di una legittimazione del loro personale potere (e una dissimulazione dello stesso: gli ebrei sono un piccolo popolo semi-indifeso, ogni tanto arriva qualcuno che li vessa e ne ammazza un po’ senza motivo, stavolta stavano per essere sterminati completamente da un pazzo, adesso hanno lo stato di Israele che è piccolino e accerchiato da tutte le parti e quindi cerca di difendersi come può per non essere ricacciato in mare: cosa contano? Che fastidio danno? Come non solidarizzare con loro, che chiedono solo di essere lasciati in pace e sono pure colti, intelligenti, hanno dato tanti scienziati e artisti?).

  11. Miguel Martinez scrive:

    Un divertentissimo scambio di colpi a base di Olocausto, per fini vari.

    1) Der Spiegel pubblica un articolo in cui scrive, in sostanza, che il capitano Schettino non poteva che essere italiano.

    2) Andrea Tarquini di Repubblica si gioca subito la Hitler Card:

    “L’affermazione razzista, che sa molto di complesso di superiorità ariana, non viene dai neonazisti della Npd, bensì da Jan Fleischhauer, uno dei columnist di Spiegel online, l’edizione internettiana del settimanale tedesco.” […] Il senso di tutto il ragionamento che forse sarebbe tanto piaciuto al ministro della Propaganda del Reich, Joseph Goebbels?”
    http://www.repubblica.it/cronaca/2012/01/23/news/der_spiegel_schettino-28655077/index.html?ref=search

    3) Ci si tuffa allora Sallusti, che sul Giornale titola semplicemente:
    A NOI SCHETTINO
    A VOI AUSCHWITZ

    4) Sdegno di Repubblica, che vuole il monopolio della Hitler Card. Carmine Saviano scrive un articolo in cui racconta “lo sdegno del web”:

    “I commenti in rete sono migliaia. Come le critiche. “Non è possibile”, “La fiera del cattivo gusto”, “Mi vergogno di essere italiano”. L’accostamento tra il comandate della Costa Concordia e il campo di concentramento appare ai più come “imbarazzante”, “ridicolo”, “dettato dall’ignoranza”.”

    “L’indignazione è senza fine: “Non si può infangare
    la giornata della memoria in questo modo”.”

    “Questo titolo, se è possibile, continuerà ad affossare, in Europa, la nostra già scarsa reputazione”.”

    “Interviene anche L’Unione Giovani Ebrei d’Italia: “Il direttore Sallusti, utilizzando un titolo provocatorio ed inopportuno, con intento di difendere l’onore italiano, compie un assurdo oltraggio al ricordo degli ebrei perseguitati, proprio oggi, nella Giornata della Memoria.”

    Notate che nessuno ci spiega cosa avrebbe detto Sallusti di inaccettabile. Non ha affatto paragonato Schettino ad Auschwitz. Non ha parlato male degli ebrei perseguitati.

    Ha detto che Auschwitz era gestito da tedeschi, cosa storicamente ineccepibile.

    L’Unione Giovane Ebrei d’Italia aggiunge che

    “Il direttore inoltre, cita fatti storici non corretti e fuorvianti sostenendo l’innocenza degli stessi italiani, che per primi promulgarono le leggi razziali del 1938 e collaborando alla deportazione degli ebrei italiani verso Auschwitz”

    E hanno ragione anche loro, ma non ci sembra che questa omissione delle colpe italiane sia l’oggetto del contendere.

    Ovviamente, l’errore concreto di Sallusti consiste nell’aver preso di mira, non gli astratti “nazisti” spariti dalla Terra decenni fa, oppure le generiche “colpe di tutti”, ma uno specifico Stato di non poca importanza.

    Tutta la nostra solidarietà a Der Spiegel.

  12. Moi scrive:

    http://www.giornalettismo.com/archives/193853/il-giornale-continua-con-schettino-e-auschwitz/

    Sallusti rincara la dose … chissà se domani fa un fotomontaggio della Merkel con i Baffetti alla Hitler, cosa per altro già vista per l’ euro su qualche blog. Esiste un programmino di image editing fatto apposta, chiamato appunto “Hitlerizer” che “hitlerizza” qualsiasi faccia, perfino musi di animali !

  13. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Il potere però trova in sé il suo fine.”

    Una riflessione bella e vera.

    Tra l’altro, le lobby omosessuali mostrano tutti i relativi meccanismi:

    1) poche persone oneste, che sono rimaste sulle barricate una vita, e vengono o trasformate in simulacri o emarginate

    2) organizzazioni di potere, piccole e grandi, che trafficano con ogni possibile struttura politica mainstream, la vera forma di “integrazione”

    3) piagnucolare perpetuo perché la polizia mandi in galera chi non piace alle suddette organizzazioni

    4) tentativo, ovviamente, di impossessarsi di un’utile fetta di Olocausto

    5) risse furibonde, sia tra organizzazioni reali, sia con organizzazioni costituite in realtà solo da singoli avventurieri che riescono però a mettere in piedi siti web credibili assieme a macchine per la produzione furiosa di comunicati stampa 🙂

    • Peucezio scrive:

      Bella la descrizione del meccanismo!
      Mi ricorda Aldo Giannuli, che una volta descriveva a me e a un mio amico una sorta di storia immaginaria dell’associazione delle donne fedifraghe e di quella degli uomini cornuti e spiegava i meccanismi di potere e di autolegittimazione delle due associazioni, tali per cui a un certo punto il rappresentante dei cornuti non solo non era cornuto, ma non era neanche sposato e incontrava per trattative la rappresentante delle adultere (credo nubile anch’essa) e ovviamente finivano a letto insieme.
      Aldo diceva che prima o poi sperava di scrivere qualcosa in merito, ma non credo l’abbia ancora fatto.

      • PinoMamet scrive:

        Interessante…
        una volta ho avuto per allievo un rappresentante del Partito dei Pensionati (ignoro se esista ancora, suppongo di sì, in Italia non si distrugge mai niente):
        era un ragazzotto sotto i trenta, che doveva ancora laurearsi.

        cosa ne sapeva lui dei pensionati? Mi confessò, poco e niente, ma “tanto serviamo solo a sostenere…” (e mi disse il nome di un altro partito, credo la Lega Nord o qualcosa del genere).
        Ho rinunciato a capire la logica che ci fosse dietro: è evidente che la politica non fa per me.

  14. maria scrive:

    “E del resto nella Russia zarista gli Ebrei non mi sembra che godessero di molto potere…” Mirk

    E’ il motivo per cui hanno fatto la rivoluzione bolscevica. peucezio

    maria
    ecco questa non l’avevo mai sentita, la rivoluzione bolscevica come frutto della sete di potere degli ebrei russi, peucezio, scusami, ma io a volte trovo in te qualcosa che somiglia all’antisemitismo

    “Un gruppo di dominatori avrebbe impedito il genocidio di gran parte dei propri correligionari europei nel 1941-45.” Mirk

    peucezio.
    Qui sono d’accordo solo in parte. Effettivamente il III Reich si sottraeva al potere ebraico e in virtù di ciò, ed essendo una buona potenza militare che è riuscita ad assoggettare quasi tutta l’Europa, ha potuto compiere quella strage. Ma alla fine ha perso, perché il resto del mondo era ancora più forte ed è intervenuto in aiuto dei correligionari.

    maria
    a parte il fatto che non capisce bene il motivo che avrebbe ispirato quella che tu chiami semplicemente “strage” mi viene da dire e meno male che è intervenuto il resto del mondo.

    Peucezio
    Non bisogna inoltre trascurare il fatto che l’uccisione di una cospicua quantità di ebrei era funzionale alla creazione del mito, quindi si poteva anche lasciar fare per un po’. In fondo si trattava di liberarsi di tanti poveri artigiani, orologiai e tanti altri che non contavano niente e la cui scomparsa avrebbe rafforzato il potere di quelli che contavano, che stavano col sedere al caldo in Inghilterra o in America. Non bisogna né sottovalutare il cinismo ebraico né sopravvalutare il senso di solidarietà, quantomeno se inteso nel senso nostro di gentili, per i quali la solidarietà è umana e individuale e non è un freddo calcolo in funzione del potere del gruppo.

    maria
    ovvia, la colpa della shoah sarebbe ,o ma solo in parte bontà tua, degli stessi ebrei che si volevano così liberare da una zavorra che ostacolava non si sa bene perchè il potere di altri ebrei residenti in altre nazioni.
    Sorvolo sulla diverso senso della solidarietà umana dei gentili espressa singolarmente e non come freddo calcolo di gruppo.

    • Peucezio scrive:

      “ma io a volte trovo in te qualcosa che somiglia all’antisemitismo”

      a volte, qualcosa che somiglia… diciamo che sei molto eufemistica 🙂

  15. Miguel Martinez scrive:

    Per Maria

    “maria
    ecco questa non l’avevo mai sentita, la rivoluzione bolscevica come frutto della sete di potere degli ebrei russi, peucezio, scusami, ma io a volte trovo in te qualcosa che somiglia all’antisemitismo”

    Credo che Peucezio non abbia problemi a dire che trova gli ebrei collettivamente poco simpatici.

    Però, essendo persona colta e intelligente, credo che Peucezio fondi la sua riflessione su un dato reale.

    Cioè, nel periodo immediato della rivoluzione russa, è documentato che una percentuale altissima dei dirigenti rivoluzionari fosse di origine ebraica: secondo alcune stime, circa la metà, secondo altre ancora di più.

    Questo ha dato una base concreta alle affermazioni antisemite dell’epoca, con lunghe liste di nomi. Se veramente la metà o più dei capi bolscevichi “erano ebrei”, qualcosa doveva significare…

    Credo che la questione si possa guardare però in maniera diversa.

    All’epoca, gli ebrei costituivano una percentuale molto elevata della scarsa popolazione urbana russa; all’interno della popolazione urbana russa, costituivano un’alta proporzione degli alfabetizzati.

    E tra gli alfabetizzati, gli ebrei erano quelli con nessun motivo per amare la monarchia e la chiesa ortodossa.

    Allo stesso tempo, gli ebrei che hanno aderito al bolscevismo erano tutti antisionisti; e anche anti-bundisti, cioè contrari al nazionalismo ebraico all’interno della Russia.

    • serse scrive:

      Miguel, che ne pensi del discorso di Benjamin Freedman? Se ne hai già parlato altrove mi puoi dare i riferimenti? Grazie

    • Peucezio scrive:

      “Però, essendo persona colta e intelligente”

      Arrossisco… 🙂

      Consiglio comunque, a tutti coloro che ne hanno il tempo e la voglia, la lettura dei due corposi tomi di “Due secoli insieme” di Solženicyn (trascritto in genere Solgenitsin in Europa e anche nell’edizione italiana del libro, che è in realtà una traduzione dell’edizione francese, a sua volta tradotta dal russo).
      Non va sottovalutato tra l’altro l’apporto degli ebrei non russi alla Rivoluzione, per esempio quella determinante delle banche ebraiche americane come la Kuhn & Loeb (quella che è poi venuta a convergere nella Lehman Brothers, fallita recentemente per una sorta di nemesi storica).

  16. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Perché negli Stati Uniti sia i siciliani (e gli italiani in genere) che i negri hanno dimostrato un’attitudine alla criminalità, solo che la mafia italiana e la comunità italiana in genere ha acquisito un potere molto forte mentre i negri non contano niente?”

    Direi che gli italiani hanno saputo occupare in maniera brillante una serie di nicchie illegali, grazie a un fortissimo tessuto familiare.

    Che mancava totalmente ai neri, per evidenti motivi storici.

    • Francesco scrive:

      sei sicuro? a me pare che i negri siano sopravvissuti allo schiavismo e al post-schiavismo grazie a fortissimi legami religiosi e familiari, che solo dopo sono stati distrutti dalla disgregazione delle loro comunità urbane

      ma la faccia di MLK mi dice tutta una storia di comunità coese, forse dopo massacrate e distrutte

      ciao

    • Peucezio scrive:

      “Direi che gli italiani hanno saputo occupare in maniera brillante una serie di nicchie illegali, grazie a un fortissimo tessuto familiare.”

      Sì, ma secondo me non c’è solo quello. Anche in Italia mediamente ci sono più siciliani nei posti di potere che gente di altre regioni (al massimo eccettuando l’ex Triangolo Industriale per comprensibili motivi economici).

  17. paniscus scrive:

    L’articolo è di Giulio Meotti, non mi stupisce
    (cercate la sua facciona su Google: dall’espressione intelligentissima 😉 si capisce già tutto)
    è uno che si è specializzato a scrivere articoli da cui risulta che Israele ha ragione se fa A, ma anche se facesse B che è il suo esatto contrario, beh, avrebbe ragione lo stesso.

    ———————-

    Evidentemente ha cambiato genere.

    Quando l’ho conosciuto (virtualmente) io, aveva poco più di vent’anni ed era specializzato in antidarwinismo.

    Qualcuno l’aveva raccattato quando era appena uscito dal liceo e cominciava a farsi un blando tirocinio con la cronaca locale della provincia di Arezzo, e gli aveva detto: “Se ci aiuti a scrivere un articolo antievoluzionista almeno una volta ogni tre o quattro giorni, ti facciamo diventare un grande giornalista”.

    E lui ci ha creduto.

    Lisa

    • PinoMamet scrive:

      Deve essersi sparsa la voce… forse esiste un mercato di giornalisti pirloni e accomodanti.
      Ma anche i Meotti crescono: rispetto all’antievoluzionismo, che è smontabile in ogni parte del mondo, dipingere agli israeliani l’Italia di oggi come se fosse la Russia di fine Ottocento espone a meno rischi: chi ti controlla, avrà pensato il Meottone?
      Eppure, anche nei commenti di Ynet, mica tutti se la bevono… (e per fortuna)

  18. maria scrive:

    Cioè, nel periodo immediato della rivoluzione russa, è documentato che una percentuale altissima dei dirigenti rivoluzionari fosse di origine ebraica: secondo alcune stime, circa la metà, secondo altre ancora di più.

    Questo ha dato una base concreta alle affermazioni antisemite dell’epoca, con lunghe liste di nomi. Se veramente la metà o più dei capi bolscevichi “erano ebrei”, qualcosa doveva significare…

    maria
    miguel ma lo so che moltissimi capi della rivoluzione d’ottobre erano ebrei e che questo fu motivo di affermazioni antisemite, ma peucezio non è che si sia limitato a darci questa informazione peraltro ben conosciuta da tutti, lui ha addebitato a quei bolscevichi ebrei una volontà di potenza particolare, ora ci sarà anche stata ma certo
    non soltanto in loro credo, e comunque sia non può essere quella la causa maggiore
    della loro partecipazione alla rivoluzione.

    • Roberto scrive:

      Senza dimenticare la naturale simpatia che poteva avere una comunità abituata a passare da un pogrom all’altro per chi diceva che tutti gli uomini sono uguali

      • PinoMamet scrive:

        Ma infatti è ovvio che le minoranze appoggino con un certo entusiasmo ogni possibilità di emancipazione
        (da Napoleone in poi…);
        e perché non dovrebbero?

        casomai sono assurde le accuse complottistiche: “visto che stanno dietro a ogni rivoluzione, lo faranno in odio alla nostra civiltà”…

      • Peucezio scrive:

        “La simpatia” “per chi diceva che”
        Ma guarda che erano loro stessi a dirlo. Marx mica veniva dalla luna. Poi si potrebbe dire che è normale che chi si sente discriminato tenderà ad elaborare teorie per cui tutti gli uomini sono uguali, ma questo è un altro discorso.

    • Peucezio scrive:

      No, maria, non fraintendermi, il potere non è il fine, il potere è un mezzo. Il fine è la sovversione, la dissoluzione.

      • PinoMamet scrive:

        Peucezio

        sai che io invece penso (e vedo che sono in buona compagnia) che il potere, parlando in generale, possa benissimo essere un fine.
        Una volta ottenuto il potere, si può ben decidere cosa farne!

        mentre non credo affatto che esistano gruppi, minoranze, lobby, sètte ecc. che abbiano come fine quello della “dissoluzione”: che poi alla fine, fuori dalle fantasticherie metafisiche (per carità, lecite), non vuol mica dire niente.

        non mi risulta anzi che ci siano mai state rivoluzioni, sovversioni, cambi di dinastia, invasioni barbariche, colpi di stato…
        che abbiano mai prodotto un governo dedito alla “dissoluzione”.
        Di solito anzi, finita la fase iniziale, hanno prodotto un governo che riproduceva a grandi linee quello precedente (con eccezioni, per carità), con un semplice cambio delle elites.

        • Peucezio scrive:

          Questo in generale è verissimo.
          Non è vero per gli ebrei. Ma gli ebrei non hanno mai potuto esercitare un potere totale e non condiviso con nessuno, se non su sé stessi, perché erano pur sempre minoranze, per quanto potenti, ed esiste un principio di autoconservazione che fa sì che una società resista all’autodistruzione; mentre, quando governavano sé stessi, era logico che non si autodissolvessero: a loro interessa corrompere gli altri, mica sé stessi.
          Però tutto questo è vero per singole esperienze storiche, stati, regimi, ma non è applicabile alle evoluzioni generali di lungo periodo.
          Il meccanismo rivoluzione-restaurazione è vero nel breve periodo, ma in realtà mistifica, perché, appena si guarda alle grandi tendenze, la rivoluzione vince.
          Il mondo moderno è il mondo della sovversione, e questa ha sempre fatto due passi avanti e uno indietro, quindi, con alti e bassi, è proceduta, altrimenti dovremmo sostenere che il nostro rapporto con la famiglia, la religione, la comunità ecc. sia uguale a quello di trecento anni fa, cosa che non è così.
          Quando io parlo di dissoluzione, non penso a una dissoluzione fisica, a una società che si estingue, che si destabilizza al punto da non funzionare più, per cui non garantisce neanche la sopravvivenza materiale; anzi, il benessere materiale aumenta, perché la propsierità è funzionale alla dissoluzione, che è di carattere morale e antropologico, non biologico.
          Persino l’uomo di Neanderthal aveva una dimensione del sacro, come dimostrano tracce di riti funerari ecc. Ciò significa che la perdita della dimensione del sacro nelle società contemporanee ci porta a uno stato non primitivo, ma addirittura ferino, bestiale. Ci vuol altro che quel po’ di riflusso fisiologico che si manifesta dopo ogni rivoluzione a compensare ciò.

      • Moi scrive:

        Ma “Dissoluzione” cosa intendi ? Con quale movente e con quali metodi ?

        • mirkhond scrive:

          Credo che intenda la dissoluzione della morale e dei costumi legati al vecchio ordine abbattutto dalla rivoluzione…
          ciao

        • Peucezio scrive:

          Esatto.
          Solo che non penso solo all’Ancien Régime, che è stata comunque l’ultima manifestazione di un ordine: lo stesso cristianesimo e il monoteismo semitico in genere è una manifestazione della dissoluzione. Ma si potrebbe tornare più indietro, ad Alessandro Magno e all’ellenismo. E, risalendo ulteriormente, all’età assiale, anche se lì gli ebrei c’entrano relativamente, ma si inseriscono in uno schema più grande.

  19. Moi scrive:

    @ MIRKHON e PEUCEZIO

    Se davvero ritenete possibile che i Savi di Sion siano una realtà odierna … perché non iniziate da qualche considerazione su Moni Aizik e la Lobby del Krav Maga come salatissimo sistema di Difesa Personale per Goyim ? 😉 🙂

  20. PinoMamet scrive:

    Il Krav Magà non è un sistema di autodifesa per goyim, ma un Sistema di Autodifesa per Fessi.
    Ci sono fior di goyim che ci si arricchiscono. L’unica particolarità che ha è di essere israeliano, ma il mondo del Wing Chun, che è cinese (anzi, di Hong Kong), e quello delle “robe russe” tipo Systema ecc. è esattamente identico.
    mica ci si arricchiscono solo i cinesi e i russi 😉

    La cosa funziona così: c’è un tale che trova, o si inventa, un “sistema di allenamento superstramegafigo usato dai cazzutissimi (inserire sigla militare a piacimento)”;
    (nel caso del Wing Chun, si tratta invece di un’arte marziale, ma pubblicizzata come se fosse una roba completamente innovativa rivoluzionaria e ovviamente supermegastracazzutissima);

    ovviamente le robe che stanno dentro al sistema sono le solite tre o quattro, allora si procede alla Miracolosa Moltiplicazione delle Tecniche, in modo che invece di dieci lezioni se ne diano cento o mille (tutti abbiamo un mutuo…), e si copre tutto con un velo di mistero:
    vuoi passare al livello successivo, allora paga.

    Nel caso speficio del Krav Magà, mi è stato raccontato di un istruttore (italiano e cristiano, faccio notare) che ha organizzato uno stage di “autodifesa femminile”, mi pare, con un certo costo iniziale (pienone); nel corso del quale ha insegnato tre o quattro tecniche elementari e intuitive di pugno con in mano una specie di portachiavi in metallo “inventato e brevettato da lui” (una L di metallo, mica niente di trascendentale); poi ovviamente ha messo anche in vendita i suddetti portachiavi….

    visto che con poco si guadagna?

    • PinoMamet scrive:

      “che ci si arricchiscono” non è forse vero: non mi pare di aver sentito di nessun istruttore di arti marziali&affini, anche nel caso abbia inventato e brevettato il suo prodotto, che ci sia diventato davvero ricco (posso sbagliarmi).

      diciamo che i più furbi ci campano, ecco.

      La Cina Popolare è entrata nel business alla grande riaprendo e restaurando “alla cinese” (cioè reinventandosi) il Tempio di Shaolin, e poi anche quello di Wudang per non farsi mancare niente, e riempiendolo di scuole di arti marziali per appassionati (anche e soprattutto cinesi, mica spennano solo i bianchi), affidate, mi pare, alla supervisione del Ministero per il Turismo e gli spettacoli, o qualcosa del genere….

      per pubblicizzarsi all’estero mandavano in tournè troupe di “monaci” che erano atleti/soldati rapati a zero e travestiti da monaci buddhisti chan.

      (per inciso, il buddhismo chan vero in Cina c’è ancora, anche in Vietnam e in Corea; non so se i monaci di Shaolin di adesso ci abbiano ancora qualcosa a che fare o siano un tarocco completo, la cosa è dubbia e “cinese”).

    • Peucezio scrive:

      In queste cose ci sono molte prese in giro.
      Però devo dire che un mio amico, antisemita almeno quanto me, prende già da diverso tempo lezioni di Krav Maga. Non spende tanto ed è tutto contento. L’istruttore gli dà anche lezioni private personali, a prezzi più che accessibili.
      Tra l’altro questo istruttore è un pazzo paranoico: è una bestia alta più di due metri, una specie di figura mitologica, padrone di una tecnica micidiale, visto che la pratica da anni, ma ritiene bisogni evitare sempre, con chiunque, qualsiasi occasione di diverbio ed evitare qualunque contrasto ammenoché non sia questione di vita o di morte; si chiude sempre in macchina con la sicura e porta sempre con sé lo spray al peperoncino per l’autodifesa… Io, che sono uno che soccomberebbe nello scontro fisico con un bambino di dieci anni, in confronto a lui sono un pazzo temerario che va provocando la gente e attaccando briga.

      • PinoMamet scrive:

        Lui è un filo paranoico, Peucè…

        comunque non conta il nome della tecnica ma quanto la hai studiata.
        Detto da uno che ha imparato le arti marziali in un tempio buddhista, come nei telefilm anni Settanta 😉

        E smettila di essere antisemita!!

    • paniscus scrive:

      “Ci sono fior di goyim che ci si arricchiscono. L’unica particolarità che ha è di essere israeliano, ma il mondo del Wing Chun, che è cinese (anzi, di Hong Kong), e quello delle “robe russe” tipo Systema ecc. è esattamente identico.”
      ———————–

      Non è venduta come una tecnica di autodifesa, né come un’arte marziale specifica… ma ultimamente nelle palestre nostrane va di moda il KETTLEBELL, che nonostante l’indubbio nome inglese, viene spacciato come una tecnica di addestramento dei militari sovietici del tempo che fu…

      Lisa

  21. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Il tradimento alla base stessa dell’ebraicità della diaspora, alla sua essenza, che è apolide, internazionale, cosmopolita e antiterritoriale. “

    Diciamo una cosa diversa: c’era, nel giudaismo tradizionale, un’adesione alla legge divina, più un territorio immaginario – quello mitico della Terra Promessa – che svolgevano funzioni analoghe.

    • Peucezio scrive:

      Qui in effetti c’è di mezzo la mia metafisica dell’ebraicità.
      Da una parte c’è una modalità del manifestarsi storicamente degli ebrei, che è quella dell’ebreo tradizionale (si tratta di una tradizione che non risale oltre il VII secolo a.C., con buona pace del racconto biblico, ma sempre tradizione è); dall’altra c’è la modalità dell'”ebreo internazionale”, che riemerge periodicamente (lo stesso cristianesimo, col suo universalismo, ne è un’espressione), e che, nella storia contemporanea, prende la forma dell’ebreo ateo, materialista, nichilista, freudista, marxista e tutto quello che vogliamo aggiungerci.
      Collocare nella seconda modalità l’essenza stessa dello spirito ebraico, riconosco che è un’operazione arbitraria, una petizione di principio, è appunto la costruzione di una metafisica. In ciò potrei dirmi confortato dal fatto che tutti i popoli hanno una loro tradizione religiosa e culturale, mentre l'”ebreo internazionale” è un fenomeno del tutto peculiare. Ma ovviamente si tratta di un argomento non decisivo, privo di forza dimostrativa, perché la metafisica appunto non è dimostrabile, né vuole esserlo.
      Diciamo che tutto dipende da cosa cerchiamo, cosa ci interessa. Tenendo conto che un ancoramento alla realtà scevro da pregiudizi teorici ci deve comunque far partire dalla constatazione dell’esistenza di entrambi questi aspetti.

      • PinoMamet scrive:

        vabbuò Peucezio

        ma io mo’ mi invento la metafisica dei rosci, e sta a vedere che tutte le colpe del mondo sono dei rossi di capelli.
        Hitler? si tingeva, ma era roscio. Stalin? sfumatura rossiccia…
        i rosci morti a Auschwitz? Non sottovalutiamo il cinismo roscio…

        non voglio prendere in giro, Peucezio (anzi, ti ribadisco che mi sei simpatico) ma secondo me con la metafisicità puoi dimostrare tutto e il contrario di tutto!

        Insomma: smetti di essere antisemtita!!!

        • Peucezio scrive:

          Ma io infatti non voglio dimostrare niente. Io propongo un modello interpretativo, che come tale, è uno di quelli possibili.
          Ma cosa mi dai se smetto di essere antisemita? Guarda che io sono un tipo che non si accontenta facilmente! 🙂

  22. Miguel Martinez scrive:

    Per Serse

    “Miguel, che ne pensi del discorso di Benjamin Freedman? “

    Temo di non sapere di cosa parli.

  23. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “a me pare che i negri siano sopravvissuti allo schiavismo e al post-schiavismo grazie a fortissimi legami religiosi e familiari”

    Lo schiavismo è prima di tutto uno sradicamento radicale; cui segue il divieto sostanziale di costruire famiglie, da parte dei padroni, che avevano la necessità di vendere e comprare separatamente padri, madri e figli.

    • Francesco scrive:

      quanto effettivamente praticato? mi puzza di propaganda abolizionista e racconti da grand gignol

      perchè poi, di storie di negri padri-padroni, riferite a epoche posteriori allo schiavismo ma precedenti lo sfascio attuale da “ci hanno lasciati soli nel ghetto e la droga ha fatto il resto” ne ho trovate un pò.

      e basta un vecchio documentario con una marica di MLK per veder un sacco di faccie da “comunità negra”

      ciao

  24. maria scrive:

    a volte, qualcosa che somiglia… diciamo che sei molto eufemistica

    maria
    peucezio se mi conosci un po’ ti sarai accorto che non amo espressioni forti o troppo sopra le righe, ma siccome tu sei, come ha notato miguel, intelligente, hai capito lo stesso:-))

  25. maria scrive:

    “La simpatia” “per chi diceva che”
    Ma guarda che erano loro stessi a dirlo. Marx mica veniva dalla luna. Poi si potrebbe dire che è normale che chi si sente discriminato tenderà ad elaborare teorie per cui tutti gli uomini sono uguali, ma questo è un altro discorso.

    maria
    ma scusa peucezio marx non parlava mica a nome degli ebrei e per gli ebrei, le sue idee erano rivolte a tutti, e il suo pensiero rivoluzionario che ancora è accettato anche da studiosi non necessariamente marxisti, e cioè il modo di indagare la storia e l’economia, fa parte della civiltà , ma non la tua, la mia o la loro, la civiltà in genere.

    • Peucezio scrive:

      E certo. Che doveva dire: “guardate, gentili, che io ve lo metto nel sedere e lo faccio nell’interesse ebraico e a vostro discapito”??
      L’ebreo pericoloso mica è il sionista, mica è quello che si rivolge agli altri ebrei. Pensavo fosse scontato.

    • Peucezio scrive:

      E, visto che a quanto pare è bene spiegare le cose più ovvie, non si deve mica pensare che Marx fosse in cattiva fede nel senso comune del termine, cioè che fosse uno che si metteva a tavolino e diceva: “adesso devo elaborare una dottrina per metterlo nel sedere ai gentili per fare il dissolutore ebraico”. Questa è una visione ingenua. Marx era ebreo e faceva l’ebreo, cioè il dissolutore. E tanto più zelo ci metteva, in quanto credeva sinceramente in ciò che professava. Lui tra l’altro non amava affatto gli ebrei e voleva combattere il capitalismo ebraico. Solo che vi ha sostituito un altro potere ebraico (dove hanno avuto successo le sue teorie) che non faceva niente di diverso da quello precedente, sotto un’altra etichetta.

      • Francesco scrive:

        vediamo se ho capito

        gli Ebrei lavorano, da sempre, per la dissoluzione (di una originaria religiosità panteistica? di una concezione di divinità immannente? di quale elemento cardine dell’ordine del mondo?) E lo fanno senza saperlo, in modo “istintivo e naturale”?

        non ti pare una idea del tutto irragionevole?

        ciao

        • Peucezio scrive:

          No, non mi pare affatto irragionevole.
          Lavorano per la dissoluzione della civiltà, dello spirito, di tutto ciò che è ordine contrapposto all’animalità, all’istintualità dello stato di natura inteso come tenebre dell’indistinto, come caos.
          Diciamo che, se c’è un chaos contro un kósmos, loro lavorano per il primo.

        • Peucezio scrive:

          Poi però, se ti interessa, ti chiarisco alcune mie posizioni circa la religione, perché ho l’impressione che siano suscettibili di fraintendimento.

        • Francesco scrive:

          mettimi la voce di Massimo Troisi

          “e perchè? che gliene viene in tasca? com’è che esisterebbe un popolo di casinisti maniacali?”

          che questa tua spiegazione è più irragionevole che pria!

          guarda che Metafisico non significa Arbitrario (checchè ne dica ADV :D)

          Ciao

  26. maria scrive:

    non mi risulta anzi che ci siano mai state rivoluzioni, sovversioni, cambi di dinastia, invasioni barbariche, colpi di stato…
    che abbiano mai prodotto un governo dedito alla “dissoluzione”.

    maria
    ma infatti pino, un esempio fra i tanti possibili, non si chiamava, L’ordine nuovo, la rassegna settimanale di cultura socialista fondata da Antonio Gramsci?
    Questo per dire che anche i rivoluzionari, percepito essenzialmente come distruttori, non tendono solo a dissolvere…

  27. mirkhond scrive:

    Casomai la dissoluzione è la premessa per una costruzione di un nuovo ordine….
    ciao

  28. maria scrive:

    @mirk
    appunto

    • Peucezio scrive:

      Gramsci era un sardo ed era espressione di quel comunismo italiano ancora molto de-ebraicizzato. Ma resta il fatto che i nomi contano fino a un certo punto, contano semmai i fatti. Non è che un dissolutore si presenta e dice: “io voglio dissolvere, voglio distruggere tutto e riportare il mondo nella barbarie”. La franchezza tra l’altro non è mai stata una prerogativa ebraica.
      Inoltre la dissoluzione ebraica (e quindi marxista) è prima spirituale che morale. Per certi versi il comunismo ha molto dell’anti-utopia orwelliana: quella era una società materialmente ordinatissima e organizzata, ma aveva sovvertito tutte le categorie morali. Lenin con la NEP un certo ordine lo preservò, ma le prime misure del nuovo governo bolscevico furono in senso anti-familiare (il divorzio) e anti-religioso.

      E comunque non dobbiamo mai dimenticare che l’anti-utopia (io direi più semplicemente l’utopia, perché le utopie sono tutte anti-utopie, utopie negative, non esiste un’utopia positiva, d’altronde “u” vuol dire “non”, è negazione di per sé) non è mai qualcosa che si realizza integralmente: esiste un principio di autoconservazione del mondo, un’inclinazione intrinseca dell’uomo ad essere produttore di cultura, a trascendere lo stato ferino, che è irreprimibile. La dissoluzione sarà sempre mescolata con un po’ d’ordine, non arriverà mai al trionfo assoluto e puro del nulla. L’ebreo ha vinto su tutti i fronti, ma la fiaccola della civiltà non è estinta e da quella potremo un giorno ripartire.

  29. Moi scrive:

    Faccio l’Avvocato del Diavolo Pro Sallusti 🙂

    Der Spiegel ha parlato, pare, di un “popolo” non affidabile per l’ Italia e di una “razza” (!!!) affidabile per la Germania. NON so se le parole impiegate siano proprio “Volk” e “Rasse”. Fatto sta che i Tedeschi che parlano di “razze umane” risvegliano fantasmi inquietanti che altri Popoli (?) NON risvegliano.

    Gira anche, al momento in sordina, la polemica che Sallusti è della stessa “squadra nazifascista” dei Der Spiegel … mentre è ai Partigiani e alla Resistenza che andrebbe intitolata la Giornata della Memoria, perché loro, NON gli Americani Staunitensi Imperialisti Interessati hanno posto fine alla Seconda Guerra Mondiale.

  30. Moi scrive:

    Le immagini non impallano il server, giusto ?

    http://stliq.com/c/m/8/86/17999992_dimeticati-offesi-8.jpg

    Vignetta NeoBorbonica sulla Giornata della Memoria

    • mirkhond scrive:

      Bellissima!

      • PinoMamet scrive:

        Mmm insomma…
        “io ho inventato i lager” ci sta, ma “non ci ho mandato gli ebrei, ma altri italiani” non ha proprio senso, come se gli ebrei fossero appunto “di un’altra razza”, e come se mandare nei campi di concentramento persone di religione cattolica fosse più grave di mandarci ebrei….

        • Ma certo che lo è! 😉 Puoi comparare i fedeli sudditi della Cattolica e Sacra monarchia delle Due Sicilie con i biekissimi deicidi di Cristo? Solo un nemico di Dio massone e liberale potrebbe fare un simile confronto!

        • mirkhond scrive:

          Così parlò il Grande Oriente….

        • Moi scrive:

          @ PINO

          Penso che il senso “ermeneutico” della vignetta fosse un po’ “antisemita”, visto che Vittorio Emmanuele II ride in faccia a Hitler. Un’ allusione del tipo : “Sei stato un fesso, proprio gli Ebrei ci hai messo nei lager … qualsiasi altro popolo non sarebbe fregato niente a nessuno in futuro !”

        • PinoMamet scrive:

          MMm
          può essere Moi, ma io la vedo più semplicistica:

          chi ha fatto la vignetta è un ignorante e non sa niente degli ebrei…
          che poi volendo è un po’ il contrario delle idee sul “diffuso antisemitismo che è sempre pronto a risorgere” inteso come ossessione riguardo agli ebrei, come se ci fossero milioni di antisemiti che non si occupano di altro…
          mentre alla fine ognuno ha le ossessioni sue e le storie sue da raccontare, e per qualcuno le stragi “piemontesi” nel meridione sono un problema più sentito e toccante.

          Però è anche vero che è proprio questo tipo di ignoranza
          (“ma chi saranno mai ‘sti ebbrei? ma che, erano stranieri?”) che fa da humus per l’antisemitismo.

          Più che Giornate della Memoria, io proporrei semplicemente dei Curricula Scolastici Ben Fatti, e fatti studiare bene;
          non serve molto altro!

        • Peucezio scrive:

          Al di là del solito discorso, che gli ebrei per primi non rivendicano solo su base religiosa la propria appartenenza, altrimenti lo stato di Israele sarebbe uno stato confessionale, mentre basta una nonna , cioè un quarto di DNA, per averne la cittadinanza, ma si dimentica sempre che la stragrande maggioranza degli ebrei morti nei lager non erano ebrei tedeschi, ma polacchi, lituani, ucraini, boemi, ungheresi ecc. ecc., quindi, anche sul mero piano della cittadinanza formale l’Olocausto è stato una strage prevalentemente di stranieri.

  31. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    L’articolo originale di Der Spiegel è questo:

    http://www.spiegel.de/politik/deutschland/0,1518,811817,00.html

    Volk suonerà strano in italiano, ma è una normale parola tedesca. A proposito di “razza”, scrive, “anche se non è chiaro fino a che punto gli italiani costituiscano una razza”.

    Lo trovo un testo debole, un po’ confusionario. Il punto di vista è quello di un tipico nordico-di-destra, che punzecchia il politicamente corretto da un punto di vista sostanzialmente liberale – “noi portiamo il peso del mondo sulle nostre spalle, se altri sono lavativi, non è che dobbiamo sempre fare i politicamente corretti”, insomma.

    C’è un punto invece a mio avviso assai valido, dove accusa la Merkel di voler unire a forza popoli culturalmente assai diversi, facendoli marciare tutti al ritmo tedesco. E se tutto non finisse in fuffa, sarebbe un possibile punto d’accordo con Sallusti.

    • PinoMamet scrive:

      Occhio perchè mi sa- ma non ho gli strumenti per dirlo, ma lo sento, lo annuso- che con Monti e soci non ci si chiedano solo sacrifici:
      che vabbè, staran sulle palle, ma una tantum si posson fare.

      quello che ci si chiede è un grande cambiamento antropologico, e si pensa di ottenerlo da noialtri italiani mettendoci con le spalle al muro:
      “gente, il debito è grande, B. invece de pagà approfittando delle buona condizioni di interesse negoziate da Prodi, lo ha ingrandito allegramente; se nun lo pagamo, okkei, ma poi nessuno ci farà più credito; l’unica è che si cambi una volta per tutte!”

      Insomma, qui si fa la Germania o si muore!

      è una grossa scommessa, e non so se riuscirà.

      (Ma poi tutto si aggiusta e una pezza a colori si troverà pure).

      • Francesco scrive:

        Modesta proposta:

        aggregare tre (o quattro, dipende da voi emiliano-romagnoli) nuovi Laender alla Crucconia, in modo da liberare il sottoscritto, in un colpo solo, dalla classe politica italiana ™ e dalla famiglia Bossi ™?

        andremmo a incrementare significativamente la quota di cattolici della prima potenza continentale (che è cosa buona e giusta)
        avremmo una Banca Centrale che si occupa dell’inflazione e non delle elezioni (cbeg)
        ci sottrarremmo all’influenza francese (cbeg)
        smetteremmo di pagare il costo dello Stato Impossibile Unitario di Italia (cmoltobeg)

        staremmo lo stesso a padrone dei crucchi, situazione obbligata dal nostro debito pubblico

        e potremmo approfittare delle istituzioni pubbliche tedesche che funzionano bene!

        qualcuno vede delle contro-indicazioni? a parte avere una culona ™ come Capo del governo?

        saluti

        • PinoMamet scrive:

          C’è solo che io sono affezionato ai film di Totò e Fabrizi, mentre l’umorismo tedesco non lo capisco proprio.

          E non sto scherzando!

          insomma, ho la sfiga di far parte di uno Stato impossibile, che però esiste 🙂

        • Francesco scrive:

          Gvarda ke industrien kulturalen ist immer adattata a konditionen ligvistike lokali.

          Peccio ti Kommissar Kane und Kommissar Fekkietto non ist pozzibile. Ja

        • PinoMamet scrive:

          Ehehe c’hai ragione Francesco 😉

          ma voglio dire che io, purtroppo o per fortuna, mi sento italiano…
          nonostante decenni ormai di propaganda piuttosto martellante, e non solo leghista
          (la logica del cui prodest, che sappiamo spesso fallace, mi fa sospettare un interessamento tedesco, o forse chissà americano)
          continua a dirmi che l’Italia non esiste, i dialetti, la cucina locale e bla bla.

          tutte cose interessanti, che però spariscono magicamente di fronte alla Nazionale ai Mondiali e alla visione dei Tartassati o dei Soliti Ignoti.

          ciao!

        • Peucezio scrive:

          Si potrebbe aggiungere che proprio i dialetti, la cucina locale ecc. sono l’impronta più profonda e peculiare dell’italianità, perché non esiste luogo al mondo dove esiste una simile varietà.
          Quelli che negano l’italianità in nome della varietà sono dei coglioni, perché negando l’italianità, stanno negando proprio quella varietà.

        • roberto scrive:

          “qualcuno vede delle contro-indicazioni?”

          – vi facciamo il mazzo a tarallo a pallone ad ogni occsione in cui c’è qualcosa in ballo (ma voi continuerete a vincere le amichevoli)

          – i länder organizzano le ferie scolastiche in maniera assurda (a rotazione, l’anno scorso i nostri vicini del saarland hanno iniziato la scuola l’8 agosto)

          – non ci sono gallinelle scosciate nelle trasmissioni calcistiche

          – in più i commentatori delle partite sono di una noia mortale (incidentalmente temo che il canone sia più alto che in italia)

        • roberto scrive:

          “e potremmo approfittare delle istituzioni pubbliche tedesche che funzionano bene”

          e dici che continuerebbero a funzionar bene se le riempiamo di italiani?

        • Francesco scrive:

          x Roberto

          1) a parte la chiara dominanza mondiale di una nazionale crucco-padana di pallone, alla fine chi se ne frega?
          2) ci vuole un pò di assurdità nella vita – meglio nelel ferie scolastiche che nella spesa pubblica
          3) tanto non le guardo mai
          4) ach! maledetto kanone fernsehen!!! ma noi terroni di Doichland evade ja!
          5) gli italiani sono bravi a obbedire ai tedeschi …

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per Martinez

      E’ un articolo furbo che specula sui pregiudizi, e -per una volta- bene hanno fatto i camerati nostrani a ribattere ai loro ex amici con il noto argomento della pagliuzza e della trave. Detto questo,una cosa furba la dice: i popoli cambiano. L’Europa è necessità comune ai Tedeschi -che con l’euro evitano la svalutazione competitiva di Italiani ed altri- e agli Italiani -che senza i vincoli europei saremmo finiti peggio del’Argentina di dieci anni fa. Serve a tutti perchè alla Cina, all’India e al Brasile sopravviveremo -se sopravviveremo- come Europei,non come Tedeschi o Italiani. Se per questo i Tedeschi si dovranno abituare a un po’ più di inflazione e noi Italiani a un po’ più di disciplina non sraà un male per nessuno.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

    • Roberto scrive:

      Un articolo degno del Sun. Bella invece la lettera dell’ambasciatore che dimostra come l’arte di dare dell’imbecille al proprio interlocutore senza scadere nelle volgarità alla kapò nazista non è per fortuna estinta

  32. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “e immagini non impallano il server, giusto ?”

    nemmeno i link a youtube, che sono sempre benvenuti. Ho solo problemi personalmente a visualizzare i video.

    Quindi continua pure a postarne.

  33. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “mentre è ai Partigiani e alla Resistenza che andrebbe intitolata la Giornata della Memoria, perché loro, NON gli Americani Staunitensi Imperialisti Interessati hanno posto fine alla Seconda Guerra Mondiale”

    Non dico che tu abbia torto, ma è esattamente il contrario di ciò che penso io.

    L’antifascismo del PCI sosteneva, all’incirca, ciò che tu dici.

    Era una fantasia mitica, nel senso che le resistenze europee sono state molto diverse tra di loro, e hanno svolto un ruolo molto minore rispetto all’esercito sovietico in primis, quelli inglese e statunitense decisamente in secundis e solo durante l’ultimo round.

    I partigiani, si diceva, combattevano con le armi in mano contro oppressori interni e contro invasori stranieri, per difendere la Patria: persino in Italia, li chiamavano “patrioti”, e altrove molto, molto di più.

    Il mito antifascista contiene quindi in sé un potenziale decisamente pericoloso. Quello antinazista, centrato sull’Olocausto, è invece il contrario, e non a caso la sua affermazione parte dalla capitale degli Stati Uniti, con l’apertura del Museo dell’Olocausto.

    Il trucco consiste nel trasformare i vecchi partigiani e i loro ammiratori in custodi del nuovo mito, che solo in apparenza si rivolge contro lo stesso nemico.

  34. PinoMamet scrive:

    ” Era una fantasia mitica, nel senso che le resistenze europee sono state molto diverse tra di loro, e hanno svolto un ruolo molto minore rispetto all’esercito sovietico in primis, quelli inglese e statunitense decisamente in secundis e solo durante l’ultimo round.”

    Direi che il mito vincente a livello internazionale (parlo “de cinema” soprattutto e campi affini, che sono la roba più sibile- almeno per me!) vede o deforma la realtà mettendo gli statunitensi al primo piano, e gli stessi loro alleati (anche anglosassoni) in secondo o terzo ordine, rendendoli quasi invisibili e privandoli dei loro successi per atrtribuirli (in base non si sa a quale logica) agli statunitensi stessi.

    Questo perché gli USA sono l’unico paese in grado di influenzare profondamente l’immaginario internazionale.

    a livello locale, ho sentito raccontare da scandinavi (danesi) episodi della loro resistenza francamente risibili per ingenuità e scarsità di risultati
    (ammessi da loro stessi con grande franchezza), possibili solo grazie alla disattenzione delle truppe tedesche che non li ritenevano all’altezza di costituire un problema.
    Il che dovrebbe far riflettere sulla diversità di clima sociale tra i vari paesi occupati dai nazisti…
    però nella vulgata generale, i danesi e altri scandinavi sono comunque “buoni”…
    e qui c’entreranno anche altri fattori, ma io sento puzza anche di un po’ di razzismo verso gli “infidi italiani”.

  35. Miguel Martinez scrive:

    per Peucezio

    nemmeno troppo OT, ti dedico questo brano del Collettivo Tiqqun:

    “Una tale “sensibilità” d’Antico Regime, che si rifà a forme-di-vita del passato già collaudate, può sorgere teoricamente, perfino letteralmente, solo quando l’antico conosce sé stesso come antico e s’è distaccato dal processo storico: le forme viventi non si conoscono come tali, esse si lasciano solamente evocare nel ricordo una volta esaurite. E’ in questo che la posa d’Antico Regime si svela come integralmente liberale: essa procede da una scelta fondamentale a favore d’una securizzazione “museale” del pensiero, sicuramente inconfessata ma sempre di nuovo culturalmente giustificata, e si svolge dunque intrinsecamente nella sfera della rappresentazione benché nessuno invochi più insistentemente dell’uomo d’Antico Regime il suo attaccamento al “reale”, al “concreto”.”

    • Peucezio scrive:

      Questo è inevitabile, è nell’ordine delle cose.
      Se io vivevo una condizione che mi piaceva e passo ad un’altra che mi è meno congeniale, ricorderò la prima con nostalgia, ma, nel momento in cui diverrà ricordo, non sarà più attuale e reale, ma sarà divenuta evocazione.
      Ciò che vale individualmente, per trasformazioni percepibili nell’arco di una vita, vale collettivamente come memoria collettiva, trasngenerazionale: la caratteristica pressoché unica dell’uomo (e in forma embrionale di alcuni animali molto evoluti, come alcuni primati) è quella di tramandare la memoria, non solo il patrimonio genetico.
      Ascoltando spesso inchieste sul campo e interviste a esponendi del mondo popolare del passato, sempre più ritrovo come prevalente la manifestazione di una preferenza per il passato, malgrado le condizioni di vita dure, lo sfruttamento, la repressione sessuale. Io non ho nessuna nostalgia di quando avevo vent’anni, men che meno della mia infanzia, se non perché c’erano persone che ora non ci sono più.
      Il mio legame diretto, biografico col passato semmai si esprime nel fatto che mi sono sempre sentito in maggiore sintonia coi vecchi che con i giovani e rimpiango i tempi in cui si poteva ancora parlare con gente nata negli anni 10 o nel primo decennio del ‘900 (oggi sono solo un pungo di ultracentenari). Infatti ovviamente tale simpatia non è legata alla vecchiaia in senso biologico, ma generazionale: penso con raccapriccio a quando i vecchi saranno solo quelli nati dagli anni ’60 in poi, cioè diciamo dalla rivoluzione antropologica di cui parlava Pasolini, cioè quelli che, con le eccezioni del caso, parlano come coglioni, gergalmente, con tutte quelle espressioni generiche e ridicole, che vogliono dire tutto e niente di preciso. Avere dei nonni così è veramente triste: che legato riceveranno? Saranno figli del nulla.

  36. mirkhond scrive:

    Qui concordo con Peucezio, perchè anche le mie esperienze giovanili mi portavano ad andar d’accordo più coi vecchi di allora che con i miei coetanei.
    E’ la solitudine esistenziale di chi non riesce proprio ad adattarsi alla modernità del turbo, sotto il cui vestito vi è il nulla….

  37. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Lavorano per la dissoluzione della civiltà, dello spirito, di tutto ciò che è ordine contrapposto all’animalità, all’istintualità dello stato di natura inteso come tenebre dell’indistinto, come caos.”

    Vedi, io sono un estraneo in questa Italia, non molto diversamente da certi ebrei nell’Europa dell’Ottocento: non ho un mio riferimento ambientale tradizionale, né mi identifico con quello che mi circonda.

    Questo fatto indubbiamente mi aiuta a vedere attraverso le apparenze che mi circondano; e sono tendenzialmente un “dissolutore” rispetto all’ordine in cui vivo. Sono dissolutore/dissacratore, per dire, rispetto al calcio, alla giornata della memoria, all’ideologia del mercato, a Bruno Vespa, alle crociere, ai parroci postconciliari.

    In questo senso, non trovo nulla di strano nel fatto che alcuni intellettuali di origine ebraica fossero dissolutori rispetto ai luoghi comuni del loro tempo.

    • PinoMamet scrive:

      ” io sono un estraneo in questa Italia, non molto diversamente da certi ebrei nell’Europa dell’Ottocento”

      mmm, però questa definizione di certi ebrei si adatta molto bene a certi intellettuali ebrei soprattutto francesi di origine ashkenazita;
      malissimo invece agli ebrei italiani, che erano nella gran maggioranza dei casi tutto tranne che estranei all’Italia
      (se non nel fatto di essere stati emancipati di recente da una serie di discriminazioni, ma allora:
      -sarebbe come dire che gli ebrei siriani o turchi sono estranei alla Siria o alla Turchia;
      -si adatta, in modi diversi, alla gran parte della popolazione di morti fame europei, che alla fine c’entravano con Voltaire o con Marx meno degli intellettuali ebrei di cui sopra)

      comunque, io sono italiano nato e cresciuto, ma lavoro lo stesso per il chaos…
      e non hai ancora visto la mia scrivania!

      • Peucezio scrive:

        Come al solito le cose sono complesse. Comunque credo che di quell’ebraicità italiana sia rimasto, ahimé, poco: personaggi come Sergio Luzzatto o Furio Colombo danno il segno di cos’è oggi l’ebraismo italiano.
        Lo stesso discorso si potrebbe fare per molta ebraicità “mitteleuropea”: se fossi un austroungarico di fine ‘800, non vedrei Kafka o Schnitzler come il mio princpale problema (per Freud forse il discorso è un po’ diverso). Purtroppo quella è l’ebraicità che ha pagato il tributo più alto, mentre i banchieri ebrei che stavano a New York chi è che li andava ad acchiappare?

    • Peucezio scrive:

      Miguel, non mi convince il paragone. E secondo me non ci credi tu stesso. 🙂
      Tu sei l’antitesi antropologica dell’ebreo.
      L’onestà intellettuale, l’atteggiamento spassionato, disinteressato, sono del tutto estranei alla mentalità ebraica (il che non esclude ovviamente che ci possano essere singoli ebrei che ne siano dotati).
      La buona fede e il senso critico non c’entrano nulla con la dissoluzione. L’ebreo non è una sorta di coscienza critica, di sano momento dialettico: fra uno come te e l’ebreo passa la stessa differenza che passa fra i medico che somministra una terapia un po’ dolorosa e il serial killer.

      • roberto scrive:

        “L’onestà intellettuale, l’atteggiamento spassionato, disinteressato, sono del tutto estranei alla mentalità ebraica”

        trovo francamente scandaloso che si possa scrivere una frase del genere senza essere sommersi di pernacchie e quindi inizio

        PRRRRRRRRRRRRRRRRR

      • PinoMamet scrive:

        Peucezio
        immagino non ti farò cambiare idea, ma la tua è un’ossessione che si auto-alimenta!

        A sentir te gli ebrei sarebbero in pratica il Dottor Male di certi filmetti…
        e il peggio è che quando trovi un ebreo chee non assomiglia al tuo stereotipo, beh, è l’eccezione.

        A ‘sto punto, ha altrettanta valenza logica la mia 😉 ossessione contro i rosci di pelo che vogliono dominare il mondo!

        Trovo un roscio stronzo: ecco, lo sapevo; trovo un roscio simpatico: è l’eccezione!

      • PinoMamet scrive:

        E comunque, Peucè, cambia letture, prendi un po’ di aria buona, e smetti di pensare agli ebrei!!

        Il mondo continuerà suppergiù identico a prima, tu ne trarrai giovamento, e vedrai che svanirà magicamente anche la tua ossessione;
        che, lasciatelo dire, ha creato in passato un bel po’ di cose assai poco simpatiche.

        Ciao!

        • Peucezio scrive:

          Quali?
          Comunque quel tipo di letture (che tra l’altro non pratico da anni) sono il meno.
          Si tratta semmai di capire se col cristianesimo e col marxismo il mondo ci abbia guadagnato. Quanto al capitalismo, come lettura è sufficiente quella dei nomi dei grandi banchieri.
          Poi uno può anche dire che se sostengo che i venditori ambuklanti di rose di solito sono indiani o pakistani sono complottista…

        • PinoMamet scrive:

          Peucezio

          se sostieni che i venditori ambulanti di rose sono spesso pakistani o indiani, sei un bravo osservatore;
          se sostieni che la vendita di rose è tutta una strategia per dominare il mondo, sei complottista.
          Facilissimo.

          Poi mi chiedi se col Cristianesimo e il Marxismo il mondo ci ha guadagnato;
          è una domandona, anche perchè le due ideologie, chiamiamole così, hanno avuto tra loro una serie di rapporti assai complessi.

          A dire il vero non vedo neanche perchè tu le citi in questo discorso: forse perchè sono state fondate entrambe da un ebreo?
          Francamente non vedo cosa altro avessero in comune i due fondatori, cioè Marx e San Paolo 😉 che sono anche distanziati da un numero consistentissimo di secoli e di vicende storiche.

          A questo punto, mettiamoci dentro anche la Citroen: è stata fondata da un ebreo, sarà stata una cosa buona o cattiva? e che dire dei fratelli Marx? Passino Groucho e Chico, ma quell’Harpo lì, che stava sempre zitto, non me la conta mica giusta… 😉

          No, no, niente da fare, Peucezio, non mi hai convinto;
          per me sono sempre i rosci che hanno colpa di tutto 😉

          ciao!!

        • Roberto scrive:

          Peucezio sicuramente non te lo ricorderai ma all’epoca dello scandalo dsk abbiamo avuto una discussione sui banchieri ebrei. Tu sostenevi che bisognava essere ebreo per diventare direttore della banca mondiale o del FMI. Io dati alla mano ti dimostravo che avevi scritto una idiozia (e basta controllare su wikipedia chi sono i predecessori di dsk). Ora ritorni con la storia dei banchieri ebrei e naturalmente niente e nessuno ti farà cambiare idea. É esattamente questa l’ossessione di cui parla pino. Non è sano.

        • Peucezio scrive:

          Ricordo benissimo, Roberto. Stavolta parlavo dei nachieri privati, sul FMI avevi ragione tu e te ne do atto.
          Io esagererò un tantino, ma non mi dire che i banchieri ebrei sono un’invenzione.

          Pino,
          ne potremmo parlare all’infinito e nessuno dei due riuscirebbe a persuadere l’altro (comunque molti ebrei hanno i capelli rossi; a proposito, visto che ti piace il dialetto barese, dalle nostre parti si dice “pile russe, tradetòre”, a parziale conferma della tua tesi 🙂 ).
          Io sostengo che Gesù Cristo (o San Paolo) e Marx hanno influenzato profondamente la storia, questo tu non penso lo negheresti. io osservo che erano ebrei e anche su questo ci ritroviamo. Tu sostieni che ciò non sarebbe significativo, ma se io ti dico che la storia della civiltà occidentale è stat influenzata profondamente, fra gli altri, da degli ebrei, consequenzialmente non potresti negarlo.
          Ora, se mi chiedi se io penso che questi erano d’accordo fra loro e si davano appuntamento in determinati luoghi per coordinare la loro azione, ti dico che non lo penso. Però penso che l’apporto ebraico alla storia abbia un’impronta prevalente di un certo tipo e che ciò sia stato determinante nell’imprimere certe tendenze alla nostra civiltà. Tu non sarai d’accordo, pazienza. Troveremo un punto di contatto nella saggezza popolare barese.

        • PinoMamet scrive:

          Peucezio, aldilà degli scherzi (non fa bene prendere le cose troppo sul serio, purchè si scherzi rispettandosi; e ti assicuro che ti rispetto) capisco il tuo discorso.

          però io la vedo come Miguel, e stento a notare delle cose in comune tra San Paolo, Marx, e Maimonide, quindi davvero non saprei definire un “tipo” di apporto ebraico alla cultura europea.

          ciao!

        • Roberto scrive:

          Sui banchieri privati, dovresti cercare di essere un po’ più preciso. Io per curiosità ho passato una amena serata su wikipedia a guardare le maggiori banche del mondo da chi sono state fondate e da chi sono dirette. Fallo anche tu avrai delle sorprese. Inizia con le big fuor banks. Non c’è solo soros a questo mondo

        • Peucezio scrive:

          Roberto, ti lascio carta bianca, perché mi fido della tua onestà: fai una piccola statistica: qual è la percentuale di ebrei fra questi signori e quale il loro peso numerico nella nazione delle banche stesse.
          Però dammi numeri minimamente credibili, altrimenti, vincendo la mia pigrizia potrei fare anch’io un simile, noiosissimo spoglio.
          Una curiosità: come verifichi l’ebraicità o meno dei personaggi?

  38. serse scrive:

    … vedi che lo “ius sanguinis” ha un suo perché? 🙂

  39. Miguel Martinez scrive:

    Per PinoMamet

    “mmm, però questa definizione di certi ebrei si adatta molto bene a certi intellettuali ebrei soprattutto francesi di origine ashkenazita;
    malissimo invece agli ebrei italiani, che erano nella gran maggioranza dei casi tutto tranne che estranei all’Italia
    -sarebbe come dire che gli ebrei siriani o turchi sono estranei alla Siria o alla Turchia;
    -si adatta, in modi diversi, alla gran parte della popolazione di morti fame europei, “

    Dunque, no 🙂

    1) gli ebrei del mondo ottomano – come non dimenticano di ricordarci certi islamisti – sono stati molto, molto spesso massoni, e legati ai vari movimenti modernisti e illuministi, come lo erano i Donme (che, ricordo, NON erano criptoebrei). In Egitto, la Massoneria era a maggioranza ebraica e italiana, ma credo anche con presenze armene

    2) anche in Italia, gli ebrei, certo integrati come dici tu, erano comunque “risorgimentali” e spesso massoni, quindi non condividevano il “luogo comune” cattolico

    3) i poveri direi che sono quasi sempre “integrati”: i Sanfedisti ne sono una prova.

    Allo stesso modo, cristiani d’Oriente sono stati attivi in tutti i movimenti innovatori – la “grande idea” neogreca, la massoneria, il nazionalismo arabo, il comunismo…

    • PinoMamet scrive:

      Vabbè, ma penso che dobbiamo capirci.

      Io ti contestavo 😉 la faccenda che certi ebrei sarebbero estranei al loro paese, non l’idea che “lottino per la dissoluzione”.

      Insomma, la famiglia Sassoon, per dire, di ebrei “baghdadi” indiani, per me è uan famiglia indiana esattamente quanto, per dire, una famiglia Sorabji di origine parsi.
      (Poi sia i Sassoon che i Sorabji hanno avuto chance migliori di altri per “farsi inglesei”, e lo hanno fatto anche, ma è un altro discosrso).

      Poi, se erano massoni, vabbè…

      lo stesso vale per gli ebrei italiani: in che senso li si può considerare in qualche modo “estranei”?
      Può darsi, anzi lo ritengo probabile, che come minoranza abbiano avuto uno sguardo diverso, ma insomma, di sicuro erano italiani;

      invece certo avevano spesso priorità diverse da altre parti della popolazione;
      e questo senz’altro è stato il motore del loro (e altrui, tipo i valdesi) sostegno al Risorgimento, per il quale non c’è bisogno di immaginare alcuna cupio dissolvi, ma semplice desiderio di maggiori diritti politici.

      Invece sui poveri non so proprio se sono d’accordo.
      Alla fine sono sempre loro che vengono lasciati fuori, agiti da idee che sono fatte passare sopra la loro testa da altri, e spessissimo fraintesi nella loro cultura vera.

      ciao!

      • Sostituendo a “poveri” la dicitura “gente meno istruita” viene una via di mezzo. Troviamo queste persone come le più integrate di tutte nel sistema dell’immaginario collettivo (il sanfedista che prende le armi per la sacra monarchia o il contadino merdionale che nel ’46 protesta perché ha vinto la Repubblica), ma contemporaneamente è quello che è meno beneficiato di tutti dal perdurare del sistema di cui si sente parte (non ditemi che Borboni e Savoia abbiano fatto davvero qualcosa per le classi che li sostenevano!).
        Vedo sotto che Miguel Martinez accenna a una cosa simile. Aggiungo che forse il governo messicano non è l’equivalente della sacra monarchia nostrana.

        • mirkhond scrive:

          Il contadino settentrionale invece da chi è stato beneficiato?

        • mirkhond scrive:

          Riguardo ai biekissimi BorbonE credo che un sistema fiscale molto mite, una politica di protezionismo tesa a NON far morire di fame le persone in nome del mitico “progresso” tanto caro a certi “libertadores”, e una politica pacifica, non tesa a rivendicazioni o ingrandimenti territoriali e manie imperialistiche come quelle di chi venne DOPO, penso che rappresentino qualcosina nel venire incontro ai bisogni del loro gregge, che nessuno è perfetto, cominciando da chi si crede migliore degli altri e ha sempre le formulette giuste a tutto e su tutto.
          Peccato poi che tale perfezione non riscontri il consenso degli interessati ignoranti, incivili ed ingrati….
          ps. il biekissimo Ferdinando II di Borbone (1830-1859) nel suo oskurantiSSimo regno retrogrado dette asilo politico anche a “sovversivi” di allora, come un imprenditore PIEMONTESE di Fossano, fuggito nel 1834 con una condanna a morte sul capo perchè carbonaro, e rifugiatosi da noi, dove il re gli dette l’incarico di fondare una fabbrica di cerini, cosa che avvenne, oppure un socialista francese scampato alla Cayenna nel 1849, e che a Santa Maria Capua Vetere divenne anch’egli imprenditore di una fabbrica, o infine Felice Garibaldi (1811-1855), nizzardo e fratello del più celebre Giuseppe, impreditore ed esportatore di olio pugliese, e vissuto a Bari nel 1835-1852, e sposato con una nostra connazionale di un comune vicino Bari (Bitetto o Bitritto, adesso non ricordo con precisione).
          A chi si scandalizzava delle aperture del sovrano verso questi imprenditori stranieri e massoni, il re rispondeva che aveva bisogno di tecnici e non di paglietti per far progredire il Regno…
          Poi si sa com’è andata, ma le cause sono dovute all’eterno sogno italiano, sia pre che postunitario, di poter essere liberi da qualsiasi vassallaggio verso il potente di turno, e disporre liberamente delle NOSTRE risorse.
          Ma si sa, in Italia, ieri, oggi e domani certi sogni come vanno a finire….
          ciao

        • So solo che nel 1961 (prima l’Illuminata Sacra Monarchia Borbonica non si era preoccupata di censire) il 95% dei meridionali era analfabeta, mentre nei decenni successivi il dato è calato regolarmente.
          So anche che tutti i problemi che lo Stato unitario (latifondo, disuguaglianze sociali, sottosviluppo industriale… e non citare qualche fabbrichetta dell’indotto di corte: era ben altro che sarebbe servito) non risolse li aveva ereditati dai Borboni e che dunque sono responsabili quelli che c’erano prima e quelli che ci sono stati dopo.
          Quanto al protezionismo, sanno tutti che provoca un aumento dei prezzi di tutti i beni importati (causa dazi) e dunque, in caso di scarse rese agricole interne, la farina comincia a costare un occhio della testa. Nessun problema per ‘o Re e i fetentoni che lo circondavano a corte e nelle periferie (tranquillo, sto offendendo anche miei progenitori che erano di quel ceto: so bene di cosa sto parlando), solo per quei quattro straccioni che lavoravano per mantenere le loro feste e il pretame al seguito.
          Il fatto che dopo sia stato fatto poco, non significa che prima fosse stato fatto molto. E’ vero che detta così non è molto accattivante e che il manicheismo permette di trovare agevolmente un unico colpevole per tutti i nostri mali.

        • mirkhond scrive:

          Mi dispiace ma ciò di cui parli è solo vecchia e stantia propaganda.
          Vorrei poi sapere quale benessere c’era negli altri stati, non solo italiani, ma anche europei.
          Nell’Inghilterra amata così tanto dai progressisti di ogni risma, vi erano un milione di mendicanti per non parlare degli slums.
          Il protezionismo borbonico ABBASSAVA il prezzo del pane, proprio per PROTEGGERE la popolazione dalla fame, a differenza degli illuminati&progressisti Savoia che AFFAMARONO il PROPRIO popolo per i loro bellicosi sogni di gloria, sotto la protezione di Sua Maestà Britannica, s’intende…
          Nel 1853 l’INTERO Piemonte rurale INSORSE contro la politica dell’AFFAMATORE DI POPOLO Cavour, giungendo anche a minacciare di saccheggiarli il palazzo, visti gli ENORMI DEBITI contratti per i grandiosi piani imperialisti da straccioni, ereditati poi dal Fascismo.
          Debiti, prima FATTI PAGARE CARI al PROPRIO popolo, poi ai restanti popoli dell’Italia conquistata…pardon liberata secondo il linguaggio orwelliano dell’epoca, estesi soprattutto a noi.
          Non mi sembra che noi fossimo l’Eden, ma non lo era NESSUN’ALTRA PARTE D’ITALIA, compresa quella che ti piace.
          Quanto all’analfabetismo vorrei sapere QUANTI pozzi di cultura c’erano nel radioso e illuminato nord…
          In Veneto molti contadini vivevano ancora nelle capanne fino agli anni ’30 del XX secolo, come ai tempi delle Terramare….
          Quindi, quando si parla di arretratezza “borbonica” si farebbe meglio a guardare le condizioni GENERALI dell’Italia e dell’Europa di ALLORA, e ciò aiuterebbe a liberarsi di tanti luoghi comuni nati sui libri di regime, e guardare le cose in maniera appunto MENO manichea…
          ciao

        • Il protezionismo FA morire di fame la povera gente, che è costretta non solo a pagare il prodotto che compra, ma anche tutti i balzelli doganali. In caso di annate cattive si era costretti anche a importare cibo e dunque i ricnari colpivano lo stomaco dei più umili.
          Invece il protezionismo fa la festa dei signori che non soffriranno mai la fame, ma che saranno sicuri che potranno rivendere ad un prezzo estremamente vantaggioso ciò che il mezzadro ha loro dato, perché non devono temere la concorrenza estera. A scapito, questa volta, dei poveri delle città, che sono tutti gli anni costretti a pagare caro il pane per il propri figli.

          Questo se ce ne frega qualcosa dei meridionali. Se invece li consideriamo semplice massa di manovra (come li hanno sempre considerati il Nord e le mafie, ricordo), allora ottimo il governo borbonico, bravo, bis. E, giacché, bravi anche i governi (centrali e locali) che si sono succeduti negli ultimi 150 anni, che hanno proseguito sulla falsariga.

        • mirkhond scrive:

          Ti informo inoltre che tra le fabbrichette che disprezzi così tanto, solo quella dei Ciccodicola nell’area di Cassino, dava lavoro a 12000 (dodicimila) operai.
          Operai che PERSERO IL POSTO nel 1861 grazie al fallimento indotto dai TUOI eroi progressive, così come molti OPERAI della Ferrovia delle Puglie, la Napoli-Brindisi, quasi ultimata nel settembre 1860, PERSERO ANCH’ESSI IL LAVORO, in quanto i nuovi dominatori..pardon…liberatori, sempre alla maniera orwelliana, decisero di appaltare la costruzione delle ferrovie ai loro sodali massoni ADAMI&LEMMI, i quali, nonostante gli appelli dell’ingegner Emanuele Melisurgo di Bari a capo dei lavori dal 1855, di completare il lavoro, fecero FALLIRE i lavori nel gennaio 1861, spingendo molti operai al BRIGANTAGGIO contro i NON miei eroi…..
          Ormai sono quasi 50 anni che studiosi progressisti come Tommaso Pedio e Nicola Zitara hanno dimostrato il carattere PREDATORIO e SEMICOLONIALE del nuovo ordine sabaudo, e qui c’è gente che difende una rivoluzione di ricchi snob affamatori di popoli, e causa di immense sofferenze, sangue e migrazioni di massa, MAI verificatisi sotto i biekiSSimi BorbonE, soltanto per ubbie progressiste, per metterla in culo al prete, per ostinarsi a pensare che ciò che viene dopo sia sempre meglio di ciò che c’era prima, NONOSTANTE gli ALTISSIMI COSTI UMANI che si abbattono sui POVERI, per seguire questi sogni di ingegneria socio-ideologica dell’uomo nuovo…
          La stessa mentalità che giustifica la rivoluzione francese, il bolscevismo e l’esportazione violenta della democrazia liberale verso chi non la vuole….

        • Scusami, ho scritto uno svarione prima. Il dato dell’analfabetismo era del 75% per gli uomini e del 91% per le donne (prima ho fatto una colpevole crasi). Nel Centro e nel Nord-Est la percentuale era di dieci punti inferiore. In Lombardia e nel biekissimo Piemonte sabaudo era di trenta punti inferiore.

        • mirkhond scrive:

          Senti, evidentemente è colpa mia se non ci capiamo.
          Il Re, VIETAVA le ESPORTAZIONI delle derrate in ECCESSO, quando c’era il rischio di CARESTIE, per NON FAR MORIRE DI FAME IL POPOLO, che era molto meno cretino di quel che pensi, se poi è insorto più volte per RIMETTERE SUL TRONO quei kattivoni di BORBONE che disprezzi così tanto.
          Chi critica dovrebbe cercare di essere migliore di chi c’era prima, altrimenti siamo al solito fariseismo ipocrita.
          La tua massoneria liberale ha solo preso per il culo la gente promettendogli paradisi TERRESTRI impossibili…
          Sotto i BORBONE non c’era l’emigrazione di massa, che invece fu causata dai TUOI eroi…

        • Capita scoprirsi massoni a propria insaputa…
          A Napoli ci fu un tumulto nel ’46 quando fu abolita la monarchia: nella tua logica, questo dovrebbe far dedurre che i Savoia abbiano sempre fatto il bene di quelle parti d’Italia.
          Se c’era un’economia tanto florida il primo gennaio del 1861, mi sembra strano che il 31 dicembre dello stesso anno ci fosse la situazione che ben conosciamo: davvero basta qualche mese per rendere la parte più ricca della penisola la parte meno sviluppata? Tenendo conto che l’economia era prevalentemente agricola, i Savoia si sarebbero portati via i campi? Oppure il latifondo dilagante, le tipologie contrattuali agricole, l’analfabetismo e l’arretratezza dell’agricoltura non erano già i germi del ritardo del Sud?
          Forse non ci siamo capiti. Io ho sempre sostenuto che l’Italia non si è rivelata molto meglio del governo borbonico. Tu sostieni che Franceschiello governava il paradiso in terra, forse grazie all’intercessione del pretame. Io ce l’ho con secoli in cui i meridionali sono stati usati come massa di manovra (dai preti, è inutile che ci giriamo intorno), prima a favore della Sacra Monarchia Borbonica (il brigantaggio, fomentato dai preti in nome di un dio che era solo instrumentum regni, fece solo il male del Sud), poi della Sacra Monarchia Sabauda (i cui “meriti” nei loro confronti li conosci meglio di me). Tu, invece, fai finta di non vedere questo problema.
          L’eredità dei Barboni è stato il grimaldello con cui il Sud nello Stato Unitario è stato sempre e solo fo**uto. Suffragio censitario significa che non votano i poveri e gli analfabeti: una popolazione in larga parte analfabeta e in cui la ricchezza era mal distribuita tra masse di contadini poveri e un’élite semifeudale aveva liste elettorali molto corte e una rappresentanza parlamentare ridicola. La classe dirigente meridionale (per la ragione appena spiegata), prima e dopo l’Unità, è stata sempre la STESSA. Gli stessi che non hanno fatto niente per il Sud prima, interessati solo ai propri affari, non avrebbero fatto nulla nemmeno dopo. Guardiamo alle cose con realismo e senza mitizzare il Bel Tempo che Fu.

        • Comunque mentre la società di Melisurgo la ferrovia l’avrebbe fatta arrivare solo a Brindisi, l’Italia la portò fino a Lecce (1866: direi che non c’è stato nessun tragico ritardo). Seguendo la strana logica “viva chi pensa all’orticello della mia famiglia”, dovrei nutrire odio profondo verso la SA Melisurgo e Compagni, mentre dovrei accendere i ceri al governo unitario. Solo che tendo a non lasciarmi andare al tifo da stadio.

        • mirkhond scrive:

          Non fai che grondare ODIO verso chi c’era prima per non voler accettare che i TUOI eroi proprio per le promesse di miglioramenti e altre fesserie varie hanno PEGGIORATO le cose.
          Io non rimpiango niente nella misura in cui non c’ero così come non c’eri nemmeno tu.
          E’ solo che c’è chi pensa che DOPO sia sempre meglio di ciò che c’era prima, mentre le cose sono più COMPLESSE, come hai accennato.
          Melisurgo dava LAVORO, i TUOI EROI lo hanno TOLTO ai miei connazionali, e le ferrovie fino a Lecce, le hanno costruite operai del NORD e della TOSCANA, togliendo il lavoro ai NOSTRI.
          Se i BorbonE non erano oro, chi è venuto dopo era STERCO!
          Posso capire il tuo ragionamento, tipico di tanti napoletani e oriundi napoletani, ma ormai padani e figli del proprio tempo e territorio più che dei loro padri, e vivendo in altre realtà che OGGI sono sicuramente più avanzate del “Sud”, come i loro connazionali, non fanno che disprezzare e gettare fango su ciò che non conoscono perchè NON PIU’ PARTE della realtà di cui parlano.
          Niente di scandaloso per carità. Sono 150 di menzogne che avete propalato a tonnellate, solo perchè è più bello, più comodo schierarsi dalla parte di chi vinse, ma vinse con l’inganno e la sopraffazione e oggi naturalmente è l’ultimo a voler accettare questa realtà.
          Le Due Sicilie NON erano l’eden come FALSAMENTE mi attribuisci, ma non lo erano NEMMENO i paesi radiosi e luminosi dei TUOI SOGNI, dove forse, l’analfabetismo sarà anche stato più basso (ne dubito fortemente…), ma la miseria era come e PEGGIO di quella nostra, tant’è vero che le PRIME migrazioni di MASSA avvenivano da Piemonte e Liguria, guarda caso il nucleo governato dai tuoi eroi tutta luce&progresso.
          L’insospettabile Giorgio Bocca, anni fa sulla stampa rivelò che dal Piemonte negli anni 1840-1861, emigrarono qualcosa come 2000000 (DUE MILIONI) di persone su una popolazione di 5000000 (CINQUE MILIONI)!
          Da noi queste cifre SPAVENTOSE sono state il regalo fattoci dai tuoi amici disinteressati….

        • mirkhond scrive:

          Inoltre se ti leggessi i lavori di Michele Topa, Tommaso Pedio, Nicola Zitara, Angelo Mangone ecc., scopriresti che proprio negli anni del biekissimo Ferdinando II di Borbone, l’orco kattivo delle VOSTRE leggende nere, il tuo disprezzato Regno stava conoscendo uno sviluppo.
          Sviluppo certamente non nei criteri TURBO che tanto piacciono ai liberl-liberisti di ieri ed oggi, ma più lento, proprio per NON FARLO PAGARE AL POPOLO.
          E’ colpa NOSTRA se le risorse migliori come gli Zolfi siciliani erano in mano all’Inghilterra?
          E se Ferdinando nel suo giovanile e generoso sogno utopistico di AFFRANCARCI dal vassallaggio britannico, tentò di ottenere il controllo delle NOSTRE risorse?
          Ma tanto tutto quello che fanno i BorbonE non è che crassa ignoranza, favorire la povertà e farsi governare dai preti.
          Ah, a proposito dei preti, forse sfugge che re Ferdinando II nel 1855 SCIOLSE il vassallaggio nei confronti della Santa Sede, vassallaggio nato coi primordi del Regno stesso, all’epoca del Concilio di Melfi (1059) e poi con Ruggero II (1130-1140).
          Il Re, nel dover metter mano a questo concordato, si consultò con un giurista di formazione giannoniana (cioè seguace di Pietro Giannone 1676-1748, autore della Storia Civile del Regno di Napoli del 1723, e contrario proprio all’eccessivo dominio del clero nelle faccende pubbliche).
          Il giurista consigliò appunto di SCIOGLIERE un vassallaggio obsoleto e davvero sorpassato, cosa che il Sovrano fece!
          Essere profondamente cattolici non significa essere SEMPRE proni ai voleri POLITICI dei preti!
          E detto da uno che in Chiesa non ci va da un pezzo…

        • PinoMamet scrive:

          Sempre premettendo che non sono affarracci miei;

          però sinceramente nelle parole di Mauricius non mi sembra affatto di vedere tutto l’odio e il disprezzo che dici, nè tantomeno l'”eroificazione” dei realizzatori storici dell’unità d’Italia.

          Per dirla tutta (e nel farlo ti riconfermo il mio affetto telematico e la mia stima) mi sembra che sia tu che ti scaldi, magari è solo un’impressione “grafica” perché usi le maiuscole spesso
          (potresti limitare un po’? ti si leggerebbe molto meglio, ti assicuro), però anche queste cose che dici “i tuoi eroi”, “grondare odio” ecc., davverto le trovo un po’ esagerate.

          Ripeto, non sono fatti miei Mirkhond, ma davvero non creda valga la pena scaldarsi così, tanto più che le vostre posizioni non sono poi neanche tanto diverse.

          ciao!

        • mirkhond scrive:

          Posso capire l’incomprensione che suscitano argomenti poco noti ed estranei ad altre realtà.
          Come già ripetuto nulla di personale verso nessuno, tantomeno se non si ha il piacere di conoscersi di persona.
          Detto questo, la mia impressione invece è l’esatto contrario, perchè fin dalla mia infanzia sento dire certe cose, mentre i miei studi al di fuori dei circuiti scolastici e in parte universitari, mi hanno portato a riabilitare ciò che Mauricius disprezza.
          Non è colpa di Mauricius si capisce. E’ solo che qua, in molti ci siamo stufati di sentirci dire che siamo una nazione di nullità, di servi dei preti, ecc.
          I nostri mali ce li abbiamo tutti e li riconosciamo tutti, ma per favore diamo ai Borbone ciò che è dei Borbone, comprendendo il tutto nei tempi, e nel consesso politico e generale di allora.
          E’ questo il senso del mio intervento e purtroppo non possiedo la pazienza ieratica del dottor Martinez che stimo anche per questo, e nemmeno del mio amico Peucezio, che sarà un antisemita, ma anche un altro signore anche nei confronti del sottoscritto, come in qualche post fa.
          Detto questo capisco il fastidio che si può provare per argomenti e storie a cui si è estranei e che non interessano, perchè è giusto che ognuno si interessi di ciò che gli aggrada, che sente suo, e non è tenuto a seguire le storie degli altri.
          Si dovrebbe essere sempre distaccati, ma sappiamo che non è così quando veniamo coinvolti in ciò che amiamo. E’ naturale e non vedo nessuno scandalo in questo.
          Penso che se qualcuno ti tocca ciò che ti sta a cuore, anche tu scatteresti….
          ciao

        • PinoMamet scrive:

          Beh ma guarda Mirkhond che a me questo argomento interessa
          (per vari motivi, ma curiosamente non a causa della mia “percentuale” meridionale!)
          e infatti è per questo che mi sono letto l’interessante scambio di argomenti tra te e Mauricius;
          capisco anche che se un argomento tocchi personalmente si possa essere più suscettibili
          (però, Mirkhond, via: tu ti incazzi anche per gli afghani! 😉 )
          proprio per questo vi invito a andarci più cauti!

          ciao!!

        • Non sono nè napoletano (la mia famiglia è salentina, cioè di una terra dimenticata da chi c’era prima e da chi c’è stato dopo, ma anche da voi, gli altri pugliesi), nè padano (sono trevigiano come l’olio d’oliva: ma poi esistono i padani? Mah). E mi sono abituato a non provare sentimenti per cose successe più di cinque/dieci anni fa.
          Emigrazione, comunque, significa possibilità di andarsene (servono mezzi di trasporto e denaro per il biglietto) e incremento demografico. Il Sud, evidentemente, non conosceva nè la prima nè il secondo.
          Detto questo, sì, mi stanno più simpatici i garibaldini, i carbonari, i mazziniani, la gente come Sigismondo di Castromediano, rispetto a qualche parruccone di corte e qualche tonaca che sventolava Cristo come il paraculo delle corone. Ma è la mia simpatia innata per chi spera in qualcosa di meglio, di chi non si rassegna all’esistente. Tutte queste persone sono state tradite? Sì, sono il primo a gridartelo. Sono il primo a dire che forse ci avrebbero pensato due volte prima di morire per quello che poi è avvenuto, anche se magari, mossi dalla loro speranza, che era anche fede in degli ideali e idea di morire per il bene di quello che si considerava il proprio popolo (toh, tre virtù teologali!), avrebbero deciso di immolarsi lo stesso. Puoi dubitare che fosse in buona fede uno come Pisacane, che partiva per una spedizione suicida confidando solo in un idealizzato “spirito del popolo”? Puoi credere che della gente sia morta o si sia fatta decenni di galera solo per fare un dispetto a Ferdinando e Franceschiello e un favore agli inglesi? Puoi metterli sullo stesso piano degli ufficiali borbonici che stavano con chi li pagava di più, tanto che nel ’60-’61 si sarebbero venduti perfino la sciabola? O di quella classe dirigente meridionale, egoista e gattopardesca, prima leccapiedi di Franceschiello e poi, qualche settimana dopo, leccapiedi dei Savoia?

        • serse scrive:

          Pino,
          Dice Mirkhond in un commento un po’ più in basso:
          “I cani che abbaiono suscitano sempre allarme, mentre si trascurano quelli che non abbaiono ma mordono”

          ti faccio notare che sono state usate frasi come:
          “L’eredità dei Barboni” (la A e la O sono lontane sulla tastiera), oppure
          “qualche tonaca che sventolava Cristo come il paraculo delle corone”

          C’è chi sa molto bene quali leve usare verso chi mostra di avere dei sentimenti.

        • mirkhond scrive:

          Il Salento era parte del Regno di Napoli e i Salentini erano quindi Napoletani come tutti noi altri terronici.
          Conosco una signora, il cui antenato era proprio di Lecce e aveva le tue stesse simpatie e per questo nel 1848 emigrò nell’Albania ottomana.
          Nel 1861 lo stesso Vittorio Emanuele II lo chiamò nella nuova Italia, ma l’onesto mazziniano tornato in patria e vedendo che non era come l’aveva immaginata lui, se ne tornò in Albania….
          Per il resto ognuno c’ha le sue simpatie, ma a me quelli che hai citato mi stanno antipatici proprio per quella spocchia da ricchi snob con le ricettine sempre giuste su tutto e tutti, e che poi si è vista com’è andata a finire a sentire questi tuoi amici….
          Quanto al biekiSSimo Ferdinando II, nel 1831 l’esule massone calabrese Nicola Del Preite, voleva offrirgli la Corona d’Italia, ritenendolo il re più illuminato, moderno, idealista, non attaccato ad un eccessivo baciapilismo.
          Ferdinando ringraziò ma rifiutò e non solo per rispetto al Papa, come spesso si ama ripetere, ma perché pago dei suoi domini e perché d’indole pacifica, assecondando in questo il pensiero dei suoi sudditi.
          Ancora fino all’epoca dei fratelli Bandiera (1844), i rapporti tra Ferdinando e parte del mondo liberale non si erano affatto interrotti, a tal punto che, se l’imprudente Attilio Bandiera, non avesse giustificato la sua impresa in Calabria, affermando di esser d’accordo col Re, per promuovere un moto panitaliano, Ferdinando non avrebbe ordinato la loro esecuzione. Esecuzione legittima secondo il diritto penale dell’epoca verso i perturbatori armati della quiete pubblica, e per giunta da un gruppetto di stranieri guidato da due disertori della marina austriaca!
          Ancora sulle carceri borboniche, premesso che il carcere è uno schifo ovunque, la giustizia borbonica era una tra le più miti dell’epoca, persino di quella papalina, per non parlare di quel pozzo di illuminismo che era la monarchia sabauda anche dopo la svolta liberale del 1848!
          E del resto i vari Settembrini che nelle carceri BORBONICHE, potevano tradurre i Dialoghi di Luciano, NON portavano il piagimino, ne la palla al piede, come da noi si sarebbe visto dopo l’illuminifico 1860…
          Oltre ai massoni e socialisti stranieri accolti da Ferdinando e aiutati ad avviare delle imprese aziendali come il già citato Felice Garibaldi da Nizza, ricordiamo come nel 1833-34, durante le feroci repressioni di Carlo Alberto contro i suoi rivoltosi mazziniani, Ferdinando era un esempio di clemenza e mitezza come ricordato dal barone Nicola Nisco, e poi da Giovanni Nicotera, braccio destro del disertore Carlo Pisacane, Nicotera che definì Ferdinando addirittura una bestia, per NON averlo fatto giustiziare per terrorismo nel 1857!
          Già, povera bestia questo orco di Ferdinando…
          Ricordiamo ancora la bassissima percentuale di condannati a morte per reati comuni e politici, soprattutto se paragonate alle civilissime&illuminatissime Inghilterra, Francia e Regno di Saredegna.
          Nel 1870 durante una lezione universitaria, un certo Luigi Settembrini, docente filopiemontese, alla domanda di uno studente sulle cause del crollo della monarchia borbonica, rispose testualmente:
          Perché Ferdinando II non ha fatto giustiziare quelli come me!
          Se lo diceva lui….

        • mirkhond scrive:

          errata corrige:Sardegna

        • mirkhond scrive:

          Lascio la parola al conte Alessandro Bianco di Sain Jorioz, capitano del Corpo Reale di Stato Maggiore generale, un piemontese dunque, nel suo libro del 1863 (aggiungo che il conte ci disprezzava come molti suoi connazionali):

          “Non scrivo teoriche di economia, rilevo fatti e ne accenno qualche ragione. Niente però di mio. Il 1860 trovò questo popolo del 1859 vestito, calzato, industre, con riserve economiche. Il contadino possedeva una moneta. Egli comprava e vendeva animali; corrispondeva esattamente gli affitti; con poco alimentava la famiglia; tutti, in propria condizione, vivevano contenti del proprio stato materiale. Adesso è l’opposto; i ricchi non sentono pietà; gli agiati serrano gli uncini della loro borsa; i restanti indifferenti o impotenti. La pubblica istruzione era sino al 1859 gratuita; cattedre letterarie e scientifiche in tutte le principali città di provincia. Adesso veruna cattedra scientifica.”

          Il Saint Jorioz era incaricato di reprimere il cosiddetto brigantaggio….

        • serse scrive:

          Pino,
          dice mirkhond in un commento più in basso (a proposito, con questa indentatura dei commenti si rischia di non capirci più un cazzo):
          “I cani che abbaiono suscitano sempre allarme, mentre si trascurano quelli che non abbaiono ma mordono”

          Ti faccio notare che sono state usate frasi tipo:
          “L’eredità dei Barboni” (la A è parecchio distante dalla O sulla tastiera), oppure:
          “qualche tonaca che sventolava Cristo come il paraculo delle corone”

          C’è gente che sa molto bene quali leve usare verso chi possiede dei sentimenti.

          Dice Mauricius Tarvisii:
          “Puoi dubitare che fosse in buona fede uno come Pisacane, che partiva per una spedizione suicida”
          Mi chiedo se si può dubitare della “buona fede” di qualcuno che si lancia con un camion carico di tritolo su di un palazzo?

    • Peucezio scrive:

      “i poveri direi che sono quasi sempre “integrati””

      Questa è una massima che anderebbe scolpita a caratteri di cubo all’entrata di tutte le facoltà di storia e di sociologia.

  40. Miguel Martinez scrive:

    Per Pino Mamet

    “Vabbè, ma penso che dobbiamo capirci.”

    Infatti, probabilmente siamo d’accordo più di quanto sembri.

    Intendo dire che alcune persone, che si trovano per i più vari motivi a formare una minoranza colta all’interno di una società che dà per scontate molte cose, pensa criticamente a quelle cose. Non è un desiderio di dissoluzione, ma un non identificarsi.

    Viceversa, i poveri possono non riconoscersi nelle istituzioni che comandano su di loro, ma è una distanza diversa: il contadino messicano non crederà al governo, ma ai legami familiari e sciamanici, sì. In questo senso, non ha quel particolare sguardo critico di cui parlavamo. Salvo casi singoli (da qualche parte avevamo citato qui una bella canzone calabrese), ma che non fanno la storia del pensiero.

    Questo è più o meno ciò che intendevo dire.

  41. maria scrive:

    Provate a leggere l’appello degli ebrei ungheresi fatto proprio dopo la promulgazione delle leggi razziali che li escludevano dalla vita civile, culturale e politica e vedrete la loro rivendicazione di appartenenza piena e da secoli all’Ungheria, nazione che avevano contribuito a formare e difendere in guerra.

  42. maria scrive:

    @roberto
    trovo scandalose anch’io le parole di peucezio, e quindi mi associo.

    A peucezio invece vorrei chiedere cosa ha che non va segio luzzatto, si critica come storico? e allora si dica qualcosa in merito oppure la critica è a prescindere?

    • Peucezio scrive:

      Luzzatto è uno storico solo formalmente, sostanzialmente è un mero provocatore, uno che gioca a fare il dissacratore. Oltre ad essere un personaggio in sé sgradevole.

  43. maria scrive:

    lo stesso vale per gli ebrei italiani: in che senso li si può considerare in qualche modo “estranei”?
    Può darsi, anzi lo ritengo probabile, che come minoranza abbiano avuto uno sguardo diverso, ma insomma, di sicuro erano italiani;

    maria
    mi viene in mente un episodio di alcuni anni fa quando rispondendo a uno scrittore che ricordava come la toscana fosse stata aperta e tollerante verso gli ebrei diceva più o meno testualmente: le faccio notare che noi siamo toscani…

    • PinoMamet scrive:

      Ecco è esattamente quello che intendevo io!

    • Peucezio scrive:

      Certo, loro ci giocano molto su ‘sta cosa. Sarei pronto a dare credito alla sincerità di simili affermazioni, qualora chi le fa fosse pronto a criticare lo stato di Israele e a prenderne pubblicamente le distanze. Ma tenere i piedi in due scarpe è comodo.

      E comunque qui c’è anche un equivoco logico o, se vogliamo, semantico: se io dico: la Toscana fa una politica molto attenta alla terza età, perché i toscani sono molto sensibili ai problemi degli anziani, mica voglio dire che i vecchi toscani non sono toscani. Semmai è proprio la risposta dell’ebreo in questione che è fuori luogo e che presuppone malignamente nell’altro uno spirito discriminatorio che non c’è minimamente nelle parole, quasi quindi mettendo le mani avanti in una sorta di excusatio non petita, come a dire: “guarda che non è vero che io non sono toscano”: l’altro può rispondere “e chi l’ha mai sostenuto che non sei toscano?”.
      Ma loro appunto sono molto abili in questo tipo di capziosità dialettiche, in cui sono ebrei finché si tratta di difendere le ragioni dell’ebraicità, ma non lo sono nel momento in cui la loro ebraicità può dare adito all’accusa di essere parziali o può essere il pretesto di una qualsiasi discriminazione.

  44. Miguel Martinez scrive:

    Per Maria

    “lo stesso vale per gli ebrei italiani: in che senso li si può considerare in qualche modo “estranei”?

    Intanto, non mi fraintendere, non è una critica.

    Intendevo dire che gli ebrei italiani di fine Ottocento-inizio Novecento probabilmente non condividevano:

    1) l’antipatia di massa per la scuola pubblica

    2) la devozione alle varie madonne

    3) l’amore per le processioni dei santi

    4) la fedeltà al prete e alla parola del Santo Padre

    Per dire dei luoghi comuni dell’epoca.

    Casomai si identificavano con lo stato nazionale sabaudo e con il risorgimento, che erano correnti minoritarie all’epoca, anche se potenti.

    Si saranno sentiti traditi dal fascismo, che all’epoca si presentava come la realizzazione del sogno di Mazzini, ma è un discorso diverso.

    Ugualmente, in Germania, mi sembra che gli ebrei si identificassero spesso con le correnti moderne, nazionali, innovatrici e non con la conservazione pre-prussiana.

    • PinoMamet scrive:

      Visto che Maria ha solo citato parole mie, mi sento in dovere di rispondere per lei 😉

      ora, sarà che io vengo da un posto un po’ particolare, però a dire il vero, sentendo il polso della situazione avendo parlando in lungo e largo con i mitici “anziani” (anziani di quano ero piccolo, anche, cioè i padri degli anziani di oggi…) soprattutto delle classi più umili, per non dire quasi esclusivamente:

      non mi sembra di aver mai notato antipatia per la scuola pubblica di massa. casomai un fortissimo rimpianto di non avervi potuto partecipare oltre le classi delle Elementari, sentito come un’enorme perdita.

      (Il che è all’opposto di come i non istruiti o i poco istruiti vedono la scuola oggi, cioè come una grossa perdita di tempo nel migliore dei casi.
      e perciò all’opposto era l’atteggiamento verso le “persone istruite”.)

      Idem per santi e processioni, vissuti in modo via via più distaccato e ironico (tranne le famiglie “di chiesa”: perchè era una cosa di famiglia) e con fortissima, questa sì, antipatia per la Chiesa ufficiale.

      Lo Stato poi, sabaudo o meno, era quello contro cui si inveiva per la leva militare, le tasse, e l’incapacità d igarantire diritti minimi di sopravvivenza (ricordo che un mio bisnonno con i soldi della pensione non riusciva neanche a comprarsi i sigari).

      In tutto ciò, l’emilianoromagonolo formalmente cattolico aveva molto di più in comune con il suo vicino di casa ebreo
      (ricordo che l’ex rabbino della mia città era un coltivatore diretto, tanto per smentire un po’ di immagini preconcette sugli ebrei, come coltivatori diretti, esattamente come i loro vicini di casa “cristiani”, era la famiglia deportata di ebrei che stava nel paesino appenninico dove abitava la famiglia di mia madre)
      che non con il prefetto della città o con l’arcivescovo, tantomeno con qualche filosofo berlinese o psicologo austriaco o svizzero, indipendentemente dalla religione.

      ciao!

  45. Miguel Martinez scrive:

    Per Mauricius

    “. Troviamo queste persone come le più integrate di tutte”

    sostanzialmente d’accordo. Il punto è che può esistere un vasto antistato di persone “povere”, totalmente estraneo al pensiero e alla cultura dominante, ma che non guarda il mondo con l’0cchio dell’intellettuale critico, e ha un forte conformismo interno.

  46. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto e Maria

    Non esistono “parole scandalose”.

    Peucezio fa una serie di affermazioni che io non condivido per nulla, come non le condividete voi.

    Non le condivido, non per astratti “valori umani” e fuffa del genere, ma semplicemente perché mi vengono in mente gli ebrei che conosco personalmente – più americani che italiani. Persone molto, molto diverse tra di loro, troppo per fare qualunque generalizzazione; e la loro varietà rientra più o meno nella media dei non ebrei che non conosco.

    Ergo, in base alla mia limitata esperienza, le generalizzazioni di Peucezio non trovano riscontri, e quindi sono errate. Non scandalose, ma errate. Che è una cosa molto diversa, e più scientifica.

    • roberto scrive:

      sono d’accordo, infatti non ho scritto che quello che scrive peucezio è scandaloso ma che passarlo sotto silenzio (cioè senza pernacchie) è scandaloso.

      Credo fermamente nella libertà di ognuno di noi scrivere idiozie e nella libertà di sbertucciare le stesse idiozie.

  47. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Miguel, non mi convince il paragone. E secondo me non ci credi tu stesso. 🙂
    Tu sei l’antitesi antropologica dell’ebreo.
    L’onestà intellettuale, l’atteggiamento spassionato, disinteressato, sono del tutto estranei alla mentalità ebraica (il che non esclude ovviamente che ci possano essere singoli ebrei che ne siano dotati).”

    Non so se prenderlo come un complimento 🙂

    Io credo che lo spirito che tu mi attribuisci a torto o a ragione, si trovi ampiamente proprio in Heine, Marx e Adorno e – in un altro campo – Stephen Jay Gould, per non dire Israel Shamir. Persone che hanno suscitate tutte un discreto grado di antipatia…

    Premesso che quelli sono geni e io sono un blogger, gli attacchi cui ogni tanto vengo sottoposto da varie parti hanno lo stesso tono degli attacchi cui venivano sottoposti loro, nel senso che l’accusa sostanziale è sempre di dissacrazione, di offesa alla civiltà, di non rispettare i Valori e raramente di aver detto il falso.

    Poi è chiaro che nel risponderti, devo stare attentissimo a non violare i miei criteri personali di politicamente scorretto 🙂

    Quindi ci tengo a precisare che potrei stilare lunghi elenchi di ebrei insopportabili. Ma sono sicuro che se conoscessi altrettanti curdi, potrei stilare un elenco altrettanto lungo.

    Questa è una considerazione diversa dalla critica al giudeocentrismo, cioè alla particolare ossessione che passa dal ciclo deuteronomico (“popolo eletto/popolo maledetto”) alle ossessioni cattoliche al nazismo al culto dell’0locausto. Lì la critica deve essere libera e spietata. Dissolutrice.

    • Peucezio scrive:

      “Premesso che quelli sono geni e io sono un blogger”

      Non fare il modesto 🙂

      In realtà io non trovo nessuna parentela fra l’operazione che compiono quei personaggi e la tua. Tu sei estraneo al meccanismo stesso del potere, che invece è la cifra anche di molti grandi intellettuali, pure acuti. Tu non pretendi di insegnare al mondo a vivere e non vieni ad ammannirci ricette.

      Tra l’altro quando parlo di caos, non si deve pensare a qualcosa di pittoresco e multicolore. Io parlo del grigio dell’indistinto, della perdita di articolazione e complessità, cioè, in ultima analisi, dell’inanimato, del nulla, della morte. Qualcosa che assomiglia molto poco alla scrivania di PinoMamet.

      • PinoMamet scrive:

        ” dell’inanimato, del nulla, della morte. Qualcosa che assomiglia molto poco alla scrivania di PinoMamet.”

        beh, con la crisi dell’ultimo anno, la differenza era veramente poca!! 😉

        Però sulla mia scrivania ho:
        -Apu, dei Simpson;
        -Chef, di SouthPark;
        -delle testine cinesi in una scatola, che non so bene cosa siano, cioè due scatolette contenenti ognuna 5 facce con trucchi da Opera di Pechino (in una ci sono 5 facce di Sun WuKong e nell’altra 5 facce di Sha WuJing)
        -una “basmalah”, credo che si chiami, in alfabeto cufico;
        -un porcospino portapenne;
        -una menorah!!
        -bollette della banca, che non apro mai e ogni tanto butto;
        -una minitorcia a forma di maiale!

        però Peucezio, ti ribadisco due cose:
        – mi sei simpatico;
        -non riesco a capire i motivi della tua ossessione!

        • Peucezio scrive:

          Pure la Menorah? Meno male che hai la minitorcia a forma di maiale!
          Ma non è un’ossessione, in realtà oggi sono preso da ben altre cose, quello degli ebrei è l’ultimo dei miei problemi, anche perché quello è un problema più per il mondo che per me e non sono così altruista da farmi carico dei problemi del mondo: io penso a farmi i cazzi miei, che già mi danno i loro grattacapi.
          Tra l’altro con gli ebrei che conosco ho un rapporto non molto diverso da quello che ha Miguel coi suoi amici leghisti. Ce n’è uno in particolare per cui nutro particolare affetto, che è una persona oltre che colta e sensibile, molto disinteressata e generosa e ha per unico difetto di essere un gran chiacchierone, ma d’altronde io sono sempre andato d’accordo coi logorroici: talvolta mi capita di riaccompagnarlo a casa, ed essendo tardi, dopo aver mangiato e bevuto in compagnia e dovendomi concentrare sulla guida, non sarei un conversatore brillante, come di solito cerco di essere, ma lui mi toglie ogni imbarazzo, perché tanto parla tutto il tempo (ed è anche molto piacevole da ascoltare), quindi mi rende l’accompagnamento rilassante e piacevole.
          Poi c’era una ragazza israeliana che trovavo particolarmente sgradevole per la sua difesa acritica e fanatica dello stato di Israele e degli ebrei in genere e per il suo odio anti-palestinese, ma in seguito manifestò verso di me una simpatia e usò una tale squisita gentilezza (non me la sono portata a letto, a scanso di equivoci: è sposata ed è una molto seria e fedele), che mi è riuscito difficile rimanerle ostile, per cui sono arrivato alla conclusione che a me non piacciono gli ebrei ma stranamente io piaccio a loro.

        • roberto scrive:

          peucé,
          mancava solo la “some of my best friends defense” al cliché dell’antisemita perfetto!
          🙂

        • Peucezio scrive:

          No, Roberto, questa sì che è un’accusa che non posso accettare: quelli che dicono “io ho molti amici ebrei” o “ho molti amici omosessuali” o altre cose simili lo fanno per allontanare da sé l’accusa di antisemiti o di omofobi, io invece non voglio allontanare un bel nulla, anzi, queste cose le dico a conferma del mio antisemitismo, solo per sottolineare come poi gli individui non possano sempre essere appiattiti ai loro gruppi di appartenenza e come ci siano le eccezioni che, lungi dall’inficiare, confermano la regola.
          Non mi attribuire atteggiamenti da buonista che vuole fare bella figura e che paventa che si possa lontanamente accostare a lui qualunque pensiero non conforme: come sai io semmai lo rivendico e ci sguazzo.
          E se qualcuno dice: “Peucezio non è antisemita” sono pronto a nominare un padrino, scegliamo le armi e un bel luogo ameno e comodo per il duello.

        • roberto scrive:

          non era affatto un’accusa ma una battuta, senno’ non avrei messo la faccina!
          ho perfettamente capito lo spirito con il quale citavi l’amico ebreo

  48. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto

    Ovviamente, difendo anche il tuo diritto di mandare pernacchie 🙂

  49. maria scrive:

    miguel,
    roberto a cui mi ero associata ha precisato, senza saperlo, anche per me:-)

    Però sinceramente definire errate e basta le parole di peucezio riguardo a un gruppo umano che ha avuto le vicissitudini che ha avuto , in base a motivazioni del tipo di quelle espresse da peucezio e ampiamente presenti nell’immaginario di allora e nelle azioni di chi partecipò attivamente a creare le condizioni per quelle vicissitudini , mi sembra un po’ poco. Io le considero un pregiudizio di stampo antisemita e pericoloso, non tanto per gli ebrei di oggi che certamente non corrono alcun pericolo ma come pensiero in sé.
    Poi certo tutti abbiamo la facoltà di dire di tutto.

  50. serse scrive:

    Sono d’accordo con MM: “non esistono parole scandalose”, se usate per tentare di capire meglio la realtà. E quindi non trovo affatto scandalose le parole di Peucezio, semmai degli spunti da approfondire. Quindi insisto: cosa nè pensate di questo?
    http://stampalibera.org/?p=96
    Non vorrei innescare una discussione “all’ultimo insulto”, ma solo capirci un pò di più.
    Non credo che sia la Verità, ma probabilmente contiene delle verità.

    Maria, qui sopra, usa la definizione “gruppo umano”: quindi esistono e si caratterizzano evidentemente per delle peculiarità. Queste sono solo una costruzione immaginaria esterna o contengono un dato di realtà?
    Ovvero: Schettino = italiano, o meglio, in seno agli italiani si producono inevitabilmente degli schettino, è una totale cazzata o ha qualche attinenza con un dato di realtà?

    Miguel, nel post sopra intitola: “le vostre badanti”. Io magari potrei dire (frettolosamente) a Maria che è una Kompagna (tm Ritvan) intrisa di politicamente corretto o a Peucezio che è un fascistone razzista, ma non mi passerebbe nemmeno per l’anticamera del cervello di “separare” le badanti.

    Ugh, ho detto.

  51. mirkhond scrive:

    Serse

    La verità è che tutti, a cominciare dal “fratello iranico” che ti scrive, tutti dicevo, siamo potenzialmente intolleranti verso non tanto il nostro prossimo, quanto per le sue idee e considerazioni in antitesi alle nostre, vedasi i recenti post mirkhond vs Peucezio, mirkhond vs Jam, mirkhond vs Mauricius…
    Non sono totalmente d’accordo con le idee di Peucezio, soprattutto sul Monoteismo e sulle razze umane, però avendolo conosciuto di persona, non posso non ammirare la “faccia” telematica che mette su questi post, sapendo benissimo che suscita reazioni quasi sempre negative per il pensiero politicamente corretto di oggi.
    Peucezio non è il solo a pensare ciò che pensa, ma lo dice esponendosi alla gogna telematica, altri, molti altri tacciono per timore di passare per bieki fascistoidi-razzistoidi, ma la pensano allo stesso modo….
    Il suo atteggiamento, se mi si può passare il paragone, mi ricorda quello di un imam residente in Piemonte, il quale durante una trasmissione del celebre Bruno Vespa ebbe il coraggio di parlare apertamente delle sue simpatie politicamente scorrettiSSime, cosa che gli costò l’espulsione dall’Italia con un tempismo eccezionale, tenendo conto della lentezza italiana o degli inceppi del caso Battisti….
    I cani che abbaiono suscitano sempre allarme, mentre si trascurano quelli che non abbaiono ma mordono, e quindi sono davvero pericolosi…
    Ma è in fondo lo stesso atteggiamento denunciato dal Dottor Martinez riguardo alla religione della memoria olocaustica da imporre con le buone o con le cattive…
    ciao

    • Peucezio scrive:

      Grazie, Mirkhond.
      Tutto sommato qui le reazioni sono molto più composte che se scrivessi queste cose in qualsiasi altro contesto telematico (eccetto Stromfront e simili). Però un certo sconcerto ciò che dico lo crea (non certo in te o in Miguel). E vorrei che si ammettesse senza ipocrisia una cosa. E cioè, che se fossimo prima del ’45, magari nell”800 o nel primo ‘900, alcuni sarebbero d’accordo, altri in disaccordo anche forte con ciò che scrivo, ma nessuno si sorprenderebbe più di tanto.
      Cioè il tema di cui parliamo – e questo in fondo è il senso dell’intervento di Miguel e delle altre cose che scrive su questo tema – è appunto un tabù contemporaneo. Qui dentro, dove siamo tutti più liberi intellettualmente della media, non suscita reazioni isteriche, ma il peggio che mi può capitare è la simpatica pernacchia (o il pernacchio, per dirla alla Eduardo De Filippo) di Roberto. Però ciò che dico è pur sempre un rutto a tavola, anche se in una tavola di gente alla mano, che si formalizza poco.

  52. Miguel Martinez scrive:

    Il problema con i discorsi di Peucezio è che non esistono gruppi umani che mantengano l’unità nello spazio e la continuità nel tempo: non esistono nemmeno esseri umani che lo facciano.

    Non mi riferisco a etnie: mi riferisco persino a organizzazioni in cui si presume che ci sia una comunità di obiettivi tra individui selezionati. Bene, quell’unità non esiste: prendete qualunque gruppetto di estrema sinistra, ad esempio, e se sono in quattro, ci sono quattro teste veramente diverse, unite solo da un linguaggio e dalla convenienza, e pronti a litigare subito dopo.

    Quindi, non esiste veramente nulla in comune tra il rabbino coltivatore diretto del 1940 di cui parla Pino Mamet, il manager di New York che deve correre alla lezione di yoga, la casalinga con la parrucca di Queens che sta attentissima a non violare alcuna regola religiosa, il soldato israeliano discotecaro esaltato, la professoressa di filologia classica… figuriamoci se può esistere qualcosa che li accomuni nel tempo.

    A parte ovviamente alcune parole, racconti e simboli, che però assumono significati totalmente diversi.

    Ora, moltiplicate queste differenze per il tempo, considerando anche che il giudaismo nella sua forma più o meno attuale non si fissa fino a circa il settimo secolo dopo Cristo, e vedrete come ogni discorso sul “popolo ebraico” sia errato, ancora prima che politicamente scorretto.

    • Peucezio scrive:

      E se fosse un fatto genetico?
      Oppure una sorta di principio di auto-conservazione della cultura, per cui, malgrado i mille cambiamenti sociali e culturali, esiste un nucleo ancestrale tramandato che si conserva attraverso i millenni (e che magari precede persino il monoteismo ebraico codificato che conosciamo)?

    • mirkhond scrive:

      Penso che il giorno in cui si arriverà ad accettare che ciò che chiamiamo Ebraismo è in realtà una GALASSIA di popoli e culture diverse unite appunto dalla Bibbia, soprattutto dalla Torah, come retaggio religioso, ma per il resto diversi come gruppi umani e per le modalità di tale conversione, che, insomma il Giudaismo della Diaspora non è in realtà che il frutto di una secolare opera missionaria tra i Goyim, che anticipa e si accompagna a quella cristiana, per poi essere infine impedita da questi ultimi, una volta giunti al potere, e dall’Islam, allora e solo allora, certi discorsi “genetici” alla stormfront potranno finalmente cadere…
      E in questo ciò che dice Freedman è convincente, soprattutto riguardo alla controversa tesi khazara sull’origine degli Ashkhenaziti, tesi a mio giudizio credibilissima, ma che ancora oggi suscita avversione per diversi motivi, tra cui proprio quello genetico, ieri usato dai nazisti, oggi dai sionisti per ragioni opposte…

  53. Miguel Martinez scrive:

    Per Serse

    Sul discorso di Benjamin Freedman…

    il tono è caratteristico della destra conservatrice e un po’ isolazionista americana, precedente a Ronald Reagan.

    Tratta fin troppi elementi, per cui accenno solo a un paio.

    Dovrei fare un po’ di ricerche sulla storia del sionismo negli Stati Uniti, ma a occhio e croce:

    1) mi sembra di ricordare che il sionismo fosse contrastato da molte figure influenti all’interno della comunità ebraica statunitense; non solo dai religiosi (tranne certe frange), ma soprattutto dalle correnti mainstream che volevano trasformare il giudaismo in una sorta di religione patriottica di bravi cittadini integrati. Per cui questa conversione improvvisa a causa della Dichiarazione Balfour mi sembra molto discutibile

    2) che l’antisemitismo tedesco fosse stato stuzzicato dalla Dichiarazione Balfour sarebbe plausibile, solo che non ho trovato fonti tedesche che ne parlino. Casomai accusavano gli ebrei di essere comunisti, ma non di aver pugnalato alle spalle la Germania per avere la Palestina. Forse l’accusa era troppo contingente, in fondo se gli ebrei avevano “tradito” per un piccolo interesse politico, piuttosto irrilevante alla Germania, sarebbe stato facile “riconquistarli” con qualche altro accordo. Non è roba da costruirci un odio duraturo.

  54. Peucezio scrive:

    Comunque, visto che tanto abbiamo parlato della questione ebraica e delle mie posizioni in merito, per dare uno spunto in più ed arricchire il discorso aggiungerei che la questione ebraica si inserisce a mio avviso nella più ampia polarità fra società nomadiche pastorali guerriere a struttura patriarcale e agricoltori stanziali di origine neolitica, struttura sociale sostanzialmente egualitaria e scarsa aggressività esterna. Direi che il discrimine fra il prevalere dei secondi e dei primi è stato la scoperta dei metalli e di conseguenza lo sviluppo delle armi (ma anche il cavallo ha avuto il suo ruolo, benché più tardi).
    Io credo che ancora oggi le forze che agiscono e si contrappongono nel mondo siano ancora riconducibili a questi due principi.

  55. Moi scrive:

    @ PEUCEZIO

    Ma ti basi su esperoenze tue vissute in prima persona o soltanto su robe che hai letto o udito ovunque tu le abbia lette o udite ?

    • Peucezio scrive:

      Mi baso sulla storia.
      Io non ho vissuto l’Impero Romano e neanche il Rinascimento, eppure credo fermamente nella loro esistenza.
      Le opere degli autori ebrei stanno lì, si possono leggere. E così il loro agire nella storia.
      Quanto alle conoscenze dirette, ho avuto esperienze nel complesso buone con ebrei russi (in genere ebrei per metà o un quarto) e pessime con ebrei italiani (per quel poco che mi è capitato di averci a che fare).

  56. maria scrive:

    Monoteismo e sulle razze umane, però avendolo conosciuto di persona, non posso non ammirare la “faccia” telematica che mette su questi post, sapendo benissimo che suscita reazioni quasi sempre negative per il pensiero politicamente corretto di oggi.

    maria
    non capisco cosa c’entri il politicamente corretto con il dissenso che uno ha verso le parole di peucezio, sono idee differenti , altro che timore di suscitare reazioni negative!

    • mirkhond scrive:

      C’entra nella misura in cui dire certe cose che vanno CONTRO il sentire comune di oggi, suscita reazioni come si può vedere.
      Se le stesse cose fossero state dette 70-100 anni fa, sarebbero altri gli anticonformismi che avrebbero scandalizzato.
      E questo non per difendere un’idea, per dire che è giusta, ma solo per constatare un enorme cambiamento ideologico in seguito alle tragedie della seconda guerra mondiale…
      Del resto anche i Giudei rilessero e rielaborarono la loro storia più antica, alla luce di RECENTI traumi come le invasioni e deportazioni assiro-babilonesi dei secoli VIII-VI a.C., traumi che cambiarono PER SEMPRE la loro storia, e il testo biblico che nacque da QUEI cambiamenti….
      Come diceva Moravia, sono gli eventi negativi che formano la nostra identità, non quelli positivi…
      Tutto qui.
      ciao!

      • mirkhond scrive:

        In sostanza leggiamo il passato sempre alla luce del nostro presente, perchè è appunto il nostro presente e il nostro tempo, con le nostre esperienze, vissuti e sensibilità che non possono sempre coincidere con quelle di chi c’era prima.
        Se sto alle mie esperienze familiari, ho sentito parlar bene del fascismo da quasi tutti i miei anziani, eppure io NON sono fascista, e, anche se col tempo, ho acquisito una visione meno manichea di questo periodo storico, qualcosa dentro me, mi impedisce di esserlo, di aderirvi, di considerarlo il mio riferimento ideologico.
        Insomma posso considerare positivo qualche aspetto del fascismo, soprattutto sul campo sociale, ma nella sua essenza mi è profondamente avverso.
        Questo però oggi non mi impedisce di comprendere i discorsi dei miei anziani, quasi tutti ormai morti, e delle loro nostalgie giovanili…
        ciao

  57. maria scrive:

    Ovvero: Schettino = italiano, o meglio, in seno agli italiani si producono inevitabilmente degli schettino, è una totale cazzata o ha qualche attinenza con un dato di realtà?

    maria
    ma a me non interessa un bel nulla appurare quanta “italianità” vi sia in schettino, e comunque sia tale tasso di italianità, posto sia possibile stabilirlo, sarà sempre giudicato a seconda dei punti di vista, non sarà mai un criterio valido per tutti.
    Una volta tanti anni fa in una stazione della svizzera italiana, dopo averr comprato un giornale mi voltai e andai a sbattere con uno svizzero che stavasubito dietro di me, il quale reagì dicendo, ah i soliti italiani!

    Hai messo un link il cui contenuto può interessarmi fino a un certo punto, poer blondet tutti i salmi finiscono in gloria, tutti i suoi scritti partono da una tesi predefinita riguardo agli ebrei e tutti tenderanno a confermarla, questo modo di pensare a me non interessa, lo respingo

    • serse scrive:

      Guarda che Blondet in questo caso si è limitato a tradurre (non ho trovato altre versioni in italiano). Si trovano facilmente la versione integrale in inglese e i filmati.
      Per quanto riguarda schettino, forse hai ragione, ma se ci aggiungo riondino e la guzzanti …

  58. maria scrive:

    Ma non è un’ossessione, in realtà oggi sono preso da ben altre cose, quello degli ebrei è l’ultimo dei miei problemi, anche perché quello è un problema più per il mondo che per me e non sono così altruista da farmi carico dei problemi del mondo: io penso a farmi i cazzi miei, che già mi danno i loro grattacapi.

    maria
    ecco peucezio, non sarà un’ossessione la tua, però dire che gli ebrei sono un problema più per il mondo che per te ci si avvicina molto:-))

    • Peucezio scrive:

      Beh, no. Se uno dice che la fame nel mondo è una delle piaghe che affliggono l’umanità, mica vuol dire che ne è ossessionato. Si limita a constatare un problema oggettivo, nella sua gravità.
      Voi pensate che io mi alzi la mattina pensando agli ebrei e mi corichi la sera sempre prensando agli ebrei, ma non è così. Però, se se ne parla, dico quello che penso.

      • Francesco scrive:

        però se dico che gli aquiloni sono una sciagura che provocherà la rottura del continuum spazio-temporale e porterà alla fine della razza umana, e ci credo davvero, magari lo dico una volta al mese e non ne sono ossessionato, però so’ strano lo stesso tanto.

        dove strano sta per “fuori di testa”, non semplicemente per anomalo.

        magari sono anche simpatico, poi.

  59. PinoMamet scrive:

    Peucezio

    ti faccio una rispostona unica per comodità.

    Quello che dici tu sugli ebrei:
    1- è un tabù
    2- è anche e soprattutto una cazzata

    allora il fatto che sia un tabù (sei uno dei pochi che si dice apertamente antisemita), non rende le tue affermazioni più veritiere.

    Dici che prima del ’45 molti sarebbero stati d’accordo con te: grazie al cazzo, oserei dire, dopo un decennio di propaganda antisemita statale, e secoli di antigiudaismo religioso…
    e quindi? sai, a volte la gente migliora anche…

    oltretutto sei anche pervicamente ostinato. Roberto ti ha già fatto tempo fa un elenco di banchieri, per smentire la tua idea delle banche controllate dagli ebrei, ma no, non va bene, ne vuoi un altro, vuoi sapere come si controlla “l’ebraicità”….
    poi dice che la tua non è ossessione!
    (certo che durante la giornata penserai altre cose, ci mancherebbe! ma riguardo agli ebrei, sei ossessionato da un’idea fissa).

    Non solo: anche se conosci personalmente degli ebrei, anche se non trovi in loro niente di strano, anche se molti di loro ti stanno simpatici, niente da fare, devono comunque avere qualcosa che non va…
    il DNA, addirittura!
    Ammesso che abbiano il DNA in comune (ne dubito fortemente) cosa ti aspetti di trovarci, il gene della malignità?

    Dici, le opere degli ebrei sono lì, si possono leggere.

    ma magari leggile!!
    Ti consiglio Primo Levi 😉 ma anche Freud ti farebbe un gran bene sai? 😉

    E Fromm, Svevo, Bassani, Ginzburg…. leggi, rilassati, e smetti di credere a CAZZATE.

    • PinoMamet scrive:

      Rileggendomi, mi sono parso abbastanza duro.

      Credimi Peucezio non ce l’ho con te, ma sentire uno che si professa antisemita, davvero, nun se po’ sentì…
      e non perchè sia tabù, ma perchè è semplicemente assurdo.

      (Ti farei lo stesso discorso se tu fossi anti-negro, anti-arabo- vabbuò non farmi il pistolotto dei semiti, capiamoci- anti-cinese ee così via…)

      ciao!

      • Peucezio scrive:

        “allora il fatto che sia un tabù (sei uno dei pochi che si dice apertamente antisemita), non rende le tue affermazioni più veritiere.”

        No, però rende un po’ meno veritiere le vostre, perché c’è sempre il sospetto che siano influenzate dallo Zeitgeist, dal pensiero dominante. E’ evidente che, rispetto a un Miguel, che si limita a dissentire come si può dissentire da qualsiasi opinione, a te le mie posizioni sugli ebrei danno molto fastidio, anche se non reagisci istericamente. Probabilmente nel tuo caso (l’hai detto esplicitamente, ma lo pensavo già prima) il problema non sono gli ebrei, ma il razzismo, se così vogliamo chiamarlo: nella mentalità contemporanea attribuire caratteristiche, soprattutto se negative (ma non solo) a un popolo è considerato molto sconveniente, è appunto un rutto a tavola.

        “Dici che prima del ’45 molti sarebbero stati d’accordo con te: grazie al cazzo, oserei dire, dopo un decennio di propaganda antisemita statale, e secoli di antigiudaismo religioso…
        e quindi? sai, a volte la gente migliora anche…”

        Qui mi sa che mi hai letto male: dicendo “prima” non intendevo “immediatamente prima”, infatti ho aggiunto “‘800” e “primo ‘900” proprio per chiarire da subito cosa intendevo. E’ ovvio che il periodo fascista e nazionalsocialista non fa testo.

        “Ti consiglio Primo Levi ma anche Freud ti farebbe un gran bene sai?”

        Li ho letti eccome. Di Primo Levi ho letto “Se questo è un uomo”, che mi sembra abbia un interesse più documentario e storico che letterario (sarà il fatto che, con le eccezioni del caso, faccio un po’ fatica a mettermi in sintonia con la letteratura contemporanea), mentre di Freud ho letto forse la maggior parte dell’opera. ma non sono, ovviamente, gli unici autori ebrei che ho letto. Non ho letto Fromm, se non per brevissimi estratti dove diceva la sua solita montagna di banalità melense, mentre di Svevo mi manca solo “Una vita” e lo trovo uno scrittore grandissimo. Non ho letto né Bassani né Ginzburg. Ma ho letto per esempio quasi tutto Kafka.
        Ho letto Carlo Levi e, come ho già scritto altrove qui dentro, è uno degli autori che amo di più in assoluto (sono stato anche ad Aliano e ho visitato la sua tomba).
        Potrei ricordarti che il fondatore della mia disciplina si chiamava Graziadio Isaia Ascoli, che rimane un pilastro fondamentale, se non “il” pilastro, per chiunque si occupi di dialettologia italiana e di linguistica romanza in generale. E non è stato certo l’unico importante linguista ebreo.
        Inoltre sono rilassatissimo. 🙂 O meglio, m’incazzo, sì, ma per altre ragioni.

        Quanto alle cazzate, quando si toccano dei tabù (e non venire a dirmi di no) e si punge sul vivo chi, bene o male, pur essendo anche più intelligente e più autonomo intellettualmente, ne è comunque un po’ condizionato, le cazzate sono sempre in agguato, perché si reagisce sull’onda dell’emotività: è come se gli si togliesse il terreno sotto i piedi e quindi la reazione capita sia sopra le righe.
        Il che ovviamente non conferisce maggiore autorevolezza a chi infrange il tabù, però ne conferisce un po’ meno a chi lo difende.

        • PinoMamet scrive:

          Scusami ma faccio fatica a seguire la tua logica.

          dici che gli ebrei non ti piacciono, ma poi quelli che ti conosci, in fondo ti stanno simpatici.

          dici che nelle opere di autori ebrei si troverebbe chissà cosa, ma poi quando li leggi vedi che sono semplicemente autori, che possono piacere o meno.

          e in realtà penso che faresti così per qualunque argomento “ebraico”…
          per te la realtà dà l’impressione di contare molto meno del tuo mito “popolare” sul giudeo cattivo!

          Credo che sia soprattutto questo che fa disperare me, Roberto, Maria ecc….

          cge poi il razzismo sia un gran brutta cosa, beh, se lo Zeitgeist ha ragione bisogna pur dargliela!

        • Peucezio scrive:

          E chi l’ha detto che lo Zeitgeist ha ragione? 🙂

          In realtà, Pino, tu fai un’obiezione molto importante, anticpiandomi in una chiarificazione che io stesso avevo intenzione di fare.
          Un equivoco in cui si può cadere è quello di pensare che io individui nella generalità degli ebrei determinate caratteristiche deteriori e che quindi sia pronto a vedere in ogni ebreo un’espressione di tale super-entità malvagia, per cui, quando il singolo ebreo non risponde allo stereotipo, è una rara eccezione, una sorta di mosca bianca.
          La mia posizione è in realtà molto diversa. Non è che io cerchi un denominatore comune negli ebrei esistenti nel mondo, ma cerco un denominatore comune nei guasti che ci sono nel mondo, o, per meglio dire, nella modernità come portato storico occidentale, imposto al resto del mondo. In questo senso trovo nella riconduzione all’elemento ebraico un principio esplicativo forte e persuasivo. Potrebbe essere persino che la maggior parte degli ebrei siano delle brave persone: sono un po’ scettico su questo, ma non ne conosco abbastanza da essermi formato un’opinione definitiva, quindi non lo escludo.
          Il punto è, indipendentemente dalle caratteristiche individuali, se e quanto di ciò che nel mondo trovo criticabile sia più o meno direttamente riconducibile allo spirito ebraico nel suo estrinsecarsi storicamente. E qui invece mi sento abbastanza sicuro: potranno pure essercene di tanti tipi, alcuni buoni, altri cattivi, altri così così, ecc. ecc., ma lo spirito rivoluzionario, inteso in senso lato, nelle sue manifestazioni più significative, è quasi sempre in un modo o nell’altro riconducibile a loro.

  60. roberto scrive:

    peucezio
    rispondo qui per comodità.
    ho fatto una mini (mica tanto) ricerca su wikipedia strutturata cosi’
    1. quali sono le banche maggiori (big four, per usa e UK)?
    2. per queste banche (per gli usa bank of america, citigroup, jp morgan, wells fargo)
    ho guardato chi le ha fondate, chi e è il CEO e chi sono le “key people” (cosi’ definite in wikipedia).
    3. una volta trovate le key people per alcuni wikipedia dà la religione. se c’è scritto “cattolico” “o mormone” beh, fine della ricerca, lo tolgo dalla quota “banchieri ebrei”. Senno’ vado a naso. Brian Moynihan, CEO della bank of america ha un fratello che gestisce una scuola cattolica, sarà ebreo? mah possibile ma dubito. sempre per la bank of america, lo Strategy Advisor è Thuong Nguyen. ebreo? dubito fortemente ….
    come vedi qualcosa di artigianale, ma almeno un po’ strutturata.
    per farla breve sono capitato certo su qualcuno che è sicuramente ebreo, ma appunto “qualcuno” (diciamo uno su dieci?)
    idem per la federal reserve. grenspan e bernake sono ebrei, ma nel passato? io ne ho trovati tre su dieci.

    pero’ ti consiglio di fare da solo la ricerca, in fin dei conti se parli di “banchieri ebrei” avrai pure la curiosità di vedere se questa espression è solo un luogo comune dell’immaginario occidentale o corrisponde ad un dato reale!

    • Peucezio scrive:

      uno su dieci, tre su dieci? Ti pare poco? Hai presente quanti sono gli ebrei in percentuale sulla popolazione americana?

      In Italia ci sono tre grandi gruppi economici: gli Agnelli-Elkann, Berlusconi e De Benedetti. Devo ricordarti che dopo la morte di Gianni, l’impero degli Agnelli è degli Elkann e che quindi siamo a due su tre?
      E il peso nel giornalismo? Devo ricordarti che il maggiore quotidiano italiano nell’ultimo quarto di secolo è stato prevalentemente diretto da ebrei?
      E il ruolo che hanno nel giornalismo televisivo? O Clemente Mimun, Enrico Mentana, Gad Lerner, Arrigo Levi, David Parenzo, Furio Colombo sono giornalisti di secondaria importanza? E sicuramente ne dimentico alcuni, inoltre ho tralasciato quelli di cui non sono certo.

      • roberto scrive:

        ” Ti pare poco?”

        no, ma mi pare anni luce lontano dall’idea “la finanza è in mano agli ebrei”

        sull’informazione, devo ricordarti che esistono il corriere e la stampa? che oltre a quelli che citi tu ci sono montagne di giornalisti non ebrei? che vespa conta (mannaggia alla miseria) infinitamente di più di mentana e lerner (che dove lavorano? a tele pizzopapero? )

        no, non devo ricordarti nulla di tutto cio’ perché tanto è inutile

        • Peucezio scrive:

          Le minoranze organizzate sono molto più forti delle maggioranze. Quando uno ha molto più potere numericamente in proporzione al suo peso demografico, vuol dire che il suo potere reale è ancora maggiore, perché tenderà a coordinarsi coi suoi oppure, quantomeno, a solidarizzare con essi e a convergere nelle idee e nelle decisioni.
          Questo è il meccanismo fondamentale delle lobby e, in un certo senso, del potere in genere e non capirlo significa essere un po’ ingenui.

  61. maria scrive:

    Luzzatto è uno storico solo formalmente

    maria
    peucezio, di Luzzatto , ho letto l’anno scorso Il corpo del duce e l’ho trovato davvero molto bello.

    Indaga le vicissitudini del corpo di mussolini appunto occultato e nascosto prima di arrivare definitivamente a Predappio, e insieme l’immaginario antifascista e fascista che accompagnano quella vicenda , un libro che intreccia i fatti storici della Resistenza e dell’avvento della Repubblica con il tipo di memoria e di oblio che la morte di mussolini via via pone alle forze politiche che continuano a fronteggiarsi dopo la fine del fascismo e la sua morte comprese le modalità di questa che rende il corpo ancor più ingombrante e difficile da gestire come nalogamente era stato difficile per Matteotti da parte dei fascisti.

    Riguardo invece alla questione dell’essere toscani non capisco cosa c’entri l’esempio che fai. Quello scambio di battute si poneva all’interno di una discussione di come gli ebrei italiani ed europei erano stati trattati nei paesi dove risiedevano da secoli per dire appunto che non si trattava di accoglienza riguardante stranieri venuti da altri paesi ma di toscani la cui sorte avrebbe dovuta essere uguale a quella degli altri abitanti della regione.

    • Peucezio scrive:

      Se mi dici che è un bel libro, non ho motivo di dubitarci. Frequento poco i contemporaneisti.
      Devo dire però che mi sembrano più temi cronachistici, ai limiti dell’aneddotica, che non da storiografia accademica seria. Però, ripeto, forse ciò è legato alla mia abitudine a una storiografia che, occupandosi di altre epoche, studia molto di più le interazioni fra le tante dinamiche, sociali, economiche, politiche, giuridiche che non gli eventi e i personaggi.
      Per il resto ho avuto un’impressione negativissima del personaggio da alcuni suoi interventi televisivi che mi è capitato di vedere, in cui era arrogante, insolente, oltremodo sgradevole.

      Sulla Toscana e gli ebrei, ho voluto solo ribattere alla frase che citavi dell’ebreo. Che senso, a uno che ti dice: “I toscani sono tolleranti con gli ebrei”, rispondere “gli ebrei toscani sono toscani”? E’ una sciocchezza sul piano logico, perché è ovvio che un gruppo può esercitare una forma di tolleranza anche verso una parte dei suoi membri, una sua minoranza, non solo verso chi è esterno.

      • PinoMamet scrive:

        Su un piano puramente logico potresti anche aver ragione, a meno che l’intervistato non abbia inteso, nella frase dell’intervistatore “i toscani sono tolleranti gli ebrei”, “toscani” ed “ebrei” come due insiemi diversi, e non come due sottoinsieme dello stesso gruppo.
        In questo caso benissimo ha fatto a specificare: guardi che gli ebrei della Toscana sono toscani!

        del resto raramente parliamo in modo “aristotelicamente” logico e inequivoco;
        e perciò, quali che fossero le intenzioni dell’intervistatore, ha comunque fatto benissimo l’intervistato a togliere di mezzo possibili equivoci.

        Da notare che la sua presa di posizione (“siamo toscani”) và al contrario del luogo comune che vorrebbe gli ebrei incapaci di identificazione con altri, o “cosmopoliti” (terminologia sovietica) e così via.

        ciao!

        • Peucezio scrive:

          Pino, tu quoque, “và” con l’accento, non puoi farmi questo!! 🙁

          Scherzi a parte, a me sembra la solita suscettibilità ebraica che presuppone (in cattiva fede) l’intenzione maligna e discriminatoria nell’interlocutore.

  62. mirkhond scrive:

    Per Serse

    Ti rispondo qui per comodità di tutti.
    Ho imparato che se si fa saltare la gente in nome di Allah è bieko oskurantismo, se lo si fa in nome della libertà….dei potenti, allora è al massimo una dolorosa necessità unita al romanticismo, come detto da un certo elie wiesel alcuni giorni prima del fatidico 11 settembre 2001, facendo il paragone tra i bombaroli del King David nel 1946 e quelli palestinesi e qaedisti.
    Il bombarolo che lotta per i diritti dei potenti, è un romanticone come il disertore e utile idiota Carlo Pisacane, agente dell’Inghilterra contro il SUO paese….
    Mi fanno ridere i nostri tromboni di stato quando si stracciano le vesti per le brigate rosse e i qaedisti, o cacciano l’Imam di Carmagnola per qualche affermazione fuori dal coro e con tempismo da record, per un paese come l’Italia, e poi ci parlano di valori risorgimentali e altre stronzate varie, inneggiando a terroristi, briganti e brigantesse solo perchè avevano il “merito” di combattere dalla parte “giusta” e cioè l’internazionale massonica a servizio di sua maestà britannica e dei suoi interessi industriali e imperiali…
    I nipotini di sella sanno essere davvero patetici….
    ciao

    • serse scrive:

      “l’internazionale massonica a servizio di sua maestà britannica e dei suoi interessi industriali e imperiali”

      Ma no Mirkhond, che dici: questi sono stati illuminati su quale è il bene supremo dell’umanità e quei poveri integrati (in tutti i sensi) che non hanno capito una cippa vanno disintegrati.

  63. jam scrive:

    ..andando più lontano nell’analizzare il pensiero di Moravia,
    “sono gli eventi negativi che formano la nostra identità, non i positivi”,
    non dobbiamo lasciarci sfuggire che esiste un’identità ed una pseudo-identità. Ingigantire il negativo e minimizzare il positivo, non é esperienza ma esperienza riduttiva e alienata, non é personalità ma falsa coscienza, non é concetto del sacro, ma di una pseudosacralità, non é identità, ma pseudoidentità.
    Se ci ritroviamo a vivere con un’identità formata soltanto dalla parte negativa degli eventi negativi, non siamo ancora formati, ma in costruzione e sempre un po’ narcisisti vedi lacrimosi pseudoteatrali, se ci ritroviamo con un’identità formata soltanto dagli avvenimenti negativi no siamo umani, ma una degenerazione…
    ciao

  64. jam scrive:

    ..essere invece coscienti del momento negativo per sorpassarlo, senza restare prigionieri dei suoi umori, é molto più zen, e molto più saggio, essere coscienti del male affinché non si riproduca più..
    ciao

  65. mirkhond scrive:

    Moravia voleva semplicemente dire che sono i traumi che subiamo a formare il nostro esistere e il nostro pensiero.
    Se Gesù non fosse morto sulla Croce, non sarebbe Risorto, e non ci sarebbe stato il Cristianesimo. Quindi un evento traumatico che ha cambiato per SEMPRE la storia umana….
    ciao

  66. mirkhond scrive:

    Cosa può pensare un uomo della propria infanzia e adolescenza, tra i 9 e i 18 anni, gli anni più belli della vita, gli anni in cui non ci dovrebbe essere malinconia, e che invece li passa in un letto di dolore colpito dalla tubercolosi ossea, e condannato giovanissimo ad una vita da vecchio, lontano dai giochi, dalle amicizie?
    Questo visse il giovane Moravia e questo gli ha segnato l’esistenza anche dopo la guarigione, esistenza lunga e benestante, ma in cui l’esperienza giovanile non ha mai potuto esser rimossa e anzi è stata continuamente rielaborata.
    Lo stesso per Ignazio Silone, colpito tra i 15 e i 32 anni da una serie di vicissitudini che lo portarono sull’orlo del suicidio.
    Salvatosi grazie a persone amiche, per il resto della sua vita, non fece altro che rielaborare le proprie esperienze giovanili dando vita a capolavori della letteratura italiana….
    La sofferenza induce a riflettere…
    ciao

  67. jam scrive:

    ..se Gesù non fosse morto sulla croce non sarebbe Risorto, quindi il trauma quello che noi chiamiamo impropriamente avvenimento negativo é il sine qua non della resurrezione, quindi quando diciamo negativo ci sbagliamo usiamo il termine in modo improprio, e diventiamo patetici, se invece specifichiamo che anche un avvenimeto negativo ha dei risvolti positivi allora siamo già più corretti.. perché senza morte non c’é rinascita e tanto meno resurrezione, senza dolore non c’é gioia, ma questo purtanto non significa che occorra uccidere e procurare dolore agli altri! Significa soltanto che la condizione dell’uomo sulla terra é transitoria ed illusoria..
    ( abbiamo finalmente scoperto il perché della sofferenza…non dovuta ad un Dio cattivo, ma alla illusorietà della vita quando é pseudo, alla cattiveria dell’uomo quando é lontano da Sé stesso..)
    ciao
    ciao

    • mirkhond scrive:

      Non capisco a cosa ti riferisci per patetico…
      Io ho parlato della sofferenza di singoli letterati che dai loro traumi giovanili hanno riletto e rivisto il senso delle loro vite.
      In misura maggiore ho parlato di Gesù e del popolo giudaico che se sono quello che sono, è stato dovuto ai traumi che hanno subito, cambiando per sempre il loro immaginario e il loro rapporto esistenziale con la realtà.
      Cosa c’è di patetico in tutto questo?
      Mi sa che aveva ragione Gesù quando parlava della santa ingenuità dei Figli della Luce, rispetto alla scafatezza dei figli di questo mondo….
      Chi vive nell’Eterno Empireo Luminoso non riesce proprio a scorgere il dolore di chi vive sulla terra…..
      ciao

      • jam scrive:

        .. volevo dire che la figlia della ciociara in risposta al suo avvenimento negativo al suo trauma é diventata una prostituta…
        altri in seguito ad avvenimenti negativi diventano dei banditi …
        altri invece rinascono..
        ciao

        • mirkhond scrive:

          Le esperienze umane portano a vissuti diversi.
          Spero che alla Fine dei Tempi la Misericordia di Dio che tutto capisce, tutti prenderà con se, come afferma Zarathushtra.
          ciao

  68. Peucezio scrive:

    Ci terrei, rispondo a Pino, Roberto, Maria e chiunque altro provi un qualche disagio per le mie posizioni sugli ebrei, che le cose che io dico in modo articolato, e che possono essere condivisibili o meno, sono state in forma più istintiva e radicata nella mentalità, la moneta corrente per secoli, se non millenni.
    Ne abbiamo già parlato: in pugliese, quando si dice “ggedè” si designa un personaggio spaventoso, temibile, dall’aspetto sinistro, capace di qualunque nefandezza. E questo risponde a un generale antisemitismo popolare europeo, più o meno forte secondo le aree e le epoche ma sostanzialmente generalizzato, legato sia al contatto con gli ebrei reali contemporanei, sia al racconto evangelico e all’immaginario dell’ebreo deicida e alla sua rappresentazione iconografica.
    Oggi le borghesie istruite e poi, via via, per l’imborghesimento delle classi popolari, la generalità della popolazione alfabetizzata, si sente distantissima da questo tipo di sentimento. Ma non si chieda proprio a me di sentirmi solidale con questa recisione dei legami col passato. Le mie opinioni sul popolo ebraico si basano su una serie di fattori di carattere razionale, che possono, ripeto, essere condivisibili o meno, ma mi sento forte anche di una tradizione millenaria che non rinnega e non guarda certo dall’alto in basso il mito e l’immaginario popolare, tutt’altro!

    • roberto scrive:

      ma io non provo disagio, ma proprio una rabbia folle per il fatto che una persona che è sicuramente molto più colta ed intelligente della media mi tiri fuori delle tradizioni millenarie! oggi è il 2 febbraio 2013, consiglierei di aggiornare il calendario e ragionare sul mondo come è oggi.
      Se nel XV secolo gli usurai erano ebrei, beh chissenecatafotte! oggi siamo nel XXI secolo e la finanza non è in mano agli ebrei. punto.

      • Peucezio scrive:

        Io sono un critico della modernità, pensavo si fosse capito.

        Più in generale, posso capire che è molto difficile seguirmi sul piano dell’antisemitismo metafisico, dell’idea che ci sia un principio ebraico che presiede alla modernità e alla parabola storica dell’Occidente, che la dissoluzione sia ontologicamente giudaica, il monoteismo, l’occaso del sacro ecc. ecc.: fin qui capisco che mi vediate come un marziano.
        Ma il fatto che gli ebrei oggi abbiano un potere enorme, anche se non si può dire perché è politicamente scorretto, mi sembra una considerazione concreta, tangibile, una specie di segreto di Pulcinella, di scoperta dell’acqua calda.
        Poi possiamo non essere d’accordo sulle proporzioni di questo potere, ma negarlo, come fosse un’invenzione complottista da fissati nostaligici nazisti mi sembra una grossa forzatura.

        • PinoMamet scrive:

          Allora, sulla prima parte: sì, faccio molta fatica a comprenderti, e comunque il campo della metafisica è soggettivo e, per definizione, inafferabile, quindi, che dire…

          sul potere enorme degli “ebrei”, beh, evidentemente io sono sfigato e conosco solo quelli normalissimi
          (c’è di peggio: da bambino la mia famiglia ne conosceva uno proprio sul povero, oltre agli altri assolutamente “normali” di cui ho già detto…) però visto che evidentemente non usano questo potere per aiutarsi tra loro…

          che poi tu mi dica che le organizzazioni ebraiche facciano pressing pro-Israele, beh, sì, è ovvio e naturale!

          Com’è anche ovvio che ci sono ebrei che si oppongono alle politiche israeliane, attirandosi le critiche anche feroci dei primi, ma insomma, essendo un gruppo umano come tutti, con varietà di opinioni, cosa ci sarebbe di strano in tutto ciò?

          Dove starebbe il mitico onnipervasivo “potere ebraico” che dominerebbe il mondo? Se non si dominano neanche tra loro?

          Per dirla tutta, con questo enorme potere ecc. ecc., a me sembra che ci abbiano messo duemila anni per riconquistare la mitica terra degli avi, e neanche tutta, e anche così siano ampiamente criticati (a torto o a ragione, non stiamo a discutere) dalla comunità internazionale con una frequenza che basterebbe a smentire ogni idea complottista.
          Altro che potere mondiale! 😉

        • Peucezio scrive:

          Ci risiamo con l’equivoco.
          Io non sostengo che ogni ebreo sarebbe potente. Gli ebrei potenti sono una piccola minoranza fra gli ebrei. Anche perché i potenti sono pochi per definizione: gli ebrei nel mondo sono una quindicina di milioni, se fossero tutti potenti, capirai che gran potere avrebbero…
          Io dico che ai livelli alti del potere internazionale gli ebrei hanno un’influenza decisiva. Ma con ebrei intendo una piccolissima élite. E questa élite tende alla coesione e alla solidarietà al suo interno (ma non è un blocco monolitico), in modo da rafforzare tale potere.

          E questo potere non c’è da duemila anni, c’è sì e no da due secoli e solo dall’ultimo dopoguerra è diventato veramente pervasivo e tale da non tollerare alcuna opposizione o resistenza significativa, almeno in Occidente.
          Non è che precedentemente gli ebrei non abbiano influenzato la storia, ma in forme molto molto indirette: nel ‘600, tanto per prendere un’epoca, c’era un’Europa cristiana di cui una parte significativa, e in quel momento in forte espansione economica e commerciale, seguiva una forma di cristianesimo fortemente vetero-testamentario. Quindi l’Europa era profondamente influenzata da un testo e da una visione del mondo elaborata dagli ebrei molti secoli prima. Ma gli ebrei stessi a quell’epoca contavano poco e niente, ad eccezione probabilmente di piccoli gruppi che cominciavano a conoscere prime forme di emancipazione nell’Inghilterra cromwelliana, non so se anche in Olanda… Poi alcuni ebrei, un po’ dappertutto, erano usurai e quindi avevano un importante rubinetto per il credito anche a gente potente. Ma per il resto erano una delle parti più marginali e quasi reiette della società, più o meno come gli zingari o altri gruppi di esclusi. E forse erano messi anche peggio, perché gli zingari di solito formalmente erano cristiani.

    • roberto scrive:

      2012, stavo programmando il lavoro dei prossimi mesi…

    • PinoMamet scrive:

      ” Ne abbiamo già parlato: in pugliese, quando si dice “ggedè” si designa un personaggio spaventoso, temibile, dall’aspetto sinistro, capace di qualunque nefandezza.”

      per fortuna in emiliano non esiste niente del genere!
      Come ti feci già notare, nonostante (o forse proprio perchè) da noi gli ebrei non fossero mica una rarità.

      Che poi l’antisemitismo fosse popolare, più o meno diffuso ecc., non lo giustifica mica, e neanche serve a trovargli delle ragioni.

      Penso che dovresti smettere di credere al “ggedè” delle dicerie, e guardare in faccia la realtà.

      • Peucezio scrive:

        Come no? Se qualcosa è codificato nella tradizione popolare, è senz’altro giusto e valido!
        Non credo né nella superiorità della cultura scritta su quella orale, né alla superiorità della conoscenza scientifica moderna su quella simbolico-mitologica.

      • Peucezio scrive:

        E, prima che tu mi dica, giustamente risentito, che ti sto pigliando per il culo, ci tengo a spiegare che in realtà il mio è un discorso forse un po’ provocatorio, ma serissimo.
        Così come sono serio quando mi professo orgogliosamente tolemaico e quando rivendico la mia adesione alla scienza aristotelica.

  69. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “uno su dieci, tre su dieci? Ti pare poco? Hai presente quanti sono gli ebrei in percentuale sulla popolazione americana?”

    Hai presente quanti sono i cinesi in percentuale sulla popolazione indonesiana? Bene, qualcosa come il 90% delle imprese, o anche di più, in Indonesia, sono cinesi; e ci sono cifre simili per le Filippine e la Birmania, che non sono paesi di massiccia immigrazione cinese.

    Amy Chua, cinese lei stessa, ha scritto sull’argomento delle “minoranze economicamente dominanti”, intitolato L’ età dell’odio. Esportare democrazia e libero mercato genera conflitti etnici?

    Qui ne trovi una dettagliata recensione di Pallante: http://www.nuvole.it/arretrati/numero24/pdf/11-Pallante-Recensione.pdf

    Anche in Messico (butto lì cifre non fondate su alcun dato concreto, ovviamente) diciamo che il 2% della popolazione sarà composta da immigrati europei, libanesi e statunitensi, ma credo che abbiano la metà dell’economia in mano…

    Sono cose che hanno radici storiche, e cambiano con il tempo.

    Tante prospettive cambiano, quando si esce dalla propria parrocchia 🙂

    • Peucezio scrive:

      Infatti ciò che io dico degli ebrei, si può dire in grande e in misura più diluita per gli anglosassoni, che hanno un potere mondiale enormemente sproporzionato al loro numero.
      E così di tutti i casi che hai citato tu.
      Diciamo che, per quanto riguarda gli ebrei, c’è una distrubuzione geografica e delle costanti storiche, con alti e bassi, che li fanno essere un fenomeno peculiare: se tante minoranze etniche contano troppo (in rapporto alla loro entità), agli ebrei succede un po’ troppo spesso, in troppi posti.

  70. Miguel Martinez scrive:

    Accantonando il discorso specifico su “gli ebrei”, Peucezio tocca un tema interessante quando parla del “tabù del razzismo”.

    Intanto, voglio usare “razzismo” in un senso molto specifico, cioè l’affermazione che un determinato gruppo etnico possieda caratteristiche psicologiche o comportamentali innate.

    Ora, io non ho problemi se qualcuno mi dicesse che i pigmei non sono molto portati a giocare a basket.

    E non escluderei, analogamente, che i birmani siano più portati a suonare il pianoforte degli aymarà.

    Tutto è possibile, perché no.

    Il problema è che il razzismo non si basa su informazioni “alternative”. Si basa su interpretazioni azzardate di dati superati, raccolti a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. E’ superato come è superata l’astronomia dell’epoca.

    Oggi esiste un neorazzismo, non particolarmente diffuso a livello mediatico, ma piuttosto attivo tra alcune persone che vorrebbero ridurre tutto alla genetica.

    Ma il neorazzismo ha spesso lo stesso limite del vecchio razzismo: cioè salta da un piccolo dato ambiguo, a conclusioni grandiose. E come il razzismo dell’Ottocento poneva come metro di giudizio i valori del suo tempo, il neorazzismo fa lo stesso con i valori del nostro tempo: superiorità e inferiorità vengono valutati secondo la presunta capacità o incapacità di essere “funzionali” nella società capitalista avanzata, tipicamente in quella statunitense.

    Inoltre, sia il razzismo che il neorazzismo dimenticano il fatto che le differenze genetiche possono esserci anche all’interno di popolazioni abbastanza affini. Quando il razzista dice che “i bianchi sono così, i neri cosà”, è troppo generico.

    Troverei invece molto più interessante, se una ricerca dimostrasse, ad esempio che i valtellinesi sono molto più portati alla matematica dei bergamaschi; e che invece i bergamaschi condividano con i kikuyu una particolare propensione per la poesia.

    Ma non mi risultano ricerche del genere, e quindi il razzismo resta – per ora – sostanzialmente infondato.

    • Peucezio scrive:

      Sì, sono sostanzialmente d’accordo.
      La mia critica era al razzismo come tabù, poi il fatto che siano stati superati gli schematismi del razzismo biologico evoluzionista ottocentesco mi pare un bene e non ne sento affatto la mancanza. E sottoscriverei senz’altro anche i tuoi giudizi sul neo-razzismo pseudo-scientifico americano attuale.

      Io credo che circa le razze e i ppopoli valga il buon senso e l’atteggiamento osservativo-empirico. Poiché le dinamiche culturali che formano le caratteristiche di un popolo in un determinato momento storico, soprattutto per i popoli contemporanei con molta storia alle spalle (per le società tribali le cose sono un po’ più semplici, ma neanche poi tanto) sono estremamente complesse, fare un discorso scientifico sui popoli o sulle razze è a mio avviso impossibile. Infatti lo studio sulle razze, che io non ritengo affatto un tabù o una cosa mostruosa, dev’essere però una disciplina umanistica, come lo è la storia, l’archeologia, la linguistica, la stessa antropologia.
      Approcciare il fenomeno razziale con gli sturmenti e i metodi della biologia, della chimica o della fisica sono il primo a ritenere che non porti da nessuna parte.

      Poi, distinta dalla questione conoscitiva, c’è quella operativa, la questione del meticciato ecc., ma qui apriremmo un capitolo enorme.

  71. mirkhond scrive:

    A proposito di Ebrei

    Qualche tempo fa acquistai un libro incentrato sull’infanzia e giovinezza di Alberto Pincherle, il celebre Moravia, giovinezza vista alla luce di parte della sua corrispondenza con la zia Amelia Pincherle-Rosselli, madre dei famosi Fratelli Rosselli.
    Leggendo questo interessante testo, ho scorto i cambiamenti epocali che coinvolsero tre generazioni di una famiglia ebraica italiana.
    Il nonno di Moravia, ebreo veneziano originario di Conegliano Veneto, combattè nella rivoluzione veneziana del 1848-49.
    Il padre di Moravia, Carlo Pincherle (1863-1944) dell’avito Ebraismo non gliene importava na cippa, essendo indifferente alle questioni religiose al punto da sposare una cattolica marchigiana di origini dalmate e sorella di un futuro alto dirigente fascista, come Augusto De Marsanich.
    Carlo Pincherle lasciò l’educazione religiosa dei figli alla moglie, e Alberto Pincherle e i fratelli vennero battezzati e allevati nel Cattolicesimo, a differenza dei cugini Rosselli, figli di genitori entrambi ebrei e anch’essi di sentimenti ebraici, seppure alla luce del liberalismo ottocentesco.
    Carlo Pincherle, stando alla testimonianza di una figlia, si sentiva VENEZIANO, e quando poteva, si prendeva una pausa dal lavoro e tornava nella natia Venezia, dove si tratteneva un paio di giorni a dipingere.
    E infine Alberto in arte Moravia, nato e vissuto a Roma, e che di Ebraismo, Cattolicesimo e ideali risorgimentali non se ne sbatteva un tubo e considerava i cugini Rosselli gente antica, gente attaccata ad un Ebraismo sorpassato, e ad ideali risorgimentali di antiquariato, parole gravi e che portarono per anni al raffreddamento dei rapporti familiari con la zia Amelia, e non solo per salvarsi dalla polizia fascista e poi dalle leggi razziali, al seguito delle attività di Giustizia e Libertà e alla tragica morte di Carlo e Nello Rosselli nel 1937, ad opera di sicari francesi al soldo di Mussolini!
    Leggendo alcuni romanzi di Moravia, quasi sempre autobiografici, non vi si scorge nulla che possa richiamare l’Ebraismo, e i vaghi riferimenti religiosi sono piuttosto al Cattolicesimo. Insomma non scorgiamo un Bassani o un Primo Levi con i drammi legati alle leggi razziali fasciste e alle deportazioni nei lager nazisti.
    Insomma per Moravia l’Ebraismo è al massimo un noioso retaggio familiare di un passato remoto, roba vecchia verso cui appunto si è “indifferenti”.
    Una roba simile per Massimo Fini, di madre askhenazita russa e la cui famiglia scomparve durante l’invasione nazista dell’Urss!
    Fini, infatti, se prova attrazione per qualche forma di religiosità, la prova per le culture animiste dell’Africa e delle società primitive, mentre prova avversione per i Monoteismi, a suo dire causa prima di tutti i fanatismi religiosi, Talebani esclusi, in quanto in questi ultimi più che un moderno fondamentalismo, vi scorge la disperata difesa di un’ancestrale civiltà contadina di fronte alla turbo-globalizzazione (vedasi il suo recente e contestatissimo libro sul Mullah Omar)!
    Questo giusto per fare qualche esempio sul concetto e il senso dell’Ebraismo in Italia e del rapporto con esso da parte di alcuni suoi moderni figli.
    ciao

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