Anche Repubblica si beve la “lapidazione” di Kate Omoregbe

Paniscus ci segnala che Repubblica – con qualche giorno di ritardo persino sui media locali calabresi – si è accorta del caso di Kate Omoregbe (su cui avevamo già espresso i nostri primi dubbi), la signora nigeriana in carcere per droga che chiede di non essere rimandata in Nigeria perché teme che i suoi parenti (cristiani) laggiù la vogliono lapidare per farla convertire all’Islam e sposare un uomo più anziano di lei (che di anni ne ha comunque 34).

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Nel suo paese sarà lapidata… Non so dove abbiano messo la notizia sulla versione cartacea di Repubblica, ma sulla versione online, questa lapidaria affermazione si trova quasi in cima, tra le prime notizie. Prima del crollo elettorale del partito della Merkel in Germania e della morte di Mino Martinazzoli, ad esempio.

L’ineffabile personaggio che deve curare il sito di Repubblica, non sa che esiste Google. Ha ripreso semplicemente il comunicato stampa dello sconosciuto Franco Corbelli, senza nemmeno chiedersi chi sia questo  signore (“Franco Corbelli, leader del Movimento Diritti Civili“).

Prima di buttare la notizia in pasto al pubblico, non ha riflettuto nemmeno per un secondo sui seguenti fatti.

La signora Omoregbe afferma oggi di essere scappata dalla Nigeria ben quattordici anni fa:[1] mentre quattordici anni fa pare che non abbia affatto chiesto l’asilo politico, ma un semplice permesso di lavoro.

Sono passati quindi quattordici anni da quando i suoi parenti avrebbero cercato di farle sposare un “uomo molto più anziano”: ci chiediamo quanti anni abbia ormai questo paziente signore, e come mai non sia riuscito nel frattempo ad accompagnarsi a qualche donna meno problematica.

La signora Omoregbe chiede l’asilo politico in Italia, non perché perseguitata da uno Stato, ma semplicemente da alcuni familiari. Certo, si potrebbe sostenere che l’Italia non ritiene che la polizia nigeriana sia in grado di proteggere una propria cittadina dai suoi familiari, ma sarebbe un giudizio ben pesante da parte delle nostre istituzioni.

Quei familiari sono sicuramente cristiani, per cui non si capisce proprio per quale motivo vorrebbero obbligare la propria familiare ad abbandonare la loro stessa fede. E a questo proposito, ci permettiamo di chiedere se la signora Omoregbe sia davvero cattolica oppure evangelica: nei media italiani (compreso il notiziario di Rai Tre) abbiamo sentito chiamare “cattolico” anche lo stragista di Oslo, Anders Behring Breivik. La cosa in sé sarebbe irrilevante, ma sarebbe interessante sapere se una signora di fede pentecostale viene venduta al pubblico italiano come cattolica.

Nel caso in cui Kate Omoregbe dovesse davvero sposare un musulmano, nulla nel diritto islamico la  obbligherebbe a farsi musulmana.

I giornalisti non si sono sognati di chiedere da dove venga la signora Omoregbe: cioè da una delle comunità (quella Edo o Bini) più solidamente non musulmane. Gente evangelica, cattolica, “tradizionale” – è nello Stato dell’Edo, nel 2004, che ben 27 persone morirono dopo che furono obbligate a bere una pozione che doveva servire a identificare le eventuali streghe tra di loro. E l’arte dell’antico regno Edo di Benin è praticamente ciò che gli entusiasti del primo Novecento chiamavano “arte africana”: insomma gli Edo hanno solide radici di cui vanno fieri. Come vanno fieri del loro attuale (e trentottesimo) re, che vanta il nome di Omo n’Oba n’Edo Uku Akpolokpolo Solomon Igbinoghodua Aisiokuoba Akenzua Erediauwa I.

Una comunità piccola e compatta, con profondi legami con l’Italia: si fa presto a dire “nigeriani”, se pensiamo che almeno nel 1999-2001, non meno dell‘86% delle donne nigeriane espulse dall’Italia (in genere per prostituzione) provenivano – o dicevano di provenire – dallo Stato di Edo. Dove abita meno del 3% della popolazione totale dell’immenso paese. E le Italo, le signore che ritornano a Benin City dopo qualche anno di lavoro in Italia, sono personalità di prestigio nella loro comunità. A patto ovviamente che ritornino ricche.

Lo diciamo, non per gettare qualche dubbio sulla signora Omoregbe (in altre parti d’Europa, la comunità Edo è molto meno associata alla prostituzione), ma perché la diaspora Edo/Bini ci sembra perfettamente capace di cavarsela da sola, senza bisogno di obbligare le proprie figlie a farsi musulmane. La Nigeria è uno Stato certamente problematico, e proprio per questo i legami religiosi e familiari diventano di fondamentale importanza.

Né il curatore del sito di Repubblica si è preso la briga di confrontare la storia di Kate Omoregbe con quella di altre richiedenti asilo politico: nel 2009, 13.337 cittadini nigeriani hanno chiesto asilo in qualche paese “occidentale”. La necessità aguzza l’ingegno – una commissione del governo norvegese scoprì nel 1994 che molti giornalisti nigeriani venivano pagati per scrivere articoli con notizie inventate, che avevano come unico scopo quello di essere allegati come documentazione a richieste di asilo. Secondo alcuni seri ricercatori,

“Le prostitute adulte nigeriane nei Paesi Bassi e in Italia ricevono istruzioni dai trafficanti perché chiedano asilo se la polizia di frontiera si dimostra sospettosa riguardo ai loro documenti, o se vengono fermate dalla polizia”.

Ieri abbiamo parlato di Joy Omoregbe, che chiedeva asilo in Canada perché “costretta a sposare un uomo più anziano di lei”; oggi vi presentiamo Izogie Omoregbe, prostituta brutalmente assassinata a Catania alcuni anni fa da un’italianissima guardia penitenziaria. L’Ansa all’epoca intervistò la sorella di Izogie, Kate Aigbedion:

“Izogie – ricorda Kate Aigbedion – non era sposata e non aveva figli. Era in Italia da circa cinque anni, era stata espulsa dal territorio italiano ma poi aveva ottenuto un permesso di soggiorno per motivi politici che successivamente le era stato sospeso: era cattolica praticante e per questo era perseguitata nel suo Paese d’origine”.

In realtà, siamo solidali nell’essenziale con la signora Omoregbe (anzi, con tutte e tre le signore Omoregbe). Kate Omoregbe ha finito di espiare la sua pena, meritata o meno che sia, e non vediamo perché debba venire espulsa dall’Italia, il paese in cui ha costruito la sua vita.

E siccome il suo obiettivo di restare in Italia è giusto, sarebbe anche giusto che lei raccontasse qualunque panzana pur di ottenere questo diritto.

Ma non è giusto che manipolatori mediatici e politici obblighino pure noi a crederci.

Nota:

[1] Come abbiamo scritto ieri, tutta la storia si basa alla fine su un’unica e discutibile fonte. Repubblica scrive che Kate Omoregbe sarebbe arrivata in Italia “dieci anni fa”, mentre la petizione – su cui si basa la stessa Repubblica – dice che lei ha lavorato in Italia per dieci anni, prima di farsi quattro anni di carcere.

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9 risposte a Anche Repubblica si beve la “lapidazione” di Kate Omoregbe

  1. rosanna scrive:

    Martinez Martinez, quanto sei bravo cioè fatto dei sapori di una volta per leggere la realtà così come va letta, A B C…e cosi via…

    il problema è che ai cojoni mediatici, va dietro il gregge tosato e ritosato di chi si beve le fregnacce; bisogna solo sperare che visto che la manipolazione dei vari media e caste giornalisti (di ‘sta minkia) non si satura mai( del resto è voluta) sia di appartenenza al brancoberlusconi,sia di brancodebenedetti, si saturi prima o poi il gregge di pecore e pecoroni che se le bevono,leggono, vedono e pure firmano.

    Guarda te cosa bisogna sperare, che capiscano che si sono strafatti ‘mbriachi (di metanolo.. mica di robba buona) e che dall’emediapatite , si rivolgano ad un buon interferone .

    Ma non succederà mai che si rendano conto di essere ammalati per guarire , è un po’ come la storia penosa dei dirtti umani a cui terrebbe il maestro di sci(mentre bombarda) tanto sensibile sensibile fino alla vita dei delfini e la loro strage in giappone.
    Se fosse andato a Parigi col delfino a mo’ di cappello in testa , come quelli che protestavano da manila a sidney , lo avrebbero fatto re forse fino a quelli di legambiente e greenpeace e ogn associazione dei diritti sia animali che umani,senza accorgersi di nessuna barzelletta,come questa che hai riportato e hai analizzato .. tanto il catalizzatore ufficiale di tutte le barzellette del mondo è solo quel pirla indubitabile dei cucù di arcore

    un caro saluto
    ro

  2. – …Pietre, signori?
    – Nàh, ce ne sono già tante per terra!
    – Mica come queste, guardi qua, senta che qualità! Tutte rifinite a mano!
    – …Mi hai convinto, dammene due a punta e una grossa piatta!
    – La voglio anch’io, mamma….
    – Eh?!
    – Ah, sì… papà!
    – Sì… va bene; due a punta, due piatte e un cartoccio di ghiaia per il mio bambino!
    – …Un sacchetto di ghiaia! Grande lapidazione, oggi!
    – Ah, chi è?
    – Una del posto, buon divertimento!

    (Monty Python, Life of Brian, 1979)

    http://iononstoconoriana.blogspot.com/2011/06/sakineh-mohammadi-ashtiani-allora.html
    http://iononstoconoriana.blogspot.com/2011/07/su-un-caso-di-lapidazione.html

  3. Qûr Tharkasdóttir scrive:

    Pure Grillo s’è fatto beccare, purtroppo:

    http://www.beppegrillo.it/2011/09/salviamo_kate_d.html

    • Rock & Troll scrive:

      Grillo che propala bufale!… incredibile… non l’avrei mai pensato… una cosa mai vista… ma dove andremo a finire?!

      • Z. scrive:

        La mia preferita è quella dei biscotti X che contengono “ferro, cromo e nichel e QUINDI acciaio”.

        Un po’ come dire: di fronte a casa mia ho parcheggiato un veicolo rosso a ruote alimentato a benzina, QUINDI ho una Ferrari.

        Z.

        PS: Purtroppo è solo uno scooter, ma posso consolarmi pensando che consuma meno.

  4. Claudio Martini scrive:

    Lo vedi che sei un giornalista, Miguel?
    Ora che ci penso, anche il mio amico Denis, quello che diceva di essere pronto a dare la vita per Gheddafi, viene da Benin city. Sua moglie frequenta assiduamente la parrocchia del Lagaccio, perciò se gli Edo sono evangelici direi che ha un atteggiamento piuttosto ecumenico.
    In effetti e proprio vero. Si fa presto a dire nigeriani. Ammetto che in tutti questi anni non avevo considerato che gli immigrati non vengono mai da un “paese”, ma da Quella regione, quella valle ecc. Pigrizia.

  5. alessio comotto scrive:

    Io gliel’ho pure scritto alla redazione di Repubblica di dare uno sguardo al post di ieri,quelli se ne fregano,quindi avranno altre motivazioni (islamofobia?). Saluti

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