Domani chiudono la rete. Se gli gira.

Il 6 luglio, cioè domani, l’Autorità per la Garanzia nelle Comunicazioni (Agcom) ci presenterà con una novità radicale: potrà rendere  invisibile qualunque sito web, a proprio discrezione.

Il provvedimento viene analizzato in dettaglio su Sito non raggiungibile.

Non si tratta, come afferma qualche sito, di un “tentativo di Berlusconi di censurare la rete“, cosa relativamente preoccupante, visto che Silvio Berlusconi prima o poi uscirà di scena. Si tratta piuttosto dell’applicazione di una direttiva europea, riguardante i diritti d’autore.

Infatti, l’idea mi sembra che sia questa.

A Hollywood, spendono miliardi per fare un blockbuster. Il giorno in cui esce nelle sale, il film è già disponibile gratuitamente in rete. Se la casa produttrice ricorre alla magistratura, la magistratura le darà ragione con i suoi tempi, quando il film non ci sarà più nelle sale, anzi sarà già fuori moda.

Insomma, i tempi della rete non sono conciliabili con quelli della giustizia. E il problema in effetti esiste.

La soluzione dell’Agcom consiste nell’abolire la giustizia, visto che interferisce con il mercato.

Spiega il commissario Agcom Stefano Mannoni, Lo Stato nasce nel 6oo per proteggere la libertà e la proprietà. Siamo all’abc!”

L’Agcom sostituisce in tutto e per tutto il giudice.

L’Agcom, un ente di nomina politica, riceverà le lamentele riguardanti il diritto d’autore. E potrà provvedere alla immediata “cancellazione o inibizione mediante il blocco dell’indirizzo IP o del Domain Name Systems” del sito accusato. Facendo cioè sparire l’intero sito e non solo la pagina sotto accusa.

Leggiamo nei Faq di Sito non raggiungibile:

“Il titolare del sito dovrà cancellare i file sospetti ( senza alcuna verifica sulla legittimità o meno del contenuto) nel giro di 48 ore, dopodiché avrà 5 giorni di tempo per difendersi davanti l’AGCOM. Questi sia in caso di siti italiani sia in caso di siti esteri. Dopo i 5 giorni i contenuti saranno cancellati dall’Autorità o inibiti dai provider su ordine dell’Autorità.”

Non ho le idee chiare sulla diffusione gratuita di autentiche opere d’ingegno, come possono essere i film o la musica. Forse se la tecnologia ha reso alcune produzioni inconciliabili con la giustizia, bisogna rivedere i tempi della giustizia, ma anche i sistemi stessi di produzione.

Ma la decisione dell’Agcom ci deve interessare molto più da vicino.

So per esperienza, infatti, che il concetto di “diritto d’autore” viene usato da gente permalosa per censurare la rete. Anzi, è la prassi normale, quando un sito pubblica qualcosa di inoppugnabilmente vero, ma scomodo.

Ho visto minacciare siti web perché avevano pubblicato documenti autentici di organizzazioni, avevano messo in rete foto pubblicamente disponibili, avevano citato da libri e persino avevano semplicemente menzionato il nome di qualcuno.

La multinazionale dell’immaginario, Scientology, ha una serie assai imbarazzante di documenti interni, in cui il fondatore spiega come manipolare e sfruttare le persone. L’autenticità dei documenti è indiscussa; è ovvio che dovrebbero costituire informazioni essenziali per chiunque si avvicini a Scientology. Ma per impedirne la diffusione, Scientology spaccia queste vecchie circolari per opere letterarie, protette dal diritto d’autore.

Probabilmente un giudice darebbe torto a simili aspiranti censori; ma quando passerà la decisione dell’Agcom, saremo in balia di un gruppo di individui, a noi sconosciuti.

Se si sono svegliati bene e hanno bevuto un buon caffè, cestineranno le proteste.

Ma se hanno la luna storta, in cinque giorni (magari quando il gestore è in vacanza) potranno rendere inaccessibili interi siti, sfruttando un apparato tecnico messo in piedi per combattere la pedopornografia. E qui siamo di fronte al solito meccanismo, per cui le leggi repressive vengono create per colpire qualcosa che tutti sono d’accordo nel vietare; e poi vengono astutamente allargate per poter colpire ovunque.

In breve, se qualcuno in Australia carica su un server l’ultima canzone di Lady Gaga, non vedo perché questo debba significare che non si possa più parlare di niente e nessuno in rete. Che trovino un altro modo per salvare i miliardi della signora e dei suoi lenoni.

Questo sito può citare un preciso precedente. Ben dodici anni fa, citai sul mio sito un comunicato stampa – il termine comunicato stampa era pure scritto nell’intestazione – del CESNUR, che il CESNUR aveva diffuso sul proprio sito e per e-mail.

L’avvocato del CESNUR scrisse un messaggio di minacce al mio provider, sostenendo che io avevo violato i “diritti d’autore” del CESNUR riprendendo il loro comunicato. E il provider, per paura, chiuse il sito. Che poi riaprì un paio di giorni dopo, in Austria.

Un magistrato sarebbe sicuramente scoppiato a ridere, per un caso del genere. Ma l’Agcom?

Ci sono diverse iniziative contro questa decisione. Oltre alla petizione su Sito non raggiungibile, c’è una raccolta di firme organizzata da Avaaz. Avaaz non mi piace particolarmente, ma ha raccolto già 192.000 firme contro questo arbitrio; per cui mi auguro che anche i lettori di questo blog la firmino.

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85 risposte a Domani chiudono la rete. Se gli gira.

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  2. Francesco scrive:

    “Lo Stato nasce nel 6oo per proteggere la libertà e la proprietà.”

    Non posso che fidarmi di una persona che fa questa affermazione. Anzi, in un momento di universale e deprimente grigiore arancione, mentre mi avvio al “mezzo del cammin di nostra vita”, se tutto va bene, ti ringrazio perchè questa botta di “kapitalismo” è come un sorso d’acqua nel deserto.

    Buona giornata

  3. Miguel Martinez scrive:

    però Francesco, mentre incassi il tuo stipendio seduto davanti al computer, pensa come saranno le tue giornate in ufficio, a dover leggere Kelebek senza polemiche, senza politica e senza citazioni o fonti.

    Dove si parla solo di filologia caucasica, fino al giorno in cui un filologo caucasico non riesce a farmi chiudere il sito.

    • Francesco scrive:

      non credo affatto alla versione catastrofista che Migule propone, in primo luogo perchè manca il Censore, in questo tipo di società

      anche ci fossero i poteri per censurare, mancano i motivi, gli ideali, i valori

      ciao

      • Moi scrive:

        Va be’ Francé : questa era la parte “candido come una colomba” … manca la parte “astuto come un serpente” ! 🙂

  4. PinoMamet scrive:

    Mi può anche andare bene l’idea di “proteggere la proprietà intellettuale”
    (che in Italia come in tutti gli altri paesi è peraltro già tutelata)

    mi sembra una stronzata immane farlo con una procedura amministrativa e senza controllo.

    Proposta bocciata: fimerò.

  5. Antonio Caracciolo scrive:

    Il problema della libertà di pensiero, di espressione, di ricerca, di insegnamento, di critica politica ed in ultimo di stampa è di importanza basilare perché è il fondamento stesso della democrazia. Dico libertà di stampa in ultimo, perché ormai sempre più i grandi media si vanno caratterizzando come antitetici alla libertà di pensiero dei singolo. Un grande quotidiano non volle pubblicare una mia lettera di smentita dove io li ringraziavo per aver fatto comprendere e toccare con mano la contrapposizione fra libertà di stampa che è loro ed è fortemente tutelata e la mia libertà di pensiero di semplice cittadino, magari analfabeta o quasi, che non è per nulla tutelata. Ma la difesa dei diritti costituzionali (art. 21 e 33), va fatta iniziando proprio dai casi marginali, dai più deboli. Altrimenti è tutto l’impianto costituzione che va a farsi fottere. La democrazia, quella vera, va difesa per così dire, simbolicamente, con le armi in pugno ovvero con la mobilitazione costante… Non per fare pubblicità, ma nello spirito appena detto, invito alla lettura degli interventi Video-registrati al Forum dei Settanta, sul sito “Proclama Italia”, che è nella sua semplice sostanza un invito alla mobilitazione generale per conquistare l’Indipendenza nazionale, la sovranità politica, economica, culturale, avendo ovviamente e non retoricamente alla sua base la libertà di pensiero, non retoricamente ma sostanzialmente ed imprescindibilmente. La norma prevalente dovrebbe essere facile da individuare ed applicare, se vi fosse un potere politici onesto e non truffaldino: dove vi è rischio di violazione della libertà di pensiero, questa è prevalente, mentre tutto il resto (pornografia, pedofilia, diritti di autore…) è subordinato…

  6. Miguel Martinez scrive:

    Vedo che su Avaaz ci sono tremila firme in più da stamattina alle 6.00

  7. mirkhond scrive:

    Non mi meraviglio di questo tentativo di mettere il bavaglio all’unico canale di informazione non asservito ai partiti. Del resto le proteste in Val di Susa trovano appoggio attraverso internet, e una mobilitazione più estesa, potrebbe creare ostacoli al governo e alla pseudo-opposizione, che su ciò che conta sono ormai un unico partito liberale con alcune sfumature di differenza.

    • Francesco scrive:

      1) alla faccia delle sfumature
      2) alla faccia del liberalismo
      3) alla faccia pure della democrazia: se una comunità locale può bloccare, con le buone o le cattive, quello che vuole, l’unica speranza è la discesa in campo della criminalità organizzata come entità collettiva nazionale? bella prospettiva

      • mirkhond scrive:

        Beh, per ora pare che i lavori proseguano, alla faccia della volontà degli abitanti. Ma la democrazia non dovrebbe venire incontro alle esigenze popolari? O queste esigenze sono valide solo se fanno comodo a lorsignori dei poteri forti?

        • Francesco scrive:

          gli abitanti DELL’ITALIA carissimo

          non è un concetto difficile, pensa a quando i Romani i gli Arabi costruivano un acquedotto: chiedevano alle comunità locali o procedevano come necessario?

          il Parlamento ha votato, questione risolta, direi

          basta fare il giochetto opposto: il Parlamento vota No ma i lavori continuano perchè qualcuno dice di Sì ….

        • mirkhond scrive:

          I Romani e gli Arabi non erano retti da sistemi democratici, che, si suppone, invece, debbano tener conto dei pareri delle popolazioni che dicono di rappresentare…

        • Ho capito, parte della provincia di Torino non fa realmente parte della Repubblica italiana ed ha uno status giuridico a metà tra quello di territorio occupato e quello di una colonia, dove la missione civilizzatrice del TAV deve andare avanti nonostante l’opposizione dei selvaggi. Giusto?

        • Francesco scrive:

          Ribadisco la cosa banalissima che ho già detto: la Val di Susa fa parte della repubblica italiota e in quanto tale è soggetta alle decisioni assunte dal Governo e approvate dal Parlamento. Come tutto il resto del paese.

          Il diritto di veto della comunità locale non ha senso di esistere e impedisce la costruzione di qualsiasi cosa più “disturbante” di un nanetto da giardino (che già una cuccia per cani è un problema e ci vuole il parere del comitato) .

          Con i criteri che suggerite, non avremmo costruito le autostrade, le ferrovie, le strade provinciali, i ponti, le fogne, le centrali elettriche, manco i porti.

          Poi lamentatevi che avete lupi e orsi sulla soglia di casa (anzi , della tenda o della caverna).

          saluti sociali

        • mirkhond scrive:

          Allora, abbiate almeno la decenza di non chiamarla democrazia.

        • Sì, deve accettare, è vero. Ma è anche vero che il politico di turno ha il dovere di ascoltare le comunità locali per sentirne le ragioni. Non mi risulta, invece, che ci si sia preoccupati di sapere cosa ne pensasse la popolazione del progetto, prima di mandare colonne di polizia.

        • Z scrive:

          Francesco,

          il parlacosa?

          Quell’assemblea autoeletta di contrabbandieri che ha deciso per votazione a maggioranza che Ruby è la nipote di Mubarak al fine di decretare l’impunità del vostro capo?

          Adoro i legalitari a corrente alternata 😀

          V.

        • Z scrive:

          Francesco,

          il tuo legalitarismo a corrente alternata è favoloso. Ma del resto questo è ciò che vi passa il convento.

          Tenete duro 😀

          Z.

        • Francesco scrive:

          x tutti i valsusini del blog:

          1) la democrazia non è accettare il diritto di veto di ogni minoranza. Sennò avremmo ancora il matrimonio indissolubile e il reato di aborto (che peraltro sarebbero cose buone e giuste).
          2) SEI ANNI di ritardi sono ben troppo ascoltare, altro che storie. Sbaglio o in Francia intanto hanno lavorato?
          3) Io non sono un democratico a corrente alternata, oserei dire. Ogni tanto ho qualche ricaduta legittimista ma mi riprendo presto.

          Saluti

      • Z. scrive:

        Francesco,

        ho detto legalitario a corrente alternata, non democratico!

        V.

        • Ritvan scrive:

          Scusa, caro Z., ma perché il buon Francesco – con le cui posizioni nel caso concreto concordo pienamente – sarebbe un “legalitario a corrente alternata”? Potresti portarci un esempio in cui il suddetto abbia fatto strame della legalità?

        • Moi scrive:

          Vediamo se l’ AGCOM me lo censura :

          http://www.youtube.com/watch?v=64MYRLFmM5g

        • Z scrive:

          Ritvan,

          — Scusa, caro Z., ma perché il buon Francesco – con le cui posizioni nel caso concreto concordo pienamente – sarebbe un “legalitario a corrente alternata”? —

          Beh, Ritvan… capisco la tua solidarietà umana e politica, ma credo che una persona intelligente e colta come Francesco non abbia bisogno del difensore!

          Salvo in caso di processo penale, dove è obbligatorio per legge. Ma nel caso – e pur non augurandoglielo per nessuna ragione al mondo, sia ben chiaro – mi proporrò personalmente 😀

          V.

        • Francesco scrive:

          OK, l’avevo presa per una piccola imprecisione.

          Posso chiedere cosa significa?

          Grazie

          PS e fidati di Ritvan, che essendo veterinario se ne intende di bestiacce come me! 🙂

        • Ritvan scrive:

          Mio buon Z., allora è vero quel che si dice di vosotros legulei overo che quando non avete risposte a precise domande vi mettete a menare il can per l’aia parlando d’altro?:-)
          La domanda l’ho fatta per conto mio e non per fare il “difensore d’ufficio” di Francesco e ti ho spiegato anche il perché, ovvero perché la penso come Francesco in merito alle azioni ILLEGALI commesse dai valsusini contro i cantieri della TAV.
          P.S. Spero che adesso che lo stesso Francesco ti ha chiesto lo stesso chiarimento non attingerai di nuovo al Pregevole Manuale del Dott. Azzeccagarbugli 🙂 per evitare di rispondergli in merito.

        • Ritvan scrive:

          —PS e fidati di Ritvan, che essendo veterinario se ne intende di bestiacce come me!:-) Francesco—
          Caro Francesco, l’autoironia è solo una delle tante cose che apprezzo in te.

        • Z. scrive:

          Francesco,

          — Posso chiedere cosa significa? —

          Certo.

          Non mi pare che tu provassi particolare repulsione per alcuni comportamenti non proprio legalitari come evadere le tasse, votare che Ruby è nipote di Mubarak in modo da evitare una condanna a Berlusconi o scrivere leggi incostituzionali per difendersi dai celebri giudici comunisti (a proposito, ne hanno avvistato uno nel Burundistan).

          E neppure per l’internamento e gli, uhm, “interrogatori fisici” ai danni dei sospetti terroristi o fiancheggiatori.

          Naturalmente può darsi che ricordi male io. Di norma ho buona memoria, ma errare è umano.

          V.

        • Francesco scrive:

          Allora avevo ragione

          Ho scritto di essere “democratico”, il che non si identifica con “legalitario”

          Contesto il blocco fisico dei lavori della TAV non dal punto di vista della legalità (che me ne impippo) ma dei principi democratici (che mi stanno a cuore)

          Che poi, nel caso di specie, anche il più squisito formalismo giuridico sia “dalla parte” della TAV è una riprova dell’assurdità delle proteste.

          A proposito, cosa ci sarebbe di male nello scrivere leggi incostituzionali? in teoria, la Corte Costituzionale c’è apposta per controllarle (di fatto, è un organo della banda repubblicona che agisce politicamente, abusando del suo potere e svilendo il suo ruolo).

          Saluti cordialissimi

        • Z. scrive:

          Francesco,

          pisciare per strada non va proprio bene anche se la polizia è lì apposta per impedirlo.

          Che tu sia democratico non l’ho mai messo in discussione e non vedo perché dovrei farlo. Del resto, a parte trascurabili minoranze, lo sono tutti – dagli anarchici arrestati in Piemonte a Roberto Fiore.

          Però mi piacerebbe sapere quali sono, a tuo avviso, i principi della democrazia.

          Z.

          PS: Per inciso, se non nei modi, condivido nel merito le tue critiche alla Corte costituzionale, dato che ha permesso e permette la sopravvivenza di stupidaggini come il reato di sciopero, di arnesi impresentabili come il reato di “istigazione all’odio tra classi sociali” e di vera e propria robaccia come il “reato di clandestinità”. Limitarsi a segare i Lodi Schifani e i Lodi Hunziker, la cui incostituzionalità è così manifesta da non dover neppure essere discussa, è cosa che potrebbe fare qualsiasi studente di legge del quarto anno.

        • Ritvan scrive:

          —…condivido nel merito le tue critiche alla Corte costituzionale, dato che ha permesso e permette la sopravvivenza di stupidaggini come il reato di sciopero, Z.—-
          Mi risulta che la Costituzione Italiana – sulla cui base giudica la sullodata Corte Costituzionale” sancisca in merito: “Art. 40. Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano.”. Orbene, se la Costituzione Democratica, Antifascista, Nata dalla Resistenza, ecc., ecc. riconosce esplicitamente al legislatore il diritto di mettere dei “paletti” al Sacrosanto Diritto Di Sciopero, è naturale, direi proprio lapalissiano che il sullodato legislatore commini anche delle sanzioni a chi travalica quei “paletti”. O no?

          —-di arnesi impresentabili come il reato di “istigazione all’odio tra classi sociali”—
          Ehmm..il famigerato:-) art.415 del CP? Caro Z., saprai meglio di me che la suddetta Corte se n’è occupata nella sentenza n.108 del 1974 – e in modo impeccabile a mio immodesto:-) avviso di veterinario:-) – dichiarando l’illegittimità costituzionale della disposizione contenuta nell’art. 415 del codice penale, riguardante l’istigazione all’odio fra le classi sociali, nella parte in cui non specifica che tale istigazione deve essere attuata in modo pericoloso per la pubblica tranquillità.

        • Z. scrive:

          Ritvan,

          –Orbene, se la Costituzione Democratica, Antifascista, Nata dalla Resistenza, ecc., ecc. riconosce esplicitamente al legislatore il diritto di mettere dei “paletti” al Sacrosanto Diritto Di Sciopero, è naturale, direi proprio lapalissiano che il sullodato legislatore commini anche delle sanzioni a chi travalica quei “paletti”. —

          Ritvan, ma che dici!

          In primo luogo, quei paletti non esistono: non ci sono leggi che regolano il diritto di sciopero, e credo che tu sappia perché. In secondo luogo, il reato di cui stiamo parlando non c’entra niente con la costituzione, né con la sua attuazione, né con i “paletti”. Lo sciopero politico è punito dal codice penale, e lo è dal 1930. E la Corte costituzionale, investita del quesito, ha salvato il testo del codice.

          — Ehmm..il famigerato:-) art.415 del CP? —

          Precisamente. Come è stato scritto, un arnese impresentabile tutto italiano, simpatica eredità del fascismo. E l’istigazione all’odio tra tifosi di calcio dove lo mettiamo? 😀

          Io mi dico: che serve una Corte Costituzionale se non a tagliare? Tagliare tagliare tagliare 😀

          Z.

        • Francesco scrive:

          1) sarei curioso di dettagli sul “reato di sciopero”, che trovo in generale un’ottima idea. nel senso che una società democratica non può certo assolutizzare un’anomalia come la rottura volontaria di contratto.

          2) dal punto di vista dei principi, cosa c’è di male nel reato di clandestinità? una legge che stabilisca certi requisiti per entrare in Italia è una cosa (mi pare) ragionevole; ed è un giudizio politico quello sulla rilevanza di questi comportamenti.

          3) il lodo Schifani mi pareva un’ottima contemperazione di due esigenze “di rango costituzionale”, quella del tutti sono soggetti alla legge e quella un governo è necessario.

          saluti

        • Ritvan scrive:

          —Ritvan, ma che dici! In primo luogo, quei paletti non esistono: non ci sono leggi che regolano il diritto di sciopero, e credo che tu sappia perché. Z.—-
          Ah, non ci sono??!! E la legge 146 del 1990 di che si occupa, della tutela degli uccelli?:-)

          —-In secondo luogo, il reato di cui stiamo parlando non c’entra niente con la costituzione, né con la sua attuazione, né con i “paletti”. Lo sciopero politico è punito dal codice penale, e lo è dal 1930. E la Corte costituzionale, investita del quesito, ha salvato il testo del codice.—-
          No, se permetti la suddetta CC così ha sentenziato in merito all’art.503 del CP (Serrata e sciopero per fini non contrattuali):”La Corte costituzionale con sentenza n. 290/1974 ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 503 c.p., nella parte in cui punisce anche lo sciopero politico che non sia diretto a sovvertire l’ordinamento costituzionale ovvero ad impedire o ostacolare il libero esercizio dei poteri legittimi nei quali si esprime la sovranità popolare.”.

          —-Come è stato scritto, (l’art.415 c.p. è-ndr.) un arnese impresentabile tutto italiano, simpatica eredità del fascismo. E l’istigazione all’odio tra tifosi di calcio dove lo mettiamo?—
          Come ben saprai, il tifo calcistico non è un bene espressamente tutelato dalla Costituzione, come lo è, invece, la libertà d’impresa e – di conseguenza – la formazione di “classi”. Però, nulla ti vieta di fare una proposta di legge d’iniziativa popolare per rendere reato anche l’istigazione all’odio fra tifoserie calcistiche…ma ti avverto, dovresti specificare che tale istigazione deve essere attuata “in modo pericoloso per la pubblica tranquillità”, altrimenti la sullodata CC zac!:-)

        • La legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali non si considera attuazione dell’art 40 Cost, ma è semplicemente frutto del bilanciamento tra il d. di sciopero ed altri diritti costitituzionalmente garantiti. Un limite a un diritto può essere intrinseco o estrinseco; la legge del ’90 pone un limite estrinseco (il rispetto di altri diritti), l’art. 40, invece, prevede la possibilità di porre un qualche limite intrinseco al d. di sciopero.

          Sullo sciopero politico, credo che Z., come tutti gli operatori giuridici più accorti, si sia reso conto dell’ipocrisia della Consulta e della sua politica di “autocontenimento”: la Corte ha preferito non eliminare una dsposizione di legge e di procedere con la c.d. interpretazione costituzionalmente conforme, cioè si è letto l’articolo come se non proibisse lo sciopero politico, ma lo sciopero rivoluzionario (che è un’altra cosa). Però, siccome esistono leggi specifiche contro i tentativi di sovversione dell’ordine costituzionale e siccome per lo stesso gesto (lo sciopero) uno non può essere punito per due reati diversi (ne bis in idem), l’articolo in questione è assolutamente inutile.

          Anche l’art. 415 è stato sottoposto ad una bella interpretazione costituzionalmente conforme: inizialmente puniva la semplice affermazione “borghesi infami!”, ora richiede che le opinioni espresse siano idonee ad innescare un tumulto o comunque atti violenti. Ma dato che tumulti e atti violenti sono a loro volta puniti da altre norme, questo articolo sembra lasciato a bella posta per permettere a qualche giudice più avventato, magari pressato dall’opinione pubblica, di punire anche soggetti colpevoli di comportamenti non del tutto idonei a generare violenza.

        • Francesco scrive:

          x Z.

          bella domanda.

          1) il Potere appartiene al Popolo e non agli Ottimati

          2) il Potere ha sue proprie regole, per cui alla fine il Popolo lo esercita “per modo di dire” – meglio, investendo pro-tempore del potere stesso un tizio (o tizia) che nel 99% appartiene alla classi dominanti

          3) l’esercizio del Potere è per sua natura destinato a produrre divisioni e scontentezze (vedasi Salomone). Queste non hanno diritto di bloccare nè seriamente intralciare il Potere stesso

          4) il Parlamento è una specie di scadente meccanismo di controllo-limitazione del tizio/a di cui si parlava prima; questo perchè si occupa quasi solo di distrubuire i soldi delle tasse ai gruppi di riferimento degli eletti. Pensare a una sua abolizione, se possibile.

          5) il rapporto tra Potere, Democrazia e Bene rimane molto dialettico

          Saluti

  8. Qûr Tharkasdóttir scrive:

    1. Supponendo che si tratti essenzialmente di una questione di diritti d’autore, sarebbe da discutere il caso di un’industria dalle strutture moribondi, quella del cd entertainment (caso non stranamente simile a quello del moribondo mondo della politica). Un ottimo posto per iniziare è il blog di Mike Masnik, TechDirt (in inglese)
     
    2. Si può raggirare la problematica utilizzando un servizio VPN, ma non lo dire a tutti.

  9. astabada scrive:

    mirkhond si tratta di una normativa europea, pertanto il ragionamento che tu fai andrebbe esteso anche a livello europeo.

  10. mirkhond scrive:

    Sempre di bavaglio si tratta, anche se eurotelematico.
    ciao

  11. Mi pare che sia previsto il contraddittorio e comunque alle autority sono già stati conferito ampi poteri giurisdizionali (in campo di privacy ed erogazione di energia, per esempio). Se la decisione dell’autorità è ingiusta, si può poi subito ricorrere al giudice amministrativo che, se c’è fumus boni iuris, cioè se è possibile che si abbia ragione, può sospendere il provvedimento dell’Agcom per garantire un processo con tutti i crismi.
    Secondo me la sostanza cambia solo per le vere violazioni di copyright, cioè per chi ha uploadato il film e se lo vedrà cancellare nel giro di 5 giorni: ma del resto, già oggi il giudice ordinario può chiuderglielo con un provvedimento cautelare già alla prima udienza…

    • Furio Detti scrive:

      contraddittorio una bella sega, per il quale intanto ci sarà da pagare bollo, balzello e quant’altro, sobbarcarsi gli oneri di un viaggio a roma per difendersi, prendersi un avvocato. la cosa sospetta che anzi smaschera con evidente certezza gli intenti fraudolenti di queste fiatelle di cane di censori di stato è che l’agcom oscurerà l’intero sito non solo il link al materiale in sé (alle foto o agli spezzoni audiovisivi incorporati).

      si chiama censura di merda, non ci giriamo intorno.

    • Furio Detti scrive:

      contraddittorio una bella sega, per il quale intanto ci sarà da pagare bollo, balzello e quant\’altro, sobbarcarsi gli oneri di un viaggio a roma per difendersi, prendersi un avvocato. la cosa sospetta che anzi smaschera con evidente certezza gli intenti fraudolenti di queste fiatelle di cane di censori di stato è che l\’agcom oscurerà l\’intero sito non solo il link al materiale in sé (alle foto o agli spezzoni audiovisivi incorporati).

      si chiama censura di merda, non ci giriamo intorno.

  12. Pingback: La censura in Rete sarà servita da AGCom : Movimento ScambioEtico

  13. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “non credo affatto alla versione catastrofista che Migule propone, in primo luogo perchè manca il Censore, in questo tipo di società”

    Sono totalmente d’accordo, e infatti non sono d’accordo con coloro che parlano di “regime” e così via.

    Qui il problema che vedo è un altro.

    Un blog verrà chiuso, non se critica la NATO o la CIA o Berlusconi, che dei blog se ne fregano.

    Verrà chiuso perché cita un’intervista alla stampa di un assessore del comune di Fagiolo di Sopra, e l’avvocato di suo cugino che dirige La Voce della Val Fagiola chiede di chiudere il blog, perché avrebbe violato i diritti d’autore di quell’autorevole settimanale.

    E il garante lo fa, perché quella mattina si è svegliato male.

    Non sto parlando di casi astratti: di tentativi di chiudere il mio blog con il pretesto dei diritti d’autore, ne ho già avuti, ma finora sono falliti semplicemente perché si sarebbe dovuto aspettare la decisione di un magistrato, e non di un’agenzia che non sottosta alla magistratura.

  14. Miguel Martinez scrive:

    Per Mauricius

    “. Se la decisione dell’autorità è ingiusta, si può poi subito ricorrere al giudice amministrativo che, se c’è fumus boni iuris, cioè se è possibile che si abbia ragione, può sospendere il provvedimento dell’Agcom per garantire un processo con tutti i crismi.”

    Non lo so; ma qui si inverte la situazione.

    Finora, un blog – salvo casi rari e drammatici di provvedimenti cautelativi, che non ho mai sentito venissero attuati per violazioni di diritti d’autore – restava on line finché non interveniva una sentenza.

    Oggi, il garante può far sparire un sito letteralmente da un giorno all’altro. Dopo di che tocca a me, che ho ben altro da fare nella vita, far intervenire la magistratura – con relative spese, mobilitazione di avvocati, giornate in tribunali – nella speranza che si accorga che ho ragione.

  15. A scrive:

    Paolo Attivissimo non la vede cosi’ buia:
    http://attivissimo.blogspot.com/2011/06/bavaglio-italiano-al-web-dal-6-luglio.html
    by the way: non ci son riusciti i cinesi a imbrigliare internet, figuriamoci AGCOM…
    buona giornata
    A

  16. Pingback: La notte della Rete per un’alba serena : Movimento ScambioEtico

  17. Anche adesso chiunque può mandare un blogger davanti al giudice (con relative spese) per violazione di copyright. E già oggi le controversie relative alla privacy sono affidate ad un’autority: anche la scusa della violazione della riservatezza è stata usata per chiedere la rimozione di contenuti di questo blog.
    Io, personalmente, la vedo meno drammatica di come è presentata. Mi stona solo quel termine di cinque giorni che è oggettivamente troppo corto per tutelare il convenuto.

    • Furio Detti scrive:

      esiste, nel caso tu non lo sapessi, la “lite temeraria”, ossia la possibilità che il giudice ti dia torto alla prima se ravvisa che la tua querela ha il solo e manifesto scopo di rompere le scatole al prossimo. per questo oltretutto per quanto sia sempre comodo specialmente per i ricchi e i potenti far cause (e oneroso per i poveri e le persone comuni), far causa non è un bicchier d’acqua.

      figurarsi con un’autorità slegata dalle sentenze del giudice.

      la magistratura in ogni paese già è serva dello stato borghese, garanzia del ricco contro il debole, creatura del sistema che produce disuguaglianza nei fatti mentre la nega a parole, eppure qualche garanzia ancora la offre. un organo governativo prono ai desideri dei politicanti è qualcosa che riesce a superare in peggio ogni schifezza di tribunale.

      • Bene, allora elenca tutti i siti censurati dal Garante della Privacy con la scusa di violazione del diritto alla riservatezza. Il Garante è esattamente un’autorità indipendente come l’Agcom: perché il primo sarebbe buono e la seconda cattiva? Perché ieri non c’era il bavaglio, mentre domani ci sarà?

  18. Pingback: Domani chiudono la rete. Se gli gira. | Ho visto cose che voi umani…

  19. Moi scrive:

    Miguel, premesso che scrivi (AGCOM permettente 🙂 ) de quer chette pare ….
    qua ci vorrebbe un post-decostruzione delle tue :

    http://www.rockol.it/news-264588/Agcom,-Internet-e-pirateria.-FIMI–Non-vogliamo-censure,-vogliamo-regole?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+rockol%2FfRwb+(Rockol+Music+News)

    … sarebbe un’ ottima ” prova pratica” 🙂 😉 della democraticità del provvedimento !

  20. Moi scrive:

    Se “scende in campo” il Vaticano sappiamo già quali video salteranno per primi … ma, coniugando l’ analisi di Miguel Martinez con la retorica di Mario Capanna :

    Per la prima volta nella Storia della Magia Deambulatoria, le Bestemmie potrebbero marciare sulle Gambe dei Milioni !!!

  21. Furio Detti scrive:

    esiste, nel caso tu non lo sapessi, la \"lite temeraria\", ossia la possibilità che il giudice ti dia torto alla prima se ravvisa che la tua querela ha il solo e manifesto scopo di rompere le scatole al prossimo. per questo oltretutto per quanto sia sempre comodo specialmente per i ricchi e i potenti far cause (e oneroso per i poveri e le persone comuni), far causa non è un bicchier d\’acqua.

    figurarsi con un\’autorità slegata dalle sentenze del giudice.

    la magistratura in ogni paese già è serva dello stato borghese, garanzia del ricco contro il debole, creatura del sistema che produce disuguaglianza nei fatti mentre la nega a parole, eppure qualche garanzia ancora la offre. un organo governativo prono ai desideri dei politicanti è qualcosa che riesce a superare in peggio ogni schifezza di tribunale.

  22. Furio Detti scrive:

    la classica applicazione dell’adagio: se le elezioni cambiassero le cose le avrebbero rese illegali. la rete evidentemente stava iniziando a farlo. almeno in parte.

    che poi la Nato & C. la ignorino non spiega come mai ci si affanni tanto dalle loro parti per creare blogger fasulle omosessuali represse in siria… chissà…. che fatica sprecata quella di Mossad & servi.

    • Francesco scrive:

      “se le elezioni cambiassero le cose”

      ma smettila che dopo le ultime elezioni mi trovo come sindaco Giuliano Pisapia!

      magari fosse vero, purtroppo è vero il contrario

      se invece ti riferisci all’impossibilità delle elezioni di cambiare Leggi di Natura quali la gravità universale, l’aumento dell’entropia, l’appartenza dell’Italia alla Nato, l’inesistenza di pasti gratuiti e così via, allora hai bisogno di crescere.

      cordiali saluti

  23. Miguel Martinez scrive:

    Vorrei riassumere qual è il problema di questo provvedimento:

    1) esistono siti che mettono in rete film interi. E’ una questione che conosco poco e che non giudico.

    2) esistono siti che occasionalmente ospitano contenuti che violano il diritto d’autore – pensiamo a Youtube (ma se estendiamo il discorso ai link, anche Google…). Qui il provvedimento darebbe diritto all’oscuramento dell’intero IP, e quindi di tutto il sito. E questo è un problema serio.

    3) esistono siti come il mio, che stanno sempre attenti ad agire entro la legalità. Ma che sono stati fatti oggetto più volte di minacce in base alla privacy o al diritto d’autore. Minacce che non diventano mai denunce (in dodici anni, non ho mai ricevuto una querela ), perché gli autori sanno benissimo che le loro affermazioni non reggerebbero in un tribunale, e potrebbero pure incorrere nella “lite temeraria” di cui parla Furio.

    Mentre possono benissimo provarci con un garante, che potrebbe oscurare il sito senza bisogno alcuno di prove o di provvedimenti legali. E mi toccherebbe dopo ricorrere io in giudizio, pur essendo innocente.

    E devo ricorrere in giudizio da non professionista: non mi paga nessuno, a volte il mio computer si scassa, non ho voglia di stare tutti i giorni davanti al computer.

    Questo è un ragionamento egoistico, certamente; ma è un problema condiviso da molte migliaia di blogger che toccano argomenti scottanti. E gli argomenti sono tanto più scottanti, quanto sono piccoli: come dicevo, non sarà Marchionne a denunciare un blog, ma il piccolo politico di terza fila.

    Certamente dietro questo provvedimento, ci sono delle forze potenti. Che non sono politiche, ma sono le multinazionali dell’entertainment. In questo senso, non credo che il provvedimento sia stato inventato per censurare le idee. Ma ne sarà una conseguenza naturale.

    Tale conseguenza dipenderà, non dal codice penale, ma dalla maggiore o minore buona volontà del garante. Come gli gira, insomma.

    • giovanni scrive:

      “non credo che il provvedimento sia stato inventato per censurare le idee. Ma ne sarà una conseguenza naturale. ”
      oppure può essere un ottimo stimolo per ripulire la rete dalla ripetizione dei contenuti dei mass media “ufficiali”. Insomma, la rete non sarà più un negozio più grande (e a buon mercato) di qualsiasi edicola, libreria o videoteca esistente, ma sarà SOLO il luogo in cui si producono contenuti nuovi, e soprattutto aperti alla condivisione, a differenza dei media di regime, che non solo sono ideologicamente monocordi, ma ti fanno pure pagare la propria propaganda

  24. roberto scrive:

    Miguel,
    nel tuo ragionamento c’è una cosa che non capisco.
    a me sembra che l’AGCOM mantenga comunque un certo potere discrezionale, non è che ogni volta che qualcuno chiede di oscurare qualcosa automaticamente AGCOM gli darà ragione.
    Mi sembra (e vado a naso perché leggendo sul tuo blog è la prima volta che sento parlare di questa cosa) che i poteri dell’AGCOM siano sproporzionati, e sollevino problemi seri, come puoi leggere all’articolo che indico in fondo.
    ma perché pensi che l’AGCOM darebbe ragione a pincopallo piuttosto che a te?

    http://www.associazionedeicostituzionalisti.it/sites/default/files/rivista/articoli/allegati/Pirozzoli_0.pdf

  25. roberto scrive:

    “Tale conseguenza dipenderà, non dal codice penale, ma dalla maggiore o minore buona volontà del garante. Come gli gira, insomma”

    detto in altra maniera: perché come gli gira? il garanté applicherà le regole in materia di diritto d’autore!

  26. PinoMamet scrive:

    Ricevo e pubblico, per le analisi dei più ferrati:
    http://www.scribd.com/doc/59279041/668-2010

  27. Miguel Martinez scrive:

    Per Roberto

    “ma perché pensi che l’AGCOM darebbe ragione a pincopallo piuttosto che a te?”

    Credo che il problema sia malposto.

    Poniamo che ci sia una legge che autorizzi gli amministratori di condominio a chiuderti fuori casa, con due giorni di preavviso, se qualche vicino protesta per “rumori molesti”. Certo, con la possibilità di ricorrere in tribunale in seguito e tutto il resto.

    Un amministratore pigro non prenderà nemmeno in considerazione le segnalazioni.

    Un amministratore pignolo le analizzerà e deciderà in maniera umanamente giusta.

    Un amministratore che ha litigato con la moglie ti chiuderà casa senza pensarci nemmeno un attimo.

    Io non ho idea di quale sia il carattere dell’amministratore che mi capiterà. Ma una simile legge non mi piace ugualmente.

    • giovanni scrive:

      peggio ancora, l’amministratore è scelto dalla politica, ovvero, oggi, da Berlusconi, ovvero dal più grande uomo di potere mediatico del paese. Nel tuo esempio, è come se l’amministratore fosse parente stretto del vicino che protesta. Secondo te, nel dubbio, fa un torto al parente, o a te?

  28. Miguel Martinez scrive:

    Torniamo all’esperienza specifica di questo sito.

    Nel 1999, Massimo Introvigne, che di mestiere fa l’esperto di brevetti e diritti d’autore internazionali, ha incaricato uno studio di avvocati a scrivere una lettera di minacce legali al mio provider, accusandomi di aver violato il suo diritto d’autore, perché avevo pubblicato un comunicato stampa – con tanto di intestazione “comunicato stampa” – diffuso pubblicamente dalla sua organizzazione, il CESNUR.

    Un magistrato non avrebbe preso in considerazione, credo, una simile denuncia, tant’è che Introvigne non mi ha mai denunciato. Ma una persona con la possibilità di decidere a discrezione lo può fare.

  29. byebyeunclesam scrive:

    dietro il provvedimento probabilmente non ci sono solo le multinazionali dell’entertainment, ma anche quelli cui accennava Furio Detti:

    “tutto il procedimeno (per il quale l’ambasciatore americano a Roma, ha espresso apprezzamento…)”
    http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/rassegna_stampa/pdf/2011070619134034.pdf

  30. Miguel Martinez scrive:

    Per Pino Mamet

    Ricevo e pubblico, per le analisi dei più ferrati:
    http://www.scribd.com/doc/59279041/668-2010

    Grazie. Ho dato un’occhiata velocissima. Mi preoccupa che il motore di ricerca non dia nulla per la parola “citazione”.

    Manca quindi ogni espressione tipo “fatto salvo il diritto di citazione”, che è quello che mi interessa.

    Il testo mi sembra tutto concentrato sui guadagni delle imprese dell’entertainment e quindi mi sembra (ma mi posso sbagliare) che non faccia alcuna distinzione o presenti alcuna riserva per il caso di “citazioni” a scopo informativo e senza scopo di lucro.

  31. Z scrive:

    Roberto,

    il punto non è se all’AGCOM siano persone oneste o meno. Per questo basta leggersi gli atti dell’inchiesta di Trani e ognuno può farsi la sua idea.

    Il punto è: con che criterio si attribuisce ad un collegio di signori nominati in modo arbitrario un potere del genere, che pare superiore a quello della stessa magistratura giudicante? Dobbiamo confidare che siano persone ragionevoli e che, con un po’ di fortuna, prendano la decisione giusta perché dopotutto siamo tutti fratelli?

    Tanto varrebbe, chessò, far decidere un processo penale al PM senza intervento di difensori e giudici. Non si tratta dopotutto di un magistrato, certamente più competente di un “garante”? e chi dice che deciderebbe in mala fede? specie considerando che gli avvocati sono tutti cattivi…

    Z.

    PS: Firmare petizioni al governo serve a poco, se si tratta di una direttiva europea…

  32. roberto scrive:

    Z. e Miguel,
    è chiaro che la bontà o l’onestà del garante non è la questione!

    Miguel,
    il tuo esempio dell’amministratore è abbastanza sintomatico del fatto che le amministrazioni in generale non ti sono tanto simpatiche, e che forse te ne sfugge il funzionamento.

    nel mio piccolo ed in tutt’altro ambito, io prendo ogni giorno decine di decisioni di questo tipo (accordo una proroga dei termini all’avvocato x? accetto un documento in inglese in una causa in francese? accetto un ricorso di 3000 pagine invece delle 30 consentite?…). Ora questo tipo di decisioni non dipendono affatto dal mio carattere, né dal mio umore (…senno’ sarebbe no a tutto) ma da regole che l’amministrazione, come ogni amministrazione che si rispetti, si pone.
    se un meteorite mi colpisce stasera, il mio successore prenderà delle decisioni simili alle mie. è chiaro che esiste una parte di discrezionalità, senno’ basterebbe un computer, ma è una parte che è rigidamente inquadrata in un contesto di regole.

    Z.,
    con il caveat che precede, se la questione è in generale il potere delle autority non posso che essere d’accordo con te. comunque mi sembra di capire che il garante possa ordinare di rimuovere il materiale coperto dal diritto d’autore, mentre la soluzione “bloccare l’accesso al sito” valga solo come arma finale (ma stasera cerco di legger con calma)

    ps. curioso comunque che il garante pubblica sulla gazzetta ufficiale il 17/12 la sua delibera per una consultazione pubblica e ci sia solo adesso questo putiferio….

  33. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto

    “chiaro che esiste una parte di discrezionalità”

    Capisco quello che dici.

    Il problema è che in materia di “diritti d’autore”, i confini sono arbitrari per natura. Già da parte dei tribunali, ho visto decisioni di tutti i tipi, perché davvero non è facile stabilire certi confini.

    Oggi ho visto la decisione di un comune toscano (era su Repubblica stamattina, oggi pomeriggio non lo trovo) di imporre i diritti d’autore per tutte le foto del paese e del suo paesaggio. Una decisione che moralmente mi piace, perché va a danno di pubblicitari vari; ma che se ci pensate è anche tremendamente arbitraria, come sono arbitrari i diritti d’autore per i semi OGM.

    Non è, cioè, affatto facile capire quali regole dovrà imporre il Garante.

    Certamente, non saranno molto diverse da quelle che potrebbe imporre un magistrato, mi dirai; e forse hai ragione.

    Però in quel caso, il querelante deve sobbarcarsi la fatica di organizzare una causa; e io ho il tempo di organizzare una difesa. E la condanna arriva a colpa accertata, non a denuncia fatta.

    Non mi sembra una differenza da poco.

  34. Moi scrive:

    http://www.youtube.com/watch?v=sMYekvCN7NU

    … Colpirne uno per educarne quanti ?

  35. Moi scrive:

    E non consideriamo la gente che magari scrive cose interessanti (non necessariamente di politica) ma chiuderà semplicemente perché non vuole beghe ?!

    • giovanni scrive:

      quelli saranno i primi. Alla fine rimarranno soltanto gli estremisti, che sono talmente convinti delle proprie scemenze da non farsi problema a correre il rischio di farsi chiudere.

  36. Moi scrive:

    http://salamelik.blogspot.com/2011/07/che-la-primavera-abbia-fine.html

    a quanto pare a volte “la rete” è mesi “nel futuro” rispetto al “cartaceo” … per quanto possa dire cose piacevoli o spiacevoli .

  37. Z. scrive:

    Tra parentesi,

    il meno osceno tra i tre – almeno sul piano teorico – è forse il reato di clandestinità!

    Poi, politicamente parlando, è un altro paio di maniche.

    Z.

    • Z. scrive:

      (il post precedente era indirizzato al buon Ritvan… vedo che ho ricominciato a pasticciare come ai tempi antichi. Z.)

      • Ritvan scrive:

        —il meno osceno tra i tre – almeno sul piano teorico – è forse il reato di clandestinità! Z.—-
        Ah, il “meno osceno” sarebbe quello…immagino perché tale delirante fattispecie non colpirebbe mai uno di pura razza italica come te, eh!:-). Invece, a mio immodesto giudizio da “diversamente comunitario” – e anche a giudizio di molti giuristi di pura razza italica almeno quanto te- quella è una vera e propria aberrazione giuridica, in quanto qualifica come reato non quello che uno FA, bensì quello che uno E’.
        P.S. Quanto sopra vale anche per Francesco, che una tantum si trova d’accordo con Z. nel pensare che infierire a colpi di codice sui “diversamente comunitari” clandestini non è poi tanto grave, cribbio!:-).

        • Francesco scrive:

          Non si “è” clandestini, lo si “diventa” scegliendo di compiere una certa precisa azione.

          E essere in Italia non mi pare un diritto costituzionalmente protetto, come quelli di opinione politica o religiosa.

          Carissimo, sai bene che mi attengo al principo “amicus Plato, magis amica veritas”.

        • Ritvan scrive:

          Caro Francesco, anch’io per la serie “amicus Plato, magis amica veritas” ti faccio presente che non sto parlando di “diritto costituzionalmente protetto ad essere in Italia” (…anche se, a ben vedere, l’art.10 par.3 della Costituzione lo prevede a certe condizioni: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.”). Sto semplicemente dicendo che anche quello di parcheggiare in doppia o tripla fila non è esattamente “un diritto costituzionalmente protetto”, ma credo che nessuno sano di mente introdurrebbe nella legislazione italica il carcere per chi parcheggiasse in quel modo.

  38. Ritvan scrive:

    —Ritvan, ma che dici! In primo luogo, quei paletti non esistono: non ci sono leggi che regolano il diritto di sciopero, e credo che tu sappia perché. Z.—-
    Ah, non ci sono??!! E la legge 146 del 1990 di che si occupa, della tutela degli uccelli?:-)

    —-In secondo luogo, il reato di cui stiamo parlando non c’entra niente con la costituzione, né con la sua attuazione, né con i “paletti”. Lo sciopero politico è punito dal codice penale, e lo è dal 1930. E la Corte costituzionale, investita del quesito, ha salvato il testo del codice.—-
    No, se permetti la suddetta CC così ha sentenziato in merito all\’art.503 del CP (Serrata e sciopero per fini non contrattuali):\"La Corte costituzionale con sentenza n. 290/1974 ha dichiarato l\’illegittimità dell\’art. 503 c.p., nella parte in cui punisce anche lo sciopero politico che non sia diretto a sovvertire l\’ordinamento costituzionale ovvero ad impedire o ostacolare il libero esercizio dei poteri legittimi nei quali si esprime la sovranità popolare.\".

    —-Come è stato scritto, (l\’art.415 c.p. è-ndr.) un arnese impresentabile tutto italiano, simpatica eredità del fascismo. E l’istigazione all’odio tra tifosi di calcio dove lo mettiamo?—
    Come ben saprai, il tifo calcistico non è un bene espressamente tutelato dalla Costituzione, come lo è, invece, la libertà d\’impresa e – di conseguenza – la formazione di \"classi\". Però, nulla ti vieta di fare una proposta di legge d\’iniziativa popolare per rendere reato anche l\’istigazione all\’odio fra tifoserie calcistiche…ma ti avverto, dovresti specificare che tale istigazione deve essere attuata \"in modo pericoloso per la pubblica tranquillità\", altrimenti la sullodata CC zac!:-)

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